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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 160 di martedì 12 settembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARIA CAROLINA VARCHI , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 79, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza, nell'ambito di un programma di rilancio della filiera siderurgica italiana, volte a garantire la continuità produttiva e i livelli occupazionali presso gli stabilimenti della società Sanac, anche con riferimento alla situazione creditoria nei confronti di Acciaierie d'Italia - n. 3-00630)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Fossi e Furfaro n. 3-00630 (Vedi l'allegato A).

La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere.

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Grazie, onorevoli interroganti. Com'è noto, la Sanac, azienda leader nella produzione di refrattari, è stata posta in amministrazione straordinaria nel 2015.

Senz'altro è vero, come ricordato con l'atto in parola, che la società ha sofferto per l'interruzione di commesse da parte di Acciaierie d'Italia e per il mancato pagamento, nei termini contrattuali, delle forniture dei refrattari già forniti alla medesima azienda e che costituiscono il 60 per cento del volume di affari della Sanac. La stessa, infatti, è giunta ad accumulare crediti insoddisfatti per un ammontare di circa 23 milioni di euro. Tuttavia, voglio dare evidenza in questa sede che, negli ultimi mesi, vi sono stati pagamenti per oltre 20 milioni di euro, a seguito delle iniziative giudiziali assunte, e oggi i crediti insoluti si sono ridotti a circa 2 milioni di euro. Le organizzazioni sindacali hanno espresso apprezzamento per l'avvenuto incasso di gran parte dei crediti verso Acciaierie d'Italia e il parziale recupero del fatturato.

Inoltre, tengo a sottolineare che i 4 stabilimenti facenti capo alla Sanac Spa in amministrazione straordinaria, rispettivamente gli stabilimenti di Assemini, Gattinara, Massa e Vado Ligure, sono al momento operativi nella produzione di materiale refrattario a ciclo continuo e non si è verificata la paventata chiusura temporanea dell'attività.

Tutto ciò consente, dunque, a Sanac di operare in prospettiva di continuità per il tempo necessario allo svolgimento della procedura di gara per la vendita del complesso aziendale.

È infatti noto che, esaminato lo stato passivo, sono state avviate, a più riprese, diverse procedure di vendita dei complessi aziendali. Tuttavia, le stesse finora non sono andate a buon fine. Nel corso dell'incontro del tavolo Sanac dello scorso 17 aprile 2023, il Governo ha sottolineato la necessità di mantenere l'unitarietà del complesso aziendale e procedere a un bando per una ulteriore vendita, mantenendo la prospettiva di cessione unitaria. Solo privilegiando la cessione unitaria dell'azienda, infatti, se ne preserverà il valore, la posizione strategica, nazionale e internazionale, e i profili occupazionali. Sanac potrà così meglio costituire il volano di ripresa e sviluppo dell'intero settore di riferimento. Ed è nell'ambito del dialogo con tutte le parti interessate - che si sta avendo nei tavoli di confronto istituiti presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy su Sanac Spa e sull'ex Ilva di Taranto - che saranno individuate soluzioni programmatiche di ampio respiro per il rilancio della siderurgia del sistema Paese.

Più in generale, colgo l'occasione per ricordare che questo Governo conserva un fattivo e costruttivo interesse alla realizzazione del piano industriale di Acciaierie d'Italia, che tanto da vicino influenza Sanac e altre aziende del settore: sono in programma verifiche periodiche sull'attuazione delle varie fasi, nel rispetto degli standard ambientali e di sicurezza del lavoro, in piena condivisione con le parti sociali. Si sottolinea, infatti, che sull'ex Ilva questo Governo è intervenuto con il decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, convertito, con modificazioni, con la legge n. 17 del 2023, che ha previsto un rafforzamento patrimoniale di Acciaierie d'Italia, al fine di affrontare nel miglior modo possibile il periodo di crisi emerso a seguito dell'impennata del costo dell'energia e delle difficoltà legate al conflitto in Ucraina. Nel complesso, è stata dunque analizzata la situazione e si stanno adottando misure volte a dare una risposta alle sfide ambientali, sociali e sanitarie che il territorio merita.

PRESIDENTE. Il deputato Fossi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo e la Sottosegretaria, ma non c'è soddisfazione da parte mia, da parte nostra, anche perché questa è una vicenda complessa, complicata, che dura da molti anni, troppi anni, come tante vicende aperte in questo Paese e anche nella regione dalla quale provengo, la Toscana, e che desta preoccupazione nei territori, ma anche tra le parti sociali e il sindacato, come testimoniato anche nelle ore successive all'incontro dello scorso aprile al quale faceva riferimento la Sottosegretaria. D'altronde, un ruolo centrale in questa vicenda, com'è stato citato, lo riveste Acciaierie d'Italia, per le commesse e rapporti commerciali con Sanac, che sono fondamentali, e la crisi di Sanac inizia proprio quando Acciaierie d'Italia interrompe i rapporti commerciali con Sanac stessa.

Oggi, come sappiamo, come il Governo sa, ci sono 100 lavoratori che hanno una cassa integrazione straordinaria fino al 31 ottobre di quest'anno e che, quindi, vivono - loro, le loro famiglie e il territorio - con preoccupazione quello che accadrà dal giorno dopo la scadenza di questo strumento straordinario.

La vertenza è in stallo da mesi, nonostante le rassicurazioni del Governo e che, poco fa, anche la Sottosegretaria ci ha dato, ma che, appunto, non mi soddisfano e non ci soddisfano, perché non ci sono novità nel senso di procedere verso quel bando unico che veniva citato, affinché Acciaierie d'Italia riprenda gli ordini nei confronti di Sanac. Come il Governo sa, nonostante ci sia stato il nulla osta da parte dei creditori, il bando predisposto dai commissari straordinari è fermo al Ministero. Quindi, c'è l'attesa che il Governo esprima un parere e si esprima sul nuovo bando. Il punto è che, in generale, questa vicenda evidenzia come di fatto manchi una strategia chiara da parte del Governo sul tema straordinariamente importante e strategico dell'acciaio, che riguarda Taranto, nella sua vicenda generale, ma riguarda anche la Toscana, con Piombino e con il futuro di Jsv. Naturalmente, per noi tutto ciò si inserisce anche in un contesto più generale che è quello toscano - lo dico da parlamentare eletto in quel contesto territoriale -, un territorio straordinariamente importante, ricco, di grande forza e di grande coesione sociale ma che lamenta da un po' di tempo una mancanza di attenzione specifica, forte e decisa da parte del Governo. Ci sono varie crisi aperte nella nostra regione, nonostante l'impegno che le istituzioni locali, tutte le parti sociali, dalle associazioni sindacali dei lavoratori a quelle datoriali, e la regione, in primo luogo, ci mettono, da Siena a Massa, da Pistoia a Grosseto, da Firenze ad Arezzo. Riguardano circa 15.000 lavoratori. Noi lamentiamo un disinteresse da questo punto di vista da parte del Governo. Massa è penalizzata anche perché il Governo rimanda ormai da tempo l'istituzione della zona logistica semplificata della Toscana. Questa riguarda i porti di Livorno, Piombino, Marina di Carrara - quindi anche il territorio dove c'è Sanac - e Portoferraio, gli interporti di Guasticce e di Prato e l'aeroporto di Pisa in buona parte. La ZLS - lo dico perché questa vicenda riguarda anche questo strumento straordinariamente importante - sarebbe una scelta fondamentale per creare quelle condizioni favorevoli per lo sviluppo, per gli investimenti e per promuovere una crescita sociale ed economica dei territori interessati. Quindi, chiedo al Governo un supplemento di interesse, un approfondimento di questa vicenda e anche il tentativo di ingranare la marcia, di cui in questi giorni lamentiamo la mancanza.

(Iniziative a sostegno del comparto automotive e del relativo indotto, con particolare riferimento allo sviluppo produttivo e alla tutela dei livelli occupazionali, nel contesto della transizione tecnologica ed ecologica – n. 3-00500)

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Casasco e Squeri n. 3-00500 (Vedi l'allegato A).

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie Presidente e grazie agli onorevoli interroganti. Sono perfettamente d'accordo sul fatto che la filiera automotive abbia una valenza strategica per l'Italia e proprio per questo il Ministero è impegnato nella definizione di un'intesa con il gruppo Stellantis per invertire la dinamica della produzione di veicoli in Italia e sostenere le imprese della componentistica. Com'è stato ribadito dal Ministro Urso in un recente question time in quest'Aula, il confronto con il gruppo Stellantis è costante e positivo. L'auspicio è che si riesca a raggiungere in tempi brevi l'intesa, così da avviare il tavolo di lavoro che prevede la partecipazione delle regioni sedi degli stabilimenti produttivi, delle organizzazioni sindacali e di ANFIA, associazione che rappresenta la componentistica automotive. Venendo allo specifico del quesito posto dall'onorevole interrogante, con il Fondo automotive sono stati destinati 8,7 miliardi di euro, fino al 2030, al sostegno e alla promozione della transizione verde, della ricerca e degli investimenti nel settore, attraverso l'insediamento di filiere innovative e sostenibili sul territorio nazionale. Il Fondo ha una dotazione residua di circa 6 miliardi di euro che possono essere utilizzati sia per finanziare gli incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti sia per il sostegno all'offerta, perseguendo obiettivi di riconversione, ricerca e sviluppo della filiera. L'esito del confronto con il gruppo Stellantis costituisce un momento fondamentale per calibrare in modo più efficace gli incentivi. L'ammodernamento del parco auto resta un obiettivo imprescindibile del Governo: in Italia circolano ancora più di 10 milioni di vetture inquinanti (da euro 0 a euro 3), pari a circa il 25 per cento del parco circolante. Occorre pertanto rimodulare gli incentivi esistenti per utilizzarli meglio per svecchiare il parco macchine, tra i più vecchi d'Europa. In particolare, puntiamo ad aiutare le persone meno abbienti a rottamare la vecchia auto e ad acquistarne una ecologicamente più sostenibile. Siamo altresì al lavoro per mettere in sintonia gli investimenti sull'offerta con quelli sulla domanda per fare in modo che gli incentivi vadano sempre più a beneficio della produzione nazionale e dell'intero indotto.

In tale ottica, valuteremo ogni soluzione utile ad assicurare una transizione del comparto efficace e sostenibile sotto il profilo economico e sociale, alla luce del principio di neutralità tecnologica, fondamentale per il Governo.

PRESIDENTE. Il deputato Squeri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario e mi dichiaro soddisfatto della risposta, che dà l'idea di come questa nuova maggioranza e questo nuovo Governo stiano procedendo a un'inversione di rotta, necessaria per correggere gli sbagli che sono stati fatti fino adesso, non solo a livello nazionale ma, soprattutto, indotti da una linea europea - fatemi dire - da furia ideologica, che vede l'ambiente in contrasto con l'uomo quando, invece, dobbiamo fare di tutto perché gli uomini, uomini e donne ovviamente, e tutti i cittadini siano impegnati a favore dell'ambiente, come deve essere. Questo è un passo rispetto a un contrasto efficace. Noi sappiamo, quando parliamo di furia ideologica, a cosa ci riferiamo: al divieto di vendita, a partire dal 2035, di auto che non siano elettriche. Lo stiamo contrastando e proprio ieri è arrivata la notizia dall'Europa che finalmente, nell'elenco dei carburanti neutri, come CO2, sono stati inclusi - a livello di Commissione, per cui c'è ancora da fare al livello di voto in Parlamento - i biocarburanti, riguardo ai quali l'Italia è un'eccellenza. Abbiamo, infatti, due raffinerie già convertite pienamente in biocarburante e 500 stazioni di servizio che già vendono biocarburanti al 100 per cento. Stiamo contrastando il divieto di circolazione delle auto euro 5. È di pochi giorni fa l'annuncio del Ministro Pichetto Fratin che ha sventato anche quest'azione contro i cittadini, che avrebbe impedito ai cittadini piemontesi di circolare con le euro 5; anche per la Toscana stiamo presentando una risoluzione in tal senso.

