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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 107 di martedì 23 maggio 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FABRIZIO CECCHETTI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 78, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Rinvio dello svolgimento di un'interrogazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'interrogazione. L'interrogazione all'ordine del giorno è la n. 3-00117, presentata dal deputato Candiani.

Avverto che il Governo ha testé comunicato di non poter essere presente alla seduta. Lo svolgimento dell'interrogazione, in data odierna, non potrà pertanto avere luogo.

Si tratta, all'evidenza, colleghi, di un'anomalia che non posso non rilevare. Stigmatizzando ciò che è avvenuto, non posso che prenderne atto e assicurarvi che darò comunicazione al Presidente della Camera per le sue determinazioni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Sono cose che possono accadere, quando vi sono molti impegni istituzionali che si sovrappongono. Ovviamente, noi abbiamo ricevuto questa informazione da parte del Governo e aderiamo alla richiesta del Governo di poter tenere l'interrogazione in un'altra seduta, che mi auguro, però, sia a breve termine e non procrastinata nel tempo.

PRESIDENTE. Come sa, è compito del Governo - e dovere - rispondere agli atti di sindacato ispettivo. Ripeto, quel che è successo adesso è un'anomalia e come tale va rilevata. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 14.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 79, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,02).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

In morte di Maria Giovanna Maglie.

PRESIDENTE. Colleghi, prima di dare corso ai lavori, interpretando un sentimento che è certamente comune, vorrei condividere il ricordo di una donna libera e coraggiosa, una giornalista autorevole e indipendente, Maria Giovanna Maglie, che stamattina ci ha lasciato. Al netto delle posizioni e delle differenze di opinione che si potevano nutrire rispetto alle sue idee, rimane un esempio di autentica e pura libertà di pensiero.

Il Presidente della Camera ne ha parlato come di una cronista e scrittrice talentuosa e appassionata, aggiungendo che la sua prematura scomparsa rappresenta una grande perdita per il giornalismo italiano.

Da ogni partito rappresentato in quest'Aula sono giunte testimonianze che le hanno reso onore. Si è detto di lei che era una giornalista appassionata e fuori dagli schemi, una professionista seria e combattiva, una voce forte e originale. In un periodo in cui succede che al confronto si preferisce l'invettiva o addirittura la violenza che nega il diritto di parola, Maria Giovanna Maglie consegna la straordinaria lezione di una donna sempre pronta a confrontarsi nel rispetto delle idee altrui.

Lo faceva senza paura e con la sola forza del ragionamento, perché solo chi ha paura fugge dal campo aperto e libero del confronto e si confina nel recinto dell'ignoranza e, come sapete, Maria Giovanna Maglie presiedeva fieramente quel campo libero, armata solo di idee e ragionamenti. Ai familiari, agli amici e a chiunque ha voluto bene a Maria Giovanna Maglie giungano le più sentite condoglianze (Applausi).

Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale (A.C. 1151​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali Bonafe' ed altri n. 1, Alfonso Colucci ed altri n. 2 e Zaratti ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A) riferite al disegno di legge n. 1151: Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale.

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di 10 minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di 5 minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

La deputata Roggiani ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Bonafe' ed altri n. 1, di cui è cofirmataria.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Presidente, colleghe, colleghi, innanzitutto una doverosa premessa, prima di entrare nel merito della pregiudiziale che come Partito Democratico presentiamo oggi rispetto alla conversione del decreto-legge n. 51 del 2023, che prevede disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale. Presidente, questo Governo, dopo essersi scagliato più volte dai banchi dell'opposizione negli scorsi anni, e penso in particolare alla Presidente Meloni e al gruppo di Fratelli d'Italia, è il Governo che più di tutti sta facendo uso della decretazione d'urgenza. Lo dicono i numeri, non lo diciamo solo noi dell'opposizione. La media dei decreti approvati mensilmente ha superato quella delle ultime 4 legislature (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

State scientemente riducendo gli spazi di discussione in Parlamento e ne state svuotando il ruolo, per non parlare della disomogeneità nelle norme che inserite nei singoli decreti. Anche in questo decreto, del resto, non c'è alcun carattere di straordinarietà, non c'è alcun carattere di urgenza, se non la vostra volontà politica. Avreste potuto confrontarvi davvero nell'ambito dell'iter legislativo ordinario, ma avete scelto ancora una volta di non farlo.

Lo ripeto, volete limitare il più possibile gli spazi di confronto dentro quest'Aula e, purtroppo, lo stiamo vedendo, anche fuori da quest'Aula. Volete ridurre le prerogative del Parlamento e trasformarlo in semplice ratificatore e lo dico solo a premessa.

Ora veniamo al provvedimento in esame: non siete riusciti in questo caso a dire che il dossier elaborato dal Servizio studi della Camera, che vi presenta rilievi tecnici importanti, era una bozza; non siete riusciti questa volta a parlare di manina o di boicottaggio. Ma forse, semplicemente, questa volta non ve ne siete accorti, a differenza di quanto è accaduto con l'autonomia, o avete pensato deliberatamente di ignorarlo e continuare con la vostra prepotenza.

Con la pregiudiziale che poniamo oggi vogliamo ricordarvi quello che l'Ufficio studi della Camera ha messo nero su bianco. C'è un precedente che non potete ignorare: già nel 2017 la Consulta ha sancito che azzerare in anticipo gli incarichi viola i principi di buon andamento e imparzialità; un precedente che non lascia spazio ad alcun dubbio. Non solo state occupando tutti gli spazi in modo poco democratico - penso, come non pensarlo, a quanto sta accadendo in Rai - ma fate fuori dirigenti pubblici prima della fine del mandato con norme contra personam (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

State facendo dello spoils system la normalità ovunque, anche dove non era mai arrivato. State facendo approvare in Parlamento una norma che sarà contro la Costituzione, un decreto che non ha nulla di urgente, se non la vostra volontà di azzerare i vertici di INPS, INAIL e San Carlo. Del resto forse volevate abituarci, lo avete fatto anche con ANPAL Servizi, praticando lo spoils system dove non c'era mai stato, scrivendo con la mano destra le modifiche al suo statuto e con la mano sinistra un emendamento per cancellarlo completamente. Ma non ci abitueremo. State calpestando la Costituzione, violando palesemente l'articolo 77. Qual è l'urgenza di commissariare INPS e INAIL?

Scegliete di commissariare l'INPS, il più grande istituto pubblico d'Europa, non sottoposto normativamente a spoils system, in una delicatissima fase nella quale si sta discutendo di come spendere le risorse provenienti dal PNRR e di come rilanciare l'azione della pubblica amministrazione. Forse, dico forse, volete nascondere le vostre mancanze in campo economico, che del resto leggiamo ogni giorno sui giornali e a cui assistiamo nelle Commissioni e in Parlamento settimanalmente.

Anche per l'INAIL si tratta di un commissariamento politico, una scelta ideologica, che dimostra la volontà della destra - la vostra volontà - di mettere le mani ovunque.

Ma questo istituto ha funzioni molto delicate che attengono al fondamentale tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Commissariare INPS e INAIL, quindi, è una decisione gravissima, immotivata, senza precedenti, che rischia di minare, oltre che l'autonomia e l'indipendenza degli istituti coinvolti, anche la qualità dei servizi erogati. Noi ve lo diciamo chiaramente: il Partito Democratico vigilerà con la massima attenzione affinché il welfare in questo Paese continui a essere garantito. Non accetteremo passi indietro.

Si commissaria di solito per inefficienza, per malaffare, per dissesto, non certo per mettere chi volete voi a guidare degli istituti pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), non per occupare politicamente ruoli prima delle scadenze.

L'altra norma, anch'essa vergognosa e priva dei necessari requisiti di necessità e urgenza, è quella volta ad abbassare il limite di anzianità a 70 anni per i direttori stranieri degli enti lirico-sinfonici. Una misura che ha un nome e un cognome, mi viene da dire, perché è una misura che è evidente a tutti che è una vera e propria misura ad personam, anzi, ribadisco, contra personam, finalizzata a liberare la carica di sovrintendente al teatro lirico san Carlo di Napoli per riuscire da parte vostra a sistematizzare tutto quello che state facendo in Rai e non solo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), e contro la quale l'attuale sovrintendente Lissner, che ha compiuto 70 anni lo scorso gennaio, avrebbe già presentato ricorso.

Per questo vi voglio ricordare ancora quello che hanno scritto gli uffici nero su bianco, vi voglio ricordare la sentenza n. 15 del 2017 della Corte costituzionale.

Ve la leggo perché forse vi è sfuggita: “una cessazione automatica, ex lege, generalizzata, di incarichi dirigenziali, viola, in carenza di idonee garanzie procedimentali, i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità. Inoltre, ogni intervento che preveda in via automatica la risoluzione ante tempus di contratti dirigenziali comporta effetti caducatori sui connessi rapporti di lavoro a tempo determinato, con evidenti e ancor più intense applicazioni in termini di tutela dell'affidamento dei dipendenti interessati”. Insomma, state procedendo a colpi di forzature politiche e normative; peraltro, in questo decreto, tentate di porre rimedio a una parte del decreto-legge n. 20 del 2023 su un tema molto dibattuto qui in Parlamento, quello della protezione speciale: noi vi avevamo avvisati, ve l'avevamo detto, ne avevamo discusso qui. Lo hanno detto le opposizioni, lo abbiamo detto in Commissione, lo abbiamo detto in Aula; non ci avete ascoltato e avete dovuto mettere in un altro decreto una pezza a un vostro decreto precedente e a uno sbaglio precedente. State piegando le istituzioni a logiche di partito e a logiche spartitorie. Fermatevi. Recuperate il senso del limite. Ricordatevi dove sedete, in un'Aula che ha visto nascere l'Italia come la conosciamo oggi, che ha dato luce alla nostra Costituzione. Rispettatela, rispettate il Parlamento, la democrazia e le opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Potete iniziare oggi, potete iniziare non procedendo all'esame di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Soltanto per comunicare alla Presidenza e all'Aula che mi risulta che siano ancora in corso i lavori della Commissione antimafia; i colleghi non sono in missione e, quindi, vorrei chiederle se non pensa che sia il caso di sospendere i lavori dell'Aula, dato che sono già le 14,13, per consentire ai nostri colleghi di raggiungere l'Aula e di votare.

PRESIDENTE. Onorevole Baldino, ci sono vari iscritti a parlare, per più di mezz'ora, quindi io andrei avanti con gli interventi. Nel frattempo, ci informeremo con la Commissione antimafia e, ovviamente, nel caso, attenderemo i colleghi.

L'onorevole Alfonso Colucci ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie Presidente. Immaginavo che si discutesse perché tutti potessero ascoltare, ma invece non è così. Non so, non capisco…

PRESIDENTE. Onorevole, è sempre successo. Anche quando sono in corso delle sedute di Commissione ci sono momenti in cui l'Aula può andare avanti con i suoi lavori. Questo è uno di quei momenti.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Dico subito che il decreto-legge in esame oggi presenta molteplici profili di illegittimità costituzionale. In questo modo, il Governo e la maggioranza calpestano la nostra Costituzione e, con essa, i cittadini. È un deplorevole mix di dilettantismo politico e di prepotenza istituzionale. Il Governo Meloni ha prodotto ben 25 decreti-legge in 6 mesi, oltre 4 decreti-legge al mese, è la media più alta delle ultime 4 legislature. Produce decreti-legge su ogni materia - in materia di lavoro, dal decreto Precariato del 1° maggio al decreto sulla progettazione e la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina -: quale necessità e urgenza possiamo riscontrare in tutto questo? In questo modo, espropria il Parlamento della propria potestà legislativa, lo mortifica e, con l'abuso della fiducia, realizza un monocameralismo di fatto, che è di certo estraneo al nostro ordinamento costituzionale.

Vediamo un'accozzaglia di norme che non sono riconducibili a una unitaria ragione di straordinaria necessità e urgenza. La sua disomogeneità lo rende costituzionalmente illegittimo. Badate bene, non lo dico io, lo dice la Corte costituzionale, a far tempo dalla nota sentenza n. 22 del 2012. Si va dalla proroga di termini legislativi al commissariamento dell'INPS e dell'INAIL, ai limiti di anzianità dei sovrintendenti dei teatri e degli enti lirico-sinfonici, alle emissioni filateliche con sovrapprezzo per finalità sociali. Si trova anche una norma che corregge l'articolo 7-ter del decreto Cutro, quella norma di cui avevamo denunciato l'illegittimità costituzionale, nella misura in cui precludeva ai migranti il reclamo avverso le istanze di inammissibilità. Mi rivolgo alle destre: sappiate che gli studiosi di diritto, quelli veri, vi ridono dietro.

Con questo decreto-legge, il Governo Meloni raggiunge l'acme della sua ipocrisia e disvela le ragioni recondite del suo operato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); introduce, con un blitz normativo, norme ad personam o, meglio, contra personam: solo così possono spiegarsi il commissariamento dell'INPS e dell'INAIL. Il commissariamento di un ente - voi dovreste saperlo - si impone in caso di gravi problemi di organizzazione, di inefficienza, di crisi dell'ente stesso o di impossibilità degli organi di amministrazione e di rappresentanza di svolgere le proprie funzioni. Ma tutto questo non esiste, né con riferimento all'INPS, né con riferimento all'INAIL. In particolare, l'INPS ha visto la propria attività rilanciata, con 12.000 assunzioni in 4 anni, con un importante aumento della propria produttività e degli investimenti; l'INPS ha erogato ben 60 miliardi, in prestazioni ed erogazioni a favore degli iscritti, nel periodo della pandemia e, ciò nonostante, ha chiuso il proprio ultimo bilancio con 2 miliardi di utili. Vi davano fastidio Tridico e Bettoni? Non volevate attendere la naturale scadenza dei loro incarichi e così avete costruito questa norma contra personam, mascherata dall'espediente tecnico della revisione della governance. Volete solo piazzare i vostri amici, in dispregio del merito e dei risultati conseguiti. Lo stesso vale anche per la norma che abbassa il limite di anzianità a 70 anni del sovrintendente del teatro San Carlo di Napoli, il quale - guardate un po' - ha compiuto i 70 anni esattamente a gennaio scorso. Ebbene, lo scrive l'Ufficio di documentazione della Camera, nel dossier - alle pagine 11 e 12, se volete andarle a leggere -, che illustra l'illegittimità costituzionale di questa norma. Attingete agli studi tecnici. Disposizioni di questo tipo sono state già severamente censurate dalla Corte costituzionale, perché contrastano con i basilari principi di buona amministrazione.

Le destre al potere agiscono con tracotanza istituzionale e costituzionale, per appagare la propria sete di potere e per appropriarsi, ai propri fini, di gangli strategici del Paese, impartendo un colpo mortale alla credibilità delle nostre istituzioni per l'esclusivo fine dell'occupazione del potere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Insomma, signor Presidente, questo modus operandi, che è lontano mille miglia dal MoVimento 5 Stelle, non rappresenta né i cittadini italiani, né le nostre istituzioni. Questo obbrobrio giuridico è l'ennesimo schiaffo che il Governo Meloni e le destre al Governo sferrano alle più elementari regole di correttezza politica e di legittimità costituzionale. Per tali ragioni, chiedo all'Aula di non votare questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Filiberto Zaratti ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 3.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signora rappresentante del Governo, siamo qui, per l'ennesima volta, a discutere della legittimità costituzionale di un provvedimento che viene portato in Aula dalla maggioranza. Devo dire che, - come è stato già accennato dai colleghi che mi hanno preceduto -, è diventata una pessima abitudine stare sempre qui in Aula a parlare di legittimità costituzionale, anche perché il record che sta raggiungendo questa maggioranza, in termini di voti di fiducia richiesti, non è certo onorevole, considerato anche il luogo in cui stiamo parlando. Non è onorevole pensare che, in una sola settimana, si possa fare per due volte la richiesta del voto di fiducia su due provvedimenti, come quello sulle bollette energetiche e quello sul ponte di Messina, che avrebbero meritato una discussione nel merito, la quale avrebbe reso giusto e possibile che i parlamentari si potessero esprimere.

Infatti, in termini di tempo, il tempo che si impiega per discutere gli ordini del giorno, che è l'unico momento nel quale le opposizioni possono stare nel merito del provvedimento, potrebbe essere utilmente impiegato per affrontare i problemi nel concreto e presentare gli emendamenti, ovviamente con la libertà da parte maggioranza di bocciarli o di modificarli. Questo non è assolutamente in discussione, ma darebbe un ruolo a quest'Aula, darebbe un ruolo alla funzione che i parlamentari - deputati e deputate - devono avere, così come sancito dalla Costituzione.

Ancora una volta, l'abuso del concetto di straordinarietà è al centro di questo provvedimento. Più volte abbiamo richiamato l'articolo 77, che disciplina come deve essere considerata la straordinarietà. Certo, in questo provvedimento c'è poco di straordinario, ma molto di ordinario e molto anche di ciò che sarebbe preferibile non vedere, cioè quella parte ordinaria che normalmente le persone, con una certa sensibilità, cercano di non presentare al pubblico.

Nel merito, avete fatto un provvedimento che affronta la gestione degli enti. Intanto, vorrei dare una notizia ai nostri colleghi del centrodestra. Guardate, la destra, quando arriva al governo del Paese, è un po' ossessionata da queste due parole: spoil system. È dal 2011 che la destra è convinta che questo sia il metodo giusto per risolvere i problemi della pubblica amministrazione. Ora, vorrei dire ai nostri colleghi che, purtroppo, il dettato costituzionale non permette lo spoil system nel nostro Paese. All'articolo 97, comma 2, della Costituzione viene specificato che i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione. Il nostro sistema si basa sul merit system, non sullo spoil system. Quindi, questa vostra insistenza nel voler modificare, d'ufficio, d'imperio, i vertici degli enti e della pubblica amministrazione è contro la Costituzione. Non si può fare! Non basta vincere le elezioni per poter fare ciò che si vuole, perché, quando si vincono le elezioni, non si arriva a un sistema di monarchia assoluta, ma si arriva al fatto che bisogna rispettare le norme che sono contenute nelle leggi, in modo particolare quelle relative agli articoli della nostra Costituzione.

Avete fatto un provvedimento che, per quanto riguarda l'INPS e l'INAIL, è un commissariamento politico mascherato. Volete la gestione di questi enti, la volete a tutti i costi e, per fare questo, siete disposti a passare anche sopra le norme di carattere costituzionale, peraltro, in modo irresponsabile, perché, in un momento come questo, avere amministratori capaci e che danno continuità amministrativa e capacità di gestione, nel caso molto preciso e specifico del PNRR, aiuterebbe a risolvere i molti problemi che questo Governo ha nella gestione dei fondi del PNRR. Ogni giorno si leggono notizie sui giornali di miliardi di euro che non saranno spesi, che non si potranno spendere. Stiamo parlando di intere manovre finanziarie, decine di miliardi che saranno buttati al vento per la vostra incapacità di gestirli e, in tutto questo, vi preoccupate di fare il cosiddetto spoil system.

Addirittura, dentro questo provvedimento troviamo norme ad personam, anzi, contra personam, come quella che riguarda la questione dei teatri lirici. In questo provvedimento, introducete la soglia di età di 70 anni per continuare a svolgere una certa funzione, ma siete contraddittori con voi stessi, perché, all'articolo 5 dello stesso provvedimento, dite l'esatto contrario, e cioè che, in materia di sport, si proroga il mandato del Presidente e degli altri organi in carica fino a 72 anni. Quindi, da una parte, nel teatro lirico mettete il limite dei 70 anni e, dall'altra, per gli istituti di credito sportivo, vi allungate a 72 anni! Fate un po' pace tra di voi, decidete qual è questo limite, ma deve valere per tutti, perché, altrimenti, il sospetto delle opposizioni che state facendo una norma ad personam, anzi, contra personam è assolutamente fondato.

Vi prego, davvero, di ripensare un po' a questo provvedimento che è brutto dal punto di vista amministrativo e non soltanto politico. Anche i colleghi e le colleghe che mi hanno preceduto hanno riportato quanto è stato scritto nel dossier del Servizio Studi della Camera e del Senato. A pagina 3 del dossier (parte II) è evidenziato, in modo inequivocabile, come effettivamente stanno le cose, con riferimento al comma 3, dell'articolo 2, del provvedimento in esame, che detta una disposizione transitoria, con la quale “si prevede, inoltre, la cessazione anticipata dalla carica a decorrere dal 1° giugno 2023 per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche che hanno già compiuto il settantesimo anno di età, indipendentemente dalla data di scadenza dei contratti in corso”. A tal proposito, è citata la sentenza n. 15 del 2017 della Corte costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 2, comma 20, del decreto-legge n. 95 del 2012, che affermava la stessa cosa. Lo potete leggere, credo che sarà interessante per tutte le deputate e tutti i deputati leggere il dossier (parte I) dei Servizi Studi di Camera e Senato, che, con riferimento al citato articolo 2, comma 3, termina con una nota che è una pietra tombale su questo provvedimento: “Si valuti il contenuto della disposizione di cui al comma 3 alla luce della richiamata giurisprudenza costituzionale”. Ve lo dicono i Servizi Studi, ancora una volta. State facendo provvedimenti contro la Costituzione, che non tengono conto dei problemi del Paese e, lasciatemi dire, provvedimenti pasticciati, lo ripeto, pasticciati, perché, in questo modo, non si va avanti da nessuna parte. Per queste ragioni, vi chiediamo di votare la nostra questione pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Credo che sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità dobbiamo ricondurre il dibattito all'oggetto di questa parte preliminare della discussione, altrimenti rischiamo di fare merito, quando stiamo ancora parlando di questioni strettamente preliminari. Quindi, si sfiora, se non addirittura si finisce con tutti e due i piedi all'interno di questioni che, a nostro sommesso, ma neppure troppo sommesso, avviso incidono su profili di pura demagogia e non di democrazia.

Se dobbiamo rimanere in ambito di commento, anche come dissenting opinion rispetto alle questioni che sono state proposte che, comunque, sono puntuali, è utile richiamare la giurisprudenza della Corte costituzionale su questa materia, che non può essere interpretata a senso unico, perché altrimenti continuiamo col vecchio vezzo, secondo il quale le sentenze per gli amici si interpretano e per gli avversari si applicano.

Ebbene, quello che rileva, secondo le questioni che sono state proposte, attiene, in modo essenziale, a due distinti profili, quello della costituzionalità o meno delle proroghe dei termini e quello dell'omogeneità delle norme contenute all'interno del decreto. Su questo, è chiaro che ci supporta e ci sovviene la stessa Corte costituzionale, ma con sentenze diverse che, però, a leggerle bene, sono anche in linea con la ratio indicata nelle sentenze richiamate da parte dei proponenti la questione.

Invero, la Corte costituzionale si è espressa per quanto riguarda le vicende relative alle proroghe o ai differimenti dei termini, statuendo che i decreti, che prorogano termini o scadenze, sebbene attinenti ad ambiti eterogenei, debbano obbedire alla ratio unitaria di intervenire con urgenza sulla scadenza di termini, il cui decorso pregiudichi interessi ritenuti rilevanti dal Governo o dal Parlamento, pur riferibili a materie diverse. Quindi, è chiaro che qui si introduce quello che è il concetto della rilevanza: si va al merito, perché non si può pretendere che sia rilevante per forze di centrodestra ciò che, invece, per la sinistra o per i 5 Stelle è stato addirittura esiziale. Questo non lo dice il gruppo Lega, non lo dice il centrodestra, lo dicono due sentenze, la n. 154 del 2015 (redattore Zanon) e la sentenza n. 22 del 2012 (redattore Silvestri).

Stiamo parlando, quindi, di quella che è la categoria degli interessi ritenuti rilevanti e lì si fa discrimen, lì si fa merito, lì si fa giusta ed equa differenziazione rispetto alla rappresentazione di situazioni diverse.

Fa pendant con questa vicenda l'altro elemento che sarebbe stato oggetto di rilievo, ossia l'omogeneità delle disposizioni contenute nel decreto di riferimento e, quindi, la possibilità di essere in linea con i presupposti dell'articolo 77 della Costituzione. Anche in questo caso, non il gruppo politico della Lega, non i gruppi politici della maggioranza, ma la Corte costituzionale è intervenuta per chiarire e dipanare qualsiasi tipo di equivoco, statuendo che l'intrinseca coerenza delle norme contenute nel decreto - o dal punto di vista oggettivo-materiale o dal punto di vista funzionale e finalistico - risulta ammissibile quando si adotta la decretazione d'urgenza, laddove le molteplici disposizioni che lo compongono, ancorché eterogenee dal punto di vista materiale, presentino una sostanziale omogeneità di scopo, essendo queste disposizioni preordinate all'unitario obiettivo di accelerare o semplificare la realizzazione dell'azione di governo del Parlamento.

Queste due indicazioni, che promanano dalle sentenze n. 170 del 2017 (redattore Carosi) e n. 16 del 2017 (redattore Morelli), sembrano aver ispirato la ratio di questo decreto e, soprattutto, le mani - quelle che lavorano, non le manine invisibili che sono all'esterno, spesso, del Parlamento, che fanno da suggeritori, ma non si assumono le responsabilità dirette - per la redazione e la puntualizzazione di questo decreto.

E, allora, come possiamo dire che questi punti di riferimento, così come indicati dalla Corte costituzionale, vanno oltre il profilo della riforma dell'ordinamento degli enti previdenziali pubblici, come INPS e INAIL? Quando c'è la necessità di adattare regolamento e norme interne a quella che è l'azione di questo Governo. Quindi, con coerenza assoluta, si sta chiedendo non di portare avanti la tutela di un poltronificio, ma si sta chiedendo di portare avanti la tutela degli interessi dei consociati del nostro ordinamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ecco l'approccio di merito che è diverso: noi non guardiamo al fatto che ci possa essere una tessera politica di appartenenza o meno per il referente di quell'ente, che potrebbe anche avere una sensibilità intellettuale vicina al centrodestra, ma, se l'azione di Governo è imperniata ed improntata a modificare la mission di quell'istituto, non vedo per quale motivo il Governo dovrebbe rinviare ad un anno e più la possibilità di dare attuazione alle politiche previdenziali.

PRESIDENTE. Grazie.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Ultimo elemento e mi taccio. Io credo che su questa materia - e non vogliamo scomodare il professor Fois né, tantomeno, il presidente Amato -, sulla materia della decretazione d'urgenza, sul profilo della presenza o meno degli elementi di urgenza e necessità dopo il COVID, signor Presidente, dobbiamo fare una riflessione importante. Dopo tutto quello che proviene da uno stallo socioeconomico, sanitario importante, come quello che abbiamo registrato, anche il concetto e la ratio fondamentale della decretazione d'urgenza crediamo siano assolutamente in linea con gli obiettivi e, soprattutto, con i fini che questo Governo di centrodestra si sta ponendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ancora una volta, miniamo l'equilibrio esecutivo-legislativo: non c'è un'urgenza, non c'è straordinarietà, in barba all'articolo 77, secondo comma, della Costituzione, che è norma tesa a disciplinare proprio i requisiti per arginare gli abusi dell'eventuale Esecutivo che, solo in casi eccezionali, può utilizzare la decretazione d'urgenza, che viene utilizzata in sei mesi per ben 25 volte. Io non credo ci possano essere casi precedenti così numerosi. E non basta l'apodittica enunciazione dell'esistenza dei requisiti, occorrono riscontri oggettivi; e non sono sufficienti la mera ragionevolezza e l'opportunità delle norme introdotte, occorrono valutazioni empiriche e concrete.

C'è stato un monito continuo della Corte costituzionale, c'è stata una censura del Capo dello Stato, persona molto equilibrata, che ha inteso dire la sua su questa valanga di decreti d'urgenza, con un ruolo del Parlamento assolutamente mortificato.

Io non voglio entrare nel merito delle vicende, perché diceva giustamente il collega Ottaviani che non dobbiamo valutare oggi il merito, ma le pregiudiziali, però vorrei svolgere un passaggio su questa regolamentazione degli enti pubblici, che possono essere sostituiti, con riferimento ai vertici, soltanto laddove gli enti fossero inefficienti o affetti da problemi gestionali o organizzativi. Nulla di tutto ciò: è un commissariamento politico, è un comportamento istituzionalmente scomposto, io direi, addirittura, scorretto, perché crea precarizzazione della dirigenza e va in totale contrasto con i principi di imparzialità, di buona amministrazione, di giusto procedimento e di tutti i principi cardine del diritto amministrativo.

