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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 90 di mercoledì 19 aprile 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ROBERTO GIACHETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 17 aprile 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'Interno. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti in ordine all'adozione del decreto interministeriale in materia di posizionamento e utilizzo degli autovelox - n. 3-00332)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Caroppo e altri n. 3-00332 (Vedi l'allegato A). Il deputato Caroppo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione, per un minuto.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Ministro. Garantire e promuovere la sicurezza stradale è una cosa sacrosanta. Rispettare i limiti di velocità è una cosa altrettanto sacrosanta. In pochi, però, sanno che l'Italia è il Paese che ha la normativa sulla circolazione stradale più severa nell'Unione europea. Peraltro, siamo il Paese che ha il numero maggiore di autovelox installati sul territorio - ne abbiamo il doppio della Germania, il triplo della Francia, addirittura 30 volte più dell'Olanda - e spesso questi dispositivi vengono utilizzati non per garantire la sicurezza, ma per far cassa rispetto a quelli che sono, invece, gli interessi dei cittadini. Per questo, nel 2010, il Governo Berlusconi si fece promotore e venne approvata dal Parlamento una legge che poneva dei limiti e delle regole a questa giungla, e poneva soprattutto un termine per l'approvazione di un decreto attuativo che mettesse ordine a questa materia. Da 13 anni, nonostante sia stata più volte sollecitata anche da Forza Italia, in particolare dal collega onorevole Baldelli, l'attuazione di questo decreto è rimasta lettera morta. Per questo, Ministro, le chiediamo che intenzione abbia il Governo, se intende procedere su questa strada e, soprattutto, se è intenzionato ad attuare immediatamente questo decreto.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio l'onorevole interrogante e ringrazio chi sta ascoltando in Aula e a casa. Proprio ieri, presso il Ministero che ho l'onore di guidare, si è tenuto un nuovo incontro sul tema sicurezza stradale con i colleghi, nonché amici, Piantedosi e Valditara, con i quali stiamo lavorando per un pacchetto organico di revisione di un codice della strada, che risale a più di 30 anni fa, compresi i dispositivi autovelox, photored e simili. In materia, il 25 ottobre dell'anno scorso si è tenuta una riunione tecnica della Conferenza Stato-città e autonomie locali per l'esame del provvedimento, del decreto interministeriale a cui lei faceva cenno. Attualmente, i tecnici del MiT, d'intesa con quelli del Ministero dell'Interno, stanno predisponendo gli adeguamenti conseguenti alle richieste dei comuni italiani, relative al principio dell'equivalenza tra l'approvazione e l'omologazione dei dispositivi di misurazione della velocità, anche attraverso un intervento modificativo dello stesso codice della strada. Quindi i lavori, dopo anni di interruzione, sono in corso proprio in queste settimane. Al riguardo, esprimo la mia condivisione sulla necessità di intervenire in modo definitivo sulle modalità di utilizzo e di collocazione degli autovelox, anche per evitarne i diffusi usi impropri, i quali, in talune circostanze, sono evidentemente fatti solo per fare cassa. E lo dico forte dell'impegno di ridurre il numero di 3.100 vittime sulla strada, che si è registrato l'anno scorso, che è una strage, un bollettino di guerra inaccettabile. Dobbiamo aiutare le amministrazioni locali ad avere bilanci più sani, senza pesare sulle tasche di automobilisti e motociclisti, con multe o autovelox spesso posizionati solo al fine di fare cassa e senza alcuna miglioria sul tema della sicurezza stradale. Segnalo, infine, che siamo al lavoro per una revisione integrale del codice della strada, aggiornando le norme attuali anche sulla mobilità a due ruote: penso alla fattispecie dei monopattini, che sono per molti un'opportunità, per tanti altri un problema.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Caroppo, per due minuti.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Ministro. Sono soddisfatto della sua risposta, perché condivide la nostra impostazione ed è assolutamente una notizia positiva, soprattutto per i cittadini, perché finalmente, con un Governo di centrodestra torniamo ad avere regole chiare e vicinanza anche a piccoli problemi e piccole esigenze quotidiane. In questi 13 anni, come dicevamo, attendevamo l'implementazione di questo decreto e qualcosa si muove e, quindi, siamo soddisfatti di questo. In questi anni, però, abbiamo ricevuto tante rassicurazioni: sono state date rassicurazioni ai parlamentari e ai cittadini. Nel riconoscere, Ministro, la sua concretezza e il suo pragmatismo, siamo convinti e sicuri che non faremo ridurre questa nostra conversazione di oggi ad una sterile attività parlamentare, ma daremo seguito effettivo, senza farci porre alcun veto da parte di nessuno, men che meno da parte degli enti locali. Per questo sarà cura nostra, da parte anche dei colleghi, seguire l'iter all'interno della Commissione trasporti. Sarebbe assolutamente una battaglia di civiltà e di giustizia. Colgo anche l'occasione per ringraziare lei e tutto il Governo di centrodestra, il Governo Meloni, per un altro atto importante che avete fatto nell'ultima manovra di bilancio, impedendo l'adeguamento Istat delle sanzioni al codice della strada. Anche questa è una piccola battaglia di civiltà che dimostra quanto lei e il Governo Meloni siate vicini alle piccole esigenze di tutti i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte a velocizzare la realizzazione delle infrastrutture strategiche in provincia di Brescia - n. 3-00333)

PRESIDENTE. La deputata Bordonali ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00333 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, infrastrutture moderne e connesse sono fondamentali per sviluppare una mobilità efficace ed efficiente di merci e persone e garantire così una crescita sostenibile del territorio. Lei lo sa bene, signor Ministro, perché sta sbloccando cantieri in tutta Italia. Per il territorio bresciano e il comparto produttivo bresciano ci sono alcune opere strategiche che ci stanno particolarmente a cuore, che lei conosce bene perché ha già visitato. Innanzitutto, il raccordo autostradale della Val Trompia, la cui realizzazione è attesa da decenni in uno dei territori più produttivi del Paese. Ma fondamentale è anche il completamento della galleria di Lonato, una delle opere più importanti della nuova tratta dell'alta velocità Brescia Est-Verona. In ultimo, ma non ultimo, un progetto fondamentale per la città di Brescia, ossia il prolungamento della metropolitana verso nord e verso est, progetto indispensabile per intercettare una parte delle decine di migliaia di auto in ingresso ogni giorno in città; progetto che contribuirà a migliorare, ovviamente, la qualità dell'aria. Quindi, signor Ministro, le chiediamo quali sono le azioni che lei ha messo in campo per velocizzare la realizzazione di queste opere.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie per le domande precise. Cercherò di essere altrettanto preciso.

Prolungamento della metropolitana di Brescia: opera di fondamentale importanza, a mio giudizio, per migliorare il servizio di mobilità locale. È giunto il momento di rilanciare il progetto originario, che prevede il prolungamento verso nord e verso est, per arrivare anche in provincia e decongestionare così il traffico cittadino. Per il settore del trasporto rapido di massa, nell'ultima legge di bilancio abbiamo stanziato dal Ministero 1 miliardo di euro sul Fondo investimenti e a maggio pubblicheremo il prossimo avviso per presentare istanze volte a realizzare opere infrastrutturali nel settore. Il comune di Brescia potrà, quindi, fra poche settimane, fare domanda per il finanziamento per il prolungamento della metropolitana.

Bretella della Val Trompia: vicenda improbabile e improponibile, a cui vediamo di porre una fine. Abbiamo già fatto non so quante riunioni al Ministero con imprese appaltatrici, parlamentari e amministrazioni locali. È in corso di finalizzazione un nuovo cronoprogramma a cura del commissario straordinario, con le procedure da attivare e le relative tempistiche per superare tutte le criticità riscontrate negli scorsi anni. E quindi l'obiettivo è di accelerare e chiudere con questa bretella.

La galleria di Lonato costituisce l'opera ingegneristica più importante dell'intera tratta ferroviaria Brescia Est-Verona. La prima canna è stata completata (sono stato personalmente sul posto) ed è già iniziato lo scavo della seconda canna. L'intera tratta Brescia Est-Verona sarà completata - è il nostro impegno - entro il 2026, in linea con gli obiettivi del PNRR.

Posso dirle, onorevole Bordonali, che, essendo Brescia una delle capitali del lavoro, su questi ed altri temi potremo parlare il prossimo 1° maggio, visto che, con gli altri colleghi Ministri della Lega, nella giornata della Festa del lavoro e dei lavoratori, saremo proprio nella sua città (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Bordonali ha facoltà di replicare, per due minuti.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Ministro. La sua risposta ci rassicura, ma non avevamo dubbi, perché, anche con l'ultima informazione che ci ha dato, sulla sua presenza con gli altri Ministri, in città, il 1° maggio, dimostra che il suo impegno per Brescia, come per il resto del territorio, non è mai venuto meno.

Per quanto riguarda l'autostrada della Valtrompia, la ringraziamo e sappiamo che la sua attenzione non è mai mancata. Siamo stati convocati al Ministero, da lei, per avere ulteriori informazioni sull'avanzamento dei lavori. Siamo certi che, con il suo intervento diretto con ANAS e con il nuovo cronoprogramma, finalmente si arriverà alla realizzazione e alla definizione di questo progetto, che, come lei ha ricordato, stiamo attendendo da decenni.

È un progetto atteso soprattutto da tutte quelle attività produttive che hanno scommesso sulla bretella autostradale della Valtrompia e hanno deciso di non delocalizzare le loro attività. Proprio per tutti questi imprenditori, per tutti quelli che hanno scommesso su questo progetto è necessario continuare.

Per quanto riguarda, invece, Lonato, si tratta di ottime notizie anche in tal senso, perché ricordiamo che questo è un tassello fondamentale per quel Core corridor mediterraneo che, dal sud della penisola iberica, arriverà fino al confine ucraino.

In ultimo, per quanto riguarda la metropolitana, sono felice, Ministro, che anche lei abbia riconosciuto come quest'opera sia fondamentale per la città di Brescia. Il prolungamento verso nord - lei lo ha ricordato - era già nel progetto originario. Tra l'altro, questo prolungamento verso nord è complementare alla realizzazione della bretella autostradale della Valtrompia e, quindi, è fondamentale arrivare alla sua realizzazione, passando ovviamente dalla richiesta dei fondi a disposizione del Ministero.

Mi auguro che, dopo dieci anni in cui questo progetto è stato abbandonato, in cui, probabilmente, si è guardato ad altro e non si è intervenuti su questo tassello fondamentale per la nostra città, perché il traffico che proviene…

PRESIDENTE. Deputata dovrebbe concludere.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Presidente, concludo, dicendo che mi auguro che a maggio ci sia un cambiamento di visione da parte dell'amministrazione comunale, che ci sia un cambiamento totale e che si possa arrivare ad accedere a quei finanziamenti e a quelle risorse importanti per Brescia e per il prolungamento della metropolitana (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Tempistiche relative ai lavori finalizzati alla riduzione dei tempi di percorrenza sulla tratta ferroviaria Milano-Genova, con specifico riferimento al quadruplicamento della medesima tratta – n. 3-00334)

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00334 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente, grazie, signor Ministro. Questo è un tema che abbiamo già affrontato in Commissione con il Vice Ministro Rixi e che riguarda il contratto di programma sottoscritto a dicembre che, al di là delle opere che riguardano il nodo ferroviario di Genova e quant'altro, abbraccia anche le opere di velocizzazione della tratta Milano-Genova. Abbiamo visto che, in alcuni tratti, le opere sono finanziate, in altri meno e la progettazione non è completa.

Si tratta oggettivamente di opere complicate e di ampio respiro, ma la domanda è molto semplice: come riuscire a traguardare un orizzonte temporale più o meno certo per vedere finanziati i pezzi che mancano e realizzate le opere che consentono a persone e merci di raggiungere, in breve tempo, Milano da Genova, dal porto e dalla città?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. La linea Milano-Genova è un'infrastruttura strategica interessata da un intenso traffico di merci e pendolari. Gli interventi di velocizzazione, con un investimento PNRR pari a 156 milioni di euro, sono in corso e la conclusione è prevista regolarmente entro il 2026.

Per quanto riguarda il quadruplicamento della linea tra Milano, Rogoredo e Pavia, sono previste due fasi: la prima fase, Rogoredo-Pieve Emanuele, è in corso, il bando è stato pubblicato a dicembre e i lavori saranno consegnati entro il mese di luglio di quest'anno. L'intervento, in parte finanziato con i fondi del PNRR, ha beneficiato anche di 63 milioni di euro di finanziamento, di cui al Fondo per l'avvio delle opere indifferibili ripartito nel novembre 2022. Parliamo, quindi, di 328 milioni di euro interamente finanziati e di una previsione di conclusione dei lavori entro giugno 2026.

Per la seconda fase, Pieve Emanuele-Pavia, è stata conclusa la valutazione di impatto ambientale, e il costo complessivo dell'intervento è pari a 636 milioni di euro. Al Ministero stiamo provvedendo all'individuazione delle risorse necessarie per completare il finanziamento.

Per il quadruplicamento della tratta Tortona-Voghera, lo scorso febbraio si è concluso il dibattito pubblico ed è già in corso l'adeguamento del progetto di fattibilità tecnico-economica. Il costo complessivo, di circa 600 milioni di euro, in parte è già finanziato e, per le ulteriori risorse, il Ministero è al lavoro in queste settimane.

Con la realizzazione di tutti questi lavori, il tempo di percorrenza tra Milano Centrale e Genova Piazza Principe si ridurrà a meno di un'ora e - com'è uso dire oggi - è tanta roba. Se a questo aggiungiamo i lavori per la nuova diga di Genova, il mio impegno a che la Gronda non rimanga solo su carta, ma venga realizzata, il terzo valico, il polo logistico di Alessandria, il waterfront di Genova, io penso che Genova sarà una delle città, non solo italiane, ma europee, che, nei prossimi anni, avrà un maggiore sviluppo e una maggiore valorizzazione e modernizzazione. Lo merita, perché è una città veramente straordinaria (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare, per due minuti.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Ministro. La ringrazio della risposta, però, chiedevo la tempistica. Lo sappiamo (abbiamo letto il contratto di programma): la velocizzazione Milano-Genova è già finanziata per 156 milioni di euro, il quadruplicamento, come diceva lei, Rogoredo-Pavia, in parte, è finanziato, fino a Pieve Emanuele, e, per un'altra parte, mancano 600 e rotti milioni. Il quadruplicamento Tortona-Voghera non è finanziato e sono anche qui 600 milioni. Sono finanziate, invece, con 100 milioni, le opere prioritarie.

Penso di parlare a nome di tanti che sono ben consapevoli degli sforzi che, in questi anni, sono stati concentrati sulla città di Genova, come per la diga o il terzo valico; quindi, questo quadruplicamento, ai fini del raggiungimento dell'obiettivo, che, come diceva lei, sarebbe tanta roba, con questi pezzi mancanti, rappresenterebbe, oggettivamente, il naturale completamento di tutte quelle opere che citava lei.

Quindi, la ringrazio comunque, però, ribadisco il mio invito (magari, riproporrò la domanda tra un po') per capire se il Ministero abbia trovato le risorse e se si possa traguardare una data, perché oggi la data non c'è. Il terzo valico finirà, salvo talpe che si incastrano, alla fine del 2024, speriamo che non accada più, dopodiché occorre la naturale prosecuzione. Proprio per il futuro dello sviluppo della città, ma anche dell'economia legata alla portualità, lei lo sa bene, vi è la necessità, appunto, di velocizzare questi trasporti. Quindi, con l'impegno da parte mia a riproporre lo stesso quesito tra qualche mese, la ringrazio.

(Intendimenti in materia di immigrazione, anche al fine di superare un approccio emergenziale e promuovere l'accoglienza diffusa – n. 3-00335)

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00335 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, il suo Governo, come i Governi che l'hanno preceduto, da molto tempo tratta l'immigrazione come un fenomeno emergenziale. In tutta evidenza, siamo di fronte, invece, a un grande fenomeno strutturale. Le scelte che avete fatto, anche con l'ultimo decreto, il decreto Cutro, che utilizza perfino una strage drammatica, come quella avvenuta sulle coste calabresi, che poteva e doveva essere evitata, per restringere ulteriormente gli spazi di libertà, gli spazi di gestione ordinata di questo fenomeno, vanno però nella direzione opposta. Invece di combattere l'irregolarità, come voi vorreste fare e come dichiarate ogni giorno, la alimentate, con una potente e perenne fabbrica dell'irregolarità.

Siamo, quindi, qui a chiedere se questo Governo vorrà finalmente prendere atto della natura strutturale del fenomeno migratorio e mettere in campo soluzioni che siano in grado di rispondere a questa dimensione del fenomeno, magari cancellando la Bossi-Fini, costruendo canali legali di ingresso e strutturando politiche di cooperazione in grado di intervenire con efficacia sulle ragioni di fondo che muovono le migrazioni nel mondo.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Consentitemi, innanzitutto, di ritenere confutabili, sulla base dei dati che andrò a rappresentarvi, alcune considerazioni espresse nell'interrogazione. Con riferimento all'affermazione secondo cui la tragedia di Cutro sarebbe stata l'occasione per complicare ancora più le operazioni di soccorso in mare, ritengo si tratti infatti di un'offesa alla professionalità e alla dedizione delle nostre istituzioni deputate al soccorso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), che dall'inizio dell'anno ad oggi hanno portato in salvo 21.988 persone.

Lo stato di emergenza deliberato dal Governo non è una qualificazione ideologica del fenomeno che stiamo registrando in questo periodo, ma una scelta finalizzata a disporre di strumenti e procedure più sollecite ed adeguate alle caratteristiche dello straordinario afflusso di persone sbarcate sulle nostre coste nel ristretto tempo costituito dai primi mesi dell'anno in corso e che vale circa il 300 per cento in più rispetto all'analogo periodo dello scorso anno. È un'opzione, peraltro, alla quale si è fatto ricorso in altre analoghe situazioni anche del recente passato, da ultimo in occasione dell'emergenza determinata dal consistente e concentrato arrivo di profughi provenienti dall'Ucraina per effetto dei noti eventi bellici. Tengo a precisare che, contrariamente a quanto asserito nell'interrogazione, nessuna cancellazione dell'accoglienza diffusa è rinvenibile in qualsivoglia provvedimento del Governo, né legislativo, né amministrativo. L'Esecutivo, inoltre, in questi primi 6 mesi di attività ha favorito i canali di ingresso legale per lavoro e corridoi umanitari in percentuali decisamente maggiori rispetto al passato. Quanto alle iniziative tese ad incrementare i rimpatri dei non aventi diritto all'ingresso sul territorio nazionale, è appena il caso di sottolineare come si tratti di misure in linea con specifici obiettivi e raccomandazioni dell'Unione europea.

Venendo, poi, al tema della protezione speciale, quanto alle affermazioni di chi ne segnala la specificità rispetto ad altri ordinamenti europei, va sottolineato che le stesse si fondano sui numeri della sua concreta applicazione. I dati della Commissione nazionale di asilo riferiti al 2022 evidenziano che, su 58.446 decisioni adottate, sono state, al netto delle 33.407 decisioni di rigetto, ben 10.506 quelle di protezione speciale, mentre sono state 7.494 quelle riferibili allo status di rifugiato e 7.039 quelle relative alla protezione sussidiaria. Risulta, inoltre, che solo una limitatissima percentuale, intorno al 5 per cento, dei permessi rilasciati è stata convertita in permessi di lavoro, il che testimonia anche l'inidoneità dell'istituto a favorire reali percorsi di integrazione del migrante nella nostra società, divenendo, in buona sostanza, un fattore distorsivo delle regole di ingresso e soggiorno previste nel nostro ordinamento. Da ciò emerge che, da quando è stata istituita, è stata concessa in numero significativamente superiore a quella per protezione internazionale e sussidiaria, mentre avrebbe dovuto costituire una restante ipotesi di tipo eccezionale. In conclusione, rassicuro l'interrogante che il Governo perseguirà in ogni direzione gli obiettivi di accoglienza e integrazione di un'immigrazione regolare; per converso, ogni sforzo sarà prodotto per contrastare lo sfruttamento di esseri umani, sia quello dei trafficanti, sia quello posto in essere da affaristi del caporalato e della finta ospitalità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), talvolta mascherati da sostenitori e testimonial dell'accoglienza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di replicare per due minuti.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, non siamo, come può immaginare, affatto soddisfatti di questa risposta. La realtà purtroppo è ben diversa e le scelte che avete messo in campo, che mettete in campo quotidianamente, la narrazione tossica che avete diffuso in questi anni nelle vene del Paese, ne è testimonianza. Colpire la protezione speciale avrà un unico esito, e voi lo sapete benissimo. Del resto, il vostro non è un incidente di percorso, non è un caso. Avrà come unico effetto quello di produrre ulteriori condizioni di irregolarità, farà un danno al nostro mercato del lavoro, sarà un danno per i nostri sindaci, per chi governa fenomeni complessi nei nostri territori, e infliggerà ulteriori e inutili condizioni di disperazione alle persone migranti, aumenterà l'insicurezza e la percezione di insicurezza. Le scelte che avete messo in campo, quelle che prevedono l'aumento dei CPR, luoghi che non sono luoghi, in cui la detenzione si impone a chi non ha commesso un reato, ma è solo vittima di una condizione, quella di non avere i documenti, non hanno nessuna utilità rispetto al governo di un fenomeno complesso. La verità, signor Ministro, è che ogni giorno investite sulla paura, investite sulla sicurezza. La vostra è una scelta precisa, è una scelta cinica, la conosciamo, ma è una scelta, oltre che inaccettabile, sbagliata. Signor Ministro, le parole del suo Governo, degli esponenti di questa maggioranza, lo confermano ogni giorno. Ieri ci ha pensato il Ministro Lollobrigida, parlando di sostituzione etnica. Quelle parole indecenti e indegne (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), che grondano vergogna e infamia, non dovrebbero avere cittadinanza in un Paese civile. Avremmo bisogno di parlare non di quello, ma della sostituzione etica rispetto a chi, come voi, allude alle pagine più buie della nostra storia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a incrementare la sicurezza delle città italiane, con particolare riferimento alle periferie, anche attraverso un efficace utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza - n. 3-00336)

PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Castiglione ed altri n. 3-00336 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ministro Piantedosi, l'ultimo rapporto del Censis dice che il 51 per cento dei cittadini italiani ritiene le nostre città insicure e teme di essere vittima di reati. Questo è un tema di percezione, su cui molti partiti hanno costruito il proprio consenso. Poi, oltre alla percezione, c'è un tema di fatto, molto concreto: oltre 15 milioni di cittadini vivono in aree periferiche degradate, senza servizi e senza possibilità vera di inclusione sociale. Tra queste città, Catania è stata definita tra le prime cinque città più pericolose d'Europa, ma abbiamo anche Bari, Cagliari, Torino, Milano, Napoli, le grandi aree metropolitane. Ora abbiamo un'opportunità, le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche i fondi strutturali europei 2021-2027. La domanda è semplice: a che punto siamo con queste risorse, perché la risposta securitaria non può bastare. Bisogna coinvolgere enti locali, Terzo settore e le realtà territoriali.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, condivido con gli interroganti l'impostazione in base alla quale in materia di sicurezza delle città sia necessario coniugare gli aspetti di prevenzione e contrasto della criminalità con politiche di rigenerazione urbana. Si tratta, infatti, di mettere a punto un insieme complesso e pluristrutturato di interventi idonei a spezzare il circolo perverso tra degrado e illegalità. In questo contesto ho dato innanzitutto impulso alle azioni ad alto impatto con le quali le Forze di Polizia hanno incrementato il controllo in luoghi pubblici critici e ad alta concentrazione di persone, come le stazioni, le aree urbane interessate dalla movida e le piazze di spaccio. Ho anche dato indicazioni per una sollecita e più sistematica attuazione dei piani di sgombero degli immobili occupati abusivamente, non di rado con la regia di reti criminali, nonché per elevare la cornice di sicurezza dei presidi ospedalieri. Ho avviato queste iniziative d'intesa con i sindaci delle tre città metropolitane più grandi attraverso un apposito forum che si riunisce con frequenza, ed i positivi risultati ottenuti su questo versante mi hanno indotto ad estendere l'innovativo modello alle altre città metropolitane. Peraltro, che l'attenzione riservata alle città metropolitane sia massima lo testimoniano anche le ingenti risorse che annualmente, con un ulteriore incremento per il 2023, vengono destinate a valere sul Fondo per la sicurezza urbana. È del tutto evidente che la vivibilità dei centri urbani e la loro fruibilità economico-commerciale, i modelli di gestione della socialità, del tempo libero, della cultura e delle aree verdi richiedono interventi mirati, opportunamente programmati ed attuati con il concorso di tutti gli attori coinvolti, in un'azione sinergica che sappia fare buon uso di tutte le risorse disponibili, a partire dalle rilevanti opportunità offerte appunto dal PNRR, per il raggiungimento dei cui obiettivi il Ministero dell'Interno non mancherà di fornire la massima collaborazione e il pieno supporto agli enti locali affinché tutte le risorse siano utilizzate appieno.

In merito alla quantificazione delle risorse del Piano, preciso che è prevista l'assegnazione di risorse alle città metropolitane per un ammontare complessivo di circa 2,5 miliardi di euro per il periodo 2022-2026 al fine di favorire una migliore inclusione sociale, promuovere la rigenerazione urbana e sostenere progetti legati alle smart city, con particolare riferimento ai trasporti e al consumo energetico. Per l'attuazione delle progettualità, 13 città metropolitane hanno fatto ricorso alla centrale unica di committenza di Invitalia al fine di attivare procedure di gara aperta per l'aggiudicazione di accordi quadro multilaterali per un importo complessivo massimo di oltre 1 miliardo e 800 milioni di euro. Pertanto, la milestone italiana relativamente a tali progetti si ritiene già conseguita. Con il supporto del Ministero dell'Economia e delle finanze e grazie a iniziative promosse in collaborazione con l'ANCI la realizzazione delle opere è oggetto di costante monitoraggio, con iniziative volte a garantire il rispetto dei requisiti e delle condizionalità previste dalla normativa di riferimento.

In conclusione, sono convinto che la combinazione di queste azioni ci consentirà di attuare una strategia unitaria e integrata che, in coerenza con gli indirizzi e le politiche promossi dagli organismi europei e internazionali, sarà capace di affrontare le patologie degenerative dei grandi contesti urbani non in termini sbrigativamente securitari ma coniugando sviluppo, innovazione e qualità ambientale e riaffermando il ruolo del governo pubblico nei processi di rigenerazione urbana.

PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di replicare per due minuti.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (A-IV-RE). Grazie, Ministro. Grazie per tutte le informazioni che ci ha voluto fornire. Noi, però, siamo parzialmente soddisfatti della risposta, perché, se è vero che la Corte dei conti ha avviato un monitoraggio sulle risorse che non sono state ancora spese, a fronte di tantissime iniziative che sono state immaginate, ci sarà qualcosa che non funziona. Allora, si pone sempre il tema di come utilizziamo proficuamente quelle risorse che sono state messe a disposizione. C'è anche un dato: Catania è stata ritenuta tra le cinque città più pericolose sul piano della percezione. Nell'ultima festa della Polizia non abbiamo sentito alcun allarme da parte del signor questore nella relazione. Noi riteniamo che, oltre alla percezione, ci sia anche un gravissimo senso di disagio che riguarda certamente un certo livello di sicurezza, ma anche alcuni interventi che nelle aree periferiche andranno fatti.

Quindi, caro Ministro, la invito ad avviare nel più breve tempo possibile un monitoraggio da parte della Corte dei conti. Inoltre, che lo stesso Ministero si faccia promotore di un'iniziativa molto forte, perché le risorse vengano utilizzate, magari raccogliendo l'appello del presidente del tribunale dei minorenni di Catania, il quale, con riferimento al progetto “Liberi di Scegliere”, ha detto: riportiamoli sui banchi di scuola, se vogliamo sconfiggere la mafia e la criminalità. Come lei sa, a Catania il livello di dispersione scolastica ormai è arrivato quasi al 40 per cento. Tutto questo certamente non ci lascia tranquilli, dunque, pensiamo che questa opportunità vada immediatamente utilizzata. Quindi, non solo le risorse, ma auspichiamo anche che si possa affrontare in maniera energica questo gravissimo problema (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

(Iniziative di competenza volte a promuovere l'immigrazione regolare al fine di rispondere alle offerte del mercato del lavoro – n. 3-00337)

PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00337 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, vogliamo porre l'attenzione su due temi collegati: immigrazione economica e mercato del lavoro. Lunedì 27 marzo la piattaforma per il click day del decreto Flussi ha raggiunto 240.000 domande da parte dei datori di lavoro, a fronte degli 82.705 posti messi a disposizione dal Governo per l'ingresso di lavoratori non comunitari nel nostro Paese. Di questi, 44.000 riguardano ingressi per motivi di lavoro stagionale, mentre le quote fissate per motivi di lavoro non stagionale e autonomo sono 38.705, di cui 30.105 unità riservate agli ingressi per lavoro subordinato non stagionale nei settori di autotrasporto, edilizia, turistico-alberghiero e da quest'anno anche meccanica, telecomunicazioni, alimentare e cantieristica. Banca d'Italia stima che da qui al 2026 saranno 375.000 i posti di lavoro non coperti dalla popolazione attiva italiana.

Sulla base di questi dati chiediamo, pertanto, quali iniziative intenda assumere il Governo al fine di promuovere l'immigrazione regolare attraverso nuovi provvedimenti che permettano di soddisfare l'offerta manifestata dagli imprenditori italiani.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Il recente decreto Flussi rappresenta solo un elemento della più ampia politica di gestione delle migrazioni posta in essere dall'Esecutivo, in una prospettiva di governo delle dinamiche migratorie funzionale alle esigenze del mercato del lavoro.

Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dello scorso 29 dicembre è stata fissata la quota massima di ingressi di lavoratori stranieri non comunitari in 82.705 persone. Vale la pena sottolineare che i precedenti decreti Flussi aveva ammesso nel 2021 69.700 persone e nel 2020 30.850.

Sono questi i dati incontrovertibili che testimoniano l'impegno del Governo per favorire l'immigrazione regolare, in modo da renderla proficua sia per i migranti sia per il sistema produttivo nazionale.

All'esito dell'istruttoria delle circa 277.000 istanze pervenute con l'ultimo decreto Flussi, l'analisi delle aree geografiche e dei settori produttivi di provenienza delle domande contribuirà a fornire elementi di valutazione circa il reale fabbisogno del mercato del lavoro. In questo senso ribadisco che non abbiamo preclusioni a considerare ampliamenti delle attuali quote di ingresso, fermo restando che le valutazioni concrete andranno svolte in sede interministeriale, anche attraverso il confronto con le parti sociali.

Soggiungo, inoltre, che, per rendere più efficiente la programmazione dei flussi d'ingresso per motivi di lavoro, il decreto-legge n. 20 del 2023 ha introdotto una programmazione dei flussi per il triennio 2023-2025 con l'obiettivo di attuare una strategia di più ampio respiro, al fine, da un lato, di meglio intercettare le esigenze del mercato del lavoro e, dall'altro, di consentire la promozione di iniziative di più lungo periodo con i Paesi di provenienza. In tale ottica sono stati, inoltre, previsti ingressi fuori quota per lavoro subordinato per gli stranieri residenti all'estero che completano l'attività di istruzione e di formazione professionale nei Paesi di origine.

Il decreto-legge in argomento rappresenta un primo punto di svolta per migliorare l'ingresso regolare degli stranieri in Italia per finalità di lavoro. Intendiamo proseguire su questa strada, nella convinzione che venire nel nostro Paese nel pieno rispetto delle regole sia il modo più efficace per combattere l'immigrazione clandestina e favorire, al contempo, l'integrazione dei migranti regolari. Questo è l'obiettivo del Governo.

Rammento anche che il decreto Flussi si salda con aspetti di rilievo della politica internazionale dell'Italia in materia migratoria. Mi riferisco, in particolare, al fatto che, poiché il contenimento della pressione migratoria è strettamente collegato con la collaborazione dei Paesi di provenienza e transito, il decreto Flussi, opportunamente modulato in termini premiali, può diventare uno strumento importante per riconoscere maggiori quote di accesso ai Paesi più impegnati nella lotta all'immigrazione irregolare. Il Governo intende rafforzare questo schema premiale che incentiva tutti gli attori coinvolti, inclusi gli Stati terzi, a collaborare alla costruzione di percorsi legali di ingresso nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare per due minuti.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente, e grazie, signor Ministro. Siamo soddisfatti della sua risposta. La sua risposta è il migliore atto che si possa avere di fronte a tutte le polemiche inutili e strumentali a cui assistiamo in questi giorni. Ha fatto bene lei a sottolinearlo: il decreto Flussi - e quelli che faremo da qui ai prossimi mesi e ai prossimi anni - è uno degli strumenti fondamentali proprio per dire, con chiarezza e con forza, che la lotta che il Governo e che la nostra coalizione di centrodestra vogliono fare è all'immigrazione clandestina, senza se e senza ma, e agli schiavisti della morte che sono coloro che bisogna combattere.

Nel frattempo, è proprio l'intelligenza di un'azione di Governo, che vuole sicurezza e fermezza, che apre le porte del proprio Paese a coloro che vogliono venire a lavorare in Italia. L'ho detto con chiarezza, anche con riferimento alla notizia che ci ha dato, ossia un decreto Flussi che diventi anche un atto di premialità nei confronti di quei Paesi che, insieme a noi, Italia e Europa, lottano contro l'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Fratelli d'Italia) e ci aiutano, invece, a mandare manodopera qualificata nel nostro Paese, perché ne abbiamo bisogno. Basta con la demagogia per cui il centrodestra è sempre contro tutto e tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Fratelli d'Italia). Noi siamo quelli che sono immorali, quelli che non sono attenti. No! Noi siamo quelli che vogliono che nel nostro Paese - e ne abbiamo bisogno come il pane - si venga a lavorare con dignità, con serietà e con accoglienza.

Ha fatto bene lei a citare alcuni dati. Oggi il presidente della Confcommercio ci dice che c'è bisogno, solo nei settori del commercio e del turismo, di 230.000 persone. Una recente indagine della Camera - e concludo, signor Presidente - ci dice che solo per le figure professionali di colf e badanti abbiamo bisogno di 25.000 persone. Il Ministro dell'Agricoltura Lollobrigida ci ha detto - e tra l'altro l'ha sottolineato anche ieri - che abbiamo bisogno di 100.000 persone nel settore dell'agricoltura. Basta! Allora, andiamo in questa direzione e come gruppo Noi Moderati glielo diciamo: siamo qui, insieme a tutta la maggioranza, a collaborare, perché si possa dare questo segnale forte, un segnale di premialità e un segnale anche di quote importanti, perché le richieste sono state 277.000,…

PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …e che nei tre anni si passi a oltre 82.000. Noi abbiamo definito la necessità che ci sarebbe nel nostro Paese pari a 500.000 unità nei tre anni, ma questo ci permette di far capire come la lotta all'immigrazione clandestina…

PRESIDENTE. Grazie.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …e la gestione dei flussi si fanno con questi elementi: sicurezza, difesa dei propri confini, lotta agli scafisti della morte, il piano Mattei per il continente africano (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Grazie, deputato.

(Chiarimenti in merito allo stato di emergenza nazionale in materia di immigrazione, con particolare riferimento agli effettivi poteri del commissario straordinario e al mancato raggiungimento delle intese con alcune regioni – n. 3-00338)

PRESIDENTE. Il deputato Alfonso Colucci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00338 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signor Ministro, ben trovato. Alla mia precedente interrogazione sui morti di Cutro, la sua risposta fu insoddisfacente. Il suo collega, Ministro Lollobrigida, ha evocato la sostituzione etnica con riferimento, sia al fenomeno immigratorio, sia alla diminuzione della natalità in Italia il giorno stesso in cui il Presidente della Repubblica visitava il lager di Auschwitz. È riprovevole (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Lei ne prende le distanze? Il Governo ha proclamato lo stato di emergenza e si appresta a eliminare la protezione speciale umanitaria: sono misure che servono esclusivamente a coprire il fallimento delle politiche dell'immigrazione di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Vuole illustrarci se il Governo ha una seria politica dell'immigrazione? Vuole rispondere questa volta? Risponda a me e risponda agli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. In via preliminare, voglio evidenziare che siamo di fronte a una dichiarazione di emergenza, sostanzialmente e concretamente, diversa da quella decretata in occasione della crisi pandemica, che, come sottolineato all'epoca da autorevoli giuristi e anche costituzionalisti, nel bilanciamento di diritti costituzionalmente tutelati, comportò la compressione di alcune libertà individuali, come il diritto alla libera circolazione e il diritto di riunione.

Voglio ribadire, quindi, che la dichiarazione dello stato di emergenza adottata nell'attuale frangente, lungi dall'essere stata frutto di un'impostazione ideologica, è unicamente dettata dalla necessità di disporre di procedure e strumenti più rapidi e adeguati al governo dello straordinario afflusso di persone sbarcate nelle nostre coste nel ristretto arco temporale costituito dai primi mesi dell'anno in corso e, dunque, dall'esigenza di gestire eccezionali situazioni di criticità a tutela degli stessi migranti e delle comunità che li accolgono. È un'opzione alla quale si è fatto ricorso anche in altre analoghe situazioni, anche del recente passato, da ultimo, come ho detto già prima, in occasione dell'emergenza ucraina determinata dai noti eventi bellici.

Per lo svolgimento delle proprie attività, il commissario delegato potrà avvalersi di un'apposita struttura di supporto, nonché, in qualità di soggetti attuatori, dei prefetti sul territorio individuati nell'ordinanza.

La necessità di intervenire con misure straordinarie, com'è noto, è stata determinata principalmente dall'esigenza di decongestionare, in tempi rapidi, l'hotspot di Lampedusa, che è la struttura di accoglienza maggiormente soggetta a picchi di sovraffollamento. Evidenzio, al riguardo che, nelle scorse settimane, si sono registrate presenze fino a 3.000 persone, costrette, in gran parte, a trascorrere le notti all'addiaccio e sul selciato, in assoluta assenza di condizioni igienico-sanitarie e senza la fornitura dei kit di primo ingresso e dei pasti.

Sarà, pertanto, compito del commissario, in primo luogo, individuare le migliori soluzioni per assicurare, anche con il coinvolgimento di operatori privati e in deroga alle disposizioni vigenti, un servizio continuativo di trasferimento, con assetti aerei e navali, dei migranti dagli hotspot - in particolare quello di Lampedusa - ai territori ove sono ubicati centri e strutture di accoglienza.

Il commissario curerà, inoltre, il coordinamento delle attività volte all'ampliamento della complessiva capacità del sistema di accoglienza nazionale, anche attraverso la realizzazione di nuovi punti di crisi e la costituzione di strutture di accoglienza provvisoria.

In conclusione, l'obiettivo del Governo è quello di strutturare, in tempi brevi, avvalendosi degli strumenti offerti dalla legislazione emergenziale, un sistema di accoglienza flessibile in grado di fronteggiare volumi consistenti d'ingresso, senza compromettere gli standard qualitativi delle prestazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di replicare, per due minuti.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, io, in realtà, mi sono fatto un'altra idea: io credo che voi abbiate proclamato lo stato di emergenza, perché avete finito le scuse, avete finito i finti avversari e avete finito le stupidaggini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi siete trovati davanti il problema per la prima volta, vi siete spaventati e avete dichiarato lo stato di emergenza. Ve lo dico, perché avete iniziato, tirando dentro, addirittura, i russi della Wagner; poi, siete andati sul fatto che i migranti vengono di qua perché l'opinione pubblica è favorevole (avete vinto voi e non ho capito perché l'opinione pubblica è favorevole); poi, avete minacciato gli scafisti in tutto il globo terracqueo. Tra l'altro, non abbiamo più saputo niente di questa storia: sono due mesi che gli avete fatto questa minaccia, che li cercate in tutto il globo, ma ne avete preso almeno uno, in due mesi? Niente, nemmeno uno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poi, come ricordava il mio collega Alfonso Colucci, è arrivata l'ultima stupidaggine della sostituzione etnica, con riferimento alla quale, però, all'inizio, mi avete anche tratto in inganno, perché pensavo foste contro la sostituzione etnica e, invece, scopro che siete a favore, perché ne state facendo entrare il quadruplo, quindi, è ovvio che voi siete i primi promotori della sostituzione etnica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi non vediamo questo pericolo, però, se seguo il vostro ragionamento e i vostri risultati, mi sembra una cosa ovvia.

Concludo, dicendo: non era molto più onesto, Ministro, dire agli elettori che vi servivano, banalmente, i loro voti e che siete arrivati a una propaganda, che siete arrivati qui e non sapevate cosa fare? Almeno, potevate promettergli che vi sareste messi a studiare per risolvere il problema e ammettere che questo è il vostro più grande fallimento? Perché, almeno, avreste scoperto che qui, dopo dieci anni, non si tratta più di emergenza, ma di problema strutturale, perché qui l'unica emergenza vera siete voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza per assicurare ai bambini con genitori dello stesso sesso il riconoscimento dello status di figli e la piena tutela del diritto all'identità personale – n. 3-00339)

PRESIDENTE. La deputata Bakkali ha facoltà di illustrare l'interrogazione Zan ed altri n. 3-00339 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nelle scorse settimane, alcuni comuni italiani hanno annunciato l'intenzione di interrompere le registrazioni anagrafiche delle bambine e dei bambini con genitori dello stesso sesso, sulla base di indicazioni giunte dalle locali prefetture, Fino a tale momento, numerosi comuni avevano proceduto alla registrazione anagrafica, fatta salva l'eventualità di un controllo successivo su di esse da parte dell'autorità giudiziaria.

Successivamente, alcune procure della Repubblica, tra cui quelle di Milano, Padova e Belluno, hanno acquisito gli atti di nascita già formati per valutarne l'impugnazione. Nel caso di Padova, in particolare, si tratta di ben 32 atti di nascita formati a partire dal 2018, dunque, relativi a bambini e bambine che hanno goduto di uno status - quello di figli - che, oggi, rischia di essere cancellato.

La cancellazione di uno dei due genitori e, più in generale, l'impossibilità di riconoscere alle bambine e ai bambini con genitori dello stesso sesso il legame con entrambi i genitori espone le famiglie omogenitoriali a pesanti difficoltà quotidiane, oltre a negare alle bambine e ai bambini la pari dignità sociale.

Chiediamo, quindi, quali iniziative intenda prendere, signor Ministro, al fine di assicurare alle bambine e ai bambini, a queste famiglie, il riconoscimento dello status di figli e piena tutela del diritto all'identità personale, garantendo loro uguaglianza di trattamento e la piena tutela dei loro diritti fondamentali, nel solco dei princìpi costituzionali e della normativa vigente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. In Italia, la formazione di atti di nascita recante l'indicazione dei genitori dello stesso sesso, nonché il riconoscimento della filiazione da parte di altro genitore avente lo stesso sesso della madre partoriente, non sono consentiti dalla normativa vigente e tale preclusione è ampiamente suffragata da consolidata giurisprudenza. Parimenti esclusa è la trascrizione di atti di nascita formati all'estero riconducibili alla fattispecie della maternità surrogata, attestante il riconoscimento di filiazione nei confronti del cosiddetto genitore di intenzione, in assenza di un legame biologico tra lo stesso e il minore.

Il ricorso alla maternità surrogata trova un ostacolo insuperabile, infatti, nel divieto di surrogazione di maternità previsto dalla legge n. 40 del 2004, qualificabile, come chiarito dalla Corte di cassazione, come principio di ordine pubblico in quanto “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La stessa Corte ha, inoltre, sottolineato che anche il bambino nato ricorrendo alla gestazione per altri ha un diritto fondamentale al riconoscimento del rapporto affettivo instaurato con colui che ha condiviso il disegno genitoriale. Tale esigenza, peraltro, è garantita attraverso l'adozione in casi particolari previsti dall'articolo 44 della legge n. 184 del 1983.

La preclusione dell'automatica trascrivibilità di siffatti atti di nascita è stata confermata dalla Corte costituzionale che, in particolare, con la sentenza n. 33 del 10 marzo 2021, ha evidenziato che anche la Corte europea dei diritti dell'uomo, pur confermando la necessità del riconoscimento del rapporto tra il minore e il genitore di intenzione, lascia poi alla discrezionalità di ciascuno Stato la scelta degli strumenti con cui pervenire a tale risultato, tra i quali rientra anche il ricorso all'adozione del minore, cosa che c'è nel nostro ordinamento.

Sotto tale profilo, evidenzio, inoltre, che, per effetto della decisione n. 79 del 2022 della Corte costituzionale, anche l'adozione in casi particolari determina l'instaurarsi del rapporto di parentela tra l'adottato e i parenti dell'adottante, segnando un passo importante nella direzione dell'effettività della tutela e della garanzia di una piena protezione dell'interesse del minore.

Rappresento, infine, che la procura della Repubblica presso il tribunale di Milano, citata dall'onorevole interrogante, ha promosso l'azione di rettificazione, ai sensi dell'articolo 95 del DPR n. 396 del 2000, chiedendo al tribunale di disporre l'annullamento di tre atti di riconoscimento, resi presso il comune di Milano da persona dello stesso sesso della madre partoriente, nonché della trascrizione effettuata nello stesso comune di un atto di nascita formato all'estero riguardante la cosiddetta maternità surrogata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Zan, per due minuti.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le sue parole non solo non ci soddisfano, ma, anzi, aumentano la nostra preoccupazione. La sua risposta conferma che questo Governo non ha alcuna intenzione di dare tutela e riconoscimento a tutte le famiglie, aumentando una discriminazione e una disparità di trattamento degne dell'Ungheria del vostro alleato Orbán (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che ci fa vergognare davanti all'Unione europea, che ci chiede piena uguaglianza da tempo e di cui, l'Italia - ricordo, Ministro - è membro fondatore. Sono impressionanti la freddezza e la precisione con cui avete preparato un attacco alle famiglie omogenitoriali e il vostro continuo rimandare all'adozione per casi speciali, come lei ha ricordato, mostra tutta la malafede di chi non vuole assumersi la responsabilità politica di una risposta. Poi le ricordo, Ministro, che i 32 casi di Padova sono coppie di donne: non c'entra nulla la GpA (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo è solo un tema di distrazione di massa. Le ricordo, poi, quanto al rimandare tutto all'adozione per casi speciali, che questi non sono un diritto, ma un procedimento giudiziario lungo, oneroso, incerto, che impone l'affiancamento dei servizi sociali e di psichiatri in famiglie che già esistono e che sono già tali, che vivono la quotidianità, esattamente come la sua famiglia, Ministro. Come si sarebbe sentito, Ministro, se lo Stato, di punto in bianco, le avesse negato la responsabilità genitoriale sui suoi figli? Come si sarebbe sentito, se non avesse potuto portarli a scuola o ad una visita pediatrica? È questo che sta accadendo oggi ed è risultato della sua circolare inviata ai prefetti! Il vostro - lo voglio ripetere, Ministro - è un atteggiamento vigliacco, perché il vostro obiettivo è uno e uno solo: discriminare le coppie dello stesso sesso, utilizzando i loro figli. Riempite le vostre bocche di parole a difesa della famiglia, ma la verità è che, dei diritti e della vita di questi bambini, non vi importa assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)…

PRESIDENTE. Deputato, deve concludere.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). …esattamente come per i bambini delle madri detenute o i minori stranieri non accompagnati secondo il decreto Cutro. Siete dalla parte sbagliata della storia, Ministro, del buon senso, della civiltà (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Deputato Zan, deve concludere.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). …e soprattutto contro la Costituzione che chiede piena uguaglianza per tutti i figli di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Intendimenti in ordine al superamento dell'istituto della protezione speciale per i migranti - n. 3-00340)

PRESIDENTE. Il deputato Mura ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00340 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FRANCESCO MURA (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, c'è un dato che, nell'attuazione delle politiche di protezione internazionale, ha attirato la nostra attenzione e causato molta preoccupazione. Nel 2021, a seguito della riforma della cosiddetta protezione speciale, i beneficiari di questo strumento sono aumentati del 736 per cento. A noi pare che le conseguenze della riforma attuata nel 2020 diano un chiaro segnale di come questo strumento non stia assolvendo al compito per il quale dovrebbe essere applicato, ossia una forma di protezione internazionale di carattere residuale. A un raffronto con le discipline degli altri Stati europei si nota come tutti gli ordinamenti pongano precisi paletti per la concessione dei permessi di soggiorno per protezione speciale. Considerata l'anomalia del nostro ordinamento - che ha condotto alla concessione di permessi di soggiorno per protezione speciale in numero molto superiore di quelli concessi per altre forme di asilo e protezione sussidiaria - le chiediamo se sia opportuna una revisione della normativa, per ricondurre il sistema della protezione speciale all'opportuno alveo dell'eccezionalità o addirittura se sia opportuna l'eliminazione di questo strumento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, grazie. In questa mia risposta in tema di protezione speciale, permettetemi di partire da un riferimento, a mio avviso, importante e imprescindibile, costituito dalla sentenza n. 194 del 2019 della Corte costituzionale. Il giudice delle leggi, nel pronunciarsi in merito alla questione della legittimità costituzionale del decreto-legge n. 113 del 2018 ebbe a rilevare che sussiste - apro le virgolette - “piena legittimità della scelta del legislatore nazionale, alla luce del diritto europeo, di declinare esclusivamente solo due forme di protezione internazionale, quella piena e quella sussidiaria, lasciando in termini facoltativi la definizione di un'ulteriore forma di protezione, nota come complementare e che guarda i profili di integrazione dell'interessato all'interno dello Stato membro”. Sulla base di questo spazio di discrezionalità politica, il legislatore è intervenuto in più occasioni sulla cosiddetta protezione speciale e non può essere contestato il dato che, con l'intervento operato nel 2020, il decreto-legge n. 130, l'istituto della protezione speciale ha fatto registrare un marcato incremento applicativo. Per effetto di tale intervento, l'applicazione della protezione speciale ha mutato la sua ratio originaria, nonché il rapporto di eccezionalità tra siffatto istituto e i due regimi standard di protezione internazionale, cioè lo stato di rifugiato e la protezione sussidiaria, cosicché la protezione speciale, da fattispecie di limitata applicazione, è diventata una fattispecie di larga incidenza. La situazione in tal modo creatasi spiega le ragioni per cui, con il decreto-legge n. 20 del 2023, il Governo ha inteso rivedere l'istituto della protezione speciale, prevedendo comunque un regime transitorio, idoneo a garantire le aspettative non solo di coloro che sono già titolari dei relativi permessi, ma anche di chi abbia solo presentato la relativa istanza. In sede parlamentare è in corso un confronto, all'esito del quale - ne sono convinto - si riuscirà a trovare un punto di equilibrio, in linea con il legittimo potere di ogni Stato di contrastare il traffico di esseri umani e di regolare le condizioni di ingresso legale sul proprio territorio, allontanando dallo stesso chi non ha i requisiti richiesti. Desidero, dunque, ribadire che il Governo intende garantire che istituti come la protezione speciale tornino a essere strumenti di tutela piena ed effettiva per le persone che fuggono da reali ed oggettive situazioni di pericolo e non un espediente per eludere le regole in materia di ingresso e soggiorno sul territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Vinci, per due minuti.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. La ringrazio, signor Ministro, per la risposta esaustiva. A nome dei firmatari mi dichiaro soddisfatto della sua risposta su questo tema della protezione speciale, perché dopo tanti, troppi anni di politica dei porti aperti, finalmente, si torna a parlare seriamente dell'emergenza immigrazione illegale. In Italia, da sempre, all'immigrato può essere riconosciuto lo status di rifugiato, se si ritiene che nel suo Paese d'origine possa essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità o appartenenza a un determinato gruppo sociale o politico, oppure può essere riconosciuta la protezione sussidiaria, che è a tutela dei migranti che corrono un rischio effettivo di subire un grave danno ritornando nel loro Paese d'origine. Nell'attuale legislazione italiana la protezione speciale sembra un'anomalia e, invece, è una terza forma - chiamiamola così - di protezione, ma che in realtà di protezione non è. Può essere anche in qualche modo oggi, così com'è configurata, un favoritismo, perché la formulazione attuale “qualora esistano fondati motivi di ritenere che l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare” (cioè del migrante) è una formula troppo ampia, che può, a seconda delle interpretazioni, fare ricomprendere le situazioni veramente del tutto più disparate. Questa situazione, a nostro avviso, non è più tollerata e tollerabile. Molti cittadini italiani se ne lamentano, perché rispettano la legge e vorrebbero che questo buonismo dilagante fosse cancellato dal nostro ordinamento. Oggi ci sono extracomunitari che pagano dai 6.000 agli 8.000 euro per venire nel nostro Paese, per sbarcare sulle nostre coste. Molti cittadini queste somme non le hanno e non sanno neanche come sia fatta una tale cifra in contanti. Negli ultimi mesi, fortunatamente, molto è cambiato grazie a questo Governo e ci aspettiamo e siamo sicuri che presto questa norma sarà riformulata, nel rispetto degli italiani e dell'interesse nazionale italiano, perché è una stortura…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, deputato.

GIANLUCA VINCI (FDI). …che da qualche anno sta creando veramente molti problemi al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 73, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Costituzione della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'InCE.

PRESIDENTE. Comunico che la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'InCE ha proceduto, in data odierna, alla propria Costituzione.

È risultato eletto presidente il deputato Salvatore Caiata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 564 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l'attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune. Disposizioni concernenti l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1089​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1089: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l'attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune. Disposizioni concernenti l'esercizio di deleghe legislative.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1089​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, non avrete la nostra fiducia, la fiducia di +Europa su questo provvedimento, perché non abbiamo trovato alcuna ragione per fidarci del fatto che voi abbiate le idee chiare e stiate mettendo in campo le strategie giuste per arrivare a compimento degli investimenti e delle riforme presenti nel PNRR. Abbiamo ascoltato ieri il Ministro Fitto, con un lungo intervento anche un po' stizzito per qualche obiezione che arrivava dall'Aula, ma non abbiamo colto fino in fondo, anzi, vorrei dire, non abbiamo colto per nulla, da un punto di vista operativo, quello che il Governo intende fare. Noi riteniamo, invece, che si stia generando una confusione difficilmente comprensibile e certamente non accettabile. Nel Governo e nella maggioranza, soprattutto, ci sono voci di chi dice: ma bisogna rinunciare a un po' di fondi, meglio spenderli bene che spenderli tutti.

Ieri lo abbiamo letto sulla stampa. In realtà, poi, il Governo sta avanzando richieste per nuovi fondi, quelli rimasti dal REPpower EU, ma senza dare scadenze, tempi, termini. C'è la rivoluzione nella governance. Draghi aveva fatto un buon lavoro, a nostro avviso eccellente. Nessuno dice che sia semplice, in un tempo così limitato, in particolare in Italia, arrivare a scaricare a terra progetti. Le riforme sì, ma non si capisce perché anche sulle riforme stiate rallentando. È evidente, però, che, per esempio, aver deciso di rivoluzionare la governance abbia fatto perdere tempo e non si capisce ancora perché spostare dal Ministero dell'Economia e delle finanze a Palazzo Chigi. A cosa è servito, se non a perdere tempo. A togliere un ruolo al Ministero dell'Economia? Aveva come finalità quella di riequilibrare, dal punto di vista politico interno, la maggioranza? Oppure dare più efficienza? Temo che la scelta sia stata fatta per riequilibrare i poteri sul PNRR all'interno di una maggioranza in cui ci si guarda, non voglio dire in cagnesco, ma certamente con un po' di diffidenza. Temo che questo sia stato fatto più per ragioni politiche, che per ragioni di efficienza e di efficacia.

Quindi - e chiudo, signor Presidente - siamo insoddisfatti. Non daremo la fiducia per questo. Non daremo la fiducia, perché è a rischio un progetto per rivitalizzare l'economia italiana, aumentare la produttività e, per questa via, aumentare occupazione e salari.

Poi, sulle riforme della concorrenza, il Governo è ancora incagliato di fronte alla straordinaria opportunità del PNRR sui balneari, sulle concessioni, sulla messa a gara e sul MES. Andiamo a negoziare in Europa e non riuscite ancora a dare il vostro avallo, a far partire in questo Parlamento - noi siamo prontissimi a farlo anche immediatamente, signor Presidente - la ratifica della riforma del MES. Per tutte queste ragioni, +Europa non voterà la fiducia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Ci risiamo. Ancora una volta, un decreto di fondamentale importanza viene sottoposto a questo ramo del Parlamento senza dargli la minima possibilità di lavorarlo, di migliorarlo. Ormai, è un'abitudine che ritengo inaccettabile; come ho detto in queste Aule della Camera e anche del Senato diverse volte, io nutro dei dubbi e penso che la trattazione di un decreto solo in un ramo del Parlamento, ormai diventata normale, possa portare a problemi di incostituzionalità. Quindi, auspico che questo Parlamento, la maggioranza in primis, lavori e si confronti con questo problema e, finalmente, trovi proposte di riforma, siano esse costituzionali, siano esse regolamentari.

Vengo al merito del provvedimento. Non intendiamo dare una lettura pregiudiziale del provvedimento, in primo luogo, in ordine al nuovo modello di coordinamento e di monitoraggio delle amministrazioni centrali che hanno la responsabilità degli interventi previsti dal PNRR e in particolare all'unità di missione quale struttura generale di riferimento fino all'attuazione dello stesso entro la fine del 2026. Tale riorganizzazione attribuisce, come sappiamo, un ruolo preminente, se non esclusivo, alla Presidenza del Consiglio, ai fini del coordinamento delle attività di gestione, monitoraggio, rendicontazione e controllo degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

È un errore oppure un valore aggiunto rispetto al modello introdotto dal Governo Draghi in capo al MEF? È un interrogativo cui si deve rispondere con responsabilità e con cautela.

La responsabilità è da attribuire al Governo Meloni. La cautela deve esserci da parte delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, non soltanto, in riferimento al provvedimento in discussione, ma ancor più in relazione ai tempi dei decreti attuativi necessari alle nuove regole di governance del PNRR.

Vi sono elementi di semplificazione nella struttura di governance che sarebbe pretestuoso non sottolineare. È responsabilità del Governo, adesso, operare, affinché la nuova cabina di regia determini più efficienti condizioni di governance e, al contrario, non crei sovrapposizioni e ulteriori ragioni di incertezza, tenuto conto della nuova cabina di regia del PNRR in luogo del tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, del ruolo di monitoraggio che rimane al MEF e delle unità di missione dei singoli Ministeri.

A noi appaiono decisivi, ai fini del rispetto delle mission e delle riforme previste dal PNRR, tre ordini di problemi. Il primo, fondamentale, è l'impasse politico che fino ad oggi ha impedito l'approvazione della riforma relativa alla concorrenza o ha determinato, come appunto nel provvedimento in esame, misure di proroga delle riforme, come quella relativa all'ordinamento giudiziario o all'entrata in vigore del nuovo codice degli appalti. Sono passaggi ineludibili da parte del Governo e sono riforme dirimenti. La strategia dell'accantonamento non porta ad alcun approdo positivo e denuncia una carenza di leadership, che è la prima condizione per un negoziato serio con l'Unione europea. Per l'ammodernamento e la crescita del nostro Paese, poi, servono senz'altro le risorse finanziarie messe in campo, ma ancor di più servono le riforme che spesso sono addirittura a costo zero.

