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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 51 di martedì 14 febbraio 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 15,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FILIBERTO ZARATTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 65, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori (A.C. 750-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 750-A: Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 750-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, consentitemi una sintesi un po' ad effetto: ciò che siamo chiamati oggi a esprimere è un voto di fiducia sulla solidarietà, sul significato stesso della parola solidarietà e sulle sue applicazioni, la solidarietà tra i Paesi dell'Unione europea nel fronteggiare un tema comune e la solidarietà umana nell'accogliere chi è in difficoltà. È questo il punto su cui voteremo e su cui ci divideremo, fra coloro che sostengono questo Governo e il suo operato e coloro che rivendicano per sé una sorta di primato di superiorità morale da rigettare. Bisogna chiedersi infatti: è solidarietà illudere individui con poche speranze, alimentare sogni destinati a non realizzarsi, far credere che affrontare un viaggio, prima via terra e poi via mare, altamente rischioso, abbia come meta finale la soluzione di ogni problema? La rotta del Mediterraneo centrale è una delle più pericolose: in meno di dieci anni si sono registrati più di 25.000 morti.

Non nascondiamoci dietro a parole come ricollocamenti, redistribuzione e accoglienza. Il trattato di Dublino e l'accordo previsto dal meccanismo di contribuzione solidale volontaria hanno sempre riguardato in via primaria, se non esclusiva, i richiedenti asilo. Non vi è redistribuzione che tenga alla pressione migratoria che dal Sud del mondo spinge verso il Nord. È legittimo scappare dalla povertà, certo che lo è, tanto quanto scappare dalla guerra; ma siamo in grado di accogliere tutti e accogliere davvero, dando la possibilità di lavorare e costruirsi una vita nel nostro Paese, di mantenere la propria famiglia e di avere una casa o riteniamo forse che lasciare che tanti finiscano nelle maglie del racket della prostituzione e dell'elemosina o del traffico della droga sia accoglienza?

Per ragionare su un tema così delicato e sensibile non si può cedere alle accuse incrociate o alle provocazioni, ma si deve avere la lucidità, il pragmatismo di valutare dati, fatti, numeri. Il decreto in esame fa questo e tiene conto della realtà senza voltarsi dall'altra parte. Non basta sollecitare le coscienze con le immagini dei gommoni carichi di migranti. Quale coscienza ci consente di guardarli ancora, una volta arrivati o salvati da un naufragio, se la loro domanda di asilo non ha alcuna speranza di essere presa in considerazione, né nel nostro Paese, né in un altro Stato dell'Unione? Il tema non è limitare o sostenere i salvataggi in mare, il tema è fare in modo che il Mediterraneo non sia più una rotta di disperazione, che non sia più una tomba di sogni e di vite umane. La linea tra salvataggio, sempre encomiabile, e incentivo alle partenze è molto sottile e ad esserne favoriti non sono i migranti, ma i trafficanti di esseri umani.

Dobbiamo eliminare ogni possibile fraintendimento sul fatto che arrivare sulle nostre coste possa consentire di essere accolti in Europa per coloro che scelgono di migrare per motivi economici. Lasciare questa speranza vuol dire non preoccuparsi che chi parte lo faccia mettendosi nelle mani dei trafficanti, consegnando loro i propri averi, intraprendendo un lungo viaggio attraverso il deserto del Sahara, sottoponendosi non solo ad oggettivi rischi, ma anche agli abusi e allo sfruttamento da parte di coloro che, il più delle volte, li abbandoneranno al loro destino una volta fatti salire sulle imbarcazioni di fortuna. Dobbiamo essere consapevoli che molti di loro non arrivano nemmeno a partire dalle coste del Nordafrica, sopportano privazioni di ogni tipo e, a volte, sono costretti a imbarcarsi contro il loro stesso volere. Ciò che vediamo nelle acque del Mediterraneo è solo la punta dell'iceberg di un fenomeno che ha causato molti più morti e dispersi di quanti se ne possano contare con i dati a disposizione. Si tratta di un fenomeno che si sviluppa nell'ambito di territori dove spesso vige incertezza di potere e assenza di controlli e dove la criminalità può, indisturbata, portare avanti un crudele traffico di vite umane. Se vogliamo agire secondo i principi della solidarietà, dell'umanità e della realtà, dobbiamo giungere alla determinazione che i flussi migratori vanno gestiti e che l'accoglienza senza limiti è un'utopia contro cui si infrangono le speranze di troppi.

Ciò non vuol dire chiudere i porti o negare accoglienza: vuol dire evitare sofferenze e rischi. Questa è la ratio del provvedimento su cui il Governo ha chiesto la fiducia di quest'Aula. Un provvedimento che non rappresenta la soluzione finale, ma un tassello di un'azione complessiva, messa in campo dal Governo. Ed è questo il senso del voto di fiducia: andare oltre i limiti del provvedimento in esame e valutare nella sua totalità l'insieme delle misure adottate dall'Esecutivo per affrontare una questione delicata come quella dell'immigrazione e delle morti in mare.

La definizione di regole per chi svolge l'encomiabile attività di salvataggio in mare è volta a ridurre ogni involontario incentivo alla pratica del traffico di esseri umani da parte delle organizzazioni criminali che agiscono sulle coste africane. Vediamo, dunque, queste regole: le operazioni di soccorso devono essere effettuate nel rispetto delle indicazioni del centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo e dalle autorità dello Stato di bandiera; la nave che effettua in via sistematica attività di ricerca e soccorso in mare deve operare secondo autorizzazioni o abilitazioni rilasciate dalle competenti autorità dello Stato di bandiera e deve possedere requisiti di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione; deve informare tempestivamente le persone prese a bordo della possibilità di richiedere la protezione internazionale e, in caso di interesse, raccogliere i dati rilevanti da mettere a disposizione delle autorità; deve richiedere, nell'immediatezza dell'evento, l'assegnazione del porto di sbarco; deve raggiungere il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità senza ritardo per il completamento dell'intervento di soccorso; deve fornire alle autorità italiane per la ricerca e il soccorso in mare, ovvero nel caso di assegnazione del porto di sbarco alle autorità di pubblica sicurezza, le informazioni richieste ai fini dell'acquisizione di elementi relativi alla ricostruzione dettagliata dell'operazione di soccorso posta in essere. Le modalità di ricerca e soccorso in mare da parte della nave non devono avere concorso a creare situazioni di pericolo a bordo, né impedito di raggiungere tempestivamente il porto di sbarco. Quindi, regole di buon senso a tutela di chi opera e di chi viene soccorso.

Ma lo scopo finale deve essere quello di chiudere la tratta del Mediterraneo, che è troppo pericolosa. I flussi migratori vanno gestiti e non possono essere lasciati in balia di trafficanti senza scrupoli.

In questo senso va anche il decreto Flussi, che ha definito le quote di lavoratori stranieri che possono accedere al nostro Paese e le modalità con cui farlo, introducendo per la prima volta un principio fondamentale: la limitazione dei Paesi d'origine ai soli che hanno stipulato o stipuleranno con l'Italia accordi di cooperazione sulla migrazione. Ciò presuppone anche l'attivazione di trattative bilaterali con i Paesi di origine e non solo con gli Stati costieri. Si tratta di un passaggio molto importante, che consente di responsabilizzare anche il Paese di partenza nella regolamentazione e nel controllo dei flussi anche dei lavoratori stagionali. Il concetto è far entrare chi può essere accolto, cioè integrato in un percorso di legalità, di lavoro e di sicurezza. Questo deve essere lo scopo di un Paese civile e solidale, altrimenti ci porremmo solo all'estremità finale di una lunga catena di illegalità girandoci dall'altra parte, mentre i migranti si trasformano in clandestini e, dalle mani dei trafficanti di esseri umani, finiscono in quelle del racket dell'elemosina, della prostituzione e dello spaccio della droga.

Ma un altro passaggio fondamentale della politica di questo Governo è la trattativa in corso in Europa e il cambio di passo registrato a Bruxelles in occasione del Consiglio europeo. Si tratta di quella co-responsabilizzazione di tutti gli Stati dell'Unione nella gestione degli arrivi. Chiudere le frontiere e alzare muri, come chiedono alcuni Paesi, è la soluzione definitiva? No! Però, portare tutti i Paesi europei a considerare comuni le frontiere dell'Unione vuol dire porre le basi per la necessaria riflessione su un impegno concreto per sviluppare l'economia nel continente africano.

Fino a quando non vi saranno le condizioni minime di benessere e di crescita nei Paesi africani di origine dei flussi non verrà meno la pressione migratoria, una pressione che l'Europa - e non solo l'Italia - non può sostenere. Occorre, dunque, un piano di investimenti nel continente africano. È un obiettivo importante, anche se non può avere i tempi della rotta di un barcone. Nel frattempo, non possiamo lasciare che la solidarietà sia travisata e utilizzata dai mercanti per lucrare sulle speranze e sui sogni degli esseri umani.

Come Noi Moderati, per tutti i motivi appena elencati e in considerazione del complesso dell'azione messa in campo dal Governo per gestire i flussi dei migranti economici e porre le basi per fermare la pressione migratoria dal continente verso l'Europa, esprimiamo ancora una volta il nostro sostegno all'Esecutivo.

Lo facciamo nella certezza non solo della correttezza delle misure proposte, ma soprattutto degli obiettivi che si intendono raggiungere (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Signori rappresentanti del Governo, ieri il Ministro Ciriani poneva la questione di fiducia sull'approvazione del decreto sui flussi migratori. Per l'ennesima volta il Governo non prevede che si possa approvare un decreto senza ricorrere alla fiducia, con buona pace di Fratelli d'Italia che nelle precedenti legislature protestava sempre sull'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza.

È l'ennesima prova di forza per stroncare il dibattito parlamentare su un provvedimento che vuole impedire alle organizzazioni umanitarie nel Mediterraneo di salvare le vite delle persone che fuggono da carestie, fame, pandemia, guerra, violenza e cambiamenti climatici.

L'obiettivo è sempre lo stesso: impedire, fermare, nascondere, mettere il bavaglio, così come state facendo perfino con Sanremo; troppo scandaloso il bacio di Rosa Chemical a Fedez in diretta TV. Troppo ragionevole e troppo alternativo chiedere di legalizzare le droghe leggere, misura essenziale per combattere davvero le mafie. Ma il vero obiettivo - lo sappiamo tutti - è mettere il bavaglio alla televisione pubblica.

Dunque, l'obiettivo è sempre lo stesso: impedire, fermare, nascondere; come, per esempio, è sconveniente per voi che le spiagge non siano solo un lusso da privatizzare ma un luogo libero a disposizione di tutti e anche un ponte, un luogo sicuro dove possa sbarcare magari una migrante con un bambino in braccio.

Potendo, fareste di tutto, anche mettere il filo spinato ai confini, come fa il vostro caro amico Orbán, oppure costruire un muro di contenimento, ma il mare non conosce confini né conosce direzione. Il mare da sempre unisce popoli e non li separa!

Mi rivolgo a chi ricorda spesso la propria fede nel parlare di politica. Se non volete ricordare le parole di Francesco, ricordate almeno queste: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sede e mi avete dato da bere; ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi”. L'ultima frase la potete anche ignorare, perché non vorrei che qualcuno potesse essere considerato colluso con il carcerato visitato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Le norme contenute in questo provvedimento d'urgenza sono regole inutili e penalizzanti. Si tratta di un testo ipocrita, dove da una parte si afferma esplicitamente la conformità e la coerenza del testo alle normative internazionali sul soccorso in mare e, dall'altra, si fa esattamente l'opposto, ossia si penalizza e si ostacola il soccorso in mare in tutti i modi, in barba alle norme, alle convenzioni e al diritto internazionale ed europeo. Proprio per questo motivo, la gran parte dei soggetti ascoltati nelle audizioni, che si sono svolte nelle Commissioni referenti, ha rappresentato la necessità non di emendare il testo bensì di ritirarlo, come del resto richiesto anche dal Consiglio d'Europa.

Avete fin da subito definito questo provvedimento come una stretta sulle navi delle ONG, definite “taxi del mare” nel Mediterraneo, che fanno la spola per trasferire gente da una Nazione all'altra. Per evitare ciò introducete obblighi pericolosi e in contrasto con le norme e le convenzioni internazionali, perché tali obblighi rappresentano le vere condizioni imposte alle navi umanitarie e i veri obiettivi del decreto che sono quelli di ostacolare l'approdo in Italia delle persone salvate dai naufragi e impedire che le navi umanitarie soccorrano persone in differenti eventi di pericolo. Ma ciò è in violazione dell'obbligo assoluto di soccorso previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e dal diritto interno con il codice della navigazione. Ignorate che esiste un dovere di soccorso imposto dal diritto internazionale e, quindi, da una norma di rango superiore, che non può essere derogata da una disciplina nazionale volta a limitare i soccorsi stessi.

Nessun divieto di soccorsi plurimi o altre indicazioni o regolamentazioni amministrative possono opporsi all'obbligo di soccorso, la cui omissione, oltre a comportare reato del comandante per il diritto italiano (articoli 490 e 1158 del codice della navigazione), costituirebbe violazione di un obbligo internazionale. Si impegnano le organizzazioni che hanno già effettuato un salvataggio a raggiungere un porto sicuro nel più breve tempo possibile, ma, così facendo, si contraddice quanto sancito dalla Convenzione UNCLOS che obbliga il comandante della nave a prestare ulteriore assistenza a persone in difficoltà, nel caso in cui avesse notizia di una barca in difficoltà, vietando così salvataggi multipli. Insomma, si finisce per spingere le navi umanitarie a delinquere, incorrendo nel reato di omissione di soccorso. Se, da una parte, le norme del decreto fanno pensare alla volontà di consentire il salvataggio e imporre l'arrivo senza indugio in porto, dall'altra, la realtà è che in queste settimane stiamo assistendo all'opposto, ossia all'assegnazione, da parte degli organi competenti, di porti di primo sbarco che distano tre o quattro giorni di navigazione dall'ultima posizione delle navi, costringendole a prolungare inutilmente la sofferenza e il disagio dei naufraghi e, spesso, con emergenze sanitarie a bordo.

Siamo di fronte a un decreto grave, pericoloso, che recita “Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori”. In realtà, è un testo che nulla ha a che fare con la gestione dei flussi migratori, ma che vuole solamente contrastare in tutti i modi il soccorso in mare dei migranti e ostacolare l'attività delle ONG. Questa scelta del Governo è ancora più grave e inutile, se si pensa che le navi delle organizzazioni non governative nel 2022 hanno portato in salvo solamente poco più del 14 per cento delle persone partite per giungere in Europa. I numeri dei salvataggi effettuati non giustificano in alcun modo un provvedimento così punitivo nei confronti delle organizzazioni umanitarie.

Questo decreto non vuole affrontare concretamente un problema, bensì rispondere a finalità meramente ideologiche. Si tratta di un provvedimento di cattiveria sociale nei confronti di persone che sfuggono alla fame, alla guerra, alla carestia, alle crisi geopolitiche dell'Africa centrale e alle conseguenze dei cambiamenti climatici, donne e bambini che sono magari transitati nei lager libici, ove ogni sopruso, tortura o abuso di ogni genere ed umiliazione è tollerato, luoghi in cui, come è stato documentato dalle agenzie ONU, dagli organismi non governativi e da molti servizi giornalistici, gli esseri umani vengono torturati e da cui si può uscire solo pagando un riscatto.

Rammentiamo ancora una volta che la Libia non è considerata sicura a livello internazionale e che i migranti, soccorsi dalla Guardia costiera libica, vengono riportati nei centri di detenzione, spesso gestiti dai membri della stessa Guardia costiera.

L'articolo 1, il cuore nero del provvedimento, è semplicemente una bandiera politica, un'arma nel braccio di ferro fra Governo e organizzazioni governative che produrrà l'unico risultato dell'aumento dei morti.

Affidarsi alle morti in mare per contenere i flussi migratori è una politica spietata e aberrante sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista etico, una politica non degna di questo Paese. Siamo di fronte a un provvedimento d'urgenza chiaramente illegittimo. È illegittimo perché, come ho già detto, va contro tutte le convenzioni e i trattati in materia, in violazione con le disposizioni sugli obblighi di protezione internazionale, e perché va contro gli stessi principi di solidarietà sanciti dalla nostra Carta costituzionale, già bocciato e smontato dal tribunale di Catania che ha accolto giorni fa il ricorso d'urgenza presentato dai naufraghi soccorsi dalla nave della ONG tedesca SOS Humanity, l'8 novembre, dopo che a 35 di loro non era stato permesso di sbarcare, provvedimento che finirà per essere bocciato anche dalla Corte costituzionale.

È un provvedimento che ci allontana ancora più dal cuore dell'Europa, quell'Europa che non ci invita nemmeno a cena, che si fa osservare dal buco della serratura. E restiamo col solito dilemma: mi si nota di più, se mi imbuco a una cena dove non sono stata invitata o se faccio l'offesa perché nessuno mi considera e mi trattano come Calimero? Giorgia Meloni ha scelto la sceneggiata e ha fatto la più classica delle figure: da dilettante allo sbaraglio, perché, se sei il Presidente del Consiglio di un Paese come l'Italia, non puoi permetterti di comportarti come un adolescente non invitata alla festa dei più grandi.

