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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 63 di lunedì 6 marzo 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 12,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

GIOVANNI DONZELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 marzo 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 62, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Prima di proseguire i lavori, saluto la scuola primaria Fornace Fagioli di Osimo, in provincia di Ancona. Grazie di essere qui, grazie ai vostri docenti, al preside e a tutti voi (Applausi).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

GIOVANNI DONZELLI, Segretario, legge:

Francesco Di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:

misure per la riduzione della tassazione sulla casa (177) - alla VI Commissione (Finanze);

misure per rafforzare la sicurezza dei luoghi pubblici (178) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

controlli sul rispetto della legge da parte dei centri sociali autogestiti (179) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

interventi urgenti di manutenzione degli alloggi popolari (180) - alla VIII Commissione (Ambiente);

nuove norme per contrastare il traffico di esseri umani (181) - alla II Commissione (Giustizia);

Francesco Romano, da Saviano (Napoli), chiede:

modifiche al Regolamento della Camera nel senso di prevedere un termine di 30 giorni entro il quale i parlamentari debbano rispondere alle istanze loro inviate dai cittadini via e-mail (182) - alla Giunta per il Regolamento;

disposizioni volte a incentivare l'apertura di sportelli bancari nei comuni che ne sono privi (183) - alla VI Commissione (Finanze);

Roberto Scurti, da Spoltore (Pescara), chiede di estendere agli uomini l'applicazione delle norme assistenziali in favore delle donne vittime di violenza (184) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Stefano Fuschetto, da Gallarate (Varese), chiede di spostare la capitale della Repubblica da Roma a Milano (185) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Omar Plinio Falvo, da Camigliatello Silano (Cosenza), chiede:

l'istituzione di un museo naturalistico e storico diffuso nel territorio dei comuni di Marzi, Carpanzano, Scigliano e Bianchi nella valle del Savuto (186) - alle Commissioni riunite VII (Cultura) e VIII (Ambiente);

l'istituzione di un fondo per potenziare l'ospitalità diffusa nei territori di montagna della valle del Savuto (187) - alla X Commissione (Attività produttive);

l'istituzione di un fondo per garantire il diritto alla salute nei territori di montagna della valle del Savuto (188) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede:

misure per favorire l'assunzione e la formazione di infermieri professionali (189) - alla XI Commissione (Lavoro);

norme in materia di procedibilità d'ufficio per i reati per i quali sia contestata l'aggravante del metodo mafioso o della finalità di terrorismo o di eversione (190) - alla II Commissione (Giustizia);

Mariella Cappai, da Monserrato (Cagliari), chiede:

l'approvazione della proposta di legge Ciaburro recante «Istituzione e disciplina delle zone franche montane per la salvaguardia e lo sviluppo delle aree di montagna e per il contrasto dello spopolamento nelle aree interne, montane e rurali» (atto Camera n. 538) (191) - alla VI Commissione (Finanze);

l'introduzione del reato di violenza acustica (192) - alla II Commissione (Giustizia);

Aurelio Rosini, da Mariglianella (Napoli), chiede:

modifiche all'articolo 93 del codice della strada per contrastare il fenomeno degli autoveicoli che circolano in Italia con targhe di Paesi stranieri pur essendo condotti da cittadini italiani o da stranieri stabilmente residenti in Italia (193) - alla IX Commissione (Trasporti);

modifiche alle norme sulla circolazione stradale in materia di rallentatori di velocità (194) - alla IX Commissione (Trasporti);

modifiche alle norme sulla circolazione stradale in materia di notificazione delle violazioni (195) - alla IX Commissione (Trasporti);

modifiche alle norme sulla circolazione stradale concernenti i casi di impossibilità della contestazione immediata (196) - alla IX Commissione (Trasporti);

modifiche alle norme sulla circolazione stradale in materia di segnalazione visiva e illuminazione dei veicoli (197) - alla IX Commissione (Trasporti);

modifiche alle norme sulla circolazione stradale in materia di dispositivi retroriflettenti integrativi dei segnali orizzontali (198) - alla IX Commissione (Trasporti);

modifiche alle norme sulla circolazione stradale in materia di modalità di esercizio della diffida da parte del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e sostituzione in caso di inadempienza (199) - alla IX Commissione (Trasporti);

la concessione di incentivi o bonus ai cittadini che segnalano irregolarità relative allo stato di manutenzione delle strade o della loro segnaletica (200) - alla VIII Commissione (Ambiente);

modifiche alle norme sulla circolazione stradale in materia di circolazione di velocipedi (201) - alla IX Commissione (Trasporti);

modifiche alle norme sulla circolazione stradale in materia di circolazione di patente a punti (202) - alla IX Commissione (Trasporti);

Orlando Masiero, da Fiesso d'Artico (Venezia), chiede:

modifiche alla disciplina del cosiddetto superbonus 110 per cento per interventi edilizi (203) - alla VI Commissione (Finanze);

l'introduzione del divieto di vendite allo scoperto di titoli e di strumenti finanziari derivati (204) - alla VI Commissione (Finanze);

nuove norme in materia di trattamento fiscale dei titoli di Stato (205) - alla VI Commissione (Finanze);

l'abolizione del carattere elettivo della carica di sindaco (206) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

misure per limitare il consumo di suolo e riqualificare il patrimonio immobiliare inutilizzato (207) - alla VIII Commissione (Ambiente);

interventi per il contrasto del tabagismo (208) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Michele Vecchione, da Alatri (Frosinone), chiede:

di estendere ai lavoratori parasubordinati le misure in materia di trattamento di fine rapporto e reversibilità (209) - alla XI Commissione (Lavoro);

che gli importi delle pensioni di guerra e per invalidità civili non siano conteggiati ai fini del riconoscimento delle maggiorazioni sociali, dell'integrazione al trattamento minimo e degli assegni familiari (210) - alla XII Commissione (Affari sociali);

misure a tutela dei figli nati da genitori affetti da disturbi neuropsichiatrici (211) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Alessandro Scandiffio, da Pomarico (Matera), chiede di escludere l'incompatibilità tra l'esercizio della professione forense e l'insegnamento scolastico di materie non giuridiche (212) - alla II Commissione (Giustizia);

Daniele Piccinini, da Torino, chiede l'estensione a tutto l'anno dell'ora legale (213) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Fabio Canclini, da Valdisotto (Sondrio), chiede nuove norme in materia di cessione dei crediti fiscali per interventi edilizi (214) - alla VI Commissione (Finanze);

Giuseppe Mastroeni, da Roma, chiede norme per rafforzare l'autonomia organizzativa della Presidenza del Consiglio dei ministri (215) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Alessandro Amico, da Acireale (Catania), chiede:

l'abrogazione della legge 20 maggio 2016, n. 76, in materia di unioni civili tra persone dello stesso sesso, e misure a favore della natalità (216) - alle Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali);

l'abolizione di qualsiasi forma di finanziamento pubblico, diretto o indiretto, ai sindacati e ai mezzi di informazione (217) - alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro);

la reintroduzione del finanziamento pubblico ai partiti (218) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

il ripristino dell'immunità parlamentare (219) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Mario Barrali, da Pollina (Palermo), chiede norme di interpretazione autentica in materia di esclusione dal diritto alla percezione del reddito di cittadinanza per i soggetti condannati (220) - alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);

Luca Marco Comellini, chiede modifiche all'articolo 1462 del codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, in materia di encomi ed elogi (221) - alla IV Commissione (Difesa); Andrea Del Vescovo, da Poggio Moiano (Rieti), chiede il riconoscimento dell'abilitazione al sostegno per i laureati in pedagogia in possesso di un master universitario post-laurea in materia di inclusione scolastica (222) - alla VII Commissione (Cultura);

Mario Staderini, da Roma, e altri cittadini chiedono interventi diversi per consentire l'esercizio dei diritti politici in modalità digitale (223) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Stefano Milano, da Roma, e altri cittadini chiedono misure urgenti per rafforzare i servizi pubblici rivolti alla salute psicologica dei cittadini (224) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Laura Massaro, da Roma, e altri cittadini chiedono modifiche all'articolo 250 del codice civile in materia di riconoscimento dei figli (225) - alla II Commissione (Giustizia).

Discussione della mozione Foti ed altri n. 1-00071 concernente iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come "Qatargate".

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Foti ed altri n. 1-00071 concernente iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come "Qatargate"(Vedi l'allegato A).

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è pubblicata nel vigente calendario dei lavori (Vedi calendario).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

È iscritto a parlare il deputato Massimo Ruspandini, che illustrerà anche la mozione n. 1-00071, di cui è cofirmatario.

MASSIMO RUSPANDINI (FDI). Grazie, Presidente. Come lei ha detto, sono qui ad illustrare, a nome del gruppo Fratelli d'Italia, il più grave scandalo che l'Unione europea abbia mai visto, conosciuto come “Qatargate”. È cronaca ormai nota quello che accadde la mattina del 9 dicembre 2022, quando la magistratura belga dispose 16 perquisizioni presso 14 differenti indirizzi, nell'ambito di una inchiesta top secret, aperta a metà luglio dello stesso anno, su una presunta organizzazione criminale infiltratasi nel Parlamento europeo e sospettata di influenzare la politica dell'Unione europea. Secondo gli inquirenti, i Paesi cosiddetti corruttori erano il Qatar e il Marocco. Il Qatar avrebbe tentato di influenzare decisioni economiche e politiche, corrompendo con grandi somme di denaro e regali importanti personaggi con cariche politiche strategiche molto significative all'interno del Parlamento europeo, per non compromettere o offuscare lo svolgimento della Coppa del mondo FIFA 2022, che tutti abbiamo seguito. Sempre secondo le piste investigative, il Qatar, che investe tutt'oggi in Europa nel mercato immobiliare e specula con grandi investimenti, intendeva blindare la propria leadership nell'export del gas naturale liquefatto, approfittando della crisi energetica in Ucraina. Tra i fermati ci sono ben quattro italiani: Antonio Panzeri, ex eurodeputato del PD e di Articolo 1; il sindacalista Luca Visentini; Francesco Giorgi, assistente parlamentare dell'eurodeputato del PD Andrea Cozzolino; Nicolò Figà-Talamanca, segretario generale della ONG No Peace Without Justice, fondata nel 1993 da Emma Bonino; e, soprattutto, Eva Kailī, la vicepresidente del Parlamento europeo, già in forza al gruppo Socialisti e Democratici europei, compagna di Francesco Giorgi, fermata, secondo le ricostruzioni, con oltre 750.000 euro in contanti, di cui 600.000 trovati nella borsa del padre di lei e altri 150.000 nella sua abitazione. È particolarmente importante, secondo noi, soffermarci sulla vicenda, soprattutto sulle frasi che ricorrono della vicepresidente del Parlamento europeo. Questa star della sinistra europea, Eva Kailī, assicurava infatti che il Qatar fosse in prima linea per i diritti dei lavoratori. Diceva che si erano aperti al mondo, che si erano impegnati in una visione - testualmente - contemporanea e moderna. Diceva Eva Kailī : “Si sono letteralmente aperti al mondo ma qui c'è ancora chi li discrimina, li bullizza e accusa di corruzione chiunque parli con loro o si impegni nel confronto”. Altra parola chiave nel pantheon delle idee della sinistra: il confronto. Chiosava, in uno dei suoi interventi surreali: “Hanno già raggiunto l'impossibile”. Tutto questo anche a fronte delle inchieste sulle migliaia di morti, soprusi e diritti negati. Kailī era rimasta l'unica ad essere invitata e accolta nell'Emirato e, anche in quell'occasione, aveva lodato le riforme del Governo, tanto da dire che lei rappresentava - e in quella sede in effetti lo faceva - con orgoglio, a suo dire, 500 milioni di europei. Cosa era stato nascosto ai 500 milioni di europei? Il fatto che - non lo dico io ma lo dicono autorevoli giornali europei, giornalisti che hanno tentato di capire, andando oltre questa coltre di nebbia artefatta, costruita ad arte - il Qatar ha costruito ben 7 stadi, un nuovo aeroporto, una rete minuziosa e moderna di metropolitane, tante strade e circa 100 nuovi hotel. Lo ha fatto impiegando 30.000 lavoratori, che venivano dalle parti più disparate del mondo, soprattutto dall'India, dal Bangladesh, dal Nepal e dalle Filippine. Secondo alcune ricostruzioni, ma anche fonti giornalistiche autorevolissime come The Guardian, a Doha, dove è stata assegnata la Coppa del mondo, dal 2010 fino al 2020 ci sono stati qualcosa come 6.500 morti, con una media di 12 morti a settimana. Ci sono le denunce di Amnesty International, ci sono casi comprovati di lavoratori cui è stato impedito dai datori di lavoro di lasciare il Paese o cambiare impiego. Chi si è lamentato, chi ha minacciato di andarsene o di raccontare quanto succedeva, è stato minacciato e intimidito: un vero e proprio sistema di lavori forzati.

Questo è quanto accaduto e fa il paio con l'altro arresto eccellente, quello di Antonio Panzeri. Amico di D'Alema, in Parlamento con il PD nel 2014, poi passa ad Articolo 1, fondatore della ONG Fight Impunity, sospettato di essere intervenuto politicamente con i membri del Parlamento europeo a beneficio del Qatar e del Marocco. Anche lui ritrovato con 600.000 euro in contanti che, con gli altri 750.000, fanno una montagna di contante. Sono ricostruzioni ancora superficiali, perché secondo gli inquirenti c'è ben altro. Qui, in Parlamento, ci stiamo ammazzando e ci vogliono mettere all'angolo, perché abbiamo alzato il tetto del contante a 5.000 euro. Mi pare abbiano veramente un'idea un po' diversa del contante.

Al netto di questa simpatica digressione, anche sul Marocco si apre una pagina davvero delicata e drammatica della vicenda. Il Marocco ha fatto leva sui migranti clandestini nei confronti dell'Unione europea, come strumento di pressione per ottenere maggiori visti per i cittadini marocchini e soprattutto far riconoscere dalla comunità internazionale il Sahara occidentale, quella porzione di territorio dove il Marocco vorrebbe continuare ad estrarre liberamente i fosfati, che poi vengono impiegati come concimi e fertilizzanti.

