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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 55 di martedì 21 febbraio 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,33).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Sono giorni che assistiamo a una bugia colossale, vergognosa, in maniera unilaterale, da parte di esponenti del Governo, volta a denigrare la misura che ci è stata lodata dall'Europa: il superbonus 110 per cento. L'inizio delle danze l'ha dato il Ministro Giorgetti, quando, durante la presentazione del decreto-legge Cessione dei crediti, è arrivato a dire che i crediti costano oggi, in Italia, 110 miliardi di euro e quindi 2.000 euro a testa per ogni italiano, da chi è nella culla fino al più anziano. Poi, da eco gli ha fatto la nostra Presidente Meloni. Cosa ha detto la Presidente Meloni nel corso della sua diretta sui social? Ha detto che il superbonus è costato 105 miliardi di euro, 2.000 euro pro capite per ogni italiano: il superbonus! Insomma, una balla colossale, un'ignoranza devastante nel non saper riconoscere, in tema di bonus edilizi, detrazioni fiscali e credito d'imposta, che non è degna della comunicazione di un Governo di un Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tra l'altro, confondere un investimento con un costo è un errore che nemmeno ai primi anni della Ragioneria si può fare. La stessa Eurostat, la settimana scorsa, in Commissione finanze al Senato, ci ha detto che i crediti generati da superbonus non sono debito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non si riesce a capire perché non lo volete accettare. Non sono debito, sono un investimento con un indotto positivo sull'economia del Paese. E poi, tra l'altro, la stessa Presidente Meloni e il Ministro Giorgetti dovrebbero sapere che, in caso di investimenti, il 70 per cento rientra già nelle casse dello Stato come gettito fiscale. E se proprio la vogliamo dire tutta, il mio salumiere vi manda a dire che potete andare sul sito dell'ENEA per vedere quanto vale l'investimento del superbonus al 31 gennaio 2023. Ve lo dico io: 65,2 miliardi di euro; in detrazioni, sono 71,7 miliardi. Di questo stiamo parlando, non 105 e 110. E se vi ricordate che vengono detratti in 5 anni, stiamo parlando, quindi, di un investimento pro capite per superbonus, per ogni italiano, pari a 88 euro in 5 anni. Di questo parliamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Voglio ricordare i benefici, perché il Governo dimentica i benefici. I benefici sono 900.000 posti di lavoro e, per quanto concerne l'indotto sul territorio, il moltiplicatore economico è pari a 3, come ci ricorda Nomisma. I benefici, come ci ricorda il Censis, sono 1 miliardo e mezzo in meno di tonnellate di CO2 o 1,1 miliardi in meno di gas. Noi di questo stiamo parlando. I benefici sono 500 euro di costi di bolletta in meno per gli italiani che hanno usufruito del superbonus (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). I benefici sono tanti. Il Governo non lo vuole capire, ha deciso che per lui è un debito. Allora, facciamo così: venga il Ministro Giorgetti, con un'informativa urgente, a chiarire l'eventuale sussistenza di un buco di 105-110 miliardi nel bilancio dello Stato, a quanto ammonti, anche in relazione all'ultima legge di bilancio approvata poco meno di 2 mesi fa da questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Governo è presente. Io riferirò la sua richiesta al Presidente della Camera, che acquisirà eventualmente la disponibilità del Ministro Giorgetti. A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,55.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico (A.C. 771-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 771-A: Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico.

Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la fase di illustrazione degli ordini del giorno e il rappresentante del Governo ha espresso i pareri.

Su un lutto del deputato Alessandro Palombi.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Alessandro Palombi è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 771-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 771-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/1 Zucconi il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Zucconi, accetta la riformulazione? Non vedo l'onorevole Zucconi. Qualcuno del gruppo Fratelli d'Italia mi può dire se la riformulazione è accolta? L'onorevole Foti dice che è accolta. Perfetto.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/2 Benzoni il parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/2 Benzoni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/3 Ruffino il parere è favorevole con riformulazione. Il presentatore accoglie la riformulazione.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Semplicemente, Presidente, perché, per le vie brevi, ci comunicano che i componenti della Commissione difesa stanno arrivando in Aula. Quindi, non so se vogliamo attendere per qualche secondo oppure continuare.

PRESIDENTE. Spetta alle Commissioni sconvocarsi, perché abbiamo dato il preavviso di 20 minuti. Adesso verifichiamo comunque che sia stato effettivamente fatto. Grazie, onorevole Rizzetto, stiamo contattando la Commissione.

Ordine del giorno n. 9/771-A/4 Pastorino, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Solo per chiedere di poter riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Certo, onorevole, rileggo la riformulazione che vale anche per altri ordini del giorno simili: “a valutare l'opportunità di avviare un monitoraggio sull'effettivo utilizzo da parte dei consumatori dell'applicazione informatica prevista dall'articolo 1, comma 3-bis, anche ai fini dell'eventuale introduzione di modalità semplificate e automatizzate di esposizione del prezzo medio”.

PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario. L'onorevole Pastorino accoglie la riformulazione.

Intanto, ci comunicano che la Commissione difesa ha concluso i suoi lavori alle 9,49. Quindi, immagino ci sia un ritardo nella discesa, perché hanno chiuso prima dell'inizio dei nostri lavori d'Aula.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/5 Boschi è accolto come raccomandazione. L'onorevole Boschi accetta.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/6 Amendola c'è un invito al ritiro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/6 Amendola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/7 Sarracino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/8 Pavanelli il parere è favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere al Governo se può ripetere la riformulazione.

PRESIDENTE. Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Volentieri. Parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di” ed eliminazione della terza premessa, ovvero “la mancata proroga della sterilizzazione delle accise sui carburanti, tuttavia, ha determinato un notevole, improvviso e indiscriminato aumento del costo della vita per tutti i cittadini, con immediate ricadute sui consumi”.

PRESIDENTE. Grazie. Onorevole Pavanelli, accetta la riformulazione?

EMMA PAVANELLI (M5S). Sì, grazie, Presidente, la accetto.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/9 Cappelletti c'è un invito al ritiro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Io intervengo in dichiarazione di voto ma approfitto anche per illustrare brevemente il mio ordine del giorno, perché nella discussione in Commissione attività produttive sono emerse numerose questioni collaterali rispetto all'oggetto del provvedimento stesso. Sono emerse alcune criticità afferenti al comparto della distribuzione dei carburanti, che sono di due tipi: da una parte, di legalità, con il problema dell'evasione dell'IVA e delle accise.

Se posso intervenire, Presidente, perché faccio fatica a sentire le mie parole.

PRESIDENTE. Colleghi, cerchiamo di fare un po' di silenzio, così consentiamo all'onorevole Cappelletti di concludere il suo intervento. Prego, onorevole.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Dall'altra parte, vi sono problemi di competitività, perché sappiamo tutti che manca una razionalizzazione della rete distributiva. Sappiamo, infatti, che c'è stato un crollo di marginalità, di cui sono stati vittime tutti i gestori, e sappiamo addirittura dell'ingresso della criminalità organizzata nella distribuzione. Pertanto, il mio ordine del giorno proponeva di impegnare il Governo a promuovere, attraverso un confronto con i gestori, un processo di riforma di un settore che incide in maniera importante, per 45 miliardi, sul nostro prodotto interno lordo e che dà lavoro a 80.000 persone. Non si comprende il parere contrario del Governo, anche alla luce del parere favorevole - quindi, di accoglimento - su ordini del giorno in tutto e per tutto simili. Ne cito uno, ad esempio, l'ordine del giorno n. 9/771-A/38 Cavo. Ora, io non voglio certo credere che la valutazione su un ordine del giorno, da parte del Governo, avvenga sulla base del sottoscrittore, ma chiedo al Governo di rivedere la sua posizione e il suo parere sul mio ordine del giorno, anche alla luce del parere espresso su altri ordini del giorno che vanno nella stessa direzione, proprio per evitare un'incongruenza nell'accoglimento degli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire? Prego.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Solo per rendere edotta l'Aula del fatto che il tavolo con i gestori e, quindi, con la rete di distribuzione di carburanti è già….

PRESIDENTE. Scusi, Sottosegretario, un attimo, perché credo sia utile per tutti ascoltare anche il suo intervento. Colleghi, per cortesia, proviamo a fare un po' di silenzio. Prego.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. In maniera molto diretta, è già attivo presso il Ministero delle Imprese. Abbiamo già fatto due incontri, oggi pomeriggio c'è il tavolo tecnico, quindi quest'ordine del giorno è ultroneo rispetto a un'attività che il Ministero e il Governo stanno già effettuando.

PRESIDENTE. Quindi, il parere resta contrario: invito al ritiro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/9 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/10 Todde vi è un parere favorevole con riformulazione: viene accolta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/11 Appendino vi è un parere favorevole con riformulazione: viene accolta la riformulazione.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/12 Scerra è accolto come raccomandazione: va bene.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/13 Carotenuto è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, accetto la raccomandazione, però chiederei comunque all'Aula di esprimersi. Considerata l'importanza, vorrei svolgere una dichiarazione di voto e descrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene, se chiede di porlo ai voti, allora devo chiedere al Governo di esprimere un parere che sia favorevole o contrario o di rimettersi all'Aula. Quindi, rappresentante del Governo, le chiedo di esprimersi al riguardo: si tratta dell'ordine del giorno n. 9/771-A/13 Carotenuto, che aveva accolto come raccomandazione.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Presidente, confermo la raccomandazione.

PRESIDENTE. Poiché dobbiamo porlo ai voti, si può rimettere all'Aula, se vuole. Può esprimere parere favorevole, contrario o rimettersi all'Aula.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Sì, mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Onorevole Carotenuto, vuole intervenire in dichiarazione di voto? Prego.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Volevo ringraziare chiunque voterà favorevolmente a quest'ordine del giorno, relativo alla ricerca. Si chiede al Governo di impegnarsi nella ricerca sulla mobilità a idrogeno. Penso sia particolarmente importante - simbolicamente importante - perché dobbiamo capire che dobbiamo andare in direzione di una transizione verso una mobilità sostenibile. Ho sentito questa settimana le dichiarazioni del Ministro a proposito della decisione adottata dal Parlamento europeo sul divieto di vendita delle auto a benzina e a diesel, a partire dal 2035, e credo che quella decisione vada proprio in direzione dei nostri interessi, di un Paese, come l'Italia, che ha grandi problemi ed è ecologicamente molto fragile.

Abbiamo visto gli effetti dei disastri ambientali sulla nostra pelle, ne abbiamo vissuti in tutto il Paese, quindi penso che dobbiamo cominciare a mettere la sostenibilità economica almeno al pari di quella ambientale e di quella sociale. Ed ecco che trovo importante, quindi, da un punto di vista simbolico, questo voto; lo trovo particolarmente simbolico anche in particolare per il mio percorso, che nasce in questo movimento che vedeva 30 anni fa Grillo sul palco dei teatri fare l'aerosol con un camioncino proprio per farci capire come fosse già all'epoca importante. Noi stiamo andando proprio verso quello che ci diceva Grillo tanti anni fa. Ed ecco che trovo quindi importante per noi esprimere un voto favorevole: per dare dimostrazione anche alle prossime generazioni di quanto siamo al passo con i tempi e con le battaglie che ci aspettano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/13 Carotenuto, sul quale il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

L'ordine del giorno n. 9/771-A/14 L'Abbate è accolto come raccomandazione: va bene.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/15 Fenu è accolto come raccomandazione, se riformulato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Se il Governo può rileggerla, grazie.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Presidente, l'ordine del giorno n. 9/771-A/15 Fenu è accolto come raccomandazione quanto ai primi quattro impegni, mentre vi è parere contrario sull'ultimo impegno, considerato che il monitoraggio dei prezzi è già previsto nella disposizione in capo al Garante dei prezzi.

PRESIDENTE. Accoglie la riformulazione?

EMILIANO FENU (M5S). La accolgo.

PRESIDENTE. La riformulazione è accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/16 Andreuzza il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/17 Peluffo il parere è favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non me ne voglia, Sottosegretario, ma le chiedo se può riproporre la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario, il parere sull'ordine del giorno n. 9/771-A/17 Peluffo.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/17 Peluffo il parere è favorevole con riformulazione, che sostituisce integralmente l'impegno, che diventa: “a verificare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 5 del 2023, a mezzo del monitoraggio del Garante dei prezzi, come previsto dall'articolo 3, comma 1, lettera c), l'andamento dei prezzi praticati alla pompa, anche in relazione alla misura di cui all'articolo 1, concernente l'esposizione, all'interno dell'area di vendita, del cartello con la media aritmetica dei prezzi di riferimento”.

PRESIDENTE. Onorevole Peluffo, accoglie la riformulazione?

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Presidente, ringrazio il Sottosegretario. Non intendo accettare la riformulazione, lo ringrazio per lo sforzo di venirmi incontro, però il prezzo medio regionale è il problema principale di questo provvedimento. Le audizioni hanno indicato in maniera chiara quali sono tutti gli elementi critici e le controindicazioni dell'inserimento di questo elemento. Abbiamo provato con gli emendamenti sostitutivi; abbiamo anche provato con gli emendamenti modificativi, così come ha fatto anche una parte della maggioranza.

Con quest'ordine del giorno, Presidente, in realtà proponiamo al Governo una via d'uscita, perché siamo convinti che questa parte del provvedimento sia sbagliata. Quello che proponiamo è che sia fatto un monitoraggio da parte del Governo sugli effetti di quest'aspetto del provvedimento e che, in ragione degli esiti di questo monitoraggio fatto dal Governo, si dia spazio per intervenire e modificarlo successivamente. Quindi, in realtà, quest'ordine del giorno è una via d'uscita per il Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/17 Peluffo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

L'ordine del giorno n. 9/771-A/18 De Micheli è accolto come raccomandazione. Si chiede la votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/18 De Micheli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/771-A/19 Orlando, parere favorevole con riformulazione: si accoglie la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/771-A/20 Casu, invito al ritiro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Chiedo di porlo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/20 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/771-A/21 Gnassi, parere contrario del Governo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/21 Gnassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/771-A/22 Merola, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce, perché non si riesce a sentire la voce dell'onorevole Merola. Prego, onorevole.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Torno ad insistere su un voto favorevole a quest'ordine del giorno, perché, come sappiamo e come risulta dal lavoro per arrivare alla conversione di questo decreto-legge, non ci sono garanzie che il prezzo medio esposto possa andare a favore dei consumatori. Quello che ci ha detto l'Autorità garante della concorrenza e del mercato è esattamente l'opposto, cioè che si rischia di fare convergere gli esercenti sul prezzo più alto. Nello stesso tempo, l'introduzione di una sanzione - ed è qui l'impegno che chiedevo al Governo - deve essere chiarita nelle sue modalità, perché questa sanzione non chiarisce se il fatturato dell'esercente debba essere sempre calcolato al netto del prezzo corrisposto dal fornitore. È un fatto di attenzione a una categoria che è stata caricata, anche ingiustamente, di responsabilità che non si sono dimostrate, poi, nei fatti, tali. Per cui chiedo, comunque, una votazione su quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/22 Merola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/771-A/23 Barbagallo, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiediamo che l'ordine del giorno sia posto in votazione. Siamo sorpresi del parere contrario del Governo, perché, nel corso di tutto l'esame del provvedimento, questo aspetto dei prezzi è stato più volte criticato, non soltanto dalle opposizioni, ma anche da diversi esponenti della maggioranza. Forse, si è parlato troppo soltanto del tema dei carburanti e poco delle questioni afferenti al lavoro, ai gestori, ai benzinai, che, invece, meriterebbero più tutele e più garanzie in ordine al procedimento sanzionatorio, all'irrogazione della sanzione, come intende fare proprio quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/23 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/771-A/24 Di Biase, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi siamo già intervenuti, anche in discussione generale, per sottolineare la necessità di semplificare la vita ai gestori. Le audizioni che si sono svolte nelle Commissioni per noi hanno rappresentato un po' uno spartiacque rispetto alla posizione che bisognerebbe tenere, mi riferisco in particolare a quella dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Su questo, più volte, abbiamo provato a migliorare la norma, ma abbiamo trovato sempre un muro di fronte. Chiedo che quest'ordine del giorno venga messo ai voti perché vogliamo che sia chiara, ancora una volta, la responsabilità di questa maggioranza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/24 Di Biase, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

L'ordine del giorno n. 9/771-A/25 Lampis è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/771-A/26 Benigni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/771-A/27 Zaratti, parere favorevole con riformulazione: l'onorevole Zaratti accoglie la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/771-A/28 Zanella, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/771-A/29 Mari, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/771-A/30 Dori, parere favorevole con riformulazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/771-A/31 Piccolotti, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Siamo molto contenti di questo parere positivo, perché, per la prima volta, viene accolta la proposta del trasporto pubblico locale gratuito per i ragazzi di età inferiore ai 30 anni, però vorremmo vedere un po' più di coraggio, evitando continuamente di chiedere di “valutare l'opportunità di” o “compatibilmente con le risorse di bilancio”. Questa dovrebbe essere, potrebbe essere una misura molto concreta per incentivare l'uso del trasporto pubblico. Chiedo quindi, se è possibile, una revisione del parere da parte del Governo.

PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire. Prego.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole, io penso che qui ci sia già un'importante apertura da parte del Governo. Nel momento in cui si dà un parere favorevole con una riformulazione, che è, ovviamente, di carattere tecnico, nel senso di “valutare l'opportunità, compatibilmente con la normativa eurounitaria e con i vincoli di finanza pubblica”, mi sembra estremamente chiaro che il Governo dà un parere favorevole abbastanza ampio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). A questo punto, accogliamo la riformulazione e al primo provvedimento utile, già in assestamento di bilancio, presenteremo emendamenti che possano trasformare questo accoglimento con un voto favorevole, nella speranza che i tanti giovani di questo Paese possano così vedere un segno positivo in tema di mobilità e di diritto ai trasporti.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/771-A/32 Evi, invito al ritiro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno vorrei porlo in votazione, perché chiediamo veramente una maggiore attenzione, un maggiore impegno sul tema del trasporto pubblico su ferro. Ho portato l'esempio della linea tranviaria alle porte di Milano, che collega Milano con la provincia di Milano, che è stata sospesa, interrotta.

Forse siamo l'unico caso in Europa in cui oggi le linee tranviarie vengono abbandonate e sospese, invece che incentivate, invece che promosse, allargate ed ampliate, soprattutto in un territorio dove, peraltro, si continua a morire di smog. I morti prematuri sono un record negativo in tutta Europa.

Si tratta di un'area densamente abitata, che oggi ha un'offerta di trasporto pubblico che evidentemente è andata a deteriorarsi. Ciò non avviene solo in quell'area: infatti chiaramente lo riscontriamo in tutto il nostro Paese, anche nelle aree interne e in regioni che vedono una carenza strutturale di interventi e di infrastrutture ferroviarie.

Quindi, io chiedo che l'ordine del giorno possa essere messo in votazione e chiedo che vengano trovate finalmente delle risorse in generale per spingere fortemente sulle infrastrutture ferroviarie del nostro Paese e, in particolare, per situazioni come quella della linea tranviaria Milano-Limbiate, che oggi solo per una questione di manutenzione e di messa in sicurezza è completamente sospesa. Quindi, chiediamo uno sforzo al Governo volto a recuperare risorse per mettere in sicurezza e riattivare questa importante linea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/32 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

L'ordine del giorno n. 9/771-A/33 Fratoianni è accolto come raccomandazione: va bene.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/34 Grimaldi è favorevole con riformulazione: va bene.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/35 Borrelli è accolto come raccomandazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/36 Ghirra c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Io chiedo al Sottosegretario di rivalutare l'invito al ritiro. In tutti i provvedimenti che sono stati esaminati dall'Aula, a partire dalla legge di bilancio ma anche attraverso i vari decreti Aiuti, noi abbiamo proposto emendamenti e ordini del giorno volti a rafforzare il trasporto pubblico locale e il trasporto rapido di massa. Ci sorprende che in questa congiuntura, in cui, da un lato, dobbiamo arginare il fenomeno dei cambiamenti climatici e, dall'altro, ci troviamo davanti a un aumento dei costi della benzina e dei combustibili, il Governo scelga, invece, di non accogliere proposte come questa.

Ci fa piacere che siano stati reintrodotti i bonus per gli abbonamenti, però riteniamo fondamentale - soprattutto in questa fase in cui tante persone, lavoratrici, lavoratori, studenti e studentesse hanno difficoltà, davanti a un aumento dei costi della gestione della vita ordinaria, anche a utilizzare i mezzi per spostarsi - che vengano accolti provvedimenti volti a rafforzare l'offerta del trasporto pubblico e del trasporto di massa.

Quindi, io vorrei mettere al voto quest'ordine del giorno, ma confido in una revisione del parere da parte del Governo, magari anche valutando insieme una possibile riformulazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende intervenire.

Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/36 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

L'ordine del giorno n. 9/771-A/37 Bonelli è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi, che però ha già parlato due volte.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per chiedere di metterlo in votazione, in realtà.

PRESIDENTE. Però ho bisogno, come prima, che il Governo mi dica, a questo punto, se il parere sull'ordine del giorno n. 9/771-A/37 Bonelli è favorevole, contrario o si rimette all'Aula, visto che era accolto come raccomandazione così come l'ordine del giorno precedente.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Si rimette all'Aula (Commenti del deputato Giachetti). Non era accolta la raccomandazione, onorevole Giachetti…

Onorevole Grimaldi, lei accoglie la raccomandazione e chiede che venga messo al voto o non accoglie la raccomandazione e, quindi, chiede che venga messo al voto come originariamente presentato? Io non ho compreso questo punto.

MARCO GRIMALDI (AVS). Abbiamo compreso che l'accoglimento con raccomandazione di fatto non richiedesse la votazione su questo. Invece, noi vorremmo che fosse messo in votazione anche con un'ipotesi di riformulazione, ma se…

PRESIDENTE. Quindi, non accoglie la raccomandazione e, dunque, pongo in votazione l'ordine del giorno col parere contrario del Governo, a questo punto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Mi scusi: il Governo si è rimesso all'Aula?

PRESIDENTE. È colpa mia. Chiedo scusa ai colleghi, perché nell'incertezza, rispetto alla domanda dell'onorevole Grimaldi, avevo capito che l'onorevole Grimaldi avesse accolto la raccomandazione. Quindi, ho chiesto al Governo di esprimersi, come è avvenuto prima. Invece, era un caso diverso da quello precedente.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/771-A/37 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/771-A/38 Cavo: favorevole con riformulazione.

Onorevole Cavo, accoglie la riformulazione?

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Sì, accolgo la riformulazione.

PRESIDENTE. Sugli ordini del giorno n. 9/771-A/39 Alessandro Colucci e n. 9/771-A/40 Lupi il parere del Governo è favorevole.

A questo punto, poiché l'ordine del giorno prevede che lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta, abbia luogo alle ore 12, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 10,35, è ripresa alle 12.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 771-A​)

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo il testo che oggi siamo chiamati a votare è frutto di un dibattito già avvenuto tra Governo e stakeholder, che si è riverberato nelle audizioni della Commissione attività produttive, intervenuta in sede referente e che ho seguito con attenzione, insieme all'esito finale del voto, che ha già visto Noi Moderati esprimersi favorevolmente, in sede di Commissione appunto, mentre lo stesso dibattito coinvolgeva - e non poteva essere altrimenti - tutto il Paese. Il caro benzina è, infatti, un tema che tocca tutti, colpisce in maniera indiscriminata i cittadini, andando a pesare sulle economie familiari, sulla logistica dei prodotti al consumo e sui prezzi finali, aggravando la dinamica inflattiva causata dalla crisi energetica.

Gli effetti sono sempre molteplici: aggravano le criticità del mondo produttivo, ma pesano ancora di più sulle fasce dei meno abbienti sia in termini di aumento dei costi diretti per i trasporti sia in termini di aumento dei prezzi di acquisto anche dei beni primari. È questo il doppio peso dell'inflazione: riguarda tutti, ma un po' di più chi ha di meno.

Il compito di una politica saggia è intervenire per alleviare il carico sui più deboli e lavorare su quegli snodi del sistema economico che moltiplicano l'effetto finale dell'aumento dei costi, anche ora - ed è opportuno sottolinearlo - che si registra un calo dei prezzi alla pompa, perché è importante che gli interventi siano strutturali e di lungo periodo.

È stata una scelta chiara e coraggiosa quella di non rinnovare lo sconto sulle accise, di cui avrebbero beneficiato tutti i cittadini ma, paradossalmente, di più chi ne avrebbe avuto meno bisogno e concentrare, invece, quelle risorse solo al sostegno dei ceti meno abbienti. È una scelta politica che sosteniamo e rivendichiamo, perché non servono gli slogan facili, ma il buon senso di azioni mirate a chi ha più necessità.

Tutti vorremmo tagliare le accise, ma la priorità, soprattutto quando le risorse sono scarse, deve essere l'aiuto alle fasce più deboli della società. Una riduzione secca delle accise, perché questo è stato il primo dibattito aperto, prima ancora di parlare di cartelli e trasparenza, sarebbe stata lineare su tutti, sarebbe costata più di 9 miliardi l'anno e non sarebbe stata diretta solo sulle fasce più deboli, a differenza, invece, di quello che è stato fatto, per esempio, con misure mirate come il bonus bollette per i redditi sotto i 20.000 euro, con l'aumento delle pensioni minime, con la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 25.000 euro; misure che non sarebbero state possibili se lo Stato avesse dovuto sostenere un rinnovo del taglio delle accise sui carburanti a priori; azioni mirate, attivate con la legge di bilancio, ma anche - come constateremo - con questo decreto.

La dinamica dei prezzi è tra le conseguenze più impattanti, dal punto di vista prettamente economico, della scellerata guerra scatenata dalla Russia, con l'invasione dell'Ucraina, e dell'utilizzo deliberato del tema energetico come elemento di pressione. Questo provvedimento ha avuto il merito di accendere un faro sulla questione, di costringere il Parlamento a ragionare sulle misure più corrette per venire incontro alle esigenze di tutti e di sollevare anche le problematiche di una rete capillare su tutto il territorio e funzionale al complesso sistema logistico delle persone e delle merci. Non è stata, questa, l'occasione, per la tipologia del provvedimento in esame e per l'urgenza di intervenire sul fenomeno contingente, ma questa discussione ha anche il merito di aver aumentato la consapevolezza della necessità di una riforma della rete distributiva dei carburanti che valorizzi gli investimenti e ne metta in risalto il ruolo fondamentale nella transizione energetica.

Al Governo abbiamo chiesto pertanto, come gruppo Noi Moderati, con un apposito ordine del giorno, un impegno finalizzato ad una riorganizzazione dei punti vendita in tutto il settore dell'energia. Più della produzione, conta la distribuzione, la rete: se non arriva a tutti, non serve e perché funzioni vanno comprese le molteplici peculiarità del territorio, dal piccolo distributore locale alle stazioni sulle autostrade, contemperando le diverse esigenze e intervenendo concretamente sui temi principali come la contrattualistica di settore e gli oneri delle transizioni bancarie.

Ringraziamo il Governo che, seppur riformulandolo, ha accolto il nostro ordine del giorno prevedendo l'opportunità che vengano affrontate tutte le problematiche che afferiscono alla rete della distribuzione, tra cui quella da noi rappresentata dello stesso tavolo carburanti che proprio questo provvedimento istituisce presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy, un punto di osservazione e di ascolto di tutte le istanze dove individuare il giusto equilibrio. Ed è proprio un prezioso equilibrio - quello raggiunto nel provvedimento tra la doverosa attenzione e protezione dei consumatori e il rispetto e la valorizzazione della rete di distribuzione dei carburanti - che è stato possibile grazie all'apertura a modifiche da parte dell'Esecutivo a seguito del confronto con le associazioni di categoria, in particolare sull'imposizione della pubblicità del prezzo e sull'impianto sanzionatorio.

Il testo dell'emendamento del Governo, intervenuto rispetto a quello originario, riduce drasticamente sia l'entità delle sanzioni, parametrandole al fatturato, sia la durata della chiusura dell'impianto in caso di violazione delle norme e impone l'esposizione solo settimanale del prezzo medio del carburante.

Importante è anche la previsione di una App per le comunicazioni dei prezzi, che sarà frutto di un monitoraggio insieme a tutte le misure adottate, in particolare all'esposizione del cartello medio del prezzo, così come da impegno del Governo rispetto a diversi ordini del giorno presentati.

Dialogo, dunque; punti di incontro essenziali. Il tavolo aperto al MIMI sarà proprio il luogo dove fare in modo che questo confronto non si fermi e diventi un'occasione di monitoraggio delle misure adottate per quello che non può - e non deve - essere ricordato solo come il decreto del Cartello, tanto più che sulle tipologie del cartello e dell'esposizione interverrà un successivo decreto del Ministro delle Imprese e del made in Italy, perché questo decreto è qualcosa di più; possiamo definirlo decreto Trasparenza, riconoscendo a questo testo la capacità di introdurre misure in grado di dare certezza ai consumatori, nel rispetto delle regole del mercato e dei principi base della concorrenza.

Grazie all'osservatorio sui prezzi si potrà, poi, monitorare la dinamica internazionale del costo dei carburanti combustibili, consentendo anche il più rapido ed efficiente intervento al fine di calmierare l'aumento dei prezzi per gli utenti.

Ma, al di là dei temi che più hanno acceso il dibattito, a volte strumentale, i punti centrali del provvedimento sono gli interventi diretti per ridurre l'impatto degli aumenti sui consumatori. Viene, infatti, istituito un fondo con una dotazione di 100 milioni, finalizzato a riconoscere un buono a chi nel 2022 ha conseguito un reddito complessivo non superiore ai 20.000 euro per l'acquisto di abbonamenti per il servizio di trasporto pubblico locale, regionale o interregionale o per servizi di trasporto ferroviario nazionale per studenti e lavoratori; il valore del buono è pari al 100 per cento della spesa, fino ad un importo massimo di 60 euro. Inoltre, il provvedimento riconosce un'esenzione dal computo del reddito del lavoratore con riferimento al valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti nell'anno 2023 fino ad un importo pari a 200 euro.

Come gruppo Noi Moderati avevamo presentato anche due proposte emendative per raddoppiare il bonus dei 60 euro sul trasporto pubblico e aumentare da 200 a 500 euro quello sui carburanti, ma i conti con le risorse a disposizione non hanno consentito di intervenire in tal senso subito in questo provvedimento; abbiamo chiesto, però, un impegno in questa direzione al Governo attraverso la presentazione di due ordini del giorno per il rafforzamento del bonus benzina e del bonus trasporti. Anche in questo caso, l'Esecutivo si è espresso favorevolmente affinché si intervenga in tal senso quando le risorse lo consentiranno. Abbiamo insistito, perché il carburante, così come la possibilità di accedere a prezzi scontati sui servizi di trasporto pubblico, sono da considerarsi beni primari.

L'aspetto più innovativo e concreto del cosiddetto decreto Carburanti è rappresentato, però, dal meccanismo di rideterminazione delle aliquote di accisa sui carburanti mediante decreto ministeriale in corrispondenza di un maggior gettito IVA, previsto dall'articolo 2. La norma interviene modificando e semplificando il processo di riduzione delle accise sui carburanti in ragione dell'aumento dell'IVA derivante dall'aumento del prezzo del greggio; questo è un meccanismo importante e si rifà alla media del bimestre precedente. Ciò consente una reazione più immediata alle dinamiche dei prezzi e un effetto più diretto sui costi finali.

Si interviene e si riduce l'accisa, non a priori ma solo di fronte a una reale necessità, solo quando ce n'è bisogno, senza sprecare risorse. Qualcuno dirà che non si è inventato nulla, che l'accisa mobile era già stata utilizzata in passato. È vero, le buone pratiche si possono reintrodurre ma la novità sta nella velocizzazione, nella capacità di reazione più immediata nel sistema. Governare vuol dire decidere, farlo sulla base di dati oggettivi e ispirandosi ai principi del buon senso. Questo è stato fatto. Noi Moderati abbiamo questa cultura di responsabilità e di Governo. Il taglio delle accise non può non essere un obiettivo ma occorre fare i conti con la realtà e la realtà oggi ci dice che il prezzo dei carburanti è sceso sotto la soglia di guardia, che noi abbiamo sempre fissato a 2 euro al litro. Se ci fosse stato un taglio a priori delle accise, oggi avremmo investito miliardi che avrebbero impedito misure mirate alle fasce deboli. Il meccanismo introdotto permette di intervenire - eccome -, ma in presenza di una reale necessità e di un reale scostamento del prezzo rispetto al trimestre precedente.

Per tutte queste regole di buon senso, adottate da questo decreto, Noi Moderati esprimiamo un voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Eccoci a votare l'ennesimo provvedimento di cui, francamente, nessuno sentiva il bisogno. Dopo aver inventato, in tutta fretta, il reato di organizzare rave party, dopo aver dato il via libera alle trivelle in Adriatico nel pieno della crisi climatica che travolge soprattutto il nostro Paese in quanto hotspot climatico, dopo aver varato un provvedimento disgustoso e disumano, come quello che finge di affrontare il tema della gestione dei flussi migratori ma che, in realtà, è solo un modo per criminalizzare chi salva vite in mare, rendendo loro tutto più difficile con l'unico - ripeto, l'unico - risultato che i morti in mare aumenteranno; ricordo infatti che, dal momento in cui il Governo Meloni si è insediato, sono sbarcate Italia 34.683 persone, con un aumento dell'80 per cento rispetto all'anno scorso, di queste solo 2.958 sono state soccorse dalle navi ONG, ovvero solo l'8,5 per cento del totale. Nonostante ciò la soluzione trovata da questo Governo è stata quella di spedire le navi nei porti più lontani dal luogo di soccorso, nel Centro e nel Nord Italia. Semplicemente pazzesco! Quanta ipocrisia, quanta manipolazione della realtà e quante bugie, in particolare, sulle ultime norme europee in discussione o appena approvate, come la ribattezzata direttiva sulle case green o il nuovo regolamento che introduce lo stop alla vendita di auto con motore a scoppio dal 2035. Su questi provvedimenti si è scatenata una valanga di menzogne, come quella che l'Europa vieterebbe la vendita o l'affitto delle case non ristrutturate - ma ciò non è scritto da nessuna parte - o che per le auto elettriche ci stiamo affidando, ci stiamo consegnando alla Cina invece di difendere il made in Italy. Non è forse made in Italy l'auto elettrica più venduta in Europa, la FIAT 500? È costruita in Italia, a Mirafiori. Chi dice che di litio non ne abbiamo ignora, invece, che l'Italia è un Paese in cui il litio è molto presente secondo alcune recentissime valutazioni del CNR. Il litio, infatti, è una materia di origine vulcanica ed è partita l'esplorazione per essere autosufficienti. Dai ricercatori del CNR arriva dunque un'idea molto più precisa delle potenzialità legate al litio geotermico italiano e gli stessi ricercatori fanno osservare che tali valori sono circa il doppio di quelli riscontrati nelle salamoie del campo geotermico californiano di Salton Sea, che è considerato dagli statunitensi come la fonte che permetterà agli Stati Uniti di raggiungere l'indipendenza di litio dai mercati esteri. Quindi, è falso - lo ripeto, falso - che premiamo i cinesi con questo provvedimento, non solo perché la materia possiamo trovarla anche in Italia ma anche perché, poi, la vera sfida è quella di sviluppare una forte filiera per il riciclo, recuperare materia e, contestualmente, creare moltissima occupazione.

Venendo al provvedimento in questione, dicevo in premessa che nessuno ne sentiva l'esigenza.

Questo decreto nasce per cercare di abbassare i prezzi della benzina mentre, a detta di tutti gli esperti auditi, tra cui l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, si rischia di ottenere esattamente il contrario, livellando i prezzi verso l'alto proprio per effetto della pubblicazione del prezzo medio regionale, che riduce gli stimoli competitivi. Non pare proprio che il risultato sia quello sperato da parte del Governo. Un decreto, poi, che nasce per dare trasparenza mentre, con la doppia cartellonistica per esporre il prezzo medio regionale, è probabile che genererà solamente maggiore confusione tra i consumatori, non pare certo una buona pensata. Dunque, è l'ennesimo decreto che finge di dare una soluzione e, al contrario, creerà nuovi problemi. Io voglio dirlo in maniera chiara: per noi di Alleanza Verdi e Sinistra ridurre l'uso di carburanti fossili e azzerarli progressivamente è una strada obbligata. Non possiamo permetterci di tenere in vita un modello fossile devastante per il pianeta, per la nostra salute e per la nostra economia. Ecco perché abbiamo cercato di intervenire sul testo proponendo un cambio di approccio al tema della mobilità, spingendo fortemente, con i nostri emendamenti, sul trasporto pubblico, sul trasporto condiviso in sharing, pulito. Ad esempio, avremmo voluto che i bonus carburante da 200 euro potessero essere utilizzati anche per il trasporto pubblico o, quanto meno, per le ricariche dei veicoli elettrici, come peraltro era stato segnalato anche dall'Agenzia delle entrate già l'anno scorso. Non c'è stato verso. Ancora, i bonus abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale di appena 60 euro, e per una platea molto circoscritta di persone che vi possono accedere, sono un intervento del tutto insufficiente, se non trascurabile, se non addirittura ridicolo. Facciamo alcuni calcoli: il costo dell'abbonamento annuale a Roma è di 250 euro, mentre a Milano è pari a 350 euro. È evidente che gli incentivi stanziati siano del tutto insufficienti per spingere le cittadine e i cittadini a utilizzare maggiormente il trasporto pubblico. Molti emendamenti presentati dalle opposizioni, tra cui i nostri di Alleanza Verdi e Sinistra, ma anche quelli di alcune forze di maggioranza, avevano la finalità di aumentare le risorse stanziate, ma non c'è stato nulla da fare. Eppure in altre parti d'Europa, penso a Paesi come la Spagna e la Germania, misure come il biglietto gratuito o gli abbonamenti ai mezzi pubblici a tariffe molto agevolate sono parte integrante di strategie volte non solo ad agevolare le cittadine e i cittadini a muoversi con il trasporto pubblico, ma anche alla riduzione proprio dei costi energetici per la mobilità per l'intero Paese, per affrontare la crisi climatica e per ridurre drasticamente l'inquinamento atmosferico e i conseguenti enormi danni economici e sanitari che questo comporta. Sono tutte questioni che oggi dovrebbero essere di prioritaria importanza per un Paese - alla luce anche delle conseguenze derivanti dalla drammatica guerra in Ucraina e dalla drammatica crisi climatica in corso - che nel 2022 ha fatto registrare un aumento dei consumi di petrolio e di gasolio, rispettivamente del 10 e del 5 per cento, in totale controtendenza rispetto a possibili politiche di risparmio. Così come la drammatica crisi ambientale, che vede lo smog ancora come una delle minacce principali per la salute delle persone. In Italia, manca completamente questo livello di ragionamento. Ecco perché, con un ordine del giorno, abbiamo voluto ribadire una nostra proposta di buon senso, una proposta che chiede di introdurre il trasporto pubblico locale gratuito per gli under 30. Ci fa piacere che oggi il parere del Governo sia favorevole, sebbene con la solita vaghissima formula del “valutare l'opportunità di” e inserendo la condizione di compatibilità con i vincoli economici e fiscali. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo detto più volte che la scusa della coperta corta non regge più, perché le politiche di redistribuzione e di giustizia sociale, che partano dalla restituzione degli enormi extraprofitti fatti negli ultimi anni dai colossi energetici e da tutti gli operatori degli altri settori coinvolti, dovrebbero essere la strada maestra.

Una strada maestra da seguire per mettere risorse in campo per restituire il maltolto ai cittadini e alle imprese, investire seriamente sul trasporto pubblico locale, su infrastrutture ferroviarie e colmare quell'enorme gap di infrastrutture sul trasporto pubblico che fa sì che l'Italia sia drammaticamente in ritardo e inadeguata su questo fronte, se paragonata con il resto d'Europa. Dunque, prendiamo atto dell'impegno del Governo e noi non mancheremo di incalzarlo nel prossimo provvedimento sull'assestamento di bilancio, per garantire che alle buone intenzioni seguano i fatti.

In conclusione, anche con questo decreto abbiamo visto una maggioranza spaccata da crepe sempre più profonde, costretta a mettere la fiducia per mantenere insieme i pezzi - pur avendo una maggioranza assoluta in questo Parlamento, maggioranza assoluta che non c'è stata nel voto di fiducia di ieri -, annullando però ogni spazio democratico a intervenire su questo testo e calpestando per l'ennesima volta il ruolo di questo Parlamento. Il risultato è che non siete riusciti in alcun modo a ricomporre le divisioni dei partiti, al vostro interno, che vi sostengono. E ricordo che in Commissione il Governo ha dato parere negativo a gran parte degli emendamenti proposti dalla sua maggioranza. Le profonde differenze al vostro interno vi hanno, quindi, costretto a porre la questione di fiducia. È solo questo il motivo per cui il Governo ha deciso di strozzare il dibattito parlamentare e non votare gli emendamenti dei gruppi, e non certo per l'approssimarsi della scadenza dei 60 giorni del decreto-legge, come spesso avviene. Ricordo, infatti, che questo decreto-legge scade il 15 di marzo e quindi ci sarebbe stato tutto il tempo necessario per esaminarlo, magari migliorandolo, approvarlo e trasmetterlo all'altro ramo del Parlamento, per consentirgli di discuterlo e approvarlo definitivamente. Per tutti questi motivi, Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, questo è sicuramente un provvedimento nato male che nel corso dei giorni scorsi poteva sicuramente essere migliorato grazie all'apporto dell'iter parlamentare, ma che a causa della scarsa umiltà del Governo - e, ripeto, del Governo e non della maggioranza - ci porta oggi un provvedimento davvero molto brutto.

Per la prima volta da quando sono parlamentare è successa una cosa straordinaria: non sono tanto le opposizioni, che hanno trovato l'unità su modifiche a questo provvedimento, ad essere unite, non sono le opposizioni, sempre definite cattive, ad aver trovato l'unità, ma addirittura la totalità degli auditi, in un harakiri di commenti a questo provvedimento, che ha unito dai consumatori, ai produttori, agli esercenti, alle associazioni di categoria, che hanno detto le stesse, medesime cose che le opposizioni riportavano. Ma addirittura, per la prima volta, abbiamo visto anche una maggioranza che ha presentato degli emendamenti, poi ritirati, che andavano esattamente nella direzione che le opposizioni stanno continuando a indicare, per cercare di trovare un miglioramento a un provvedimento che non avrà le risposte che vuole dare al Paese.

