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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 124 di giovedì 22 giugno 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 8.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 78, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 8,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale (A.C. 1151-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1151-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Dieter Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, colleghe e colleghi, non riteniamo vi siano ragioni pregiudiziali che possano motivare un voto contrario al decreto, al di là della natura eterogenea delle misure in esame. Ribadiamo l'esigenza di un confronto che non eluda alcuna delle responsabilità relative al ricorso ai decreti-legge, alla loro omogeneità di materia, alla persistenza delle coperture finanziarie delle misure proposte, alla congruità e ai tempi di presentazione delle proposte emendative del Governo, ai diritti e doveri delle opposizioni nell'esame di merito da parte delle Commissioni competenti, all'esame monocamerale piuttosto che effettivamente bicamerale dei decreti. A tale riguardo, riteniamo non si possa condividere una lettura strumentale del richiamo del Capo dello Stato al rispetto dei vincoli costituzionali relativi alla decretazione d'urgenza, perché a essere chiamati in causa in ordine alla congruità delle proposte emendative sono, a nostro giudizio, sia il Governo, che, nel contempo, i gruppi parlamentari.

Il decreto in esame, come sappiamo, presenta differenti capitoli, ai quali si deve premettere una riflessione. Le misure di proroga di termini legislativi non introducono, ma semmai prorogano un quadro normativo che denota il prevalere di misure parziali e settoriali, che richiederebbero interventi di semplificazione e di riordino non a breve termine. Non condividiamo l'idea che in materia fiscale l'introduzione di norme di proroga debba inevitabilmente confliggere con le esigenze di cassa e i vincoli di finanza pubblica e, dunque, rappresentare una contraddizione con i princìpi di equità e di giustizia fiscale.

L'esame di merito ha consentito di intervenire su diverse criticità del decreto: in primo luogo, ad esempio, correggendo un'evidente disparità del nuovo codice degli appalti in ordine alla certificazione di genere. Si è così ristabilito un vincolo essenziale e strategico in relazione al PNRR, riconoscendo al rispetto della parità di genere un valore premiale nella valutazione dei bandi pubblici nel nuovo codice.

Condividiamo le misure relative alle proroghe in materia fiscale, che, in linea generale, rispettano un necessario equilibrio fra esigenze che possono non essere divergenti: da una parte, i vincoli di cassa, relativi alla finanza pubblica, dall'altra, le istanze delle categorie professionali dei contribuenti. Siamo d'accordo con il rinvio dal 30 giugno al 20 luglio della scadenza per il versamento delle imposte delle dichiarazioni dei redditi 2023 e con la possibilità di versare tali imposte anche nel periodo fra il 21 e il 31 luglio, in tal caso con la maggiorazione dello 0,40 per cento, con la riapertura dei termini fino al 20 luglio per la cosiddetta definizione agevolata. In particolare, il comma 1 riapre i termini per aderire alla cosiddetta rottamazione-quater, con il posticipo del termine per la presentazione delle domande dal 30 aprile al 30 giugno 2023. Opportuno il differimento al 30 settembre 2023 del termine entro il quale l'Agenzia delle entrate deve trasmettere ai soggetti che hanno presentato le istanze di adesione la comunicazione delle somme dovute per il perfezionamento della definizione agevolata. Positivo il posticipo della scadenza per il pagamento della prima e unica rata dal 31 luglio al 31 ottobre 2023.

Bene anche la proroga dell'esenzione IVA per il Terzo settore, con l'estensione delle norme vigenti per un periodo ulteriore di 6 mesi. Vi è, anche sotto questo aspetto, l'esigenza di intervenire con una legislazione di sostegno che non introduca fattori di rischio e di conflitto in previsione dell'esame, da parte delle Camere, della delega fiscale.

Ha il nostro sostegno l'articolo aggiuntivo 3-bis, relativo alla proroga al 31 maggio di quest'anno dei termini di interesse degli enti locali, per gli atti necessari relativi al risultato di amministrazione per il 2022 e alle risorse ad esso vincolate, un punto essenziale ai fini del raggiungimento degli obiettivi relativi al potenziamento dei servizi sociali comunali, degli asili nido e del trasporto scolastico degli studenti con disabilità. Si interviene in tal modo al fine di garantire l'effettività delle politiche di solidarietà sociale, contribuendo a una più efficace allocazione delle risorse disponibili. La proroga al 31 dicembre 2023 degli interventi in deroga alla disciplina del Fondo a garanzia per i mutui per la prima casa è a garanzia dell'accesso a tale istituto da parte delle famiglie. Opinabili appaiono, invece, le modifiche alla disciplina di alcuni organi dell'INAIL e dell'INPS. Le disposizioni relative alla ricerca sanitaria e alla stabilizzazione del relativo personale precario con assunzioni a tempo indeterminato contribuiscono in parte al rafforzamento degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

Per Minoranze Linguistiche, è essenziale quanto previsto all'articolo 10 in merito alla trasmissione dei programmi dettagliati degli interventi previsti dalla legge sulle minoranze linguistiche storiche e dei relativi progetti. Al fine di garantire la tutela delle minoranze linguistiche nell'attività della pubblica amministrazione, limitatamente ai fondi relativi all'esercizio finanziario 2023, si differiscono al 7 luglio e al 31 agosto 2023 i termini attualmente previsti dall'articolo 8, commi 2, 3 e 5, del DPR n. 345 del 2001. Fondamentale poi, dal nostro punto di vista, è il riconoscimento della clausola di salvaguardia per le province autonome di Bolzano e di Trento. È stato accolto un nostro emendamento, con il quale si stabilisce che alle lingue dei segni e alle lingue dei segni tattili si applicano anche le lingue delle minoranze linguistiche riconosciute nei relativi territori, un intervento importante, come ogni norma che amplia e rafforza i diritti costituzionali delle minoranze e che risponde alle disposizioni europee. Condivisibile è la previsione del finanziamento di 39 milioni complessivi per il periodo 2024-2026 per la realizzazione di interventi strettamente connessi e funzionali allo svolgimento dei Giochi olimpici, relativi all'allestimento del villaggio olimpico di Cortina d'Ampezzo.

Quindi, per noi SVP e Union Valdôtaine questo è un provvedimento positivo. Ci asterremo dal voto della fiducia, ma anticipo che voteremo a favore del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, perché - questo è sicuramente un tema legato al provvedimento in esame - si ricorre alla decretazione d'urgenza? Per rispondere rapidamente ai problemi, dare soluzioni immediate e porre rimedio a condizioni che, se protratte nel tempo, potrebbero ulteriormente complicarsi. La decretazione d'urgenza è uno strumento importante nel nostro impianto per affrontare situazioni di crisi, permettendo di agire in tempi brevi per fronteggiare emergenze che richiedono interventi immediati. Sul suo utilizzo vi sono, comunque, due importanti controlli: la conversione in legge da parte del Parlamento e la promulgazione da parte del Capo dello Stato. Poco senso e autorità hanno le polemiche sull'abuso di uno strumento legittimo come questa decretazione di urgenza in contesti come quelli attuali, in cui è sempre più necessaria la rapidità, oltre che l'efficienza.

Questo corposo provvedimento si prefigge di risolvere diverse criticità. Il cosiddetto decreto Enti pubblici, su cui il Governo ha posto la fiducia, reca diverse disposizioni urgenti in materia di amministrazione degli enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale. Siamo nel cuore della politica al cittadino. Inoltre, nel corso dell'esame in sede referente, sono state introdotte alcune nuove misure, tra cui disposizioni in materia di enti territoriali per la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anticipando l'introduzione di norme inserite in testi di cui ancora non è iniziato l'esame. Pensiamo al tema del caro affitti per gli studenti, una questione sempre più concreta, che afferisce al diritto allo studio. Il Governo ha inteso agire in questo caso anticipando un punto del PNRR e, in particolare, la riforma 1.7 della Missione 4 e le relative risorse. L'obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza è incentivare la realizzazione di nuove strutture per gli alloggi degli studenti e di triplicare i posti per gli studenti fuori sede, elevandoli da 40.000 a 100.000 entro il 2026. Il sistema adottato è quello dell'incentivazione dell'housing universitario, puntando su partnership pubblico-privato. Per supportare la sostenibilità degli investimenti privati è previsto un regime di tassazione simile a quello applicato per l'edilizia sociale ed è consentito l'utilizzo flessibile dei nuovi alloggi, quando non siano adibiti a ospitare studenti. Le risorse finanziarie, rese immediatamente disponibili con questo decreto, ammontano a 660 milioni dei 960 stanziati dal PNRR e, se oggi possiamo metterli a disposizione di questo intervento, è grazie all'interlocuzione del Governo con l'Europa. Sul punto vorrei soffermarmi, perché si ricollega alla premessa sulla decretazione d'urgenza e alle polemiche, sempre all'ordine del giorno, sui ritardi del Piano, sebbene basterebbe semplicemente notare come il nostro sia il Piano più ampio di riforma del Paese, messo a confronto con gli altri Paesi europei, quello con maggiore dotazione di risorse, ma anche uno dei progetti già nella terza fase di sblocco delle risorse. Su questo punto in particolare siamo in anticipo. Il Ministro Fitto ha avviato un'interlocuzione con l'Europa, per dire che il problema per l'Italia sta diventando più urgente di quanto fosse stato previsto in sede di presentazione della pianificazione. Dobbiamo dunque anticipare la realizzazione della riforma e l'impiego delle risorse. Rapidità ed efficienza: non basta fare un giusto intervento, se non lo si fa anche nel momento giusto.

Abbiamo il dovere di cambiare il ritmo e di comprendere che qualcosa messo sulla carta 3 anni fa oggi possa essere più che superato. Dobbiamo dunque portare nelle istituzioni e nella politica quella flessibilità e rapidità di reazione, che hanno garantito la resilienza del tessuto imprenditoriale in questi pochi anni di incredibili cambiamenti. Seguire una tabella di marcia, scritta prima della guerra in Ucraina, prima della crisi energetica, prima dell'arrivo dell'inflazione, è, in alcuni casi, assolutamente impensabile. Qualcosa forse andrà ritardato; oggi invece con questo decreto stiamo anticipando una misura, anche perché - ricordiamolo sempre - l'Italia è un Paese fondatore dell'Unione europea, per cui, nell'alveo delle regole che abbiamo sottoscritto, partecipiamo alle decisioni e contribuiamo a creare un contesto europeo comune a cittadini e imprese, ma abbiamo prima di tutto il dovere di rispondere alle esigenze del nostro territorio.

Il provvedimento tocca più aspetti: sanità, infrastrutture, sport, cultura, materia fiscale e finanziaria, giustizia, enti locali. Mi piace ricordare, in particolare, l'intervento sul Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa, con la proroga al 30 settembre 2023 dell'estensione della garanzia massima dell'80 per cento sulla quota capitale dei mutui destinati alle categorie prioritarie, aventi specifici requisiti di reddito e di età, che va in aiuto alle famiglie. Ricordo anche la norma che prevede che il fondo di garanzia per i mutui relativi alla costruzione, all'ampliamento, all'attrezzatura, al miglioramento e all'acquisto degli impianti sportivi, che muta denominazione, permette ora di erogare finanziamenti, e non più solo mutui, sotto qualsiasi forma anche sotto forma di garanzie, fideiussioni e altri impegni di firma, sempre destinati alle medesime finalità. Inoltre, tale Fondo può essere utilizzato per concedere finanziamenti a favore di soggetti pubblici o privati per attività finalizzate alla promozione, all'aggiudicazione e all'organizzazione di grandi eventi internazionali, un supporto importante per il mondo sportivo, che è in ripartenza dopo un lungo periodo di stop dovuto all'emergenza pandemica.

Guardando al settore delle attività produttive, sono tante le norme che agevolano le imprese, tra cui anche quelle in materia fiscale. Vorrei ricordare, in particolare, una disposizione inserita in sede referente e cioè il differimento dal 30 giugno 2023 al 30 settembre 2023 del termine di utilizzabilità del contributo sotto forma di credito d'imposta riconosciuto alle imprese esercenti l'attività agricola e della pesca, a parziale compensazione delle spese sostenute per l'acquisto di carburante nel terzo trimestre del 2022.

Mi limito ad altri due passaggi, che, in qualche modo, si inseriscono nel ragionamento che ho cercato di introdurre fin dall'inizio. Abbiamo il dovere di superare le polemiche sugli strumenti per concordare sui tempi e sugli interventi. Ce lo impone la complessità sempre maggiore del contesto in cui operiamo. Facciamo un esempio pratico: è possibile incasellare le politiche per gli asili nido nel solo capitolo istruzione di un'azione di Governo o considerarlo semplicemente un puzzle del PNRR? A mio avviso, questa misura afferisce ad una politica più ampia. Realizzare asili nido vuol dire fare politiche di integrazione, di equilibrio di genere, di occupazione, di natalità, di welfare, di produttività. Condividiamo, dunque, la scelta di prorogare di un mese, dal 31 maggio al 30 giugno, il termine ultimo entro cui deve essere fissato e temporalmente collocato il termine di aggiudicazione degli interventi di messa in sicurezza, ristrutturazione e costruzione di edifici dei comuni destinati ad asili nido, scuole d'infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia. La leva economica di un investimento in questo settore è molteplice e non si può immaginare di intervenire su uno di questi aspetti senza considerare anche gli altri.

È con questa capacità di agire su più livelli che dobbiamo affrontare i prossimi anni di trasformazione verso un futuro sostenibile, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e, soprattutto, sociale.

Un altro intervento di rilievo riguarda la sanità e i medici di famiglia e consente a chi fa anche le guardie notturne di superare il tetto di 650 pazienti e arrivare a un massimo di 1.000 pazienti. È un problema enorme, quello della carenza dei medici di famiglia (ne mancano quasi 2.900); questa non è una soluzione definitiva - è sicuramente parziale -, ma è la soluzione di un Governo che vuole dare risposte rapide, efficienti e immediate. Ho fatto alcuni esempi delle misure previste in questo ampio decreto; esempi chiari che portano ovviamente alla conclusione di una dichiarazione favorevole del gruppo di Noi Moderati alla fiducia su questo provvedimento e sull'azione di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare in dichiarazione di voto il deputato Filiberto Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, signor rappresentante del Governo, la necessità di una razionalizzazione dell'apparato pubblico, per quanto riguarda lo Stato e i servizi pubblici, negli ultimi anni è stata motivata dalla maggiore turbolenza delle condizioni sociali ed economiche internazionali, da cambiamenti intervenuti nei rapporti con i cittadini, intesi come utenti e consumatori di servizi, oltre che dai limiti del prelievo fiscale come leva finanziaria per contemperare l'incremento della spesa pubblica. Una minore stabilità delle condizioni economiche, anche a seguito della pandemia, ha fatto sì che i Governi siano stati costretti a ripensare sia alle dimensioni che agli scopi del settore pubblico.

Il rapporto dello Stato con i propri dipendenti, la qualità delle loro prestazioni, i costi e il tipo di razionalità ed efficacia dei servizi sono stati oggetto di verifiche continue sia da parte dei Governi che delle organizzazioni sindacali. Il dilemma dei Governi è oggi quello di rendere compatibile un contenimento dei costi con la crescita delle aspettative, sia dei dipendenti pubblici, di miglioramento della qualità del lavoro, sia della qualità dei servizi resi ai cittadini. L'intervento pubblico non richiede solo risorse finanziarie, ma capacità amministrative che a loro volta prevedono capacità di leggere i dati, valutazione tecnica, programmazione e capacità di spesa.

I tempi della politica mediatica e l'atteggiamento della dirigenza, volto a non contrariare il policy maker, stanno portando a prendere molte decisioni alla cieca. Il Governo Meloni in questi pochi mesi è stato molto attivo nel praticare il cosiddetto spoils system, il modello fiduciario di selezione dei dirigenti pubblici, in contrapposizione al merit system, ovvero un modello neutrale in cui i dirigenti sono selezionati per merito, in linea con il dettato costituzionale, di cui all'articolo 97, comma 2, che recita: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione”, questo perché i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione, ai sensi del comma 1 dell'articolo 98 della Costituzione.

Proprio per questa ragione, negli scorsi anni, la Corte costituzionale ha censurato alcune leggi nazionali e regionali, che istituivano il meccanismo dello spoils system, mantenendolo invece intatto solo per i ruoli effettivamente apicali della pubblica amministrazione.

L'articolo 2, comma 1, del provvedimento in esame modifica, rispetto alla disciplina previgente, l'ambito soggettivo di operatività del divieto di conferimento di incarichi a titolo oneroso nelle fondazioni lirico-sinfoniche, riferendolo ora a tutti i soggetti in quiescenza che abbiano compiuto il settantesimo anno di età.

La nuova disposizione introdotta specifica che il sovrintendente delle fondazioni lirico-sinfoniche cessi in ogni caso dalla carica al compimento del settantesimo anno di età. Si tratta di una disposizione transitoria, la quale prevede la cessazione anticipata dalla carica a decorrere dal 1° giugno 2023 per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche che, alla data dell'11 maggio 2023, data di entrata in vigore del decreto in esame, abbiano compiuto il settantesimo anno di età, indipendentemente dalla data di scadenza degli eventuali contratti in corso.

È molto grave e incostituzionale introdurre in un decreto-legge una norma evidentemente contra personam prevedendo addirittura la retroattività della stessa; con essa si intende rimuovere da subito e senza appello il sovrintendente del teatro San Carlo di Napoli, Stéphane Lissner, insignito tra l'altro del titolo di cavaliere della Legion d'onore francese e dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, già alla guida della Scala, nonché direttore dell'Opera di Parigi. Sarebbe ora di abbandonare il modello fiduciario, il cosiddetto spoils system, di selezione dei dirigenti pubblici, prediligendo il merit system, così come appunto recitano gli articoli 97 e 98 della Costituzione.

Nonostante i diversi emendamenti, tutti respinti nelle Commissioni di merito, presentati dal gruppo Alleanza Verdi e Sinistra per dare un po' di sollievo ai cittadini e alle imprese colpiti dalla recente alluvione in Emilia-Romagna, è inaccettabile che il Ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, abbia risposto alle giuste richieste dei sindaci asserendo che il Governo non è un bancomat, dimostrando così un completo disinteresse per le difficoltà che stanno affrontando le comunità locali. Il Governo, tuttavia, ha dimostrato di poter essere un bancomat per altri interessi, come evidenzia il mancato introito di 8 miliardi di euro rispetto agli extraprofitti delle compagnie energetiche; è inaccettabile che si preferisca favorire le grandi aziende a discapito delle necessità delle popolazioni colpite dall'alluvione; è inaccettabile che, invece di riconoscere l'impegno dei sindaci e offrire un sostegno adeguato, il Ministro Musumeci abbia scelto di scaricare la responsabilità sulle amministrazioni locali. È l'intera comunità dell'Emilia-Romagna che vi sollecita a nominare immediatamente, con lo stesso metodo e le stesse procedure finora utilizzate anche dai precedenti Governi, il commissario straordinario affinché questi agisca con tempestività nel fornire tutto il sostegno necessario ed economicamente adeguato alle comunità locali, avviando da subito un processo di ricostruzione solido e duraturo. Ma, da questo punto di vista, voi fate orecchie da mercante.

Il provvedimento, all'articolo 1, riforma l'ordinamento degli enti previdenziali pubblici, modificando le norme di regolamentazione degli organi e degli enti previdenziali pubblici, INPS e INAIL, con il solo scopo di azzerarne i vertici attraverso un vero e proprio commissariamento politico, alquanto inopportuno in un momento delicatissimo nel quale si sta discutendo di come spendere le risorse del PNRR o rilanciare l'azione della pubblica amministrazione. Inoltre, la mancata dichiarazione d'urgenza del commissariamento, oltre che lesiva dell'articolo 77 della Costituzione, appare immotivata alla luce del fatto che le cariche dei due istituti sono prossime alla scadenza naturale, che ricadrà il 7 agosto prossimo venturo. Più precisamente, in relazione alla governance degli enti previdenziali pubblici, si abolisce la figura del vicepresidente. Lasciatemi dire che è una cosa un po' curiosa: il fatto di eliminare la figura del vicepresidente, in caso di vacanza del presidente, crea oggettivamente un vulnus nella gestione di enti così importanti. Si prevede la modifica dei poteri del presidente, che propone la nomina del direttore generale, prima appannaggio del consiglio d'amministrazione; si prevede la modifica della disciplina del direttore generale, stabilendo che lo stesso sia nominato su proposta del presidente e che duri in carica 4 anni.

In via di prima applicazione, al fine di procedere agli adeguamenti dei regolamenti organizzativi interni degli enti, si prevede che, entro 20 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge, sia nominato un commissario straordinario, con la conseguente decadenza dei presidenti, dei vicepresidenti e del consiglio d'amministrazione in carica.

Io vorrei soltanto ricordare al Governo che i 20 giorni previsti dal decreto per nominare il commissario sono passati e il commissario non è ancora stato nominato. Visto che si trattava di un provvedimento così importante e così urgente da essere inserito in un decreto-legge, è evidente che c'è una contraddizione palese nelle motivazioni stesse che hanno spinto il Governo ad inserire questo provvedimento nel decreto-legge. Ci fosse stata l'urgenza, evidentemente il Governo avrebbe rispettato quel limite che esso stesso si era concesso, cioè quello di nominare la figura del commissario entro 20 giorni.

Non è stato così e credo che questo sia un segnale chiaro di quello che il Governo intendeva fare e cioè una sostituzione politica rispetto all'attuale dirigente di due enti pubblici importanti, come INPS e INAIL. Una scelta politica, che contrasta con le norme, contrasta con il buonsenso e con il buon andamento della pubblica amministrazione, contrasta con gli interessi nazionali, perché coloro che sono chiamati a dirigere enti così importanti devono essere verificati sui risultati ottenuti, non semplicemente sull'appartenenza politica. Per questo, esprimiamo un forte dissenso. Nel provvedimento ci sono molti altri aspetti critici che dovrebbero essere elencati. Voglio ricordare che, tra le tante cose negative, ci sono due provvedimenti che ritengo importanti e che voglio sottolineare: in primo luogo, quello sulla stabilizzazione dei precari della sanità, che è stato un emendamento sottoscritto da tutti i capigruppo in Commissione, che, quindi, vogliamo sottolineare; in secondo luogo, con un emendamento del Governo, sono state approvate le norme per la parità di genere negli appalti. Questi due elementi sono molto positivi. Per le ragioni che ho detto e per il giudizio ancora una volta negativo sulle procedure e sul lavoro fatto dal Governo, il nostro gruppo non voterà la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario Freni, gentili colleghi, la linea politica del gruppo di Azione-Italia Viva, fin dal primo giorno di questa legislatura è stata chiara: una opposizione attenta, un'opposizione, in alcuni casi, anche severa, ma un'opposizione costruttiva. Questo è il nostro modo di confrontarci con questo Governo.

Oggi ci viene chiesto il voto di fiducia su un decreto-legge che il Governo ha emanato, che è stato battezzato, nei vari ambienti delle Commissioni, come un decreto omnibus, perché al suo interno non c'è quell'omogeneità che, invece, richiede la nostra Costituzione, all'articolo 77, nel momento in cui il Governo emana un decreto-legge.

Vorremmo capire se ci siano le condizioni di omogeneità e di urgenza. Dunque, andiamo a vedere gli articoli questo decreto-legge.

All'articolo 1 si parla di INPS e di INAIL. L'articolo 2 riguarda le fondazioni lirico-sinfoniche per un problema della Rai, che conosciamo. All'articolo 3 si passa alla sanità, alla Calabria, agli ex commissari, ai subcommissari, alle unità delle campagne vaccinali. All'articolo 4 si parla di fisco. All'articolo 5 si parla di sport, con l'Istituto di credito sportivo. All'articolo 6 si parla di ponte stradale, di sperimentazioni di monopattini. All'articolo 7 si passa al PNRR e non poteva mancare anche la formazione dell'assistenza ai bagnanti e al salvamento acquatico. Così come non potevamo trascurare le minoranze linguistiche. Addirittura, l'articolo 11 riguarda le emissioni di francobolli con la maggiorazione del prezzo solo per fini solidaristici. E via via, così.

Allora, questo decreto tutto è tranne che omogeneo. Io lo battezzerei, senza che nessuno se la prenda, un “decreto-legge arlecchino”, con tanti pezzi messi insieme, che, ovviamente, vìola il dettato dell'articolo 77 della nostra Costituzione.

Vediamo l'altro parametro, se sia urgente. Sono urgenti gli aumenti dei francobolli a livello solidaristico? No. Gli italiani sanno e noi tutti sappiamo che altre sono le urgenze che, invece, questo Governo sta trascurando, come le urgenze del MES. Il 30 giugno è arrivato. Ci fa piacere, come abbiamo visto ieri, che Giorgetti stia cambiando idea, come eravamo convinti. Sono sicuro che, insieme al Sottosegretario Freni, starà facendo cambiare idea al Ministro Salvini. Cambiare idea è anche sinonimo di intelligenza. Però il MES è un atto importante, di stabilità, di certezza, che migliora il rating dell'Italia, quindi, signor Sottosegretario, bisogna farlo nel brevissimo tempo possibile. Ci auguriamo che alla data del 30 venga adottato. Così come sono urgenti le risposte che stanno aspettando i cittadini, le imprese, i sindaci, gli amministratori locali dell'Emilia-Romagna: sono passati oltre 40 giorni e questo Governo non è stato in grado ancora di nominare il commissario.

Così com'è urgente la rimodulazione del PNRR. Gli altri Stati lo stanno facendo, la Spagna l'ha fatto già 15 giorni fa. Si parla del termine del 30 agosto. Ci auguriamo di riuscirci prima, poiché siamo in netto ritardo sul PNRR. La sanità: sono queste le urgenze! Due anni per le mammografie, la carenza di medici e di infermieri. Queste sono le urgenze che questo Governo, dopo 8 mesi, ancora non riesce a portare all'attenzione dell'Aula. Così come i crediti d'imposta: dopo 8 mesi, ci sono 33 miliardi di crediti incagliati e ancora non si trova una soluzione. Le imprese stanno morendo, i cittadini sono rinchiusi dentro le impalcature, con lavori al 50 per cento o, addirittura, ancora non iniziati, con una grande incertezza. Questi sono i motivi di urgenza e non quelli che vediamo all'interno di questo decreto.

Il contributo del gruppo di Azione-Italia Viva su queste urgenze - così come sulla giustizia, che verrà nelle prossime settimane - ci sarà, a fianco del Governo, ma non possiamo accettare questa richiesta di fiducia su questo tipo di provvedimento, che viola l'articolo 77, sotto l'aspetto sia della omogeneità, sia dell'urgenza.

Non potremo dare il nostro voto di fiducia al Governo e, quindi, al provvedimento. Non lo dice Giulio Sottanelli o il gruppo di Azione-Italia Viva, ma lo dice Mattarella. A fine maggio, il nostro Presidente ha convocato i Presidenti di Camera e Senato, richiamando sull'attività legislativa che questo Governo e quest'Aula stanno producendo in merito proprio all'omogeneità e ai motivi d'urgenza dei decreti-legge.

Questo Parlamento si sta trasformando in un monocameralismo imperfetto; dico “imperfetto” perché non è previsto nella nostra Costituzione ma, di fatto, sta avvenendo questo, con un record di richieste di fiducia, Questo Governo ha il record del 50 per cento dei provvedimenti su cui ha chiesto la fiducia. Ricordo gli ultimi Governi: Monti il 50 per cento, Draghi il 37 per cento e, poi, via via, gli altri Governi.

Dunque, è il peggior Governo per quanto riguarda il commissariamento - tra virgolette - del Parlamento, perché, appunto, non si dà modo di lavorare, di confrontarsi. Anche nelle Commissioni, avevamo presentato diversi emendamenti, che andavano, nei singoli articoli, a migliorare, secondo il nostro punto di vista, il provvedimento. Di tutti i nostri emendamenti, ne è stato accolto uno, parziale, poi penso che, nella dichiarazione finale, sarà la collega Elena Bonetti a spiegarlo, quindi per ragioni di tempo vado oltre. Di fatto, si sta commissariando questo Parlamento.

Ricordo, nelle passate legislature, quando il Presidente Meloni, allora deputato di opposizione, e il Ministro Lollobrigida sventolavano i foglietti in Aula, dicendo che il Parlamento era stato esautorato, commissariato. Invece, oggi, che sono al Governo, si sta facendo peggio - dico, purtroppo - rispetto a tutti gli altri Governi.

Chiudo, signor Presidente, con un invito al nostro Presidente del Consiglio Meloni: sono passati 8 mesi di questo Governo, tutto è ancora migliorabile, tutto è ancora cambiabile, perché abbiamo l'esigenza di un cambio di passo, un cambio di atteggiamento nei confronti del Parlamento e, quindi, degli italiani.

Per tutti questi motivi, il gruppo di Azione-Italia Viva non voterà la fiducia e non voterà il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deborah Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Presidente, grazie. Colleghi deputati, questo decreto, ribattezzato decreto Enti pubblici non è certamente un provvedimento che salta all'occhio, però, è uno di quegli interventi normativi che, nell'ambito dell'attività di Governo, sono di fatto indispensabili nell'arco di una legislatura. Mi riferisco alle disposizioni di proroga termini che intervengono su una molteplicità di settori, dalla sanità al fisco, dallo sport alle infrastrutture, fino ai trasporti; quelle proroghe termini che, troppo spesso, soprattutto nel dibattito pubblico, vengono considerate con sufficienza, ma che, in un ordinamento complesso come il nostro, diventano sovente indispensabili, come dimostra il fatto che a queste norme ricorrano tutti i Governi, di qualsiasi colore.

Certo, questo decreto è un omnibus, perché interviene su materie diverse, ma proprio questa sua natura ha consentito al Parlamento di presentare e approvare emendamenti che hanno ulteriormente migliorato il contenuto del provvedimento. È evidente - lo diceva prima il collega Sottanelli, che ha lasciato l'Aula - che ci siano tante urgenze, però, ci sono anche cose necessarie che diventano urgenze e di queste ci occupiamo in questo decreto, bisogna rispettarle. Sogniamo tutti un Paese dove ci sia da ricorrere meno ai decreti omnibus e alle proroghe termini. Senza dubbio, lavoriamo per un Paese che non ne avrà bisogno o ne avrà bisogno molto meno e, nell'arco di questa legislatura, ci dedicheremo anche a questo.

Su questo decreto potremmo dire che c'è stato un consenso ampio, oppure, un'opposizione a bassa intensità. Questo dato è testimoniato dai tempi con i quali è stato svolto l'esame sia nelle Commissioni riunite sia, poi, qui, in Aula. Chi ha qualche esperienza di lavori parlamentari sa bene che se in Commissione le opposizioni fossero salite sulle barricate difficilmente saremmo arrivati in Aula come previsto, martedì alle ore 19. Questo non vuol dire che non ci sia stato dissenso, anzi, c'è stato e marcato, su alcune parti di questo decreto e proprio su quelle parti e su quelle critiche vorrei soffermarmi in questa dichiarazione di voto sulla fiducia.

Nella discussione generale di ieri, c'è stato modo di illustrare il contenuto di questo provvedimento e di rivendicare tutti gli emendamenti che ciascun gruppo è riuscito a fare approvare. Personalmente, credo che sia il sale della democrazia e sia un onere, soprattutto per chi, come noi, è parte della maggioranza, rispondere puntualmente e nel merito alle critiche che vengono mosse a una norma varata dal Governo che verrà sostenuta con un voto di fiducia. Mi riferisco all'articolo 1 che riforma la governance di INPS e INAIL, passando per un commissariamento di questi grandi enti pubblici. Le critiche mosse in Commissione e, poi, anche in discussione generale dai colleghi di alcuni gruppi di opposizione si basano essenzialmente su due argomentazioni: la prima è di natura politica, si accusa il Governo di aver attuato il cosiddetto spoils system, rimuovendo prima della fine del loro mandato i presidenti e i componenti dei consigli di amministrazione di questi due enti; la seconda è di natura più tecnica e riguarda la portata della modifica della governance che si vuole realizzare.

Partiamo dalla prima, con una premessa non banale che riguarda il fatto che per il presidente dell'INPS la questione dello spoils system non si pone, lo ha spiegato bene la collega Montaruli, nel suo intervento di ieri, una tesi che sottoscriviamo in pieno, ma proprio perché la questione è politica e non tecnica, non vogliamo sottrarci a un confronto. Il Governo, ricorrendo a un decreto-legge, ha ritenuto di rimuovere prima della scadenza del loro mandato, per il tramite dello strumento del commissariamento, i presidenti dei due enti previdenziali e i rispettivi consigli di amministrazione. Facile sarebbe rifugiarsi nella tesi che ogni Governo ha indicato nuovi organi apicali di questi enti, diversi da quelli che li avevano preceduti, glissando su quanto sia stato più volte, invece, ripetuto in Commissione e cioè che i Governi precedenti avevano almeno atteso la scadenza naturale del mandato.

Perché, dunque, il Governo Meloni e la sua maggioranza hanno seguito una strada più celere? Domanda legittima, risposta altrettanto legittima. Il Governo attuale è il primo, dopo ben 7 Esecutivi e circa 12 anni di storia repubblicana, a essere forte di una chiara legittimazione popolare, espressa in maniera inequivocabile alle ultime elezioni politiche. Poiché siamo una maggioranza finalmente politica e legittimata dall'elettorato e il Governo è espressione piena di questa maggioranza, abbiamo il dovere di attuare il programma politico con il quale ci siamo presentati agli elettori italiani, che, con il loro voto, ci hanno scelti e dobbiamo dotarci, quindi, di tutti gli strumenti consentiti dalla legge per rispettare il nostro programma, compreso lo spoil system. Per questo non possiamo e non vogliamo aspettare la scadenza naturale dei mandati degli organi di enti fondamentali anche per l'azione di governo come INPS e INAIL. Se proviamo ad allargare lo sguardo, vediamo con chiarezza che il commissariamento dei due enti non è un dispetto ai presidenti uscenti, ma è l'attuazione di una parte del programma di Governo in materia di lavoro e politiche sociali, uno dei punti dell'agenda di questo Governo su cui intendiamo dare segnali di forte discontinuità rispetto alle scelte di Governi che ci hanno preceduti. Il commissariamento è strettamente connesso a quanto è contenuto nel decreto Lavoro appena approvato dal Senato e nell'ultimo decreto-legge varato il 15 giugno dal Consiglio dei ministri. Con il decreto Lavoro è stata archiviata la misura del reddito di cittadinanza, per sostituirla con una misura più razionale e sicuramente più efficiente, quale sarà l'assegno di inclusione, unitamente a specifici percorsi formativi riservati ai cosiddetti occupabili. Con il nuovo decreto in materia di pubblica amministrazione è stata soppressa l'ANPAL, un'Agenzia che nella scorsa legislatura, sotto l'eccentrica guida del professor Parisi, è stata messa al servizio di una misura che si è rivelata fallimentare come il reddito di cittadinanza.

Dunque, colleghi, il commissariamento dell'INPS è un tassello di una visione strategica di un Governo che guarda all'orizzonte dell'intera legislatura e che vuole – e, vorrei dire, deve - mettere in campo la sua azione di governo che nel settore lavoro ha come obiettivo immediato quello di voltare pagina con quanto posto in essere dai Governi Conte. Su questo punto, torno all'obiezione alla quale avevo fatto cenno in precedenza: i Governi precedenti avevano atteso la scadenza dei mandati. La risposta a questa obiezione è che i Governi precedenti non avevano né la forza, né la legittimità, né la visione e, meno che mai, la coesione per fare altrimenti, per il semplice fatto che non erano Governi sorretti da una vera maggioranza politica, ma frutto di alchimie politiche, che è tutt'altra cosa.