Ecco i motivi per cui non votiamo per l'ennesima volta la fiducia a un Governo di dilettanti che porterà il Paese allo sbaraglio e ai confini dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo chiamati oggi a esprimerci sull'ennesima questione di fiducia posta dal Governo in questi primi mesi di legislatura. Informo, nel caso non aveste tenuto il conto, che il notevole record di 5 voti di fiducia in 100 giorni richiesti dal Governo rende il Governo Meloni il secondo in termini assoluti per fiducie richieste, nonché il primo per rapporto tra voti di fiducia e leggi approvate al traguardo di questi primi 100 giorni. È una performance piuttosto curiosa, dato il largo sostegno parlamentare di cui dovrebbe godere e, di certo, né un vanto né un buon segno per il Presidente Meloni. Tirate a campare a suon di forzature, per andare poi dove? Piantate bandierine elettorali, come quella sui rave party e sull'uso del contante: sono tutti specchietti per le allodole, con cui perdete tempo, e che usate per distogliere l'attenzione degli elettori dalla mancanza di azione efficace per i problemi reali del Paese. Quando, dopo tanti proclami, vi ritrovate inevitabilmente punto e a capo, che cosa fate? Come in questo caso, trovate un nemico esterno a cui dare la colpa e vi lavate le mani delle responsabilità che dicevate di essere pronti a prendervi. Questo sta succedendo anche sulla gestione dei flussi migratori. Dopo i benzinai, rei di fare la cresta sul carburante, oggi ci troviamo qui per votare contro il vostro nuovo nemico immaginario, le navi ONG, quelle che per voi sono responsabili di una vera e propria invasione. Di nuovo un nemico a cui addossare tutte le responsabilità, pur di non affrontare seriamente un problema complesso che risiede nella mancanza di politiche comuni per il Mediterraneo, nella mancanza di canali legali per l'immigrazione, di cui abbiamo bisogno, e nella presenza di accordi quantomeno problematici con i Paesi di transito. Sono problemi che, forse, potremmo provare ad affrontare con i nostri partner europei, se solo fossimo un filino meno isolati.

Sul tema preso in esame oggi si ripete uno scenario già visto: da un lato, si sposta la responsabilità sui soggetti sbagliati e, dall'altro, si affronta la questione con una soluzione impraticabile che, oltre ad essere inefficace, è anche incostituzionale. Il decreto ONG, infatti, non solo è contestabile nel merito per la sua inefficacia, ma non è accettabile nemmeno nella forma, poiché solleva numerosi e palesi dubbi di incostituzionalità, come abbiamo fatto notare noi del Terzo polo, sollevando la questione pregiudiziale sul provvedimento.

Non siamo i soli a dirlo. Lo pensa anche il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa che - nella sua nota indirizzata al Ministro Piantedosi e con il documento redatto dall'Expert Council on NGO Law - ha evidenziato palesi violazioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay del 1982, delle Linee guida sul trattamento delle persone soccorse in mare, allegate alla risoluzione dell'Organizzazione marittima internazionale del 2004, della Convenzione SOLAS (per la salvaguardia della vita in mare), della Convenzione SAR (sulla ricerca e il salvataggio marittimo), del Regolamento di Dublino, dell'articolo 24 della Costituzione laddove garantisce l'effettivo esercizio dei diritti di difesa previsti contro tutti gli atti amministrativi, del diritto d'asilo, del diritto al rifugio politico e alla protezione sussidiaria oltre che al principio di non respingimento, garantito dall'articolo 33 della Convenzione di Ginevra e previsto anche dall'articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e numerose altre convenzioni internazionali ratificate dall'Italia, le quali, ai sensi degli articoli 10, 11 e 117 della Costituzione non sono derogabili dalla legislazione interna. Che dire? Complimenti a chi ha pensato la norma: ha fatto veramente strike!

Entrando nel merito del decreto, cari colleghi, la questione non è soltanto formale e non si limita a un dibattito di natura giuridica: qui siamo di fronte ad una norma disumana, una norma che, dilatando oltre ogni logica il concetto di porto sicuro, costringe ad allungare di giorni il viaggio delle navi che hanno a bordo esseri umani, già fortemente provati e in condizioni igienico-sanitarie assolutamente precarie. È una norma che, contro ogni legge e logica del mare, impedisce alle navi di intervenire e salvare le vittime di un secondo naufragio nelle vicinanze o lungo la rotta per il porto di sbarco assegnato.

Colleghi, è chiaro anche a noi che l'Italia ha bisogno di introdurre misure per gestire meglio la questione dei flussi migratori. Ma proprio perché il tema è di grandissima importanza per il nostro Paese va forse affrontato con serietà e non pensando solo in logica di consenso elettorale. Affrontare il tema con serietà per noi significa non scaricare la responsabilità di un fenomeno globale su chi cerca semplicemente di salvare delle persone dalla morte certa o quasi.

Affrontare il tema con serietà significa, per esempio, provare a riformare il sistema di accoglienza e di integrazione, depotenziato dai decreti Sicurezza, a cominciare, per esempio, dall'istituzione di un'autorità indipendente per l'immigrazione che permetta di gestire separatamente il fenomeno della migrazione economica da quella derivante da guerre, violazioni dei diritti umani e altre emergenze umanitarie, passando così da una gestione - scusate, ho difficoltà a sentire la mia voce, grazie - esclusivamente emergenziale a una gestione di tipo sistemico. Affrontare il tema con serietà significa rivedere il sistema dei rimpatri, che ad oggi non è funzionante ed è allo stesso tempo molto costoso; significa codificare in un nuovo testo organico tutte le norme relative all'immigrazione, all'asilo e alla cittadinanza, armonizzando in questa maniera la legislazione a norme costituzionali, internazionali ed europee; significa anche rafforzare e riorganizzare gli sportelli unici e le ambasciate italiane nei Paesi di partenza, per rendere la gestione degli ingressi dall'estero maggiormente coordinata alla mancanza e alle esigenze del mercato del lavoro.

Potrei continuare, perché noi del Terzo Polo, a differenza vostra, abbiamo le idee molto chiare, abbiamo proposte concrete, attuabili ed efficaci, se questa maggioranza solo fosse disposta ad ascoltarle. Affrontare il tema con serietà significa per noi, infine, lavorare con i nostri partner europei, in primis convincendo proprio gli amici di questo Governo, Ungheria e Polonia, a rivedere le loro posizioni sull'immigrazione; posizioni che lasciano ai Paesi di primo sbarco, come siamo noi, l'Italia, tutto l'onere della gestione dei migranti in ingresso. La strada europea è l'unica che ci permetterà di gestire in modo efficace il fenomeno migratorio. Chiediamo quindi al Governo di tornare sui suoi passi e chiedere piuttosto il ripristino di una missione europea per la ricerca e il soccorso nel Mediterraneo, eventualmente guidata dai Paesi coinvolti in prima linea, come l'Italia e la Grecia, ma con la partecipazione finanziaria, organizzativa e soprattutto politica di tutti i membri dell'Unione. Infatti, se crediamo che le ONG non debbano operare, come credete voi, dobbiamo forse sostituirle con uno sforzo collettivo europeo che aiuti la Guardia costiera italiana, ovvero il principale attore che oggi si fa carico di raccogliere i naufraghi. Come ci dimostrano i numeri, le ONG non hanno partecipato a nessuno degli oltre 1.400 sbarchi avvenuti proprio la scorsa settimana. Gli unici a essere intervenuti sono gli uomini e le donne della Guardia costiera italiana.

Colleghi, come sappiamo, l'Italia ha sempre avuto un grandissimo interesse politico e geostrategico sul Mediterraneo. Il nostro Paese potrebbe essere il perno principale di una politica lungimirante, ispirata ai valori europei di collaborazione e amicizia. L'Italia, grazie allo storico posizionamento e alla capacità di influenza diplomatica, potrebbe davvero essere la guida naturale nelle politiche europee per la stabilità e la cooperazione nel Mediterraneo. Purtroppo dico potrebbe e non può perché di certo non lo sarà se questo Governo continua a cavalcare il tema delle migrazioni costruendo una narrazione di un'invasione da cui dobbiamo difenderci, chiudendo ogni porto, per malcelare l'incapacità di affrontare questioni complesse. L'inadeguatezza di questo Governo è stata confermata per l'ennesima volta anche questa settimana dalla sentenza del tribunale di Catania che ha dichiarato illecito il decreto interministeriale del Ministro Piantedosi riguardante lo sbarco della nave Humanity 1. Invece di prendere provvedimenti illeciti o emanare decreti incostituzionali, il Governo forse dovrebbe lavorare per trovare, anche insieme agli altri membri dell'Unione, degli strumenti che permettano di salvare le vittime dei naufragi e gestire le persone che arrivano sulle nostre coste, in modo che chi ha diritto di restare nell'Unione europea vi resti e chi non lo ha venga gestito di conseguenza. Ma, alla base di tutto ciò, deve esserci l'idea che non si possono accettare centinaia di morti nel nostro mare, un mare europeo; che tutti, indipendentemente dal diritto di restare o meno, devono essere trattati con dignità, con la dignità che ogni essere umano merita. Per tutte queste ragioni, il gruppo Azione-Italia Viva non voterà la fiducia posta su questo decreto, un decreto miope, palesemente incostituzionale e soprattutto inefficace e inumano (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Lo abbiamo sostenuto in Commissione e in ogni occasione, Forza Italia voterà oggi convintamente la fiducia su questo provvedimento, che consideriamo un passo nella giusta direzione. Una regolamentazione necessaria, opportuna e utile in un ambito che riguarda strettamente la sicurezza e che non può essere lasciato con zone di ombra e di penombra. Su quest'aspetto anche il recente Consiglio europeo ha aperto un ragionamento, i cui sviluppi dovremo seguire con attenzione.

Un insieme di regole che per larga parte, forse larghissima, si ricollega, più o meno esplicitamente, a quel codice di condotta che l'allora Ministro Minniti, nell'estate del 2017, lanciò in maniera coraggiosa e audace e che, un po' come accade oggi, suscitò reazioni scomposte, con toni e parole sovrapponibili a quelle ascoltate in queste settimane. Il decreto, dicevamo, è un passo nella giusta direzione e si pone l'obiettivo di indicare una serie di regole improntate innanzitutto a principi semplici e lineari, che sono stati ricordati nel corso del dibattito. Ma, Presidente, nel ribadire che si tratta di un passo nella giusta direzione, Forza Italia sottolinea un concetto: il percorso è davvero ancora molto lungo.

Questo Governo deve avere l'ambizione e la capacità finalmente di affrontare in maniera efficace la problematica della gestione dei flussi migratori. Le migrazioni sono antiche quanto l'umanità e questa tematica deve essere impostata e trattata in maniera strutturale e complessiva. Forza Italia nei mesi scorsi ha predisposto un piano articolato in materia. Siamo davvero soddisfatti che, passo dopo passo, queste idee stiano diventando azione di Governo. Imprescindibile - non ci stancheremo mai di sottolinearlo - è che il dossier immigrazione sia trattato in una cornice europea. L'Europa per tanto, troppo tempo ha voltato le spalle di fronte agli appelli degli Stati di confine come il nostro, che sono stati lasciati soli nella gestione dell'emergenza. Questo non deve più accadere. Uniti nelle diversità, recita il motto comunitario, ebbene, su questioni nodali come l'immigrazione è indispensabile che i 27 condividano responsabilità, solidarietà e oneri. Il 9 e 10 febbraio, nel corso dell'ultimo Consiglio europeo, seppur nella cautela sempre necessaria per possibili stop and go, non possiamo che ravvisare una serie di elementi positivi. Sulla tematica migrazioni, inserita in agenda su richiesta italiana, il Consiglio segna un netto cambio di passo dell'approccio dell'Unione europea. In quest'ottica è stato accolto il principio della protezione delle frontiere esterne, principio che riguarda sia la rotta balcanica sia la rotta del Mediterraneo centrale. È stata quindi messa al centro la dimensione esterna, con il corollario di una maggiore cooperazione con i Paesi di origine e di transito, ivi compresi un impegno finanziario adeguato dell'Europa per prevenire le partenze, un maggiore controllo ai confini, una lotta più efficace ai trafficanti e un sistema di rimpatri più rapido ed efficiente. Il Consiglio europeo, inoltre, come richiesto dall'Italia, riconosce la specificità delle frontiere marittime, ribadisce la centralità della rotta del Mediterraneo centrale e impegna gli Stati membri ad affrontare a livello europeo, appunto, il tema della regolamentazione delle operazioni di salvataggio in mare, comprese quelle condotte dalle ONG. Cosa questo voglia dire nella pratica si vedrà nelle prossime settimane, sarà la Commissione a mettere su carta un piano di cui si discuterà nuovamente al prossimo Consiglio, in programma a fine marzo. Forza Italia riserverà a questi passaggi, che hanno finalmente una cornice complessiva, l'attenzione che meritano, a Roma come a Bruxelles; e, visto che ci si sta dirigendo verso un approccio comune, si metta in campo una strategia generale che non sia figlia dell'emergenza. Ogni politica in tale contesto non può che avere un presupposto, che credo sia unanimemente condiviso: contrasto duro agli scafisti, ai trafficanti di esseri umani, all'immigrazione clandestina, e controllo e difesa delle frontiere esterne dell'Unione.

Ribadiamo un concetto che alcune volte alcuni Paesi o taluni eurofunzionari dimenticano, tanto più con l'ampliamento della zona Schengen che ormai conta, dal 1° gennaio, 22 Stati membri e 4 Stati esterni: le frontiere degli Stati, a Sud come ad Est, sono anche formalmente porte d'accesso dell'Unione europea ed è assurdo - ribadisco il concetto - lasciare soli gli Stati di confine. Ma poi vanno aggiunte altre azioni concrete, verso le quali si sta comunque già muovendo il nostro Governo e, sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo dei giorni scorsi, siamo ottimisti sul fatto che diventino punti cardine dell'agenda europea in materia: l'interazione con gli Stati di transito, un piano comunitario per i ricollocamenti ed i rimpatri, il potenziamento delle Agenzie UE dedicate e percorsi più chiari con aggiornati meccanismi di migrazione legale.

Infine, un auspicio e una richiesta al Governo: l'Italia, anche grazie a questo rinnovato contesto di consapevolezza e di attenzione comunitaria, spinga fuori dalle sabbie mobili di Bruxelles il dibattito sul nuovo Patto europeo per la migrazione e l'asilo, presentato dalla Commissione europea nel settembre 2020 e impantanatosi a causa di veti incrociati e continue richieste di rinvio. Discutiamo delle proposte migliorative - noi le abbiamo impostate, condividendo spunti e posizioni del Partito popolare europeo -, ma respingiamo strategie dilatorie sine die, tipo quelle preannunciate da qualche diplomatico in vista della prossima Presidenza semestrale. Concludo anche ribadendo la richiesta di una nuova e diversa interlocuzione con l'Africa, continente che nel 2050 supererà i 3 miliardi di abitanti: Forza Italia sostiene la necessità di quello che abbiamo chiamato un nuovo Piano Marshall per l'Africa, sotto l'egida non dei singoli Stati, ma della Commissione europea e del bilancio comunitario, un programma di largo respiro per ribadire il nostro interesse geostrategico verso il continente con noi confinante - che vede interessi crescenti anche di altri player mondiali, che vanno monitorati con attenzione - e per creare presupposti solidi, anche con il nostro supporto, per una crescita e uno sviluppo che permettano in prospettiva di raggiungere una situazione in loco che consenta, soprattutto alle nuove generazioni, di vivere e poter esercitare in pieno quello che Papa Benedetto XVI ha chiamato “diritto a non emigrare”, cioè ad essere nella condizione di rimanere protagonisti ed attori del futuro nella propria terra. Quindi, Presidente, nella cornice di cui sopra, annuncio il voto favorevole di Forza Italia all'odierna questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo qui in sede di conversione del DL 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori. Nei giorni scorsi, il Presidente Meloni, intervenendo sull'argomento, ha dichiarato che tale fenomeno - non chiamiamolo “emergenza” - esigerebbe uno sforzo comune e la ricerca di soluzioni che prescindano da pregiudizi ideologici. Se così fosse, daremmo sicuramente un contributo fattivo, a partire da chi, come me, sindaco del comune vera porta d'Europa - specchio riflesso delle problematiche che affliggono Lampedusa, atteso che ne costituisce l'unico collegamento via mare -, conosce approfonditamente il problema e lo ha vissuto sulla sua pelle durante la pandemia.

Siamo consci che il fenomeno migratorio non sia un'emergenza ma la sfida epocale dei nostri tempi. E siamo consapevoli della complessità della gestione di un fenomeno di sì vasta portata. Fino a ieri ho fatto un lungo colloquio con il prefetto di Agrigento, a cui va il mio ringraziamento. Roma è lontana e bisognerebbe andare a vedere per capire.

