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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 83 di mercoledì 5 aprile 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 30 marzo 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, il Ministro delle Imprese e del made in Italy e il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti in materia di riconoscimento della genitorialità nel caso di ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita praticate all'estero, nel quadro della tutela del preminente interesse del minore - n. 3-00306)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Magi n. 3-00306 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Magi se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie Presidente, la illustro. Con due sentenze del 2021, la Corte costituzionale ha riscontrato la sussistenza di un grave vuoto di tutela dell'interesse del minore, non essendo garantito il riconoscimento dei legami affettivi del minore stesso nato da procreazione medicalmente assistita praticata all'estero da una coppia dello stesso sesso. Alcuni bambini, quindi, rischierebbero di essere non riconoscibili, subendo così una compressione dei diritti da far valere nei confronti delle due persone che si sono assunte la responsabilità procreativa, tra cui i diritti al mantenimento, all'educazione, all'istruzione, nonché quelli successori, soprattutto in caso di inadempimento e di crisi di coppia. Quindi, anche alla luce di provvedimenti assunti da questo Governo, siamo a chiedere se il Governo non ritenga necessario intervenire sulla normativa, stabilendo che le due persone che si sono assunte la responsabilità procreativa siano in ogni caso riconosciute quali genitori, al fine di garantire ai nati a seguito di tecniche medicalmente assistite, incluse la gestazione per altri, la tutela del diritto inviolabile all'identità, nonché la facoltà di far valere i propri diritti nei confronti di chi questa responsabilità si è assunta.

PRESIDENTE. La Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole Magi per l'interrogazione sottoposta all'attenzione del Governo, che dà l'occasione anche di chiarire ulteriormente alcuni punti.

Prima di richiamarmi alle informazioni pervenute dal Ministero competente per materia, ovvero il Ministero dell'Interno, segnalo un dato giurisprudenziale evidentemente sfuggito all'interrogante, che rende il quesito superato, nelle sue premesse. Come, infatti, ben ricostruisce la sentenza n. 38162 del 2022 della Corte di cassazione a sezioni unite, ai due pronunciamenti della Corte costituzionale citati dall'onorevole Magi ha fatto seguito un terzo, la sentenza n. 79 del 2022, la quale, in materia di adozioni in casi particolari - cito dalla sentenza della Cassazione - “ha rimosso l'impedimento alla costituzione di rapporti civili con i parenti dell'adottante, intervenendo su uno snodo centrale della disciplina dell'adozione in casi particolari, all'insegna della piena attuazione del principio di unità dello stato di figlio”. “In seguito a questa sentenza della Consulta” - spiega ancora la Cassazione, che torno a citare - “anche l'adozione del minore in casi particolari produce effetti pieni e fa nascere relazioni di parentela con i familiari dell'adottante. Al pari dell'adozione ordinaria, l'adozione in casi particolari non si limita a costituire il rapporto di filiazione con l'adottante, ma fa entrare l'adottato nella famiglia dell'adottante, con tutti gli effetti che ne conseguono, inclusi quelli patrimoniali”.

Anche la seconda criticità segnalata con riguardo all'adozione in casi particolari, ovvero la necessità dell'assenso del genitore biologico, è stata riconosciuta dalla Cassazione come superata, mentre - lo segnalo per completezza -, sempre a giudizio della Cassazione, il riconoscimento automatico dei rapporti di filiazione formalizzati all'estero sulla base di un contratto, in particolare quello di utero in affitto, che resta reato nel nostro Paese, non realizza affatto il migliore interesse del minore giacché - cito - “l'instaurazione della genitorialità e il giudizio sulla realizzazione del migliore interesse del minore non si coniugano con l'automatismo e con la presunzione, ma richiedono una valutazione di concretezza. Una diversa soluzione porterebbe a fondare l'acquisto della genitorialità sulla sola scelta degli adulti”. Chiarito dunque, sulla scorta di pronunce ai massimi livelli della giurisdizione ordinaria e costituzionale, che la normativa vigente assicura a tutti i bambini in Italia il pieno godimento di tutti i diritti, segnalo che il Governo non ha assunto alcuna iniziativa legislativa sul tema della filiazione o della pratica dell'utero in affitto, ma - come segnalato, del resto, dal Ministero competente - ha semplicemente richiamato l'applicazione della legge da parte di ufficiali dello stato civile, in quanto ufficiali del Governo, quali sono i sindaci nell'esercizio delle funzioni connesse alla formazione dei registri anagrafici.

La divisione dei poteri e il rispetto della legge sono alla base del sistema democratico e del suo buon funzionamento; è in questa sede, in Parlamento, che le leggi si possono cambiare, e questa è una prerogativa a cui tutti coloro che hanno a cuore la democrazia tengono molto.

PRESIDENTE. L'onorevole Magi ha facoltà di replicare.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente e ringrazio la Ministra Roccella per la risposta, che, però, ritengo assolutamente insoddisfacente. Ovviamente, chi parla è consapevole del fatto che sia prerogativa principale di questo Parlamento modificare le norme e, ovviamente, mi sono fatto promotore di modifiche della normativa vigente già nella scorsa legislatura e ancora in questa, ben prima che questa diventasse una questione di dibattito e anche di scontro pubblico. Perché la risposta non è soddisfacente? Perché, in realtà, temevo che la Ministra avrebbe di nuovo citato la questione dell'adozione in casi particolari, però le stesse pronunce della Corte costituzionale che ho riportato hanno, in realtà, ritenuto quella non una soluzione alternativa perché in molti casi è impraticabile proprio nelle situazioni più delicate per il benessere del minore, quali, ad esempio, quella di una crisi di coppia, ossia non è una soluzione adeguata - anche per i tempi che richiede, per le difficoltà e per i costi - a rispondere alla tutela del preminente diritto del minore. Il punto è proprio questo e il Governo continua a non voler adottare l'unica prospettiva e l'unico punto di vista che davvero hanno valore, che non sono quelli di uno Stato che, a suo modo, ha convinzioni etiche - e non dovrebbe averne, a mio avviso -, ma quelli del diritto del minore, del punto di vista del figlio, del punto di vista dei bambini e delle bambine. In questo caso, impedendo l'efficacia di atti di nascita formatisi all'estero, voi non farete quello che la Ministra, in alcuni casi, ha dichiarato; ossia, non disincentiverete l'accesso a tecniche che non condividete, quali quelle della gestazione per altri, ma semplicemente renderete più difficile e, in alcuni casi, impossibile il riconoscimento di un pieno status di figli ad alcuni bambini e ad alcune bambine.

Il punto è proprio quello dell'uso della legge e del diritto, che temo questo Governo voglia fare con il tentativo di raddrizzare il mondo, andando a inventare dei reati universali, pensando addirittura di poterli perseguire in maniera assolutamente impossibile, dal punto di vista del diritto, anche in Stati nei quali ci sono legislazioni che regolano quei fenomeni, anziché pensare a garantire a tutti i bambini e a tutte le bambine che sono nel nostro Paese una parità di condizioni.Il punto di vista dei minori, dei bambini non viene assunto da questo Governo e mi dispiace, al di là delle questioni di competenza che la Ministra pure ha sollevato, che questa risposta oggi provenga da un Ministero delle pari opportunità, ma che si conferma un Ministero delle dispari opportunità.

(Misure volte a contrastare il fenomeno della cosiddetta desertificazione commerciale nei centri urbani, in particolare attraverso iniziative volte a calmierare l'adeguamento delle locazioni commerciali all'inflazione - n. 3-00307)

PRESIDENTE. La deputata Polidori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00307 (Vedi l'allegato A).

CATIA POLIDORI (FI-PPE). Onorevole Presidente, signor Ministro, oltre 99.000 attività, tra commercio al dettaglio e negozi di vicinato, hanno abbassato le serrande negli ultimi 10 anni. La gran parte delle chiusure riguarda attività considerate storiche o tradizionali, per non parlare delle zone montane, alpine e appenniniche. Nelle 120 città medio-grandi, esaminate dal rapporto “Demografia d'impresa nelle città italiane”, risulta un calo di circa il 20 per cento nella densità commerciale, passata da 9 a 7,3 negozi per 1.000 abitanti. Non aiuta l'incremento dei costi energetici e l'inflazione all'11,3 nel 2022, prevista al 9 per cento nel 2023, anzi, produce un aumento dei costi generali del settore, comprese le locazioni commerciali che saliranno al 15 per cento nel biennio. Chiedo al Governo se non ritenga opportuno valutare l'adozione di iniziative temporanee, volte a calmierare nel 2023 l'adeguamento delle locazioni commerciali all'inflazione, contemperando i diritti connessi alla proprietà con la necessità di tutelare le PMI operanti nel settore del commercio.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Grazie, Presidente. Il rapporto “Città e demografia d'impresa” citato dagli interroganti è un campanello d'allarme particolarmente significativo. Il problema segnalato è sicuramente reale e conferma una tendenza storica degli ultimi 10 anni, dove sono letteralmente sparite 100.000 attività di commercio al dettaglio. Questo fenomeno sociale, che risale agli ultimi 10 anni, si è aggravato per effetto di due fenomeni imprevedibili: la pandemia e poi l'invasione russa dell'Ucraina, con il conseguente shock energetico e la spirale inflazionistica. La pandemia ha determinato chiusure per lunghi periodi, riducendo drasticamente la clientela nei luoghi fisici dei locali commerciali. Poi il conflitto bellico, con la spirale inflazionistica, rischia, peraltro, anche di ridurre i consumi delle famiglie.