Anche sul secondo rilievo, quello più tecnico, vorrei dire qualcosa. Ci è stato contestato di aver eliminato la figura dei vicepresidenti di INPS e INAIL. Anche qui una premessa: chi, non solo per ragioni di riduzione della spesa, ma anche per finalità di maggiore efficienza, sostituì i consigli di amministrazione dei due enti, trasformandoli in organi monocratici, fu il Governo Berlusconi con il decreto-legge n. 78 del 2010. Nel corso della XVII legislatura, su spinta dell'allora presidente della Commissione lavoro, Damiano, e anche a seguito di una certa insofferenza verso la presidenza Boeri, si cercò di tornare allo status quo ante, ma senza successo. Furono presentate tre proposte di legge, nessuna delle quali di partiti di centrodestra che, però, non furono approvate. Un po' a sorpresa, la “dottrina Damiano” attecchì nella legislatura successiva, in particolare fra i 5 Stelle di Governo che, con lo stesso decreto-legge con cui vararono il reddito di cittadinanza, reintrodussero questa struttura - si può definire pletorica? - dei CdA di INPS e INAIL con tanto di vicepresidenti. Per chi ha un background come il nostro, con una battuta potrei dire che nell'avere eliminato la sola figura del vicepresidente ci siamo anche limitati, se poi vogliamo parlare seriamente, polemizzare per l'eliminazione di due cariche dopo aver tagliato con un colpo di mano una fetta di democrazia, con 345 parlamentari, è qualcosa di difficile comprensione.

Colleghi, spero davvero che questo mio soffermarmi su quest'articolo del decreto non sia interpretato certamente come una provocazione, ma con il desiderio di spiegare le ragioni di questa scelta e rispondere anche a critiche, che sono sempre legittime e che bisogna rispettare. Tra le norme che ritengo meritino di essere menzionate c'è anche il comma 5-bis dell'articolo 3, introdotto con un emendamento di Forza Italia, che anticipa al secondo anno di specializzazione il termine che consente agli specializzandi di partecipare al concorso per l'immissione nei ruoli sanitari. È una misura che certamente aiuterà a ridurre le carenze di personale nell'ambito del Servizio sanitario nazionale.

Così come il comma 5-ter, introdotto con un emendamento cofirmato da tutta la maggioranza, che, sempre in ambito sanitario, interviene sulla carenza dei medici di base, i cosiddetti medici di famiglia.

Siamo poi intervenuti sulla materia del payback. Cito questa norma perché rappresenta quel segnale che era stato chiesto praticamente da tutti i gruppi nel corso dell'esame del decreto Bollette e sicuramente la collega Patriarca, che per Forza Italia lo aveva seguito, se lo ricorderà bene. Certamente, la portata di quell'intervento è limitata, ma almeno uno spiraglio per il superamento di questo meccanismo, che rischia di far saltare tante aziende italiane, è stato aperto e spetterà ora al Parlamento mantenere viva l'attenzione sulla questione. Infine, in questo decreto c'è la parte fiscale, con una serie di disposizioni volte a prorogare l'accesso a vari istituti ovviamente a vantaggio del contribuente, sia esso persona fisica o impresa. Concludendo, colleghi, ci sono tanti elementi positivi in questo decreto e Forza Italia, dunque, voterà convintamente la fiducia, non solo perché condivide i contenuti del decreto, ma perché apprezza e si riconosce pienamente nell'azione di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi deputati, rappresentante del Governo, tutto è ormai chiaro. Le tessere di questo puzzle, riorganizzate ad una ad una fin dall'inizio del Governo Meloni ad oggi, restituiscono un quadro fatto di sete di potere, separazione tra élite ricca e potente e gente comune, disprezzo della Costituzione, isolamento dell'Italia all'estero. Dunque, signor Presidente, giù la maschera: sveliamo ai cittadini la vera verità, ora! Con questo decreto-legge il Governo Meloni produce norme ad personam o, meglio, contra personam. Solo così può giustificarsi il commissariamento dell'INPS, un ente che ha conseguito ottimi risultati di gestione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), commissariato per una sola e semplice ragione: rimuovere chi sta scomodo al Governo di destra. È un insulto al merito e ai risultati conseguiti. Questa è occupazione del potere e disprezzo delle regole.

Ripercorriamo ora le principali tappe del Governo di destra. Cominciò - lo ricordate - con lo svarione del rave party, una norma riformulata più volte perché era scritta male, ma varata d'urgenza. Il rave, però, era già finito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Proseguì con la fanfaronata sul POS, seguito dall'immediata retromarcia al primo fiatare della Commissione europea. Poi, l'innalzamento al tetto del contante. Ma, vi chiedo, quale cittadino onesto va in giro con 5.000 euro in tasca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Con il decreto-legge sull'ergastolo ostativo avete riservato ai condannati, che non collaborano con la giustizia, un trattamento migliore rispetto a quelli che collaborano. Dunque, vi dico bravi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Per non parlare, poi, della guerra al superbonus e ai percettori del reddito di cittadinanza, quei giovani, da voi disprezzati come “divanisti”, ai quali oggi offrite solo - e se va bene - sfruttamento e precariato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Come dimenticare, signor Presidente, l'azzeramento delle accise promesso in campagna elettorale e mai realizzato? E la cartellonistica dei benzinai? E, poi, come tacere sulla legge di bilancio, una manovra recessiva che strizza l'occhio a evasori e corrotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Drammatico, poi, il vostro fallimento sull'immigrazione. Avevate promesso muri, torri e torrette in mare, ma con voi gli sbarchi sono quintuplicati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il tutto mentre il Governo Meloni rincorre gli scafisti per l'orbe terracqueo delirando di sostituzione etnica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma non eravate pronti? E, invece, solo 1.000 giravolte su trivelle, sul PNRR e - lo vedremo tra qualche giorno - anche sul MES (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); il tutto mentre i cittadini soffrono del rincaro del costo della vita, dell'aumento dei mutui e degli affitti - pensiamo soprattutto ai giovani studenti -, mentre la produzione industriale crolla e l'inflazione cresce.

In campagna elettorale voi avete promesso 1.000 euro con un click. Mi rivolgo ai cittadini: li avete avuti questi soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Il vostro codice degli appalti pone gravi dubbi su trasparenza degli affidamenti, così come rilevato, tra gli altri, dal presidente dell'Anac, il quale, per voi reo del delitto di lesa maestà, non può più rimanere in quel posto. È ormai palese a tutti la vostra intolleranza verso le autorità indipendenti: mettete il bavaglio a chi non potete controllare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È così che si spiega l'abolizione, da voi disposta nel decreto PA, del controllo concomitante, il controllo in corso di gestione della Corte dei conti sui progetti e sui soldi del PNRR. Un quadro allarmante al quale il MoVimento 5 Stelle si è sempre opposto e al quale anche in futuro manifesterà la propria netta contrarietà.

È così anche per l'annunciata riforma della giustizia, riforma che vede una grave stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni. Da domani, col disegno di legge Nordio, sarà consentito diffondere solo le intercettazioni riprodotte dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzate nel corso del dibattimento. E tutte le altre? Si può sapere che cosa avete in mente? Vietare la diffusione delle intercettazioni depositate è una grave limitazione alla libertà di stampa e al correlato diritto all'informazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono entrambi diritti costituzionali!

Poi, andiamo avanti. Il Governo preclude l'impugnativa in appello da parte dei pubblici ministeri delle sentenze di primo grado di assoluzione per reati quali, cittadini, la ricettazione, la truffa, la violenza e la minaccia a pubblico ufficiale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vuol dire, cittadini e signor Presidente, imbrigliare l'azione dei magistrati. State ripetendo l'impianto della legge Pecorella, già bocciata dalla Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dulcis in fundo, date via libera a chi ha pagato mazzette o ha intascato tangenti. Parlo di corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Bisognerà, infatti, comunicargli almeno 5 giorni prima l'intenzione di arrestarlo.

Cittadine e cittadini, il corrotto, ricco e potente, prima di poter essere arrestato dovrà essere informato almeno 5 giorni prima: guarda che ti stiamo per arrestare. Avrà così - grazie tante - tutto il tempo per occultare le prove e per organizzare la sua lussuosa latitanza all'estero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sapete come si chiama questa? Impunità travestita da garantismo!

Non mi soffermo, ora, sull'abolizione del reato di abuso d'ufficio o sulla revisione del reato del traffico di influenze. Dico solo che, da domani, grazie al Governo Meloni, i concorsi pubblici potranno essere liberamente truccati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E pensare che il Ministro Nordio ha dichiarato: “Abbiamo fatto il minimo del minimo”. Ma che altro ancora dobbiamo aspettarci? Fermatevi! Ancora una volta, siete forti con i deboli e deboli con i forti.

Desidero, però, ricordarvi quell'antico aforisma per il quale non indignarsi di fronte all'ingiustizia equivale a esserne complice (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, ve lo dico, noi del MoVimento 5 Stelle non ci renderemo mai complici di nessuno.

Per tutte queste ragioni, signor Presidente, dichiaro il voto contrario del MoVimento 5 Stelle alla fiducia al Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Presidente, continuo ad essere davvero un appassionato e un innamorato del dibattito parlamentare, soprattutto perché ritengo che, come ci insegnava il vecchio maestro Hegel, alla fine si arrivi ad una sintesi; ma una sintesi rispetto a una materia che non è una materia, come avviene nelle aule di giustizia, del contendere, ma è relativa all'oggetto del decreto o del provvedimento in esame all'Assemblea. Ho ascoltato alcuni colleghi, soprattutto della minoranza, gli ultimi che hanno riferito in ordine a quella che dovrebbe essere la propria valutazione sulla fiducia al Governo rispetto a questo provvedimento, parlare di concorsi truccati, di circolazione del contante, di reati contro la pubblica amministrazione. Ma, se qualche studente o qualche cittadino avesse avuto la possibilità di collegarsi in diretta con i lavori dell'Aula per capire di che cosa stiamo parlando, avrebbe avuto chiaro il concetto del relativismo gnoseologico (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), quello di cui parlava Gòrgia di Leontini, tutto e il contrario di tutto. Questo avviene in due casi: quando si devia dall'oggetto, perché non si ha nulla da dire sull'oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ed è questo il problema fondamentale che dovrebbero porsi alcuni membri della minoranza, oppure perché, in realtà, chi ha proposto l'oggetto e quel decreto ha centrato, probabilmente, quella che doveva essere la volontà del Governo, la volontà sottesa a quel provvedimento.

E allora, proprio per parlare sempre di questioni che riguardano il mondo affine al nostro, che è quello del diritto, nel diritto, quando si procede per comprendere la questione che si ha di fronte, la domanda è sempre la stessa: quid iuris? Che cosa prevede il diritto? Qui, all'interno della nostra Aula parlamentare, noi ci dovremmo porre un altro tipo di problema invece, che è quid res publica? O, meglio, quis res publica? Cioè cosa conviene e che cosa, soprattutto, vuole portare avanti lo Stato, perché la res publica è lo Stato.

E allora, quando anche in ordine alle questioni che su questo decreto abbiamo dovuto ascoltare con pazienza, ma con rispettoso silenzio - perché, ci mancherebbe altro, le posizioni sono sempre legittime - sulle vicende relative alle questioni di pregiudizialità costituzionale del decreto, abbiamo dovuto ascoltare, per l'ennesima volta, la fiera dell'ovvio, perché in quel caso si è continuato a dire, da parte delle minoranze, “ma questo Governo ricorre troppe volte al profilo della decretazione”, tra l'altro invocando, ancora una volta, l'opinione, ma travisata, da parte del massimo garante delle nostre istituzioni, che è il Presidente della Repubblica, perché il Presidente si è riferito non all'adozione dei decreti in sé, ma a quello che può essere un profilo di conversione che va oltre quello che dovrebbe essere il limite della continenza rispetto alla ratio del decreto. E allora stiamo parlando di situazioni all'interno delle quali si fa una confusione enorme rispetto all'approccio che il Governo, un Governo post-pandemico, o potremmo dire post-endemico, perché ormai stiamo parlando di endemia, dovrebbe portare avanti.

Siamo nel campo della conversione di un decreto, ma stiamo parlando solo del decreto n. 51 del 2023, non stiamo parlando di tutto lo scibile di questa legislatura. Quindi, ci sarà tempo, da parte di alcuni movimenti o di alcuni partiti di minoranza, per assistere a quella che è la modifica dello Stato, quella che è la modifica delle regole che purtroppo hanno bloccato lo Stato nel corso degli anni, ma non è che ogni volta possiamo assistere alla riedizione della stessa videocassetta, più o meno con formato digitale, davanti alla quale viene cambiato soltanto il titolo e, come una sorta di mantra, ascoltiamo sempre le stesse de-argomentazioni, perché gli argomenti servono ad arricchire, non servono a portare avanti un decremento di conoscenza e anche di lealtà, poiché il nostro confronto democratico può benissimo portare e deve portare a conclusioni diverse, ma almeno il principio della lealtà dell'oggetto, la lealtà del confronto, dovrebbe continuare ad essere immanente.

Allora, quando si fa riferimento a quella che sarebbe stata una sorta di azione autoritaria da parte del Governo per stravolgere non l'assetto dell'INPS e dell'INAIL, ma i vertici dell'INPS e dell'INAIL, è chiaro che come si fa, anche in astratto, a credere che ancora esistano spettri che vengono agitati davanti a quello che è un profilo di spoils system, mentre il Governo non ha fatto altro che portare avanti la propria azione di riordino e di riforma di due enti fondamentali, che non possono non essere in linea con gli obiettivi del Governo. Non si tratta di andare a cercare o trovare poltrone per chicchessia; si tratta soltanto di dare una continuità, ma soprattutto una coerenza politica, all'azione di Governo; e ridurre anche il numero degli anni per gli amministratori e per i direttori generali significa dire alle persone che eventualmente hanno amministrato alcuni enti “legittimamente occupatevi di altro, perché oggi c'è un'azione di Governo che va in un'altra direzione”. E, quando si fa riferimento alla soppressione della vicepresidenza di questi enti, ci saremmo aspettati, in realtà, un plauso, perché questo va nella direzione esattamente contraria rispetto allo spoils system, perché non è stato detto di portare avanti il meccanismo del chiodo schiaccia chiodo, per cui alla fine si dice “noi sostituiamo ai vertici o ai sotto vertici di questi enti alcuni soggetti con altri”. Si è portata avanti la linea secondo la quale quelle vicepresidenze risultavano assolutamente inutili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), risultavano un aggravio per lo Stato e un aggravio per i contribuenti.

Ma andiamo molto velocemente a esaminare il contenuto che va a motivare l'articolo 77 della Costituzione in questo caso, ossia i presupposti della necessità e dell'urgenza. E non ci vengano ancora una volta ad agitare i profili della necessità e della omogeneità, perché su questa materia si è pronunciata, a più riprese, la Corte costituzionale, evidenziando come l'omogeneità è finalistica, non è un'omogeneità soltanto come il nomen iuris del decreto o una omogeneità di carattere strettamente formale. E allora come si fa a dire che non ci sono i presupposti della necessità e dell'urgenza laddove si cerca di intervenire a favore del sistema sanitario nazionale per la regione Calabria, che, sappiamo, ha necessità ed urgenza di un riassetto in questo senso, come per quanto riguarda la partecipazione degli specializzandi ai concorsi per l'accesso alla dirigenza pubblica? Credo sia un atto doveroso di riconoscimento nei confronti di eroi dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che, nel periodo della pandemia, pur non avendo riconoscimenti economici importanti, si sono messi in prima linea e non sono stati a fare i leoni da tastiera per dire agli altri quello che dovevano fare, ma, in prima persona, si sono posti a disposizione dello Stato e delle istituzioni.

Passiamo poi velocemente a un'altra considerazione, che poteva sembrare della fiera dell'ovvio, ma questo Governo di centrodestra, e in primis la Lega, ha cercato di portare avanti, che riguarda l'elevazione del limite da 850 a 1.000 come soggetti assistiti per i medici generalisti. Ma come, stiamo continuando a dire in orbe terrarum che abbiamo bisogno di medici, non si trovano i medici generalisti, oggi a Milano c'è una manifestazione dalla quale viene fuori che in un quartiere 3.000 persone sono senza medico generalista, e poi si dice “no, ma non ci sono i presupposti di necessità ed urgenza”? Che dobbiamo aspettare, la tumulazione, perché possiamo dire di invocare ex post, anzi, in modo postumo, i requisiti e i criteri della necessità e dell'urgenza? Come, sempre sulla materia sanitaria, Presidente, credo che un'iniezione di fiducia, che significa un'iniezione anche di credibilità verso i dipendenti, i funzionari, ma, più in generale, i professionisti pubblici che militano all'interno degli istituti di ricerca e di alta specializzazione e degli istituti zootecnici sperimentali, fosse un atto doveroso da parte del Governo e da parte del Paese.

E credo che ammettere una stabilizzazione definitiva, con conversione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato, sia un atto di grande riconoscimento per il valore di questi professionisti pubblici che hanno salvato la sanità, non solo quella privata, alla quale si fa riferimento spesso e che è convenzionata, ma soprattutto quella pubblica.

Per finire, poi, con altri argomenti - ma dovremmo stare ben oltre il limite a noi permesso - che riguardano la rottamazione-quater e gli altri adempimenti di carattere fiscale.

Ancora una volta si fa riferimento alla volontà non punitiva da parte del Paese. No. Mettiamoci d'accordo su un concetto ben chiaro, e di questo ne riparleremo a breve, con la delega della riforma fiscale: noi intendiamo portare avanti il valore del cittadino come socio dello Stato, non lo Stato che si sostituisce al profilo dell'apertura di una successione ereditaria, quando è estinta la capacità patrimoniale del cittadino o quando è estinta la capacità contributiva del cittadino. Ecco perché tutto questo rientra in un disegno. Certo, non solo lo ammettiamo, ma lo rivendichiamo. Il disegno è quello della riforma dello Stato, davanti alla quale il nostro apporto, del gruppo Lega-Salvini Premier, sarà assolutamente determinante. Ed è il motivo per il quale, ancora oggi, con onore e soprattutto con fedeltà al patto con gli elettori, intendiamo votare la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Presidente, colleghe e colleghi, siamo di fronte all'ennesimo decreto. In questo caso, non condivido assolutamente, naturalmente, i toni trionfalistici dei colleghi di maggioranza che mi hanno preceduto, perché questo è un decreto fake, nient'altro, che ci costringe all'ennesimo e ripetitivo dibattito sulla fiducia posta dal Governo. Una fiducia posta con un ritmo crescente: prima 2 al mese, poi 4 al mese, cioè 1 a settimana, e adesso siamo al ritmo di 2 voti di fiducia a settimana. Se non fosse che ci sono limiti regolamentari fisici, il dato crescerebbe ancora.

Il voto di fiducia significa semplicemente che il Governo dice: al di là del merito del provvedimento, vi chiedo di votarlo. Questo è il voto di fiducia. Il che vuol dire chiudere qualunque discussione, dentro la maggioranza e dentro l'opposizione, sul merito del provvedimento.

Voglio parlare del tema del voto di fiducia, perché sono tutti i voti di fiducia posti non su provvedimenti condivisi ed elaborati in sede parlamentare, ma solo su decreti-legge del Governo (tra l'altro, decreti che hanno un peccato originale). Guardi, collega, leggo il primo comma dell'articolo 77 della Costituzione: “Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria”; e poi il secondo comma: “Quando, in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Governo adotta (…)” eccetera, eccetera.

Ecco, i decreti sono diventati l'ordinarietà e non la straordinarietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Il loro peccato originale è di essere un abuso molto più frequente ed enorme rispetto al passato recente, nel quale molti di voi denunciavano costantemente l'esproprio del Parlamento, la sua umiliazione, la compressione della democrazia. E poi hanno il peccato originale di essere impropri, non urgenti, non necessari, confusi e per questo dannosi. Hanno un peccato originale che viene costantemente e ripetutamente segnalato, non solo sul dopo decreto, ma anche sul “pre” dibattito del decreto, da coloro che vigilano sul rispetto delle regole e delle leggi, purtroppo per ora senza il dovuto ascolto da parte del Governo e nel Parlamento.

Noi vi rivolgiamo appelli, anche con i toni più disparati, a fermare questa macchina, che peggiora di settimana in settimana la qualità della legislazione, nega il ruolo del Parlamento come sede di confronto, rende sempre meno leggibile e difficile la comprensione delle leggi da parte dei cittadini. Infatti, i continui richiami da un decreto all'altro rendono faticosa, per la normale lettura di una legge, la comprensione di quali diritti sono rispettati e quali diritti, invece, non sono più tali.

Facciamo un richiamo costante e fermo alla responsabilità che avete, essendo voi - sì, in questo caso sì, questa è un'eccezione, l'avete detto voi -, dopo 12 anni, un Governo politico, con una maggioranza politica che si è presentata insieme alle elezioni politiche. Si tratta, quindi, di un Governo che non dovrebbe avere bisogno, come il Governo tecnico precedente, di ricorrere alla fiducia per tenere insieme forze opposte per il bene del Paese. Un Governo che, nell'abuso della decretazione d'urgenza in maniera così impropria, dovrebbe sempre tenere presente di non essere maggioranza nel Paese, pur avendo la maggioranza degli eletti in Parlamento. E a chi, prima, dalle file di Forza Italia, ha parlato di mandato politico di questo Governo: guardate che il mandato politico è nel rispetto della legge, non nella travisazione della legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E lo spoils system non è nella legge e - se lo leggete di nuovo - non era neanche nel vostro programma; è totalmente un'invenzione occasionale per togliere di mezzo voci dissonanti. Sarebbe conseguente e consigliabile, quindi, una certa sobrietà e un'adeguata attenzione al confronto democratico e al rispetto delle regole, che danno provvisorietà all'essere maggioranza o minoranza in Parlamento, e, per questo, alle ragioni delle opposizioni. Al contrario, ci presentate un decreto con limiti ulteriori ed effetti più gravi.

Per non parlare della confusione e del disordine dati dalla sequenza di questi decreti: appena approvato dal Senato un decreto sulla pubblica amministrazione con 50 argomenti differenti, il Governo ne emana un secondo, già soprannominato decreto PA2, e, tra questi due decreti, questo, il terzo, che, di fatto, è un altro decreto sulla pubblica amministrazione.

Insomma, siamo allo sprezzo del ridicolo, scarso senso del ridicolo, quanto palese inganno, evidente anche nel merito di questo decreto, della sua presunta urgenza, quanto della sua omogeneità, peggiorata con l'avanzare dei lavori in Commissione, al di là dei singoli emendamenti e dei singoli interventi che sono stati aggiunti, in particolare dal Governo.

In realtà, l'urgenza del Governo era il commissariamento di INPS e INAIL e di porre un tetto all'età dei sovrintendenti lirici di origine straniera, come ha precisato una collega di Fratelli d'Italia nel dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, ci dobbiamo aspettare che, tra un po', dovremo indicare soltanto opere italiane, soltanto musica italiana, nell'ambito della nostra cultura, perché, se il tema è un sovrintendente lirico straniero, mi sembra che stiamo andando verso una direzione davvero ridicola, quanto non temibile.

Il commissariamento, avete detto, è necessario per cambiare la governance. Cioè, ma davvero volete dire che passare la nomina del direttore dal CDA al presidente, oppure ridurre il mandato del direttore generale da 5 a 4 anni, è modifica della governance? Ma chi credete di prendere in giro? Sono scuse puerili, fanciullesche, per nascondere una bulimia di potere. L'eliminazione d'intralcio alla messa cantata del sistema - che dev'essere per voi la stessa, uguale per tutti - serviva a normalizzare luoghi da dove provengono dati oggettivi, numeri, quelli scomodi, che comunicano la realtà e che non la addomesticano. Eppure, avete visto, ieri e avantieri, con le relazioni dell'Ufficio parlamentare di bilancio, un'autorità indipendente, e le comunicazioni del MEF, che la realtà poi emerge, si sbatte sulla faccia, con tutta la concretezza della verità e della realtà per tutti. La propaganda è sbugiardata dalla responsabilità e dalla realtà vera. Le cose impossibili e improbabili dell'opposizione si materializzano nella loro verità, quando si sta al Governo. Almeno, questo è quello che succede in democrazia, ma a voi piacciono più le “democrature”, dove la democrazia è un po' più finta. Ma la democrazia in Italia ancora è così.

E anche sull'urgente e demagogica, quanto incoerente, azione sul sovrintendente del San Carlo di Napoli, l'effetto immediato che ha avuto è stato nelle dimissioni del direttore generale della RAI: l'obiettivo vero della vostra necessità, quella sì, urgente, quanto indichiarabile, di creare un cambiamento nel palinsesto, nelle direzioni dei canali, delle trasmissioni e dei TG della TV pubblica. Tutto il resto è noia. Proroghe banali, quanto spesso generatrici di ingiustizie. Sintomi di errori legislativi o di inefficienza della pubblica amministrazione. Conferma di un'idea nella quale la furbizia che ti porta vicino al potere va premiata.

Ieri il Vicepresidente del Consiglio, Salvini, ha detto che, se uno non rispetta il codice stradale, non si toglie a tutti la patente; che se uno non paga le tasse, non vuol dire che siano tutti evasori; che è la fiducia che dovrebbe guidare la nostra azione e il rapporto con i cittadini. Però, per voi, lo stesso non è avvenuto, né con la cancellazione del reddito di cittadinanza, né con la cancellazione del bonus 110 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), dove la presenza di qualche sparuto truffatore o di qualche persona, che, secondo voi, ne approfittava, i “divanisti”, è diventato il motivo per cancellare totalmente provvedimenti che ora gettano nella disperazione il 27 per cento delle famiglie che vi accedevano e mettono in ginocchio aziende che si sono fidate anche di voi e di cui dite di volervi curare. Inventare realtà, che ora si tramutano in incubi, e la vita reale prende un'altra strada. Mentre per voi è urgente sparecchiare la RAI, l'INPS e l'INAIL, non vi curate di quanto l'aumento dei prezzi del cibo stia introducendo disuguaglianze e povertà.

L'aumento del 100 per cento dei costi di frutta e verdura, i prodotti più naturali, avvicina il nostro Paese a quei Paesi dove il mangiare sano è solo per chi se lo può permettere e dove l'obesità, per esempio, diventa maggioritaria e, con questo, tutte le deficienze sulla salute. Altro che lotta per il cibo naturale o per il made in Italy o per la dieta mediterranea! Nei fatti, portate il Paese dalla parte opposta, girate la faccia dall'altra parte, per non vedere che è in atto una speculazione ai danni dei cittadini su cui non fate nulla, con l'immigrazione che aumenta e di cui i vostri “giornaloni” non parlano più, perché sono i vostri incubi che si materializzano.

Prigionieri della vostra stessa propaganda, generate orrori come il naufragio di Cutro o quello già dimenticato della scorsa settimana in Grecia, perché parlate di operazioni di polizia e non di salvataggio in mare, perché pensate che ci sia una lotta da fare e non una strategia di integrazione necessitata e di accoglienza, perché inseguite dittatori vari a cui promettete risorse, che in realtà poi mantengono regimi, solo per creare barriere che rallentano il problema e nascondono la polvere sotto il tappeto.

Ecco, mettere la polvere sotto il tappeto, questo è il vostro lavoro, oppure fare piccinerie, come quella di ieri del Ministro Valditara, che usa le tracce della maturità per un atto di bullismo contro il suo predecessore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), anziché concentrarsi sui risultati del sistema scolastico e formativo italiano, come ha messo bene ieri in evidenza il rapporto ANVUR. Il futuro del nostro Paese - e vado a concludere, Presidente - dovrebbe essere quello e la cultura è lo strumento più necessario per sovvertire un futuro che ormai sarebbe già scritto.

Per questa vostra palese volontà di nascondere la realtà, di mutarla, di piegarla alla vostra idea alterata di Paese, fatta di furbizie e disuguaglianze, la fiducia a questo Governo, che la chiede su questo confuso, inutile e dannoso provvedimento, non può essere data. Pertanto, il gruppo del Partito Democratico dirà “no” con tutta la forza in quest'Aula parlamentare e fuori da quest'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tremaglia. Ne ha facoltà.

ANDREA TREMAGLIA (FDI). Grazie, Presidente. Innanzitutto, abbiamo sentito in questi giorni e settimane di discussione del decreto, sul quale il Governo ha posto la fiducia, che lo stesso ha un contenuto vago, non omogeneo, con dentro tante cose. Devo dire che forse è stato questo il principio ispiratore della discussione a cui abbiamo assistito stamattina, perché nell'ultima ora e mezza - io ho seguito tutti gli interventi - sostanzialmente si è parlato di obesità, tracce della maturità, rave party, riforma fiscale, riforma della giustizia, intercettazioni; si è parlato più o meno di qualsiasi cosa, tranne che del contenuto del decreto.

Mi sembra che la sintesi di questa macedonia di contestazioni, portate oggi alla maggioranza e al Governo, è che sostanzialmente l'opposizione ci contesta di voler governare. Noi siamo stati eletti pochi mesi fa dai cittadini, il Governo Meloni si è insediato rapidamente, in tempi record ha fatto una legge di bilancio che tutti pensavano fosse impossibile e, in questi ultimi mesi e settimane, si è dedicato ad affrontare delle crisi, purtroppo, fuori dal nostro controllo e per la gran parte senza precedenti.

In tutto questo, il problema dell'opposizione è che vogliamo governare, che interveniamo in maniera risoluta e decisa in quei settori che nel merito abbiamo proposto ai cittadini. Si parla in molti casi - è stato citato - dell'abolizione del reddito di cittadinanza, della riforma fiscale, della riforma del lavoro e anche delle riforme istituzionali (un tema che oggi mi sembra emerso molto spesso), che noi non abbiamo mai nascosto essere, dal nostro punto di vista, indispensabili.

Sembra che oggi, improvvisamente, il 22 giugno 2023, abbiamo scoperto che i Governi fanno un ampio ricorso allo strumento della fiducia. Lo abbiamo scoperto il 22 giugno 2023, come ricordava la collega, dopo 12 anni che i Governi, mescolando tutto con il contrario di tutto, non hanno fatto altro che porre fiducie. E dopo un Governo, quello Draghi, che è finito pochi mesi fa, celebrato come Governo dei migliori e dei campioni, il quale ha avuto la più ampia maggioranza della storia della Repubblica italiana ed è andato avanti con una fiducia ogni 10 giorni, oggi ricevere lezioni di bon ton istituzionale e lezioni sull'abuso della fiducia mi sembra, come minimo, un po' tardivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il discorso di oggi poi diventa tutto di metodo, perché fondamentalmente dalla variopinta compagine dell'opposizione - che nei suoi interventi peraltro rispecchia quanto politicamente sia veramente molto variopinta - ci viene contestato il metodo di questo decreto e degli altri.

Mi sembra emerga abbastanza chiaramente dalle parole e dalle contestazioni, soprattutto di una certa parte dell'opposizione, che ci contestano, in sintesi, di fare quello che loro stessi hanno fatto negli ultimi anni, di farlo probabilmente meglio e, soprattutto, di rendere evidente che cosa significa essere in maggioranza ed essere in opposizione. Io capisco che gli amici della sinistra - o di quella che una volta era la sinistra - siano tristi, perché, dopo 12 anni in cui, in un modo o nell'altro, sono sempre riusciti a finire al Governo, dopo 12 anni in cui, in un modo o nell'altro, sono sempre riusciti a mettere becco, finalmente esiste una maggioranza di centrodestra chiara, coesa, con un mandato univoco da parte degli elettori. E, quindi, capisco facciano fatica oggi a introdursi e a determinare quelle cose che pensavano di poter determinare anche dall'opposizione. Questo, però, è il risultato delle urne, è la situazione in cui fortunatamente i cittadini italiani hanno scelto di mettere questo Parlamento e questa maggioranza.

In conclusione, quello che oggi ci viene contestato e che ritengo all'origine del fastidio della ex sinistra, è che Fratelli d'Italia in questi lunghi anni di opposizione, fino a pochi mesi fa, è riuscita a imporre un modello culturale, oltre che politico, finalmente nuovo, per cui un partito che ritiene di non aver niente da spartire con chi vince le elezioni, semplicemente non va a governare con chi ha vinto le elezioni, non avendo vinto le elezioni. In questi lunghi anni, in cui tanti commentatori, tanti giornalisti, tanti editorialisti ci hanno spiegato, a ogni giro di nuovo Governo tecnico, che Fratelli d'Italia sarebbe risultato estinto per non scegliere di scendere a patti e di inserirsi in un Governo tecnico di ampie maggioranze (Ursula, maggioranze tecniche, maggioranze bicolori o tricolori, ma non il tricolore che piace a noi), Fratelli d'Italia ha invece affermato una posizione molto semplice: chi vince governa, chi perde fa l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il nostro Presidente del Consiglio, da questo punto di vista, credo sia stata molto chiara. Il nostro Presidente del Consiglio ha saputo traghettare la nostra comunità umana e politica attraverso questa lunga traversata del deserto. E siamo convinti, però, che abbia convinto gli elettori - perdonate il bisticcio di parole - perché è evidente anche nei risultati delle ultime regionali e delle ultime amministrative che, fortunatamente, il consenso del centrodestra rimane alto.

Mi permetto di chiudere con questa considerazione: il nostro voto di fiducia oggi è il primo voto, in questo ramo del Parlamento, di un Governo di centrodestra dopo che è mancato il presidente Berlusconi, che è colui che, nella lunga traversata di questi anni, ha saputo ispirare all'inizio degli anni Novanta, la nascita del centrodestra.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 9,30)

ANDREA TREMAGLIA (FDI). Io credo che oggi, ancora di più, si confermi che Fratelli d'Italia è un riferimento saldo all'interno di una compagine salda di centrodestra. Credo che si confermi che il riferimento dei nostri cittadini rimane il centrodestra di Governo e penso che sarà e rimarrà nostro compito rendere orgogliosi i nostri elettori e i cittadini italiani della nostra opera di maggioranza, che continueremo a eseguire malgrado le opposizioni. Se faremo poco contente le opposizioni, probabilmente vorrà dire che stiamo facendo molto bene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie e della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie ha proceduto in data 21 giugno 2023 alla propria costituzione. Sono risultati eletti: presidente, il deputato Alessandro Battilocchio; vicepresidenti, i deputati Marco Perissa e Daniela Ruffino; segretari, i deputati Andrea De Maria ed Edoardo Ziello (Applausi).

Comunico, inoltre, che, sempre in data 21 giugno 2023, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati ha proceduto alla propria costituzione. Sono risultati eletti: presidente, la deputata Chiara Gribaudo; vicepresidenti, i deputati Patrizia Marrocco e Andrea Quartini; segretari, i deputati Davide Bellomo e Francesco Mari (Applausi).

Si riprende la discussione.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Quartini.

Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………… 315

Votanti: …………………. 311

Astenuti: …………………... 4

Maggioranza: …………... 156

Hanno risposto : ……… 201

Hanno risposto no: …….. 110

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Brambilla Michela Vittoria

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Cappellacci Ugo

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Fenu Emiliano

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Freni Federico

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Nordio Carlo

Orsini Andrea

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pichetto Fratin Gilberto

Pierro Attilio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Ravetto Laura

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossello Cristina

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Tajani Antonio

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Tirelli Franco

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Alifano Enrica

Appendino Chiara

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Barbagallo Anthony Emanuele

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

D'Orso Valentina

Fede Giorgio

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Gribaudo Chiara

Grimaldi Marco

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

L'Abbate Patty

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lomuti Arnaldo

Magi Riccardo

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Marattin Luigi

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scotto Arturo

Serracchiani Debora

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gallo Francesco

Gebhard Renate

Manes Franco

Steger Dieter

Sono in missione:

Ascani Anna

Benvenuto Alessandro Manuel

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Caretta Maria Cristina

Cecchetti Fabrizio

Cirielli Edmondo

Costa Enrico

Costa Sergio

Evi Eleonora

Fassino Piero

Ferro Wanda

Gardini Elisabetta

Giorgetti Giancarlo

Grippo Valentina

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Lollobrigida Francesco

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Onori Federica

Pastorella Giulia

Pietrella Fabio

Pizzimenti Graziano

Richetti Matteo

Roccella Eugenia

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Silvestri Francesco

Sportiello Gilda

Trancassini Paolo

Zanella Luana

PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo tenutasi ieri, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà al termine della commemorazione del presidente Silvio Berlusconi.

Commemorazione di Silvio Berlusconi.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Care colleghe e cari colleghi, lo scorso 12 giugno è venuto a mancare, all'età di 86 anni, Silvio Berlusconi, senatore in questa legislatura e già membro di questa Camera dalla XII alla XVI. Nato a Milano il 29 settembre 1936, laureato in giurisprudenza, a partire dagli anni Sessanta inizia la sua attività imprenditoriale dapprima nel settore immobiliare, per poi dedicarsi alla televisione e all'editoria e, infine, alla grande distribuzione e alle assicurazioni. Alla fine del 1993 manifesta l'intenzione di dedicarsi alla politica; nel 1994 fonda Forza Italia, partito con il quale parteciperà alle elezioni politiche del marzo dello stesso anno, vinte con una coalizione di centrodestra insieme alla Lega Nord e ad Alleanza Nazionale.