È una furia ideologica pensare che l'unica soluzione per la mobilità sia l'auto elettrica, è veramente fuori da ogni realismo e da ogni buon senso. Senza parlare del tradimento totale che si farebbe rispetto alla neutralità tecnologica. Io non voglio dire che sono d'accordo con Marchionne quando parlava, pochi anni fa, prima di morire, di un'auto elettrica che rappresenta una minaccia per la stessa esistenza del pianeta - perché si dovrebbe entrare nel merito e spiegare quest'affermazione così forte - ma, certamente, faccio mia l'affermazione, sempre di Marchionne, che la sola auto elettrica non può essere la soluzione per il futuro. È un contributo importante che deve però essere affiancato da altre tecnologie di energia rinnovabile, per l'appunto il biocarburante o l'e-fuel. Pensiamo che, per soddisfare l'esigenza - tanto per parlare di cose realistiche e non campate in aria - di una mobilità al 100 per cento elettrica, ci vorrebbero 112 terawattora in più rispetto ai 320 terawattora che attualmente consumiamo di energia elettrica, fermo restando che attualmente per produrre l'energia elettrica in Italia utilizziamo il 30 per cento di rinnovabili e, dunque, il 70 per cento di combustibili fossili. Senza dunque calcolare il gap di questo 70 per cento che bisogna colmare, al 2050, per decarbonizzazione il sistema energetico, ci vorrebbero 112 terawattora solo per la mobilità, quando negli ultimi 10 anni le rinnovabili hanno dato un contributo di un terawattora in più ogni anno; perciò, è una cosa irrealizzabile.

Se poi pensiamo che l'Italia è uno dei pochissimi Paesi industrializzati che non può ancora permettersi di avere l'energia nucleare - e ci stiamo impegnando affinché finalmente possa tornare in Italia anche questa energia fondamentale per una vera decarbonizzazione - vediamo come i numeri a sostegno di questa furia ideologica siano assolutamente irrealistici. Per cui, ribadisco la soddisfazione per la risposta ed auspico, anzi, sono convinto che il Governo, sostenuto da questa maggioranza, faccia di tutto per far sì che la decarbonizzazione al 2050 che vogliamo fare si realizzi in maniera sostenibile, realistica e non solamente a chiacchiere.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 14,32.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,35, è ripresa alle 14,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 826 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 luglio 2023, n. 98, recante misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica e di termini di versamento (Approvato dal Senato) (A.C. 1364​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1364: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 luglio 2023, n. 98, recante misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica e di termini di versamento.

Ricordo che nella seduta dell'11 settembre si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1364​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). La ringrazio, signor Presidente. Io intervengo per un richiamo al Regolamento e nella fattispecie…

PRESIDENTE. Colleghi! Anche se non ve ne siete accorti, siamo entrati in Aula e, quindi, ritengo necessario e opportuno mantenere il silenzio e ascoltare gli interventi degli oratori. Prego, prosegua.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). La ringrazio, Presidente. Ovviamente la ringrazio e ringrazio i colleghi che avranno la cortesia di ascoltare, ma mi interessa soprattutto che sia lei ad ascoltare. La ragione è perché il mio richiamo è all'articolo 8, comma 1, prima riga, del Regolamento, dove si dice che il Presidente rappresenta la Camera - ovviamente, anche il Presidente di turno -, in combinato disposto con l'articolo 18 del Regolamento e con l'articolo 68 della Costituzione.

Perché le dico questo, signor Presidente? Un anno fa intervenni in Aula perché il procuratore della Repubblica di Catanzaro, il dottor Gratteri, nell'intervenire con un ricorso al tribunale della libertà che aveva concesso gli arresti domiciliari all'ex onorevole Pittelli, aveva ben pensato di allegare all'interno del suo ricorso una mia interrogazione, firmata insieme all'onorevole Magi e all'onorevole Bruno Bossio, identica a un'interrogazione presentata al Senato dalla collega Bonino. Già allora ritenni che fosse un fatto gravissimo che, all'interno di un atto giudiziario, il capo della procura della Repubblica di Catanzaro pensasse bene di inserire un'interrogazione, quasi che fosse, come dire, un concorso da parte nostra nei confronti del reo Pittelli, agli arresti domiciliari, e via dicendo. Addirittura, sembrava un'intimidazione. Chiesi esplicitamente alla Presidenza della Camera di potere intervenire presso il Consiglio superiore della magistratura, perché ritenni quell'atto di una gravità inaudita, lesivo delle prerogative del parlamentare.

Non solo non fu fatto nulla, signor Presidente, ma apprendo oggi, con colpevole ritardo, che, in data 30 maggio 2023, il dottor Gratteri è stato ascoltato dalla V Commissione del Consiglio superiore della magistratura a proposito della possibilità di essere nominato procuratore della Repubblica di Napoli e, nel corso di quella seduta, ha pronunciato le seguenti parole, testuali, che vedrà, Presidente, che sono molto attinenti alla Camera, al Parlamento e alle nostre prerogative. Il dottor Gratteri, dopo aver detto che “ogni mattina ho due o tre giornali che mi diffamano quotidianamente”, ha aggiunto: “quando sono stato audito dalla procura nazionale antimafia ho depositato una certificazione della corte d'appello dove si attesta che non c'è nessuna ingiusta detenzione dal 16 maggio 2016, data in cui mi sono insediato a Catanzaro, fino ad oggi, al maggio 2022”. Perché Gratteri viene accusato di arrestare a centinaia persone che la Cassazione e i tribunali successivamente rimettono in libertà, perché queste persone non potevano essere arrestate e non c'erano i requisiti per l'arresto. Il dottor Gratteri sa perfettamente che l'ingiusta detenzione non c'entra nulla, perché scatta dopo la sentenza definitiva. Quindi, non interverrò su questo, ma chiedo a lei e all'Aula di riflettere su queste parole che le leggo: “Ovviamente non posso andare a rispondere a questi diffamatori di professione” - si riferisce ai giornalisti - “o ad avvocati che chiamano in Parlamento e dettano interrogazioni parlamentari o a indagati o imputati agli arresti domiciliari” - e il riferimento a Pitelli è del tutto evidente - “che chiamano i parlamentari per dettare - per dettare! - interrogazioni ai parlamentari. Non posso scendere a questo livello”.

Signor Presidente, al di là di come lei la pensa, ma lei ritiene possibile che un procuratore della Repubblica, candidato, in un'audizione al CSM, dove, peraltro, non c'è stato alcuno dei membri della Commissione - e, purtroppo, c'era anche un membro, che io ho votato, che speravo intervenisse - che dicesse: Gratteri, ma che cosa stai dicendo? Ma come ti permetti di rivolgerti al Parlamento? Non è Giachetti, non è un deputato, è come ti rivolgi e tratti il Parlamento, come ti rivolgi alle prerogative parlamentari, difese e volute dalla Costituzione (Applausi)! Com'è accettabile una cosa del genere? Come possiamo, poi, rimanere stupiti di quello che accade quando mi venite a parlare del potere della magistratura? Il potere della magistratura è questo perché noi non difendiamo neanche le nostre prerogative, che non sono le mie, quelle del collega Magi, della collega Bruno Bossio o della collega Bonino. Non è accettabile!

Le chiedo formalmente, Presidente, che a tutela del Parlamento - ovviamente, le chiedo di rivolgersi al Presidente della Camera - il Presidente trovi le forme per rivolgersi al Consiglio superiore della magistratura, almeno per stigmatizzare che, in sede formale, forse un alto magistrato non può permettersi di trattare, non me, ma il Parlamento in un modo così indegno, trattandosi anche di un magistrato che dovrebbe andare a fare il procuratore della Repubblica a Napoli. Tutta la mia solidarietà ai cittadini napoletani (Applausi).

PRESIDENTE. Ovviamente, il Presidente Fontana sarà informato di questa sua richiesta, com'è giusto che sia.

Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Ringrazio il collega Giachetti e mi associo alla sua richiesta, come primo firmatario di quell'atto di sindacato ispettivo che fu oggetto di tanta attenzione da parte del procuratore Gratteri, un'attenzione abusiva, perché quell'atto di sindacato ispettivo finì all'interno di un fascicolo della procura, dimostrando così qual è il livello della consapevolezza e della sensibilità istituzionale che vive all'interno di quella procura.

Vede, Presidente, l'attacco reiterato oggi, come ricordava il collega Giachetti, non è un attacco ai firmatari di quell'interpellanza. La firmammo il sottoscritto, l'onorevole Giachetti e l'onorevole Bruno Bossio, qui alla Camera e ne fu presentata un'analoga al Senato. Quell'interpellanza nacque da informazioni di stampa che noi avevamo appreso, come parlamentari, leggendo i quotidiani! L'attacco, quindi, arriva non a una nostra opinione - e già sarebbe grave - ma a un'attività di sindacato ispettivo che alcuni parlamentari di diversi gruppi hanno ritenuto di porre al Governo, partendo da notizie di stampa. Per questo è un attacco diretto a una prerogativa parlamentare. Rispetto a questo attacco tutto il Parlamento dovrebbe essere, in modo trasversale, compatto nel reagire e nello stigmatizzare questo tipo di iniziative e questo tipo di parole.

Non c'è nessuno in un ordinamento democratico che deve ritenersi onnipotente, mentre quelle parole dimostrano proprio questo tipo di atteggiamento da parte di quel procuratore. Quindi, insisto e mi associo alla richiesta del collega Giachetti affinché la Presidenza della Camera si rivolga al Consiglio superiore della magistratura, e lo faccia trovando le parole e trovando le modalità adeguate per difendere le prerogative di tutti noi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Non mi pare che ci siano altre richieste di intervento sull'ordine dei lavori per materia analoga né per altre materie.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1364.

(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 1364​)

PRESIDENTE. Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto, inoltre, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estranee rispetto ai contenuti del provvedimento in esame, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: 2.02 e 4.4 Barzotti; 3.04, 3.05, 3.06 e 3.07 Scotto.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione. Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti segnalati per la votazione.

MARTA SCHIFONE, Relatrice. Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, degli emendamenti 1.11 Scotto, 1.4 Mari...

PRESIDENTE. Sono tutti contrari? Le chiedo scusa, così magari velocizziamo.

MARTA SCHIFONE , Relatrice. Sì, Presidente, sono tutti contrari.

PRESIDENTE. Allora parliamo degli emendamenti 1.9 Scotto, 1.6 Mari, 1.14 Aiello, degli identici 1.10 Scotto e 1.1 Mari, degli emendamenti 1.8 Mari, 1.13 Barzotti e a seguire. Il Governo?

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo dunque all'emendamento 1.11 Scotto, su cui c'è il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo detto in discussione generale che c'è un punto di disaccordo tra di noi, tra l'opposizione e la maggioranza su questo decreto. Il punto di disaccordo è come consideriamo quelli che definiamo eventi climatici estremi: se qualcosa di emergenziale, di provvisorio, o se qualcosa che appartiene al nostro tempo, e come tale non può essere affrontato in maniera episodica, non può essere affrontato con un disegno di legge - mi consenta il Sottosegretario Durigon - striminzito, ma deve essere affrontato attraverso un'iniziativa complessiva, permanente, non tardiva, perché questo testo è del 28 luglio, dunque quando chi lavorava sotto il sole a 33, 34 e 35 gradi aveva già subito le conseguenze di questi eventi climatici estremi. Dunque, con questo emendamento - che è semplice, non è formale, è profondamente politico - chiediamo misure strutturali che garantiscano innanzitutto la sicurezza del lavoro, innanzitutto la tutela, attraverso gli ammortizzatori sociali, di chi lavora in condizioni climatiche estreme, e che questa misura non si limiti esclusivamente ad un passaggio come questo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento, 1. 4 Mari. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.9 Scotto, su cui c'è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Parlo per il Partito Democratico: per quel che ci riguarda questo provvedimento cambierebbe di segno e il nostro voto contrario, già maturato al Senato, diventerebbe voto favorevole - e il tempo c'è, perché, come avranno potuto notare il Sottosegretario Durigon e tutti gli esponenti della maggioranza, le opposizioni non hanno scelto una strada ostruzionistica, hanno provato a collaborare nel merito del provvedimento -, dunque, per quello che riguarda noi, il voto potrebbe cambiare, però cambierebbe innanzitutto se si allarga la platea dei lavoratori e delle lavoratrici beneficiari di questo provvedimento.

C'è un caso in particolare di cui parliamo sempre in tutti i comizi, sono i cosiddetti rider, sono i lavoratori e le lavoratrici che questa estate, durante eventi climatici estremi, hanno portato i pacchi, hanno portato il cibo nelle nostre case o nei nostri uffici. Sono quelli che hanno come unico strumento per lavorare la bicicletta e sono guidati da un algoritmo. Ciascuno e ciascuna di noi sicuramente avrà impresso nella testa il più grande film del neorealismo, Ladri di biciclette, e sa che la bicicletta in quel periodo era lo strumento per tante lavoratrici e tanti lavoratori per recarsi al lavoro, per portare il pane a casa delle proprie famiglie. Oggi è tornato, nonostante sia guidato da una piattaforma. Lavoratori delle piattaforme che nel decreto Lavoro avete scelto di declassare e di tutelare ancora di meno, togliendo tutti i vincoli di trasparenza sui contratti.

