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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 105 di giovedì 18 maggio 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 13,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 75, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, i deputati Alfredo Antoniozzi, Stefania Ascari, Anthony Emanuele Barbagallo, Pino Bicchielli, Federico Cafiero De Raho, Anastasio Carra', Giuseppe Castiglione, Chiara Colosimo, Saverio Congedo, Mauro D'Attis, Riccardo De Corato, Francesco Gallo, Michele Gubitosa, Giandonato La Salandra, Luigi Giovanni Maiorano, Francesco Michelotti, Andrea Orlando, Elisabetta Piccolotti, Pietro Pittalis, Erik Umberto Pretto, Giuseppe Provenzano, Debora Serracchiani, Valeria Carmela Maria Sudano, Chiara Tenerini e Gianpiero Zinzi.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Gianluca Cantalamessa, Francesco Castiello, Costanzo Della Porta, Aurora Floridia, Antonio Iannone, Filippo Melchiorre, Clotilde Minasi, Franco Mirabelli, Dafne Musolino, Luigi Nave, Raffaella Paita, Manfredi Potenti, Vincenza Rando, Sergio Rastrelli, Raoul Russo, Salvatore Sallemi, Giorgio Salvitti, Roberto Maria Ferdinando Scarpinato, Etelwardo Sigismondi, Francesco Silvestro, Sandro Sisler, Nicoletta Spelgatti, Daniela Ternullo, Valeria Valente e Walter Verini.

Comunico inoltre che, d'intesa con il Presidente del Senato, la Commissione è convocata per martedì 23 maggio prossimo, alle ore 13, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, recante misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali (A.C. 1060-A/R​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1060-A/R: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, recante misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'unico articolo del disegno di legge in esame, nel testo approvato dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1060-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, una considerazione è d'obbligo in premessa: la deriva monocamerale che condiziona l'esame dei decreti-legge dovrebbe richiedere una riflessione non strumentale in ordine agli aspetti di carattere costituzionale e attinenti ai Regolamenti parlamentari. Il fatto che, nel merito del provvedimento, questa volta sia la Camera a procedere in prima lettura nulla toglie a questa considerazione.

Ciò premesso, vorrei entrare nel merito. Il provvedimento in esame proroga e introduce ulteriori misure a sostegno delle famiglie e delle imprese rispetto a quelle già adottate con la legge di bilancio, che aveva introdotto anche il cosiddetto bonus sociale luce e gas. Abbiamo condiviso - e condividiamo - l'esigenza di tali misure, così come le disposizioni di rafforzamento del bonus per i clienti di energia elettrica e gas in condizioni di disagio economico, aumentando il valore ISEE a 15.000 euro, come l'aumento della platea di riferimento per l'accesso alla tariffa agevolata per la fornitura di energia elettrica da 20.000 a 30.000 euro per tante famiglie numerose con più di 4 figli. È giusta anche l'attenzione in favore delle famiglie che non sono titolari del bonus sociale da finanziare nell'ambito del REPowerEU.

Per le imprese sarebbe stata auspicabile una strategia di maggiori e più strutturali interventi, di fronte ai drammatici costi extra sostenuti dalle imprese del terziario, seppure siano condivisibili le misure volte a contrastare l'aumento dei costi dell'energia elettrica e del gas in capo alle imprese, attraverso crediti d'imposta. Nel contempo, non posso fare a meno di far presente che molte imprese non potevano usufruire dei crediti d'imposta energetici per l'ultimo trimestre 2022 per motivi non imputabili a loro, ma ai fornitori, che non hanno reso in tempo i dati necessari. È una misura, in teoria, utile, ma, nella prassi, inefficace per tanti, senza possibilità di recupero, non essendo stato accolto un nostro emendamento che andava in questa direzione. Nel merito, dunque, nonostante qualche ombra, non possiamo non dare un giudizio positivo in ordine alle misure disposte dal provvedimento.

Concludendo, permettetemi un'ultima considerazione: gli effetti del caro energia - come sappiamo - sono una delle ragioni che hanno sostenuto l'aumento dell'inflazione, che è stato - e rimane - un problema decisivo in Italia e nell'Eurozona. Il finanziamento del REPowerEU attribuisce risorse aggiuntive rispetto a quelle previste per il PNRR. Il Governo può valutare gli effetti del caro energia sul PNRR, ma riteniamo, anche in considerazione delle scelte adottate in sede europea, che non sia né utile, né legittimo porre in discussione l'attuazione delle riforme e delle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per tali ragioni, annuncio il voto di astensione sulla fiducia ed il voto favorevole sul provvedimento finale da parte delle Minoranze Linguistiche e della Südtiroler Volkspartei.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Sarzana, di Sarzana, in provincia di La Spezia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi. Oggi voteremo la fiducia su un provvedimento alquanto articolato e complesso, che riguarda temi che incidono profondamente sulle famiglie e anche sulle imprese, dal problema del caro bollette a quello della carenza di personale sanitario nei pronto soccorso. Urge dare risposte concrete ai nostri cittadini, a tutti i nostri cittadini.

L'aumento dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale porta con sé effetti che si ripercuotono su tutto il sistema sociale e produttivo. Le cause - come sappiamo - sono molteplici: la guerra in Ucraina e la nostra dipendenza energetica dagli approvvigionamenti esterni, in primis, non ci consentono di invertire la rotta in tempi brevi. A livello europeo, con il Piano REPowerEU, sono state delineate condivisibili strategie di medio e lungo periodo per far fronte al problema, ma, nel frattempo, tanti cittadini e tante imprese si ritrovano oggi in seria difficoltà quando arrivano le bollette. Ecco, dunque, che il Governo ha deciso di intervenire sostenendo le fasce più deboli e stanziando risorse per oltre 3 miliardi di euro. Le misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro energia vengono ridisegnate su base trimestrale, tenendo conto sia dell'andamento dei prezzi dell'energia sia dell'obiettivo di favorire il risparmio energetico. Per il gas viene prevista la riduzione dell'IVA al 5 per cento e l'azzeramento degli oneri di sistema. Viene prorogata anche l'aliquota IVA ridotta al 5 per cento per il teleriscaldamento che, fino a dicembre scorso, era al 22 per cento e per l'energia prodotta con il gas metano. A sostegno delle famiglie, vengono prorogati fino al 30 giugno sia il bonus sociale che lo sconto sulle bollette di luce e gas per le famiglie con ISEE fino ai 15.000 euro. Fino a dicembre - lo ricordiamo - la soglia era di 12.000 euro. Viene, inoltre, prestata maggiore attenzione alle famiglie con molti figli; in particolare, per i nuclei familiari con oltre 4 figli, la soglia ISEE sale da 20.000 a 30.000 euro.

Le imprese potranno, invece, continuare a beneficiare, fino al 30 giugno, dei crediti di imposta al 40 ed al 45 per cento nel primo trimestre del 2023: hanno registrato un incremento del prezzo delle bollette di luce e gas, superiore al 30 per cento rispetto al primo trimestre del 2019. Viene, poi, incrementato di 8 milioni di euro il Fondo unico per lo sport - ricordiamo tutti quanto è importante per i giovani e per tutti noi lo sport -, con l'obiettivo di aiutare le associazioni e le società sportive dilettantistiche, quelle più piccole, quelle che fanno più fatica e che gestiscono impianti, soprattutto natatori: non si possono non riscaldare le piscine. Viene, inoltre, prevista, per le imprese agricole, la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici con finanziamenti a titolo gratuito, con copertura fino al 100 per cento, nel limite dei 250.000 euro.

Sul fronte delle startup innovative, viene previsto un contributo, in forma di credito di imposta, fino a 200.000 euro per coprire il 20 per cento della spesa sostenuta in attività di ricerca e sviluppo - voi sapete quanto è importante investire nelle startup e, soprattutto, nella ricerca e nello sviluppo, che coinvolgono soprattutto le fasce più giovani che si approcciano all'imprenditoria - indirizzate alla creazione di soluzioni innovative, che mirino alla sostenibilità ambientale e alla riduzione dei consumi energetici; c'è quindi, di nuovo, un tema importantissimo come quello della sostenibilità ambientale.

Ulteriori importanti misure riguardano l'ambito sanitario, che, come voi sapete, a me sta molto a cuore e su cui ho fatto diversi interventi.

Si stanziano circa 1,1 miliardi di euro per evitare che il problema del cosiddetto payback dei dispositivi medici finisca per affossare le aziende del settore biomedicale. Il payback avrebbe dovuto essere uno strumento volto a far rispettare, da parte delle regioni, i budget per l'acquisto di materiale sanitario, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato. Non mi dilungo nei dettagli tecnici, ma si tratta di una questione che risale a sette anni fa e che il Governo ha pragmaticamente deciso di affrontare al fine di sopperire agli innumerevoli contenziosi, alle indeterminatezze e ai conflitti che nel tempo si sono accumulati, con l'obiettivo di evitare ulteriore spreco di denaro pubblico in futuro.

Un tema su cui, invece, vorrei porre l'accento, sempre in ambito sanitario, riguarda la questione della carenza di personale ospedaliero nei reparti di emergenza e di urgenza. Il provvedimento risponde a una situazione veramente emergenziale dei pronto soccorso, prevedendo, da un lato, la possibilità di far prendere servizio anche ai medici specializzandi e, dall'altro, la possibilità di far rimanere volontariamente in servizio chi dovrebbe andare in pensione.

Vista la necessità di garantire ai cittadini un servizio di pronto soccorso adeguato, viene consentito il ricorso a servizi medici e infermieristici svolti da professionisti terzi a gettone qualora non sia possibile utilizzare personale sanitario già in servizio o in convenzione. Si tratta, evidentemente, di una soluzione temporanea. Per coprire il fabbisogno occorre fare una preventiva programmazione e valorizzare adeguatamente le risorse umane interne al sistema sanitario nazionale, prevedendo uno stanziamento cospicuo per aumentare le retribuzioni di chi lavora nei pronto soccorso, evitando che sia incentivato ad andare altrove o addirittura, paradossalmente, a lasciare il posto di lavoro per poi ripresentarsi come esterno gettonista a stipendio maggiorato (quindi, qui il focus è molto importante). Anche per evitare queste distorsioni, il provvedimento delinea una disciplina più stringente nell'esternalizzazione dei servizi medico-ospedalieri, che non può sostituire il processo di selezione e assunzione di personale previsto dalla legge.

Concludo, Presidente, sottolineando un ultimo aspetto, affrontato nel decreto, che per noi è molto importante: garantire l'incolumità degli operatori sanitari, troppo spesso vittime di violenza, soprattutto le donne, come testimoniato dai recenti fatti di cronaca. Molto positiva, dunque, la costituzione di posti fissi di Polizia nelle strutture ospedaliere con reparti di emergenza e urgenza, tenuto conto del livello di rischio e del bacino di utenza. Dobbiamo tutti in ogni modo combattere la violenza. Lo Stato deve garantire sicurezza ai cittadini e a chi lavora, soprattutto in quei settori dove ci si mette a disposizione proprio a favore della salute delle persone. Dunque, continueremo a lavorare in Parlamento affinché ciò si realizzi concretamente. Convintamente, quindi, Noi Moderati annunciamo il voto favorevole sul decreto (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. C'è molto in questo ennesimo decreto, molto di scarsamente rilevante ma soprattutto molto di problematico. Il passaggio nelle Commissioni non ha risolto, ma semmai ha acuito criticità presenti nel testo del Governo. È positiva solo l'approvazione degli emendamenti che prevedono la stabilizzazione dei ricercatori precari nella sanità pubblica, ovvero negli IRCCS e negli IZS, una categoria tenuta per decenni in una condizione di precarizzazione sistematica. Ah no, nemmeno loro, Presidente. Li avete stralciati! Li avete stralciati, dopo averli approvati, per assenza di copertura, senza nemmeno accettare la possibilità di riproporli già oggi, come abbiamo chiesto ieri in tutte le Commissioni e con il suo assenso, Presidente, anche se i termini del cosiddetto decreto PA sono già scaduti. Spero che ci siano ancora le condizioni per farlo. Lo dico perché il Governo ha ancora la possibilità di farlo e, come ci siamo già detti, credo che sia opportuno risolvere in tempi brevissimi quello che è successo ieri. Lo dico per quei ricercatori, per la nostra credibilità e per il fatto che è davvero indegno che i decreti vengano in continuazione riconvertiti a colpi di fiducia, due alla settimana, e non ci sia neanche il tempo per gli uffici di controllare le coperture finanziarie, così come è successo qualche ora fa. Ma il punto più dolente, Presidente, è, come lei sa, in materia sanitaria, ed è soprattutto uno. Da un lato, viene confermata l'indennità dei medici e infermieri dei servizi di emergenza e urgenza, ma sui medici gettonisti si allenta ancora la stretta inizialmente annunciata. Le aziende ospedaliere potranno, quindi, continuare a fare ricorso ai gettonisti non soltanto nei servizi di emergenza e urgenza ospedaliera, come si indicava nel testo iniziale del decreto, ma anche in altri reparti, soprattutto se necessario. Dentro quel “se necessario” c'è spazio per ogni cosa, come lei sa, e con l'articolo 10 le aziende e gli enti del Servizio sanitario potranno procedere all'esternalizzazione per l'affidamento a terzi dei servizi medici, anche prorogando contratti in corso di esecuzione per tutte le specializzazioni. Inoltre, la stretta non si applicherà ai contratti derivanti da procedure di affidamento che prevedono il conferimento di attività e servizi sanitari in gestione a operatori economici per la riqualificazione delle strutture sanitarie e dei presidi ospedalieri.

Il fatto è che sappiamo benissimo qual è la situazione di partenza: medici e infermieri in affitto senza essere nemmeno iscritti all'albo professionale; dottori mandati a praticare cesarei senza mai essere stati in una sala parto; sanitari di cooperative al lavoro senza sosta, anche per 24 ore consecutive, medici ultrasessantenni, anche ultrasettantenni. C'è un'indagine dei Carabinieri dei NAS che mette a nudo questo universo, con 165 posizioni trovate irregolari che hanno portato alla segnalazione di 205 persone, di cui 83 all'autorità giudiziaria. Contemporaneamente, mancano - come voi sapete e lo dico al Governo - 300.000 medici, soprattutto ospedalieri. Ma c'è un dato che dovrebbe preoccupare tutti noi. Ogni giorno 7 medici vanno via dal sistema pubblico: si dimettono. Il fenomeno è aumentato nell'ultimo anno del 39 per cento. Perché? Forse, non vogliono lavorare? Forse, perché le condizioni di lavoro e i carichi di responsabilità sono insostenibili a fronte di stipendi da fame, da fame rispetto a quello che vediamo nel privato e soprattutto in giro per l'Europa. Così le strutture sanitarie, in difficoltà nel reperire o assumere medici, ricorrono in continuazione a quei medici a gettone, pagati a ore per tamponare le carenze di personale, senza garantire continuità delle cure e, soprattutto, pagati a caro prezzo, molto di più di quanto costerebbero se fossero assunti a tempo indeterminato.

Allora, cosa diremo ai cittadini e alle cittadine quando vi chiederanno - ci chiederanno - conto di quei servizi fondamentali, come l'assistenza agli anziani o semplicemente il fatto che aspettano mesi e anni per un esame diagnostico: che non ci sono i soldi? O che li abbiamo spesi per pagare i gettonisti? Di fronte a tutto ciò la maggioranza mette, nero su bianco, un'ulteriore spinta alla privatizzazione. Da un lato, l'autonomia differenziata, che va verso un regionalismo asimmetrico, quindi, di fatto, la negazione del senso stesso del welfare; dall'altro, un tetto di spesa che blocca le risorse per assumere personale e per rinnovare il contratto collettivo nazionale. Oggi, di fatto, in Italia chi può paga; chi non può aspetta o rinuncia direttamente alle cure.

Benvenuti nell'era dei solventi: con una stessa carta di credito, quella stessa visita può essere prenotata il giorno dopo, in intra moenia o nel privato. Oltre 4 milioni di persone in questo Paese rinunciano alle cure, e lo fanno per motivi economici. Insomma, il diritto a una salute pubblica e gratuita per tutti sta scomparendo. Credo che questa sia l'emergenza delle emergenze, e tutti noi dovremmo farcene carico. Ecco spiegato perché rinunciare a intervenire sui gettonisti è solo l'altra faccia di quella medaglia, perché la carenza endemica di medici richiederebbe azioni strutturali, richiederebbe di ripensare l'assistenza mettendo al centro le comunità e il territorio, richiederebbe di valorizzare tutte quelle figure professionali che si spendono per il sistema sanitario nazionale, richiederebbe il coraggio di superare i limiti che non permettono di assumere in modo strutturato quel personale, richiederebbe di stanziare ulteriori risorse per il rinnovo del contratto collettivo nazionale.

Ma la vostra scelta è molto chiara: meglio continuare ad aumentare la spesa in beni e servizi di regioni e, soprattutto, di quelle aziende sanitarie che non hanno tetti di spesa, che mettere in discussione i limiti di spesa per l'assunzione stabile del personale, che salverebbe anche le regioni stesse dal commissariamento e dai piani di rientro. E, dall'altra parte, come fare finta di non vedere cosa sta succedendo dal punto di vista delle entrate. Voi state rinunciando a trovare le risorse perché è inutile non vedere l'altro lato di questo decreto, quei 40 miliardi di euro che non volete prendere dagli extraprofitti di quelle aziende e di quelle multinazionali che in questa crisi hanno macinato utili stellari.

Ecco l'altra vergogna di questo decreto, l'articolo 5, con cui avete ristretto ancora la base imponibile per il contributo di solidarietà a carico dei produttori e rivenditori di energia elettrica. Già, siete riusciti a far peggio del Governo Draghi. Non era facile. Infatti, questo decreto esclude dalla base imponibile su cui calcolare l'importo dovuto l'utilizzo di riserve in sospensione d'imposta. Il mancato gettito per lo Stato sarebbe, quindi, di 404 milioni di euro rispetto alle entrate fiscali contenute nel disegno di legge di bilancio. Ancora un trattamento di favore in confronto dei market player, con una modalità di calcolo del contributo di solidarietà sugli extraprofitti ancora più generosa di quella stabilita nel 2022. Inoltre, un ulteriore regalo alle multinazionali, ma anche alle banche, che continuano a fare profitti mentre l'inflazione e il costo della vita risultano tra i più alti, a livello europeo. Un regalo che fa il paio con il rafforzamento della disciplina condonistica prevista dall'articolo aggiuntivo 17-bis, che estende forme di definizione agevolata anche per i tributi di regioni ed enti locali, ultimo tassello di un'impostazione che premia gli evasori e consente loro di scegliere se mantenersi inadempienti o estinguere la propria posizione debitoria mediante un pagamento agevolato in tempi definiti; un incentivo di fatto all'evasione, perché suggerisce la convinzione di una futura impunità fiscale.

Insomma, amici di elusori ed evasori, nemici del welfare e sordi ai bisogni della stragrande maggioranza delle persone, ecco quello che si intravede. Con ogni decreto lo confermate di più. Con il record di due fiducie a settimana vi siete davvero superati, e non era facile. Per l'ennesima volta, dobbiamo constatare quanto disprezzo avete per queste pratiche. Eppure, Fratelli d'Italia per un decennio - per un decennio - ha detto che in qualche modo quella vicenda, la vicenda dei decreti sarebbe stata cancellata dalla storia qualora fosse ritornato un Governo politico. Fatevelo dire da chi non era fra i banchi della maggioranza in questi 10 anni, fatevelo dire da chi, in questi 20 anni, ha toccato meno le corde del potere, meno di voi, lo dico soprattutto al gruppo di Fratelli d'Italia. Siete riusciti a fare un record al contrario, un record negativo. Peggio di questo, o forse conseguenza ovvia di questo, è solo il disprezzo per la collettività, anche oggi lo avete dimostrato. Per questo il nostro “no” sarà un “no” molto convinto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (A-IV-RE). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, ci troviamo qui per l'ennesima fiducia sul decreto che è stato ribattezzato dai giornalisti decreto Bollette, ma che vorremmo ribattezzare decreto Fine dell'abbrivio. E qual è questo abbrivio? È l'abbrivio che spesso da qui vi abbiamo ricordato, è l'abbrivio che è stato dato dalla spinta del Governo precedente, è l'abbrivio del quale spesso avete beneficiato e che, nella conversione di questo decreto, si spegne piano piano. Eppure, i contenuti erano tali da meritare l'attenzione di tutte le minoranze, che si sono comportate in maniera assolutamente responsabile, perché, quando si parla di bollette, di energia, di andare incontro al caro energia per le famiglie e le imprese, da questa parte troverete sempre qualcuno disponibile a sostenere quelle iniziative, come avveniva in passato.

Quando si parla di intervenire a favore delle imprese sul controverso tema del payback sui dispositivi medici, analogamente, ancora una volta, troverete qualcuno pronto a sostenervi, così come quando si parla del tema della sanità. Lo dicevamo e lo abbiamo ripetuto a lungo in precedenza, c'è stata l'occasione del MES sanitario, ma, al di là di quello, il passato è passato, c'è un'evidente emergenza legata al tema della sanità, e quindi ogni intervento è benvenuto, ogni intervento che serva anche a fare in modo che ci siano più medici e infermieri nei presidi ospedalieri.

C'erano tutte le premesse perché questa maggioranza su questo abbrivio potesse lavorare insieme alle opposizioni. Invece, no, avete ritenuto di porre l'ennesima fiducia. Anche sull'omogeneità del provvedimento, considerata l'importanza dei contenuti, noi abbiamo espresso un voto di astensione sulle pregiudiziali che effettivamente, anche in quell'occasione, il collega Antonio D'Alessio vi ha sottolineato. Ma il punto non è questo, il punto è che, se da una parte, riproponete in modo sbiadito le iniziative che qualcun altro vi ha indicato, dall'altra, le riproponete completamente senza anima, senza visione, senza la capacità di indicare una prospettiva.

Eppure, sono temi importanti, sono temi che non si esauriscono con l'esaurirsi dell'abbrivio, sono temi che richiederebbero l'intervento della politica, quella politica che avete tanto decantato dovesse essere scesa in campo con il vostro arrivo e che, invece, noi continuiamo a vedere, paradossalmente, in quello che veniva definito un Governo tecnico. C'è, qui, un certo sovvertimento dei concetti tra tecnica e politica. Insomma, ci pare che, come tecnici, non siate un granché; come politici, siete completamente assenti. E, allora, consideriamola questa vostra politica. Ci siamo detti che il Parlamento l'avrebbe messa in campo, dato che nel decreto era sbiadita, ci siamo aspettati che dalla Commissione potesse arrivare un grande lavoro. E cosa abbiamo visto in Commissione? Abbiamo visto una mancanza di pareri, di relazioni tecniche, coperture sbagliate, impegni rimangiati. Abbiamo visto l'assenza di giustificazioni politiche laddove venivano detti alcuni “no” anche agli stessi commissari di maggioranza. Se questa è la politica, allora fatemi dire che rimpiangiamo amaramente il Governo dei tecnici. Questa tecnica, da parte vostra, è scadente, la politica è assente. Ma, allora, andiamo a cercarla al di fuori di questo provvedimento, considerato che ci chiedete la fiducia; ce la chiedete perché c'è un tasso di politica che verrebbe messo in campo. Dove la troviamo? La troviamo, forse, nella gestione del PNRR, laddove non abbiamo ancora capito, in questo tira e molla, se si intenda efficientare gli interventi, se si dica che ci sono troppi soldi, se si è preoccupati per il debito?

Insomma, vi abbiamo anche detto: va bene, laddove, in qualche modo, vogliate operare miglioramenti, in qualche modo, vi stiamo ad ascoltare. Solo che questo ascolto è un ascolto muto, silenzioso.

Non si capisce quali siano le vostre intenzioni, come non si capisce questo tira e molla sul MES che, da una parte, dovrebbe garantire l'unione bancaria, dall'altra, si chiede che sia per la crescita. Ma come? Ma c'erano troppi soldi nel PNRR per la crescita?

Ci pare di vedere una grande confusione, più che la politica. Soprattutto, non vediamo più l'Italia protagonista in Europa. Vorremmo che la vostra politica ci rimettesse sul treno per Kiev, vogliamo che l'Italia sia ancora protagonista, con Francia e Germania. Eppure, abbiamo la sensazione di uno scivolamento. Forse, visto che ho citato Kiev, proprio l'Ucraina è l'unico punto su cui riconosciamo che c'è una posizione politica chiara e netta, ma anche in questo caso faccio notare che è la fotocopia, forse anche questa un po' sbiadita, del Governo tecnico precedente.

Allora, cerchiamola, la politica. Apriamo i giornali di oggi e cosa troviamo? Troviamo la questione del Tribunale dei brevetti, tribunale che sembrerebbe venga scippato alla città di Milano. Sappiamo bene che dopo la Brexit questo tribunale avrebbe potuto essere trasferito, come prevede lo Unified Patent Court, a una città alternativa e non suddiviso tra altre città, e avremmo anche, come dire, dalla nostra parte le norme. Eppure, qui, la politica latita. Forse, penserete: il Tribunale dei brevetti è una questione tecnica. Ma vi facciamo notare che, a parte il fatto che viene calcolato un enorme incremento del PIL cittadino nella città in cui dovesse avere sede, soprattutto, avere un tribunale dei brevetti unificato a Milano, a detta di tutti gli operatori del settore farmaceutico, rappresenterebbe un grande volano di sviluppo per le nostre imprese, un grande incentivo verso l'utilizzo dei brevetti anche da parte delle piccole imprese che più fanno fatica.

Allora, continuiamo a sfogliare i giornali di oggi per trovare la vostra politica e vediamo che domani Moody's uscirà per definire il rating dell'Italia che rischia di perdere l'investment grade. Guardate, non siamo tra coloro che vogliono enfatizzare il ruolo di queste agenzie, saremo sempre a fianco del nostro Paese, a difendere la sua solidità e la crescita che abbiamo visto anche nei dati fondamentali, ma vorremmo e pretenderemmo che un Governo politico fosse in grado di rassicurare i mercati. Vi voglio ricordare che quando abbiamo avuto una crisi, che per voi sarà stata tecnica, ossia quella dell'energia, Draghi e i suoi Ministri hanno girato, manco fossero agenti di commercio, a fare contratti per fornire il gas. Ecco, questa è la politica, a nostro avviso.

Noi stiamo continuando a cercare la vostra politica. La cerchiamo, allora, forse, nelle riforme. Avete fatto bene ad ascoltare le minoranze: tutti vi abbiamo portato le nostre proposte. Ecco, vorremmo ascoltare le proposte della maggioranza sulle riforme; o forse avete intenzione di usare anche le riforme istituzionali e costituzionali esattamente come quella dell'autonomia differenziata? Un gioco, una bandiera, un diversivo, un accontentarvi tra di voi, quando poi sappiamo che non verrà mai realizzata, non ci sono le condizioni, soprattutto, se non si lavora perché queste condizioni vengano create.

Ecco, la vostra politica, in realtà, non la troviamo nei fatti che ci sembrano rilevanti; l'abbiamo vista nei rave party; l'abbiamo vista laddove vi siete occupati in quel modo crudele dei bambini in carcere con le madri detenute, banalizzando un tema e volendo manipolare l'opinione pubblica; l'abbiamo vista sulla burocratizzazione dei salvataggi in mare, fatta in modo completamente disumano; la vediamo purtroppo in questi provvedimenti bandiera. E, ci spiace dirlo, è una cattiva politica, non è una buona politica.

Eppure, il mondo si muove velocemente fuori da queste Aule e fuori dalla vostra maggioranza. Ci sarebbe veramente bisogno di buona politica e, guardate, ne avete l'opportunità; purtroppo, i fatti tragici che stanno capitando in Emilia-Romagna - ne approfitto per dare la nostra totale solidarietà a quelle popolazioni e agli amministratori di quelle terre che sono impegnati nei soccorsi - ci mostrano come il problema climatico sia enorme: 500 millimetri di pioggia in pochi giorni sono qualcosa di sconvolgente.

Qui, allora, non poniamo il tema sulle responsabilità, bensì sulle opportunità che avete di fare politica, di ripristinare urgentemente quella che, una volta, era la cabina di regia “Italia sicura”: chiamatela come volete, impostatela come volete, ma ce n'è veramente bisogno. Anche i fatti tragici di questi giorni sono lì a dimostrarlo.

Insomma, in questo provvedimento su cui chiedete la fiducia vediamo una tecnica sbiadita e l'assenza di visione. Noi vorremmo vedere la politica, vorremmo confrontarci sulla politica e su quello dire i nostri “sì” e i nostri “no”; su quello che ci proponete oggi altro non ci resta che dire “no” - “no”, assolutamente - alla fiducia su questo provvedimento e questa è la posizione del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rubano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARIA RUBANO (FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghi, questo decreto stanzia risorse complessive per circa 5 miliardi di euro per l'anno 2023. Mi scuso se parto dalla fine, cioè dagli oneri finanziari, ma ritengo che in questo caso specifico il dato sia rilevante per inquadrare nel suo complesso il provvedimento sul quale, a breve, voteremo la fiducia.

Molti in quest'Aula ricorderanno che, prima dell'esplosione della pandemia, l'importo medio di una manovra di bilancio si aggirava intorno ai 30 miliardi complessivi. Non è affatto banale e ancora meno scontato che in un decreto-legge varato al 30 di marzo e, quindi, dopo appena tre mesi dall'approvazione di una legge di bilancio che è stata imponente, il Governo riesca a stanziare altri 5 miliardi che - è opportuno ricordare - non sono a debito bensì coperti con risorse già in bilancio.

In questi giorni, sulle bellissime strade del nostro grande Paese si sta correndo il Giro d'Italia e francamente non trovo una similitudine migliore di quella riferita a uno sport come il ciclismo per rappresentare l'azione che questo Governo e questa maggioranza stanno portando avanti. Il ciclismo è lo sport che rappresenta per eccellenza la fatica, la tenacia e il coraggio. Governo e maggioranza stanno faticando, nel senso positivo del termine, cioè stanno dando tutto quello che hanno, stringendo i denti e senza avere paura.

I tempi sono oggettivamente molto difficili, in particolare per la congiuntura economica prodotta dagli eventi internazionali legati alla guerra in Ucraina e quello attuale è il peggior momento per governare, perché proprio come in una gara di ciclismo non sai cosa potrai trovare dietro la prossima curva.

Il decreto Bollette, come è stato ribattezzato, è una prova in tal senso. Personalmente, ricordo bene i tanti che, con una buona dose di benaltrismo, un minuto dopo aver chiuso una legge di bilancio che destinava ben due terzi delle risorse stanziate a fronteggiare il caro energia, dicevano: e fra tre mesi come farete? Questo decreto è la risposta a quella domanda (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Questo decreto è la risposta a chi, sotto, sotto, sperava che non ci fossero risorse per aiutare le famiglie italiane, solo per poter speculare politicamente. Questo decreto è arrivato a fari spenti quando in molti erano già pronti ad aggredire e accusare, ma in questi mesi, colleghi, non ci siamo soltanto limitati a tamponare l'emergenza, e quando è stato possibile abbiamo guardato al futuro per provare a riformare questo Paese sulla base di quello che è stato il nostro programma elettorale. Penso al decreto Lavoro, con il quale abbiamo finalmente archiviato il reddito di cittadinanza, ma anche in questo caso senza alcuna macelleria sociale, come in tanti paventavano e, strumentalmente, ancora paventano.

Ci siamo, invece, limitati a rimettere la chiesa al centro del villaggio, prevedendo assistenza per chi ne ha davvero bisogno e misure di avviamento al lavoro per chi può e deve lavorare. È cambiata l'impostazione, ma le risorse stanziate, circa 7 miliardi, rimangono le stesse.

Penso al cosiddetto decreto sulla pubblica amministrazione, che rafforza gli organici delle nostre amministrazioni per consentire loro di affrontare al meglio la sfida decisiva della realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Quando si è chiamati a esprimere la fiducia al Governo, è opportuno effettuare una valutazione complessiva del lavoro che ha portato avanti fino a quel momento, non limitando lo sguardo politico solo al provvedimento su cui la fiducia è stata posta. Tuttavia, anche limitandoci al decreto in esame, la nostra valutazione non cambia, perché ci sono molte misure positive e altre sono state inserite nel corso dell'esame presso le Commissioni finanze e affari sociali.

Ho già avuto modo di fare cenno all'importante intervento sul fronte dei costi dell'energia, ma, nello specifico, questo intervento in che cosa consiste? Il Governo si è mosso su due fronti: da un lato, il sostegno ai più deboli e, dunque, alle famiglie che faticano a pagare le bollette di luce e gas, in relazione agli aumenti registrati nei mesi scorsi, dall'altro lato, si è puntato a sostenere la capacità produttiva delle imprese con interventi mirati a sostegno delle imprese gasivore ed energivore. In quest'opera di sostegno mancava un tassello fondamentale, che è costituito da un settore che, al tempo stesso, riveste importanza produttiva e sociale. Mi riferisco al mondo dello sport, che, grazie a un emendamento fortemente voluto da Forza Italia, è riuscito ad ottenere un contributo di 10 milioni di euro per fronteggiare il rincaro dei costi dell'energia che ha fortemente colpito gli impianti sportivi.

Altra misura di grande rilievo, in questo caso sostenuta in maniera unanime dal Parlamento con il consenso di maggioranza e opposizione, riguarda il sostegno previsto a favore dei piccoli comuni italiani a rischio spopolamento con un contributo specifico di 9 milioni.

Questo decreto ha affrontato non solo il tema dei costi dell'energia, ma anche due questioni di grande rilievo che riguardano il nostro Servizio sanitario nazionale. La prima di queste consiste nel problema dei cosiddetti gettonisti. Sempre più servizi e funzioni forniti dal nostro Servizio sanitario all'interno delle proprie strutture vengono affidati a soggetti esterni. Questo trend sta producendo maggiori costi per lo Stato e le regioni e una concorrenza che porta non pochi dipendenti del Servizio sanitario nazionale ad abbandonare il loro incarico per lavorare con questi soggetti esterni. Per fronteggiare questo problema, il decreto ha previsto un giusto mix tra quello che possiamo definire un giro di vite, andando a limitare i casi specifici nei quali si può ricorrere a soggetti esterni, e misure volte, da un lato, a incentivare il personale del Servizio sanitario nazionale e, dall'altro, facilitare l'utilizzo e l'assunzione dei medici specializzandi.

