Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 36 di lunedì 16 gennaio 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

GILDA SPORTIELLO , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 13 gennaio 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 55, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Giorgio Mule'. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché è di pochi minuti fa la notizia che è stato tratto in arresto, a Palermo, Matteo Messina Denaro, riconosciuto come il capo di Cosa nostra e riconosciuto come l'uomo che si è macchiato di orrendi delitti in questo Paese, l'uomo che è stato condannato in via definitiva all'ergastolo per alcuni tra i peggiori crimini della storia recente repubblicana, a cominciare dalle stragi del 1992, del giudice Falcone e della scorta, del giudice Borsellino e della scorta, dalle bombe del 1993, più altri efferati delitti di cui si è reso colpevole. Oggi, Presidente, è una giornata storica per la nostra Repubblica. Il plauso va, innanzitutto, ai Carabinieri del reparto operativo speciale, ai gruppi del GIS, ai comandi territoriali, alla magistratura e a tutti coloro che, in questi trent'anni, non hanno mai, per un attimo, smesso la caccia a questo pericolo per la democrazia.

La cattura, Presidente, avviene esattamente trent'anni dopo rispetto a quella di Totò Riina, avvenuta sempre a opera dei Carabinieri del ROS, i Carabinieri del generale Dalla Chiesa, nel 1993. Era il 15 gennaio, oggi è il 16 gennaio: viviamo un'altra pagina memorabile per le istituzioni, una pagina di liberazione per il popolo siciliano e per il popolo italiano. Essere oggi qui, a inchinarsi davanti a coloro che hanno reso possibile questo momento, costituisce un momento importante, non solo per la parte politica che rappresento, per Forza Italia, ma per tutti coloro che, in quest'Aula hanno a cuore - e l'abbiamo tutti - la tenuta delle istituzioni democratiche.

Presidente, siamo qui, a questo punto, a chiedere, nei tempi e nei modi che riterrà opportuno, un'informativa urgente del Ministro dell'Interno per avere delucidazioni su questa cattura. La lotta alla mafia, in questo momento, vive un altro, l'ennesimo, momento di svolta, perché, essendo un fenomeno umano, come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà, quindi, anche una fine. Lo diceva il giudice Falcone e oggi le sue parole risuonano in quest'Aula, alla luce di questa straordinaria notizia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo anch'io, a nome del gruppo del Partito Democratico, su questa notizia storica: l'arresto di Matteo Messina Denaro. Ci riserveremo di valutare, in seguito alle notizie che, nelle prossime ore, saranno diffuse, il seguito parlamentare di questa notizia, ma credo che sia molto importante il valore politico di questi interventi che aprono la nostra seduta, condividendo una splendida notizia per la Repubblica. Dopo trent'anni di latitanza, oggi avviene l'arresto di Matteo Messina Denaro, grazie al lavoro di donne e uomini che non si sono mai arresi, grazie al lavoro della magistratura, grazie al lavoro delle Forze dell'ordine, grazie al lavoro di tutte le persone coinvolte nell'operazione che si è svolta oggi, ma anche di tutte le persone che, con il proprio lavoro e con il proprio sacrificio, hanno reso possibile arrivare a questo punto.

Io l'ho pensato entrando in quest'Aula, vedendo le immagini della splendida mostra A testa alta. Ecco, oggi possiamo davvero, grazie a loro, camminare a testa alta, sull'esempio di Pio La Torre, di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino e di tutte le vittime della lotta alla mafia. Festeggiamo questa notizia, a trent'anni dall'arresto di Totò Riina, ma questo ci deve far riflettere: vinciamo la battaglia, ma l'obiettivo deve essere vincere la guerra, e dobbiamo combattere tutti, uniti e unite, senza differenze politiche, perché la lotta alla mafia è la battaglia delle battaglie e la dobbiamo combattere tutti insieme.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sullo stesso argomento, il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Oltre alle congratulazioni e alla soddisfazione per questo arresto, avvenuto però dopo trent'anni. Come per molti altri latitanti, per molti boss di mafia, di camorra, di ‘ndrangheta, di Sacra corona unita, c'è stata la possibilità di avere una vita, una vita infame, ma pur sempre una vita, per le loro vittime no. Voglio ricordare che alcuni di questi protagonisti sono persone condannate per aver sciolto nell'acido i bambini, i figli dei loro nemici. È gente che non ha esitato a uccidere persone, che anche non c'entravano niente con la mafia, solo perché parenti o amici dei loro avversari criminali.

Questo arresto è risultato della tenacia della magistratura, delle Forze dell'ordine, dei Carabinieri, di tutte le Forze di Polizia, nonostante molto spesso manchi il consenso sociale nei confronti di queste battaglie, perché non c'è soltanto il problema del camorrista o del mafioso in quanto tale, ma del consenso sociale, di chi lo ha aiutato, criminale e non criminale, a nascondersi, come è successo con altri latitanti prima di lui.

Sono forti, è inutile pensare che il fenomeno non esista o che siamo in via di risoluzione. Il fenomeno criminale nel nostro Paese è un fenomeno ancora fortissimo, è un fenomeno dominante in alcuni territori, non soltanto dal punto di vista economico e criminale, ma anche dal punto di vista sociale. Voglio ricordare a tutti che ci fu una campagna di stampa e di opinione pubblica per fare uscire Cutolo di galera, dicendo “oramai è anziano”. Non vorrei che a qualcuno venisse in testa che quest'altro boss debba fare pochi giorni di galera e poi uscire, perché oramai è anziano, per passare gli ultimi giorni della sua vita agli arresti domiciliari, casomai in qualche situazione amicale.

Credo che la durezza dello Stato debba essere anche l'implacabilità rispetto a questi soggetti, che non meritano alcun tipo di considerazione e rispetto, ovviamente fatte salve le questioni umane. Nessun detenuto deve essere maltrattato, ma è altrettanto chiaro che, se ammalati, se in condizioni complicate o se anziani, per quello che hanno fatto devono rimanere, curati e aiutati dallo Stato, fino all'ultimo giorno nelle patrie galere. È questo il modo per onorare le vittime e per onorare il lavoro dei magistrati, dei Carabinieri e di tutte le Forze dell'ordine. Su questo sono d'accordo con i colleghi intervenuti prima di me, c'è bisogno di unità totale perché oggi anche sui temi della mafia e della camorra vediamo troppe sfumature, e, invece, non deve esserci alcuna forma di divisione nei confronti di questi delinquenti.

Questo boss di mafia è potuto invecchiare, le sue vittime no; questo delinquente ha potuto fare una sua vita, le sue vittime no. E se non viene stroncata, con determinazione, l'idea che ci possa essere un nuovo e un altro boss che possa fare quello che ha fatto lui, le cose difficilmente cambieranno. E non bastano - e concludo - soltanto le leggi. Le leggi sono fondamentali, ovviamente, e su questo, nei confronti della mafia e di tutte le mafie, non ci deve essere alcun arretramento, ma devono essere severe e implacabili. Complimenti alla magistratura, complimenti ai Carabinieri e alle Forze dell'ordine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Il MoVimento 5 Stelle esprime il massimo ringraziamento per questo grandioso risultato, che si raggiunge dopo trent'anni. Matteo Messina Denaro era latitante dal 1993. Questa cattura oggi è il frutto dell'impegno, costante e instancabile, di uomini e donne dello Stato, e quindi c'è un messaggio chiaro: la mafia perde davanti all'unione dello Stato, all'unione dei mezzi, all'unione di uomini, ed è importante che questo messaggio echeggi in questo palazzo, ma sia di speranza per questa lotta, che non deve trovare tentennamenti. La camorra, come la mafia, è una piaga del nostro Paese, e noi, come forze politiche, dobbiamo essere coese nella lotta, senza tentennamenti e senza ombre. Ed è importante questo risultato, perché ci dimostra che l'impegno costante, la tensione morale costante è fondamentale per non arretrare neanche di un centimetro, e quindi il ringraziamento sentito va alle istituzioni, a chi è impegnato, a chi è ancora impegnato nella cattura di tanti latitanti, di tanti personaggi che ancora oggi non riescono ad essere trovati. Per questo il MoVimento 5 Stelle ringrazia sentitamente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Sbardella. Ne ha facoltà.

LUCA SBARDELLA (FDI). Grazie, Presidente. Soltanto per associarmi ai ringraziamenti alle Forze dell'ordine di Palermo e alla magistratura di Palermo per questo importante risultato, ottenuto dopo trent'anni di ricerche. Finalmente è stato arrestato il boss Matteo Messina Denaro. Oggi è un grande giorno, lo Stato c'è, lo Stato vince sulla malavita organizzata, e mi associo al Presidente Mattarella nel ringraziamento dei Ministri Piantedosi e Crosetto, che hanno coordinato questa ricerca e questo arresto. Oggi lo Stato vince, per l'ennesima volta, su persone che ne hanno messo fortemente in dubbio la tenuta, mentre vinciamo questa battaglia e ringraziamo fortemente ancora le Forze dell'ordine siciliane per questo importante risultato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bof. Ne ha facoltà.

GIANANGELO BOF (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, mi unisco al messaggio, che hanno portato anche i colleghi, di felicitazione per quanto abbiamo appreso oggi dagli organi di stampa, quindi la cattura di un mafioso. Questo ha un significato molto importante per il nostro Paese, ha un significato di vittoria per le nostre istituzioni democratiche, ha un significato di riscatto per le tante persone oneste che, tutti i giorni, combattono e devono combattere ancora di più per riuscire a emergere ove la mafia allarga le sue braccia. Un ringraziamento particolare va a tutte quelle Forze dell'ordine, va a tutti quei magistrati, perché, per la cattura di una persona dopo trent'anni di latitanza, dobbiamo tenere conto, in trent'anni, quante persone si sono sacrificate, quante persone hanno sacrificato anche la loro vita proprio per arrivare, alla fine, a un risultato importante quale la cattura di un latitante che si è macchiato di crimini efferati.

Ma forse il crimine più grande di cui la mafia si macchia nel nostro Paese è proprio quello dell'immagine che dà del nostro Paese nel mondo.

Quindi, nel momento in cui lo Stato assegna un colpo forte, un colpo significativo, un colpo importante ai danni di questa organizzazione, quel giorno è un giorno in cui vince l'Italia, in cui l'Italia riesce a far capire al resto del mondo che l'Italia può e deve uscire da questa piaga che sono la mafia e le infiltrazioni mafiose.

Voglio aggiungere una cosa: non basta questo, perché va bene il grande sforzo che fanno i nostri poliziotti, i nostri Carabinieri, le nostre Forze dell'ordine, il nostro Esercito, i nostri magistrati - colgo l'occasione per ringraziare anche il Ministro Piantedosi, Ministro dell'Interno -, ma tutto ciò appunto non basta se non riusciamo a far vincere la cultura, la cultura dell'antimafia, la cultura della legalità, la cultura per cui chi vive in latitanza non deve farlo perché vi sono connivenze che gli consentono di vivere appunto in latitanza, ma dobbiamo far sviluppare quella cultura che sta crescendo nei nostri giovani, che sta crescendo nelle nostre giovani popolazioni, quella di una legalità, di un Paese che sia più legale per tutti, più equo per tutti, e di un Paese che in questo modo garantisca anche a tutti le giuste opportunità.

Quindi, un giorno importante, un giorno da ricordare, questo, e speriamo che, dopo di questo, ne arrivino tanti altri, per non parlare più, un giorno, di una piaga come quella che attanaglia il nostro Paese e danneggia l'immagine del nostro Paese, che è la mafia.

PRESIDENTE. Abbiamo esaurito questa fase di interventi sull'ordine dei lavori.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022 (A.C. 674-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 674-A: Conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 674-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Gianpiero Zinzi.

GIANPIERO ZINZI , Relatore. Signor Presidente, grazie. Onorevoli colleghi, il decreto 3 dicembre 2022, n. 186, reca interventi urgenti in favore della popolazione dei comuni dell'isola di Ischia duramente colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità che si sono verificati a partire dal giorno 26 novembre 2022 e in conseguenza dei quali è stato dichiarato lo stato di emergenza, con la delibera del Consiglio dei ministri del 27 novembre 2022, in cui sono state stanziate le risorse per l'attuazione dei primi interventi. Si tratta di eventi che hanno danneggiato, in larghissima misura, le strutture e le infrastrutture del comune di Casamicciola Terme, compromettendo, però, di fatto, la funzionalità dell'intero comprensorio isolano, essendo questo un unico ecosistema sociale ed economico, che ha ora bisogno del sostegno e della vicinanza non solo delle istituzioni, ma dell'intero Paese, per poter tornare alla normalità.

E non possiamo dimenticare che, in quella funesta giornata di temporali, hanno trovato la morte 12 persone, tra cui tre minorenni e un neonato di appena 22 giorni. Alle loro famiglie rivolgiamo oggi un doveroso ricordo e un pensiero di sentita vicinanza, così come ritengo sia necessario ricordare e ringraziare quanti - Forze dell'ordine, Vigili del fuoco, Protezione civile, semplici volontari - hanno messo a rischio la loro stessa incolumità per salvare dal fango gli sfollati che vi erano intrappolati e per portare aiuto e conforto a chi, in quelle drammatiche ore, soffriva la disperata condizione di veder crollare tutto il proprio mondo. Di costoro noi tutti siamo debitori ed esprimiamo loro riconoscenza, per il valore delle azioni e per il coraggio dimostrato, importanti testimonianze di un'Italia forte, solidale e profondamente umana, di cui dobbiamo essere sempre orgogliosi.

E, se il decreto adottato dal Governo è intervenuto così tempestivamente a fronte della grave situazione, introducendo i primi interventi urgenti volti alla sospensione di termini tributari, contributivi, amministrativi e processuali e predisponendo gli atti consequenziali per l'erogazione dei primi contributi, è anche e, soprattutto, perché noi tutti abbiamo il dovere di evitare che il tempo cristallizzi, in una fotografia immutabile, e consegni alla storia simili sciagure, amplificandone i dannosi effetti, come troppe volte è accaduto in passato, trasformando così una fatalità in un destino. Ecco, questo dobbiamo evitarlo, e lo stiamo evitando.

L'esame in sede referente ha consentito, d'altronde, di svolgere un approfondimento sulla grave situazione determinatasi nel territorio di Ischia, anche grazie agli importanti elementi di valutazione che abbiamo acquisito nel corso delle audizioni in VIII Commissione, soprattutto da parte degli amministratori locali, che hanno dimostrato grande senso di responsabilità e una straordinaria resilienza. È anche per merito del loro contributo se la macchina dei primi soccorsi è stata in grado di poter intervenire con immediatezza, evitando ulteriori tragiche conseguenze. Ai sindaci, agli amministratori locali, alle donne e agli uomini della polizia amministrativa, della pubblica amministrazione isolana, diciamo: grazie, per la vostra abnegazione per il vostro sacrificio, purtroppo non limitato ai soli tragici fatti di novembre.

È noto che la situazione a Ischia abbia carattere assolutamente eccezionale, se pensiamo che gli eventi sismici del 2017 hanno interessato i territori colpiti dai recenti fenomeni alluvionali, il che impone un quadro di interventi complessivo e fortemente interconnesso. Un'eccezionalità, dicevo, che è stata colta, prima, dal Governo e, poi, dal Parlamento nell'intervenire, con tempismo e risolutezza inediti, per mettere a disposizione del territorio importanti risorse iniziali, seppure in un contesto lontano dalla legge di bilancio, risorse che siamo sicuri rappresentano, comunque, soltanto la fase di avvio di un più ampio articolato programma di rilancio dell'isola d'Ischia, finalizzato al suo ritorno alla quotidiana operatività e al suo definitivo piano di messa in sicurezza, obiettivi a cui noi tutti - Governo e Parlamento - guardiamo con speranza fiducia e consapevolezza.

Voglio, inoltre, sottolineare un aspetto. Sono state inserite modifiche significative, nel corso dell'esame in VIII Commissione, che hanno riguardato questioni importanti, quali la definizione del piano di interventi urgenti per la sicurezza e la ricostruzione e l'aggiornamento degli strumenti di pianificazione per il contrasto al dissesto idrogeologico. Tali modifiche sono il frutto positivo di un metodo di lavoro - e per questo ringrazio la Commissione e, in particolar modo, il presidente -, che ha caratterizzato l'attività istruttoria svolta in Commissione, improntato ad un clima di sostanziale condivisione da parte dei gruppi, sia di maggioranza che di minoranza, della necessità ed urgenza di approvare un provvedimento particolarmente atteso dal territorio, arricchendolo di proposte e di progettualità, che hanno fatto lievitare l'entità delle risorse messe a disposizione fino a 57 milioni, a questo momento; un traguardo importante che, di fatto, ci auspichiamo possa rappresentare, come dicevo, soltanto il primo passo della rinascita di Ischia e che impegna il Parlamento, in queste ore, a fare di più.

Ma ora veniamo ai numeri. Per quanto riguarda il contenuto del provvedimento, ricordo che l'articolo 1 dispone a favore dei soggetti aventi la residenza o la sede legale operativa nel territorio dei comuni di Casamicciola Terme e Lacco Ameno dell'isola d'Ischia la sospensione di una serie di termini, di versamenti e adempimenti tributari e contributivi in scadenza dalla data del 26 novembre 2022 al 30 giugno 2023. L'articolo istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'Interno, un fondo con una dotazione di 1.340.000 euro per l'anno 2022 e 1.380.000 euro per l'anno 2023, ripartendo tali risorse in favore dei due comuni interessati. L'articolo 2 detta disposizioni urgenti in materia di rinvio delle udienze dei procedimenti civili e penali e di sospensione dei termini sostanziali e processuali.

L'articolo 3 prevede la sospensione delle udienze e dei termini processuali con riguardo ai giudizi amministrativi, contabili, militari e tributari.

L'articolo 4 prevede la proroga al 31 dicembre 2023 del termine per la cessazione del temporaneo ripristino della sezione distaccata insulare di Ischia, che era stato fissato inizialmente al 31 dicembre 2022.

L'articolo 5 consente, invece, di dare attuazione all'utilizzo del Fondo regionale di Protezione civile, che è stato rifinanziato per 10 milioni di euro per l'anno 2022, al fine di contribuire al potenziamento del sistema di Protezione civile delle regioni e degli enti locali.

Come anticipato, nel corso dell'esame in VIII Commissione, è stata inserita una serie di disposizioni. In particolare, l'articolo 5-bis attribuisce al commissario straordinario per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma ad Ischia nel 2017 anche i compiti relativi agli interventi riferiti agli eccezionali eventi meteorologici del 26 novembre 2022, al fine di garantire il necessario coordinamento tra gli interventi urgenti di messa in sicurezza idrogeologica del territorio e di ripristino delle infrastrutture pubbliche e degli immobili privati a seguito degli eventi calamitosi verificatisi a partire dal 26 novembre e quelli di ricostruzione degli edifici colpiti dall'evento sismico del 21 agosto 2017. La scelta di coordinamento tra i differenti interventi è di buonsenso e risponde alla difficoltà di procedere in modo separato alla ricostruzione e della sovrapposizione degli eventi sui territori. La disposizione disciplina i compiti del commissario straordinario, nominato per la ricostruzione dei territori di Ischia colpiti dal sisma del 2017, per la predisposizione di un piano di interventi urgenti riguardanti le aree e gli edifici colpiti dall'evento franoso del 26 novembre 2022. Il piano, che ha una validità quinquennale, con la possibilità di aggiornamento annuale, è approvato con un'ordinanza commissariale, tenuto conto del parere dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale e sentita la regione Campania. È prevista, quindi, la spesa di 40 milioni di euro per il periodo 2023-2026 per gli interventi in conto capitale e l'integrazione degli interventi di contrasto all'emergenza idrogeologica con quelli riguardanti la ricostruzione post-sisma. L'articolo 5-ter dispone che l'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale provveda all'aggiornamento degli strumenti di pianificazione per il contrasto del dissesto idrogeologico nell'isola di Ischia, prevedendo che l'aggiornamento avvenga in più stralci funzionali.

Il tema del dissesto idrogeologico nell'isola è stato oggetto di dibattito nel corso dell'esame in Commissione e investe una delle questioni cruciali che saranno oggetto di ulteriore attenzione nel prosieguo dell'esame, anche al fine di individuare ulteriori risorse da destinare a tali finalità.

L'articolo 5-quater disciplina le procedure finalizzate all'affidamento di servizi di progettazione e di lavori relativi agli interventi individuati nel piano di assetto idrogeologico per l'isola di Ischia. L'articolo 5-quinquies incrementa le unità di personale della struttura a supporto del commissario straordinario per gli interventi per la riparazione, la ricostruzione, l'assistenza alla popolazione e la ripresa economica nei territori dei comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno interessati dagli eventi sismici del 21 agosto 2017.

L'articolo 6, infine, reca l'incremento della dotazione del Fondo per le esigenze indifferibili in corso di gestione e disciplina la copertura finanziaria degli oneri previsti dal decreto-legge in esame.

Prima di concludere con la mia relazione, ricordo che le Commissioni di settore e il Comitato per la legislazione hanno espresso parere favorevole sul provvedimento. Concludo, ponendo nuovamente l'accento e sottolineando positivamente il fatto che i lavori in Commissione sono stati improntati a un clima di dialogo costruttivo e cooperativo tra tutti i gruppi parlamentari. Il mio, e il nostro, auspicio è che lo stesso clima e lo stesso metodo di lavoro si ripropongano anche nello svolgimento dei lavori dell'Assemblea parlamentare.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, se lo ritiene. Si riserva di farlo.

È iscritto a parlare il deputato Francesco Emilio Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, abbiamo seguito, con il rappresentante in Commissione, Angelo Bonelli - ed io, come rappresentante della Campania -, con grande attenzione questo disegno di legge, che viene incontro a un dramma che è stato vissuto dalla popolazione ischitana, in particolare dai comuni di Casamicciola e Lacco Ameno. Si tratta di una vicenda che, purtroppo, colpisce ancora l'isola di Ischia, già vittima nel 2017 di un terremoto e negli anni 2006 e 2009 di altri eventi climatici alluvionali che hanno fatto registrare una serie di vittime; uno avvenuto su Monte Vezzi, nel comune di Ischia, che ha sterminato quasi totalmente una famiglia, la famiglia Buono, di cui sono rimasti superstiti soltanto la mamma e uno dei figli, mentre il padre e gli altri, purtroppo, furono travolti dal fango; un altro, sempre a Casamicciola, nello stesso posto dove è avvenuta, come abbiamo visto in televisione, la colata di fango, ovviamente di dimensioni diverse; anche in quel caso ci fu una vittima, una minorenne, a cui è stato intitolato anche il piazzale dove attualmente si stanno facendo gli interventi per la rimozione del fango.

L'ultimo episodio avvenuto ha avuto, purtroppo, effetti drammatici, per il numero delle vittime e per i disastri prodottisi nell'isola. Un rapido ed efficace intervento in merito era un nostro auspicio.