Dunque, noi con questo emendamento chiediamo di estendere la cassa integrazione per eventi climatici estremi ai lavoratori delle piattaforme, ai rider. E lo diciamo a maggior ragione perché quest'estate è rimasto impresso nella memoria di tutti - e non parliamo del caldo, questa volta parliamo dei nubifragi, perché anche quelli sono eventi climatici estremi - quel rider originario del Bangladesh che ha pattinato con la bicicletta ed è riuscito a resistere a una pioggia fortissima durante un nubifragio nella città di Genova e, pur di consegnare nelle case dei cittadini alcune pizze, ha rischiato la vita; lo ripeto: ha rischiato la vita.

Io credo che quel lavoratore debba essere tutelato come tutti quei lavoratori che in questo provvedimento vengono tutelati con la cassa integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, intervengo per sottoscrivere, a nome del gruppo, l'emendamento.

PRESIDENTE. Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Scotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Mari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.14 Aiello.

Ha chiesto di parlare il deputato Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Visto l'oggetto del decreto, che riguarda la tematica del lavoro, mi permetta, Presidente, di rivolgere in quest'Aula un saluto, purtroppo, al professor Domenico De Masi, sociologo del diritto del lavoro che per tanti di noi, soprattutto per il MoVimento 5 Stelle, è sempre stato un punto di riferimento importante. Quindi, grazie, Mimmo, per tutto ciò che hai dato a noi, con la promessa di continuare insieme le nostre battaglie (Applausi - Deputati si levano in piedi).

Grazie, Presidente, mi sembrava doveroso ricordare il professor Domenico De Masi che veramente, nell'ambito del diritto al lavoro, della cultura del lavoro e, soprattutto, della sicurezza nel mondo del lavoro, ha speso tanto e ha dato tanto in termini di contributi al Parlamento italiano.

Con questo emendamento, vogliamo tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori italiani quando le condizioni climatiche, soprattutto di caldo estremo, mettono a rischio e a repentaglio la sicurezza e la salute dei lavoratori. Questo mio emendamento - un emendamento di buonsenso che avevamo presentato anche in Commissione lavoro la scorsa settimana - prevede la possibilità di svolgere le mansioni in modalità agile, quindi in smart working, laddove le condizioni e le prestazioni di lavoro siano compatibili con tale regime lavorativo.

Ebbene, Presidente, è successo qualcosa di veramente inaccettabile, direi, quasi scandaloso, la settimana scorsa, in Commissione lavoro, quando da parte della maggioranza abbiamo visto un'estrema chiusura anche immotivata. Infatti, su tutti i nostri emendamenti, sia del MoVimento 5 Stelle, sia delle altre forze di opposizione, è stato dato parere contrario - su tutti gli emendamenti - senza un minimo di motivazione da parte del Governo.

Reputo veramente inaccettabile tutto ciò, anche perché questo decreto - è giusto ricordarlo - passa da questo ramo del Parlamento soltanto per una mera ratifica, perché, di fatto, non abbiamo cambiato una virgola rispetto al testo già approvato e convertito dal Senato.

Si tratta di una chiusura da parte della maggioranza che non ci aspettavamo, perché i nostri emendamenti sono di buonsenso e non comportano ulteriori oneri per le casse dello Stato; quindi, da parte della maggioranza, ci saremmo aspettati un atteggiamento altrettanto costruttivo.

Con questo emendamento chiedevo di prevedere la possibilità di espletare le funzioni lavorative in smart working o, comunque, in modalità agile laddove questo fosse compatibile con le mansioni lavorative. Prendo atto dell'ennesimo parere contrario da parte del Governo e invito il Sottosegretario Durigon, magari, a un accantonamento, a un supplemento di indagine e di approfondimento tecnico, perché da parte del Governo non abbiamo ricevuto nient'altro che dei “no”, tra l'altro immotivati e senza un minimo di spiegazione.

Quindi, Sottosegretario, le chiedo se fosse possibile accantonare l'emendamento e, ovviamente, dichiaro il voto favorevole sull'emendamento da parte del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che la relatrice esprime parere contrario sulla richiesta di accantonamento e comunico che la deputata Gribaudo ha annunciato la sottoscrizione dell'emendamento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo agli identici emendamenti 1.10 Scotto e 1.1 Mari.

Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Presidente, molto rapidamente, rinnovo l'invito al Governo ad un'apertura rispetto a questo decreto che scade il 26 settembre e, dunque, ha tutto il tempo di tornare al Senato.

Come si può vedere, non abbiamo presentato una mole eccessiva di emendamenti e vogliamo lavorare a migliorarlo. Per esempio, qui, interveniamo sui lavoratori in appalto. Come sa benissimo il Sottosegretario Durigon, questo è uno dei problemi anche rispetto alla sicurezza sul lavoro.

Quando giovedì verrà il Ministro Salvini, qui, in Aula, a riferire, questo è uno dei temi che gli porremo e che credo gli porrà tutto il Parlamento. Infatti, sappiamo che più si scende nella catena più la questione su cui si taglia è la sicurezza del lavoro. Dunque, pensiamo che sia giusto applicare anche a questi lavoratori la possibilità di estendere gli ammortizzatori sociali e chiediamo di rivedere questa posizione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Presidente, intervengo per sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo MoVimento 5 Stelle, questo emendamento.

PRESIDENTE. Quale dei due? Perché sono identici. Tutti e due, immagino. Bene.

Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.10 Scotto e 1.1 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 1.13 Barzotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento è fondamentale, rispetto al decreto che stiamo discutendo, perché, se questo decreto è volto a prevenire gli infortuni sul lavoro dovuti a emergenze climatiche (eccessivo caldo o, in generale, eventi climatici avversi, come cicloni, temporali, che mettano in difficoltà e in pericolo i lavoratori), è evidente che un emendamento come quello che stiamo discutendo, a mia prima firma, che parla di fissare un tetto massimo di temperatura oltre la quale i lavoratori e le lavoratrici non devono lavorare, mi sembra sia totalmente lineare e pertinente rispetto al testo.

Sinceramente, in Commissione e anche qui, oggi, chiediamo al Governo e alla maggioranza in generale di riaprire questo testo, perché, di fronte a quello che sta succedendo in materia di sicurezza sul lavoro, riteniamo che un decreto come questo, ossia esiguo (su 5 articoli, soltanto 3 hanno un rilievo lavoristico, tutto il resto è assolutamente non pertinente), anche rispetto al monito di oggi del Presidente Mattarella, che invita proprio a intervenire con decisione rispetto ai temi sulla sicurezza, mi sembra che siamo veramente al ridicolo.

Quindi, rispetto a questo tema, con questo emendamento chiediamo semplicemente al Governo, per favore, di evitare di far lavorare i lavoratori sopra i 33 gradi centigradi. Infatti, ci sono posti – penso, ad esempio in Lombardia, dove c'è un inquinamento eccessivo: è la zona più inquinata d'Europa - abbiamo anche asfissia quando si lavora. Quindi, 33 gradi mi sembra veramente il limite oltre il quale i lavoratori vengono messi in pericolo. Ancora una volta riapriamo questo testo, perché è inaccettabile che oggi ci ritroviamo a dover discutere di pareri totalmente contrari su un decreto che ci porta a un esercizio stilistico, neanche parlamentare, stilistico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Barzotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Mari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Barzotti.

Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, poniamo all'attenzione del Governo un tema che è stato totalmente sottovalutato, perché, rispetto a una misura come quella del lavoro agile, che potrebbe essere predisposta e promossa dal Governo, rileviamo l'assoluta mancanza di qualsivoglia intenzione in questo senso.

Evidentemente, sapendo che la maggior parte degli infortuni sul lavoro (e gli infortuni, quest'anno, fino adesso, sono stati 245.857, di cui la maggior parte in itinere), predisporre due parole sul lavoro agile non avrebbe fatto male, anzi le dico, noi, come MoVimento 5 Stelle, riteniamo che il lavoro agile debba essere un diritto laddove le mansioni siano compatibili con i lavoratori e le lavoratrici. Infatti, questo modo di lavorare ha soltanto esternalità positive in termini sia di rilascio di emissioni sia di qualità della vita dei lavoratori e delle lavoratrici sia ancora in termini di produttività e anche nell'ambito della sicurezza del lavoro questo modo di lavorare ha soltanto vantaggi.

Per cui, dico, di nuovo, che questo decreto è totalmente inadeguato, non c'è una misura che possiamo considerare efficace e mi chiedo come possiate venire qui con un testo così misero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Barzotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.04 Tucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Aiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Mari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 2.7 Scotto.

Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente, aggiungo la firma a questo emendamento e volevo far presente l'importanza di prenderlo in considerazione, perché siamo di fronte a una cosa praticamente incomprensibile. L'emendamento interviene sulla disposizione del provvedimento che prevede l'integrazione salariale per le persone che lavorano in agricoltura in caso di un'eccezionale emergenza climatica. Ma il punto incomprensibile è che questa integrazione salariale è prevista solo per chi lavora a tempo indeterminato. Quindi, supponiamo che ci sia un lavoratore a tempo determinato e che ci siano 40 gradi sotto il sole: questa persona cosa fa?

Non può andare a lavorare perché ci stiamo proprio interrogando sul fatto che non si possano mandare a lavorare in agricoltura persone con questa emergenza climatica, ma, al tempo stesso, non può avere alcuna integrazione salariale; quindi è un lavoratore sospeso, che non ha, però, alcun riconoscimento per questa situazione. Quando c'è stato un altro tipo di emergenza, ossia l'emergenza COVID, un Governo precedente si è premurato di tutelare tutte le forme e le tipologie di lavoro, compreso il tempo determinato in agricoltura. Quindi, ci aspetteremmo un'analoga attenzione, perché siamo proprio di fronte a un'ingiustizia palese e a una violazione del principio verso cui noi dovremmo andare, avendo un mercato del lavoro con contratti così spezzettati per cui persone che fanno lo stesso lavoro rispondono a contratti diversi e hanno retribuzioni diverse, ma almeno che le tutele siano le stesse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Scotto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 2.11 Carotenuto. I pareri delle Commissioni e del Governo sono contrari. Non vi sono richieste di intervento, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…

FRANCESCO MARI (AVS). Presidente!

PRESIDENTE. L'emendamento 2.11 Carotenuto è identico agli emendamenti 2.12 Scotto e 2.5 Mari…Deputato Mari, vuole intervenire? Sull'emendamento successivo, perché la votazione è in corso…Revoco la votazione. Guardi, l'ho fatto perché in realtà non avevo chiamato l'emendamento 2.5, peraltro a sua firma. Prego, prenda la parola e ci racconti.

FRANCESCO MARI (AVS). La ringrazio, Presidente. Proveremo a dire dopo perché giudichiamo totalmente inadeguato il provvedimento ma questo emendamento, insieme agli altri presentati dai colleghi dell'opposizione, in realtà è un emendamento molto di merito, che prova a colmare un vuoto grave lasciato dal provvedimento: quello relativo, come diceva già la collega Guerra prima, ai lavoratori a tempo determinato del settore dell'agricoltura. Infatti, non è possibile affrontare la questione del lavoro in agricoltura in concomitanza con eventi climatici e con una situazione climatica particolarmente sfavorevole, caldo torrido ma non solo, dimenticando che la grandissima parte dei lavoratori di agricoltura è a tempo determinato.