In questo decreto si è anche affrontato finalmente il problema della sicurezza del personale medico che opera nei pronto soccorso. Da molto tempo, purtroppo, leggiamo di aggressioni assurde e ingiustificate che mettono a rischio l'incolumità di coloro che danno tutto quello che hanno per tutelare la vita umana. È per questo che il Governo, come aveva annunciato e come richiesto dai medici, ha previsto l'introduzione di uno specifico reato per le aggressioni nei confronti del personale medico nell'esercizio delle sue funzioni. Ma non ci siamo fermati qui. La maggioranza, con un emendamento congiunto, ha voluto compiere un ulteriore passo a tutela della sicurezza del nostro personale sanitario. Grazie a questo emendamento sarà possibile istituire presidi delle Forze dell'ordine all'interno dei reparti di pronto soccorso sulla base della valutazione che verrà effettuata dal questore competente.

L'altro grande tema affrontato in ambito sanitario è quello relativo al payback. Come è noto, questa misura è stata inserita molti anni fa come strumento per limitare la spesa sanitaria delle regioni, ma mai attuata. Questo fino al Governo Draghi, quando, proprio sul finire della legislatura, si è ritenuto di dargli attuazione relativamente agli anni dal 2015 al 2018. Nel momento in cui si applicava un meccanismo farraginoso, come quello del payback, nel quale sono le imprese che hanno venduto strumenti e prodotti al Servizio sanitario nazionale a dover restituire parte dello sforamento effettuato dalle regioni, è inevitabile che si crei contenzioso. Proprio per evitare il caos che si sta producendo, lo Stato ha stanziato 1 miliardo di euro, che, di fatto, sconta il 52 per cento della quota complessiva che è stata chiesta alle imprese di rifondere al Servizio sanitario nazionale.

Il Governo ha spiegato in Commissione che più di così non era possibile fare e noi, ovviamente, ci crediamo. C'è, però, un'altra questione che, di fatto, è stata sostenuta da tutti i gruppi e riguarda il futuro: mantenere il sistema del payback così com'è rischia seriamente di far saltare un gran numero di piccole e medie imprese italiane che producono presidi sanitari e, al tempo stesso, di lasciare parte del Servizio sanitario sguarnito di determinanti dispositivi. Si tratta di una prospettiva più che concreta, se si guarda ai numeri della spesa sanitaria, che sono inevitabilmente esplosi negli ultimi anni, quelli della pandemia. Su questo il Parlamento ha fatto varie proposte e ha chiesto un segnale, che, al momento, il Governo non è stato in grado di dare, anche perché i temi sul tappeto sono talmente rilevanti e complessi che lo spazio dell'esame di questo provvedimento non era sufficiente perché potessero essere risolti. La questione, però, resta sia dal punto di vista politico che economico. Subito dopo il voto di fiducia, si passerà alla discussione degli ordini del giorno e ci auguriamo che, su questo terreno, si possa aprire anche qualche primo spiraglio, rinviando iniziative sostanziali alla legge di bilancio.

Mi sento in dovere, a nome di Forza Italia, di ringraziare per il lavoro svolto i presidenti delle Commissioni finanze e affari sociali, gli onorevoli Osnato e Cappellacci, tutti i funzionari, tutti i gruppi componenti le medesime Commissioni. Concludendo, Presidente, Forza Italia ritiene che questo decreto-legge costituisca un intervento positivo e apprezzabile.

Nel corso dell'esame in Commissione sono stati introdotti ulteriori miglioramenti con l'approvazione di numerosi emendamenti. È, per questo, dunque, che dichiaro, a nome del gruppo Forza Italia, il voto favorevole sulla fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Registro che siamo di fronte a un'evoluzione dei decreti-legge, direi un “decreto-legge 4.0”, perché eravamo abituati ai “decreti-legge macedonia”, come il collega Ricciardi ha chiamato questo in discussione generale, perché effettivamente c'è un pot-pourri di norme e di materie in questo decreto, che va dalle bollette alle misure in materia di salute, ad alcune proroghe sugli adempimenti fiscali, fino al famigerato scudo penale. Ci stavamo abituando - e lo abbiamo visto anche con l'esame di questo provvedimento - a uno svuotamento del ruolo del Parlamento, a cui, ormai, viene impedito di emendare anche in prima lettura. Ci stavamo abituando a un nuovo monocameralismo di fatto e a corrente alternata: una volta svolgeva il proprio ruolo il Senato e una volta la Camera, ora nessuno dei due. Ma qui si inaugura un nuovo strumento legislativo: il decreto-legge dissimulato.

Infatti, il titolo del decreto-legge, ribattezzato decreto-legge “Bollette”, farebbe pensare a un decreto costruito ed emanato per sostenere le famiglie, le imprese e i cittadini contro il caro energia e, invece, non è proprio così, perché in questo decreto vengono tagliate tutte le aliquote degli aiuti che erano già in vigore. Le aliquote dei crediti di imposta per le imprese a forte consumo di energia elettrica passano, infatti, dal 45 per cento al 20 per cento; per le altre imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale, ugualmente, le aliquote vengono più che dimezzate, dal 45 al 20 per cento, così come per le altre imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale. Ma non finisce qui, perché il decreto, all'articolo 2, riduce del 65 per cento gli sconti della componente tariffaria della bolletta del gas chiamata UG2C. E infine, anziché pensare a riscuotere il contributo di solidarietà dalle imprese che hanno fatto profitti enormi sul rincaro dell'energia, quindi i profitti enormi pagati dagli italiani, le si premia riducendo la base imponibile e, quindi, il gettito per 402 milioni di euro.

Ecco perché parlo di “decreto-legge dissimulato”: dal titolo si cerca di far capire, di far percepire che si vuole fare una cosa e, invece, si fa tutt'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, un consiglio spassionato al Governo, ma anche ai giornalisti: la prossima volta non date un nome al decreto, perché poi ci si affeziona al nome e, quando si scopre cosa contiene, si può anche rimanere delusi. Capisco che servono il titolo per la stampa e le schede per i telegiornali, però, consiglio la prossima volta di chiamarlo con un codice o con un acronimo, tipo quello della componente tariffaria che avete deciso di far pagare nuovamente sul gas (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ad esempio, “decreto UG2C”. Risulterà un po' incomprensibile però, almeno, non prendete in giro nessuno e sarà coerentemente incomprensibile, come incomprensibile è la scelta di inserire nel decreto Bollette uno scudo penale per i grandi evasori. Presidente, io penso di conoscere abbastanza bene le difficoltà delle partite IVA, dei piccoli artigiani e dei commercianti, difficoltà che riguardano anche il pagamento delle imposte, dei contributi previdenziali e delle ritenute dei dipendenti, difficoltà che riguardano l'insostenibile complessità del nostro sistema tributario, ma la norma che inserite in questo decreto e che depenalizza i reati di omesso versamento per chi aderisce alla tregua fiscale, a patto che i versamenti vengano effettuati entro la sentenza di appello, non riguarda loro, non riguarda i piccoli contribuenti in difficoltà. I piccoli contribuenti, che sono commercianti o artigiani, difficilmente maturano, in un solo anno, un debito di almeno 250.000 euro di IVA (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o di almeno 150.000 euro di ritenute verso i lavoratori dipendenti. Sottolineo la parola “almeno”, perché quella è la soglia minima di punibilità e, quindi, parliamo di importi molto più elevati, importi di milioni di euro. Smettetela, per cortesia, di parlare di contribuenti che hanno dichiarato le imposte e, poi, hanno avuto difficoltà a pagare. I soggetti che premiate con questa norma sono colletti bianchi e sono gli amministratori delle grandi società, che magari hanno deciso di non pagare le imposte dei loro dipendenti e probabilmente anche i loro contributi. Le piccole imprese in difficoltà non c'entrano niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Si consente a questi colletti bianchi di decidere deliberatamente e legittimamente di rinviare il versamento di imposte fino alla sentenza di appello, incentivando così le imprese a ricorrere in primo grado e proseguire anche in secondo grado, anche se condannati, per dilazionare il più possibile il pagamento a costo zero, confidando nella prescrizione o nella improcedibilità, visto che nella norma non è prevista espressamente questa sospensione. Presidente, sempre per parlare di dissimulazione, questa è proseguita anche in Commissione, dove si è cercato di migliorare il provvedimento con emendamenti di buon senso. Il Governo ha mostrato in un primo momento di valutare positivamente tali emendamenti, per poi stralciarli in spregio alle prerogative parlamentari. Abbiamo presentato un emendamento per la stabilizzazione dei ricercatori precari del settore sanitario, gli ospedali specializzati nella ricerca e gli istituti zooprofilattici sperimentali. Emendamenti analoghi sono stati presentati anche dalle altre forze politiche e dalla maggioranza. Alla fine, l'emendamento riformulato, presentato dai relatori, è stato votato all'unanimità dalla Commissione. Oggi, invece, è su tutti i giornali il fatto che il Governo abbia deciso di stralciare questo stesso emendamento, calpestando la volontà del Parlamento e i diritti di chi porta avanti la ricerca nel nostro sistema sanitario in una condizione di oggettiva - nel vero senso della parola - precarietà. Quindi, il Governo non ha usato su questo emendamento la stessa sensibilità che invece ha mostrato nell'espressione di un parere favorevole a un emendamento che consente agli odontoiatri di effettuare operazioni di chirurgia estetica, fregandosene delle indicazioni contrarie dei medici e anche un po' della sicurezza dei pazienti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tra i vari emendamenti, ne abbiamo presentato uno di vera semplificazione - “semplificazione” è una parola tanto inutilmente abusata, come stiamo vedendo, da questo Governo -, che in un primo momento abbiamo pensato potesse trovare parere favorevole. Il decreto prevede che, per fruire del credito d'imposta sugli extra-costi sostenuti dalle imprese per l'acquisto di energia, sia l'impresa stessa a chiedere il calcolo di questi extra-costi al proprio fornitore. Quindi, con l'emendamento, abbiamo semplicemente proposto che il calcolo venisse effettuato in automatico dal fornitore, senza attendere la richiesta del cliente, una proposta di buon senso e di semplificazione per le imprese, che è stata rigettata dal Governo. Questo fa capire quanto gliene possa fregare al Governo delle imprese: nulla, nonostante i proclami. È, appunto, un decreto-legge dissimulato.

Presidente, ormai si sprecano le battute sul fatto che questo Governo si fosse presentato in campagna elettorale a suo dire pronto. Io, francamente, sono preoccupato, perché il Governo si sta mostrando un inutile veicolo di alcuni potentati, che ammettono le norme che privilegiano poche, ristrette ed esclusive élite e grandi imprese di sistema, che hanno fatto grandi affari sulle difficoltà degli italiani e che possono continuare a vivere tranquille e indisturbate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pensiamo solo alla nostra continua richiesta di tassare gli extra-profitti di banche, società farmaceutiche, assicurazioni e industrie delle armi, una continua richiesta che bellamente e continuamente è ignorata dal Governo, che, come abbiamo visto, asseconda il fastidio nei confronti dei cittadini in difficoltà, ma anche della classe media e delle piccole imprese. Lo sta dimostrando a ogni provvedimento, che demolisce pezzo dopo pezzo tutte quelle nostre misure, che hanno funzionato e che erano rivolte proprio a questi destinatari: dal reddito di cittadinanza passando per il superbonus fino a transizione 4.0.

In conclusione, Presidente, noi voteremo “no” alla fiducia su questo provvedimento, perché colpisce chi invece avrebbe dovuto aiutare, ma anche per un motivo molto semplice: noi di questo Governo non ci fidiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, una premessa è d'obbligo, prima di entrare nel merito del provvedimento che ci accingiamo a votare; una premessa che non vuole essere una giustificazione in risposta alle critiche mosse legittimamente - ma anche molto ingiustamente per questo decreto - dalle opposizioni. È un doveroso contributo per contestualizzare gli interventi adottati.

Stiamo attraversando uno dei periodi più complessi e complicati degli ultimi decenni. La guerra in Ucraina ha impattato sui costi dell'energia, peraltro già in ascesa prima dello scoppio del conflitto, causando rialzi che hanno messo e stanno mettendo in grosse difficoltà le nostre famiglie e le nostre imprese. Il precedente Governo era intervenuto per mitigare i rincari con misure che - dobbiamo dire - ormai progressivamente vanno verso la scadenza, misure che, quindi, avevano bisogno di essere prorogate e adeguate alle nuove contingenze per rinnovare la loro efficacia. Il Governo di centrodestra ha fatto di più, prima con la legge di bilancio, poi con il decreto su cui ci stiamo confrontando. Ha rinnovato alcuni interventi, ampliando la platea nella direzione che si è data dall'inizio: aiutare in primis chi ha più bisogno e chi ha più pagato, non solo economicamente, il prezzo dei rincari. E lo fa con interventi che sappiamo bene essere temporanei e dilazionati nel tempo, ma chi critica questo volutamente ignora le ragioni delle nostre scelte. I termini temporali rispondono a due ordini di motivi. Il primo è che siamo a metà maggio e, quindi, in questo periodo le temperature si alzano, anche se non sembra - con buona pace di chi, un giorno sì e l'altro no, sbraita contro il surriscaldamento globale - e, quindi, si riducono i consumi della luce e del gas. Da qui la scelta oggi di programmare, per l'inizio dell'anno termico, il contributo a quota fissa, a parziale compensazione delle spese sostenute dalle famiglie per il riscaldamento. Il secondo motivo è relativo alla definizione del nuovo quadro economico di iniziative pluriennali, da individuare anche alla luce dei piani europei, come il REPowerEU e la rimodulazione del PNRR. C'è, infine, una variabile, che non si può non tenere in considerazione, anzi due, l'andamento dei costi dell'energia e la contingenza economica dell'Italia, variabili dipendenti da più fattori e che incideranno sulle scelte future, così come hanno inciso su quelli presenti.

Qualche settimana fa - lo voglio ricordare -, il nostro Ministro Giorgetti, con riferimento all'impatto del superbonus, ebbe a dire una frase che ben entra in questo provvedimento: “Il successo è fare molto con poco, non riuscire a fare poco con molto”.

Governare significa assumersi le responsabilità di scelte che impattano non solo sul presente, ma anche sul futuro del Paese. L'obiettivo attuale è adottare misure in grado di alleviare il peso del costo di gas e luce sulle famiglie - in particolare, lo ricordiamo, quelle attenzionate dal nostro partito, quelle in maggiori difficoltà - e sulle nostre imprese, tenendo sempre presente l'equilibrio dei conti pubblici, allo stesso tempo, incidendo sul futuro, favorendo e incentivando il risparmio energetico, e tenendo - non mi stancherò mai di dirlo -, come stella polare, il sostegno prioritario alle famiglie che hanno bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Va in questa direzione il rafforzamento del bonus sociale, elettrico e del gas. Già con l'ultima legge di bilancio si era intervenuti alzando la soglia ISEE per l'accesso alle agevolazioni per la fornitura di energia elettrica e la compensazione per la fornitura di gas ai clienti domestici economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute. Bene, ma non è questo che ha interessato le opposizioni da sempre? Non interessa sempre questo alla sinistra? Gli svantaggiati? E come mai adesso questo decreto, che va in questa direzione, trova le censure più bieche da parte dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

Con il decreto che stiamo per approvare, le agevolazioni saranno prorogate per il secondo trimestre dell'anno in corso, mentre, fino al 31 dicembre 2023, la tariffa agevolata per la fornitura elettrica e il diritto alla compensazione per la fornitura di gas naturale, destinato alle famiglie con almeno 4 figli a carico, saranno rideterminate sulla base dell'indicatore della situazione economica, equivalente non più a 20.000, ma a 30.000 euro. Altra conferma importantissima sono la riduzione dell'IVA al 5 per cento, l'azzeramento degli oneri di sistema, così come l'aliquota IVA ridotta per il teleriscaldamento e l'energia prodotta con il metano; vi è, altresì, la riduzione al 5 per cento che riguarda l'uso civile e quello industriale. E, a proposito di imprese, sono previsti contributi straordinari sotto forma di credito d'imposta a favore delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas fino a giugno.

Non è che una sommaria sintesi dei principali interventi che andremo a votare, previsti dal decreto, relativi a gas e a luce, cui se ne aggiungono altri inseriti nel corso dell'iter di conversione. Interventi che vanno, ad esempio, ad alleviare i costi delle società sportive dilettantistiche, le quali, dopo aver subito conseguenze incredibili e impressionanti per lo stop forzato a causa della pandemia, ora si trovano a fronteggiare i rincari delle bollette. Oppure le misure che incentivano le startup innovative che si occupano di ambiente, energie rinnovabili e sanità, in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, una riduzione dei costi energetici e finanziamenti a micro, piccole e medie imprese agricole e della pesca, finalizzati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile. Se a voi, dell'opposizione, pare poco! Ed è solo il principio di un'azione che, come ho detto, si dispiegherà completamente nel corso dei prossimi mesi e anche dei prossimi anni, ma che ha già un indirizzo chiaro e definito, facilmente individuabile in questo decreto.

Decreto che, per necessità di sintesi, i media hanno ribattezzato decreto Bollette, e se ci limitiamo a quanto ho appena sinteticamente ricordato, sarebbe appropriato. I rincari cui gli italiani hanno dovuto far fronte in questi mesi sono consistenti. Le misure adottate dal Governo per aiutare le imprese e le famiglie, in particolare quelle in maggiori difficoltà economiche, sono parte importante di questo decreto. Solo che non è così, non è solo così. Per dirla come un artista di sinistra, Nanni Moretti: bisogna trovare le parole giuste, perché le parole sono importanti. Troviamole, dunque, le parole giuste: decreto Bollette è diretto ed efficace, non c'è che dire, ma è riduttivo, non è esaustivo. Permettetemi, quindi, di fare un appello alla stampa e a ognuno di noi, ma non sminuiamo la portata di questo provvedimento e proviamo a dargli un nome altrettanto efficace, ma simbolicamente più incisivo, come motiverò nel prosieguo di questo intervento: decreto Energia o, meglio ancora, decreto Energie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): le energie umane rappresentate dai medici e dagli infermieri, le energie storiche e sociali rappresentate dai piccoli comuni a rischio spopolamento.

Partiamo dalla prima questione, che, al pari dell'energia, è un'emergenza, mi riferisco alla carenza di personale sanitario dovuto a vari fattori, dalla gobba pensionistica, al burnout accentuato dalla pandemia, alla concorrenza rappresentata dal privato e dall'estero. Un circolo vizioso che colpisce, in particolar modo, l'emergenza-urgenza, ma non solo, e da cui dobbiamo assolutamente uscire. Nel breve periodo, la risposta è creare le condizioni affinché i reparti, le reti tempo-dipendenti e i pronto soccorso non rimangano sguarniti. Ma non solo: incentivi a rimanere in servizio, scegliere l'ospedale, indennità per medici e infermieri dei servizi di emergenza-urgenza, che è stata finalmente confermata.

E poi andiamo ai gettonisti. Chi, come me, ha fatto l'ospedale per quasi trent'anni, sa che il ricorso ai medici gettonisti non è stato mai del tutto accettato dalla classe medica, perché ha creato un divario economico, ma anche di rapporto di lavoro, tra le categorie dei gettonisti e quelle dei medici a regime normale. Questa misura, che pur si è resa utile e che andava difesa, perché ha consentito agli ospedali di continuare a lavorare, sarà prorogata per un periodo non superiore a 12 mesi e il personale medico e infermieristico utilizzato, finalmente - questo lo dico da parte di tutto il comparto -, dovrà essere in possesso dei requisiti di professionalità e competenza contemplati dalle disposizioni vigenti. Medici e infermieri sono colonne portanti dell'edificio rappresentato dal sistema sanitario, un edificio che presenta qualche crepa e va consolidato, e, per farlo, è necessario partire proprio da lì, dalle donne e dagli uomini che, ogni giorno e ogni notte, garantiscono assistenza medica e sanitaria, affrontando condizioni di lavoro pesanti e insostenibili, e, talvolta, troppo spesso, subendo ingiurie e violenza, com'è accaduto recentemente a Pisa. Un ricordo, Presidente, va a quel medico psichiatra che, per questo, ha perso la propria vita (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Va in questa direzione la possibilità di istituire, all'interno degli ospedali, postazioni di Polizia, un presidio di sicurezza, un deterrente contro esagitati che non esitano a scagliarsi contro chi indossa un camice, anche solo per un'attesa prolungata in astanteria, attesa di cui certo non sono responsabili i medici e gli infermieri che ogni giorno prestano il loro servizio.

Dallo spopolamento dei reparti ospedalieri, mi si passi l'ardito collegamento, allo spopolamento di tanti piccoli comuni italiani. E io, che sono calabrese, ne conosco tanti, di piccoli paesi spopolati, paesi che costellano i nostri territori e che rappresentano elementi di equilibrio e di continuità storica, che merita una grande tutela. Anche in questo caso, si interviene, rifinanziando un fondo esistente a favore dei comuni sotto i 5.000 abitanti e che registrano una flessione della popolazione, un reddito medio significativamente inferiore alla media nazionale e un indice di vulnerabilità sociale e materiale superiore alla media nazionale.

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Anche questi interventi sono parte integrante del decreto Energie: un decreto che a breve diventerà legge e che risponde a un'emergenza senza forzature, ma con responsabilità, puntualità e visione, che rappresentano i veri corpi montanti del partito che rappresento, ossia la Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente della Camera. Care colleghe e cari colleghi, siamo all'ennesima dichiarazione di voto sulla fiducia richiesta dal Governo in carica. Ricordiamo che, quando una parte di questa maggioranza era all'opposizione, spesso si sono alzate vibrate proteste, perché così si comprimeva l'attività del Parlamento. Questo Governo, in sette mesi, ha già superato il numero di fiducie imposte dal Governo precedente. Eppure, continuate a rivendicare di avere una solida maggioranza politica.

Invece, il Parlamento così si riduce sempre di più a un monocameralismo di fatto e a registrare con il voto le scelte del Governo già prese, introducendo e aggravando ancora di più una Costituzione di fatto estranea al dettato costituzionale. Quindi, con quale fiducia possiamo assecondare queste vostre scelte? Quale freno istituzionale alle azioni di Governo invocate, quando parlate ad esempio di presidenzialismo? Quale autorità vi manca per imporre le vostre scelte?

Nei fatti state esautorando il Parlamento e, troppo spesso, lo fate con questa decretazione d'urgenza, senza neanche dimostrare un'efficacia amministrativa adeguata. Infatti, la vicenda di questo decreto Bollette, che contiene misure sulla sanità e sugli adempimenti fiscali, dimostra una preoccupante incapacità legislativa e attuativa che non è affatto imputabile alla mancanza di poteri adeguati. Il problema è come usate il potere che avete, che si dimostra inadeguato, confuso, raffazzonato e irrispettoso del ruolo dei parlamentari, dei componenti delle Commissioni, sia di maggioranza che di opposizione. Si sono volute mettere in un decreto misure diverse, con un'ennesima forzatura del dettato costituzionale. Per di più, avete dimostrato che non basta, sotto la copertura dell'urgenza, accostare materie differenti. Abbiamo dovuto assistere in Commissione a retromarce continue su emendamenti proposti dalla stessa maggioranza con il parere favorevole dei relatori e del Governo. Abbiamo sentito di continuo motivare i ritiri con la mancanza di coperture o di relazioni tecniche. Gli emendamenti sono stati ritirati e comunque poi abbiamo dovuto scoprire in Aula che bisognava tornare in Commissione per altre mancanze di copertura o per avere verificato che alcuni emendamenti erano impropri persino rispetto a questo decreto Arlecchino.

La vicenda degli emendamenti che assicurava l'assunzione del personale di ricerca nella sanità a tempo indeterminato è stata l'ultima goccia di questo stillicidio di improvvisazione e inconcludenza. Ora ci assicurate che questo emendamento sarà recuperato nel primo provvedimento utile, senza dire ovviamente come e quando. Questa è una vergogna finale che ci potevamo risparmiare anche per rispetto delle tante persone coinvolte.

Quindi, anche stavolta, la vostra solida maggioranza cerca di scaricare l'incapacità o la non volontà di assumere provvedimenti, oltre che su inesistenti poteri deboli, sulle resistenze della burocrazia. In realtà, il comportamento del Governo è stato inadeguato e irrispettoso della correttezza dei lavori parlamentari. Con la dichiarazione di voto di merito sul decreto da parte della collega Malavasi motiveremo il nostro “no” in modo articolato; qui mi limito a evidenziare la parte finale del decreto - in coda il veleno - cioè gli adempimenti fiscali, che di per sé basterebbero a dire “no” alla fiducia.

L'articolo 23 di questo decreto, ad esempio, garantisce un regime di favore solo a chi si avvale della tregua fiscale, discriminando i contribuenti che hanno versato regolarmente, con rilievi di illegittimità costituzionale rilevanti. L'omesso versamento del contributo dovuto e accertato è un fenomeno in crescita, che voi aggravate, rendendo più conveniente utilizzare la liquidità aziendale per i propri scopi di impresa, che pagare le tasse dovute. Viene data la possibilità di transare fino all'approssimarsi delle sentenze di appello, che hanno - come sappiamo - una durata temporale di attesa, in una media ottimistica, di 4 o 5 anni. Si incentiva così, nei fatti, la convenienza a non pagare subito il dovuto perché le imprese interessate hanno più vantaggi a diluire i versamenti dovuti che a pagare, visto oltretutto che la sanzione è diluita in 5 anni. Del resto, nella legge delega che proponete - su questo siete coerenti - volete arrivare, una volta per tutte, a 10 anni e a 120 rate su questi argomenti.

Dunque chi paga le tasse continuerà ad arrangiarsi e anche per questo diciamo “no” alla fiducia a un Governo che continua a privilegiare gli interessi corporativi e l'iniquità fiscale, cose che nulla hanno a che fare oltretutto con le imprese ed i lavoratori autonomi che rispettano le norme e che subiscono la concorrenza sleale degli evasori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie Presidente. Intervengo, a nome del mio gruppo, su questo decreto che ha destato tanta attenzione, più che per i contenuti, per il nome: qualcuno ieri l'ha chiamato “macedonia”, come se la macedonia fosse una cosa negativa; io invece credo che la macedonia ben composta sia una cosa positiva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Oggi ho sentito, Presidente, l'onorevole Fenu parlare addirittura di dissimulazione dei nomi; beh io credo che sarebbe meglio dissimulare certe volte. Ricordo i nomi di alcuni decreti che ho ascoltato nella scorsa legislatura, come: il Cura Italia, e non mi sembra che le ferite si siano così rimarginate; il decreto Aiuti, e non mi pare che abbia sortito tanti benefici per gli italiani; il decreto Liquidità, e oggi abbiamo ancora aziende che fanno fatica a stare in piedi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ahimè, ricordo anche quando qualcuno addirittura sconfisse la povertà in questa Nazione. Allora, io credo che invece sia giusto concentrarsi sui contenuti e lo dico anche - se qualcuno ha la bontà di ascoltarci - agli organi di informazione che hanno sminuito, forse per semplificare, questo decreto, chiamandolo decreto Bollette. Questo decreto invece va riportato alla rubrica con la quale è stato presentato: “misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali”, niente di più logico e di più consequenziale di quello che ci eravamo ripromessi di fare, ovvero di andare incontro anche, coerentemente con quanto avevamo detto al tempo della legge di bilancio, con quelle che potevano essere le situazioni contingenti di cui la nostra Nazione e i nostri cittadini avevano bisogno.

Partiamo allora dalle misure a sostegno di imprese e famiglie per l'acquisto di gas ed energia. Ricordo, quando venne approvata la legge di bilancio che, in qualche dibattito pubblico o anche qui in Aula, l'opposizione, a suo avviso legittimamente, ci chiedeva cosa sarebbe successo dopo, dicendo che avevamo approvato delle misure soltanto per tre mesi. Noi abbiamo sostenuto da sempre che dopo avremmo valutato la situazione e avremmo preso le contromisure. Oggi, in effetti, abbiamo fatto esattamente ciò che avevamo detto avremmo fatto: abbiamo riproposto il bonus sociale per il secondo trimestre, rafforzato di 400 milioni, con un ampliamento a 15.000 euro di reddito ISEE, addirittura raddoppiato per chi ha una famiglia numerosa e abbiamo confermato - e ha fatto bene a ricordarlo ieri la collega Cavandoli - l'aliquota al 5 per cento anche per il teleriscaldamento. Lo ricordo perché, a proposito del decreto Aiuti, presentammo allora, nell'autunno del 2021, un emendamento per introdurre questa aliquota per il teleriscaldamento, che riguarda ovviamente un beneficio ecologico ed economico soprattutto con riferimento alle grandi aree metropolitane, ma allora venne bocciato. Oggi invece, non solo è stato inserito nella legge di bilancio, ma è stato ovviamente confermato.

Questo per dire che, certe volte, prima di puntare il dito verso qualcuno, magari bisogna fare l'esame di coscienza su quello che si è fatto. Lo dico anche perché poi abbiamo preso atto delle difficoltà riguardanti gli impianti sportivi che molti ci hanno rappresentato, in particolare quelli del mondo natatorio. Anche per questo settore sono stati stanziati ulteriori 8 milioni di euro; non sono pochi, Presidente.

Stessa cosa anche riguardo alle rinnovabili per le piccole e piccolissime imprese agricole e della pesca, laddove c'è una sostanziale garanzia di ISMEA gratuita al 100 per cento fino a 250.000 euro. C'è un emendamento importante che ha voluto costruire il relatore, l'onorevole Testa, sulle startup innovative, che attengono alle materie di cui stiamo discutendo, con crediti di imposta fino a 250.000 euro a copertura del 20 per cento delle spese per ricerca e innovazione.

Poi, evidentemente, c'è tutto il tema del comparto sanitario. Qui ci siamo occupati di alcune criticità, come la carenza del personale medico presso i servizi di emergenza. Poi, abbiamo preso contromisure rispetto al tema dei cosiddetti gettonisti, come è stato detto. Lo abbiamo fatto con serenità, anche ascoltando le regioni che hanno chiesto del tempo in più, perché io sono sempre convinto che l'obiettivo debba essere quello di dare un servizio migliore e non di porre regole ineluttabili. Quindi, noi abbiamo dato “il via” all'idea che la sanità non può essere in mano ai cosiddetti gettonisti, ma deve tornare a essere in mano ai presidi ospedalieri, ma evidentemente non possiamo far rimanere alcuno senza servizi.

C'è stato un grande dibattito nelle Commissioni sull'altro tema, molto presente in questa parte relativa alla sanità, che è il payback. Io credo che sia sicuramente un nervo scoperto. Ricordo che, comunque, oltre un miliardo è stato destinato allo scopo in questo decreto, però piuttosto che puntualizzare, come ha fatto qualcuno delle opposizioni sulla risposta insufficiente, io mi chiedo: ma perché non hanno avuto questa enfasi quando c'è stata una proposta - questa sì - indecente, nel 2015, quando al Governo non c'era certo il centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Io mi chiedo: come mai non vi siete resi conto che introdurre un provvedimento simile avrebbe lasciato una tara in eredità al bilancio e all'ordinamento dello Stato, che ancora oggi riflette i suoi aspetti negativi? Io su questo punto credo che bisogna sicuramente dare una risposta, lavorare sicuramente tutti insieme, tutelare le piccole e medie imprese del comparto sanitario, che sono quelle che più rischiano e il Governo ha promesso, anche in Commissione, di farlo. Però, vedete, non si può dimenticare da dove nasce il problema. Questo non è un problema ontologico, che c'è dalla radice: è un problema che nasce perché qualcuno ha voluto imporre una norma di questo genere. Ed è così anche sulle stabilizzazioni dei ricercatori degli IRCCS.

Vede, Presidente, chi parla è rimasto molto deluso dalla necessità, proposta dal Governo, di fare un passo indietro, che abbiamo accettato con molta fatica, rispetto a questo emendamento. Non basta a rinfrancarci l'impegno vincolante che il Governo ha preso, di cercare di inserire questo emendamento in uno dei due decreti che sono già all'attenzione del Parlamento. Però, anche su questo, non esiste alcun giardino delle vergini, dove qualcuno corre con vesti immacolate. Io ricordo che l'opposizione, che oggi ci rinfaccia questo tema, ha respinto gli emendamenti che, al limite, noi abbiamo approvato come maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non siamo arrivati al traguardo, ma noi li abbiamo approvati, mentre voi li avete respinti. C'è una certa differenza. Oggi, non potete venire qui a rinfacciarci cose che voi non avete minimamente considerato e che, quando le avete considerate, le avete bocciate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ha ragione il collega Grimaldi, Presidente, quando parla di stipendi da fame, con tutto il rispetto per chi la fame la patisce sul serio. Sicuramente, sulla sanità bisogna lavorare: bisogna lavorare sulla ricerca dei medici, sulla possibilità di formarli in numero e in qualità ancora maggiore; bisogna lavorare sicuramente sulle liste d'attesa. Ma anche queste non sono novità del 2023 e noi non ci tiriamo indietro dinanzi alla responsabilità. Gli italiani ci hanno chiamato al Governo e noi affronteremo tali questioni come maggioranza e, ritengo, in modo ancora più importante come Governo. Però, su questo bisogna sicuramente mettere insieme tutto il mondo dell'università, che deve chiedersi se probabilmente in tutti questi anni ha svolto compiutamente il suo dovere rispetto alle necessità formative di questa Nazione. Allo stesso modo, noi possiamo cominciare a eliminare anche un po' di burocrazia nella sanità pubblica, per aumentare la competitività, che noi non disdegniamo, con il privato. Noi non abbiamo un favor nei confronti del privato. Non riteniamo che la sanità pubblica debba essere figlia di un Dio minore e riteniamo, anzi, che debba essere messa nelle condizioni di lavorare fino in fondo, anche con la valorizzazione delle proprie risorse strumentali e, ancora di più, umane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Anche sulle materie fiscali di questo provvedimento, sono tutti aggiustamenti coerenti con la legge di bilancio del 2023, quali le agevolazioni per la rottamazione quater, la proroga delle facilitazioni presenti in legge di bilancio per la regolarizzazione degli omessi o carenti versamenti e i termini deflattivi del contenzioso spostati al 30 settembre. Su questo voglio dire, rivolgendo anche un pensiero di cordoglio alle vittime e a coloro che sono in difficoltà, che oggi il Vice Ministro Leo ha annunciato anche uno stop agli adempimenti fiscali per le zone dell'Emilia-Romagna colpite dalle alluvioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vado a concludere, Presidente, perché abbiamo approvato anche un ottimo emendamento, sullo spopolamento, che tutela i piccoli comuni. È vero che si poteva fare di più ed è vero che in Commissione avevamo, maggioranza e opposizione, chiesto di più. Però, credo, sommariamente, che siano stati approvati 40 emendamenti su una ventina di articoli. Quindi, evidentemente non è mancata la possibilità di partecipare al confronto rispetto a questo testo. Lo dico perché, se siamo qui a votare una fiducia, capisco che qualcuno possa, anche legittimamente, rinfacciarcelo, anche se, magari, potrebbe controllare le statistiche dei tempi passati. Tuttavia, al di là di questo, abbiamo avuto sicuramente la possibilità di non vedere compulsate le nostre libertà.

