Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 162 di giovedì 14 settembre 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 84, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Informativa urgente del Governo in ordine ai tragici eventi occorsi presso la stazione ferroviaria di Brandizzo.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo in ordine ai tragici eventi occorsi presso la stazione ferroviaria di Brandizzo.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi - per 7 minuti ciascuno - e delle componenti politiche del gruppo Misto - per un tempo aggiuntivo - in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.

(Intervento del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Ringrazio chi ha chiesto e sollecitato questo intervento, visto che, anche ieri pomeriggio, parlando di sicurezza sul lavoro in Senato, abbiamo, ahimè, ricordato altri tre operai che, in contesti diversi, sono morti in Abruzzo nelle ultime ore. Quindi darò dei dettagli tecnici, ovviamente, per spiegare quello che è tragicamente accaduto, senza sovrapporci alla magistratura che sta facendo rapidamente ed egregiamente il proprio lavoro.

Innanzitutto, ovviamente, la mia personale vicinanza e la vicinanza di tutta l'Aula ai familiari di Kevin, Giuseppe, Michael, Giuseppe e Giuseppe, le 5 vittime del tragico incidente dello scorso 30 agosto.

Come ho avuto modo di sottolineare fin da subito, anche un solo morto sul lavoro è troppo e, come istituzioni, abbiamo il dovere di fare chiarezza sull'accaduto. Gli uffici mi hanno giustamente allegato tutte le tabelle sulla diminuzione dell'incidentalità e sul fatto che RFI, come altre grandi aziende italiane, è fra i posti migliori in Europa, stando al ranking sul basso numero di incidenti. Però, ciò non farebbe giustizia di quello che andiamo a commentare. Dal 31 agosto stesso, infatti, il Ministero è al lavoro con tutti gli altri organi preposti e vorrei offrirvi quello che è accaduto, senza nessuna interpretazione, per cercare di dar modo a quest'Aula di aiutarci e di aiutarmi a fare tutto il possibile, normativamente ed economicamente, perché fatti come questi non abbiano a ripetersi.

Innanzitutto, un'introduzione, dato che ho letto tanti commenti a proposito del nuovo codice, sugli appalti e sui subappalti. Questo tragico incidente è avvenuto in questa estate 2023 e l'accordo quadro fra RFI e la CLF, la cooperativa di Reggio Emilia che poi ha subappaltato alla Sigifer, è del 2020. Tutte le verifiche ovviamente, sia di RFI sia della cooperativa emiliana che aveva subappaltato i lavori, davano tutto come giustamente verificato. Peraltro, la Sigifer operava da tempo su tanti cantieri e, come avrete modo di sentire nell'arco di questi pochi minuti, questo probabilmente non è stato, secondo quello che sta emergendo, un problema legato alla contrattualistica, alla normativa o alla procedura. È tutto normato, è tutto previsto. Stamattina, mentre stiamo parlando, c'è un migliaio di cantieri aperti lungo i binari ferroviari, nei 16.800 chilometri di rete ferroviaria e nelle 2.200 stazioni italiane. Ovviamente, bisogna rispettare quello che la norma prevede.

Parto dal primo punto relativo all'analitica ricostruzione dei fatti, come è giusto che sia, sulla base degli elementi forniti dalla Direzione generale per le investigazioni ferroviarie e marittime del Ministero e dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (ANSFISA). Alle 23,50 del 30 agosto 2023, sulla linea convenzionale Milano-Torino il treno 14950, un convoglio regionale non in servizio commerciale, ha investito nella stazione di Brandizzo, in corrispondenza del binario pari, 5 operai che lavoravano sul binario, in assenza di interruzione della circolazione dei treni. Il problema è questo. Il treno, composto da 12 vetture con vettura pilota in testa, era partito da Alessandria ed era diretto a Torino-Porta Nuova. In seguito all'incidente, segnalato dall'agente di condotta del medesimo treno al dirigente di movimento di Settimo Torinese, è stata ovviamente disposta la sospensione della circolazione ferroviaria tra Settimo e Chivasso, per consentire l'intervento dei soccorsi e dell'autorità giudiziaria. Contestualmente, il dirigente centrale di movimento di Rete Ferroviaria Italiana ha provveduto ad allertare il 118, la Polfer, i Vigili del fuoco e tutto il personale di soccorso. Dai rilievi sul campo è stato accertato il decesso dei 5 operai investiti. Gli operai appartenevano all'impresa dell'armamento Sigifer e avrebbero dovuto svolgere le attività di rimozione di un difetto di livello sulla rotaia, mediante la sostituzione dello spezzone di rotaia, in regime di interruzione della circolazione sul binario interessato dai lavori. Il personale del 118 ha inoltre prestato soccorso a un operaio della predetta Sigifer e a un tecnico della manutenzione di RFI, entrambi rimasti fortunatamente illesi. A seguito dell'incidente, la mattina del 31 agosto 2023 la Direzione DiGIFeMa del Ministero ha avviato l'investigazione di propria competenza, dandone pronta comunicazione a tutti gli organismi preposti, compresa la Procura della Repubblica di Ivrea. Sempre la mattina del 31 agosto, ANSFISA ha inviato sul luogo dell'incidente del proprio personale esperto per effettuare un sopralluogo. Da questi sopralluoghi effettuati dalle due Direzioni, che dipendono dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, è emerso quanto segue: l'incidente è avvenuto - come detto - al chilometro 23,086; la velocità massima consentita sulla tratta dalla normativa vigente, comprendente la stazione, è pari a 160 chilometri orari. Dalle informazioni desunte e dalla diagnostica di bordo risulta acquisibile che il treno viaggiasse appunto alla velocità consentita fino alle 23,49, ora in cui è stata attivata la frenatura pneumatica per arresto del treno a seguito dell'impatto. La ditta Sigifer avrebbe dovuto iniziare a lavorare sul binario pari, quello sul quale viaggiano normalmente i treni diretti da Milano a Torino, solo a seguito della concessione dell'interruzione della circolazione da parte del regolatore della circolazione. La stessa ditta aveva già operato nei giorni precedenti sul medesimo tratto di linea, come da anni operava nell'ambito del Nord Ovest in diversi cantieri. Sulla rotaia non sono stati riscontrati segni di taglio avvenuti, pertanto si presume che i lavori, al momento dell'incidente, non fossero ancora neanche iniziati. Verosimilmente, la squadra era alle prese con operazioni preliminari di allestimento del cantiere, in attesa della comunicazione ufficiale di interruzione della circolazione da parte del dirigente di movimento di RFI.

Dalla ricostruzione dei fatti passo all'illustrazione delle azioni di accertamento intraprese dalle prime ore di quella notte fino a stamattina. ANSFISA, che si occupa, appunto, di sicurezza delle infrastrutture, ha emanato una raccomandazione con la quale ha imposto a tutti i gestori dell'infrastruttura ferroviaria nazionale e regionale di richiamare con la massima urgenza tutti gli addetti all'effettuazione, alla protezione e alla sorveglianza dei lavori e allo scrupoloso rispetto del regolamento per la circolazione ferroviaria - che c'è - nonché di adottare ogni ulteriore misura necessaria per evitare il ripetersi di incidenti analoghi. L'Agenzia ha chiesto inoltre di assicurare che la medesima raccomandazione sia estesa anche alle ditte appaltatrici e ai loro dipendenti che operano sull'infrastruttura. Ai sensi del regolamento per la circolazione ferroviaria, i lavori all'infrastruttura che possono arrecare pregiudizio alla sicurezza della circolazione ferroviaria devono essere svolti solo dopo avere inibito la circolazione dei treni sui binari interessati. Tale circolazione può essere ripresa solo a lavori ultimati, previo accertamento delle corrette condizioni per la riapertura. Già dalla mattina del 31 agosto, tutte le strutture ministeriali sono a disposizione, nel rispetto dei rispettivi ruoli, della Procura della Repubblica di Ivrea con cui c'è totale sintonia e collaborazione. Ho inoltre ritenuto, in aggiunta, come Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, di istituire un'altra commissione interna con il compito di individuare le dinamiche tecniche e organizzative che hanno generato l'incidente, con l'obiettivo di arrivare a una relazione finale entro le prossime settimane. La commissione, presieduta dall'ingegnere Massimo Sessa, che è presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, opererà ovviamente nel rispetto delle prerogative ministeriali e nel rispetto di quello che l'autorità giudiziaria è deputata a fare. L'impegno comune - è ovvio ma è giusto ribadirlo - è che ogni responsabilità venga chiarita al più presto. Poi, ovviamente, i 5 operai non torneranno a casa dalle loro famiglie e so che il sistema FS, il Ministero del Lavoro, INAIL e il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti direttamente sono e saranno vicini in ogni maniera possibile a queste famiglie. Nulla restituirà i cari a queste famiglie ma le responsabilità che emergeranno non potranno evidentemente rimanere impunite.

Vengo ora alle ulteriori riflessioni sulla sicurezza in ambito ferroviario, visto che anche grazie al PNRR, i cantieri, i lavori, gli investimenti e gli operai aumenteranno nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Garantire i più elevati livelli di sicurezza è un obiettivo che, specialmente in un settore come quello ferroviario, richiede di intervenire congiuntamente su una pluralità di fattori. Tutto dipende dal corretto impiego di norme, tecnologie, personale e procedure che regolano anche il comportamento delle persone nei riguardi delle tecnologie, perché il fattore umano e l'errore umano ovviamente non possono essere a priori evitati per norma.

Dal punto di vista regolatorio, spettano al concessionario RFI gli obblighi connessi alla piena utilizzabilità e alla costante manutenzione delle linee e delle infrastrutture ferroviarie, ivi compreso il mantenimento di adeguati livelli e standard di sicurezza. Per ottimizzare i livelli delle prestazioni manutentive, l'impegno finanziario è passato da un valore annuo di 750 milioni di euro, nel periodo regolatorio 2016-2021, a un valore annuo di oltre 2 miliardi di euro per il periodo 2022-2026, quindi, quasi il triplo, sostanzialmente, dell'investimento.

Tutta la rete di RFI è dotata di moderni sistemi di controllo in sicurezza della circolazione dei treni: il 75 per cento della lunghezza della rete è dotato del sistema di controllo della marcia del treno, il 20 per cento di sistemi di supporto alla guida e sulle linee ad alta velocità, che sono il 5 per cento del totale, del sistema ERTMS, su cui anche il PNRR aggiunge ulteriori investimenti, che costituisce l'attuale standard europeo per l'interoperabilità del traffico ferroviario. Se non riusciremo a investire tutte le risorse appostate a bilancio del PNRR per questo standard europeo di sicurezza è unicamente per la mancanza di materiale, di materia prima, di quello che serve per implementare la sicurezza lungo i binari. Però, stiamo facendo il possibile e l'impossibile per reperire ovunque nel mondo quello che serve, perché - lo ripeto - la sicurezza sul lavoro nei cantieri che apriranno in maniera copiosa è e sarà prioritaria.

Le attività manutentive di RFI avvengono prevalentemente di notte, al fine di tener conto anche dell'esigenza di assicurare un servizio efficiente di trasporto dei passeggeri e delle merci durante il giorno. La programmazione delle lavorazioni è effettuata da RFI sulla base della conoscenza della propria rete e delle condizioni di traffico presenti su di essa. Come osservavo prima, il regolamento per la circolazione ferroviaria, emanato da ANSFISA nel dicembre 2021, ha disposto che, prima dell'effettuazione delle lavorazioni sulla linea, debba essere richiesta e ottenuta - lo ripeto: richiesta e ottenuta -, timbrata e firmata, l'interruzione della circolazione. Tale innovazione è finalizzata a proteggere il cantiere, i lavoratori e la circolazione dei treni tramite i sistemi tecnologici di segnalamento e di blocco presenti sulla rete ferroviaria. Prima di questo regolamento del dicembre 2021 le disposizioni di RFI prevedevano che la manutenzione venisse eseguita possibilmente in regime di liberazione del binario su avvistamento dei treni. Stiamo parlando di poco meno di due anni fa; lo rileggo: la manutenzione veniva eseguita possibilmente in regime di liberazione del binario su avvistamento dei treni, senza interrompere la circolazione, affidando al personale del cantiere l'onere di liberare il binario al passaggio del treno.

Inoltre, il coinvolgimento di ANSFISA ha consentito di estendere il sistema di formazione e qualificazione a tutti i lavoratori impegnati nella sicurezza e nell'attività di manutenzione, sia di RFI sia delle imprese appaltatrici e subappaltatrici. Si tratta di un'innovazione importante, perché, prima dell'intervento di ANSFISA, il sistema abilitativo per la qualificazione del personale delle imprese appaltatrici delegava invece a queste ultime la responsabilità della formazione e del mantenimento delle competenze. Dal 2022, quindi, RFI si occupa sia del rilascio delle abilitazioni sia del mantenimento delle competenze. Tale ricognizione, visto il gran numero di addetti di cui stiamo parlando, conferma quanto osservavo all'inizio. Nel contesto della manutenzione non esistono ad oggi tecnologie totalmente sicure e affidabili che consentano di prescindere dal corretto comportamento delle persone impegnate nelle funzioni di sicurezza. Noi possiamo avere i protocolli, gli investimenti, le normative, i controlli, la formazione professionale, ma il fattore umano è, ovviamente, determinante in questo, come in tutti i campi del lavoro. Una corretta organizzazione è ovviamente essenziale: avere più passaggi di controllo. Il personale deve essere pienamente consapevole del ruolo rivestito e dei rischi connessi con l'attività svolta. La sola RFI consta di circa 29.000 persone, delle quali circa 7.000 impegnate nei processi di circolazione e quasi 19.000 nei processi di manutenzione. È un'azienda straordinaria veramente, di cui andare orgogliosi.

Un'ultima osservazione riguarda la questione del rapporto tra sicurezza e cantieri in ambito ferroviario. Nel primo semestre di quest'anno risultano in media circa 700 cantieri operativi giornalieri in ambito ferroviario, 543 in media legati a nuove opere e 156 per interventi di manutenzione. Si tratta di un dato, come dicevo all'inizio, in linea con la serie storica: la media degli ultimi 5 anni si assesta sui circa 1.000 cantieri operativi al giorno. Anche il numero dei contratti per questi interventi si presenta, ad oggi, in linea con le serie storiche: risultano, nel primo semestre 2023, attivi 1.390 contratti per nuove opere e interventi di manutenzione, a fronte di una media anche superiore fra il 2018 e il 2022. Nell'ambito di tali interventi, si registrano nel complesso 39 incidenti significativi dal 2018 al giugno 2023, che hanno causato 16 decessi. Di questi il picco si è registrato nel 2018, con 11 incidenti significativi, mentre nel primo semestre 2023 gli incidenti di tale importanza sono stati 2, troppi. Soprattutto, “incidente significativo” è il termine tecnico, quando muoiono 5 operai evidentemente la statistica e la tabella lasciano il tempo che trovano.