Nel corso della sua attività parlamentare è stato componente delle Commissioni I, III, V e XIV. Ha dedicato particolare attenzione ai temi delle riforme istituzionali, in qualità di membro della Commissione parlamentare per le riforme costituzionali nella XIII legislatura, nonché ai temi internazionali, quale membro della delegazione parlamentare presso l'Assemblea del Consiglio d'Europa e presso l'Assemblea dell'Unione dell'Europa occidentale.

Presidente del Consiglio nella XII, XIV e XVI legislatura, ha ricoperto per alcuni periodi anche l'incarico ad interim di Ministro degli Affari esteri, di Ministro dell'Economia e delle finanze, di Ministro della Salute e di Ministro dello Sviluppo economico. Eletto senatore per la prima volta nel 2013 e di nuovo nel 2022 è stato parlamentare europeo nella IX legislatura.

Ha attraversato da protagonista assoluto fasi cruciali e complesse della vita del Paese, imprimendo un forte e indelebile segno nella storia economica, industriale e politica italiana, europea e internazionale.

Imprenditore e comunicatore di straordinario talento, politico abile e carismatico, ha saputo anticipare le profonde trasformazioni che si stavano producendo nella società, riuscendo ad intercettarne le nuove e mutate esigenze. Strenuo difensore dei valori della libertà e della democrazia liberale, il suo impegno politico è stato sempre ispirato da coerenza ideale e da un'autentica umanità. Ha lottato fino all'ultimo e con grande dignità e coraggio contro la malattia che lo affliggeva, dedicando tutte le sue energie alla costruzione di un futuro migliore per il Paese.

Con Silvio Berlusconi scompare dunque una personalità di primo piano della nostra storia repubblicana e una figura di riferimento per tutti i moderati. La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari l'espressione della più sentita vicinanza e solidarietà, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, invitandola a un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Vivi e prolungati applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Azione-Italia Viva-Renew Europe, Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Misto e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Barelli. Ne ha facoltà.

PAOLO BARELLI (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Vice Presidente del Consiglio, membri del Governo, mai come oggi l'espressione “vuoto incolmabile” è appropriata nel suo significato più ampio e più totale. È proprio un vuoto incolmabile quello lasciato dal presidente Silvio Berlusconi: vuoto nelle nostre anime e nei nostri cuori, nelle persone che gli hanno voluto bene, che hanno creduto in lui, che hanno avuto il privilegio di lavorare al suo fianco; vuoto per le aziende che lui ha creato, ha guidato, ha fatto crescere, ha affidato da tempo nelle mani sicure dei suoi familiari e dei suoi storici collaboratori; vuoto nella politica italiana e in quella internazionale, di cui Silvio Berlusconi è stato, per 30 anni, indiscusso protagonista; vuoto persino fra i suoi avversari, perché anche chi non ha condiviso nulla, anche chi lo ha combattuto senza sconti deve riconoscere - molti lo hanno fatto -, che per 30 anni la politica italiana si è plasmata a favore o in contrasto, ma sempre in relazione a Silvio Berlusconi.

Il lutto nazionale per la sua scomparsa è stato il lutto di una Nazione che si è fermata a riflettere su un protagonista senza eguali, che ha cambiato la storia della nostra Nazione. Come nell'edilizia, come nella storia della televisione, come nel calcio, c'è stato un prima e un dopo Berlusconi, così nella storia politica italiana tutto è cambiato quel 27 marzo 1994, quando il più brillante imprenditore italiano annunciò la sua discesa in campo.

Non tutti lo compresero allora: come per ogni impresa di Berlusconi, molti furono gli scettici, gli snob, i profeti di sventura che minimizzarono l'importanza di quella svolta, che non ne compresero le grandi implicazioni. Quel giorno Silvio Berlusconi scese in campo in un'Italia diversa: un'Italia che non era rappresentata nei palazzi della politica, un'Italia cristiana, liberale e garantista, che guardava all'Europa e all'Occidente senza esitazioni e senza contraddizioni. Per la prima volta dal dopoguerra, quell'Italia aveva una casa politica; per la prima volta dal dopoguerra, vi erano le condizioni per un sistema politico bipolare, per una vera alternanza di Governo; per la prima volta dal dopoguerra, il centro e la destra democratica, insieme, diedero voce e rappresentanza alla maggioranza degli italiani.

Hanno continuato a farlo nuovamente e, nonostante tutto, fino ad oggi e, per questo, il centrodestra di Governo oggi compie il suo lavoro, contribuisce per il futuro del nostro Paese nel nome di Silvio Berlusconi.

Il Governo Meloni, al quale noi garantiamo senza esitazioni il nostro sostegno convinto per tutta la legislatura, è per noi la continuazione ideale dell'opera del fondatore di Forza Italia e del centrodestra, Silvio Berlusconi.

Signor Presidente, se mi è consentito un ricordo personale, porterò sempre con me i momenti trascorsi con lui, in una frequentazione ventennale, ancora più intensa negli ultimi anni. Essere accolto nella sua casa, alla sua tavola, con i suoi familiari, mi ha consentito di cogliere a fondo non soltanto la sua passione politica, la sua vocazione imprenditoriale e sportiva, ma anche la sua profonda umanità, la straordinaria capacità di vivere fino in fondo, pur in una vita frenetica, i profondi rapporti familiari e i rapporti affettivi. Ed è ai suoi familiari che va in questo momento il mio pensiero commosso, ai figli amatissimi, al fratello Paolo, a cui era tanto legato, a Marta, a Marta che gli ha donato amore e dedizione straordinari (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Considero un privilegio che Marta Fascina faccia parte del gruppo che ho l'onore di guidare. E voglio porgere un rispettoso saluto al dottor Gianni Letta che è con noi anche oggi in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE - I deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e i membri del Governo si levano in piedi), che lo ha visto innumerevoli volte a fianco del Presidente Berlusconi nei tanti anni trascorsi nei banchi del Governo ad agire nell'interesse del Paese.

Sono sicuro, signor Presidente, di esprimere i sentimenti più sinceri e profondi di ognuno dei colleghi del gruppo di Forza Italia, prendendo tutti insieme un impegno solenne in questo momento di dolore: andare avanti, seguire il percorso che il nostro leader ci ha indicato, continuare a batterci per i grandi ideali di libertà, di giustizia, di sviluppo, di garanzie, di senso dello Stato che Silvio Berlusconi ha saputo incarnare e ha insegnato a tutti noi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Lo faremo stringendoci, ora più che mai, a ricordo del nostro leader, nella consapevolezza che nessuno può sostituirlo, ma che tutti insieme, uniti, possiamo dimostrare di essere degni di lui.

Voglio ringraziare, signor Presidente, lei personalmente e con lei il Capo dello Stato, il Presidente del Consiglio, i membri del Governo, i rappresentanti delle Nazioni amiche, i leader politici e i parlamentari di maggioranza e di opposizione che hanno voluto essere presenti alla cerimonia funebre in Duomo, a Milano.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 10,50)

PAOLO BARELLI (FI-PPE). Voglio ringraziare, in particolare, tutti i gruppi politici presenti in quest'Aula che ci hanno fatto pervenire le espressioni del loro cordoglio e vorrei ringraziare i tanti italiani che hanno espresso in mille modi il loro dolore e i tanti che in questi giorni hanno dimostrato la volontà di impegnarsi con noi in Forza Italia e per il nostro amato leader.

Sappiamo che Silvio Berlusconi ha avuto un ruolo politico molto forte, ha cambiato il paradigma politico del nostro Paese e che per questo ha avuto molti nemici, ma proprio la partecipazione di tanti avversari al lutto di Forza Italia e del centrodestra mi permette di pensare che si sia realizzato, almeno per un giorno, un altro miracolo sognato dal nostro Presidente, ossia l'amore che vince sull'odio, la contesa politica che si svolge fra avversari che si rispettano, la comune coscienza, da lui stesso invocata ancora nelle ultime interviste, del grande compito che ci accomuna tutti: essere al servizio della Nazione, delle istituzioni e della democrazia, ciascuno nel suo ruolo, senza confusioni e compromissioni, ma nella comune responsabilità verso il Paese. Sono certo che il presidente Berlusconi dal cielo avrà apprezzato e avrà sorriso; a noi azzurri il compito di essere degni del suo messaggio e della sua figura. Ce la metteremo tutta e so che ce la faremo. Io ci credo, noi ci crediamo.

E proprio per questo, colleghi, consentitemi di concludere come sarebbe piaciuto a lui: chi ci crede combatte, chi ci crede supera ogni ostacolo, chi ci crede, alla fine, vince. Forza Silvio, forza Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe - I deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e i membri del Governo si levano in piedi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). “Solo noi che siamo stati forza di Governo e che abbiamo sperimentato la durezza e la difficoltà del governare in maniera innovativa possiamo comprendere quanto sia importante per il buon funzionamento della democrazia il ruolo di un'opposizione che tenga sempre presente l'interesse del Paese. Se ci dimenticassimo per un attimo l'interesse del Paese, se a questo anteponessimo un interesse limitato, puramente di parte, il nostro elettorato, che attende da noi fermezza e responsabilità, non ci perdonerebbe. Non siamo quindi votati ad una opposizione selvaggia e distruttiva”: Silvio Berlusconi, 30 maggio 1996, in occasione dell'insediamento del Governo Prodi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Allora, Presidente, io penso di doverlo dire: questa Camera ha perso un'occasione, perché dividersi sulla diretta televisiva e negarla dopo che, nell'altro ramo del Parlamento, era stata concessa significa soltanto una cosa, ossia che sono passati tanti anni, ma l'odio ad personam continua (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). E dico questo senza voler aizzare polemiche, perché siamo in una commemorazione e perché vi è anche una differenza tra la commemorazione, la riflessione e la fustigazione. Noi abbiamo soltanto chiesto, oggi, di poter dire quello che pensavamo politicamente della vicenda umana, politica e imprenditoriale di Silvio Berlusconi.

Allora, si può essere avversari, si può essere anche nemici, ma quando uno vince nello sport, vince nel mondo, in cui si misura, dell'industria, vince e perde in politica e comunque non si arrende, merita comunque di essere apprezzato per la volontà di combattente che ha dimostrato in tutta la sua vita (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Signor Presidente, io dico questo anche perché non è stato facile, per chi come me viene da una storia di destra, trovarsi proprio in quest'Aula a dover fare una scelta, in un anno in cui con un amico, Gianfranco Fini, avevamo diviso pane e sorte; ebbene, chi ha sempre fatto del valore del mantenimento della parola data, non un dogma, ma un dovere, votò la fiducia a Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), e non lo facemmo per piaggeria o interesse; lo facemmo perché siamo e rimaniamo persone serie.

Allora, ricordo che la formula politica non è nata subito fortunata, perché sappiamo che nel 1994 il centrodestra si formò con una cerniera politica: al Nord, Forza Italia e la Lega, al Centro-Sud, Forza Italia e Alleanza Nazionale; non ebbe un percorso facile, perché nel 1996, come voi sapete, una parte del centrodestra era nella coalizione del Polo delle Libertà e la Lega fece una corsa solitaria. Ebbene, la capacità di riuscire a ricostruire e a costruire un'alleanza che dal 2001 ha continuato interrottamente a dare agli italiani lo stesso messaggio, la stessa volontà, la stessa fierezza di battersi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) vuol dire tanto.

Chi come noi ha fatto, in un certo momento, la scelta di dar vita a Fratelli d'Italia, lo fece con grande stile, perché in quest'Aula noi aspettammo la fine della legislatura, pur andando lunghi nelle imminenti elezioni politiche, perché non volevamo dare l'idea di aver rotto un patto, tant'è vero che ci collocammo nel centrodestra da subito per tenere alta la bandiera della destra politica. E anche questa nostra scelta, oggi, ci ha permesso di vedere realizzato un Governo di centrodestra, dove, anche se Berlusconi non era più di quella partita di Governo, egli era sicuramente il grande ispiratore.

Io concludo, aggiungendo solo una cosa, signor Presidente. Tanto odio c'è stato e forse ne scorrerà ancora, ma gli odiatori sono usciti persino dalla pagina della cronaca, Silvio Berlusconi è nella storia d'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe - I deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e i membri del Governo si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Gentile Presidente, care colleghe e cari colleghi, vorrei innanzitutto unirmi al cordoglio già espresso nei giorni scorsi per la scomparsa di Silvio Berlusconi.

Il mio pensiero e quello dei deputati e delle deputate del Partito Democratico va alla famiglia, ai figli, alle figlie e poi alla sua famiglia politica, quella dei gruppi parlamentari di Forza Italia che ha indubbiamente perso una guida e un punto di riferimento.

Silvio Berlusconi ha rappresentato per 30 anni il centrodestra in Italia. Ne è stato il fondatore, l'interprete, il simbolo e per questo, da fermi avversari, ne abbiamo riconosciuto l'indiscutibile peso nella nostra storia recente e reso il doveroso omaggio con la partecipazione alle sue esequie. Un atto dovuto al suo ruolo istituzionale, ma anche un segno di rispetto nei confronti di quella parte di cittadini che, nel tempo, si sono riconosciuti nelle sue battaglie e nelle sue scelte. C'era in lui - lo hanno riconosciuto in molti - una capacità innata di cogliere e interpretare le emozioni e le paure più profonde del Paese, che spesso si è fatta generosità, molte volte compiacenza e desiderio di benevolenza. A lungo ciò è bastato. Agli occhi di molti italiani questa era la chiave per cambiare il Paese.

Con la sua scomparsa si chiude un ciclo politico rispetto a cui le valutazioni e il giudizio tra di noi si differenziano inevitabilmente, come sempre accade di fronte a una prospettiva storica. Noi siamo convinti che non tutto quello che Silvio Berlusconi ha rappresentato sia da esaltare o da salvare; tutt'altro, e lo diciamo con il rispetto che abbiamo manifestato fin qui e il riguardo che rimane per il dolore dei suoi cari. La sua entrata in politica è arrivata in un momento complicato del Paese, di fronte a svolte epocali della Repubblica e alla richiesta forte di cambiamento e modernizzazione. A differenza di altri, ebbe la capacità di accreditarsi come la risposta possibile, facile e ottimista alla crisi e alle difficoltà, raccogliendo le eredità elettorali del pentapartito e, nello stesso tempo, innovando profondamente la politica, con la personalizzazione e la creazione di un partito a immagine e somiglianza del leader.

Da subito ha inserito nella scena politica un elemento fino a quel momento sconosciuto: la difesa dei propri interessi, delle sue aziende, del suo partito, portato a simbolo di quelli di tutti. C'era sempre stata, fino al suo arrivo, una timida ritrosia nell'esporre se stessi. Con Berlusconi questo processo di dissimulazione scompare, per dare spazio a se stesso e alla sua espressione, in quanto interprete di una parte, anche a costo di una visione generale della politica. Non un liberale, dunque, come amava descriversi, ma un politico attento agli interessi di alcuni settori della società ben chiari e riconoscibili. Il mito liberale lo ha potuto raccontare ed esaltare grazie alla vastità del suo impero mediatico.

Non c'è stato strumento di comunicazione che non abbia usato per costruire il racconto di sé e la sua idea di Paese e lo ha fatto certamente con coraggio e visione. Prima di altri, seppe sfruttare le nuove tecnologie e i nuovi mercati, seppe mettere insieme persone giovani e dotate di inedite competenze. Grazie a un enorme conflitto di interessi, di cui mai volle liberarsi e di cui i suoi avversari mai chiesero ragione fino in fondo, il racconto era quello di un'Italia forte, libera e liberata dai pericolosi comunisti. Mentre professava la rivoluzione liberale, però, le condizioni del lavoro e la produttività peggioravano, la pressione fiscale rimaneva la stessa, la crisi finanziaria arrivava senza che si opponesse una seria e credibile politica economica. Intanto il debito pubblico cresceva e il fisco veniva demonizzato come un esproprio ingiusto e iniquo da parte dello Stato e la qualità dell'azione pubblica seguiva una continua decadenza.

Come buona parte in quest'Aula, ero un'adolescente quando Berlusconi fece il suo ingresso in Parlamento. Appartengo a quella generazione che ha conosciuto tutti i limiti e le contraddizioni della stagione di Governo berlusconiana, dalle scelte sbagliate e contestate, da una parte, sulla scuola, sul lavoro e su un modello di sviluppo economico-ambientale che, nel mito della crescita senza freni e spesso senza regole, ha sottratto opportunità e diritti soprattutto alle giovani generazioni. Poi, la lunga stagione delle vicende giudiziarie e della loro trasformazione in questione politica-legislativa guerreggiata, il disvelamento dei limiti del suo agire umano con tutto quello che ne consegue, a partire da una concezione antiquata e offensiva dell'universo femminile che ha limitato lo sguardo alle differenze e alla costruzione di una società più paritaria e inclusiva.

Con l'affermarsi delle sue creature politiche, maturava un'idea di società individualista, sfiduciata verso le istituzioni, che apriva la strada a un pensiero consolatorio, più populista che popolare. E per queste ragioni, anche nelle giornate trascorse, ci saremmo aspettati più sobrietà e rispetto che per chi non ha partecipato a tanta gloria. È stata compiuta una scelta dal Governo in carica e noi l'abbiamo rispettata, ma non condivisa. Silvio Berlusconi è stato certamente un autorevole interprete di una parte, che ha il pieno diritto di celebrare e rendere tributo a un proprio leader, ma sarebbe sbagliato non ricordare quanto la sua figura abbia diviso e anche alimentato contrapposizioni nel Paese. Rivale ma mai nemico: con queste parole in molti a sinistra abbiamo ricordato Silvio Berlusconi. Noi quella rivalità desideriamo rivendicarla e sarà quella che continueremo a esercitare nei confronti della destra italiana di oggi, che certamente ha trovato fondamento nella lunga stagione politica berlusconiana e che, tuttavia, oggi ci appare molto distante da quell'idea di destra moderata ed europeista che Berlusconi ha tentato di raccontare nella sua vicenda politica. Noi negli anni della gloria di Silvio Berlusconi, che oggi ricordiamo col rispetto dovuto, eravamo orgogliosamente dalla parte opposta e continueremo ad esserlo con gli ideali e i valori che appartengono alla nostra storia e con lo sguardo rivolto al futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Dei vari uomini che fu Silvio Berlusconi, come ha ricordato nella toccante omelia l'arcivescovo di Milano Delpini durante le esequie della scorsa settimana, credo che il compito di quest'Aula, in questa giornata, sia quello di concentrarsi su Berlusconi uomo politico. Su questo è stato detto tantissimo soprattutto dai suoi detrattori, cioè da chi, per 30 anni, ha raccontato che Silvio Berlusconi è sceso in campo ed è entrato in politica per tutelare i propri interessi personali o per tutelare, come abbiamo sentito poco fa, degli interessi di parte.

Io credo che, a distanza di quasi 30 anni e dopo la sua scomparsa, quest'Aula abbia tutti gli elementi per fare una valutazione oggettiva su quella che è stata la scelta di Berlusconi di impegnarsi in politica e quali sono state le conseguenze del suo impegno politico. Per capirlo penso che la cosa più semplice sia ricordare com'era raffigurato e raccontato Berlusconi prima del 1994. Tutti gli osservatori del tempo, prima della sua discesa in campo nel 1994, sostenevano che l'impero mediatico di Berlusconi potesse portarlo a essere l'unico vero competitor a livello globale di un gigante come Murdoch. Una rivista francese molto nota - e sappiamo che i francesi quando c'è da fare i complimenti agli italiani sono abbastanza parchi - titolò sulla propria copertina: “I condottieri”, mettendo le foto di Agnelli, Berlusconi, De Benedetti e Gardini e raccontando poi all'interno, nell'articolo, come questi 4 imprenditori, per la loro capacità, il loro capitale e la loro potenzialità economica, avrebbero potuto trasformare l'Italia in un gigante. Questa era l'immagine di Berlusconi prima del 1994 e ometto i successi dal punto di vista sportivo che gli avevano dato altrettanta fama.

Dopo la discesa in campo, invece, come ha vissuto Berlusconi? Berlusconi, per 30 anni, è stato perseguitato dal punto di vista giudiziario e dal punto di vista mediatico (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e di deputati di Azione-Italia Viva-Renew Europe – Deputati e i membri del Governo si levano in piedi). Berlusconi ha dovuto passare 30 anni a difendersi da accuse infamanti che ne hanno sicuramente condizionato anche lo stato di salute. Berlusconi, che è stato per 4 volte Presidente del Consiglio dei ministri, ha dovuto anche subire l'umiliazione della cacciata dal Senato della Repubblica. Ma la cosa che ci dice chi è stato Silvio Berlusconi è come lui ha reagito a quella cacciata: chiunque altro si sarebbe fermato. Silvio Berlusconi ha continuato a lottare con grande umiltà, fintanto che nel Senato è ritornato dalla porta principale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e di deputati di Azione-Italia Viva-Renew Europe). Questo dice chi era, cosa rappresentava e cosa ci ha insegnato Silvio Berlusconi: non mollare mai e lottare sempre per il trionfo della verità e della giustizia!

Quindi, mi pare evidente che Silvio Berlusconi non ci ha guadagnato niente dal punto di vista personale dall'entrata in politica, ma l'ha fatto perché c'era una grande parte del Paese che aveva bisogno di essere rappresentata, questo è vero. E proprio su questo io vorrei concentrarmi, perché sappiamo tutti che Berlusconi è stato uno statista, sappiamo tutti che Berlusconi è stato il fondatore del centrodestra, del bipolarismo e il leader di Forza Italia. Dunque, vorrei concentrarmi su Berlusconi motore della Seconda Repubblica, perché anche qui, sulla Seconda Repubblica, si è parlato spesso di Tangentopoli. Io, invece, penso che la Seconda Repubblica nasca da due spinte propulsive sociali e popolari: una rappresentata da Silvio Berlusconi e l'altra rappresentata - e iniziata qualche anno prima - da Umberto Bossi con la Lega.

Silvio Berlusconi è stato quello che ha portato al centro del dibattito politico la piccola e media impresa, quella che, negli anni del consociativismo della Prima Repubblica, era ai margini delle decisioni perché si privilegiava sempre e comunque, per quello che era il sistema Italia, l'interesse dei grandi gruppi imprenditoriali. Bossi, allo stesso modo, ha portato con irruenza sulla scena politica la voce di quelli che non avevano voce, di quelli che oggi chiameremmo le partite IVA, i piccoli artigiani, i commercianti, gli agricoltori, i territori più marginali e, allo stesso tempo, anche la voce della parte più produttiva del Paese, con una sintesi certamente geniale e non comune (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Queste due sono state le spinte sociali che hanno portato alla nascita della Seconda Repubblica, e penso che questi valori e questa rappresentanza sociale siano plasticamente e iconicamente rappresentati da quella foto in Sardegna del 1994 di Berlusconi in camicia e Umberto Bossi in canottiera. Quello dice tutto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e dei membri del Governo) sulle motivazioni e sulle spinte sociali sulle quali nasce la Seconda Repubblica.

Su questi due pilastri, insieme all'esperienza della destra, che, con la svolta di Fiuggi, ha rappresentato il terzo pilastro del centrodestra per come oggi noi lo conosciamo, è nata quella coalizione di Governo che continua ad andare avanti e che oggi governa il Paese, di cui certamente Berlusconi è stato il primus inter pares, questo lo dice la storia.

Ho avuto modo e la fortuna di conoscerlo e di poterci lavorare insieme negli ultimi anni, da quando ho l'onore di rivestire il ruolo di presidente del gruppo della Lega, e ho avuto modo di apprezzarne la grandissima generosità, il grandissimo lato umano, la disponibilità all'ascolto, nonostante lui fosse un gigante e noi fossimo giovanotti che si apprestavano a parlare di politica con chi ha fatto la storia d'Italia, ma soprattutto, nonostante fosse fiaccato dall'età e dalla malattia, la visione sempre rivolta al futuro.

Silvio Berlusconi, fino all'ultimo giorno, è stato un vulcano di idee e, fino all'ultimo giorno, ha lavorato per il futuro di questo Paese. Questo mi ha particolarmente toccato e penso che sia il più grande ricordo che noi dobbiamo avere di lui e il più grande messaggio che ci deve spingere a portare avanti la nostra azione politica. Sicuramente, questa lucidità, questa visione e questa positività ci mancheranno molto, mancheranno a quest'Aula, mancheranno al centrodestra, ma mancheranno a tutta l'Italia, anche a chi lo ha detestato. Penso che alla fine mancheranno a tutti.

Voglio porgere, a nome del gruppo della Lega, le più sentite condoglianze alla sua famiglia, voglio porgere le condoglianze alla nostra collega Marta, voglio porgere le condoglianze e mandare un sincero abbraccio a tutti i suoi collaboratori, in primis Gianni Letta e Confalonieri, coloro che hanno avuto la fortuna di condividere con lui l'epopea, i successi e i trionfi nel mondo imprenditoriale, i successi e i trionfi nel mondo sportivo, i successi e i trionfi nella storia politica. E, con buona pace di tutti i detrattori, questo non è qualcosa che raccontiamo, ma questa è già storia del Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, dei membri del Governo e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe - Deputati e membri del Governo si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ho chiesto al mio gruppo di intervenire in questa circostanza così triste per larga parte di quest'Aula perché ritengo un dovere morale, prima ancora che politico, rendere omaggio in quest'Aula alla figura di Silvio Berlusconi.

Lo giudico un dovere morale, perché Silvio Berlusconi è stata la persona, è stato il mentore che mi ha spinto a fare politica, che mi ha trasmesso la passione per la politica, che mi ha incoraggiata ad occuparmene, che mi ha scelto, prima come parlamentare, poi come Ministro della Repubblica. Questo, naturalmente, non lo dimentico e di questo gli sarò sempre riconoscente.

Anche quando le nostre strade politiche si sono divise, qualche mese fa, la riconoscenza, il rispetto e la stima non sono mai venuti meno.

Ho pensato a lungo alle parole da pronunciare in quest'Aula in occasione della commemorazione della figura di Silvio Berlusconi e confesso che ho fatto fatica a trovarle, anche perché di parole, in questi giorni, ne sono state spese davvero tantissime, milioni, se non miliardi, e questo testimonia anche la centralità del ruolo che Silvio Berlusconi ha avuto negli ultimi 30 anni.

Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro sulla storia dell'imprenditore, del dirigente sportivo, dell'inventore della TV privata italiana, del leader politico, del leader di Pratica di Mare, di Onna, di quel leader che ha cambiato anche la visione e la postura dell'Italia nel mondo, per esempio anche nei confronti dello Stato di Israele. Non penso che bisogna aggiungere altro sulla figura del fondatore del centrodestra italiano, del riferimento del popolarismo europeo in Italia.

Piuttosto credo che una riflessione vada fatta sulla sua eredità, sulla sua eredità politica e sul modo di tenerla in vita, che, a mio avviso, non si risolve, intitolandogli una strada o una piazza. Per carità, iniziative condivisibili e rispettabili, ma che rischiano di apparire riduttive di fronte alla grandezza della sua figura.

Dare un seguito alla storia di Silvio Berlusconi significa soprattutto rilanciare un modo di parlare e di guardare agli italiani che ha rappresentato un unicum nel panorama politico italiano e che ha sempre ispirato la sua azione e la sua visione politica. L'ottimismo, innanzitutto, la capacità di scommettere sulla voglia di fare e di intraprendere degli italiani, sulla speranza, anziché sulla paura, sulla fiducia, invece che sulla caccia a nemici veri o immaginari. È stato, credo, quello il vero motore dell'azione politica di Silvio Berlusconi, il vero motore del consenso per Silvio Berlusconi, un motore che tutti noi, comunque schierati, faremmo bene ad alimentare per il bene del Paese. Perché un Paese non vive di paura e di rabbia, ma vive, come lui ci ha insegnato, di speranza e di fiducia.

E poi il coraggio e la libertà di superare le liturgie della politica, per selezionare, promuovere e formare una nuova classe dirigente sulle ceneri della Prima Repubblica, guardando oltre gli steccati dell'ideologia, attraendo energie e competenze che provenivano da tradizioni politiche e culturali differenti. È una lezione preziosa, questa che ci lascia, che ha contraddetto una delle regole più stupide della politica ancora in vigore, e cioè la competenza sacrificata in nome della fedeltà.

E ancora, l'orgoglio per il ceto medio, il rispetto per chi sa intraprendere e creare ricchezza, l'attenzione per i più fragili, l'attitudine della politica a cercare competenze nelle categorie, nelle professioni, nel mondo intellettuale. E poi, lasciatemelo dire, la massiccia promozione della presenza femminile all'interno del partito e delle istituzioni, cosa che ha spinto anche i suoi avversari ad inseguirlo su questo terreno, portando, in prima linea, donne di valore, per carità, ma che, magari, chissà per quanto tempo sarebbero rimaste nelle retrovie dei rispettivi partiti. Ottimismo, libertà, coraggio, concretezza, tenacia, passione: l'eredità di Silvio Berlusconi è tutto questo e naturalmente molto, molto altro, e i prossimi mesi ci diranno se e come avrà un seguito.

Personalmente, sono e resto in politica per questo, con la stessa passione, con la stessa determinazione, con la stessa convinzione e con lo stesso entusiasmo con cui, in quel lontano 2004, ho iniziato, con lui e grazie a lui, un percorso che mi ha portato fin qui.

Credo che questo sia il modo migliore per rendere omaggio alla figura di Silvio Berlusconi e per dirgli: grazie, Presidente, dal profondo del cuore, non ti dimenticheremo (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, dei membri del Governo e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Signor Presidente, colleghe e colleghi, ricordiamo Silvio Berlusconi, un leader politico, un uomo che ha svolto un ruolo importantissimo negli ultimi 30 anni della vita del nostro Paese.

Prima di tutto voglio porgere alla famiglia, a tutte le persone che gli hanno voluto bene e alla sua comunità politica le mie condoglianze e le condoglianze del gruppo politico che rappresento, Alleanza Verdi e Sinistra.

Berlusconi è stato un grande avversario per le nostre idee ecologiste e femministe, per le nostre idee di giustizia sociale, per le nostre idee di solidarietà, il maggiore e più forte avversario per molti decenni. Vogliamo ricordare i tanti momenti che hanno visto le nostre idee contrapposte a quelle che lui proponeva, le critiche aspre che accompagnavano il dibattito politico. Berlusconi ha creato una destra politica che, prima di lui, non aveva mai governato il Paese. La destra che governa, però, non è stata la destra liberale nella quale molti, certo non noi, all'inizio hanno sperato. Non poteva esserlo, perché non si può svolgere, contemporaneamente, il ruolo dell'uomo d'affari, che tutela i propri interessi, e quello del politico liberale: le due cose non stanno insieme. Sino all'ultimo Berlusconi è rimasto prima di tutto un uomo d'affari, senza che il suo conflitto di interessi fosse risolto.

Eppure, va riconosciuto che Berlusconi aveva una visione del mondo, diversa e antagonista della nostra, ma una visione chiara del mondo. E su questa visione ha costruito un'alleanza prima di tutto sociale e poi politica, che è stata spesso maggioranza del Paese. Certo, le parole d'ordine che accompagnavano queste alleanze erano spesso contraddittorie, parlavano però al malessere della nostra società che Berlusconi percepiva e al quale, però, dava risposte più adeguate a soddisfare esigenze di parte piuttosto che quelle generali. Quindi, non solo una grande capacità comunicativa, una naturale empatia nei rapporti, una narrazione enfatica e spesso fantasiosa, nel senso di non corrispondente alla realtà, doti che hanno caratterizzato Silvio Berlusconi e che da tutti sono riconosciute, ma anche la capacità di capire meglio di altri dove stava andando la società italiana. Dal mio punto di vista, ha usato questa comprensione nel modo più sbagliato: ha abbandonato il pensiero liberale per dare forza alle sue coalizioni politiche, caricandosi attori politici non ancora risolti. Basti pensare quanto sia ancora urticante nel campo del centrodestra, per alcuni, parlare di democrazia, resistenza e antifascismo.

Da Berlusconi ci separava tutto, non sarebbe giusto nasconderlo e, proprio adesso, nel momento del lutto, credo che sarebbe sbagliato non evidenziare le differenze. Lui credeva nella politica del fare e delle grandi opere, nell'assoluta libertà del mercato e contrastava qualsiasi forma di regolamentazione. Voglio ricordare che, nell'assoluta libertà del mercato, senza un intervento regolatore che tuteli i più deboli, non vi è alcuna giustizia. Voleva un Paese senza lacci e lacciuoli, una società senza regole, dove chiunque poteva teoricamente competere. Tutto questo terminava, però, nella legge del più forte, del più ricco, una sorta di far west all'italiana. Dal punto di vista della tutela ambientale, come dimenticare quando disse, agli esordi della sua carriera politica, che, semmai ci fossero state catastrofi ambientali, queste avrebbero riguardato solo le future generazioni fra 100 anni. Questa, come altre previsioni, si sono rivelate tragicamente errate. È difficile considerare Berlusconi, che è stato per ben quattro volte Presidente del Consiglio, un perseguitato. I perseguitati, purtroppo, in questo Paese sono altri, e rifiutiamo questa narrazione. Avremmo preferito anche una maggiore sobrietà nel dibattito. È stato un uomo che ha avuto una grande credibilità, questo va riconosciuto. Molto ha promesso, ma poco ha mantenuto. Abbiamo combattuto le sue idee con grande trasparenza, non risparmiando critiche anche aspre, ma va riconosciuto che, a differenza della destra che si rafforza ora in Europa, Berlusconi è stato a suo modo un europeista, lontano da quel sovranismo che sta avvelenando il dibattito politico.

Abbiamo criticato i suoi rapporti discutibili, le amicizie poco chiare, la legittimazione della mercificazione del corpo delle donne. Però chi vuole raccontare la vicenda politica di Berlusconi come una mera somma di pubblicità e monopolio dei media, non ci convince. Fattori, questi, certo, importanti, ma Berlusconi ha svolto un importante ruolo come federatore del centrodestra italiano, ruolo che con la sua scomparsa non può essere colmato. Ha cambiato la cultura del nostro Paese, quasi sempre in peggio. Noi abbiamo combattuto soprattutto il berlusconismo, per come cambiava i rapporti tra le persone, i rapporti sociali e per come esaltava gli aspetti più discutibili della nostra società.

È stato un protagonista del nostro tempo, seppur divisivo. Tanto consenso ha ottenuto, quanto un altrettanto irremovibile dissenso. Per questo non abbiamo condiviso, anzi abbiamo fortemente criticato il fatto che il Governo abbia proclamato il lutto nazionale, determinando peraltro la necessità di alcuni di sottolineare il proprio diniego. Non serviva questa forzatura. Troppo spesso sono state combattute le sue idee, demonizzando la figura di Berlusconi. Credo sia stato un errore. Le idee si combattono con le idee. Una visione della società si combatte con un'altra contrapposta. Gli anatemi non servono e propongono un'idea della politica che non condivido, così come non condivido l'esaltazione della personalità e la santificazione dei leader politici: cose che non dovrebbero appartenere alle democrazie compiute come quella italiana. Del resto, troppo stridente è la lettura data dall'opinione pubblica internazionale rispetto a quella agiografica data in Italia. Va anche detto che è stato un politico che non ha lucrato sulla paura sociale, non ha speculato sull'incubo di un futuro peggiore, al contrario di quanto accade oggi con la destra, che costruisce consenso sulla paura degli italiani. Berlusconi è stato lontano da noi, dai nostri valori, dalla nostra visione del mondo. Se n'è andato un nostro avversario politico, coraggioso e innovatore nel suo campo. A noi resta il dovere di costruire un futuro migliore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Prima di affrontare, com'è giusto che sia, in questa commemorazione, il lascito politico di Silvio Berlusconi, si debba a Silvio Berlusconi, da parte personale e da parte, credo, di tutto il Parlamento, come è stato fatto, un grazie. Un grazie personale, ma un grazie perché, in un momento difficile della storia di questo Paese e di questo Parlamento - perché il Parlamento è la culla della democrazia, cioè la sintesi di quello che il popolo italiano è -, con la sua discesa in campo e con il suo contributo ha dato ancora più forza e ha rinnovato la nostra istituzione e la nostra democrazia. Credo che questo grazie valga più di tutto e di tutte le parole dette.

