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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 33 di mercoledì 11 gennaio 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 10,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 63, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 345 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, recante misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica (Approvato dal Senato) (A.C. 730​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 730: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, recante misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 730​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi e signori del Governo, il voto di fiducia che ci apprestiamo a dare al Governo Meloni accompagna un provvedimento in conversione molto atteso dagli italiani e che ha già dispiegato i suoi primi effetti, in quanto efficace nella forma di decreto-legge.

Sin dal suo insediamento, il Governo ha dovuto affrontare diverse e numerose emergenze che - come abbiamo già sottolineato in questa sede - da urgenti sono diventate anche prioritarie. Infatti, il provvedimento in esame, in combinato con l'ultima legge di bilancio, rappresenta il modo con il quale, seppur tra tante difficoltà, il Governo è riuscito a trovare risposte per i settori maggiormente colpiti, senza tralasciare la visione strategica del modello di società da realizzare, al contempo aderente alle domande salite dal bisogno sociale. Non abbiamo mai avuto dubbi nel sostenere una impostazione che, nel suo necessario aspetto economico e finanziario, è riuscita a preservare una visione tesa allo sviluppo attraverso la coesione sociale. Non sfugge alla nostra valutazione la necessità di affrontare ben presto questioni di spessore e rilevanza primari per accorciare il divario Nord-Sud e ancora di più quello ricchi-poveri.

Non facciamo come gli struzzi - non siamo in Parlamento per intonare peana -, sappiamo quanto sia ancora lunga la strada da percorrere, con la consapevolezza che non tutto sarà possibile subito, ma, al contempo, ci piace salutare i primi 80 giorni di questo Governo con la soddisfazione di chi sa che sta sostenendo provvedimenti giusti e incisivi, come quello in esame, che hanno la forza di misurarsi con le necessità e soddisfarle. L'accordo raggiunto sul price cap in sede europea, l'intervento massivo a sostegno delle imprese energivore e delle famiglie per contrastare il caro bollette e la messa a terra di progetti relativi al PNRR sono solo alcuni aspetti che vogliamo sottolineare e che abbiamo auspicato, prima ancora che condiviso. Abbiamo fatto un altro passo avanti e ve ne saranno ancora tanti altri da fare, ma sappiamo pure quali errori evitare, perché vogliamo metterci alle spalle, definitivamente, una stagione. Non ci saranno raffiche di bonus, banchi a rotelle o altre fantasie dei Governi precedenti, cosicché finalmente, nei prossimi cinque anni, sarà possibile affrontare ogni problema e superarlo.

Per queste ragioni, voteremo con convinzione la fiducia richiesta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Poco più di un anno fa, il capogruppo di Fratelli d'Italia in questa Camera, Lollobrigida, all'opposizione del Governo Draghi, diceva: “Per noi il Parlamento è importante. C'è la necessità di migliorare i provvedimenti”. E ancora: “Il ricorso alla fiducia distorce il processo legislativo naturale. Ricorrere a questo strumento significa saltare il popolo, significa segnare un disprezzo per il popolo e delegittima il sistema democratico”. Parlava, quindi, di disprezzo per il popolo, di delegittimazione del sistema democratico. Ma esattamente quindi cosa si sta facendo adesso? Improvvisamente, quindi, la svolta, tutti i fiumi di parole di un anno fa spazzati via in un lampo: fiducia sulla legge di bilancio, fiducia sul decreto Rave, fiducia sul decreto Aiuti-quater. A poche settimane dall'avvio di questo nuovo Governo di destra-destra, la questione di fiducia è già un nuovo record negativo: una raffica di questioni di fiducia. Altro che “il Parlamento per noi è importante”. Su questo decreto in particolare non abbiamo toccato palla: è arrivato blindato dal Senato e ogni sforzo emendativo della Camera è stato vano. La cosa che ha davvero del surreale, per quanto è ipocrita, è che era tanta prima l'indignazione per l'abuso della decretazione d'urgenza e della questione di fiducia, quanta oggi è stata la fretta e la velocità con cui questo nuovo Governo ha proseguito, drammaticamente peggiorandole, queste pessime abitudini, che sviliscono la democrazia; è davvero paradossale.

Questo decreto, Aiuti-quater, nella sua sostanza, è un controsenso. Nel momento storico drammatico che viviamo, in cui servirebbe ragionare di soluzioni coraggiose, lungimiranti e reali al tempo stesso, per affrontare la crisi sociale, da un lato, e la crisi climatica e ambientale, dall'altro, questo decreto esattamente cosa aiuta? Sostanzialmente, aiuta a perpetrare un modello di sviluppo fossile e iniquo, quel modello fossile che ha causato i problemi che stiamo vivendo, che sta distruggendo il clima, ma anche l'economia - e continuate a non volerlo riconoscere -, quel modello che aumenta le diseguaglianze sociali, la concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi, a discapito di tanti, quel modello fossile che, per sua natura, è sfruttamento, inquinamento, devastazione, che è il passato, che ci ha portato ad avere oggi bollette dagli importi stratosferici, quel modello che ogni organismo scientifico, a livello globale, sta ormai implorando di terminare. Su scala globale, ci stiamo avvicinando sempre di più ai punti di non ritorno climatici. Anche l'ultimo rapporto dell'OECD, dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, spiega perché i rischi climatici sono in forte aumento in tutto il mondo. Secondo la letteratura scientifica più recente rischiamo di superare alcuni punti critici di non ritorno già con i livelli attuali di riscaldamento terrestre. Figuriamoci cosa ci aspetta in un futuro, visto che le emissioni continuano ad aumentare e si rischia un aumento di 3-4 gradi.

Il rapporto OCSE dice quindi una cosa sola in estrema sintesi: bisogna correre. Bisogna correre e installare fonti rinnovabili con grande rapidità, integrandole con sistemi di accumulo energetico e produzione di idrogeno verde, ad esempio, per eliminare gli usi di carburanti fossili in ogni settore, dall'elettricità ai trasporti e alle industrie.

Davanti a tutto questo il Governo Meloni propone, invece, la ricetta più assurda: ancora le trivelle! Com'è possibile che non vedete? Com'è possibile che non capite? Ma il punto è che capite benissimo, ma fingete di non capire. Cercare di estrarre briciole di gas dai fondali marini italiani - che non servono a coprire nemmeno il 2 per cento del fabbisogno del Paese, ma allo stesso tempo hanno rischi e impatti gravissimi sull'ambiente, sul clima, sulla stessa economia del Paese - è da criminali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! E non esagero nei termini! Ricordo che la giustizia climatica ha iniziato il suo corso e sempre più Stati vengono trascinati nei tribunali, accusati di inazione climatica, che si configura come una vera e propria violazione dei diritti umani, in particolare nei confronti delle prossime generazioni. Come è successo in Francia, peraltro, con la causa L'Affaire du siècle, che ha condannato lo Stato francese a mettersi in regola entro la fine del 2022, altrimenti paga. E ora, infatti, probabilmente dovrà pagare.

Vi siete fatti beffe dei rilievi che le opposizioni hanno sollevato sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità, arrampicandovi sugli specchi con argomenti fantasiosi, richiamando sentenze della Corte costituzionale antecedenti alla modifica dell'articolo 9 e dell'articolo 41 della Costituzione. Con questo decreto vi fate beffe delle regole europee, del Green Deal e della legge europea sul clima, che punta alla neutralità nel 2050, e degli impegni internazionali sul clima.

Ecco, quelle soluzioni coraggiose, lungimiranti e concrete al tempo stesso abbiamo cercato di proporle, perché, cari colleghi, esistono. Si può e si deve lavorare già oggi per costruire l'indipendenza energetica e, per farlo, è urgente spingere l'acceleratore sulle rinnovabili e sull'efficienza energetica, sulle comunità energetiche, almeno una in ogni comune d'Italia, ad esempio, e mettere al centro della discussione il tema della redistribuzione della ricchezza. Evidentemente è un argomento scomodo per voi, ma non può più essere ancora ignorato, per fare una cosa semplice ma doverosa: aiutare davvero chi è più in difficoltà, per dare corpo alle parole di giustizia sociale e giustizia ambientale.

Abbiamo cercato di intervenire con emendamenti che andavano in questa direzione, ad esempio estendendo la possibilità della rateizzazione delle bollette non solo per le imprese, ma anche per le famiglie con ISEE fino a 20.000 euro, o riportando la dotazione del fondo bonus trasporti a livello originario, visto che era stato tagliato in modo sconsiderato di 50 milioni di euro. Un inciso su questo tema: da noi si taglia sul trasporto pubblico; in Germania e in Spagna i mezzi sono gratis o i biglietti a prezzi bassissimi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). In Spagna, pensate, dopo i treni, ora anche gli autobus interurbani diventano gratuiti per tutto il 2023. La decisione arriva, infatti, dopo il successo dell'iniziativa che prevedeva trasporti ferroviari regionali a costo zero e uno sconto del 50 per cento sul servizio ad alta velocità. E tutto ciò - pensate che marziani questi del Governo socialista di Sánchez - serve per ridurre i consumi energetici (mi pare sia prioritario in questo momento), ridurre le emissioni, ridurre l'inquinamento, considerato che questo è un enorme problema sanitario e di salute pubblica, soprattutto, nelle città, e consentire a tutte e a tutti di accedere a un servizio di trasporto pubblico. Da noi no! Da noi guai a fare questi pensieri perversi, quindi introdurre misure che possano aiutare davvero le cittadine e i cittadini, materialmente e concretamente nella loro vita quotidiana di tutti i giorni. No, guai! Da noi si taglia.

Inoltre, abbiamo riproposto, per l'ennesima volta, una tassazione seria - ripeto seria - degli extraprofitti, aumentando l'aliquota dal 25 al 100 per cento, per fare un'operazione di vera giustizia sociale: restituire alle famiglie e alle imprese, agli italiani e alle italiane quanto è stato loro sottratto ingiustamente e - pensate un po' - generare al contempo maggiore gettito erariale, pari quasi a 40 miliardi di euro, da destinarsi, quindi, sì, finalmente, a serie misure di compensazione al carovita per lavoratori e pensionati e a misure di sostegno per le rinnovabili. Guai anche qui a pensare out of the box, a pretendere un passo in più, a introdurre misure che possano aiutare a combattere la disgustosa e ignobile corsa delle diseguaglianze sociali.

Per tutti questi motivi il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra non voterà questa fiducia, l'ennesima fiducia, ad un Governo che punta tutto sul passato, che calpesta la Costituzione, recentemente faticosamente ammodernata con l'introduzione della tutela dell'ambiente. Il nuovo comma 3 dell'articolo 9 della Costituzione finalmente prevede che la Repubblica e, dunque, tutti gli enti della Repubblica tutelino l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell'interesse delle future generazioni. Il nuovo comma detta un criterio generale di azione dei poteri pubblici, improntato sulla protezione dell'ambiente, vincolando direttamente le istituzioni nazionali e ribadendo sul piano interno il principio di integrazione delle esigenze ambientali nelle scelte pubbliche. È un Governo questo che, al contrario, si fa beffe della crisi sociale e climatica in atto, propone e ripropone senza remore nuove ricette fossili e alimenta ingiustizia. Per questo motivo il nostro voto sarà ancora una volta un forte e chiaro “no” (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, oggi siamo chiamati ad esprimere un voto di fiducia al Governo per il decreto Aiuti-quater, l'ennesima fiducia, la quinta in pochi mesi, che il Governo chiede alle Camere, l'ennesimo schiaffo al Parlamento, che in questo caso ci lascia ancora più attoniti. Siamo attoniti in primis, perché è fatto da un Governo il cui leader o la cui leader ricordiamo proprio per le battaglie contro l'uso e l'abuso dello strumento della fiducia. In questa particolare occasione, peraltro, lo strumento è ancora più inutile, perché non si è palesata alcuna volontà, quantomeno da parte del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe, di azioni ostruzionistiche a un decreto chiamato proprio “Aiuti”, che ritenevamo importante potesse essere discusso e convertito. Semplicemente pensavamo che si potesse migliorare e implementare un provvedimento attraverso un limitato numero di emendamenti nell'iter parlamentare, così come abbiamo fatto al Senato con emendamenti per nulla ideologici, per migliorare il provvedimento ascoltando le istanze delle categorie, delle associazioni e del Terzo settore. Anche al Senato, nonostante la disponibilità delle opposizioni, nonostante questa disponibilità a ritirare parte degli emendamenti, avete deciso di tagliare il confronto e porre, anche lì, l'ennesima fiducia. Rimane quella labile speranza di poter discutere i provvedimenti in almeno una delle due Camere, ma in questo caso lo schiaffo è stato doppio. Presidente, - devo dirlo - mai ci saremmo aspettati, in così pochi mesi di Governo, che le funzioni parlamentari sarebbero state così indebitamente compresse e sminuite, una scelta, la vostra, di cui dovrete assumervi la responsabilità, anche nei confronti di coloro che avete illuso dicendo che, con voi al Governo, finalmente il Parlamento sarebbe diventato centrale e tornato ad esercitare il proprio ruolo.

L'atteggiamento del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe voleva essere genuinamente costruttivo, non ostruzionistico, rigoroso e pragmatico come sempre, per indirizzare le risorse di questo decreto Aiuti-quater verso i settori che ne avevano maggiore necessità, tentando di risolvere i problemi reali delle famiglie e delle aziende. Dovete spiegare agli italiani perché avete ritenuto di non avere un confronto col Parlamento, dovete spiegare perché avete ritenuto di non discutere gli emendamenti che dalle opposizioni e anche dalla maggioranza sono arrivati. I nostri affrontavano tanti temi molto importanti: gli incentivi alla produzione di energia elettrica da impianti solari e fotovoltaici, l'importantissima compensazione degli F24 per sbloccare la questione dei crediti fiscali alle imprese edilizie, la modifica delle garanzie SACE per le piccole e medie imprese, gli aiuti al settore sportivo ed in particolare a quello dilettantistico.

Presidente, noi non dimentichiamo le critiche di chi, ora al Governo, ha definito i precedenti “decreti Aiuti” deboli e incapaci di rispondere al Paese. Parole che oggi fanno sorridere, se non riflettere, davanti a un vostro decreto che nulla contiene delle tante promesse elettorali fatte, nulla di nuovo rispetto ai decreti precedenti che tanto avete criticato. Il non voler discutere le proposte del Parlamento nasconde un Esecutivo di pura propaganda populista, un Esecutivo di distrazione di massa che cerca sempre di identificare nemici inesistenti: prima l'Europa, poi i burocrati, prima ancora i rave, poi la speculazione internazionale e oggi il nemico sono i benzinai. Il tutto per nascondere la vostra incapacità di portare avanti le tante promesse elettorali fatte. Un Esecutivo che palesa un cronico disturbo dissociativo dell'identità, alternando dichiarazioni pompose in conferenza stampa ad atti parlamentari che nulla di ciò contengono. Un Esecutivo composto da forze politiche che, durante la scorsa legislatura, hanno criticato il Governo Draghi per mancanza di coraggio negli aiuti alle famiglie e alle imprese e che, ora, si dimentica di intervenire su ambiti fondamentali, quali i giovani, la sanità, l'istruzione e il Terzo settore. Ma anche in questo caso abbiamo già trovato un colpevole: la mancanza di fondi. Quei fondi che le stesse forze di maggioranza si sono dimenticati di citare quando facevano promesse elettorali per più di 100 miliardi durante la campagna elettorale. Una trasformazione camaleontica, degna di Charles de Talleyrand.

A subire le conseguenze di questo carente operato di Governo sono gli italiani e le italiane che, dallo scorso 1° gennaio, si sono visti aumentare i prezzi della benzina e dei pedaggi autostradali per effetto dello stop allo sconto delle accise, che il Governo non ha potuto prolungare, guarda caso, per mancanza di fondi; fondi che sembrano mancare per far fronte al caro benzina e al caro gasolio ma che non mancano mai, invece, per salvare le società di serie A (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Dopo anni di guerra ai bonus, per rimediare a questo disastro economico spunta dal Consiglio dei Ministri il bonus benzina per i dipendenti. Un capolavoro, perché non si capisce perché i giovani e i liberi professionisti non possano invece avere diritto a un bonus sconto sulla benzina.

Poche certezze abbiamo in questo Paese, ma sicuramente sappiamo che gli italiani avranno le tasche più vuote; ma, grazie al vostro operato e all'aumento del tetto, potranno sicuramente pagare gli aumenti in contanti. Dubitiamo che ne saranno felici. Se i fondi sono quelli che mancano, davvero è inspiegabile come questo Governo abbia deciso di non fare uso della linea di credito del MES per spese sanitarie, dirette e indirette, MES che ci consentirebbe di beneficiare di prestiti fino a 37 miliardi per dieci anni a tassi agevolati (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Fondi indispensabili per interventi sul sistema sanitario, ad oggi la principale emergenza nazionale a causa delle infinite liste di attesa della sanità pubblica che costringono gli italiani a spendere più di 41 miliardi di euro l'anno per usufruire della sanità privata ed evitare le lunghe attese.

Presidente, penso di avere elencato abbastanza motivi di natura formale e sostanziale per comprendere perché il gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe voterà “no” alla fiducia richiesta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi deputati, il decreto-legge Aiuti-quater, proseguendo la scia dei precedenti decreti-legge in tema di sostegno alle imprese e alle famiglie, prevede uno stanziamento di circa 9 miliardi di euro, provenienti dall'extragettito fiscale, che sono finalizzati al contenimento e al contrasto dell'aumento del costo dell'energia e dei carburanti in seguito alla guerra russo-ucraina. Il provvedimento è stato esaminato dal Senato in parallelo con la legge di bilancio alla Camera e diverse iniziative con esso avviate sono state poi trasferite nel testo della manovra. Dal momento che l'improvviso e imprevedibile incremento dei costi dell'energia ha portato ad una situazione di forte disagio le famiglie e le imprese italiane, il Governo italiano ha ritenuto necessario dedicare, con questo decreto-legge, la maggior parte delle somme disponibili al problema energetico.

Buona parte degli articoli, quindi, riguarda proprio la possibilità di avere aiuti fiscali per contrastare il costo dell'energia. Sappiamo bene quanto le nostre imprese abbiano sofferto prima la pandemia e oggi la crisi energetica; sappiamo bene quanto le famiglie italiane stiano soffrendo a causa dell'aumento del costo del gas, che ha velocemente indotto tutte le fonti di energia ad uguali aumenti.

Il decreto-legge Aiuti-quater è quindi la nuova risposta all'esigenza di ridurre l'impatto dell'aumento del costo dell'energia e della crisi sulle imprese e sui cittadini. Sono aiuti insufficienti, lo sappiamo, ma, come ricorda Platone, non scoraggiare mai qualcuno che si sta impegnando per fare dei progressi. Non importa quanto lentamente stia migliorando, l'importante è che migliori per un futuro di speranza, speranza economica e sociale. Il provvedimento in discussione, oltre a riproporre alcune misure a sostegno per la crisi energetica dei precedenti tre decreti-legge Aiuti, come, ad esempio, la proroga a fine anno del contributo straordinario, sotto forma di credito d'imposta, a favore delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas, contiene diversi interventi rilevanti, quali la possibilità per le imprese di rateizzare in 36 mesi le bollette elettriche per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023, le misure per incrementare la produzione di gas nazionale o, in generale, la possibilità di intervenire in modo più efficace sull'autoproduzione.

Su questo punto il decreto-legge introduce una serie di modifiche alla disciplina dell'approvvigionamento per contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, tra cui il metano, rispettando l'impegno volontario dell'Italia al Global Methane Pledge, rilanciato anche con il vertice COP 27. Si proroga, altresì, al 31 marzo 2023 il termine entro il quale il GSE potrà cedere il gas naturale a prezzi calmierati. Degne di menzione sono anche le misure finalizzate a un maggiore utilizzo dei combustibili alternativi al gas nella conversione degli impianti, anche attraverso una deroga ai limiti delle emissioni in atmosfera, nonché una semplificazione delle procedure burocratiche per le autorizzazioni ambientali, sempre nel rispetto dei limiti previsti dall'Unione europea.

Altre misure in materia energetica contenute nel provvedimento riguardano la proroga del termine del regime di tutela del prezzo per i clienti domestici nel mercato del gas dal 1° gennaio 2023 al 10 gennaio 2024, proroghe di termini nel settore del gas naturale e disposizioni sull'installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili sui beni del demanio militare o comunque in uso al Ministero della Difesa, interventi per la promozione dei biocarburanti utilizzati in purezza, in particolar modo per il settore dei trasporti. Tra le altre disposizioni introdotte nel provvedimento per fronteggiare i costi energetici vi sono le misure straordinarie in favore degli enti locali, quali l'incremento del contributo straordinario per garantire la continuità dei servizi erogati dagli enti locali in relazione alla maggiore spesa per utenze di energia elettrica e gas derivante dalla crisi energetica, e sappiamo quanto gli interventi degli enti locali siano direttamente incidenti sulla vita della popolazione e dei cittadini.

In tema di energia va anche sottolineato l'importante risultato conseguito lo scorso mese dal Governo italiano mediante l'accordo in Unione Europea sul price cap a 180 euro per megawattora a partire dal prossimo 15 febbraio. Sebbene tale risultato sia rilevantissimo e rappresenti un primo passo per calmierare il progressivo aumento del prezzo del gas, da solo certamente non basta. Bisognerà fare di più, soprattutto in Europa, fermando così la corsa delle speculazioni nel mercato dell'energia.

Dopo l'energia, altro tema rilevante nel provvedimento è quello del superbonus e dei crediti incagliati. Tale strumento, introdotto con i precedenti Governi in un momento straordinario, dopo la pandemia, per far crescere il PIL del nostro Paese, puntando sull'edilizia e sulla ristrutturazione degli edifici condominiali, anche privati, ha presentato nel tempo diverse criticità, facendo emergere più volte la necessità di rivedere la normativa.

A fronte dei limiti di questo strumento, che ha prodotto diverse storture di mercato, sono stati apportati alcuni miglioramenti alla disciplina vigente. Basti citare, per esempio, la possibilità di aumentare di un passaggio la cessione dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi, che potrebbe sbloccare o, quanto meno, facilitare la circolazione di tali crediti all'interno del settore bancario, in modo tale da ottenere un ulteriore alleviamento dei problemi di chi in questo momento si trova in una situazione molto difficile, derivante da un eccesso di crediti fiscali non vendibili e non smaltibili. Si prevede, infine, che SACE possa concedere garanzie in favore di banche, istituzioni finanziarie e soggetti abilitati al credito per finanziamenti a favore di imprese che realizzino interventi edilizi rientranti nella disciplina del superbonus, al fine di sopperire alle esigenze di liquidità di queste ultime.

Questo prestito ponte per imprese con garanzia pubblica tramite SACE Spa è un sostegno rilevante per le imprese in gravi crisi e a rischio di fallimento.

Sul tema dei lavori pubblici, andando incontro alle istanze poste da numerosi enti locali, in particolare a quelli in difficoltà, sono stati prorogati i termini per l'affidamento dei lavori per le opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio, al fine di evitare che importanti risorse del PNRR vadano perdute o, addirittura, siano revocate a causa di ritardi di modesta entità nell'affidamento dei lavori.

Come Forza Italia, siamo intervenuti a migliorare il decreto in diversi aspetti: l'aumento del personale incaricato delle verifiche di impatto ambientale e della commissione tecnica di verifica del PNRR, attraverso il coinvolgimento di personale idoneo delle Forze armate; la questione delle minusvalenze per gli assicurati; la proroga, da giugno a settembre, dei termini per l'utilizzo e la cessione dei crediti di imposta per l'acquisto di gas naturale da parte di imprese non gasivore; la rimodulazione della curva temporale di promozione di biocarburanti utilizzabili in purezza, senza miscelazione.

Altre nostre proposte emendative sono state trasformate in ordini del giorno e alcune confluite nella manovra di bilancio, come la proroga per la presentazione della CILAS riguardante il superbonus 110 per cento al 25 novembre. Sul tema del superbonus, è nota la battaglia fatta da Forza Italia per ottenere questa proroga, stante il repentino passaggio dal 110 per cento al 90 per cento che ha lasciato in mezzo al guado imprese, professionisti, amministratori di condominio e condomini e stante il lungo percorso che il condominio deve intraprendere dalla prima assemblea con l'incarico al professionista. L'inserimento di questa proroga nella legge di bilancio ha dato la possibilità ai professionisti, che, nel frattempo, avevano perfezionato le pratiche CILAS, di presentarle e di conservare il diritto al 110 per cento.

Oltre agli aiuti economici, il decreto Aiuti-quater sottolinea un grande principio che il Governo, nella sua interezza, vuole sottolineare, quello di dare speranza al futuro delle famiglie e delle imprese, in un momento difficile del nostro Paese e in sintonia con quello che sosteneva Martin Luther King: “Anche se avrò aiutato una sola persona a sperare non avrò vissuto invano”. Sappiamo che fra i tanti contributi straordinari ci sono aiuti anche per servizi sociosanitari, per le persone fragili, disabili e anziani; aiuti di grande importanza simbolica, come segno di grande attenzione e speranza nel futuro per questi cittadini, per queste persone.

In conclusione, il gruppo Forza Italia voterà la fiducia sul decreto Aiuti-quater, che non si limita a prorogare misure già previste da precedenti Governi, quali il mantenimento del credito d'imposta per le imprese energivore e non energivore e dello sconto sulle accise, ma è un'ulteriore tappa, nel breve periodo, sulla strada delle politiche di sostegno alle famiglie e alle imprese in un momento di grave crisi energetica ed economica e, soprattutto, nel lungo periodo, va nella direzione di aumentare l'autonomia energetica dell'Italia, prevedendo misure per l'incremento della produzione naturale del gas. Questo provvedimento ha, infatti, un duplice obiettivo: da un lato, quello di fornire strumenti e risorse utili, che consentiranno, nel breve termine, di mitigare gli effetti del caro energia e dare una prima risposta ai problemi contingenti delle imprese e delle famiglie italiane e, dall'altro, quello di impostare un percorso chiaro per rendere il nostro Paese più indipendente dal punto di vista degli approvvigionamenti energetici e di diversificazione delle fonti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ida Carmina. Ne ha facoltà. Carmìna, mi scusi. Prego, onorevole.

IDA CARMINA (M5S). Sbagliano tutti l'accento.

PRESIDENTE. Adesso impareremo.

IDA CARMINA (M5S). Va bene. Presidente, colleghi, siamo qui per analizzare il decreto Aiuti-quater. Al netto del cattivo costume di utilizzare in malo modo la decretazione d'urgenza per introdurre norme che difettano dei requisiti di cui all'articolo 77 della Costituzione e che si occupano di materie disomogenee che nulla hanno a che fare con misure di sostegno riconducibili al titolo ingannevole del decreto Aiuti-quater, nel merito, tale decreto si pone in perfetta continuità con la legge di bilancio approvata appena 2 settimane fa e regola, in modo maldestro, importanti misure, rendendo palese l'inganno, perpetrato dalla maggioranza, al popolo italiano, perché, soprattutto, si consuma il massimo tradimento delle promesse elettorali, la più grande delle giravolte del Governo Meloni.

Invero, lungi dall'essere l'anti-Draghi che, dai banchi dell'opposizione, si scagliava contro le scelte del suo predecessore, anche contro una contestata ossequiosità nei confronti dell'Unione europea, l'attuale Governo si pone in perfetta continuità con il Governo Draghi - 10 miliardi dei 14 che vengono impegnati nell'attuale decreto vengono ereditati dal precedente Governo -, china il capo e, pavido, aderisce ai diktat dell'Unione europea - come dice il Ministro Giorgetti occorre “dare all'Europa e ai mercati un segnale di grande serietà e senso di responsabilità” -, incapace di formulare proposte confacenti agli interessi degli italiani e limitandosi a portare avanti scelte di austerity in politica economica. Si tratta, peraltro, di un'Agenda che non è altro che una sbiadita fotocopia dell'Agenda dello stesso Governo Draghi, ancor più dannosa per gli italiani, come dimostra la scelta scellerata di eliminare lo sconto delle accise deciso da Draghi - 18 centesimi al litro sulla benzina -, che ha portato a superare il costo della benzina di 2 euro, con punte di 2,50 euro in autostrada e che determinerà, oltre a un aumento del costo dei trasporti privati e pubblici, anche l'effetto indiretto dell'aumento a cascata di tutti i beni (si dice con allarme che l'88 per cento dei beni in Italia vengono trasportati su gomma), aggravando con ciò il fenomeno inflattivo in atto, che svuoterà di valore gli euro in tasca degli italiani, dei pensionati, dei lavoratori.

E il Governo continua, su questo fronte, ad ingannare gli italiani, giocando a scaricabarile, invece di assumersi le proprie responsabilità e dire la verità, perché l'aumento della benzina non è determinato da una speculazione, ma, piuttosto, dalla scelta politica di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) di non continuare in ciò che persino Draghi aveva inteso fare e, cioè, evitare che l'aumento del costo della benzina determinasse gli effetti che oggi vediamo e aggravasse la situazione inflattiva in atto. Ma era troppo costoso, perché si tratta di un miliardo al mese. Questa è la verità! È inutile che mandino la Guardia di finanza o espongano il cartello in autostrada sul prezzo medio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o tengano per soli 3 mesi - 3 mesi! - l'aumento di 200 euro in busta paga ai dipendenti. Tre mesi dice quanto vuole durare questo Governo, quanto vogliono durare le sue manovre, a cosa mirano!

Ebbene, questo decreto si chiama “Aiuti”: si trova qualche agevolazione per le imprese, per il pagamento delle bollette di luce gas, e un nuovo credito d'imposta per bar, ristoranti e piccole attività artigianali, che, però, per la validità temporale breve, non faranno in tempo a usarle ed essere effettivamente ristorati. Gli aiuti vengono erogati con strumenti inadeguati, insufficienti, con condizioni capestro come decadenze, in modo non equo, tralasciando interi settori o categorie degni di attenzione: un esempio per tutti, il trasporto turistico su gomma, con le inevitabili conseguenze nei confronti dell'intero settore turistico nelle zone carenti di adeguate infrastrutture. Ma, in particolare, pare bizzarro l'inserimento di un punto in un decreto denominato “Aiuti”: quello del grave depotenziamento e smantellamento del superbonus 110 per cento, misura all'avanguardia in termini di difesa dell'ambiente e sostenibilità e che ha mostrato straordinari effetti benefici in economia, rilanciando il settore dell'edilizia, da tempo asfittico, ed essendo determinante alla crescita del PIL, nel 2022, del 6,7 per cento, con più di 900.000 posti di lavoro stimati a novembre del 2022. Ma chi pensate di aiutare così? Le imprese edili, i professionisti, l'indotto e i beneficiari?

Per non parlare del fatto che, quanto al superbonus, la limitazione dei beneficiari in base ai requisiti reddituali e l'impossibilità della cessione del credito d'imposta determinano un freno degli investimenti, una mancata riqualificazione degli edifici e compromettono gli obiettivi della transizione ecologica portata avanti con questa misura.

Peraltro, si andranno proprio a penalizzare le fasce con minori possibilità economiche e che grazie al superbonus potevano riqualificare i propri immobili e ottenere un risparmio immediato e concreto sulle bollette dell'energia elettrica, perché chi ha un ISEE di 15.000 euro difficilmente potrà sostenere l'importo a suo carico previsto dalla nuova norma.

Tuttavia, un aspetto che segna l'assoluta contrarietà e la distanza del MoVimento 5 Stelle da questa maggioranza è la più scandalosa retromarcia del Governo Meloni: il rilancio delle trivellazioni in mare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Basti dire che i due leader dell'attuale maggioranza si schierarono fortemente contro le trivellazioni in mare. La Meloni: basta alle trivellazioni, basta all'inquinamento del mare, basta alle lobby! E Salvini, di rincalzo: difesa dal rischio incidenti, non svendete il mare a qualche petroliere, distrugge l'economia, la pesca, il turismo e la balneazione! E avevano ragione, lo ripeto, avevano ragione, ma perché hanno cambiato opinione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Adesso, invece, cosa propongono? Sembrano le sbiadite controfigure di loro stessi; folgorati sulla via dell'ossequio a quei gruppi industriali da cui durante la campagna referendaria prendevano le distanze, consumano un ulteriore inganno al popolo italiano, proponendo come una sorta di panacea dei problemi energetici italiani le trivelle in mare, perché è risaputo che i giacimenti sono in via di esaurimento ed estrarre il gas residuo avrebbe costi proibitivi, senza considerare i danni irreversibili all'ambiente e all'ecosistema marino e ciò senza cambiare di una virgola la dipendenza economica energetica dell'Italia, che avrebbe bisogno di massicci interventi e investimenti, quelli sì, ma sulle rinnovabili, sul vento. Occorre utilizzare il vento, il sole, le comunità energetiche, energie per le quali non c'è bisogno di fare guerre, perché sono a disposizione di tutti.

Invero, ecco il ricorso a trivellazioni assolutamente inutili: le risorse sono irrisorie e trascurabili; come ammette lo stesso Governo, il fabbisogno italiano è di 75 miliardi di metri cubi l'anno e solo 15 sarebbero ricavabili dalle estrazioni in mare, in dieci anni, e non solo, perché sarebbero utilizzabili fra svariati anni, durante i quali si potrebbe benissimo sopperire con una politica energetica differente e sostenibile. Poi, naturalmente, è dannoso per l'ambiente - ciò lo ammette la stessa normativa - e, soprattutto, in violazione dei principi costituzionali, in particolare dell'articolo 9, secondo cui la Repubblica tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell'interesse delle future generazioni, perché clima e ambiente sono valori assoluti, da cui dipende il futuro dell'umanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non si comprende come chi si richiama tante volte a Papa Francesco e, magari, ci va anche in visita, disattenda l'intero magistero della Chiesa, la visione di Teilhard de Chardin, ciò che viene espresso nel Concilio Vaticano II e nella prima enciclica di Papa Francesco, laddove la questione ambientale veniva correlata alla mancanza di giustizia sociale. Che visione abbiamo dell'Italia, se solo penso alla mia Sicilia, con già 101 trivellazioni in terraferma, 28 in campo e altre svariate concessioni pronte a partire? Ma che visione abbiamo di terre bellissime, sfregiate e sfigurate? Questo è il bene che vogliamo all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ebbene, noi non saremo mai da questa parte e il MoVimento 5 Stelle oggi voterà contro la fiducia, appunto, per sottolineare quanto sia stata diversa …

PRESIDENTE. Deputata, dovrebbe concludere…

IDA CARMINA (M5S). Concludo a breve, Presidente. Cito la stessa Meloni: non avevamo scelta, per un fatto di coscienza e per un fatto di serietà. Esattamente come nessuno si fiderà di qualcuno che sottoscrive un contratto e, poi, non lo rispetta, io penso che, allo stesso modo, i cittadini debbano diffidare di partiti che non mantengono la parola data (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Io credo che questo decreto si ponga sulla scia e, quindi, in linea di continuità, non soltanto ideale, ma soprattutto pratica e finanziaria, rispetto alla manovra finanziaria che abbiamo licenziato nottetempo all'interno di quest'Aula. Questo perché, quando scelse, il Ministro dell'Economia e delle finanze, insieme a tutto il Governo, comunque, di portare avanti una manovra finanziaria di carattere emergenziale, tenuto conto del tempo che veniva scandito e, soprattutto, dei 40 giorni appena che sono stati messi a disposizione per evitare l'esercizio provvisorio, ebbene, quell'intento che era stato fissato, è stato poi successivamente adeguato per step, con l'approvazione dei decreti successivi, che rientrano all'interno, però, di un quadro finanziario di carattere generale.