Partiamo da un presupposto; noi non abbiamo alcuna intenzione di porre in termini polemici le azioni del Governo, però, se c'è una debolezza in questo intervento lo dobbiamo dire, e questa riguarda l'aspetto finanziario. Per ora, ovviamente, è parva materia; ci auguriamo, ci aspettiamo, siamo certi, che queste cifre, le cifre attualmente previste, spalmate, tra l'altro, in vari anni, di cui abbiamo discusso pure in Commissione ambiente, siano un inizio, un voler cominciare rapidamente a fare alcuni interventi. Le richieste fatte dall'isola per il solo primo anno, per interventi di messa in sicurezza e di riqualificazione territoriale, parlano di 400 milioni di euro, stiamo parlando di cifre lontane, assolutamente lontane da quelle attualmente previste. Comprendiamo l'aspetto governativo, quello che è stato anche illustrato dal relatore Zinzi, ossia che l'intervento rapido è un primo passo, però, penso che tutti quanti siamo convinti che, dal punto di vista economico, questo intervento, se rimane così, potrà avere una scarsa efficacia. Ischia è la punta dell'iceberg di quello che noi sosteniamo da molto tempo, purtroppo inascoltati, non soltanto in Parlamento, dove siamo tornati, dopo 14 anni, ma, in generale, nella società e anche nel pianeta. Si tratta di un'isola che per la sua conformazione, ma anche per la rapidità con cui sta avvenendo tutta una serie di eventi climatici, ha vissuto dal 2006 al 2023 tutta una serie di tragedie dovuta a bombe d'acqua ed eventi temporaleschi tropicali che non erano nel sistema climatico del nostro Paese. Ovviamente, questo si somma a tutta una serie di inefficienze, negligenze o abusi che sono avvenuti sul territorio, ma non possiamo nascondere la rapidità con la quale avvengono questi eventi catastrofici, purtroppo, ovviamente, escluso il terremoto, sul quale mi permetterò di fare una piccola riflessione a latere, perché io sono assolutamente d'accordo sul fatto che l'intervento arrivi e coordini entrambe le azioni, sia sull'aspetto dell'ultimo evento franoso, sia sul terremoto del 2017, ma c'è il tema che, purtroppo, per tutta una serie di motivazioni, la mancata manutenzione - ordinaria, in alcuni casi, e straordinaria, in altri casi - hanno aggravato una situazione già delicata. Questo ci deve far riflettere, come stavo dicendo, su un aspetto molto importante. Per il futuro del nostro Paese, dal nostro punto di vista e lo sa il Ministro Musumeci, con il quale ho avuto modo di parlare in Aula e che venne a riferire subito dopo gli eventi disastrosi di Ischia, noi da tempo chiediamo e siamo disponibili a sostenere qualsiasi intervento per la più grande opera pubblica che si debba fare nel nostro Paese, almeno dal nostro punto di vista, ossia la battaglia al dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del nostro territorio, anche perché è noto, dagli studi che hanno fatto diversi geologi che, purtroppo, la situazione di franosità e di difficoltà di buona parte del nostro territorio è ancora più a rischio a fronte di eventi che aumenteranno col passare del tempo, lo ripeto, aumenteranno. Purtroppo, a oggi, a livello mondiale, la vicenda climatica non viene affrontata nei modi in cui si dovrebbe affrontare e, purtroppo, dobbiamo prepararci a situazioni sempre peggiori. Siamo noi uomini a distruggere il nostro territorio e a metterci in queste condizioni e quando qualcuno sostiene: ma l'Italia poco può fare per abbattere le emissioni di CO2 e per intervenire su queste cose, noi diciamo che comunque è sempre la somma che fa il totale, cioè disimpegnarsi nella battaglia contro i cambiamenti climatici significa, di fatto, spendere molto di più, perché noi spenderemo molto di più, per ricostruire parte per parte - e avrà un costo sociale oltre che di vite umane molto maggiore - piuttosto che l'intervento che vi dovrebbe essere a monte da parte delle grandi comunità, dei grandi Paesi, dell'abbattimento totale di emissioni e del cercare di ridurre, perché oramai il sistema è irreversibile, i cambiamenti climatici.

A questo bisogna aggiungere anche, in alcuni casi, negligenze e inefficienze. A questo riguardo, noi siamo favorevoli - non lo proporremo in questo disegno di legge, perché non è questo il provvedimento in cui farlo - alla necessità di prevedere per le comunità italiane, anche come somma di comuni o come province, se saranno re-istituite con il voto popolare, ogni tot numero di abitanti, delle figure, quelle dei geologi, con il compito di predisporre mappature aggiornate e costanti del territorio.

Recentemente, si è discusso anche sul fatto che la zona colpita, dove c'è stata maggiore colata di fango e pure il maggior numero di vittime, Casamicciola, fosse considerata zona bianca o di qualsiasi altro colore; certo è che la mappatura sicuramente non era recente. Sappiamo benissimo che, in una situazione come quella del nostro Paese, non si può basare la sicurezza di un territorio su mappe di 10, 20, 30, 40 o 50 anni fa.

Da questo punto di vista, in questo dibattito rappresentiamo la necessità di esaminare il problema nell'insieme. Quindi, siamo assolutamente favorevoli a dare il nostro contributo, affinché questo disegno di legge vada avanti e sia approvato in tempi rapidi. Siamo molto perplessi sulle cifre. Ovviamente, alla presenza del Governo, insistiamo nel dire che ci sembra davvero poco quello che è stato stanziato e, tra l'altro, i colleghi Zinzi, Graziano e Patriarca, che erano in Commissione con il presidente, qui presente, sanno bene che c'è stato un momento in cui si è discusso sempre sul famoso articolo 5, in particolare sul comma sexies, che prevedeva 42 milioni di euro per eventi catastrofici avvenuti nel 2021.

Ci è stato detto che quei soldi non possono essere utilizzati o accantonati per l'isola di Ischia, considerando quel comma, insistiamo con il Governo sulla necessità di verificare la possibilità di destinare, in toto o in quota parte, quella cifra (42 milioni di euro) – cifra che non era destinata all'isola di Ischia, nonostante parlassimo del disegno di legge riguardante esclusivamente l'evento catastrofico che ha colpito Casamicciola - a interventi sull'isola. Aggiungiamo due aspetti. Visto che, purtroppo, parliamo sempre di un'area, più o meno ristretta, nel comune di Casamicciola - area confinante con Lacco Ameno, Forio e Ischia Porto, ma riferita, in particolare, a Casamicciola -, anche rispetto a questo intervento, dobbiamo avere il coraggio di chiudere la vicenda delle ricostruzioni in aree altamente pericolose.

Su questo aspetto, abbiamo raggiunto una coscienza collettiva, da quello che mi è sembrato di capire, in virtù della quale aree fortemente pericolose - come quella della piazza dove c'è stato l'evento catastrofico del recente terremoto, che poi è la stessa che descrisse Benedetto Croce, quando avvenne il terremoto tanti anni prima - non possono essere oggetto di ricostruzioni, perché troppo pericolose, come le zone dove, oggettivamente, si rileva una situazione di franosità estremamente elevata.

Si tratta di una questione non soltanto ideologica - per qualcuno lo può essere, per altri no -, ma anche di sicurezza: non possiamo permetterci di autorizzare la costruzione di abitazioni o strutture ricettive o far finta di non vedere che alcune costruzioni sono realizzate in zone pericolose; non solo è vietato, ma è un pericolo per sé e per gli altri. Non possiamo più permettere che queste cose avvengano, ovviamente non solo a Ischia. Ma Ischia - come dicevo prima -, dal punto di vista sia degli eventi climatici, sia degli interventi di ricostruzione, a nostro avviso, deve diventare la punta di un iceberg e un modello positivo.

Altra cosa: non dimentichiamo che l'isola d'Ischia è la parte maggioritaria del PIL turistico della regione Campania, è un'isola che, ogni anno, accoglie milioni di turisti e rappresenta la trazione turistica economicamente più significativa dell'intera regione Campania; ce ne sono altre, ma il PIL che produce Ischia è superiore a tutte le altre realtà ricettive del territorio campano, di cui, ovviamente, faccio parte.

Ho apprezzato che il Ministro Santanchè sia andata immediatamente sull'isola a parlare di rilancio e di azione, perché siamo alle porte dell'estate e dovrebbero già essere state fatte molte prenotazioni, ma chi ha interazione con gli albergatori e gli operatori dell'isola sa bene che questo non è avvenuto e non sta avvenendo.

Va fatta una forte campagna di promozione, ma è altrettanto chiaro che dobbiamo garantire condizioni minime; per questo, insisto nel dire che le cifre devono garantire il minimo indispensabile immediato per permettere all'isola di essere pienamente operativa nell'attività turistica; occorre fare ciò, da una parte, per tutelare i residenti, che molto spesso si sono trovati, negli ultimi giorni, a vivere situazioni surreali con strade che ancora continuano a crollare, con continui e costanti disagi, e, dall'altra, per consentire all'isola di rimanere un fortissimo attrattore turistico e, quindi, un elemento importante per l'attività e per la vita economica della regione Campania e del Paese tutto, perché poi le tasse vengono pagate per tutto il Paese.

Da questo punto di vista, ha fatto bene il Ministro Santanchè ad andare sull'isola, però la migliore promozione che si può fare da parte del Governo è aiutare l'isola a essere a pieno regime e a piena funzionalità nel più breve tempo possibile. Deve esserci un impegno collettivo, un super intervento, per permettere all'intera filiera economica, sociale e turistica dell'isola di svolgere, nel miglior modo possibile, la stagione turistica.

In questo momento, chi, come me, è andato sull'isola sa che c'è anche la discussione sui fanghi. Sono molto laico sulla questione dei fanghi, nel senso che c'è una cifra - ne abbiamo parlato con il presidente della Commissione -, se ricordo bene, pari a oltre 20 milioni di euro. Bisogna fare una rapida caratterizzazione, per capire se valga la pena o se sia necessario spostare questi fanghi, perché mettono a repentaglio l'ecosistema del territorio ischitano, dove si sono depositati, se siano inquinanti o presentino altri problemi di questo tipo. Se non hanno queste caratteristiche, non so se valga la pena spostarli e spendere decine di milioni di euro. È una riflessione che non voglio chiudere qui, nel senso che è un elemento di discussione e qui bisogna rivolgersi soprattutto alla scienza, ma anche ovviamente a chi vive in quel territorio.

Voglio ricordare che il precedente evento catastrofico, avvenuto a Ischia nel 2009, ha interessato lo stesso sito dove, attualmente, sono depositati i fanghi. Quei fanghi arrivarono fino al mare, ma si decise di non spostarli. E' chiaro che stiamo parlando di numeri molto diversi, ma bisogna capire anche la necessità e la priorità degli interventi e soprattutto la necessità di spendere 20 milioni di euro per spostare fanghi, se non sono dannosi per l'ecosistema marino; occorre capire - parlando anche con l'area marina protetta Regno di Nettuno, che insiste sulle isole di Ischia e Procida e ovviamente con la regione, i comuni, la provincia e i Ministeri competenti - se la cosa più utile e necessaria per il territorio sia quella di spostarli o meno.

Ancora, per evitare nuove tragedie di questo tipo, è necessario fare interventi anche di forte messa in sicurezza; probabilmente, non basteranno neanche 400 milioni di euro, però è chiaro che dobbiamo avere una comunicazione efficace, per quanto riguarda sia gli abitanti, sia le persone che vogliono e vorranno continuare a visitare l'isola, per dare la certezza e la tranquillità che due cose siamo in grado di farle. La prima è quella di mettere in sicurezza tutta quell'area: occorre attuare grandi interventi e per questo credo che il finanziamento debba essere fortemente rimpinguato.

La gran parte degli interventi deve essere volta alla messa in sicurezza e il settore che maggiormente in questo momento è in sofferenza è la viabilità. Infatti, la principale strada che collega i comuni di Ischia, Casamicciola e Forio, che gira attorno all'isola, è stata interrotta più volte in questi giorni e in questi periodi di tragedia sia a causa delle frane, sia perché sono state trovate delle parti cave. Quindi, va fatto un intervento immediato, perché quell'area è fondamentale per potersi muovere con agilità e agibilità sull'isola.

Restano il dramma delle vittime e la rabbia per una vicenda che si poteva evitare, senza dare colpe particolari; onestamente non mi sono iscritto - e non lo farò nemmeno oggi - al club di chi, quando vede una tragedia, sa già il nome del colpevole. Però è chiaro che una vicenda del genere, che negli anni si ripete con forme diverse, deve interrogarci tutti. Nel tempo sono accaduti eventi simili, addirittura due, quelli del 2009 e del 2022, sono avvenuti nella stessa zona di Casamicciola, quindi immaginare che non siamo stati in grado di porre in essere interventi per farvi fronte, come sistema Paese, è un fatto sul quale dobbiamo riflettere tutti.

Quindi, bene il disegno di legge, con richiesta di aumento delle risorse che per ora - torno a ripetere - ci sembra l'aspetto più debole. Se sono previsti a breve anche nuovi interventi, preghiamo il Governo e il relatore di informarci nel modo più compiuto possibile. Bene l'unità del Parlamento su una vicenda drammatica come questa, sulla quale bisogna cercare di trovare la massima unità. Molto male l'aspetto generale che in parte riguarda il nostro Paese e in parte no: ho la sensazione che sulla vicenda dei cambiamenti climatici e su quanto sta accadendo a livello planetario, anche con riferimento all'aspetto territoriale, non ci sia ancora una seria e concreta presa di coscienza.

Come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra daremo il nostro massimo contributo. Abbiamo preparato un ordine del giorno sull'aspetto del turismo e presenteremo proposte per aumentare e rimpinguare i fondi previsti dal Governo.

Concludo Presidente, siamo anche favorevoli a sbloccare una vicenda annosa - presenteremo al riguardo un ordine del giorno - che riguarda l'isola di Ischia, ossia la famosa caserma forestale, all'epoca realizzata, poiché esisteva ancora il Corpo forestale dello Stato, a Casamicciola, per la cui realizzazione fu eliminata quota parte della pineta di Casamicciola. All'epoca gli uomini del Corpo forestale dello Stato sull'isola erano quattro e avevano già una caserma, ma fu deciso di finanziare quest'opera che fu contestata da associazioni e anche dalle amministrazioni locali e che ha portato a parte del disboscamento della pineta di Casamicciola.

Dopo undici anni questo processo si è concluso sia per la prescrizione di alcuni reati sia per l'assoluzione di alcuni imputati ma rimane uno scheletro all'interno della pineta di Casamicciola, che non è né la caserma né la realizzazione di una nuova pineta. Con riferimento a questo provvedimento invitiamo - ovviamente collateralmente - a risolvere anche questa vicenda e a dare una volta per tutte l'idea che, a un certo punto, le cose si fanno: o si realizza una scuola, un asilo, o si ripiantumano i pini, ma è assurdo che, a distanza di due anni, al termine del processo su questa vicenda, non si sia deciso di fare nulla, né in un senso né in un altro. Lo Stato che non decide e che aspetta che avvengano gli eventi è uno Stato che fallisce e che non ottiene il risultato. Utilizziamo questa vicenda drammatica anche per risolvere un annoso problema, che è quello della pineta di Casamicciola.

Oggi la vicenda è passata ai Carabinieri forestali, perché il Corpo forestale dello Stato è stato unito al corpo dei Carabinieri, però la vicenda, ad oggi, non è stata ancora risolta. Noi riteniamo che possa essere portata a compimento nel corso del dibattito su questo disegno di legge, poiché riguarda sempre Casamicciola, che paradossalmente è anche uno dei comuni più piccoli dell'isola, dove, purtroppo, si sono concentrati tanti eventi di questo tipo. Ci aspettiamo risposte positive da parte del Governo, del relatore e della maggioranza. In ogni caso, la nostra sarà un'azione assolutamente propositiva e costruttiva, nell'interesse della popolazione innanzitutto, ma anche nell'interesse collettivo di uno Stato che dia l'idea di essere capace, efficiente e concreto.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Iaia. Ne ha facoltà.

DARIO IAIA (FDI). Grazie, Presidente. Discutiamo questa mattina di un provvedimento di grande rilievo, che attiene agli interventi urgenti per quanto concerne le conseguenze derivate, purtroppo, nei confronti dell'isola d'Ischia, causate dall'alluvione del 26 novembre del 2022. Noi ci associamo, in primo luogo, al dolore, al lutto che ha colpito tante famiglie ischitane. Ricordiamo 12 vittime, cinque feriti, 230 sfollati, 30 abitazioni colpite. Si tratta di un intervento urgente, messo in campo dal Governo dopo qualche giorno, dopo cinque giorni dal 26 novembre. Chiaramente, non è un intervento risolutivo rispetto alla situazione a rischio idrogeologico dell'isola di Ischia o rispetto alla situazione della nostra penisola. Si interviene in maniera repentina sulle vicende che riguardano la vita quotidiana dei cittadini, quindi, nella materia della giustizia (amministrativa, contabile e tributaria) e si disciplina poi la figura del commissario straordinario, coordinandone le competenze con i compiti del commissario straordinario del 2017, quindi, un'unica figura che va a coordinare sia gli interventi che attengono alla ricostruzione conseguente al terremoto del 2017 sia gli interventi che attengono alle conseguenze dell'alluvione del 26 novembre 2022. Si tratta del secondo disastro naturale che ha colpito l'Italia nell'autunno del 2022; ricordiamo quello del settembre 2022, con 12 vittime anche in quel caso.

La finalità del provvedimento è quella di intervenire in una serie di materie per fronteggiare gli eventi verificatesi. Ad Ischia si interviene, in particolare, sulla giustizia e sui tributi. Si rifinanzia - e questo è un aspetto molto importante - il Fondo regionale della Protezione civile, si istituisce la figura del commissario straordinario. Sono provvedimenti importanti che condividiamo sia in materia di versamenti tributari che di versamenti contributivi. Entriamo nella vita dei cittadini, perché i cittadini anche dopo l'alluvione, anche dopo una catastrofe di questo tipo, si trovano di fronte problemi concreti, quali appunto quello dei versamenti tributari e contributivi. Si dispone con questo decreto la sospensione dei termini, dal 26 novembre al 30 giugno 2023, in materia di adempimenti e versamenti tributari e contributivi, per chi risiede o ha la sede legale nei comuni di Casamicciola Terme o di Lacco Ameno.

Si interviene con un provvedimento opportuno di sospensione con riguardo a ingiunzioni di cartelle emesse dagli enti territoriali, versamenti tributari, cartelle di pagamento emesse dagli agenti di riscossione, contributi previdenziali ed assistenziali, avvisi di accertamento esecutivi fiscali. Si interviene sospendendo anche la ritenuta alla fonte sui redditi da lavoro dipendente. I versamenti potranno riprendere poi entro il 16 settembre 2023 in unica soluzione, ovvero con un pagamento in massimo 60 rate. Si prevede chiaramente, per i comuni di Casamicciola e per il comune di Lacco Ameno, una compensazione rispetto al minor gettito, che deriva appunto dalle misure indicate in precedenza, quindi un milione 340 mila euro per entrambi i comuni, per il 2022, e un milione 380 mila euro, per il 2023.

Come diceva il relatore - che ringrazio per l'ottimo lavoro svolto in Commissione, e colgo l'occasione per ringraziare anche il presidente della Commissione, tutte le forze politiche rappresentate in Commissione e la struttura tecnica della stessa Commissione ambiente, per l'ottimo lavoro svolto - si interviene anche nell'ambito della giustizia penale, civile, tributaria, contabile e militare, anche in questo caso prevedendo un rinvio delle udienze. Tali rinvii sono già stati effettuati, a seguire alla data del 31 dicembre 2022. Si tratta di tutte quelle udienze che si svolgevano e che si sono svolte all'interno della sezione distaccata del tribunale di Ischia o dinanzi al giudice di pace di Ischia. La sospensione riguarda tutti i termini civili e penali sino al 31 dicembre del 2022. Inoltre, è stato previsto - è assolutamente corretto e noi lo condividiamo - il rinvio di tutte le udienze su istanza di parte anche dei processi che si svolgono in tribunali diversi rispetto alla sezione distaccata del tribunale di Ischia o del giudice di pace di Ischia, nel caso in cui una delle parti, ovvero uno o più difensori provengano o abbiano la residenza in Casamicciola o in Lacco Ameno. È stata prevista anche la sospensione del termine per le querele, perché in questi casi, anche quando ci sono fatti di questo tipo, si possono verificare situazioni nelle quali c'è l'esigenza di presentare una querela. Le sospensioni non si sono applicate nei confronti di quei procedimenti che, invece, hanno una particolare delicatezza, vale a dire la convalida dell'arresto e del fermo, le cause relative ai diritti dei minori, all'assegno di mantenimento, alimenti, assegno divorzile, ed altro. Sospesa anche la prescrizione penale –misura assolutamente condivisibile - così come anche la sospensione dei termini che attengono a titoli i titoli di credito, cambiali e vaglia cambiari. Stesso orientamento e stessa posizione - è inutile andare a richiamarli - riguardano la giustizia amministrativa, contabile, militare e tributaria. Anche in questo caso, il rinvio dell'udienza e la sospensione dei termini, sia formali sia sostanziali, sono previsti e noi condividiamo anche questo orientamento. Prevista anche la permanenza del ripristino della sezione distaccata del tribunale di Ischia, che, diversamente, sarebbe dovuta essere soppressa alla data del 31 dicembre 2022, quindi due settimane addietro. Tale sezione è prorogata, invece, al 31 dicembre 2023.

Un intervento importante riguarda anche il Fondo regionale di Protezione civile, così come previsto dall'articolo 45 del codice dell'ambiente, di 10 milioni di euro. Sicuramente si poteva fare di più - si può sempre fare di più -, ma ritengo che, in un momento molto prossimo alla vicenda, con la difficoltà di reperire risorse, questo sia un primo intervento importante, da parte del Governo, che chiaramente non preclude altri ulteriori interventi, su cui si sta lavorando, per fare in modo che ulteriori risorse arrivino sull'isola. Parliamo di un provvedimento che si colloca, dal punto di vista temporale, appunto a pochi giorni dalla dall'alluvione stessa.

Il disegno di legge - come diceva il relatore, e lo condivido - è stato migliorato in Commissione, in sede referente, con alcune norme che sono andate a disciplinare e a organizzare il lavoro del commissario straordinario, per evitare che si verifichi, come spesso accade, la duplicazione di figure che devono intervenire su un determinato oggetto. Pertanto, è stata individuata e ben definita, dall'articolo 5-bis, la figura del commissario straordinario per la ricostruzione e per gli interventi urgenti di messa in sicurezza del 2022. Tale figura è stata identificata con quella del commissario straordinario già nominato per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2017, per garantire il necessario coordinamento di tutti gli interventi urgenti di messa in sicurezza idrogeologica del territorio e di ripristino delle infrastrutture pubbliche e private. Il commissario ha il potere, a mezzo di uno strumento anche agevole e snello dal punto di vista amministrativo e giuridico quale è quello delle ordinanze commissariali, d'intervenire, appunto, per la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idrogeologico e di intervenire anche, per quanto riguarda il sisma del 2017 e gli eventi alluvionali del 26 novembre 2022, per il ripristino delle infrastrutture sia pubbliche sia private.

Il commissario straordinario ha un ruolo di primo piano, deve redigere un piano quinquennale che può essere aggiornato annualmente, con ordinanza commissariale. Tale piano quinquennale, destinato alla messa in sicurezza e alla ricostruzione, deve essere redatto tenuto conto del parere, importante e fondamentale, dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale, sentita la regione Campania. Sono assegnati alla struttura commissariale 4 milioni di euro per il periodo che va dal 2023 al 2026 e viene prorogato, giustamente, lo stato di emergenza per un altro anno. Il commissario straordinario deve anche rispettare i tempi entro i quali deve approvare il piano per gli interventi urgenti, vale a dire 90 giorni da quando il Parlamento approverà la conversione di questo decreto-legge. La gestione per la ricostruzione è stata prorogata al 31 dicembre 2023 dalla legge di bilancio che abbiamo approvato qualche settimana addietro. Il commissario straordinario è già autorizzato alla spesa per il 2023 e sino al 2026 per 10 milioni di euro.

In questo contesto - il decreto-legge è molto preciso anche da questo punto di vista - un ruolo importante, oltre al commissario straordinario, lo riveste l'Autorità di bacino che, così come tutte le autorità analoghe, deve intervenire per quanto concerne l'aggiornamento degli interventi di pianificazione per il contrasto al dissesto idrogeologico. L'aggiornamento - questo è un aspetto importante - può avvenire anche per stralci funzionali. Quindi, non è necessario approvare un piano generale, ma si può procedere anche per stralci funzionali, cioè per parti di piano, andando a individuare le aree, la perimetrazione e gli interventi necessari per intervenire riguardo alla messa in sicurezza dell'area. Il primo stralcio funzionale - il decreto-legge lo prevede in maniera chiara - riguarda il comune di Casamicciola e deve essere approvato - anche in questo caso è previsto un termine - entro 60 giorni dall'approvazione del piano commissariale. È stato, inoltre, previsto dalla legge di bilancio un incremento di 2,5 milioni di euro per l'assunzione di personale, sempre per quanto riguarda l'Autorità di bacino dell'Appennino meridionale. Per Casamicciola sono previste, poi, due azioni, per 3 milioni di euro, per la messa in sicurezza della zona costiera e la riduzione della erosione, più altri 2,5 milioni di euro che sono messi a disposizione dal Ministero dell'Interno.

