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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 54 di lunedì 20 febbraio 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 13,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 16 febbraio 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 16 febbraio 2023, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla VI Commissione (Finanze):

“Conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77” (889) - Parere delle Commissioni I, II, V, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico (A.C. 771-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 771-A: Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico.

Ricordo che nella seduta del 16 febbraio il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 771-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, in queste settimane abbiamo assistito ad un dibattito pubblico a tratti francamente surreale. Coloro che da sempre pretendono di impartire lezioni di serietà si ergono a censori di scelte coraggiose che privilegiano la prospettiva del bene comune agli applausi immediati. E questa attitudine non si smentisce neanche di fronte a situazioni critiche - determinate da Governi di cui gli stessi censori di cui sopra erano azionisti di maggioranza - o a soluzioni che altri Governi, sempre con la loro partecipazione, avevano avviato. Non bastano nemmeno i responsi elettorali, che si susseguono impietosi, a far capire alla sinistra che gli italiani sono un popolo consapevole e in grado di discernere la realtà dalla propaganda.

A questo proposito non mi dispiace, signor Presidente, che questa discussione si svolga proprio nelle ore in cui si discute del superbonus: un provvedimento nato con l'asserito intento di aiutare un comparto importantissimo e, per questa strada, di attivare un vasto indotto, ma congegnato talmente male da aver creato enormi problemi alla categoria che si voleva sostenere, facendo piombare sulle spalle di ogni cittadino italiano una zavorra di 2.000 euro: 2.000 euro per ogni cittadino, signor Presidente.

In questo clima, mentre il Governo e la maggioranza si assumono la responsabilità di mettere in sicurezza i conti pubblici e offrire una soluzione alle tante imprese coinvolte in un pasticcio di Stato e piene, loro malgrado, di crediti incagliati, discutiamo di questo decreto Carburanti e, dunque, di un'altra scelta di Governo da parte di una compagine politica che della responsabilità di Governo intende farsi carico fino in fondo, mentre altri strepitano dicendo un giorno una cosa, il giorno dopo un'altra, un giorno o l'altro giorno ancora l'esatto opposto, in base esclusivamente alla convenienza del momento.

Il decreto che ci apprestiamo a votare è stato da alcuni etichettato, con un accento dispregiativo, come un “decreto Cartello”. In realtà, potrebbe a buon diritto essere chiamato decreto Trasparenza e decreto Equità. Equità, perché è figlio di una scelta che, in un momento di emergenza e ristrettezza di bilancio, ha privilegiato interventi a favore delle fasce più deboli, rispetto ad una misura come il taglio lineare delle accise, certamente popolare, ma piatta, generalizzata e destinata a favorire anche chi di aiuti in questo momento ha meno bisogno o non ne ha assolutamente. Trasparenza perché, in un contesto di aumento generalizzato dei prezzi, a partire dal settore energetico, dà maggiori certezze ai consumatori nel rispetto e nella valorizzazione della rete di distribuzione dei carburanti.

Si tratta di un testo frutto del dialogo e del confronto con le parti, dentro e fuori il Parlamento, tanto da avere avuto una significativa evoluzione soprattutto per quanto riguarda l'impianto sanzionatorio.

Come gruppo di Noi Moderati abbiamo presentato alcune proposte emendative, sapendo che è necessario fare i conti con la scarsità delle risorse a disposizione, ma offrendole come contributo costruttivo al dibattito, in vista di successivi interventi strutturali. In particolare, ci siamo concentrati sull'entità dei sostegni ai cittadini meno abbienti attraverso il bonus per l'acquisto di carburanti e di abbonamenti ai trasporti pubblici. Abbiamo espresso l'auspicio che la situazione eccezionale che stiamo affrontando possa essere anche l'occasione per avviare, anche attraverso il tavolo istituito presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy, un processo di riforma della rete carburanti che contemperi tutte le esigenze, che valorizzi la capillarità del servizio e soprattutto gli investimenti.

Siamo fiduciosi, signor Presidente, perché questo Governo e questa maggioranza hanno già dimostrato di saper coniugare un approccio pragmatico alle contingenze emergenziali ed una visione riformista in un orizzonte di più ampio respiro.

E, ancora, tornando al tema delle accise, è singolare che chi accusa il centrodestra di rincorrere le promesse elettorali si produca, poi, in accuse di segno opposto di fronte all'evidenza della concreta capacità del Governo. E se è vero, com'è vero, che la scelta di fondo compiuta antepone la giustizia sociale al consenso immediato, ed è indicativo che debba essere il centrodestra a ricordare alla sinistra che nei momenti di difficoltà le risorse vanno concentrate in favore di chi più ne ha bisogno, se è vera, come dicevo, la ragione di una scelta di fondo, è altrettanto vero che il meccanismo elaborato semplifica e velocizza la riduzione delle accise all'aumentare del prezzo. Ciò significa che le accise sono abbattute in automatico non appena vi è la disponibilità di risorse attraverso un sistema che consente anche di calmierare nuovi aumenti di prezzo.

E, a proposito di prezzo, signor Presidente, le solite Cassandre, i soliti profeti di sventura avevano preconizzato sfracelli ai distributori di carburante. Onestà vorrebbe, ora che le cavallette non sono arrivate e le sette piaghe d'Egitto non si sono abbattute sugli automobilisti italiani, che si prendesse atto di una comparazione temporale dei prezzi che renda giustizia all'operato di questo Governo e di questa maggioranza e alla capacità di cogliere e governare con determinazione le congiunture e le linee di tendenza. Lo stesso, del resto, potrebbe dirsi del prezzo del gas che sta calando vertiginosamente, segno di una strategia giusta ed efficace, ma non ho sentito manifestazioni di giubilo e un serio esame di coscienza da parte di coloro che avevano paventato che il centrodestra al Governo avrebbe costretto gli italiani a un inverno all'addiaccio.

Colleghi della sinistra, voi siete quelli del superbonus scritto con i piedi, siete quelli del “no” a qualsiasi infrastrutturazione che possa aiutare il processo di autonomia energetica, siete quelli che, dal chiuso delle ZTL, vorreste ergervi a paladini degli ultimi, ma, poi, contrastate un Governo e una maggioranza che dell'equità si fanno carico davvero e, allo stesso tempo, trovano il modo di aiutare chi intraprende.

In questa giornata, segniamo un altro punto e, come Noi Moderati, siamo orgogliosi di dare il nostro contributo, oggi, per arginare un'emergenza e porre un altro tassello verso una riforma strutturale di un settore così importante per la vita dei cittadini, ogni giorno dei prossimi 5 anni, per risollevare l'Italia e restituire finalmente il futuro che merita.

Per questo, come gruppo Noi Moderati, annunciamo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Non abbiamo mai posizioni preconcette nei confronti del Governo e degli altri colleghi e, anche quando, non in quest'Aula, ma in altri consessi, siamo stati al Governo, di solito, abbiamo cercato di guardare i decreti con un approccio critico o, quanto meno, oggettivo.

Affermare che questo decreto possa risolvere il problema o sia un passo fondamentale per risolvere il problema del caro carburanti e del rapporto con chi opera in questo settore è come dire che non ci sono i cambiamenti climatici in atto e va tutte bene. Noi crediamo, invece, che questo decreto abbia problemi molto seri.

Il primo fra tutti è che si fa un intervento, sotto alcuni punti di vista, ultroneo: non serve. La dinamica del mostrare i prezzi già oggi è un elemento per cui la Guardia di finanza potrebbe intervenire e, in alcuni casi, lo ha anche fatto (ma forse non lo ha fatto in modo forte in alcune occasioni). Mi spiego subito. Una delle lamentele che, maggiormente, i cittadini presentano nei confronti dei distributori è quella per cui, molto spesso, vengono utilizzati i termini dei prezzi tra servito e self-service in modo poco chiaro, cosa, alcune volte, porta le persone a convincersi che un prezzo sia basso, ma, in realtà, non è vero. Ad esempio, in alcune pompe di benzina è successo, più di una volta, che fossero esposti i prezzi, come se riguardassero il servito, mentre, invece, riguardavano il self-service. Potremmo anche parlare dei numeri cancellati o delle tabelle non esposte.

Credo che esporre una nuova, ulteriore tabella sul prezzo medio non porterà alcuna soluzione effettiva. Ma non è soltanto questo il problema, perché si può pensare che ci si prova, ma a noi non risulta che ci siano un giubilo e un consenso generalizzati rispetto a questo decreto. In realtà, non si scava nel profondo. Posso essere d'accordo con chi dice che Draghi si sia limitato a tagliare le accise. Tuttavia, vi è un fatto certo: quando si tagliano le accise, il prezzo scende.