Noi cosa proponiamo? Proponiamo che i lavoratori agricoli a tempo determinato, che siano stati impegnati per almeno 5 giornate e che abbiano lavorato nelle zone colpite da eccezionali situazioni climatiche, possano rivolgere la domanda all'INPS direttamente, in proprio o tramite intermediari, attestando la propria presenza sul luogo di lavoro. Perché diciamo questo? Perché è necessario, come il Sottosegretario sa benissimo, avere un numero di giornate lavorative congruo per poter beneficiare degli ammortizzatori sociali. In realtà, le circolari dell'INPS, da questo punto di vista, fanno riferimento esclusivamente alle comunicazioni che vengono dalle imprese e dobbiamo dire che, dando un'occhiata agli elenchi anagrafici degli ultimi cinque anni, non è mai avvenuto che le imprese abbiano chiesto l'integrazione per i lavoratori in caso di calamità, cioè le imprese, in realtà, hanno rivolto all'INPS queste istanze soltanto per i benefici che riguardano le imprese. Quindi, tutti gli interventi che il legislatore ha fatto fino ad adesso in materia, diciamo così, di emergenza climatica, sono andati a vantaggio delle imprese e a vantaggio pari a zero per i lavoratori precari, i quali, invece, sono i soggetti più deboli, più esposti e molto spesso, in caso di eventi climatici gravi, perdono del tutto il lavoro, cioè l'attività lavorativa viene sospesa, inizialmente per giorni, per settimane, ma poi, sostanzialmente, non si riprende più. Quindi, davvero, questo non solo è un emendamento di buonsenso, ma, mi permetta di dirlo, a differenza di quello che fa gran parte di questo provvedimento, prova ad affrontare una situazione specifica, che rimane scoperta e che non dà alcuna possibilità neanche allo stesso lavoratore, che ha un interesse primario, di agire a tutela dei propri interessi. Quindi sarebbe davvero il caso di considerare l'accoglimento di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.11 Carotenuto, poi passeremo alla votazione degli identici 2.12 Scotto e 2.5 Mari.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.12 Scotto e 2.5 Mari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.01 Tucci. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Valorizzo questa proposta emendativa dei colleghi poiché compare - mi sembra di poter dire, per la prima volta - la categoria del difficilissimo lavoro della piccola pesca. Questo è un settore in cui, se si stimasse quanto viene riguardato dall'esperienza della morte da lavoro e della morte da tumori del lavoro, vi è il più alto numero di tumori dello stomaco per coloro i quali fanno la piccola pesca, poiché davvero patiscono lo stress termico, sia d'estate che d'inverno. Quindi, mi complimento con i colleghi che hanno sollevato la questione e davanti a questa fragilità non può essere che il legislatore, attraverso la consistenza della sua intuizione, della sua prefigurazione e della sua capacità di tutela, a rimuovere una differenza di opportunità.

Gli operatori della piccola pesca non sono quelli che viaggiano sulle navi di Gianluigi Aponte o di Grimaldi; sono quelli che vivono la condizione della rovina personale quando lavorano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Tucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

L'articolo aggiuntivo 2.02 Barzotti è stato dichiarato inammissibile.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Aiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Mari, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Carotenuto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.3 Mari e 3.10 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Tucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Gli articoli aggiuntivi 3.04, 3.07 e 3.06 Scotto sono stati dichiarati inammissibili.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 3.01 Mari e 3.03 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

L'articolo aggiuntivo 3.05 Scotto è stato dichiarato inammissibile.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.1 Mari, 4.2 Scotto e 4.3 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

L'emendamento 4.4 Barzotti è inammissibile.

Dovremmo passare agli ordini del giorno, ma in questi ultimi minuti ne sono stati depositati di ulteriori, per cui siamo costretti a procedere ad una sospensione per dare modo al Governo di esaminarli, di esprimere i pareri di competenza e permettere il vaglio di ammissibilità degli uffici.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 16,15.

La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16,19.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Durigon. Ne ha facoltà.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Considerato che sono arrivati all'ultimo momento alcuni ordini del giorno, che stiamo facendo valutare, chiediamo altri 15 minuti.

PRESIDENTE. Pertanto, se non ci sono pareri contrari, riprenderemo la seduta alle ore 16,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,35.

Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari e del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.

Sono risultati eletti: presidente, il deputato Jacopo Morrone, vice presidenti, i deputati Gerolamo Cangiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e Francesco Emilio Borrelli, e segretari, i deputati Dario Iaia e Marco Simiani.

Comunico, inoltre, che, sempre in data odierna, il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione ha proceduto alla propria costituzione.

Sono risultati eletti: presidente, il senatore Graziano Delrio, vice presidente, la senatrice Mara Bizzotto, e segretario, il senatore Matteo Gelmetti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1364.

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1364​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ha ritenuto ammissibile, ai sensi articolo 89, comma 1, del Regolamento, in quanto recante un contenuto estraneo al provvedimento in esame, l'ordine del giorno n. 9/1364/14 Auriemma, volto a ripristinare l'erogazione del reddito di cittadinanza.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Sottosegretario Durigon a esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/1364/1 Manes è accolto con la seguente riformulazione dell'impegno al Governo: “a valutare l'opportunità di”, sempre nell'impegno del rispetto dei vincoli di spesa.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1364/2 Aiello, n. 9/1364/3 Ascari e n. 9/1364/4 Iaria.

L'ordine del giorno n. 9/1364/5 Caramiello, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1364/6 Cherchi e n. 9/1364/7 Barzotti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/8 Carotenuto vi è la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di istituire un tavolo con compiti consultivi e di indirizzo in materia di salute e sicurezza dei lavoratori maggiormente esposti alle emergenze climatiche quali rider, artisti, ambulanti, valutando la correlazione tra tasso d'umidità e temperatura, nel rispetto dei limiti di finanza pubblica”.

Anche sull'ordine del giorno n. 9/1364/9 Tucci vi è la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1364/10 Appendino e n. 9/1364/11 Quartini.

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/12 Torto, espunte le premesse, vi è la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/13 Raffa il parere è contrario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1364/14 Auriemma è inammissibile.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/1364/15 Scutella' vi è un invito al ritiro. Il decreto attuativo dell'articolo 18-bis del DL Lavoro è stato adottato ed è all'attenzione degli organi di controllo, il tema costituisce una priorità.

PRESIDENTE. Invito al ritiro ovvero parere contrario, giusto? Quindi, se non accetta…

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Sì, però è già fatto.

L'ordine del giorno n. 9/1364/16 Sportiello, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/17 Pellegrini, parere contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1364/18 L'Abbate è accolto come raccomandazione, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/19 Cappelletti vi è la seguente riformulazione: “a continuare ad adottare urgenti (…)”, fino a “domestici” ed espungere la seconda parte dell'impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/20 Scotto il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1364/21 Bonelli è così riformulato: “a continuare a prevedere i necessari accertamenti fiscali”.

Anche l'ordine del giorno n. 9/1364/22 Soumahoro, espunte le premesse, è accolto con la seguente riformulazione: “ad adottare ogni misura utile a garantire la tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro sul fronte dei controlli, sul fronte della formazione dei lavoratori e sul fronte delle imprese”.

Anche l'ordine del giorno n. 9/1364/23 Gadda, espunte le premesse, è così riformulato: “a valutare l'opportunità di”.

L'ordine del giorno n. 9/1364/24 Fossi è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/1364/25 Gribaudo, espunte le premesse, è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/1364/26 Laus è accolto come raccomandazione.

II parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1364/27 Casu e 9/1364/28 Sarracino.

L'ordine del giorno n. 9/1364/29 Grimaldi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/30 Mari il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di definire un piano nazionale per (…)”.

II parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1364/31 Zanella.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/1 Manes, su cui c'è una proposta di riformulazione. Deputato Manes, accetta la riformulazione proposta dal Governo?

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Sì, l'accetto e chiedo che l'ordine del giorno sia votato.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/1 Manes, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/2 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/3 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/4 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

L'ordine del giorno n. 9/1364/5 Caramiello è accolto come raccomandazione, purché riformulato. Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/6 Cherchi il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Io chiedo di rivedere il parere contrario, perché con quest'ordine del giorno vorrei portare all'attenzione dei colleghi della maggioranza quanto più volte ribadito in Aula in merito al concetto di dignità, non solo dei lavoratori. Penso che la dignità e il rispetto siano valori che dovrebbero essere alla base di ogni rapporto umano. Dignità e rispetto sono valori inalienabili. Chiunque ha diritto a che la sua dignità venga riconosciuta, sia esso un lavoratore, un bambino o un anziano. Purtroppo, per questa maggioranza è un concetto che ancora non è ben radicato e lo dimostra con ogni provvedimento.

L'articolo 2 di questo decreto riconosce un trattamento pari ai due terzi della retribuzione spettante nei casi di intemperie stagionali agli operai agricoli aventi contratti a tempo indeterminato. Il problema che sorge è che tale disposizione non include i lavoratori stagionali del settore agricolo e della pesca e non tiene conto di un'esigenza fortemente segnalata da più parti, vale a dire il divieto di svolgere attività in condizioni di esposizione prolungata al sole, come succede con la raccolta della frutta e degli ortaggi, con la pesca e con la manutenzione del verde.

Come sappiamo, l'esposizione eccessiva allo stress termico comporta un aumento del rischio infortunistico, perché le elevate temperature, così com'è stato diffuso dal Ministero della Salute, possono causare malori, ridurre la capacità di attenzione del lavoratore e, di conseguenza, aumentare il rischio di un incidente, con scivolamenti e cadute, nonché il contatto con oggetti e attrezzature taglienti, che possono comportare ferite, lacerazioni o, peggio ancora, amputazioni. È vero che esistono - questo non lo nego - le protezioni individuali, però in alcune fasce orarie, soprattutto quelle più calde, queste ultime non sono in grado di garantire sufficiente sicurezza.

Insomma, siamo qui all'ennesimo provvedimento passerella, emanato sull'onda dell'emotività e solo per far tacere gli animi caldi senza, però, proporre soluzioni realmente utili al Paese, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui tale trattamento non è esteso anche agli stagionali e a coloro che lavorano sotto temperature cocenti; temperature che, purtroppo, oggi non sono più l'eccezione ma la normalità. Voi sapete che cosa vuol dire lavorare con temperature cocenti? Io spero di sì.

Per questo motivo chiedo al Governo di impegnarsi affinché si introducano misure volte semplicemente a vietare in fasce orarie particolarmente calde, come dalle 12 alle 16,30, lo svolgimento delle attività in ambienti di lavoro dove vi è maggiore esposizione prolungata al sole e ciò non solo per coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato ma anche per gli stagionali, quindi per i lavoratori a tempo determinato, perché tutti i lavoratori hanno diritto alla sicurezza sul posto di lavoro e nessuno dovrebbe rischiare di aggravare il proprio stato di salute a causa di attività svolte in simili condizioni.

Io non so se vi rendete conto cosa vuol dire lavorare da mezzogiorno fino alle 16,30 sotto il sole. È profondamente iniquo e ingiusto. Rivedete questo vostro parere, per cortesia, perché veramente a me piange il cuore quando vedo persone lavorare in quelle condizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/6 Cherchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/7 Barzotti, su cui il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Torno su un tema che a noi del MoVimento 5 Stelle sta profondamente a cuore, che riguarda la promozione e la diffusione del lavoro agile come strumento concreto per valorizzare il lavoro ed essere un po' al passo con i tempi, perché mi pare che questa maggioranza trascuri totalmente il lavoro innovativo, il lavoro sostenibile, il lavoro che può ben conciliarsi con la vita privata e, dunque, la qualità del lavoro. Trovo veramente imbarazzante che non si sia fatta alcuna menzione del lavoro agile.

Ripeto che il lavoro dev'essere socialmente e ambientalmente sostenibile e poi economicamente sostenibile. Quindi, evidentemente ragionare su come promuovere e diffondere la cultura del lavoro agile e la cultura del benessere organizzativo è un qualcosa che va fatto. Non si può più procrastinare questo ragionamento; anzi, con la pandemia eravamo riusciti a far passare un concetto, ossia che il lavoro da remoto deve essere un diritto. Il diritto alla disconnessione fa parte di quei nuovi rischi che dovremmo andare a valutare e prevenire. Siamo in questo mondo, nel 2023, quindi evidentemente non fare mai menzione del lavoro agile e del lavoro da remoto, quando ci sono nomadi digitali, persone che lavorano perennemente da remoto da tutte le parti del mondo, è veramente da preistoria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Anche in questo caso faccio un appello: dato che siamo anche di fronte a dei cambiamenti climatici di fatto strutturali, abbiamo necessità di vedere una visione dal punto di vista del lavoro. Quindi, oltre al fatto che il lavoro agile potrebbe benissimo essere inserito in una strategia più ampia di sicurezza sul lavoro, cosa che non vediamo assolutamente, è una misura che in questo particolare provvedimento sarebbe stata quanto mai necessaria ed opportuna proprio per contrastare gli eventi climatici avversi.

Per cui, in ragione di tutto quello che è stato detto, in ragione del numero impressionante di infortuni sul lavoro - sebbene questi ultimi siano costanti negli anni, perché comunque bene o male parliamo sempre di queste morti e di questi infortuni, e lo facciamo con una naturalezza incredibile, quando dovremmo veramente adottare tutti insieme una strategia di contrasto e prevenzione delle tragedie sul lavoro - evidentemente questa è una misura che andava introdotta. Come al solito avete sprecato una buona occasione, come al solito avete adottato un provvedimento insufficiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/7 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/8 Carotenuto, su cui c'è una proposta di riformulazione: viene accolta?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Posso riascoltare la riformulazione?