Altro aspetto importante è la velocità degli interventi. Molto spesso in Italia, e al Sud in maniera particolare, viviamo il problema della disponibilità di risorse, in tanti casi, ma soprattutto della lentezza, dal punto di vista burocratico e amministrativo, nel mettere a terra e realizzare quelle opere per le quali le risorse magari sono a disposizione. Su questo punto il decreto interviene in maniera corretta - e noi lo condividiamo - nel senso di dare la possibilità di applicare le norme del decreto-legge Semplificazione, vale a dire le norme che consentono una maggiore velocità e una maggiore elasticità per quanto riguarda la disponibilità delle risorse. Quindi, fino a 150.000 euro si procederà con affidamento diretto per quanto riguarda servizi, forniture e lavori e si procederà per affidamento diretto, fino a 139.000 euro, anche per quanto concerne le progettazioni; sono previste procedure negoziali, invitando 5, 10 o più operatori economici, per quanto riguarda gli interventi oltre i 350.000 euro. È una previsione che consente di accelerare la spesa entro la disponibilità di risorse a disposizione.

In ultimo, registriamo con assoluto favore anche il potenziamento previsto per quanto concerne la struttura commissariale, che viene incrementata di 5 unità di personale non dirigenziale e di 2 unità di personale dirigenziale, oltre a 2 esperti. Registriamo, con altrettanto favore, il fatto che siano state incrementate le risorse del Fondo per le esigenze indifferibili di 15,83 milioni per il periodo 2022-2028, più 6,12 milioni per il 2022, più 11,29 milioni per il 2023, più 3,61 milioni per il 2024.

Credo che questo lavoro e questo disegno di legge, così come migliorato in Commissione in sede referente, siano frutto di una condivisione da parte dei rappresentanti delle forze politiche presenti in questo emiciclo. C'è stato un confronto serio, un dibattito aperto e c'è stato anche un momento importante, rappresentato dall'audizione dei sindaci dei comuni, i quali hanno rappresentato, in maniera plastica, la situazione dei loro comuni, la situazione dell'isola e dei cittadini che si ritrovano ad amministrare. E ci hanno fatto toccare con mano, in qualche maniera, la situazione di disagio che si vive, rispetto alla quale il Governo non si esimerà dall'intervenire.

Credo, anzi sono sicuro, che sia stata molto importante anche l'audizione del Ministro Musumeci, il Ministro per la Protezione civile, il quale ha rappresentato l'attenzione, da parte del Governo e del suo Ministero in particolare, rispetto alla situazione dell'isola, ma anche da parte della Protezione civile, al rischio idrogeologico, al grande spirito dei volontari e delle associazioni che operano nell'ambito della Protezione civile.

E poi, in ultimo, per quanto riguarda il famoso emendamento attinente ai 42 milioni, c'è stata una condivisione in Commissione, comprendendo che si trattava di risorse già destinate a eventi verificatisi nel 2021 e che non potevano, anche dal punto di vista tecnico, essere utilizzate ed essere destinate ad Ischia e, quindi, a quelle che sono le conseguenze derivanti dall'evento alluvionale del 26 novembre 2022. Chiaramente, questo non preclude che ci possano essere - e ci saranno sicuramente - ulteriori interventi e ulteriori risorse che verranno destinate sia rispetto all'isola di Ischia, sia rispetto al più grande problema che deriva dalla fragilità della nostra Penisola, rappresentato dal rischio idrogeologico.

PRESIDENTE. Prima di passare la parola al deputato Stefano Graziano, a nome dell'Aula, intendo salutare e ringraziare per la loro presenza gli studenti e gli insegnanti del plesso “Alessia Santini” e del plesso “Villa Redenta”, del II Circolo didattico di Spoleto, in provincia di Perugia (Applausi).

È iscritto a parlare il deputato Stefano Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi siamo qui a discutere sulla vicenda del decreto Ischia, che è abbastanza importante, perché riguarda un evento tragico, che si è verificato sull'isola di Ischia, sulla quale, a mio avviso, così come abbiamo fatto in Commissione, bisogna provare a tenere le fila tutti insieme, considerato il disastro che si è verificato.

Vi sono tre temi fondamentali: il primo riguarda le vicende ordinamentali, verificatesi sul decreto; in secondo luogo, le vicende che riguardano, più in generale, il tema dei fondi; la terza questione, ancora più generale, riguarda il sistema del dissesto idrogeologico nel suo complesso.

Noi ripresenteremo in Aula tutti gli emendamenti presentati in Commissione e respinti, perché riteniamo che - nonostante la volontà dei gruppi di maggioranza, di opposizione e del Governo, di prestare attenzione su Ischia - ci siano ancora due temi. Il primo è ordinamentale e l'altro riguarda in generale la vicenda finanziaria, con le risorse stanziate, ancora troppo esigue. Infatti, è evidente che esiste una difficoltà enorme solo a immaginare di dovere intervenire nell'immediato sulle emergenze. A questo proposito, farei riferimento a quello che già stanno dicendo i sindaci dell'isola di Ischia, ma soprattutto a quello che ha già detto il commissario e alle esigenze finanziarie. Infatti, in una situazione drammatica, noi dobbiamo dare risposte che siano le più rapide possibili e, soprattutto, le più consistenti possibili, perché, se noi non agiamo in questa direzione, il rischio è di avere grandi difficoltà.

Dico questo perché noi ripresenteremo la proposta per il raddoppio dei fondi per il gettito dei tributi non versati ai comuni di Casamicciola e Lacco Ameno, perché, se noi iniziamo da questo, ci accorgiamo che la difficoltà, in particolare di quei comuni, è anche dettata dall'essere loro stessi operativi nell'immediato. C'è poi tutta la questione relativa all'esenzione dalle imposte e dagli oneri fiscali per i proprietari degli immobili concessi in locazione ai soggetti danneggiati dagli eventi del 26 novembre 2022 e per i quali si rende necessaria una sistemazione transitoria e alternativa.

Il punto della delocalizzazione, a mio avviso, è altresì importante: per coloro i quali nel decreto non è previsto questo sostegno, lo dobbiamo in qualche modo rimpinguare. E' il tema di chi aveva diritto alla casa, di chi aveva una casa non legittima con il titolo di costruzione, ai quali però, in questo momento, non abbiamo dato la possibilità di delocalizzare.

Poi c'è il tema della compensazione della Tari, con un emendamento che era stato sollecitato dall'ANCI. Lo dico, in particolare, Presidente, al Governo e al relatore, perché su questi temi, a mio avviso, ci può essere una condivisione complessiva. Dobbiamo fare, tutti insieme, uno sforzo, perché l'obiettivo è essere costruttivi su eventi drammatici dell'isola di Ischia. Ma lo dico anche per un'altra ragione, perché la vicenda del dissesto idrogeologico riguarda complessivamente tutta Italia. Nell'isola di Ischia si è verificata una condizione particolare ancora più forte, ma fatemi dire che il problema ancora più grande è che nell'isola di Ischia, fra due mesi, riprenderà la stagione turistica. E quindi, se noi non agiamo, provando a dare segnali chiari e concreti di una condizione per la quale si possa riprendere l'azione turistica, il rischio oggettivamente diventa molto alto; si tratta anche di messa in discussione, per quell'isola, del core business, che è il turismo. Quindi, la compensazione della Tari è un altro elemento fondamentale, anche perché viene sollecitato sostanzialmente dai comuni ai quali, a mio avviso, potremmo dare una mano.

Ripresenteremo, inoltre, l'articolo aggiuntivo 3.010, relativo all'esenzione dell'IMU per i fabbricati dei comuni di Casamicciola e di Lacco Ameno, in quanto sono o totalmente o parzialmente inagibili. Quindi, anche su questo potremmo fare uno sforzo, perché tutto vada nella direzione auspicata dalle popolazioni. Noi stiamo provando a dare una mano rispetto a condizioni minime per poter ricostruire, e non stiamo parlando solo del lavoro che ci vuole e dei 400 milioni che riguardano la ricostruzione, ma di numeri che, a mio avviso, sono molto più ridotti.

Spero che il Governo ascolti perché è un tema molto forte. Non possiamo chiedere a coloro i quali hanno degli immobili che sono sostanzialmente inagibili o parzialmente inagibili di continuare a pagare l'IMU. Penso che su questo possiamo insieme costruire le condizioni perché si metta ordine, come è giusto.

Vi è poi il tema della sospensione dei mutui: anche qui, non c'è stata un'oggettiva valutazione, vicenda sulla quale chiedo ancora al Governo e al relatore di fare attenzione, perché, ovviamente, stiamo parlando sempre e comunque di cittadini che sono colpiti e che su quello stesso immobile, in realtà, semmai, avendo fatto legittimamente la costruzione, hanno il titolo e ovviamente hanno il mutuo. Voglio anche ribadire che questa è la prima volta che si verifica che non vi sia su un evento di calamità naturale anche la sospensione di questi provvedimenti, cioè mutui, Tari, eccetera.

Quindi attenzione, proviamo a mettere insieme azioni che possono essere utili a dare forza ai territori. Lo dico perché il nostro intento è esclusivamente propositivo, cioè costruire le condizioni per le quali usciamo con un decreto che sia il più possibile di risoluzione dei problemi, non solo immediati dell'isola di Ischia, ossia metterla in condizioni di potere riprendere la forza del turismo, il core business dell'isola, ma, fatemi dire, di ripristinare anche la condizione per la quale le popolazioni che sono lì possano vivere il futuro con una prospettiva migliore. Penso che siano le condizioni base.

Quindi, solleciterei il MEF sulla vicenda della sospensione dei mutui perché, a mio avviso, questa non è e non può essere l'unica soluzione possibile, ma sicuramente serve a costruire le condizioni di serenità iniziale per poter ripartire.

Vi è poi un altro emendamento, che noi ripresenteremo, che riguarda il finanziamento permanente del Fondo regionale della Protezione civile di 50 milioni a decorrere dal 2023. C'è una proposta sempre dei comuni, dell'ANCI, che sostanzialmente chiede di destinare il 30 per cento del Fondo regionale della Protezione civile per la messa in atto degli interventi previsti dal Piano regionale di Protezione civile e dei servizi territoriali a cui i comuni fanno riferimento per fronteggiare le prime fasi dell'emergenza. Attualmente le risorse sono a valere sui fondi regionali. Penso che questo sia molto importante, e insieme a questo sempre l'ANCI fa un'altra proposta, che è quella del Fondo regionale a garanzia di istituzione di un presidio di Protezione civile nelle isole minori. Penso che queste due cose messe insieme abbiano un valore, perché se noi su questo facciamo una discussione, e non riguarda solo la vicenda dell'isola di Ischia, fatemi dire, perché l'isola di Ischia deve essere presa ad esempio per quello che può accadere sulle vicende delle isole minori - che noi ci auguriamo che non accada ma -, ma, se noi facciamo più prevenzione, e lo affermiamo, poi il risultato è che l'esempio sul quale noi possiamo calare il nostro obiettivo politico, l'isola di Ischia; in realtà non si realizza.

Penso che su questo si potrebbe fare un'ulteriore riflessione, e quindi fermarci a ragionare su una condizione reale di approccio pratico, positivo, operativo. Lo dico perché penso che vi sia la possibilità di recuperare fondi. Penso che occorra lavorare sul Fondo FSC, cioè sul Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Vi prego di fare una riflessione aggiuntiva su questo perché, oggi, si può realizzare una condizione che riguarda l'isola di Ischia, ma il rischio è che quei fondi, semmai, non siano nemmeno utilizzati; e noi abbiamo fondi che potremmo utilizzare oggi per l'isola di Ischia, ma domani su tutto quello che riguarda il dissesto idrogeologico, che è un tema molto serio, che riguarda l'Italia nel suo complesso, per quello che riusciamo a vedere.

Quindi la richiesta è davvero un grido d'allarme lanciato, in particolare, dalle popolazioni e dai sindaci dell'isola di Ischia, dal commissariato di Governo, insomma da tutti noi che abbiamo a cuore un'isola fantastica, bella, straordinaria, che ha un valore importante nel patrimonio mondiale. Proviamo insieme a mettere più fondi e soprattutto a semplificare quelle che spesso sono state delle cose ordinamentali, che subito dopo proverò a dire.

Il 5.2, invece, è il finanziamento permanente del Fondo regionale di Protezione civile, lo abbiamo affrontato.

Il 5.4 incrementa di 10 milioni la dotazione del Fondo per le demolizioni delle opere abusive. Abbiamo detto che per quelle che sono le opere abusive proviamo a mettere qui un ulteriore fondo con un incremento di 20 milioni per ciascun anno del triennio 2023-2025, in modo da dare forza, perché è un fondo destinato ai comuni e sul quale a mio avviso potremmo fare un lavoro positivo. Perché dico questo? Perché penso che anche su questo si debba caratterizzare il tema del decreto, cioè provare a mettere, da un lato, le risorse che servono per realizzare una un'azione positiva del cosiddetto decreto Ischia, dall'altro, ovviamente, dare un segnale chiaro che sull'abusivismo si va nella direzione positiva, chiara, senza se e senza ma. Dico questo perché è l'altro tema molto sentito in generale sul quale vi è una proposta che viene sempre dall'ANCI. Invece il 5.013 è un altro emendamento che, a nostro avviso, potrebbe essere positivo, perché ci permette di stabilizzare il personale dell'Autorità di bacino dell'Appennino meridionale.

Se siamo tutti d'accordo, perché mi pare di capire che tutti siano d'accordo, che esiste un tema fondamentale, che è il tema del dissesto idrogeologico - e mi pare che il dibattito in Commissione sia stato tutto sommato molto positivo in tal senso - poi dobbiamo essere conseguenti e provare a mettere mano, da un lato alle risorse e dall'altro al personale, perché, se non lo facciamo, diventa tutto molto più complicato. Se, infatti, noi non riusciamo ad avere personale in questa direzione, dovete immaginare che la soluzione del dissesto, e quindi la costruzione e la progettazione esecutiva, non solo preliminare e definitiva, ma sottolineo anche esecutiva, poi non si riesce a portare avanti; e su questo bisogna lavorare.

Quindi, ancora una volta, un lavoro fondamentale partendo dal dato oggettivo, sul quale noi dobbiamo necessariamente costruire.

Sul piano ordinamentale, fatemi dire, all'articolo 5-bis - lo segnalo - a mio avviso va eliminato il secondo capoverso, quando noi diciamo “Conseguentemente, a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i compiti di cui al primo periodo sono esclusi da quelli del Commissario delegato nominato con ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile”, perché il lavoro che è stato fatto in Commissione dal punto di vista ordinamentale è stato far diventare un unico commissario quello della frana insieme a quello della ricostruzione del sisma.

Se, però, questo capoverso - il secondo capoverso - non viene eliminato, il rischio è un'ambiguità nell'accezione della norma, all'articolo 5-bis, in cui è previsto il piano commissariale di interventi urgenti per la sicurezza e la ricostruzione. A mio avviso, questo diventa un elemento che, da un lato, gli dà i poteri e, dall'altro, li svuota e, quindi, diventa complicato. Per cui, su questo vi chiedo di fare un'ulteriore riflessione, potrebbe essere lo stesso relatore a farsi carico dell'eliminazione del capoverso, altrimenti, diventa una condizione di ambiguità, con il rischio di un conflitto interno. Noi presenteremo un emendamento, ma, se ci sarà un'azione dettata dal Governo o del relatore, ovviamente, la riterremo un'azione positiva per dare elementi di chiarezza.

Bene il piano per la ricostruzione e, quindi, poi, il tema della frana. A mio avviso, dobbiamo fare uno sforzo in più sui piani dell'emergenza, e qui vengo anche a quello che può essere il contributo alle soluzioni alternative dal punto di vista abitativo. Vedete, su questo, o noi facciamo un'azione chiara, molto ferma, decisa e sulla quale lavoriamo in modo chiaro e determinato, oppure è evidente che c'è un rischio per la sistemazione di coloro i quali provvisoriamente devono stare in un'abitazione che non è più la propria, sia sulla delocalizzazione in generale. Dobbiamo, quindi, fare una doppia operazione, che può essere fatta solo se esiste una chiara volontà del Governo e sulla quale bisogna fare una riflessione anche abbastanza veloce.

Come dicevo anche prima, tecnicamente e paradossalmente, per la stagione estiva nell'isola di Ischia, già siamo in ritardo. Ora, l'evento è accaduto a novembre, è ovvio che il tempo non lo abbiamo stabilito noi, è un evento di calamità naturale, quindi, i tempi sono quelli, però o noi acceleriamo sulla semplificazione, sulle procedure, sui finanziamenti al commissario e sui poteri reali per fare il piano e realizzare la condizione in questa direzione, oppure ci troveremo in una condizione oggettivamente opposta. Quindi voi capite bene che questo per le popolazioni, per l'isola, per i familiari degli sfollati, delle persone che sono state colpite dal terremoto è un tema molto serio. Su questo io penso che ci sia una volontà positiva, ma dobbiamo provare ad incidere in modo più veloce, perché, già nei giorni scorsi, come voi avete potuto osservare e vedere anche dai giornali, il rischio di nuove allerte meteo nell'isola è ancora molto alto, perché oggi siamo al 16 gennaio ed è evidente che, prima di arrivare alla stagione primaverile, abbiamo ancora due mesi davanti e, in questi due mesi, si può rischiare di andare di nuovo in difficoltà. Per questo, ancora una volta, vi chiedo di provare a rafforzare, nel modo più veloce e più forte possibile, il commissariato e a semplificare le procedure, perché potremmo rischiare altre difficoltà sulle allerte meteo.

Come sapete, le vittime sono state 12, solo nella vicenda della frana, ma, in realtà, abbiamo 1.500 sfollati dopo la frana, che si aggiungono a quelli conseguenti al terremoto.

A mio avviso, noi dobbiamo fare uno sforzo per andare nella direzione di ciò che si aspetta il territorio, soprattutto rispetto a quella che potrebbe essere l'azione vera che possiamo svolgere tutti insieme, perché sarebbe un'azione positiva riuscire a semplificare le norme, rinforzare e velocizzare tutto quello che può essere fatto dal commissariato per ciò che riguarda la Protezione civile e, quindi, l'immediata realizzazione di opere di emergenza e, in terzo luogo, trovare fondi sui FSC o, se volete, su altri, quelli che ritenete, per realizzare le condizioni per cui, nel triennio che abbiamo davanti, si possano mettere in piedi opere infrastrutturali molto forti per la difesa del dissesto idrogeologico. Ciò serve per dare un segnale chiaro che siamo vicini al popolo ischitano, ma, soprattutto, che ci teniamo al tema del turismo.

A tale riguardo, io chiederei anche al Governo di andare a visitare per verificare la condizione dell'isola in questo momento, perché penso che dobbiamo spingere tutti nella direzione di realizzare le condizioni migliori per ripresa dell'attività turistica.

C'è una differenza tra le risorse stanziate oggi per il piano e quello che dice il commissario, per il quale c'è bisogno di circa 400 milioni. Siccome la differenza è troppo alta, a mio avviso, dobbiamo far sì che questa differenza possa essere colmata non solo da un impegno, ma da una realtà. Cioè, è evidente che, se ci si mette a lavorare questi soldi e questi fondi si possono trovare. Io vi ho lanciato un appello, ma anche un'idea: proviamo a lavorare sui FSC, proviamo a costruire le condizioni per le quali noi, insieme, come Parlamento e come Governo, nel nostro complesso, rispetto a una calamità brutta e difficile, l'ennesima che ha colpito l'isola di Ischia, possiamo riuscire a dare una mano. Lo dico, soprattutto, perché dobbiamo ascoltare i sindaci, perché sono loro, oltre al commissario, a potere dare le idee per semplificare la vita dei 1.500 sfollati e portare alla ripresa della stagione turistica.

Penso che, su questa linea, occorre trovare un'intesa, visto quello che è stato fatto finora sulla sospensione dei termini in materia di adempimenti e versamenti tributari e contributivi; se aggiungiamo la vicenda della Tares, quella che riguarda la sospensione dei mutui, un po' di lavoro e di risorse in più, a mio avviso, ci farebbero mettere in sicurezza i cittadini che hanno subito questo disastro.

L'articolo 2 riguarda le misure urgenti in materia di giustizia civile e penale; dobbiamo ragionare anche sull'articolo 3 e sulle misure urgenti in materia di giustizia amministrativa, contabile, militare e tributaria, perché se rimettiamo in moto il sistema della giustizia nell'isola d'Ischia, sostanzialmente, rimettiamo il tribunale, la sezione distaccata del tribunale, ciò aiuterebbe la popolazione. Però, a mio avviso, il tema non è solo discutere in tali ambiti, ma prevedere un'agevolazione da tutti i punti di vista, perché ciò innescherebbe un meccanismo di ordine diverso. Quindi, per noi è fondamentale che il Fondo regionale di Protezione civile, lo abbiamo detto, ai sensi dell'articolo 5, sia rimpinguato almeno a cinquanta milioni, in modo costante, perché, altrimenti, di fronte ad un'emergenza, ci ritroveremo sempre nella stessa identica condizione…

PRESIDENTE. Deve concludere.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Mi avvio a concludere, Presidente. Il rapporto dell'ISPRA sul dissesto idrogeologico in Italia, nell'edizione 2021, fornisce il quadro di riferimento aggiornato sulla pericolosità per frane e alluvioni e sugli indicatori di rischio. Allora, se vogliamo dare attuazione al rapporto dell'ISPRA, dobbiamo necessariamente concentrarci dal punto di vista ordinamentale, anche con riferimento allo stanziamento di fondi per dare forza a questo decreto per le popolazioni, ma soprattutto, fatemi dire, per la ripresa della stagione turistica di un'isola straordinaria come quella di Ischia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Frascati 1 di Roma, che sono presenti in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

È iscritto a parlare il deputato Gianangelo Bof. Ne ha facoltà.

GIANANGELO BOF (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, in premessa, intanto, vorrei porre l'attenzione sul proficuo lavoro di Commissione che ha interessato questo provvedimento. Vorrei ringraziare, in particolar modo, il presidente di Commissione Rotelli per aver sempre condotto i lavori nell'ottica della massima condivisione e del massimo ascolto. Ringrazio anche il collega e relatore di questo provvedimento, onorevole Zinzi, che sempre ha condotto un confronto sul piano del dialogo, nell'ottica di perseguire l'obiettivo comune, compatibile con le istanze dei territori, considerati i contingenti vincoli di finanza pubblica. Mi sia consentito anche un ringraziamento ai colleghi della minoranza che di proposito non definisco opposizione per il clima di confronto costruttivo, pur nelle legittime posizioni politiche, volto ad individuare la sintesi dell'interesse comune.

L'interesse comune, in questo caso, è rappresentato dalle risposte a un evento eccezionale che ha colpito uno dei luoghi simbolo del nostro Paese, uno di quei tanti luoghi per cui il nostro Paese è da sempre identificato in ogni parte del mondo. Si è trattato di un evento doloroso che ha trafitto la vita di molte persone, sul piano umano, professionale e affettivo e che ha visto il sacrificio di vite umane. Non finirò mai di ringraziare i tanti volontari della Protezione civile, le Forze dell'ordine, le autorità civili e i tanti volontari accorsi in soccorso delle popolazioni che hanno, ancora una volta, messo in luce la grande forza della solidarietà nel nostro Paese.

Questo Governo, a mio avviso, ha saputo reagire rapidamente, come non mai, con un primo stanziamento nei momenti immediatamente successivi all'evento.

Ora, a distanza di poco più di trenta giorni, siamo già in Aula con un provvedimento che stanzia ulteriori risorse ancor prima che la struttura commissariale individuata abbia prodotto una propria relazione, prevista nei 90 giorni successivi alla nomina. Ora, non vorrei che questa rapidità di intervento da parte del Governo - ricordiamo che in eventi analoghi, ad esempio, voglio citare le Marche, le prime risorse furono stanziate a distanza di sei mesi - questa solerzia del Governo nel riuscire a dare risposte immediate alle popolazioni diventasse poi, una colpa, perché non si arriva alla soluzione finale. In realtà, il Governo ha dato una risposta veloce e immediata nei giorni immediatamente successivi, stanziando risorse; ricordiamoci che, nei momenti in cui discutevamo questo provvedimento in sede referente, quindi, in Commissione, la manovra di bilancio era già chiusa, quindi non vi erano nemmeno i margini e i tempi per agire sulle leve del bilancio. Nonostante ciò, siamo arrivati ad un provvedimento veloce, urgente, in tempi mai visti, lo ripeto, e sfido chiunque a dimostrarlo e, comunque, siamo riusciti ad arrivare a una sospensione dei termini che, fondamentalmente, nel breve periodo, ha grande efficacia sul cittadino: sono stati sospesi i tributi, gli adempimenti tributari, contributivi, i termini amministrativi, con misure di sospensione in materia di giustizia civile, penale, di giustizia amministrativa, con la proroga del termine per la cessazione del temporaneo ripristino della sezione distaccata dell'isola d'Ischia; si è rimpinguato il Fondo regionale di Protezione civile e molto altro. Si è riusciti a fare tutto ciò in maniera molto rapida e molto veloce, questo, voglio continuare a sottolinearlo, grazie anche al buon clima di collaborazione all'interno della Commissione, dove veramente si è lavorato per l'interesse di queste popolazioni.