Proprio per questo, proprio perché è un fenomeno storico aggravato, noi riteniamo che occorra, oggi più che mai, contrastare la desertificazione commerciale nelle città italiane, tanto più nei nostri meravigliosi borghi, attraverso una strategia complessiva. In aggiunta alla prima risposta emergenziale, che è stata data in termini di ristoro durante la pandemia e di sgravi fiscali per i maggiori costi energetici nella seconda emergenza, occorre, invece, ora prevedere misure di carattere strutturale, di sistema, con una precisa visione strategica nella consapevolezza di quanto importante sia, anche sul piano sociale, presidiare i centri urbani, così come la presenza di punti vendita nei nostri borghi.

Una prima indicazione è contenuta nel disegno di legge delega per la riforma del fisco, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 17 marzo, in cui è prevista la possibile estensione della cedolare secca anche agli affitti degli immobili commerciali (articolo 5, comma 1). Inoltre, occorre individuare misure specifiche di sostegno al settore e proprio per questo abbiamo insediato il tavolo di confronto stabile sull'evoluzione della distribuzione del commercio, chiamato tavolo commercio, presso il nostro Ministero.

Anche alla luce delle risultanze del tavolo potremo valutare la percorribilità di altre misure, quale quella suggerita dagli interroganti in ordine alla possibile fissazione di una soglia massima entro la quale limitare gli adeguamenti Istat previsti dai contratti di locazione.

Noi siamo intenzionati a sviluppare una politica sistemica, strategica, che si svilupperà attraverso più provvedimenti legislativi, da quello della riforma degli incentivi al disegno di legge sul made in Italy, ad un provvedimento complessivo e comprensivo, teso a valorizzare i centri storici e i borghi del nostro Paese.

PRESIDENTE. La deputata Polidori ha facoltà di replicare.

CATIA POLIDORI (FI-PPE). Grazie, signor Ministro, per la risposta esaustiva e assolutamente soddisfacente. L'interrogazione voleva essere proprio l'occasione per portare questo argomento in Aula, perché, in realtà, in campagna elettorale, in pochi, tranne il centrodestra, hanno messo in evidenza la necessità di stare vicino a questo settore e ci fa piacere aver dato la possibilità al signor Ministro di raccontare le cose che sta facendo. Quando chiude una grande attività, fa tanto notizia, fosse non solo per il numero di impiegati. Quando, invece, chiude una piccola attività, lo fa quasi con pudore, in silenzio, ma portandosi via parte della storia d'Italia. Tante le cose fatte. Lei ha ricordato - e ne siamo compiaciuti - che ancora dobbiamo mettere mano alla cedolare secca. Dovremmo sicuramente riguardare anche le commissioni bancarie, dovremmo guardare l'accessibilità al credito, ma anche - perché è un dato molto importante che ci viene riferito - un aiuto per il cambio generazionale. Noi sappiamo che, fin dalla storia dei comuni, l'Italia si basa sull'abilità dei nostri commercianti e di certo non possiamo perdere questa possibilità, il fatto che abbiamo ancora davanti 4 anni e mezzo di Governo e saremo in grado di stare vicino a questa realtà così importante per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative volte a realizzare un piano straordinario per il comparto automobilistico e il relativo indotto, in particolare in relazione al processo di transizione ecologica - n. 3-00308)

PRESIDENTE. Il deputato Morassut ha facoltà di illustrare l'interrogazione Peluffo ed altri n. 3-00308 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il settore dell'automotive, con il relativo indotto, ha registrato nel 2021 un fatturato di 337 miliardi di euro. Il 28 marzo 2023 il Consiglio energia dell'Unione europea ha adottato definitivamente, nel quadro delle iniziative Fit for 55, il regolamento che ridefinisce, in modo più rigoroso, i livelli in materia di emissioni di CO2 per autovetture e furgoni, stabiliti dal regolamento (UE) 2019/631, con il definitivo stop alla vendita di veicoli a motore endotermico dal 2035 che include, peraltro, un riferimento agli elettrocarburanti, prevedendo la presentazione, da parte della Commissione europea, di una proposta relativa all'immatricolazione, dopo il 2035, di veicoli che funzionano esclusivamente con combustibili neutri in termini di emissioni di CO2. Non sono indicati, invece, espressi riferimenti ai biocombustibili. L'auto elettrica si è imposta come innovazione del settore e richiede un radicale ripensamento organizzativo e tecnologico delle filiere produttive.

L'articolo 22 del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17 ha istituito un fondo volto a favorire la transizione verde, la ricerca e gli investimenti nella filiera del settore automotive, con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno 2022 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030. Sinora sono state ripartite le risorse relative alle annualità fino al 2024 e residuano, pertanto, 6 miliardi di euro, che sarebbe opportuno incrementare e destinare a politiche industriali volte alla riconversione del comparto in vista della scadenza del 2035.

Quindi, noi chiediamo se il Governo intenda adottare politiche industriali per affrontare la transizione e realizzare un piano straordinario per l'automotive, valorizzando le potenzialità nazionali di innovazione, prevedendo strumenti per la trasformazione industriale e l'innovazione e stanziando risorse adeguate per investimenti, ricerca, ammortizzatori sociali e formazione per la salvaguardia occupazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Il Governo è impegnato: è impegnato in Europa a rendere compatibile la transizione ecologica con la sostenibilità sociale e produttiva del nostro Paese ed è impegnato in Italia ad utilizzare al meglio le risorse che sono state destinate. Sono quelle del Fondo automotive, con una dotazione iniziale di 8,7 miliardi di euro, ne restano appunto 6 miliardi, e con le risorse del PNRR. Ricordo gli 800 milioni di euro di dotazioni finanziarie, distribuite per finanziare due linee di contratti di sviluppo, di cui 500 milioni per la realizzazione della filiera nazionale delle batterie e 300 milioni destinati a investimenti finalizzati alla realizzazione di una filiera nazionale di bus elettrici. Poi, in più, la dotazione del Fondo IPCEI che finanzia progetti di batterie e progetti di sviluppo della filiera dell'idrogeno. Si tratta di ingenti risorse che dobbiamo utilizzare al meglio per raggiungere gli obiettivi.

Abbiamo destinato, peraltro, nel periodo 2022-2026, circa 2 miliardi del Fondo automotive per incentivi all'acquisto di veicoli a bassa emissione di anidride carbonica. La risposta del mercato, dobbiamo esserne consapevoli, è stata eterogenea: sull'endotermica a bassa emissione sono stati in breve tempo utilizzati tutti gli incentivi messi a disposizione, mentre gli incentivi sull'elettrico puro non hanno avuto un buon riscontro. Nel 2022 sono rimaste inutilizzate, appunto, sull'elettrico, risorse per 127 milioni di euro. Per quanto riguarda il 2023, i 150 milioni per l'acquisto di autoveicoli con motore endotermico e consumo medio di CO2 fra 61 e 135 grammi per chilometro sono terminati in poche settimane, mentre dei 425 milioni complessivamente stanziati per le auto elettriche e ibride sono stati, ad oggi, utilizzati soltanto 33 milioni, meno dell'8 per cento. I risultati, secondo i dati resi pubblici dal Ministero dei Trasporti, sono, sul piano delle vendite, significativi, perché sono state immatricolate molte più autovetture del passato e, soltanto nel mese di marzo di quest'anno, la crescita su base annuale dell'immatricolazione è stata addirittura del 40,8 per cento, ovviamente non soltanto per gli incentivi.

Anche alla luce di questi dati, si pone ora la necessità di predisporre una rimodulazione degli incentivi, prendendo atto della realtà, per utilizzarli al meglio, anche al fine di svecchiare il parco delle autovetture circolanti, che è vecchio e altamente inquinante, il più vecchio d'Europa. Occorrerebbe agire sul potere d'acquisto di coloro che hanno più difficoltà a sostituire la propria autovettura con una nuova a basse emissioni. Segnalo che, oggi, il parco auto da rottamare è la vera priorità ambientale. I numeri parlano chiaro: dai dati comunicati, emerge che, su circa 40 milioni di autovetture, 3,5 milioni sono Euro 0, 800.000 sono Euro 1, circa 2,6 milioni sono Euro 2 e circa 3,8 milioni sono Euro 3; in totale, quindi, quasi 11 milioni di autovetture circolanti sono altamente inquinanti, più del 25 per cento. È questa la vera emergenza ambientale, che si è accumulata negli ultimi anni.

Di fronte a queste sfide ho istituito presso il Ministero un tavolo di confronto permanente con tutti gli operatori del settore, al fine di valutare ogni soluzione utile e assicurare una transizione del comparto efficace e sostenibile sotto il profilo economico e sociale, alla luce del principio di neutralità tecnologica che il Governo italiano ha posto al centro della sua azione nel confronto con l'Europa. Noi dobbiamo incentivare chi ha bisogno dell'aiuto dello Stato per svecchiare la propria autovettura, per rottamare le autovetture Euro 0, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3, ossia coloro che non se lo possono permettere, non chi invece ha le facoltà per permettersi di comprare, se vuole, anche - certamente lo auspichiamo - un'auto elettrica.