Quindi, ora vengono calpestati i requisiti dell'urgenza e della straordinarietà e, poi, c'è un altro abuso: quello dell'omogeneità. Prima, il collega della Lega parlava di un'omogeneità di intenti, ma così arriviamo a una interpretatio abrogans, cioè il requisito dell'omogeneità non esiste più, non è più richiesto, se la finalità pubblica fascia tutta la serie di provvedimenti completamente eterogenei. È inutile, non andiamo proprio più a ricercarla: ogni Governo potrà decretare con urgenza su tutto, perché la finalità è quella pubblica. Non funziona così, Presidente! E la sola lettura dei temi, degli argomenti trattati in questi pochi 14 articoli la dice tutta: riforma degli ordinamenti degli enti previdenziali pubblici, disposizioni in materia lirico-sinfonica - e qui, nel merito, ci sarebbe da parlare eccome -, proroga di termini in materia sanitaria, proroga di termini in materia fiscale, disposizioni in materia di sport, disposizioni in materia di infrastrutture, disposizioni in materia di trasporti, termini per l'aggiudicazione di interventi relativi ad asili nido e scuole d'infanzia - tutto molto omogeneo, vedo -, termini in materia di occupazione nel settore del salvamento acquatico, misure a tutela delle minoranze linguistiche, emissioni filateliche con sovrapprezzo per finalità sociali, disposizioni sullo status dei rifugiati.

Questo è un record di eterogeneità: non esiste più un perimetro, non esiste più omogeneità, c'è una nuova forma di abuso e, su questo, in maniera convinta voteremo “sì” sulle pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Come sempre, queste pregiudiziali risultano pretestuose. Ho letto con attenzione il contenuto di quanto scritto dai colleghi, ma ho anche sentito quello che è stato dichiarato oggi in Aula: si è parlato, addirittura, nell'intervento precedente, di posizione di fiducia. Stiamo ancora parlando delle pregiudiziali: dateci il tempo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), magari non verrà neanche posta la fiducia. Di cosa stiamo parlando? Inoltre, si parla di un accoglimento e, addirittura, ci si lamenta; ho sentito lamentarsi dai banchi dell'opposizione, perché, in qualche modo, il Governo avrebbe accolto la possibilità di ricorrere sempre all'autorità giudiziaria ed era una richiesta avanzata dall'opposizione. Ebbene, il Governo la introduce con una norma e l'opposizione oggi se ne lamenta: siamo veramente al delirio.

Perfino quando uno può ritenere valide alcune argomentazioni, si torna in Aula e l'opposizione si lamenta del fatto che tali argomentazioni siano state, in qualche modo, accettate. Siamo davanti a un'opposizione totalmente carente sul piano del dialogo, che addirittura contesta quando la maggioranza può anche condividere alcune idee. Oggi ci troviamo a parlare di proroghe in materia sanitaria e fiscale, che toccano la vita di tutti i cittadini. Ognuno di noi viene fermato, non dico quotidianamente, ma quasi, da cittadini che hanno bisogno di regolarizzare la propria posizione con il fisco, perché hanno avuto un momento di difficoltà, a causa del COVID, di problemi familiari o altro e quest'Aula si sente dire, da parte dell'opposizione, che la questione non è urgente, che dovremmo lasciare scadere quei termini, che i cittadini dovrebbero essere tagliati fuori da questi benefici e da queste formule che vengono concessi proprio per fare ripartire il Paese. Pertanto, stante la totale assenza di motivazioni - questa volta ancora più evidente rispetto anche a quanto ci avete abituati - il voto di Fratelli d'Italia sarà assolutamente contrario alle pregiudiziali, perché il provvedimento è assolutamente fatto a favore dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Ci risulta che i lavori della Commissione antimafia siano terminati, ma occorre il tempo fisico, per i colleghi, di arrivare. Le chiederei 10 minuti di rinvio, ovvero una sospensione.

PRESIDENTE. Va bene, diamo il tempo ai colleghi di rientrare. Sospendo la seduta, che ricomincerà alle 14,55.

La seduta, sospesa alle 14,45, è ripresa alle 14,55.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. A nome del gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra, chiediamo urgentemente un'informativa del Governo, non più tardi di domani, in relazione agli eventi drammatici accaduti in Emilia-Romagna. Penso sia doveroso che il Governo venga in Parlamento a dirci cosa intende fare, anche in considerazione di una affermazione giusta - che noi condividiamo - che poco fa ha fatto la Presidente Meloni, ovvero che ci troviamo di fronte a una situazione climatica particolare. A questo punto, proprio in relazione al fatto che non possiamo pensare di trattare solo fenomeni emergenziali a cui va data una risposta, come il dramma che le popolazioni alluvionate stanno vivendo, chiediamo con forza che il Governo venga a dire qui in Parlamento cosa intende fare per sbloccare i piani fermi, come il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e il Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra); piani che sono fermi, che urgentemente devono essere sbloccati e che rischiano di nascere già assai vecchi riguardo alla eccezionalità dell'evento accaduto. Quindi, a nome del gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra, chiedo se lei si possa fare interprete presso il Governo, affinché ci sia un'informativa urgente, oggi pomeriggio, al massimo domani, perché penso sia un atto dovuto nei confronti del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Noi, come gruppo, avevamo già nella giornata di ieri chiesto un'informativa sull'alluvione in Emilia-Romagna. Credo sia giusto che ci sia un momento di riflessione comune nella sede del Parlamento, rispetto agli avvenimenti e sugli interventi necessari per cercare di limitare in questa fase i disagi ai cittadini e alle imprese e, poi, prospettare un'autentica ricostruzione, visti la dimensione degli avvenimenti e il dramma che hanno vissuto decine di migliaia di cittadini. Anche noi ci associamo alla necessità che il Governo venga in Aula per rendere un'informativa, che auspichiamo possa avvenire in tempi rapidissimi. Considerata anche l'evoluzione del calendario d'Aula di questa settimana, domani potrebbe essere la giornata giusta in cui affrontare questa problematica, che è al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica italiana nel suo complesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, onorevole Bonelli, già nella giornata di ieri, colleghi di altri gruppi avevano sollecitato l'urgenza dell'informativa, ovvero di riferire da parte della Presidenza del Consiglio. La Presidenza della Camera ha già fatto presente questa esigenza. Ora hanno ascoltato la vostra reiterata richiesta vari esponenti del Governo. La Presidenza solleciterà ulteriormente la Presidenza del Consiglio. Tra l'altro, domani, come sapete, abbiamo in programma una Conferenza dei presidenti di gruppo e quella sarà la sede per un'eventuale definizione dell'informativa, a partire già dalla giornata di domani, a seconda della disponibilità, che, come ho detto, è già stata sollecitata alla Presidenza del Consiglio. Vedo che diversi colleghi della Commissione antimafia sono in Aula. Quindi, se non ricevo altre segnalazioni…collega Baldino, vuole dirmi qualcosa? Sempre in termini di Regolamento, onorevole.

VITTORIA BALDINO (M5S). In termini di Regolamento, mi risulta che siano quasi arrivati. Quindi, se abbiamo la pazienza di attendere qualche altro minuto, così parteciperanno anche loro ai lavori.

PRESIDENTE. Probabilmente mancano dei colleghi del gruppo 5 Stelle. Stabiliamo, dunque, che alle ore 15,05 procederemo alla votazione delle questioni pregiudiziali. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,05.

La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15,05.

Si riprende la discussione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 1151.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali, colleghi, passiamo al voto. Quindi, per cortesia prendiamo posto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Bonafe' ed altri n. 1, Alfonso Colucci ed altri n. 2 e Zaratti ed altri n. 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

ALESSANDRO SORTE (FI-PPE). Chiudi!

PRESIDENTE. Non me lo dice lei se devo chiudere. Abbia pazienza, onorevole Sorte!

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Rinvio del seguito della discussione della proposta di legge n. 115-A e abbinate.

PRESIDENTE. Dovremmo passare ora al seguito dell'esame della proposta di legge n. 115-A, recante delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza e delle abbinate proposte di legge.

Poiché, tuttavia, la V Commissione (Bilancio) non ha ancora espresso il prescritto parere, chiedo al presidente della Commissione bilancio, onorevole Giuseppe Mangialavori, di precisare di quanto tempo necessiti la Commissione per tale adempimento.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Con riferimento alla proposta di legge n. 115-A, oggi in Commissione bilancio il Governo ci ha richiesto almeno una settimana per esprimere il parere. Per cui, richiedo il rinvio del provvedimento per almeno una settimana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente e colleghi, intervengo per condividere un disagio. Ovviamente, il presidente Mangialavori ha fatto un intervento dovuto dal suo punto di vista, io però vorrei rimanere alla sostanza. Ricordo all'Aula che questo provvedimento è in quota delle opposizioni. Nella discussione sugli emendamenti c'è già stata - e poi la vedremo - una scelta di svuotamento e di cambiamento radicale del contenuto, e su questo ci sarebbe già da dire. Il provvedimento è stato trasformato in una legge delega. Era all'ordine del giorno e, quindi, non è una novità, né un provvedimento che è stato inserito all'ultimo momento. Che il Governo chieda una settimana è veramente uno schiaffo nei confronti delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Noi faremo delle richieste da questo punto di vista e lo dico con rispetto per il lavoro, perché cosa diversa sarebbe se ci fosse la necessità di dare una risposta a centinaia di emendamenti. Siamo reduci dai lavori della I Commissione che, insieme alla Commissione lavoro, doveva iniziare oggi il lavoro sugli emendamenti presentati al decreto PA. Anche questo provvedimento, nei fatti, viene rinviato di una settimana, perché il Governo non è pronto, e lo dico alla rappresentante del Governo qui presente. Dunque, credo che ci sia una questione che vada affrontata e che il Ministro per i rapporti con il Parlamento la debba affrontare con i Ministeri, perché così facendo credo che non ci sia rispetto nei confronti del lavoro del Parlamento.

Nello specifico - lo ricordo alle opposizioni - sono concesse, tra virgolette, pochissime possibilità di iniziativa parlamentare. Se poi, nei fatti, tali possibilità vengono destrutturate e trascinate a lungo nel tempo, è evidente che viene meno anche la logica che, a livello regolamentare, presiede al fatto che alle opposizioni viene dato uno spazio. Insomma, noi vorremmo, in questa sede, che lei riferisse al Presidente della Camera il nostro profondo disagio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, io prendo atto del disagio, che è profondo. Nel frattempo riferirò. Sa che siamo vincolati al parere della V Commissione e, quindi, non possiamo fare altro.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Noi siamo davvero sconcertati, perché si tratta di un provvedimento in quota minoranza, ci accordiamo su un testo base, risultano abbinate ben 5 proposte di legge e, quindi, ci sarebbe stato un ampio spazio per il dibattito parlamentare.

Abbiamo fatto tutto un ciclo di audizioni - e lo dico anche al rappresentante del Governo - nel corso del quale il rappresentante del Ministero dell'Interno, il 12 aprile 2023, al minuto 11,05 dell'audizione, dice che la proposta di legge dell'onorevole Pavanelli è di immediata applicabilità. Questo lavoro parlamentare viene ad essere espropriato dal Governo attraverso un emendamento con il quale il Governo e la maggioranza danno la delega legislativa al Governo, con ciò espropriando opposizione, minoranza e dibattito parlamentare, ed espropriando il Parlamento stesso. Poi si scopre che questo emendamento, questa delega, era indeterminata e non conteneva il termine, per cui abbiamo visto dei subemendamenti che hanno cercato di correggere il tiro.

Oggi il Comitato per la legislazione acclara la violazione della prescrizione costituzionale proprio in termini di indeterminatezza della materia della delega - mancanza del termine e indeterminatezza della delega - per cui pone la condizione che venga corretto. Oggi il Governo ha presentato un ulteriore subemendamento che assorbe l'intero articolato. E, in tutto questo, non abbiamo il parere della Commissione competente perché il Governo ha chiesto tempo? Ma, Presidente, noi siamo davvero sconcertati! Siamo davvero in difficoltà, perché questo, permettetemi, è dilettantismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Io, come dire, al profondo disagio dell'onorevole Fornaro, aggiungo il suo sconcerto. Vediamo nella casistica degli aggettivi cosa aggiungiamo.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Presidente, per tranquillizzarla, voglio fare soltanto un racconto, se posso. Allora, il racconto è questo: nel 2001, un deputato molto autorevole dell'allora opposizione, l'onorevole Tremaglia, presentò una proposta di legge per quanto riguarda il diritto di voto degli italiani all'estero. Questa legge era in quota dell'opposizione. Allora governava il centrosinistra. Il centrosinistra e la maggioranza del centrosinistra, in quell'occasione, non modificarono la proposta dell'onorevole Tremaglia, in quanto appunto in quota all'opposizione. Quella proposta fu approvata e divenne legge, dando agli italiani all'estero il diritto di votare.

Ora, devo dire che la conoscenza della prassi parlamentare e del passato parlamentare dovrebbe essere un obbligo per tutti i parlamentari, anche quelli neoeletti. Ecco, la prassi è questa: il rispetto della maggioranza per l'opposizione, come è accaduto nel 2001 nei confronti dell'onorevole Tremaglia. Non chiediamo niente di più. Chiediamo quello stesso rispetto che noi abbiamo rivolto all'allora opposizione. Non mi sembra una grande richiesta, perché questa vicenda del ‘voto dove vivo' sta diventando paradossale: si nega il diritto di voto a 5 milioni di persone. Quello è un diritto fondamentale, sancito dalla Costituzione. “La sovranità appartiene al popolo”, dice la nostra Costituzione; non dice che appartiene soltanto al popolo dei residenti, ma a tutte le cittadine e a tutti i cittadini italiani.

Questa volta abbiamo il problema della legge delega, che in materia elettorale è elemento molto delicato - io ve lo ricordo perché ho visto l'onorevole Urzi' già oggi fare qualche segno scaramantico - ma la prossima volta, quando voi sarete all'opposizione, queste cose ve le ricorderete e magari le ricorderete a noi, perché le cose cambiano.

Non si può cambiare in modo sostanziale una proposta di legge dell'opposizione. Non si può intervenire per delega su una materia delicata come la legge elettorale, che è riserva di legge, con una riserva così ampia anche dal punto di vista temporale: 18 mesi. E adesso non abbiamo neanche la possibilità di discuterla in Aula. Credo che la maggioranza debba fare più di qualche esame di coscienza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. La discussione su questo tema del voto degli studenti fuori sede sta diventando lunare. Sinceramente, non ci aspettavamo di vedere ulteriori passaggi dopo quelli a cui abbiamo assistito fino all'avvio della discussione generale di lunedì. Eppure, riusciamo anche ad andare oltre: avevamo circa 10 emendamenti, ci è stato chiesto di segnalarne alcuni per finalizzare il voto oggi. Poi viene fatto un ulteriore emendamento in Commissione per togliere all'opposizione - che, come è stato ben segnalato, è la parte di quest'Aula che ha presentato questa proposta di legge - anche quest'ultima facoltà, perché si fa un ulteriore maxi-mini emendamento, che toglie anche quei pochi aggiustamenti che noi cercavamo di fare. Stiamo parlando di procedura? No, stiamo parlando di sostanza costituzionale, sia nei diritti che vogliamo tutelare, sia nel metodo.

Sui diritti - è stato detto bene da chi mi ha preceduto - parliamo del voto di 5 milioni di concittadini, dei quali, in quest'Aula, tutti hanno detto di volersi occupare. Ricordo che il Governo, non meno di 3 mesi fa, prendeva l'impegno, votando un ordine del giorno, di far votare gli studenti fuori sede e i lavoratori fuori sede già alle regionali. Poi ci è stato detto che non si faceva in tempo per le regionali, ma che era tutto sostanzialmente pronto per le amministrative. Oggi, prima viene portata una delega anticostituzionale, perché priva di termini temporali, e, poi, viene stabilito un periodo di tempo, 18 mesi, ai quali si sommano 12 mesi di regolamento attuativo. Il che non significa: “come mai noi avevano detto che era pronto e, invece, ci mettiamo 30 mesi?”. Significa, molto semplicemente, che questa maggioranza, la Lega e Fratelli d'Italia, pensano banalmente di non voler far votare 5 milioni di persone alle europee, perché 18 mesi significa andare oltre le europee. Oggi quest'ulteriore strappo. Ripeto, il tema non è il passaggio in Commissione bilancio; questa è una goccia che si somma a un percorso tutto zoppicante. Ma, consentitemi, Presidente, di ricordarlo – perché, secondo me, il vulnus costituzionale che apriamo oggi è ancora più grave del tema elettorale - che noi oggi stiamo creando un precedente. Su qualsiasi legge che viene proposta in quest'Aula, noi decidiamo che non esistono più 3 modi in cui il Governo diventa legislatore: la legge di iniziativa governativa, il decreto-legge e il decreto delegato, ma vi è un altro metodo. Quando c'è una legge dell'opposizione, la maggioranza di Governo decide di fare un emendamento, con il quale azzera il lavoro del Parlamento e delega tutto al Governo. Ricordo che in quest'Aula ci sono rappresentanti di tutte le forze politiche, il Governo non ha opposizione. Ebbene, se passa questo metodo sull'energia, sul lavoro, su tutte le tematiche di cui noi ci troveremo a occuparci, è sufficiente che la maggioranza voti - e ha i numeri per farlo - un emendamento delega e noi smettiamo di lavorare. Già il Parlamento va avanti a fiducie - e concludo - e approvazione di decreti; ritengo questo vulnus molto grave. Chiediamo al Governo di valutare questo percorso, perché è un precedente, che, come diceva bene il collega Zaratti, ci porteremo dietro per sempre (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Io trovo sorprendente questa richiesta ulteriore di rinvio in Commissione bilancio. Ma non è la cosa più grave, come è stato sottolineato anche dagli altri colleghi. Io sono uno dei cofirmatari di una delle leggi abbinate. Noi abbiamo, messo, come +Europa, nel nostro programma elettorale, questa innovazione doverosa e dovuta ai 5 milioni di italiani, che, vivendo fuori dalla propria provincia di residenza, hanno difficoltà a votare. Come è stato detto, è una cosa gravissima quella che sta accadendo, signor Presidente, e credo che dovrebbe investire anche la Presidenza della Camera. Nei confronti di una legge in quota opposizione interviene a gamba tesa la maggioranza di Governo, svuotando completamente quel provvedimento e inventandosi una delega, con i tempi che sono stati descritti, che nessuno voleva. Lo dico al collega Foti, sempre attento quando era all'opposizione: non è accettabile, se avete il coraggio, venite in Aula e votate contro il disegno di legge delle opposizioni, ma non potete sequestrarlo, non potete appropriarvi del diritto dell'opposizione di portare almeno un disegno di legge di propria iniziativa.

E, siccome a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, l'obiettivo vostro è evidentemente di sabotare il diritto degli italiani, studenti e lavoratori, che vivono fuori sede, a votare. Voi volete sabotarlo per una ragione semplice, perché, altrimenti, in un attimo si fa il voto, in un attimo si fa la legge. Voi volete sabotarlo semplicemente perché temete che quei 5 milioni di italiani che vivono e studiano fuori sede voterebbero, nella maggioranza, non per voi. Quindi, vi appropriate del disegno di legge per fare gli affari elettorali vostri, e questo credo che sia inaccettabile, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Urzi'. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO URZI' (FDI). Grazie, Presidente. Ho assistito a espressioni che posso considerare assolutamente lunari in rapporto a quanto è accaduto quest'oggi in Aula, nel senso che riconduciamo il tutto al dato di fatto. È stata richiesta una settimana, e ricordo al collega Zaratti che non voteremo la prossima settimana, né alle europee, né al referendum, né ad altre elezioni delle quali dovremmo preoccuparci per la mancata possibilità di partecipare degli italiani che vivono fuori sede, per poter garantire le misure previste nel testo della norma, così come rielaborato dalla Commissione, che prevede interventi a sostegno degli italiani che vogliono votare anche attraverso il ritorno a casa per il voto prestato nel proprio seggio. Questa è un meritoria attenzione delle istituzioni verso l'esercizio di un diritto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che costituisce - mi credano i colleghi che sono intervenuti - anche una nostra priorità, perché sarebbe molto curioso ritenere e considerare che il tema del voto fuori sede appartenga esclusivamente a una parte di questo emiciclo. Mi permetto di ricordare come il diritto della minoranza di presentare proprie proposte di legge è un diritto che riconosciamo come inviolabile, ma questo non presuppone il dovere, da parte della maggioranza, di votare esattamente i testi presentati dall'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): presuppone il diritto democratico e parlamentare di discutere quel testo e verificare se, nell'ambito e nell'alveo del tema indicato, vi possano essere possibili correttivi utili a garantire l'esercizio di quella prerogativa. Ed è esattamente quello che il Parlamento, democraticamente, sta facendo; lo ha fatto la Commissione e lo farà l'Aula. Poi, mi permetto di ricordare, e non voglio rubare sicuramente l'idea e il concetto al collega Iezzi, che ieri è intervenuto proprio in quest'Aula, come, peraltro, tra i testi presentati dalle minoranze ce ne erano alcuni che - altro che delega al Governo -, riconoscevano il diritto, da parte del Governo, con un regolamento attuativo, di disporre tutte le misure puntuali su come esercitare il voto fuori sede. Noi, invece, riconosciamo il principio di una costruzione di un castello di norme che regga e che sarà poi sottoposto alla valutazione di questo Parlamento.

E allora, Presidente, mi permetto di ricordare come abbiamo un dovere rispetto alla discussione di questo testo, e questo dovere sarà garantito proprio da quest'Aula. Tra una settimana, mi è parso di capire? Benissimo, avremo modo di verificare come il principio del voto degli italiani fuori sede potrà essere declinato in modo compatibile non solo con la normativa attuale, ma anche con le difficoltà di cui, nell'ambito delle numerose audizioni, si è lungamente discusso. Mi spiace che molti degli intervenuti non erano presenti a quelle audizioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. A questo punto, il seguito dell'esame del provvedimento si intende rinviato alla prossima settimana. Peraltro, la relativa calendarizzazione sarà definita nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che è già prevista per domani, mercoledì 24 maggio. Superato questo scoglio, direi di salutare la delegazione di studentesse, studenti e docenti dell'Istituto di istruzione superiore “Teresa Confalonieri” di Campagna, provincia di Salerno, che partecipano alla Giornata di formazione a Montecitorio. Benvenuti alla Camera dei deputati (Applausi).

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Molinari ed altri; Bignami ed altri; Faraone ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 (A.C. 384​-446​-459-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 384-446-459-A: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2. Ricordo che sono state presentate la questione pregiudiziale di costituzionalità Quartini ed altri n. 1 e la questione pregiudiziale di merito Furfaro ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A).

(Esame di una questione pregiudiziale di costituzionalità e di una questione pregiudiziale di merito - Testo unificato - A.C. 384-A​)

PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame di tali questioni pregiudiziali.

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali, ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di 10 minuti. Potrà, altresì, intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di 5 minuti.

Al termine della discussione, si procederà a due distinte votazioni, una sulla pregiudiziale di costituzionalità e una su quella di merito.

Il deputato Quartini ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale di costituzionalità n. 1.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, colleghi, credo davvero che, con questo testo unico prodotto dalla Commissione, si stia facendo un vero danno alla democrazia. Ieri l'ho detto e oggi lo voglio ripetere con forza: il fatto di non aver voluto indagare sull'operato delle regioni nell'ambito del perimetro degli obiettivi stessi di questa proposta di legge la dice lunga sul fatto che, attraverso questa proposta di legge, si sta provando a ottenere tre risultati.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 15,28)

ANDREA QUARTINI (M5S). Sono tutti e tre risultati gravissimi in termini di tenuta della collaborazione democratica all'interno di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il primo risultato che si vuole ottenere con questo testo unico è quello di utilizzare una Commissione di inchiesta da parte della maggioranza come una mannaia contro l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), una mannaia autentica, una sorta di dittatura della maggioranza, che è estremamente pericolosa. Non si è mai visto da nessuna parte nei regimi democratici che una maggioranza cerchi di annientare l'opposizione, non si è mai visto! Solo nei regimi si è visto! Di solito, è l'opposizione che fa da cane da guardia nei confronti della maggioranza, non la maggioranza che cerca di distruggere l'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Il secondo obiettivo, un obiettivo politico su cui dovremmo tutti quanti riflettere, è che, non indagando a 360 gradi anche sul ruolo che le regioni hanno avuto nella pandemia, voi ottenete di non parlare delle responsabilità delle regioni amministrate da voi, ma, allo stesso tempo, ottenete il fatto che, in questo modo, non potrete mettere in discussione l'autonomia differenziata. Perché in sanità, il regionalismo differenziato c'è già, e avete visto che guai comporta per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), guai drammatici, perché con il regionalismo differenziato è successo che il territorio è stato predato della capacità di una medicina territoriale di prossimità che potesse essere capace di far fronte alla pandemia stessa.

Infine, buttandola sulla Commissione d'inchiesta, state cercando di mascherare il vero problema di questo Paese: lo smantellamento della sanità pubblica. Lo state facendo in una maniera gravissima, dal nostro punto di vista, perché, con cittadini che aspettano mesi per una visita, fate regali al privato, mascherando il tutto attraverso una Commissione d'inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con una cassa di risonanza che non è accettabile.

Per suo tramite, Presidente, vorrei rispondere anche ad alcune affermazioni che, dai banchi della maggioranza e del Governo, sono emerse ieri durante il dibattito. Voglio tranquillizzare tutti: non abbiamo nessuna paura di una Commissione d'inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ci abbiamo messo la faccia, sì, tutti i giorni ci abbiamo messo la faccia! Tutti i giorni andavamo a relazionare al Paese su quello che stava succedendo! Tutti i giorni e con orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Venivamo a riferire in Aula e non ci sottraevamo assolutamente alle conferenze stampa! Siamo stati presenti e non temiamo assolutamente una commissione d'inchiesta, ma temiamo la vostra strumentalizzazione, temiamo la dittatura della maggioranza, questa è una cosa che temiamo senz'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Voglio dare un'altra notizia, forse la dovrebbero dare dai banchi del PD, ma la voglio dare io, dai banchi del MoVimento 5 Stelle: non è vero che le regioni amministrate dal centrosinistra si sono rifiutate di istituire le commissioni d'inchiesta: in Toscana, la commissione d'inchiesta è stata istituita e pensate che c'è stata una relazione di minoranza firmata dal MoVimento 5 Stelle su alcune questioni che non convincevano. Mi calmo un attimo, perché sento, in maniera particolare, questa vostra forza pericolosa, che non riguarda il Movimento 5 Stelle, ma l'intero Paese in termini di tenuta democratica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Vorrei anche invitare, tramite lei, Presidente, il Sottosegretario Gemmato a smetterla di fare il gioco delle tre carte sul finanziamento della sanità. Lo inviterei veramente a fare una riflessione: sappiamo benissimo che, nel Documento di economia e finanza, il Fondo sanitario nazionale andrà al 6,2 per cento del PIL cioè al di sotto di quel 6,5 che implica povertà sanitaria! Noi di questo siamo preoccupati. Non è possibile continuare a gestire la sanità come se fosse un bancomat, da un lato, o a favore del privato, dall'altro, come che state facendo.

Infine, sempre tramite lei, vorrei sottolineare un aspetto che riguarda, nello specifico, la nostra pregiudiziale; vorrei sottolineare che non è vero che sono stati ascoltati tutti gli auditi in Commissione: assolutamente no, perché gli auditi costituzionalisti hanno avanzato problemi di legittimità costituzionale proprio sugli articoli 87 e 117 della Costituzione. Li hanno sollevati loro; hanno detto che non si può fare un'indagine quando c'è una materia concorrente e c'è una parte di esclusività di gestione da parte delle regioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non solo: hanno sottolineato anche quanto potesse essere messa a rischio la lealtà istituzionale tra poteri dello Stato, dal momento che la Commissione va ad inserirsi mentre ci sono alcune indagini.

Quindi, dico questo, e concludo Presidente: allargare a 360° la possibilità di migliorare il Servizio sanitario nazionale, questo doveva essere lo scopo di questa Commissione d'inchiesta! Una simile commissione d'inchiesta c'è solo nel nostro Paese; in nessun'altra parte del mondo si sono sognati di mettere in discussione le terapie farmacologiche o le vaccinazioni, come avete fatto voi, come se foste no-vax (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! In nessun Paese del mondo si sono sognati di fare questo tipo di operazione. Soltanto nel Regno Unito hanno fatto un'indagine conoscitiva, ma con lo scopo di migliorare il Servizio sanitario inglese.

Allora, vi dico: rinunciate a quest'atto! Sarebbe la cosa più sobria per l'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Nicola Stumpo ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di merito Furfaro ed altri n. 1.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie Presidente, colleghi e rappresentante del Governo. Noi abbiamo presentato una pregiudiziale di merito per ragioni che riteniamo abbastanza oggettive. Ne abbiamo discusso in Commissione, le abbiamo sentite dagli auditi e tutte queste ragioni sono state carta straccia perché la maggioranza ha scritto un testo - che anche un terzo cofirmatario ha sottoscritto ma poi ha provato a modificare: in realtà, si tratta della proposta della sola maggioranza - in cui nessuna delle proposte avanzate, né dagli auditi, né dalle opposizioni, è stata inserita.