La volontà di condivisione e di allargare il perimetro del provvedimento, proprio per la situazione emergenziale, sono una testimonianza anche delle scelte del Governo; non a caso, la nomina da parte del Governo del commissario è ricaduta nella persona dell'avvocato Legnini, come suggerito dalla presidenza della regione Campania; ciò, quindi, nell'ottica della massima collaborazione e cooperazione con i territori, anche passando oltre le posizioni ideologiche o politiche, ma andando a ragionare direttamente con i territori, ascoltandoli per dare poi le migliori indicazioni.

Ritengo positivo, pertanto, questo primo intervento, proprio nell'ottica emergenziale. Testimonianza del grande lavoro svolto, anche con riferimento alle persone che ho ringraziato in premessa, è il risultato finale: vi è stato un voto all'unanimità sulla riformulazione degli emendamenti. Per arrivare a questa conclusione ci vuole la buona volontà da parte di tutte le componenti politiche della Commissione e questa penso sia una soddisfazione molto importante, non tanto per quello che portiamo avanti ma per come lo facciamo.

È legittimo e normale che in quest'Aula vi siano posizioni diverse, è legittimo e normale che chi sta sui banchi dell'opposizione possa chiedere sempre di più, a ranghi invertiti magari lo faremmo anche noi; è altresì normale, però, che quando ci si trova a dover addivenire a una soluzione, a dover far sintesi, è proprio il nostro ruolo che ci impone di profondere tutti i nostri sforzi nel perseguire una sintesi che conduca a soluzioni, quanto più condivise, ai problemi delle nostre comunità. Quindi, ritengo che tutto il lavoro fatto in questo periodo sia stato importante, vorrei, però, che non fossero mai dimenticati i lassi temporali: noi stiamo parlando di un evento accaduto un mese e mezzo fa. Non solo cerchiamo di dare risposte rispetto a fatti accaduti poco più di un mese fa, ma addirittura, nel provvedimento del quale stiamo ragionando stiamo cercando di dare risposte anche a fatti accaduti nel 2017.

Dal 2017 in poi altri Governi si sono succeduti e, nonostante tutto ciò, noi vogliamo, proprio per andare incontro alla volontà di soluzione dei problemi di queste popolazioni, riconsiderare anche gli eventi che si sono verificati in passato.

Non solo noi abbiamo dato il mandato al commissario Legnini, ma anche la possibilità di dotarsi di una propria struttura commissariale e quindi avere una struttura e risorse destinate che gli consentano anche di buttare giù quel piano che poi ci consenta anche di avere una quantificazione, perché noi oggi stiamo ragionando su numeri, ma numeri - per l'amor di Dio, qualcuno ci avrà anche ragionato - frutto di un ragionamento abbastanza empirico. Posso dire tranquillamente, da amministratore, che ad un mese da un evento calamitoso di queste proporzioni, è difficile per chiunque riuscire a esplicitare numeri corretti e puntuali, tant'è che si lascia il tempo alla struttura commissariale proprio di poterli quantificare. Quindi, non vorrei che i numeri che noi oggi riportiamo e citiamo siano quasi dogmi; in realtà, numeri ancora non ce ne sono e stiamo cercando di dare risposte nell'immediatezza dell'evento e nel modo più energico possibile.

Quindi, ritengo che l'azione di tutti noi e l'azione del Governo si siano svolte con un occhio di grande sensibilità verso questa realtà, sensibilità dovuta, proprio perché attiene all'immagine del nostro Paese, all'immagine che noi diamo nel mondo. Quante volte abbiamo visto le immagini, nei film o nelle trasmissioni televisive, di Ischia: Ischia è un simbolo del nostro Paese. Ciò non vuol dire che noi non dobbiamo reagire in egual modo anche in altri casi, ma ovviamente dobbiamo tenere conto del contesto in cui operiamo.

Concludo con una considerazione: usando un termine calcistico, molte volte è facile, soprattutto stando magari dall'altra parte della barricata, buttare la palla negli spalti, mentre è molto più difficile stare in campo e giocarsi la partita fino alla fine. In questo caso, c'è stata la dimostrazione plastica della volontà di giocare la partita fino alla fine.

Non sarà lungo il mio intervento e voglio concludere con un auspicio, molto importante. Noi oggi, molto spesso, parliamo dell'immagine che diamo delle istituzioni e della poca fiducia che magari, a volte, i nostri cittadini e le popolazioni nutrono verso le stesse istituzioni, ma - e concludo, con una considerazione finale che è di carattere generale - quanto più ognuno di noi saprà farsi carico di questo ruolo di mediazione e di sintesi rispetto magari a posizioni che sembrano lontane, tanto più ritengo che onoreremo il mandato conferitoci. Il nostro ruolo politico ci impone di evidenziare ai nostri elettori le nostre posizioni. Il nostro ruolo di parlamentari della Repubblica ci impone di trovare soluzioni ai problemi e ai bisogni del popolo italiano. Quanto più ci sforzeremo di percorrere questa prerogativa, tanto più eleveremo il ruolo di questa istituzione.

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Valentina Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Grazie, Presidente e colleghi. La riflessione che ci troviamo a fare qui, in quest'Aula, oggi, non può che avere considerazioni diverse a seconda che si parli dell'oggi, di quello che è accaduto ieri e del domani, del futuro, perché, se non facessimo così, saremmo schiacciati dalla necessaria unanimità che si richiede quando si parla di temi così importanti, in relazione ai quali la responsabilità di tutti noi che sediamo nelle istituzioni è chiamata a non essere ideologica, rispetto, invece - lo ha detto il collega che mi ha preceduto - alle legittime posizioni che, nei ruoli di ognuno, dobbiamo rivestire.

Quindi, consentitemi di dividere così questo mio intervento, facendo una riflessione sull'oggi, in cui necessariamente ognuno di noi, in particolare il gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe, a nome del quale sto intervenendo, non può che essere a favore di un intervento volto a semplificare la vita e a dare sostegno all'isola di Ischia, ai cittadini dell'isola, agli amministratori e a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia.

Oggi non possiamo che unirci al cordoglio e ricordare nuovamente i fatti accaduti, non perché non li abbiamo tutti molto chiari, ma perché deve arrivare con forza, a chi sta combattendo, ancora in queste ore, per risolvere i problemi grandi e piccoli, l'idea che le istituzioni ci sono, che le istituzioni ci saranno che le istituzioni non dimenticano. Non dimenticano quel giorno, in cui un'enorme quantità di fango ed acqua si è riversata sulla collina chiamata del Cellario, che è a circa trecento metri dal luogo che è stato inondato. Ricordarsi la fisionomia dei luoghi, ricordarsi le persone, visualizzarle e non farle essere luoghi sulla cartina geografica e numeri aiuta tutti noi a dare peso a quello che diciamo e agli interventi che facciamo.

Abbiamo ricordato i 12 morti, i due ragazzi, i due bambini piccolissimi, il più piccolo di 22 giorni; abbiamo ricordato questa grande alluvione, che ha distrutto ancora una volta - chi è stato a Ischia, la conosce - la piazza Bagni di Gurgitello, come era già accaduto nel 2009 e nel 1910, però questa volta con una potenza distruttiva di dieci volte più grande.

È stata una catastrofe - su questo hanno ragione i colleghi che sono intervenuti - , nell'ambito della quale evidentemente c'è un elemento anche di fatalità ed imprevedibilità dei tempi e dei modi precisi in cui avvengono le cose; è stata l'alluvione più potente che abbia mai travolto l'isola di Ischia negli ultimi due secoli, seconda, come tragedia, soltanto al terremoto del 28 luglio 1883. Quindi, è chiaro che parliamo di un tema sul quale, chiunque di noi intervenga, non può che farlo, come quando parliamo di questo tipo di cose, in punta di piedi; qualsiasi forma di retorica o di forzatura, anche – ripeto – nei legittimi ruoli, ci inchioderebbe a una modalità di fare politica che non è la nostra.

Sempre dobbiamo rinnovare - anche oggi, e tutte le volte che potremo farlo - la nostra stima e il nostro sostegno alle Forze dell'ordine - le abbiamo citate -, alla Protezione civile e al volontariato. A questo proposito, consentitemi di dire che una delle cose su cui intendo dissentire dall'intervento del Governo attiene all'eccezionalità nella velocità dell'intervento e nella bontà dell'intervento stesso. Devo dire la verità: il nostro Paese si è sempre distinto, in questi anni, dal punto di vista della reazione civile e civica a questi disastri, che è molto, molto superiore, per fortuna, all'organizzazione della cosa pubblica. Questo noi ce lo dobbiamo sempre ricordare, è una caratteristica dell'Italia: le reti del volontariato (abbiamo centinaia di associazioni in tutta Italia), l'energia della Protezione civile e la generosità delle persone, per fortuna, costituiscono un patrimonio di cui nessuno di noi ha vero merito, ma che ci dobbiamo sempre ricordare, perché altrimenti faremmo un errore. Ma, ahimè, ciò non basta e quindi noi, nel rinnovare la nostra vicinanza a tutti coloro che si sono attivati, dobbiamo ricordarci che questa macchina della generosità ha bisogno di risorse, organizzazione e progettazione, perché altrimenti, ahimè, non riesce a fornire appieno, secondo tutto il potenziale, il proprio contributo.

Oggi - ripeto - noi non possiamo che essere tutti vicini e favorevoli ad un intervento finanziario. Dobbiamo dire che non è sufficiente e abbiamo sentito il grido dei sindaci, che ci hanno detto che questo investimento economico non riesce neanche a scalfire quello di cui si ha bisogno. Naturalmente, non può che vederci al lavoro e favorevoli tutto ciò che contribuisce a prorogare i termini e a semplificare la vita di chi la vita l'ha già avuta spezzata.

La riflessione, però, va anche al passato e, sul passato, noi ci sentiamo di dover fare una riflessione. Il dato del quadro idrogeologico italiano non emerge oggi, ahimè: ne parliamo ogni volta che vi è un'emergenza. Alcuni aspetti sono sistemici della nostra Nazione, altri, ahimè, stanno peggiorando di anno in anno, per accadimenti globali legati al clima e alle trasformazioni idrogeologiche globali. Non sono da imputarsi ai cittadini, a chi governa le nazioni e alle amministrazioni a livello locale; sicuramente, però, vi è una responsabilità nel non prendere atto di quanto sta avvenendo nel pianeta e nel non cercare di veicolare e prevedere quello che continua ad accadere e che, senza un intervento sistemico, continuerà ad accadere.

Con questo decreto, ci aspettavamo, nelle prime settimane dopo la tragedia, che si sarebbe intervenuti in altri ambiti. Quindi - ripeto -, pur nel condividere che quanto viene fatto oggi andava fatto, riteniamo che sono stati tralasciati alcuni ambiti, che cercheremo di illustrare.

Non possiamo non considerare come negli ultimi anni si sia registrato un inaccettabile incremento delle catastrofi idrogeologiche e un progressivo aumento dei rischi per la popolazione, senza che si sia riusciti ad attuare politiche di prevenzione efficaci, ma solo sempre con interventi di emergenza. È diventata un po' una caratteristica del nostro Paese: interventi di emergenza, grande rete di solidarietà, alcuni interventi di emergenza fatti bene, alcuni interventi di emergenza fatti meno bene, sempre a inseguire il problema, mai a prevenirlo. Non possiamo non sottolineare ciò, come non possiamo non rammentare quanto ci fu detto a sentire le dichiarazioni fatte nell'imminenza della tragedia del 26 novembre. Ad esempio, il presidente dell'ordine dei geologi ha evidenziato come Casamicciola era stata già interessata da fenomeni di calata rapida di fango e riconosciuta a rischio, come il 60 per cento del territorio. E non ci deve sfuggire che il 60 per cento del territorio riguarda una parte importante della popolazione di Ischia e che questa tragedia sia stata preceduta da temporali violenti, che sono stati registrati, analizzati e segnalati dai geologi con un'intensificazione e una cadenza che era già di per sé anomala. Non possiamo non sottolineare anche noi - lo hanno fatto in tanti, ma è nei fatti - come la fragile situazione del territorio di Ischia -, ahimè, non solo del territorio di Ischia - sia stata aggravata dall'abusivismo e dai condoni, tra cui quello del settembre 2018, varato dal Governo Conte con il decreto Genova. In quell'occasione ci fu un dibattito - è stato qui richiamato - molto intenso, dove pregavamo di non inserire in modo strumentale e forzato un intervento che nulla aveva a che vedere con Genova e si chiedeva invece di fare una riflessione organica e sistemica, su come superare la frammentazione e le fragilità urbanistica ed idrogeologica di tutto l'ambito campano, in cui Ischia si inserisce. Né possiamo tralasciare - lo ha ricordato in quest'Aula qualche tempo fa l'onorevole Boschi durante un question time - come si siano messi in discussione alcuni cardini, che negli ultimi anni erano stati posti, proprio per superare questa frammentazione di intervento. Ad esempio, il progetto di “Italia sicura”, oltre a fornire impulso, coordinamento, monitoraggio e controllo della programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi, aveva garantito il coordinamento fra i diversi livelli di governo.

Nel 2018, sempre nella stessa fase del Governo Conte, si è deciso di chiudere e smantellare l'unità di Missione “Italia sicura”, con un intervento che non ci è stato ancora spiegato e motivato fino in fondo, quando, invece, la ratio del progetto era esattamente fare quello che cercavamo di dire in premessa, ovvero non lasciare il piano di prevenzione e di intervento al buon cuore e alla possibilità auto-organizzativa della Protezione civile, degli amministratori locali e dei cittadini di una singola località. Infatti, chi è all'ultimo miglio del governo dei processi, non ha il tempo, le competenze e la visione d'insieme, che gli consentano di pianificare gli interventi e prevedere cosa accadrà. Quel compito è demandato a chi ha responsabilità centrale di coordinamento e indirizzo. È lo stesso motivo, senza voler in nessun modo bypassare le prerogative del Presidente del Consiglio e del Governo quando si è dato il suo assetto organizzativo, per cui abbiamo stigmatizzato l'idea che la Protezione civile non fosse più organizzativamente nella struttura della Presidenza del Consiglio dei ministri e venisse, invece, posizionata nell'ambito di un Ministero. Non perché noi avessimo nulla contro quel Ministero né perché volessimo avere una prerogativa del modello organizzativo dei Governi precedenti, ma perché ritenevamo che quell'assetto organizzativo, nel porre la Protezione civile nella più alta carica di Governo della Nazione, fosse auto-esplicativo dell'importanza che si dava a questa struttura.

Riteniamo che anche questo sia stato un errore, perché, purtroppo, le competenze in ordine alla reazione a un disastro idrogeologico e alla riorganizzazione immediatamente successiva spesso riguardano competenze trasversali ai diversi Ministeri chiamando in causa ora il Ministero delle Infrastrutture, ora il Ministero dell'Ambiente, ma anche - lo stiamo vedendo in questi giorni - il Ministero dell'Istruzione piuttosto che le deleghe sullo sport; avere un'unità di missione direttamente alle dipendenze della Presidenza del Consiglio, a nostro avviso, garantiva quella visione d'insieme e quella velocità di reazione trasversale a tutti gli ambiti di governo, nella matrice sia orizzontale sia verticale, quindi con tutte le competenze e anche a tutti i livelli di governance del territorio, secondo un'ottica di coesione che così, a nostro avviso, non viene garantita.

Presidente, rappresentanti del Governo, noi davvero stiamo cercando di fare un'opposizione su questi temi responsabile e costruttiva, ma qui non si cerca di mantenere le misure che nei Governi precedenti hanno funzionato e non si cerca di fare tesoro delle misure che nei Governi precedenti, invece, hanno disatteso le aspettative. Noi non pensiamo che qualcuno faccia le cose contro i cittadini, chiunque governi cercherà di fare ciò che, nella sua visione, è il meglio per i cittadini. Tuttavia, quando si verifica che alcune cose hanno funzionato e altre, invece, hanno fallito, bisogna avere l'intelligenza di dare continuità a tutto ciò che ha funzionato. Il fatto che su questo tema, almeno al momento, non ci venga detto come si intenda procedere, a nostro avviso è una grande criticità. Noi, in occasione del trentennale della Protezione civile, cercheremo di ricordarlo e speriamo di poter riflettere, a breve, in quest'Aula, con tutti voi, su come dare maggior forza a questa istituzione, così preziosa per il Paese.

Guardando al domani, bisognerà certo intervenire dando maggiori risorse e, come si sta facendo, prorogando oneri e scadenze ai cittadini delle aree colpite. Tuttavia, per evitare che gli interventi siano estemporanei e insufficienti, è importante che il piano commissariale di cui avete parlato sia inserito in un quadro che possa renderlo efficace. Questo può essere fatto solo in due modi, come abbiamo detto: da un lato, ripristinando le strutture che avevano funzionato in passato e, dall'altro, rafforzando i comuni, gli enti di prossimità, coloro che hanno a che fare tutti i giorni con i problemi e che, quindi, vanno solo ascoltati, per capire quale sia, oggi, il tipo di interventi che ci chiedono e, magari, farne anche tesoro affinché, domani, coloro che dovessero, in un'altra zona d'Italia, vivere problematiche analoghe non debbano ripartire da zero, nella scoperta di cosa serve.

Sono state illustrate, dai colleghi che mi hanno preceduto, alcune istanze che sono arrivate dall'Associazione nazionale dei comuni italiani o da singoli comuni. Noi sosterremo e riproporremo gli emendamenti da loro sollecitati. In particolare, è importante integrare il rifinanziamento del Fondo regionale di Protezione civile presso i comuni perché, altrimenti, corriamo dei rischi, fermo restando che, a nostro avviso, le risorse sono insufficienti su tutti i livelli di intervento, per questa vicenda. Però, non dobbiamo dimenticare che, nel codice della Protezione civile del 2018, viene evidenziata – quindi, non è solo nelle nostre parole, ma appunto è evidenziata nel codice che, in quella sede, cercava di riorganizzare, secondo la direttrice che sto illustrando, le azioni della Protezione civile - la funzione fondamentale in materia di protezione civile affidata ai comuni. Da questo non si può derogare, né a questa funzione si può rinunciare perché, anche nel paese più sperduto d'Italia, il primo soggetto che viene chiamato e che prende in mano la situazione quando vi è una tragedia di tipo geologico è, evidentemente, il sindaco. Quindi, i sindaci sono i nostri punti di primo ascolto, i punti di primo intervento, e tante volte ci siamo trovati, in casi di catastrofi idrogeologiche, a vedere efficacia ed efficienza diverse a seconda dell'organizzazione di comuni diversi, magari anche limitrofi, magari vicini, perché, in un caso c'era un comune che aveva le risorse e le strutture per reagire in un modo e, in un comune limitrofo non si avevano le stesse potenzialità. Allora, dare le risorse ai sindaci, dare le risorse ai comuni affinché questa unità sia dotata di personale, dotata di risorse economiche, dotata di spazi è un elemento fondamentale, perché l'Italia è una Nazione di piccolissimi comuni e non è facile per un comune sguarnito di personale riuscire, se ciò non viene fatto ad hoc, a destinare risorse adeguate per la prevenzione idrogeologica, laddove questo non venga fatto in modo straordinario.

Non vi è, ad oggi, un finanziamento dedicato al potenziamento dell'attività di protezione civile fatta dai comuni e questo, come ci viene segnalato dai sindaci, è anche in violazione delle norme costituzionali che prevedono che, per ogni intervento, sia indicata adeguata copertura finanziaria. Questo è un buco sul quale forse, con questo passaggio, abbiamo l'occasione di intervenire e sicuramente è un aspetto importante, in un territorio come quello del nostro Paese che, come abbiamo detto e ridetto, è molto esposto, ahimè, ai rischi naturali idrogeologici e all'emergenza. Come disse in quest'Aula qualcuno più importante di me, purtroppo siamo un Paese in cui lo straordinario è ordinario e l'emergenza è quotidiana. Per questo, noi dobbiamo dotare i comuni di risorse volte a gestire l'emergenza, laddove i comuni a malapena hanno le risorse per gestire l'ordinario. Questo deve essere un punto importante, dal punto di vista non solo finanziario, ma anche metodologico, perché è un modo per dire che, quando noi prevediamo di dare nuovi oneri in capo agli enti locali, agli enti di prossimità, dobbiamo imparare anche a metterli nelle condizioni di farlo. Ne abbiamo parlato a lungo in quest'Aula riguardo al PNRR: non si possono scaricare sempre sui comuni le responsabilità di fare nuove cose per il Paese senza dotarli delle risorse umane, economiche e organizzative per assolvere questa funzione, perché, altrimenti, avremo un punto di fragilità proprio nell'ultimo miglio di vicinanza al cittadino che, invece, è quello più importante.

Stante l'attuale situazione delle strutture di Protezione civile dei comuni, che sono poveri di mezzi e attrezzature oltre che di personale, è necessario individuare risorse certe; dobbiamo capire come farlo e auspichiamo che venga fatto attraverso le proposte emendative presentate a questo provvedimento; ma, sicuramente, in modo anche più sistemico e strutturato bisognerà poi farlo nei prossimi mesi e nei prossimi anni. I comuni debbono sempre più irrobustirsi ed essere nella condizione di poter fare anch'essi prevenzione, pur non avendo al proprio interno, oggi, le risorse per poterlo fare.

Ci arrivano poi alcune richieste, alcuni interventi di modifica da parte degli enti locali che sono relativi a un sostegno per far fronte alle minori entrate derivanti, ad esempio, dall'IMU - riteniamo che su questo non si possa che essere d'accordo - nonché dalle esenzioni. Si è parlato anche dei mutui.

Altre cose che ci vengono richieste dagli enti locali, molto importanti, sono il tema della semplificazione amministrativa e il tema della semplificazione dei processi, almeno per quel che riguarda le calamità. Voi sapete che, nel programma che avevamo presentato per il Governo della Nazione e nei programmi che presentiamo per gli appuntamenti elettorali locali, c'è un tema che sta particolarmente a cuore alla nostra forza politica, quello della semplificazione. Ebbene, questo deve essere ancor più vero, macroscopicamente vero quando parliamo di situazioni emergenziali. Un soggetto, un cittadino, un comune che già versino in condizioni tragiche, sia dal punto di vista pratico sia dal punto di vista dello stato d'animo, nella gestione di un'emergenza non devono avere a che fare anche con orpelli burocratici, complessità nel veicolare le proprie istanze e barriere all'accesso al supporto, complessità che, talvolta, fanno pensare che è meglio non chiederlo l'aiuto, perché diventa troppo complicato. Ebbene, su questo davvero è importante uno sforzo, non solo normativo - su questo noi presenteremo un emendamento –, ma anche e soprattutto da parte del Governo, volto davvero a semplificare e a rendere efficace ed efficiente ogni processo, in modo che davvero si possa avere un sostegno che, per quanto inadeguato e insufficiente, almeno arrivi presto e in modo facile.

Questa è una richiesta che facciamo con forza. Un ultimo aspetto per il domani, su cui vogliamo attenzionare la vostra riflessione, riguarda tutti quegli elementi di ripresa della vita ordinaria che, in questo momento, nell'emergenza di dare alle persone una casa, strade, impianto fognario e tutte le altre questioni che devono essere al più presto ripristinate, si tende a mettere in secondo piano. Tuttavia, per non sbagliare è necessario che, nel futuro, ci sia un piano di ripresa dei territori colpiti dalla tragedia di novembre, che veda insieme ricostruzione urbanistica, economica, culturale e sociale.