E allora, lo diceva poco fa l'onorevole Evi, la fiducia di ieri è, rispetto alle altre, una fiducia non chiesta dal Governo per velocizzare i tempi dell'iter parlamentare, non chiesta per superare l'ostruzionismo delle opposizioni, che non hanno fatto ostruzionismo ma hanno avuto un comportamento responsabile e consapevole, ma è una fiducia che voleva superare l'imbarazzo di tanti membri e onorevoli colleghi della maggioranza, i quali, probabilmente, al voto dell'articolo 1 si sarebbero trovati, per coscienza personale, fuori da quest'Aula.

Questo, infatti, è semplicemente un provvedimento di propaganda, nato in maniera repentina per rispondere al caos mediatico dovuto al Governo, che ha tolto quello sconto sulle accise che il Governo Draghi aveva inserito. Un caos mediatico che ha fatto sì che si intervenisse con questo provvedimento semplicemente per cercare l'ennesimo colpevole. Ormai questo Governo ci ha abituato, per ogni provvedimento, a trovare un colpevole e in questo caso l'ha trovato nei benzinai, che sono stati accusati di essere degli speculatori e per questo vengono colpiti dal decreto. Nelle audizioni, addirittura i tecnici del Ministero dell'Ambiente hanno dichiarato che la capacità speculativa di tali soggetti è completamente insussistente, ma questo non ha fermato il Governo su un provvedimento che non dà alcuna risposta, anzi, rischia di peggiorare la situazione.

Dobbiamo entrare anche un pochettino nel merito del provvedimento, perché chi ci ascolta da casa deve sapere cosa vuol dire esporre il prezzo medio ai distributori di carburante, in primis con un unicum: è l'unica categoria merceologica che avrà questo trattamento. Non accade da nessun'altra parte, in nessun settore del nostro Paese, che venga esposto.

Invece i benzinai verranno colpiti da questo, con un aggravio di costi non indifferente per adeguare la cartellonistica. Ci avete appena bocciato un ordine del giorno che chiedeva al Governo di ricompensare i maggiori costi che i benzinai dovranno sopportare per adeguare la cartellonistica e che il Governo, se avesse accolto i tanti emendamenti di maggioranza e opposizione per inserire il QR code, avrebbe risolto senza tali costi (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

E in più, ci riempiamo la bocca in quest'Aula di taglio alla burocrazia, di semplificare il lavoro dei nostri cittadini che ogni giorno lavorano e producono, e questo provvedimento introduce tanta burocrazia, anche con tante sanzioni spropositate rispetto alla burocrazia stessa. E poi aggiunge il prezzo medio regionale, che tutti noi, che viviamo nelle nostre regioni, sappiamo quanto sia un dato fuorviante. Non possiamo paragonare il prezzo della benzina di Sondrio con quello di Milano, non possiamo paragonare il prezzo di Asti con quello di Torino, e potremmo andare avanti per ore e ore. Una totale confusione che peggiora anche lo stato dei consumatori, i quali arriveranno al distributore trovando tantissimi prezzi in cui non si capisce più qual è il prezzo al servito, qual è il prezzo al self service, qual è il prezzo medio regionale per uno e quello per l'altro, con l'unico rischio di non capire quanto pagheranno la benzina quando andranno a farla (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Alla faccia del decreto Trasparenza, come è chiamato!

Questo decreto non interviene neanche sui 4.000 impianti che sono sconosciuti all'Osservatorio dei prezzi e che, quindi, continueranno a rimanere sconosciuti anche dopo quest'approvazione. Ma soprattutto, se fino a oggi abbiamo parlato di provvedimenti che rendono inutile questo decreto, ce n'è uno che è quello, all'unanimità di tutti gli auditi, più preoccupante. Esporre il prezzo medio non farà altro che trovare convergenza sul prezzo medio, andando esattamente contro i princìpi per cui si è fatto il decreto: minor concorrenza all'interno dei benzinai, ma soprattutto aumento del prezzo per il consumatore. Un harakiri per questo Governo, che voleva fare un decreto in una direzione e si trova a ottenere esattamente l'effetto opposto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe)!

Per concludere, faccio mie le parole dell'ahimè ex Premier Mario Draghi: ci sono “caratteristiche frequenti nelle decisioni che consideriamo “buone”: la conoscenza, il coraggio, l'umiltà”. Ecco che questo provvedimento rispetta esattamente il contrario di questi tre princìpi: poca conoscenza del tema, la conoscenza basica dell'andamento del prezzo e delle dinamiche di domanda e offerta; poco coraggio, il coraggio di accettare il contraddittorio non solo con le opposizioni, ma con la maggioranza stessa e, quindi, con questo Parlamento; ma soprattutto - e chiudo - l'umiltà, l'umiltà di ascoltare le istanze dei tanti soggetti che abbiamo audito, l'umiltà di verificare le loro richieste e di ascoltarle. Sarebbe bastato accogliere pochi emendamenti, pochissimi, di maggioranza e di opposizione, visto che erano speculari, per ottenere un voto differente dalla nostra forza politica rispetto a un decreto che contiene anche delle cose positive, ma avete fatto tutto da soli e per questo il gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe sarà contrario al voto di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tosi. Ne ha facoltà.

FLAVIO TOSI (FI-PPE). Colleghi, colleghe, rappresentanti del Governo, siamo qui a discutere un provvedimento che è assolutamente positivo e va nella direzione di aiutare le famiglie e le imprese italiane. Spiace che il dibattito e il confronto siano su una parte del provvedimento, sicuramente una parte controversa, sulla quale anche noi di Forza Italia abbiamo cercato di dare un contributo, ma è una parte assolutamente minoritaria e, per così dire, irrilevante rispetto alla portata del provvedimento stesso. E mi spiego. La fiducia è stata posta non perché la maggioranza sia spaccata o perché altrimenti il provvedimento non passa. La fiducia è stata posta perché, con il sistema costituzionale che abbiamo, con il bicameralismo perfetto, sappiamo bene che si impiega il doppio del tempo per far passare i provvedimenti dalla Camera al Senato, che fanno le stesse cose. Questo non lo dico a beneficio dell'Aula, ma, evidentemente, a beneficio di chi ci ascolta. E quindi si pone la fiducia, la pone questo Governo, la poneva quello prima e quello prima ancora.

Sono anni che si ricorre allo strumento della fiducia, perché chi ha il dovere di governare, dando risposte agli italiani, ha il dovere di far approvare i provvedimenti. Lo strumento, affinché possano approvarsi in tempi celeri e ragionevoli i provvedimenti, è la posizione della fiducia. Quindi, non è una questione di spaccatura della maggioranza, ma è semplicemente l'unico modo che consente, a chi ha vinto le elezioni il 25 settembre scorso, quindi al centrodestra, di governare nei tempi e nei modi che gli italiani si aspettano. Infatti, noi abbiamo un debito nei confronti del popolo italiano, che è quello di governare e cambiare questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e il provvedimento va in questa direzione. C'è una parte controversa, ma è secondaria, assolutamente secondaria, perché l'obbligo di esporre il cartello con il prezzo medio è un appesantimento burocratico - è vero -, ma non sposta il prezzo del carburante, perché comunque il gestore pratica il prezzo che ritiene conveniente per la sua attività per poter proseguire. Infatti, comunque, il trasportatore, l'automobilista e l'utente della strada sanno bene dove andare a far benzina e dove andare a far rifornimento, perché chiunque nella propria città, nel proprio paese, nella propria comunità, sa quali sono i distributori ai quali riferirsi per un prezzo più o meno alto, a prescindere dall'esposizione del prezzo medio. Quindi, è una misura irrilevante - ripeto - rispetto alla portata complessiva del provvedimento. Sappiamo che i gestori - e questo è un grande problema - hanno la possibilità di trattenere solo qualche centesimo rispetto al costo del carburante, che è intorno ai 2 euro. Il tema delle accise è il problema del problema, perché fra accise, IVA e tassazione, si arriva a superare ben oltre la metà del prezzo del carburante stesso. È questa la sfida vera che si troverà ad affrontare questa maggioranza, perché il Governo, presieduto dal Presidente Meloni, ha garantito agli italiani che si arriverà a una significativa riduzione delle accise da qua alla fine della legislatura. È questa la sfida che tutti assieme, come maggioranza, ci troveremo ad affrontare per dare una risposta ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Quindi, al di là dell'aspetto della cartellonistica, che non sposta sostanzialmente nulla, il tema vero sono gli altri contenuti di questo provvedimento, come i benefici che vengono riconosciuti alle aziende nazionali che si occupano di turismo e gestiscono bus turistici - ripeto “nazionali”, perché anche in questo caso è una scelta di questa maggioranza aiutare le aziende italiane -, e come l'introduzione di un bonus sul carburante, che è già stato ricordato, a favore delle famiglie meno abbienti È giusto che sia così anche per il trasporto pubblico ovverosia dare dei contributi finalizzati a chi ha difficoltà economiche. È vero: abbiamo tolto il contributo sulle accise, ma è stata una scelta etica della maggioranza. Infatti, abbassare le accise in maniera generalizzata, a favore di chiunque vada a rifornirsi, paradossalmente - faccio l'esempio del sottoscritto - aiuta di più Flavio Tosi, che ha una macchina di grossa cilindrata, che fa un sacco di strada, consuma molto e non ha bisogno dell'aiuto dello Stato per fare rifornimento; non è giusto, quindi, che Flavio Tosi abbia quell'aiuto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). È giusto che quell'aiuto vada a chi ne ha bisogno e, così, è stata fatta la scelta di mettere le risorse sulle bollette, sull'energia, dando i contributi alle aziende energivore e alle famiglie in difficoltà.

Il contributo più importante e principale di questo provvedimento è quello della cosiddetta accisa mobile, che venne introdotta nel 2008, in una situazione analoga a questa. L'accisa mobile cosa consente? Consente allo Stato - detta brutalmente - di non mettere le mani in tasca ai cittadini, quando non è giusto farlo, come è successo fino al precedente Governo. Non è fare polemica, ma è un dato di fatto: prima, con l'aumento dei carburanti, l'IVA e le accise hanno portato dell'extragettito, un importantissimo extragettito, nelle casse dello Stato e questo extragettito evidentemente è stato tolto dalle tasche dei cittadini. Introducendo l'accisa mobile, si fa in modo che, a fronte dell'aumento dei prezzi del carburante e, quindi, a quello che sarebbe un aumento proporzionale degli introiti dello Stato attraverso l'IVA e le accise, lo Stato abbassi l'IVA e le accise in modo tale che non ci siano maggiori entrate nelle casse dello Stato a danno delle famiglie. La misura più importante del provvedimento, lo ripeto, è quella dell'accisa mobile, perché questo meccanismo fa sì che non accade quanto è accaduto con i precedenti Governi, ovvero che, all'aumento del prezzo del carburante, aumenti proporzionalmente il gettito a favore dello Stato. In questo modo, invece, questi soldi vengono riaffidati subito, senza prelevarli, alle famiglie e alle imprese.

Voteremo favorevolmente perché è un provvedimento importante, che ha dei contenuti che vanno nella direzione rispetto alla quale questa maggioranza si è impegnata, dal 25 settembre in avanti, a favore dei cittadini e delle imprese italiane, aiutando la crescita, aiutando l'economia e aiutando chi ne ha bisogno. Il provvedimento va esattamente in questa direzione e, quindi, Forza Italia voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie Presidente. Colleghi e colleghe, qualche giorno fa stavo facendo alcuni esercizi di matematica con mia figlia Sara e le ho chiesto: “Sara, che cosa succede, se a 2 euro togliamo 30 centesimi?” Vi confesso che Sara non mi ha saputo rispondere - fa la prima elementare - quindi, facciamo per un attimo questo esercizio qui in Aula. Sara paga il carburante per la sua macchina 2 euro al litro. Le accise, come sappiamo tutti - lo spiego a chi ci ascolta - sono le imposte indirette sui carburanti. Il Governo Draghi riduce le accise di 30 centesimi al litro. Quanto paghiamo la benzina? Evidentemente 1,70 euro al litro. Passano tre mesi, si insedia il nuovo Governo Meloni, che toglie colpevolmente lo sconto sulle accise di 30 centesimi, e cosa succede a Sara dopo questa decisione folle del Governo? Quanto paga la benzina? È evidente: 30 centesimi in più. E di chi è la colpa, se paga 30 centesimi in più la benzina? È evidente che la responsabilità ha un nome e cognome: Giorgia Meloni e il suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Colleghi e colleghe, mi scuso davvero con quest'Aula per la banalità di questo ragionamento. Siamo abituati a fare discussioni ben più ampie, però il problema è che il Governo è riuscito a negare questa semplice questione algebrica per settimane. Poi ha fatto di peggio, colleghi e colleghe, perché non solo ha negato tutto ciò, ma ha cercato e si è affrettato a trovare un capro espiatorio. Infatti, serviva un capro espiatorio da dare in pasto ai cittadini, che non erano pronti a questo tradimento, che stavano già facendo fatica ad affrontare il caro bollette, facevano fatica con gli aumenti del carrello della spesa! Quindi, cos'era più semplice fare? Trovare qualcuno da additare, così l'opinione pubblica poteva pensare che era colpa di qualcuno. E chi è quel qualcuno? I benzinai, che sono l'ultimo anello, il più debole della catena! Comportarsi così significa essere una sola cosa: essere codardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Essere codardi perché non vi assumete le responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Colleghi e colleghe, ditemi - parlo ovviamente ai colleghi tramite lei, Presidente - se vi pare normale che i benzinai hanno dovuto fare uno sciopero, creando disagi per tutti i cittadini e le cittadine, per difendersi da una falsa accusa, una menzogna del Governo, rispetto a quel famoso prezzo che loro non comandano e, soprattutto, dovuto al fatto che il Governo doveva proteggere se stesso, per coprire cosa? L'ennesima promessa disattesa! Ma voi pensate che siamo fessi? Pensate che siamo scemi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Guardate che mia figlia, prima elementare, se legge il programma elettorale della Lega e di Fratelli d'Italia, sì, che lo capisce che avevate promesso e avete disatteso una promessa. Allora, in difficoltà, qual è stato il coniglio che avete tirato fuori dal cilindro? L'obbligo per ogni benzinaio di esporre un cartello con i prezzi medi regionali, un qualcosa di inutile, che crea confusione e, ancor più - lo dice l'Antitrust - rischia di far aumentare il prezzo della benzina! Vi rendete conto che stiamo votando, state votando, un decreto che probabilmente farà esattamente l'opposto di quello che volevate fare? Cioè, voi volevate ridurre il prezzo della benzina e, invece, così rischiate di farla pagare di più ai cittadini! Vi rendete conto di questa follia? Colleghi e colleghe, a voi pare normale? A me e a noi, francamente, no, non pare normale. In una situazione normale dovremmo stupirci. Dovremmo stupirci delle vostre menzogne, dei vostri tradimenti, delle vostre capriole, della vostra incapacità e non volontà di assumervi le responsabilità delle vostre scelte. Invece, no, noi non ci stupiamo più, perché è uno schema evidente.

Lo schema qual è? Un provvedimento scellerato, di cui non volete assumervi la responsabilità, e quindi scaricate su un capro espiatorio che dovete individuare, ma per fare cosa? Perché io mi sono interrogata. Per fare cosa? Per distogliere l'attenzione dai problemi reali delle persone a cui non sapete come rispondere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Voglio farvi qualche esempio, facciamo qualche esempio di quello che abbiamo visto in questi 3 mesi. Un problema urgente, reale: i salari da fame. Noi abbiamo il 10 per cento delle persone che lavorano che sono schiavi da lavoro, perché hanno salari troppo bassi. Voi quei salari non li volete alzare. E allora cosa fate? Ecco il capro espiatorio: abbandonate alla povertà le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza e le avete additate come responsabili di tutti i mali del mercato del lavoro che esistono da anni; i lavoratori in nero, la pizzeria che non trova il cameriere, la disoccupazione giovanile, il lavoratore stagionale che manca, il datore di lavoro irregolare. È sempre e solo colpa del percettore di reddito di cittadinanza, non delle paghe da fame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non delle tasse troppo alte, non dei controlli che mancano o del precariato dilagante. No, no, peggio, il precariato dilagante lo volete aumentare, reintroducendo i voucher.

Ma torniamo a un altro tema che a voi sta molto a cuore in campagna elettorale, anche su di esso vediamo lo stesso schema: la sicurezza, un vostro tema bandiera. Perché, cosa fate? Siccome non sapete come rispondere, anche in questo ambito, ai bisogni reali, vi inventate un'emergenza, fantomatica, dei rave party, fate un decreto, scritto male, che rischia di essere pericoloso, perché in realtà non sapete come rispondere a quanto chiedono le persone, e cioè maggiori presidi delle Forze dell'ordine, più telecamere, di risolvere occupazioni abusive incancrenite da anni, che chi è in strada non veda gli spacciatori nello stesso posto 24 ore dopo dopo essere stati arrestati. Questo ci chiedono le persone, non i rave party, ma voi distogliete l'attenzione.

Poi, in questo schema di distrazione di massa non potevano mancare i blocchi navali (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Avete promesso i blocchi navali in campagna elettorale…

MANLIO MESSINA (FDI). Avete governato 5 anni!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, fate concludere l'onorevole Appendino.

CHIARA APPENDINO (M5S). …e voi anche su questo punto - grazie, ho ancora qualche minuto - potete arrabbiarvi, ma i blocchi navali poi si scontrano con la realtà. Potete inventarvi tutti i decreti che volete, quelli ONG, ma poi la realtà dei fatti è che gli sbarchi sono aumentati del 117 per cento rispetto al Governo Draghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e del 400 per cento – 400! - rispetto al Governo “Conte 2”.

E poi non può mancare l'ultima delle grandi menzogne, il superbonus, perché, colleghi, dopo che avete sostenuto Draghi nella proroga del superbonus, avete sollecitato un allentamento del meccanismo di cessione dei crediti, avete fatto a gara, in campagna elettorale, a chi si intestava questo strumento del superbonus, lo avete utilizzato anche per cercare di aiutare, giustamente, la ricostruzione nei paesi terremotati, cosa fate? Terrorizzate i cittadini con fantomatici debiti, che non esistono, conti dello Stato fuori controllo, frodi miliardarie. Sono menzogne, queste si chiamano menzogne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma mi chiedo, colleghi e colleghe, siete gli stessi di pochi mesi fa? Siete gli stessi che qui - ero qui, eravamo tutti qui - hanno portato una legge di bilancio in cui quel buco non esisteva? Siete voi? E, se non siete voi, perché vi state comportando così? Allora, sapete che cosa è vero? È vero che voi state distruggendo una misura che ha creato 900.000 posti di lavoro, che ha permesso alle famiglie che ne hanno usufruito di avere uno sconto di circa 500 euro l'anno sui costi della bolletta, che ha evitato l'emissione di quasi un milione di tonnellate di CO2 e che è stato un investimento che ha avuto un effetto moltiplicatore per cui, ogni 10 euro spesi, 7 sono ritornati allo Stato. Sessanta miliardi spesi hanno riportato più di 40 miliardi. Allora, vi chiedo: ma quale altro investimento ha questa leva, quale altro investimento porta questo ritorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? E, siccome non c'è, almeno negli ultimi anni, la verità, colleghi e colleghe, è un'altra, e cioè che voi ormai dichiarate tranquillamente, senza imbarazzo alcuno, che fate le cose che voleva fare Draghi e che non ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi incassate, con orgoglio e rivendicate, i complimenti dei rigoristi, quelli d'Europa che additavate come il problema dell'Italia. Voi, oggi, usate lo spread, che era la dittatura finanziaria, ve lo ricordo, come strumento per dire che siete bravi a fare una manovra. E avete rinunciato - lo abbiamo constatato in manovra, con un più 0,6 per cento di PIL, e lo stiamo constatando con il superbonus - a fare investimenti, perché l'unica vostra ricetta è l'austerità. E l'austerità sono tagli alla sanità, sono tagli a Transizione 4.0 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), sono tagli alla scuola, sono tagli a Opzione Donna, sono tagli al superbonus, sono tagli al reddito di cittadinanza. Mani di forbice, sono tagli, tagli e tagli! E allora, Presidente, concludo: in soli 3 mesi una parte della maggioranza si è trasformata dall'essere sovranista a essere la brutta copia, anche sbiadita, della troika.

Presidente, nel dichiarare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle, chiedo, Presidente, tramite ovviamente lei, ai banchi del Governo di chiedere scusa. Chiedete scusa al Parlamento, che avete preso in giro fingendo, su questo decreto, una volontà di coinvolgimento che non c'è stata. Chiedete scusa ai cittadini, a cui avete fatto pagare 10 euro in più a pieno. Chiedete scusa a quei cittadini che pagheranno, tra qualche mese, probabilmente il pane, la pizza e il latte di più, perché la merce viaggia ancora su gomma, e, quindi, questo potrebbe far salire i prezzi. Chiedete scusa ai benzinai, che avete trattato a pesci in faccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Chiedete scusa alle associazioni di categoria, che avete preso in giro, ai tavoli di negoziazione. E poi, infine, chiedete scusa, colleghi e colleghe, ai vostri elettori, che avete nuovamente tradito. Guardate, e chiudo davvero, fareste più bella figura a fare un passo indietro e sospendere questo provvedimento. Per una volta, fareste il bene degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Andreuzza. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi…

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo intervenire la deputata Andreuzza, per cortesia, dato che l'intervento è stato svolto.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Direi di tornare sul tema per il quale siamo qui oggi e ritengo sia utile ricordare il contesto nel quale nasce questo decreto, che si occupa di trasparenza dei prezzi dei carburanti, del rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, e del sostegno per la fruizione dei mezzi di trasporto.

Nel corso della discussione della legge di bilancio, in un momento fortemente caratterizzato dal gravoso problema del caro bollette e di fronte a una chiara previsione di diminuzione del prezzo del carburante, il Governo e il Parlamento hanno adottato delle scelte mirate, concentrando i due terzi della manovra per affrontare il problema del caro energia. Pertanto, in questo contesto, il Governo ha valutato di non ripristinare lo sconto sulle accise del carburante applicato in precedenza, ma che rimane assolutamente un nostro impegno.

In questo contesto, si è preferito concentrare le risorse a disposizione andando a dare un sostegno diretto alle categorie più bisognose e avviando misure strategiche e strutturali, come il cosiddetto Piano Mattei. Pertanto, questo decreto nasce nel momento in cui un generale aumento dei prezzi ha determinato immediate ricadute per le imprese e le famiglie, con la necessità di dare loro massima chiarezza e sostegno. Nonostante alcune evidenti eccezioni - ripeto, eccezioni - riscontrate nelle variazioni dei prezzi del carburante, va però precisato che, secondo i dati pubblicati dal Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, si è riscontrato che il prezzo medio della benzina, nella prima settimana di gennaio, è stato in linea con quelli registrati nei primi mesi del 2022, e tutt'oggi riscontriamo segnali di diminuzione.

In questo contesto, il Governo ha voluto provvedere a effettuare una ricognizione approfondita, per garantire un pronto intervento di controllo e verifica sia sui rivenditori sia sulle compagnie petrolifere, al fine di individuare eventuali attività tendenti a una maggiorazione ingiustificata dei prezzi e per intervenire in favore dei consumatori e del mercato, inserendo proporzionate sanzioni per coloro che non rispettano le regole. Infatti, il provvedimento si sviluppa su 4 misure principali.

All'articolo 1 interviene appunto con i buoni benzina, che consistono nel fornire un ristoro ai dipendenti per l'incremento dei costi di carburante, e, in particolare, viene previsto che il valore dei buoni benzina non concorre a formare il reddito di lavoro dipendente, nel limite di 200 euro, per tutto il 2023.

È poi fondamentale l'introduzione del meccanismo dell'aliquota flessibile, l'accisa mobile, che consente di rimodulare il valore dell'accisa qualora il prezzo del petrolio superi i valori tendenziali indicati dal Documento di economia e finanza, e questo rappresenta una garanzia per il controllo dei prezzi.

Va precisato che mantenere lo sconto nelle proporzioni tradotte a marzo dal Governo Draghi costerebbe allo Stato oltre 9 miliardi di euro. In questo modo, tali risorse sarebbero distribuite in maniera indistinta tra tutti i consumatori: una distribuzione a pioggia delle risorse porterebbe beneficio maggiormente a coloro che hanno redditi elevati, che si spostano di più e con mezzi di maggior consumo, mentre chi ha un basso reddito oppure utilizza mezzi pubblici ne trarrebbe un beneficio molto limitato.

L'articolo 3 introduce il rafforzamento dei poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi al fine di individuare l'insorgere di fenomeni speculativi non giustificati dall'inflazione e riteniamo positivo che il Garante operi in stretto accordo con le strutture regionali che si occupano di controllo dei prezzi al fine di ottenere un aggiornamento costante e reale.

Nell'articolo 4 sono inserite misure di sostegno per la fruizione dei mezzi pubblici attraverso il cosiddetto bonus abbonamento che interessa nello specifico mirate categorie, indirizzando un sostegno fino a 60 euro per abbattere il costo dell'abbonamento dei mezzi di trasporto, in particolare quei soggetti che, per motivi di lavoro, studio e con un reddito più basso, risultano maggiormente bisognosi.

Vi è, poi, un particolare punto sul quale, giustamente, si è approfondito il dibattito in merito al sistema più idoneo per l'esposizione del prezzo medio regionale presso gli impianti di distribuzione di carburante. Il Governo su questo punto, con dialogo costruttivo, si è impegnato, approvando anche un ordine del giorno della Lega, per un attento monitoraggio sugli effetti al fine di garantire l'efficacia della misura e adottando in futuro la soluzione migliore.

La corposa fase di audizioni ha consentito alla X Commissione e al Governo di lavorare su una serie di proposte migliorative rispetto al provvedimento, ma, soprattutto, tale dibattito ha contribuito a far nascere un confronto tra il Governo e le categorie di comparto per accendere un faro importante su un tema molto più ampio rispetto ai punti trattati dal decreto e che possiamo definire, in realtà, come un punto di partenza.

La Lega, nell'ascoltare i vari soggetti interessati, ha sicuramente cercato di recepire le istanze dei consumatori che chiedono la massima chiarezza per comprendere le variazioni dei prezzi in un mercato da sempre complesso per i non addetti al settore. La Lega ha cercato di comprendere le istanze dei gestori degli impianti di benzina, i benzinai, che sono l'ultimo anello della catena, spesso con un margine di guadagno piccolissimo e una concorrenza che si gioca in pochi centesimi. La Lega sostiene che questi esercenti non possano essere trascinati in cattiva luce a causa di un'impropria generalizzazione legata al tema della speculazione. Come in tanti settori, esistono condotte scorrette, talvolta illecite, e proprio con il confronto e la collaborazione dei gestori possiamo e dobbiamo lavorare per risolvere le dannose zone grigie che esistono nel mercato e lo dobbiamo fare nell'interesse dei gestori e dei consumatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Da questo dibattito è nata un'importantissima opportunità: la costituzione da parte del Governo di un tavolo di confronto sulla filiera di distribuzione dei carburanti, con l'impegno da parte del Governo di dare continuità e affrontare problematiche strutturali che perpetuano da 20 anni. Il Governo, a fronte del proficuo confronto con le categorie svoltosi in queste settimane e viste le proposte dei parlamentari, è intervenuto con un emendamento migliorativo che ha accolto le richieste della Lega di implementare l'uso della tecnologia attraverso una App, come strumento di lettura dei prezzi, attraverso il collegamento diretto con l'Osservatorio dei prezzi del Ministero ed è intervenuto rimodulando le misure sanzionatorie.

Una cosa è chiara: questo Governo non intende tollerare l'illegalità di chi vende carburanti sottocosto perché non paga IVA e accise (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), un danno per tutti gli operatori onesti e una concorrenza sleale.

Ringrazio il Ministro Urso, il Sottosegretario Bitonci per il lavoro svolto. Facendo un passo avanti oltre il decreto, proprio il Sottosegretario Bitonci ha dichiarato che occorre un intervento di ristrutturazione della rete di distribuzione, sviluppando e implementando i punti vendita di energia per la mobilità sostenibile mentre, per affrontare il problema dell'illegalità, ha proposto di incrociare i dati delle camere di commercio con quelli dell'anagrafica degli impianti, in modo da arrivare ad accertamenti mirati sulle truffe e sull'evasione.

Concludendo, cari colleghi dell'opposizione, per suo tramite, Presidente, certo che voi avete uno strano modo di aiutare gli italiani! Vi siete, forse, preoccupati dei posti di lavoro che andranno persi per lo stop della produzione delle auto a benzina e diesel entro il 2035 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), voi che in Europa l'avete votato?

Un colpo tremendo alle centinaia e migliaia di lavoratori che favorisce lo svuotamento dell'industria italiana. State facendo un enorme regalo alla Cina, sì, lo state facendo. E vi state, forse, preoccupando dell'enorme mazzata che colpirà i cittadini, obbligati a rispettare la direttiva delle case green che voi volete ad ogni costo? Questa maggioranza, su questo decreto, si è confrontata, certo, ma ha trovato la quadra, con l'impegno del Governo di tenere monitorata la situazione. E il gruppo Lega ha fiducia in questo Governo, così come i cittadini hanno dimostrato fiducia in noi con il voto recente delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Fatevene una ragione! Concludo dicendo che, con questo decreto, assicuriamo sostegno a chi è più bisognoso, garantiamo trasparenza dei prezzi del carburante e controlleremo la filiera. Per questo, la Lega annuncia voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghi deputati, la Camera è chiamata oggi alla conversione di questo decreto del Governo dello scorso 14 gennaio che ha caratteristiche piuttosto particolari. La nostra Costituzione, all'articolo 77, prescrive che i decreti-legge debbano avere carattere di necessità e di urgenza. Dov'è l'urgenza di questo decreto? È stato emanato quando tanti cittadini, andando alla pompa di benzina, si sono accorti degli ulteriori aumenti del costo dei carburanti. Allora, se è chiara la necessità di abbassare i prezzi, qual è la causa di questi aumenti a gennaio?

Ebbene, Presidente, l'aumento è dovuto alla scelta del Governo di interrompere gli sconti sulle accise, introdotti dal Governo Draghi, e che il Governo Meloni ha deciso di far concludere il 31 dicembre scorso. Una scelta legittima che ha, però, un effetto diretto nelle tasche degli italiani. Quello che, invece, non è legittimo è che esponenti della maggioranza e del Governo, anziché assumersi fino in fondo questa responsabilità, abbiano provato a scaricare la colpa degli aumenti sui gestori degli impianti, accusandoli di speculazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Accuse che sono state smentite dal Governo stesso, evidentemente a sua insaputa, perché, mentre, da un lato, accusava di speculazione i benzinai, dall'altro, sul sito del Ministero dell'Ambiente, che pubblica i prezzi medi alla pompa, risultava che nella prima metà di gennaio, quando sono aumentati i prezzi, gli incrementi sono stati di 16 centesimi al litro rispetto alla settimana precedente, quando la riduzione degli sconti sulle accise incide per 18 centesimi al litro.

C'è un'evidente simmetria tra la decisione del Governo e il corrispondente aumento; non c'è, quindi, alcuna speculazione. Ed è inaccettabile la criminalizzazione di un'intera categoria per nascondere i danni delle vostre decisioni, con un ulteriore paradosso: la Meloni, che presiede un Governo che accusa i benzinai, è la stessa che, quando era all'opposizione, girava un video in cui andava dal benzinaio per dire che è lo Stato ad essere il cattivo, che la colpa del caro benzina non è del gestore, ma del Governo che non taglia le tasse. Il Governo della Meloni, che prometteva il taglio delle accise, le ha ripristinate al loro massimo, ha fatto alzare i prezzi dei carburanti e ha dato la colpa agli altri. Questo è quello che è successo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Veniamo al testo. Intanto, nel titolo c'è un richiamo ridondante alla trasparenza, quando questo settore è stato oggetto di numerosi interventi nel corso degli anni ed è oggi uno dei settori più trasparenti, dove, casomai, la questione è la piena applicazione della normativa vigente più che un decreto d'urgenza.

E, su questo aspetto, l'unico elemento di novità è in ragione di un emendamento delle opposizioni, l'unico che avete approvato, che permette di fare un passo in avanti, facendo dialogare le piattaforme dell'Anagrafe degli impianti esistenti e dell'Osservatorio prezzi, che raccoglie i prezzi comunicati dai gestori. Finalmente queste piattaforme dialogheranno e permetteranno di fare emergere le zone d'ombra.

Ma il problema principale di questo decreto è che non interviene sulla vera urgenza, cioè non riduce il costo dei carburanti; anzi, la parte più controversa del provvedimento riguarda l'introduzione del prezzo medio a livello regionale, a cui corrisponde il relativo onere per i gestori di esporre cartelli aggiuntivi, e prevede sanzioni spropositate in caso di mancato adempimento. Questo significa, per il Governo, che andremo dal benzinaio e, oltre al prezzo servito e self, per ogni prodotto, diesel, benzina, GPL e metano, ci dovrà essere anche quest'ulteriore prezzo medio regionale.

Vede, Presidente, le audizioni svolte in Commissione hanno messo in evidenza tutte le storture e i rischi di questo meccanismo del prezzo medio regionale. Credo sia una delle poche volte che praticamente tutti gli auditi dicano che si tratta di una scelta sbagliata.

Tra le tante audizioni prendo a riferimento per brevità solo quella dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che è un organismo indipendente e che dice, in estrema sintesi, tre cose: in primo luogo, il prezzo medio non è rappresentativo dell'effettivo contesto competitivo, perché soltanto gli impianti più vicini possono costituire una concreta alternativa per il consumatore. Questo è abbastanza intuitivo: di solito non vado a fare benzina a 150 chilometri da casa e non avrebbe alcun senso.

In secondo luogo, il cartello in più per ogni prodotto, oltre ad oneri aggiuntivi per gli esercenti, induce il consumatore in confusione: altro che trasparenza!

Il terzo elemento, il più grave: c'è il rischio concreto di un livellamento verso l'alto dei prezzi.

In sintesi, si tratta di un provvedimento che non semplifica la vita, anzi la complica per i gestori, crea confusione per i consumatori e, soprattutto, c'è un rischio concreto di alzare ulteriormente il prezzo dei carburanti.

Sempre nel merito, all'articolo 4 il decreto ripropone il bonus trasporti per il 2023. Allora, ricordiamo che, per sostenere studenti e lavoratori a basso reddito, il Governo Draghi aveva istituito il Fondo bonus trasporti con una dotazione di 190 milioni di euro che consentiva alle persone fisiche con reddito complessivo inferiore ai 35.000 euro di ottenere un contributo per gli abbonamenti per il trasporto pubblico. Con questo provvedimento di fatto dimezzate le risorse del Fondo, scendendo da 190 a 100 milioni di euro, e restringete la platea, abbassando il limite di reddito per chiedere il bonus da 35.000 a 20.000 euro.

Abbiamo capito, in queste settimane, che ce l'avete con i benzinai, ma, visto che è aumentato il costo dei carburanti, non aiutate la scelta del trasporto pubblico. Chi si deve muovere tutti i giorni per andare al lavoro o per studiare - insomma, i pendolari - cosa vi ha fatto di male per rendergli in questa maniera la vita ancora più difficile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Un'ultima considerazione. Subito dopo aver approvato il decreto, l'impegno del Governo era quello di modificarlo nella fase di conversione parlamentare. Sono stati convocati a più riprese tavoli con le parti senza giungere ad alcun risultato significativo. Avete preso in giro un intero settore con questa tarantella ed è un problema più complessivo di questo Governo, che assume provvedimenti sull'onda emotiva, dice di essere pronto al dialogo e poi tira dritto.

Governare in maniera responsabile è anche riconoscere gli errori e porvi rimedio. Potevate farlo accogliendo gli emendamenti dell'opposizione oppure quelli della stessa maggioranza, che invece avete costretto a ritirare tanto che una componente della maggioranza, Forza Italia, in Commissione non ha partecipato al voto finale.

Questo metodo di anteporre sempre la propaganda alla soluzione dei problemi sta spaccando il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo state facendo di nuovo sul superbonus: altro provvedimento sbagliato di questo Governo, altra tarantella di dichiarazioni.

Più sbagliate nelle scelte di Governo e più attaccate gli altri, cercando di nascondere la vostra incapacità dietro l'aggressione continua alle opposizioni, come avete fatto in queste settimane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma noi siamo qui per dare voce fino in fondo a chi è colpito dalle vostre scelte sbagliate. Per questo, Presidente, il nostro sarà un voto convintamente contrario sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Filini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FILINI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, ci accingiamo a votare la conversione in legge di un decreto importantissimo, perché la particolare situazione sociale ed economica che stiamo attraversando richiede risposte urgenti, in grado di mettere ordine e dare certezze. Con questo decreto, infatti, il Governo ha voluto stabilire misure per fare ulteriormente fronte alla grave crisi energetica che stiamo attraversando.

Dispiace che ancora una volta il dibattito sia scivolato sul piano del pregiudizio ideologico, che è oggettivamente l'unico argomento rimasto alle opposizioni. Se ci fosse stato un minimo di onestà intellettuale l'accento sarebbe stato posto sulle importanti misure di buonsenso che questo provvedimento contiene. Infatti, quando si attua la detassazione sui buoni benzina per 200 euro ceduti dalle imprese ai loro dipendenti e quando si stabilisce che tali buoni non concorreranno alla formazione del reddito del lavoratore si introduce un provvedimento di buonsenso.

Inoltre, è di buonsenso la misura che istituisce un Fondo di 100 milioni per agevolare l'acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, il tutto a vantaggio dei lavoratori a basso reddito.

E che dire dell'aliquota agevolata sulle accise per i bus turistici, emendamento introdotto grazie al gruppo di Fratelli d'Italia? Anche qui, signori, pragmatismo e buonsenso! Così come tutto il pacchetto di misure introdotte per favorire la trasparenza dei prezzi nei confronti dei consumatori, come l'App istituzionale per conoscere il prezzo medio regionale e i costi dei distributori limitrofi. Sono misure che tutelano il consumo e scoraggiano la formazione di cartelli. Il Governo, in una situazione estremamente difficile, interviene per scoraggiare e prevenire le speculazioni.

Ma, Presidente, diciamo le cose come stanno. Su questo tema le speculazioni ci sono state eccome. Ma più che dalle pompe di benzina le speculazioni sono arrivate da certe redazioni, perché certa stampa, quando non è stato rinnovato lo sconto sulle accise, ha giocato sporco gettando - è il caso di dirlo - benzina sul fuoco, raccontando che per colpa del Governo il prezzo dei carburanti era arrivato a 2,50 euro, quando i prezzi medi erano fermi a 1,80 euro, e questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma ancora più inaccettabile, signor Presidente, è stato il comportamento delle opposizioni, sempre pronte a cavalcare le fake news per imbastire improbabili narrazioni che le vedrebbero come alternativa credibile a questo Governo. Rassegnatevi, signori: gli italiani hanno capito bene che non c'è alcuna alternativa credibile al Governo di Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E sul tema delle accise permettetemi una breve digressione. All'indomani dell'aggressione russa all'Ucraina, abbiamo assistito a un rialzo enorme dei prezzi dei carburanti. Nella scorsa primavera - allora sì - la soglia psicologica dei 2 euro al litro era stata abbondantemente superata. Come tutti i Paesi europei, anche l'Italia intervenne per tagliare in via straordinaria ed emergenziale le accise sui carburanti. Un provvedimento temporaneo, causato da eventi e dinamiche internazionali. Poi il prezzo del greggio ha iniziato progressivamente a scendere, fino a tornare ai livelli precedenti allo scoppio del conflitto russo-ucraino.

La Germania, già alla fine dell'estate scorsa, ha revocato l'intervento. Alla fine del 2022 lo sconto è stato tolto anche da Francia e Spagna, così ha fatto anche l'Italia. Lo sconto sulle accise costava 1 miliardo al mese e lo pagano indistintamente tutti i lavoratori e tutte le famiglie italiane. Rinnovare la misura quando i prezzi dei carburanti erano scesi sarebbe stata una follia economica e, se foste intellettualmente onesti, dovreste riconoscere che era l'unica cosa da fare, ma la decisione del Governo è stata subito attaccata e devo dire che le argomentazioni e le proposte che abbiamo ascoltato dalle opposizioni sono state a dir poco esilaranti, a partire dalla richiesta di confermare la misura dello sconto sulle accise e, quindi, di gravare il bilancio dello Stato di una spesa pari a un miliardo al mese, dicendo dunque addio alla rivalutazione delle pensioni minime fino a 600 euro, al taglio del cuneo fiscale, all'aumento dell'assegno unico familiare, all'estensione del congedo parentale, alla riduzione dell'aliquota sui prodotti per la prima infanzia e a tutte quelle misure volte a favorire welfare, lavoro e sviluppo che siamo riusciti a mettere in piedi, nonostante la grave situazione economica che abbiamo ereditato; una decisione che sarebbe andata in controtendenza rispetto all'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma la proposta più divertente l'abbiamo sentita quando è stato presentato un ordine del giorno dalla sinistra, un ordine del giorno che è stato poi condiviso anche dal PD e dal MoVimento 5 Stelle, se ricordo bene, ovvero quella di passare a un regime amministrato dei prezzi dei carburanti, una roba che si rifà direttamente ai fallimentari modelli di economia pianificata che abbiamo conosciuto nel secolo scorso sotto i regimi comunisti e i regimi sovietici. Mi sa che con le lancette dell'orologio siete rimasti fermi al 1989, ma per fortuna il mondo è cambiato, grazie a Dio. Quando, poi, abbiamo sentito il MoVimento 5 Stelle e un po' tutta quanta la sinistra attaccare il Presidente del Consiglio sulle accise, sostenendo che nel programma di Fratelli d'Italia si parlava di taglio abbiamo avuto la certezza della malafede della sinistra. Nel nostro programma c'è scritto chiaro e tondo: sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise, il che non significa tagliare le accise, ma evitare che queste crescano con il crescere del prezzo dei carburanti. Ed è un provvedimento che è stato inserito proprio nel decreto che stiamo per votare; se crescerà il prezzo della benzina, lo Stato sterilizzerà, ovvero non farà lievitare, le tasse su quel prodotto; è un concetto non difficilissimo da capire: lo Stato non guadagna se aumentano i prezzi del carburante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma gli italiani, signori, hanno capito benissimo che oggi in Italia c'è chi pensa al bene della Nazione e chi, invece, prova a risalire nei sondaggi raccontando bugie, inventando notizie e tifando ogni giorno affinché la situazione economica peggiori, per speculare magari poi sul malcontento, ma i risultati delle elezioni nel Lazio e della Lombardia sono lì a certificare il vostro fallimento, ieri al Governo e oggi all'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Poi c'è da chiedersi, dato che ho sentito parlare di superbonus, che cosa avreste fatto voi di fronte a una ristrettezza di bilancio e a un prezzo del carburante che aumenta; magari, ecco, avreste - provo a immaginare - introdotto un superbonus carburanti al 110 per cento, con lo sconto in fattura direttamente al distributore, così da raccontare ai cittadini italiani che potevano fare benzina gratuitamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché tanto “paga Pantalone” e raccontando poi, magari, che con questa con questa manovra si dà forza e si dà un booster all'economia attraverso il settore strategico dei trasporti e del commercio. Poi, magari - finisco, Presidente -, quando il benzinaio va a scontare i crediti in banca scopre che gli viene applicato un tasso del 20, del 25 o del 30 per cento. Onorevole Appendino, per suo tramite, Presidente, anche mia figlia, che fa la scuola elementare, capirebbe che non è un buon affare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie.