Concludo, Presidente, ricordando che veniamo accusati di fare slogan, di essere la maggioranza e il Governo degli slogan. Io credo che ci sia una grande discrasia - e concludo veramente - tra la rappresentazione che dà l'opposizione e, in gran parte, anche il mondo massmediatico dell'operato di questo Governo. Poi, c'è una rappresentazione, che a noi modestamente interessa un po' di più, che è quella dei cittadini italiani. Da parte di questi mi sembra che ci sia un altro tipo di valutazione, molto più benevola e molto più positiva - e noi ringraziamo gli italiani di questo - e mi pare che sia anche confermata da tutti i dati elettorali che abbiamo visto da settembre 2022 fino a oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie mille, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Ieri ho presentato un question time in Commissione affari esteri sul tribunale unificato dei brevetti e su quanto il Governo stesse facendo per assicurare, in tempo utile e con le competenze dovute, che la terza sede centrale venga assegnata a Milano. Avevamo già presentato altre interrogazioni e mozioni e il Governo prendeva tempo e mi fa piacere che ci sia in Aula il Ministro Tajani. Questo è successo appunto il 17 maggio, ossia ieri. La risposta del Governo, per voce del Sottosegretario Silli, è stata un elenco delle cose fatte dal Governo precedente, il Governo Draghi, che aveva ottenuto che Milano fosse inserita come terza sede centrale del tribunale unificato dei brevetti, al posto di Londra, e poi chiacchiere fumose sullo stato della trattativa.

Oggi apprendiamo da Il Sole 24 Ore - i giornali sono una fonte e Il Sole 24 Ore è una fonte particolarmente autorevole - la seguente notizia: “Brevetti: Milano perde il tribunale”. Allora, mentre c'era questa risposta all'interrogazione di ieri, Il Sole 24 Ore formulava questo titolo di prima pagina.

Io trovo abbastanza grave che la risposta di ieri fosse così reticente sul punto, senza dare l'informazione che il tribunale aveva deciso di andare sulle due sole sedi di Monaco e Parigi. Quello che io mi aspetto dal Ministro degli Affari esteri Tajani e dal Ministro della Giustizia Nordio è che rapidamente, avendo perso tempo prezioso nell'incapacità di portare a termine un negoziato sulle competenze, riescano, con un colpo di reni, nelle more che ci separano da qui al 1° giugno, quando entrerà in vigore il tribunale unificato dei brevetti, a recuperare la situazione, pur con un Governo che non ha buoni rapporti con le altre capitali europee, e ad accettare le competenze - e chiudo, Presidente - che non siete stati capaci di negoziare al rialzo; ma accettate le competenze e muovetevi rapidamente.

Infatti, il 1° giugno è fra poco più di una settimana e ci sarebbe oltre al danno anche la beffa se, come è scritto su Il Sole 24 Ore di oggi, senza un intervento del comitato amministrativo - come ha deciso il tribunale - Milano perdesse la sede. L'Italia perderebbe così la sede centrale del Tribunale unico dei brevetti. Dalla risposta all'interrogazione di ieri si capisce che state facendo poco o nulla. Mi auguro che queste poche giornate che abbiamo davanti vengano messe a frutto per recuperare il tempo malamente perduto ai danni dell'Italia e di Milano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Nove vittime, non vi è ancora il numero dei dispersi, 35 comuni sfollati, una regione sott'acqua, una catastrofe. È caduta in 30 ore la pioggia che cade in 3 mesi, precipitazioni senza precedenti. Tutti i fiumi hanno rotto gli argini, 300 frane in oltre 60 comuni, 400 strade spazzate via o interrotte e la conta dei danni non si sa quando terminerà. Le persone, forse 20.000, forse 40.000, sono in strutture di alloggio. Mancano l'acqua e l'energia elettrica, tantissimi sono i comuni che mancano di questi minimi servizi. Non ci sono numeri certi né per i morti né per gli sfollati.

L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, programma di azione globale di portata e rilevanza senza precedenti, nel 2015 prevedeva una serie di interventi fissati, e tra questi, nell'Obiettivo 13, vi era l'adozione di misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Peraltro, proprio in quell'Agenda il MoVimento 5 Stelle aveva investito molto, una politica tesa a una sostanziale vita verde per tutti. Ma ora la priorità è la sicurezza, la sicurezza delle persone e delle famiglie, senza critiche, senza polemiche. Gli esperti dicono di non avere mai visto una situazione come questa. Siamo di fronte ad un disastro e neanche la migliore prevenzione sul territorio e sui canali avrebbe potuto impedire questo disastro. È inutile cercare responsabilità, il responsabile è unico: il cambiamento climatico.

Ai 10 milioni già deliberati, altri 20 se ne aggiungono, ma sono pochi, perché già 40 milioni sono stati spesi dalla regione. Profondamente grati alla Protezione civile e a tutte le forze che hanno partecipato a questa attività, dobbiamo però aggiungere che è necessario non solo mettere in salvo ma intervenire con urgenza, con un decreto che garantisca risorse sufficienti per ricostruire, ristorare i danni, recuperare le attività agricole, imprenditoriali, industriali, autonome, di ogni tipo, il turismo a Rimini e Riccione, con la stagione appena iniziata.

La Romagna, terra di straordinario impegno e lavoro, ricchezza della Nazione, oggi è in un momento di difficoltà enorme. Bisogna intervenire subito, la vita deve riprendere. È necessario chiedere all'Europa l'accesso al Fondo straordinario di solidarietà, come è stato fatto in passato in occasione di gravi calamità naturali. Gli strumenti ordinari non sono sufficienti. Presidente, noi, nell'esprimere con affetto la solidarietà del MoVimento, chiediamo che la Presidente del Consiglio venga a riferire sugli interventi del Governo e sulle misure che intende adottare con urgenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Nei giorni più caldi della discussione del decreto Cutro, l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati scrive all'Italia. Cosa scrive l'Alto commissario? Scrive che su questo provvedimento ci sono evidenti norme contrarie al diritto internazionale e ai diritti umani. Di questa lettera noi non abbiamo avuto contezza se non, nelle ore scorse, come notizia pubblicata dal quotidiano Avvenire, che non è proprio un quotidiano estremista da questo punto di vista.

Il Ministro Piantedosi, evidentemente avendo una concezione abbastanza personale e particolare del suo ruolo, ha deciso di tenere questa lettera dell'Alto commissario dell'ONU nel suo cassetto e di non portarne a conoscenza il Parlamento nel momento in cui stava discutendo di un provvedimento così importante e che stava dividendo la maggioranza e l'opposizione con un dibattito assai vivace. Secondo noi, Piantedosi in qualche modo è andato oltre il ruolo che gli consente la Costituzione in quanto Ministro, perché avrebbe dovuto mettere a disposizione del Parlamento quella missiva così importante dell'Alto commissario. Per questo, Presidente, noi chiediamo che il Ministro Piantedosi venga a rispondere in Parlamento di quella lettera, dei contenuti di quella lettera e del motivo per cui ha deciso, autonomamente e singolarmente, di non mettere a disposizione questo importante documento per la discussione della Camera dei deputati.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1060-A/R.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1060-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è già stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà quindi inizio dal deputato Amich.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 15,53)

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo approvato dalle Commissioni a seguito del rinvio deliberato dall'Assembla, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………… 331

Votanti: ………………… 328

Astenuti: …………………... 3

Maggioranza: …………... 165

Hanno risposto : ……… 199

Hanno risposto no: ……... 129

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Ferro Wanda

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Freni Federico

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Molinari Riccardo

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Nordio Carlo

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Pulciani Paolo

Ravetto Laura

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Stefani Alberto

Steger Dieter

Tajani Antonio

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Toccalini Luca

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Ascani Anna

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Baldino Vittoria

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Fassino Piero

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

Iaria Antonino

L'Abbate Patty

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Marattin Luigi

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scotto Arturo

Serracchiani Debora

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gallo Francesco

Gebhard Renate

Schullian Manfred

Sono in missione:

Barelli Paolo

Bignami Galeazzo

Bitonci Massimo

Costa Enrico

Della Vedova Benedetto

Evi Eleonora

Gava Vannia

Giachetti Roberto

Giorgetti Giancarlo

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Lacarra Marco

Lollobrigida Francesco

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Orsini Andrea

Pichetto Fratin Gilberto

Prisco Emanuele

Rampelli Fabio

Richetti Matteo

Rosato Ettore

Scerra Filippo

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Sportiello Gilda

Zanella Luana

PRESIDENTE. Sospendo, a questo punto, brevemente la seduta, al fine di consentire la predisposizione dell'elenco dei deputati in missione per la parte pomeridiana, il cui numero dovrà essere comunicato all'Aula alla ripresa della seduta.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 75, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Lia Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Tra due settimane esatte entrerà in vigore il sistema del Tribunale unificato dei brevetti, un sistema che coinvolge la stragrande maggioranza dei Paesi dell'Unione europea e che coinvolge anche il nostro Paese. In questo sistema sono previste tre sedi e l'Italia finora ha lottato perché una di queste tre sedi venisse nel nostro Paese e avesse come sede fisica la città di Milano. Apprendiamo oggi da notizie di stampa finora non smentite dalla Farnesina che l'Italia, con il Governo Meloni, in particolare, non sarebbe riuscita a ottenere quanto ottenuto dal Governo Draghi, cioè che l'entrata in vigore del trattato preveda che una delle tre sedi sia effettivamente a Milano.

So che sono intervenuti prima i colleghi Della Vedova e Del Barba, intervengo anch'io per chiedere un'informativa urgente da parte del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale su questo punto. Mancano due settimane all'entrata in vigore del sistema del Tribunale unificato dei brevetti e, nonostante varie mozioni approvate all'unanimità da tutti i gruppi parlamentari, in varie legislature, il Governo non ha ancora dato una risposta chiara se l'Italia avrà una sede oppure no, se questa sede sarà a Milano o non sarà a Milano.

Noi siamo molto preoccupati, perché non ci riteniamo in nessun modo tutelati da come sta agendo il Governo; non riusciamo ad avere risposte, la maggioranza ha iniziato in Commissione Affari esteri un lavoro su una risoluzione su questo punto che non è mai stata portata a termine e siamo preoccupati perché sembrerebbe che, se neanche la maggioranza riesce ad approvare una propria risoluzione in cui si chiede che il tribunale abbia sede a Milano, ci sia qualcosa che non va. Vogliamo delle risposte subito, l'atteggiamento del Governo danneggia pesantemente Milano e l'Italia, perché non avere una sede del Tribunale dei brevetti in Italia significa che tutto il comparto industriale della chimica e della farmaceutica in particolare avrà dei danni molto grossi. Quindi, chiediamo un'informativa urgente del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale su questo punto, aggiungendoci a quanto chiesto già da altri due gruppi di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Quartapelle, mi affido alla cortesia del Sottosegretario per la richiesta di informativa urgente.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1060-A/R.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1060-A/R.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1060-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Sottosegretario di Stato per il Ministero della Salute, onorevole Marcello Gemmato, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, chiedo una pausa di dieci minuti per analizzare gli ultimi pareri.

PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario. Sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 16,20.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,25.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Prima di continuare i lavori, colgo l'occasione per salutare i ragazzi della scuola secondaria di primo grado Carlo Perucci di Verona e i ragazzi dell'Istituto comprensivo San Giovanni Bosco di Polignano a Mare, in provincia di Bari. Grazie di essere qui (Applausi).

Invito il Sottosegretario, onorevole Marcello Gemmato, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/1 Berruto il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/2 Gusmeroli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare nuove normative volte a precisare che (…)” e così via.

Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1060-AR/3 Ambrosi e n. 9/1060-AR/4 De Bertoldi.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/5 Bonetti il parere è favorevole, premettendo le formule: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/6 Grippo il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere detrazioni fiscali per le spese sostenute dalle famiglie per il contratto di locazione di abitazioni per i figli iscritti a corsi universitari e ulteriori interventi volti a sostenere l'autonomia abitativa dei giovani, con particolare riferimento agli studenti fuori sede”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/7 Richetti il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/8 Pastorella il parere è favorevole con le riformulazioni: “a valutare l'opportunità di” e “tenendo in considerazione le vigenti disposizioni e nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/9 Del Barba vi è un invito al ritiro o il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/10 Malavasi il parere è favorevole con la formula: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/11 Ciani il parere è favorevole con la formula: “a valutare la possibilità (…), nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/12 Stumpo il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/13 Girelli il parere è favorevole, con la formula: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/14 Amendola vi è un invito al ritiro o il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/15 Casasco, il parere è favorevole con le formule: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/16 Benigni il parere è favorevole con la formula: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/17 Cappellacci il parere è favorevole con la formula: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/18 Patriarca il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/19 Tenerini il parere è favorevole con le formule: “a valutare la possibilità di” e “tenuto conto dei principi fondamentali dell'ordinamento”.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/20 Braga è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/21 Guerra, chiediamo di espungere l'ultima premessa e sul primo impegno il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni riguardanti la causa speciale di non punibilità dei reati tributari”; invece, sul secondo impegno il parere è favorevole con la riformulazione: “valutare di perseguire riforme orientate al conseguimento di obiettivi di equità sociale e al miglioramento della competitività del sistema produttivo”.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/22 Stefanazzi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/23 Bonafe' il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure volte alla riduzione delle tariffe per la fornitura di energia elettrica e per la fornitura del gas a favore delle piccole e medie imprese”. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/24 Merola il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/25 Toni Ricciardi è accolto come raccomandazione con le formule: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio e in conformità ai principi generali dell'ordinamento in materia”.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/26 Di Sanzo è accolto come raccomandazione, con le formule: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio e in conformità ai principi generali dell'ordinamento in materia”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/27 Bonelli il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità di adottare misure volte alla riduzione delle tariffe per la fornitura di energia elettrica e per la fornitura di gas a favore delle famiglie e delle imprese italiane”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/28 Mari il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/29 Borrelli il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/30 Zanella il parere è favorevole con la formula “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/31 Morrone il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/32 Lupi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, un incremento del contributo di cui all'articolo 1, comma 13, della legge 10 marzo 2000, n. 62”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/33 Cavo il parere è favorevole con le formule: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio e in conformità ai principi che sottendono all'assetto organizzativo del sistema sanitario nazionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/34 Centemero il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/35 Zucconi il parere è favorevole, premettendo la formula “a valutare l'opportunità di” ad ogni impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/36 Rampelli il parere è favorevole, premettendo la formula “a valutare l'opportunità di” ad ogni impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/37 Ascani il parere è favorevole con la formula “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/38 Ciaburro il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/39 Lai è accolto come raccomandazione.

Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1060-AR/40 Cangiano e n. 9/1060-AR/41 Vaccari.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/42 Lucaselli il parere è favorevole con la formula “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/43 Peluffo il parere è favorevole, espungendo l'ultima premessa e con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di proseguire l'azione finalizzata a limitare l'impatto dei costi di energia e gas per le imprese e le famiglie, anche per il secondo semestre del 2023”.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/44 Rizzetto è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/45 Furfaro il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle vigenti disposizioni in materia”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/46 Appendino il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/47 Fenu il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/48 Donno il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/49 Francesco Silvestri il parere è favorevole con la riformulazione: “valutare l'opportunità di adottare misure volte alla riduzione delle tariffe per la fornitura di energia elettrica e per la fornitura del gas a favore delle famiglie e delle imprese italiane”.

Gli ordini del giorno n. 9/1060-AR/50 Baldino e n. 9/1060-AR/51 Ascari sono accolti come raccomandazioni.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1060-AR/52 Giuliano, n. 9/1060-AR/53 Cafiero De Raho, n. 9/1060-AR/54 D'Orso, n. 9/1060-AR/55 Alifano e n. 9/1060-AR/56 Gubitosa.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/57 Quartini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di” e “ nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/58 Marianna Ricciardi vi è un invito al ritiro perché, giusto per dare una giustificazione, la finalità è già perseguita dalla norma in esame.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/59 Di Lauro vi è un invito al ritiro, perché la finalità è già perseguita nella norma in esame.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/60 Sportiello il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle vigenti disposizioni in materia”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/61 Caramiello il parere è favorevole con la formula: “a valutare la possibilità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/62 Pavanelli vi è un invito al ritiro, in quanto assorbito dagli ordini del giorno n. 9/1060-AR/42 Lucaselli e n. 9/1060-AR/57 Quartini.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/63 Orrico vi è un invito al ritiro o il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/64 Pellegrini il parere è favorevole con la formula: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/65 Riccardo Ricciardi vi è un invito al ritiro o il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/66 Scutella' il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/67 Barzotti vi è un invito al ritiro o il parere è contrario.

Sono accolti come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/1060-AR/68 Ilaria Fontana, n. 9/1060-AR/69 Sergio Costa e n. 9/1060-AR/70 Lovecchio.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/71 Dell'Olio il parere è contrario.

Sono accolti come raccomandazione gli ordini del giorno n. 9/1060-AR/72 Todde, n. 9/1060-AR/73 Cappelletti, n. 9/1060-AR/74 L'Abbate, n. 9/1060-AR/75 Sarracino e n. 9/1060-AR/76 Simiani.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/77 Ciocchetti il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/78 Rosso il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità di” e “nel rispetto dei profili di competenza, delle evidenze tecnico-scientifiche e dei vincoli di bilancio”.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/79 Gianassi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/80 Panizzut il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio e delle vigenti disposizioni in materia”.

Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1060-AR/81 Loizzo, n. 9/1060-AR/82 Caretta, n. 9/1060-AR/83 Ciancitto e n. 9/1060-AR/84 Caiata.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/85 Comaroli il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare di istituire”.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/1 Berruto: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Berruto? Prego, onorevole. Cambi il microfono, perché quello si è rotto.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione proposta, però chiederei di metterla ai voti. Faccio un piccolo intervento con una premessa che ritengo necessaria. Questo è un intervento costruttivo, dopo la bocciatura di un emendamento, perché, secondo me, era sfuggito un vulnus che risale peraltro già all'ultimo decreto Aiuti e riguarda un problema che, purtroppo, ha messo in ginocchio una tipologia di impresa: mi riferisco agli impianti sportivi e, ancora di più, agli impianti natatori.

È bene che voi sappiate - e sono qui a ricordarlo - che dallo strumento del credito d'imposta per le imprese che acquistano gas naturale sono esclusi i tanti impianti sportivi - e lo ripeto, nello specifico, gli impianti natatori - che non acquistano direttamente gas naturale, ma che acquistano il prodotto dalla trasformazione di quest'ultimo, ovvero acquistano l'energia termica da società che forniscono quel servizio. L'energia termica ha, ovviamente, seguito l'andamento di mercato dei prezzi del gas e, quindi, i gestori di impianti sportivi e natatori che la acquistano - lo ripeto: che acquistano energia termica, e sappiamo quanto specialmente gli impianti natatori siano energivori – hanno visto raddoppiare, triplicare, quadruplicare i costi e sono esclusi dal credito d'imposta.

Ecco, dunque, il semplice impegno che abbiamo chiesto al Governo: estendere e riconoscere il credito d'imposta e la riduzione del 5 per cento dell'aliquota IVA agli impianti sportivi e natatori che sono in ginocchio per le spese sostenute e che sono esclusi da questo provvedimento.

Vi chiediamo, dunque, di correggere questa distorsione, che mette in ulteriore difficoltà gli impianti sportivi e le piscine, che sono, in realtà, hub della salute e difendono quei valori educativi, sociali e quel benessere psicofisico che l'imminente modifica dell'articolo 33 della Costituzione difenderà, generando un vero diritto allo sport. Vi chiediamo di farlo, certo, nel rispetto dei vincoli di bilancio, ma tenendo conto di quest'ultimo aspetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche io per sottoscrivere quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Anche lei? Se è solo per sottoscrivere, potete venire qui, così andiamo avanti e siamo più operativi.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/1 Berruto, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/2 Gusmeroli: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Gusmeroli o chi per lui? Accetta, va bene.

Sugli ordini del giorno n. 9/1060-AR/3 Ambrosi e n. 9/1060-AR/4 De Bertoldi il parere è favorevole, quindi, procediamo.

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/5 Bonetti: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Bonetti? Accettano, va bene.

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/6 Grippo: parere favorevole, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Vorremmo riascoltare la riformulazione del Governo, perché non siamo sicuri di avere bene inteso.

PRESIDENTE. Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/6 Grippo è riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di prevedere detrazioni fiscali per le spese sostenute dalle famiglie per il contratto di locazione di abitazioni per i figli iscritti a corsi universitari e ulteriori interventi volti a sostenere l'autonomia abitativa dei giovani, con particolare riferimento agli studenti fuori sede”. In sostanza, si cancellano, nella parte iniziale del testo, le parole da “ad attuare” fino a “prevedendo” e, nella parte finale, da “introducendo” fino a “ISEE”.

PRESIDENTE. Onorevole Grippo?

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Grazie, allora, avevamo bene inteso. Noi vorremmo chiedere al Governo…

PRESIDENTE. Scusi, accetta o non accetta la riformulazione?

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Vorremmo chiedere di rivalutare - se posso dirlo - il parere. Volevamo chiedere un accantonamento perché apprezziamo e capiamo le buone intenzioni e, quindi, va bene il “valutare” al posto di “attuare” e va bene anche la rimodulazione della parte finale, per non vincolarsi già a un parametro ISEE. Viceversa, ci mette un po' in difficoltà il fatto che non si faccia più riferimento al Family Act che è legge dello Stato. Non vorremmo che oggi la notizia diventasse che il Governo è contrario a dare attuazione al Family Act.

Quindi, se si potesse accantonare l'ordine del giorno e pensare a una riformulazione - nell'intenzione, che abbiamo compreso, di mantenere un auspicio, conservando però anche quel riferimento - apprezzeremmo e potremmo accettare la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Accantoniamolo.

PRESIDENTE. Allora, accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/1060-AR/6 Grippo.

Prendo atto che i presentatori accettano le riformulazioni degli ordini del giorno n. 9/1060-AR/7 Richetti e n. 9/1060-AR/8 Pastorella.

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/9 Del Barba: parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Anche in questo caso, chiederemmo di accantonare, perché è stato dato un parere contrario rispetto a un tema che è ripreso, per esempio, all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/15 Casasco, su cui invece è stato dato un parere favorevole.

Chiederemmo al Governo di valutare un'eventuale riformulazione, perché la materia è identica e anche il punto di caduta il medesimo; quindi, non comprendiamo questa difformità.

PRESIDENTE. Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Mettiamo ai voti...

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/9 Del Barba con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente…

PRESIDENTE. Perché?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Volevo rispondere, non volevo essere scortese.

PRESIDENTE. Lei ha chiesto di metterlo in votazione… Allora, revoco la votazione, su richiesta del Governo, e do la parola al rappresentante del Governo. Prego.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo scusa, non volevo sembrare scortese con la collega. Siccome nel frattempo stavo analizzando l'ordine del giorno precedente, mi ero un attimo distratto. Vorrei dire che il parere non deriva da una contrarietà sul tema, ma dal fatto che riteniamo che il tema complesso del payback che, come ben sapete, non riguarda soltanto la spesa farmaceutica, ma anche l'equilibrio dei bilanci delle regioni, che riguarda anche la governance farmaceutica, debba avere un approccio molto più ampio e non ridotto - l'ho detto anche in Commissione rispetto a un emendamento analogo - a un ordine del giorno o ad un emendamento. Deve essere riportato quindi ad una riflessione sulla nuova governance farmaceutica, prevedendo al suo interno sicuramente il superamento del payback, una revisione dei tetti e un ragionamento molto più ampio.

Ripeto, mi scuso se sono sembrato tranchant nel giudizio, mettendolo subito al voto, ma ci tengo però a dire, ripeto, che siamo favorevoli sul tema. Non vorrei ridurlo a una parte di un ordine del giorno, ma vorrei che il tutto - e parlo evidentemente a nome anche del Ministero che in questo momento rappresento - fosse inserito in un disegno più ampio di governance farmaceutica, all'interno della quale rientra anche il payback farmaceutico.

PRESIDENTE. Quindi, lei conferma di porlo ai voti comunque?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/9 Del Barba, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/10 Malavasi: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Malavasi?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Sì, accolgo la riformulazione e chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/10 Malavasi, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/11 Ciani: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Ciani?

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente, accetto la riformulazione e chiedo che sia messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/11 Ciani, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/12 Stumpo: parere favorevole. Andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/13 Girelli: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Girelli? Accetta, va bene.

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/14 Amendola: parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo di metterlo in votazione e dico al Sottosegretario Gemmato che può anche astenersi da un giudizio non tranchant: solo votare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/14 Amendola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/15 Casasco: parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Casasco? Prego, onorevole Battilocchio.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Solo per dire che Forza Italia accetta tutte le riformulazioni del Governo.

PRESIDENTE. Va bene. Quindi, sono accolte le riformulazioni degli ordini del giorno n. 9/1060-AR/15 Casasco, n. 9/1060-AR/16 Benigni e n. 9/1060-AR/17 Cappellacci.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/18 Patriarca il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/19 Tenerini è accolta la riformulazione.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/20 Braga è accolto come raccomandazione. Onorevole Braga, chiede di parlare?

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Chiediamo che venga messo ai voti, grazie.

PRESIDENTE. Ma l'accetta? No, quindi il parere diventa contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/20 Braga, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/21 Guerra il parere è favorevole previa riformulazione. Onorevole Guerra?

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Mi scusi, potrei risentire la formulazione?

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, Presidente. Espungere l'ultima premessa. Poi, sul primo impegno, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni riguardanti la causa speciale di non punibilità dei reati tributari”. Invece, sul secondo impegno, parere favorevole con la riformulazione: “a valutare di perseguire riforme orientate al conseguimento di obiettivi di equità sociale e al miglioramento della competitività del sistema produttivo”.

PRESIDENTE. Onorevole Guerra?

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Accetto, però chiedo che sia messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/21 Guerra, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/22 Stefanazzi è accolto come raccomandazione. Onorevole Stefanazzi?

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). No, Presidente, rifiuto la modifica, anche perché il tema è clamorosamente una promessa elettorale del centrodestra, l'ennesima promessa elettorale che il centrodestra e l'attuale Governo dimenticano. La vicenda è nota e in questi ultimi mesi ha avuto una risonanza sempre maggiore: riguarda il regime di imposizione fiscale previsto per i cosiddetti fringe benefit, in particolare relativo ai mutui agevolati concessi ai dipendenti soprattutto del settore bancario. Come stabilisce l'articolo 51 del TUIR, concorre alla somma da considerare all'interno del fringe benefit la metà della differenza fra gli interessi calcolati con il tasso ufficiale di riferimento della BCE, l'ex tasso ufficiale di sconto, e quelli calcolati con il tasso agevolato per i dipendenti. Ora, questo metodo è chiaramente adeguato per i prestiti a tasso variabile, ma è assolutamente inadeguato per quelli a tasso fisso, visto che per questi ultimi il vero beneficio sarebbe rappresentato dalla differenza tra il tasso fisso al momento dell'ottenimento del mutuo e il tasso fisso agevolato per i dipendenti.

Con il rialzo dei tassi della BCE, moltissimi dipendenti, soprattutto, come ho detto, del settore bancario, si sono trovati a pagare conguagli fiscali altissimi, che riducono e incidono profondamente sulle buste paga. Quello che è stato stipulato come tasso fisso agevolato si è trasformato, di fatto, in un tasso variabile, perché il parametro di riferimento non è il tasso al momento della contrazione del mutuo, ma cambia costantemente. E finché i tassi si sono mantenuti bassi, in pochi evidentemente se ne sono accorti. Ma da quando la BCE ha deciso di rialzare i tassi, in tantissimi stanno pagando un prezzo salatissimo. E non parliamo, Presidente, di una ristretta cerchia di privilegiati, ma di decine di migliaia di dipendenti di banca.

Noi su questo tema, come Partito Democratico, abbiamo fatto diverse interrogazioni parlamentari e il Governo ha preso tempo, come sta facendo anche oggi. Ci avete parlato di un'istruttoria per valutare un intervento normativo ad hoc, ma al momento nulla è all'orizzonte. E nel frattempo si continua ad applicare un calcolo che penalizza i dipendenti del settore bancario e che è completamente ingiustificato.

E anche aumentare, come avete fatto, il limite dei fringe benefit a 3.000 euro serve a poco, anzi a nulla, perché questo vantaggio interessa solo le persone con i figli a carico. E che ne facciamo di tutti coloro che non hanno figli a carico, per cui il limite resta sempre 285 euro annui? E per paradosso - e questo, Presidente, è un caso molto frequente - nella stessa identica condizione ci sono anche quelli che hanno deciso di contrarre mutui per aiutare i propri figli, che adesso non sono più a carico. Insomma, il problema è assolutamente lontano dalla soluzione.

Chiediamo, quindi, che il Governo si impegni a correggere questa stortura, a correggere il criterio di determinazione forfettaria del reddito in caso di concessione di finanziamento a tasso fisso dei dipendenti e chiediamo anche una riflessione seria sul limite dei fringe benefit (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/22 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… Mi scusi, voleva intervenire, onorevole Caiata? Chiedo scusa, non me ne ero accorto. Quindi, annullo la votazione e do la parola all'onorevole Caiata. Prego.

SALVATORE CAIATA (FDI). Sì, grazie. Io chiederei di sottoscriverlo e al Governo di accantonarlo.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, Presidente. Accantoniamo.

PRESIDENTE. Procediamo all'accantonamento e passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/23 Bonafe', su cui c'è un parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Bonafe'? Accetta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/24 Merola, il parere è contrario. Onorevole Merola?

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Chiedo di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/24 Merola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Prima di passare oltre, salutiamo i ragazzi della Scuola paritaria Carlo Perucci di Verona. Grazie, ragazzi, di essere qui (Applausi).

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/25 Toni Ricciardi è accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Onorevole Ricciardi?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). No, Presidente, non l'accolgo per una semplice ragione: già viene riformulato e deve essere riformulato per essere accolto come raccomandazione un ordine del giorno che chiede al Governo di riconoscere uno scatto di anzianità in più per i comuni delle aree del margine, dell'entroterra e delle isole, dove sappiamo che vengono banditi concorsi che alla fine vanno deserti perché le persone non ci vanno! Questa cosa determina la chiusura dei reparti, ergo dei pronto soccorso di provincia, dei piccoli comuni o delle aree del margine. Quindi, non accetto e chiedo che venga messo ai voti, o che il Governo, quanto meno, lo possa accantonare e ripensarci.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Accantoniamo.

PRESIDENTE. Viene accantonato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/26 Di Sanzo, accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Onorevole Di Sanzo?

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vista la similitudine con il precedente ordine del giorno dell'onorevole Toni Ricciardi, vorrei chiedere lo stesso trattamento per il mio ordine del giorno con l'accantonamento.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Accantoniamo anche questo.

PRESIDENTE. Perfetto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/27 Bonelli, su cui vi è un parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Bonelli?

ANGELO BONELLI (AVS). No, signor Presidente, non accettiamo questa riformulazione. Lo dirò brevemente, perché i colleghi, che forse non avranno letto quest'ordine del giorno, chi ci sta guardando, gli italiani che ci stanno guardando devono sapere che il Governo ha detto “no” ad avviare gli accertamenti fiscali…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, colleghi, per favore, ascoltiamo l'onorevole Bonelli. Prego, onorevole.

ANGELO BONELLI (AVS). Il Governo ha detto “no” ad avviare gli accertamenti fiscali nei confronti di chi non ha pagato una tassa prevista dal Parlamento italiano. Di questo si tratta. Non si capisce la ragione per la quale il signor Franco Rossi o la signora Bianca Rossi, quando arrivano a scadenza, devono pagare le tasse e, in caso contrario, arriva l'accertamento dell'Agenzia delle Entrate mentre invece c'è un atteggiamento di grande indulgenza da parte di questa maggioranza nei confronti delle grandi società energetiche che hanno accumulato una quantità enorme di extra profitti in questo Paese.

Di fronte a 8,5 miliardi di evasione fiscale - di questo si tratta - il Governo dice “no” ad avviare l'accertamento fiscale. Come si può riformulare l'ordine del giorno con la locuzione “a valutare l'opportunità di”? Quando non si rispetta la legge, la legge si deve far rispettare. Per quale ragione i cittadini italiani giustamente devono rispettare la legge, mentre oggi il Parlamento italiano, la Camera, manda questo pessimo messaggio?

Concludo, comunicando agli onorevoli colleghi e alle onorevoli colleghe che oggi il prezzo del gas si trova a 30 euro a megawattora; ad agosto 2022, quindi non più tardi di 7 mesi fa, stava a 310 euro a megawattora.

SALVATORE CAIATA (FDI). E grazie a chi?

ANGELO BONELLI (AVS). Questo significa (Commenti di deputati di Fratelli d'Italia)… Non capisco perché i deputati di Fratelli d'Italia si agitino tanto mentre noi parliamo: sono argomenti che, forse, potrebbero ascoltare e imparerebbero molto da quello che sto dicendo. Questo significa che, a una diminuzione del costo del gas non è corrisposta un'adeguata, paritetica riduzione del costo delle bollette.