Credo che oggi la commemorazione, al di là dei ricordi personali, debba per forza di cose - credo sia un dovere - affrontare il lascito politico, l'uomo politico, l'eredità politica di Silvio Berlusconi. E bene è stato detto dagli amici di Forza Italia, ma anche da parte di tutti, che il punto per vedere la sua eredità politica non è quello di cercare affannosamente un erede, perché come Silvio Berlusconi c'è solo Silvio Berlusconi, ma quello di capire fino in fondo quale lascito politico ci lascia, quale cosa ha affidato in trent'anni della sua attività politica al Paese e alla storia di questo Paese, a tutti noi, agli alleati e agli avversari. Credo che il contributo di Silvio Berlusconi si possa definire in due parole: essere stato un grande leader politico ed essere stato un grande statista.

Un grande leader politico, perché il grande leader politico è quello che, con la sua discesa in campo e la sua avventura politica, segna la storia politica di un Paese. È stato detto in questi giorni che è stato un leader divisivo. Certo. Com'è possibile che un leader politico non rappresenti con forza e con orgoglio una parte politica? Per questo è divisivo e per questo, con orgoglio, ha rappresentato un pezzo forte di storia di questo Paese. Dall'altra parte, però, essere divisivi nella politica è la fisiologia della democrazia. Lo abbiamo sottolineato, tanti di voi e tanti di noi negli interventi qui in Aula, in questi giorni, che a non essere fisiologica è la trasformazione, nella contrapposizione tra avversari in politica, in nemici, in un bipolarismo cattivo che non ha fatto bene e che non fa bene alla democrazia e alle istituzioni di questo Paese.

Però è stato un leader che ha unito. Ha unito? Assolutamente sì. Il suo grande lascito politico è quello di aver ripreso e unito, in trent'anni, le grandi tradizioni politiche di questo Paese - quella cattolica, quella liberale, quella riformista socialista, quella repubblicana - in una proposta politica che sapeva affrontare e guardare alle sfide nuove della modernità. E nello stesso tempo, ha unito altre storie e altri pezzi di questo Paese che si introducevano nelle sfide della modernità: penso alla Lega federalista di Bossi, penso alla trasformazione di una destra che è diventata sempre più conservatrice nel senso vero e positivo del termine, cioè in quel capolavoro politico che si chiama oggi centrodestra. Un centrodestra unito, che ha un'unica grande sfida, come ci ha insegnato Silvio Berlusconi in questi trent'anni: la sfida di chi si assume la responsabilità di governare. Ricordo ancora che Silvio Berlusconi scelse, in un congresso di Forza Italia, una frase, uno slogan che allora sembrava essere fuori dal mondo: la politica è la moralità del fare, è la sfida del tradurre ideali, valori e storie politiche in un'azione che cambi il Paese. Ci ha consegnato, come leader politico, la democrazia dell'alternanza, ricordiamocelo, perché questa è il sale di una democrazia: chi governa e chi sta all'opposizione, nel rispetto dell'avversario. Anche questo è un contributo che Silvio Berlusconi da leader politico - per chi l'ha conosciuto personalmente, ma anche per chi l'ha visto all'azione in queste Aule - ha sempre testimoniato: il riconoscimento dell'avversario.

Chi si ricorda - i più giovani non se lo ricordano - Silvio Berlusconi, appena eletto Presidente del Consiglio, nel 1994, che scende dai banchi del Governo e stringe le mani a Giorgio Napolitano, allora deputato del partito che allora era il PDS e già Presidente della Camera; così come quello scontro epocale, politico, che ha trasformato un pezzo di storia politica del Paese, ce lo ricordiamo, nel 2008, Veltroni-Berlusconi, con quel discorso di insediamento in quest'Aula che ha fatto dire al leader dei Democratici “si può fare”. Ecco, io credo nella forza di quel leader che sapeva sempre valorizzare i suoi avversari, ma anche i suoi alleati, indipendentemente dalla loro consistenza numerica, ma innanzitutto per il contributo ideale che potevano rappresentare, perché aveva sempre la coscienza di un'Italia ricca e plurale, dove ognuno poteva dare il suo contributo.

E, poi, è stato un grande statista, e questo è il luogo dove ricordarlo, perché lo statista è colui che quando governa - e gli è stata data la responsabilità, da leader politico, di governare il Paese - è in grado di cambiare il Paese, di segnare un cambiamento storico del Paese. E anche su questo gli va dato atto, secondo me, che quella rivoluzione liberale che è la sfida del Governo che continua ancora oggi, con il centrodestra, ha un suo esempio, ha suoi modelli e qui, in quest'Aula, dobbiamo ricordare come si è trasformata in azioni politiche quella sfida del Governo, della moralità del fare, il Governo del 2001 e del 2006. Perché non parliamo dell'alta velocità, che ha trasformato l'Italia e che oggi è possibile grazie a quei primi cento giorni, la legge obiettivo, il divieto di fumo nei locali pubblici del Ministro Sirchia, che ha cambiato il costume del Paese, la patente a punti? E l'introduzione nel 2001, 22 anni fa, del Ministero dell'innovazione tecnologica, la legge Tremonti, la legge Biagi, la riforma Moratti, le tre “I” impresa, innovazione tecnologica, istruzione e tante altre cose a livello internazionale come il Vertice di Pratica di Mare. Perché - e concludo, signor Presidente - non è inutile ricordare queste cose? Perché uno statista si riconosce non tanto e non solo, ed è diverso da un grande leader politico, se, accettando la sfida del Governo, traccia un segnale di cambiamento e indica che quella tradizione ideale e quella tradizione valoriale possono diventare un modello di Governo per il bene intero del Paese, per chi lo rappresenta e per chi sta all'opposizione. Così come poi il definire la collocazione popolare del popolarismo europeo, ma qui, ovviamente, Antonio Tajani, il Ministro degli Esteri, potrebbe non solo parlare, ma autorevolmente continuare a indicarci la strada.

Concludo, signor Presidente, con un appello che Silvio Berlusconi aveva lanciato dalle pagine del Corriere della Sera a cento anni dall'appello dei “Liberi e forti” di Don Sturzo. Diceva: “Oggi come allora,” - ricordando Don Sturzo – “di fronte a grandi sfide e a grandi pericoli,” - eravamo nel 2019 – “dobbiamo tornare a costruire un futuro di responsabilità, di crescita e, soprattutto, di libertà. È indispensabile un'altra risposta civile e morale dalla parte migliore dell'Italia” e concludeva: “Io ci sono”. Ecco, questo è Silvio Berlusconi: un grande leader e un grande statista; c'è sempre stato. Grazie, Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e dei membri del Governo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Presidente, colleghe e colleghi, ricordare Silvio Berlusconi in quest'Aula senza aver avuto l'occasione di conoscerlo personalmente non è facile, perché significa limitarsi a dare atto delle testimonianze di altri colleghe e colleghi che possono parlare per conoscenza diretta. Silvio Berlusconi era un uomo abituato a raggiungere gli obiettivi che si prefigurava. Imprenditore di straordinario successo, è stato un leader politico che ha saputo incidere, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, su paradigmi, usi e linguaggi. Uomo deciso, generoso, divisivo e discusso, non evitava i conflitti, combatteva i nemici effettivi o presunti, sviluppava visioni condivisibili o meno e le perseguiva con la tenacia di chi, grazie a questa qualità, ha raggiunto tanti obiettivi che si era prefissato. Proprio in virtù della sua tenacia Silvio Berlusconi ha saputo rialzarsi dopo ogni caduta. L'Alto Adige non compariva in modo particolare nell'agenda di Silvio Berlusconi in qualità di Presidente del Consiglio dei ministri, ma non vogliamo dimenticare l'accordo di Milano come uno dei momenti significativi per la nostra autonomia. Al di là delle contrapposizioni di parte che ci sono, come è naturale in politica, non è questo il momento per individuare linee di demarcazione; la valutazione politica sarà scritta dalla storia; è, invece, il momento del rispetto istituzionale, che è patrimonio di tutti.

Come Minoranze linguistiche, Südtiroler Volkspartei e Union Valdôtaine, vogliamo unirci al cordoglio alla famiglia, ai suoi cari, al suo partito Forza Italia e a tutti coloro che gli erano vicini (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di membri del Governo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Quello di Silvio Berlusconi, dal punto di vista personale, economico e politico, non è stata una parabola, ma un'iperbole, una esagerazione di successi e contraddizioni. I tanti che lo hanno conosciuto e incontrato hanno sperimentato la sua straordinaria capacità di empatia, dote che lo ha molto aiutato tanto a costruire le sue fortune imprenditoriali che politiche, insieme alla sua smisurata capacità di resistere alle difficoltà e alle sconfitte.

Berlusconi irrompe sulla scena politica non da underdog, ma da outsider, cogliendo con rapidità la novità spiazzante del maggioritario: in un sistema multipartitico, per vincere si deve unire, punto; detto, fatto, con flessibilità e spregiudicatezza. Berlusconi ha rappresentato una rottura del sistema consociativo e lo ha fatto con parole d'ordine nuove e, al tempo, promettenti e con gesti inediti, come quello di nominare Commissaria europea, insieme a Mario Monti, la federalista europea Emma Bonino, scelta che allora difficilmente altri da lui avrebbero fatto - certo, in quel caso molto aiutò la capacità di convincimento di Marco Pannella, ma il fatto resta - e in molti fummo incuriositi e attratti dalla continua evocazione della rivoluzione liberale, che lui trasformò in uno slogan potente e popolare e dal riferimento alla libertà che prometteva sull'economia, come sulla giustizia, come sulla vita delle persone; una stagione di riforme positive. Quelle promesse, purtroppo, sono via via scolorite nelle pastoie della vita di coalizione e forse nel venir meno delle sue ambizioni di cambiamento. Sulle riforme pensiamo a quella, mille volte evocata, della separazione delle carriere dei magistrati o alla diminuzione della spesa pubblica e del debito; non sono arrivate e la coalizione ha virato sempre più verso la destra sovranista. Sui diritti ricordo lo scontro sul caso Eluana Englaro, quando la posizione assunta da molti e, alla fine, condivisa, con un decreto-legge, da Berlusconi Presidente del Consiglio contradisse la sua professione di laicità delle istituzioni e il suo rispetto per la libertà di scelta delle persone.

Portato, in politica estera, a commettere errori di valutazione anche molto gravi, quando si faceva sviare dai suoi rapporti personali con i leader, pensiamo a Vladimir Putin, Berlusconi ha avuto, però, un merito importante nell'incardinare Forza Italia nel Partito popolare europeo, garantendo all'Italia, attraverso i suoi Governi, la conferma dell'alleanza euroatlantica e una partecipazione mainstream alla costruzione europea, anche in tempi complicati; ricordo il suo supporto convinto al Trattato per la Costituzione europea, da lui firmato a Roma nel 2004, sforzo che poi fu vanificato da Francia e Olanda, che si opposero con il referendum a quel testo e che ha lasciato ancora oggi un vuoto istituzionale drammaticamente incolmato. Berlusconi leader dei moderati, un ossimoro tutto italiano, incomprensibile oltre le Alpi, che ha segnato la nostra politica per trent'anni. A nome di +Europa, rinnovo le più sentite condoglianze alla famiglia e alle persone che gli sono state vicine (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Vicepresidente del Consiglio dei ministri, onorevole Tajani. Ne ha facoltà.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Il primo intervento pubblico di Silvio Berlusconi fu dedicato all'Italia: “L'Italia è il Paese che amo”. E decise - primo nella storia della Repubblica - di mettere il nome “Italia” nel logo del suo movimento politico.

Il secondo intervento pubblico di Berlusconi fu alla fiera di Roma, a febbraio del 1994, e fu tutto incentrato sui valori che dovevano ispirare l'azione politica di Forza Italia, primi fra tutti la libertà, la centralità della persona e poi la solidarietà, la sussidiarietà, la libertà di espressione, la libertà di religione, senza alcuna distinzione tra le persone. La dignità di ognuno - altro valore - era al centro del suo modo di pensare e di vivere, dignità che esaltò anche quando alcuni cercarono di umiliarlo, e lui comunque rispettò una sentenza che considerava ingiusta. Mandato a scontare una pena ai servizi sociali, seppe stare ultimo fra gli ultimi, dimostrando una grandezza che soltanto i grandi della storia sanno dimostrare (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe – Deputati si levano in piedi).

La stessa dignità e la stessa umiltà che esaltò in quei giorni tentò di valorizzarle in ogni italiano, soprattutto negli ultimi, soprattutto in coloro che soffrivano, con atti di generosità che forse non tutti conoscono, ma che si sanno. Non voleva che nessuno restasse indietro: tutti gli italiani dovevano poter avere dallo Stato e dal Governo un messaggio di solidarietà, di sostegno e la possibilità di vivere in maniera dignitosa.

È un valore anche la scelta europeista, che molti in quest'Aula hanno ricordato, la scelta di aderire al Partito Popolare Europeo, il partito di De Gasperi, di Adenauer e di Schuman, fu una scelta epocale: Forza Italia, principale partito italiano, si metteva nel solco della grande tradizione cristiana e democratica, raccogliendone l'eredità.

L'altro grande messaggio valoriale fu l'adesione alle scelte transatlantiche. Da Presidente del Consiglio parlò al Congresso degli Stati Uniti fra gli applausi dei parlamentari americani che si alzarono davanti all'italiano che rispettavano (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Rispetto, conquistato grazie al lavoro e all'azione politica, e gratitudine, scegliendo anche qui di stare dalla parte della libertà, nei confronti dei tanti giovani americani, magari anche tanti di origine italiana, che si erano battuti contro le due orrende dittature del Novecento, morendo in Italia e in Europa proprio per garantire quel valore - la libertà - a ciascuno di noi. Non dimenticò mai questo sentimento di gratitudine.

Ecco, i valori: li cercò sempre, anche negli ultimi tempi della sua vita; forte dell'insegnamento delle scuole Salesiane che aveva frequentato, insisteva sempre sul fatto che una forza politica come Forza Italia non poteva non fare riferimento ai valori cristiani. E i valori cristiani vanno ben al di là dei peccati che ogni cristiano può commettere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).

I valori cristiani sono la difesa degli ultimi, la dignità, la libertà e il rispetto di chi soffre. Anche nelle sue ultime interviste - non sempre è stato notato - ha fatto riferimento alla provvidenza, nominava il Signore e diceva: “Sono qui grazie alla volontà del Signore”. Si sentiva cristiano, come tutti gli altri cristiani, guardando sempre verso l'alto.

Vedete, i valori che lui ha cercato di trasmettere a tutti noi e che ispirano anche l'azione di questo Governo, che sono parte integrante del programma di questo Governo, sono valori che ha difeso e sono la garanzia della continuità della sua azione politica. Molti hanno parlato del futuro, del futuro dei valori nei quali lui credeva e che sono stati elemento determinante anche per la nascita della coalizione di centrodestra. Sono valori che dovranno camminare sulle gambe di chi ha creduto in lui e sulle gambe di tutti coloro che credono in questi valori.

Guardare al futuro significa ridurre la pressione fiscale, aumentare le pensioni, creare infrastrutture, ridurre la burocrazia: sembrano soltanto slogan politici, ma sono scelte frutto di una visione della società. Si può essere d'accordo o no, ma sono frutto di una visione al cui centro c'è sempre la persona. Le infrastrutture servono per rendere più competitive le imprese; le imprese servono, non per creare ricchezza per l'imprenditore, ma per creare benessere e lavoro perché, senza impresa, non c'è lavoro. Questa è l'economia sociale di mercato: lui insisteva sempre su questo concetto, riferendosi al popolarismo europeo e alla figura di don Sturzo, che ammirava, tant'è che in una delle sedi di Forza Italia fece mettere una frase all'ingresso dedicata proprio a don Sturzo.

Ecco, tutte queste scelte, come l'aumento delle pensioni minime e una vita dignitosa per chi ha lavorato sempre, il taglio delle tasse, la garanzia della libertà per difendere e aiutare la famiglia, per fare in modo che i genitori possano lasciare, non un edificio, ma una dimora ai propri figli, rientrano in ciò in cui lui credeva. Anche le città che realizzava erano costruite nel rispetto dell'ambiente; quando lui diceva “piantiamo un milione di alberi” esprimeva anche il valore della tutela dell'ambiente, non con una visione ideologica, ma con una visione nella quale c'è sempre la persona al centro, come era nelle vecchie abbazie: al centro la persona, attorno piante, attorno il verde.

Ecco, questa era la visione che lui aveva della società, della vita e della persona. Questi valori non si cancellano e la sua forza è stata proprio quella di aver offerto a tutti noi la possibilità di tenere alta la bandiera di quei valori. Grazie, presidente Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra – Deputati e i membri del Governo si levano in piedi)!

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1151-A.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento, gli ordini del giorno n. 9/1151-A/1 Manes, concernente alcune specifiche fondazioni della regione Valle d'Aosta, e n. 9/1151-A/51 Bonelli, concernente la tempistica e le modalità per la nomina del commissario straordinario per l'alluvione.

Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, passiamo direttamente alla fase dell'espressione del parere del Governo sugli ordini del giorno.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori per chiedere, suo tramite, che la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni venga in Aula a riferire su quanto sta emergendo, facendo molto scalpore, sulle vicende o, se vuole, sugli affari e sulla gestione degli affari poco chiari della Ministra Santanche'. Perché, guardi, Presidente, le notizie sono giornalistiche…

PRESIDENTE. Non è necessario che me lo ricordi lei, lo so bene. Pensavo avesse finito. Prego.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Le notizie emerse in questi giorni dalla stampa lasciano noi e tutto il Paese abbastanza interdetti. Per questa ragione, vista la gravità e l'urgenza, Presidente, chiediamo se la Presidente del Consiglio ritenga che la Ministra Santanche' debba o possa proseguire la sua funzione di Ministra per quanto sta emergendo. Ovviamente, va da sé, Presidente - mi permetto di riferirlo per suo tramite -, che, come Partito Democratico, riteniamo che la Ministra Santanche' debba dimettersi immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), semplicemente per chiarire quanto sta emergendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha udito la sua richiesta e la Presidenza ne prende atto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Anche noi sull'ordine dei lavori, per unirci alla richiesta del Partito Democratico e credo di tutte le opposizioni, perché le notizie che riguardano la Ministra Santanche' e, in particolare - per quanto sta a cuore a noi -, il mancato rispetto di norme a tutela dei lavoratori in imprese collegate alla Ministra sono molto gravi. Credo sia necessario che vengano chiarite in quest'Aula e che la Presidente del Consiglio Meloni prenda provvedimenti, perché davvero non possono esserci ombre su Ministri del Governo e, in questo momento, ci sono ombre molto pesanti, almeno a quanto è scritto dalla stampa e da diverse inchieste giornalistiche (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Todde. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA TODDE (M5S). Anche noi riteniamo che il Ministro Santanche' debba venire a spiegare in Parlamento quello che abbiamo appreso attraverso mezzi di stampa. Se fosse verificato, sarebbe un comportamento gravissimo perché la cassa integrazione è uno strumento che serve ai più fragili, ai più poveri, ai lavoratori che non ce la fanno.

Quindi, credo sia un tema da affrontare anche per la classe imprenditoriale, perché abbiamo una classe imprenditoriale italiana onesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che si regge in questo momento, che contrasta i problemi di mercato e la competitività. Quindi, anche per rispetto nei confronti di questa classe imprenditoriale onesta, se fossero verificati, questi comportamenti di personaggi che, in questo momento, ricoprono un ruolo istituzionale, sarebbero inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. Prego, onorevole Siracusano.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, signor Presidente. L'ordine del giorno n. 9/1151-A/2 Girelli è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/3 Comba, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/4 Deidda è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/5 Steger, il parere è contrario.

Gli ordini del giorno n. 9/1151-A/6 Malavasi e n. 9/1151-A/7 Penza sono accolti come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/8 Baldino è accolto come raccomandazione, se riformulato, espungendo il primo impegno.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/9 Auriemma è accolto come raccomandazione.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/10 Alfonso Colucci, n. 9/1151-A/11 Riccardo Ricciardi, n. 9/1151-A/12 Amato, n. 9/1151-A/13 Caso, n. 9/1151-A/14 Tucci, n. 9/1151-A/15 Scutella', n. 9/1151-A/16 Orrico, n. 9/1151-A/17 Quartini e n. 9/1151-A/18 Sportiello.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/19 Di Lauro è accolto come raccomandazione.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/20 Marianna Ricciardi e n. 9/1151-A/21 Carotenuto.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/22 L'Abbate è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/23 Cappelletti, il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di espungere il primo impegno, riformulare il secondo con: “a valutare l'opportunità di assumere ulteriori iniziative finalizzate a” e riformulare anche il terzo impegno come segue: “a valutare l'opportunità di adottare ogni misura necessaria per semplificare le procedure per l'installazione delle infrastrutture di ricarica elettrica e per la realizzazione delle infrastrutture off shore per la produzione di energia elettrica”.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/24 Cafiero De Raho è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/25 Francesco Silvestri, il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di sopprimere l'11° e la 12° premessa e riformulare l'impegno come segue: “a valutare l'opportunità di adottare misure di contenimento degli effetti conseguenti all'aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse a tutela delle famiglie e delle piccole e medie imprese”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/26 Carmina, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di definire, nel rispetto dell'equilibrio di finanza pubblica, una programmazione finanziaria idonea a garantire lo stanziamento di risorse adeguate al perseguimento di efficaci politiche abitative di contrasto al disagio abitativo, favorendo, altresì, la partecipazione delle regioni e degli enti locali attraverso l'apporto di risorse aggiuntive dai propri bilanci” e “a valutare l'opportunità di rifinanziare, nel rispetto dell'equilibrio di finanza pubblica, il Fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e al Fondo inquilini morosi incolpevoli”.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/27 Fenu è accolto come raccomandazione.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/28 Torto e n. 9/1151-A/29 Donno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/30 Dell'Olio, contrario, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/31 Ubaldo Pagano, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/32 Braga, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1151-A/26 Carmina.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/33 Peluffo e n. 9/1151-A/34 Merola.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/35 Simiani, il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1151-A/26 Carmina.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/36 Laus è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/37 Roggiani, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni più adeguata misura di sostegno per l'acquisto della prima casa”.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/38 Furfaro è accolto come raccomandazione.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/39 Guerra, n. 9/1151-A/40 Scotto e n. 9/1151-A/41 Stumpo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/42 Manzi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative urgenti a sostegno degli studenti fuori sede finalizzate a contrastare il caro affitti e la mancanza di alloggi universitari”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/43 Bonafe' e n. 9/1151-A/44 Zingaretti.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/45 Orfini è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/46 Vaccari, il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/47 Lai è accolto come raccomandazione. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/48 Matera e n. 9/1151-A/49 Schifone. L'ordine del giorno n. 9/1151-A/50 Zaratti è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1151-A/51 Bonelli è inammissibile.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/52 Zanella e n. 9/1151-A/53 Ghirra. Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/54 Ciaburro il parere è favorevole. Gli ordini del giorno n. 9/1151-A/55 Sarracino e n. 9/1151-A/56 Amendola sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/57 Sottanelli il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1151-A/58 De Monte è accolto come raccomandazione. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/59 Cattoi e n. 9/1151-A/60 Comaroli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Su che cosa, collega Marattin?

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Per un chiarimento al Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/3 Comba, ho capito bene, avete dato parere favorevole? L'avete letto bene, però?

PRESIDENTE. No, no, onorevole Marattin. Quando farà la dichiarazione di voto, lo chiederà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Eh, no, è favorevole.

PRESIDENTE. È favorevole, quando passeremo all'odine del giorno n. 9/1151-A/3 Comba, farà la dichiarazione di voto e potrà chiedere se è sicuro. È in compos sui il Sottosegretario, quindi.

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere, ai sensi dell'articolo 16 in particolare, al Presidente Fontana, quanto prima, la convocazione della Giunta per il Regolamento, perché, secondo il mio parere, deve essere devoluta, all'attenzione e all'esame della Giunta per il Regolamento, una questione interpretativa, forse due questioni interpretative di massima urgenza. Io ho tra le mani la delibera con la quale sono state irrogate le sanzioni ai miei colleghi. Ebbene, questa delibera non riporta in alcun modo la descrizione della condotta contestata e, conseguentemente, sanzionata. Ebbene, io penso che una delibera del genere, in qualsiasi contesto, lo ripeto, in qualsiasi contesto, sarebbe una delibera illegittima, nulla o annullabile come minimo. Ora, io non credo che con l'alibi dell'autodichia nel massimo organo che esprime la democrazia possa essere adottata una delibera in assoluto contrasto con i principi costituzionali più basilari; questa mi sembra veramente una delibera che fa carta straccia dei principi costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi fa specie e mi imbarazzo, quasi, per voi, perché qui dentro ci sono i paladini del garantismo. Ora, paladini del garantismo lo sono solamente fuori da quest'Aula evidentemente, perché poi, quando ci sediamo in quest'Aula o negli organi di questo Parlamento, ce ne dimentichiamo, forse perché dobbiamo in qualche modo essere lì solo a sanzionare gli avversari politici? Ecco, questo garantismo a intermittenza vi squalifica e, comunque, ci impone, come Giunta per il Regolamento, una riflessione, perché dobbiamo andare a verificare se sia stata data o meno un'interpretazione costituzionalmente orientata all'articolo 60, perché in questo momento noi non abbiamo sicuramente dato un'interpretazione costituzionalmente orientata all'articolo 60 e a tutto il procedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ora, o c'è un vulnus nel Regolamento, oppure quello che io ritengo, invece, è che noi stiamo dando un'interpretazione assolutamente fuori dai crismi e dalla cornice costituzionale, che dovremmo in quest'Aula difendere e in tutti gli organi del Parlamento.

La seconda questione interpretativa da devolvere alla Giunta per il Regolamento riguarda, invece, l'articolo 17, ovvero l'ambiguità dell'articolo 17 su un punto che, evidentemente, non può più restare ambiguo, ovvero la segretezza o meno delle sedute della Giunta delle elezioni. Questo è un altro punto su cui discutere, perché mi si riferisce che è stata, in qualche modo, presentata una circolare molto risalente nel tempo per giustificare questo tipo di scelta, cioè quella di ritenere appunto la seduta riservata o segreta che dir si voglia, ma si tratta di una circolare ben più risalente rispetto alle ultime modifiche apportate al Regolamento sul punto.

Io ritengo che se vogliamo fare un lavoro serio e vogliamo essere anche coerenti con quello che andiamo dicendo a destra e a manca, fuori da quest'Aula, non si possa prendere a pretesto una vicenda per sanzionare, sotto il profilo evidentemente politico, dei deputati, senza dare un'interpretazione corretta delle norme regolamentari. Per questo lo ripeto, lo ribadisco e spero che la Presidenza possa riferire al Presidente Fontana l'urgenza con cui convocare la Giunta per il Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole D'Orso, come sa, per prassi, i richiami al Regolamento sono riferiti alla materia delle sedute in corso. L'ho lasciata parlare e fare le sue considerazioni che ovviamente saranno riferite al Presidente della Camera, considerato anche che, come sa, ma è uno dei problemi che poneva, a norma del terzo comma dell'articolo 60, le decisioni non possono essere soggette a discussioni. Detto questo, io riferirò ciò che lei ha argomentato in Aula.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Allora, passiamo alla votazione degli ordini del giorno.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/2 Girelli, che sarebbe accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto l'accoglimento come raccomandazione, vorrei però sottolineare che vorrei che fosse una forte raccomandazione, perché stiamo parlando delle 309…

PRESIDENTE. È un istituto che non esiste la forte raccomandazione. C'è la raccomandazione.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Esiste eticamente e politicamente, Presidente.

PRESIDENTE. Poi possiamo fare anche uno spartito musicale, piano, pianissimo. C'è la raccomandazione.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Non esiste formalmente, ma politicamente esiste, perché è una presa di impegno verso i cittadini rispetto alla realizzazione di 309 case di comunità e di 91 ospedali di comunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Allora, accogliamo come fortissima raccomandazione l'ordine del giorno n. 9/1151-A/2 Girelli. L'ordine del giorno n. 9/1151-A/3 Comba ha parere favorevole…

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Il Governo ha cambiato parere sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/3 Comba?

PRESIDENTE. Collega Marattin, io capisco che lei in tutti i modi stia cercando di richiamare il Governo che però non dà cenno alcuno. Quindi, l'ordine del giorno n. 9/1151-A/2 Girelli è accolto come fortissima raccomandazione e l'ordine del giorno n. 9/1151-A/3 Comba è favorevole ed è accolto. Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/4 Deidda, chiediamo all'onorevole Deidda se lo accetti come raccomandazione. Colleghi di Fratelli d'Italia? È accettato, grazie. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/5 Steger, con il parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Lo ritiro.

PRESIDENTE. Bene, è ritirato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/6 Malavasi. Collega, accoglie la raccomandazione rispetto al suo ordine del giorno?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). No, non accolgo la raccomandazione e chiedo di metterlo ai voti, immagino con il parere contrario del Governo, perché questa raccomandazione penso che non sia sufficiente. Faccio una dichiarazione di voto se posso, Presidente.

PRESIDENTE. Certo.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Anche in base alla terza relazione al Parlamento sull'attuazione del PNRR continuiamo ad essere molto preoccupati, visto che ne esce una fotografia del Piano e della sua attuazione sicuramente fragile, con preoccupazioni e ritardi espressi in molti punti. In particolare, in quest'ordine del giorno mi riferisco alla Missione 6, legata alla sanità e alla necessità di infrastrutturare maggiormente la sanità del nostro territorio, anche a livello di base e crediamo che, oltre alle case di comunità, su cui ci siamo già fortemente raccomandati, anche tutte le centrali operative, gli Osco, la telemedicina, l'assistenza domiciliare siano comunque elementi centrali se vogliamo raggiungere quest'obiettivo del PNRR che va poi ad attuare anche il DM n. 77 del 2022. Quindi, crediamo che non sia sufficiente una raccomandazione, dobbiamo avere certezze per il Paese. Abbiamo bisogno di capire laddove questi obiettivi non vengono raggiunti, perché crediamo che siano indispensabili per garantire non solo migliori servizi ai cittadini, ma anche una credibilità e un'affidabilità del nostro Paese in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/6 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Onorevole Penza, accoglie la raccomandazione sul suo ordine del giorno n. 9/1151-A/7? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/8 Baldino, accolto come raccomandazione, c'è una riformulazione, che non è accolta. Onorevole Baldino, chiede di intervenire o mettiamo ai voti il suo ordine del giorno? Chiede di intervenire. Prego, onorevole Baldino.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Purtroppo, non posso accettare la riformulazione, in primo luogo perché mi si chiede di espungere il primo impegno, che, invece, noi consideriamo importante proprio in vista dell'inflazione, che morde le famiglie italiane e che nel primo trimestre di quest'anno sembra, proprio come una vera e propria tassa patrimoniale sui conti correnti delle famiglie, abbia, di fatto, bruciato 50 miliardi delle famiglie italiane.

In considerazione di questo e del caro affitti che conosciamo tutti - e abbiamo visto negli scorsi mesi le proteste degli studenti - avevamo chiesto di provvedere, così come avevamo fatto durante la pandemia, all'erogazione di un contributo per gli studenti fuori sede per il pagamento del canone di locazione, in considerazione anche delle condizioni economiche delle famiglie. Purtroppo, il Governo, ancora una volta, si è dimostrato sordo di fronte a queste richieste e, infatti, mi chiede di espungere il primo impegno, ma questa richiesta noi non possiamo accettarla.

Il secondo impegno, invece, è ancora più importante. Io ringrazio la Sottosegretaria Siracusano per la sensibilità. Io non conosco l'intensità con cui mi si chiede di accogliere la raccomandazione del Governo, però credo che in questo caso il Governo, invece, debba assumere un impegno, perché, vedete, parlate tanto dei giovani come fannulloni, “divanisti”, inconcludenti e che non hanno voglia di lavorare, però, quando si fa una misura realmente a sostegno dei giovani il Governo non ha il coraggio di andare fino in fondo e di applicare questa misura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Stiamo parlando degli sgravi contributivi per le aziende che assumono under 36. Si parla di uno sgravio del 100 per cento su tutto il territorio nazionale che incide per un tempo maggiore nelle regioni del Sud, ossia quelle maggiormente colpite dalla disoccupazione giovanile. Questa è stata una misura che abbiamo introdotto con la legge di bilancio del 2020, che, però, è stata - devo dire - prorogata dalla legge di bilancio di quest'anno. Tuttavia, purtroppo, necessita dell'autorizzazione della Commissione europea, autorizzazione che, dopo mesi, ancora non è arrivata. Quindi, per quegli sgravi per le assunzioni avvenute dal 1° gennaio 2023 questa misura, a tutela dell'occupazione dei giovani e anche delle imprese che vogliono investire sui giovani, non è applicabile. Dunque, abbiamo chiesto semplicemente di intercedere - è una misura a costo “zerissimo” - presso la Commissione europea perché questa misura sia applicabile.

Mi si chiede, invece, di accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione e sinceramente non posso accettare questa cosa, perché chiediamo che il Governo finalmente faccia qualcosa per i giovani, oltre a fare parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Baldino rifiuta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1151-A/8, accolto dal Governo come raccomandazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/8 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Collega Auriemma, accetta la raccomandazione sul suo ordine del giorno n. 9/1151-A/9?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, non posso accettare questa raccomandazione, perché non si può relegare, confinare il tema della parità di genere in una raccomandazione. Non lo si può fare per l'importanza del tema, ma soprattutto non si può accettare che un Governo, che ha il merito di esprimere, per la prima volta, una donna Premier, davanti a un ordine del giorno, in cui si parla di attuare in maniera sistematica e costante il principio della parità di genere in tutti gli atti attuativi del PNRR, in realtà ha una posizione timida e debole.

Per questa ragione assolutamente non può essere accettata la raccomandazione e insisto per la votazione di quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/9 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/10 Alfonso Colucci c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, non intervengo per sottolineare l'importanza dei controlli sulle modalità di spesa dei fondi del PNRR. Ce lo siamo detti in tutte le salse e, quindi, è superfluo ripeterlo. D'altra parte, lei mi insegna che non ha senso parlare a chi è sordo e, quindi, è inutile che io lo dica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Chiedo semplicemente all'Assemblea di rivedere la propria posizione e di votare favorevolmente su quest'ordine del giorno, nel senso della legalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/10 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/11 Riccardo Ricciardi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Francamente, credo che in quest'Aula si votino tanti ordini del giorno a volte, probabilmente, anche senza leggerli. Infatti, non capisco come si possa dare un parere contrario a un ordine del giorno che dice: impegna il Governo, ferme restando le prerogative parlamentari, ad assumere ogni iniziativa, anche legislativa, idonea a rendere in corso d'opera un'accurata attività di trasparenza, controllo, valutazione dei rischi e prevenzione di frodi, appropriazioni indebite, nonché conflitti di interesse in ordine alla gestione delle risorse inerenti agli investimenti e alle riforme del PNRR.

Onestamente, cosa si sta dicendo? Che, quindi, si può fare come si vuole? Perché questo è il sospetto! Il sospetto viene da una narrazione che parte dall'insediamento della Presidente Meloni, ovvero non disturbate chi vuole lavorare. Noi lo abbiamo detto subito: un conto è chi vuole lavorare, un conto è chi vuole fare gli affari suoi. Allora, noi andiamo a disturbare. Infatti, se il non disturbare significa mettere in atto una riforma della giustizia che a 360 gradi lascia le mani libere, molto più libere, rispetto alla gestione di questi fondi, se dinanzi a un alert della Corte dei conti agli amministratori, nel senso di dire “attenzione, non si sta andando avanti bene”, si elimina il controllo della Corte dei conti, allora è problematico, perché allora il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrebbe essere il piano di investimenti e di rilancio di questo Paese più ampio dal dopoguerra a oggi, diventa una sorta di distribuzione in maniera incontrollata di risorse che servono negli enti locali; questo state facendo!