PRESIDENTE. Il deputato Peluffo ha facoltà di replicare.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare la mia insoddisfazione per la risposta del Ministro. Il quesito era molto chiaro, non altrettanto le idee del Ministro, mentre è un fatto la scelta dell'Unione europea, che ha adottato definitivamente il regolamento, lo scorso 28 marzo, ed è un fatto anche la scelta dei più grandi produttori di auto per l'auto elettrica, che è una realtà tecnologica, industriale e di mercato. Stati Uniti e Cina sono più avanti, è vero; il punto, quindi, è come recuperiamo terreno, come Europa e come Italia? Francia e Germania stanno potenziando la rete infrastrutturale di ricarica dei veicoli elettrici, stanno aumentando la produzione di batterie avanzate e promuovendo strumenti ad hoc per la riqualificazione e il sostegno degli occupati.

Nel nostro Paese, Ministro, lei ha ereditato il Fondo istituito dal Governo Draghi per favorire la transizione ecologica della filiera dell'automotive, di 8,7 miliardi da qui al 2030, lo ha ereditato, non è merito suo - che cosa intende fare lei? - così come ha ereditato i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Missione 2: sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica, risorse per 740 milioni di euro, rinnovo delle flotte di bus, treni verdi, 3,64 miliardi di euro, rinnovabili e batterie, un altro miliardo di euro; poi, ci sono le misure trasversali previste dal PNRR nelle Missioni 1, 2 e 5, che non cito per brevità di tempo. Dimostri, Ministro, almeno di saper spendere questi fondi.

Dispone, infine, signor Ministro, del lavoro dell'Osservatorio sulla componentistica automotive italiana promosso da Federmeccanica, FIM, FIOM e UILM, un contributo sostanziale delle parti sociali, un laboratorio di idee, di studi e di approfondimenti che esprimono posizioni condivise sulle condizioni e sulle prospettive del settore automotive italiano, che ha ancora grandi potenzialità di innovazione, ma che ha bisogno di una politica nazionale strutturata di sostegno al settore, per renderlo finalmente protagonista nella transizione ecologica e digitale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative, in sede nazionale ed europea, volte a innalzare i parametri di benessere animale durante il trasporto a fini commerciali - n. 3-00309)

PRESIDENTE. La deputata Evi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00309 (Vedi l'allegato A).

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. A ridosso della Pasqua aumentano i trasporti di animali vivi. Nel 2022, su un totale di quasi 2.200.000 agnelli macellati in Italia, 653.000 animali provenivano dall'Est Europa, principalmente dall'Ungheria e dalla Romania. L'Italia è il primo importatore di agnelli vivi, davanti a Francia e Grecia. Questi trasporti spesso coinvolgono animali ancora non svezzati, di poche settimane di vita e che viaggiano fino a 30 ore, all'interno di camion, su più piani. Nei giorni scorsi, l'associazione Essere Animali ha effettuato controlli su strada e in 6 casi su 7, di camion controllati insieme alle autorità italiane, sono state riscontrate violazioni delle regole, casi di grave sovraffollamento, agnelli incastrati nelle partizioni dei camion, sistemi di abbeveraggio non utilizzabili dagli animali e camion di fatto inadeguati al trasporto di questa specie.

Le problematiche riscontrate negli ultimi anni e durante la scorsa settimana dimostrano che le attuali normative non sono adeguate a garantire la protezione degli animali durante il trasporto. Io chiedo, dunque, al Ministro se sia a conoscenza dei fatti esposti e, soprattutto, quali siano le misure che intende proporre, in sede italiana ed europea, sull'innalzamento degli standard di benessere animale durante il trasporto, in particolare per il trasporto di giovani agnelli e animali non svezzati.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, onorevoli colleghi, collega Evi, preliminarmente devo specificare che le questioni legate al benessere degli animali sono competenza primaria del Ministero della Salute, che segue l'elaborazione della normativa a livello europeo, per poi attuarla a livello nazionale, con disposizioni specifiche relative ai piani di controllo.

Salvaguardare il benessere degli animali durante il trasporto è uno degli obiettivi più importanti che bisogna perseguire e che è oggetto dell'interesse dell'Italia, non da oggi, basti considerare che la nostra Nazione è uno dei pochi Paesi europei ad aver vietato il trasporto di animali vivi sul territorio nazionale, durante i periodi in cui si registrano alte temperature.

Il Ministero della Salute ha diramato da tempo una circolare, rinnovata negli anni, che prescrive di pianificare i lunghi viaggi in modo da salvaguardare il più possibile il benessere degli animali. È richiesto di porre particolare attenzione all'idoneità degli animali al trasporto, alla densità, al rispetto delle soste e dei tempi di riposo, di abbeverata e di alimentazione. I viaggi debbono essere organizzati nelle ore più fresche della giornata, possibilmente in quelle notturne, tenendo in considerazione lo stato fisiologico degli animali e le temperature, durante tutto il tragitto programmato.

Inoltre, nel 2011, è stato stipulato un protocollo d'intesa tra Ministero dell'Interno e Ministero della Salute, attualmente in fase di revisione, per garantire controlli di polizia sul benessere degli animali vivi durante il trasporto su strada; come lei ha citato, questi controlli evidentemente funzionano. I controlli, nel corso di questi anni, hanno rappresentato un valido deterrente per i trasportatori. Nel 2022, i controlli su strada e nelle strutture adibite alla macellazione sono stati intensificati durante il periodo pasquale, ove si riscontra una movimentazione cospicua di animali, come lei stessa ha richiamato, prevalentemente agnelli provenienti dai Paesi dell'Est.

Riteniamo necessario effettuare, anche quest'anno, controlli su strada. Per questo motivo abbiamo scritto ai Ministeri competenti affinché si possa coadiuvare questa azione, con un senso di corresponsabilizzazione, da cui non ci sottraiamo.

Infine, nel 2023 è stato istituito un apposito gruppo di lavoro con i rappresentanti delle regioni, dei Ministeri, degli istituti zooprofilattici sperimentali e delle autorità veterinarie locali, con l'obiettivo di uniformare le modalità operative dei controlli tra i vari enti preposti. Il benessere animale è un tema su cui il Ministero dell'Agricoltura è impegnato da tempo, ponendovi un'attenzione particolare per le conseguenze sulle produzioni del settore zootecnico.

L'attuale legislazione dell'Unione europea, pur avendo contribuito al miglioramento del benessere animale, ha mostrato i suoi limiti, non avendo pienamente risposto agli scopi prefissati.

In occasione del Consiglio Agrifish del 30 gennaio, alcune Nazioni, tra cui il Portogallo, come proponente, hanno obiettato rispetto ad alcune proposte che erano state presentate con un non-paper il cui contenuto era un'obiezione al percorso di indirizzo della Commissione stessa. L'Italia, pur avendo in quella specifica occasione garantito la legittimità dell'atto presentato dalle Nazioni, così come è ovvio, non ha formalmente condiviso il contenuto della proposta del Portogallo e di altri Paesi.

Assicuro che continueremo a lavorare per l'elaborazione di una normativa che sia rispettosa del benessere animale e, al tempo stesso, compatibile con la sostenibilità alimentare e produttiva.

PRESIDENTE. La deputata Evi ha facoltà di replicare.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie. Al di là delle dichiarazioni di circostanza, temo si continui, però, a minimizzare o, forse, anche a pensare di proseguire sullo status quo, perché dire che si sono intensificati i controlli in realtà è una verità, ma è assolutamente insufficiente. Anche gli audit europei ci richiamano proprio su questo. I controlli sono ancora troppo scarsi e troppo pochi e non sono, quindi, efficaci come un vero deterrente. Lo dimostra, appunto, il fatto che i controlli eseguiti, anche grazie all'azione di molte ONG su strada, sono quelli che portano poi davvero alle sanzioni per chi viola le regole, ma le regole sono continuamente violate.

Invece, sul fronte europeo, in vista proprio della revisione del Regolamento n. 1/2005, su cui aspettiamo quest'anno la proposta da parte della Commissione europea, lei ora ci dice di non sostenere il documento presentato dal Portogallo e questo è assolutamente importante perché quel documento va esattamente nella direzione opposta a quello che servirebbe fare: di fatto dice che va tutto bene e di continuare a facilitare il commercio intracomunitario di animali vivi, senza alcun tipo di limitazioni, divieti o misure.

In realtà, spero che l'Italia possa adottare una posizione più ambiziosa, in linea con altri Paesi che hanno duramente contestato la posizione del Portogallo, portando, ad esempio, la grande mole di documentazione scientifica oggi presente. Penso all'ultimo report dell'EFSA che ci dice proprio che serve aumentare di più lo spazio a disposizione degli animali, nonché ridurre i tempi di viaggio e soprattutto fa presente che è impossibile abbeverare e nutrire gli animali più piccoli, cioè gli animali non svezzati. Le buone pratiche di benessere animale non solo riducono le inutili sofferenze, ma servono proprio a garantire la salubrità dell'animale e quella di tutta la filiera degli alimenti.

