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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 37 di martedì 17 gennaio 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FABRIZIO CECCHETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 60, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza in relazione allo stato di agitazione proclamato dai lavoratori dell'agenzia di informazione Dire e intendimenti in relazione alla riforma del settore dell'informazione primaria anche a garanzia dei relativi livelli occupazionali – n. 3-00067)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Sarracino n. 3-00067 (Vedi l'allegato A). Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Alberto Barachini, ha facoltà di rispondere. Sottosegretario, dovrebbe alzarsi per cortesia.

ALBERTO BARACHINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Gentile onorevole Saracino, la ringrazio per la sua interrogazione che, prendendo spunto dall'ingente piano di esuberi presentato dall'agenzia Dire e dal conseguente stato di agitazione proclamato dai lavoratori, sottolinea il clima di incertezza legato al regime di proroga dei contratti stipulati con le agenzie di stampa, introdotto proprio per consentire una riforma complessiva del comparto, a garanzia della qualità dell'informazione primaria. In particolare, per quanto riguarda la situazione della Dire, sono pienamente consapevole della crisi nella quale versa l'azienda ed io stesso, infatti, ho già incontrato l'editore, il direttore dell'agenzia e un membro del comitato di redazione, con il quale manterrò i contatti per avere un aggiornamento costante.

Per quanto attiene invece al clima generale di incertezza a cui lei fa riferimento, mi permetta di sottolineare che il Governo è fortemente convinto dell'esigenza imprescindibile di intervenire nel comparto delle agenzie di stampa, proprio al fine di superare l'incertezza generata dalle proroghe e di prospettare agli operatori del settore uno scenario di regole chiare e di risorse stabili, nell'ambito del quale siano garantiti i principi di rilevanza costituzionale relativi alla qualità e al pluralismo dell'informazione e, al tempo stesso, siano tutelati i livelli occupazionali. D'altra parte, questo Governo è altresì consapevole dello stato di crisi nel quale versa il comparto dell'informazione primaria e della conseguente urgenza di intervenire, senza lasciar passare altro tempo, assegnando risorse certe in un'ottica pluriennale per garantire gli investimenti necessari all'innovazione.

Proprio in virtù di tale consapevolezza, infatti, siamo intervenuti attraverso l'articolo 17 del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, il cosiddetto decreto Milleproroghe, attualmente in fase di conversione, sia per introdurre i principali elementi dell'auspicata riforma dei criteri per l'acquisizione dei servizi di informazione primaria, sia per fissare tempi molto stringenti per la definizione degli aspetti attuativi. In primo luogo, il comma 1 del citato provvedimento ha prorogato per un anno, per il periodo dal 1° al 31 gennaio 2023 i contratti in essere fra la Presidenza del Consiglio dei ministri e le agenzie di stampa nelle more della completa attuazione della riforma, proprio al fine di garantire stabilità e certezza di risorse per far fronte alle diffuse tensioni aziendali. Infatti, sono stati prontamente adottati tutti gli atti amministrativi necessari alla proroga dei relativi contratti. Inoltre, i commi dal 2 al 5 del medesimo articolo 17 definiscono i principi e gli elementi essenziali della riforma introdotta. In sintesi, viene istituito un elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale presso il Dipartimento per l'Informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri e viene espressamente autorizzato il ricorso a procedure negoziate per acquisire i servizi di informazione primaria dai soggetti iscritti in tale elenco. Più in particolare, le amministrazioni pubbliche e la Presidenza del Consiglio dei ministri, in capo alla quale è confermato il ruolo di centrale di committenza in favore di amministrazioni statali, enti pubblici, autorità amministrative indipendenti e, su richiesta espressa, organi costituzionali, sono espressamente autorizzate ad acquisire determinate tipologie di servizi di informazione primaria dalle agenzie iscritte nell'elenco, tramite procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando di gara, ai sensi dell'articolo 63, comma 2, del codice dei contratti pubblici. Per quanto riguarda gli aspetti attuativi, la tempistica è stata definita in maniera molto stringente, nella consapevolezza dell'urgenza di una riforma attesa ormai da lungo tempo. I criteri per l'iscrizione delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale dovranno essere infatti definiti con un decreto dal Sottosegretario di Stato, in esito a un'istruttoria tecnica che verrà svolta da un comitato appositamente istituito a tal fine, composto da un massimo di cinque componenti qualificati, selezionati fra magistrati, professori universitari, avvocati, giuristi e giornalisti professionisti.

Il mandato attribuito al comitato è esplicitamente definito nella stessa norma, sia nei contenuti che nella tempistica, e consiste nella formulazione di una proposta tecnica, comprendente tra l'altro i criteri per la definizione del fabbisogno delle amministrazioni e per la quantificazione del corrispettivo da versare alle agenzie iscritte nell'elenco, a fronte dell'acquisizione tramite procedure negoziate delle tipologie di servizi previste.

Infine, per quanto riguarda altre tipologie di servizi informativi di natura più specialistica (servizi di carattere internazionale, specialistico, settoriale, anche video fotografico), la norma approvata autorizza le amministrazioni pubbliche ad acquisire tali servizi tramite le procedure di gara disciplinate dagli articoli 62 e 60 del codice dei contratti pubblici, da operatori diversi da quelli iscritti nell'elenco delle agenzie di rilevanza nazionale.

In conclusione, ritengo che i contenuti della riforma introdotta con l'articolo 17 del decreto-legge n. 198 del 2022 possano adeguatamente rispondere alle istanze sollevate dall'onorevole Sarracino e, in più in generale, alle aspettative manifestate dagli operatori del comparto dell'informazione primaria e dalle associazioni di categoria, nell'auspicio che si possa presto pervenire a un assetto stabile con un quadro di regole certe, in grado di garantire il pluralismo dell'informazione e di promuovere l'informazione di qualità anche attraverso la salvaguardia dei livelli occupazionali, sulla base della convinzione che il giornalismo professionale qualificato sia la miglior risorsa per sostenere la buona informazione e per contrastare la disinformazione.

PRESIDENTE. Il deputato Sarracino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie, signor sottosegretario. Prendiamo atto della risposta fornita dal Governo, però ci consenta di essere preoccupati circa il futuro dei lavoratori dell'agenzia Dire. Rispetto alla data in cui è stato presentato quest'atto, la situazione infatti si è ulteriormente complicata. C'è stato uno sciopero dei giornalisti per il mancato pagamento delle spettanze arretrate, i take non vengono firmati, e altre giornate di sciopero e manifestazioni sono state preannunciate. La situazione continua ad essere e resta molto critica.

I lavoratori dell'agenzia Dire contestano alla proprietà l'aver presentato una proposta di piano aziendale al cui interno è previsto un forte ridimensionamento della pianta organica, con circa 20 esuberi, come riportato dal comunicato reso noto proprio dai giornalisti dell'agenzia. E gli stessi giornalisti contestano giustamente non solo il merito, ma anche le modalità con cui si è giunti a questo punto. I sacrifici che hanno fin qui compiuto per consentire all'azienda di andare avanti, risultano essere solo a carico dei lavoratori, senza avere risultati oggettivi. Dal 2020 il regime di sostegno pubblico alle agenzie risulta congelato, con continue proroghe dapprima dettate dalla necessità di predisporre una riforma e poi a causa dell'emergenza COVID. Il segmento dell'informazione primaria è fondamentale, soprattutto in una fase come questa, in cui l'approvvigionamento delle fonti di informazione è il miglior antidoto contro le fake news e per offrire ai cittadini qualità e certezza dell'informazione. Noi a questo crediamo molto. L'editoria, quindi, per noi è un settore assolutamente strategico.

Vorrei ricordare che nella scorsa legislatura, al 2020, sono stati i Governi con il PD a garantire adeguato sostegno al comparto per affrontare le conseguenze del COVID. La proroga è stata sicuramente una di queste, così come il credito d'imposta per la carta e anche il sostegno all'innovazione e alla digitalizzazione, compreso il contrasto alla precarietà e alla progressiva stabilizzazione dei contratti a termine. Nel provvedimento Milleproroghe, attualmente al Senato, c'è una misura che pone un orizzonte temporale di 4 mesi dal decreto per definire i nuovi criteri che riguardano proprio le agenzie. Sono cinque anni che, però, è tutto fermo e il mondo è cambiato. Questa è una riforma molto attesa, ma su cui bisogna agire coinvolgendo operatori e Parlamento. È un tema molto delicato che riguarda un settore strategico, sia dal punto di vista economico, che della democrazia. Quali saranno i criteri che verranno adottati? Lei in parte ha risposto. È fondamentale saperlo perché si possa comprendere quale sarà l'approdo definitivo. E sappiate che bisognerà trovare un punto di caduta che garantisca qualità, professionalità, tutela del lavoro giornalistico e spinta innovativa per l'editoria. Quello che noi abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere al Governo nell'immediato è di attivarsi anche in maniera più incisiva al fine di convocare un tavolo di confronto sulla vertenza Dire e fare in modo che vengano corrisposte le spettanze arretrate e che vengano scongelati gli esuberi e i tagli, che mettono appunto a rischio i livelli occupazionali.

Noi continueremo a monitorare sistematicamente la vertenza con gli strumenti parlamentari a disposizione, affinché si possa giungere ad una soluzione. Occorre con urgenza restituire certezze e garanzie ai lavoratori dell'agenzia, aprendo finalmente in maniera più ampia un confronto sul futuro dell'informazione primaria e, più in generale, anche sull'editoria del nostro Paese, considerata la sua rilevanza non solo in termini economici e occupazionali, ma anche e soprattutto per quanto concerne la qualità stessa della democrazia. L'articolo 21 sottolinea la rilevanza che i nostri costituenti hanno voluto dare proprio al tema dell'informazione per la nostra Repubblica. Per questo noi continueremo a sostenere quei lavoratori, chiedendo al Governo ogni sforzo possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative di competenza volte all'adozione del decreto attuativo in materia di disciplina del cosiddetto «vuoto a rendere» - n. 3-00063)

PRESIDENTE. La Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Pavanelli e Onori n. 3-00063 (Vedi l'allegato A).

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Con riferimento alle questioni poste dall'interrogante relativamente al decreto di cui all'articolo 219-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, si rappresenta che, in sede di predisposizione del decreto previsto dal successivo comma 2, è emerso che l'articolo 5 della direttiva UE 2018/852, nel disporre l'adozione di misure volte a incoraggiare l'aumento della percentuale di imballaggi riutilizzabili immessi sul mercato e, conseguentemente, di sistemi per il riutilizzo, quali ad esempio i sistemi di deposito con cauzione, ha imposto che detto obbligo ricada su tutte le tipologie e materiali di imballaggio riferibili tanto agli imballaggi primari che ai secondari, nonché ai terziari, pertanto non solo “agli imballaggi in plastica, in vetro e in metallo utilizzati per acqua e per altre bevande”, come invece previsto dalla normativa italiana.

Tale criticità sopraggiunta comporta che l'adozione del regolamento si è resa meno lineare di quanto previsto, a causa delle complessità tecniche e organizzative nella sua applicazione, in quanto sembrerebbe riferirsi allo strumento del deposito cauzionale ai fini della raccolta per l'avvio al riciclo e non per le finalità previste dalla normativa europea, che vedono il riutilizzo, secondo la gerarchia dei rifiuti, quale opzione ambientale preferibile nell'ordine delle priorità. Ciò premesso, si rappresenta che, nel mese di luglio 2022, la struttura competente del Ministero ha istituito un tavolo tecnico per la consultazione dei soggetti interessati - sia le associazioni delle imprese maggiormente rappresentative, che primari enti di ricerca - per la valutazione congiunta delle sopra richiamate difficoltà applicative, volto altresì alla valutazione dell'applicabilità di determinate disposizioni, così come modificate da emendamenti intervenuti successivamente all'adozione del decreto legislativo n. 116 del 2020 di recepimento della direttiva sopramenzionata.

Ad oggi sono stati svolti due incontri, durante i quali i soggetti coinvolti - anche su input della struttura ministeriale - hanno condiviso materiali informativi, studi scientifici ed economici sulle possibili modalità di attuazione dei sistemi di restituzione con cauzione e dei sistemi di riutilizzo degli imballaggi. Questa operazione ha avuto lo scopo di raccogliere ogni tipo di istanza pertinente da parte dei portatori di interessi e funzionale al fine di poter contare su ipotesi fattive al fine della predisposizione del regolamento. In particolare, il confronto con gli stakeholders è volto preliminarmente a verificare quali forme di riutilizzo sono operanti al momento attuale, ad acquisire studi e analisi, nonché i posizionamenti da parte dei partecipanti al tavolo tecnico e, infine, ad approfondire le modalità con cui il riutilizzo è stato attuato dagli altri Stati membri e come è stato applicato il deposito cauzionale. Si rappresenta, infine, che i primi incontri svolti hanno permesso di rilevare un clima di preoccupazione da parte delle associazioni delle imprese, anche in vista delle novità che potranno essere contenute nel regolamento eurounitario sugli imballaggi. Attesa la rilevanza che le pratiche di economia circolare assumono nel processo di transizione verso un sistema improntato alla sostenibilità, questo Ministero mantiene ferma intenzione nel proseguimento delle attività del tavolo tecnico, al fine di giungere alla definizione condivisa del regolamento oggetto dell'interrogazione.

PRESIDENTE. La deputata Pavanelli ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Gentile Vice Ministra la ringrazio per la risposta, ma non potrò dirmi del tutto soddisfatta finché il decreto attuativo non sarà definitivamente approvato. La mancata attuazione delle misure approvate in via legislativa è l'ennesima mortificazione di questo Parlamento. Non basta, infatti, la difficoltà incontrata nell'ottenere un provvedimento che aiuta cittadini, imprese e soprattutto l'ambiente, in un sistema sempre più governocentrico, ma sovente occorre aspettare anche i lunghi tempi burocratici dei Ministeri, che ritardano l'attuazione di misure importanti per il Paese.

È il caso del vuoto a rendere, di cui stiamo parlando, il cui decreto attuativo, pensate, è in attesa da novembre 2021; ma è anche il caso dell'erogazione dei contributi a favore degli esercenti che hanno attrezzato spazi dedicati alla vendita ai consumatori dei prodotti alla spina; anche su questo tema, ho depositato un'interrogazione proprio la settimana scorsa; in questo caso, il contributo è stato introdotto con la manovra 2020 e ancora non è stato erogato proprio per i ritardi da parte dei Ministeri competenti.

Tornando al vuoto a rendere, penso che la nuova direttiva europea sugli imballaggi vada esattamente nella stessa direzione e, pertanto, questo decreto attuativo, tanto atteso, anticipa, di fatto, la direttiva e permette al nostro Paese di incrementare il recupero dei materiali, soprattutto della plastica, evitandone la dispersione nell'ambiente e in mare.

Che dire anche dei decreti End of waste, attesi dalle imprese, soprattutto per il settore tessile? Si tratta di un settore, che, a breve, sarà rivoluzionato da una nuova direttiva europea, che punta alla sostenibilità e all'economia circolare. Idem per il settore dell'edilizia, che ha bisogno di decreti End of waste, per il recupero dei materiali in primis per le imprese, che sono in attesa di sapere come riciclare questi materiali, e anche per incentivare nuove startup innovative.

Questi decreti attuativi sono ormai urgenti, cosa che chiedo già dalla scorsa legislatura. Vice Ministra, come ricorderà, in Commissione ambiente in Senato gliel'ho chiesto numerose volte. Ecco perché chiedo che si acceleri nell'attuazione dei decreti attuativi, perché sono fondamentali per le nostre imprese, nonché per l'ambiente. Non abbiamo più tempo da perdere per la tutela ambientale del nostro Paese e anche per aiutare le nostre imprese, che hanno bisogno di certezze e di risposte certe da parte di questo Ministero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte al contrasto del fenomeno franoso del monte Saresano nel comune di Tavernola Bergamasca e alla prevenzione di un possibile disastro ambientale nella medesima area – n. 3-00064 e n. 3-00065)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Dori n. 3-00064 e Evi e Dori n. 3-00065, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

La Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava, ha facoltà di rispondere.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. L'interrogazione Dori n. 3-00064 fa riferimento agli accadimenti del febbraio 2021, quando si è verificata la riattivazione di un movimento franoso presente sul versante orientale del monte Saresano, tra i 650 e i 350 metri di quota sul livello del mare, incombente sulla sponda occidentale del lago d'Iseo. In particolare, la frana ricade nel confine tra i comuni di Tavernola Bergamasca e di Vigolo e interessa, sia pur marginalmente, il comune di Parzanica.

Così come menzionato dall'onorevole interrogante, le università di Firenze e di Milano-Bicocca nonché il Politecnico di Milano, incaricati dalla regione Lombardia, hanno svolto studi ed approfondimenti riguardo il movimento franoso. Anche a seguito delle dovute interlocuzioni con le amministrazioni interessate, si specifica che la regione Lombardia, con decreto 18 febbraio 2022, n. 1931, tenendo conto degli studi e delle valutazioni dei professionisti incaricati, ha autorizzato, con prescrizione, la ripresa della coltivazione della miniera Ca' Bianca con mezzi meccanici, con esclusione delle “volate”, prevedendo un primo periodo di prova di quattro settimane.

Successivamente. la società Italsacci ha predisposto e ha adottato una nuova procedura operativa, che tiene in debito conto gli esiti dello studio effettuato su incarico della regione Lombardia, nonché delle osservazioni formulate dai diversi enti competenti, fra cui l'ARPA. Tale procedura è stata adottata anche a seguito di un apposito tavolo tecnico istituito dalla provincia di Bergamo, soggetto competente per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA), al fine di monitorare la situazione e promuovere misure volte alla prevenzione dei rischi.

Per quanto concerne l'aspetto finanziario, ovvero le risorse disponibili per gli interventi di mitigazione della frana del monte Saresano, si specifica che, nel mese di settembre, la regione Lombardia, a seguito anche della validazione dell'intervento da parte dell'Autorità del bacino del Po, ha provveduto ad inserire nell'applicativo ReNDiS la scheda corredata dalla documentazione pertinente di richiesta relativa agli interventi, oggetto dell'interrogazione, che comprendono opere afferenti alla realizzazione di muri e piastre di placcaggio.

Nell'ambito della programmazione delle risorse del bilancio ministeriale 2022, destinate al finanziamento degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, la regione Lombardia ha proposto il finanziamento del progetto in parola, avente importo complessivo di 15 milioni di euro. Rispetto a tale fabbisogno, la stessa regione, come ricordato dall'interrogante, ha reso disponibili fondi del proprio bilancio per quasi 5 milioni di euro, chiedendo al Ministero dell'Ambiente la copertura finanziaria per i restanti 10 milioni.

In esito alle attività istruttorie che si sono svolte, ai sensi del DPCM del 27 settembre 2021, l'intervento è risultato ammissibile al finanziamento. Pertanto, con decreto ministeriale 16 dicembre 2022, n 529, previa acquisizione della formale intesa del presidente della regione, è stato approvato l'elenco formato da cinque interventi prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico, da realizzarsi nel territorio della regione Lombardia, comprendente il progetto identificato nel ReNDiS con il codice denominato: “Interventi di mitigazione del rischio in relazione alla frana del monte Saresano”, per un importo complessivo di 15 milioni di euro, oltre 10 milioni a carico del MASE. Il suddetto provvedimento è stato inviato gli ordini di controllo e il Ministero continuerà a monitorare la situazione.