Ora, saltiamo a piè pari tutta la materia della quale ci siamo occupati anche nel corso delle ultime ore e che riguarda l'utilizzo della decretazione d'urgenza; ricorda, questo parlamentare, a se stesso, che la decretazione d'urgenza è una previsione costituzionale che, mai come in questo caso, può essere adottata e può essere invocata laddove ci siano condizioni particolari che il Paese vive, e mi sembra che, a seguito di quelli che sono gli interventi, soprattutto delle minoranze, la giustificazione di questa decretazione sia in re ipsa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), venga direttamente dalle loro conclusioni. Quindi, evitiamo di portare avanti un approccio farisaico sulla materia della decretazione, perché non è che i decreti-legge sono interpretabili e sono azionabili in un modo quando si è in maggioranza e sono azionabili o reprimibili nel modo assolutamente contrario, quando si è in minoranza; quando è in gioco, quando è in ballo l'interesse del Paese si può essere non d'accordo e, quindi, si può esprimere la propria dissenting opinion nel merito, ma che non ci vengano a fare lezioni di diritto costituzionale, perché le respingiamo al mittente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per parlare del merito di questo decreto, io credo che, ancora una volta, l'intento del Governo sia quello - centrato, tra l'altro, non solo nella manovra finanziaria ma anche con questo decreto - di arrivare a dare risorse non in modo indifferenziato, ma dare e ridistribuire risorse a chi le merita davvero, a chi, soprattutto in questo momento, necessita di quelle risorse, perché il tutto a tutti, il qualunquismo di carattere finanziario, il qualunquismo di carattere ideologico ha portato alla situazione che è sotto gli occhi di tutti. Infatti, se si parla, tanto per essere chiari e per andare in medias res, di affrontare quello che è un tema importante, di tutela dell'ambiente e, poi, dall'altra parte, ci si viene a dire: ma, in questi giorni, abbiamo una dipendenza energetica da Paesi che sono fuori addirittura dalla Comunità europea, beh, mettiamoci d'accordo con noi stessi, non con gli altri; delle due l'una, o si tende, una volta tanto, potremmo dire, non semel in anno, ma in questo caso semel in saeculo, a valorizzare le risorse che abbiamo nel nostro sottosuolo o è inutile fare il giro del mondo con il piattino in mano, per chiedere agli altri aiuti che noi stessi possiamo, invece, amministrare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Certo, potremmo andare su considerazioni diverse e l'auspicio è che il Governo, in modo più generalizzato e, soprattutto in modo più completo, vada ad affrontare, da qui a breve, la materia energetica sotto il punto di vista delle risorse di cui si può disporre o delle risorse che si possono attivare, perché questa discussione, che rischia la banalità in queste ore, fa pendant con l'altra discussione che riguarda la rivisitazione o, perlomeno, la riflessione forte, che mai come in questo momento deve essere fatta, sull'utilizzo dell'energia nucleare, perché, sempre in rispetto di questi famelici, non famosi, principi di tutela dell'ambiente, ricordo che l'articolo 9, terzo comma, riformato, della Costituzione va letto e va interpretato, non va soltanto sfogliato. Ecco la differenza tra noi, che andiamo nel merito e chi, invece, si accontenta degli slogan.

Ebbene, quel profilo di tutela non riguarda la tutela dell'ambiente ascrivibile o circoscrivibile ai nostri confini nazionali, ma, se si parla di tutela dell'ambiente, come di tutela della vita e di altri beni inseriti nei principi fondamentali della nostra Costituzione, allora, non vediamo per quale motivo, fuori dai nostri confini, a Ventimiglia, o magari dall'altra parte dell'Adriatico, stiano per sorgere centrali che, insieme a quelle già sorte e già in funzione, utilizzano l'energia atomica, mentre noi continuiamo, comunque sia, a ritenere che questa sia un tabù.

Certo, davanti alla prospettazione di eventuali abusi di quel tipo di energia e, soprattutto, alle sottovalutazioni dei criteri di sicurezza ed efficienza, tutti dobbiamo svolgere una riflessione. Tuttavia, se oggi diciamo che le nostre coste - tra l'altro, stiamo parlando di profili che vanno oltre le nove miglia - non possano essere utilizzate per le risorse che hanno nel sottosuolo e, quindi, non si tenta neppure di valorizzare quello che fa parte del patrimonio pubblico del Paese, allora, ancora una volta, portiamo avanti un approccio che, sicuramente, è una deminutio rispetto all'indipendenza di carattere economico che questo Paese deve acquisire, grazie a questo Governo, nei prossimi anni, soprattutto in materia energetica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E, allora, en passant, e non di più, perché i colleghi del gruppo che, in questi giorni, si sono occupati di questa materia, in primis l'onorevole Comaroli, all'interno di quest'Aula hanno già evidenziato gli elementi essenziali attorno ai quali ruota questo decreto, ci sono elementi di novità assoluta che vanno in controtendenza rispetto al passato. Stiamo parlando, ad esempio, delle valutazioni semplificate in materia di VIA e di VAS. Quando si chiede alle imprese di mettere a disposizione i propri capitali, evitando di fare ricorso al credito bancario, quindi, di investire su loro stesse, e poi non si rimuovono alcuni ostacoli in materia di VAS e di VIA, sostanzialmente si sta dicendo a queste imprese di morire e questa non è la nostra scelta, non è il nostro approccio ideologico e culturale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

Credo che, in questo decreto, ci siano già quelli che possiamo definire i prolegomeni della riforma di carattere amministrativo che va nella direzione di valorizzare il silenzio nella pubblica amministrazione. Laddove la pubblica amministrazione è silente rispetto alle richieste da parte delle imprese o le richieste anche del singolo cittadino uti singulus, allora il silenzio dev'essere la regola dell'accettazione dell'istanza proposta alla pubblica amministrazione, tranne, naturalmente, casi di vincoli assoluti, inderogabili davanti ai quali il periodo di standing della pubblica amministrazione può portare a una rivisitazione del provvedimento. Ma se non si passa all'utilizzo del silenzio come regola di carattere generale nel rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione, avremo sempre uno squilibrio in questo rapporto, che non sarà mai armonico ma sarà oppressivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

È questo il motivo per il quale riteniamo che, sempre in materia di sviluppo e soprattutto di approccio di novità in materia energetica, la promozione degli idrocarburanti come riconversione rispetto alle raffinerie tradizionali costituisca un altro elemento importante di questa materia, perché incidere sulla semplificazione del procedimento di riconversione significa mettere queste aziende nelle condizioni di un'effettiva parificazione rispetto ad altri competitor che, nel mercato internazionale, la fanno da padrone.

C'è un ultimo elemento, Presidente, che mi permetto di sottolineare. Per tanti anni, abbiamo ascoltato, all'interno di quest'Aula e anche fuori, l'esaltazione del mondo della scuola, ma non veniva speso nulla, perché probabilmente faceva comodo continuare a coltivare le differenze tra chi poteva permettersi l'accesso al settore scolastico e chi ne rimaneva fuori. Per la prima volta, vediamo un investimento di 85 milioni per il personale docente e di 14,5 milioni per il personale ATA (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo significa investire sui giovani, su quelle generazioni di cui abbiamo sentito parlare in questi giorni, ma che rischiavano di rimanere una mera chimera e che, invece, vogliamo garantire come diritto di sviluppo di identità culturale e soprattutto formativa all'interno di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Silvio Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, questo decreto è pericoloso per le norme che vi sono scritte e inadeguato per quelle che non ci sono e ci sarebbero dovute essere. Lo segnalo, colleghi: ancora una volta, in poche settimane, il Parlamento è chiamato a esprimersi sulla fiducia a questo Governo ed è la quinta volta; su cinque voti su provvedimenti del Governo, cinque richieste di fiducia (e siamo solo all'inizio). Faccio una profezia facile: già a fine gennaio, il contatore delle richieste di fiducia, come minimo, raddoppierà.

Vedete, è da tempo che i Governi, quelli tecnici, o le coalizioni che non si sono presentati unite prima delle elezioni scelgono di chiedere al Parlamento un atto di fiducia, dopo gli accordi tra le forze politiche che le sostengono, piuttosto che fare una discussione legislativa. Questo è il frutto avvelenato dello stare insieme tra opposti, dell'obbligo di governabilità, ed effetto anche della fragilità di una politica che insegue la quotidianità, anziché guidarla.

Ma questa volta no! Questa volta gli elettori hanno fatto una scelta chiara: siete minoranza nel Paese, ma netta maggioranza in Parlamento e non solo per un vostro merito, ma anche per colpa nostra, per nostra responsabilità, per la mancata alleanza delle formazioni oggi alternative, oggi all'opposizione, pur essendo maggioranza nel Paese. Di questo, dell'essere minoranza nel Paese, dovreste anche tenere conto nelle vostre scelte e nelle vostre azioni.

Questa volta no, non ci sono scuse. C'è una maggioranza politica, perché c'è ancora, è vero? Lo chiedo, perché non potete proporre scuse per quello che fate. Nonostante un atteggiamento da debuttanti, siete una maggioranza politica di lungo corso, nata ormai quasi trent'anni fa, e molti di voi erano già al Governo 14 anni fa, nel 2008 (ormai 15 anni fa). Siete una maggioranza che ha resistito alle proprie divisioni nella scorsa legislatura, con forze al Governo, variamente, unite oggi a un partito cresciuto di consensi stando all'opposizione, che così ha consentito una narrazione che ha convinto gli elettori di una sorta di discontinuità meritevole di essere messa alla prova. Ma la vostra è una narrazione che era solo tale, molto diversa dalla realtà che state proponendo, metodo compreso.

Partiamo da questo, partiamo da queste richieste di fiducia di cui state ampiamente abusando. Altro che farisei, come qualche collega ha detto prima, perché l'avete detto voi. Guardate, lo ha detto la Presidente del Consiglio, tuonando ripetutamente, anche pochi mesi fa, in quest'Aula, dall'opposizione, che con una maggioranza politica certa e coesa (lo ha detto e poi ripetuto in campagna elettorale), mai più richieste di fiducia a getto continuo. La realtà, invece, dice che, nonostante questa maggioranza politica così ampia sulla carta, l'abuso di fiducia mette in dubbio quanto questa sia certa e coesa o quanto la realtà fosse più complessa di quella che avete pensato di raccontare.

Poca competenza, allora, o poca coesione? Se non fosse così, perché non scegliere di dare voce al confronto parlamentare come da vostro impegno? La verità è che non c'è una coesione vera tra di voi, perché non c'è una visione comune. Troppo differente una destra liberale europea da una destra sovranista; troppo distante l'idea federalista feroce di chi ha le radici in una parte della provincia del ricco Nord da chi si intesta la difesa dell'unità della patria e del Mezzogiorno che soffre. Potrei ricordare molte differenze di opinioni tra di voi su cose importanti: la guerra, il rapporto con la Russia, la gestione del COVID e della vaccinazione, emersa fragorosamente nelle settimane scorse; oppure posso ricordare le esagerate difficoltà sulla manovra finanziaria, con posizioni che, a fatica, siete riusciti a domare e solo portando alle ultime 48 ore le vere decisioni, difficoltà superate solo con l'imposizione del partito che comanda nella vostra coalizione e umiliando il Parlamento: oppure con una tecnica del rinvio, che usate spesso, che è una roba da Governi balneari: si confida nello stellone, nella fortuna, come se eventi complessi, come la guerra, l'inflazione, il caro energia, la crescita della povertà, il ritardo nel Mezzogiorno, la crisi climatica, possano sparire dall'orizzonte per miracolo. Lo avete fatto sulla copertura delle bollette sino al 31 marzo, per esempio.

E ad aprile che cosa succederà? Oppure sul reddito di cittadinanza, che scadrà il 31 luglio. E ad agosto cosa succede a quelle persone? Oppure ieri, in Consiglio dei Ministri, su 2,2 miliardi di payback sanitario, con la scadenza spostata, prima, al 15 gennaio e, adesso, al 30 aprile. E dopo? Cosa devono fare quelle aziende e cosa devono fare le regioni, che hanno da coprire i costi della sanità con quelle risorse? Cosa dovrebbe succedere nel frattempo? Ci saranno miracoli evangelici, oppure nuove risorse calate da chissà quale nuovo condono una tantum, magari per poi fare danni profondi alla credibilità dello Stato? Oppure nuovi furti al futuro dei giovani, come per pagare le pensioni anticipate di pochi e, tra l'altro, neanche di quelli che avrebbero più bisogno, come avete dimostrato sulla questione Opzione donna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Una cosa vi unisce, però, forse due: in primo luogo, il cemento del potere e, poi, la direzione di marcia. Una direzione di marcia che mi ricorda il titolo di un album di Fabrizio De André, “ostinata e contraria”, solo che per quell'artista quelle parole richiamavano finalità impegnative, rimarcavano la necessità di uscire allo scoperto, di essere coraggiosi, a costo di essere anche voce fuori dal coro, di assumersi le responsabilità. Voi, invece, in questi mesi di Governo avete chiarito che la direzione di marcia che avete intrapreso è una direzione ostinatamente contraria al bene del Paese, per privilegiare il bene di pochi e senza rimorsi. Una manifesta ostilità verso un Paese che avrebbe bisogno di scelte e non di rinvii, di misure coraggiose fatte di verità e non di promesse già scordate e tradite con la scusa delle risorse che mancano. Ecco, questa ce l'avete sempre. Ma scusate, che mancassero le risorse, che fossimo nel mezzo di un'economia di guerra, non era chiaro anche a voi, forse? Solo mentendo e alterando la realtà si potevano fare le mirabolanti promesse che avete fatto in campagna elettorale e anche prima. Questo Paese non è cambiato dal 25 settembre in poi. È lo stesso Paese al quale avete raccontato, poche settimane fa, che una condizione migliore, scegliendovi, sarebbe stata possibile, e che con un Governo con un forte mandato politico si sarebbe potuto fare quello che i Governi tecnici non volevano fare. E invece? Invece emerge quanto sia differente urlare dall'opposizione e poi confrontarsi con la realtà del Governo, promettere l'abbattimento delle accise sulla benzina e poi diventare protagonisti per scelta del loro aumento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), promettere l'aumento generalizzato delle pensioni in campagna elettorale e poi annullare quello che era già previsto come dovuto adeguamento, essere la prima donna Premier e intervenire maldestramente peggiorando Opzione donna. Insomma, come ci si sente a fare cassa sulle fasce più deboli, su quelle che - lo dicevate - è facile tartassare?

Questa è una destra che ha deciso, per esempio, in un periodo pazzesco, di abolire il reddito di cittadinanza senza prevedere alcuna norma che potesse sostituirlo e di ridurre le risorse disponibili contro la povertà di oltre il 20 per cento. La recessione e, soprattutto, le vostre scelte produrranno più disoccupati e più poveri e la strada che voi scegliete è quella di un azzardo. La vostra è una destra degli spiriti selvaggi e sregolata, quella che prevale, altro che destra sociale a cui dite di richiamarvi: tagli alla sanità, alla scuola e alla ricerca, nessun sostegno ai comuni e alle politiche del lavoro, rimossa dall'agenda la sfida della riconversione ecologica, della lotta ai mutamenti climatici. Anzi, in questo decreto decidete di rilanciare l'attività di estrazione degli idrocarburi in aree vietate, anche sfidando la Costituzione novellata. Una scelta incomprensibile perché, viste le esigue riserve di gas recuperabili, non sono assolutamente evidenti i benefici reali degli interventi che sono stati autorizzati, superando i vincoli definiti dal Piano di transizione energetica approvato a marzo dell'anno scorso, e alcuni vincoli aggiuntivi, come le aree CNAPI, quelle dei depositi e delle scorie nucleari, oppure le aree umide della Convenzione di Ramsar o quelle di Rete Natura 2000, ed è già tanto. Addirittura arrivate a superare vincoli assoluti, come quelli delle aree tra 9 e 12 miglia, oppure quelle del Golfo di Venezia, ed io non riesco a capire quale sia il motivo per cui l'avete fatto. Quali interessi avete voluto coprire per rischiare così tanto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Non siamo solo noi a dirlo. Cito una autorevole opinione: gli esiti della subsidenza in seguito alle trivellazioni degli anni Cinquanta sono stati imponenti e devastanti nel Veneto. Peraltro, l'Adriatico è un mare che in larga parte presenta le caratteristiche di un lago e quindi, accanto ai probabili danni ambientali, se ne sommerebbero di devastanti per il futuro e la balneazione, in caso di ulteriori trivellazioni. Ora, questo non l'ha detto il presidente di Lega Ambiente del Veneto ma l'attuale presidente della regione Veneto. Non vi sembra che ci sia qualche contraddizione tra quello che dite e fate e quello che, invece, anche i vostri, nei territori, pensano? In questo decreto sarebbero dovute essere presenti misure a sostegno delle regioni per realizzare quei megawatt di fonti rinnovabili, indispensabili per accompagnare la transizione. Invece, il messaggio che date è di una centralità delle fonti fossili e dei loro padroni. Fonti necessarie se limitate nel tempo, all'interno di una transizione energetica, e se si procede decisamente verso la sostenibilità ambientale e le energie rinnovabili.

In conclusione, com'è possibile che non sentiate la responsabilità di rilanciare la crescita con uno sviluppo equo e sostenibile e all'insegna della giustizia sociale? Com'è possibile che non sentiate vostro il compito di affrontare il tempo che segue la pandemia, che ci trova dentro una guerra in Europa, tra libertà delle Nazioni e dei popoli e, dall'altra parte, le autocrazie, che ci pone in una economia bellica e postbellica nella quale servono risorse economiche ma anche valori condivisi e comunità? Le scelte di questo decreto vanno in direzione opposta. Avete ottenuto una maggioranza parlamentare raccontando un'esperienza di opposizione e che meritavate quest'occasione di discontinuità. Non apparteneva a tutti quest'opposizione e, invece, l'avete avuta questa fiducia. Avete proposto, però, anche conservazione e ritorno al passato, ammiccando a una nostalgia per un passato più lontano.

PRESIDENTE. Concluda, grazie.

SILVIO LAI (PD-IDP). Ma dovreste saperlo, il passato non torna. Rassegnatevi perché, se torna, ha un aspetto mostruoso. Per questo noi non ve lo permetteremo e non voteremo la questione di fiducia al Governo su questo decreto e sui prossimi provvedimenti, che non proteggono il futuro del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Messina. Ne ha facoltà.

MANLIO MESSINA (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi. Io devo dire, Presidente, che le opposizioni, secondo me, comunque vanno ringraziate, perché in quest'ultima seduta, ma anche nelle scorse - io sono al primo mandato - credo che ci facciano vivere delle sensazioni quasi extrasensoriali. Lo dico sinceramente, lo dico con cognizione di causa. Sento parlare i 5 Stelle di giravolte del Governo Meloni, forse dimenticando che hanno ricoperto e hanno fatto alleanza con tutto l'arco costituzionale italiano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), sono passati da pro immigrazione a contro l'immigrazione, da “no” TAP a “sì” TAP, hanno cavalcato qualsiasi bandiera e qualsiasi battaglia pur di accaparrare qualche punto percentuale; e parlano a noi di giravolte! Abbiamo sentito parlare anche il PD. Anche qui sono emozioni extrasensoriali, quando sentiamo parlare l'onorevole del PD di cemento del potere. Siete stati cementificati in queste poltrone per dieci anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), senza che il popolo vi abbia votato! Con l'aggravante, Presidente, che hanno il coraggio anche di fare le battaglie sullo spoil system. Ma è incredibile. È davvero surreale quello che viviamo in quest'Aula. Avete fatto 80 nomine a Camere sciolte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Le Camere e il Governo erano già praticamente decaduti e hanno fatto 80 nomine degli amici degli amici, e vengono a raccontarci la favoletta, a noi del centrodestra, che stiamo occupando le poltrone. Ma con quale coraggio si può affrontare un tema? Non è serietà.

Certe volte mi sembra davvero di vivere su Marte, in una realtà parallela. Per fare una citazione, Presidente: lei ricorda la DeLorean? Lei è più giovane di me, probabilmente non la può ricordare e gliela ricordo io, mi consenta di fare questo. La DeLorean era quella macchina su cui Michael J. Fox saliva e tornava al futuro, la DeLorean. Ecco, sembra quasi che tra non molto vedremo spuntare Conte, Renzi, Letta, in questa macchina, perché parlano del Governo Meloni come se fosse in carica da 5 anni. Sono profeti, lo diceva prima l'onorevole del PD. Ma profeti di cosa? Raccontano cosa? Siamo al Governo da 60 giorni e parlate come se, da 10 anni a questa parte, al Governo ci fosse stato un altro Presidente del Consiglio. Parlate come se la Meloni fosse al Governo da 5 anni. Invece siete stati voi inchiodati qui per 10 anni a governare, anzi a sgovernare questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Non lo dicono i parlamentari di Fratelli d'Italia; lo dicono gli italiani perché vi hanno bocciato e, se nei dieci anni precedenti li aveste fatti votare, vi avrebbero bocciato anche nei dieci anni precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Avete dimostrato di essere scarsi al Governo - lo dicono, lo ribadisco, gli italiani - ma al peggio, Presidente, non c'è mai fine perché state dimostrando di essere ancora più scarsi come opposizione, attaccando un Governo in carica da sessanta giorni, quando parlate di energia, dimenticando forse che il Copasir qualche anno fa ricordava a voi, che eravate al Governo, che l'Italia aveva un grande deficit dal punto di vista energetico e lo metteva nero su bianco con una relazione. Ma avete fatto finta di nulla, vi siete dimenticati probabilmente di leggere ciò che un organo importante come il Copasir vi ha messo per iscritto; avete dimenticato in maniera palese quello che stava accadendo, ancor prima della guerra tra Russia e Ucraina, Presidente, perché si fa finta che il problema dell'energia nasca con il problema dell'Ucraina e della Russia, mentendo, sapendo di mentire. Potremmo parlare del tema del mercato delle licenze in Europa, anche in questo caso sollevato da Fratelli d'Italia, che, già nel settembre del 2020, portava rincari sull'energia: e anche in questo caso avete fatto finta di niente, con rincari di più del 20 per cento.

Oggi ci venite a raccontare che non siamo in grado di recuperare il tempo perso, il tempo che voi avete perso. Invece stiamo dimostrando, ancora una volta sul campo, che noi siamo capaci di fare quello che voi non siete stati capaci di fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che noi siamo capaci di avere una politica che guarda al futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Presidente, mi deve consentire anche questo passaggio perché, se il problema dell'energia fosse stato affrontato con serietà dai Governi precedenti, a cominciare dal Governo Conte, dal Governo Renzi, piuttosto che dal Governo Draghi, probabilmente, oggi non saremmo stati costretti a destinare 21 miliardi al caro energia, 21 miliardi che vengono a mancare perché siete stati incapaci di gestire la politica energetica di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Anche questo lo dicono i fatti: negli ultimi dieci anni, il gas estratto in Italia è passato da 13 miliardi di metri cubi a 3 miliardi. Negli ultimi dieci anni c'eravate voi al Governo, non c'eravamo noi. Allora, potete non condividere le trivellazioni, potete non condividere nulla, potete fare tutte le battaglie che volete, ma noi facciamo le battaglie per cui ci siamo impegnati con gli italiani, cosa che a voi probabilmente sembra assurda, ma che per noi è un principio sacrosanto: quello che si dice in campagna elettorale si fa e noi continuiamo in questo percorso di risanamento di un Paese ridotto assolutamente a un colabrodo.

Allora, anche su questo, Presidente, credo dovremmo fare un'analisi più dettagliata e al riguardo vorrei consegnare al nostro Governo un'analisi che credo sia importante. Questo Paese ha vissuto gli ultimi cinquanta o sessant'anni - mi sono permesso di fare anche un elenco - con Governi che, nella maggior parte dei casi, duravano uno o due anni (1964-1965; 1954-1955; non mi metto a elencarli tutti perché ci vorrebbero altri dieci minuti) e questo dà il senso della grande instabilità che ha vissuto. Se non abbiamo regole certe e se questo Parlamento vota sempre Governi – com'è accaduto soprattutto negli ultimi dieci anni - che sono un'accozzaglia di idee e di posizioni (quando ce le hanno: molto spesso le cambiano strada facendo), questo Paese non avrà mai la possibilità di esprimere un Governo forte, certo, concreto e di porre al centro dell'azione leggi strutturali che ci consentiranno di guardare davvero al futuro con obiettivi diversi.

Allora, la riforma presidenziale che il Governo Meloni sta mettendo in campo credo faccia solo bene a questo Paese perché va proprio nella direzione di dare finalmente regole certe, in base alle quali nessuno può andare al Governo senza il voto degli italiani - come accaduto negli ultimi anni - e, soprattutto, ci consente in maniera chiara di attivare politiche serie e riforme strutturali.

Parlando di energia, vi ricordo che il Governo Draghi è caduto, dopo l'ennesimo litigio, con quella pseudo maggioranza, tra il MoVimento 5 Stelle e il PD sul termovalorizzatore di Roma. Quello è stato il tema che ha fatto cadere il Governo Draghi, perché non si può mettere in piedi un Governo fatto da anime completamente diverse. La dimostrazione plastica di questo risiede in ciò che raccontavo proprio poc'anzi: non c'è mai stata un'azione concreta dal punto di vista della politica energetica.

Allora, come dicevo prima, senza Governi stabili non si potranno avere azioni strutturali per guardare al futuro ed è questo il motivo per cui occorre procedere - e mi avvio alla conclusione, Presidente - con tutte quelle riforme strutturali che daranno a questo Paese la forza e la certezza di andare avanti. È una cosa che probabilmente dispiacerà alle opposizioni, ma vi assicuro che noi andremo avanti come treni per rendere questo Paese forte, ottimista, capace di accogliere e di custodire i propri giovani con le proprie idee, affinché possano guardare al futuro con la voglia e l'orgoglio di essere italiani e di restare a vivere in questo Paese.

Oggi i giovani vanno via, scappano, perché abbiamo consegnato a queste generazioni un Paese debole, che non dà futuro e noi siamo convinti ancora di più oggi, vedendo l'azione di questo Governo in questi sessanta giorni, che questo Paese saprà rinascere grazie all'azione concreta del Presidente Meloni, di tutto il Governo e di un Parlamento che non farà mai mancare il sostegno, anche oggi. Quindi, per questo motivo voteremo favorevolmente la fiducia. Viva l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 13,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 13,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 730​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dalla deputata Lia Quartapelle Procopio.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute,

Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltose le operazioni di voto.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: .………………… 350

Votanti: ………………….. 346

Astenuti: …………………… 4

Maggioranza: ……………. 174

Hanno risposto : ……….. 205

Hanno risposto no: ………. 141

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Brambilla Michela Vittoria

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Ferro Wanda

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Loizzo Simona

Lollobrigida Francesco

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Ravetto Laura

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossello Cristina

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schifone Marta

Semenzato Martina

Siracusano Matilde

Squeri Luca

Stefani Alberto

Sudano Valeria

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Ascani Anna

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonelli Angelo

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Faraone Davide

Fassino Piero

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Gallo Francesco

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Gribaudo Chiara

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

Iaria Antonino

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Marattin Luigi

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorella Giulia

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Richetti Matteo

Roggiani Silvia

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Schlein Elly

Scotto Arturo

Scutella' Elisa

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Stefanazzi Claudio Michele

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zanella Luana

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Cecchetti Fabrizio

Colucci Alessandro

Frassinetti Paola

Freni Federico

Giorgetti Giancarlo

Gusmeroli Alberto Luigi

Leo Maurizio

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Nordio Carlo

Pichetto Fratin Gilberto

Rampelli Fabio

Scerra Filippo

Silvestri Rachele

Tajani Antonio

Zaratti Filiberto

PRESIDENTE. Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che l'esame del provvedimento riprenderà a partire dalle ore 16, sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,40, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della Giustizia, il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento.

Invito tutti gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte a favorire il tempestivo rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, al fine di salvaguardare il potere d'acquisto dei salari – n. 3-00085)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Laus ed altri n. 3-00085 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Laus ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministra, Governo, aumentano sempre di più le difficoltà delle famiglie italiane, chiamate a fronteggiare non solo il caro carburante, perché ormai è aumentato tutto. Non c'è un solo bene, che non sia aumentato, oltre ai servizi chiaramente, con un'inflazione che ormai corre a due cifre, l'11,6 per cento a dicembre. In questo contesto, esplode anche il dramma del mancato rinnovo dei contratti collettivi: dei 13 milioni dei lavoratori privati, circa la metà lavora con contratti scaduti; il tempo medio di attesa è passato dai 28,7 mesi del settembre 2021 ai 33,9 mesi del 2022. Il record lo detengono i vigilanti (da sette anni non rinnovano). Noi crediamo sia indispensabile attivare forme di incentivazione e penalizzazione per affrontare questo tema e, comunque, chiedo a lei, Ministra, al Governo, come pensa di risolvere tempestivamente questo drammatico tema sociale.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, ringrazio gli onorevoli interroganti, perché il tema della contrattazione collettiva che sollevano rappresenta una questione di rilevante interesse in materia di tutela delle condizioni di lavoro. In Italia, la contrattazione collettiva di qualità ha garantito, nel tempo, una serie di misure che, negli anni, sono state introdotte a tutela dei lavoratori. È evidente poi che il primo obiettivo di una efficace contrattazione collettiva sia assicurare livelli salariali adeguati rispetto alla prestazione lavorativa e al contesto socioeconomico in cui viene svolta. Certamente, sul tema, un campo di azione sarà rappresentato, nel prossimo futuro, dal recepimento della direttiva europea sul salario minimo, alla quale gli Stati membri si dovranno adeguare entro il 15 novembre 2024, anche se la direttiva è finalizzata a garantire ai lavoratori dell'Unione europea condizioni dignitose, ma non fissa una soglia europea di salario, rinviando alla contrattazione collettiva, quale strumento per l'individuazione dell'importo minimo.

Nel nostro ordinamento, la determinazione di una adeguata retribuzione non è oggi rimessa alla legge, ma è demandata alla libera negoziazione delle parti sociali attraverso lo strumento della contrattazione collettiva. Sono dunque i singoli contratti di settore a definire, in base al livello di inquadramento dei lavoratori, le condizioni normative ed economiche agli stessi applicabili. Tuttavia, a causa della mancata attuazione dell'articolo 39 della Costituzione, le clausole retributive dei contratti sono, in linea di principio, prive di efficacia erga omnes. La giurisprudenza ha ovviato a questo vuoto di tutela, utilizzando l'articolo 36 della Costituzione, con il principio della retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato. Il richiamo a questo principio ha consentito ai giudici di fare riferimento, come parametro per l'individuazione della retribuzione sufficiente, alle clausole retributive dei contratti collettivi, estendendole a tutti i lavoratori. Questa premessa è solo per evidenziare che la complessità dell'ordinamento italiano fa sì che debba essere approfondito con estrema attenzione e cautela il tema sollevato dagli onorevoli interroganti.

Quello dei ritardi nei rinnovi contrattuali, anche di diversi anni, è purtroppo un tema noto, come riconosciuto dagli stessi interroganti. Su questa materia si sono cimentati, anche in recente passato, i Governi che ci hanno preceduto, senza particolari esiti. La direttrice per l'aumento dei salari è la contrattazione collettiva, che, nello sviluppo delle dinamiche retributive, deve mantenere la sua centralità. Per questo motivo il Governo e il mio Ministero in particolare si attiveranno per fornire ogni utile forma di assistenza e supporto, per agevolare la celere definizione dei rinnovi contrattuali, ove sia necessario e opportuno, pur non potendo sostituirsi alle parti contrattuali medesime. Assicuro, in questo senso, la prossima convocazione al Ministero delle parti sociali interessate al rinnovo dei contratti scaduti da maggior tempo, al fine di stimolare, supportare e sollecitare la loro attività.

Con gli uffici del Ministero stiamo valutando le modalità con cui adottare strumenti normativi che facilitino l'efficace soluzione di una questione come quella del rinnovo, che, in alcuni casi, si protrae da anni. Mi riferisco, in particolare, alla riaffermazione dell'impegno a ridurre il cuneo contributivo e fiscale di 5 punti percentuali nel corso della legislatura - percorso già iniziato con gli interventi nella manovra di bilancio -, ma anche al sostegno alla contrattazione decentrata e al welfare aziendale, oltre che all'estensione ai rinnovi contrattuali e alle relative clausole in materia di aumenti reddituali di forme di tassazione sulla scia e a implementazione di quanto già fatto recentemente con la citata legge di bilancio.

PRESIDENTE. Il deputato Laus ha facoltà di replicare.

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministra, io sono molto dispiaciuto, perché lei, in rappresentanza del Governo, scappa dalla domanda, dal quesito. È un tema sociale veramente drammatico. E non posso nemmeno dire che lei non ha le competenze. perché lei è un Ministro competente. Infatti, abbiamo avuto Ministri competenti e Ministri che hanno avuto difficoltà nell'assolvere alle loro funzioni. Quindi, lei ha la competenza e non mi ha dato e non dà risposte. Lei non è un notaio, non è possibile. La direttiva europea non risolve il problema, nel nostro Paese. Lei sa benissimo che due sono le strade per affrontare il tema: una è il salario minimo e l'altra è la legge sulla rappresentanza. Lei, come Governo, ha escluso il salario minimo e l'unica via maestra è la legge sulla rappresentanza, di modo che i contratti possano esplicare una efficacia erga omnes.

Io le ho chiesto cosa può fare e cosa vorrà fare il Governo tempestivamente, oggi, e lei mi parla della direttiva europea, perché lei sa benissimo che la direttiva europea non risolve alcun problema. In aggiunta, oltre a quanto le ho detto prima, ricordo a lei - ma tanto già lo sa – che l'Italia è l'unico Paese dell'OCSE nel quale dal 1990 al 2020 il salario annuale è diminuito, meno 2 per cento, contro il 33,7 per cento in più in Germania e il 31,1 in più per cento della Francia. Se non volete introdurre il salario minimo, dobbiamo tassativamente licenziare da questo Parlamento – e il Governo si deve fare parte attiva - una legge sulla rappresentanza. Inoltre, vi è il drammatico problema del rinnovo dei contratti! Non si può non rinnovare un contratto da sette anni, il contratto dei vigilanti. Le ho detto in precedenza che il 50 per cento di 13 milioni di lavoratori vedono il loro contratto collettivo in scadenza.

Lei non è un notaio: deve intervenire. Ma deve intervenire soprattutto perché ha le competenze e lei sa, quando diciamo queste cose, quali sono le vie per affrontare definitivamente il tema. Un'inflazione all'11,6 per cento, a doppia cifra…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). …crea ancora più disagi alle famiglie, che si impoveriscono giorno dopo giorno.