Parliamo di ragioni di merito, non di appunti, di punti e virgola o della modifica di una parola in qualche articolo. Noi ci troveremo ad affrontare qualcosa che dovremmo provare a ricordare con un po' più di rispetto, iniziata il 31 dicembre 2019 in Cina, quando a Wuhan ebbe inizio una polmonite non nota. Brevemente quella polmonite, poi definita COVID-19, girò il mondo e il primo incontro in Occidente avvenne in Italia: prima due turisti, poi un cittadino di Codogno - erroneamente definito “paziente zero” - e, via via, si diffuse nel Nord Italia. Già nel mese di febbraio, 11 comuni del Nord Italia entrarono in zona rossa e l'11 marzo venne deliberato il lockdown. Questa è una ricostruzione. Poi c'è stato tutto il prosieguo di quei primi giorni, ma voi non volete occuparvi di quello che è stato; avete voglia di occuparvene soltanto guardando dal buco della serratura perché un lavoro che possa servire in futuro ad evitare quello che è successo per voi non è importante; a voi interessa guardare dal buco della serratura.

Sono gli atti parlamentari che lo dicono, non soltanto il testo di questa nostra, anzi vostra Commissione che noi nel merito contestiamo. Dirò poi il perché voi siete interessati ad altro. Non vedo l'onorevole Trancassini che ieri ha detto che io accuso la destra di scarsa cultura istituzionale: oggi, sempre attraverso di lei, lo farò almeno in un paio di occasioni, perché quello che dissi ieri è la realtà.

Nell'articolo 3 si elencano i compiti della Commissione in più punti: si indica la volontà, non di indagare al fine di individuare gli interventi necessari per prevenire criticità nel caso di future emergenze sanitarie, sia a livello centrale che locale, ma solo di giudicare l'operato politico del Governo allora in carica.

Questo è un pezzo del testo della proposta. Guardate, noi abbiamo detto: ma perché, se volete vedere l'operato del Governo, non si prende in considerazione tutto l'operato? Infatti, il Governo ha compiuto degli atti, quegli atti poi sono stati trasmessi alle regioni, che hanno il compito della gestione della sanità. Poi ci sono gli enti preposti, dalle ASL in giù. Perché lo volete fare solo nei confronti del Governo e vi limitate all'inizio della pandemia, cercando anche di circoscriverlo ad uno solo dei Governi che se ne sono occupati? Perché? Avete interesse a scoprire quello che è successo o avete interesse ad attaccare politicamente quel Governo?

Sempre nel testo si parla dei rapporti istituzionali tra organi, come dicevo prima, nonché della lesione del principio di leale collaborazione tra organi istituzionali, come sancito dalla Corte costituzionale, con sentenza del 13 febbraio 2008. Anche qui, quando noi vi abbiamo detto di fare questa modifica, ci avete detto di no.

Sempre all'articolo 3 si definiscono i compiti della Commissione: per ben dieci volte è riportata la parola “valutare”. Ma come riportato dalla sentenza n. 26 del 13 febbraio 2008, che a sua volta riprende la sentenza sempre della Corte costituzionale n. 231 del 22 ottobre 1975, il compito delle Commissioni d'inchiesta parlamentare non è di giudicare, ma solo di raccogliere notizie e dati necessari per l'esercizio delle funzioni delle Camere. L'attività di inchiesta rientra nella più lata nozione della funzione ispettiva delle Camere; muove da cause politiche e da finalità del pari politiche, né potrebbe rivolgersi ad accertare reati e connesse responsabilità di ordine penale, ché se così per avventura facesse, invaderebbe indebitamente la sfera di attribuzione del potere giurisdizionale.

Nel presentarsi alle Camere, la Premier Meloni ha usato queste parole: occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica, lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori. Era scritto, quello che voi volevate fare, già nel presentarsi alle Camere della Presidente del Consiglio Meloni, ed è la prima volta nella storia repubblicana che un Governo mette nel programma, nel proprio programma di Governo, l'istituzione di una Commissione parlamentare. Non è mai successo, e vi dirò perché non è mai successo.

Nel corso degli anni ci sono state altre Commissioni importanti che hanno scavato rispetto a vicende avvenute nel Paese, ma non vi sono mai state Commissioni di una parte contro un'altra, tranne in un caso, che è stata la peggiore delle Commissioni e di cui voi vi apprestate a prendere l'eredità.

Sempre all'articolo 3, in più punti, si mette in discussione la validità scientifica dei vaccini, avvalorando le tesi no-vax; in particolare al comma 1, lettera ff), si chiede di verificare gli atti del processo di revisione continua sui vaccini. Siccome anche qui ci sono i testi che parlano, ieri la relatrice, nel difendersi da queste ipotesi, ha esattamente riproposto le tesi no-vax più diffuse in Italia, dicendo: non so cosa ci sia di no-vax nel voler sapere quanto sono costati agli italiani i vaccini, per esempio, o semplicemente nel voler verificare ed accertare le procedure di approvazione dei vaccini in tempo di pandemia o nel voler verificare e accertare eventuali effetti avversi collegati ai vaccini che per qualcuno dovrebbero incredibilmente continuare a rimanere tabù.

Se foste stati voi al Governo, probabilmente avreste chiesto qualche anno; noi ci siamo assunti la responsabilità, ma non noi, lo ha fatto l'EMA, lo ha fatto l'Aifa, perché sono le comunità scientifiche che devono assumersi le responsabilità, non le associazioni no-vax, non i politici che gli lisciano il pelo…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Mi avvio a concludere, Presidente.

Infine, avevo detto che sarei entrato nel merito di questa Commissione, paragonandola alle altre; in Italia ce ne sono state alcune davvero importanti, la prima, nel 1979, fu quella sull'omicidio di Aldo Moro; fu votata all'unanimità e la sua istituzione proveniva da due proposte di legge, una presentata dall'onorevole Natta, l'altra dall'onorevole Fracanzani. Nel 1981, quella sulla P2, presieduta da Tina Anselmi, aveva come primi firmatari, di più proposte di legge, Tatarella, Fracchia, Reggiani, Casalinuovo: fu approvata all'unanimità. Una terza proposta, la prima sulle stragi, era a prima firma Zangheri, dell'opposizione, ed ebbe 37 voti contrari, di un unico gruppo parlamentare. Infine, l'ultima, nel 2002, sull'affare Telekom-Serbia, anche detta Mitrokhin…

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Sto finendo, Presidente. Non votarono le opposizioni, votarono contro o si astennero, e tutta la maggioranza la presentò. In quella Commissione la cosa più nota, per chi ha voglia di andare a leggere, è il nome di Scaramella, un mentitore seriale, che andò a dire bugie in quella Commissione; venne fuori il nome “Betulla”. Voi vi state avvicinando a quella Commissione, siete gli eredi di quella Commissione; è inaccettabile che, davanti alle morti, vogliate fare politica. Diteci, ora, chi sono i nuovi Scaramella e i nuovi Betulla e, comunque, sappiate che noi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio intervento sarà conciso, anche perché non è questa la fase per entrare nel merito del provvedimento; abbiamo avuto modo di farlo in Commissione e lo faremo nel dibattito che si svilupperà sul testo unificato, non abuserò, quindi, della pazienza dell'Aula, più volte abusata, e addirittura accusata di essere regime.

Mi limito solamente a evidenziare che il MoVimento 5 Stelle ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità che, in maniera alquanto singolare, non pone questioni di costituzionalità. Tutti gli atti prodotti in questa dichiarazione di incostituzionalità sono privi di consistenza e, soprattutto, di rilievo, sul piano costituzionale.

La pregiudiziale si concentra sul ruolo degli enti territoriali. Ebbene, ricordo a tutti che la maxi emergenza ritorna inevitabilmente di competenza esclusiva dello Stato, come cita l'articolo 120 della nostra Costituzione. Considerazioni analoghe valgono per i passaggi che certificano lo spettro e i compiti assegnati alla Commissione. Si contesta addirittura che la Commissione possa valutare atti e fatti. Evidentemente, il MoVimento 5 Stelle non vuole che sia valutato quello che è accaduto. Ebbene, il MoVimento 5 Stelle ha paura, ha paura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi non abbiamo paura della verità, non abbiamo paura di quello che è successo, la paura che si dica, come vi ha detto l'Organizzazione mondiale della sanità, che siete stati probabilmente, nella conduzione ministeriale, creativi, come creativi sono i banchi a rotelle, di cui ancora dobbiamo conoscere il vero utilizzo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo Governo è un Governo di certezza e nella certezza noi sicuramente investiremo tutte le nostre migliori risorse nella Commissione d'inchiesta sul COVID, di cui vi ricordo che il primo a chiederla fu proprio il nostro capogruppo Riccardo Molinari, per la Lega. Ebbene, siamo arrivati a un provvedimento che è un'azione congiunta di tutte le forze della maggioranza, perché noi vogliamo capire perché non ci fosse un piano pandemico, noi vogliamo capire perché dal 2006 questo piano pandemico non fosse mai stato aggiornato, perché dal piano pandemico e dalla sua mancanza deriva quello che noi abbiamo vissuto negli ospedali: la mancanza di presidi, la mancanza di dispositivi individuali di difesa da un virus così aggressivo.

Noi non siamo regime, forse se questa Commissione l'aveste condotta voi, probabilmente di quello dovevamo avere paura, dei metodi assolutamente pretestuosi di conduzione delle Commissioni che voi avete gestito, negli anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non sarà così, tutto sarà riportato alla legittima ricerca della verità, perché, soprattutto, lo dobbiamo ai nostri morti, che sono migliaia, centinaia di migliaia, e lo faremo con lo spirito che ci appartiene, di costruire nuovi percorsi, nuovi piani pandemici, che non siano volti alla superficialità, ma che diano direttive pronte di risposte a future epidemie, che speriamo non ci colpiscano mai. Noi siamo questi, siamo per la verità e la certezza e, quindi, anche bloccare questa Commissione con false attestazioni di incostituzionalità non fa che creare un clima inidoneo ai temi che la Commissione deve andare ad analizzare, che sono temi importanti per il futuro del nostro Paese. Ce lo chiede il popolo, fa parte del nostro programma di Governo e lo porteremo a buon fine, nonostante voi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Grazie, signor Presidente. Io ho ascoltato con grande attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e la sensazione, signor Presidente, è che, più che illustrare le ragioni di incostituzionalità di questa proposta di legge, siamo entrati nel merito. Vorrei precisare due cose: la prima è che anche noi abbiamo presentato la proposta di una Commissione di inchiesta su quello che è accaduto durante la pandemia, abbiamo proposto, in Commissione, emendamenti su alcune parti previste di questa Commissione che non ci convincono, ma stiamo nel merito, ovviamente sono parti che riguardano soprattutto il tema dell'approccio con i vaccini, c'è il tentativo di strizzare un po' l'occhio ai no-vax, ce ne siamo perfettamente resi conto. Abbiamo presentato emendamenti soppressivi, li ripresenteremo, ma questo non toglie, per no, il senso e il valore di qualcosa che stiamo dicendo da tempo, anche da quando eravamo nel Governo che, con il presidente Conte e il Ministro Speranza, si è trovato a occuparsi dei vaccini.

Personalmente, signor Presidente, vorrei anche dire, proprio perché da parte mia e da parte nostra non c'è alcun intento persecutorio, che, per esempio, ritengo che la chiamata in causa, da parte della procura di Brescia, del Presidente Conte, del Ministro Speranza e dello stesso governatore della Lombardia, in un processo con quel tipo di imputazione sia una cosa che lasci, quantomeno, perplessi, per usare un eufemismo, perché tutti sappiamo, abbiamo vissuto in presa diretta cosa ha significato, per il nostro Paese e per tutte le istituzioni, doversi misurare con qualcosa che è arrivato come una bomba atomica e con riferimento a cui si è tentato di trovare una strada, una soluzione che, poi, ci hanno portato anche ad andare avanti e aggiustare il tiro. Ma credo che quel tipo di iniziativa giudiziaria, per quanto mi riguarda e ci riguarda, lasci molto perplessi. Nello stesso tempo, penso che, invece, una Commissione di inchiesta del Parlamento che si occupi - e così entriamo nel merito delle proposte - di verificare cosa è successo durante la pandemia, sul tema dei banchi a rotelle, sul tema dei ventilatori, sul tema delle famose “primule”, sul tema delle mascherine sia non solo un'occasione, ma un dovere da parte nostra, a distanza di tempo (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Fratelli d'Italia).

Vorrei dire, signor Presidente, a chi ci spiega le Commissioni di inchiesta - e vengo anche al merito - che la Commissione di inchiesta sulla morte di David Rossi è stata molto importante, non è andata a contrapporsi con il lavoro che stava facendo la procura, ma, grazie a quella Commissione, grazie alle audizioni che sono state fatte, sono emersi elementi che sono adesso parte di un'iniziativa giudiziaria, che vedremo che sbocchi avrà. Quindi, non è che le Commissioni, in quanto tali, sono il cimitero degli elefanti dove noi facciamo un po' di finzione e chissà cosa accade, hanno una loro ratio. Però, nelle pregiudiziali che ho letto, vedo che in quella del MoVimento 5 Stelle, a un certo punto, si parla del fatto che la Corte costituzionale ha affermato che il compito delle Commissioni parlamentari di inchiesta non è “giudicare”. Io ho letto, ripetutamente, tutte le proposte e non c'è una sola volta in cui compare la parola “giudicare”.Quindi, qual è, dal punto di vista del merito, dell'essere anticostituzionale, la chiamata in causa di un argomento, che è una parola che non è presente nella proposta di legge? Mentre, invece, si va nel merito, perché leggo che sono del tutto esclusi gli enti territoriali: anche noi abbiamo presentato un emendamento per portare dentro le regioni, ma è una questione di merito.

Ho finito, Presidente. Quando vedo che ogni eventuale quadro fattuale ricostruito dalla Commissione sarebbe assolutamente insufficiente perché non ci sono le regioni, è un fatto di merito, non c'entra nulla con l'incostituzionalità; così come addurre - e siamo nella pregiudiziale del Partito Democratico - “a valutare le intenzioni”. È un processo alle intenzioni, perché si dice “nel complesso dubbi sorgono sugli intenti reali di questa maggioranza parlamentare e degli altri proponenti, i quali, lungi dall'utilizzare questo prezioso (…)”, e siamo agli intenti. Ma noi stiamo facendo una Commissione parlamentare per valutare fatti, non per ragionare sugli intenti di qualcuno. Il lavoro parlamentare consentirà di fare in modo che quelli che non sono intenti, ma sono fatti, siano giudicati, come è doveroso, dal nostro Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha spaccato il secondo.

Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, signor Presidente. Ho ascoltato con attenzione quanto detto nei minuti precedenti da parte degli esponenti dell'opposizione. In particolare, mi ha stupito il MoVimento 5 Stelle che ha dichiarato e chiuso esplicitamente, dicendo che il Governo e questa maggioranza dovrebbero rinunciare alla Commissione di inchiesta sul COVID. Che questo sia chiaro a tutti: il MoVimento 5 Stelle chiede che la maggioranza rinunci. Invece, non rinunceremo, perché va fatta chiarezza.

Mi stupisco anche di quanto dichiarato dal Partito Democratico, che dice che con questa Commissione si vuole guardare quello che è successo dal buco della serratura. Sì, purtroppo, non noi come maggioranza, ex opposizione, ma gli italiani non sapevano quello che stava accadendo: quello che succedeva veniva deciso dentro delle stanze chiuse a chiave (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, quindi, parlare di buco della serratura è proprio la terminologia corretta da parte del PD. Infatti, gli italiani aspettavano la sera per vedere una diretta TV, che magari veniva posticipata anche di una o due ore, per sentirsi dire se dovevano stare a casa, lavorare, far fallire le società, se avrebbero potuto rivedere i propri familiari oppure no. Pensare che tutto questo possa essere superato, sia per il passato che per il futuro, che non ci sia un accertamento, una verifica di quello che è stato fatto - perché con questa Commissione si chiede di verificare anche se le libertà degli italiani siano state correttamente o meno limitate -, parlare di non procedere a questa inchiesta e, soprattutto, vedere che una pregiudiziale come questa entra nel merito, andando a colpevolizzare le regioni, perché buona parte delle vostre pregiudiziali riporta la richiesta di andare ad accertare le responsabilità delle regioni, probabilmente, per deresponsabilizzare quello che faceva il Governo, è qualcosa che veramente si poteva evitare in questo dibattito. Infatti, non è sicuramente da uno scaricabarile, come quello che avete cercato di inscenare con queste pregiudiziali, che si può arrivare alla verità che è l'obiettivo di questa Commissione che si andrà a istituire con questa norma.

Per questo motivo, il nostro gruppo rigetterà le pregiudiziali, in quanto totalmente estranee a quella che è una verifica di costituzionalità e che entrano soltanto nel merito per difendere una parte politica che, probabilmente, ha qualcosa da nascondere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il voto a favore delle pregiudiziali presentate dal MoVimento 5 Stelle e dal Partito Democratico. Avendo partecipato ai lavori della Commissione e sapendo quanto è stato già dibattuto e quanto il confronto sia stato sofferto, acceso e, per alcuni aspetti, non produttivo di un miglioramento di una proposta di legge che presentava fin dall'inizio numerose carenze, ho ascoltato con molta attenzione i vostri interventi. Mi riferisco alla maggioranza, ma anche al collega Giachetti, il cui gruppo, come noto, ha presentato, attraverso il collega Faraone, una proposta di istituzione di una Commissione di inchiesta che, però, prevede l'intervento e il coinvolgimento delle regioni.

Invece, alla fine di un dibattito e soprattutto di un esame, per certi aspetti anche approfondito, che ha portato al rifiuto e al respingimento di tutte le proposte emendative, cosa abbiamo ora? Abbiamo una proposta che sarà discussa e su cui ci soffermeremo più dettagliatamente nel corso del dibattito, che si limiterà ad un'inchiesta sull'operato e sulle misure adottate dal Governo. La decisione di escludere dall'inchiesta le regioni e le province autonome rimane ancora un non detto, un non dichiarato.

Io, nella scorsa legislatura, non ero né all'opposizione né al Governo, ma come voi, come tutte e tutti noi, ho sofferto e ho assistito alle vicende di questa lunga e non ancora conclusa pandemia.

Mi sono chiesta, per esempio, perché in Veneto, nella seconda ondata COVID, si sia verificata una super mortalità, perché questo non debba essere indagato e perché la regione non debba essere chiamata in causa. Raccogliere notizie e dati utili per capire la verità non deve essere oggetto di strumentalità politica.

Inoltre, ricordo una contraddizione palese ed evidente: questa maggioranza rivendica l'autonomia differenziata delle regioni e, quindi, valorizza il ruolo delle regioni che nell'ambito sanitario è già molto importante; come mai, invece, in questo caso, a tutti gli emendamenti che prevedevano il coinvolgimento delle regioni - che anche io in buona fede ho presentato - non è stata data una risposta positiva? È veramente una contraddizione evidente.

Io ero convinta, invece, che si sarebbe potuta trovare una convergenza su questo punto, perché, se si vuole arrivare alla verità, bisogna avere tutti gli strumenti perché a questa verità si arrivi. Alle persone e alla gente - concludo - interessa capire cosa è successo, capire perché quanto avevamo a disposizione non ha funzionato, capire gli errori, le inadempienze e le esitazioni. E perché? Per meglio attrezzarci, per meglio organizzarci, per formarci al fine di affrontare eventuali prossime pandemie che non è escluso possano avvenire.

Quindi, invece di avere un confronto serio e utile al Paese, qui si tratta soltanto di una sfida da parte della maggioranza che ha i numeri per escludere la minoranza, tutti gli emendamenti e tutte le proposte di buon senso che sono state avanzate (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Fornaro, Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Molto brevemente, signor Presidente, vorrei solo far rilevare al collega Giachetti – che, certamente, è persona che conosce il Regolamento come pochi - che il Partito Democratico non ha presentato una questione pregiudiziale di incostituzionalità, ma l'ha presentata sul merito. C'è una differenza sostanziale, che credo sia da rilevare, affinché rimanga a verbale, ed è la ragione per cui adesso procederemo con due voti e non con uno solo, come facciamo normalmente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di costituzionalità Quartini ed altri n. 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di merito Furfaro ed altri n. 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Rinvio del seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 384-446-459-A.

PRESIDENTE. Essendo state testé respinte le questioni pregiudiziali presentate, passiamo al seguito della discussione del provvedimento.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, colleghi, com'è noto, nel calendario d'Aula, non è previsto alcun contingentamento dei tempi per l'esame della proposta di costituzione della Commissione d'inchiesta sul COVID. Anche al fine di disporre di un quadro chiaro in ordine all'approvazione del provvedimento, sono a chiedere il rinvio del presente provvedimento al prossimo calendario d'Aula.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di rinvio del seguito dell'esame del testo unificato in oggetto al prossimo calendario dei lavori, potrà intervenire, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, un deputato contro e uno a favore, per non più di 5 minuti ciascuno.

Ha chiesto di parlare contro il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per quanto questo strumento regolamentare appartenga alla consuetudine e sia stato utilizzato altre volte, si aggiunge ai vulnus poc'anzi sottolineati dagli interventi dei colleghi, sia del MoVimento 5 Stelle, sia del nostro gruppo. Invito davvero l'Aula e la maggioranza a riflettere su come stiamo facendo nascere questa Commissione d'inchiesta. Le Commissioni d'inchiesta sono uno strumento particolare, previsto dalla Costituzione. La loro storia - che è anche una storia nobile - presuppone però, nella stragrande maggioranza dei casi - vorrei ricordarlo in questa sede -, una condivisione: una condivisione sulla necessità di indagare, una condivisione sugli obiettivi. Quando si è realizzata, i risultati sono stati straordinari. Ancora oggi, chi si occupa di agricoltura ricorda la Commissione d'inchiesta Jacini sull'agricoltura del 1877; chi si occupa di questioni sociali ricorda la Commissione sulla miseria del 1951 e chi si occupa di storia contemporanea non può non compulsare gli atti della Commissione P2, gli atti della Commissione Moro o anche gli atti della Commissione stragi. Spesso, si sono concluse con relazioni di maggioranza e di minoranza, ma in uno spirito che non è quello con cui si sta provando a far nascere questa Commissione d'inchiesta, che rischia di portare, invece, alle parti meno nobili di questa storia delle Commissioni d'inchiesta, come è stato ricordato dal collega Stumpo, che è una storia brutta di questo Parlamento, rappresentata dalla Commissione di inchiesta su Telekom Serbia.

Insomma, vi chiediamo di fermarvi a riflettere, visto che c'è tempo, perché l'obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare a una Commissione di inchiesta condivisa negli obiettivi, nel perimetro e negli strumenti.

Inoltre, lo dico qui, in questa sede, da un punto di vista regolamentare non eccepisco nulla, ma, anche dal punto di vista dell'opportunità, ho trovato discutibile l'intervento di ieri, in discussione generale, del rappresentante del Governo, perché credo che, proprio perché stiamo parlando di Commissione di inchiesta parlamentare, il Governo dovrebbe dire che è a disposizione per la ricerca della verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Non può pensare di giocare la partita, di entrare dentro, di usare, quindi, la Commissione di inchiesta come un randello contro le opposizioni. Questa è la nostra preoccupazione. La si smetta di dire che noi non siamo per la verità! La si smetta di continuare a pensare, allo stesso modo, che le Commissioni di inchiesta si fanno di maggioranza, poi si va avanti e non si ascoltano le opposizioni.

Noi abbiamo presentato emendamenti. Erano un'ottantina - lo dico al collega Foti - e, proprio perché pochi minuti fa è saltato il provvedimento precedente e noi finiremo ragionevolmente i lavori d'Aula di questa settimana nella giornata di domani, se non addirittura nella parte antimeridiana della seduta, c'era tutto il tempo per provare a discutere sul merito. Io invito a rileggere, a chi dice che non vogliamo la verità, alcuni nostri emendamenti, che riscrivono, sì, ma che danno un perimetro largo, perché larga è la necessità di riflessione. Insomma, fermatevi finché siete in tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendo atto che non c'è nessuno che vuole parlare a favore.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del seguito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 384-446-459-A, recante istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica al prossimo calendario dei lavori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 35 voti di differenza.

Seguito della discussione della proposta di legge: Mule' e Cavandoli: Disposizioni concernenti la definizione di un programma diagnostico per l'individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica (A.C. 622-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 622-A: Disposizioni concernenti la definizione di un programma diagnostico per l'individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica.

Ricordo che nella seduta del 22 maggio si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che fuori della seduta sono state ritirate dalla presentatrice le proposte emendative 1.01 Bonetti e 3.100 Bonetti.

Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.200 e 2.200, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A) e in relazione ai quali risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Presidente. In realtà, io voglio soltanto ricordare Giovanni Falcone (Prolungati applausi - l'Assemblea si leva in piedi). Oggi, fino ad ora, non se ne è parlato. La strage di Capaci…

PRESIDENTE. Chiedo scusa se la interrompo, ma è già programmato. Mi rendo conto della circostanza. Intanto, dedichiamo sicuramente questo applauso alle vittime della strage di Capaci.

Le volevo dire, deputata Dalla Chiesa, che era già stata concordata con altri gruppi, che avevano fatto analoga richiesta, la celebrazione dell'anniversario della strage di Capaci per le ore 19. Quindi, la rinviamo alle ore 19, come stabilito. Peraltro, presiederà il Presidente Fontana, che teneva particolarmente ad essere presente.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo a esprimere il parere sull'emendamento 1.200 della Commissione.

ANNARITA PATRIARCA, Relatrice. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ANNARITA PATRIARCA , Relatrice. Sull'emendamento 2.101 Girelli il parere è favorevole con la riformulazione che leggo: “alla lettera d), sostituire le parole da “di associazioni” fino alla fine della lettera con le parole “per ciascuna patologia delle associazioni maggiormente rappresentative delle persone affette da diabete di tipo 1 e da celiachia e dei loro familiari, e delle fondazioni di rilevanza nazionale operanti in materia, anche in attuazione del Titolo VII del codice del terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117;”.

Alla rubrica, aggiungere, in fine, le parole: “e sulla celiachia”. Soltanto questa riformulazione, poi parere favorevole.

PRESIDENTE. Il parere del Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere del Governo è sostanzialmente analogo nella seconda parte, mentre noi, sostanzialmente: al comma 1, alinea, dopo le parole “diabete di tipo 1”, aggiungeremmo le seguenti parole “e sulla celiachia”. Conseguentemente, al medesimo comma, medesimo alinea, sostituire la parola “dieci” con la parola “tredici”. Sostituire, inoltre, la lettera a) con la seguente lettera: “due rappresentanti del Ministero della Salute, di cui uno con funzioni di presidente”. Alla lettera c), sostituire la parola “cinque” con la parola “sei”. Poi, aggiungere, in fine, le parole “e sulla celiachia” (Commenti).

PRESIDENTE. È la stessa proposta di riformulazione letta dalla relatrice? Ha letto la stessa riformulazione, Sottosegretario Gemmato?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, praticamente è la stessa, Presidente. Specificavo il punto.

PRESIDENTE. Quindi, diamo per conforme il parere del Governo alla riformulazione dell'emendamento 2.101 Girelli? Io ho fatto una domanda molto precisa, perché…

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme, sì.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà. Su cosa?

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Per un richiamo al Regolamento, all'articolo 8 che, in questo caso, è proprio confezionato alla perfezione, perché noi, prima di votare, dovremmo capire che cosa stiamo votando. Ora, io capisco che ‘aggiùstate e méttete bene', come dicono a Roma, arriviamo a una soluzione. Ma agli atti parlamentari, il relatore presenta la riformulazione e si chiede al Governo se il parere è conforme. Il Governo non dice che è conforme ma si alza e dice: “sostanzialmente, però differiamo in una serie di cose”. E inizia a leggere. Dopodiché, qualcuno si sta domandando: e noi come votiamo, se abbiamo il parere del relatore in un modo e il parere del Governo in un altro? Adesso apprendiamo, dopo le sue parole - che evidentemente sono state convincenti - che il Governo ha detto: “favorevole”. Ma favorevole a che? Cioè, il Governo concorda con la riformulazione del relatore, che non è quella che ci ha spiegato il Governo, oppure no? Perché noi dovremmo sapere, prima di votare, in mano a chi stiamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.

ANNARITA PATRIARCA, Relatrice. Allora chiarisco un attimo il punto. C'è un emendamento a firma Girelli, Ciani, Furfaro, Stumpo, praticamente omogeneo a quello che ha letto il Sottosegretario. La riformulazione attiene soltanto al penultimo punto, lettera d). L'ho letta, è inutile che la rilegga. Questo è l'emendamento…

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Non lo deve dire a me, è il Governo che deve dire che è conforme!