Anche qui il buon Panzeri, con gli amici della sinistra, secondo gli inquirenti, era riuscito a portare a casa nel 2019 un accordo di pesca, poi fortunatamente annullato nel 2021 dalla Corte di giustizia, considerato che quella è una zona la cui sovranità viene rivendicata anche da altre Nazioni. Tutto questo per dire, signor Presidente, che, a margine di questo scandalo dalle proporzioni incredibili, che va a toccare le radici più profonde dell'istituzione massima a cui tutti noi cittadini europei ci rivolgiamo, c'è tutta un'altra partita che è legata alle denunce inascoltate di Fratelli d'Italia in questi anni rispetto alle sistematiche violazioni dei diritti umani in Qatar e sulle ingerenze dell'Emirato sul mondo culturale, economico e politico europeo.

Ne ha parlato il senatore Fazzolari nel disegno di legge di ratifica del Trattato bilaterale Italia-Qatar, mettendo in guardia sul poderoso finanziamento delle moschee in Europa legate alla fratellanza musulmana; ce ne sono anche nella regione Lazio di queste ingerenze, per esempio. Io stesso ne ho parlato in Senato, nella scorsa legislatura, nel corso della discussione sul DDL Zan, dove venivamo etichettati e apostrofati nel peggiore dei modi possibili. Facevamo ricordare ai colleghi, oggi all'opposizione, che non una parola si era levata sui diritti umani in quelle zone, non una parola si era rivolta al Qatar, dove l'omosessualità viene considerata addirittura un reato. Insomma, tutta una serie di cose molto strane avvenute in questi anni.

Nella mozione chiediamo al Governo di impegnarsi nelle competenti sedi europee a sostenere ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione, ma anche di agire, nelle sedi e secondo le procedure previste dalla giurisdizione belga, al fine di costituirsi come parte civile nel procedimento penale in essere, per la salvaguardia e la tutela dell'immagine dell'Italia nel contesto internazionale, nonché ad aggiornare il Parlamento in merito agli sviluppi della vicenda di cui stiamo discutendo. La sinistra europea, con il fondamentale e sconcertante apporto di quella italiana, ha messo a dura prova, con lo scandalo “Qatargate”, la reputazione di questo Parlamento e di chi vi opera.

Sotto il profilo politico, è di tutta evidenza un'altra questione che a noi sta particolarmente a cuore, vale a dire la debolezza culturale della sinistra italiana ed europea verso certi Governi autocratici, che in Europa penetrano sia con ingenti capitali sia con la predicazione radicale nelle comunità musulmane. Questo è l'aspetto che più ci preoccupa, è questa la fase, diciamo così, decisiva del nostro ragionamento. Abbiamo il dovere di preservare le istituzioni europee e il nostro modello di vita occidentale, lo dobbiamo ai nostri figli, lo dobbiamo alla politica per la quale ci impegniamo.

Sapete come è stato interpretato questo scandalo a livello europeo? Con la solita macchietta che ci è stata attribuita dai nostri amici europei, dai giornali, dai giornaloni del resto del continente, che non hanno fatto altro che dipingere questo clamoroso scandalo di corruzione come il solito italian job. Noi invece - e lo ha detto bene Giorgia Meloni in un'intervista - non parliamo di italian job, ma, essendo qualche cosa profondamente organico alla sinistra, alla sinistra che parla di diritti e razzola all'opposto, quindi di chi parla bene e razzola male, dei soliti teatrini ai quali siamo abituati, lo vogliamo chiamare socialist job. Credo sia la versione più corretta di questo triste scandalo sul quale speriamo si faccia luce al più presto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, prima di intervenire oggi in quest'Aula, a nome del gruppo del Partito Democratico, voglio rivolgere un pensiero al senatore Bruno Astorre, segretario del Partito Democratico del Lazio, che ci ha tragicamente lasciato nella giornata di venerdì. La sua morte ha sconvolto le istituzioni e tutta la comunità democratica, lasciandoci senza parole e senza fiato. Dal primo istante in cui si è diffusa l'atroce notizia, Bruno è stato ricordato con affetto e partecipazione da rappresentanti di tutte le forze politiche, così come da tante, tantissime, semplici persone che ha aiutato e incontrato durante la sua lunga vita di impegno. Nelle prossime ore avremo modo di salutarlo come merita, ma lasciatemi già oggi rinnovare anche da quest'Aula il fortissimo abbraccio alla famiglia e a tutte e a tutti i suoi cari, che viene dal cuore di chi ha avuto modo di condividere al suo fianco un tratto della propria strada umana e politica (Applausi).

Nel merito della discussione di oggi, voglio prima di tutto ribadire le parole già usate qui, nella giornata del 13 dicembre, dall'onorevole Enrico Letta: “Le notizie di quelle inchieste raccontano qualcosa di scandaloso e di inaccettabile. È un danno gravissimo che quelle vicende fanno all'Europa e al cuore della sua democrazia; è un danno a tutti noi, è un danno ai nostri ideali ed è un danno all'Europa che amiamo. Le istituzioni reagiscano in modo inflessibile, la magistratura faccia fino in fondo il suo dovere. Quella lì non è la nostra Europa: è la più lontana possibile dai nostri ideali. Quella lì non è la nostra Europa, perché la nostra Europa è quella della purezza degli ideali e del coraggio della pratica, giorno per giorno di David Sassoli. A quegli ideali e a quel coraggio abbiamo sempre fatto riferimento e continueranno a essere la nostra bussola”. Presidente, la nostra posizione è chiara, limpida, trasparente, non equivocabile e non strumentalizzabile. Abbiamo scelto di costituirci in giudizio, anche come Partito Democratico, in quanto parte lesa, perché chi ha tradito i principi dell'appartenenza ai valori dell'Europa e della sinistra ha colpito e ferito l'anima di tutte le democratiche e di tutti i democratici, ha ferito e colpito le ragioni più profonde del nostro essere una comunità ancorata a forti ideali, che non possono mai essere venduti o svenduti da nessuna e da nessuno.

Abbiamo scelto di supportare, supportiamo e supporteremo ogni iniziativa utile presso il Parlamento europeo finalizzata a fare luce e porre in essere le dovute contromisure per il futuro. Tutta la delegazione italiana presente nel gruppo PSE-Socialisti e Democratici ha dato pieno appoggio all'iniziativa della Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, con la presentazione di un piano in 14 punti per contrastare corruzioni e ingerenze esterne, riformare e ricostruire la fiducia e riaffermare il Parlamento europeo come istituzione moderna e aperta. Tra questi, il periodo di raffreddamento pari a due anni per gli eurodeputati a fine mandato, nei quali non potranno svolgere attività di lobbying presso le istituzioni europee. Ed è proprio per questa ragione, per il pieno sostegno a tutte le iniziative utili, che siamo fortemente critici verso la scelta del primo partito di maggioranza di calendarizzare questa mozione, perché, come stiamo già vedendo nella discussione di oggi, non è questo lo strumento e il metodo per affrontare una questione seria che dovrebbe vederci tutti e tutte uniti, senza strumentalizzazioni, senza provocazioni.

È vero, il Capo XXVI, all'articolo 110 e seguenti del nostro Regolamento, riconosce a tutti i presidenti di gruppo o a dieci deputati il diritto di promuovere una deliberazione dell'Assemblea su un determinato argomento, ma, oggi, su questo tema - e lo ha detto molto bene nell'illustrazione, leggendo le impegnative -, non abbiamo alcuna competenza diretta e non possiamo chiedere o prendere alcun impegno, se non, genericamente, quello di impegnare il Governo, nelle sedi europee, a sostenere ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione e ad agire al fine di costituirsi come parte civile nel procedimento penale in essere. Ci mancherebbe altro!

Ma può essere, questa, la priorità del primo partito di maggioranza, vale a dire impegnare Giorgia Meloni a sostenere le iniziative per il contrasto della corruzione in sede europea o a costituirsi, nelle opportune sedi, parte civile? Questo dovrebbe essere scontato, e lo dico io, dall'opposizione. Lo abbiamo fatto noi, come partito, non lo deve fare il Governo italiano? Lo abbiamo fatto noi, come comunità di democratiche e democratici, non lo deve fare la comunità nazionale? È chiaro che la reazione deve essere di condanna dura, netta e senza quartiere, ma, oggi, in Parlamento, abbiamo una responsabilità in più: dovremmo ribadire con forza, come stiamo facendo, la condanna e la necessità di costruire strumenti concreti per evitare che queste storie in futuro possano ripetersi, qualunque sia stato, sia o sarà il colore politico di chi commette tali fatti. Infatti, siamo di fronte a responsabilità individuali, che devono essere accertate, non siamo di fronte alla responsabilità di una parte politica. E quando si cerca di strumentalizzare tutto ciò per aprire un confronto e dividerci, invece che unirci, su questo tema, ecco, è qui che si svela il senso di quella che non è un'iniziativa politica finalizzata a un risultato, se non quello di portare avanti questa provocazione, con una forzatura anche istituzionale, perché il fatto di aver presentato una mozione e averne calendarizzato la discussione con così grande urgenza, chiaramente, rappresenta un precedente anche pericoloso per il futuro e per il futuro dei lavori di quest'Aula.

Avremmo voluto, invece, che oggi si fossero potuti affrontare alcuni dei temi fondamentali, su cui, invece, stiamo ancora aspettando di avere risposte. Abbiamo presentato una mozione urgente sul tema drammatico della siccità. C'è un'emergenza che sta crescendo, che crescerà e che, nei prossimi mesi, sarà devastante e, senza azioni concrete per garantire il nostro sistema idrico, per fermare gli sprechi, per garantire di avere gli strumenti adeguati, rischiamo di fermare la nostra agricoltura, la nostra economia, la vita concreta delle persone, con le ripercussioni che ci saranno. Sarà un'emergenza di cui parleranno i talk show, ma il compito delle istituzioni e del Parlamento non dovrebbe essere quello di attrezzarsi alcuni mesi dopo la discussione che c'era nei talk show di alcuni mesi prima, ma quello di anticipare con soluzioni concrete i problemi che genereranno una discussione pubblica nei prossimi mesi.

Allora, invece di inseguire i talk show di due mesi fa sul “Qatargate”, facciamo oggi una discussione sulla mozione siccità per prevenire i talk show che ci saranno fra due mesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e poter dire, quando l'emergenza verrà fuori, che abbiamo detto e fatto qualcosa e che ci siamo.

Non solo. Abbiamo presentato un'interpellanza senza risposta sul reddito di cittadinanza. Nella fretta e furia di cancellare un provvedimento, che è stato necessario e indispensabile per sostenere milioni di persone in condizioni di gravissima difficoltà, si è cancellato l'articolo 7, che prevedeva anche le pene per quei furbetti, per quelle persone disoneste, che hanno dichiarato il falso sulla propria condizione, per ottenere il reddito di cittadinanza. E poiché il codice penale prevede l'abolitio criminis, qui stiamo parlando, non solo del fatto di non poter più punire in futuro, ma anche di non poter più andare in esecuzione delle pene attribuite per i comportamenti che sono già stati accertati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È un colpo di spugna nei confronti di quei furbetti che tutti dovremmo condannare. Perché è stato fatto? Perché c'era fretta di colpire quelle persone che veramente hanno bisogno del reddito di cittadinanza, per strapparlo via con un colpo di spugna in una manovra finanziaria? Ma è veramente qualcosa che va nella direzione opposta, non solo, a quello che diciamo dai banchi dell'opposizione, ma, anche, a quello che dice la maggioranza, a ciò che ha presentato la maggioranza al Governo.

Oltretutto, l'informativa del Ministro Valditara ancora non c'è stata. La stiamo aspettando, questa informativa di Valditara, perché riteniamo inaccettabile e inconcepibile che, di fronte a un'aggressione squadrista, come quella che c'è stata di fronte a una scuola, il Ministro non abbia speso una parola di condanna nei confronti degli autori di questo gesto e abbia, invece, condannato la preside, che ha scritto agli studenti per ricordare i valori della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Ma vi rendete conto in che direzione stiamo andando?

Domani, avremo qui il Ministro Piantedosi, mentre ancora non sappiamo quando vedremo il Ministro Valditara. Il Ministro Piantedosi lo avremo qui domani. Al Ministro Piantedosi chiederemo di risponderci rispetto a quello che ha detto, perché è molto grave e profondamente disumano quello che lui ha voluto dire circa la tragedia che ha sconvolto tutti noi - e ringraziamo, ancora una volta, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver rappresentato nel modo migliore possibile il sentimento di tutti gli italiani di fronte a quello che è successo -, non solo per le parole, ma anche per le mancate azioni di soccorso e per quello che non c'è stato. Vogliamo sapere come mai sia intervenuta la Guardia di finanza e non siano intervenuti invece mezzi che potevano essere adeguati, vogliamo sapere quali scelte siano state fatte e vogliamo conoscere queste responsabilità. Abbiamo chiesto per questo le dimissioni del Ministro e ci aspettiamo, domani, di avere risposte concrete circa quello che effettivamente è stato detto ed è stato fatto e non fatto.

Due ultime questioni: il salario minimo e la sicurezza sul lavoro. Mi rivolgo alla maggioranza, che ha citato il dramma della sicurezza sul lavoro a Doha. Si tratta di un dramma vero che ci colpisce, perché il lavoro è sempre lavoro, in qualunque Paese e da qualunque persona sia svolto. Tuttavia, a differenza di chi oggi occupa il ruolo di primo partito di maggioranza, non cambiamo la nostra attenzione sui temi a seconda del Paese, della nazionalità, del dibattito. Per noi l'attenzione sul lavoro è sempre centrale.

Abbiamo chiesto di affrontare, come primo tema, in questa legislatura, quello del salario minimo, perché ci sono milioni di lavoratori e lavoratrici poveri in questo Paese, ma ciò non è stato ancora possibile, nonostante l'azione del Partito Democratico in questa direzione. C'è un dramma di sicurezza del lavoro, non ci sono solo i morti a Doha, ci sono anche morti a Roma, a Milano, a Torino, a Napoli, nei nostri porti, nei settori che mandano avanti il Paese. Da questo punto di vista, vi è il totale silenzio.