Gli ultimi aspetti non sono secondi ai primi. Abbiamo parlato del turismo. Non scordiamoci che, quando in Italia parliamo della ripresa del turismo, parliamo di territorio, che è patrimonio UNESCO, che, in qualsiasi altra parte del mondo, da solo sarebbe sufficiente a giustificare l'azione di promozione turistica di un'intera Nazione. Nella ricchezza e nell'abbondanza di bellezza che c'è nella nostra Nazione, talvolta sottovalutiamo questo impatto e sottovalutiamo l'impatto negativo che può avere sul turismo l'immagine di un territorio così devastato, non solo delle zone colpite dall'alluvione, ma anche dell'area circostante e anche di altre aree. Quindi, bisognerà fare un lavoro strutturato di marketing territoriale e di narrazione, che consenta la ripresa del turismo al più presto e in modo serio e costruttivo.

E poi la scuola. Sulla scuola c'è un dato, anche culturale, che mi ha colpito moltissimo. Moltissime delle scuole che erano a rischio, secondo il portale del Ministero dell'istruzione, non sapevano di essere a rischio o non ne avevano contezza. E questo è un dato culturale di grande importanza. In quest'Aula e nelle altre aule delle amministrazioni locali di questo Paese abbiamo fatto grandi riflessioni sulla tragedia pandemica e su quanto fossero poco edotti i cittadini sull'importanza del Sistema sanitario nazionale.

In conclusione, Presidente, lo stesso si può dire del dissesto idrogeologico. Spesso, ci troviamo a pensare e a far pensare nel Paese che tutto ciò che è prevenzione sia una burocrazia inutile. Concludo, parlando delle scuole, perché le scuole sono il futuro. A Ischia, metà delle scuole ignorava il rischio.

PRESIDENTE. Le sono rimasti pochi secondi, quindi, la avviso.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Su questo, Presidente, chiediamo che ci sia un momento di approfondimento specifico, perché molto presto le scuole di Ischia devono ricominciare a operare senza pericolo, ma nella pienezza delle proprie attività.

PRESIDENTE. Approfitto per salutare studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo Piaget-Majorana, di Roma (Applausi).

È iscritta a parlare la deputata Annarita Patriarca. Ne ha facoltà.

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, adottato appena una settimana dopo l'evento catastrofico del 26 novembre 2022, che ha duramente colpito il comune di Casamicciola, sull'isola di Ischia, risponde a una duplice esigenza: una di carattere temporale, l'altra, invece, che attiene all'efficienza e all'efficacia degli interventi in favore della popolazione dei comuni isolani. Interventi che spaziano dalla sospensione dei termini dei versamenti, agli adempimenti tributari e contributivi, alla organizzazione della macchina della giustizia, con il rinvio delle udienze dei procedimenti civili e penali e parallela sospensione delle udienze dei termini processuali per i giudizi amministrativi contabili, militari e tributari, e ancora all'utilizzo del Fondo regionale di Protezione civile, avente un capitolo di 10 milioni di euro per l'anno 2022. Tutti interventi indicati con precisione nell'intervento del relatore Zinzi. Misure, tutte, che, siamo certi, rappresentano soltanto la fase di avvio di un programma più ampio, che deve puntare al rilancio di Ischia sotto il profilo del recupero della quotidianità, della messa in sicurezza del territorio, del potenziamento delle infrastrutture e del turismo. L'industria turistica rappresenta, infatti, il cuore dell'economia locale, il motore imprenditoriale e occupazionale sulle cui esigenze bisogna oggi concentrare il massimo dell'impegno e dell'attenzione. Ci sono già stati importanti segnali di attenzione da parte del Governo. La presenza del Ministro del Turismo, Santanchè, è un segnale in questa direzione. Siamo sicuri e fiduciosi che non mancheranno adeguate strategie di valorizzazione del comparto in vista della stagione estiva. E qui torniamo, come detto poco fa, all'effetto tempo, che, mai come in questo caso, ha dimostrato di essere tutt'altro che relativo a seconda degli osservatori.

Il Governo, infatti, con esemplare tempestività, ha predisposto, nell'immediatezza dei fatti, un primo stanziamento per far fronte alle esigenze operative, a cui oggi aggiungiamo un altro importante capitolo di risorse, che sono state calibrate su interventi ad ampio spettro, maturati nell'ambito di una collaborazione e di una condivisione tra le forze di maggioranza e di opposizione, che rappresentano la cifra distintiva di una politica che, finalmente, opera al di là degli steccati e delle suddivisioni. Altre risorse certamente arriveranno anche nell'immediato futuro, ma era fondamentale - e voglio insistere sul concetto di tempo - imprimere una svolta immediata, far leva sulla velocità. Quante volte, purtroppo, eventi tragici come quelli di Ischia, al sud come al nord, nel passato recente quanto in quello remoto, sono stati caratterizzati da una gestione pachidermica dei procedimenti, che hanno allungato a dismisura i tempi di analisi prima e di intervento poi, finendo per trasformare una calamità in una situazione di ordinaria emergenza che si è protratta per anni, in alcuni casi addirittura per decenni, senza mai riuscire, se non dopo enormi sforzi, a trovare il bandolo della matassa. Il Governo e il Parlamento non potevano certamente commettere questo errore e, infatti, non lo hanno commesso. È stato deciso strategicamente di predisporre interventi mirati con relative risorse a disposizione per tamponare e ripristinare quelle condizioni di criticità, che, più di altre, apparivano indifferibili, sotto il profilo, sia economico, sia, soprattutto, sociale. Una scelta ponderata, che è stata adottata per evitare che l'accumularsi nel tempo dei problemi non risolti gravasse poi sulle scelte finali, con il rischio di trovarci con una disponibilità finanziaria non rispondente alle esigenze reali. Invece, è stato deciso di iniziare fin da subito ad affrontare i problemi più impellenti, per dare la possibilità di valutare con maggiore ponderatezza l'entità degli aiuti da destinare in una successiva fase, work in progress.

Eventi catastrofici come quelli di Ischia, in cui, non dimentichiamolo mai, hanno perso la vita 12 persone e altre migliaia vivono in situazioni particolarmente difficili, hanno bisogno di risposte immediate, chiare e convincenti. Se avessimo atteso una stima delle operazioni da mettere in campo, avremmo reso ancor più difficile la già precaria condizione di vita degli sfollati e reso ancor più problematica l'azione degli amministratori locali sul territorio, nel tentare di ripristinare la normalità. Amministratori a cui va la nostra solidarietà per il coraggio e per la dedizione, che, in alcuni casi, diventa quasi devozione per la cura del proprio territorio.

Quanto alla quantificazione dei danni, appena essa sarà fatta da parte della struttura commissariale, che, allo stato, non ha ancora redatto un piano completo, a meno che non vogliamo utilizzare come fonte gli articoli di stampa, si provvederà a lavorare alle modalità di intervento, con la consapevolezza che l'emergenza è già stata tamponata in tempi rapidi. L'obiettivo di tutti è che Ischia torni a rappresentare non più un luogo di dolore, ma un luogo di rinascita.

Permettetemi un ultimo rapido inciso, fuori da ogni intento polemico, anzi, in linea per recuperare lo stesso spirito di collaborazione istituzionale che ha caratterizzato i lavori della Commissione. La polemica, pur se garbata, su un emendamento, il 5-sexies, che, ratione materiae, nell'attuale testo normativo, non c'è, è emersa per l'esigenza di completare alcune risposte da dare a territori ugualmente feriti. Ora, posta come una sterile polemica comparativa, dà solo l'idea di una guerra tra poveri.

Lo dico da campana: il nostro compito, in quest'Aula, non è puntare il dito o prendere le misure degli altri, ma quello di assumerci la responsabilità di dare le risposte adeguate ai problemi del territorio; nello specifico, oggi la priorità è reperire nuove risorse e puntare su un piano integrato per mettere in sicurezza l'isola, che permetta contemporaneamente di ottenere un efficace rilancio dell'isola stessa. Vorrei ringraziare, per l'attenzione, l'onorevole Graziano, soprattutto per le sollecitazioni che ha posto nella parte finale del suo intervento, ma voglio anche rassicurarlo che il relatore Zinzi ha già raccolto le stesse indicazioni, da lui sollevate, da parte del commissario Legnini. Pertanto, queste indicazioni verranno ascoltate e troveranno attuazione per rendere più fluida l'attuazione della norma, quindi se ne terrà conto.

Detto questo, voglio raccogliere l'invito della collega che mi ha preceduto. Quando si tratta di tragedie così drammatiche, così importanti, così serie, la demagogia in Aula non ha senso, se non quello di lasciare l'amaro in bocca per quello che si poteva fare e, ancora una volta, non si riesce a fare. Ritengo che il lavoro svolto in Commissione sia andato nella direzione della maggiore condivisione possibile, tanto che sono state recepite e addirittura convertite in emendamenti identici di più parti politiche le indicazioni, soprattutto sulla parte ordinamentale, arrivate a tutti i parlamentari campani da parte del presidente della regione, a prescindere dall'appartenenza e dalla casacca politica che ognuno di noi indossa.

Quindi, c'è stata, da parte della maggioranza, un'apertura e una condivisione sullo spirito, perché di fronte a questi problemi e a queste tragedie bisogna fare cento passi indietro rispetto alle proprie rivendicazioni e molti più passi avanti nell'interesse generale dei cittadini e del territorio. Per questo oggi è necessaria una serie di puntualizzazioni: si sono ascoltati sindaci, commissari, autorità di bacino, presidenti di regione e, per quanto era possibile in questa prima fase, in questo primo step, si sono raccolte tutte le indicazioni; sul fatto che ci sia da modificare qualcosa sulla parte ordinamentale non so a che cosa ci si può riferire, considerato che abbiamo raccolto tutte le istanze che provengono dal presidente della regione Campania, che è della stessa parte politica dell'onorevole Graziano, che ha parlato in precedenza.

Detto questo, è emerso nella discussione in Commissione, e va ancora ribadito in Aula, che l'impegno di tutti noi, in questo Parlamento, è cercare di trovare le soluzioni per rilanciare il tessuto economico dell'isola, di dare ai cittadini le risposte che aspettano, il supporto alle amministrazioni. Lo faremo con una serie di interventi mirati, efficienti, efficaci, e soprattutto, non appena avremo chiaro il quadro dei danni e dei problemi che effettivamente ci sono; un quadro che deve essere dato alla parte politica che adotta le decisioni da chi opera sul territorio in questo momento, cioè dal commissario Legnini, nel momento in cui avremo chiaro dallo stesso commissario Legnini le indicazioni sul quantum necessario per procedere, per dare le risposte ai territori, questo Parlamento continuerà ad assumersi tutte le responsabilità che già in questo momento si sta assumendo per l'immediato e per l'emergenza. Saremo presenti e daremo le risposte necessarie ai territori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Oggi siamo qui, a parlare di questo decreto Ischia, un provvedimento sicuramente molto importante, perché è importante la problematica del dissesto idrogeologico. È una problematica che, ahimè, in quest'Aula abbiamo forse troppo spesso trascurato e non l'abbiamo mai considerata per la sua vera entità e per le conseguenze che comporta: tristi, drammatiche; morti e distruzioni sul territorio italiano. Quando parliamo degli eventi alluvionali e di queste calamità non dobbiamo dimenticare, soprattutto quando parliamo di Ischia, che la ricorrenza che normalmente e storicamente viene attribuita agli eventi eccezionali è saltata completamente, ancora di più a Ischia. Parliamo di un territorio colpito duramente e reiteratamente, solamente negli ultimi 16 anni, nel 2006 e nel 2009 con eventi alluvionali, nel 2017 con un evento sismico e adesso, il 26 novembre 2022, con l'ennesima frana, con l'ennesimo smottamento, accaduto drammaticamente nello stesso percorso, nello stesso posto dell'evento precedente del 2009. Quindi, questo deve essere un segnale, ed è giusta questa doverosa premessa per capire l'importanza della tutela ambientale. E lo dico da rappresentante di una forza politica che ha messo nel suo simbolo “2050”, l'obiettivo climatico di tutela di questo mondo, e una serie di sensibilità che, ahimè, devo dire - e lo riscontriamo anche semplicemente dai nomi dei Ministeri così come cambiati - sembrano non apparire alle priorità di questo Governo, che ha cambiato, ad esempio, la denominazione del Ministero dell'Ambiente da transizione ecologica - doverosa azione indotta dalla condizione climatica mondiale, dalle storie raccontateci da autorevoli personaggi a livello globale - in sicurezza energetica. Poi magari si agisce più sulle trivelle, che forse possono essere anche causa di dissesti, anche quelli ambientali, e meno sull'ambiente. Anche sulle infrastrutture, la mobilità sostenibile era il nome che noi avevamo dato, perché deve essere sostenibile tutta l'azione di un Governo, poi ciò è stato dimenticato.

Ma torniamo al provvedimento. Ringrazio il presidente e ringrazio il relatore per avere manifestato e ribadito quello che è emerso chiaramente in Commissione ambiente, cui partecipo insieme con i colleghi del mio gruppo e con tutti gli altri delle varie forze politiche, ed è stato giustamente definito un dialogo costruttivo da parte delle opposizioni. Sì, Presidente, perché noi questo dialogo costruttivo non lo abbiamo fatto mai mancare, consapevoli sì del ruolo delle opposizioni, ma anche del ruolo e della materia di cui stiamo trattando; la sicurezza, le morti, le disgrazie accadute sull'isola di Ischia. Questo non ci poteva permettere di anteporre la bandierina partitica o politica alla problematica reale e alla ricerca di soluzioni che dobbiamo concorrere insieme a trovare. Questo è un comportamento che non abbiamo fatto mancare e non faremo mai mancare quando dovremo parlare degli italiani, perché qui oggi non parliamo del Governo di destra, del Governo di sinistra o dei 5 Stelle. Parliamo di persone che hanno subìto sulla loro pelle una serie di conseguenze gravissime, e da parte nostra ci sarà sempre quella responsabilità che ci ha distinto; ed è la stessa però - questo lo dobbiamo ricordare - che ci ha distinto e che abbiamo mostrato e dimostrato alla Nazione nei confronti della pandemia, nei confronti del decreto Genova e nei confronti di tutte quelle circostanze che hanno attraversato quella difficilissima legislatura, la XVIII, che ha preceduto questo momento, e che noi abbiamo condotto con senso di responsabilità, con maturità al di fuori da pregiudizi. quegli stessi pregiudizi, però - ricordo anche questo -, che abbiamo ricevuto dalle altre forze politiche, che, loro sì, in quella circostanza erano opposizione e hanno fatto opposizione anche sulle calamità naturali; e non su un evento che riguarda 60 mila persone - la popolazione dell'isola di Ischia -, ma su un evento che riguardava 60 milioni di italiani, quindi una platea mille volte superiore. Noi siamo diversi e lo ribadiamo con le azioni, lo ribadiamo con il nostro agire, lo ribadiamo con la nostra attività di responsabilità. È vero, è stato uno degli eventi a cui si è data risposta più rapida, lo riconosco, nel caso di calamità naturali - a differenza di quanto è avvenuto per altre zone d'Italia, che, ahimè, vivono e hanno vissuto calamità, lo dico da marchigiano, quali il sisma del Centro Italia, il più grande di tutti i tempi, o gli eventi alluvionali dello scorso inverno -, ma non poteva che essere così, soprattutto perché non possiamo negare che Ischia sia un biglietto da visita dell'Italia, perché tutta l'Italia è bella, ma Ischia è un posto conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, e si appresterà a vivere la prossima stagione turistica.

Il turismo e l'economia ischitana saranno il volano per far ripartire quelle popolazioni troppo colpite. Quindi, c'era un'urgenza, e abbiamo apprezzato questo provvedimento. Non abbiamo apprezzato l'entità degli stanziamenti, perché è evidente che, quando parliamo di 40 milioni posti in questo provvedimento, sappiamo bene quanto siamo lontani dai 400 milioni ipotizzati in origine. Quindi, il lavoro deve continuare e non è assolutamente sufficiente, ma non possiamo non condividere l'approvazione del provvedimento, né, tantomeno, ostacolarla. Devo dire che noi abbiamo fatto anche un grande lavoro di proposta, con atti emendativi che abbiamo presentato ai provvedimenti portati in Commissione, ma che, ahimè, sono stati tutti rinviati al mittente; con la motivazione dell'urgenza siamo stati portati a ridurre tutto a un testo sintetico e inadeguato. Perché inadeguato? Non lo dico come critica, ma come sostegno e come spunto di lavoro che dovremo fare insieme per il futuro, perché non c'è niente.

Sì, sono state concesse delle proroghe, è evidente, è ovvio, ma non quelle che normalmente sono sempre previste storicamente per questa Italia attraversata da eventi sismici o da eventi catastrofici, e mi riferisco, per esempio, alla Tari, all'esenzione IMU, alla sospensione dei mutui. Parliamo di persone che hanno perso la loro casa, che si troveranno ad oggi, senza inserire questi provvedimenti nel contenuto della proposta di legge, a dover pagare per una casa danneggiata e che, in alcuni casi, non c'è più.

Allora noi, con questo fare costruttivo, riproporremo i nostri emendamenti, non con un'azione ostruzionistica, ma con un'azione propositiva, quella che ci distingue, e lavoreremo e continueremo a dare il supporto ed il consiglio che in questo Parlamento devono essere doverosi, ma che non abbiamo ricevuto. Poco fa, negli interventi che mi hanno preceduto, devo dire che ho notato, con rammarico, l'intervento della collega di Azione-Italia Viva, che ancora tornava sulla polemica dei condoni, perché Ischia è sempre la stessa, ha lo stesso territorio, ha le stesse problematiche di sempre, non è che oggi c'è un'isola diversa, nuova, mutata. Allora non dimentico - e lo voglio ribadire in questo intervento - la polemica che abbiamo subito e che ho risentito poco fa nell'intervento della collega che mi ha preceduto. E ricordo a lei, a questo Parlamento e a tutti gli italiani che ci ascoltano che i condoni in Italia sono tre - è storia legislativa, basta cercare su Wikipedia per chi non voglia approfondire la tematica, sicuramente più articolata e complessa - e sono le leggi n. 47 del 1985 (condono Craxi), n. 724 del 1994 (condono Berlusconi) e n. 326 del 2003 (condono Berlusconi). A distanza di 35 anni, molte pratiche sono ancora in attesa di definizione e di completamento. Noi avevamo semplicemente semplificato la procedura di definizione di pratiche trentennali giacenti negli uffici, peraltro neanche per colpa, spesso, delle amministrazioni, che comunque possono tutte fare meglio, ma perché, spesso, le carenze di organico e la complessità burocratica e legislativa rendono complesse le definizioni. Pertanto, abbiamo fatto un provvedimento doveroso che qualcuno ha strumentalmente contestato, polemizzato e continua a farlo oggi a favore di telecamere, perché è più importante farsi belli che non parlare della sostanza, e questo noi non lo faremo mai.

Abbiamo previsto delle facilitazioni, altrimenti quelle persone non avrebbero potuto far partire le pratiche di ricostruzione sisma. La stessa cosa è avvenuta in Centro Italia, a causa dei terremoti, con riferimento a un patrimonio edilizio che, in Italia, è molto complesso, frastagliato, e gestito malissimo per tanti anni, perché è mancata l'azione principale: il controllo. Infatti, altro aspetto che voglio sottolineare, spesso si è ribadita, anche con riferimento ad Ischia, negli anni precedenti e anche in questa circostanza, la colpa degli ischitani di essere abusivisti. E' vero ci sono molti abusi, i numeri ci dicono che è vero, però devo ricordare che la responsabilità non è dei figli, ma dei genitori. Con questo voglio dire che parliamo di cittadini che abitano in un contesto in cui non c'è la cultura del controllo, preposto alle autorità amministrative che devono gestire il territorio, non c'è la cultura della prevenzione o della programmazione, che deve essere prevista con gli strumenti regolatori, che molto spesso non esistono, con gli strumenti di programmazione e di pianificazione del rischio idrogeologico, con i piani paesistici ambientali, con una carta geologica che non è stata mai completata in Italia e su cui noi abbiamo sempre lavorato, perché prevenire è meglio che curare. Se non si vogliono avere morti, danni e distruzioni, la cui riparazione costa molto di più, oltre l'aspetto impagabile della vita umana, bisogna lavorare in questa direzione e noi abbiamo sempre lavorato in questa direzione, abbiamo sempre messo al centro delle nostre azioni la tutela del territorio, la sicurezza e la prevenzione.

Quando si parla di cultura ambientale, di andare verso le rinnovabili e un'autonomia energetica che non c'è mai stata, perché l'Italia non l'ha mai fatta, ricordo che siamo la forza più giovane di questo Parlamento; anche se molti amano cambiare nome per ringiovanire e fare questo lifting politico, qui c'è la storia di 30, 40 anni in cui nessuno ha agito in questa direzione. Noi siamo stati gli unici a parlare di certe cose: abbiamo parlato di transizione ecologica - si cerca di cancellarlo - di rinnovabili; se l'Italia avesse avuto una politica energetica in materia di rinnovabili, sarebbe stata indipendente dai costi del carburante - e non mi voglio mettere a discutere, in questa sede, in questo momento, delle accise e delle varie giravolte fatte dai Governi su una incoerenza logica e funzionale - e avremmo avuto una condizione migliore. E lo dico, citando anche un mio concittadino e amico, il geologo Massimiliano Fazzini, referente del team sul rischio climatico della Società italiana di geologia, che ha ricordato, oltre l'eccezionalità di questo evento, in cui sono caduti tra i 120 e i 155 millimetri di acqua in un evento alluvionale incredibile, anche il fatto che, per tre volte nello stesso mese, sono avvenuti eventi alluvionali eccezionali.

Allora, signori, bisogna che noi capiamo bene che potremo rincorrere tutte le calamità naturali che potranno susseguirsi, ma saranno sempre più ricorrenti, sempre più intense, sempre più dannose. Questo si modifica con un cambiamento di paradigma, con un cambiamento culturale; allora, abbiamo istituito le comunità energetiche, previsto la transizione energetica e l'incremento delle rinnovabili. Bisogna continuare in questa direzione, è inutile continuare a “bucare” l'Italia creando danni ambientali per una quantità di gas irrisoria e sufficiente se non per pochi mesi. Diciamole giuste, quando raccontiamo le storie: basta con la propaganda, partiamo con l'azione concreta e corretta. Questo dobbiamo fare, perché questa deve essere l'azione che dobbiamo portare avanti.

Si parla, inoltre, nel provvedimento di fanghi, di proroghe del personale, elementi fondamentali per fare partire la stagione turistica, però va fatto correttamente e con la dovuta attenzione per far sì che la mobilità di questi residui non diventi fonte di business per la malavita e per chi, nella logica del riciclaggio e dei rifiuti, ne ha sempre fatto fonte di prosperità. Invece bisogna pensare a tutelare questo territorio, ce lo chiedono gli italiani, ce lo chiedono gli ischitani, ce lo chiedono quelle persone che non attendono altro che ripartire e devono avere il nostro impegno. E oggi scopriamo, nella cronaca, troppo frequente, che questo Governo è diventato responsabile di punto in bianco. Fino a qualche mese fa, lo sentivamo raccontare dalla comoda posizione dell'opposizione di come tutto fosse facile, di come tutto fosse semplicemente immediato, istantaneo, tutto troppo poco, tutto insufficiente, mentre, oggi, scopriamo una cronaca del Presidente Meloni - ci fa piacere che abbia trovato questo tipo di equilibrio, finalmente, nella sua lunga carriera politica - in cui diventa all'improvviso responsabile. Noi lo siamo sempre stati, ma questa responsabilità non deve essere la maschera per giustificare il timore di agire con coerenza e con costanza. È quello che abbiamo fatto noi.

Oggi nel dibattito politico si torna a sentire spesso parlare del MES: quando tutti si stracciavano le vesti, chi per difendere il MES, chi per avversarlo, ricordo che noi, in Europa, con il Presidente Conte abbiamo avanzato una proposta nuova, innovativa e, per la prima volta, l'Europa ha dato i fondi del PNRR (209 miliardi, non dimentichiamolo), portati con la nostra azione, un'azione nuova, unica e innovativa. Quindi, per questo stesso coraggio, prendete esempio da noi, l'abbiamo già fatto, si può fare. Non nascondetevi dietro al fatto che non ci sono i soldi: noi abbiamo fatto cinque scostamenti di bilancio per sopperire alle crisi dell'Italia che abbiamo avuto nella legislatura più difficoltosa. E, lo ricordo, abbiamo lasciato, con il superbonus 110 per cento, altra misura innovativa, un PIL a più 6,7 per cento, quindi, abbiamo fatto un debito straordinario, necessario, non per sprecare. L'Italia ha il debito pubblico fra i più alti al mondo, creato in anni di sole, di discese, di vita facile, perché i soldi li hanno mangiati. Noi li abbiamo usati per aiutare gli italiani - bisogna ricordarlo - e con quel debito abbiamo creato un PIL e un rilancio di un milione di posti di lavoro, che qualcuno aveva promesso e non aveva mai attuato. Noi l'abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, allora, ricordatevi che ci vuole coraggio, ci vuole cuore, ci vuole anima, ci vuole una scelta fatta con provvedimenti corretti, innovativi, uscendo da quelle logiche che ci hanno portato a rovinare questa Nazione bellissima e territori fantastici, come quello di Ischia.