Alla luce di tali tendenze, RFI ha visto effettivamente migliorare, anche nel 2021 rispetto al precedente quinquennio, la sua collocazione nell'indice di sicurezza, che è cresciuto in tutti gli anni successivi. RFI, oggi, si attesta nella fascia più alta del benchmark in relazione a tutte le altre reti europee di riferimento.

In conclusione, sgomberando il campo sulla correlazione tra incidentalità nei cantieri - viste le serie storiche -, specialmente nei cantieri ferroviari, e spinta ai lavori pubblici indotta dal PNRR, visto che i cantieri aumentano di volume, ma diminuiscono quantitativamente parlando, ed eliminando qualsiasi correlazione con il nuovo codice degli appalti, che ha acquistato efficacia per i nuovi contratti dal 1° luglio 2023, mentre qui si parla di un accordo quadro risalente al 2020, non si possono ovviamente comunque attribuire genericamente le colpe dell'incidentalità nei cantieri ad altre norme, ad appalti e a subappalti, visto che - lo ripeto - la nuova norma avrà i propri effetti nei mesi e negli anni a venire, norma sul subappalto, visto che ho letto tante cose, peraltro inserita nel codice degli appalti su iniziativa del Consiglio di Stato e su richiesta dell'Unione europea, per evitare un procedimento di infrazione che senza questa norma sarebbe stato aperto a carico dell'Italia. Nel nuovo codice, le clausole sociali e le garanzie per lavoratrici e lavoratori, anche in caso di ricorso al subappalto, sono massimamente osservate.

Poi, mi auguro che da questa discussione - che ovviamente tutti noi avremmo evitato, dedicando il tempo alle interrogazioni che mi arrivano e alle sollecitazioni del singolo deputato su quella linea ferroviaria, su quel piano di sviluppo aeroportuale, su Malpensa, sul porto di Gioia Tauro, sulla Napoli-Bari, piuttosto che sulla Brescia-Verona-Vicenza - queste cinque morti non rimangano un “incidente”. Quando sento parlare di morti bianche, non mi rassegno alle morti bianche, quindi, mi auguro che nel suo complesso quest'Aula, che giustamente - perché è il bello della democrazia -, ha il diritto e il dovere di dividersi su tanti fronti, sul tema della sicurezza del lavoro si unisca e metta a disposizione delle istituzioni tutte quello che potrà essere fatto per evitare tragedie come queste. Grazie, per l'ascolto e per la pazienza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare la deputata Augusta Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, signor Presidente. Ringrazio il signor Ministro e il Governo tutto per aver voluto relazionare il Parlamento con questa puntuale ricostruzione, non solo dei fatti, ma anche dei meccanismi normativi che è nostro dovere controllare, nell'ottica di migliorare sempre la nostra normativa, la nostra legislazione, a favore delle persone, a favore dei lavoratori per la loro sicurezza.

Io, però, direi che è centrale, sia nel suo discorso sia nella volontà di questo Parlamento, tutelare tutti i lavoratori e, tra i lavoratori, in particolare, i colleghi delle vittime che, purtroppo, sono state appunto vittime di una vera e propria strage, perché in nessun altro modo si può definire quanto è avvenuto Brandizzo.

E allora, in attesa che vi sia una ricostruzione da parte del Ministero e una giusta e doverosa ricostruzione da parte della procura e della magistratura giudicante dei fatti, al fine di individuare le responsabilità - e mi permetto anche di ringraziare la Procura di Ivrea per la celerità e il minuzioso lavoro che sta effettuando rispetto a questo evento che ha sconvolto la vita di tutti noi torinesi e direi la sensibilità di tutti gli italiani -, ritengo sia prioritaria l'esigenza di tutelare i lavoratori che sono i colleghi delle vittime della strage.

E per fare questo la richiesta di Fratelli d'Italia è di effettuare una sospensione della ditta interessata, a tutela dei lavoratori e garantendo i colleghi delle vittime di quella strage dal punto di vista economico. Infatti, a seguito di una puntuale ricostruzione da parte del Ministero e di un'indagine in corso, è giusto che questi lavoratori siano messi in garanzia per la loro sicurezza fisica e, ovviamente, per la loro contestuale sicurezza economica.

Questa è la richiesta che avanza Fratelli d'Italia per i lavoratori che definirei superstiti, perché quella notte poteva esserci un qualunque altro collega al loro posto. Ovviamente, il cordoglio, l'affetto e l'abbraccio con cui stringiamo le vittime, le loro famiglie e i loro amici sono stati unanimi, perché già questa quest'Assemblea ha voluto esprimerli in modo unanime, e devono avere ovviamente un seguito pratico.

Dopo la richiesta di Fratelli d'Italia che ho appena effettuato, voglio sollecitare noi stessi e tutte le forze politiche ad avviare una seria riflessione sull'efficacia di una normativa che è già in atto sulla sicurezza del lavoro, individuando quali possano essere le fragilità di quella normativa, affinché anche l'errore, colposo o doloso che sia, o l'azione dolosa che porta a simili stragi possa essere, in ogni modo, oggetto di un'attenta azione preventiva.

Arrivare sempre dopo a piangere e a discutere di sicurezza sul lavoro è diventato ormai frustrante per chiunque si appassioni e si interessi a questa tematica delicatissima; io credo che si debba fare un lavoro meticoloso, individuando le varie tipologie di mansioni e fare uno sforzo collettivo in tal senso per potenziare la nostra normativa, nella direzione della prevenzione anzidetta.

La ringrazio, signor Ministro, perché al di là di questa volontà che vede il Governo partecipe già solo per le sue parole, lei ha detto anche un'altra parola: economicamente. Sì, anche economicamente. Quindi, credo che oggi, anche come forze di maggioranza, insieme all'opposizione, il modo migliore per rendere questo dibattito effettivamente concreto sia quello di mettersi fin da subito a individuare quali possano essere anche le risorse per fare in modo che quest'azione, che ci vede tutti partecipi e unanimi, possa avere un seguito nel corso degli anni (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie signor Presidente, signor Ministro Salvini, lei oggi si è limitato a descrivere informazioni sui tragici fatti di Brandizzo, di cui questo Parlamento era perfettamente a conoscenza.

Se si fosse recato di persona in quel cantiere (Commenti), come hanno fatto, nell'ordine, il Presidente della Repubblica Mattarella, due Ministri della Repubblica, il Presidente della regione Piemonte, i sindaci del territorio, la Commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro presieduta dalla collega Gribaudo, sicuramente avrebbe avvertito sulla pelle l'indignazione per la cronaca di una morte annunciata (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Con grande sincerità, non ci serviva un bollettino ma scelte: le famiglie di quegli operai morti, di cui lei giustamente ha evocato i nomi, chiedono verità e giustizia, ma chiedono soprattutto che non accada mai più.

Lei ieri ha parlato, a proposito di Lampedusa, di atto di guerra. Ma cosa è questa silenziosa continua strage sul lavoro, se non una guerra a bassa intensità? Tre morti al giorno solo ieri in una fabbrica esplosa in provincia di Chieti e oggi un operaio caduto da un tetto ad Arzano e un altro operaio morto all'aeroporto di Bologna. La risposta che lei offre è ordinaria e, mi consenta senza polemica, reticente. Signor Ministro, la sicurezza non è accessoria, la sicurezza è la base principale per stabilire se un lavoro è dignitoso o se non lo è; più il lavoro è precario, intermittente e povero, più il rischio di infortuni sale.

E voi lo sapete bene (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), visto che nel vostro “decreto lavoro” avete liberalizzato i contratti a termine e avete aumentato i voucher e il lavoro somministrato.

Quello che è accaduto a Brandizzo non è la patologia del sistema, ma la fisiologia, signor Ministro, di un modello con cui si sono costruiti, in questi anni, i lavori pubblici nel nostro Paese. Dunque, non bastano le condanne, ci vogliono le scelte.

Lei è il Ministro che ha liberalizzato i subappalti a cascata, nei cantieri pubblici le gare registrano una media di ribasso del 20-25 per cento sugli appalti e un altro 15-20 per cento sul subappalto. E avete anche aumentato gli affidamenti diretti nel nuovo codice sugli appalti.

Le faccio una domanda: secondo lei, quelle imprese medie e piccole, talvolta piccolissime, su cosa risparmiano, signor Ministro? Glielo dico io: sui materiali, sul costo del lavoro, sulla sicurezza di chi lavora (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Il 70 per cento degli infortuni avviene in regime di subappalto. Lei, un tempo, si faceva chiamare capitano. Ebbene, il capitano sa tutto di quello che accade sulla propria nave: conosce i materiali utilizzati, la quantità degli approvvigionamenti, le ditte incaricate, il numero dei lavoratori a bordo, dal mozzo al direttore di macchina. Lei dice che solo oggi sono mille i cantieri di RFI che lavorano in Italia: ci sa dire quanti sono i lavoratori in subappalto in quei cantieri? Si può avere un numero? (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Spero che lei faccia il capitano da questo punto di vista, invece, si limita a leggere i bollettini.

Signor Ministro, lei ha il 40 per cento delle risorse del PNRR da spendere, la fetta più grossa. Lei ha la responsabilità di RFI, ANAS, porti, aeroporti e, allora, facciamo una cosa: finito questo dibattito, esca da qui, si rechi a Palazzo Chigi e firmi un atto, un decreto, un'ordinanza, un DPCM - decida lei - che dica una cosa semplice: “sui cantieri di mia competenza non si liberalizzano più i subappalti” (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Poi, attraversi la strada, bussi alla porta del Ministro Fitto e pretenda che quel mezzo miliardo di euro sottratto allo sviluppo tecnologico della sicurezza sul settore ferroviario venga subito ripristinato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

Non è accettabile che le procedure di sicurezza siano ancora basate su fonogrammi e telefonate. Altro che fattore umano! Anche perché la informo che lo sciopero delle ferrovie, che lei precettò il 13 luglio scorso, aveva in cima alla piattaforma l'urgenza degli investimenti sulla sicurezza sul lavoro. Lei mise in contrapposizione, allora, il diritto dei lavoratori a scioperare con quello dei pendolari a prendere i mezzi. Non le chiedo di cambiare idea, però la informo che chi sciopera perde un pezzo del proprio salario ogni volta che lo fa, non se ne va a fare una gita fuori porta o a sfilare sulla croisette a Venezia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra - Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

Signor Ministro, noi siamo disponibili a lavorare insieme, pensiamo che siano utili anche le Commissioni di inchiesta che lei ha deciso di istituire. Certo che, allo stesso tempo, dovrebbero essere rafforzate le procure che indagano sugli incidenti sul lavoro, forse attraverso più mezzi. Servono ingegneri, servono periti, servono medici, servono donne e uomini che evitino lo scandalo delle prescrizioni sugli infortuni sul lavoro, serve rafforzare le procure specializzate. Arrivano 209 miliardi in questo Paese: sono una montagna di soldi, per cambiarlo, per renderlo più sostenibile, più equo, più giusto, più digitale, più moderno. Signor Ministro, su una cosa non si può risparmiare: non si può risparmiare sulla vita dei lavoratori, sulla loro sicurezza, sulle loro tutele, sui loro salari (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nisini. Ne ha facoltà.

TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro Salvini per essere qui oggi, rappresentanti del Governo, come gruppo Lega, ci uniamo al cordoglio delle famiglie delle vittime. Visto che il mio è il terzo intervento e altri ne seguiranno, chiedo, per rispetto a chi quella notte ha perso la vita, di non strumentalizzare (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE): lo chiedo anche per le famiglie che stanno vivendo un profondo dolore per i cari persi nella tragedia di Brandizzo.

Vorrei ricordare, senza scadere in polemiche di basso livello, che gli effetti del nuovo codice degli appalti entreranno in vigore tra un anno, così come ci ha ricordato il Ministro Salvini, e che il subappalto a Sigifer è stato fatto nel 2020, quando alla guida del nostro Paese non c'era la Lega, non c'era il centrodestra, ma c'era il PD, proprio il partito di cui lei fa parte, onorevole Scotto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ministro Salvini, la ringrazio per essere venuto oggi, in Aula, a riferire di quanto accaduto, entrando anche nei dettagli, per la puntualità e per la concretezza di quanto ci ha riportato, che era quello che era stato chiesto. Io condivido le sue parole quando dice - lo dico prima a me stessa, lo dico alla maggioranza, all'opposizione - che i morti sul lavoro sono troppi, che anche un morto solo è troppo.

Partendo anche dal richiamo del Capo dello Stato, Mattarella, probabilmente, la politica non ha mai fatto abbastanza, quindi deve essere un impegno che riguarda tutti, maggioranza e opposizione, un impegno condiviso per far sì che il numero dei morti cali drasticamente, perché sono troppi, sono veramente troppi. Non si può morire sul posto di lavoro nel 2023, quindi deve essere un impegno di tutti.

Questo Governo si sta impegnando, lo sta facendo in tutti i provvedimenti che fino ad oggi ha portato avanti, lo sta facendo proprio rafforzando quella disciplina sulla sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori nel luogo di lavoro e lo ha fatto con il DL Lavoro. Tutti noi siamo consapevoli che questo non basta e che bisogna fare di più, rafforzando la sicurezza nei luoghi di lavoro per il benessere, la salute e la tutela proprio dei lavoratori, perché non ci devono essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B. Tutti i lavoratori devono essere messi al sicuro, devono avere la certezza che, uscendo di casa la mattina, la sera torneranno a casa dai propri cari, dai propri figli, dalle proprie mogli. E lo dobbiamo fare, com'è stato riferito anche ieri e ringrazio il Ministro Salvini per la sua presenza in Senato, con una mozione unitaria, tutti i gruppi insieme; così dobbiamo fare noi alla Camera, lasciando da parte le strumentalizzazioni inutili che non servono a niente e che non riducono i morti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo dobbiamo fare puntando sulla formazione: non una formazione a catalogo, ma una formazione specifica, puntuale, che tenga conto anche delle specificità dei vari settori. Lo dobbiamo fare aumentando anche i controlli. Sono stati assunti, a luglio, quest'anno, quasi 800 ispettori, che verranno suddivisi a livello nazionale, con corsi di formazione specifica anche per gli ispettori; un corso è partito ieri, l'altro ieri, per quasi 200 ispettori. Questo è un percorso che questo Governo ha tracciato. Noi siamo consapevoli che ciò non basti, che bisogna fare di più e saremmo ben lieti se l'opposizione, al di là delle strumentalizzazioni, potesse dare un contributo anche in termini di sicurezza e tutela dei lavoratori.