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario Durigon, siamo all'ordine del giorno n. 9/1364/8 Carotenuto. C'è una richiesta di rilettura della riformulazione.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di istituire un tavolo con compiti consultivi e di indirizzo in materia di salute e sicurezza dei lavoratori maggiormente esposti ad emergenze climatiche, quali rider, artisti e ambulanti, valutando la correlazione tra tasso di umidità e temperatura, nel rispetto dei limiti di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Onorevole Carotenuto?

DARIO CAROTENUTO (M5S). L'ultima frase, nel rispetto?

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Nel rispetto dei limiti di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Nel rispetto dei limiti di finanza pubblica: definizione classica e tradizionale. Che dice, deputato Carotenuto?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Non accetto la riformulazione, Presidente, ci sembra un impegno troppo blando anche rispetto a quanto ci è stato detto in Commissione, ma mi sento di poter dire anche rispetto ad altri ordini del giorno.

PRESIDENTE. Quindi, sta facendo la dichiarazione di voto?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Sì. Anche durante i lavori in Commissione ci era sembrato che ci fosse una maggiore apertura rispetto alle nostre proposte, che non riscontriamo adesso in Aula, francamente. Lo abbiamo detto in mille salse: siamo molto delusi, soprattutto visto il periodo che attraversa il nostro Paese e i recenti fatti drammatici degli incidenti sul lavoro, perché questo provvedimento, che poteva essere veramente importante per dare il segno di un cambio di passo, in realtà non cambia quasi niente, non incide quasi per nulla nella realtà lavorativa.

In particolare, pensiamo ai lavoratori stagionali, che non vengono neanche minimamente trattati da questo provvedimento, ma non solo. Francamente, un impegno come quello che chiedevo è veramente il minimo che si dovrebbe fare, avendo cura della dignità della vita dei lavoratori. Penso che dobbiamo cercare di imprimere veramente un cambio di passo da questo punto di vista perché non è possibile vivere in un Paese dove muoiono 3 persone al giorno sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ce lo ricordava ancora poche ore fa il Capo dello Stato. Quindi, occorre da parte nostra veramente un cambio di paradigma. Dobbiamo lanciare messaggi per cambiare una mentalità che si sta pericolosamente diffondendo per la quale il rischio sul luogo di lavoro è connaturato a qualsiasi lavoro. È una cosa francamente inaccettabile, quindi vi invito non solo a cambiare parere su quest'ordine del giorno, ma a cambiare proprio atteggiamento nei confronti della sicurezza sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/8 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/9 Tucci, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/9 Tucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/10 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/11 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/12 Torto c'è una proposta di riformulazione. Viene accolta?

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. È possibile riascoltare la riformulazione?

PRESIDENTE. Sottosegretario Durigon, per sua informazione, siamo all'ordine del giorno n. 9/1364/12 Torto.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Allora, espunte le premesse, “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione?

DANIELA TORTO (M5S). No, non accettiamo la riformulazione perché siamo di fronte alla richiesta di un bonus benzina soprattutto per le famiglie meno disagiate. La prima volta che avete provato a promettere non il taglio degli sconti sulle accise, ma il taglio delle accise - taglio subito - avete mandato, da una parte, a Porta a porta qualcuno a insegnarci le cose alla lavagnetta, dall'altra, avete addirittura mandato qualcuno - terrorizzato - alle pompe di benzina, lo ricordiamo bene.

Cinquanta euro devono finire nel mio serbatoio, non nelle tasche dello Stato: così recitava Giorgia Meloni in quel video (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, in realtà, oggi, si riproporrebbe meglio sulla sigla di Pinocchio. Noi rifiutiamo che questo Governo valuti l'opportunità di pensare a famiglie disagiate che non riescono a sostenere il caro carburante. Signori, il caro carburante è un problema del Governo Meloni che aveva promesso il taglio delle accise, ha tagliato gli sconti e oggi non vede, non guarda e non sente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/12 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/13 Raffa, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Raffa. Ne ha facoltà.

ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Chiederei al Governo di cambiare il parere su quest'ordine del giorno, perché, con quest'ultimo, non chiediamo altro che tassare gli extraprofitti delle assicurazioni. Già a settembre 2022 il Codacons chiedeva la stessa cosa al Governo perché, grazie alla pandemia prima e all'emergenza energetica dopo, le assicurazioni hanno avuto extraprofitti pari a 3,9 miliardi di euro. Vorrei capire perché questo Governo abbassa la testa contro le compagnie assicurative, contro le banche, contro le imprese che producono energia, mentre con i cittadini usa la mazza. E usa la mazza perché poi si vanta di aver abolito il reddito di cittadinanza, di aver tolto l'unico sostentamento economico per centinaia di migliaia di famiglie in Italia; si vanta di aver abolito il superbonus, che sta lasciando a casa 320.000 persone, 320.000 famiglie; si vanta di togliere diritti ai cittadini e con l'inflazione ci stiamo preparando a una legge di bilancio che vedrà tagli alla sanità, a tutti i servizi per il bene dei cittadini. Però, che cosa fa? Rifiuta di tassare gli extraprofitti delle assicurazioni.

Io vi dico soltanto una cosa: voi questo Paese lo stavo rovinando e vi dovreste solo vergognare, perché ci vuole coraggio a governare questo Paese e voi, invece, avete sempre la testa sotto la sabbia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché davanti a queste grandi aziende voi abbassate la testa e basta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/13 Raffa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

L'ordine del giorno n. 9/1364/14 Auriemma è inammissibile.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/15 Scutellà sul quale il Governo ha espresso un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare la deputata Scutellà. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire, ma sarò breve, Presidente. Le disposizioni presenti in questo provvedimento non risolvono il problema delle condizioni di sicurezza dei nostri lavoratori, soprattutto quando si verificano situazioni di emergenza climatica che, purtroppo, rendono le condizioni ancora più instabili. A volte, come conseguenza, si verificano gravi infortuni, mentre altre volte, purtroppo, addirittura delle morti, come oggi. La Calabria piange un lavoratore calabrese, a Lamezia Terme. Tutto ciò è devastante, terrificante, soprattutto se si pensa che, in meno di 7 giorni, è il secondo lavoratore della città di Lamezia Terme che muore mentre fa il suo dovere.

C'è una media, dall'inizio di quest'anno, di 40 lavoratori morti in Calabria, 560 in Italia, una media di 80 vittime al mese e la maggior parte hanno tra i 15 e i 24 anni. Questa mattanza deve finire, questo Governo deve porre fine a tale problematica.

Noi abbiamo chiesto di finanziare il Fondo, perché inizialmente questo Governo qualche cosa l'aveva fatta, bisogna essere sinceri; sì, aveva definanziato il Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro. Poi, dopo che vi abbiamo smascherato, quindi, sotto invito del MoVimento 5 Stelle, avete messo qualche soldo, perché comunque voi vi muovete solamente quando noi vi invitiamo a fare qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, proprio per questo, oggi, vi dico di mettere altri soldi su questo Fondo, vi dico di intervenire, perché il nostro Paese non si può più permettere tutto ciò.

Presidente, prima di concludere, vorrei citare le parole del Capo dello Stato, oggi, intervenuto proprio su questo: “Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza”. No, voi non state facendo abbastanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ci sono varie sottoscrizioni: il deputato Scotto e la deputata Gribaudo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/15 Scutellà, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/16 Sportiello; c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo che non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/16 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/17 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/18 L'Abbate; c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta?

PATTY L'ABBATE (M5S). Presidente, chiedo che cortesemente possa essere riletta la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Durigon, siamo all'ordine del giorno n. 9/1364/18 L'Abbate. C'è la richiesta di rilettura della sua proposta di riformulazione.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. L'ordine del giorno è accolto come raccomandazione, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Deputata L'Abbate, accetta?

PATTY L'ABBATE (M5S). No, non accetto la riformulazione, voglio che sia messo ai voti e chiedo di intervenire in dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Quello che vorrei dire è questo: qui abbiamo semplicemente chiesto di estendere la tutela ai lavoratori a tempo determinato; anche loro sono lavoratori. Purtroppo, realmente, se avessimo evitato con questo Governo di creare altro precariato avremmo meno lavoratori a tempo determinato, ma ci sono e anche loro tutti i giorni sono fuori. Non solo parliamo di quelli che lavorano nel campo dell'agricoltura, ma anche di chi è esposto a tutti gli agenti atmosferici.

La collega ha parlato di effettuare il contrasto e la prevenzione rispetto alle tragedie del lavoro, questo è l'argomento principale di oggi e sicuramente questo provvedimento su tale aspetto sta fallendo.

Ma la prevenzione principale che bisognerebbe fare, visto che questo decreto si chiama decreto Caldo, è sul cambiamento climatico. Vi dico questo perché c'è anche chi inizia a dire che non è vero che il cambiamento climatico sia di origine antropica, quindi, si stanno creando teorie alternative, ma quando cerchiamo di evitare il danno del cambiamento climatico lo facciamo in due modi: con la mitigazione, e qui CO2 e tutto quello a cui magari alcuni non credono, e poi con l'adattamento al cambiamento climatico e l'adattamento non è altro che evitare questo caldo. Da dove venga non si sa: vi sono teorie a cui si può credere e altre a cui non si può credere, ma, in realtà, esiste; esiste e sta mietendo, purtroppo, molte vite umane, non solo in termini di lavoratori, ma anche di altri cittadini.

Quindi, penso che questo ordine del giorno debba essere accettato, perché, purtroppo, non possiamo aspettare di valutare: valutare che ci siano altre persone che, purtroppo, perdono la vita, perché c'è questo caldo. La prevenzione deve essere effettuata, a partire, appunto, dalla mitigazione del cambiamento climatico, a partire dalla lotta alle tragedie che ogni giorno stanno avvenendo nel campo del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/18 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'ordine del giorno Cappelletti n. 9/1364/19, sul quale c'è una proposta di riformulazione. Prego, a lei la parola.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, chiedo anch'io al Sottosegretario Durigon la cortesia di rileggere la riformulazione, se è possibile.

PRESIDENTE. Sottosegretario Durigon? La richiesta di cortesia è accolta; quindi, le chiedo di rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1364/19.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. “A continuare ad adottare urgenti (…)”, e poi continua, ed espungere la seconda parte dell'impegno.

PRESIDENTE. È d'accordo? Accoglie questa riformulazione? No, allora, se vuole, faccia la dichiarazione di voto e poi lo votiamo.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Sì, procedo con la dichiarazione di voto. Non posso accogliere questa riformulazione, perché va a scorporare dall'ordine del giorno, con riferimento all'impegno del Governo, l'indicazione che viene data al Governo su dove andare a reperire queste risorse. Infatti, si stabilisce l'impegno di intervenire, ma nei limiti delle risorse di finanza pubblica e sappiamo quanto questo costituisca un limite.

Questo ordine del giorno impegna il Governo ad adottare misure per attenuare l'impatto dell'aumento dei costi dell'energia. È vero che i costi dell'energia sono diminuiti rispetto ai picchi cui abbiamo assistito, ma è altresì vero che, ad oggi, sono comunque il doppio, il triplo di quanto veniva pagato prima della crisi e, comunque, il doppio e il triplo di tanti altri Paesi che, in questa maniera, evidentemente, aumentano il loro vantaggio competitivo nei confronti del nostro Paese.

Per questo motivo si chiedeva al Governo di ricorrere alla tassazione sugli extraprofitti. Andiamo a guardare quei settori che hanno maggiormente guadagnato durante la pandemia da COVID-19, come i settori farmaceutico e assicurativo.

Si tratta naturalmente di un ipotetico contributo straordinario e temporaneo. Sappiamo, tuttavia, che, quando si tratta di intervenire nei confronti dei poteri forti, questa maggioranza e questo Governo sono particolarmente pavidi e timidi.

Un parere contrario a quest'ordine del giorno, così com'è stato formulato, significa negare che ai rincari energetici conseguano altri rincari (a partire ad esempio da quelli sui generi alimentari, a cui devono far fronte le famiglie), ma anche che dai costi energetici derivino problemi di competitività delle nostre imprese e del nostro sistema Paese.

D'altra parte, negli ultimi due anni il prodotto interno lordo è cresciuto - lo ricordo a me e a quest'Aula - di quasi l'11 per cento; nello stesso periodo, in questi ultimi due anni, è diminuito il debito pubblico di quasi dieci punti percentuali. Come conseguenza, invece, delle politiche imposte da questa maggioranza anche con la legge di bilancio per il 2023, assistiamo al dato trimestrale di meno 0,4 in termini di prodotto interno lordo mentre l'andamento tendenziale annuale è comunque uno “0” dovuto esclusivamente al PNRR che, peraltro, è stato approvato con la vostra opposizione.