FRANCESCO FILINI (FDI). Non ho finito, Presidente.

PRESIDENTE. Mi scusi. Ha ancora 30 secondi.

FRANCESCO FILINI (FDI). La situazione economica è difficile, questo Paese ha conosciuto tre grandi sciagure. Una è sicuramente la pandemia, su cui ci apprestiamo a fare luce attraverso una Commissione d'inchiesta. La seconda è sicuramente una guerra che ha fatto cadere tutte le fantasticherie sulla globalizzazione selvaggia. E la terza sono i dieci anni di sinistra al Governo, sinistra che ha governato con una maniera incredibile, con spese pazze, con una dissennata gestione delle risorse pubbliche, distruggendo il tessuto imprenditoriale e tutto ciò che c'era da distruggere. Ma la buona notizia è che gli italiani hanno scelto un nuovo progetto politico, un progetto che rimette al centro la cultura del lavoro e dello sviluppo, perché il lavoro è l'unico modo per uscire da questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi, Presidente voteremo convintamente “sì” su questo provvedimento. Avanti con il centrodestra, avanti con Fratelli d'Italia e con Giorgia Meloni Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

(Coordinamento formale - A.C. 771-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 771-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 771-A: Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge: S. 452 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 888​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame e la votazione della questione pregiudiziale Zanella ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A) riferita al disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 888: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative.

Avverto che, a norma del comma 3 dell'articolo 40 e del comma 3 dell'articolo 96-bis del Regolamento, la questione pregiudiziale può essere illustrata per non più di 10 minuti da uno solo dei proponenti. Potrà, altresì, intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di 5 minuti.

La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

Colleghi, vi pregherei di abbassare il tono della voce oppure direi, se gradite continuare la conversazione, che potete anche farlo fuori dell'Aula. Prego, onorevole.

LUANA ZANELLA (AVS). La Camera, premesso che il decreto-legge in esame reca proroghe di termini relative a un ampio e disomogeneo ventaglio di materie, negli ambiti più svariati, come, tra l'altro, giustizia, previdenza, assistenza sociale, Terzo settore, lavoro, scuola, sanità, agricoltura, concessioni autostradali e demaniali. Il presente decreto-legge, denominato Milleproroghe, è adottato di norma con periodicità annuale e serve a correggere errori e compensare ritardi e mancate decisioni oppure, come questa volta, ci appare un vero e proprio inganno nei confronti dei cittadini e degli utenti di beni pubblici.

Tale prassi legislativa, censurata numerose volte dalla Corte costituzionale, continua a mortificare, depauperandolo, il ruolo del Parlamento, in aperto contrasto con il dettato dell'articolo 70 della Costituzione, che attribuisce alle Camere l'esercizio della funzione legislativa.

L'eterogeneità di contenuto del presente decreto-legge contrasta apertamente con i contenuti dell'articolo 15 della legge 23 agosto 1988, n. 400, di diretta attuazione dell'articolo 77 della Costituzione, poiché in base alla citata disposizione i decreti-legge devono contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo. Il decreto-legge in esame, invece, accomuna una serie di disposizioni che incidono in modo rilevante sui più disparati settori pubblici e privati. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 22 del 2012, ha ritenuto illegittima la decretazione d'urgenza qualora il suo contenuto non rispetti il vincolo dell'omogeneità. Il perpetuarsi di deroghe alle procedure ordinarie di predisposizione di provvedimenti normativi che, anche nel breve corso della presente legislatura, stanno assumendo in maniera preoccupante la forma di decretazione d'urgenza, attraverso la continua e reiterata composizione di decreti omnibus, oltre a rappresentare un'alterazione degli equilibri istituzionali riconducibili al rapporto tra Governo e Parlamento, determinano un'evidente lesione delle prerogative parlamentari nell'esercizio della funzione legislativa. Appare evidente che alcune scelte non abbiano alcuna attinenza con esigenze indifferibili e urgenti o con semplici proroghe e differimenti di termini ma piuttosto con altre valutazioni di tipo politico e, pertanto, assolutamente non rientranti nell'ambito della decretazione d'urgenza secondo i principi stabiliti dal dettato costituzionale. A ciò si aggiunga che, all'articolo 1, comma 8 e 9, e agli articoli 10-ter e 10-quater, con un blitz dell'ultimo momento, la maggioranza al Senato ha introdotto una proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, in palese violazione dell'articolo 117 della Costituzione, dell'articolo 49 del Trattato di funzionamento dell'Unione europea e dell'articolo 12, paragrafi 1 e 2, della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno, la cosiddetta direttiva Bolkestein.

L'articolo 117 della Costituzione, così modificato dall'articolo 3 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, pone in rilievo i rapporti dello Stato con altri ordinamenti, come quello comunitario e costituzionalizza il rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali, ponendo senz'altro la questione dell'illegittimità di provvedimenti legislativi statali in contrasto con i principi e le norme sovranazionali, illegittimità che espone lo Stato, nello specifico caso di violazione degli obblighi europei, a procedure di infrazione.

Come già affermato dalla Corte di giustizia dell'Unione europea nella sentenza del 14 luglio 2016 in cause riunite C-458/14, C-67/15 e dall'adunanza plenaria del Consiglio di Stato, con le sentenze gemelle n. 17 e n. 18 del 9 novembre 2021, richiamate anche nelle recentissime sentenze pronunciate dalla VII sezione sul tema, quali la sentenza n. 3899 del 17 maggio 2022, il diritto dell'Unione impone che il rilascio o il rinnovo delle concessioni demaniali marittime (o lacuali o fluviali) avvenga all'esito di una procedura di evidenza pubblica, con conseguente incompatibilità di qualsiasi disciplina nazionale che preveda la proroga automatica ex lege, come si intende fare con i commi 8 e 9 dell'articolo 1 e il disposto degli articoli 10-ter e 10-quater, già citati del provvedimento in esame. Occorre qui ricordare che l'adunanza plenaria concluse nel senso che l'incompatibilità comunitaria della legge nazionale che proroga ex lege le concessioni demaniali produce come effetto, anche nei casi in cui siano stati adottati formali atti di proroga e nei casi in cui sia intervenuto un giudicato favorevole, il venir meno degli effetti della concessione in conseguenza della non applicazione della disciplina interna. Tuttavia, l'adunanza plenaria, nella consapevolezza dell'impatto anche sociale ed economico che avrebbe avuto l'immediata applicazione della normativa interna, ritenne di modulare gli effetti temporali della propria decisione, individuando precisamente la data del 31 dicembre 2023 quale termine congruo per consentire l'adeguamento degli operatori e dell'ordinamento interno. Pertanto, scaduto tale termine, le concessioni devono considerarsi prive di effetto, così come eventuali proroghe legislative del termine così come individuato devono considerarsi elusive e in contrasto con il diritto unionale e, pertanto, non applicabili ad opera non solo del giudice, ma da qualsiasi organo amministrativo. È più che mai evidente come il provvedimento in esame sia diventato uno strumento a incastro variabile con una utilizzazione dell'articolo 77 della Costituzione assolutamente arbitraria e intollerabile ed è quantomeno doverosa una riflessione di sistema relativa alla gestione dei provvedimenti da parte del Governo nei confronti del Parlamento. Si chiede perciò di non procedere all'esame dell'A.C. 888 (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Anche questa volta, con questa questione pregiudiziale, ritengo che abbiate perso un'occasione per affrontare realmente il problema che sta affliggendo in questo momento l'Italia. È un problema legato al fatto che il precedente Governo ha approvato diverse normative e questo Governo ha dovuto in qualche modo prendere possesso dei Ministeri e, anche in questo caso, fare delle proroghe e vedere cosa di buono c'è nei provvedimenti che si è trovato ad ereditare. Quindi, se dei decreti definiti Milleproroghe, negli anni scorsi, si è sempre usato e abusato, probabilmente questa è l'unica occasione, o una delle pochissime occasioni, in cui il decreto di proroga dei termini ha effettivamente un senso e anche una piena e totale legittimità.

Non si capisce per quale motivo negli anni scorsi, quando voi presentavate i decreti Milleproroghe non violavano in alcun modo l'articolo 77, quando eravate voi che prorogavate per anni e anni, in continuazione, i vostri provvedimenti, e per quale motivo, invece, noi che subentriamo avremmo dovuto non derogare e non prorogare l'entrata in vigore di normative che gli italiani, ad oggi, non condividono, tanto che il 25 settembre hanno scelto forze politiche differenti da quelle che hanno governato fino a quella data. Il Milleproroghe è totalmente legittimo, non c'è alcuna violazione della Costituzione, questa volta più che mai.

Ritengo anche, nel leggere da un punto di vista giuridico la vostra contestazione e cioè che ci siano provvedimenti prorogati ex lege, che non sia esattamente così.

Infatti, con riferimento al provvedimento citato in questa pregiudiziale (un provvedimento citato su 170 rinviati e prorogati in questa norma), in realtà, il termine ex lege, che avete usato e che la Corte Costituzionale ritiene illegittimo, ossia prorogare ex lege, è qualcosa di diverso. Questa è una vera e propria norma che passa per il Parlamento. Non è vero che non sta passando qui, oggi ne stiamo discutendo in questo Parlamento, se ne è discusso al Senato e i senatori hanno avuto la possibilità di modificare ed emendare il testo; quindi, la discussione c'è ed è stata piena, ma vi è stata una proroga per legge, da non confondere con il termine ex lege, citato nella vostra questione pregiudiziale. Infatti, se pure la traduzione dal latino sia uguale o similare, di fatto comporta un risultato totalmente diverso, ossia il fatto che questo Parlamento proroga volontariamente, con una legge ad hoc, un termine. Quindi, non il termine ex lege che voi impropriamente citate come vietato da parte della Corte costituzionale.

Il provvedimento è, dunque, per noi totalmente legittimo e soprattutto sarebbe utile che lo strumento delle pregiudiziali di costituzionalità fosse utilizzato quando veramente vi sono rischi di violazione della Costituzione e non in ogni occasione per cercare di bloccare un provvedimento, perché tanto un provvedimento come questo non verrà bloccato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma soprattutto è svilito da questo strumento che serve quando vi è veramente una violazione della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità, fondando la questione su almeno 3 punti: la disomogeneità contenuta nel decreto, che perciò violerebbe l'articolo 77 della Costituzione; l'uso eccessivo della decretazione d'urgenza, a cui sta ricorrendo il Governo; e, all'interno del decreto, la norma di proroga per quanto riguarda il sistema dei balneari.

Premetto che non voteremo a favore della questione pregiudiziale, ma ci asterremo, per quanto siano in essa contenuti punti e riflessioni importanti e rilevanti. In particolare, sul tema della disomogeneità non esprimiamo voto favorevole, perché, tra le tante accuse che muoviamo al Governo, non possiamo muovere quella di aver introdotto nell'ordinamento il decreto Milleproroghe. Non è una novità, c'è sempre stato; certamente meriterebbero una riflessione del Parlamento l'utilizzo dello strumento e i confini del suo utilizzo, ma questo dubbio non basta a portare il nostro gruppo a votare a favore. C'è sicuramente un tema generale che riguarda il ruolo del Parlamento nei rapporti con il Governo e c'è un tema specifico che riguarda il Governo. In particolare, ad oggi, si contano già 19 provvedimenti adottati in Consiglio dei ministri e 8 fiducie già poste dal Governo, con un ritmo cresciuto in modo esponenziale nelle ultime settimane, per quanto, all'inizio dei lavori di questa legislatura, il partito di maggioranza e il Governo stesso avessero preso l'impegno con il Parlamento ad un uso limitato della decretazione d'urgenza e del voto di fiducia. Questo non sta accadendo; sta accadendo l'opposto, è un elemento di incoerenza che poniamo all'attenzione dell'Aula.

Quanto al tema generale sul ruolo del Parlamento, questo aspetto meriterebbe un approfondimento che vada oltre la questione pregiudiziale di costituzionalità, che riguarda i Regolamenti delle Camere e probabilmente la ridefinizione dello strumento del disegno di legge che consenta di avere tempi certi e spazi nel dibattito del Parlamento. Però, ripeto, non c'è un tema specifico, a nostro giudizio, che riguarda questo provvedimento. Pertanto, non potremo votare a favore, ma ci asterremo.

Anche con riferimento alla parte relativa ai balneari citata, la posizione politica è stata espressa dal collega Gnassi nelle settimane scorse nel question time al Governo e verrà riproposta in questi giorni di lavoro attraverso un ordine del giorno che vede primi firmatari l'onorevole De Luca e nuovamente l'onorevole Gnassi. Ma è un tema che rinviamo alla discussione dell'Aula nei prossimi giorni.

La nostra preoccupazione non è tanto sulla costituzionalità, quanto sul rischio di incertezza che continua a gravare nei confronti delle imprese, le tante imprese, le migliaia di imprese che operano nel settore, le quali richiedono responsabilità, serietà e impegno da parte del Governo e non ulteriori rinvii che, ripeto, rischiano di generare incertezze e l'incertezza non è una condizione nella quale le imprese possono ben operare.

Per tutte queste ragioni, quindi, esprimiamo l'astensione rispetto alla questione presentata dal gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signora Presidente, colleghe e colleghi deputati, rappresentante del Governo, lo dico subito: il decreto-legge oggi in conversione, il Milleproroghe, presenta plurimi profili di illegittimità costituzionale e per tale ragione esprimeremo voto favorevole sulla pregiudiziale che boccia questa ennesima prova di dilettantismo del Governo e della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo abbiamo appena visto con il decreto sul blocco delle cessioni dei crediti e dello sconto in fattura sui bonus edilizi. La Presidente Meloni ha parlato di buco di bilancio ed, invece, Eurostat, che è l'ufficio statistico della Commissione europea, ha certificato che mai - dico mai - i crediti fiscali da detrazioni edilizie concorrono alla formazione del debito pubblico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma la Presidente del Consiglio continua a parlare di cose che non conosce.

C'è davvero un buco di bilancio? Ebbene, avete avuto ben 2 manovre di bilancio, dopo il Governo “Conte 2”. Vi chiedo: perché mai né Draghi, né Meloni hanno rilevato questo fantomatico buco nelle loro manovre finanziarie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? E l'ultima è stata da voi licenziata appena 2 mesi fa. Siete rei di falso in bilancio? Vi apprestate a fare una manovra correttiva? La verità è che non c'è nulla di tutto questo. Siamo di fronte all'ennesimo becero tentativo di infangare il Presidente Conte e il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Propaganda di “serie C”! Ormai i cittadini l'hanno ben capito. Mi rivolgo a loro, infatti, ai cittadini che non potranno più usufruire dei bonus edilizi, alle imprese edili sull'orlo del fallimento, ai lavoratori che perderanno il posto: mandiamo subito a casa questo Governo prima che sia troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

La misura dei bonus edilizi è un investimento. Conoscete questo concetto? Ha prodotto un effetto moltiplicatore. Avete studiato Keynes? Questa misura ha determinato un impatto positivo sul reddito complessivo del Paese, pari a 2 o 3 volte. Un risultato eccellente, secondo la scienza economica. Studiate! Ha determinato la crescita del PIL di oltre il 10 per cento, qualificando l'Italia come locomotiva d'Europa nel 2021-2022 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MANLIO MESSINA (FDI). Presidente cosa c'entra con la pregiudiziale!

ALFONSO COLUCCI (M5S). Ha dato ossigeno ad oltre 125.000 imprese del settore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e nuova occupazione ad oltre 900.000 lavoratori. Ha consentito l'efficientamento energetico degli edifici interessati e oltre 1 milione di tonnellate di CO2 risparmiate. Ha prodotto un extragettito fiscale ingentissimo. Questo Governo preferisce piuttosto investire in spesa militare: quella, sì, un costo per i cittadini e non un investimento per lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), così voltando le spalle a tutto un indotto, quello del comparto edile, che sarà destinato a fallire.

Con il medesimo dilettantismo, oggi, presentate questo decreto Milleproroghe, con profili plurimi di incostituzionalità. Ne elenco solo qualcuno. È l'ennesimo decreto-legge presentato dal Governo - ben 8 in 4 mesi, 2 al mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! - sul quale il Governo pone la questione di fiducia. Andiamo verso una sorta di monocameralismo di fatto, di certo estraneo al nostro ordinamento costituzionale. La norma che proroga le concessioni balneari è una violazione dell'articolo 117 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dell'articolo 49 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e della Bolkestein.

Risulta confluito nel testo un decreto-legge, ma voi ignorate che il Presidente della Repubblica ha indicato che la confluenza di un decreto-legge in altro provvedimento di urgenza dovrà verificarsi solo in casi eccezionali e così anche la Corte costituzionale.

Il provvedimento contiene proroghe di termini che sono scaduti già da cinque anni. Spiegateci: quale necessità e urgenza nel prorogare i termini scaduti da oltre cinque anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Diteci: dove ci porterete a sbattere con la vostra lampante incapacità?

Signora Presidente, diciamo finalmente la verità ai cittadini che ci guardano da fuori di questo Palazzo e che hanno diritto di sapere realmente come stanno le cose: siamo di fronte all'ennesimo aborto di questa maggioranza di destra, che è inidonea a governare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione pregiudiziale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Messina. Sull'ordine dei lavori? Prego, ne ha facoltà.

MANLIO MESSINA (FDI). Presidente, io le chiedo scusa, ma si trattava la pregiudiziale per questioni di incostituzionalità: lei mi deve spiegare cosa c'entra il superbonus nella vicenda della pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dopodiché, Presidente, se vogliamo far fare i comizi, soprattutto a quelli del MoVimento 5 Stelle…

Prima, Presidente, sul decreto Caro benzina, abbiamo addirittura sentito parlare del decreto Rave, di due mesi fa: hanno parlato di tutto. Allora, dobbiamo rimanere un po' nei ranghi, perché diversamente, Presidente, facciamo fare comizi in Aula.

Quindi, io svolgo un richiamo al Regolamento, per evitare soprattutto, Presidente (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che qualcuno continui a fare comizi, non rassegnandosi al fatto che gli italiani hanno deciso di mandarli a casa, a cominciare dai 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Tutti gli interventi hanno affrontato la questione prevista, sia in questo caso che negli altri. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

MANLIO MESSINA (FDI). A casa dovete andare!

PRESIDENTE. Onorevole Messina! Onorevole Messina, i gesti, per favore!

MANLIO MESSINA (FDI). Ma richiami loro! Io rispondo!

PRESIDENTE. Richiamo anche loro. Colleghi, ripristiniamo un po' di calma e ci ascoltiamo. Collega… Prego, onorevole Baldino.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei invece ringraziarla per come ha condotto i lavori quest'oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): ha dimostrato un equilibrio impeccabile. Se questo è un tentativo di censurare (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) la dialettica politica, che evidentemente vi fa male (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), vorrei dire, Presidente, agli esponenti della maggioranza - i quali hanno anche rumorosamente interrotto gli interventi dei nostri colleghi Colucci e Appendino durante le dichiarazioni di voto - che un filo conduttore c'era: la vostra incapacità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale Zanella ed altri n. 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Discussione del disegno di legge: S. 452 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 888​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 888: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stata respinta la questione pregiudiziale Zanella ed altri n. 1.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 888​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) si intendono autorizzate a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la I Commissione (Affari costituzionali), onorevole Alessandro Urzì.

ALESSANDRO URZI', Relatore per la I Commissione. Molte grazie, signor Presidente. Oggi l'Assemblea è chiamata ad esaminare il disegno di legge di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 che reca disposizioni urgenti in materia di termini legislativi e proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative. È stato già approvato dal Senato e nel corso del dibattito sono state introdotte nel testo del provvedimento numerose - potremmo dire, numerosissime - modifiche. Il provvedimento è stato trasmesso dal Senato il 16 febbraio 2023 ed è stato assegnato in sede referente alle Commissioni riunite affari costituzionali e bilancio, che hanno avviato e concluso l'esame delle 231 proposte emendative, presentate proprio nella giornata di ieri, senza introdurre nel testo ulteriori modifiche. Condividiamo il ruolo di relatori sul provvedimento di legge con l'onorevole collega Pella, relatore per la Commissione bilancio, a cui passerò la staffetta a momenti.

Attualmente, il provvedimento è composto da 45 articoli, in luogo dei 24 originari. Presidente, il Milleproroghe nel lessico giornalistico viene indicato come un provvedimento nel quale è inserita una serie di interventi legislativi sull'attuale legislazione in essere. In realtà, in termini istituzionali, potremmo definirlo un decreto-legge del Consiglio dei ministri, volto a garantire il permanere in essere di disposizioni giudicate urgenti, posticipando l'entrata in vigore di alcune altre disposizioni o, il più delle volte, prorogando l'efficacia di leggi in scadenza o anche abrogando norme in essere. Per sua natura, Presidente, il provvedimento va considerato quindi urgente, perché interviene su una legislazione che ha la necessità e il bisogno di ottenere un intervento atto a garantire la permanenza in essere di legislazioni considerate dal proponente come opportune, necessarie e talvolta urgenti.

Questo provvedimento Milleproroghe interviene nei vari campi dell'amministrazione e delle politiche di Governo: l'interno, la pubblica amministrazione, la salute, l'istruzione e il merito, l'università e la ricerca, la cultura, la giustizia, il lavoro e le politiche sociali, le infrastrutture e i trasporti, l'ambiente e l'energia elettrica, le imprese e il made in Italy, gli affari esteri, la cooperazione internazionale, la difesa, l'agricoltura, lo sport e il mare. Prevede anche interventi mirati su questioni di interesse più particolare, come nel caso dell'editoria e interventi, ritenuti necessari e opportuni, di sanificazione di realtà chiamate baraccopoli a Messina, nonché interventi nell'ambito della sanità pubblica. Interventi che possiamo definire più di carattere regionale. Mi preme rilevare, Presidente, come, in sede di discussione in Senato, attraverso un articolatissimo e completo dibattito avvenuto nelle due Commissioni riunite, bilancio e affari costituzionali, siano stati approvati numerosissimi emendamenti che hanno modificato, come abbiamo ricordato in precedenza, la forma originaria del provvedimento. Sono stati provvedimenti che hanno visto l'apporto delle diverse componenti politiche in un confronto che, devo dire, è stato estremamente articolato e anche oggettivamente di merito nel corso del dibattito che si è svolto in sede di Commissioni riunite.

Alcuni interventi meriterebbero più di altri di essere indicati a titolo di campione, considerato, Presidente, che ci troviamo di fronte a un disegno di legge di conversione di un decreto-legge che comprende centinaia di misure. Vorrei ricordare, Presidente, lasciando poi la parola al collega Pella, l'intervento significativo dal punto di vista anche dei contributi e dell'impegno di spesa di 16 milioni di euro relativo ai lavoratori fragili, sia nell'ambito dell'amministrazione pubblica che privata, in materia di smart working; così come un intervento di grande rilevanza politica, che è quello relativo alle concessioni balneari, che hanno trovato un punto in questo momento di stabilità fra disciplina europea sulla libera concorrenza e diritto alla prosecuzione dell'impresa. Un tema, evidentemente, di ampio dibattito pubblico.

Mi fermerei, Presidente, chiedendole di poter consegnare e allegare agli atti la relazione, che evidentemente, proprio per la natura del provvedimento, riesce molto meglio di un qualunque intervento a poter esplicare la complessità e l'articolazione del provvedimento di legge. Quindi, la consegno perché sia messa agli atti e sia considerata a completamento di questo intervento meramente introduttivo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Urzì, ovviamente la autorizzo e la ringrazio. Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione bilancio, l'onorevole Roberto Pella. Prego, onorevole.

ROBERTO PELLA , Relatore per la V Commissione. Grazie, Presidente. Come ricordato dal collega relatore per la I Commissione, onorevole Urzì, nel corso del mio intervento mi soffermerò sui contenuti degli articoli 3 e dal 9 al 24.

L'articolo 3, comma 1, proroga al 30 giugno 2023 i termini della presentazione della dichiarazione IMU 2021 da parte dei soggetti passivi di tale imposta. Il comma 2 proroga, anche per il 2023, l'esonero dall'obbligo di fatturazione elettronica per i soggetti tenuti all'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria. Il comma 3 proroga al 1° gennaio 2024 il termine a decorrere dal quale i soggetti tenuti all'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria devono adempiere all'obbligo di registrazione dei corrispettivi giornalieri esclusivamente mediante modalità telematiche. Il comma 4 proroga all'anno 2023 le norme che escludono le amministrazioni pubbliche dall'aggiornamento relativo alla variazione degli indici Istat del canone dovuto per l'utilizzo in locazione passiva di immobili per finalità istituzionali. Il comma 5 proroga dal 31 dicembre 2022 fino alla data di acquisizione dell'efficacia del decreto legislativo, in corso di adozione, recante la disciplina dei contratti pubblici, e comunque non oltre il 30 giugno 2023, l'applicazione dell'articolo 144, comma 6, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, ai sensi del quale l'affidamento dei servizi sostitutivi di mensa avviene esclusivamente con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Il comma 5-bis dispone il rinvio del pagamento del contributo relativo al 2022 in favore del comune di Palermo, il quale ha stipulato nel gennaio 2023 un accordo con il Governo per il ripiano del disavanzo. Il comma 6 differisce di un anno i termini in materia di età di pensionamento dei giudici tributari. Il comma 7 proroga al 30 giugno 2023 l'operatività della commissione tecnica del Fondo indennizzo risparmiatori. Il comma 7-bis proroga nell'anno 2023 l'attività di segreteria tecnica svolta da Consap a supporto della commissione tecnica per l'esame delle domande e l'ammissione all'indennizzo del FIR.

Il comma 8 estende all'esercizio in corso, al 31 dicembre 2023, la facoltà di sospendere l'ammortamento del costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali per tutti i soggetti che non adottano i princìpi contabili internazionali. Il comma 9 proroga l'estensione alle perdite emerse nell'esercizio in corso al 31 dicembre 2022 della disciplina di sterilizzazione prevista in origine dal decreto-legge n. 23 del 2020. Il comma 10 differisce, al 1° gennaio 2024, l'applicazione delle disposizioni di contenimento della spesa pubblica per la Fondazione Enea Tech e Biomedical. Il comma 10-bis proroga, al 30 giugno 2023, l'estensione della garanzia massima dell'80 per cento, a valere sul Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa, sulla quota capitale dei mutui destinati alle categorie prioritarie, aventi specifici requisiti di reddito o età. Il comma 10-ter proroga al 30 giugno 2023 il termine entro il quale il Gestore del Servizio elettrico è tenuto a versare all'entrata del bilancio dello Stato i proventi derivanti dall'attuazione da febbraio ad agosto 2022 del meccanismo di compensazione a due vie applicabile a taluni produttori di energia da fonte rinnovabile. Il comma 10-quater proroga di tre mesi, fino al 31 marzo 2023, il termine entro il quale i comuni capoluogo di provincia, che hanno presentato la proposta di accordo per il riequilibrio finanziario, non ancora sottoscritto con il Governo, possono presentare o riformulare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale ovvero l'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Il comma 10-quinquies sospende i termini previsti per l'utilizzo dell'aliquota agevolata dell'imposta di registro per l'acquisto della prima casa, nonché del credito di imposta a favore della parte acquirente per il caso di riacquisto - entro un anno dall'alienazione della precedente - di un'abitazione da adibire sempre a prima casa. Il comma 10-sexies concerne il differimento di termini concernenti le addizionali regionali. Il comma 10-septies proroga, al 31 dicembre 2023, il termine per la presentazione di specifiche istanze di liquidazione di crediti derivanti da obbligazioni contratte dal comune di Roma. Il comma 10-octies proroga, al 31 marzo 2023, il termine per l'invio della comunicazione all'Agenzia delle entrate dell'esercizio delle opzioni alternative alla detrazione fiscale previste per le spese sostenute nel 2022 per alcuni interventi edilizi. Il comma 10-novies proroga, alla stessa data, il termine entro cui gli amministratori di condominio sono tenuti a trasmettere all'Agenzia delle entrate le spese relative a interventi effettuati sulla parte comune degli edifici residenziali. Il comma 10-decies reca disposizioni circa la conclusione del programma cashback. È fissato il termine del 31 luglio 2023, sia per l'invio dei dati relativi a rimborsi non ancora effettuati per dati errati o mancanti, sia per la promozione delle controversie. Il comma 10-undecies proroga, al 31 luglio 2023, l'applicazione delle disposizioni in materia di svolgimento delle assemblee di società ed enti introdotte in relazione all'emergenza COVID-19.

L'articolo 3-bis modifica la disciplina di alcune misure a favore del contribuente introdotte dalla legge bilancio 2023, disponendo, tra l'altro, l'estensione del ventaglio di opzioni praticabili in ordine all'annullamento automatico dei carichi fino a 1.000 euro per gli enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali.

L'articolo 3-ter, al comma 1, estende, fino al 2025, l'applicazione della norma che consente agli enti territoriali di utilizzare, senza vincoli di destinazione, le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi. I commi 2 e 3 prevedono poi alcune misure specifiche correlate con le esigenze determinate dall'attuale emergenza dovuta all'aumento dei costi energetici.

L'articolo 3-quater proroga fino al 30 giugno 2023 i termini di 90 e 60 giorni, previsti dal Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, ai fini della deliberazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, per gli enti locali che abbiano proceduto al rinnovo degli organi elettivi nell'anno 2022.

L'articolo 3-quinquies stabilisce una rimodulazione dell'utilizzo delle risorse relative al credito d'imposta per investimenti in favore del settore turistico, con riguardo alle richieste di fruizione del credito presentate entro il 31 dicembre 2022.

L'articolo 9, comma 1, alla lettera a), proroga, al 31 dicembre 2023, i termini di prescrizione della contribuzione per i periodi retributivi relativi alle annualità fino al 2018 e, alla lettera b), proroga, al 31 dicembre 2023, la deroga agli ordinari termini di prescrizioni. Il comma 2 proroga per il 2023 la procedura semplificata, già prevista per il 2021 e il 2022, relativa al rilascio del nulla osta al lavoro per cittadini non comunitari il cui ingresso in Italia è regolato attualmente da appositi decreti. Il comma 3 modifica alcuni termini temporali concernenti l'adeguamento delle regolamentazioni interne dei fondi di solidarietà bilaterali e dei due fondi territoriali intersettoriali istituiti delle province autonome di Trento e Bolzano. Il comma 3-bis estende, al 31 dicembre 2023, il termine per l'applicazione delle norme previgenti al nuovo codice del Terzo settore, ai fini e per gli effetti derivanti dall'iscrizione degli enti nei registri di ONLUS, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale, in attesa della piena operatività del Registro unico del Terzo settore. Il comma 4 proroga il periodo di transitorietà per l'applicazione delle disposizioni del 5 per mille dell'Irpef in favore delle ONLUS, in attesa dell'istituzione e dell'operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore. Il comma 4-bis proroga dal 30 giugno 2024 al 30 giugno 2025 il termine finale di applicazione di una norma transitoria relativa alla durata complessiva delle missioni a tempo determinato presso un soggetto utilizzatore nell'ambito di un contratto di somministrazione di lavoro. I commi 4-ter, 4-quater e 5-ter prorogano, al 30 giugno 2023, i termini di norme transitorie in materia di lavoro agile relative a varie categorie di lavoratori. Il comma 5 prevede che le domande di accesso alla prestazione integrativa del trattamento di cassa integrazione straordinaria, presentate tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2022 dalle aziende rientranti nel campo di applicazione del Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale, siano considerate validamente trasmesse, anche se pervenute oltre il termine di decadenza. Il comma 5-bis proroga, fino al 2026, la possibilità, attualmente prevista fino al 2023, per i lavoratori interessati da eccedenze di personale, di accedere al pensionamento anticipato qualora raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento nei 7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, in luogo dei 4 anni previsti a regime.

L'articolo 9-bis prevede che il programma di azione per la promozione dei diritti e l'integrazione di persone con disabilità, da predisporre periodicamente in attuazione della legislazione nazionale e internazionale in materia, abbia carattere triennale, anziché biennale.

L'articolo 10, comma 1, posticipa, al 1° gennaio 2024, il divieto di circolazione per i veicoli adibiti al servizio di trasporto pubblico locale Euro 2. Il comma 2 proroga, al 31 dicembre 2023, il termine per la conclusione di procedure di finanza di progetto per l'affidamento della concessione dell'autostrada A22 Brennero-Modena, mentre il comma 3 provvede alla copertura e ai conseguenti oneri finanziari. Il comma 4 differisce al 31 dicembre 2023 il termine per il perfezionamento dell'aggiornamento dei piani economico-finanziari dei concessionari autostradali presentati nel termine del 30 marzo 2020 e per il conseguente adeguamento delle tariffe autostradali. Il comma 4-bis estende anche all'anno 2023 la possibilità, già prevista per l'anno 2022, di aggiornare il quadro economico o il computo metrico del progetto esecutivo, in corso di approvazione o approvato in data di entrata in vigore del decreto-legge n. 50 del 2022, ossia il 18 maggio 2022. Il comma 5 proroga, fino al 31 dicembre 2025, la possibilità per il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, già prevista il triennio 2020-2022, di estendere dall'8 al 12 per cento la percentuale degli incarichi di livello dirigenziale non generale da conferire a personale in servizio del Ministero per le attività di vigilanza sui concessionari e di monitoraggio delle opere pubbliche. Il comma 6 differisce, al 31 dicembre 2023, l'entrata in vigore di una serie di disposizioni relative ai trasporti eccezionali. Il comma 6-bis proroga, al 31 dicembre 2023, il termine entro il quale è consentito effettuare la revisione periodica dei veicoli a motore e dei loro rimorchi. Il comma 6-ter proroga, sempre al 31 dicembre 2023, il termine relativo allo svolgimento delle prove per le abilitazioni delle patenti di guida anche da parte di personale in quiescenza degli uffici della Motorizzazione civile. Il comma 7 proroga, al 30 giugno 2023, le autorizzazioni all'esercizio di attività di formazione e concessione per lo svolgimento delle attività di salvamento acquatico. Il comma 7-bis autorizza le Autorità di sistema portuale a erogare risorse in favore di fornitori di lavoro e imprese titolari di contratti d'appalto nel settore portuale. Il comma 8 proroga, fino al 30 settembre 2023, l'applicabilità della disciplina di incentivazione degli investimenti pubblici in relazione ai contratti pubblici sopra soglia, estendendola anche agli operatori economici con sedi operative collocate in aree di crisi industriale che abbiano acquistato, nei 12 mesi successivi alla cessazione dello stato di emergenza da COVID-19, stabilimenti o aziende ubicate in dette aree. Il comma 9 proroga il termine dei versamenti dei tributi, nonché dei contributi previdenziali e assistenziali del comune di Lampedusa e Linosa, mentre il successivo comma 10 stabilisce che i predetti versamenti non comportano l'applicazione di sanzioni o interessi e specifica le modalità della loro eventuale rateizzazione. Il comma 10-bis modifica, in via transitoria, le modalità di attribuzione delle risorse finanziarie statali alla Fondazione Human Technopole. I commi 10-ter e 10-quater prorogano il termine per la ripartizione del contributo ai comuni, sedi di città metropolitane della Regione siciliana, nonché dispongono un ulteriore contributo in favore del comune di Lampedusa e Linosa. I commi 11, 11-sexies e 11-septies differiscono, al 31 dicembre 2023, l'obbligo dei gestori dei servizi di navigazione sui laghi Maggiore, Garda e Como di versare gli utili di gestione all'entrata del bilancio dello Stato, estendendo il periodo del mandato del gestore. Il comma 11-bis proroga, al 31 marzo 2023, il termine previsto per l'adozione, da parte della pubblica amministrazione, del Piano integrato di attività e di organizzazione (PIAO) e del Piano triennale per la prevenzione della corruzione (PTPC). Il comma 11-ter prevede, inoltre, che, nelle more dell'approvazione del PIAO, le amministrazioni interessate possano, comunque, aggiornare la sottosezione del Piano relativa alla programmazione del fabbisogno di personale, al solo fine di procedere all'assunzione a tempo determinato nei comuni delle isole minori con popolazione fino a 10.000 abitanti, ove nell'anno precedente sia stato registrato un numero di migranti sbarcati superiore almeno al triplo della popolazione residente. I commi 11-quater e 11-quinquies prorogano, dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2025, le disposizioni relative agli interventi di messa in sicurezza del bacino acquifero del Gran Sasso. Il comma 11-octies prevede il differimento, dal 31 maggio 2022 al 30 giugno 2023, del termine per l'adozione del decreto interministeriale che disciplina l'autorizzazione per la movimentazione, nel contermine lagunare di Venezia, dei sedimenti risultanti dall'escavo dei relativi fondali, nonché i termini del relativo procedimento. Il comma 11-novies proroga, dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023, i termini per l'effettuazione di tutte le certificazioni e i collaudi di motopescherecci adibiti alla pesca professionale delle navi. I commi 11-decies e 11-undecies prorogano di un ulteriore anno alcune autorizzazioni amministrative nel settore dell'edilizia privata, nonché i termini delle convenzioni di lottizzazione urbanistica. Il comma 11-duodecies proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 il termine per l'applicazione dei prezziari dei contratti pubblici. I commi 11-terdecies e 11-quaterdecies prorogano, al 31 dicembre 2023, l'autorizzazione concessa dall'ENAC a corrispondere a determinate categorie sociali un contributo per i biglietti aerei acquistati da e per Palermo e Catania. I commi 11-quinquiesdecies e 11-sexiesdecies prorogano, al 31 dicembre 2024, i termini per la procedura di una serie di interventi caratterizzati da indifferibilità ed urgenza, nonché per la messa in sicurezza del bacino del Po. Il comma 11-septiesdecies prevede la trasmissione annuale da parte dei concessionari autostradali dei rispettivi piani economico-finanziari alle competenti Commissioni parlamentari.

L'articolo 10-bis proroga fino al 31 marzo 2023 il termine per l'affidamento di lavori di realizzazione delle opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio compresi tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022. L'articolo 10-ter prevede che i titolari delle concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo possano mantenere installati i manufatti fino al 31 dicembre del 2023, nelle more del riordino della materia.

L'articolo 10-quater istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un tavolo tecnico con compiti consultivi e di indirizzo in tema di concessioni sui beni demaniali marittimi, lacuali e fluviali. Viene altresì disposta la proroga, dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025, del termine entro cui devono essere concluse le procedure selettive di affidamento delle concessioni, laddove esse non si siano potute concludere entro il 31 dicembre 2023 in presenza delle ragioni oggettive previste dall'articolo 3, comma 3, della legge n. 118 del 2022. Fino alla data del rilascio delle nuove concessioni restano efficaci quelle in essere.

L'articolo 11, comma 1, differisce al biennio 2022-2023 il termine previsto, per l'anno 2021, per il reclutamento a tempo determinato del contingente massimo di 150 unità, a disposizione dei commissari straordinari per la realizzazione degli interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico. Il comma 2 reca proroghe in materia di assunzione di personale per il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Il comma 3 prevede una proroga in materia di assunzione di personale non dirigenziale ad elevata specializzazione tecnica presso il medesimo Ministero. Il comma 4 proroga di un anno, dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023, il termine per la realizzazione delle attività connesse alla messa in sicurezza dello stabilimento Stoppani. Il comma 5 proroga di un anno il termine per la ricognizione e la riperimetrazione dei siti contaminati attualmente classificati di interesse nazionale. Il comma 6 proroga una serie di termini relativi all'elaborazione e alla trasmissione di informazioni in materia di rumore ambientale. Il comma 7, in riferimento agli interventi per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino, proroga di un anno, al 30 giugno 2024, il termine per l'assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti. Il comma 8 proroga fino al 30 giugno 2023 la sospensione dell'efficacia delle clausole contrattuali che consentono all'impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali di contratto relative alla definizione del prezzo. Il comma 8-bis prevede che le risorse del fondo istituito con la legge di bilancio 2023 per il contrasto degli aumenti dei prezzi nel settore del gas naturale siano destinate prioritariamente a finanziare meccanismi di reintegrazione di morosità in favore degli esercenti il servizio di distribuzione e il servizio di fornitura di ultima istanza. Il comma 8-ter proroga dal 31 dicembre 2023 al 30 giugno 2024 il termine entro il quale i lavori istruttori svolti dai commissari nell'ambito delle sottocommissioni e dei gruppi istruttori della Commissione PNRR-PNIEC possono svolgersi anche in videoconferenza. Il comma 8-quater prevede che per gli impianti fotovoltaici fino a 10 chilowatt, entrati in esercizio negli anni dal 2006 al 2012, il termine entro il quale i soggetti responsabili possono comunicare al GSE la scelta di partecipare a un sistema collettivo per lo smaltimento a fine vita dei relativi materiali è fissato al 30 giugno 2023. I commi 8-quinquies e 8-sexies prorogano dal 31 ottobre 2023 al 31 dicembre 2024 il termine massimo di durata dei contratti di lavoro a tempo determinato per l'attuazione degli investimenti contro il dissesto idrogeologico. Il comma 8-septies differisce fino al 31 dicembre 2023 l'efficacia della disposizione transitoria secondo cui in caso di impianti di produzione di cemento autorizzati allo svolgimento di operazioni di recupero di rifiuti “R1” si considera vincolante soltanto il quantitativo massimo annuo di utilizzo, limitatamente ai quantitativi effettivamente avviati al recupero energetico. Il comma 8-octies proroga al 31 dicembre 2023 il termine per l'adozione del decreto ministeriale di incentivazione del biometano. Il comma 8-novies interviene, al fine di aumentare la sicurezza del sistema energetico nazionale, sulla disciplina di cui all'articolo 5-bis del decreto-legge n. 14 del 2022, prevedendo che i relativi interventi possono proseguire fino al 31 marzo 2024. Il comma 8-decies consente di destinare alle spese energetiche degli enti locali i proventi delle sanzioni amministrative per eccesso di velocità e dei parcheggi a pagamento comunale per tutto l'anno 2023. Il comma 8-undecies proroga di ulteriori 6 mesi il termine per la valutazione da parte del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica di una possibile revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti.