Grazie, Ministro Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ha fatto bene anche a sgombrare il campo sul nuovo codice degli appalti, che nulla c'entra, come ho detto prima, perché gli effetti entreranno in vigore - lo voglio dire, lo voglio ribadire - tra un anno. L'Italia non si può fermare, bisogna trovare un equilibrio, tutelando i lavoratori, ma facendo ripartire l'Italia, perché tanti sono i cantieri, è vero, che sono stati aperti proprio grazie al Ministro Salvini. Puntare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e non cadere in strumentalizzazioni, ma lavorare sodo per ridurre i morti e rendere giustizia per questa mancanza di sicurezza e poca consapevolezza, perché, molto spesso, se non c'è una formazione adeguata, non si conoscono i rischi e, magari, la superficialità e la non consapevolezza portano, poi, a rischi anche per chi ci sta accanto, per il collega che ci sta accanto. Quindi, buon lavoro, Ministro, la ringraziamo nuovamente, come gruppo Lega, per essere qui questa mattina e ci tenga aggiornati su tutto quello che sta succedendo. Ringrazio anche gli altri rappresentanti del Governo che sono qui con noi questa mattina (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, ribadiamo il nostro cordoglio e la vicinanza alle famiglie delle vittime dei lavoratori di Brandizzo, ma anche alle famiglie delle vittime dell'incidente che si è verificato ieri alla fabbrica di Chieti. Grazie, Ministro, di essere venuto in Aula, però non la ringrazio della sua relazione, perché, effettivamente, ci ha detto cose che sapevamo già. Specialmente alla fine della sua relazione lei ha cercato di puntualizzare che il Governo non ha colpe, che il Governo, in questo caso, ha fatto tutto il possibile. Nessuno in quest'Aula vuole dare colpe: sappiamo benissimo che questa è una situazione complessa e difficile, che c'è un'indagine della magistratura. Quello di cui dobbiamo discutere, invece, oggi è la cultura della sicurezza sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed è per questo che siamo preoccupati delle nuove evoluzioni del codice degli appalti, siamo preoccupati dei subappalti a cascata, non per fare una mera critica al Governo, lo abbiamo fatto anche in sede di approvazione di quel codice degli appalti. Riprendo di nuovo il concetto della sicurezza sul lavoro, citando, purtroppo, la frase che è stata detta in quel famoso video fatto da uno dei lavoratori della ditta Sigifer: “Ragazzi, cominciamo. Se vi dico treno, andate da quella parte”.

Questo ci mette di fronte a una cultura che sembra favorire la rapidità del lavoro a fronte della sicurezza. Poi, ci sono le statistiche. Quindi, si parla di dati e non di mere polemiche politiche.

Oggi noi del gruppo 5 Stelle non vogliamo fare polemiche politiche, ma vogliamo essere costruttivi e dare dei suggerimenti. Le statistiche ci forniscono dati - e sono anche già stati citati - e ci dicono che le imprese più piccole sono a maggiore incidenza di infortuni (sono dati dell'INAIL). I ribassi di gara, che arrivano fino al 50 per cento, non fanno che aumentare la pressione sui lavoratori, relegando la loro sicurezza in secondo piano rispetto alle esigenze di profitto delle aziende.

Nella mia esperienza lavorativa, ho lavorato in imprese edili. Ho lavorato con imprese edili e in imprese edili e vi assicuro che le piccole imprese vedono la sicurezza come un costo e un onere. Dunque, se non lavoriamo sulla cultura della sicurezza, le piccole imprese, che, tra l'altro, sono quelle che subiscono la maggior parte degli infortuni, saranno sempre quelle più penalizzate, anche in termini di perdita di vite umane, e questo è un fattore molto importante.

Quindi, parlando di subappalti a cascata - che è stata una scelta per riuscire ad accelerare, cercando di deregolare e semplificando il codice degli appalti - noi abbiamo creato un meccanismo perverso per cui, rispetto alle piccole imprese che ottengono un subappalto (chiaramente con un ribasso dei costi, altrimenti non lo ottengono), l'onere della sicurezza diventa quello che ho detto prima, ossia una spesa e un fastidio. Da questo punto di vista, qui è il pericolo. Per questo noi chiediamo al Governo di fare un'analisi seria della problematica nel nuovo codice degli appalti. Siamo ancora in tempo e i sindacati di settore ce lo dicono: tutti dicono che questo è un pericolo. Noi siamo ancora in tempo - voi siete ancora in tempo, come Governo - a modificare questo aspetto.

È chiaro che bisogna trovare un equilibrio tra poter semplificare e fare in modo che le imprese possano lavorare, però questo equilibrio non può essere a scapito della sicurezza. È inutile che lo diciamo quando ci sono dei morti ed è inutile che lo ripetiamo come frasi retoriche: bisogna investirci dei soldi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). La sicurezza non dev'essere un costo e in questo caso la sicurezza non deve essere un costo subìto dalle imprese. Questo è anche un altro fattore. Purtroppo, si parla di soldi e bisogna parlare di soldi: infatti, se le imprese vedono la sicurezza solo come un costo, tendono a fare in modo che questa parte del loro impegno di lavoro sia minima rispetto alla parte che loro dedicano a finire il lavoro e a guadagnare.

Si parla di controlli, di possibilità e di proposte. Noi abbiamo già fatto una proposta e l'abbiamo depositata nella precedente legislatura. Si tratta di una proposta che era condivisa da larga parte dell'allora maggioranza, ed essendoci, chiaramente, anche le stesse forze politiche, penso che sia condivisibile anche adesso. Mi riferisco al provvedimento sulla procura nazionale del lavoro. Questa misura è di carattere strutturale e, chiaramente, dal nostro punto di vista, è la più importante, perché arriva a definire un sistema di controllo diretto proprio alle attività rivolte alla sicurezza sul lavoro anche, però, con un'attività di prevenzione. La proposta di legge è stata depositata. C'è una risoluzione al Senato, poi, sempre a firma del MoVimento 5 Stelle, che può accelerare questo processo.

Io chiedo a lei, Ministro, come membro del Governo: perché non andiamo in questa direzione? Questo è un atto chiaro, limpido, cristallino, ma anche efficace. Come ho detto, non si tratta soltanto della solita procura. Qualcuno, che ci considera dei giustizialisti, potrebbe dire: i soliti 5 Stelle che vogliono punire le imprese e fare un altro organo per controllare. No! Qui si tratta di dare mezzi e possibilità ai magistrati, ma anche di creare attività preventive proprio per evitare le morti sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, concludo. È chiaro che oggi dobbiamo onorare la memoria delle vittime, ma la memoria delle vittime si onora se riusciamo a dare qualche risposta concreta. Io spero che lei, Ministro, accolga il nostro appello, che non è stato per niente polemico - non so se l'ha notato - ma è stato costruttivo. Sotto questo aspetto, non capisco nemmeno l'atteggiamento del suo partito, che ha fatto subito un'excusatio preventiva rispetto a possibili interventi futuri. Ascoltate gli interventi prima di dire che in quest'Aula si fanno polemiche sui morti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, io vi dico solo questo: le proposte noi le abbiamo fatte. Aspettiamo con molta attenzione il rapporto di ANSFISA, tra l'altro organismo che abbiamo contribuito a creare con i precedenti Governi e di cui siamo orgogliosi. Però, siamo anche consci che il Governo deve fare di più.

Noi siamo a disposizione e, come ho detto prima, bisogna dare risposte concrete. La procura nazionale del lavoro può essere una prima risposta; gli investimenti pecuniari sulla sicurezza un'altra e, chiaramente, bisogna fare in modo che la cultura della sicurezza sul lavoro sia un tema di cui discutere in ogni campo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caroppo. Ne ha facoltà.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Presidente, e grazie al Ministro Salvini per l'informativa asciutta e completa che fornisce un contributo anche per la nostra discussione. Qualche giorno fa abbiamo commemorato le 5 vittime di Brandizzo. C'è stata l'occasione, da parte di tutti, di esprimere il nostro cordoglio e le condoglianze alle famiglie e ai parenti, ma quella di oggi, come già avvenuto qualche giorno fa, è l'occasione per approfondire un incidente ferroviario e per comprendere se quanto accaduto nella notte a Brandizzo, sulla linea in cui quel treno passeggeri vuoto rientrava verso Milano, sia legato a errori o a fattori umani, a superficialità, a sottovalutazione del rischio o a un sistema generale che invece, come qualcuno sostiene, non funziona.

Le opposizioni hanno chiesto l'informativa del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, non hanno richiesto l'informativa del Ministro del Lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Allora, noi dobbiamo concentrarci e comprendere se la sicurezza dei lavoratori che operano sulle ferrovie italiane funziona, se è corretta, se ci sono dei problemi e se ci sono, invece, delle responsabilità specifiche.

Da quello che sembra emergere, Ministro, a volte gli incidenti - e oggi ci ha fornito anche delle ulteriori informazioni - sono inevitabili, a volte sono dovuti a errori umani, a volte sono legati, come lei ha detto, a fattori umani. Quindi, come ho già detto in occasione della commemorazione, noi non ci uniamo al coro di coloro che sparano nel mucchio e dicono che tutto il sistema dei trasporti e delle ferrovie in Italia è marcio, perché accanto a chi non ha rispettato alcune norme di sicurezza ci sono anche, come lei diceva oggi, mille cantieri attivi in Italia e mille Vincenza Repaci che hanno svolto correttamente il loro lavoro; cioè, persone che non sono eroi o eroine, che fanno correttamente il loro lavoro, rispettando le normative previste dai regolamenti.

Su questo è evidente ciò che sta emergendo, ossia un sistema legato probabilmente anche al fatto di una normativa che, come lei ci ha detto, è entrata in vigore da poco tempo. È su questo che bisogna lavorare, ossia sulla consapevolezza, da parte degli operai e dei lavoratori, di digerire alcune norme.

La norma entrata in vigore, che elimina la possibilità del sistema di avvistamento, è recente e probabilmente qualcuno ancora tende ad applicare, per così dire, un sistema che si è rivelato tragico, perché abbiamo visto che non si può rimettere tutto a un sistema di avvistamento. Era tragico 20 anni fa, 18 anni fa, quando successe un incidente a Motta Sant'Anastasia ed è stato tragico quando, con un sistema legato a un meccanismo di telefonate o di fonogrammi, accadde l'incidente ferroviario di Corato, in cui persero la vita 23 persone.

Allora, cosa riteniamo che bisogna fare? Condividiamo con lei che non dobbiamo normare sulla base dell'onda emotiva di quello che è accaduto. Norme sulla sicurezza del lavoro, sulla sicurezza ferroviaria e regolamenti dell'ANSFISA in Italia ci sono e sono puntuali e precisi. Quindi, le chiediamo di evitare norme di emergenza, ulteriori norme che vanno, in questo caso, solo ad appesantire, ed evitare, in qualche modo, ulteriori inasprimenti di pene o di sanzioni.

I controlli, invece, questi sì. Soprattutto se una norma di questo tipo è entrata in vigore da qualche anno, il Ministero, attraverso la commissione di cui lei si è fatto prontamente promotore, che ha coinvolto le migliori personalità esistenti, certamente deve verificare se negli anni, da quando è entrata in vigore questa regolamentazione, questa tendenza, a volte, di superficialità e di sottovalutazione del rischio è una cosa occasionale o qualche volta si ripete. Su questo certamente i controlli sono fondamentali e sono decisivi.

Poi, non c'è altro da fare che lavorare sulla prevenzione e continuare a credere in un patto tra Stato e imprese, considerando l'investimento in sicurezza sul lavoro non tanto un onere quanto una possibilità, anche da un punto di vista fiscale. Più il sistema è premiale, più anche le imprese che lavorano in appalto e in subappalto sono in condizione di farlo rispettare in maniera sostanziale.

Poi, la tecnologia. Lei diceva, Ministro, che non c'è tecnologia - è vero - che possa azzerare il rischio, l'errore umano, la fatalità e la sottovalutazione. Riteniamo, però, che un insieme di sistemi tecnologici sia in condizione di mitigare e di ridurre il più possibile gli incidenti e i rischi sul lavoro. La tecnologia, che lei richiamava, dell'ERTMS o sistema marcia treno, che è attivo in altre tratte, è un sistema che, se implementato su tutte le tratte, anche quelle locali, consentirà, come sta facendo anche nel PNRR il Governo, di avere delle ferrovie più sicure per i lavoratori ma anche più efficienti. Laddove questi sistemi tecnologici non sono implementati si continua a viaggiare, infatti, come in alcune aree del Sud Italia, a 50 chilometri orari, proprio per evitare che i treni possano incorrere in alcuni incidenti.