Oggi voi dite che gli accertamenti fiscali non si possono fare nei confronti di chi ha guadagnato così tanti soldi, che sono i soldi degli italiani. Francamente trovo inaccettabile questo “no” da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Sempre per il resoconto stenografico, signor Presidente, io riterrei altamente grave se fosse il Governo a disporre gli accertamenti fiscali, essendoci delle Agenzie deputate a questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/27 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/28 Mari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/29 Borrelli il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/30 Zanella il parere è favorevole con riformulazione, che viene accettata dai presentatori.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/31 Morrone il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/32 Lupi il parere è favorevole, previa riformulazione. I presentatori accettano la riformulazione?

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Del Barba, vuole intervenire? Vuole sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1060-AR/32 Lupi? Va bene. Anche l'onorevole Cavo intende sottoscriverlo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/33 Cavo, c'è un parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Cavo, accetta la riformulazione?

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Chiedo se sia possibile riascoltare la riformulazione, per cortesia.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì Presidente. Parere favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio e in conformità ai principi che sottendono all'assetto organizzativo del Sistema sanitario nazionale”.

PRESIDENTE. Onorevole Cavo, accetta la riformulazione?

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Mi scusi, Sottosegretario, è l'ordine del giorno n. 9/1060-AR/33? Rimarrebbe invariato il primo impegno del dispositivo e questa sarebbe la riformulazione del secondo impegno? Il dispositivo è composto di tre impegni e non riesco a capire come sarebbe la riformulazione globale di tutto il dispositivo. Stiamo parlando dell'ordine del giorno n. 9/1060-AR/33? È giusto?

PRESIDENTE. Confermo. Sottosegretario, ritiene opportuno accantonare l'ordine del giorno per valutarlo? Va bene, lo consideriamo accantonato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/34 Centemero c'è un parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/35 Zucconi c'è un parere favorevole previa riformulazione, che viene accettata dal presentatore.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/36 Rampelli c'è un parere favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, modifico il parere in favorevole.

PRESIDENTE. Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/37 Ascani c'è un parere favorevole previa riformulazione. I presentatori accettano la riformulazione?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Chiederei al Sottosegretario se sia possibile riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole con riformulazione “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

PRESIDENTE. Bene, i presentatori accettano la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/38 Ciaburro c'è un parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/39 Lai è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie Presidente. Io non posso accogliere la proposta del Governo di trasformare quest'ordine del giorno in una raccomandazione, non fosse altro perché dobbiamo in qualche modo girare questa proposta del Governo ai 1.500 lavoratori (tra diretti e indiretti) che lavorano per la Portovesme Srl, una società di proprietà della Glencore, una multinazionale svizzera che, dal 1° maggio, sono a casa senza cassa integrazione, o in cassa integrazione i pochi fortunati che sono lavoratori diretti. Per questo motivo accogliere una raccomandazione che è molto meno di un ordine del giorno, che già è poco impegnativo, sarebbe poco dignitoso per loro. Segnalo che gli unici due impegni che noi chiediamo al Governo sono relativi a due elementi. Il primo impegna il Governo a trovare una soluzione per queste aziende identica a quella trovata cinque anni fa per altre aziende simili nel Sulcis e cioè contratti bilaterali di energia elettrica. In questo provvedimento ci sono tre articoli che riguardano l'energia elettrica e due di questi non sono applicabili per la Sardegna perché la Sardegna non ha le reti del metano e questo è già stato segnalato durante la legge di bilancio quando si è, in qualche modo, dimostrato che la disponibilità di questi provvedimenti che tagliano le bollette è assolutamente limitata nell'isola. La seconda richiesta che viene fatta è che si salga di livello dal punto di vista dell'impegno nel rapporto con la multinazionale: non si può trattare con i livelli regionali o nazionali di quest'azienda. Trasformare tutto questo in una raccomandazione, quando 1.500 persone stanno a casa, mi sembra assolutamente inadeguato.

Per questo motivo non accetto la raccomandazione e chiedo di porre ai voti l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/39 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1060-AR/40 Cangiano e n. 9/1060-AR/41 Vaccari.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/42 Lucaselli il parere è favorevole con riformulazione. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/43 Peluffo il parere è favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per la proposta di riformulazione, che, però, non accetto, perché, di fatto, snatura il senso dell'ordine del giorno. Quindi, Presidente, le chiedo di metterlo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/43 Peluffo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/44 Rizzetto.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/44 Rizzetto cambio il parere che diventa favorevole.

PRESIDENTE. Dunque, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/44 Rizzetto il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/45 Furfaro è accettato previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno arriva a valle di una discussione in Commissione. Le Commissioni riunite finanze e…

PRESIDENTE. Chiedo scusa: accetta la riformulazione?

MARCO FURFARO (PD-IDP). Non accetto la riformulazione, però chiederei una riflessione al Governo. Presidente, mi dia la possibilità di spiegare al Governo, appunto tramite la Presidenza, quello che è accaduto nelle ultime ore che, tra l'altro, può essere confermato dal Sottosegretario Freni, che era presente, dal presidente della Commissione finanze, Osnato, e dal presidente della mia Commissione, affari sociali, Cappellacci.

Avevamo preso un impegno, un impegno politico e “non a valutare l'opportunità di”, perché era accaduto qualcosa che non sarebbe dovuto accadere in un'Aula parlamentare. C'è un'ingiustizia nel nostro Paese che riguarda centinaia e centinaia di ricercatori della sanità pubblica che, lo ricordo, sono così precari che hanno contratti atipici che a volte arrivano a 12 anni d'anzianità, fino a picchi di 30 anni, senza maturare il TFR, magari le ferie e senza avere tutti quei diritti che dovrebbe avere un lavoratore a tempo indeterminato e che così importanti sarebbero nella sanità pubblica. Ma oltre a tutto ciò, che sono elementi di giustizia civile e di investimento nella sanità, che riguardano, appunto, la vita delle persone che quotidianamente lavorano per questo Paese, è accaduta una cosa in più.

Deve sapere, Presidente, che nelle Commissioni affari sociali e finanze riunite abbiamo approvato all'unanimità un emendamento che prevedeva la stabilizzazione di questi lavoratori e di queste lavoratrici (all'unanimità!). Poi il Governo e la maggioranza hanno sollevato delle obiezioni sulle quali anche nel merito non eravamo concordi perché, secondo noi, c'era già la platea, i cui numeri sono a disposizione del Ministero della Salute, e c'erano i fondi, come è stato fatto per tante stabilizzazioni. Però, c'è stato chiesto di tornare in Commissione a votare e far sì che ci fosse un emendamento che sopprimeva la stabilizzazione, giusta, civile e vitale di quelle persone, perché il Governo garantiva che al primo provvedimento utile quelle persone sarebbero state stabilizzate.

Tutti i giorni parliamo di sanità pubblica e tutti i giorni parliamo di precarizzazione del mondo del lavoro, ma con una mano precarizzate e con l'altra dite al Paese che state facendo esattamente il contrario.

Non voglio fare una polemica pubblica, però faccio un appello, Sottosegretario Gemmato: non faccia votare “a valutare l'opportunità di”. Noi siamo stati dentro il Parlamento e se non vuole schiaffeggiare, non il Partito Democratico, ma il Parlamento, che nelle Commissioni riunite ha votato all'unanimità la stabilizzazione di quei lavoratori e di quelle lavoratrici - come è giusto fare, per inciso -, per non venir meno alla prerogativa parlamentare e agli impegni che alla Commissione sono stati garantiti dal Sottosegretario Freni e dai presidenti di quelle Commissioni, la invito ad accantonare l'ordine del giorno oppure a far votare l'impegno volto a stabilizzare quei ricercatori e quelle ricercatrici con il primo provvedimento utile. È una misura di giustizia per la quale tutti ci siamo presi un impegno dinanzi alla volontà del Governo di sopprimere quell'emendamento, per non inserirlo nel decreto Bollette ma, appunto, per stabilizzare quelle persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Osnato. Ne ha facoltà.

MARCO OSNATO (FDI). Io chiederei al Governo, se anche l'onorevole Furfaro e i sottoscrittori di tutti gli altri ordini del giorno che riguardano quella stabilizzazione sono d'accordo, di accantonarli tutti e cercare di trovare, com'è successo con l'emendamento che giustamente l'onorevole Furfaro citava, una soluzione condivisa con un ordine del giorno unico e condiviso. Sono sicuro che anche il Governo si ricorderà di quello che è successo nella seduta della Commissione.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Accantoniamo, Presidente.

PRESIDENTE. Signor rappresentante del Governo, io li rinomino. In funzione di quanto stabilito, è stato accantono l'ordine del giorno n. 9/1060-AR/45 Furfaro, come abbiamo detto.

Poi, ci sarebbe l'ordine del giorno n. 9/1060-AR/60 Sportiello. Signor rappresentante del Governo, ci conferma che anche quest'ordine del giorno è accantonato? Va bene.

Poi, ci sono gli ordini del giorno n. 9/1060-AR/80 Panizzut e n. 9/1060-AR/84 Caiata, sul quale, però, il parere è favorevole.

Quindi, rappresentante del Governo, glieli rinomino: ordini del giorno n. 9/1060-AR/45 Furfaro, n. 9/1060-AR/60 Sportiello, n. 9/1060-AR/80 Panizzut e n. 9/1060-AR/84 Caiata. Su questo ultimo ordine del giorno il parere era già favorevole. Mi dica lei se conferma e poi andiamo avanti.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, anche se sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/84 Caiata c'era la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica”. Quindi, già conteneva la riformulazione che il Governo aveva fatto rispetto agli altri.

Comunque, condivido ciò che dice il collega Osnato. Creiamo un calderone unico e poi sviluppiamo un ragionamento complessivo.

PRESIDENTE. Quindi, questi 4 ordini del giorno che le ho nominato sono tutti accantonati.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/46 Appendino il parere è favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Non accettiamo e chiedo di poter intervenire in dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. In questi mesi noi abbiamo sentito spesso esponenti del Governo sproloquiare sul concetto di merito, come fosse un vessillo da sbandierare di cui sono gli unici proprietari. È un vessillo, però, alla luce di quello che stiamo vedendo, drammaticamente vuoto. Io voglio prendere proprio ad esempio il tema oggetto dell'ordine del giorno, cioè il tema dei giovani e del diritto all'istruzione. State davvero premiando il merito? Ovviamente no! Allora, facciamo un esercizio, leggiamo un attimo, tutti insieme, qui, l'articolo 34 della nostra Costituzione: “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. La nostra Costituzione, ancora una volta, ci indica una strada, un percorso preciso, e il nostro dovere, di tutti e tutte noi, dovrebbe essere seguire questo percorso. Ma noi abbiamo scoperto - e non ci stupiamo - che per voi la Costituzione è carta straccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È carta straccia, e sapete perché? Lo abbiamo visto nella Giunta delle elezioni. Ci ricordiamo cosa sta accadendo? Lo ricordiamo a quest'Aula? In quella sede, state cercando di stravolgere, a colpi di maggioranza, il risultato democratico per prendervi un seggio e sovvertire l'espressione popolare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per voi la Costituzione è carta straccia, e lo vediamo sull'autonomia differenziata, uno scempio che spaccherà l'Italia in due e sarà l'ennesimo colpo di grazia alla sanità, che state già martoriando con i tagli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo vediamo sul lavoro, dove, in barba al concetto di dignità del lavoro, sancito dalla nostra Costituzione, legalizzate sostanzialmente il lavoro nero con i voucher e create sempre di più precari all'interno del nostro Paese, lavoratori pagati, sottopagati e sfruttati. Ma almeno sull'istruzione, colleghi e colleghe, almeno sull'istruzione è possibile che non capiate? Come pensate di applicare la Costituzione, se oggi uno studente universitario fuori sede arriva a pagare 700 euro al mese per una stanza in una grande città? Come potete dire che il diritto allo studio è garantito se i prezzi delle camere sono aumentati del 13 per cento rispetto all'anno scorso? Vi do una notizia, lo dico ai colleghi di maggioranza tramite lei, Presidente: nello stesso periodo di cui stiamo parlando gli stipendi dei giovani lavoratori e delle loro famiglie continuano a perdere in termini di valore e di potere di acquisto. E cosa fate voi? Bocciate il salario minimo - perché no, non li volete proprio alzare gli stipendi - e fate di peggio, inserite nel DEF la moderazione salariale, perché questi stipendi devono proprio rimanere bassi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Noi lo sappiamo, per voi i giovani sono “divanisti”, sono bamboccioni, avete dato loro qualsiasi colpa. Però, almeno il diritto allo studio lo possiamo garantire loro, glielo volete garantire? Non so se vi rendete conto che siamo in emergenza, siete in emergenza. Cosa si fa quando si è in emergenza? Da un lato, si cerca una soluzione strutturale e, dall'altro, si cerca una risposta efficace nel breve periodo. A proposito di soluzioni strutturali, vi ricordate quel PNRR, quella parolina, quella che qualcuno ancora oggi definisce una frittata fatta? Ecco, lì dentro c'è un obiettivo importante, risorse importanti per creare 60.000 nuovi posti letto per universitari. Vi chiedo: almeno su questo, pensate di garantire la scadenza o volete fare il bis di quello che avete fatto sugli asili nido, mettendo a rischio un servizio così importante per i nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Nel frattempo, mentre centinaia di migliaia di studenti sono in balia di un mercato che è schizzato alle stelle, finora vediamo - mi accingo a concludere - parole e azioni imbarazzanti. È colpa dei sindaci, come dice il Ministro Valditara? È colpa dei ragazzi stessi, che si fanno fregare e aspettano la paghetta sociale, come blatera in modo sprezzante il sindaco Brugnaro? Deve intervenire il Governo? E come lo fa? Con un emendamento da 660 milioni che poi ritira, ennesimo segnale di sciatteria e incompetenza di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Una cosa è certa, voi nel dubbio continuate su una strada, colleghi, voi continuate a tagliare alla sanità, alle risorse per l'impresa, alla scuola, alle pensioni, agli aiuti ai poveri, e non poteva mancare il diritto all'abitare. Tagliate anche lì. E cosa fate oggi in Aula, e concludo? Intanto, fate nulla di concreto negli atti e venite qui a dirci che dovete valutare l'opportunità di attuare - questo dice l'ordine del giorno - iniziative per contrastare l'aumento dei costi per gli affitti dei nostri studenti. Valutare l'opportunità! Ma capite cosa succede lì fuori? Mi vergogno, mi vergogno per voi, mi vergogno per voi del voto che state andando a dare (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Concluda.

CHIARA APPENDINO (M5S). Quindi, Presidente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Per sottoscrivere, a nome anche del Partito Democratico, l'ordine del giorno della collega.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/46 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/47 Fenu, su cui c'è parere favorevole, previa riformulazione. Prego, onorevole Fenu.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione perché, sempre sull'argomento alloggi per studenti universitari, le dichiarazioni di molti esponenti della maggioranza avrebbero dovuto far pensare a un impegno su un ordine del giorno di questo tipo. Ne leggo una, per fare un esempio: “Con buona pace dei sinistrorsi che fomentano le polemiche, il Governo Meloni non si limita a chiacchiere e vacue soluzioni per il caro affitti: sblocca 660 milioni per gli alloggi universitari”. Queste erano le dichiarazioni di un paio di giorni fa del capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma, nel frattempo, l'emendamento che metteva a terra questi 660 milioni - lo ricordo: ottenuti dal Governo Conte - è scomparso dai radar.

Noi speriamo che davvero si sblocchino questi 660 milioni e vengano utilizzati. Nel frattempo, avremmo gradito un impegno almeno su alcune soluzioni, su alcune agevolazioni fiscali per chi affitta e mette a disposizione appartamenti e alloggi per gli studenti, con dei prezzi, ovviamente, controllati.

In quest'ordine del giorno abbiamo previsto un'esenzione IMU, ovviamente a condizione che il risparmio fiscale ricada anche sul canone degli studenti, un'esenzione dall'imposta di registro, un incremento delle detrazioni per le spese per gli affitti delle case degli studenti e anche un rimborso immediato, attraverso un sistema di cashback, per le spese di intermediazione, sempre per le case destinate agli studenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e per le spese di ristrutturazione di questi alloggi.

Quindi, ribadisco, non accolgo questa proposta di riformulazione, a meno che il Governo non ci ripensi, accantoni o comunque acquisisca e prenda come impegno quanto previsto nell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Governo, accantonamento o che altro? Va in votazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, capisco che vi siano anche parlamentari avvezzi a leggere le agenzie e non gli atti parlamentari. Faccio presente che l'emendamento dei 650 milioni da parte del Governo è presentato in altro decreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/47 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/48 Donno, su cui c'è parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Donno?

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, potrei riascoltare la riformulazione?

PRESIDENTE. Prego, Governo.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Onorevole Donno?

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente non accetto la riformulazione e chiedo di intervenire perché non capisco che cosa si dovrebbe valutare esattamente. Siamo di fronte ad una situazione impressionante in questo Paese. Gli studenti sono nelle piazze e nelle tende a protestare, e questo Governo cosa fa? Vuole valutare l'opportunità di intervenire. No, non dovete valutare, dovete intervenire, dovete farlo subito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), se siete capaci di intervenire. Altrimenti valutate l'opportunità, magari, di andare a casa e di lasciar fare a chi è capace. Io (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… buoni, buoni, buoni. Oggi, Presidente, in questo provvedimento stiamo discutendo di misure che ovviamente non danno risposte concrete ai cittadini, alle famiglie, alle imprese sul caro energia.

Voi volete “valutare l'opportunità di”, ma avete valutato l'opportunità del fatto che con i vostri atteggiamenti avete tagliato in legge di bilancio 380 milioni di euro sul fondo per gli affitti e sul fondo morosità incolpevole che oggi sarebbero stati importantissimi per sostenere i cittadini in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Avete valutato l'opportunità di non tagliare i fondi per gli aiuti agli studenti universitari proprio sugli affitti, visto che il MoVimento 5 Stelle ci aveva messo 15 milioni di euro? Voi avete ridotto anche quel fondo. Evidentemente, queste opportunità non le avete valutate.

Allora, siamo davanti a un carovita generato ovviamente dall'inflazione, dai salari bassi, dal caro bollette, dagli aumenti dei tassi dei mutui e anche dagli affitti insostenibili, come ho detto, e tutti questi elementi, ovviamente, rappresentano un attacco su più fronti a cui questo Governo dovrebbe rispondere. Invece, il Governo Meloni, il Governo dei pronti, il Governo degli annunci e della propaganda non fa nulla su tutto questo.

Non riuscite, come ho detto, a dare risposte. Prima si citava l'emendamento da 660 milioni: anche su questo avete fatto un pasticcio. Lo avete annunciato, avete fatto degli annunci roboanti, poi, alla fine, forse arriveremo a vederlo nei prossimi giorni. Vedremo, perché ormai ci avete abituato a tutto.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 17,31)

LEONARDO DONNO (M5S). Quello che state bloccando con i vostri atteggiamenti è il diritto allo studio, sacrosanto, dei giovani italiani, il diritto ad avere un futuro. Addirittura, nel decreto Lavoro, per esempio, per citare un'assurdità dei vostri provvedimenti, avete previsto un finanziamento di 14,5 milioni di euro a favore delle industrie militari della difesa per produrre munizioni: una scelta scellerata! Veramente voi pensate che queste cose fuori non si vengano a sapere? Poi, andate in giro a dire che le risorse sono limitate, che non ci sono soldi per dare risposte ai cittadini; però, i soldi per le armi li trovate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Così come, in Europa, dove tutti - tranne il MoVimento 5 Stelle - hanno votato, e voi avete votato, affinché i Fondi di sviluppo e coesione e i fondi del PNRR – o magari, una parte di questi fondi - venissero destinati a nuovi armamenti: una follia totale.

Allora, ecco dove dimostrate voi il coraggio: siete forti con i deboli e deboli con i forti, ve la prendete pure con i ragazzi contro i quali puntate il dito, dicendo che sono dei fannulloni, che non vogliono fare nulla, che sono degli sfaticati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È facile dirlo quando si è qui dentro, pagati 15.000 euro al mese: state rubando voi, con i vostri provvedimenti, il futuro ai giovani italiani (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Una voce dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia: “Prendi 15.000 ero al mese anche tu!”). È facile puntare il dito, oggi, contro questi ragazzi.

Allora, noi veniamo accusati, Presidente, di essere quelli che adesso stanno cavalcando la protesta dei ragazzi…

MANLIO MESSINA (FDI). Ti insulti da solo … !

LEONARDO DONNO (M5S). …ma sono mesi che stiamo denunciando i tagli che state portando avanti, soprattutto per le future generazioni (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, fate concludere il collega Donno, per cortesia. Prego, collega.

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, capisco le difficoltà dei colleghi della maggioranza, è chiaro… Hanno provato più volte a censurarmi anche in Commissione, ma in Aula purtroppo non ce la possono fare (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Collega, qui, nessuno la può censurare. Lei svolga il suo intervento. Come sente, sto chiedendo ai colleghi di farle svolgere il suo intervento. Colleghi, per cortesia…

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Vado a concludere. Ovviamente, tutti questi vostri atteggiamenti che stiamo smascherando pubblicamente - perché stiamo raccontando la verità dei provvedimenti che state mettendo in atto - sanciscono la pacchia finita, ma per voi, perché ormai la maschera è caduta e vi stiamo smascherando; anche i cittadini italiani stanno comprendendo la realtà (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vergognatevi, anche per l'atteggiamento che avete e che racconteremo ai cittadini italiani. Vergognatevi, vergognatevi, vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Grazie, collega. Collega, si deve rivolgere alla Presidenza, quando interviene. Lo ricordo al collega Donno e a tutti coloro che interverranno dopo: dovete rivolgervi alla Presidenza.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Per suo tramite, solo per chiedere al collega come mai guadagna più di tutto il resto della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, collega, mi pare che non fosse sull'ordine del giorno, ma va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/48 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/49 Francesco Silvestri, con parere favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei riascoltare la riformulazione, cortesemente.

PRESIDENTE. Certo. Il Governo per cortesia, può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1060-AR/49 Francesco Silvestri?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Certo, Presidente. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure volte alla riduzione delle tariffe per la fornitura di energia elettrica e per la fornitura del gas a favore delle famiglie e delle imprese italiane”.

PRESIDENTE. Collega Ricciardi?

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, vorrei intervenire.

PRESIDENTE. Quindi non accetta la riformulazione?

RICCARDO RICCIARDI (M5S). No, non accetto. Io capisco tutto, ma parlo di banche e mi si risponde con le bollette e con il gas, con il prezzo del gas… Almeno la decenza di stare sul tema, almeno la decenza di stare sul tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Quest'ordine del giorno parla di mutui e il Governo mi risponde parlando di rincari del gas? Io, davvero, non ho parole, ma d'altronde questo è il Paese che raccontate.

Se arrivasse un alieno, penserebbe che i problemi in questo Paese siano il ponte sullo Stretto, il Sindaco d'Italia e il sistema francese, italiano, spagnolo o tedesco, le sostituzioni etniche. Poi, però, se questo alieno andasse nel Paese reale, vedrebbe che una famiglia paga 300 o 400 euro al mese in più di mutuo, 300 o 400 euro in più di mutuo a favore di chi? Dei profitti delle banche, che hanno fatto 15 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): UniCredit 3,3 miliardi di euro, il 43 per cento in più rispetto al 2022, Intesa Sanpaolo 3,3 miliardi, il 66 per cento in più rispetto allo stesso trimestre del 2022, e MPS 505 milioni di euro, il 56 per cento in più rispetto allo stesso trimestre del 2022. Hanno fatto questi profitti perché gestiscono meglio o semplicemente perché gli italiani stanno pagando di più? Stanno pagando di più e le banche cosa fanno? Aliquota al 26 per cento, grandi dividendi per i manager che gestiscono le banche e, nel frattempo, cosa succede? Se poi questi crediti non riusciranno più a incassarli, perché le famiglie non possono più pagarli, le banche non vengano a chiedere un aiuto di Stato, non vengano a chiedere un aiuto pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! È troppo facile che gli interessi sugli incassi delle banche aumentino mentre quelli che vengono pagati sui depositi rimangano uguali.

Riprendo le meravigliose frasi di Giorgia Meloni, quando qualche anno fa diceva: Fratelli d'Italia è al fianco dei risparmiatori truffati da un sistema bancario che privatizza gli utili e socializza le perdite. Ma quello che sta accadendo ora cos'è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ci vuole la decenza, la decenza e la dignità di andare ad attaccare un sistema di profitti. Quando c'è da fare la guerra per la soglia del contante per portarlo a 5.000 o a 10.000 euro - e sappiamo a cosa serve l'innalzamento della soglia del contante - allora si dice: no, non dobbiamo favorire le banche. Però, quando c'è da non tassare questi profitti indegni sulle spalle dei cittadini, allora non si fa neanche un buffetto alle banche. A proposito di mutui, anche qui, nel vostro Paese straordinario si va agli stati generali della natalità e, invece di dire che forse il problema per cui le persone non mettono su famiglia è che non riescono ad accedere ai mutui e non riescono a comprare una casa, su cosa la si butta? Sull'utero in affitto, che in Italia non esiste. Parlate dei problemi veri, parlate del perché una coppia di giovani non riesce a prendere una casa! D'altronde, questo sistema che voi tutelate, questo sistema per cui voi dite “prima gli italiani” è il sistema di questi grandi gruppi finanziari che stanno incassando grazie a tutto questo e che vi garantiscono quella buona stampa di cui godete, perché è tutto un do ut des (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Siete entrati nel salotti buoni e state garantendo loro i dividendi senza fare nulla, perché così parlano bene di voi. Ma gli italiani che non riescono ad arrivare alla fine del mese si sono accorti di tutto questo. Quindi, noi votiamo a favore di quest'ordine del giorno e ribadisco ancora: è vergognoso che ci sia una riformulazione completamente diversa dall'oggetto dell'ordine del giorno stesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Consultandomi con il collega, è evidente che è un refuso, la locuzione, cioè, era “valutare l'opportunità di”, era un parere favorevole con “valutare l'opportunità di”. È evidente che il refuso era relativo all'altro che nella tabella è sfuggito. È parere favorevole con la locuzione “valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Comunque, la riformulazione non è stata accolta.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/49 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/50 Baldino, accolto come raccomandazione, che non è accettata.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Signora Presidente, non accolgo la raccomandazione e intervengo sperando in un altro cambio di parere miracoloso, come quello che abbiamo visto prima con gli ordini del giorno dei colleghi Rampelli e Rizzetto. Questo è un ordine del giorno molto semplice, rappresentante del Governo. Con la legge di bilancio e con i provvedimenti successivi, questo Governo non ha fatto altro che tagliare: avete tagliato il sostegno al reddito, avete tagliato le pensioni, avete tagliato, incuranti degli effetti nefasti della crisi economica e sociale e anche dei tagli che voi stessi avete fatto, i fondi per il sostegno agli affitti di chi ha difficoltà a mantenere un tetto sopra la testa.

Dico questo anche in considerazione della protesta degli studenti che abbiamo visto in questi giorni. Può piacere o non piacere, però i ragazzi che in tutta Italia hanno manifestato in questi giorni hanno posto all'attenzione di questo Governo e della politica tutta - e la politica ha il dovere di raccogliere questa protesta - un tema che esiste nel nostro Paese - e mi meraviglio che non riusciate a vederlo - che è il tema del diritto all'abitare, che non viene garantito nel nostro Paese. Gli studenti vi stanno lanciando un grido d'allarme, perché essi, da fuori sede, sentono questa esigenza, per loro e per le loro famiglie che devono farsi carico del caro affitti. Ma, così come lo sentono gli studenti, ci sono tantissimi giovani, coppie giovani, e anche meno giovani che hanno difficoltà a sostenere il peso di un canone di affitto. Infatti, gli sfratti sono aumentati tantissimo, vertiginosamente, nel nostro Paese, soprattutto dopo che la moratoria che avevamo varato durante la pandemia è, giustamente, da un certo punto di vista, venuta meno.

Quindi, che cosa fare? Che cosa doveva fare questo Governo? Sostenere e incrementare quei fondi che erano stati rimpinguati dai precedenti Governi. Invece, voi che cosa avete fatto? Li avete tagliati: 380 milioni di tagli. Quindi, con quest'ordine del giorno ci riferiamo ai prossimi provvedimenti. Spieghiamo a chi ci guarda da casa, che forse non capisce cosa stiamo facendo qui, che lo strumento dell'ordine del giorno è uno strumento che impegna il Governo in maniera non vincolante a fare qualcosa in un prossimo provvedimento. Voi, oggi, ci state dicendo che non avete assolutamente la benché minima intenzione, in un prossimo provvedimento, di sostenere le famiglie che non ce la fanno a pagare l'affitto, questo ci state dicendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poi ci sono modi e modi di riformulare un ordine del giorno, perché quest'ordine del giorno poteva anche essere rimodulato. Non volete prendere l'impegno di rifinanziare i fondi perché non volete farlo? Va bene, ma almeno assumete l'impegno di assumere ulteriori iniziative al fine di contrastare il disagio abitativo. È un impegno semplicissimo, che qualsiasi Governo di buonsenso, vista la condizione attuale delle famiglie italiane, dovrebbe assumere. È un impegno semplicissimo. Ecco perché io non posso accettare questa raccomandazione, perché non c'è bisogno che io vi raccomandi a fare una cosa che avete il dovere di fare, a prescindere da quanti soldi prendiamo al mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché noi siamo qui per fare gli interessi della gente e i cittadini italiani ci stanno chiedendo questo. Quindi, assumetevi questo impegno semplicissimo e chiedo al Governo se ha cambiato parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Governo non mi fa nessun cenno.

Passiamo, dunque, ai voti.

Onorevole Cherchi? Per sottoscrivere? Avevamo già preso nota, collega, siamo incredibilmente efficienti. No, scherzo, mi dispiace non averla vista prima io. Comunque, per sottoscrivere; lo consideriamo sottoscritto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/50 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/51 Ascari, accolto come raccomandazione: collega Ascari? Non accoglie la raccomandazione. Chiede di parlare? Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la raccomandazione e chiedo che l'ordine del giorno sia messo ai voti. Devo dire che sono veramente sconvolta, perché quest'ordine del giorno prevede misure di supporto finanziario per le popolazioni colpite dalle alluvioni, un supporto concreto per quanto riguarda la sospensione del pagamento delle utenze e voi prevedete una raccomandazione. È gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è irresponsabilità politica quello che si sta vedendo in quest'Aula del Parlamento.

Quest'ordine del giorno doveva essere approvato immediatamente come un segnale forte da parte di questo Governo e di questo Parlamento, portando le basi per un decreto urgente, soprattutto verso una regione, la mia, l'Emilia-Romagna, che oggi vede 14 persone che hanno perso la vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci sono ancora persone disperse, migliaia di persone, cittadini e cittadine, che sono stati evacuati dalla propria casa perché travolta dal fango e dai detriti, attività industriali, commerciali inagibili, strade interrotte, scuole chiuse. La situazione è disastrosa, non si contano i danni e questa è la risposta, una risposta ipocrita e priva di dignità. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ci tengo a dire …

PRESIDENTE. Collega, si riferisca sempre alla Presidenza.

STEFANIA ASCARI (M5S). Ovviamente, Presidente. Ci tengo a dire che questa doveva essere la base, lo ripeto, per un decreto urgente, che prevedesse un piano immediato di messa in sicurezza, ovviamente, della mia regione e del Paese, di ristoro, di ricostruzione, con al centro il tema della mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, perché abbiamo visto le conseguenze disastrose che stanno avendo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti del deputato Sasso) e, ancora, lo stop immediato del consumo di suolo. E ci tengo a dire in quest'Aula, Presidente, che la mia regione, l'Emilia-Romagna ha avuto una cementificazione in tutti questi anni come…

PRESIDENTE. Collega Sasso, se vuole intervenire, chieda la parola successivamente, ora deve far svolgere l'intervento alla collega.

STEFANIA ASCARI (M5S). …senza che ci fosse un domani. Si è cementificato, come senza che ci fosse un domani. Se la maggioranza non lo sa, bisogna che tutti sappiano che, sul suolo cementificato, la quantità di acqua che scorre violentemente in superficie aumenta di oltre 5 volte. Le vediamo tutte le conseguenze. Non è più tollerabile sentire parlare di tragedie prevedibili per via del maltempo. La mia regione, il territorio della mia regione, è sempre stato un terreno fragile, a rischio di dissesto idrogeologico, proprio perché viviamo nel bacino padano e, anche qui, bisognerebbe parlare di responsabilità. Io mi auguro che al vertice venga messa la tutela dell'ambiente e del nostro pianeta e vengano messe risorse.

Concludo, Presidente, ringraziando - perché è dovere ringraziare - i Vigili del fuoco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), la Protezione civile, le Forze dell'ordine, i soccorritori del 118 e tutta la macchina dei soccorsi, uomini e donne, che incessantemente stanno salvando vite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, io la ringrazio. Ritengo che in questi momenti, laddove tutta l'Aula della Camera dei deputati dovrebbe tributare un grande applauso sia alle Forze dell'ordine sia alle popolazioni che sono state colpite da questa tragedia immane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non serva fare, come ha appena fatto la collega, questa scarsa e populista demagogia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE – Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MARCO PELLEGRINI (M5S). Ma scarso ci sarai te!

PRESIDENTE. Deputato Pellegrini!

WALTER RIZZETTO (FDI). Semplicemente perché, leggendo l'ordine del giorno, il dispositivo recita: “a prevedere, nel primo provvedimento utile, congrue misure finanziarie (…)” eccetera. Ricordo, Presidente, che, ieri, il direttore dell'Agenzia delle entrate, Ruffini, ha dichiarato che stanno lavorando esattamente su questo aspetto e ricordo che il Governo ha convocato, come può confermarci il Ministro Ciriani, un Consiglio dei ministri per martedì 23 sugli effetti alluvionali che si stanno verificando, oltre al fatto che ricordo ancora all'Aula che, probabilmente, la collega o i colleghi hanno scritto quest'ordine del giorno qualche ora fa (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste del deputato Foti)

PRESIDENTE. Collega Foti, sta parlando il suo collega! Collega Foti, sta parlando il suo collega Rizzetto: lo faccia parlare (Commenti)! Sì, l'ho ripreso, ho suonato 4 volte, come avete visto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente…

PRESIDENTE. Collega, la collega Ascari è intervenuta prima, adesso fate svolgere l'intervento al collega Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, c'è sempre l'articolo 8 del Regolamento (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, l'ho già ripreso! Fate svolgere il suo intervento al collega Rizzetto.