Presidente, rispetto a questo problema, ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso, dei provvedimenti che affrontassero la complessità a monte e a valle e dessero risposta alle numerose necessità, a partire dalla definizione delle regole di ingaggio delle Forze dell'ordine e dell'impatto che il fenomeno ha nelle cittadinanze delle fasce costiere della Sicilia, che vivono la contraddizione della volontà di solidarietà rispetto alle difficoltà dei territori in cui l'emigrazione dei propri figli e dei propri familiari è la principale sofferenza. Più che una risposta alla complessità, questo provvedimento è la fiera delle banalità e l'evidenza dell'incapacità di questo Governo di dare risposte consone alla grande civiltà italiana, che vede nella vita umana un valore assoluto da proteggere e salvaguardare in ogni circostanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Così si interviene sulla parte più marginale della questione degli sbarchi - poco più del 10 per cento sono opera di ONG, mentre il 53 per cento sono autonomi e la restante parte effettuati con l'aiuto della Guardia costiera -, che peraltro non ha un costo per gli italiani, poiché è ad opera di volontari. Secondo un assunto illogico e di grande disumanità, diminuire la possibilità di essere salvati diminuirà le partenze, decretando così un successo indiretto del Governo, che ne darebbe mostra ai propri elettori, disillusi dalle tante promesse elettorali tradite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Viene sottoposto a noi oggi un provvedimento spot raffazzonato, incoerente nelle premesse - che fanno riferimento alle convenzioni internazionali e alla legge del mare - e nelle conclusioni, laddove si prevedono obblighi per le ONG, che sostanzialmente impediscono o limitano il soccorso in mare di chi sta annegando. Norme inapplicabili, che generano una selva di ricorsi di carattere nazionale: è di oggi la sentenza del tribunale di Catania, che boccia il decreto Piantedosi, stabilendo che non si possono fare sbarchi selettivi e che i migranti vanno salvati e sbarcati tutti; e norme internazionali: il Commissario europeo per i diritti umani ha già chiesto il ritiro di questo provvedimento, che è inapplicabile anche per violazioni di norme di carattere nazionale.

Ma, al di là delle questioni giuridiche, il danno che si fa è all'immagine e all'autorevolezza dell'Italia, che si fondava sulla credibilità di grandi statisti che hanno precorso i tempi sognando un'Europa dei popoli solidale. Sarà per questo che il nostro Governo riesce solo ad ottenere mere dichiarazioni di principio - come “l'Europa sarà con l'Italia” - e non la revisione del Trattato di Dublino e neppure una mera di redistribuzione obbligatoria, dopo che il Presidente Conte aveva iniziato un percorso virtuoso, convincendo i principali partner europei a una redistribuzione volontaria? Bisogna avere autorevolezza, non adottare questi provvedimenti canaglia, per poter andare con dignità in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Certo, il Governo italiano dovrebbe convincere i Paesi del Patto di Visegrád e proporre una visione ed è lì che ci vuole la vera forza. Ancora una volta, il Governo Meloni, debole in Europa, si scaglia contro gli ultimi, contro i più deboli in assoluto, gli esseri umani in maggiore difficoltà: chi sta annegando in mare. Dice un detto antico: “Lascia il fuoco ardente e assisti la partoriente” perché, prima di tutto, viene il soccorso di chi si trova in pericolo di vita e rischia di annegare in pochi minuti. Che fiducia possiamo avere di un Governo che propone misure ciniche e propagandistiche come questa, invece di farsi valere in Europa, dove veramente possiamo trovare risposte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Peraltro, anche dal punto di vista morale, è un Governo che, alla domanda che sta alla base della storia dell'uomo, ossia “Caino, dov'è tuo fratello?”, risponde: “L'ho lasciato annegare perché volevo indurlo a non partire e a contrastare i trafficanti di esseri umani”.

Quindi, noi non possiamo dare la fiducia al Governo Meloni, per tutti questi motivi. Potrei enunciarne tanti altri, però voglio chiudere e faccio un richiamo alla coscienza di tutti voi, colleghi onorevoli, Presidente, perché è per questo motivo che ritengo che il Governo abbia messo la fiducia sul provvedimento; non ce ne sarebbe stato bisogno; vantate una maggioranza schiacciante, passa tutto quello che volete; che bisogno c'era di mettere la fiducia? Temeva, forse, il Governo, la coscienza individuale dei deputati della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Sin da ragazza, leggevo - lo propongo a tutti voi e ogni volta che lo rileggo mi emoziono - uno scritto di Raoul Follereau, noto giornalista, poeta e filantropo francese, che lottò in Africa contro la lebbra; si intitola Se Cristo domani. “Se Cristo, domani, busserà alla vostra porta, lo riconoscerete? Sarà, come una volta, un uomo povero, certamente un uomo solo.” – e, ancora – “Salirà scale su scale, senza mai finire. Ma la vostra porta è così difficile da aprire”. Sarà, forse, un profugo, uno dei 15.000.000 di profughi con un passaporto dell'ONU, uno di coloro che nessuno vuole e che vagano in questo deserto che è diventato il mondo, uno di coloro che devono morire, perché, dopotutto, non si sa da dove arrivano persone di quella risma o, meglio ancora, in America, un uomo nero, un negro come dicono loro, stanco di mendicare un buco negli alloggi di New York, come una volta, a Betlemme, la Vergine, nostra Signora. Se Cristo domani busserà alla vostra porta, lo riconoscerete? Magari sarà uno di quegli otto migranti che aspettano ancora sepoltura, morti di fame e di freddo nel mare di questo inverno o quel neonato scivolato, ancora vivo, dalla madre morta in mare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Questo decreto rappresenta il primo tassello su cui poggia l'intera politica della gestione dell'immigrazione da parte di questo Governo, un Governo che ha deciso rapidamente di tornare a governare i flussi migratori e a non farsi governare dagli stessi flussi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), un Governo che ha capito perfettamente che bisogna tornare al più presto a quella gestione che caratterizzava il Viminale, in forma virtuosa, tra il 2018 e il 2019, quando il Ministro dell'Interno era Matteo Salvini, che aveva compreso esattamente un principio, al di là di quello che viene detto dai rappresentanti della sinistra e del Partito Democratico, ossia che impedire le partenze significa impedire le morti nel Mar Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È esattamente la nostra priorità: garantire uno sviluppo, anche commerciale, agli Stati africani, affinché non ci sia più l'esigenza di rischiare la propria vita e mettersi in un viaggio che potrebbe condurre alla morte. Questa è la nostra priorità nella gestione del Mediterraneo, ossia tornare a essere protagonisti del Mar Mediterraneo; questa è la priorità della Lega e questa è la priorità del Ministero dell'Interno, che è guidato da un grande Ministro come Matteo Piantedosi, a cui va tutto il nostro ringraziamento per il lavoro quotidiano che porta avanti.

Questo decreto contiene una serie di regole, al primo articolo, mi verrebbe da dire un decalogo e, signor Presidente, di fronte a queste regole, i rappresentanti, soprattutto del Partito Democratico, hanno detto: fermatevi, siete disumani, isolate l'Italia, in questo modo. Ma, caro Presidente, faccio una domanda, tramite lei, alle colleghe e ai colleghi del PD: mi vorrete e mi volete dire che siete contrari al fatto di imporre alle navi ONG di doversi dirigere, senza ritardo, in un porto, senza stare per giorni in mare, in attesa di riempire completamente le imbarcazioni? O mi volete dire di essere contrari al fatto di dover informare gli immigrati salvati della possibilità di presentare direttamente la domanda di protezione internazionale sull'imbarcazione? O mi volete dire che volete che questa domanda di protezione internazionale venga presentata obbligatoriamente nel territorio italiano, quindi per obbligare il nostro Paese a gestire economicamente il fenomeno dell'immigrazione? O, ancora, mi volete dire di essere contrari al fatto che l'imbarcazione della nave ONG debba essere, sotto il profilo della sicurezza nautica, in regola con le certificazioni provenienti dallo Stato di bandiera? Sarebbe assurdo; eppure, leggendo le dichiarazioni dell'onorevole Boldrini o dell'onorevole Schlein, possiamo capire quanto siete contrari a questo decreto. Eppure guardando la recente storia politica, tornando al 2017, ci accorgiamo che più o meno le stesse regole che noi abbiamo in questo decreto le avete imposte voi alle navi ONG, attraverso un documento che prendeva il nome di codice di condotta, varato dal Ministro dell'Interno del 2017, del Partito Democratico, Marco Minniti, avallato dal Presidente del Consiglio di allora Paolo Gentiloni, anch'egli del Partito Democratico. È soltanto quando imponete voi queste regole siete umani e gestite l'accoglienza degli immigrati e quando cerchiamo di mettere le regole noi, automaticamente, siamo disumani e barbari (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)? Questa è una classica ipocrisia del Partito Democratico.

E, ancora, voglio insistere su questo, perché ci dite: ritirate questo decreto poiché un decreto del genere è quasi da assassini - ci avete detto anche questo, in Commissione -; e questo decreto, secondo voi, è sbagliato perché, al contempo, viene abbinato, in modo ovviamente extra-legislativo a un memorandum firmato da poco; ci dite: questo decreto, di fatto, farà perdere all'Italia il peso che, storicamente, ha sempre avuto nel Mar Mediterraneo. Eppure, è notizia recente, in particolare del 28 gennaio, che ENI ha sottoscritto un contratto commerciale da 8 miliardi di euro con la National Oil Corporation, che è la principale società fornitrice di energia in Libia, che creerà evidentemente migliaia di posti di lavoro, non soltanto in Libia, ma anche in Italia. Questo, che è l'esempio più diretto di cosa voglia dire investire negli Stati africani per cercare di migliorare la qualità della vita in quei Paesi, per voi non vuol dire nulla; di fronte all'investire 8 miliardi di euro in Libia, diventare il principale partner economico di quel Paese e continuare a esserlo, ci dite: avete sbagliato tutto, avete sbagliato perché avete inviato 5 motovedette alla Guardia costiera libica; vi dovete vergognare per questo, ci avete detto. Però, io voglio ritornare al 2017, con una piccola differenza rispetto a quell'anno; che le 5 motovedette che vengono autorizzate adesso sono finanziate dall'Unione europea; e anche su questo punto vuol dire allora che questa Unione europea non ci nega i finanziamenti e, al contempo, forse supporta i progetti per la gestione dell'immigrazione da parte di questo Paese, non ci isola assolutamente; nel 2017, leggo testuali parole: “Per prevenire e contrastare fenomeni di immigrazione clandestina è autorizzato l'invio di 4 motovedette alla Guardia costiera libica”, con l'autorizzazione dello stesso Ministro dell'Interno, del Partito Democratico - che oggi ci accusa di essere disumani - Marco Minniti, in un Governo guidato in forma maggioritaria da chi? Dal Partito Democratico, nella figura di Paolo Gentiloni, e anche a questo proposito, è un'altra dimostrazione di incoerenza e di ipocrisia, perché quando le motovedette alla Guardia costiera libica le manda un Governo del Partito Democratico va tutto bene, quando le stesse motovedette vengono inviate da questo Governo siamo disumani e dobbiamo fermarci (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Come al solito, insomma, siamo nel festival dell'ipocrisia.

Concludo, Presidente. con un concetto, quello del porto sicuro. Su questo si è detto tutto e il contrario di tutto; un concetto che doveva essere esclusivamente e squisitamente tecnico, il Partito Democratico, in particolare, lo ha trasformato in un dogma politico, in un dogma progressista. All'inizio ci hanno detto: porto sicuro uguale porto più vicino. E tutti noi abbiamo cominciato a dire: meno male che lo hanno capito, perché ciò voleva dire, quindi, che il PD aveva compreso perfettamente che i porti vicini potevano essere anche quelli della Tunisia, dell'Egitto, di Malta, e non soltanto i porti italiani.

Poi, hanno subito fatto marcia indietro o meglio, per rimanere in tema, hanno invertito la rotta e hanno detto: porto più vicino uguale porto più sicuro, cioè i porti italiani perché gli unici porti nel Mediterraneo che possono accogliere i nostri immigrati, secondo il PD, sono quelli del nostro Paese. Tuttavia, questo principio del porto più vicino uguale porto più sicuro è stato messo in seria discussione, se non proprio smontato, direi, non dalla Lega di Matteo Salvini, cattiva e antipatica e che ce l'ha col PD, ma direttamente dalla Guardia costiera italiana che, in audizione durante i lavori su questo decreto ha detto che non c'è alcun riferimento in alcuna fonte di diritto internazionale secondo cui il porto più vicino deve essere per forza di cose anche il porto più sicuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a ulteriore dimostrazione delle falsità raccontate da alcuni esponenti del Partito Democratico.

Da questo punto di vista - e concludo, Presidente - vi è stato un attacco nei confronti del Governo perché la nave Ocean Viking è stata inviata al porto di Marina di Carrara. È stato detto: avete fatto spendere migliaia di euro a quell'imbarcazione. Scusatemi tanto, colleghi, ma il porto che viene assegnato alle imbarcazioni non lo decide la politica, lo decidono le autorità tecniche sulla base di alcuni parametri, sulla base di alcuni requisiti. Capite, evidentemente, che un gigante del mare come la Ocean Viking, che è lunga quasi 70 metri e ha un costo di quasi 14.000 euro al giorno (magari se la potessero permettere tutti i pescatori italiani), evidentemente ha un pescaggio molto particolare e necessita di un porto adeguato all'accoglienza di un'imbarcazione del genere e per questo motivo è stata inviata al porto di Marina di Carrara.

Se il problema è che il carburante costa tanto, faccio sommessamente presente che il carburante costa a tutte le italiane e a tutti gli italiani e non per questo possiamo fare qualche atto in favore delle navi delle ONG che hanno dei costi particolarmente notevoli sotto il profilo del carburante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Concludo, signor Presidente, annunciando, per tutti questi motivi, il convinto voto favorevole della Lega, che vuole però utilizzare questo decreto anche come un auspicio, cioè che si proceda nel più breve tempo possibile anche a una riforma organica e complessiva del sistema dell'accoglienza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) per ripristinare nel più breve tempo possibile il meccanismo previsto dai decreti Sicurezza 1 e 2 di Matteo Salvini, che hanno fatto tanto bene a questo Paese. Per tutti questi motivi, dichiaro il voto favorevole della Lega sulla questione di fiducia posta dal Governo sul decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ogni uomo ha diritto alla sua terra. La nostra civiltà occidentale, nelle sue radici pagane, bibliche e poi cristiane, non ha mai smarrito questo principio di fondo che lega l'uomo alla terra. È la legge della vita contro quella della morte, e per l'uomo vuol dire terra; è una legge sacra che da sempre è stata rispettata e onorata. Nessun Governo, quindi, può avere l'autorità di esercitare il suo piccolo ed effimero diritto di decidere violando convenzioni internazionali e antichi principi per sovrastare il diritto alla vita di migliaia di donne, uomini e bambini che, per mare, fuggono da terre rese sempre più inabitabili da un modello di sviluppo e di produzione di cui noi siamo responsabili.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 16,33)

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Basti ricordare la catastrofe ecologica del lago Ciad, il cui bacino idrico si è ridotto, a causa della siccità, del 65 per cento in cinquant'anni, producendo instabilità nella regione, guerra e fuga di popolazioni che transitano, in gran parte, per la Libia.

La Presidente Meloni, riferendo al Senato sul Consiglio europeo, il 15 e 16 dicembre, ha detto che la soluzione al problema dei flussi migratori non è nel redistribuirli tra i Paesi europei, ma nel bloccare le partenze. In campagna elettorale aveva sfoderato la ridicola idea di fare un blocco navale sulle coste della Libia, cosa di cui non parla più perché, come era già allora evidente, la follia politica di una simile proposta era pari a quella economica. Tanto vale per la retorica del richiamo a Enrico Mattei, espressione di un'altra stagione del rapporto tra l'Italia e i Paesi africani. Retorica, solo retorica.

Allora, questo Governo si è inventato un decreto di due articoli sulla gestione dei flussi migratori che è semplicemente un decreto sui naufragi e di criminalizzazione operativa delle organizzazioni non governative, una bandierina da sventolare, come il decreto Rave, per dire: abbiamo fatto qualche cosa. È un decreto che arriva nel mese di febbraio, quando i dati del cruscotto del Viminale non segnalano nemmeno un aumento particolarmente elevato degli sbarchi rispetto allo stesso periodo del 2022, quindi non tali da giustificare l'urgenza e la necessità di un decreto-legge, di un provvedimento che, ancora non convertito, è stato già contestato dal Consiglio d'Europa che ne ha chiesto il ritiro. Ben si è guardata la Presidente Meloni dal porre il tema del Regolamento di Dublino, per non urtare le relazioni con gli amici di Visegràd, con i regimi sovranisti dell'Est Europa, disponibili ad accogliere solo una fattispecie di profughi e di migranti, in base al colore degli occhi, della pelle e dei capelli.

Noi, invece, non facciamo differenze. Il Governo Draghi fu promotore, fin dalle prime battute della guerra in Ucraina, di un programma di accoglienza profughi, perché l'umanità e le ragioni della pace non hanno distinzione, non si differenziano per specie o per nazionalità. Il Governo del Presidente Draghi lo ha fatto da protagonista, con l'autorevolezza e il riconoscimento che questo Governo, invece, non ha, come abbiamo visto in questi giorni. Ci avete fatto tornare, in pochi mesi, in seconda classe e questo certo non aiuterà l'Italia ad affrontare anche la questione migranti con il necessario rapporto di collaborazione che occorre per affrontare il tema di Dublino o per predisporre le giuste azioni che vadano verso una nuova missione di pattugliamento e di soccorso europeo per chi rischia la vita, sul modello Mare Nostrum, e verso la redistribuzione obbligatoria di chi ha diritto d'asilo tra tutti i 27 Paesi dell'Unione europea, nessuno escluso. Voi, invece, avete regalato 5 motovedette a quella Guardia costiera libica che, dalle Nazioni Unite - non dal Partito Democratico, non solo dal Partito Democratico - e dalla stampa italiana e internazionale, oltre che da testimonianze di organizzazioni umanitarie, viene ormai riconosciuta come responsabile di violenze, stupri e uccisioni di migranti, spesso in combutta con quei trafficanti che voi dite di voler combattere. La vostra ricetta è girarsi dall'altra parte. Se non possiamo fare un blocco navale, che muoiano in mare senza che noi ci se ne debba occupare, perché questo è scritto nei pochi ma chiari commi e articoli di questo decreto, che voi avete voluto immodificabile e approvato con la fiducia.