Per questo noi la ringraziamo per l'informativa puntuale, precisa e sobria, che ha evitato le polemiche, come al solito, e le diamo il nostro sostegno nell'accertare, con quella commissione, se l'incidente sia stato legato solo a una tragica fatalità o sottovalutazione, per fare in modo che eventi di questo tipo non accadano e soprattutto per fare in modo che, attraverso un patto tra lo Stato e le imprese e un'applicazione della tecnologia, casi del genere se ne possano ripetere il meno possibile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa interventi)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. A me, signor Ministro, non ha impressionato la solitudine del Presidente Mattarella, il giorno dopo la strage di Brandizzo, come simbolo di colpevolizzazione di un Governo assente. A me ha impressionato quella solitudine del Presidente come un segnale, da parte di un'intera classe politica, di mancanza di consapevolezza rispetto a quel segnale e rispetto a un tema che diventa oggetto delle nostre attenzioni a corrente alternata, soltanto subito dopo una strage. Quindi, non critico lei per quell'assenza o per la mancanza di un Sottosegretario ma critico un'intera classe politica perché credo che quella solitudine sia stata assolutamente emblematica. Siamo - lo dico innanzitutto a me stesso - sempre pronti a stare in prima fila quando ci sono nastri da tagliare, quando si devono inaugurare nuove opere, quando dobbiamo dimostrare la nostra efficienza; lì siamo sempre pronti a metterci la faccia. Di fronte a episodi come quello che è accaduto qualche settimana fa scatta un senso in noi di deresponsabilizzazione collettiva. Non faccio riferimento soltanto alla classe politica, signor Ministro, faccio riferimento anche a tutti coloro che rappresentano una società come Ferrovie dello Stato, come RFI. Anche la loro assenza si è sentita in quei giorni. Ho avuto quasi la sensazione che ci fosse l'idea, sottintesa, che qualcuno potesse pensare che la presenza a una commemorazione doverosa, a un momento di cordoglio importante, potesse essere sovrapposta anche a un'idea di responsabilità. Per cui, la mia sensazione è che molto spesso c'è un'idea - l'ho detto poco fa e lo ribadisco - di allontanamento del problema da parte della classe politica e manageriale, anziché affrontarlo e affrontarlo nei momenti giusti. Purtroppo, signor Ministro, al di là di tutti i futuri processi penali, e quindi di tutto quello che la magistratura metterà in campo, ognuno di noi fa i conti con la propria coscienza. Qui dentro abbiamo tutti governato il Paese e, se si è verificato il fatto che sul tema della sicurezza sul lavoro c'è stata una sottovalutazione da parte della classe manageriale, della classe politica, delle istituzioni e dei sindacati, questa responsabilità ce la dobbiamo prendere fino in fondo. Soprattutto, dobbiamo evitare che a una presa di coscienza di una responsabilità non corrispondano fatti concreti, signor Ministro, a maggior ragione in un periodo in cui, come lei stesso ha detto, gli investimenti, per fortuna, in questo Paese aumenteranno grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Se noi continueremo a considerare secondari gli investimenti sulla sicurezza sul lavoro, noi moltiplicheremo i morti nei cantieri. Noi, purtroppo, signor Ministro, abbiamo tutti accettato l'ideologia della velocità. La velocità è diventata il simbolo della modernità e dell'efficienza, come se il tema delle morti sul lavoro non riguardasse anche questo aspetto. Che modernità e che efficienza ha un Paese che non si occupa di italiani che muoiono nei cantieri? Non mi pare che un Paese che sottovaluti questo aspetto dimostri la sua modernità, al contrario, dimostra la sua arretratezza. Signor Ministro, su questo vorrei che trovassimo la forza per individuare percorsi e strumenti unitari. Sono d'accordo che bisogna evitare le strumentalizzazioni, però sono anche impressionato dal fatto che accendiamo i riflettori soltanto dopo che le stragi accadono: Pioltello nel 2018, il ponte Morandi, sempre nel 2018, la funivia del Mottarone, nel 2021, e ora Brandizzo. Accendiamo i riflettori e li spegniamo un minuto dopo che la tragedia si è compiuta e abbiamo celebrato i nostri stanchi riti, le nostre procedure, per cui ci si riunisce, se ne parla, ma poi tutto quello che ci siamo detti passa nel dimenticatoio. Siamo troppo presi dalla nostra immagine e dalla nostra voglia di apparire efficienti e poco interessati a occuparci di investimenti che hanno meno share. Come ho detto poco fa, tagliare i nastri e occuparsi di grandi opere fa molto più share di investimenti sulle manutenzioni, di investimenti sulla sicurezza sul lavoro. A me ha impressionato, ad esempio, che soltanto nei primi mesi dell'anno ci siano stati 559 morti e che rispetto all'anno scorso si siano incrementate le morti sul lavoro. C'è una crescita delle morti sul lavoro inversamente proporzionale al miglioramento e alla crescita dell'innovazione tecnologica. C'è anche il fatto che quegli uomini lì comunicassero oggi soltanto attraverso le telefonate e i fonogrammi. Al di là di quello che lei dice, Ministro, ossia che c'è la responsabilità umana, a me ha colpito che, quando sfrecciano treni a 160 chilometri orari, tutto avviene esclusivamente con strumenti di comunicazione, fra il ponte di comando e il lavoratore che è al binario, che sono gli stessi strumenti di comunicazione che abbiamo utilizzato negli anni passati.

E mi ha anche impressionato, signor Ministro, che quel caso lì non sia isolato. Abbiamo sentito di 200 denunce anonime di lavoratori che dicono che è prassi lavorare sui binari, quando i treni sono in movimento. Il fatto che sia una prassi lavorare quando i treni sono in movimento, mi impressiona. Per cui, signor Ministro, evitiamo di trattare il tema come se riguardasse solo un fatto, un caso.

PRESIDENTE. Concluda.

DAVIDE FARAONE (A-IV-RE). C'è una prassi che è messa in campo in nome di una velocità che può determinare cinque morti sul lavoro in questo caso; credo dobbiamo interrogarci su come investiamo in nuove tecnologie per la sicurezza nei cantieri e in manutenzioni, le quali in questo Paese hanno un ruolo centrale innanzitutto per la nostra sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signor Ministro, consentitemi di iniziare questo intervento, ricordando i cinque operai investiti e uccisi da un treno la notte del 30 agosto, mentre lavoravano sui binari vicino alla stazione piemontese di Brandizzo: aveva solo 22 anni Kevin Laganà, 34 Michael Zanera, 43 Giuseppe Sorvillo, 49 Giuseppe Aversa e 52 Giuseppe Saverio Lombardo. Erano tutti dipendenti della Sigifer, impresa leader nel settore di costruzione e manutenzione degli impianti ferroviari. A nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, voglio rivolgere ancora un pensiero a queste vittime del lavoro e alle loro famiglie, ma anche ai due macchinisti del convoglio che li ha travolti, ignari della presenza di operai sui binari.

Purtroppo, questo di Brandizzo non è un evento eccezionale, signor Ministro: potremmo parlare di strage annunciata. Si tratta, infatti, solo dell'ultimo incidente mortale avvenuto lungo i binari della rete ferroviaria nazionale. Ma sappiamo bene che, negli ultimi cinque anni, solo nel settore delle manutenzioni, si è registrato 1 infortunio mortale ogni 100 giorni e 1 grave ogni 50: numeri che descrivono una criticità strutturale del comparto delle manutenzioni ferroviarie e che richiedono interventi urgenti.

È mai possibile che, nel 2023, in un Paese che si vuole definire civile, si muoia di lavoro? È successo anche ieri, di nuovo: tre operai hanno perso la vita nello stabilimento della Sabino Esplodenti, a Casalbordino. Lo ricordava anche lei.

Il Presidente Mattarella ha detto che morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza. È così: un oltraggio alle regole di base su cui si fonda la nostra società. Non si può derubricare la strage di Brandizzo, l'ennesima, come errore o distrazione umana. Bisogna ripensare integralmente il sistema delle manutenzioni ferroviarie. Serve un piano straordinario per la sicurezza. È indispensabile che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti imponga a RFI di escludere dagli affidi le imprese i cui lavoratori abbiano subìto eventi simili o che siano segnalate per problematiche relative alla sicurezza sul lavoro; lo diceva anche la collega Montaruli, poco fa. Così com'è urgente che si applichi il contratto collettivo nazionale di riferimento delle attività ferroviarie ai lavoratori delle imprese appaltatrici che, a tutti gli effetti, eseguono interventi direttamente incidenti sulla sicurezza dell'esercizio ferroviario. È importante ricordare - come hanno fatto i sindacati durante le audizioni del 5 settembre su questa drammatica vicenda (e ringrazio i presidenti delle Commissioni lavoro e trasporti per la tempestività con cui le Commissioni sono state convocate) - che delle decine di imprese orbitanti nell'indotto, ad oggi, nessuna applica il contratto delle attività ferroviarie: normativa che non solo tiene conto delle particolari attività manutentive svolte dai ferrovieri, ma armonizza le necessità operative con i periodi compensativi di recupero psicofisico e di riposo, nonché i tempi di formazione e inserimento dei lavoratori nel ciclo produttivo.

Occorrono maggiore selezione, controllo ed esclusione del ricorso ai subappalti nei lavori di manutenzione, utilizzati anche quando non sono previste lavorazioni specialistiche con il solo obiettivo di risparmiare sulla pelle dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Occorre lavorare perché la qualità, il merito e la sicurezza diventino protagonisti del mondo del lavoro. Gli incidenti si verificano a causa dei ritmi frenetici, dei risparmi sul costo del lavoro e sui dispositivi di sicurezza: è questa la tragica verità.

E non è sufficiente istituire una Commissione ministeriale d'indagine, se poi le risultanze dell'inchiesta non vengono utilizzate per migliorare le condizioni di vita di lavoratrici e lavoratori. Non si può contare solo su una magistratura che vada a rilevare le responsabilità ed emetta le dovute sentenze. Non serve individuare i responsabili per poi archiviare l'ennesima tragedia, se non si lavora per evitare la prossima, o che si ci si indigni collettivamente, facendo pervenire le condoglianze e la propria vicinanza alle famiglie, per poi dimenticare questa tragedia, finché non ne capiterà un'altra. È inutile avere protocolli inderogabili, come l'amministratore delegato ha definito quelli di RFI, se la prassi li scavalca mettendo a repentaglio la vita dei lavoratori.

Purtroppo, la relazione del dottor Strisciuglio in Commissione è stata del tutto insoddisfacente, come la sua di oggi, signor Ministro, mi permetta. L'amministratore delegato, facendo riferimento alle indagini in corso, ha evitato di rispondere a numerose domande relative allo stato di sicurezza dei lavoratori. Non solo. Ha ribadito che la sicurezza, in ogni sua forma e per tutti gli ambiti che la riguardano, è al centro della missione di RFI per la tutela dei lavoratori, dei passeggeri e dell'ambiente. Ma allora, com'è possibile che si verifichino incidenti gravi come questo? È evidente che c'è qualcosa che non funziona. Basta rincorrere il massimo profitto o, per meglio dire, il massimo risparmio! Occorre mettere in atto una vera e propria strategia nazionale sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro e giungere a un reale cambio di passo, che preveda azioni di sistema sulla prevenzione. Occorre sviluppare, promuovere e diffondere azioni e innovazioni tecnologiche digitali a favore della prevenzione. E non possiamo accettare che lei dica di voler investire sulla sicurezza, nel momento in cui sappiamo tutti che proprio le azioni del PNRR sono state definanziate per 500 milioni di euro (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Occorre investire su un'adeguata formazione dei lavoratori e di tutti i soggetti coinvolti nel ciclo produttivo del cantiere. Bisogna verificare e controllare il rispetto della normativa in materia di orario di lavoro da parte delle imprese che eseguono gli interventi di manutenzione. Sappiamo bene che le maestranze edili lavorano anche 10-12 ore al giorno, fanno il doppio turno nella stessa giornata e spesso non osservano i riposi settimanali previsti, senza che vi sia alcun controllo specifico in merito. Per non parlare dei fenomeni di caporalato e di sfruttamento della manodopera, che si insinuano nelle maglie di queste pratiche. E questo perché? Perché non ci sono adeguati controlli, perché le condizioni di lavoro nel nostro Paese sono da fame, signor Ministro. Per questo ci battiamo, insieme alle opposizioni, per l'introduzione del salario minimo legale, affinché siano garantite adeguate tutele per lavoratrici e lavoratori, e adeguate misure di qualità dei luoghi di lavoro e di sicurezza. Signor Ministro, non si può morire di lavoro, è una cosa inaccettabile!

Il Senato, ieri, ha fatto un importante passo avanti con l'approvazione di una mozione unitaria, promossa dal nostro compagno, Tino Magni, presidente della Commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro, per potenziare gli organi di controllo. Il MIT dovrebbe predisporre con urgenza un protocollo d'indirizzo, insieme alle organizzazioni sindacali del settore, che ricomprenda i requisiti essenziali per l'assegnazione di affidi e appalti, da parte di RFI, riguardanti il mantenimento in efficienza delle strutture ferroviarie.

Concludo, Presidente. La strage di Brandizzo è solo l'ultima di una serie impressionante di morti e di infortuni sul lavoro. Se vogliamo che sia davvero l'ultima, occorre intervenire con urgenza, affinché la qualità del lavoro e la sicurezza sul lavoro nel nostro Paese siano finalmente garantite. Spero che almeno su questo possiamo essere uniti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, alla conclusione di questo dibattito sull'informativa che il Ministro delle Infrastrutture Salvini ha reso alla Camera dei deputati, credo che si possano fare alcune considerazioni. Ciò, ovviamente, al di là del doveroso cordoglio, che non può essere solo formale. E lei ha fatto bene, signor Ministro, a ricordare che le ferrovie, le istituzioni e lo Stato devono essere, comunque, a fianco delle famiglie di quei lavoratori. Non potranno essere restituite le vite, ma certamente non dovranno essere lasciati soli.

La prima riflessione è legata - ed è stato già citato in quest'Aula - al continuo appello che il nostro Presidente della Repubblica fa sul tema della sicurezza del lavoro e sul tema delle morti sul lavoro. Ancora ieri e oggi abbiamo avuto un altro drammatico bollettino: siamo quasi arrivati, quest'anno, a 600 morti sul lavoro.

“Lavorare non è morire”, ha detto il Presidente della Repubblica nella lettera inviata al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali. Queste morti feriscono le persone nel valore massimo dell'esistenza, la vita, feriscono le famiglie e feriscono la società. Questa morte - era il giudizio che il Presidente della Repubblica, ma che tutti noi abbiamo dato, ma la sintesi migliore l'ha fatta proprio in questa frase il Presidente della Repubblica - “è un oltraggio alla convivenza civile”.