Per quanto riguarda, nello specifico, la interrogazione n. 3-00065, si rappresenta innanzitutto che la procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo, a seguito delle interlocuzioni con la prefettura di Bergamo, a valle degli eventi franosi del 2021, ha organizzato un tavolo permanente per affrontare l'emergenza, il monitoraggio della movimentazione franosa e le prospettive di intervento preventivo. Inoltre, la provincia di Bergamo informa che la situazione è soggetta a continuo monitoraggio da parte di ARPA. Inoltre, come poc'anzi accennato, a valle della presentazione dello studio commissionato dalla regione Lombardia, è stata redatta apposita procedura di conduzione delle diverse attività da parte del cementificio, relativa, sia alla gestione dello stabilimento, sia degli stoccaggi dei materiali utilizzati e dei rifiuti, con lo scopo di garantire la minor presenza possibile di materiali stoccati all'interno del sito produttivo. Suddetta procedura, che trova le sue basi nello studio effettuato dalla regione Lombardia appena rammentato, contempla l'espletamento di determinate azioni prescritte, corrispondenti alle eventuali condizioni che si possono verificare di allerta, preallarme e allarme, nonché in relazione alla situazione del movimento franoso. La stessa ARPA, alla fine del dicembre scorso, ha prodotto le risultanze delle verifiche effettuate nell'ultimo quadrimestre, soffermandosi particolarmente sulle operazioni di stoccaggio, sia dalle materie prime, sia dei rifiuti, formulando ulteriori raccomandazioni riguardo le istruzioni previste. Il suddetto rapporto ARPA sarà principale oggetto di un ulteriore incontro fra la provincia di Bergamo e tutti gli enti interessati. Inoltre, anche la provincia di Brescia, interessata dalle vicende oggetto dell'interrogazione, rappresenta che sta predisponendo, in coordinamento con la provincia di Bergamo, un nuovo Piano provinciale di emergenza.

Riguardo l'auspicato intervento di verifica del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, si rappresenta innanzitutto che la procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo ha delegato il NOE di Brescia per le dovute verifiche, con particolare riferimento alla ricostruzione dei movimenti franosi. Inoltre, lo stesso Comando unità forestali, ambientali e agroalimentare dei Carabinieri ha informato questo Ministero che, oltre alle periodiche attività di monitoraggio dell'area nel corso del 2022, la stazione dei Carabinieri forestali di Villongo ha eseguito sette servizi specifici dedicati al monitoraggio della massa franosa, che si vanno ad aggiungere al costante controllo specialistico da parte di ARPA e della provincia di Bergamo.

Infine, lo scorso 14 dicembre, il gruppo Carabinieri forestali di Bergamo, della regione Lombardia, è stato coinvolto in un'esercitazione di protezione dei civili dedicata alla massa franosa, con l'impiego di tre equipaggi. Detta esercitazione simulava lo scenario di un distacco del fronte franoso del monte Saresano con conseguente generazione di un'onda anomala.

Il Ministero, per quanto previsto nelle proprie prerogative, continuerà nella sua azione di monitoraggio e ascolto delle istanze delle amministrazioni coinvolte, anche al fine di acquisire le informazioni necessarie sullo stato dei luoghi interessati, affinché possa essere condotta opportuna valutazione di competenza circa la eventuale sussistenza di profili di danno ambientale o minaccia di danno ambientale.

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

DEVIS DORI (AVS). Grazie Presidente e grazie Vice Ministra. Anzitutto, devo rilevare che la maggioranza delle iniziative riportate dalla Vice Ministra sono tutte sostanzialmente concentrate nell'ultima parte del mese di dicembre 2022, quindi successivamente alle mie interrogazioni. Quindi, questo almeno è positivo, perché vuol dire che sono state un ulteriore elemento di stimolo ad agire, sia per quanto riguarda i finanziamenti sia per quanto riguarda la tutela del territorio e, quindi, anche il rischio, per il lago d'Iseo, di disastro di natura ambientale.

Anzitutto, esprimo soddisfazione per quanto riguarda il finanziamento, che adesso è stato confermato. C'è un DPCM (16 dicembre 2022) e, quindi, sostanzialmente si può iniziare finalmente con le azioni di mitigazione, oltre al finanziamento che la regione Lombardia aveva già disposto.

Devo, però, precisare che nel febbraio del 2021 non si è riattivata la frana - su questo non concordo con quanto ha detto il Ministero - perché la frana è attiva da decenni e, quindi, semplicemente ha avuto una forte accelerazione e dai due millimetri al mese, storicamente, siamo arrivati addirittura, nella seconda metà del mese di febbraio 2021, a quasi tre centimetri al giorno.

Quindi, quella frana non solo è attiva da decenni, ma continuerà a muoversi. Infatti, anche gli esperti parlano ormai di mitigazione e mitigare vuol dire renderla meno pericolosa, frenarla e, se dovesse scendere effettivamente verso il lago d'Iseo, ridurne gli effetti disastrosi.

Allo stesso tempo, però, devo dire che le attività estrattive - come è stato confermato dalla Vice Ministra - vanno avanti non più con l'esplosivo ma con dei martelli pneumatici: due martelli pneumatici, di cui uno da 3 tonnellate e l'altro da 6 tonnellate, che sostanzialmente continuano a martellare su quella montagna, sul monte Saresano, dove c'è una frana di oltre 2 milioni di metri cubi di materiale roccioso in continuo movimento. Attualmente, siamo a circa quattro millimetri al mese, quindi il doppio rispetto al trend storico precedente al febbraio 2021, e sappiamo benissimo che, se questa frana dovesse rovinosamente scendere, si creerebbe un'onda anomala sul lago d'Iseo di circa 7-8 metri d'altezza. Queste cose ci sono state dette dagli esperti e tra l'altro se le ricorderà la Vice Ministra, perché con il precedente Governo proprio lei era venuta in occasione della risoluzione, che avevo proposto io, nelle Commissioni congiunte difesa e ambiente. Oltre al finanziamento di 10 milioni di euro, vi erano anche altri impegni che non sono stati realizzati: erano impegni da parte del precedente Governo - e spero che li realizzerà, a questo punto, questo Governo - tra cui, ad esempio, una valutazione di tutti i fondali del lago d'Iseo da parte dell'Istituto idrografico della Marina militare. Questo non è mai stato fatto e non ne capisco il motivo, a meno che non si voglia non sapere cosa c'è su quei fondali.

Un altro elemento di preoccupazione - anche da parte degli enti locali - è determinato dal fatto che l'attività del cementificio continua periodicamente a fermarsi e, quindi, tutte le volte che si riattivano i forni si produce una qualità dell'aria scarsissima e, dunque, c'è una preoccupazione anche per la salute.

Qui ci sono solo due cose da fare: in primo luogo, mitigare la frana. Questo l'abbiamo capito e abbiamo finalmente la conferma che arriveranno questi 10 milioni di euro da parte del Ministero; l'altra è una soluzione che, però, la regione Lombardia non vuole adottare, cioè revocare le concessioni minerarie sul monte Saresano, perché l'attività estrattiva si svolge a 500 metri in linea d'aria dalla frana. Quindi, ci sono 2 milioni di metri cubi di materiale roccioso in movimento che mettono a rischio la vita di migliaia di persone in tutte le località che si affacciano sul lago d'Iseo. L'unica possibilità, quindi, è proprio quella di interrompere l'attività estrattiva, perché è vero che si svolge su un altro versante del monte Saresano ma si trova a 500 metri in linea d'aria.

Quindi, sostanzialmente per questo motivo esprimo da un lato soddisfazione, ma allo stesso tempo continuerò a vigilare.

(Iniziative di competenza volte alla stabilizzazione dei lavoratori addetti all'ufficio del processo attualmente in servizio – n. 3-00053)

PRESIDENTE. Passiamo alla interrogazione Dori n. 3-00053 (Vedi l'allegato A).

Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Ostellari, ha facoltà di rispondere.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Il decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l'efficienza della giustizia, convertito nella legge n. 113 del 2021, ha previsto, al Titolo II, Capo II, il reclutamento di addetti all'ufficio del processo in due scaglioni: con contratto di lavoro a tempo determinato non rinnovabile, della durata massima di 2 anni e 7 mesi, per il primo scaglione, e di 2 anni, per il secondo.

L'ufficio del processo costituisce una struttura tecnica in grado di affiancare il giudice nei suoi compiti e nelle sue attività, istituendo uno staff al servizio del magistrato e dell'ufficio giudiziario. All'ufficio del processo sono attribuite tutte le attività di ausilio nello svolgimento del lavoro giudiziario, ivi comprese quelle di preparazione e ricerca necessarie alla soluzione degli affari e alla stesura di provvedimenti. Possono essere attribuiti altresì compiti di supporto con riferimento all'efficiente utilizzo di sistemi informatici, quali, a titolo esemplificativo, il coordinamento e il monitoraggio dei depositi telematici, nonché la tempestiva rilevazione delle problematiche derivanti dall'adozione di nuove tecnologie e di nuovi modelli organizzativi.

Con ciò si vuole evidenziare il condivisibile intento del legislatore di ovviare alla variabilità e alla scarsità di risorse attraverso un modello di ufficio basato invece - almeno in parte - su risorse umane stabili e certe. Non a caso, l'introduzione di nuovi funzionari assolve a un duplice scopo: da un lato, mira a rendere operativa e funzionante la struttura; dall'altro lato, serve ad assicurare una celere definizione dei procedimenti giudiziari, visto che gli addetti prestano la loro attività lavorativa esclusivamente per la riduzione dell'arretrato. In altre parole, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza l'ufficio per il processo va ad assumere una sorta di ristrutturazione rafforzata destinata a innovare il lavoro degli uffici giudiziari.

La suddetta potenzialità innovativa risiede più propriamente non solo nell'ingente numero degli addetti assunti ma anche negli obiettivi di miglioramento complessivo dell'ufficio del processo da realizzare attraverso una struttura di assistenza al magistrato, uno staff che di fatto riesce, in primo luogo, a sollevare il giudice dallo svolgimento di incombenze minori, semplici o di routine, e, in secondo luogo, a creare un supporto di qualità con riferimento alla redazione dei provvedimenti e allo studio delle questioni dottrinali e giurisprudenziali.

Va a questo punto osservato che il concorso pubblico per titoli ed esami su base distrettuale per il reclutamento a tempo determinato di 8.171 unità di personale non dirigenziale nell'area funzionale terza, fascia economica F1, con il profilo di addetto all'ufficio del processo da inquadrare tra il personale del Ministero della Giustizia è stato bandito dal Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per il tramite della commissione per l'attuazione del progetto di riqualificazione delle pubbliche amministrazioni, di cui al decreto interministeriale del 25 luglio 1994, che si avvale dell'associazione Formez PA in attuazione di quanto disposto dall'articolo 1, comma 300, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.

In seguito all'espletamento delle prove concorsuali e all'approvazione delle graduatorie finali di merito, oltre che allo scorrimento delle graduatorie capienti, si è proceduto ad oggi all'assunzione di 7.746 unità, a fronte delle 8.251 previste dal bando, distribuite in tutti gli uffici giudiziari di merito nei vari distretti di corte d'appello.

Da ultimo, è stato disposto un ulteriore scorrimento delle graduatorie vigenti, con provvedimento del direttore generale del 5 dicembre 2022, al fine di dare tempestiva e piena attuazione al disposto normativo di cui al decreto-legge n. 80 del 2021.

Pertanto, alla luce della fondamentale importanza del contributo prestato dai funzionari dell'ufficio del processo per il raggiungimento degli obiettivi di abbattimento dell'arretrato e di recupero dell'efficienza della giurisdizione penale anche al di là dell'orizzonte temporale del PNRR, sarà compito di questo Governo adottare iniziative, anche di natura normativa, per prevedere e disporre la stabilizzazione dei contratti degli addetti presso l'ufficio del processo attualmente in servizio, ciò che necessariamente richiederà una preventiva interlocuzione con l'Unione europea.

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Il tema che ho posto con questa interrogazione è se gli addetti presso l'ufficio per il processo attualmente in servizio possono o non possono aspirare alla trasformazione del loro rapporto di lavoro, attualmente a tempo determinato, in tempo indeterminato. Non possiamo infatti permetterci di disperdere importanti professionalità. Ormai l'ufficio per il processo, come ha ben ricordato il Sottosegretario poco fa, non è più legato solo allo smaltimento degli arretrati, ma servirà in prospettiva a far funzionare effettivamente la giustizia anche oltre i tempi del PNRR. Una volta che finalmente funziona qualcosa sarebbe davvero un paradosso abbandonarlo, salvo che si voglia tenere appositamente la giustizia sempre un passo indietro rispetto alle esigenze.

Già un mese fa, effettivamente, il Ministero, in risposta a un question time in Commissione, aveva proprio affermato - ed è stato ribadito poco fa e da questo punto di vista esprimo soddisfazione – che “sarà compito di questo Governo assicurare una prospettiva di stabilizzazione per i professionisti assunti, e ciò necessariamente richiederà una preventiva interlocuzione con l'Unione europea”, e ciò è stato confermato poco fa. Dalla risposta del Ministero al momento l'interlocuzione non c'è ancora stata, però devo dire che è già qualcosa, perché ricordo che nella scorsa legislatura, quando si poneva invece questo tema, nemmeno il tema interlocuzione era ipotizzato. Dalle ipotesi, però, adesso dovremo chiaramente passare ai fatti e soprattutto stabilire delle tempistiche certe, perché il tempo apparentemente c'è, perché questi contratti durano 31 mesi, quindi a partire da febbraio 2021 scadono a settembre 2024, però qui non abbiamo a che fare con la data di scadenza di uno yogurt piuttosto che di un sugo al pomodoro. Qui stiamo parlando della vita di migliaia di lavoratori, con le loro legittime aspettative, con il loro futuro, con le loro famiglie.

Partiamo da un dato che adesso non è stato riportato, però negli ultimi mesi l'ufficio per il processo ha avuto anche una vera e propria emorragia. Tanti addetti hanno già lasciato per passare a posti di lavoro sempre nella pubblica amministrazione, però stabili. Si calcola che attualmente in servizio ci siano circa 6.700 addetti, quindi abbiamo già perso centinaia e centinaia di unità di personale. Questi lavoratori, però, vorrebbero restare a svolgere questo lavoro presso il Ministero della Giustizia, che quindi non è l'ultima ruota del carro, e anche dai monitoraggi trimestrali del Ministero si evince con assoluta evidenza che il diligente svolgimento del lavoro proprio svolto in questi mesi dai funzionari addetti all'ufficio per il processo sta dando i suoi frutti. Alla data del 7 novembre 2022 risulta che per il primo semestre 2022 rispetto alla fine del 2021 i procedimenti pendenti nel settore civile si sono ridotti di oltre il 5 per cento, portandosi addirittura a un dato antecedente al 2003 come numero di procedimenti pendenti. Anche nel settore penale la riduzione delle pendenze è davvero significativa.

Vorrei ricordare - questo può essere molto utile al Ministero - che già con il decreto Aiuti-bis è stata prevista la stabilizzazione, a partire dal 2017, per i tecnici precari assunti dalla pubblica amministrazione per l'attuazione del PNRR. Le amministrazioni presso cui sono impiegati questi tecnici potranno confermarli nei loro ruoli con la stessa qualifica anche oltre. Allora c'è questo precedente. Se è stato fatto per loro, non si comprenderebbe perché non si possa fare anche per il Ministero della Giustizia. È un po' disorientante - questo lo dico al Sottosegretario - che invece nell'atto di indirizzo politico e istituzionale per l'anno 2023 del Ministero della Giustizia ci sia scritto: verranno inoltre svolti tutti gli adempimenti relativi all'assunzione del secondo contingente di 8.250 addetti assegnati ai vari distretti e alla Corte di cassazione, che verrà immesso negli uffici giudiziari nel 2024.

Per carità, se il Ministero intendesse assumere anche il secondo contingente in aggiunta al primo contingente attualmente in servizio, nulla da dire, chiaramente, però certo il secondo non deve sostituire il primo. Se ci sono già in servizio addetti competenti, preparati, volenterosi ed efficienti, non si capisce perché poi debbano essere sostituiti da altri, che devono essere tra l'altro formati da capo. Concludo, appare dunque del tutto ragionevole che il Ministero della Giustizia proceda alla stabilizzazione degli attuali addetti all'ufficio per il processo, e quindi chiedo al Ministero di velocizzare questa interlocuzione con l'Unione europea e che annunci senza ritardo la loro stabilizzazione, che poi possa avvenire con la prossima legge di bilancio o, meglio ancora, in un precedente provvedimento.

(Iniziative di competenza volte alla stabilizzazione di circa ottocento collaboratori del Ministero della Cultura – n. 3-00095)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Cultura, Gianmarco Mazzi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione De Maria n. 3-00095 (Vedi l'allegato A).

GIANMARCO MAZZI, Sottosegretario di Stato per la Cultura. Grazie, Presidente, e grazie anche all'onorevole interrogante De Maria. Il presente atto di sindacato ispettivo ripropone una questione sulla quale il Ministero della Cultura ha già avuto modo di rispondere nella recente seduta dello scorso 12 gennaio presso l'Aula del Senato, in risposta a identico quesito n. 3-00084. Si tratta della stabilizzazione dei profili professionali di collaboratori del Ministero della Cultura assunti mediante separate procedure e avvisi di selezione dall'anno 2021. Una pluralità di figure professionali impiegate nei diversi ambiti di competenza delle direzioni generali nelle quali si articolano le funzioni e le attività ministeriali. Appare opportuno, anzitutto, ricostruire il quadro giuridico che ha costituito il presupposto normativo sulla base del quale sono state avviate le procedure in argomento.

Con riferimento ad una delle più recenti selezioni avviate nell'ottobre 2021 per il conferimento di 150 incarichi di collaborazione per il funzionamento degli archivi di Stato, nonché delle soprintendenze archivistiche e archivistiche e bibliografiche, il presupposto normativo è rappresentato dal decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, recante misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'efficienza della giustizia. In particolare, l'articolo 1-bis di tale decreto, se ai commi 1 e 2 ha autorizzato lo svolgimento di procedure di reclutamento di un contingente di 270 unità di personale con contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato, al comma 3 ha disposto, in via temporanea e proprio nelle more dello svolgimento delle predette procedure, il conferimento di incarichi di collaborazione a esperti per una durata massima di ventiquattro mesi e con cessazione determinata alla data del 31 dicembre 2023, entro determinati limiti di spesa e importi massimi per ciascun incarico. Nell'ambito delle norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, dettate dal decreto legislativo n. 165 del 2001, si è fatto ricorso per le selezioni in argomento all'articolo 7, comma 6, del citato decreto. Tale norma ha previsto la possibilità per specifiche esigenze cui le medesime amministrazioni non possono far fronte con personale di servizio di conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, ad esperti di particolare e comprovata specializzazione, anche universitaria, citando una serie di presupposti di legittimità, tra i quali il previo accertamento dell'impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno, il carattere di temporaneità e di alta qualificazione della prestazione, la preventiva determinazione di durata, oggetto e compenso della collaborazione. In relazione alla richiesta di proroga degli incarichi oggetto del quesito, si evidenzia come questo Ministero abbia recepito la richiesta di proroga degli stessi pervenuta dalle direzioni che se ne sono avvalse, attivandosi tempestivamente in tal senso nella sede del primo provvedimento normativo utile, precisamente nella fase antecedente il varo in sede di Consiglio dei ministri del decreto-legge n. 198 del 29 dicembre 2022, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. In tale sede è stata proposta la proroga entro il limite di durata massima di quindici mesi e comunque non oltre il 31 dicembre 2023. Ciò anche al fine di consentire l'espletamento delle procedure attuative per il reclutamento del contingente previsto dal bando. La proroga in argomento non è stata recepita per carenza di risorse finanziarie, ma gli uffici del Ministero della Cultura stanno lavorando per elaborare una soluzione normativa da riproporre in tempi brevi, anche attingendo al fondo istituito dall'articolo 1, comma 632, della legge di bilancio per il 2023 che, per la medesima annualità, dispone di una dotazione di 100 milioni di euro.