PRESIDENTE. Deputato Giachetti, proprio perché si era creata una sorta di equivoco lessicale, oltre che procedurale, la Presidenza ha chiesto al Sottosegretario Gemmato, dopo aver ascoltato la lettura, se fosse d'accordo con la riformulazione dell'emendamento 2.101 Girelli, fatta dalla relatrice. A domanda, il Governo ha risposto “sì”. Quindi, la partita è chiusa (Commenti).

Adesso la relatrice dovrebbe dare il parere sugli altri emendamenti (All'ingresso in Aula della deputata Colosimo applausi e congratulazioni dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ANNARITA PATRIARCA, Relatrice. Sull'emendamento 2.1 Zanella, invito al ritiro o parere contrario, perché praticamente è assorbito dall'emendamento precedente. Sull'emendamento 2.200 della Commissione, parere favorevole. Sull'emendamento 2.2 Zanella, invito al ritiro o parere contrario,

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.101 Girelli. Deputato Girelli, accoglie la proposta di riformulazione che abbiamo ascoltato dalla relatrice?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Sì, grazie, Presidente, accolgo la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Con il consenso del primo firmatario, chiedo di poter sottoscrivere anch'io questo emendamento.

PRESIDENTE. D'accordo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 Girelli, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

L'emendamento 2.1 Zanella, a questo punto, risulta assorbito dall'approvazione dell'emendamento 2.101 Girelli.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 2.2 Zanella, su cui c'è un invito al ritiro: lo mettiamo in votazione, con il parere contrario della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Abbiamo soltanto l'emendamento 3.1 Zanella, perché l'emendamento 3.100 Bonetti è stato ritirato.

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ANNARITA PATRIARCA , Relatrice. Sull'emendamento 3.1 Zanella, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

Ha chiesto di parlare il deputato Girelli. Su cosa? Non abbiamo ancora detto nulla.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Presidente, ci stanno consegnando adesso gli ordini del giorno. Se possiamo avere il tempo di poterli vedere.

PRESIDENTE. Se il Governo è pronto, non c'è ragione di temporeggiare. Il Governo chiede, in conformità, a questo punto, con il deputato Girelli, una sospensione di 5 minuti. Quindi, la seduta riprenderà alle ore 16,35. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,30, è ripresa alle 16,40.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Invito il Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/622-A/1 Marianna Ricciardi e n. 9/622-A/2 Elena Bonetti. Sull'ordine del giorno n. 9/622-A/3 Faraone il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) e nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

PRESIDENTE. Onorevole Faraone accetta la riformulazione del suo ordine del giorno? Sì? Va bene. Gli altri ordini del giorno hanno ricevuto parere favorevole da parte del Sottosegretario Gemmato. I presentatori chiedono comunque che vengano posti in votazione? Onorevole Bonetti?

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Chiedo che comunque venga posto in votazione il mio ordine del giorno n. 9/622-A/2 e, se posso, faccio anche una brevissima dichiarazione di voto per ringraziare tutte le forze politiche della Commissione che hanno voluto sottoscrivere questo ordine del giorno ed il Governo per l'accoglimento dello stesso. È un ordine del giorno che vuole eliminare una discriminazione di genere, riguardo ai rimborsi per i prodotti per i celiaci, che ancora persiste, in riconoscimento del fatto che c'è oggi un'evidente discriminazione a livello di reddito, di potenzialità economica delle donne rispetto agli uomini. A fronte di questo, alle donne, alle bambine e alle ragazze viene rimborsata una cifra più bassa. È vero che c'è una motivazione di carattere scientifico rispetto all'apporto calorico necessario, nella media, così riconosciuta, ma è altrettanto vero che, ad esempio, nelle mense scolastiche non chiediamo alle ragazze di pagare meno dei ragazzi. Quindi, ringrazio per questo parere favorevole sul mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/622-A/2 Elena Bonetti, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Ricordo che sull'ordine del giorno n. 9/622-A/3 Faraone c'è stata una proposta di riformulazione del Governo e il deputato Davide Faraone l'ha accolta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi e signori del Governo, parto da due numeri: 300.000 e 233.000 sono, rispettivamente, le stime dei casi diagnosticati di diabete di tipo 1 e di celiachia. L'incidenza del diabete di tipo 1 è in aumento in tutto il mondo e in Italia, come si evince dai dati Istat: colpisce quasi lo 0,5 per cento della popolazione, mentre per la celiachia, stando a quanto riportato dalla più recente relazione annuale al Parlamento sulla celiachia e ai dati del 2020, la stima della sua prevalenza si aggira intorno all'1 per cento; è stato calcolato infatti che, nella popolazione italiana, il numero totale dei celiaci si aggiri intorno ai 600.000 contro i 233.000 a oggi diagnosticati. Numeri, dunque, in costante aumento e che nel complesso iniziano a interessare una fetta importante di popolazione, senza contare ovviamente i familiari e quanti sono chiamati ad assistere, in varie forme, coloro che sono affetti dalle patologie in oggetto. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che esiste una correlazione evidenziata tra due patologie: una percentuale dall'1,5 per cento al 10 per cento dei soggetti con diabete di tipo 1 presenta anche il morbo celiaco, con una prevalenza media dell'associazione tra queste due malattie autoimmuni che va dal 4,1 al 6,5 per cento. A fronte di quanto detto, la proposta di legge che ci apprestiamo a votare pone al centro il vero tema che fa da sfondo alla problematica poc'anzi evidenziata e che, in buona sostanza, rappresenta una via per limitarne gli effetti, ovvero un programma di salute pubblica di diagnosi tramite screening, destinato alla popolazione in età infantile e adolescenziale, individuata nel range di età da 1 a 17 anni. Grazie allo screening, infatti, è possibile individuare già in età pediatrica gli anticorpi del diabete di tipo 1 e della celiachia. Tale operazione permetterebbe di prevenire l'insorgenza di chetoacidosi in soggetti affetti da diabete di tipo 1 e di rallentare la progressione della malattia mediante l'impegno delle terapie disponibili, oltre che di ottenere diagnosi precoci della celiachia.

Il provvedimento in esame fa seguito a quanto già previsto dalla legge di bilancio del 2023, che ha istituito, nello stato di previsione del Ministero della Salute, un Fondo allo scopo di finanziarie futuri investimenti normativi per la realizzazione di un programma pluriennale di screening su base nazionale della popolazione pediatrica, per l'individuazione di anticorpi del diabete di tipo 1 e della malattia celiaca, Fondo che il presente provvedimento rifinanzia in modo consistente per gli anni futuri, a partire dall'anno 2024. Completano il quadro della proposta di legge la costituzione dell'Osservatorio nazionale sul diabete di tipo 1 presso il Ministero della Salute, al fine di studiare ed elaborare le risultanze dello screening e pubblicare annualmente una relazione nel sito Internet istituzionale del Ministero della Salute, la previsione di campagne periodiche di informazione e di sensibilizzazione sociale sul tema ad opera del Ministero della Salute stesso, con specifico riferimento all'importanza della diagnosi precoce in età pediatrica e per la conoscenza del programma di screening sopraindicato e la destinazione di risorse importanti proprio al fine di finanziare lo screening in oggetto.

È un provvedimento, dunque, che parte essenzialmente dall'ascolto di evidenze scientifiche e dalle esperienze dei soggetti interessati, per giungere ad una conclusione: puntare sulla prevenzione per lenire e diluire gli effetti di due patologie. Tutto questo anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni maggiormente rappresentative dei familiari di persone affette da diabete di tipo 1 e da celiachia, le quali - come prevede il testo - verranno interpellate nel processo di adozione di tutte le misure necessarie per adottare il programma pluriennale di screening su base nazionale nella popolazione pediatrica a partire dal 2024, una strada che, signor Presidente, condividiamo e riteniamo di dover percorrere al fine di comprendere ancor meglio le proporzioni dei fenomeni in atto, con l'obiettivo di curare e seguire con attenzione, passo dopo passo, l'evolversi della situazione ed evitare, dunque, in un futuro prossimo, di trovarci costretti a rincorrere le patologie e le loro eventuali conseguenze.

Per tutte queste ragioni annuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Luana Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. La proposta di legge in esame intende realizzare un programma di salute pubblica di diagnosi, tramite screening, destinato alla popolazione in età infantile e adolescenziale, nella fascia di età da 1 a 17 anni, per identificare i soggetti a rischio di sviluppo di diabete di tipo 1 e/o di celiachia. La diagnosi precoce è necessaria e deve essere sostenuta per ridurre le complicanze, potenzialmente mortali, derivanti da questo tipo di malattie. Con il diabete di tipo 1 si assiste alla distruzione delle isole pancreatiche e deve essere gestito mediante una terapia a vita che prevede la somministrazione di insulina per via iniettiva. La diagnosi precoce permette di attuare apposite strategie di prevenzione della chetoacidosi diabetica in esordio, che può portare al coma, con necessità di terapia intensiva e, in casi estremi, anche alla morte.

Altrettanto importante è porre l'attenzione alla celiachia; si tratta di un'infiammazione cronica dell'intestino tenue a carattere genetico, con caratteristiche di malattia autoimmune, dovuta al glutine, che determina la necessità di rimozione a vita di tale componente dalla dieta individuale. Oggi, assistiamo al fatto che moltissime persone affette da celiachia non hanno una diagnosi accertata, a causa dei sintomi lievi e spesso atipici. Come detto anche nel corso della discussione generale, recenti studi in materia hanno segnalato la correlazione tra le due patologie. È in atto una discussione scientifica tesa a valutare se le due malattie, aventi gli stessi fattori genetici, si possano considerare due epifenomeni dovuti alla medesima predisposizione, oppure se il glutine abbia un diretto o indiretto ruolo causale anche nella malattia diabetica.

La proposta di legge in esame si compone di 4 articoli e, al fine di prevenire l'insorgenza di chetoacidosi in soggetti affetti da diabete tipo 1 e di rallentare la progressione della malattia mediante l'impiego delle terapie disponibili, nonché di effettuare la diagnosi precoce della celiachia, all'articolo 1, prevede l'emanazione di un decreto del Ministro della Salute entro 120 giorni dall'entrata in vigore della proposta stessa, che indichi i criteri per l'adozione di un programma pluriennale di screening su base nazionale della popolazione pediatrica per l'individuazione degli anticorpi del diabete di tipo 1 e della celiachia.

A seguito dell'approvazione di due emendamenti nel corso dell'esame in sede referente, si prevede che debba essere acquisito preventivamente il parere della Conferenza Stato-regioni e che debbano essere sentite - questo è un aspetto molto importante - le associazioni e fondazioni maggiormente rappresentative delle persone con dette patologie. Il programma di screening sarà avviato a partire dall'anno 2024 ed è autorizzata una spesa di 3,85 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e di 2,85 milioni di euro annui, a decorrere dall'anno 2026, a valere sullo specifico fondo istituito presso il Ministero della Salute.

L'articolo 2 prevede l'istituzione di un osservatorio nazionale sul diabete di tipo 1 presso il Ministero della Salute, costituito da componenti nominati, con decreto, dal Ministro stesso. L'osservatorio ha il compito di elaborare le risultanze dello screening e di pubblicare annualmente una relazione sul sito Internet istituzionale del Ministero della salute.

All'articolo 3 si prevedono campagne periodiche di informazione e sensibilizzazione sociale sul tema in oggetto ad opera del Ministero della Salute, con specifico riferimento all'importanza della diagnosi precoce in età pediatrica e per la conoscenza del programma di screening. Segnalo con soddisfazione l'accoglimento di due nostre proposte emendative all'articolo 1 volte, data l'importanza degli screening di cui alla presente proposta di legge, a prevedere il coinvolgimento di regioni e province autonome e anche quello delle associazioni dei familiari, con cui siamo arrivati e arrivate ad una mediazione molto positiva.

Abbiamo proposto di inserire, all'articolo 2, nell'osservatorio nazionale sul diabete tipo 1 anche ed espressamente le associazioni di familiari di coloro che sono malati di diabete di tipo 1, in quanto le associazioni previste dalla lettera d) sembrano riferirsi a quelle scientifiche e non alle associazioni familiari. Così come abbiamo proposto, sempre all'articolo 2, che l'osservatorio non raccolga solo i dati relativi agli screening, ma che elabori anche proposte da porre all'attenzione del Ministero della Salute per renderli sempre più utili ed efficaci e indicando anche eventuali criticità che emergessero territorialmente dall'attuazione di quanto disposto dalla proposta di legge.

Infine, abbiamo proposto alcune campagne di informazione sullo screening, che siano promosse con il coinvolgimento delle regioni e delle province autonome e siano effettuate su tutto il territorio nazionale, sempre tenendo in considerazione la necessità dell'omogeneità degli interventi su tutto il territorio.

Si tratta di un provvedimento che non può che essere accolto favorevolmente, perché promuove la prevenzione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Presidente, colleghe e colleghi, credo che sia un provvedimento positivo, buono, quello che oggi ci apprestiamo a votare e anticipo da subito il voto favorevole del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe. Ringrazio il primo firmatario, Presidente Mule', per averlo sottoposto al dibattito parlamentare, la relatrice e il lavoro della Commissione che ha trovato piena convergenza. Purtroppo, non piena convergenza sugli emendamenti, perché, di due emendamenti, che sono risultati onerosi e che avevamo presentato, ci è stato chiesto il ritiro. Uno di questi, come ho già avuto modo di dire in dichiarazione di voto, è stato trasformato in un ordine del giorno; è un primo passo importante, perché vuole superare la discriminazione di genere ancora esistente sul rimborso che le bambine hanno rispetto ai bambini, le ragazze rispetto ai ragazzi, le donne adulte rispetto agli uomini adulti. È un passaggio importante e auspico che la piena convergenza nel dibattito in Commissione sia un segnale positivo, affinché il Governo possa davvero accogliere e dare seguito all'impegno che l'ordine del giorno prevedeva.

Il secondo emendamento, che, purtroppo, non è stato accolto, è bene, però, che si sia accolto l'ordine del giorno a prima firma del collega Faraone, riguarda la possibilità di estendere la riduzione dell'IVA a tutti i prodotti destinati ai celiaci. Credo che anche questo sia un segno importante, non solo per chi è affetto da questa patologia, ma anche ovviamente per le loro famiglie.

La proposta di legge a prima firma Mule' è un passaggio importante, perché affronta il tema sia del diabete sia della celiachia con un approccio sinergico, di sistema, introducendo un necessario percorso di screening, oggi mancante, e, accanto a questo, una campagna di informazione. Sono due elementi fondamentali, da un lato, per la presa in carico tempestiva di queste patologie e, quindi, di una risposta adeguata, dall'altro lato, per una sensibilizzazione della popolazione per quanto riguarda la diffusione della consapevolezza. È un dato che sono aumentate le diagnosi rispetto a entrambe le malattie e credo che questo ulteriormente debba imporre una presa in carico che sia ancora più diffusa ed efficace.

Mi permetto, tuttavia, di segnalare che, probabilmente, avremmo potuto fare qualche passo in più per quanto riguarda la prevenzione non solo secondaria, ma anche primaria. Auspico che questa prima proposta di legge, attraverso le campagne di informazione, attraverso l'Osservatorio che viene istituito, attraverso le operazioni di screening, possa aprire un tema di formazione ad un corretto stile di vita - pensiamo al tema dell'educazione alimentare, al contrasto a fenomeni come l'obesità -, ad una opportuna promozione di stili di vita, che sempre di più si stanno imponendo come necessari anche rispetto ai processi di invecchiamento della nostra popolazione.

Su questo non posso non aggiungere una nota e un auspicio, ossia che un'azione integrata tra prevenzione, educazione e informazione - che, quindi, in qualche modo, deve entrare nei percorsi scolastici in modo diffuso -, e una presa in carico, in particolare, da parte dei pediatri per la popolazione infantile, abbiamo, come corrispondenza, una regia più strutturata e finanziata del nostro sistema sanitario nazionale, da un lato, con l'investimento in quei presidi di medicina territoriale, che devono essere rafforzati e che oggi rimangono insufficienti, e, dall'altro, con una promozione e un'implementazione di quelle forme anche di innovazione digitale, tecnologica, di medicina personalizzata, che devono andare in questa direzione.

Su questo, mi permetto di tornare all'inizio del mio intervento rispetto al tema della discriminazione di genere. Su questo tipo di patologie, in particolare, ma anche in generale nella finalizzazione dei percorsi verso la medicina personalizzata, la telemedicina, non possiamo prescindere da una valutazione di promozione di una medicina di genere specifica e, quindi, dall'analisi e dalla raccolta di dati che abbiano in se stessi una disaggregazione rispetto all'età, rispetto al genere, rispetto al sesso, rispetto alle condizioni di vita.

Mi auguro che questi percorsi previsti nella legge possano essere un esempio virtuoso in questa direzione.

Riconfermando, quindi, il voto favorevole del nostro gruppo, auspico che questo sia un primo passo anche di una sana collaborazione tra opposizione e maggioranza, cosa che non abbiamo sempre visto, ma che riconfermo essere accaduta in questa situazione. Ringrazio nuovamente per questo sia il Sottosegretario Gemmato che la relatrice Patriarca, nonché il firmatario, il Presidente Mule' (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il Presidente Mule'. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI-PPE). Grazie, Presidente. Veda, comincerò questo intervento da quella che solitamente è la parte finale, cioè dai ringraziamenti, perché poi la legge va in una direzione che vorrei spiegare alla fine.

I ringraziamenti, sono, innanzitutto, al Ministro della Salute Orazio Schillaci, al Sottosegretario Marcello Gemmato, per la sensibilità che hanno dimostrato immediatamente nel seguire questa legge, nel fare in modo che avesse quel carburante, cioè quei soldi che questa legge necessitava. I ringraziamenti sono al presidente della Commissione Affari sociali Ugo Cappellacci, alla relatrice Annarita Patriarca. Il ringraziamento più grande, però, è a ognuno dei componenti di quest'Aula, a loro che, già nelle votazioni che abbiamo fatto sugli emendamenti e sui singoli articoli, hanno votato all'unanimità, in maniera compatta e convinta, come dimostrano le dichiarazioni di voto, rispetto ad un provvedimento che crede nella forza della scienza, che va nella direzione della speranza, della prevenzione e della diagnosi precoce.

D'altronde era certo - io ne ero certo - che nessuno in quest'Aula avrebbe potuto votare contro la vita o per non allungare o non tendere la mano verso chi ha diritto di sapere il destino a cui va incontro, essendo capace, però, grazie a questa legge, di poterlo deviare, di potere non accettare inconsapevolmente un destino tragico, drammatico.

Con questa legge la Camera dei deputati dimostra, visto che si tratta di una legge di iniziativa parlamentare, di saper fare bene il suo lavoro. Maggioranza e opposizione - lo dicevano prima bene la collega Bonetti e gli altri colleghi -, ci siamo ritrovati insieme e, in meno di 6 mesi, oggi approviamo questa legge che è un grande traguardo per l'istituzione che ognuno di noi rappresenta.

Qualcuno si è interrogato sulla genesi di questa legge, sul perché un deputato presenti una legge su queste due patologie. Qualcuno ha immaginato che fosse legato, magari, all'interesse di alcuni gruppi, magari di alcune fondazioni, ma la realtà è molto più semplice ed è giusto che venga raccontata in quest'Aula.

Questa legge nasce grazie alla storia di due ragazzi: uno si chiamava Alessandro, l'altro si chiama Alfonso. Hanno la stessa età, hanno 13 anni, entrambi studenti di terza media, la stessa città di residenza, la stessa patologia - il diabete di tipo 1 -, ma un destino diverso. Alessandro non è più tra noi perché non gli venne diagnosticata in tempo una forma acuta e grave di chetoacidosi diabetica, che è la più comune tra le complicanze legate al diabete di tipo 1. E anche Alfonso, come Alessandro, quando arrivò in ospedale - era il 14 giugno di un anno fa -, aveva gli stessi sintomi, aveva una spossatezza non comune, nonostante fosse sottoposto allo stress degli esami di terza media, aveva le gambe che gli pesavano come se fossero dei macigni, come se qualcuno lo avesse bastonato, aveva una sete inarrestabile, continua. La fortuna di Alfonso - se così la possiamo chiamare - fu che, fin dall'età di 2 anni, sapeva di essere celiaco e, dunque, quei sintomi furono ricollegati a una degenerazione con l'insorgenza del diabete di tipo 1 attraverso quella crisi di chetoacidosi. Alfonso si è salvato e oggi convive con la patologia grazie alla straordinaria capacità che lui ha (come ce l'hanno decine di migliaia di ragazzi) di saper convivere con una vita che è stravolta (Applausi). Nessuno lo potrà mai sapere ma, se questa legge fosse stata già in vigore alcuni anni fa, forse c'è la ragionevole certezza che Alessandro non sarebbe morto (Applausi).

Questa legge prevede che tutta la popolazione pediatrica da 0 a 17 anni subisca questo test per identificare ragazzi e adolescenti a rischio di sviluppare il diabete di tipo 1 e la celiachia. Grazie a questa legge, avremo la possibilità di avere una diagnosi precoce per ridurre conseguenze che, come abbiamo appena raccontato, sono potenzialmente mortali.

Ogni giorno, in Italia, 4 bambini scoprono di essere affetti da diabete di tipo 1, mentre un recente ed autorevolissimo studio ci dice che, in Italia, un ragazzo ogni 60 è affetto da celiachia. Prevenzione e diagnosi precoce, informazione e campagne di sensibilizzazione: è qui lo spirito e il perno di questa legge, perché il nostro nemico tende a nascondersi. Il periodo di incubazione del diabete di tipo 1 ha, infatti, carattere asintomatico, lo possiamo svelare unicamente attraverso lo screening, che è previsto da questa legge, grazie al quale verranno identificati gli anticorpi che consentono la diagnosi precoce, con la possibilità di mettere in atto le strategie di prevenzione.

Vale anche per la celiachia: almeno la metà delle persone affette da questa patologia non ha una diagnosi accertata, a causa di una sintomatologia lieve o, addirittura, assente. E, ancora, come per il diabete di tipo 1, la diagnosi, grazie alla rilevazione della presenza nel sangue degli anticorpi, ne rileva la presenza. Quando ciò non accade, si va incontro ad altre patologie che compromettono la crescita dei ragazzi, oltre a causare disturbi gastrointestinali di carattere cronico.

Vorrei che pensaste un poco al calvario che le famiglie e tutto l'ambiente familiare - e questo dovrà chiamarci in futuro a intervenire ancora - sono costretti a subire. È una vita segnata dagli allarmi di una ipoglicemia o un'iperglicemia, una vita segnata a guardare nello smartphone se il valore è superiore o inferiore rispetto alla soglia, una vita che trascorre con orari che non possono essere derogati, ma che devono essere sempre gli stessi: a quell'ora bisogna mangiare e bisogna mangiare esattamente quanto previsto e correggere eventualmente con l'insulina. È una vita che coinvolge padri, madri, sorelle, nonni: tutti, tutti quanti devono star dietro a questa malattia. Dovremo impegnarci per avere e dare il supporto psicologico anche alle famiglie che hanno il diritto di abituarsi a convivere con queste patologie.

Devo alla Fondazione italiana diabete un ringraziamento particolare, perché la loro professionalità e la loro conoscenza della materia mi hanno consentito, ci hanno consentito, di mettere la legge sui binari giusti, così come devo un ringraziamento al professor Emanuele Bosi, direttore di medicina interna indirizzo diabetologia dell'ospedale San Raffaele, e al professor Carlo Catassi, responsabile scientifico per l'Università Politecnica delle Marche. Sicuramente dimentico qualcuno, però, ripeto, alla memoria di Alessandro e alla determinazione ed al coraggio di tutti quelli che con Alfonso combattono questa patologia, questa legge va dedicata, con il ringraziamento, ancora una volta, ad ognuno di voi (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi il nostro Paese taglia un ottimo traguardo e si pone all'avanguardia nella prevenzione di due patologie in costante aumento nella popolazione pediatrica: il diabete di tipo 1 e la celiachia. Il dato generale da considerare è che il 60 per cento delle circa 600.000 persone che in Italia soffrono di celiachia non ha ancora una diagnosi. È il dato che è stato sottolineato dall'Associazione italiana celiachia, proprio in occasione della Giornata internazionale, il 16 maggio.

Questa legge, dunque, risponde al bisogno urgente espresso da una realtà i cui dati sono importanti ed esigono una soluzione. Sono allarmanti i numeri di bambini in età scolare e di adolescenti, che scoprono di essere diabetici quando la patologia già si manifesta, con eventi drammatici derivanti proprio dalla mancata diagnosi.

Parliamo di ragazzi che possono sviluppare una chetoacidosi diabetica, con nausea e vomito, fino ad arrivare ad edema cerebrale e coma. Quello è un momento in cui è già tardi, perché per tutta la vita anche le loro famiglie dovranno farsi carico di cure costanti. Sarà necessaria una terapia adeguata, un'alimentazione meticolosa e attenta.

Questa è una buona legge e non abbiamo problemi non solo a riconoscerlo, ma anche ad appoggiare oggi l'azione in merito di questa maggioranza e di questo Governo, perché, come ho già detto durante un precedente intervento, ci troverete sempre pronti quando si tratta del bene del Paese e della tutela della salute pubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Da medico so bene quanto la prevenzione e la diagnosi precoce siano fondamentali, per mitigare o addirittura evitare le complicanze che impattano sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza. È fondamentale investire in prevenzione. Ricordiamolo sempre: la prevenzione non è una spesa ma un investimento, perché le risorse che investiamo oggi in prevenzione si traducono in un risparmio sulla gestione delle complicanze evitate domani, in un risparmio sulle giornate lavorative perse a causa dello sviluppo di disabilità legata proprio alle complicanze.

Per la prima volta una legge dello Stato parla specificamente di diabete di tipo 1 e siamo il primo Stato al mondo ad avere una legge per lo screening sistematico di diabete e celiachia nella popolazione pediatrica.

Nello specifico, la legge consentirà di prevenire nei bambini da 1 a 17 anni, destinati ad avere il diabete di tipo 1, l'insorgenza dei sintomi più pericolosi come la chetoacidosi, che può essere letale; permetterà di avere maggiori informazioni per comprendere meglio le cause della malattia, con la possibilità di introdurre strategie farmacologiche per rallentarla e possibilmente fermarla; inoltre, permetterà di diagnosticare precocemente la celiachia, che può portare molte complicanze se non diagnosticata.

Oltre allo screening la legge dota l'Italia di un osservatorio nazionale su queste due malattie e prevede la realizzazione di campagne informative per sensibilizzare la popolazione sulle patologie e sull'importanza dello screening preventivo. L'attenzione alla diagnosi precoce e alla prevenzione avrà un forte impatto anche sulle famiglie dei malati di diabete di tipo 1. È, infatti, purtroppo noto che i familiari dei malati - penso in particolare a fratelli, sorelle e figli - hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia rispetto alla popolazione generale.

Quindi, potere evitare esordi complessi o ritardare oggi, per prevenire, sperabilmente, in futuro, l'insorgenza della malattia, è un obiettivo che abbiamo il dovere di perseguire. Sicuramente, identificare e seguire persone destinate ad ammalarsi darà impulso alla ricerca di terapie, che ci avvicineranno all'obiettivo di comprendere la causa della malattia, in modo che ogni cura, preventiva o successiva, possa essere più efficace possibile.

Personalmente, ritengo che si possano fare altri passi avanti, motivo per cui avevo presentato un ordine del giorno, accolto dal Governo, che chiede un impegno a intraprendere ulteriori iniziative per potenziare la campagna informativa all'interno degli studi medici pediatrici e di medicina generale, anche mediante l'affissione di manifesti informativi e brochure mirate sul tema e per includere nel prossimo aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza alcune prestazioni per la diagnosi precoce della celiachia nei soggetti ritenuti maggiormente a rischio. Occorre, poi, favorire l'acquisto dei prodotti per pazienti affetti da celiachia con un contributo mensile, con l'obiettivo di coprire il fabbisogno nutrizionale giornaliero di carboidrati da soddisfare con alimenti specificamente formulati, tenendo conto dei LARN, i livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana, che sono stabiliti dalla Società italiana di nutrizione umana, che rappresenta il punto di riferimento per definire il fabbisogno energetico della popolazione.