La sicurezza è un dovere inderogabile, la sicurezza non è un costo. Ecco, non sono frasi di circostanza, sono obiettivi, sono l'impegno di una comunità e di un Parlamento che rappresenta l'intera comunità nazionale e su questa riflessione siamo tutti uniti. Il passaggio successivo - ed è la ragione per cui anche il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti è qui in Aula - è capire come quest'obiettivo, nel tempo e nel lavoro continuo, diventi concreto e raggiungere quell'obiettivo, che tutti noi ci siamo sempre prefissati, di zero morti sul lavoro. Nello specifico - perché altrimenti non sarebbe qui il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti -, nell'ambito della sicurezza ferroviaria e delle infrastrutture, questo obiettivo, che tutti abbiamo e condividiamo, viene raggiunto e cosa si possa fare per migliorarlo. La nostra prima riflessione è questa: attenzione - l'ho sentito anche in altri interventi e questo fattore è stato sottovalutato - se noi pensiamo che solo attraverso la legge quell'obiettivo si possa raggiungere, sbagliamo, perché il fattore umano e la cultura della sicurezza sono alla base delle leggi che vengono approvate, ma anche del rispetto e dell'attuazione di quelle leggi. Questa non è una giustificazione, ma è la prima strada che dobbiamo percorrere: una cultura della sicurezza e una cultura del fattore umano, come fondamentale, non giustifica nessuno, ma innalza il lavoro e lo scopo che dobbiamo raggiungere. Faccio un esempio. Il Ministro ha detto bene: non è una giustificazione. Un morto sul lavoro, al di là delle statistiche, vuol dire che non abbiamo fatto il possibile, che ancora quello accade. La cultura della sicurezza vuol dire che, se una giovane dipendente delle Ferrovie dello Stato, di RFI, apprendista, nel senso che si tratta di una giovanissima di 25 anni, grazie alle registrazioni, continua a ripetere che quelle regole non vengono rispettate, che non dovevano essere lì, che bisognava non farlo, vuol dire avere una persona giovane che dice esattamente come bisogna comportarsi, cioè rispettare le regole. Non è formale, quello è un segno, è una testimonianza, è un'indicazione di dove dobbiamo andare e l'abbiamo avuta.

Così come, che la sicurezza non sia un costo, io non ci credo. Lo dico ai colleghi che ho sentito che nelle imprese piccole, medie o grandi, per come le conosco io, ci sia la cultura del profitto massimo, la cultura o l'idea che bisogna sfruttare il proprio lavoratore. Ci possono essere dei delinquenti, come ci sono da tutte le altre parti, ma quelli sono delinquenti, non rappresentano gli imprenditori, gli operai e la ricchezza che il nostro Paese ha (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Ma non esiste nel nostro Paese l'idea che abbiamo un imprenditore, una cultura dell'impresa, per il quale la sicurezza è un costo e che bisogna sfruttarlo. Ciò apparteneva al passato, non dobbiamo abbassare la guardia. Tra l'altro - lo ricordo e lo ha appena citato la collega -, la Sigifer, a proposito di chi pensa al subappalto, non era la prima impresa che passava, ma un'impresa qualificata. Ricordo anche che - se vogliamo fare una riflessione seria, come ha accennato il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, siccome stiamo parlando di Ferrovie e non di altri settori (poi vedremo negli altri settori) - nelle ferrovie la regolazione del subappalto - e mi dispiace sentire affermazioni generiche in quest'Aula perché vuol dire che non si conoscono le cose che non ci aiutano a individuare unitariamente la strada, ma solo a mettere a posto la coscienza dicendo che il problema sia il subappalto -, i contratti di RFI sui subappalti, non oggi per merito del Governo di centrodestra, del Ministro di adesso o di allora, vengono regolamentati in maniera chiara e non è possibile fare quello che esattamente viene denunciato magari in altri settori. Allo stesso modo, ogni giorno ci sono cantieri che vengono allestiti di notte: 1.000 cantieri vuol dire 15.000 persone al giorno che devono lavorare sulla manutenzione ordinaria e straordinaria della sicurezza. Se questo è il quadro in cui ci muoviamo, possiamo immaginare che un'organizzazione del lavoro possa essere centralizzata in un'unica impresa?

Il subappalto non è lo strumento per sfruttare, se rispettate le regole, è la modalità con cui meglio e immediatamente, in maniera rapida, si può rispondere a quell'esigenza che esiste. Dobbiamo fare le regole e dobbiamo farle rispettare. Una riflessione: il problema è il tempo che viene dato di notte per effettuare quei lavori, perché quei lavori si possono fare di notte. Qual è il rapporto tra l'aspetto commerciale o l'aspetto di servizio? Far viaggiare i treni e l'aspetto invece legato al tempo della manutenzione. Quale dei due prevale? Ecco su questo si può lavorare, si può insieme dire che 5 ore di fermo di notte per un cantiere per la manutenzione non è perdere tempo e rallentare il flusso dei treni, ma è aiutare che il flusso dei treni e il servizio sia fatto in maniera migliore. Non sto semplificando, sto solo dicendo che, se vogliamo lavorare insieme, dobbiamo affrontare seriamente le questioni. Pensare che il problema sia la riforma del codice degli appalti è illudersi o semplicemente di trovare il colpevole, che non risolve niente e non dà niente a nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Lega-Salvini Premier). Allora, questa è la questione che abbiamo davanti, è una questione seria. In ordine alla cultura della sicurezza, per esempio, se non è un costo, le incentivazioni fiscali per le imprese diamole. Lavoriamo in positivo perché questo possa accadere. Ha fatto bene a ricordare anche le eccellenze che abbiamo e RFI mi sembra oggettivamente un'eccellenza. Non possiamo stare tranquilli, quindi lavoriamo insieme. L'appello all'unità è un appello serio e credo che avremo possibilità di discutere insieme. Grazie Presidente, anche per la sua cortesia. Il gruppo di Noi Moderati è a disposizione proprio per lavorare in questa direzione (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, firmato a Kiev il 12 ottobre 2021 (A.C. 1001-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1001-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, firmato a Kiev il 12 ottobre 2021.

Ricordo che nella seduta del 5 settembre si è conclusa la discussione generale ed il relatore ed il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 1001-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1001-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole e chiediamo di depositare il testo dell'intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Per debito d'ufficio e loro norma, annuncio il nostro parere favorevole come Alleanza Verdi e Sinistra, senza dover depositare il testo dell'intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Presidente, intervengo per annunciare il nostro voto e dire - veramente in trenta secondi - che quest'accordo è molto importante, perché è iniziato ed è stato sottoscritto ancora prima dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e rappresenta un passo essenziale, che già quella volta si faceva, per l'integrazione nell'Unione europea e con l'Unione europea dell'Ucraina. Ne testimoniamo l'importanza anche con il nostro voto a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Presidente, è importante sottolineare la nostra vicinanza all'Ucraina anche attraverso questo provvedimento. Forza Italia voterà a favore e depositiamo la dichiarazione di voto finale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Presidente, anch'io procederò al deposito dell'intervento e, con l'auspicio di un pronto ritorno alla pace, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Presidente, credo che la valenza geopolitica della ratifica dell'Accordo in esame, che mira a creare gradualmente uno spazio aereo comune euro-ucraino, non possa sfuggire a nessuno. Consolidiamo, oggi, la scelta di campo occidentale di Kiev e ribadiamo, votando a favore, il convinto sostegno italiano al processo di associazione politica e integrazione economica dell'Ucraina con l'Unione europea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Presidente, l'Accordo tra l'Unione europea e l'Ucraina sullo spazio aereo è stato firmato a Kiev il 12 ottobre del 2021, pochi mesi prima dell'inizio della guerra, in occasione del 23° vertice tra l'Unione europea e l'Ucraina. Si tratta di un avvicinamento, quello tra Ucraina e UE, che, di lì a poco, la guerra ci avrebbe ricordato quanto fosse importante e urgente. È un Accordo, questo, che riveste - i colleghi ne saranno consapevoli - un significato rilevante per i rapporti che intercorrono tra l'Unione europea e questo Paese, anche nella prospettiva di un'adesione, sulla quale vi è già stato un pronunciamento ufficiale del Consiglio europeo.

Quindi, il presente Accordo si inserisce in un lungo processo di avvicinamento tra i Paesi membri dell'Unione europea e l'Ucraina e va proprio nella direzione della necessità di una più stretta collaborazione. Per tali motivi, consegnando il testo, che ovviamente sarà utile ai colleghi per capire anche che cosa abbiamo votato, preannuncio il voto favorevole del gruppo Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia e per chiedere di allegare la relazione con la dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1001-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1001-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1001-A: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, firmato a Kiev il 12 ottobre 2021”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 454 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018 (Approvato dal Senato) (A.C. 1040​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1040: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018.

Ricordo che, nella seduta del 5 settembre, si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1040​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1040​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, dichiaro il voto favorevole a nome del gruppo e consegno, anche in questo caso, il testo dell'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Per debito d'ufficio e loro norma, annuncio il voto favorevole del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Annuncio anch'io il voto favorevole del nostro gruppo su quest'Accordo internazionale che sancisce il rafforzamento dei rapporti commerciali dell'Unione europea con Singapore; un'economia in crescita e rapporti che sono particolarmente importanti per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo e chiedo di depositare l'intervento della dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di consegnare il testo del mio intervento e mi limito ad annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle. D'altronde, non potrebbe che essere così, dato che è la ratifica di un Accordo già siglato durante il Governo “Conte 1” e che mira a tutelare i nostri imprenditori con riferimento al principale partner dell'Europa nel Sud-Est asiatico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Vorrei ricordare l'importanza di Singapore, centro nevralgico e nodo strategico dell'Indo-Pacifico e confermare oggi il voto favorevole, già espresso dal gruppo Lega-Salvini Premier al Senato, su questa ratifica, che è volta a garantire un livello elevato di protezione degli investimenti fornendo una cornice giuridica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). La ratifica di questo Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018 - tra l'altro, in un tempo relativamente recente ed è un auspicio che tutte le ratifiche vengano approvate senza aspettare decenni, come è accaduto in passato - è importante anche per l'Italia.

Riteniamo che sia di fondamentale importanza per facilitare i nostri investimenti nella misura in cui Singapore, com'è stato dichiarato dai suoi governanti, vede nell'Italia la porta d'ingresso in Europa e vuole essere uno dei nostri punti di riferimento in ambito commerciale e culturale nel Sud-est asiatico.

Anche per questi motivi e per i contenuti, ovviamente, dell'Accordo, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico, preannunciando di consegnare anche il testo della mia dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Singapore è uno dei Paesi strategici della zona dell'Asia Sud Orientale e la collaborazione con l'Italia può sicuramente essere consolidata e ulteriormente rafforzata con questo Accordo.

Quindi, sia a nome del gruppo Fratelli d'Italia sia in qualità di presidente della Sezione bilaterale di amicizia parlamentare Italia-Asia Sud Orientale, annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1040​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1040: S. 454 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 541 - Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo dell'Aja concernente la registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999 (Approvato dal Senato) (A.C. 1041​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1041: Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo dell'Aja concernente la registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999.

Ricordo che nella seduta del 5 settembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1041​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1041​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Come gruppo Noi Moderati, esprimiamo il nostro voto favorevole su questo disegno di legge di ratifica e chiediamo di depositare il testo dell'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Annunciamo, come gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, il nostro voto favorevole anche su questo disegno di legge di ratifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Quest'atto è particolarmente importante e rappresenta un cambiamento veramente strutturale nella protezione dei disegni dei modelli industriali. Infatti, consentirà ai titolari di opere creative di ottenere la protezione in più Paesi con una sola domanda redatta in una sola lingua e consegnata in un solo ufficio.

Noi lo approviamo con una forma, diciamo, accelerata di valutazione, tuttavia questo atto rappresenta veramente un segnale molto, molto importante per la nostra economia. Quindi, annuncio il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia e deposito la dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle e provvederò a depositare l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. In breve, con questo provvedimento si semplifica e si agevola la protezione dell'innovazione nel nostro Paese, allineandola a quella dei maggiori Paesi, in particolare la protezione del design italiano, eccellenza riconosciuta globalmente e importante volano per la crescita economica del nostro Paese. Annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, confermando il voto espresso al Senato dal nostro gruppo lo scorso 22 marzo. Peraltro, Presidente, il testo in esame è pressoché identico al disegno di legge presentato nel corso della XVII legislatura, approvato da questa Camera, il cui iter non si concluse a causa dello scioglimento della legislatura.

L'importanza del presente Accordo risiede, innanzitutto, nella possibilità per il titolare di un disegno o di un modello industriale, di ottenere la protezione per quell'opera in più Paesi da lui scelti, purché sottoscrittori del medesimo Accordo (ad oggi, i Paesi sono 69).

Il testo dell'Accordo permette, inoltre, di stabilire un collegamento tra il sistema di registrazione internazionale dell'Aja e i sistemi regionali, aspetto centrale che ha consentito all'Unione europea di aderirvi formalmente. Questo riferimento mi consente di ricordare, inoltre, che il 28 novembre dello scorso anno, la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte legislative di revisione dell'attuale quadro relativo ai disegni e ai modelli industriali e che, lo scorso 1° giugno, è entrato in vigore l'Accordo internazionale sul tribunale unificato dei brevetti, di cui la città di Milano ospita la terza sede. A questo riguardo, anche il dossier della Camera, esplicativo del presente disegno di legge, ricorda che presso le Commissioni esteri e attività produttive di questo ramo del Parlamento sono in corso di esame diverse risoluzioni. Per quanto riguarda quella del PD, chiediamo al Governo l'impegno perché la sezione specializzata con sede a Milano abbia un perimetro di competenze certo e ampio nel comparto del settore farmaceutico e chimico, che garantisca, quindi, alla sede di Milano il prestigio che merita, anche considerando il peso del nostro Paese nell'attuale panorama brevettuale europeo.

Con il richiamo a questo impegno e come anticipato, Presidente, confermo il nostro voto a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pozzolo. Ne ha facoltà.

EMANUELE POZZOLO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia e il deposito della relazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1041​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1041: S. 541 - "Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo dell'Aja concernente la registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Diamo un minuto per uscire a chi deve uscire, così possiamo svolgere gli interventi di fine seduta senza troppo rumore. Chiedo, ovviamente e cortesemente, silenzio. Cortesemente, chi non è interessato può uscire, grazie.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Testa. Ne ha facoltà.

GUERINO TESTA (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno ai colleghi. Oggi è stata una giornata particolare, dopo l'informativa del Ministro Salvini in merito alla strage di Brandizzo. Voglio utilizzare pochi istanti per ricordare quello che è successo, nella giornata di ieri, in una fabbrica di esplodenti nel comune di Casalbordino, provincia di Chieti, in Abruzzo: sono morte 3 persone di 44, 56 e 62 anni. Una strage del genere è già avvenuta nella stessa azienda 3 anni fa. Quindi, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro torna ad essere, quotidianamente, sempre al centro dell'attenzione politica e delle istituzioni.