Ministra, le chiedo veramente, con le mani giunte: intervenga sulla legge della rappresentanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative normative in ordine al fenomeno del sovraffollamento delle carceri e alle condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, anche alla luce dei tragici dati sui suicidi in carcere – n. 3-00086)

PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi e Romano n. 3-00086 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il mondo delle carceri in Italia sta affrontando un momento particolarmente delicato e drammatico.

Nel 2022 abbiamo avuto 81 casi di suicidio nelle carceri. Secondo quanto scrive Il Mattino di Napoli del 28 dicembre 2022: “Mai da quando si rileva il dato, e probabilmente nella storia della Repubblica, era accaduto che così tanti detenuti avessero posto fine alla loro esistenza”. Altro aspetto drammatico è la vetustà delle carceri italiane e la drammatica situazione di sovraffollamento che, oltre a rendere difficile la vita, crea situazioni di lavoro impossibili. Signor Ministro, le chiediamo quali urgenti iniziative normative intenda mettere in atto il Governo per affrontare e porre rimedio alla situazione descritta, tenuto conto anche che sono passati dieci anni, era il 2013, dalla sentenza Torreggiani della Corte europea dei diritti dell'uomo, che, con decisione presa all'unanimità, ha condannato l'Italia per la violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, per il sovraffollamento delle carceri italiane.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, signor Presidente, e grazie all'onorevole collega. Che questi fenomeni di suicidio rappresentino un intollerabile fardello di dolore è stato enunciato già nel discorso programmatico della nostra Presidente del Consiglio, quando ha rilevato questo numero impressionante di suicidi. Le cifre lei le ha già descritte, io le avevo qui e quindi guadagno tempo non ripetendole. Noi intendiamo agire in vari modi, prima di tutto sul piano relativo ai luoghi di esecuzione della pena e su quello relativo agli operatori penitenziari tutti e anche su quello dei detenuti, per i quali lo Stato assume il carico di dovere di tutela degli incomprimibili diritti alla salute fisica e psichica.

Da un punto di vista del personale, continuerà ad essere implementata, oltre alla doverosa e costante formazione, l'azione di incremento della dotazione organica, portando a termine le procedure concorsuali già iniziate. L'implementazione riguarderà il personale appartenente al Corpo della polizia penitenziaria, quello del comparto funzioni centrali, con attenzione alle figure del funzionario giuridico pedagogico, dei mediatori culturali e dei tecnici, nonché delle qualifiche dirigenziali, la cui carenza organica rappresenta una nota criticità.

Poi interverremo in maniera incisiva per il miglioramento della qualità della vita del personale di Polizia penitenziaria in termini di idoneità e di vivibilità degli ambienti lavorativi a mezzo di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle caserme e degli alloggi di servizio e attraverso la dotazione di moderni equipaggiamenti. Per il triennio 2022-2024 è stata anche stanziata la somma di un milione di euro destinata al supporto psicologico a favore del personale del Corpo di polizia penitenziaria. Come detto, l'attenzione alla sanità penitenziaria sarà massima, anche se il problema è complicato da una serie di interferenze di competenze tra regioni e Stato nell'ambito della gestione sanitaria. Questi interventi saranno rivolti alla tutela della salute sia in generale dei soggetti fragili, quali i tossicodipendenti, sia delle persone che hanno un certo disagio fisico.

Per quanto riguarda il sovraffollamento, il dato è in linea con quello richiestoci dall' Unione europea e dagli organismi internazionali. Voglio dire che il nostro indice di affollamento è del 117,71 per cento, cioè abbiamo 56.000 persone, di cui 55.000 presenti in istituto, a fronte di una capienza regolamentare di 51.295 posti. È stata prevista la realizzazione di 8 padiglioni da 80 posti detentivi, da realizzarsi entro l'anno 2026. Vorrei finire dicendo che tra poco risponderò a un'altra interrogazione relativa al costo delle intercettazioni. Trovo abbastanza irrazionale che il nostro Stato spenda centinaia di milioni all'anno per intercettazioni molto spesso inutili, quando non troviamo i soldi per pagare il supporto psicologico a queste persone che, vivendo in questo stato di disagio, purtroppo tante volte commettono questo gesto finale.

PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di replicare.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringraziamo e siamo estremamente soddisfatti della sua risposta, che dimostra come il Governo - e lei, in prima persona - su questi temi così delicati e così importanti abbia un atteggiamento politico serio, di chiarezza e soprattutto di scelta.

Lo ha detto anche alla conclusione della sua replica: bisogna anche scegliere come spendere i soldi destinati alla giustizia, questo è molto importante. La ringraziamo, soprattutto, perché ci ha annunciato il potenziamento del personale carcerario, soprattutto dei mediatori culturali. In carcere, purtroppo, nell'ultimo anno solo 19 detenuti sono riusciti a laurearsi, è un tema importante. Ricordiamo che il carcere è un momento anche di recupero delle persone alla comunità e alla civiltà; se falliamo lì, ha fallito tutta la società. Crediamo che bisogna fare qualcosa di più, però, sulle misure alternative. Ci sono ancora troppi minori in carcere con le mamme, ci sono troppe ingiuste detenzioni. Troppe volte viene usata la custodia cautelare come forma di detenzione.

Ci sono tante misure alternative, può essere anche questa una soluzione. Quindi la ringraziamo, soprattutto perché ci ha dato risposta anche sull'organico degli educatori. Crediamo che comunque la strada, come lei più volte ha detto, non in questa sede, ma altre volte, ce la indichi la Costituzione, perché le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso dell'umanità e devono soprattutto tendere alla rieducazione del condannato.

(Intendimenti in merito alla distribuzione degli uffici giudiziari sul territorio nazionale – n. 3-00087)

PRESIDENTE. La deputata Scutella' ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00087 (Vedi l'allegato A).

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. La riforma della geografia giudiziaria è stata attuata con il fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza. Ad oggi possiamo dire tranquillamente che questi obiettivi non sono stati raggiunti. Questa riforma è stata un disastro, lo sanno bene i cittadini e lo sanno bene gli addetti ai lavori, soprattutto in quelle zone dove non vi sono infrastrutture, dove vi è un'alta densità di criminalità organizzata. Vi porto un esempio per tutti, il caso di Rossano, tribunale calabrese chiuso e accorpato al tribunale di Castrovillari; ci sono addirittura 120 chilometri da percorrere per poter arrivare al tribunale accorpante. C'è poi il caso dell'Abruzzo: qualora dovessero essere chiusi gli altri quattro tribunali, metà Abruzzo resterebbe senza garanzia di giustizia e, nonostante le rassicurazioni del governatore, ad oggi non c'è alcun riferimento nel “decreto Milleproroghe”. Potrei portare tantissimi altri esempi, come la Puglia, la Sicilia ed altre zone d'Italia dove c'è bisogno di tribunali e c'è bisogno del diritto alla giustizia. Tutti i cittadini, da Nord a Sud, devono avere lo stesso diritto.

Concludo, Presidente, dicendo una cosa. Riporto le dichiarazioni del Sottosegretario alla Giustizia di questo Governo, in quota a Fratelli d'Italia, che si trova a concordare con la mia versione e afferma che questa riforma è stata fallimentare. Allora le chiedo, signor Ministro: che intenzioni avete? Molto semplicemente, questi tribunali li volete riaprire, sì o no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, signor Presidente, e grazie a lei, onorevole collega. In effetti, questa riforma parte da lontano, dal 2011, quando la razionalizzazione della dislocazione territoriale degli uffici giudiziari di primo grado doveva essere attuata garantendo la permanenza dei tribunali nei comuni capoluogo di provincia e assicurando la permanenza di almeno tre tribunali, e delle relative procure della Repubblica, in ogni distretto di corte di appello. Vi sono stati alcuni successivi interventi nel 2012 e nel 2014 attraverso vari accorpamenti e attraverso varie soppressioni. È noto che, ogniqualvolta si tocca una struttura giudiziaria di una città, emergono critiche da una parte e dall'altra, da parte di chi vuole mantenere lo status quo e da chi, invece, ritiene che sia più razionale e più efficiente per la giustizia accorpare, come si fa nei grandi ospedali e così come si dovrebbe fare nei grandi tribunali, tutti gli uffici giudiziari.

Personalmente, anche per la mia esperienza giudiziaria, ritengo che questa riforma non abbia dato gli esiti sperati. In gran parte sono d'accordo con lei che occorre una profonda revisione della riforma che è stata fatta.

In questo momento, tenuto anche conto della giovinezza di questo Governo e di questo Ministro, non siamo assolutamente in grado di dare dei numeri concreti e precisi, però vi posso assicurare che questo Dicastero sta affrontando la tematica della revisione della geografia giudiziaria al fine di trovare le soluzioni più idonee per la problematica che lei ha sollevato. Stiamo costituendo proprio di gruppi di lavoro per vedere come si possa conciliare l'efficienza della giustizia attraverso la razionalizzazione, anche la digitalizzazione, l'informatizzazione, la costituzione degli uffici di prossimità, senza, però, togliere quella doverosa risposta - che lei ha richiamato - di giustizia territoriale che lo Stato deve dare, soprattutto, nei confronti delle sedi più disagiate, dove la soppressione degli uffici giudiziari, tante volte, ha portato dei disagi e degli svantaggi maggiori dei vantaggi che si potevano supporre.

PRESIDENTE. L'onorevole Cafiero De Raho ha facoltà di replicare.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Ministro, grazie della risposta che, parzialmente, è proprio nella direzione che noi indichiamo. In realtà, la razionalizzazione della geografia giudiziaria che è stata attuata è stata in gran parte fallimentare. Perché? Perché ancora una volta, si è adottato un criterio burocratico, quello del numero dei magistrati, quello dei carichi pendenti o dei carichi processuali e non si è guardato, invece, ai territori, all'esigenza di giustizia che hanno i territori, all'esigenza, cioè, che si intervenga in quei territori laddove mafia, 'ndrangheta, quarta mafia, camorra sono presenti.

Le sedi giudiziarie sono presidi di legalità, sono luoghi ai quali i cittadini guardano con fiducia, guardano come la presenza dello Stato e, insieme ad un presidio di legalità del tribunale o della sezione distaccata, di volta in volta, abbiamo presidi di polizia, che aiutano a contrastare le mafie sul territorio. Vede, a Lucera abbiamo avuto una soppressione, così come per le sezioni distaccate di Cerignola, Manfredonia, San Severo, proprio i luoghi in cui la quarta mafia è più forte; e, poi, il tribunale di Rossano, anche lì, in Calabria. Come è pensabile che in quei luoghi venga sottratta la presenza della giurisdizione, di un giudice, che non solo è una presenza fisica, ma è lo Stato nell'esercizio della giustizia, è ciò a cui guardano i cittadini con fiducia?

Dobbiamo restituire fiducia, Ministro, e la sua revisione sicuramente andrà in quella direzione. Guardiamo con fiducia a quella revisione, ma, soprattutto, con urgenza. Non solo, chiediamo anche che il Ministro guardi al contrasto alle mafie con tutti gli strumenti necessari, intercettazioni e collaboratori di giustizia, mentre, invece, vediamo che, di volta in volta, questi strumenti sono indeboliti. Anche su questo, attendiamo una risposta importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Intendimenti del Governo in ordine alla revisione del reato di tortura – n. 3-00088)

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00088 (Vedi l'allegato A).

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il 6 aprile 2020, in piena emergenza pandemica, 283 agenti della polizia penitenziaria, muniti di caschi e manganelli, alcuni a volto coperto, entrano nel reparto “Nilo” del carcere di Santa Maria Capua Vetere, irrompono nelle celle e prendono a calci, pugni, schiaffi i detenuti; alcuni vengono rasati a forza. Il pestaggio dura 4 ore, prosegue nei corridoi e lungo le scale: una vera e propria mattanza di Stato.

A distanza di oltre 2 anni da quella giornata di sangue, botte e umiliazioni, nel luglio scorso è iniziato il processo, nel quale decine di agenti sono imputati per vari reati, tra cui il reato di tortura. Tuttavia, recentemente, esponenti del Governo di cui lei fa parte, Ministro, hanno ipotizzato delle modifiche al reato di tortura, tali da rendere l'articolo 613-bis del codice penale di più difficile, se non impossibile, applicazione.

Sono pertanto a chiederle, Ministro, di chiarire se il Governo intenda effettivamente modificare il reato di tortura, depotenziando di fatto l'articolo 613-bis, provocando, quindi, un preoccupante allontanamento dell'Italia dalle norme internazionali e dalla Carta dei diritti dell'Unione europea e un suo avvicinamento a Paesi che non garantiscono pienamente i diritti umani.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie ancora, Presidente. Grazie a lei, onorevole collega, in effetti, i fatti che lei ha enunciato, sono fatti di estrema gravità. L'Amministrazione, a mezzo del DAP, già a suo tempo, ha provveduto alla doverosa attivazione delle procedure disciplinari previste dalla legge, adottando i consequenziali provvedimenti a carico degli operatori coinvolti. Ad oggi, 70 appartenenti al Corpo della polizia penitenziaria, nonché 3 dirigenti penitenziari, in ragione della gravità dei reati contestati, risultano ancora cautelativamente sospesi dal servizio, secondo l'articolo 7 del decreto legislativo del 1992. Altrettanto celere fu la promozione di un'apposita commissione ispettiva, che fermi gli accertamenti dell'autorità giudiziaria procedente, ebbe il compito di comprendere a fondo la genesi della vicenda e le disfunzioni organizzative dei sistemi di controllo, con il preciso obiettivo di evitare che episodi similari potessero ripetersi.

Pertanto, non vi è stato nessun cedimento, nessuna indulgenza da parte di questa amministrazione, assolutamente ferma a sanzionare secondo la legge i dipendenti infedeli che pongono in essere condotte illecite e antitetiche al dovere di giuramento. Questo non solo a doverosa tutela delle vittime, ma anche della restante e stragrande maggioranza del Corpo della polizia penitenziaria, al quale va il nostro ringraziamento, e di tutti gli operatori che quotidianamente svolgono questa opera meritoria nelle carceri in condizioni, com'è noto, molto, ma molto difficili. Per quanto riguarda il reato di tortura, è ovvio che esso rimarrà. Esso è un reato che è stato introdotto a seguito dell'esecuzione della Convenzione di New York, che nel nostro Paese è stata ratificata nel 1988.

Vi sono delle questioni tecniche, che in questo momento non è il caso di affrontare, ma che affronteremo, magari, in un'altra sede di dibattito, per quanto riguarda molte norme che difettano di tipicità e specificità. Voi sapete che la norma penale deve essere strutturata in un modo tale che sia assolutamente di facile applicazione proprio perché individua tutti gli elementi psicologici e oggettivi della struttura del reato. Secondo noi, questo reato di tortura difetta in alcune parti di queste condizioni, ma questo non significa affatto che debba essere abolito o che debba essere attenuata quella che è l'attenzione nei confronti dello Stato nella repressione di condotte illecite che possono essere riferite sotto l'ambito della citata Convenzione di New York.

PRESIDENTE. L'onorevole Dori ha facoltà di replicare.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, un depotenziamento del reato di tortura significherebbe, nei fatti, un'abrogazione implicita del reato di tortura nel nostro Paese, perché risulterebbe, di fatto, inapplicabile in concreto. Tale reato, però, è stato introdotto, come lei ha ben ricordato, nel nostro codice penale in forza di obblighi assunti a livello internazionale, in particolare la Convenzione ONU contro la tortura, ratificata dall'Italia nel 1988. Quindi, l'arretramento ipotizzato da alcuni membri di questo Governo rappresenterebbe un inquietante avvicinamento dell'Italia a Paesi non democratici.

Il testo attuale, tra l'altro, è già un risultato al ribasso rispetto anche alle direttive della Convenzione ONU. Lei, adesso, ha fatto riferimento a delle modifiche che intende, comunque, operare, questioni tecniche per difetto di tipicità: il problema è se c'è un depotenziamento, non un rafforzamento. Quindi, io auspico che la sua intenzione sia di potenziarlo e di sistemare alcune questioni tecniche, perché comprenderà che alcune affermazioni, invece, dei membri del Governo non sono esattamente in quella direzione. Quindi, io le chiedo proprio di impedire affermazioni, delle fughe in avanti di alcuni membri esponenti di questo Governo. Addirittura ricordo un Sottosegretario del suo Ministero che, nel 2020, proponeva il conferimento dell'encomio solenne al Corpo di polizia penitenziaria proprio per gli episodi del 6 aprile 2017, perché - parole sue - avevano mostrato spiccate qualità professionali e non comune determinazione operativa. Non vorremmo, quindi, che questo Governo si concentrasse a criminalizzare dei ragazzi per aver gettato della vernice lavabile e, dall'altro lato, sottovalutasse episodi gravi, come quello di Santa Maria Capua Vetere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Problematiche concernenti il costo delle intercettazioni e i controlli sui relativi contratti di fornitura - n. 3-00089)

PRESIDENTE. La deputata Bisa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00089 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, buongiorno. In audizione in Commissione giustizia, lo scorso 10 dicembre, ha riferito che le intercettazioni sono pilotate, selezionate, spesso arbitrarie e che in tale utilizzo vi è un difetto di vigilanza. Devono essere strumento di ricerca della prova, come prevede il codice, e non strumento di prova. Sappiamo che vi sono intercettazioni scritte nei brogliacci, mai certificate, che, a volte, hanno errori che emergono solo nel corso del dibattimento, a fronte di perizie e controperizie, ma intanto è applicata una custodia cautelare o vengono divulgate sui giornali.

In Giunta per le autorizzazioni continuo a vedere intercettazioni palesemente dirette, che non dovevano essere svolte e che vengono addirittura spacciate per indirette pur di essere usate. Tutto questo non è più tollerabile in uno Stato in cui la legge è uguale per tutti. Queste intercettazioni, ovviamente, hanno costi esorbitanti per le casse dello Stato e per i cittadini.

Le chiedo, quindi, quali siano stati i costi negli ultimi cinque anni di queste intercettazioni e cosa voglia fare il suo Dicastero per evitare l'abuso dell'utilizzo di tali intercettazioni e per evitare costi inutili.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, onorevole Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole collega. L'opinione di questo Ministro sulle intercettazioni è già stata ampiamente espressa nella relazione davanti alla Camere, al Senato, che lei, collega, in questo momento ha avuto la cortesia di rievocare.

Per quanto riguarda le cifre, esse oscillano, ma queste sono per difetto, tra i 160 e i 180 milioni di euro l'anno, euro che sono spesi per queste intercettazioni.

Dico subito - lo specifico e lo riaffermo per la millesima o milionesima volta – che, quando intendo riferirmi alla necessità di cambiare la disciplina e i costi delle intercettazioni, non mi riferisco minimamente ai reati di grave allarme sociale, come la mafia e il terrorismo. Ogni volta che si tocca questo argomento, si viene ingiustamente accusati di voler favorire la mafia, attraverso un depotenziamento di queste indagini. Lo dico ancora una volta: per quanto riguarda le indagini di mafia e di terrorismo, la disciplina resterà inalterata. Questo non toglie il fatto che una grandissima parte di queste intercettazioni, che ha costi non solo enormi, esorbitanti, ma addirittura disomogenei in tutto il territorio nazionale, abbia la necessità di compensazione o meglio di pagamento, che sfugge a ogni forma di controllo, perché sono determinate dalla magistratura, non vi è un budget per ogni procura, non vi è un budget per ogni ufficio giudiziario e, quindi, ogni pubblico ministero ed ogni GIP possono disporne quante ne vogliono e, alla fine, vengono pagate secondo criteri sui quali - e qui rispondo alla prima parte della sua domanda - stiamo costituendo tavoli di lavoro, quantomeno per rendere omogenee le liquidazioni di queste costosissime parcelle.

Per quanto riguarda, però, la strategia più globale, lo ripeto ancora una volta, non soltanto queste intercettazioni sono risultate molto spesso fallaci e ingannevoli, non soltanto si è detto che, dopo la riforma Orlando, questi episodi non si sono più verificati; non è vero, in questi giorni, in Veneto, proprio nel nostro Veneto, sono state diffuse ampiamente intercettazioni di conversazioni di persone non indagate, non imputate, che sono state esposte al pubblico ludibrio, senza alcuna necessità, senza alcuna giustificazione e, soprattutto, violando l'articolo 15 della Costituzione.

Quindi, in conclusione, fermo restando - lo ripeto ancora una volta - che non si toccheranno i reati di mafia e di terrorismo, l'auspicio di questo Ministro, che, in questa direzione, intende dirigersi, è che vengano limitati i costi di queste intercettazioni attraverso l'omogeneizzazione delle parcelle che possono essere richieste dalle aziende dalle quali queste prestazioni vengono effettuate e, soprattutto, in prospettiva, che venga affidato a ogni ufficio giudiziario un budget che non possa essere superato annualmente nella gestione di questa forma di indagine che, altrimenti, sfugge economicamente a ogni forma di controllo.

PRESIDENTE. Il deputato Morrone ha facoltà di replicare.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie Presidente, grazie Ministro. Apprendiamo con soddisfazione che il Governo si sta muovendo nella direzione auspicata dagli interroganti sul piano dell'armonizzazione delle tariffe vigenti sul territorio nazionale, che finora sarebbero state applicate in maniera così difforme e disomogenea da ogni singola procura. Altrettanto positivo è il fatto che il Ministero si stia interfacciando con la Commissione europea rispetto alla cosiddetta procedura di infrazione. Non è meno importante, in primo luogo, che, nella legge di bilancio 2023, sia stata prevista un'allocazione più coerente dei fondi destinati alla copertura delle spese per le intercettazioni preventive dei servizi di informazione per la sicurezza, in secondo luogo, che si preveda di insediare un cosiddetto tavolo tecnico permanente per il monitoraggio dell'intero sistema delle prestazioni e delle relative tariffe, anche in considerazione dell'evoluzione tecnologica del settore delle telecomunicazioni e delle variazioni dei costi e dei servizi.

Detto questo, mi permetta un'ultima valutazione, che parte dalla constatazione che, da anni, l'Italia è da considerarsi il Paese più intercettato, rispetto alle altre democrazie europee o anglosassoni, con i gravi effetti che ne derivano - gravi effetti distorsivi, naturalmente, e che tutti conosciamo - sulla sfera privata e sul diritto delle persone alla cosiddetta riservatezza dei propri dati personali e alla propria onorabilità.

Non possiamo che concordare sulla necessità di un ripensamento dell'utilizzo di questo strumento, indispensabile - e lo ha detto anche lei poco fa - come mezzo di ricerca delle prove, in particolare nell'ambito delle attività di criminalità organizzata, terrorismo e sicurezza della Nazione, ma che non può e non deve trasformarsi in un mezzo di delegittimazione personale e politica con la diffusione impropria, arbitraria e, purtroppo, anche pilotata dei contenuti delle intercettazioni per obiettivi tutt'altro che collegati alla ricerca della verità e della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza volte alla soluzione delle criticità nella gestione della Sogin e alla pubblicazione della proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) – n. 3-00090)

PRESIDENTE. La deputata Pastorella ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ruffino ed altri n. 3-00090 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

GIULIA PASTORELLA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, oggi siamo a chiedere delucidazioni sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti nucleari radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare. La questione è in mano a Sogin, società statale, che, in venti anni di operato, ha, purtroppo, prodotto più scandali e perdite che risultati, tanto da essere commissariata nel giugno dello scorso anno.

A causa di questa inefficienza, l'Italia incorse in una procedura di infrazione europea, mancando di oltre dieci anni il termine ultimo per presentare una bozza di programma di smaltimento nazionale, che rimane tuttora secretata. Oggi, i rifiuti vengono ancora smaltiti in depositi temporanei e la situazione è diventata assolutamente insostenibile.

Chiediamo, quindi, al Governo come intenda procedere, dato che, nel 2023, potrà nominare i nuovi vertici societari di Sogin e visto che la maggioranza, nel proprio programma elettorale, aveva il ritorno all'energia nucleare.

Come possiamo rilanciare il nuovo nucleare, su cui noi di Azione e Italia Viva siamo d'accordo, se non siamo neanche in grado di effettuare una chiusura ordinata del vecchio, pur consapevoli che finora nessun Governo c'è riuscito?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti. Come è noto, la Sogin ha elaborato la proposta di Carta nazionale delle aree idonee, trasmessa a questo Ministero il 15 marzo 2022, ai sensi del decreto legislativo n. 31 del 2010.

Al fine di poter emettere il provvedimento di approvazione del parere tecnico vincolante sulla menzionata proposta da parte di ISIN, nel giugno 2022, la Sogin, su richiesta dell'Istituto stesso, ha trasmesso una proposta aggiornata di CNAI. Successivamente, nel novembre scorso, con modalità di riservatezza analoghe a quelle utilizzate per la trasmissione della proposta di CNAI da parte di Sogin, l'Istituto ha inoltrato la documentazione al Ministero. Purtuttavia, gli esiti dell'attività di verifica, hanno evidenziato la necessità di integrazione circa l'applicazione di alcuni dei criteri di esclusione o di approfondimento adottati dalla Sogin riguardo ad alcune aree potenzialmente idonee.

Pertanto, a dicembre 2022, è stato chiesto alla Sogin di effettuare gli approfondimenti richiesti al fine di trasmettere a questo Dicastero, nel più breve tempo possibile, un parere tecnico risolutivo e consentire conseguentemente l'approvazione del CNAI. Per quanto concerne la situazione dei diversi siti di stoccaggio di rifiuti radioattivi, si rappresenta che riguardo all'impianto Eurex di Saluggia (Vercelli), che, ahimè, conosco bene, il commissario Sogin ha comunicato che la società, quale stazione appaltante, ha disposto la risoluzione del contratto di lavori e servizi per il completamento della realizzazione dell'impianto per gravi inadempimenti alle obbligazioni contrattuali da parte dell'appaltatore, con il contestuale avvio delle procedure per il recupero delle fideiussioni. Data la rilevanza dal punto di vista della sicurezza nucleare e della salvaguardia della salute pubblica dell'impianto, Sogin ha immediatamente posto in essere le azioni necessarie per il rilancio del progetto, istituendo una task force aziendale appositamente dedicata alle azioni per la chiusura del cantiere. Inoltre, a seguito di un'azione ricognitiva delle diverse attività e dello stato di avanzamento del Deposito nazionale e, naturalmente, in merito alla dismissione, si segnala che sono stati individuati gli appalti risultanti strategici. Per la realizzazione del suddetto piano di lavoro si fa affidamento alla velocizzazione delle procedure.

In merito al trasferimento alla Francia delle ultime tonnellate del combustibile nucleare dello stoccaggio del Deposito Avogadro, sono in corso nuove interlocuzioni, così come rappresentato dall'organo commissariale.

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare.

DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Signor Presidente e signor Ministro, speriamo che le date che lei ci ha dato rispondano a qualcosa di concreto. Invero, siamo molto perplessi sull'andamento di Sogin e ovviamente sui vari progetti. Lei ha parlato prima di Francia; oggi leggiamo che ci sono nuove grane con le scorie del nucleare italiano e che pare che la Francia non ritirerà più i nostri rifiuti radioattivi finché non decideremo dove e quando costruire un deposito nazionale. Così il rischio è che in Piemonte si fermi per la seconda volta il cantiere che mette in sicurezza alcuni liquidi irraggianti e pare - io mi auguro che non sia vero - che il Governo pensi di spostare i costi dello smantellamento delle bollette sul fisco generale e che davvero tiri brutta aria sull'ex impianto nucleare Eurex a Saluggia, perché a quasi dieci anni dall'affidamento della prima gara, per sigillare nel cemento le scorie delle lavorazioni compiute tra il 1970, quando l'Eurex ha aperto, e il 1984, anche questo secondo appalto rischia di diventare materia per avvocati. Velocemente, vado al Deposito di scorie nucleari, con un grande interesse sicuramente e il Ministro Pichetto lo sa, perché siamo entrambi piemontesi. Conosco le vicende dei comuni che sono molto preoccupati di questo iter, dato che si sono impegnati in 300 osservazioni, in 20.000 pagine costituite da atti, documenti e studi e sostenendo anche ingenti costi. Oggi sui territori, non soltanto in Piemonte, non c'è più fiducia in Sogin, non c'è fiducia in una società che non è libera dalle vicende che hanno caratterizzato il suo operato in questi anni. I direttori sono gli stessi e non c'è stato nessun rilancio; però, sono stati incassati premi di risultato e il destino di Sogin oggi è nelle mani di chi l'ha affossata. Noi non possiamo, tutto sommato, dichiararci soddisfatti delle risposte fornite perché riteniamo - e concludo - che la chiusura del vecchio nucleare e il rilancio del nuovo ce li possiamo scordare e su questo il Terzo polo non ci sta (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

(Iniziative per una riduzione strutturale delle accise sui carburanti – n. 3-00091)

PRESIDENTE. Il deputato Squeri ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00091 (Vedi l'allegato A).

LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la nostra interrogazione riguarda un tema caldo, quello delle accise. Ricapitolando i fatti, cosa è successo? Dal 1° gennaio è aumentato il prezzo perché - ricordiamolo - il Governo, condividendolo con la maggioranza, ha ritenuto che i prezzi fossero nettamente inferiori rispetto a marzo, quando fu necessario l'intervento con lo sconto, dedicando la massima attenzione al grande problema delle bollette di gas e luce. Purtroppo, dopo quest'aumento è cominciata una narrazione che di fatto ha introdotto una paventata speculazione di un intero comparto, quando, invece, proprio il Ministero, da lei presieduto, ieri ha chiarito che questa speculazione assolutamente non esiste, tant'è che i prezzi della prima settimana di gennaio rispetto a quella precedente hanno registrato un aumento alla pompa inferiore all'incremento delle accise. Per cui, chiediamo al Governo che cosa intenda fare su questo argomento.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie Presidente e un grazie ai colleghi interroganti. In merito a quanto rappresentato dagli onorevoli interroganti, innanzitutto bisogna spiegare e rivendicare la scelta politica fatta dal Governo e dalla maggioranza durante l'approvazione della manovra. Quando è stato introdotto il taglio delle accise, a marzo 2022, il prezzo del carburante era ben al di sopra dei 2 euro. Pertanto, si è optato per un taglio lineare delle accise, che l'attuale Esecutivo, nel mese di novembre, ha prorogato fino a dicembre 2022. L'abbassamento del prezzo del carburante a dicembre 2022 ha fatto sì che il Governo abbia deciso di dirottare le risorse impiegate per il taglio delle accise, di cui beneficiavano indistintamente tutti, verso le misure destinate a contrastare il caro bollette, a cui sono stati destinati ben 21 dei 30 miliardi della manovra, in particolare a sostegno dei redditi più bassi. È stata, dunque, fatta una scelta puntuale, settoriale e non generalizzata per favorire maggiormente le famiglie e le imprese più in difficoltà.

Considerati gli aumenti disomogenei del prezzo del carburante che si sono registrati a inizio anno in alcuni casi, non tutti strettamente correlati al taglio delle accise, e valutata la necessità di garantire la massima trasparenza ai consumatori finali, nel Consiglio dei ministri tenutosi nella giornata di ieri il Governo ha approvato un decreto che mira ad adottare un'operazione di trasparenza dei prezzi, nonché a rafforzare i poteri di controllo e sanzionatori. In particolare, il decreto prevede che nel periodo gennaio-marzo 2023 il valore dei buoni benzina ceduti ai lavoratori dipendenti non concorre alla formazione del reddito del lavoro dipendente per una quota di 200 euro. Riguardo alle misure di trasparenza, è previsto l'obbligo per gli esercenti di comunicare giornalmente il prezzo di vendita praticato alle autorità competenti e la Guardia di finanza naturalmente vigilerà. Inoltre, sono irrobustiti i collegamenti tra il Garante dei prezzi, che opera presso il MIMI, e l'Antitrust per sorvegliare e reprimere sul nascere eventuali condotte speculative. Viene istituita, infine, una commissione di allerta rapida per la sorveglianza dei prezzi, finalizzata ad analizzare le ragioni dei turbamenti e a definire le iniziative di intervento urgenti. Pertanto, le scelte effettuate dal Governo vanno nella direzione di tutelare il più possibile i cittadini e le imprese e di monitorare costantemente l'andamento dei prezzi, al fine di adottare ogni misura necessaria qualora emergesse la necessità di intervenire tempestivamente.

Infine, la riduzione strutturale delle accise è una misura legislativa da valutare con attenzione sulla base dell'andamento dei conti pubblici e sulla base del riordino complessivo, da parte della maggioranza, delle misure fiscali. Vorrei ricordare, in conclusione, che il prezzo, scontate le accise, all'insediamento del Governo era, per il gasolio, pari a 1,880 euro, mentre il prezzo medio della prima settimana di gennaio, con le accise, era 1,868 euro, quindi inferiore a quello senza accise.

PRESIDENTE. Il deputato Squeri ha facoltà di replicare.

LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Il decreto annunciato, di fatto, prevede sostanzialmente ulteriori cartelli, oltre al già lungo elenco presente su tutti gli impianti italiani, nonché un inasprimento delle sanzioni in essere che sono già - mi faccia dire - rigorose, perché si parla di mille euro per ogni infrazione, per una comunicazione o non fatta o semplicemente ritardata.

Conosco molto bene questo settore. Mi faccia dire che questo intervento, tra l'altro di dubbia fattibilità, non risponde in maniera puntuale ai problemi che ha questo settore.