A questo punto, preso atto che, probabilmente, forse, passerete alla storia proprio per questa inversione incredibile dell'andamento della nostra economia, prendendo atto anche del fatto che una delle cause principali è proprio questo, ossia l'incremento dei costi energetici e, quindi, la riduzione della competitività delle nostre imprese, non posso che appellarmi ad un ripensamento rispetto alla necessità di adottare misure per attenuare l'impatto dell'aumento dei costi dell'energia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cappelletti n. 9/1364/19, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/20 Arturo Scotto sul quale vi è il parere favorevole da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Soltanto per ringraziare i colleghi di maggioranza e di opposizione, i capigruppo in Commissione lavoro, il presidente Rizzetto, i deputati e le deputate della regione Campania e il sottosegretario Claudio Durigon.

Quest'ordine del giorno dà una risposta importante a 312 lavoratrici e lavoratori della ex Whirlpool che vedranno la propria NASpI scadere il 31 ottobre di quest'anno. Con quest'ordine del giorno, e poi con un emendamento che verrà inserito in un altro provvedimento, garantiamo la continuità nel reddito attraverso ammortizzatori sociali, nel momento in cui finalmente, dopo tanto tempo, quella vertenza può dirsi risolta con l'ingresso di un nuovo attore economico.

PRESIDENTE. Deputato Scotto, le chiedo scusa, sono costretto a interromperla. Prendo il suo intervento per una dichiarazione di voto. Lei, cioè, dopo chiederà il voto su questo ordine del giorno, perché altrimenti il Regolamento non prevede che lei possa fare un intervento.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Io credo che sia giusto che sia condiviso da tutti e chiederei anche il voto.

PRESIDENTE. Bene, prosegua.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Termino, dicendo che mi sembra un segnale molto importante di unità del Parlamento, un segnale di sensibilità del Governo e una risposta vera a 312 persone in una città difficile come Napoli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo su questo ordine del giorno, ringraziando tutti i colleghi e tutte le colleghe che lo hanno sottoscritto e hanno accompagnato, nel corso di questi anni, la vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori della Whirlpool. È una questione meridionale, perché la questione meridionale è una questione italiana, è una questione di legalità; cioè dare la prospettiva di una continuità del reddito alle lavoratrici, agli uomini e alle donne del vecchio insediamento della Whirlpool, è un modo di dire che lo Stato c'è e che l'alternativa all'illegalità è una certezza verso una strada della legalità, fatta di dignità, di diritti, di reddito. Soprattutto, il ringraziamento va alla tenacia, alla determinazione, alla volontà delle lavoratrici e dei lavoratori della Whirlpool che, nonostante tutto, hanno creduto, hanno lottato insieme alle organizzazioni sindacali, insieme alla città di Napoli, insieme alle cittadine e ai cittadini della regione Campania, soprattutto facendo capire all'Italia intera che parlare di lavoro nel Meridione, nel Mezzogiorno, vuol dire ridare dignità all'Italia, vuol dire ridare dignità a chi vive in quei territori dove la parola “lavoro” a volte sembra un favore, quando in realtà dovrebbe essere un diritto. Quest'ordine del giorno dimostra ancora una volta che unendosi, mettendo le nostre voci e mettendo al centro il lavoro si possono dare risposte. Per questo motivo il ringraziamento va non solo ai colleghi e al Governo ma, soprattutto, alle lavoratrici e ai lavoratori della ex Whirlpool. Ci hanno creduto perché è una storia generazionale ma, soprattutto, è una storia di chi, tra di loro, oggi non c'è più ma ha sempre creduto in questa vertenza (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Per sottoscrivere? No. Vuole parlare in dichiarazione di voto? Prego, ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Sì, in dichiarazione di voto. Trovo molto importante questo momento, questo voto che ci accingiamo a dare, perché è significativo per la battaglia che hanno condotto, come dicevano i miei colleghi in precedenza, gli operai della Whirlpool, una lotta che dura da anni, in cui hanno rivendicato veramente cosa significa la dignità del lavoro. Noi ci stiamo battendo da anni affinché un reddito minimo sia garantito a tutti. Questo caso specifico, così come questo ordine del giorno, ci ricordano quanto sia importante garantire un reddito minimo a tutti, perché adesso stiamo qui a chiedere che questi lavoratori non siano abbandonati neanche per qualche mese. Purtroppo, questo è lo scenario che vivranno e che stanno vivendo centinaia di migliaia di italiani che stanno perdendo il reddito di cittadinanza in questi mesi. Allora, io spero veramente che questo voto sia fautore di un ripensamento generale rispetto alle politiche di welfare di questo Paese da parte di questo Governo e non vedo l'ora di votare a favore su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. C'è una richiesta di sottoscrizione da parte dei deputati Caramiello e Penza. Ovviamente, chi vuole sottoscriverlo può segnalarlo. Il deputato Aiello sottoscrive.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/20 Scotto, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/21 Bonelli, sul quale c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Deputato Bonelli, la accoglie?

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Sì, accolgo la riformulazione che, se non ho compreso male, sarebbe, signor Sottosegretario, “a continuare a prevedere”. Giusto? Bene, io la accolgo, però faccio notare al Governo che non è come il Governo ritiene di sostenere…

PRESIDENTE. Deputato Bonelli, sono costretto a fare a lei la stessa puntualizzazione fatta in precedenza.

ANGELO BONELLI (AVS). Intervengo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Sì, ma non lo aveva detto, quindi glielo volevo far dire.

ANGELO BONELLI (AVS). Le chiedo scusa, Presidente, accolgo e intervengo.

PRESIDENTE. Quindi adesso è formalmente ineccepibile anche il suo intervento. Prego.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie. Faccio presente al Governo che, per quanto riguarda il provvedimento, anzi, semplifico, la tassa sugli extraprofitti del Governo Draghi, il Governo non ha fatto alcun accertamento fiscale, come è dimostrato dagli interventi in Aula, in occasione di ben due question time, del Ministro Giorgetti. Come lei ben saprà, mancano all'appello 8,3 miliardi di euro di quella tassa, che questo Governo ha rinunciato a prelevare. Voi vi accingete a fare una manovra finanziaria in cui chiederete tagli alla sanità, alla scuola, al trasporto pubblico, quando c'è un gruzzolo, che sta lì, di questa ricchezza che si è accumulata nelle aziende delle lobby energetiche, pensiamo all'ENI in primis, che avete rinunciato a esigere. Quindi, l'accertamento fiscale non c'è.

Per quanto attiene, invece, alla norma che riguarda il Governo Meloni, approvata con la manovra finanziaria del 2023, avete prorogato, proprio con questa legge, il versamento del contributo di solidarietà al 30 novembre - prima era il 30 giugno - perché erano stati versati solo 82 milioni di euro. Quindi, noi accettiamo, perché vorremmo verificare, e saremo lì a farlo, finite queste date, quante risorse, Sottosegretario Durigon, avrete consegnato alle casse dello Stato da parte di chi ha accentrato e concentrato, dalla speculazione del gas e del mercato elettrico, quantità di ricchezze enormi ai danni degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/21 Bonelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/22 Soumahoro c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta, deputato Soumahoro?

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Cortesemente, chiedo al Governo di rileggerla, grazie.

PRESIDENTE. Il Governo?

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Espunte le premesse, è accolto con la seguente riformulazione: “ad adottare ogni misura utile a garantire la tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro sul fronte dei controlli, sul fronte della formazione dei lavoratori e sul fronte delle imprese”.

PRESIDENTE. Onorevole Soumahoro?

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Vorrei fare una dichiarazione di voto, Presidente, gentilmente.

PRESIDENTE. Ha 2 minuti e mezzo residui.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Proprio in quest'Aula, 76 anni fa…

PRESIDENTE. Quindi accetta la riformulazione, comunque?

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Sì, sì, la accetto, ma volevo fare una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Accetta e fa una dichiarazione di voto, per poi votare. Prego.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Sì, grazie, Presidente. Proprio in quest'Aula, 76 anni fa, veniva festeggiato l'articolo 1 della nostra Carta costituzionale. E non si festeggiava il tema della sovranità, perché i Padri costituenti erano tutti d'accordo sul fatto che l'Italia fosse, rimanesse e sarebbe rimasta sempre sovrana, ma il festeggiamento era legato alla parola lavoro, perché lavoro vuol dire tenere in piedi la struttura della nostra Repubblica, lavoro vuol dire garantire a chi esce da casa per andare a lavorare di poter rientrare dai propri affetti, dai propri cari.

Con i numeri dei morti sul lavoro possiamo dire che sono in discussione le basi, le fondamenta della nostra Repubblica. Il senso di responsabilità, l'invito all'intelligenza da parte del Presidente della Repubblica proprio nella giornata odierna, è un invito all'intelligenza di tutti noi. Con i morti sul lavoro che noi abbiamo oggi, possiamo dire che la nostra Repubblica democratica, fondata sul lavoro, rischia di essere destinata ad essere una Repubblica democratica fondata sui morti sul lavoro. E noi, quando parliamo di prevenzione, quando parliamo di cultura del lavoro, abbiamo la responsabilità di creare il tessuto legislativo per poter accompagnare, generare e far germogliare i fiori di quella cultura del lavoro e della sicurezza. Per questo motivo, ringrazio, accetto il parere e chiedo di mettere al voto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/22 Soumahoro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/23 Gadda c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Io vorrei chiedere alla Sottosegretaria di valutare la riformulazione, perché credo che questo ordine del giorno non sia stato interpretato nella maniera corretta e anticipo al Presidente che comunque chiederò di metterlo ai voti, quindi intervengo in dichiarazione di voto.

L'ordine del giorno elenca in premessa - la proposta di riformulazione del Governo è di espungere le premesse - i fatti: quanto avvenuto dal 4 al 31 luglio in Lombardia in seguito ai gravissimi eventi atmosferici di cui però i comuni, soprattutto nella zona di Milano, di Como e di Varese, vedono tuttora gli effetti. Invito la Sottosegretaria a visitare quelle zone: tuttora in alcuni comuni sono stati distrutti, a causa della grandine, non soltanto i tetti, le facciate e gli impianti, ma addirittura i mezzi dei volontari, dei Vigili e della Protezione civile. Quindi, la premessa non ha nessuno scopo giudicante rispetto a quanto…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, accetta o non accetta la riformulazione?

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Ho chiesto al Governo di rivedere la riformulazione; se è possibile, di riconsiderare la proposta di riformulazione.

PRESIDENTE. Però sta facendo la dichiarazione di voto. Il Governo ha dei ripensamenti al riguardo? No. Quindi prosegua, termini la sua dichiarazione di voto e poi votiamo.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Allora, accetto la riformulazione e chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno, però sottolineo che le premesse di questo ordine del giorno semplicemente elencano i fatti, semplicemente elencano lo stato dell'arte, semplicemente elencano le risorse che il Governo e la regione Lombardia hanno stanziato, non per rappresentare una deminutio nei confronti della regione o del Governo, ma per chiedere, proprio alla luce della situazione che abbiamo davanti e che i comuni stanno vivendo, di avere presente la situazione di questa regione, perché sono oltre 400 i comuni che hanno risposto alla richiesta della regione Lombardia di elencare i danni. Sono state destinate risorse soltanto per le strutture scolastiche, ma - ripeto, ribadisco e invito a visitare quelle zone - ci sono anche cimiteri, municipi, edifici pubblici di ogni tipo e persino strutture che non sono di proprietà comunale, come quelle di proprietà privata, del Terzo settore, delle scuole materne e delle scuole dell'infanzia, che ad oggi risultano inagibili. Io accetto la riformulazione proprio in un'ottica di responsabilità, ma è necessario reperire più risorse e, soprattutto, portare avanti un'opera di maggiore coordinamento, non soltanto tra Stato e regione, ma anche con tutti gli organismi preposti ai controlli, perché nelle premesse, che appunto voi avete chiesto di espungere, c'è anche il tema delle case popolari. Ad oggi, non risultano effettuati interventi sulle case popolari e anche in questo caso ci sono edifici che sono quasi completamente inagibili, con tetti scoperchiati, in prossimità della stagione autunnale.