Ecco perché, oltre al ricordo e a rivolgere, le più sentite condoglianze - penso di interpretare il pensiero di tutti i colleghi d'Aula - alle famiglie delle vittime, ritengo - in maniera bipartisan anche altri colleghi l'hanno detto - che questa legislatura dovrà essere caratterizzata, in maniera forte, decisa e netta, dal tema della sicurezza sui luoghi di lavoro.

I dati ci confermano ogni giorno la morte di tre persone. È stato già detto - è inaudito - come, nel 2023, donne e uomini escano di casa per non rientrare oppure tornare con gravi danni, anche permanenti. Ecco perché l'impegno di Fratelli d'Italia, ma penso di tutte le forze politiche, sarà quello di lavorare a fianco dei Ministeri deputati sull'inasprimento e sulle giuste intuizioni, per fare sì che non ci siano più morti sul lavoro - anche se questo, probabilmente, è una chimera - e, sicuramente, mitigare e attutire questo fenomeno sempre crescente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Il mio intervento è mirato anche ad informare l'Aula dell'ennesimo caso che sta avvenendo, in questo momento, al Parco Verde di Caivano. Stamattina, dalle prime luci dell'alba, l'elicottero della Polizia era presente sui tetti dei palazzi del Parco Verde, con l'impiego di circa 400 uomini su strada e, attualmente, è in atto un controllo a tappeto, con perquisizioni in abitazioni, da quello che si evince dalle prime notizie, ma, poi, avremo sicuramente i dettagli in giornata. La cosa interessante è vedere come, in un periodo così stretto, ci sia un impiego così enorme di Forze dell'ordine in questi quartieri così a rischio - l'edilizia popolare degli anni Ottanta -, che definisco come il cancro di Napoli, sostanzialmente, perché sono diventati ghetti e non finirò mai di dirlo.

Poco fa ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con il Ministro Salvini, il quale ha preso l'impegno su un tavolo di dialogo in merito a una proposta, quella di abbattimento e ricostruzione delocalizzata ed ecosostenibile, e tengo a rimarcare questo termine. Voglio ricordare che queste strutture, che oggi sono ghetti, dovevano essere temporanee ma sono diventate, purtroppo, permanenti. Quindi, le persone perbene che ci sono nel Parco Verde - perché anche nel Parco Verde ci sono persone perbene, che si distinguono dai criminali che, invece, vanno cacciati dal Parco Verde e dalle altre strutture simili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - hanno bisogno di stare in un contesto dignitoso che in questo stato non gli viene fornito. Quindi, tengo a sottolineare questo impegno che ha preso il Ministro Salvini - penso, quindi, il Governo tutto - ad intavolare questo dialogo. Noi siamo propensi ad interloquire affinché insieme si possa trovare una soluzione comune per i cittadini del Parco Verde (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 15 settembre 2023 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 11.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ILARIA CAVO, ALESSANDRO BATTILOCCHIO, ARNALDO LOMUTI, FABIO PORTA E SALVATORE CAIATA (A.C. 1001-A​)

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1001-A​). Signor Presidente, onorevoli Colleghi, Signori del Governo, sono ben consapevole di correre il rischio di essere ripetitivo ribadendo un concetto che è stato più volte evidenziato e sottolineato dai miei colleghi del Gruppo e da altri colleghi parlamentari in altre occasioni, tuttavia parlando di Ucraina, in questo particolare frangente storico, credo che ogni ripetizione sia appropriata e in alcuni casi anche doverosa.

È chiaro che un la ratifica di tale accordo, così come la ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di polizia del 10 giugno 2021 già discusso nel luglio scorso, acquisisca una valenza politica del tutto particolare, in quanto consente di rimarcare con ancor più forza la posizione che l'Italia ha voluto assumere in merito al conflitto russo-ucraino purtroppo tutt'ora in atto.

Una posizione che si fonda su un principio ben preciso: fornire ad un sistema statale duramente provato dalla guerra tutti gli strumenti necessari per affrontare la situazione in atto e provare al contempo tutte le strade necessarie per arrivare al più presto ad una soluzione condivisa.

Come l'Accordo del 10 giugno 2021, anche il presente Accordo è stato chiaramente concepito e sottoscritto prima dello scoppio del conflitto e precisamente il 12 ottobre 2021 in occasione del 23° Vertice congiunto UE-Ucraina tenutosi a Kiev.

In particolare, l'Accordo oggi in esame in quest'Aula intende regolare le relazioni aeronautiche tra tutti gli Stati membri dell'Unione europea e l'Ucraina e superare gli accordi bilaterali sottoscritti tra l'Ucraina e i singoli Stati membri, creando così un unico mercato del trasporto aereo caratterizzato da eque opportunità commerciali per i vettori di tutti i Paesi partecipanti ed evitando eventuali distorsioni alla concorrenza che sarebbero potute derivare dal mosaico di disposizioni presenti nei diversi accordi bilaterali tra l'Ucraina e i singoli Stati membri.

In buona sostanza, signor Presidente, tale Accordo arriva a stabilire norme identiche in materia di sicurezza (safety e security), gestione del traffico aereo, ambiente, tutela dei consumatori e sistemi telematici di prenotazione, nonché norme identiche per quanto riguarda gli aspetti sociali.

Insomma, si tratta di un provvedimento che intende uniformare e semplificare le normative del settore, scongiurando in tale modo eventuali distorsioni normative e di conseguenza anche commerciali al fine di garantire agli operatori economici parità di condizioni e assenza di discriminazioni.

Ecco, signor Presidente, pur non trattandosi di un atto che tocca nello specifico gli aspetti del conflitto in atto, intendo considerare il presente provvedimento come un auspicio affinché al più presto in Ucraina anche tale Accordo si possa mettere applicare in un contesto di pace e non di guerra.

Con tale auspicio, annuncio il voto favorevole del Gruppo Noi Moderati.

Grazie!

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1001-A​). Grazie Presidente! Quello che ci prestiamo a votare fa parte di una serie di accordi bilaterali che rafforzano le relazioni in materia di trasporto aereo tra l'Unione e i paesi vicini nell'area orientale. Esso mira ad una graduale apertura del mercato su base reciproca; a garantire la convergenza normativa e l'osservanza effettiva da parte dell'Ucraina alla legislazione dell'Unione europea in materia di aviazione; a garantire la non discriminazione e assicurare la parità di condizioni agli operatori economici.

L'accordo stabilisce norme su una serie di aspetti legati alla cooperazione economica tra l'Unione e l'Ucraina, quali: diritti di traffico (tra cui il diritto illimitato di volare tra l'Unione e l'Ucraina o di sorvolare il territorio dell'altra parte); autorizzazioni per i vettori aerei di ciascuna parte a operare nel territorio dell'altra parte; norme sulla concorrenza, al fine di garantire che i vettori di entrambe le parti operino in un contesto competitivo equo e corretto; opportunità commerciali, per garantire che tutti i vettori aerei dell'Unione abbiano accesso alle opportunità commerciali in Ucraina, quali l'assistenza a terra, il code-sharing e l'intermodalità, e la possibilità di fissare liberamente i prezzi; oneri non discriminatori per l'utilizzo di aeroporti e di infrastrutture e servizi per la navigazione aerea.

Viene prevista poi una cooperazione in campo normativo (dalla sicurezza dell'aviazione, alla protezione della navigazione aerea e alla gestione del traffico ecc.)

L'Accordo che stiamo ratificando sostituisce agli accordi bilaterali sottoscritti tra l'Ucraina e i singoli Stati membri, al fine di creare un unico mercato del trasporto aereo.

Ricordo che prima dell'invasione Russa il mercato interno dell'aviazione ucraina valeva oltre 9,8 milioni di passeggeri l'anno ed era in forte crescita anche il trasporto aereo di passeggeri e merci tra l'Ucraina e l'Ue.

Auspicando che quanto prima in quel territorio possa tornare la pace (ma una pace giusta) e che l'Ucraina - che nel giugno 2023 ha ottenuto lo status di paese candidato all'adesione all'UE - possa celermente procedere nel soddisfare le condizioni indicate nel parere della Commissione europea sulla sua domanda di adesione all'UE, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

ARNALDO LOMUTI (M5S). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1001-A​). Questo accordo firmato solo pochi mesi prima della guerra, volto a omologare alle regole europee quelle ucraine in materia di sicurezza e gestione del traffico aereo, di tutela dei passeggeri e di sistemi telematici di prenotazione, insomma a integrare l'Ucraina nel sistema europeo del trasporto aereo, suona oggi come irrealistico. Nel senso che suona lontano da una realtà fatta di connessioni aeree sospese e spazi aerei chiusi dove volano solo missili, droni, aerei ed elicotteri da guerra. Suona lontano e irrealistico parlare di questi temi come oggi suona lontano e irrealistico parlare di pace per l'Ucraina. Sì perché tutti sembrano essersi arresi alla realtà di una guerra senza fine, di una guerra destinata a durare ancora a lungo.

Non certo noi, che continuiamo a chiedere a gran voce che l'Europa si risvegli dal suo letargo politico e si metta finalmente a lavorare per convincere le parti a negoziare una soluzione politica che riporti la pace in Ucraina e con essa anche quella normalità fatta di aeroporti aperti e di regolari collegamenti aerei tra le Kiev e Roma, tra Odessa e Milano.

Come auspicio all'urgente ritorno di questa normalità, il M5S vota per la ratifica di questi accordo.

FABIO PORTA (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1001-A​). Signor Presidente, onorevoli Colleghi, la ratifica al nostro esame concerne, l'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e l'Ucraina, firmato a Kiev il 12 ottobre 2021, pochi mesi prima dell'inizio della guerra, in occasione del 23° vertice congiunto Unione europea-Ucraina.

Si era allora in un contesto di accelerato sviluppo del partenariato rafforzato con l'Ucraina. Difatti, all'epoca, al termine del summit, il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno rilasciato una Dichiarazione congiunta nella quale si “riafferma il costante impegno a rafforzare l'associazione politica e l'integrazione economica dell'Ucraina con l'Unione europea, sulla base dell'Accordo di associazione e della sua area di libero scambio globale e approfondita”. È stata ribadita la piena solidità della partnership con Kiev e l'impegno dell'Unione europea “a favore dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale”. Inoltre, è stato ricordato che l'attuazione dell'Accordo di associazione e della relativa zona di libero scambio, collegato al più ampio processo di ravvicinamento normativo e alle relative riforme necessarie, contribuisce a creare le condizioni per rafforzare le relazioni economiche e commerciali con l'UE, portando a un'ulteriore graduale integrazione economica dell'Ucraina nel mercato interno dell'Unione europea.

Un avvicinamento tra l'Ucraina e l'UE, che di lì a poco, la guerra, ce ne avrebbe ricordato il valore e l'urgenza.

Un accordo, dunque questo, che riveste un significato rilevante per i rapporti che intercorrono tra l'Unione europea e questo Paese, anche nella prospettiva dell'adesione sulla quale vi è stato già un pronunciamento ufficiale del Consiglio europeo.

Voglio ricordare, a tal proposito, che il primo trattato di cooperazione tra Kiev e Bruxelles venne firmato nel 1994, a soli tre anni dall'indipendenza, fino ad arrivare allo status di candidato all'adesione il 23 giugno 2022.

Per cui il presente accordo si inserisce su un lungo percorso di avvicinamento tra i Paesi membri dell'Ue e l'Ucraina e va proprio nella direzione e necessità di una più stretta collaborazione.

L'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'UE e l'Ucraina regola le relazioni aeronautiche tra tutti gli Stati membri dell'Unione europea e l'Ucraina e si sostituisce agli accordi bilaterali sottoscritti tra l'Ucraina e i singoli Stati membri, creando così un unico mercato del trasporto aereo caratterizzato da eque opportunità commerciali per i vettori di tutti i Paesi partecipanti e superando eventuali distorsioni alla concorrenza che sarebbero potuti derivare dal mosaico di disposizioni presenti nei diversi accordi bilaterali tra l'Ucraina e i singoli Stati membri.

Tuttavia, l'Accordo consente l'esercizio dei diritti di traffico esistenti scaturiti da tali accordi bilaterali e non coperti dal presente Accordo, a condizione che non vengano operate discriminazioni tra gli Stati membri dell'Unione europea e i loro cittadini.

Come sottolineato dalla relazione, la conclusione di un accordo globale sui trasporti aerei con l'Ucraina è un elemento importante nello sviluppo della politica estera dell'Unione europea in materia di aviazione e un elemento fondamentale della politica di vicinato dell'Unione e ai fini della creazione di un più ampio spazio aereo comune europeo, come stabilito nella comunicazione della Commissione «La politica estera dell'UE in materia di aviazione – Affrontare le sfide future».

L'Accordo è composto da 40 articoli e 7 allegati e regola i seguenti argomenti: diritti di sorvolo e di traffico e definizione della tabella delle rotte; modalità di designazione di vettori per operare i servizi concordati; tutela della concorrenza; disposizioni in materia di sicurezza e protezione; disposizioni in materia di tutela del passeggero; flessibilità operative e possibilità di accordi commerciali di cooperazione tra i vettori; disposizioni in tema di interpretazione, revisione, denuncia e contenzioso; rapporto tra l'Accordo e i preesistenti accordi bilaterali tra l'Ucraina e i singoli Stati membri.

Nel complesso, l'Accordo in oggetto costituisce un altro importante tassello della politica di vicinato dell'Unione e ai fini della creazione di un più ampio spazio aereo comune europeo, in attesa dell'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea.

Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico.

SALVATORE CAIATA (FDI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1001-A​). Colleghi! Quest'oggi, siamo qui riuniti per approvare il disegno di legge d'iniziativa del Governo, di ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, firmato a Kiev il 12 ottobre 2021.

Un Accordo che - è bene ricordare - è stato concluso prima dell'inizio del conflitto con la Russia e si compone di 40 articoli e VII allegati, grazie ai quali vengono regolamentate le relazioni aeronautiche tra tutti gli Stati membri dell'Unione europea e l'Ucraina, sostituendosi agli accordi bilaterali in precedenza sottoscritti tra l'Ucraina e i singoli Stati membri.