Il secondo è relativo ai futuri rapporti fra il modello centrale di governance del PNRR e le amministrazioni locali in ordine agli obiettivi e al cronoprogramma dello stesso.

In discussione sono sia la qualità degli interventi previsti sia i diversi livelli di capacità di spesa da parte delle amministrazioni locali in relazione anche alla loro capacità di spesa annua in investimenti. Ribadiamo l'esigenza di affrontare in modo pragmatico e realistico tali problemi. Non è infondato, sotto questi profili, osservare come si debbano coniugare una maggiore qualità degli interventi e una maggiore - potremmo dire - effettiva capacità di spesa a livello locale; è il tema che abbiamo posto come autonomia speciale e rispetto al quale non condividiamo l'opposizione del Governo al trasferimento di bandi e progetti, dai piccoli comuni alle province autonome, al fine di salvaguardare le risorse per il nostro territorio.

Il terzo ordine di problemi è in capo al Governo che deve decidere, e deve farlo in tempi urgenti, quali ordini di priorità indicare nella interlocuzione con la Commissione europea, in riferimento all'impiego in particolare della parte di risorse previste a debito, all'individuazione e modifica della destinazione di tali fondi, alla revisione dei progetti approvati determinata dal mutamento di alcune condizioni essenziali quali il costo delle materie prime e il caro energia.

Con onestà intellettuale e politica, non registriamo chiusure aprioristiche da parte della Commissione, nel contempo riteniamo però illusorio e profondamente distorsivo pretendere di discutere in Europa senza un'assunzione di responsabilità da parte del Governo. Pensiamo, ad esempio, anche al capitolo relativo al REPowerEU, che il Governo vorrebbe porre come tema del negoziato con l'Unione europea. Nel rapporto con l'Europa vi è una duplice clausola di salvaguardia: da una parte, dell'Europa nei confronti dell'Italia, come di ogni altro Paese membro, con l'individuazione delle riforme e il cronoprogramma degli interventi conseguenti, materie che non possono essere poste in discussione in modo arbitrario, in modo unilaterale dai singoli Paesi…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Concludo subito. Dall'altra parte, dell'Italia nei confronti dell'Europa, per la responsabilità dei tempi e dei progetti di attuazione del PNRR. In entrambi questi ordini di rapporti, il fallimento è un'opzione non sostenibile. Cooperazione, collaborazione e coordinamento si impongono. Ci auspichiamo, pertanto, che il Governo attui tutti i passaggi necessari con l'Europa, per revisionare i tempi e le scadenze previste per il 2026 e per ottenere la possibilità strategica di spostare alcune opere sui fondi strutturali comunitari.

Con il Recovery Plan, l'Europa ha condiviso la creazione di debito comune; si è, in altri termini, posta come prestatore multilaterale, e ora è responsabilità dell'Italia non porre in crisi tale ruolo. Essere il maggior beneficiario del Next Generation EU ed essere fra i Paesi a maggior debito pubblico in Europa è la condizione peculiare dalla quale non possiamo prescindere.

Per tutte queste ragioni, come Minoranze Linguistiche, esprimeremo un voto di astensione sulla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, quando si parla di Piano nazionale di ripresa e resilienza, si deve sempre tener presente che l'orizzonte temporale dei progetti e degli investimenti supera le legislature. Il PNRR è un progetto Paese, che nessun Governo può intestarsi, ma che ogni Governo ha il dovere di portare avanti e di realizzare, se necessario apportando correttivi all'organizzazione delle strutture per velocizzare la spesa, rimediando a ciò che è stato ereditato e non ha funzionato. Quando è stato definito, dobbiamo ricordarlo, ci trovavamo ad affrontare una crisi inedita, un'emergenza sanitaria che ha avuto conseguenze sociali ed economiche inimmaginabili, difficoltà di approvvigionamento di beni e materie prime e rallentamento della globalizzazione.

Ma, ora, alla pandemia si sono sovrapposte altre crisi. Le emergenze si susseguono, si innestano una sull'altra, intrecciando e potenziando i loro effetti. Il conflitto in Ucraina ha segnato uno spartiacque, ha cambiato le priorità e le prospettive economiche e sociali. L'aumento dei costi energetici, che ne è susseguito, ha messo l'acceleratore sulla trasformazione delle strategie di approvvigionamento dei diversi Paesi, compresa l'Italia, spiazzando un percorso già difficile di transizione ecologica e di decarbonizzazione. Ma il peso peggiore, che sta gravando sul sistema, sulle imprese e sulle famiglie, è la spirale inflazionistica.

Ora, possiamo pensare che, con un mutare così profondo delle condizioni, un Piano scritto tre anni fa possa essere ancora attuale oggi? Il dovere di un Governo che si trova a corrispondere alla propria azione con la realizzazione del PNRR è quello di fare in modo che gli obiettivi prefissati siano raggiunti. Occorre, dunque, operare una serie di aggiustamenti quantomeno nella gestione dei fondi, nella modalità di elaborazione dei progetti, in un processo di trasparenza, con un approccio di linearità, come ha ribadito ieri il Ministro Fitto nella replica in quest'Aula. Un approccio condivisibile nel metodo e nel merito delle misure concrete previste da questo decreto. Non è oggetto di questo decreto, ma è serio da parte del Governo, fare una ricognizione dei progetti, capire quelli che possono essere portati a termine entro il 2026, ragionare sul parallelismo, sul collegamento con gli altri fondi, quelli di sviluppo e coesione, e fare un ragionamento, ritornare anche in quest'Aula con estrema trasparenza, come è stato assicurato, per ovviamente fare e portare il resoconto di questa ricognizione.

Non ha alcun senso rinfacciarsi responsabilità. L'unica azione responsabile sarebbe la massima condivisione delle misure che consentono di velocizzare la messa a terra dei progetti, delle riforme, delle opere infrastrutturali. È questa la ratio di un provvedimento che giunge oggi al voto finale e che consente la stabilizzazione, per esempio, del personale degli enti locali assunto nell'ambito dei progetti UE, necessario a seguire le fasi di realizzazione. In particolare, viene previsto che le amministrazioni titolari di progetti rientranti nel PNRR possano stabilizzare nei propri ruoli il personale non dirigenziale già assunto a tempo determinato.

Questo decreto prevede misure di semplificazione degli appalti e iter più snelli per rilanciare la transizione all'energia verde. Soprattutto viene modificata la governance del Piano, sopprimendo il tavolo permanente per il partenariato e trasferendo alla cabina di regia per il PNRR le funzioni di coordinamento e cooperazione con i soggetti economici, sociali e territoriali, individuando le rappresentanze di organismi pubblici e privati che possano essere coinvolti nello svolgimento di tali attività. Una scelta che aumenterà l'efficienza e rafforzerà, non allenterà, il dialogo con enti locali e parti sociali, come abbiamo sentito ribadire ieri, a chiare lettere, dal Governo in quest'Aula.

Si interviene anche sul monitoraggio e sulla rendicontazione del Piano, in particolare disponendo il potenziamento delle strutture del Ministero dell'Economia coinvolte nell'attuazione del PNRR. Infine si predispone una struttura di missione PNRR presso la Presidenza del Consiglio. La struttura, a cui è preposto un coordinatore, è articolata in quattro direzioni generali e svolge attività, in collaborazione con l'Ispettorato generale per il PNRR, di comunicazione istituzionale, di pubblicità del Piano, funzioni svolte dalla segreteria tecnica per il supporto alle attività della cabina di regia.

Questo per quanto riguarda la governance, ma alcuni importanti interventi sono stati predisposti anche per i poteri esercitabili nella gestione dei progetti. In particolare, il provvedimento apporta specifiche modifiche in materia di esercizio di poteri sostitutivi attivabili da parte dello Stato nel caso di inadempienza di soggetti attuatori. Il tutto per velocizzare e recuperare tempo. Sono inseriti diversi interventi funzionali alla semplificazione del monitoraggio e delle procedure di gestione finanziaria. Si prevede anche che gli enti locali che si trovano in esercizio provvisorio o gestione provvisoria siano autorizzati a iscrivere in bilancio i finanziamenti di derivazione statale ed europea per investimenti in deroga a una serie di norme vigenti in materia di contabilità. Diversamente, la capacità di spesa di questi enti risulterebbe limitata. Si spinge sull'acceleratore, dunque, eliminando parte di quei freni che sempre rallentano lo sviluppo di opere e infrastrutture.

Vengo da Genova, e nel mio cuore e nella mia mente è la tragedia del ponte Morandi, che la volontà e una radicale semplificazione normativa ha consentito di trasformare in un'occasione di riscatto. Oggi quel ponte è un modello, ci dice che si può fare. E allora facciamolo, lavoriamo tutti insieme per trasformare il Paese. Non è un programma di Governo, è un progetto Paese a cui tutti siamo chiamati a contribuire, ognuno per la sua parte, ognuno con le sue forze, ognuno con la sua capacità di visione, tenendo sempre a mente che chiunque potrà onorarsi di avervi preso parte.

Il passaggio al Senato ha apportato importanti trasformazioni al decreto, introducendo nuove materie, come il distretto industriale di Piombino e gli interventi strutturali per il Giubileo 2025, soltanto per fare qualche esempio. Modifiche chieste dallo stesso Governo, che continua a lavorare per il perfezionamento del funzionamento della macchina affinché funzioni e proceda da adesso in poi speditamente, tra cui ricordiamo la proroga dell'entrata in vigore della riforma Cartabia, il contributo una tantum per i gestori di SPID e l'accelerazione dei tempi di pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Una disposizione, questa, inserita al Senato, che tocca una cronicità del nostro Paese, i ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione.

È un peso che grava sulle aziende e sui soggetti che collaborano con enti e istituzioni pubbliche, ma che si riverbera su tutta la collettività in termini di ritardo nella realizzazione di opere e lavori anche di normale manutenzione.

L'efficientamento dei processi di spesa è un dato centrale del problema, su cui questo provvedimento, finalmente, interviene, imponendo tempi certi.

Si accelera anche sulle connessioni digitali, altro capitolo fondamentale del PNRR, prorogando di 24 mesi certificati, permessi e autorizzazioni per gli interventi per la rete a banda ultra larga, e si interviene sull'efficientamento del comparto giustizia.

Non vorrei dilungarmi ancora sull'elenco degli interventi, alcuni dei quali tecnici, specifici. Mi preme sottolineare di nuovo la ratio di un provvedimento fondamentale di registro dell'azione a tutti i livelli, che esprime la volontà di questa maggioranza di andare avanti sul PNRR e di non sprecare né tempo, né risorse. Noi, ovviamente, ci siamo. Noi Moderati abbiamo sostenuto in ogni fase la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, fin dall'inizio ne abbiamo individuato e valorizzato il carattere di lungo periodo.

Non siamo mai scaduti nella polemica politica quando, come in questo caso, è in gioco il futuro del Paese, ma abbiamo sostenuto, sosteniamo e sosterremo ogni intervento politico funzionale al più grande progetto di riforma della macchina Paese.

Dichiaro, pertanto, il voto favorevole per il gruppo Noi Moderati sulla fiducia posta sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Ministro, ci rivediamo, ma, mi faccia dire - oggi posso farlo come replica -, le medaglie vere stanno su da sole. Invece, questo Governo se le assegna, se le appunta sul petto, dice di avere fatto meglio di quelli precedenti. Poi se qualcuno, come abbiamo fatto ieri, osa dire che si rischia di sprecare una delle più grandi occasioni da tanti decenni a questa parte, trasformandola nel più grande spreco di soldi pubblici di tutti i tempi, il Governo si offende, sbraita e grida allo scandalo anti-italiano.

Il PNRR dovrebbe essere lo strumento per contrastare la crisi climatica e sociale che affligge il Paese. Finora si è tradotto, per metà, in uno svuota cassetti per progetti vecchi e impolverati, e rischia di prevedere, di fatto, una delega alle aziende partecipate per investire e beneficiare al posto dello Stato. Chi controlla chi, Ministro? ENI, SNAM, ENEL sono nostre partecipate o sono loro i veri azionisti di questo Governo?

Investire in ospedali, medicina di prossimità, case di comunità, assunzione di medici, efficientamento energetico, scuole, asili nido: la verità è che tutto quello che doveva essere al centro di ogni nostro sforzo e di una vera regia rischia di essere vanificato.

Le regioni non possono svolgere le funzioni che erano delle province, i comuni da soli non ce la fanno. I finanziamenti europei non bastano da soli. Servono le competenze della pubblica amministrazione, il rafforzamento dei controlli pubblici e il dibattito pubblico per coinvolgere i territori, ma soprattutto un orientamento organico e chiaro, riforme sugli obiettivi fondamentali.

La pandemia si è abbattuta su un Paese già in crisi, profondamente ingiusto, aggravando povertà e disuguaglianze, Presidente. Ha ferito un'economia, una società e un ambiente già instabili e fragili. I più poveri, i più esposti, i più marginali e i più discriminati hanno pagato il prezzo maggiore.

Eppure, il vostro Documento di economia e finanza, oggi, nel capitolo sanità, non prevede alcuna progettualità per risanare il sistema sanitario in ginocchio. Nulla per le assunzioni, nulla per l'adeguamento delle retribuzioni, nulla per l'innovazione tecnologica. Il destino della sanità pubblica è tracciato. Il traguardo è la morte annunciata del diritto a una visita specialistica. Avete programmato la riduzione della spesa sanitaria, nel 2024, del 2,4 per cento rispetto al 2023, in rapporto al PIL crollerà al 6,2 per cento, il valore più basso degli ultimi decenni. Sul fronte del personale, non c'è assolutamente nulla, né per i rinnovi dei contratti, né per un piano straordinario di assunzioni. State pianificando il collasso del Sistema sanitario nazionale. Come si potrà garantire il funzionamento delle case e degli ospedali di comunità o l'assistenza domiciliare senza personale?

Il Ministro Fitto, invece di darci ragione e di chiedere, come facciamo noi, a Giorgetti e a Meloni un cambio di passo o di paradigma, mette addirittura in dubbio la stessa realizzazione delle case di comunità con i fondi del PNRR. E ieri faceva pure l'offeso quando l'abbiamo rimproverato!

Ma non c'è solo questo. Pensiamo all'altra grande crisi che non volete vedere. Sul contrasto al cambiamento climatico, non avete mai voluto sentire le ragioni: mai un piano per ridurre le emissioni di gas serra inquinanti, uscire dall'area fossile, realizzare impianti di economia circolare, promuovere la riconversione della mobilità urbana, dare al Sud Italia una vera ferrovia. Voi sognate, campate e campate di sogni di un secolo fa! Siete ancora lì, al Ponte sullo Stretto di Messina, inchiodati a una fissazione, come chi vagheggia amori del passato: il motorino senza casco, le sigarette nei cinema e nei ristoranti! Siete ancora lì! Non riuscite a uscire dai vostri peggiori incubi.

Il Ponte sullo Stretto è un ponte da cui guardare con ammirazione le trivelle e i giacimenti di gas. È dovuta intervenire l'Anac e dirvi che il vostro decreto non definisce né i costi né i vantaggi. Mentre vi perdete nelle vostre fantasie regressive, dovremmo aprire i cantieri per realizzare le opere della mobilità sostenibile, nelle città con la mobilità elettrica e la mobilità dolce e tra le città con il trasporto ferroviario dei pendolari. Dovremmo cambiare il parco mezzi, quello che in Sicilia è il più vecchio d'Italia, più vecchio del federalismo! Dovremmo aprire centinaia di migliaia di cantieri per liberare l'Italia dalla dipendenza fossile, realizzare gli impianti, grandi e piccoli, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, a partire dal fotovoltaico e dall'eolico, e chiudere tutte le centrali fossili entro il 2035.

Dovremmo riqualificare tutto il patrimonio edilizio pubblico e privato, inefficiente e insicuro, degli 8.100 comuni italiani. Invece, questo Governo è riuscito nel capolavoro di rendere i bonus edilizi uno strumento a disposizione solo di chi se li può permettere, di chi ha redditi alti e capacità fiscale. Dovremmo aprire i cantieri per realizzare gli impianti industriali dell'economia circolare e per chiudere, una volta per tutte, la stagione delle discariche e degli inceneritori. Lo diciamo a tutti i colleghi, di maggioranza e di opposizione: voi siete ancora lì, innamorati dell'era fossile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), con le cicche buttate a terra e con un destino che non arriva mai, quello di uscire, uscire e uscire da questa Italia.

Dovremmo combattere la precarietà, così come ha fatto la Spagna, proprio coi fondi del Next Generation EU, e introdurre il salario minimo legale, un sostegno al reddito universale, quello che voi avete tolto! Ma quale ripresa! Avete presente le parole del PNRR? Ma quale ripresa in un Paese dove il Governo decide di rigettare migliaia di persone nella povertà, cancellando il reddito di cittadinanza!

Allora: 191 miliardi del PNRR, più di ogni altro Paese. Dite che i ritardi sono proprio dovuti a questo. Dite che il decreto è fondamentale per rimanere on time. Usate questo inglese Black & Decker che non conoscete nemmeno. Dite che la situazione italiana non è comparabile con quella degli altri Paesi, che hanno avuto meno. Dite che serve un approccio prudente, però pragmatico. Dite che i Governi precedenti hanno agito male e peggio, ma, a dicembre 2022, siamo al 6 per cento della spesa su quei 191 miliardi: meno di chiunque altro, peggio di chiunque altro in tutta Europa!

Invece, abbiamo visto molte energie spese contro i rave, le ONG, i migranti, gli eco-attivisti. Avete sempre un nuovo nemico. Ieri, i figli delle coppie omogenitoriali e, oggi, chi fuma canapa made in Italy. Bella roba!

Accentrate, procrastinate, delegate e, se possibile, lasciate fare a chi sa spendere, come ENI - già - per staccare altri dividendi e tenersi gli extra profitti. Sempre i primi: dare contro gli ultimi e fare gli interessi dei primi. Questo è il vostro obiettivo, neanche troppo segreto: mettere tutte le fiche su capacità di spesa e velocizzazione delle procedure, purché sia, trasformando un'opportunità unica in tante inutili opere prive di obiettivi.

Qualcuno ha detto che trattate il Recovery Plan come un problema. È così! È così! Ci costringete a ridiscutere la governance, perdendo mesi preziosi per l'esecuzione del Piano. È una tattica oppure inadeguatezza? Ditecelo voi!

Nella maggioranza c'è chi contesta addirittura il pieno utilizzo dei fondi che l'Italia ha già ottenuto, mentre il Governo comunica ufficialmente a Bruxelles il suo interesse ad accedere a ulteriori prestiti, senza specificare su cosa. Annunciate di voler modificare il Piano, ma, nella seconda metà di aprile, non avete ancora definito né i progetti da finanziare né le risorse che utilizzerete.

Ho finito, Presidente. Il Governo deve pronunciarsi non solo davanti alla Commissione europea, ma anche dinanzi a questo Parlamento, quello che mortificate ogni giorno passando quattro ore alla Camera nelle Commissioni per discutere tutti gli emendamenti. Ma quale ostruzionismo! Trenta emendamenti di merito abbiamo presentato in un'ora. Avete idea della perdita a cui rischiate di condannare il Paese, si o no? Quali sono le opere? Le case di comunità ci saranno, sì o no? Gli asili nidi previsti saranno realizzati tutti, sì o no? I 330 milioni di euro per la forestazione urbana saranno spesi correttamente entro il 31 dicembre 2026, sì o no? Rispondete, invece di mettere la fiducia.

Noi, ovviamente, voteremo “no”, Presidente: “no” all'ennesimo decreto e all'ennesima fiducia, perché non sopportiamo l'idea di buttar via un'occasione straordinaria, di gettare al vento miliardi per fare oggi le stesse cose sbagliate di ieri (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti dell'istituto comprensivo Agropoli Vairo, di Agropoli e dell'istituto tecnico economico Vittorio Bachelet, di Ferrara, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, il decreto-legge su cui il Governo ha posto la fiducia, qui oggi in questa Camera, è relativo alla ristrutturazione della governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un cambio di governance importante dei processi. È una grande responsabilità che questo Governo ha deciso di assumersi e forse è anche giusto dopo aver avuto la fiducia degli italiani. Sono passati cinque mesi e un cambio di prospettiva soggettiva del Governo, che ha avuto modo, in questi cinque mesi, di vedere e prendere coscienza e conoscenza di quello che era stato fatto dai precedenti Governi Conte 2 e Draghi, è una grande assunzione di responsabilità.

Noi faremo un'opposizione senza pregiudizi e responsabile. Ovviamente, andremo a vigilare e a monitorare tutto quello che sarà relativo all'attivazione dei processi, per fare in modo che gli attuali ritardi, così come sono stati comunicati, possano essere ripresi e possiamo raggiungere e mettere a terra tutti quegli investimenti di cui il PNRR ci dà la possibilità.

Come diceva Draghi, il PNRR è una grande opportunità, ma è un debito che noi dobbiamo rendere, un debito buono, perché è un debito che serve a modernizzare il nostro Paese, una leva di investimenti, ma soprattutto un modo per restituire maggiore competitività al nostro Paese in un mondo sempre più globale, dove le nostre imprese e tutto il mondo produttivo soffrono per essere competitivi. Dunque, è una grande opportunità.

Vede Presidente, il PNRR non è di Conte, non è di Draghi, né della Meloni: il PNRR è dell'Italia, è per l'Italia ed è per gli italiani e per le future generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). La nostra opposizione, quella che abbiamo fatto in questi cinque mesi, è un'opposizione costruttiva, in cui abbiamo presentato proposte e dato il nostro contributo. Diverse volte il nostro contributo non è stato accolto e ne prendiamo atto, ma questo è il nostro modo di fare opposizione. Alla fine dell'attivazione del PNRR daremo i nostri giudizi sul vostro operato.

I 230 miliardi, così com'è stato detto da qualche partito della maggioranza, signor Ministro, non sono troppi. I 230 miliardi rappresentano il più grande investimento mai avuto nella storia repubblicana ed è una grande opportunità, anzi deve essere una grande opportunità per il nostro Paese. E ci fa specie quando queste cose vengono dette da quel partito che, negli ultimi anni, recenti, ha sempre parlato contro l'Europa, sull'austerità dell'Europa e oggi ci viene a dire che forse i fondi sono troppi, poi è dovuto correre Salvini a rettificare che forse devono essere spesi bene. È giusto, quindi: devono essere spesi bene, ma per spenderli bene c'è bisogno di fare una grande semplificazione, c'è bisogno di aiutare gli enti locali, i comuni e le province con gli strumenti, con i dipendenti, con le risorse, per fare in modo appunto che questi investimenti possano essere messi a terra, perché è una grande opportunità per tutti i comuni, una grande opportunità per restituire quell'equità tra i territori, tra Nord e Sud, tra le aree interne e le coste o le città metropolitane; voglio portare un piccolo esempio, quello del comune di Montelapiano, in provincia di Chieti, quindi nella mia regione, con 77 residenti - ovviamente, in altre stagioni, sono di più coloro che vivono in questo paese che ha dieci chilometri quadri di superficie -; grazie al PNRR, ha avuto la bellezza di 2.800.000 euro, per il dissesto idrogeologico, per la digitalizzazione, per un asilo, per quei servizi di cui le aree interne, a partire dalla messa in sicurezza del territorio, hanno bisogno. Quindi, come dicevo, è una grande opportunità, che non possiamo, nella maniera più assoluta, non cogliere.

I colleghi del Senato hanno avuto la possibilità di dare il loro contributo, un contributo che è stato aperto, un contributo che è scaturito anche da un confronto con lei, signor Ministro - e la devo ringraziare per l'attenzione con cui sta seguendo, lei personalmente, sia al Senato sia qui, alla Camera i lavori -, con gli emendamenti relativi al ripristino del sistema italiasicura, uno strumento che attuò il Governo Renzi. Al contempo, siamo riusciti a parificare il regime giuridico dei ricercatori tra tempi determinati e indeterminati, a pensare alle strutture delle residenze per i tanti ragazzi universitari che non studiano vicino casa - ed è, questo, uno strumento importante - alla semplificazione per gli investimenti sul fotovoltaico, sulle rinnovabili. Ricordo anche l'ordine del giorno con cui il Governo si è impegnato a estendere una misura molto importante del Ministro Calenda, Industria 4.0; vi sono state anche proposte per la transizione ecologica; sono riforme legate al PNRR; in questo ambito sento molto silenzio, signor Ministro: non sappiamo che fine abbiano fatto il decreto-legge Concorrenza e tutti i provvedimenti legati al PNRR che l'Europa ci chiede. Quindi, vorremmo capire il lavoro che si sta portando avanti anche per innovare la pubblica amministrazione ed anche i decreti attuativi per gli ITS, che sono funzionali e importanti per il mondo produttivo.

Noi, come ho detto in precedenza, ci saremo, come opposizione perché tifiamo l'Italia, per l'Italia.

Per quanto riguarda la richiesta di fiducia del Governo, è la nona fiducia posta qui, alla Camera dei deputati, in cinque mesi di Governo; con questo trend, arriveremo a superare le 20 fiducie nell'arco del primo anno del Governo Meloni. Ritengo che, così facendo, il bicameralismo, ancora previsto nella nostra Costituzione, certamente non venga rispettato; quindi, stiamo calpestando la Costituzione.

Signor Ministro, molti, anzi tutti i partiti che compongono questa maggioranza sono quelli che, nel 2016, hanno votato contro la riforma costituzionale e hanno fatto campagna elettorale contro il relativo referendum, la cui approvazione avrebbe, in parte, cambiato il nostro sistema parlamentare: da bicameralismo a monocameralismo. Bene, oggi che governate, prendiamo atto che state trasformando il nostro sistema bicamerale in un sistema monocamerale.

Pertanto, il gruppo di Azione-Italia Viva non voterà la fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Con il voto di oggi ci apprestiamo ad aggiungere un altro importante tassello all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Finora, abbiamo conseguito tutti gli obiettivi del PNRR, per le prime due rate, e il nostro Paese ha ricevuto circa 67 miliardi di euro.

Nel 2023 dovremmo conseguirne altri 96, di cui 27 nel primo semestre e 69 nel secondo. Ed è il conseguimento di questi che muove l'operato del Governo in queste settimane e in questi mesi, parallelamente alla trattativa che il Ministro Fitto sta portando avanti a Bruxelles, al fine di ridefinire l'assetto e alcuni contenuti specifici del Piano; Ministro Fitto che riferirà in Parlamento la prossima settimana sull'andamento di questa interlocuzione.

Colleghi, questo decreto-legge, come gli altri due sullo stesso tema che lo hanno preceduto, offre a tutti noi l'occasione di svolgere qualche riflessione di natura politica su quello che stiamo facendo. Quando parliamo di PNRR, naturalmente, parliamo di futuro, di cambiamenti di paradigma, di salti quantici rispetto a come siamo abituati a pensare il nostro Paese e ci confrontiamo, oppure, diciamo meglio, dovremmo confrontarci su come pianificare e progettare oggi quello che dovrà accadere dopodomani. E questa non è, per noi, la normalità; di solito, siamo abituati a confrontarci su temi in cui dobbiamo inseguire gli eventi, con decreti, provvedimenti le cui disposizioni devono produrre, invece, un effetto immediato. Ed è giusto che sia così, è parte del nostro lavoro. Pensiamo, ad esempio, al decreto in materia di immigrazione, che è oggetto di esame al Senato, oppure a quello sulle bollette, in esame da noi, alla Camera.

Il PNRR, invece, ha tutt'altro respiro. È un quadro programmatico di medio periodo, che prevede la realizzazione di riforme e di investimenti secondo una logica di risultato ben scandita. Questo significa che il successo del Piano si instaura sulla cultura della programmazione che richiede certamente una forte volontà, una forte coesione politica, ma anche organizzazione, efficienza, capacità di programmare, di investire dei decisori pubblici che guidano la realizzazione di questo Piano. Sono tutte voci che albergano troppo raramente nel modo di pensare e di agire della politica. Per questo l'attuazione del PNRR sfida nel profondo quel conservatorismo per mancanza di alternative che ha causato buona parte del declino della nostra democrazia e del distacco tra politica e cittadinanza e che è anche l'effetto di quasi 70 Governi che si sono succeduti, dal 1948 ad oggi, rendendo di fatto impossibile quella cultura della programmazione che, invece, ad altri Paesi, affini al nostro, ha consentito di tenere il passo con le grandi evoluzioni sociali ed economiche di questi anni.

L'attuazione del PNRR sfida quella cultura del “ma chi te lo fa fare?”, che è diventata un po' una malattia italiana e che ha fatto perdere al nostro Paese competitività, investimenti e anche speranza.

Durante il Governo Draghi, di cui ho avuto l'onore di far parte, ricordo la forte consapevolezza, ma anche i forti dubbi e le incertezze di tutti i partiti che sostenevano quel Governo - tutti, anche quelli che oggi sferzano l'operato di questo Governo - rispetto alla possibilità che l'Italia fosse capace di raccogliere questa sfida e la trasformasse appunto in un cambio di paradigma da cui tutti potessero trarre beneficio, nonché nuova speranza per recuperare la posizione che meritiamo nel mondo.

Oggi il Governo, un nuovo Governo, legittimato, pochi mesi fa, dal voto popolare, è intento a realizzare quel cambio di paradigma, consapevole che si tratta di un'occasione imperdibile, anche se complessa, da cogliere. Ma l'occasione non vale solo per l'Italia, Paese che più di ogni altro nell'Unione, beneficerà di queste immense risorse economiche. Il PNRR può essere l'espressione anche, e soprattutto, di una nuova Europa, di un'Unione non più confinata alla politica economica e monetaria, bensì un'Unione improntata alla solidarietà reciproca tra Stati membri, che guarda a se stessa come legata da un destino comune, in cui nessuno può essere isolato o lasciato indietro; una prospettiva europea che noi di Forza Italia ci siamo impegnati a costruire e che, come forza di questo Governo, continueremo a sostenere con coscienza e responsabilità.