Oggi, colleghi e colleghe, mostriamo, con unione di intenti, cosa dovrebbe fare il Parlamento ogni giorno in materia di sanità e di salute pubblica, al di sopra delle ideologie e di ogni bandierina, esclusivamente per il bene dei cittadini. Questo è il motivo per cui annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente. La legge in votazione prevede di spingere il processo di prevenzione nella popolazione pediatrica da 1 a 17 anni del diabete 1, con lo scopo di evitare complicanze lesive sulla salute dei pazienti, come i quadri di chetoacidosi grave. Il provvedimento, attraverso un attento screening predittivo - quindi, non opportunistico, a malattia conclamata -, consentirà ogni maggiore informazione sulle cause di insorgenza della malattia e l'inserimento precoce di terapie farmacologiche che rallentano il corso della malattia. Altrettanta attenzione viene data alla diagnosi precoce della celiachia, causa di complicanze gravi, se non diagnosticata. Si stima oggi che il 65 per cento dei casi non sia diagnosticato. Le malattie attenzionate dalla proposta di legge sono spesso collegate con un'incidenza di patologie correlabili, pari al 6 per cento.

Si istituisce un osservatorio sul diabete di tipo 1, con il compito di elaborare le risultanze dello screening e favorire campagne – importantissime - di sensibilizzazione e formazione. Lo screening, combinato con la stessa indagine, quindi, individuerà in via predittiva i soggetti a rischio patologia celiaca e diabete 1. La rivoluzione legata agli screening, oggi, è uno dei capisaldi della prevenzione correlata ai percorsi di diagnosi e cura applicati alla popolazione pediatrica, spesso l'unica forma di reale controllo di tutte quelle patologie, che, cronicizzandosi, inducono un notevole aggravarsi di patologie multiorgano, con enormi costi per il sistema sanitario nazionale. La prevenzione è un tema di politica sanitaria attuale e moderna, sia in termini di adeguatezza delle cure che di risparmio di risorse, e si inserisce in un contesto di razionalizzazione delle risorse economiche, ma, ancor più, di promozione del sistema sanitario nazionale in termini di tutela della salute in età pediatrica.

Con il provvedimento, si propone di istituire un programma diagnostico di salute pubblica per individuare quanto più precocemente i soggetti a rischio -, attraverso il riscontro degli anticorpi contro le cellule beta nel pancreas e degli anticorpi anti-glutine - delle patologie in oggetto. Particolare rilevanza finalmente andrà data, oltre che al diabete, alla celiachia, correlata, se non diagnosticata precocemente, a forme gravissime di malassorbimento e ritardi staturali legati alla scarsa mineralizzazione ossea. Lo screening del diabete 1 e della malattia celiaca, l'istituzione di un osservatorio, le campagne di sensibilizzazione e di formazione, mostrano l'attenzione di questo Governo verso temi di salute e di sanità pubblica. È per questo che esprimiamo il voto favorevole, a nome della Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gian Antonio Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Indubbiamente il provvedimento che andiamo ad approvare, credo all'unanimità, ci pone di fronte ad alcune fotografie di realtà che dobbiamo considerare, oltre che ad alcuni impegni per il futuro non certo banali. Fotografie di realtà perché fra di noi dobbiamo dirci, con sincerità, che, attraverso una legge, interveniamo su aspetti tecnici molto specifici e anche su percorsi diagnostico-terapeutici che, in realtà, dovrebbero far parte del sistema sanitario, senza bisogno di una legge specifica che li vada a normare e a introdurre, oltretutto intervenendo in campi soggetti a mutazioni anche notevoli, dove quello che possiamo prevedere come strumento di intervento, nel giro di un relativo breve periodo, può essere superato da quanto la scienza ci può consegnare.

Il secondo aspetto segna anche la necessità di introdurre come sistema di prevenzione - definiamolo così - un controllo clinico nella fascia di età che va da 1 a 17 anni, quindi bambini e giovani, e anche su questo punto andando ad evidenziare un vulnus del sistema, laddove - verrebbe da dire - dovremmo poter garantire senz'altro, in quella fascia di età, un controllo sistemico per queste patologie, ma, più in generale, per le possibili patologie o future complicanze che un bambino o un ragazzo può avere nel corso della sua crescita.

L'altro aspetto è che abbiamo - soprattutto tramite un nostro emendamento - introdotto la necessità di avere un confronto con le realtà espressione dei malati e delle loro famiglie, attraverso il sistema degli osservatori, che anche in questo caso - mi verrebbe da dire - sarebbe buona cosa avere come metodo di lavoro, di coinvolgimento e di partecipazione in ogni forma di patologia e in ogni situazione sanitaria più o meno complessa, che sempre di più, proprio per quanto già emerso e detto anche dai colleghi, sono fatte da tante situazioni, dagli stili di vita e alimentari, dall'attenzione ad alcuni segnali fisici e quant'altro. Questi, dunque, dovrebbero diventare forma di supporto costante all'attività del sistema sanitario.

Ma tutto ciò detto e considerando che la realtà ci consegna una situazione ben diversa, ben venga questo provvedimento, che, oltretutto, mette assieme due patologie tra loro distanti, sebbene con alcuni punti in comune, che giustificano il fatto che sono affrontate nel medesimo provvedimento. Certamente, c'è una differenza sostanziale e intervenire, per quanto riguarda il tema del diabete e la sua possibile degenerazione, significa molte volte decidere sulla qualità e sulla durata della vita futura di questi ragazzi, mentre per la celiachia si mette in evidenza il potenziale pericolo dell'insorgere della malattia, senza, però, chiaramente poterne prevedere effettivamente la comparsa e, quindi, creare una situazione anche di dubbio, se si vuole, che può accompagnare le persone per il resto della vita.

Però, è da sottolineare un aspetto, cioè che in ambo i casi al momento non abbiamo una soluzione, perché noi possiamo prevedere ciò che può succedere ma, appunto, al momento non abbiamo la capacità - perché non conosciamo la risposta scientifica - della guarigione. Certo è che per il diabete, come dicevo in precedenza, si evita l'evoluzione verso una specifica situazione, anche in maniera molto determinante. Da qui, quindi, l'altro aspetto che io credo non possiamo non sottolineare, perché, nel momento in cui approviamo questa proposta di legge, noi non abbiamo risolto o dato risposta a un problema. Abbiamo affrontato un tema e intravisto alcune soluzioni parziali, che ci impegnano sotto due aspetti che, secondo me, sono altrettanto importanti, dei quali, se siamo sinceri nel voto, non possiamo non tener conto: in primo luogo, un grande investimento nella ricerca, perché è chiaro che, quando si parla di patologie, o investiamo in ricerca oppure rischiamo di non ottenere il risultato; perché quella è la vera strada del futuro.

Poi, è un grande impegno verso queste persone, a cui diciamo: attiviamo uno strumento come quello dello screening e mettiamo in condizione te, la tua realtà familiare e il tuo contesto, di poter conoscere anche una difficoltà futura che dovrai andare ad affrontare, ma non ti lasciamo solo nel farlo. Quindi, dobbiamo essere capaci di creare un sistema sanitario di prossimità che ti sta vicino, che ti segue, che ti mette in condizione, appunto, di non essere lasciato di fronte alla tua difficoltà, supportato anche da quell'aiuto psicologico che accompagna la persona e il ragazzo che vivono la situazione ma anche il suo contesto familiare, perché non dimentichiamo mai che il disagio della malattia pervade, poi, tutta la vita di una famiglia e tutto un contesto. Allora, io credo che il “sì” convinto, con il voto favorevole su questo provvedimento, sia un voto che va a dire a tante persone: sappiamo che vivete questa situazione, cerchiamo di mettere in campo le possibilità che in questo momento abbiamo, ma soprattutto - e credo che questa sia la parte più importante - da adesso in poi vi terremo in considerazione per tutto il resto di cui sicuramente avrete bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marta Schifone. Ne ha facoltà.

MARTA SCHIFONE (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi, intervengo oggi a nome del gruppo sulla proposta di legge d'iniziativa del deputato Mule' e annuncio subito il voto favorevole su un provvedimento che è apparso di buon senso e che si prefigge di lavorare soprattutto nell'ambito di quella che rappresenta la stella polare in sanità. Sto parlando, naturalmente, della prevenzione. Infatti, la proposta di legge punta proprio alla definizione di un programma di diagnosi tramite screening predittivo e non opportunistico di diagnosi precoce che possa concorrere a ridurre le complicanze delle malattie, rivolto ai minori contemplati, appunto, in un range di età che va da 1 a 17 anni per identificare il diabete di tipo 1 o la celiachia. È una norma che non ha o non dovrebbe avere colore politico, perché si parla della salute dei bambini, di quella dei nostri figli. In Commissione c'è stato il voto favorevole di tutti i gruppi, con la sola astensione di uno ed è una norma, questa, che ha ricevuto parere favorevole anche dalla Commissione bilancio, per cui auspichiamo che possa trovare la più larga condivisione, che - mi sembra di poter dire - ci sarà e, dunque, sarà approvata all'unanimità.

Le due patologie in oggetto non a caso sono state accoppiate, perché hanno dei profili di omogeneità sia nell'eziologia, sia nell'insorgenza e sia nella platea di riferimento. Il diabete di tipo 1 rappresenta circa il 10 per cento dei soggetti diabetici. È chiamato spesso diabete giovanile o insulino-dipendente, in quanto insorge proprio nell'infanzia e nell'adolescenza. È la malattia cronica endocrino-metabolica più frequente nell'età pediatrica, età in cui tipicamente esordisce, e rappresenta circa l'85-90 per cento dei casi di diabete in età evolutiva. In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono circa 300.000 e l'incidenza di questa patologia è in aumento in tutto il mondo. Infatti, la prevalenza del diabete di tipo 1 in bambini e giovani adulti è raddoppiata negli ultimi 25 anni e ci si aspetta che aumenti ulteriormente nei prossimi anni. Si registra un incremento dell'incidenza di circa il 3 per cento per anno su tutto il territorio nazionale. Invece, la celiachia è, come sappiamo, un'enteropatia infiammatoria e la stima della sua prevalenza si aggira all'1 per cento. È stato calcolato che nella popolazione italiana il numero totale di celiaci si aggiri intorno a 600.000, contro i 233.000 ad oggi diagnosticati. In Italia i soggetti affetti da questa patologia sono in un trend in crescita. Vengono effettuate oltre 9.000 nuove diagnosi, con una prevalenza generale della malattia dello 0,41. Come dicevamo, la media stimata nei Paesi occidentali è circa l'1 per cento e, quindi, si può ipotizzare che le mancate diagnosi potrebbero arrivare al 60 per cento dei casi. Vi ho portato all'attenzione questi dati, che già sono stati ampiamente discussi, per corroborare la bontà di questo progetto legislativo e sottolineare alcune evidenze attraverso numeri e statistiche di fonti autorevoli. Corretto è stato l'accoppiamento del binomio celiachia e diabete di tipo 1, perché ci sono validi studi in letteratura che ci parlano di correlazione fra l'insorgenza di queste due patologie in concomitanza e, quindi, è corretta l'applicazione del doppio screening, perché ci sono evidenze scientifiche che parlano di possibile comorbilità. In secondo luogo, queste patologie, che presentano importanti trend di accrescimento, con numeri epidemiologici destinati fatalmente a crescere, vanno attenzionate. Ci troviamo di fronte a patologie scarsamente diagnosticate e la frequente mancata diagnosi è, da un lato, a causa di sintomatologie blande, o, dall'altro, a causa della presenza della patologia silente, la qual cosa non consente non solo la conclamata diagnosi, ma anche la successiva appropriatezza terapeutica.

Questo ci porta direttamente al prossimo punto che volevo rappresentare, ossia la quantità e la qualità importante di complicanze che potrebbero generarsi dalla mancata diagnosi. Penso, per il diabete, alla chetoacidosi, che è stata molte volte citata, alle malattie cardiovascolari, alle neuropatie, alla nefropatia, alle complicanze oculari e alle amputazioni. Per i celiaci potrebbe comportare, in età pediatrica, una flessione del ritmo accrescitivo e un malassorbimento intestinale, e, in età giovanile, il rischio di demineralizzazione ossea. Tutte complicanze invalidanti e, fino alle estreme conseguenze, anche mortali, che possono essere minimizzate dalla terapia e dalla terapia precoce, e che vengono invece aggravate e accelerate in caso di reiterazione, in assenza, da un lato, dell'aderenza alla terapia insulinica e, dall'altro, dell'aderenza alla dieta aglutinica, che ricordo essere l'unica cura per i pazienti celiaci.

Altra variabile importante è che entrambe le patologie vengono anche classificate spesso come malattie sociali, di alto interesse sociale, perché, oltre alle loro dimensioni epidemiologiche, investono la famiglia del paziente, ma anche ovviamente le strutture sanitarie e l'assistenza, amplificando tutto in questi contesti, perché, lo ricordo, ci occupiamo di platee pediatriche. La patologia è cronica, evolutiva e ad alto rischio di complicanze. Chi ne è affetto avverte tutto il disagio per le conseguenze che ne derivano e c'è il timore di una vera e propria rivoluzione nella quotidianità. Penso all'inesorabile appuntamento quotidiano con l'autocontrollo della glicemia e con le terapie o all'aderenza ad una corretta dieta. Questo, naturalmente, mette in luce un vissuto psicologico del piccolo paziente, ancor prima che quello clinico. Mi piace ricordare che già in questi pochi mesi il Governo si è mosso e diverse sono state le iniziative istituite e promosse su cui il Ministero - nelle persone del Ministro Schillaci e del Sottosegretario Marcello Gemmato, che ringrazio - si è impegnato. Penso alla modifica della legge n. 123 del 2005 per implementare la dematerializzazione e la circolarità dei prodotti senza glutine, affinché si possa uniformare la loro erogazione su tutto il territorio nazionale grazie a un investimento programmato con i fondi del PNRR, volto a potenziare il fascicolo sanitario elettronico e il sistema della tessera sanitaria. L'altro impegno prevede atti a sostegno della formazione della classe medica e dei professionisti sanitari. Penso anche alla transizione tra il pediatra di libera scelta e il medico di medicina generale, quando parliamo di età adolescenziali, oltre che naturalmente al Fondo istituito già in legge di bilancio. All'articolo 3 della proposta di legge c'è la campagna per adesione allo screening e campagne di comunicazione e sensibilizzazione. Qui entra in gioco la comunicazione, con il suo carico di opportunità: ultimamente c'è stato un vivace dibattito sull'alfabetizzazione sanitaria, che racchiude le conoscenze, la motivazione e le competenze di cui i cittadini dispongono per l'accesso alle cure e per comprendere e mettere in pratica le informazioni sulla salute. La cultura sanitaria è la chiave. Minori sono la coscienza e la conoscenza, maggiori saranno i comportamenti che implementano i fattori di rischio e, quindi, la cronicità, l'aumento dell'incidenza patologica, senza contare l'assorbimento importante di risorse umane ed economiche del Sistema sanitario nazionale. La comunicazione che si coniuga alla prevenzione è la vera chiave di volta e serve a colmare il divario delle disuguaglianze in tema di salute e di politica sanitaria; viceversa, un buon livello culturale-sanitario influenza fortemente la scelta del mantenimento di stato di salute attraverso stili di vita sani. È il modo per investire sul sistema sanitario e sulla sua sostenibilità. Una comunicazione che deve essere sempre divulgazione autorevole, da un lato basata sulle evidenze che la comunità scientifica ci mette a disposizione, dall'altro lato assolutamente accessibile e chiara, anche per neutralizzare e combattere le fake news, con un linguaggio e con mezzi di comunicazione idonei.

Naturalmente, tutto ruota - anche partendo dalla comunicazione - sulla prevenzione, che è il vero convitato di pietra di questa nostra discussione ed un valore nella nostra politica sanitaria, che sottende tutto quello fin qui argomentato e che è anche il motivo per cui - sono sicura - c'è stata e ci sarà larga condivisione di questo testo.

La prevenzione è la vera politica attiva della salute pubblica e oggi rappresenta una delle prime leve. La prevenzione non è mai un costo, ma è sempre un investimento, ricordiamolo, un investimento nella politica sanitaria. E lo è sia nel governo economico, in tema di sostenibilità e di risparmio sulle spese del Sistema sanitario nazionale, ma, soprattutto, in tema di governo clinico, in guadagno di anni di vita privi di eventi avversi, nell'interesse del paziente e nella tutela del diritto alla salute.

Concludo. Crediamo fino in fondo nei programmi, nei protocolli diagnostici e di follow-up come primaria forma di salvaguardia. La prevenzione è sempre più efficace della cura. La prevenzione è la più efficace cura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 622-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 622-A: “Disposizioni concernenti la definizione di un programma diagnostico per l'individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14) (Applausi).

Colleghi, essendo prevista alle ore 18 la commemorazione delle vittime degli eventi calamitosi avvenuti in Emilia-Romagna, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 18,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

Commemorazione delle vittime dell'alluvione in Emilia-Romagna.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Desidero rivolgere, a nome della Camera dei deputati, il mio più sentito cordoglio per le vittime del maltempo che nei giorni scorsi ha devastato ampi territori della regione Emilia-Romagna.

Esprimo altresì solidarietà e vicinanza ai cittadini, alle famiglie e alle imprese che hanno subito ingenti danni materiali, perdendo i propri beni, frutto del lavoro e dei sacrifici di più generazioni.

Alle popolazioni colpite, ai soccorritori e ai volontari che in queste ore stanno reagendo con grande dignità e forza a tale avversità, cercando di riconquistare rapidamente la propria normalità e i propri spazi di vita e di lavoro, va il nostro ringraziamento.

Invito l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Buonguerrieri. Ne ha facoltà.

ALICE BUONGUERRIERI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per esprimere ancora una volta, qui, in Aula, a titolo personale e a nome del gruppo Fratelli d'Italia, cordoglio per le vittime delle alluvioni che si sono verificate in Emilia-Romagna e vicinanza a tutti i cittadini, gli imprenditori e le famiglie coinvolte in questo tragico evento.

Mi sono fatta portavoce in queste settimane sul territorio, e anche intervenendo in quest'Aula pochi giorni fa, di tutte le esigenze delle comunità colpite, da cui io stessa provengo. Penso, in particolare, alla Romagna, alle province di Forlì-Cesena e Ravenna, dove le numerose frane e le numerose alluvioni hanno stravolto la morfologia dei nostri territori e hanno isolato centinaia di persone.

Decine di migliaia sono poi le persone sfollate. Le zone montane sono state colpite da numerosissime frane, le coste e gli stabilimenti balneari sono stati colpiti da imponenti mareggiate, le zone di pianura risultano gravemente danneggiate per via dell'esondazione di tutti, ribadisco, di tutti i fiumi presenti sul territorio. Una situazione che non ha precedenti.

A tutte le persone tragicamente coinvolte da questa situazione voglio dire: “non siete, non siamo soli”. Il Governo c'è e ha dimostrato sin dalle prime ore massima vicinanza ai cittadini coinvolti, recandosi anche di persona sul territorio a visitare le zone alluvionate, per prendere contezza diretta della situazione, così da poter intervenire in maniera ancora più veloce e concreta in aiuto delle popolazioni gravemente colpite.

Prima il Ministro Lollobrigida, poi il Ministro Musumeci, unitamente al Vice Ministro Bignami, e domenica scorsa anche il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni: quest'ultima si è recata nelle province maggiormente colpite della Romagna, Forlì-Cesena e Ravenna, ove, oltre a sincerarsi sul campo direttamente della situazione in cui versano questi territori, ha portato personale conforto alle persone che, emozionate, le hanno spalancato le porte di casa e delle loro imprese, rendendola così partecipe del dramma che stanno vivendo.

Ai primi provvedimenti emanati nell'immediatezza della prima alluvione di inizio maggio si aggiungono quelli deliberati oggi dal Consiglio dei ministri; provvedimenti importanti, con cui si dà ancora una volta un aiuto concreto alle popolazioni colpite, mettendo a disposizione importanti somme, complessivamente 2 miliardi di euro, sospendendo adempimenti fiscali, contributivi, previdenziali, scadenze processuali e tanto altro ancora, rinnovando così l'impegno a fare tutto ciò che risulterà necessario per aiutare le popolazioni gravemente colpite da questi eventi a rialzarsi, senza, come ho detto prima, lasciare solo nessuno.

Ma oggi non è il tempo dei proclami, è il tempo del cordoglio per le vittime e della vicinanza ai cittadini coinvolti, e anche il tempo, noi crediamo, per un messaggio di speranza.

E allora concludo, Presidente, ringraziando ancora una volta i sindaci, le autorità con cui siamo in costante contatto, le Forze dell'ordine, la Protezione civile, i Vigili del fuoco, l'Esercito e i volontari tutti per il lavoro che stanno incessantemente facendo sul territorio per affrontare questa emergenza.

Ancora una volta l'Italia, gli italiani si sono distinti per il loro grande spirito di comunità e per la solidarietà reciproca. E a tutte le persone coinvolte da questa tragedia, in particolare ai miei cittadini e concittadini romagnoli, dico: non sarà facile, ma insieme sapremo rialzarci anche questa volta (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Onorevoli colleghe e colleghi, Presidente, oggi è il giorno in cui tutte le istituzioni, il Parlamento, questa Camera, si stringono intorno alla tragedia grande che ha colpito l'Emilia-Romagna. Il primo pensiero, ovviamente, va alle vittime, ai loro familiari, alle famiglie colpite, ai cittadini, alle imprese dell'Emilia-Romagna, a tutti coloro che ancora soffrono.

Un pensiero forte va alla Romagna e un grazie ai volontari, alle donne, agli uomini, ai ragazzi che ancora sono lì, ai sindaci, al presidente della regione, alla Protezione civile, agli organi dello Stato, alle Forze dell'ordine, ai Vigili del fuoco, alle squadre di pronto intervento, agli operai, ai tecnici di tutti gli enti coinvolti, pubblici e privati. Grazie per questo moto di civismo solidale e concreto (Applausi). Grazie al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e grazie alla Presidente del Consiglio Meloni e al Governo per l'immediata relazione e attivazione avviata con regione e territori (Applausi). Come è stato detto, ci sono stati 14 morti. Un evento, dal 1° al 17 maggio, durante il quale è piovuto per 80 ore di seguito, per 42-44 ore dal 1° al 3 maggio e per altrettante ore dal 15 al 17 maggio. Eclatante è la stima approssimativa del volume di pioggia lordo defluito, ad esempio, nel bacino del Reno e nei bacini romagnoli: 500 millimetri di pioggia accumulata su 1.000 chilometri quadrati di territorio. Un evento unico, nel quale si è combinata una serie di fattori: la ripetizione dell'evento a distanza di due settimane, piogge, anche nel solo ultimo evento, pari a quelle di 7 o 8 mesi, la vastità dell'area coinvolta, la continuità, le condizioni avverse meteomarine, il moto ondoso da Est a Ovest che impediva il deflusso delle acque nel mare Adriatico. Le criticità sono enormi, idrauliche e idrogeologiche. Gli sfollati, nel picco, sono stati 36.600. Oggi, mentre parliamo, sono ancora circa 23.000. In 70 ore, grazie a quel moto civico e civile, di apparato dello Stato e di cittadini, sono state sfollate, appunto, 36.600 persone. Ci sono forze in campo, oggi, e si sta lavorando. La priorità è quella di far tornare a casa gli sfollati. Sono tutti ancora al lavoro con idrovore, con spurghi, con operazioni di pulizia di condotte. In parallelo, sono stati organizzati la raccolta, lo stoccaggio e la separazione dei rifiuti. Si stanno ripristinando le cabine elettriche. Ci sono filiere produttive che vanno nel mondo, che compongono un pezzo della ricchezza di questo Paese, 10 miliardi di export. Per questo, è bello, nella tragedia, vedere elettricisti e tecnici operativi a nastro che mettono a posto le abitazioni e le imprese. Mi hanno detto, Presidente: “Dillo a Roma”! Provo a dirlo. I romagnoli non amano la retorica. A un certo punto, hanno messo su un telo sul quale c'è scritto: “Non chiamateci angeli del fango ma chi burdel de paciug”. Il fango, mentre si spala, è già stato, nel suono, in qualche modo bonificato, quasi drammatizzato e questo per darsi forza perché si sa che, se si spala, si torna a lavorare e, se si torna a lavorare, ci sono le case, ci sono i mutui da pagare, ci sono le imprese. Ha ragione chi dice che l'Emilia-Romagna è una terra che ha dato ma che adesso ha bisogno, ha bisogno per il suo motore sociale, agricolo, turistico ed economico. Mi hanno detto - e finisco - di dire due parole. La prima è “amarcord”. Non dimentichiamoci in quest'Aula, quando magari saremo di nuovo nell'agone del confronto politico, dei morti e delle famiglie. Non dimentichiamoci che l'Emilia-Romagna e la Romagna, tutte le volte che hanno avuto, hanno saputo restituire. Un esempio è il rigassificatore per dare energia al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). L'altra parola è amaracmand, che vuol dire mi raccomando. Non è un richiamo, non è una richiesta, non è una lamentela, è quello che ci hanno detto le nonne, i padri e le madri, ossia fai quello che devi fare. Allora amaracmand a questa Camera e a questo Parlamento. Oggi, il decreto del Governo va nella direzione giusta. Ci sono misure che sono state anche richieste e avanzate da un intero sistema, quello dell'Emilia-Romagna, che unito si è presentato, con forze sindacali ed economiche, al Governo. Come è stato fatto per il terremoto dell'Emilia, ci vogliono modelli per la ricostruzione, risorse per la ricostruzione. Occorre una struttura commissariale efficiente, rapida collaudata e corale, senza medaglie per nessuno. La medaglia qui dentro non l'avrà nessuno, la medaglia magari l'avranno l'Italia e l'Emilia-Romagna e l'avrà per la sua Romagna che speriamo torni di nuovo in fiore (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Davide Bergamini. Ne ha facoltà.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, oggi ci troviamo qui ad esprimere il cordoglio e un pensiero verso le vittime, le famiglie e gli sfollati dell'Emilia-Romagna, in particolar modo della Romagna che è stata la zona più colpita, dove abbiamo potuto vedere tutti, in questi giorni, dei numeri veramente devastanti. Si parla di 15.000 sfollati e di 14 vittime, che lei prima ha ricordato e che tutti insieme vogliamo ricordare. Vogliamo anche esprimere il nostro profondo pensiero per le loro famiglie, che oggi si trovano a dover combattere in una situazione che non era sicuramente prevedibile. Abbiamo numeri che ci parlano di un effetto devastante sul territorio. Leggevamo sui giornali di 290 frane e di 540 strade chiuse, con 23 fiumi e corsi d'acqua che sono esondati, travolgendo un territorio produttivo, interi abitati e lasciando addirittura alcune zone totalmente isolate. Questi danni sono stati stimati, in questi giorni, per importi che sono veramente importantissimi: si parla di 6 miliardi di danni su un territorio che è stato profondamente colpito e alcuni di noi, all'interno di questo Parlamento, sono stati testimoni diretti perché provengono da quelle zone. Io sono emiliano, la mia zona fortunatamente è stata preservata da questa ondata di maltempo, ma ho vissuto nel 2012 l'esperienza del terremoto, altrettanto devastante. Credo che questa tragedia sia accostabile al fenomeno del terremoto, se non addirittura peggiore per certi aspetti. In questo momento credo che sia fondamentale avere un Paese unito, una politica che possa ovviamente sostenere questa situazione, unita nel dare un aiuto concreto alle vittime dell'alluvione e per aiutare quelle persone che stanno vivendo questa situazione di emergenza. Ci sono famiglie che hanno perso i propri cari, individui che hanno perso la propria casa, persone che hanno perso i risparmi di una vita, vedendo distruggersi le loro abitazioni e le loro aziende. Ci sono numeri che riguardano l'economia dell'Emilia-Romagna che sono veramente impressionanti, partendo dal presupposto che l'Emilia-Romagna è una di quelle regioni che rappresentano il cuore pulsante dell'economia nazionale per tanti aspetti. L'agricoltura è stata devastata da questa ondata di maltempo. Leggevo prima alcuni dati: abbiamo oltre 5.000 aziende la cui attività è stata praticamente cancellata e abbiamo perdite stimate - questi sono dati direttamente delle associazioni - in oltre 1,5 milioni di euro, senza contare i danni alle strutture, alle attrezzature, agli animali che sono stati persi all'interno degli allevamenti. Probabilmente, questo si ripercuoterà anche in una perdita di 50.000 posti di lavoro nei prossimi mesi. L'intervento del Governo devo dire che è stato immediato. Oggi abbiamo visto che dal Consiglio dei ministri è uscita una prima serie di aiuti importanti: 2 miliardi di euro, che sappiamo non saranno sufficienti, credo che siano un primo aiuto importante per riuscire a dare corso subito ad aiuti concreti a sostegno di quei territori che oggi hanno la necessità di essere supportati dalla politica e dalle istituzioni. Dobbiamo stare vicini a quei sindaci che si trovano in difficoltà perché - lo dico anche da sindaco - il sindaco è sempre in prima linea in queste situazioni e spesso si trova senza un indirizzo chiaro su come agire in un momento di profonda emergenza. Quindi dobbiamo stare vicino a quelle persone che rappresentano questo Parlamento nei territori. Ce lo chiedono e hanno il diritto di essere rappresentate da noi e di essere supportate. Apprendiamo anche con piacere la notizia, di poco tempo fa, che il Ministro Salvini ha già dato anche il suo supporto, come Ministero, con un 1.700.000 euro di aiuti, per aiutare concretamente i piccoli comuni e riuscire a spendere subito delle cifre per mettere in sicurezza alcuni territori. Credo che questa sia già una prima dimostrazione di una politica che vuole andare in una direzione che non è mai scontata, che vuole supportare e aiutare popolazioni che oggi si trovano in difficoltà e cittadini che hanno la necessità di essere supportati.