Non è detto che quest'altro sistema funzionerà in questo modo. D'altronde - lo sappiamo bene - parliamo della parte onesta della categoria, perché, oggettivamente parlando, ci sembra quasi che, a seconda dei momenti, si individui un nemico pubblico numero 1, in questo caso i distributori delle pompe di benzina. Sia chiaro: sono un ambientalista e per me l'obiettivo è un futuro senza l'utilizzo del petrolio, ma, poiché sono una persona ragionevole, mi rendo conto che ci vorrà tempo. Finché esisterà questa categoria, cerchiamo di farla lavorare al meglio e cerchiamo di non vessarla o di non trasformarla nel nemico pubblico numero 1. Infatti, una volta possono essere i gestori delle pompe di benzina e un'altra i venditori del pane o di elettrodomestici. Immaginare che una categoria, dall'oggi al domani, possa diventare il nemico pubblico numero 1, secondo noi, è sbagliato. È sbagliato, anche perché, in effetti, uno dei problemi più seri è, innanzitutto, se il costo della benzina rientri nel mercato o nelle speculazioni internazionali e se le accise siano il modo più concreto e serio con cui si possa abbassare il costo del carburante. Dopodiché, possiamo fare tutti i tentativi, possiamo ulteriormente realizzare una nuova burocrazia sulla burocrazia.

Ho sempre detto una cosa in quest'Aula, dove, per l'ennesima volta, ci apprestiamo a votare la fiducia, in linea con il passato. Permettetemi questa riflessione, e mi rivolgo, innanzitutto, al Presidente, che è la carica più importante che rappresenta tutti: sui decreti che arrivano dal Governo, ormai la nostra funzione si limita a votare a favore o contro, a presentare emendamenti e ordini del giorno che vengono bocciati o approvati. Questo è un tema che ci dobbiamo porre e oggettivamente non accade soltanto adesso. Sia chiaro, Presidente, la critica non è rivolta a questo Governo. Come persona che ha fatto parte di altre assemblee elettive e legislative - mi riferisco al consiglio regionale -, posso dire che, raramente, una volta su 10, facevamo arrivare le proposte direttamente dalla giunta, perché la conferenza dei capigruppo, maggioranza e minoranza, non riteneva che un organismo elettivo e legislativo si potesse trasformare in un organismo che approvasse un provvedimento con le fiducie. Tra l'altro, almeno nel consiglio regionale della Campania, qualora non ci fosse stata la fiducia, era previsto lo scioglimento dell'organismo, quindi, in alcuni casi, poteva essere considerato quasi un ricatto. Io questo glielo devo dire.

Torno a ripetere, il Governo si è da poco insediato, potrebbe essere che, nei prossimi mesi, cambi quest'andazzo, ma, ad oggi, il modus operandi, al di là di chi è in maggioranza e di chi è in minoranza, è che il Governo propone, noi votiamo – c'è chi è a favore, ovviamente, e chi è contrario – e si propongono emendamenti e ordini del giorno (qualcuno si riesce a farlo passare, la maggioranza, e qualcuno o quasi nessuno no, la minoranza). Ma il dato di fatto è che siamo arrivati a questo e continuiamo con un andazzo che, secondo me, non porta a una giusta legittimazione della funzione dei parlamentari che, tra l'altro, rappresentano il popolo.

Da questo punto di vista, questo decreto è l'ennesimo esempio. Con riferimento alla storia di questo Governo e di questa legislatura, che in futuro sarà studiata, ho detto al Premier Meloni di ricordare una cosa: la prima fiducia data al Governo Meloni è stata data per fare una norma sui rave party, sui quali, ovviamente, ho posizioni diverse da altri, ma che sicuramente non è stata la cosa più seria, più importante, emergenziale per il nostro Paese.

Oggi torniamo su un elemento che è scoppiato perché molti di questi decreti arrivano sulla scia di vicende che riguardano i mass media o di ondate mediatiche concernenti l'attività del Governo e la vita del nostro Paese; nel momento in cui è scaduto il decreto Draghi precedente, che prevedeva il taglio delle accise, infatti, sono scattate le proteste e, quindi, si è fatta una battaglia nei confronti innanzitutto dei gestori delle pompe di benzina che continuano a mantenere una posizione molto critica. Tale posizione è molto critica per un motivo molto semplice: a parte il fatto di essere più o meno favorevoli, non si tratta di un intervento strutturale o di un intervento che entra nel sistema e lo modifica in modo concreto. È una risposta politica del tutto legittima sia chiaro: non metto assolutamente in discussione la legittimità degli atti. Quello che sto cercando di far capire a quest'Aula è che stiamo andando in una direzione - seppure con suonatori diversi - che è la stessa degli ultimi dieci anni, in cui l'ondata mediatica spinge il Governo a porre in essere atti in un tempo rapido e il Parlamento viene coinvolto marginalmente, perché le Commissioni in fretta e furia devono esprimere i loro pareri. So benissimo che anche molti colleghi della maggioranza non sono contenti. Lo dico non perché sono contrari al Governo, ma perché è deprimente in alcuni momenti non poter essere propositivi e, d'altronde, ci sono molte proposte di legge che sono state avanzate sia dalla minoranza sia dalla maggioranza già dall'inizio della legislatura. Il risultato, però, è che non riusciamo ad essere incisivi.

Un aspetto che riteniamo positivo - per non sembrare totalmente contrario a tutto, sebbene sia poca cosa - è invece quello relativo alle norme sugli abbonamenti al servizio del trasporto pubblico locale. Spero, poi, che il Governo ci permetta di farlo come parlamentari: non la presenterò in questo decreto, ma, se non riusciremo a calendarizzarla, chiederò che venga discussa dall'Aula la norma per la tariffa unica dell'RC auto per chi non commette sinistri, poiché sarebbe una cosa utile ed equa per il nostro Paese. Spero che, nei prossimi mesi, quest'andazzo cambi e soprattutto mi auguro si possa entrare maggiormente nel merito e nella sostanza delle norme piuttosto che nell'emergenza mediatica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Il gruppo di Azione-Italia Viva non voterà questa fiducia e non se ne capirebbe comunque la ratio. Questo provvedimento denota come la maggioranza stessa manchi di fiducia al suo interno, anche perché non ha visto da parte delle opposizioni - e sicuramente non da parte del gruppo di Azione-Italia Viva - un ostruzionismo nel merito, nel metodo e nei contenuti rispetto agli emendamenti. È una maggioranza che decide di porre la fiducia per la difficoltà rispetto a questo tema nel fare sintesi tra le forze politiche ma, soprattutto, tra i diversi Ministeri.

Ovviamente, non possiamo votare la fiducia a questo Governo relativamente a questo provvedimento, perché sono troppi gli elementi di criticità. Il tema del taglio delle accise sui carburanti è molto serio. Non è da parte nostra la strumentalizzazione che è stata fatta nel tempo rispetto al tema delle accise. Spesso questo tema è stato oggetto di campagne elettorali, di slogan, di campagne mediatiche che non hanno fatto bene al dibattito pubblico, ma non hanno fatto bene, io credo, nemmeno ad una riflessione seria e razionale rispetto a come guidare questo settore verso una transizione che pure è emersa durante le audizioni in Commissione rispetto a questo provvedimento, grazie ai contributi tecnici e molto concreti da parte degli operatori del settore.

Quindi, il Governo si è sottoposto all'ennesimo cliché nel momento in cui si è deciso - e su questo do atto al Governo di aver scelto di non prorogare una misura introdotta dal Governo Draghi -, non avendo la capacità e la possibilità di guidare la transizione in questi mesi verso un andamento più regolato e più controllato, di dare la colpa a qualcun altro.

Questo qualcun altro è l'ultimo anello di una filiera molto complessa che ha sicuramente implicazioni anche a livello internazionale, perché la composizione del prezzo dei carburanti non riguarda soltanto il prezzo finale che viene posto dagli esercenti, ma ha una sua complessità. Quindi, il solito cliché ha visto dare la colpa agli esercenti, ai benzinai, e questo credo sia molto ingiusto nei confronti di una categoria che, invece, chiede da anni una riforma strutturale del settore.

Poi, mettiamo indietro la lancetta nel tempo rispetto alle misure poste dal Governo Draghi. In quel momento il Governo Draghi decise di stanziare risorse ingenti per sterilizzare l'aumento del prezzo dei carburanti, perché sappiamo bene che l'aumento del prezzo dei carburanti ha un effetto a catena che ancora oggi stiamo vivendo; questo effetto a catena, in un Paese che è basato per circa l'80 per cento sul trasporto su gomma, ha un impatto fondamentale anche sulla composizione del prezzo finale, per esempio, dei beni di consumo che influiscono sul paniere del costo della vita per le famiglie. Quindi, in quel momento storico il Governo Draghi, di cui ha fatto parte anche gran parte dell'attuale maggioranza, decise di stanziare risorse importanti in un'ottica emergenziale proprio per tamponare ciò che avrebbe influito molto negativamente sull'economia reale del Paese.

Allo stesso tempo, osservando quello che è successo nelle settimane successive alla decisione di questo Governo di non stanziare risorse relativamente alla sterilizzazione delle accise, si nota che questo percorso non è stato accompagnato. Quindi, l'aumento che i consumatori hanno percepito alla pompa è esattamente pari al mancato stanziamento di risorse definito dal Governo Draghi. Quindi, è inutile andare a cercare la colpa altrove: la colpa, semmai, sta nel non aver inserito misure progressive di accompagnamento a fronte della necessità di una riforma strutturale, perché poi dare la colpa ai benzinai ha un altro effetto molto chiaro che riguarda la composizione del prezzo. Il prezzo finale alla pompa è determinato soltanto in minima parte da facoltà in capo ai benzinai, i quali sono all'opposto vincolati a definire i prezzi, e l'utile che il benzinaio può ottenere è connesso ad una percentuale molto ridotta legata ai litri venduti. Quindi, sicuramente il dibattito di queste settimane non ha reso onore a quello che effettivamente avviene nel mercato.