In ossequio ai fatti di cronaca, mai come in questi giorni la regolamentazione dello spazio aereo continua ad essere una priorità, non solo del nostro Governo, ma dell'Unione Europea: dotare lo spazio aereo di normative che permettano di disciplinare in maniera trasparente le condizioni con le quali le Parti si conformano alle disposizioni in materia di sicurezza aerea, e alle disposizioni in materia di protezione della navigazione aerea da atti illeciti, è la prima forma di prevenzione da illeciti, non solo nello spazio comunitario, ma nei confronti della nostra Nazione.

Grazie infatti alla previsione di obblighi di reciproca assistenza tra le Parti volti a prevenire tali atti illeciti contro la sicurezza degli aeromobili, dei loro passeggeri ed equipaggi, degli aeroporti e delle strutture di navigazione e contro qualsiasi altra minaccia alla sicurezza dell'aviazione civile, l'Unione Europea - con l'adozione di tali misure di sicurezza da parte di ogni singolo Stato membro-, si dota di un efficace scudo normativo in grado di garantirle maggiore incisività e autorevolezza nei confronti degli altri paesi.

Il progetto di legge va sviluppandosi fedelmente sul tracciato già esposto dal Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dalla Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in dichiarazione congiunta al termine del summit del 12 ottobre 2021, nel corso del quale hanno ribadito "il costante impegno a rafforzare l'associazione politica e l'integrazione economica dell'Ucraina con l'Unione europea, sulla base dell'Accordo di associazione e della sua area di libero scambio globale e approfondita". Una dichiarazione d'intenti, dunque, volta non solo a ribadire la piena solidità della partnership con Kiev, ma soprattutto l'impegno dell'Unione europea "a favore dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale".

A distanza di due anni, e dinnanzi all'impossibilità di determinare con certezza quando vi sarà la fine del conflitto russo-ucraino, tale progetto di legge acquisisce ancora più forza e importanza nella sua approvazione, e conseguente ratifica. Il fatto che il nostro Paese, in quanto stato membro dell'Unione europea, in tutti questi anni abbia potuto tutelarsi da ingerenze esterne che potessero minacciare la propria integrità territoriale, all'indomani della barbara invasione dell'Ucraina da parte della Russia, mai tale adesione ci è sembrata tanto indispensabile per quei paesi appartenenti all'ex blocco sovietico, tra cui l'Ucraina, e per i quali è necessario accelerare il loro ingresso. In quanto Presidente dell'InCE, ho potuto più volte, nel corso di questo anno, scorgere tra le parole dei rappresentanti di questi paesi, il desiderio vivo di poter fare parte dell'Unione Europea. E allora oggi, questo progetto, che in primis risponde a un principio tanto economico, quanto democratico, nel suo assetto liberale, ma teso alla maggiore inclusività e integrazione dei soggetti coinvolti, che non possiamo fare a meno di prendere coscienza del fatto che tali istituti, estesi a un numero sempre più crescente di Paesi, non sono altro che quello “scudo” tante volte agognato, ma poi non realizzato - specie quando si parla di spazio aereo e di pace. L'accordo così disposto regola le relazioni aeronautiche tra tutti gli Stati membri dell'Unione europea e l'Ucraina e si sostituisce agli accordi bilaterali sottoscritti tra l'Ucraina e i singoli Stati membri, creando un unico mercato del trasporto aereo caratterizzato da eque opportunità commerciali per i vettori di tutti i Paesi partecipanti, nel rispetto della libera concorrenza.

Ma parlare di spazio aereo, significa anche trattare di ambiente. Le stime basate sulle ispezioni ambientali dell'Ucraina mostrano che l'invasione della Russia "ha fin qui causato danni ambientali per circa 52,4 miliardi di euro" tra impatti negativi sull'aria (27 miliardi), per l'acqua (1,5 miliardi), al suolo (0,3 miliardi), e inquinamento da rifiuti (23,6 miliardi). Sono dati raccapriccianti e che, sommati al numero perso di vite umane, non possono che lasciarci disarmati dinnanzi alla consapevolezza che, oltre a danneggiare l'umanità, stiamo danneggiando il nostro pianeta. Danni, dunque, che vanno oltre 50 miliardi di euro, non tutti riparabili nel giro di poco tempo, e che pongono non pochi problemi, non solo per l'Ucraina ma anche per lo spazio aereo comune circostante.

A fronte di ciò, al rispondente desiderio condiviso di maggiori tutele, l'impegno disposto dall'Accordo volge alla graduale creazione di uno spazio aereo comune tra l'Unione europea, i suoi Stati membri e l'Ucraina, e va sostanziandosi su norme identiche in materia di ambiente. Infatti, l'articolo 10 dell'Accordo, in un quadro di progressiva convergenza regolamentare, prevede che le Parti riconoscano l'importanza della protezione dell'ambiente in sede di sviluppo e attuazione della politica del trasporto aereo e la necessità di interventi a livello mondiale, regionale, nazionale e/o locale per ridurre al minimo l'impatto dell'aviazione civile sull'ambiente. L'articolo, dunque, stabilisce che le Parti agiscano in conformità delle rispettive normative per quanto riguarda i requisiti e le norme relative all'ambiente, riconoscendo l'importanza di cooperare, nell'ambito di discussioni multilaterali, per valutare gli effetti delle attività di trasporto aereo sull'ambiente e di garantire che le eventuali misure adottate per mitigare tali effetti siano pienamente coerenti con gli obiettivi dell'Accordo stesso.

Inoltre, non dobbiamo sottovalutare che la realizzazione di un accordo globale sui trasporti aerei con l'Ucraina rappresenta un elemento importante nello sviluppo della politica estera dell'Unione europea in materia di aviazione, e un elemento fondamentale della politica di vicinato dell'Unione, e ai fini della creazione di un più ampio spazio aereo comune europeo, come indicato nelle comunicazioni della Commissione «La politica estera dell'UE in materia di aviazione - Affrontare le sfide future» ed «Una strategia per l'aviazione in Europa». Ma, soprattutto, non possiamo fare a meno di riconoscere quanto la ratifica dell'Accordo assuma su di sé un peculiare valore politico, quale rinnovata e convinta espressione dell'impegno del nostro Paese al fianco dell'Ucraina nella sua resistenza contro l'invasione russa e del sostegno italiano al suo processo di associazione politica e d'integrazione economica con l'Unione europea.

Un aspetto altrettanto importante, e che, come sempre, ci riporta all'interno di una visione più ampia in capo all'Unione europea attenta alle tutele giuridiche del singolo, è rappresentato dal principio di non discriminazione, ossia a garantire, in materia di trasporto aereo, parità di condizioni e assenza di discriminazioni agli operatori economici e ai singoli cittadini. La graduale integrazione economica dell'Ucraina nel mercato interno dell'Unione europea, difatti, potrà dirsi compiuta anche grazie alla previsione di apposite normative europee concernenti l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro, insieme ad un'adeguata organizzazione dell'orario di lavoro del personale interessato. Tali specifiche a fronte poi della recente tragedia della caduta di un aereo senza superstiti tra San Pietroburgo e Mosca, e al cui interno vi era il capo russo delle truppe mercenarie Wagner, Prigozhin, insieme ad altri membri, è la riprova di come tali misure risultino ancor più necessarie quanto calzanti al determinato momento storico che stiamo vivendo per la tutela dello spazio aereo.

Il provvedimento, dunque, toccando con mano aspetti riguardanti sia l'integrazione economica, quanto l'aspetto sociale e di tutela dell'Ucraina, si inserisce coerentemente nel quadro giuridico vigente, in quanto si allinea ad altri accordi stipulati dall'Italia con altri Paesi extracomunitari, tutti finalizzati al progressivo ed equilibrato sviluppo del trasporto aereo in un quadro di cooperazione nell'ambito della promozione della concorrenza, della difesa dell'ambiente, della tutela dei consumatori e della sicurezza.

Riprendendo le parole di Schumann, "l'Unione Europea non potrà dirsi unita fino al suo completamento", l'impegno del nostro Governo nella ratifica ed esecuzione di accordi come questo, rappresentano dei passi di fondamentale importanza verso l'allargamento della famiglia europea, con l'augurio di avere il prima possibile al suo interno paesi come Ucraina e la Repubblica della Moldova, che più di altri, il ritardo accumulato per il loro ingresso, oggi sta costando caro, e perché nessuno dei Paesi che esprimono desiderio di adesione all'Unione Europea possa sentirsi abbandonato. Per questo, e per le ragioni precedentemente esposte dichiaro il voto favorevole del mio gruppo Fratelli d'Italia.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ILARIA CAVO, ALESSANDRO BATTILOCCHIO, ARNALDO LOMUTI E FABIO PORTA (A.C. 1040​)

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale - A.C. 1040​). Signor Presidente, onorevoli Colleghi, Signori del Governo, l'Accordo che ci accingiamo a discutere e ratificare relativo alla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, riveste un ruolo strategico per l'economia dell'Unione Europea e in particolare per il nostro Paese. La Repubblica di Singapore negli ultimi anni ha rappresentato la principale porta di accesso al Sud-Est asiatico per l'Unione Europea e per gli Stati Uniti. Non a caso, sul piano delle relazioni commerciali, la Città-Stato di Singapore è il maggiore partner commerciale dell'UE nel Sud-Est Asiatico e la prima destinazione per le esportazioni italiane nella regione.

Secondo i dati forniti dall'Osservatorio economico del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, nel 2022 le esportazioni italiane sono ammontate a 2,4 miliardi di euro, mentre le importazioni a 748 milioni di euro. Un mercato che nel corso degli anni ha conosciuto solo trend positivi, ad eccezione della parentesi segnata dalla diffusione su scala globale del COVID-19.

Tali dati, dunque, bastano per comprendere la valenza strategica dei rapporti con Singapore.

In tal senso, l'Accordo in esame è parte integrante di una triade di accordi sanciti tra UE e Singapore in occasione del 12° Asia-Europe Meeting (ASEM), svoltosi a Bruxelles il 18 e 19 ottobre 2018: l'Accordo quadro di partenariato e cooperazione (APC/PCA), l'Accordo di libero scambio (ALS/FCA) e l'Accordo di protezione degli investimenti (API), oggetto della ratifica.

In particolare, l'Accordo in esame relativo alla protezione degli investimenti completa di fatto il quadro degli Accordi stipulati.

Se i primi due avevano valenza prettamente politica e commerciale e si ponevano principalmente l'obiettivo di intavolare ed inquadrare il sistema di rapporti tra UE e la Città-Stato, quest'ultimo è più sbilanciato sulla tutela degli operatori economici e degli investitori. Un sistema che mira, dunque, a definire una cornice giuridica al fine di facilitare gli investimenti bilaterali reciproci, aumentando le garanzie degli operatori economici e assicurando al contempo specifiche garanzie sotto il profilo di tutela della sovranità nazionale.

Obiettivo del provvedimento è quello di far sì che gli investitori ricevano un trattamento giusto ed equo, non siano soggetti a trattamenti discriminatori e possano subire espropriazioni solo per ragioni di pubblico interesse ed in ogni caso dietro pagamento di un indennizzo rapido, adeguato ed efficace.

In definitiva, signor Presidente, il presente Accordo ha come principale risultato quello di mettere in sicurezza sul piano giuridico le trame economiche per incentivare ancor di più rapporti commerciali bilaterali tra i due Stati ed aumentare in prospettiva la mole degli investimenti europei ed italiani su tutta la Regione del Sud Est Asiatico.

Un flusso che, se produttivo come dimostrano i dati, può costituire una ulteriore e importante iniezione di fiducia non solo per le grandi aziende ma anche per quelle piccole e medie imprese italiane capaci di portare i prodotti di eccellenza e di nicchia, caratterizzanti il sistema economico italiano, su mercati dove possono trarre ulteriore valore.

Per tali ragioni, annuncio il voto favorevole del Gruppo Noi Moderati.

Grazie!

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1040​). Grazie Presidente! Con il voto di oggi il Parlamento italiano dà il via libera definitivo all'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra.

Si tratta di un Accordo fondamentale per il nostro Paese, uno dei principali esportatori al mondo. Un Accordo che - assieme a quello che abbiamo approvato prima della pausa estiva che riguardava analoga protezione degli investimenti con il Vietnam - non solo assicura un elevato grado di tutela per gli investimenti europei e un trattamento non discriminatorio, ma si inserisce pienamente all'interno della volontà dell'Unione europea di rafforzare la sua posizione e la sua presenza in un quadrante dello scacchiere mondiale assai importante, quello dell'Indo-Pacifico.

Si tratta, quindi, di un accordo di notevole rilevanza, perché rafforza le relazioni economico-commerciali già in essere tra l'Unione europea e il gruppo dei Paesi del ASEAN.

Se i nuovi mercati dell'area ASEAN rappresenta ancora una percentuale minima dell'export totale italiano, va tuttavia rilevato che tra il 2010 e il 2019 le esportazioni italiane verso l'area sono cresciute a un tasso medio annuo del 7 per cento raggiungendo i 9,3 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi di euro riguarda i cosiddetti beni “belli e ben fatti”, ovvero quei prodotti industriali che incorporano la bellezza del Paese e la qualità dei materiali e delle lavorazioni che le imprese italiane hanno ricercato e affinato nel corso del tempo. La ripresa post-pandemica dell'export di BBF verso i paesi ASEAN ha garantito un ampio recupero: le esportazioni sono cresciute del 32,2 per cento in media all'anno tra il 2021 e il 2022. Quasi un quarto di tali esportazioni è costituito dal settore Alimentare e bevande.

In tale contesto, Singapore rimane il primo mercato ASEAN per l'export di BBF, rappresentando il 35,3 per cento delle esportazioni nell'area considerata.

In un quadro generale che vede la Cina aumentare le sue mire sull'area e in considerazione anche degli esiti della recente riunione dei Paesi cosiddetti Brics in Sudafrica è fondamentale per l'Unione europea instaurare forti relazioni con quei paesi che vogliono mantenere un forte rapporto con l'Occidente e con l'Europa in particolare.

Per queste ragioni annuncio quindi il voto favorevoli del Gruppo di Forza Italia.

ARNALDO LOMUTI (M5S). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1040​). Il M5S non può che essere favorevole a questo accordo, siglato sotto il governo Conte I, che mira a tutelare i nostri concittadini che scelgono di investire in quello che rappresenta il principale partner economico dell'Unione europea nell'area del Sud-Est asiatico. Questo accordo infatti mira ad assicurare un elevato livello di tutela per gli investimenti privati a Singapore, oltre che a prevedere garanzie a tutela del diritto delle Parti a perseguire obiettivi di interesse nazionale quali la sicurezza, la protezione della salute pubblica e dell'ambiente.