Se guardo al dibattito che si è svolto al Senato e anche qui alla Camera, mi spiace constatare che una visione di comune responsabilità, in uno scenario storico così complesso, non sembra essere del tutto condivisa. Ci si continua, in qualche caso, a trincerare all'interno di logiche di schieramento. Quante volte, in quest'Aula, abbiamo sentito dire che il PNRR è un'occasione unica e irripetibile? Quante volte, in Parlamento, abbiamo sentito parlare di quest'occasione usando l'espressione “Hamiltonian moment”? Molte delle persone che qui, in quest'Aula, hanno usato questa espressione, molti di coloro che si professano europeisti sono gli stessi che oggi rifuggono da intese comuni. Preferiscono rifugiarsi nel solito schema maggioranza-opposizione, non solo votando contro un decreto che è necessario per la crescita e lo sviluppo del Paese, ma anche criticando profondamente, con critiche non sempre pertinenti, scegliendo battaglie ideologiche, a scapito degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Forza Italia ritiene che il PNRR, invece, dovrebbe costituire una sorta di zona franca, un luogo nel quale non ci dovrebbe essere scontro frontale, ma cooperazione. È per questo e con questo spirito che siamo rimasti coerentemente all'opposizione per i due terzi della scorsa legislatura, ma, poi, abbiamo accettato la sfida di entrare a sostenere il Governo Draghi. Se, però, colleghi dell'opposizione, vogliamo fare polemica per forza, noi non ci sottraiamo. Io credo che, rispetto alle critiche portate avanti all'operato del Governo sul PNRR, la replica che il Ministro Fitto ha svolto al Senato sia veramente sufficiente a placare ogni critica. È entrato nel merito il Ministro. I dati del 2022 ci dicono che gli effetti del PNRR non sono quelli attesi: si dovevano spendere 18 miliardi, se ne sono spesi solo 4. L'effetto sul PIL prodotto è stato minimo, pari allo 0,2 per cento. Quindi, colleghi, la questione non è: “avremo un problema nel realizzare il PNRR”, ma: “abbiamo già un problema nella messa a terra reale del PNRR” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Questo problema non nasce oggi, non nasce con questo Governo, che non risale a 5 anni fa o a 3 anni fa, ma a 5 mesi fa. E con questo decreto, e con gli altri che probabilmente seguiranno, stiamo solo cercando di porre rimedio a una situazione che, per onestà intellettuale, non è colpa di questo o di quel Governo, ma che potremo e dovremo definire per quello che è: una criticità strutturale del nostro Paese, la mancanza di capacità progettuale nel lungo periodo.

Anche in questo caso, non trovo un esempio migliore che rifarmi alla replica del Ministro Fitto in Senato sui risultati conseguiti nella spesa dei fondi europei dal 2014 al 2020, perché, se non partiamo da questo dato, se non prendiamo consapevolezza di questa criticità strutturale, sarà molto difficile superarla, anche per quanto riguarda il PNRR. E il problema non è di formula politica, non è di Governo di centrodestra o di sinistra, il problema riguarda lo Stato inteso come capacità amministrativa ed esecutiva.

Questo decreto, in modo molto onesto, ammette che c'è un problema e prova a individuare delle soluzioni. La più importante è la sburocratizzazione, il salto dei mille passaggi che le nostre leggi prevedono per poter ottenere qualunque autorizzazione.

Se mi è consentita un'unica digressione, colleghi, la voglio spendere per una delle battaglie fondamentali per le quali, negli anni passati e ancora oggi, si batte il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE): è quella per semplificare, per contrastare con forza un'idea di Stato che, di fatto, impedisce agli italiani, alle famiglie, alle imprese di scommettere sulle proprie capacità e sulle proprie progettualità, quando il nostro compito, invece, è proprio il contrario.

In questi giorni si tiene a Milano il Salone del Mobile. Qual è un esempio migliore delle nostre capacità nazionali? “Salone del Mobile, la più grande concentrazione di intelligenza elegante al mondo. Una straordinaria e possente comunità di creativi e artigiani che trasforma la bellezza in ciclo industriale”: lo scrive The New York Times. Noi dobbiamo partire da lì, dalle nostre capacità, moltiplicarle e potenziarle. Negli anni, i procedimenti autorizzativi sono stati ingolfati di procedure e poteri di veto.

Siamo in uno stato di aberrazione in cui, partendo da principi pur sacrosanti - la lotta alla corruzione, la tutela dell'ambiente, la tutela dei beni archeologici -, siamo arrivati a una giungla dell'impossibilità, in cui districarsi per poter fare cose semplici e di buonsenso è diventato impossibile, un sistema di doppi, tripli controlli che è improntato alla sfiducia, nel quale, per evitare il rischio che si verifichino irregolarità, si preferisce impedire la realizzazione di qualsiasi progetto. Non è data altra possibilità se non la rinuncia. È la mentalità che abbiamo visto esprimersi con il rifiuto delle Olimpiadi da parte della città di Roma oppure nell'insinuarsi di una sorta di quarto potere, quello del sospetto, che produsse, due legislature fa, la normativa relativa all'ANAC. I risultati ci dicono che quell'impostazione non funziona, in generale, e sta soffocando la realizzazione del PNRR.

PRESIDENTE. Concluda.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Concludo. Questo Governo ha avuto il merito di accorgersene e il coraggio di provare a modificare le cose. Su questo, naturalmente, Forza Italia sostiene pienamente l'azione del Governo, riteniamo che questa sia la strada giusta per spendere le risorse che ci arriveranno e per spenderle bene. Per queste ragioni, dichiariamo il nostro pieno sostegno, votando convintamente la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, ancora una volta, ci imponete di proseguire i lavori parlamentari ricorrendo alla fiducia per il Governo Meloni, una fiducia che non accorderemo mai, diciamocelo subito, e sapete anche il perché: qui tutto possiamo fare, meno che fidarci dei disastri che continuate a mettere nero su bianco con i vostri decreti.

Parliamo, questa volta, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quel famoso PNRR con cui il Presidente Giuseppe Conte tornò in Italia, dopo aver saputo negoziare con l'Europa in un momento davvero emergenziale. Non parliamo di un'emergenza come quella che avete dichiarato, per incapacità di gestione, sui problemi dell'immigrazione. No, anche se - lo voglio ricordare - su quel tema non vi siete risparmiati di sbandierare la ricetta del secolo, soltanto qualche mese fa. No, stiamo parlando di un'emergenza vera, quella della pandemia, che nessuno - ripeto, nessuno - era pronto ad affrontare.

Presidente, la Premier Meloni ha detto che preferirebbe dimettersi piuttosto che tornare in Italia con 209 miliardi. Però, nel frattempo, torna a casa non solo con le mani in mano ma anche con sacchi pieni di carbone per i cittadini italiani e, in più, ci propone oggi un testo che non risolve nessuno dei problemi relativi all'attuazione del PNRR. L'Italia è chiaramente in difficoltà e, se questo Governo se ne accorge soltanto ora, vuol dire che era tutt'altro che pronto; era dormiente, fermo al palo.

Colleghi, lo stop da parte dell'Unione europea all'erogazione della terza parte dei fondi previsti per l'Italia non è un episodio che questo Governo può liquidare con leggerezza, con la superficialità di chi non sa che cosa fare, di chi non ha la più pallida idea di come agire. Innanzitutto, si tratta di 19 miliardi che, al momento, l'Italia non riceve. Soprattutto, questa è la rappresentazione plastica di soluzioni che queste destre non hanno e non avevano. Lo dobbiamo dire chiaramente: nei mesi scorsi, di campagna elettorale, eravamo di fronte ai più grandi illusionisti da campagna e propaganda elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), roba che David Copperfield, al confronto vostro, sarebbe davvero un principiante, poverello. Io voglio ricordarvi che questa maggioranza non è stata premiata tra la gente, perché avere i numeri qui dentro, colleghi, non significa averli fuori da questo Palazzo e voi che dovevate essere quelli che avrebbero restituito credibilità, stabilità e crescita a questo Paese oggi non ci fate vedere l'ombra di queste capacità. Qualcuno vi direbbe che veramente adesso non vi resta che piangere. Io non userei questa espressione. Sapete perché? Perché noi siamo davvero addolorati di fronte alle vere lacrime, quelle delle famiglie, di migliaia di famiglie, cittadini e imprese che continuate a ignorare e a schiaffeggiare con i vostri provvedimenti.

Per non parlare dei vostri teatrini. Mi chiedo come non vi imbarazzi mettervi a contestare addirittura che abbiamo ricevuto troppi soldi dall'Europa, a fronte dei 1.000 problemi che ci sono in questo nostro Paese. Mai come in questo caso le vostre beghe rischiano davvero di penalizzare il popolo italiano. Soltanto pensare di perdere questa occasione storica ci fa rabbrividire. Ci vuole davvero il vostro coraggio per portare avanti delle teorie così strampalate e questo ci dispiace.

Approfitto anche per riportarvi alla memoria un paio di situazioni, perché a memoria, qui, veramente siamo messi male. Avete presente i vostri sindaci, almeno quelli che rappresentano le vostre forze politiche di destra nelle città italiane? Quei sindaci dovreste ascoltarli e non andare a incontrarli per pura formalità. Sapete quei sindaci cosa vi chiedono? Ve lo diciamo noi, vi chiedono di impegnarvi ad aiutare gli enti locali, di impegnarvi a rafforzare le amministrazioni per realizzare questi progetti, vi chiedono di impegnarvi a offrire possibilità concrete di accrescere i propri organici tecnico-amministrativi. Però, mi pare che voi non abbiate pensato mai a come dare, ad esempio, più spazio a personale giovane, a come formare alle nuove tecnologie il personale dei nostri comuni, a come evitare che si possano perpetuare percorsi poco trasparenti, per lasciare invece immense praterie a corruzione e criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questo siete! Voi non avete idea di come si possa migliorare e non avete proprio la volontà politica di percorrere questa direzione. Per voi è più semplice la sburocratizzazione, perché voi siete quelli del “semplifichiamo tutto”, pronti a sventolare un programma in campagna elettorale e a dire: “Guardate, gli altri sono tutti più brutti e cattivi, votate noi!”. Ecco, questo ci preoccupa, Presidente, e non possiamo non preoccuparci di fronte a una maggioranza così. La storia non può essere riscritta a proprio uso e consumo. La storia è una e sul PNRR bisogna ricordare il risultato storico ottenuto in Europa da Giuseppe Conte. I cittadini italiani, allora, intravedevano all'orizzonte la possibilità di uscire da quel momento di crisi, di riprendersi, di avere un futuro meno preoccupante, la possibilità di aprire una nuova stagione di crescita e sviluppo. Tutti accolsero quel momento come una vittoria storica per l'Italia. La stessa Premier Meloni, forse ve ne siete davvero dimenticati, disse: “Conte è uscito in piedi”, “Conte si è battuto”. Colleghi, queste sono le parole della Premier di Fratelli d'Italia, lo stesso partito che si astenne per ben cinque volte sul PNRR. Non ci nascondiamo dietro un dito, diciamo la verità! La verità è che il Presidente Conte è stato fatto cadere perché non gestisse quelle risorse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Diciamolo a tutto il popolo italiano: noi, sì, eravamo pronti, non a spendere fino all'ultimo centesimo quei soldi ma a investire per le future generazioni, cosa che voi non comprenderete e non potete comprendere.

Presidente, non è neanche accettabile ascoltare il Ministro Fitto, qui presente, nelle cui mani è stata messa la gestione del Recovery Fund. Dichiarare che l'Italia non ce la farà a spendere tutti i soldi del PNRR e che, da qui al 2026, molti degli obiettivi non verranno centrati per noi, è grave. Non possiamo neppure restare in silenzio quando il Ministro continua a ripeterci in quest'Aula - da ultimo, ieri - che non si può fare a scaricabarile su un Governo che si è insediato sei mesi fa. Noi su questo potremmo anche essere d'accordo, se non fosse per l'imbarazzo per i progetti che si vogliono rivedere, se non fosse per la discussione con l'Europa, che non va né avanti né indietro, e per un decreto che oggi cambia in corso, come già siete abituati a fare.

Infatti, abbiamo visto con il superbonus il disastro e le imprese che avete ammazzato. Naturalmente, tutto questo ci fa capire una sola cosa, ovvero che siete entrati sei mesi fa - è vero - a Palazzo Chigi, ma vi sono bastati soltanto sei mesi per distruggere tutti i programmi e le prospettive del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Complimenti!

Oggi il quadro è chiaro: vi è sfuggito di mano tutto, nulla è sotto controllo e la maggioranza, per quanto ne dica, è nel caos totale. Però, fatelo uno sforzo, veniteci a raccontare la verità e finiamola con queste farse. Diteci chiaramente: volete creare inefficienza e aprire alle privatizzazioni della sanità oppure no? Volete lasciare morire chi non può curarsi oppure no? Volete lasciare le città senza strade, gli abitanti senza collegamenti veri e sicuri, pensando ai grandi ponti, oppure no? Perché la risposta è una ed è facile, signori, eppure siete imbarazzati anche a darci questa semplice risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

DANIELA TORTO (M5S). Colleghi, il PNRR non è una bandierina da piantare. Noi abbiamo teso una mano e vi abbiamo detto che, se non ce la fate, c'è il MoVimento 5 Stelle disponibile. Facciamo un tavolo di confronto che sia sincero, quando arriverà questa risposta, se volete mettervi davvero a collaborare. Se non lo farete, la responsabilità sarà tutta di questo Governo di destra. Gli italiani lo sanno e se ne ricorderanno, non abbiate nessun dubbio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Salutiamo le studentesse, gli studenti e i docenti del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Trento, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Presidente, Ministro Fitto, Sottosegretario Albano, onorevoli colleghi, oggi, in quest'Aula, dibattiamo del decreto per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, uno dei provvedimenti più importanti da quando è iniziata questa nuova esperienza di Governo, quindi, questa nuova legislatura.

Presidente, come sappiamo benissimo tutti, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato adottato da questo Governo, ma fu redatto dall'allora Governo “Conte 2”, in cui il Ministro era Roberto Gualtieri. Il contesto storico in cui fu redatto quel Piano era evidentemente completamente diverso, rispetto al contesto storico che stiamo vivendo adesso. Mi riferisco soprattutto alla guerra scoppiata in Ucraina, all'aumento dell'inflazione, ad esempio, con conseguente erosione del potere d'acquisto dei cittadini italiani, all'aumento dei prezzi delle materie prime.

Tutti questi fattori hanno ovviamente impattato negativamente sull'economia del nostro Paese, ma soprattutto l'aumento dei costi delle materie prime ha impattato negativamente anche sul settore dei lavori pubblici. Infatti, purtroppo, molte gare stanno andando deserte e noi abbiamo denunciato più volte in quest'Aula la problematica. Vi faccio un esempio; ALER a Milano aveva indetto una gara da 500 milioni e, praticamente, su 40 lotti, solamente 9 sono andati a buon fine, mentre gli altri sono andati deserti. Questo è un problema oggettivo. Noi oggi, durante il nostro dibattito, dobbiamo fare dei rilievi su determinate tematiche su cui bisogna intervenire e non girarsi dall'altra parte e dire che va sempre tutto bene (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Infatti, nella sinistra, quando si tratta di PNRR, non si possono apportare delle modifiche costruttive, perché alzano immediatamente gli scudi!

Presidente, c'è anche un'altra tematica, su cui vorrei soffermarmi, una tematica atavica in Italia. Sto parlando dell'incapacità e della difficoltà del nostro Paese nello spendere le risorse che vengono dall'Europa. Non dobbiamo poi fare anche un altro errore, per quanto riguarda il PNRR, considerandolo solo in termini di spesa. Bisogna pensare al PNRR anche in termini di risorse, ovvero quali risorse usare per andare a creare investimenti, crescita e produttività in questo Paese. È per questo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza è nato. Non scordiamocelo mai! Poi dirò il perché.

Un altro passaggio, Presidente, che ritengo dirimente, riguarda l'ammontare delle risorse. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano ha 191 miliardi di euro di risorse. Noi all'anno dovremmo spenderne 42 miliardi. Ma come facciamo a spendere 42 miliardi di risorse all'anno, quando sui Fondi europei per la coesione dovremmo spenderne 9 miliardi all'anno e abbiamo grosse difficoltà? Perché dico questo, Presidente? Perché ce li ricordiamo tutti - e mi rivolgo a lei, Presidente -, all'epoca del Governo Conte 2, gli articoli dei giornali su Conte con questi soldi che piovevano dal cielo, pensando che tutte queste risorse fossero gratuite.

Ebbene, queste risorse - due terzi, ricordiamolo, del PNRR italiano - sono a prestito, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Ed essendo a prestito, questa è una ricerca che possono fare tutti, se andate a vedere i report europei sul tasso di interesse, quando noi restituiremo tutti questi denari, ingenti denari, c'è una sigla, TBD, to be defined. Che cosa significa? Che noi non sappiamo, oggi, quante risorse dovremo restituire, per colpa di che cosa? Dell'articolo di giornale di Conte, ce lo ricordiamo tutti, perché era più importante all'epoca dire quante risorse l'Italia aveva portato a casa. Per farvi un esempio, l'Italia è l'unico Paese che ha preso così tante risorse, perché subito dopo ci sono la Romania, che ha preso 15 miliardi, e la Grecia, che ha preso 12 miliardi. Così abbiamo il quadro ben chiaro di che cosa stiamo parlando, perché è sempre giusto parlare di numeri.

Poi, Presidente, per quanto riguarda le risorse di cui stavo parlando, se uno va anche a spulciare i progetti che sono scritti nel PNRR che è stato redatto dal Governo di allora: possiamo fare una riflessione quando spuntano progetti come bocciodromi, come campi di padel, come case di nuova socialità e accoglienza di popoli in transito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Possiamo fare una riflessione su come noi spendiamo queste ingenti risorse dei cittadini italiani? Perché io lo ricordo chiaramente: il PNRR è un patrimonio di tutti i cittadini italiani, non è il PNRR del PD, dei 5 Stelle, della Lega o di Forza Italia, questo è il PNRR dei cittadini italiani. Quindi noi tutti abbiamo una responsabilità, qui, oggi, per attuare bene questo Piano, perché ovviamente andrà a impattare sulle future generazioni.

Quindi, cari colleghi, facciamo un dibattito, ma soprattutto facciamo delle proposte costruttive, invece di usare e strumentalizzare l'azione di questo Governo e le parole del Ministro Fitto, che sono parole di responsabilità, di grandissima responsabilità e di grande onestà nei confronti non solo di chi ci ha votato, ma di tutti i cittadini italiani. Vogliamo fare un ragionamento e dire che, se ci sono delle opere che non riusciremo a portare a compimento entro tot data, allora dobbiamo spostare determinate risorse? Possiamo farlo questo ragionamento? Io credo che sia un ragionamento veramente di buon senso e soprattutto serio per quanto riguarda questo Esecutivo.

Andando più nello specifico, Presidente, quindi parlando dei comuni, nel provvedimento in esame, è stato detto anche in precedenza in quest'Aula che sono veramente in grande difficoltà, lo sappiamo bene, soprattutto sui bandi del PNRR. Ma mi lasci dire una cosa: è evidente che i comuni pagano anche delle politiche di austerity dell'Unione europea degli anni scorsi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), dove sono stati fatti dei tagli ingenti alle amministrazioni comunali. E c'è un problema oggi, un gravissimo problema di personale qualificato mancante. Quindi dove va questo Esecutivo, cosa fa questo Esecutivo su questo provvedimento? Comincia a mettere una pezza, perché è evidente che noi non abbiamo la bacchetta magica e non possiamo risolvere tutte le problematiche con questo decreto. Ma abbiamo iniziato, ad esempio con misure di stabilizzazione del personale qualificato: è stata anticipata la data al 1° marzo 2023 e non più al 1° gennaio 2027, proprio per fare queste stabilizzazioni di personale non dirigenziale. Mi riferisco ovviamente agli enti locali che hanno progetti previsti nel PNRR. E questa, ad esempio, è una delle tante richieste che ANCI e UPI hanno fatto all'Esecutivo, proprio perché anche in Conferenza unificata hanno detto che vedono un chiaro segnale da parte del Governo per risolvere, semplificare e attuare. E sì, colleghi del 5 Stelle, lo rivendichiamo, sì, noi siamo per la semplificazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Forse voi dovreste andare a fare un giro nelle amministrazioni comunali, a parlare con i sindaci, a parlare con le imprese, e allora capirete perché noi siamo per la sburocratizzazione e per la semplificazione. Perché questo Paese deve tornare a correre, lo deve fare e sono sicura che lo farà con questo Governo.

Presidente, mi avvio alla conclusione di questo mio intervento, facendo alcune riflessioni. Nel dibattito sul PNRR, anche degli scorsi giorni, ho sentito la levata di scudi delle opposizioni, perché, ovviamente, se uno del centrodestra o della Lega fa critiche al PNRR - le ho anche spiegate durante questo mio intervento -, allora, è contro il PNRR. No, colleghi! Semplicemente, abbiamo a cuore tutti questi denari. E lo dico chiaramente: abbiamo tutta l'intenzione di spendere questi denari bene, di non buttare via un solo centesimo di risorse pubbliche, di risorse dei cittadini italiani. E sì, criticheremo! Criticheremo se ci saranno critiche da fare, perché - ve lo ricordo - l'articolo 21 del Trattato prevede che, se sono mutate le condizioni storiche rispetto al momento in cui è stato redatto il Piano, si possono fare le modifiche. Le ha fatte la Germania, dove Bruxelles ha dato disco verde a due modifiche. L'ha fatto il Lussemburgo, che ha rivisto le risorse del suo PNRR, abbassandole, peraltro, da 93,4 a 82,7 milioni.

Quindi, Presidente - e concludo questo intervento -, per tutte le ragioni che ho detto prima e per quanto dirò adesso, non solo votiamo con grande lealtà e con grande orgoglio sulla fiducia a questo Esecutivo, ma aggiungo che abbiamo avuto il coraggio di mettere in discussione determinati totem, determinati meccanismi, che, forse, qualcuno non ha intenzione di mettere in discussione, perché avrà i suoi motivi.

Noi, invece, vogliamo, innanzitutto, che le future generazioni possano avere un Paese dove si riescano a fare opere senza avere tutta la burocrazia, senza avere tutti quei lacci e lacciuoli che fino ad ora si sono scagliati. E, quindi, noi, Presidente, siamo assolutamente a favore della fiducia su questo Governo e della linea che sta prendendo questo Esecutivo anche sul decreto PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ne approfitto per salutare le studentesse, gli studenti e i docenti del liceo linguistico Muratori San Carlo di Modena, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame, Presidente, ha un carattere apparentemente tecnico, ma racchiude in sé un profondo significato simbolico.

Viviamo una fase storica complessa, a causa di una pandemia drammatica, di una guerra che, purtroppo, è scoppiata alle porte dell'Europa, di un'emergenza energetica e di una crisi delle materie prime che hanno toccato le nostre comunità.

Il nostro Paese avrebbe potuto pagare un prezzo altissimo. Se siamo riusciti a reggere, in questi anni, è per una ragione molto semplice: l'Italia non era sola o isolata, l'Italia era ed è pienamente e saldamente ancorata in Europa. E questo nonostante i tentativi, in questi anni, della destra e dei sovranisti di isolarci o di indebolire l'Europa, quell'Unione, quell'Europa che ha saputo mostrare il suo volto migliore proprio in risposta alle ultime crisi, adottando strumenti inediti e inimmaginabili fino a pochi anni fa.

Tra queste misure, quella sicuramente più rivoluzionaria è il Next Generation EU. Lo ricordiamo ancora una volta, grazie all'impegno, in particolare, del Partito Democratico, e lo rivendichiamo con forza, durante la pandemia, è stato approvato il più grande Piano di sostegno pubblico europeo mai realizzato nella storia dell'Unione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! E lo rivendichiamo con forza, voltando pagina rispetto alle politiche di austerity degli anni passati.

Per la prima volta nella storia, sono stati emessi 750 miliardi di euro e di eurobond. Il nostro Paese è il primo beneficiario di un programma finanziario europeo. Per la prima volta nella storia, l'Italia non sarà più contributore, ma percettore netto di risorse comunitarie. E, soprattutto, per la prima volta nella storia, lo ricordiamo a tutti ancora una volta in quest'Aula, è stata prevista la condizionalità dello Stato di diritto per i fondi europei, è stato detto “no” a risorse europee per chi viola diritti, valori e libertà fondamentali che costituiscono l'essenza stessa dell'integrazione europea: una regola di cui siamo orgogliosi, per la prima volta affermata a livello continentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Tutto questo, però, non è arrivato per caso. Si è verificato perché abbiamo avuto Governi - Governo Conte prima e Governo Draghi poi - che si sono impegnati con serietà e credibilità, a Roma e a Bruxelles. È successo, perché abbiamo avuto Ministri, come Gualtieri e Amendola, che hanno lavorato con competenza a stretto contatto con i partner e le istituzioni europee. È accaduto, soprattutto, perché a Bruxelles avevamo un Commissario come Paolo Gentiloni, che va ringraziato per il lavoro che sta svolgendo ancora in queste ore e non va attaccato, come ascoltiamo e vediamo fare da membri di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), in modo assolutamente inusitato e sbagliato! Soprattutto, si è concretizzato, lo ricordiamo bene, perché abbiamo avuto, come Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, la cui memoria ricordiamo con commozione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che ha dato un impulso decisivo, da un punto di vista anzitutto politico e ideale, alla costruzione di una nuova Europa della solidarietà.

Ecco, questo è il PNRR, questo è il Next Generation EU; non è solo uno strumento economico, è il simbolo politico di un nuovo modello di integrazione europea, che dobbiamo difendere e portare avanti insieme nei prossimi anni. Il nostro Paese deve fare, però, la propria parte, non ci sono più scuse da addossare a cinici burocrati di Bruxelles. Per questo, eserciteremo, come opposizione, ogni giorno, un'azione seria di vigilanza e controllo. Siamo e saremo guardiani inflessibili del PNRR. Lo faremo con la massima attenzione, considerando i vostri comportamenti negli anni passati e in questi mesi.

Ricordiamo che se fosse stato per voi, purtroppo, è stato menzionato, il Piano non sarebbe neppure esistito. Al Parlamento europeo, purtroppo, non avete mai votato a favore degli eurobond e del Recovery Fund e, qui, in quest'Aula, era il luglio del 2020, avete addirittura votato contro il mandato al Governo a negoziare in Europa il Next Generation EU e la creazione di un Recovery Plan. Dai vostri primi passi, purtroppo, questo approccio riemerge con evidenza. Avvertiamo quasi un certo fastidio, un peso nell'onere di dover portare avanti questo Piano, in un clima di pericoloso antieuropeismo di ritorno che registriamo con grande preoccupazione. E i risultati, purtroppo, si vedono, sono sotto gli occhi di tutti. Ci sono tre parole per descrivere il modo in cui state gestendo questo Piano: confusione, caos e approssimazione.

Questo è quello che state mettendo in campo ormai da troppi mesi ed è inutile, dovete smetterla di fare scaricabarile sui precedenti Governi! Questo ritornello non regge più! Ora, tocca a voi, avete il dovere di assumervi le vostre responsabilità ora che siete al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Avete fatto fatica a chiudere gli ultimi 55 obiettivi del 2022 e i ritardi nell'erogazione della terza rata da 19 miliardi di euro lo dimostrano. Non state dicendo nulla rispetto agli obiettivi dell'attuale semestre - sono 26 - per l'ulteriore rata da 16 miliardi e, soprattutto, cosa ancora più grave, ascoltiamo, a giorni alterni, annunci di esponenti di maggioranza che dichiarano di voler rinunciare a parte delle risorse che abbiamo ottenuto con tanta fatica.

Allora, ve lo diciamo con chiarezza: se avete intenzione di perdere e di bruciare fondi decisivi per il Paese, sappiate che ci opporremo con forza e non ve lo consentiremo! Siamo contrari! Siamo contrari a mandare in fumo miliardi di euro destinati all'ambiente, al digitale, agli investimenti nel sociale, per i giovani, le donne, nelle scuole, al lavoro, in sanità! Non vi consentiremo di bruciare il futuro dell'Italia e degli italiani!

Il PNRR è patrimonio dell'intero Paese - lo ricordiamo ancora una volta -, non è nella disponibilità di un singolo Governo o di una singola forza politica e voi avete il dovere, anzitutto, di attuarlo, questo Piano, non di insabbiarlo e bloccarlo.

Guardate, ne stiamo ascoltando tante in queste ore, come, da ultimo, la volontà di rinunciare addirittura ai progetti delle case di comunità. Perdonateci, siamo su una linea completamente opposta. In Italia bisogna rafforzare la sanità pubblica e le cure territoriali, non smantellare o indebolire la rete sanitaria nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Andatele a raccontare ai cittadini nei quartieri queste vostre intenzioni!

Per questo chiediamo, allora, al Governo, di fare chiarezza una volta per tutte; chiediamo una grande operazione di verità e trasparenza. Siamo preoccupati. In questa prospettiva, vi invitiamo anzitutto a fermarvi e a riflettere bene, a tornare indietro rispetto ad alcune scelte operate per quanto riguarda la governance. Accentrare a Palazzo Chigi il coordinamento non solo politico, ma anche tecnico e operativo del Piano, insieme alla gestione di tutti i fondi di coesione, con la soppressione dell'Agenzia, è un errore gravissimo. La volontà di controllo spasmodico delle risorse crea un imbuto che provocherà un forte rallentamento, se non un blocco totale nell'utilizzo di tutte queste risorse.