Ecco, di fronte a un Governo che si è presentato dicendo di essere pronto e si sta dimostrando pronto a tutto tranne che a governare il Paese, ricordo il nostro invito, il nostro appello nel ribadire la dura e ferma condanna e la necessità di un impegno nelle sedi nazionali e internazionali per salvaguardare veramente l'onore dei valori e degli ideali in cui tutte le persone che si riconoscono nei valori della Costituzione credono e che sono stati calpestati e violati in questa vicenda del “Qatargate”. Vogliamo veramente che sia fatta piena luce e giustizia, chiediamo, però, che il Parlamento si occupi di quello di cui si deve occupare, che il Governo ci dia risposte alle domande che abbiamo fatto, risposte che non sono ancora state fornite, e che, con la stessa rapidità con la quale questa mozione è stata calendarizzata, possano essere calendarizzate le altre fondamentali questioni che abbiamo chiesto come Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Federica Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (M5S). Presidente, gentili colleghi, membri del Governo, oggi ci troviamo a discutere in conseguenza di eventi che credo saremo tutti d'accordo nel definire gravi e imbarazzanti e che, andando oltre ogni considerazione nel merito, ci pongono inesorabilmente di fronte a una questione morale. Al di là della dimensione prettamente giudiziaria, la complessa e infamante vicenda conosciuta come “Qatargate”, in ragione del primo Paese coinvolto, il Qatar, seguito, poi, però, dal Marocco, inchioda il mondo della politica a precise responsabilità e apre inevitabilmente una nuova stagione di decisioni che dovranno essere prese.

Le ipotesi accusatorie scaturite dall'inchiesta belga parlano di associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e corruzione da parte del Qatar e successivamente del Marocco, con l'obiettivo comune - cito testualmente - “di influenzare decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo attraverso grandi somme di denaro e importanti regali a parti terze con un ruolo politico e/o una posizione strategica dentro il Parlamento europeo”.

Ricordo con tristezza che, nel tremendo squallore di questo contesto, sono coinvolti anche diversi italiani: Antonio Panzeri, europarlamentare del Partito Democratico; Francesco Giorgi, assistente dell'europarlamentare del Partito Democratico Andrea Cozzolino; Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale dell'organizzazione non governativa “No Peace Without Justice”; Luca Visentini, segretario della ITUC, la Confederazione sindacale mondiale.

Il vulnus è immenso e non mi riferisco solamente al danno diretto e immediatamente percepibile da tutti, ossia, chiaramente, la distorsione di processi politici e parlamentari, che dovrebbero, invece, essere sacri, ma penso, anche e soprattutto, al danno connesso alla fiducia tra cittadini e istituzioni. Facciamoci qualche domanda: cosa dovrebbe pensare una persona, che magari fa fatica ad arrivare a fine mese, quando vede certe scene e sente certe storie? Come possiamo noi stupirci, allora, se le persone vanno sempre meno volentieri a votare e quale messaggio stiamo passando ai giovani e al futuro di questo Paese?

Il danno - voglio sottolinearlo - è doppio, perché da una parte abbiamo possibili azioni di straordinaria gravità da parte di attori esterni, volte a influenzare indebitamente i nostri processi democratici; dall'altra, una profonda ferita al cuore del rapporto fiduciario tra cittadini e istituzioni.

Alla luce di quanto descritto, ora è imperativo adoperarsi con ogni mezzo per porre rimedio e soprattutto per creare le condizioni affinché situazioni analoghe non possano ripetersi.

Il logico assunto da cui partire è che non si può pensare a un reale ed efficace contrasto alle condotte corruttive di carattere internazionale senza avere alle spalle un quadro legislativo che sia coerente, congruo e adeguato alle complesse sfide del settore.

Dunque, partendo dalla constatazione della doverosa condanna da parte del Governo in merito alla vicenda, ci si aspetta adesso, però, che alle parole seguano coerenti e concrete azioni. In ragione di quanto è avvenuto, è essenziale, quindi, che il Parlamento italiano mandi un segnale chiaro e sarebbe auspicabile che fosse un segnale univoco, condiviso almeno nei principi fondamentali da tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione.

Arrivo subito al dunque. Da tempo noi del MoVimento 5 Stelle viviamo con inquietudine la postura di questo Governo nel settore della giustizia. Considerato lo scenario complessivo, risulta, infatti, se possibile, ancora più preoccupante il palese intento di depotenziare in vari modi gli istituti giuridici a tutela della legalità, andando in primis a colpire la capacità di risposta del nostro ordinamento al fenomeno corruttivo nelle sue variegate sfaccettature. Ricordo che avevamo sollevato molti di questi temi già in occasione dei lavori concernenti il cosiddetto decreto Rave party e, a mio giudizio, gli eventi ci costringono ad accelerare i tempi e a non lasciare spazio all'ambiguità. È, dunque, importante prendere impegni chiari e mantenerli.

Oltre all'azione di contrasto alla corruzione in tutte le sue forme a livello internazionale in questo contesto così sensibile e foriero di ripercussioni di vasta portata, ritengo, in particolare, essenziale affrontare tre temi in merito ai quali da tempo noi del MoVimento 5 Stelle stiamo conducendo una battaglia senza sosta.

Un primo passo per contrastare concretamente le influenze straniere è prevedere, per quanto riguarda i rappresentanti delle istituzioni governative, parlamentari e territoriali, l'introduzione nel nostro ordinamento del divieto di accettazione, nel corso del mandato ricoperto e anche in un periodo successivo alla sua cessazione, di contributi, prestazioni o altre forme di sostegno erogate direttamente o indirettamente da Governi, enti pubblici di Stati esteri, persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettato a obblighi fiscali in Italia, anche attraverso società o enti, anche mediante interposta persona, corredando l'impianto normativo di un procedimento sanzionatorio per le condotte oggetto di violazione del divieto. Se non facciamo questo primo passo, temo si corra il rischio di restare fermi al livello delle buone intenzioni.

In secondo luogo, sarebbe disastrosa un'ipotetica riforma delle intercettazioni in senso peggiorativo, ossia depotenziando uno strumento di ricerca della prova determinante per l'attività investigativa e indispensabile per contrastare le forme insidiose di criminalità organizzata e dei fatti di corruzione. Inutile dire che il legislatore ha l'obbligo, anche morale, di dotare l'autorità giudiziaria di tutti gli strumenti atti a contrastare condotte illecite così insidiose e altrimenti difficili da individuare come quelle connesse alla corruzione e al traffico di influenze illecite.

In terzo luogo, bisogna urgentemente adottare tutte le iniziative normative necessarie al fine di ricomprendere nuovamente nel novero dei reati ostativi anche quelli contro la pubblica amministrazione, restituendo rilevanza al requisito della collaborazione con la giustizia ai fini dell'ottenimento dei benefici penitenziari.

Alla luce delle considerazioni condivise, quindi, mi auguro che il contributo offerto dal MoVimento 5 Stelle attraverso questa discussione venga preso in considerazione e accolto, in quanto ragionevole nei contenuti e foriero, in prospettiva, di benefici per la collettività nel suo complesso. Grazie a tutti per l'attenzione.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Prendo atto che la rappresentante del Governo, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Matilde Siracusano, si riserva di intervenire successivamente.

Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, in memoria del senatore Astorre, l'onorevole Massimo Ruspandini. Ne ha facoltà.

MASSIMO RUSPANDINI (FDI). Come gruppo di Fratelli d'Italia, non ci sottraiamo a quello che è un debito nei confronti di un grande uomo delle istituzioni, di una persona che ho avuto l'onore di conoscere personalmente nella Commissione trasporti del Senato nella scorsa legislatura, ed essendo anche dello stesso territorio - io della provincia di Frosinone e lui della provincia di Roma, comunque territori contigui - ho avuto l'onore, appunto, di avere a che fare con lui, anche se su fronti opposti.

Non potremo mai dimenticare il suo sorriso e la sua capacità di trovare le cose che uniscono e non quelle che dividono, come spesso accade nella politica. Personalmente, non dimenticherò la sua simpatia contagiosa, il suo volere a tutti i costi sempre sforzarsi di mettere le persone a proprio agio, e lo faceva stando in maggioranza, quando noi eravamo all'opposizione. Dunque, tale vicenda mi ha lasciato personalmente davvero distrutto, nel senso che davvero era una persona straordinaria e lo dico da posizioni molto diverse.

Per cui, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, voglio esprimere tutto il mio cordoglio e le nostre condoglianze alla famiglia e anche al suo partito (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, in memoria del senatore Astorre, la deputata Federica Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (M5S). Grazie, Presidente. Voglio unirmi al cordoglio manifestato finora in Aula per la prematura scomparsa del senatore Bruno Astorre.

Voglio portare le condoglianze, mie e del mio gruppo, a tutta la famiglia e ricordare, in questa circostanza, soprattutto l'uomo e il suo percorso esemplare all'interno del Parlamento.

Quando circostanze così intime e complesse hanno esiti così nefasti siamo tutti, credo, chiamati a chiederci se si potevano cogliere alcuni aspetti o se si poteva operare un'azione per impedire quanto successo. Evidentemente, questa rimarrà una domanda senza risposta. Ancora, le mie condoglianze e le condoglianze del mio gruppo (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Onori. Non essendovi altri iscritti a parlare, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 62, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Discussione del disegno di legge: S. 462 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, recante interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile (Approvato dal Senato) (A.C. 930​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 930: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, recante interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 930​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore Gianni Lampis.

GIANNI LAMPIS , Relatore. Grazie, Presidente. Il decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, contiene una serie di misure urgenti per garantire la continuità, la semplificazione e l'efficacia dell'attività mirata alla ricostruzione delle zone dell'Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016, nonché al fine di potenziare il sistema di protezione civile delle regioni e degli enti locali.

Nel corso dell'esame al Senato, sono state modificate le disposizioni originarie del decreto-legge e sono state aggiunte nuove disposizioni che introducono ulteriori rilevanti misure destinate alle zone colpite da eventi sismici e calamitosi, nonché altre importanti disposizioni in materia di protezione civile. Specifiche disposizioni riguardano, altresì, il personale impiegato nella ricostruzione, anche al fine di non disperdere il patrimonio di competenze acquisito nel corso degli anni. L'VIII Commissione ha avviato l'esame del decreto giovedì 2 marzo scorso e, nella giornata odierna, ha deliberato di riferire in Assemblea, senza approvare modifiche al testo trasmesso dal Senato, condividendo l'impianto del decreto proposto dal Governo e le modificazioni apportate dall'altro ramo del Parlamento, di cui illustro brevemente il contenuto.

L'articolo 1 riguarda proprio il tema dell'accelerazione della ricostruzione, in quanto prevede l'applicazione delle disposizioni recanti semplificazioni e agevolazioni procedurali o maggiori poteri commissariali, di cui al decreto-legge n. 77 del 2021, anche alle procedure connesse all'affidamento e all'esecuzione dei contratti pubblici per gli interventi di ricostruzione nei comuni interessati dagli eventi sismici verificatisi nel mese di aprile 2009 nella regione Abruzzo e, a far data dal 24 agosto 2016, nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che non siano finanziati, in tutto o in parte, con le risorse previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari.

Al comma 1-bis si specifica che la disciplina di cui all'articolo 11, comma 7-bis, del decreto-legge n. 125 del 2016, concernente il contributo previsto per la riparazione e per il miglioramento sismico degli immobili del centro storico de L'Aquila e per le frazioni del comune de L'Aquila e degli altri comuni del cratere, si applica anche agli immobili la cui condizione di inagibilità, anche pregressa al sisma del 2009, purché documentata con scheda di valutazione dell'agibilità e del danno nell'emergenza sismica, non garantisca la salvaguardia della pubblica incolumità al fine della completa fruizione degli spazi pubblici e degli altri immobili riparati.

L'articolo 1-bis estende anche alle amministrazioni pubbliche ricomprese nel cratere del sisma del 2016-2017 la possibilità di riservare fino al 30 per cento dei posti dei concorsi pubblici per l'assunzione a tempo indeterminato di personale non dirigente, come già stabilito a favore delle amministrazioni pubbliche ricomprese nel cratere del sisma del 2009 in Abruzzo. Tale riserva di posti prevista a favore degli orfani e dei coniugi delle vittime del sisma viene estesa anche alle parti di unioni civili.

L'articolo 2 disciplina, invece, l'esercizio dei poteri sostitutivi statali, limitatamente agli interventi da realizzare nelle aree colpite dal terremoto del 2016 in Italia centrale, che rientrano nell'ambito del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevedendo la nomina a commissario ad acta, ove individuato, del Commissario straordinario del Governo per la riparazione, la ricostruzione, l'assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessati dagli eventi sismici, verificatesi, a far data, dal 24 agosto 2016.

Si prevede, inoltre, che il Commissario straordinario per la ricostruzione sia nominato con decreto del Presidente della Repubblica - e non più con DPCM - e che trasmetta al Governo, entro il 31 maggio 2023, una relazione sullo stato di attuazione della ricostruzione, anche al fine di individuare eventuali ulteriori misure di accelerazione e semplificazione.

Il comma 1 dell'articolo 3 specifica che la possibilità di proroga fino al 31 dicembre 2025 dei rapporti di lavoro a termine presso l'ufficio speciale per la città dell'Aquila e l'ufficio speciale per i comuni del cratere del sisma del 2009 concerne anche i titolari dei due uffici, nel rispetto, per i medesimi due incarichi, di un limite di durata complessiva pari a 5 anni. Il successivo comma 2 proroga al 31 dicembre 2023 la durata dei rapporti di lavoro a termine, stipulati con il personale in servizio presso gli uffici speciali per la ricostruzione e presso gli altri enti pubblici ricompresi nel cratere di una serie di eventi sismici, verificatesi nelle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria dal 24 agosto 2016, ivi compresi i contratti di lavoro a tempo determinato, stipulati dal Commissario straordinario mediante convenzioni con società a controllo pubblico. Il comma 2-bis del medesimo articolo 3 modifica la disciplina sulla stabilizzazione del personale che svolga o abbia svolto rapporti di lavoro a termine presso gli uffici speciali per la ricostruzione, gli enti locali e le unioni di comuni rientranti in uno dei crateri dei sismi del 2002, 2009, 2016-2017 e 2012 o presso gli Enti parco nazionali, il cui ambito rientri, almeno in parte, nel suddetto cratere del 2016-2017, ovvero presso la regione, prevedendo una deroga alla dotazione organica per tali Enti parco.

L'articolo 3-bis prevede che le somme della contabilità speciale, aperta presso la tesoreria statale, intestata al Commissario straordinario, nella quale confluiscono le risorse del Fondo per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici, verificatesi, a far data, dal 24 agosto 2016, possano essere destinate, oltre che alla ricostruzione, anche alla ripresa economica delle aree terremotate.