Quindi, io chiedo un impegno vero da parte del Governo. Si tratta di un ordine del giorno; tra poco esamineremo la legge di bilancio, quindi questo impegno deve essere tradotto in fatti concreti. Dunque, accetto la riformulazione e chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/23 Gadda, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/24 Fossi c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta? Ha chiesto di parlare il deputato Fossi. Ne ha facoltà.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno sia messo in votazione, facendo due brevi considerazioni in dichiarazione di voto. Noi consideriamo questo provvedimento nel suo complesso insufficiente perché, non solo non prende piena consapevolezza del fenomeno dei cambiamenti climatici - come è stato sottolineato più volte da tante colleghe e tanti colleghi -, ma neanche fa scaturire, di conseguenza, particolari tutele rispetto ad alcune categorie di lavoratrici e di lavoratori. Questo lo vediamo in generale nell'impianto del provvedimento, del decreto, ma lo vediamo anche rispetto a come è stato liquidato questo ordine del giorno, che ha a cuore il tema di una categoria di lavoratori che ha poche tutele e non riceve, da parte del legislatore e del Governo, la stessa importante considerazione della categoria dei rider. Credo che noi tutti abbiamo in mente l'immagine di quel rider della città di Genova che qualche tempo fa, qualche settimana fa, sfidando un nubifragio, cercava di raggiungere, con fatica, il luogo di destinazione della consegna a domicilio.

Ebbene, noi chiedevamo, con questo ordine del giorno, di attivare specifiche tutele per i rider rispetto ai fenomeni climatici estremi. Con la riformulazione, di fatto viene risposto picche a questa esigenza e quindi non possiamo accettare che un fatto così importante e centrale venga liquidato così (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo ordine del giorno, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, e fare due considerazioni su questo tema. Effettivamente, siamo rimasti colpiti dall'immagine di quest'estate a Genova di Alì, il rider in bicicletta, al buio, sotto la pioggia, nel mezzo del nubifragio - in quel momento c'era l'allerta arancione - con condizioni climatiche totalmente avverse e pericolose. Lui si è trovato praticamente solo, in mezzo alla strada, sotto il nubifragio, con dietro un autobus che, tra l'altro, rischiava anche di investirlo. Questa persona ha messo in pericolo la propria vita per lavorare, perché non aveva altra scelta. A questi lavoratori, a questi rider, viene dato un bonus per stare sotto la pioggia, ma evidentemente nessun bonus può essere compensativo del rischio della propria vita. Il Governo deve intervenire assolutamente sulla questione sicurezza sul lavoro anche e soprattutto con riguardo ai lavoratori più fragili, come sono appunto i rider. Non vogliamo più avere impresse nella nostra memoria immagini svilenti e veramente allarmanti, come quella di quest'estate del rider Alì. Quindi, per questo motivo, noi sottoscriviamo questo ordine del giorno e voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che anche il deputato Furfaro sottoscrive questo ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/24 Fossi, con il parere contrario del Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Sull'ordine del giorno n. 9/1364/25 Gribaudo c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Che questo decreto sia tardivo e parziale è già stato sottolineato dai colleghi che mi hanno preceduto. In modo particolare su alcuni emendamenti abbiamo provato a farlo presente al Governo - anche se sappiamo che si tratta di un provvedimento in seconda lettura - per attenzionare tutto il Parlamento su un tema: questo decreto copriva solamente un lavoratore su dieci del comparto agricolo. Con questo ordine del giorno, Presidente, noi chiediamo al Governo di fare una cosa molto semplice, che pure è già stata annunciata dal Governo. La Ministra Calderone ha annunciato che avrebbe fatto un intervento strutturale perché con questo decreto, che abbiamo approvato tardivamente e parzialmente, abbiamo coperto solamente il 10 per cento dei lavoratori agricoli. Con la riformulazione di questo ordine del giorno che il Governo mi ha presentato, di fatto state non solo sbugiardando la Ministra Calderone, ma state dicendo al 90 per cento dei lavoratori agricoli che voi non avete intenzione di occuparvi, nemmeno nei prossimi interventi, del loro lavoro, della loro esposizione al caldo. Dunque, ancora una volta, avete svelato che non vi occupate dei lavoratori più fragili. Ecco perché inviterei il Governo a rivedere il parere. Naturalmente sono disponibile anche a ragionare sulle premesse, ma, francamente, dire che questo ordine del giorno viene preso come raccomandazione e, tutto sommato, non si prendono minimamente in considerazione i dati del CREA e quello che è stato scritto è davvero una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Mi sembra che il Governo non abbia nulla da aggiungere.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/25 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Ordine del giorno n. 9/1364/26 Laus: c'è una proposta di riformulazione parte del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, chiedo se il rappresentante del Governo mi possa rileggere la riformulazione.

PRESIDENTE. Stiamo parlando dell'ordine del giorno n. 9/1364/26 Laus: c'è una proposta di riformulazione o una raccomandazione? È accolto come raccomandazione.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Infatti avevo capito così ma, siccome lei ha fatto riferimento a una riformulazione, credevo di non aver capito.

PRESIDENTE. Per riformulazione si intendeva accolto come raccomandazione.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Ci siamo capiti, Presidente. Se è accolto come raccomandazione, come, appunto, ci è stato sottolineato, poiché io firmo questo ordine del giorno, a nome anche degli altri firmatari, non accetto questo accoglimento come raccomandazione e chiedo, invece, che sia messo ai voti, perché il tema di cui stiamo parlando è assolutamente troppo rilevante per essere liquidato in questo modo.

Durante tutto il periodo della pandemia, finalmente, siamo arrivati a una convinzione comune, collettiva, sul fatto che ci siano persone fragili, che non possiamo assolutamente esporre al contagio o a contagi, come è stato il COVID e come potrebbe tornare ad essere il COVID, e per i quali sul campo del lavoro esistono soluzioni praticabili: in primo luogo, lo smart working, che sia nel pubblico che nel privato è ampiamente praticabile, e, in secondo luogo, anche soluzioni specifiche che possano mettere in sicurezza rispetto alla debolezza, alla fragilità che accusano.

È fondamentale che il Governo si impegni a prendere seriamente in carico questa proposta, che chiede semplicemente di monitorare la situazione, con specifico riferimento al fenomeno della diffusione dei contagi COVID, al fine di valutare la possibilità di mettere in piedi, di nuovo, una risposta concreta, che, invece, sappiamo essere ormai sospesa dal giugno di quest'anno. È un problema serissimo. Noi eravamo convinti che questa soluzione fosse stata acquisita una volta per tutte. Ripeto, è un problema di civiltà e, quindi, chiedo che su questo ordine del giorno ci sia l'espressione del voto da parte dell'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/26 Laus, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Ordine del giorno n. 9/1364/27 Casu: c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, l'allergia ai controlli di questo Governo rischia di diventare una malattia incurabile per il Paese. Io vi direi di fermarci un secondo, almeno a leggere quello che stiamo per votare, l'impegno che chiediamo: “ad adottare ogni iniziativa utile al fine di potenziare i controlli sull'utilizzo appropriato delle risorse previste dal decreto-legge all'esame”. Ma davvero questo Parlamento può votare contro, con un parere contrario, a potenziare i controlli sull'utilizzo appropriato delle risorse? Ma dove stiamo arrivando (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)? E questa cosa, che è già gravissima, è ancora più grave perché, appena 2 mesi fa, praticamente, un testo quasi identico ha avuto sempre una proposta da parte delle opposizioni, ma un voto favorevole da parte del Governo. Cosa è cambiato in questi 2 mesi? Perché 2 mesi fa eravate d'accordo a potenziare i controlli e, oggi, non siete più d'accordo a potenziare i controlli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)?

Perché, vedete bene, la questione dello scandalo che riguarda la cassa COVID che colpisce la Visibilia Editore - stiamo seguendo, sarà la magistratura a dirci quello che è effettivamente successo e grazie a chi, anche dal punto di vista giornalistico, sta facendo un ottimo lavoro per far emergere ogni giorno nuovi elementi - è solo la punta dell'iceberg di un enorme spreco di risorse pubbliche: secondo uno studio dell'Ufficio parlamentare di bilancio del 2020, 2,7 miliardi di euro di spesa si sarebbero potuti risparmiare in presenza di comportamenti corretti.

La domanda che facciamo con questo ordine del giorno al Governo e al Parlamento - e ciascuno si assuma la responsabilità del voto che porterà avanti - è: in questo momento così difficile per il Paese possiamo dare un'indicazione che non è quella di fare il massimo per garantire tutti i controlli perché nemmeno un centesimo delle risorse che stiamo destinando oggi venga sprecato? Possiamo votare contro questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/27 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Sull'ordine il giorno n. 9/1364/28 Sarracino il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà per 2 minuti. Prego.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io aggiungo la mia firma e anche a nome degli altri firmatari dico che non accettiamo la trasformazione in raccomandazione del parere su questo ordine del giorno. Siamo di fronte ad un Governo che si vanta di aver messo una tassazione sugli extraprofitti delle banche - vedremo con quali esiti, perché ogni giorno viene diluita - ma, al tempo stesso, con questo decreto introduce un sospetto differimento dei termini per il versamento dell'imposta, che già esiste, sugli extraprofitti del settore energetico.

Il nostro ordine del giorno si limita a chiedere che siano adottate le opportune misure affinché questo differimento non determini un ingiustificato beneficio per le imprese del settore energetico che hanno registrato extraprofitti e non ci siano effetti finanziari sul bilancio dello Stato. Come dire, o c'è la risposta o non c'è, prenderla come raccomandazione è decisamente una presa in giro e, quindi, chiedo che sia messo ai voti questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/28 Sarracino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Ordine il giorno n. 9/1364/29 Grimaldi, accolto come raccomandazione: sentiamo se il deputato Grimaldi accetta o meno. Prego.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Sono tentato di accogliere questa raccomandazione, ma, purtroppo, le direi di “no” e farei una dichiarazione di voto, chiedendo, ovviamente, il voto, e le spiego perché.

Diversi mesi fa è stata accolta come raccomandazione la nostra richiesta di prevedere nel primo provvedimento utile un intervento per i cosiddetti fattorini. Perché prendiamo di nuovo la parola oggi? Perché - lo diciamo così - la scorsa settimana, non so se ha letto - lo dico al Governo -, è morto un ennesimo fattorino: si chiama Giuseppe De Vita, aveva 42 anni, è morto a Napoli, dopo giorni e giorni di agonia.

Il problema non è solo che calore fa lì fuori, il problema non è se piove, diluvia, se è una giornata in cui c'è la Champions o è una giornata di magra per quei fattorini. Il punto - gliela dico così - è che non si può morire per uno stramaledetto hamburger, perché pagati a cottimo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Pagati a cottimo, che vuol dire dover accelerare, andare più veloce, che vuol dire che, in questo Paese, per riuscire ad avere un salario minimo legale, bisogna fare due o tre consegne e, se piove, allora, bisogna stare più attenti, ma bisogna continuare a correre. Se c'è caldo bisogna continuare a correre, perché per fare quel salario minimo legale bisogna arrivare a quelle tre maledette consegne.

Allora, glielo diciamo così: non possiamo aspettare ancora! Non possiamo aspettare per motivi di sicurezza sul lavoro e non possiamo farlo perché il prossimo provvedimento rischia di nuovo di non avere al centro i fattorini che chiedono solo di essere inquadrati, come in tante altre parti del mondo, come lavoratori e lavoratrici, perché non sono lavoretti e la dignità c'è sempre, anche a due ruote e anche quando si va a consegnare una pizza (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/29 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1364/30 Mari, su cui c'è una proposta di riformulazione. Prendo atto che la proposta di riformulazione viene accolta. Il presentatore chiede che l'ordine del giorno sia comunque posto in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/30 Mari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

Sull'ultimo ordine del giorno n. 9/1364/31 Zanella il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Presidente, mi dispiace davvero che il Governo non abbia nemmeno accolto come raccomandazione la mia proposta di ordine del giorno. Mi dispiace anche alla luce del dibattito di oggi che ha affrontato nel merito quanto corrisponde al nostro dispositivo. Chiedo, perciò, che venga quanto meno posto in votazione, perché rimanga agli atti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1364/31 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento in oggetto, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30, con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e il voto finale.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Prego more solito i colleghi che vogliono abbandonare l'Aula di farlo velocemente e in silenzio, in modo tale che gli oratori possano svolgere i propri interventi di fine seduta senza essere disturbati. Colleghi!

Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Ascari. Ne ha facoltà per due minuti.

Colleghi, vi prego di accelerare le operazioni di uscita dall'Aula e di farlo silenziosamente, perché dobbiamo ancora terminare i lavori di oggi. Prego, deputata Ascari.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Dal 31 agosto scorso Khaled El Qaisi, un nostro concittadino italo-palestinese, ricercatore presso l'Università La Sapienza di Roma, è stato arrestato dalle autorità israeliane al confine tra Cisgiordania e Giordania, sotto gli occhi della moglie e del figlio di 4 anni, senza che venisse fornita loro alcuna spiegazione.