Allo stesso modo, guardate, unire la spesa del PNRR, come state immaginando di fare, a quella dei fondi di coesione non è un errore, ma un vero e proprio orrore politico e lo è per ragioni tecniche evidenti: i fondi di coesione sono destinati, come sa bene il Ministro Fitto, per l'80 per cento al Sud, mentre il Piano lo è per il 40 per cento. Come si conciliano queste differenze tra loro? I fondi di coesione hanno una programmazione che arriva al 2027 e un termine di rendicontazione ancora successivo. Le risorse del Piano devono essere utilizzate entro il 2026.

Cosa vuol dire, allora, mettere tutto insieme? Ve lo diciamo noi: vuol dire fare un doppio danno al Paese, vuol dire rinunciare, da un lato, alle risorse del Piano e perdere, dall'altro, i progetti da finanziare con i fondi di coesione, quei fondi rivolti soprattutto al Sud. Su questo punto vorremmo essere chiari. Temiamo che forse proprio questo sia uno dei vostri obiettivi: togliere risorse destinate allo sviluppo del Mezzogiorno, per dirottarle in altre aree del Paese. Allora, sappiate che, se intendete continuare a penalizzare il Sud, come avete fatto in legge di bilancio e come state facendo con la proposta di autonomia differenziata di carattere secessionista, noi faremo le barricate e non ve lo consentiremo, non vi consentiremo di danneggiare e penalizzare irreparabilmente il Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Certo, se ci sono invece aggiustamenti mirati da fare per le nuove contingenze economiche, noi siamo pronti a verificarli, ma dovete condividerli col Parlamento. Vi chiediamo da mesi un confronto e un dialogo trasparente e costruttivo. Finora abbiamo ricevuto però solo un silenzio assordante, accompagnato da veline sui giornali da cui apprendere le vostre intenzioni, ogni giorno diverse. Questo modo di procedere è offensivo per il Parlamento e per tutti i cittadini. È giunto il tempo di chiarire all'Italia, non solo al Parlamento, ma all'Italia quali sono i progetti che pensate di cancellare, a quali interventi volete rinunciare, quali sono gli investimenti che intendete modificare. È lecito discuterne insieme, è possibile informare le famiglie, le imprese e le comunità interessate, le associazioni di categoria, gli amministratori locali, quelli che, semmai, avevano già fatto affidamento su quei progetti. Gli enti locali, in particolare, vanno supportati, non vanno lasciati allo sbando in una situazione di incertezza come state facendo voi da mesi a questa parte.

Allo stesso modo, vi abbiamo posto questa domanda qualche giorno fa: possiamo sapere, di grazia, quali interventi state preparando per i 2,7 miliardi del programma REPowerEU? È possibile che non si sappia ancora nulla su chi sta lavorando e per cosa? Sono inaccettabili questa confusione e questa assoluta mancanza di chiarezza.

Il termine che la Commissione aveva indicato agli Stati per presentare quei progetti, lo ricordiamo ancora una volta, perché è stata fatta un po' di confusione, era il 30 aprile. Che vi piaccia oppure no, siete in ritardo, punto. Da questo punto di vista, e la cosa è abbastanza evidente, non ci sono scuse. Il 31 agosto era la data indicata per modificare i piani, in particolare qualora fossero avanzate nuove richieste di prestiti. Ma se i prestiti li abbiamo già chiesti praticamente tutti e voi addirittura dite di voler rinunciare a parte di quelli ottenuti, ci spiegate di quale termine parlate in queste ore? Allora, non vi chiediamo certo di essere i primi della classe, lo ha ricordato, per carità, la Premier Meloni, non vorremmo assegnarvi una simile responsabilità. Evitate, però, di farci diventare gli ultimi della classe in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), anche perché inviare in ritardo i piani - è evidente - vuol dire ritardare la verifica di questi piani e ritardarne la loro attuazione.

Allora, chiudo, signor Presidente. Vi ribadiamo l'invito costruttivo a farvi aiutare. L'Italia non può permettersi di fallire questa occasione, sarebbe un danno di portata storica inimmaginabile. Noi tifiamo per l'Italia e abbiamo a cuore il futuro del Paese. Da parte vostra, però, abbiamo ricevuto finora solo propaganda, confusione e approssimazione. Per questo dichiaro il voto contrario del nostro gruppo al provvedimento in esame e vi rivolgiamo un monito: fermatevi, cambiate rotta, prima che sia troppo tardi! Dalla piena ed efficace attuazione del Piano dipende il futuro dell'Italia e dell'intera Europa. È in gioco il nostro destino, non dimenticatelo mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Chiedo cortesemente silenzio, manca l'ultimo intervento.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Presidente, Ministro Fitto, rappresentanti del Governo, colleghi deputati, devo dire che ho ascoltato il dibattito che si è svolto al Senato e, ascoltando, invece, quello che vi è stato qui e che si esaurisce con questa dichiarazione di voto intorno al PNRR e a questo decreto in particolare, sembra di vivere in due mondi diversi. Forse, c'è poca sintonia o almeno poco coordinamento tra le forze di opposizione della Camera dei deputati e quelle del Senato della Repubblica.

Le considerazioni che ho ascoltato, in particolare, nelle ultime decine di minuti, le ritengo surreali. Mi sono andato a cercare una frase che secondo me può confortare noi umili parlamentari del centrodestra e di maggioranza; confortare, incoraggiare, per capire quale possa essere l'orientamento. È una frase del Dalai Lama: “Nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo”.

Penso che voi abbiate vissuto male questa sorta di declino e mi riferisco, in particolare, all'estrema sinistra, perché di estrema sinistra si parla quando si è di fronte ad un decreto che nasce dall'esigenza di aver maggiore flessibilità nell'attuazione di uno strumento importante, più volte celebrato da tutti noi, come il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e di utilizzare in maniera efficace le risorse per il raggiungimento degli obiettivi.

Allora, viene spontanea una domanda: quali obiettivi? Rammento a me stesso che le 5 missioni da cui si parte non le abbiamo fatte noi. Rammento a me stesso che i 55 obiettivi che sono figli di quelle 5 missioni non li abbiamo fatti noi. Rammento a me stesso che le 25 scadenze, di cui 20 attestate sulla responsabilità dell'Unione europea a Bruxelles e 5 nazionali, non le abbiamo negoziate noi. Rammento a me stesso che la cabina di regia, la struttura di missione che è stata varata è composta da 107 dirigenti, che non abbiamo scelto noi, da 534 funzionari, che non abbiamo scelto noi, da 334 consulenti, che non abbiamo scelto noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, penso che c'è un Governo che prende tutto questo in eredità, senza voler colpevolizzare nessuno, perché lo abbiamo detto in lungo e largo, lo ha detto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, lo ha detto il Ministro Fitto, perché comunque è stata una corsa contro il tempo, una corsa obiettivamente complessa da affrontare. Ce la stiamo mettendo tutta. Abbiamo dichiarato che comunque vogliamo spendere tutti i soldi che ci provengono dall'Europa, e, nel caso in cui fossero maturati ritardi o fossero stati fatti errori di valutazione, legittimi, comunque - e mi pare che da questo punto di vista il lavoro svolto dal Ministro Fitto sia letteralmente encomiabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - tentiamo di recuperare anche quei fondi che rischiano di essere dispersi attraverso il gioco dei cosiddetti vasi comunicanti, cercando di mettere i fondi in connessione gli uni con gli altri, in modo tale da poter guadagnare tre anni sulla scadenza e provare anche a fare operazioni che voi avete ascoltato, perché qui siamo tutti adulti e vaccinati.

Qualcuno può dire, forse, che la nostra parte politica non ha sottolineato che la fase pandemica era comunque invecchiata e che, quindi, il PNRR, costruito sulla crisi pandemica, andava obbligatoriamente aggiornato, perché subito dopo c'è stata l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, c'è stata la crisi internazionale sulle fonti energetiche e sulla loro commercializzazione, c'è stato il caro bollette, c'è stato un altro tsunami ed era fondamentale operare per tentare di migliorare lo stato delle cose, andando a dialogare con l'Europa. Nessuno si è rivoltato contro l'Europa, ma forse siete voi che avete poche idee e ben confuse, dal momento che ritenete, anche di fronte a dati oggettivi che impongono a ciascuna persona animata dal buonsenso di andare a chiedere un po' di tempo in più, una revisione, una riforma, un aggiornamento, che chi lo fa sarebbe contro l'Europa.

Ma dove vivete? Ma guardate che Bruxelles - ve lo diciamo noi, davvero penso che questa parte politica rispetto all'Europa sia al di sopra di ogni sospetto - non è mica l'orsa JJ4, non morde, non aggredisce. Bisogna dialogare, bisogna negoziare e bisogna farlo anche con una certa energia, ma mica tanto di più rispetto alle energie che ci mettono la Germania, la Francia e le altre Nazioni fondatrici dell'Unione europea.

Almeno la medesima, ed è quello che abbiamo fatto e stiamo tuttora facendo, perché un altro fronte aperto è senz'altro quello della regolamentazione dei flussi migratori, del tentativo di cooperare con l'Africa, sviluppando il cosiddetto Piano Mattei per il Nord Africa e per l'Africa in quanto tale, in modo tale, sì da accogliere i profughi che arrivano in Italia, e che, attraverso l'Italia, vorrebbero dislocarsi nelle altre Nazioni europee, ma anche da garantire un futuro alle Nazioni africane, che sono comunque sempre più in crisi mistica perché vengono depauperate del capitale umano. Ci vogliono decenni per costruire, strutturare e formare un capitale umano che possa mettere nelle condizioni una Nazione in difficoltà di emanciparsi, di svilupparsi, di creare infrastrutture, opportunità, sviluppo, assistenza sociale, assistenza sanitaria. Noi cerchiamo di portare questa nuova voce in Europa. Anche da questo punto di vista, c'è un negoziato in corso, noi ce la metteremo tutta. Siamo convinti che l'Europa non sia un'Europa matrigna, ma sia disponibile ad ascoltare le buone ragioni di chi vuole ragionare su tutti i campi possibili e immaginabili.

Allora, se gli obiettivi, le missioni, le scadenze, i dirigenti, i funzionari e i consulenti sono stati scelti da voi, e noi, arrivati pochi mesi fa, ci rendiamo conto che l'attuale ritmo non consentirà non di realizzare e concludere le opere da voi volute entro il 2026 - perché quelle opere non vanno realizzate, vanno collaudate -, ciò significa fare un passo in più, che spesso è un passo molto complesso per gli addetti ai lavori, per i tecnici, su cui bisogna tornare sopra più e più volte, fino a maturazione del risultato decisivo.

Allora, se questo è il nostro spirito, sinceramente non capisco come l'opposizione di estrema sinistra, definendosi di estrema sinistra, per la condizione e per l'approccio che ha determinato in questo confronto, non riesca a essere collaborativa. In questa sede è stata detta una serie di frottole mastodontiche. L'atteggiamento, ad esempio, avuto da Fratelli d'Italia nel corso della scorsa legislatura - anche, non soltanto - sul PNRR è sempre stato collaborativo, ma a monte, già dalla richiesta di emissione degli eurobond o dall'incoraggiamento del Recovery Fund, ossia di una stagione importante e virtuosa che si lasciasse dietro le spalle un certo rigorismo che, di fatto, ha messo in ginocchio soprattutto quelle Nazioni che avevano parametri in disordine, quelli che vengono definiti dall'Europa parametri fondamentali, che poi non è neanche detto che debbano rimanere gli stessi per tutta la vita, poiché si può avere un debito pubblico importante - purtroppo noi ce lo abbiamo - ma si può avere anche una copertura di questo debito pubblico.

E magari qualche nazione del Nord Europa può avere un debito pubblico pari alla metà del nostro, ma potrebbe non avere la ricchezza per coprire quel debito. Quindi, forse, anche questi elementi di valutazione andrebbero introdotti, nella dinamica europea. Noi il nostro apporto costruttivo, quando eravamo all'opposizione, non lo abbiamo fatto mancare al Governo, perché il Governo non rappresenta una parte, ma rappresenta tutti i cittadini. Siamo comunque una grande comunità, non mi ricordo chi è che lo diceva in questo dibattito, ma aderisco a questa tesi e penso che sia indispensabile comunque maturare questa stessa sensibilità.

PRESIDENTE. Concluda.

FABIO RAMPELLI (FDI). Ho concluso il tempo, Presidente Fontana? La ringrazio, non ho sentito la campanella, e quindi mi avvio a concludere velocemente. Mi aspettavo e ci aspettavamo, infine, che, di fronte agli oggettivi passi in avanti rappresentati dalla parte normativa e cogente di questo decreto, ci fosse almeno un voto di astensione. Ma abbiamo il principale partito della sinistra italiana che, poco fa, ha annunciato addirittura il voto contrario. Significa che tutto ciò che è stato previsto, compresa la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, vi scivola addosso, come se aveste un piano inclinato su cui far scorrere l'indifferenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) rispetto a quei bisogni sociali con cui avete fatto gargarismi per decenni.

Noi, ovviamente, Presidente, sosterremo questo provvedimento con tutta la convinzione possibile e voteremo a favore della fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1089​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza, nella seduta di ieri.

La chiama avrà quindi inizio dal deputato Amich.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltose le operazioni di voto.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: …………………. 348

Votanti: ………………….. 343

Astenuti: …………………... 5

Maggioranza: …………… 172

Hanno risposto : ……… 196

Hanno risposto no: ………147

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Lollobrigida Francesco

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Maccanti Elena

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Orsini Andrea

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Patriarca Annarita

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rizzetto Walter

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sudano Valeria

Tassinari Rosaria

Testa Guerino

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Appendino Chiara

Ascani Anna

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barbagallo Anthony Emanuele

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Costa Enrico

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Faraone Davide

Fassino Piero

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Gribaudo Chiara

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

Iaria Antonino

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Marattin Luigi

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorella Giulia

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Richetti Matteo

Roggiani Silvia

Rosato Ettore

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scerra Filippo

Scotto Arturo

Scutella' Elisa

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gallo Francesco

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Bagnasco Roberto

Bicchielli Pino

Bignami Galeazzo

Bitonci Massimo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Cirielli Edmondo

Colucci Alessandro

Costa Sergio

Evi Eleonora

Ferro Wanda

Freni Federico

Gava Vannia

Giorgetti Giancarlo

Graziano Stefano

Gusmeroli Alberto Luigi

Lupi Maurizio

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Molteni Nicola

Nordio Carlo

Pellegrini Marco

Pichetto Fratin Gilberto

Rixi Edoardo

Roccella Eugenia

Silvestri Rachele

Sportiello Gilda

Tajani Antonio

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 19)

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1089​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno Colombo n. 9/1089/49 è stato ritirato dalla presentatrice.

Ricordo che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, nella seduta odierna l'esame degli ordini del giorno sarà limitato alle fasi dell'illustrazione, del parere del Governo e delle dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno.

L'onorevole Ilaria Fontana ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Francesco Silvestri n. 9/1089/4.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Con la presentazione di quest'ordine del giorno ritorniamo su un tema a noi caro che è quello dell'incenerimento e, quindi, della gestione dei rifiuti. Presidente, noi possiamo chiamarlo in tanti modi: possiamo chiamarlo termovalorizzatore, impianto con recupero energetico, ma rimane un inceneritore; le cose vanno chiamate con il nome più idoneo. Con la costruzione di questo inceneritore questa maggioranza e, quindi, questo Governo vogliono portare indietro le lancette della storia del nostro Paese, vogliono contraddire tutte le indicazioni europee, vogliono venire meno al proprio dovere istituzionale, che è quello di tutelare la salute e il benessere dei nostri cittadini e delle nostre cittadine. Come possiamo dimenticare le parole di un esponente della maggioranza, l'onorevole Rampelli, che - eravamo presenti anche noi in consiglio comunale, a febbraio, nel IX municipio, a Roma - ha definito l'inceneritore come “una maxi stufa”, che brucia materiali costosi che potrebbero essere recuperati? Come non condividere questa definizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Perfetta, è la definizione forse migliore, forse è molto meglio di come in tanti anni lo abbiamo definito noi. Però, peccato che alle parole non siano assolutamente seguiti i fatti, alcun fatto.

Nel 2023, quindi oggi, il non voler cambiare rotta cosa significa? Significa anche venire meno agli impegni che abbiamo di fronte, che abbiamo preso tutti, nella scorsa legislatura, in quest'Aula - anche io ho avuto l'onore di votarlo - e significa venire meno a quello che ci dice la Costituzione, adesso, attraverso l'articolo 9 e l'articolo 41. Sono articoli che adesso sono scritti nel nostro DNA, nella nostra carta d'identità; perché cos'altro è la Costituzione, se non la nostra carta di identità? Adesso, nella nostra carta d'identità si racconta che l'ambiente e gli ecosistemi vanno tutelati proprio per le future generazioni e, attraverso l'articolo 41, si afferma che l'impresa, sì, deve essere libera però non deve arrecare alcun danno all'ambiente. L'inceneritore rispetta l'articolo 41? Noi abbiamo i nostri dubbi. Quindi, è per questo che si viene meno, anche a livello costituzionale, a degli impegni che abbiamo preso come istituzioni ma che sicuramente dobbiamo mantenere nei confronti di tutti quei cittadini e cittadine che ce lo chiedono.

In queste ore, anche adesso, è in atto una manifestazione, proprio qui, a Roma, in merito all'incenerimento. Ci sono sindaci, ci sono cittadini, associazioni, comitati, ci siamo anche noi per ascoltare, per stare vicino a tutti coloro che non vogliono la costruzione di quell'inceneritore in quelle zone in cui i cittadini chiedono di continuare a vivere con i propri figli, e i figli con i rispettivi figli.

È questo che noi chiediamo a questa maggioranza, cioè una coerenza, una lealtà e una responsabilità che credo che, come istituzioni, dobbiamo avere tutti nei confronti dei cittadini, anche per gli impegni che si prendono nelle varie campagne elettorali perché, se a febbraio, in una proiezione di una campagna regionale, si dice una cosa e poi si cambia… Del resto, ci avete abituato a tutto, anche sul superbonus avete fatto esattamente la stessa identica cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quello che noi chiediamo con questo ordine del giorno è di tutelare il benessere dei cittadini e di ascoltarli, perché io credo che noi siamo rappresentanti e non siamo decisori senza assolutamente avere contezza. Quindi, voi di questa maggioranza e di questo Governo adesso avete un'opportunità, ascoltate cosa dice il territorio. Le alternative ci sono, basta assolutamente copiare e non serve neanche andare lontano.

Ovviamente, il MoVimento 5 Stelle non smetterà mai di opporsi a chi vuole condannare il nostro Paese, costringendolo proprio nella morsa dell'inquinamento. È per questo che noi chiediamo al Governo di leggere con attenzione questo ordine del giorno e di esprimere parere favorevole. Siamo aperti anche a una riformulazione, ma che vi sia almeno un cenno di apertura su un tema che non è del MoVimento 5 Stelle ma è di tutti i cittadini che, lì fuori, stanno manifestando proprio oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Mauro Antonio Donato Laus ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/37.

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno evidenziamo e focalizziamo l'attenzione sulle fondazioni, gli istituti e i centri culturali. Il provvedimento in esame prevede diversi interventi finalizzati ad assicurare la realizzazione degli obiettivi del PNRR sulla digitalizzazione, l'innovazione e la competitività.

Chiedo gentilmente, a titolo di cortesia, l'attenzione del Governo, per fini non polemici, come dico sempre io, ma costruttivi, perché è un ordine del giorno che noi consideriamo di particolare importanza. Infatti, il patrimonio delle fondazioni, degli istituti e di questi centri culturali, in particolare di quelli riconosciuti dagli articoli 1 e 8 della legge n. 534 del 1996, ha una funzione pubblica riconosciuta dalle istituzioni e a certificare questo riconoscimento delle istituzioni è il fatto che, in caso di scioglimento degli enti che lo conservano, questo patrimonio verrebbe riassorbito dal patrimonio pubblico, in particolare gli archivi e le biblioteche riconosciute dalla sovrintendenza e dal Servizio bibliotecario nazionale.

Noi consideriamo la digitalizzazione di questo patrimonio come un tassello cruciale dello sviluppo culturale e di ricerca del nostro Paese. Eppure questi istituti hanno serie e grandi difficoltà ad essere inseriti in progetti di digitalizzazione come la Digital Library, per non parlare delle grandi difficoltà nel partecipare a bandi pubblici, in particolare quelli del PNRR.

Che cosa chiediamo, noi, con questo ordine del giorno? Chiediamo un impegno al Governo, cioè di prevedere, nel primo provvedimento utile, una misura ad hoc finalizzata a garantire la digitalizzazione dei patrimoni delle fondazioni, degli istituti e dei centri culturali, anche nell'ottica di favorire un lavoro di rete che permetta sempre più di unificare i database e favorire la consultazione di patrimoni importantissimi, che devono essere messi a disposizione di un pubblico sempre più ampio e devono essere facilmente raggiungibili con le nuove tecnologie.

Quindi, ci siamo inseriti nella ratio delle finalità della digitalizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese. Infatti, se provassimo a immaginare, per un attimo, che questi istituti e queste fondazioni dovessero chiudere, lo Stato dovrebbe affrontare degli oneri in più per gestire il patrimonio di questi istituti.

Con questo ordine del giorno che cosa chiediamo? Semplicemente di dare un alito di attenzione con delle risorse. Poi deciderà il Governo quando intervenire - in un primo provvedimento utile - per digitalizzare questo straordinario patrimonio. Siamo sicuri e certi che se c'è un'attenzione, almeno nella lettura dell'ordine del giorno, riceveremo un giudizio e un voto positivo da parte del Governo. Vogliamo essere fiduciosi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La deputata Irene Manzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/41.

IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Il nostro ordine del giorno riguarda un tema importante, un obiettivo importante che il PNRR pone, cioè quello del raggiungimento, nel 2024, di 70.000 assunzioni di nuovi docenti all'interno della scuola. Era uno degli obiettivi che il decreto-legge n. 36, approvato da una maggioranza molto ampia - che era quella che sosteneva il Governo Draghi nella scorsa legislatura - aveva posto ed è una delle riforme strutturali che il PNRR e, in particolar modo, la missione relativa all'istruzione pongono. Quello della formazione iniziale dei docenti è un tema importante e urgente e riguarda anche la qualità del nostro sistema educativo. Eppure, entro il 31 luglio 2022 il decreto-legge n. 36 poneva un obiettivo importante: l'adozione di un DPCM, da adottarsi d'intesa tra il Ministro dell'Istruzione e il Ministro dell'Università, per definire quello che è il nuovo percorso di formazione iniziale. Ebbene, prima abbiamo assistito alla fine anticipata della legislatura e, quindi, all'impossibilità di centrare quell'obiettivo e di adottare quell'atto. Adesso, a non pochi mesi dall'avvio di questa nuova legislatura e dall'avvio del nuovo Governo, siamo, in realtà, ancora in attesa - ormai temo che festeggeremo il primo anniversario di quel 31 luglio - di quel provvedimento, che, tra l'altro, è essenziale proprio perché si lega anche all'obiettivo delle assunzioni. Abbiamo sollecitato più volte una risposta da parte dei due Ministri competenti, un'audizione anche dei Ministri competenti all'interno delle Commissioni per sapere effettivamente a che punto sia questo provvedimento e per cercare di stringere sui temi in questione. Purtroppo, alle nostre richieste i due Ministri non hanno risposto e non si sono presentati in Commissione. Riteniamo questo ritardo inaccettabile, perché rischia di pregiudicare un obiettivo molto importante e qualificante del PNRR. Dunque, ci siamo trovati costretti a presentare questo ordine del giorno proprio per costringere il Governo a prendere un impegno con quest'Aula e a rimarcare l'impegno che in quel decreto era contenuto.

Abbiamo assistito in questi giorni anche alle dichiarazioni del Ministro Fitto in ordine alla volontà di rivedere alcuni obiettivi e programmi del PNRR. Abbiamo già espresso in più sedi e anche in quest'Aula le nostre obiezioni e la nostra ferma contrarietà a questa proposta. Riteniamo, in particolar modo riguardo al settore dell'istruzione, che è oggetto di questo ordine del giorno, che non possiamo permetterci ulteriori ritardi, perché la qualità del nostro sistema educativo, la qualità anche della sfida educativa a cui i docenti sono chiamati e la necessità di programmare con regolarità i concorsi per il personale docente - il tema del precariato è un tema quanto mai urgente e attuale nel mondo della scuola - passino anche attraverso l'adozione di questi provvedimenti, nonché dalla necessità che il Governo ci dia risposte e che adotti quel DPCM. Siamo ancora in attesa della pubblicazione del decreto Pubblica amministrazione, che è stato ormai approvato due settimane fa in Consiglio dei Ministri, e stiamo ancora attendendo il testo ufficiale. Insomma, assistiamo a un accumularsi di ritardi che riteniamo non più giustificabili. Quindi, ci auguriamo che il Governo accolga questo ordine del giorno e che, soprattutto, prenda un impegno formale, ravvicinato ed urgente per l'adozione di un provvedimento che ormai non è più rinviabile, prima di dover festeggiare - ci auguriamo che ciò non accada - il primo compleanno di un DPCM che non è ancora arrivato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'onorevole Filiberto Zaratti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/9.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Nel pomeriggio sono stato ad una manifestazione, nella città di Roma, con i sindaci dell'area metropolitana di Roma, numerosi - 15 sindaci, di tutti gli schieramenti, di centrosinistra, di destra, del Partito Democratico - contro la realizzazione dell'inceneritore di Santa Palomba, a Roma. Lo dico perché penso che noi dobbiamo uscire un po' dalla logica di ideologizzare eccessivamente il dibattito sull'inceneritore e stare un po' nel merito; ossia valutare se effettivamente per gestire la situazione dei rifiuti di Roma, che è complessa, è utile e necessario un inceneritore o no; la nostra opinione è che non sia utile; noi crediamo che siano stati fatti tanti errori su questa vicenda, dall'inizio; in primis, quando si è deciso il commissariamento per la questione dei rifiuti nella città di Roma. Ora, io voglio sottolineare che il commissariamento per la questione dei rifiuti della città di Roma in vista del Giubileo ha un suo senso, naturalmente, perché è prevedibile che nel periodo del Giubileo ci sia un aumento significativo di flussi; infatti, si calcola che ci saranno almeno 32 milioni di persone, tra pellegrini e turisti, in quel periodo e che, quindi, la gestione del ciclo dei rifiuti del comune di Roma sia particolarmente complessa e dunque è logico che al sindaco di Roma, nonché Commissario al Giubileo, venissero anche affidati poteri speciali per gestire il ciclo dei rifiuti. La cosa che non si comprende, assolutamente illogica, perfino in qualche modo eccessivamente forzata in quel decreto è che sono stati estesi al Commissario per il Giubileo e anche al ciclo dei rifiuti del comune di Roma poteri speciali per la realizzazione di un nuovo inceneritore nella città di Roma. Ora, è del tutto evidente che questa scelta è stata incongrua. Perché incongrua? Perché se appunto l'emergenza rifiuti ci può essere, nella gestione del ciclo, certo, nel periodo del Giubileo, questa emergenza non potrà essere risolta con un nuovo inceneritore, che, semmai dovesse vedere effettivamente la luce, sarà pronto e disponibile fra 5, 6 o 7 anni, presumibilmente. Io voglio ricordare che l'ultimo inceneritore realizzato nel nostro Paese - quello di Torino - ha impiegato più di 7 anni per essere realizzato; quindi, è evidente che quei poteri commissariali che sono stati dati non sono suffragati da una reale emergenza, neanche prevista e dunque è stato un errore clamoroso concedere questi poteri speciali. Noi stiamo discutendo ormai da molti mesi di una questione che ha un vizio di origine dal punto di vista procedurale, oltre che dal punto di vista del merito, perché se ancora oggi siamo qui a discutere sulla necessità o meno di un inceneritore nella città di Roma evidentemente qualcosa di sbagliato nel percorso che ci ha portato fino a questo punto c'è stato. Qual è l'errore più grande? L'errore più grande intanto, è non avere messo in moto un meccanismo di partecipazione di discussioni con le realtà sociali e con le realtà politiche della città, perché quando si vuole realizzare un'opera di questo genere è necessario che ci sia dibattito, che ci sia confronto e non, invece, una decisione presa con i poteri commissariali, calata dall'alto sulle spalle dei cittadini e delle cittadine di questa città, i quali non hanno avuto la possibilità di interloquire, se non ascoltare dichiarazioni di mera propaganda, e mai nel merito, che potessero dimostrare la necessità o meno di quell'impianto.

Anche sulla necessità dell'impianto c'è da discutere, perché l'altro punto opaco in tutta questa vicenda è che non c'è stato mai - e vado a concludere, Presidente - un confronto sulle quantità. Ne dico soltanto una, per chiudere il mio intervento, e cioè che la regione Lazio produce 3.200.000 tonnellate di rifiuti; se si raggiungesse la raccolta differenziata del 50 per cento, sarebbero 1.600.000 tonnellate; se queste 1.600.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato venissero trattate e diventassero CDR, avremmo una quantità di circa 400.000 - 450.000 tonnellate di CDR, il cui fabbisogno potrebbe essere tranquillamente esperito dagli impianti già esistenti nella regione Lazio, a San Vittore. Quindi, realizzare l'inceneritore di Roma significa far diventare la regione Lazio importatrice di rifiuti per bruciare i rifiuti di altre regioni; è un disegno legittimo, ma dovrebbe essere dichiarato per quello che è.