Questo provvedimento non assicura sicuramente la discesa dei prezzi - i prezzi sono scesi, ma non per gli effetti di questo provvedimento - e nemmeno trasparenza. Questo non lo dice Azione-Italia Viva ma l'Autorità garante della concorrenza e del mercato. L'ha detto in queste audizioni e ne faccio una breve sintesi, perché la definizione del cartello, che appunto avete inserito nel provvedimento, offre incerti vantaggi per i consumatori, come dice l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, e determina il rischio dell'omologazione dei prezzi, perché induce a pensare ad un prezzo consigliato. Il prezzo medio regionale - prezzo medio consigliato che, appunto, deve essere esposto insieme al prezzo di vendita - presenta altre criticità, emerse durante il dibattito in Commissione, che sarebbe stato opportuno inserire nella fase emendativa e nelle votazioni in quest'Aula. La media aritmetica non tiene conto della densità degli operatori. Inoltre, la media aritmetica regionale non tiene nemmeno conto delle condizioni di mercato, dei costi e della logistica. Quindi, questa determinazione, questa indicazione indurrà il consumatore a comportamenti interpretativi sbagliati.

L'altro rischio che sicuramente dovremo monitorare nel corso del tempo è - quello sì! - dei cartelli rispetto ai prezzi, perché questo rischio di omologazione al rialzo ci sarà e sinceramente certe volte - lo dico davvero con il cuore in mano - non bisogna scoprire l'acqua calda. Infatti, esiste già una norma risalente al 2009, l'articolo 51 della legge n. 99 del 2009, che prevedeva già misure di trasparenza e l'obbligo di comunicazione. Creare provvedimenti nuovi non sempre è utile.

Certe volte, proviamo ad implementare misure esistenti, magari potenziando i controlli o intervenendo in norme fatte in un altro momento storico, quando la tecnologia e l'innovazione non erano ai livelli attuali. Avremmo potuto, invece, implementare l'osservatorio carburanti e le misure legate al QR code e alla possibilità dei cittadini di informarsi, senza appesantire gli adempimenti per gli operatori e gli esercenti.

Un'altra nota riguarda un altro articolo del provvedimento. Sono state inserite misure che riguardano i cosiddetti bonus, il bonus carburante, il buono trasporti. È un po' il triste destino dei bonus, che, quando sono fatti senza una visione e senza una programmazione, rischiano di essere minoritari e di escludere intere categorie. Chiedo al Governo: perché escludere dai bonus carburanti il Terzo settore? Pensiamo a quel Terzo settore che usa beni mobili strumentali e automezzi per recuperare e ridistribuire le eccedenze alimentari e farmaceutiche o che utilizza il carburante per il trasporto dei disabili. Queste misure, così parcellizzate, di fatto, escludono fasce intere di popolazione, ma soprattutto di enti e organizzazioni che, invece, svolgono un servizio importante per il Paese. Lo stesso dicasi per le società di trasporto pubblico locale, che sono escluse da questo provvedimento. Per chi beneficia di un bonus, di un incentivo o di un'agevolazione, è un elemento positivo, ma non si capisce la ratio per cui le aziende di trasporto pubblico locale, che hanno subito il rincaro del prezzo dei carburanti, siano escluse dal provvedimento rispetto, ad esempio, a chi svolge servizi turistici.

Insomma, in base a tali considerazioni, per essere davvero costruttivi, serve una riforma complessiva, una riforma che parta dalla fiscalità. Abbandoniamo la strumentalità delle campagne Facebook e del marketing elettorale, perché serve rivedere la composizione dell'IVA e delle accise, ma, soprattutto, serve una razionalizzazione degli impianti e del settore.

Il nostro Paese ha circa 21.000 distributori, un numero nettamente superiore alla Germania. Questo comporta una serie di disfunzioni, in termini di redditività e di capacità degli operatori di abbassare i prezzi al consumatore finale, ma, soprattutto, genera inefficienze importanti nel sistema, con infiltrazioni della criminalità organizzata, persino durante la pandemia. Infatti, se oggi un distributore, in Italia, eroga mediamente 1,3 milioni di litri all'anno, contro i 3,9 della Francia, è perché abbiamo tantissimi distributori, più di 5.000, che erogano meno di 300.000 litri all'anno. Quindi, ascoltiamo gli operatori e razionalizziamo il settore nei numeri, ma anche nelle facoltà degli operatori di svolgere e implementare servizi nuovi, perché, nella transizione del settore, bisogna accompagnare anche nuovi servizi e, quindi, vedere negli attuali distributori di benzina luoghi dove potere svolgere dei servizi territoriali. Quindi, confermando quanto ho detto all'inizio, il gruppo di Azione-Italia Viva non potrà votare la fiducia al Governo su un provvedimento che è inutile per tanti versi, ma che, soprattutto, rischia di essere dannoso per molti altri.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sul provvedimento, per il quale oggi discutiamo il voto di fiducia, Forza Italia ha espresso le sue perplessità fin dall'inizio. È stato approvato sull'onda della polemica dell'aumento di inizio anno dei prezzi della benzina. Entrerò nel merito di come questa interpretazione sia stata erronea. Dobbiamo essere chiari sul perché il Governo, facendo sì che venisse meno lo sconto sulle accise, abbia aumentato il prezzo della benzina. È stata una decisione difficile, ma necessaria e, soprattutto, condivisa da Forza Italia e dal sottoscritto. Infatti, ci sono due motivi forti che hanno spinto il Governo e tutta la sua maggioranza a condividerlo. Il primo motivo è che i prezzi alla pompa, a fine anno, non erano certo quelli che il Governo Draghi ha dovuto affrontare nel marzo del 2022, ovvero ben oltre i 2 euro al litro. Peraltro, abbiamo visto la bella notizia che, anche in questi giorni, il prezzo sta diminuendo, ma già a dicembre era diminuito. Ancor più, secondo motivo, il voler concentrare la potenza di fuoco delle risorse della finanziaria, i due terzi (21 miliardi), per fronteggiare il tema prioritario del caro bollette di luce e gas per famiglie e imprese. Su questo, sgomberiamo da ogni strumentalizzazione, che è stata o che potrà essere fatta: la maggioranza ha fatto bene, tutta coesa, a condividere che il Governo andasse su questa strada difficile, perché far sì che il prezzo della benzina aumenti non è certo una scelta popolare.

Detto questo, entriamo un po' più nel dettaglio dell'argomento carburante. Sappiamo che il prezzo finale del carburante è dettato da tre voci. La prima, la più consistente, sono le tasse. Ahimè, l'Italia è campione del mondo sulle tasse sul gasolio e siamo anche sul podio sulla benzina, però, sicuramente, in linea con i Paesi europei, abbiamo un'alta incidenza delle tasse, tant'è che rappresentano circa il 56 per cento del prezzo finale. Poi, abbiamo la quotazione del prodotto internazionale; anche questa è una voce su cui l'Italia può fare ben poco. C'è la Borsa, sempre la solita Amsterdam, che ci induce a penare sui costi dell'energia ed è una quotazione. Queste due voci, tasse e quotazione, arrivano quasi al 90 per cento, all'88 per cento. Per cui rimane un 10-12 per cento, poco più di 20 centesimi sui 180-200 centesimi, se la benzina costa 1,80 euro o 2 euro. Per cui, ripeto, 20 centesimi, poco più di 20 centesimi, all'interno dei quali si paga la logistica, lo stoccaggio, i trasporti, la quota obbligatoria dei biocarburanti. Pensate che solo questa - e ben venga - è una quota obbligatoria dettata dall'Unione europea, di circa 6 centesimi: figurarsi quanto erode dei 20 centesimi! Poi ci sono i fatidici ultimi 3,5 centesimi lordi per i gestori, che si calcolano sempre dentro questi 20 centesimi medi, non sono al di fuori. Ecco, stiamo parlando di questo. Il dibattito infuocato si basa su questi 20 centesimi, perché l'altro 90 per cento sono elementi ben più rigidi e difficili da affrontare. Fermo restando - l'avrei detto dopo, ma lo ribadisco adesso - che è volontà comune della maggioranza quella di mettere mano alle accise, facendo sì che diminuiscano. Certo, solo quando le finanze dello Stato lo consentiranno, ma la volontà comune c'è tutta.

Ecco perché parlare di speculazione - se ricordate, i primi di gennaio i giornali erano pieni di questi titoli - è stato uno sbaglio. Tra l'altro, l'ha smentito il Ministero stesso, che ha rilevato i prezzi comparati della prima settimana di gennaio rispetto all'ultima di dicembre: i prezzi erano aumentati meno rispetto all'incremento delle accise. Per cui, mai, come in questo momento, si può parlare di speculazione.

Arriviamo al nocciolo del provvedimento, che ha visto Forza Italia non condividere l'impostazione. Infatti, ci sono due trasparenze in questo decreto. Una è da tutelare in maniera convinta - e il Governo fa bene a volerlo fare; poi entreremo nel merito sul come - ed è la trasparenza sui prezzi praticati al pubblico.