Se vogliamo davvero portare avanti un'azione per affrontare la criticità, dobbiamo confrontarci: dobbiamo confrontarci con le società concessionarie delle autostrade e capire come mai ci sono royalty stratosferiche su ogni litro di benzina e su ogni panino che si vende in autostrada; dobbiamo confrontarci con le compagnie petrolifere e con i proprietari privati, che, tra l'altro, rappresentano ormai oltre il 50 per cento della rete distributiva, e capire le scelte delle grandi sigle internazionali come Shell, Total o, l'ultima, la Esso, che dopo 130 anni, il 20 dicembre, ha lasciato in maniera definitiva questo mercato; dobbiamo confrontarci con i gestori e capire la loro criticità, con 3 centesimi lordi di margine; tra l'altro, senza dimenticare il confronto con le associazioni dei consumatori, quelle associazioni costruttive e propositive. Sono 30 anni che questo settore deve essere ristrutturato. Cerchiamo di dimostrare che siamo capaci di farlo. Ci sono troppi impianti con erogati troppo bassi. Abbiamo un fenomeno criminale di evasione di accise e IVA, l'Agenzia delle dogane parla addirittura di 13 miliardi di evasione. Dobbiamo essere capaci di affrontare questo grande tema. C'è il discorso dell'abbattimento delle tasse in generale e delle accise in particolare. Per cui tanto abbiamo da fare, metterò tutto il mio impegno affinché quest'azione governativa possa andare avanti nella maniera più efficace e scevra da pregiudizi, in modo tale da poter sciogliere le criticità che vogliamo risolvere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Intendimenti del Governo in relazione alle nomine effettuate nel periodo di prorogatio delle Camere dall'Esecutivo allora in carica - n. 3-00092)

PRESIDENTE. La deputata Kelany ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00092 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SARA KELANY (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il precedente Governo aveva perimetrato le attività che avrebbe potuto porre in essere in attesa dell'insediamento del Governo successivo nel disbrigo degli affari correnti. Che vuol dire disbrigo degli affari correnti? Vuol dire che un Governo dimissionario, che non ha più legittimazione politica, si obbliga a comprimere il suo potere solo entro le attività che servono a non paralizzare l'attività amministrativa. Dalla fine della legislatura sino al nuovo insediamento, il Governo dimissionario ha fatto un centinaio di nomine: 11 nomine il Ministro degli Affari esteri, Di Maio; 3 nomine il Ministro dell'Interno, Lamorgese; 18 il Ministro della Cultura, Franceschini; 16 il Ministro della Salute, Speranza. Non insisto sulle altre, perché dovrei perdere 20 minuti. Sa com'è definito il disbrigo degli affari correnti? Rescigno diceva: il Governo dimissionario deve astenersi, sul piano della correttezza politica, da tutti quegli atti discrezionali che possono essere rinviati al futuro Governo senza apprezzabile danno. Ebbene, Ministro, queste nomine hanno procurato al nuovo Governo, dunque agli italiani che lo hanno legittimamente scelto, più che un apprezzabile danno. Queste nomine hanno tentato di ingessare l'azione politica della nuova maggioranza di Governo e hanno tentato di annullare la sovranità popolare. Dunque chiediamo al Governo se e che cosa intenda fare per verificare quella che noi riteniamo essere una manifesta, patente e arrogante illegittimità di questa condotta.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Kelany. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, signor Presidente. Colleghi, con riferimento al quesito posto sugli intendimenti del Governo circa le nomine effettuate dal precedente Esecutivo a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere, si ricorda che la circolare del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio del 21 luglio 2022 sul disbrigo degli affari correnti mirava esclusivamente ad assicurare una continuità amministrativa, limitando l'attività del Governo, nel periodo di prorogatio, alla sola adozione di atti urgenti, come i decreti-legge, i decreti legislativi in scadenza, i disegni di legge di ratifica dei trattati, i disegni di legge di delegazione europea o della legge europea, in quanto adempimento ad obblighi internazionali o derivanti dall'appartenenza all'Unione europea. Il provvedimento prevedeva, inoltre, al punto 4, che il Governo uscente avrebbe dovuto procedere soltanto a nomine, designazioni e proposte strettamente necessarie perché vincolate, nei tempi, da leggi o regolamenti, ovvero perché derivanti da esigenze funzionali non procrastinabili oltre i termini di soluzione della crisi, per assicurare la pienezza e la continuità dell'azione amministrativa.

Ogni nuova iniziativa al riguardo avrebbe dovuto essere preventivamente sottoposta all'assenso del Presidente del Consiglio, al fine di assicurare uniformità di comportamenti, e ciascun Ministro avrebbe, altresì, dovuto curare che enti, aziende e società dipendenti, vigilati o direttamente controllati, si fossero attenuti a tali criteri, anche con riguardo alle procedure.

Secondo gli interroganti, l'Esecutivo uscente ha disatteso tali indicazioni e ha proceduto, nel periodo di prorogatio, a oltre 80 nomine e assegnazione di incarichi, cui si aggiungono le 109 tra assunzioni e nomine del Ministero per l'Innovazione tecnologica, nonostante i criteri restrittivi indicati nella circolare.

Il Governo in carica intende avvalersi, in piena trasparenza e nel rispetto del quadro normativo, di professionalità di alto profilo, interne ed esterne alla pubblica amministrazione, per garantire un efficiente esercizio delle funzioni proprie dell'Esecutivo e realizzare gli obiettivi ritenuti prioritari da ciascun Dicastero, secondo le linee programmatiche che ogni Ministro, proprio in queste settimane, sta illustrando nelle Commissioni parlamentari competenti. A tal fine, saranno via via individuate le figure che, in ragione delle esperienze pregresse e delle competenze acquisite, potranno contribuire al meglio al buon funzionamento della macchina dello Stato, supportando il Governo nella realizzazione di un sistema più funzionale ed efficiente per far fronte alle esigenze dell'Italia.

PRESIDENTE. Il deputato Sbardella ha facoltà di replicare.

LUCA SBARDELLA (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio a nome del gruppo di Fratelli d'Italia il Ministro Ciriani e il Governo per averci dato una risposta chiara. Il fenomeno delle nomine in extremis del Governo uscente denota lo stile con cui la sinistra ha gestito il potere in Italia, in questi anni. Del resto, la sinistra ha fatto di tutto per rimanere al potere. Diceva che lo faceva per senso di responsabilità, ma è chiaro che si trattava di semplice attaccamento alle poltrone. Una visione politica che si nutre ormai solo di gestione, di clientele e di apparati, e quindi, nella sua massima espressione, nel nominare amici, più o meno adeguati, nelle varie caselle di Governo e sottogoverno, a tutti i livelli: oltre 100 nomine, tra nomine e assunzioni, effettuate dopo le elezioni, arruolamenti di massa nelle società partecipate. E non è un caso che i Ministri più attivi in quelle ore fossero proprio quelli più esposti politicamente. Si è scambiato il Governo con il congresso di partito. Ora gridano allo scandalo perché qualcuno viene rimosso. È emblematico il caso del commissario per la ricostruzione post terremoto: venne nominato un perdente alle elezioni regionali abruzzesi, che aveva fatto tutto il suo rispettabilissimo percorso, prima sindaco, poi parlamentare, poi sottosegretario, poi candidato alle elezioni regionali, quindi non proprio un tecnico. Perse le elezioni, è arrivata puntualmente una nomina governativa. Ora si grida allo scandalo perché, alla sua scadenza - ribadisco, alla sua naturale scadenza -, non è stato confermato, bensì sostituito da un eccellente amministratore di fiducia dell'attuale Governo. Qual è il problema? Il metro di giudizio di questo Governo è chiaro: lo dimostra la conferma, all'Agenzia delle entrate e all'Agenzia del demanio, dei vertici non da noi nominati. Qui si guarda al merito, agli unici interessi che a noi stanno a cuore: gli interessi della Nazione e gli interessi degli italiani. Fatevene una ragione. È finito il tempo in cui gestivate il potere anche se perdevate le elezioni. Gli italiani vi hanno tolto il giocattolo e lo hanno fatto in maniera chiara, chiarissima. Gli italiani ci hanno chiesto di fare meglio del disastro che avete fatto finora e noi non abbiamo intenzione di mancare questo impegno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 16,10.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,10.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 63, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,11).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 730.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 730.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 730​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Avverto che l'ordine del giorno n. 9/730/94 Bof è stato ritirato dal presentatore.

Rammento che in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo si è convenuto di iniziare l'esame degli ordini del giorno a partire dal parere del Governo.

Invito pertanto la rappresentante del Governo, onorevole Vannia Gava, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Faccio solamente una premessa: in tutti gli impegni di tutti gli ordini del giorno vengono espunte le locuzioni: “al primo provvedimento utile” e “al prossimo provvedimento utile”. Ordine del giorno n. 9/730/1 Furgiuele parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/2 Pastorino, parere contrario. Ordini del giorno n. 9/730/3 Maiorano e n. 9/730/4 Loizzo, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/5 Mule', parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/730/6 Furfaro: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/7 Girelli, parere favorevole con la seguente riformulazione: sopprimere il primo e il secondo capoverso delle premesse e sostituire l'impegno con le parole “a valutare la possibilità di adottare, ove necessario, compatibilmente con i vincoli di bilancio e le risorse finanziarie disponibili, ulteriori iniziative a sostegno degli enti del terzo settore, volte a mitigare gli effetti dei rincari energetici registrati nell'anno 2023”. Ordine del giorno n. 9/730/8 Malavasi, parere favorevole con le seguenti riformulazioni: sopprimere le premesse e sostituire l'impegno con “a valutare la possibilità di incrementare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, le risorse dei fondi per la non autosufficienza, il dopo di noi e il caregiver, quali strumenti necessari per sostenere le famiglie in questo periodo di crisi economica e sociale”. Ordine del giorno n. 9/730/9 Almici, parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/730/10 Manzi, parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la seguente formulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di individuare ulteriori risorse da destinare al rinnovo contrattuale, al fine di dare centralità all'istruzione pubblica ed innalzare le retribuzioni a livello europeo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/730/11 Berruto, parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di reperire risorse a favore dello sport”. Ordine del giorno n. 9/730/12 Stumpo, parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/13 Boldrini: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/14 Peluffo: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/15 De Micheli: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/16 Ghio: sul primo impegno il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”; sul secondo impegno il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/17 Serracchiani: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/18 Orlando: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/19 Merola: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di destinare risorse agli enti locali per fronteggiare le maggiori spese derivanti dall'aumento dei prezzi di gas ed energia”. Ordine del giorno n. 9/730/20 Guerra: parere favorevole con la riformulazione “valutare l'opportunità di istituire un tavolo per la regolazione dei pedaggi autostradali anche ai fini del contenimento delle tariffe”. Ordine del giorno n. 9/730/21 Roggiani: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/22 Morassut: parere favorevole con la riformulazione che premette a entrambi gli impegni: “valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/730/23 Stefanazzi: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/24 Toni Ricciardi: parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/25 Ubaldo Pagano: parere contrario. Ordini del giorno n. 9/730/26 Curti e n. 9/730/27 Braga: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/28 Lai: parere favorevole con l'eliminazione delle premesse e con la riformulazione “a valutare l'opportunità di incrementare le risorse al fine di assicurare il diritto all'istruzione per tutte le bambine e i bambini attraverso la promozione del sistema integrato di educazione dalla nascita fino a sei anni, elemento fondamentale per colmare il divario tra Nord e Sud e sostenere le famiglie con azioni concrete, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/730/29 D'Alfonso: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/730/30 De Bertoldi e n. 9/730/3 Deidda: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/32 Gnassi: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/33 Ciani: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/34 Forattini: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/35 Vaccari: parere favorevole, con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione del dispositivo con l'aggiunta della locuzione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/36 Andrea Rossi: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/37 Marino: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/38 Di Biase: parere favorevole con la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/39 Casu: parere contrario sulla seconda e la terza premessa; parere favorevole sull'impegno, con la riformulazione con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/40 Bakkali: parere contrario sulla seconda e sulla terza premessa; parere favorevole sull'impegno, con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/41 Sarracino: parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/42 Simiani: parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/43 Laus, parere favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione dell'impegno con “a valutare l'opportunità di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/730/44 Gribaudo e n. 9/730/45 Scotto il parere è favorevole con la seguente riformulazione: eliminare la seconda premessa e premettendo negli impegni: “a valutare l'opportunità”. Ordine del giorno n. 9/730/46 Fossi, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità”.

Ordine del giorno n. 9/730/47 De Maria, parere favorevole con la seguente riformulazione: eliminare la seconda premessa; riformulare il primo impegno come segue: “a valutare l'opportunità di prevedere misure per sostenere l'economia delle aree di montagna della regione Emilia Romagna dedicate alle attività economiche e all'indotto collegato agli sport invernali”; premettere, poi, al secondo impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Ordini del giorno n. 9/730/48 Giagoni e n. 9/730/49 Comaroli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/50 Tenerini, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/730/51 Arruzzolo, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di individuare soluzioni, anche normative, nel rispetto dei principi costituzionali, volte a contemperare le esigenze determinate dall'affidamento avviatosi per il servizio prestato nell'amministrazione, con il valore costituzionale dell'accesso alle pubbliche amministrazioni attraverso valide procedure concorsuali”.

Ordine del giorno n. 9/730/52 D'Attis, parere favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”. Ordini del giorno n. 9/730/53 Rubano e n. 9/730/54 Cavandoli, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/730/55 Mancini, parere favorevole con la seguente riformulazione: eliminare la seconda premessa; riformulare il primo impegno come segue: “a valutare l'opportunità di prevedere misure per sostenere l'economia delle aree di montagna dell'Appennino centro-meridionale, dedicate alle attività economiche e all'indotto collegato agli sport invernali”; premettere, poi, al secondo impegno: “a valutare l'opportunità di”.

Ordine del giorno n. 9/730/56 Antoniozzi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di estendere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordini del giorno n. 9/730/57 Di Giuseppe e n. 9/730/58 Amendola, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/730/59 Porta è accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/60 Morgante, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/61 Vietri, parere favorevole con la seguente riformulazione: eliminata la quarta premessa, riformulare gli impegni come segue: “a valutare l'opportunità di prorogare per le case popolari, intestate sia a persone singole per singole unità abitative, che a cooperative edilizie, le disposizioni in materia di superbonus, di cui all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, anche valutando la riduzione della detrazione”. Ordini del giorno n. 9/730/62 Aiello e n. 9/730/63 Alifano, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/64 Amato, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di provvedere all'emanazione del decreto di cui in premessa al fine di tutelare le legittime aspettative dei soggetti interessati e per evitare possibili problemi e disagi al sistema scolastico derivanti dalla mancanza di personale”. Ordini del giorno n. 9/730/65 Appendino e n. 9/730/66 Barzotti, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/730/67 Cantone, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di rifinanziare il fondo bonus trasporti”. Ordine del giorno n. 9/730/68 Cappelletti, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/730/69 Caramiello, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/730/70 Carmina, n. 9/730/71 Caso, n. 9/730/72 Cherchi e n. 9/730/73 Alfonso Colucci, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/74 Dell'Olio, accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/730/75 Sergio Costa, n. 9/730/76 Donno, n. 9/730/77 Fede, n. 9/730/78 Fenu e n. 9/730/79 Ilaria Fontana, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/80 Iaria, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sugli ordini del giorno n. 9/730/81 L'Abbate, n. 9/730/82 Lovecchio, n. 9/730/83 Morfino, n. 9/730/84 Pavanelli, n. 9/730/85 Pellegrini, n. 9/730/86 Raffa e n. 9/730/87 Santillo, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/88 Scerra, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure per calmierare il costo delle materie energetiche per la tutela del settore di tutte le PMI”. Ordini del giorno n. 9/730/89 Todde e n. 9/730/90 Torto, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/730/91 De Luca, accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/92 Zucconi, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/93 Morrone, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/94 è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/730/95 Ziello, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/730/96 Fabrizio Rossi, accolto come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/730/97 Bonafe', n. 9/730/98 Bonelli e n. 9/730/99 Ghirra, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/100 Lucaselli, parere favorevole, anche perché in conformità a quanto previsto dal decreto-legge approvato in Consiglio dei ministri il 10 gennaio scorso. Sugli ordini del giorno n. 9/730/101 Ruffino, n. 9/730/102 Boschi e n. 9/730/103 Pastorella, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/104 Rotelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/105 Mollicone, accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/730/106 Grimaldi, n. 9/730/107 Zanella e n. 9/730/108 Evi, il parere è contrario. Ordine del giorno n. 9/730/109 Mari, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/730/110 Borrelli, n. 9/730/111 Fratoianni e n. 9/730/112 Dori il parere è contrario.

PRESIDENTE. Grazie. Ordine del giorno n. 9/730/1 Furgiuele, parere favorevole, andiamo avanti. Ordine del giorno n. 9/730/2 Pastorino, parere contrario. Onorevole Pastorino? Lo votiamo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/2 Pastorino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sugli ordini del giorno n. 9/730/3 Maiorano e n. 9/730/4 Loizzo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/730/5 Mule' il parere è favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione. L'ordine del giorno n. 9/730/6 Furfaro è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la raccomandazione e vorrei spiegarne i motivi. Presidente, onorevoli colleghi, provo a darvi un numero: 135.000 è il numero degli sfratti effettuabili in Italia per morosità incolpevole nel 2022, cioè il 90 per cento di tutte le richieste di sfratto; 37.000 sono le convalide di sfratto. Sono numeri drammatici, parlano di famiglie che finiscono in strada non per colpa loro, non perché non vogliono pagare, non perché fanno i furbi, ma per morosità incolpevole. Vorrei chiedere agli esponenti di Governo e di maggioranza, cioè coloro che, quando si trovavano all'opposizione, ci parlavano ogni santo giorno di quartieri popolari, di italiani che non arrivavano alla fine del mese, se sanno di cosa parliamo quando parliamo di morosità incolpevole. Parliamo di famiglie e persone in carne ed ossa; parliamo di bambini ai margini del vivere dignitoso, che pagano gli effetti di questa crisi più di altri; parliamo di chi ha perso il lavoro; parliamo di chi, a causa del caro energia o dell'inflazione, non riesce più a pagare l'affitto perché la pensione o lo stipendio non bastano più; parliamo delle persone più fragili, quelle di cui nei vostri comizi sguaiati vi siete spesso riempiti la bocca. Sono famiglie che, per colpa della vostra ipocrisia, di chi dice una cosa e poi fa l'esatto contrario, rischiano di finire su una strada. Prima vi siete scagliati contro i più fragili tagliando e abolendo il reddito di cittadinanza; poi, come se non bastasse, avete deciso persino di togliere ogni risorsa sul disagio abitativo, sul Fondo affitti e sul Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli.

Cioè avete deciso di tagliare i fondi destinati alle famiglie sotto sfratto, fondi che hanno consentito, nei due anni più duri della crisi pandemica, di evitare migliaia di persone in strada. Vi state accanendo contro i più poveri. Sapete cosa sta accadendo adesso in Italia, dopo avere azzerato i contributi all'affitto? Che 600.000 famiglie italiane rischiano di finire per strada, grazie a voi rischiano di essere sbattute fuori di casa. Per questo chiediamo il rifinanziamento del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo affitti, e non possiamo accettare che questo ordine del giorno venga accolto come una raccomandazione. Sapete perché? Perché - cito letteralmente - la casa è il bene primario attorno alla quale le persone costruiscono il proprio futuro. Non lo dico io. Sapete chi lo dice? Lo dice Giorgia Meloni il 29 agosto del 2022, a meno di un mese dal voto scorso. Per una volta evitate di tradire le vostre parole e, soprattutto, il diritto degli italiani a non finire su una strada (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/6 Furfaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/7 Girelli, su cui c'è una riformulazione. Onorevole, accetta?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Presidente, grazie. Non posso accettare questa riformulazione e le spiego brevemente anche il perché. Per quanto riguarda le premesse, posso comprendere la richiesta che siano tolte; è un giudizio politico, possiamo anche toglierle, rimangono e tutti le conosciamo, sia da parte della maggioranza sia da parte nostra. Ma non comprendiamo l'andare a togliere l'impegno ad affrontare in maniera seria la questione del Terzo settore. Noi chiediamo il finanziamento di un settore in grande difficoltà, e si rischia di togliere servizi ai nostri cittadini, alle nostre realtà territoriali. Chiediamo maggiore attenzione soprattutto per le zone interne, quelle che rischiano di pagare ulteriormente questo deficit di risorse finanziarie, e per le associazioni del Terzo settore, che sempre di più sono le realtà cui dobbiamo tutti guardare se vogliamo affrontare seriamente il grande deficit di vicinanza ai cittadini nel momento del bisogno. Senza l'apporto del Terzo settore difficilmente ce la si può fare, chiunque governi questo Paese, sia a livello di Governo nazionale sia di governi regionali. Perché sminuire questo impegno, che dovrebbe essere davvero la caratteristica di tutto il Parlamento nel suo insieme? Chiedo al Governo di rivedere questa posizione. Accetto la soppressione delle premesse, perché, ripeto, ciò comprende un giudizio politico che posso anche risparmiarmi in questo documento, ma non la riformulazione dell'impegno. Su quello vi chiedo davvero di rivedere la posizione e di mantenerlo così come formulato.

PRESIDENTE. Il Governo non cambia valutazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/7 Girelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/8 Malavasi. Onorevole, accoglie la riformulazione?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). No, non accolgo la riformulazione, grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/8 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/9 Almici, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione?

CRISTINA ALMICI (FDI). La accetto.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/10 Manzi, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/11 Berruto, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/12 Stumpo, su cui c'è parere favorevole con riformulazione: si accetta la riformulazione.

L'ordine del giorno n. 9/730/13 Boldrini è accolto come raccomandazione. La accetta, onorevole?

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi ero avvicinata prima alla Vice Ministra Gava per avere certezza che questo fosse il parere espresso. Vice Ministra, lei mi dà un parere deludente, una raccomandazione. Io ho il dovere di chiederle di rivedere questo parere, perché parliamo dei comitati della Croce rossa che fanno trasporto d'urgenza - quindi, le ambulanze - e servono, quindi, al servizio sanitario regionale, ma anche alle ASL. Chiedono anche loro un aiuto, chiedono anche loro ristori perché il carburante è aumentato anche per loro. Non posso immaginare che il Governo non voglia prendere atto che c'è una necessità oggettiva, quindi la esorto, Vice Ministra, senza polemica mi creda, a rivedere questo parere, perché è veramente troppo discrezionale la raccomandazione. Lei sa che già l'ordine del giorno non vincola in maniera stringente, ma la raccomandazione men che meno. Come può il Governo non vedere la necessità dei comitati della Croce rossa di continuare a svolgere il loro servizio? Peraltro molte di quelle persone sono volontarie, non sono nemmeno pagate. Vuol dire proprio voltare le spalle a chi, invece, dedica il proprio tempo al bene comune e a dare senso anche all'articolo 2 della nostra Costituzione che riguarda il dovere alla solidarietà. Dunque, veramente, le chiederei di riconsiderare questo parere e di prendere atto della situazione, dando un parere più assertivo, Vice Ministra.

PRESIDENTE. Il Governo?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Lo accantono.

PRESIDENTE. Dunque, è accantonato.

Ordine del giorno n. 9/730/14 Peluffo, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/14 Peluffo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/730/15 De Micheli, accolto come raccomandazione, a condizione che sia riformulato nel senso di espungere dal dispositivo il riferimento al primo o al prossimo provvedimento utile, come precisato dalla Vice Ministra Gava all'inizio del suo intervento. Accetta? Ha accettato.

Ordine del giorno n. 9/730/16 Ghio, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il parere è favorevole con riformulazione sul primo impegno mentre sul secondo c'è un'indicazione di contrarietà. Ci sembra che il respingimento di una parte di quest'ordine del giorno e anche il blando accoglimento, con una valutazione, della prima parte non raggiunga l'obiettivo di sostenere concretamente i bisogni delle famiglie italiane in tema di mobilità e non abbia neanche a cuore le strategie del trasporto pubblico locale. Ci sembrano generiche parole di dichiarazione di intenzione, ma l'unica certezza è che, dai primi di gennaio, le persone, le famiglie, per muoversi, spendono molto di più, sia dal punto di vista dei pedaggi autostradali che del trasporto ferroviario e sia anche rispetto alla sofferenza in cui versano le aziende del trasporto pubblico locale.

Gli interventi messi in campo fino a oggi, sia con la manovra sia con questo decreto che andiamo a valutare oggi, ci appaiono superficiali e non sufficienti, non utili a favorire la ripresa, anzi, rallentandola, anche perché tutto il sistema dei trasporti stima rincari grandissimi che, uniti a quelli dei generi alimentari e dei beni di prima necessità, secondo le stime delle associazioni dei consumatori, implicano una maggiore spesa per famiglie di 2.400 euro all'anno. Quindi, una valutazione e un respingimento di un percorso, anche di riconversione ecologica, di cui davvero non troviamo traccia in nessuno dei provvedimenti rispetto al tema del trasporto, ci sembra non siano sufficienti. Ci aspettavamo davvero misure più concrete a sostegno dei bisogni delle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/16 Ghio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/730/17 Serracchiani, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno è la fotografia plastica di cosa significhi essere opposizione e di cosa significhi, poi, ad un certo punto, diventare legittimamente, con un voto popolare, maggioranza e, quindi, governare. Lo dico perché, nel 2019, quando la Presidente Meloni era l'unico capo dell'unica opposizione o, quantomeno, lo è stata per diverso tempo, ci ha allietato con diversi video, anche divertenti, con cui ci diceva che, non appena arrivata al Governo, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di abolire le accise sul carburante. Lo ha detto chiarissimamente, ha detto “aboliremo le accise”.

Ora che cosa succede? Succede che, quando sei opposizione, puoi permetterti di fare i video in cui dici che abolirai le accise, poi, quando diventi legittimamente, con un voto popolare, importante, senza ombra di dubbio, Presidente del Consiglio e sei a capo di un Governo che deve prendere decisioni particolarmente importanti, in un momento di disagio sociale che credo sia sotto gli occhi di tutti, la stessa Presidente Meloni e lo stesso Governo di maggioranza, legittimamente votato, fa un'inversione ad U drammatica per le famiglie; drammatica perché non aver continuato ad applicare lo sconto sulle accise vuol dire che le famiglie e, in particolare, quelle meno abbienti - perché, poi, l'inflazione è una tassa assolutamente ingiusta ed è una tassa che colpisce soprattutto le famiglie meno abbienti - si troveranno a pagare di più. E si troveranno a pagare di più non soltanto i carburanti, la benzina, il gasolio, ma anche i beni di prima necessità, perché questo è un Paese dove - anche a causa dell'incapacità in questo momento di aver fatto, anche in quel caso, un'inversione ad U rispetto alla transizione ecologica, ma torniamo sempre al tradizionale - l'88 per cento delle merci viene trasportato su gomma, il che significa che tutti i beni, anche quelli di prima necessità, subiranno necessariamente un aumento dei prezzi.

Noi riteniamo che oggi il Governo, con questo “no”, dimostri quello che veramente significa prendersi la responsabilità di governare. Ci avete detto che per 10 anni abbiamo governato e che nei 10 anni in cui abbiamo avuto quella responsabilità non abbiamo dato le risposte. Bene, oggi, di fronte alla prima risposta che dovevate dare, ossia quella di continuare ad aiutare le famiglie, i lavoratori e le imprese, riducendo il costo dei carburanti, siete voi, che volevate abolirle, ad averle fatte rientrare di nuovo a pieno regime, togliendo gli sconti che erano stati previsti dal Governo precedente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo comporterà, credo, davanti agli occhi di tutti la necessità di giustificare questi aumenti ed è per questo motivo che il Partito Democratico ha chiesto l'audizione del Ministro Giorgetti affinché venga a spiegarci come funziona la tassazione sui carburanti, perché non sono riusciti ad abolire le accise e perché non sono riusciti - o non vogliono, perché la notizia di oggi è che manca anche la volontà politica - a scontare e ridurre le accise. Ce lo dicano, ma, soprattutto, lo dicano agli italiani, non solo a quelli che li hanno votati, lo dicano a tutti gli italiani che pensano che questo sia un Governo del cambiamento, il quale, con questa inversione ad U abolirà le accise. Ebbene, non sono state abolite.

Ma vorremmo anche ricordare al Governo, suo tramite, Vice Ministra, che c'è anche una ragione in più su cui prestare la massima attenzione, perché, nella manovra di bilancio, non solo non avete previsto la proroga del taglio delle accise, non solo non avete previsto aiuti, come veniva ricordato, su fondi che sono importanti, ma, soprattutto, avete previsto somme insufficienti per gli enti locali che sono gli stessi enti locali che oggi sopporteranno l'aggravio dei costi dei carburanti e che dovranno scaricare sui cittadini e sul costo dei servizi proprio questo aggravio, nel momento in cui c'è il rischio di una recessione per il Paese. Insomma, dicevate che eravate pronti: pensavamo che lo foste e pensavamo che la prima cosa che sarebbe successa sarebbe stata l'abolizione delle accise. Evidentemente non siete pronti, non lo avete fatto e gli italiani stanno pagando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, non abbiamo problemi a rispondere agli italiani sui provvedimenti che abbiamo assunto. E non li abbiamo assunti in qualche cantina buia: li abbiamo assunti alla luce del sole, perché facevano parte di un disegno di legge - appunto, il disegno di legge di bilancio - che è stato pubblicato da tutti i giornali e in questa sede è stato discusso più volte (Commenti)… in Commissione, per chi c'era, sì; per chi c'era, sì, in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E aggiungerò di più: è stato discusso talmente alla luce del sole che, a proposito di video, potremmo anche far girare un video del 2014, magari in quella bella trasmissione che è Porta a Porta, dove l'allora Presidente del Consiglio in carica, che attualmente è dello stesso partito dell'onorevole Giachetti, diceva che avrebbe azzerato le accise entro la fine dell'anno. E c'è il piccolo particolare che lui era in carica e non è successo quello che è successo, invece, dopo che il video di due anni e mezzo fa è stato registrato, a differenza di oggi. Tra le tante cose, pare che l'anno scorso, in modo imprevedibile, sia scoppiata anche una guerra, ma evidentemente questo è un fattore che non rileva in questo ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Tuttavia, per tornare, invece, al punto economico, vorrei ricordare che quel provvedimento non era di sistema, perché è stato rinnovato quattro volte con decreti-legge. Quindi, non era un provvedimento di sistema, ma era temporaneo. Noi abbiamo fatto una scelta e la rivendichiamo fino in fondo: si poteva decidere di spendere all'incirca un miliardo al mese per tenere le accise in quello stato e, quindi, non intervenire su bollette e sulle imprese, per consentire a famiglie e imprese di andare avanti, oppure, potevamo preoccuparci in primo luogo del pieno della nostra auto. Tra famiglie e imprese e il pieno dell'auto dei parlamentari, come di altri che potevano permettersi il pieno, abbiamo scelto famiglie e imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Presidente, la ringrazio della parola. Voglio dire una cosa: la Presidente Meloni, nel giustificare il mancato rinnovo di questa norma sull'aumento delle accise o, meglio, sul blocco delle accise, ha così motivato in maniera, devo dire, puntuale, ma francamente surreale: per prorogare il taglio delle accise sulla benzina non avremmo potuto confermare o aumentare il taglio del costo del lavoro, aumentare del 50 per cento l'assegno unico per i bambini, aumentare il fondo sulla sanità, aumentare la platea delle famiglie. Mai tanta demagogia e propaganda si erano viste da parte del Presidente del Consiglio. Infatti, nella legge finanziaria che abbiamo approvato, quando si è fatta la norma spalma-debiti sulle società di calcio (850 milioni di euro), queste preoccupazioni la Presidente Meloni non se le è poste (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra); quando si è trattato di fare i condoni fiscali sulle criptovalute, la Presidente Meloni questo problema riguardo alle famiglie e alle imprese italiane non se lo è posto; la Presidente Meloni non si è posta il problema quando è stato presentato un emendamento che chiedeva alle società energetiche di restituire i soldi che indebitamente sono stati presi agli italiani con una speculazione inaccettabile sul gas (oltre 40 miliardi di euro). Siete stati silenti, onorevole Foti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Siete stati silenti rispetto alla questione fondamentale dell'ingiustizia sociale che c'è in questo Paese e oggi venite a raccontare che siete dalla parte delle famiglie. Rispetto all'aumento dei generi alimentari, all'aumento del costo della vita, dell'inflazione, oggi, dimostrate da che parte state. Non ci venite a parlare del pieno dei parlamentari: io, per esempio, l'auto non ce l'ho. Fate meno demagogia, fate meno propaganda. Oggi, siete al Governo e state dimostrando inadeguatezza; e, da questo punto di vista, l'inadeguatezza è massima.

A questo punto, le spiegazioni propagandistiche e demagogiche della Presidente Meloni devono solo indicarvi una cosa: che non è più la Meloni dell'opposizione, è la Meloni che governa e continua a governare con grande propaganda.

Ecco, francamente, ci saremmo aspettati che le risorse per i 12 condoni fiscali della legge finanziaria e gli extraprofitti delle società energetiche fossero duramente e inesorabilmente restituiti agli italiani. Avete deciso da che parte stare, avete deciso di stare dalla parte delle grandi società energetiche, avete deciso di azzerare il fondo sul trasporto pubblico, avete deciso di essere contro la modernizzazione di questo Paese, siete contro lo SPID, siete contro il POS, siete contro la digitalizzazione. Francamente, questo è un problema molto, molto serio che questo Paese ha e, comunque sia, noi voteremo a favore di questo ordine del giorno. Anche basta la propaganda di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Signor Presidente, prendiamo atto, dalle parole del presidente Foti, che c'è stata una chiara volontà politica di voltare le spalle alle famiglie e alle imprese, una chiara volontà politica di disattendere le promesse fatte in campagna elettorale.

Non pensiamo che i cittadini italiani siano colti da amnesie, infatti, ricordano benissimo le vostre promesse in campagna elettorale sul fatto che avreste abolito le accise. Ricordiamo benissimo che, mentre noi eravamo qui a prevedere misure che potessero aiutare le famiglie e le imprese in un momento di crisi senza precedenti, come, ad esempio, lo sconto sulle accise che abbiamo approvato nel corso del precedente Governo, l'attuale Presidente del Consiglio si faceva filmare alle pompe di benzina per dire: “Avete visto, ladri! Lo Stato è un ladro. A fronte del pagamento di un pieno, la metà si assume per conto dello Stato, quindi noi appena andremo al Governo taglieremo le accise”.

Invece che cosa avete fatto appena siete andati al Governo? Avete tagliato lo sconto sulle accise e questo avrà degli effetti nefasti non soltanto sulle tasche degli italiani, ma anche sul potere di acquisto, proprio perché avrà degli effetti indiretti sull'aumento del costo dei carburanti e, quindi, sull'aumento delle materie prime e sul carrello della spesa. Possibile che non ve ne stiate rendendo conto?

Proprio per questo, il MoVimento 5 Stelle ha formulato - e la ribadiamo qui, Presidente - la richiesta che la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, venga a rendere un'informativa urgente alla Camera sul tema del caro carburante (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), perché non può pensare di cavarsela con una diretta Facebook, dicendo addirittura delle bugie e disattendendo quello che lei stessa aveva promesso in campagna elettorale. Gli italiani non hanno la memoria corta (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/17 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/730/18 Orlando, favorevole con riformulazione. Onorevole Orlando?

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Signor Presidente, negli altri Paesi europei, a proposito di transizione ecologica e a proposito di crisi energetica, sono state previste misure che prevedono la gratuità dei servizi pubblici per tutte le persone al di sotto di un certo reddito. Il Governo precedente aveva introdotto un bonus per tutte le persone con un reddito inferiore ai 35.000 euro; un provvedimento, ha ragione il collega Foti, come quello sulla pompa di benzina, ma dubito che in questo momento chi non trova più il bonus o trova la benzina più cara alle pompe di benzina discuta della sistematicità dei provvedimenti.

Nella nuova legge di bilancio questa misura era sparita completamente; ora il Governo apre cautamente, con questa riformulazione, alla reintroduzione di questo bonus.

Io voglio ringraziare per questa parziale resipiscenza, però chiedo - perché quest'impegno abbia un po' più di solennità di quello della semplice parola, pure autorevole, dei membri del Governo qui presenti - che sia messo in votazione con la riformulazione proposta dal Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Bertoldi. Ne ha facoltà.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Grazie, Presidente. Io vengo stimolato a intervenire dalle osservazioni dei colleghi. Vengo stimolato perché davvero, presidente Serracchiani, io comprendo le sue osservazioni (Commenti della deputata Serracchiani), però - e mi rivolgo al Presidente, lo so, però mi permetto di citarla con la massima stima, ovviamente -, suo tramite, Presidente, mi rivolgo alla capogruppo del Partito Democratico ricordandole che noi sicuramente terremo impegno alle promesse fatte. Lo faremo nel corso dei cinque anni, nel corso di quello che è un impegno di una legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) o forse per il Partito Democratico…

PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia, per cortesia! Chiedo scusa, onorevole De Bertoldi. Si riferisca all'ordine del giorno, la prego. Per cortesia!