E state dando dimostrazione di questa bulimia, di questa voglia di accaparrare, di questa voglia di non avere controlli, anche nella gestione della drammatica vicenda dell'Emilia-Romagna, perché, signori, voi siete quelli del fare, quelli dell'“andiamo immediatamente a ricostruire”. Qui è più di un mese che è arrivata l'alluvione e ancora non avete nominato il commissario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Avete detto che davate 2 miliardi, invece date un miliardo e mezzo, e mezzo miliardo lo prendete dai fondi di contrasto alla povertà. Ma questo non per una logica di efficienza; questo perché, ad esempio, sapete benissimo che si va alle elezioni europee e alle elezioni regionali in Emilia-Romagna qualche mese dopo, e dovete capire come far arrivare questi soldi: questo fate negli enti locali, questo fate nei territori e questo farete con il PNRR. Ne è una dimostrazione il parere e il susseguente voto contrario che ci sarà su quest'ordine del giorno, che semplicemente vi dice: signori, questi non sono soldi vostri, questi sono soldi di tutti gli italiani, arrivati in Italia grazie al lavoro che noi abbiamo fatto in Europa e che il Presidente Conte ha fatto in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/11 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/12 Amato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/13 Caso, sul quale c'è parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Questo parere contrario è alquanto ridicolo proprio perché siamo - ricordiamolo - di nuovo qui a parlare degli alloggi per gli studenti universitari fuori sede, del problema del caro affitti, del diritto allo studio e soprattutto del rischio che i fondi del PNRR dedicati all'housing universitario diventino semplicemente una grande speculazione immobiliare privata, tra l'altro, poi, senza veramente abbassare il costo degli affitti, senza dare garanzie al diritto allo studio e senza creare soluzioni durature nel tempo.

Il rischio è chiaro e voglio che tutti prestino attenzione a questo, perché stiamo usando quasi un miliardo di euro di soldi pubblici per poi ritrovarci, molto probabilmente, da qui a 10 anni, con un pugno di mosche tra le mani. Sono qui di nuovo, ancora una volta, a lanciare questo campanello di allarme, che già abbiamo lanciato, in realtà, nei mesi scorsi, durante il question time con il Ministro Bernini, quando abbiamo presentato la mozione in quest'Aula (che poi, bene o male, tutti hanno votato) e ora con gli emendamenti presentati a questo atto, che, ricordiamolo, tra le varie cose sblocca quei famosi 660 milioni del PNRR.

Emendamenti che avete sistematicamente bocciato, nonostante sia chiaro portassero avanti i principi che, durante la votazione della mozione, quest'Aula ha votato, nonostante le promesse fatte dal Ministro Bernini all'Associazione degli studenti. Interventi negli emendamenti che ora riproponiamo con quest'ordine del giorno proprio per rimediare, in realtà, ad un disastro annunciato. Infatti, semplicemente si chiede, innanzitutto, di non limitare la partecipazione ai prossimi bandi per l'housing universitario ai privati, ma di aprirli anche a società di capitali pubbliche, a società miste pubblico-privato, proprio perché già abbiamo visto che i privati dell'housing universitario sono quelli che comunque affittano le stanze a 500, 600, 700, ma anche 900 euro agli studenti.

Negli emendamenti e in quest'ordine del giorno abbiamo chiesto che si ampliasse la percentuale di destinazione d'uso degli immobili dedicata agli studenti, perché, forse non è chiaro a tutti, stiamo dando agevolazioni fiscali ai privati e contributi pubblici a società private che avranno l'obbligo di dedicare all'housing universitario solo, al massimo, una quota del 50 per cento. Quindi, stiamo finanziando altro con soldi pubblici.

Allo stesso modo, chiediamo anche di dilatare nel tempo queste destinazioni d'uso, perché è assurdo ma l'obbligo per questi privati - che, ricordo, stiamo finanziando con i soldi del PNRR - è di destinare questi immobili ad alloggi studenteschi universitari solo per 12 anni.

Quindi, sono qui a chiedervi: dopo che succede? Fra 10 anni ricominciamo tutto da capo, di nuovo con le tende fuori dalle università (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Di nuovo a mettere, magari, altri 900 milioni di euro?

Così come chiediamo - una cosa che tutti qui abbiamo detto - di aumentare il risparmio per gli studenti, perché è limitato, lo dicono gli stessi operatori - al 15 per cento. E, cosa fondamentale, chiediamo di garantire il diritto allo studio, perché, sia chiaro, una cosa è realizzare posti letto, un'altra permettere che questi siano accessibili a tutti gli studenti. Infatti, in questa operazione di utilizzo dei fondi del PNRR i posti letto dedicati al diritto allo studio sono zero; sono zero!

E allora chiedo io a voi, a questo punto, come definire chi, fintanto che erano accesi i riflettori sul problema del caro affitti per gli studenti fuori sede, è venuto in quest'Aula a votare e a dire determinate cose, per poi ora, nella pratica, farne altre, e arrivo a conclusione, Presidente; come definire chi ha promesso alle associazioni studentesche determinate soluzioni e ora si tira indietro; come definire chi, per l'ennesima volta, si volta dall'altra parte e gira le spalle ai problemi di questo Paese. Presidente, a me viene in mente solo un termine: pagliacci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/13 Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/1151-A/14 Tucci, c'è un parere contrario da parte del Governo: è impegnato al telefono. Qualcuno mi dice che facciamo? Lo mettiamo in votazione? Gli chiudete il telefono? Onorevole Tucci? Onorevole Tucci: telefono, casa. Onorevole Tucci? Non possiamo stare due ore. Lo mettiamo in votazione o no? Sì. Passiamo dunque ai voti. Può riparlare al telefono adesso.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/14 Tucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/15 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/16 Orrico. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Non mi stupisce, ovviamente, il parere contrario del Governo, ma auspico che la maggioranza in Parlamento ci possa ripensare, anche se non ho molta fiducia, perché siamo nuovamente all'ennesima proroga del commissariamento della sanità calabrese.

Nel 2021, appena eletto, il presidente Occhiuto dichiarava di voler portare fuori la Calabria, nel più breve tempo possibile, dal commissariamento sulla sanità. Siamo a giugno 2023 ed è arrivata la seconda proroga, che ha chiesto proprio il presidente Occhiuto sul commissariamento della sanità. Ma cosa è cambiato, in questi anni? Assolutamente nulla. Azienda Zero non è partita e, tra l'altro, il tavolo Adduce ha rilevato tutta una serie di criticità sul ruolo che essa dovrebbe esercitare. Quindi, nessuna ricognizione, ad oggi, sul debito della sanità calabrese, nessuna o pochissime assunzioni di personale medico-sanitario, che rimane il vulnus principale della sanità calabrese. Oggi leggiamo sui giornali che all'ospedale di Corigliano-Rossano non si potrà più partorire, perché nel reparto di ginecologia ed ostetricia mancano sostanzialmente i medici, una carenza che io stessa avevo denunciato, perché in Calabria non solo non si può partorire, in alcuni ospedali - che sono hub fondamentali per quelle aree geografiche con un'alta densità abitativa e difficoltà nelle infrastrutture a raggiungere i veri hub ospedalieri -, ma non si ha neppure diritto all'aborto, perché in alcuni ospedali, come quello di Cosenza, tutti i medici sono obiettori di coscienza. Sempre oggi, è la CGIL a denunciare, sui giornali, la mancanza di medici per il 118, ambulanze che arrivano senza medici, ambulanze vetuste, con la cronaca che ci riferisce la morte ingiustificata di moltissime persone a causa appunto delle carenze della sanità calabrese. Quindi, cosa chiediamo in quest'ordine del giorno? Chiediamo che il Governo e questa maggioranza ci ripensino quando decretano che i commissari straordinari delle aziende ospedaliere e degli ospedali decadano semplicemente per mancanza della proroga.

Noi chiediamo che non si faccia più spoils system nella sanità, in generale nel nostro Paese e in particolare in Calabria, dove la politica ha fatto solo male alla sanità. È inutile che questo centrodestra rivendichi una verginità che non ha (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché anche voi avete governato la sanità calabrese, negli anni passati e l'avete commissariata, con Scopelliti, più di 12 anni fa. Quindi, basta con lo spoils system (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), basta con la politica che decide la carriera dei direttori generali e anche dei commissari straordinari, che devono essere valutati sulla base del lavoro che fanno o del lavoro che non fanno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno della collega Orrico, della quale condivido ogni parola detta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/16 Orrico, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/17 Quartini, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. La sensazione di fondo è che il Governo, anche in questo provvedimento, navighi a vista, eccetto ovviamente qualche provvedimento ad hoc, oculatamente mirato, come alcuni provvedimenti contra personam, come, per esempio, il commissariamento dell'INPS, che devo ricordare è stato gestito in maniera virtuoso, come non mai negli ultimi quarant'anni, perché evidentemente chi lavora bene deve essere punito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo chiaramente è un elemento che contraddistingue questa maggioranza: non si premia la qualità, anzi si fa l'opposto, perché non c'era alcun tipo di necessità, in questo senso. Allo stesso tempo, in maniera risibile, avete prorogato di un mese - di un mese! -, dal 30 giugno al 31 luglio, la deroga al pagamento del payback per le piccole e medie imprese che riforniscono la sanità di dispositivi medici. Quindi, porteranno i libri contabili in tribunale non il 1° luglio, ma il 1° agosto; anche questa una cosa veramente incredibile: l'ostinazione con cui non volete risolvere i problemi.

Non accettando quest'ordine del giorno addirittura mostrate la vostra contrarietà a ragionare in termini di sobrietà, perché state consentendo una sorta di condono - di condono - per quelle aziende private accreditate in sanità che non avevano i requisiti nel 2021 per concorrere ai ristori conseguenti alla crisi pandemica. Volete prorogare questa possibilità dando a questi privati accreditati, quindi alla sanità privata, la possibilità di recuperare quei ristori anche senza i requisiti necessari. È una misura non accettabile, tant'è vero che noi suggeriamo e vi chiediamo di ridiscutere e di accantonare se non altro il nostro ordine del giorno, che chiede di erogare il contributo indicato solo ed esclusivamente alle strutture sanitarie private accreditate, che abbiano i requisiti richiesti dalla norma e che, quindi, abbiano effettivamente sospeso le loro attività ordinarie. Se non avevano i requisiti, vuol dire che non ce l'avevano - mi sembra ovvio - e, se non ce l'avevano allora, non avranno la possibilità di avere i requisiti in maniera retroattiva ed è ovvio che non ce li hanno neanche ora. Allora, perché volete dare un premio alla sanità privata, quando questi soldi potrebbero essere utilizzati, per esempio, per ridurre le liste d'attesa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Per quale motivo volete regalare ancora alla sanità privata, invece di difendere il Servizio sanitario nazionale? È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/17 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/18 Sportiello c'è il parere contrario del Governo. L'onorevole Sportiello non è in Aula, Federico non ci può dire nulla. Onorevole Baldino, che facciamo, votiamo o no? Onorevole Riccardo Ricciardi, che facciamo? Votiamo? No. Allora andiamo avanti. Lo votiamo? Votiamo, a gentile richiesta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/18 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Onorevole Di Lauro, il suo ordine del giorno n. 9/1151-A/19 è accolto come raccomandazione: non la accoglie e lo mettiamo ai voti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. No, non accettiamo la raccomandazione, per un motivo molto semplice. In maniera ipocrita, quest'ordine del giorno - simile a quello che ho presentato prima -, in realtà, chiede che questo privato accreditato possieda ora i requisiti, invece che nel 2021. Si raggiunge veramente la pagliacciata: in termini di raccomandazione, arrivate ad accettare quello che noi avevamo contestato ante retro, attivando un'ipotesi di requisiti! Ma in che Paese viviamo? Siamo veramente nel Paese degli Acchiappacitrulli, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/19 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/20 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/21 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Onorevole L'Abbate, accetta la raccomandazione sul suo ordine del giorno n. 9/1151-A/22? La accetta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/23 Cappelletti c'è una riformulazione: l'onorevole Cappelletti non la accetta e chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. No, non possiamo accettare la riformulazione. Per spiegarne il motivo, devo spiegare all'Aula il contenuto di quest'ordine del giorno, anche perché è molto semplice. Dice sostanzialmente al Governo di muoversi nell'attuazione del PNRR, con riferimento a tutta una serie di previsioni legate alla transizione ecologica.

Si parte da un presupposto: siamo in ritardo sul REPowerEU, è un dato di fatto. È vero che, tecnicamente, si può presentare anche ad agosto, ma più in là presentiamo il Piano, più si restringe il tempo per la sua esecuzione.

E poi abbiamo il Ministro Fitto che viene qui in Aula a dire: no, signori, non abbiamo più tempo per dare esecuzione al Piano. Per forza! Se lo presentavate prima, c'era più tempo per darne esecuzione! Dice questo, l'ordine del giorno, ossia che siete in ritardo con i decreti attuativi delle CER, le comunità energetiche rinnovabili. È un dato di fatto. Siete in ritardo anche con i decreti attuativi sui sistemi agrovoltaici; a tutt'oggi manca il decreto che indica i criteri e le modalità per la concessione dei benefici. Siete in ritardo sugli impianti eolici e fotovoltaici galleggianti. Dev'essere pubblicato il decreto ministeriale per definire i criteri e le modalità per l'attuazione della misura. Siete in ritardo per le infrastrutture di ricarica, le cosiddette colonnine, quelle super rapide… Presidente, faccio fatica a sentire la mia voce…

PRESIDENTE. Ha ragione. Colleghi, per favore, facciamo svolgere le considerazioni dell'onorevole Cappelletti. Prego.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Il Governo è in ritardo nell'emanazione di tutti questi decreti attuativi. L'ordine del giorno dice semplicemente una cosa: muoviamoci! Ma è il minimo sindacale! Cosa dovremmo dire? Non abbiamo scritto: devi intervenire entro fine mese. Abbiamo scritto: devi intervenire sollecitamente.

E rispetto a quest'ordine del giorno, che a me pare veramente il minimo sindacale, abbiamo la richiesta di cancellazione di un impegno, di cancellare la richiesta di accelerare sul REPowerEU. Abbiamo la richiesta di riformulazione degli altri impegni? Sì. Il Governo ci dice: sì, siamo d'accordo ad accelerare, ma solo su qualcosina; su qualcosina no, su qualcosina accelereremo domani mattina. No! In realtà, tutti questi provvedimenti - dal capitolo sul REPowerEU, ai decreti attuativi sulle comunità energetiche rinnovabili, ai decreti mancanti sugli impianti eolici e fotovoltaici galleggianti, finanche ai sistemi agrovoltaici e alle ricariche super rapide sulle strade extraurbane e infrastrutture di ricarica veloce sulle città -, tutti questi atti del Governo, che sono latitanti, devono essere realizzati, compiuti e redatti nel tempo più breve possibile. Quindi, adesso andiamo a votare un ordine del giorno che dice: siete d'accordo che bisogna che il Governo lo faccia velocemente, oppure siete d'accordo che il Governo possa prendersela con calma e, magari, provvedere a emanare questi decreti attuativi fra sei mesi, un anno o fra dieci anni? Questa è la domanda cui daremo, naturalmente, la nostra indicazione di voto. E il nostro voto, ovviamente, è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/23 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/24 Cafiero De Raho, c'è una raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Solo per sottolineare l'importanza dell'ordine del giorno, che era stata segnalata…

PRESIDENTE. Solo per capire, per la procedura, onorevole. Quindi, non accetta la raccomandazione?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). No, Presidente, grazie. Riteniamo che si debba assumere come un vero e proprio impegno. Il MoVimento 5 Stelle ha inteso soltanto evidenziare un'esigenza, che sarebbe dovuta essere condivisa. L'esigenza è di risistemare i cosiddetti insediamenti informali e illegali, che sono la fonte dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, oltre che luogo di violazione di diritti, mancanti dei servizi di assistenza più elementari. Si chiedeva, quindi, di sostenere e istituire un fondo per le prefetture, per fare in modo che, finalmente, si potesse intervenire in questo senso.

Per la verità, erano state segnalate, in particolare, due situazioni gravissime: il “gran ghetto” di Rignano, a San Severo, in provincia di Foggia, destinatario di un finanziamento con fondi PNRR di circa 28 milioni di euro e, ancora, altro ghetto, la pista di Borgo Mezzanone, a Foggia, destinataria di un finanziamento con risorse del PNRR di oltre 53 milioni di euro. Tutto questo dovrebbe essere attuato attraverso l'intervento delle prefetture e attraverso l'intervento delle amministrazioni comunali che mancano del personale, cioè mancano di ingegneri e di tutte le professionalità necessarie perché questi progetti si traducano in attuazione, in qualcosa di effettivo, attivo, che possa servire finalmente a escludere la prima fonte di sfruttamento e violazione di diritti e possa invece essere la fonte di integrazione e reimmissione in un circuito di legalità. Ebbene, su questo noi abbiamo chiesto che il Governo si impegnasse, cioè sull'istituzione di un fondo per le prefetture, quindi un'articolazione governativa, e sull'istituzione di risorse per le amministrazioni comunali, risorse per le quali si possa attingere anche a fondi qui previsti specificamente per l'istituzione del servizio centrale del PNRR, Ragioneria generale dello Stato e Ministero dell'Economia e delle finanze. Quindi, ci siamo mossi in un circuito sostanzialmente governativo. Abbiamo solo sottolineato al Governo un'esigenza prioritaria, quella dei migranti, quella di coloro che non hanno voce e sono esclusi da qualunque miglioramento. Il PNRR prevede invece tutto questo, prevede la possibilità di un finanziamento, ma su questo non si interviene.

La raccomandazione non ha senso. Ci saremmo aspettati che il Governo assumesse un vero e proprio impegno nell'ambito delle risorse che il PNRR ha già messo a disposizione, ma dando soltanto delle professionalità. Questo si chiedeva, Presidente. Perciò, chiediamo che venga messo ai voti questo impegno che avevamo sollecitato al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/24 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1115-A/25 Francesco Silvestri, su cui c'è il parere favorevole del Governo, con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. No, non accettiamo la riformulazione e intervengo anche sull'ordine del giorno per rilevare che oggi, sulla stampa, il Ministro Giorgetti, nel giorno in cui entra in vigore l'ottavo rialzo, in un anno, dei tassi di interesse da parte della BCE, ci dice che vede il rischio di una stretta creditizia. Ma va, Ministro Giorgetti? La stretta creditizia non è soltanto la minore offerta di prestiti, ma può essere anche una restrizione sulle condizioni dei prestiti. Quindi, è un aumento dei tassi di interesse che si riverbera sul mondo del credito e questa, di fatto, è una stretta creditizia. Forse questo era anche l'effetto che si voleva ottenere, proprio per cercare, secondo il piano della BCE, di ridurre l'inflazione. Fatto sta che i risultati già si vedono e il Consiglio nazionale del notariato ci dice che c'è stato un calo del 25 per cento nella contrazione di nuovi mutui. Quindi, alla fine, che ci sia una minore offerta di prestiti o che comunque ci siano meno prestiti, perché c'è una minore domanda, l'effetto è sempre quello.

Ieri c'è stata anche la riunione del Ministro con ABI, in cui, in realtà, è stata ABI a chiedere rassicurazioni al Ministro sull'ipotesi di una tassa sugli extraprofitti, una rassicurazione che, in realtà, il Ministro aveva già dato pochi giorni fa. Quindi, giusto per dirla chiaramente in italiano, in realtà, ieri si è tenuta una vera e propria trattativa sulla pelle di famiglie e imprese, che non hanno la possibilità di accedere a nuovi crediti, perché i tassi sono impeditivi. Sono gli stessi soggetti che hanno difficoltà perché avevano contratto mutui e prestiti a tasso variabile. Gli esperti prevedono che il raggiungimento degli obiettivi di contenimento dell'inflazione avverrà entro il 2025. Questo significa che la stretta proseguirà fino al 2025. Quindi, se in un solo anno c'è stato un calo della richiesta di nuovi mutui del 25 per cento, possiamo immaginare cosa può succedere nei prossimi due anni. Comunque, il Ministro, come al solito a mezzo stampa, ci ha abituato a darci i suoi pareri personali sui problemi del mondo; lo ha fatto con il calo della produzione industriale e adesso lo sta facendo anche con la rilevazione del rischio di stretta creditizia. Diciamo che queste sono notizie che possiamo apprendere anche dalla stampa, non c'è bisogno che ce le dica il ministro Giorgetti. Il problema è che sembra ci sia - o c'è - un'inerzia, una sorta di piano inclinato che ci sta conducendo lentamente verso una recessione, e questo senza alcuna azione concreta da parte del Ministro.

Quindi, Presidente, noi non possiamo accettare la riformulazione, non possiamo accettare la modifica in “a valutare l'opportunità di” e pertanto respingiamo l'offerta dal Governo. La nostra richiesta era semplice: quella di un impegno per contenere le conseguenze del rialzo dei tassi di interesse sulle famiglie e sulle piccole imprese, ricordando che in realtà la stretta creditizia non agisce soltanto direttamente su famiglie e imprese ma, prima o poi, produce recessione, perché i prestiti e il credito sono denaro. Se c'è un calo dei mutui del 25 per cento, significa che c'è un calo del 25 per cento delle risorse che derivano dal mondo creditizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/25 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Onorevole Carmina, sul suo ordine del giorno c'è la proposta di una riformulazione. Chiede di intervenire? Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Volevo riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Siracusano, siamo sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/26 Carmina. Per favore, se può ripetere la riformulazione.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La riformulazione è la seguente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di definire, nel rispetto dell'equilibrio di finanza pubblica, una programmazione finanziaria idonea a garantire lo stanziamento di risorse adeguate al perseguimento di efficaci politiche abitative e di contrasto al disagio abitativo, favorendo altresì la partecipazione delle regioni e degli enti locali, attraverso l'apporto di risorse aggiuntive dai propri bilanci; a valutare l'opportunità di rifinanziare, nel rispetto dell'equilibrio di finanza pubblica, il Fondo per il sostegno all'accesso all'abitazione in locazione e il Fondo inquilini morosi incolpevoli”.

PRESIDENTE. Onorevole Carmina, qualcosa mi dice che lei forse non accetta.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione e chiedo di intervenire.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). C'è un motivo ben specifico: non si può rinviare “a valutare l'opportunità di” in un'emergenza e con un gravissimo disagio abitativo. Preciso che noi siamo in sede di conversione di un provvedimento contenente disposizioni urgenti in materia di iniziative di solidarietà sociale, rese urgenti anche dall'inflazione perché il calo del potere d'acquisto effettivo, del valore d'acquisto dei redditi, soprattutto per i percettori di redditi bassi - l'inflazione, lo sappiamo tutti, è una tassa che grava prevalentemente sui poveri - richiede urgentemente di intervenire e non di “valutare l'opportunità di”.

Fra l'altro, noi che cosa chiedevamo? Chiedevamo semplicemente che si programmassero idonee e strutturali misure per contrastare il disagio abitativo e ripristinare il funzionamento dei fondi già esistenti, del Fondo per l'accesso all'abitazione in locazione e del Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli. Badate bene, “l'opportunità di” l'ha già valutata il Governo in sede di legge di stabilità pochi mesi fa poiché ha rigettato gli emendamenti proposti anche dal MoVimento 5 Stelle, proprio volti al ripristino del Fondo per la morosità incolpevole. E chi, come me, ha avuto un rapporto concreto e diuturno con la gente e conosce le difficoltà abitative e le occupazioni abusive di case sa quanto questo problema sia emergenziale, soprattutto in uno Stato che possa dirsi civile, perché la casa è la precondizione essenziale per lo sviluppo di ogni personalità umana, luogo di accoglienza e dimora dove sentirsi protetti e sereni; è il nido di una famiglia, in cui progettare anche di fare figli e di crescerli. Non provvedere a questo significa ipocritamente parlare di calo demografico. Senza casa, con l'aumento del lavoro precario, con l'aumento dei mutui che non consentono di accedere ai finanziamenti e ai crediti per la casa, chi volete che faccia figli fra gli italiani? E poi parlate di sostituzione etnica: qui andiamo all'estinzione degli italiani! Quindi, il Governo non può dire che “valuta l'opportunità di”. Siate coerenti! Almeno un ordine del giorno approvatelo, perché non c'è niente da fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dovete trovare le risorse per questi fondi che sono essenziali per la povera gente! Il Vicepresidente Tajani prima ha evocato il nostro motto: “Nessuno deve rimanere indietro” e ora invece qui il Governo parla di “valutare l'opportunità di”: comprenderete che sembra ci sia grande ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie Presidente. Se la collega me lo consente, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno, così come vorrei sottoscrivere anche gli ordini del giorno n. 9/1151-A/32 Braga e n. 9/1151-A/35 Simiani e - se lei me lo consente - farei anche un intervento nel merito. Ringrazio le colleghe e i colleghi per aver sollevato questa tematica. Il diritto alla casa è negato da troppo tempo nel nostro Paese, dove non vengono fatti adeguati piani di edilizia abitativa e il Piano casa dei decenni passati, certamente non è servito a dare una casa a chi non l'aveva, ma ad avvantaggiare chi aveva già dei privilegi. In questo contesto, in cui non ci sono state politiche abitative adeguate di contrasto al disagio abitativo, ritengo che l'azzeramento del Fondo per il sostegno all'accesso all'abitazione in locazione e del Fondo per le morosità incolpevoli sia un qualcosa a cui questo Governo deve porre rimedio. Quindi, sottoscrivo con grande favore queste proposte e confido che l'Aula possa votare favorevolmente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno della collega - mi rifaccio anche al contenuto dell'intervento della collega - a nome del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Va bene. Vogliono sottoscrivere l'ordine del giorno anche l'onorevole Aiello, l'onorevole Cappelletti e tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/26 Carmina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/27 Fenu è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMILIANO FENU (M5S). Non accetto la raccomandazione, Presidente. Ricordo che la Presidente Meloni si è presentata all'assemblea dei commercialisti dicendo che il Governo è amico dei commercialisti e intende riscrivere la riforma fiscale con loro. Però i commercialisti chiedono poche cose - e termino Presidente -: chiedono semplificazione, certezza delle regole e poi proroghe, perché le regole adesso sono complesse. L'unica proroga, quella che ordinariamente veniva concessa ogni anno, questo Governo, che doveva essere amico dei commercialisti, non l'ha concessa. Spero che i commercialisti ne prendano atto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/27 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/28 Torto il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie Presidente. Noi abbiamo rappresentato con quest'ordine del giorno semplicemente un'esigenza, quella di ripristinare il potere di controllo e il monitoraggio della Corte dei conti, non solo sulla gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche sull'approvazione dei bilanci degli enti del Servizio sanitario, in modo particolare con riguardo alla sanità calabrese - ma ne ha parlato già molto bene la collega Orrico, di cui condivido le parole -, ma anche con riguardo ai bilanci degli enti territoriali. Vedete, con il parere contrario su quest'ordine del giorno, dimostrate ancora una volta di essere intolleranti al parere altrui, a maggior ragione se questo parere viene da organi di controllo che potrebbero in maniera così oggettiva criticare il lavoro di questo Governo. La paura di essere criticati vi porta poi a censurare, o addirittura a togliere potere a chi ne ha e ne ha sempre avuto. Ora vi siete ritenuti superdotati a guidare il nostro Paese ma non avremmo mai pensato che avreste esercitato lo strano potere di trasformare l'oro in sabbia, perché è questo che si fa quando un Governo chiede sacrifici al popolo, ma non è in grado poi di farne lui per primo e non ha soprattutto il coraggio di colpire i privilegi che invece vanno a schiacciare sempre i lavoratori, i giovani, gli ultimi e la fascia della popolazione più in difficoltà. Togliendo il potere alla Corte dei conti che cosa si fa? Si priva la Corte dei conti del proprio lavoro, che invece rappresenta la garanzia per una sana gestione delle risorse pubbliche. Quindi, eccoli i vostri nemici: non si tratta del MoVimento 5 Stelle, ma della legalità, della correttezza e purtroppo di una società sana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/28 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/29 Donno vi è un parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, considerando il fatto che l'onorevole Donno non è assente per sua volontà, ma è stato sospeso e quindi la sua assenza è dovuta al fatto che è stato sospeso, volevo chiedere, visto che anche io sono firmatario dell'ordine del giorno, la facoltà di intervenire.

PRESIDENTE. Certamente.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie. Il parere contrario del Governo su quest'ordine del giorno mi lascia un po' basito.

Le richieste di quest'ordine del giorno sono: di avviare con urgenza un'azione generale di ricognizione delle risorse assegnate ai Ministeri - al posto del Governo, avrei detto: questa è una cosa che già facciamo, se dite il contrario, non lo fate -; prevedere la presentazione periodica alle Camere della relazione, da parte dei Ministeri, sull'attuazione degli strumenti di sostegno: considerato che il Ministro Fitto, ogni volta che viene qui, in Aula, ci tiene mezz'ora, 40 minuti, per assicurare che è tutto in regola, tutto a posto - i primi tempi diceva “sono qui solo da qualche mese”, ma, ormai, i mesi sono diventati 8, forse anche di più -, il fatto di non voler rendere edotto il Parlamento di quello che succede è qualcosa di strano. Il terzo punto è prevedere la pubblicazione dei dati: un Governo che dice che vuole essere trasparente, ma non prevede la pubblicazione dei dati, è veramente assurdo. Ma la cosa più grave è l'ultima, in cui si chiede di adottare ogni iniziativa utile a risolvere i potenziali ritardi, anche attraverso la previsione degli spostamenti delle risorse sugli strumenti a maggiore tiraggio finanziario. Ci risulta che questo Governo stia cercando in tutte le maniere di ottenere una modifica del PNRR - lo ha detto anche il Ministro Fitto - e di andare verso una modifica degli impegni. Quindi, a questo punto, cosa fa? Dà parere contrario, quindi si sta contraddicendo, dando il parere contrario a quest'ordine del giorno, su quello che ha appena finito di dire.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/29 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/1151-A/30 Dell'Olio, invito al ritiro o parere contrario: onorevole Dell'Olio, cosa intende fare?

Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo per una buona novella, per lei quantomeno. Sentiamo, prego, onorevole Siracusano.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Intervengo per una precisazione rispetto all'invito al ritiro. Ne avevo anche parlato poc'anzi con l'onorevole Dell'Olio. Ovviamente, l'invito al ritiro è dovuto al fatto che l'operato del Governo è già ispirato alla massima collaborazione e chiarezza nei confronti della Commissione. Quindi, non siamo contrari a questo, siamo contrari a un invito ad attivarsi celermente quando riteniamo che il Governo sia già attivo al 100 per cento. Quindi, l'invito al ritiro è perché l'indicazione è assolutamente pleonastica e, dandole un parere favorevole, vorremmo dire che il Governo non è già impegnato al massimo. Il Governo è già impegnato al massimo ad avere un rapporto assolutamente costruttivo rispetto agli obiettivi del PNRR e chiaro con la Commissione europea.

PRESIDENTE. Onorevole Dell'Olio, chiede di parlare, lo mettiamo in votazione o lo ritira?

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, io ringrazio il Governo per la specifica all'indicazione, però c'è un invito al ritiro e l'invito al ritiro, purtroppo, è anticipato da un parere contrario. Avrei preferito che il Governo avesse detto “diamo il parere favorevole o lo accettiamo come raccomandazione perché siamo già impegnati”, ma dare un parere contrario e chiedere, addirittura di ritirarlo, significa che c'è qualcosa che non va bene. Io comprendo…

PRESIDENTE. Giusto per la procedura. Proceduralmente, il Governo invita al ritiro e, se lei non lo ritira, il parere è contrario, l'ha così spiegato anche adesso. Solo tecnicamente, comunque c'è l'invito al ritiro: se lei non lo accetta, diventa parere contrario. Prego.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). La ringrazio. Siccome è stato detto parere contrario o invito al ritiro e non invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, mi ero apprestato a dare questa indicazione. Comunque, è successo già in passato, in una recente enucleazione dei vari ordini del giorno, in una delle ultime fiducie, che il Governo, alla richiesta di fare qualcosa per attivarsi al massimo per ottenere il pagamento della terza rata e di fare il possibile per non ritardare e mettere in discussione il pagamento della quarta, abbia dato parere contrario e non un invito al ritiro.

Quindi, c'è questo problema. Il problema è che il Governo non sta facendo tutto il possibile, perché, altrimenti, sul pagamento della terza rata, di cui si parla da tempo e si favoleggia, avremmo già ottenuto un risultato. Ci sarà sicuramente quest'attivazione, questo lavoro insieme alla Commissione, insieme all'Unione europea, per poter arrivare ai pagamenti in maniera effettiva, però, di fatto, questa fattiva collaborazione non sta portando a nulla.

Sull'ordine del giorno, a mio parere, dare un parere favorevole non avrebbe significato dire che non si stava facendo il massimo, altrimenti, per tutta una serie di altri provvedimenti si poteva dare parere favorevole. Per cui chiedo, comunque, di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare nuovamente la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà. Sentiamo se c'è una novità. Prego, onorevole Siracusano.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Se l'onorevole Dell'Olio non accoglie l'invito al ritiro, il Governo si rimette all'Assemblea (Commenti del deputato Dell'Olio).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/30 Dell'Olio, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno n. 9/1151-A/31 Ubaldo Pagano, su cui c'è parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non posso accogliere la riformulazione che mi ha letto la Sottosegretaria, perché, Sottosegretaria, per il tramite del Presidente, ci tengo a rimarcare che ormai sono passati tre anni e mezzo da quando un'inchiesta per falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza ha portato al commissariamento della Banca popolare di Bari. Da quel momento, malgrado la trasformazione in società per azioni, con il sostegno cospicuo dei fondi dello Stato e, quindi, di tutti noi, più di 70.000 persone, azionisti e piccoli risparmiatori hanno visto praticamente azzerato il valore delle loro azioni; azioni che, peraltro, moltissimi di loro sono stati indotti a sottoscrivere, come è emerso, in maniera incontrovertibile, dall'inchiesta che ne è derivata. Quindi mentre, giustamente, si salvava la banca dal fallimento, ci siamo completamente dimenticati di ascoltare le legittime rivendicazioni dei risparmiatori truffati e oggi sono loro, i piccoli azionisti e i risparmiatori, gli unici a supportare e a sopportare ancora il peso di questa vicenda, dal puzzo indescrivibile.

In tanti hanno promosso azioni legali in sede civile nei confronti della banca, altri, per ragioni di carattere temporale, hanno rinunciato, dato che erano molto avanti con l'età e che i tempi e i costi per affrontare procedimenti giudiziari di questo tipo sono molto cospicui. Persone ormai disilluse, che hanno abbandonato ogni speranza di riavere indietro, anche in parte, i risparmi venduti. Molti di loro si sono rivolti anche all'arbitro per le controversie finanziarie e hanno visto riconoscersi il diritto al risarcimento, ma senza alcuna possibilità di farlo valere, considerato che, come sappiamo, queste decisioni non vincolano gli istituti di credito, quindi non hanno alcuna possibilità di avere una cogenza.

Qualche anno fa, nella legge di bilancio 2019, abbiamo istituito un fondo apposito per intervenire in questi casi, il Fondo indennizzo risparmiatori (FIR), con una dotazione che, a conti fatti, è salita oltre il miliardo e mezzo di euro, che ha consentito, fino a oggi, l'erogazione di migliaia di indennizzi per i risparmiatori truffati, specialmente delle banche venete. Ma a questo Fondo per i risparmiatori e gli azionisti, gli azionisti della Banca popolare di Bari non hanno potuto accedere, perché la banca, tecnicamente, non è stata sottoposta a liquidazione coatta amministrativa; un cavillo che non rende giustizia e che più volte abbiamo chiesto di modificare proprio per dare accesso al Fondo anche agli altri casi analoghi. Ecco perché ritengo che questa responsabilità, di fare qualcosa gravi su tutte le parti politiche in questo Parlamento, su chi era maggioranza un tempo, su chi oggi è minoranza e su chi oggi ha la responsabilità di provare a risolvere questa vicenda.

Anche perché - lo ricordo, ma molti di voi ne avranno avuto contezza - quei risparmiatori che, nel frattempo, avevano avviato i procedimenti in sede civile sono stati invitati, insieme ovviamente alla controparte, cioè agli organismi dell'istituto di credito, a conciliare; e quelle conciliazioni hanno visto una media di riconoscimento dell'indennizzo pari al 60 per cento, quindi, molto più elevato rispetto a quello che gli sarebbe stato riconosciuto accedendo al FIR. Qual è la differenza? Che, però, in quel caso, devi introdurre un giudizio e, quindi, di fatto, devi passare attraverso il pagamento di un obolo per poter introdurre il giudizio; in questo caso, evidentemente, soprattutto quelli più poveri, quelli che hanno meno possibilità, potrebbero direttamente beneficiarne.