In particolare, l'accordo garantisce che gli investitori ricevano un trattamento giusto ed equo, non siano soggetti a trattamenti discriminatori e possano subire espropriazioni solo per ragioni di pubblico interesse ed in ogni caso dietro pagamento di un indennizzo rapido, adeguato ed efficace.

Annuncio quindi il voto favorevole del M5S.

FABIO PORTA (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1040​). Signor Presidente, onorevoli Colleghi, la ratifica al nostro esame concerne, come noto, l'Accordo tra l'UE e Singapore sulla protezione degli investimenti, fatto a Bruxelles il 19 ottobre del 2018, e consta di 4 articoli contenenti, oltre l'autorizzazione alla ratifica ed il relativo ordine di esecuzione, anche l'invarianza finanziaria per cui non ci saranno oneri aggiuntivi per lo Stato.

Non entro nel merito dell'articolato dell'Accordo ma voglio sottolineare che esso è di particolare rilevanza perché fornisce un quadro giuridico definito per facilitare e proteggere gli investimenti che i Paesi dell'UE e quindi l'Italia faranno sul territorio della Repubblica di Singapore e viceversa. Inoltre, tale Accordo, che arriva in un tempo relativamente breve rispetto ad altri al nostro esame, è parte di un negoziato più ampio tra UE e Singapore che comprende anche l'Accordo quadro di partenariato e cooperazione (APC) e l'Accordo di libero scambio (ALS), in un contesto di collaborazione strategica delle relazioni con questo importante partner dei Paesi dell'ASEAN.

Riteniamo che questo Accordo sia di fondamentale importanza per facilitare gli investimenti reciproci nella misura in cui Singapore vede nell'Italia la “porta di ingresso in Europa” e vuole essere il nostro punto di riferimento commerciale e culturale nel Sud – Est asiatico.

Del resto l'Italia vanta un interscambio commerciale con questo Paese, nel 2022, con un saldo di 1.319 milioni di euro. Colleghi, siamo di fronte ad un Paese che è all'avanguardia nelle tecnologie ed ospita gli uffici di oltre 10 mila imprese europee.

Riteniamo che questo Accordo, anche con l'istituzione di un tribunale ad hoc sugli investimenti, l'Investment Court System- ICS, come fatto recentemente anche con altri Paesi, possa garantire maggiore tutela e dare garanzie di non discriminazione ed equi compensi alle nostre imprese.

Pertanto, nella prospettiva dell'internazionalizzazione della nostra economia valutiamo con favore la ratifica dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'UE e Singapore ed annuncio il voto favorevole del Gruppo del Partito Democratico.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ILARIA CAVO, ALESSANDRO BATTILOCCHIO, ARNALDO LOMUTI ED EMANUELE POZZOLO (A.C. 1041​)

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1041​). Signor Presidente, onorevoli Colleghi, Signori del Governo, promuovere lo sviluppo economico del Paese vuol dire anche proteggere la proprietà industriale. L'idea, il disegno, il progetto, sono il cuore dell'intrapresa. È sulla base di un nuovo prodotto, di un oggetto realizzato in maniera innovativa o con materiali inediti, che si crea un'impresa. Questa capacità, la creatività e l'inventiva di cui le aziende italiane sono ricche, è il motore attorno cui si sviluppa il mondo industriale, e, a seguire, la logistica, la distribuzione, la commercializzazione. In un mondo globalizzato come quello in cui viviamo le imprese si trovano ad affrontare quotidianamente i mercati internazionali.

L'Accordo dell'Aja, firmato inizialmente nel 1925 e poi riveduto integralmente, rispettivamente nel 1934 e nel 1960, consente al titolare di un disegno o modello industriale di ottenere la protezione per quell'opera in più Paesi da lui scelti, purché a loro volta abbiano sottoscritto il medesimo Accordo. La richiesta di tutela, in base all'Accordo, avviene attraverso un'unica domanda internazionale, redatta in una sola lingua e presentata presso l'Ufficio internazionale dell'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI) o presso l'ufficio nazionale di uno Stato Parte dell'Accordo. I lavori per una ulteriore revisione dell'Accordo dell'Aja si sono conclusi poi nel 1999 a Ginevra e hanno portato alla stesura dell'Atto in esame, l'Atto di Ginevra appunto, di cui sono Parte già sessantanove Paesi, tra cui Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti. Si tratta di un sistema semplificato in cui gli imprenditori possono beneficiare di una tutela maggiore. Ad oggi si contano quindici Paesi, oltre all'Unione europea e alla OAPI, che hanno aderito all'Atto di Ginevra, ma non ai due precedenti Atti di Londra del 1934 e dell'Aja del 1960.

Ciò comporta che aderire all'Atto di Ginevra offre una maggiore tutela per i titolari italiani, anche in virtù del fatto che obiettivo precipuo dell'Atto è quello di estendere il sistema di protezione inaugurato con l'Accordo dell'Aja, facilitando l'adesione di nuovi membri attraverso l'eliminazione di alcuni ostacoli giuridici. Il testo permette, inoltre, di stabilire un collegamento tra il sistema di registrazione internazionale dell'Aja e i sistemi regionali, aspetto che ha consentito all'Unione europea – che annovera un apposito Ufficio per la proprietà intellettuale (UIPO) incaricato di gestire i marchi dell'UE – e all'Organizzazione africana della proprietà intellettuale (OAPI) di aderirvi formalmente. L'Atto risulta in vigore dal 2008 sia per l'Unione europea che per l'OAPI.

Nel concreto il disegno di legge, tra le altre cose, dispone che la durata iniziale della protezione di un disegno o modello industriale sia pari a cinque anni dalla data della registrazione internazionale (art. 17), rinnovabile per periodi supplementari di ulteriori cinque anni, fino al raggiungimento dei quindici anni, salvo il caso che una protezione più duratura sia accordata dalla legislazione della Parte contraente. Con l'art. 4 si dispone che può durare fino ad un massimo di venticinque anni dalla data di deposito della domanda di registrazione, a condizione che la registrazione internazionale sia rinnovata, conformemente alla durata massima della protezione disposta dall'articolo 37 del Codice della proprietà industriale. Inoltre con l'articolo 3 si novella l'articolo 155 del Codice della proprietà industriale (decreto legislativo n. 30 del 2005), che disciplina il deposito di domande internazionali, per adeguarlo alle previsioni contenute nell'Atto in oggetto.

Ratificare l'Atto in esame, dunque, consente di estendere la tutela dei propri disegni e modelli industriali anche per i richiedenti italiani in tutte le aree nazionali e regionali che hanno già aderito all'Accordo è che lo faranno, come prevedibile, nel prossimo futuro. Una tutela rafforzata a cui si potrà accedere grazie ad un unico strumento, un unico deposito internazionale, anche per quanto riguarda i cambiamenti successivi al deposito o il rinnovo del deposito, che possono essere effettuati con una semplice ed unica procedura presso l'OMPI.

Più tutele e meno burocrazia per le imprese: la ratifica di questo Accordo rappresenta anche uno strumento per agevolare l'esportazione dei prodotti nazionali.

Per tutti questi motivi Noi Moderati siamo favorevoli alla ratifica dell'Atto di Ginevra.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1041​). Grazie Presidente! L'Accordo dell'Aja, firmato inizialmente nel 1925 e poi riveduto integralmente diverse volte, permette, attraverso un deposito unico internazionale, di ottenere la protezione dei disegni e modelli in tutti i Paesi scelti dal depositante, tra quelli aderenti.

Grazie a ciò, la domanda internazionale può essere redatta in una sola lingua, presso un solo Ufficio e pagando una sola serie di tasse in una sola moneta (franco svizzero), a meno che la protezione non sia rifiutata dall'Ufficio competente del Paese designato.

L'Atto di Ginevra del 1999 ha due obiettivi principali: estendere il sistema de L'Aja a nuovi membri e mantenere la semplicità fondamentale di tale sistema. Inoltre, permette di stabilire un collegamento tra il sistema di registrazione internazionale ed i sistemi regionali, come il sistema della Unione Europea ed il sistema dell'Organizzazione Africana della Proprietà Intellettuale (OAPI) prevedendo che le organizzazioni intergovernative possano aderire all'Atto.

A ventiquattro anni di distanza ci apprestiamo ad approvare un disegno di legge di ratifica che era già stato presentato al Parlamento nelle scorse legislature ma che non era mai riuscito a terminare il proprio iter legislativo.

Si tratta di disposizioni importantissime per le nostre aziende: i richiedenti italiani potranno estendere la tutela dei propri disegni e modelli industriali anche in queste aree nazionali e regionali, utilizzando un unico strumento.

La protezione internazionale dei disegni e modelli industriali contribuisce allo sviluppo economico del nostro Paese, incentivando la creatività e l'intraprendenza delle imprese e permette di sviluppare le attività commerciali e di facilitare l'esportazione dei prodotti nazionali.

Per tali motivi, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

ARNALDO LOMUTI (M5S). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1041​). Finalmente, dopo un quarto di secolo dalla sua firma, ci accingiamo a ratificare questo atto che integra il vecchio accordo dell'Aja così da consentire ai richiedenti italiani di estendere la tutela dei propri disegni e modelli industriali in tutti i Paesi firmatari, mediante un unico deposito internazionale, quindi con una sola domanda internazionale redatta in una sola lingua, presentata a un singolo ufficio e con il pagamento di un'unica tassazione.

Una notevole semplificazione per i nostri inventori, innovatori e imprenditori che non può che vedere d'accordo il M5S. Peccato solo – rimanendo in tema – che questo governo si sia fatto sfuggire l'occasione di trasferire integralmente in Italia il Tribunale europeo dei brevetti che prima stava in Gran Bretagna, il che avrebbe consentito una maggior tutela dei nostri brevetti a livello europeo.

EMANUELE POZZOLO (FDI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1041​). Illustre Presidente, colleghi Deputati, rappresentanti del Governo, premesso che il 22 marzo 2023 il Senato ha approvato il disegno di legge di iniziativa governativa riguardante la ratifica e l'esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo dell'Aja sulla registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999.

Un disegno di legge molto simile come contenuto fu presentato dal Governo nel corso della XVII legislatura ma l'iter legislativo del provvedimento non si è concluso a causa della conclusione della legislatura.

In estrema sintesi, come sappiamo, l'Accordo dell'Aja consente al titolare di un disegno o di un modello industriale di ottenere protezione in più paesi con una sola domanda internazionale redatta in una sola lingua, presentata a un singolo ufficio e sottostando a un'unica tassazione.

Tale deposito unico internazionale può essere effettuato presso l'Ufficio internazionale dell'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI), ovvero presso l'ufficio nazionale di uno Stato che sia parte dell'accordo.

Il titolare del disegno, o del modello industriale può in tal modo ottenere protezione per le proprie invenzioni intellettuali in tutti i paesi da lui scelti, purché abbiano sottoscritto l'accordo dell'Aja.

È quindi evidente che siamo innanzi a un duplice obiettivo: quello di estendere il sistema di protezione a nuovi membri e quello di facilitare l'adesione di Stati la cui legislazione prevede l'esame di novità dei disegni e modelli industriali.

Al contempo la meta che si vuole raggiungere è quella di uno snellimento del sistema e dell'istituzione di un collegamento tra il sistema di registrazione internazionale e i plurimi sistemi regionali, prevedendo proprio a tal fine la possibile adesione di tali organizzazioni regionali all'Atto del 1999.

In relazione all'Accordo in esame ricordo, inoltre, che il medesimo rappresenta una versione completamente modificata e sostitutiva dei precedenti due Accordi sottoscritti, rispettivamente, a Londra il 2 giugno 1934 e all'Aja il 28 novembre 1960.

L'Accordo di Ginevra del 1999 oltre ad estende il sistema dell'Aja a nuovi membri prevede anche di stabilire un collegamento tra il sistema di registrazione internazionale e i sistemi regionali, come quello dell'Unione europea e quello dell'Organizzazione africana della Proprietà intellettuale consentendo così un notevole passo in avanti.

L'Accordo che stiamo esaminando - e che auspico a nome di Fratelli d'Italia che possa essere ratificato - rappresenta una notevole opportunità per l'Italia perché creerà la possibilità di permettere ai richiedenti italiani di estendere la tutela dei propri disegni e modelli industriali anche in aree nazionali e regionali differenti, mediante l'utilizzo di un unico strumento, il deposito internazionale appunto, capace di semplificare la gestione ulteriore dei disegni e modelli industriali. È per questa ragione e per tutte quelle esposte che dichiaro il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 1, 2, 9 e 10 il deputato Crippa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 2 il deputato Caiata ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 2 il deputato Ciocchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 la deputata Miele ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 7 alla n. 9 il deputato Zaratti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 la deputata Andreuzza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1001-A - ARTICOLO 1 251 251 0 126 251 0 73 Appr.
2 Nominale ARTICOLO 2 251 251 0 126 251 0 73 Appr.
3 Nominale ARTICOLO 3 253 253 0 127 253 0 73 Appr.
4 Nominale ARTICOLO 4 255 255 0 128 255 0 73 Appr.
5 Nominale DDL 1001-A - VOTO FINALE 260 260 0 131 260 0 72 Appr.
6 Nominale DDL 1040 - ARTICOLO 1 262 262 0 132 262 0 72 Appr.
7 Nominale ARTICOLO 2 262 262 0 132 262 0 72 Appr.
8 Nominale ARTICOLO 3 264 264 0 133 264 0 72 Appr.
9 Nominale ARTICOLO 4 263 263 0 132 263 0 72 Appr.
10 Nominale DDL 1040 - VOTO FINALE 264 263 1 132 263 0 71 Appr.
11 Nominale DDL 1041 - ARTICOLO 1 266 266 0 134 266 0 71 Appr.
12 Nominale ARTICOLO 2 268 268 0 135 268 0 71 Appr.
13 Nominale ARTICOLO 3 268 268 0 135 268 0 71 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 17)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ARTICOLO 4 266 266 0 134 266 0 71 Appr.
15 Nominale ARTICOLO 5 268 268 0 135 268 0 71 Appr.
16 Nominale ARTICOLO 6 269 268 1 135 268 0 71 Appr.
17 Nominale DDL 1041 - VOTO FINALE 268 268 0 135 268 0 70 Appr.