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Sì, certo, però, Presidente, io vorrei solamente sottolineare…

PRESIDENTE. Siamo sull'ordine del giorno n. 9/730/18 Orlando.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). …che noi non abbiamo le capacità di fare in due mesi quello che altri non hanno fatto, come giustamente ricordato, in dieci anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Bertoldi. Non è sull'ordine del giorno di riferimento. La ringrazio. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/18 Orlando, così come riformulato dal Governo, il parere è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Mi scusi, Presidente. Lei sa che i rapporti personali non inficiano sicuramente quella che è l'osservazione che mi permetto di farle, però lei ha tolto la parola all'onorevole De Bertoldi dicendo che bisogna attenersi all'ordine del giorno. Mi permetto di farle presente, signor Presidente, che l'ordine del giorno si compone di due parti: le premesse e il dispositivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Se lei avesse letto le premesse, che potrei leggerle, avrebbe compreso che sono indispensabili per poter arrivare alle conclusioni a cui sul piano politico sarebbe arrivato, in ordine al dispositivo, l'onorevole De Bertoldi. Quindi, la prego. Io posso capire che logicamente, soprattutto in sede di dichiarazioni di voto, di discussione di ordini del giorno o di votazione, ci si debba attenere all'ordine del giorno e lo condivido pienamente, però quest'ordine del giorno non l'abbiamo votato per parti separate, come pure avremmo potuto, cioè espungendo le premesse. Torno a ripetere: io non so se le premesse fossero state escluse, però l'ordine del giorno, in quanto depositato, è un ordine del giorno che nel momento in cui è depositato è tutto criticabile. È il Governo che esprime un giudizio dicendo: “Accettiamo con l'eventuale esclusione delle premesse”, ma è il parere del Governo. L'ordine del giorno, fino a prova contraria, era questo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Io voglio anche manifestare la vicinanza all'onorevole Foti, perché comprendo anche la fatica, quasi fisica, che fa nell'argomentare ciò che non è argomentabile, nel senso che quando abbiamo proposto questo ordine del giorno il Governo ci ha detto che le premesse andavano tolte. In ragione delle premesse tolte, io ho accettato la riformulazione. Quindi, l'onorevole De Bertoldi, intervenendo, è intervenuto su un oggetto che non era più presente all'ordine della discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra - Commenti).

Pertanto, voglio dire che non solo il Presidente si è comportato opportunamente, ma voglio anche aggiungere un'altra considerazione: noi cerchiamo di costruire una discussione per aiutarvi a rivedere le decisioni che avete assunto. Cercate di cogliere questa buona volontà e questa vicinanza che vi esprimiamo.

PRESIDENTE. Onorevole Orlando, grazie. Avverto che l'ordine del giorno n. 9/730/77 Fede è stato ritirato dal presentatore. Ordine del giorno n. 9/730/19 Merola, parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Merola?

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Signor Presidente, per cortesia: si può rileggere la riformulazione?

PRESIDENTE. Il Governo può rileggere la riformulazione, per cortesia?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sì. Favorevole con l'eliminazione della seconda premessa e con la riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di destinare risorse agli enti locali per fronteggiare le maggiori spese derivanti dagli aumenti dei prezzi di gas ed energia”.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, onorevole Merola?

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Comprendo l'eliminazione delle premesse. Non siamo qui solo per ribadire le nostre posizioni, ma credo anche per cercare di convergere su qualcosa di utile e di necessario al Paese. Stiamo parlando di 8.000 comuni. Chiedo al Governo, tramite lei, signor Presidente, che l'impegno sia: “a destinare le risorse necessarie” e non solo la vaghezza di “valutare l'opportunità”.

PRESIDENTE. Il Governo vuole cambiare la riformulazione? No. Accetta la riformulazione proposta dal Governo, onorevole?

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). No.

PRESIDENTE. Quindi, lo vuole porre in votazione?

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Sì, in votazione!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/19 Merola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/730/20 Guerra, favorevole con riformulazione. Accetta, onorevole?

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, chiedo alla Vice Ministra la cortesia di rileggere la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, Vice Ministra.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di istituire un tavolo per la regolazione dei pedaggi autostradali, anche ai fini del contenimento delle tariffe”.

PRESIDENTE. Onorevole Guerra, accetta la riformulazione?

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie. Sì, l'impegno è un po' blando, però c'è un riconoscimento del tema, e anche delle premesse di quest'ordine del giorno, che apprezzo. Quindi, accetto la riformulazione, però chiedo che sia messo ai voti per una conferma dell'orientamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/20 Guerra, come riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/730/21 Roggiani, accolto come raccomandazione. Accetta, onorevole Roggiani?

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). No, Presidente, non accetto e chiedo di votarlo, soprattutto dopo tutte le dichiarazioni che sono state fatte da questa maggioranza, sulla manovra e non solo, rispetto a un'attenzione ai comuni, che in realtà non c'è. Anche in questo provvedimento vediamo che è stato istituito - anzi, è stato rifinanziato - un Fondo per la rigenerazione urbana importantissimo per contrastare la marginalità, per riuscire a ridare dignità a dei luoghi, anche sociali, abitativi, dal punto di vista energetico dei quartieri, di attenzione a chi è più fragile, ma solamente per il biennio 2025-2026.

Dopo il pasticcio che avete fatto nella manovra, prima votando fondi per i comuni che poi avete tolto, peraltro senza dare una spiegazione, crediamo sarebbe davvero importante istituire questo Fondo e finanziarlo anche per l'annualità 2023-2024 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/21 Roggiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/22 Morassut, il parere è favorevole con riformulazione. La accetta, onorevole? L'onorevole Morassut accetta.

Sull'ordine del giorno n. 9/730/23 Stefanazzi, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, il Partito Democratico intende porre l'attenzione sugli effetti potenzialmente devastanti dell'applicazione dell'articolo 16 del decreto in conversione. Come è noto, il testo unico ambientale ha fissato, quale limite per lo sfruttamento dei depositi di energia fossile, la distanza dalla costa di almeno 12 miglia nautiche, per salvaguardare l'area costiera e le specie marine protette che caratterizzano il mar Mediterraneo. Le attività di trivellazione che il Governo sta autorizzando in deroga a quelle distanze rappresentano un rischio potenzialmente enorme per l'intero ecosistema marino del Mediterraneo, tale da richiedere un'attentissima valutazione.

Per non parlare poi degli obiettivi che il PiTESAI - che, ricordo a tutti noi, è attualmente in vigore - pone rispetto all'ampliamento delle zone marine protette. Credo che nessuno sia in grado di spiegarci come gli obblighi e le prescrizioni del PiTESAI siano compatibili con lo scenario derivante dalla conversione in legge del decreto.

Peraltro, come è ampiamente noto al Governo, ammesso che si partisse domani mattina con le prospezioni preliminari, si arriverebbe all'estrazione e alla produzione di idrocarburi con orizzonti temporali assolutamente incompatibili con le esigenze del momento che viviamo; ciò è evidentemente contrario anche agli interessi di qualche speculatore. Sotto il profilo ambientale ci troviamo, dunque, davanti all'ennesimo atto inutile e pasticciato a cui questo Governo ci ha, purtroppo, in breve tempo, abituati.

Ma c'è, Presidente, un altro elemento che rende, oltre che inutile, addirittura odioso il provvedimento in questione. Infatti, dare il via a questo tipo di attività sconfessa anni e sforzi che le regioni del Mezzogiorno hanno compiuto nel riprogrammare parte della propria economia, puntando su turismo, blue economy e ambiente, anche grazie a un efficiente utilizzo delle risorse comunitarie.

In questi anni abbiamo preso coscienza delle reali potenzialità di tante regioni meridionali rispetto a un aspetto centrale della programmazione europea: lo sviluppo sostenibile e la tutela dell'ambiente. Persino il Presidente del Consiglio, nelle poche parole spese per il Sud qui alla Camera, volle ribadire il ruolo che il Mezzogiorno può e deve giocare nello sviluppo delle fonti rinnovabili.

Oggi non solo il Sud produce la metà dell'energia consumata in Italia, consumandone, però, meno di un terzo, ma fornisce materia prima al Nord senza avere alcun ritorno di fatto per le comunità locali. E tuttavia, le regioni del Mezzogiorno hanno, tutte insieme, assunto un impegno a consumare nuovo suolo per produrre più energia pulita nell'esclusivo interesse del Paese.

Sa cosa succederà, nel momento in cui ci sarà la conversione in legge del decreto-legge n. 176 del 2022? Che questi sforzi saranno gravemente messi in discussione. Sarà messo in discussione lo sviluppo di un turismo compatibile con l'ambiente, ma molto, molto di più saranno messe in discussione decine di autorizzazioni in corso per la realizzazione di impianti eolici off shore, bloccati dalla pervasività e vastità delle attività di ricerca in mare. È quello che succederà, Presidente, per esempio, sull'intera costa adriatica pugliese, dove il permesso di ricerca denominato FR 40 NP, che si estende per 900 miglia marine, impedirà il completamento delle autorizzazioni in corso di impianti eolici off shore e, oltre alla mancata produzione di energia, comprometterà l'indotto lavorativo in grado di generare. Questo in un'area in cui le scelte calate dall'alto hanno consentito per decenni alla più grande centrale italiana di produzione di energia elettrica alimentata a carbone, Cerano, di generare danni enormi e certificati alla salute delle popolazioni delle province di Lecce, Brindisi e Taranto.

In più, il Governo cade in un'enorme contraddizione anche rispetto al recentissimo decreto Ilva in cui, per riconvertire la centrale senza ammazzare i cittadini tarantini e producendo acciaio green, si fa riferimento alla necessità di utilizzare fonti di energia rinnovabile prodotta da impianti eolici off shore; gli stessi impianti eolici off shore che l'articolo 16 cancellerà e impedirà di realizzare.

Presidente, l'articolo 16 è un atto ostile nei confronti del Sud, un tuffo nel passato verso le vergognose politiche industriali per il Mezzogiorno portate avanti nel Novecento.

Per questo motivo, chiediamo soprattutto alle deputate e ai deputati meridionali un sussulto di dignità, che porti il Governo a limitare l'applicazione dell'articolo 16 alle sole attività che siano capaci di generare benefici di lungo termine e siano coerenti con il PiTESAI (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/23 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/24 Toni Ricciardi, il parere è favorevole con riformulazione.

Onorevole, la accetta?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo e accetto, visto che per la prima volta si ha un parere favorevole sull'equiparazione dell'IMU. Presidente, le chiederei la cortesia di poterlo votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/24 Toni Ricciardi, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/25 Ubaldo Pagano c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Pagano, vuole intervenire?

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo sentito la necessità di presentare quest'ordine del giorno, vista anche la compressione della possibilità di affrontare il tema in sede di merito con un emendamento più compiuto, perché l'articolo 9 del decreto in esame ha modificato la disciplina del superbonus, diminuendo la percentuale di detrazione per le spese sostenute nell'anno 2023, conseguentemente indicando nel termine del 31 dicembre 2022 il limite per avvalersi dell'agevolazione nella misura del 110 per cento. Poi, la stessa norma proroga al 31 marzo 2023 il termine previsto per l'utilizzo della detrazione del 110 per cento per le spese sostenute da persone fisiche sugli edifici unifamiliari e riconosce ai soggetti del Terzo settore che esercitano servizi sociosanitari e assistenziali l'agevolazione con aliquota nella misura iniziale del 110 per cento fino al 2025. E questo lo condividiamo. Dalla deroga, però, sono rimasti fuori gli istituti autonomi case popolari, comunque denominati, nonché gli enti aventi le stesse finalità sociali o altri soggetti che gestiscono immobili adibiti ad edilizia residenziale pubblica per conto di comuni o altri enti locali.

È evidente che questo cambiamento normativo così improvviso, oltre alla sperequazione che viene a generare tra finalità che sono assimilabili, rischia di mettere in seria difficoltà sia i cantieri in fase di progettazione, sia anche gli stessi cantieri in corso di esecuzione, ivi compresi quelli relativi agli interventi di realizzazione complementare previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, in quanto molto spesso il superbonus, la quota prevista dal superbonus, è a cofinanziamento di quanto già avviene con il PNRR, a valere sui fondi del PNRR; per intenderci, una parte della stecca delle case di edilizia popolare viene realizzata a valere sui fondi del PNRR, l'altra parte viene realizzata a valere sul superbonus. Ora è possibile che la parte finanziata a valere sui fondi del PNRR magari vada a completamento - come ci auguriamo -, mentre invece c'è il rischio che la parte relativa a immobili sempre di edilizia residenziale pubblica, a valere sul superbonus, si blocchi. Ricordo che ad oggi questo interessa 836.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica dove vivono circa 2,5 milioni di persone. Dice il presidente di Federcasa che oltre la metà di questo patrimonio residenziale è classificato a elevato consumo energetico quindi, per intenderci, rientra nelle classi e), f) e g), con la conseguenza che le famiglie che vi abitano impegnano più del 10 per cento del loro reddito per questa tipologia di consumi. Ora, si tratta evidentemente di una fascia di popolazione talmente esposta al rischio di trovarsi o di cadere in quella che è definita povertà energetica che, da questo punto di vista, con gli aumenti che sono in corso dei costi dell'energia elettrica, potrebbe non essere in grado di pagare né le spese di riscaldamento, né quelle - quando sarà il periodo estivo - di raffreddamento delle abitazioni. Peraltro, mi permetto di suggerirvi di andarvi a rileggere l'ordine del giorno n. 9/730/61 Vietri, su cui avete invece espresso un parere favorevole sebbene con riformulazione, laddove, all'inizio dell'impegno, in realtà viene a essere richiesta la stessa cosa che è contenuta all'interno del mio ordine del giorno. Ora vorrei capire se vi è una certa antipatia ad personam - di questo me ne farei una ragione - o se la logica è semplicemente che, quando gli ordini del giorno vengono depositati da esponenti dell'attuale minoranza, il parere viene espresso di default, senza che si entri neanche nel merito, né vi sia la compiacenza di leggerselo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il collega per quest'ordine del giorno perché ha toccato un tema molto importante, quello del superbonus per le cosiddette case popolari, che, tra l'altro, riesce a smentire quella narrazione assurda seconda la quale il superbonus sarebbe una misura per i ricchi. Come ha detto bene il collega, il superbonus per le case popolari aiuta queste persone proprio a limitare i costi della bolletta che in molti casi sono più alti, anzi sono dieci volte più alti, dell'affitto che pagano. Tra l'altro, molte regioni di centrodestra che amministrano questi istituti hanno molti problemi grazie alle vostre modifiche sul superbonus, comprese quelle precedenti, perché hanno attivato bandi che non riusciranno a portare a termine proprio sulle case popolari. Quindi, invito la maggioranza a chiedere proprio ai loro governatori di centrodestra, che gestiscono le case popolari, quali sono le difficoltà che gli state provocando.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signora Vice Ministra, a noi pare che ci sia un'oggettiva incongruenza tra il parere favorevole con riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/730/61 Vietri e il parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/730/25 a prima firma Ubaldo Pagano. Chiederemmo che lei possa accantonarlo in modo tale da verificare se è possibile trovare una formulazione per accettare anche l'ordine del giorno n. 9/730/25 Ubaldo Pagano.

PRESIDENTE. Il Governo è d'accordo con l'accantonamento?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sì, Presidente, accantoniamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Chiedo di sottoscrivere, se me lo consente, l'ordine del giorno del collega Ubaldo Pagano.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/26 Curti, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Curti. Ne ha facoltà.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per chiedere al Governo di valutare la possibilità di accantonare l'ordine del giorno che ho presentato, che è solo volto a definire meglio a livello normativo quanto previsto dal Governo riguardo ai comuni del cratere, con riferimento al superbonus del 110 per cento. Chiediamo solo che la normativa possa essere scritta in maniera diversa perché sta creando un'enorme confusione per i comuni del cratere, per i sindaci, per i tecnici e le imprese. È la stessa Agenzia delle entrate che ce lo chiede.

PRESIDENTE. Il Governo vuole accantonare? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/26 Curti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/27 Braga, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo ovviamente che l'ordine del giorno sia votato anche perché qui stiamo parlando della situazione specifica degli impianti di energia rinnovabile di proprietà esclusivamente di enti locali, cioè di proprietà pubblica, che vengono assoggettati alla tassazione sugli extraprofitti. Sappiamo che è una situazione di grande difficoltà in cui si stanno trovando i comuni. È una richiesta presentata - sollecitata più volte - all'attenzione del Governo e devo dire che il parere totalmente contrario su questo punto da parte della Vice Ministra Gava ci stupisce e ci preoccupa molto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/27 Braga, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/28 Lai, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Onorevole Lai, accetta la riformulazione?

SILVIO LAI (PD-IDP). No, Presidente, non accetto la riformulazione e chiedo che venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/28 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/29 D'Alfonso, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Onorevole D'Alfonso, accetta la riformulazione?

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Grazie Presidente. Do rilievo e valore alla riformulazione, consapevole del fatto che un ordine del giorno rappresenta un indirizzo del Parlamento al Governo. Vengo dalla città di D'Annunzio. D'Annunzio parlamentare ricordò: “Voto e chiedo un voto favorevole per questo ordine del giorno alla condizione che non finisca nel Paese degli ombrelli abbandonati”.

Se l'ordine del giorno riformulato, accettato e sottoposto a voto, determina poi premura del Parlamento sul Governo, sono soddisfatto, perché la questione che si pone riguarda i RUP, che consentono agli enti locali di cantierare le notevoli risorse che sono in giacenza. I RUP sono i responsabili unici dei provvedimenti e dei procedimenti. Il 40 per cento di questo Parlamento viene dagli enti locali. C'è una mancanza di competenze per numero, non per qualità, di risorse professionali degli enti locali, che devono appaltare, proceduralizzare, contrattualizzare e cantierare.

Con quest'ordine del giorno, si apre al libero mercato delle professioni, straordinariamente, fino a quando non si ricostituiscono i numeri adeguati di dipendenti delle pubbliche amministrazioni. È un ordine del giorno che riguarda l'ordinamento. Per questo, deve essere valutato con il voto e deve assumere la forma di un indirizzo nei confronti del lavoro successivo del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole, scusi, se ho capito bene, accetta la riformulazione, ma chiede che venga votato?

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Chiedo che venga votato, che entri nell'agenda del Governo e che non finisca nel paese degli ombrelli.

PRESIDENTE. Quindi, accetta la riformulazione e chiede che l'ordine del giorno venga votato, come riformulato.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/29 D'Alfonso, come riformulato dal Governo e, quindi, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/30 De Bertoldi il Governo ha espresso parere favorevole, a condizione di espungere dal dispositivo il riferimento al “prossimo provvedimento utile”. Onorevole De Bertoldi, accoglie questa riformulazione? L'onorevole accoglie la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/730/31 Deidda: è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/730/32 Gnassi: favorevole con riformulazione. Onorevole Gnassi?

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Se, per cortesia, si può ascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Governo, può cortesemente ripetere la riformulazione?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Parere favorevole, con l'eliminazione della seconda premessa e la riformulazione sugli impegni: “a valutare l'opportunità (…)”.

PRESIDENTE. Scusi, Vice Ministra, se non ricordo male, si espunge anche l'espressione: “al prossimo provvedimento utile”, giusto? La diamo per default, va bene. Onorevole Gnassi?

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto, perché, dopo la sequenza di vari provvedimenti, che il Governo ha proposto e portato avanti - mi riferisco al decreto Aiuti-ter, alla NADEF, alla legge di bilancio e, oggi, al decreto Aiuti-quater -, a questo punto, vorremmo capire qual è il prossimo provvedimento utile. Rispetto a tutti questi provvedimenti e, al di là delle connotazioni, persino - mi si permetta - sui temi della crisi energetica e della necessità di fondi, strumenti e personale per far correre i progetti dei comuni del PNRR, c'è davvero un pezzo di Patria che è dimenticato nei provvedimenti del Governo: si chiama “enti locali”, si chiama “comuni” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Come Partito Democratico, vorremmo far notare che, dei 220 miliardi del PNRR, 40 sono per i comuni che hanno progetti definitivi ed esecutivi già pronti per cambiare il volto di molte parti del nostro Paese. Sono progetti che riguardano le fragilità e la rigenerazione urbana. Il costante rifiuto, anche dell'ascolto di proposte di buonsenso, ci induce a ritenere gli evocati provvedimenti prossimi come qualcosa di totalmente inaffidabile, qualcosa che non esiste.

Per questo motivo, chiediamo di votare l'ordine del giorno, chiediamo di dare strumenti e personale necessari agli enti locali, per fronteggiare la crisi energetica

non solo nel breve periodo, ma con la visione dei progetti in campo del PNRR per cambiare il volto delle città.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/32 Gnassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/33 Ciani, su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono stupito da questo parere e chiederei un approfondimento di riflessione al Governo, perché in questo ordine del giorno tocchiamo tre argomenti molto importanti, che credo stiano a cuore a tutti noi e che si intersecano in una riflessione piuttosto semplice.

Il primo argomento è quello dell'emergenza energetica e ne abbiamo parlato a lungo, in questi giorni, anche in questo provvedimento, anche nell'Aula, dalle diverse posizioni: è un'emergenza oggettiva di cui tutti siamo testimoni.

Il secondo argomento, molto legato, è quello della necessità di ricorrere all'installazione di impianti da fonti rinnovabili. Su questo, abbiamo pareri in parte discordanti, ma è evidente che dobbiamo trovare nuove fonti di approvvigionamento energetico e le fonti rinnovabili sono tra le fonti a cui ricorrere sempre più spesso.

Il terzo argomento rappresenta una parte di Paese, che, in questo momento, soffre molto, Presidente, e, attraverso di lei, chiederei ai colleghi di ricordarsene con più attenzione. Mi riferisco agli istituti penitenziari, cioè il carcere. Sappiamo che uno degli argomenti relativi all'installazione di impianti da fonti rinnovabili è quello di dove collocarli e, chiaramente, c'è la specifica degli edifici pubblici. In quest'ordine del giorno, chiediamo di utilizzare, in tal senso, gli istituti penitenziari - il carcere -, che sono diffusi sul territorio, spesso in luoghi anche più isolati rispetto ai centri abitati, e, quindi, si prestano all'installazione di impianti da fonti rinnovabili. Questo permetterebbe non soltanto di risparmiare sulle bollette energetiche di questi luoghi, ma anche di liberare risorse, quelle risorse che, purtroppo, non sono state trovate per il carcere nella legge finanziaria. Infatti, non abbiamo messo nuove risorse, anzi sul carcere si è tagliato. Ribadisco, soprattutto per chi non li conosce, che sono una realtà che soffre profondamente nel nostro Paese. Basta leggere gli episodi di cronaca: anche oggi c'è stato un incendio in un carcere minorile, con tanti problemi legati. Sappiamo che il carcere non è un mondo a parte. Nel carcere, oltre ai detenuti - che comunque sono parte della nostra comunità nel nostro Paese -, c'è la Polizia penitenziaria, ci sono gli operatori sanitari, i volontari e gli operatori scolastici. Liberare risorse per gli istituti penitenziari, anche attraverso l'installazione di fonti energetiche rinnovabili, sarebbe qualcosa di molto importante. Per questo, chiedo al Governo di rivedere il suo parere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Prima di tutto, intervengo per dare il nostro voto favorevole a questo ordine del giorno, per dire che tutti insieme, come Alleanza Verdi e Sinistra, lo vorremmo sottoscrivere, ma anche per chiedere un'ulteriore spiegazione al Governo. Trovo davvero incredibile che il Governo possa dare un parere contrario su quella che dovrebbe essere una delle misure più semplici da mettere in campo.

Lo diciamo perché vale per i tantissimi edifici pubblici, per cui vi sarebbe davvero tanto bisogno di un piano energetico alternativo, a partire ovviamente dall'energia solare, da tutti quei tetti pubblici che potrebbero migliorare la bolletta energetica del Paese.

Ma gli istituti penitenziari hanno qualcosa di più: lì dentro ci potrebbe essere anche la volontà intanto di uscire da quello che è stato uno dei momenti più bui della storia italiana. La gran parte di questi istituti sono nati fra gli anni Sessanta e Settanta, sono dei colabrodo, sono proprio dei termosifoni a cielo aperto. Vengo da una città in cui all'ultimo piano dell'istituto penitenziario, uno dei più grandi d'Italia, continuano a rifare lavori che dovrebbero in qualche modo rivedere veramente un cappotto termico e rivedere le guaine perché ci piove dentro.

Tra l'altro, il rifacimento dei tetti potrebbe servire davvero anche a rimettere in moto tantissime risorse dentro il carcere e anche come know-how utile per il reinserimento di quei detenuti. Quindi, credo e spero che il Governo possa ravvedersi e che, tra l'altro, sulla discussione dello stato delle carceri, degli investimenti che dobbiamo fare su di esse, possa anche ripartire un pezzo di riflessione comune anche di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ci permettiamo di insistere con il Governo: questo è uno di quei classici ordini del giorno che potrebbero essere approvati con la formulazione “a valutare l'opportunità di”, “nell'ambito delle finanze”; ma un parere negativo su un ordine del giorno che ha le caratteristiche che sono state appena illustrate dal collega Ciani e sono state riprese dal collega Grimaldi è francamente incomprensibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo la sottoscrizione a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle di questo importante ordine del giorno. È davvero incredibile: la maggioranza, che in manovra ha tolto risorse economiche ai dipartimenti di amministrazione penitenziaria, ha tolto risorse economiche per le comunicazioni, per le intercettazioni, ha tolto risorse economiche ai dipartimenti per la giustizia minorile, adesso si potrebbe almeno impegnare in progetti di reinserimento dei giovani e ad agevolare la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili nei penitenziari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sì, Presidente, lo accantono per un approfondimento.

PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno n. 9/730/33 Ciani è accantonato. Sull'ordine del giorno n. 9/730/34 Forattini c'è parere favorevole con riformulazione: accetta. Sull'ordine del giorno n. 9/730/35 Vaccari c'è parere favorevole con riformulazione: accetta. Sull'ordine del giorno n. 9/730/36 Andrea Rossi c'è parere favorevole con riformulazione: accetta. Sull'ordine del giorno n. 9/730/37 Marino c'è parere favorevole con riformulazione: accetta. Sull'ordine del giorno n. 9/730/38 Di Biase c'è parere favorevole con riformulazione: accetta. Sull'ordine del giorno n. 9/730/39 Casu c'è parere favorevole con riformulazione: accetta.

Sull'ordine del giorno n. 9/730/40 Bakkali c'è parere favorevole con riformulazione: accetta?

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). No. La ragione è molto semplice e risiede anche nella sintesi del contenuto di quest'ordine del giorno, che è una richiesta chiara, puntuale e netta, ovvero il rifinanziamento per il 2023 del fondo istituito dal decreto Aiuti-bis per gli esercenti dei servizi di trasporto di persone su strada, con un contributo fino al 20 per cento. Quindi, la richiesta è estremamente puntuale, e credo che, come dicevo, dalla sintesi emerga la sostanza.

Chiediamo in questa fase, come nel complesso degli interventi e dei suggerimenti che abbiamo svolto in questa discussione e nelle proposte degli ordini del giorno, di tendere una mano alle aziende, alle imprese, ai cittadini, alle cittadine e agli enti locali. Se, come affermato nella propaganda elettorale, siete pronti a governare, probabilmente non vi state rendendo conto che in questo inizio di 2023 non lo sono le famiglie, non lo saranno le imprese.

Il dato che deve rappresentare una nostra ossessione e preoccupazione costante risiede in quei 2.400 euro di aumento per le famiglie quando andranno a fare benzina, quando andranno a fare la spesa, quando affronteranno la loro vita quotidiana. Non bastano gli spicci che avete stanziato nella legge finanziaria; vanno, invece, investite risorse nelle azioni che, attraverso i decreti, negli anni passati abbiamo provato a mettere insieme.

Queste risorse non ci sono, vi abbiamo chiesto di metterle. E così, con questo ordine del giorno, vi chiediamo anche di sostenere il trasporto di persone su strada insieme al resto delle iniziative sul trasporto pubblico locale, sulla mobilità. Muoversi è un diritto, muoversi per lavorare, muoversi per il nostro territorio. Quindi, tendiamo una mano alle imprese, alle famiglie e agli enti locali di questo Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/40 Bakkali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/41 Sarracino, su cui c'è il parere contrario del Governo: si chiede il voto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/41 Sarracino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/42 Simiani, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Simiani?

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Non accetto la riformulazione e chiedo il voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/42 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/43 Laus, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Laus?

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Presidente, mi dispiace, ma non posso accettare questa riformulazione. Comprendo la riformulazione o comunque la cancellazione totale delle premesse, ma la riformulazione - lo dico a titolo personale e senza polemica - è un'offesa alla qualità del nostro confronto politico, perché chiedo un impegno al Governo ad adottare… chiedo l'attenzione del Governo, se è possibile, ci metto solo pochi secondi. Governo, Vice Ministra, posso avere solo un attimo…

PRESIDENTE. Prego, onorevole, vada avanti, la prego.

MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Chiedo un impegno al Governo ad adottare ogni iniziativa utile al fine di salvaguardare il potere d'acquisto di salari e pensioni, eccetera. Nella riformulazione mi chiedete di togliere il termine “adottare” e di inserire “valutare”. Ma che cosa significa “a valutare ogni iniziativa utile a salvaguardare il potere d'acquisto”? Cioè, non siete convinti? Dovete valutare se porre in essere comportamenti o atti finalizzati a salvaguardare il potere d'acquisto, non ad adottare, perché non vi sto costringendo a fare una cosa in modo specifico.

Se a ciò aggiungo la risposta notarile che la Ministra oggi ha dato al question time proprio sul potere d'acquisto, allora sono molto spaventato, oltre ad essere offeso per il confronto politico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/43 Laus, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/730/44 Gribaudo, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Gribaudo? Non la accetta? Lo vuole porre in votazione?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/44 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ordine del giorno n. 9/730/45 Scotto, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Scotto?

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Chiedo che venga posto ai voti, non accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/45 Scotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/730/46 Fossi, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Fossi? Vuole il voto? Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/46 Fossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Ordine del giorno n. 9/730/47 De Maria, parere favorevole con riformulazione. Onorevole De Maria? Accetta la riformulazione, ma chiede il voto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/47 De Maria, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/730/48 Giagoni, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/49 Comaroli, parere favorevole a condizione che siano espunte dal dispositivo le parole “al prossimo provvedimento utile”. Onorevole Comaroli, accetta la riformulazione?

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Scusi, Presidente, ma, prima, in sede di parere del Governo, avevo capito che fosse favorevole.

PRESIDENTE. Di default, la Vice Ministra aveva espresso parere favorevole, a condizione di espungere le parole “al primo provvedimento utile”. Vice Ministra, se cortesemente, vuole intervenire, altrimenti è poco chiaro. Prego.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. A premessa di tutti i pareri, ho detto che, comunque, vengono espunte le parole “al primo provvedimento utile” e “al prossimo provvedimento utile”. Dopodiché, ho letto i pareri in base ai numeri e sull'ordine del giorno n. 9/730/49 Comaroli, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, accetta? Questo è favorevole. Lo diamo per favorevole e lo ha accettato.

Ordine del giorno n. 9/730/50 Tenerini, parere favorevole (Commenti)…Chiedo scusa, Vice Ministra, perché una cosa non è chiara, onorevole Gava: il parere favorevole con riformulazione del Governo sull'ordine del giorno n. 9/730/49 Comaroli. Giusto per chiarezza.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. In tutti i pareri, come detto all'inizio, comunque, si chiede che vengano espunti, sia nella premessa che negli impegni, i termini che ho detto.

PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/730/49 Comaroli, il parere è favorevole con riformulazione e l'onorevole Comaroli ha accettato. Vero, onorevole Comaroli? Va bene, ce l'abbiamo fatta. Ordine del giorno n. 9/730/50 Tenerini, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Presidente, solo per comunicare che Forza Italia accetta tutte le riformulazioni del Governo.

PRESIDENTE. Quindi, chiedo scusa, onorevole, stiamo parlando anche degli ordini del giorno n. 9/730/51 Arruzzolo, n. 9/730/52 D'Attis e n. 9/730/53 Rubano, giusto? Rubano mi conferma? Va bene. Passiamo direttamente all'ordine del giorno n. 9/730/54 Cavandoli, parere favorevole, a condizione… Accoglie? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/730/55 Mancini, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Mancini? Va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/55 Mancini, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/730/56 Antoniozzi, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Antoniozzi? Accetta. Ordine del giorno n. 9/730/57 Di Giuseppe, parere favorevole, sempre con la riformulazione di default. L'onorevole Di Giuseppe accetta? Sì.

Ordine del giorno n. 9/730/58 Amendola, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/59 Porta, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Onorevole Porta, accetta. Ordine del giorno n. 9/730/60 Morgante. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. L'impegno del Governo è: “ad estendere l'azzeramento delle aliquote” e, poi, tutto il testo e, in aggiunta, “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Onorevole Morgante, quindi è un parere favorevole con riformulazione come detto dal Governo. Accetta, onorevole Morgante?

MADDALENA MORGANTE (FDI). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione del Governo, ma chiedo cortesemente che venga posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/60 Morgante, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/730/61 Vietri, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Vietri, accetta?

IMMA VIETRI (FDI). Sì, Presidente, accetto.

PRESIDENTE. Bene, grazie, onorevole Vietri.

Ordine del giorno n. 9/730/62 Aiello, parere contrario del Governo. Onorevole Aiello, lo vuole mettere in votazione? Bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/62 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/730/63 Alifano, parere contrario del Governo. Onorevole Alifano?

ENRICA ALIFANO (M5S). Presidente, c'è una breve premessa da fare. Gli interventi promossi dal Governo e, quindi, anche dal decreto-legge Aiuti-quater, per disincagliare - parliamo sempre di superbonus - i crediti fiscali che risultano giacenti (e che occorre quanto prima provvedere a disincagliare), sicuramente sono importanti: si prevede la garanzia SACE, si prevede un aumento del numero delle cessioni, si prevede la possibilità di smaltire in più annualità i crediti di imposta, quindi, c'è un ampliamento della fruizione del beneficio. Però, queste misure potrebbero non bastare, non essere sufficienti, anche perché il problema è cogente e riguarda circa 5 miliardi di crediti incagliati, che coinvolgono 50 mila imprese, che rischiano il fallimento.

Oltre a essere travolte - si spera di no - da procedure fallimentari le imprese, sono coinvolti anche i professionisti del settore edile, così come le famiglie. Allora, con quest'ordine del giorno si suggeriva al Governo - tra l'altro, ci chiediamo perché ci sia il parere contrario, perché anche questo è un suggerimento di buonsenso - eventualmente di monitorare l'efficacia delle misure messe in atto dal Governo e, al contempo, però, di prevedere il coinvolgimento di istituti pubblici, qualora queste misure si rivelino inefficaci. Lo ripeto, la situazione è veramente drammatica e straordinaria e richiede delle misure straordinarie e massimamente incisive.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/63 Alifano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/730/64 Amato, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Amato, accetta?