Per questo noi ribadiamo la nostra contrarietà a questo impianto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. L'onorevole Cafiero De Raho ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/18.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Un'attenzione particolare si chiede che il Governo possa riservare all'esigenza di istituire un fondo per le prefetture, finalizzato al superamento del problema degli insediamenti cosiddetti illegali. Sono migliaia i braccianti agricoli migranti che vivono negli insediamenti formali, che sono anche detti abusivi o illegali; sono insediamenti in cui si vive privi di diritti, servizi, dignità, vittime di caporalato e sfruttamento. In tanti sono morti e continuano a morire nei ghetti o come conseguenza del duro lavoro nei campi. Associazioni, istituzioni, volontari provano a migliorare le loro condizioni di vita e un'opportunità concreta può essere data proprio dalle risorse del PNRR.

L'intervento, con questo ordine del giorno, si inquadra proprio nel contesto del Piano nazionale contro il caporalato in agricoltura e la lotta al lavoro sommerso. Lo sfruttamento lavorativo in agricoltura è un fenomeno complesso, che può essere contrastato solo attraverso un approccio coordinato, attraverso un sistema di governance multilivello. L'attuazione delle azioni prioritarie del Piano richiede la collaborazione e il coordinamento di diverse istituzioni e attori, al fine di garantire la coerenza nella realizzazione delle azioni e nel raggiungimento dei risultati attesi.

Un'attenzione particolare vorrei che appunto il rappresentante del Governo ponesse a questo ordine del giorno n. 9/1089/18, perché per questi fini è stato definito un meccanismo di coordinamento che identifica chiaramente il ruolo e la responsabilità delle diverse parti interessate. L'attuazione del piano però comporta un coordinamento in cui sono necessarie figure specialistiche; nello specifico, ci si riferisce alle attività di assunzione a tempo determinato delle professionalità, soprattutto tecniche, di cui hanno bisogno i prefetti. I prefetti hanno una funzione di grandissima importanza in questo; i prefetti, anche nella fase preliminare, prima della vera e propria attuazione del Progetto PNRR, hanno bisogno di individuare, attraverso queste figure specializzate, quella che dovrà essere poi l'attuazione di quei progetti di gestione e di superamento degli insediamenti illegali già esistenti e fortemente problematici. Le prefetture, solo grazie all'apporto di questo personale, potranno efficacemente concorrere all'attuazione del Piano, assicurando, con particolare riguardo alle aree qualificate a più elevato rischio di sfruttamento lavorativo, il coordinamento e l'integrazione delle azioni e degli interventi più adeguati in sede locale.

Cosa si chiede, in fondo, con questo ordine del giorno? Semplicemente che il Governo istituisca delle risorse, un fondo; queste risorse devono consentire ai prefetti di svolgere appieno il loro dovere, il loro lavoro in un settore talmente difficile, che se non si comincia a intervenire, diventerà ancora più grave; diventerà un rischio anche la sopravvivenza di coloro che si muovono in questi insediamenti, di intere aree, aree a volte cittadine o ai margini delle città, in cui è necessario che il Governo intervenga e che i prefetti, con la loro capacità, con la loro specializzazione, nel caso in cui vengano dotati di queste figure, riuscirebbero ad affrontare il primo problema, quello innanzitutto di attuazione del progetto. Successivamente, si realizzeranno quegli insediamenti necessari, rispondenti, invece, alle regole.

Crediamo di rappresentare un problema istituzionale; crediamo che con questo ordine del giorno ci siamo posti a fianco del Governo, indicando una strada ed evitando che ci si possa trovare di fronte al problema senza avere i fondi. Se un fondo venisse istituito oggi, il problema dello sfruttamento del lavoro e degli insediamenti illegali verrebbe sicuramente superato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Ubaldo Pagano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/60.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, con questo provvedimento, tra le tante disastrose sciocchezze e bestialità istituzionali che porteranno a un blocco dell'attività e della progressione del PNRR e, probabilmente, alla perdita di decine di miliardi di euro, c'è un'altra novità, che, peraltro, con il decreto che veniva chiamato “la governance del PNRR” credo c'entri pochissimo. E mi piacerebbe capire la razionalità e la coerenza di una decretazione che dovrebbe essere di urgenza, che, invece, si mette a discettare sul commissariamento dei Giochi del Mediterraneo di Taranto. Sì, perché, all'articolo 33, in sede di conversione, con un blitz operato per il tramite di alcuni senatori e amici, tutti notoriamente vicini agli interessi tarantini, il Governo ha voluto commissariare i Giochi del Mediterraneo che si terranno a Taranto nel 2026.

Siccome i commissariamenti dovrebbero essere qualcosa di fondato su ragioni evidentemente chiare e solide, mi piacerebbe capire quali sono le motivazioni a fondamento di questo emendamento, visto che tutti gli atti ufficiali - al Ministro Fitto piace tantissimo citare gli atti ufficiali, mi piacerebbe che ne citasse uno nel caso di specie - ci dicono che, in realtà, sull'evento sportivo, l'unico ritardo è quello del Governo che, allo stato attuale, non ha ancora liquidato il finanziamento di 150 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e non ha sbloccato l'assegnazione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, dal quale, peraltro, la regione Puglia avrebbe liquidato i 70 milioni di euro di sua competenza. Così non si fa un torto a una regione amministrata di senso opposto, non si fa un torto a un'amministrazione comunale, peraltro, rieletta solo pochi mesi fa con il favore del 62 per cento dei cittadini in libere e democratiche elezioni, si fa un torto ai tarantini; quelli sì, che hanno già avuto modo di bocciare sonoramente in libere elezioni il simpatico Ministro Fitto.

E così si impone un commissario straordinario per assicurare la tempestiva realizzazione degli investimenti, tagliando completamente dalla governance il territorio che li ospita. Ma, siccome sono un testardo, vorrei capire quali sono le motivazioni su cui si fonda, a detta del Ministro, questa scelta. I fatti sono del tutto pretestuosi, le accuse sono infondate, gli inadempimenti del Comitato organizzatore, di cui, peraltro, fa parte anche il Governo nazionale, non esistono, come hanno avuto modo, proprio di recente, di certificare i revisori dei conti. E anche rispetto a quelle che sono le opere, allo stato attuale, trattandosi di opere non nuove, ma in riattamento o ristrutturazione di impianti già esistenti, non si richiedono neanche delle conferenze dei servizi molto allungate dal punto di vista del gravame.

Vorrei dire anche un'altra verità, perché, anche su questo, mi piacerebbe che mi potesse smentire con i documenti il simpatico Ministro Fitto. Questi 150 milioni di euro, nonostante l'assegnazione dei Giochi fosse avvenuta già tre anni prima, sono stati stanziati fisicamente da quel brutto e cattivo Governo Draghi. In relazione a questo, devo ringraziare l'ex Ministra Carfagna che, nel decreto Milleproroghe, convertito a febbraio 2022, aveva immaginato di stanziare fisicamente queste risorse.

La devo anche ringraziare perché, a luglio del 2022, aveva anche predisposto il decreto di assegnazione delle somme. Poi, lo sappiamo: la crisi di Governo, lo scioglimento del Parlamento, l'interpretazione che quell'assegnazione non fosse un'ordinaria amministrazione, ma fosse un atto straordinario e, quindi, l'interlocuzione passa al nuovo Governo.

Il nuovo Ministro, guarda caso Fitto, decide di non firmare quel decreto e incomincia una corrispondenza epistolare sul sesso degli angeli, in questo caso sì, con la piacevole acquiescenza anche del Ministro Abodi. Da questo punto di vista, abbiamo compreso le ragioni per cui ci fosse quella epistolare corrispondenza, perché, evidentemente, voleva arrivare a questo punto.

Atteso che il commissariamento è un'assurdità anche solo per una questione tecnica, visto che non si può commissariare l'unico ente cui è stata affidata dal Comitato olimpico internazionale la titolarità esclusiva ad operare per l'organizzazione dei Giochi, e lo è anche da un punto di vista dell'accelerazione, è evidente che qui si sta commissariando l'utilizzo delle risorse.

Allora, io voglio lanciare una sfida, una sfida aperta, in quest'Aula, al simpatico Ministro Fitto e a tutta la maggioranza, che dice di avere nel rigore istituzionale una sua capacità proattiva: affidiamo al sindaco di Taranto, che è già presidente del consiglio direttivo del comitato esecutivo, la funzione di commissario straordinario; magari, nella sua funzione di commissario straordinario per la realizzazione delle opere, sarà anche agevolato a fare più velocemente, più rapidamente, e magari a non dover ottemperare a tutte quelle lungaggini burocratiche.

PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per cortesia.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Diamo a lui - che conosce meglio di tanti altri, sicuramente molto più di Fitto, cosa serve e cosa manca - l'organizzazione dei Giochi. Se così fosse, il Ministro Fitto potrebbe anche liberarsi da un sospetto che io alimento, evidentemente: di aver bloccato un evento importantissimo per Taranto solo per toglierlo ai suoi avversari politici e metterlo in mano a qualche suo sodale. Ma è un sospetto che si alimenta e alberga soltanto nelle menti obnubilate, come, evidentemente, è la mia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'onorevole Ghirra ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/13.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signora rappresentante del Governo, la Sardegna soffre di un enorme gap infrastrutturale, che ha consentito al nostro Paese di ottenere ingenti risorse, ma i progetti che sono finanziati sul PNRR non sono sufficienti a colmare il divario della nostra isola. Sono previsti, infatti, il raddoppio della tratta Decimomannu-Villamassargia, il collegamento dell'aeroporto di Olbia, l'elettrificazione di alcune tratte della rete sarda che collegano Cagliari a Oristano, Oristano a Macomer e Decimomannu a Carbonia e alcuni upgrade infrastrutturali e tecnologici volti a una riduzione dei tempi di percorrenza su Cagliari-Sassari, Cagliari-Olbia e Olbia-Sassari.

Tuttavia, ad esempio, il comune di Nuoro non vedrà alcun miglioramento della sua condizione: esso, infatti, è collegato al resto dell'isola da una linea ferroviaria regionale a semplice binario a scartamento ridotto e a trazione diesel gestita dall'ARST, rimanendo così l'unico capoluogo italiano non collegato alla rete nazionale.

In questo scenario viviamo anche un altro paradosso, perché, durante la presentazione del progetto preliminare di RFI relativo al raddoppio della tratta Decimomannu-Villamassargia, gli amministratori locali avrebbero scoperto che il tracciato della nuova rete prevista passerebbe sul cantiere di un nuovo edificio scolastico e su alcune abitazioni del comune di Uta. Non solo, sembrerebbe anche che sia prevista la traslazione della stazione ferroviaria su cui la città metropolitana di Cagliari sta facendo alcuni interventi.

Signora Sottosegretaria, il comune di Uta, in questi anni, ha fatto uno sforzo enorme per dotare la propria cittadina di questa nuova scuola, coinvolgendo alunni, genitori, docenti, l'Unità di progetto Iscol@ - il progetto regionale con cui sono state riqualificate tante delle nostre scuole - e i progettisti, prevedendo 25 classi, una sala mensa, un teatro, una biblioteca, una palestra e laboratori per la didattica, con impianti sportivi, aule all'aperto e laboratori di biodiversità. Infatti, la qualità di questo nuovo plesso è proprio che è immerso all'interno di un parco che richiama l'identità e le origini agricole del comune, all'interno di un'importante oasi, ossia quella del WWF di Monte Arcosu.

E non solo. Sempre in questo ambito, il comune ha ottenuto 1,4 milioni nel Piano urbano integrato della città metropolitana di Cagliari, per recuperare i vecchi edifici dell'Agris e trasformarli in centro di educazione ambientale, e altri 6 milioni di euro proprio dal PNRR per realizzare una scuola dell'infanzia. È evidente che gli amministratori riconoscano l'importanza e l'utilità del raddoppio della tratta Decimomannu-Villamassargia, ma siano assolutamente contrari al fatto che questa tratta passi in un'area così delicata e sensibile, su cui, peraltro, ci sono importanti risorse già stanziate e progetti pronti per essere realizzati e offrire servizi socioculturali alla cittadinanza.

Con questo ordine del giorno, chiediamo al Governo un intervento abbastanza semplice e scontato - che in realtà auspicavamo fosse già stato posto in essere - ovvero di rivedere insieme alle amministrazioni locali il tragitto di questo progetto di RFI per il raddoppio della tratta Decimomannu-Villamassargia, in modo da salvaguardare questa porzione di territorio, su cui sono previsti questi importanti finanziamenti. Confidiamo che il Governo voglia accogliere la nostra richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. L'onorevole Cappelletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/22.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo l'attenzione del rappresentante del Governo per pochissimi minuti, perché è un ordine del giorno molto semplice, che interviene sull'articolo 45 del provvedimento in esame, nella parte in cui introduce il registro pubblico dei crediti di carbonio. Lo stesso articolo 45 prevede, tra l'altro, che con decreto successivo del Ministero dell'Agricoltura siano adottate le linee guida volte a individuare le modalità di certificazione di questi crediti, lasciando quindi spazio discrezionale in tal senso.

È una notizia importante - e la guardiamo con favore - l'introduzione di questo registro pubblico. Si deve considerare, però, che a fine novembre 2022 - quindi, non moltissimi mesi fa - la Commissione europea ha adottato una proposta di regolamento che istituisce un quadro di certificazione dell'Unione per gli assorbimenti di carbonio. Questa proposta della Commissione passerà al vaglio del Parlamento europeo e del Consiglio e, presumibilmente, diventerà un regolamento. Quindi, occorre contemperare, da una parte, il costituendo registro pubblico dei crediti di carbonio e, dall'altra, la legislazione europea che, tra l'altro, prevede, anche in maniera puntuale, tutta una serie di caratteristiche che dovranno avere i dati registrati, tra cui il rispetto del cosiddetto Qu.A.L.ity, ovvero quantification, additionality, long-term storage e sustainability, ossia le quattro caratteristiche che dovrebbero - e ovviamente devono - possedere questi crediti.

Il rappresentate del Governo, converrà con me che tenere un registro dei crediti di carbonio ha un significato, se è comparabile, omologo e omogeneo ai registri degli altri Paesi in Europa, proprio per consentire lo scambio delle quote dei crediti tra un Paese e l'altro e per rendere più appetibile l'investimento, da questo punto di vista, anche per le imprese e per i gestori agroforestali. Quindi, cosa chiediamo al Governo? Chiediamo semplicemente di assicurarsi e, quindi, di assicurare i cittadini tutti che il registro pubblico dei crediti di carbonio sia adeguato ai criteri già individuati in Commissione europea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Casu ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/79.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, in questa occasione noi presentiamo un ordine del giorno rivolgendo un invito, un appello, a quest'Aula e a tutti noi che siamo chiamati alla discussione di un passaggio importante, di un passaggio fondamentale per la governance di questa straordinaria occasione per la ripresa e la resilienza del nostro Paese, per la possibilità di mettere in campo la costruzione di un nuovo mondo oltre il COVID-19.

Nel provvedimento, all'articolo 55, è istituita l'Agenzia italiana per la gioventù ed è soppressa l'Agenzia nazionale per i giovani. La nostra preoccupazione è questa: dato che ogni cambiamento delle strutture amministrative interessate dalle disposizioni del Piano può comportare un rallentamento negli obiettivi da raggiungere, sono stati considerati dal Governo tutti gli effetti applicativi di questa scelta? Lo dico perché l'Agenzia nazionale per i giovani, per chi non lo sapesse, è l'ente governativo che gestisce in Italia i programmi europei per i giovani e porta avanti tantissime iniziative per promuovere partecipazione, inclusione, talento e creatività giovanile. Gli ultimi dati - il sito dell'Agenzia nazionale per i giovani è ancora attivo - ci parlano di 3.192 progetti approvati, 126.207 giovani coinvolti, 1.065 associazioni beneficiarie e 88 milioni di fondi impegnati. Se il tema che la maggioranza di Governo vuole portare avanti è quello di riflettere sul futuro e sull'importante verifica di cosa abbia funzionato e cosa non abbia funzionato nell'Agenzia nazionale per i giovani in questi anni, è un dibattito utile e importante, cui siamo pronti a partecipare. Capiamo anche l'esigenza politico-culturale di affermare una terminologia diversa. Sicuramente, per le forze politiche che hanno come organizzazione giovanile Gioventù nazionale, chiamare un'agenzia “per la gioventù” e non “per i giovani” può rappresentare una vittoria, come abbiamo visto anche con le denominazioni dei Ministeri. Tuttavia, quello che ci interessa di più non è come si chiamano i Ministeri o come si chiamano le agenzie ma come realizzano i loro obiettivi. La nostra prima preoccupazione, nei confronti di questa agenzia, rispetto alle funzioni e ai compiti richiamati, è cosa deve fare e non chi lo deve fare. Non sarò obnubilato come il collega Ubaldo Pagano nel pensare che, sicuramente, cambiare nome è anche un modo per cambiare guida, però, dal mio punto di vista, mi chiedo: vogliamo un dibattito su cosa deve fare questa agenzia, su come deve realizzare i suoi obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), su come si deve chiamare? Facciamolo, non ci sottrarremo, parteciperemo dall'opposizione, ma non facciamolo all'interno del decreto che ci serve a costruire la governance sul PNRR, rischiando di rallentare e di sprecare un'occasione storica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Facciamolo in un'altra sede, facciamolo in un'altra occasione! Quindi, se questo ordine del giorno può aiutarci e aiutarvi a pensarci, pensiamoci, perché questa Agenzia nasce come mezzo, come strumento, non come fine, non pieghiamola a interessi di parte o di partito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La deputata L'Abbate ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/29.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno volevo porre all'attenzione del Governo quello che accade quando abbiamo una tecnologia innovativa. In questo caso stiamo parlando della produzione di idrogeno verde e l'aspetto autorizzativo è un qualcosa di fondamentale per l'utilizzo di tale vettore energetico, sia per l'industria sia per la mobilità sostenibile. Quindi, per accelerare lo sviluppo del mercato e permettere l'attuazione anche dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, già presenti nell'ambito della Missione 2, Rivoluzione verde e transizione ecologica, Componente 2, Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile, è fondamentale rafforzare gli strumenti di semplificazione e aggiornare il quadro di riferimento normativo, con riferimento al testo unico ambientale, il decreto legislativo n. 152 del 2006. So che ci sono già alcune proposte di aggiornamento ma, attenzione, sono piuttosto critiche. Perché? Questo viene dal mondo reale, perché è il mondo reale che deve cambiare, deve passare ad un'economia circolare, ad un'economia decarbonizzata, e ci sta dicendo che quindi non va bene considerare tutti i progetti come se fossero della stessa taglia e richiedere le autorizzazioni ponendole tutte sullo stesso piano. Ci sono, per esempio, attualmente, dei progetti di piccola taglia, sotto i 10 megawatt, che servono come spinta al mercato, un mercato che è necessario se vogliamo veramente effettuare questa transizione. Però, i processi autorizzativi non sono semplici, non sono semplificati ma sono equiparati a quelli dei grandi impianti, di grandi dimensioni.

Oltre a questo, è utile anche prevedere una semplificazione per la realizzazione degli elettrolizzatori. Anche questi sono utili per il processo di formazione e di sviluppo sempre dell'idrogeno verde. Tutto questo si fa per andare incontro a quello che stiamo cercando di fare con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quindi, velocizziamo ma, se nella realtà vogliamo portare avanti questi ecoprogetti e veramente passare a un combustibile pulito come l'idrogeno verde, dobbiamo supportare le nostre imprese, che già lo stanno producendo, a fare qualcosa di veloce e a utilizzare, quantomeno, i piccoli impianti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Claudio Michele Stefanazzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/84.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo assistito in questi mesi, basiti, alla furia iconoclasta con cui il Ministro Fitto ha smontato il sistema della gestione dei fondi del PNRR e anche del restante sistema dei Fondi di programmazione, con un progetto di cui, onestamente, ignoriamo l'approdo finale, con l'idea di creare una struttura burocratica nuova, che dovrebbe, secondo questo progetto nebuloso, essere la nuova struttura di governance dei fondi e della programmazione, di fatto al momento paralizzando l'intera politica di programmazione, soprattutto degli enti locali. Questi ultimi, com'è noto, in assenza dell'attribuzione dei Fondi per lo sviluppo e la coesione, hanno infatti una difficoltà oggettiva ad incrociare i piani operativi regionali e, quindi, a partire con la programmazione. Ricordiamoci che la programmazione di cui parliamo, Presidente, è quella 2021-2027 e siamo a metà del 2023.

Emblematico di questo processo assolutamente inconcludente è l'articolo 51, così come emendato al Senato, del provvedimento che stiamo analizzando. Tale articolo attacca in maniera frontale uno dei capisaldi della politica di coesione degli ultimi 30 anni, ossia la gestione dei cosiddetti progetti coerenti, cioè quel sistema attraverso il quale, utilizzando la flessibilità che i Fondi per lo sviluppo e la coesione garantiscono rispetto alle regole di ingaggio più complesse dei piani operativi regionali, si è consentito il raggiungimento dei target di spesa in questi anni e si sono creati dei fondi complementari che soprattutto le amministrazioni locali hanno utilizzato per avere maggiore flessibilità rispetto alla rimodulazione dei piani operativi. Tali ultimi piani, come sapete, sono infatti sottoposti a procedure molto complesse e molto articolate, spesso non idonee a rispondere alle esigenze di rapida ricollocazione delle risorse.

L'articolo 51 stabilisce che il rimborso che la Commissione europea fa delle somme che vengono utilizzate per progetti eleggibili ai fini del POR venga attribuito ad una cabina di regia nazionale, la quale poi dovrà successivamente riprogrammare e riutilizzare questi soldi e successivamente impiegarli. Quindi, alla confusione di fondo e ai dubbi che regnano rispetto all'approdo finale della riforma Fitto, si aggiunge anche questa chicca che, al momento, per come è formulato l'articolo 51, sostanzialmente è un attacco al cuore dei bilanci soprattutto delle amministrazioni regionali, le quali, come è noto, non potranno servirsi di queste risorse e non potranno vedersele attribuire.

E siccome credo che il Ministro Fitto - che mi sembra sia stato presidente di una regione - ricordi come si contabilizza, come si gestisce e come si programma l'utilizzo delle risorse, e come sia complesso cofinanziare i Fondi POR e come i Fondi FSC siano fondamentali per questa programmazione per il cofinanziamento, immagino che il Ministro Fitto abbia - delle due, l'una - o perso completamente la bussola, e quindi si sia dimenticato della sua esperienza da presidente della regione, oppure sia animato da obiettivi e finalità che francamente ci sfuggono. Quindi questo sistema capotico e inconcludente, rappresentato dalla previsione dell'articolo 51, è un'ulteriore zavorra che questo Governo mette sull'attività di programmazione degli enti locali, sì, ma ricordiamoci che, con i “coerenti”, sono state le amministrazioni centrali a salvare spesso i loro target di spesa. E ricordiamo anche che ci sono decine di casi in cui le amministrazioni locali hanno gentilmente donato alle amministrazioni centrali, per il raggiungimento dei target PON, loro progetti che sono stati utilizzati.

Per questa ragione il Partito Democratico chiede, con questo ordine del giorno, di riconsiderare l'errore che state commettendo, perché le ripercussioni che potrebbero derivarne sulla organizzazione, sulla programmazione e sui bilanci delle regioni potrebbero essere irreparabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'onorevole Agostino Santillo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/28.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, componente del Governo, l'ordine del giorno ha un'importanza fondamentale per noi. Si parla di accelerare l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e cosa si fa? Si va a colpire la fase di affidamento dei lavori. Secondo me, scappa un uno dei princìpi più importanti della fase di attuazione dei lavori pubblici, e cioè che l'affidamento dei lavori incide in un tempo che, nella programmazione e realizzazione di un lavoro, è quasi trascurabile sicuramente, se non infinitesimale. Tra l'altro, confrontato con le procedure di urgenza classiche di un bando aperto, diventa praticamente lo stesso tempo. Allora la domanda che faccio io è: vi siete resi conto che in questo provvedimento avete inserito una norma che prevede l'affidamento diretto per l'edilizia scolastica fino a 215.000 euro per servizi di ingegneria, architettura e forniture? Cioè, l'esempio è: si alza qualcuno la mattina e può dare un affidamento diretto, un incarico di progettazione esecutiva per una scuola per 215.000 euro. Allora io vi invito a fare la simulazione di una parcella per capire che 215.000 euro significa affidare un progetto esecutivo per una scuola che può valere 4-5 milioni di euro di lavori. Stiamo affidando direttamente la progettazione. Dopodiché, con il nuovo codice, potranno essere affidati senza pubblicazione del bando di gara, come sappiamo, importi di lavori fino a 5,4 milioni. Nei fatti, state avviando una filiera che non potrà più essere controllata. Ed è ovvio che, se avete affidato direttamente ad un tecnico, che è l'amico dell'amministratore che in quel momento può dare l'incarico, evidentemente quel professionista sarà anche quello più titolato per stare a fianco all'impresa che dovrà fare i lavori. Cioè, c'è una commistione veramente assurda, di cui non si riesce a capire il perché. Eppure, già nel 2021, a fronte di un aumento della domanda del mercato, le gare aperte sono state del 18,5 per cento. Adesso, grazie al nuovo codice - lo schema è stato da poco approvato - addirittura le gare fino a 5,4 milioni diventano del 2 per cento. Con questo modo di fare, praticamente, nell'edilizia scolastica avremo lo 0 per cento. Allora ditelo. Secondo noi, avete scambiato la semplificazione dell'attuazione dei lavori pubblici per l'eliminazione di ogni regola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È proprio un'altra cosa. Vi alzate la mattina e decidete a chi far fare il progetto, decidete a chi far fare i lavori. Ovviamente, avete depotenziato le intercettazioni, avete depotenziato la possibilità di verificare il conflitto di interesse invertendo l'onere della prova, avete agevolato la possibilità di non collaborare, anziché quella di collaborare con la giustizia. Cioè, in uno, voi state agevolando tutte le cose possibili per cercare di fare infiltrare le organizzazioni criminali nel procedimento di realizzazione delle opere pubbliche del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Vado a chiedere un impegno al Governo, e secondo me si è pienamente in tema anche con le soglie, seppur alte, del codice. Voglio ricordarlo: i servizi, per esempio quelli di ingegneria e architettura, oggi sono, come affidamento diretto, alla soglia di 40.000 euro. Nel codice li avete portati a 140.000, effettivamente un bel po' tanto. Adesso, qui, per l'edilizia scolastica, li avete portati a 215.000. Allora, perché, almeno, non rivedete questa soglia e cercate di portarla, al più, a quella del nuovo codice?

Poi, chiediamo di effettuare un controllo e un monitoraggio, al fine di scongiurare ricadute significative in tema di controlli, in tema di trasparenza, in tema di prevenzione di eventuali fenomeni di natura illecita e corruttiva, e di garantire parità di accesso al mercato delle micro, piccole e medie imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Alfonso Colucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1089/36.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Signora Sottosegretaria, la realizzazione del PNRR, come sappiamo, necessita dell'apporto di giovani forze lavorative all'interno della pubblica amministrazione, di giovani nella pubblica amministrazione. I concorsi che sono stati banditi, purtroppo, non hanno avuto successo per due ragioni: in primo luogo, perché molti non partecipano a questi concorsi, in secondo luogo, perché tanti che pure hanno vinto il concorso recedono e questo è un problema grosso, perché noi sappiamo che l'impiego dei fondi del PNRR avviene nell'ambito delle risorse finanziarie dello strumento che si chiama Next Generation EU, quindi, uno strumento che è pensato, è rivolto ai giovani stessi, e poi perché sappiamo che la forza innovatrice propulsiva dei giovani all'interno della pubblica amministrazione costituisce un'energia enorme, che noi in questo modo non riusciamo a mettere a profitto, né per il PNRR, né per un'innovazione effettiva nella pubblica amministrazione.

Le cause sono molteplici: da un lato, le retribuzioni troppo basse non consentono al giovane di vivere, molto spesso, in una grande città come Roma; dall'altro, le funzioni cui il giovane viene adibito, molto spesso, non sono confacenti alla propria qualificazione professionale; dall'altro ancora, vi è la natura determinata del rapporto o, meglio, la mancata prospettiva di una conversione del rapporto in un rapporto a tempo indeterminato; dall'altro ancora, la mancanza di un percorso di formazione che possa entusiasmare il giovane all'interno della pubblica amministrazione e la mancanza di una programmazione da parte della pubblica amministrazione stessa. Sono tutte cause, queste, che determinano un flop di questo sistema. Bisogna urgentemente correre ai ripari, sia per la realizzazione dei programmi del PNRR, sia proprio per dare impulso alla pubblica amministrazione.

La pubblica amministrazione, in questo momento, sta ricorrendo ai contratti di somministrazione, che creano una situazione di precariato, perché il lavoratore somministrato non è dipendente della pubblica amministrazione, non ha accesso a mezzo di pubblico concorso nella pubblica amministrazione, per cui non ha davvero alcuna prospettiva di essere stabilmente incardinato nell'ufficio pubblico cui è destinato. Questo contratto produce naturalmente un maggior costo, perché prevede anche la retribuzione dell'agenzia che fornisce il somministrato e produce un costo di formazione a carico della pubblica amministrazione che viene impiegato a favore di un soggetto che non rimarrà stabilmente nella stessa. Bisogna eliminare il ricorso allo strumento del contratto di somministrazione, bisogna dare premialità, stipendi adeguati a favore dei giovani; bisogna inserire i giovani in programmi formativi che possano entusiasmarli; bisogna, insomma, signora Sottosegretaria, ricorrere anche a delle forme di organizzazione della pubblica amministrazione, affinché la stessa possa offrire davvero ai giovani un lavoro che sia formativo.

Ricordo che nel prossimo triennio è prevista una quota di 300.000 soggetti che, per pensionamento, andrà progressivamente a fuoriuscire, quindi, abbiamo anche interesse a creare una situazione di necessario turnover all'interno della pubblica amministrazione.