Presidente, concludo, perché non voglio rubare troppo tempo; penso che già abbiamo espresso la nostra opinione, la nostra azione, anche con riferimento al prosieguo della nostra attività di opposizione, propositiva, costruttiva, ferma, attenta, mai contro gli italiani che rimangono per noi al centro della nostra azione, anche in opposizione. Quindi, a disposizione, lavoreremo insieme con i colleghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, poco meno di due mesi fa, una precipitazione alluvionale ricordava a tutti, soprattutto a chi ha poca memoria e ancora meno coscienza, quanto i nostri territori siano esposti alle calamità naturali e quanto le scelte sbagliate possano causare danni alle cose e, ancor peggio, alle persone, quanto la noncuranza di una politica che si limita ad assecondare e rinunciare a perseguire il bene comune quando esso implica scelte impopolari, quanto questa politica possa minare il futuro delle comunità che le sono affidate.

Quindi, poco meno di due mesi fa, Ischia franava e nostri connazionali perdevano la vita.

Oggi, siamo qui a discutere su un provvedimento che dà risposte tempestive alla popolazione e al territorio colpito da quegli eventi calamitosi e stanzia importanti risorse per la sua ricostruzione. Mi auguro che, dopo aver fallito il governo dei territori, dall'opposizione non vi sia neppure la tentazione dello sciacallaggio politico e ci si unisca in uno sforzo corale per mettere riparo a ciò che è accaduto e, soprattutto, per fare in modo che non accada più.

Signor Presidente, mi faccia ringraziare, in particolare, il relatore, l'onorevole Zinzi; in queste settimane, l'ho visto svolgere un lavoro prezioso, con grande abnegazione e attenzione. Il territorio di Ischia aveva bisogno di un lavoro del genere. Per troppo tempo, troppi politici hanno fatto finta di non vedere che oltre il 90 per cento dei comuni italiani è catalogato a rischio sotto il profilo idrogeologico, è a rischio frane, alluvioni ed erosione delle coste; quindi, se oggi parliamo della meravigliosa isola di Ischia dobbiamo farlo con la consapevolezza che il problema non è circoscritto a quel lembo di terra.

Di questo problema dobbiamo farci carico, cosa che non è avvenuta nel recente passato, per troppi anni e per responsabilità di una politica incapace di assumersi il peso di una prevenzione economicamente costosa e elettoralmente poco remunerativa e di dire “no”, quando quel “no” avrebbe allontanato qualche voto, ma avrebbe potuto salvare vite umane, beni e comunità.

Signor Presidente, ragionando con ottica costruttiva e ricostruttiva, come questo Governo e questa maggioranza hanno dimostrato di saper fare, è un bene che si sia riusciti ad avvitare i bulloni della complessa macchina che dovrà concretizzare le missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede progetti specifici per la prevenzione del dissesto idrogeologico, dal monitoraggio e previsioni del rischio per rafforzare la capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico, fino alla prevenzione riguardo alla vulnerabilità del territorio e alla semplificazione e accelerazione delle procedure per l'attuazione degli interventi. Si tratta di un'occasione importante che non dovrà andare sprecata, ma che - e questo dobbiamo dircelo -, da sola, non basta.

Colleghi, non vorrei apparire ripetitivo, ma la vera ripetitività sta nelle litanie che alcuni settori della classe politica hanno immancabilmente recitato all'indomani di tragedie, disastri, perdite di vite umane, devastazioni di territori e centri abitati; litanie postume e cataloghi di buoni propositi puntualmente rimasti sulla carta, per poi cedere alla logica del consenso, già, perché le regole politicamente non pagano, perché la prevenzione costa e non si vede, perché prevenire sarà anche meglio che curare, ma comporta un'impopolarità di cui troppo spesso si evita di farsi carico e tutto ciò con conseguenze devastanti.

Il caso di Ischia è altamente emblematico: il rischio idrogeologico affonda le sue radici nella storia di questa isola dalla struggente bellezza, ma questo rischio, per certi versi congenito, non può certo giustificare uno sviluppo urbanistico dissennato, né la mancanza di adeguati interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio. Si è trattato dell'ennesimo disastro annunciato per l'Italia e per la mia Campania, in particolare, un disastro al quale hanno certamente contribuito l'eccezionalità degli eventi meteorologici, ai quali il territorio è stato esposto negli ultimi anni, e la conformazione dell'isola sotto il profilo orografico, idrografico e della sismicità, ma sul quale, non di meno, ha pesato uno sfruttamento del suolo e del territorio, incurante delle più basilari regole di sicurezza, una politica che non ha saputo dire “no”, perché il consenso legato al boom economico e turistico della zona era più importante, tanto a pagare il prezzo sono sempre altri, un prezzo economico, come si evince dalle risorse che anche con questo decreto bisogna mettere in campo e metteremo in campo, e, soprattutto, un prezzo in termini di vite e di devastazioni di un'intera comunità.

È bene, dunque, tornare, e in fretta, a una più appropriata considerazione del concetto di rischio, che è il prodotto di un concorso di diversi fattori; il rischio, infatti - dobbiamo ripetercelo sempre -, a differenza del pericolo, non è determinato solo dalle caratteristiche del territorio e dall'eccezionalità dei fenomeni, ma soprattutto dalla scarsa manutenzione e dai mancati interventi di drenaggio nei corsi d'acqua, di protezione delle coste e di consolidamento dei terreni franosi. La Campania, signor Presidente, è classificata dall'ISPRA come una fra le regioni a più alto rischio di fenomeni franosi, alluvionali e di corrosione delle coste, piazzandosi ai vertici di una classifica non certo lusinghiera rispetto a un fenomeno che, comunque, investe gran parte del territorio nazionale.

Quindi, concludendo, il provvedimento che, oggi, è all'esame di quest'Aula, ancorché di natura, per forza di cose, emergenziale, lascia intendere questa consapevolezza; importanti risorse vengono destinate alla gestione del disastro di Ischia e al ripristino di condizioni funzionali alla vita e allo sviluppo economico dell'isola, ma l'intervento è fondamentale anche per avviare un processo di messa in sicurezza che, oltre alla ricostruzione, ponga mente anche alla prevenzione.

Presidente, colleghi, nella sua breve vita, questo Governo e questa maggioranza hanno dimostrato di sapersi assumere l'onere dell'impopolarità, di saper interpretare una responsabilità politica che misura la propria adempienza, non dal numero dei like collezionati alla sera, ma dai risultati che ci si attende nell'arco del proprio mandato, con la consapevolezza che il consenso non è il fine immediato, premio effimero, di una condiscendenza da follower, spesso nemica del bene comune, ma è la conseguenza di scelte, anche difficili, dalle quali si aspettano frutti duraturi nell'arco di un tempo più lungo di quello nel quale, negli ultimi anni, ci siamo abituati a misurare l'approvazione o la disapprovazione.

In questo iato profondo, tra la considerazione delle popolazioni, come terreno di pascolo elettorale, e una politica intesa come responsabilità nei confronti delle comunità, risiede la storia di tante tragedie annunciate nel nostro Paese. Anche su questo fronte, Noi Moderati intendiamo aprire una nuova stagione dove non può mancare una reale capacità di visione del domani, perché calamità e alluvioni non possono essere evitate, ma sicuramente si può scegliere di farsi trovare preparati, signor Presidente, a costo di dover spiegare scelte difficili, a costo di investire risorse senza ritorni immediati, ma soprattutto a costo di saper dire anche alcuni “no” (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carmela Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, si scrive “Ischia”, ma si legge “Italia”, si scrive “Ischia” e si legge “Italia” per molteplici ragioni, perché il 94 per cento dei comuni italiani è a rischio di dissesto idrogeologico e oltre 8 milioni di italiani vivono in zone a rischio, proprio come l'isola di Ischia. Questi sono i dati che tutti conosciamo; lo ha riconosciuto la maggioranza, l'opposizione tutta e il MoVimento 5 Stelle hanno avuto un atteggiamento di collaborazione, di condivisione e ha ragione la collega Patriarca che dice che questo non è il momento di puntare il dito, ma è il momento di dire la verità, perché gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle, nonostante la collaborazione, nonostante la volontà di contribuire a dare una mano, sono stati tutti quanti bocciati, sono stati tutti quanti non considerati.

Allora, quello che stiamo celebrando oggi in quest'Aula rischia di essere un ennesimo esercizio di oratoria, se non ci diciamo questa verità, un esercizio di oratoria ipocrita e ripetitivo, come quello che è successo quando, il 10 novembre 2009, la frana che coinvolse l'isola di Ischia spazzò via la vita di una quindicenne, Anna De Felice. Tante, in quell'occasione, furono le promesse fatte, anche in quest'Aula, tante le promesse agli ischitani, promesse di grandi interventi di messa in sicurezza, promesse di non far accadere più una tragedia simile, anche allora una tragedia preannunciata, promesse di un contrasto serrato all'abusivismo. Ma cosa è stato fatto da allora? Come è intervenuta la regione Campania, che, da quella data, ha visto avvicendarsi ben tre presidenti di regione, sia di destra sia di sinistra? Cosa hanno fatto i sindaci, quasi tutti del centrodestra? Perché, lo dobbiamo dire: la verità è che il centrodestra da sempre amministra Ischia, direttamente o sotto mentite spoglie. La risposta è tombale: nulla; anzi, forse non proprio nulla. In quell'occasione - la frana nel 2009 - un po' per ripulirsi le coscienze, un po' per ricordare, è stato dedicato un piazzale ad Anna De Felice, piazzale spazzato via dalla colata del 26 novembre.

È proprio come se la natura ci avesse violentemente e bruscamente sbattuto in faccia la nostra ipocrisia e ci avesse detto che quell'opera memoriale, in realtà, è stata l'ennesima passerella politica che non ha portato ad un chiaro intervento e ad una visione di quell'isola. Si dice Ischia e si legge Italia, Presidente, perché anche oggi si andrà a votare un decreto-legge che, purtroppo, è vacuamente essenziale nella prima fase - basti pensare che è stato stanziato il 10 per cento delle risorse richieste dai sindaci e dal commissario -, ma, soprattutto, è privo di una visione a lungo termine: più volte è stato detto che questo è il Paese dell'economia dell'emergenza, dove l'economia dell'emergenza è più forte e più proficua dell'economia della cura e della prevenzione. Intanto, negli ultimi 13 anni, sono stati 1.503 gli eventi calamitosi che hanno colpito l'Italia; tali eventi sono aumentati del 55 per cento rispetto al 2021, con 310 fenomeni meteorologici, che hanno provocato danni per milioni di euro e 29 morti e ogni volta ci impegniamo a dire sempre le stesse cose, con frasi iniziali come “faremo”, “ci impegneremo” o “è nostra intenzione”. Puntualmente, quest'Aula si chiude in minuti di silenzio ipocriti, senza poi far nulla.

Sappiamo bene che siamo un Paese fragile, il più fragile d'Europa: 7.423 comuni italiani sono a rischio di frane, alluvioni ed erosioni ed il 94 per cento degli italiani è a rischio, perché l'Italia è il Paese più fragile d'Europa - lo dicevamo -, eppure stiamo discutendo da dieci anni per approvare una legge che contrasta il consumo del suolo, ripeto: dieci anni.

Non sono bastate le tragedie che hanno costernato questo decennio per farci trovare un'intesa. E come risponde questo Governo a quella che, senza dubbio, è l'emergenza del nostro Paese, un'emergenza che non smetterà, anzi aumenterà, perché va di pari passo con il cambiamento climatico? Risponderà non rifinanziando la Carta geologica, lasciando, quindi, incompiuto il progetto Carg, che doterebbe il nostro Paese di un adeguato Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, tagliando il 40 per cento delle risorse destinate al dissesto idrogeologico e iniziando a trivellare i nostri mari (non è solo una questione ambientale, ma anche di sicurezza dei nostri fondali). C'è davvero da lavorare tanto, proprio come dice la Premier. Ci vuole molto coraggio per rispondere alle tante questioni irrisolte. Quando si realizzerà un catasto nazionale delle case abusive? Di certo, non con questo Governo, che contrasta la rigenerazione urbana, a partire dalla misura del superbonus. Quanti sono i comuni sprovvisti di un piano regolatore, con la complicità dei presidenti di regione, che continuano a rinviare i commissariamenti dei comuni inadempienti, a partire dal mio? Quando si deciderà di intervenire, affinché gli abbattimenti non siano gestiti dai sindaci, troppe volte emotivamente ed elettoralmente vicini a chi ha commesso l'abuso? È necessario che il potere e la gestione degli abbattimenti degli immobili abusivi venga gestito da un soggetto terzo, lontano dalle dinamiche locali e territoriali. Non rispondendo a questi quesiti, cari colleghi, avremo due certezze: la prima è che quello che è successo a Ischia è già successo tante volte, la seconda è che, ahimè, succederà altre volte. Oggi, con questo decreto, non si risponde all'emergenza che non coinvolge solo Ischia e gli ischitani, ma che riguarda - come abbiamo detto - il 94 per cento degli italiani; ma, Presidente, non si risponde neanche all'emergenza che travolge Ischia. Il decreto in discussione oggi, con solo 40 milioni di euro totali, per un impegno finanziario spalmato dal 2023 al 2026, non serve neanche a rispondere all'emergenza che, in questo momento, proviene dal territorio, un'emergenza che - secondo le stime ufficiali - necessiterebbe di 400 milioni solo per il 2023.

È stata sbandierata una potenza di fuoco per aiutare le popolazioni colpite, ma, ahimè, qui ci troviamo dinanzi ad un fiammifero. I sindaci, evidentemente, non sono stati ascoltati fino in fondo. Voglio citare le parole del sindaco di Forio, Francesco Del Deo, che appartiene alla vostra area politica, quella di centrodestra, che precisa: “Con questi soldi riusciremo giusto a togliere fango e detriti dalle strade, non certo a far avviare le opere di messa in sicurezza del territorio, per non parlare di ricostruzione post sisma o post frana”. Questa è la vostra risposta all'isola di Ischia e, per cortesia, risparmiateci la tiritera sulla mancanza dei fondi, perché avete trovato 900 milioni di euro per le squadre di serie A. E' un risultato che, purtroppo, è veramente desolante, ma soprattutto oggi, a distanza di due mesi da quella tragedia, manca semplicemente l'idea di come far rinascere quella terra, alla luce del fatto che la stagione turistica è alle porte. In questo Parlamento, la maggior parte di noi proviene dagli enti locali, ha ascoltato e vissuto la realtà quotidiana delle famiglie italiane e conosce le difficoltà di amministrare con poche risorse. Per questo, vi chiediamo un atto di coraggio e un atto di rispetto dei territori: abbiamo il dovere di non far ripetere ciò che è accaduto, perché, se anche in questa occasione il tutto si ridurrà ad una mera celebrazione, cordoglio e intitolazione di strade o monumenti, dimostreremo l'inutilità di questa azione politica, aumentando la sfiducia verso le istituzioni di questo Paese. Si dice Ischia e si legge Italia, perché l'Italia intera è a rischio.

Negli ultimi 13 anni, le migliaia di catastrofi che si sono verificate hanno colpito tutte le regioni, da Nord a Sud, in testa la Sicilia, governata dall'attuale Ministro, seguita da Lombardia, Lazio e Puglia. Proprio per questo, Presidente, mi lasci dire che gli abitanti di Ischia meritavano e meritano meno ipocrisia e più rispetto, perché è fuori di dubbio il fatto che Ischia sia una terra ferita dal fenomeno dell'abusivismo, ma è altrettanto marchiata dal pregiudizio, che corre sempre più veloce del buonsenso, dell'unità e della ragione. È una terra che in questi anni ha dato al Paese più di quanto ha ricevuto, una terra che, nel corso della sua storia, ha saputo reinventarsi, contribuendo al Paese con un patrimonio culturale e architettonico unico al mondo, una terra destinataria di tante catastrofi, ma che non ha mai smarrito la forza di ricominciare.

A proposito di catastrofi, vorrei dire due parole al leader di Italia Viva, che, proprio nelle ore in cui si scavava ancora nel fango, proprio nelle ore in cui i familiari cercavano ancora i propri familiari, ha iniziato una macchina ignobile nei confronti del MoVimento 5 Stelle e del presidente Conte, speculando in quei giorni su una tragedia che ha visto ben 12 vittime, tra cui anche molti bambini.

Mi rivolgo a lui, per suo tramite Presidente, perché voglio leggere un virgolettato: “E' inimmaginabile pensare che si possano fare decine di migliaia di demolizioni sulle due isole. Si rischia di creare il problema abitativo. Noi non favoriamo la speculazione edilizia, ma abbiamo il dovere di assicurare un tetto a chi ne ha diritto”. Queste sono le parole pronunciate dall'attuale europarlamentare di Italia Viva, Giosi Ferrandino, che è stato sindaco per ben dieci anni di Casamicciola, e sindaco per ben dieci anni del comune di Ischia. E no, Presidente, noi del MoVimento la lezioncina sul condono non la possiamo accettare, soprattutto da chi, alle amministrative del 2012, fece un'alleanza con il centrodestra per difendere con fierezza 700 immobili abusivi destinatari di altrettanti 700 esecutivi di abbattimento. La finta morale non la possiamo accettare per il bene di tutti quanti. Chi utilizza una tragedia per sferrare un attacco politico non vero nei fatti e nei dati - perché basta guardare i dati dal 2019 ad oggi -, mentre una comunità ancora conta i propri morti e ancora spera di trovare i propri familiari, mentre i volontari scavano a mani nude nel fango, non può avere la nostra condivisione. E questo, sì, che è senza dubbio miserabile politicamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Alessandro Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente, membri del Governo e onorevoli colleghi. In data 26 novembre dello scorso anno, a sei anni di distanza da un terremoto che colpì “l'isola verde”, l'isola di Ischia, si è verificata una frana a causa di ingenti piogge, provocando la morte di dodici persone. Il mio pensiero ancora oggi va ad Eleonora, Salvatore, Gianluca, Valentina, Michele, Francesco, Maria Teresa, Maurizio, Giovanna, Nikolinka, Maria Teresa e il piccolo Giovangiuseppe, i cittadini che ci hanno lasciato a causa di questa tragedia. Non vorrei leggervi le parole di Plinio il Giovane, il quale, in una corrispondenza con Tacito, raccontò minuziosamente la tragedia pompeiana del 79 dopo Cristo.

I suoi scritti lasciano senza fiato, perché ci catapultano in quegli interminabili attimi che accompagnano gli uomini alle prese con la brutale forza della natura. Forza che, a distanza di duemila anni, genera ancora morte, a causa soprattutto della negligenza della politica. L'isola di Ischia è vulcanica, composta da rocce compatte e da uno strato in superficie formato da ceneri e lapilli. Il tutto si è generato nei secoli, a causa delle tante eruzioni verificatesi in Campania. Chiaramente, con i cambiamenti climatici e con le forti piogge, il terreno, ceneri e lapilli non consolidati in superficie, non riesce a drenare tutta l'acqua e si verificano le colate, ossia le frane che spazzano via tutto quello che trovano nel loro percorso fino ad arrivare a valle. Il tutto poi si verifica in pochi minuti. La frana di Ischia, però, non è la prima che si verifica nel nostro Paese. Non vorrei ricordare la frana di Sarno del 5 maggio 1998, che causò 160 vittime. Questa tragedia non sarà l'ultima, se non si interviene in maniera strutturale e preventiva. Non possono bastare interventi spot. Il 27 novembre Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione civile italiana, ha avvertito che almeno il 94 per cento dei comuni italiani è a rischio inondazioni, frane ed erosione costiera. Viviamo in un Paese geologicamente giovane; l'Italia è uno dei Paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi, con oltre 620.000 frane, su aree di circa 24.000 chilometri quadrati, pari al 7,9 per cento del territorio nazionale. Tali dati derivano dall'inventario dei fenomeni franosi in Italia, il Progetto IFFI. Ogni anno, sono centinaia gli eventi principali di frane sul territorio nazionale, che causano vittime, feriti, evacuati e danni a edifici, beni culturali e infrastrutture lineari di comunicazione primarie. Per fornire alcuni dati: 122 eventi principali nel 2020, 220 nel 2019, 157 nel 2018, 172 nel 2017, 142 nel 2016 e tanti altri. L'Italia è un Paese geologicamente predisposto alle frane. Approfondendo la questione, però, ho potuto constatare che i geologi italiani hanno realizzato tutte le carte del dissesto idrogeologico delle autorità di bacino e che sono a disposizione delle autorità competenti. Tutte le frane che si sono verificate nel tempo sono avvenute in aree già segnalate e, quindi, i warning alle autorità già erano stati inviati: aree già considerate ad alto rischio. Francesco Peduto, ex presidente del Consiglio nazionale dei geologi, ha più volte avvisato i Governi che si sono succeduti nel tempo che bisogna intervenire sulle aree segnalate e già identificate. Bisogna stanziare fondi ingenti, per cercare di risolvere, una volta per tutte, il rischio idrogeologico in Italia; bisogna presidiare il territorio e monitorarlo continuamente e cercare di intervenire in maniera preventiva. Quindi, in questo momento, la questione è soltanto politica, e non tecnico-scientifica. A questo punto, però, ritorniamo con un focus sulla questione Ischia, che, come dimostrato, abbraccia tutta la Penisola italica. Al fango che ha ricoperto Casamicciola Terme, si è aggiunto altro fango, schizzato da quei mass media che, come spesso accade al Sud, per motivi di share, non hanno aspettato altro che offrire una visione distorta del nostro territorio, quasi come se il nero fosse l'unico colore presente sulla tavolozza meridionale. E, invece, come cantò un poeta, che di nome faceva Pino e di cognome faceva Daniele - e la cui scomparsa è avvenuta proprio agli inizi di un mese di gennaio -, la nostra terra “è mille culure”. Presidente, lo dico perché non è più accettabile la retorica, considerati i dati che vi ho fornito, secondo cui le alluvioni e le frane che accadono in altri Paesi e in altre parti del Paese dipendono dal cambiamento climatico, mentre una tragedia analoga, che affligge la nostra terra, dipende da fattispecie illecite, legate alla mano umana. È chiaro che gli illeciti vanno sempre perseguiti e ovunque, ma, se il 2022 verrà consegnato alla storia come l'anno della tragedia di Ischia, auspico possa essere anche ricordato come l'anno in cui i figli di quell'isola, spesso più che minorenni, si sono rimboccati le maniche per giorni e giorni, spalando con le proprie mani il fango, alla ricerca dei propri fratelli e per ripulire il volto dell'isola che fu cara ad Angelo Rizzoli e a Luchino Visconti. Allora, agli angeli del fango, che hanno emozionato il mondo intero, auspico che il Capo dello Stato possa riconoscere una medaglia al valor civile. A questi giovani, alla Protezione civile, alla Croce Rossa, alle Forze dell'ordine va il mio sentito ringraziamento. Il 28 novembre, a distanza di due giorni dalla tragedia, io ero lì, nell'ufficio del commissario prefettizio di Casamicciola Terme, la dottoressa Simonetta Calcaterra, intenta a dirigere le operazioni con il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale. Nei loro occhi, scavati dalla stanchezza fisica e psicologica, ho tastato il dolore tremendo di quanto accaduto. Ho trovato un'isola ferita, ma nel loro spirito indomito, nella loro immensa energia, che sprigiona da chi solo sa che non può voltarsi indietro, ma che deve andare avanti per amore dei propri cari, ho avuto modo di toccare con mano la forza e la determinazione di una comunità, che, ne sono certo, rinascerà dalle proprie ceneri, come l'araba fenice. Noi siamo vulcanici, siamo figli del Vesuvio, nati sopra la lava, e possiamo piegarci, ma non ci spezziamo.