Se riusciremo a fare questo, credo che sarà una vittoria di tutti; una vittoria per riuscire a dare a quel territorio quel supporto che merita e ognuno di noi deve farlo. Abbiamo ovviamente l'onere e l'onore di riuscire, in questo momento, a supportare il territorio, sostenendolo sia dal punto di vista finanziario, sia soprattutto da un punto di vista personale: quindi, lo facciamo, ognuno di noi che conosce persone che abitano in quel territorio, che vivono in quel territorio, tramite le associazioni, i volontari che ovviamente voglio ringraziare, perché in questi giorni sono stati fantastici, hanno lavorato incessantemente per riuscire a ripristinare un territorio duramente colpito, come tutte le Forze dell'ordine che stanno lavorando a fianco dei cittadini e a fianco delle associazioni. Vogliamo esprimere a loro il più grande ringraziamento, perché non è facile riuscire a gestire una situazione di emergenza come quella.

Sono certo che, lavorando insieme, riusciremo a risollevare questo territorio, a risollevare l'Emilia-Romagna, tutti i romagnoli, con la speranza che ci sia, in futuro, anche un'attenzione alla fragilità del nostro territorio. Con questa situazione abbiamo capito che alcuni territori sono molto fragili; ci dovrà essere anche una politica di prevenzione nei prossimi anni che ci permetta, non dico di prevenire queste situazioni, perché sono imprevedibili, ma sicuramente di alleviare quegli eventi che, come purtroppo abbiamo visto negli ultimi anni, arrivano sempre più frequentemente.

Quindi, questo Paese ha necessità di essere ristrutturato, riammodernato dal punto di vista infrastrutturale con una grande attenzione all'ambiente, ma senza entrare in quello che io definisco “ambientalismo estremista”, perché, purtroppo, a volte, per ascoltare certe dinamiche legate all'ambiente si sacrificano anche gli aspetti infrastrutturali e si mette a repentaglio la sicurezza. Questo lo abbiamo vissuto, speriamo che non ci debba essere, in futuro, un'altra situazione del genere e che la politica inizi veramente a concretizzare quelle idee che emergono tutti i giorni lavorando a fianco dei sindaci, cercando di ascoltare le esigenze dei territori per fare un fronte comune, senza distinzioni di appartenenza politica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Il primo pensiero va alle vittime di questa terribile alluvione e al dolore che stanno affrontando le famiglie; esprimo massima vicinanza, da parte del mio gruppo e da parte di questo Parlamento, a loro e a tutta la popolazione della mia regione, l'Emilia-Romagna, che è stata colpita ancora una volta al cuore, dopo il terremoto del 2012.

I danni sono veramente tantissimi, perché parliamo di 21 fiumi esondati, di oltre 100 comuni colpiti; migliaia di persone hanno dovuto lasciare la loro casa, i ricordi di una vita; intere case sono state spazzate via dall'acqua e dai detriti, così come le aziende e gli allevamenti. È impossibile contare il numero degli animali morti annegati, travolti dalla furia del fango. Ancora una volta, anch'io ci tengo a ringraziare tutto l'insieme dei soccorsi, dei volontari che non hanno mai smesso per un attimo di riparare i danni e aiutare chi era in difficoltà. Ci tengo anche a dire che il popolo emiliano e romagnolo, ancora una volta unito contro il dolore, ancora una volta ha reagito con coraggio e determinazione, si è rimboccato le maniche e ha cominciato a ricostruire sulle macerie.

Ci tengo a dire, Presidente, in quest'Aula, che tra loro - mi piace sottolinearlo - ci sono tantissimi giovani e giovanissimi che, con stivali e badili, stanno veramente aiutando, con grande prova di responsabilità e stanno restituendo un'immagine bellissima delle nuove generazioni che forse dovremmo imparare ad ascoltare e a prendere più sul serio, anche quando protestano e manifestano per il pianeta e ci palesano la loro preoccupazione per i cambiamenti climatici e per il loro futuro (Applausi).

L'Emilia-Romagna, la mia regione, io ne sono convinta, si rialzerà, come ha sempre fatto, ma vi chiediamo di non lasciarci soli, perché servono sicuramente delle risorse straordinarie per ricostruire tutto. L'ultimo invito che faccio è di unirci, di scrivere insieme delle leggi, dei provvedimenti in cui al centro mettiamo la tutela dell'ambiente, la tutela del pianeta, dei piani di messa in sicurezza di tutti i comuni fragili e delle regioni maggiormente fragili, come l'Emilia-Romagna, il tema dei cambiamenti climatici, lo stop del consumo di suolo e, soprattutto, veramente un'attenzione dal più piccolo a tutti i livelli. Ci tenevo veramente a dare questo segnale di unità, per ritrovarci la prossima volta ad approvare una legge, affinché veramente tragedie di questa gravità non si ripetano mai più, perché i danni sono veramente irreparabili (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Presidente, esponenti del Governo, colleghi deputati, è molto difficile prendere la parola davanti a una vera e propria catastrofe che in questi giorni ha sconvolto l'Emilia-Romagna intera, l'Alto Mugello in Toscana e una piccola parte delle Marche; un vero disastro in Emilia-Romagna, con 14 persone morte e circa 40.000 sfollate, oltre a coloro che hanno dovuto abbandonare in fretta la propria abitazione e il proprio luogo di lavoro, con tante difficoltà, amarezze e con tutto quello che ne consegue. Abbiamo visto persone disperate negli occhi, ma anche con tanto orgoglio e tanta forza di reazione ed è questo che fa sperare l'intera Nazione.

L'esempio migliore, in questo momento, sono i tanti volontari, fra cui molti giovani che, fin dalle prime ore in cui è stato possibile, si sono messi a spalare fango e a dragare l'acqua. Per questo voglio ringraziare loro, come tutte le Forze dell'ordine che sono intervenute, i Corpi dello Stato che sono lì, ancora, a liberare le persone con mezzi, con tanta voglia, e tutti i cittadini impegnati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Questa è la vera Nazione che abbiamo, la nostra vera forza.

Eppure, dell'apocalisse di fango che ricopre l'Emilia-Romagna, come l'Alto Mugello, abbiamo il dovere di parlare, perché adesso è giusto commemorare le vittime, ma, contestualmente, si deve riflettere su quanto è avvenuto e su quanto è in corso, per provare a ripristinare una sorta di normalità, mettendo in campo tutte le forze, pubbliche e private, come stanno facendo il Governo centrale, la regione Emilia-Romagna, una parte della regione Toscana e tutti i sindaci coinvolti, che sono tantissimi.

Dopo la siccità, abbondanti ed eccezionali piogge in poche ore hanno sommerso le pianure con acqua e fango e causato numerose frane in collina, nella parte alta, soprattutto nell'Alto Mugello, in Toscana, dove abbiamo interi borghi ancora isolati, perché le strade sono cadute in una situazione infrastrutturale già complicata. Ed è proprio per questo che questa mattina, insieme all'accordo con i sindaci del territorio, ho inviato una lettera al prefetto di Firenze, affinché intervenga il Genio militare, perché questi piccoli comuni non hanno le competenze necessarie all'interno dei propri comuni, le risorse umane ed economiche, ed è giusto che l'Esercito, con il Genio, intervenga.

Alla tragedia umana di chi ha perso, purtroppo, la vita o si trova sfollato e di chi ha perso tutto, anche i beni, si aggiunge quella che potremmo definire una vera tragedia economica, che non si limita ai territori emiliani dell'alta Toscana, ma a tutta la Nazione.

Le zone colpite rappresentano i motori della nostra agricoltura, dell'allevamento, dell'industria e del manifatturiero. Si tratta di dati impressionanti, importanti, di una calamità naturale di portata tale da aver attirato l'attenzione dei leader dei Paesi più industrializzati del mondo, impegnati, nei giorni della tragedia, nei lavori del G7.

Bene ha fatto il Presidente Meloni a tornare in anticipo, per raggiungere le popolazioni colpite e dare loro conforto e prospettive future. Abbiamo dimostrato che le istituzioni, a tutti i livelli, ci sono, sono presenti e, con pragmatismo, vogliono risolvere questa drammatica situazione.

Questa mattina è stato varato dal Governo un importante provvedimento per stanziare le prime risorse necessarie alla ricostruzione. E' un decreto che si applica a tutte le persone fisiche e giuridiche residenti nei territori colpiti dal 4 maggio, in tutto il suo complesso, come suggerito da subito dal presidente Berlusconi, il quale, nella sua intervista di domenica, ha chiesto di utilizzare tutte le forze economiche e fiscali, tant'è che abbiamo deciso di sospendere ogni tipo di tassa fino al 31 agosto, comprese le bollette dell'energia, tutte le ritenute e le cartelle di pagamento, comprese rottamazioni, adempimenti tributari, con sospensioni di udienze e termini processuali civili e penali; ma sono previsti anche ristori importanti alle imprese per i danni materiali agli immobili, ai macchinari e alle strutture balneari in tutti i sensi. Tanti incentivi per le imprese che esportano: sì, perché l'Emilia-Romagna è una delle regioni che ha più esportazioni. Per questo voglio ringraziare il Ministro Tajani, che ha messo a disposizione fondi importanti dal proprio Ministero tramite le agenzie - ICE, Simest e molte altre - con ingenti somme che possono dare un sollievo immediato a queste imprese.

Queste sono alcune delle misure tempestive prese dal Consiglio dei ministri, ma vi è anche l'annuncio del Ministro Salvini sulla proposta di norme ispirate al nuovo codice degli appalti. Infatti, il nuovo codice degli appalti prevede una notevole semplificazione e lui, giustamente, ha chiesto che venga assunto il provvedimento in anticipo per risvegliare immediatamente queste opere, per velocizzare e semplificare gli iter delle pratiche, perché sappiamo benissimo che uno dei problemi più grossi nel nostro Paese non è legato solo ai soldi (forse a volte questo è il problema minore), ma è proprio la burocrazia che impedisce di fare le opere, e in questo momento non ce lo possiamo permettere.

Ben vengano il commissario straordinario e qualsiasi provvedimento per aiutare nell'immediato queste popolazioni, ma anche per realizzare le infrastrutture necessarie all'Emilia-Romagna, all'alta Toscana, alle Marche, a tutte le regioni nel nostro territorio, per risolvere finalmente tutti i problemi, che sono tantissimi, relativi al rischio idrogeologico e idrico. Da troppi anni le opere sono ferme. Le opere vanno fatte: non dobbiamo stare dietro a tutti quei movimenti del “no” che le hanno impedite fino ad oggi, ma dobbiamo procedere con le infrastrutture. Oggi dobbiamo fare la manutenzione di tutte queste opere necessarie per ripristinare, in queste zone, una possibile normalità, ma, nell'immediato, dobbiamo pensare anche al prossimo futuro, perché queste tragedie - lo diciamo spesso - non devono più succedere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Abbiamo visto le Marche, Ischia, oggi questo, ma, negli ultimi 50 anni, ne abbiamo viste tantissime. Dobbiamo dare i ristori a queste popolazioni. Il Governo di centrodestra è stato molto attivo, pragmatico, l'ha fatto già oggi e sono certa che lo farà anche nei prossimi giorni con altre somme ed altri provvedimenti.

Credo che sarebbe un buon segnale da parte nostra se riuscissimo a varare questo provvedimento in pochi giorni. Sappiamo benissimo che i tempi sono lunghi, però dobbiamo tutti impegnarci affinché il provvedimento venga esaminato presto nelle Commissioni e in Aula, perché dobbiamo dare l'esempio, dobbiamo dimostrare ai tanti volontari, ai tanti cittadini che stanno soffrendo e che sono lì a fare queste opere in modo gratuito che il Parlamento c'è, vuole agire per l'Emilia-Romagna e per tutto il Paese.

Forza Emilia-Romagna, noi ci saremo sicuramente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.

MATTEO RICHETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Grazie anche per aver voluto questo momento, mentre ancora la nostra terra è piegata da questa catastrofe. Grazie per aver voluto un momento che si colloca, tra l'altro, Presidente, nei giorni nei quali, 11 anni fa, ci trovavamo esattamente tra la prima e la seconda scossa del terremoto che ha colpito l'Emilia-Romagna. Quel terremoto ci ricorda come in quell'occasione - molti colleghi lo hanno seguito da vicino anche nei provvedimenti successivi a quei fatti - abbiamo pianto operai, tecnici e imprenditori che sono morti sotto i capannoni e nelle fabbriche.

E, in questa occasione che, colpisce così duramente la Romagna, noi oggi commemoriamo vittime che si contano anche tra gli agricoltori che hanno provato a mettere in sicurezza la campagna, i mezzi, gli animali, quasi che quelle catastrofi volessero colpire ciò che la nostra terra ha di più caro: l'operosità, l'ingegno, la fatica.

Colpire, ma non spezzare. Infatti, oggi, Presidente, piangiamo quelle 14 vittime, ma oggi questo Parlamento non finisce di ringraziare a sufficienza i soccorritori, che hanno loro stessi rischiato la vita per salvarne altre (Applausi), con immagini che sono sotto gli occhi di tutti.

Allora, dobbiamo ringraziare quei soccorritori, le Forze dell'ordine; dobbiamo ringraziare i volontari, che stanno rispondendo come stanno rispondendo a questa difficoltà; dobbiamo ringraziare le istituzioni, dobbiamo farlo con orgoglio, dal Presidente della Repubblica alla Presidente del Consiglio, al presidente della regione, a tutti i sindaci.

Lo ricordava il collega Gnassi nel sottolineare l'entità di questa catastrofe: decine e decine di comuni interessati, decine e decine di sindaci in prima linea, decine di migliaia di sfollati che toccano diverse comunità.

E dobbiamo, però, condividere da subito che la forza, la tenacia, fatemi dire anche il sorriso di quei ragazzi che stanno affrontando il ripristino delle condizioni di agibilità del nostro territorio, i giovani, che stanno dando prova di un impegno così fattivo senza aspettare nulla e nessuno, non possono mai diventare per ciascuno di noi il motivo che ci porti a pensare a una terra forte che ce la può fare da sola, perché, a fronte di quell'impegno, deve corrispondere la nostra capacità di non lasciare sola l'Emilia-Romagna (in questo caso, l'Emilia-Romagna), perché le dimensioni di questo fenomeno, non solo per estensione ma per intensità, hanno pochi precedenti nella storia recente del Paese.

Io credo che dobbiamo convenire insieme che la tempestività del provvedimento del Governo di oggi riconosce questa emergenza e questa urgenza. Infatti, il lavoro che stanno conducendo insieme amministrazioni locali, governo regionale e Governo centrale riconosce la gravità di quello che abbiamo davanti a noi, anche perché noi, come gruppo Azione-Italia Viva, da tempo teniamo il punto sulle proposte riguardanti la necessità di ripristinare strutture di presidio sugli interventi del territorio.

Ma oggi non può essere il tempo della polemica, oggi non può essere neanche il tempo della retorica, il tempo di chi si ripromette che ciò non accada mai più, perché ce lo siamo già detti e siamo qui, ancora oggi, a commemorare le vittime di calamità naturali.

Oggi deve necessariamente essere il tempo dell'azione, della responsabilità, dell'unità di intenti delle forze politiche; e non può essere una unità di intenti solo di questi giorni e di queste ore, ma deve essere una unità di intenti che lega l'attività parlamentare delle prossime settimane e dei prossimi mesi. Lo dobbiamo, Presidente, proprio a chi si sta rimboccando le maniche in questi minuti, lo dobbiamo alle vittime che ricordiamo oggi e lo dobbiamo ai familiari, ai quali il nostro gruppo e questo Parlamento oggi esprimono non solo vicinanza, ma profondo cordoglio (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Anche il gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra esprime il profondo cordoglio per questa tragedia immane che ha coinvolto la popolazione dell'Emilia-Romagna - molto di più la Romagna -, un dramma incredibile, un dramma su cui è difficile trovare le parole per poter descrivere principalmente quello che abbiamo visto. Ma le immagini che vengono in particolar modo da quei territori dimostrano che c'è un Paese che ha una profonda coesione sociale quando si tratta di difendere la propria terra.

E' una coesione sociale che riscontriamo nelle immagini: quelle lunghe file di ragazzi e ragazze, uomini e anziani, che si passavano i sacchi o i secchi di fango, cantando “Romagna mia”. Immagini commoventi, sfido chiunque, tutti noi che facciamo politica, ma sappiamo che poi la politica ha dei valori dentro di noi. Ecco, quelle sono immagini indelebili che indicano che è un'Italia forte e sana nel dolore, ma dobbiamo però evitare di cadere nella retorica, perché noi siamo coloro i quali devono poi dare risposte, che sono essenzialmente quelle che ci provengono dai sindaci. Io ho parlato con il sindaco di Imola, Marco Panieri, e con il sindaco di Sasso Marconi, Roberto Parmeggiani, il quale, disperato, mi ha detto e ha detto: “Non so come ne usciremo”. Voglio citare anche la grande capacità di intervento della sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, in stato di gravidanza, e, nonostante ciò, ha lavorato per la sua comunità, nel tentare di portare più persone in salvo. A questi sindaci e a queste sindache dobbiamo stare assolutamente vicini. Il sindaco di Imola parlava di danni addirittura, che potrebbero arrivare fino a 10 miliardi di euro.

Noi ci siamo: lo diciamo all'Aula, lo abbiamo detto. Questo è il momento in cui è necessario costruire un patto per il Paese per riuscire a dare risposte immediate alla popolazione. È un elemento per noi fondamentale e avanzeremo proposte. Non è questa oggi è la sede.

Non mi sarei mai aspettato che, in quest'Aula, in un momento di commemorazione, ci potessero essere parole un po' stonate. Io non le utilizzerò, non userò e non seguirò questo percorso.

Dico semplicemente che ad essere estremisti sono gli eventi meteorologici (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). È questo il problema, non chi si batte e dice che il cambiamento climatico è un problema; e lo diciamo da anni. Io penso che il miglior modo anche - non esclusivamente - di onorare e di esprimere cordoglio è di indicare una strada.

Questo Paese dove sta andando? Cosa facciamo? Il tema del cambiamento climatico, che produce eventi meteorologici estremi, è un problema? Che sia un problema ce lo dice la scienza e, allora, dobbiamo essere rigorosi. Essere rigorosi non significa essere estremisti. Essere rigorosi significa avere a cuore, amore e cura della propria popolazione e del proprio territorio ed è quello che noi vogliamo fare con molta determinazione. Non c'è nessuno che dice “no”; da anni ci battiamo per fare le vasche di laminazione. Forse altri hanno governato, ma noi vogliamo che si facciano le opere sul dissesto idrogeologico. Vogliamo che si sblocchino i piani di adattamento climatico, il piano energia e clima, il piano di mitigazione del rischio idrogeologico, che è fermo. Sono questioni che indicano una strada, per dire che cosa? Per dire, signor Presidente - e concludo -, che noi non vogliamo che accadano più questi eventi. La popolazione va messa in sicurezza. Costruire un modello diverso significa costruire politiche attive in difesa del clima e, quindi, contro il cambiamento climatico. Se capiamo questo, facciamo un passo molto importante. E' evidente che, se non lo capiamo, saremo divisi; non c'è problema, questa è la democrazia, ma noi ci batteremo in maniera molto, molto determinata e su questo daremo il nostro contributo. È evidente - e concludo -, signor Presidente, che il cordoglio, che per noi non è di circostanza, come non lo è stato per i colleghi che sono intervenuti, non può che non seguire dalla consapevolezza delle azioni che dobbiamo intraprendere per difendere la popolazione dagli eventi meteorologici estremi.

L'Italia è classificata, secondo il global risk index dell'ONU come il nono Paese con il maggior numero di vittime, in rapporto alla popolazione, con riferimento agli eventi meteorologici estremi. Il nostro è un Paese fragile, molto fragile per una serie di questioni e, quindi, su questo, dobbiamo intervenire con molta determinazione. Ecco perché diciamo con molta forza che dobbiamo continuare in questa direzione. Concludo, quindi, con un profondo ringraziamento ai giovani, alla Protezione civile, alle Forze dell'ordine, ai Vigili del fuoco, ai sindaci, agli amministratori, a tutti quanti, alle istituzioni tutte, per il lavoro che si sta facendo, sperando che si vada nella direzione che abbiamo auspicato: ovvero difendere il nostro Paese, il clima, e non andare nella direzione opposta (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, a nome di Noi Moderati, esprimiamo profonda e sentita vicinanza all'Emilia-Romagna. Siamo al fianco delle comunità ferite dalla terribile alluvione ed esprimiamo tutto il sostegno delle istituzioni, come primo elemento necessario per mettere questi territori nelle condizioni di ripartire. Domenica non ce l'ho fatta: ho preso la macchina e sono andata nei luoghi del ravennate, colpiti dall'alluvione. Sono andata come donna, sono andata come cittadina, sono andata come italiana e insieme a tanti altri italiani ed aziende italiane che, generosamente e silenziosamente, stanno dando una mano. Ci sconvolge lo scenario che si presenta agli occhi di tutti. I dati provvisori parlano di 14 vittime - quindi, 14 famiglie colpite -, con migliaia di sfollati ed evacuati, oltre ad un numero ancora non definito di eventuali dispersi. Un'incessante pioggia ha devastato intere città e paesi, Sono stati oltre 20 i fiumi esondati, 280 le frane e 400 le strade interrotte. I comuni colpiti dall'alluvione sono 41 e circa 10.000 gli sfollati, soprattutto nelle province di Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna. Quando parliamo di questi dati sembra quasi impossibile che riguardino l'Italia. Mi ha colpito soprattutto la macchina dei soccorsi che non si è mai fermata, anche durante queste notti. Rimane l'allerta, dobbiamo rimanere vigili per le piene dei fiumi e le frane su tutta la Romagna, la pianura bolognese- modenese, le colline montane dell'Emilia centrale e bolognese; allerta anche su pianure e costa ferrarese e scuole ancora chiuse.

Non dobbiamo abbassare la guardia. Poi, è iniziata la conta degli enormi danni, a famiglie e ad aziende, ad aziende e a famiglie, rimaste in ginocchio: più di 20.000 le persone sfollate, 27.000 le persone senza elettricità, 37 i comuni che hanno subito allagamenti, 48 i comuni che sono stati interessati da frane di diversa entità tra Reggio Emilia e Rimini, 21 fiumi esondati ed altri 22 in stato di allerta massima. E ancora, ribadisco, siamo in Italia. Venezia, la mia città, conosce perfettamente la forza dell'acqua e ha vissuto analoghe esperienze, comprende il dolore e lo smarrimento di fronte all'impotenza dell'uomo - comprendo il dolore e lo smarrimento, perché io con l'acqua grande c'ero e avevo l'acqua in casa -, ma sa che solo l'uomo deve urgentemente mettere in atto le azioni più urgenti per mettere in sicurezza tutti i territori.

Le alluvioni che hanno colpito l'Emilia-Romagna ne sono l'ultima manifestazione. La crisi climatica in Italia, dall'inizio del 2023, ha causato 73 eventi estremi, la maggior parte provocati da piogge intense, alluvioni e siccità. Possono sembrare fenomeni in contraddizione, ma non è così: alluvione e siccità sono le facce della stessa medaglia. Per queste ragioni, non solo da Venezia, ma da tutto il Veneto siamo al fianco dell'Emilia-Romagna e di tutti i suoi cittadini e delle aziende colpiti dalla devastazione dell'alluvione e mettiamo anche a disposizione tutte le nostre conoscenze che, purtroppo, abbiamo acquisito sul campo drammaticamente.

L'Italia intera si unisce nel dolore, esprimendo vicinanza ai cittadini e agli imprenditori e, in particolare, agli agricoltori e agli allevatori che nel giro di poche ore hanno visto svanire i sacrifici di una vita intera di lavoro.

Bene, il Governo che è intervenuto subito. Un ringraziamento particolare va agli operatori della Protezione civile, dei Vigili del fuoco, della Croce Rossa, delle Forze armate e di tutte le Forze dell'ordine che in queste ore continuano instancabilmente a lavorare. Insieme a loro, ci sono anche tante persone di buona volontà, cittadini pronti a dare una mano quando serve. In questi giorni abbiamo assistito ad una vera e propria gara di solidarietà che ha visto tantissimi giovani rimboccarsi le maniche e andare a spalare il fango. È l'esempio di quell'Italia migliore, capace di mobilitarsi di fronte alle emergenze, l'Italia che preferisce agire in maniera concreta alla polemica sterile.

Gli effetti di un'alluvione sono devastanti, ma non per quello che l'acqua sradica con drammatica forza, ma per tutto il dolore che si poteva risparmiare con una giusta ed intelligente prevenzione. Oggi, ma solo oggi, non è il tempo della polemica, ma il tempo dell'aiuto e del sostegno. Emilia-Romagna: tieni botta (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manes. Ne ha facoltà.

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Oggi qui, per l'ennesima volta, onoriamo la memoria dei nostri concittadini che hanno perso la vita per l'ennesima alluvione, per l'ennesimo evento atmosferico estremo. Una regione, quella emiliana, devastata e ferita profondamente, ma che dimostra, ancora una volta, la compattezza e la fierezza del suo popolo. Esprimiamo alla sua gente la totale solidarietà e vicinanza della componente Minoranze Linguistiche valdostana e sudtirolese.

Crediamo, però, che in questo momento si debba, almeno in quest'Aula, evitare di fare discorsi ideologici o cercare a ogni costo responsabilità. Mai come in questo momento gli stereotipi e le ideologie, se utilizzate in malo modo da chi ha il potere politico, amministrativo, legislativo e tecnico, possono diventare elementi di assoluta fragilità, generando divisioni e spaccature. Al contrario, oggi dobbiamo - e lo stiamo facendo - dimostrare unitarietà nell'interesse solo di questa regione. Crediamo che quanto successo evidenzi, in maniera netta, la fragilità del territorio italico e quanto successo mi riporta indietro con il pensiero alla terribile alluvione del 2000, che sconvolse la mia regione, la Valle d'Aosta, con 24 morti. Una regione che, come l'Emilia-Romagna, ha saputo reagire facendo squadra nel momento più difficile.

Bisogna, però, essere seri. Noi viviamo in un Paese in cui abbiamo ampie zone territoriali vincolate da norme di tutela addirittura fondate su leggi e regi decreti del 1923 e del 1926. Viviamo in un Paese in cui se un agricoltore vuole pulire e tagliare gli alberi lungo un greto di un torrente o di un fiume di una famigerata asta pubblica deve ottenere autorizzazioni, pena una denuncia penale. Che dire, poi, degli alvei dei nostri corsi d'acqua, in cui l'asporto di materiale inerte diventa quasi un delitto? Viviamo in un Paese in cui sembra più importante tutelare il territorio con norme e vincoli, qualche volta difficili da comprendere, che incentivare politiche che agevolino il recupero dei nostri villaggi e dei nostri piccoli comuni, mantenendo le popolazioni nelle aree più disagiate e più fragili dal punto di vista idrogeologico.

Viviamo in un Paese in cui i territori acclivi sono dimenticati e poi ci domandiamo come mai succedono certe cose a valle, nelle pianure. Viviamo in un Paese in cui si cerca di cristallizzare il paesaggio, l'ambiente, un ecosistema, dimenticando le popolazioni che in questi ambienti vivono quotidianamente. Non riusciamo ancora a capire che è in quota, sui pendii, che possiamo vincere la sfida dei cambiamenti climatici, con interventi infrastrutturali mirati e non solo con discorsi ideologici che alimentano solo i populismi. Viviamo in un Paese in cui giustamente si evidenzia come lo sviluppo edilizio per troppo tempo ha cancellato le cosiddette buone terre da coltivare, ma dimenticando, poi, che l'abbandono della campagna, della montagna e dell'ambiente rurale ha determinato che le foreste e i boschi d'invasione abbiano preso il sopravvento, annullando in maniera naturale le buone terre da coltivare, togliendole a territori già marginali e diventando, queste coperture forestali, altrettanti vincoli e tutele territoriali, nonché aree ad alto rischio.