Questa è l'anima della concorrenza per cui l'utente che va su un impianto può vedere, rispetto a prezzi pubblicati in maniera evidente, quale scelta più consapevole fare. Poi, però, abbiamo un'altra trasparenza in questo decreto. Nel 2007, mi sembra, l'Antitrust fece un'inchiesta contro le compagnie petrolifere e disse: voi state pubblicando i vostri listini, questi listini vengono pubblicati sulle riviste specializzate. Non va bene, perché, facendo così, mettete in comune dei prezzi di riferimento che possono agevolare il sistema collusivo. Addirittura arrivò a dire: il massimo della concorrenza si raggiunge con l'assenza di ogni trasparenza. Figuratevi che due trasparenze diverse abbiamo. E sul prezzo medio regionale si parla di questa seconda trasparenza, perché, a detta di tanti esperti, di tutta la filiera, della stampa specializzata, e poi, in ultimo, a detta dell'Antitrust, il rischio è quello di prendere questo prezzo medio regionale come riferimento, e dunque che abbia un effetto di allineamento, e dunque che i prezzi bassi si alzino. Per cui è un effetto intanto possibilmente controproducente. E poi pensate a quel piccolo spazio, vi ricordate, 20 centesimi, all'interno del quale si gioca la concorrenza. Se andiamo a intervenire con elementi che l'Antitrust dice essere distorsivi, a mio avviso non è la strada migliore.

Tant'è che non solo noi, ma quasi tutti i gruppi parlamentari, nella maggioranza noi insieme alla Lega, ma c'erano anche i gruppi parlamentari dell'opposizione, hanno tentato di dare una proposta assolutamente concreta, propositiva, cioè quella di inserire come obbligo su un impianto il famoso QR code, che avrebbe rimandato gli utenti sul sito del Ministero, e lì avrebbero potuto vedere questo prezzo medio.

Detto questo, poi sappiamo com'è andata, ahimè. Non sono stato in grado di convincere la maggioranza, il Governo. Poi è stata posta la fiducia, per cui, per senso di responsabilità, abbiamo ritirato i nostri emendamenti in Commissione. Certo è che speriamo che ci si possa tornare, tant'è che abbiamo presentato - il Governo darà il suo giudizio domani - un ordine del giorno in modo tale che si possa fare entro sei mesi un monitoraggio, e dunque far sì che il tavolo in piedi, capitanato dal Ministro Urso, dal Sottosegretario Bitonci, che deve andare a fare una valutazione più ampia, più strutturale del comparto, possa prendere il tema e cercare di perfezionarlo, anche vedendo gli esiti degli sviluppi con il decreto già in essere.

Detto questo, il decreto contiene motivi di apprezzamento. Abbiamo il meccanismo di rideterminazione dell'accisa in base a un eventuale aumento del prezzo, e dunque a un eventuale aumento dell'IVA, che sarebbe utilizzato per sterilizzare le accise. Abbiamo il buono carburante di 200 euro per i dipendenti, 100 milioni per gli abbonamenti del trasporto pubblico. Abbiamo potuto far approvare un emendamento a favore dei pullman turistici riguardo all'agevolazione sulle accise del gasolio commerciale, per cui ci sono punti importanti. Con l'auspicio che, nell'arco del lavoro che andremo a fare, si possa anche, ripeto, perfezionare quello che a mio avviso adesso non è perfetto, dichiaro il voto convinto di fiducia di Forza Italia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, oggi vi apprestate a votare la fiducia al decreto trasparenza sul prezzo dei carburanti, ma nella realtà il Governo ha messo la fiducia su un cartello, sì, un cartello, visto che l'unica differenza tra il decreto Draghi e questo è un cartello con il prezzo medio regionale del carburante, che nessuno vuole. No, nessuno vuole questo cartello! Infatti, tutte le autorità e le parti sociali si sono espresse contro l'esposizione del prezzo medio regionale, perché farà alzare i prezzi della benzina, e di conseguenza aumenterà anche l'inflazione.

Non bisogna essere un esperto in economia per capire che il risultato di questo vostro voto porterà ad un drammatico aumento dei prezzi di tutti i beni, inclusi quelli di prima necessità. Avete ignorato i nostri appelli durante i lavori per la legge di bilancio per estendere il taglio delle accise. Avete ignorato le richieste dei benzinai, ai quali avete dato la colpa per i prezzi aumentati, dicendo che stavano speculando, e avete poi inviato la Guardia di finanza per fare dei controlli. Al che avete poi scoperto che avevamo ragione noi: i benzinai non fanno il prezzo del carburante in quanto erogano un servizio.

Durante le audizioni in Commissione tutte le parti sociali, ripeto, tutti gli auditi, i benzinai, le imprese, pure l'Antitrust, hanno dichiarato all'unanimità che il cartello con il prezzo medio regionale porterà a un aumento dei prezzi dei carburanti, e lo ha spiegato lo stesso Garante per la concorrenza ed il mercato. Mi domando se avete capito che siete al Governo, se avete capito che non potete colpire una categoria di cittadini con tanto di accuse false. Sì, accuse false contro dei cittadini che hanno poi subìto angherie da parte dei clienti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Eppure voi della maggioranza, quelli pronti, quelli del “prima gli italiani”, avete fatto campagna elettorale promettendo di tagliare o di congelare le accise, ma, giunti al Governo, avete fatto l'esatto contrario; anzi, state creando quello che si anticipa essere un disastro economico!

Avete dichiarato che il Parlamento sarebbe stato centrale e che il decreto era modificabile; invece avete mortificato la Commissione, non solo le opposizioni, ma la stessa maggioranza, che si è vista bocciare i propri emendamenti. Questo perché questa maggioranza di destra non è neppure d'accordo con il Governo. In queste settimane, ancora una volta, avete fatto opposizione a voi stessi, e non è la prima volta che lo dico in quest'Aula. La conferma viene dal fatto che avete tenuto la Commissione in stallo per giorni, nonostante la grande crisi che cittadini e imprese stanno affrontando. Questo perché anche voi siete contro l'esposizione del cartello del prezzo medio regionale.

Infatti avete promesso ai benzinai che avreste fatto modifiche, avete fatto emendamenti identici ai nostri, pensate, identici ai nostri. Avete pure votato contro un emendamento della collega Polidori di Forza Italia per sostenere il settore dei bus turistici. Ovviamente avete bocciato ogni nostra proposta, incluse quelle per aumentare gli aiuti per la mobilità sostenibile, per gli abbonamenti, e gli emendamenti a supporto delle imprese.

Colleghi, che dire degli annunci del Ministro Salvini di una settimana fa circa, dove diceva: l'accordo è che, qualora il prezzo della benzina tornasse a salire sopra i 2 euro, ovviamente il Governo interverrebbe con il taglio delle accise. Nella stessa giornata Assoutenti dichiarava che la benzina in autostrada costava 2,50 euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e, nonostante questo, il Governo non ha fatto nulla, se non un emendamento al proprio decreto dove non ha messo più fondi e non ha tolto il cartello con il prezzo medio. Insomma, ancora una vera presa in giro. Sì, un Governo che prende in giro i cittadini con promesse non mantenute.

Vi voglio dare una notizia, cari colleghi, tramite il nostro Presidente della Camera. Vi voglio dire che la campagna elettorale è finita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! È giunto il momento della responsabilità delle vostre azioni di Governo. Colleghi, a proposito di promesse non mantenute, state facendo la medesima giravolta con la cessione dei crediti del settore edile, state devastando tutta la filiera dell'edilizia, state facendo fallire imprese e state creando il caos. Eppure, solo pochi mesi fa, in campagna elettorale ognuno di voi seduto in quest'Aula e al Governo ha fatto campagna elettorale sul superbonus e sulla cessione dei crediti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Vi siete autoproclamati paladini di un provvedimento del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), invece oggi rinnegate tutto, dichiarando il falso ai cittadini. Anzi, no, oggi leggiamo, sulla stampa di questa mattina, la verità, cioè che state portando avanti le politiche di Draghi. Come dichiara il Ministro Urso: “abbiamo finito il lavoro iniziato da Draghi”. Complimenti! O come risulta dalle dichiarazioni della Presidente Meloni che dice: perché l'establishment non vuole la moneta parallela; per poi dichiarare un buco di bilancio di 110 miliardi. Ma, se è vero, come intendete coprire questo buco? Forse il Ministro Giorgetti dovrebbe spiegare ai cittadini come mai non c'è traccia di questo buco nella legge di bilancio, votata poche settimane fa. E mi rivolgo ai colleghi del Centro Italia, ovviamente tramite il Presidente: come intendete votare il decreto contro la cessione dei crediti? Mentre la Premier demolisce il sistema, voi fate emendamenti per estenderlo alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto.