Ebbene, onorevoli colleghi, anche l'isola di Ischia, per rinascere, ha avuto, ha e avrà bisogno di una spinta propulsiva, di una mano, per non essere lasciata indietro, una mano che il MoVimento 5 Stelle non ha mai negato, sia sostenendo la ricostruzione post sisma, sia votando a favore di provvedimenti importanti a sostegno delle isole minori. Penso alla modifica dell'articolo 119 della Costituzione, che reca l'obiettivo di promuovere misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità, o alla decisione di inserire le isole minori all'interno della settantatreesima area interna ultra periferica, passo in avanti per accedere a ulteriori risorse, battaglie fortemente spinte dall'ANCI e applaudite dalle comunità isolane.

A tal proposito, già vi dico che, assieme a numerosi colleghi, abbiamo dato vita a un intergruppo parlamentare che sosterrà le aree fragili, quelle interne del Paese, e le isole minori. Noi non lasceremo mai indietro questi territori, un tema trasversale, senza colore politico e senza steccati ideologici.

E ora? Ora, onorevoli colleghi, è venuto il momento di non far sentire gli isolani e, in particolare modo gli ischitani, cittadini di serie B. Per questo il MoVimento 5 Stelle ha prontamente accolto le richieste provenienti da Ischia, presentando diversi emendamenti a sostegno della sua popolazione, con il fine di aiutare i comuni, le aziende, le piccole e medie imprese, cuore pulsante della nostra Nazione, e i suoi abitanti. Personalmente, ho presentato una proposta emendativa, in qualità di capogruppo in Commissione agricoltura della mia forza politica, che ha l'obiettivo di ristorare le aziende che hanno subito danni a causa della frana del 26 novembre, chiedendo lo stanziamento di 2 milioni di euro. Ma l'attenzione del MoVimento non si limita a questo, ovviamente. Come cofirmatari, abbiamo presentato insieme ai colleghi, ad esempio, anche un altro emendamento, che mira ad assicurare ai comuni dell'isola d'Ischia il gettito dei tributi locali non versati per effetto delle sospensioni, oltre 2 milioni di euro solo per Casamicciola e, inoltre, sempre per i comuni dell'isola, abbiamo previsto un ristoro relativo al minore gettito a causa del tragico evento.

Ma, come MoVimento, non abbiamo chiesto solo fondi maggiori rispetto a quelli previsti dal decreto, ma anche seri interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico: assunzioni a tempo indeterminato per il personale con rapporto di lavoro a tempo determinato in servizio presso i comuni e direttamente impegnato nell'attività di ricostruzione; un aggiornamento del piano di assetto idrogeologico; interventi finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico; misure urgenti per lo svolgimento delle attività didattiche; misure per il trasporto scolastico dell'isola e tanto altro. Insomma, sono misure e richieste di buonsenso. Avete previsto più di mille assunzioni, in tre Ministeri. Le eventuali assunzioni a tempo indeterminato, di cui vi parlavo, sono basilari per il funzionamento di questi enti locali.

Ebbene, onestamente non ci aspettavamo certo un accoglimento totale delle nostre proposte emendative, ma, onorevoli colleghi, mai ci saremmo aspettati di vedere rigettati tutti i nostri emendamenti, così come non ci saremmo aspettati uno stanziamento di appena 10 milioni di euro all'anno fino al 2026. Con questi soldi, come giustamente ha fatto notare il sindaco di Forio d'Ischia e presidente dell'ANCIM, Francesco Del Deo, dunque un attore protagonista di quel territorio, si riusciranno giusto a togliere fango e detriti dalle strade e non certo a far avviare le opere di messa in sicurezza del territorio, per non parlare di ricostruzione post sisma e post frana.

E qui ritorniamo, poi, alle scelte politiche di questo Governo. Onorevoli colleghi, nella stessa Commissione che ha approvato altri emendamenti, il Governo ha chiaramente detto che vi sono difficoltà di carattere finanziario e, dunque, non ci sono fondi. Ma se io fossi ischitano mi domanderei dove questo Governo ha trovato 900 milioni per spalmare in 60 mesi i debiti dello sport e, in particolare, delle società di calcio. Presidente, è sempre una scelta politica! Se io fossi ischitano mi chiederei perché in legge di bilancio si è preferito utilizzare quasi un miliardo per dare una mano ai club milionari e foraggiare un sistema già sazio, anziché aiutare gli sfollati di Ischia, le famiglie delle vittime e i cittadini che ancora aspettano di vedere ricostruite le proprie case a valle del sisma del 2017.

“S'i' fosse foco”, avrebbe detto il sommo poeta Cecco Angiolieri, “arderei questo decreto”, ma non sarebbe un atteggiamento responsabile. Dunque, che si concedano pure questi fondi, seppure esigui e quasi insignificanti, all'isola di Ischia. Non diremo mai di no, anzi, è ovvio. Ma con che coraggio potrete mai mettere un giorno piede a Ischia e magari incrociare lo sguardo di quei ragazzi che tempo addietro a mani nude scavavano nel fango per cercare i propri amici o i propri familiari?

Tuttavia, non spetta a me giudicarvi. Gli italiani già si stanno accorgendo di che pasta è fatto questo Governo che, provvedimento dopo provvedimento, si sta dimostrando inadeguato, se non pericoloso, ma soprattutto incoerente.

Presidente, la storia non miete a giugno e non vendemmia a ottobre: ha una sola stagione, il tempo, e, onorevoli colleghi, non diteci che non vi avevamo avvisati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Dario Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Gentile Presidente, colleghi, membri del Governo, “Rinvenni a notte alta, e mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle”. Sono parole di una delle vittime più illustri di un terremoto ischitano, Benedetto Croce.

Quello di Ischia è uno dei tre vulcani attivi della provincia di Napoli, sebbene il suo ciclo di alternanza tra fase attiva e quiescenza è calcolato in circa 10 mila anni, il che comporta lunghe fasi di apparente assenza di attività, interrotte da sismi di bassa magnitudo localizzati a poca profondità nella parte settentrionale dell'isola, accompagnate da diffuse manifestazioni fumaroliche e idrotermali.

Nella letteratura popolare si narra che sotto l'isola d'Ischia risieda Tifeo. La leggenda narra, infatti, che Giove riesca a fermare questo gigantesco drago scagliandogli addosso l'isola, in modo da schiacciarlo sotto il monte Epomeo. Così intrappolato, il mostro si dimena e sputa fuoco, incarnando il soggetto di una narrazione popolare e un quadro di senso che ha permesso agli ischitani di esorcizzare paure e di trovare spiegazioni accessibili a eventi eccezionali che si perdono nella notte dei tempi.

La massima parte degli eventi sismici registrati a partire dal tredicesimo secolo trova l'epicentro corrispondente nei comuni di Casamicciola Terme e di Lacco Ameno. In particolare, è stato l'Ottocento il secolo con più terremoti. Si ricorda, soprattutto, quello catastrofico del 28 luglio 1883, il primo dall'Unità d'Italia, che causò 2.333 morti e la distruzione del patrimonio storico e ambientale dell'isola. I danni più ingenti si verificarono proprio a Casamicciola e a Lacco Ameno, dove su 1.061 abitazioni censite ne rimasero in piedi solo 19, e una sola a Casamicciola. Le proporzioni del disastro portarono in futuro a usare dire in tutto il Paese “è successa una Casamicciola”, come espressione di rovina, di disordine e di confusione.

Ecco che la più nota testimonianza diretta di quella catastrofe fu proprio quella di Benedetto Croce, allora diciassettenne, unico sopravvissuto della sua famiglia al crollo della loro casa di vacanza. Dicevamo: “Rinvenni a notte alta, e mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle (…). Verso la mattina (ma più tardi), fui cavato fuori, se ben ricordo, da due soldati e steso su una barella all'aperto. Lo stordimento della sventura domestica che mi aveva colpito, lo stato morboso del mio organismo che non pativa di alcuna malattia determinata e sembrava patir di tutte, la mancanza di chiarezza su me stesso e sulla via da percorrere, gl'incerti concetti sui fini e sul significato del vivere, e le altre congiunte ansie giovanili, mi toglievano ogni lietezza di speranza e m'inchinavano a considerarmi avvizzito prima di fiorire, vecchio prima che giovane”. Questo è il ricordo di quella notte che Croce lascerà ai posteri.

Il terremoto cambiò certamente la vita di Croce e segnò profondamente il futuro dell'isola, che a quell'epoca, infatti, era meta di turismo facoltoso e internazionale. Ma il grande riverbero sull'opinione pubblica nazionale ed estera che ebbe il sisma segnò la fine di un'epoca e un nuovo inizio per il turismo ischitano, che subì la trasformazione incentrata stavolta su un turismo più di massa.

Il terremoto del 1883, dicevamo, fu, di fatto, il primo disastro naturale con cui dovette confrontarsi il Governo dell'Italia unita, che, dunque, promulgò la prima normativa antisismica, cioè il regolamento edilizio per i comuni dell'isola d'Ischia danneggiati dal terremoto del 28 luglio 1883 - questo è il titolo -, che entrò in vigore il 15 settembre 1884, con validità a tempo indeterminato. Esso indicava come prescrizione per le nuove costruzioni di utilizzare il sistema baraccato a telaio portante con i pannelli di chiusura delle maglie. Vi furono, poi, la definizione e la delimitazione delle zone pericolose, le norme per i fabbricati danneggiati e pericolanti, l'istituzione della commissione edilizia speciale con compiti di eseguire e far eseguire le disposizioni contenute nel regolamento.

Da quel terremoto di fine Ottocento è passato oltre un secolo di sostanziale quiete sismica, prima della sera del 21 agosto 2017. Ecco, che un nuovo terremoto sconvolge l'isola di Ischia e in particolare, come in tutti i sismi ottocenteschi, i comuni di Casamicciola Terme e di Lacco Ameno. Una scossa di circa sei secondi fa crollare vecchi palazzi, lesiona decine di abitazioni, porta all'evacuazione dell'ospedale “Rizzoli” e alla fuga di tanti turisti. Soprattutto, però, sotto le rovine di edifici fatiscenti muoiono le signore Lina Balestrieri e Marilena Romanini, rimangono ferite decine di persone e tre bambini vengono salvati dalle macerie dopo 16 ore di ricerche e di apprensione: Ciro, 11 anni, Mattias, 8 anni, e Pasquale, sette mesi, sono rimasti sepolti sotto la loro casa. Il loro salvataggio diventa un caso nazionale e le televisioni seguono la vicenda senza sosta, naturalmente con speranza. I soccorritori riescono a trovarli solo l'indomani dopo mezzogiorno, ma l'immagine iconica dell'intero disastro è quella del salvataggio di Pasquale, il neonato: alle 4 di notte i vigili del fuoco lo tirano fuori dai detriti.

Perseveranza, eroismo e commozione non fermano, però, un altro tipo di narrazione, che è quello dell'illegalità urbanistica, secondo cui Ischia diventa l'isola capitale dell'abusivismo, dove un residente su due costruisce al di fuori della legge, come afferma la Protezione civile, e addirittura, come aggiunge Il Mattino di Napoli, in certe zone, come la località del salvataggio dei fratellini, il 90 per cento delle case è stato costruito abusivamente su un terreno franoso. Dell'abusivismo edilizio in quel periodo parlano tutti, da Legambiente all'ordine dei geologi, compreso il presidente della regione Campania, che ribaltando il paradigma, come usa fare, punta il dito sull'ambientalismo, che ferma tutto da 25 anni (questi ecologisti: sempre colpa loro!).

L'abusivismo è una categoria ampia in cui confluisce una vasta gamma di illegalità piccole e grandi e che storicamente può avere cause molto diverse, per cui andrebbe analizzato con attenzione e cognizione, altrimenti rischia di avere un duplice effetto controproducente: da un lato, colpevolizzare le vittime e soprattutto, dal mio punto di vista, distogliere l'attenzione dal problema più ampio in cui esso è compreso, cioè la cementificazione soprattutto legale dell'ormai ex isola verde.

L'urbanizzazione e l'incremento della popolazione, che a partire dagli anni Cinquanta ha coinvolto Ischia, si porta dietro certamente uno dei tassi di abusivismo edilizio più alto d'Italia e, dunque, d'Europa, ma anche una pressione antropica che ha congestionato lo spazio e alzato l'intensità del traffico automobilistico, che non ha un valido sistema fognario, che spinge ai margini sociali e geografici coloro che non hanno la forza di stare al passo con la legge del mercato e, soprattutto, che divora terreno e relazioni.

Anche nelle zone meno ambite dell'isola il costo di un'abitazione è diventato proibitivo, per cui, come ci spiega Francesco Rispoli, l'abusivismo cosiddetto di necessità è stato un potente ammortizzatore sociale e uno straordinario dispositivo di costruzione di fortune elettorali e di fortune economiche, per quanto riguarda l'abusivismo di speculazione.

Quel che appare evidente è un progressivo oblio della catastrofe del 1883, dal momento che la gran parte dei danni osservati dimostra la scarsa manutenzione degli edifici costruiti in seguito a quel terremoto. Questi, sebbene antisismici per le conoscenze e le tecniche dell'epoca, oggi risultano molto fragili perché il collante dei laterizi si è deteriorato e ha scarsa tenuta. Soprattutto, però, dal punto di vista dell'ingegneria sismica, gli edifici appaiono appesantiti da superfetazioni successive, che, accostate alle esistenti, senza vincolarle alle strutture adiacenti, ne hanno invariabilmente elevato la vulnerabilità complessiva. Se infatti altrove il cambiamento dell'uso del territorio è stato più graduale e ordinato, Ischia è l'emblema di un processo avvenuto in maniera radicale e repentina. Attraverso l'immagine di sé che è riuscita a veicolare, l'isola verde si è trasformata in un laboratorio di imprenditoria turistica, affetta da una vera e propria febbre edilizia che l'ha fatta esplodere demograficamente ed economicamente, ma non altrettanto dal punto di vista della qualità dei servizi e delle infrastrutture, per di più spesso senza pianificazione e controllo; questo, secondo una certa idea di sviluppo che contestiamo, sfrenato e illimitato, che ha smodatamente consumato suolo ed ecosistema. La mancanza di un'etica della responsabilità ci ha condotto a un contesto nel quale gli ischitani, specie i più giovani, rischiano di avere innanzi un “non futuro”, se non drammi concreti, come nel 2006, quando un'intera famiglia fu spazzata via da una frana dovuta all'impermeabilizzazione dei suoli, e nel 2015, quando morì un uomo per la stessa ragione. E arriviamo così alla frana del 25 novembre scorso, 12 vittime, e a questo decreto, rispetto a quanto abbiamo voluto raccontare per rappresentare bene la complessità dello scenario che abbiamo davanti. Abbiamo ascoltato polemizzare su quanto fatto dal Governo Conte ed è stato davvero triste assistere al tentativo di uno sciacallaggio politico, che, pur di montare polemiche, è disposto a giocare e polemizzare su determinate tragedie. Il MoVimento 5 Stelle non ha mai promesso condoni in cerca di consensi, come abbiamo visto fare esplicitamente ad importanti esponenti locali dei partiti oggi di maggioranza e ha perfino rifiutato proposte di ravvedimento operoso, che pure erano arrivate da nostri iscritti e attivisti isolani. Soprattutto, però, assistiamo con tristezza, ma non rassegnazione, a una serie di proposte che non hanno nulla di nuovo, che non recepiscono i nostri suggerimenti e che non guardano ad una soluzione definitiva del problema, ma solamente a mettere una toppa, ahimè, ahinoi, molto più piccola del buco. Personalmente, ho proposto l'attivazione di una cassa integrazione guadagni in deroga, per far arrivare un aiuto alle piccole imprese dell'isola, ma dopo un'apparente apertura, anche questa nostra proposta è stata bocciata. Speriamo ancora in un ravvedimento e di poter migliorare ancora questo provvedimento, che stiamo valutando con l'attenzione che merita un tema così delicato come l'aiuto ad una popolazione colpita da un disastro. Ma il problema è sempre questo: se non iniziamo, cari colleghi, a guardare e progettare soluzioni di lungo corso, con una visione politica più ampia, il nostro Paese difficilmente si scrollerà di dosso questi atavici problemi. Ma questo è un monito generale che non riguarda solo la questione Ischia, ed è l'abusivismo edilizio. Parafrasando Croce, era notte fonda, eravamo sepolti fino al collo, ma nel cielo nero brillavano le stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 674-A​)

PRESIDENTE. Il relatore e la rappresentante del Governo si riservano di intervenire successivamente. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione (A.C. 698-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 698-A: Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 698-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

I presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ne hanno chiesto l'ampliamento.

La I Commissione (Affari costituzionali) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Deborah Bergamini.

DEBORAH BERGAMINI , Relatrice. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, l'Assemblea avvia oggi l'esame del disegno di legge n. 698-A, di conversione del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, che reca disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione. Il disegno di legge di conversione è stato assegnato in sede referente alla Commissione affari costituzionali, che ne ha avviato l'esame il 22 dicembre 2022, concludendolo senza apportare alcuna modifica tranne alcune correzioni di pura forma. Il decreto-legge consta di 2 articoli ed è volto a prolungare le operazioni di votazione delle consultazioni elettorali e referendarie relative all'anno in corso. A questo proposito, ricordo che l'articolo 1, comma 399, della legge di stabilità 2014, nell'ambito di misure volte a conseguire risparmi di spesa, ha previsto che le consultazioni elettorali debbano svolgersi solo nella giornata di domenica. Rispetto a questa disciplina ancora vigente, l'articolo, 1, comma 1, del decreto-legge che stiamo esaminando, dispone che le operazioni di votazione per le consultazioni elettorali e referendarie del 2023 si svolgano, oltre che nella giornata di domenica, dalle ore 7 alle ore 23, anche nella giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15. La disposizione deroga, dunque, alla normativa vigente solo per l'anno 2023.

Come si legge nella relazione illustrativa del disegno di legge di conversione, la scelta del prolungamento delle operazioni di voto deriva dall'esigenza di agevolare la maggiore partecipazione possibile dei cittadini alle consultazioni elettorali, anche in considerazione dei crescenti fenomeni di astensionismo. L'ampia partecipazione dei cittadini consente, infatti, di rafforzare il processo democratico e la rappresentatività delle istituzioni. L'urgenza dell'intervento normativo è motivata dall'imminenza del voto per il rinnovo dei consigli regionali di Lazio e Lombardia, anche se la disposizione è destinata a trovare applicazione in tutte le consultazioni elettorali e referendarie che si svolgeranno nel 2023. Ricordo, infatti, che nella primavera del 2023 sono previste anche le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale della regione Molise e di quello della regione Friuli-Venezia Giulia. Dal 15 aprile al 15 giugno 2023 si terrà, inoltre, il turno ordinario e in autunno il turno straordinario per il rinnovo dei consigli comunali e per le elezioni a sindaco nelle regioni a statuto ordinario. Infine, si terranno le elezioni amministrative nei comuni delle regioni a statuto speciale in scadenza di mandato.

Il comma 2 valuta i maggiori oneri derivanti dall'attuazione del provvedimento in esame in 14.874.000 euro per l'anno 2023 e, conseguentemente, provvede ad incrementare di pari importo per il 2023 il Fondo da ripartire per fronteggiare le spese derivanti dalle elezioni politiche e amministrative del Parlamento europeo e dall'attuazione dei referendum, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze. Il comma 3 prevede che ai maggiori oneri derivanti dal comma 2 si provveda mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione, di cui all'articolo 1, comma 200, della citata legge di stabilità 2014. Infine, il comma 4 reca la consueta clausola che autorizza il Ministro dell'Economia e delle finanze ad apportare con decreto le conseguenti variazioni di bilancio. L'articolo 2 dispone che il decreto-legge in esame entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Il decreto-legge è, dunque, vigente dal 13 dicembre 2022.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo, che rinuncia. È iscritta a parlare la deputata Simona Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come ha ben illustrato la collega Bergamini, questo è un decreto molto semplice, di due articoli, che prevede il prolungamento delle operazioni di votazione delle consultazioni elettorali previste nel 2023 e lo estende alla giornata di lunedì, dalle ore 7 alle ore 15, con la nobile finalità di allargare alla maggior partecipazione possibile dei cittadini alle consultazioni elettorali, in modo da contrastare il fenomeno dell'astensionismo. È vero che la normativa vigente oggi prevede le votazioni in una sola giornata. Come ha già spiegato la collega, è una decisione che era stata presa nel 2014, peraltro in legge di stabilità, come forma di risparmio della spesa per le consultazioni elettorali. Riducendo ad un giorno, l'obiettivo era quello di andare incontro alle richieste di risparmio di spesa. È altrettanto vero che, sia nel 2020 che nel 2021, in piena emergenza pandemica, era già stata prevista la possibilità di allungare le giornate di votazioni anche al lunedì, come succedeva in passato, e questo poi, alla fine, pare abbia avuto un riflesso positivo in termini di partecipazione.

Noi capiamo che in questo caso sia necessaria la decretazione d'urgenza, anche perché abbiamo delle elezioni regionali fissate fra qualche settimana, sia in Lazio che in Lombardia, e che, secondo le leggi vigenti, sono proprio queste regioni che indicano, con proprio decreto presidenziale, la data delle loro elezioni, ma non la durata di apertura dei seggi, che viene demandata a questo decreto, il quale la estende a tutto il 2023.

Devo dire che, se, da una parte, capiamo e condividiamo la necessità di allungare i tempi per garantire la maggiore partecipazione, chiediamo, altresì, che si faccia grande attenzione al tema delle scuole, cioè alla necessità di ripristinare e di garantire il ritorno in classe il prima possibile dei nostri ragazzi, a cui - lo ricordo -, già negli anni della pandemia, abbiamo sottratto importanti ore di scuola e, quindi, ore di educazione. È bene, quindi, allungare i tempi, ma è anche bene dirsi che non è solo allungando i tempi ed estendendo le operazioni di voto anche alla giornata del lunedì che aggrediamo l'odioso fenomeno dell'astensionismo.

Per fare questo, dobbiamo guardarci nel profondo e anche riflettere sugli strumenti stessi del voto. C'è un fenomeno che ancora non abbiamo avuto il coraggio di affrontare fino in fondo, che è il fenomeno dei fuori sede in Italia. Non stiamo parlando di un fenomeno che riguarda poche centinaia di persone; riguarda il 10 per cento della popolazione con diritto di voto nel nostro Paese. Sono i cosiddetti fuori sede. Sappiamo che il voto è un diritto, ma è anche un dovere. La domanda che ci dobbiamo fare è: benissimo, ma se non è possibile spostarsi per mille motivi - ora non entro nel merito dei motivi -, allora, perché non prevedere oggi di votare anche dove si vive?

Perché, se è impossibile spostarsi il giorno del voto, anche se allungato a un giorno in più, è chiaro che poi si rinuncia a votare e si va ad aumentare quel numero di persone che per l'appunto non vota. E, quindi, è un'ulteriore crescita di questo dato dell'astensionismo, che ormai - dobbiamo anche questo dircelo con molta chiarezza - è il primo partito nel nostro Paese e devo dire, ahimè, non solo nel nostro Paese, ma in tutte le democrazie mature. Nel nostro Paese fa particolarmente male, perché il nostro è un Paese che, da sempre, registra i tassi di partecipazione al voto più alti o, comunque, più alti rispetto al resto d'Europa.

Ma tornando al fenomeno dei fuori sede, ricordo che, come Partito Democratico, nella passata legislatura abbiamo presentato una proposta di legge - era stato anche iniziato l'iter -, e l'abbiamo ripresentata in questa legislatura. Si tratta di una proposta di legge a prima firma della collega Maria Anna Madia, perché pensiamo che vada data la possibilità di votare anche nelle città dove si vive e non solo in quelle dove si ha la residenza.