Colpite le organizzazioni non governative, identificandole come l'ostacolo principale a questo vostro irresponsabile schema; ed è vero che sono un ostacolo, perché la loro azione umanitaria vi costringe a fare di più e a costruire le basi di una vera politica per la gestione dei flussi e il governo degli sbarchi. Tutto questo nonostante i numeri siano chiari e raccontino con evidenza che il contributo delle ONG al salvataggio e agli interventi complessivi di soccorso in mare non arriva, oggi, al 15 per cento degli interventi. Le norme di questo decreto violano i principi basilari degli antichi istituti del soccorso in mare in acque non territoriali e del codice della navigazione e le norme delle principali convenzioni internazionali ratificate dall'Italia in materia di salvataggio e soccorso in mare, toccano e ledono princìpi costituzionali fondamentali, creano ostacoli all'azione di soccorso rapido, imponendo il raggiungimento di porti lontani e dettando tempi, definiti “rapidi” in modo tanto generico quanto discrezionale, per le azioni di primo soccorso, ostacolano la possibilità di eventuali ulteriori soccorsi nel tragitto di raggiungimento dei porti e scaricano sui comandanti delle navi di soccorso adempimenti che non spettano loro ma spettano alle autorità pubbliche, in primo luogo ai prefetti. Con questo decreto, quindi, voi volete sguarnire il Mediterraneo, rendere più difficile il soccorso e, per questa via, lasciare che sia il mare a occuparsi del problema.

Il cardinale Matteo Zuppi, vescovo di Bologna, in questi giorni ha detto, anche a nome della Conferenza episcopale italiana: le ONG salvano vite e, se c'è qualcuno in mare, aiutiamolo. Le ONG spingono i migranti a partire, ha detto invece, recentemente, il Ministro dell'Interno.

La miopia di quest'affermazione e il suo cinismo ci lasciano senza parole, soprattutto alla luce dei dati oggettivi e attuariali sul fenomeno delle migrazioni, registrato dalle Nazioni Unite, che da anni ci richiama alla complessità e profondità del tema dell'immigrazione e che ci dice che, entro il 2050, a causa della crescita demografica e della riduzione delle risorse naturali e dell'acqua, soprattutto, lo spostamento dei migranti da alcuni Paesi dell'Africa e dell'Asia sarà enorme. E non potrà essere fermato con la retorica o con risibili misure di protezione, ma solo governato con una grande e intelligente politica di accoglienza e di integrazione.

Parliamo di colossali eventi umani ai quali non si può guardare con la meschinità di oggi né con parole superficiali. Non sono ancora uscite dalla nostra mente le parole, poi ritirate goffamente dal Ministro Piantedosi in occasione del pasticcio della Humanity 1: “carico residuale”, disse il Ministro. Per questi motivi, ma soprattutto per la memoria dei tanti bambini che continuano a morire in mare, gli ultimi cinque al largo di Lampedusa alla fine di ottobre, e per l'infinita tenerezza degli occhi delle loro madri, che non possono essere dimenticate, annuncio il voto contrario del Partito Democratico alla fiducia al Governo per il cosiddetto decreto sulla gestione dei flussi migratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Kelany. Ne ha facoltà.

SARA KELANY (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, oggi, ci troviamo a votare la fiducia per la conversione di un decreto che è un tassello nodale nell'architrave che costruisce l'azione di questa maggioranza e del Governo, ma, prima di dare conto delle motivazioni che spingono Fratelli d'Italia a votare convintamente “sì”, ci troviamo costretti, nostro malgrado, a dover smantellare le false, scomposte e aggressive ricostruzioni delle opposizioni rispetto a questo provvedimento.

In questi giorni siamo stati obbligati a sentire la sinistra che, nella migliore delle ipotesi, ci ha accusati di razzismo, nei casi peggiori di essere complici delle morti in mare, di essere dei criminali, senza mezzi termini: dei criminali. La questione, purtroppo, è stata impostata così non solo sui media, ma anche in queste Aule - lo avete sentito - in cui non ci sono stati risparmiati attacchi violenti, ben oltre il consentito. Sono stata, purtroppo, testimone diretta del fatto che nei lavori che hanno preceduto l'approdo in Aula ha prevalso l'isterismo, la politica gridata, l'impostazione ideologica delle sinistre e questo ha portato il dibattito a scadere drammaticamente, avvitandosi su una logica manichea che ha voluto appioppare alla destra lo stigma del razzismo. Questo è successo perché, per la sinistra, il problema migratorio non è una questione di merito su cui confrontarsi per trovare soluzioni condivise, ma è una bandiera, è un vessillo, un vessillo elettorale da sventolare sull'ultima ridotta del teatro di guerra in cui la sinistra stessa ha deciso di muoversi. Ma a noi, oggi, in quest'Aula, tocca riportare il dibattito sul piano della verità e sul piano del merito, perché quello che ci sta a cuore è il bene della Nazione e non sono le battaglie ideologiche.

Come dicevo, questo provvedimento si pone come un tassello importante nell'azione di Governo sulla regolamentazione dei flussi migratori, perché affronta un aspetto che, fino ad oggi, scientemente e consapevolmente, i Governi che ci hanno preceduto non hanno voluto affrontare. Che cosa facciamo finalmente oggi con questo decreto? Lo hanno spiegato i colleghi della Lega, lo hanno spiegato i colleghi di Forza Italia: oggi, semplicemente, si pongono regole chiare e nette alle attività delle ONG. Imponiamo alle ONG di coordinarsi con le autorità italiane che, permettetemi un inciso, quotidianamente, senza sosta, con capacità e responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), fanno attività di controllo in un'area molto, molto più vasta di quella in cui si posizionano a stazionare le ONG; parlo di Guardia costiera, Guardia di Finanza e Marina militare, a cui va il nostro più sentito ringraziamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Come dicevo, imponiamo loro di coordinarsi con le autorità italiane, imponiamo loro di avere requisiti di sicurezza tecnico-nautica per effettuare le operazioni di salvataggio, imponiamo loro di dare ai migranti la possibilità di sbarcare rapidamente e di ottenere, dunque, quel porto sicuro che le stesse ONG, fino a ieri, peraltro, predicavano di volere ottenere con rapidità. Molto semplicemente questo è quello che facciamo: diamo un codice di condotta alle Organizzazioni non governative. Come prima il collega Ziello ricordava, si tratta di quello stesso codice di condotta che il Governo Gentiloni, per mano del Ministro Minniti, aveva già precedentemente approvato.

Tutto questo avviene, in questo decreto, nel pieno rispetto delle norme di diritto internazionale, nel pieno rispetto delle norme di diritto interno e nel pieno rispetto delle norme di diritto europeo. Badate, sempre per stare sul merito, non c'è scritto da nessuna parte che debba essere limitata l'attività di ricerca e soccorso, né che non si possa più provvedere a salvataggi in mare, né, come pretestuosamente affermato dalle opposizioni, che, se un comandante, mentre fa rotta verso il porto assegnato, si imbatte in altri naufraghi non possa effettuare ulteriori soccorsi. Tutto questo, veramente, ci tengo a dirlo con chiarezza, è patentemente falso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Con questa norma, finalmente, mettiamo nero su bianco un fatto che dovrebbe essere naturale, dato per acquisito, ma che pare, evidentemente, che acquisito non sia, ossia, che, se si mettono in acqua imbarcazioni al fine di effettuare sistematicamente, lo ripeto, sistematicamente, attività di ricerca e soccorso lo si debba fare in una cornice di trasparenza, di chiarezza nei metodi e nei protocolli e, soprattutto, rispettando le indicazioni dello Stato che si dovrà occupare della gestione del migrante una volta sbarcato. In questa norma c'è scritto che, se si soccorrono dei migranti, questi vanno condotti il prima possibile a terra, in un luogo che possa garantire pienamente l'accoglienza, senza continuare ad appesantire i porti del Sud, già martoriati da una pressione migratoria insostenibile e, ormai, fuori controllo. È questo che va fatto se si vogliono garantire davvero i diritti dei migranti, e non, piuttosto, farli rimanere a bordo per giorni, in attesa di altri barconi, per poi fare rotta verso l'Italia solo una volta che la nave abbia raggiunto il pieno carico. Questa non è ricerca e soccorso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), questo vuol dire fare servizio di traghetto di linea.

Aggiungo che in questa norma c'è scritto anche che, se si chiede un porto di sbarco, è l'Italia che decide come e dove far attraccare la nave; lo decide l'Italia e nessun altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Come si possa gridare allo scandalo per tutto questo a me sinceramente rimane difficile comprenderlo, ma, in realtà, date le reazioni veementi, scomposte, come dicevo, contro questo codice di condotta, dobbiamo supporre che questo provvedimento costituisca un ostacolo al raggiungimento di ben altri obiettivi. Dobbiamo supporre che questo decreto per le ONG sia effettivamente una spina nel fianco, perché è in netto contrasto con la realizzazione di un disegno più ampio, più rilevante rispetto a quello dell'attività umanitaria di salvataggio dei migranti, perché, colleghi, questo decreto non paralizza affatto i salvataggi in mare, ma una cosa scomoda di certo la fa: congela l'obiettivo che le ONG perseguono ossessivamente, ossia quello di incidere e tentare di orientare le politiche migratorie europee. Guardate, non lo dico io, sono le ONG che lo professano a gran voce, lo scrivono sui loro siti online, lo affermano tra e oltre le righe delle loro vibranti proteste. Tra le attività principali che le ONG svolgono accanto alle operazioni di search and rescue ci sono le richieste di cambiare le politiche migratorie degli Stati e, segnatamente, signori, le politiche migratorie che intende realizzare il Governo italiano, e questo non lo permetteremo, perché non è concepibile, in nessuna democrazia, i cui rappresentanti sono scelti dal popolo per realizzare i programmi elettorali, che organizzazioni sovvenzionate da privati, portatrici dunque di interessi privati e particolari, possano tentare di plasmare la politica di uno Stato sovrano. Questo, sì, sarebbe un sovvertimento totale delle regole democratiche, di cui noi della maggioranza pare siamo rimasti gli unici custodi.

Come dicevo ai colleghi, per suo tramite, Presidente, tutto questo non lo permetteremo; andremo avanti sulla strada che avevamo promesso agli italiani di seguire in campagna elettorale che, badate bene, oggi, grazie a questo Governo, grazie al Presidente del Consiglio Meloni, è la strada che la stessa Europa riconosce essere quella coerente e, quindi, la strada del controllo delle frontiere esterne, la strada della regolamentazione delle attività delle Organizzazioni non governative, che sono peraltro, innegabilmente, un fattore di attrazione per l'immigrazione illegale, e la strada della cooperazione con i Paesi di provenienza.

Questa è l'unica via per evitare che continui l'eccidio dei migranti nel Mediterraneo, di uomini, donne e bambini compravenduti dai trafficanti di uomini e lasciati morire in mare; è l'unica via per segare le gambe all'ignobile tratta degli scafisti e per dare una speranza a tutti coloro che hanno i diritti e i requisiti per ottenere lavoro, sicurezza, accoglienza e integrazione e, infine, per garantire, non da ultimo, la nostra sicurezza interna e la possibilità di gestire razionalmente un'immigrazione illegale.

Per tutto questo noi di Fratelli d'Italia voteremo convintamente “sì” alla fiducia, Presidente, serenamente, senza farci intimidire dalle offese, senza arretrare di fronte agli attacchi violenti di una sinistra che sconsideratamente fa dell'immigrazione una battaglia ideologica, senza paura di essere dipinti strumentalmente per quello che non siamo e per quello che mai saremo, perché tutto quello che facciamo risponde non solo a quello che gli italiani ci hanno chiamato a fare ma è tutto - e concludo - sempre ispirato alla tutela dei diritti degli uomini, delle donne e dei bambini, che mai più devono essere trattati come merce che può essere mandata senza scrupoli a morire in mare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

In sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 17,05.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, perché abbiamo assistito in questi ultimi giorni a uno spettacolo veramente magro. Dopo lo spettacolo, quello vero, del Festival della canzone italiana di Sanremo, abbiamo assistito a un tiro a segno vergognoso da parte di esponenti della maggioranza e del Governo nei confronti, prima, di questo e, poi, di quell'altro artista che si sono esibiti sul palcoscenico dell'Ariston. Questo tiro a segno poi si è spostato nei confronti della dirigenza della Rai, colpevole di non avere evidentemente imposto censure, di non aver subordinato al nullaosta (Una voce dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia: “Non è sull'ordine dei lavori!”)

PRESIDENTE. Per favore! Chi è che interrompe? L'unico che può interrompere, fino a prova contraria, sono io, e decido se l'intervento è sull'ordine dei lavori o no (Applausi). Prego.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Insomma, continuano ad andare in onda - e concludo - dei tentativi di censura. Non si comprende bene se i tentativi di censura siano una testa d'ariete per arrivare a sostituire i vertici della Rai oppure se sia la sostituzione dei vertici della Rai una testa di ponte per arrivare a imporre la censura preliminare in Rai. Comunque la si pensi, è di tutta evidenza la necessità di procedere celermente alla convocazione della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, che è il motivo del mio intervento (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cappelletti. Come lei sa, siamo in attesa che venga pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge. Non appena entrerà in vigore, il Presidente della Camera darà immediatamente seguito agli adempimenti conseguenti. Questo per rispondere alla sua richiesta.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 17,05.

La seduta, sospesa alle 16,50, è ripresa alle 17,05.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 750-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà inizio dal deputato Enzo Amich.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute.

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltose le operazioni di voto.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 17,42)

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 17,44)

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………… 342

Votanti: …………………. 338

Astenuti: …………………... 4

Maggioranza: ………….... 170

Hanno votato : ……….... 202

Hanno votato no: ……….. 136

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bicchielli Pino

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

Deidda Salvatore

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Ferro Wanda

Filini Francesco

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malaguti Mauro

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nisini Tiziana

Nordio Carlo

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossello Cristina

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sudano Valeria

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Cuperlo Gianni

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Faraone Davide

Fassino Piero

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Gallo Francesco

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

Iaria Antonino

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorella Giulia

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Ricciardi Marianna

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rossi Andrea

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scerra Filippo

Schlein Elly

Scutella' Elisa

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Stefanazzi Claudio Michele

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Ascani Anna

Bellucci Maria Teresa

Bitonci Massimo

Costa Enrico

Costa Sergio

Delmastro Delle Vedove Andrea

Fitto Raffaele

Freni Federico

Gava Vannia

Giorgetti Giancarlo

Gusmeroli Alberto Luigi

Lollobrigida Francesco

Lupi Maurizio

Magi Riccardo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Pichetto Fratin Gilberto

Prisco Emanuele

Richetti Matteo

Rixi Edoardo

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sportiello Gilda

Tajani Antonio

Tremonti Giulio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma dopo l'esame degli ordini del giorno - che ci apprestiamo ad esaminare nella totale attenzione che l'Aula sta per dedicare a questo tema - si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 750-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Prego i colleghi di prendere posto, affinché si evitino le solite scene: ‘non ho sentito', ‘era basso', ‘c'era rumore'. Prendiamo posto, per favore, colleghi del MoVimento 5 Stelle, colleghi della Lega, colleghi del PD.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/1 Malaguti, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/2 Cangiano, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a intraprendere le iniziative necessarie, soprattutto in termini di prosecuzione dell'aggiornamento e della formazione delle Forze di Polizia di cui in premessa, per rendere più efficace l'attività di Polizia alle frontiere, nonché per favorire la collaborazione con le Forze di Polizia degli altri Stati membri”.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/3 Ruffino, relativamente al primo capoverso dell'impegno, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna (…) a valutare l'opportunità di”, poi segue il testo con l'aggiunta, in fine, delle parole “compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente”.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/4 Faraone?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, e poi segue il testo con l'aggiunta, in fine, delle parole “compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente”; mentre, con riferimento ai successivi capoversi dell'impegno, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/3 Ruffino, lei ha letto la riformulazione sul primo capoverso dell'impegno. Sugli altri capoversi dell'impegno, ci sono riformulazioni o vengono accolti così come presentati?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sul primo capoverso dell'impegno il parere è favorevole con la riformulazione che ho letto. Anche sul secondo capoverso dell'impegno, prima delle parole “rafforzare le conoscenze e le competenze (…)”, inserire le parole “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Quindi, su tutti i capoversi dell'impegno va inserita la formula: “a valutare l'opportunità di”?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. No, solo sul primo e sul secondo capoverso. Mentre sul terzo, quarto e quinto, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Perfetto. Allora se siamo allineati, ricominciamo dall'ordine del giorno n. 9/750-A/5 D'Alessio.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. C'era l'ordine del giorno n. 9/750-A/4 Faraone…

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/4 Faraone, ha già espresso il parere favorevole, con la riformulazione…

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. No, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/4 Faraone, il parere è contrario, Presidente.