Come ho detto, non solo fatte giravolte, ma siete in uno stato di totale confusione, perché state impedendo la ricostruzione del Centro Italia post sisma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); ovviamente, dovete spiegare poi ai cittadini e a questo Parlamento dove troverete i fondi per affrontare le spese per pagare la NASpI a tutti i lavoratori che perderanno il lavoro; per non parlare delle minori entrate dovute alle migliaia di imprese che falliranno, imprese che, finalmente, dopo vent'anni di crisi del settore, grazie alle politiche del MoVimento 5 Stelle, hanno potuto lavorare e rilanciare l'economia del nostro Paese, permettendogli di diventare la locomotiva d'Europa, con un aumento del PIL del 6,7 per cento nel 2021 e di oltre il 3 per cento nel 2022. Ma anche su queste decisioni non siete allineati: no, voglio proprio vedere se avrete il coraggio di porre l'ennesima fiducia e di votare anche quel decreto scellerato. Il MoVimento 5 Stelle non può essere complice delle destre che stanno portando il Paese verso una crisi economica devastante; un Governo di destra che non intende aiutare né le famiglie, né le imprese. Ecco perché dichiaro il voto contrario del MoVimento 5 Stelle a questa fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toccalini. Ne ha facoltà.

LUCA TOCCALINI (LEGA). Grazie, Presidente Fontana. Onorevoli colleghe e colleghi, Sottosegretario Bitonci, come ben detto dai colleghi che mi hanno preceduto, oggi siamo chiamati, in quest'Aula, a rinnovare la fiducia al Governo Meloni, in merito al decreto cosiddetto Carburanti, un decreto che è nato a pochi mesi dall'insediamento del Governo, per affrontare una fase emergenziale con realismo e pragmatismo, come è stato sottolineato più volte dal Presidente Meloni, dal Vicepremier Matteo Salvini e da tutti gli altri esponenti della maggioranza. E' un provvedimento che, sì, arriva, in seguito ad una decisione politica, in legge di bilancio: mi riferisco a quella di non rinnovare il taglio delle accise. Il Governo - è stato già detto, ma è giusto ripeterlo - ha fatto una scelta chiara in quella legge di bilancio, ovvero di destinare le poche risorse disponibili, i due terzi della legge di bilancio, per calmierare il costo delle bollette della luce e del gas, diventato, purtroppo, insostenibile sia per i cittadini sia per le imprese. Grazie a quello stanziamento, siamo riusciti ad innalzare, per esempio, la soglia ISEE a 15.000 euro, per esonerare tutte le famiglie bisognose, appunto, rispetto ad un costo ormai diventato assolutamente folle. Certo, se nella scorsa legislatura, in particolare con il Governo Conte-bis, non si fossero buttati 300 milioni in banchi a rotelle o sprecati soldi - innumerevoli, ricordiamolo - con la gestione Arcuri della pandemia o con i vari bonus di Conte, che tutto hanno fatto meno che far crescere il nostro Paese, probabilmente oggi qualche quattrino in più per tagliare le accise lo avremmo avuto a disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Però, per questo bisogna citofonare a quella maggioranza che oggi si dimentica anche di essere stata con il Governo Draghi. Sentir criticare, in quest'Aula, azioni intraprese dal Governo Draghi - e continuate con il nostro Governo - mi fa sorridere, poiché la memoria corta non ce l'ho e mi sembra che il MoVimento 5 Stelle sostenesse il Governo Draghi; o, forse, se lo sono sognato nel corso del precedente anno.

Detto questo, andiamo avanti, sottolineando che le opposizioni proprio sul tema del taglio delle accise - per lo meno mediaticamente - hanno fatto barricate, anche se poi non le abbiamo viste né in Aula né in Commissione, gridando alla vergogna ed ergendosi a paladini della difesa del taglio delle accise; in particolare, questo lo ha fatto il Partito Democratico. Anche in questo caso, non avendo la memoria corta, mi sono ricordato quale fu l'intervento maggiore di inserimento delle accise di tutti i Governi della storia della nostra Repubblica; bene, casualmente fu quello dell'unico Governo verso cui la Lega era l'unica forza di opposizione, ovvero il decreto del Governo Monti che, in un anno e sei mesi di governo, fu in grado di inserire non una, ma ben tre accise, di cui quella più alta mai inserita: 8 centesimi per la benzina e più di 11 centesimi per il gasolio. Anche in questo caso, noi eravamo orgogliosamente all'opposizione, ma qualcuno evidentemente, che oggi è all'opposizione, se n'è dimenticato; coincidenza, si chiamava decreto Salva Italia, però non mi sembra che, con quel decreto, l'Italia si sia salvata, anzi probabilmente l'unica cosa salvata in quel caso sono state proprio le poltrone del Partito Democratico che evidentemente oggi sfugge a queste responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Entrando nel merito del provvedimento, è stato importante adottare misure a tutela di tutti i cittadini, agendo appunto con i controlli sui prezzi, allo scopo di prevenire anche le cosiddette speculazioni. In X Commissione, Attività produttive, è stato prioritario, per tutte le forze del Governo, prestare ascolto e cercare di trovare un punto d'incontro per tutelare consumatori e imprese e questo confronto, come è noto, non è finito con questo provvedimento, perché presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy è stato istituito un tavolo permanente, proprio per ascoltare tutte le categorie - anche in futuro - e per trovare soluzioni condivise, consapevoli che il problema dell'aumento del prezzo del greggio, purtroppo, non finirà oggi e non finirà - ahimè - nemmeno domani.

Ci sono alcune importanti iniziative intraprese in questo decreto; penso, per esempio, al rinnovo fino alla fine dell'anno del bonus che prevede una defiscalizzazione fino a 200 euro per i cosiddetti bonus benzina che potranno essere dati ai lavoratori dipendenti; o penso anche ai 60 euro di bonus per quanto riguarda gli abbonamenti pubblici, anche questo in continuità con quel Governo Draghi che oggi evidentemente qualcuno si è dimenticato di aver sostenuto; oppure, penso ancora ad un altro importante provvedimento che prevede l'applicazione, dal 1° aprile al 31 agosto, di un'aliquota agevolata di accisa sul gasolio commerciale utilizzato come carburante anche alle imprese che esercitano il trasporto pubblico turistico di persone. Credo che questo sia un bel segnale proprio per quelle aziende che operano nel settore turistico e che, durante la pandemia, hanno sofferto tanto - ahimè - tutti i vari lockdown e i vari stop che, giustamente, ci sono stati. Quindi, è doveroso rassicurare che, con questo decreto, il Governo si pone nuovamente dalla parte dei cittadini, delle imprese e, soprattutto, del buon senso.

Il provvedimento, come noto, è stato molto criticato dall'attuale minoranza che ha gridato, ancora una volta, alla vergogna e, anche in questo caso, si è definita la difensora per eccellenza della categoria dei benzinai. Su di una cosa, posso sottolinearlo, siete stati più bravi di noi: voi - sì - avete trovato una soluzione immediata per i benzinai. Lo avete fatto con il voto, nel giorno dedicato a San Valentino, a Strasburgo perché, grazie a quel voto, la soluzione per i benzinai l'avete trovata: li farete sparire nel 2035, quando non si potranno più commercializzare e produrre autoveicoli con il motore endotermico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, una soluzione, sì, l'avete trovata: devastante per l'automotive e devastante per i distributori di gasolio o di benzina.

Ci siamo anche sentiti dire, in quest'Aula, durante la discussione generale, di stare tranquilli perché i nostri benzinai si convertiranno, non si andrà più a fare benzina, ma si andrà a ricaricare la macchina dei benzinai. Svelo un segreto ad alcuni membri della minoranza: le colonnine si trovano già oggi sulla rete autostradale e ci sono nella gran parte dei garage e di chi ha scelto di comprare una macchina elettrica. Quindi, non ci sarà alcuna conversione in futuro; ci saranno solo, purtroppo, più di 30.000 posti di lavoro che andranno persi solo per questo. E non ne parliamo per quanto riguarda nel suo complesso l'automotive.

Mi sorprende che non solo il centrodestra e, in particolare, la Lega abbiano posto l'attenzione proprio su questa direttiva, che è stata votata a Strasburgo, ma è stata posta anche - ho letto un'intervista nella giornata di ieri - da una persona che, con la Lega, c'entra poco o nulla e che si chiama Romano Prodi. Lo stesso Romano Prodi ha definito una follia questa direttiva che avete orgogliosamente votato e che, purtroppo, porterà disoccupazione nel nostro Paese. Qualcuno ogni tanto, magari guardando anche in casa propria, potrebbe trovare buone proposte. La partita non finisce qui, perché, mentre contestavate il nostro provvedimento in Aula e votavate esattamente l'opposto in Parlamento europeo, noi abbiamo continuato a lavorare per cercare una soluzione definitiva e strutturale a questo problema che, come dicevo all'inizio dell'intervento, purtroppo andrà avanti ancora per un po' di tempo.

Orgogliosamente, saremo sempre a difesa delle nostre imprese, dei nostri cittadini, ma, soprattutto, del made in Italy, perché quando una parte di questo Parlamento vorrà regalare anche la produzione dell'automotive alla Cina, si troverà davanti una strada molto tortuosa, perché la Lega si opporrà, in ogni modo, a una vergogna che porterebbe via decine di migliaia di posti di lavoro dal nostro territorio.

Per tutti questi motivi, Presidente Fontana, annuncio con orgoglio il voto favorevole alla fiducia al Governo da parte del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, ancora una volta, in poco più di 100 giorni, il Governo Meloni utilizza lo strumento straordinario - così lo definisce la nostra Carta costituzionale, all'articolo 77 - della decretazione d'urgenza.