WALTER RIZZETTO (FDI). Capisco che i colleghi abbiano scritto l'ordine del giorno qualche ora fa, ma il Vice Ministro Leo ha annunciato, qualche ora fa, la sospensione degli adempimenti tributari per l'alluvione e, quindi, per cortesia, la vostra demagogia, che usate strumentalmente, su popolazioni colpite, in modo drammatico, da morti, alluvioni, dispersi e tragedie, tenetela esattamente presso le vostre aule (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier - I deputati del gruppo Fratelli d'Italia gridano: “Vergogna! Buffoni, buffoni!”).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Questo non è un luogo in cui si fanno cori di questo tipo! Ma scherziamo? Ha chiesto di parlare il collega Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Semplicemente per dire che il Partito Democratico voterà a favore di quest'ordine del giorno, degli impegni e dei contenuti, ma che quello che sta accadendo in questa Camera è abbastanza irrispettoso - permettetemi di dirlo - rispetto a quanto sta avvenendo in Emilia-Romagna, dei morti e delle persone sfollate, perché non è attraverso questa scaramuccia tra partiti, tra forze politiche (Commenti del deputato Rizzetto) che si può provare a dare una mano a quel territorio a risollevarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Credo che lo si debba fare, come abbiamo detto oggi nella riunione con il presidente Bonaccini, e abbiamo confermato, anche come gruppo del Partito Democratico, il pieno sostegno alle azioni che il Governo vorrà mettere insieme; l'unica maglia che ci dobbiamo mettere oggi è quella dell'unità, è quella del sostegno a quei territori (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), per provare insieme a trovare le risposte per i rimborsi, per i ristori ma, soprattutto, per un grande piano di ricostruzione di quei territori e, ovviamente, per dare una mano a tutte le persone che sono state colpite a risollevarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Baldino. Ne ha facoltà, per un minuto e venti. Lo dico per l'economia del suo intervento. Prego.

VITTORIA BALDINO (M5S). Molto brevemente, Presidente, per riportare il tema centrale della discussione. La collega Ascari è intervenuta a fronte di un parere di fatto negativo sul suo ordine del giorno che chiedeva al Governo di prendere degli impegni rispetto alle popolazioni, ai territori e alle imprese colpite dalle alluvioni di questi giorni, a parte il fatto che credo sia nostro dovere lavorare in questi giorni anche per le popolazioni colpite dall'alluvione, senza aspettare che il Governo faccia qualcosa, perché comunque noi siamo il Parlamento. Se stiamo esaminando un provvedimento che ha comunque natura di sostegno alle persone che sono state in difficoltà, credo che sia il minimo inserire all'interno dell'esame di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) una misura di attenzione per quelle popolazioni colpite. La collega Ascari è intervenuta per stigmatizzare il parere contrario del Governo.

PRESIDENTE. Deve concludere.

VITTORIA BALDINO (M5S). Concludo, concludo. Io credo, Presidente, che se ci fosse stata un'interlocuzione seria tra partiti, in questa fase così delicata e così dolorosa, mentre ancora contiamo vittime, dispersi e sfollati, si sarebbero presi tutti gli ordini del giorno sullo stesso argomento per cercare di riformularli, in modo tale da avere su tutti un parere favorevole e non un accoglimento come raccomandazione, cosa che peraltro ci stanno informando che il Governo già sta facendo.

PRESIDENTE. Deve concludere, collega, perché ha esaurito il suo tempo.

VITTORIA BALDINO (M5S). Concludo, dicendo che, se si vuole veramente avere unità in questa fase, il Governo potrebbe cambiare il parere sull'ordine del giorno della collega Ascari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Come ha detto correttamente al termine del suo intervento, il parere del Governo era “accolto come raccomandazione”. La collega legittimamente - lo devo dire - non ha accolto il parere come raccomandazione.

WALTER RIZZETTO (FDI). Non è contrario!

PRESIDENTE. Il parere del Governo mi pare di capire resti quello. Ha chiesto di parlare la collega Gadda. Ne ha facoltà - lo dico anche a lei - per 4 minuti circa.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente, perché il nostro gruppo ovviamente è favorevole ai contenuti di quest'ordine del giorno, che sono assolutamente condivisibili. Ritengo anch'io che, di fronte a tragedie come queste, si debba trovare un'unità non soltanto fuori da questo Parlamento, perché questo è il momento del soccorso, è il momento dell'unità, è il momento di stringerci tutti attorno alle popolazioni colpite e alle migliaia di aziende che sono letteralmente sommerse dall'acqua e che in questi anni hanno però anche investito in manutenzione del territorio. Infatti, non è vero che la regione Emilia-Romagna non ha investito in questi anni. Ecco, mi permetto soltanto di sottolineare e di far riferimento alle motivazioni portate dalla collega Ascari del MoVimento 5 Stelle: il primo atto del Governo Conte è stata la chiusura dell'unità di missione “Italia sicura” (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Fratelli d'Italia). Quindi, certe affermazioni non le accettiamo! Non accettiamo lezioni da chi, come primo atto, quando è salito al Governo, ha chiuso quell'unità di missione che stava dando anche supporto alle amministrazioni locali rispetto alla manutenzione del territorio e alla scrittura dei bandi, una struttura operativa ed efficace che auspichiamo possa essere ripristinata in questa legislatura, con il nome che la maggioranza vorrà, con i dirigenti che la maggioranza vorrà. Ma, oggettivamente, dal MoVimento 5 Stelle, lezioni su come si fa la manutenzione del territorio ovviamente non le accettiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Insomma, riportiamo i toni giusti. Dobbiamo anche ricordare che, se noi creiamo una struttura e dentro ci mettiamo amici, poi il problema non lo risolviamo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Una scatola vuota Italia Sicura, tra l'altro, in termini procedurali temporali e di costi spropositati. Abbiamo risposto bene per l'Italia, abbiamo risposto con il Proteggi Italia, 11 miliardi in campo con il dissesto idrogeologico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quello abbiamo fatto, contrariamente al Governo che, in legge di bilancio, ha tagliato 350 milioni. Ovviamente non sono quelli la causa dell'alluvione, assolutamente, ci mancherebbe! Uniamoci, come diceva la collega, proponiamo un ordine del giorno firmato da tutti, per fare prevenzione e non gestire soltanto emergenze. Per il momento mi fermo qui, grazie.

PRESIDENTE. Grazie collega. Collega Boschi… No, scusi, c'era un altro collega. Non ho sentito, aveva il microfono spento, mi dispiace. Quindi, è firmato da tutto il gruppo, perfetto. Grazie anche all'onorevole Fornaro.

Ha chiesto di parlare la collega Boschi, prego.

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Presidente, con molta pacatezza perché secondo me le vittime che stiamo piangendo in Emilia-Romagna non meritano un dibattito che esca da un impegno comune (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe) che questa Camera deve sentire a sostegno della popolazione e di chi ancora in queste ore purtroppo non è in sicurezza, di chi vive negli ultimi piani delle proprie case, a sostegno dei soccorritori che stanno prestando aiuto, dei tanti sindaci, amministratori locali e presidenti di regione che sono impegnati in prima linea. Pertanto, evito eccessive polemiche proprio perché in questo momento l'obiettivo principale è quello di prestare soccorso alle popolazioni e poi ci sarà tanto da fare sulla ricostruzione.

Non posso però non lasciare agli atti che l'intervento del collega del Movimento 5 Stelle è destituito di ogni fondamento (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe). Chi ha scelto amici e compagni di classe per ricoprire ruoli all'interno del Governo siede nelle file del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Chi ha scelto persone competenti - e lo hanno fatto i Governi Renzi, il Governo Gentiloni, i Governi che hanno lavorato contro il dissesto idrogeologico mettendo a disposizione non soltanto risorse importanti ma anche competenze di livello - ha portato poi a risultati che sono per il Paese e non per una parte politica, per le amministrazioni locali di qualunque colore politico. Mi auguro semplicemente che nei prossimi interventi si possa ritrovare questa serenità, perché non è il momento delle divisioni, ma nemmeno di accettare bugie in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - I deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE si levano in piedi).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/51 Ascari con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/52 Giuliano su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano, prego.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Sono abbastanza stupita ascoltando il parere espresso sul mio ordine del giorno. Dico ciò perché qualche tempo fa nel DEF che questa maggioranza ha approvato - anzi, che non ha approvato ma ha approvato dopo, forse avevano dei dubbi già prima - c'è un capitolo che si chiama contrasto all'evasione. Ebbene, l'evasione fiscale nel nostro Paese ammonta a 100 miliardi l'anno. Vi do alcuni dati perché forse non li avete studiati o non avete avuto il tempo di leggerli: 100 miliardi l'anno vuol dire quasi la metà dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ottenuti grazie al nostro Presidente Conte. Di questi 100 miliardi, il 30 per cento - questo ce lo dice la Commissione europea - deriva dall'omesso versamento dell'IVA. Voi in questo decreto Bollette, che vorrebbe aiutare non si sa bene chi, introducete una causa di non punibilità per coloro che hanno giudizi - tra gli altri reati - per omesso versamento dell'IVA. Siccome non abbiamo bisogno di questi 100 miliardi di euro - l'Italia sta bene economicamente e non ne ha bisogno - voi fate un bel regalo a chi non versa l'IVA e soprattutto lo fate non rispettando, per esempio, le norme che riguardano la scelta dei riti alternativi nei procedimenti penali ma prevedendo che questa causa di punibilità possa agire fino all'emissione della sentenza di appello.

Con ciò producendo un doppio danno: i cittadini normali verranno invitati a non pagare l'IVA perché si sentiranno furbi come chi attualmente già non la paga e, in più, voi consentite di fare un processo, perché il reato rimane tale. Quindi, dopo un processo, dopo un primo grado, un secondo grado, date la salvezza a coloro che non versano l'IVA. Tra l'altro, vi do questa notizia: l'Italia è il Paese peggiore in Europa per mancato versamento di IVA. Il problema non è neanche quanto è alta, tra virgolette, la tassazione e quanto è alta la nostra IVA, perché l'Ungheria, che ha un 27 per cento di IVA - riporto sempre dati europei - ha un gap, un tasso di mancato versamento di IVA molto al di sotto della soglia europea: solo dell'8,4 per cento. Noi abbiamo un mancato introito da gettito IVA di 30 miliardi.

Allora, mi chiedo: davvero voi pensate che l'emergenza in questo Paese sia quella di favorire l'evasione? Davvero voi pensate di buttare 30 miliardi di soldi pubblici alle ortiche premiando alla fine con questa causa di non punibilità tutti coloro che non hanno rispettato le regole e non hanno pagato le tasse? È questa la vostra politica? Sappiate che, probabilmente, i cittadini hanno ben altri problemi: come pagare l'affitto, come pagare il mutuo, aumentato a dismisura, come pagare le bollette.

Se volete fare veramente una politica seria, anche economica, a vantaggio dei cittadini, imparate a mettere soldi e ad aiutare i cittadini onesti a pagare le proprie tasse; magari aiutate quei cittadini abbassando le trattenute che hanno sulle buste paga in modo che essi possano arrivare a fine mese. Mi pare che il Governo viva in un altro Paese, in un Paese che evidentemente va al contrario.

Cambiate rotta - questo è solo un consiglio - perché ben altri sono i bisogni, le necessità dei cittadini, non certo quella di fare l'ennesimo regalo a quei cittadini che, in questo caso, hanno un super colletto bianco, mentre tanti altri, purtroppo, nascono senza la camicia e voi per questa fetta di cittadini in difficoltà non avete alcun riguardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/52 Giuliano con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/53 Cafiero De Raho su cui vi è il parere contrario del Governo. Chiede di intervenire, prego collega.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. La Procura europea alla fine del 2022 ha aperto 1.117 indagini sulle frodi commesse dai Paesi membri a danno dell'Unione europea, con un danno complessivo stimato in 14,1 miliardi di euro per l'erario europeo, di cui il 47 per cento derivante da frode IVA. L'Italia, ovviamente, guida al primo posto questa desolante classifica di frodi con il maggior numero di stock di frodi che ammontano in tutto a 3,2 miliardi di euro, di cui 2,7 miliardi… Scusi Presidente, altrimenti non riesce a sentire la maggioranza che, forse, dovrebbe trarre motivi di valutazione, anche da questi dati…

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego di mantenere il silenzio per consentire al collega di svolgere il suo intervento.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Dicevo, 2,7 miliardi, inerenti all'evasione del pagamento dell'IVA.

L'ordine del giorno che avevamo presentato era in relazione all'articolo 23 del decreto che prevede una causa di non punibilità. Per quali soggetti? La prevede per coloro che hanno omesso il versamento IVA per importi superiori a 250.000 euro, che hanno effettuato un'indebita compensazione con crediti non spettanti o inesistenti per un uguale ammontare, che hanno omesso il versamento di ritenute dovute o certificate per importi superiori a 50.000 euro. Ebbene, una causa di non punibilità nel momento in cui si effettua il pagamento e il pagamento, secondo l'articolo 23, può essere effettuato fino alla sentenza della corte d'appello.

Presidente, anche precedentemente era previsto, ma fino alla sentenza del tribunale. Qui l'abbiamo ampliato e abbiamo fatto riferimento, peraltro, alle norme che sono previste in materia di legge di bilancio. In più, abbiamo sottolineato che questo è possibile attraverso un pagamento o in un'unica soluzione o a rate.

Cosa si chiedeva nell'ordine del giorno, Presidente? Si chiedeva semplicemente che si potesse provvedere con la sospensione della prescrizione, cioè qualcosa di quasi naturale, perché è evidente che, se pago la prima rata quasi all'ultima udienza, prima della sentenza, e il procedimento di merito viene sospeso, da quel momento in poi i termini continuano a decorrere fino a che non viene versata l'ultima rata. Così non solo matura la prescrizione, ma anche l'improcedibilità. Si era semplicemente chiesto di assumere l'impegno a intervenire normativamente per una cosa che poteva sembrare normale e, invece, normale non è.

Allora, Presidente, mi sembra evidente a questo punto che è l'inverso rispetto a quello che si era detto nel momento in cui il Governo si era insediato: noi avremo come pilastri della nostra azione il contrasto alle mafie, alla corruzione e all'evasione. Invece, qui si favorisce, in un modo veramente evidente, l'evasione fiscale: non solo non si paga ma, quando si viene individuati, si arriva alla sentenza d'appello, quella sentenza non diventerà mai definitiva, matureranno i termini di prescrizione e di improcedibilità e, ancora una volta, gli evasori si salveranno. Allora, la procura europea, ancora una volta, interverrà e, ancora una volta, faremo queste figure nel mondo. E lo stiamo facendo adesso, in Commissione, a proposito di abuso d'ufficio: la von der Leyen, nel discorso che ha fatto il 4 maggio, sottolineava come fosse importante, nell'ambito del contrasto alla corruzione, l'abuso d'ufficio che qui, invece, si vuole abolire e abrogare.

Ancora una volta si va in controtendenza rispetto al modo di pensare dell'Europa. Ma siamo in Europa o siamo contro l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Siamo contro la corruzione, l'evasione e le mafie o siamo per le mafie, la corruzione e l'evasione? Ma quale esempio stiamo dando a questo Paese, Presidente? Su questo non ci siamo! Saremo sempre contro e alzeremo la voce. Non consentiremo a nessuno di continuare su questa strada, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/53 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/54 D'Orso il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la collega D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anche con quest'ordine del giorno restiamo sull'articolo 23 di questo pasticcio di decreto. Restiamo, quindi, su questo vergognoso scudo penale.

Già in sede di lavori nelle Commissioni noi, oltre a presentare un emendamento soppressivo di questo articolo 23, avevamo, in modo costruttivo, offerto un pacchetto di emendamenti che era volto a limitare i danni enormi che questa norma provocherà. Tra questi emendamenti vi era la modifica che consentiva l'applicazione di questa causa di non punibilità fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento, perché è sotto gli occhi di tutti che consentire l'applicazione di questa causa di non punibilità, di questo scudo penale, fino alla sentenza di appello chiaramente annulla tutto il processo di primo grado, quindi magari travolge una sentenza di condanna, con palesi effetti, oltre che di spreco di giurisdizione, anche criminogeni.

Oltre a questo, ad esempio, avevamo pensato e proposto, accogliendo, tra l'altro, un suggerimento di uno degli autorevoli esperti auditi in Commissione, di espungere ed eliminare dalle fattispecie in cui può essere applicata questa causa di non punibilità l'indebita compensazione, che nella norma sarebbe riferita ai crediti non spettanti, ma gli esperti auditi ci avevano spiegato che non c'è un confine certo tra crediti non spettanti e crediti inesistenti e la condotta di compensazione per crediti inesistenti è anche ben più rilevante, sotto il profilo della gravità e del disvalore. Ebbene, non avete accolto neanche questo rilievo, che era assolutamente di buonsenso e volto esclusivamente - ripeto - a limitare i danni di questa norma e, quindi, aggiungerete, tra le altre cose, incertezza e ulteriori effetti criminogeni.

State dando ai cittadini un messaggio che è sconcertante. Io penso che questo debba essere chiaro. Con questo scudo penale, voi state mortificando e deridendo i cittadini che pagano le tasse e che le hanno sempre pagate. Per questo motivo, davvero non possiamo, né potremo mai, essere complici di una norma che avrà un effetto criminogeno. Nessuno si era mai spinto tanto oltre, con questa estensione, davvero spregiudicata, di una causa di non punibilità. Del resto, cosa potevamo aspettarci da un Governo e da una maggioranza che hanno già stabilito l'aumento del tetto del contante e che volevano disincentivare l'utilizzo del POS, facendo veramente una sonora figuraccia in Europa e, quindi, costretti a fare marcia indietro, perché avevano ricevuto una tirata d'orecchie dall'Europa? Cosa possiamo aspettarci, in effetti, da una maggioranza che ammicca all'impunità dei colletti bianchi? L'unica cosa che sconforta è sempre una: che a farne le spese saranno solo i cittadini onesti di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/54 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/55 Alifano il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Io voglio fare una breve premessa. Io ho ascoltato il collega Osnato, che è il presidente della Commissione finanze, alla quale io appartengo, che sostanzialmente ha fatto un complimento alla macedonia. La macedonia penso, però, che possa essere digeribile a pranzo e a cena, ma non in un decreto-legge sottoposto a conversione da parte del Parlamento, perché questo decreto-legge contiene - sì, contiene - argomenti profondamente diversi ed è sospetto di incostituzionalità. Questa cosa, secondo me, va ripetuta continuamente. Il modo di legiferare attualmente si trova al di fuori della Costituzione. Ci sono argomenti completamente diversi in questo decreto-legge, e io lo voglio ricordare in quest'Aula.

In relazione, invece, alla materia fiscale, che è, insieme al caro bollette, all'emergenza nelle strutture sanitarie, eccetera, eccetera, oggetto di questo decreto-legge, mi riferisco all'articolo 23, che è già stato in parte analizzato ed esaminato dai colleghi che mi hanno preceduto. Ebbene, l'articolo 23, tra le altre cose, contiene un ampliamento della possibilità di accedere alla causa di non punibilità per diverse fattispecie criminose di reati tributari, anche di grave allarme sociale. Ora, si può invocare la causa di non punibilità fino alla sentenza di appello di secondo grado e anche in caso di rateizzazione dell'imposta dovuta. Però, voglio sottolineare una cosa che non è stata finora detta: in questo caso non ci troviamo dinanzi all'evasione di necessità, perché la soglia di punibilità è abbastanza elevata affinché scatti la sanzione penale. Sicuramente, da queste vicende non sono interessati i professionisti, i medi professionisti, i piccoli commercianti. Quindi, parliamo di evasione fatta su larga scala e da soggetti, da contribuenti importanti. Ebbene, con questa norma viene ampliata la possibilità di chiudere il conto con il fisco.

Quello che si chiedeva con l'ordine del giorno a mia firma è rivedere questa disciplina, questa novella, e intervenire con il primo provvedimento utile affinché, in caso di rateizzazione, non si possa invocare la causa di non punibilità sino alla sentenza di appello, in modo da coniugare le esigenze della riscossione, ovviamente, con quella di addivenire, poi, alla chiusura del procedimento in tempi brevi.

Non riesco a comprendere perché il Governo non abbia preso in considerazione quest'ordine del giorno e abbia espresso parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/55 Alifano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/56 Gubitosa, su cui il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario a quest'ordine del giorno, in cui si chiedeva di rivedere urgentemente la disposizione che permette agli odontoiatri di poter esercitare la medicina estetica è un rifiuto molto grave, per due motivi. In primo luogo, perché sicuramente in un decreto che ha le caratteristiche dell'urgenza permettere l'esercizio della medicina estetica agli odontoiatri non è sicuramente un provvedimento urgente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dato che sono state rifiutate tante altre cose. Penso, ad esempio, all'inasprimento per le percosse, che è stato rifiutato perché si poteva aspettare un mese, due mesi di tempo per poterlo inserire in un altro provvedimento, quindi questo è grave.

In secondo luogo, perché si sta legittimando l'esercizio abusivo della professione medica, e questo, a mio avviso, è particolarmente grave (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e sinceramente, da medico, mi sento svilita nella mia professione e invito anche i colleghi della maggioranza a votare favorevolmente al nostro ordine del giorno. A quei colleghi che hanno la stessa sensibilità rivolgo questo invito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi unisco alla preoccupazione che ha espresso la collega Ricciardi e chiedo che vengano apposte anche le firme del gruppo PD a quest'ordine del giorno perché ne abbiamo già discusso anche in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Crediamo che quella che è stata portata avanti in Commissione sia una proposta grave, perché andiamo a permettere a due professioni diverse di fare un po' lo stesso lavoro, pur avendo dei percorsi di formazione diversi, senza nessun appoggio scientifico per una proposta di questo tipo. È un po' come se chiedessimo, per proprietà commutativa, anche ai chirurghi estetici di fare comunque i dentisti.

Crediamo quindi si tratti davvero di una cosa grave, inaccettabile, che mette a rischio comunque la salute dei pazienti, e riteniamo anche che sia lesivo della dignità delle figure professionali di cui qui stiamo trattando. Tra l'altro ho visto che si è espresso anche il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Mangialavori, e condivido anche le sue dichiarazioni. Quindi crediamo che su questo punto, data la gravità, ci sia bisogno veramente di riflettere e di approvare quest'ordine del giorno per dare forza e promuovere un'azione anche politica per porre rimedio a questo errore. Speriamo che non accada niente a questi pazienti perché, ovviamente, chi ha approvato questo emendamento avrà sicuramente una grossa responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Giusto per ricordare che, in merito a quest'ordine del giorno approvato, di fatto è da tanto tempo che in Parlamento qualcuno sta cercando di portarlo avanti, forse per amicizie, relazioni, legami, eccetera, quello che è. Ricordo solo che in legge di bilancio, quando è stato portato avanti come emendamento, chiedemmo in Commissione bilancio: scusate, il Ministero della Salute ha espresso parere favorevole? E improvvisamente quell'emendamento fu ritirato, fu messo da parte.

Non so ora cosa si voglia fare, però, di fatto, com'è stato detto dai colleghi precedentemente, è una cosa molto grave, perché si va a creare una commistione. E il fatto che il presidente della Commissione bilancio, che è medico, si sia espresso in questi termini, rende ancora più grave che la maggioranza possa non approvare un ordine del giorno come questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno da parte di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/56 Gubitosa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/57 Quartini, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Collega Iaria, mi dice lei se accoglie o meno la riformulazione?

ANTONINO IARIA (M5S). No, grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, per non accettare la riformulazione e intervenire in dichiarazione di voto.

Quest'ordine del giorno parla del payback, che è un problema che chiaramente è nato con il PD renziano, adesso ben rappresentato dal “Sesto Polo”, qua, in Parlamento. Questo problema, chiaramente, ogni Governo deve affrontarlo e cercare di risolverlo, o facendo una proroga o cercando anche di risolverlo, in questo caso, mettendoci dei soldi.

Potrebbe sembrare apprezzabile mettere dei soldi per risolvere questo problema del payback per le imprese farmaceutiche, ma non lo è, perché non è correttamente proporzionato. Quello che avete fatto nell'articolo del decreto che riguarda questa dotazione finanziaria chiaramente favorisce le grandi imprese multinazionali del settore e sfavorisce le piccole e medie imprese, perché le mette in uno stesso calderone, con la stessa possibilità di avere questi fondi. Ricordo che le grandi imprese multinazionali innanzitutto hanno fatto sicuramente degli extraprofitti in questi anni riguardo all'attività del loro settore.

Ricordo, inoltre, che probabilmente sono in grado di accantonare il denaro per poter poi pagare questo famoso payback che gli viene richiesto oppure viene rimandato di anno in anno. Quindi ciò che fate voi è, come al solito, prendervela con chi è chiaramente sfavorito, in questo caso le piccole e medie imprese, che dovrebbero essere il vostro elettorato. Piccole e medie imprese a cui, in questo caso, voi chiedete di pagare dei soldi che a bilancio probabilmente non riescono ad avere, favorendo le multinazionali.

Devo dire che alla maggioranza la “riccanza” piace, le piacciono i ricchi, le piace questo mondo, anche se è il Governo del popolo, è il Governo del popolo che più aiuta i ricchi di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ha aiutato le grandi squadre di calcio, critica i poveri perché prendono il reddito di cittadinanza e, in questo caso, favorisce le multinazionali, favorisce le banche. Ragazzi miei, solo le dittature si definiscono “Governo del popolo” e poi favoriscono la nomenclatura, i ricchi e il potere! E voi siete così. Le piccole e medie imprese le avete anche distrutte, distruggendo il superbonus…

PRESIDENTE. Si rivolga sempre alla Presidenza.

ANTONINO IARIA (M5S). Mi rivolgo alla Presidenza. Le piccole e medie imprese sono state distrutte anche dal superbonus e faccio una piccola parentesi, perché oggi ho sentito delle cose che mi hanno un po' sconcertato. Il superbonus aveva anche un'altra qualità eccezionale: riqualificava il tessuto edilizio esistente senza consumare suolo. Oggi, ho sentito criticarci di sciacallaggio, solo perché la mia collega ha tirato fuori il problema del consumo del suolo come una causa dei problemi che sono legati alle alluvioni. Permettetemi, se i 5 Stelle parlano dei problemi che possono essere causati dal consumo del suolo e che causano le alluvioni fanno sciacallaggio e invece tutti gli altri partiti possono parlare di questi problemi senza essere accusati di sciacallaggio? Io questo lo trovo veramente sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/57 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/58 Marianna Ricciardi: invito al ritiro o parere contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo anche qui e sinceramente intervengo con un senso di profonda amarezza, perché davanti ai proclami che erano stati fatti dal Ministro Schillaci sulla volontà di contenere il fenomeno dei medici a gettone, abbiamo assistito durante la Commissione congiunta Finanza e Affari sociali a un qualcosa di gravissimo e cioè che non solo il fenomeno non è stato contenuto, come era stato detto nei precedenti proclami, ma per di più è stato ulteriormente ampliato. Non soltanto vi si potrà ricorrere per il settore della medicina di emergenza e urgenza, ma anche per tutte le altre specializzazioni.

Sinceramente, non capisco neanche perché vi sia stato questo invito al ritiro o parere contrario, perché era già presente nel testo, ma non è assolutamente così, non era presente nel testo, tant'è che nel testo è stata appunto ammessa la facoltà di prorogare ulteriormente la possibilità di ricorrere per ulteriori dodici mesi a questa modalità di gestione dei servizi sanitari. Per me ciò è assolutamente grave, perché ricorrere al fenomeno dei medici a gettone significa uno spreco di risorse, se andiamo a considerare che un turno di 12 ore viene pagato in media anche 1.000 o 1.200 euro; un medico ospedaliero che è assunto viene a guadagnare circa 2.500 o 3.000 euro al mese, contro i 7.000 o 8.000 euro che si danno allo stesso professionista che lascia la struttura per andare a lavorare come medico gettonista, guadagnando tre volte tanto. Quindi, abbiamo uno spreco di risorse.

In secondo luogo, abbiamo una carenza nella continuità delle cure, perché abbiamo degli operatori sanitari che lavorano in un pronto soccorso e, poi, vanno a lavorare in un altro; non conoscono le modalità con cui funzionano quelle strutture, rallentano il servizio, mettono in pericolo la salute dei cittadini.

Il terzo problema è che abbiamo la perdita di attrattività del settore, perché se io mi trovo a non essere valorizzato, di corsa vado a lavorare come medico gettonista, perché mi trovo a essere valorizzato, il mio tempo libero è molto più ampio e viene riconosciuta realmente la mia professionalità.

Nel decreto è stato previsto che per chi esce non vi è più la possibilità di rientrare; ma chi dovrebbe tornare a lavorare nel pubblico quando il privato è molto più attrattivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Chi dovrebbe tornarci a lavorare?

Quindi, io inizialmente credevo che questa fosse un'incompetenza, perché nei proclami si va a dire che si vuole contenere il fenomeno e, poi, nei fatti, viene inserito nel silenzio un emendamento che amplia la possibilità di ricorrervi per tutte le specializzazioni.

Credevo inizialmente che questa fosse vostra incompetenza, in realtà, non è così, per me invece siete stati molto bravi, perché questo vuol dire avere un disegno ben preciso in mente, che è quello di distruggere completamente il nostro Servizio sanitario nazionale e renderlo completamente privato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo per me è inaccettabile. Quindi, per me, il Ministro deve riferire in Aula e dire cos'ha intenzione di fare realmente per contrastare questo fenomeno, cos'ha intenzione realmente di fare, se a proclami vuole salvare il Servizio sanitario nazionale e, poi, nei fatti, non fa altro che contribuire a distruggerlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/58 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/59 Di Lauro è stato ritirato. L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/60 Sportiello è accantonato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/61 Caramiello: favorevole con riformulazione. Onorevole, accoglie o meno la riformulazione?

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Si può rileggere la riformulazione?

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/61 Caramiello, il parere è favorevole con la formula: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Collega, non accetta?

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Non accetto, perché ormai è un mantra utilizzare sempre questa formuletta: “valutare l'opportunità di”. Nel caso di specie praticamente si dovevano adottare iniziative volte a risolvere un conflitto tra due norme, quindi, che cosa si vuole valutare? Si doveva intervenire per risolvere questo problema interpretativo tra due norme. Per questo motivo non posso accettare la riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/61 Caramiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/62 Pavanelli: invito al ritiro o parere contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Presidente, non ritiro l'ordine del giorno in quanto l'invito al ritiro era, casomai, abbinato a un ordine del giorno precedente che non è passato, pertanto, è un motivo in più per non ritirarlo. Allora, io mi domando, Presidente, se questo Governo ce l'ha con le piccole e le medie imprese, perché dopo aver accusato del caro benzina i benzinai, quando loro non c'entravano niente con l'aumento dei prezzi, dopo che grazie al blocco del superbonus e della cessione del credito sta distruggendo tutta la filiera dell'edilizia oggi, a causa del payback sui dispositivi medici sta rischiando di far chiudere oltre 700 imprese, creando ovviamente più di 20.000 disoccupati. Perciò poi bisognerà anche capire dove troverete i fondi per pagare la NASpI a questi lavoratori. Pertanto: disoccupati e imprese chiuse che ovviamente non pagheranno più le tasse, perché queste imprese non ci saranno più ma, non solo, c'è già, oggi, un problema di reperimento di dispositivi medici per i nostri ospedali e i nostri ospedali oggi stanno già lavorando in maniera ridotta per mancanza di questi dispositivi. Sto parlando di dispositivi medici che si traducono in aghi per le suture, in fili per le suture, stiamo parlando di garze, stiamo parlando di questo tipo di dispositivi medici che oggi mancano, per fare le operazioni chirurgiche all'interno degli ospedali. Ma, forse, il motivo principale è che volete ulteriormente sfasciare il servizio sanitario pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e così tutti dovranno per forza rivolgersi al privato. Insieme a questo, io vi sto domandando veramente che cosa vi hanno fatto le piccole e le medie imprese, che cosa hanno fatto a questo Governo, perché, in sei mesi, siete riusciti a distruggere una quantità infinita di imprese. Sappiate che, il 1° luglio, circa 700 imprese dovranno portare i libri contabili in tribunale, avrete questa colpa sulla vostra coscienza. Tramite la nostra Presidente io dico che trovo incredibile non solo che l'emendamento a mia prima firma non sia stato votato da questo Parlamento, ma nemmeno un ordine del giorno. Alla luce di questo, non solo non ritiro l'ordine del giorno, ma votiamo a favore dell'ordine del giorno stesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/62 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/63 Orrico, invito al ritiro o parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Ovviamente, non ritiro l'ordine del giorno e chiedo che venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/63 Orrico, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/64 Pellegrini, favorevole con riformulazione: collega Pellegrini, accetta la riformulazione? Prego.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Se, cortesemente, può rileggerla.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/64 Pellegrini, parere favorevole con la formula “valutare la possibilità di”.

PRESIDENTE. Collega Pellegrini, accoglie la riformulazione?

MARCO PELLEGRINI (M5S). La accolgo, grazie.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/65 Riccardo Ricciardi, invito al ritiro o parere contrario. Se non ci sono interventi, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/65 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/66 Scutella', parere contrario. Se non ci sono interventi, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/66 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/67 Barzotti, invito al ritiro o parere contrario. Ha chiesto di parlare la collega Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente, non ritiro l'ordine del giorno e chiedo di metterlo in votazione, perché ritengo totalmente sbagliato e incomprensibile questo parere contrario del Governo su un ordine del giorno che è veramente di buon senso e che non fa altro che chiedere al Governo di non abusare dei cosiddetti medici a gettone e, quindi, di non utilizzare senza limiti le prestazioni sanitarie di carattere privato all'interno del nostro Servizio sanitario nazionale, perché il nostro sistema sanitario nazionale deve essere pubblico.