L'articolo 3-ter prevede che, al fine di far fronte alle difficoltà finanziarie delle imprese connesse al pagamento dell'IVA per le fatture relative agli interventi, oggetto di contributo, per la ricostruzione o riparazione degli edifici danneggiati dal sisma del 2016 e afferenti all'attività di impresa, il Commissario straordinario è autorizzato ad erogare per essi anticipazioni a valere sulla contabilità speciale a lui intestata.

L'articolo 3-quater prevede che gli immobili danneggiati dal sisma del 2016 con danni lievi possano beneficiare di un contributo pari al 100 per cento anche per il costo degli interventi di adeguamento igienico-sanitario, energetico, antincendio e di eliminazione delle barriere architettoniche. Viene, altresì, estesa la platea dei beneficiari dei contributi per la ricostruzione privata, in relazione a determinate categorie di immobili, ai familiari muniti di atto di delega del proprietario appositamente autenticato.

L'articolo 3-quinquies prevede l'utilizzo anche dei prezziari regionali vigenti per il calcolo dei contributi riservati agli interventi di ricostruzione o recupero degli immobili privati distrutti o danneggiati dagli eventi sismici del 2016-2017. Reca, inoltre, ulteriori misure per il potenziamento degli investimenti per le imprese.

L'articolo 3-sexies estende, tra l'altro, anche ad altri comuni del cratere sismico del 2016-2017, che dimostrino il nesso di casualità diretto tra i danni ivi verificatesi e gli eventi sismici, l'inammissibilità al contributo, per gli edifici destinati ad abitazioni o ad attività produttive, che non erano utilizzabili ai fini residenziali o produttivi, in quanto collabenti, fatiscenti ovvero inagibili, a seguito di accertamento o certificazione del comune.

L'articolo 3-septies modifica in parte la disciplina degli interventi sostitutivi dei comuni per la ricostruzione degli aggregati edilizi nei territori colpiti dal sisma del 2016, prevedendo che il contributo concedibile sia limitato al solo ripristino strutturale degli edifici dell'aggregato edilizio e delle finiture comuni, nonché di quelle esclusive degli immobili dei soggetti legittimati che hanno aderito al consorzio.

L'articolo 3-octies estende l'autorizzazione degli interventi di ricostruzione, realizzati con SCIA edilizia, anche ad altri comuni che dimostrino il nesso di casualità diretto tra i danni ivi verificatesi e gli eventi sismici, verificatisi dal 2016 nelle regioni dell'Italia centrale.

L'articolo 3-novies proroga all'anno scolastico 2028-2029 la facoltà per i dirigenti degli uffici scolastici regionali di derogare al numero minimo e massimo di alunni previsto per classe, per ciascun tipo e grado di scuola, con riferimento alle istituzioni scolastiche e educative, situate nelle aree colpite dagli eventi sismici, verificatisi nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, nonché nei comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno dell'Isola di Ischia.

L'articolo 3-decies autorizza i comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno dell'isola di Ischia, interessati dagli eventi sismici del 21 agosto 2017, ad assumere, a tempo indeterminato, il personale in servizio presso i medesimi comuni, assunto, a tempo determinato, per lo svolgimento di attività di ricostruzione.

L'articolo 3-undecies rinvia a un decreto ministeriale, da adottare entro il 31 marzo 2023, la definizione dei criteri e delle modalità di erogazione delle somme spettanti ai comuni dell'isola di Ischia per assicurare il gettito dei tributi non versati per effetto delle sospensioni disposte a seguito degli eventi eccezionali, verificatisi nell'isola di Ischia nel novembre 2022.

L'articolo 3-duodecies estende le misure di semplificazione in materia edilizia per la ricostruzione nei comuni interessati dagli eventi sismici per i quali sia intervenuta la deliberazione dello stato di emergenza, a far data dal 6 aprile 2009, a tutti gli edifici presenti in tali aree.

L'articolo 3-terdecies proroga al 31 dicembre 2024 il termine per il ricorso - da parte di regioni, province autonome, Dipartimento della Protezione civile e soggetti attuatori, indicati nelle ordinanze del Capo del Dipartimento della Protezione civile - a contratti di lavoro a tempo determinato, comprese altre forme di lavoro flessibile, al fine di accelerare e attuare gli investimenti concernenti il dissesto idrogeologico, compresi quelli finanziabili nell'ambito del PNRR.

L'articolo 4 destina, invece, la somma di 10 milioni di euro, per l'anno 2023, al finanziamento del Fondo regionale di Protezione Civile e prevede il rifinanziamento, per gli anni 2023-2025, del Fondo per contenziosi, connessi a sentenze esecutive, relativi a calamità o cedimenti.

L'articolo 5 stabilisce che gli interventi, previsti per gli eventi alluvionali del 2022, avvenuti nella regione Marche, non siano più approvati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, consentendo, in tal modo, l'avvio di tali interventi senza attendere l'emanazione del decreto.

L'articolo 5-bis, al fine di prevenire pericoli gravi per l'incolumità e la sicurezza pubblica, prevede l'applicazione dei poteri sostitutivi, di cui all'articolo 8 della legge n. 131 del 2003, nei comuni a rischio elevato e molto elevato per frane e alluvioni, come individuati dall'ISPRA, che non abbiano adottato o aggiornato il relativo piano comunale di Protezione Civile, in caso di accertata e perdurante inerzia.

L'articolo 5-ter dispone che, qualora i commissari delegati titolari di contabilità speciali non producano la rendicontazione prevista dalla normativa vigente, a tale attività provvedano le autorità autorizzate alla gestione delle contabilità speciali individuate per favorire e regolare il proseguimento dell'esercizio delle funzioni commissariali in via ordinaria.

L'articolo 5-quater autorizza le spese da destinare, per il triennio 2023-2025, alla stipula di polizze assicurative per la tutela legale e la copertura della responsabilità civile verso terzi a favore del personale in servizio presso il Dipartimento della Protezione civile, nonché dei componenti della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi.

L'articolo 5-quinquies prevede che il personale del servizio di Protezione civile assunto con contratto a tempo determinato, che opera presso il centro funzionale decentrato della regione Molise, nonché presso la sala operativa regionale, sia ammesso a procedure straordinarie di stabilizzazione nei ruoli della regione Molise.

L'articolo 5-sexies incrementa le risorse stanziate dalla legge di bilancio 2022 per il finanziamento degli interventi di Protezione civile connessi ad eventi calamitosi verificatisi negli anni 2019 e 2020, e per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale, destinandolo anche alle ricognizioni dei fabbisogni relativi agli eventi verificatisi nell'anno 2021.

In conclusione, segnalo che le Commissioni competenti, in sede consultiva, si sono espresse favorevolmente sul decreto in esame e ribadisco, altresì, l'importanza del provvedimento e l'urgenza di adottarlo per le finalità che ho esposto all'inizio di questa relazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, la Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, onorevole Matilde Siracusano, che si riserva.

È iscritto a parlare il deputato Augusto Curti. Ne ha facoltà.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, prima di esprimere all'Assemblea alcune considerazioni sul provvedimento in esame, vorrei operare una premessa che ritengo necessaria. Sono originario di Force, un piccolo comune della provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche, oggi classificato nel cosiddetto cratere sismico. Ero sindaco nella tragica notte del 24 agosto 2016 e lo sono stato fino a qualche anno fa, al termine del mio terzo mandato. Dunque, ho vissuto questa terribile esperienza del terremoto da cittadino e da amministratore. Nel frattempo, sono state anche rappresentante in seno alla Cabina di regia, con il precedente commissario alla ricostruzione, Legnini.

Dico questo, Presidente, solo perché oggi, in quest'Aula, voglio provare a portare una riflessione con la cognizione di causa di chi, dal 2016, vive in un territorio gravemente ferito e che, con grande fatica, sta lottando per risollevarsi.

Il senatore, nonché commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, qualche giorno fa, in Senato, ha fatto questa citazione, che voglio ripetere: c'è “il partito del visto con gli occhi, l'altro è il partito del sentito dire”. Nel ribadire le cose che avevo appena detto, credo di far parte del primo partito. Alla citazione del senatore Castelli, voglio aggiungere che, a mio avviso, oltre ai partiti di chi ha visto con i propri occhi e di chi ha sentito dire, oggi c'è anche il partito di chi ha visto con i propri occhi, ma che sembra neppur aver sentito dire.

Infatti, signor Presidente, oggi, qui, in quest'Aula, voglio rappresentare le ragioni della nostra gente, esprimendo un giudizio assolutamente negativo sul decreto in esame. Allo stesso tempo, con il senso di responsabilità, che mai ci abbandona in questi casi, sono qui ad appoggiare quelle poche misure che, anche grazie allo strenuo lavoro profuso in Commissione al Senato dai colleghi del Partito Democratico, rappresentano sostegni irrinunciabili per i territori interessati dalla ricostruzione.

Presidente, considerare questo provvedimento come il decreto della ricostruzione, significa fallire miseramente l'approccio a questo passaggio cruciale. Infatti, prevedendo misure scarse e insufficienti, il decreto si limita a riaffermare un principio cardine, che, da oltre 5 mesi, illumina soltanto gli incerti passi dell'Esecutivo, gettando nelle tenebre il Paese. Questo Governo, impegnato in un'opera di sistematica distruzione delle certezze dei cittadini, dimostra di non possedere né la sensibilità, né la cognizione di causa per sviluppare un vero piano di ricostruzione. E nascondersi sistematicamente dietro al cespuglio delle questioni di fiducia, dei decreti blindati, degli emendamenti affossati e dei tempi contingentati, mortificando quel cardine della nostra democrazia che è il percorso parlamentare, non li salverà sicuramente dal giudizio che la storia sta già maturando nei loro confronti.

Entrando nel merito, Presidente, il provvedimento di fatto si pone l'obiettivo di affrontare tre criticità: la prima è quella del terremoto del centro Italia e del terremoto de L'Aquila; la seconda è quella delle due emergenze nell'isola di Ischia; la terza, nuovamente nella mia regione, è quella dell'alluvione nella zona di Senigallia e nel centro nord delle Marche.

Se partiamo dalla prima, è inevitabile che all'interno di questo provvedimento ci sia qualche importante passo in avanti. Penso, per esempio, al personale. È bene continuare sul percorso che era stato tracciato dal precedente commissario, perché quel percorso, già avviato, oggi sembra, oltretutto, che lo si voglia far passare per cosa nuova; in realtà, stiamo parlando della naturale continuazione di un percorso di stabilizzazioni avviato e in parte già realizzato dal precedente Governo e della precedente struttura commissariale. Tant'è che, a conferma di ciò, le risorse che vengono utilizzate per fare queste stabilizzazioni sono state stanziate già dai precedenti Governi: in particolar modo, 5 milioni nel 2020, 31 milioni nel 2021 e ben 83 milioni di euro nel 2022. Ripeto, ben venga che questo Governo e la nuova struttura commissariale vogliano continuare su quel percorso che era già stato avviato. Allo stesso modo, ben vengano anche altri provvedimenti che sono all'interno del decreto: penso all'anticipo dell'IVA. La verità, signor Presidente, se parliamo di ricostruzione del centro Italia, è un'altra. Infatti, mentre ci si predisponeva ai lavori per la conversione di questo decreto e mentre il neo commissario Castelli ci informava, anche sui territori, della sostanza di quelle misure, il Governo - e io temo, forse, anche a completa insaputa dello stesso commissario - approvava il decreto sui bonus edilizi che, in un solo colpo, demoliva e metteva in ginocchio la ricostruzione. Un conto è convergere sull'idea che il superbonus andasse normalizzato, combattendo le speculazioni, rilanciando in maniera strutturale il circuito delle cessioni del credito e ponendo regole più ferree, altro conto è operare in maniera semplicistica e, lasciatemelo dire, non adeguata alla capacità che un Ministro o un parlamentare debbono poter assicurare, sterilizzando un intero impianto normativo. Citando il famoso detto, è come dire che l'operazione al Governo Meloni è riuscita, ma purtroppo il paziente è morto. Ma è gravissimo se si pensa che nessuno - ripeto, nessuno - ha previsto, in tema di superbonus, che non mantenere le modalità di fruizione dello sconto in fattura e della cessione del credito per i comuni della ricostruzione sismica avrebbe significato non consentire a migliaia di famiglie di ricostruire la propria abitazione. Senza fare tanti giri di parole, a quelle famiglie state distruggendo per la seconda volta la loro abitazione.

È completamente spiazzante, ancora, il fatto che il commissario Castelli, dopo il passaggio del provvedimento al Senato, abbia dichiarato alla stampa, contro la realtà dei fatti, che entrambe le misure erano state ripristinate nei territori dei comuni terremotati. Conoscendo il senatore Castelli, posso solo pensare che, anche in questo caso, sia stato vittima di un fuoco amico. Mi permetto, magari, anche di suggerirgli, da conterraneo, maggiore attenzione nelle dichiarazioni. Anche sulle dichiarazioni, infatti, serve chiarezza, perché la politica parla con gli atti e i provvedimenti che adotta. Lo dico perché, apparentemente, tutte le forze politiche sembrano essere d'accordo a ripristinare il superbonus per i comuni del cratere. Apro una parentesi: fa ridere che chi ha causato il problema è lo stesso che oggi dice che sta lavorando per risolvere il problema. Bastava semplicemente, forse, non causarlo; e chiudo la parentesi. Comunque, ripeto, tutte le forze politiche sembrano essere d'accordo ma, quando si arriva al dunque, puntualmente vanno dall'altra parte. Allora, chiariamoci una volta per tutte: se siete d'accordo, votate a favore dell'emendamento per ripristinare il superbonus; diversamente, smettetela di raccontare falsità ai terremotati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

A dimostrazione di quanto siete lontani da quei problemi, dai nostri problemi, vi porto solo un altro esempio, contenuto in questo provvedimento, che riguarda le scuole. Si interviene con un provvedimento molto, molto atteso - lo confermo, lo aspettavamo da quando ero sindaco - a garanzia della tenuta delle scuole per quelle comunità. Tuttavia, per come è stato scritto, il comune di Arquata del Tronto, uno dei luoghi simbolo, nella regione Marche, di quel triste 24 agosto, di fatto non ne potrà beneficiare, così come tanti altri comuni. Allora, mi domando che senso abbia portare un provvedimento e non accogliere gli emendamenti presentati per correggerlo e per dare una risposta a quei territori che la aspettano.