In questo inizio di legislatura, infatti, lo strumento del decreto-legge è stato utilizzato con una disinvoltura tale da renderlo più che ordinario. Non solo. Per l'ennesima volta in questi mesi, viene posta la questione di fiducia su un disegno di legge di conversione di un decreto-legge. È evidente, quindi, che, sotto questo profilo, la scelta del Governo stride con il dettato costituzionale. Ci siamo chiesti, allora, quali siano le ragioni che hanno spinto il Governo a ricorrere così spesso a entrambi gli strumenti: decreto-legge, da un lato, e fiducia, dall'altro.

A nostro giudizio, la risposta è nella paura;: paura del confronto con le opposizioni, naturale inclinazione a sfuggire ai percorsi partecipativi, plurali e democratici. L'auspicio, signor Presidente, è che i procedimenti di formazione delle leggi siano coerenti con le reali esigenze ed emergenze della società, senza perpetrare abusi. Per intenderci: basta con la fiducia posta settimanalmente.

Quando c'è giunta la notizia che il Governo stava normando la materia dei carburanti, ci aspettavamo, noi, come del resto gran parte del Paese, che il centrodestra desse seguito alle promesse fatte in campagna elettorale, in particolare sul taglio delle accise e dell'IVA. Così recitava, infatti, il programma del Governo Meloni e così la stessa Presidente Meloni, l'11 settembre, in Piazza Duomo, a Milano, ribadiva la necessità di un taglio alle accise e all'IVA, promessa elettorale ribadita, con apposito video, in campagna elettorale, proprio negli ultimi giorni. Del resto, quello delle accise è un tema caldo, poiché, come sappiamo, incidono per il 40 per cento e l'Italia è seconda, in Europa, solo ai Paesi scandinavi e alla Grecia.

Abbiamo assistito, invece, a discapito delle promesse elettorali, a una clamorosa marcia indietro, con una norma che, addirittura, non proroga neanche lo sconto sui carburanti che lo stesso Governo Meloni, peraltro, aveva prorogato, seppure in maniera ridotta, fino al dicembre 2022. Insomma, è successo quello che sta accadendo a proposito del superbonus, riguardo al quale le promesse della campagna elettorale stanno facendo un improvviso dietrofront, a seguito di quello che è accaduto la scorsa settimana in Consiglio dei Ministri, con un netto disconoscimento dell'impegno sulla cessione dei crediti e dello sconto in fattura.

Vi è, quindi, un'evidente distonia tra quello che si dice e quello che si fa e quando succede in politica, così come nella vita, Presidente, si perde di credibilità. Non siete più credibili e, quando, come nel caso del taglio delle accise e dell'IVA, è inserita una previsione esplicita nel programma elettorale, pubblicato e messo a disposizione dei cittadini, e poi si fa l'esatto opposto, quest'azione ha solo un nome: tradimento. Avete tradito la fiducia degli italiani che avevano confidato in una parte decisiva del programma elettorale. Avete utilizzato un metodo antico e malato di costruzione del consenso: la promessa per poi illudere l'elettorato, la promessa sistematicamente non mantenuta.

Ancora, quando, nel corso dell'esame della legge di conversione, alcune forze di maggioranza hanno ostentato perplessità - mi riferisco ai colleghi di Forza Italia - su alcune parti del programma, come, in particolare, il cartello con i prezzi medi, perplessità non private, ma pubbliche, manifestate anche con comunicati stampa chiari e netti, il Governo ha annunciato l'intendimento di porre la fiducia, in modo da far rigare dritto immediatamente gli alleati.

Nel merito del testo, abbiamo espresso tutte le perplessità in Commissione trasporti, in particolare sui tagli al bonus trasporti. Si tratta di un taglio incomprensibile, di oltre il 30 per cento rispetto all'ultima previsione della scorsa finanziaria, di una misura che era arrivata col Governo Draghi anche a 190 milioni e che ora è soltanto di 100 milioni, con una riduzione consistente anche della platea dei beneficiari, che passa dai percettori di reddito fino a 35.000 euro ai percettori di reddito soltanto fino a 20.000 euro. I beneficiari, quindi, sono dimezzati nel Paese. Sono stati bocciati tutti gli emendamenti delle opposizioni, compresi quelli che costituivano una sorta di somma algebrica e che facevano seguito a ragionamenti di buonsenso, come quello dell'abbonamento annuale fino a 150 euro, quando ci sono abbonamenti trimestrali che valgono 60 euro.

Se, da un lato, queste sono le scelte del Governo Meloni, dall'altro, l'Europa va in tutt'altra direzione. La Spagna, da settembre, garantisce la possibilità dei treni gratuiti per tutti i cittadini e alcuni Paesi europei, come la Danimarca, l'Estonia, Malta, Lussemburgo e tanti altri, dal primo ottobre, garantiscono la possibilità di avere trasporti pubblici gratuiti. Quindi, l'Italia e il Governo italiano si pongono in netta contraddizione rispetto all'atteggiamento dei Governi europei per affrontare il tema così difficile del costo dei trasporti, proprio nel tempo in cui l'inflazione fa sentire sempre più forte la sua morsa.

Non solo. Si ha l'impressione che sia in atto una vera e propria demonizzazione dell'avversario politico. L'atteggiamento con cui sono stravolti, modificati e cancellati provvedimenti del precedente Governo, nel quale una parte dell'attuale maggioranza aveva pesi e posti di rilievo, deve far pensare.

Quello che sarebbe dovuto essere il provvedimento con cui si tagliavano le accise è diventato il testo con cui non si vorrebbe prorogare neanche lo sconto sui carburanti e una misura popolare e apprezzatissima come il bonus trasporti viene sostanzialmente dimezzata. Tuttavia, la cosa che fa più male è che a pagare gli errori del Governo sono le fasce più deboli della popolazione, i meno abbienti, perché sono tagli orizzontali che colpiscono tutti, nel momento in cui il costo della vita, l'inflazione e il caro bollette sono ancora presentissimi nel Paese. Servono uno Stato e un Governo nazionale che dicano che lo Stato c'è, che tendano la mano a chi sta peggio, che tendano la mano agli ultimi, ai più deboli, impegnati per lenire le diseguaglianze e garantire i servizi pubblici essenziali, come il trasporto pubblico a tutti i cittadini. Invece, si fa l'esatto opposto, con un testo iniquo e dannoso. Il Partito Democratico voterà contro la questione di fiducia che è stata posta e che sarà al voto di quest'Aula tra qualche minuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramanna. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CARAMANNA (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, membri del Governo, siamo giunti al termine di questo lungo percorso che abbiamo avviato alcune settimane fa per dare risposte urgenti ai cittadini di fronte all'aumento dei prezzi della benzina. Ne è nato, abbiamo visto, un dibattito serrato, accompagnato da un'opera di ascolto delle categorie coinvolte che, però, nella dialettica parlamentare ha assunto contorni troppo spesso strumentali. Per questo vogliamo rammentare a tutti i presenti un punto sul quale si è tanto discusso nelle ultime settimane.

Il taglio strutturale delle accise sui carburanti è un obiettivo del governo Meloni e di Fratelli d'Italia, ma nulla ha a che vedere con la misura emergenziale adottata nei mesi scorsi dal Governo precedente. La condizione indispensabile per arrivare ad un taglio strutturale delle accise sui carburanti è la crescita economica. Se prima non si risana l'economia italiana, devastata da un disastroso decennio di sinistra al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dalla pessima gestione della pandemia e dagli effetti della guerra tra Russia e Ucraina, ogni intervento sul taglio delle tasse è superfluo.

Come tutti gli italiani sanno, l'Esecutivo guidato dal Presidente Meloni si è trovato a dover elaborare una legge di bilancio in pochi giorni, avendo ereditato una situazione che non lasciava affatto un ampio margine di manovra. In questo contesto, l'Esecutivo è stato chiamato a fare delle scelte e ha scelto correttamente di concentrare gli aiuti verso i ceti e le fasce più deboli della popolazione. Con il decreto Trasparenza sul prezzo dei carburanti, che oggi ci accingiamo a votare, si è scelto di supportare le fasce economicamente più svantaggiate e, allo stesso tempo, di contrastare sul nascere eventuali condotte scorrette e non trasparenti. Pertanto, la speculazione politica delle opposizioni lascia il tempo che trova, è priva di ogni sostanza e soprattutto è sfacciata. Chi ha governato fino a ieri è il primo responsabile del deterioramento economico della Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Pretendere che, nel giro di 3 mesi, il Governo di centrodestra riesca subito a risolvere tutti i problemi che altri hanno lasciato nell'ultimo decennio dimostra la natura strumentale della polemica sollevata.

La scelta di procedere gradualmente alla riduzione delle accise sui carburanti ha ricevuto pesanti critiche da parte dell'opposizione, alcune peraltro del tutto infondate. È infatti noto a tutti che un intervento in tal senso necessita di un approccio graduale. Così come è noto a tutti che il taglio delle accise su diesel e benzina, approvato dal Governo Draghi, era una misura temporanea per arginare momentaneamente l'impennata dei prezzi; una misura che è costata all'erario circa 7 miliardi di euro fino alla fine dello scorso novembre.