Chiudo dicendo che le raccomandazioni della Commissione d'inchiesta, istituita dal Parlamento europeo, proprio su questo tema chiedono cose importanti. Penso al fatto, ad esempio, di iniziare a lavorare per superare il trasporto di animali vivi e iniziare a ragionare verso una transizione di trasporto di carcasse, di carne e di materiale genetico. Questa potrebbe essere la strada da seguire, perché, altrimenti, parlare continuamente di benessere animale, in realtà, risulta essere anacronistico, una grande ipocrisia, perché molte persone si stanno accorgendo che, tra le parole e i fatti, chiaramente c'è di mezzo un grande lavoro da fare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Misure a sostegno del comparto frutticolo dell'Emilia-Romagna, colpito ripetutamente da avversità atmosferiche - n. 3-00310)

PRESIDENTE. Il deputato Davide Bergamini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00310 (Vedi l'allegato A).

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Buongiorno, signor Ministro. Nei giorni dal 17 al 19 agosto 2022 il territorio delle province di Ferrara e Modena è stato fortemente colpito da ondate di maltempo, con pioggia e vento che hanno colpito, oltre alle produzioni, proprio gli interi impianti delle strutture agricole. I danni più rilevanti si sono avuti sulle strutture degli alberi da frutto, prossimi alla raccolta, alle serre e a tutti i magazzini utilizzati in agricoltura. Per i frutteti abbattuti vi è stata e ci sarà la necessità anche di mettere a dimora nuove piante, che significa per altri quattro o cinque anni, oltre al danno subito dalle strutture, averne ulteriori sulle prossime produzioni, che verranno a mancare.

Le associazioni di categoria che rappresentano le imprese hanno segnalato l'indisponibilità delle compagnie assicurative ad assicurare questo tipo di danno e, pertanto, sarebbe opportuna una deroga alle norme fissate dal decreto n. 102 del 2004 per provvedere ad un adeguato stanziamento finanziario che consenta di fare interventi in questo frangente.

Quindi, chiediamo, signor Ministro, quali provvedimenti intenda adottare per sostenere il sistema ortofrutticolo dell'Emilia-Romagna che, già da quattro anni consecutivi, affronta un periodo di forte avversità e ripristinare le strutture che sono state danneggiate.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, onorevole Bergamini, grazie di avermi posto il quesito. I fatti riportati nell'interrogazione si riferiscono, come lei ha sottolineato, al mese di agosto 2022 e al territorio, nello specifico, delle province di Ferrara e Modena. Due sono gli eventi atmosferici evidenziati: ondate di pioggia e forte vento che hanno distrutto le produzioni agricole (frutta, verdura, vigneti, oliveti) e le strutture agricole (serre, magazzini e fienili). Per questi eventi è stata presentata dalla regione Emilia-Romagna una proposta di declaratoria di eccezionalità, già positivamente istruita dall'amministrazione. Il relativo decreto è in fase di adozione.

Ad ogni modo, a tali eventi, sempre più frequenti e sempre più devastanti, occorre far fronte ricorrendo agli strumenti assicurativi. Sappiamo, però, che le compagnie assicurative sono restie ad assicurare i danni agli impianti frutticoli. In particolare, quanto all'Emilia-Romagna, problemi sono insorti per il rischio di gelo e non, invece, per le altre avversità (grandine, eccesso di pioggia, vento molto forte).

Per questa ragione, specifiche misure gestite da soggetti pubblici sono state previste nell'ambito della PAC 2023-2027. In particolare, con il piano strategico della PAC è stata elaborata una nuova architettura nella gestione del rischio in agricoltura, con la conferma dei precedenti strumenti (assicurazioni agevolate, fondi di mutualità danni, fondi di mutualità reddito) e con l'introduzione di uno strumento totalmente nuovo, cioè il fondo di mutualizzazione nazionale degli eventi catastrofali (gelo, siccità e alluvione). Il nuovo sistema di gestione del rischio prevede un primo livello di base (fondo AgriCat) che tutela oltre 700.000 aziende agricole su tutto il territorio nazionale, a cui si aggiunge un secondo livello di copertura assicurativa e mutualistica facoltativo, entrambi finanziati con risorse dello sviluppo rurale gestite a livello nazionale. Completa il tutto un terzo livello, gestito principalmente a livello regionale che include azioni di sistema con interventi di prevenzione e di difesa attiva, consulenza aziendale e innovazione sulla gestione del rischio e degli interventi ex post.

Il fondo di mutualizzazione nazionale rappresenterà una copertura obbligatoria di primo livello, con l'obiettivo di coprire una parte dei danni catastrofali medi nazionali, fungendo da strumento per la resilienza delle aziende agricole e migliorando la sostenibilità e l'offerta del mercato assicurativo. Sappiamo, peraltro, che non tutti gli agricoltori hanno la propensione ad accedere agli strumenti di gestione del rischio in agricoltura. Dunque, al fine di migliorarne la diffusione, il Ministero sta attivando una forte azione di sensibilizzazione e di informazione sui vantaggi derivanti da questo. Lavoreremo - e ringrazio il proponente - per riuscire a prevedere una deroga alle disposizioni del decreto n. 102 del 2004, con particolare riferimento alle strutture assicurabili e ai danni segnalati nei territori della provincia di Modena per le produzioni agricole e assicuro che sosterremo tutte le azioni in Parlamento finalizzate a reperire risorse adeguate che permettano di dare riscontro alle esigenze produttive.

PRESIDENTE. Il deputato Davide Bergamini ha facoltà di replicare.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, signor Ministro, per la risposta esauriente che ha dato alla nostra interrogazione. Credo che anche tutte le nostre imprese agricole accoglieranno con positività la notizia di questo decreto in fase di adozione che prevede, appunto, di far fronte alle richieste che sono state portate, fino ad oggi, dalle nostre imprese agricole.

Anche il piano 2023-2027 che prevede nuove misure, con questo nuovo Fondo per gli eventi catastrofici, credo sarà accolto con positività.

Stiamo parlando di aziende che rappresentano, oltre che un'importante risorsa economica per i nostri territori, perché danno, probabilmente, da lavorare a centinaia di persone, anche una storicità, una tradizione del territorio e contribuiscono, con i loro prodotti e le loro eccellenze, a mantenere anche quella filiera di qualità del nostro made in Italy, con un utile contributo a tutto quello che è anche il benessere alimentare, la qualità alimentare che arriva sulle nostre tavole. Quindi, io la ringrazio ancora per il lavoro che è iniziato in questa direzione, speriamo che sia un lavoro che possa procedere anche in tempi rapidi, anche perché le nostre aziende, purtroppo, hanno la necessità di interventi finalizzati con una certa rapidità, proprio per far fronte alla crisi economica in cui si trovano, già da diversi anni. Grazie ancora, buon lavoro e buona Pasqua (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte ad assicurare ed accelerare l'impiego delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate al settore agroalimentare - n. 3-00311)

PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00311 (Vedi l'allegato A).

GIUSEPPE CASTIGLIONE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, noi oggi siamo qui per interrogarla sullo stato di attuazione del PNRR. Lei, più volte, ha espresso la necessità di utilizzare quelle risorse, che sono molto significative: non devo fare l'elenco delle tante risorse a disposizione, soprattutto, per il settore della logistica, per l'ammodernamento dei mercati agricoli - sono risorse importanti -, ma anche, non ultimo, per il parco agrisolare. Abbiamo messo a bando circa un miliardo e mezzo di risorse. Oggi sappiamo che quel bando è stato parzialmente utilizzato e non sono andate proficuamente utilizzate quelle risorse. Mettiamo anche in conto le risorse dei contratti di filiera, perché, con il Piano nazionale complementare, erano delle risorse aggiuntive al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Quindi, vogliamo sapere quali iniziative intende assumere, Ministro, per accelerare le spese e, soprattutto, l'utilizzazione di queste risorse, anche alla luce della relazione della Corte dei conti del 21 marzo scorso, che rilevava una gravissima deficienza nell'utilizzazione delle risorse nel settore agricolo. Oggi è stato siglato un protocollo d'intesa per lo sviluppo dell'agroalimentare, quindi vorremmo anche poter utilizzare proficuamente quelle risorse messe a nostra disposizione.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Signor Presidente, onorevole Castiglione, voglio innanzitutto premettere che il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha conseguito tutti i target e le milestone fissati dalla Commissione europea per il PNRR al 31 dicembre 2022 e ha, altresì, conseguito l'Interim step previsto per il 31 marzo 2023.

Fino a dicembre 2023, non sono stati previsti altri target e milestone. In particolare, la milestone prevista per il 31 dicembre 2022, relativa alla misura “Sviluppo della logistica” è stata conseguita con la pubblicazione delle graduatorie finali per i settori imprese, mercati e porti. Per la misura “Agrosistema irriguo” è stato rispettato l'Interim step europeo al 31 marzo 2023, grazie alla pubblicazione dei bandi di gara per tutti i 97 progetti finanziati. Infine, anche per la misura “Parco agrisolare” è stato rispettato il target del 31 dicembre 2022. Su tale misura, alla luce del nuovo elenco di beneficiari pubblicato pochi giorni fa, sono stati assegnati oltre 500 milioni di euro a più di 7.000 imprese. Con riferimento a tali misure, il Ministero si appresta adesso a pubblicare un nuovo bando, che supererà proprio le criticità segnalate anche dagli onorevoli interroganti, relative, in particolare, alla necessità di estendere il concetto di autoconsumo e rendere la misura ancora più attrattiva.