Se poi passiamo alle altre due emergenze di cui si occupa il provvedimento, ci rendiamo conto di come il Governo, nel voler affrontare questioni che richiedono risposte immediate e tempestive, di fatto, non sappia che pesci prendere. Infatti, sull'emergenza dell'isola d'Ischia, il provvedimento è ancora più vuoto rispetto ai provvedimenti sulla ricostruzione del Centro Italia mentre, per quanto riguarda le comunità delle Marche alluvionate dal 2022, vediamo che proprio non esistono.

In conclusione, signor Presidente, abbiamo presentato degli emendamenti e auspico che, di fronte alle tragedie, l'impegno torni ad essere comune, partendo oggi da quest'Aula. Almeno su temi di tale rilevanza e di assoluta sensibilità, auspico che si torni al valore della condivisione e chiedo, dunque, che i correttivi, da noi reclamati e formalizzati attraverso il processo emendativo, siano accolti in qualsiasi forma e in qualsiasi contesto. Respingendo quegli emendamenti, Presidente, il Governo e quest'Aula non fanno un torto alle opposizioni ma, di fatto, girano le spalle a chi oggi, invece, ripone fiducia nelle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, molte delle nostre comunità, molti territori della nostra Italia sanno, purtroppo, cosa significhi una calamità. Il nostro Paese è esposto a sensibili fattori di rischio. Oltre al portato delle sue caratteristiche geofisiche e orografiche, sconta la mancanza di una prevenzione che per troppo tempo è stata latitante, sconta una burocrazia elefantiaca nelle fasi della ricostruzione, sconta un sistema giudiziario nel quale mettere una firma fa più paura che sfasciare una vetrina. Eppure, questo Paese, quando ha avuto il coraggio di guardare davvero al bene delle popolazioni colpite, quando ha avuto il coraggio di dare piena agibilità alle strutture deputate alle emergenze, che ci vengono invidiate in tutto il mondo, quando ha avuto il coraggio di mettere in campo strumenti normativi, certamente rigorosi, ma capaci di garantire tempestività di azione, ha dimostrato che il modello Italia è un'eccellenza planetaria e ha saputo dare risposte efficaci a quanti, già gravati dal peso materiale e morale di una tragedia, non avevano certo bisogno di subire anche la pena accessoria di uno Stato inefficiente. Con questo spirito, fin dall'inizio, il Governo Meloni e tutta la maggioranza hanno approcciato il tema del terremoto e della ricostruzione e, più in generale, il tema delle calamità e del post-calamità, come dimostra, ad esempio, quanto fatto a Ischia, dopo la frana, o nelle Marche, dopo l'alluvione. Sappiamo bene che, se c'è un tema sul quale più che mai è giusto non si abbatta la scure della contrapposizione di parte, è proprio quello di cui oggi ci stiamo occupando. Nondimeno, non si può non riconoscere come il Governo e la maggioranza abbiano inteso imprimere un cambio di passo anche su questo fronte. Continuità, tempestività, semplificazione ed efficacia sono le parole chiave, nella consapevolezza che ricostruzione non significa solo restituire il proprio tetto alle famiglie, non significa solo rendere nuovamente agibili strade ed edifici ma significa riannodare la trama del tessuto sociale, immettere sangue nelle vene dell'economia dei territori, contrastare lo spopolamento e restituire speranza nel futuro. Ciò vale, signor Presidente, soprattutto per quelle aree fragili del nostro Paese di cui i terremoti hanno contribuito ad accentuare la vulnerabilità. Per fare questo non c'è bisogno di uno Stato invadente e dirigista ma di uno Stato che, nel momento del bisogno, sappia fare lo Stato.

Così come non si possono nascondere ritardi e inefficienze, non intendiamo certo cestinare o rinnegare quanto di buono è stato fatto finora. Tuttavia, questo decreto serve a premere sull'acceleratore e a dare nuova linfa al processo di rilancio delle aree colpite dai sismi. Quelle catastrofi sono ferite che, probabilmente, non potranno mai rimarginarsi del tutto. Potranno, però, essere sanate e onorate e, soprattutto, non saranno state sofferte invano, se, da questi eventi, impareremo quanto sia importante la messa in sicurezza del territorio.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi sono fatto promotore, come primo firmatario e a nome del gruppo Noi Moderati, di una proposta di Commissione sul dissesto idrogeologico e sulla prevenzione del rischio. Con lo stesso spirito, il nostro gruppo intende supportare ogni sforzo per consentire a L'Aquila, al Centro Italia, alle Marche e a Ischia di scavallare la vetta e guardare avanti con fiducia, senza rischiare di perdere la speranza in un mare di burocrazia, nel quale annegare la voglia di futuro.

Un altro aspetto merita di essere sottolineato. Gli eventi calamitosi di questi anni hanno, infatti, impattato su territori già segnati da divari territoriali che solcano da sempre il nostro Paese, tra Nord e Sud, tra costa e area interna, tra isole e terraferma, tra insediamenti diffusi e grandi agglomerati urbani, divari che, troppo spesso, si misurano anche in termini di infrastrutture, servizi e opportunità.

Il decreto che oggi discutiamo vuole essere il segno di un'attenzione viva e fattiva per molti di questi territori, un segno che dà speranza e ravviva l'attesa di fatti concreti, che certamente queste norme, avvicinano grazie alla semplificazione delle procedure, alla stabilizzazione del personal e a una nuova governance che ha da poco preso il via sotto la guida del commissario Guido Castelli, al quale, a nome personale e di tutto il gruppo, rivolgiamo i migliori auguri di buon lavoro.

Il messaggio è chiaro: la ricostruzione deve giovarsi del periodo eccezionale che il nostro Paese sta attraversando e viaggiare sul binario preferenziale dei progetti del PNRR. È una priorità per questo Governo, è una priorità per questa maggioranza ed è la dimostrazione di come si agisce quando si ritiene che delle emergenze non ci si debba occupare solamente a caldo, quando le emozioni sono fresche e i riflettori accesi, ma, soprattutto, quando le telecamere si spengono.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretaria, anticipo subito che il gruppo di Azione-Italia Viva voterà favorevolmente sul provvedimento in esame. Ogni volta che si esaminano provvedimenti che aggiungono risorse rispetto ad eventi calamitosi, ogni volta che si esaminano provvedimenti che accelerano le procedure burocratiche per favorire la ricostruzione, il nostro gruppo ci sarà sempre.

Questo provvedimento opera in continuità con tanti provvedimenti approvati nel corso degli anni, proprio a seguito di eventi calamitosi, come terremoti, frane e di tutti quegli eventi che, purtroppo, hanno causato gravissime perdite in termini sia di vite umane, sia di continuità produttiva e di possibilità di vita in tante aree del nostro Paese così fragile.

Questo provvedimento, in continuità con quanto fatto in passato dal Governo Draghi e dai precedenti Governi, introduce risorse e misure che vanno nella direzione delle assunzioni di personale tecnico. Sappiamo come questa necessità sia particolarmente rilevante in quelle comunità e in quei territori, dove i piccoli comuni non hanno specifiche competenze. Crediamo che aggiungere risorse e opportunità, a fianco dell'unità commissariale, sia un elemento importante, che possa dare continuità e velocità nelle pratiche e negli adempimenti.

Così pure siamo favorevoli a tutte le misure di tipo fiscale, che favoriscono l'anticipazione di pagamento dell'IVA per le imprese e la ricostruzione degli immobili anche da parte dei privati.

Così, nel dibattito parlamentare in Senato, sono stati inseriti tanti emendamenti sostenuti dal nostro gruppo. Il gruppo di Azione-Italia Viva ha lavorato anche al Senato per migliorare questo provvedimento e riteniamo particolarmente rilevante la misura che consentirà la continuità scolastica proprio nei piccoli comuni del cratere, per dare garanzia alle piccole classi, alle classi con un numero molto ridotto di ragazzi, di continuare la loro attività su quel territorio. Così come siamo favorevoli a tutte quelle misure che agevolano la governance e il lavoro dei commissari ad acta attraverso poteri sostitutivi.

Questi sono elementi positivi, ma mi permetta di dire che questo provvedimento, su cui, lo ribadisco, il nostro voto sarà favorevole, è un provvedimento vecchio. Si è persa un'opportunità; è l'ennesimo provvedimento che punta a mettere una toppa, sicuramente ad agevolare le procedure, ma rispetto a fenomeni non nuovi nel nostro Paese. Si tratta di emergenze, ma che si inseriscono in un contesto orografico, in un acuirsi di fenomeni calamitosi che, da lungo tempo ormai, colpiscono il nostro Paese.

Questo provvedimento si occupa degli eventi calamitosi che hanno colpito il Centro Italia a partire dal 2016, ma possiamo ricordare gli effetti negativi che ancora ci sono sul territorio, ritardi innumerevoli che riguardano altre aree del Paese, a partire dal terremoto dell'Abruzzo del 2009 e dell'Emilia-Romagna nel 2012. Quindi, vediamo come il nostro Paese, anche per caratteristiche proprie, acuite da un fatto nuovo, di cui finalmente stiamo parlando, ossia l'acuirsi degli effetti dei cambiamenti climatici, abbia tardato nel prevedere misure strutturali in grado non soltanto di rispondere alle emergenze, ma anche e soprattutto di prevenirle.

Credo che questo provvedimento sia un'opportunità persa, e auspico che una maggioranza politica, come voi siete, possa essere aperta a un dibattito, a un confronto aperto all'interno del Parlamento per ampliare il dibattito rispetto a quello che il nostro Paese finalmente deve fare: un piano strategico che riguarda le nostre aree interne e le nostre aree fragili rispetto a procedure standardizzate per rispondere agli eventi calamitosi e per evitare che, ad ogni evento calamitoso, si debba ripartire da zero, che, ad ogni evento calamitoso, si debbano riprendere in mano le stesse procedure che, anno dopo anno, Governo dopo Governo, vengono ripetute.

Il nostro è un Paese dove, per velocizzare le procedure, sono necessari i commissari straordinari, e questo lo diciamo da sempre. Il modello Genova, rispetto non soltanto agli eventi calamitosi, ma anche alle infrastrutture strategiche, è il percorso che, in questi anni, abbiamo suggerito, proprio per agevolare e velocizzare di investimenti. Tuttavia, dobbiamo iniziare a ragionare, a prevedere e, soprattutto, a costruire un percorso che possa essere davvero in grado di dare indicazioni alle comunità locali, ai sindaci, alle regioni, ma anche a tutte quelle strutture che fanno parte della struttura organizzativa del piano degli interventi, a partire da Protezione civile, Vigili del fuoco e volontari, e adottare misure organizzate e standardizzate nella fase non soltanto dell'emergenza, ma anche iniziale, che riguarda la gestione delle macerie, dei fabbricati che devono essere ricostruiti.

Credo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la revisione del codice degli appalti possano essere davvero un'opportunità, un veicolo straordinario per ripensare al modello di sviluppo di tante aree del nostro Paese; lo dico anche alla luce del fatto che molto del nostro costruito, sia pubblico che privato, per la stragrande maggioranza, per oltre il 50 per cento, è stato costruito prima del 1970, prima delle cosiddette norme che oggi ci consentono di costruire nuovi immobili, di edilizia sia pubblica sia privata, che hanno diverse caratteristiche in termini di sicurezza antisismica.

Quindi oggi abbiamo tutte le condizioni, tutte le risorse, ma credo anche un dibattito pubblico pronto, coinvolgendo anche le organizzazioni di categoria, le regioni e le rappresentanze territoriali, per mettere davvero in atto un grande piano di programmazione degli interventi e soprattutto rispetto alla fragilità dei nostri territori, perché questa misura rischia di essere una misura a macchia di leopardo, che non interviene davvero in maniera organica rispetto alle emergenze attuali, ma alle prossime che il nostro Paese dovrà fronteggiare, per non risultare sempre impreparati.

L'altro elemento che vorrei sottoporre alla vostra attenzione riguarda la Protezione civile. Sicuramente - anche questo è un altro elemento di rammarico - noi non abbiamo condiviso la scelta di togliere dal coordinamento della Presidenza del Consiglio la Protezione civile. Sono particolarmente legata a questo tema perché provengo dalla provincia di Varese, la provincia del Ministro Zamberletti, che inventò la nostra Protezione civile così come è stata pensata. Siamo un unicum nel mondo in termini di capacità organizzativa, ma dipendere dalla Presidenza del Consiglio aveva un ruolo strategico, aveva un ruolo importante di coordinamento interministeriale, perché sappiamo quanto sia importante durante le fasi di emergenza saper coordinare le diverse attività che competono a diversi Ministeri. Su questo sicuramente credo che, avendo modificato le competenze dei Ministeri in questa direzione, sarà importante, invece, rafforzare il ruolo di coordinamento della Protezione civile.

Ritorno poi sul tema della prevenzione e sul tema del controllo. Il nostro è un Paese fragile, lo ribadisco, abbiamo numerose aree interne a rischio di dissesto idrogeologico causato da terremoti, da frane, ma anche dalle cattive scelte che sono state fatte in passato. Molto del nostro costruito è stato ed è tuttora costruito in aree del Paese altamente insicure per quanto riguarda le popolazioni e le attività di tipo economico, e purtroppo, i numeri ci dicono questo, sono ancora molti i sindaci e i territori che non hanno definito i piani regolatori territoriali.

Questo credo sia un elemento fondamentale che ci deve portare quantomeno verso un'analisi e un'indagine conoscitiva. Però, dall'altro lato, abbiamo bisogno di guardare ai nostri sindaci e ai nostri territori con altri occhi, perché sono stata eletta per la prima volta nel 2013 e in quella stagione molti sindaci, molte comunità locali ebbero l'opportunità non soltanto di accedere a risorse importantissime legate al grande piano di cura e di manutenzione del territorio, ma attraverso l'unità di missione Casa Italia-Italia Sicura si aggiunse un altro pezzo rilevante e importante, perché molti dei nostri comuni sono piccoli comuni, che spesso mancano di competenze tecniche, e quell'unità di missione non aveva soltanto il ruolo di emettere i bandi e di coordinarli in un'ottica di omogeneità territoriale. Aveva il ruolo tecnico di punto di riferimento proprio per quei comuni che mancano di competenze tecniche e di una capacità progettuale rispetto a grandi opere, perché anche un piccolo comune, purtroppo, si trova talvolta sottoposto ad eventi più grandi, a una capacità di investimento molto più grande, perché sono onerosi spesso gli interventi che riguardano il tema del dissesto idrogeologico. Quindi noi lo ribadiamo da sempre, abbiamo fortemente criticato il Governo Conte quando tolse l'unità di missione Casa Italia-Italia Sicura, e critichiamo ancora la mancanza di una struttura organizzativa in grado di essere un punto di riferimento per i nostri comuni.