L'unica soluzione per invertire la rotta è prendere consapevolezza dei cambiamenti climatici in atto e della necessità di intervenire con urgenza per contrastare, in tutti i modi possibili, la desertificazione dei nostri territori rurali. Un'attenta politica di prevenzione e mantenimento delle aree acclivi e delle aree montane risulta più che mai necessaria. Ora ci vogliono i fatti, e non solo le parole. Dobbiamo comprendere che la colonna vertebrale della nostra Italia sono le Alpi, gli Appennini e le aree montuose insulari. Servono, pertanto, chiare e lungimiranti politiche a favore dei comuni per fronteggiare i dissesti idrogeologici, dare risorse alle regioni, riconoscere il ruolo dei territori virtuosi, premiarli e affiancare i territori meno efficaci, aiutandoli a diventare anche loro esempi di buona gestione territoriale.

Questa alluvione, questo evento estremo avvenuto in Emilia, ha, per l'ennesima volta, dimostrato come i sindaci, i comuni, i volontari, il tessuto sano della nostra società sono la vera forza di questo Paese. È necessario, quindi, procedere con urgenza attraverso una legislazione adeguata a tutelare i sindaci, che operano sul territorio tra balzelli di ogni tipo. È necessario semplificare le norme e rendere immediate le procedure, non solo in emergenza. È inutile fare processi alle intenzioni: bisogna avere fiducia delle istituzioni più prossime ai cittadini. Bisogna aver fiducia nei nostri comuni, ma bisogna dare loro la possibilità di agire con serenità ed efficacia.

Termino il mio intervento rinnovando la nostra piena solidarietà al popolo dell'Emilia-Romagna (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Anche +Europa si unisce alle sue parole di cordoglio per il dramma che ha vissuto e che parzialmente ancora sta vivendo una parte così importante, peraltro così produttiva, del nostro territorio. Oggi commemoriamo le vittime dell'alluvione e, insieme a esse, celebriamo il coraggio, la forza d'animo e la tenacia delle popolazioni colpite, la tenacia, la forza d'animo e la capacità di reazione della Protezione civile, dei pompieri e delle Forze dell'ordine.

Le immagini che abbiamo visto in Romagna ci riportano a quelle già viste a settembre, nelle Marche, a Cantiano, a Senigallia, e alle sempre più frequenti immagini dei tanti e sempre più frequenti fenomeni atmosferici estremi, che sono la conseguenza della crisi climatica che stiamo attraversando. Pensiamo alle immagini che sono arrivate dal Centro Europa un paio di anni fa o a quelle di Ischia e, tornando indietro nel tempo, a quelle del Piemonte, a quelle della Liguria e a quelle della mia Valtellina nel 1987.

Il coraggio e la forza d'animo di chi oggi non può far altro che darsi da fare è, però, un appello e un monito a tutti noi, anche in quest'Aula, che delle cose da fare siamo più responsabili di chiunque altro. Siamo responsabili di agire nell'immediato. Ho ascoltato le parole di tutti i gruppi. Ci uniamo anche noi e sosterremo e daremo il nostro contributo di idee e di approvazione al Governo se saprà - come sembra - reagire in modo adeguato e celere.

Questo è ciò che bisogna fare, però bisogna anche guardare da subito, quando la lezione e la botta sono ancora visibili. Occorre ragionare subito, guardando avanti. La crisi climatica è un fatto ed è inutile che stiamo a discuterne. Possiamo magari discutere delle cause, ma non possiamo mettere in discussione la crisi climatica, e un territorio come quello del nostro Paese che, per le sue caratteristiche - che ben conosciamo -, per la posizione geografica, per l'orografia, per la densità di popolazione, è particolarmente esposto, è una vera trincea nella quale oggi si trova a combattere, nel fango, la nostra gente.

Dovremmo guardare al grande movimento ambientalista degli studenti di tutto il mondo, che ci invita a un ambientalismo non di maniera e a seguire la scienza, a prendere atto di quello che la scienza ci dice su quello che sta accadendo e su quello che accadrà, qual è la portata dei problemi e quali le soluzioni complesse che ci vengono suggerite per evitare, posticipare, rallentare, rendere meno cruento il cambiamento climatico, se ancora sarà possibile - e questa è una politica a livello globale - e poi intraprendere le politiche per l'adattamento e per la mitigazione.

I giovani di questo Paese - concludo, Presidente -, in particolare quelli che sono oggi in prima linea a rimuovere i danni, ad aiutare le famiglie e le imprese a riprendersi, hanno coscienza della responsabilità che saranno chiamati a sopportare, a maggior ragione se noi continueremo a non farci carico delle nostre responsabilità. Per loro, per chi abiterà questo territorio difficile dopo di noi e per chi oggi sta sopportando difficoltà, che fatichiamo a immaginare, è tempo di cambiare rotta (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei unirmi alle parole di cordoglio, di vicinanza e di solidarietà, quelle parole che hanno unito l'intera Aula, perché abbiamo una parte importante del nostro Paese messa in ginocchio, perché in questo momento non è solo l'Emilia-Romagna che è messa in ginocchio, ma è l'Italia intera.

Questo è lo spirito dell'unità. Le mie parole di ringraziamento vanno ai volontari, ai cittadini, alle Forze dell'ordine, ai Vigili del fuoco, alla Protezione civile. Proprio ieri, stanotte, un bracciante mi raccontava che erano uniti, insieme ai loro datori di lavoro, a raccogliere ciò che si poteva raccogliere, perché insieme sono stati colpiti dalla crisi climatica. La crisi climatica non è un evento che avverrà. La crisi climatica è una catastrofe, è una realtà che si sta manifestando. Se questo è lo spirito che è stato manifestato oggi dai vari interventi, vuol dire che dobbiamo partire dalla valorizzazione di questo stesso spirito, mettendo al sicuro il nostro Paese, mettendo al sicuro l'Italia, mettendo al sicuro l'Emilia-Romagna, per mettere al sicuro il nostro futuro, il futuro dei nostri giovani, dei nostri figli, il futuro dell'Italia. Attorno a questo, insieme, dobbiamo adesso dare - come del resto prevedono il nostro ruolo e la nostra funzione - un'interpretazione solida, responsabile e concreta al sentimento di commozione e al sentimento di unità che ci uniscono oggi. Ora è il momento di agire, ora è il momento di agire, ora è il momento di agire (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

Nella ricorrenza del 31° anniversario della strage di Capaci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Rita Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Avevo cercato di intervenire e di parlare prima, quando non c'era lei, a ridosso proprio dell'orario della strage di Capaci. Io non sapevo che voi aveste già deciso di commemorare Giovanni Falcone, e i suoi, alle 19. Un accordo del quale il mio gruppo non era assolutamente a conoscenza. Tante volte vi ho visto alzare la mano e parlare tra un voto e l'altro, nei momenti di pausa, e quindi ho creduto di poterlo fare anch'io, soprattutto perché ci sono comunque degli argomenti, dei discorsi come quello che io speravo si facesse oggi in modo molto più largo, qui alla Camera, su Giovanni Falcone, sulla mafia e anche sull'antimafia. Mi dispiace molto che le cose siano andate così. Mi è stata tolta la parola, mi è stato spento il microfono e ho trovato che questa sia stata una grossa mancanza di rispetto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), non soltanto nei miei confronti ma nei confronti proprio del ricordo di Giovanni Falcone. Ciò anche per un motivo: parlarne alle 17 come ne stavo parlando io - e devo dire grazie a tutti i colleghi che sono intervenuti e che hanno applaudito a lungo - e parlarne adesso, con tanti colleghi che non ci sono, è diverso. Io credo che per molti parlare di Giovanni Falcone, magari, sia retorica. Per me non è retorica. Io l'ho vissuto sulla pelle (Applausi) e, quindi, io pensavo di poterlo fare, indipendentemente da quello che poi voi potete pensare sul “no, ma l'ha detto prima”, “no, non doveva dirlo”. Scusatemi, io sono abituata in modo diverso. Io credevo di poter fare quello che ho visto fare tante altre volte in Aula. Poi depositerò, magari, alla Presidenza quello che mi ero preparata su Giovanni Falcone. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Onorevole Dalla Chiesa, intanto mi scuso per quanto accaduto prima, ne vengo a conoscenza solo ora e chiederò spiegazioni. Ma se vuole proseguire con il suo intervento - visto che ci sono anche altri deputati che penso vogliano trattare lo stesso argomento, e ritengo anzi che sia indispensabile e doveroso, oggi, commemorare la figura di Giovanni Falcone -prego, se vuole, può prendere tutto il tempo che vuole per commemorare la sua figura.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Io la ringrazio infinitamente, Presidente, lei è molto gentile e molto sensibile. La ringrazio per la sua sensibilità. Io credo oggi di avere subito qualcosa che mi ha fatto male e che non mi sarei mai aspettata (Commenti), una specie di… cioè, prego, sono qui, che cosa pensate … ho sentito un mormorio, va bene… il mormorio è venuto da lì …

PRESIDENTE. Non si preoccupi, onorevole. Prego, vada avanti.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Va bene, non importa. Quello che dovevo dire credo di averlo detto. Su Giovanni Falcone io ho tanti ricordi e credo che l'Italia intera oggi lo stia ricordando con amore, lui, Francesca Morvillo e i ragazzi.

Quindi, io chiudo qui e immagino che i commenti, poi, dei miei colleghi saranno sicuramente molto più importanti di quello che volevo dire io (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Dalla Chiesa. Da parte mia, comunque, voglio omaggiare e ricordare in modo commosso il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, che il 23 maggio di 31 anni fa furono vittime del vile attentato mafioso di Capaci (Applausi - L'intera Assemblea si leva in piedi).

Credo che sia doveroso da parte di tutti ricordare questo giorno, quello che accadde 31 anni fa. La Camera - ringrazio chi mi ha preceduto - ha fatto anche un omaggio a tutte le vittime della mafia e quindi ritengo importante quello che lei doveva dire, lo leggerò con attenzione e mi informerò di quanto accaduto, poi vedremo eventualmente di intervenire per il futuro. Comunque, la ringrazio.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Mi scusi, Presidente, solo per una precisazione, perché la ritengo doverosa. Come lei sa, noi ieri, come capigruppo, siamo stati raggiunti da una comunicazione che diceva che oggi, alle 18, lei avrebbe commemorato le vittime dell'alluvione in Emilia-Romagna. Oggi, mentre vi era la discussione, alcuni capigruppo sono stati raggiunti da una proposta di commemorare, alla fine del suo intervento sulle alluvioni in Emilia-Romagna e dell'intervento di tutti i gruppi, ovviamente anche il caso del giudice Falcone, che proprio oggi, tanti anni fa, perdeva la vita. Mi pare che, quando è stato raggiunto questo accordo, forse non vi sia stata una comunicazione diffusa tra tutti, ma i capigruppo lo sapevano ed era questo il motivo per cui si erano accorpate soltanto le due commemorazioni. Debbo dire che il Presidente Rampelli altro non ha fatto che seguire le indicazioni che erano state date in base all'accordo dei capigruppo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Foti, per la precisazione. Comunque vedremo di chiarire questa questione, ma non ho dubbi che ci sia stata buona fede da parte di tutti.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. In realtà, prendo la parola perché siamo rimasti molto sorpresi, Presidente. Non pensavamo che il 31° anniversario della strage di Capaci passasse in questa Camera in assoluto silenzio. Se non fosse stato per il rappresentante del nostro gruppo, che ha chiesto che io potessi fare un intervento - e questo avviene a fine seduta -, probabilmente nemmeno sarebbe stato commemorato (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È inutile che facciate “eh, eh, eh”, questa è la verità. È la verità. Non avete memoria. Non riuscite a dare importanza alle cose reali, questa è la verità! È inutile che vi muoviate e gesticoliate. La verità è questa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Una voce dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia: “Come ti permetti! Vergogna!”)!

PRESIDENTE. Onorevole De Raho, onorevole De Raho, si rivolga alla Presidenza, e poi ricordiamoci, visto il momento che stiamo commemorando, penso sia opportuno mantenere i toni calmi. Scusate, scusate, evitiamo polemiche. Scusate, evitiamo polemiche, visto che stiamo commemorando, comunque, quindi cerchiamo di evitare.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Oggi è il trentunesimo anniversario, Presidente, di una strage, un atto di guerra, un atto terroristico, come ricorderanno tutti. Le immagini di quella sede stradale le abbiamo tutti davanti agli occhi, una sede stradale totalmente divelta. L'auto nella quale si trovavano gli uomini della scorta espulsa a 60 metri dal luogo in cui si trovava. Veramente immagini di guerra. Giovanni Falcone è stato - ed è - per noi un eroe, per noi non è morto. Noi lo ricordiamo tutti i giorni, lo ricordiamo in quello che facciamo. Siamo convinti di poter fare ancora tanto, Presidente. Giovanni Falcone è stato il magistrato che, insieme a Paolo Borsellino e agli altri del gruppo, ha portato avanti un'indagine e un processo straordinario, 430 imputati nel maxiprocesso, che, via via, sono stati condannati, fino a quella che è stata la sentenza definitiva del 1992.

E poi, da direttore generale del Ministero della Giustizia, ha portato avanti i più importanti progetti, collaboratori di giustizia, il 41-bis, il 4-bis, su cui poi, ancora una volta, il Parlamento è intervenuto in modo diverso da quello che avevamo indicato. Il contrasto legislativo alle mafie ha avuto un'evoluzione straordinaria, e questo grazie a quell'uomo, a quell'eroe, che prima è stato uomo delle indagini, poi giudice nell'ambito di quel processo, e quindi promotore di una legislazione che ancora oggi consente di contrastare questa mafia.

Siamo, però, abbastanza arretrati nel tempo. Ecco perché è importante avere memoria. Avere memoria significa avere rispetto della dignità delle persone, di quelle che subiscono la pressione mafiosa, e pensare come salvare quelle persone, e quindi pensare alle leggi importanti, le leggi contro una mafia che oggi è capace di infiltrarsi negli appalti. Ma questo lo faceva già 40 anni fa, quando si era organizzata per la grande ricostruzione, per tutte le attività importanti che venivano portate avanti, per infiltrarsi e lucrare sulla spesa pubblica. Tutto questo già lo faceva 40 anni fa. Falcone ha avuto il merito di far comprendere fin da allora cos'era la mafia, che non era semplicemente un manipolo di uomini che uccidevano con la pistola; era, invece, una grande organizzazione, capace di infiltrarsi negli appalti e creare una forza imprenditoriale straordinaria, che è quella che oggi concorre con la nostra impresa sana, che ha oggi necessità di un sostegno enorme da parte nostra, da parte di questa Camera. Ecco perché è importante ricordare Giovanni Falcone. È importante ricordare Giovanni Falcone perché, attraverso di lui, comprendiamo quali sono le esigenze oggi delle persone, dei territori, delle imprese, del nostro Paese. Il nostro Paese deve lottare contro le mafie perché le mafie rappresentano la zavorra del Sud e di gran parte dell'Italia. Se non ci mettiamo a farlo, con grande impegno, tutti insieme, questo risultato non lo conseguiamo. Ecco perché avrei voluto che oggi fossero stati previsti tanti interventi su questo tema, Presidente, perché, di tanto in tanto, in questa Camera bisogna parlare anche di mafie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non è sufficiente parlare di leggi, perché al di fuori di questa Camera ci sono le persone che aspettano le nostre parole, che immaginano che noi possiamo risolvere le loro situazioni, e una nostra parola per loro significa un'indicazione, un messaggio chiaro. Ognuno di loro là fuori sa, se noi parliamo qui di mafie, che le mafie sono nemiche; altrimenti, penseranno che le mafie, in fondo, sono come tutti gli altri soggetti, con le quali può essere anche vantaggioso andare a compromesso, andare a una connivenza, a una contiguità. E, invece, tutto questo lo dobbiamo escludere. Ecco perché sto parlando, Presidente. Sto parlando perché anch'io, da procuratore, immaginavo che dalla Camera avremmo avuto sempre un sostegno forte, e molto spesso lo abbiamo avuto. Ecco qual è il percorso che vorrei ci fosse.

Innanzitutto, proprio da lei, Presidente, vorrei che, laddove vi fossero commemorazioni come quella di oggi, come ci sarà per il prefetto Dalla Chiesa, come ci sarà per tanti nostri eroi, come ci sarà fra poco per Paolo Borsellino, la Camera si fermasse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e che ciascuno dei rappresentanti di questi gruppi parlamentari parlasse e dicesse cosa pensa che sia importante per il nostro Paese per combattere le mafie. Le mafie sono un soggetto che è il nostro nemico, è il nemico della nostra libertà, della nostra democrazia, e, purtroppo, si insinua, maldestramente e in modo silenzioso, in tutte le nostre attività. Ecco perché ho preso la parola, Presidente, perché vorrei che questa Camera avesse un percorso ben tracciato, un programma. Vorrei che a inizio seduta, quando ci sono commemorazioni di questo tipo, a partire da lei, Presidente - mi scusi, se mi permetto -, lei e poi tutti gli altri avessero la possibilità di parlare di mafie, parlare di mafie oggi, di come combatterle. E questo per aiutare la nostra economia, che è un'economia legale, che deve rispettare le regole. Bisogna che gli imprenditori sappiano che in noi hanno i loro alleati contro le mafie, perché le mafie sono un nemico forte. Ecco perché dobbiamo essere con loro.

Presidente, credo che oggi sia una giornata memorabile, come le altre 30 che hanno consentito la commemorazione di Giovanni Falcone, e ringrazio il nostro Paese, per aver dato la luce a eroi come Giovanni Falcone, che devono essere il nostro modello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Questa commemorazione è un momento molto importante e vorrei che quest'Aula riuscisse ad avere la postura che serve a darle pieno significato. Proverò a dire alcune parole, a nome di Alleanza Verdi e Sinistra, per ricordare quel giorno di 31 anni fa, il giorno in cui il fragore di un boato portò un attacco al cuore dello Stato. Un tratto di autostrada a Capaci venne frantumato da centinaia di chili di esplosivo, e persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, che oggi ricordiamo con grande commozione. Ogni volta che percorriamo quel tratto di strada che, dall'aeroporto conduce a Palermo, non possiamo fare a meno di ricordare quel 23 maggio di 31 anni fa, perché per la mia generazione, la generazione di chi è nato negli anni Ottanta, quel fragore è una delle prime cose che ci ricordiamo tra le notizie che invadevano il nostro mondo di bambini e bambine. Quei fatti ci segnarono più di quanto avremmo creduto allora. Quel boato e quello sconcerto sembrarono la fine di tutto, della lotta dello Stato alla mafia, il simbolo dell'impotenza nella lotta al fenomeno mafioso. La stessa sensazione, anzi, una sensazione amplificata, che il Paese si trovò a vivere neanche due mesi dopo, di fronte alla strage di via D'Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e quattro uomini e una donna della sua scorta. Si colpirono, e lo si fece in modo definitivo, squarciando i loro corpi, le due persone che erano state in grado di far vedere che la mafia poteva essere sconfitta, gli unici capaci di portare alla sbarra, dentro le gabbie dell'aula bunker, la prima linea del potere mafioso.

La prima mafia si annida nell'indifferenza, nella superficialità, nel quieto vivere, nel puntare il dito senza fare nulla per poi voltarsi dall'altra parte e, magari, indignarsi, ma continuare a non fare nulla. Siate voi il cambiamento. Non sono parole mie, ma di don Luigi Ciotti, che con Libera lotta ogni giorno contro la mafia insieme ai tanti e alle tante che resistono, anche nei territori in cui sarebbe più facile voltarsi dall'altra parte.

Ebbene, pochi giorni dopo la strage di Capaci, il 25 maggio, nella chiesa di San Domenico, a Palermo, una folla commossa si strinse intorno ai corpi martoriati delle vittime, così come il Paese, a sua volta, si strinse intorno a loro. Ricordo lo sciopero generale di un'ora in tutta Italia e di otto ore in Sicilia, è forse lì che il sentimento dell'antimafia è diventato un sentire comune ed è forse lì che in tante e in tanti, che avevano preferito non pensarci, presero definitivamente coscienza. I mafiosi pensavano di rendere il popolo sottomesso al proprio potere, ma ottennero il contrario, un sentimento indimenticabile per i ragazzi e i bambini di allora.

Oggi, che gli autori materiali della strage di Capaci sono morti o in galera, ma che le mafie hanno saputo rigenerarsi e mutare con il mutare della società, è proprio ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze che dobbiamo parlare. Da componente della Commissione cultura e della Commissione bicamerale antimafia voglio porre l'accento sul dovere di educare alla cultura dell'antimafia e della legalità e il mezzo che lo Stato ha per non lasciare da soli bambine e bambini si chiama “scuola”, una scuola pubblica, aperta di pomeriggio, come purtroppo non avviene in tante aree del Paese, che sappia crescere gli uomini e le donne del futuro, in un percorso di emancipazione dal ricatto, libere e libere dalla povertà, dall'indifferenza e da ogni potere mafioso. Senza una scuola forte non c'è libertà, senza una scuola forte e funzionante in tanti territori e quartieri di questo nostro Paese non c'è antimafia possibile, non c'è un vero impegno nell'antimafia sociale, che sempre deve accompagnare investigazioni, operazioni di Polizia e processi.

A trentun anni di distanza dalla strage di Capaci, le forze politiche sono chiamate, quindi, su tutti i terreni dell'antimafia, all'impegno e alla coerenza. L'antimafia, infatti, non è solo l'enunciazione di valori e intenti in occasione degli anniversari, l'antimafia è una lotta quotidiana a tutti i livelli del suo potere, da quello criminale, a quello politico, a quello finanziario. L'antimafia deve essere un conflitto perpetuo contro i poteri occulti, anche e soprattutto quelli in doppiopetto. Troppo spesso, tanti, anche in queste Aule, spendono molte forze ed energie ad attaccare le figure che l'antimafia la fanno ogni giorno, invece che impiegarle a combattere i mafiosi, chi fa affari con loro, chi anche nella politica intrattiene rapporti indicibili con gli attori della criminalità organizzata. Si tratta, quindi, non solo, di vigilare, ma di fare delle scelte. Non si possono ospitare impresentabili e collusi nelle proprie file, nelle proprie coalizioni, nelle proprie giunte o nei consigli degli enti locali, salvo meravigliarsi, poi, quando vengono inquisiti o arrestati. Lo ha detto oggi il nostro Presidente, Sergio Mattarella, che voglio ringraziare. La lezione di Falcone resta, la mafia può essere sconfitta. Solo se ci impegniamo tutti e tutte ad espellerla dal potere, dall'economia e dalla cultura del Paese, allora, sì, solo allora, possiamo riuscirci (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carra'. Ne ha facoltà.

ANASTASIO CARRA' (LEGA). Signor Presidente, trentuno anni fa, in un pomeriggio assolato, intorno alle 17,55 circa, alla periferia di Palermo, in prossimità di Capaci, Giovanni Falcone con la moglie e la scorta venivano barbaramente uccisi per mano della mafia. Quel lungo boato, capace di giungere sino alla città di Palermo, lì dove si celavano gli assassini del coraggioso e valoroso magistrato, segnò quello che per noi siciliani è stato il periodo più tragico e doloroso. Eppure fu proprio in quella dolorosa circostanza, in quel forte boato, rimbombato sino ai giorni nostri che, finalmente, in Sicilia e in tutta l'Italia, si è avuto il coraggio di parlare e affrontare concretamente Cosa Nostra, come se fosse un fenomeno talmente grave, quanto pericoloso, tanto da concepirlo come un fenomeno da sconfiggere in maniera coesa e costante. Io, da carabiniere in servizio che, in quegli anni, ha visto morire decine e decine di colleghi in nome di una legalità che ai tempi sembrava quasi un'idea lontana e distante, ho concepito quel tempo come una nuova occasione per redimere la nostra terra, la Sicilia e i siciliani da un peccato originale, una malattia diventata ormai un cancro per i tanti che avrebbero voluto e desiderato vivere nella legalità, nel rispetto delle regole e della inviolabilità della vita umana. Oggi mi piace pensarlo come un messaggio positivo per i tanti che, come me, nutrono la speranza: si è insediata la nuova Commissione parlamentare antimafia. La lotta alle mafie, in qualunque posto e in qualunque tempo, non è e non deve essere pura demagogia, posizione di partito o semplice ideale, ma deve rappresentare un impegno per tutti noi, sia dentro che fuori quest'Aula.

Oggi, dopo 31 anni dalla strage, mi piace sapere che la paura ha fatto spazio finalmente al coraggio, che la speranza ha preso il posto dei timori e che noi tutti, parlamentari della Repubblica italiana, in quest'Aula interveniamo non per mera opportunità, ma per esclusivo senso del dovere nei confronti di uomini e donne di Stato che hanno sacrificato la loro stessa vita per questo straordinario Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), mostrando, anno dopo anno, momento dopo momento e impegno dopo impegno, gratitudine ed onore per chi, come noi, da italiani, hanno immaginato un Paese libero, democratico e forte. Affinché il sacrificio di tanti uomini e donne non diventi mera occasione di raccoglimento e commemorazione, che questi non restino delle semplice vittime, dobbiamo continuare ad urlare e dimostrare che lo Stato, le istituzioni, l'Italia e gli italiani tutti non si sottometteranno mai alla vile volontà di qualunque forma di criminalità organizzata, che sia Cosa Nostra, che si chiami 'ndrangheta, camorra o qualsiasi altra denominazione. Noi continueremo a combattere per la libertà, l'onore e la nostra democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi, il mio capogruppo, qualche ora fa, mi aveva comunicato che si dovevano fare, come abbiamo sempre fatto, degli interventi di commemorazione di Giovanni Falcone. Tante volte questo Parlamento ha celebrato, come è doveroso, questo momento, quindi mi dispiace che siano insorti degli equivoci, ma io avrei preferito ascoltare degli interventi che parlassero di Giovanni Falcone, anziché parlare degli equivoci. In ogni caso, siamo qui, come sempre, e non possiamo dimenticare le immagini della strage di Capaci, compiuta da Cosa Nostra alle 17,57 di quel maledetto 23 maggio 1992, che tolse la vita a Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo, agli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Assieme a loro, non possiamo dimenticare Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Rocco Chinnici, Rosario Livatino, Pio La Torre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Piersanti Mattarella, Libero Grassi, don Pino Puglisi, il lunghissimo elenco di tutti quegli uomini e donne, magistrati, sacerdoti, agenti, semplici cittadini, che hanno dato la vita. Non possiamo dimenticare il dolore e le parole dei familiari e anche il nostro attonimento nell'assistere a quei fatti; non possiamo dimenticare la rabbia, lo sdegno, ma anche la reazione e la risposta forte di tutta la comunità civile.

Quella strage rappresentò un attacco al cuore dello Stato e lo Stato ha saputo affrontare, reagire, rispondere, nonostante i tentativi di infiltrazione compiuti anche all'interno dello Stato stesso. Falcone era in quel momento il nemico numero uno della mafia e, quindi, andava colpito con un'azione simbolica. Infatti, Falcone - e assieme a lui il pool antimafia, i magistrati che erano in prima linea - ci ha lasciato una legislazione antimafia e delle strategie, elaborate allora e ancora valide oggi, che sono tuttora uno strumento efficace, un modello studiato, copiato e applicato anche dagli ordinamenti di tutti gli altri Paesi d'Europa e del mondo. È un patrimonio che va mantenuto, difeso e consolidato.

Per questo siamo orgogliosi che il primo atto formale di questo Governo - il suo primo decreto-legge - sia intervenuto sull'ergastolo ostativo, a dimostrazione che non c'è la minima intenzione di abbassare la guardia e di smantellare gli strumenti più efficaci di lotta alla mafia che dall'esempio e dal lavoro di quei magistrati negli anni più difficili sono rimasti ed arrivati fino ad oggi.

Con l'arresto di Matteo Messina Denaro si è chiusa simbolicamente un'epoca. Dopo trent'anni si è chiusa la stagione della vecchia mafia stragista, ma siamo tutti consapevoli che oggi le mafie hanno saputo adattarsi velocemente alla nuova realtà. Oltre ovviamente al traffico della droga - che è un altro tema su cui dobbiamo condurre una guerra senza quartiere -, oggi la mafia è quella dei colletti bianchi, è quella della finanza, è quella dell'infiltrazione nel tessuto finanziario ed economico della società. È compito dello Stato e del legislatore saper adeguare l'ordinamento e saper trovare oggi le risposte efficaci, seguendo un altro insegnamento di Giovanni Falcone, il follow the money, che aveva ispirato l'azione più efficace anche in quegli anni: dobbiamo colpire la mafia dove c'è il denaro.

Concludo, Presidente, con una delle tantissime frasi, che ci ha lasciato Giovanni Falcone e che ispirano la nostra azione: “La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”. Ecco, questo è il nostro compito oggi, questo è il nostro dovere, se dobbiamo onorare la memoria di Falcone e di tutte le vittime della mafia.