Le positive interlocuzioni informali con la Commissione europea consentiranno di introdurre importanti novità: incremento del contributo a fondo perduto concesso alle imprese agricole su tutto il territorio nazionale, introduzione del nuovo concetto di autoconsumo condiviso, comunità energetiche, eliminazione totale, in diversi casi, del vincolo di autoconsumo. Si tratta di un risultato di grandissimo impatto.

In merito alle somme non impegnate, rispetto allo stanziamento di 128 milioni del 2022, indicate dagli onorevoli interroganti, segnalo che non sono relative agli interventi inclusi nel PNRR, ma ad altri progetti, su cui abbiamo ereditato un certo ritardo, che stiamo cercando di recuperare nel più breve tempo possibile.

Per quanto riguarda l'avanzamento della spesa relativa ai cosiddetti progetti coerenti, occorre precisare che si tratta di un circuito finanziario diverso e più complesso rispetto a quello del PNRR e che coinvolge più amministrazioni, peraltro, su stati di avanzamento in gran parte già validati dal Ministero.

Lo stato delle misure PNRR risulta, in estrema sintesi, in linea con gli obiettivi concordati con l'Unione europea. Discorso a parte occorre fare sul Piano nazionale complementare e sulle altre misure rivolte al settore agricolo: abbiamo ereditato una situazione di gravissimo ritardo, a cui stiamo faticosamente cercando di porre rimedio.

Lei ha ragione, onorevole Castiglione, a segnalare la situazione del quinto bando, relativo ai contratti di filiera agroalimentare. Il 17 ottobre, quattro giorni prima del mio insediamento, con un atto adottato dagli uffici, è stato prorogato dal 24 ottobre 2022 al 24 novembre 2022 il termine di presentazione delle istanze. Ciò ha determinato un aumento esponenziale dei programmi presentati, che sono passati da 34 (649 beneficiari) a 318 (6.521 partecipanti in un mese), con un ammontare di risorse richieste che supera i 5 miliardi di euro, rispetto a una disponibilità di 690 milioni. Questo ha determinato un aggravio dell'attività istruttoria, con il conseguente ritardo nella predisposizione della graduatoria, nonché delle attività degli uffici relative alle gestioni delle altre misure. È stato necessario, pertanto, intervenire immediatamente per imprimere una forte accelerazione, al fine di consentire quanto prima l'ultimazione delle verifiche e la pubblicazione delle graduatorie.

Rientra nel Piano complementare anche il target previsto per marzo 2022 relativo alla pubblicazione del “bando foreste”, sul quale nessun provvedimento era stato adottato all'atto del mio insediamento. Ho, pertanto, provveduto immediatamente a predisporre e sottoscrivere il decreto ministeriale di avvio della misura, che è stato recentemente registrato dalla Corte dei conti, adempimento che consentirà di pubblicare a breve il relativo bando.

Questa situazione, ereditata, di gravissimo ritardo nell'attuazione del Piano nazionale complementare, evidentemente, ha costretto il Ministero a condividere con il MEF una modifica del cronoprogramma, adottando, nel contempo, una serie di iniziative organizzative volte a recuperare il ritardo accumulato entro la fine dell'anno corrente.

Infine, voglio segnalare che, per la prima volta dal 2021, ho dato attuazione a quanto previsto dal decreto-legge n. 77 del 2021, riunendo il tavolo del partenariato, a cui parteciperanno tutte le rappresentanze di settore e degli enti locali per informarli, in assoluta trasparenza, sullo stato di attuazione delle misure del PNRR e sugli avvisi che verranno pubblicati nei prossimi mesi.

PRESIDENTE. Il deputato Castiglione ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intanto, ringrazio il Ministro per la sollecitudine con cui ha risposto alla nostra interrogazione e ha avvertito anche le nostre grandi preoccupazioni. Oggi, il Ministro ha ammesso che ci sono gravissimi ritardi nell'attuazione. Per noi, anche il Fondo complementare di programmazione è, appunto, complementare agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quindi noi vorremmo che tutte le risorse messe a disposizione possano essere utilizzate.

Ci sono ritardi fortissimi, lo ha detto lei, Ministro: sul parco agrisolare la verità è che c'è un fortissimo ritardo e che ci sono risorse a disposizione. Apprendiamo, con grandissima soddisfazione, che sarà emanato un nuovo bando, che questo nuovo bando supererà difficoltà che ci sono state nella prima versione e, quindi, auspichiamo di poter utilizzare tutte le risorse, così come anche sui contratti di filiera, le risorse che sono messe a disposizione e, soprattutto, la difficoltà di carattere istruttorio: quel prolungamento di un mese ha portato oggi a un ampliamento della base. Quindi, ci sono tantissime istanze e noi speriamo che, nel più breve tempo possibile, anche queste risorse possano essere utilizzate dai nostri imprenditori agricoli.

Da ultimo, caro Ministro, sul tema dell'energia, elemento fondamentale per la nostra attività agricola, per le nostre imprese, per le imprese dell'agroalimentare, noi pensiamo che il Ministero dell'Agricoltura debba assumere un ruolo centrale rispetto anche ai tanti temi legati all'energia. Al centro l'impresa agricola e, poi, parleremo di biomasse, di biometano, di biogas, di energie alternative e, quindi, anche di agrisolare, di agrivoltaico. A nostro avviso, la competenza divisa tra i diversi Ministeri, certamente, non produce benefici per l'impresa agricola. Noi vorremmo che il Ministero delle Politiche agricole, oggi MASAF, possa assumere un ruolo, una regia, una centralità nella programmazione degli interventi per ridurre i costi energetici e per far sì che le nostre imprese abbiano un unico punto di riferimento, che non può che essere il Ministero da lei presieduto. Oggi ci sono diversi Ministeri, dal Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, per quanto riguarda gli incentivi, il Ministero delle Imprese e del made in Italy: noi vorremmo che tutto si potesse riferire al Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Quindi la ringraziamo, Ministro, soprattutto se vorrà assumere la regia e dare quelle risposte che oggi lei ha annunziato. Noi siamo parzialmente soddisfatti della sua risposta, ma siamo fortemente convinti che l'energia che ha messo in questi giorni continuerà a metterla nei prossimi mesi affinché le risorse possano essere proficuamente utilizzate.

(Chiarimenti in merito al divieto di produzione, commercializzazione e importazione di alimenti sintetici - n. 3-00312)

PRESIDENTE. Il deputato Cerreto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00312 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO CERRETO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, in base al principio di precauzione di cui all'articolo 7 del regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare, il Consiglio dei ministri ha approvato recentemente un disegno di legge recante “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”, le cui norme intendono tutelare la salute umana e il patrimonio agroalimentare attraverso il divieto di produzione e commercializzazione degli stessi.

Il divieto comprende sia gli alimenti destinati al consumo umano sia i mangimi animali. A seguito di ciò è stata sostenuta la tesi, a nostro avviso mendace, secondo la quale in Italia, nonostante questo decreto, si possa comunque importare cibo sintetico. In realtà, la norma secondo noi lo vieta. Chiediamo quindi, Ministro, quali iniziative intenda adottare per fornire ai cittadini italiani una veritiera informazione sulla vicenda, al fine di tutelare al meglio la salute dei cittadini e salvaguardare un modello produttivo basato sulla centralità del rapporto che l'uomo ha con la terra e il lavoro, che in Italia ha prodotto cibo per millenni, garantendo un modello di sviluppo efficacissimo e, per tale motivo, emulato senza successo in tutto il mondo.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Ringrazio il collega Cerreto e il gruppo Fratelli d'Italia per aver posto un tema che mi permette di dare, a loro parlamentari e ai cittadini italiani, alcuni chiarimenti necessari sulle tante chiacchiere che spesso si fanno in televisione, quando alcuni che si dicono esperti in materia proferiscono cose senza senso.

Il cibo sintetico è il prodotto finale di varie tecniche di laboratorio. La Food and drug administration degli USA ha approvato un protocollo di produzione che, essendo l'unico attualmente a disposizione, è quello a cui è possibile far riferimento per ricostruire il processo produttivo di tali alimenti.

Il protocollo di produzione è descritto in uno studio effettuato dalla dottoressa Maria Caramelli, già direttore dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. È previsto il prelievo di cellule muscolari e di fibroblasti da animale vivo; per farle crescere, le si alimenta con siero fetale bovino, ormoni e chelanti. Il siero fetale di vitello, indispensabile per la produzione industriale di questo protocollo, viene estratto con metodo certamente non indolore per l'animale, né in grado di garantire che non vi siano rischi nella trasmissione di malattie come quelle da prioni, impossibili da diagnosticare nell'animale in vita. Si aggiungono aminoacidi, acidi, grassi, zuccheri, tripsina di maiale, antibiotici e antimicotici per prevenire contaminazioni batteriche e fungine. Per raggiungere l'immortalizzazione delle cellule di pollo, viene immesso il cisgene generativo del corredo genetico del donatore. È quindi evidente che si tratta di un cibo ultraprocessato, con presenza significativa di farmaci, additivi e la partecipazione di tre specie animali e di un gene.

L'utilizzo della carne sintetica, inoltre, non porta all'eliminazione delle zoonosi, foriere delle pandemie, a volte, come da taluno sostenuto, perché si tratta di malattie derivanti per la maggior parte da animali selvatici. I diversi passaggi del processo produttivo evidenziano, infine, possibili contaminazioni batteriche e, riprodotte in larga scala, potrebbero ampliarsi in maniera incontrollata. I rischi per la salute sono dunque già stati segnalati nel mondo scientifico. Altrettanto certo è l'impatto dirompente di queste produzioni sul nostro sistema enogastronomico, basato sulla qualità degli alimenti, che rappresenta il nostro vero valore aggiunto.