Non investire in personale delle strutture con adeguate assunzioni e utilizzare in modo illimitato, comunque per tutto il 2023, medici a gettone è uno spreco di risorse e non ha per niente visione di quello che può essere un sistema sanitario giusto, universale e che deve essere mantenuto in questi termini, in questo stato e non stravolto da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/67 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/68 Ilaria Fontana, accolto come raccomandazione. Collega Di Lauro, mi dice lei se accoglie o meno la raccomandazione? Non accoglie.

Ha chiesto di parlare la collega Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). No, ovviamente, non accogliamo la raccomandazione. In quest'ordine del giorno parliamo dell'articolo 12 che concede ai medici specializzandi di poter lavorare al di fuori del proprio orario di formazione nei reparti di emergenza e urgenza del Servizio sanitario nazionale per circa 8 ore settimanali. Queste prestazioni verrebbero pagate circa 40 euro lordi. Il problema qual è? Il problema è che i medici specializzati per le stesse prestazioni, invece, possono percepire anche 100 euro orari.

Noi chiediamo, ovviamente, di rimuovere questa disparità e approfitto per ricordare l'importanza dei medici specializzandi. Stiamo parlando di medici a tutti gli effetti, stiamo parlando di ragazzi che hanno concluso il proprio percorso di studi e che intraprendono una specializzazione, che hanno sulle loro spalle il peso di buona parte del Servizio sanitario nazionale. Lo dobbiamo ricordare: se gli specializzandi incrociassero le braccia per 48 ore, molti reparti degli ospedali, del Servizio sanitario nazionale, crollerebbero. Questi ragazzi vanno valorizzati, vanno riconosciuti e, in quest'ordine del giorno, mettiamo in evidenza un'evidente disparità. A questi ragazzi, quindi, come dicevo, dobbiamo dare un riconoscimento maggiore: sono ragazzi sottopagati che svolgono più ore del dovuto e mansioni che non competono loro. Quindi, in sintesi, possiamo dire che è una manodopera a basso costo che - lo voglio ripetere e ribadire - andrebbe liberata, perché sono trattati come veri e propri schiavi, le cose ce le dobbiamo dire. Dobbiamo abolire il prima possibile l'incompatibilità, perché l'incompatibilità di questi giovani medici è qualcosa di assolutamente inutile e assurdo.

Noi abbiamo capito che questo Governo odia i giovani, ormai è chiaro, tra decreto Rave, denunce ai ragazzi di Fridays for future, la card cultura erogata solo in base al voto, il Ministero dell'Istruzione e del merito. Insomma, ormai è chiaro che c'è questa sorta di odio generazionale. Quindi, oggi, vi chiedo di dare un segnale, approvando quest'ordine del giorno e dando un riconoscimento chiaro e oggettivo ai giovani medici specializzandi che meritano pari dignità e pari diritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/68 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/69 Sergio Costa, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il collega Cappelletti. Ne ha facoltà. Mi dice lei se accoglie o meno?

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Non possiamo accettare una raccomandazione su quest'ordine del giorno, perché, rispetto a un ordine del giorno che prevede un impegno, accettare un declassamento a raccomandazione significherebbe impegnare il Governo a non impegnarsi su una questione che, invece, è importantissima. Peraltro, suo tramite, chiedo di chiedere al Sottosegretario se sia a conoscenza del fatto che il Ministro Pichetto Fratin non solo ha già dichiarato una dozzina di volte di essere favorevole all'emanazione di questi decreti, ma li ha annunciati, di settimana in settimana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): sono pronti, domani mattina li pubblichiamo! Sono passati sei mesi e c'è sempre un problema. Io sono sicuro - onestamente le dico - che sia nelle intenzioni del Ministro di provvedere ad emanare questi decreti, ma credo che abbia anche bisogno, probabilmente, di un indirizzo da parte del Parlamento. Ora se l'indirizzo da parte del Parlamento è quello che va esattamente contro le dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente, veramente diamo un'altra ennesima dimostrazione di incoerenza e non stiamo facendo del bene al nostro Paese. Infatti, abbiamo alcuni obiettivi e voi stessi della maggioranza avete dichiarato di realizzare 70 gigawatt di energia da fonti rinnovabili nei prossimi sette anni. Senza questi decreti attuativi, diventano obiettivi velleitari. Per questo motivo, rifiutiamo il parere di accoglimento come raccomandazione e chiediamo di votare l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/69 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/70 Lovecchio, accolto come raccomandazione. Mi fate un cenno? Ha chiesto di parlare il collega Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Non accolgo la raccomandazione e chiedo che venga votato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/70 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/71 Dell'Olio, il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare il collega Dell'Olio. Ne ha facoltà, per quattro minuti.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Sono abbastanza stupito di questo parere contrario. Mi sarei aspettato un parere favorevole con una riformulazione innovativa, del tipo “a valutare l'opportunità di”, che non avrei comunque accettata. La cosa assurda è che l'articolo 3 prevede - stiamo parlando di un miliardo di euro - un bonus ai clienti domestici residenti, diversi da quelli titolari di bonus sociale, erogato in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche, qualora la media dei prezzi del gas naturale superi la soglia di 45 euro a megawattora. Qual è il problema? Che il sistema del gas non prevede e non ha un sistema di informazioni disponibili per la fatturazione, come il sistema elettrico. Quindi, quest'ordine del giorno chiede di ovviare ai problemi per mettere in pratica lo stesso articolo 3. Tra l'altro, nello stesso articolo, si dice che, con decreto del Ministro, sono definiti i criteri per l'assegnazione del contributo e che l'ARERA dovrà tener conto dei consumi medi di gas naturale. Quindi, sostanzialmente, dovete fare qualcosa - lo stiamo chiedendo - e si sta suggerendo di utilizzare l'acquirente unico, perché è il soggetto assolutamente in grado di risolvere il problema e che metterebbe a posto tutte le problematiche per i vari soggetti erogatori. Infatti, fare un qualcosa che è un'ipotesi - perché potrebbe succedere o potrebbe non succedere - e adeguare i sistemi è un problema. Prevedere l'acquirente unico sarebbe una cosa valida. Avete dato un parere contrario, poi ci ricorderemo, nel momento in cui farete i decreti, inserendo una cosa del genere, e diremo: “Bene, siete andati contro, semplicemente perché lo volevate fare voi e non lasciare alle opposizioni un'indicazione valida”.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/71 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/72 Todde è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare la collega Todde. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA TODDE (M5S). No, Presidente, non lo accolgo come raccomandazione. L'economia italiana si regge grazie al tessuto di piccole e medie imprese, che sono il 95 per cento e producono il 27 per cento del PIL italiano. Queste imprese sono ancora più fragili per le conseguenze della pandemia, per gli effetti economici della guerra, per la crisi energetica e l'inflazione. In particolare, le imprese aventi sede in comuni sotto i 15.000 abitanti richiedono maggiore attenzione. Spesso, questi comuni sono situati in aree interne, spesso rurali e montane, e le imprese che sopravvivono in questi territori affrontano una condizione strutturale di grave difficoltà. La loro competitività di per sé è un miracolo. Queste imprese, da un lato, vedono l'aumento dei costi energetici impattare significativamente sul conto economico, dall'altro, come se non bastasse, con la stangata delle bollette, hanno visto un aumento dei costi sulle materie prime e il trasporto merci non più sostenibile. La logistica rappresenta per queste imprese un asset imprescindibile, senza il quale non hanno la possibilità di esistere. Se in materia di trasporti non sembra che ci sia l'intenzione di questo Governo di varare una strategia interconnessa e funzionale, almeno non lasciamo soli i nostri imprenditori! Come aiutiamo questi imprenditori? Con una raccomandazione?

La tutela di queste imprese si collega, in maniera indissolubile, con la lotta contro lo spopolamento, perché, senza imprese, non c'è lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, senza lavoro, lo spopolamento delle aree interne e delle aree rurali non può che degenerare!

Fare impresa in un territorio di provincia, privo di infrastrutture e di trasporti, con un aumento continuo dei costi di produzione, oltre che essere eroico, rientra nel pieno del ruolo sociale dell'impresa, prima ancora che nel suo ruolo economico. Fintanto che ci saranno imprese nei piccoli comuni, ci saranno servizi e ci sarà vita; ma, se non interveniamo adesso per tutelare i nostri piccoli imprenditori delle aree interne e rurali, ci potremmo trovare dinanzi a un punto di non ritorno, dove non sarà sufficiente alcun intervento straordinario dello Stato.

La politica, prima di tutto, è definizione di ordine di priorità di intervento nell'interesse generale e aiutare le imprese dei comuni sotto i 15.000 abitanti deve essere la nostra priorità, per salvaguardare il tessuto sociale, prima ancora che economico. Aiutarle è un dovere di chi amministra. Se non è una priorità - e dare un parere di accoglimento come raccomandazione sicuramente non lo è -, non dovete dare riscontro a me o al MoVimento 5 Stelle, ma dovrete chiederlo ai vostri elettori, quando andrete a chiedere i voti in vista delle prossime elezioni. Mentre il Governo vuole dare lezione ai cittadini su come fare figli, su come incoraggiare le donne a procreare senza sosta per contrastare la denatalità, vuole difendere l'italianità, combattendo la sostituzione etnica o gli inglesismi, il Paese reale, quello che sta soffrendo duramente le scelte austere di questa destra al Governo, chiede mezzi e strumenti per andare avanti. Come pensa questa maggioranza di combattere la denatalità, se non aiuta le imprese a creare il lavoro necessario per garantire certezza alle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Come pensa di sostenere i giovani che vogliono costruirsi una famiglia, se precarizza il mondo del lavoro, levando ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze ogni tipo di tutela? Come vuole sostenere il mondo produttivo, se cancella misure strategiche, come transizione 4.0? Come pensa di supportare le piccole e medie imprese italiane, se non ha alcuna visione industriale per il rilancio dell'Italia? Come vuole sostenere le donne che vorrebbero emanciparsi, se le obbliga a scegliere tra lavoro e maternità? Come pensa di sostenere quelle migliaia di giovani, che non riescono a pagare gli affitti mostruosi e chiedono aiuto e interventi mirati, visto che annuncia sostegni in TV e poi, a conti fatti, cancella tutto con un tratto di penna? La retorica della destra al Governo fa impressione: si riempie la bocca di paroloni come “famiglia”, “figli”, “etnia”, “sostituzione” e “italianità” e, poi, nel concreto, oltre a fare gaffe e a creare imbarazzi internazionali, screditando il nostro Paese, che cosa sta facendo? Cito un film, “La storia infinita”, che sta molto a cuore alla destra meloniana: combattiamo il nulla che avanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Fidatevi: gli italiani iniziano a capire che, con gli annunci, la propaganda e le raccomandazioni, non si campa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/72 Todde, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/73 Cappelletti è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il collega Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, non accettiamo raccomandazioni dal Governo, perché l'impegno o è vincolante o non lo è.

Quest'ordine del giorno è molto semplice: invita il Governo a ridurre le bollette energetiche delle piccole e medie imprese del nostro Paese, ma in modo strutturale. E come, poiché non ci sono risorse? Con un credito d'imposta legato alla realizzazione di impianti a fonti rinnovabili fino a una certa potenza, ossia 200 chilowatt.

Penso che, come me, abbiate ricevuto lo studio di CNA “Il sole è di tutti”. CNA fa questo tipo di considerazione: in Italia, ci sono 800.000 capannoni; se potessimo avere un impianto fotovoltaico su ciascuno di questi tetti, come per magia, domani mattina avremmo una produzione nazionale di 50 gigawatt di energia elettrica in più. Questo non solo sarebbe un vantaggio per l'aumentata autonomia energetica nel nostro Paese, ma sarebbe anche un vantaggio straordinario per la competitività delle nostre aziende. Invece, oltre a dover pagare l'energia elettrica tre, quattro volte il costo del 2020, avete aumentato le bollette, reintroducendo gli oneri di sistema. Continuate ad aumentare le bollette, ponendo fine al regime tutelato.

Capisco che la giustificazione e la scusante siano sempre quelle, ossia che non ci sono le risorse, però per coprire i soliti condoni fiscali, che infilate anche in questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), uno scudo penale per gli evasori, per i reati tributari, le risorse ci sono sempre! E perché vi servono le risorse per sanatorie e condoni fiscali? Perché volete affermare un messaggio che è veramente drammatico e si sta affermando nel nostro Paese. Questo messaggio è che, in Italia, pagare le tasse non conviene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Con un Governo di centrodestra, pagare le tasse non conviene, perché l'evasore fiscale, con la Meloni al Governo, viene premiato! E chi le tasse, invece, le vuole pagare, viene umiliato. Questo è un Governo alla rovescia.

Concludo con la speranza e con l'auspicio che, prima o poi, finalmente i cittadini se ne rendano conto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/73 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/74 L'Abbate, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare la collega L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Non accetto questa riformulazione e chiedo veramente al Governo che, magari, se mi ascolta, in questo momento, di vedere di cambiare idea. Voglio spiegarvi perché…

PRESIDENTE. Scusi, collega. Dovreste liberare i banchi del Governo, grazie.

PATTY L'ABBATE (M5S). …voglio che venga posto in votazione, ma voglio spiegarvi il motivo. Stiamo continuando a dire: “valutiamo l'opportunità di”. Ma di fare cosa? Quest'ordine del giorno chiede che si è riconosciuto un credito d'imposta a tutto il settore della refrigerazione, per effettuare una riconversione, un retrofit, ossia cambiare i gas serra, che vengono chiamati Fgas, i fluorurati, fortemente ad alto impatto, con il gas naturale.

Cosa comporta? Comporta una serie di cose molto positive. Prima di tutto, parliamo di quello che continua ad avvenire sotto i nostri occhi. Diciamo che ci dispiace, ma non facciamo nulla per abbattere i gas a effetto serra che creano le alluvioni. Questo è uno di quegli ordini del giorno che va in quella direzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, diciamo che non ci interessa l'ambiente, che non ci interessa la salute dei cittadini, ma che ci interessano il made in Italy e le imprese. Ebbene, l'Europa, a marzo, cosa ha fatto? Tutto il Parlamento europeo ha appena votato una variazione del quadro normativo per gli Fgas, praticamente nel 2039 vuole eliminarne una percentuale e togliere il consumo e la produzione nel 2050. Allora, mi chiedo: se non iniziamo, da adesso, a incentivare le nostre imprese nella trasformazione, come si troveranno, quando l'Europa ci dirà che è in arrivo un regolamento e occorre fare in questo modo? Allora, cosa facciamo? Faremo muro, come sta accadendo già con il regolamento sugli imballaggi? E poi diciamo che andiamo contro il mainstream internazionale? E le nostre imprese restano indietro rispetto al resto d'Europa, che si sta muovendo tutta nella stessa direzione.

Quindi, riflettete su quest'ordine del giorno, perché va dalla parte delle imprese, va dalla parte della salute dei cittadini, va dalla parte della tutela del nostro ecosistema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/74 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

L'ordine del giorno 9/1060-AR/75 Sarracino è accolto come raccomandazione: accetta. L'ordine del giorno 9/1060-AR/76 Simiani è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare il collega Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Vorrei ascoltare nuovamente il parere, grazie.

PRESIDENTE. Gliel'ho già detto io: è accolto come raccomandazione. Lo accetta o no? No e chiede di metterlo in votazione e di intervenire. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente, rimango veramente sbalordito da questo parere, perché colleghi capisco che, quando ci sono problemi di risorse, effettivamente, ci sia un problema da parte del Governo o che, comunque, occorra stabilire una programmazione o qualsiasi tipo di decreto. Qui le risorse le devono dare i concessionari. Si sta parlando di geotermia.

Il decreto-legge Aiuti (il DL del 2022 n. 50) definiva una royalty per i concessionari, in questo caso per quelli che producono energia in Toscana, nelle tre province di Siena, Grosseto e Pisa. In queste tre province, logicamente, questa produzione è importante e determina anche una serie di attività dell'indotto, quindi di molte imprese e di molti lavoratori. Detto questo, ricordo che in questa legge si definì una royalty per cui i concessionari dovevano pagare lo 0,05 a chilowattora direttamente ai comuni che insistono all'interno di quest'area geotermica. Ad oggi, dopo 9 mesi da questa pubblicazione, nessun decreto attuativo è stato fatto. Siccome queste sono risorse che i concessionari devono pagare a questi comuni, credo che sarebbe opportuno, da parte del Governo, rivedere quest'ordine del giorno, anche perché - e questo, Presidente, lo vorrei dire al Governo, al Ministro Salvini - queste risorse, anche in base agli accordi di programma fatti con la regione, dovrebbero servire per le infrastrutture, in questo caso per la mobilità. Dovete sapere - mi rivolgo soprattutto ai colleghi della maggioranza eletti in quelle province - che si tratta di strade molto sinuose, e loro le conoscono bene. Ecco perché chiedo al Governo di rivedere la sua posizione o, altrimenti, ai colleghi di votare a favore di quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/76 Simiani con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/77 Ciocchetti il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/78 Rosso, parere favorevole con riformulazione; accoglie la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/79 Gianassi, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare il collega Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la raccomandazione, mantengo l'ordine del giorno e intervengo in dichiarazione di voto.

Nei giorni scorsi, in occasione del lavoro preparatorio in Commissione i colleghi del gruppo del Partito Democratico, Simiani e Bonafe', avevano presentato un emendamento al testo con il quale chiedevano di ridurre i costi delle bollette in favore di commercianti e artigiani delle nostre città, recuperando le risorse necessarie per l'operazione dagli extra-profitti. La maggioranza ha bocciato quell'emendamento, ma noi siamo tenaci e testardi e presentiamo un ordine del giorno con il quale chiediamo di impegnare il Governo, nel prossimo provvedimento utile, ad adottare una misura di alleggerimento del carico che grava su commercianti e artigiani nelle nostre città. Questi ultimi rappresentano una parte importante dell'economia e del lavoro cittadino, nonché un presidio sociale e culturale per le nostre strade e per le nostre piazze insostituibile; quella nella quale si annida una fitta rete del commercio e dell'artigianato locale è una strada più sicura, una strada nella quale si vive meglio.

Pensiamo, quindi, che serva, da questo punto di vista, un intervento del Governo. Ciò almeno per tre ragioni: una di giustizia, con la crisi del COVID che ha portato all'interruzione delle relazioni interpersonali e con una ripartenza difficile a causa dell'innalzamento dell'inflazione, ci sono state alcune realtà, quelle medio-piccole dell'artigianato e del commercio che hanno sofferto di più rispetto ad altre imprese più grandi che sono riuscite a realizzare anche profitti aggiuntivi; occorre, dunque, per una misura di giustizia, alleggerire il carico sul commercio e l'artigianato e non sulle grandi imprese. C'è, poi, anche una ragione di riconoscenza perché in quel momento più difficile, dove le grandi imprese, a cause delle dimensioni organizzative, difficilmente riuscivano a garantire i servizi ai cittadini durante quelle settimane del COVID, il commercio di vicinato riuscì a organizzarsi velocemente per aiutare i cittadini, verso i quali continuò ad offrire servizi. Infine, anche per una ragione di coerenza, perché durante la campagna elettorale quella che oggi è la maggioranza nelle città si presentò a fianco di quei commercianti che lamentavano l'aumento dell'inflazione e promise misure urgenti. Quei candidati, quelle forze politiche che si candidavano a governare il Paese, ed oggi lo governano, se sono coerenti devono adottare quelle misure che avevano promesso, cioè ridurre il carico delle bollette che rappresentano un costo spesso insostenibile.

Siamo tenaci e continuiamo a chiedere che quest'Aula voti a favore di quest'ordine del giorno e il Governo si impegni a fare questo intervento, che oggi manca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non essendoci altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/79 Gianassi con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

L'ordine del giorno n. 9/1060-AR/80 Panizzut è accantonato. Sugli ordini del giorno n. 9/1060-AR/81 Loizzo, n. 9/1060-AR/82 Caretta e n. 9/1060-AR/83 Ciancitto il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/85 Comaroli il parere è favorevole con riformulazione, che viene accolta.

Passiamo agli ordini del giorno accantonati. Chiedo al Governo il parere. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/6 Grippo.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Accogliamo la valutazione di far menzione della legge e, quindi, lo riformuliamo in questa maniera: “a valutare l'opportunità, come previsto dalla legge n. 32 del 2022, di prevedere detrazioni fiscali per le spese sostenute dalle famiglie per il contratto di locazione di abitazioni per i figli iscritti a corsi universitari e ulteriori interventi volti a sostenere l'autonomia abitativa dei giovani, con particolare riferimento agli studenti fuori sede”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/22 Stefanazzi.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/25 Toni Ricciardi.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere favorevole nei vincoli di bilancio.

PRESIDENTE. Scusate, colleghi, il Sottosegretario sta dando i pareri. Poi darò la parola senza problemi. Prego, Sottosegretario.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Dicevo che sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/25 Toni Ricciardi il parere è favorevole, nel rispetto dei vincoli di bilancio.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/26 Di Sanzo.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/26 Di Sanzo il parere è favorevole nel rispetto dei vincoli di bilancio.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/33 Cavo.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Qui c'era stato un fraintendimento. Sostanzialmente, la riformulazione è la seguente: “impegna il Governo a valutare la possibilità di istituire, nel rispetto dei vincoli di bilancio e in conformità ai principi che sottendono all'assetto organizzativo del sistema sanitario nazionale, di istituire le aziende sanitarie disagiate che prevedono” e via dicendo.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/45 Furfaro.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Per quanto concerne tale ordine del giorno abbiamo inteso proporre una riformulazione omnicomprensiva degli ordini del giorno n. 9/1060-AR/45 Furfaro, n. 9/1060-AR/60 Sportiello, n. 9/1060-AR/80 Panizzut e n. 9/1060-AR/84 Caiata.

PRESIDENTE. Quindi, hanno tutti parere favorevole con riformulazione.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Si chiede di espungere le premesse, prevedendo il seguente impegno: “impegna il Governo a prevedere le misure economiche e normative volte alla stabilizzazione delle centinaia di lavoratori e lavoratrici precari impiegati negli IRCCS e negli IZS, d'intesa con le regioni, nei prossimi strumenti normativi utili”.

PRESIDENTE. Collega Fenu, su che cosa?

EMILIANO FENU (M5S). Soltanto per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1060-AR/22 Stefanazzi, a nome mio e della collega Auriemma.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1060-AR/6 Grippo su cui vi è un parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega?

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Sì, ma chiedo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/6 Grippo, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/22 Stefanazzi favorevole. Ordine del giorno n. 9/1060-AR/25 Toni Ricciardi, favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Sì, accolgo la riformulazione e chiedo che venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/25 Toni Ricciardi, come riformulato, il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/26 Di Sanzo: parere favorevole con riformulazione. Collega Di Sanzo?

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Accolgo la riformulazione e chiedo di porlo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1060-AR/26 Di Sanzo, come riformulato, il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Ordine del giorno n. 9/1060-AR/33 Cavo: parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega?

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Sì, accolgo la riformulazione.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda gli ultimi 4 ordini del giorno, chiedo ai presentatori degli ordini del giorno n. 9/1060-AR/45 Furfaro, n. 9/1060-AR/60 Sportiello, n. 9/1060-AR/80 Panizzut e n. 9/1060-AR/84 Caiata se accettano la riformulazione proposta dal Governo e, in caso affermativo, se intendano comunque porli in votazione. In tal caso avverto che, poiché a seguito di tale riformulazione gli ordini del giorno sono diventati identici, li porrò congiuntamente in votazione. Collega Furfaro, prego.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo ovviamente la riformulazione e chiedo che venga messo al voto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sportiello? Prego, collega.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi accettiamo questa riformulazione e vogliamo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Panizzut accetta la riformulazione? Sì. Caiata?

SALVATORE CAIATA (FDI). Accetto, grazie Presidente.

PRESIDENTE. E lo votiamo. Il collega Cappellacci vuole intervenire? Scusi, collega, non l'avevo vista.

UGO CAPPELLACCI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Per sottoscriverlo a nome del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Per sottoscrivere.

PRESIDENTE. Dovreste dirmi quale sottoscrivete, perché sono comunque 4 ordini del giorno distinti. Facciamo così: poi venite al banco della Presidenza a indicare quale ordine del giorno sottoscrivete. È una questione tecnica.

Se non ci sono interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, congiuntamente gli ordini del giorno n. 9/1060-AR/45 Furfaro, n. 9/1060-AR/60 Sportiello, n. 9/1060-AR/80 Panizzut e n. 9/1060-AR/84 Caiata, come riformulati dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1060-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà. Colleghi, vi prego sempre, se dovete uscire, di farlo in silenzio. Prego.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Io dichiaro il voto favorevole da parte del gruppo di Noi Moderati e decidiamo di depositare l'intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Nel dichiarare il nostro voto contrario sul decreto, vogliamo segnalare due cose importanti. La prima è che in ogni occasione in quest'Aula io ribadirò, innanzitutto ai colleghi della maggioranza e poi, ovviamente, a noi della minoranza, ancora una volta l'assenza dei Ministri per i quali noi facciamo questi dibattiti, queste discussioni e anche queste lunghe maratone notturne. Non smetterò mai di chiederlo, perché lo pretendeva in consiglio regionale, quando facevo il consigliere regionale di maggioranza. Credo sia un dovere per i Ministri, ogni volta che propongono decreti e provvedimenti, che noi passiamo giorni ad approvare, anche con le fiducie, venire in Aula almeno per una quota parte del dibattito, perché ritengo sia giusto che ascoltino le ragioni della maggioranza, che ovviamente difende e sostiene i decreti del Governo, e anche quelle della minoranza.

Ribadisco sempre che sul sito Openpolis è stato segnalato che questo Governo è ai minimi storici per le risposte alle interrogazioni della maggioranza e della minoranza e credo che non sia un fatto buono e democratico, né sia un buon precedente che non si porti rispetto, secondo me, nei confronti di quest'Aula e del Senato. So che ci sono persone e parlamentari di lungo corso che sanno bene che creare l'idea che il Parlamento sia solo un votificio è un errore.

Ritorno su due aspetti che anche stamattina il collega Grimaldi ha segnalato. Vi faccio presente che questa settimana noi abbiamo avuto due voti di fiducia - in tre giorni - e in questi due voti di fiducia nessuno dei Ministri proponenti si è presentato in Aula. È vero che sono venuti i Sottosegretari e i Vice Ministri, però io ritengo che, visto che si va a colpi di voti di fiducia, sia assolutamente necessario che i Ministri proponenti siano presenti in Aula per almeno una quota parte del dibattito. Proprio rispetto a ciò, inviterei i colleghi della maggioranza, in particolare, a vedere un film che si intitola Una notte da dottore. Perché dico di vedere questo film? In questo film, interpretato da Diego Abatantuono e da Frank Matano, si vede in cosa consiste sostanzialmente l'attività di un medico a gettone, che viene pagato a chiamata, con un soggetto privato che lo manda a fare varie visite a pagamento, a gettone. Si vede l'abbrutimento di un mestiere che non viene più svolto così come previsto col Giuramento di Ippocrate, con la certezza e con la stabilità di lavorare in una condizione pubblica e di benessere collettivo, ma cercando di fare quante più visite e anche dando, in alcuni casi, pareri e diagnosi superficiali, perché, di fatto, si deve fare massa.

La mia e la nostra preoccupazione rispetto a un aspetto importante del decreto è legata al fatto che si rischia seriamente - seriamente - di trasformare questa nobile professione in un'attività esclusivamente lucrativa, soprattutto quando si tratta di servizi essenziali che i cittadini hanno il diritto di avere. In un emendamento avevamo proposto di prevedere un massimale per il quale avere la possibilità di utilizzare il medico a gettone, invece, non è stato così. Dal nostro punto di vista si sta dando libero sfogo a un percorso assolutamente sbagliato.

Invece, siamo soddisfatti del fatto che sia stato approvato il nostro ordine del giorno sulla violenza dentro gli ospedali e, a tal proposito, vorrei far presente al Parlamento che è di pochi minuti fa la notizia di un'agenzia ANSA di alcune aggressioni all'ospedale dei Pellegrini di Napoli, per cui addirittura sono dovute arrivare 7-8 volanti della Polizia. E questo sempre per parlare delle violenze. Che cosa è successo al “Vecchio Pellegrini” di Napoli? Leggo addirittura che l'associazione “Nessuno tocchi Ippocrate”, associazione di medici che operano nel 118, ha detto al riguardo: “neanche in zone di guerra”! L'agenzia ANSA racconta che un ragazzo sarebbe caduto e, purtroppo, sarebbe a rischio anche la sua vita, perché mentre impennava con lo scooter è caduto e si è fatto male. Cosa è successo? È arrivato al pronto soccorso; aggiungo che gli operatori dell'ambulanza del 118 sono arrivati sul posto e hanno visto alcuni soggetti che erano già lì, non perché il ragazzo impennava e andava in modo scorretto sullo scooter, ma per picchiare e prendere a schiaffi i medici. Arrivata l'autoambulanza al pronto soccorso - cito testuale l'agenzia ANSA - “poco dopo sono giunti al suo seguito amici e parenti che hanno cominciato a dare in escandescenze”. È stato necessario l'arrivo di diverse voltanti della Polizia - quindi, abbiamo sottratto alla città di Napoli diverse volanti della polizia - che sono andate a sedare gli animi più esagitati. Praticamente, si è dovuto creare un blocco al pronto soccorso, con una spianata di macchine della Polizia. Voglio ricordare che nel “Vecchio Pellegrini” sono entrate persone che hanno iniziato a sparato nell'ospedale: qualche anno fa alcuni familiari e amici di un minorenne, che aveva tentato una rapina ai danni di un carabiniere ed era stato raggiunto da colpi di arma da fuoco, arrivarono nel pronto soccorso e lo sfasciarono.

PRESIDENTE. Dovreste liberare i banchi del Governo. Prego, collega, continui pure.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Ma la campanella era rivolta a me o ai banchi del Governo?

PRESIDENTE. Era rivolta a chi occupava i banchi del Governo. Lei ha ancora tre minuti.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Allora, rispetto a questo problema abbiamo presentato un ordine del giorno - e speriamo che il Governo lo trasformi in un decreto - relativo al registro delle aggressioni o delle possibili aggressioni, perché alcuni soggetti, che si recano nei pronto soccorso, ci vanno più volte e, con fare minaccioso, creano problemi. Va fatto un registro, perché queste persone non possono creare una situazione di ansia, disagio e pericolo per gli operatori. Poi, se qualche medico, qualche infermiere sbaglia, i soggetti interessati hanno tutti gli strumenti per rivalersi nei confronti di chi eventualmente ha sbagliato, ma non si può vivere, come ha dichiarato l'associazione di medici, operatori del 118, “Nessuno tocchi Ippocrate”, in una condizione di questo tipo.

Infine, due ultime cose. La prima riguarda la questione ambientale, di cui si è parlato anche durante l'esame degli ordini del giorno. Ovviamente, noi come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ribadiamo il nostro pieno sostegno e la nostra solidarietà alle vittime degli eventi che si stanno verificando in Emilia-Romagna. L'abbiamo fatto qualche mese fa per Ischia. Oramai la condizione climatica mondiale, anche se qualcuno la irride, è un dato di fatto oggettivo.

Però dobbiamo segnalare una cosa: se non si fanno i piani di energia e clima e, non vengono attuati, per cui siamo colpevoli di questo anche con l'Unione europea, se non si fanno nemmeno le leggi sul consumo del suolo, è evidente che non ci prepariamo a eventi che accadranno sempre più costantemente sui nostri territori. Ovviamente, da questo punto di vista, non possiamo che respingere coloro che casomai dicono che la responsabilità è degli ambientalisti che tentano di difendere e far funzionare al meglio il nostro territorio.

Un'ultima cosa: noi abbiamo fatto una battaglia che, purtroppo, abbiamo perso, sul tema degli extraprofitti. Se noi avessimo incassato quei miliardi di euro sugli extraprofitti, oggi avremmo avuto la possibilità, con questo decreto, di stabilizzare e aiutare moltissimi operatori nel settore medico-sanitario. È stato un grave errore e, ancora oggi, per aver fatto un piacere a pochi soggetti che hanno conseguito un lucro esagerato sulla pelle degli italiani, non abbiamo dato un sostegno adeguato al sistema sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Presidente, colleghe e colleghi, rispetto all'intervento di chi mi ha preceduto, più che stigmatizzare l'assenza dei Ministri e, invece, dare conto e ringraziare per la presenza del Sottosegretario Gemmato, che non solo ha accompagnato i lavori in Commissione, ma anche di quest'Aula (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), vorrei denunciare l'assenza delle relazioni tecniche e dei pareri che il Governo doveva dare alle nostre Commissioni, assenza a seguito della quale, purtroppo, è stato dato parere contrario a emendamenti i quali avevano trovato una piena convergenza tra maggioranza e opposizioni, in particolare nella XII Commissione.

Mi permetto, per suo tramite, di ringraziare il presidente Cappellacci, per il lavoro importante e prezioso che ha svolto, nonché la relatrice di maggioranza, l'onorevole Patriarca, lavoro che, purtroppo, è svanito del tutto nel dibattito di una follia di una notte di una Commissione che doveva chiudere per forza i lavori entro il martedì, perché c'erano le elezioni amministrative; quindi, ciò non ha permesso di migliorare in modo significativo il testo che oggi arriva in quest'Aula per il nostro voto.

Ci sono due questioni che vorrei porre su questo decreto: una questione di merito e una questione di metodo.

Nel merito è un decreto, che stiamo per convertire che, onestamente, porta risposte e ulteriori risorse alle famiglie, alle imprese - qualche inizio nell'ambito della sanità - su cui era stato preso l'impegno anche dal Ministro Schillaci, e quindi in sé andrebbe guardato con positività. Peccato che queste risorse sono, di fatto, la proroga di misure che con il Presidente Draghi avevamo introdotto, e va bene, ma si continua a prorogare misure che lo scorso Governo aveva introdotto. Mi permetto di dire che, dopo 8 mesi, un po' di creatività sarebbe benvenuta da parte di questa maggioranza anche rispetto a temi così importanti.

Al di là della questione della distanza o meno, della continuità delle politiche che, quando sono positive, è bene che continuino, l'elemento chiave che manca e continua a mancare è che, dopo 8 mesi, al Governo e alla maggioranza noi chiediamo, il Paese chiede qual è la visione strutturale di interventi che il Governo intende mettere in campo nell'ambito della gestione del caro energia, della prospettiva anche per il prossimo inverno e nell'ambito della sanità.