L'articolo 12 dispone la proroga, fino al 31 dicembre 2023, della gestione commissariale dell'Alitalia. Il comma 1-bis posticipa dal 30 giugno al 30 novembre 2023 il termine ultimo per l'effettuazione di investimenti in “altri beni strumentali” nuovi per cui spetta, ai sensi della legge di bilancio per il 2021, un credito d'imposta pari al 6 per cento. Il comma 1-ter proroga dal 30 settembre 2023 al 30 novembre 2023 il regime del credito d'imposta previsto dalla legge di bilancio per il 2021 in favore delle imprese che abbiano effettuato investimenti in beni strumentali nuovi. Il comma 2 posticipa al 30 settembre 2023 il termine di scadenza del contratto nazionale di servizio della RAI con il Ministero competente. Il comma 2-bis prevede che, fino alla data del 31 dicembre 2023, il fornitore del servizio universale postale provveda alla consegna anche agli enti del Terzo settore dei decoder. Il comma 3 estende alle annualità 2023 e 2024 la concessione dei contributi per l'acquisto di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. Il comma 4 proroga di un anno, al 31 dicembre 2023, il termine entro il quale la Regione siciliana può provvedere alla riorganizzazione del proprio sistema camerale. Il comma 4-bis estende al 31 dicembre 2026 la disposizione prevista per agevolare la realizzazione degli interventi relativi alle Case dei servizi di cittadinanza digitale “Polis”. I commi 5 e 6 prevedono che il Ministero delle Imprese e del made in Italy predisponga una procedura di gara per selezionare un operatore di rete radiofonica digitale che renda disponibile per la Città del Vaticano, senza oneri, capacità trasmissiva con copertura nazionale, come previsto dall'Accordo con la Santa Sede del 2010. Il comma 5-bis prevede l'applicazione anche per il 2023 del contributo per la conversione in digitale e per la conservazione in archivi multimediali delle imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione di interesse generale. Il comma 6-bis prevede che le disposizioni in materia di determinazione del contenuto e delle caratteristiche della polizza di assicurazione previste a garanzia degli acquirenti di immobili da costruire non si applichino agli immobili per i quali il titolo edilizio sia stato rilasciato prima della data di entrata in vigore del medesimo decreto. Il comma 6-ter prevede che il decreto del Ministro dell'Economia e delle finanze con cui sono approvati gli schemi dell'atto costitutivo e lo statuto della fondazione “Centro italiano per il design e i circuiti integrati a semiconduttore” sia adottato di concerto con il Ministero delle Imprese e del made in Italy entro il 1° aprile 2024. I commi 6-quater e 6-quinquies intervengono sulle disposizioni che assoggettano all'obbligo di notifica preventiva al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale le esportazioni delle materie prime critiche, qualificando come tali, ex lege, i rottami ferrosi. Il comma 6-sexies proroga, dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024, il termine dell'efficacia delle concessioni e dei rapporti in essere su beni demaniali marittimi, lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative e sportive.

L'articolo 12-bis proroga i termini per il completamento dell'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi, fissandoli al 31 dicembre 2024 per le attività ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti e al 31 dicembre 2023 per i rifugi alpini.

L'articolo 13, al comma 1, in relazione ai servizi in rete del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale rivolti ai cittadini all'estero, proroga, dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2025, il termine per il rilascio di credenziali per l'identificazione e l'accesso dei propri servizi in rete. I commi 2 e 3 intervengono sulla disciplina delle misure di intervento straordinario in favore delle imprese esportatrici colpite dagli effetti negativi derivanti dal conflitto russo-ucraino. Il comma 4 proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 il termine fino al quale la regione Emilia-Romagna opera in qualità di stazione appaltante per la realizzazione del Tecnopolo di Bologna. Il comma 5 proroga per tutto il 2023 la previsione che rialloca al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale le somme non ancora spese che il nostro Paese aveva versato per il sostegno alle Forze armate e di sicurezza afghane.

L'articolo 14 proroga al 30 settembre 2023 il termine per l'indizione delle elezioni per il rinnovo dei componenti del Consiglio della magistratura militare, in attesa dell'intervento di riforma previsto dalla legge 17 giugno 2022, n. 71.

L'articolo 15, comma 1, proroga al 31 dicembre 2023 il termine previsto dalla disciplina vigente in materia di prodotti ortofrutticoli freschi. Il comma 1-bis proroga al 2023 il termine di validità dell'autorizzazione a bandire procedure concorsuali e ad assumere personale dirigenziale non generale e non dirigenziale prevista dalla legge di bilancio 2021 in favore dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Il comma 1-ter differisce al 30 giugno 2023 il termine di validità dei certificati di abilitazione dei prodotti fitosanitari. Il comma 1-quater stabilisce, per i componenti degli organi degli enti controllati dal Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, la proroga, a decorrere dall'anno 2023, dei relativi compensi.

L'articolo 15-bis estende al 2023 l'aliquota di accisa ridotta del 50 per cento per i microbirrifici artigianali con produzione annua non superiore a 10.000 ettolitri.

L'articolo 16, comma 1, differisce dal 1° gennaio 2023 al 1° luglio 2023 il termine iniziale di applicazione di un complesso di norme in materia di enti sportivi e di lavoro sportivo. Il comma 2 modifica il termine di decorrenza dell'abolizione del vincolo sportivo degli atleti e opera un differimento del medesimo termine per i tesseramenti in atto al 30 giugno 2023.

L'articolo 16-bis proroga al 31 ottobre 2023 il termine per l'adeguamento da parte delle regioni alle misure di sicurezza nelle discipline sportive invernali, di cui al decreto legislativo n. 40 del 2021.

L'articolo 16-ter interviene sulla norma della legge di bilancio per il 2023 che disciplina lo svincolo delle quote di avanzo vincolato di amministrazione, al fine di inserire, tra le potenziali finalità di utilizzo delle risorse, il sostegno degli operatori del settore turistico-ricettivo.

L'articolo 17 proroga la durata dei contratti in essere stipulati dalle pubbliche amministrazioni con le agenzie di stampa per l'acquisizione di servizi informativi.

PRESIDENTE. Onorevole Pella…

ROBERTO PELLA , Relatore per la V Commissione. L'articolo 18, avviandomi alla conclusione…

PRESIDENTE. Se vuole può lasciare il carteggio, se lo desidera, considerato che il tempo è terminato.

ROBERTO PELLA , Relatore per la V Commissione. Grazie, Presidente. Nel concludere, lasciando naturalmente agli atti la prosecuzione dell'intervento dall'articolo 17 fino all'articolo 23, mi permetto di dire, così come ha già detto il collega Urzì, che tutto sommato quello che è stato portato avanti dai colleghi del Senato è stato un lavoro minuzioso, un lavoro particolareggiato che ha visto l'accoglienza di molti emendamenti non solo della maggioranza ma anche dell'opposizione, a dimostrazione di come il Senato in questo caso abbia saputo contribuire in maniera efficace al miglioramento del provvedimento.

Soprattutto devo dire, Presidente, che c'è stata anche una grande attenzione nei confronti degli enti territoriali, in modo particolare comuni, province e regioni. Ovviamente, si può fare sempre meglio ma molte delle richieste portate da tali enti sono state accolte, così come sono state prorogate alcune proposte fondamentali per la gestione ordinaria delle regioni, dei comuni e delle province. Voglio, altresì, ringraziare per il lavoro costruttivo che si è svolto nella giornata di ieri in sede di Commissioni I e V, in particolare da parte dell'opposizione che ha voluto mantenere un profilo costruttivo durante la discussione.

Infatti, come tutti sapevamo, oggi avevamo l'obbligatorietà di procedere con la discussione in Aula. Quindi, siamo riusciti, grazie alla loro collaborazione e alla loro disponibilità, a mantenere i tempi di conclusione, arrivando al termine degli oltre 182 emendamenti che abbiamo votato all'unanimità; come maggioranza abbiamo espresso parere contrario mentre dall'opposizione sono stati votati favorevolmente, ma vi è stato uno spirito collaborativo. Al riguardo, Presidente, abbiamo anche presentato - e ringrazio anche il Sottosegretario Siracusano che ha partecipato nella giornata di ieri ai lavori - anche alcuni ordini del giorno, che auspichiamo il Governo possa accogliere nelle sedute dei prossimi giorni, che andavano incontro a importanti argomenti sollevati oltre che dall'opposizione anche dalla stessa maggioranza.

Per questa ragione ringrazio tutti i colleghi per lo spirito costruttivo e naturalmente lei, per il tempo che mi ha concesso superiore a quanto mi spettava. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, la deputata Matilde Siracusano, che si riserva.

È iscritto a parlare il deputato Roberto Giachetti. Ne ha facoltà. Può cambiare microfono, quello a fianco se possibile. La ringrazio.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Di niente, si figuri. Non abbiamo alcun problema di deambulazione.

La ringrazio, Presidente. Vorrei preliminarmente esprimere il mio plauso per l'eroica prestazione del collega Pella per quanto riguarda il suo intervento. Non era facile, ma spieghiamolo a chi ci ascolta, verso cui dobbiamo esprimere la nostra più grande solidarietà. Presidente, il collega Pella ovviamente ha dovuto fare una relazione così perché ha 20 minuti a disposizione e gli articoli sono 45. La gran parte è rimasta fuori, però sicuramente coloro che sono riusciti ad ascoltare avranno la possibilità di prendere lo stenografico e cercare di capire meglio di che cosa stiamo parlando. A parte le battute, le considerazioni finali sia dell'onorevole Pella sia dell'onorevole Urzì hanno aiutato a capire come vanno le cose.

Signor Presidente, mi permetto di fare una considerazione preliminare, perché siamo in discussione generale e anche “tra intimi”: a cosa serve il Parlamento se il Governo sistematicamente pone la fiducia su tutto, anche sulle leggi delega e anche in prima lettura? Questa domanda - che ci siamo posti tutti, soprattutto coloro che stanno qui da parecchi anni, una volta in maggioranza e un'altra in opposizione - se l'è posta l'attuale Ministro per i Rapporti con il Parlamento nella scorsa legislatura, quando era il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato. Perché? Perché nei Governi “Conte 1” e “Conte 2” e poi anche nel Governo Draghi, di fatto, accadeva che c'erano un decreto e una fiducia praticamente ogni 3 per 4, come si suol dire.

In quest'occasione, signor Presidente, siamo al quindicesimo decreto: decreto Riordino Ministeri, decreto Nato-Calabria, decreto Rave, decreto Aiuti, decreto Accise e IVA carburanti, decreto Ischia, decreto Settori produttivi strategici, decreto Ucraina, decreto Prolungamento operazioni di voto, decreto Proroga termini legislativi, cioè il decreto Milleproroghe, che è questo, poi il decreto ONG e flussi migratori, il decreto Trasparenza prezzi carburanti, che abbiamo votato oggi, il decreto Interventi urgenti di ricostruzione post eventi calamitosi, sul sisma e la Protezione civile, il decreto concernente disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e il decreto, varato ieri, per il superbonus.

Sono passati pochi mesi dall'inizio della legislatura e, a questo, va aggiunto che sono state già poste 8 fiducie: 6 volte alla Camera e 2 volte al Senato.

Vorrei aggiungere che siamo in una situazione nella quale è vero che c'è stata la collaborazione, onorevole Pella, ma lei sa perfettamente che, se anche non ci fosse stata, comunque questo era un decreto blindato. Per fortuna, al Senato ha avuto un suo iter, nel senso che era parecchio tempo ormai che avveniva che la fiducia fosse posta direttamente in prima lettura. Invece, si è fatta fare la prima lettura e poi il decreto è arrivato qui. È arrivato il 16 febbraio ed è stato assegnato alle Commissioni per l'esame degli emendamenti praticamente 2 giorni fa.

È per questo motivo che vorrei fare la seguente considerazione preliminare, signor Presidente. Di cosa si è preso atto? Di questo: noi rendiamo in termini di fatto quello che non abbiamo il coraggio di fare in termini di diritto, perché è del tutto evidente che operiamo in una situazione di monocameralismo. È del tutto evidente che i provvedimenti, soprattutto i decreti che hanno una scadenza, una delle due Camere non li può più esaminare - una volta una Camera, una volta l'altra - dovendo semplicemente prenderne atto, a causa dei tempi in cui giungono al suo esame, e votare. E, allora, non sarebbe forse più sano e anche meno ambiguo - se si vuole, meno ipocrita - non continuare a far finta di tenere in piedi un sistema bicamerale che non esiste più, perché ormai siamo in un sistema monocamerale? Capisco che ci sia imbarazzo perché qualcuno, quando ha pensato a una riforma costituzionale, a questo aveva pensato, nel senso di operare una divisione tra il potere legislativo, assegnandolo a una Camera, e il potere delle autonomie, assegnandolo al Senato; quindi, probabilmente, bisognerebbe rivedere posizioni prese, ma in quel provvedimento c'era un tema obiettivamente vero, ossia che il Governo ha bisogno di avere la certezza che alcuni provvedimenti arrivino al voto dell'Aula in tempi certi.

Penso sia sbagliato lo strumento del decreto e, infatti, nel disegno di riforma era stata prevista la possibilità, per il Governo, di fissare, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, un termine entro il quale il Parlamento avrebbe dovuto decidere di votare, senza bisogno di ricorrere allo strumento del decreto-legge.

Lo so, purtroppo, a distanza di tempo, tornare su riforme che non sono state attuate può dare fastidio, però è anche molto fastidioso continuare a far finta che le cose vadano in modo diverso. Le cose vanno assolutamente così e penso sarebbe, forse, molto utile - considerato che abbiamo un Governo finalmente politico e non di emergenza e via dicendo - porre in essere qualche riforma in questo senso, ossia rendere formalmente attuata una riforma, che noi stiamo realizzando in un modo, non voglio dire subdolo, ma insomma informale. Nella fattispecie, il decreto Milleproroghe, signor Presidente, è probabilmente il provvedimento più incostituzionale che possa esistere, poiché, in termini di eterogeneità di materia, è forse la rappresentazione plastica di tutto quello che può essere inserito al suo interno. D'altra parte, bastava ascoltare la relazione del collega Pella per averne conferma. A tal proposito, siamo di nuovo nell'ambito di fattispecie che formalmente non sono di un certo tipo, ma sostanzialmente lo sono. Francamente, oggi, quando mi sono astenuto sulla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal MoVimento 5 Stelle ho avuto un po' di imbarazzo, perché non è il Governo Meloni ad aver inventato il Milleproroghe. Io siedo in Parlamento da parecchi anni: il Milleproroghe c'è da qualche decennio, forse da 10-15 anni, e nessuno ha mai presentato una pregiudiziale di costituzionalità quando era al Governo contro il Governo. La pregiudiziale di costituzionalità (Commenti)… Prego?

PRESIDENTE. No, no, per favore, per cortesia…

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Chiedo scusa, non volevo togliere la titolarità…

PRESIDENTE. La parola la do solo io…

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). …restituisco la titolarità al collega della sinistra (Commenti del deputato Grimaldi). Siccome penso sia una fesseria, mi dispiace averla attribuita al MoVimento 5 Stelle, invece va attribuita al collega della sinistra. Perché è una fesseria? Perché tutti noi - e finalmente anche l'onorevole Meloni è andata al Governo -, tutti quelli che vanno al Governo si ritrovano con l'esigenza di mettere in piedi un provvedimento che si chiama Milleproroghe. Io, poi, sono assolutamente d'accordo con il collega Lombardo, intervenuto al Senato per il gruppo di Italia Viva, il quale ha detto che considera l'istituzionalizzazione del Milleproroghe come una sconfitta per lo Stato di diritto, una sconfitta per la certezza del diritto, una sconfitta anche in termini educativi. Perché egli dice una sconfitta in termini educativi? Perché ci abitua a pensare, nel nostro Paese, che, anche se non rispettiamo i tempi, c'è sempre la possibilità di creare una proroga. E questo provvedimento nasce così, nel senso che sappiamo perfettamente che, quando, già a marzo, abbiamo problemi - lo sappiamo, ma, ripeto, lo sa la Premier Meloni e, per carità, lo sanno anche tutti coloro che sono stati al Governo - c'è sempre un momento di rifugio e che se scoppia una problematica, poi tanto finisce nel Milleproroghe. Parliamo di eterogeneità delle materie trattate: so perfettamente che dicono di no ma, di fatto, siccome la proroga è la materia che viene presa in considerazione, poi, se si fanno 50.000 proroghe, l'oggetto diviene la proroga che, come sappiamo, come ci capita spesso, diviene lo strumento per fare in modo che le cose accadano come devono accadere.

Le ripeto, Presidente, non è un problema di maggioranza o di opposizione; ormai è toccato pure a Fratelli d'Italia, a tutti coloro che sono stati in Parlamento, che sono stati al Governo e che sono stati all'opposizione; tutti sanno che l'hanno fatto tutti; non è incostituzionale oggi, come non lo era ieri o, forse, è sempre stato incostituzionale, però resta il fatto che forse non è un provvedimento adeguato poiché la sua ratio qual è? Le prendo un elemento e poi vado rapidamente anche a parlare delle poche cose che, nel lavoro fatto al Senato, i colleghi del Terzo Polo intervenuti in quella sede hanno riconosciuto sicuramente al Governo, a partire da una disponibilità come quella che poi si è manifestata anche qui, anche ad ascoltare le diverse proposte emendative presentate.

Le vorrei, però, come dicevo, spiegare qual è la ratio di un provvedimento del genere. Anche se lei, Presidente, ovviamente la conosce. C'è nel provvedimento al nostro esame anche un tema che va avanti da parecchi anni, che si chiama Radio Radicale. Radio Radicale fornisce al Paese un servizio meritoriamente riconosciuto da tutti come servizio pubblico - è rimasto solo Travaglio ad essere ancora infastidito -; penso che anche coloro che all'inizio erano contrari, perché dicevano che erano delle “marchette” e via dicendo, si siano resi conto di qual è il valore di quel servizio pubblico.

Cos'è il decreto Milleproroghe, al riguardo? Noi, puntualmente, ogni anno, invece di fare quello che Radio Radicale chiede ripetutamente da anni, ossia mettere a gara quel servizio e fare in modo che ci sia qualcuno che si aggiudichi quella gara - può essere Radio Radicale come può essere qualche altra emittente - e non ci troviamo puntualmente nell'esigenza, appunto ogni fine anno, di fare una proroga di un servizio perché nessun altro operatore lo offre, ma solo Radio Radicale, e senza dare neanche la certezza a chi in quella radio lavora di sapere che se vince una gara svolgerà quel servizio per due o tre anni, ogni anno invece ci ritroviamo esattamente nella stessa situazione. E ciò perché la logica del Milleproroghe è esattamente questa: invece di impegnarsi e concentrarsi nel dare soluzione a un problema, ci si mette sempre in coda al fatto che, alla fine, ci si mette una “pezza” che va nel Milleproroghe.

Ho fatto l'esempio di Radio Radicale perché la conosco molto bene, ma spesso e volentieri queste cose accadono anche su altre materie; poi ci sono materie sulle quali qualche imbarazzo in questa maggioranza c'è, anche perché è filtrato che qualche insoddisfazione è maturata; ciò riguarda, per esempio, il tema dei balneari.

Ora, riguardo il tema dei balneari, signor Presidente, la proroga è stata fatta per cercare di uscire da un cul de sac dal quale penso difficilmente si potrà uscire, poiché se non si trova una soluzione e la messa a gara, inevitabilmente arriverà la procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, che già peraltro abbiamo ricevuto. Il problema dei balneari viene rappresentato così nel dibattito pubblico: “voi siete contro i balneari e noi, invece, siamo a favore dei balneari”. Il concetto è diverso, Presidente; noi pensiamo che anche per quel settore sia doveroso consentire a persone giovani, che non hanno una rendita di posizione da una vita su determinate aree, di avere accesso alla fornitura di determinati servizi, e questo per me riguarda i balneari, riguarda i tassisti, riguarda tante cose: si chiama mercato! È stata trovata una “pezza”, adesso si è fatta una proroga, ma non se ne esce e non se ne esce anche perché alcune di queste riforme sono previste anche dal PNRR, e bisognerà attuarlo. Esattamente come alcune riforme sulla giustizia era necessario farle, poi alcune le abbiamo fatte un po' sgangherate, ma comunque era necessario farle. Così, se vogliamo che prosegua l'arrivo dei soldi da parte dell'Unione europea relativo al PNRR noi comunque, a un certo punto, determinate riforme dobbiamo farle. Forse, allora invece che fare l'ennesima proroga e continuare in un determinato modo, sarebbe stato molto più utile prendere alcune decisioni.

D'altra parte, adesso Presidente, non lo dico perché sono romanista - questo quei pochi che mi conoscono lo sanno -, ma che noi continuiamo ad avere un Governo che sia “teleguidato” da Lotito è un pochino francamente imbarazzante. Lo abbiamo avuto nel bilancio dello Stato, adesso ce lo ritroviamo. Per fortuna, a un certo punto, hanno avuto un po' di dignità e hanno tolto l'emendamento di Lotito, per la seconda volta, sui diritti televisivi. Il Milleproroghe funziona così e un senatore può anche arrivare a una cosa del genere; una cosa la metti, una cosa la levi. Questo, a mio avviso, non va molto bene.

Che cosa, invece, riteniamo - come ricordava anche il relatore Pella- che sia stato utile nel dibattito svoltosi al Senato e anche nell'atteggiamento che c'è stato, in particolare, nei confronti delle proposte di modifica che noi abbiamo presentato? Intanto, riguardo al tema della sanità, vi è stata la proroga dei medici, in un momento così difficile come quello che sta vivendo la sanità nel dopo pandemia. Quest'ultima, infatti, ha messo in luce la dedizione, il coraggio e, spesso e volentieri, la passione del corpo medico e del corpo infermieristico ma ha messo anche in evidenza, ahimè, le grandissime carenze del sistema sanitario del nostro Paese. Anche su questo - per carità, mi rendo conto che si toccano temi che non fanno piacere - è ancora tutto da dimostrare per quale ragione noi abbiamo deciso di rinunciare ai 27 miliardi del MES, che sarebbero stati sicuramente un grande aiuto dal punto di vista dello sforzo per ottenere una migliore razionalizzazione della sanità e della spesa sanitaria. Non è stato fatto.

È vero invece - lo ha ricordato il relatore - che ci sono stati interventi per quanto riguarda i fragili. Questo è sicuramente un tema che a noi è stato molto a cuore. Lo ricordava, al Senato, anche la collega Paita. Noi abbiamo avuto la neoeletta consigliera regionale, Lisa Noja, che ha fatto un lavoro molto importante su questo nella scorsa legislatura e credo che anche il Governo, come del resto la collega Siracusano, lo possano ricordare.

C'è qualcosa di importante che riguarda il tema delle autostrade e l'esigenza che ci sia una maggiore verifica, anche questa voluta dal gruppo del Terzo Polo al Senato, attraverso una valutazione parlamentare, degli interventi sulla sicurezza. Il tema è particolarmente caldo perché conosciamo tutto quello che è scaturito dopo la tragedia del ponte Morandi.

Vorrei chiudere, signor Presidente, con un appello al Governo. Tra gli emendamenti che al Senato noi avevamo presentato ce n'era uno in particolare, presentato dal collega Scalfarotto, che riguardava i cosiddetti semiliberi. Chi sono i detenuti semiliberi? Nel periodo della pandemia, quando le carceri scoppiavano e vi era la necessità di creare celle protette per la quarantena e per una serie di incombenze, emerse l'esigenza di cercare di liberare posti all'interno delle carceri. Quale analisi fu fatta, secondo me saggiamente? Si è cercato di vedere chi fossero i detenuti ai quali era rimasto da scontare una pena per poco tempo; si è cercato di capire, dalla direzione del carcere e dal giudice di sorveglianza, come si fossero comportati in questi anni i detenuti e si è data loro la possibilità, quantomeno, di non tornare a dormire in carcere, di trovare un lavoro, di dormire fuori, e di vedere il risultato che ne sarebbe emerso. Durante la pandemia 2021-2022 ci sono state alcune centinaia di persone che hanno usufruito di questa possibilità e credo che, proprio nella stragrande maggioranza, si sia trattato di persone per le quali i giudici di sorveglianza e le direzioni delle carceri hanno confermato che si sono comportate bene e magari hanno trovato anche un lavoro, dato che, comunque, nella nostra esigenza di rieducazione, prevista dalla Costituzione, c'è anche l'esigenza di fare in modo che chi è prossimo all'uscita dalla galera non si ritrovi in mezzo a una strada ma trovi la possibilità di un percorso che lo accompagni al reinserimento effettivo. Quindi, alcune centinaia di persone in qualche modo si sono ricostruite la vita, approfittando di una norma che era stata fatta, indubbiamente, per il periodo del COVID. A parte il fatto che non mi pare proprio che noi il COVID lo abbiamo perfettamente superato. In questo senso io non ho voluto ripresentare l'emendamento, onorevole Siracusano, però ho presentato un ordine del giorno che mi auguro goda di attenzione da parte del Governo.

Queste persone si sono comportate in un determinato modo - lasciamo perdere, adesso, se vi sia ancora o meno il COVID - e hanno avuto una possibilità e questa possibilità l'hanno sfruttata nel migliore dei modi, perché magari hanno trovato un lavoro o perché comunque hanno fatto tutto quello che dovevano fare. Allora, per quale cinica ragione noi, dovendo fare una proroga termini, non facciamo in modo, invece di farli ritornare in carcere - sapete perfettamente che il ritorno in carcere inevitabilmente poi crea un avvitamento nella vita di tanti detenuti -, di dare loro la possibilità, per un altro anno, di proseguire su una strada seguita nel giusto modo, in modo utile, in modo corrispondente a quello che, ripeto, la Costituzione prevede?

So perfettamente che un ordine del giorno non ha la valenza di un emendamento, non diventa immediatamente legge, ma questa potrebbe essere una possibilità, nell'ambito di un discorso sulla giustizia che si occupa molto della parte processuale, si occupa molto dei grandi temi e molto poco, invece, onorevole Siracusano, della parte detentiva, che è una bomba che può esplodere ogni giorno, per dare un piccolo segnale di speranza e di cambiamento su una questione che, ripeto, non stiamo sperimentando ma è stata sperimentata e ha funzionato. Penso che ciò sarebbe molto utile, sarebbe un segnale che, magari in un prossimo provvedimento, può creare un po' di speranza. A chi sta chiuso là dentro, con tutto quello che ha fatto, perché ci sono ovviamente anche persone che hanno commesso reati molto gravi. Noi non possiamo togliere la speranza di un possibile reinserimento, attraverso le misure e le forme che lo Stato riesce a predisporre.

Signor Presidente, Sottosegretario e colleghi, noi abbiamo cercato di mettere in evidenza le questioni che più ci hanno coinvolto nel dibattito al Senato. Siamo ovviamente molto critici rispetto all'impianto che è stato dato al provvedimento e saranno, poi, i colleghi che interverranno nella dichiarazione di voto finale a esprimere quale sarà il nostro voto. Io mi richiamo a quanto ho detto all'inizio. Mi piacerebbe molto se noi trovassimo l'occasione o sfruttassimo un'occasione come questa per ripensare davvero se non sia il caso, visto che tanto ormai anche le opposizioni sono rassegnate, come lo erano le opposizioni quando c'era il Governo Draghi o c'era il Governo Conte, al fatto che le cose vanno così. Allora, forse sarebbe molto meglio regolarle così e fare in modo che siano un elemento di certezza per tutti, piuttosto che sapere che va a finire così, facendo finta che invece le cose vadano in un altro modo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, cercherò di intervenire ricordando i temi sui quali nel dibattito al Senato Forza Italia è intervenuta con particolare impegno e con particolare interesse. Sono tanti i temi e io ne ho scelto qualcheduno tra quelli che ritenevo di maggiore interesse all'interno di un provvedimento che, come è stato ricordato, è un provvedimento omnibus, come tanti provvedimenti, che riguarda tantissimi argomenti, alcuni collegati, altri meno. L'intervento che mi ha preceduto ha avanzato una critica che parzialmente possiamo anche condividere. Questi decreti Milleproroghe che vengono da lontano, hanno molti limiti e questi limiti li conosciamo tutti. Mi è dispiaciuto però che all'interno di quell'intervento sia stato ricordato qualcosa che invece è un limite non è. Il bicameralismo, di cui ha parlato l'onorevole Giachetti, è stato voluto dal popolo italiano in maniera molto, molto chiara, attraverso un referendum che si è svolto con una notevole partecipazione e, soprattutto, che ha dato un risultato estremamente chiaro. Quindi, se vogliamo fare dei cambiamenti, i cambiamenti ci sono e ci devono essere. Il Milleproroghe ha limiti forti. In effetti, molto spesso vengono evitati dei dibattiti in una delle due Aule del Parlamento: una volta la Camera e una volta il Senato vengono di fatto esclusi. Questo non è assolutamente positivo e dobbiamo trovare il modo di addivenire a soluzioni diverse.

Entrerò ora nel merito di quello che volevo sottolineare. Il decreto Milleproroghe, che oggi siamo qui ad esaminare, contempla - anche grazie, ripeto, al prezioso lavoro dei colleghi senatori e, in particolare, per quanto ci riguarda, ai senatori di Forza Italia - una proroga di scadenze e il rinvio dell'entrata in vigore di alcune disposizioni di legge, il cui mancato rispetto avrebbe provocato e potrebbe provocare gravi difficoltà per i nostri cittadini, per le imprese e anche per le istituzioni. Cito alcune di queste proroghe, per sottolineare l'importanza di tale decreto e il ruolo di questa Assemblea, che oggi le deve espletare, anche se in maniera sicuramente limitativa rispetto a quello che è stato, in questo caso, al Senato.

Vorrei partire dall'analisi di uno dei temi che è stato maggiormente dibattuto in fase di approvazione dell'odierno provvedimento e che da anni ormai divide il nostro Paese. Mi riferisco alla problematica dei balneari, che è stata ricordata anche dall'onorevole Giachetti in maniera, mi sembra, piuttosto approssimata, non precisa, non puntuale e sicuramente non rispondente alla realtà dei fatti. Mi riferisco, quindi, a questa problematica. Per l'Italia le spiagge hanno un valore inestimabile. Io provengo dalla Liguria, una delle tante regioni interessate da questo tema. Ma questo tema - ricordiamocelo bene, anche per non confondere le acque e per far capire quale possa essere l'importanza - riguarda anche tutte le realtà che non si affacciano sul mare: quelle che si affacciano sui fiumi, sui laghi, e tutte le altre situazioni di questo genere. Quindi è molto, molto importante il numero delle realtà italiane che devono avere a che fare con questa problematica.

Come dicevo, per l'Italia le spiagge hanno un valore inestimabile e io che provengo dalla Liguria non posso che confermare l'importanza economica, strategica, nonché turistica, dei litorali direi per quasi tutte le regioni. La questione delle concessioni dei litorali per molte regioni va senza dubbio risolta, su questo sono d'accordo con l'onorevole Giachetti. La questione deve essere risolta, ma non possiamo pensare di risolverla distruggendo un intero settore, come da molte parti viene in qualche modo auspicato, anche se in maniera a volte piuttosto subdola, mandando per strada migliaia e migliaia di lavoratori e, soprattutto, di famiglie che vivono di questo lavoro. Ciò trova conferma nel fatto che, negli anni, i Governi che si sono succeduti, di tutti i colori e dove sedevano anche coloro che oggi esprimono questi pareri contrari, hanno sempre rinnovato le concessioni balneari - sempre, ripeto - proprio per tutelare un settore strategico per l'economia di questo Paese.

Tuttavia, proprio perché siamo consapevoli che la vexata quaestio debba trovare una soluzione condivisa senza danneggiare i lavoratori del settore, Forza Italia si è battuta per far prorogare le attuali concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali - ripeto: marittime, lacuali e fluviali - al 31 dicembre 2024, con l'ulteriore possibilità di proroga al 31 dicembre 2025, qualora le gare non possano essere svolte.

Chi conosce le realtà, soprattutto dei piccoli comuni, che dovranno poi portare avanti queste gare - credo la stragrande maggioranza dei parlamentari - sa quali difficoltà si presenteranno per realizzarle.

Quindi, anche in questo senso, non bisogna nascondere le difficoltà che ci sarebbero, perché si rischia di creare una situazione di ingovernabilità anche dei litorali.

Sempre grazie a un emendamento di Forza Italia, è stato concesso, quindi, più tempo, precisamente fino a luglio di quest'anno, per approvare il decreto legislativo con la mappatura delle nostre coste. Le nostre coste, ad oggi, cari colleghi, non sono ancora mappate compiutamente e molte zone non hanno ancora una loro connotazione precisa.

Abbiamo migliaia di chilometri di coste che si possono utilizzare per le gare. L'Europa dice che le gare si devono fare in situazioni di mancanza di bene primario, ma, in questo caso, siamo convinti, anzi, siamo certi che ci sono migliaia di chilometri di coste che si possono utilizzare, e quindi rendere non utili le gare, soprattutto, non necessarie.

Prima, nel corso del suo intervento, l'onorevole Giachetti ha parlato di PNRR, di approfittare di questo PNRR per la questione dei balneari. No, signori, i balneari c'entrano in tutto, ma non per quanto riguarda il PNRR. Se rischiamo, ed è vero che rischiamo, un intervento da parte dell'Europa (bisogna dirlo con estrema chiarezza; questo fatto lo hanno chiarito i massimi interessati), questo intervento non riguarda assolutamente il PNRR, come da molte parti si è voluto far intendere per rendere più importante, nella maniera da loro preferita, l'atto di delegare il più presto possibile. È bene che il Governo valuti ogni possibilità, anche per consentire a questo settore di espandersi. Mi preme precisare che questo non significa, ovviamente, che vogliamo togliere le spiagge libere. Anche su questo bisogna chiarire. La posizione di Forza Italia non è certamente quella di evitare che ci siano le spiagge libere. Anzi, al contrario, è importante che ci siano e che continuino ad esserci. Ma anche qui dobbiamo fare un po' di chiarezza: spiaggia libera non deve essere sinonimo di spiaggia abbandonata, come succede oggi in moltissime situazioni. Il mare e le spiagge non sono terra di nessuno, sono nostri, rappresentano un patrimonio nazionale di inestimabile valore, che il resto del mondo ci invidia. Per questo, ritengo che la spiaggia libera, che deve essere fruita da tutti, debba essere controllata e messa in sicurezza dai comuni. Ma questo è non è assolutamente facile, soprattutto per alcuni comuni di piccole dimensioni, che, molto spesso, non hanno i mezzi. Quindi, lavoriamo su queste situazioni e definiamole meglio. Crediamo che questa proroga, che abbiamo chiesto, voluto e stimolato con tutte le nostre forze, possa servire per definire, una volta per tutte, la questione dei balneari, che deve essere impostata in maniera totalmente diversa rispetto alla logica punitiva che da molte parti si vuole portare avanti nei confronti di questa categoria, che avrà sicuramente tanti limiti - come ce l'hanno tutte le categorie -, ma ha anche tanti meriti. Infatti, la nostra offerta balneare è una delle migliori non solamente in Europa, ma anche a livello internazionale. Ricordiamocelo bene e cerchiamo di non passare da un fatto positivo, altamente positivo per il nostro Paese, a un fatto, invece, altamente negativo.

Vorrei richiamare un altro emendamento sempre di Forza Italia, oltre a quello sui balneari, in materia di consultazioni elettorali, anche questo particolarmente importante. Chi è stato o è amministratore locale sa quanto gravoso e complesso sia governare un territorio, quanti siano i compiti e quante le responsabilità, talmente tante le responsabilità che spesso, specie nei piccoli comuni, è ormai quasi impossibile formare le liste. Tutti voi, queste cose, le sapete benissimo, perché si stenta a trovare tra la popolazione chi si vuole sobbarcare questo gravoso compito in maniera praticamente gratuita; e, quando si trova, si rischia che non ci sia l'affluenza necessaria per eleggerlo. In Italia, di piccoli comuni, ce ne sono tantissimi, basti pensare che circa il 70 per cento dei comuni italiani - lo ripeto: 70 per cento - ha un numero di residenti inferiori a 5.000 persone. Per questo, un emendamento, che ritengo fondamentale, riguarda proprio l'estensione, anche per l'anno 2023, della norma per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni fino ai 15.000 abitanti. Tale norma prevede che, ove ammessa e votata una sola lista, siano eletti tutti i candidati compresi nella lista e il sindaco collegato, purché abbiano riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti e il numero dei votanti non sia inferiore al 40 per cento. La norma deriva, evidentemente, da situazioni che tutti noi conosciamo e che devono essere affrontate solamente prendendone atto, nella maniera di cui sopra.

Un altro emendamento di Forza Italia riguarda l'ambito sanitario, che, in questi anni, ho seguito moltissimo (mi appartiene anche dal punto di vista professionale) e che, come tutti noi, credo e spero sia fondamentale per il nostro Paese. L'emendamento prevede la proroga della stabilizzazione del personale sanitario. Noi tutti sappiamo quanto ormai in Italia ci sia carenza di personale sanitario, una carenza che, ogni giorno di più, diventa drammatica e crea situazioni assolutamente impensabili solo fino a qualche anno fa.

A mio avviso, si tratta di un emendamento chiave. È superfluo dire che il sistema sanitario italiano sia al collasso e che molte regioni, già da anni, non appaiono adeguate a gestire un settore così delicato per la tutela della salute dei cittadini. Il caso limite - che poi limite non è - della Calabria, in cui, per fortuna - dico “per fortuna” -, e, con grande capacità, si è saputo rispondere con medici cubani, credo sia un campanello d'allarme che deve renderci particolarmente attenti.

Liste d'attesa infinite, personale sanitario insufficiente e spesso costretto a turni estenuanti, malati di tumore che non riescono a fare esami - gli esami oncologi sono in arretrato - e interventi in tempo utile per salvarsi la vita.

Ricordo che, qualche anno fa, ero vicepresidente della commissione sanità della regione Liguria e ho avuto l'onore di incontrare l'ambasciatore degli Stati Uniti. Era il periodo di Obama e gli Stati Uniti erano particolarmente interessati alla questione sanitaria. L'ho incontrato, abbiamo girato per alcuni nosocomi della Liguria e, nel colloquio finale di questo incontro, che è stato piuttosto interessante, anche perché approfondito, questo ambasciatore mi ha detto: “Presidente, tenetevi stretta la vostra sanità, perché noi, negli Stati Uniti d'America non potremo mai permettercela”. Questa frase la ricorderò sempre e sarà sempre un punto di riferimento della mia modesta azione politica. Si deve intervenire, oggi più che mai, su liste d'attesa infinite, personale sanitario insufficiente e spesso costretto a turni estenuanti, malati di tumore che non riescono a fare esami e interventi in tempo utile per salvarsi la vita e, ancora, pronto soccorsi diventati gironi infernali. Qualche volta, si parla del Sud per queste situazioni drammatiche, ma vi assicuro ci sono anche al Nord; vengo dal Nord, probabilmente, in qualche caso, si dice che la Liguria sia il profondo Sud del Nord, ma qui non facciamo una gara di chi sia nella situazione peggiore; la situazione di tutto il Paese, per quanto riguarda anche i pronto soccorsi, è veramente un girone infernale, le eccezioni positive sono sempre meno. Questo è il problema di fondo. Il nostro emendamento, sebbene sia una goccia nell'oceano, è pensato proprio per rafforzare il sistema sanitario.

Sono infatti previste proroghe per impiegare il personale medico e infermieristico assunto presso strutture sanitarie pubbliche o private, con contratto professionale o con contratto subordinato, proprio allo scopo di fronteggiare la grave carenza di personale.