Queste produzioni sono un rischio anche per l'ambiente che, con la scelta delle produzioni in laboratorio di prodotti alimentari, potrebbe essere completamente abbandonato, con fenomeni di spopolamento e desertificazione che abbiamo già registrato nelle aree interne della nostra Nazione per scelte strategiche sbagliate nel passato. Di fronte a una nuova tecnologia di produzione degli alimenti della quale sono ancora ignoti i rischi per la salute umana, l'ordinamento europeo consente di intervenire con misure precauzionali. Infatti, in virtù del principio di precauzione, già da lei richiamato, di cui al regolamento europeo n. 178 del 2002, è possibile adottare misure protettive quando sussistano incertezze riguardo all'esistenza o alla portata dei rischi per la salute della persona, senza dovere attendere gli esiti di questi rischi. L'Italia, per prima in Europa e nel mondo, ha ritenuto di attivare misure precauzionali per impedire la produzione e la commercializzazione del cibo sintetico. Come ricordato, infatti, lo scorso 28 marzo il Consiglio dei ministri, su proposta mia e del Ministro della Salute, il collega professor Schillaci, ha approvato, con procedura d'urgenza, lo schema di disegno di legge che stabilisce il divieto di produzione, somministrazione e distribuzione per il consumo di alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da cellule coltivate o da tessuti derivanti da animali vertebrati. Tra le condotte vietate - lo chiariamo una volta per tutte - è espressamente prevista l'importazione e la produzione per esportazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Tengo infatti a precisare che la stessa normativa europea prevede, tra le misure precauzionali, la limitazione alla libera circolazione degli alimenti e dei mangimi. D'altra parte, non sarebbe possibile tutelare efficacemente la salute dei cittadini e il nostro patrimonio agroalimentare ove fosse vietata la produzione di cibo sintetico all'interno dei confini nazionali salvo poi ammettere l'importazione dello stesso cibo da altre nazioni europee o aderenti allo Spazio economico europeo.

Con questo intervento normativo che sarà all'esame del Parlamento - quindi il Parlamento potrà, com'è nelle sue facoltà, migliorarlo ulteriormente - manteniamo la promessa fatta ai nostri coltivatori e ai nostri allevatori di non restare indifferenti dinanzi all'avanzare di tecnologie che possono distruggere il patrimonio di cultura, storia, tradizione e ambiente che trova compendio nei prodotti enogastronomici italiani. Ma, prima di tutto, con questo provvedimento tuteliamo i cittadini da tutto ciò che può mettere in difficoltà la loro salute e il loro benessere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Caramanna ha facoltà di replicare.

GIANLUCA CARAMANNA (FDI). Grazie, signor Presidente. Grazie, onorevole Ministro, soprattutto per questa sua attenta ed esaustiva risposta, che ovviamente ci soddisfa. Con questo intervento non si è presa soltanto una decisione di buonsenso per la salute dei cittadini ma, sicuramente, e di questo la ringraziamo, c'è la tutela di tutto un comparto strategico del nostro Paese, quello dell'agroalimentare, che fa della qualità e, soprattutto, della tipicità il suo punto di forza. Come ha giustamente ricordato, signor Ministro, nella sua risposta, questo disegno di legge, che vieta la produzione, la commercializzazione e, all'articolo 2, anche l'importazione di cibi sintetici ha dato immediato seguito alle istanze del territorio, delle associazioni di categoria e di agricoltori, regioni e consigli comunali, anche di diverso e trasversale colore politico, che hanno approvato provvedimenti contro la commercializzazione di alimenti prodotti in laboratorio. Da queste richieste è nata una raccolta di firme promossa dalle associazioni di categoria e dalle istituzioni locali, fortemente sostenuta dal Governo Meloni, a tutela della salute pubblica. In merito si sono espresse anche associazioni importanti, come Coldiretti, come il Consorzio a tutela del Grana padano, che hanno visto in questo provvedimento soltanto una lungimirante e coraggiosa scelta. Quindi, signor Ministro, noi oltretutto la vogliamo ringraziare perché, come lei ha detto nella sua replica, sta salvando un intero comparto strategico che è anche quello del turismo. L'enogastronomia, come sa, è il nostro punto di forza. Sei turisti su dieci normalmente arrivano in Italia per degustare le nostre tipicità e i nostri prodotti del territorio. I territori soprattutto ne fanno un punto di forza, tanti territori si promuovono nel mondo attraverso l'enogastronomia. Ne diamo atto, e di questo la ringraziamo, perché ovviamente, oltre alla tutela della salute pubblica, sta tutelando la nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a colmare il divario tra offerta e domanda di lavoro nel settore agricolo, con particolare riferimento all'impiego dei giovani - n. 3-00313)

PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00313 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il settore agricolo lamenta, da tempo, l'esigenza di colmare il divario fra offerta e domanda di lavoro. Il 2 aprile 2023, in apertura di Vinitaly, lei ha dichiarato che nelle campagne c'è bisogno di manodopera e che i giovani italiani devono sapere che non è svilente lavorare in agricoltura; anzi, quello che non è un modello di civiltà è non andare a lavorare e stare sul divano, a gravare sulle spalle altrui con il reddito di cittadinanza. Sono affermazioni, Ministro, che condividiamo al 100 per cento. Secondo i dati contenuti nel report dal titolo “Il reddito di cittadinanza in relazione agli occupati a basso reddito e ai giovani inattivi”, realizzato nell'ambito del progetto di ricerca Monitor Fase 4, la stima dei giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni, percettori del reddito di cittadinanza o componenti di nuclei familiari beneficiari della misura, che possono rientrare nella categoria degli occupabili, ammonterebbe ad almeno 61.000 individui. Secondo i dati comunicati recentemente da Coldiretti, sono circa 100.000 i posti di lavoro disponibili nel settore, 20.000 dei quali per il settore vitivinicolo.

Allora, le chiedo, signor Ministro, quali iniziative intenda assumere, al fine di colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro nel settore agricolo, con particolare riferimento ai cittadini di giovane età.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Alessandro Colucci, ringrazio tutto il gruppo, per avere proposto un quesito di interesse generazionale e, pertanto, di interesse anche generale. Vorrei partire da alcuni numeri: l'occupazione in agricoltura conta 1,2 milioni di lavoratori; il 90 per cento sono rapporti di lavoro a tempo determinato, per un totale di 121 milioni di giornate di lavoro; durante il click day, giorno di apertura delle richieste di forza lavoro da parte dei settori produttivi, sulla base delle quote previste dal decreto Flussi, sono pervenute 120.000 domande, prevalentemente provenienti dal settore agricolo, ma solo 44.000 sono state soddisfatte; per il 2023, la richiesta di manodopera da parte delle imprese agricole è di circa 100.000 lavoratori, come lei, poco fa, ricordava. Si tratta di lavoratori indispensabili per dare continuità alla produzione agricola. La constatazione è evidente: esiste una richiesta di manodopera da parte del settore agricolo che resta insoddisfatta. Credo, allora, che chi oggi non è occupato e spesso manca di formazione scolastica adeguata, come molti denunciano, per inserirsi nel mercato del lavoro, tanto da dovere ricorrere a sussidi di Stato, possa guardare con interesse al lavoro agricolo. Ritengo, anzi, che per loro sarebbe un modo di entrare - o rientrare - nel mondo del lavoro dalla porta principale. A questo proposito, infatti, il ragionamento si amplia e coinvolge la visione del lavoro agricolo, una visione che non può essere quella retrograda e vergognosa e fin troppo abusata di chi considera l'agricoltura un lavoro umiliante, faticoso e poco remunerato. Non è così. Il lavoro agricolo è oggi una grande opportunità di sviluppare idee, di mettersi in gioco e di sviluppare le proprie capacità di conseguire guadagni, un lavoro fatto, sì, di braccia ma anche e soprattutto di competenze. È necessario, tuttavia, che i nostri lavoratori, anche e soprattutto i più giovani, siano adeguatamente formati, per poter affrontare questa sfida e ringrazio pertanto, più di ogni altro, gli istituti agrari. Il nostro investimento sui giovani, i veri protagonisti del futuro, sarà importante e decisivo. La proposta che il Presidente Meloni ha rilanciato in occasione di Vinitaly - perché si è lavorato su questo anche nel nostro comune programma elettorale e, quindi, c'è il sostegno della volontà popolare - è il liceo del made in Italy, sul quale investiremo con sempre maggiore attenzione a tutte quelle grandi potenzialità insite nella nostra, fortunata, nascita in questa Nazione.

Altre misure sono state già rivolte ai giovani, come “Generazione terra”. Si tratta di mutui agevolati concessi da ISMEA ai giovani imprenditori agricoli di età non superiore ai 41 anni, che intendano avviare una propria iniziativa imprenditoriale nell'ambito dell'agricoltura, per ampliare la superficie della propria azienda mediante l'acquisto di un terreno confinante o funzionalmente utile con la superficie già facente parte della propria azienda agricola o per l'acquisto di un terreno già in affitto.