Ho presentato quest'ordine del giorno con riferimento a questo provvedimento, vista giustamente la possibilità del FIR di andare oltre la soglia del 30 per cento per i risparmiatori e gli azionisti delle banche, specialmente venete; infatti, abbiamo aumentato la soglia dal 30 al 40 per cento.

Allora, se facciamo una cosa che in maniera sacrosanta io sottolineo essere giusta per quei risparmiatori e quegli azionisti truffati, per quale ragione non ci poniamo, attraverso un semplicissimo ordine del giorno, il problema di provare a risolvere una questione che paradossalmente rischia di indebitare ancor più l'istituto di credito quando dovrà andare in conciliazione e pagare molto di più privando, nel frattempo, di un diritto sacrosanto tutti quei risparmiatori che non hanno le possibilità economiche di adire un giudizio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Presidente, sempre per cercare di dare un po' di senso a queste discussioni sugli ordini del giorno che, secondo il mio personale parere, di senso ne hanno poco, mi piacerebbe interloquire, per il suo tramite, col collega Pagano per porgli una domanda: se non ho capito male, il suo ordine del giorno dice che questa Repubblica ha istituito uno strumento, il FIR, il Fondo indennizzo risparmiatori, che serviva a rimborsare gli azionisti delle banche poste in liquidazione coatta amministrativa, il cui valore delle azioni è stato azzerato per legge. A me, collega Pagano, non risulta che le azioni della Banca Popolare di Bari siano state azzerate per legge. Hanno un valore attualmente negoziato, molto, molto basso, quindi, sono d'accordo (Commenti)... Ho capito, ma se noi facciamo passare il concetto che rimborsiamo gli azionisti le cui azioni hanno un valore negoziato sul mercato basso, compiamo un passo importante da questo punto di vista. Il FIR serve a rimborsare gli azionisti il cui valore delle azioni è stato giuridicamente azzerato. Nella Banca Popolare di Bari noi abbiamo un valore vicino, al momento, allo zero, in virtù della negoziazione di mercato. Se noi facciamo passare il concetto che, ogni volta che le azioni, per via della negoziazione di mercato, si avvicinano allo zero, arriva il potere pubblico e rimborsa, credo che sia un qualcosa su cui fare un ragionamento un po' più articolato.

Concordo, poi, che la situazione della Banca Popolare di Bari necessiti di un approfondimento maggiore, in tutti i sensi, rispetto a quello che abbiamo svolto finora (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Pur condividendo le analisi del collega Marattin, da barese, evidenzio come la questione delle migliaia di concittadini che sono stati fortemente penalizzati sia una ferita ancora oggi sanguinante. Per cui, chiedo per suo tramite al Governo, cortesemente, un supplemento di riflessione su quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Il parere cambia in favorevole secco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Bene, a questo punto, l'ordine del giorno è accolto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/32 Braga.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Presidente, non accogliamo la riformulazione, anche perché ormai è noto - lo abbiamo detto più e più volte in quest'Aula - che in Italia l'emergenza casa è sempre più forte, con l'inflazione e l'aumento dei tassi che impediscono, purtroppo, di accedere a nuovi mutui, il caro bollette, il caro energia e il lavoro che voi avete reso e continuerete a rendere sempre più precario.

Quindi, il tema della casa e del sostegno agli affitti, come hanno detto anche prima altri colleghi, è più urgente che mai. È assolutamente urgente e - visto l'uso della decretazione che state facendo che, a nostro avviso, è assolutamente non conforme alle urgenze - allora, forse, in questo caso, di urgenza si tratta e dovremmo affrontarla.

Nel 2022 gli sfratti eseguiti sono stati 150.000, il 90 per cento per morosità. A inizio giugno, le convalide di sfratto erano già superiori alle 40.000. Avete deciso, con la legge di bilancio, di tracciare una riga sui 330 milioni del Fondo per il sostegno agli affitti e il Fondo morosità incolpevole e, oggi, nella vostra riformulazione chiedete un contributo alle regioni e ai comuni, a cui state togliendo già risorse, a cui avete già tolto risorse. Questo Fondo veniva redistribuito alle regioni e, lo dico da lombarda, la Lombardia era la prima beneficiaria di questo Fondo con 48 milioni; voi lo avete azzerato e adesso chiedete alle regioni e ai comuni di metterci altre risorse, quando voi non mettete un euro?

Ebbene, dietro a questi sfratti, dietro alla morosità incolpevole ci sono persone cinquantenni che magari hanno perso il lavoro e non riescono più a ritrovarlo, ci sono donne e uomini che magari hanno dovuto subire una separazione e, oggi, con un solo reddito non riescono più a pagare l'affitto; ci sono i giovani, che hanno lavori poveri e lavori precari e anche loro non riescono più a pagarsi l'affitto.

Allora, trattiamo questo come un problema serio e urgente da affrontare, invece che continuare a lasciare indietro chi fa più fatica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/32 Braga, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/33 Peluffo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/34 Merola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/35 Simiani: c'è un parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Cambiamo microfono… cambi il microfono, quello non va, deve cambiare microfono, si deve spostare.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io vorrei dire, innanzitutto, che non accetto la riformulazione. Ringrazio l'onorevole Siracusano, ma non accetto la riformulazione, perché è un punto politico quello che stiamo discutendo sul problema della casa e su tutto il problema che riguarda la morosità incolpevole, i fondi che oggi non hanno risorse, i comuni che non hanno risorse per riuscire ad aiutare la parte più debole della società.

Ecco perché vi invito a riflettere fortemente. Quando abbiamo deciso di presentare quest'ordine del giorno, lo abbiamo fatto partendo da un presupposto, soprattutto cercando di capire le difficoltà economiche che oggi ci sono, non solo dei cittadini, ma anche cercando di capire quali sono le risorse a disposizione per quanto riguarda lo Stato, che corresponsabilità c'è.

Ecco perché l'ordine del giorno, cerco anche di leggerlo velocemente, impegna il Governo ad adottare e promuovere politiche organiche per la casa, anche prevedendo strumenti atti al perseguimento dell'obiettivo di attuazione di un piano di edilizia residenziale pubblica, al fine di incrementare significativamente l'offerta di alloggi a canone sociale.

Come si dice in Toscana, è liscio; è un ordine del giorno corretto e io non capisco come mai ci sia stata una riformulazione su un tema così complicato, sicuramente, ma essenziale per il nostro fabbisogno.

Vi ricordo che oggi il fabbisogno, in Italia, di alloggi di residenza pubblica è di circa 300.000 unità. Addirittura, si pensa che in alcune regioni del nostro Paese la richiesta salga ancora di più e la percentuale sia molto alta. In questo momento di difficoltà, sicuramente per l'aumento dell'inflazione, bisogna anche tener conto del fatto che per accedere alla casa popolare è richiesto un livello minimo di reddito e tale livello è pari a 18.000 euro, sicché non ci sono redditi altissimi per chi oggi ha questo fabbisogno. Soprattutto - e qui faccio anche un'altra riflessione - ricordo che il Partito Democratico, anche nella proposta che aveva fatto in questi mesi, aveva chiesto di portare, anche nelle legge di bilancio, gli alloggi a circa 20.000 unità l'anno, ponendo questo obiettivo.

Ricordo, Presidente - prima della nostra Repubblica, andando indietro nel tempo -, che nel 1903 Luigi Luzzatti, che fu anche Presidente del Consiglio, dette vita all'Istituto case popolari. Lui si pose quest'obiettivo, perché comprese alcuni bisogni e citando una frase di Mazzini - la dico qui, perché è importante che sia citata - affermò: “Come diceva Mazzini, una casa dolce e decente, dove il fanciullo riceve il bacio della madre e le carezze del padre, è la prima lezione per diventare buoni cittadini”. Per tali ragioni, io invito il Governo a ripensare il parere espresso su quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/35 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Essendo giunti alle ore 13,32, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,32, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 83, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1151-A.

Ricordo che, prima della sospensione della seduta, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/1151-A/35 Simiani.

Passiamo, quindi, all'ordine del giorno n. 9/1151-A/36 Laus, accolto dal Governo come raccomandazione.

Chiedo al presentatore se accetti l'accoglimento del suo ordine del giorno come raccomandazione. Prendo atto che lo accetta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/37 Roggiani il parere del Governo è favorevole, con riformulazione. Accetta la riformulazione, deputata Roggiani? Non l'accetta e chiede che sia posto in votazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Prego, deputato Ziello…

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Però, se ci sono alcuni colleghi che non mi permettono di portare avanti l'intervento è complicato procedere da questo punto di vista (Applausi ironici - Commenti).

Comunque, al di là di questo, sto intervenendo sull'ordine del giorno, naturalmente. Da questo punto di vista, noi (Commenti)… mi fate finire? Altrimenti è inutile. Io sto aspettando, prima di poter intervenire. È l'ordine del giorno n. 9/1151-A37 Roggiani.

PRESIDENTE. Prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Innanzitutto, non riesco a capire perché questo testo sia stato presentato in questa forma, tra l'altro del tutto non condivisa con il Governo. Infatti, quando si formula un ordine del giorno, tendenzialmente si cerca anche di ottenere un parere favorevole con una concertazione, seria e proficua, con le articolazioni che rappresentano il Governo all'interno dell'Aula, così come è stato fatto da parte nostra tante volte quando eravamo all'opposizione. Non presentavamo gli ordini del giorno soltanto per limitarci a fare un'opposizione fine a se stessa ma anche per portare avanti, comunque sia, degli obiettivi politici importanti. L'abbiamo visto, per esempio, nell'ambito della nostra attività, durante l'esame di decreti come questo, che parlano sostanzialmente di pubblica amministrazione e di enti territoriali.

Non a caso, il titolo del decreto reca, sostanzialmente, disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale, proprio per rimarcare come questo Governo abbia l'intenzione di sottolineare la differenza netta rispetto ai Governi passati, per garantire, tra l'altro, un'attenzione importante su tante tematiche che riguardano gli enti pubblici, a cominciare, per esempio, dagli enti locali fino ad arrivare a quelli provinciali, regionali e anche ministeriali. Da questo punto di vista, il centrosinistra dice sempre che le forze di centrodestra sono del tutto insensibili e indifferenti alle istanze della pubblica amministrazione, ma con questo decreto, come anche con altri provvedimenti, sempre in tema di pubblica amministrazione, che abbiamo votato anche recentemente, ossia nelle scorse settimane, abbiamo dimostrato come questo Governo e questa coalizione abbiano, invece, come priorità, all'interno della propria agenda, quella di occuparsi proprio di pubblica amministrazione e di amministrazione statale.

Quindi, sotto questo profilo, non riesco a comprendere, Presidente, il motivo per cui è stato proposto un ordine del giorno in questa forma, del tutto non condivisa con il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/37 Roggiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/38 Furfaro, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo il parere del Governo e chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno. È abbastanza surreale, visto che non siamo in una riunione di famiglia ma in un'Aula istituzionale, che si chieda di accogliere come raccomandazione un ordine del giorno in cui si chiede, semplicemente, di adottare ogni possibile iniziativa per raggiungere l'obiettivo della realizzazione degli asili nido legati al PNRR, cioè 264.480 nuovi posti per la fascia 0-6 anni. Lo dico per vari motivi e non solo perché nel Paese ci sono solo 27 posti ogni 100 bambini e bambine nei servizi per l'infanzia e, purtroppo, nella fascia 0-2 anni, addirittura solo il 13 per cento dei bambini e delle bambine frequenta un servizio per la prima infanzia.

Come sapete bene, o come dovreste sapere, dopo la nascita di un bambino – che, purtroppo, non è nemmeno a carico di entrambi i genitori, perché per il padre ci sono 10 giorni, mentre la madre ha un congedo obbligatorio un po' più largo - si dovrà ricercare un asilo nido costoso, una babysitter, e questo vale per chi può permetterselo.

Sapete, colleghe e colleghi, sentire tutti i giorni parlare di denatalità, Dio, patria, famiglia, e poi vederli svilire tutti i giorni, suona tanto di paradossale. Infatti, dovete sapere che in questo Paese, se chiedete alle persone di essere precarie, di avere magari un lavoro per cui con difficoltà si arriva a fine mese o addirittura non pagato (se non sapete di che parlo potete chiedere alla vostra collega Ministra Santanche', viste le cronache di queste ore), è chiaro che è molto complicato per dei genitori trovare la possibilità di immaginarsi dei figli: i figli non nascono per questo motivo, per la mancanza di asili nido, problema che spesso ricade, purtroppo, sulle spalle della donna. Tanto è vero che l'occupazione femminile per le donne che hanno figli è dell'8 per cento in meno rispetto a quelle che hanno figli. È di oggi la triste notizia, tra l'altro, che l'Italia nel gender gap femminile passa dal sessantatreesimo al settantanovesimo posto; tra l'altro, con tutto il rispetto, in mezzo a Uganda e Mongolia: quindi, passi indietro ancora maggiori.

L'ordine del giorno chiedeva una cosa molto semplice: rispettare un impegno che ci eravamo presi, che è quello di stanziare 4,6 miliardi per costruire 1.857 nuovi asili nido e 333 scuole materne.

Questo perché, con la denatalità, la famiglia si onora così, perché le persone non fanno figli non perché c'è la farina di insetti o perché i loro ragazzi vanno ai rave o perché, magari, è colpa di qualche immigrato o delle coppie omogenitoriali. Le coppie non fanno figli a causa della precarietà, quella che state aumentando con il decreto Lavoro, quella che costringe alcune persone a non avere strumenti contro la povertà, a rischiare di finire sulla strada con il Fondo affitti. Svilite ogni giorno la famiglia con la vostra ipocrita politica.

Quest'ordine del giorno chiede di impegnare il Governo a far sì che ogni iniziativa sia volta al raggiungimento degli obiettivi. Se avete il coraggio di votare contro un ordine del giorno che impegna a costruire asili nido con i soldi del PNRR, almeno smettetela con l'ipocrita esclamazione di ogni giorno, di mettervi in bocca la famiglia, perché quella famiglia la violentate ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.  

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare il collega Furfaro per avere sottoposto all'attenzione dell'Aula quest'ordine del giorno, che, se mi permette, vorrei sottoscrivere, e per dichiarar il voto favorevole su un impegno che, in realtà, il nostro Paese ha già assunto. Mi auguro che un eventuale voto contrario su quest'ordine del giorno non arrivi alla Commissione europea. Mi chiedo cosa direbbero i Ministri competenti, se sapessero che quest'Aula fa retromarcia rispetto all'impegno di mantenere uno degli obiettivi strategici del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Proprio stamattina, la Banca d'Italia ha presentato un report sulla condizione femminile che certifica che, nel nostro Paese, i dati sono ancora del tutto insufficienti per un pieno raggiungimento della parità di genere, ma che abbiamo fatto alcuni passi in avanti, primi passi. Siamo arrivati al massimo tasso di occupazione femminile. Non basta continuare ad affermare - lasciatemelo dire, anche alla luce di un servizio svolto in questa direzione - che questo Governo è evidentemente per la parità di genere, perché ha la prima donna Presidente del Consiglio dei ministri.

Bene, alla prima donna Presidente del Consiglio dei ministri chiediamo ancora più vigore e forza. E la tiepidezza con la quale state affrontando questi temi – il tema degli asili nido per il PNRR, della non attuazione della Strategia nazionale per la parità di genere, della retromarcia sulla certificazione per la parità di genere, dei decreti attuativi del Family Act, ancora non fatti, che prevedono esattamente queste misure - sta diventando colpevolezza rispetto alla mancanza di un impegno che la nostra Costituzione ci chiede.

Pensateci, ripeto, pensateci e fermatevi in tempo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Colleghi, riprendo l'intervento fatto dalla collega Bonetti sugli asili nido, sulle gravi inadempienze e sulle difficoltà che affrontano le donne e le madri ogni giorno in Italia. Lego questo aspetto a una pratica aberrante che viene compiuta sui nostri territori, soprattutto su quelli più decentrati, montani. Porto all'attenzione dell'Aula il comune di Pomaretto, comune del Pinerolese. Si continuano a sopprimere classi. Ricordo, a inizio legislatura, il proclama del Ministro, che ha affermato: mai più classi pollaio. Bene, si sappia che, nelle valli del Pinerolese, nel comune di Pomaretto e altrove, si sopprimono classi medie e ci sono classi con 30 alunni.

State - non stiamo, perché certamente su questo aspetto siamo contrarissimi - via via sminuendo e degradando uno Stato sociale che è importantissimo. Faccio e facciamo un appello al Ministro, affinché si concluda questo saccheggio nei confronti del sociale, ovviamente della scuola, ma anche delle famiglie e dei nostri ragazzi, che non riusciranno più ad avere un legame con il territorio, perché dovranno frequentare la scuola altrove. Infatti, le classi pollaio continuano ad esistere e nei nostri comuni si arriva a classi di 30 alunni, con sindaci che hanno fatto forti investimenti nella scuola.

Spero che qualcuno della maggioranza tenga in forte considerazione quello che ho detto, perché lo ritengo di un'importanza enorme (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente, per sottoscrivere quest'ordine del giorno a nome di tutte le deputate e i deputati del Partito Democratico, oltre, ovviamente, al collega Furfaro, che è il primo firmatario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Voglio sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Furfaro, a nome di tutto il gruppo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/38 Furfaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/39 Guerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/40 Scotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/41 Stumpo, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intervengo solo per motivare l'astensione del nostro gruppo su quest'ordine del giorno. Nessuno più di noi in questi mesi e anni ha chiesto e continua a chiedere che i fondi al Servizio sanitario nazionale vengano aumentati. Particolarmente dopo la pandemia e dopo lo shock inflattivo, abbiamo un grave definanziamento del Servizio sanitario nazionale. Però, è forse ora di essere un po' più chiari su quale sia il parametro di riferimento. Un sistema sanitario nazionale è sotto o sopra finanziato in relazione non al PIL, ma ai fabbisogni del sistema sanitario o a parametri come l'invecchiamento della popolazione. Dire che dobbiamo guardare la quota di PIL destinata alla sanità è complicato, perché equivarrebbe a dire che, quanto più diventi ricco, più devi spendere in salute. In realtà, quanto più diventi anziano, devi spendere in salute, quanto più diventi povero, devi spendere in salute, tutte cose che abbiamo nel mirino. Siamo convinti che il nostro Servizio sanitario nazionale sia gravemente sottofinanziato e che debba aumentare, ma non guardando l'aggancio al PIL, perché l'aggancio al PIL rappresenta qualcosa di distorto. Probabilmente, avremmo bisogno di ben più del 7 per cento del PIL, ma dire che la spesa sanitaria, in rapporto al PIL, deve sempre aumentare, equivale a dire, a livello individuale, che, se divento più ricco, automaticamente devo investire in salute più che proporzionalmente. Non è del tutto vero.

Dobbiamo guardare i fabbisogni standard, alle dinamiche di invecchiamento della popolazione e all'indice di deprivazione sociale della popolazione. Sono questi gli elementi che determinano il nostro grave sottofinanziamento del sistema sanitario nazionale. Non facciamo una religione del parametro dell'aggancio al PIL, perché, in questo particolare caso, potrebbe addirittura essere controproducente, ovvero potreste aumentare la quota di investimento sanitario rispetto al PIL, ma ancora avere un sottofinanziamento rispetto ai fabbisogni sanitari nazionali.

È una questione che, spesso, nel dibattito non si sente, perché suona bene dire che la quota di PIL deve aumentare, ma, attenzione, perché, seguendo questo feticcio, rischiamo paradossalmente di avere un definanziamento rispetto a quello che sarebbe ottimale (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Questo intervento del collega Marattin mi spinge a intervenire, perché, francamente, va bene tutto, va bene sentirci le lezioni, come abbiamo sentito prima, da parte del collega Marattin, però, in questo caso, l'impegno nei confronti del Governo e l'indicazione della spesa sanitaria pari o superiore al 7 per cento non rappresentano un feticcio inventato dal Partito Democratico, ma un indicatore usato da tutti gli organismi internazionali che si occupano di sanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Sono loro che indicano come benchmark e come livello ottimale il 7 per cento. Non è una nostra invenzione. Poi ci sono altri indicatori. L'invecchiamento della popolazione evidentemente pone una domanda di salute e, quindi, anche un ruolo del Servizio sanitario nazionale differente. Quest'ordine del giorno vuole sollecitare, ancora una volta, che queste vocazioni, le parole di difesa e valorizzazione del Sistema sanitario nazionale, si trasformino in concrete risorse destinate al Sistema sanitario nazionale, perché il DEF approvato in quest'Aula, non da noi, dice l'esatto contrario. Quindi, noi continueremo, con buona pace del collega Marattin, a sostenere e a stimolare il Governo, perché si arrivi il più possibile vicino al 7 per cento e, se possibile, lo si superi, per difendere il sistema sanitario nazionale, che per noi è innanzitutto un'idea di società e un'idea di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Innanzitutto, vogliamo sottoscrivere come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra l'ordine del giorno e aggiungere due considerazioni a quanto detto dal collega Fornaro. Ha perfettamente ragione e io trovo abbastanza stucchevole ascoltare certe volte discussioni di varia natura per non fare un intervento semplice. Il collega ha chiesto un aumento e un parametro alto per finanziare il fondo della sanità. Mi sembra una richiesta equa e trovare motivazioni per non farlo, politicamente, significa dire che non si vuole finanziare la sanità pubblica come chiesto da quest'ordine del giorno, che segue un'indicazione anche di carattere europeo e che, tra l'altro, pone un tema molto serio, ovvero che la sanità, in particolare la sanità al Sud, è sottofinanziata. Non considerare questa richiesta significa non voler migliorare lo status quo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole a quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Quartini, ha 30 secondi, perché avrebbe già finito il suo tempo. Comunque, la lascio parlare per 30 secondi.

ANDREA QUARTINI (M5S). Esattamente 30 secondi, per dire che, secondo noi, non dovremmo scendere addirittura al di sotto dell'8 per cento del PIL. Voglio rassicurare l'onorevole Marattin, per suo tramite, che, comunque, in quest'ordine del giorno è scritto che non si deve scendere al di sotto di quel parametro, per cui la sua preoccupazione che la sanità potrebbe essere sottofinanziata è decisamente superflua, perché eventualmente si può andare al di sopra. Quindi, se ci fosse un fabbisogno maggiore, va da sé che l'ordine del giorno va bene.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/41 Stumpo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/1151-A/42 Manzi, c'è un parere favorevole con riformulazione, che è accettata dall'onorevole Manzi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zingaretti. Ne ha facoltà.

NICOLA ZINGARETTI (PD-IDP). Presidente, noi chiediamo che l'ordine del giorno venga messo ai voti e invitiamo il Governo a riflettere sul testo - mi permetto dire - il più laico e neutrale che esista, perché chiede al Governo, senza nessun impegno specifico - cito testualmente - di “adottare iniziative urgenti a sostegno degli studenti fuori sede, finalizzate a contrastare il caro affitti e la mancanza di alloggi universitari”. Ora, non è una nostra opinione, ma è un dato di fatto che, con l'aumento dell'inflazione e il caro dei prezzi, il caro affitti sia uno dei nuovi elementi che mina il diritto allo studio in questo Paese. L'articolo 34 della Costituzione recita: “(…) I capaci e meritevoli (…) hanno diritto di raggiungere i gradi più alti (…)”. Quindi, io invito il Governo a riflettere e a cambiare opinione, perché un “no” del Parlamento della Repubblica a quest'ordine del giorno significherebbe, per responsabilità della maggioranza, che non si vogliono adottare provvedimenti per aiutare le studentesse e gli studenti italiani sul tema del caro affitti. E credo che sarebbe un pessimo segnale per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Il Governo cambia il parere: accoglie la richiesta e, quindi, esprime un parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1151-A/42 Manzi è accolto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/43 Bonafe', su cui c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, anche sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/43 Bonafe' c'è un parere diverso: quindi il Governo cambia il parere e lo accoglie come raccomandazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Bonafe' accetta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/44 Zingaretti, su cui c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zingaretti. Ne ha facoltà.

NICOLA ZINGARETTI (PD-IDP). Chiedo semplicemente, comunque, di votarlo.

PRESIDENTE. Sì, sì, lo stavo ponendo in votazione. Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/44 Zingaretti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/45 Orfini è accolto come raccomandazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/46 Vaccari c'è un parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Sì, Presidente. Io volevo in qualche modo, d'accordo con il collega Vaccari, spiegare il senso di quest'ordine del giorno e chiedere al Governo di rivedere il tema. Il Ministero dell'Università ha stabilito, a febbraio, con un decreto, il numero di studenti che saranno accolti al primo anno della facoltà di medicina, i quali passano da circa 15.000 a circa 19.000. Quindi andando incontro…

PRESIDENTE. Onorevoli Orrico e Pella! Onorevole Pella… onorevole Orrico… facciamo proseguire l'onorevole Lai. Prego, onorevole Lai, prosegua.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come dicevo, il decreto del Ministro dell'Università e della ricerca scientifica ha aumentato il numero dei posti degli studenti del primo anno…

PRESIDENTE. Onorevoli, per cortesia, sta parlando un collega. Onorevole Pella, si rivolga a me, guardi me, onorevole Pella… Onorevole Caso, per cortesia… Scusate, dobbiamo far concludere l'onorevole Lai. Onorevole Pella, per cortesia, manteniamo la calma. Onorevole Orrico, sta parlando l'onorevole Lai, facciamolo concludere, per cortesia. Onorevole Lai, prego.

SILVIO LAI (PD-IDP). Provo a riprendere, Presidente. Presidente, stiamo parlando dell'esame di ammissione al primo anno del corso di laurea in medicina e chirurgia: un'emergenza che tutti riconoscono, tanto che quest'anno è previsto un aumento degli studenti da 14.000 a 19.000, anzi, da 14.740 a 19.000. Qual è il problema? Si tratta di una valutazione provvisoria, nel senso che le università di tutta Italia devono confermare i numeri che sono stati previsti dal Ministero entro il mese di giugno.

Che cosa avviene, però? Che il numero degli studenti ha una serie di parametri che devono essere rispettati, in particolare per il numero dei posti letto e delle strutture che devono garantire la formazione tecnica ai medici e anche per il numero di docenti. Però, gli stessi docenti sono anche utilizzati per gli altri corsi di laurea della facoltà di medicina e chirurgia, ovvero devono essere garantiti i docenti anche per il corso di laurea di scienze infermieristiche, per il corso di laurea in odontoiatria e per le professioni sanitarie, quindi tutte quelle attività che sono fondamentali e sulle quali esiste una carenza di competenze.

Quello che viene richiesto al Governo è di garantire, anche se nell'ambito dell'autonomia universitaria, che il fatto di aumentare il numero dei medici non significhi che manchino poi i docenti per garantire la formazione negli altri campi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché questo sarebbe un elemento, ovviamente, di impoverimento del sistema. In Italia mancano i medici, ma mancano ancora di più gli infermieri. E quello che chiediamo con quest'ordine del giorno è che il Governo si faccia garante, anche perché le università sono autonome, ma hanno anche, nell'autonomia, la possibilità di scegliere se mettere in cattedra dei docenti di medicina e chirurgia o di mettere in cattedra dei docenti di giurisprudenza. Non voglio togliere niente alla giurisprudenza, ma se questa è un'emergenza del Paese, ciò va garantito.

I segnali di questo lavorìo vengono fuori soprattutto dagli studenti delle facoltà di medicina, che segnalano che in alcune facoltà, in particolare nel Mezzogiorno, sta avvenendo questo. Quindi, un “no” a quest'ordine del giorno, così com'è, mi sembra veramente sbagliato e vorrei chiedere al Governo di valutare la possibilità di rivederlo e di dare garanzie che non saranno ridotte le attività di formazione nei corsi di laurea della facoltà di medicina e chirurgia, a solo vantaggio della formazione dei medici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Mi sembra che il Governo non cambi opinione, dunque passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/46 Vaccari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1151-A/47 Lai, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sarò più breve che nell'altro caso. In quest'ordine del giorno stiamo parlando della Einstein Telescope, una struttura di ricerca che, proprio due settimane fa, il Presidente Meloni ha comunicato di voler sostenere in sede europea. Sette mesi fa fu autorizzato, nei terreni dove deve sorgere questo telescopio importante che deve studiare le onde gravitazionali, un campo eolico, che, naturalmente, era incompatibile con la possibilità che questo progetto fosse considerato adeguato dall'Unione europea. È stato eliminato il permesso per questo campo eolico, tuttavia si è un po' ecceduto, nel senso che, in questo momento, in un'area di 400 chilometri quadrati, 19 comuni, non si può neanche fare un pozzo per l'acqua.

Quello che chiede quest'ordine del giorno è che il Governo intervenga per garantire che i pareri per le attività burocratiche, che riguardano 400 chilometri quadrati di comuni, 19 comuni, al centro della Sardegna, non avvengano in tempi biblici, ma che siano fissati con certezza i termini; in questo caso si chiede che siano fissati in 60 giorni. Si chiede, cioè, che, quando un cittadino presenti una richiesta a un comune per fare un pozzo o qualunque attività di impresa in quel territorio, non sia bloccato per mesi e qualche volta anni nell'avere un permesso per svolgere la sua attività, altrimenti l'effetto sarà quello contrario sul territorio.

Ecco perché abbiamo chiesto, con quest'ordine del giorno, un impegno del Governo. Accetto la raccomandazione perché è un primo passaggio, e chiedo di metterlo ai voti, tuttavia servirebbe una maggiore garanzia da parte del Governo.

PRESIDENTE. Faccio prima presente all'onorevole Lai che la raccomandazione non si può votare, quindi devo chiedere al Governo se intende cambiare il parere, se è favorevole o contrario, o se si rimette all'Aula, perché la raccomandazione… Favorevole? Il Governo si rimette all'Aula.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Todde. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA TODDE (M5S). Per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Lai.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Per sottoscriverlo, anche a nome della collega Cherchi. Poi approfitto dell'intervento per chiedere di sottoscrivere, a nome dell'intero gruppo MoVimento 5 Stelle, l'ordine del giorno n. 9/1115-A/38 Furfaro.

PRESIDENTE. Sta bene. Onorevole Ghirra? Per sottoscriverlo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Sarò brevissimo, per dire che il gruppo di Fratelli d'Italia - grazie al capogruppo Foti - voterà a favore e anche il Governo si è rimesso all'Aula, ma anche per dire che il Governo si sta già impegnando su questo tema anche grazie all'interessamento degli amministratori locali, anche dei deputati del territorio. Quindi, abbiamo fatto un fronte comune; noi lo facciamo per questo. Quest'ordine del giorno forse andava anche approvato come raccomandazione perché il Governo, in conferenza stampa, si è già impegnato a stanziare tutte le risorse. Noi, ovviamente - lo dico a nome anche dei colleghi sardi, di tutta la maggioranza -, stiamo mantenendo tutti gli impegni sull'Einstein Telescope, stiamo intervenendo per cambiare quel blocco totale. Ripeto, quest'ordine del giorno poteva essere accettato - come la maggioranza ha fatto - come raccomandazione, però votiamo a favore, affinché non sia strumentalizzato un tema così, che ci vede tutti uniti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno e, a nome mio e del gruppo di Forza Italia, preannuncio il voto favorevole, perché si tratta di uno strumento di indirizzo che va nella direzione giusta e in relazione anche a un intervento su cui, debbo dire, in maniera determinata, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro Bernini, con il supporto di tutte le forze politiche che rappresentano questa maggioranza - in questo caso, anche, lo debbo riconoscere, di settori della opposizione - stanno, in maniera concorde, convergendo. Quindi, questa è la ragione per la quale lo sosteniamo, con decisione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giagoni. Ne ha facoltà.

DARIO GIAGONI (LEGA). Grazie, Presidente. A nome del gruppo Lega, sottoscriviamo quest'ordine del giorno, perché riteniamo giusto e necessario ascoltare le richieste dei territori e degli enti locali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/47, Lai, su cui il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/48 Matera il parere è favorevole, così come sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/49 Schifone. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1115-A/50 Zaratti, accolto come raccomandazione. Va bene. L'ordine del giorno n. 9/1115-A/Bonelli è inammissibile. Sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/52 Zanella c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ho avuto, come diversi colleghi, l'onore di fare il consigliere regionale prima di diventare deputato e ho bene in testa cosa succedeva in alcune regioni italiane durante la pandemia. Sapete benissimo che i ritardi nell'esecuzione dei tamponi, soprattutto nelle RSA, e che la vicenda di aver lasciato spesso soli e indifesi chi doveva proteggerci - parlo dei nostri infermieri, dei nostri operatori ma, soprattutto, dei più fragili - sono stati al centro non solo di numerose indagini e inchieste, ma di un'analisi che dovrebbe portare tutti, tutti - e dico tutti - a verificare lo stato della nostra sanità nelle nostre regioni.

Alcune regioni italiane, come il Piemonte o come la Lombardia, nelle prime settimane di quella pandemia hanno semplicemente spiegato che le RSA, non essendo pubbliche, non erano quasi affar loro. Ecco, io lo dico così ai nostri colleghi: chiedete poteri straordinari, volete autonomia differenziata e la gran parte dei nostri presidenti di regione non ha saputo gestire i poteri ordinari in una delle più grandi crisi della sanità pubblica italiana.

Allora, davvero pensate - ritorniamo alla Commissione d'inchiesta COVID - che in tutto questo le regioni non vadano neanche, in qualche modo, coinvolte in questa Commissione? Così avete fatto, così avete scelto, come se le Commissioni d'inchiesta fossero solo una clava da usare nei confronti, magari, di maggioranze passate.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 15,45)

MARCO GRIMALDI (AVS). È per questo motivo che quest'ordine del giorno vi chiedeva di ritornare sui vostri passi e magari di istituire una commissione tecnica, composta da esperti del Ministero della salute, che possa approfondire e verificare la tempestività e l'adeguatezza di alcune scelte e anche dello stato della nostra sanità regionale ma, soprattutto, di alcuni processi. Dove finivano, una volta usciti dagli ospedali, gli anziani positivi? Dove finivano? Lo sapete? Abbiamo mai indagato? Voi lo sapete che in una regione come il Piemonte, dopo il primo screening, il 44 per cento delle persone che stavano in quelle RSA erano positive? Voi lo sapete che, nel primo mese, nessuna di loro ha avuto una mascherina sanitaria?

Ecco, io credo che, davanti al vostro diniego, l'ennesimo diniego, dimostriate intanto una grande contraddizione rispetto all'autonomia differenziata. Non volete fare alcuna analisi dello stato della nostra sanità, non volete mettere - come abbiamo detto in precedenza - un euro in più ma, soprattutto, non volete nemmeno ammettere, davanti a una pandemia che ha sconvolto tutto, che, rispetto a quei piani di uscite di sicurezza, la gran parte delle nostre regioni non aveva neanche i piani di evacuazione, non aveva, davanti a una tempesta perfetta, neanche le scialuppe, neanche - lo dico così - un foglio Excel in cui registrare quante mascherine avevano a disposizione le ASL e, soprattutto, come dividerle. Guardate dentro quella vicenda, proviamo a indagare insieme dentro quella vicenda, non per trovare i colpevoli ma per capire esattamente cosa non funziona ancora oggi nella sanità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Noi vorremmo sottoscrivere quest'ordine del giorno e vorremmo, soprattutto, sottolineare la serietà dell'impegno del collega Grimaldi e del suo partito, che hanno voluto l'istituzione di una commissione tecnica che possa approfondire e verificare la tempestività e l'adeguatezza degli strumenti e delle indicazioni offerti alla popolazione dalle regioni e dalle province autonome nelle fasi della pandemia. Questo è un impegno serio rispetto a questa Commissione d'inchiesta COVID che avete voluto costituire e che avete votato e che è lontana dalla serietà che quest'ordine del giorno, invece, comporta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché questa Commissione, per come è stata strutturata, costituisce un semplice atto di accusa. Esula dalle sue finalità, infatti, la serietà dell'indagine su quello che è successo nel corso della pandemia, per evitare che, in futuro, simili episodi possano ripetersi, per attrezzare la nostra sanità a fronteggiare ipotetici fenomeni futuri, ed estrapola le regioni dall'ambito di applicazione, le regioni che, come sappiamo, per dettato costituzionale sono responsabili della gestione della sanità sul territorio. Un impegno serio quindi, che il MoVimento 5 Stelle vuole sottoscrivere e su cui invita a votare favorevolmente per correggere l'errore che, mistificando, avete creato con la Commissione COVID (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1115-A/52 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno n. 9/1151-A/53 Ghirra, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Sono abbastanza colpita da questo parere del Governo perché, giusto una settimana fa, quando abbiamo esaminato il decreto n. 44 sul potenziamento delle pubbliche amministrazioni, era stato accolto come raccomandazione e non avevamo accettato. Chiederei, quindi, al Governo di accantonare l'ordine del giorno e di rivedere il parere, perché, di fatto, noi stiamo chiedendo di potenziare gli organici negli ispettorati del lavoro in modo da consentire un reale controllo su un mondo che è in grave sofferenza, estremamente delicato, dove, ancora oggi, sono troppi gli incidenti e, spesso, anche le morti. Chiediamo anche di rivedere i contenuti dei “Piani di controllo per la sicurezza delle aree urbane adiacenti alle stazioni ferroviarie” che, purtroppo, al momento, distolgono i pochi ispettori che sono presenti all'interno dell'ente dai loro compiti primari, legati proprio alla vigilanza sulla situazione della sicurezza e del rispetto delle regole nel mondo del lavoro.