In definitiva, se si condivide l'esigenza di tutelare il valore delle competenze maturate dai professionisti all'interno delle articolazioni ministeriali, occorre comunque tener conto dell'esigenza di evitare la proliferazione delle condizioni di precariato che, seppure ammesse dal quadro normativo vigente, rappresentano uno strumento di natura eccezionale e adottato in ragione della maggiore flessibilità ed adattabilità di tali forme e strumenti contrattuali ad esigenze contingenti ed emergenziali.

Si rappresenta, infine, come, proprio in termini di reclutamento di personale a tempo indeterminato, questo Ministero vi abbia provveduto a decorrere dal 2019, attraverso diversi concorsi e procedure selettive, e precisamente: 871 unità di personale assunte nel profilo “Assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza” (concorso pubblicato il 9 agosto 2019); 455 unità di personale non dirigenziale assunte nel profilo di “Operatore alla custodia, vigilanza e accoglienza” (procedura selettiva pubblicata il 21 febbraio 2020); 208 unità di personale assunte nel profilo professionale di “Funzionario amministrativo”, di cui alla procedura concorsuale unica indetta dalla Commissione RIPAM, con bando pubblicato il 30 giugno 2020.

Sono, inoltre, in itinere le procedure per il reclutamento di: 334 unità nel profilo di “Assistente amministrativo gestionale” e 100 unità da inquadrare nel profilo di “Assistente informatico” (procedura unica RIPAM, di cui al bando del 31 dicembre 2021); 520 unità da inquadrare nel profilo di “Funzionari tecnici” (concorso dell'8 novembre 2022); 82 “Dirigenti amministrativi e tecnici” da selezionare mediante distinti corsi-concorsi della Scuola nazionale dell'amministrazione del 7 dicembre 2021 e del 30 dicembre 2022.

PRESIDENTE. Il deputato De Maria ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie Sottosegretario anche per le informazioni molto precise che sono state sottoposte alla mia attenzione e, in generale, a quella dell'Aula. Ne prendo atto. Mi esprimo nel merito su aspetti diversi che dobbiamo valutare e affrontare insieme, ognuno ovviamente nelle rispettive competenze.

L'interrogazione parte dalla consapevolezza dell'esistenza nel Ministero della Cultura di diverse centinaia di figure, spesso di alta professionalità (alcune impegnate da più di tre anni, a dir la verità), che coprono funzioni di responsabilità significative e sono incaricate con modalità (partita IVA o altro) caratterizzate da un alto grado di precarietà che, fra l'altro, spesso non corrisponde alla delicatezza delle funzioni svolte o al valore del loro impegno nel Ministero. D'altra parte, parliamo di professionalità, cresciute nella pubblica amministrazione, che rappresentano anche un patrimonio per la stessa, per il Ministero. A tale riguardo, ci sono due aspetti diversi da rilevare: uno riguarda la copertura finanziaria del possibile rinnovo di una serie di collaborazioni. Sembrava che tale copertura vi fosse già in sede di legge di bilancio; in particolare avevo anche presentato un ordine del giorno ponendo il tema della stabilizzazione, ma il Governo ha espresso parere contrario. Informalmente, quindi, ci era stato detto che la questione dello stanziamento delle risorse finanziarie per rinnovare questo tipo di collaborazione fosse stata risolta in sede di legge di bilancio, ma così non è stato, come il Sottosegretario ricordava. Mi fa piacere che il Ministero abbia attivato al riguardo un percorso per individuare le risorse necessarie perché si tratta di garantire a queste persone la prosecuzione del proprio percorso professionale e al Ministero importanti professionalità.

Dopodiché, vi è un secondo aspetto che riguarda il superamento di condizioni di precariato che esistono da tanti anni e l'avvio di percorsi di stabilizzazione. Bene che si facciano i concorsi, è un fatto importante; bisogna capire come queste figure possano stare dentro un percorso di stabilizzazione, definito, dal punto di vista normativo e legislativo, in maniera corretta e regolare, come è sempre fatto. Quindi, su questo secondo punto - sul quale non mi pare siano state fornite risposte più di tanto chiare - mi permetto di ribadire il concetto al Sottosegretario: abbiamo figure di alta professionalità che da molti anni collaborano con il Ministero in forme precarie. Penso, quindi, sia giusto avviare percorsi di stabilizzazione nel rispetto dei diritti di questi lavoratori; è anche un modo per garantire alla pubblica amministrazione figure di questa professionalità. Quindi, grazie della risposta, vediamo anche l'impegno preso rispetto al rinnovo di una serie di posizioni - sapevo anch'io che per gli archivi questo è già stato fatto fino a fine 2023 - con riferimento alle quali le risorse finanziarie ad oggi non ci sono. Speriamo che presto saranno stanziate; mi riservo di seguire, anche attraverso la presentazione di atti di sindacato ispettivo, questo aspetto. Invece, sul tema dei processi di stabilizzazione chiedo al Ministero, al Sottosegretario un'ulteriore riflessione, perché credo sia giusto affrontare la questione.

(Iniziative di competenza volte ad incrementare l'operatività dell'ufficio INPS del comune di Portoferraio dell'Isola d'Elba – n. 3-00028)

PRESIDENTE. La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Tenerini n. 3-00028 (Vedi l'allegato A).

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Tenerini per questa interrogazione. L'onorevole interrogante riferisce delle criticità relative alle modalità e termini di apertura al pubblico della sede INPS di Portoferraio dell'Isola d'Elba.

A tal riguardo rappresento quanto riportato dall'Istituto previdenziale, espressamente richiesto sul tema.

Il vigente regolamento di organizzazione dell'INPS rafforza il principio di autonomia nell'assunzione di scelte di natura organizzativo-logistica riguardanti il territorio di competenza delle direzioni regionali e attribuisce, poi, ai direttori provinciali la responsabilità della gestione complessiva di tutte le articolazioni territoriali di competenza, garantendo il coordinamento e l'uniformità del livello di servizio sul territorio e la disciplina delle modalità di organizzazione ed erogazione di servizi al pubblico, gli orari di apertura di ogni punto di servizio, nel rispetto delle direttive centrali e regionali emanate e nel limite delle risorse disponibili.

L'attuale configurazione territoriale, logistica e produttiva dell'Istituto si muove nella direzione di una maggiore fluidità, organicità e semplificazione delle funzioni istituzionali, in un approccio fortemente focalizzato sugli utenti; l'Istituto fonda, infatti, la propria natura sul valore della prossimità e della distribuzione capillare di una serie di servizi rivolti a segmenti di utenza debole (sul piano sociale, della discontinuità lavorativa e dell'età), nell'ambito di una più ampia strategia organizzativa che prevede la gestione accentrata e polarizzata di altre attività per le quali il valore è dato dal controllo proattivo dei dati e/o dalla messa in comune di risorse e competenze.

La forte focalizzazione sull'utenza si concretizza anche nella previsione di moduli organizzativi caratterizzati da particolare snellezza, flessibilità e prossimità all'utenza, quali i punti INPS, come quello presente a Portoferraio, con la possibilità di realizzare il migliore equilibrio possibile tra le istanze dei cittadini utenti e i principi di economicità del servizio, soprattutto in contesti caratterizzati da parametri ambientali tali da non giustificare l'istituzione o la permanenza di un'agenzia.

I punti INPS si configurano quali strutture che l'Istituto può realizzare in sinergia con altre pubbliche amministrazioni, dove l'erogazione del servizio viene assicurata attraverso la presenza, anche non quotidiana, di personale INPS in grado di assistere e orientare l'utente e garantiscono la soddisfazione delle necessità attraverso il collegamento con le strutture territoriali di riferimento.

Il punto INPS rappresenta un avamposto di collegamento tra la direzione provinciale, agenzia complessa, agenzia di riferimento e il cittadino e, oltre ai servizi di accoglienza e ascolto, può erogare in proprio i cosiddetti servizi a ciclo chiuso (servizi erogabili in tempo reale, senza l'innesco di un procedimento a più livelli di responsabilità).

Anche il punto INPS, come ogni altra struttura, è accessibile su prenotazione. L'accesso ai servizi di punto INPS è regolamentato in giorni e fasce orarie predefiniti e adeguati al volume di accessi e alle risorse disponibili. Il numero delle risorse che vi operano è, infatti, correlato alla disponibilità della sede territoriale da cui le risorse dipendono e provengono. Presso il punto INPS di Portoferraio, in particolare, è attivo uno sportello multifunzionale.

In fase di prenotazione, l'utente, attraverso 18 slot disponibili, può scegliere la modalità di erogazione del servizio di informazione richiesto, indicando erogazione in presenza o erogazione mediante ricontatto telefonico. Parimenti, l'accensione di un appuntamento consulenziale prevede la possibilità di scegliere tra l'accesso in sede e l'erogazione di consulenza mediante ricontatto telefonico.

Preme ricordare che l'Isola d'Elba è situata a circa 10 chilometri dalla costa toscana e rientra nell'ambito di competenza dell'agenzia complessa di Piombino e che il punto INPS di Portoferraio viene presieduto fisicamente con una turnazione del personale proveniente dalla terraferma e in forza alla citata struttura di Piombino.

La gestione delle pratiche di infortunio citate nell'interrogazione non rientra, invece, tra le competenze dell'INPS, che partecipa allo sportello multicanale, condividendo con altre pubbliche amministrazioni esclusivamente gli spazi fisici.

Si evidenzia ancora che, sia presso la direzione provinciale di Livorno, sia presso l'agenzia complessa di Piombino, è a disposizione degli utenti anche la modalità di contatto e telematica, in web meeting, tramite l'applicativo informativo di videoconferenza Teams che fornisce una tipologia di presidio aggiuntivo per l'utenza. Inoltre, proprio per tener conto della particolare configurazione territoriale del punto INPS in questione e nell'ottica di assicurare la più ampia accessibilità ai servizi, è stata prevista la possibilità di valorizzare ulteriori sinergie con i comuni dell'isola, stipulando protocolli per l'attivazione di “Punti utente evoluti” (PUE), che si rivolgono a quella fascia di utenza non in grado di utilizzare correttamente gli strumenti informatici, soddisfacendo esigenze di informazione e consulenza senza necessità di spostamenti fisici. Il PUE è, infatti, uno sportello telematico dell'istituto tramite il quale l'utente, con l'aiuto dell'operatore del comune, può entrare in contatto con un funzionario dell'INPS in modalità web meeting e usufruire dei servizi erogati dall'Istituto, anche laddove lo stesso non sia fisicamente presente, ovvero esista una diffusa incidenza del digital divide.

L'operatore del comune aderente supporterà l'utente, sia per la prenotazione di un appuntamento con la sede competente, sia per le necessità emergenti nel corso dell'incontro. Tramite il PUE, possono essere attivate anche alcune funzionalità avanzate, come, ad esempio, lo scambio di documentazione; si tratta di una possibilità già in corso di sperimentazione nei comuni di alcune regioni, che potrà essere destinata a una prossima attivazione sperimentale anche presso l'Isola d'Elba, previa acquisizione della disponibilità di una o più delle amministrazioni comunali interessate.

Concludo, assicurando l'attenzione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali su quanto evidenziato dall'onorevole interrogante, affinché sia assicurata ai cittadini isolani l'erogazione di servizi di competenza dell'INPS nella maniera più efficiente possibile e compatibile con le regole di autoorganizzazione dell'Istituto.

PRESIDENTE. La deputata Tenerini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta all'interrogazione presentata.

CHIARA TENERINI (FI-PPE). Grazie, Presidente, buongiorno. Intanto, ringrazio il Vice Ministro e il Ministero per la risposta. Sono soddisfatta dell'attenzione che il Ministero e il Ministro porranno su questo problema; purtroppo, sono parzialmente soddisfatta rispetto a quanto evidenziato dall'istituto INPS.

Pur riconoscendo chiaramente la compatibilità con l'autonomia gestionale che l'agenzia ha tra le proprie prerogative, vorrei sottolineare alcune carenze che, soprattutto su alcuni territori, come quelli insulari, creano particolari disagi ai cittadini. Trovo veramente brutta la semplificazione nella risposta del direttore dell'INPS, che anch'io avevo ricevuto, dove si dice: tengo a precisare che Portoferraio dista solo 10 chilometri dalla costa e da Piombino. Questa è una semplificazione veramente allucinante, rispetto a 10 chilometri di mare, perché percorrere 10 chilometri su strada con la propria auto non è uguale ad aspettare per prendere un traghetto, fare un'ora di traversata, attraccare a Piombino e recarsi all'ufficio competente. Ricordo che l'isola, purtroppo, è spesso sottoposta a mareggiate, determinando l'impossibilità di avere continuità nell'erogazione del servizio di traghetti; a volte, purtroppo, si parte la mattina, ma le condizioni meteo non consentono di rientrare a casa la sera. Questa semplificazione rappresentata dal direttore dell'INPS è, quindi, abbastanza agghiacciante.

Ricordo che c'è stato un ulteriore passo anche nella nostra Costituzione, che ha sancito la peculiarità dell'insularità e, soprattutto, ha determinato tutte le azioni da porre in essere per ridurre gli svantaggi derivanti dal vivere l'insularità. La continuità territoriale è garantita e sancita in Costituzione e questa dovrebbe essere una prerogativa fondamentale per tutti quei diritti essenziali che devono essere erogati ai cittadini.

E' vero che oggi le modalità digitali online facilitano il percorso e che si va incontro a una semplificazione estrema - e di questo ne siamo consapevoli e anche contenti –, ma voglio ricordare sempre al direttore dell'INPS che l'isola, per le sue caratteristiche, ha un'infrastruttura digitale estremamente scarsa e spesso i collegamenti digitali non sono funzionanti; al riguardo, la Toscana è una delle regioni più arretrate rispetto ad altre regioni, per cui non è così semplice accedere alla modalità online.

Quello che voglio sottolineare, però, in modo che il Ministero e il Vice Ministro ne abbiano contezza, è che oggi lo sportello viene aperto una sola volta alla settimana e che vengono raccolte solo sei pratiche da svolgere durante quella giornata. Al contrario di quanto dichiara il direttore dell'INPS nella sua risposta, la persona che apre lo sportello una volta alla settimana è la stessa che apriva lo sportello tre volte alla settimana ante COVID e non viene dal continente, ma è residente e abita sull'isola; non ne capiamo perché: prima del 2018, due persone erano in servizio e lo sportello veniva aperto tutti i giorni; nel 2019, dopo che una delle due persone è andata in pensione, la persona che è rimasta - e che attualmente ancora vi lavora - apriva lo sportello tre volte alla settimana. Poi, per esigenze, è stato chiuso durante il periodo della pandemia e ha riaperto, solo dopo numerose sollecitazioni, anche da parte del mio gruppo politico, per un solo giorno alla settimana, solo per espletare sei pratiche.

Voi capite che, come si sottolinea anche nella risposta, la tutela e l'attenzione devono essere rivolte soprattutto alle fasce deboli, agli anziani, ai disabili, a quelle persone che hanno difficoltà a fare quei dieci chilometri così semplici, come riferisce il direttore dell'agenzia; si tratta di persona che veramente hanno grandi difficoltà a prendere un traghetto, perché magari hanno scarsa mobilità; purtroppo, siamo ancora arretrati da un certo punto di vista, per cui non abbiamo gli autobus con le piattaforme che caricano le carrozzelle, quindi, queste persone arrivano a Piombino e poi in qualche maniera devono raggiungere l'ufficio INPS. E questo credo sia un disagio.

Credo si possa ritornare tranquillamente alle tre giornate operative come prima, stante il fatto che il personale in servizio è lo stesso e che risiede all'Isola d'Elba, per cui non ha necessità di arrivare dal continente, come amano chiamarlo gli abitanti dell'Elba.

Per cui sono soddisfatta dell'attenzione che il Vice Ministro e il Ministero porranno su questa questione; che credo sia fondamentale per mantenere alto il livello dei servizi di cui oggi i cittadini devono godere. Chiaramente, la continuità territoriale sancita in Costituzione si mantiene mantenendo i livelli di erogazione dei servizi e questo si fa mantenendo alta la fornitura economica per avere questi servizi.

(Iniziative di competenza in ordine alle procedure di affidamento dei minori da parte dei servizi sociali, al fine di tutelare il loro superiore interesse, anche alla luce di una recente inchiesta della procura di Torino in relazione a un caso di affido di due fratelli di origini nigeriane – n. 3-00004)

PRESIDENTE. La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Marrocco n. 3-00004 (Vedi l'allegato A).

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Marrocco per aver portato all'attenzione del Governo la tutela dei minori fuori famiglia, sulla quale, certamente, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali svolge funzioni essenziali che attengono alla raccolta e al monitoraggio dei dati relativi e, soprattutto, alla programmazione e al sistema di intervento per la protezione dei minori offesi e vulnerabili, ma anche alla prevenzione delle situazioni familiari perturbate, che rischiano di segnare negativamente lo sviluppo dei bambini.

Con riferimento al caso specifico riguardante l'inchiesta della procura della Repubblica di Torino in merito a un presunto caso di affido irregolare concernente due fratelli minori di origini nigeriane, rispettivamente di 11 e 13 anni, è stato interpellato il Ministero della Giustizia, competente in materia di controlli sulle strutture residenziali per minori. Si segnala, infatti, che l'articolo 9 della legge n. 184 del 1983 stabilisce che a disporre rigorosi controlli all'interno delle strutture debba essere il procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni competente per territorio. Dalle informazioni acquisite dal Ministero della Giustizia, secondo l'impianto accusatorio, i provvedimenti di affidamento relativi ai due minori sarebbero stati adottati dall'autorità giudiziaria minorile sulla base di indicazioni fornite dai professionisti coinvolti nell'inchiesta che, in concorso con le famiglie affidatarie, avrebbero attestato falsamente la sussistenza delle condizioni previste dalla legge. Il Ministro della Giustizia ha riferito che, lo scorso 29 dicembre, il pubblico ministero ha depositato al GUP presso il tribunale di Torino la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di nove imputati.

Per completezza, sui casi come quello segnalato ci tengo a sottolineare che, oltre ai poteri di vigilanza e di controllo conferiti anche al Garante nazionale dell'infanzia e dell'adolescenza, l'articolo 4 della legge n. 184 del 1983 prevede che il servizio sociale locale, in caso di affidamento di un minore a una famiglia affidataria o a una comunità di tipo familiare, sia responsabile del programma di assistenza e abbia l'obbligo di vigilare e di informare il giudice tutelare o il tribunale per i minorenni di ogni evento di particolare rilevanza. Inoltre, la vigilanza dei servizi sociali e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale a gestione pubblica o dei soggetti autorizzati e accreditati spetta ai comuni, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, lettera c) della legge n. 328 del 2000, sulla base dei criteri definiti dalle regioni.