Nell'ultima legge di bilancio, inoltre, è stato previsto il nuovo contratto di lavoro occasionale subordinato nel settore agricolo. Tale strumento contrattuale può essere utilizzato anche da giovani con meno di 25 anni di età, se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di settore. Si tratta di uno strumento particolarmente vantaggioso, considerato anche che il complesso è esente da qualsiasi imposizione fiscale. Può essere un modo per i giovani per un primo approccio con il mondo agricolo, per conoscere un mondo particolarmente stimolante e produttivo. Lavorare in agricoltura, in una filiera sempre più equa in termini di ripartizione del valore nella produzione, nella trasformazione e nella distribuzione del prodotto italiano, può essere ora - e dovrà essere soprattutto in futuro - un'occasione di crescita, da molti punti di vista, compreso quello economico.

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, siamo molto soddisfatti della risposta e anche del fatto che questa interrogazione è una opportunità per chiarire e rispondere a polemiche inutili e strumentali. Nel nostro Paese ci si scandalizza troppo quando qualcuno, in particolare un Ministro o un politico, pone una questione che dovrebbe riguardare tutti e che dovrebbe dare a tutti grande responsabilità. Nella sua risposta, lei ha sottolineato tre questioni che, come gruppo di Noi Moderati, ma - ha fatto bene a sottolinearlo - come tutta la coalizione di centrodestra, poniamo al centro delle politiche per il lavoro.

La prima - lo abbiamo detto con chiarezza - è che non è provocatorio dire se un giovane ha più diritto ad avere una assistenza o l'opportunità di creargli un lavoro. La dignità, per noi, è il lavoro. Il reddito è ciò che retribuisce un lavoro dignitoso che permette di realizzarlo. L'assistenzialismo uccide questo tipo di dignità: è giusto che lo Stato intervenga quando c'è una difficoltà, ma l'opportunità è rendersi protagonista nella vita, qualunque lavoro si faccia.

La seconda questione: tanto più che la dignità è un lavoro, ha fatto bene a sottolineare la dignità del lavoro agricolo. Solo i soloni o gli intellettuali che le hanno risposto non sanno che, per esempio, c'è una grande attenzione da parte dei giovani al lavoro agricolo, non perché sia un lavoro umiliante, ma perché il lavoro agricolo - tra l'altro, ciò è relativo proprio alla sostenibilità, alla costruzione, alla realizzazione e al rispetto dell'ambiente - è una delle attività che più permette di avere due grandi vantaggi: la qualità del proprio lavoro con l'attaccamento alla terra e la capacità di vedere immediatamente i frutti del proprio lavoro.

La terza questione. Anche una sua dichiarazione - e concludo, signor Presidente - ha suscitato altro scandalo e non riesco a capire quale scandalo ci sia nel dire - lo affermo sia per il centrodestra che per il centrosinistra - che abbiamo bisogno come il pane di manodopera e di manodopera qualificata nei settori dell'agricoltura, del turismo e dell'edilizia. Lei ha detto - grazie, signor Presidente, per la cortesia - che c'è un dato oggettivo nel nostro Paese, ovvero che abbiamo bisogno di più di 500.000 persone che possano lavorare ed entrare nel nostro Paese. Allora, proprio per una coalizione di centrodestra, proprio per una cultura, come la nostra, che vuole la difesa dei confini e la sicurezza, dare l'opportunità di entrare nel nostro Paese con un decreto Flussi che possa rispondere a questa domanda è la maniera migliore e più dignitosa per dire concretamente, e non a parole, come si è fatto nel passato, che in Italia si può venire, si deve venire a lavorare, formati, con un lavoro dignitoso e con un'accoglienza dignitosa. La ringraziamo perché, per noi, questo vuol dire la politica con la P maiuscola (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Recenti dichiarazioni del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste sulla carenza di manodopera nel comparto agricolo e iniziative volte al rilancio del lavoro agricolo e alla promozione dell'agricoltura sostenibile - n. 3-00314)

PRESIDENTE. Il deputato Carotenuto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Francesco Silvestri ed altri n. 3-00314 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Ministro, noi interveniamo perché abbiamo trovato le sue parole francamente deprecabili. Lei, in una sola affermazione, è riuscito a svilire il lavoro agricolo, a mortificare i giovani del nostro Paese e ad attaccare una misura di salvaguardia come il reddito di cittadinanza. Infatti, Ministro, i nostri giovani non sono come amate dipingerli voi, dei poco di buono. In tanti lasciano gli affetti, in cerca di un lavoro decente, con una paga dignitosa, che, se fa un giro fuori dal palazzo, si accorgerà essere molto raro e molto conteso. Il reddito di cittadinanza, Ministro, serve proprio a salvaguardare i lavoratori dalla schiavitù del salario, che, tra l'altro, è proprio quella che contraddistingue il lavoro agricolo.

Ministro, dovrebbe sapere che, purtroppo, in questo Paese la realtà è quella del lavoro senza regole e senza diritti e infatti di lavoro in Italia si muore (in media tre morti al giorno) e si muore di lavoro anche nei campi per paghe anche di 2 euro al giorno. Questa era la paga di Paola, addetta alla macinatura dell'uva, morta ad Andria di crepacuore: non riuscì a reggere i ritmi di lavoro che si impose per racimolare una paga decente. Nel 2017, il reddito di cittadinanza non c'era; Paola forse si sarebbe salvata con il reddito di cittadinanza che voi avete cancellato e che, dal 2024, non ci sarà più. Allora le domandiamo signor Ministro, quali iniziative intenda adottare per promuovere l'agricoltura sostenibile come descritto nel PNRR, nonché i tempi previsti per l'immediata e piena attuazione della cosiddetta condizionalità sociale, ma soprattutto le chiediamo se non intenda scusarsi perché, fin quando il lavoro agricolo non si scrollerà di dosso l'immagine fatta di sfruttamento e di schiavitù, parole come le sue risulteranno volgari e classiste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Grazie. Non ho nulla di cui scusarmi, per la verità, collega Carotenuto, perché non mi pare che ce ne siano le ragioni e spiegherò anche il perché. Voglio solo sottolineare, con riferimento al decreto sulla condizionalità sociale, che probabilmente in molti si sarebbero salvati dallo sfruttamento se l'aveste approvato voi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), invece di farlo approvare a me, come primo provvedimento che ho avuto l'onore di firmare, appena mi sono insediato, insieme ai Ministri Calderone e dell'Interno.

La ringrazio comunque dell'opportunità che mi dà di chiarire il mio pensiero a chi lo ha strumentalizzato e di spiegare le ragioni a chi non le ha proprio capite. Numerosi settori produttivi, come quello della sanità, dell'edilizia, quello alberghiero, dei trasporti, della ristorazione, oltre che il settore agricolo, denunciano una carenza di forza lavoro. Valgono i numeri dei click day, oltre ogni altra considerazione. Le domande previste sono 238.335, soddisfatte solo per un terzo dalla quota prevista dal decreto Flussi.

Questi dati fanno rilevare in maniera oggettiva che in Italia esiste una consistente offerta di lavoro regolare che viene pagata. L'offerta di lavora che lei sottolineava è quella irregolare che va condannata e perseguita dalle leggi penali. Ma quella di cui parliamo è quella regolare. Nel contempo, però, centinaia di migliaia di cittadini italiani percepiscono - come lei ricordava - il reddito di cittadinanza, giustificato esclusivamente dall'assenza di offerta lavoro; si tratta cioè di persone che possono lavorare ma dicono che non c'è lavoro.

Una parte della politica, da un lato, auspica l'ampliamento dei flussi, al fine di coprire con l'immigrazione la predetta richiesta. Dall'altro lato, però, sostiene che i percettori di reddito che siano abili al lavoro non possano occupare le posizioni lavorative disponibili e addirittura che la maggior parte di loro non sia in condizione di trovare lavoro per mancanza di scolarizzazione e di formazione adeguata. Quindi: difficoltà a trovare lavoro perché non scolarizzati. Delle due, l'una, colleghi: o le offerte di lavoro delle quali parliamo sono da considerarsi indegne, come lei descriveva in alcuni casi, e, se lo fossero per coloro che si dicono pronti a rubare, in assenza di reddito di cittadinanza, dovremmo affermare che noi, quando apriamo ai decreti Flussi, non importiamo forza lavoro da integrare nel tessuto sociale e produttivo - come dobbiamo fare - ma nuovi schiavi (io però mi rifiuto di pensare e di prendere in considerazione in Italia un'idea indegna come questa); oppure si tratta di lavoro degno, come qualsiasi lavoro che attribuisce a chi lo svolge un ruolo sociale, senza gravare sulle spalle di chi è disponibile a svolgerlo, che sia immigrato o cittadino italiano, sacrificandosi e pagando le tasse.

È ovvio che nessuno può, né vuole obbligare chi non sceglie queste occupazioni lavorative disponibili per soddisfare le proprie necessità, ma allo stesso modo nessuno può pretendere che, alla sua legittima scelta, corrisponda il diritto di percepire un sussidio sulle spalle di chi decide di contribuire alla crescita economica di questa Nazione, in linea con la Costituzione italiana. Questo non ce lo possiamo proprio permettere.