Arrivo qui al tema della sanità: noi abbiamo riconosciuto, lo abbiamo già detto nel dibattito, anche nel dibattito sulla fiducia, alcuni elementi positivi, per esempio il tema di una prima risposta sulla medicina di emergenza, non certo ottimale. Non sono stati accolti degli emendamenti che l'avrebbero potuta migliorare, ma un primo passo è stato fatto. Dopodiché la domanda, la vera domanda di fondo è perché questa maggioranza non accoglie un lavoro che come opposizione siamo disponibili a fare insieme per dare una risposta strategica, strutturale.

Faccio un esempio molto concreto, il Fondo sui farmaci innovativi. Questo Fondo ha un avanzo, abbiamo chiesto al Governo di usare questo avanzo, quindi con oneri aggiuntivi nulli per lo Stato, per aumentare la disponibilità di questi farmaci, spesso salvavita, anche ai farmaci che hanno un'innovatività condizionata. Il Governo ci dà parere favorevole per la legge di bilancio, poi è costretto a ritirarlo. Ringrazio l'onorevole Gemmato, perché di nuovo ha riconfermato questo impegno rispetto a un ordine del giorno. Ripresentiamo l'emendamento, di nuovo parere contrario, perché aspettiamo una sistemazione complessiva del tema dei farmaci. Bene, Sottosegretario, siamo con voi se volete fare questa revisione complessiva, ma almeno iniziamo a farla, perché altrimenti continuiamo a dire che è dal giorno dopo che la iniziamo, e del giorno dopo in sanità questo Paese è stanco e non ci possiamo più permettere la politica del giorno dopo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Così come credo anche vada detto, e qui entro anche un po' nel metodo, che c'è un grande problema, che è quello del rapporto tra la spesa delle regioni per la sanità, l'organizzazione delle regioni per la sanità e il bilancio nazionale.

È stato richiamato dai colleghi il fatto che il payback è stato introdotto nel 2015, dall'allora Governo Renzi. Vero, è stato attuato per necessità di bilancio, perché andava attuata quella misura che attendeva attuazione (perché un Governo efficiente fa i decreti attuativi e attua le misure che la legge prevede, non sospende, come sta continuando a fare questo Governo, i decreti attuativi che devono essere fatti), ma se è una misura che noi, che l'abbiamo anche introdotta, diciamo che non va bene, ha creato un meccanismo disfunzionale, qui la questione della maggioranza e del Governo non è dire “non è colpa nostra”. È vero, non è colpa vostra se è stata introdotta, ma oggi è colpa vostra se non la risolvete quando noi vi diciamo “va risolta, facciamolo”. Questo è l'atteggiamento di una maggioranza e di un Governo che prende in mano un Paese e la smette di cercare le colpe e le responsabilità, o di affermare che tocca a voi governare quando non c'è bisogno che lo affermiate in ogni intervento che fate, perché lo ha affermato un Paese, che vi ha dato la maggioranza, il Presidente della Repubblica, che ha dato l'incarico a Giorgia Meloni e questo Parlamento, che anche oggi vi ha confermato la fiducia.

Quindi non c'è bisogno che ricordiate al Paese e a noi che voi dovete governare. C'è bisogno, invece, che iniziate a farlo e a dare le risposte che servono. Tra l'altro lo dico da un'opposizione che su questo, ribadisco, ha più volte detto che è con voi, ma non è con voi e non è stata con voi nelle Commissioni riunite nelle quali, maggioranza contro maggioranza, maggioranza contro Governo, avete dato prova di una confusione totale, che anche oggi si è un po' ripetuta in quest'Aula, per esempio sulla proposta sugli IRCCS. Allora, per chiudere e dare motivazione anche della nostra astensione, è un decreto che dà risposte, dà risorse, e noi le guardiamo sempre in modo positivo, ma è un decreto che, nel metodo con il quale è stato costruito e con cui oggi arriva in quest'Aula, per noi non può essere accolto come un elemento, una cifra di un buon governo del Paese.

Per questo anticipo il voto di astensione del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe, invitando davvero con forza, con forza accorata, il Governo e la maggioranza a iniziare ad avere un dialogo diverso e un rispetto diverso con il Parlamento e con le opposizioni. E lo dico come chi, nel dialogo con le opposizioni, ha riconosciuto che si fa sempre un passo avanti, mai un passo indietro. Iniziate anche voi a farlo questo passo avanti, perché non è né per voi, né per noi, ma è per tutta l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Palma. Ne ha facoltà.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Preannuncio il voto favorevole di Forza Italia e, nel contempo, voglio ringraziare il Governo, presente in Aula nella persona del Sottosegretario Gemmato, che ci ha assicurato la presenza anche durante i lavori delle Commissioni. Così come intendo dare atto ai due presidenti, il presidente Cappellacci e il presidente Osnato, di avere azionato quel raccordo necessario all'interno delle due Commissioni, considerato l'alto numero di emendamenti presentati. Chiedo alla Presidenza di poter consegnare agli atti il mio intervento.

PRESIDENTE. È autorizzato, collega.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ci stiamo avviando ad approvare questo decreto cosiddetto Bollette. Quando sono intervenuto, Presidente, in ambito di discussione sulle linee generali avevo in qualche modo sottolineato che la parola che mi passava per la testa rispetto a questo balletto, quella che ti “rode dentro”, era la parola “imbarazzante”. L'unica cosa che, tutto sommato, era davvero una novità è diventata un ordine del giorno. L'unica cosa che era interessante sul serio, una novità che andava a stabilizzare i nostri ricercatori - ricordo che la colonna portante della ricerca del nostro territorio lavora in maniera precaria – in un emendamento che era stato approvato, è diventata un ordine del giorno. È ovvio che è un ordine del giorno bipartisan, lo abbiamo voluto sostenere tutti, spero davvero che non sia la solita promessa, la solita giravolta a cui ormai, purtroppo, siamo abituati, perché, per il resto, questo decreto Bollette è sostanzialmente imbarazzante.

Mi dovete spiegare che cosa c'era di urgente nel consentire agli odontoiatri di esercitare la medicina estetica. Mi dovete dire che cosa c'era di urgente nell'espandere uno scudo fiscale per promuovere l'evasione fiscale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi dovete spiegare cosa c'entra l'urgenza rispetto a questi temi. Di urgente, in realtà, in questo momento, ci sarebbe da rifinanziare immediatamente il Servizio sanitario nazionale, che ha un credito di 30 miliardi, negli ultimi 10 anni; ci sarebbe da superare il tetto alle assunzioni del personale stabile dentro il Servizio sanitario nazionale, perché questi - questi - sono gli strumenti per superare le insopportabili liste d'attesa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), lo ripeto, le insopportabili liste d'attesa. Invece che assumere personale, cosa si fa? A proposito dell'assumere personale, voglio ricordare che è un personale che lavora con uno spirito di abnegazione straordinario, con uno spirito di sacrificio incredibile; ha fatto sua la pandemia e ha lavorato nei pronto soccorso, fino a qualche mese fa completamente congestionati dalle influenze invernali. Questo personale che è demotivato, che è stremato, che è in difficoltà, invece, di incentivarlo e motivarlo, che cosa si fa? Si tende a renderlo sempre più precario, e questa è una cosa che non è accettabile. Per incentivare e motivare il personale, anziché aumentare gli stipendi, ridurre l'orario di lavoro, cambiare l'organizzazione del lavoro, voi mercificate la professione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con straordinari, con professionisti in affitto, con la liberalizzazione della libera professione e, ovviamente, con ulteriori contributi alla privatizzazione del sistema. È una cosa inaccettabile ed è una giravolta che, sinceramente, non mi sarei aspettato dal Ministro Schillaci. Il Ministro Schillaci, Presidente, lo voglio ricordare, è venuto qui, in Aula, a riferire in termini di programma, dicendo che era l'ora di farla finita con l'esternalizzazione e con i medici a gettone e cosa ha fatto? Sta prolungando di 12 mesi i medici a gettone e sta prorogando anche quegli appalti che sono già in essere e che erano appalti che lui aveva detto di voler chiudere. Tutto l'opposto.

Allora, in questo contesto, con la faccenda stessa di aver introdotto praticamente una flat tax, per cui si riducono le tasse per tutti i liberi professionisti che guadagnano fino a 85.000 euro l'anno e che pagheranno il 15 per cento di Irpef, oltre a creare grossi problemi sul sistema pensionistico, create un sistema competitivo rispetto al Servizio sanitario nazionale per cui conviene lavorare nel privato! Allora, qual è il disegno che c'è dietro anche questo decreto Bollette? Il disegno che c'è dietro è di continuare a privatizzare questo sistema. Il fatto dei gettonisti ci suggerisce quanto sia ipocrita il vostro modo di concepire il Servizio sanitario nazionale. È un'ipocrisia di fondo, perché quando non toccate tetti - tetti di assunzione, tetti rispetto al payback, per esempio - vuol dire che state comprimendo il diritto alla salute; lo state comprimendo, perché il diritto alla salute dovrebbe essere fuori dal Patto di stabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il diritto alla salute dovrebbe essere fondamentale, non va toccato. Invece, scusi, Presidente, lo dico tramite lei, la maggioranza pensa di togliere dal Patto di stabilità la costruzione di armi. Addirittura, vorrebbero spendere i soldi del PNRR in armamenti. È una cosa che, da un punto di vista etico, è assolutamente inaccettabile.

Non solo. In quest'ambito, abbiamo visto che le piccole e medie imprese si sono rivolte quasi supplicando, perché alcune sono veramente in difficoltà con la vicenda del payback. Avete fatto parti uguali fra disuguali sul meccanismo del payback ed è una cosa ingiusta. Avevamo proposto di lasciar fuori dal payback le microimprese e le piccole imprese. Perché avevamo pensato questo? Perché alcune multinazionali - lo ripeto - alcune multinazionali dovrebbero restituire praticamente il 70 per cento del payback e le piccole imprese e microimprese ne dovrebbero restituire il 30 per cento. Aver spalmato 1,85 miliardi su tutto il sistema, effettivamente, ha fatto parti uguali fra disuguali e questo sta mettendo in ginocchio più di 13.000 imprese nel nostro Paese, che riguardano più di 120.000 dipendenti. È una situazione che va assolutamente risolta. Allora, quando proponiamo che, in maniera progressiva, si lascino da parte piccole imprese e microimprese e si tassino le multinazionali, che, peraltro, hanno domicilio fiscale all'estero, spesso in paradisi fiscali, intendiamo dire che si sta riproponendo la stessa cosa: favorite i forti e ve la prendete con i deboli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! È una cosa che non è accettabile e per questo, Presidente, annuncio un “no” convinto a questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del gruppo Lega alla conversione in legge del decreto-legge n. 34 del 2023 e chiedo l'autorizzazione della Presidenza a consegnare l'intervento scritto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È autorizzata.

Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Presidente, colleghe e colleghi, siamo arrivati al voto finale di questo decreto Bollette, dopo un percorso lungo, difficile e accidentato. Abbiamo fatto tante ore in Commissione, tante audizioni, senza trovare - lo dico con rammarico - molta disponibilità al dialogo, al confronto vero, una modalità alla quale ormai siamo abituati a causa dell'arroganza di questa maggioranza e, meglio ancora, di questo Governo.

Prima di addentrarmi nel merito del provvedimento, cui, senza mezzi termini, diamo un giudizio pienamente insufficiente, dedico due minuti al metodo, perché penso che il metodo sia sostanza. Abbiamo partecipato a una Commissione farsa, a una gestione imbarazzante della Commissione stessa, dove la maggioranza era in evidente balia del Governo, che, puntuale come sempre, anche in questo caso, non si è fatto trovare pronto e ciò ha comportato sospensioni, accantonamenti, riformulazioni, per, poi, tornare di nuovo in Commissione, perché, nel caos della seduta notturna, sono stati approvati emendamenti senza copertura della stessa maggioranza, con una totale mancanza di rispetto per il Parlamento. Che dire, cara Presidente, una sola cosa mi viene in mente: questo Paese si merita di più, si merita soprattutto più rispetto.

Questo provvedimento mette insieme temi molto diversi, dall'energia alla sanità. È necessario fare alcune riflessioni. Per quanto riguarda l'energia, credo che questa narrazione di questo decreto sia una propaganda del Governo Meloni che si scontra, però, con i fatti e questo decreto ne è l'ennesimo esempio: un decreto che stanzia meno di 5 miliardi, con misure per alleggerire l'impatto dell'aumento delle bollette energetiche per le famiglie e le imprese che sono, sostanzialmente, misure e proroghe di interventi già adottati in precedenza, come il bonus sociale.

Si va avanti con proroghe che non permettono alcun tipo di stabilità né di programmazione, con misure che sono insufficienti per migliorare la situazione di lavoratori e di pensionati, a fronte di un aumento consistente del costo della vita dovuto a inflazione e speculazione, dall'energia ai generi alimentari. Nonostante siano state confermate le agevolazioni sul gas, le associazioni dei consumatori hanno parlato di una decisione che vanifica il calo dei prezzi energetici. L'Unione nazionale consumatori ha parlato di una stangata di 300 euro l'anno a famiglia, con le utenze che passeranno, in media, da 1.200 a 1.500 euro. Sono queste, dunque, ci chiediamo, le politiche messe in campo dal Governo Meloni per sostenere le famiglie e le imprese? Evidentemente, no, questa è l'ennesima bandierina.

Dunque, aiuti dimezzati alle imprese, sostegni alle famiglie insufficienti rispetto agli aumenti dei prezzi e all'inflazione. Questo decreto Bollette, dal sapore propagandistico, sulla pelle di famiglie e imprese - la dico così - è un pannicello caldo, espressione tanto caro alla Presidente Meloni, che così appellava i decreti Sostegni del Governo Draghi, tanto per fare un esempio, dai banchi dell'opposizione, tra l'altro, di fronte ad aiuti di ben altro peso. Ricordo, infatti, sommessamente, che il Governo Draghi ha stanziato 49,5 miliardi di euro - una cifra seconda soltanto a quella investita dalla Germania - per sostenere imprese e famiglie dall'inizio della crisi energetica, dal settembre del 2021. Se la postura dei patrioti si vede dalla capacità di difendere il Paese davanti alle crisi, penso che ci sia ben poco di cui andare fieri.

Ci sentiamo dire che servono più risorse, perché sono poche. Su questo siamo d'accordo, ma abbiamo un'idea diversa su come andarle a reperire: con un'operazione di equità dal punto di vista fiscale attraverso il recupero dell'enorme evasione fiscale. Non è una missione impossibile. Solo con la fatturazione elettronica, dal 2017, abbiamo recuperato 9 miliardi di IVA, tanto per fare un esempio. Da operazioni del genere devono arrivare i soldi per ridurre le tasse ai contribuenti onesti e a quelli con i redditi più bassi. Peccato che, anche su questo aspetto, questo decreto non sia solo deludente, ma sia davvero vergognoso. Lo trovo imbarazzante. Lo dico perché trovo molto grave che questo decreto vari uno scudo penale, una linea morbida per gli evasori. Non trovo altre parole, se non dire che è l'ennesimo condono, viene depenalizzato l'omesso versamento. A noi non pare una roba da poco, ma ci pare un messaggio politico e culturale gravissimo. È grave il fatto che si sia deciso di prevedere la clausola di non punibilità per i reati tributari. Questo tipo di norme, in controtendenza rispetto alle belle parole del Governo di voler combattere l'evasione, non produce certamente semplificazione, ma incentivano l'evasione… io non capisco se la campanella è rivolta a me o ai colleghi.

PRESIDENTE. No, è rivolta ai colleghi, che non le stanno consentendo di svolgere il suo intervento con il dovuto silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ne approfitto per dirvi che, se avete l'esigenza di parlare tra di voi, è meglio che lo facciate fuori, perché, altrimenti, non è possibile seguire l'intervento. Prego, collega.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Il Governo continua, infatti, a incoraggiare l'infedeltà fiscale, con un danno per i contribuenti onesti e per lo Stato. Noi crediamo, invece, che la pace fiscale vada fatta con i contribuenti onesti che pagano le tasse, con i lavoratori dipendenti, con i pensionati. A loro serve un fisco semplice e amico. Il Governo, invece, ha incredibilmente inventato l'evasione per necessità, una cosa che, sinceramente, in un Paese non può essere normale.

Le dodici sanatorie della legge di bilancio, evidentemente, non sono bastate e, quindi, è necessario fare altri regali a chi non paga le tasse, totalmente slegati da qualsiasi verifica di sussistenza di difficoltà economica.

Sarebbe curioso capire cosa intende il Vice Ministro Leo quando dice “non faremo sconti agli evasori”. A noi il messaggio non è per niente chiaro.

In sanità non va di certo meglio. In sanità avete venduto questo provvedimento come il primo passo di una grande riforma: si tratta, invece, semplicemente di un'operazione di maquillage. Mi chiedo quali effetti concreti sulla vita delle persone siano in grado di dispiegare queste misure e se il Governo crede davvero…

PRESIDENTE. Colleghi, dovete liberare i banchi del Governo. È la terza volta che lo dico, speriamo sia quella buona. Prego, collega, prosegua. Vi pregherei di farle concludere l'intervento. Prego, collega Malavasi.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). …se il Governo crede davvero che queste misure possano influire sull'efficienza del sistema e sulla qualità dell'assistenza in una condizione in cui la stessa sopravvivenza del sistema sanitario è messa a dura prova. Sappiamo bene come nel DEF ci siano segnali di definanziamento della sanità e, a partire dal 2025, il rapporto spesa sanitaria-PIL si assesterà al 6,2 per cento, percentuale inferiore ai livelli pre-pandemia, che le stesse regioni giudicano insostenibile ed insufficiente. Lo stesso DEF, infatti, certifica l'assenza di un cambio di rotta, ignorando lo stato di salute precario del nostro Servizio sanitario nazionale, i cui principi di universalità, uguaglianza, equità sono minati da criticità che compromettono il diritto costituzionale alla tutela della salute. Interminabili liste di attesa costringono a rivolgersi al privato e impoveriscono le famiglie, che rinunciano alle cure, crescono le disuguaglianze regionali e locali nell'offerta dei servizi e determinano migrazione sanitaria, inaccessibilità alle innovazioni, sino alla riduzione dell'aspettativa di vita. E questo quadro - la cosa ci preoccupa moltissimo - rischierà di aggravarsi con il progetto “spacca-Italia” del Governo, che mira a disgregare il Paese, impoverendo sempre di più chi è in difficoltà. Altro che coesione nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Crediamo che sia positivo l'incentivo sulle indennità degli operatori del pronto soccorso, ma, anche qui, non abbiamo trovato le risorse; non avete trovato le risorse per coprire tutto il 2023. Niente risorse extracontrattuali per i contratti nazionali - qui gli incentivi previsti sono un terzo del tasso inflattivo -, niente fiscalità di vantaggio concessa ai privati. Insomma, è un decreto monco, lo diciamo con chiarezza, per quanto contenga risposte ad alcune richieste delle organizzazioni sindacali, come la procedibilità d'ufficio per chi aggredisce gli operatori, che condividiamo, fallisce l'obiettivo di sollevare un Servizio sanitario nazionale in ginocchio, di arrestare la fuga di medici, dirigenti sanitari, veterinari delusi e sconfitti dal Servizio sanitario nazionale senza mettere nessuna misura strutturale. Tanto, ormai, abbiamo visto che diventa legittimo il ricorso ai medici a gettone, che viene addirittura, con questo decreto, allargato ad altri settori, ben oltre a quello dell'emergenza-urgenza.

La crisi della sanità pubblica richiede interventi congrui e spendibili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), risorse per i rinnovi contrattuali, misure strutturali, tra cui l'eliminazione del tetto di spesa per il personale, fermo ormai da 15 anni e non, certamente, interventi cosmetici che a nulla servono. Il tempo è scaduto, è ora che questo Governo prenda in mano le vere questioni del nostro Paese: la tenuta della sanità pubblica, l'attuazione dei progetti finanziati dal PNRR…

PRESIDENTE. Colleghi, i banchi del Governo… per la quarta volta! Deputato Messina…

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). …la valorizzazione del personale sanitario…

PRESIDENTE. Scusi, collega. Colleghi, i banchi del Governo… collega Messina, i banchi del Governo. L'ho detto quattro volte, non so più come fare. Prego, collega Malavasi.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Ripeto dall'inizio del periodo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti)

PRESIDENTE. Faccia lei, ha ancora un minuto e mezzo…

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Sono stata interrotta tantissime volte…

PRESIDENTE. Certamente l'ho interrotta, mi dispiace, ma non avevo altro mezzo per risolvere il problema. Prego, collega.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Crediamo che il tempo sia scaduto, è ora che questo Governo prenda in mano le vere questioni del nostro Paese: la tenuta della sanità pubblica, l'attuazione dei progetti finanziati con il PNRR, la valorizzazione del personale sanitario, senza dimenticare i ricercatori precari - abbiamo apprezzato l'essere addivenuti a una condivisione su questo fronte -, la lotta all'evasione fiscale, smettendola di strizzare gli occhi ai no-vax, agli evasori fiscali, alla sanità privata, della quale riconosciamo la qualità del servizio, ma che, però, non tutti si possono permettere.

Cara Presidente, vado alle conclusioni. Per noi queste politiche non vanno bene, lo diciamo con chiarezza: vanno aiutati i cittadini onesti, senza tasse piatte, ma con una fiscalità progressiva, senza premiare gli evasori, andando, ancora una volta, a togliere risorse alla fiscalità generale, con un ammanco economico nelle casse dello Stato che penalizza i servizi pubblici fondamentali per ogni cittadino dalla scuola pubblica fino alla sanità pubblica, È infatti qui che si creano le nostre comunità. È qui che si contrastano le disuguaglianze. Ed è per questo motivo che continueremo a batterci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Colosimo. Ne ha facoltà.

CHIARA COLOSIMO (FDI). Grazie, Presidente, per annunciare il voto favorevole, convintamente favorevole, di Fratelli d'Italia e depositare l'intervento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È autorizzata. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1060-A/R​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1060-A/R​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1060-A/R:

“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, recante misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Annunzio di questioni pregiudiziali.

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le questioni pregiudiziali Bonafe' ed altri n. 1 e Alfonso Colucci ed altri n. 2 riferite al disegno di legge n. 1151, di conversione del decreto-legge n. 51 del 2023 recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame e la votazione di tali questioni pregiudiziali saranno iscritte quale primo argomento della parte pomeridiana della seduta di martedì 23 maggio, alle ore 14.

Avverto infine che, nell'Allegato A al resoconto della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per la discussione generale della proposta di legge n. 115 ed abbinate recante delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Ieri ho fatto un altro intervento, ricordando che trent'anni fa veniva ucciso un giovane, Maurizio Estate, per avere sventato un furto di un Rolex. Oggi, purtroppo, ricorre l'anniversario dell'uccisione di un altro ragazzo. Si chiamava Gianluca Coppola; è stato ucciso a Casoria, sotto casa sua. La persona che l'ha ucciso sembra averlo fatto per uno sgarbo: gli aveva fatto uno sgarbo, è andato sotto casa sua e l'ha ammazzato. Tutte queste persone non vengono mai ricordate, purtroppo, nelle fiction e nelle trasmissioni televisive e non vengono commemorate. Ebbene, io credo che il nostro dovere di parlamentari sia cominciare a ricordare, ogni sacrosanta volta che ci sono le ricorrenze, tutti questi giovani uccisi e ammazzati per futili motivi, spesso anche dalla camorra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo, in quest'Aula, perché vorrei informare la Presidenza di un fatto, secondo me, abbastanza grave, accaduto ieri in Commissione affari costituzionali, dove si stavano discutendo e votando i subemendamenti alla proposta di legge per l'esercizio del diritto di voto delle persone fuori sede. Si stava discutendo sull'ordine dei lavori, quando, a un certo punto, il presidente annuncia di passare immediatamente al voto… Presidente, mi scusi, avrei bisogno… Siccome mi rivolgo alla Presidenza…

PRESIDENTE. Stavo leggendo il verbale della seduta cui lei si riferisce, pensi un po'. Prego.

EMMA PAVANELLI (M5S). Ok, va bene. Grazie, Presidente. Allora, vorrei far presente alla Presidenza che, in quella occasione, il presidente ha dato del bugiardo al collega Alfonso Colucci: testuali parole del resoconto della Commissione di ieri, 17 maggio, ore 17,40, dove il presidente dice all'onorevole Alfonso Colucci che sta dichiarando il falso.

Allora, vorrei sapere dalla Presidenza, magari, poi ne potrà parlare con il Presidente della Camera, se questo modo di parlare e queste azioni durante una seduta di Commissione siano corretti. Credo che ci sia veramente bisogno di rimettere ordine nelle presidenze delle Commissioni e di ricordare - e l'ho fatto in quella sede - che i presidenti delle Commissioni sono i presidenti di tutti i deputati, e non solo della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, collega, mi scuso ancora, ma, davvero, stavo leggendo il resoconto, per capire di cosa stava parlando. Ovviamente, riferirò al Presidente quanto da lei osservato.

Ha chiesto di parlare la deputata Zurzolo. Ne ha facoltà.

IMMACOLATA ZURZOLO (FDI). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, il ciclismo si è confermato, anche oggi, un grande fattore di promozione territoriale e di attivazione di comunità. Il Piemonte, terra di Coppi, ma anche di Valletti e di tanti altri campioni che hanno scritto pagine luminose di questo sport, che insegna il valore della fatica, ha avuto oggi, dal Giro d'Italia, l'opportunità di mostrare la ricchezza paesaggistica e sociale di una sua porzione meno nota al grande pubblico. L'odierna tappa Bra-Rivoli ha toccato punti di interesse forse non ancora sufficientemente inseriti nei flussi turistici rilevanti, ma sicuramente già apprezzati da chi cerca esperienze turistico-culturali lente e immersive, all'insegna della natura e della cultura.

In particolare, ancora una volta, dal passaggio della carovana in rosa è stato illuminato il monumento, simbolo della regione Piemonte, la Sacra di San Michele; quest'abbazia benedettina è un autentico segno dell'identità europea, in origine e negli ultimi due secoli retta dai padri Rosminiani, un autentico bene faro per le valli Sangone e Susa e per l'intera area metropolitana torinese, che merita di essere sempre più valorizzata, sapendo fare sistema e rivolgendosi anche a meritate attenzioni nazionali, per il suo significato identitario, oltre che per la sua indubbia bellezza.

Al Giro e alla sua organizzazione va riconosciuto il merito di saper unire la Nazione in un percorso che è anche racconto quotidiano del suo essere mosaico di bellezza, un mosaico che ha tasselli preziosi nei territori che la tappa di oggi ha unito e che devono essere supportati nella loro capacità di connessione, territori che sono aree interne, di confini, ma mai marginali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 22 maggio 2023 - Ore 10,30:

1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

MADIA ed altri: Delega al Governo in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura. (C. 115-A​)

e delle abbinate proposte di legge: MAGI e DELLA VEDOVA; GRIPPO e PASTORELLA; ZANELLA ed altri; PAVANELLI. (C. 88​-424​-769​-907​)

Relatore: IEZZI.

2. Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:

MOLINARI ed altri; BIGNAMI ed altri; FARAONE ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2. (C. 384​-446​-459-A​)

Relatrice: BUONGUERRIERI.

3. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

MULÈ e CAVANDOLI: Disposizioni concernenti la definizione di un programma diagnostico per l'individuazione del diabete di tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica. (C. 622-A​)

Relatrice: PATRIARCA.

4. Discussione sulle linee generali della mozione Foti ed altri n. 1-00102 concernente iniziative di competenza in relazione alla mancata estradizione di alcuni terroristi dalla Francia .

5. Discussione sulle linee generali delle mozioni Lazzarini ed altri n. 1-00099 e Di Lauro ed altri n. 1-00137 in materia di fibrosi cistica .

La seduta termina alle 20,10.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ILARIA CAVO, VITO DE PALMA, LAURA CAVANDOLI E CHIARA COLOSIMO (A.C. 1060​ A/R)

ILARIA CAVO. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1061​ A/R). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori del governo. Mentre le tensioni internazionali non si riducono, alla ricerca di una pace giusta che non passi dall'occupazione di una nazione sovrana, e la transizione ecologica deve ancora fare i conti con la sostenibilità sociale e con la neutralità tecnologica, a sostenere il peso dei rincari sono famiglie e imprese. Ed è proprio per alleviare questo aggravio che il governo interviene nuovamente proprio principalmente a favore di famiglie e imprese.

Non è il primo intervento in questo senso. Sin dall'inizio del suo mandato questo esecutivo ha agito su più livelli per fronteggiare la crisi energetica (e agevolare la decarbonizzazione), bisogna darne atto. Ma non è l'unico campo dove l'esigenza di un intervento è urgente. La crisi sanitaria dovuta alla diffusione del covid-19 ha fatto emergere in maniera ancora più evidente le difficoltà del Servizio sanitario nazionale. Possiamo dirlo a ragion veduta, oggi che finalmente l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato conclusa la pandemia, quanto fatto da medici, infermieri e operatori durante gli anni dell'emergenza è quanto mai straordinario e non finiremo mai di ringraziarli. Ma ci sono gap da colmare, ci sono risposte da dare.

In particolare questo provvedimento complesso e articolato si pone tre obiettivi principali:

l'introduzione di misure di sostegno in favore delle imprese e delle famiglie per l'acquisto di energia elettrica e gas;

l'introduzione di misure per far fronte alla carenza di personale medico presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del Servizio sanitario nazionale;

l'introduzione di disposizioni volte a consentire agli uffici competenti di gestire le pratiche derivanti dalle norme in materia fiscale introdotte con la legge di bilancio 2023;

Mi concentrerò maggiormente sul primo ambito di intervento, e nel farlo voglio sottolineare ancora una volta come il governo non si sia abbandonato a logiche di incentivi a pioggia ma abbia avuto sempre chiaro che le risorse vanno focalizzate, che la giustizia sociale passa dall'individuazione delle fasce di popolazione più fragili e dall'elaborazione di aiuti ad esse indirizzati. Non avranno il clamore ed il potere mediatico delle misure generalizzate, quel populismo affrettato da campagna elettorale molto apprezzato da alcune forze di opposizione, ma hanno la concretezza e l'efficacia di misure di un governo giusto e attento ai problemi reali del Paese. Anche quando si parla di tessuto economico, sgombriamo subito il campo da quegli interventi tanto facili da comunicare quanto forieri di distorsioni del mercato e truffe ai danni del bilancio dello Stato e dei cittadini onesti. Qui si guarda alle aziende che subiscono un aggravio insostenibile a causa di produzioni altamente energivore e gasivore, si guarda a filiere che altrimenti sarebbero spazzate via dalla crisi attuale, si guarda allo stesso tempo allo sviluppo di tutti quei meccanismi di efficientamento dei consumi utili al complesso del sistema, alla riduzione della bolletta energetica nazionale, alla tenuta del sistema di approvvigionamento. Non ci sono paroloni come super bonus o redditi garantiti universalmente a fronte di nulla. Ci sono interventi chirurgici, c'è un utilizzo razionale, economico, nel senso più alto del termine, e giusto da un punto di vista sociale, delle risorse a disposizione. Qui si fa politica e non propaganda, qui si disegna una nazione mentre la si governa.

E veniamo al dettaglio delle misure:

Innanzitutto si riconoscono, per il secondo trimestre 2023, agevolazioni sulle tariffe per la fornitura di energia elettrica alle famiglie economicamente svantaggiate o in gravi condizioni di salute. Inoltre, per i nuclei familiari con almeno quattro figli a carico si alza a 30.000 euro il limite ISEE per accedere alle agevolazioni. Viene prorogata la riduzione dell'aliquota IVA al 5 per cento (in deroga all'aliquota del 10 o 22 per cento prevista a seconda dei casi dalla normativa vigente) alle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali per i consumi stimati o effettivi dei mesi di aprile, maggio e giugno 2023. Inoltre si prevede la riduzione al 5 per cento dell'aliquota IVA anche per le forniture di servizi di teleriscaldamento oltre che per le somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto di servizio energia. Inoltre si prevedono risorse pari a ben 1000 milioni di euro per l'erogazione di un contributo nei mesi da ottobre a dicembre del 2023, a parziale compensazione delle spese sostenute dalle famiglie per le spese di riscaldamento. Una misura di rilievo e di impatto.

Sono poi prolungati alcuni dei crediti di imposta già concessi alle imprese nel 2022.

Si tratta in particolare del credito d'imposta per le imprese energivore, concesso nella misura del 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel mese di secondo trimestre 2023; per le imprese diverse dalle energivore, ma con contatori pari o superiori a 4,5 kW, viene attribuito un credito d'imposta del 10% della spesa sostenuta per l'acquisto della componente energetica, effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2023; per le imprese gasivore viene concesso in misura pari al 20% della spesa sostenuta per usi energetici diversi da quelli termoelettrici; infine è previsto un credito d'imposta per l'acquisto di gas naturale per imprese non gasivore, pari al 20 per cento della spesa sostenuta per usi diversi dal termoelettrico.

Sul fronte startup innovative viene previsto un contributo in forma di credito d'imposta fino a 200.000 euro, per coprire il 20 per cento della spesa sostenuta in attività di ricerca e sviluppo indirizzate alla creazione di soluzioni innovative che mirino alla sostenibilità ambientale e alla riduzione dei consumi energetici.

Infine, per quanto riguarda il capitolo energia, si prevedono altri interventi in materi di contributo di solidarietà temporaneo, di produzione di energia per fonti rinnovabili agroforestali e fonti fotovoltaiche, e in materia di interventi finalizzati al risparmio energetico.

Per le imprese agricole, in particolare, viene prevista la possibilità di realizzare impianti fotovoltaici con finanziamenti a titolo gratuito, con copertura fino al 100 per cento, nel limite di 250.000 euro.