Viste le ristrettezze economiche della legge di bilancio per il 2023, il Governo ha dovuto prendere scelte nell'interesse della collettività, ma soprattutto a vantaggio di tutti i cittadini più deboli o di chi versa in condizioni economiche di enorme difficoltà. L'Ufficio parlamentare di bilancio, ad esempio, ha stimato che il 10 per cento della popolazione italiana più ricca ha avuto benefici pari a 6,5 volte più alti rispetto al 10 per cento dei più poveri, grazie al taglio delle accise.

Questa situazione è determinata dal fatto che le risorse destinate a ridurre il costo dei beni energetici confluiscono di più verso i più ricchi, perché naturalmente consumano maggiori quantità assolute di questi beni. Presidente, non lo diciamo certo per riflesso di una mentalità pauperista, tipica di una vecchia sinistra che faceva della ricchezza una colpa, ma perché, di fronte a risorse inevitabilmente esigue, le scelte non possono che orientarsi verso chi ha più bisogno. È questa l'unica ragione che ci ha spinto ad optare per l'adozione di misure come il bonus bollette, l'aumento delle pensioni minime e il taglio del cuneo fiscale.

Ad ogni modo, nonostante il mancato rinnovo del taglio sulle accise, grazie al price cap varato a livello europeo anche per merito della posizione ferma del Governo Meloni, che, in questo, va dato atto, ha proseguito lungo il solco tracciato dal Presidente Draghi, il prezzo del gas si è notevolmente ridotto, ritornando a livelli antecedenti allo scoppio della guerra in Ucraina. Secondo le rilevazioni settimanali del Ministero dell'Ambiente, i prezzi dei carburanti sarebbero, allo stato, ancora in calo. La benzina è scesa ai minimi da 1 anno e mezzo. Ricordo all'Aula che anche altri Stati membri dell'Unione europea, che prima si citavano, hanno adottato la strategia italiana, non prorogando lo sconto generalizzato sui carburanti. In Francia, dal 1° aprile 2022, il Governo aveva approvato uno sconto di 15 centesimi al litro da applicare in fase di rifornimento per privati ed imprese. Questo sconto si è protratto fino a metà novembre ed è stato ridotto a 10 centesimi fino al 31 dicembre 2022.

In Germania, il taglio delle accise sui carburanti, introdotto dal Governo federale il 1° giugno 2022 per far fronte alla crisi energetica, è stato interrotto il 1° settembre 2022. In Spagna, il Governo ha messo fine nel 2023 ad uno scontro generalizzato sui carburanti di 20 centesimi al litro, mantenendo in vigore tale misura eccezionale contro l'inflazione solo per i settori più colpiti. Gonzalo Garca, segretario di Stato per l'economia e il sostegno alle imprese, parlando in un evento organizzato dal centro di analisi Funcas, ha dichiarato che le misure temporanee vanno ritirate perché non si può sovraccaricare in modo permanente il bilancio. A detta del segretario di Stato all'energia, la risposta all'inflazione va adattata ad una nuova fase, con un tasso di inflazione più basso rispetto ad alcuni mesi fa.

Il decreto Trasparenza del 14 gennaio 2023, su cui oggi confermiamo la nostra fiducia, è un provvedimento che introduce disposizioni in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo e sanzionatori del Garante per la sorveglianza dei prezzi. La finalità principale è quella di rendere più trasparente il mercato del petrolifero, adottando una serie di strumenti a sostegno dei cittadini per la fruizione del trasporto pubblico. Questo provvedimento, ulteriormente migliorato nel corso dei lavori in Commissione, prevede interventi apprezzabili e riconducibili a 3 distinte macroaree: la prima è quella della trasparenza e del controllo sui prezzi; la seconda è la stabilizzazione dei prezzi dei carburanti; la terza è il sostegno alla mobilità.

Sul primo fronte, quello della trasparenza e del controllo, si prevede l'esposizione di una cartellonistica che segnala agli automobilisti il prezzo medio regionale dei carburanti, distinguendo tra rete autostradale e non autostradale. Contestualmente, si prevede, accanto ad una revisione dell'impianto sanzionatorio a carico dei gestori degli impianti, un principio di commisurazione dell'importo della sanzione al fatturato d'esercizio. Sempre sul fronte della trasparenza, segnalo la realizzazione di un'applicazione dedicata per consentire agli utenti una scelta più consapevole e vantaggiosa, capace di stimolare la concorrenza economica. Si prevede, altresì, un rafforzamento dei poteri dedicati alla figura del Garante per la sorveglianza dei prezzi, a garanzia dei consumatori, dotandolo di maggiori strumenti per sorvegliare e reprimere sul nascere le condotte speculative e irrobustendo al tempo stesso la collaborazione tra Garante e le autorità competenti.

Sul fronte della stabilizzazione dei prezzi, invece, si è cercato di semplificare e di rendere strutturale un meccanismo con cui l'Esecutivo potrà intervenire per calmierare i prezzi del carburante ogni qualvolta questi oscillino al di sopra delle soglie minime individuate all'interno del DEF.

Da ultimo, per il sostegno alla mobilità, si prevede la detassazione dei buoni carburante o di analoghi titoli fino a un massimo di 200 euro e si introduce un contributo fino a 60 euro per gli abbonati ai servizi di trasporto pubblico che hanno ISEE inferiore a 20 mila euro e subiscono l'aumento del carburante.

Questo provvedimento racchiude un ventaglio di norme di buonsenso che si muovono verso un'unica direzione: garantire sempre la trasparenza nei confronti dei consumatori, senza ulteriormente gravare sui costi per le categorie che offrono un servizio importante per la Nazione e verso le quali vi è unanime riconoscimento per il ruolo svolto anche nei momenti più difficili, come ad esempio durante la pandemia.

Presidente, nella narrazione fatta dalle opposizioni, tuttavia, si è preferito incentrare il dibattito su un unico aspetto: estrapolare un punto del programma elettorale di Fratelli d'Italia del 2022, gettando ombre su quanto espresso dal Presidente del Consiglio sul taglio delle accise. Questa, permettetemi di dire, mistificazione di bassissimo livello (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), più che screditare Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia mette in luce tutta la malafede e l'incapacità di chi sostiene questa tesi. Quando, infatti, si parlava di sterilizzazione delle entrate, il riferimento era chiaramente legato a non far proliferare e non far crescere le imposte, riducendo IVA e accise.

La ratio è semplice ed è stata spiegata più volte: lo Stato non deve trarre ulteriore vantaggio sul prelievo dell'aumento dei prezzi. Se aumenta il costo del carburante, non devono aumentare le imposte, ovvero devono essere sterilizzate. Mi preme ancora una volta ricordare all'Aula questo concetto, Presidente, e mi avvio alla conclusione, perché aiuta a demolire con la forza della ragione la vergognosa campagna mistificatoria di un'opposizione che non sa più di cosa parlare per continuare ad esistere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La sterilizzazione delle accise sui carburanti non è un aumento e il Governo non poteva fare altrimenti in questo momento. La decisione del Governo Meloni è corretta per non pesare sulla finanza pubblica e per aiutare le famiglie alle prese con il caro bollette.

Quindi, a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, confermo, ancora una volta, la fiducia a tutto l'Esecutivo guidato da Giorgia Meloni, perché crediamo, Presidente, nelle scelte e nell'operato di questo Governo, che ha dimostrato, con i fatti, di non avere alcuna intenzione di fare passi indietro. Sulla trasparenza, così come sul sostegno agli italiani in difficoltà, ci siamo e ci saremo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 15, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 14,50, è ripresa alle 15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 771-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta del 16 febbraio.

La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Andrea Barabotti.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando, quindi, di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltose le operazioni di voto.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama – Al momento della chiama della deputata Montaruli applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………... 284

Votanti: ………………… 281

Astenuti: ……………….. 3

Maggioranza: …………... 141

Hanno risposto : ……… 174

Hanno risposto no: ……... 107

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellucci Maria Teresa

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Carloni Mirco

Carra' Anastasio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Freni Federico

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Maullu Stefano Giovanni

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Tassinari Rosaria

Testa Guerino

Toccalini Luca

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Appendino Chiara

Ascani Anna

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barbagallo Anthony Emanuele

Barzotti Valentina

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Fenu Emiliano

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Guerra Maria Cecilia

Iaria Antonino

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Marattin Luigi

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Rosato Ettore

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scotto Arturo

Serracchiani Debora

Simiani Marco

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Traversi Roberto

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Steger Dieter

Sono in missione:

Bignami Galeazzo

Cecchetti Fabrizio

Cirielli Edmondo

Colosimo Chiara

Costa Enrico

Di Sanzo Christian Diego

Ferro Wanda

Gava Vannia

Giorgetti Giancarlo

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Lollobrigida Francesco

Lupi Maurizio

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Mazzi Gianmarco

Meloni Giorgia

Molteni Nicola

Nordio Carlo

Orsini Andrea

Pichetto Fratin Gilberto

Prisco Emanuele

Richetti Matteo

Rixi Edoardo

Scerra Filippo

Schullian Manfred

Silvestri Francesco

Silvestri Rachele

Sportiello Gilda

Tajani Antonio

Tremonti Giulio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 771-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 15 febbraio scorso, nella seduta odierna l'esame degli ordini del giorno sarà limitato alle fasi dell'illustrazione e del parere del Governo.