GAETANO AMATO (M5S). Vorrei risentire la riformulazione, Presidente.

PRESIDENTE. Vice Ministra, per cortesia.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Allora, negli impegni: “a valutare l'opportunità di provvedere all'emanazione del decreto di cui in premessa, al fine di tutelare le legittime aspettative dei soggetti interessati e per evitare possibili problemi e disagi al sistema scolastico derivanti dalla mancanza di personale”.

PRESIDENTE. Onorevole Amato?

GAETANO AMATO (M5S). Chiedo la votazione, Presidente.

PRESIDENTE. Non accetta la riformulazione? Non accetta, bene, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/64 Amato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Ordine del giorno n. 9/730/65 Appendino, con il parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Presidente, colleghi e colleghe, intervengo perché questo Governo non sta stupendo solo noi, ma credo tutti i cittadini, in una serie di giravolte da far invidia ai corpi di ballo dei più prestigiosi teatri del mondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia…

CHIARA APPENDINO (M5S). E lo fa di nuovo oggi, con questo parere contrario. Colleghi e colleghe: “Il superbonus è uno strumento assolutamente efficace, stiamo lavorando per aumentare la cessione del credito, in caso contrario si bloccherebbe il settore edilizio che è in ripresa. È fondamentale andare avanti”. Chi è, Appendino? No. Il presidente Conte? No. Il capogruppo Silvestri? No, Matteo Salvini: febbraio 2022 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Aveva ragione il Salvini del 2022, perché il superbonus ha creato quasi un milione di posti di lavoro, perché ha fatto ripartire l'edilizia, contribuendo all'aumento del 22 per cento del PIL, perché ha consentito di risparmiare 979 mila tonnellate. Però, sapete qual è il problema? Il problema è il Salvini che balla, e non mi riferisco a quello del Papeete, l'abbiamo visto tutti: no, grazie. Mi riferisco a quello che fa le giravolte quando diventa Ministro. Cosa fa, infatti, questo Governo, dopo aver decantato e spinto il superbonus? Alla prima occasione lo smantella, massacrando un tessuto di imprese e non favorendo la transizione ecologica. Ma, guardate, alle vostre giravolte ormai siamo abituati.

“Votate sì al referendum per dire basta alle trivellazioni, basta all'inquinamento del nostro mare e basta a un Governo ipocrita e servo dei poteri forti che sta affamando il popolo italiano per fare gli interessi di amici e parenti”. Presidente Conte? No. Appendino? No (Dai banchi dei deputati della maggioranza:“Nooooo”). Capogruppo Silvestri (Dai banchi dei deputati della maggioranza:“Nooooo”)? Ditemelo voi chi è! Ovviamente, mi riferisco a Giorgia Meloni, 2016 (Applausi - Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). E sapete chi c'era…

PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia…

CHIARA APPENDINO (M5S). Fate bene ad applaudire, perché adesso arrivano anche gli applausi della Lega. Infatti, a fianco di Giorgia Meloni c'era un personaggio che aveva un ruolo politico importante, con una maglietta - ve la ricordate? -, una bellissima maglietta con scritto: stop; anzi, non ricordo la scritta esatta, comunque, il messaggio era chiaro: non volevano le trivelle.

E cosa fate, anche qui, con il primo atto utile, con il vostro decreto? Tornate a trivellare il nostro mare, danneggiandolo e non rispondendo al fabbisogno energetico del nostro Paese (Commenti)

PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia…

CHIARA APPENDINO (M5S). Perché, Presidente, mi rivolgo a lei, sappiamo benissimo che con questo decreto non si soddisferà neanche una piccola percentuale del fabbisogno reale del nostro Paese.

Però, attenzione, gli esperti di piroette fanno poi delle acrobazie incredibili negli ultimi tre giorni: “Prometto di cancellare sette accise al primo Consiglio dei ministri”. Matteo Salvini, 2018, si scagliava contro il prezzo della benzina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma non è finita: “Pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite (Commenti)

PRESIDENTE. Per cortesia, facciamo concludere la collega…

CHIARA APPENDINO (M5S). Presidente, forse non ricordano abbastanza o magari fanno finta di non ricordare, non lo so. “Pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite, perché è uno scandalo che le tasse dello Stato italiano compromettano così la nostra economia”, Giorgia Meloni 2019 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poi, Salvini diventa Ministro, Giorgia Meloni diventa Presidente del Consiglio, in una piroetta, in un duetto fantastico di ballo - vi faccio i complimenti, io non sarei stata capace - cosa fate (Commenti)? Consapevolmente e colpevolmente - lo sottolineo: consapevolmente e colpevolmente - aumentate le accise sui carburanti, abolendo lo sconto da 30 centesimi, cosa che, invece, Draghi aveva fatto. Cosa fate, poi? Altra piroetta: “No, non è colpa del Governo, no, è colpa della speculazione”. Allora, ce la prendiamo con un capro espiatorio, perché serve avere un capro espiatorio. Ce la prendiamo con i benzinai, quando è un semplice calcolo aritmetico: se togliamo 30 centesimi di sconto, io non credo che il prezzo - e vado a chiudere, Presidente - possa rimanere stabile, e se lo avete pensato mi preoccupo perché state governando un Paese in queste condizioni con queste vostre grandissime genialate.

Quando poi questa misura di scaricabarile non ha funzionato, cosa vi siete inventati? Le bugie, perché la Presidente Meloni fa un video, proprio stamattina, in cui dice che non ha promesso quello, mentre la vostra campagna elettorale, il programma di Fratelli d'Italia dice chiaramente che le accise vanno eliminate.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CHIARA APPENDINO (M5S). Allora chiudo, Presidente. Potrei andare avanti a lungo con le vostre incoerenze e contraddizioni come il MES o potrei parlare di quello che vi apprestate a ratificare, potrei parlare dei blocchi navali quando gli sbarchi ci sono, ma io - e chiudo, Presidente - vi chiedo solo una cosa: anziché sbandierare un decreto Trasparenza che dovrebbe servire per bloccare le speculazioni, fate un decreto Trasparenza su voi stessi. Avete promesso delle cose in campagna elettorale, guardate cosa avete fatto: sarebbe meglio per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Presidente, sul Regolamento, ai sensi dell'articolo 8. Con riferimento a quest'ordine del giorno, su cui è stata fatta una dichiarazione di voto, come mi pare di aver capito, abbiamo sentito parlare di MES, di trivelle, di carburanti e di trasparenza, quando l'ordine del giorno ha oggetto esclusivamente il bonus 110 (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Allora, capisco che ogni deputata e ogni deputato abbia il sacrosanto diritto di fare la propria dichiarazione di voto come vuole, però lei, come Presidente, visto che deve tutelare il buon ordine di questi lavori ai sensi dell'articolo 8, nel caso in cui la deputata, come in quest'ultimo caso, si discosta dal tema su cui ha chiesto di intervenire, deve anche toglierle la parola, mentre non lo ha fatto e non l'ha neanche richiamata da questo punto di vista (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

SALVATORE DEIDDA (FDI). Stia attento, Presidente! Deve essere imparziale!

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Siccome io ho grande rispetto verso la sua Presidenza e verso la sua conduzione, sono sicuro che sicuramente questo passaggio le è sfuggito, però per i prossimi interventi magari, Presidente, faccia un pochino più di attenzione, perché il Regolamento in quest'Aula è sacrosanto. Altrimenti, ognuno di noi potrebbe intervenire e fare un comizio in quest'Aula e non credo che sia il caso, anche per il rispetto e per la dignità di quest'Aula, per la sua Presidenza e per i rappresentanti del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/65 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Ordine del giorno n. 9/730/66 Barzotti: parere contrario del Governo.

Onorevole Barzotti, chiede che il suo ordine del giorno sia posto in votazione?

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Chiedo, ovviamente, che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/66 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/730/67 Cantone: parere favorevole con riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Cantone accetta la riformulazione proposta dal Governo.

Ordine del giorno n. 9/730/68 Cappelletti: parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Naturalmente, chiedo la votazione su questo ordine del giorno. vorrei anche aggiungere qualche giravolta e le spiego perché, anche ai sensi del Regolamento. Questo ordine del giorno prevede un impegno da parte del Governo ad adottare misure di incremento dei canoni per l'attività delle compagnie che operano nel settore dell'upstream degli idrocarburi, quindi nel settore del prelievo (quindi, i concessionari delle famosissime trivelle), al fine di impiegare le risorse ottenute per contenere i prezzi dell'energia per imprese e famiglie.

Presidente, credo che, da parte del Governo, l'accoglimento di quest'ordine del giorno sarebbe stato il minimo sindacale, perché il problema vero, come è evidenziato al primo punto delle premesse, è l'articolo che prevede un aumento delle concessioni e dei prelievi. Quindi, torniamo sul punto fondamentale, che è la giravolta di vari protagonisti della maggioranza e del Governo sulla questione delle trivelle.

Credo che sia un caso unico al mondo: c'è un Presidente del Consiglio che ha fatto campagna elettorale per lo stop alle trivelle e, come primo decreto, introduce una crescita e un aumento delle trivellazioni nei mari del nostro Paese. Questo non possiamo non segnalarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Certo, avete ragione: non dovremmo sorprenderci, perché c'è stata la giravolta sulle accise. Io ce l'ho qui il vostro programma e forse la Presidente Meloni non lo ricorda: è il Programma per risollevare l'Italia (elezioni politiche 25 settembre 2022).

Vi leggo una riga del punto n. 17, che, forse, qualche collega della maggioranza non ricorda: “sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su carburanti e automatica riduzione di IVA e accise”; questo è il vostro programma di tre mesi fa.

Invece, come primo provvedimento state facendo esattamente il contrario e poi ve la prendete se, in quest'Aula, sottolineiamo queste giravolte, come quella del MES. Non possiamo non citare che sono state fatte le barricate sul MES e, attualmente, abbiamo un Ministro che non vede l'ora di poter firmare. Poi, la giravolta sulle pensioni (non c'entra nulla). Non è altro che un insieme di interventi da parte della maggioranza che servono per comprendere meglio la giravolta che è stata fatta sulle trivelle. Dunque, bisognava alzare le pensioni minime e, invece, per i prossimi tre anni togliamo 10 miliardi di euro alle pensioni. Poi, la giravolta sul FIR, il Fondo indennizzo risparmiatori: c'erano 500 milioni per i risparmiatori truffati, c'è una legge che attribuisce questo diritto, però è una legge a cui non viene data esecuzione. E, ancora, la giravolta sull'istruzione, prima con il taglio di 700 istituti e poi di 400 (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole, per cortesia. La prego, onorevole!

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Comunque, torno sull'argomento delle trivelle. È un aiuto ad alcune grandi lobby molto legate al Governo. Ripeto, per chi dai seggi della maggioranza e del Governo non l'avesse ben capito, questo è stato pronunciato dal Presidente Meloni: un aiuto alle lobby legate al Governo e un inquinamento del mare. Se quanto ha affermato la Presidente Meloni risponde al vero, cioè che il business delle trivelle è un aiuto alle lobby che sono legate al Governo - non sono parole mie: sono parole del Presidente Meloni -, allora non possiamo non notare che l'unico cambiamento oggi è che al Governo non c'è più Renzi, come allora, ma c'è la Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questo spiega la giravolta!

A favore del “no” alle trivelle si è espresso molte volte il Ministro Salvini. Lo abbiamo ricordato immortalato con la felpa “No Trivelle”. Tre erano i punti che sosteneva, veramente in maniera molto sintetica: “Occorre difendere il nostro territorio dal rischio di disastri e incidenti”; sempre Salvini: “Dobbiamo impedire a Renzi di svendere il nostro mare a qualche petroliere”; e ancora: “Dobbiamo tutelare la pesca e il turismo, le nostre vere ricchezze”. Ma cos'è cambiato dal 2016 ad oggi da questo punto di vista, cioè dal punto di vista della prevenzione dei rischi di incidenti in mare? Cosa è cambiato in questi pochi anni? Qualcosa potrà essere anche cambiato. Sapete tutti che il presidente Zaia, presidente del Veneto, la regione da cui provengo, è stato accolto dal Ministro Salvini proprio per cercare di dirimere e trovare…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda per cortesia.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). …una conciliazione - e concludo - su questo problema, sul rischio inquinamento, ma al termine di questo incontro ha dichiarato: “Le garanzie sono veramente minimali (…). Quindi, siamo contrari a nuove perforazioni”. Così ha detto il presidente di regione della vostra parte politica.

Quindi…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Concludo, Presidente. Il nostro voto su questo ordine del giorno…

PRESIDENTE. Grazie.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/68 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Testa. Ne ha facoltà. Le chiedo scusa, onorevole Testa, perché non mi ero accorto che aveva chiesto di intervenire. Prego, onorevole Testa.

GUERINO TESTA (FDI). Grazie, Presidente. Sarò molto breve. Non voglio fare una polemica sterile, però le chiedo di guardare tutto l'emiciclo, perché, se qualcuno si vuole prenotare, anche da questa parte, è lecito farlo.

Mi dispiace riprendere un po' quello che diceva il collega della Lega.

Anche nell'ultimo intervento abbiamo assistito più a una rassegna stampa datata rispetto, invece, al tema dell'ordine del giorno, perché sono state riportate le frasi che alcuni leader del centrodestra hanno detto mesi fa; era una vita fa, le condizioni erano totalmente cambiate. Non si parla di giravolta, ma si parla solo ed esclusivamente di decisionismo che il Governo Meloni sta portando avanti tutti i giorni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Tra le varie giravolte si è parlato delle famose accise. Il Governo Meloni - l'ha detto poc'anzi, durante il question time anche il Ministro Fratin - è sul pezzo. E sul punto si sta analizzando con grande calma e con grande attenzione l'andamento dei conti pubblici per capire come intervenire. Pochi giorni fa abbiamo varato una manovra finanziaria di ben 40 miliardi: 21 miliardi, due terzi, voglio ricordare, erano diretti nella direzione che tutti abbiamo sempre auspicato, un miliardo e mezzo per le famiglie. Sappiamo che il taglio delle accise sarebbe costato circa 10 miliardi, per ridurre di circa 20 centesimi il costo al litro. È una cosa che verrà fatta. Il Governo Meloni lo ha detto. C'è una grande attenzione sulle speculazioni e questo è l'andamento, la retta che il Governo Meloni, con tutto il Governo, ha varato. Quindi stiamo sereni, come ha detto qualcuno più famoso di me, perché sicuramente questo Governo ha ben in mente le varie criticità che dovranno essere risolte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Testa, ribadisco, le chiedo scusa per non averla vista poc'anzi, presterò maggiore attenzione. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori. Abbiamo assistito al rimprovero del collega Ziello della Lega, che ha fatto il suo intervento sull'ordine lavori, rimproverando l'opposizione e chiedendo a lei di mantenere l'ordine in quest'Aula. Nemmeno un minuto dopo, interviene un collega della maggioranza del collega Ziello a fare un intervento non si è capito su cosa, parlando del nulla cosmico (Commenti)...

PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia!

LEONARDO DONNO (M5S). Quindi, forse il collega Ziello si voleva rivolgere al suo collega di maggioranza, che ha fatto un intervento non abbiamo capito se sull'ordine dei lavori o per un richiamo al Regolamento. Magari, se lo vuole ripetere, cerchiamo di capire che cosa voleva dire il collega.

PRESIDENTE. Grazie onorevole.

LEONARDO DONNO (M5S). Magari evitiamo, Presidente, mi rivolgo a lei, evitino i colleghi della maggioranza di rimproverare i colleghi dell'opposizione (Commenti), che stanno semplicemente facendo il loro lavoro. Se non vogliono ascoltare i nostri interventi, possono tranquillamente andare alla buvette a prendere un caffè (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Donno. Ribadisco, è stato un mio errore non aver visto il collega Testa, al quale chiedo nuovamente scusa per non averlo visto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/68 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/69 Caramiello, c'è un parere favorevole con riformulazione. La accetta, onorevole? La accetta. Sull'ordine del giorno n. 9/730/70 Carmina, c'è un parere contrario. Onorevole Carmina?

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Brevemente, io chiederei al Governo di ripensare al parere contrario in merito a questo ordine del giorno, perché non fa altro che - per una volta che avete fatto un provvedimento apprezzabile, cioè quello relativo alla rateizzazione ai clienti finali di energia elettrica e di gas naturale residenti in Italia, prevedendo la garanzia SACE, su cui il fornitore, entro 30 giorni dal ricevimento dell'istanza, ha l'obbligo di formulare al richiedente una proposta di rateizzazione - estendere e quindi non limitare solo alla SACE la possibilità di effettuare questa garanzia, ma ampliarla anche ai soggetti autorizzati, agli intermediari finanziari iscritti all'albo dell'articolo 106 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, e impegnarsi in questo senso, cioè per far accedere più soggetti alla rateizzazione. Quindi, non comprendo il perché del parere contrario a questa procedura, che tende a favorire la rateizzazione e aiutare le persone che non riescono a pagare le bollette. Però, se ritenete, per me va bene così, oppure lo potete accantonare per rivederlo.

PRESIDENTE. Il Governo vuole accantonarlo? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/70 Carmina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/71 Caso c'è un parere contrario del Governo. Onorevole Caso?

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente chiederò di metterlo al voto, però volevo fare qualche considerazione. Con questo ordine del giorno parliamo del personale docente ed ATA, temporaneo e aggiuntivo, che durante l'emergenza COVID è andato ad integrare quello ordinario per garantire il corretto funzionamento delle nostre scuole fino allo scorso anno scolastico. Di fatto questo ordine del giorno propone proprio di prorogare questo personale fino al termine anche di questo corrente anno scolastico. La motivazione in realtà è abbastanza semplice, perché si è scoperto che questo personale aggiuntivo alle scuole serve: serve per farle funzionare, indipendentemente dall'emergenza COVID.

In realtà sono rimasto un po' basito quando ho ascoltato il parere contrario del Governo, proprio perché a sostenere l'importanza di questo personale aggiuntivo non sono solo il sottoscritto o il MoVimento 5 Stelle, i principali promotori sono proprio i partiti di maggioranza. E non parliamo di dichiarazioni di chissà quante epoche fa, ma parliamo proprio della recente campagna elettorale. Ad esempio, potrei citare il collega Sasso, che, durante il Governo Draghi, diceva, testuali parole: purtroppo in questa esperienza di Governo mi trovo in circostanze imbarazzanti, dove vari economisti vicini a Draghi non conoscono il personale ATA e che le scuole funzionano soprattutto grazie a questo personale. È importante non disperdere questo organico COVID. Questo contingente servirebbe ancora oggi. Lo Stato trova sempre i soldi per tutti, questa è gente che vuole lavorare, cerchiamo di recuperarla. Ancora, continuava: sono 70 mila donne e uomini indispensabili durante la pandemia. Ora, venuta meno l'emergenza, qualcuno sta pensando di tagliarli, e, al di là della perdita di lavoro, sono figure indispensabili ed essenziali. Cari colleghi, questi qualcuno siete proprio voi. Così come la collega Frassinetti, che in campagna elettorale - questa, quindi parliamo di mesi fa - diceva: noi nel nostro programma abbiamo inserito la permanenza dell'organico COVID, ritenendola fondamentale. Conservatela nel programma, nei fatti fate altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Così come il collega Iannone, al Senato, che ad elezioni appena vinte - quindi, continuo a dirvi, sono dichiarazioni recentissime - diceva: ci siamo battuti, noi di Fratelli d'Italia, nella scorsa legislatura, per il personale ATA, troppe volte dimenticato dalle politiche governative. Invece svolge una funzione fondamentale. Noi continuiamo ad essere convinti che quel personale sia fondamentale. E meno male, mi verrebbe da dire! E invece ora che cosa fate? Diventa chiaro, e non è la prima volta che viene in Aula questo argomento: voltate le spalle ad oltre 50 mila lavoratori che avete illuso.

Questi lavoratori - continuo a sottolinearlo - servono, perché è facile riempirsi la bocca e sostenere di volere dare dignità alla scuola e al ruolo dei docenti e di voler valorizzare il merito, quando poi, nei fatti, che sono quelli che contano, fate l'opposto.

In diverse nostre scuole, abbiamo situazioni in cui un docente - una situazione del genere l'ho vissuta in prima persona - non può neanche andare in bagno, perché non c'è chi può sorvegliare la classe. Questo personale serve. Abbiamo altresì segreterie sotto organico. Altro che dignità, altro che merito!

Ormai - e arrivo a concludere, Presidente -, ci stiamo abituando alle vostre giravolte nelle vostre promesse (che, è sempre più chiaro, sono esclusivamente elettorali), ai vostri disastri, e qui non vorrei violare il Regolamento, perché è inutile ricordare le giravolte sulle trivellazioni nei nostri mari, sulle accise ai carburanti, sull'attacco agli ultimi e all'ambiente, basta questo, relativo all'ordine del giorno in discussione. Ce ne stiamo accorgendo, ce ne siamo accorti velocemente che dite una cosa e ne fate un'altra, ma se ne stanno accorgendo anche gli italiani e presto, cari colleghi, ve ne chiederanno il conto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/71 Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/72 Cherchi, con il parere contrario del Governo. Onorevole Cherchi?

SUSANNA CHERCHI (M5S). Chiedo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/72 Cherchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/73 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signor Presidente, sono rimasto davvero stupito del fatto che il Governo abbia espresso parere contrario su questo ordine del giorno e sono qui sperando di captare l'attenzione del Governo, in qualche misura, per chiedere una rivalutazione, una rimeditazione su questo testo, che ho scritto davvero in maniera molto, molto soft, veramente confidando in un accoglimento. Infatti, di fatto, nelle premesse si citano gli articoli 9 e 41 della Costituzione, il che è ineccepibile dal punto di vista sia formale che sostanziale. Facciamo riferimento al fatto che, nell'articolo 9 della Costituzione, è sancita la tutela dell'ambiente e della biodiversità degli ecosistemi e sottolineiamo la necessità che questa tutela si dispieghi anche a favore delle generazioni future; è così piano questo, che non vedo quale scalpore possa determinare nel Governo. Citiamo quasi letteralmente anche l'articolo 41 della Costituzione, sostenendo che, ça va sans dire, qualsiasi provvedimento del Governo, qualsiasi provvedimento di legge, qualsiasi atto amministrativo debba essere posto nel rispetto delle norme costituzionali. Quindi, sono ineccepibili le premesse e nel dispositivo cosa si richiede? Si impegna il Governo “in armonia con gli obiettivi condivisi in sede di Unione europea” (ma come possiamo discutere su questo? Certamente, tutto deve avvenire nel quadro della legislazione europea e dei regolamenti europei) “ad adottare un Piano programmatico di politica energetica nazionale, attuativo dei principi e del dettato costituzionale di cui agli articoli 9 e 41 articoli 9 e 41 della Costituzione (ma chi mai può discutere un assunto di questo tipo?), in particolare in adempimento della tutela ambientale (lo dice la Costituzione), nell'interesse delle future generazioni, in attuazione del principio dello sviluppo sostenibile, e ad illustrarlo alle Camere”. Sì, perché le Camere assumono ancora un ruolo di centralità nel nostro ordinamento, nel nostro assetto costituzionale; quindi nulla di nuovo. Vi è, però, l'utilità di avere un Piano programmatico di politica energetica, perché - e su questo punto, attraverso il Presidente, mi rivolgo alla maggioranza - penso che sia davvero importante che il Governo possa formulare, e anche urgentemente, un Piano programmatico di politica energetica. In questo momento, in cui il Paese è in tale difficoltà proprio in ragione della crisi energetica, il fatto che il Governo non abbia rinnovato la eliminazione delle accise ha determinato un incremento del costo degli idrocarburi, con un conseguente incremento dei costi a carico delle famiglie e delle imprese - le famiglie per le necessità di spostarsi e le imprese per le necessità di alimentare i propri processi produttivi -, con conseguente ricaduta negativa sul costo di tutte le materie prime, di tutti i prodotti in vendita, anche in ragione dell'aumento dei costi di trasporto, e con conseguente impennata dell'inflazione, con conseguente aumento dei tassi dei mutui bancari che le famiglie pagano, anche sulla prima casa e chi abbia contratto un mutuo a tasso variabile oggi registra nelle proprie finanze familiari – o in quelle delle imprese - forti criticità.

E, allora, non riesco a capire perché il Governo non esprima un parere favorevole su questo ordine del giorno e invito davvero a rivalutarlo e a esprimere un parere favorevole, anche perché ritengo utile per il Governo poter presentare al Paese, anche come messaggio di tranquillità in questa fase, un chiaro programma di politica energetica, per tranquillizzare il Paese stesso, e anche le opposizioni, sul fatto che non navighiamo a vista, ma abbiamo una chiara strategia energetica, che, al momento, non appare affatto chiara (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Chiedo al Governo se intenda rivalutare il suo parere. No. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/73 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/74 Dell'Olio, accettato come raccomandazione. Onorevole Dell'Olio?

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Nonostante sia stato accettato come raccomandazione, a questo punto, può essere comunque messo in votazione?

PRESIDENTE. Chiedo al Governo di esprimersi: è stato accettato come raccomandazione; dovendo arrivare al voto, il parere è contrario o è favorevole, come raccomandazione, o ci rimettiamo all'Assemblea?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. È accettato come raccomandazione.

PRESIDENTE. No, Vice Ministra, non si può votare una raccomandazione, perciò le chiedevo; quindi il parere, nel caso si voti, è favorevole o contrario?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. No, altrimenti è contrario.

PRESIDENTE. D'accordo. Allora, onorevole Dell'Olio, il parere del Governo è contrario, se lo mettiamo in votazione. Prego.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Chiedo scusa, Presidente, ma se viene accettato come raccomandazione, quindi in sostanza…

PRESIDENTE. Non si può votare come raccomandazione.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Accetto la raccomandazione.

PRESIDENTE. Va bene, accetta il parere accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/730/75 Sergio Costa ed altri, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente, questo ordine del giorno…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Cappelletti, lei ha già parlato, quindi, non può parlare perché ha terminato tutti i suoi cinque minuti. C'è qualcun altro che deve intervenire? Altrimenti lo mettiamo in votazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/75 Sergio Costa, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/76 Donno, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Ho visto qualche minuto fa, durante l'intervento della collega Appendino, i colleghi della maggioranza molto divertiti - battevano le mani -, entusiasti. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere, davanti alla loro inadeguatezza e al disastro che stanno combinando, anche con questo provvedimento, un decreto che si allontana gravemente dagli obiettivi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Onorevole Donno, chiedo scusa, pannelli fotovoltaici: rimaniamo sull'ordine del giorno, la prego (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

LEONARDO DONNO (M5S). Ho fatto l'intervento in premessa, Presidente. Come dicevo, è un decreto che si allontana gravemente dagli obiettivi in campo climatico ed energetico, che siamo tenuti a rispettare, perché i colleghi della maggioranza e gli esponenti di Governo hanno parlato di ambiente e di transizione ecologica in maniera spropositata, ma all'atto pratico non vengono prese decisioni in queste direzioni. Io mi chiedo come sia possibile ignorare i rischi che ci vengono rimandati anche dalle giovani generazioni, preoccupate per il proprio futuro. Bisogna intervenire al più presto con misure che favoriscono lo sviluppo sostenibile. Con quest'ordine del giorno, al fine di mitigare l'emergenza energetica, contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e contribuire alla decarbonizzazione del sistema energetico abbiamo impegnato il Governo ad introdurre, nel primo provvedimento utile, il riconoscimento di un contributo sotto forma di credito d'imposta per investimenti effettuati dai soggetti titolari di impianti azionati da fonti rinnovabili con potenza superiore a 20 kW. Prendiamo atto del parere contrario del Governo. Si tratta, quindi, di sviluppo sostenibile, un punto su cui questo Governo, questa maggioranza, non si sta adoperando; anzi si sta remando in direzione opposta rispetto a quella verso la quale il Paese dovrebbe andare. Quindi, si sta andando indietro nel tempo, perché, per esempio, si stanno aprendo le porte di fatto a nuove trivellazioni, favorendo le lobby del petrolio e danneggiando ancora di più il turismo e la pesca e ovviamente l'ambiente, senza contare che la vostra misura va in contrasto con quanto previsto dall'articolo 9 della nostra Costituzione, che inserisce nella Carta costituzionale un chiaro riferimento alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Con questo provvedimento, inoltre, si sta demolendo una misura fondamentale per questo Paese. Mi riferisco al superbonus. E meno male che dicevano di essere favorevoli e di sostenere coloro che creavano lavoro in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Di fatto, con le scelte scellerate di questa maggioranza, si sta determinando il fallimento di migliaia di imprese e la nascita di nuovi disoccupati, di quanti saranno disoccupati grazie al Governo Meloni. Voglio ricordare dei numeri sul superbonus: il contributo del 22 per cento alla crescita del PIL nel 2022, quasi un milione di posti di lavoro prodotti grazie a questa misura e un risparmio energetico quasi del 50 per cento grazie al superbonus e all'ecobonus. È una misura che ha permesso anche, ai cittadini che ne hanno usufruito, un risparmio in bolletta di quasi 500 euro al mese.

Vogliamo - e chiudo, Presidente - fare un esempio di un'ennesima dimostrazione dell'inadeguatezza e dell'incoerenza di questo Governo? Le accise sulla benzina. Infatti, dopo che in passato proprio la Meloni e gli esponenti della maggioranza dicevano di voler spazzare via queste accise vergognose, questa tassa vergognosa - e addirittura si attaccava il Presidente Conte di voler aumentare nel suo Governo queste accise -, oggi ci ritroviamo un Governo a guida Meloni, con Fratelli d'Italia che aveva scritto nero su bianco nel suo programma, dove si dicevano pronti a guidare il Paese (Commenti del deputato Caiata), che avrebbero abbassato, ridotto, annullato le accise e l'IVA sui carburanti e, oggi, ci ritroviamo la Meloni che si arrampica sugli specchi, trova e cerca scuse, che ovviamente non hanno alcun appiglio, perché è evidente l'imbarazzo di questo Governo che ha tradito e ha fatto una giravolta anche su questo tema. Di fatto, le scelte scellerate di questa maggioranza e di questo Governo, scelte politiche chiare che hanno pure rivendicato - quindi pensiamo un po' la follia di questo provvedimento - il taglio non delle accise, ma il taglio degli sconti sulle accise, che ovviamente ricadrà su tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), su tutti i lavoratori italiani, su tutte le imprese italiane, che si ritroveranno a pagare un pieno di gasolio o di benzina più caro, per colpa… Spieghiamolo bene ai cittadini che ci seguono da casa che la responsabilità non è…

PRESIDENTE. Onorevole Donno, la prego di concludere.

LEONARDO DONNO (M5S). Sto chiudendo, Presidente, pochi secondi. La responsabilità, dicevo, non è dei poteri forti, non è di una misteriosa manina, ma la responsabilità è chiara. Guardatevi allo specchio: è vostra, è colpa del Governo Meloni, se i carburanti stanno aumentando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/76 Donno, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

L'ordine del giorno n. 9/730/77 Fede è stato ritirato. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/78 Fenu, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie Presidente. Questo è un tema molto importante, perché dopo le frodi, dopo la questione del prezzo dei materiali e dopo i presunti buchi di bilancio, a mio umile parere - ma abbiamo intenzione di approfondire e di chiedere un approfondimento anche al Governo su questo -, è emerso l'ennesimo elemento di una strategia, che prevede come ultimo fine quello di uccidere la misura del superbonus. Quindi, dalla stampa - ma anche a mezza voce abbiamo ascoltato qualche avviso da parte del Ministro Giorgetti - si parla di questo presunto parere di Eurostat, un parere che dovrebbe riguardare la contabilizzazione dei crediti di imposta cedibili. Noi abbiamo fatto una ricerca - e penso anche qualche giornalista - su questo parere di Eurostat. In realtà non c'è nulla e non c'è niente di scritto da nessuna parte. Esiste una interlocuzione: Istat il 29 maggio ha chiesto a Eurostat come dovevano essere contabilizzati nel bilancio pubblico questi crediti cedibili. Allo stato attuale, quindi, secondo le regole contabili attuali e secondo il SEC 2010, il sistema dei conti dei bilanci degli Stati europei, i crediti d'imposta sono considerati crediti non pagabili, quindi crediti che possono essere usati dai contribuenti solo come sconto delle proprie imposte e nell'anno di competenza e non come crediti pagabili, ovvero come sussidi veri e propri. La differenza tra questi due elementi è molto importante, perché nell'attuale interpretazione anche dello Stato italiano – quindi, crediti non pagabili, come stiamo trattando di fatto i crediti da superbonus - questi crediti non vengono considerati nel calcolo del debito pubblico. Invece, se si considerano crediti pagabili, quindi come sussidio, sono conteggiati nel debito pubblico. Quindi, Istat anche in precedenti interlocuzioni nella precedente legislatura, ha sostenuto con Eurostat quella che è l'attuale interpretazione contabile dei crediti di imposta.

In quest'ordine del giorno, abbiamo chiesto al Governo una misura su cui pensavamo di trovare accordo e condivisione, ossia di promuovere sia l'interlocuzione con Eurostat sia l'interpretazione che lo Stato italiano ha dato finora ai crediti di imposta, cioè non considerarli nell'ambito del calcolo del debito pubblico; al riguardo, il Governo ha dato parere contrario. Quindi, non chiedo soltanto di rivedere questo parere, ma a questo punto chiedo al Governo quale sia la sua intenzione: disattendere, non considerare più l'interpretazione data fino adesso e considerare, invece, anche retroattivamente questi crediti di imposta come un sussidio, quindi valutarli nell'ambito del calcolo del debito pubblico? Queste sono le mie domande e chiedo di rivedere il parere nonché un chiarimento sulla posizione del Governo rispetto all'interpretazione portata avanti fino adesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Governo non intende rivedere il parere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/78 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/79 Ilaria Fontana, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente chiedo di porlo ai voti. Cosa abbiamo chiesto con questo ordine del giorno al Governo? Veramente anche il parere contrario, in realtà, mi lascia perplessa, perché non hanno neanche provato una riformulazione. Chiediamo semplicemente di tutelare i nostri ecosistemi marini e la biodiversità. È stato già detto, ma forse ripeterlo è utile: la biodiversità e l'ambiente ormai sono principi scalfiti nella nostra Costituzione attraverso proprio l'articolo 9 e l'articolo 41. Non è assolutamente un ordine del giorno ostruzionistico, anzi, lo abbiamo scritto con attenzione in maniera propositiva, anche perché si pone nella direzione degli obiettivi internazionali. Parlo del 2030, con l'abbassamento delle emissioni climalteranti del 55 per cento; parlo della neutralità climatica al 2050; e ancora, parlo di un obiettivo che è stato fissato proprio adesso attraverso la COP15; si tratta dell'impegno - quello del “30x30” - di aumentare, entro il 2030, le aree protette del 30 per cento, aree protette a mare e sulla terraferma.

Avevamo chiesto due impegni precisi, tra cui, il primo, il monitoraggio, ovviamente con l'aiuto dei componenti degli enti pubblici di ricerca, delle attività delle piattaforme off shore di estrazione di gas naturale, al fine proprio di valutare il rischio di un progressivo degrado degli habitat marini e costieri. Oggi, leggendo le agenzie di stampa - quindi è notizia odierna - sappiamo che il Mediterraneo, purtroppo, si conferma il bacino che si scalda più velocemente; quindi, fa presagire, ovviamente, un clima futuro sempre più estremo.