Al riguardo, vorrei riportare all'attenzione dei colleghi un paradosso. Se viviamo in una città italiana in cui non abbiamo la residenza, per esercitare quello che dovrebbe essere un diritto siamo costretti a raggiungere il nostro luogo di residenza, facendoci carico dei costi economici e di tempo; se, invece, viviamo all'estero, non abbiamo questo tipo di problema, perché all'estero si può tranquillamente votare, senza difficoltà, nel luogo in cui siamo. Allora, siccome c'è un articolo della Costituzione, che è l'articolo 48, che stabilisce che il voto è libero ed uguale, dovremmo garantire queste condizioni di libertà e uguaglianza del voto. Anche perché, lo dicevo prima, l'obbligo di spostamento per i fuori sede che non riescono a spostarsi è fra le principali cause del cosiddetto astensionismo involontario, cioè di chi vorrebbe votare, ma si trova impossibilitato a farlo. Chiaramente, questo decreto, anche se aumenta di un giorno la possibilità di recarsi alle urne, non risolve questo problema, che, invece, è un problema che dobbiamo necessariamente aggredire.

C'è, dunque, questo astensionismo involontario, ma c'è anche un astensionismo che è ben più problematico, che è l'astensionismo di chi scientemente non va più a votare, perché è sfiduciato ed insoddisfatto; anche questo è un fenomeno molto preoccupante, che chiaramente questo decreto non risolve, non affronta. È l'astensionismo di chi vive nel disagio economico e sociale.

Ci sono studi molto interessanti che mettono in correlazione diretta lo status economico e sociale di una persona con la partecipazione al voto. È un fenomeno che deve farci riflettere, perché, in parte, sono persone che hanno trovato, magari anche in passato, risposte nelle forze politiche più populiste, che però sappiamo bene che promettono e poi, quando arrivano al Governo, non mantengono, in parte, sono anche persone che non hanno trovato in nessuna proposta politica la possibilità di avere un futuro migliore, una vita migliore.

Pensiamo che si debba guardare a quelle persone. È chiaro, non è questo il decreto con il quale si deve guardare al mondo del disagio e della sofferenza, però, anche nelle settimane recenti, ci sono state occasioni per mettere mano alle situazioni di difficoltà dei nostri cittadini. Anche perché stiamo parlando di una modalità per rafforzare la democrazia, e la democrazia che vive di disuguaglianze rischia di implodere.

Ecco perché in legge di bilancio avevamo chiesto risposte concrete, vere ed oggettive per chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese; penso a maggiori soldi in busta paga per affrontare il caro energia e l'inflazione, ma penso anche a tutta la retorica che si è fatta sulle pensioni minime, che, alla fine, al di là delle promesse elettorali - anche queste sono un sintomo di una democrazia che funziona male, quando poi non vengono realizzate -, ha visto mettere mano solo relativamente e poco alle pensioni minime. Come non ricordare, poi, la grande battaglia di equità, che continueremo a portare avanti, lo abbiamo fatto in legge di bilancio e lo continueremo a fare, che è quella su Opzione Donna. Non possiamo sottovalutare questo astensionismo, perché, laddove è involontario, è un tema, ma, laddove è un astensionismo generato dall'incapacità di avere davanti offerte che migliorino la propria vita, rischia di diventare un sintomo, anche molto profondo, di una democrazia malata.

Allora, non posso non ricordare le parole del Presidente del Parlamento europeo, del compianto David Sassoli - di quando ero ancora al Parlamento europeo -, che, in tempi non sospetti, diceva che noi della democrazia dobbiamo prenderci cura e la democrazia troppe volte la diamo per scontata. Sarebbe un errore da parte mia non sottolineare, invece, come, anche a partire da questo decreto, sia necessario riflettere sullo stato di salute della nostra democrazia e non darla mai per scontata.

È evidente che oggi la democrazia è sotto attacco: lo è dall'interno, quando vediamo fenomeni, come quello dell'astensionismo, allargarsi a dismisura, ma lo è anche dall'esterno. Non sfugge a nessuno, insomma, che l'attacco della Russia all'Ucraina è un ulteriore segnale della crisi che la democrazia sta vivendo. L'Ucraina è stata attaccata, quell'Ucraina che guarda all'Europa, che guarda ai nostri valori di libertà, che guarda ai nostri valori di democrazia.

Capiamo che con questo decreto si voleva dare un piccolo segnale. Pensiamo che di segnali ne vadano dati altri e ci auguriamo che presto ci sia l'occasione di affrontare anche quei nodi più strutturali a cui facevo riferimento, che hanno a che fare con le condizioni di uguaglianza, con le condizioni sociali dei nostri cittadini, che sarebbero un forte deterrente per ridurre l'astensionismo, e, quindi, per facilitare la partecipazione al voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sbardella. Ne ha facoltà.

LUCA SBARDELLA (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che stiamo esaminando intende introdurre il prolungamento dell'orario di apertura dei seggi elettorali, oltre all'intera giornata della domenica, anche al lunedì mattina, fino alle ore 15. Ha uno scopo molto chiaro e molto semplice: dare la possibilità a più cittadini possibili di partecipare al democratico esercizio del diritto di voto. Per ora, il provvedimento limita la sua azione all'anno 2023, ma l'obiettivo finale è quello di rendere stabile al lunedì l'estensione delle operazioni di voto.

Nel corso degli anni, abbiamo osservato un progressivo svilimento della partecipazione attiva alle elezioni. Si tratta di un tema rispetto al quale le forze politiche non possono più far finta di nulla, non possono più girare la testa dall'altra parte. Le democrazie rappresentative traggono la propria legittimazione dal livello di rappresentanza che riescono ad esercitare. Se i cittadini non si recano alle urne, significa, quindi, che è a rischio uno dei pilastri su cui si fonda l'intero sistema istituzionale democratico.

Le risposte non possono più essere rinviate all'infinito, così come accaduto negli ultimi anni, né si possono più strumentalmente piegare le regole che disciplinano l'esercizio del voto per qualche misero vantaggio elettorale, perché questo, in realtà, è quello che è accaduto in passato, anche recentemente. Il nostro obiettivo, attraverso questo provvedimento, è quindi molto concreto: noi cerchiamo di abbattere uno dei motivi che ostacolano la partecipazione al voto, ossia la ristrettezza dell'orario di apertura dei seggi, Si tratta di una misura che tiene conto delle sempre più complesse esigenze dei cittadini e delle famiglie e che, allo stesso tempo, mira a ridurre le file ai seggi, altro elemento che rischia di dissuadere dalla partecipazione una parte della cittadinanza. Altri partiti, per incentivare la partecipazione al voto, hanno concesso la “paghetta” di Stato che, a parte lo spreco di risorse, non ha neanche funzionato.

L'orario di apertura dei seggi è stato, in realtà, più volte oggetto di modifiche nel corso degli anni. L'ultima restrizione, disposta con la legge di stabilità del 2014, è stata fatta con la motivazione della riduzione di spesa, una scelta, si disse allora, dettata dalla necessità di ridurre le spese pubbliche. Peccato che, poi, sono arrivati al Governo coloro che facevano dell'onestà una bandiera di parte e, per incentivare più gente possibile a votare per il loro partito, hanno prima promesso e poi concesso il reddito di cittadinanza, un enorme sperpero di risorse pubbliche. L'affluenza alle urne, però, è ulteriormente diminuita, mentre sulla reale efficacia del reddito di cittadinanza gli elettori si sono già espressi con chiarezza. Anche in vista delle ultime elezioni politiche abbiamo cercato, in tutti i modi, una interlocuzione con le forze che sostenevano il Governo, per proporre un ampliamento degli orari di svolgimento delle operazioni di voto. Inspiegabilmente, non è stato concesso, malgrado i timori per gli eventuali assembramenti in relazione agli strascichi della pandemia COVID. La verità è che la sinistra, in Italia, sperava che, impedendo a qualcuno di recarsi ai seggi, ci sarebbe stata una diminuzione della partecipazione che l'avrebbe avvantaggiata, un'idea demenziale, giocata sulla pelle delle regole del nostro sistema democratico e, quindi, gravissima.

Noi non temiamo la democrazia, non utilizziamo artifici per migliorare le nostre performance elettorali, ci sottoponiamo, con trasparenza, al giudizio degli elettori e, se riterranno di premiarci, avremo ancora la maggioranza, altrimenti ce ne andremo in buon ordine all'opposizione. Certo, il PD, nel corso degli ultimi anni, non ha saputo accettare le sconfitte elettorali, ha organizzato più volte ribaltoni e trame di palazzo, per mantenere le poltrone da cui esercitare il potere, pur non avendo vinto le elezioni. Paradossalmente, applicando la sola logica del risparmio di spesa, si potrebbe dire che il PD ci ha fatto risparmiare molti soldi, perché, ogni volta che temeva di perdere le elezioni, le ha impedite.

La democrazia ha dei costi, sono queste le regole del gioco, ammesso che l'incremento di spesa, molto ridotto, serva solamente a coprire ulteriori spese per la vigilanza dei seggi. Io le elezioni le ho sempre passate al seggio, come rappresentante di lista, come scrutatore o come presidente di seggio, e la gran parte degli scrutatori che ho conosciuto in quelle sedi erano giovani studenti o persone in cerca di occupazione, chiamate a dare il loro contributo organizzativo al momento elettorale. Non sono, quindi, risorse pubbliche spese nella direzione sbagliata, tutt'altro. Per queste persone auspichiamo venga previsto, oltre a un incremento della remunerazione per questa attività, anche il riconoscimento di un merito civico, che potrebbe concretizzarsi, per esempio, in sede di concorsi pubblici, con l'attribuzione di punteggi aggiuntivi.

Per troppi anni il dibattito pubblico si è incentrato sull'eccessiva distanza tra cittadini e politica. Poi abbiamo visto, però, i danni provocati al Paese dalle forze dell'antipolitica. Allora, è di tutta evidenza che la politica serve, una politica, però, vicina ai cittadini, alle loro esigenze e alle loro necessità. Come accennavo in precedenza, in un mondo che cambia sempre più velocemente e in una società che si trasforma sempre più rapidamente, cambiano anche le necessità dei cittadini e delle famiglie. Allora, vorrei ricordare le file, in alcuni casi veramente interminabili, che si sono verificate ai seggi il giorno delle ultime elezioni politiche. Vi sembra un buon sistema per incentivare le persone a votare? Tutt'altro.

In attesa che si studi un sistema di svolgimento delle operazioni di voto che preveda un maggiore utilizzo dell'informatica, così come avviene ormai in tutti i settori della società, con questo provvedimento, e con il buon senso che deriva dalla semplicità, mettiamo in campo uno strumento a favore dei cittadini e del loro diritto-dovere di votare. Per questo siamo qui a sostenere la giustezza del prolungamento dell'orario di svolgimento delle operazioni elettorali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, rappresentanti del Governo, come è stato precisato negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduta, si tratta di un decreto-legge che prevede, sostanzialmente, il prolungamento dell'orario del delle operazioni di voto. Quindi, si tratta di un intervento semplice, che cerca di porre rimedio a un fenomeno che ormai caratterizza l'ultimo ventennio della nostra vita politica, ossia quello di un astensionismo sempre più ampio.

Sono tante le lotte che, nel corso dei secoli, hanno progressivamente esteso e riconosciuto il concetto di cittadinanza e di partecipazione alla vita democratica nel nostro Paese, sostituendo, quindi, il concetto di sudditi o di regnicoli, come prevedeva lo Statuto Albertino, con il concetto di cittadino. Proprio per onorarlo, la nostra Carta costituzionale nasce da lotte che hanno visto donne, uomini, giovani e lavoratori scendere in piazza e lottare per un diritto che è stato inciso - come ha detto, in un bellissimo discorso Calamandrei, sulla Costituzione - con il sangue versato “(…) quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione!” Per questo, ogni volta che noi parliamo, in quest'Aula, di quanto attiene alla partecipazione democratica, è necessario cogliere l'occasione per affrontare pienamente questo tema.

È evidente che lo strumento utilizzato non è adeguato per risolvere il problema dell'astensionismo o, comunque, per incentivare una maggiore partecipazione. Se è pur vero che il requisito dell'urgenza può essere sostenuto e può essere condiviso per il fatto che riguarda le imminenti elezioni dell'anno 2023, le elezioni regionali nel Lazio e in Lombardia, è altrettanto vero che il requisito della necessità, se c'è, c'è per tutte le elezioni, non soltanto per quelle del 2023. Quindi, se è pur vero che qualsiasi strumento che possa allargare la partecipazione popolare e che possa dare nuovi strumenti di partecipazione ci trova concordi, è altrettanto vero che non possiamo non manifestare il nostro rammarico per la mancanza di coraggio di questa maggioranza, che affida ad una decretazione d'urgenza una materia così importante e così complessa e che, in realtà, dovrebbe prevedere un maggiore approfondimento, un maggiore coinvolgimento e, soprattutto, il coinvolgimento del Parlamento. Fondamentalmente, non esiste una necessità a intermittenza: se c'è la necessità – e questa necessità c'è - di porre nuovi strumenti per garantire la partecipazione, tale necessità è evidente che si registra in tutte le tornate elettorali. È proprio sull'abuso di questo strumento, ossia della decretazione d'urgenza, che l'attuale maggioranza sta facendo, con un primato evidentemente negativo, che forse dovremmo interrogarci quando parliamo di astensionismo, quando parliamo di sfiducia nelle istituzioni. È vero, infatti, che proprio lo strumento che scavalca e che mortifica il Parlamento ha un duplice effetto, sia sul Parlamento sia fuori del Parlamento, e riguarda la fiducia dei cittadini in questa istituzione. Voglio riportare un virgolettato: “Cosa c'è di così urgente da scavalcare il Parlamento (…)? Abbiamo ancora una Costituzione, in Italia?”. Queste sono le parole, legittime, dell'onorevole Meloni, quando si trovava all'opposizione. Io credo che sia necessario che la partecipazione al voto venga analizzata nel suo complesso, per capire che cosa la danneggi. Si tratta non soltanto di affrontare aspetti estremamente burocratici, come, appunto, quello del prolungamento dell'orario delle operazioni di votazione, che è condivisibile, ma della fiducia che il Paese ha in questa istituzione. Per questo è necessario ricucire il rapporto con la cittadinanza, anche perché, considerando i dati storici delle elezioni che si sono svolte in un solo giorno, prendendo come riferimento le elezioni politiche del 1996, alle quali partecipò l'82,54 per cento degli italiani, quelle del 2001, alle quali partecipò l'81,35 per cento, e le ultime elezioni, il cui dato di partecipazione è il più basso degli ultimi quindici anni, ci dobbiamo chiedere come mai, in 25 anni, quasi il 20 per cento degli italiani abbia deciso di non andare più a votare. Forse il depauperamento di questa istituzione, la rottura del rapporto di fiducia tra i cittadini e questa istituzione è il vero motivo di tale disaffezione.

Pertanto, ben vengano nuovi strumenti che aiutano una maggiore partecipazione, ma non possiamo ridurre questo dibattito a questi sterili e limitati strumenti. Voglio cogliere lo spirito delle parole dell'allora onorevole Meloni, senza fare polemiche, ma perché davvero tutti noi abbiamo la necessità di garantire le prerogative e l'onorabilità di questo Parlamento, perché la fiducia che i cittadini hanno fuori da questo Palazzo è strettamente collegata alla partecipazione a quello che sicuramente è il rito massimo della democrazia, ossia la scelta dei nostri rappresentanti. Ovviamente questo viene ancorato anche al discorso della legge elettorale: è necessario rimettere al centro delle scelte il cittadino attraverso la possibilità di scegliere i propri rappresentanti.

Pertanto, è necessario ricostruire questo rapporto, soprattutto con i giovani di questo Paese, i quali ci hanno dimostrato in più occasioni di avere uno spirito attivo, politico, con idee, emozioni, che sono alla base dei temi più importanti. Come ci ha ricordato il Presidente Mattarella durante il discorso alla Nazione di fine anno: “La fiducia va trasmessa ai giovani, ai quali viene sovente chiesta responsabilità, ma a cui dobbiamo al contempo affidare responsabilità. Le nuove generazioni avvertono meglio degli adulti che soltanto con una capacità di osservazione più ampia si possono comprendere e affrontare la dimensione globale e la realtà di un mondo sempre più interdipendente”, e complesso. “Le nuove generazioni hanno chiara la percezione che i mutamenti climatici sono questione serissima che non tollera ulteriori rinvii nel farvi fronte. Le scelte ambientali non sono soltanto una indispensabile difesa della natura nell'interesse delle generazioni future, ma rappresentano anche un'opportunità importante di sviluppo, di creazione di posti di lavoro, di connessione tra la ricerca scientifica e l'industria”. Proprio per questo va abbattuto quel muro ideologico che oggi criminalizza i giovani, che si occupano della politica reale, senza, molte volte, ricadere in schemi di partito che, forse, vorrebbe troppo irrigidirli.

In queste settimane si è parlato tanto degli atti di manifestazione dei giovani di ultima generazione, criminalizzando le loro iniziative, ma senza andare nel merito delle loro richieste. Per questo è necessario incentivare il voto e la partecipazione, prevedendo un nuovo impianto strutturale che travolga il paradigma istituzionale del nostro Paese con nuovi strumenti di partecipazione, nuovi, mai pensati prima, perché è vero che le idee possono avere strada soltanto ampliando la partecipazione. E, da qui, il MoVimento 5 Stelle sostiene l'abbassamento dell'età, con la possibilità di far partecipare i sedicenni, e la previsione di nuovi strumenti ai cittadini per dare voce, per partecipare - benché enunciati da tempo e previsti in altri ordinamenti nazionali - come il referendum propositivo e la regolamentazione dei referendum consultivi. Occorre prevedere, inoltre, un regolamento per la discussione parlamentare delle leggi di iniziativa popolare e delle petizioni, un controllo costante sulla nostra attività, vincolandoci anche ai territori, anche, magari, con uno strumento che in Portogallo già esiste, come il recall. Va riconosciuta la raccolta della firma digitale per la presentazione di liste elettorali ad ogni livello che agevolerebbe e renderebbe certa la sottoscrizione, visti anche gli ultimi scandali degli ultimi anni. Queste sono idee e proposte. Il MoVimento 5 Stelle, sempre su questa materia molto complessa, ha una proposta di legge che, in modo particolare, vuole disciplinare le votazioni fuori sede che rappresentano un importante motivo di astensione, perché, molte volte, gli studenti fuori sede non possono accollarsi le spese di viaggio per tornare nel proprio comune di residenza e poter votare. Per tutto questo è necessario che si ritorni ad una centralità del Parlamento e ad un'unità su questi temi che coinvolgono direttamente la vita democratica del nostro Paese. Questo è l'auspicio del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, non ho molto da aggiungere rispetto a quello che è stato correttamente detto, a nome del gruppo del Partito Democratico, da Simona Bonafe'. Penso sia importante, però, anche la discussione di oggi, perché siamo all'inizio di una legislatura, è la prima volta che ci troviamo ad affrontare questo tema, la materia elettorale, che è così importante, e dobbiamo renderci conto degli obiettivi che abbiamo di fronte. Per questo, il mio invito a tutti noi, alle forze di opposizione di cui faccio parte e alle forze di maggioranza, nei confronti di questi temi, è di tenere fuori il confronto e le differenze di scontro, anche politico, che ci possono essere. Lo dico perché, se siamo passati dal 93,4 per cento di partecipazione al voto nelle elezioni del 1976 al 63,8 per cento del 2022, se oggi, in Italia, il primo partito è quello del non voto, se siamo così lontani da garantire, ai sensi dell'articolo 48 della Costituzione, l'esercizio del voto come dovere civico e siamo in così grande difficoltà, è chiaro che non faremmo un buon servizio a questo problema dalle caratteristiche gigantesche, rimpallandoci responsabilità politiche.

E per questo, ho molto apprezzato da parte delle forze di opposizione la volontà di dire che noi siamo favorevoli a questo prolungamento delle operazioni di voto per il 2023. Pensiamo che votare in due giorni possa essere uno strumento utile; siamo d'accordo a sostenerlo, siamo d'accordo a sostenere anche un aspetto che va detto in maniera molto chiara: bisogna garantire risorse e sostegno alle gambe, alle braccia, alle teste che lavorano nei seggi elettorali, che fanno un lavoro difficilissimo per garantire questo lavoro. E, se sarà su due giorni, se ci saranno più Forze dell'ordine impegnate, più persone che lavoreranno nei seggi elettorali, più presidenti, più scrutatori, bisognerà tenere conto del maggiore carico a cui sono chiamati, perché, anche da questo punto di vista, dobbiamo garantire che ci possa essere una partecipazione non solo di persone che votano, ma anche di coloro che garantiscono le operazioni di voto. Quindi, c'è un pieno sostegno a tenere fuori lo scontro politico.

Ho sentito una serie di riferimenti che non ho considerato giusti per quanto riguarda gli attacchi politici alla parte che è stata al Governo fino a pochi mesi fa e che oggi, dall'opposizione, mantiene un assetto coerente. C'è, però, un tema, non ci possiamo fermare qui, l'ha detto benissimo Simona Bonafe'. Partiamo da un punto veramente nevralgico: il voto dei lavoratori e degli studenti fuori sede. Noi abbiamo un fenomeno di astensionismo involontario che è drammatico: persone che vorrebbero votare, ragazze e ragazzi che vivono in una città per studiare, per lavorare e che non possono permettersi di spendere 100, 200, 300 euro per tornare a votare nella città di residenza. Noi permettiamo, giustamente, agli italiani all'estero di votare e non lo consentiamo a un ragazzo siciliano che vive a Milano o a un ragazzo campano che vive in Piemonte o a un ragazzo romano che va a vivere in un'altra città. Non possiamo fermare questa possibilità di voto.

Quindi, c'è una legge, c'è la proposta di legge Madia, è una nostra proposta, è in Parlamento, era in Parlamento, è stata ripresentata: discutiamone, affrontiamola con urgenza, non permettiamoci che ci possano essere altre elezioni, perché, anche questo decreto lo dice. Quando si tocca la materia elettorale, la si tocca nella sua interezza: noi non stiamo parlando solo delle elezioni regionali nel Lazio, non stiamo parlando solamente delle elezioni regionali in Lombardia, noi stiamo parlando di tutte le elezioni che si svolgeranno nel 2023. Quindi, per quanto riguarda il tema del voto dei fuori sede, il primo provvedimento che emana il Governo, relativamente anche alla possibilità di elezioni politiche o suppletive o elezioni che ci possono essere quest'anno (il 2023 è un anno lungo e possono accadere tante cose), non tiene conto del diritto di voto dei lavoratori e degli studenti fuori sede. Da questo punto di vista, chiediamo veramente un appello accorato al Governo di intervenire, se è possibile, già da adesso, con lo strumento più utile, agevole e rapido, per garantire che ci possa essere veramente conferito questo diritto. Possiamo dividerci su altro, ci siamo divisi e ci divideremo anche nelle prossime ore, ma su questo tema, di fronte alla difficoltà del Paese e alla necessità di cambiare rotta, dovremmo essere tutti uniti, senza guardarci indietro, ma guardando avanti, a quello che serve per cambiare le cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 698-A​)

PRESIDENTE. La relatrice, deputata Deborah Bergamini, e la rappresentante del Governo, Sottosegretaria Ferro, rinunciano ad intervenire.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 14 gennaio 2023, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla X Commissione (Attività produttive): “Conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico” pubblico” (771) - Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), IX, XI, XIII e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta di domani, martedì 17 gennaio, alle ore 12, avrà luogo la commemorazione di Franco Frattini.

Ricordo, inoltre, che, sempre nella seduta di domani, è convocato, alle ore 16, il Parlamento in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di dieci componenti il Consiglio superiore della magistratura. La chiama avrà inizio dai senatori.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Carmela Auriemma. Ne ha facoltà, per due minuti.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo mio malgrado, perché sabato si è verificato l'ennesimo femminicidio qui a Roma; la vittima è una giovanissima donna di 35 anni. L'anno 2022 si è concluso con ben 120 vittime donne, l'ultima proprio il 24 dicembre, e per questo, per suo tramite, sollecitiamo l'incardinamento della proposta di legge per l'istituzione della Commissione bicamerale di inchiesta sul fenomeno del femminicidio, proposta di legge già approvata celermente al Senato, la cui necessità è evidente. Si tratta di un fenomeno, purtroppo, che non rientra, anzi, peggiora di anno in anno.

Quindi, sollecitiamo questa Presidenza, affinché il Parlamento si possa dotare di questo strumento necessario e indispensabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 17 gennaio 2023 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interrogazioni .

(ore 12)

2. Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 103 .

3. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022. (C. 674-A​)

Relatore: ZINZI.

4. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione. (C. 698-A​)

Relatrice: DEBORAH BERGAMINI.

La seduta termina alle 14,15.