E poi, soprattutto, credo che sia giunto il tempo non soltanto di ragionare in un'ottica di emergenza, ma di far sì che le nuove risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che rischiano di essere sprecate proprio per una mancanza di cabina di regia e di supporto tecnico, possano guardare ai nostri territori, ma soprattutto alle aree montane, alle aree interne, alle aree marginali e periferiche del nostro Paese rispetto a un nuovo modello di sviluppo, perché, quando ci sono emergenze, quando ci sono calamità, non si perdono soltanto vite umane, ma si perde anche il futuro di un territorio, si perde l'identità di un territorio, si perdono le attività produttive di un territorio. Quindi, crediamo veramente che questo Paese, per ritornare nella carreggiata della normalità, abbia bisogno in questo momento storico di commissari e, anzi, approfitto di questa occasione per ribadire che è necessario che il Ministro Salvini nomini quanto prima i nuovi commissari o riconfermi quelli che erano appunto stati definiti durante il Governo Draghi, decida lui, ma sicuramente ci sono delle grandi opere infrastrutturali, penso al terzo valico, che necessitano di un commissario straordinario, perché altrimenti non vedremo soltanto le opere non realizzate, ma continueremo a vedere ritardi, disagi per i territori e anche uno spreco di risorse pubbliche, perché sappiamo che quando gli interventi vengono realizzati in tempi troppo lunghi, poi, c'è anche un deperimento in termini di efficacia e di efficienza nell'uso delle risorse pubbliche.

Tuttavia, l'epoca dei commissari straordinari deve essere - come dicevo prima - sostituita da un ragionamento complessivo nel Paese, ma fatto in queste Aule; ce lo possiamo permettere, appunto, avete una maggioranza solida e le opposizioni, da questo punto di vista, credo che sapranno e vorranno fare, almeno, lo dico a nome del gruppo di Azione e di Italia Viva, un dibattito serio e costruttivo rispetto a tutte le iniziative che devono essere messe in atto per una vera e sana prevenzione e programmazione degli interventi sul territorio. Dobbiamo però uscire dalla logica dell'emergenza, perché altrimenti le risorse che sono contenute in questi provvedimenti saranno sempre scarse, non saranno mai sufficienti e riguarderanno soltanto alcuni eventi calamitosi, creando peraltro disomogeneità territoriali.

Quindi, ribadendo il voto favorevole del nostro gruppo, ricordando il lavoro che abbiamo fatto al Senato, così come in Commissione alla Camera, credo davvero che questa debba essere l'ultima volta di un provvedimento di questo tipo. Dobbiamo metterci in cammino verso un ragionamento più strutturato che possa partire dalle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dalla modifica del codice degli appalti, garantendo sicuramente la trasparenza dei processi e misure che riguardino l'anticorruzione, perché questo è un altro tema su cui non mi soffermo, ma che riguarda anche la realizzazione delle opere pubbliche e la gestione degli eventi calamitosi nel nostro Paese; dall'altro lato abbiamo bisogno di dare una risposta celere ai cittadini che devono poter vedere che le istituzioni sanno rispondere in modo efficiente durante le emergenze, dopo le emergenze, ma soprattutto nella programmazione delle attività e del futuro di questo Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Dario Iaia. Ne ha facoltà.

DARIO IAIA (FDI). Presidente, signor sottosegretario, intervengo per il gruppo di Fratelli d'Italia per rappresentare una serie di considerazioni da parte nostra. Intanto, veniamo questa sera in quest'Aula per la seconda volta per ratificare il secondo provvedimento che è stato emesso dal Governo Meloni avente ad oggetto la protezione civile, un tema di protezione civile; lo abbiamo fatto in Commissione ambiente con i colleghi, lo abbiamo fatto in quest'Aula con il decreto Ischia e lo facciamo questa sera per la seconda volta con la conversione di questo decreto-legge Ricostruzioni.

Abbiamo ascoltato gli interventi che ci hanno preceduto e apprezziamo assolutamente il voto favorevole e l'intervento che abbiamo ascoltato qualche istante fa da parte della collega del gruppo Azione-Italia Viva, l'annunciato voto favorevole, perché riteniamo che su provvedimenti di questo tipo - parliamo di ricostruzione, parliamo di stabilizzazione del personale, parliamo di risorse ulteriori che il Governo mette a disposizione per la ricostruzione - le barriere politiche e le divisioni politiche debbano essere superate e si debba guardare, invece, alla sostanza delle cose e riteniamo che la condivisione del voto a favore da parte di un gruppo di minoranza sia un segnale assolutamente positivo.

Chiariamo che il Governo è intervenuto con questo provvedimento per sanare alcune carenze che esistevano su questo tema dal punto di vista normativo e che hanno rallentato sinora la ricostruzione.

Affrontiamo, infatti, in questo decreto eventi calamitosi che risalgono al 2016, ma ci sono anche dei passaggi che riguardano eventi accaduti nel 2009, quindi, parliamo di oltre dieci anni fa. C'erano dei problemi normativi, delle carenze normative e delle complessità procedurali che andavano superate e che con questo provvedimento noi superiamo o, quantomeno, imbocchiamo la strada per superare queste problematiche, che attenevano alle risorse economiche, che attenevano al personale che opera da anni nell'ambito della protezione civile, problematiche che attenevano appunto alla complessità delle norme.

Si tratta di un provvedimento con il quale garantiamo la continuità, la tempestività, la semplificazione e l'efficacia delle attività di ricostruzione. Intanto, una prima valutazione oggettiva è data dal fatto che il Governo Meloni abbia quasi raddoppiato le risorse a disposizione per il finanziamento degli interventi di protezione civile, che passano, per il 2023, da 50 milioni a 92 milioni di euro, quindi, più risorse per la ricostruzione, perché possiamo parlare quanto vogliamo, ma se non ci sono le risorse, se non c'è la capacità economica, la disponibilità economica, allora gli interventi diventano difficili da fare. Quindi, un primo aspetto è l'aumento, quasi il raddoppio delle risorse economiche.

Il secondo aspetto che viene affrontato da questo decreto riguarda la semplificazione normativa e si tratta, purtroppo, di un aspetto che riguarda tutti i procedimenti che attengono al nostro Paese. Ho ascoltato l'intervento del collega del Partito Democratico, che ha svolto il ruolo di sindaco per alcuni anni, l'ho fatto anche io per dieci anni, in un comune del Sud, e ritengo che la complessità normativa - ma questo credo sia ormai un patrimonio comune - rappresenti uno dei più importanti e dei più gravi problemi. Quindi, con questo decreto interveniamo su alcuni procedimenti per semplificare e per poter applicare, ai procedimenti che attengono alle aree del cratere, le norme previste dal decreto Semplificazioni, il n. 77 del 2021: le norme relative alla scelta del contraente, all'aggiudicazione e all'esecuzione di pubblici lavori, servizi e forniture si applicano, appunto, alle procedure connesse all'affidamento e all'esecuzione dei contratti pubblici per gli interventi di ricostruzione nei comuni interessati dagli eventi sismici; quindi, norme più semplici e procedure più agili per poter procedere in questa attività indirizzata alla ricostruzione.

Vi è, poi, tutta una serie di norme presenti all'interno di questo decreto che riguarda, invece, gli aspetti occupazionali; si presta finalmente attenzione a tutto quel personale a tempo determinato che in questi anni ha operato alle dipendenze della regione o direttamente alle dipendenze della Protezione civile nell'ambito della ricostruzione. Per cui si prevedono una serie di norme e una serie di interventi importanti per fare in modo che venga riconosciuta la professionalità, l'operatività e anche il lavoro che queste persone hanno svolto nei loro ruoli; si prevede una riserva di posti nei concorsi pubblici per i congiunti delle vittime del sisma del 2009 e del 2016; una riserva, sino al 30 per cento, di posti non dirigenziali nei concorsi pubblici per l'assunzione a tempo indeterminato in favore degli orfani e del coniuge, oltre che delle parti di unioni civili, norma che è stata completata e migliorata in Senato. Possono attingere, possono rifarsi a questa norma tutte le amministrazioni pubbliche intese in senso lato, per cui parliamo di amministrazioni dello Stato, di istituti e scuole di ogni ordine e grado, delle regioni, delle province, dei comuni, delle comunità montane, delle istituzioni universitarie, delle camere di commercio, degli istituti autonomi case popolari, delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale. Quindi, vediamo come un po' tutti gli enti che rientrano nell'ambito delle amministrazioni pubbliche possono bandire concorsi, riservando il 30 per cento dei posti a disposizione, non dirigenziali, appunto, agli orfani, ai coniugi e a chi è legato anche nella forma dell'unione civile alle persone decedute.

Un altro intervento normativo importante di interpretazione autentica, questa volta avente effetto retroattivo, riguarda la possibilità di proroga fino al 31 dicembre 2025 dei rapporti di lavoro a termine presso i due uffici speciali costituiti in relazione al sisma del 6 aprile 2009, l'Ufficio speciale per la ricostruzione della città de L'Aquila e l'Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere, con un limite massimo di durata fino a 5 anni. Era una norma necessaria, appunto, per chiarire la posizione di questi lavoratori. Con questo decreto-legge e con questa conversione interveniamo da questo punto di vista chiarendo un aspetto molto importante per questi dipendenti.

Il secondo comma di questa norma, dell'articolo 3, proroga al 31 dicembre 2023 la possibilità di durata dei rapporti di lavoro a termine stipulati con il personale in servizio presso gli uffici speciali per la ricostruzione e prevede, come requisiti per l'assunzione a tempo indeterminato, che il personale sia stato reclutato con procedure concorsuali e selettive - questo è chiaro - e che abbia maturato almeno tre anni di servizio nella medesima funzione presso gli altri enti pubblici ricompresi nell'area del cratere. Un terzo punto riguarda la stabilizzazione del personale che abbia svolto rapporti di lavoro a termine presso gli uffici speciali per la ricostruzione, enti locali o unioni di comuni rientranti in uno dei crateri dei sismi del 2002, del 2009 e del 2016. Quindi, un intervento importante di stabilizzazione per chi abbia operato per almeno tre anni alle dipendenze di questi enti pubblici.

Un aspetto di rilievo è dato anche dal fatto che la norma precisa che il requisito dei tre anni può maturare sino al 31 dicembre 2023. Al personale con contratti di lavoro a tempo determinato che abbia svolto presso gli enti di cui sopra un'attività lavorativa di almeno tre anni, anche non continuativi nei precedenti otto anni, è riservata una quota non superiore al 50 per cento dei posti disponibili nell'ambito dei concorsi pubblici banditi dai predetti enti. I bandi prevedono l'adeguata valorizzazione dell'esperienza lavorativa maturata presso i predetti enti con contratto di somministrazione di lavoro.

Altra norma che attiene alla stabilizzazione riguarda i comuni dell'isola d'Ischia interessati dagli eventi sismici del 21 agosto 2017. Quindi, parliamo dei comuni di Casamicciola Terme, di Lacco Ameno e di Forio, che sono, appunto, autorizzati ad assumere a tempo indeterminato, con i requisiti che abbiamo visto nell'altra norma. Ancora - e sempre rimanendo in tema di personale -, è prevista la proroga al 31 dicembre 2024 dei contratti di lavoro a tempo determinato per i dipendenti delle regioni e del Dipartimento della Protezione civile nazionale che abbiano operato in tale ambito occupandosi del contrasto al dissesto idrogeologico, compresi anche quelli che si occupano dell'uso delle risorse del PNRR.

L'ultima norma che attiene alla stabilizzazione riguarda la situazione della regione Molise, con la stabilizzazione del personale della Protezione civile operante presso il centro funzionale decentrato e la sala operativa, appunto, della regione Molise. Quindi, ci sono una serie di norme che chiariscono i termini della proroga per quanto attiene ai lavoratori a tempo determinato e la stabilizzazione, dunque tramutando il contratto di lavoro dei dipendenti che si siano dati da fare nell'ambito della Protezione civile e facendoli diventare lavoratori e dipendenti a tempo indeterminato.

Poi, ci sono norme che intervengono sulla semplificazione e, in particolare, sui poteri sostitutivi e sulla nomina del commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione, l'assistenza alla popolazione e la ripresa economica dei territori delle regioni Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. In particolare, l'articolo 2, in relazione al commissario, stabilisce che il commissario ad acta per gli interventi che rientrano nell'ambito del PNRR, ove nominato, venga individuato nel commissario straordinario, in maniera tale da non duplicare le figure commissariali. Per quanto riguarda le risorse a disposizione, vengono stanziati 1.780 milioni per gli anni che vanno dal 2021 al 2026.

Accanto all'obiettivo della ricostruzione, per la prima volta si inserisce, all'interno di un provvedimento, anche il tema della ripresa economica. Quindi, non soltanto ricostruzione ma anche ripresa economica, con la possibilità per il commissario di inserire nell'ambito della contabilità speciale anche un capitolo e una voce che riguardano la ripresa economica. Chiaramente, non potranno essere utilizzate per la ripresa economica le risorse della ricostruzione. Si tratta di due capitoli che rientrano nell'ambito della contabilità speciale, ma sono due voci assolutamente distinte l'una dall'altra.

Riguardo al pagamento dell'IVA e all'esigenza di far fronte alle difficoltà finanziarie delle imprese connesse al pagamento dell'IVA, per le fatture relative agli interventi il decreto interviene per autorizzare il commissario straordinario a erogare anticipazioni a valere sulla contabilità speciale a esso intestata.

Per quanto riguarda gli immobili danneggiati dal sisma del 2016, entriamo nell'ambito dell'adeguamento igienico-sanitario, energetico, antincendio e di eliminazione delle barriere architettoniche. È previsto che questi immobili, danneggiati dal sisma del 2016, possano beneficiare di un contributo pari al 10 per cento.

Poi, ci sono altre norme che vanno a semplificare il dettato normativo precedente, come, per esempio, l'articolo 3-quinquies, che fa riferimento alla possibilità, per quanto riguarda il calcolo dei contributi riservati agli interventi di ricostruzione, di utilizzare sia il prezzario unico interregionale che il prezzario regionale.