In conclusione, colleghi, questo provvedimento è la dimostrazione che un centrodestra, coeso e vincente - ripeto: “un centrodestra unito, coeso e vincente” - affronta la realtà e risolve i problemi. Colgo l'occasione per ricordare all'opposizione che i cittadini e le imprese hanno bisogno di certezze, non di minacce; hanno bisogno di futuro e non di insicurezza; ma, soprattutto, hanno bisogno di un Governo forte e stabile, che nel bene e nel male si faccia carico delle difficoltà e sia in grado di dare risposte certe. Questo è proprio il Governo di centrodestra, il quale, non a caso, ha riscosso piena approvazione e sostegno nelle ultime consultazioni elettorali, che hanno visto come protagoniste due delle più importanti regioni italiane.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, rappresentanti del Governo, è ormai chiara, direi, la volontà di questo Governo di danneggiare questo Paese. Lo sta dimostrando anche oggi, con il decreto in esame, in perfetta linea con le debolezze della legge di bilancio. La stessa austerità, la mancanza di coraggio e il pressappochismo sono ritornati a essere l'inchiostro di un provvedimento iniquo, che colpisce le imprese e i cittadini. In questi mesi la maggioranza, in realtà, ha più volte voltato le spalle alle famiglie e agli imprenditori, ignorando totalmente il loro grido di aiuto. Il centrodestra, in campagna elettorale, diceva di essere dalla parte dell'Italia che lavora e che soffre; però, dopo la campagna elettorale, è magicamente scomparso e si è rintanato nei palazzi. Ovviamente, c'era da aspettarselo. È questa, secondo voi, colleghi, la vostra idea di governare un Paese? Prendendo in giro i cittadini? È vero - lo ammetto - ci avete abituato a imbarazzanti inversioni a U, siete ormai i numeri uno in questo, a retromarce su ogni argomento, a perdite di tempo sui provvedimenti fondamentali per la vita delle persone. Avete raccontato una propaganda fatta di promesse, che poi puntualmente avete tradito, con l'unica conseguenza, quella più grave, di peggiorare la vita degli italiani e di tutte le imprese italiane. Una su tutte, per esempio, avete voltato le spalle - se ne è parlato questa mattina in quest'Aula - alla proroga dello sconto sulle accise per la benzina. Ovviamente, tutti i cittadini e i lavoratori italiani, che ogni giorno si mettono in macchina o sul mezzo per andare al lavoro o con il quale, appunto, lavorano, si ricorderanno di voi, ogni volta che andranno dal distributore a fare il pieno di benzina o di diesel. E si ricorderanno delle parole della Premier Meloni e del Ministro Salvini, che tanto si battevano per tagliare le accise, chi andando al distributore urlando slogan propagandistici e chi facendo i disegnini alla lavagna. Ecco, noi ci ricorderemo, i cittadini italiani si ricorderanno, anche di questo. La Premier Meloni e il Ministro Salvini sono veramente una bella coppia e - devo dirlo - io li definirei il gatto e la volpe. Ma mentre loro scambiano l'Italia per il Paese dei balocchi, la vita di milioni di persone va avanti tra molte difficoltà senza una guida in grado di proteggere e far crescere questo Paese. Faccio un esempio. Noi dovevamo proteggere e difendere i cittadini in difficoltà, gli ultimi, gli italiani che sono in difficoltà, che magari, grazie per esempio al reddito di cittadinanza, riuscivano ad andare avanti e a fare quello che nella quotidianità può sembrare veramente semplice, come prendere un caffè al bar. Per molti italiani questo non era possibile: magari, grazie al reddito di cittadinanza, qualche cittadino italiano si è potuto anche prendere uno sfizio di prendere un caffè al bar, Voi avete deciso di cancellare completamente questa misura, con una stima però di crescita di 700.000 nuovi poveri, ma voi, proprio per quest'anno, lo ripeto, avete deciso di cancellare questa misura. Benissimo. Però, con quale coraggio voi pensate di potervi rivolgere agli italiani in difficoltà, che devono pagare le bollette, che devono affrontare il caro carburanti causato da voi, che non sanno come fare ad arrivare alla fine del mese a dare da mangiare ai figli? Mentre voi, quindi, cancellate questa misura, noi siamo ancora in attesa della partenza di questi fantomatici corsi di formazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ne avete parlato per mesi. Che fine hanno fatto questi corsi di formazione? Dovevano durare 6 mesi, siamo a fine febbraio e ormai di questi corsi di formazione nemmeno l'ombra. Ovviamente siete occupati, abbiamo capito, a fare propaganda continua, becera, e dimenticate però i vostri obblighi. Un immobilismo inaccettabile, direi, che vi sta rintanando dentro un vicolo cieco, ma sono certo che le vostre famose retromarce non vi aiuteranno a uscirne. Il problema è che state mandando in questo vicolo cieco a sbattere anche il Paese; dagli schiaffi ripetuti ai cittadini state passando ai pugni alle imprese, perché a loro avete voltato le spalle. In campagna elettorale raccontavate la favola di voler aiutare gli imprenditori, chi crea ricchezza e lavoro in questo Paese, di voler risolvere il problema della cessione dei crediti e dei crediti fiscali incagliati. Ricordo, per esempio, le parole del Ministro Salvini, quando diceva che il superbonus è fondamentale, oppure della Premier Meloni, che ci ha deliziato con dei video e dei tweet, quando diceva: noi siamo pronti a tutelare i diritti del superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie, sempre dalla parte delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma di quali imprese, da quale parte delle imprese? Forse dalla parte della serranda che si abbassa per causa vostra, forse è questa la parte delle imprese di cui voi parlate? Veramente ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere per quello che state attuando. La verità è che il Governo continua a mentire. Gli esponenti del Governo, la Premier in primis, continuano a mentire, perché la Presidente del Consiglio Meloni e il Ministro Giorgetti o non conoscono il funzionamento degli investimenti o cercano di confondere e di prendere in giro l'opinione pubblica. In entrambi i casi, ovviamente, questo sarebbe molto grave, perché è in gioco non la propaganda politica o il destino di qualche partito, ma il futuro del nostro Paese, di migliaia di imprese e di lavoratori. Nelle loro, definirei, indegne spiegazioni per giustificare un indegno decreto sulla cessione dei crediti, che di fatto state facendo morire, direi che non viene spiegato che gli investimenti generano un ritorno in termini di tassazione per lo Stato, di occupazione, di riduzione del costo in bolletta per i cittadini, come ho detto di gettito fiscale, di taglio delle emissioni inquinanti, oltre che permetterci di raggiungere quegli obiettivi che a livello internazionale tutti vogliono raggiungere sull'efficientamento energetico. Non ho capito ancora qual è la vostra ricetta per raggiungere l'efficientamento energetico e la transizione ecologica. Ovviamente, anche su questo attendiamo risposte, come sui corsi di formazione. Quindi, il calcolo che ha fatto la Premier di questi fantomatici 2.000 euro a italiano, il costo del superbonus, anche questa è una balla colossale, senza nessun fondamento scientifico, logico. Numeri buttati a caso, 90, 100 miliardi, 120, buchi che non si sa dove sono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Veramente c'è da smentire tutte le vostre fake news che, ormai già da 4-5 giorni, per giustificare l'ingiustificabile, state provando a sostenere. La verità è che in base ai dati Censis - quindi citiamo degli studi e dei dati certi - quello che è stato investito dallo Stato in misure come il superbonus ritorna per il 70 per cento nelle casse dello Stato subito, immediatamente, come tasse, contributi, eccetera. Da qualche giorno, invece, ci ritroviamo di fronte al rischio di dover pagare sussidi alle aziende che per colpa vostra falliranno, di dover pagare la cassa integrazione a centinaia di migliaia di lavoratori che a causa delle vostre scelte perderanno il posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quello è il buco che state creando, e lo state creando voi, voi state creando questo buco. E allora, per citare ancora dei numeri, voglio entrare ancora più nel dettaglio, così magari diamo ai colleghi della maggioranza e del Governo dei numeri. Visto che ne sparano tanti a caso, così danno dei numeri certi. Secondo ENEA, quindi non secondo il MoVimento 5 Stelle o Leonardo Donno, ma secondo ENEA, nel 2021 sono stati ammessi a detrazione poco più di 12 miliardi di euro, nel 2022 poco più di 51 miliardi. Un totale di 63 miliardi di euro ammessi a detrazione.

Ho detto prima che il 70 per cento è già rientrato in tasse, contributi, eccetera, nelle casse dello Stato, e quindi parliamo di un costo di questo investimento - perché il superbonus non è una spesa per lo Stato, ma è un investimento sul futuro, sull'ambiente, sulle nostre abitazioni e per i cittadini, ovviamente, e per le imprese italiane - di circa 20 o 25 miliardi. Facendo un breve calcolo molto semplicistico, per scendere al livello della Premier Meloni che ha fatto una semplice moltiplicazione, facciamo 20 o 25 miliardi diviso 60 milioni di italiani, ovviamente spalmati in 5 anni, e vediamo che il costo dell'investimento superbonus è di circa 5 o 6 miliardi all'anno. Sono circa 90 euro a cittadino italiano. E, paragonando questo, è sostenibile quest'investimento di circa 90 euro a italiano rispetto ai quasi 500 euro a italiano che sta costando l'invio di armi continuo in Ucraina a causa di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Questo ci dobbiamo chiedere! Vale la pena investire sul futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti, e quindi garantire a loro un futuro migliore, oppure vogliamo continuare a inviare armi e a far ricadere questo costo su tutti i cittadini italiani? Questa è la domanda che ci dobbiamo fare. Poi il Governo può sempre dire: sì, noi preferiamo inviare armi. Benissimo, raccontiamolo ai cittadini italiani, che per la stragrande maggioranza sono contro questa guerra e sono per un negoziato di pace e affinché finisca l'invio di armi da parte dell'Italia.

Sul superbonus, ancora, e sulla cessione dei crediti la vostra la definirei un'operazione tradimento, che è andata in scena ovviamente un minuto dopo le elezioni regionali, perché, se lo facevate prima, magari in Lombardia qualcuno vi inseguiva non con i forconi, magari con le cazzuole, con gli strumenti da lavoro, perché ovviamente voi li avete traditi. In Lombardia ci sono stati tanti miliardi di investimento su questa misura e gli imprenditori hanno creduto in voi, hanno creduto in una soluzione che voi potevate magari portare. Avete tradito anche loro su questo, perché, anziché trovare una soluzione, avete abolito lo sconto in fattura e la cessione dei crediti.

Vi direi, per utilizzare un vostro termine del passato durante l'emergenza COVID, che avete agito con il favore delle tenebre, ma sarebbe forse farvi un complimento. Direi che avete agito in modo vile, prendendovi gioco dei cittadini italiani e delle imprese italiane. E poi, ancora, avete sacrificato sull'altare dei vostri interessi il futuro di migliaia di famiglie e imprese.

Secondo l'ANCE, ancora, per citare numeri reali e non numeri lanciati a caso dalla Premier Meloni e dagli altri componenti di questa maggioranza, sono a rischio almeno 25.000 imprese e non meno di 130.000 posti di lavoro. Lavoratori che magari oggi hanno uno stipendio, hanno fatto un mutuo, spendono questi soldi, gira l'economia grazie a questa misura e a questi nuovi posti di lavoro; grazie a voi gli dovremo forse pagare la cassa integrazione. E adesso, io dico, cosa andrete a raccontare a queste persone?

Avete ignorato, ovviamente, il grido di dolore e il grido di allarme delle associazioni di categoria, degli operatori del settore, nonostante anche l'Eurostat…e qui citiamo anche un altro ente. Vedete, ne sto citando tanti, potete prendere appunti. Magari la Premier Meloni nella sua consueta agenda e rubrica, Gli appunti di Giorgia, prenda anche questi appunti; magari li può utilizzare per le sue prossime dirette Facebook, perché questo è il livello del confronto che possiamo avere con la Premier, che non viene in Parlamento. Allora magari prenda appunti e così nel prossimo video parla di numeri reali.

Quindi, dicevo, ho citato questi numeri dell'ANCE e stiamo andando con questo vostro provvedimento, invece, contro gli obiettivi della transizione ecologica. Sulla proposta della direttiva delle case green, anche su quella, qual è la vostra risposta? Mentre c'è l'Europa, il mondo, l'America che sta investendo quasi 400 miliardi di dollari sulla riconversione e sulla transizione ecologica, voi che cosa fate, abolite quelle misure che vanno proprio verso quella direzione. Complimenti, complimenti vivissimi, veramente!

Dicevo, ci sono in ballo questi obiettivi da raggiungere sull'efficientamento energetico degli edifici, che grazie magari al superbonus avremmo potuto raggiungere più velocemente. Ma, dico, vi rendete conto che, senza avere un'alternativa, voi state facendo come avete fatto per lo sconto sulle accise? Il giorno prima avete tolto lo sconto sulle accise, il giorno dopo aumenta il carburante di 20 centesimi e andate in giro a chiamare la Guardia di finanza e a dire: come mai è aumentato il costo sulle accise? Anche in questo caso, avete prima abolito la cessione dei crediti e la circolazione dei crediti, quindi, di fatto, smontando tutto il funzionamento della misura dei bonus edilizi e, oggi, invece, pare stiate facendo nuovamente l'ennesima marcia indietro, state cercando di trovare una toppa, una soluzione. Veramente è imbarazzante. È una misura che ha creato, ricordiamolo, 900.000 posti di lavoro che, nel 2021, ha permesso l'aumento del PIL del 6,7 per cento e, nel 2022, del 4 per cento. Una confusione senza limiti, che è veramente imbarazzante.

Anche, per esempio, Opzione donna, qualcuno l'ha definita “discriminazione donna”, perché anche alle donne che dovevano andare in pensione voi non riuscite a garantire un futuro, non c'è certezza anche su questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); sui balneari, ennesimo tradimento, ennesima marcia indietro. Ce ne sono talmente tante, Presidente, che ci sarebbe da parlare non un quarto d'ora, ma veramente 15 giorni, per tutte le retromarce e tutti i tradimenti che state mettendo in atto! State portando avanti una riforma scellerata, quella dell'autonomia differenziata, senza minimamente comprendere dove state andando a sbattere, a far sbattere questo Paese. Non creerete cittadini di serie B - quelli ci sono già purtroppo -, ma cittadini di serie C, D, E, e tutte le serie, fino all'ultima lettera dell'alfabeto.

Come ho detto, l'elenco di queste misure che stanno danneggiando il Paese è lungo, ogni giorno riuscite a stupirci - negativamente, ovviamente - con i vostri giochi di palazzo. Io dico che dovete fermarvi. Noi certamente non ci fermeremo, continueremo a parlare e a citare numeri reali e dati concreti, per sconfiggere, ci auguriamo, e convincere i cittadini che la vostra è solo becera propaganda e che noi veramente siamo dalla parte dei cittadini e delle imprese italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghi, oggi ci troviamo qui, in discussione generale, a parlare del provvedimento Milleproroghe. È un provvedimento molto eterogeneo, costituito da 24 articoli, che vanno a inserirsi in svariati ambiti, sono già stati elencati in modo puntuale anche da parte dei relatori, però, vede, Presidente, mi lasci fare un appunto, un'osservazione, perché non posso non replicare a seguito anche delle affermazioni che sono state fatte dal collega Donno che mi ha preceduto e, per suo tramite, mi lasci fare una semplice affermazione. Vorrei ricordare al collega Donno che l'articolo 1 della nostra Costituzione ci dice che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro, non sul reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Questo deve essere chiaro, perché la nostra Repubblica deve essere fondata sul lavoro, non sull'assistenzialismo ed è questo che il MoVimento 5 Stelle deve capire. E parlo, Presidente, non tanto come parlamentare della Repubblica, ma anche in quanto madre di 2 figli: dobbiamo educare i nostri figli al lavoro, non dobbiamo educarli alla forma di assistenzialismo, perché, altrimenti, poi, ci ritroveremo ad avere una società di persone che si aspettano che lo Stato arrivi sempre in loro soccorso. E, invece, noi dobbiamo insegnare, sia ai nostri giovani che ai nostri adulti, che nella vita ci possono essere delle sconfitte, che lo Stato deve essere al loro fianco, che li deve aiutare, ma che ci si deve sempre rialzare e riuscire ad andare avanti autonomamente e con la propria indipendenza. Di questo noi siamo fermamente convinti, infatti, anche all'interno del provvedimento Milleproroghe, abbiamo inserito degli interventi puntuali.

Ebbene, nella loro eterogeneità, vorrei focalizzarmi proprio su alcuni ambiti e vorrei partire proprio dal lavoro, dall'assistenza che abbiamo dato, soprattutto, per cercare di sbloccare determinate situazioni che richiedevano un immediato intervento per cercare di far fronte anche alle richieste del mondo produttivo, per passare, poi, anche al sostegno nei confronti delle fragilità e, quindi, dei soggetti più deboli. Noi, come Lega, abbiamo voluto, siamo stati noi, come partito, a richiedere la presenza di un Ministro dedicato alle disabilità, e ci crediamo fino in fondo. Grazie al Ministro Locatelli, in ogni provvedimento riusciamo ad inserire qualcosa per sostenere soprattutto i più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sono questi i deboli che devono essere aiutati e devono essere sostenuti. Quindi, vorrei partire da questo e fare una piccola disamina dei punti principali che sono stati affrontati all'interno del Milleproroghe.

Al Senato sono passati diversi emendamenti, anche proprio nell'ambito della disabilità e il più importante è la proroga della legge delega sulla disabilità, che ha favorito e ha permesso l'armonizzazione tra le norme del Piano nazionale di ripresa e resilienza e quelle legislative, oltre anche una proroga, per quanto riguarda la lingua dei segni, per concedere più tempo per diventare traduttori. Un'altra proroga molto importante - è già stata citata anche da alcuni colleghi che mi hanno preceduto - è la proroga dal 30 marzo al 30 giugno dello smart working, soprattutto per i lavoratori più fragili. Anche qui, un'attenzione al mondo delle fragilità, ma non solo, anche nei confronti dei lavoratori che hanno figli a carico, con un limite massimo di 14 anni di età.

Ancora, nell'ambito specifico del lavoro, abbiamo anche prorogato il Fondo nuove competenze per tutto il 2023; abbiamo esteso il credito d'imposta e Industria 4.0, prorogando la consegna dei beni strumentali da settembre al 30 novembre. Anche questa era una richiesta che proveniva proprio dal mondo produttivo e, quindi, abbiamo cercato di dare voce, di dare delle risposte concrete anche alla parte imprenditoriale del nostro Paese.

Poi, mi lasci dire che un'altra questione molto importante, che riguarda soprattutto il territorio dal quale io provengo, quindi il Trentino-Alto Adige, riguarda la proroga termini sul versamento dell'acconto per il nuovo concessionario dell'autostrada A22. La proroga era necessaria, Presidente, per consentire al concessionario di non perdere l'affidamento nel momento in cui viene prorogata la procedura di finanza di progetto. E vorrei ricordare a tutti i colleghi che la A22, l'autostrada del Brennero, non è una semplice autostrada, ma è la nostra porta d'Europa, è un collegamento strategico fondamentale per l'Italia, perché ci permette di essere in diretto collegamento con i Paesi del Nord Europa. Infatti, non è da meno che fa parte anche del corridoio scandinavo-mediterraneo, che permette questo collegamento molto importante e strategico e con riferimento al quale anche il nostro Ministro Matteo Salvini si è fin da subito adoperato per cercare di sbloccare ben 7,2 miliardi di investimento proprio su questa arteria autostradale molto importante, fondamentale per il rilancio del nostro sistema Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Entrando nel merito di un altro ambito che vorrei approfondire, molto caro alla Lega, ma non solo, voglio parlare di lavoro, voglio parlare di sicurezza e voglio parlare di sanità. E perché voglio limitare il mio intervento a questi tre ambiti? Perché, vede, Presidente, io ritengo che sia fondamentale, per lo sviluppo di un sistema Paese adeguato alle esigenze dei tempi correnti, investire sul lavoro, investire sulla sicurezza, che non deve essere considerata come un costo, ma come una forma di investimento, perché, se noi investiamo nella sicurezza, investiamo sullo sviluppo del nostro sistema Paese, così anche, se investiamo sulla sanità del nostro Paese, investiamo sul futuro dei nostri figli e anche sul futuro e sulla sostenibilità stessa del nostro intero Paese, della nostra intera Nazione.

Per quanto riguarda la sicurezza, abbiamo inserito all'interno del Milleproroghe una serie di interventi molto importanti che vanno a determinare lo scorrimento delle graduatorie per il personale della Polizia di Stato e della Guardia di finanza, in particolare, soprattutto, con riferimento al ruolo degli ispettori di polizia, che, da tempo - come sappiamo tutti - è segnato da gravi scoperture, soprattutto, rispetto alla dotazione organica che sarebbe necessaria e che richiederebbe per avere una copertura e un presidio territoriale adeguati. Oltretutto, ad aggravare questo problema, c'è anche il fattore età media del personale che opera all'interno del Corpo della nostra Polizia di Stato; quindi, nei prossimi anni, andremo veramente ad avere un gap che è già esistente e che non potrà far altro che peggiorare. Noi siamo già intervenuti, perché sappiamo benissimo che, da qui al 2030, purtroppo, ci mancheranno 40 mila poliziotti che andranno in pensione e, quindi, dobbiamo cercare di intervenire per tempo. Lo abbiamo già fatto anche nella legge di bilancio: nella manovra è stato istituito proprio un fondo straordinario ad hoc per cercare di arginare e intervenire prontamente su questo problema, per evitare che questo possa essere effettivamente un grave problema sui nostri territori. Quindi, all'interno del Milleproroghe, abbiamo previsto un incremento del ruolo del direttivo di 637 unità per il Corpo della polizia e un'ulteriore alimentazione della qualifica di sostituto commissario del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato per altre 1.735 unità e 1.141 posti di vice ispettori. Questo perché l'intervento del Governo, anche in questo provvedimento, va nella direzione che avevamo già tracciato nella manovra di bilancio, che è quella di cercare di garantire nel miglior modo possibile il presidio del nostro territorio. Questo presidio è fondamentale non solo per l'avvicinarsi di eventi importanti: penso al Giubileo del 2025 e alle Olimpiadi Milano-Cortina. Non è solo questo. È fondamentale per garantire la sicurezza dei nostri cittadini, perché questo tema - non lo dobbiamo dimenticare - è sempre molto attenzionato e fa parte delle nostre comunità.

Chi vive nel territorio queste cose le sa, soprattutto perché sente il grido d'allarme che arriva proprio dalle attività produttive. Io penso ai commercianti. Ormai i commercianti sono diventati degli eroi all'interno di alcune realtà comunali nel tenere aperti i loro negozi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché, purtroppo, tutti i giorni fanno fronte a queste difficoltà e a questi problemi e noi, come Stato, abbiamo l'obbligo di mettere in sicurezza i nostri territori e sotto questo profilo il Governo di centrodestra, soprattutto anche grazie all'operato del nostro Sottosegretario Nicola Molteni, ha cercato di rispondere, anche all'interno di quest'intervento, a quelle che erano delle richieste puntuali.

Penso anche, ad esempio, alla Polizia penitenziaria. Anche su questo siamo intervenuti all'interno di questo provvedimento. Personalmente, qualche settimana fa mi sono recata, proprio con il Sottosegretario Ostellari, a visitare la casa circondariale di Trento, dove io vivo, e proprio ascoltando gli operatori ci è arrivata questa richiesta: cerchiamo di avere più operatori anche all'interno delle carceri. Con questo provvedimento andiamo anche lì a cercare di iniziare un percorso. Non è un punto d'arrivo, perché, comunque, noi sappiamo che, a seguito anche dell'innalzamento dell'età media sia del Corpo della Polizia di Stato sia di quello penitenziario, dovremo intervenire ulteriormente, però è l'inizio di un percorso: un percorso dove il Governo di centrodestra ha le idee molto chiare soprattutto nell'ambito della sicurezza, perché, vede, la sicurezza è una precondizione, come dicevo prima, per la crescita del nostro Paese e prima si capisce che investire in sicurezza significa investire sul futuro del nostro Paese, prima riusciremo anche a soddisfare le richieste che ci arrivano proprio dai territori, dai nostri comuni e dai nostri sindaci che quotidianamente hanno a che fare con queste difficoltà e con queste dinamiche e noi come Stato abbiamo il dovere di dare loro delle risposte e il dovere di dare loro l'adeguato sostegno.

Poi, mi lasci inserire nel tema della sanità, perché, vede, come ho detto anche prima questo tema non deve essere un tema di un'appartenenza partitica o di un'appartenenza politica: dev'essere un tema trasversale. Dunque, sono veramente felice di constatare questo tema all'interno di questo provvedimento. Qui ringrazio, per suo tramite, il Ministro Schillaci per aver accolto anche le richieste che erano frutto di una condivisione di intenti all'interno dell'Intergruppo di cui io umilmente cerco di portare avanti un coordinamento, l'Intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” grazie al qualeualquaqu abbiamo approvato all'unanimità, poche settimane fa, una mozione molto puntuale e il primo punto di questa mozione era proprio l'impegno nell'andare a stanziare un fondo ad hoc per l'attuazione del piano oncologico. Ebbene, è bello ritrovare, all'interno del Milleproroghe e all'interno del lavoro che è stato portato avanti dai colleghi al Senato, proprio questo, all'articolo 4, commi 9-bis e 9-ter, dove ritroviamo proprio un finanziamento, dal 2023 al 2027, pari a 10 milioni di euro annui che serviranno proprio per attuare il piano oncologico nazionale. Per questo, vede, devo ringraziare veramente tutti e soprattutto il Ministro Schillaci, per aver portato avanti un impegno che deve vederci tutti uniti in una grande battaglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Un altro punto importante, che è già stato toccato da altri colleghi, è la stabilizzazione del personale sanitario, perché è vero che col Piano nazionale di ripresa e resilienza l'Europa fa un passo indietro su quelle che erano delle politiche rigoriste, che di fatto hanno sempre imposto agli Stati tagli orizzontali soprattutto nell'ambito sanitario, e ci dà un sostegno soprattutto sulla partita degli investimenti strutturali, però, dobbiamo ricordarci che la sanità è fatta in primis di persone e, quindi, anche all'interno del Milleproroghe noi abbiamo cercato di inserire degli interventi che permettano, com'è stato detto, appunto, anche dal collega Bagnasco, la stabilizzazione del personale. Abbiamo cercato di innalzare anche l'età pensionabile, in modo da poter avere un numero maggiore di medici che operino anche oltre i 70 anni e questo per potere, quantomeno nell'immediato, cercare di intervenire su una carenza di figure professionali che lavorano e operano all'interno dell'ospedale e che sono i nostri ospedali. Perché i nostri ospedali non sono le strutture ma sono fatti dai professionisti e sono fatti dai medici e questo noi dobbiamo sempre ricordarlo e dovremmo sempre cercare di fare degli interventi puntuali e ovviamente nella maggior parte il più possibile condivisi per cercare di intervenire anche in tal senso sotto il profilo legislativo.

Un altro tema molto importante, che abbiamo inserito e che è stato trattato al Senato, è il tema del payback. Anche qui si tratta di un tema che è stato inserito all'interno dei decreti nel 2015 e che di fatto ci impone limiti di spesa per quanto riguarda, appunto, l'approvvigionamento dei dispositivi medici.

E perché questo? Perché la spesa del servizio sanitario per dispositivi medici all'epoca rappresentava circa il 5,2 per cento dell'intera spesa sanitaria e, dunque, fu fissato questo tetto di spesa nel settore pari al 4,4 per cento.

Anche su questo, vede, bisogna fare una considerazione, perché noi dobbiamo ricordarci che il nostro Paese è un Paese dove la piccola imprenditorialità è fortemente diffusa ed è fortemente sviluppata anche all'interno di questo ambito. Vorrei ricordare che in Italia nel settore dei dispositivi medici abbiamo la generazione di un mercato che vale circa 16,2 miliardi di euro, tra export e mercato interno; conta ben 4.546 aziende, che occupano circa 112.000 dipendenti. Si tratta di un tessuto imprenditoriale molto eterogeneo, è vero, però è altamente innovativo e fortemente specializzato. Con l'applicazione di questa normativa si va a mettere a rischio, quindi, un tessuto produttivo molto importante del sistema Paese. Quindi, il rinvio del payback al 30 aprile, che poi è stato anche accompagnato da un tavolo tecnico di confronto che è necessario, di fatto impegna il Governo a trattare anche questo importante problema attuale, che abbiamo ereditato da un Governo dove il centrodestra non era presente, perché nel 2015 nessuna componente del Governo di centrodestra era al Governo.

Poi, vorrei ricordare un altro settore importante che riguarda la sanità sul quale siamo intervenuti all'interno del Milleproroghe, cioè il settore dei distributori farmaceutici. Anche qui la distribuzione intermediaria farmaceutica è riconosciuta quale servizio pubblico essenziale e come indispensabile anello di collegamento fra la produzione industriale e la dispensazione finale al pubblico. Ebbene, perché è importante parlare di farmaceutica? Perché tutti voi avrete letto alcuni articoli di un paio di giorni fa sulla stampa nazionale da parte dei quotidiani economici dove si tracciava, di fatto, quella che è stata la chiusura a consuntivo sul 2022 dei dati export italiani. Ebbene, avrete tutti notato - e lo chiedo, per suo tramite, Presidente, ai cari colleghi - come il made in Italy sia aumentato grazie all'export, arrivando al 20 per cento.

Quindi, siamo davanti a tutti i principali Paesi europei: siamo davanti alla Francia e abbiamo la Germania che è fanalino di coda in termini di export, perché si posiziona al 13,7 per cento di export rendicontato sul 2022. Badate bene che in Germania questo export, che è andato male nel 2022, è stato fortemente determinato dal fatto che il settore trainante per la Germania, guarda caso, è quello dell'automotive e, guarda caso, è un ambito all'interno del quale la Germania ha investito ben 220 miliardi di euro dal 2022 al 2026. Il settore automotive l'anno scorso ha visto un segno meno per quanto riguarda l'export tedesco e non ha visto prendere il via alle esportazioni soprattutto nel settore delle auto elettriche, settore nel quale - ripeto - la Germania ha investito 220 miliardi dal 2022 al 2026.

Pare una coincidenza il fatto che poi di tutta fretta a inizio anno l'Europa si sia affrettata nel cercare di andare incontro a quelle che erano anche le esigenze di un Paese membro dell'Unione europea, quindi la Germania che è di fatto fanalino di coda nel 2022 in termini di export, fortemente determinato dal settore dell'automotive e principalmente dalle auto elettriche, e abbia deliberato una normativa che va ad annientare quello che è il nostro tessuto economico per favorire, invece, forse quello che è il tessuto economico dei nostri vicini di casa, cioè quello del mercato tedesco.

Ma noi dobbiamo concentrarci su quelli che sono i nostri business. Perché dico questo? Perché il 20 per cento in più - e quindi il fatto che l'Italia l'anno scorso abbia consuntivato un aumento di export così importante - è stato determinato soprattutto dal settore della farmaceutica e di questo dobbiamo essere consci e ne dovremmo avere consapevolezza, perché su questo noi dobbiamo cercare di continuare a investire per il nostro Paese, cercando di avere tutta la catena e la filiera legata a questo mercato, perché solo così non dovremo essere dipendenti da fattori esogeni quali possono essere le guerre e tutto quello che abbiamo vissuto negli ultimi 3 anni, determinati dal fatto che una pandemia può comportare il blocco delle importazioni e di fatto può andare ad annientare anche un settore nel quale io posso avere in mano un business fortemente strategico e nel quale io posso primeggiare. Ebbene, è su quello che dobbiamo cercare di investire e dobbiamo cercare di portare avanti delle politiche lungimiranti.

Con questo Milleproroghe - concludo, Presidente - abbiamo iniziato a tracciare un percorso. Non è un punto d'arrivo, ma dev'essere un punto d'inizio all'interno dell'ambito del lavoro, all'interno dell'ambito della sicurezza, all'interno dell'ambito della sanità. Su questo il centrodestra ha le idee chiare e ha iniziato a tracciare un percorso ben definito. Su questo continueremo a lavorare, perché crediamo che solo tutelando il lavoro e non le politiche assistenzialiste possiamo fare il bene per il futuro del nostro Paese.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi devo dire la verità: non condivido tutto questo entusiasmo, che comprendo diciamo da parte dei colleghi della maggioranza, nei confronti di un provvedimento che non solo è molto ordinario, ma molto al di sotto delle aspettative rispetto a quello che dovrebbe essere un provvedimento per il quale spendere tutte queste parole, tutti questi elogi e tutte queste segnalazioni. Non solo è ordinario nei contenuti, ma è ordinario anche nel modo con cui questo provvedimento è stato e sarà proposto, perché quello che noi facciamo è un rito, una discussione generale su un documento sul quale il Governo, tra qualche ora - probabilmente poco meno di 2-3 ore - porrà la fiducia, e porrà la fiducia per la nona volta. Ora, in tre mesi netti, stiamo parlando di tre volte la fiducia ogni mese, quindi una fiducia alla settimana e devo dire che c'è lo spazio per proseguire, per migliorare, per aumentare in qualche modo la posizione della fiducia. Immagino con quanto dolore la Presidente del Consiglio, caro Presidente, stia svolgendo questa attività, lei che per 5 anni di opposizione non ha fatto che lamentare lo scarso dibattito in Parlamento, l'assenza di una discussione che permettesse alle Camere di essere protagoniste. Ora non c'è un provvedimento, tra quelli che sono stati esitati in questi 4 mesi, che non abbia avuto la discussione in una sola Camera, senza alcuna possibilità da parte dell'altro ramo del Parlamento di discuterla; oltre il 70 per cento dei provvedimenti è stato poi tagliato dalla fiducia e non è che manchi il tempo per produrre e per mantenere vivo e vitale un bicameralismo; basterebbe volerlo, basterebbe in qualche modo che si riducesse la discussione nel primo ramo del Parlamento nel quale si opera, per poi consentire al secondo ramo di valutare i suoi interventi e, poi, in qualche modo integrarli con il terzo voto, ma serve una volontà politica. Al di là dei degli anni di opposizione, è molto più facile ovviamente all'opposizione gridare allo scandalo per l'inutilità o la resa inutilità del Parlamento, poi bisogna in qualche modo praticarlo.

Ora, la discussione che stiamo facendo, al di là degli interventi di plauso per questo per questo provvedimento da parte della maggioranza, fa emergere, e lo fa emergere anche nella cronaca quotidiana, in tutta la sua evidenza, lo stato di questo Governo già solo dopo pochi mesi dal suo insediamento. Ossia, se noi andiamo oltre l'immagine di un partito che i commentatori più generosi chiamano di destra, ma che da sempre è stato di estrema destra e che si è dato un vestito più moderato indossato dalla prima leader donna Presidente del Consiglio in Italia, c'è in realtà una coalizione divisa su tutto; sulla politica estera, sulla guerra russa e l'invasione russa in Ucraina, sui rapporti in Europa e con l'Europa, sull'idea di Stato, sul ruolo e sul funzionamento delle regioni, come emerge peraltro nella proposta di regionalismo differenziato che constateremo poi come sarà portata avanti, del tutto a discapito della discussione parlamentare e a discapito noi pensiamo dell'equilibrio del Paese, persino diviso sulle promesse fatte in campagna elettorale; sono tante e spesso in contrasto tra loro quando vengono fatte dai partiti della coalizione; se solo le ricordiamo, ce ne sono diverse. Ecco, siamo di fronte a un Governo che naviga a vista, che è confuso sulla rotta e che, in balia del vento, non riesce a governare la nave, anche perché su questa nave c'è un equipaggio molto litigioso. È un governo guidato da un ideologismo cieco, per cui vede il pericolo in un raduno musicale, in una nave che soccorre i migranti e non vede, anzi si gira dall'altra parte, quando c'è la violenza dei pestaggi di organizzazioni appartenenti a una forza politica su altri studenti o di quella dei tifosi che si danno appuntamento in un'autostrada; dov'è, in questo caso, l'attenzione e lo sguardo sulla sicurezza?

Dall'altra parte, ci sono altre emergenze, ancora altre attenzioni. Ecco, è un Governo che alimenta l'idea di un Paese a rischio sicurezza, per generare paure e nascondere in una stretta securitaria la propria inadeguatezza e la propria impreparazione sulle politiche di sviluppo e di crescita: quelle sì che sarebbero necessarie. Un Governo che per vincere le elezioni regionali - e spero che non si ripeta, lo dico come auspicio mio personale, che siano facilitate da divisioni di quelle forze che, invece, all'opposizione sono unite e dovrebbero proporsi unitariamente - non si fa specie di rinviare un presunto allarme sui conti pubblici (vedremo quanto vero), nascondendolo per settimane.

Io non penso che alcuno possa credere alla coincidenza rispetto al fatto che il blocco del superbonus sia emerso neanche 48 ore dopo l'esito elettorale, non un giorno prima: il martedì i quotidiani con i voti delle regionali di Lombardia e Lazio, il giovedì la notizia del Ministro Giorgetti e del blitz in Consiglio dei ministri avvenuto poi il venerdì mattina.

È un Governo che - lo avrebbe confessato in una trasmissione televisiva, poi questa sera lo vedremo, il Vicepresidente del Senato - usa informazioni riservate, non diffusibili, certamente sensibili, per manganellare l'opposizione, solo per creare casi che distraggano l'opinione pubblica, lo sguardo dei cittadini, l'attenzione degli elettori dalle vicende reali. Anche qui, sempre per ammissione del Vicepresidente del Senato, lo fa pure sbagliando, con inadeguatezza, con impreparazione, sbagliando luoghi, toni, strumenti, con un imbarazzante - per loro, dice lui - effetto boomerang; e giù a raccontare di inchini, sottomissioni alle mafie, attribuendoli a dirigenti e parlamentari di un partito - il mio, oggi all'opposizione - che non ha, in alcun modo, ombre né storie opache di rapporti con esse o con loro esponenti, e non per tutti è così.

Al contrario, le storie dei dirigenti e delle forze politiche in cui il PD ha profonde le sue radici e a cui si richiama sono storie di martiri, di morti caduti nella lotta alle mafie e al terrorismo rosso e nero; e così vale per le forze politiche con cui il PD si accompagna nella competizione con il centrodestra. Se non fosse una vicenda seria, ci sarebbe da ridere per come è stata prima pensata, poi realizzata e gestita. E tralascio l'ilarità che, in questi giorni, anche la satira fa emergere sui protagonisti.

E ora parliamo di questo provvedimento, in particolare. Rispetto a questo provvedimento - lo dico al Governo e ai colleghi della maggioranza - sono convinto che il problema non sia quello che c'è o il fatto che ci sia qualche sbaglio, ma soprattutto tutto quello che non c'è e ci sarebbe dovuto essere. Avete scodellato un decreto Milleproroghe che è tradizione ovviamente di ogni nuovo anno, ma che ha sempre una sua funzione riconosciuta, precipua, utile. Questo decreto non si è mai limitato a mantenere in vigenza normative che erano in scadenza, a prorogare date. Esso normalmente segue e si connette alla legge di bilancio, con l'obiettivo di rafforzarla nelle indicazioni di fondo, anche integrandola e correggendola dove necessario, contestualizzando, al tempo stesso, le emergenze del momento, anche senza interventi di spesa laddove non ci sono; tanto che è insolito che questa volta sia stata affrontata in Commissione bilancio piuttosto che, come normalmente, in I Commissione.

In quest'occasione, non si è seguita questa prassi legislativa e istituzionale, ma neanche quella politica di connessione con i contenuti della legge di bilancio, anche perché oggettivamente diventava difficile assumere la vostra legge di bilancio come faro di una successiva norma di proroga, considerata l'insufficienza della manovra stessa, che ha fatto tutt'altro che occuparsi del Paese e dei suoi problemi, della necessità di sostenere famiglie e imprese, di dare più forza alla sanità pubblica dopo la fase acuta di pandemia, di rinvigorire ruoli e funzioni della scuola pubblica, di tutelare e promuovere il lavoro rafforzando le buste paga degli italiani ai quali, di contro, sono stati tolti soldi dovuti, a cominciare dalla mancata perequazione completa, già prevista e già finanziata, delle pensioni.

Ecco, nel tempo della crisi energetica e del caro bollette, avete coperto le spese - e non per tutti - per 3 mesi, e poi per un terzo della manovra vi siete occupati di pagare piccole e grandi cambiali: un miliardo alle squadre di serie A, un miliardo per la rottamazione delle cartelle e per le varie sanatorie e così via, togliendo però ai pensionati, togliendo alle donne, con la ridottissima Opzione donna, e ai giovani, per esempio eliminando il bonus cultura; avete tolto a tutti ridimensionando la sanità pubblica e riorganizzando il sistema scolastico pubblico in una direzione che dimezza la presenza di sistemi scolastici soprattutto nei territori fragili. Lo dico adesso: l'applicazione della norma che riguarda la scuola sarà molto, molto delicata per il sistema scolastico, con riguardo alla possibilità, nei territori più piccoli, di accedere a scuole ben organizzate e, soprattutto, sarà impossibile per le scuole essere in grado di competere, come devono, tra di loro, per esempio nell'acquisizione di fondi pubblici per i progetti e per la gestione stessa dei progetti. Grandi scuole non significa avere maggiori risorse umane per gestirle nell'autonomia scolastica.

Dunque, questa volta, dopo una manovra non all'altezza, ci troviamo di fronte a un provvedimento di proroga analogo, inadeguato e che non risponde alle esigenze del Paese. Semmai, è stato utilizzato anche questo come una mancetta elettorale di molta parte della maggioranza. Un rituale già visto, che già conosciamo, per sostenere i soliti noti o i grandi interessi, dando un duro colpo agli italiani, anche perché in questa occasione potevate ripristinare, almeno in parte, per esempio, lo sconto o l'eliminazione delle accise sulle benzine o anche rimediare al danno, come è avvenuto con l'ultimo decreto, che il blocco istantaneo dei bonus edilizi ha causato, gettando nello sconforto migliaia di cittadini e nel panico tutte le aziende del settore. Su questo ritornerò.

Questo decreto poteva essere l'occasione per affrontare questioni irrisolte o lasciate in sospeso dalla legge di bilancio. Un esame di riparazione, avete presente? Come quando ci sono le carenze formative dei ragazzi: si può recuperare, salvo che le carenze formative non siano enormi. Allora, purtroppo, bisogna bocciare. Avevate un esame di riparazione, non l'avete colto; un'altra occasione perduta. La domanda che vi faccio è: l'avete perduta per incapacità oppure per scelta? Questo esame di riparazione se lo aspettava il comparto produttivo, se lo aspettavano quelle parti della società che vivono le difficoltà più cogenti della crisi, quelle che si stanno impoverendo per l'inflazione, se lo aspettavano anche i nostri giovani che hanno bisogno di certezze. I nostri giovani non stanno chiedendo risorse assistenziali, hanno bisogno di sapere in che direzione va questo Paese. Se lo aspettavano anche coloro che hanno a cuore il destino del pianeta e che chiedono magari passi più decisi, e non indecisi, per dare vita a un modello di sviluppo improntato alla qualità e alla sostenibilità, che abbia quale riferimento la giustizia sociale.

Invece, siamo nel mezzo di un gigantesco sistema di non decisione, di rinvii, di marce indietro, di imboscate improvvise, di grandi interessi che nella confusione avanzano e sono comunque garantiti.

Ecco perché, anziché affrontare le vere e profonde esigenze del Paese, questo Governo - lo si è visto anche ieri - viene sollecitato a occuparsi di cose che evidentemente sono più emergenziali rispetto a quelle che noi diciamo, cioè le nomine. Al massimo, si occupa di nomine oppure di fare ammuina.

Il Governo in questo decreto si è occupato anche di altro, come ha fatto in tutto il percorso. Penso al decreto Rave, penso alle tematiche cogenti che avrebbero dovuto caratterizzare la legge di bilancio: sempre delle marce in avanti e, poi, delle clamorose marce indietro. Rinvia, anziché decidere, e quando decide vede in qualche modo l'obiettivo dei più deboli e dei più fragili.

Il metodo del rinvio è proprio palese, se guardiamo a quello che è avvenuto sulle concessioni balneari. Il relatore l'ha chiamato un punto di stabilità tra normativa europea ed esigenze delle imprese. Devo dire la verità, non lo vedo questo punto di stabilità. Il Governo, spaccato al suo interno, ha deciso di non decidere e, anzi, ha deciso nei tempi supplementari, che non erano previsti perché la partita non è mica finita in un pareggio, dopo la sentenza del Consiglio di Stato. In ogni caso, ci sarà un forte richiamo all'Italia da parte dell'Europa. Non sono preoccupato del richiamo, sono preoccupato che semplicemente si confermi il giudizio di un'Italia che non si adegua alle decisioni comuni che ha votato. La conseguenza è che dai tempi supplementari di un anno arriveranno non solo danni di reputazione al nostro Paese ma anche una gravissima incertezza per i comuni e per gli imprenditori.

La misura introdotta nel Milleproroghe, come detto, va contro gli impegni già presi dal Governo con l'Unione europea. Mi dispiace, ma al collega Bagnasco, che è intervenuto prima, vorrei dire che è vero che i balneari non sono direttamente nel PNRR ma sono nel decreto Concorrenza che è l'argomento fondamentale per l'avanzamento, nel 2022, del PNRR. Quel decreto, ormai diventato legge, è in questo momento sotto osservazione da parte dell'Unione europea.