Rammento inoltre - come sottolineato dallo stesso onorevole interrogante - che il nostro Governo tra i primi atti ha adottato il decreto interministeriale contenente le norme per l'applicazione in ambito nazionale della condizionalità sociale e, successivamente, con decreto legislativo, approvato definitivamente durante il Consiglio dei ministri svoltosi simbolicamente proprio a Cutro, ha elaborato il sistema sanzionatorio per la violazione delle disposizioni europee in materia di condizionalità sociale, aggravando le pene, oltre quelle penali, anche dal punto di vista economico. E ora ha stabilito che nessun contributo collegato alla PAC possa essere concesso a coloro che violano le norme di contrasto al caporalato che noi consideriamo uno sfruttamento indegno e ingiustificabile dei lavoratori. È rimesso alle autorità competenti, in maniera di applicazione della legislazione sociale, quali Ispettorato nazionale del lavoro, Vigili del fuoco, Ministero della Salute e regione, nei rispettivi ambiti di competenza, il compito di vigilare sul rispetto delle disposizioni. Continueremo su questa strada, promuovendo il lavoro regolare e combattendo senza sosta coloro che sfruttano i lavoratori. La ricchezza però - mettetevelo in testa, se volete - per essere distribuita, va creata. Se noi non creiamo ricchezza, quando si ridistribuisce, si svendono i beni di famiglia - e l'Italia lo ha fatto negli anni passati svendendo asset strategici -, oppure ci si indebita, come l'Italia ha fatto negli anni passati. Ora, questo Governo, il Governo Meloni, pensa di investire sulle imprese, di creare lavoro, di far crescere la nostra economia, di creare ricchezza e quindi di poterla ridistribuire ai più deboli, anche e soprattutto a quelli che non possono lavorare, che vanno aiutati più di quanto si sia fatto in questi anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Caramiello ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie Presidente. Ministro, la sua risposta non ci soddisfa minimamente e le spiego anche il perché. Il regolamento sulla condizionalità sociale proviene anzitutto dalla PAC ed è un regolamento europeo, quindi non si prenda meriti non suoi.

Pur di incassare due applausi al Vinitaly, si è permesso di insultare i cittadini in difficoltà - il solito bersaglio facile dei percettori del reddito di cittadinanza - senza distinguo, facendo di tutta l'erba un fascio, per non perdere le vecchie abitudini. Ministro, sono svilenti le sue dichiarazioni. Per lei, le risorse umane necessarie al mondo agricolo dobbiamo prenderle dai divani - dai percettori del reddito di cittadinanza - dove, sempre secondo lei, si trovano i nullafacenti, braccia negate all'agricoltura.

Ministro, nella sua replica, ha dimenticato un dato fondamentale: lo sa quanti percettori del reddito di cittadinanza sono stati assunti nel comparto agricolo lo scorso anno? Glielo dico io. Se lei avesse studiato i numeri, avrebbe scoperto che lo scorso anno, fra gli 890.000 operai agricoli assunti nel nostro Paese, circa 100.000 appartenevano a famiglie percettrici di reddito di cittadinanza. Ancora una volta, dunque, le vostre “sparate” sono smentite dai numeri e il fatto che lei, nella sua risposta, non li abbia citati significa che per voi viene la propaganda prima di tutto il resto.

Ministro, lei così continua ad alimentare quel serbatoio di insensibilità di cui si nutre la sua parte politica, incrementando il risentimento e l'odio sociale. Personalmente, ritengo vergognoso far passare la povertà come una sorta di colpa per un crimine che non si è mai commesso. Il comparto agricolo merita rispetto, ma anche tanta competenza, serietà e professionalità. Ministro, noi stiamo ancora aspettando che il suo Governo organizzi corsi di formazione per i giovani che vogliono cimentarsi anche nella pratica agricola, o pensate che basti alzarsi dal divano e andare a raccogliere quello che magicamente viene seminato per lavorare nel mondo dell'agricoltura?

Attenzione - badate bene -, non basta firmare un decreto sul caporalato; vanno create le condizioni politiche, con provvedimenti attuativi, per garantire dignità ai lavoratori ed affrontare in maniera seria la crisi del settore. Ministro, le sue dichiarazioni dimostrano di non tenere conto né delle esigenze del lavoro e della produzione nel settore agricolo, né delle condizioni dei braccianti.

Presidente, vado a concludere. Ministro, non il MoVimento 5 Stelle, ma milioni di persone sotto la soglia di povertà e oltre un milione di dipendenti del settore agricolo attendono anche da lei risposte concrete e non chiacchiere, per un comparto che è da considerare a tutti gli effetti il motore dell'Italia. Ma, prima di tutto, molti cittadini italiani aspettano le sue scuse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 68, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Modifiche nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito del medesimo gruppo.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 4 aprile 2023, il presidente del gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE ha reso noto che l'assemblea del gruppo ha provveduto, in pari data, alle seguenti nomine: vicepresidente vicario: Raffaele Nevi; vicepresidenti: Deborah Bergamini, Francesco Cannizzaro e Rita Dalla Chiesa; tesoriere: Stefano Benigni in sostituzione del deputato Paolo Emilio Russo.

Al deputato Mauro D'Attis è stato affidato, in sostituzione del deputato Stefano Benigni, l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera; al deputato Alessandro Battilocchio resta, inoltre, affidato l'esercizio dei medesimi poteri.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate, a norma dell'articolo 96-bis, commi 3 e 5 del Regolamento, delle questioni pregiudiziali riferite: al disegno di legge n. 1060, di conversione del decreto-legge recante misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali; al disegno di legge n. 1067, di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame di tali questioni pregiudiziali sarà collocato, rispettivamente, quale primo e quale secondo argomento all'ordine del giorno della seduta di mercoledì 12 aprile, la quale, secondo le medesime intese, avrà inizio alle ore 11.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare la deputata Carmela Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Come ogni anno, in questo periodo, milioni di agnelli vengono trasportati in Europa e in Italia per essere poi portati al macello. Su questa pratica vorremmo spendere due parole, per raccontare quello che presuppone questa tradizione culinaria che caratterizza i giorni di Pasqua. Parliamo di milioni di cuccioli in allattamento, che, il giorno successivo alla nascita, sono sottratti alle madri e chiusi in piccole gabbie. Viene, inoltre, impedito loro di mangiare erba, perché la loro carne deve essere priva di qualsiasi alterazione. Entro i 22 giorni di vita i piccoli agnelli vengono trasportati e portati ai macelli - laddove riescano a superare condizioni di viaggio aberranti, sia per le intemperie, sia per la fame e la sete - per essere macellati attraverso una tecnica, una pratica, che definire disumana è poco, perché prevede il dissanguamento della carne degli agnelli; quindi una pratica estremamente crudele per i cuccioli di agnello. Tutto questo per garantire la purezza del sapore della carne. Ma non finisce qui. Alcune inchieste giornalistiche delle ultime settimane hanno evidenziato le condizioni aberranti di trasporto di questi cuccioli. In particolare, quest'anno Animal Equality ha rilasciato in anteprima delle immagini registrate da Animal Welfare Foundation, durante ispezioni avvenute su camion che trasportavano i cuccioli di agnello. Ebbene, le immagini che sono emerse non sono degne di un Paese civile: parliamo di cuccioli trasportati su camion in condizioni igieniche estremamente precarie, con ossa e zampe spezzate, senza sistemi di abbeveraggio, camion che sono pericolosi proprio per la conduzione degli stessi animali. Addirittura, durante un controllo di qualche settimana fa, in provincia di Bologna, le condizioni disumane e pessime degli animali erano talmente gravi che si è stati costretti ad ucciderli prima ancora di giungere al macello.

Parliamo di violazioni continue del Regolamento (CE) n. 1/2005. Anche la risposta che è stata data in quest'Aula, poco fa, dal Ministro dell'Agricoltura è inadeguata, perché evidenzia chiaramente che i controlli non sono pieni, non sono organizzati in maniera sistematica e, soprattutto, non sono adeguati a prevenire gli abusi. Come possiamo tollerare, Presidente, queste barbarie soprattutto in una società dove ormai la carne si potrebbe coltivare in laboratorio? Vietare la macellazione di cuccioli in allattamento dovrebbe essere un ambizioso traguardo di questo Parlamento e di questo Governo. Anzi, di più. Dovremmo puntare in toto al divieto di macellazione dei cuccioli appartenenti alle specie animali destinate al consumo umano, perché, Presidente, e concludo, molto spesso si utilizza il termine “bestia” come insulto, ma in realtà, guardando queste immagini e guardando la crudeltà di queste uccisioni, evidentemente l'insulto è la parola “umano” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 11 aprile 2023 - Ore 14:

1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

MELONI e MORRONE: Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 338-B​)

Relatrici: BISA e VARCHI.

2. Discussione sulle linee generali della proposta di inchiesta parlamentare:

GRIBAUDO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. (Doc. XXII, n. 6-A)

Relatori: LAUS, per la XI Commissione; CIOCCHETTI, per la XII Commissione.

3. Discussione sulle linee generali della mozione Molinari ed altri n. 1-00045 concernente iniziative in materia di riconoscimento di Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico specializzati nelle patologie ambientali .

4. Discussione sulle linee generali delle mozioni Orrico ed altri n. 1-00079 e Manzi ed altri n. 1-00063 concernenti iniziative in materia di dimensionamento scolastico, nel quadro di interventi per la valorizzazione e il potenziamento del sistema di istruzione .

La seduta termina alle 16,25.