PRESIDENTE. Siccome mi aveva letto la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/750-A/4 Faraone, lo recuperiamo.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/3 Ruffino, abbiamo visto le riformulazioni del primo e secondo capoverso dell'impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/4 Faraone, dunque, il parere è contrario.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sugli ordini del giorno n. 9/750-A/5 D'Alessio, n. 9/750-A/6 Pastorella, n. 9/750-A/7 Enrico Costa e n. 9/750-A/8 Magi, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/9 Paolo Emilio Russo, il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/750-A/10 Ghirra, n. 9/750-A/11 Evi, n. 9/750-A/12 Piccolotti, n. 9/750-A/13 Fratoianni, n. 9/750-A/14 Mari e n. 9/750-A/15 Grimaldi, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/16 Zaratti, il parere è contrario sulle premesse; per quanto riguarda, invece, l'impegno, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la percorribilità di un'iniziativa in ambito internazionale, che possa dare aiuto e sollievo alle popolazioni della Siria, inclusa la predisposizione di corridoi umanitari”.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/17 Zanella, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/18 Dori, il parere è contrario sulle premesse; sull'impegno, invece, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la percorribilità di un'iniziativa in ambito internazionale, al fine di predisporre corridoi umanitari che possano dare sollievo e aiuto almeno ai minori provenienti dalle aree della Siria colpite dal terremoto”.

PRESIDENTE. In pratica, colleghi, così ci capiamo, nelle riformulazioni che ha letto anche adesso il Sottosegretario, l'ordine del giorno si intende riformulato, espungendo le premesse e con la riformulazione che ha letto in Aula.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sugli ordini del giorno n. 9/750-A/19 Borrelli e n. 9/750-A/20 Bonelli, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/21 Pastorino, il parere è contrario sulle premesse e sul primo e secondo capoverso dell'impegno, mentre sul terzo capoverso dell'impegno il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a realizzare gli opportuni interventi per efficientare il sistema dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, tenuto conto dell'impatto del fenomeno sui territori e della necessità di supportare gli enti locali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/22 Scarpa, il parere è contrario sulle premesse, mentre è favorevole sull'impegno con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valorizzare le sedi di concertazione interistituzionale, con particolare riferimento al tavolo di coordinamento nazionale di cui all'articolo 16 del decreto legislativo n. 142 del 2015”.

Sugli ordini del giorno n. 9/750-A/23 Morassut, n. 9/750-A/24 Boldrini, n. 9/750-A/25 Cuperlo, n. 9/750-A/26 Provenzano, n. 9/750-A/27 Casu, n. 9/750-A/28 Mauri, n. 9/750-A/29 Orfini, n. 9/750-A/30 Bonafe', n. 9/750-A/31 Toni Ricciardi, n. 9/750-A/32 Barbagallo, n. 9/750-A/33 Ghio, n. 9/750-A/34 Bakkali, n. 9/750-A/35 Penza, n. 9/750-A/36 Iaria, n. 9/750-A/37 Carmina e n. 9/750-A/38 Carotenuto, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/39 Ascari, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di utilizzare, nel rispetto della normativa vigente, la professionalità del personale amministrativo già impegnato presso gli uffici immigrazione delle questure e presso gli sportelli unici per l'immigrazione presso le prefetture al fine di supportare e coadiuvare l'attività e la gestione delle procedure connesse alla regolarizzazione degli stranieri facenti capo al Ministero dell'Interno”.

Sugli ordini del giorno n. 9/750-A/40 Alfonso Colucci, n. 9/750-A/41 Auriemma, n. 9/750-A/42 Cantone, n. 9/750-A/43 Quartini, n. 9/750-A/44 Marianna Ricciardi, n. 9/750-A/45 Sportiello, n. 9/750-A/46 Di Lauro e n. 9/750-A/47 Onori, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/48 Lomuti, il parere è contrario sulle premesse, mentre è favorevole sull'impegno, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a proseguire le opportune iniziative di cooperazione con le organizzazioni internazionali, quali l'OIM e UNIHCR, al fine di garantire una migrazione sicura, regolare e ordinata, anche attraverso la valorizzazione dello strumento dei corridoi umanitari”.

Sugli ordini del giorno n. 9/750-A/49 Iezzi, n. 9/750-A/50 Ravetto, n. 9/750-A/51 Stefani, n. 9/750-A/52 Ziello, n. 9/750-A/53 Dara, n. 9/750-A/54 Furgiuele, n. 9/750-A/55 Bordonali, n. 9/750-A/56 Maccanti, n. 9/750-A/57 Marchetti e n. 9/750-A/58 Pretto, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli ordini del giorno.

L'ordine del giorno n. 9/750-A/1 Malaguti è accolto.

Ordine del giorno n. 9/750-A/2 Cangiano: onorevole Cangiano, accetta la riformulazione?

GEROLAMO CANGIANO (FDI). Accetto.

PRESIDENTE. È accettata, la ringrazio.

Onorevole Ruffino, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/750-A/3? Bene.

Onorevole Faraone, il parere al suo ordine del giorno n. 9/750-A/4 è contrario. Intende intervenire? Lo votiamo?

Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/4 Faraone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Onorevole D'Alessio, il parere sul suo ordine del giorno n. 9/750-A/5 è contrario. O il delegato d'Aula o l'onorevole mi diano, però, un segno. Lo volete mettere in votazione, oppure no? Non chiedete di votare? Chiedete di votare? Allora, mettetevi d'accordo… intendete metterlo ai voti, oppure no? Sì, bene.

Allora, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/5 D'Alessio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/6 Pastorella il parere del Governo è contrario. Lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/6 Pastorella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/7 Enrico Costa il parere è contrario. Lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/7 Enrico Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/8 Magi il parere del Governo è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/8 Magi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

L'ordine del giorno n. 9/750-A/9 Paolo Emilio Russo è accolto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/10 Ghirra. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, come sapete, noi confidavamo che venisse ritirato questo decreto e non convertito in legge, perché non comporta alcun miglioramento delle attività di soccorso in mare, anzi, peggiora notevolmente le attività delle ONG nei nostri mari. Vi avevamo anche chiesto di rafforzare le politiche di cooperazione internazionale, come abbiamo fatto con diversi emendamenti e come riproponiamo all'Aula con quest'ordine del giorno, per cui chiedo al Governo di rivedere il proprio parere. Anche l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite chiede al nostro Paese di incrementare le risorse da destinare all'aiuto pubblico allo sviluppo, proprio per raggiungere gli obiettivi fissati, stanziando lo 0,7 per cento del nostro reddito nazionale lordo entro il 2030, proprio finalizzandolo alla cooperazione dello sviluppo internazionale.

Chiedo, pertanto, se sia possibile che il Governo riveda il proprio parere; diversamente chiedo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha udito e non intende cambiare parere, dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/10 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/11 Evi il parere è contrario; lo mettiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/11 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/12 Piccolotti il parere del Governo è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/12 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/13 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/14 Mari il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Nel merito sono intervenuti i colleghi Fratoianni, sull'incostituzionalità, e Zaratti, per dichiarazione di voto. Nella breve storia di questo Governo e di questa maggioranza è forse il peggior provvedimento. Sebbene il titolo del disegno di legge di conversione reciti disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori, è evidente che la finalità ultima non è la gestione dei flussi e, quindi, la regolazione degli ingressi dei migranti, quanto piuttosto l'accanimento, non giustificato in alcun modo dai numeri reali del fenomeno migratorio, nei confronti di quanti fanno salvataggi in mare e delle navi umanitarie che li praticano.

Presidente, una cosa è certa: dietro le scelte di questa maggioranza c'è, in modo esplicito e nient'affatto tra le righe, una considerazione, un'idea a suo modo semplice e, purtroppo, con un forte valore pedagogico. In pratica, secondo voi, non è giusto che l'Italia sostenga tutto il peso delle migrazioni in atto nel Mediterraneo o, meglio, non è giusto che il nostro Paese paghi oltremodo la propria collocazione fisica e geografica al centro di questo mare, tanto è vero che usate come argomento forte della vostra propaganda ogni riconoscimento del fenomeno migratorio come questione giustamente europea.

Ebbene, voi siete gli stessi che fate il Ministero del made in Italy e ritenete a ragione, come noi, la cultura, l'inventiva e la creatività degli italiani elementi caratterizzanti della nostra gente, qui e in giro per il mondo. Segnalo che questa nostra effettiva predisposizione, capacità, attitudine a uno sguardo complesso, a una prospettiva visionaria e alla propensione per il bello non è e non potrebbe mai essere il portato di una qualche dotazione genetica, di innate qualità derivanti forse dalla conformazione - non so - del nostro cervello, ma piuttosto il prodotto di decine di secoli di commistioni, di stratificazioni di esperienze, di contaminazioni culturali, di scambi di saperi che sono stati possibili proprio grazie a quel mare che ha portato qui da sempre - da secoli - barche piene di migranti economici, con migrazioni che sono iniziate circa 3.000 anni fa.

Persino gli Etruschi, se ha ragione Erodoto, sono arrivati via mare, fuggiti dall'attuale Turchia. Poi, quei coloni greci, che arrivarono qui sulle nostre coste, non sempre accolti benissimo, 2.800 anni fa, e poi via via nei secoli ad arricchire gran parte dell'Italia. Infatti, pensiamo a cosa è stata la Sicilia e quanta cultura araba c'è voluta per farla così com'è. A Salerno, la mia città, più di 1.000 anni fa si sono incontrati un medico arabo, uno cristiano - diciamo così - e uno ebreo: diedero vita alla prima facoltà di medicina dell'Occidente e da lì poi, da questa commistione, nascono le medichesse salernitane, le prime donne medico d'Europa e del mondo.

Sappiate, quindi, che il made in Italy non ha niente a che vedere con il sovranismo e che ai migranti del mondo non potremo mai dare quanto da loro abbiamo ricevuto in virtù dell'essere proprio semplicemente in questo mare di mezzo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/14 Mari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/15 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Prendo atto che l'onorevole Zaratti accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/750-A/16.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/17 Zanella il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/17 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

L'onorevole Dori accetta la riformulazione proposta dal Governo del suo ordine del giorno n. 9/750-A/18.

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/19 Borrelli il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/19 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno n. 9/750-A/20 Bonelli: parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/20 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/21 Pastorino c'è una riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorino. Ne ha facoltà.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Se me lo consente, e non perché fossi distratto, vorrei riascoltare la riformulazione dell'impegno.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Molteni.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è contrario sulle premesse. Per quanto riguarda gli impegni, il parere è contrario sull'impegno n. 1 e sull'impegno n. 2, mentre sull'impegno n. 3 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a realizzare gli opportuni interventi per efficientare il sistema dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, tenuto conto dell'impatto del fenomeno sui territori e della necessità di supportare gli enti locali”.

PRESIDENTE. Le è chiaro, onorevole Pastorino?

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Sì, mi è più chiaro. Accetto la riformulazione per il terzo impegno e chiedo, comunque, di porlo in votazione con questa riformulazione. Però, non capisco la contrarietà alle premesse, dato che, nella prima parte, ci sono parole del Governo, di una relazione del Governo, e, nell'altra, sono dati oggettivi. Ecco, è tutto qui!

Si tratta di suggerimenti prodotti dall'Associazione nazionale comuni e nella riformulazione del terzo impegno credo ci sia la giusta attenzione da parte del Governo. Comunque, Presidente, chiedo di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/21 Pastorino, nel testo riformulato dal Governo e con l'espunzione delle premesse. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

A questo punto, passiamo agli ordini del giorno dei deputati del Partito Democratico.

Onorevole Scarpa, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/750-A/22?

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Accetto la riformulazione, ma chiedo che sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Lo poniamo in votazione.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Vorrei spiegarne brevemente le ragioni. In quest'ordine del giorno, avevo posto con urgenza soprattutto 2 impegni: in primo luogo, la riattivazione delle sedi di concertazione interistituzionale con le amministrazioni regionali e locali, e mi fa piacere che, in questo senso, ci sia un impegno (vigileremo, affinché siano puntualmente convocate); in secondo luogo, la necessità di reinvestire e rifinanziare il secondo livello di accoglienza, smantellato a partire dai decreti Sicurezza, che è il sistema di accoglienza che le amministrazioni hanno dimostrato di apprezzare più di tutti.

Credo che entrambi questi punti siano presupposti irrinunciabili, ciò di cui avremmo davvero bisogno, che è uno sguardo più ampio, strategico, umano, ma anche funzionale sulla gestione dei flussi migratori. Questo decreto, purtroppo, a questo tipo di criteri non risponde ed è l'ennesima fiducia posta in modo quasi sistematico su queste questioni, che meriterebbero, invece, uno sguardo globale.

Quindi, pur accettando la riformulazione, il mio invito è di assumere un approccio diverso che guardi alle buone pratiche all'interno di questo tavolo di accoglienza già messe in atto sui territori, che dia uno sguardo europeo e solidale, a partire dalla richiesta a Polonia e Ungheria di modificare le loro posizioni sui trattati di Dublino e da un rifinanziamento e un ampliamento della rete SAI, fondamentale in questo momento per gestire i flussi migratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/22 Scarpa, con il parere favorevole del Governo, così come riformulato nella lettura che è stata data dal Sottosegretario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Oggi è la giornata della pazienza, è anche San Valentino.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/750-A/23 Morassut. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno interviene su uno dei punti critici del decreto, ovvero uno di quei punti in cui abbiamo segnalato un cortocircuito giuridico piuttosto importante: l'articolo 1, lettera b), capoverso 2-bis, pone alcune limitazioni per le navi di soccorso negli interventi che avvengono durante una sosta o un transito nelle acque territoriali. Queste limitazioni, che sono di carattere sia amministrativo sia penale, pesano notevolmente sul comportamento e sulla condotta dei comandanti delle navi che si apprestano a effettuare un intervento di soccorso o di salvataggio e sono in contrasto con la normativa nazionale. Sono in contrasto con le convenzioni internazionali, che obbligano al soccorso in mare, e confliggono, conseguentemente, anche con due articoli della Costituzione, gli articoli 10 e 117, secondo i quali l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle normative concordate in sede internazionale. Pertanto, proprio per evitare che questo conflitto giuridico diventi un elemento di non funzionamento delle norme, ma soprattutto di così mala e cattiva informazione, chiediamo una campagna informativa nazionale su tutto il territorio, che chiarisca che le norme internazionali non possono essere sorpassate da norme nazionali e che, quindi, il soccorso in mare, anche in caso di interventi di attraversamento o di sosta nelle acque territoriali, è una disposizione di rango superiore alle norme nazionali, che, in questo caso, sono scritte malamente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/23 Morassut, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/750-A/24 Boldrini. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, signori rappresentanti del Governo, la Presidente del Consiglio, a conclusione della recente riunione del Consiglio europeo, ha descritto le deliberazioni di quella riunione come una grande vittoria, una vittoria del suo Governo. Altrettanto hanno fatto, in copia conforme, altri esponenti del suo partito e della maggioranza. Allora, mi sono chiesta quale sarebbe stata la vittoria. Sarebbe consistita nel fatto che il Consiglio europeo avrebbe riconosciuto l'immigrazione come un problema europeo. Nientemeno, Presidente; un problema europeo! Tuttavia, è stato facile ricordare alle colleghe e ai colleghi della maggioranza, oltre che alla stessa Presidente, che decine e decine di riunioni del Consiglio, della Commissione e del Parlamento europei trattano questo tema da anni, se non da decenni. Ricordo che la prima forse direttiva dell'Unione europea in materia di asilo risale al 2008. E siamo nel 2023! Dunque, quale vittoria? È stata detta una cosa non vera, per nascondere l'irrilevanza della posizione di questo Governo nel consesso europeo.

Ma c'è di più. Le istituzioni europee iniziano a reagire contro la scelta del Governo sull'immigrazione e, in particolare - e vengo al merito, Presidente -, contro questo decreto, chiedendo che sia ritirato o cambiato radicalmente.

Lo ha chiesto la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa e lo ha chiesto anche il presidente della commissione per le libertà civili del Parlamento europeo.

Uno dei contenuti più critici del decreto è quello che solleviamo proprio in quest'ordine del giorno. L'articolo 1, lettera b), capoverso 2-bis, elenca le condizioni che vanno congiuntamente osservate dalle imbarcazioni che prestano soccorso, affinché siano considerati legittimi e, quindi, non suscettibili di sanzione il transito o la sosta nelle acque territoriali. Tra queste condizioni ce n'è una, alla lettera d), che prevede di raggiungere senza ritardo il porto assegnato dopo l'intervento di soccorso.

Con quest'ordine del giorno, chiediamo al Governo di chiarire il vero significato di queste parole “senza ritardo” e, soprattutto, quale sia stata l'intenzione che le ha prodotte. Infatti, Presidente, escludo che sia la sincera preoccupazione per le condizioni delle persone salvate, altrimenti il Governo non obbligherebbe le imbarcazioni a recarsi verso porti lontani migliaia di chilometri dal punto dove è avvenuto il soccorso, ma farebbe diversamente. Quindi, la vera intenzione è quella di impedire che, dopo il primo, le imbarcazioni delle ONG possano compiere un secondo e magari anche un terzo salvataggio, ma non avete avuto il coraggio di scriverlo; no, e, allora, vi siete affidati a questa formulazione, a dir poco ambigua, che vi chiediamo di chiarire una volta per tutte.

Voi pensate che, se il comandante di una nave, che ha compiuto il salvataggio di persone in pericolo, durante la navigazione si accorga oppure riceva notizia di un altro rischio di naufragio, debba voltare le spalle e tirare dritto, lasciando morire le persone. Ma una cosa così crudele non potete chiederla a nessuno, tantomeno al comandante di una nave che rispetta il dovere antico di salvare vite umane, il diritto internazionale e il diritto della navigazione.