Sempre dal 31 agosto si trova in una galera israeliana e lo scorso 7 settembre si è tenuta la prima udienza, in cui è stato prorogato il termine di detenzione, ma senza che venisse data la possibilità al signor Khaled di interloquire con il suo avvocato, né all'avvocato di poter accedere agli atti e capire di quali accuse venga accusato il suo assistito.

Assieme agli altri membri dell'Intergruppo parlamentare per la pace tra Israele e Palestina, abbiamo immediatamente interessato il Ministro degli Affari esteri, le ambasciate di competenza e presentato un'interrogazione parlamentare affinché siano rapidamente accertate le ragioni della custodia di Khaled e sia garantito il pieno diritto di difesa.

Ci tengo, però, a sottolineare che la detenzione di Khaled non è affatto un caso isolato. Come emerge dall'ultimo rapporto della relatrice speciale ONU Francesca Albanese, nel solo anno 2022 circa 7.000 palestinesi, tra cui centinaia di bambini, sono stati arrestati, e attualmente ci sono circa 5.000 detenuti, di cui 1.200 senza accusa, né processo.

Sempre dalla relazione si legge che la privazione della libertà è un elemento centrale dell'occupazione di Israele, che fa uso ampio, sistematico e quotidiano di arresti arbitrari, processi iniqui e torture.

Chiedo - e chiudo, Presidente - che le autorità non si voltino dall'altra parte, ma che pretendano il rientro immediato del signor Khaled in Italia, trattandosi di un nostro concittadino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo oggi per rappresentare una questione che è veramente molto cara al territorio da cui provengo e che si configura come un'emergenza nazionale. Da dove vengo io c'è l'emergenza della peste suina: evidentemente, non è stato fatto abbastanza per arginare questo problema. Ho saputo, leggendo dalla stampa, che il commissario straordinario ha elaborato un piano quinquennale per la prevenzione e il contrasto alla diffusione di questo virus, che prevede semplicemente l'abbattimento dei cinghiali. Ci sarà per il primo anno l'abbattimento di circa 600.000 cinghiali, quindi con un incremento del 96 per cento degli abbattimenti rispetto agli anni scorsi.

Presidente, noi, come MoVimento 5 Stelle, riteniamo che il commissario non abbia fatto abbastanza, che questo piano sia totalmente deludente e che non possa di certo portare risposte a un settore, quello suinicolo, che è veramente in sofferenza. Un settore che vede eccellenze del made in Italy e che non sta trovando risposte pronte da questo Governo.

Quindi, per suo tramite, le chiedo di sollecitare un piano più generale, che non veda semplicemente l'abbattimento dei cinghiali, ma che si configuri come una vera e propria strategia più ampia.

Noi addirittura, a Voghera, qualche mese fa, abbiamo visto autorizzare un rally proprio nei territori in cui c'erano focolai di virus. Evidentemente l'uomo è un veicolo potentissimo di diffusione del virus, rispetto, tra l'altro, ai cinghiali, che si muovono peraltro molto lentamente, per cui questo piano non può essere considerato sufficiente.

Le chiedo un intervento immediato perché le risposte non stanno arrivando, il settore si sta piegando e ci sono allevatori disperati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vito De Palma. Ne ha facoltà, per due minuti.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Il tema in discussione è quello dei cinghiali. Voglio riportare all'attenzione dell'Aula quanto avvenuto, purtroppo, nei giorni scorsi a Marina di Ginosa, in provincia di Taranto, dove un cittadino all'interno del centro abitato è stato investito - letteralmente investito - da un branco di cinghiali e, oggi, è ricoverato in coma presso un ospedale del tarantino.

La stessa cosa, purtroppo, è avvenuta in Contrada San Basilio a Mottola, sempre nei giorni scorsi, dove addirittura 9 cinghiali sono stati di fatto abbattuti da automobilisti che hanno ovviamente rovinato completamente la propria automobile; ciò mette a serio rischio l'incolumità dei cittadini. Questa cosa è, purtroppo, frequente nelle campagne di Castellaneta, di Ginosa, di Laterza, tutte località del tarantino all'interno della Murgia tarantina e della Murgia barese. Purtroppo, tutto ciò desta grave preoccupazione per la sicurezza dei cittadini.

Questo fenomeno non è attenzionato dalla regione Puglia né dalle comunità locali e, purtroppo, vi è la necessità di un'attenzione per dare ai cittadini un senso di sicurezza e la possibilità di godere della necessaria incolumità. A questo, aggiungiamo anche i seri danni che i cinghiali stanno provocando alle campagne e agli agricoltori, i gravi danni, appunto, ai raccolti.

Che cosa chiedo? Chiedo che il Governo intervenga con misure straordinarie, vista l'assenza delle istituzioni locali e chiedo che intervenga, magari, anche, come richiesto da alcune organizzazioni di categoria, con il ricorso alle Forze armate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfredo Antoniozzi. Ne ha facoltà, sempre per due minuti.

ALFREDO ANTONIOZZI (FDI). Signor Presidente, intervengo per una notizia lieta, ogni tanto fa bene: ieri ha compiuto novant'anni uno dei più grandi sportivi italiani, lo abbiamo festeggiato con gli amici ieri sera. Parlo di Nicola Pietrangeli, grande del tennis, che ha dato onore e lustro al nostro Paese e alla bandiera italiana in tantissime competizioni sportive.

Sarebbe bello che da quest'Aula partisse un applauso al grande Nicola Pietrangeli (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Presidente, mio malgrado, intervengo perché abbiamo appreso con tristezza, sgomento e dolore dell'ennesima morte in un luogo di lavoro, nei cantieri della zona industriale di Lamezia Terme. Si trattava di Tonino Mastroianni.

Intervengo, signor Presidente, da parlamentare, ma anche e soprattutto da uomo di cantiere. L'ultima volta che ho incontrato Tonino era proprio su una scala e stava lavorando. Allora, intervengo per dare solidarietà alla famiglia, per dare solidarietà alla comunità che ha espresso la nascita di questo importante ragazzo, di questo operaio.

Signor Presidente, non si può più rimanere inermi di fronte alla frequenza con cui avvengono questi incidenti in un luogo che dovrebbe essere nobilitante per l'operaio, per l'uomo, ma che invece si rivela essere un fronte di guerra, che miete tante, troppe vittime.

È necessario intervenire. È necessario intervenire con delle normative affinché si cambi una mentalità, nostro malgrado, che va nella direzione di pensare che si possa risparmiare sulla sicurezza.

È un luogo importante, quello del Mezzogiorno d'Italia; è un luogo molto fragile soprattutto da questo punto di vista, sotto l'aspetto della sicurezza. Bisogna intervenire, perché non è accettabile che delle persone, che la mattina escono per procurare un pezzo di pane per la propria famiglia, poi rischino di non tornare a casa (Applausi).

Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento e assegnazione di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica: "Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy" (1341).

Alla luce del parere espresso nella seduta odierna dalla V Commissione (Bilancio) ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.

A norma degli articoli 72, comma 1, e 123-bis, comma 1, del Regolamento, il disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla X Commissione (Attività produttive), con il parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), III, V, VI, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), VIII, IX, XI, XII, XIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XIV.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 13 settembre 2023 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):

S. 826 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 luglio 2023, n. 98, recante misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica e di termini di versamento (Approvato dal Senato). (C. 1364​)

Relatrice: SCHIFONE.

2. Seguito della discussione dei disegni di legge:

S. 791 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2022 (Approvato dal Senato). (C. 1343​)

S. 792 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2023 (Approvato dal Senato). (C. 1344​)

Relatrice: LUCASELLI.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 18,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 12 e 20 il deputato Rubano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 15 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 16 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Benvenuti Gostoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 38 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1364 - EM 1.11 267 265 2 133 107 158 59 Resp.
2 Nominale EM 1.4 275 273 2 137 110 163 59 Resp.
3 Nominale EM 1.9 278 261 17 131 98 163 58 Resp.
4 Nominale EM 1.6 277 259 18 130 95 164 58 Resp.
5 Nominale EM 1.14 279 276 3 139 113 163 58 Resp.
6 Nominale EM 1.10, 1.1 284 282 2 142 116 166 58 Resp.
7 Nominale EM 1.8 282 279 3 140 114 165 57 Resp.
8 Nominale EM 1.13 282 280 2 141 97 183 57 Resp.
9 Nominale ART AGG 1.03 286 284 2 143 99 185 57 Resp.
10 Nominale ART AGG 1.01 285 283 2 142 100 183 57 Resp.
11 Nominale ART AGG 1.02 288 271 17 136 100 171 57 Resp.
12 Nominale ART AGG 1.04 287 285 2 143 100 185 57 Resp.
13 Nominale EM 2.9 288 287 1 144 119 168 57 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 2.10 289 274 15 138 106 168 57 Resp.
15 Nominale EM 2.1 285 269 16 135 101 168 57 Resp.
16 Nominale EM 2.7 289 287 2 144 121 166 56 Resp.
17 Nominale EM 2.11 286 281 5 141 116 165 56 Resp.
18 Nominale EM 2.12, 2.5 291 269 22 135 102 167 56 Resp.
19 Nominale ART AGG 2.01 285 282 3 142 99 183 56 Resp.
20 Nominale EM 3.4 288 282 6 142 113 169 56 Resp.
21 Nominale EM 3.6 286 282 4 142 101 181 56 Resp.
22 Nominale EM 3.5 286 285 1 143 117 168 56 Resp.
23 Nominale EM 3.1 293 273 20 137 105 168 56 Resp.
24 Nominale EM 3.7 281 274 7 138 99 175 56 Resp.
25 Nominale EM 3.3, 3.10 289 287 2 144 119 168 56 Resp.
26 Nominale EM 3.8 291 286 5 144 120 166 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ART AGG 3.01, 3.03 292 270 22 136 102 168 56 Resp.
28 Nominale EM 4.1, 4.2, 4.3 293 288 5 145 103 185 56 Resp.
29 Nominale ODG 9/1364/1 RIF 274 233 41 117 233 0 56 Appr.
30 Nominale ODG 9/1364/2 276 256 20 129 97 159 56 Resp.
31 Nominale ODG 9/1364/3 274 257 17 129 99 158 56 Resp.
32 Nominale ODG 9/1364/4 278 259 19 130 100 159 56 Resp.
33 Nominale ODG 9/1364/6 279 278 1 140 100 178 55 Resp.
34 Nominale ODG 9/1364/7 285 282 3 142 119 163 55 Resp.
35 Nominale ODG 9/1364/8 284 266 18 134 104 162 55 Resp.
36 Nominale ODG 9/1364/9 284 280 4 141 103 177 55 Resp.
37 Nominale ODG 9/1364/10 281 280 1 141 102 178 55 Resp.
38 Nominale ODG 9/1364/11 280 279 1 140 100 179 55 Resp.
39 Nominale ODG 9/1364/12 282 266 16 134 102 164 55 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1364/13 279 277 2 139 99 178 55 Resp.
41 Nominale ODG 9/1364/15 282 279 3 140 116 163 55 Resp.
42 Nominale ODG 9/1364/16 275 259 16 130 100 159 55 Resp.
43 Nominale ODG 9/1364/17 283 229 54 115 51 178 55 Resp.
44 Nominale ODG 9/1364/18 283 279 4 140 117 162 55 Resp.
45 Nominale ODG 9/1364/19 283 280 3 141 103 177 55 Resp.
46 Nominale ODG 9/1364/20 280 279 1 140 277 2 55 Appr.
47 Nominale ODG 9/1364/21 RIF 279 279 0 140 278 1 55 Appr.
48 Nominale ODG 9/1364/22 RIF 272 268 4 135 262 6 55 Appr.
49 Nominale ODG 9/1364/23 RIF 279 278 1 140 277 1 54 Appr.
50 Nominale ODG 9/1364/24 275 273 2 137 111 162 54 Resp.
51 Nominale ODG 9/1364/25 275 273 2 137 113 160 54 Resp.
52 Nominale ODG 9/1364/26 271 267 4 134 106 161 54 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 57)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/1364/27 273 273 0 137 113 160 54 Resp.
54 Nominale ODG 9/1364/28 274 267 7 134 99 168 54 Resp.
55 Nominale ODG 9/1364/29 275 272 3 137 111 161 54 Resp.
56 Nominale ODG 9/1364/30 RIF 273 272 1 137 271 1 54 Appr.
57 Nominale ODG 9/1364/31 270 268 2 135 110 158 54 Resp.