Sulla vicenda è stato interpellato anche il Ministero dell'Interno, che ha reso noto che la città di Torino, interessata dell'argomento, ha evidenziato come nell'anno 2015 siano state elaborate le procedure di affidamento residenziale dei minori, secondo un preciso sistema di qualità certificato. Le medesime procedure, secondo quanto riferito dal Ministero dell'Interno, risultano al momento in fase di aggiornamento sulla base delle modifiche normative nazionali e regionali intercorse in questi anni relativamente alla disciplina dell'affido. Il Ministero dell'Interno ha sottolineato che tali procedure sono state concertate con il reparto di neuropsichiatria infantile dell'azienda sanitaria locale “Città di Torino” e condivise con la procura della Repubblica presso il tribunale dei minorenni, con il tribunale dei minorenni e con le associazioni di famiglie affidatarie.

Ciò premesso, nell'ambito delle politiche rivolte alla tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, sin dal 2010, promuove un monitoraggio annuale sul tema dell'accoglienza dei bambini e dei ragazzi fuori dalla famiglia d'origine - ovvero collocati in famiglie affidatarie e nei servizi residenziali per minorenni - in collaborazione con le regioni e con le province autonome.

Allo scopo di costruire un sistema omogeneo e di offrire servizi più equi e appropriati nei confronti dei bambini e dei ragazzi collocati al di fuori delle famiglie d'origine e di quelli appartenenti a nuclei familiari vulnerabili, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha elaborato tre strumenti di soft law consistenti in apposite linee di indirizzo nazionali, approvate in sede di Conferenza unificata. Si tratta di alcune linee di indirizzo: in primo luogo, per l'affidamento familiare; in secondo luogo, per l'accoglienza nei servizi residenziali per minorenni; e, in terzo luogo, per l'intervento verso bambini e famiglie in situazioni di vulnerabilità e la promozione della genitorialità positiva. Si tratta di strumenti certamente non vincolanti, ma che assolvono alla funzione strategica di indicare ai diversi soggetti competenti (responsabili delle politiche ai diversi livelli di governo, operatori dei servizi, privato sociale) percorsi e modalità uniformi per l'erogazione delle prestazioni, al fine di ridurre l'asimmetria tra le regioni e garantire i livelli essenziali nell'erogazione dei servizi. In particolare, le linee di indirizzo nazionale per l'intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità e per la promozione della genitorialità positiva, approvate nel 2017, affrontano il tema degli interventi di cura e protezione dei bambini nel loro ambiente familiare. Con tali linee di intervento si è inteso capitalizzare l'esperienza della sperimentazione del programma di intervento per la prevenzione dell'istituzionalizzazione (denominato PIPPI), attivato nel 2011, che interviene a sostegno della genitorialità nei confronti delle famiglie cosiddette vulnerabili e negligenti, quindi caratterizzate da una carenza significativa di risposte ai bisogni fondamentali del bambino. Il programma PIPPI prevede un modello innovativo di welfare partecipato, fondato sull'integrazione tra i servizi e i soggetti coinvolti. Ad oggi, il programma ha visto il coinvolgimento di 200 ambiti territoriali e ha raggiunto più di 3.350 famiglie target e 3.600 bambini. A partire dal 2018, il programma PIPPI è stato messo a sistema ed è attualmente previsto all'interno del Piano nazionale politiche sociali 2021-2023 come livello essenziale delle prestazioni, la cui attuazione è supportata, oltre che dal Fondo nazionale politiche sociali, anche da un finanziamento di oltre 84 milioni di euro, a valere sulle risorse del PNRR, fino al 2026.

Tra i progetti più qualificanti in tema di affido voglio ricordare il progetto Child Guarantee. A seguito dell'inclusione, nel 2020, dell'Italia tra i Paesi per i quali la Commissione europea ha stabilito l'avvio della sperimentazione pilota, in collaborazione con UNICEF, nel dicembre 2020, con apposito decreto è stato istituito il gruppo di lavoro interministeriale composto da rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del Dipartimento per le politiche della famiglia e di UNICEF. In tale contesto è stato avviato un processo di rilancio dell'affidamento familiare in Italia attraverso la valorizzazione e l'attuazione delle citate linee di indirizzo per l'affidamento familiare e le linee di indirizzo per l'accoglienza nei servizi residenziali per minorenni. Al riguardo, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha costituito il tavolo congiunto di confronto sulle linee di indirizzo nazionali sull'affidamento familiare e sulle linee di indirizzo per l'accoglienza nei servizi residenziali per minorenni. Il lavoro di revisione, attualmente in corso di finalizzazione, si ricollega al percorso di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, offrendo agli ambiti territoriali sociali linee di indirizzo aggiornate quali strumenti che sostengono l'attuazione dei LEPS e aiutando a strutturare sui territori servizi che rispondano a criteri e livelli di qualità ed efficienza, in coerenza con la normativa vigente.

Inoltre, lo scorso 1° dicembre 2022, è stato approvato, dalla Commissione europea, il Programma nazionale di inclusione sociale 2021-2027, per un valore di complessivi 4 miliardi di euro, che contiene gli interventi per il sostegno alla genitorialità nei primi 1.000 giorni di vita dei bambini. Il Programma sosterà tutti gli interventi di competenza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, anche in raccordo con il Progetto europeo Child Guarantee.

Certamente, occorre favorire e rafforzare le politiche sociali attraverso un potenziamento delle risorse dedicate e attraverso una migliore garanzia di adeguatezza e uniformità dei servizi e delle prestazioni sul territorio nazionale. A tal proposito, è intenzione di questo Dicastero costituire, all'interno della rete della protezione e dell'inclusione sociale, un'apposita cabina di regia, con funzioni di coordinamento e di monitoraggio, costituita da tutti i soggetti, istituzionali e non, a vario titolo coinvolti nei complessivi percorsi di accompagnamento, presa in carico e sostegno dei minori affidati ai servizi sociali.

Inoltre, si vuole integrare la relazione triennale al Parlamento, già prevista dall'articolo 39 della legge n. 149 del 2001, con una relazione annuale - finalmente - sullo stato di implementazione del sistema di raccolta dei dati, al fine di verificarne la funzionalità in relazione alle finalità perseguite e la rispondenza all'interesse del minore, con approfondimento sui dati raccolti sulle azioni di monitoraggio e coordinamento svolte dalla cabina di regia.

È prevista inoltre un'indagine campionaria, da realizzarsi nel corso del 2023, quindi di quest'anno, in riferimento ai dati e alle informazioni dell'anno 2022, ponendo, da un punto di vista metodologico, al centro dell'attenzione - perché attualmente non lo sono - quali unità di analisi non le comunità di accoglienza ma i servizi sociali territoriali. In altre parole, si intende realizzare un'indagine campionaria sulla presa in carico tout court dei soggetti di minore età da parte dei servizi sociali territoriali. Questa diversa strategia permetterà di cogliere l'opportunità di rispondere a più esigenze e scopi: allargare la raccolta dei dati sui soggetti di minore età ad uno spaccato inedito capace di stimare il dimensionamento complessivo della presa in carico dei servizi sociali territoriali e fornire informazioni sulle principali caratteristiche organizzative, sul profilo dei minori in carico, sulle principali prestazioni erogate e sull'efficacia degli interventi; all'interno della presa in carico complessiva, fotografare poi le questioni emergenti e le evoluzioni dell'accoglienza in affidamento familiare e nei servizi residenziali, con una lente più potente e capace di restituire, con la raccolta di dati individuali, sfumature altrimenti difficilmente sondabili attraverso i dati offerti dalle regioni e dalle province autonome.

Si tratta di una questione annosa che conosce bene l'istituzione, soprattutto più volte sottolineata come criticità da organismi quali la Bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza piuttosto che la Commissione d'inchiesta sugli affidi illeciti e le case famiglia. La tutela dei minori si impone sempre quale dovere morale per la comunità intera, assurge a responsabilità giuridica nell'ambito della famiglia e delle istituzioni educative, è fonte di responsabilità istituzionale per gli organi dello Stato e, in quanto tale, per lo Stato. La tutela delle persone di minore età deve essere sempre, comunque e ovunque una priorità. Ringrazio ancora l'interrogante per aver posto l'attenzione su questa tematica che è certamente di interesse prioritario per il Governo.

PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Vice Ministro. Apprendo con molta soddisfazione le notizie relative alle interlocuzioni in atto, per dare una soluzione reale ed efficace alla grave piaga degli affidi irregolari, così come alle azioni preventive, che lei ha appena citato, volte appunto a individuare in fase precoce le eventuali situazioni di disagio familiare.

Bene anche la relazione annuale e benissimo la fotografia sulla presa in carico dei servizi sociali nei territori. Vero è anche che conosco la sua particolare sensibilità su questo tema e sui temi legati ai minori, che l'hanno sempre vista in prima linea e quindi sono molto contenta che mi abbia risposto lei a questa interrogazione e che, soprattutto, mi abbia rassicurato anche sul fatto che questa sarà una delle priorità del Governo di centrodestra e su questo non abbiamo assolutamente dubbi. Bisogna anche riconoscere, soffermandoci sul fatto, lo dico tra virgolette, “isolato” di Torino, che lo sforzo e l'amore di una madre - che non si è mai arresa, lottando per nove anni per potere riabbracciare i suoi figli - non può e non deve essere assolutamente vano.

Il traguardo non è stato ancora raggiunto, ma questa madre finalmente ha trascorso il primo Natale con i suoi bambini, potendoli riabbracciare; è un passo in avanti dal 2013, quando si rivolse ai servizi sociali per essere aiutata a gestire i figli con problemi comportamentali, mentre, invece, è stata convinta a dare i suoi bambini in affidamento. Tante e diverse le presunte responsabilità che oggi vedono un rinvio a giudizio: si parla di un affido pilotato, di manipolazioni e di truffa. Come sappiamo, la tutela del minore è volta prioritariamente a garantire il diritto dei minori a restare in famiglia, quindi non all'allontanamento, come sancito dalla legge n. 184 del 1983. Si deve attuare una particolare attenzione al momento della segnalazione delle situazioni di disagio familiare per un'appropriata valutazione e presa in carico.

Le istituzioni devono rendere effettivo il diritto del bambino a essere protetto, sotto ogni punto di vista, in famiglia e, solo laddove questa non sia in grado di essere tale, dallo Stato tramite le sue articolazioni (come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia), nell'interesse appunto del minore, nei vari processi decisionali, pubblico-privati, di natura giudiziaria, amministrativa o in altri contesti. Credo, quindi, che un intervento di semplificazione possa contribuire a garantire ai minori il diritto sacrosanto alla famiglia, laddove essa sia tale. Sicuramente si tratta di una lunga e complicata vicenda, ma l'abbraccio dei figli alla mamma coraggio, apparso sui vari quotidiani nei giorni immediatamente successivi al Natale, dopo quasi dieci anni, sinceramente non lascia spazio ad altro commento.

Vice Ministro, lei lo sa sicuramente meglio di me: nelle fiabe raccontiamo ai bambini che esistono i draghi, ma raccontiamo anche che i draghi si possono assolutamente sconfiggere. Questo è ciò che dovrebbe fare lo Stato: proteggere i bambini e sconfiggere i draghi. Mai più un caso Bibbiano, Vice Ministro! Questo è uno degli impegni che Forza Italia intende perorare, come intende fare - lo so - tutto il Governo di centrodestra.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 12.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 12,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Commemorazione dell'onorevole Franco Frattini.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Care colleghe e cari colleghi, come sapete, nella giornata di sabato 24 dicembre è venuto a mancare, all'età di 65 anni, Franco Frattini, Presidente del Consiglio di Stato e già membro di questa Camera in diverse legislature, più volte Ministro, nonché Vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per la giustizia, la libertà e la sicurezza.

Nato a Roma il 14 marzo 1957, nel 1981 diventa procuratore dello Stato e nel 1984 magistrato presso il tribunale amministrativo regionale del Piemonte. Dal 1986, quale vincitore di concorso, è consigliere di Stato. Già presidente titolare della sezione atti normativi e presidente titolare della terza sezione, nel 2021 è stato nominato Presidente aggiunto del Consiglio di Stato e direttore dell'Ufficio studi e formazione della giustizia amministrativa.

Eletto alla Camera per la prima volta nel 1996, ne è stato membro per tre legislature, dalla XIII alla XIV, e nella XVI.

Nel corso della sua carriera parlamentare è stato componente delle Commissioni I, III e XIV, della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle responsabilità relative alla tragedia del Cermis, della Giunta per il Regolamento, della Commissione speciale per l'esame dei progetti di legge recanti misure per la prevenzione e la repressione dei fenomeni di corruzione, della Commissione parlamentare per il parere al Governo sulle norme delegate previste dalla legge 15 marzo 1997, n. 59, concernenti il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, la riforma della pubblica amministrazione e la semplificazione amministrativa e della Commissione speciale per l'esame della relazione del Governo per l'adozione del programma di riordino delle norme legislative e regolamentari.

Già vicesegretario generale e poi segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, come uomo di Governo, ha ricoperto molteplici e significativi incarichi, in qualità di Ministro per la Funzione pubblica e gli affari regionali nel Governo Dini, di Ministro per la Funzione pubblica e per il coordinamento dei servizi di informazione e sicurezza nel II Governo Berlusconi e di Ministro degli Affari esteri nel II e nel IV Governo Berlusconi.

Ha dedicato grande attenzione ai temi delle riforme istituzionali, quale membro della Commissione per le riforme costituzionali nella XVII legislatura, e per le questioni internazionali, di cui ha continuato ad occuparsi anche nella sua veste di presidente della Società italiana per l'organizzazione internazionale (SIOI).

La malattia contro la quale ha lottato con grande coraggio e la sua prematura scomparsa hanno fatto perdere al Paese un importante riferimento istituzionale. Ne rimpiangeremo i tratti garbati, il rigore e l'integrità, che hanno sempre contraddistinto il suo impegno professionale e politico, riconosciuto anche a livello internazionale. La Presidenza ha già fatto pervenire ai familiari l'espressione della più sentita vicinanza e solidarietà, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea, invitandola a un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Polidori. Ne ha facoltà.

CATIA POLIDORI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi, non è facile per me prendere la parola oggi, a nome del gruppo di Forza Italia, per commemorare l'ex collega, il presidente del Consiglio di Stato, ma soprattutto il caro amico Franco Frattini, proprio qui, in quest'Aula, tra questi banchi, dove tante volte ho potuto ascoltarlo, stringergli la mano, scambiare riflessioni e sorrisi con lui. La sua prematura scomparsa, la vigilia di Natale, quando ancora era nel pieno della sua attività, lascia un dolore ed un vuoto incolmabile, non solo tra i suoi cari, tra quanti hanno potuto godere della sua amicizia e tra chi, come me, ha avuto l'enorme privilegio di apprendere da lui, e con lui condividere un tratto di strada durante la comune esperienza politica e di Governo, ma la scomparsa di Franco lascia un vuoto profondo anche nel Paese tutto, impoverito per la perdita di uno dei suoi figli migliori, un'autentica risorsa della Nazione. E il migliore, Franco Frattini, lo era veramente. La sua vita è stata scandita da una non comune sequela di successi e prestigiosi riconoscimenti, in Italia e all'estero, già in giovanissima età. Si è distinto eccellendo in ciascuno dei numerosi e differenti incarichi, tutti di altissimo rilievo, nazionale ed internazionale, ricoperti nella sua troppo breve esistenza. Insigne studioso, fine giurista, statista accorto, politico e Ministro autorevole, dallo stile rigorosamente istituzionale, Presidente illuminato del Consiglio di Stato, il più giovane mai eletto. A 24 anni, già procuratore dello Stato, quindi avvocato presso l'Avvocatura generale, a 27 magistrato al TAR del Piemonte, a 29 vince il concorso al Consiglio di Stato e dal gennaio 2022 ne diventa Presidente, era un suo grande desiderio.

Ricopre prestigiose cariche, in Italia e in Europa. Tra le tante, mi piace ricordare quella di segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministro per la Funzione pubblica e gli affari regionali, Ministro per la Funzione pubblica e per il coordinamento dei servizi di informazione e di sicurezza, due volte Ministro degli Affari esteri, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario per la Giustizia, la libertà e la sicurezza, coordinatore del gruppo dei Ministri degli esteri del PPE.

Franco, inoltre, è stato presidente della fondazione Alcide De Gasperi e presidente della Società italiana per l'organizzazione internazionale. Nel 2014 è chiamato al CONI come presidente dell'Alta corte di giustizia sportiva e dal 2021 è stato preside del corso di laurea in giurisprudenza dell'Università degli studi di Roma Link. Tra i riconoscimenti, ricordiamo l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, il Commandeur de la légion d'honneur, il Collare d'oro dell'Ordine olimpico, la più alta onorificenza del Comitato olimpico internazionale.

Franco eccelleva in tutto quello che faceva e tra le sue tante passioni desidero ricordare quella per le sue amate montagne, per lo sci e per gli sport invernali, tanto che era stato insignito del titolo di istruttore ad honorem, dopo che in carriera aveva ricoperto anche il ruolo di direttore della Scuola tecnici federali. Un autentico civil servant, con il culto delle istituzioni. Ecco cos'era Franco. Anzi, come ha detto un nostro illustre e caro amico, a ben guardare, l'istituzione era Frattini stesso, tanto possedeva innato il senso della legge e dello Stato, che ha servito indefessamente con ferreo rigore, obbedendo a valori quali il rispetto per la dignità della persona umana, la promozione del dialogo e della pace, ed ispirando il suo agire a princìpi di imparzialità, saggezza ed equilibrio, sorretti sempre da una solida preparazione.

Accanto alle sue indiscutibili qualità professionali, mi piace tratteggiare un breve ricordo delle sue preziose doti umane: l'intelligenza costantemente stimolata dalla viva curiosità, il linguaggio elegante ed incisivo, la simpatia ed il sorriso, la riservatezza, la nobiltà d'animo. Ho avuto l'onore di lavorare con lui nelle numerose bilaterali che si tenevano alla Farnesina, il IV Governo Berlusconi. Io, da giovane Vice Ministro, potevo solo che affiancarlo, ammirandone la preparazione, l'eleganza, la ferma gentilezza, insomma il cosiddetto physique du rôle. Tra tutte, però, mi colpì la sua generosità politica, il suo desiderio di far crescere le persone che aveva al suo fianco, il suo concedere occasioni di visibilità a chi apprezzava, e, soprattutto, il non temere l'ombra di nessuno, così raro in politica.

E poi ancora gli incoraggiamenti e gli attestati di stima, in privato e in pubblico. Come ho sempre raccontato, nelle conferenze stampa, con gli altri ministri degli Affari esteri, era lui che insisteva, perché i vice ministri sedessero con loro, riconoscendone il lavoro. Dovrebbe essere normale, ma sappiamo che non lo è affatto. Ecco, Franco era fuori dall'ordinario proprio in tutto.

Ma il tratto che l'ha contraddistinto forse di più è stato il suo grandissimo senso del dovere, che non è stato minimamente intaccato dalla malattia: ha lavorato fino all'ultimo, tentando di nasconderla anche agli amici più intimi. Franco Frattini è davvero un esempio cui guardare per avvicinarsi alla gestione della cosa pubblica, a vario titolo e a qualsiasi livello, un esempio mirabile per i giovani, che aveva esortato ad essere bravi maestri di legalità; li aveva incoraggiati: “Denunciate: vi rende migliori dentro e fuori. I migliori siete voi, se riuscite ad essere forti e irreprensibili”.