Mettere in discussione quanto detto in una legge in questo momento sotto osservazione, con un rinvio di un ulteriore anno, avendo il Consiglio di Stato imposto una decisione precisa secondo cui le concessioni dei balneari devono essere messe a gara entro il 31 dicembre 2023, non fa altro che provocare, non solo un danno, ma uno stato di incertezza che non è degno di uno Stato. Uno Stato che produce incertezza nei cittadini è infatti uno Stato che genera soltanto rischi, che genera soltanto danni, soltanto inadeguatezza nei confronti della sicurezza di cui i cittadini hanno bisogno, soprattutto quelli più deboli, quelli che non hanno le risorse economiche per difendersi da soli. Insomma, guardiamo ai balneari, ma guardiamo a quelli che ne fanno un lavoro, non a quelli che ne fanno l'occasione soltanto per fare una cosa in più, magari di lusso, e per i quali è un tema aggiuntivo. Quello dei balneari è l'esempio che dimostra che il Governo, invece di risolverli, i problemi li aggrava.

Nella legge di bilancio, il Governo aveva fatto anche un errore su Opzione donna e quell'errore noi pensavamo si potesse correggere. Abbiamo presentato più emendamenti al riguardo. Opzione donna è un'opportunità che è stata introdotta nel 2004 ed è stata sempre prorogata da tutti i Governi che si sono succeduti, perché è l'unica possibilità per le lavoratrici di conseguire una pensione anticipata. I dati a disposizione ci dicono che quest'anno, nonostante la riduzione e quindi la penalizzazione, sono 2.900 le donne che hanno richiesto di accedere a Opzione donna. Se questa non fosse stata corretta, sarebbero state 17.000. Peraltro, a queste 2.900 donne è stato imposto un taglio del 30 per cento dell'assegno contributivo: un ulteriore sacrificio in un regime già di per sé iniquo. Noi abbiamo provato, già al Senato, a presentare un emendamento e lo abbiamo presentato anche qui, con l'idea che potesse essere utile e condivisa la proroga della previgente normativa, consentendo quindi la pensione anticipata non solo alle poche donne che oggi rientrano nelle categorie previste, ma a tutte le lavoratrici con età di 58 anni per le dipendenti e di 59 anni per le categorie autonome, sempre a fronte di un'anzianità contributiva di 35 anni. Tuttavia, il Governo su questo si è rifiutato di confrontarsi e quindi ha scelto consapevolmente di annullare una possibilità per tutte le donne.

Tra le altre cose che non ci sono, nel Milleproroghe non c'è un incremento del fondo sanitario nazionale, che sarebbe doveroso e necessario dato che l'incremento attuale va tutto in bollette elettriche. Tale fondo resta sotto finanziato, nonostante quanto avvenuto col COVID, e non ci sono le risorse per rendere il servizio sanitario competitivo con il regime privato per i medici. I medici vanno via perché le condizioni di lavoro non sono solo economicamente, ma anche di contesto, inadeguate a trattenerli nel sistema pubblico. Non è non affrontando e rimandando questo tema di un anno o di un anno e mezzo che potete pensare di trattenere i medici nel sistema pubblico. Non tratterrete neanche i medici di base con l'aumento a 72 anni della pensione. Ne tratterrete alcuni, ma non quelli che stanno negli ospedali e nei sistemi territoriali pubblici. Tra l'altro, non sono stati estesi né prorogati i contratti del personale della ricerca sanitaria ed è stato respinto un emendamento del PD che consentiva di rendere strutturale, anziché prorogarla soltanto di un anno, la ricetta elettronica che tanto ha salvato in termini di relazione con le persone. Il solito rinvio. Allo stesso modo è stato rinviato e non affrontato il tema dell'incremento degli stanziamenti per il bonus psicologico che noi riteniamo sarebbe stato molto, molto importante.

La proroga utile all'Italia sarebbe stata invece quella sulle accise dei carburanti ma Governo e maggioranza hanno detto di no, sia sulla totalità sia sulla parzialità. Allo stesso modo, non sono state accettate le proposte sui temi energetici, per dare continuità alle norme sulla riduzione dell'IVA sulle bollette in essere, considerata la disponibilità di risorse per il minore utilizzo di quanto già disposto, alla luce della riduzione dei costi dell'energia. Il Governo spenderà di meno nei primi 3 mesi. Cosa succederà dal 1° aprile? Siamo a fine febbraio, manca solo un mese. Cosa succederà? Quali misure saranno prorogate? Quali nuovi interventi saranno fatti? A 30 giorni da questa scadenza direi, per restare sul tema dell'elettricità, che siamo al buio sul futuro che i cittadini hanno davanti. Ci dobbiamo aspettare un altro decreto? Io immagino che, se siamo al ritmo di un decreto alla settimana - si può anche migliorare o peggiorare, dipende dai punti di vista, quanto al tanto decantato, in passato, rispetto per il Parlamento - è questo ciò che ci dobbiamo aspettare. Quindi, ci aspettiamo un altro decreto, a marzo, che affronti all'ultimo momento quello che deve avviare sull'energia.

Se sull'energia e sull'elettricità per imprese e famiglie si naviga a vista, si evita accuratamente, dall'altra parte, di affrontare il tema degli extraprofitti, così non si disturbano i grandi interessi.

Ci sono altre cose che abbiamo provato a rappresentare. Il Governo hanno detto no ad altre proposte anche sul lavoro. Per esempio, abbiamo proposto di dare una risposta strutturale al tema dei lavoratori fragili. La risposta è un rinvio al 30 giugno del problema, come se poi a giugno potesse succedere qualcosa. E il Governo su questo ha acquisito, devo dire la verità, una piccolissima parte del nostro emendamento, però è una piccola goccia nel mare che lascia comunque i lavoratori fragili in un limbo di incertezza. E la domanda è: e chi deve programmare la propria vita dal 30 giugno in poi, cosa fa? Aspetta che arrivi l'altro decreto a maggio o a giugno? Tutto questo è simbolo di una indecisione di chi può decidere e genera precarietà in chi queste decisioni le subisce.

Vado a concludere, Presidente. Come aveva detto “no” alla nostra proposta, questa maggioranza lo ha riconfermato su un tema un po' delicato. Noi a dicembre, in legge di bilancio, avevamo proposto l'utilizzo degli F24 per ampliare la capacità fiscale delle banche, in modo da liberare risorse oggi bloccate per il 110 per cento, per i bonus fiscali, indispensabili per tutelare il lavoro e per salvare le imprese. Le notizie che arrivano ieri, provenienti dal vertice a Palazzo Chigi con tutti gli attori, rivelano che si tratterebbe, invece, adesso, dell'unica proposta concreta su cui il Governo ha fatto un'apertura. Mettiamola così: se fosse vero, ne siamo contenti. Ma segnaliamo che, quando si guida un Paese, in particolare l'economia di un Paese, il tempo vale. Se lo aveste fatto in legge di bilancio, oggi, dopo 50 giorni di tempo perso, molte altre attività si sarebbero fatte, i lavori sarebbero proseguiti e molte imprese sarebbero ripartite e non sarebbero rimaste ferme, magari, a svendere al 50, 60 per cento i loro crediti d'imposta, come sta avvenendo. Questo causerà dei danni su quelle imprese, perché chi vende un credito del 110 per cento, al 50, 60 per cento, sta solo rimandando - rimandando! - la propria morte. Perché fare 2 mesi dopo, quando si poteva fare prima? Davvero le elezioni in Lombardia e in Lazio valevano questo ritardo nel fare il vostro decreto? E per di più giustificandolo con cifre che sono incredibili: un buco di 110 miliardi a fronte dei 70 miliardi che sono quelli reali e che non sono minimamente un buco, l'ha detto anche Eurostat; oppure i famosi 6 miliardi di truffe: di questi 6 miliardi annunciati, 5 e mezzo riguardano il bonus facciata, non riguardano il bonus del 110 per cento. Anche in questo caso, come in molti altri casi, a partire dalle bizzarre e incredibili evoluzioni a cui costringete alcuni vostri Ministri, io ne ho uno presente, privilegiate i vostri interessi a quelli del Paese, gli interessi particolari a quelli generali. Forse così vincerete qualche elezione in più, ma certamente non vincerà il Paese.

Per concludere, io non posso non rimarcarlo: mi sembra chiara la critica che è stata persa un'ennesima occasione. Quell'esame di riparazione non c'è stato e voi, per noi, siete bocciati. Così non va bene. Le criticità che ci sono assumeranno sempre di più il profilo di problemi esplosivi. Il Paese non ha bisogno di conflitto, ma di certezze. Ha bisogno che si concluda una vostra personale campagna elettorale permanente. Il Paese ha bisogno di essere tutelato e non usato da una minoranza elettorale che ha una maggioranza parlamentare, perché voi nel Paese non è vero che siete maggioranza. Ve lo diciamo ancora una volta: cambiate strada, uscite dal tunnel, concludete la campagna elettorale. Ora siete al Governo, pensate al Paese, ai cittadini del nostro Paese, tutelate le imprese in difficoltà, pensate alle famiglie, alle persone più deboli, pensatele come diverse, con diverse esigenze, a seconda di dove abitano e del luogo da cui provengono, non sono tutti uguali. Quando fate le leggi pensando solo a poche regioni non state facendo il bene del Paese. Pensare al Paese e al suo ruolo in Europa e nel mondo: questo è un altro tema che dovete avere presente, perché stiamo perdendo anche prestigio e autorevolezza internazionale, anche con piccole scelte come quella stupidissima dei balneari, del rinvio di un anno anziché affrontare e dare certezza alle imprese. Perdiamo credibilità se il percorso resta così disordinato e disorganico in Europa. Rischiamo l'isolamento e con voi rischiamo di perdere lungo la strada le opportunità di risalita che ci vengono date attraverso i progetti e le risorse del PNRR. Pensate al lavoro, allo sviluppo, alle imprese e non ai consigli di amministrazione, alla crescita e non all'occupazione dei luoghi di potere. Pensateci e, così facendo, penserete al Paese e al suo futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Calogero Pisano. Ne ha facoltà.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, il decreto cosiddetto Milleproroghe contiene notoriamente misure relative a molteplici ambiti d'azione, in grado di incidere in modo rilevante su cittadini e imprese.

Tra i diversi filoni di intervento contenuti nel presente provvedimento, oggi all'esame in quest'Aula, vorrei evidenziarne uno nello specifico: il lavoro.

Penso al settore scolastico, dove, tra le varie misure, il Ministero dell'Istruzione è autorizzato a bandire, a decorrere dal 1° giugno 2023, nell'ambito della vigente dotazione organica, un concorso pubblico, per titoli ed esami, per l'assunzione a tempo indeterminato, a decorrere dal 2024, di 59 dirigenti tecnici e di ulteriori 87 dirigenti tecnici a decorrere dal 2025.

Questo si aggiunge, tra l'altro, alle misure previste per la copertura del 50 per cento dei posti per l'insegnamento della religione cattolica che si prevede siano vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2022/2023 al 2024/2025 e ai provvedimenti per ulteriori immissioni in ruolo per il personale non scolastico.

Anche con riguardo al mondo dell'università, sono stati adottati provvedimenti che vanno in questa direzione: tra gli altri, è stato prorogato al 31 dicembre 2023 il termine per procedere alle assunzioni di personale a tempo indeterminato, relative alle cessazioni verificatesi nel periodo 2013-2021.

Sicuramente, c'è un altro settore che richiedeva interventi importanti in tal senso. Mi riferisco al settore sanitario. Infatti, tra gli emendamenti approvati in Senato, ve ne sono diversi che seguono la linea della stabilizzazione del lavoro. In particolare, le misure introdotte nell'articolo 4.

Allo scopo di fronteggiare la grave carenza di personale e di superare il precariato, oltre che per assicurare continuità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), si intende stabilizzare il personale sanitario e amministrativo che abbia maturato almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui 6 mesi nel periodo che intercorre tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2022.

Chiaramente la norma prevede che la predetta disciplina si applichi previo espletamento di apposita procedura selettiva e in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale e si possa estendere anche a personale non più in servizio, sempre nel rispetto di determinati limiti di spesa.

Credo si tratti di una misura di giustizia. Giustizia, anzitutto, nei confronti del personale sanitario amministrativo e di tutti gli operatori che hanno dato prova di grandi qualità, umane e professionali, fronteggiando il COVID-19, in alcuni casi anche a mani nude, soprattutto nei mesi più duri della pandemia. Giustizia anche nei confronti dei cittadini, dato che tali assunzioni contribuiranno a sopperire alle ben note carenze di organico, al fine di erogare al meglio i servizi sanitari essenziali.

Questo dimostra come le misure volte alla stabilizzazione del precariato, in questo particolare momento storico, sono parallelamente misure di prospettiva perché finalizzate a rafforzare i servizi sanitari regionali, anche per il recupero delle liste d'attesa. In tal senso, ben venga la possibilità di avvalersi, anche per gli anni 2022-2023, di medici specializzandi, così come di medici di famiglia fino al compimento del settantaduesimo anno di età, in deroga ai limiti previsti dalle disposizioni vigenti e su richiesta degli interessati.

Certo, signor Presidente, è evidente che queste misure sono da considerarsi solo un inizio. Vorrei allora suggerire alcuni interventi per il futuro prossimo. Per far fronte alle carenze di organico, il settore sanitario ha bisogno di interventi strutturali: bisogna intervenire sia per avviare nuovi concorsi che per sbloccare le graduatorie ancora ferme. È necessario liberare nuove risorse che consentano una migliore gestione del capitale umano per evitare di sovraccaricare l'attuale forza lavoro e garantire così servizi sanitari all'altezza in ogni comparto. È questo il lavoro che siamo chiamati a fare e noi, come gruppo Noi Moderati, anche su questo faremo la nostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carmen Letizia Giorgianni. Ne ha facoltà.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Grazie, Presidente. Gentili colleghi, con l'esame in Senato che ne ha approvato la conversione il 15 febbraio il decreto Milleproroghe 2023 è stato arricchito di svariati elementi, molti già ampiamente esposti da chi mi ha preceduto. Quindi, cercherò di snellire il mio intervento.

La comunicazione per l'esercizio delle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito potrà essere trasmessa all'Agenzia delle entrate entro il 31 marzo 2023. Procede anche con questo provvedimento lo sforzo per sbloccare le cessioni relativamente alle spese sostenute nel 2022 e alle rate residue non fruite nelle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2020 e nel 2021. Viene estesa a tutto il 2023 l'operatività del Fondo nuove competenze. I contratti collettivi sottoscritti a livello aziendale o territoriale potranno prevedere, anche per quest'anno, intese di rimodulazione di parte dell'orario di lavoro per permettere al personale la frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze, in relazione a mutate esigenze organizzative e produttive dell'impresa. I termini per lo smart working per i lavoratori fragili, sia pubblici che privati, si estendono fino al 30 giugno 2023. Vengono disposti scorrimenti di graduatoria del concorso interno per 436 vice commissari nel ruolo direttivo della Polizia di Stato, indetto nel 2019, e della graduatoria del concorso per 1.000 sostituti commissari, indetto nel 2020. Viene prorogata la validità della graduatoria del concorso a 250 posti nella qualifica di vigile del fuoco e quella della graduatoria del concorso pubblico a 87 posti nella qualifica di vicedirettore, approvata nell'aprile 2021. Si applicheranno fino al 31 dicembre 2026 modalità semplificate di svolgimento dei concorsi per l'accesso alle Forze armate, Forze di polizia, Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, amministrazione penitenziaria e dell'esecuzione penale minorile ed esterna. Si abbrevierà la durata dei corsi di formazione per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, nonché per i corsi di formazione per l'accesso alla qualifica di commissario della Polizia di Stato. Si fissa la data del concorso pubblico per l'assunzione a tempo indeterminato di complessivi 146 dirigenti tecnici, di cui 59 a decorrere dal 2024 e 87 a decorrere dal 2025. Viene estesa fino all'anno scolastico 2025-2026 la validità della graduatoria del concorso nazionale per il reclutamento dei dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali con specifiche condizioni, modalità di formazione e quote per l'immissione in ruolo.

Un'ulteriore proroga riguarda anche la validità delle graduatorie comunali del personale scolastico. Si cancella la scadenza del 30 giugno 2024 per le imprese che impiegano, a tempo determinato, per oltre 24 mesi, i lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle agenzie per il lavoro, dando la possibilità di tenere i lavoratori con contratti di somministrazione fino al 30 giugno 2025, anche oltre i 24 mesi previsti.

Le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica potranno reclutare per l'anno scolastico 2023-2024, entro limiti e con modalità precise, personale docente a tempo indeterminato. Si estende, poi, a tutto il 2023 il riconoscimento dell'equipollenza dei diplomi accademici, rilasciati all'esito dei percorsi formativi in vigore prima della riforma operata con la legge n. 508 del 1999.

Un altro importante emendamento, introdotto in Senato, è quello che proroga al 30 novembre 2023 il termine per completare gli investimenti in beni ordinari e materiali 4.0, prenotati entro il 31 dicembre 2022, in particolare quelli per cui sono stati pagati acconti per almeno il 20 per cento del costo, rispetto alle date del 30 giugno 2023 e del 30 settembre 2023 per gli investimenti in beni materiali 4.0. Si prolunga al 31 dicembre 2023 la possibilità di svolgimento, secondo modalità particolari e semplificate, degli esami e dei tirocini per l'abilitazione relativa ad alcune professioni. Si proroga, poi, al 31 dicembre 2026 il termine entro il quale è possibile per gli enti pubblici di ricerca ricorrere alle tipologie di stabilizzazione del personale. Arriva poi, come promesso, la proroga alle concessioni balneari, fino al 31 dicembre 2024, a certe condizioni fino al 31 dicembre 2025. È altresì prorogato al 31 luglio 2023 il termine per l'adozione del sistema informativo di rilevazione delle concessioni di beni pubblici che dovrebbe garantire una mappatura aggiornata sulle concessioni e non solo relative alle spiagge. Il Ministero della Giustizia potrà utilizzare fino al 31 dicembre 2024 le graduatorie dei concorsi per l'assunzione di personale dell'amministrazione giudiziaria, con la qualifica di direttore e cancelliere esperto, già inseriti nei piani assunzionali per il triennio 2022-2024.

Con l'articolo 9, comma 5-bis, si estende al 2026 la possibilità, attualmente prevista sino al 2023, per i lavoratori di aziende interessate da eccedenze di personale, di accedere ad uno scivolo pensionistico, mediante il meccanismo, finanziato dalle aziende stesse, della cosiddetta isopensione.

Lodevole impatto, per il contenimento dell'aumento delle bollette, ha la proroga fino al 30 giugno 2023 della sospensione dell'efficacia delle clausole contrattuali che consentono all'impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali di contratto, relative alla definizione del prezzo. Nella medesima direzione va il differimento dal 31 marzo e al 30 giugno 2023 del termine di utilizzabilità del contributo, sotto forma di credito di imposta, riconosciuto alle imprese esercenti attività agricola e della pesca, a parziale compensazione della spesa sostenuta per l'acquisto di carburante nel terzo trimestre dell'anno 2022.

Il decreto in conversione estende, inoltre, al 31 dicembre 2026 le regole previste per agevolare la realizzazione degli interventi relativi alle case dei servizi di cittadinanza digitale “Polis”, contenuti nel fondo complementare al PNRR, e prevede la proroga al 2023 per l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura della possibilità di bandire concorsi e assumere 61 unità di personale.

Non ho adesso il tempo di parlare a lungo dei moltissimi altri provvedimenti e punti del decreto che ci apprestiamo a convertire, anche se lo meriterebbero. Voglio, però, dedicare qualche parola a tre aspetti, dal mio punto di vista, molto qualificanti. In Italia, solamente nel periodo dal 2019 al 2021, il numero dei medici di medicina generale si è ridotto di 2.178 unità e quello dei pediatri di libera scelta di 386 unità. A questa grave situazione si è risposto aumentando l'offerta formativa, ma gli effetti di tali incrementi saranno visibili solo nel tempo e saranno apprezzabili tra diversi anni, lasciandoci adesso nella necessità di trovare una soluzione che tamponi oggi un'emergenza sempre più grave. Pertanto, Fratelli d'Italia ha voluto che fosse inserito, in Senato, il comma 9 dell'articolo 4, che eleva in via transitoria da 70 a 72 anni il limite massimo di età per lo svolgimento dei rapporti di convenzione dei medici con il Servizio sanitario nazionale nel caso manchi offerta di personale medico convenzionato collocabile. Data l'attuale carenza, senza un prolungamento provvisorio per i convenzionati anziani, tanti cittadini avrebbero rischiato di restare senza servizio pubblico, mentre i futuri medici di famiglia avrebbero visto scomparire i loro spazi professionali, che nel frattempo, come già accaduto, sarebbero stati occupati da medici importati da Paesi extraeuropei, se non addirittura cancellati da riorganizzazioni forzate dell'assistenza primaria.

Altro intervento, che contribuisce ad affrontare in modo strutturale la carenza di personale sanitario, è l'inserimento del comma 8-ter nell'articolo 4, che consente di estendere a tutto il 2023 la possibilità di svolgere attività libera professionale anche presso strutture diverse da quella di appartenenza, sulla base di accordi decentrati ovvero presso la medesima struttura in regime di esclusività, ma anche elevando da 4 a 8 il monte ore settimanale in cui l'attività è consentita. In particolare, la possibilità transitoria concerne lo svolgimento, da parte di personale rientrante nelle professioni infermieristiche ed ostetriche ovvero nelle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione ed appartenente al comparto contrattuale pubblico della sanità, di altre prestazioni al di fuori dell'orario di servizio. Ci ha confortato leggere la soddisfazione espressa su questo emendamento proprio della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche.

Rivendichiamo, poi, con orgoglio anche il comma 9-bis dell'articolo 4, che prevede l'istituzione per gli anni 2023-2024, nello stato di previsione del Ministero della Salute, di un fondo denominato Fondo per l'implementazione del Piano oncologico nazionale 2023-2027, con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027, destinato al potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, per la diagnosi, la cura e l'assistenza al malato oncologico, come definite dal Piano oncologico nazionale 2023-2027.

Infine, voglio ricordare con orgoglio l'emendamento riformulato dal Governo, che ha prorogato dal 31 marzo al 30 giugno di quest'anno l'estensione della garanzia massima dell'80 per cento a valere sul Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa sulla quota capitale dei mutui destinati alle categorie prioritarie aventi specifici requisiti di reddito e di età.

L'articolo 3, comma 10-quinquies, inoltre sospende i termini previsti per l'utilizzo dell'aliquota agevolata prevista ai fini dell'imposta di registro per l'acquisto della prima casa. Le categorie alle quali è riconosciuta la priorità nell'accesso al beneficio del Fondo e l'applicazione di un tasso effettivo globale non superiore al tasso effettivo globale medio pubblicato trimestralmente dal Ministero dell'Economia sono le giovani coppie coniugate ovvero conviventi more uxorio che abbiano costituito nucleo da almeno 2 anni, i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, i conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari comunque denominati e i giovani di età inferiore ai 36 anni con un reddito non superiore ai 40 mila euro.

Il Fondo prima casa è rivolto a tutti i cittadini che alla data di presentazione della domanda di mutuo per l'acquisto della prima casa non siano proprietari di altri immobili a uso abitativo, anche all'estero, salvo il caso in cui il mutuatario abbia acquisito la proprietà con successione causa morte, anche in comunione con altri successori, e che sia in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, Governo, colleghe e colleghi, comincio questo intervento parlando di una questione: del monocameralismo imperfetto in cui stiamo vivendo. Questo provvedimento è stato spinto dalla maggioranza, ma spinto al Senato, ovviamente, non qui, creando un'interruzione di una settimana, non perché ci fossero le elezioni oppure utilizzando le elezioni, ma perché semplicemente non c'era coerenza e coesione all'interno della maggioranza. Prova ne è, fra le tante cose, un emendamento di Fratelli d'Italia che ricalcava uno dei nostri sul superbonus. Quindi è solo la dimostrazione di contraddizioni e di convulsioni all'interno della maggioranza.

Noi abbiamo fatto tutta una serie di proposte in questo decreto che ci arriva praticamente blindato dal Senato, perché chiaramente, per i tempi, questa è la situazione; proposte che cercavano di rimediare a errori di alcune misure che non faranno bene allo Stato. Ne cito solo alcune perché non vorrei mortificare troppo la maggioranza. Comincio da Opzione Donna, che in realtà dovrebbe essere chiamata Discriminazione Donna. In legge di bilancio è stata così tanto circoscritta da risultare praticamente peggiorata e inaccessibile. Sì, è rimasta in piedi, ma solo formalmente. Avete idea di come si sia ridotta la platea? Ve lo dico io: da circa 30.000 persone a 2.900 donne. Donne che non potranno andare in pensione, se non ad intervalli diversi. Ma soprattutto si è intervenuto anche applicando un qualcosa in più: le donne che non hanno avuto figli andranno in pensione con un tempo ulteriore, quasi che una persona che non ha voluto o non ha potuto avere figli debba essere in questa maniera discriminata. Quindi non è più Opzione Donna, di fatto è stata cancellata, ma rimane lì. Sarei curioso di sapere le donne che sono più o meno intorno all'età di pensionamento, che hanno votato questa maggioranza, cosa ne pensano, ed è importante che lo capiscano.

Sulla questione balneari voi, come maggioranza, avete continuato a buttare fumo negli occhi di una categoria di persone e di imprenditori che dicevate di tutelare. Avete detto, invece, che avete regalato un anno di proroga, ma questo mette l'Italia a rischio di infrazione. È notizia di qualche giorno fa l'avvio della procedura di infrazione ai danni del Portogallo. Avete voluto prorogare una misura che praticamente è da un lustro che viene prorogata, e non c'è più alcuna motivazione per poterla prorogare, perché si fa del danno. Si provoca un assurdo allungamento dei tempi, per cui alcuni concessionari saranno facilitati, ma per altri sarà un'agonia, perché non hanno la possibilità di partecipare a delle gare, di poter fare gli investimenti, e soprattutto si impedisce anche all'Italia di poter ristabilire un corretto ritorno per lo Stato. Ci sono stabilimenti che pagano per questo appezzamento di demanio loro assegnato delle cifre ridicole, non voglio fare i nomi, ma vi cito solo qualche esempio.

Ci sono hotel di lusso in Sardegna che pagano 520 euro all'anno per un enorme spazio loro concesso, a fronte di circa 100 milioni di ricavi. C'è uno stabilimento balneare, che è diventato molto famoso negli ultimi anni, che gira allo Stato 10 mila euro, a fronte di 3,2 milioni di ricavi. E ancora, altri famosi imprenditori, che vanno spesso in televisione, che versano per il demanio meno di 20 mila euro, a fronte di fatturati di oltre 4 milioni di euro. Ecco, state facendo forse il favore ad alcuni imprenditori, non a tutta la categoria e state bloccando invece tutti quegli altri imprenditori e quelle imprese che vorrebbero andare avanti, e che invece non possono perché li state bloccando con questa proroga.

L'altro punto su cui volevo intervenire è la questione dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni. L'emendamento che noi avevamo proposto, di fatto, avrebbe posto rimedio a una evidente stortura di quanto creato in legge di bilancio. I LEP non sono stati fatti e non sono stati definiti negli ultimi 20 anni, da quando è stato modificato il Titolo V della Costituzione, e adesso lo si vuole fare in 6 mesi, più altri 6 mesi per preparare i DPCM, quando dalla legge di bilancio a oggi - e siamo al 21 di febbraio - sono stati appena nominati i saggi che devono lavorare sui LEP? E ancora di più, sui LEP il Parlamento è stato totalmente esautorato, perché sia nei LEP sia nel disegno di legge Calderoli, quello approvato il 2 febbraio, il Parlamento potrà dare solo indirizzi, non se ne discute.

Noi con questo emendamento volevamo intervenire proprio per dare un po' di tempo, non più 6 mesi più 6 mesi, ma 24 più 24. Cosa farete adesso? Utilizzerete la possibilità di nominare un commissario straordinario e andare avanti, così creando un'ulteriore difformità nel Paese? Perché una misura come l'autonomia differenziata non può essere portata avanti solamente da una parte del Paese. Ricordo che la cabina di regia che deve gestire i LEP è praticamente gestita dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministro Calderoli, e di più, notizie di stampa fanno capire che a capo della commissione tecnica fabbisogni standard probabilmente il Ministro Calderoli vorrebbe mettere il capo della Delegazione trattante della regione Veneto, la regione di Zaia.

Andare poi a portare qualcuno che è evidentemente a supporto di una parte politica a gestire un organo che deve essere il primo soggetto a dare input a questa cabina di regia per fare i LEP è qualcosa che va contro i cittadini. Prima la collega Cattoi ha ricordato al collega Donno l'articolo 1 della Costituzione, dicendo giustamente che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ed è partita con una discussione contro il reddito di cittadinanza, dimostrando ancora una volta che la Lega aveva votato, ma non ha mai letto il provvedimento sul reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Invece io vorrei ricordare l'articolo 3 della Costituzione, che a me è molto caro, che dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Ecco, eguaglianza dei cittadini, proprio quello che il disegno di legge Calderoli, quello del 2 febbraio, non assicura, sicuramente non nella forma. Ricordo a tutti che, guarda caso, è uscito 11 giorni prima delle elezioni regionali. Era forse un favore? Non lo so, perché poi parliamo di quello che è uscito dopo le elezioni regionali. E veniamo all'ultimo punto, signor Presidente, quello sul superbonus.

Noi abbiamo capito che questa maggioranza, che al proprio interno non ha per niente coesione - vedi Forza Italia che sull'argomento ha spinto per fare delle modifiche -, ha completamente cambiato idea sull'argomento, ma qualsiasi modifica va fatta con gradualità, non all'improvviso. Noi in questo Milleproroghe avevamo chiesto di dare una proroga per far sì che si potessero completare i lavori sugli edifici unifamiliari, per far sì che alcuni soggetti potessero intervenire non più al 90 per cento, ma ancora al 110, soprattutto per gli immobili IACP, ma no, questa maggioranza ha accuratamente evitato questi emendamenti, forse perché sapeva che nel giro di pochi giorni sarebbe uscito il decreto-legge n. 11 del 2023, che di fatto dà una mazzata definitiva al superbonus, non intervenendo sul superbonus, ma sulla cedibilità dei crediti.

E, guarda caso, intervengono 3 giorni dopo le elezioni regionali. Se lo avessero fatto prima, avrebbero vinto? Non lo so … però, questo, purtroppo, Presidente, mi puzza tanto di opportunismo elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e di incapacità di prendersi le proprie responsabilità di fronte ai cittadini. Eppure, un funzionario di Stato, il 17 settembre 2022, 8 giorni prima delle elezioni, diceva: “Pronti a tutelare i diritti del superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie. Sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini onesti che si danno da fare per far crescere e migliorare l'Italia”: Giorgia Meloni, attuale Presidente del Consiglio.

Oppure, un altro esponente della Lega - non leggo tutto il post su Facebook che ha fatto -, che dice: “Chi non vuole la circolazione controllata e certificata dei crediti vuole un'ondata di fallimenti e deve assumersene la responsabilità politica”: Alberto Bagnai, che era con me, era al Senato, nella scorsa legislatura. Oppure, ancora - anche qui vado oltre al vero - leggo un post di ottobre 2021: “La Lega in Parlamento farà tutto il possibile e l'impossibile per ripristinare lo sconto in fattura, la cessione del credito e rivedere le altre penalizzazioni”: Alberto Gusmeroli, attualmente presidente della Commissione attività produttive, qui, alla Camera.

Giravolte mostruose: è vero, è possibile cambiare idea nella vita, solo i paracarri non cambiano idea, ma non si può fare una cosa del genere dopo essere andati in piazza, fino a qualche giorno prima delle elezioni, a dire a tutti gli imprenditori “siamo dalla vostra parte, lavoriamo”. Ero presente, durante l'esame dell'Aiuti-bis al Senato, quando tutti quanti volevano modificare le norme per far sì che il superbonus venisse sbloccato. E ora che si fa? Si interviene. Ma la cosa vergognosa, Presidente, è sentire la Presidente del Consiglio e il Ministro dell'Economia parlare, prima, di 110 miliardi, poi di 105 miliardi, poi parlano di buco, che ovviamente non c'è. E io non posso neanche pensare che il Ministro dell'Economia abbia approvato o fatto approvare un bilancio, 2 mesi fa, con un potenziale buco. Quindi, perché terrorizzare gli italiani? Perché far passare questo messaggio? È un'irresponsabilità politica, non è capacità di governo questa, non va bene per l'Italia.

E vanno dicendo anche questa fola incredibile, per non utilizzare altri termini, dei 2.000 euro a cittadino. A parte il fatto che, di quei 105 miliardi, solo 71, eventualmente, sono imputabili al superbonus, e non voglio ricostruire qui tutto. Siccome il Censis ha già detto che il 60 per cento è tornato indietro, se andiamo a fare i calcoli, questi 2.000 euro, al massimo, corrispondono a 88 euro a cittadino per i prossimi 5 anni, per una misura che sta facendo del bene all'Italia e di cui avremo bisogno. Preferiamo, invece, i 430 euro a persona delle spese militari? Non lo so, spetta ai cittadini. Probabilmente va bene ai cittadini, ma devono dirlo, non devono andare in giro a menare cifre a casaccio. Lo posso accettare dalla Presidente del Consiglio, in teoria, perché non ha una laurea in economia, ma non lo posso accettare dal Ministro dell'Economia Giorgetti, che è qui, in Parlamento, da 6 legislature, è stato 2 volte presidente della Commissione bilancio ed è commercialista. Questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Inoltre, sappiamo tutti della direttiva “case green”. Come faremo senza uno strumento tipo il superbonus? Noi, sin dall'inizio, sapevamo che non si può tenere il 110 per cento a vita: infatti, la misura superbonus definiva già un décalage, addirittura, nella scorsa legislatura, avevamo presentato un'altra proposta di legge per intervenire e migliorarlo da quel punto di vista. Ma non si può intervenire in questa maniera tranchant: le misure vanno aggiustate e vanno ridotte in maniera graduale, altrimenti succede il caos.

Faccio una breve digressione proprio per spiegare quello che è successo, in questo Paese, con le energie rinnovabili. Quando con le energie rinnovabili i conti energia sono stati mantenuti troppo tempo a un alto livello, cosa è successo? Il Governo, così, dal giorno alla notte, ha deciso di bloccare il conto energia e, il giorno dopo, sono scomparsi tutti gli investitori stranieri dall'Italia, che erano venuti in Italia per sviluppare le rinnovabili.

Cosa succede adesso? Che, nel momento in cui si bloccano i crediti e salteranno per aria le aziende, questa volta non saranno gli imprenditori stranieri ad andar via, saranno i nostri imprenditori, saranno i nostri lavoratori. Si sono creati 900.000 posti di lavoro, adesso, probabilmente, le stime parlano di 130-150.000 lavoratori che prenderanno il posto. E che succede? Chi paga la NASpI? L'INPS, quindi lo Stato. Questi calcoli se li è fatti il Governo? Non lo so. Adesso parlano di voler intervenire con l'F24 per dare vantaggio. Ricordo che l'avevamo già proposto nell'Aiuti-bis noi, anche altre forze politiche, per carità, ma era stato già proposto da parecchio. E che dire di poter utilizzare CDP, Cassa depositi e prestiti che, nel Governo Draghi, forse è stato proprio bloccato dal Governo Draghi? Anche questo lo abbiamo detto più volte, a più voci, al Ministro Giorgetti, anche in legge di bilancio.

Adesso si sta decidendo di intervenire, e si parla anche di cartolarizzazione. Ben vengano le cartolarizzazioni, ma, a parte il fatto che ci vuole un sacco di tempo, bisogna stare molto attenti a quali crediti vengono messi all'interno di queste cartolarizzazioni.

Infine, se consideriamo tutti i lavoratori che andranno in NASpI, il buco, questa volta, ci sarà per lo Stato, ma sarà creato dal Governo. E tutto questo è stato fatto improvvisamente qualche giorno dopo le elezioni. Non può essere che una cosa del genere venga creata nel giro di 1 o 2 giorni, quindi è stata pensata prima e, artatamente, è stata fatta dopo, pubblicata dopo. Ecco perché c'è un problema, perché, ancora una volta, si dimostra un decreto-legge buttato lì, come la bozza Calderoli, che dimostra l'incapacità dirigenziale di questo Governo e direi, ancor di più, della forza di maggioranza, che, è cosa nota all'interno di questo Parlamento, ha un piglio di gestione della serie “abbiamo vinto noi e vi facciamo vedere noi come si governa”. Ecco, lo stiamo vedendo. Il problema è che le inefficienze di questo Governo si riverberano sugli italiani.

Si parla delle frodi, ma le frodi sono l'1 per cento sul superbonus, l'ha detto l'Agenzia delle entrate, io ci metterei la firma su un provvedimento del genere. Perché non parliamo dei 150 miliardi di euro di evasione fiscale? Perché non si interviene? Anzi, che cosa si fa con questo decreto-legge n. 11? Si eliminano la cessione del credito e lo sconto in fattura e, praticamente, si agevola lo sconto senza fattura, cioè si ritornerà al nero. Dicevano che il superbonus avvantaggiava i ricchi, ma in questo provvedimento può beneficiare del superbonus solo chi se lo può portare in detrazione fiscale, cioè le famiglie agiate. Magari un condominio, faccio l'esempio dei Parioli, dove, mediamente, ci sono famiglie agiate, potrà intervenire sul superbonus, ma un condominio in periferia no. Quindi, qual è la misura che avvantaggia i ricchi? Questa misura o la precedente?

Signor Presidente, chiudo dicendo che questo Milleproroghe va, ahimè, nel solco di tutti i provvedimenti fatti finora, portati avanti dalla maggioranza con un'incapacità di voler ascoltare le opposizioni. Noi, come MoVimento 5 Stelle, siamo sempre disponibili - e lo saremo sempre -, a dialogare con tutti per fare il bene del Paese, ma non potremo fare molto per questa Nazione, se la maggioranza non comprende che governare un Paese significa guardare a tutti i suoi cittadini e non solo a quelli che li hanno votati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, onorevole rappresentante del Governo, mi corre l'obbligo di constatare che siamo di fronte all'ennesima fiducia. Credo che questo Governo, seppur erede di una lunga tradizione di Governi che hanno utilizzato la fiducia assai spesso, si sta caratterizzando un po' come il Governo che, effettivamente, più di altri utilizza questo strumento. Sottosegretaria Siracusano - se le è possibile, porti un mio messaggio alla Presidente Meloni -, le può dire che in questo modo rischia di diventare campione del mondo di fiducie ed entrare nel Guinness dei primati. Quello che abbiamo visto in questi primi mesi di legislatura è infatti un ricorso costante alla fiducia e nessun provvedimento affrontato nel merito in Aula al fine di rendere, anche attraverso il dibattito, un provvedimento migliore. Ma, d'altro canto, è comprensibile che questo accada, colleghi e colleghe. Perché? Perché, quando si fanno tante promesse durante la campagna elettorale e quando ogni provvedimento è la negazione delle promesse fatte, è evidente che bisogna comprimere il dibattito, è evidente che non si possa discutere nel merito in Parlamento perché, come spesso accade, c'è sempre il bambino che si alza e dice: “guardate che il re è nudo”. E il re è nudo, anzi, la regina in questo caso, perché troppe promesse sono state fatte, così come vi sono state tante disattenzioni. L'ultima è quella della cosiddetta abolizione del superbonus. Non stiamo abolendo il superbonus - credo che sia chiaro - stiamo abolendo il superbonus per i poveracci, per le classi meno abbienti, perché, ovviamente, chi è ricco è in grado di anticipare i soldi dei lavori, chi ha una capienza fiscale da poter rientrare nei 5 anni potrà continuare ad utilizzare il superbonus, ma chi è povero, chi ha un reddito molto basso, il superbonus se lo può dimenticare. Ora capisco, colleghi della maggioranza, che siete diventati finalmente il partito delle ZTL e i dati elettorali ce lo confermano, ma questa constatazione, cioè questo essere diventati il partito delle ZTL, non può far dimenticare le promesse fatte, non può far dimenticare le grandi periferie del nostro Paese, non può far dimenticare quella gran parte dei nostri cittadini e delle nostre cittadine che chiedono un sostegno vero e importante.

Come si fa a non considerare che c'è un'emergenza importante nel nostro Paese, che è quella di mettere in sicurezza sismica le nostre abitazioni? Un Paese il nostro, da questo punto di vista, fragile. Abbiamo visto recentemente le drammatiche immagini del sisma in Turchia e in Siria, in particolare come costruire edifici non rispettando le norme di sicurezza possa comportare migliaia e migliaia di morti. Ma è lì che dobbiamo investire, è lì che dobbiamo continuare a investire. È lo Stato che deve dare sostegno ai cittadini e alle cittadine, affinché si possa continuare a mettere in sicurezza le nostre abitazioni, quelle private e quelle pubbliche, perché ne va della salute e della vita degli italiani e delle italiane. Come si fa a non considerare che il superbonus è uno strumento, seppure modificato e migliorato, necessario per dare atto alla direttiva europea sulle case green? Questa non è una cosa che voi potete far finta che non c'è e, come tale, metterla, ancora una volta, sotto al tappeto: non c'è la direttiva e facciamo finta di nulla. Ma così non è! Qui la direttiva c'è e noi siamo obbligati a metterla in campo. E per mettere in campo quella direttiva e arrivare finalmente alle case green qual è lo strumento migliore se non quello del superbonus, quello del sostegno alle famiglie italiane per migliorare l'efficienza energetica delle proprie case? Ora sul superbonus non si possono continuare a dire bugie: noi ci troviamo in un Paese dove il Governo, questo Governo, non fa nulla riguardo ai 40 miliardi di extraprofitti percepiti dalle compagnie petrolifere. Ma se c'è bisogno di soldi, prendiamoli lì! Questi signori, nel corso degli ultimi mesi, hanno incassato soldi che sono soldi degli italiani e delle italiane attraverso una formula, che non è poi così antica, che è quella di comprare a basso costo e rivendere, dopo la bolla speculativa, ad alto costo. Il gas è stato comprato sulla base dei vecchi contratti, ma è stato rivenduto a noi a tariffe aumentate a dismisura. Sono 40 miliardi di euro delle multinazionali! Non li abbiamo dati ai cittadini e alle cittadine, non li abbiamo dati a chi ne ha bisogno, li abbiamo dati alle multinazionali. Riprendiamoci quei soldi! Prima di tutto, riprendiamoli e ridiamo agli italiani questi soldi, che sono i loro soldi, i soldi guadagnati con mesi e anni di lavoro, con salari spesso bassissimi. Questi soldi vanno recuperati! Non potete fare finta di niente anche in questa occasione per poi venirci a dire che il superbonus è troppo costoso e non è sostenibile, fermo restando che i numeri non dicono quello che dite voi. Infatti, gli esperti ci dicono tutt'altro. Tenendo conto anche dei dati diffusi dall'Agenzia delle entrate sulle cessioni dei crediti al 31 dicembre 2021, si stima che la spesa aggiuntiva attribuibile al superbonus 110 per cento nel 2021, pari a 28 miliardi, sia molto più elevata di quella stimata. Infatti, le stime effettuate, relativamente al 2021, mostrano che, a fronte di una spesa indotta dal superbonus 110 pari a 28.280 milioni di euro, il costo lordo per lo Stato è stato pari a 28.126 milioni di euro, mentre l'effetto fiscale indotto si traduce in maggiori entrate fiscali pari a 12.174 milioni di euro.