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/771-A/25 Lampis è stato ritirato dal presentatore.

L'onorevole Scotto ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/771-A/7 Sarracino.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Questo ordine del giorno, presentato dall'onorevole Marco Sarracino e che ho firmato, interviene rispetto ad una materia che dovrebbe essere al centro del dibattito: il trasporto pubblico locale e il destino di migliaia di pendolari che rischiano di essere profondamente danneggiati dall'incompletezza del provvedimento che stiamo votando.

L'articolo 4 del DL Aiuti del 2022 prevedeva un intervento, sollecitato all'allora Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che stanziava 100 milioni, intervenendo sui trasporti pubblici locali, sulla scontistica sugli abbonamenti, fino ai redditi da 20.000 euro per calmierare l'aumento dei costi dell'energia. Tale provvedimento, che ha una durata per l'intero anno, al momento non è ancora partito e rischia di essere una mazzata molto significativa per tante donne e tanti uomini che usano il trasporto pubblico locale per recarsi sul proprio posto di lavoro e che, soprattutto, hanno redditi bassi o medio bassi. L'emergenza dei pendolari si trascina da tanti anni e non è attribuibile, ovviamente, soltanto al vostro Governo. Tuttavia, in questo quadro, siccome le risorse ci sono, non si capisce per quale motivo non vengano attivate.

Aggiungo: nell'ordine del giorno, che chiediamo venga accolto, c'è un focus specifico sull'area metropolitana di Napoli, che ha fatto emergere ancora di più, nel corso degli ultimi anni, una problematicità rispetto all'accesso al trasporto pubblico locale. Tale accesso colpisce soprattutto i ceti meno abbienti e gli studenti. E dunque, come tra l'altro stanno facendo sia le organizzazioni sindacali sia le associazioni datoriali, chiediamo che venga istituito un tavolo sul futuro del trasporto pubblico locale, in particolare sull'area metropolitana di Napoli e soprattutto sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici pendolari che rischiano di essere schiacciati dall'ignavia di un Governo che non se ne occupa.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di illustrazione degli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/1 Zucconi, parere favorevole con riformulazione, nel senso di eliminare il seguente inciso: “nel corso dei successivi provvedimenti”.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/2 Benzoni, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/3 Ruffino, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di” ed eliminando l'inciso: “nel prossimo provvedimento utile”.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/4 Pastorino, parere favorevole con la seguente riformulazione, che leggo: “a valutare l'opportunità di avviare un monitoraggio sull'effettivo utilizzo da parte dei consumatori dell'applicazione informatica prevista dall'articolo 1, comma 3-bis, anche ai fini dell'eventuale introduzione di modalità semplificate e automatizzate di esposizione del prezzo medio”.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/5 Boschi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/6 Amendola, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/7 Sarracino, parere contrario. Vista l'illustrazione del deputato, si rappresenta che l'impegno richiesto al Governo riguarda un tema di interesse nazionale e deve essere affrontato dal Governo tenendo conto delle esigenze di tutte le regioni. Resta ferma la possibilità, per la regione Campania, di istituire tale tavolo di confronto, laddove ritenuto opportuno, con il coinvolgimento dei rappresentanti del Governo.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/8 Pavanelli, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di” ed eliminando la terza premessa.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/9 Cappelletti, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/10 Todde, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con la normativa eurounitaria e con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/11 Appendino, parere favorevole con la seguente riformulazione, integralmente sostitutiva: “a verificare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 5 del 2023, a mezzo del monitoraggio del Garante dei prezzi, come previsto dall'articolo 3, comma 1, lettera c), l'andamento dei prezzi praticati alla pompa, anche in relazione alla misura di cui all'articolo 1, concernente l'esposizione, all'interno dell'area di vendita, del cartello con la media aritmetica dei prezzi di riferimento”.

Gli ordini del giorno n. 9/771-A/12 Scerra, n. 9/771-A/13 Carotenuto e n. 9/771-A/14 L'Abbate sono accolti come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/15 Fenu è accolto come raccomandazione quanto ai primi 4 impegni, mentre il parere è contrario sull'ultimo impegno, considerando che il monitoraggio dei prezzi è già previsto nella disposizione sul Garante dei prezzi.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/16 Andreuzza, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/17 Peluffo, parere favorevole con la seguente riformulazione, che sostituisce integralmente l'impegno, che ora leggo: “impegna il Governo a verificare, entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 5 del 2023, a mezzo del monitoraggio del Garante dei prezzi, come previsto dall'articolo 3, comma 1, lettera c), l'andamento dei prezzi praticati alla pompa, anche in relazione alla misura di cui all'articolo 1, concernente l'esposizione, all'interno dell'area di vendita, del cartello con la media aritmetica dei prezzi di riferimento”. È chiaro che tutti questi ordini del giorno vengono riformulati in questo modo.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/18 De Micheli è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/19 Orlando il parere è favorevole, con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di provvedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/20 Casu c'è un invito al ritiro. Sugli ordini del giorno n. 9/771-A/21 Gnassi, n. 9/771-A/22 Merola, n. 9/771-A/23 Barbagallo e n. 9/771-A/24 Di Biase, il parere è contrario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/771-A/25 Lampis è stato ritirato.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Ordine del giorno n. 9/771-A/26 Benigni, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/27 Zaratti il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. L'ordine del giorno n. 9/771-A/28 Zanella è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/29 Mari il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/30 Dori il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di” e ”compatibilmente con la normativa euro-unitaria e con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/31 Piccolotti il parere è favorevole con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con la normativa eurounitaria e con i vincoli di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/32 Evi c'è un invito al ritiro. L'ordine del giorno n. 9/771-A/33 Fratoianni è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/771-A/34 Grimaldi è accolto se riformulato nel seguente modo: “a verificare gli effetti applicativi derivanti dall'articolo 4 del decreto-legge in esame”, ovviamente, integralmente sostitutivo dell'impegno. L'ordine del giorno n. 9/771-A/35 Borrelli è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/36 Ghirra c'è un invito al ritiro. L'ordine del giorno n. 9/771-A/37 Bonelli è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/771-A/38 Cavo il parere è favorevole con la seguente riformulazione, che sostituisce integralmente l'impegno: “a valutare l'opportunità di proseguire il confronto già avviato con il tavolo tecnico con le associazioni di categoria per affrontare tutte le problematiche che afferiscono alla rete di distribuzione carburanti”.

Sugli ordini del giorno n. 9/771-A/39 Alessandro Colucci e n. 9/771-A/40 Lupi, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Interrompiamo a questo punto l'esame degli ordini del giorno.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Come convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 15 febbraio scorso, nella seduta di domani, martedì 21 febbraio, avranno luogo, a partire dalle ore 9,30, la votazione degli ordini del giorno e, a partire dalle ore 12, con ripresa televisiva diretta, le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto e la votazione finale.

Avverto che è stata presentata la questione pregiudiziale Zanella ed altri n. 1 riferita al disegno di legge n. 888, decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame e la votazione della questione pregiudiziale sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani, martedì 21 febbraio, dopo la votazione finale del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. L'episodio accaduto il 18 febbraio davanti al liceo “Michelangiolo” di Firenze è un fatto gravissimo e senza precedenti nella storia recente. Sei studenti identificati, di cui tre minorenni, hanno aggredito e pestato gli studenti del collettivo studentesco. Successivamente, abbiamo appreso la notizia che gli aggressori erano tutti esponenti di Azione Studentesca, gruppo politico della destra identitaria legato al centro sociale Casaggì.

Come lei ben sa, signor Presidente, e come sanno benissimo i colleghi di Fratelli d'Italia, l'unico esponente eletto di Fratelli d'Italia a Firenze, in consiglio comunale, appartiene a Casaggì; gli stessi che tre settimane fa, come denunciai in quest'Aula, si prodigarono a organizzare un bel convegno nostalgico su Ordine Nuovo, organizzazione neofascista sciolta nel 1973, che ha annoverato tra le sue fila diversi militanti condannati per terrorismo.

Casaggì e Fratelli d'Italia in via Frusa 37, a Firenze, condividono la stessa sede: come dire, due cuori e una capanna. Da quelle stanze sono passati militanti e dirigenti del principale partito di Governo, tra cui Giovanni Donzelli e, sicuramente, anche gli squadristi che hanno picchiato gli studenti l'altro giorno. Non è arrivata una parola da parte di Fratelli d'Italia e dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di condanna nei confronti di questo episodio! Per tramite suo, chiediamo che il Governo venga qui e spieghi cosa è accaduto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 21 febbraio 2023 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge (per le votazioni degli ordini del giorno e, a partire dalle ore 12, per le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto):

Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico. (C. 771-A​)

Relatrice: COLOMBO.

2. Esame e votazione della questione pregiudiziale riferita al disegno di legge:

S. 452 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato) (C. 888​)

Relatori: URZÌ, per la I Commissione; PELLA, per la V Commissione.

(ore 15, con votazioni non prima delle ore 18,30)

3. Discussione del disegno di legge:

S. 452 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato). (C. 888​)

Relatori: URZÌ, per la I Commissione; PELLA, per la V Commissione.

La seduta termina alle 16,15.