Nel De re publica, Cicerone sosteneva che in cielo sono certamente ammessi coloro che hanno contribuito a fare grande la patria. Ebbene, a Franco sarà certamente assegnato un posto nelle primissime file. Insieme a tutti gli amici di Forza Italia che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, con grande commozione, vorrei rivolgermi alla moglie Stella, alla figlia Carlotta e ai suoi cari più intimi, dicendo loro che adesso spetta a noi raccogliere il suo enorme lascito morale e professionale e seguirne l'esempio. Vi giunga il più sentito e commosso abbraccio da tutti noi. Buon viaggio, Franco (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Urzi'. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO URZI' (FDI). Signor Presidente, mi è stato chiesto se la politica possa essere anche eleganza e raffinatezza. Ho risposto “sì”, Presidente, avendo davanti a me l'esempio di Franco Frattini, a cui oggi la Camera doverosamente dedica il suo ricordo, ma confido anche la sua convinta, piena, autentica gratitudine.

Vale solo il conto delle funzioni pubbliche, Presidente, per descrivere un uomo? Io penso di no, tanto più per Franco Frattini, che, molti dei meriti che oggi gli vengono riconosciuti, li aveva conquistati nella sobrietà e familiarità della vita privata, delle relazioni autentiche, improntate alla cordialità e simpatia, che aveva donato anche a chi ora sta parlando. Ma le funzioni pubbliche, Presidente, rappresentano la proiezione della competenza e della qualità professionale, che completano l'uomo nella sua piena dimensione.

Ministro, quindi, vicepresidente della Commissione europea, commissario della Commissione europea, deputato, presidente del Copaco, l'odierno Copasir, presidente del Consiglio di Stato e, insomma, tanto altro che abbiamo sentito nel corso di questi commossi ricordi. Frattini ha esercitato tutti questi ruoli con il medesimo stile, signorile e competente, ma anche fermo. Chi ne apprezzava il tono moderato, che era parte di sé, si stupiva sempre però anche della fermezza del pensiero e dell'azione sui temi che toccavano la sua coscienza. Parto da un esempio, il più piccolo che ricordo, un'inaspettata reazione contro i videogiochi violenti e razzisti, capaci di influenzare le coscienze dei bambini. Ecco, questo era il cittadino responsabile e appassionato, segnato dal senso civico. Ma da uomo di Stato, qual era, sulle vicende epocali aveva lasciato il suo segno, con la mobilitazione contro gli estremismi internazionali, sulla pace, quella giusta, o sulla tratta dei migranti.

Fu eletto deputato, Presidente, per la prima volta, nel mio luogo di residenza, nel mio naturale collegio elettorale uninominale, quello di Bolzano-Laives, e - mi sia concessa questa digressione personale - ha svolto il suo ruolo di deputato dell'Alto Adige, espresso dagli italiani dell'Alto Adige, pur essendo lui romano, in modo più autentico di un altoatesino. Sia pur maggioranza nel Paese, quella italiana in Alto Adige è una minoranza in provincia di Bolzano: così scriveva agli atti di questa Camera, nella quale difese con la medesima intensità la valorizzazione dell'autonomia, ma anche la più assoluta considerazione, cura e, finanche, la tutela della comunità di lingua italiana di quella provincia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e del suo diritto messo in discussione, per esempio, ad usare la madre lingua italiana per la toponomastica locale, insomma, nell'uso dei nomi del territorio di quella provincia.

Amò pienamente le montagne della provincia di Bolzano e le montagne in assoluto. In Alto Adige, in particolare, prese anche casa: vi faceva il maestro di sci, quando gli impegni glielo concedevano. Lo sport: contendeva questa passione con quella per il diritto. Conciliò le due cose nel ruolo assunto nell'Alta Corte di giustizia sportiva del CONI.

Signor Presidente, “era un uomo garbato ed intelligente, un servitore delle istituzioni”, come ci ha ricordato la nostra Presidente Meloni, solo qualche giorno fa, ricordando Franco Frattini. “Saremo fieri - ha detto la Presidente del Consiglio - di portare a termine la riforma del codice degli appalti, alla quale aveva lavorato con dedizione”. Presidente, sono tanti i germogli lasciati dalla figura esemplare di Franco Frattini e gliene siamo veramente grati (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. È stato già ricordato il curriculum ricchissimo di responsabilità politiche, istituzionali e giuridiche di Franco Frattini: quattro volte Ministro, vicepresidente della Commissione europea e commissario alla giustizia, presidente del Copaco, con un lungo iter di responsabilità sul fronte della giustizia amministrativa e, in generale, della materia giuridica, avvocato di Stato, magistrato del TAR, consigliere giuridico del Ministro Martelli, segretario generale di Palazzo Chigi, consulente di molti ministri e Ministro, oltre che degli Affari esteri per due volte, anche della Funzione pubblica, dove applicò la sua esperienza giuridica a introdurre provvedimenti di riforma, di semplificazione e di riorganizzazione della pubblica amministrazione.

Lo ricordiamo come un uomo garbato, come un uomo attento all'interlocuzione, con ogni interlocutore, un uomo che fondava ogni sua assunzione di responsabilità sempre sulla ricerca dell'equilibrio e della verità.

Ho avuto la fortuna di conoscere Franco quasi quarant'anni fa, quando assunse la responsabilità di giovane magistrato del TAR del Piemonte. Da allora, tra noi si è via via sviluppata un'interlocuzione che, pur nella differenza delle collocazioni politiche, ci ha sempre consentito un confronto denso e ricco. Da ogni confronto con Franco, ho sempre avuto la fortuna di trarre insegnamenti ed elementi di arricchimento culturale, politico e personale. Com'è stato detto poc'anzi, era un servitore dello Stato, che ispirava ogni sua attività a un senso delle istituzioni dello Stato molto rigoroso.

Era uomo anche di passioni politiche. Iniziò il suo percorso politico nella gioventù socialista, di cui fu segretario nazionale; appartenne a quella parte del Partito Socialista, che, nel 1994, aderì alla formazione di Forza Italia e, successivamente, al Polo della Libertà, di cui divenne rappresentante, vivendo quella sua collocazione sempre coerente con un'ispirazione liberalsocialista, che era l'ispirazione che muoveva Franco Frattini e altri che, come lui, avevano scelto quella collocazione politica. Non a caso, non mancò di esprimere anche valutazioni in dissenso o critiche nei confronti di alcuni passaggi della politica del centrodestra, fino a quando, nel 2015, ritenne di sostenere l'agenda Monti e la formazione di Scelta Civica.

Da Ministro degli Affari esteri ha dovuto gestire passaggi particolarmente delicati e anche controversi, come la guerra in Iraq e il complesso rapporto con Gheddafi e con la Libia di Gheddafi, e sempre ha cercato di farlo con equilibrio e con la ricerca di posizioni che tenessero conto della complessità dello scenario internazionale in cui l'Italia doveva muoversi.

Per tutte queste ragioni anche noi ci uniamo al cordoglio che è stato espresso da ogni parte politica per la sua prematura scomparsa. Lo ricordiamo, appunto, come un servitore dello Stato di alta qualità e di alta responsabilità e ci uniamo a tutti nello stringerci in un abbraccio di cordoglio alla moglie, alla figlia e ai suoi familiari (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Presidente, onoriamo oggi in quest'Aula la memoria di un grande servitore dello Stato e di un protagonista indiscusso della vita politica italiana. Vogliamo farlo ricordandone il percorso, ripercorrendone lo straordinario cursus honorum sempre al servizio delle istituzioni. Più volte deputato tra il 1996 e il 2013, in quella veste è anche presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. Quindi, per due volte Ministro per la Funzione pubblica, con il Presidente Dini e con il Presidente Berlusconi. Poi, le esperienze in Europa da Vicepresidente della Commissione, durante le quali diede un contributo fondamentale alla creazione e all'attivazione dell'Agenzia Frontex, ad oggi l'unico tentativo UE di esercitare un'azione di deterrenza e di contenimento dei flussi migratori illegali. Prima e dopo l'impegno a Bruxelles la Farnesina, dove probabilmente, da Ministro, Frattini ha lasciato l'impronta più profonda. Da ultimo, la Presidenza del Consiglio di Stato.

Emerge nitido il profilo di un uomo pubblico attento alla vita della comunità internazionale, nella quale seppe cogliere tanto le opportunità per il nostro Paese quanto i fattori di rischio incombenti sulla sicurezza del nostro continente. Frattini diresse anche la SIOI, la Società italiana per l'organizzazione internazionale, alla testa della quale promosse incessantemente occasioni di incontro e di dialogo. Il dialogo e la fiducia nella diplomazia lo contraddistinsero costantemente nella sua azione prudente, sempre informata e improntata alla rimozione delle cause che possono portare ai conflitti.

È tristissimo che sia scomparso in un periodo tanto critico della storia europea, purtroppo contrassegnato dal brutale e massiccio ricorso alla forza militare. Frattini ci lascia, comunque, in eredità un metodo, quello della ricerca di ciò che unisce prima che gli elementi di divisione possano sfociare nella guerra, un metodo al quale si dovrà tornare non appena - speriamo presto - le circostanze lo consentiranno. Anche a nome della Lega, le più sentite condoglianze (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Ricordare in pochi minuti Franco Frattini e la sua significativa missione giuridica, politica e sociale, espressa nella sua vita terrena, come rappresentante della legge, a livello interno, e del Paese, a livello internazionale, sarebbe riduttivo e lo sarebbe per l'uomo, per il giudice, per il politico, per il Ministro, per il Commissario europeo, per il Presidente del Consiglio di Stato, per la sua attività di Presidente della SIOI, di docente e di formatore.

Ci ha lasciato un vero servitore dello Stato, un giurista dal raffinato stile, un politico liberale, un uomo di grandi doti umane che ha ispirato in ognuno dei suoi allievi, colleghi e collaboratori profondissimi valori. Era un uomo dai radicati principi di democrazia e di rispetto dei diritti umani. Ricordo che, nel corso del suo mandato da Commissario europeo, è stato il promotore dell'istituzione dell'Agenzia europea dei diritti fondamentali. Era il fautore del sogno europeo - sognava gli Stati Uniti d'Europa - e ha dato il proprio concreto contributo all'arricchimento culturale e sociale del Paese.

Lo abbiamo ricordato tutti in Aula - anche lei, Presidente - a ragione come Ministro, come politico e come uomo delle istituzioni. A me piace ricordarlo soprattutto come il docente, come il formatore, come il presidente della SIOI.

Ho avuto modo di associarmi al ricordo di alcuni suoi allievi e di alcuni suoi studenti, i quali hanno testimoniato che, nel corso della sua funzione di docente (era docente di relazioni internazionali anche alla Link Campus University), ha saputo imprimere nei suoi allievi un profondo spirito critico, una profonda cultura giuridica, un profondo senso delle istituzioni. Il suo impegno a favore dei più giovani - giovani che lui considerava il motore primario della nostra società - resterà la sua più grande eredità.

Il MoVimento 5 Stelle si unisce al cordoglio della famiglia e di tutti coloro che hanno avuto l'onore e il piacere di accompagnarsi a lui nella sua attività politica, giuridica e istituzionale. Che il suo senso di profonda umanità, che ha testimoniato nella sua vita terrena, accompagni tutti noi nel nostro lavoro (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). La ringrazio, Presidente. Preliminarmente, anche noi vogliamo esprimere le nostre condoglianze alla famiglia e a tutte le persone, amici e cari, che aveva Franco Frattini.

Presidente, non le nascondo un certo disagio a vivere, a poco tempo di distanza, la commemorazione di due persone, come Bobo Maroni e Franco Frattini, molto diverse, ma in qualche modo accomunate da quel senso di mancanza, che non è solo un fatto personale, per averli conosciuti entrambi, ma perché penso che, nel nostro Paese, in quello che è diventato il nostro Paese anche dal punto di vista dell'agire politico e del manifestare politico, due figure, con due culture e due modi di esprimersi e di essere, come Bobo Maroni e Franco Frattini, mancheranno molto, anche nell'esigenza di invertire un certo modo di fare politica.

Cosa posso aggiungere di più rispetto a quello che hanno detto tutti coloro che mi hanno preceduto? Per quanto riguarda le caratteristiche di Franco Frattini, tre minuti non basterebbero per raccontare le tante responsabilità che ha avuto in campo nazionale e internazionale, frutto di una sua duttilità ma anche di una sua grande capacità, quella di essere in grado di assumersi responsabilità e di portarle avanti. Ho avuto la fortuna di conoscerlo nel 2001, quando si presentò con un compito non semplicissimo, ossia quello di portare avanti la legge sul conflitto di interessi - a suo tempo, Presidente, le assicuro che era una questione di un certo peso - e io facevo una battaglia contro la proposta che lui portava avanti ma ho trovato sempre una persona con una grande capacità di dialogo e non lo dico perché dopo si dice sempre così ma perché effettivamente era così.

Il fatto di essere una persona garbata e gentile non ha mai comportato il sacrificio della sua determinazione e della sua forza nel portare avanti le proprie idee e la propria azione politica e ciò credo faccia dell'uomo Frattini una figura che sicuramente non potremo non considerare come quella di uno statista. Quando ci riferiamo a persone che hanno avuto effettivamente il senso dello Stato e lo hanno vissuto con una forte integrità e anche una grande moralità, in qualunque situazione si siano trovati, sia nel campo giuridico che nel campo politico o governativo, allora di questo parliamo.

Mi lasci dire che ha ragione il collega Fassino - ha fatto bene a ricordarlo -, perché Frattini proviene da una cultura liberal-socialista, che ha creduto in quel progetto berlusconiano iniziale, del quale erano testimoni Martino e tanti altri, che poi personalmente penso si siano persi un po' per strada, ma sicuramente la sua spinta a scendere in politica è legata a quella vicenda e credo che l'essere stato fedele a quella cultura politica è anche ciò che lo ha aiutato a compiere e a vivere con responsabilità i diversi incarichi che poi ha ricoperto (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. “Il presidente Franco Frattini ha incarnato il più alto modello di magistrato amministrativo, profondo conoscitore della tradizione giurisprudenziale ma pronto ad accogliere l'innovazione, indipendente nel decidere ed attento all'evoluzione e alle esigenze della società, consapevole del peso che hanno le decisioni di giustizia per lo sviluppo del Paese.

E lascia un'eredità morale che spetta a noi raccogliere e far fruttare”. Queste parole sono state pronunciate dal presidente aggiunto del Consiglio di Stato Luigi Maruotti alla cerimonia di commemorazione a Palazzo Spada di Franco Frattini, cui sarà intitolata l'aula d'udienza della IV sezione. E le cito, Presidente, perché, in estrema sintesi e con grande efficacia, danno conto dell'approdo ultimo della vita di un uomo che, a vario titolo, ricoprendo molti incarichi pubblici, non ha mai smesso di impegnarsi per la comunità di cui si è sempre e primariamente definito servitore.

A soli 27 anni, nel 1984, diviene avvocato dello Stato. In seguito, come è stato già ricordato, magistrato del TAR Piemonte. Nel 1986, consigliere di Stato, viene nominato consigliere giuridico del Ministero del Tesoro. Le sue competenze e la versatile professionalità lo porteranno nel 1990-1991 a lavorare come consigliere dell'allora Vicepresidente del Consiglio dei ministri Claudio Martelli. Consigliere comunale tra il 1997 e il 2000, eletto tre volte deputato, Ministro per la Funzione pubblica nel 2001 e nel 2002, per due volte Ministro degli Affari esteri e commissario europeo per la giustizia, la libertà e la sicurezza e vicepresidente della Commissione europea dal 2004 al 2008, anche questo è stato già ricordato.

Ricordo con grande simpatia la sua passione per la montagna e lo sci, di cui fu anche maestro. Divenne pure presidente della commissione nazionale scuole e maestri di sci.

Concludo con una nota che riguarda la sua presidenza della Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale, SIOI-UNA Italy, in cui profuse dedizione e dette prova della convinta preoccupazione per la formazione delle giovani e dei giovani che intendono intraprendere la carriera diplomatica, nella consapevolezza che chi decide di essere parte della pubblica amministrazione, specialmente nei ruoli di maggiore responsabilità e delicatezza, ha necessità di alta formazione, di conoscenze e solide competenze che consentano di misurarsi con la realtà sempre più complessa e in continuo divenire.

A nome del nostro gruppo, Alleanza Verdi e Sinistra, rinnovo le mie e nostre sentite condoglianze e partecipazione al dolore della famiglia e delle persone più care e a lui vicine, molte presenti anche in quest'Aula, per la perdita di quest'uomo, che ha servito incessantemente lo Stato, e di questo non possiamo che provare grande gratitudine (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Già altri colleghi hanno ricordato l'elenco degli incarichi e delle responsabilità di Franco Frattini come servitore dello Stato e come protagonista della politica lo ha ricordato. È stato giovane segretario della Federazione giovanile socialista italiana, è stato uno dei protagonisti dell'azione politica di Forza Italia, e, quindi, non lo ripeterò, ma dice quanto Franco Frattini sia stato un protagonista della vita istituzionale e della vita politica del nostro Paese. Ma c'è una cosa che accomunava e che identificava la figura di Franco Frattini: che facesse il magistrato, il deputato, il presidente di una fondazione o il Ministro, era un uomo che si assumeva sino in fondo la responsabilità a cui era chiamato.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 12,40)

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Proprio perché ognuno di noi nella responsabilità cui è chiamato testimonia la propria visione, la propria concezione della politica e delle istituzioni attraverso l'azione, come gruppo di Noi Moderati vogliamo ricordarlo oggi per come fece sua una causa oggi purtroppo tornata di triste attualità, e lo fece da laico, da profondamente laico, da interprete fino in fondo del ruolo che rivestiva, allora rappresentante come Ministro degli Esteri: la causa della libertà religiosa e della persecuzione dei cristiani nel mondo.

Proprio ieri, leggevamo sui giornali della strage di cristiani pentecostali in Congo e dell'assassinio di un sacerdote cattolico in Nigeria, bruciato vivo nella sua parrocchia. Franco Frattini, ed è questo il modo con cui lo vogliamo ricordare, intervenendo al Meeting di Rimini del 2013 disse queste parole: penso che quando la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo parla di libertà religiosa certamente segnala uno dei fondamenti dell'esistenza della persona umana. Se viene negato o messo in discussione il diritto, la libertà di professare la propria fede, viene posto in discussione uno dei pilastri su cui si costituisce l'umanità. Franco Frattini diceva sempre che i veri eroi, i veri martiri sono i missionari e le missionarie che operano in Paesi molto difficili e pagano con la vita e il sequestro.

Ricordo che, come Ministro degli Esteri, si dovette occupare del sequestro di suore missionarie in vari Paesi difficili del mondo. Di fronte alle notizie di ieri, ci è tornata in mente l'immagine del Ministro degli Esteri del nostro Paese, Franco Frattini, che alzò la fotografia con una chiesa che brucia e cita, sono sue le parole, cifre orribili nella loro entità, nella loro drammaticità sulla persecuzione e sulla discriminazione dei cristiani. Facciamo nostre le parole di allora di Franco Frattini. Non possiamo accettare che un mondo globalizzi la persecuzione di una religione, a questo dobbiamo reagire fortemente e duramente. E si chiedeva: dov'è l'Europa di fronte a questi numeri, di fronte a queste tragedie? L'Europa è stata ed è troppe volte timida e lontana rispetto a dove dovrebbe essere.

Abbiamo voluto citare questo intervento di Franco Frattini e il modo con cui lui ha esercitato la funzione di Ministro degli Esteri, della rappresentanza di uno dei Paesi protagonisti, l'Italia, nel mondo, proprio per ricordare come intendeva non solo la politica, ma il ruolo di rappresentante delle istituzioni a difesa di una comunità e di un intero Paese. Per questo, gli siamo grati per la testimonianza che ci ha dato (Applausi).

Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 103.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 103.

Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal gruppo Partito Democratico la dichiarazione di urgenza per la seguente proposta di legge:

"Serracchiani ed altri: Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori" (103).

Avverto che, riproducendo la proposta di legge n. 103 l'identico testo di un progetto approvato dalla Camera nella precedente legislatura, a norma dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento, è stato richiesto dal gruppo Partito Democratico che l'Assemblea, ove deliberata l'urgenza, fissi un termine di quindici giorni alla Commissione per riferire.

Passiamo, dunque, alla richiesta di dichiarazione di urgenza relativa alla proposta di legge n. 103. Sulla richiesta è chiamata a deliberare l'Assemblea, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, con votazione palese, mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.

Sulla dichiarazione di urgenza, a norma dell'articolo 41 del Regolamento, darò la parola, ove ne venga fatta richiesta, a un oratore a favore e a uno contro, per cinque minuti. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo qui, oggi, a chiedere la deliberazione d'urgenza per la discussione e, quindi, l'approvazione definitiva di questa proposta di legge, perché il Parlamento italiano non può più rinviare l'approvazione di una norma che tuteli il rapporto tra detenute madri e figli minori. La legge sulle detenute madri del 2011, pur nella correttezza degli…

PRESIDENTE. Deputato Zan, le chiedo scusa, la interrompo soltanto un attimo. Aspettiamo che i deputati presenti in Aula facciano silenzio. Colleghi, chi ha bisogno o necessità di conferire con altri colleghi può farlo anche fuori dall'Aula. Prego, prosegua.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dicevo, la legge sulle detenute madri del 2011, pur nella correttezza degli obiettivi che si era prefissata di raggiungere, ha dimostrato nel corso degli anni tutti i suoi limiti, sia sotto il profilo giuridico sia sotto quello economico. Mai più bambini in carcere si era detto, ma, purtroppo, si continua ancora a ripetere, perché è una piaga che tuttora attanaglia il sistema carcerario italiano. Nel maggio dello scorso anno si intravedeva una luce in fondo al tunnel, con l'approvazione di questa Camera della proposta di legge a prima firma Siani, iter che si è arenato per la fine anticipata della legislatura. Ora quella legge, se approvata, avrebbe finalmente posto la parola “fine” all'ingiustizia di tanti bambini che, ancora oggi, vivono negli istituti di pena. Ecco, quindi, che oggi le istituzioni e il Parlamento in primis non possono più chiudere gli occhi e continuare a non vedere questo dramma, nell'interesse superiore del minore, che deve essere sempre salvaguardato, non solo come indica il buonsenso, ma come stabilisce il principio dell'articolo 31 della nostra Costituzione. Questa proposta di legge, Presidente, va esattamente in questa direzione: tutela i diritti fissati dall'articolo 31 della Costituzione. In altre parole, tutela la relazione tra genitore e figlio, tra madre e figlio, che deve essere sempre tutelata al massimo delle possibilità esistenti, interpretando e garantendo l'interesse prevalente del bambino.

Senza modificare l'impianto essenziale della riforma del 2011, vogliamo, però, superarne le criticità che sono emerse ed impedire che anche un solo bambino varchi la soglia di un carcere, un fatto, Presidente, che è disumano, che rischia di segnare definitivamente la vita di un minore. E, allora, l'obiettivo è quello di favorire, ad esempio, le case famiglia, in cui le madri detenute scontino la pena, senza imporre a un bambino la permanenza in un istituto penitenziario. I numeri dimostrano che nel nostro Paese siamo indietrissimo: in Italia, infatti, esistono solo due case famiglia - una a Roma e una a Milano -, numeri troppo bassi che non riescono a risolvere il problema. La casa famiglia deve, dunque, sostituirsi al carcere e agli ICAM, gli istituti a custodia attenuata per le detenute madri, previsti dalla riforma del 2011, che, tuttavia, rimangono previsti ancora per i casi più gravi. È, infatti, dimostrato che gli ICAM sono comunque lesivi per i minori, in quanto connotati da una forma tipicamente detentiva che non è in grado di garantire il rapporto madre-figlio. Per questo, oggi si chiede a questa Camera di intervenire, in modo tanto veloce, quanto efficace, per porre la parola fine a quella che, di fatto, è una detenzione di persone innocenti. Nella scorsa legislatura, il Parlamento aveva trovato un'ampia convergenza e l'auspicio è che anche questo Parlamento trovi questa convergenza in fatto di diritti umani, anche riprendendo, Presidente, le parole del Ministro Nordio, che ha, in occasione delle comunicazioni in Commissione giustizia, ha parlato del suo impegno per un carcere più umano. Ecco, un carcere più umano, dove i minori, figli di detenute, non siano costretti a scontare una detenzione di cui non hanno alcuna colpa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non ci sono richieste di interventi contro.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico con registrazioni dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 103.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico con registrazioni dei nomi, sulla richiesta di fissazione del termine di 15 giorni per la relazione all'Assemblea, ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Rinvio del seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022 (A.C. 674-A​).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Zinzi. Ne ha facoltà.

GIANPIERO ZINZI, Relatore. Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere il rinvio a domani del DL Ischia, al primo punto dell'ordine del giorno, per consentire al Comitato dei nove di riunirsi e fare un ulteriore approfondimento in maniera da trovare una condivisione unanime tra le forze politiche.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la proposta di rinvio del seguito dell'esame del provvedimento alla seduta di domani, mercoledì 17 gennaio, come primo punto all'ordine del giorno, si intende approvata.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione (A.C. 698-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 698-A: Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione.

Ricordo che, nella seduta del 16 gennaio, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 698-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A), al quale non sono stati presentati emendamenti.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 698-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. L'ordine del giorno n. 9/698-A/1 Madia è accolto come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/698-A/2 Grippo è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Pazientiamo qualche secondo, perché gli uffici stanno mettendo in distribuzione gli ordini del giorno. Allora, siamo costretti a sospendere per cinque minuti la seduta, perché gli ordini del giorno non sono ancora stampati. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io, se fosse possibile, vorrei chiedere una sospensione più ampia, di mezz'ora, perché, essendo il decreto calendarizzato, di fatto, per il seguito dell'esame, dopo il decreto Ischia, alcuni gruppi non erano pronti con il deposito, nei termini, degli ordini del giorno. Quindi, chiederei una breve sospensione per consentire di depositarli entro un termine breve.

PRESIDENTE. Lei, deputata Baldino, ha fatto un'obiezione puntuale, anche se andava fatta prima, però, per le vie brevi, se nessuno ha da obiettare, prolungherei la sospensione da 5 a 30 minuti. Sospendo, pertanto, la seduta che riprenderà alle ore 13,25.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 13,25.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 698-A.

Ricordo che prima della sospensione della seduta la rappresentante del Governo ha espresso i pareri sugli ordini del giorno n. 9/698-A/1 Madia e n. 9/698-A/2 Grippo.

Invito a questo punto la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ulteriori ordini del giorno presentati.

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/698-A/3 Carotenuto, il parere è favorevole a condizione che venga così riformulato: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/698-A/4 Cafiero de Raho, il parere è favorevole a condizione che sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di (…)”.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/698-A/5 Baldino?

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Io leggo a prima firma Colucci...

PRESIDENTE. Va bene, Baldino e Colucci.

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. L'ordine del giorno n. 9/698-A/5 Baldino è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Deputata Madia, iniziamo dal suo ordine del giorno n. 9/698-A/1 su cui il Governo ha dato un accoglimento con la formula della raccomandazione. Accetta?

MARIA ANNA MADIA (PD-IDP). Presidente Rampelli, chiederei al Governo - vedo adesso che è arrivata anche la Sottosegretaria Ferro - di fare una riflessione ulteriore; peraltro, ci sono alcuni ordini del giorno di diversi gruppi di opposizione su questo tema che riguardano il voto ai fuori sede. Si tratta di un tema che abbiamo ampiamente discusso anche nella scorsa legislatura e che meriterà poi la discussione di diverse proposte di legge, il tecnicismo poi si troverà, ma credo che oggi, dopo tanti anni, sia giusto un impegno chiaro del Governo, un accoglimento pieno della volontà di introdurre nel nostro ordinamento il principio di far votare quelle tante, tantissime persone (oggi sono stimate in 5 milioni) che, per motivi di salute, di lavoro o di studio non vivono nel loro comune di residenza.

Quindi, chiederei al Governo, proprio in spirito collaborativo, di accogliere questi ordini del giorno e, poi, di fare successivamente nella I Commissione, che è la Commissione di merito, una discussione tra le varie proposte di legge che sono state depositate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Sentiamo se il Governo ha risposte alle sue sollecitazioni.

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Presidente, vorrei ribadire che, già nella precedente legislatura, se non ricordo male, la questione è stata oggetto di discussione in I Commissione, dove credo siano depositate alcune proposte di legge che certamente saranno sottoposte all'attenzione del Governo. Ritengo comunque che questo parere esprima la volontà di dare la giusta attenzione, ma con le garanzie che un voto a distanza deve dare in termini di trasparenza e di efficacia. Abbiamo visto, anche nelle ultime elezioni politiche…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa Sottosegretario Ferro, porti pazienza, aspettiamo un attimo che in Aula si faccia silenzio. Chiedo ai colleghi deputati di non disturbare i lavori dell'Aula, di non dare le spalle alla Presidenza, di recarsi fuori dall'Aula nel caso fosse necessario, in via inderogabile e irrinunciabile, dialogare tra voi. Colleghi…Prego, Sottosegretario Ferro.

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente Rampelli. Vorrei ribadire l'attenzione del Governo e credo di tutti i gruppi della maggioranza su un tema sicuramente di grande importanza, anche con riferimento a meccanismi certi e sicuri, a fronte del parere, che dal Viminale e dal legislativo era stato portato in discussione in una delle ultime sedute della I Commissione, rispetto al ruolo che le prefetture devono giocare sul controllo del voto. Mi riferisco, in particolare, a quei meccanismi che hanno dimostrato di generare - nelle situazioni in cui sono stati sperimentati, ad esempio con il voto anche degli stranieri nelle ultime elezioni politiche - grande confusione, poca trasparenza e poca certezza del voto espresso.

Rispetto al parere - che viene confermato e con riferimento al quale vi sarà la possibilità di uno studio più approfondito per un'eventuale norma di questo genere - c'è l'apertura del Governo che voglio sottolineare all'onorevole Madia.

PRESIDENTE. Quindi, rimane l'accoglimento come raccomandazione. Deputata Madia, che cosa chiede di fare? Accetta o lo vuole porre in votazione?

MARIA ANNA MADIA (PD-IDP). Presidente, davvero mi duole, se non c'è un cambiamento di parere, dover dividere i gruppi parlamentari su questo tema, proprio alla luce della discussione che fu fatta nella passata legislatura, anche quando attuali gruppi di maggioranza erano all'opposizione; avevamo fatto diversi passi avanti, anche con il Ministero dell'Interno. Ripeto, poiché ci sono diversi ordini del giorno, di diversi gruppi di opposizione, non sarebbe nemmeno chiaro se alcuni li facessero votare, mentre altri li accogliessero come raccomandazione. Abbiamo bisogno di dare un messaggio chiaro fuori da quest'Aula e qui non c'è l'accoglimento pieno del Governo. Peraltro, è un ordine del giorno; è evidente che, nelle varie proposte di legge, alla presenza del Ministero dell'Interno, in Commissione si valuteranno tutti i tecnicismi, ci mancherebbe che non vogliamo la sicurezza e la garanzia della libertà e della segretezza del voto, ma stiamo parlando di ordini del giorno e credo non sarebbe chiaro, al di fuori di quest'Aula, il messaggio della votazione di alcuni ordini del giorno e dell'accoglimento di altri come raccomandazione. Dunque, rinnovo l'invito al Governo ad un accoglimento pieno, altrimenti saremo costretti a farlo votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Sottosegretario voleva aggiungere qualcosa? Ovviamente soltanto se lei accetta perché, altrimenti, facciamo un dialogo interminabile.

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. No, assolutamente, Presidente, nessun dibattito rispetto ad un'eventuale riformulazione. Il parere può essere favorevole, a condizione che l'impegno venga così riformulato: “a valutare l'opportunità di (…)”. Credo che questa sia la massima apertura che si possa dare, ma con “l'opportunità (…)”.

PRESIDENTE. Abbiamo fatto un passo in avanti. Quindi, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di (…)” è accolto. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Sull'ordine lavori?

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Sì, solo per capire, dal Sottosegretario, atteso che ha già dato i pareri e che adesso modifica un parere uguale a quello che aveva espresso su altri ordini del giorno, se questa rivalutazione vale per tutti, oppure soltanto per questo.

PRESIDENTE. Al secondo ci arriviamo subito. Lei pone un problema di procedura, di Regolamento?

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). No, di contenuto, visto che dobbiamo votare.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Ferro, intende modificare anche il secondo parere, sull'ordine del giorno n. 9/698-A/2 Grippo?

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. No, sull'ordine del giorno n. 9/698-A/2 Grippo no - non me ne voglia il collega Giachetti - perché, per quanto sia attinente, molto simile, in termini di impegno rivolto al Governo, in esso si parla di qualche eccezione in più rispetto a quanto riportato nell'ordine del giorno n. 9/698-A/3 Carotenuto.

PRESIDENTE. Allora passiamo all'ordine del giorno n. 9/698-A/2 Grippo. Chiedo alla deputata Valentina Grippo se accetti l'accoglimento con la formula della raccomandazione.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Vorrei avere un chiarimento, perché non è stata abbastanza esaustiva la precisazione del Governo.

Analogamente a quanto previsto dall'ordine del giorno precedente e da quello successivo, impegniamo il Governo ad individuare, fra tutte le soluzioni - quindi il contenuto di questo ordine del giorno semmai è più ampio e non più limitato - quella idonea a raggiungere l'obiettivo di far votare i circa 4.900.000 elettori che svolgono la propria attività di studio e lavorativa fuori dalla propria sede. Le modalità sono le più varie, addirittura non diamo l'indicazione di una modalità - voto elettronico, voto presso le prefetture, voto per corrispondenza -, ma lasciamo aperta al Governo la possibilità di valutare quale adottare. Quindi, mi chiedo se non si possa rivalutare.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Ferro?

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. A questo punto, intendo cambiare il parere, anche sul precedente…

PRESIDENTE. Sul precedente proprio no, lo abbiamo archiviato. Sottosegretario, siamo sull'ordine del giorno n. 9/698-A/2 Grippo.

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Chiedo scusa, sull'ordine del giorno n. 9/698-A/2 Grippo il parere è favorevole, a condizione che venga riformulato, con la stessa riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

PRESIDENTE. Va bene? Accolto con la riformulazione proposta dal Sottosegretario Ferro. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/698-A/3 Carotenuto; c'è una proposta di riformulazione, viene accolta?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, volevo riascoltare…

PRESIDENTE. Dovrebbe alzarsi in piedi, cortesemente.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Sì, volevo riascoltare il parere del Governo.

PRESIDENTE. Sottosegretario Ferro, se può rileggere la riformulazione.

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Parere favorevole a condizione che venga così riformulato: “a valutare l'opportunità di (…)”.

PRESIDENTE. Deputato Carotenuto, accoglie la riformulazione così come proposto? Va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/698-A/4 Cafiero de Raho, sul quale vi è una proposta di riformulazione, esattamente identica a quella dell'ordine del giorno n. 9/698-A/3 Carotenuto, quindi con l'introduzione della formula: “a valutare l'opportunità di (…)”. Va bene, deputato Cafiero de Raho?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Presidente, chiederei di porlo in votazione.

PRESIDENTE. Accoglie la riformulazione e vuole che sia votato oppure non accetta la riformulazione e vuole che sia votato?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Accolgo la riformulazione ma chiedo che sia votato.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/698-A/4 Cafiero de Raho, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine giorno n. 9/698-A/5 Baldino, su cui c'è la proposta del Governo di accoglierlo come raccomandazione. Prego, deputata Baldino.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente, chiedo quantomeno di rivalutare il parere, così come è stato fatto con i precedenti ordini del giorno.

PRESIDENTE. Sottosegretario Ferro, ci sono variazioni?

WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Variamo con la stessa formula dei precedenti, in quanto attinente al tema.

PRESIDENTE. C'è un passaggio dalla raccomandazione alla proposta di riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. La accetta? Prego, deputata Baldino

VITTORIA BALDINO (M5S). Accetto la riformulazione, però chiedo che venga posto ai voti. Se possibile, Presidente, vorrei fare una breve dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha diritto fino a cinque minuti; ha consumato solo pochi secondi. Prego.

VITTORIA BALDINO (M5S). Questo del voto per i fuori sede è un tema sul quale, nella recente campagna elettorale per le elezioni politiche, tutte le forze politiche si sono impegnate, con i ragazzi della rete “Io voto fuori sede” e con tutti coloro che ci stanno chiedendo di adeguare il nostro sistema di voto alle evoluzioni del nostro tempo rispetto a quando il nostro sistema elettorale è stato pensato e istituito. Sono tantissime, nell'ordine di milioni, le persone che, per motivi di studio o di lavoro, vivono fuori dal proprio comune di residenza e sono milioni le persone che, ogni volta in cui sono chiamate a esprimere la propria preferenza, decidono di non recarsi alle urne. Tante volte si parla dell'astensionismo, della crisi dei partiti e di quanto le forze politiche siano distanti dai cittadini.

Questa è l'occasione per tendere la mano a tutti quei cittadini non adeguatamente motivati a fare un sacrificio, economico e in termini di energie, per recarsi ogni volta al proprio paese di residenza ed esprimere il proprio voto. Lo Stato dice, soprattutto, ai più giovani, coloro che maggiormente rinunciano ad andare a votare ed è paradossale, se ci pensiamo: vi veniamo incontro perché abbiamo bisogno che voi votiate e facciamo in modo che la vostra voce possa contare all'interno delle istituzioni. Quindi teniamo particolarmente al fatto che questa sia la legislatura in cui il nostro sistema di voto si evolva e consenta a tutti, indipendentemente da dove vivono, di esercitare il proprio diritto di voto. Chiediamo al Governo un impegno in questo senso; accogliamo questo impegno, seppur labile, “a valutare l'opportunità di”, però vogliamo che tutte le forze politiche si impegnino davanti al Paese, esprimendo il proprio voto e, nel corso della legislatura - abbiamo già delle proposte di legge depositate -, faremo in modo che questo impegno venga onorato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/698-A/5 Baldino, nel testo riformulato dal Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 698-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Il provvedimento che andiamo a votare oggi è caratterizzato soprattutto dalla discussione - che c'è stata a latere e che attiene alla questione fondamentale di concedere a tutte le nostre cittadine e ai nostri cittadini la possibilità di esprimere il voto - degli ordini del giorno; voglio ringraziare il Governo anche per la disponibilità a modificare il parere e ad affrontare questo tipo di problema perché la questione fondamentale ovviamente è quella di garantire il voto. Lo facciamo in questo caso attraverso la possibilità di esercitare il diritto di voto anche nella giornata di lunedì e, viste le esperienze che ci sono state in passato, credo sia una scelta giusta e oculata, che aiuta i cittadini ad esprimere il proprio voto.

Ci lamentiamo troppo spesso del fatto che, nel nostro Paese, diminuisca sempre di più la partecipazione al voto ed è evidente che questa diminuzione di partecipanti è dovuta a tanti problemi, a una serie di concause che riguardano, purtroppo, la scarsa credibilità della classe politica e, purtroppo, delle istituzioni. E' ovvio che, per permettere a più persone di partecipare, è necessario ricostruire quel legame tra i rappresentati ed i rappresentanti che può giustificare il fatto che molte persone possano partecipare al voto.