Il costo netto per lo Stato del superbonus 110, relativamente all'anno 2021, sarebbe pari dunque a 15.952 milioni di euro. Quindi, dagli studi del CRESME, dell'Istat e di Nomisma è evidente che le cose non stanno esattamente come voi le raccontate. Sono ben diverse, perché in questi anni si è messa in moto una vera economia che ha creato 900.000 posti di lavoro, di persone che, avendo lavoro, hanno potuto consumare, hanno potuto spendere e hanno potuto pagare le tasse, tanto è vero che l'edilizia ha contribuito in modo determinante alla crescita del PIL del nostro Paese. Questo non lo potete negare, né potete nascondere sotto il tappeto anche questa cosa.

State facendo un errore importantissimo e fondamentale per la nostra economia e ve lo rammentano anche esponenti della maggioranza stessa, perché ricordo in modo particolare gli esponenti di Forza Italia che, su questo punto, ritornano assai spesso: cioè sul fatto che l'edilizia è stata ed è ancora la locomotiva della nostra economia.

E voi cosa fate in un momento di grande difficoltà? Pensate di frenare, pensate di raffreddare l'economia, sapendo che le scelte che state mettendo in campo determineranno una diminuzione vera e importante del PIL del nostro Paese. Posso dire che siete un po' degli irresponsabili? Posso dire che voi siete preda di quei poteri che tante volte la Presidente Meloni da quest'Aula ha criticato aspramente, i cosiddetti poteri forti? Siete strumento di questi poteri. Ve ne dovete rendere conto e dovete cercare di fare qualcosa di più per cercare di convincere i cittadini che le vostre promesse vane e, diciamo, per certi versi false hanno un motivo per cui non vengono onorate. Le bugie purtroppo per voi, come per tutti noi del resto, hanno le gambe corte; hanno le gambe corte!

Abbiamo cercato di dare una mano per migliorare il testo del Milleproroghe. Lasciatemi dire che questo non è colpa del Governo, Presidente, perché il Milleproroghe è uno strumento antico. Ma vi pare che un Paese possa andare avanti così, che tutti gli anni si debba presentare un decreto che si chiama “Milleproroghe”? Credo che soltanto in Italia possa capitare una cosa simile. Il Milleproroghe è soltanto lo strumento per non affrontare quei problemi che noi già sappiamo si creeranno, uno strumento che forse serve, diciamo così, unicamente a determinare un'aspettativa: a fine anno, ci sarà il Milleproroghe e, quindi, la pubblica amministrazione non sarà costretta a intervenire per risolvere quei problemi che invece dovrebbero essere risolti.

Ma abbiamo cercato, comunque, di dare un contributo per migliorare, in modo particolare sulla questione del lavoro e sulla questione dei precari. Abbiamo fatto delle proposte emendative rispetto, per esempio, al concorso svolto nel 2020 sulla scuola, dove chiedevamo di prorogare la graduatoria per svuotare le sacche di precarietà, ma su questo non c'è stata alcuna risposta. Nella discussione in Commissione abbiamo cercato di affrontare la questione dei lavoratori dei conservatori, l'alta formazione artistica e musicale, cioè coloro che dal punto di vista culturale danno un grande risalto al nostro Paese consentendogli di poter spendere il proprio brand a livello internazionale dal punto di vista musicale e artistico. Ma anche qui, di fronte a migliaia di persone che presentano i requisiti per essere messi in graduatoria perché hanno già passato i concorsi, si è detto che non si può fare. Non si è voluto affrontare il problema della precarietà.

Voglio dire che il problema della precarietà non è un totem, non è una cosa che non si può affrontare, perché altri Paesi a noi vicini e anche simili, come la Spagna, questo problema lo hanno affrontato. Hanno eliminato i contratti precari, hanno eliminato i contratti a termine e hanno puntato sui contratti a tempo indeterminato. Cosa è accaduto in Spagna? In Spagna è accaduto che, tra gennaio e novembre, di nuovi contratti a tempo indeterminato ne sono stati fatti 6,5 milioni, contro 1,9 milioni dell'anno precedente. C'è stato un aumento del 238,4 per cento. I lavoratori giovani assunti sono stati il 142 per cento in più: significa che si può fare, che una politica sul lavoro intelligente basata sui contratti a tempo indeterminato per i nostri giovani e per tutti coloro che cercano lavoro si può fare; significa che i lavoratori giovani possono costruire il loro futuro, che possono pensare di costruirsi una famiglia, che possono pensare di costruirsi una casa, che possono pensare di avere dei figli e, peraltro, di essere anche consumatori, perché persone che hanno una stabilità possono pensare anche di spendere qualche euro in più. Ma questo non c'è in questo decreto, non c'è nelle vostre dichiarazioni programmatiche, non c'è nelle vostre promesse. Anche questo diventa un problema da mettere sotto il tappeto.

Per non parlare di Opzione donna. Già qualcuno ne ha parlato, ma francamente l'avete proposta voi, non l'avete trovata; l'avete proposta voi e vi siete completamente impicciati in una situazione dalla quale non sapete neanche voi come uscire, fermo restando che Opzione donna non tutela le donne perché peraltro prevede che si perda il 35 per cento della pensione. Nel nostro Paese - mi rivolgo al Presidente - sappiamo che le pensioni, nonostante le molte promesse fatte, sempre dalla destra, di aumento delle pensioni minime, di dare 1.000 euro a pensionato e quant'altro, sono bassissime: togliamoci anche il 35 per cento, mi dovete dire voi come una persona possa arrivare a fine mese, tanto per dirne una.

Quindi, ci sono questioni importanti in questo vostro decreto, che abbiamo cercato di affrontare e rispetto alle quali abbiamo cercato di fare proposte e dare soluzioni alternative.

Abbiamo anche cercato di stimolare, in Commissione, un dibattito, ma non ci si può trovare sempre di fronte a una maggioranza che nega qualunque forma di contributo, che nega qualunque forma di dibattito, che, oltre a non dare soluzioni, non accoglie neanche umilmente i consigli di chi, in qualche modo, le soluzioni cerca di trovarle. Così non va.

Questo Governo così non va, ha il fiato corto, ha una prospettiva difficile di fronte a sé e, dal mio punto di vista, di chi fa l'opposizione, sarebbe anche auspicabile, se non ci fosse di mezzo il destino dei cittadini e delle cittadine italiani, se non ci fosse di mezzo il destino del Paese.

Voi, ancora una volta, non guardate all'interesse generale, ma all'interesse di pochi; avete, con una sorta di populismo, chiamato a raccolta gli elettori; molti, in realtà - ahimè - vi hanno dato anche ascolto, ma la vostra volontà è sempre quella: è quella di difendere gli interessi di pochi contro gli interessi di molti, di difendere gli interessi particolari, come dimostra il caso dei balneari.

Ci troviamo di fronte a una cosa paradossale: in Italia ci sono 8.000 chilometri di coste, quindi il mare e le spiagge sono importanti; oltre il 50 per cento di queste spiagge sono in mano ai concessionari, ai balneari; in alcune regioni, quelle più importanti, lo è addirittura il 70 per cento. Sapete quanto pagano i concessionari, nel nostro Paese? Pagano, per gli affitti delle concessioni, 104 milioni di euro, fermo restando che su questa voce specifica c'è un'evasione del 50 per cento e che, quindi, lo Stato incassa circa 50 milioni l'anno per queste concessioni. Sapete il volume di affari che muovono queste concessioni? È pari a 7 miliardi, altro che il reddito di cittadinanza! Ma a chi li stiamo dando questi 7 miliardi? Quelli sono soldi che partono dal fatto che le spiagge sono di tutti, che il mare è degli italiani e delle italiane, è un bene demaniale inalienabile.

Addirittura, i concessionari, a volte - anzi, spesso o quasi sempre - negano anche l'accesso ai cittadini e alle cittadine che vogliono andare al mare; è come se le impedissero, cara Sottosegretaria, l'accesso a casa sua; si arrabbierebbe, suppongo, e farebbe anche bene. Quindi, ci troviamo di fronte a una situazione paradossale: decine di miliardi di euro vengono così guadagnati su di un diritto che è nostro e, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato, nonostante le indicazioni dell'Unione europea con la Bolkestein, ormai note a tutti, non si vogliono fare e si rimandano ancora una volta i bandi delle gare per dare a tutti gli imprenditori la possibilità di partecipare, perché noi non ce l'abbiamo con gli imprenditori, quelli bravi, quelli onesti, quelli che investono; ce l'abbiamo con quegli imprenditori che hanno trasformato le nostre spiagge in cloache, che hanno fatto speculazioni edilizie nei loro stabilimenti balneari senza che alcuno dicesse niente a coloro che pagano 18.000 euro per la concessione e guadagnano 4 milioni l'anno; con costoro sì ce l'abbiamo, perché vogliamo che questo bene, che è di tutti, diventi appunto un'occasione di ricchezza per tutti e pensiamo che è ora di farla finita con questa gestione.

Per la giustizia si combatte tutti i giorni e spesso capita che sono i deboli a dover combattere contro i forti: sono coloro che vogliono andare al mare e che hanno il fagottino con la merenda che fanno la battaglia contro i balneari che guadagnano milioni di euro sulle nostre spiagge e spesso le rovinano. E voi cosa fate? Fate un'ennesima proroga. No: su questo non ci possiamo stare e non ci può stare nessuno in questo Paese.

Per questo, nonostante sia opportuno da parte nostra cercare di migliorare i provvedimenti, spero davvero che riconsideriate queste scelte scellerate - ma credo sia impossibile che possiate avere un ripensamento - . Sono scelte che non sono un danno per noi dell'opposizione, ma sono un danno per le cittadine e i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 888​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la Commissione affari costituzionali, onorevole Urzì.

ALESSANDRO URZI', Relatore per la I Commissione. Rinuncio, Presidente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore per la Commissione bilancio, onorevole Pella, al quale ricordo che ha già esaurito il tempo a disposizione. Quindi, potrà fare solo una brevissima replica.

ROBERTO PELLA, Relatore per la V Commissione. Grazie, Presidente. Anch'io rinuncio, considerato anche che è stato così magnanimo, precedentemente, nei miei confronti.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la rappresentante del Governo, Sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, deputata Siracusano.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Rinuncio, Presidente.

PRESIDENTE. Poiché l'ordine del giorno prevede che si possa passare al seguito dell'esame non prima delle ore 18,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 18,30.

La seduta, sospesa alle 18,05, è ripresa alle 18,30.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito dell'esame del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 888.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 888​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 888​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, signor Presidente. Colleghi deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 888: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 15 febbraio scorso, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 888: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative (scadenza: 27 febbraio 2023), nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 22 febbraio, a partire dalle ore 18,30, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 17.

Dopo tale votazione, i lavori proseguiranno con l'esame degli ordini del giorno a partire dalle ore 19,30, con prosecuzione notturna fino alle ore 24, limitatamente alle fasi dell'illustrazione e del parere del Governo.

Nella seduta di giovedì 23 febbraio avranno luogo, a partire dalle ore 9,30, la votazione degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Ricordo che, sempre secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 15 febbraio scorso, il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 9 di domani, mercoledì 22 febbraio.

Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dalla deputata Longi.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in regione Campania stiamo assistendo all'ennesimo teatrino legato alle nomine e, così come si evince da alcuni organi di stampa, precisamente dal giornalista Carlo Tarallo, siamo di fronte alla lottizzazione da parte di alcuni partiti politici che stanno paralizzando due parchi nazionali. Si tratta, precisamente, delle nomine dei presidenti degli Enti parco del Vesuvio e del Cilento. Oggi è stato finalmente nominato il presidente dell'Ente parco del Cilento. Manca ancora, però, il presidente dell'Ente parco del Vesuvio. Parliamo di due parchi molto importanti per la mia regione, in particolare quello del Vesuvio che riguarda 13 comuni con circa 350.000 cittadini e più di un milione di turisti all'anno. Questo parco nazionale è una grande ricchezza per quelle realtà, per la sua biodiversità, per le sue eccellenze agroalimentari, per la sua storia e unicità. Purtroppo, nel luglio 2017 la devastazione ha preso il sopravvento, con quell'incendio che ha praticamente raso al suolo buona parte del patrimonio boschivo del parco.

È una ferita ancora aperta per chi, come me, vive in quelle zone, un disastro che, ad oggi, non ci ha insegnato nulla. Inoltre, Presidente, durante il Governo “Conte 1”, in qualità di consigliere comunale mi recai, con il Ministro dell'Ambiente, sul Vesuvio per visionare l'ennesima discarica abusiva. C'è una mancanza di controllo del territorio ben evidente. Tante belle parole abbiamo ascoltato in questi anni: valorizzazione del territorio storico e riqualificazione dei tessuti contemporanei, realizzazione di un sistema integrato degli accessi e dei percorsi di fruizione - il bike sharing - ed eliminazione delle barriere architettoniche, sviluppo di attività turistiche e produttive ecocompatibili, salvaguardia e valorizzazione dell'immagine e dell'identità, recupero dei siti compromessi, valorizzazione e gestione del patrimonio boschivo e salvaguardia e valorizzazione della cultura e delle pratiche agricole legate alla gestione delle risorse forestali e agrarie. Tante belle parole messe in un programma non realizzato. Anzi, l'unica cosa degna di nota è la cementificazione dal lato di un altro comune vesuviano, per un accesso secondario al cratere. Questo Governo ha una grande opportunità: bisogna nominare la persona giusta al posto giusto, scegliere un presidente amante del Vesuvio, della natura, delle nostre eccellenze. Solo per citarne alcune, ricordo il pomodorino del Piennolo, il Lacryma Christi, l'albicocca vesuviana, la Ciliegia del monte e tante altre unicità del nostro sommo monte. L'auspicio è che non si guardi ad una semplice spartizione politica di poltrone ma che si coinvolgano le migliori eccellenze e qualità del territorio, per fare la scelta migliore per tutte le comunità vesuviane e per tutelare e valorizzare una risorsa che tanto può offrire al territorio nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Emilio Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per segnalare e rendere edotto il Parlamento di una vicenda che sembra ai confini della realtà. Questa è una delle pagine (il deputato Borrelli mostra la pagina di un quotidiano) - si trova anche nella prima pagina nazionale - de Il Mattino di Napoli. Lo espongo perché il presidente dell'ordine dei medici di Napoli ha rivolto, dalle pagine del giornale, un appello alla camorra affinché i medici non siano picchiati, affinché negli ospedali si possa operare tranquillamente. Non si è rivolto al Ministro, al Premier, al sindaco, al presidente della regione, al questore o al prefetto, si è rivolto alla camorra; non l'ha fatto da una segreta stanza o in una discussione al bar, l'ha fatto dalle pagine del più importante quotidiano del Mezzogiorno. Io credo che queste parole siano di una gravità inaudita e credo che sia molto grave che, soprattutto nel Mezzogiorno, siamo arrivati a un punto tale che pezzi della nostra società, che a me non risulta abbiano un rapporto di contiguità con la malavita organizzata, facciano appelli direttamente ai camorristi. Noi dovremmo avere la certezza che lo Stato è in grado di far operare gli uomini e le donne della sanità pubblica senza problemi. Invece, da queste pagine, da questa intervista sembra quasi che ci si rivolga a chi comanda veramente, a chi può impedire il continuo pestaggio che avviene non solo in Campania ma in tanti altri ospedali dei nostri territori, non soltanto da parte di camorristi ma anche da parte di persone che hanno comportamenti da camorristi. Il Ministro, che ritengo persona assolutamente stimabile, aveva annunciato - io invito sempre a fare un altro tipo di attività, cioè presentare invece di annunciare, fare qualcosa e presentarla nel momento in cui parte - i presidi delle forze dell'ordine non solo in Campania ma in tutta Italia, soprattutto nei pronto soccorso più a rischio, che si trovano anche al Centro e nel Nord Italia. Ad oggi, non c'è questo sistema, anche perché significherebbe togliere uomini e donne delle Forze dell'ordine da altri presidi o assumerne altri. Credo che, come Parlamento, ci dobbiamo porre seriamente il tema di un intervento di questo tipo, che è di una gravità inaudita.

L'effetto che ha avuto - per fortuna uno lo ha avuto - è che, dopo questa intervista, è stato chiamato, pochi minuti fa (me lo ha comunicato prima di svolgere l'intervento), il direttore generale della ASL Napoli 1, a cui è stato chiesto dalla questura - almeno nell'ospedale dei Pellegrini, all'interno del quale addirittura hanno sparato due volte; sono entrati e si sono sparati e nel quale sono anni che i cittadini, gli abitanti della zona, gli operatori sanitari chiedevano la presenza delle Forze dell'ordine - la disponibilità di uno spazio, che immediatamente è stata concessa. Per cui ci auguriamo che, tra domani e dopodomani, almeno presso l'ospedale dei Pellegrini, i cittadini possano avere un presidio delle Forze dell'ordine e che queste Forze dell'ordine arrivino in tutti i presidi più gravi e delicati, non solo della Campania, ma del resto del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefania Ascari, che non risulta presente in Aula, quindi è considerata rinunciataria.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 22 febbraio 2023 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 17)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 452 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato). (C. 888​)

Relatori: URZÌ, per la I Commissione; PELLA, per la V Commissione.

La seduta termina alle 18,45.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ALESSANDRO URZI' E ROBERTO PELLA (A.C. 888​)

ALESSANDRO URZI', Relatore per la I Commissione. (Relazione – A.C. 888​). Onorevoli colleghi, l'Assemblea è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi e proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative, già approvato dal Senato, che nel corso dell'esame ha introdotto nel testo del provvedimento numerose modifiche.

Il provvedimento, trasmesso dal Senato il 16 febbraio 2023 e composto all'esito dell'esame da parte dell'altro ramo del Parlamento di 45 articoli in luogo degli originari 24, è stato assegnato in sede referente alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio che ne hanno avviato l'esame nella medesima giornata, fissando al 17 febbraio il termine per la presentazione di proposte emendative. Le Commissioni riunite hanno avviato e concluso l'esame delle 231 proposte emendative presentate nella giornata di ieri, senza introdurre nel testo ulteriori modifiche.

Faccio quindi presente che nel corso della mia relazione mi soffermerò sull'illustrazione delle disposizioni introdotte dal Senato al disegno di legge di conversione nonché sui contenuti degli articoli da 1 a 8 del decreto-legge, ad eccezione degli articoli da 3 a 3-quinquies che verranno esposti dall'onorevole Pella, relatore per la V Commissione, unitamente ai restanti articoli del decreto in esame.

Per quanto riguarda le modifiche introdotte dal Senato segnalo il comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione, che dispone l'abrogazione del decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 4 in materia di payback sui dispositivi medici, stabilendo al contempo che restano validi gli atti e i provvedimenti adottati e sono fatti salvi gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base del medesimo decreto-legge.

Segnalo altresì i commi da 3 a 9 dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione, inseriti al Senato, che intervengono sui termini per l'esercizio di deleghe legislative; in particolare, si prorogano i termini per l'adozione delle disposizioni integrative e correttive dei decreti legislativi in materia di ordinamento sportivo e professioni sportive (comma 3); si individua nel 31 maggio 2023 il termine per l'adeguamento della normativa nazionale al regolamento (UE) n. 2021/784 sul contrasto della diffusione di contenuti terroristici on line (comma 4); si proroga dal 31 agosto 2023 al 15 marzo 2024 il termine per l'esercizio della delega in materia di disabilità di cui alla legge n. 227 del 2021 (comma 5); si proroga dal 18 maggio 2023 al 18 agosto 2024 il termine per l'esercizio della delega in materia di spettacolo di cui alla legge n. 106 del 2022 (comma 6); si proroga dal 12 maggio 2023 al 12 maggio 2024 il termine per l'esercizio della delega in materia di sostegno alla famiglia di cui alla legge n. 32 del 2022; si proroga dal 27 febbraio al 27 luglio 2023 il termine per la mappatura delle concessioni di beni pubblici di cui alla legge per la concorrenza 2021 (legge n. 118 del 2022; comma 8); si proroga dal 25 agosto al 25 dicembre 2023 il termine per l'esercizio della delega in materia di razionalizzazione delle fonti energetiche rinnovabili sempre prevista dalla legge per la concorrenza 2021 (comma 9).

Per quanto riguarda invece il testo del decreto-legge, l'articolo 1 reca numerose proroghe di termini per assunzioni da parte di pubbliche amministrazioni ovvero per l'effettuazione o per la conclusione di concorsi pubblici o ancora per la definizione di varie tipologie di rapporto di lavoro con pubbliche amministrazioni (lavoratori socialmente utili, procedure di stabilizzazione, conferimento di incarichi di collaborazione). Si prevedono, in particolare: assunzioni per il comparto sicurezza-difesa e per il Corpo nazionale dei vigili del fuoco; assunzioni - da parte di pubbliche amministrazioni - derivanti da cessazioni dall'impiego verificatesi negli anni 2013-2021; assunzioni a tempo indeterminato presso le amministrazioni dello Stato previste dalla legge di bilancio 2017; assunzioni a tempo indeterminato presso il Ministero delle imprese del Made in Italy; assunzioni di personale della carriera prefettizia e di livello dirigenziale e non dirigenziale dell'Amministrazione civile dell'interno; un concorso per l'assunzione di 20 dirigenti di seconda fascia, presso il Ministero dell'economia e delle finanze; l'assunzione a tempo indeterminato da parte del Ministero delle imprese e del Made in Italy di trenta unità da inquadrare nell'area III, posizione economica F1, con concorso pubblico, per lo svolgimento delle attività derivanti dall'attuazione della direttiva 2015/2436 sui marchi d'impresa; il differimento del termine per la conclusione di alcune convenzioni relative ai lavoratori socialmente utili; il differimento del termine entro il quale i soggetti già impegnati in lavori socialmente utili o in attività di pubblica utilità possono essere assunti- da parte della pubblica amministrazione già utilizzatrice - in posizione di lavoratori sovrannumerari; norme sui concorsi in svolgimento da parte dei Ministeri dell'istruzione e dell'università; il differimento del termine per l'assunzione, da parte del Ministero della difesa, di 294 unità con profilo tecnico non dirigenziale; la proroga dell'autorizzazione a bandire concorsi pubblici per l'assunzione di 431 unità non dirigenziali del Ministero della Difesa; il differimento del termine per assunzioni dell'Arsenale militare di Taranto; la proroga all'anno 2023 del termine entro il quale il Ministero dell'economia e delle finanze può bandire concorsi per l'assunzione di personale in relazione all'attuazione del PNRR ovvero per rafforzare le strutture della Ragioneria generale dello Stato, delle Ragionerie territoriali dello Stato, delle Commissioni tributarie, del Dipartimento delle finanze-Direzione della giustizia tributaria e del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. Sono altresì interessati dal differimento dei termini: i concorsi per il reclutamento di personale presso il Ministero dell'agricoltura; il conferimento di incarichi dirigenziali non generali da parte del Ministero della cultura; le assunzioni del medesimo Ministero attraverso scorrimento di specifiche graduatorie concorsuali; il conferimento, sempre da parte del Ministero della cultura di incarichi di collaborazione degli uffici periferici per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio; il termine entro il quale gli assistenti sociali devono aver maturato o maturare i tre anni di servizio, anche non continuativi, ai fini della stabilizzazione; la stipula di contratti di collaborazione da parte della Scuola nazionale dell'amministrazione (SNA); la possibilità di inquadramento in ruolo del personale che alla data del 31 gennaio 2022 si trovasse in posizione di comando o distacco; il perfezionamento, fino al 30 giugno 2023, della possibilità di assunzione, a determinate condizioni, da parte di enti in dissesto finanziario.

Ulteriori disposizioni dell'articolo 1 intervengono su altri aspetti. Il comma 20 stabilisce che fino al 31 dicembre 2023 non trovi applicazione l'inconferibilità di incarichi di livello regionale con riferimento ai componenti dei consigli dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti nonché ai componenti dei consigli di una forma associativa tra comuni che superi anch'essa i 15.000 abitanti. Il comma 20-bis eleva la durata massima dell'attribuzione, in via provvisoria, ad un segretario comunale, iscritto nella fascia iniziale di accesso in carriera, la titolarità di sedi, singole o convenzionate, di competenza della fascia professionale immediatamente superiore. Il comma 20-ter stabilisce che le risorse stanziate dalla legge di bilancio 2022 per l'incremento delle indennità dei sindaci e degli amministratori locali stabilito dalla medesima legge, sono riconosciute, fino al 31 dicembre 2023, ai comuni beneficiari anche qualora si tratti di comuni che abbiano adottato deliberazioni di rinuncia, parziale o totale, alla misura massima dell'indennità prevista dalla normativa all'epoca vigente. Il comma 22-bis dispone che le assunzioni di personale a tempo indeterminato e a tempo determinato programmate dagli enti in dissesto finanziario, in riequilibrio finanziario pluriennale o strutturalmente deficitari, autorizzate per l'anno 2022, comprese quelle necessarie a garantire l'attuazione dei progetti del PNRR, possono essere perfezionate fino al 30 giugno 2023, anche in condizione di esercizio provvisorio. Il comma 22-ter dispone la disapplicazione delle sanzioni previste a decorrere dall'anno 2023 per la mancata presentazione, da parte degli enti locali beneficiari dei contributi del Fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali, delle certificazioni riferite agli anni 2020 e 2021, qualora gli enti locali inadempienti provvedano a trasmettere le predette certificazioni entro il 15 marzo 2023. Il comma 22-quater proroga al 31 marzo 2023 il termine entro il quale le amministrazioni possono attivare procedure straordinarie di inquadramento in ruolo, in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Il comma 22-quinquies proroga fino al 31 dicembre 2023 la possibilità per gli esercizi pubblici titolari di concessioni o di autorizzazioni all'uso del suolo pubblico di disporre temporaneamente, senza necessità di autorizzazione, strutture amovibili in aree di interesse culturale o paesaggistico.

L'articolo 1-bis, ai commi da 1 a 6, prevede una serie di misure in materia di assunzioni e svolgimento di procedure concorsuali della Polizia di Stato. Ai commi 7 e 8 si prevede, a determinate condizioni, la promozione di alcuni marescialli aiutanti della Guardia di finanza al grado di luogotenente del ruolo ispettori.

L'articolo 1-ter prevede che i termini relativi agli importi e ai quantitativi massimi complessivi degli strumenti di acquisto e di negoziazione realizzati dalla Consip S.p.A. e dai soggetti aggregatori aventi ad oggetto i servizi di gestione e manutenzione dei sistemi IP e quelli aventi ad oggetto servizi di connettività del Sistema pubblico di connettività, la cui durata contrattuale non sia ancora scaduta alla data di entrata in vigore della legge di conversione del provvedimento in esame, siano prorogati al 31 dicembre 2023.

L'articolo 2, comma 1, proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 il termine a partire dal quale acquistano efficacia le disposizioni che consentono anche ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea, purché regolarmente soggiornanti in Italia, di utilizzare le dichiarazioni sostitutive riguardanti gli stati, le qualità personali e i fatti certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici italiani. Il comma 2, lettera a), proroga fino al 31 dicembre 2023 la validità della graduatoria di uno specifico concorso dei vigili del fuoco. Il comma 2, lettera b), abilita alla conduzione di veicoli, fino al 31 dicembre 2023, i residenti in Italia con patenti rilasciate nel Regno Unito. Il comma 2, lettera c), estende all'anno 2023 la possibilità di utilizzare le risorse non utilizzate nel 2021, destinate al contributo economico per i familiari del personale delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle Forze armate impegnato nell'azione di contenimento, del COVID-19 che abbia contratto una patologia cui sia conseguito il decesso. Il comma 3 proroga fino al 31 dicembre 2023 la validità della graduatoria di un ulteriore concorso dei vigili del fuoco. Il comma 4 differisce al 31 dicembre 2023 il termine per la verifica di vulnerabilità sismica degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, sia degli edifici e delle opere infrastrutturali rilevanti in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Il comma 4-bis proroga al 1° gennaio 2025 il termine a decorrere dal quale trovano applicazione le disposizioni concernenti il percorso di carriera necessario per la promozione a dirigente superiore e a primo dirigente della Polizia di Stato. Il comma 4-ter incrementa le risorse a disposizione del Commissario straordinario per le convenzioni, da stipulare con INVITALIA, per il supporto tecnico-operativo per l'attuazione degli interventi di ricostruzione post sisma 2009 e 2016, finanziati dal Fondo nazionale complementare al PNRR. A tale fine, il comma 4-quater aumenta da 5 milioni a 10 milioni di euro la quota delle risorse versate dalla Camera dei deputati al bilancio dello Stato nell'anno 2021 che il Commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma 2016-2017 può destinare agli oneri strettamente connessi alla realizzazione degli interventi. I commi 5 e 6 prorogano fino al 31 dicembre 2023 l'esonero dalla frequentazione dei corsi teorico-pratici per le guardie giurate da impiegare in servizi antipirateria. I commi 7 e 8 consentono di utilizzare anche per l'anno 2023 lo stanziamento per l'erogazione del contributo di rimborso ai comuni coinvolti nell'accoglienza di minori non accompagnati provenienti dall'Ucraina. Il comma 7-bis proroga al 31 dicembre 2023 un'ulteriore graduatoria di concorso dei vigili del fuoco. Il comma 7-ter riduce dal 50 al 40 per cento il numero dei votanti richiesto per la validità delle elezioni amministrative che si svolgeranno nel 2023, nei comuni con meno di 15.000 abitanti nei casi in cui sia stata ammessa e votata una sola lista. Il comma 9-bis proroga di tre anni una serie di termini previsti dal decreto ministeriale 19 marzo 2015 per gli adempimenti a carico delle strutture sanitarie che hanno aderito al piano di adeguamento antincendio. I commi 9-ter e 9-quater estendono al 2025 il contributo annuo di 200.000 euro per le associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno.

L'articolo 2-bis dispone che fino al 31 dicembre 2026 si applichino modalità semplificate di svolgimento dei concorsi per l'accesso alle Forze armate, Forze di polizia, Corpo nazionale dei vigili del fuoco, amministrazione penitenziaria e dell'esecuzione penale minorile ed esterna.

L'articolo 4, comma 1, estende anche al 2023 le modalità di riparto della quota premiale calcolata sulle risorse ordinarie per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale per le Regioni che adottino misure idonee a garantire l'equilibrio di bilancio. I commi 2 e 2-bis prorogano fino al 31 dicembre 2024 il Commissario liquidatore e il Comitato di sorveglianza, deputati alla liquidazione dell'Ente Strumentale alla Croce Rossa italiana (Esacri). Il comma 3 stabilisce un'ulteriore proroga, fino al 31 dicembre 2023, delle disposizioni che consentono alle aziende e agli enti del Servizio sanitario nazionale di procedere al reclutamento a tempo determinato di laureati in medicina e chirurgia abilitati all'esercizio della professione medica e iscritti agli ordini professionali, per fronteggiare l'emergenza pandemica. Il comma 3-bis proroga per il 2023 la possibilità per gli enti e le aziende del Servizio sanitario nazionale di conferire incarichi di lavoro autonomo a medici specializzandi nonché incarichi individuali a tempo determinato al personale delle professioni sanitarie e ad operatori socio-sanitari. Il comma 3-ter prevede che l'elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle aziende sanitarie locali possa essere integrato entro il 30 aprile 2023. Il comma 4 prevede che l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) possa rinnovare, fino al 31 dicembre 2023, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa con scadenza entro il 31 luglio 2022. Il comma 5 proroga per il 2023 la disciplina transitoria per la maturazione dei crediti formativi in ambito di formazione continua in medicina relativamente al triennio 2020-2022. Il comma 6 proroga al 31 dicembre 2024 le modalità di utilizzo di strumenti alternativi al promemoria cartaceo della ricetta elettronica, estendendole all'invio del numero di ricetta elettronica (NRE) per mezzo di posta elettronica. I commi 7 e 8 estendono a ciascun anno del biennio 2023-2024 l'accantonamento di risorse in favore di strutture, anche private accreditate, riconosciute quali IRCCS e centri di riferimento nazionali, con attività prevalente nell'ambito della ricerca, assistenza e cura relativamente al miglioramento dell'erogazione dei LEA. Il comma 7-bis dispone la proroga del Patto per la salute 2019-2021 fino all'adozione di un nuovo documento di programmazione sanitaria. Il comma 8-bis dispone in ordine alle procedure di ripiano per il superamento del tetto di spesa per i dispositivi medici, facendo confluire nel provvedimento in esame la disciplina già posta in materia dal decreto-legge n. 4 del 2023. Il comma 8-ter proroga per il 2023 la possibilità di svolgimento, a talune condizioni, di altre prestazioni lavorative per alcuni operatori sanitari del Servizio sanitario nazionale. I commi 8-quater e 9-decies estendono le attività per le quali i policlinici universitari possono usufruire del credito di imposta previsto dal decreto-legge n. 162 del 2019. I commi 9-bis e 9-ter, istituiscono, per gli anni 2023-2024, un Fondo per l'implementazione del Piano oncologico Nazionale 2023-2027 e ne stabiliscono i criteri di riparto tra le Regioni e le Province autonome. Il comma 9-quater differisce dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 la possibilità di attribuire alcuni incarichi ai medici iscritti ai corsi di formazione specialistica. Il comma 9-quinquiesdifferisce al 31 dicembre 2023 il termine per l'adeguamento delle strutture pubbliche e private accreditate eroganti prestazioni specialistiche e di diagnostica di laboratorio a standard organizzativi e di personale coerenti con i processi di incremento dell'efficienza resi possibili dal ricorso a metodiche automatizzate, al fine di ottenere un contributo da parte della Regione o provincia autonoma. Il comma 9-sexies proroga da dodici a ventiquattro mesi il termine per l'adozione del decreto del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per il contenimento della diffusione dell'insetto Coreabus undatus nocivo per il sughero. I commi 9-septies e 9-octies introducono disposizioni per lo smaltimento delle liste d'attesa per prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e per l'assistenza ospedaliera, consentendo alle Regioni e Province autonome, rispettivamente, l'utilizzo di risorse correnti non fruite entro il 31 dicembre 2022 allo scopo di avvalersi di strutture private accreditate, e la possibilità, fino al 31 dicembre 2023, di derogare ai regimi tariffari ordinari. Il comma 9-novies prevede il differimento, dal 28 febbraio 2023 al 30 giugno 2023, del termine di permanenza in carica dei componenti della Commissione consultiva tecnico-scientifica (CTS) e del Comitato prezzi e rimborso (CPR) nelle more della riorganizzazione dell'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), mentre il comma 9-undecies modifica le modalità di designazione di uno dei componenti del nuovo consiglio di amministrazione della medesima Agenzia, ad opera del Ministro dell'economia e delle finanze in luogo del Ministro della salute.

I commi 9-duodecies e 9-terdecies autorizzano l'INPS al trattamento dei dati connessi all'attuazione di specifiche convenzioni stipulate con enti bilaterali o con fondi sanitari e casse aventi fine assistenziale, nonché a trasferire ai predetti soggetti i dati anagrafici, retributivi, contributivi e di servizio in suo possesso necessari per la realizzazione delle finalità istituzionali. Il comma 9-quaterdecies, estende al 2023 la norma transitoria, già prevista per il 2021 e per il 2022, in base alla quale si assumono come regioni di riferimento (cd. benchmark) per il calcolo delle quote di riparto delle risorse del fabbisogno sanitario tutte le cinque regioni individuate come le migliori in termini di erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in condizioni di equilibrio economico. I commi da 9-quinquiesdecies a 9-septiesdecies incidono su una disciplina transitoria, posta dalla legge di bilancio 2022, volta alla stabilizzazione del personale del ruolo sanitario e del ruolo sociosanitario avente, in base a rapporti a termine instaurati a seguito di reclutamento con procedura concorsuale, una determinata anzianità di servizio presso enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale, ivi compreso il personale non più in servizio. Il comma 9-octiesdecies eleva in via transitoria da 70 a 72 anni il limite massimo di età per lo svolgimento dei rapporti di convenzione dei medici con il Servizio sanitario nazionale; la possibilità di elevamento è subordinata alla mancanza di offerta di personale medico convenzionato collocabile e non trova applicazione dopo il 31 dicembre 2026.

L'articolo 4-bis, assegna in via esclusiva alla Organizzazione Nazionale Antidoping (NADO) le attività di controllo antidoping, prorogando di conseguenza al 31 dicembre 2024 la presentazione del rapporto in materia del Comitato tecnico sanitario del Ministero della salute.

L'articolo 4-ter reca alcune norme di proroga, accomunate dalla finalità dichiarata di rispondere alla domanda di personale delle strutture sanitarie. Il comma 1, lettera a), prolunga l'applicabilità di una disciplina transitoria in tema di reclutamento, a tempo determinato e con orario a tempo parziale, di medici specializzandi e di altri professionisti sanitari in corso di specializzazione. La successiva lettera b) prolunga al 2025 la possibilità, a determinate condizioni, per medici e infermieri stranieri di esercitare, presso strutture del Servizio sanitario nazionale in Italia in deroga alla disciplina di riconoscimento delle qualifiche professionali. A tal fine viene introdotto anche un obbligo di comunicazione all'Ordine competente.

L'articolo 5, comma 1, proroga al 1° settembre 2023 il termine per l'immissione in ruolo del personale interessato dalla procedura relativa alla copertura di posti di collaboratore scolastico già autorizzati nell'ambito della stabilizzazione di personale proveniente dalle imprese di pulizia impegnate nelle scuole. Il comma 2 proroga dal 31 marzo 2023 al 31 maggio 2023 il termine ultimo per l'aggiudicazione degli interventi di messa in sicurezza, ristrutturazione, riqualificazione o costruzione di edifici di proprietà dei comuni destinati ad asili nido, scuole dell'infanzia e a centri polifunzionali per i servizi alla famiglia. Il comma 3 proroga dall'anno 2022 all'anno 2023 il termine ultimo entro cui il Ministro dell'istruzione è autorizzato a bandire un concorso per la copertura del 50 per cento dei posti per l'insegnamento della religione cattolica che si prevede siano vacanti e disponibili negli anni scolastici dal 2022/2023 al 2024/2025. Il comma 4 estende al 2023 il regime giuridico della ripartizione dei finanziamenti degli ITS Academy già previsto in via transitoria per il 2022. Il comma 5 proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2024 il termine per l'adeguamento alla normativa antincendio per gli edifici scolastici e i locali adibiti a scuola, mentre il comma 6 dispone la soppressione del termine del 31 dicembre 2021, ormai spirato, entro cui devono essere definite, da un lato, idonee misure gestionali di mitigazione del rischio, da osservare sino al completamento dei lavori di adeguamento, dall'altro lato, scadenze differenziate per il completamento dei lavori di adeguamento a fasi successive. Il comma 5-bis dispone anche per il 2023 l'assegnazione di una quota parte del Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione al Ministero dell'istruzione e del merito per l'attivazione del sistema informativo nazionale. Il comma 5-ter uniforma la durata in carica dei componenti elettivi e non elettivi dell'attuale Consiglio superiore della pubblica istruzione, stabilendola per tutti sino al 31 agosto 2024. Il comma 5-quater proroga dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024 il termine ultimo entro cui deve procedersi all'adeguamento alle norme di prevenzione degli incendi e di sicurezza dei luoghi della cultura e sedi del Ministero della cultura, nonché alle sedi degli altri Ministeri vincolate ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio. Il comma 7 reca una norma di proroga, per l'anno 2023, con esclusivo riferimento alla progressione all'area dei direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA) delle istituzioni scolastiche ed educative, dell'applicazione di una disciplina transitoria in materia di procedure selettive di progressione. Il comma 8 proroga all'anno scolastico 2023/2024 la possibilità (già prevista per gli anni scolastici 2021/2022 e 2022/2023) di conferire in via straordinaria incarichi temporanei attingendo anche alle graduatorie degli educatori dei servizi educativi per l'infanzia. Il comma 9 proroga all'anno scolastico 2023/2024 la facoltà per i dirigenti degli Uffici scolastici regionali di derogare al numero minimo e massimo di alunni per classe nelle aree colpite dagli eventi sismici verificatisi nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, nonché nei comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno dell'Isola di Ischia. Il comma 10 proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 l'obbligo per il Consiglio superiore della pubblica istruzione (CSPI) di rendere i pareri di propria competenza nel termine di sette giorni. Il comma 11 ripropone la proroga all'anno scolastico 2022/2023 della deroga al requisito del necessario svolgimento dei percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento ai fini dell'ammissione agli esami di Stato del secondo ciclo. Il comma 11-bis fissa al 1° giugno 2023 la data a decorrere dalla quale il Ministero dell'istruzione è autorizzato a bandire un concorso pubblico per l'assunzione a tempo indeterminato di complessivi 146 dirigenti tecnici. Il comma 11-ter proroga per l'anno 2023 il contributo a favore della Fondazione "I Lincei per la scuola" presso l'Accademia nazionale dei Lincei. Il comma 11-quater consente, anche nell'anno scolastico 2023/2024, la possibilità di effettuare le operazioni di assunzione, limitatamente alle classi di concorso per le quali non sia possibile effettuare le nomine a tempo determinato in tempo utile per lo svolgimento del percorso annuale di formazione iniziale e prova. I commi da 11-quinquiesa 11-novies estendono fino all'anno scolastico 2025/2026 la validità della graduatoria del corso-concorso nazionale per il reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali indetto nel 2017.