PRESIDENTE. Chiedo ai rappresentanti del Governo se intendono mutare il parere o accantonare. La risposta è “no”.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà. Solo per sottoscrivere, onorevole Pagano.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, per sottoscrivere l'ordine del giorno della collega e per sottolineare come il parere contrario del Governo…

PRESIDENTE. Onorevole Pagano, non approfitti della gentilezza…

UBALDO PAGANO (PD-IDP). …ad un ordine del giorno che chiede più sicurezza.

PRESIDENTE. No, onorevole Pagano, le regole sono uguali per tutti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/53 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/54 Ciaburro il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1151-A/55 Sarracino è accolto come raccomandazione. Onorevole Sarracino, l'accetta? Va bene.

Anche l'ordine del giorno n. 9/1151-A/56 Amendola è accolto come raccomandazione, accettata.

Ordine del giorno n. 9/1151-A/57 Sottanelli, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Grazie, Presidente, mettiamolo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/57 Sottanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Ordine del giorno n. 9/1151-A/58 De Monte, accolto come raccomandazione. Onorevole De Monte, la accetta?

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere al Governo di cambiare il parere, perché parliamo della Carta europea delle lingue regionali minoritarie, che risale, per l'approvazione, al 1992 e, per l'entrata in vigore, al 1998. Anche prendendo l'ultima data che ho citato, sono 25 anni che stiamo aspettando l'approvazione, il recepimento, la ratifica di questo Trattato. Io direi che è il momento di sciogliere le riserve, ci vuole trasparenza. Quindi, chiedo che si voti, perché siamo veramente oltre ogni tempo utile.

Vorrei anche ricordare al Governo, che spesso cita il concetto di Nazione, che per Nazione si intende il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, lingua e storia. Anche qualora parliamo di popolo, si intende il complesso degli individui che hanno in comune l'origine, la lingua, le tradizioni religiose e culturali. Quindi, davvero la lingua rappresenta un elemento caratterizzante e fondante della Nazione e del popolo. Io chiedo che si voti su questo punto, così almeno sapremo la posizione della maggioranza sul recepimento di questo Trattato (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1151-A/58 De Monte, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Sugli ordini del giorno n. 9/1151-A/59 Cattoi e n. 9/1151-A/60 Comaroli il parere è favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà. Nel silenzio dell'Aula.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, come Noi Moderati, esprimo voto favorevole al disegno di legge n. 1151-A, relativo alla conversione in legge del decreto in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale. Si tratta di un provvedimento importante e utile per l'Italia. Gli effetti positivi che potranno derivare da questo provvedimento sono molteplici e riguardano diversi ambiti della vita pubblica e privata degli italiani, dalle attività produttive alle grandi opere, fino al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La legge introduce, infatti, una serie di modifiche e semplificazioni in materia di amministrazione pubblica, in materia fiscale e in materia finanziaria per gli enti locali, che consentiranno di accelerare i processi e ridurre i tempi di attesa per i cittadini. Non si tratta, comunque, di intervenire solo sull'amministrazione pubblica. Questo decreto tocca anche l'ambito sociale, con un pacchetto molto corposo, ad esempio, di misure sulla sanità, dal tema dei medici di famiglia fino alla sanità privata. La pandemia ha fatto emergere, infatti, tante carenze in un sistema che pure ha retto bene l'impatto. Se vogliamo davvero rendere omaggio agli eroi - così li abbiamo chiamati durante l'emergenza, dimenticandocene, però, poco dopo -, dobbiamo rivedere il sistema sanitario, dando atto del merito e offrendo a tutti i cittadini il giusto livello di prestazioni. Penso, signor Presidente, in particolare al Mezzogiorno, al Sud, anche se la carenza di medici di famiglia è ancora più forte in regioni importanti del Nord, come la Lombardia.

Il provvedimento oggi al nostro esame anticipa anche la soluzione sul problema del caro affitti, grazie all'interlocuzione del Governo con l'Europa e alla possibilità di sbloccare 660 milioni dei 900 previsti per il finanziamento dell'housing universitario. Anche questo è un tema maggiormente avvertito dai giovani del Sud, che più spesso sono costretti a spostarsi dalle loro città d'origine per studiare e cogliere quelle opportunità che nel Mezzogiorno d'Italia sono ancora insufficienti. Dunque accogliamo con favore le scelte del Governo, attraverso il Ministero dell'Università, che ha già avviato i bandi per le partnership pubblico-private, e con il prezioso operato del Ministro Fitto, che ha concordato, come dicevo, l'anticipo delle risorse, riuscendo ad offrire una soluzione rapida ed efficace a un problema complesso.

Infine, signor Presidente, da salernitano, non posso non sottolineare l'intervento che consente di proseguire i lavori per l'aeroporto di Pontecagnano e fare in modo che quest'opera non resti un'occasione mancata, l'ennesima, per un territorio che non merita più promesse non mantenute. Infatti, nonostante la posizione strategica rispetto alla costiera amalfitana, l'aeroporto di Pontecagnano ha registrato flussi ridotti anche negli anni pre-COVID, senza mai riuscire ad agganciare i livelli di aeroporti similari, come quello di Rimini e, quindi, risulta quanto mai urgente il suo sviluppo. Il turismo ha rappresentato, infatti, il punto di forza della ripresa in Italia dopo la pandemia, ma la scarsità delle infrastrutture non ha consentito, soprattutto in alcune aree del Paese, di sfruttare appieno la potenzialità economica del settore e le relative ricadute occupazionali.

Dicevo, la costa di Amalfi ha le potenzialità per attrarre turisti da tutto il mondo: l'offerta di una più efficiente logistica consentirebbe anche di destagionalizzare i flussi turistici, a tutto vantaggio delle imprese e delle attività ricettive. Inoltre, la sua posizione strategica, oltre che per attrarre flussi internazionali sulla costiera e su percorsi culturali ed enogastronomici nell'entroterra, potrebbe svolgere la funzione di backup regionale dell'aeroporto di Napoli, privo di possibilità di sviluppo, sia per quanto riguarda il traffico di persone, ma, soprattutto, quello di merci.

Signor Presidente, non mi dilungo, questo era solo per fornire alcuni esempi di interventi strategici in un provvedimento davvero ampio, complesso, portatore di grandi benefici per i cittadini e per il Paese. Ed è per questa ragione che annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore, garantiamo silenzio in Aula… colleghi di Fratelli d'Italia, per favore!

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, colleghe e colleghi, direi anche Ministri ce ne fosse mai uno in una discussione di un decreto qualsiasi, ne scelga uno lei. L'Esecutivo ha deciso, in questo caso, di commissariare l'INPS e l'INAIL con l'escamotage di cambiare l'assetto, eliminando appunto la figura del vice presidente e prevedendo che il direttore generale dell'ente venga nominato dal CdA su proposta del presidente. Così, di fatto, si azzerano i due consigli di amministrazione e si sollevano dall'incarico i presidenti.

Ricordo che il commissariamento di un ente pubblico dovrebbe avvenire per motivi di particolare rilevanza; l'INPS e l'INAIL sono in odore di malversazione, vi risulta? I presidenti hanno intascato denaro, come alcuni ex deputati, o compiuto abusi d'ufficio? Ah, no, quello l'avete appena eliminato, dimenticavo. Allora, dissesto? Nemmeno. Inefficienza? Forse non sono stati in grado di assumere dipendenti e garantire le prestazioni ordinarie? Ricordo solo che l'INPS ha assunto negli ultimi quattro anni 12.000 persone.

Semplicemente, Presidente, il Governo ha messo in atto un colpo di mano con l'obiettivo preciso di rimuovere una figura sgradita come Pasquale Tridico e per ragioni di opportunità ha affiancato anche a quella dell'INPS quella dell'INAIL, così a farne le spese è stato Franco Bettoni. Il 7 agosto sarebbero scaduti i quattro anni di mandato del presidente dell'INPS, invece, con l'assurda motivazione della cancellazione del vice presidente, una figura tra l'altro voluta proprio dalla Lega, si è messa mano alla definizione degli organi dirigenziali. Si può essere furbetti e cialtroni? Sì, si può, e a voi inizia a piacere questo gioco…

PRESIDENTE. Per favore, colleghi… basta, per favore, vi ho richiamati sei volte!

Prego, onorevole Grimaldi.

MARCO GRIMALDI (AVS). Per le vostre antipatie politiche commissariate un ente pubblico - pagato appunto con i soldi dei pensionati, dei lavoratori e delle lavoratrici -, un ente da cui tra l'altro dipendono 17 milioni di pensioni, perché basta leggere ed è evidente che la ratio del decreto non abbia niente a che vedere con il cambio di governance: modifiche marginali che non hanno alcuna urgenza di entrare in funzione. Insomma, è un'operazione di potere fine a se stessa.

Detenete il potere, ma ancora non avete capito che per conservarlo serve il rispetto delle istituzioni, del loro scadere naturale, serve credibilità e di certo non ne guadagnerete lasciando l'INPS e l'INAIL commissariate ancora per qualche tempo.

Ogni volta che un'istituzione chiede conto al Governo della propria inazione, ecco pronta una revisione della governance. Oggi, si compie un passo in più; non solo usate la decretazione d'urgenza a vostro piacimento, ma ora stabilite che il complesso delle istituzioni dello Stato deve essere politicamente affine a voi. E non è la prima di queste operazioni, basta metterle insieme, come diceva il collega Mari nella discussione generale. Si tratta di un deciso abuso di potere che costituisce anche un pericoloso precedente. Davvero avete una strana visione del rispetto delle regole.

La Presidente Meloni definisce le tasse “pizzo di Stato”, strizza l'occhio ai piccoli evasori, additando i grandi nei confronti dei quali il Governo non intende però muovere un dito. Già, perché in questo Paese le multinazionali, anche quelle italianissime, pagano le tasse à la carte e spesso meno di una ONG o di un ente no profit, fanno profitti stellari e contribuiscono meno dei lavoratori e di qualsiasi piccolo e medio imprenditore.

Le do una notizia, Presidente: in Italia c'è chi paga le tasse, tutte, fino all'ultimo centesimo. Voi date loro ogni giorno dei “fessi”, apparecchiate condoni per tutti gli altri, ma le medaglie vere stanno su da sole e non hanno bisogno di lutti nazionali trattati come Oscar alla carriera. Poteri, privilegi, rendite, patrimoni ed extraprofitti non verranno mai toccati da voi, tanto a farne le spese saranno il welfare e le classi medio-basse che ne hanno bisogno.

Ma quale soluzione avete trovato per gli studenti, quale? Se quest'anno abbiamo visto le tende, il prossimo settembre vedremo i campeggi. Il caro affitti è lì, davanti a tutti, ma mi volete davvero dire che questo decreto si occupa minimamente di questa vicenda?

Il Ministro Nordio, però, compatisce invece gli imprenditori, vessati dalla legislazione tributaria e giustifica il mancato pagamento delle tasse. Intanto Report indaga sul fallimento delle agenzie Ki Group e Visibilia della Ministra Santanchè, ma lei non solo non si dimette, non si presenta neanche in Aula per riferire, non dà nessuna spiegazione, così come mai una parola per i disoccupati, gli inoccupati, i lavoratori poveri, le donne costrette ai part time. “Poveri imprenditori”, continuate a dire; a quanto pare in Italia nessuno si arricchisce sulle spalle dei lavoratori, per voi.

Ecco, ringraziate che questo Paese è narcotizzato da un'assenza decennale di dibattito pubblico; si parla troppo di “politichetta” e per nulla della realtà. E, se posso dare un consiglio anche a noi, opposizioni, dovremmo smetterla di parlare di attualità, occupandoci solo della realtà e della società; facciamo insomma l'opposto di questo Governo, che vive di instant politica e di bassa fedeltà e marchette, perché basta vedere un po' i decreti che abbiamo sviluppato in questi sei mesi di Governo: 25 decreti-legge, avete il record delle ultime quattro legislature. Meloni ha urlato un decennio contro la decretazione d'urgenza e, alla fine, si è scoperto che l'unica cosa che non le stava bene è che i decreti non li faceva lei. È dovuto intervenire il Presidente della Repubblica per ammonirvi sull'uso spregiudicato dei provvedimenti omnibus, ma siamo ancora al punto di partenza.

La decretazione d'urgenza ha sostituito, di fatto, tutto il lavoro legislativo delle Commissioni, dei gruppi consiliari, di sicuro delle Camere, e se si guarda solo l'elenco dei decreti approvati è un inventario per me miserabile, lo riguardavo l'altro giorno. Ma di che cosa vi siete davvero occupati? Avete costretto il Parlamento a esprimersi con urgenza su una serie interminabile di atti di propaganda ai danni della collettività: la revisione della governance sul PNRR, l'abolizione del controllo concomitante della Corte dei conti, la cabina di regia per la crisi idrica per accentrare appunto le decisioni; ma, peggio, la sottrazione dei superbonus alla gran parte della popolazione, quella più povera, l'allentamento della stretta sull'impiego di medici gettonisti in una sanità al collasso, lo sblocca trivelle per le concessioni di coltivazione di idrocarburi, alla faccia, appunto, della tutela del mare.

Accelero, perché mi viene male anche solo a ricordarli: il decreto Rave per punire, dai 3 ai 6 anni, chi realizza raduni musicali o intrattenimenti non autorizzati, il decreto sulle ONG per colpire il soccorso civile e farne pagare il prezzo alle persone che fuggono attraverso il Mediterraneo, il decreto Cutro, ovvero la disposizione per rendere irregolare, insicuro e sostanzialmente impossibile ogni tentativo di trovare accoglienza in Italia.

I vostri orizzonti sono molto chiari: allentare i controlli e il bilanciamento dei poteri, accentrare, tutelare e aumentare i privilegi anche di chi sottrae, colpire chi chiede diritti o vive in condizioni di fragilità, colpire soprattutto la solidarietà, ma anche le relazioni e gli affetti. Guardate che il dibattito iniziato questa settimana sulla GPA come reato universale ne è un triste esempio: far diventare le minoranze un nemico pubblico senza diritti e, magari, anche un po' criminalizzarle.

Con l'inflazione alle stelle, una crisi sociale, eco-climatica, energetica e sanitaria che morde le fasce più povere della popolazione, rifiutate di parlare di salario minimo legale, lasciate correre ogni forma di sfruttamento, ma non tocchereste nemmeno con un dito rendite, patrimoni ed extraprofitti. Insomma, l'ingiustizia è la vostra stella polare e per questo la nostra opposizione continuerà a essere presente, una dura opposizione di sana e robusta costituzione.

Vi sentite intoccabili e a ogni decreto ce lo fate capire, pensando che l'unica cosa importante sia il consenso; agite proprio come i neo arricchiti con la sbornia, non dei soldi, ma del consenso. Non durerà per sempre e noi dobbiamo essere pronti, soprattutto, a non imitarvi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Membri del Governo, colleghe e colleghi, confesso una certa difficoltà ad intervenire, in dichiarazione di voto, nel merito del provvedimento per giustificare - e lo anticipo - un voto contrario all'approvazione dello stesso. Per identificare una linea di coerenza del contenuto, mi sono impegnata con una certa attenzione, ma confesso la mia incapacità nell'identificarla, sia con riferimento alle ragioni d'urgenza - che avrebbero dovuto giustificare l'utilizzo della decretazione d'urgenza da parte del Governo - sia nel merito del contenuto di questo provvedimento.

Qualcuno dice che, già dai banchi della maggioranza, vengono chiamati decreti “frattaglie”. Mi auguro che questo non diventi la cifra dell'azione legislativa di questo Governo e di questa maggioranza.

D'altra parte, doveva essere talmente importante e talmente urgente che ha meritato addirittura l'ennesima posizione di fiducia. Non le contiamo nemmeno più. Allora, credo che un commento doveroso vada fatto nel metodo: negli articoli di questo provvedimento nonché negli innumerevoli emendamenti che si sono susseguiti, possiamo intercettare una conferma della natura del tutto incoerente e disorganica di questo decreto; e per quanto riguarda il metodo troviamo tante proroghe, con vari tentativi, volti ad una tiepida risoluzione di problemi, che però viene rimandata sempre a domani (al riguardo, farò poi una parentesi sul payback in particolare), e molti passi indietro per mettere toppe a falle, che avevate precedentemente introdotto in decreti d'urgenza. È, quindi, tutto un “disfa una cosa”, “rifai una cosa”; è un po' una tela di Penelope, mi sembra, l'azione del Governo.

Faccio un esempio, in particolare, che ha visto - fortunatamente - l'accoglimento, per una parte, di un emendamento, mio e della collega Carfagna, per quanto riguarda la certificazione della parità di genere. La certificazione della parità di genere è uno degli obiettivi del PNRR, che avevamo realizzato, di fatto, in anticipo e consegnato al nuovo Governo. Quindi, l'introduzione della certificazione per le imprese, il finanziamento per le piccole e medie imprese per l'accesso a questa certificazione, nonché l'introduzione di premialità per queste imprese, sia di carattere fiscale che nell'ambito del codice degli appalti: tutto questo era stato concluso dal Governo Draghi, con l'accreditamento degli enti certificatori. Siamo già ad oltre la metà dell'obiettivo rispetto alle aziende che si devono certificare, da qui al 2026.

Bene, avevate un obiettivo facile, facile, ottenuto e realizzato. Cosa avete pensato bene di fare nella revisione del codice degli appalti? Di togliere una parte di queste premialità, ossia di togliere la parte delle premialità nell'ambito del codice degli appalti. Fortunatamente, non avete pensato di intervenire su quelle della materia fiscale, che noi avevamo introdotto attraverso la legge n. 162 del 2021, a prima firma della collega Gribaudo. Apro una parentesi: un buon modo di lavorare del Governo rispetto al Parlamento è riconoscere se vi sono iniziative parlamentari da sostenere, eventualmente da emendare e portare avanti come veicolo. Questo è stato fatto nella scorsa legislatura; voi vi limitate a prendere le leggi, già depositate in Parlamento, farne il copia incolla, compiendo degli errori, mettendoci la vostra firma, così come sugli emendamenti, e riproponendoceli regolarmente come prodotto del Governo.

A noi va anche bene che prendiate le nostre iniziative, ma non è esattamente la procedura istituzionalmente più corretta, attraverso la quale far lavorare bene il Parlamento; banalmente, perché perdete tempo nella copiatura. Quindi, forse, occorrerebbe un'azione di velocizzazione in questa direzione.

Torniamo alla certificazione: togliete queste premialità. Io ho capito, voglio esprimere qui in quest'Aula, attraverso di lei, Presidente, la mia personale solidarietà alla Ministra Roccella, alla Ministra Calderone, che si sono trovate a sostenere, anche questa mattina (mi riferisco alla Ministra Roccella), quanto questo Governo sta facendo, per esempio, attraverso le premialità, nell'ambito degli appalti pubblici, per le imprese che hanno la certificazione, perché questo Governo ci crede molto.

Peccato che questo Governo abbia tolto quelle premialità ed è solo grazie all'azione di mobilitazione delle associazioni, delle parti politiche, alla nostra iniziativa emendativa parlamentare che si è deciso di riproporne solo una parte, perché non sia mai che si arrivi a quanto il Governo Draghi era riuscito a fare, e mi riferisco alla riduzione delle garanzie e alla premialità di punteggio. Ci si è fermati a metà strada, ma almeno si è evitato di mandare a monte uno dei progetti del PNRR, che voi stessi, tra l'altro, dite sia uno dei migliori che sia stato approvato e che state portando avanti.

Allora, credo che qui ci troviamo di fronte ad una svolta e lo dico dai banchi di un'opposizione che non si vuole arrendere a un populismo vuoto, gridato dai nemici contro nemici ideologici, né che provenga dalla maggioranza né che provenga dalla minoranza. Siamo molto preoccupati a nome della maggioranza del Paese - non certo di una minoranza di questo Parlamento - che avrebbe bisogno di risposte concrete, determinate e di ritrovare una rotta di definizione, di sviluppo, di crescita. Il compito della politica è prendere in mano questo desiderio, questa voglia di futuro per custodirla pro tempore e consegnarla migliore a chi verrà dopo di noi.

Per quanto riguarda la narrazione, che questa maggioranza fa anche rispetto alle azioni che avevamo costruito e che vi abbiamo consegnato - ne ho citata una - e che, in qualche modo, vi dovete intestare, come se le doveste possedere, l'invito che faccio, davvero con il cuore, è il seguente: attenzione, perché qui dentro nessuno di noi possiede nulla degli atti che agiamo come rappresentanti istituzionali del Paese. Il nostro compito, pro tempore, è custodirli e consegnarli migliori di come ci sono stati dati a chi verrà dopo di noi, perché il tema non è l'autodeterminazione di un Governo che durerà per i prossimi trent'anni; quello che deve durare per ben più di trent'anni è uno sviluppo positivo per l'Italia, a questo dobbiamo lavorare, contribuendo tutti insieme.

Questo modo costantemente frammentato, questa narrativa di occupazione delle iniziative parlamentari, questa continua retorica del “noi abbiamo fatto”, “mai prima di noi” - e poi, dopo la più grande azione fiscale, nemmeno si hanno i numeri per approvarla in Commissione bilancio al Senato, perché succedono anche queste scivolate - arrecano un danno non tanto alla maggioranza di oggi o alla minoranza di oggi, ma alla credibilità di una politica che deve tornare a interpretare se stessa nel più alto onore che la Costituzione gli chiede, anche evitando di fare questi provvedimenti nei quali c'è dentro tutto e il contrario di tutto.

Ovviamente, passi avanti non se ne fanno, perché, se facciamo un passo indietro una volta, per poi dopo farne un altro avanti, alla fine, meno 1 più 1, la somma fa sempre zero. Non ci si può più accontentare di essere un Paese a somma zero; dobbiamo riprendere in mano un cammino, con determinazione. Mi auguro che questo Governo lo possa fare. Se non ha la forza di farlo per ragioni interne, faccia come ha fatto oggi: rimanga assente, per cui in Commissione affari esteri è stato approvato il MES grazie all'assenza della maggioranza; quindi, meno male che c'è una maggioranza che si mette a disposizione e a servizio, e cerchiamo di servire questo Paese per quello che dobbiamo fare.

Per tutte queste ragioni, proprio per queste ragioni di mancanza di questa visione, di questo stile, di questo metodo, nell'atto legislativo, annuncio il voto contrario del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e signori del Governo, l'esame di un decreto omnibus, come quello che ci accingiamo a votare oggi, richiede certamente un impegno particolare, come segnalava la collega, ma offre, allo stesso tempo, la possibilità di mettere in campo interventi in settori così diversi, ma con una caratteristica comune, che è quella dell'urgenza. Il lavoro su un provvedimento trasversale ha consentito, infatti, al Parlamento e, dunque, a noi deputati di dare un proprio contributo, sotto forma di proposte emendative. Vorrei dedicare questo mio breve intervento a segnalare l'impegno del gruppo di Forza Italia, che si è mosso lungo tre direttrici: la prima riguarda l'oggetto principale del decreto, ossia lo sblocco dei fondi destinati a realizzare nuovi alloggi e residenze per gli studenti. Abbiamo reso immediatamente operativi ben 660 milioni di euro del PNRR per creare 60.000 nuovi posti di housing universitario, dando così una risposta immediata a un bisogno reale di migliaia di studenti. Non è soltanto un atto di giustizia e di sostegno per chi rappresenta l'Italia del futuro, ma può essere anche un importante volano di sviluppo economico per le nostre città.

La seconda direttrice sulla quale abbiamo lavorato riguarda la sanità e la medicina di prossimità, perché la carenza di medici e di personale sanitario è un'emergenza nazionale che compromette la qualità dell'assistenza sanitaria ai cittadini e, dunque, il diritto alla salute, che, come ben sappiamo, è un diritto tutelato dalla Costituzione. Siamo, dunque, intervenuti, grazie al collega Tommaso Calderone, per consentire ai medici iscritti al secondo anno del corso di formazione specialistica di partecipare alle procedure concorsuali da dirigente medico, rafforzando così i settori rimasti scoperti e consentendo ai cittadini di avere un servizio più pronto ed efficiente. Per la stessa ragione abbiamo proposto e approvato l'emendamento che consentirà per quest'anno ai medici di medicina generale, laddove ci sia questa esigenza, di assistere più pazienti rispetto all'attuale massimale. Valorizziamo così le capacità e le competenze dei cosiddetti medici di base, che rappresentano la frontiera del sistema sanitario e il presidio più prossimo ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Il Governo andrà avanti lungo questa strada e risolverà in maniera strutturale il problema, proseguendo lungo la strada tracciata dal Ministro dell'Università, Anna Maria Bernini, che ha già annunciato di voler aumentare i posti nelle facoltà di medicina, per consentire a più studenti di essere pronti ad affrontare questo lavoro, così delicato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Ancora in materia sanitaria si muove l'intervento sul payback, un sistema del quale sono emerse chiaramente le criticità e sul quale tutte le forze politiche sono concordi nel chiedere una revisione. Concediamo intanto un mese ulteriore per accedere alla definizione agevolata, aprendo la modifica di un sistema che oggi rischia di mettere seriamente in crisi numerose aziende italiane che lavorano con il Servizio sanitario nazionale e che non vogliamo, né possiamo, certo permetterci di condannare alla crisi.

Infine, la terza e ultima direttrice del nostro lavoro riguarda le professioni, a cominciare da quella forense. Sappiamo bene quanto il lavoro dell'avvocato - ci sono tanti colleghi in quest'Aula che sono avvocati - sia ambito, ma difficile, delicato e talvolta mal retribuito, anche a causa del mismatch tra ciò che si studia e ciò che deve davvero conoscere un praticante. Allora, l'esame di Stato per gli aspiranti avvocati, già da quest'anno, sarà più funzionale ad attestare queste competenze, che sono veramente richieste dal mercato. Grazie a un nostro emendamento e all'impegno del Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, le prove prevedranno una sessione scritta, con la redazione di un atto professionale su materia scelta dal candidato, e una sessione orale. Questa innovazione contribuirà a far crescere l'immagine dell'avvocatura, fondamentale pilastro del nostro sistema giustizia.

Poi ci siamo presi cura dei piccoli comuni fino a 1.000 abitanti, che hanno maggiore difficoltà degli altri a programmare e a realizzare interventi come la riqualificazione energetica o l'abbattimento delle barriere architettoniche. Abbiamo prorogato i termini per la realizzazione di queste opere e l'abbiamo fatto grazie all'impegno a favore dei comuni piccoli e grandi del nostro collega, nonché vicepresidente dell'ANCI, onorevole Roberto Pella.

Da ultimo, quello di oggi è il primo voto dell'estate di quest'Aula e i turisti italiani e stranieri si riverseranno in massa sulle nostre spiagge e sulle sponde dei nostri laghi. È perciò fondamentale che, per l'incolumità delle persone, ci sia la presenza di un numero adeguato di operatori del salvamento acquatico e che siano opportunamente formati. L'articolo 8 di questo decreto, che abbiamo voluto contribuire a scrivere, dà una risposta a questa esigenza, introducendo un regime transitorio che riguarda il rilascio dei brevetti per gli operatori del salvamento acquatico.

Potrei proseguire a lungo a illustrare questo provvedimento, che è complesso, e potrei farlo senza correre il rischio che le materie appaiano incoerenti, perché c'è un interesse che accomuna tutti questi articoli del decreto e, come ho provato a raccontare, è l'interesse di dare risposte pronte ai problemi delle italiane e degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Convinti che questo sia lo scopo di questo provvedimento, il gruppo di Forza Italia voterà a favore sul decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. La fame di posti di potere genera, molte volte, mostri umani ma, a volte, anche mostri legislativi, come il provvedimento che stiamo per votare. Ormai è chiaro, dopo 8 mesi, che l'obiettivo di questo Governo e di questa maggioranza è, in primo luogo, smantellare qualsiasi sistema di sostegno sociale. Basta pensare a quello che state facendo nella sanità, dove le risorse pubbliche sono sempre meno. State affondando il Servizio sanitario nazionale, strizzando l'occhio, invece, alla sanità privata e alle fondazioni. Oggi non si cura più, in Italia, e le liste di attesa uccidono più delle malattie.

A Napoli, un bambino attende 148 giorni per poter avere una visita pneumologica e ancora non è stata realizzata l'autonomia differenziata. Per non parlare, poi, di quello che state combinando nel mondo del lavoro.

Il secondo obiettivo è quello di togliere qualsiasi controllo sulla spesa pubblica, iniziando dalle risorse del PNRR. La settimana scorsa avete approvato un provvedimento con cui viene eliminato il controllo concomitante della Corte dei conti sulle risorse del PNRR ed a breve vi appresterete a eliminare l'abuso d'ufficio. In effetti, fanno più paura le assemblee di condominio di oltre 50 persone piuttosto che la corruzione, che è il male di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

La fame di posti di potere genera mostri legislativi e questo provvedimento, Presidente, non ha precedenti. Anzi, con un solo decreto, di poco più di 12 articoli, siete intervenuti sugli enti forse più importanti del nostro Paese e questo solo per mandare via l'amministratore delegato della Rai e i presidenti dell'INAIL e dell'INPS. La voracità di posti da riempire è una bramosia che non si ferma neanche davanti alle disgrazie. Siamo a più di un mese dall'alluvione e i sindaci, gli amministratori e tutti gli emiliani attendono ancora il commissario, mentre voi continuate con le lotte di potere. Nel frattempo, ci sono ancora 36.000 sfollati e 9 miliardi di danni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

È un decreto che vuole gestire le posizioni di presidenza dell'INAIL e dell'INPS non con una norma ad personam, come ci ha abituato questo Governo - mi ricordo - con il primo decreto, con il decreto di riordino dei Ministeri, ma con una norma contra personam. In particolare, si vogliono mandare via i presidenti dell'INAIL e dell'INPS e si interviene riducendo l'età, giocando un po' a Risiko con gli enti più importanti del nostro Paese. Tutto questo in beffa al Quirinale, alle raccomandazioni del Presidente Mattarella, il quale ci chiede di non approvare e di non trattare decreti omnibus, mentre questo decreto viene soprannominato proprio omnibus.

Allora, che cosa succede? Succede che si interviene con una norma che vuole apparentemente ritoccare la governance ma che, in realtà, ha soltanto lo scopo di commissariare i presidenti dell'INAIL e dell'INPS. L'unica colpa del professor Tridico è aver accompagnato e realizzato la misura sicuramente più odiata da questo Governo e da questa maggioranza, il reddito di cittadinanza, ma è una misura che ha salvato 1,5 milioni di italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La verità è che voi non siete fascisti, voi siete classisti. Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Dicevamo di piccole modifiche che intervengono sulla governance ma, in realtà, è uno spoils system. Vi eravate impegnati, vista l'urgenza, a nominare entro 20 giorni il commissario. Invece, l'avete nominato solo pochi giorni fa. Questo a dimostrazione che l'unica urgenza che avete è quella di occupare posti, occupare posti e occupare posti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma la cosa triste, Presidente, è che questa norma, oltre a essere contra personam, è l'affondo della meritocrazia in Italia, per quel poco che resta, perché il presidente Tridico non solo ha fatto tanto ma ha fatto anche bene. Il professor Tridico, che ringrazio a nome del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ha svolto il suo mandato con onore e disciplina. Lascia un istituto, l'INPS, più forte e più solido di come l'aveva trovato. Leggo alcuni risultati che sono dati oggettivi: un avanzo finanziario nel 2022 di 23 miliardi di euro e un risultato di esercizio positivo per 7 miliardi. L'INPS ha compiuto, in questi pochi anni, passi in avanti in termini di modernizzazione dei servizi, ha avuto numerosi riconoscimenti, ha incrementato gli indici di produttività del 9 per cento, ha raddoppiato gli investimenti in tecnologia, ha assunto 12.000 nuove unità e ha stabilizzato oltre 3.000 precari, invertendo una rotta, a cui ormai ci aveva abituato la pubblica amministrazione negli ultimi 20 anni, che ha creato sacche di precariato. Invece, l'INPS ha stabilizzato, ha sanato queste sacche di precariato.

Per non parlare del grande lavoro che ha fatto durante la pandemia, quando ha erogato 60 miliardi di sussidi, in un periodo difficilissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dando servizi a oltre 17 milioni di cittadini. Quindi, che cosa noi consigliamo? Innanzitutto, al Ministro Fitto, magari di nominare consigliere proprio per il PNRR il professor Tridico, perché dobbiamo anche dire che l'INPS ha raggiunto il 75 per cento degli obiettivi del PNRR, quindi uno dei pochi enti che ha portato avanti il PNRR.

Ma non vi è bastato perché, oltre a eliminare i presidenti, avete determinato anche la decadenza dei direttori generali, perché giustamente volete evitare che rimangano ai vertici figure nominate dai presidenti decaduti. A voi spaventa la sostituzione etnica, a noi, invece, Presidente, terrorizza la sostituzione di credo politico che state praticando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), la sostituzione di pensiero che volete realizzare e che state realizzando, occupando ogni spazio di confronto, ogni telegiornale, ogni televisione, ogni trasmissione. State occupando tutte le poltrone ma anche gli sgabelli, gli sgabelli dei TG, gli sgabelli delle trasmissioni, qualsiasi cosa si possa occupare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quando non riuscite a farlo con una norma ad personam o contra personam, lo fate con lo scippo. Questo è quello che state realizzando nella Giunta delle elezioni, perché quello che avete realizzato e che state realizzando nella Giunta delle elezioni è un furto, niente di più e niente di meno. Quel seggio lo ha vinto il MoVimento 5 Stelle, lo ha vinto, e quel seggio è per voi, per Forza Italia, uno scalpo da esibire in Calabria, da portare in Calabria al rampollo del padrone della sanità calabrese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma per noi non è questo, per noi è un impegno per Anna Laura, che ha vinto quel seggio, è un impegno per i calabresi non hanno piegato la schiena, che hanno la schiena dritta e che hanno voluto cambiare, hanno voluto votare diversamente. Che cosa succede? Succede che i nostri colleghi, ai quali diamo onore, i nostri sette colleghi sono anche vittime di un procedimento sanzionatorio che - mi permetta - questo Ufficio di Presidenza ha gestito in maniera completamente arbitraria. Un procedimento farlocco, che aveva una sola finalità, quella di punire, ahimè, con la compiacenza delle forze di maggioranza ma anche di opposizione. Ringrazio nuovamente il collega Grimaldi, che è stato l'unico che è intervenuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Torniamo al nostro provvedimento. Abbiamo cercato di migliorare questo provvedimento ma, ancora una volta, avete manifestato la vostra supponenza, bocciando tutti i nostri emendamenti. Voglio ricordare che gli emendamenti portati erano di spessore, cercavano di mettere un freno all'affare che state cercando di far realizzare alle lobby dell'housing universitario. Abbiamo cercato di far sì che questi 660 milioni venissero spesi in modo da garantire il diritto allo studio.