In conclusione, Presidente, questo non è il decreto sulla gestione dei flussi migratori; questo è il decreto Naufragi, perché, perseguitando le ONG e impedendo loro di fare soccorso in mare, aumenteranno le perdite di vite umane. Nessun Governo si era spinto a tanto! Questo decreto verrà fatto oggetto sicuramente di molti ricorsi, ma voglio concludere dicendo che quella che state facendo è un'infamia. È una vera infamia dal punto di vista politico, giuridico, ma soprattutto dal punto di vista etico, e di questo ne risponderete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/24 Boldrini, con il parere contrario del Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Ordine del giorno n. 9/750-A/25 Cuperlo: parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente, per chiedere di sottoscrivere quest'ordine del giorno e di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/25 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Vuole intervenire in dichiarazione di voto? Allora, revoco la votazione. Aveva chiesto soltanto di sottoscriverlo. Prego, onorevole Ferrari.

SARA FERRARI (PD-IDP). Presidente, grazie, è stato troppo veloce per me. Anche quest'ordine del giorno, come il precedente, si riferisce all'articolo 1, lettera b), capoverso 2-bis, che, alla lettera d), prevede che il porto di sbarco assegnato dalle competenti autorità sia raggiunto “senza ritardo” per il completamento dell'intervento di soccorso.

Ribadisco quanto detto dalla collega Boldrini prima di me: questo punto, questa lettera nasconde la disumanità, senza volerla nemmeno esplicitare, perché forse qualcuno, giustamente, spero di sì, si vergogna nel votare questo provvedimento che impedisce i soccorsi plurimi. Ed è impressionante questa preoccupazione di non fare ritardo, ma la trovo forse coerente con il ragionamento che ho sentito fare alla Premier quando ha detto che le navi di soccorso delle ONG non possono essere dei traghetti. L'ho trovata di una disumanità, questa affermazione, di una volgarità, perfino, per l'intelligenza collettiva, perché il traghetto è quel posto dove ti offrono il caffè, è quel posto confortevole dove stai seduto sulla poltrona, se lo hai prenotato. È quel posto dove c'è anche l'intrattenimento musicale.

Non ci risulta che nulla di tutto ciò si trovi sulle navi delle organizzazioni non governative, e pertanto noi chiediamo di mettere in votazione quest'ordine del giorno che vuole ricordare che l'obbligo di soccorso imposto dal diritto internazionale è una norma di rango superiore, avendo sia natura consuetudinaria sia pattizia, la cui violazione comporta una lesione dell'articolo 10 della Costituzione e dell'articolo 117, come è stato ricordato anche poc'anzi, che prevede che la potestà legislativa sia esercitata dallo Stato e dalle regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.

Pertanto con quest'ordine del giorno chiediamo che il Governo adotti ogni iniziativa utile, anche a livello comunicativo, che chiarisca quanto prima che l'espressione “senza ritardo”, prevista nella lettera d), debba comunque garantire l'espletamento in sicurezza delle necessarie operazioni di soccorso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/25 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/26 Provenzano, su cui il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non mi stupisce il parere contrario del Governo, perché questo ordine del giorno rimette in discussione totalmente la ratio di questo decreto e nasce da un interrogativo, Presidente: come si può convertire in legge un decreto che è contro la legge, contro l'antichissima legge del mare, contro le convenzioni internazionali, contro lo stesso ordinamento italiano, contro il diritto penale, perché è un decreto criminogeno che vorrebbe spingere all'omissione di soccorso.

Avevate annunciato di volere dichiarare guerra alle ONG; non avete avuto nemmeno il coraggio di farlo, perché non potevate farlo, e allora avete deciso di mettere in atto una sorta di guerriglia, fatta di piccoli impedimenti, intralci, piccole infamie, meccanismi discriminatori privi di ogni fondatezza e ragionevolezza giuridica. Ecco perché questo decreto è anche incostituzionale e produrrà come due unici effetti quello di aumentare il numero di morti in mare - ecco perché lo abbiamo ribattezzato decreto Naufragi - e di prolungare inutilmente la sofferenza di persone che sono costrette ad attraccare in porti lontani, con criteri arbitrari e irragionevoli di definizione di questi porti.

Allora, crediamo che anche quest'ulteriore fase che avete inventato dei porti lontani fallirà, come è fallita quella dei porti chiusi, bocciati dalla Cassazione nella sentenza Rackete, com'è fallita anche quella dei porti socchiusi, come è accaduto al porto di Catania, dove siamo arrivati alla selezione arbitraria dei naufraghi, che è il grado zero della cultura giuridica, perché, quando si arriva al “tu sì e tu no, tu ti salvi e tu no”, arbitrariamente, significa che nessuno di noi può più sentirsi al sicuro. Il tribunale di Catania il 6 febbraio ha decretato l'illegittimità di quel provvedimento alla luce delle normative che regolano il soccorso in mare, il riconoscimento del diritto di asilo. Ha detto chiaramente che non si possono schedare a bordo i naufraghi delle navi. E, allora, come si può chiedere il voto di fiducia su un decreto che, già lo sapete, contiene parti dichiarate illegittime da un tribunale della Repubblica?

Questo è il punto per il quale vi chiediamo di rimetterlo in discussione. Lo sappiamo, lo sapete anche voi che siamo stati un popolo di naviganti, di migranti, e che, nella storia dell'uomo, non c'è nulla di peggio che la morte in mare. Per questo, sappiamo che nessun comandante, nessuna nave smetterà di salvare vite solo per cedere al ricatto di questo Governo; e sappiamo altrettanto che questo decreto rientra in quella strategia di distrazione di massa per non affrontare le vere emergenze del Paese, che sono economiche e sociali, e per le quali non avete risposta.

Ma dovete sapere che non solo cadremo in questa trappola, ma - potete starne certi -, come Partito Democratico, non permetteremo nemmeno che siano violati i diritti umani; e saremo ovunque, in quest'Aula e altrove, se ci sarà bisogno di difendere la dignità delle persone e l'onore stesso dell'Italia e della sua storia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/26 Provenzano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/27 Casu. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Chiedo semplicemente al Governo e all'Aula di ascoltare con un po' di attenzione.

Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, quest'ordine del giorno chiede una cosa semplice, chiede al Governo di adottare ogni iniziativa utile per garantire che le autorità competenti assegnino, salvo specifiche e motivate deroghe, il porto di sbarco più vicino alle zone di salvataggio tra i porti sicuri di primo sbarco, al fine di evitare inutili e ingiustificati oneri alle navi umanitarie impegnate nelle operazioni di soccorso in mare.

Penso sia un errore, anche di fronte alla scelta del Governo di portare avanti quest'atto, una scelta che abbiamo contrastato in Commissione, opporsi in questo modo a questa richiesta.

Quindi, chiedo al Governo di rivedere il proprio parere e darci la possibilità, almeno su questo impegno - è una questione di umanità, è una questione di civiltà -, di ragionare sulla possibilità di dare un parere diverso da un parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Casu. Il rappresentante del Governo l'ha ascoltata: intende intervenire, onorevole Molteni? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/27 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/28 Mauri, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/28 Mauri, con il parere contrario del Governo. Dichiaro aperta la votazione. No, ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Revoco l'indizione della votazione.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Lei mi legge nel pensiero, ma ha letto male, per cui la volontà era di intervenire, la ringrazio, per dire una cosa molto semplice. Condanniamo questo decreto, perché crediamo sia assolutamente inumano, che giochi con la vita delle persone che quella vita la rischiano in mare e sono spinte da forze molto più grandi di quelle che, spesso, vengono richiamate qua dentro. Scappano dalla povertà, scappano dalla miseria, scappano dalla fame, scappano dalla guerra, scappano dalle persecuzioni. Non bisogna mai perdere di vista questo punto, perché, se dimentichiamo questo, non capiamo niente.

In quest'ordine del giorno, mettiamo in evidenza una cosa in particolare, una contraddizione straordinaria e insuperabile che questo Governo e questa maggioranza stanno dimostrando. Da un lato, ci dicono che le navi devono andare il più velocemente possibile verso un porto, perché altrimenti le persone a bordo potrebbero soffrirne e poi, dall'altro lato, mandano quelle navi il più lontano possibile, a Nord dell'Adriatico, a Nord del Tirreno, facendo passare ore, giorni interi e miglia in mare inutilmente e sottoponendo quelle persone a un sacrificio assolutamente inutile, mentre provano in tutti i modi a impedire che quelle stesse navi, che quegli stessi capitani e che quegli stessi equipaggi possano salvare altre vite in mare.

L'equazione, alla fine di questa operazione, sarà semplicemente una, quella di più morti, assolutamente evitabili, sacrificati dalla vostra voglia di fare del tema dell'immigrazione il solito tema di propaganda. Ma qui non stiamo scherzando: qui stiamo parlando di vite (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/28 Mauri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/29 Orfini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Orfini. Ne ha facoltà.

MATTEO ORFINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non aggiungerò molto a quello che hanno già detto i miei colleghi nel giudizio su questo decreto, che, ovviamente, considero pessimo e inemendabile. Con questi ordini del giorno, stiamo cercando almeno di apportare qualche miglioramento, cercando di stimolare il Governo, senza grandi risultati, né successi.

È ovvio che stiamo discutendo su uno dei temi che più ci divide anche culturalmente, oltre che politicamente, dalla maggioranza. Tuttavia, proprio per questo - Presidente, sempre per suo gentile tramite, chiedo un attimo di attenzione al Sottosegretario Molteni - credo che tutti noi, maggioranza, opposizione e Governo, dobbiamo evitare che quest'Aula produca voti assurdi o dalla interpretazione incomprensibile a tutti.

Capisco un parere contrario sulle premesse di quest'ordine del giorno, nelle quali ci sono giudizi politici che, per la maggioranza e per il Governo, non sono accettabili, però chiederei al Sottosegretario Molteni di riguardare l'ordine del giorno che impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile, atta a garantire che le autorità competenti assegnino il porto sicuro di sbarco più idoneo, secondo i criteri indicati nelle raccomandazioni e nelle linee guida dell'Organizzazione marittima internazionale e dell'UNHCR, cioè delle Nazioni Unite. Stiamo parlando di un impegno quasi tecnico, cioè l'applicazione e il rispetto delle norme esistenti.

Che quest'Aula si esprima contro un ordine del giorno che chiede banalmente questo, sarebbe abbastanza curioso, incomprensibile e anche un po' dannoso per il Governo. Quindi, chiederei al Sottosegretario Molteni, di rivedere il parere almeno sull'impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Sottosegretario Molteni non dà segno di voler intervenire, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/29 Orfini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/30 Bonafe'. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie Presidente. Prima, il collega Provenzano ha detto di non essere stupito per il parere contrario del Governo sul suo ordine del giorno. Io, invece, sinceramente, sono molto stupita del fatto che il Governo non abbia accolto il mio ordine del giorno, che, in fondo, chiedeva al Governo di farsi promotore di una missione europea di salvataggio nel Mediterraneo.

Capisco che, con questo decreto, non si voglia che le ONG facciano questo tipo di operazioni, ma, quantomeno una missione europea di salvataggio in mare da parte del Governo, visto che si tratta di vite umane, me la sarei aspettata.

L'ordine del giorno chiede anche di rivedere la normativa europea al fine di redistribuire fra tutti gli Stati membri le persone soccorse nel Mediterraneo, superando così il principio del Paese di primo approdo, previsto dal Regolamento di Dublino, sostenuto a suo tempo dal Governo Berlusconi, che da anni proviamo a modificare. Allora, è evidente che, dopo la propaganda sui risultati del Consiglio europeo, mi sarei aspettata che, anche da questo punto di vista, si volesse intervenire. Ecco perché veramente fatico a capire i motivi che hanno portato il Sottosegretario Molteni e il Governo ad esprimere parere contrario; non posso credere che non si vogliano salvare vite umane attraverso una missione europea e non voglio credere che non si voglia modificare il Regolamento di Dublino attraverso una redistribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo fra tutti i Paesi, chiaramente anche i Paesi di Visegrád. Penso che, se il decreto avesse come fine quello che peraltro c'è scritto in questo decreto, ossia gestire i flussi migratori, il Governo non avrebbe fatto fatica ad esprimere parere favorevole su questo ordine del giorno, ma è evidente che il fine non è questo. Il fine non è gestire e governare i flussi migratori perché, per fare questo, bisognava in questo decreto prevedere anche altre misure, come i corridoi umanitari o i flussi di regolari; insomma, bisognava fare tutt'altro. La verità è quella che già i miei colleghi hanno espresso e che voglio ribadire anch'io: con questo decreto non si vogliono gestire i flussi migratori, ma semplicemente creare una falsa emergenza, distogliendo il Paese dalle emergenze reali che sono quelle che ben conosciamo: il costo dei carburanti e l'inflazione. Sono queste le vere emergenze su cui il Governo non sta intervenendo. Quindi, si vuole creare una nuova emergenza, ma soprattutto - bisogna dirlo - fare la guerra alle organizzazioni non governative, responsabili, a detta del Governo, di salvare vite in mare; questo è quello che si sta facendo. Voglio ricordare che le ONG svolgono un'azione che dovrebbe essere prevista dalle istituzioni e noi ci proponiamo di chiedere che ci sia una gestione europea.

Voglio anche ricordare che, attraverso le ONG - di dati ne sono stati citati tanti -, arrivano nel nostro Paese solo il 9 per cento degli immigrati; gli altri arrivano con la Guardia costiera o con barchini di fortuna: di questo non si dice niente; semplicemente si fa la guerra alle organizzazioni non governative. Allora, quantomeno si abbia il coraggio di dichiarare che il fine di questo decreto è semplicemente quello di fare la guerra alle organizzazioni non governative e di non risolvere il tema dell'immigrazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/30 Bonafe', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/31 Toni Ricciardi, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di ripensarci perché - l'abbiamo detto ampiamente in discussione generale - non mi esprimo più su un decreto che non fa altro che cavalcare una finta percezione. E' bene ricordarlo a quest'Aula: la migrazione è una percezione. Purtroppo, voi la state trattando come tale. Chiedo al Governo di ripensarci per una semplice ragione: con questo ordine del giorno stiamo chiedendo di professionalizzare il tema, di istituire o di valutare l'istituzione di un'autorità indipendente che analizzi e che professionalizzi il tema delle migrazioni.

Presidente, questa non è una proposta o una richiesta che ci siamo inventati noi, ma è una delle tante richieste e indicazioni della Fondazione ISMU nel Libro Bianco sul governo delle migrazioni economiche.

Per questa ragione, Presidente, chiedo, suo tramite, se il Governo ci voglia ripensare e concludo. Capisco che si faccia fatica a leggere e ad approfondire la storia di quello che siamo stati, ma se continuiamo ad immaginare che la nostra storia è stata completamente dissimile e non paragonabile ai processi e ai fenomeni che stiamo vivendo oggi stiamo dichiarando un falso storico; quindi, vi invito caldamente a riflettere sull'opportunità di discutere questa possibilità che farebbe fare un passo in avanti a tutti noi e a tutte noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/31 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/32 Barbagallo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questo ordine del giorno il collega poneva un aspetto molto tecnico importante, quello del personale dei porti che si trova ad accogliere le persone che arrivano nel nostro Paese e, nell'argomentare, tornava su alcuni punti molto controversi e molto problematici di questo decreto, che abbiamo provato a spiegare, nelle molte maniere che abbiamo potuto; qualcuna ci è stata rimproverata; abbiamo provato anche a farlo in maniera molto più argomentata, gentile.

Una delle cose più assurde che questo decreto prevede - di cui sinceramente non comprendiamo il carattere di urgenza e, addirittura, la fiducia posta per approvarlo con tanta fretta - è quella che impone alle navi, che soccorrono qualcuno in mare, di non potersi fermare, se trovano qualcun altro da soccorrere. E' una cosa che se la spieghiamo ad un bambino, ad un giovane o a qualunque cittadino fuori da quest'Aula - ossia che, se trova qualcuno che ha bisogno di aiuto e si ferma a soccorrerlo e poi, se ne trova un altro, non si può fermare e deve lasciarlo lì - risulta veramente incomprensibile; e quando diciamo che questa non è una cosa che regolamenta, ma complica l'azione di soccorso è un dato realmente oggettivo, perché allontana le navi dai luoghi in cui è necessaria la loro presenza, quella del Mediterraneo centrale, allontanandole quindi il più possibile da dove servono. Quindi, è evidente che si pongono ostacoli al soccorso, alla necessità di salvataggio delle persone.

Da questo deriva la nostra richiesta di cambiamento, contenuta in questo ordine del giorno e in tutti gli ordini del giorno che abbiamo proposto; non sono ordini del giorno né ostruzionistici, né ideologici, come qualcuno ha affermato, ma di grande buonsenso.

Qualcuno ha citato alcune norme degli anni passati. C'è stato un momento in cui il nostro Paese è stato lodato nel mondo intero per il soccorso in mare ed è stato quando abbiamo messo in campo l'operazione Mare Nostrum. Tutto il mondo, non solo il Sud del mondo, ha guardato con ammirazione al nostro Paese, senza divisioni tra chi soccorreva, senza divisioni tra come si soccorreva e aver perso questo spirito, di fronte al dramma delle morti in mare, non fa certamente onore al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/32 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/33 Ghio. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo che, con il voto, si riconsideri l'ordine del giorno che ho presentato. Anche questo credo sia un tema di grande importanza, da tenere in considerazione; è stato detto che questo decreto tratta la materia dei salvataggi in mare impostando un percorso tale che aumenta tragicamente la possibilità che avvengano morti in mare ed è stato detto che il decreto va in contrasto con il diritto internazionale, che parla chiaro, che tratta della necessità di assicurare il porto più vicino e più sicuro; peraltro, questa normativa indebolisce, di fatto, anche un altro principio costituzionale, rispetto a quelli enunciati, il principio costituzionale di sussidiarietà dell'articolo 118 che recita che Stato, regioni, città metropolitane e comuni devono favorire l'autonoma iniziativa di cittadini, singoli o associati, per attività di interesse generale. Applicato questo articolo alla specifica situazione delle navi della società civile, si dovrebbe vedere lo Stato favorire e non indebolire l'impegno.