Voglio ricordare che, a prescindere dagli orientamenti che ogni cittadino può esprimere, il fatto che tante persone partecipino al momento più alto della democrazia, quello dell'esercizio del voto, è una garanzia di democrazia per tutti. Per questo, lo sforzo che dobbiamo fare in ogni occasione è quello di costruire le condizioni affinché ci sia una grande partecipazione alle elezioni politiche e agli altri livelli istituzionali, ai quali i cittadini sono chiamati a partecipare. Per questo, giudichiamo positivamente il fatto che ci sia stato un allungamento del tempo per poter esercitare questo diritto di voto, considerato anche che, in occasione delle elezioni per il rinnovo del consiglio regionale e del Presidente della Lombardia e del Lazio, si cade in un momento temporale abbastanza complicato, in pieno inverno, anche se - permettetemi un inciso - un inverno mite come questo non c'è mai stato. Colgo l'occasione per ricordare ancora una volta al Governo che la battaglia fondamentale che dovrebbe essere fatta è quella contro i cambiamenti climatici.

Proprio quest'inverno così mite, che ha visto i nostri concittadini andare al mare a fare il bagno in Sicilia, piuttosto che andare a sciare, dimostra come i cambiamenti climatici siano ancora oggi uno dei problemi fondamentali che devono essere affrontati e discussi.

PRESIDENTE. Deputato Zaratti, le chiedo scusa, sono costretto purtroppo ad interromperla. Colleghi deputati, abbiamo ancora sei interventi in dichiarazione di voto, quindi più o meno avremo un'ora di dichiarazioni di voto davanti a noi. Chi ha bisogno di parlare con i propri colleghi deve usarci la cortesia di recarsi fuori dall'Aula perché qui dobbiamo lavorare e le persone che fanno la dichiarazione di voto devono essere ascoltate e poter fare il proprio intervento in serenità. Quindi, chi vuole, può tranquillamente allontanarsi, non ci offendiamo. Prego, deputato Zaratti, prosegua.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Grazie anche per l'interruzione, ma i nostri colleghi oggi sono particolarmente vivaci: dall'inizio della seduta ci sono stati continui richiami. Stavo valutando positivamente il fatto che si possa votare anche nella giornata di lunedì. Vorrei ritornare sulla questione degli ordini del giorno, sulla quale pochi minuti fa si è soffermata l'attenzione dei colleghi e del Governo. Credo che quella sia una questione, signora rappresentante del Governo, che vada affrontata rapidamente; non possiamo permettere che 5 milioni di cittadini non possano esercitare il loro diritto di voto. Ha accennato alle difficoltà che ci sono state per il voto degli italiani all'estero: io credo che anche questa sia una riflessione da fare, cara sottosegretaria perché, se lei stessa ci dice che ci sono state difficoltà nell'esercizio del diritto di voto degli italiani all'estero, così come è stato organizzato, è evidente che bisogna organizzarlo meglio. È noto, purtroppo, lo scandalo sul fatto che le cosiddette buste che consentono ai cittadini italiani di votare all'estero spesso non trovino la strada del cittadino interessato, ma vadano a finire in qualche altra casella postale; è uno scandalo che deve essere fermato: dobbiamo permettere a tutte e a tutti di esercitare liberamente il diritto di voto. Questo vale tanto più per i ragazzi e le ragazze che studiano fuori casa dato che non hanno una sede universitaria vicino a dove abitano, per coloro che lavorano lontano da casa ma sono ancora residenti nel luogo d'origine, e per coloro che, per motivi di salute, si trovano in una regione diversa dalla propria. A tutte queste persone deve essere garantita la possibilità di esercitare il proprio voto liberamente e in modo trasparente. Il fatto che il Governo ci dia la disponibilità a una discussione in tempi rapidi affinché questo problema venga affrontato e risolto è un segno assolutamente positivo.

In sede di discussione della legge - ci sono molti progetti di legge, compreso uno del nostro gruppo, Alleanza Verdi e Sinistra - si cercherà di trovare le formulazioni più giuste che permettano l'esercizio del diritto di voto in modo garantito e trasparente. Vorrei dire al Governo e ai colleghi che questa è una grandissima battaglia non solo di civiltà, ma di libertà e di democrazia: quando alle persone si garantisce la possibilità di esercitare il proprio voto, la democrazia è effettivamente più solida e più forte e la libertà è più vera.

Per tutte queste ragioni, esprimiamo un giudizio positivo e contemporaneamente apprezziamo il fatto che in tempi rapidi ci potrà essere una discussione più ampia sulla problematica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo decreto sia perché siamo favorevoli a che si prolunghi la giornata di votazione anche al lunedì, sia perché è il primo decreto nel quale non ci piazzate qualche assunzione di qualche tipo, negli uffici di staff o da qualche altra parte, e sia perché speriamo che l'apertura del Governo sul tema dei fuori sede non sia solo una vaga intenzione, ma un impegno preciso.

Sappiamo perfettamente che il problema in questo caso non è tanto politico, ma è tecnico. Penso sia arrivato il momento in cui la politica inizi anche a dare un indirizzo ai tecnici, per fare in modo che un'esigenza e una volontà politica siano rispettate (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Tenerini. Ne ha facoltà.

CHIARA TENERINI (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge all'esame oggi è volto a prolungare le operazioni di votazione delle consultazioni elettorali e referendarie relative al 2023. L'articolo 1, comma 399, della legge di stabilità per il 2014, legge n. 147 del 2013, nell'ambito di misure volte a conseguire risparmi di spesa, ha previsto che le consultazioni elettorali debbano svolgersi nella sola giornata di domenica. Rispetto a questa disciplina, tuttora vigente, l'articolo 1, comma 1, del decreto-legge in esame dispone che le operazioni di votazione per le consultazioni elettorali e referendarie del 2023 si svolgano, oltre che nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle ore 23, anche nella giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15. La disposizione deroga, dunque, alla normativa vigente solo per l'anno 2023.

La scelta del prolungamento delle operazioni di voto deriva dall'esigenza di agevolare la maggiore partecipazione possibile dei cittadini alle consultazioni elettorali, anche in considerazione dei crescenti fenomeni di astensionismo. Nelle ultime consultazioni elettorali, infatti, vi è stato un crollo dell'affluenza alle urne del 9 per cento. I dati definitivi, diffusi dal Viminale poco dopo le consultazioni, hanno evidenziato che ha votato circa il 64 per cento degli aventi diritto, quando nella tornata elettorale delle politiche del 2018 alle urne era andato il 73,1 per cento degli elettori. Quello del 2023, purtroppo, è stato il dato più basso mai registrato per le elezioni politiche. L'ampia partecipazione dei cittadini consente, invece, di rafforzare il processo democratico e la rappresentatività delle istituzioni. L'affluenza alle urne è una misura della partecipazione dei cittadini al processo politico. Un'affluenza elevata è auspicabile in una democrazia, poiché accresce la probabilità che il sistema politico rappresenti la volontà di un gran numero di cittadini ed un elevato grado di legittimità del Governo. Il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale contribuisce a promuovere la responsabilità del Governo, a creare un ambiente favorevole all'attività economica e a rafforzare la fiducia nelle istituzioni governative. Quando i cittadini possono consapevolmente partecipare, anche indirettamente, alla vita politica, possono partecipare anche all'elaborazione della legge e dei regolamenti, ed è più facile che osservino tali leggi e tali regolamenti.

L'urgenza dell'intervento normativo è motivata dall'imminenza del voto per il rinnovo dei consigli regionali del Lazio e della Lombardia, anche se la disposizione è destinata a trovare applicazione in tutte le consultazioni elettorali e referendarie che si svolgeranno nel 2023. Il comma 2 del testo in esame valuta, invece, i maggiori oneri derivanti dall'attuazione del provvedimento in esame in circa 14.874.000 euro per l'anno 2023, e, conseguentemente, provvede ad incrementare di pari importo, per il 2023, il Fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche, amministrative, del Parlamento europeo e dell'attuazione dei referendum, iscritto presso stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze. L'aumento dei costi, tuttavia, di fronte al grave fenomeno italiano del progressivo aumento dell'astensionismo diventa un fattore di secondaria rilevanza rispetto alla necessità di preservare e facilitare il diritto di voto, che è una delle forme di libertà individuali più importanti che abbiamo e una delle massime forme di espressione democratica. Per tali motivi, come Forza Italia, siamo sempre stati favorevoli a un prolungamento delle operazioni di voto ed abbiamo, nelle passate legislature, presentato tramite i nostri parlamentari alcune interrogazioni in tal senso. Per questi motivi, il nostro voto sarà favorevole al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, il decreto-legge all'esame dell'Aula oggi reca disposizioni in materia di prolungamento delle operazioni di voto.

In particolare, esso si propone di favorire la partecipazione degli elettori alle consultazioni elettorali e referendarie dell'anno 2023, disponendo il prolungamento delle operazioni di voto nella giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15. Tutte le indagini statistiche segnalano il continuo calo dell'affluenza degli elettori alle urne in occasione di elezioni politiche e amministrative e di consultazioni referendarie. È il cosiddetto partito del non voto, espressione nella quale si includono anche coloro che, recandosi ai seggi, votano scheda bianca.

In Assemblea costituente prevalse la tesi di configurare il diritto di voto come semplice dovere civico e non come obbligo giuridico, talché molti ritengono che, così come l'esercizio del voto costituisce un diritto, parimenti costituisce un diritto anche il non voto. Quindi non votare è costituzionalmente tollerato ma è anche vero che votare è il primo contributo concreto alla vita politica del Paese e che non votare vuol dire lasciare agli altri la scelta della classe dirigente, politica o amministrativa. Quanto maggiore è la partecipazione al voto tanto maggiore è il grado di legittimazione sostanziale degli eletti, tanto più rafforzata è la rappresentatività istituzionale, tanto più forte è la democrazia. È, quindi, nostro dovere favorire nel maggior grado possibile la libera partecipazione al voto.

Questo decreto-legge si muove in questa direzione e perciò fin d'ora annuncio il nostro voto favorevole, nel senso di una opposizione, quella del MoVimento 5 stelle, responsabile e non ideologica, una opposizione che guarda esclusivamente all'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È obiettivo del MoVimento 5 Stelle l'allargamento degli spazi di partecipazione dei cittadini al fine di dar loro maggiore voce, con particolare riferimento ai giovani. Bisogna rimuovere ogni ostacolo che si frappone tra i giovani e la politica, introducendo modalità incentivanti e al passo coi tempi nell'esercizio del diritto di voto e nella partecipazione attiva alle decisioni che incidono e riguardano il loro futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, signor Presidente, sto dicendo a quest'Aula che questo decreto-legge è miope, zoppo, limitato, è privo di una visione complessiva. È ormai tempo, infatti, di estendere il voto ai ragazzi che abbiano compiuto i 16 anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È necessario consentire il voto a tutti coloro che sono fuori sede e hanno difficoltà ad esprimere il proprio voto recandosi nel luogo di residenza, per ragioni di lavoro, per ragioni di studio, per ragioni di salute. Questo decreto-legge è sordo rispetto a questa esigenza, un'esigenza ormai ineludibile.

Benché molteplici siano le cause dell'astensionismo, appare certo che l'eliminazione di ostacoli tecnico-logistici all'esercizio del diritto di voto produrrebbe effetti incentivanti e forti risparmi di spesa. Negli ultimi 15 anni, infatti, lo Stato ha investito più di 60 milioni di euro per agevolazioni di viaggio in occasione delle consultazioni elettorali. È questo un sistema chiaramente inefficace ad agevolare il voto. È ormai tempo di istituire il certificato elettorale digitale. È ormai tempo di accorpare in un'unica tornata elettorale tutte le elezioni per i rinnovi annuali dei consigli elettivi. Mi chiedo e vi chiedo: questa maggioranza è disponibile a ragionare in questo senso? Pertanto, il decreto-legge in esame, che pure vedrà il nostro voto favorevole, è un semplice punto di partenza, è insufficiente, è timido in sé, limitato sia quanto al suo contenuto sia quanto al suo spazio temporale di applicazione, dato che la sua efficacia sarà limitata al 2023. Esso è affetto dalla mancanza di una necessaria e più ampia visione organica, che sia capace di restituire una maggiore attenzione alle nuove generazioni. Signor Presidente, tutti noi in quest'Aula abbiamo l'obbligo di fare meglio, di fare di più: ne sarete in grado (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Stefani. Ne ha facoltà.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo in fase di votazione di un disegno di legge di conversione di un decreto-legge, il decreto n. 190 del 2022, che prolunga la possibilità di voto, che estende anche al lunedì la possibilità, per i cittadini italiani, di votare. A dire il vero, su questo tema già altre leggi precedentemente erano intervenute. In particolare, l'ultima riforma c'è stata alla fine del 2013, con la legge n. 147, che era intervenuta, però, nell'ambito della approvazione di una legge di stabilità; quindi, la ragione che aveva spinto a ridurre l'orario di voto, la possibilità di voto, era di carattere meramente economico e finanziario. Io credo che sia utile oggi fare un ragionamento totalmente diverso, fare un ragionamento che preveda un fine, quello della maggiore partecipazione perché maggiore è la partecipazione, maggiore è la democrazia, maggiore è la democrazia, maggiore sarà la legittimazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che quelle istituzioni potranno offrire agli occhi dei cittadini e degli elettori. Oggi le istituzioni hanno bisogno di questa legittimazione sostanziale, perché di legittimazioni formali non abbiamo più bisogno. Il nostro obiettivo è quello di ridurre la discrepanza tra eletti ed elettori, tra istituzioni ed elettori, tra chi riceve un mandato e chi quel mandato lo dà. Per ridurre questa discrepanza e questo gap che si è creato nel corso del tempo è necessario continuare lungo quel percorso di rafforzamento dei sistemi democratici del nostro Paese. Lo dobbiamo fare a maggior ragione nel nostro ordinamento, che è un ordinamento democratico e pluralista.

Il diritto di voto è costituzionalmente garantito. L'articolo 48 ci dice che il voto è “personale” e non è una parola a caso: il voto non si può delegare, io devo avere il diritto di poter votare la domenica e il lunedì. È un voto libero, è un voto segreto, è un voto uguale e questo ci viene detto dalla Costituzione. La stessa Costituzione, nel secondo comma dell'articolo 48, ci dice che è la legge che deve decidere le modalità e i requisiti con cui questo diritto di voto deve essere esercitato. Noi oggi, in quest'Aula, stiamo adempiendo a questo principio costituzionale, stiamo rispondendo a quello che i nostri padri costituenti ci hanno chiesto di fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, Presidente e colleghi, il Parlamento e la maggioranza sicuramente non possono non apprezzare un intervento normativo di questo tipo, che estende la possibilità di votare. Soprattutto, ci si augura che questo intervento normativo, oggi contenuto in una legge di conversione di un decreto-legge, diventi strutturale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), diventi un principio che duri non solo per tutte le consultazioni del 2023 ma per tutte le consultazioni elettorali che d'ora in avanti i cittadini italiani si troveranno ad affrontare.

Infatti, non può essere un ragionamento di carattere meramente economico-finanziario a sacrificare uno dei diritti più grandi che questo popolo ha conquistato, che è il diritto di voto. Grazie, Presidente, grazie, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Antonella Forattini Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, il decreto che votaremo a breve, che prevede il prolungamento delle operazioni di voto anche nella giornata di lunedì degli appuntamenti elettorali del 2023, va a ripristinare - per ora solamente in deroga per quest'anno - la vecchia modalità di voto in due giornate, sorpassata dalla necessità, più che condivisibile, di operare un sensibile risparmio per le casse dello Stato, concentrando il voto in un'unica giornata. Peccato che tale scelta abbia comportato una continua emorragia di elettori che, piuttosto di scegliere chi votare, hanno preferito una delega in bianco. Non sfugge che questo prolungamento sia stato deciso in coincidenza con le elezioni regionali di due regioni importanti per il Paese, sapendo che le regionali non sono un appuntamento a cui i cittadini sono affezionati. Soprattutto, non sfugge che, per la prima volta in Lombardia, si vota separati dalle politiche e, forse, chi ha preso questa decisione lo ha fatto con il timore di perdere consensi. Le elezioni regionali non sono certamente quelle a cui gli elettori sono più affezionati. Se analizziamo, infatti, i dati del 2018, risulta chiaro come la percentuale di astensione sia importante: in Lombardia, pari al 26,2 per cento; nel Lazio, pari al 32,8 per cento.

Il buon funzionamento di una democrazia, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche, l'effettiva rappresentatività delle istituzioni stesse dipendono, in primo luogo, dalla partecipazione dei cittadini alle elezioni. Un sistema è democratico, infatti, se le decisioni pubbliche, le leggi, i decreti e gli altri provvedimenti sono deliberati direttamente dai cittadini nei referendum o da persone che essi hanno scelto con il loro libero voto per rappresentarli, appunto, nelle elezioni politiche o amministrative. Dunque, la partecipazione è non soltanto un valore democratico da sostenere e affermare, ma anche lo strumento concreto del funzionamento reale della democrazia, le cui istituzioni sono sostenute e rispettate da cittadini che credono e possono riconoscersi in esse. E ci credono tanto più, quanto più hanno contribuito a forgiarle, direttamente o indirettamente.

In ogni democrazia, conseguentemente, le istituzioni cercano di norma di fare tutto il possibile per sostenere, agevolare e favorire la partecipazione dei cittadini alle elezioni. Il decreto che andiamo ad approvare oggi, invece, non risolverà certamente il problema del crescente astensionismo, ma può fornirci un'occasione per riflettere e per avviare un percorso serio in questa direzione.

In Italia la partecipazione al voto - un tempo altissima - è venuta progressivamente declinando ed è cresciuto il fenomeno dell'astensionismo, sintomo e causa insieme di una progressiva crisi di rappresentatività delle istituzioni. Oggi possiamo tranquillamente dire che l'astensionismo è il primo partito nel nostro Paese. Hanno stimato che l'astensionismo volontario rappresenti circa dal 15 al 20 per cento degli elettori, che non votano per protesta, perché, appunto, non si riconoscono nei partiti che si presentano alle elezioni, mentre il 10-15 per cento lo fa per indifferenza. Uno studio più recente, però, ha proposto un'analisi di questo fenomeno, mettendo in evidenza gli ostacoli che dovrebbero essere rimossi per favorire la più ampia partecipazione al voto.

Noi stiamo diventando un Paese vecchio, un Paese di vecchi, e sappiamo quanto i nostri anziani siano affezionati al voto, mentre, invece, la popolazione più giovane non abbia questa affezione. Quindi, dovremmo cercare di favorire questa ampia partecipazione al voto, rimuovendo tutti quegli ostacoli e favorendo così una più alta partecipazione, come peraltro stanno sperimentando altri Paesi democratici.

Se non si affronta il tema dell'educazione alla democrazia, la disaffezione nei confronti della politica è destinata a continuare e con essa anche l'astensionismo. Pertanto, ben vengano tutte quelle iniziative, come quella che stiamo approvando, che volgono ad incentivare il diritto di voto.

Per questa ragione, come Partito Democratico, voteremo a favore di questo provvedimento, ma ci aspettiamo di più, perché, come abbiamo avuto modo di dire anche attraverso gli ordini del giorno presentati prima, chiediamo che si arrivi, ad esempio, a concretizzare il voto dei fuori sede. Parliamo di 5 milioni di persone che potrebbero votare e, quindi, dispiace constatare che venga data loro solo l'opportunità di valutare un possibile diritto di voto. Quindi, votando a favore di questo provvedimento, chiediamo veramente un passo in più.