Sappiamo che i nostri mari, il mar Mediterraneo è un hotspot proprio per i cambiamenti climatici. Le rilevazioni ENEA confermano, inoltre, che il Mediterraneo è sempre più a rischio proprio a causa delle emissioni, in particolare, di CO2 e di metano, con un incremento fortissimo di anidride carbonica negli ultimi 25 anni, pari al 15 per cento, un tasso di crescita, in aumento, abbinato all'aumento delle temperature dei mari. Ricordiamo che, nel 2022, quindi l'anno che è appena trascorso, si sono raggiunti i 30 gradi. E' una notizia concreta, sconvolgente, che fa concretamente pensare che dobbiamo fare qualcosa per fermare questa ascesa, perché va a salire, purtroppo, non a diminuire.

Quindi, è un motivo di altissima preoccupazione anche a causa della possibile riduzione della funzione di assorbimento di anidride carbonica in eccesso, senza tenere conto dell'elevato impatto climalterante proprio delle emissioni fuggitive di metano che sappiamo presentare una capacità di riscaldamento, che va da 30 a 80 volte maggiore rispetto all'anidride carbonica. Un altro impegno era proprio quello che chiedeva di intervenire al fine di implementare le politiche di riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Non credo che, con questi due impegni, abbiamo chiesto cose impossibili o abbiamo fatto ostruzionismo puro o abbiamo chiesto la luna. Quindi, mi viene da pensare che il cambiamento climatico non interessi a questo Governo, anche perché è difficile e veramente complicato pensare come si possano conciliare nuove trivellazioni con la tutela della biodiversità. Purtroppo, l'ambiente non ringrazierà e nemmeno le future generazioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/79 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/80 Iaria, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Iaria?

ANTONINO IARIA (M5S). Accetto la riformulazione, ma chiedo lo stesso la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/80 Iaria, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/81 L'Abbate, su cui c'è parere contrario del Governo. Onorevole L'Abbate?

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Non avete accolto quest'ordine del giorno che ora vi cito. Che cosa chiediamo? Di modificare le disposizioni di cui all'articolo 4, che, ricordiamo, parla delle trivelle, mediante la previsione di investimenti finalizzati ad incrementare l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili per portare avanti la transizione ecologica e la decarbonizzazione del settore energetico e della produzione per la lotta al cambiamento climatico. Quindi, quello che è stato chiesto con quest'ordine del giorno non è altro che quello che chiedono i nostri ragazzi tutti i giorni nelle piazze. Possono essere i Fridays For Future, possono essere Ultima Generazione, ma è quello che stanno chiedendo, e noi non li stiamo ascoltando.

Quindi “no” alle trivelle, tuteliamo il nostro pianeta, la nostra casa comune. Ora, però, vorrei riportare le motivazioni scientifiche del perché si dice questo “no”. Le riserve di gas certe, ossia il gas che può essere commercialmente prodotto con una probabilità maggiore del 90 per cento, è di 39,8 miliardi di metri cubi, di cui 22 miliardi sono on shore, quindi in terraferma, il resto parte in mare. Altre riserve, pari a 44,5 miliardi di metri cubi, vengono considerate probabili, cioè possono essere recuperate con una probabilità maggiore del 50 per cento. Infine, c'è un'altra parte, le riserve possibili, che sono pari a 26,7 miliardi di metri cubi, che si stima di poter estrarre con un grado di probabilità di circa il 20 per cento. Detto ciò, quanto gas possiamo effettivamente estrarre?

I numeri prima menzionati non vanno sommati, chiaramente, ma vanno pesati, con una formula che tiene conto delle rispettive probabilità. Il risultato della formula ci porta a un totale di 70 miliardi di metri cubi. Sono molti, sono pochi? Sono pochi perché a Cipro è stato scoperto un solo giacimento che contiene appunto 70 miliardi di metri cubi.

Noi, invece, li racimoliamo con tutti quelli che possono essere i giacimenti che abbiamo in Italia. Sono troppo pochi. In conclusione, le trivelle, dal punto di vista economico, sono ecosostenibili? No, bocciate, non lo sono. Bisogna dire anche un'altra cosa, operano i privati che seguiranno, quindi, che cosa? Le leggi del mercato. Pertanto, i 70 miliardi di metri cubi non verranno venduti alle imprese italiane, come accade adesso, attenzione.

Adesso parliamo di un altro punto. Fonti ISPRA: con le trivellazioni vi è il rischio di subsistenza, un fenomeno di abbassamento del suolo, che può avvenire anche per cause antropiche, oltre che per quelle naturali. Ricerche hanno evidenziato la presenza di sostanze tossiche vicino alle piattaforme, tossiche per l'ecosistema marino e per la salute umana. Greenpeace, in un suo rapporto, le chiamò le “trivelle fuorilegge”. E perché? Perché i componenti pericolosi identificati sono gli idrocarburi policiclici aromatici e i metalli pesanti, che sono sostanze che, attraverso la catena alimentare, giungono all'uomo. I policiclici aromatici sono cancerogeni e sono il benzopirene, l'antracene, il perilene, cose di cui mi occupavo in passato. Parliamo di un altro punto. L'acqua di formazione che si estrae dai giacimenti con il gas, insieme alle acque di processo, contengono una marea di idrocarburi cancerogeni che, dopo un piccolo recupero di questi idrocarburi, dove vengono smaltiti? Direttamente in mare, contaminando il tutto, contaminando la fauna e la flora acquatica, giungendo, poi, sulle nostre tavole. Pertanto, le trivelle sono sostenibili dal punto di vista ambientale? No, bocciate. E non mettiamo in conto chi pagherà, poi, il danno ambientale. Possiamo dire che è un'eredità che noi lasciamo ai nostri figli, perché pagheranno loro.

In conclusione - Presidente, concludo -, le trivelle non faranno abbassare le bollette di un centesimo, anzi, aumenteranno le tasse per i cittadini. Perché? Perché aumenteranno i costi dei SAD, i sussidi ambientalmente dannosi, ossia i sussidi che lo Stato dà a chi estrae i combustibili fossili. E perché dà dei sussidi? Perché questo processo non è economicamente sostenibile. Noi invitiamo questo Governo, visto i dati scientifici e anche quello che è il mainstream internazionale ci dice, di rivalutare questa decisione su questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/81 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/82 Lovecchio, su cui vi è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lovecchio. Ne ha facoltà.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Io chiedo alla Vice Ministra, al Governo di rivedere il parere contrario su questo ordine del giorno, in quanto ricordo che nella passata legislatura abbiamo votato, insieme a esponenti dell'opposizione, degli emendamenti che favorivano lo sblocco di tutti quei crediti incagliati. E, quindi, per dare seguito a quello che era un parere condiviso anche con esponenti dell'allora opposizione, chiedo al Governo di rivedere il parere su questo ordine del giorno o, al massimo, ne chiediamo l'accantonamento al fine di dare un segnale concreto. Non si crea nuovo debito, ma cerchiamo di dare una mano a tutte quelle imprese che si trovano con dei crediti incagliati e che non possono riscuotere. Noi stiamo cercando di dare una soluzione e, quindi, chiedo almeno l'accantonamento dell'ordine del giorno per un ripensamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che la Vice Ministra non intende intervenire.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/82 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/83 Morfino, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.

DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. Questo parere del Governo mi lascia un po' perplessa, perché l'articolo 4 del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 176 del 2022 dispone che, fino al 31 marzo 2024, gli impianti industriali finora alimentati a gas naturale potranno utilizzare, in sostituzione del gas, combustibili alternativi, compreso il combustibile solido secondario. Prevede, altresì, la possibilità di convertire gli impianti già esistenti a tale utilizzo, senza che la conversione sia considerata una modifica sostanziale. Allora, signor Presidente, corre l'obbligo di rinnovare, anche in questa sede, i forti dubbi, il disappunto e la contrarietà da parte del MoVimento 5 Stelle all'introduzione di questo meccanismo derogatorio ad una disciplina finalizzata alla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. Tutto questo in un momento ben preciso, attuale, in cui l'Osservatorio sul clima della Commissione europea, ieri, ha presentato il Rapporto 2022 Global Climate e, in questo rapporto, il nostro Paese, Presidente, è stato dichiarato un sorvegliato speciale in termini di aumento delle emissioni atmosferiche pericolose per la salute dell'uomo, come registrato dagli appositi satelliti, che hanno rilevato dati allarmanti. In questa situazione allarmante, signor Presidente, con l'articolo 4-bis della legge di conversione, oggi oggetto di discussione, riteniamo possano accentuarsi pericolosamente i livelli nocivi di emissioni atmosferiche. Quindi, siamo contrari all'introduzione di questa disposizione, poiché non possiamo accettare alcuna forma di baratto che possa contemperare in modo distorto la salute pubblica e ambientale con le esigenze di approvvigionamento energetico, bruciando rifiuti pericolosi.

La proposta del Governo che noi contestiamo dovrebbe quantomeno contenere un adeguato e rigoroso impulso di monitoraggio e di rendicontazione sull'attività in deroga di questi impianti, che utilizzano scarti potenzialmente pericolosi come combustibili. Allora, basta, Presidente, con queste pratiche ambigue, in deroga a quei capisaldi già introdotti dalla normativa comunitaria e dal codice dell'ambiente. La via maestra da interpretare è quella dettata dalla Comunità europea nella realizzazione del progetto Green Deal europeo. E, nella fase di cui tanto parliamo di transizione ecologica, l'azione politica del MoVimento 5 Stelle è proprio quella di bloccare e ridurre le fonti di emissioni inquinanti, soprattutto, in mancanza o in carenza di un efficace sistema integrato di controlli ambientali a livello nazionale. Ecco perché, signor Presidente, e concludo, la disposizione normativa in questione non ci convince e ci preoccupa, perché è contraria ad ogni approccio culturale, economico, ambientale e politico sostenuto da noi.

Invito, dunque, il Governo a rivedere il parere e a votare a favore di questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/83 Morfino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/84 Pavanelli, con il parere contrario del Governo. Onorevole Pavanelli?

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Questa maggioranza ama fare le giravolte: ha fatto promesse a cittadini, imprese e professionisti riguardo il superbonus. Cito, ad esempio, un video dell'attuale Presidente Giorgia Meloni del 17 settembre, solo otto giorni prima delle elezioni (circa quattro mesi fa), in cui prometteva di rimediare immediatamente alla questione della cessione dei crediti e degli esodati del superbonus. Ebbene, prima, con tutti i nostri emendamenti e, ora, con i nostri ordini del giorno, stiamo cercando di far capire a questo Governo che c'è la necessità di fare veramente un cambiamento. Stiamo cercando di essere propositivi, chiedendo a questo Governo di allungare i tempi del superbonus 110, che, in origine, doveva durare fino alla fine del 2023, e, per le case unifamiliare, di eliminare l'ingiustizia del tetto ISE, questo perché è assolutamente iniquo e non ha un senso logico.

Insieme a questi punti, chiediamo che sia creato un superbonus per le energie rinnovabili, per far sì che i cittadini possano mettere sulle loro case, sulle loro abitazioni e sui loro condomini le rinnovabili, affinché il nostro Paese possa essere sempre più indipendente da Paesi esteri. Queste modifiche sono urgenti, considerando anche l'arrivo della nuova normativa dell'Unione europea sul taglio delle emissioni delle abitazioni legato all'efficientamento energetico. Infatti, dal 2030, all'indomani della fine naturale di questa legislatura, sarà obbligatorio la certificazione in classe “E” ed entro il 2033 si impone il passaggio in classe “D”.

Mi domando come facciate a non capire che il superbonus è fondamentale. Il MoVimento 5 Stelle aveva già avuto una visione in avanti, capendo che, per il nostro Paese, era importante incentivare le nostre case dal punto di vista energetico, favorendo la transizione ecologica ed energetica per rendere le nostre case più confortevoli, senza consumo di suolo.

Ecco, perché chiedo alla Vice Ministra se sia possibile rivedere il parere negativo su questo ordine del giorno, anche alla luce del fatto che tutti voi della maggioranza, in campagna elettorale, avete promesso a cittadini, imprese e professionisti che avreste sbloccato, andando nella medesima direzione che chiedeva, in realtà, il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non modifica il parere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/84 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/85 Pellegrini, su cui c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Pellegrini?

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. L'articolo 14, comma 2, del decreto la cui conversione stiamo esaminando, dispone un'autorizzazione di spesa pari a 45 milioni di euro per l'anno 2022, al fine di accelerare il completamento dei programmi di ammodernamento e rinnovamento destinati alla difesa nazionale e prevede, ancora, che il Ministero della Difesa provveda alla conseguente rimodulazione delle consegne e dei relativi cronoprogrammi.

Sia nella norma che stiamo esaminando, sia nella relazione tecnica, sia nella relazione illustrativa, non vengono specificati i programmi di ammodernamento e rinnovamento ai quali, appunto, è destinato l'incremento di spesa e, quindi, il finanziamento. Ma questo appare in contrasto con gli articoli 536 e seguenti del codice dell'ordinamento militare, che, appunto, dispone che i programmi di ammodernamento e rinnovamento destinati alla difesa nazionale siano definiti con decreto del Ministero della Difesa e il relativo decreto sia preventivamente sottoposto al parere delle competenti Commissioni parlamentari.

Il comma 2 dell'articolo 536-bis, sempre del codice dell'ordinamento militare, dispone che gli schemi dei decreti recanti l'approvazione delle rimodulazioni di programmi sui quali è già stato espresso il parere delle Commissioni parlamentari siano sottoposti nuovamente a tale parere.

Ovviamente, la ratio di queste norme è di garantire un controllo incisivo da parte del Parlamento in merito agli investimenti in questo settore, all'adeguatezza dei sistemi e delle dotazioni della nostra difesa nazionale, ma anche di garantire la massima condivisione delle responsabilità tra Governo e Parlamento.

Quindi, per questi motivi, abbiamo presentato quest'ordine del giorno che impegna il Governo a trasmettere con urgenza alle Camere gli schemi dei decreti relativi ai completamenti e alla rimodulazione dei programmi di ammodernamento, a cui facevo riferimento prima, proprio al fine di garantire che il ruolo del Parlamento sia centrale.

Per questo motivo, davvero, non riesco a capire per quale motivo il Governo abbia espresso parere contrario, perché non chiediamo altro che il Parlamento faccia il proprio lavoro.

Quindi, chiedo al Governo di voler rivedere il parere contrario e, nel frattempo, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non modifica il parere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/85 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/86 Raffa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/87 Santillo: parere contrario del Governo. Onorevole Santillo?

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, colleghe, colleghi e componenti del Governo, voglio rubarvi qualche minuto nell'attesa che il Governo possa rileggere l'impegno che forse è sfuggito, perché si deve trattare di svista, dato che qui stiamo parlando di un monitoraggio di crediti. Io capisco che, sull'onda dell'entusiasmo, state cavalcando la strada della distruzione del Superbonus 110 per cento, la strada dell'annientamento della circolazione dei crediti di imposta, ma perché non monitorare i crediti d'imposta?

Allora, con questo provvedimento, il DL Aiuti-quater, che cosa avete fatto? Pensate di reperire 1,5 miliardi di metri cubi all'anno di gas da nuove trivellazioni e, quindi, estraete più gas perché dite che serve più gas. Contemporaneamente, solo la misura del Superbonus 110 per cento in meno di due anni - 2021 e 2022, ma diciamo da metà 2020 a metà 2022, come dice il Censis nel rapporto del novembre - è stata in grado di garantire un risparmio di 1,1 miliardi di metri cubi di gas, pur camminando con il freno a mano. Infatti, non è che ha potuto sprigionare tutta la sua potenza il Superbonus 110 per cento, perché, se l'avesse potuto fare, probabilmente i miliardi di metri cubi di gas risparmiati sarebbero stati ben oltre gli 1,5 miliardi di metri cubi di gas che voi prevedete di estrarre attraverso le trivellazioni nel Mare Adriatico e nei mari italiani - nel Mediterraneo - arretrando la linea per la trivellazione da 12 miglia a 9 miglia. Quindi, avete capito bene. La vostra visione è: mi servono più miliardi di metri cubi di gas; la nostra visione è: risparmia i miliardi di metri cubi di gas attraverso il Superbonus.

Poiché il meccanismo del Superbonus, come quello degli altri bonus edilizi, è virtuoso e ce lo loda l'Europa, ma ce l'ha attaccato Draghi e adesso ce lo state attaccando e distruggendo voi, dopo che in campagna elettorale avete promesso mari e monti per risolvere il problema del Superbonus e quello dei crediti fiscali incagliati, adesso che cosa succede? Che ci troviamo davanti a una triste realtà e questo ce lo dice l'Agenzia delle entrate. L'Agenzia delle entrate ci dice che, tra ottobre 2020 e novembre 2022, è di 89,4 miliardi di euro l'ammontare complessivo dei crediti d'imposta derivanti da tutti i bonus. Attenzione: 52,1 sono ascrivibili al Superbonus, 24,8 al bonus facciate e il resto sono altri bonus.

Il Ministro Giorgetti, quando è venuto in Aula per il question time a rispondere all'interrogazione, ci ha detto che l'Agenzia delle entrate non è in grado di stabilire i motivi per cui i contribuenti - alcuni di questi - non abbiano proceduto alla compensazione dei crediti d'imposta oppure abbiano pagato gli F24 come detrazione fiscale.

Allora, noi poniamo una domanda semplice, rappresentante del Governo. Nell'impegno al Governo - io capisco che potete anche stralciare tutte le premesse, perché odiate la parola bonus - c'è scritto: “a catalogare e a verificare con dettaglio quanti crediti fiscali sono stati oggetto di cessioni andate a buon fine e quanti no”. Questo è tutto! Vogliamo sapere quanti crediti fiscali non sono andati a buon fine - quindi, le pratiche che sono state rifiutate -, perché in questo modo sapremo qual è il problema, a quanto ammonta il problema, quante sono le decine di miliardi di crediti incagliati. Quei crediti incagliati sono crediti non più compensabili e sono, quindi, quei crediti che le imprese non potranno usare per contabilità di denaro e, quindi, per pagare forniture, stipendi e, ovviamente, per farci il guadagno meritato e fare la spesa. Questo è tutto, rappresentante del Governo. È un'informazione. Le chiedo di rivedere il parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/87 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/88 Scerra, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Scerra, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?

FILIPPO SCERRA (M5S). La accetto.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/730/89 Todde, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Todde. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA TODDE (M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario del Governo su questo ordine del giorno, che voleva estendere la normativa prevista per le comunità energetiche rinnovabili e per le autorità portuali alle ZES, quindi alle zone economiche speciali, ha un significato ben preciso: privilegiare le fonti fossili. L'Italia sta pagando cara la dipendenza dal gas in particolare per la produzione di energia elettrica. Gli interventi fatti in questi mesi per i rincari energetici, in totale continuità con il Governo Draghi, erano sì necessari ma sono emergenziali, a breve scadenza e non hanno alcun risvolto strutturale. Il gas è un combustibile fossile climalterante e non è una risorsa che l'Italia ha in abbondanza.

Secondo la società britannica BP, a fine 2020 in Italia erano presenti meno di 50 miliardi di metri cubi di gas. Per avere un ordine di grandezza, in Russia ce n'erano 37.400, in Iran 32.100, in Qatar 24.700. Ricordiamo anche che non tutte le riserve italiane sono facilmente accessibili e non tutti i metri cubi di gas potrebbero essere agevolmente estratti. Abbiamo sentito prima anche dalle mie colleghe che dai dati del MASE al 31 dicembre 2021 le riserve estraibili sono di 70 miliardi di metri cubi, ossia il consumo del nostro Paese in un anno.

Pensare di affrontare, come si propone in questo decreto, la progressiva emancipazione da questa fonte energetica ricorrendo alle trivellazioni è antistorico e irresponsabile. Da una parte, lacrime di coccodrillo per il cambiamento climatico, che ha impatti devastanti (si pensi alla siccità che ha prosciugato i laghi e i fiumi e che ha tolto la neve dalle nostre montagne); dall'altra parte, politiche di sfruttamento senza strategia e soprattutto senza futuro. Ma veramente si pensa che estrarre 15 miliardi di metri cubi in dieci anni, il 2 per cento del fabbisogno nazionale, possa davvero essere una risposta? No, fa solo parte della politica di distrazione di massa che questo Governo sta portando avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Le comunità energetiche sono uno strumento formidabile per affrontare la crisi climatica, abbassare le bollette e rendere l'Italia più libera da ricatti energetici, puntando così sulle energie rinnovabili. Offrono la possibilità a cittadini, imprese ed enti pubblici di unirsi e condividere l'energia così autoprodotta proveniente da fonti rinnovabili. Questa energia a chilometro zero ha il doppio vantaggio di costare meno e rendere la rete elettrica - e in generale il Paese - più resiliente. Il MoVimento 5 Stelle ne ha fatto strumento essenziale della propria strategia energetica. L'Italia può essere protagonista della transizione verde, con un'alleanza tra società, imprese e istituzioni che può rendere più forte la nostra economia.

La normativa vigente prevede che per la costituzione di comunità energetiche siano previsti incentivi solo nella misura in cui queste siano di dimensioni inferiori a un megawatt. Diversamente dalle imprese, le autorità di sistema portuale possono costruire una o più comunità energetiche di potenza maggiore a un megawatt di rinnovabili. In aggiunta, gli incentivi previsti dal medesimo decreto legislativo si applicano agli impianti di fonti rinnovabili inseriti in tali comunità energetiche, anche se di potenza superiore a un megawatt.

Tale meccanismo, se venisse applicato nel contesto delle ZES, costituirebbe un volano di sviluppo e di resilienza energetica, in grado di rendere tali aree fortemente attrattive e competitive. L'attuale normativa incentiva l'ingresso in tali comunità solo ed esclusivamente per i cittadini e non per le imprese, con l'effetto di parcellizzare e rendere nullo l'effetto che tali infrastrutture possono generare per il tessuto produttivo e sociale. Infatti, qualsiasi impresa detentrice di un sito di produzione, anche non necessariamente di grandi dimensioni, raggiungendo facilmente un megawatt di energia non ha alcun incentivo a far parte di una comunità energetica.

Proprio nelle ZES è necessario avviare una nuova fase di sviluppo che, in armonia con il processo di decarbonizzazione fortemente voluto e sostenuto dal MoVimento 5 Stelle, faccia perno sull'estensione dei limiti di grandezza delle comunità energetiche al fine di renderlo uno strumento con doppia finalità: da un lato, comunità energetiche rinnovabili fungono come meccanismo di resilienza e transizione energetica; dall'altro lato, la modifica alla normativa garantirebbe maggiore attrattiva alle zone economiche speciali, rendendole appetibili.

Quindi, quello che io chiedo a questo Governo, che ha dato parere contrario, è di rivedere il parere sull'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non modifica il parere.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi siamo piuttosto colpiti dal parere contrario del Governo rispetto a questo ordine del giorno. Intervengo, quindi, per chiedere la sottoscrizione da parte del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, perché riteniamo che le comunità energetiche siano da potenziare, soprattutto nelle zone come le ZES, dove dobbiamo incentivare l'attività produttiva (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Volevo solamente chiarire che il parere è contrario perché la normativa sulle comunità energetiche è prevista dall'Unione europea e quindi, proprio nella normativa europea, è già espresso in quali siti possono essere fatte le CER. Quindi noi ci stiamo attenendo alla normativa europea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/89 Todde, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/90 Torto, c'è un parere contrario del Governo. Onorevole Torto, prego.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Sarò breve. Questo ordine del giorno riceve oggi un parere contrario che ci sorprende, perché si chiede l'estensione del termine previsto per l'utilizzo della detrazione del 110 per cento per le spese sostenute da persone fisiche sugli edifici unifamiliari dal 31 marzo 2023 al 30 giugno 2023. Oltre a questo, si chiede un'estensione dei termini anche per la presentazione della CILAS entro il 28 febbraio 2023.

Presidente, io parlo dando la voce a tante imprese e parlo in modo particolare per le imprese e le famiglie abruzzesi. L'Abruzzo è una terra che la Meloni conosce poco, ma dove è stata eletta e dove vanta tanto successo, soprattutto dopo questa manovra, soprattutto dopo questo atteggiamento nei confronti di una misura eccezionale come quella del superbonus.

Io chiedo di mettere ai voti questo ordine del giorno perché gli abruzzesi che ci guardano, così come tutti gli altri imprenditori delle altre regioni, devono avere una risposta. In quest'Aula la risposta ha dei pallini rossi e, quindi, un parere contrario e porterà il nome e cognome di tutta la maggioranza, anche della maggioranza abruzzese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/90 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione ) ( Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle ) .

No, no, il collega ci sta. Per cortesia, il collega si sta sedendo, si sta sedendo e sta votando. Per favore, il collega si sta sedendo e sta votando. Per favore, siamo tutti stanchi.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

L'ordine del giorno n. 9/730/91 De Luca è accolto come raccomandazione. Onorevole De Luca, accetta la raccomandazione?

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accolgo la richiesta di accoglimento come raccomandazione e invito, anche a nome del gruppo Partito Democratico, il Governo a riflettere di nuovo, se ci sono le condizioni. Chiediamo qualcosa di estremamente semplice e banale in questo ordine del giorno, peraltro condiviso dalla stragrande maggioranza dei gruppi parlamentari che compongono anche l'attuale maggioranza di Governo e che hanno condiviso e sostenuto il principio nella precedente legislatura. Parliamo del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, come sappiamo, rappresenta un'occasione unica e straordinaria di sviluppo, di rilancio, di competitività del nostro Paese, di lotta alla povertà, all'esclusione sociale e alle diseguaglianze. Nella precedente legislatura, sia il Governo Conte, prima, sia il Governo Draghi, poi, hanno tenuto conto, nella redazione, elaborazione e stesura del Piano stesso, delle indicazioni arrivate dal Parlamento attraverso un colloquio e un dialogo costante e costruttivo. Questo confronto si è concretizzato in più di un'occasione e sono state 3 le occasioni che hanno consentito al Parlamento di esprimersi sul Piano stesso: la prima volta, il 13 ottobre 2020, sulle linee guida iniziali della bozza del Piano; il 31 marzo e il 1° aprile 2021, sugli orientamenti successivi del Piano stesso; e, da ultimo, il 26 e il 27 aprile 2021, Camera e Senato hanno aperto e portato avanti un dialogo approfondito e un confronto con l'Esecutivo e col Governo e hanno elaborato alcune risoluzioni nelle quali hanno indicato le linee guida e gli orientamenti da seguire per l'elaborazione dello stesso Piano. Quindi, c'è stato un dialogo, un confronto costante tra il Parlamento e il Governo. Nell'ultima risoluzione, peraltro, con il precedente Governo, il Parlamento ha impegnato l'Esecutivo pro futuro ad assicurare il coinvolgimento del Parlamento stesso nelle fasi successive di attuazione del Piano, per monitorarne l'impatto, il rispetto dei tempi, degli obblighi e dei risultati previsti dal Regolamento (UE) 2021/241.

Visto che abbiamo ascoltato, peraltro solo a mezzo stampa, in più occasioni il Governo parlare di volontà di riscrivere il Piano, di tornare indietro, di fermarsi, vorremmo ricordare al Governo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è un Piano, un programma che appartiene a un Governo solo ma è un è un patrimonio comune dell'intero Paese. Riteniamo perciò doveroso che il Parlamento intero possa essere pienamente coinvolto nelle valutazioni che il Governo dovrà fare, se dovesse ritenere di farle, rispetto a eventuali modifiche del Piano stesso, che noi francamente non auspichiamo rispetto all'impianto e alla struttura complessiva del programma, perché noi riteniamo si debba andare avanti e non tornare indietro.

Per questa ragione chiediamo, con l'ordine del giorno, che le Camere siano informate pienamente e siano pienamente coinvolte nell'eventuale decisione del Governo di portare avanti o di mettere in campo modifiche all'impianto, alla struttura e all'impalcatura del Piano nazionale di ripresa e resilienza, consentendo al Parlamento stesso, a questa Assemblea e a tutti quanti noi di poter partecipare ad eventuali elaborazioni e modifiche dell'impianto stesso, che è un impianto di programma di rilancio dell'intero Paese. Per cui, davvero, ci rimettiamo alla sensibilità del Governo ancora una volta, perché sarebbe assurdo tornare indietro su un principio affermato e condiviso, peraltro, anche dalla maggior parte dei parlamentari che attualmente compongono la maggioranza e che erano parte della stessa maggioranza che era presente nel Governo Draghi e che ha approvato questi indirizzi e questo principio nella precedente legislatura. Quindi, invitiamo il Governo a un supplemento di riflessione perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza, lo ripetiamo, è patrimonio dell'intero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non modifica il parere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/91 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/92 Zucconi, c'è un parere favorevole con riformulazione, accettata dal presentatore.

Sull'ordine del giorno n. 9/730/93 Morrone, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/730/94 Bof è ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/730/95 Ziello, c'è un parere favorevole con riformulazione, accettata dal presentatore.

Sull'ordine del giorno n. 9/730/96 Fabrizio Rossi, c'è un parere favorevole come raccomandazione, accettata dal presentatore.

Sull'ordine del giorno n. 9/730/97 Bonafe', c'è un parere contrario. Onorevole Bonafe'?

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Chiedo il voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/97 Bonafe', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/98 Bonelli, con il parere contrario del Governo. Onorevole Bonelli, le rimangono due minuti.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente, ce la faccio. Io sono veramente stupito del parere del Governo su questo ordine del giorno che mira a tutelare diversi milioni di famiglie e imprese italiane che hanno visto scadere i contratti e che, a seguito di questa scadenza dei contratti energetici, subiranno aumenti notevoli. Da questo punto di vista, trovo incredibile che il Governo non tuteli famiglie e imprese, bloccando questi aumenti equiparandoli agli altri contratti del mercato tutelato che sono stati prorogati, per quanto riguarda gli aumenti. Francamente, trovo incredibile la posizione del Governo, veramente vessatoria nei confronti di famiglie e imprese italiane e quindi, a questo punto, chiedo che il mio ordine del giorno sia posto in votazione. Ribadisco il mio disappunto per questo parere contrario del Governo.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/98 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/99 Ghirra, con il parere contrario del Governo. Onorevole Ghirra?

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Noi siamo sempre stati favorevoli al potenziamento del trasporto pubblico locale e del trasporto rapido di massa; abbiamo presentato sul punto emendamenti anche alla legge di bilancio, che non sono stati accolti considerato il taglio che c'è stato sul finanziamento di questi mezzi di trasporto. Pertanto, visti l'orientamento del Governo di non ripristinare le riduzioni sulle accise e l'aumento del costo della benzina e del gasolio, ci sorprende che questo ordine del giorno non sia stato accolto dal Governo, perché noi chiediamo di favorire il trasporto pubblico locale, aumentando le risorse disponibili a disposizione degli enti locali per garantire il trasporto pubblico ai cittadini. Spero che il Governo possa arrivare a modificare il suo parere. Chiedo, comunque, di mettere in votazione questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/99 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Sull'ordine del giorno n. 9/730/100 Lucaselli vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/730/101 Ruffino vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Ruffino?

DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Mi rivolgo ovviamente a lei e al Governo presente; devo dire che è con un po' di rammarico che ho sentito dalla voce della rappresentante del Governo il parere contrario su questo ordine del giorno. Spiego brevemente e molto chiaramente anche il motivo. Intanto, riguarda il bonus sulle accise che è arrivato alla scadenza e che non è stato rinnovato dall'attuale Governo; c'è, poi, l'andamento del prezzo della benzina che, è noto a tutti, ma non soltanto: abbiamo un aumento molto forte per le famiglie correlato anche al carrello della spesa. Tutto questo mette in difficoltà gli italiani e più volte ho avuto occasione di dire, in quest'Aula, che ci sono parti del territorio che sono servite dal trasporto pubblico locale ed altre, invece, purtroppo, che sono abbandonate o dimenticate.

Su questo nostro ordine del giorno è coinvolto il Ministro dell'Ambiente. Ho seguito l'iter del provvedimento perché faccio parte anche dell'VIII Commissione; ho seguito il Ministro Pichetto Fratin nel delineare le sue linee di indirizzo, con riguardo alle quali abbiamo riportato nel nostro dispositivo una chiara richiesta, che non è nient'altro che ciò che avete ricompreso nel vostro programma, ossia incentivare il trasporto pubblico locale, garantire un adeguato stanziamento di risorse che permetta di pianificare opere di ammodernamento. Ne abbiamo un estremo bisogno, a partire dalle linee ferroviarie, da bus che sono obsoleti e che spesso si fermano per strada e che magari portano anche i nostri ragazzi a scuola; è poi necessario avere una diffusione più capillare per raggiungere un bacino di utenti sempre maggiore. Sappiamo che durante il COVID ci sono state ripercussioni sul trasporto pubblico locale; nel tempo, c'è stata un'inadeguatezza di risorse e che molto probabilmente ci saranno ulteriori tagli negli anni a venire. Nonostante la crisi energetica in atto, stiamo notando un ritorno al trasporto pubblico locale; ma sappiamo anche molto bene – credo lo sappia tutta l'Aula - che molte famiglie non possono fare a meno del trasporto pubblico locale perché non possono più permettersi un'auto.

Sono a chiedere, con tutto il mio gruppo, al Governo - altrimenti si smentirà clamorosamente e potrò pensare che sono state illustrate linee di indirizzo non rispondenti al vero - un parere favorevole su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/101 Ruffino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/102 Boschi, con il parere contrario del Governo. Prego, onorevole Del Barba.

MAURO DEL BARBA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Francamente non capiamo perché il Governo voglia dare parere contrario a un ordine del giorno che impegna il Governo a fare l'intervento che sarebbe più ovvio. Dopo avere sbagliato nella legge di bilancio, eliminando il taglio delle accise, di fronte alla situazione che, in questo momento, nel Paese è sotto gli occhi di tutti, almeno dovrebbe mettere sul tavolo l'impegno a intervenire, come sarebbe sacrosanto, per limitare l'aumento dei prezzi. Abbiamo capito che nella legge di bilancio è stato fatto per coprire delle mancette. Per il futuro vorremmo domandare a cosa serve, perché dire “no” a un taglio sul prezzo della benzina per i cittadini, forse perché il prezzo vi sembra troppo basso? Andiamo in un distributore, Presidente, se non sappiamo in quale andare, basta cercare su Internet “Meloni distributore” si cerca, andiamo in quello stesso distributore, chiediamo ancora “Mi fa 50?”, ecco, ci accorgeremo che il prezzo è ancora alto, colleghi. Quindi, perché non intervenire oggi? Anche perché, vedete, in questo modo esponete il Presidente del Consiglio alle brutte figure che ha dovuto inseguire nel pomeriggio; in precedenza a dire che la situazione è diversa rispetto al 2019, e va bene, poi a dire che non lo abbiamo messo nel programma e, invece, il 25 settembre era nel vostro programma, e può ancora andar bene, poi dire che no, il prezzo non è abbastanza alto, non abbiamo i soldi per fare questa copertura; ma allora dite agli italiani quando, secondo voi, potrete fare quello che Draghi ha fatto per loro, dite almeno questo se dite di no per il futuro; per poi contraddirsi, ancora una volta, nella stessa giornata, dicendo no, in realtà, non la facciamo perché è iniqua, perché facilita chi ha la Ferrari esattamente come chi ha la 500.