In questo contesto, ci sembra davvero incomprensibile quanto già accaduto nella recente applicazione del decreto a un gruppo di minori, di bambini e di bambine, salvati a nord della Libia da una nave ONG e accompagnati al porto di sbarco assegnato, di La Spezia, distante ben 1.200 chilometri - 1.200 - dal punto in cui è avvenuto il salvataggio, con 4 giorni in più di navigazione, in condizioni di mare avverso. Già così il percorso individuato sembra in contrasto con la normativa internazionale, oltre che di scarsa umanità nei confronti degli 87 - e, ripeto, 87 - bambini e bambine che arrivavano da un percorso di violenze, di paura, di rischio della vita. Ma la misura, ulteriormente incomprensibile e disumana, è stata quella che, dopo 4 giorni di mare impiegati per risalire il Tirreno, questi 87 bambine e bambini sono stati trasportati indietro; altre 11 ore di viaggio, altri 750 chilometri per ritornare a sud, e raggiungere Foggia.

Quindi, davvero ci sembra un approccio incomprensibile, oltre che incostituzionale e anche ideologico, su temi come quello del salvataggio delle vite umane. Anche il Consiglio d'Europa vi ha chiesto di ritirare il decreto e di adottare correttivi sostanziali.

Alla luce di tutte queste considerazioni, vi chiediamo davvero di riconsiderare, con la votazione, la richiesta dell'ordine del giorno, che corrisponde, oltre che a una richiesta di legittimità, a una richiesta di umanità nei confronti dei minori, nei confronti di persone duramente provate, spesso sole, senza neanche l'accompagnamento dei genitori.

Per questo vi chiediamo, con questo ordine del giorno, una cosa semplice, coerente con la normativa internazionale e con il minimo senso di umanità che ciascuno di noi - ne sono convinta - possiede: chiediamo di evitare che si ripetano casi come quello che vi ho esposto, che comportano molte e ulteriori ore, sia in mare che in strada, a maggior ragione se si tratta di minori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/33 Ghio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'ordine del giorno Bakkàli n. 9/750-A/34, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bakkàli. Ne ha facoltà.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Bakkalì…

PRESIDENTE. Guardi, qui nomi sdruccioli, bisdruccioli … è un problemone, lo risolviamo.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, non si preoccupi. Mi unisco, con questo ordine del giorno, rispetto al parere di questo Governo, alla sorpresa di molti dei miei colleghi che hanno presentato proposte emendative - sono tanti di noi, sia in sede di Commissione, che qui in Aula - attraverso tutte le modalità e gli strumenti con cui abbiamo cercato - seppur nella convinzione che questo sia un decreto inemendabile e che andrebbe solamente ritirato - comunque di provare a darvi qualche suggerimento, qualche sottolineatura. Eppure, come alcuni emendamenti, anche alcuni ordini del giorno come questo presentano richieste molto semplici, anche su terreni dove dovremmo insieme convergere. Qui parliamo di minori non accompagnati; chi mi ha preceduto ha già dato solo uno tra gli esempi emblematici dello stato confusionale nel quale siete sulla gestione degli sbarchi, sulla propaganda, su cui forse, insomma, vi è scappata la mano, su tanti interventi. Poche ore fa, è stato comunicato, dal Viminale, l'arrivo della Ocean Viking a Ravenna, per la seconda volta nel giro di poche settimane, con 84 persone a bordo, di cui 58 di minore età.

Con questo ordine del giorno vi chiediamo cose molto semplici: vi chiediamo cioè di garantire il rispetto delle normative nazionali e sovranazionali riguardanti i diritti dei minori presenti sulle navi, di adottare iniziative utili a proteggere, ad assistere e ad accogliere i minori, individuando porti di approdo compatibili con la presenza di minori a bordo delle navi, e vi chiediamo - ve lo abbiamo chiesto davvero in tutte le lingue - di indicare ai territori e ai comuni i criteri e il perché della scelta di un territorio piuttosto che di un altro. Questa mattina la pallina della roulette dei porti lontani è di nuovo arrivata su Ravenna. La città di Ravenna sarà pronta, lo è stata e lo è, di fatto, per storia e per cultura, considerato che ha ospitato un celebre esule, un celebre rifugiato politico, Dante Alighieri. Vi chiediamo attenzione sul tema dei minori non accompagnati, perché i territori e i comuni ritengono non sostenibile andare avanti con questa gestione disordinata e confusa, con queste assegnazioni a sorpresa. Vi richiamiamo perché, oltre a violare tutta la normativa e i trattati, questo decreto viola, secondo noi, anche i diritti dei minori. State andando nella direzione sbagliata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di poter aggiungere la mia firma a questo ordine del giorno e per sottolineare quanto diceva la collega e quanto abbiamo ripetuto durante il dibattito generale e anche oggi, ossia l'incostituzionalità di questa norma, sottolineata da tanti, e anche il suo contrasto con le norme internazionali. Al riguardo, si è espressa la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatović, ma non solo. Poco fa, infatti, ci è arrivata una nota dei colleghi del Parlamento tedesco, i quali sottolineano quali siano gli impegni dell'Italia nei confronti delle politiche migratorie e ci invitano a ragionare su questo decreto, rilevando proprio che non è rispettata, da questa normativa, la disciplina internazionale che riguarda il soccorso in mare. Quindi, ancora una volta, invitiamo le colleghe e i colleghi a riflettere sull'opportunità di convertire in legge questo decreto o, quantomeno, a votare favorevolmente su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/34 Bakkali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/35 Penza. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sinteticamente leggere la parte dell'ordine del giorno in cui si impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa o misura utile, anche legislativa, volta ad escludere che le disposizioni introdotte dal provvedimento in esame, con riguardo in particolare alle condizioni richiamate in premessa, possano essere interpretate o tradursi in una violazione del diritto internazionale consuetudinario o pattizio. Si chiede, cioè, semplicemente, al Governo di adottare il buon senso.

Quindi, questo è un ordine del giorno che, in sintesi, rivolge una domanda semplice al Governo, ovvero se si voglia o meno adottare il buonsenso. Questo è quello che noi chiediamo al Governo e, di conseguenza, gli chiediamo di rivedere il parere espresso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/35 Penza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/36 Iaria. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Io non capisco perché non abbiate apprezzato la gentilezza e bontà d'animo che ho avuto nei vostri confronti nel proporre questo ordine del giorno che viene in vostro soccorso, qui, in Parlamento. Infatti, nel dispositivo esso impegna a valutare gli effetti nefasti di questo decreto in tempi brevi - ci vorrà pochissimo tempo perché si producano - per poi correggerlo con il prossimo provvedimento utile.

Vi chiedo, quindi, cari colleghi di maggioranza, di non essere timidi, di lasciarvi aiutare e di votare favorevolmente su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/36 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/37 Carmina.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno a mia firma si propone di dare un contributo proprio alla questione della gestione dei flussi migratori. In ragione degli incrementi esponenziali di questi ultimi - che difficilmente diminuiranno nell'attuale scenario contrassegnato da forti e perduranti elementi di instabilità, crisi, emergenze internazionali, guerre, crisi economiche ed eventi catastrofici e che oggi vedono continuare la pratica dei collocamenti in urgenza a carico dei comuni, che sinora hanno mostrato disponibilità e solidarietà nel collaborare in modo inter-istituzionale ogni qualvolta siano stati individuati come porto di sbarco - questo ordine del giorno chiede una collaborazione che non sia solo ascendente ma anche discendente.

I sindaci, che sono l'interfaccia istituzionale del Ministero dell'Interno e di chi decide la collocazione e il punto di sbarco, devono essere coinvolti in questa gestione, devono essere avvisati con una forma di comunicazione che non sia una mera cortesia ma che costituisca un vero e proprio obbligo informativo.

Questa cosa è stata resa ancor più evidente e necessaria durante la pandemia allorché i sindaci, che erano responsabili ed erano le autorità sanitarie locali, dovevano rispondere della sanità ai propri cittadini e vedevano altresì utilizzato il loro territorio come punto di sbarco.

Allora, quando non c'erano l'attuale prassi e le disposizioni di questo decreto, che consentono, secondo me erroneamente, di individuare qualunque porto italiano come punto di sbarco, questi comuni e questi sindaci - che, da un lato, sono definiti eroi e, dall'altro, non vengono neppure informati - si trovavano in grandissime difficoltà, sia per essere responsabili delle proprie comunità dal punto di vista sanitario, sia perché, evidentemente, si potevano creare tutta una serie di problemi nella comunità e nelle amministrazioni, spesso deficitarie di personale, come ad esempio i vigili urbani. Per cui chiediamo che il Governo si impegni in questo senso, se effettivamente voglia gestire in modo corretto la questione migratoria. E questo può riguardare amministrazioni di tutte le parti politiche, destra, sinistra, eccetera.

Altra cosa e chiudo, perché capisco che il tempo è poco e l'argomento è vasto: qui si parla solo di un provvedimento di tipo economico, individuato nel rimpinguamento del Fondo allora costituito dal Governo Conte proprio per aiutare i comuni, per cui le sanzioni a carico delle ONG andrebbero a finire in questo Fondo. Ma comprenderete bene che non è questo che può davvero consentire una corretta gestione del flusso migratorio e, soprattutto, la tutela delle realtà territoriali maggiormente gravate dal problema.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/37 Carmina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/38 Carotenuto, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno sto chiedendo semplicemente di dare valore ai regolamenti internazionali che abbiamo stipulato: mi sembra proprio un'ovvietà. E invece sono basito nel constatare che questo provvedimento che stiamo approvando calpesti in maniera così evidente quei valori cristiani di cui tanto ci si riempie la bocca quando si fa campagna elettorale. Sono validi solo in campagna elettorale, i valori cristiani, evidentemente.

Si fa passare il concetto omicida per cui, potenzialmente, una volta soccorsa un'imbarcazione, poi un'altra non si possa più soccorrere. Persino la prima legge della robotica dice che un robot non può mettere in pericolo la vita di un uomo e invece noi in questo Parlamento stiamo praticamente dicendo che gli uomini possono mettere in pericolo la vita degli uomini. Io lo trovo, come principio, veramente scandaloso, a maggior ragione perché, come sentivo dire da qualche collega prima, stiamo parlando di un 10 per cento dell'immigrazione che arriva in questo Paese, e voi per questo 10 per cento state facendo passare un principio che è abominevole, semplicemente, e che viola ogni trattato internazionale che finora abbiamo rispettato.

Io mi vergogno. Io mi vergogno: non so voi, ma io mi vergogno di far parte di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E non trovo nessuna consolazione nel fatto che non voterò a favore, nessuna! Perché, è vero, ve ne state macchiando voi di questa cosa qui, però io, purtroppo, come voi, mi sento parte di una comunità che sta approvando veramente una grande porcheria, e mi dispiace (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo ordine del giorno, ma anche per leggere ai deputati quello che abbiamo appena appreso: “Gentili deputate e deputati, care colleghe e cari colleghi, l'Italia, nel passato, è stata spesso lasciata sola in fatto di politica migratoria, anche dall'Unione europea. Noi ci professiamo favorevoli a una responsabilità comune europea nei confronti delle persone che cercano protezione nell'UE. L'Italia, con la sua posizione ai confini esterni, in mezzo al Mediterraneo, non deve essere lasciata sola ad affrontare questo compito. È necessario fornirle aiuto e provvedere ad una ripartizione solidale dei rifugiati nell'Unione europea.

Tuttavia siamo molto preoccupati per il decreto in merito ai salvataggi civili in mare, che è stato promulgato dal Governo italiano in data 2 gennaio 2023 e che dovrebbe ora essere convertito in legge. Noi deputati del Bundestag esortiamo i deputati del Parlamento italiano a impegnarsi per l'osservanza incondizionata del diritto internazionale e ci appelliamo alle nostre colleghe italiane e ai nostri colleghi italiani affinché si avvalgano della loro possibilità di intervento parlamentare”.

Noi di Alleanza Verdi e Sinistra siamo orgogliosi di dire che abbiamo provato in tutti i modi a lanciarvi alcuni appelli, a dirvi di rispettare il diritto internazionale, il diritto del mare, la nostra Costituzione e, come ricordavano anche i colleghi delle opposizioni, le nostre regole, anche quelle del codice penale.

Crediamo che non ci sia alcuna possibilità per questo Parlamento di violare quelle regole internazionali. Ed è per questo che comprendiamo l'appello che ci fanno più di 65 deputati, nostri colleghi, che ci invitano a rivedere insieme, nei luoghi giusti, quelli dell'Unione Europea, molte questioni che abbiamo affrontato qua, a non utilizzare sotterfugi, a non utilizzare quest'Aula per metterci contro il diritto internazionale e i diritti umani e a fare insieme quello che, invece, dovremmo fare: salvare ogni vita umana possibile, perché l'Europa ha già davanti, proprio ai suoi confini, il cimitero a cielo aperto più grande della nostra storia.

Per questo vi chiedo, colleghe e colleghi, di ascoltare questo appello e di unirci alle preoccupazioni. La cosa più grave, infatti, non è solo scriverli, quegli atti, ma votare contro un ordine del giorno, come quello che stiamo per votare, in cui vi si chiede semplicemente il rispetto delle norme internazionali, dei diritti umani e delle convenzioni che tutti noi abbiamo sottoscritto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/38 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/39 Ascari, su cui c'è una riformulazione. Onorevole Ascari, la accetta?

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, gentilmente chiederei…

PRESIDENTE. Il VAR!

STEFANIA ASCARI (M5S). Esatto.

PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, per cortesia, se può rileggerci la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/750-A/39 Ascari.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sì, Presidente. Parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di utilizzare, nel rispetto della normativa vigente, le professionalità del personale amministrativo già impiegato presso gli uffici immigrazione delle questure e gli sportelli unici per l'immigrazione e presso le prefetture, al fine di supportare e coadiuvare l'attività e la gestione delle procedure connesse alla regolarizzazione degli stranieri facenti capo al Ministero dell'Interno.”

PRESIDENTE. Onorevole Ascari, accetta la riformulazione?

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, accetto la riformulazione, perché è fondamentale garantire la continuità a questi professionisti, che danno un supporto straordinario, anche alla luce della scadenza dei permessi di soggiorno dei cittadini e delle cittadine ucraine che hanno chiesto sul nostro territorio la protezione, alla luce del decreto Flussi che è appena entrato, alla luce delle pratiche di emersione 2020 che si devono concludere e alla luce della gestione dei permessi di soggiorno. Quindi, vorrei ringraziare tutti questi lavoratori, che danno un contributo fondamentale alle Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/40 Alfonso Colucci. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, signor Presidente. Mi rivolgo, con animo limpido e chiaro, al Governo per chiedere, davvero senza doppi fini, una rivalutazione di questo ordine del giorno. Partirei dall'osservazione che questo decreto-legge, indubbiamente, innova la materia del trasporto marittimo e dei salvataggi da parte delle ONG; è una innovazione importante. Si chiede di riferire periodicamente alla Camera sul monitoraggio degli effetti di questa disciplina ed esattamente sui salvataggi. Non è qualcosa che infici, in alcun modo, né la sostanza né l'effetto, l'efficacia del decreto-legge. Dunque, se è rituale questa mia richiesta, mi permetto di chiedere al Governo, al sottosegretario Molteni che lo rappresenta, di eventualmente emendare le premesse, che contengono elementi di asperità, perché, naturalmente, contengono giudizi e i giudizi nostri il Governo e il sottosegretario li conoscono bene, ma di rivalutare quello che definisco dispositivo o impegno, perché riterrei che sia assolutamente condivisibile. Dunque, confido in questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se lo voglia accantonare e fare una riflessione… no. Allora, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/40 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/41 Auriemma, con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, questo ordine del giorno ha un obiettivo ben preciso, quello di evitare al Governo e a questa maggioranza una figuraccia sul piano internazionale. Credo sia la seconda figuraccia che questa maggioranza e questo Governo, insieme alla loro leader, si aggiudicherebbero nelle ultime 72 ore. Infatti, l'introduzione, nei prossimi atti normativi, del concetto di “porto sicuro” è un obbligo che ci deriva dalle fonti di diritto internazionale; non sono, quindi, voglie o illazioni da parte del MoVimento 5 Stelle. Si tratta di evitare, sul piano internazionale, una figuraccia incontro alla quale questo Governo sta portando tutta l'Italia, perché qui stiamo parlando di un decreto-legge che ha numerose violazioni di convenzioni internazionali e norme consuetudinarie.