L'articolo 6, comma 1, proroga al 31 dicembre 2023 il termine entro il quale le università, gli istituti e gli enti pubblici di ricerca possono continuare a conferire assegni di ricerca secondo la disciplina vigente prima del 30 giugno 2022. Il comma 2 differisce al 31 dicembre 2023 il termine per l'erogazione delle somme residue di mutui concessi da Cassa depositi e prestiti per interventi di edilizia universitaria. Il comma 3 estende dall'anno accademico 2022-2023 all'anno accademico 2023-2024 la possibilità di attingere, per il conferimento di incarichi di insegnamento a tempo indeterminato e a tempo determinato nelle Istituzioni AFAM, alle graduatorie nazionali ad esaurimento cosiddette "143". Il comma 4, proroga all'anno accademico 2024/2025 l'avvio dell'applicazione del regolamento recante le procedure e le modalità per la programmazione e il reclutamento del personale docente e del personale amministrativo e tecnico del comparto AFAM, al contempo differendo al 31 dicembre 2023 il termine per l'approvazione della prima programmazione triennale del reclutamento del personale docente e tecnico-amministrativo, a tempo indeterminato e determinato. Il comma 4-bis differisce dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 il termine entro il quale i diplomi accademici rilasciati dalle istituzioni dell'alta formazione artistica musicale e coreutica sono riconosciuti come equipollenti ai diplomi accademici di secondo livello. Il comma 4-ter, consente alle istituzioni dell'alta formazione artistica musicale e coreutica di reclutare, per l'anno accademico 2023/2024 personale docente a tempo indeterminato, nelle more della piena attuazione del regolamento disciplinante le procedure di reclutamento del personale delle medesime istituzioni. Il comma 5 proroga al 30 giugno 2023 il termine per l'emanazione del decreto sulla formazione universitaria in osteopatia e in chiropratica. Il comma 5-bis proroga al 31 gennaio 2025 il termine per il conseguimento dell'attestazione per l'esercizio della professione di interprete in LIS e LIST in tema di lingue dei segni. Il comma 6 proroga al 31 dicembre 2023 alcuni termini per assunzioni relative alla Struttura tecnica di missione per il rafforzamento della qualità della formazione universitaria specialistica nel settore sanitario. Il comma 7 proroga al 31 dicembre 2023 il termine entro il quale il Ministero dell'università è autorizzato ad assumere con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato il contingente di personale assegnato alla Struttura tecnica di valutazione dei progetti di ricerca. Il comma 8 proroga al 31 dicembre 2023 il termine per la conclusione dei lavori delle commissioni nazionali per l'abilitazione scientifica nazionale per la tornata 2021-2023. Il comma 8-bis proroga al 31 dicembre 2023 le modalità semplificate di svolgimento degli esami per l'abilitazione ad alcune professioni (tra le quali agronomo, architetto, chimico, geologo, commercialista) introdotte durante l'emergenza COVID-19. Il comma 8-ter prevede che l'ultima sessione delle prove finali per il conseguimento del titolo di studio relative all'anno accademico 2021/2022 sia prorogata al 15 giugno 2023. Il comma 8-quater proroga, con esclusivo riferimento agli enti pubblici di ricerca al 31 dicembre 2026 il termine entro il quale è possibile per l'amministrazione ricorrere alle tipologie di stabilizzazione del personale. Il comma 8-quinquiesdifferisce al 31 dicembre 2024 il termine ultimo per attivare il procedimento di chiamata nel ruolo di professore di prima e seconda fascia di professori di seconda fascia e ricercatori a tempo indeterminato in servizio nell'università procedente, che abbiano conseguito l'abilitazione scientifica nazionale. Il comma 8-sexies proroga la durata dell'abilitazione scientifica nazionale per l'accesso alla carriera di docente universitario da 10 a 11 anni.

L'articolo 7, comma 1, proroga fino al 31 dicembre 2023 le funzioni del commissario straordinario per il risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche. Il comma 2 posticipa al 31 dicembre 2023 il termine finale di durata della disciplina che consente alle fondazioni lirico-sinfoniche di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato di personale artistico, tecnico e amministrativo mediante procedure selettive riservate. I commi 3 e 4 dispongono che il Comitato promotore delle celebrazioni legate alla figura di Pietro Vannucci detto «Il Perugino» rimanga in carica fino al 31 dicembre 2023, prevedendo a tal fine un'autorizzazione di spesa pari a 150.000 euro per l'anno 2023. Il comma 5 proroga al 31 dicembre 2026 il mantenimento in essere delle contabilità speciali intestate ai Segretariati regionali di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria per il completamento degli interventi per la sicurezza del patrimonio culturale. Il comma 6 proroga al 31 dicembre 2023 il termine fino al quale sono assicurate lo svolgimento delle funzioni del Direttore generale di progetto, del vice direttore generale vicario e della struttura di supporto per la tutela e la valorizzazione del sito archeologico di Pompei e delle aree limitrofe, mentre il comma 7 provvede alla copertura dei relativi oneri Il comma 7-bis estende dal 2022 al 2023 le modalità di riparto, tra le fondazioni lirico-sinfoniche, della quota del Fondo unico per lo spettacolo dal vivo, in deroga ai criteri generali e alle percentuali di ripartizione attualmente previsti. I commi 7-ter e 7-quater rifinanziano i contributi per l'Accademia internazionale di Imola, dell'Accademia musicale Chigiana di Siena e della Fondazione Scuola di musica di Fiesole. Il comma 7-quinquiesprevede che, a decorrere dal 2023, le risorse destinate all'erogazione di contributi in favore delle scuole di eccellenza dell'altissima formazione musicale, siano ripartite tra i soggetti beneficiari del Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, Il comma 7-sexies interviene sulla disciplina (sperimentale) vigente in materia di semplificazioni per la realizzazione di spettacoli dal vivo. Il comma 7-septies prevede che i componenti delle Commissioni consultive per lo spettacolo presso il Ministero della cultura, nominati con decreti ministeriali del 19 e del 25 gennaio 2022 (relative alla danza, al circo e allo spettacolo dal vivo, al teatro e alla musica), restino in carica fino al 31 dicembre 2023. Il comma 7-octies proroga al 30 settembre 2024 la validità delle graduatorie comunali del personale scolastico, educativo e ausiliario.

L'articolo 8 proroga al 31 dicembre 2023: la facoltà di svolgere le funzioni di dirigente dell'esecuzione penale esterna da parte dei dirigenti di istituto penitenziario (comma 1); la facoltà di svolgere le funzioni di direttore degli istituti penali per i minorenni da parte dei dirigenti di istituto penitenziario (comma 2); la possibilità per gli uffici giudiziari di continuare ad avvalersi del personale comunale ivi comandato o distaccato per le attività di custodia, telefonia, riparazione e manutenzione ordinaria, sulla base di specifici accordi da concludere con le amministrazioni locali (comma 3); il divieto di assegnazione del personale dell'amministrazione della giustizia ad altre amministrazioni (comma 4). Il comma 4-bis prevede il blocco fino al 31 dicembre 2023 per il personale dell'amministrazione della giustizia della mobilità volontaria mediante passaggio diretto di personale tra amministrazioni diverse. Il comma 4-ter, alla lettera a), proroga di un ulteriore anno la disciplina transitoria che consente l'iscrizione all'albo per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori a coloro che siano in possesso dei requisiti previsti prima dell'entrata in vigore della riforma forense del 2012 e, alla lettera b), differisce di un anno (alla sessione 2024) anche l'entrata in vigore della nuova disciplina dell'esame per l'abilitazione ad avvocato. I commi 5 e 6 prorogano al 31 dicembre 2023 il termine per la cessazione del temporaneo ripristino delle sezioni distaccate insulari di Lipari e Portoferraio, mentre il comma 7 provvede alla relativa copertura finanziaria. Il comma 8 reca la proroga delle disposizioni emergenziali dettate, nell'ambito del processo civile, sullo svolgimento delle udienze pubbliche nei procedimenti civili davanti alla Corte di cassazione e sul rilascio in forma telematica della formula esecutiva. Il comma 8-bis proroga al 31 dicembre 2023 le disposizioni relative al deposito mediante invio da posta elettronica certificata di atti, documenti e istanze nell'ambito dei procedimenti penali militari. I commi 8-ter e 8-quater differiscono al 1°gennaio 2025 la data di efficacia della soppressione delle sedi distaccate dei tribunali de L'Aquila e Chieti. Il comma 9 proroga sino al 31 maggio 2023 l'obbligo di pagamento con sistemi telematici dell'anticipazione forfettaria prevista dall'articolo 30 del Testo unico in materia di spese di giustizia. Il comma 9-bis prevede che il divieto di delegare ai giudici onorari del tribunale per i minorenni l'ascolto del minore e l'assunzione delle testimonianze, previsto dall'articolo 473-bis.1, secondo comma, del codice di procedura civile, si applica ai procedimenti introdotti successivamente al 30 giugno 2023. Il comma 10 prevede la proroga fino al 28 febbraio 2023 dei contratti a tempo determinato previsti dall'articolo 1, comma 925, della legge di bilancio per il 2021, concernenti personale amministrativo non dirigenziale del Ministero della giustizia impiegato nelle attività di eliminazione dell'arretrato. Il comma 10-bis proroga dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2025 il termine entro il quale il Ministero della giustizia può assumere con contratto a tempo indeterminato personale amministrativo, non dirigenziale, da impiegare nell'Area II-F1. Il comma 11-bis consente al Ministero della giustizia di utilizzare fino al 31 dicembre 2024 le graduatorie dei concorsi per le assunzioni di direttori e cancellieri esperti. I commi da 11-ter a 11-quinquies, oltre ad incrementare la dotazione del Fondo per il ristoro dei danni subìti dalle vittime di crimini di guerra e contro l'umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano dalle forze del Terzo Reich, con riguardo al triennio 2024-2026, prorogano anche i termini per l'esercizio delle azioni di accertamento e liquidazione dei danni subìti dalle vittime di crimini di guerra e contro l'umanità dalle forze del Terzo Reich.

ROBERTO PELLA, Relatore per la V Commissione. (Relazione – A.C. 888​). Come ricordato dal relatore per la I Commissione, onorevole Urzì, nel corso del mio intervento mi soffermerò sui contenuti degli articoli da 3 a 3-quinquies e da 9 a 24.

L'articolo 3, comma 1, proroga al 30 giugno 2023 i termini della presentazione della dichiarazione IMU 2021, da parte dei soggetti passivi di tale imposta. Il comma 2 proroga, anche per il 2023, l'esonero dall'obbligo di fatturazione elettronica per i soggetti tenuti all'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria. Il comma 3 proroga al 1° gennaio 2024 il termine a decorrere dal quale i soggetti tenuti all'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria devono adempiere all'obbligo di registrazione dei corrispettivi giornalieri esclusivamente mediante modalità telematiche. Il comma 4 proroga all'anno 2023 le norme che escludono le amministrazioni pubbliche dall'aggiornamento relativo alla variazione degli indici ISTAT del canone dovuto per l'utilizzo in locazione passiva di immobili per finalità istituzionali. Il comma 5 proroga dal 31 dicembre 2022, fino alla data di acquisizione dell'efficacia del decreto legislativo, in corso di adozione, recante la disciplina dei contratti pubblici e comunque non oltre il 30 giugno 2023, l'applicazione dell'articolo 144, comma 6, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, ai sensi del quale l'affidamento dei servizi sostitutivi di mensa avviene esclusivamente con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Il comma 5-bis dispone il rinvio del pagamento del contributo relativo al 2022 a favore del comune di Palermo, il quale ha stipulato a gennaio 2023 un Accordo con il Governo per il ripiano del disavanzo. Il comma 6 differisce di un anno i termini in materia di età di pensionamento dei giudici tributari. Il comma 7 proroga al 30 giugno 2023 l'operatività della Commissione tecnica del FIR – Fondo indennizzo risparmiatori. Il comma 7-bis proroga nell'anno 2023 l'attività di segreteria tecnica svolta da Consap a supporto della Commissione tecnica per l'esame delle domande e l'ammissione all'indennizzo del FIR. Il comma 8 estende all'esercizio in corso al 31 dicembre 2023 la facoltà di sospendere l'ammortamento del costo delle immobilizzazioni materiali e immateriali, per tutti i soggetti che non adottano i principi contabili internazionali. Il comma 9 proroga l'estensione alle perdite emerse nell'esercizio in corso al 31 dicembre 2022 della disciplina di "sterilizzazione" prevista in origine dal decreto-legge n. 23 del 2020. Il comma 10 differisce al 1°gennaio 2024 l'applicazione delle disposizioni di contenimento della spesa pubblica per la Fondazione Enea Tech e Biomedical. Il comma 10-bis proroga al 30 giugno 2023 l'estensione della garanzia massima dell'80 per cento, a valere sul Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa, sulla quota capitale dei mutui destinati alle categorie prioritarie, aventi specifici requisiti di reddito e età. Il comma 10-ter proroga al 30 giugno 2023 il termine entro il quale il Gestore del Servizio elettrico (GSE) è tenuto a versare all'entrata del bilancio dello Stato i proventi derivanti dall'attuazione da febbraio ad agosto 2022 del meccanismo di compensazione a due vie applicabile a taluni produttori di energia da fonte rinnovabile. Il comma 10-quater proroga di tre mesi, fino al 31 marzo 2023, il termine entro il quale i comuni capoluogo di provincia che hanno presentato la proposta di accordo per il riequilibrio finanziario, non ancora sottoscritto con il Governo, possono presentare o riformulare il piano di riequilibrio finanziario pluriennale ovvero l'ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato. Il comma 10-quinquies sospende i termini previsti per l'utilizzo dell'aliquota agevolata dell'imposta di registro per l'acquisto della prima casa nonché del credito di imposta a favore della parte acquirente per il caso di riacquisto - entro un anno dall'alienazione della precedente - di una abitazione da adibire sempre a prima casa. Il comma 10-sexies concerne il differimento di termini concernenti le addizionali regionali. Il comma 10-septies proroga al 31 dicembre 2023 il termine per la presentazione di specifiche istanze di liquidazione di crediti derivanti da obbligazioni contratte dal comune di Roma. Il comma 10-octies proroga al 31 marzo 2023 il termine per l'invio della comunicazione all'Agenzia delle entrate dell'esercizio delle opzioni alternative alla detrazione fiscale (sconto in fattura e cessione del credito) previste per le spese sostenute nel 2022 per alcuni interventi edilizi. Il comma 10-novies proroga alla stessa data il termine entro cui gli amministratori di condominio sono tenuti a trasmettere all'Agenzia delle entrate le spese relative ad interventi effettuati sulla parte comune degli edifici residenziali. Il comma 10-decies reca disposizioni circa la conclusione del programma cashback. È fissato il termine del 31 luglio 2023 sia per l'invio dei dati relativi a rimborsi non ancora effettuati per dati errati o mancanti, sia per la promozione delle controversie. Il comma 10-undecies proroga al 31 luglio 2023 l'applicazione delle disposizioni in materia di svolgimento delle assemblee di società ed enti introdotte in relazione all'emergenza COVID-19.

L'articolo 3-bis modifica la disciplina di alcune misure a favore del contribuente introdotte dalla legge di bilancio 2023, disponendo, tra l'altro, l'estensione del ventaglio di opzioni praticabili in ordine all'annullamento automatico dei carichi fino a 1.000 euro (cosiddetto “saldo e stralcio”) per gli enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali.

L'articolo 3-ter, al comma 1, estende fino al 2025 l'applicazione della norma che consente agli enti territoriali di utilizzare, senza vincoli di destinazione, le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi. I commi 2 e 3 prevedono poi alcune misure specifiche correlate con le esigenze determinate dall'attuale emergenza dovuta all'aumento dei costi energetici.

L'articolo 3-quater proroga fino al 30 giugno 2023 i termini di novanta e sessanta giorni, previsti dal Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, ai fini della deliberazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, per gli enti locali che abbiano proceduto al rinnovo degli organi elettivi nell'anno 2022.

L'articolo 3-quinquies stabilisce una rimodulazione dell'utilizzo delle risorse relative al credito d'imposta per investimenti in favore del settore turistico, con riguardo alle richieste di fruizione del credito presentate entro il 31 dicembre 2022.

L'articolo 9, comma 1, alla lettera a), proroga al 31 dicembre 2023 i termini di prescrizione della contribuzione per i periodi retributivi relativi alle annualità fino al 2018 e, alla lettera b), proroga fino al 31 dicembre 2023 la deroga agli ordinari termini di prescrizione. Il comma 2 proroga per il 2023 la procedura semplificata, già prevista per il 2021 e il 2022, relativa al rilascio del nulla osta al lavoro per cittadini non comunitari il cui ingresso in Italia è regolato annualmente da appositi decreti. Il comma 3 modifica alcuni termini temporali concernenti l'adeguamento delle regolamentazioni interne dei fondi di solidarietà bilaterali e dei due fondi territoriali intersettoriali istituiti, delle province autonome di Trento e di Bolzano. Il comma 3-bis estende al 31 dicembre 2023 il termine per l'applicazione delle norme previgenti al nuovo Codice del Terzo settore, ai fini e per gli effetti derivanti dall'iscrizione degli enti nei Registri di Onlus, Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di promozione sociale, in attesa della piena operatività del Registro unico del Terzo settore. Il comma 4 proroga il periodo di transitorietà per l'applicazione delle disposizioni del cinque per mille dell'IRPEF in favore delle ONLUS, in attesa dell'istituzione e dell'operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore. Il comma 4-bis proroga dal 30 giugno 2024 al 30 giugno 2025 il termine finale di applicazione di una norma transitoria, relativa alla durata complessiva delle missioni a tempo determinato presso un soggetto utilizzatore nell'ambito di un contratto di somministrazione di lavoro. I commi 4-ter, 4-quater e 5-ter prorogano al 30 giugno 2023 i termini di norme transitorie in materia di lavoro agile relative a varie categorie di lavoratori. Il comma 5 prevede che le domande di accesso alla prestazione integrativa del trattamento di cassa integrazione straordinaria, presentate tra il 1° gennaio e il 30 settembre 2022, dalle aziende rientranti nel campo di applicazione del Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale, siano considerate validamente trasmesse anche se pervenute oltre il termine di decadenza. Il comma 5-bis proroga sino al 2026 la possibilità, attualmente prevista sino al 2023, per i lavoratori interessati da eccedenze di personale, di accedere al pensionamento anticipato qualora raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento nei 7 anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro, in luogo dei 4 anni previsti a regime.

L'articolo 9-bis prevede che il programma di azione per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, da predisporre periodicamente in attuazione della legislazione nazionale e internazionale in materia, abbia carattere triennale anziché biennale.

L'articolo 10, al comma 1, posticipa al 1° gennaio 2024 il divieto di circolazione per veicoli adibiti a servizi di trasporto pubblico locale Euro 2. Il comma 2 proroga al 31 dicembre 2023 il termine per la conclusione delle procedure di finanza di progetto per l'affidamento della concessione dell'autostrada A22 Brennero-Modena, mentre il comma 3 provvede alla copertura dei conseguenti oneri finanziari. Il comma 4 differisce al 31 dicembre 2023 il termine per il perfezionamento dell'aggiornamento dei piani economico-finanziari dei concessionari autostradali presentati nel termine del 30 marzo 2020 e per il conseguente adeguamento delle tariffe autostradali. Il comma 4-bis, estende anche all'anno 2023 la possibilità, già prevista per l'anno 2022, di aggiornare il quadro economico o il computo metrico del progetto esecutivo, in corso di approvazione o approvato alla data di entrata in vigore del decreto-legge n. 50 del 2022, ossia il 18 maggio 2022. Il comma 5 proroga fino al 31 dicembre 2025 la possibilità per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, già prevista per il triennio 2020-2022, di estendere dall'8 al 12 per cento la percentuale degli incarichi di livello dirigenziale non generale da conferire a personale in servizio del Ministero per le attività di vigilanza sui concessionari e di monitoraggio delle opere pubbliche. Il comma 6 differisce al 31 dicembre 2023 l'entrata in vigore di una serie di disposizioni relative ai trasporti eccezionali. Il comma 6-bis proroga al 31 dicembre 2023 il termine entro il quale è consentito effettuare la revisione periodica dei veicoli a motore e dei loro rimorchi. Il comma 6-ter proroga al 31 dicembre 2023 il termine relativo allo svolgimento delle prove per le abilitazioni delle patenti di guida anche da parte di personale in quiescenza degli uffici della Motorizzazione civile. Il comma 7 proroga al 30 giugno 2023 le autorizzazioni all'esercizio di attività di formazione e concessione per lo svolgimento delle attività di salvamento acquatico. Il comma 7-bis autorizza le Autorità di sistema portuale a erogare risorse a favore di fornitori di lavoro e imprese titolari di contratti d'appalto nel settore portuale. Il comma 8 proroga fino al 30 settembre 2023 l'applicabilità della disciplina di incentivazione degli investimenti pubblici in relazione ai contratti pubblici sopra soglia, estendendola anche agli operatori economici con sede operativa collocata in aree di crisi industriale che abbiano acquistato, nei dodici mesi successivi alla cessazione dello stato di emergenza da COVID–19, stabilimenti o aziende ubicate in dette aree. Il comma 9 proroga il termine dei versamenti dei tributi nonché dei contributi previdenziali ed assistenziali nel comune di Lampedusa e Linosa, mentre il successivo comma 10 stabilisce che i predetti versamenti non comportano l'applicazione di sanzioni o interessi e specifica le modalità della loro eventuale rateizzazione. Il comma 10-bis modifica, in via transitoria, le modalità di attribuzione delle risorse finanziarie statali alla Fondazione Human Technopole. I commi 10-ter e 10-quater prorogano il termine per la ripartizione del contributo ai comuni sedi di città metropolitane della Regione siciliana nonché dispongono un ulteriore contributo in favore del comune di Lampedusa e Linosa. I commi 11, 11-sexies e 11-septies, differiscono al 31 dicembre 2023 l'obbligo dei gestori dei servizi di navigazione sui laghi Maggiore, Garda e Como di versare gli utili di gestione all'entrata del bilancio dello Stato, estendendo il periodo del mandato del gestore. Il comma 11-bis proroga al 31 marzo 2023 i termini previsti per l'adozione da parte delle pubbliche amministrazioni del Piano integrato di attività e di organizzazione (PIAO) e del Piano triennale per la prevenzione della corruzione (PTPC). Il comma 11-ter prevede inoltre che, nelle more dell'approvazione del PIAO, le amministrazioni interessate possano comunque aggiornare la sottosezione del Piano relativa alla programmazione del fabbisogno di personale al solo fine di procedere alle assunzioni a tempo determinato nei comuni delle isole minori con popolazione fino a 10.000 abitanti, ove nell'anno precedente sia stato registrato un numero di migranti sbarcati superiore almeno al triplo della popolazione residente. I commi 11-quater e 11-quinquies prorogano dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2025 le disposizioni relative agli interventi di messa in sicurezza del bacino acquifero del Gran Sasso. Il comma 11-octies prevede il differimento dal 31 maggio 2022 al 30 giugno 2023 del termine per l'adozione del decreto interministeriale che disciplina l'autorizzazione per la movimentazione, nel contermine lagunare di Venezia, dei sedimenti risultanti dall'escavo dei relativi fondali, nonché i termini del relativo procedimento. Il comma 11-novies proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 i termini per l'effettuazione di tutte le certificazioni e i collaudi dei motopescherecci adibiti alla pesca professionale e delle navi. I commi 11-decies e 11-undecies prorogano di un ulteriore anno alcune autorizzazioni amministrative nel settore dell'edilizia privata nonché i termini delle convenzioni di lottizzazione urbanistica. Il comma 11-duodecies proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 il termine di applicazione dei prezziari ai contratti pubblici. I commi 11-terdecies e 11-quaterdecies prorogano al 31 dicembre 2023 l'autorizzazione concessa all'ENAC a corrispondere a determinate categorie sociali un contributo per i biglietti aerei acquistati da e per Palermo e Catania. I commi 11-quinquiesdecies e 11-sexiesdecies, prorogano al 30 giugno del 2024 i termini per l'aggiudicazione di una serie di interventi caratterizzati dalla indifferibilità ed urgenza, nonché per la messa in sicurezza nel bacino del Po. Il comma 11-septiesdecies prevede la trasmissione annuale da parte dei concessionari autostradali dei rispettivi piani economico-finanziari alle competenti Commissioni parlamentari.

L'articolo 10-bis proroga fino al 31 marzo 2023 i termini per l'affidamento di lavori di realizzazione delle opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio compresi tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022.

L'articolo 10-ter prevede che i titolari delle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo possono mantenere installati i manufatti fino al 31 dicembre 2023, nelle more del riordino della materia.

L'articolo 10-quater istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un tavolo tecnico con compiti consultivi e d'indirizzo in tema di concessioni su beni demaniali marittimi, lacuali e fluviali. Viene altresì disposta la proroga, dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025, del termine entro cui devono essere concluse le procedure selettive di affidamento delle concessioni, laddove esse non si siano potute concludere entro il 31 dicembre 2023 in presenza delle ragioni oggettive, previste nell'articolo 3, comma 3, della legge n. 118 del 2022. Fino alla data di rilascio delle nuove concessioni restano efficaci quelle in essere.

L'articolo 11, comma 1 differisce al biennio 2022-2023 il termine previsto, per l'anno 2021, per il reclutamento a tempo determinato del contingente massimo di 150 unità, a disposizione dei Commissari straordinari per la realizzazione degli interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico. Il comma 2 reca proroghe in materia di assunzione di personale presso il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica. Il comma 3 prevede una proroga in materia di assunzione di personale non dirigenziale ad elevata specializzazione tecnica presso il medesimo Ministero. Il comma 4 proroga di un anno, dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023, il termine per la realizzazione delle attività connesse alla messa in sicurezza dello stabilimento Stoppani. Il comma 5 proroga di un anno il termine per la ricognizione e la riperimetrazione dei siti contaminati attualmente classificati di interesse nazionale. Il comma 6 proroga una serie di termini relativi all'elaborazione e alla trasmissione di informazioni in materia di rumore ambientale. Il comma 7, in riferimento agli interventi per la riqualificazione e riconversione del Polo industriale di Piombino, proroga di un anno, al 30 giugno 2024, il termine per l'assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti. Il comma 8 proroga fino al 30 giugno 2023 la sospensione dell'efficacia delle clausole contrattuali che consentono all'impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali di contratto relative alla definizione del prezzo. Il comma 8-bis prevede che le risorse del fondo istituito con la legge di bilancio 2023 per il contrasto degli aumenti dei prezzi nel settore del gas naturale siano destinate prioritariamente a finanziare meccanismi di reintegrazione di morosità a favore degli esercenti il servizio di distribuzione e il servizio di fornitura di ultima istanza. Il comma 8-ter proroga dal 31 dicembre 2023 al 30 giugno 2024 il termine entro il quale i lavori istruttori svolti dai commissari nell'ambito delle Sottocommissioni e dei Gruppi istruttori della Commissione PNRR-PNIEC possono svolgersi anche in videoconferenza. Il comma 8-quater prevede che per gli impianti fotovoltaici fino a 10 kW, entrati in esercizio negli anni dal 2006 al 2012, il termine entro il quale i soggetti responsabili possono comunicare al GSE la scelta di partecipare a un sistema collettivo per lo smaltimento a fine vita dei relativi materiali è fissato al 30 giugno 2023. I commi 8-quinquies e 8-sexies prorogano dal 31 ottobre 2023 al 31 dicembre 2024 il termine massimo di durata dei contratti di lavoro a tempo determinato per l'attuazione degli investimenti contro il dissesto idrogeologico.

Il comma 8-septies differisce fino al 31 dicembre 2023 l'efficacia della disposizione transitoria secondo cui in caso di impianti di produzione di cemento autorizzati allo svolgimento di operazioni di recupero di rifiuti "R1" si considera vincolante soltanto il quantitativo massimo annuo di utilizzo, limitatamente ai quantitativi effettivamente avviati al recupero energetico. Il comma 8-octies proroga al 31 dicembre 2023 il termine per l'adozione del decreto ministeriale di incentivazione del biometano. Il comma 8-novies interviene, al fine di aumentare la sicurezza del sistema energetico nazionale, sulla disciplina di cui all'articolo 5-bis del decreto-legge n. 14 del 2022, prevedendo che i relativi interventi possono proseguire fino al 31 marzo 2024. Il comma 8-decies consente di destinare alle spese energetiche degli enti locali i proventi delle sanzioni amministrative per eccesso di velocità e dei parcheggi a pagamento comunali per tutto l'anno 2023. Il comma 8-undecies proroga di ulteriori sei mesi il termine per la valutazione da parte del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica di una possibile revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti.

L'articolo 12 dispone la proroga, fino al 31 dicembre 2023, della gestione commissariale dell'Alitalia. Il comma 1-bis posticipa dal 30 giugno al 30 novembre 2023 il termine ultimo per l'effettuazione di investimenti in "altri beni strumentali" nuovi per cui spetta, ai sensi della legge di bilancio per il 2021, un credito d'imposta pari al 6 per cento. Il comma 1-ter proroga dal 30 settembre 2023 al 30 novembre 2023 il regime del credito d'imposta previsto dalla legge di bilancio per il 2021 a favore delle imprese che abbiano effettuato investimenti in beni strumentali nuovi. Il comma 2 posticipa al 30 settembre 2023 il termine di scadenza del contratto nazionale di servizio della RAI con il Ministero competente. Il comma 2-bis prevede che, fino alla data del 31 dicembre 2023, il fornitore del servizio universale postale provveda alla consegna anche agli enti del Terzo settore dei decoder DVBT-2/HEVC. Il comma 3 estende alle annualità 2023 e 2024 la concessione dei contributi per l'acquisto di colonnine di ricarica dei veicoli elettrici. Il comma 4 proroga di un anno, al 31 dicembre 2023, il termine entro il quale la Regione siciliana può provvedere alla riorganizzazione del proprio sistema camerale. Il comma 4-bis estende fino al 31 dicembre 2026 la disposizione prevista per agevolare la realizzazione degli interventi relativi alle Case dei servizi di cittadinanza digitale "Polis”. I commi 5 e 6 prevedono che il Ministero delle imprese e del Made in Italy predisponga una procedura di gara per selezionare un operatore di rete radiofonica digitale che renda disponibile per la Città del Vaticano, senza oneri, capacità trasmissiva con copertura nazionale, come previsto dall'Accordo con la Santa Sede del 2010. Il comma 5-bis prevede l'applicazione anche per il 2023 del contributo per la conversione in digitale e per la conservazione in archivi multimediali delle imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione di interesse generale. Il comma 6-bis prevede che le disposizioni in materia di determinazione del contenuto e delle caratteristiche della polizza di assicurazione previste a garanzia degli acquirenti di immobili da costruire non si applicano agli immobili per i quali il titolo edilizio sia stato rilasciato prima della data di entrata in vigore del medesimo decreto. Il comma 6-ter prevede che il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze con cui sono approvati gli schemi dell'atto costitutivo e dello statuto della fondazione "Centro italiano per il design e i circuiti integrati a semiconduttore" sia adottato di concerto con il Ministro delle imprese e del made in Italy entro il 1°aprile 2024. I commi 6-quater e 6-quinquies intervengono sulle disposizioni che assoggettano all'obbligo di notifica preventiva al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale le esportazioni delle materie prime critiche, qualificando come tali, ex lege, i rottami ferrosi. Il comma 6-sexies proroga, dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024, il termine dell'efficacia delle concessioni e dei rapporti in essere su beni demaniali marittimi, lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative e sportive.

L'articolo 12-bis proroga i termini per il completamento dell'adeguamento alle disposizioni di prevenzione incendi, fissandoli al 31 dicembre 2024 per le attività ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto e al 31 dicembre 2023 per i rifugi alpini.

L'articolo 13, al comma 1, in relazione ai servizi in rete del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale rivolti ai cittadini all'estero, proroga, dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2025, il termine per il rilascio di credenziali per l'identificazione e l'accesso ai propri servizi in rete.

I commi 2 e 3 intervengono sulla disciplina delle misure di intervento straordinario a favore delle imprese esportatrici colpite dagli effetti negativi derivanti dal conflitto russo-ucraino. Il comma 4 proroga dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 il termine sino al quale la Regione Emilia-Romagna opera in qualità di stazione appaltante per la realizzazione del Tecnopolo di Bologna. Il comma 5 proroga per tutto il 2023 la previsione che rialloca al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale le somme non ancora spese che il nostro Paese aveva versato per il sostegno alle forze armate e di sicurezza afghane.

L'articolo 14 proroga al 30 settembre 2023 il termine per l'indizione delle elezioni per il rinnovo dei componenti del Consiglio della magistratura militare, in attesa dell'intervento di riforma previsto dalla legge 17 giugno 2022, n. 71.

L'articolo 15, comma 1, proroga fino al 31 dicembre 2023 il termine previsto dalla disciplina vigente in materia di prodotti ortofrutticoli freschi. Il comma 1-bis proroga al 2023 il termine di validità dell'autorizzazione a bandire procedure concorsuali e ad assumere personale dirigenziale non generale e non dirigenziale prevista dalla legge di bilancio 2021 in favore dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Il comma 1-ter differisce al 30 giugno 2023 il termine di validità dei certificati di abilitazione dei prodotti fitosanitari. Il comma 1-quater stabilisce, per i componenti degli organi degli enti controllati dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, la proroga, a decorrere dall'anno 2023, dei relativi compensi. Il comma 1-quinquies, differisce dal 31 marzo al 30 giugno 2023 il termine di utilizzabilità del credito di imposta riconosciuto alle imprese esercenti l'attività agricola e della pesca per l'acquisto di carburante nel terzo trimestre dell'anno 2022. Il comma 1-sexies apporta alcune modifiche alla disciplina concernente le modalità di applicazione e riscossione, da parte delle ASL, delle tariffe funzionali al finanziamento dei controlli ufficiali in materia di alimenti e sicurezza alimentare. Il comma 1-septies estende al triennio 2023-2025 la possibilità di incrementare del 20 per cento la quota di ammortamento delle spese per investimenti in nuovi impianti di colture arboree pluriennali. I commi 1-novies e 1-decies prevedono la proroga per il 2023 delle misure per il contenimento del batterio Xylella. Il comma 2 proroga fino al 31 dicembre 2023 il termine per il trasferimento delle funzioni del soppresso E.I.P.L.I. (Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania) ad una nuova società per azioni. Il comma 3 proroga fino al 31 dicembre 2023 il termine entro il quale il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste modifica il proprio regolamento di organizzazione e la propria pianta organica. Il comma 3-bis estende il termine di presentazione delle domande di interventi per la ripresa dell'attività produttiva che possono essere presentate dalle imprese agricole che hanno subito danni in conseguenza della siccità. Il comma 3-ter proroga al 1°gennaio 2025 l'applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie nei confronti dei soggetti che non adempiono all'obbligo di istituzione del registro e di tenuta telematica delle operazioni di carico e scarico di cereali. Il comma 3-quater proroga fino al 31 dicembre 2023 la possibilità per le aziende agricole di accedere ad aiuti, benefici e contributi finanziari.

L'articolo 15-bis estende al 2023 l'aliquota di accisa ridotta del 50 per cento per i microbirrifici artigianali con produzione annua non superiore a 10.000 ettolitri.

L'articolo 16, comma 1, differisce dal 1° gennaio 2023 al 1° luglio 2023 il termine iniziale di applicazione di un complesso di norme in materia di enti sportivi e di lavoro sportivo. Il comma 2 modifica il termine di decorrenza dell'abolizione del vincolo sportivo degli atleti e opera un differimento del medesimo termine per i tesseramenti in atto al 30 giugno 2023. Il comma 2-bis modifica la norma che demanda alle Federazioni sportive nazionali e alle Discipline sportive associate la regolamentazione di un premio di formazione tecnica a carico delle società o associazioni sportive che stipulino il primo contratto di lavoro sportivo con un atleta. Il comma 3 proroga il mandato degli organi dell'Istituto per il credito sportivo al 30 giugno 2023. Il comma 4 proroga al 31 dicembre 2024 le concessioni degli impianti sportivi ubicati su terreni demaniali o comunali. Il comma 5 autorizza la società Sport e salute S.p.A. a trattenere le somme ad essa trasferite per i costi di approvvigionamento energetico dei centri tecnici federali degli organismi sportivi.

L'articolo 16-bis proroga al 31 ottobre 2023 il termine per l'adeguamento da parte delle regioni alle misure di sicurezza nelle discipline sportive invernali, di cui al decreto legislativo n. 40 del 2021, e al 31 ottobre 2024 il termine entro il quale devono adeguarsi alle stesse misure i gestori delle aree sciabili attrezzate e degli impianti di risalita.

L'articolo 16-ter interviene sulla norma della legge di bilancio per il 2023 che disciplina lo svincolo delle quote di avanzo vincolato di amministrazione, al fine di inserire, tra le potenziali finalità di utilizzo delle risorse, il sostegno degli operatori del settore turistico-ricettivo, termale e della ristorazione dei comuni montani della dorsale appenninica.

L'articolo 17, comma 1, proroga al 31 dicembre 2023 la durata dei contratti in essere stipulati dalle pubbliche amministrazioni con le agenzie di stampa per l'acquisizione di servizi informativi. I commi da 2 a 5 recano, inoltre, una disciplina per la stipulazione dei nuovi contratti a venire, prevedendo, a questo fine, l'istituzione di un elenco di agenzie di stampa di rilevanza nazionale e stabilendo che il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri operi quale centrale di committenza per le amministrazioni dello Stato.

L'articolo 17-bis dispone l'estensione anche al biennio 2023-2024 di alcune misure agevolative in materia di contribuzione per le imprese editrici di quotidiani e periodici.

L'articolo 18, comma 1, introduce delle proroghe rispetto ad alcune disposizioni riguardanti il nuovo complesso ospedaliero della città di Siracusa. I commi da 2 a 2-ter prevedono l'avvicendamento, dal 1°gennaio 2023, del Presidente della Regione siciliana, in sostituzione del Prefetto di Messina, nel ruolo di Commissario straordinario del Governo per le baraccopoli di Messina, con durata dell'incarico al 31 dicembre 2023.

L'articolo 19, comma 1, proroga al 31 dicembre 2023 il termine per la stipulazione della convenzione per la concessione delle sovvenzioni relative al progetto "Ecosistemi per l'innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati". Il comma 2 posticipa fino al 31 dicembre 2025 il termine per lo svolgimento dell'attività dell'Unità Tecnica-Amministrativa, operante presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, per la gestione dell'emergenza dei rifiuti nella regione Campania del 2009, mentre il comma 3 precisa che all'attuazione del comma 2 si provvede senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

L'articolo 20 proroga dal 31 maggio 2023 al 31 luglio 2023 il termine relativo all'invio alle Camere della relazione annuale sullo Stato di attuazione del Piano del mare.

L'articolo 20-bis rifinanzia di 5 milioni di euro per l'anno 2023 il Fondo per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate confinanti con le regioni a statuto speciale.

L'articolo 21, comma 1, proroga dal 31 gennaio 2023 al 31 gennaio 2024 i termini di efficacia di alcune disposizioni in materia di garanzie funzionali e di tutela del personale e delle strutture dei servizi di informazione per la sicurezza (AISI, AISE e DIS). Il comma 2 proroga al 31 gennaio 2024 il termine entro il quale il Presidente del Consiglio dei ministri può delegare i direttori delle Agenzie d'informazione per la sicurezza interna e esterna (AISI e AISE) o altro personale delegato a svolgere colloqui investigativi con i detenuti a fini di prevenzione del terrorismo internazionale.

L'articolo 22, comma 1, proroga al 31 dicembre 2024 il periodo transitorio nel quale l'inadempimento degli obblighi di registrazione degli aiuti di Stato non comporta responsabilità patrimoniale del responsabile della concessione o dell'erogazione degli aiuti medesimi. Il comma 2 stabilisce la proroga dei termini per la registrazione, presso il Registro nazionale aiuti di Stato, delle misure di aiuto fiscali automatiche.

L'articolo 22-bis reca un ulteriore differimento, dal 1° gennaio 2023 al 1° gennaio 2024, del termine a decorrere dal quale trovano applicazione le sanzioni previste dalla legge sulla concorrenza 2017 per l'inosservanza degli obblighi di trasparenza in materia di erogazioni pubbliche.

L'articolo 22-ter proroga di un anno, fino al 5 gennaio 2024, la possibilità per le imprese iscritte nel registro delle imprese o nell'albo delle imprese artigiane, abilitate alle attività di meccanica o motoristica o a quella di elettrauto, di proseguire le rispettive attività.

L'articolo 22-quater riconosce anche per il 2023 la possibilità per i contratti collettivi di lavoro di secondo livello di stipulare apposite intese per la rimodulazione dell'orario di lavoro finalizzate a percorsi di formazione, per favorire percorsi di ricollocazione dei lavoratori.

L'articolo 23 autorizza il Ministero dell'economia e delle finanze ad apportare le occorrenti variazioni di bilancio, mentre l'articolo 24 dispone che il decreto-legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Carotenuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 il deputato Carrà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 il deputato Carotenuto ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi;

nella votazione n. 14 il deputato Toccalini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 14 la deputata De Monte ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 16 il deputato Benvenuti Gostoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 il deputato Carrà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 771-A - ODG N. 2 246 241 5 121 90 151 58 Resp.
2 Nominale ODG 9/771-A/6 254 251 3 126 97 154 58 Resp.
3 Nominale ODG 9/771-A/7 258 255 3 128 97 158 58 Resp.
4 Nominale ODG 9/771-A/9 268 265 3 133 106 159 58 Resp.
5 Nominale ODG 9/771-A/13 274 274 0 138 112 162 57 Resp.
6 Nominale ODG 9/771-A/17 276 273 3 137 112 161 57 Resp.
7 Nominale ODG 9/771-A/18 279 273 6 137 108 165 57 Resp.
8 Nominale ODG 9/771-A/20 278 275 3 138 114 161 57 Resp.
9 Nominale ODG 9/771-A/21 280 237 43 119 75 162 57 Resp.
10 Nominale ODG 9/771-A/22 280 277 3 139 116 161 57 Resp.
11 Nominale ODG 9/771-A/23 280 278 2 140 117 161 57 Resp.
12 Nominale ODG 9/771-A/24 278 275 3 138 115 160 57 Resp.
13 Nominale ODG 9/771-A/32 284 284 0 143 118 166 57 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 17)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/771-A/36 277 277 0 139 113 164 57 Resp.
15 Nominale ODG 9/771-A/37 281 280 1 141 116 164 57 Resp.
16 Nominale DDL 771-A - VOTO FINALE 261 258 3 130 155 103 54 Appr.
17 Nominale DDL 888 - QUEST. PREG. N. 1 237 187 50 94 42 145 53 Resp.