In conclusione, Fratelli d'Italia ritiene, signor Presidente, che questo importante provvedimento normativo chiarisca molti aspetti di legge che in precedenza erano confusi e ripetitivi. Finalmente c'è un dettato chiaro e sono impegnate risorse importanti. Finalmente le amministrazioni e i commissari potranno operare in maniera più agevole per dare luogo alla ricostruzione e a quegli interventi necessari per risollevare le aree del nostro Paese che in questi anni sono state colpite da eventi calamitosi.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Daniela Morfino. Ne ha facoltà.

DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il mio intervento, qui in Aula, in sede di approvazione del decreto Ricostruzione non può, Presidente, sottrarsi, ancora una volta, alla cesura e alla censura di tutte le criticità e le contraddizioni del Governo Meloni su alcune questioni cruciali per il nostro Paese relative alle politiche di sviluppo economico, dei livelli occupazionali e della messa in sicurezza e tutela del nostro territorio.

Signor Presidente, non voglio oggi ripetermi o annoiare con ciò che già è stato ripetuto e dimostrato più volte in tutte le sedi e anche in tutte le salse. Non voglio ulteriormente soffermarmi, signor Presidente, sulle grosse corbellerie - perché sono realmente delle corbellerie - enunciate in questi mesi dal Governo Meloni, tra tutte quelle spudoratamente sostenute contro il superbonus e ripetutamente smentite da Istat, Censis, Nomisma e Ufficio parlamentare di bilancio (quindi, fatti, numeri, percentuali e fonti statistiche). Qui non lo diciamo solo noi: lo diciamo anche noi, ma soprattutto lo dicono fonti molto credibili, tranne questo Governo.

Diversamente, signor Presidente, oggi voglio raccontare il rigore e la passione che ha contraddistinto il MoVimento 5 Stelle nel pensare e nell'introdurre il reddito di cittadinanza e il superbonus, nel rispetto dei principi di equità, uguaglianza e giustizia sociale contenuti nella nostra Costituzione, perché vede, signor Presidente, vorremmo dare al Governo notizia che esiste ancora - e per fortuna, direi - nel nostro Paese una Carta fondamentale, che è la Carta costituzionale, che deve essere attuata e non smantellata, come intende fare questo Governo, ad esempio, con l'autonomia differenziata o con l'utilizzo della decretazione d'urgenza al solo scopo di svilire le funzioni delle due Camere.

La misura del superbonus noi l'abbiamo introdotta pensando in primo luogo all'articolo 1 della Costituzione, che fonda il nostro Paese sul lavoro. È sempre noi del MoVimento 5 Stelle col superbonus abbiamo accresciuto i posti di lavoro, e questo è un dato incontrovertibile! La misura del superbonus, Presidente, noi l'abbiamo introdotta pensando anche all'articolo 3 della Costituzione, al quale abbiamo voluto dare attuazione con il reddito di cittadinanza e con il superbonus, con l'intento di rimuovere, di fatto, gli ostacoli di ordine economico e sociale a garanzia dello sviluppo della persona umana.

Bene, ci dicano allora, questo Governo e questa maggioranza, dopo aver smantellato tutte le misure di uguaglianza e di giustizia sociale, come intendano attuare l'articolo 1 della Costituzione in termini di posti di lavoro, che danno sostegno alle famiglie e ai nostri cittadini. Come? Ci dicano, questo Governo e questa maggioranza, dopo aver smantellato tutte le misure a sostegno delle persone non più protette e dei più deboli, come intendano attuare l'uguaglianza sostanziale e formale tra tutti i cittadini. Come?

Signor Presidente, non c'è risposta a queste domande. Più e più volte il Governo Meloni cosa ha dimostrato di fare? Ha dimostrato di disconoscere il concetto di stato sociale. Ha dimostrato forme di cleptocrazia: sì, vera e propria cleptocrazia a danno dei più deboli e solo per favorire cerchie ristrette di potenti. E, ancora una volta, signor Presidente, l'attuale Governo Meloni con il decreto Ricostruzione impugna la spada politica della guerra ideologica, perdendo la possibilità di dotare dello strumento del superbonus quei comuni nei cui territori si sono verificati i sismi. In questo modo, il Governo cosa ha tolto? Ha tolto un diritto e una vera opportunità a queste popolazioni colpite e danneggiate dal terremoto che, magari, hanno perso il lavoro e non saranno in condizioni economiche per sopportare costi di ricostruzione. Diversamente, con la cessione del credito e con lo sconto in fattura questi cittadini avrebbero potuto ricostruire le loro abitazioni, e questa è una gravissima responsabilità del Governo che con fare, diciamo, ingannevole, cosa ha cercato di realizzare? Ha cercato anche di stravolgere i principi della finanza pubblica e della contabilità, facendo una propaganda becera. Infatti, Presidente, non c'è alcun buco di bilancio, nessuna bolla, nessun debito aggiuntivo; anzi, è vero l'esatto contrario e lo dice l'Ufficio parlamentare di bilancio. Ricordiamolo ai cittadini: grazie alle politiche espansive che abbiamo messo in campo nel 2020 con il superbonus e la cessione dei crediti d'imposta, il PIL 2021 risulta magicamente cresciuto del 7 per cento e il debito pubblico sta magicamente diminuendo più velocemente del previsto, proprio grazie a quel PIL. E non lo dico io, non lo diciamo noi del Movimento 5 Stelle, lo dice l'Istat, spazzando via le falsità messe in circolo in questi giorni. Questo Governo lo sa, signor Presidente, e come se lo sa! E non ci stupisce. Questo lo sappiamo tutti noi, ed oggi lo sanno anche gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Battistoni. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BATTISTONI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto-legge risponde alla necessità di imporre misure urgenti per garantire la continuità, la tempestività, la semplificazione e l'efficacia dell'attività mirata alla ricostruzione nelle zone dell'Italia centrale colpite dagli eventi sismici verificatisi negli anni dal 2009 al 2016. Si affronta anche la necessità di velocizzare l'impiego delle risorse per gli eventi alluvionali verificatisi sul territorio della regione Marche nel mese di settembre 2022.

Nel corso dell'esame presso il Senato sono stati approvati 18 articoli aggiuntivi che riguardano, in particolare, ulteriori disposizioni in favore dei comuni dell'isola d'Ischia interessati dagli eventi sismici del 2017 e dagli eventi eccezionali del novembre 2022. Questo decreto conferma, ancora una volta, la particolare attenzione del Governo alle aree dell'Italia centrale danneggiate dai sismi dal 2009 in poi. Già in sede di redazione della recente legge di bilancio ben sei articoli sono stati dedicati agli eventi sismici degli ultimi 14 anni, nonché all'alluvione che ha colpito le Marche nel settembre scorso e a quella di novembre ad Ischia.

Gli interventi per i territori colpiti da eventi eccezionali si sono dipanati in molti dei provvedimenti che questo Governo ha emanato nei suoi soli quattro mesi di vita. Questo decreto-legge si può leggere come una sorta di completamento, come l'impegno di un Governo che, facendo tesoro del lavoro degli enti locali, detta un'impostazione che intende superare ogni barriera burocratica e di carattere finanziario. Altro che cleptocrazia, direi l'esatto contrario!

Nel testo in esame si interviene in materia di gestioni commissariali con riferimento al sisma dell'Abruzzo del 2009 e di quello di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria del 2016.

Sul tema della ricostruzione pubblica ci sono norme che prevedono l'accelerazione e la semplificazione delle procedure. Ci sono norme molto importanti per quanto riguarda il personale sia delle amministrazioni dei territori coinvolti sia degli uffici speciali. Si prorogano i contratti di lavoro e si estendono i termini per la stabilizzazione di quel personale. In questo modo, si garantirà la continuità dell'azione, grazie a un personale già formato, intervenendo su territori che hanno necessità altrimenti non superabili. Ci sono, infatti, comuni molto piccoli che, altrimenti, non potrebbero essere adeguatamente supportati. Per ognuna delle 52.000 pratiche del sisma del 2016, infatti, vi è la necessità di un provvedimento e di un operatore pubblico.

Ci sono deroghe sul numero degli studenti nelle classi: una misura importante e necessaria per evitare la perdita di identità dei luoghi. Fino all'anno scolastico 2028-2029 si potrà mantenere la presenza delle classi anche se non c'è il numero di studenti previsto dalla normativa vigente.

C'è, poi, il tema del rimborso IVA alle imprese che è importantissimo. Fino ad oggi, infatti, le imprese che erano state bloccate dal sisma dovevano anticipare l'IVA sulla ricostruzione.

Altrettanto simbolicamente importante è la misura che prevede una riserva del 30 per cento nelle assunzioni per i parenti delle vittime, un modo per rendere onore a chi non c'è più, un modo per ricordare le 309 vittime del terremoto del 2009 e le 303 di quelli del 2016 e del 2017.

Ancora, il finanziamento di 10 milioni di euro del Fondo regionale per la protezione civile consente di fronteggiare le emergenze affrontabili a livello regionale senza la necessità di deliberare sempre e comunque lo stato di emergenza nazionale, velocizzando le procedure. Anche questo dimostra l'attenzione del Governo per le persone e per i territori.

Si interviene nella governance in materia di poteri sostitutivi per i commissari ad acta e si facilita il lavoro di questi ultimi. L'articolo 1 stabilisce che le disposizioni recanti semplificazioni e agevolazioni procedurali o maggiori poteri commissariali previsti dal decreto-legge n. 77 del 2021, cioè il decreto che detta le procedure veloci per il PNRR, si applicano anche all'affidamento e all'esecuzione dei contratti pubblici per gli interventi di ricostruzione nei comuni interessati dagli eventi sismici verificatisi dal 2009 al 2016. Il decreto n. 77 è ulteriormente in corso di modifica con il decreto n. 13 del 2023, in questo momento all'esame del Senato.

Contestualmente, l'articolo 2 disciplina l'esercizio dei poteri sostitutivi statali limitatamente agli interventi da realizzare nelle aree colpite dal terremoto del 2016 in Italia centrale che rientrano nell'ambito del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevedendo altresì la nomina a commissario ad acta del commissario del Governo per i territori interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016. Le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari da destinare al finanziamento delle aree colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016 nel Centro Italia sono indicate nel decreto-legge n. 59 del 2021 in complessivi 1 miliardo e 780 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026.

Voglio ricordare che la regione Marche è la più colpita dagli eventi sismici del 2016 e 2017 con il 62 per cento del totale dei danni. Ai danni già enormi del terremoto si sono aggiunti quelli degli eccezionali eventi meteorologici del 15 settembre 2022 per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza nei territori delle province di Ancona, Pesaro e Urbino e dei comuni ricadenti nella parte settentrionale della provincia di Macerata. L'articolo 12-bis del decreto-legge n. 176 del 2022 ha stanziato 200 milioni di euro per la realizzazione degli interventi sotto la direzione commissariale del presidente della regione Marche. Risorse poi incrementate di 100 milioni dal comma 730 della legge di bilancio 2023. I dati parlano chiaro: per il cosiddetto sisma del Centro Italia, quello del 2016, a fronte dei circa 26,5 miliardi di danni, ad oggi risultano erogati alle imprese esecutrici per le ricostruzioni soltanto 2,5 miliardi. Siamo quindi in grande ritardo ed è per questo che c'è bisogno di una forte accelerazione nelle erogazioni ai privati che hanno subito i danni, ma soprattutto nei lavori di ripristino del patrimonio pubblico dei nostri territori.

Dall'ultimo report dell'ufficio del Commissario straordinario per la ricostruzione rileviamo che gli interventi necessari per gli edifici e le opere pubbliche sono 4.600 ma ne sono stati avviati circa 2.500, quindi poco più della metà. Se andiamo a guardare, in particolare, le scuole, degli oltre 600 interventi programmati, al giugno 2022 soltanto 24 sono stati completati. A L'Aquila poi, a distanza di 14 anni dal sisma, gli interventi per la ricostruzione ammontano a circa il 50 per cento, per cui sono solo la metà di quelli da portare a compimento.

Già in occasione dell'intervento di insediamento per la fiducia, il Premier Giorgia Meloni ha voluto ricordare le condizioni di quanti, da quasi sette anni, cercano di vedersi riconosciuto il diritto a rientrare nelle proprie abitazioni e di far ripartire le proprie attività economiche. Questo impegno è stato sviluppato a partire dal decreto-legge n. 176, per proseguire nella legge di bilancio e poi in questo decreto.

La legge di bilancio contiene una lunga serie di interventi per le aree terremotate. Si proroga, per tutto il 2023, il credito d'imposta potenziato per le attività di ricerca e sviluppo nelle regioni del Mezzogiorno, esteso alle imprese operanti nelle regioni Lazio, Marche ed Umbria, colpite dagli eventi sismici.

Il comma 514 autorizza una spesa complessiva di 400 milioni, per il periodo 2023-2027, per la realizzazione di interventi sulle strade statali delle aree dei crateri sismici 2009 (Abruzzo) e 2016 (Centro Italia). Tali risorse integrano gli investimenti previsti dal Piano nazionale complementare al PNRR, come disciplinati dall'ordinanza n. 1 del 16 dicembre 2021 del Commissario straordinario per la ricostruzione post sisma, pari ad ulteriori 177 milioni di euro.

I commi da 738 a 761 dispongono, in favore delle aree del sisma 2016 dell'Italia centrale, la proroga, fino al 31 dicembre 2023, dello stato di emergenza, l'incremento di 150 milioni di euro per l'anno 2023 del Fondo per le emergenze nazionali nonché la proroga, fino al 31 dicembre 2023, del termine della gestione straordinaria dell'emergenza per gli eventi sismici in questione, per la quale si autorizza la spesa di 71,8 milioni di euro.

Il comma 744, al fine di assicurare la prosecuzione dei processi di ricostruzione privata nei territori interessati dagli eventi sismici del 2016, incrementa l'autorizzazione di spesa per la concessione del credito di imposta maturato in relazione all'accesso ai finanziamenti agevolati previsti per la ricostruzione privata.

Si dispone la proroga, per il 2023, delle esenzioni di carattere fiscale previste a favore delle imprese e dei professionisti che hanno la sede principale o l'unità locale all'interno della zona franca istituita nei comuni del Centro Italia colpiti dal sisma del 2016.

Ancora, i commi 764-769 sono volti a prorogare una serie di misure riguardanti il sisma avvenuto nel 2012 nei territori dei comuni delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. I commi 770-773 assegnano, per il periodo 2023-2025, un contributo straordinario a favore del comune de L'Aquila, pari a complessivi 53 milioni di euro, oltre ad un contributo straordinario per gli altri comuni del cratere sismico.