Mi sembra assurdo, anzi, più che assurdo, paradossale che per una delle emergenze in corso, che è il caro affitti degli studenti, un suggerimento arrivi proprio dal professor Tridico, cioè colui che è stato mandato via per merito, che suggerisce di utilizzare i 17.000 immobili di proprietà dell'INPS per aiutare gli studenti a ridurre l'affitto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, è evidente che voi il merito non lo volete. Per tutto questo, con orgoglio, annunciamo il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario Castiello, onorevoli colleghi, oggi in quest'Aula dibattiamo del decreto Enti pubblici, un decreto omnibus, un decreto che affronta diverse tematiche. Questo è stato il momento anche per tutti gli onorevoli colleghi di poter affrontare diverse tematiche e di entrare nel merito di alcune questioni. Ma mi lasci dire, Presidente, proprio su questo punto, che ho ascoltato attentamente il dibattito odierno, gli interventi dei colleghi dell'opposizione.

Mi spiace che non siano entrati nel merito del provvedimento e siano rimasti solo in superficie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché avrebbero scoperto, al netto delle polemiche strumentali che hanno fatto nei confronti delle forze di maggioranza, che su questo provvedimento, in realtà, c'è molto da dire. Adesso, infatti, in questo mio intervento entrerò nel merito delle questioni, partendo dalla prima tematica, cioè quella che riguarda la riapertura delle scadenze fiscali.

Sappiamo benissimo tutti che in questa legge di bilancio è stata approvata la nuova rottamazione-quater. Questo ha permesso una tregua fiscale per ben 140.000 cartelle, e non solo, Presidente: in questo provvedimento è stata anche prevista una serie di altre novità. Ad esempio, la prima novità è che il termine per la presentazione delle domande per aderire alla rottamazione-quater è stato prorogato al 30 giugno 2023 e slitta anche la scadenza per il pagamento della prima o unica rata al 31 ottobre 2023.

Presidente, colgo anche l'occasione, oggi, con questo mio intervento, per smontare le accuse da parte dell'opposizione, che ormai stanno diventando ridondanti, su eventuali condoni. La nostra pace fiscale, in realtà, è buonsenso non solo per i cittadini e per le imprese, ma anche per lo Stato. Vi faccio un esempio: se parliamo delle cartelle inferiori ai 1.000 euro notificate fino al 2015, sappiamo che sono state stralciate perché il costo della riscossione sarebbe molto più alto rispetto a quanto si incasserebbe (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo, Presidente, lo dobbiamo dire in risposta alle strumentalizzazioni che ogni volta arrivano da parte dell'opposizione quando si parla di pace fiscale.

Poi, Presidente, vorrei affrontare anche un altro tema che riteniamo fondamentale e di grande attualità: quello della difficoltà di accesso al credito per l'acquisto di un'abitazione, che tra l'altro riguarda giovani coppie, ma anche tutti i nostri giovani che hanno veramente delle grandi difficoltà.

Colgo l'occasione per fare una riflessione su una discutibile politica monetaria da parte della Banca centrale europea che si colloca, peraltro, su una posizione diametralmente opposta rispetto alla politica che sta portando avanti la Federal Reserve, che è quella di bloccare il rialzo dei tassi. La BCE, invece, ha alzato di ben 25 punti base i tre tassi d'interesse di riferimento. Che cosa significa questo? Pensate che, ovviamente, si va a incidere e a impattare negativamente su tutta una serie di categorie, di famiglie, di grandi e piccoli imprenditori. Tra l'altro, secondo le stime più recenti, in Italia le famiglie indebitate sono circa 6,8 milioni, e circa la metà vedranno un rincaro del 60 per cento in più sulle rate del mutuo, che equivale a circa 275 euro.

Capite che in un momento come questo accogliamo con grande favore l'emendamento della Lega, approvato in Commissione bilancio, che interviene proprio sul Fondo di garanzia per la prima casa. Uno strumento che è assolutamente essenziale perché permette ai giovani di offrire una posizione più solida agli istituti bancari al momento di una richiesta di mutuo per l'acquisto della prima casa. Noi abbiamo prorogato l'operatività di questo Fondo al 30 settembre 2023, anche perché, Presidente, dai dati che sono disponibili a tutti, è evidente che, al riguardo, abbiamo una grande problematica in Europa (quindi, parlo anche di Europa): nella fascia della popolazione giovanile dai 16 ai 29 anni, il 67 per cento dei giovani vivono ancora con i propri genitori. Questo è un dato allarmante. Ecco perché noi, con questo emendamento, diamo una risposta positiva o cerchiamo di tracciare un primo percorso positivo proprio per affrontare questo problema.

Un'altra tematica importante, Presidente, riguarda il caro affitti, è stato detto da molti colleghi oggi nel dibattito. Sul caro affitti siamo vicini agli studenti che hanno protestato. È un problema vero e ne siamo ben consapevoli, però, grazie all'emendamento del Governo, Presidente - lo ricordiamo - è stato dato il via libera ai 660 milioni di euro per gli alloggi universitari previsti dal PNRR. C'è stata una lunga interlocuzione con la Commissione europea che ha consentito di escludere la natura di aiuti di Stato di questi interventi, al fine di confermare l'immediata operatività delle misure. Quindi, queste risorse saranno destinate, ovviamente, all'acquisizione di nuovi posti letto.

Poi, Presidente, un accenno fondamentale, dal nostro punto di vista, va anche al tema delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Se noi avessimo ascoltato i signori del “no”, i signori distruttivi, oggi non staremmo qui a parlare di un importante evento che darà grande prestigio al nostro Paese e sarà un grande volano per la nostra economia. Perché? Perché, grazie alle Olimpiadi Milano-Cortina è stimato che, su un investimento di un miliardo di euro, ci sarà una ricaduta sul PIL di ben 3 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Inoltre, aumenteranno anche i posti di lavoro e le unità diventeranno 13.000. Presidente, con questo decreto - visto che l'opposizione diceva che non c'era nulla e quindi si doveva parlare della superficialità dell'intervento - destiniamo proprio per le Olimpiadi 39 milioni di euro per la realizzazione di interventi strettamente connessi allo svolgimento dei Giochi olimpici.

Presidente, crediamo che sia assolutamente necessario anche un passaggio su un tema molto caro alla Lega, cioè quello degli enti locali e dei comuni e qui specifico: dei piccoli e dei grandi comuni. Infatti, per la Lega, i piccoli comuni devono avere la stessa dignità dei comuni più grandi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Dico ciò, Presidente, perché è stato accolto un emendamento della Lega, a mia prima firma, che riguarda i comuni con popolazione sotto i 1.000 abitanti che hanno ricevuto i contributi dallo Stato per la messa in sicurezza di edifici, di scuole e per interventi di efficientamento energetico. Abbiamo prorogato di tre mesi la data di avvio dei lavori, proprio per consentire ai comuni più piccoli, svantaggiati dalla carenza del personale e costretti ad avere a che fare con lo spopolamento e con una serie di problematiche, un po' di respiro e di sollievo per portare avanti questi interventi, perché altrimenti avrebbero perso il contributo. Quindi, riteniamo anche questo emendamento molto importante.

Sempre in tema di comuni, riteniamo molto importante un altro emendamento relativo ai contributi che hanno ricevuto, finalizzati a ristorare gli stessi dalla perdita di gettito connessa all'emergenza COVID. È altamente probabile che tale perdita sia difforme da quella quantificata in sede di approvazione di rendiconto di bilancio 2022, ecco perché con quell'emendamento viene assegnata al responsabile del servizio finanziario la competenza di rettificare i documenti contabili. Se non ci fosse stata tale modifica, sarebbe spettato al consiglio dell'ente locale, con un inutile aggravio di tempi e di costi. Quindi, anche questa è stata una norma che ha semplificato.

In questo provvedimento non ci sono state tante norme a carattere finanziario, ma noi crediamo che anche sugli enti locali semplificare e andare incontro alle esigenze dei comuni, anche quelli più piccoli, sia stato assolutamente dirimente.

Presidente, mi avvio verso la conclusione, ma prima vorrei fare un appunto per quanto riguarda il Fondo indennizzo risparmiatori. Come sanno tutti in quest'Aula, la Lega al Governo aveva istituito questo fondo e, con l'emendamento approvato, abbiamo alzato l'indennizzo dal 30 per cento al 40 per cento, riferito al prezzo di acquisto dei titoli prima che venissero azzerati. È un importante segno di vicinanza a tutte quelle 140.000 famiglie che aspettavano un segno concreto da parte dello Stato, e ne siamo assolutamente fieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

In conclusione, Presidente, questo provvedimento è sulla scia dei provvedimenti approvati in questi mesi dal nuovo Esecutivo, che hanno lasciato una traccia molto importante dal nostro punto di vista.

Con questo Esecutivo abbiamo le idee chiare e abbiamo dimostrato con tali provvedimenti e anche in legge di bilancio che abbiamo archiviato finalmente la stagione dei “no” e della decrescita felice, abbiamo iniziato una nuova fase, abbiamo ristabilito la cultura del lavoro. Abbiamo a cuore questa Nazione e continueremo su questa strada nei prossimi cinque anni, perché abbiamo a cuore gli interessi dell'Italia e degli italiani. Pertanto, per questo motivo, Presidente, e per quanto detto in precedenza, dichiaro il voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, oggi il Governo ci chiede di votare l'ennesimo decreto omnibus, nessuna urgenza, ma solo un'accozzaglia di misure tra loro non omogenee, peraltro, con emendamenti del Governo presentati ancora una volta all'ultimo momento. Insomma, i richiami del Presidente Mattarella sono rimasti finora inascoltati - speriamo sia solo un “finora” - e chi si ergeva a paladino contro l'uso smodato della decretazione, perché svuotava il Parlamento del suo ruolo, oggi la utilizza come mai nessuno prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Così, anche oggi, il Governo ci chiede di votare l'ennesimo decreto che racconta in modo evidente la sua inadeguatezza istituzionale e la sua prepotenza, un decreto fatto di norme contra personam e di occupazione degli spazi, in nome solo ed esclusivamente del principio dello spoils system, che avete portato dove mai era arrivato. In Commissione, abbiamo avversato duramente la scelta di commissariare due delle più grandi istituzioni pubbliche che abbiamo, come INPS e INAIL, e la vostra riscrittura, per decreto, delle norme sulla loro governance è davvero indegna. Vi state assumendo una responsabilità pesantissima: non era mai accaduto, in passato, che un Esecutivo sostituisse i vertici in carica di INPS e INAIL. Non c'era urgenza né indifferibilità, per una scelta simile, che adesso rischia di creare un grave precedente, una decisione immotivata, che rischia di minare, oltre che l'autonomia e l'indipendenza degli istituti coinvolti, anche la qualità dei servizi erogati. Peraltro, siete riusciti a fare un pasticcio anche su tali nomine, per cui siete andati oltre la scadenza dei tempi che voi stessi vi eravate dati per decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non si è trattato di un incidente di percorso, come vorreste far credere, la realtà è evidente: non riuscite più a nascondere le vostre divisioni, che stanno esplodendo su ogni tema all'ordine del giorno. Lo abbiamo visto ieri e oggi, con la vicenda del MES. Dopo anni di battaglie cieche e ideologiche, il Ministero dell'Economia vi ha messo di fronte ai numeri, grazie anche a un sussulto del Ministro Giorgetti e, oggi, di una parte della maggioranza, che finalmente hanno detto chiaramente quello che noi, opposizioni, diciamo da sempre: il MES è un'opportunità per il nostro Paese e rinunciarvi è una follia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo abbiamo visto anche sul decreto Lavoro, uno dei provvedimenti più importanti approvati dal vostro Governo - così avete detto – dove, a causa delle divisioni interne, siete “andati sotto” in Commissione. Qualcuno ha detto perché - cito - “era in corso un cocktail”.

Tornando al decreto in oggetto, vorrei sottolineare un altro aspetto: il decreto contiene un'altra vergogna ad personam, la norma che abbassa il limite di anzianità a 70 anni per i direttori stranieri degli enti lirico-sinfonici, un altro giochetto per liberare posti, che volete occupare a suon - e a colpi - di forzature politiche e normative, piegando o cercando di piegare le istituzioni a logiche di partito e di spartizione. Abbiamo provato a migliorare il provvedimento, ci abbiamo provato in Commissione, ci abbiamo provato con emendamenti puntuali, ma nella stragrande maggioranza dei casi non ci avete dato ascolto. Non avete ascoltato noi e non avete ascoltato gli enti locali, quei comuni ai quali chiedete di realizzare il PNRR, dopo che per mesi lo avete totalmente ignorato, annunciandone modifiche, quando, solo l'altro giorno, Fitto finalmente è venuto in Parlamento, peraltro con scarsi risultati e scarse risposte. Sono gli stessi comuni che poi voi lasciate soli, salvo addirittura, a volte, scaricare su di loro le responsabilità. Lo avevamo già constatato nella legge di bilancio, con l'emendamento in loro favore, prima da voi votato e poi da voi ritirato, una cosa mai vista. Quei soldi servivano per le vostre misure bandierina, misure del tutto inique. Voglio fare un esempio proprio sugli enti locali, che racconta quanto siete pregiudizialmente ciechi. Tra le altre cose, vi abbiamo chiesto la proroga dell'applicazione in bilancio dell'avanzo libero per i comuni. Cito qui - perché l'ho fatto in Commissione, ma lo voglio fare anche in Aula - quanto scritto nella legge di bilancio che lo consentiva nel 2023: “in via eccezionale e limitatamente all'anno 2023, in considerazione del protrarsi degli effetti economici negativi della crisi ucraina, gli enti locali possono approvare il bilancio di previsione con l'applicazione della quota libera dell'avanzo, accertato con l'approvazione del rendiconto 2022. A tal fine il termine per l'approvazione del bilancio di previsione per il 2023 è differito al 30 aprile 2023”. Quest'anno non l'avete voluto fare e io mi domando: sono forse finiti gli effetti negativi della crisi ucraina? O sono forse aumentati? E allora perché? È solo ideologia cieca, o, forse, nemmeno leggete gli emendamenti che ci bocciate e non vi interessa nulla degli enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E potrei andare avanti citando le città metropolitane: vi avevamo chiesto più risorse, ad esempio per la manutenzione delle strade, ma a voi interessa occuparvi solo della legge elettorale di province e città metropolitane, non delle loro competenze e non delle loro risorse.

Con questo decreto ribadite la vostra linea: forti con i deboli, deboli con i forti. Dopo aver azzerato il Fondo sostegno affitti, cancellato il reddito di cittadinanza, cancellato “opzione donna”, aumentato la precarietà con il decreto lavoro, dove aumentate i contratti a termine e la possibilità di utilizzare i voucher, non ci avete ascoltato nemmeno sulle case popolari. Per loro, solo per loro, per gli inquilini delle case popolari e dell'edilizia residenziale pubblica, chiedevamo una proroga del 110 per cento o, almeno, dei tempi legati al 60 per cento dei lavori. Avete detto “no”, continuando a negare un aiuto alle fasce più deboli. Tra l'altro, io, da lombarda, non mi stupisco: sono anni che, nella gestione di ALER, lasciate soli interi quartieri abbandonati al degrado, per poi scaricare la colpa sui comuni: case vuote che non ristrutturate, case che cadono a pezzi e che lasciano intere famiglie nel degrado o in attesa di un alloggio. Avreste potuto, anche per gli inquilini delle case popolari che voi gestite, dare un'opportunità, ma, ancora una volta, avete fatto muro. Anche in questo provvedimento è prevalsa la vostra ideologia sulla vita concreta e sui bisogni delle persone.

Anche sulla sanità non ci avete ascoltato. Vi avevamo proposto emendamenti che stanziavano più risorse per tagliare le liste d'attesa, che si sono allungate a causa della pandemia: persone che si trovano, ogni giorno, a dover aspettare mesi e mesi, perché la sanità pubblica non garantisce loro quel diritto alla cura e all'assistenza che la nostra Costituzione prescrive. E anche questo, da lombarda, lo so bene. Vite in sospeso, vite di chi o paga, o aspetta, rischiando di arrivare troppo tardi alla diagnosi. Ma anche qui il risultato è stato sempre lo stesso. Avete confermato il vostro disegno: tagli, come quelli che avete scritto nel DEF, nero su bianco, sulla sanità; come nella legge di bilancio, dove, con la scusa di non aver tagliato un euro sulla sanità, avete fatto solo un gioco retorico sulla vita delle persone, perché sappiamo tutti quanto l'inflazione e il caro energia abbiano pesato anche sulla sanità e che non tagliare un euro, in realtà, ha voluto dire diminuire le risorse per la sanità pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Noi non ci stiamo al vostro disegno, quello di un Paese che vorreste piegato alla vostra ideologia, che lascia solo chi fa più fatica, che va avanti per decreti che contengono tutto e il contrario di tutto - umiliando il Parlamento -, che, in nome di una presunta autonomia, divide il Paese senza garantire i diritti e le prestazioni essenziali a tutte e a tutti, come chiede la nostra Costituzione. Noi continueremo non solo a denunciare, ma anche a farvi proposte, a portare le istanze di chi non ascoltate. Continueremo, anche se voi continuate a bocciare tutto, e oggi ce lo avete nuovamente dimostrato.

Oggi annuncio il voto contrario a questo ennesimo decreto, ingiusto e prepotente. Voteremo “no”, convintamente e compattamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgianni. Ne ha facoltà.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, con il decreto che ci apprestiamo a convertire oggi, il Governo ha inteso procedere al riordino della disciplina in materia di amministrazione degli enti pubblici previdenziali ed è intervenuto in materia di termini legislativi in scadenza nel settore sanitario e in quello fiscale, sportivo e delle infrastrutture. Razionalizzazione, riduzione degli incarichi inutili, messa in sicurezza degli investimenti e recupero dell'efficienza della macchina amministrativa sono i principali obiettivi originari di questo decreto, obiettivi che le Commissioni hanno perfezionato ed esteso, unendovi, inoltre, l'attenzione alla stabilizzazione di alcuni lavoratori precari.

Innanzitutto, sono stati razionalizzati e semplificati i procedimenti amministrativi di INPS e INAIL e potenziati gli strumenti di monitoraggio dei risultati e valutazione dell'attività svolta.

Si è posto fine alla duplicazione degli organi di indirizzo politico i momenti amministrativi di INPS e INAIL e potenziati gli strumenti di monitoraggio dei risultati e valutazione dell'attività svolta. Si è posto fine alla duplicazione degli organi di indirizzo politico, con la soppressione della figura del Vicepresidente; è stato poi specificato che il presidente, i membri del consiglio di amministrazione e il direttore generale andranno scelti tra persone di comprovata competenza e professionalità, con specifica esperienza nonché di indiscussa moralità e indipendenza, nel rispetto dei criteri di imparzialità e garanzia. L'obiettivo è quello di mantenere una struttura più centrata sulle missioni specifiche di INPS e INAIL, evitando una pluralità di figure che rischiava di inquinare la governance con l'esposizione di alcuni suoi protagonisti in una vetrina prevalentemente politica; è stata, inoltre, chiarita una situazione normativa confusa, stabilendo che il direttore generale sia nominato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali su proposta del CdA; introdotte poi nuove omogenee regole sulla durata degli organi, che sarà di quattro anni, decorrenti dalla data di insediamento e che potranno essere rinnovati anche una sola volta, anche se non consecutiva.

Molto scalpore poi ha suscitato, al tempo dell'emanazione del decreto-legge n. 51 del 2023, la norma con cui il Governo ha armonizzato a 70 anni il limite di età al di sopra del quale non è possibile conferire incarichi a titolo oneroso nelle fondazioni lirico-sinfoniche a soggetti in quiescenza e non lasciando in piedi differenziazioni tra i pensionati delle stesse fondazioni liriche e gli altri o a seconda che riceveranno il trattamento pensionistico dal nostro sistema o da quelli stranieri; ha uniformato sotto questo limite anagrafico anche la posizione dei sovrintendenti. Il tempo passato dall'emanazione del decreto forse aiuta a comprendere che si tratta di un intervento di razionalizzazione anche questo equo per l'oggi e per il domani.

Con l'articolo 3 si è intervenuti poi con proroghe intese a rafforzare il supporto alle misure a sostegno del servizio sanitario della regione Calabria, disciplinando anche i termini temporali degli incarichi dei commissari straordinari e la retribuzione dei subcommissari delle regioni in disavanzo che affiancano i commissari ad acta nei compiti di risanamento finanziario. È stata, inoltre, soppressa l'unità per il completamento della campagna vaccinale e per l'adozione di altre misure di contrasto alla pandemia, le cui funzioni saranno assorbite dal Ministero della Salute e, per tenere conto dei tempi che richiederà la riorganizzazione dell'Agenzia italiana del farmaco, si è estesa fino al 1° ottobre 2023 la proroga di due suoi organi consultivi. Si è, infine, intervenuti prorogando di un anno la sospensione per i procedimenti di irrogazione della sanzione per l'inosservanza dell'obbligo vaccinale.

Con l'articolo 4 sono stati estesi i termini per aderire alla definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione fino al 30 giugno 2022, posticipando quello per la presentazione delle domande dal 30 aprile al 30 giugno 2023 e differendo di tre mesi sia il termine di risposta e indicazione delle somme dovute da parte dell'Agenzia delle entrate-Riscossione sia quello per il pagamento della prima o unica rata rispettivamente dal 30 settembre al 31 ottobre 2023. La trasmissione telematica dei dati contenuti nelle schede relative alla scelta dell'8, del 5 e del 2 per mille dell'IRPEF da parte dei sostituti di imposta decorrerà dalle dichiarazioni dell'anno prossimo. Si è prorogato il mandato di presidente e organo dell'Istituto per il credito sportivo per assicurare continuità durante le complesse procedure di trasformazione dell'ente in Spa. Inoltre, una quota delle risorse stanziate per le Olimpiadi di Milano-Cortina potrà essere destinata agli interventi relativi al villaggio olimpico di Cortina d'Ampezzo.

Sempre con l'articolo 5 sono stati stanziati 9 milioni complessivi nel periodo 2024-2026 per la realizzazione di interventi funzionali allo svolgimento dei Giochi olimpici, relativi all'allestimento del villaggio olimpico di Cortina, ed è stata messa a disposizione la garanzia del fondo…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole, ora recuperiamo il tempo. Colleghi, per favore, assicuriamo lo stesso silenzio che abbiamo avuto prima. Prego, onorevole.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). …la garanzia del fondo per l'erogazione di finanziamenti per l'organizzazione di grandi eventi sportivi internazionali in Italia, come il campionato del mondo di scherma.

Di notevole importanza è l'estensione dal 31 marzo al 31 dicembre 2023 del termine per poter finanziare gli interventi relativi al ponte stradale di collegamento tra l'autostrada per Fiumicino e l'EUR e agli aeroporti di Firenze e Salerno.

Con i successivi articoli, il termine nazionale per l'aggiudicazione degli interventi sugli edifici dei comuni destinati ad asili nido, scuole dell'infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia è stato allineato a quello della milestone europea per evitare disparità di trattamento tra progetti in essere e nuovi progetti.

Abbiamo salvaguardato la continuità di formazione di salvamento acquatico, differendo al 30 novembre 2023 l'entrata in vigore del decreto ministeriale che detta la nuova disciplina di autorizzazione alla formazione e abilitazione degli assistenti bagnanti.

È stato esteso da 20 a 30 anni il termine entro il quale i congiunti delle vittime delle foibe potranno presentare domanda per ottenere l'insegna metallica e il diploma previsti dalla legge. È stato introdotto, per le emissioni filateliche, una sorta di contributo per finalità solidaristiche in relazione a gravi conseguenze che colpiscono territori e popolazioni. Si è, infine, rimessa la possibilità di ricorso all'autorità giudiziaria ordinaria da parte di richiedenti protezione internazionale anche in caso di dichiarazione di inammissibilità alla domanda.

Nelle Commissioni affari costituzionali e bilancio della Camera, poi, sono passati emendamenti davvero molto importanti, come quello che permette di stabilizzare centinaia di lavoratori precari, impegnati presso gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico e istituti zooprofilattici sperimentali. Dopo anni di battaglie e recriminazioni inascoltate, finalmente i precari della ricerca sanitaria pubblica vedranno concretizzare la possibilità della loro stabilizzazione.

Per la mia storia, poi, sono anche particolarmente soddisfatta dell'innalzamento dal 30 al 40 per cento della misura dell'indennizzo del fondo per i risparmiatori danneggiati da prassi scorrette che hanno portato ai fallimenti bancari. Non abbiamo dimenticato neppure le aziende che si ritrovano oggi con i problemi causati da un'assurda normativa introdotta nel 2015.

Grazie al lavoro di Fratelli d'Italia e di tutta la maggioranza, è stato approvato un emendamento in base al quale sarà possibile far slittare dal 30 giugno al 31 luglio i versamenti delle somme dovute al payback a carico delle aziende produttrici di dispositivi medici e sarà, inoltre, possibile rivedere la gestione della spesa dei dispositivi medici entro il 2026, che consideri le evoluzioni tecnologiche e le innovazioni nel settore.

Esprimiamo, poi, soddisfazione per l'approvazione di un altro emendamento, che riguarda l'accesso alla professione forense, con prove che, finalmente, tenderanno a verificare le capacità concrete degli aspiranti avvocati in maniera più aderente alla successiva pratica forense.

La sensibilità del Governo e della maggioranza alle necessità più capillari della Nazione e delle sue amministrazioni si manifesta anche nella tessitura attenta di provvedimenti come questo, che, forse, non si prestano a grandi voli mediatici.

Un buon Governo non è fatto solo di grandi programmi - e al Governo Meloni questi non mancano -, ma pure di tanta attenzione a tutte le esigenze dei cittadini e di chi fa funzionare la macchina pubblica al loro servizio. Un ascolto di cui oggi, grazie al Governo e all'attivo contributo di questa Camera, abbiamo una testimonianza fattiva e matura che mi porta ad esprimere un voto convintamente favorevole, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Coordinamento formale - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1151-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1151-A: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40) (Applausi).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XI Commissione (Lavoro): S. 685 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, recante misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro” (approvato dal Senato) (1238) - Parere delle Commissioni I, II (ex art. 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI (ex art. 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, X, XII (ex art. 73, comma 1-bis, del Regolamento), e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 26 giugno 2023, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, i termini di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo sono conseguentemente adeguati. In particolare, il termine per la presentazione di questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge è fissato alle ore 14 di sabato 24 giugno 2023.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data odierna, il presidente della Commissione cultura ha rappresentato l'esigenza - sulla quale hanno convenuto i rappresentanti dei gruppi della Commissione medesima - di rinviare al prossimo calendario l'esame in Assemblea della proposta di legge n. 418 in materia di sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi di istruzione e nei percorsi di istruzione e formazione professionale, la cui discussione generale è prevista dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea per venerdì 23 giugno.

A seguito delle intese intercorse tra i gruppi, la discussione generale di tale provvedimento non sarà pertanto iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani.

Avverto, altresì, che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del: Doc XVI n. 1 - Relazione delle Commissioni III e IV sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2022, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2023; disegno di legge n. 1134 ed abbinati - Modifiche al codice della proprietà industriale; proposta di legge n. 107 ed abbinate - Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti (vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossano Sasso. Ne ha facoltà, per due minuti.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Qualche mese fa, in una scuola di Rovigo, uno studente ha pensato bene di sparare, con una pistola ad aria compressa, dei pallini di gomma, colpendo al viso la professoressa Maria Cristina Finatti. Altri compagni di classe pensarono bene di riprendere la scena e il resto della classe scoppiò in una fragorosa risata e contribuì, in seguito, a diffondere il video in rete. Si tratta di un fatto che qualche mese fa, appunto, Presidente, lo ricorderà, suscitò clamore mediatico, indignazione, scalpore e richiesta di interventi.

Oggi apprendiamo che quegli studenti sono stati premiati con un 9 in condotta. È un voto che normalmente si dà non soltanto a chi è molto bravo, ma a chi è particolarmente disciplinato. Alla faccia, verrebbe da dire, signor Presidente! Io penso che non si possa mettere 9 in condotta a chi colpisce, deride e umilia una professoressa. Da educatore prima e da padre, trovo totalmente inopportuno, diseducativo e ingiusto quel 9 in condotta dato agli studenti di Rovigo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), autori di fatti gravissimi. E mi chiedo come un consiglio di classe, più docenti, un dirigente scolastico abbiano potuto avallare un voto in condotta così alto per chi si è reso protagonista di tale condotta.

Presidente, il segnale di oggi è molto negativo. Pur nel rispetto dell'autonomia scolastica, mi piacerebbe conoscere, da uomo di scuola, ma, soprattutto, da padre, le ragioni di una simile valutazione, le motivazioni di un tale riconoscimento positivo. Qual è il messaggio che, oggi, noi lanciamo ai nostri ragazzi? Che chi spara alla propria professoressa prende 9 in condotta? Chi umilia merita voti così elevati? Non è così che si restituisce dignità ed autorevolezza alla figura del docente.

Bene ha fatto il Ministro Valditara a chiedere una relazione sull'accaduto. Ripeto, da parte del consiglio di classe vorrei capire con quale metodo pedagogico possa essere stata avallata questa condotta, arrivando, addirittura, a premiare chi ha anche ripreso il video, pur essendovi il divieto dell'utilizzo del telefonino. In questo modo qualcuno vuole per caso legalizzare la violenza a scuola? Oppure, si è ritenuto di sanzionare quanto accaduto con qualche piccolo intervento di volontariato, spacciandolo per percorso educativo interno? Cos'altro dovrebbe accadere nelle nostre scuole? Qualcuno vuole che ci scappi il morto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Ci siamo andati vicino qualche settimana fa, con una professoressa accoltellata alla gola.

Per cui, mi avvio alla conclusione, Presidente, mi auguro che venga fatta chiarezza al più presto su quanto accaduto, ma, nel frattempo, dall'Aula della Camera dei deputati, chiedo ufficialmente scusa alla professoressa Maria Cristina Finatti, da deputato, da uomo di scuola, da capogruppo della Lega in Commissione cultura; alla professoressa Finatti, ai suoi cari e a tutta la comunità scolastica perbene, al 99,9 per cento periodico dei nostri studenti, la massima solidarietà per quanto accaduto, contro questo segnale negativo odierno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prendo la parola per dare voce a una questione che sta accadendo a molti chilometri da qui, in Russia. Qualche giorno fa è iniziato il secondo processo contro Alexej Navalny. Ne parlo in quest'Aula, perché il processo sta avendo luogo a porte chiuse, senza che vi possano prendere parte i familiari più stretti, i suoi genitori e i giornalisti. Il processo, nonostante sia di competenza delle corti di Mosca, viene tenuto a 240 chilometri dalla capitale. Alexej Navalny è apparso in aula magrissimo, per qualche minuto, perché poi i giudici hanno chiesto di chiudere le telecamere a circuito chiuso e, quindi, non c'è alcuna traccia di quello che succede. Le accuse nei suoi confronti sono ovviamente molto dure per un regime che, ormai, condanna a decine di anni di carcere chiunque abbia detto una sola parola contro la guerra di Putin contro l'Ucraina.

Alexej Navalny rischia fino a trent'anni di carcere. Io penso sia importante che questo Parlamento tenga una luce accesa su quel processo e sulle condizioni carcerarie di tutti coloro che, in Russia, a partire da Vladimir Kara-Murza, da Ilya Yashin, stanno scontando pene e rischiano altre condanne semplicemente per avere detto “no” alle azioni del regime di Vladimir Putin (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Io mi auguro che il nostro Paese voglia, con la presenza della nostra ambasciata a questi processi, con l'attenzione della nostra politica estera alle condizioni carcerarie e alle condizioni di libertà di tutti gli oppositori di Putin, interessarsi anche di questo.

Ci sono due vittime della follia sanguinaria di Vladimir Putin: la prima vittima è il popolo ucraino, che soffre dal 24 febbraio 2022 le conseguenze della guerra di aggressione lanciata dalla Russia di Putin; in secondo luogo, ci sono tutti quei cittadini russi - sono centinaia di migliaia - che si oppongono a quella guerra e che vorrebbero vivere in un Paese libero e democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 23 giugno 2023 - Ore 9,30:

1. Discussione sulle linee generali della relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) sulla deliberazione del Consiglio dei Ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali, adottata il 1° maggio 2023 (anno 2023) (Doc. XXV, n. 1) e sulla relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2022, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2023, deliberata dal Consiglio dei ministri il 1° maggio 2023 (Doc. XXVI, n. 1). (Doc. XVI, n. 1)

Relatori: LOPERFIDO, per la III Commissione; BAGNASCO, per la IV Commissione.

2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 411 - Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 (Approvato dal Senato). (C. 1134​)

e dell'abbinata proposta di legge: BILLI ed altri. (C. 101​)

Relatore: PIETRELLA.

La seduta termina alle 17,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 2 e 25 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato D'Attis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 16 il deputato Rotondi ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 20 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole, mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 25 i deputati De Maria, L'Abbate e De Monte hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 il deputato Maccari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 27 e 28 il deputato Rubano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 28 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 29 il deputato Bellomo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 39 e 40 il deputato Rubano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1151-A - ODG N. 6 280 277 3 139 113 164 34 Resp.
2 Nominale ODG 9/1151-A/8 281 278 3 140 115 163 33 Resp.
3 Nominale ODG 9/1151-A/9 286 283 3 142 116 167 33 Resp.
4 Nominale ODG 9/1151-A/10 282 281 1 141 115 166 33 Resp.
5 Nominale ODG 9/1151-A/11 281 278 3 140 113 165 33 Resp.
6 Nominale ODG 9/1151-A/12 285 283 2 142 114 169 33 Resp.
7 Nominale ODG 9/1151-A/13 290 271 19 136 100 171 33 Resp.
8 Nominale ODG 9/1151-A/14 288 285 3 143 114 171 33 Resp.
9 Nominale ODG 9/1151-A/15 290 287 3 144 117 170 33 Resp.
10 Nominale ODG 9/1151-A/16 283 280 3 141 111 169 33 Resp.
11 Nominale ODG 9/1151-A/17 286 282 4 142 97 185 33 Resp.
12 Nominale ODG 9/1151-A/18 284 266 18 134 95 171 33 Resp.
13 Nominale ODG 9/1151-A/19 285 266 19 134 95 171 33 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1151-A/20 289 269 20 135 98 171 33 Resp.
15 Nominale ODG 9/1151-A/21 289 287 2 144 103 184 33 Resp.
16 Nominale ODG 9/1151-A/23 291 289 2 145 120 169 33 Resp.
17 Nominale ODG 9/1151-A/24 290 289 1 145 119 170 33 Resp.
18 Nominale ODG 9/1151-A/25 288 285 3 143 115 170 33 Resp.
19 Nominale ODG 9/1151-A/26 283 280 3 141 111 169 33 Resp.
20 Nominale ODG 9/1151-A/27 283 280 3 141 112 168 33 Resp.
21 Nominale ODG 9/1151-A/28 283 213 70 107 44 169 33 Resp.
22 Nominale ODG 9/1151-A/29 282 279 3 140 111 168 33 Resp.
23 Nominale ODG 9/1151-A/30 278 123 155 62 115 8 33 Appr.
24 Nominale ODG 9/1151-A/32 267 267 0 134 109 158 33 Resp.
25 Nominale ODG 9/1151-A/33 244 242 2 122 100 142 33 Resp.
26 Nominale ODG 9/1151-A/34 268 266 2 134 110 156 33 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1151-A/35 262 262 0 132 107 155 33 Resp.
28 Nominale ODG 9/1151-A/37 221 219 2 110 85 134 73 Resp.
29 Nominale ODG 9/1151-A/38 249 248 1 125 101 147 73 Resp.
30 Nominale ODG 9/1151-A/39 251 249 2 125 103 146 73 Resp.
31 Nominale ODG 9/1151-A/40 248 244 4 123 89 155 73 Resp.
32 Nominale ODG 9/1151-A/41 247 235 12 118 89 146 72 Resp.
33 Nominale ODG 9/1151-A/44 247 243 4 122 96 147 72 Resp.
34 Nominale ODG 9/1151-A/46 245 244 1 123 101 143 72 Resp.
35 Nominale ODG 9/1151-A/47 248 248 0 125 247 1 72 Appr.
36 Nominale ODG 9/1151-A/52 241 239 2 120 96 143 71 Resp.
37 Nominale ODG 9/1151-A/53 241 228 13 115 84 144 71 Resp.
38 Nominale ODG 9/1151-A/57 242 240 2 121 93 147 71 Resp.
39 Nominale ODG 9/1151-A/58 243 243 0 122 97 146 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 40)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale DDL 1151-A - VOTO FINALE 229 228 1 115 146 82 69 Appr.