Sono interventi concreti i cui benefici sono tangibili seppure in un quadro di bilanci familiari gravati da un'inflazione generalizzata che riduce inevitabilmente il potere d'acquisto e contrae la domanda interna, con l'effetto di aggravare ulteriormente la situazione delle impese. Dare maggiore respiro al tessuto socioeconomico è dunque un dovere sociale e una leva fondamentale alla crescita economica e al sostegno di una ripresa che, contro ogni aspettativa, c'è. E' per questo che ci tengo a ricordare come questo provvedimento sia un tassello di una complessiva politica sociale ed economica del governo che passa attraverso l'essenziale riduzione del cuneo fiscale e delle aliquote fiscali.

Si poteva fare di più? Tutto è perfettibile, e proprio nell'ottica di un sapiente utilizzo delle risorse abbiamo inteso porre l'accento, come Noi Moderati, sull'impatto della crisi energetica in tema di sostenibilità economica di molte scuole paritarie, costrette a ribaltare sulle famiglie tali maggiori oneri. Si tratta di un tema che attiene alla libertà di scelta e al diritto all'istruzione che deve sempre essere garantito. In tal senso avevamo presentato due emendamenti per il sostegno degli istituti, utilizzando come parametro per la definizione delle risorse il numero di alunni. Non avendo ottenuto l'approvazione di queste proposte, abbiamo deciso di presentare un ordine del giorno per chiedere l'impegno del governo ad alleviare il peso dei rincari energetici sulle scuole paritarie.

In materia sanitaria il provvedimento agisce prima di tutto istituendo un fondo da ripartire tra le regioni e le province autonome, quale contributo statale al ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici relativo agli anni da 2015 a 2018. Si prevede anche che, ai fini dell'assolvimento dell'obbligo di ripiano, si possano richiedere finanziamenti assistiti dalla garanzia del Fondo già costituito presso il Mediocredito Centrale Spa (Fondo finalizzato ad assicurare una parziale assicurazione ai crediti concessi dagli istituti di credito a favore delle piccole e medie imprese).

Per quanto attiene la gestione del personale sanitario, sono introdotte più misure volte a sopperire alle carenze di organico, fra cui una nuova disciplina per gli affidamenti a terzi dei servizi medici ed infermieristici, esclusivamente in caso di necessità e urgenza e norme volte alla reinternalizzazione dei servizi sanitari, attraverso procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per l'assolvimento delle funzioni precedentemente esternalizzate. In tale ambito, si prevede la valorizzazione del personale impiegato in mansioni sanitarie e socio-sanitarie corrispondenti nelle attività dei servizi esternalizzati, che abbia garantito assistenza ai pazienti per almeno sei mesi di servizio e non si sia in precedenza dimesso, in costanza di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con il Servizio sanitario nazionale, alle dipendenze dello stesso.

Un aspetto importante affrontato dal decreto: garantire l'incolumità degli operatori sanitari, troppo spesso vittime di violenza - soprattutto se donne. Molto positiva dunque la costituzione di posti fissi di Polizia nelle strutture ospedaliere con reparti di emergenza e urgenza tenuto conto del livello di rischio e del bacino di utenza.: lo Stato deve garantire sicurezza ai cittadini e a chi lavora.

Per quanto concerne le misure in materia sanitaria, Noi moderati abbiamo presentato più proposte emendative, ribadite con ordini del giorno, volte a concentrare l'attenzione ai livelli di personale presente nelle zone disagiate. In particolare abbiamo chiesto di valutare l'istituzione di aziende sanitarie disagiate (per ragioni orografiche e demografiche, dove oggi, alle normali condizioni contrattuali, si fatica a trovare professionisti disposti a ricoprire incarichi. Tale identificazione può essere attuata mediante la valutazione di indicatori specifici quali: condizioni geomorfologiche del territorio (ampiezza della superficie, orografia, insularità); viabilità critica; inadeguatezza della rete di trasporto pubblico…per le quali valutare la previsione di risorse aggiuntive per incentivare la permanenza del personale e di prevedere proroghe ai contratti in essere fino alla copertura totale dei poti vacanti

Anche su questa tematica non siamo riusciti a raccogliere il consenso dei colleghi, ma non verrà meno il nostro impegno a dare voce ai territori svantaggiati.

In materia di adempimenti fiscali si prevede una serie di semplificazioni, in caso di accertamenti, rettifiche e liquidazioni, nell'ottica di rendere il fisco sempre meno ‘nemico' del contribuente, prevedendo riduzioni delle sanzioni e rateizzazioni dei versamenti.

Il provvedimento, oltre ai tre obiettivi principali già illustrati, contiene l'incremento di 44 milioni di euro per l'anno 2023 del Fondo per il finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali; istituisce per il 2023, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo per le vittime dell'amianto in favore dei lavoratori di società a partecipazione pubblica che hanno contratto patologie ad esso correlate durante l'attività lavorativa prestata presso cantieri navali con una dotazione di 20 milioni di euro a favore degli eredi in caso di decesso dei lavoratori. Inoltre si incrementa di 200.000 euro per l'anno 2023 il Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze nella gastronomia e dell'agroalimentare italiano e si istituisce nello stato di previsione del Ministero delle imprese e del made in Italy un Fondo con una dotazione di 2 milioni di euro per l'anno 2023, finalizzato a sostenere le imprese elettrivore localizzate nelle Regioni insulari e per le quali è istituito un tavolo di crisi nazionale presso il predetto Ministero.

Viene poi incrementato di 8 milioni di euro il Fondo Unico per lo Sport, con l'obiettivo di aiutare le associazioni e le società sportive dilettantistiche che gestiscono impianti natatori: non si possono non riscaldare le piscine.

A tutto quanto detto consegue che il sostegno esula dal rapporto di fiducia che pure rinnoviamo nei confronti di questo esecutivo, ma attiene ai contenuti stessi e alla ratio che sottostà a questo provvedimento. Questo è il valore aggiunto di un governo con una chiara definizione politica: al di là del costante e maturo dialogo che si tenta di instaurare con l'opposizione, la visione complessiva di un paese rinnovato la si riconosce in ogni singolo decreto, rappresentando ognuno un tassello fondamentale di un quadro molto più ampio.

È per questi motivi che a nome di Noi Moderati esprimo voto favorevole.

VITO DE PALMA (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1061​ A/R). Signor Presidente, Signor Sottosegretario, Onorevoli Colleghe, Onorevoli Colleghi. Siamo qui, oggi, per segnare un nuovo passo avanti lungo il cammino che questa maggioranza ha scelto di percorrere, con l'obiettivo di rilanciare presto e bene il Paese e di sostenere il suo sviluppo economico, sociale e culturale, avendo chiari i principali destinatari degli interventi previsti, che sono i cittadini, le famiglie, il mondo imprenditoriale e le loro priorità.

Con il decreto che oggi ci accingiamo a votare vengono infatti adottate e prorogate, in continuità con altri provvedimenti, misure a sostegno proprio delle famiglie e delle imprese, introducendo, tra le altre, disposizioni concrete per contrastare l'aumento dei prezzi dell'energia e del gas, norme per rilanciare il funzionamento del Servizio sanitario nazionale, nonché misure in materia di adempimenti fiscali.

Un provvedimento che impegna 5 miliardi di euro.

Il contesto internazionale in cui si inserisce l'azione politica della maggioranza è un contesto complesso, caratterizzato da una profonda crisi energetica.

Con l'invasione russa dell'Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, lo scenario politico è radicalmente cambiato: di questo cambiamento stiamo affrontando le rilevanti ripercussioni di natura economica, sociale e sul fronte dell'energia.

Manteniamo salda la nostra posizione a sostegno dell'Ucraina e, al contempo, il nostro impegno quotidiano, come maggioranza, è quello di mettere in atto tutte le necessarie e adeguate misure per consentire alle cittadine e ai cittadini italiani, così come alle imprese, di far fronte alle difficoltà.

Risponde a questo obiettivo l'adozione, nel decreto, di misure volte consolidare il bonus sociale destinato ai cittadini che presentano specifici requisiti di reddito e che si trovano in una condizione di disagio economico.

È stata ampliata la platea di famiglie numerose che possono accedere alla tariffa agevolata per la fornitura di energia elettrica intervenendo sulle soglie ISEE.

Molte altre sono le misure adottate a favore dei cittadini.

Misure alle quali si affiancano quelle a favore delle imprese che comprendono:

la proroga del riconoscimento di alcuni crediti d'imposta;

la rideterminazione della base imponibile ai fini del calcolo del contributo di solidarietà temporaneo nei confronti dei soggetti che producono, importano o vendono energia elettrica, gas naturale, o prodotti petroliferi;

l'introduzione di una deroga alla disciplina vigente sulla determinazione del reddito imponibile, correlato alla produzione di agroenergia per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2022.

Ma la crisi oggi in atto nel Paese si è inserita in un contesto generale già fortemente colpito, da vari fronti, dagli effetti della pandemia di cui ancora oggi affrontiamo le ricadute in termini non solo economici.

Il periodo pandemico ha messo in luce alcune criticità nel Paese, tra le quali certamente richiedono grande considerazione le debolezze del Sistema Sanitario nazionale, prima tra tutte le carenze di organico, in particolare nei reparti di emergenza e urgenza.

Per Forza Italia, garantire l'efficienza e l'efficacia del Servizio sanitario nazionale e tutelare in misura adeguata la salute dei cittadini rappresenta un obiettivo primario e fondamentale.

Ma non ci sfugge che per raggiungere questo obiettivo è necessario tenere ben presente, contestualmente, che queste esigenze debbano essere contemperate con la loro sostenibilità da parte degli attori che, a vario titolo, interagiscono con il Sistema sanitario. Il decreto-legge contiene anche misure volte ad assicurare maggiore copertura per i rischi connessi all'attività del personale medico oltre che volte a potenziare i servizi di vigilanza attraverso le forze dell'ordine per quanto concerne gli addetti ai servizi sanitari di prossimità quali i pronto soccorso e i punti di pronto intervento.

Nello specifico, il provvedimento ha affrontato il nodo del superamento dei tetti di spesa da parte delle Regioni - il cosiddetto payback sui dispositivi medici - in merito al quale si istituisce un fondo che contribuisce a ripianare nella misura del 52 per cento quanto dovuto dalle aziende per gli anni dal 2015 al 2019. Auspichiamo, a tal fine, l'individuazione di una nuova modalità di controllo dei tetti di spesa che porti al superamento definito di tale meccanismo.

Molto si sta cercando di fare in termini di funzionamento della Sanità che presenta oggi liste d'attesa troppo lunghe, scarsità di medici e di infermieri.

Anche nei giorni scorsi si sono palesate le criticità esistenti in merito alle condizioni di lavoro degli operatori della sanità. La fuga dei medici italiani dal Servizio sanitario nazionale sta assumendo la dimensione di una ferita aperta che non riesce a rimarginarsi.

Le stime riportano che solo nel 2022 sarebbero stati 3.000 i medici dimissionari in età non pensionabile.

A questi si aggiungono i giovani medici che non sembrano interessati ad entrare nel sistema sanitario pubblico. Molti scelgono di andare all'estero anche per conseguire la specializzazione: perdiamo talenti, si disperde un patrimonio di conoscenze, competenze, di energie – e purtroppo non soltanto in questo campo – che depaupera l'intero sistema Paese, ne indebolisce il futuro.

Su questo fenomeno Forza Italia ritiene priorità assoluta la necessità di un nostro preciso e definito intervento.

Questo decreto rivolge molta attenzione al problema della carenza di personale nelle strutture sanitarie e cerca di individuare soluzioni nel breve periodo che possano costituire la base sulla quale costruire una maggiore efficienza della Sanità italiana.

Questo decreto interviene inoltre per la definizione con modalità agevolative per avvisi di accertamento, avvisi di rettifica e di liquidazione e atti di recupero non impugnati e ancora impugnabili al 1° gennaio 2023, con riduzione delle sanzioni

Viene disposta la conciliazione agevolata anche per le controversie tributarie pendenti al 15 febbraio 2023 in cui è parte l'Agenzia delle entrate e vengono modificati alcuni termini degli istituti deflattivi del contenzioso e di definizione agevolata della pretesa tributaria disciplinati dalla legge di bilancio 2023.

Altre misure sono previste per agevolare il rapporto tra Fisco e contribuente, nello spirito della nostra Proposta di Riforma Fiscale, con l'obiettivo prioritario di aiutare le famiglie e le imprese, riducendo la pressione fiscale, semplificando gli adempimenti e con lo scopo prioritario di arrivare a un ‘Fisco Amico' che dialoghi con il contribuente.

A proposito di misure fiscali segnalo il pronto intervento da parte del Consiglio dei ministri che nella pre-riunione di oggi e quindi nel prossimo Consiglio dei ministri di martedì appronterà misure fiscali, e non, di emergenza pari a circa 30 milioni di euro per le popolazioni alluvionate della Romagna a cui esprimo la mia solidarietà e vicinanza per il nefasto evento che li ha colpiti.

Signor Presidente, Onorevoli Colleghe e Colleghi, nel corso dell'esame in commissione, le deputate ed i deputati di Forza Italia hanno voluto, in maniera responsabile, contribuire a migliorare e valorizzare il provvedimento. E su questo punto mi corre l'obbligo di ringraziare i Presidenti Cappellacci e Osnato.

Con un emendamento presentato da Forza Italia e da altri gruppi è stata introdotta la possibilità di garanzia diretta dell'Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) per finanziamenti a micro, piccole e medie imprese agricole e della pesca che intendono investire per il raggiungimento dell'autosufficienza energetica e per la riduzione dei costi di approvvigionamento energetico, mediante la realizzazione di impianti per la produzione di energie rinnovabili.

Con un'altra nostra proposta emendativa, per 8 milioni di euro, inoltre, abbiamo voluto destinare risorse aggiuntive alle associazioni e alle società sportive dilettantistiche, consapevoli della fondamentale rilevanza che assume l'attività sportiva ai fini del benessere psicofisico delle persone. Cittadini più sani, ma soprattutto più consapevoli dell'importanza di prendersi cura della propria salute e del proprio benessere.

Sotto altro profilo, mi preme citare l'approvazione di un mio emendamento con il quale è stato introdotto l'articolo 7-quinquies che stanzia una somma di 3 milioni di euro per l'anno 2023 per assicurare l'operatività della fondazione «Istituto di Ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile» con sede a Taranto.

Un hub italiano con proiezione internazionale sullo sviluppo sostenibile, quale asset strategico dell'innovazione, che rafforzerà le capacità di ricerca di base, industriale e di sviluppo sperimentale presenti sul territorio. Un'altra misura contenuta nel decreto prevede la messa a disposizione di circa 9 milioni di euro per i piccoli comuni

Non vogliamo raccontare falsità agli italiani.

L'azione politica di Forza Italia come ci ha sempre indicato il Presidente Berlusconi (a cui auguriamo con profondo affetto una pronta guarigione) è sempre stato determinato e determinante!

Vogliamo agire dando risposte concrete ai bisogni dei cittadini e del Paese.

Nel farlo è necessario impiegare le risorse secondo una visione e una strategia che permetta alle stesse di costituire investimenti rivolti al futuro, alla crescita, allo sviluppo, al progresso dell'Italia.

Per tutto questo dichiaro il voto favorevole del gruppo Forza Italia. Grazie.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1061​ A/R). Grazie Presidente, Colleghi. Sul provvedimento di conversione in legge del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, recante misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali, il c.d. decreto Bollette, si è parlato molto ma si è detto poco.

Sulla stampa di oggi abbiamo letto di tutto: accuse di incapacità verso il Governo, di presunti contrasti all'interno della maggioranza (ormai quotidiani per buona parte della stampa), addirittura di rilievi formali del Quirinale, prontamente smentiti, sui più vari ambiti…

Non si è però mai detto quello che c'è in questo decreto: i 6 miliardi investiti dal governo per aiutare le famiglie e le imprese contro il “caro energia”, la reinternalizzazione dei servizi medico sanitari all'interno delle strutture ospedaliere, fondi per il potenziamento del movimento sportivo, semplificazione e incentivi per l'installazione di impianti fotovoltaici, crediti di imposta per start up innovative nell'ambito ambientale, del risparmio energetico, il dimezzamento del quantum dovuto dalle imprese per il payback per i dispositivi medici con possibilità di dedurre la relativa IVA.

E invece ha fatto notizia il ritorno in commissione per alcune correzioni richieste dalla Ragioneria dello Stato e formalizzate dalla Commissione Bilancio.

Si attacca la maggioranza e il Governo, dimenticandosi l'articolo 81 della costituzione che impone scelte non solo impopolari ma a volte anche dolorose su temi come la stabilizzazione del personale della ricerca sanitaria degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico pubblici e degli Istituti zooprofilattici sperimentali, da sempre portata avanti dal Gruppo Lega.

E così per le altre norme che sono state espunte ieri durante la seduta delle commissioni congiunte VI e XII in nome di quel giudizio di conformità di materia e di unitarietà dei contenuti rispetto all'oggetto del decreto da convertire.

Tutto assolutamente nel rispetto del dettato costituzionale e della prassi parlamentare.

Forse non si vuole evidenziare il fatto che si stanno aiutando – anche in questo secondo trimestre 2023 - le famiglie impegnate a fare quadrare i bilanci di casa: infatti è stata ampliata la platea dei beneficiari dei bonus sociali per gas e energia a favore di nuclei familiari in condizioni di disagio economico o fisico, aumentando il parametro Isee a 15.000 euro ed a 30.000 euro per le famiglie numerose, e per queste il bonus è garantito almeno fino al 31 dicembre. nelle bollette sono state confermate le misure di mitigazione e cancellazione degli oneri generali di sistema per le forniture di energia elettrica e di gas.

E ancora, viene confermata fino al 30 giugno 2023, l'iva ridotta al 5 per cento per il gas metano e per i servizi per il teleriscaldamento che - lo ricordo - fino a dicembre erano esclusi da qualsiasi riduzione di imposta che gravava per il 22 per cento sugli utenti, nonostante la maggiore sostenibilità ambientale…

Sempre per sostenere le famiglie, per quelle escluse dai bonus sociali, è stata prevista la possibilità di un contributo straordinario per le future spese di riscaldamento nei mesi da ottobre a dicembre del 2023: il governo ha già da ora stanziato per questa emergenza ben 1 miliardo di euro.

Per le imprese, nel secondo trimestre viene confermato – seppure ridotto - il credito di imposta per contrastare l'aumento dei costi dell'energia elettrica e del gas in capo alle imprese: il 20 per cento per le imprese energivore, il 10 per cento per imprese dotate di contatori di energia elettrica di specifica potenza disponibile, pari o superiore a 4,5 kW, diverse dalle energivore.

Per le imprese gasivore 20 per cento per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici

Viene poi espressamente permesso il cumulo tra agevolazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e contributi regionali (o delle province autonome di Trento e Bolzano) nel limite ovviamente del 100 per cento della spesa ammissibile all'agevolazione o al contributo: previsione ampliata grazie a un emendamento della Lega a tutti gli incentivi pubblici.

Vanno citati anche:

- L'incremento di 10 milioni di euro per il 2003 del Fondo unico per lo sport con destinazione di almeno 8 milioni a fondo perduto in favore di associazioni e società sportive dilettantistiche che gestiscono in esclusiva impianti natatori e piscine e che hanno subito i rincari dei costi dell'energia;

- la garanzia diretta dell'ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo alimentare) per i finanziamenti a micro, piccole e medie imprese agricole e della pesca finalizzati alla "realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile". i finanziamenti sono concessi "a titolo gratuito e con copertura fino al 100 per cento del valore del finanziamento e comunque nei limiti di 250.000 euro”;

- la semplificazione fino al 30 giugno 2024 delle procedure per la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici, consentendone l'installazione anche sulle coperture delle strutture turistiche o termali, a condizione che nei centri storici e nelle zone a tutela paesaggistica non siano visibili dall'esterno;

- il contributo sotto forma di credito d'imposta a favore delle startup innovative fino ad un importo massimo di 200.000 euro, e in misura non superiore al 20 per cento della spesa sostenuta, per le attività di ricerca e sviluppo volta alla creazione di soluzioni innovative e la realizzazione di strumentazioni e servizi tecnologici avanzati per la sostenibilità ambientale e la riduzione dei consumi energetici;

- un contributo di 3 milioni di euro per il Tecnopolo Mediterraneo di Taranto per lo sviluppo sostenibile.

Abbiamo sentito criticare anche le norme fiscali contenute in questo decreto.

Eppure è evidente che servono per andare incontro a chi non riesce a pagare ma anche per il magazzino non riscosso in pancia allo Stato.

Attualmente il magazzino dei crediti fiscali non riscossi ammonta a 1.153 miliardi di euro, e di questi solo 115 miliardi (il 10 per cento) possono essere riscossi, secondo i dati dell'Agenzia delle entrate.

Inoltre, a completezza, ben 370 miliardi di euro sono l'importo degli sgravi per indebiti pagamenti all'agente di riscossione o agli altri enti impositori.

Quindi lo Stato può riscuotere al massimo 115 miliardi ma deve restituirne 370 ai contribuenti…

Credo che questi numeri facciano impallidire chiunque e infatti in commissione finanze stiamo lavorando al DDL di riforma del fisco nel senso della semplificazione, sburocratizzazione, della compliance e anche della riscossione…

In materia fiscale abbiamo prorogato e potenziato le misure di legge bilancio per definire con modalità agevolate gli avvisi di accertamento, gli avvisi di rettifica e di liquidazione e gli atti di recupero non impugnati e ancora impugnabili al 1° gennaio 2023, ma divenuti definitivi per mancata impugnazione nel periodo compreso tra il 2 gennaio ed il 15 febbraio 2023.

È anche prevista la possibilità per gli enti locali, nei casi di riscossione diretta o di affidamento agli agenti della riscossione, di applicare gli istituti disciplinati dalla legge bilancio 2023 (ovvero stralcio debiti e rottamazione-quater).

Sono state previste proroghe e modifiche per la regolarizzazione degli omessi o carenti versamenti di importi rateali, il ravvedimento speciale egli istituti deflattivi del contenzioso tributario già previsti dalla legge di bilancio 2023,

In ambito sanitario si è provato a mettere rimedio alle criticità connesse al vigente quadro normativo in materia di ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici il così detto payback introdotto dal Governo Gentiloni 7 anni fa investendo oltre 1 miliardo di euro per sostenere i bilanci regionali e dimezzando il quantum dovuto da parte delle imprese fornitrici.

In materia di personale sanitario il decreto legge prevede di re-internalizzare i servizi sanitari, con conseguenze assunzione di personale medico-sanitario: un grande obiettivo per dare una stabile organizzazione negli ospedali.

In commissione siamo intervenuti per mitigare l'impatto di una interruzione che altrimenti si rivelerebbe troppo brusca per i servizi sanitari esternalizzati, senza limitarci ai soli servizi di emergenza e pronto soccorso, proprio per evitare di creare ulteriori problematiche nelle realtà sanitarie così diversificate sul territorio nazionale.

Per permettere una continuità nel servizio, viene comunque prevista una riserva per il personale attualmente in servizio in modo da consentire una transizione più semplice nel passaggio all'internalizzazione.

Anche in questo provvedimento, viene confermata la possibilità per i medici laureati o specializzati all'estero di essere reclutati negli ospedali italiani in deroga alla lunga procedura di riconoscimento del titolo e si dà rilievo ai medici specializzandi per poter essere impiegati nelle corsie per 8 ore settimanali e per permettere la loro collaborazione volontaria e occasionale con gli enti e le associazioni che, senza scopo di lucro, svolgono attività di raccolta di sangue ed emocomponenti.

Non mi piace ripetere quanto già detto anche da altri, ma la carenza di medici e il ricorso – costretto - all'esternalizzazione di alcuni servizi medici nei reparti ospedalieri è dovuto a una serie di tagli nella sanità pubblica, e a una totale carenza di programmazione e di considerazione del turn over in ambito sanitario.

Anche per questo si è voluto rendere più attraente per i medici e gli infermieri scegliere di lavorare nei servizi emergenza-urgenza: sono stati stanziati 170 milioni di euro per il solo anno 2023 per incrementare il trattamento retributivo del personale di pronto soccorso incrementando la tariffa oraria dell'indennità di pronto soccorso.

Ma soprattutto in commissione la maggioranza non è rimasta sorda alle istanze della cronaca nera in merito alle violenze nelle strutture sanitarie o peggio a danno di medici o personale sanitario

Presso le strutture ospedaliere pubbliche e convenzionate dotate di un servizio di emergenza urgenza possono essere costituiti posti fissi della polizia di Stato sulla base di una decisione del questore.

Annuncio quindi il voto favorevole del gruppo lega alla conversione in legge di questo decreto procedendo che dà supporto e risorse alle famiglie, alle imprese, che migliora i servizi pubblici e quelli sanitari, che semplifica e sburocratizza per rendere efficiente, più sicuro e vicino ai cittadini il fisco e la sanità.

CHIARA COLOSIMO. (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1061​ A/R). Il decreto-legge Bollette è l'istantanea della tempestività che è diventata la cifra distintiva del Governo Meloni. Un'istantanea che, come in tutti i provvedimenti in questi primi mesi, fotografa la priorità di governo, rispondere all'emergenza sempre più impellente del carovita. Nello specifico abbiamo scelto di sostenere famiglie ed imprese che hanno subito il peso della spesa energetica sui propri bilanci. Questo provvedimento conferma e rafforza gli aiuti già stanziati in legge di Bilancio. A dimostrazione di una visione. A dimostrazione di una strategia chiara e funzionale, accompagnata dalla vittoria sull'accordo del prezzo del gas in Europa. L'oltre 30 per cento risparmiato con il tetto europeo però non bastava a causa dell'aumento dell'inflazione e quindi tempestivamente siamo intervenuti. Intervenuti per ridurre l'IVA sul gas al 5 per cento. La proroga del bonus sociale per le famiglie in difficoltà, la riduzione degli oneri di sistema per il gas, il contributo per i consumatori che si tengono sotto i 5.000 metri cubi solo per il mese passato di aprile, ma anche un contributo di compensazione delle spese di riscaldamento per tutti i cittadini indipendentemente dal reddito. Il sostegno va anche alle imprese che hanno visto aumentare il costo delle bollette di almeno il 30 per cento rispetto al primo trimestre del 2019.

Ora colleghi, io mi avventuro in un campo difficile quello di spiegare una incontrovertibile verità, gli aiuti stanziati in bilancio ed ora in questo provvedimento in materia di caro energia, sommati all'esonero contributivo per l'assunzione a tempo indeterminato, o la sua trasformazione, di percettori di reddito di cittadinanza, giovani under 36 e donne già presenti in legge di Bilancio ed implementate nel famoso decreto-legge Lavoro hanno innescato una straordinaria iniezione di fiducia. E no, non è propaganda meloniana, è verità.

Verità certificata dalla Banca d'Italia, che ci dice che nei primi due mesi del 2023 sono più 100.000 i contratti a tempo indeterminato dato superiore di un terzo rispetto allo stesso periodo del 2019. Potrei continuare ricordando le testuali parole della Commissione europea: “Le previsioni per l'Italia vedono la crescita più alta fra le tre maggiori economie europee”. Non credo che questo basti a far ricredere gli strenui oppositori di questo provvedimento, ma basta ed avanza a Fratelli d'Italia per votarlo convintamente. Ma, forse perché scomodo, in pochi si soffermano sui plurali e necessari interventi che questo provvedimento inserisce in materia sanitaria. Un altro importante passo per risolvere le note criticità che abbiamo ereditato sul Servizio sanitario nazionale e gli enti ad esso collegati.

Payback , un primo intervento sul ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici attraverso un contributo statale di oltre un milione di euro per l'anno in corso e contestualmente, disponiamo che le aziende che non abbiano attivato un contenzioso o ci rinuncino siano tenute a versare il 48 per cento di quanto da loro effettivamente dovuto.

Inoltre è prevista una detrazione dell'IVA sui versamenti effettuati, sento dire che non basta, ci sta che lo dicano le aziende coinvolte ma proprio non posso accettarlo, non possiamo accettarlo da chi quel provvedimento lo ha varato nel 2016! Concretezza colleghi, la concretezza di chi come il Governo Meloni è costretto a misure emergenziali per ottemperare alle scellerate scelte precedenti. Affrontiamo poi in modo chiaro l'annosa questione della carenza di organico del personale sanitario, ponendo le basi per un definitivo superamento del problema. Lo facciamo intanto attraverso uno stanziamento aggiuntivo per il 2023 volto ad incrementare il trattamento retributivo del personale di pronto soccorso. Non bastano i ringraziamenti, a chi si occupa di emergenza va riconosciuta la dignità di chi salva vite in prima linea.

Ma anche varando un insieme di misure per consentire agli enti del Servizio sanitario di far fronte alla carenza di personale con nuove assunzioni e/o collaborazioni.

Introduciamo la possibilità di esercitare temporaneamente in Italia la professione anche per coloro che hanno conseguito la qualifica all'estero e permettiamo ai medici in formazione specialistica di assumere incarichi libero professionali. La mia memoria mi obbliga a ricordare all'Aula come sia iniziato il 2023, tutte le opposizioni hanno armato una becera battaglia sul taglio delle accise, chiedevano al Governo di investire 10 miliardi sul caro benzina. Non lo abbiamo fatto. Oggi il diesel va verso 1,50 euro e la benzina verso 1,70 euro. Quei soldi li abbiamo usati per il taglio del cuneo fiscale. Occupazione, PIL ed in generale la crescita dell'Italia dimostrano che avevamo ragione e se foste onesti dovreste chiedere scusa.

Sappiamo che non lo ammetterete, sappiamo che non vi scuserete ma sappiamo anche, che anche questa opposizione incomprensibile a questo decreto-legge sarà relegata in un angolo della memoria d'Italia come smentita.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 6 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 il deputato Mascaretti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 i deputati Baldelli e Frijia hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 il deputato Amich ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 14 la deputata Di Biase ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 la deputata Quartapelle Procopio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30 il deputato Rubano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 42 il deputato Mura ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 42 il deputato Rubano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 44 il deputato Cannizzaro ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1060-A/R - ODG N. 1 RIF. 282 279 3 140 279 0 62 Appr.
2 Nominale ODG 9/1060-A/R/9 290 226 64 114 61 165 60 Resp.
3 Nominale ODG 9/1060-A/R/10 RIF. 292 289 3 145 287 2 60 Appr.
4 Nominale ODG 9/1060-A/R/11 RIF. 294 292 2 147 292 0 60 Appr.
5 Nominale ODG 9/1060-A/R/14 292 289 3 145 124 165 60 Resp.
6 Nominale ODG 9/1060-A/R/20 289 288 1 145 121 167 60 Resp.
7 Nominale ODG 9/1060-A/R/21 RIF. 292 290 2 146 287 3 60 Appr.
8 Nominale ODG 9/1060-A/R/24 294 291 3 146 126 165 60 Resp.
9 Nominale ODG 9/1060-A/R/27 283 283 0 142 107 176 60 Resp.
10 Nominale ODG 9/1060-A/R/28 294 280 14 141 111 169 60 Resp.
11 Nominale ODG 9/1060-A/R/39 289 286 3 144 126 160 60 Resp.
12 Nominale ODG 9/1060-A/R/43 289 287 2 144 122 165 60 Resp.
13 Nominale ODG 9/1060-A/R/46 288 286 2 144 121 165 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1060-A/R/47 292 277 15 139 110 167 58 Resp.
15 Nominale ODG 9/1060-A/R/48 289 289 0 145 107 182 58 Resp.
16 Nominale ODG 9/1060-A/R/49 286 271 15 136 106 165 58 Resp.
17 Nominale ODG 9/1060-A/R/50 279 277 2 139 116 161 58 Resp.
18 Nominale ODG 9/1060-A/R/51 287 283 4 142 120 163 57 Resp.
19 Nominale ODG 9/1060-A/R/52 284 269 15 135 107 162 57 Resp.
20 Nominale ODG 9/1060-A/R/53 269 267 2 134 113 154 57 Resp.
21 Nominale ODG 9/1060-A/R/54 274 261 13 131 103 158 57 Resp.
22 Nominale ODG 9/1060-A/R/55 273 273 0 137 97 176 57 Resp.
23 Nominale ODG 9/1060-A/R/56 273 273 0 137 99 174 57 Resp.
24 Nominale ODG 9/1060-A/R/57 281 219 62 110 54 165 57 Resp.
25 Nominale ODG 9/1060-A/R/58 277 277 0 139 103 174 57 Resp.
26 Nominale ODG 9/1060-A/R/61 278 275 3 138 110 165 57 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1060-A/R/62 275 212 63 107 50 162 57 Resp.
28 Nominale ODG 9/1060-A/R/63 275 274 1 138 102 172 57 Resp.
29 Nominale ODG 9/1060-A/R/65 277 268 9 135 103 165 57 Resp.
30 Nominale ODG 9/1060-A/R/66 277 224 53 113 60 164 57 Resp.
31 Nominale ODG 9/1060-A/R/67 275 267 8 134 102 165 57 Resp.
32 Nominale ODG 9/1060-A/R/68 274 274 0 138 110 164 57 Resp.
33 Nominale ODG 9/1060-A/R/69 270 268 2 135 106 162 57 Resp.
34 Nominale ODG 9/1060-A/R/70 269 268 1 135 108 160 57 Resp.
35 Nominale ODG 9/1060-A/R/71 268 259 9 130 97 162 57 Resp.
36 Nominale ODG 9/1060-A/R/72 267 265 2 133 104 161 57 Resp.
37 Nominale ODG 9/1060-A/R/73 266 266 0 134 107 159 57 Resp.
38 Nominale ODG 9/1060-A/R/74 264 262 2 132 104 158 57 Resp.
39 Nominale ODG 9/1060-A/R/76 263 261 2 131 100 161 57 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 45)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1060-A/R/79 257 257 0 129 97 160 57 Resp.
41 Nominale ODG 9/1060-A/R/6 RIF. 257 255 2 128 250 5 57 Appr.
42 Nominale ODG 9/1060-A/R/25 RIF. 258 257 1 129 253 4 57 Appr.
43 Nominale ODG 9/1060-A/R/26 RIF. 259 257 2 129 256 1 57 Appr.
44 Nominale ODG 9/1060-A/R/45, 60, 80, 84 261 260 1 131 259 1 57 Appr.
45 Nominale DDL 1060-A/R - VOTO FINALE 235 229 6 115 158 71 55 Appr.