Signora sottosegretaria, questo ordine del giorno si propone esattamente questo, si propone - consentitemi di mettere gli occhiali - di impegnare il Governo ad adottare misure finalizzate a rendere attrattivo e competitivo l'impiego nella pubblica amministrazione, in particolare, da parte di giovani qualificati, offrendo remunerazioni adeguate al mercato e alla qualificazione, migliori a trasparenti procedure di avanzamento e stabilità.

Invito il Governo ad accettare questo ordine del giorno che è importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Signor Presidente, ordine del giorno n. 9/1089/1 Manes, accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1089/2 Ruffino, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere ulteriori iniziative finalizzate a consentire agli enti locali di far fronte alle carenze di personale tecnico necessario alla partecipazione ai bandi del PNRR”.

Ordine del giorno n. 9/1089/3 Mattia, parere favorevole, considerato che la norma appare univoca nel consentire già l'interpretazione indicata.

PRESIDENTE. Quindi, chiedo scusa, è favorevole così come è presentato?

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì.

Ordine del giorno n. 9/1089/4 Francesco Silvestri, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/5 Malaguti, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, nell'ambito dell'opera di revisione dei progetti del PNRR, di inserire e realizzare i progetti sopradescritti disponibili presso il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara nel caso in cui si reperiscano le risorse necessarie da destinare a nuovi progetti di rilevante importanza per il comparto agricolo e per la tutela dell'ambiente stesso e tenendo conto delle graduatorie approvate”.

Ordine del giorno n. 9/1089/6 Bordonali, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1089/7 Dori: si esprime parere contrario sul 1° capoverso dell'impegno e sulle relative premesse, in quanto la norma attualmente contenuta nell'articolo 11, comma 1, del decreto-legge n. 80 del 2021, come modificato dall'articolo 10 del decreto-legge in conversione, appare già chiara. Si precisa, inoltre, che il comma 2-bis del medesimo articolo 10 si riferisce al personale tecnico previsto dall'articolo 13 del decreto-legge n. 80 del 2021 e non agli addetti all'Ufficio per il processo, previsti all'articolo 11. Sul 2° capoverso, si esprime parere favorevole. Sul 3° capoverso, si esprime parere contrario, in quanto sono attualmente in corso trattative con le associazioni sindacali finalizzate all'integrazione dei contratti collettivi nazionali del comparto giustizia previsti dal CCNL - Funzioni centrali - e la questione di cui al suddetto 3° capoverso sarà oggetto di disamina in quella sede. Non vi è pertanto necessità di prevedere la costituzione di uno specifico tavolo tecnico. Sul 4° capoverso si esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Scusi, Sottosegretaria, per chiarezza, l'ordine del giorno n. 9/1089/7 Dori ha parere favorevole con riformulazione, in sostanza, espungendo i capoversi 1° e 3°. Ho capito bene? Perfetto, grazie.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/1089/8 Zanella, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/9 Zaratti, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/10 Bonelli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1089/11 Pastorella, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/12 Rosato, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di mettere in atto le misure necessarie per garantire che, anche nel caso in cui un intervento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero dal Piano nazionale complementare comporti l'acquisizione o la messa in funzione di almeno un elemento digitale, sia esso hardware o software, e in coerenza con la normativa europea di riferimento, sia assicurata la sicurezza cibernetica degli elementi digitali dell'intervento stesso, anche prevedendo premialità per le proposte o per le offerte che contemplino l'uso di tecnologie di cybersicurezza certificate a livello europeo o internazionale”.

Ordine del giorno n. 9/1089/13 Ghirra, parere contrario.

Ordini del giorno n. 9/1089/14 Evi e n. 9/1089/15 Toni Ricciardi, accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/16 Mari si invita al ritiro, tenuto conto che i meccanismi perequativi richiesti risultano già previsti non solo dalla legislazione vigente, ma anche dagli atti di programmazione e gestione degli interventi, decreto n. 5 del 15 febbraio 2022 del direttore generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale, con cui è stato adottato l'avviso pubblico n. 1 del 2022 per la presentazione di proposte di intervento da parte degli ambiti territoriali sociali, da finanziare nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall'Unione europea.

PRESIDENTE. Sottosegretaria, mi scusi, quindi sull'ordine del giorno n. 9/1089/16 Mari vi è di fatto un parere contrario, previo invito al ritiro.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, invito al ritiro per i motivi che ho elencato.

Ordine del giorno n. 9/1089/17 Grimaldi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a piantumare entro il 31 dicembre 2024 i suddetti 6.600.000 alberi e a vigilare sia sulla corretta ed efficace esecuzione dei lavori in ogni città interessata sia sulla tempestiva attuazione delle fasi successive del Piano”.

Ordine del giorno n. 9/1089/18 Cafiero De Raho, accolto come raccomandazione.

Ordini del giorno n. 9/1089/19 Giuliano, n. 9/1089/20 Donno e n. 9/1089/21 Conte, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/22 Cappelletti, parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/1089/23 Pavanelli e n. 9/1089/24 Caso, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/25 Amato, parere favorevole sul primo punto, con la seguente riformulazione: “a rispettare la normativa vigente in tema di conferimento degli incarichi, anche sotto il profilo della trasparenza”. Accolto come raccomandazione il secondo punto.

PRESIDENTE. Quindi, è una riformulazione per una parte e una raccomandazione per un'altra parte.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/1089/26 Orrico, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/27 Cherchi, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di (…)”.

Ordine del giorno n. 9/1089/28 Santillo, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/29 L'Abbate, accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere ulteriori iniziative volte a semplificare i processi autorizzativi di impianti e elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde, così da assicurare il conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di transizione ecologica per il nostro tessuto produttivo, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Ordine del giorno n. 9/1089/30 Ilaria Fontana, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di procedere al completamento dei decreti di attuazione della legge 28 giugno 2016, n. 132 che ha istituito il Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente”.

Ordini del giorno n. 9/1089/31 Onori, n. 9/1089/32 Quartini e n. 9/1089/33 Scerra, accolti come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/1089/34 Bruno, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/1089/35 Caramiello, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori finanziamenti, anche attraverso la riallocazione di risorse PNRR non ancora spese e in scadenza nel giugno del 2026, atti a rendere realmente efficace il V bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare e garantire così una spinta ulteriore al settore agricolo ed agroalimentare, anche al fine di promuovere politiche di innovazione e spinta alla sostenibilità in agricoltura, nonché sostenere l'accesso al settore alle giovani generazioni di imprenditori agricoli”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/36 Alfonso Colucci, il parere favorevole, trasformando la formula in: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/37 Laus il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, in fase di approvazione del primo provvedimento utile, delle misure ad hoc finalizzate a garantire la digitalizzazione dei patrimoni delle fondazioni, istituti e centri culturali, anche nell'ottica di favorire un lavoro di rete che permetta sempre più di unificare i database e favorire la consultazione di patrimoni importantissimi che devono essere messi a disposizione di un pubblico sempre più ampio, facilmente raggiungibile con le nuove tecnologie”.

L'ordine del giorno n. 9/1089/38 Roggiani è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/39 Baldino il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “nell'ambito delle decisioni strategiche e dell'adozione delle politiche pubbliche in tutti i settori, in particolare dell'occupazione, dell'istruzione, della salute e dell'inclusione sociale, a valutare l'opportunità di introdurre strumenti di valutazione dell'impatto generato sulle giovani generazioni, anche ai fini dell'adozione di misure utili a promuovere il principio di equità generazionale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/40 Fornaro il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1089/41 Manzi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a rispettare gli obiettivi fissati dal PNRR sul sistema di reclutamento dei docenti, anche attraverso l'adozione in tempi brevi, per le parti di sua competenza, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 44, comma 4, della legge 29 giugno 2022, n. 79, a conclusione di una riforma, già avviata, che permetterà l'assunzione, entro dicembre 2024 ovvero altro termine concordato con la Commissione europea, di circa 70.000 docenti”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/42 Orfini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad attivarsi al fine di valorizzare la nuova figura di ricercatore di cui al decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, in tempi rapidi, anche al fine di far convergere su di essa le ingenti risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/43 Sarracino il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1089/44 Battilocchio il parere è favorevole mentre l'ordine del giorno n. 9/1089/45 Rubano è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/46 Dara, allo stato, si rappresenta che è già operativo presso il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti un tavolo tecnico con le associazioni di categoria del settore dei trasporti e della logistica finalizzato alla definizione condivisa degli obiettivi e delle strategie per la promozione e la crescita di tali comparti produttivi.

Tanto premesso, si esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di valorizzare il ruolo del Tavolo delle regole dell'autotrasporto per un'analisi approfondita che affronti e risolva in modo strutturale e definitivo le problematiche esposte in premessa ed elencate nel Protocollo d'intesa tra il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e i rappresentanti della categoria”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/47 Di Sanzo il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1089/48 Cattoi il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/50 Gianassi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/1089/51 Lacarra il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1089/52 Serracchiani si esprime parere favorevole sui punti 1 e 2, trattandosi di attività già in corso presso il Ministero della Giustizia. Quanto ai punti 3 e 4, sono accolti come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sottosegretaria, ci dovrebbe dare il parere sull'impegno, perché, appunto, è un impegno. Sottosegretaria, lo vuole accantonare? Andiamo avanti e lo vediamo dopo?

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. È accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/53 Steger il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le più opportune iniziative volte a permettere, esclusivamente nel quadro di quanto già previsto a legislazione vigente, la partecipazione delle province autonome di Trento e Bolzano alla ripartizione dei fondi relativi al PNRR, PNC e PNIEC”.

PRESIDENTE. Un attimo, sottosegretaria. Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/1089/52 Serracchiani è stato accolto come raccomandazione.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/1089/54 Provenzano è accolto come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/1089/55 Peluffo, n. 9/1089/56 De Luca, n. 9/1089/57 Graziano, n. 9/1089/58 Morassut, n. 9/1089/59 Bakkali, n. 9/1089/60 Ubaldo Pagano, n. 9/1089/61 Guerra e n. 9/1089/62 Mancini il parere è contrario.

Sugli ordini del giorno n. 9/1089/63 Lai e n. 9/1089/64 Scarpa il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/65 Boldrini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo ad adoperarsi per assumere iniziative che non pregiudichino il raggiungimento dell'obiettivo qualitativo e trasversale del miglioramento delle condizioni occupazionali delle donne”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/66 Mauri il parere è contrario.

L'ordine del giorno 9/1089/67 Ferrari è accolto come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/1089/68 Barbagallo, n. 9/1089/69 Cuperlo, n. 9/1089/70 Marino, n. 9/1089/71 Malavasi e n. 9/1089/72 Scotto il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/73 Merola il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a prevedere che il Ministero dell'Economia e delle finanze adotti ogni più adeguata iniziativa in via amministrativa per semplificare e agevolare gli adempimenti a carico dei soggetti attuatori e quindi dei comuni”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1089/74 Bonafe', n. 9/1089/75 Curti, n. 9/1089/76 Stumpo, n. 9/1089/77 De Maria, n. 9/1089/78 Gnassi e n. 9/1089/79 Casu il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1089/80 Fossi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/81 Ciani il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di (…) nel rispetto delle competenze regionali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1089/82 Ascani il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Siamo all'ordine del giorno n. 9/1089/83 Bicchielli.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Al fine di evitare di pregiudicare la realizzazione degli interventi del PNRR si rappresenta la necessità di riformulare il primo impegno nei seguenti termini: “a valutare l'opportunità di mettere in atto le misure necessarie per garantire che anche nel caso in cui un intervento previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero dal Piano nazionale complementare, comporti l'acquisizione o la messa in funzione di almeno un elemento digitale, sia esso hardware o software e in coerenza con la normativa europea di riferimento, sia assicurata la sicurezza cibernetica degli elementi digitali dell'intervento stesso, anche prevedendo premialità per le proposte o per le offerte che contemplino l'uso di tecnologie cybersicurezza certificate”.

Quanto al secondo impegno si esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di coinvolgere l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, per i profili di stretta competenza, che può adottare circolari o linee guida indirizzate alle amministrazioni titolari e ai soggetti attuatori degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché dal Piano nazionale complementare”. Quanto al terzo impegno si esprime parere favorevole, premettendo le parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1089/84 Stefanazzi il parere è contrario. Il Governo invita al ritiro il presentatore dell'ordine del giorno n. 9/1089/85 Ciaburro.

PRESIDENTE. Quindi, invito al ritiro o parere contrario.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/1089/86 Rizzetto il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1089/87 Mollicone il parere favorevole è condizionato alla riformulazione dell'impegno, sostituendo le parole: “ad adottare nell'ambito della più generale revisione del PNRR” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di adottare, nell'ambito della più generale revisione del PNRR, ove ne ricorrano le condizioni”.

L'ordine del giorno n. 9/1089/88 Simiani è accoglibile con la seguente riformulazione: “a porre in essere ogni utile iniziativa volta ad assicurare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la realizzazione delle attività programmate nell'accordo di programma sottoscritto il 29 maggio 2018 per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del sito di interesse nazionale di Orbetello, area ex Sitoco, e successivo atto integrativo del 4 ottobre 2021”.

PRESIDENTE. Grazie Sottosegretaria. Ha chiesto di intervenire sul complesso degli ordini del giorno la deputata Debora Serracchiani.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io intervengo, ovviamente, sul mio ordine del giorno n. 9/1089/52, che riguarda un punto fondamentale - e per questo ringrazio il collega Toni Ricciardi, che gentilmente mi ha concesso di parlare al suo posto - perché ritengo che questo ordine del giorno debba essere accolto - e ringrazio la Sottosegretaria per aver cambiato il proprio parere in una raccomandazione, come mi pare di aver capito - e la raccomandazione sia oggettivamente insufficiente. In questo ordine del giorno io riporto un po' tutte quelle che sono le riforme che nella scorsa legislatura abbiamo fatto su temi fondamentali che hanno riguardato la giustizia, quindi la giustizia penale e la giustizia civile in tutti gli aspetti e le conseguenze di una riforma che, come il Governo sa, è ritenuta uno dei pilastri essenziali del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di una parte riformatrice sulla quale noi abbiamo avuto la massima attenzione nella scorsa legislatura, perché era necessario dare un segnale all'Europa ma soprattutto dare un segnale al nostro Paese che per troppo tempo aveva assistito a una serie di riforme spot che hanno riguardato la giustizia, che non solo non hanno inciso sull'efficienza e sull'efficacia dell'azione giudiziaria ma molto spesso hanno creato ulteriori problemi, oltre all'accavallamento di leggi che in alcuni casi sono parse addirittura contraddittorie.

Contrariamente a quello che pensa la maggioranza, noi riteniamo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza sia una straordinaria opportunità non solo in termini economici e di modernizzazione del Paese, ma perché ha costretto il nostro Paese, la politica italiana e noi tutti a entrare dentro questioni, come quelle della giustizia, che per troppo tempo abbiamo messo da parte e che non abbiamo considerato come un punto essenziale non solo della modernizzazione del Paese ma anche della crescita, anche economica oltre che culturale, del Paese.

Pensare, quindi, che si possa accettare solo una raccomandazione ci sembra oggettivamente poca cosa; ci sembra poca cosa perché, in realtà, stiamo assistendo a tantissimi passi indietro rispetto alla riforma della giustizia, ci sono rinvii, ci sono stati ripensamenti; in alcuni casi non sappiamo ancora cosa vuole fare il Governo, che ha però annunciato di voler tornare indietro rispetto ad alcune riforme; penso appunto alle leggi delega, penso alla giustizia penale, ma anche alla giustizia civile, penso anche alla riorganizzazione degli uffici, a quello che sta succedendo, ad esempio, con gli uffici del processo, all'attenzione che deve essere messa al personale, necessario, all'interno dei nostri tribunali, delle corti d'appello, al personale amministrativo e ai giudici, al tema dei concorsi. Insomma, tutto questo sembra, oggi, per il Governo, un non problema o, meglio, sembra che il Governo voglia riaprire anche quei dossier che noi ritenevamo chiusi o che, quantomeno, ritenevamo, su quei punti fondanti, aver raggiunto decisioni di equilibrio che facessero far fare passi in avanti al Paese; mi riferisco alle riforme del processo penale, del processo civile e dell'ordinamento giudiziario. Noi abbiamo chiesto un impegno preciso al Governo, di mettere le risorse economiche e organizzative che ancora mancano, abbiamo chiesto al Governo di monitorare gli effetti delle riforme, prima di modificarle. Pensiamo, ad esempio, alla prescrizione: in 5 anni, sarebbe - ho perso il conto - credo l'ottava volta che ritorniamo sul tema della prescrizione; ora pensate anche agli operatori del settore, che si trovano ogni volta a dover modificare, rivedere e ripartire da zero. Oggi noi sappiamo che le Corti d'appello di circoscrizione stanno già riorganizzando i loro uffici, eppure stiamo dicendo loro che forse ci abbiamo ripensato.

L'impegno - e concludo, Presidente - è di effettuare investimenti, ad esempio, sul sistema penitenziario, garantire maggiori risorse e implementare la funzionalità e l'organizzazione degli uffici. L'obiettivo, come avvenuto per le riforme che abbiamo fatto nella scorsa legislatura con la Ministra Cartabia, è l'efficienza e l'efficacia dell'azione giudiziaria, la riduzione dei tempi del processo, la modernizzazione del Paese. Tutto questo dalla parte dei cittadini.

Ora questo ripensamento che il Governo sembra fare continuamente sui temi della giustizia non solo ci preoccupa, ma riteniamo metta a rischio anche il buon esito del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, auguriamoci, dovrebbe essere una priorità anche per la maggioranza di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, prendo la parola per dire che seguiremo le indicazioni del Governo rispetto alle votazioni che ci saranno sugli ordini del giorno, ma, in particolare, volevo esprimermi sugli ordini del giorno n. 9/1089/4 Francesco Silvestri e n. 9/1089/9 Zaratti, quasi direi a titolo personale, perché sono spesso e volentieri tirato in ballo su questa faccenda della termocombustione, o incenerimento che dir si voglia o termovalorizzazione, perché ci si spacca anche sulle parole delle definizioni, in Italia attirano più della sostanza. Voglio anche dare un suggerimento alla segretaria Schlein, considerato che da questa vicenda del termocombustore di Roma mi pare si sia un po' ritratta e abbia deciso di trincerarsi dietro l'alibi di una decisione presa precedentemente. Praticamente, dobbiamo dedurre che tutto ciò che accadrà in futuro si rivolgerà al passato e, quindi, tutto quello che è stato deciso dal PD verrà confermato; è una posizione interessante.

Il ciclo dei rifiuti, che oggi si chiama, in maniera più moderna, circuito dell'economia circolare, proviene da una direttiva europea - ma direi che è quasi condivisa, in maniera trasversale su tutto il pianeta, tranne che nelle Nazioni non sviluppate - e prevede il recupero di materia prima, che è necessario e indispensabile, perché - come sappiamo anche in forza della invasione, da parte della Russia, dell'Ucraina e delle conseguenze che ci sono state dal punto di vista dell'approvvigionamento di materie prime, dal punto di vista dell'energia e via discorrendo - la materia prima scarseggia nel mondo e quindi noi abbiamo l'imperativo categorico di dover recuperare e non buttare alle ortiche, non bruciare e non vanificare.

Il suggerimento che do alla Schlein è di provare a fare un passo in avanti e di aderire al lodo Fratelli d'Italia, nel senso che noi abbiamo comunque una posizione di equilibrio, che non è né il talebanismo dei 5 Stelle né il talebanismo, al contrario, di chi brucerebbe praticamente tutto quello che gli capita, cioè il cosiddetto talquale. Noi dobbiamo avere un circuito virtuoso, portando in ogni regione d'Italia, anche a Roma, anche nella regione Lazio - e su questo ci sentiamo mobilitati e impegnati - il recupero di materia prima al massimo, il 70 o l'80 per cento, non so quale possa essere, non è una riffa; sicuramente bisogna considerare gli investimenti; Gualtieri non ne sta facendo; abbiamo a Roma cassonetti antidiluviani, una raccolta e uno spazzamento che sono risibili, se non vergognosi, non abbiamo realizzazione di impianti di trattamento e separazione, non abbiamo nulla! Non c'è la raccolta porta a porta, non c'è nulla che vada nella direzione di rendere virtuosa la cosiddetta raccolta differenziata, ovvero il recupero di materia prima, consolidando l'efficientamento delle filiere di riuso, recupero e riciclo, che ci consentirebbero di fare cosa? Di inverare il principio dell'economia circolare, chiudendo il ciclo dei rifiuti anche con la termocombustione, che è un termine neutro; non è la cosiddetta valorizzazione, che non esiste, e non è l'incenerimento, che è inutile. Si può bruciare il rifiuto che residua dalla raccolta differenziata e dal circuito del recupero di materia prima; è questo l'obiettivo, ma per farlo a Roma, nella mia città, che conosco sufficientemente bene, con un termocombustore che ha 4 linee a poche decine di chilometri di distanza, serve un termocombustore di 200.000 tonnellate, non quello che ha immaginato il sindaco del PD, stesso partito della Schlein, che è contraria in assoluto all'incenerimento - perché lei lo chiamava così - dei rifiuti. Basta fare questa operazione, mettere in regola il circuito dell'economia circolare e andare a bruciare solo il residuo, cosa che avviene in ogni parte evoluta del mondo: questa è la soluzione, è una soluzione di equilibrio, e quindi è inutile stare a provocare dicendo che Rampelli ha una posizione diversa rispetto al centrodestra, rispetto… No! Noi la pensiamo tutti allo stesso modo: raccolta differenziata, recupero virtuoso di materia prima, bruciamento del residuo; questa è la soluzione. Per bruciare, sì, ci vuole il termocombustore, ma se non si vuole, invece che chiudere il circuito virtuoso, aprire quello che nessuno ci chiede, ed è vietato almeno dalle norme di cui siamo sottoscrittori e che abbiamo recepito, del bruciare il talquale, se non si vuole aprire un altro ciclo - e noi non lo vogliamo aprire e non lo possiamo aprire -, allora bisogna fare esattamente quello che abbiamo appena delineato, prospettato e materializzato.

La Schlein potrebbe dire a Gualtieri di fare la raccolta differenziata spinta, il recupero di materia prima in maniera seria, perché il 2025, il Grande Giubileo che è alle porte…

PRESIDENTE. Presidente, concluda, per favore.

FABIO RAMPELLI (FDI). …ci spinge a tenere la Capitale d'Italia pulita. Entro il 2025, il presunto termocombustore del Divino Amore non potrà essere mai realizzato. Quindi, se vogliamo far trovare ai pellegrini e ai turisti la Capitale d'Italia pulita, dobbiamo subito, da domani mattina, far funzionare il recupero di materia prima, questa è la soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Lo dico in premessa io ero rimasto al fatto che discutessimo degli ordini del giorno sul PNRR, che è la misura più imponente e più importante della storia repubblicana; siamo finiti a parlare della gestione dei rifiuti della città di Roma. Va bene, va bene tutto.

Ora, guardate, mi verrebbe da dire, se stessimo negli anni Novanta, la cosa desterebbe qualche sospetto: una raccomandazione, in questo Paese, non si nega a nessuno. Perché le dico questo? Perché l'ordine del giorno presentato è specifico, mirato, esattamente in linea con quanto ci viene richiesto dal PNRR, ovvero un intervento strutturale in grado di cambiare le coordinate e le prospettive di un territorio ovvero la zona epicentrale tra Napoli e Bari.

Con questo ordine del giorno vi veniva richiesto di fornire una garanzia su un'opera - Missione 5-Componente 3-Intervento 4, quindi mirata -, per cui esiste un protocollo di intesa del 15 marzo 2021 tra istituzioni, Governo e RFI. Ora che cosa sta accadendo? Si sta chiedendo una certezza, una presa di posizione da parte del Governo, nel senso di garantire, in un'area dove sarà collocata la stazione Hirpinia dell'Alta velocità-Alta capacità tra Napoli e Bari, dove c'è una ZES, dove c'è un'importante area industriale, dove è collocata l'unica azienda di autobus di questo Paese, di assumervi l'impegno di mettere a terra il terminal logistico.

Ricordo a tutte e a tutti che, se il nostro Paese ottiene oltre 200 miliardi per il PNRR, lo deve per gli squilibri territoriali che ci sono tra le aree interne, le aree del margine di questo Paese, da Nord a Sud. Pertanto, Presidente, chiedo con forza che questo parere venga rivisto e trasformato in favorevole, perché non vorrei che, tra qualche mese, noi assistessimo a una vecchia metodologia, un vecchio metodo che conosciamo da almeno un secolo e mezzo: a qualche latitudine di questo Paese non si è in grado di spendere risorse strutturali, risorse pubbliche, allora sapete che c'è? Le prendiamo e le spostiamo da un'altra parte, a un'altra latitudine geografica, dove siamo produttivi e dove siamo in grado di spendere le risorse. Poi mi venite a spiegare come pensate alle famiglie, come pensate all'incremento della natalità, come pensate a risolvere i problemi di una società, per la quale l'unica cosa che siete in grado di dire è di limitare non si sa che cosa, la sostituzione etnica, perché siamo arrivati ad ascoltare queste parole, Presidente.

Stiamo parlando dell'intervento strutturale più importante della storia repubblicana, che aiuterebbe a mettere un freno allo spopolamento. Perché è un cane che si morde la coda, e chiudo, Presidente: non facciamo una grande opera infrastrutturale, perché non c'è popolo. Ma il popolo se ne va e lo spopolamento c'è anche in funzione del fatto che non ci sono infrastrutture in grado di collegare e di offrire servizi. Allora, ripeto, non si capisce per quale ragione questo Governo, che alza la voce a ogni pie' sospinto, non abbia la forza, il coraggio, la dignità di dire chiaramente che si assume un impegno dinanzi al Paese, dinanzi a popolazioni del margine, come quelle interessate da questo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io ringrazio per il parere favorevole a questo ordine del giorno, penso che sia molto importante questa assunzione di responsabilità da parte del Governo. Sappiamo tutti quanti come l'obiettivo sui giovani sia un obiettivo trasversale al PNRR, che, quindi, deve attraversare tutta la sua progettualità, e sappiamo quale è la condizione critica in cui versano le nuove generazioni nel nostro Paese: abbiamo 3 milioni di NEET, abbiamo una precarietà ed una instabilità quasi sistematiche, generate dalle condizioni di lavoro e dalle scarse prospettive che abbiamo.

Quindi, in questo senso, con questo ordine del giorno, volevo assicurarmi che ci fosse la volontà di mantenere e misurare con trasparenza l'efficacia del raggiungimento di questo obiettivo, perché non nascondo la preoccupazione che ha suscitato in tutti noi la volontà di modificare e rivedere il PNRR, che, nel momento in cui si ha di fronte un obiettivo così alto e così trasversale, quindi anche più difficilmente misurabile rispetto a quello delle Missioni, fosse molto importante mettere un punto fermo su questo. Quindi, bene che sia che sia favorevole il parere del Governo, ora noi saremo vigili per verificare che venga rispettato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io ringrazio per il parere favorevole, anche se come raccomandazione. Certo, è un peccato che si tratti solo di una raccomandazione, perché c'è una posizione concorde sul territorio riguardo agli obiettivi che qui sono stati inseriti.

Stiamo parlando del corridoio scandinavo-mediterraneo, che è una delle opere di interesse europeo che attraversa il nostro Paese e il PNRR è uno degli strumenti che viene utilizzato esattamente per portare avanti opere anche di interesse sovranazionale. Stiamo parlando dell'intervento finanziato, all'interno del PNRR, per 930 milioni di euro, che è il bypass ferroviario della città di Trento. Purtroppo, quest'opera non è di facile realizzazione, non perché prevede 12 chilometri di galleria, ma perché interessa direttamente l'abitato del capoluogo trentino, con un impatto non solo nella costruzione degli ingressi, impatto che, nella zona sud, devasta un'area di pregio e che, nella zona nord, interviene in un'area densamente popolata della città. Il tema che maggiormente preoccupa è il passaggio attraverso un SIN, quindi un'area inquinata, di interesse nazionale, di cui in quest'Aula abbiamo già parlato altre volte. Perché? Perché il Governo, nell'appuntamento di fine anno con il bilancio, ha condiviso di finanziare indagini geognostiche in quel terreno, perché la ferrovia passerà esattamente all'interno di questo terreno inquinato. E, paradossalmente, mentre sono state fatte e previste le indagini di analisi della tipologia e della localizzazione dell'inquinamento su quest'area, non sono state fatte sul sedime ferroviario, perché il sedime ferroviario non appartiene al SIN, però sarà proprio lì che si andrà a scavare. Quindi, nella legge di bilancio ultima, si è condiviso di finanziare le indagini sotterranee per sapere esattamente che cosa si va a scavare e, quindi, la caratterizzazione di quel materiale. Peccato, però - e qui arriviamo all'ordine del giorno - che quel finanziamento, che si aggiunge alla parte già finanziata per la realizzazione dell'opera dal PNRR, non è ancora arrivato. È possibile che la provincia autonoma di Trento si sostituisca, nel frattempo, nel sostenere quell'onere, però quello che io qui chiedevo è che lo Stato faccia la sua parte, visto che abbiamo condiviso questo obiettivo nel trasferire questa somma con la massima urgenza, ma anche di intensificare interlocuzioni con il territorio. Si tratta, infatti, di valutare celermente un percorso idoneo a raggiungere una definitiva bonifica di tutta quell'area, che è, a oggi, una bomba a orologeria, inserita all'interno di una città, che così rimane ed è rimasta, intoccata per cinquant'anni. Oggi, però, si va a intervenire proprio là dentro.