Il comma 840 rifinanzia con 3,7 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025, le compensazioni per gli oneri di servizio pubblico per l'aeroporto di Ancona.

Infine, voglio ricordare che, per quanto riguarda il superbonus edilizio, agli interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici interessati da questo decreto la detrazione spetta comunque nella misura del 110 per cento per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025, laddove sia stato dichiarato lo stato di emergenza. Questo è un decreto che parla di identità, di relazione con il territorio. Questo è un decreto che intende dare fiducia alla popolazione residente, per evitare il fenomeno dello spopolamento di interi territori. La caratteristica della ricostruzione che ci accingiamo ad affrontare ha dovuto attraversare il periodo del COVID, la transizione digitale e la transizione ecologica.

Non possiamo ricostruire semplicemente com'era, ma dobbiamo individuare anche come sarà. Le nuove comunità dovranno avere quelle caratteristiche e quegli standard che prefigurano luoghi in cui vi siano connessione, sicurezza, solidità sociale e, soprattutto, capacità di intercettare la modernità. Buona parte della cultura e della tradizione nazionale ed europea è nata nel Centro Italia: la sua rinascita è anche la ricostituzione del cuore del nostro Paese.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Montemagni. Ne ha facoltà.

ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, come sapete, il nostro Paese purtroppo è molto esposto alle calamità naturali. Circa il 40 per cento del territorio nazionale è in aree ad elevato rischio sismico, ossia in zone sismiche 1 e 2, che corrispondono al 35 per cento dei comuni italiani. Inoltre, in merito alle aree a rischio idrogeologico, l'ultimo rapporto ISPRA del 2021 pone in evidenza come il 94 per cento dei comuni italiani sia a rischio dissesto. A tutto ciò si aggiungono le emergenze climatiche da nubifragi e alluvioni, alternate a estesi periodi di siccità. Siamo tutti d'accordo che siano indispensabili interventi di prevenzione, specialmente contro il rischio idrogeologico, e il Governo si sta già adoperando su questo fronte, anche attraverso le risorse del PNRR.

Dobbiamo mettere in condizione il nostro territorio di prevenire frane e di mettere in campo interventi per la pulizia di fiumi e torrenti, e lavorare sulla realizzazione di bacini idrici per prevenire, da una parte, le alluvioni e, dall'altra, la siccità. Intanto, con il decreto in esame, stiamo intervenendo sulle conseguenze da calamità, purtroppo ancora drammatiche, e sulla messa in sicurezza dei territori. È un atto dovuto, perché la nostra gente terremotata attende ancora di poter ricostruire ed entrare nelle proprie case, tornando alle proprie abitudini e alla normalità della propria vita. Infatti, dal terremoto de L'Aquila, che ha distrutto la città, producendo 309 morti, 1.600 feriti e 65.000 sfollati, sono passati ben 14 anni, ma la ricostruzione è ancora al 50 per cento, mentre, a distanza di circa 6 anni dal terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017, che ha provocato altre 303 vittime, 388 feriti e 41.000 sfollati, esistono ancora interi centri storici rasi al suolo.

Gli eventi sismici del Centro Italia si sono reiterati per molti mesi e hanno creato danni ingenti, colpendo un territorio molto vasto, fatto da centri piccoli, ma con una grande tradizione e con specifiche caratteristiche urbanistiche e costruttive, costruiti in epoche passate e in assenza di sistemi antisismici. Purtroppo, nonostante l'ammontare delle norme emanate, la ricostruzione va a rilento e la gente colpita è giustamente esausta di questa situazione. Le procedure sono lente e i troppi vincoli e intoppi burocratici rendono difficoltosa l'approvazione dei progetti e la ripartenza del tessuto produttivo.

Il contenuto di questo decreto-legge è molto importante, perché porta: semplificazioni procedurali per velocizzare la ricostruzione sia delle opere pubbliche che dell'edilizia privata nelle aree terremotate; stabilizzazioni del personale precario già operante, per incrementare l'efficacia dell'azione amministrativa e assicurare le professionalità necessarie alla ricostruzione nelle regioni, negli enti locali, negli enti parco interessati; interventi intesi a favorire la ripresa delle attività economiche e il potenziamento degli investimenti a favore delle imprese ricadenti nelle aree colpite dagli eventi sismici; l'incremento del Fondo regionale di Protezione civile, al fine di potenziare il sistema e velocizzare il migliore impiego delle risorse disponibili per rimediare ai danni.

In particolare, per favorire la ricostruzione del Centro Italia si stabilisce l'esercizio di poteri sostitutivi statali in relazione agli interventi previsti dal Piano nazionale complementare per i territori colpiti dal sisma. Verrà affidato ad un Commissario ad acta, che è la stessa persona del Commissario per la ricostruzione post terremoto, Guido Castelli. Per le opere pubbliche delle aree abruzzesi e di quelle del Centro Italia colpite da eventi sismici è prevista l'applicazione delle stesse misure di accelerazione procedurale e semplificazione della disciplina dei contratti pubblici nella ricostruzione delle opere pubbliche per gli interventi finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Sono, quindi, previsti maggiori poteri commissariali per le procedure connesse all'affidamento e all'esecuzione dei contratti pubblici per gli interventi di ricostruzione nei comuni interessati dal sisma. Il Governo si dimostra intenzionato ad abbattere la burocrazia, con l'obiettivo di dare risposte celeri a chi le attende da troppo tempo.

In materia di edilizia, al fine di evitare che la presenza di edifici diruti possa rallentare o pregiudicare il rientro della popolazione negli altri edifici e per favorire la valorizzazione urbanistica e funzionale degli immobili ricadenti nei borghi colpiti dal sisma del 2009, si riconoscono contributi anche per gli immobili con condizioni di inagibilità pregressa, purché documentata.

Ancora, per l'edilizia privata, al fine di far fronte alle difficoltà finanziarie delle imprese connesse al pagamento dell'IVA per le fatture emesse, si autorizza il Commissario straordinario ad erogare anticipazioni a valere sulla contabilità speciale e rinvia alle ordinanze commissariali l'individuazione delle modalità e delle condizioni per la concessione delle anticipazioni suddette, nel limite massimo del 5 per cento delle risorse disponibili sulla contabilità speciale, nonché per la disciplina e per il recupero delle somme anticipate.

Inoltre, sempre per il sisma del Centro Italia, è stato previsto dal Senato che gli immobili con danni lievi possano beneficiare di un contributo pari al 100 per cento, anche per il costo degli interventi di adeguamento igienico-sanitario, energetico, antincendio e di eliminazione delle barriere architettoniche, e viene estesa la platea dei beneficiari dei contributi per la ricostruzione privata ai familiari muniti di atto di delega del proprietario.

Al fine di semplificare e accelerare gli interventi per la ricostruzione e il rilancio di tutti i territori interessati da eventi sismici per i quali sia intervenuta la deliberazione dello stato di emergenza a far data dal 6 aprile 2009, si estendono le misure di semplificazione in materia edilizia per la ricostruzione a tutti gli edifici presenti in tali aree, e non solo a quelli classificati “C” o “E”. Le misure interessano le opere autorizzabili attraverso la SCIA, sulla base della disciplina relativa alle lievi difformità edilizie e alle pratiche pendenti ai fini dell'accelerazione dell'attività di ricostruzione e di riparazione degli edifici privati.

Inoltre, si amplia la platea dei soggetti aventi diritto all'autorizzazione con SCIA degli interventi di ricostruzione di edifici privati, in tutto o in parte lesionati, crollati o demoliti, riferendosi a tutti i comuni interessati dal sisma del Centro Italia, anche per gli immobili situati in comuni diversi da quelli indicati negli appositi elenchi, che dimostrino il nesso tra i danni verificati e gli eventi sismici stessi.

Una serie di disposizioni riguardano il personale e l'efficientamento dell'azione amministrativa. Si estende, come per l'Abruzzo, anche alle amministrazioni pubbliche ricomprese nel cratere del sisma 2016-2017 la possibilità di riservare fino al 30 per cento dei posti nei concorsi pubblici per l'assunzione a tempo indeterminato di personale non dirigente, a favore degli orfani e dei coniugi delle vittime, estendendo tale riserva anche alle unioni civili.

Si interviene in materia di contratti di lavoro anche a livello dirigenziale presso gli Uffici speciali per la ricostruzione degli altri enti pubblici, con il fine di supportare il disbrigo dei lavori e delle pratiche necessarie alla ricostruzione. In particolare, si prevede una modifica alla disciplina sulla stabilizzazione, mediante assunzione diretta a tempo indeterminato del personale che svolga, o abbia svolto, rapporti di lavoro a termine presso gli uffici speciali per la ricostruzione, gli enti locali e le unioni di comuni rientranti in uno dei crateri degli eventi sismici del 2009 in Abruzzo, del 2016-2017 nel Centro Italia, del 2002 nella provincia di Campobasso e del 2012, in Emilia, Lombardia e Veneto, ovvero presso gli enti “Parco nazionale” il cui ambito rientri, almeno in parte, nel suddetto cratere del 2016-2017, ovvero presso la regione, con la possibilità di maturare i requisiti entro il 31 dicembre 2023. Inoltre, è prevista anche la possibilità di assunzione, mediante quota di riserva fino al 50 per cento, nell'ambito dei concorsi pubblici banditi dagli enti sopra esposti, compresa la regione.

Con riferimento al terremoto che nel 2017 ha colpito Ischia, i comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno potranno assumere a tempo indeterminato il personale oggi in servizio a tempo determinato presso i medesimi comuni, per lo svolgimento di attività di ricostruzione. Procedure straordinarie di stabilizzazione nei ruoli della regione Molise si prevedono anche per il personale del servizio di Protezione civile assunto con contratto a tempo determinato.

Si rimanda, infine, a un decreto ministeriale, entro il 31 marzo, la definizione di criteri e modalità di erogazione delle somme spettanti ai comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno per assicurare il gettito dei tributi non versati per effetto delle sospensioni disposte a seguito degli eventi eccezionali verificatisi nell'isola d'Ischia nel novembre scorso.

Con riferimento all'istruzione - e questo è un punto a cui noi teniamo molto - è stato approvato in Senato un emendamento della Lega, che per noi è prioritario, sul sistema scolastico. Nei comuni colpiti dal sisma del Centro Italia e di Ischia si proseguirà a derogare al numero minimo e massimo di alunni per classe per ciascun tipo e grado di scuola e a garantire la continuità didattica fino all'anno scolastico 2028-2029.

Il decreto interviene anche con norme di carattere generale in materia di Protezione civile.

È prevista la proroga, al 31 dicembre 2024, della durata dei contratti a tempo determinato di personale assunto nelle regioni e nelle province autonome di Trento e Bolzano dal Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri e dai soggetti attuatori per l'accelerazione e l'attuazione degli investimenti concernenti il contrasto al dissesto idrogeologico, compresi quelli finanziabili tra le linee di azione sulla tutela del territorio nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Si rifinanzia, con ulteriori 10 milioni di euro per il 2023, il Fondo regionale di Protezione civile. Inoltre, per garantire la sostenibilità economico-finanziaria e prevenire situazioni di dissesto finanziario dei comuni, si rifinanzia il Fondo per contenziosi connessi a sentenze esecutive relative a calamità o cedimenti, presso il Ministero dell'Interno, con 1.320.000 euro per il triennio 2023-2025.

Sono previsti i poteri sostitutivi per i comuni a rischio elevato e molto elevato per frane e alluvioni che non abbiano adottato o aggiornato il Piano comunale di Protezione Civile, in caso di accertata e perdurante inerzia. Questo significa risolvere un problema in modo celere, cercando di trovare soluzioni per tutti i cittadini e per il territorio interessato.

Infine, si incrementano di 42 milioni di euro le risorse di Protezione Civile per i fabbisogni relativi agli eventi calamitosi verificatisi nell'anno 2021.

Dopo la legge di bilancio e il decreto Ischia, questo è il terzo provvedimento in quattro mesi. È un provvedimento importante in tema di Protezione civile e dimostra la sensibilità del Governo e la volontà di individuare ulteriori misure di accelerazione e semplificazione per la realizzazione degli interventi e la conclusione della ricostruzione.

Riteniamo che la strada tracciata dal Governo sia quella giusta e siamo sicuri che se, in solo quattro mesi, sono usciti ben tre provvedimenti che trattano il tema, nel corso della legislatura e negli anni a venire saranno date molte risposte ai cittadini, che, da troppo tempo, le attendono. Quindi, come gruppo Lega, sosteniamo con forza il presente decreto.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 930​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Gianni Lampis, per il tempo residuo.

GIANNI LAMPIS , Relatore. Grazie, Presidente, non ho nulla da replicare.

PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio, deputata Matilde Siracusano rinuncia alla replica.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 7 marzo 2023 - Ore 11:

1. Svolgimento di interrogazioni

(ore 13)

2. Informativa urgente del Governo sulla tragica vicenda del naufragio di una imbarcazione carica di migranti al largo delle coste di Steccato di Cutro.

(ore 14,30)

3. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 462 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, recante interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile (Approvato dal Senato).

(C. 930​)

Relatore: LAMPIS.

4. Seguito della discussione delle mozioni Molinari, Foti, Cattaneo, Lupi ed altri n. 1-00038, Bonelli ed altri n. 1-00054, Pavanelli ed altri n. 1-00043, Simiani ed altri n. 1-00057, Manes ed altri n. 1-00058 e Ruffino ed altri n. 1-00062 concernenti iniziative in relazione alla proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia .

5. Seguito della discussione delle mozioni Sportiello ed altri n. 1-00051, Bonetti ed altri n. 1-00061, Ciocchetti, Panizzut, Benigni, Semenzato ed altri n. 1-00066, Furfaro ed altri n. 1-00067 e Zanella ed altri 1-00069 concernenti iniziative volte al potenziamento del Servizio sanitario nazionale .

6. Seguito della discussione delle mozioni Mazzetti ed altri n. 1-00040, Santillo ed altri n. 1-00048, Zanella ed altri n. 1-00075 e Manes e Schullian n. 1-00076 concernenti iniziative in materia di agevolazioni fiscali per il settore edilizio e per l'efficienza energetica .

7. Seguito della discussione delle mozioni Foti ed altri n. 1-00071 e Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084 concernenti iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come "Qatargate" .

La seduta termina alle 16,35.