La mafia può essere battuta, quella di ieri e anche quella di oggi. Nostro dovere è continuare a combatterla senza quartiere, nel nome di Giovanni Falcone e di tutti gli eroi che hanno dato la vita per questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Il 23 maggio non è soltanto il giorno in cui ricordiamo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. È anche il giorno in cui ricordiamo, oggi per la trentunesima volta, che la mafia è stata sconfitta.

Attenzione, non dico che la mafia non esiste più: è presente e va sempre tenuta alta la guardia. Quando dico che è stata sconfitta, intendo che l'abbiamo sconfitta culturalmente e socialmente 31 anni fa. Infatti, 31 anni fa, tanti erano spettatori di una guerra, in tanti facevano fatica a schierarsi. Addirittura, uomini come Giovanni Falcone dovevano lottare su due fronti, quello contro la mafia - e ci sta - ma anche quello contro chi, nelle istituzioni, avrebbe dovuto stare dalla sua parte e, invece, lo combatteva.

Se la mafia è stata sconfitta, Presidente, lo dobbiamo a uomini come Giovanni Falcone. Se nella lotta alla mafia esiste un prima e un dopo 23 maggio 1992, lo dobbiamo a lui che è riuscito a far diventare quella lotta una lotta di popolo, che appartiene agli studenti, ai cittadini, alla società civile e non più soltanto agli eroi.

Infine, Presidente, mi lasci dire due parole su Francesca Morvillo, considerata, purtroppo, erroneamente, quasi inconsciamente, lì nel luogo della strage, su quell'auto, unica non in servizio e quindi, come capita spesso a tante donne, ingiustamente considerata una vittima di serie B. Meglio di me Borsellino la descrisse il 23 giugno, un mese dopo la morte di Falcone, nella sera della veglia, ricordando la Morvillo, dicendo di chi si trattava e chi era quella donna: “Giovanni Falcone lavorava con perfetta coscienza che la forza del male, la mafia, lo avrebbe ucciso. Francesca Morvillo stava accanto al suo uomo con perfetta coscienza che avrebbe condiviso la sua morte”. Francesca Morvillo, Presidente, non era lì per caso, non fu un inciampo: sapeva che prima o poi la mafia, con suo marito, avrebbe ucciso anche lei e non si è mai tirata indietro. Francesca Morvillo non era soltanto orgogliosamente la moglie di Giovanni Falcone, ma la prima e unica magistrata assassinata nel nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. “Non ci avete fatto niente. Ci avete provocato un dolore immenso e causato una rabbia immensa, ma siamo ancora qua. Non siamo andati via, non andremo via”. Queste parole le ha pronunciate una donna forte che siciliana non è ma che, per amore, ha scelto di restare in Sicilia. Lei è Tina Montinaro, la moglie di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Quelle parole, a distanza di 31 anni, riecheggiano ancora nei nostri cuori, in quest'Aula, infondendo, oggi come allora, rabbia e dolore.

Giovanni Falcone e la moglie, anch'essa magistrata, Francesca Morvillo, con Paolo Borsellino rappresentano uno spartiacque. Il loro drammatico sacrificio, voluto con un attentato di matrice mafiosa in stile libanese, ha forgiato le nostre generazioni, la mia sicuramente. Sono stati un esempio di alto senso delle istituzioni da salvaguardare sempre e comunque, senza farsi intimidire o indietreggiare, forti delle certezze del diritto, quello con la “d” maiuscola, rispetto ai soprusi mafiosi.

Sono gli stessi principi che hanno animato gli uomini e le donne delle scorte, consapevoli del rischio altissimo che correvano, ma avevano scelto da che parte stare fino all'ultimo. Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani, che hanno perso la vita a Capaci, e ancora Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Emanuela Loi ed Eddie Walter Cosina, i cinque agenti, tra cui una giovanissima donna, morti in via D'Amelio. È giusto ricordarli tutti e, comunque, assieme a tutte le vittime della mafia.

Così, mantenendo quella rabbia e quel dolore che ci pervase e ci pervade ancora oggi, potremo raggiungere ciò per cui loro sono morti: sconfiggere la mafia in qualunque modo essa si presenti o rappresenti.

La mafia non è per nulla sconfitta, dicevamo. L'ultimo esponente di spicco, Matteo Messina Denaro, è stato arrestato lo scorso 16 gennaio, ma restano i tanti misteri sulle coperture di cui ha potuto godere in una latitanza lunga 30 anni; una latitanza lunga come quella di Bernardo Provenzano, che è durata, invece, ben 43 anni. Oggi, più che mai, vanno cercati i colletti bianchi e chi, in questi decenni, ha garantito coperture e le ombre lunghe sui tanti depistaggi, da Capaci a via D'Amelio.

La mafia non spara ma si insinua nella pubblica amministrazione.

Drena i grossi capitali ed è più impalpabile. Niente più pistole, ma computer e business, in silenzio, cercando favori e immettendo forti risorse finanziarie nell'economia legale, dalla Sicilia a Roma, da Milano fino alle azioni in Borsa. Per questo, nella giornata della legalità, il pensiero non può non andare a Pio La Torre e alla sua intuizione, quella di aggredire i capitali mafiosi, quella del sequestro dei beni. Di fronte ad una mafia che ha spostato in modo evidente le sue attenzioni sul sistema dei rifiuti e sui grandi appalti della sanità, non possiamo non avviare una riflessione collettiva e un confronto approfondito, dentro e fuori il Palazzo, su nuovi ed efficaci strumenti in grado di assestare un colpo ferale alle organizzazioni criminali. Trasparenza nei pagamenti, competitività, regole certe nelle gare: sono le parole d'ordine per rompere il malaffare e le clientele. Sotto questo profilo, la Commissione antimafia, insediatasi oggi, misurerà la propria efficacia.

Non solo strumenti normativi, servono anche metodi all'avanguardia nella ricerca delle prove. Per questo oggi non possiamo non ricordare l'acume investigativo di Carlo Alberto Dalla Chiesa o di Boris Giuliano. Manca il coraggio e la forza della denuncia e della ricerca della verità, che è costata cara a Peppino Impastato.

Presidente, in questi anni, la commemorazione presso il cosiddetto albero Falcone, in via Notarbartolo, a Palermo, ci ha trasmesso un modello: quello di trasfondere alle giovani generazioni i valori della legalità, della lotta alla mafia, del sommo sacrificio per la Patria, dell'etica, della morale. Vedere ogni anno migliaia di giovani rappresenta il segnale più vivo e fervido che quelle morti non sono avvenute invano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo: questi sono nomi che abbiamo sentito, ormai da 31 anni, tantissime volte, centinaia, forse migliaia, di volte. Questi sono nomi di eroi. Sono i nomi degli eroi che persero la vita in quel drammatico attentato del 23 maggio di 31 anni fa. Io li chiamo eroi e voglio sottolineare che li chiamo eroi perché hanno dedicato la loro vita a questo Paese. Loro credevano realmente nel cambiamento e si misero al servizio del futuro delle generazioni che venivano dopo di loro e per questo furono colpiti.

In questi 31 anni noi non abbiamo mai perso occasione - e abbiamo fatto bene - di ricordarli. Possiamo dire che hanno accompagnato la vita di ognuno di noi, che in quest'Aula abbiamo scelto di fare una vita pubblica. Hanno rafforzato le nostre idee, voglio sottolinearlo. Hanno rafforzato le idee di tutti, le idee di chi viene da destra, le idee di chi viene da sinistra e le idee di chi viene dal centro della politica. Ma tutti hanno tratto beneficio dalle idee di questi uomini, soprattutto di Giovanni Falcone. E questo - come diceva anche un collega prima - forse è il momento in cui la mafia veramente iniziò ad essere sconfitta, perché tutto lo Stato si ritrovò nell'idea di una Sicilia e di un'Italia migliori. E quindi io credo che la speranza, che era in quegli uomini, con la loro morte, è una speranza che è viva soprattutto oggi.

L'idea di un Paese senza criminalità, senza criminalità organizzata, accompagna ognuno di noi sin da quando è bambino. Le scene di quei giorni, di quel cratere immenso penso nessuno di noi le abbia dimenticate e mai le dimenticherà.

Voglio però ricordare una scena che mi colpì allora - ero un ragazzo - ed era quella del funerale quando la vedova di Vito Schifani, Rosaria Costa - sicuramente ricorderete quelle parole - diceva: “loro non cambiano (…), loro non vogliono cambiare”. Quella che sembrava una resa diede, invece, forza a noi, che eravamo giovani, e forza a quelli che in quel momento avevano responsabilità perché, forse, era arrivato il momento di cambiare. Lei era una donna sola in quel momento, una donna che chiedeva semplicemente una cosa: giustizia.

Stamattina io sono stato chiamato a far parte della Commissione bicamerale antimafia. Io non so se sia un caso, ma io credo nei segni, e sicuramente è un segno, ma stamattina, per la prima volta, si è riunita la Commissione antimafia di questa legislatura e sono sicuro che sarà una Commissione che non si tirerà indietro; sarà una Commissione che affronterà, con determinazione, le richieste di tante, purtroppo, ancora troppe famiglie che chiedono giustizia contro la criminalità organizzata.

È una Commissione, la cui presidente è giovanissima, e, proprio per questo, crede nel cambiamento, ed è il cambiamento che ci chiedeva Rosaria Costa, 31 anni fa: loro non vogliono cambiare, ma noi li costringeremo a cambiare, li stiamo costringendo a cambiare. Quelle parole, le parole di Rosaria Costa - qui c'è la mostra ed ogni giorno vediamo quelle immagini - devono essere un monito giornaliero per noi.

La criminalità organizzata sicuramente non è sconfitta, tocca a noi continuare a lavorare per sconfiggerla, si sconfigge anche con i piccoli gesti, con i gesti quotidiani, anche con un'Aula unita, un'Aula che non si disunisce, un'Aula che non litiga su cose superflue.

Questa attività di unità del Paese, questa attività di unità dell'Aula su questi temi la dobbiamo non solo a noi ma la dobbiamo soprattutto ai nostri figli, a chi verrà dopo di noi, alle generazioni che verranno dopo di noi, perché un Paese, se vuole essere ricco e veramente libero, deve avere grandi ideali. Voglio concludere con un pensiero che viene dai giovani, un pensiero che voglio ricordare: “Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe”. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gallo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO GALLO (MISTO). Grazie, signor Presidente, nei pochi minuti a disposizione desidero fare alcune brevi considerazioni. Giovanni Falcone è stato un genio perché ha affrontato in modo geniale la lotta alla mafia segnando un passaggio storico che rappresenta un prima e un dopo. E, come spesso accade alle persone geniali in questo Paese, gli è capitato di non essere considerato, di essere frainteso e di essere ucciso, come è capitato, purtroppo, anche ad altri, in altri settori, in una triste sequela.

Un ricordo personale: avevo 25 anni, giovane siciliano, e quel 23 maggio di 31 anni fa mi riversai anch'io per le strade di Palermo, perché quell'esplosione aveva fatto esplodere la rabbia di tantissimi. Di quei momenti, di quelle manifestazioni, di qualcuna precedente e di quelle successive mi è rimasto impresso uno slogan, che mi sembra purtroppo - non sia di offesa per nessuno - sempre di attualità: “Fuori la mafia dallo Stato, fuori lo Stato dalla mafia”. Si urlava dal 1992 in poi, nelle piazze. Oggi, forse, non si urla, ma si tenta di dimostrare nei processi, tuttavia il punto è questo.

C'è molto da fare, lo diceva bene il collega Maschio poco fa, per bonificare, diciamola così, diciamola pulita, le connivenze e le complicità di cui gode la mafia. E quindi, se la stagione dello stragismo è alle spalle, non dobbiamo dimenticare gli insegnamenti di Falcone, quando indicava la capacità della mafia di mimetizzarsi e rigenerarsi con altri vestiti, con altre modalità. Per farlo occorre, ogni giorno, rinnovare l'impegno nelle istituzioni e nella società, sì, d'accordo, ma non bastano le leggi, non basta la repressione, da applicare magari a chi viene arrestato, dopo 30 anni di latitanza. Bisogna fare in modo che la mafia non navighi più nella sua acqua. Ci vogliono scelte coraggiose, per le quali si correranno magari dei rischi, di carattere elettorale, ovviamente, ma che ci renderanno degni di celebrare, in maniera non retorica, quegli eroi che hanno deciso di difendere lo Stato, sacrificando anche la loro vita (Applausi dei deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. In conclusione, informo l'Aula che sono presenti nelle tribune tre componenti della scorta del magistrato Giovanni Falcone (Applausi - L'intera Assemblea si leva in piedi), Giuseppe Sammarco, Luciano Tirindelli e Anselmo Lo Presti, a cui invio un saluto affettuoso da parte mia e da parte di tutta l'Aula.

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, ha proceduto in data odierna alla propria costituzione. Sono risultati eletti presidente la deputata Chiara Colosimo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), vicepresidenti i deputati Mauro D'Attis e Federico Cafiero De Raho, segretari il senatore Antonio Iannone e il deputato Anthony Emanuele Barbagallo.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, all'ordine del giorno della seduta di domani, mercoledì 24 maggio, sarà collocato quale primo argomento il seguito della discussione delle mozioni in materia di fibrosi cistica. Seguirà il seguito della discussione della mozione concernente iniziative di competenza in relazione alla mancata estradizione di alcuni terroristi dalla Francia.

Avverto altresì che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, sempre nella giornata di domani, alle ore 12, avrà luogo un'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro della Protezione civile e delle politiche del mare sugli eccezionali eventi calamitosi occorsi in Emilia-Romagna.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Maggio. Ne ha facoltà.

GRAZIA DI MAGGIO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sabato 20 maggio eravamo a Milano, in via Mecenate, davanti all'ormai nota fiera Wish for a baby. Eravamo lì presenti con un presidio di Fratelli d'Italia, insieme anche a diversi colleghi e forze del centrodestra, insieme a movimenti cattolici e addirittura movimenti femministi. Eravamo lì per chiedere chiarezza rispetto a quello che stava accadendo all'interno di quella fiera. Questo perché ci era stato segnalato che tra gli espositori ci sarebbe stata anche la banca del seme e degli ovuli più grande del mondo, che commercializza la vendita dei gameti. Questo, ricordo, che in Italia è vietato dalla legge n. 40 del 2004, all'articolo 12, comma 6. Noi siamo entrati, biglietto alla mano, per cercare di risolvere i nostri dubbi e ci siamo scontrati subito con questo stand, che effettivamente, oltre a illustrare le caratteristiche del donatore, quindi la scelta del colore dei capelli, del colore degli occhi e, addirittura, l'intelligenza emotiva, esibiva anche un rimando al sito, con un prezzario dettagliato rivolto al mercato italiano, IVA inclusa. Questo è assolutamente sconcertante.

Soprattutto, segnalo che l'indifferenza totale del sindaco di Milano, del sindaco Sala, anche rispetto a un esposto che noi abbiamo presentato, è quanto più grave. Ecco perché è necessario rendere la pratica dell'utero in affitto reato universale, con la nostra proposta di legge, perseguibile in Italia anche per chi si reca all'estero. Noi saremo sempre contrari e siamo contrari ovviamente alla mercificazione del corpo della donna. Siamo contrari e diciamo “no” alla schiavitù del terzo millennio, diciamo “no” ai bambini prodotti in laboratorio, diciamo di no agli uomini ricchi che pagano e sfruttano donne povere. Fratelli d'Italia sarà sempre forte, sarà sempre intransigente rispetto a questa pratica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, nel giorno in cui abbiamo commemorato, in quest'Aula, tutte le vittime dell'alluvione che ha colpito e sconvolto l'Emilia-Romagna, in cui abbiamo onorato l'eroica morte di Giovanni Falcone e di Francesca Morvillo, insieme a Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, voglio intervenire per salutare Umberto Graziani, uno degli ultimi partigiani residenti a Roma, Presidente, onorario della sezione ANPI Roma Centro Storico che ci ha lasciato oggi, all'età di 99 anni.

Umberto Graziani viene chiamato sotto le armi durante la Seconda guerra mondiale e viene inviato all'isola di Arbe, nella Dalmazia settentrionale. Dopo l'8 settembre, compie la scelta che ha segnato tutta la sua vita: non torna a casa, resta al fronte e continua a combattere contro i nazifascisti. Lo fa da partigiano, nella Brigata Rab. Si tratta di una pagina della nostra storia di cui si parla poco, scritta dal coraggio e dal sangue delle partigiane e dei partigiani che hanno combattuto anche fuori dai confini del nostro Paese. In occasione delle ultime elezioni, il 25 settembre, ci ha ricordato le ragioni di quella scelta, così importante: Ho combattuto per voi giovani. A quel tempo, noi partigiani abbiamo combattuto per un'Italia migliore; purtroppo, non ci siamo riusciti fino in fondo, in parte, sì. Con le sue medaglie al petto, davanti al seggio, per votare ancora una volta, dopo quasi un secolo di vita, per partecipare e rinnovare il suo impegno, prendere parte, come sempre; un'intera vita spesa da partigiano.

Alla famiglia di Umberto Graziani, a tutte e tutti i suoi cari, insieme a tutta l'ANPI, giunga da quest'Aula un forte e caloroso abbraccio e la certezza che l'esempio del suo coraggio, l'esempio del coraggio di tutte le partigiane e di tutti i partigiani non si spegne con la morte, ma continua a illuminare il nostro cammino, oggi e sempre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Domani ascolteremo, dal Ministro Musumeci, l'informativa in merito alle situazioni e agli interventi di soccorso fatti in Emilia-Romagna. È giunta, però, un'informazione in merito a una situazione che si è creata e che ritengo quantomeno da stigmatizzare. Presidente, negli scorsi giorni, in tantissimi si sono attivati per portare soccorso alle popolazioni colpite in Romagna, tra questi tanti volontari che si sono prodigati in ogni modo per riuscire ad alleviare le difficoltà di quei momenti.

C'è una situazione che si è creata e che ritengo debba essere necessariamente approfondita dal Governo, perché quando si sono attivate le forze e i volontari dei Vigili del fuoco per andare a dare una mano in soccorso in Romagna c'è stato un “via libera” da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ritengo, in questo caso, in maniera meritoria, perché quando c'è necessità di soccorso non si può stare a distinguere chi viene da una parte e chi viene dall'altra, chi ha un tipo di divisa o chi ne ha un'altra, per di più, in questo caso, vestendo la stessa divisa.

Ebbene, sono partiti dei volontari e, poi, improvvisamente, c'è stata un'azione contraria a questa presenza di volontariato nelle zone di soccorso da parte di alcuni sindacati, non dico di tutti i sindacati e non dico dei sindacati in generale, perché ho rispetto delle azioni sindacali, ma c'è stata un'azione, una, a mio avviso, incomprensibile azione di stop a questi invii. Quindi, abbiamo avuto Vigili del fuoco effettivi che sono giunti da ogni parte d'Italia e Vigili del fuoco volontari delle regioni limitrofe che sono stati rimandati indietro o, addirittura, nemmeno fatti partire. Questo non è corretto, Presidente, e ritengo che ci debba essere necessariamente, da parte del Governo, una seria presa di posizione, perché è assurdo e, lo dico anche in maniera seria, è inaccettabile che nel momento del soccorso ci siano azioni sindacali e che, per beghe sindacali, venga respinto il volontariato, laddove c'è da portare soccorso.

Non si fanno distinzioni di questo tipo, non si possono accettare, non si può fare questo tipo di distinzioni e non ci può essere questo tipo di discriminazione. Noi dobbiamo avere grande certezza che i nostri volontari dei Vigili del fuoco, come gli effettivi, vengano messi in condizione di portare soccorso. Non possiamo lasciare parti del Paese sguarnite dal soccorso. Come è giusto che ci siano i distaccamenti degli effettivi in tutte le parti d'Italia, è altrettanto giusto che, nel momento del soccorso, tutti possano fare la propria parte. Su questo, Presidente, presenteremo un atto di sindacato ispettivo, perché vogliamo che il Governo, una volta per tutte, metta i nostri Vigili del fuoco tutti in condizione di operare laddove c'è emergenza e che le beghe sindacali restino, per cortesia, relegate almeno alle situazioni non di emergenza e non vadano ad incrinare il rapporto di fiducia tra i nostri cittadini e chi veste quella bellissima divisa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei fare un intervento da deputato, ma anche da giornalista professionista, che è il mio mestiere, per far presente una cosa che ritengo sia molto importante per il futuro e la funzionalità del nostro organismo e anche del nostro sistema Paese. Più volte sono intervenuto per stigmatizzare l'assenza sostanziale, continua e costante di esponenti del Governo anche quando votiamo importanti atti che riguardano loro stessi. Mi sarei aspettato, ad esempio, oggi che, di fronte a ricorrenze così importante - e abbiamo ricordato sia l'Emilia-Romagna, sia le vittime in Romagna, sia la strage di Capaci -, fosse stato presente qui, in Aula un rappresentante del Governo e casomai ascoltare anche qualcosa detto da loro.

Ma c'è una seconda cosa che le voglio sottolineare e lo dico perché più giornalisti stanno cominciando a segnalarlo, cioè il fatto che non esiste più contraddittorio tra il Governo e il mondo dei media. Oggi, ad esempio, abbiamo assistito a una conferenza stampa, che, in realtà, non era una conferenza stampa, ma era un monologo del presidente della regione e del Premier sulla vicenda successa in Emilia-Romagna. Perché sottolineo questa cosa? Perché c'è una differenza tra mandare il video e dire che quello è un comunicato stampa e proporre, invece, monologhi o azioni, come, per esempio, la presenza sul territorio di Ministri o, addirittura, del Premier, senza la possibilità della presenza dei giornalisti, senza alcun contraddittorio e senza che vengano poste delle domande. Il giornalismo è importante, è il sale della democrazia e anche le domande scomode, perché, senza questo, rischiamo, poi, di andare verso derive molto pericolose (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. La strage di Capaci non è un ricordo, è patrimonio condiviso, è memoria collettiva di chi ha dato la vita per la libertà dei siciliani dalla mostruosa piovra, la mafia, che, con i suoi tentacoli, soffoca ancora la nostra gente, la nostra terra, tra le sue mortali spire.

L'attentatuni - così lo chiamano -, in cui esplose l'autostrada a Capaci, il suo boato, determinò il risveglio dei siciliani onesti, ebbe un effetto diverso da quello che auspicavano i mafiosi, di piegare ancora di più le persone oneste. Determinò l'inizio della reazione della società civile, la negazione di ogni consenso a chi aveva realizzato una così terribile vera e propria azione di guerra, incurante di poter determinare vittime innocenti, perché, oltre Falcone, la moglie Francesca e gli agenti della scorta, ci furono 23 feriti, che potevano essere altrettanti morti, passava di lì, poco prima, un autobus pieno di studenti che tornavano da una gita. Determinò proprio quello che auspicavano Falcone e Borsellino, ben consapevoli che le indagini sono necessarie, ma non sono sufficienti a sconfiggere la mafia, perché occorre un cambiamento culturale, una mentalità nuova che neghi consenso alla mafia.

Non è più il tempo della retorica, che, secondo me, offusca e svilisce il sacrificio di tutti i siciliani che hanno versato sangue per liberare la Sicilia dal suo giogo. “È tutto un teatro” - diceva Falcone - “quando la mafia lo deciderà, mi ammazzerà lo stesso”. E la mafia non è affatto stata sconfitta, non si può abbassare la guardia, ha solo cambiato strategia: non è più stragista, ma dei colletti bianchi.

Chiudo, citando le stesse parole di Falcone rilasciate - profetiche, sono un lascito di speranza - a Marcelle Padovani, in Cose di Cosa Nostra, il libro-intervista del 1991. Diceva proprio che “la mafia è un fenomeno umano come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e quindi avrà una fine”. “Piuttosto” - avvisava Falcone - “bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori (…)”. A tutti coloro che continuano a tenere vivi il ricordo e la memoria e continuano a far camminare sulle loro gambe le idee, i valori e i principi di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone e di tutte le vittime che hanno dato la vita. per questa democrazia e tutta la Repubblica, voglio fare un ringraziamento. E vorrei invitare quest'Aula - ora purtroppo non molto affollata - a condividere veramente questo patrimonio e a battere le mani sempre, quando si parla di questi nostri grandi eroi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Chiedo scusa, Presidente. È un breve richiamo sull'ordine dei lavori, a fine seduta, perché, fino adesso, non è stato chiarito l'equivoco che si è verificato nel corso della celebrazione, anzi prima della celebrazione della strage di Capaci. Vorrei fare una precisazione e mi dispiace che la collega Rita Dalla Chiesa non sia presente; comunque, l'ho raggiunta e personalmente le ho espresso, notificato e raccontato la dinamica.

Era previsto - così mi è stato detto dagli uffici, non l'ho inventato - questo momento solenne, con la sua presenza per le ore 19, subito dopo la commemorazione delle vittime dell'alluvione dell'Emilia-Romagna. Quindi, ho pensato di fare alla collega Dalla Chiesa anche una cortesia, una carineria, diciamo così, evitando che lei iniziasse un intervento commemorativo, che poi avrei comunque dovuto interrompere in maniera traumatica. Le ho fornito spiegazioni, ma pare che non ci fosse un audio sufficientemente elevato - perché alcuni colleghi non hanno sentito quanto ho avuto modo di dire - e, quindi, non sia arrivata a destinazione l'informazione che quella fase di interventi della seduta era differita alle ore 19. Quindi, questa è la dinamica che si è sviluppata.

Peraltro, comunque, c'è stato un meraviglioso applauso da parte di tutta l'Aula, che si è protratto per tutti i minuti che sono stati necessari e, dopo, abbiamo fatto la celebrazione così come era prevista. Io non ho interpretato nulla. Non credo che sia nella facoltà del Presidente facente funzione di modificare l'ordine del giorno, dopo che i gruppi - così mi era stato riferito - avevano raggiunto un accordo per celebrare la strage di Capaci alle ore 19. Questo è quello che è accaduto, niente di più e niente di meno. A questo io mi sono attenuto e spero di averlo fatto nel miglior modo possibile, con tutta la delicatezza possibile. Peraltro, l'evento ci coinvolge tutti, anche dal punto di vista emotivo, per cui era importante che tutti potessero parlare allo stesso modo della strage di Capaci, del sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie e della scorta, anche per rafforzarne il messaggio, e che non ci fossero, invece, episodi disarticolati e disconnessi, che sicuramente l'avrebbero depotenziato. La ringrazio per la pazienza.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Rampelli. Le do atto e la ringrazio, anzi, di avere spiegato, all'Aula e a chi vuole, come siano andate le cose, perché, come pensavo e sostenevo anch'io, vi era stata evidentemente un'incomprensione. Quindi, la ringrazio di aver spiegato cos'è accaduto, in modo che anche questa questione - speriamo - possa essere considerata definitivamente chiusa.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 24 maggio 2023 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione delle mozioni Lazzarini, Vietri, Benigni, Cavo ed altri n. 1-00099, Di Lauro ed altri n. 1-00137 e Girelli ed altri n. 1-00141 in materia di fibrosi cistica .

2. Seguito della discussione della mozione Foti, Bisa, Orsini, Bicchielli ed altri n. 1-00102 concernente iniziative di competenza in relazione alla mancata estradizione di alcuni terroristi dalla Francia .

(ore 12)

3. Informativa urgente del Governo sugli eccezionali eventi calamitosi occorsi in Emilia-Romagna.

(ore 15)

4. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 la deputata Quartapelle Procopio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 il deputato Lampis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 9 i deputati Comaroli e Pellicini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 14 il deputato Orfini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1151 - QUEST. PREG. 1, 2 E 3 278 274 4 138 117 157 61 Resp.
2 Nominale TU PDL 384 E ABB-A - Q. PR. COST. 1 278 275 3 138 103 172 57 Resp.
3 Nominale TU PDL 384 E ABB-A - Q. PR. MER. 1 283 280 3 141 107 173 56 Resp.
4 Nominale PDL 622-A - EM. 1.200 285 285 0 143 285 0 55 Appr.
5 Nominale ARTICOLO 1 285 285 0 143 285 0 55 Appr.
6 Nominale EM. 2.101 RIF. 290 290 0 146 290 0 54 Appr.
7 Nominale EM. 2.200 293 293 0 147 293 0 54 Appr.
8 Nominale EM. 2.2 291 291 0 146 128 163 54 Resp.
9 Nominale ARTICOLO 2 291 291 0 146 290 1 54 Appr.
10 Nominale EM. 3.1 293 293 0 147 129 164 54 Resp.
11 Nominale ARTICOLO 3 293 293 0 147 292 1 54 Appr.
12 Nominale ARTICOLO 4 288 288 0 145 288 0 54 Appr.
13 Nominale ODG 9/622-A/2 273 272 1 137 272 0 54 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 14)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale PDL 622-A - VOTO FINALE 256 256 0 129 255 1 52 Appr.