Ecco, signori della maggioranza, ci pare che siete un po' in uno stato di confusione su questo tema. I cittadini non se lo meritano, ma non se lo meritano nemmeno i vostri elettori, che vi hanno dato il voto proprio perché avete promesso di ridurre le accise sui carburanti. Non capiscono e non se lo meritano le imprese, quelle stesse imprese delle quali, in una situazione di emergenza, immaginiamo di colpire gli extragettiti. Poi, quando siete voi a rappresentare lo Stato, re-intascate questi extragettiti per lo Stato. Avevate detto di voler tagliare e avete tagliato il taglio. E oggi dite: “mi fa 50” e 15 li porto a Palazzo Chigi.

Allora, signori, ci pare che non solo questi cittadini non capiscono, ma non capisce l'economia italiana, perché questo mancato intervento incide pesantemente sull'inflazione, in un Paese dove l'80 per cento dei trasporti è su gomma. Quindi, non solo le famiglie vengono penalizzate, non solo le imprese, sulle quali ci accaniamo sugli extragettiti, ma l'intera economia che, ci piaccia o no, ancora circola sugli automezzi. Per questi motivi noi chiediamo al Governo di cambiare parere e, se non vuole cambiare parere, di darsi una guardata a quello specchio, che abbiamo detto alla Presidente del Consiglio di ritirare ad inizio legislatura, perché qualcosa non torna. Non torna per voi, non torna nelle vostre promesse e non torna per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Governo? Non cambia parere. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/102 Boschi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/730/103 Pastorella, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Questo parere contrario per noi è incomprensibile, anzi, più che incomprensibile, è scandaloso. È scandaloso che un Governo, che dice di essere dalla parte degli italiani e di voler ridurre le tasse, nella pratica delibera balzelli che vanno a colpire due volte i cittadini. L'aumento delle tariffe autostradali, che è quello che contestiamo in questo ordine del giorno, infatti, non colpirà solo chi si muove in auto, ma anche le merci che viaggiano su gomma, alzandone il costo medio chilometrico, che poi sarà scaricato sui consumatori, colpiti quindi due volte.

Con il nostro ordine del giorno abbiamo provato a ricordare alla maggioranza quando i loro esponenti, e in particolare il Ministro Salvini, nel 2014, manifestavano a gran voce contro gli aumenti dei pedaggi autostradali. A quanto pare non è bastato rinfrescare la memoria al Governo per farvi tornare sui vostri passi, ma, d'altronde, solo gli stolti non cambiano mai idea (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/103 Pastorella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Ordine del giorno n. 9/730/104 Rotelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/730/105 Mollicone, accettato come raccomandazione. Onorevole Mollicone? Va bene.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/730/106 Grimaldi, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà, per tre minuti.

MARCO GRIMALDI (AVS). Sì, sarò molto breve, grazie. Devo dire che non sono stupito quindi ci metterò pochi minuti. Vorrei darvi però un dato. Il rapporto mensile sul sistema elettrico nazionale di Terna conferma più o meno i dati dello scorso anno, anche in termini di richiesta del sistema Paese. Ci testimonia che, più o meno, la produzione di energia elettrica è ancora al 54,3 per cento da fonti non rinnovabili, il 31,8 per cento da fonti rinnovabili e il restante dalla quota del saldo estero. Però, che cosa ci dice in più? Ci dice che, nello scorso anno, la produzione da fonti non rinnovabili è aumentata dell'8 per cento e quella da energie alternative, invece, è diminuita del 12 per cento rispetto al 2021, insomma, un mondo alla rovescia. Che cosa vi stiamo chiedendo? Che cosa avremmo voluto sentirvi dire? Avremmo voluto che, almeno per garantire l'autorizzazione di 60 gigawatt di energia alternative, questo Governo avesse fatto quantomeno quello che è disposto a fare per tutto il resto, per i rigassificatori, per le vostre trivelle. Chiedevamo di consentire di ridurre i tempi di conclusione degli iter autorizzativi. È così strano? È così anomalo? Siamo anche arrivati a dire che siamo disponibili, ovviamente nel rispetto dell'ambiente, a chiedere che il Governo nel primo provvedimento utile nomini un commissario straordinario proprio per le energie alternative, per sbloccare quello che ci chiedono tantissime aziende elettriche, aziende italiane, quelle che non ascoltate mai, ma che ci chiedono di fatto di sbloccare tutti gli investimenti, utili, adesso, per uscire dalla nostra dipendenza fossile, dalla nostra dipendenza energetica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/106 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9730/107 Zanella, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Sempre sulle trivelle, anch'io non sono meravigliata della posizione del Governo, ma “Basta estrazione, il Polesine ha già dato!” Non sono io ad affermarlo, non è un esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, ma è Luca Zaia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra - Commenti), l'11 novembre del 2022, presidente della regione Veneto. E aggiunge: “Mantengo la mia posizione critica per il ‘no', considerando che ho sostenuto, come molti e molte di voi, il referendum…

PRESIDENTE. Onorevole, per favore, non indichi, parli rivolta a me.

LUANA ZANELLA (AVS). Scusi, mi sono fatta prendere da (Commenti)… Dicevo:“(…) il referendum del 2016 e la comunità scientifica si è espressa negativamente”. Ecco, queste sono le parole del presidente della mia regione. L'articolo 4 del provvedimento dispone, invece, una deroga alla normativa e alla pianificazione vigenti, aprendo le concessioni di coltivazione di idrocarburi nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del Po, a una distanza dalle linee di costa superiore a 9 miglia. Dette concessioni devono contare su un potenziale minerario di gas superiore a 500 milioni di metri cubi. Queste scelte sono in evidente contrasto con l'articolo 9 della Costituzione e sono sicuramente un detrimento rispetto all'obiettivo di decarbonizzazione del settore energetico. Inoltre, la quantità di gas recuperabile grazie a queste previsioni sarebbe di circa 15 miliardi in dieci anni, appena 1,5 ogni anno, pari al 2 per cento del fabbisogno.

È equivalente poi a quanto produrrebbero i 60 gigawatt di impianti di rinnovabili, qualora fossero sbloccati. Questi corrispondono a un terzo delle domande di allaccio già presentate. A rischio sono aree marine vincolate, territori di pregio, come il Delta del Po, territorio anfibio fragilissimo, esposto a subsidenza, all'erosione costiera e alla risalita del cuneo salino, che – ricordo- quest'estate è arrivato fino a 40 chilometri nell'entroterra, ha compromesso la produzione agricola e ha rovinato imprese e famiglie. Questo ordine del giorno era teso, appunto, a chiedere al Governo che si mettesse un attimo la mano sulla coscienza, ripensasse alla politica energetica e predisponesse interventi efficaci a contrastare il cambiamento climatico, scongiurare per quanto riguarda questi territori la subsidenza e i danni ambientali ed economici per le aree costiere e marine (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/107 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/108 Evi, su cui c'è il parere contrario del Governo. Onorevole Evi?

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Oggi abbiamo votato questo decreto Aiuti-quater, un decreto sconsiderato, un decreto pericolosissimo, perché riprende le trivelle. Potrà far ricominciare a trivellare i nostri mari, che sono già ipersfruttati per quanto riguarda la sovrappesca, penso all'inquinamento. E adesso, per andare a cercare quelle poche briciole di gas che sono contenute nei fondali marini, e che vi stiamo dicendo in tutti i modi che sono veramente quantità irrisorie e che per andare ad estrarle si fanno danni immensi agli ecosistemi marini, è molto probabile che si continuerà ad utilizzare una tecnica, quella dell'air gun, che anche l'ISPRA ci dice nei suoi rapporti essere una tecnica nociva per gli ecosistemi marini, per la fauna marina, e che quindi invoca la possibilità di avere un approccio cautelativo e di precauzione rispetto all'utilizzo di questa tecnica, perché gli effetti nocivi e negativi sono ormai confermati da una folta e profonda letteratura scientifica. La scienza, questa scienza che, troppo spesso, viene calpestata e inascoltata.

Chiedo al Governo ancora una volta, invece, di prestare attenzione a tutto questo e chiedo di evitare di procedere con tecniche come l'air gun. È il motivo per cui nel nostro ordine del giorno abbiamo chiesto in maniera molto chiara di introdurre un divieto dell'utilizzo di questa tecnica e di tutte le altre tecniche esplosive per le attività di ricerca e ispezione dei fondali marini per la coltivazione e la produzione di idrocarburi.

Chiedo veramente un cambio di passo perché quello che stiamo rischiando di vedere davanti a noi non è soltanto un collasso climatico, ma anche un collasso ambientale e degli ecosistemi marini, e non possiamo permettercelo, anche per garantire le attività economiche che il nostro Paese dovrebbe poter sostenere e, ancor di più, migliorare e potenziare proprio per gli ecosistemi marini, e quindi la vita nei nostri mari e le attività che hanno a che fare con il turismo e con la protezione e la tutela degli ecosistemi marini (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/108 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/109 Mari, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Mari?

FRANCESCO MARI (AVS). Accetto la riformulazione, ma chiedo che venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/109 Mari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/730/110 Borrelli, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno in realtà voleva aiutare il Governo in un errore clamoroso che ha fatto. Si sta scaricando addosso ai distributori di benzina la responsabilità dell'aumento del prezzo del carburante, ma sappiamo bene che non è così. Se le accise vengono tagliate, si abbassa il costo del carburante; se vengono reintrodotte, aumenta. Tra l'altro credo che il decreto del Consiglio dei ministri, che qualcuno definisce come quella trasmissione condotta da Iva Zanicchi, Ok, il prezzo è giusto!, sia un po' una presa per i fondelli, dal mio punto di vista, per i cittadini, per un motivo molto semplice: già è esposto il prezzo del gasolio e della benzina. Forse bisognava intervenire rispetto a quelli che casomai non lo espongono, perché ancora oggi, per chi non lo sapesse, ci sono alcune pompe di benzina un po' truffaldine che espongono, ad esempio, soltanto il prezzo del servito e non quella che praticamente è la differenza tra il servito e il fai da te. C'è un tema molto importante in questo momento: il costo del carburante sta creando notevoli problemi ai cittadini, e noi infatti avevamo proposto che il Governo facesse una cosa seria, e cioè che introducesse lui stesso, almeno in questa fase, i prezzi.

Avrebbe dovuto adottare un regime di listino di prezzi per questa fase. Non è stato accettato questo ordine del giorno, ma noi insistiamo su una cosa. Se la visione del futuro del nostro territorio per quanto riguarda lo spostamento non è sulle macchine, e noi da ambientalisti, da Alleanza Verdi e Sinistra, possiamo essere anche d'accordo, si è iniziata una campagna da area governativa e anche da ambienti del centrodestra contro l'uso delle macchine elettriche, i treni purtroppo hanno un grave deficit, soprattutto al Sud abbiamo un numero poco significativo per l'alta velocità, la mia domanda, la nostra domanda è: qual è la prospettiva e qual è la visione del trasporto nel nostro Paese?

Perché, se i costi continuano a lievitare, è vero, qualcuno dice che la riduzione dei prezzi è uguale tra chi ha una Ferrari e chi ha una Panda; è anche vero che quelli che hanno la Ferrari sono pochi, quelli che hanno la Panda sono tantissimi. Quindi non è vero che non è equo l'aumento dei prezzi. Nel momento in cui fai un aumento della benzina, colpisci soprattutto le fasce più deboli, perché sono quelle che maggiormente utilizzano le utilitarie o altri mezzi; colpisci fortemente il trasporto su gomma, non crei un'alternativa al trasporto su gomma, che dovrebbe essere quello, ad esempio, sui treni. E tutto questo in una visione in cui l'unico a essere colpito è il cittadino medio.

Almeno si poteva fare quello che ha fatto il Governo Draghi, cioè si abbassano totalmente le accise e non si dà, perdonatemi, la colpa alla guerra o ad altre situazioni di questo tipo, anche perché - e mi ricollego a quello che hanno detto i miei colleghi prima - anche in questo decreto c'è la questione delle trivelle che, secondo i dati forniti da Legambiente, WWF e Greenpeace, riguardano l'1,9 per cento della produzione nazionale di gas. Noi andiamo a trivellare i nostri mari per ottenere l'1,9 per cento di produzione di gas, un'autarchia abbastanza inutile e fortemente dannosa.

Tra l'altro, mi meraviglio - io sono stato tra i promotori del referendum come regione, e l'ho fatto assieme ad altri colleghi anche del centrodestra, tra cui il governatore del Veneto, ma anche altri - che all'improvviso, rispetto al referendum che abbiamo sostenuto in modo trasversale, in modo trasversale non si è detto di nuovo “no” alle trivelle. Noi invitiamo a votare questo ordine del giorno e ricordiamo al Governo che, se non si interviene in modo serio, il rischio che si corre è che i prezzi continueranno a salire (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Noi voteremo a favore di questo ordine del giorno, e vorrei rileggere l'impegno, perché “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare, stante la fase emergenziale, un regime di listini dei prezzi di carburante amministrati dallo Stato”, eccetera, eccetera. Io, francamente, non capisco il parere contrario. Intanto, è “a valutare”; secondo, c'è stata anche in quest'Aula - lo rispetto - un'assunzione di responsabilità sulla scelta di togliere le accise, lo è stato fatto, ripeto, anche poco fa dal collega Foti, però in questi giorni si è molto accentuato il tema di possibili speculazioni o di speculazioni vere e proprie, si è richiamato l'intervento della Guardia di finanza. Insomma, se si rivelasse l'esistenza di una speculazione, una delle armi che ha lo Stato per controbattere la speculazione è proprio quello di istituire, transitoriamente, per un periodo limitato, proprio un regime di listini amministrati dei prezzi dei carburanti. Quindi nessuna volontà di ritornare indietro a tempi passati, a regimi del passato, però questo è uno strumento che lo Stato può utilizzare proprio per contrastare la speculazione. Invito, quindi, il Governo a riflettere di nuovo sul parere, perché credo che sia sbagliato negare questa possibilità da parte dello Stato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/110 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Ordine del giorno n. 9/730/111 Fratoianni, parere contrario del Governo. Onorevole Fratoianni? Onorevole Fornaro? Onorevole Fornaro, lei ha già fatto due interventi.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Solo una dichiarazione di voto di astensione. Siamo d'accordo sul principio, c'è però un tema relativo alle percentuali…

PRESIDENTE. Onorevole, la prego, non lo può fare.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/111 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Ordine del giorno n. 9/730/112 Dori, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Io chiedo al Governo di rivedere il parere e dare un parere favorevole, o almeno accogliere come raccomandazione questo ordine del giorno, non perché lo chiediamo noi, ma perché abbiamo recepito una richiesta che è arrivata direttamente da ANCI già in occasione della legge di bilancio. Quindi, se non volete ascoltare noi, ascoltate almeno i comuni italiani e ve lo dice il gruppo parlamentare che per primo, in tempi non sospetti, ha chiesto di prelevare gli extraprofitti delle grandi compagnie energetiche. Però qui chiediamo al Governo che venga esclusa l'energia prodotta dagli impianti a fonti rinnovabili di proprietà dei comuni.

Se date un parere contrario, vuol dire che volete mettere in ginocchio i comuni. L'ANCI, infatti, ha stimato che la restituzione degli extraprofitti generati da impianti rinnovabili in conto energia impatta su un totale di circa 1.200 comuni di varie dimensioni, che con tali somme, in sostanza, finanziano anche parte dei servizi erogati dall'ente alla comunità locale. Poiché l'applicazione di tale norma porterebbe la maggior parte di questi enti locali in uno squilibrio finanziario, l'ANCI da subito ha contestato l'applicazione di tale norma alla pubblica amministrazione e, in particolare, ai comuni, proprio per obiettive ed evidenti ragioni tra le quali quella che i proventi dei comuni proprietari degli impianti non sono in alcun modo assimilabili alla nozione di extraprofitto, con riferimento, quindi, sia al profilo soggettivo che oggettivo. Si tratta di proventi destinati alla collettività e alle erogazioni - lo ribadisco - dei servizi ai cittadini e non all'utile o al profitto privato. Quindi, una tale assimilazione appare davvero paradossale e necessita di una soluzione che chiarisca, in via interpretativa o normativa, l'esclusione dei comuni dall'applicazione della norma. Quindi chiedo nuovamente al Governo di rivedere il proprio parere e convertirlo in un parere favorevole o almeno, lo ribadisco, accoglierlo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Lo accantono un attimo per un approfondimento.

PRESIDENTE. Tenga conto che è l'ultimo, Vice Ministra. Accantoniamo anche questo e, nel frattempo, passiamo agli ordini del giorno accantonati precedentemente.

Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno n. 9/730/13 Boldrini, n. 9/730/25 Ubaldo Pagano e n. 9/730/33 Ciani.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/730/13 Boldrini, il parere cambia da raccomandazione a favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità” e “compatibilmente con i vincoli di bilancio”.

PRESIDENTE. Un attimo, Vice Ministra. Onorevole Boldrini?

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Con riferimento alla riformulazione la ringrazio, signora Vice Ministra, per aver voluto riconsiderare la sua decisione. Chiederei, comunque, di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Allora, Vice Ministra, se lei concorda, facciamo uno per uno.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/13 Boldrini, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

Ordine del giorno n. 9/730/25 Ubaldo Pagano. Il Governo?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Viene espunta il quarto capoverso della premessa e viene dato un parere favorevole con la riformulazione dell'impegno, che cambia così: “a valutare l'opportunità di prorogare per gli istituti autonomi case popolari (IACP) comunque denominati, nonché per gli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti istituti, istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di in house providing per interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica, le disposizioni in materia di superbonus di cui all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, convertito con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, anche valutando la riduzione della detrazione”.

PRESIDENTE. Onorevole Ubaldo Pagano? Ha trenta secondi.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Presidente, ringrazio la Vice Ministra e anche alcuni colleghi della maggioranza che hanno aiutato alla condivisione di un testo che, sebbene nella parte finale comunque non sia perfetto, almeno tiene accesa una fiammella che noi speriamo possa diventare una cosa utile, perché continuare a fare la guerra ai poveri non penso che paghi nessuno.

PRESIDENTE. Quindi, accoglie la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/730/33 Ciani. Il Governo?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/730/33 Ciani, per quanto riguarda le premesse, rimane contrario, invece, per quanto riguarda gli impegni viene proposta una riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere risorse economiche adeguate, affinché in tutti gli istituti penitenziari, anche minorili, possa essere agevolata l'installazione dei pannelli fotovoltaici o, comunque, l'installazione di fonti di energia rinnovabile, al fine non solo di risparmiare sui costi delle bollette, ma anche di offrire maggiori opportunità ai detenuti, attraverso il reinvestimento delle risorse così risparmiate in progetti sociali all'interno degli stessi istituti penitenziari”.

PRESIDENTE. Onorevole Ciani? Ha un minuto e mezzo residuo.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Presidente, ringrazio la Vice Ministra, accetto la riformulazione e chiedo che sia messo al voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/33 Ciani, come riformulato, con parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Abbiamo, adesso, da recuperare l'ultimo accantonato, l'ordine del giorno n. 9/730/112 Dori.

Vice Ministra Gava?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Allora, cambio il parere in favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare di prevedere con futuri interventi normativi”.

PRESIDENTE. Onorevole Dori?

DEVIS DORI (AVS). Sì, accetto la riformulazione e chiedo che venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/730/112 Dori, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 12 gennaio, a partire dalle ore 10,30, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale prevista per le ore 12.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di gennaio 2023.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto, ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento, il seguente calendario dei lavori per il mese di gennaio 2023:

Giovedì 12 gennaio (ore 10,30)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 730 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, recante misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica (approvato dal Senato – scadenza: 17 gennaio 2023) (per le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale alle ore 12)

Votazione per l'elezione di nove componenti effettivi e nove componenti supplenti della delegazione presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa

Esame delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge n. 750 - Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori (da inviare al Senato – scadenza: 3 marzo 2023)

Venerdì 13 gennaio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 16 gennaio (ore 10 e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 674 – Conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022 (da inviare al Senato – scadenza: 1° febbraio 2023)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 698 - Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione (da inviare al Senato – scadenza: 10 febbraio 2023)

Martedì 17 gennaio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 17 (ore 12-14,30), mercoledì 18 (ore 9,30 - 13,30 e 16 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 19 gennaio (ore 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, ed eventualmente nella giornata di venerdì 20 gennaio)

Deliberazione sull'urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento) sulla proposta di legge n. 103 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 674 – Conversione in legge del decreto-legge 3 dicembre 2022, n. 186, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi eccezionali verificatisi nel territorio dell'isola di Ischia a partire dal 26 novembre 2022 (da inviare al Senato – scadenza: 1° febbraio 2023)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 698 - Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione (da inviare al Senato – scadenza: 10 febbraio 2023)

Martedì 17 gennaio, alle ore 16, è convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di dieci componenti il Consiglio superiore della magistratura. La chiama avrà inizio dai senatori.

Mercoledì 18 gennaio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 19 gennaio (ore 9,30)

Comunicazioni del Ministro della giustizia sull'amministrazione della giustizia

Venerdì 20 gennaio (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 23 gennaio (antimeridiana/pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 389 - Conversione in legge del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, recante disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina (approvato dal Senato – scadenza: 31 gennaio 2023)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 640 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (ove concluso dalla Commissione)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge n. 73, 271, 338, 528 e abbinata - Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 585 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione contro il doping, fatto a Varsavia il 12 settembre 2002

Martedì 24 gennaio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 24 (ore 12-14,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 25 (ore 9,30 - 13,30 e 16 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 26 gennaio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, ed eventualmente nella giornata di venerdì 27 gennaio)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 389 - Conversione in legge del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, recante disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina (approvato dal Senato – scadenza: 31 gennaio 2023)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 640 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (ove concluso dalla Commissione)

Seguito dell'esame delle proposte di legge n. 73, 271, 338, 528 e abbinata - Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 585 - Ratifica ed esecuzione del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione contro il doping, fatto a Varsavia il 12 settembre 2002

Mercoledì 25 gennaio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 27 gennaio (ore 9.30)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 391 - Conversione in legge del decreto-legge 5 dicembre 2022, n. 187, recante misure urgenti a tutela dell'interesse nazionale nei settori produttivi strategici (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 3 febbraio 2023)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge n. 303, 387 e 692 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (ove concluso dalla Commissione)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge n. 80, 532 e 605 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (ove concluso dalla Commissione)

Lunedì 30 (ore 12-14,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), martedì 31 gennaio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 1° (ore 9,30 - 13,30 e 16 - 20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 2 febbraio (ore 9,30-13,30)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 391 - Conversione in legge del decreto-legge n.187 del 2022, recante misure urgenti a tutela dell'interesse nazionale nei settori produttivi strategici (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 3 febbraio 2023)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito esame delle proposte di legge n. 303, 387 e 692 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (ove concluso dalla Commissione)

Seguito esame delle proposte di legge n. 80, 532 e 605 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (ove concluso dalla Commissione)

Mercoledì 1° febbraio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Giovedì 2 febbraio (ore 15-20 con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e, eventualmente, nella giornata di venerdì 3 febbraio)

Esame del disegno di legge n. 750 - Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori (da inviare al Senato – scadenza: 3 marzo 2023)

Ove nella seduta del Parlamento in seduta comune del 17 gennaio non risultassero eletti i componenti di nomina parlamentare, il Presidente si riserva di convocare il Parlamento in seduta comune ogni martedì alla stessa ora fino all'elezione di tutti i componenti.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame delle proposte di legge n. 640, nn. 73, 271, 338, 528 e abbinata, nn. 303, 387 e 692 e nn. 80, 532 e 605 sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Simone Billi. Ne ha facoltà, per 2 minuti.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Da questo mese, gennaio 2023, dovrebbe iniziare l'obbligo dell'uso dello SPID o della carta di identità elettronica per accedere ai servizi consolari online, ad esempio attraverso il portale Fast It. Sono circa 63.500 gli italiani all'estero che hanno attivato lo SPID, rappresentano pertanto solo l'1 per cento degli iscritti AIRE, e sono circa 233 mila le carte d'identità elettroniche emesse, quindi sono meno del 10 per cento degli italiani all'estero. Pertanto, Ministro, sottosegretario, richiedo urgentemente che il Governo prenda in esame, anche nel decreto Milleproroghe in discussione in questi giorni, una ulteriore proroga, almeno fino a fine legislatura, dell'uso obbligatorio di SPID e carta d'identità elettronica per l'accesso ai servizi consolari online degli italiani all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). La ringrazio, Presidente. La vigilia di Natale è morto a Parma, dove nacque, Vittorio Adorni. Aveva 85 anni e una grande storia alle spalle. Molti lo ricorderanno come campione di ciclismo. Esordì tra i professionisti nel 1961. Le sue vittorie più importanti furono segnate da distacchi quasi epocali: vinse il Giro d'Italia del 1965, con oltre 11 minuti di vantaggio sul secondo e oltre 12 sul compagno di squadra, Felice Gimondi. Fu campione del mondo su strada in Italia: era il 1° settembre 1968, a Imola, dopo una fuga iniziata a 90 chilometri dal traguardo, aveva quasi 10 minuti di distacco dal secondo. Salì più volte sul podio della Milano-Sanremo e della Liegi-Bastogne-Liegi, e nel suo palmarès ci sono anche un Giro del Belgio, un giro della Sardegna, due Tour de Romandie, un giro di Svizzera, una Coppa Bernocchi e tante altre vittorie. Dopo il ritiro, nel 1970, non abbandonò il ciclismo, ma fu direttore tecnico prima della Salvarani, poi della Bianchi, oltre che presidente del consiglio del ciclismo professionistico all'interno dell'Unione ciclistica internazionale. Parallelamente, fu commentatore televisivo, opinionista e addirittura conduttore di un quiz televisivo, a conferma della sua empatia e della sua umanità, oltre che della sua competenza e capacità di affascinare. Il suo amore per la mia città, Parma, lo portò ad accettare l'incarico di assessore allo sport dal 2006 al 2009, poi fu nel CDA di una partecipata che si occupava di servizi per l'infanzia. Insomma, non si girò mai dall'altra parte: aveva a cuore Parma, lo sport e i giovani, e lavorò per loro. Nel maggio scorso fu tra i più entusiasti spettatori del passaggio del Giro d'Italia a Parma. Fu una grande persona per talento, intelligenza, cortesia e capacità. Instaurò rapporti di amicizia a tutti i livelli dello sport, della televisione e della politica, ottenendo sempre tributi di stima e affetto.

È una persona che mancherà all'Italia oltre che alla mia città e che merita di essere ricordato come esempio di determinatezza, lealtà e strategia per i ragazzi che devono conoscere la gloriosa storia del ciclismo in Italia negli anni Sessanta e Settanta, uno sport che l'Italia dominava e che, per gli sforzi, le salite e le discese veniva considerato un parallelismo del lavoro in quell'epoca storica, quell'epoca che portò al boom economico del nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Il fenomeno della migrazione irregolare è un fenomeno che pervade il Mezzogiorno d'Italia; abbiamo visto nella manovra di bilancio che il Governo ha preso impegni concreti relativamente alle realtà siciliane, per esempio, dei nostri fratelli siciliani, in merito alla necessità di sostenere realtà che sono avamposto in questo fenomeno di accoglienza e di primo soccorso. Seguendo le istanze - vorrei che rimanesse agli atti di questa Camera, è molto importante - che ci sono giunte e mi sono giunte direttamente dall'amministrazione comunale di Roccella Ionica, ma che riguardano altre realtà importanti, di cittadine come Reggio Calabria, Crotone, Isola Capo Rizzuto, Ardore, Stilo, Siderno e tante altre realtà, prendiamo un impegno solenne relativamente a quello che sarà il prossimo decreto Flussi, che è stato già incardinato nelle Commissioni riunite Affari costituzionali e trasporti e che va nella direzione di spiegare come sia ormai necessario intervenire in modo concreto affinché in realtà avamposto come quella calabrese, che ad oggi, secondo i dati del Ministero dell'Interno, si attestano al secondo posto relativamente al flusso di sbarchi, al numero di sbarchi irregolari sulle coste italiane, venga data la giusta attenzione. Questo per dare seguito anche agli impegni che il Ministro Piantedosi ha voluto enunciare, soltanto due giorni fa, in Sicilia, parlando soprattutto della Calabria, ma certamente rimanendo nella cornice imprescindibile della battaglia e della lotta contro l'immigrazione irregolare, contro l'immigrazione clandestina, che rimane un caposaldo di questo Esecutivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi di fine seduta.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 12 gennaio 2023 - Ore 10,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e, alle ore 12, della votazione finale):

S. 345 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, recante misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica (Approvato dal Senato). (C. 730​)

Relatore: TREMAGLIA.

2. Votazione per l'elezione di nove componenti effettivi e nove componenti supplenti della delegazione presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

3. Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 2 gennaio 2023, n. 1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori (C. 750​)

La seduta termina alle 20,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Bof ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 6 e 29 la deputata Bisa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 il deputato Borrelli ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 22 e 29 il deputato Patriarca ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 37 il deputato Borrelli ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 39 il deputato Berruto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 la deputata Mantovani ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 49 il deputato Borrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 730 - ODG N. 2 275 236 39 119 82 154 50 Resp.
2 Nominale ODG 9/730/6 284 279 5 140 121 158 48 Resp.
3 Nominale ODG 9/730/7 286 285 1 143 122 163 48 Resp.
4 Nominale ODG 9/730/8 287 285 2 143 122 163 48 Resp.
5 Nominale ODG 9/730/14 292 289 3 145 122 167 46 Resp.
6 Nominale ODG 9/730/16 290 285 5 143 124 161 46 Resp.
7 Nominale ODG 9/730/17 305 303 2 152 129 174 45 Resp.
8 Nominale ODG 9/730/18 RIF. 303 300 3 151 297 3 45 Appr.
9 Nominale ODG 9/730/19 305 301 4 151 128 173 45 Resp.
10 Nominale ODG 9/730/20 RIF. 302 300 2 151 298 2 45 Appr.
11 Nominale ODG 9/730/21 300 296 4 149 124 172 45 Resp.
12 Nominale ODG 9/730/23 294 291 3 146 108 183 45 Resp.
13 Nominale ODG 9/730/24 RIF. 300 298 2 150 297 1 45 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/730/26 295 292 3 147 127 165 45 Resp.
15 Nominale ODG 9/730/27 298 295 3 148 88 207 45 Resp.
16 Nominale ODG 9/730/28 299 296 3 149 128 168 45 Resp.
17 Nominale ODG 9/730/29 RIF. 298 254 44 128 250 4 45 Appr.
18 Nominale ODG 9/730/32 301 257 44 129 89 168 45 Resp.
19 Nominale ODG 9/730/40 296 291 5 146 124 167 45 Resp.
20 Nominale ODG 9/730/41 296 291 5 146 125 166 45 Resp.
21 Nominale ODG 9/730/42 293 248 45 125 76 172 45 Resp.
22 Nominale ODG 9/730/43 293 288 5 145 122 166 45 Resp.
23 Nominale ODG 9/730/44 296 293 3 147 125 168 45 Resp.
24 Nominale ODG 9/730/45 297 293 4 147 124 169 45 Resp.
25 Nominale ODG 9/730/46 295 291 4 146 123 168 45 Resp.
26 Nominale ODG 9/730/47 RIF. 299 243 56 122 234 9 45 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/730/55 RIF. 296 239 57 120 233 6 45 Appr.
28 Nominale ODG 9/730/60 RIF. 291 289 2 145 286 3 45 Appr.
29 Nominale ODG 9/730/62 293 290 3 146 122 168 45 Resp.
30 Nominale ODG 9/730/63 288 284 4 143 105 179 45 Resp.
31 Nominale ODG 9/730/64 289 285 4 143 118 167 45 Resp.
32 Nominale ODG 9/730/65 283 279 4 140 103 176 45 Resp.
33 Nominale ODG 9/730/66 281 250 31 126 92 158 45 Resp.
34 Nominale ODG 9/730/68 281 272 9 137 96 176 45 Resp.
35 Nominale ODG 9/730/70 287 282 5 142 116 166 45 Resp.
36 Nominale ODG 9/730/71 277 273 4 137 112 161 45 Resp.
37 Nominale ODG 9/730/72 280 224 56 113 46 178 45 Resp.
38 Nominale ODG 9/730/73 268 266 2 134 106 160 45 Resp.
39 Nominale ODG 9/730/75 274 269 5 135 94 175 45 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/730/76 274 271 3 136 112 159 45 Resp.
41 Nominale ODG 9/730/78 272 267 5 134 98 169 45 Resp.
42 Nominale ODG 9/730/79 271 266 5 134 101 165 45 Resp.
43 Nominale ODG 9/730/80 RIF. 274 271 3 136 256 15 45 Appr.
44 Nominale ODG 9/730/81 265 263 2 132 94 169 45 Resp.
45 Nominale ODG 9/730/82 265 262 3 132 110 152 45 Resp.
46 Nominale ODG 9/730/83 262 256 6 129 92 164 45 Resp.
47 Nominale ODG 9/730/84 260 242 18 122 91 151 45 Resp.
48 Nominale ODG 9/730/85 254 251 3 126 100 151 45 Resp.
49 Nominale ODG 9/730/86 248 246 2 124 97 149 45 Resp.
50 Nominale ODG 9/730/87 256 254 2 128 103 151 45 Resp.
51 Nominale ODG 9/730/89 256 253 3 127 100 153 45 Resp.
52 Nominale ODG 9/730/90 256 253 3 127 99 154 45 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/730/91 254 252 2 127 100 152 45 Resp.
54 Nominale ODG 9/730/97 254 249 5 125 92 157 45 Resp.
55 Nominale ODG 9/730/98 257 254 3 128 100 154 45 Resp.
56 Nominale ODG 9/730/99 257 254 3 128 103 151 45 Resp.
57 Nominale ODG 9/730/101 255 252 3 127 103 149 45 Resp.
58 Nominale ODG 9/730/102 246 208 38 105 65 143 45 Resp.
59 Nominale ODG 9/730/103 254 214 40 108 66 148 45 Resp.
60 Nominale ODG 9/730/106 245 245 0 123 100 145 45 Resp.
61 Nominale ODG 9/730/107 251 248 3 125 91 157 45 Resp.
62 Nominale ODG 9/730/108 248 239 9 120 92 147 45 Resp.
63 Nominale ODG 9/730/109 RIF. 241 238 3 120 238 0 45 Appr.
64 Nominale ODG 9/730/110 243 208 35 105 58 150 45 Resp.
65 Nominale ODG 9/730/111 241 164 77 83 11 153 45 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 68)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ODG 9/730/13 RIF. 231 229 2 115 224 5 45 Appr.
67 Nominale ODG 9/730/33 RIF. 234 231 3 116 231 0 45 Appr.
68 Nominale ODG 9/730/112 RIF. 234 233 1 117 233 0 45 Appr.