L'ultimo punto - e concludo - chiede garanzie sul progetto esecutivo, che è stato appaltato pochi mesi fa a febbraio, con l'aggiudicazione dei lavori per la progettazione esecutiva e la realizzazione della circonvallazione al consorzio di imprese con capofila Webuild. Noi chiediamo che, anche nel progetto esecutivo, RFI garantisca il massimo rispetto per le esigenze di cittadini e agricoltori nella fase della cantierizzazione, che avrà impatto forte sulla città, in particolare presso gli imbocchi della galleria. Io spero che questa raccomandazione abbia un suo effettivo valore, perché - ripeto - il consiglio della provincia autonoma di Trento, all'unanimità – quindi, tutte le forze politiche - ha condiviso tali esigenze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo sorpresi dal parere contrario del Governo e speriamo che, prima del voto, il Governo faccia le dovute riflessioni, rispetto al parere che poc'anzi ha espresso il Sottosegretario.

Siamo sorpresi perché, con l'ordine del giorno, non chiediamo altro che vengano rispettati i patti, le previsioni e le misure previste all'interno del PNRR, in particolare in relazione alla Missione 3, relativa alle infrastrutture per una mobilità sostenibile. Chiediamo che vengano rispettate quelle previsioni soprattutto considerato che, già al 30 dicembre del 2022, il Governo ha comunicato alla Comunità europea l'adempimento e il rispetto di tutti i termini. Suona strano questo improvviso cambio di marcia da parte del Governo ed è veramente incomprensibile. Conta anche il messaggio che in questo momento diamo al Paese: ai tanti sindaci e alle tante imprese, impegnati ogni giorno a rispettare i tempi del PNRR, arriva invece un messaggio di distonia da parte del Governo, rispetto al lavoro portato avanti fino adesso dal Governo precedente, in accordo con l'Unione europea.

Siamo preoccupati anche perché il PNRR rappresenta una speranza e un riscatto non soltanto per il Paese, ma anche in particolare per il Mezzogiorno. L'opportunità di investire il 40 per cento delle risorse al Sud rappresenta la possibilità di voltare pagina e di fare atterrare concretamente quelle risorse. Quindi, francamente, ci aspettiamo dal Governo un imprimatur deciso da questo punto di vista. Caro Sottosegretario, soprattutto, per dirla come gli antichi romani, pacta servanda sunt: ci aspettiamo che vengano rispettati i patti e venga rispettato anche il patto di lealtà nei confronti del Governo italiano rispetto alle imprese e agli enti locali.

Siamo preoccupati, in particolare, con riferimento a questa Missione, per quanto può rappresentare anche per le giovani generazioni. La mobilità sostenibile, la realizzazione dei nodi ferroviari e dei nodi urbani sono tutte opportunità di dare finalmente risposte a una parte del Paese rimasta indietro rispetto ad altre zone territoriali.

Da ultimo, vi è il tema del rilancio di alcune opere strategiche e dell'accelerazione di alcuni interventi. Ad esempio, per alcune opere, è previsto l'anticipazione del 10 per cento e, per altre, il 50 per cento. Stranamente, per le piccole opere è previsto il 50 per cento, mentre per le grandi opere il 10 per cento. Sarebbe opportuno, invece, estendere l'anticipazione del 50 per cento anche alle medie e grandi opere, proprio per dare il segnale che il Governo spinge per rispettare i termini, ovvero per realizzare le misure del PNRR nei termini previsti, e non per fare invece melina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marino. Ne ha facoltà.

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine del giorno n. 9/1089/70, a mia firma. Naturalmente, rimaniamo delusi dal parere sfavorevole da parte del Governo. Il PNRR è lo strumento con cui si sarebbe dovuta realizzare, attraverso riforme e risorse, l'iniziativa europea Next Generation EU. L'obiettivo è affrontare le sfide del futuro, in primis digitale e poi ambientale. In questi mesi abbiamo assistito a un dibattito, in cui pareva che la responsabilità di un eventuale ritardo sul PNRR fosse da attribuire ai comuni, ma non è così, Presidente. I comuni hanno fatto la loro parte e, da fonti autorevoli, ci risulta che stanno utilizzando il 19 per cento della cifra complessiva prevista dal PNRR.

Cosa emerge? Che il ritardo è del Governo e che ci facciamo redarguire dall'Europa, nell'incapacità di questo Governo di utilizzare le risorse previste per l'Italia, con l'aggravante della non erogazione della successiva tranche. E la preoccupazione di questo Governo qual è? Quella di modificare la governance del PNRR, senza preoccuparsi della sua concreta attuazione, concentrando come sempre la propria attenzione sul dito e non sull'effettiva programmazione e attuazione del PNRR. Regis ci fa sapere che oggi il Governo si è avvalso del 12 per cento delle risorse erogate, aggiungendo poi che, in gran parte, sono state utilizzate per finanziare interventi automatici, già previsti da programmi precedenti e semplicemente trasferiti a carico del PNRR. Emerge inoltre che, depurando il dato dei fondi utilizzati per gli incentivi ad industria ed edilizia, le risorse concretamente impiegate ammontano al 6 per cento di quelle somministrate. Rispetto alle singole Missioni previste nel PNRR traspare che dei fondi sono stati spesi soltanto: il 5,9 per cento per la Missione 1; il 5,3 per cento per la Missione 2; il 16,4 per cento per la Missione 3; il 4,1 per cento per la Missione 4; l'1,2 per cento per la Missione 5 e lo 0,6 per cento per la Missione 6. Ne consegue che i fondi sono sostanzialmente inutilizzati, soprattutto quelli per le ultime tre missioni. Per meglio contestualizzare anche il mio ordine del giorno, parliamo di missioni rispettivamente relative a istruzione, ricerca, inclusione e coesione salute, settori tutti questi ampiamente sofferenti.

Vorrei, però, concentrarmi sulla Missione 5, concernente l'inclusione e la coesione, necessarie al perseguimento degli obiettivi: sostegno all'imprenditoria e all'occupazione femminile; contrasto alla discriminazione di genere, con particolare riferimento alla differenza di trattamento economico tra lavoratrici e i lavoratori; incremento delle prospettive occupazionali dei giovani; riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno delle aree interne attraverso la realizzazione e il miglioramento delle zone economiche speciali, con contestuale riqualificazione dei tessuti urbani e delle aree interne.

Per economia di tempo, citerò soltanto i pochi dati di una di queste misure, quella relativa alle zone economiche speciali. In Cina, ad esempio, contribuiscono a oltre il 22 per cento del PIL nazionale. Le ZSE polacche, invece, vantano un tasso di disoccupazione tra l'1,5 e il 2,9 punti percentuali inferiori rispetto alla nostra media nazionale. Questo per dare un'idea di quanto rischiamo di perdere.

Altri obiettivi fondamentali della Missione 5 attengono alla realizzazione di politiche di sostegno alle famiglie, ai minori, agli anziani e alle persone con disabilità. La Missione 5 è stata praticamente snobbata dal Governo, scelta che non può sorprendermi più di tanto, data la sua tendenziale indifferenza. Non mi sorprende, perché il Governo in queste ultime questioni, come diseguaglianza di genere e coesione territoriale praticamente è a un tout court.

Colleghi di maggioranza, avevamo sperato di poter avviare e sostenere una discussione proficua su un'opportunità così rilevante, come quella che ci offre il PNRR, ma abbiamo assistito invece ad un sostanziale azzeramento del dibattito con le opposizione e persino di quello interno alla vostra stessa coalizione. Per tutte le ragioni sopradette, voglio che il Governo ripensi il parere negativo su questo ordine del giorno, perché rischiamo realmente di perdere un'opportunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1089/74 e chiedere che comunque venga messo ai voti, in quanto ritengo sia importante e fondamentale. Il Governo ha perso ben tre mesi per cambiare la governance, come se la precedente fosse responsabile dei ritardi. Se l'Italia è in ritardo e sta facendo una pessima figura, la colpa è solo ed esclusivamente del Governo, che pare brancolare nel buio. Aggiungo che, nel momento in cui va velocizzato tutto il sistema, avete inserito addirittura la sovrintendenza speciale, un ulteriore orpello che sostituirà le sovrintendenze locali. Insomma, si sta facendo di tutto pur di perdere del tempo e, magari, andare a restituire quei fondi tanto cari al nostro Paese. Quindi io chiedo di rivedere questa decisione, ma, quanto meno, cercare veramente di velocizzare e non andare ad appesantire il sistema. Parliamo tutti di sburocratizzare, ma qui si sta facendo il contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rimaniamo veramente stupiti dal parere del Governo su questo ordine del giorno. Rimaniamo stupiti perché parliamo di un SIN molto particolare, situato in un'area bellissima della Maremma toscana, la laguna di Orbetello. Un'area su cui insiste, da tantissimi anni, una ex fabbrica, la cui produzione di prodotti chimici per concimi è iniziata nel 1905. Oggi è una fabbrica completamente distrutta, che rasenta ormai archeologia industriale. Si tratta di un'area abbastanza vasta, in cui vi sono vari problemi legati ai prodotti che sono stati utilizzati in precedenza, come la polvere di pirite e altri inquinanti.

Su quel sito era stato raggiunto, arrivando ai giorni nostri, nel 2016, un accordo con il Governo Renzi, in cui erano state indicate, non solo attraverso un accordo di programma fatto nel 2018, risorse che occupavano 30 milioni di euro su quel sito. Si sono attivate subito, da parte della regione, in accordo con il Ministero dell'Ambiente, una serie di attività, non solo con ISPRA, per cui si sta già lavorando al fine di individuare le reali condizioni dell'area e capire effettivamente di cosa si parla, ma anche un accordo con Sogesid, società del Ministero dell'Ambiente, che doveva poi essere applicato affinché la bonifica fosse svolta.

Arrivati al 31 dicembre, le risorse sono scadute e in questo caso sono stati utilizzati solamente 2 milioni di euro, mentre gli altri 28 sono stati tolti. A quel punto, noi abbiamo fatto un'interrogazione, come Partito Democratico, per richiedere non solo come stava la situazione, ma soprattutto per capire se quelle risorse fossero state assegnate. Quelle risorse non ci sono più. E oggi, dopo aver avuto rassicurazione direttamente dal Ministro - c'è stata una dichiarazione in un'interrogazione fatta da noi in Commissione - che queste risorse sarebbero state impiegate per l'intera cifra, arriviamo all'ordine del giorno in cui si chiede un impegno vero, soprattutto in un provvedimento così importante come il PNRR, a riproporre risorse che servivano ad attivare subito la bonifica in un'area molto complicata e molto difficile, come ho detto prima. E credo che il vostro accoglimento con la riformulazione non serva. Oggi servono le risorse, perché c'erano prima, c'erano fino a qualche mese fa, e noi crediamo che sia giusto che siano riassegnate perché quell'area ha bisogno di risposte concrete.

In quell'area non c'è solo un'attività turistica molto importante, ma insistono molte specie importanti, tra cui fenicotteri e fauna di ogni tipo. E credo che oggi sia opportuna, non solo da parte dell'intera comunità maremmana, ma anche da parte del Governo, la consapevolezza di potere e dovere dare risposte. E oggi aspettiamo da parte vostra non un semplice accoglimento, ma risorse come c'erano prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria e la relatrice, le uniche rimaste in quest'Aula ad ascoltarci. Ringrazio anche il Governo per l'accoglimento senza riformulazione di questo ordine del giorno, che ha stupito anche i banchi del mio gruppo, ma è evidente che si tratta di una questione molto semplice.

Nel decreto-legge c'è un articolo in particolare, l'articolo 6, che prevede che il MEF possa disporre delle anticipazioni in favore dei soggetti attuatori dei progetti del PNRR già finanziati sulla base di motivate richieste. La questione, signora Sottosegretaria, è molto semplice: non ci sono ancora una procedura e una tempistica affinché i soggetti attuatori possano chiedere queste anticipazioni. Ed è un problema, in particolare - lo segnalo arrivando da una regione che ha 1.200 comuni, sugli 8 mila comuni italiani, il Piemonte -, una enorme difficoltà, dei piccoli e piccolissimi comuni, che non hanno le risorse di bilancio per anticipare i fondi dei progetti che hanno vinto regolarmente, eccetera. È una questione assoluta, se si vuole realizzare il PNRR. Per la quota relativa ai comuni e per la quota relativa alle migliaia di piccoli comuni, questo è uno strumento da velocizzare subito, perché ciò consente ai comuni di avere respiro e, a quei comuni che hanno vinto più bandi, di poter andare avanti e, quindi, realizzare tutti i lavori. Dunque, è veramente una raccomandazione forte al Governo, affinché ciò venga messo tra le priorità. Siccome non “costa”, perché le risorse ci sono, si tratta di attivare delle procedure.

Colgo l'occasione, sottoscrivendolo, per segnalare, signora Sottosegretaria, che il parere contrario al nostro ordine del giorno, a prima firma Scotto, il n. 9/1089/72, è francamente incomprensibile, perché l'impegno era ad adottare ogni iniziativa utile a garantire che il previsto trasferimento di responsabilità dell'Agenzia per la coesione territoriale non si traducesse in un ritardo tale da compromettere la piena realizzazione degli obiettivi del PNRR. Mi sembra difficile essere contrari a questo tipo di impegno. Adesso non voglio suggerire - se avete delle critiche sulle premesse, ci può stare - però il parere potrebbe tramutarsi da parte vostra in raccomandazione, e non in un parere negativo, che, francamente, rispetto a questo impegno non avrebbe alcun senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Sottosegretaria, sulla proposta dell'onorevole Fornaro in merito all'ordine del giorno n. 9/1089/72 Scotto vuole riservarsi di intervenire domani?

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. La motivazione del parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1089/72 Scotto, non so se l'ho data prima, è la seguente: il trasferimento delle competenze dell'Agenzia per la coesione territoriale al Dipartimento per le politiche di coesione, di cui l'Agenzia rappresenta il braccio operativo, è funzionale a rendere più efficiente ed efficace l'attività attuativa, evitando qualsivoglia ritardo.

PRESIDENTE. Quindi, conferma il suo parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Sarracino. Ne ha facoltà.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il collega Fornaro parlava di cose incomprensibili. Noi, invece, capiamo benissimo il motivo per cui questo ordine del giorno è stato bocciato, perché dietro questo “no” si nasconde chiaramente l'idea che il Governo ha del PNRR e del Sud e per questo noi siamo molto preoccupati. Siamo preoccupati per come si stanno mettendo le cose, soprattutto dopo l'intervento che ieri ha fatto il Ministro Fitto in Aula, e questo ordine del giorno ha proprio l'obiettivo di non pregiudicare il rilancio e lo sviluppo del Mezzogiorno attraverso lo stralcio di progetti legati al PNRR, perché la domanda che noi poniamo è la seguente: cosa volete fare davvero del PNRR?

Noi riteniamo che questo decreto non risponda alla necessità di imprimere un'accelerazione all'impiego di queste risorse, voi, invece, che dicevate di essere pronti, in realtà, state ampiamente dimostrando di non essere pronti e lo dicono i fatti, lo dimostrano provvedimenti come quello che abbiamo esaminato in questi giorni, esaminato si fa per dire: un provvedimento così delicato per importanza che giunge qui alla Camera senza neppure la possibilità di avere un confronto di merito.

Noi riteniamo che, a questo punto, ci sia un tema di mancanza di volontà, da un lato, ma anche di incapacità, rispetto a una sfida decisiva per l'Italia. Ed è altrettanto evidente che questa incapacità si ripercuote soprattutto nei confronti del Mezzogiorno, il cui destino - il destino del Sud - rischia di essere definitivamente pregiudicato se analizziamo il combinato disposto della mancata spesa delle risorse del PNRR con il disegno assurdo dell'autonomia differenziata che questo Governo sostiene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È un combinato drammatico che aumenta le diseguaglianze, aumenta i divari, pregiudica ogni possibilità di crescita e di sviluppo, costringe migliaia di ragazze e ragazzi ad andare via in cerca di un futuro. Ma come si fa a non vedere e a non capire che dove c'è meno crescita, noi non abbiamo bisogno di meno Stato; dove c'è meno crescita, noi abbiamo bisogno di più Stato, di uno Stato più efficiente, di più risorse. Questo è il senso, d'altronde, del PNRR: ridurre quelle differenze. Ma come si fa a non vedere che la mancata capacità di spesa o, peggio, la voluta sottrazione di risorse a questo punto pregiudica in maniera quasi definitiva il destino di un territorio come il Sud?

Ebbene, queste differenze voi state rischiando di cristallizzarle e renderle permanenti e se voi state legittimando l'idea che le persone debbano avere opportunità e diritti in base al luogo in cui nascono, noi non lo condividiamo e non lo condividiamo anche in ragione del fatto che l'Italia ha ricevuto più risorse, perché, non solo, è il Paese più colpito dalla pandemia in Europa, ma è anche il Paese che aveva significative disuguaglianze strutturali. Per questo è incomprensibile quello che si sta facendo.

Eppure, continuate a dirci che ci sono progetti non realizzabili e lo fate anche con una certa nonchalance, con un certo distacco, come se la cosa non vi riguardasse. Dite quali sono, dovete dirlo, dovete dire ai comuni quali sono i progetti che non si possono più realizzare, dovete dirlo alle regioni, dovete dirlo alle imprese. Si faccia un'operazione di verità, lo ripeto, un'operazione di verità. Guardate che i problemi sono ben noti anche a noi: la carenza di personale nelle pubbliche amministrazioni, le fragilità infrastrutturali del Paese, ma non possiamo arrenderci, non possiamo alzare bandiera bianca e scegliere di non spendere.

Perché se per voi è tutto normale, il Partito Democratico ritiene che ogni euro perso sia un'occasione persa e guardate che queste sono occasioni che non sappiamo quando ritorneranno e se ritorneranno. Per questo siamo molto preoccupati, perché non state capendo che il destino dell'Italia è strettamente legato al successo del PNRR.

Presidente, per concludere, quella che abbiamo davanti è una questione di risorse, ma anche una questione di sinergie tra le classi dirigenti e quando parlo di classi dirigenti mi riferisco a tutte, siano esse politiche, tecniche, burocratiche, economiche o sociali; è una sfida di sistema, riguarda tutti quanti, e senza sinergie e collaborazioni non si va da nessuna parte, soprattutto in una fase di emergenza come questa, dove rischiamo di perdere miliardi di euro. La verità è che in molti casi, purtroppo, sono proprio le amministrazioni centrali a mostrare limiti evidenti in questa capacità spesa.

Ed ecco uno dei motivi di questo ordine del giorno. Noi chiedevamo semplicemente al Governo di attivare tempestivamente un'apposita cabina di regia con regioni, rappresentanti degli enti locali, forze economiche e sociali, una cabina di regia che potesse monitorare l'attuazione dei progetti del PNRR, preservando per intero le risorse destinate al Sud e, soprattutto, scongiurando il rischio di perderle, assicurando il pieno rispetto della previsione del 40 per cento. Ecco a cosa avete detto di no. Ecco l'idea che avete del Sud e del PNRR, un'idea che noi combatteremo, perché per il PD il Sud e il PNRR sono la più grande occasione di sviluppo per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Presidente, gentili colleghi e colleghe, intervengo per l'ordine del giorno n. 9/1089/71, che ho firmato, perché sono rimasta molto stupita del parere contrario. Qualche settimana fa abbiamo discusso in XII Commissione affari sociali con il Sottosegretario Gemmato proprio di questo stesso argomento. Il Sottosegretario, in ordine all'attuazione dei progetti della Missione 6, ha rassicurato i membri della Commissione con riferimento alla tempistica, rispettata nell'attuazione di questi progetti, rassicurandoci, dopo la relazione della Corte dei conti, sul fatto che avesse richiamato l'attenzione del Governo rispetto alla difficoltà che aveva rilevato nel rispettare i tempi europei, proprio perché i numeri delle gare esperite sui progetti delle nuove strutture sanitarie, in particolare case della comunità e OsCo, evidenziavano difficoltà nell'adozione dei progetti che non erano in fase avanzata.

Il Sottosegretario Gemmato il 29 marzo ha invece tranquillizzato i membri della Commissione dicendo che non erano stati rilevati motivi ostativi al raggiungimento degli obiettivi nei tempi previsti e la cosa ci aveva rassicurato.

Oggi abbiamo fatto nuovamente questa sollecitazione, proprio per lavorare insieme e monitorare il lavoro che dobbiamo svolgere, ben consapevoli di come la realizzazione di 1.400 case di comunità e di 400 OsCo sia molto importante per attuare anche il DM n. 77, quindi quella riforma della medicina territoriale di prossimità che crediamo sia davvero la cosa più importante che dobbiamo fare nel ripensare una sanità che sia prossima e vicina ai cittadini e alle cittadine.

Nel chiedere, quindi, questo rinnovato impegno, con questo ordine del giorno, per realizzare gli interventi previsti nella Missione 6, sono rimasta stupita del parere contrario e spiego il motivo alla Sottosegretaria. Il dispositivo dice questo: impegna il Governo a realizzare tutti gli interventi previsti entro il 2026 - che è la tempistica massima prevista dal PNRR, e quindi non una data inventata - con particolare riferimento proprio agli interventi della Missione 6. Il parere contrario, quindi, cosa significa? Che il Governo è contrario a realizzare tutti gli interventi previsti per il 2026? Non credo sia così, non è possibile. Allora non si vuole impegnare perché siamo veramente in ritardo? Ma questo verrebbe comunque a smentire quanto detto comunque dal Sottosegretario solo poche settimane fa.

Tra l'altro, e per questo credo ci sia stato un errore nella formulazione del parere, nell'ordine del giorno n. 9/1089/81 del collega Ciani, che è praticamente identico, viene chiesto l'impegno del Governo a realizzare tutte le case di comunità previste nel PNRR entro il 2026.

Quindi, non riesco a capire l'incongruenza e quale sia la motivazione rispetto a due ordini del giorno che sono praticamente identici, uno è specifico sulle case di comunità, uno è più completo e legato, comunque, a tutte le infrastrutture previste nella Missione 6, ben sapendo che questi 3 miliardi sono preziosi per il nostro Paese. E dobbiamo assolutamente lavorare, giorno dopo giorno, per realizzare esattamente tutte queste infrastrutture così importanti, quindi sia le 1.400 case di comunità - il Sottosegretario ci aveva detto che eravamo arrivati circa al 77 per cento della loro attuazione, rispetto ovviamente alle procedure attuate - sia degli OsCo, con riferimento ai quali ci aveva rassicurato rispetto all'attuazione dell'83 per cento.

Quindi, chiedo attenzione alla Sottosegretaria per una riformulazione, perché mi sembra doverosa, anche per dare coerenza a due ordini del giorno che sono praticamente identici nel loro dispositivo. Diversamente, questo parere contrario significherebbe una situazione di grande allarme, rispetto al rischio di non completare questi interventi, con la richiesta poi di capire quali saranno gli interventi che non riusciremo a realizzare, con le gravi conseguenze che provocheremo rispetto al Paese e alle nostre comunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria. Ne ha facoltà.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Scusi, vorrei chiedere all'onorevole Sarracino: lei si riferiva all'ordine del giorno n. 9/1089/43?

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Sì.

SANDRA SAVINO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, su questo ordine del giorno il parere è contrario. La cabina di regia esiste già sul PNRR e ne fa parte il presidente della Conferenza delle regioni, che casualmente è il presidente della mia regione, il presidente Massimiliano Fedriga, e, insieme al presidente della Conferenza delle regioni, partecipano anche UPI e ANCI. Quindi, esiste già questa cabina di regia.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1089/71 Malavasi il parere è contrario in quanto la prevista revisione del PNRR non è compatibile con l'assunzione di un impegno relativo alla realizzazione di tutti gli interventi inseriti nel Piano medesimo.

PRESIDENTE. Sono così concluse le dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno.

Interrompiamo a questo punto l'esame degli ordini del giorno.

Come convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, nella seduta di domani, giovedì 20 aprile, avranno luogo, a partire dalle ore 11, la votazione degli ordini del giorno senza dichiarazioni di voto. Quindi, alle ore 12,30 ci saranno le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Alle ore 14 avrà luogo, infine, la votazione finale.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Sarracino. Ne ha facoltà.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo perché il 19 aprile di 100 anni fa nasceva a Tricarico, piccolo centro del materano, Rocco Scotellaro, intellettuale, poeta, sindaco socialista del suo paese. Di famiglia umile, nella sua, purtroppo, breve esistenza si trasferisce con la famiglia a Sicignano degli Alburni, poi a Cava de' Tirreni, a Roma, a Tivoli e a Portici. Scotellaro partecipa attivamente al Comitato di liberazione nazionale. A 23 anni, nel 1946, diventa, come ho detto prima, sindaco e la sua vita è segnata dall'impegno per i più deboli, per i contadini. Riteneva, infatti, inaccettabile la condizione in cui vivevano per l'estrema povertà, per le carenze alimentari e per l'assenza di cure sanitarie. A lui e ai fratelli Mazzarone si deve la nascita di un ospedale proprio a Tricarico, una struttura che oggi, proprio in memoria di quell'impegno, andrebbe potenziata e riqualificata. Per queste ragioni partecipò attivamente all'occupazione delle terre incolte dei latifondisti e fu tra i maggiori promotori di una radicale riforma agraria.

Ha conosciuto ingiustamente il carcere, perché accusato di truffa e concussione, per poi essere assolto con formula piena. Dopo questa traumatica esperienza, viene chiamato da Manlio Rossi-Doria a Portici per un'attività di ricerca legata proprio al Sud. La sua vita si interrompe prematuramente proprio a Portici a soli 30 anni, il 15 dicembre 1953 per un infarto, privandoci di un intellettuale che molto ancora avrebbe potuto dare al Sud e a tutto il Paese. Della sua attività letteraria si è appreso solo dopo la sua morte, per merito proprio di Manlio Rossi-Doria e di Carlo Levi.

Colgo l'occasione, Presidente, per commemorare i 100 anni della sua nascita, proprio nella cornice di quest'Aula, perché le sue battaglie, testimoniate anche dalle sue opere letterarie, erano battaglie civili di chi non si rassegna aduna condizione ineluttabile di disagio per le classi sociali meno abbienti. Per lui scuola e sanità erano le priorità per cambiare il destino dei contadini poveri della Lucania e del Mezzogiorno.

Ricordare Scotellaro oggi, Presidente, è anche un modo per responsabilizzare il Parlamento e la politica a guardare al Mezzogiorno con occhi diversi. È un luogo in cui le difficoltà esistono, è vero, ma esistono anche le più grandi occasioni e opportunità di crescita per il nostro Paese. Per queste ragioni ho sentito il dovere di ricordarlo in quest'Aula, citando uno dei suoi passi più importanti: “Ma nei sentieri non si torna indietro. Altre ali fuggiranno dalle paglie della cova, perché lungo il perire dei tempi l'alba è nuova, è nuova” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Sarracino. Col suo permesso, mi associo anche io al suo ricordo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Voglio intervenire perché in questi ultimi giorni non si è discusso molto in questo Parlamento, anzi addirittura qualcuno si è congratulato e si è entusiasmato all'idea della caccia all'orso a cui abbiamo assistito nelle ultime ore. C'è stata, purtroppo, una tragedia che ha colpito il Trentino-Alto Adige. C'è stata la ricerca di un orso - poi si è scoperto che era un'orsa - che avrebbe difeso i propri cuccioli da un pericolo che effettivamente non c'era.

Due vittime: l'orsa e un corridore che, suo malgrado, si è trovato ad avvicinarsi inconsapevolmente a quell'animale. Ma quello che sta succedendo adesso, con questa sete di sangue, per cui si vuole a tutti costi ammazzare quest'animale, non lo facciamo, in nessun caso. Siamo sempre disponibili a recuperare tutto, giustamente, ma quest'orsa è diventata il simbolo di una violenta persecuzione nei confronti di un animale che fa solo quello che è in sua natura. Noi uomini ci siamo appropriati di gran parte dell'habitat degli animali, soprattutto animali selvatici. Addirittura adesso abbiamo letto che anche le caprette di Anacapri, da cui prende il nome l'isolotto, devono essere allontanate, ma l'uomo, senza gli animali e senza la natura non ha più motivo di essere. Voglio dare alcuni dati, e concludo questo intervento facendo un appello, tramite lei, affinché non prevalga l'idea determinata, a tutti i costi, del presidente della regione, che vuole, anche contro il parere della famiglia della vittima, ammazzare quest'animale a tutti i costi; non c'è niente su cui ragionare, addirittura il TAR ha sospeso attualmente l'uccisione di questo animale. Vorrei ricordare che, negli ultimi 100 anni, questo è l'unico caso in Italia e che ci sono stati altri casi di aggressione - purtroppo - di un uomo da parte di un orso, ma la cosa assurda è che, negli ultimi 100 anni, in Paesi limitrofi, ci sono stati soltanto altre due occasioni in cui i cacciatori sono morti mentre tentavano di uccidere degli orsi, mentre invece - e concludo - un dato certo dall'Associazione vittime della caccia viene dato: solo tra il 2021 e il 2022 vi sono state 72 vittime di incidenti di caccia, tra cui 12 morti tra i cacciatori. E, allora, riflettiamo e non pensiamo di far prevalere la ferocia, a questo punto, dell'uomo rispetto all'istinto che, purtroppo, ha causato la tragedia, ma di un animale che non deve essere soppresso.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 20 aprile 2023 - Ore 10:

1. Comunicazioni del Presidente.

(ore 11)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 564 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l'attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune. Disposizioni concernenti l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato). (C. 1089​)

Relatori: GARDINI, per la I Commissione; OTTAVIANI, per la V Commissione.

(ore 14)

3. Informativa urgente del Governo sulla vicenda della fuga del cittadino russo Artem Uss.

La seduta termina alle 21,20.