Per questo, chiediamo di metterlo in votazione e al Governo di assumersi una responsabilità, soprattutto rispetto alle contestazioni che ci saranno. Già sono arrivate dichiarazioni di colleghi tedeschi sulla figuraccia che l'Italia si sta accingendo a fare nelle prossime ore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/41 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/42 Cantone. Chiede di metterlo in votazione? Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/42 Cantone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/43 Quartini. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, colleghi, voglio ricordare in quest'Aula che Virgilio, tra il 29 e il 19 avanti Cristo, fa dire a Enea, che è il progenitore del popolo romano: “Quod genus hoc hominum?”. Tradotto: “Che razza di uomini è questa? O quale Patria così barbara permette simile usanza? Ci negano il rifugio della sabbia; dichiarano guerra e ci vietano di fermarci sulla terra più vicina. Se disprezzate il genere umano e le armi degli uomini, temete almeno gli Dei”. Lo diceva Enea 2.000 anni fa, e noi rinneghiamo addirittura anche in chiave simbolica - e meno male che ci richiamiamo al concetto di patria - un principio di solidarietà universale, quello dell'accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Dobbiamo vergognarci in quest'Aula per questo motivo.

In questo ordine del giorno, peraltro, io riaffermo con forza che la salute viaggia senza passaporto. Noi chiediamo che a chi viene accolto sia garantito il diritto fondamentale alla salute, sia garantito il rispetto dell'articolo 32 della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Voi lo negate! L'articolo 32 parla di un diritto fondamentale da garantire agli individui, non da garantire ai cittadini. È un diritto universale, non va discusso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Un altro elemento che noi chiediamo in questo ordine del giorno è di sostenere chi aiuta i profughi. Chi aiuta i profughi si trova di fronte soggetti massacrati, torturati, mutilati, con mutilazioni genitali importanti. Gli psicologi, i Vigili del fuoco e i volontari vanno sostenuti con corsi di formazione, con una preparazione specifica, perché loro stessi sono soggetti a stress, a shock traumatici incredibili nel vedere queste situazioni. Mi meraviglio che possiate votare contro un ordine del giorno come questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/43 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/750-A/44 Marianna Ricciardi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Presidente, questo parere contrario mi lascia amareggiata ma non sorpresa. Con il nostro ordine del giorno avevamo chiesto al Governo un impegno a costituire e agevolare un sistema strutturato, coordinato ed efficace di ricerca e soccorso per salvare vite umane nel Mediterraneo centrale, un sistema che avesse come prioritario interesse la tutela della salute e dell'integrità psicofisica delle persone migranti e naufraghe.

Salvare vite è un dovere e le leggi internazionali vanno sempre rispettate. È fondamentale riportare le persone e i loro diritti al centro delle decisioni politiche. Le persone migranti non sono numeri ma esseri umani che lasciano la loro terra nel tentativo di raggiungere l'Europa in cerca di un futuro. È urgente un'assunzione di responsabilità condivisa ma il salvataggio delle persone in difficoltà in mare e la tutela della salute e della vita vengono sempre al primo posto. Ogni altra azione che non si focalizzi su questi obiettivi e che non comprenda gli sforzi congiunti di istituzioni e di qualsiasi altro attore che possa dare un contributo per salvare vite umane, spiace dirlo, ma rappresenta una condotta irresponsabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/44 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/750-A/45 Sportiello. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà, per 1 minuto e 40 secondi.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno e un minuto serve giusto per dichiarare il motivo del mio voto favorevole su questo ordine del giorno.

Se prima era disumano votare contro l'ordine del giorno che ho presentato, vi dico che non votare questo ordine del giorno è malvagio (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, vi leggo il dispositivo, così lo capite meglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): “impegna il Governo a costituire e agevolare dei corridoi di salvaguardia e uno sbarco rapido e sicuro per tutti i minori e per tutte le persone fragili o con disabilità che si trovino in mare ovvero nelle navi umanitarie”. Si chiede di salvare i fragili, si chiede di salvare le persone con disabilità. Neanche gli spartani sulla rupe facevano queste cose! Ma vi rendete conto o no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/45 Sportiello. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/46 Di Lauro il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmen Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Presidente, in questo ordine del giorno noi chiediamo di garantire un diritto, un diritto fondamentale, come diceva il collega poc'anzi, che è quello alla salute; nel caso specifico di questo ordine del giorno parliamo di salute mentale.

Le linee guida del Ministero della Salute per la programmazione degli interventi di assistenza e riabilitazione dei titolari dello status di rifugiato sottolineano un passaggio importantissimo che conosciamo - però, a quanto pare, lo dobbiamo ribadire - e cioè che tutti i rifugiati sono da considerarsi come soggetti potenzialmente vulnerabili. Parliamo, infatti, di vittime di tortura, guerra, stupro e abusi, ossia dei traumi cosiddetti estremi. Noi possiamo asserire, senza alcun dubbio, che tutte le persone che si trovano a bordo di quelle navi sono clinicamente vulnerabili.

Questo ordine del giorno chiede semplicemente di affiancare al personale medico e infermieristico anche professionisti della salute mentale, come psicologi e psicoterapeuti. Lo ripeto, si tratta semplicemente di garantire un diritto, il diritto alla salute, che non è solo quella fisica ma anche quella mentale e, francamente, davvero non comprendo questo vergognoso parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/46 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/47 Onori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Sull'ordine del giorno n. 9/750-A/48 Lomuti il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Lomuti, accetta la riformulazione proposta dal Governo?

ARNALDO LOMUTI (M5S). Presidente, chiedo scusa, posso chiedere al Sottosegretario Molteni…

PRESIDENTE. Certo. Onorevole Molteni, per cortesia può ripetere la riformulazione?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. La riformulazione è la seguente: “impegna il Governo a proseguire le opportune iniziative di cooperazione con le organizzazioni internazionali, quali l'OIM e UNHCR, al fine di garantire una migrazione sicura, regolare e ordinata anche attraverso la valorizzazione dello strumento dei corridoi umanitari”.

PRESIDENTE. Le è chiaro? Onorevole Molteni, le premesse, invece, sono espunte o rimangono? Quindi, sono espunte le premesse e c'è la riformulazione dell'impegno. Accetta la riformulazione, onorevole Lomuti?

ARNALDO LOMUTI (M5S). Presidente, non sono tanto le premesse. Quello che ci preoccupa, però, è che con questa riformulazione noi praticamente cancelliamo il richiamo al diritto internazionale e alla tutela dei diritti fondamentali.

PRESIDENTE. Onorevole Lomuti, lei sta facendo un intervento in dichiarazione di voto?

ARNALDO LOMUTI (M5S). Sì, Presidente, grazie.

PRESIDENTE. Prego.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Cioè, è come chiedere al MoVimento 5 Stelle di avallare uno scempio legislativo nonché un obbrobrio etico - non sappiamo più come dirlo - che in un colpo solo butta a mare - è il caso di dirlo - la legge nazionale, il diritto costituzionale e il diritto internazionale. Ci chiedete di avallare qualcosa che esce fuori dal perimetro proprio della morale e di giustificare il capitano di una nave che si imbatte in un secondo salvataggio e che, quindi, lascia morire a mare uomini, donne e bambini. Mi sembra di chiedere veramente troppo! Presidente, questo è inaccettabile da un punto di vista etico e morale - attenzione! -, prima ancora del pasticcio legislativo al quale ormai la maggioranza ci ha abituato. Non è cosa vostra il diritto, fatevelo dire. Riprovate: non so che cosa consigliarvi. Veramente è imbarazzante per noi spiegare alcuni elementi fondamentali del diritto. Presidente, io mi fermo qui. Ovviamente, chiedo di mettere al voto l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/750-A/48 Lomuti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

A questo punto, gli ordini del giorno dal n. 9/750-A/49 Iezzi fino all'ordine del giorno n. 9/750-A/58 Pretto sono tutti accolti.

Essendosi conclusa la fase dell'esame degli ordini del giorno, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle 12, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e della votazione finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che il presidente della X Commissione (Attività produttive), con lettera in data odierna, ha rappresentato l'esigenza, sulla quale ha convenuto l'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione medesima, di posticipare alla parte antimeridiana della seduta di giovedì 16 febbraio l'inizio dell'esame in Assemblea del disegno di legge n. 771, di conversione del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico, il cui esame è previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea a partire dalla seduta di domani, mercoledì 15 febbraio. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, pertanto, l'esame del disegno di legge sopra citato non sarà iscritto all'ordine del giorno della seduta di domani.

I tempi per l'esame in Assemblea del decreto-legge in oggetto saranno definiti nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, già convocata alle ore 9,30 di domani, mercoledì 15 febbraio.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare, nel silenzio dell'Aula, perché altrimenti non potrà intervenire, l'onorevole Chiara Appendino, che intanto si prepara - colleghi, per favore! - mentre i colleghi ordinatamente lasciano l'Aula. Colleghi, la seduta non è finita. Noi abbiamo ancora da fare degli interventi. Chi non è interessato esca dall'Aula, per non essere richiamato all'ordine dalla Presidenza. Grazie per la collaborazione. Prego, onorevole Appendino.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare in quest'Aula una tragedia che ha colpito la mia città 40 anni fa e, devo dire, non solo Torino ma l'intera Italia. Mi riferisco, ovviamente, alla tragedia del cinema Statuto, che, se volessimo, si potrebbe ridurre a un mero susseguirsi di fatti.

Era il 13 febbraio del 1983 e un incendio divampò all'interno del cinema. I tendoni e le poltrone erano costituiti da materiali acrilici infiammabili e presero rapidamente fuoco: si sprigionò una nube tossica mortale. Le persone tentarono di scappare e trovarono le porte di sicurezza bloccate e persero la vita 64 persone. Questo cambiò per sempre le regole sulla sicurezza nei locali pubblici, ma ciò che questa cronologia dei fatti non fa trasparire è il dolore che questa tragedia provocò all'intera comunità di Torino: giovani al primo appuntamento, gruppi di amici, mamma e papà in libera uscita, con i bambini che li aspettavano a casa, intere famiglie distrutte, in una serata che doveva essere di svago e divertimento. Ritengo importante, signor Presidente, ricordare in quest'Aula quanti persero la vita e quanti nell'emergenza rischiarono la propria per salvarne di altre, per ragionare insieme su cosa sia nelle nostre possibilità fare, affinché non accadano mai più drammi analoghi. È nostro dovere, ad esempio, istruire i ragazzi e le ragazze nelle scuole, più di quanto già stiamo facendo, per insegnare loro come comportarsi in situazioni di emergenza, per educare una generazione più consapevole della nostra.

In conclusione, Presidente, è importante che portino queste testimonianze ai più giovani direttamente quelle persone che hanno svolto e sanno come funziona quel lavoro, perché chi quella notte ha perso qualcuno non ritroverà i propri cari, ma, da ormai quarant'anni, trova un senso al terribile dolore tramandando insieme a tanti compagni di viaggio un'eredità positiva, perché si è impegnato e si impegna ancora oggi - io li ho conosciuti - per il diritto alla sicurezza nei locali pubblici e per il diritto-dovere di essere consapevoli. Credo che a tutti loro oggi debba andare la nostra vicinanza e il nostro ringraziamento, perché lo Stato - e chiudo davvero, Presidente - deve essere il più possibile dalla loro parte, sia nel vigilare sul rispetto delle norme sia nel promuovere una cultura diffusa della sicurezza, che dipende anche dalle scelte di ciascuno di noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà, sempre per due minuti.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, è notizia di qualche giorno fa che la stazione Bayard, stazione di partenza della prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici, inaugurata il 3 ottobre 1839, è stata sequestrata dai carabinieri. Vederla oggi ridotta a un rudere, ad un parcheggio abusivo, umilia la nostra memoria. La storia dei trasporti pubblici su ferro non può terminare con dei sigilli e con un sequestro. È una situazione vergognosa! Mi chiedo se è mai possibile che tutti i politici, che hanno governato Napoli e la Campania in tanti decenni, non abbiano mai pensato di ristrutturare, attingendo magari ai tanti fondi europei che ogni anno perdiamo per mancanza di progettualità. È un dovere morale valorizzare questo sito storico-culturale, che in altre parti del mondo a quest'ora già sarebbe un museo affollato di turisti, generando indotto, sviluppo della zona, oggi degradata, e posti di lavoro. Lo stesso vale per Palazzo Fuga, ma quella è un'altra storia che affronteremo più avanti.

Onorevoli colleghi, la memoria, la storia, è un patrimonio collettivo e va tutelata. Il Sud Italia era considerato in tutto il mondo per i tanti primati nazionali ed internazionali. Chiederò agli enti responsabili di intervenire una volta e per sempre su questo luogo intriso di storia. Non si può cancellare il passato e, per citare Milan Kundera, non dimenticate che per liquidare i popoli si comincia col privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, fornendo un'altra cultura e una nuova storia.

In conclusione, Presidente, così il popolo incomincia lentamente a dimenticare quello che è e quello che è stato; ma noi rappresentiamo il popolo del Sud e questo mai dovremmo permetterlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 15 febbraio 2023 - Ore 12:

1. Seguito della discussione del disegno di legge (con ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto):

Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori (C. 750-A​)

Relatori: ZIELLO (per la I Commissione) e RAIMONDO (per la IX Commissione), per la maggioranza; BONAFÉ e MAGI (per la I Commissione) e BARBAGALLO e GHIRRA (per la IX Commissione), di minoranza.

2. Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 536 .

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

4. Informativa urgente del Governo sull'esito degli approfondimenti prospettati dal Ministro della giustizia nel corso della seduta della Camera dei deputati del 1° febbraio 2023.

5. Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00038, Foti ed altri n. 1-00039, Bonelli ed altri n. 1-00054, Cattaneo ed altri n. 1-00055, Pavanelli ed altri n. 1-00043, Simiani ed altri n. 1-00057, Manes ed altri n. 1-00058 e Ruffino ed altri n. 1-00062 concernenti iniziative in relazione alla proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia .

6. Seguito della discussione delle mozioni Sportiello ed altri n. 1-00051, Bonetti ed altri n. 1-00061, Ciocchetti, Panizzut, Benigni, Semenzato ed altri n. 1-00066 e Furfaro ed altri n. 1-00067 concernenti iniziative volte al potenziamento del Servizio sanitario nazionale .

La seduta termina alle 19,55.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 9 il deputato Candiani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 il deputato D'Alessio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 il deputato Carotenuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 16 la deputata Schifone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 21 e 37 la deputata Morfino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 il deputato Steger ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 31 la deputata Montaruli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 38, 39 e 40 il deputato Castiglione ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 41 la deputata Saccani Jotti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 750 - ODG 9/750/4 283 280 3 141 116 164 26 Resp.
2 Nominale ODG 9/750/5 290 289 1 145 125 164 26 Resp.
3 Nominale ODG 9/750/6 293 290 3 146 122 168 26 Resp.
4 Nominale ODG 9/750/7 293 290 3 146 123 167 26 Resp.
5 Nominale ODG 9/750/8 288 285 3 143 121 164 26 Resp.
6 Nominale ODG 9/750/10 295 294 1 148 122 172 26 Resp.
7 Nominale ODG 9/750/11 292 289 3 145 120 169 26 Resp.
8 Nominale ODG 9/750/12 292 290 2 146 120 170 26 Resp.
9 Nominale ODG 9/750/13 291 289 2 145 120 169 26 Resp.
10 Nominale ODG 9/750/14 301 300 1 151 128 172 26 Resp.
11 Nominale ODG 9/750/15 295 293 2 147 123 170 26 Resp.
12 Nominale ODG 9/750/17 295 292 3 147 123 169 26 Resp.
13 Nominale ODG 9/750/19 297 295 2 148 124 171 26 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/750/20 300 297 3 149 127 170 26 Resp.
15 Nominale ODG 9/750/21 RIF. 303 301 2 151 297 4 26 Appr.
16 Nominale ODG 9/750/22 RIF. 296 294 2 148 293 1 26 Appr.
17 Nominale ODG 9/750/23 300 300 0 151 130 170 26 Resp.
18 Nominale ODG 9/750/24 305 305 0 153 127 178 26 Resp.
19 Nominale ODG 9/750/25 298 296 2 149 128 168 26 Resp.
20 Nominale ODG 9/750/26 307 306 1 154 130 176 26 Resp.
21 Nominale ODG 9/750/27 305 303 2 152 111 192 26 Resp.
22 Nominale ODG 9/750/28 306 304 2 153 128 176 26 Resp.
23 Nominale ODG 9/750/29 304 302 2 152 124 178 26 Resp.
24 Nominale ODG 9/750/30 301 298 3 150 126 172 26 Resp.
25 Nominale ODG 9/750/31 303 299 4 150 126 173 26 Resp.
26 Nominale ODG 9/750/32 300 299 1 150 126 173 26 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/750/33 299 297 2 149 125 172 26 Resp.
28 Nominale ODG 9/750/34 301 297 4 149 126 171 26 Resp.
29 Nominale ODG 9/750/35 295 279 16 140 105 174 26 Resp.
30 Nominale ODG 9/750/36 287 284 3 143 117 167 26 Resp.
31 Nominale ODG 9/750/37 296 293 3 147 125 168 26 Resp.
32 Nominale ODG 9/750/38 294 290 4 146 121 169 26 Resp.
33 Nominale ODG 9/750/40 292 288 4 145 120 168 26 Resp.
34 Nominale ODG 9/750/41 289 285 4 143 117 168 26 Resp.
35 Nominale ODG 9/750/42 288 284 4 143 117 167 26 Resp.
36 Nominale ODG 9/750/43 287 283 4 142 118 165 26 Resp.
37 Nominale ODG 9/750/44 283 268 15 135 103 165 26 Resp.
38 Nominale ODG 9/750/45 278 275 3 138 112 163 26 Resp.
39 Nominale ODG 9/750/46 283 279 4 140 114 165 26 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 41)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/750/47 275 271 4 136 110 161 26 Resp.
41 Nominale ODG 9/750/48 280 278 2 140 113 165 26 Resp.