Oggi ci aspettavamo che questo decreto contenesse più misure di tipo amministrativo, anche se il problema - non ci nascondiamo dietro ad un dito - è anche di crisi dei partiti che si presentano oggi sulla scena politica, ma - ripeto - dobbiamo valutare tutte quelle misure che ci possano portare a una controtendenza rispetto a questo astensionismo, che è veramente diventato dilagante e non può rappresentare il primo partito che si presenta alle elezioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Urzi'. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO URZI' (FDI). Grazie, Presidente. Non può che far piacere cogliere dall'Aula dei segnali che vanno nella direzione che abbiamo indicato, ossia l'estensione del diritto al voto anche nella giornata del lunedì. Sorprende, piuttosto, cogliere talvolta quelle annotazioni polemiche e un po' critiche: “Si vota a favore ma”; c'è sempre un “ma” che inquina il giudizio rispetto ad una volontà precisa, che è quella del Governo del fare che ci sentiamo degnamente di rappresentare in senso assoluto.

Qui c'era la necessità di fare una scelta, Presidente. La scelta era quella di estendere la possibilità di partecipazione al voto o di non farlo. Questa maggioranza - e noi convintamente in questa maggioranza, Presidente - ha indicato la strada: estendere il diritto alla partecipazione, permettere di votare il lunedì, intervenire con un'azione concreta, che non ha un valore simbolico ma reale sulla forza dell'astensionismo che indubbiamente pone interrogativi a ciascuno di noi. E mi permetta di dirlo, Presidente: parlare oggi di partecipazione e di democrazia - perché questi sono i termini che ho raccolto nel corso del dibattito - con la più ampia legittimazione ottenuta con il voto democratico da parte di un Governo negli ultimi 15 anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) è motivo per noi di particolare orgoglio, perché è, attraverso la partecipazione e l'esercizio democratico del voto, Presidente, che si sgombra anche quella nebbia che nel passato si è estesa sull'Italia, per cui sembrava quasi che il voto fosse un optional, perché c'erano partiti che, pur avendo perso le elezioni da quando sono nati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come il Partito Democratico, hanno sempre governato in Italia.

Allora, per loro evidentemente il voto è uno strumento che non interpreta il senso autentico del dettato della Costituzione. Nel corso del dibattito questo argomento è emerso, perché, quando nella Costituzione si dice che l'esercizio del voto è un dovere civico, significa che si è trovata da parte dei padri costituenti una mediazione fra il dovere di votare, quindi l'obbligo di votare in un certo qual modo, e il diritto di votare. Oggi noi siamo dalla parte di quei cittadini che rivendicano appieno il diritto di votare e chiedono di poterlo fare in modo ampio ed esteso, quindi anche nella giornata del lunedì. Concretezza ancora una volta, che è lo stile di questa maggioranza e di questo Governo.

Presidente, voglio ricordare come evidentemente quello posto all'interno del dibattito sul voto fuori sede sia un tema importante ed il primo a riconoscerlo è stato proprio il Governo, che in Commissione affari costituzionali e poi qui in Aula ha ribadito come sarà una priorità un dibattito franco, concreto e leale su come intervenire sul diritto a un voto fuori sede, senza ledere, però, il principio democratico della rappresentanza. Infatti, Presidente, ignorare il fatto che ogni tipo di clausola deve essere calata poi nel sistema elettorale, che ne determina le conseguenze, significa ignorare che, per esempio, un esercizio del voto non orientato, quindi non cristallizzato in maniera perfettamente coerente e chiara anche con il diritto dei territori di poter esprimere la propria vocazione elettorale, potrebbe inficiare, in alcuni collegi elettorali uninominali, per esempio, il risultato del voto o, comunque, profondamente modificarlo. Questo è un tema del quale bisogna parlare senza pregiudizi, con la consapevolezza che esiste una volontà politica e questa volontà deve trovare la forma per potersi esplicare.

Certo, si è detto anche che, una volta votato fuori sede, poteva essere applicato il sistema del trasferimento delle schede all'ufficio elettorale di competenza, con tutto quello che comporta il ritardo della trasmissione; e, quindi, nella proiezione di una riforma come quella che ci piacerebbe poter pensare, che è di voto diretto ed esercizio diretto del voto da parte dei cittadini nell'espressione anche del Presidente della Repubblica, si potrebbe determinare la conseguenza di una riduzione del diritto al voto sino all'ultimo giorno da parte di una componente dell'elettorato.

Insomma, i temi su cui aprire il confronto ci sono, ma la volontà è altrettanto netta e chiara ed è stata indicata con precisione dal Governo in tutte le sue espressioni pubbliche.

Presidente, mi preme concludere facendo un riferimento anche all'ordine del giorno n. 9/698-A/4 Cafiero de Raho, quello che l'Aula ha preso in esame poc'anzi. Fratelli d'Italia, nella scorsa legislatura, in Commissione parlamentare antimafia è stata fautrice della norma sul controllo delle liste che, con il codice Bindi, prevedeva il controllo dopo il deposito delle liste stesse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con esito a tre giorni dal voto e, dunque, senza possibilità di agire. Però, con la norma che consente di inviare, 75 giorni prima del deposito alla Procura nazionale antimafia, che poi si avvale delle procure locali, eventuali incandidabilità, con la possibilità poi di una sostituzione, con tutto ciò Cafiero De Raho sfonda una porta aperta.

Piuttosto, va ricordato come Fratelli d'Italia, proprio quando era procuratore nazionale il collega Cafiero de Raho, aveva chiesto una banca dati che mettesse in rete tutti i dati per agevolare tempi e scelte, in modo da non dover attendere che le procure locali dovessero rispondere a quelle nazionali, nell'eventualità che un candidato potesse essere a posto nella propria regione ma magari non propriamente a posto in un'altra regione.

Insomma, Presidente, trattiamo con cura e cautela le comunicazioni che in quest'Aula vengono date. Noi, però, oggi abbiamo un dovere sopra tutti: garantire l'esercizio pieno della democrazia da parte degli elettori. Quello che oggi si compie in quest'Aula è un passo importante e determinante, che indica una via, e su questo passo, Presidente, Fratelli d'Italia c'è con convinzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 698-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale e approvazione – A.C. 698-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 698-A:

"Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Carra'. Ne ha facoltà, per due minuti. Intanto chiedo al deputato Carra' di temporeggiare qualche secondo, in modo tale che i deputati che volessero allontanarsi possano farlo senza interferire con il suo intervento.

Colleghi deputati, c'è il nostro collega Carra' che sta per fare un suo intervento di fine seduta, quindi chi non fosse interessato è pregato di allontanarsi dall'Aula. Prego.

ANASTASIO CARRA' (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo mio intervento oggi, in qualità di rappresentante della Lega in quest'Aula, ha un'importanza che supera tutti gli altri precedenti e che mi induce a nutrire per il futuro di questo Paese una rinnovata speranza, fiducia e riconoscenza umana.

È certamente un giorno che segnerà la storia, ma anche per noi siciliani ha un significato anche in termini di ripercussioni del dramma di tempi di guerra, stragi, morti, violenza e brutalità. Sono stati anni terribili, anni in cui gli attacchi della mafia, puntati dritto al cuore dello Stato per metterlo in ginocchio, determinarono una condizione di maggiore isolamento, dolore e paura per ciascun siciliano e, più in generale, per l'Italia tutta.

All'inizio fu solo grazie all'intervento preciso e coraggioso…

PRESIDENTE. Deputato Carra', sono costretto a interromperla, porti pazienza, lo dico anche nel suo interesse. Colleghi deputati, prego le persone non interessate a stare in Aula e ad assistere ai nostri lavori di allontanarsi. Colleghi deputati! Attenda ancora qualche secondo perché vedo che i deputati stanno uscendo dall'Aula. Se potete affrettarvi, grazie.

Colleghi, o si sta in silenzio o si esce dall'Aula, mi pare un principio proprio chiaro e limpido. Prego, deputato, ha ancora cinquanta secondi, prosegua.

ANASTASIO CARRA' (LEGA). Signor Presidente, la ringrazio. Allora, riprendendo il discorso, all'inizio fu solo grazie all'intervento preciso e coraggioso di alcuni uomini di Stato, come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino, che fu possibile iniziare una battaglia contro Cosa Nostra, e fu necessario il sacrificio di uomini e donne delle istituzioni, e non, per ridare dignità e libertà ad un popolo, quello siciliano, costretto da tempo a subire ogni forma di prevaricazione e dominio per conto di Cosa Nostra. Tutto si innesta nell'orizzonte di un mutamento sociale e politico che rimodula e modifica gli imperativi con una lotta da parte dello Stato contro i diversi fenomeni di criminalità organizzata presenti nei diversi territori.

Oggi la sincerità del dolore si misura sui fatti, sulla capacità delle istituzioni e della politica di far luce e contrastare i gravi fatti di sangue, le stragi e, più in generale, ogni pericoloso attacco alla nostra Costituzione e alla nostra democrazia. Chiedo scusa, signor Presidente, se cortesemente i signori colleghi possono fare silenzio, grazie. Con l'arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro lo Stato ha vinto (Applausi).

PRESIDENTE. Concluda.

ANASTASIO CARRA' (LEGA). Un impegno severo e fermo, che si è concretizzato solo con la laboriosa attività di indagine dei militari del ROS, ponendo così fine a più di trent'anni di latitanza da parte di uno degli uomini più pericolosi e più ricercati al mondo. Con particolare orgoglio e commozione quest'oggi voglio condividere con voi, onorevoli colleghi, la straordinaria notizia appresa che a dirigere l'operazione è stato il generale di divisione Pasquale Angelosanto, colui che nel lontano 1987 è stato il mio comandante diretto e ha contribuito a quella che sarebbe stata la mia…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo da un po'.

ANASTASIO CARRA' (LEGA). Allora, signor Presidente e onorevoli colleghi, desidero concludere con una richiesta: chiedo che per le donne e per gli uomini dell'Arma, per gli inquirenti e per tutti coloro i quali hanno prestato un valido contributo per condurre a termine l'arresto di Matteo Messina Denaro, sia dedicato un caloroso applauso (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Penza. Ne ha facoltà, per due minuti.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi tutti, ieri per il nostro Paese è stata una giornata storica ed importante con l'arresto del capomafia Matteo Messina Denaro, latitante da trent'anni. La lotta alla mafia e a tutte le organizzazioni criminali è e deve essere un'azione continua e perseverante, ed auspicata da ogni Governo e da ogni istituzione, a prescindere dal colore politico, altrimenti sarebbe un fatto di una gravità assoluta, che minerebbe addirittura le fondamenta dello Stato di diritto. A gettare, però, un'ombra nel successo di ieri nella lotta alla mafia e alle mafie in genere è un fatto che si ripropone nei vari canali di informazione in merito a un'intervista rilasciata al giornalista Massimo Giletti nella sua trasmissione, circa due mesi fa, da parte del pentito Salvatore Baiardo, persona che fu fiduciario dei boss mafiosi.

A novembre 2022 Baiardo afferma una serie di notizie che per il tempo non sarebbero potute essere prevedibili, per la precisione con cui sono state date. Egli afferma con certezza che Matteo Messina Denaro fosse malato da tempo e che avrebbe in quel periodo intavolato una trattativa per consegnarsi con un arresto clamoroso, ottenendo in cambio dal Governo oggi in carica l'abrogazione dell'ergastolo ostativo o il rilascio di qualcuno senza che ciò facesse clamore. Infine, conclude dicendo che questa operazione sarebbe stata un regalino che lo Stato avrebbe potuto esporre come un fiore all'occhiello.

La prima parte si è palesemente avverata, e allora è logico domandarsi se c'è un fondo di verità anche nella seconda. In quelle parole si evidenzia un do ut des con le istituzioni, sostenendo, di fatto, che la trattativa Stato-mafia è tuttora in essere, tra contorni inquietanti e bui.

Allora, Presidente, chiedo che la Commissione antimafia sia immediatamente costituita e si riunisca nel più breve tempo possibile. Inoltre bisogna che vengano auditi tutti i soggetti partecipanti a quell'intervista, che venga consegnato eventualmente il materiale tagliato nel montaggio e che lo stesso Massimo Giletti venga ascoltato dalla Commissione per capire se ha avuto indiscrezioni che non ha mandato in onda. Chiediamo, in altre parole, che venga fatta luce su quanto stiamo apprendendo in queste ore, perché mai si possa sospettare che un Governo o determinati Governi di particolari colori politici, una volta insediati, facciano patti con i cancri che attanagliano le nostre terre, cancri che soffocano le nostre città, che vanno estirpati. Non si può pensare, né immaginare, né fare, né, tantomeno, raggiungere alcun compromesso con tali organizzazioni criminali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Ha rappresentato l'emblema della bellezza mediterranea nel mondo, Gina Lollobrigida, icona del neorealismo, è stata un'autodidatta per eccellenza: sette David di Donatello, due Nastri d'argento, tre Golden Globe, un British Academy Film Awards. Nella sua lunghissima carriera ha prestato la sua arte a registi come Lattuada, Lizzani, De Sica, Germi, Zampa, Blasetti, Monicelli, Huston, René Clair; ha duettato con attori del calibro di Rock Hudson, Tony Curtis, Yul Brynner, Anthony Quinn, Sean Connery, Burt Lancaster, Humphrey Bogart. Con lei, se ne va un pezzo glorioso della storia del cinema italiano e mondiale, ma la sua stella continuerà a brillare sulla Hollywood Walk of Fame e negli occhi di chi ha avuto la fortuna di ammirarla. Buon viaggio, Bersagliera (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Mi unisco anch'io alle parole del collega. Gina Lollobrigida è stata una grande artista che, con il suo talento e la sua versatilità, ha saputo attraversare intere stagioni del cinema italiano ed internazionale: il volto di intensi film drammatici, di commedie leggere e spensierate, di molte favole, un volto che ha rappresentato l'Italia e il nostro Paese nel mondo. Credo che per tante donne e per tante ragazze sia stata anche un simbolo di emancipazione, di rottura degli stereotipi, di rappresentazione di una forza che non poteva essere schiacciata dentro i confini stretti della tradizione, in quell'Italia degli anni Cinquanta, che usciva dalla guerra. La Bersagliera, per citare l'appellativo della serie “Pane, amore e”, la Fata Turchina del Pinocchio di Comencini; a lei furono dedicate canzoni, addirittura un prototipo delle locomotive tedesche negli anni Cinquanta, a conferma della capacità di entrare nell'immaginario internazionale, per il talento e per la straordinaria bellezza.

Il ruolo delle donne nella società è cambiato sicuramente grazie a tante lotte collettive, grazie alla politica, ma grazie anche alla forza dell'immaginario e allo straordinario potere che il cinema, l'arte, la letteratura sono in grado di imporre all'interno della nostra società, anche con il coraggio con cui lei raccontò le violenze e gli abusi subiti e la denuncia della diffusa presenza di un atteggiamento maschilista e misogino verso le donne, che ha contribuito a rilanciare un grande tema che coinvolge tutti. “Sono sempre gli uomini che vanno avanti e la donna sempre un passo indietro, e questo non è giusto”: questa è una frase di Gina Lollobrigida, che vogliamo sia di sprone per tutti noi, oggi, nel momento in cui la salutiamo solennemente. A suo nome, la Camera - è una proposta - costituisca proprio un progetto di borse di studio a sostegno di giovani attrici prive di mezzi economici. Sarebbe, forse, il modo migliore e più concreto per onorare la sua memoria e per salutare la sua partenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. “Tu non altro che il canto avrai del figlio, o materna mia terra”: non troppo tempo fa, in un'intervista, Omar Neffati aveva usato proprio A Zacinto, di Ugo Foscolo, per raccontare il suo rapporto con l'Italia.

Per lui l'Italia - diceva - era come Zacinto per il Poeta: non posso toccarla, posso solo sfiorarla. Ricordare una persona che ci ha lasciato, parlando delle battaglie a cui ha dedicato la sua vita, oggi per me è, allo stesso tempo, un onore e un dolore. Mando un abbraccio alla famiglia, agli amici e, in particolare, a quelli presenti oggi, qui, in tribuna. Omar Neffati per me era un compagno nella Rete degli studenti medi ma era, soprattutto, una persona che ogni giorno si alzava dal letto e si impegnava per cambiare qualcosa di sbagliato. Era tante cose ma non era un nostro concittadino. È stato portavoce del movimento Italiani senza cittadinanza ma anche linfa e risorsa della vita politica della sua città, Sutri, e della sua regione. Chi lo conosceva bene oggi dice: una persona che non sopportava le ingiustizie e che ha passato la sua vita combattendole.

Da quando l'ho conosciuto io, ai tempi delle scuole superiori e dell'impegno nella casa comune del sindacato studentesco, ricordo una persona gentile, animata dai valori che aveva a cuore. Omar faceva politica attraverso la sua stessa esistenza, con l'autenticità e lo slancio di chi prova sulla propria pelle, ogni giorno, le discriminazioni che vuole combattere. Voglio pensare che continui anche oggi, in quest'Aula e nei prossimi mesi, nelle piazze e nel dibattito nel Paese e che, attraverso il nostro, il suo impegno non cadrà nel vuoto.

“Non posso partecipare ai concorsi, non posso votare, non possono andare in Erasmus, anche se io a scuola e all'università ci sono andato come voi”. Sono le parole di Omar, 27 anni, un po' italiano, un po' tunisino, arrivato qui a 6 mesi, cresciuto in Italia, morto senza cittadinanza, ma potrebbero essere quelle di tante e tanti altri. Non è una cosa da poco, signor Presidente. Si è veramente liberi quando si può partecipare attivamente alla vita politica del proprio Paese. È per questo che è nostra responsabilità collettiva - e spero, colleghe e colleghi, che voi oggi la sentiate tanto quanto la sento io - mettere un punto all'ingiustizia che tanti ragazzi in Italia vivono, ragazzi che in Italia sono nati, cresciuti, vivono, lavorano, studiano, pagano le tasse e partecipano alla vita democratica, per poi accompagnare i propri amici al seggio e aspettare fuori. Non possono partecipare a una gita scolastica…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, deve concludere.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). …e si vedono rifiutare un posto di lavoro o un contratto d'affitto e finiscono, incessantemente, a lottare per rinnovare ogni volta il permesso di soggiorno, rifiutati sistematicamente dall'unico posto che conoscono come casa, stranieri a casa loro, nel proprio Paese. L'Italia ha bisogno di una nuova legge sulla cittadinanza, facciamola per i ragazzi come Omar (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ricordo che è convocato, alle ore 16, il Parlamento in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di dieci componenti del Consiglio superiore della magistratura. La chiama avrà inizio dai senatori.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 18 gennaio 2023 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022. (C. 674-A​)

Relatore: ZINZI.

2. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Carlo Fidanza (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 11-A)

Relatrice: BISA.

(ore 15)

3. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 14,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 i deputati Gruppioni, Patriarca e Rubano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale PDL 103 - DICHIARAZIONE DI URGENZA 271 128 143 65 128 0 53 Appr.
2 Nominale PDL 103 - TERMINE DI 15 GIORNI 272 130 142 66 130 0 52 Appr.
3 Nominale DDL 698-A - ODG N. 4 RIF. 272 271 1 136 270 1 49 Appr.
4 Nominale ODG 9/698-A/5 RIF. 287 284 3 143 283 1 49 Appr.
5 Nominale DDL 698-A - VOTO FINALE 288 288 0 145 288 0 48 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.