Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 26 di giovedì 22 dicembre 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 8,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 dicembre 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 59, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 21 dicembre 2022, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla V Commissione (Bilancio):

S. 345 – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, recante misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica” (approvato dal Senato) (730) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Annunzio della nomina di Vice Ministri.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 15 dicembre 2022, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera:

“Onorevole Presidente, La informo che, con decreti del Presidente della Repubblica in data odierna, adottati su mia proposta, previa approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, a norma dell'articolo 10, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, delle deleghe di funzioni conferite dai Ministri degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, della Giustizia, delle Imprese e del made in Italy, dell'Ambiente e della sicurezza energetica, delle Infrastrutture e dei trasporti, del Lavoro e delle politiche sociali, è stato attribuito il titolo di Vice Ministro ai Sottosegretari di Stato presso i medesimi Dicasteri onorevole Edmondo Cirielli, senatore Francesco Paolo Sisto, dottor Valentino Valentini, onorevole Vannia Gava, onorevole Galeazzo Bignami, onorevole Edoardo Rixi, onorevole Maria Teresa Bellucci.

  firmato: Giorgia Meloni”.

In morte dell'onorevole Alberto Asor Rosa.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Alberto Asor Rosa, già membro della Camera dei deputati nella VII legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Unendomi anche io al cordoglio per la famiglia dell'ex deputato Alberto Asor Rosa, le chiedo la parola per una vicenda molto grave. Durante l'esame in sede referente del bilancio di previsione è stato approvato un emendamento, inizialmente giudicato inammissibile e successivamente riammesso, che reca modifiche all'articolo 19 della legge 11 febbraio 1992, n. 157. L'emendamento, tra l'altro, era già stato portato da noi alla sua attenzione, per il suo profilo di inammissibilità per motivi ordinamentali. Le modifiche, di fatto, alla normativa sulla protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio introdotte nel disegno di legge consentono alle regioni di adottare un nuovo regime di controllo delle specie di fauna selvatica. Le vigenti disposizioni sul controllo della fauna selvatica, previste dalla legge n. 157 del 1992, stabiliscono che il controllo venga esercitato selettivamente e sia praticato di norma mediante l'utilizzo di metodi ecologici, su parere dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica, principio cancellato da questo emendamento introdotto. Nella legge n. 157 del 1992 si stabilisce che l'attività può essere esercitata purché non contrasti con l'esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole. L'attività venatoria deve innanzitutto essere subordinata alla conservazione della fauna selvatica omeoterma, anche nel rispetto delle convenzioni internazionali e delle direttive europee recepite formalmente dalla stessa legge n. 157 del 1992, le cosiddette direttive Habitat.

L'Italia, tra l'altro, ha aderito alle convenzioni internazionali e dato attuazione alle direttive europee. L'ordinamento comunitario limita la caccia ad alcune specie espressamente menzionate e stabilisce una serie di principi ecologici e di obblighi giuridici applicabili all'attività venatoria.

Con la riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione, di cui alla legge costituzionale del 22 febbraio 2022, n. 1, la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi sono ora principi costituzionali e la nuova disposizione contiene l'esplicita previsione secondo cui la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. Quindi, la regolazione del controllo della fauna selvatica da parte delle leggi deve poter essere adottata, controllata e interpretata attraverso indicazioni univoche del testo costituzionale. Essendo noto che il Governo porrà la fiducia sul disegno di legge di bilancio, siamo a richiedere, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, sulla base dei profili di incostituzionalità e di contrasto con la normativa dell'Unione europea dell'articolo 78-bis, introdotto nel disegno di legge citato: in primo luogo, di consentire l'esame e la votazione del suddetto articolo, quindi con un nostro emendamento soppressivo, prima che i rilievi arrivino sull'intero testo, e qui mi rivolgo principalmente al Governo; in secondo luogo, la possibilità di uno stralcio (questo è ancora possibile); in terzo luogo, Presidente, se corrisponde al vero che il testo che stiamo per iniziare a discutere deve effettivamente ritornare in Commissione; in tal caso, le chiedo un'ulteriore possibilità. Siamo davvero certi che, davanti a una Commissione che dovrebbe riformulare emendamenti per 400 milioni di euro, sia legittimo iniziare la discussione generale su questo punto? Allora, avete più possibilità. La prima è sospendere i lavori e ritornare in Commissione, anche ipotizzando lo stralcio di quell'emendamento. La seconda, che è quella che le abbiamo proposto con una lettera: farci votare questo emendamento soppressivo prima della fiducia, per evitare che poi questo stesso testo, questa stessa legge di bilancio debba ritornare alle Camere per quei sospetti di costituzionalità di cui le abbiamo parlato. Non credo sia necessario, di fronte a una manovra che ha pochissimo tempo ancora per arrivare ad approvazione definitiva prima del 31 dicembre, continuare ad andare avanti in questo modo.

E dico un'ultima cosa, non so se ho ancora tempo a disposizione, ma ho finito: a lavorare male, ad aspettare per una settimana gli emendamenti del Governo poi si commettono errori, come quelli fatti in queste ultime ore. La copertura di 400 milioni di euro di alcuni emendamenti non è uno scherzo, quindi le chiedo prima di tutto, Presidente, se corrisponda al vero che il testo deve ritornare in Commissione per l'esame di alcune coperture.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Non entro, signor Presidente, nel merito delle competenze del Governo, perché ovviamente il Governo può proporre, in questa sede, ciò che ritiene più opportuno. Debbo dire, però, che ho ascoltato, da parte dell'onorevole Grimaldi, una proposta irrituale per quanto riguarda lo stato dell'arte. Come è noto, infatti, siamo qui per discutere le linee generali del provvedimento e l'onorevole Grimaldi ha partecipato alla capigruppo dove è stato deciso che prima delle ore 11 non potessero esservi votazioni. Non si vede perché questa questione debba essere posta a inizio di seduta e non, tutt'al più, nel momento in cui quella votazione dovrebbe riguardare, tra l'altro - considerato che ne ha accennato - un rinvio in Commissione. In quel momento il Parlamento deciderà qual è il mandato della Commissione rispetto al testo, tenendo presente che non si può stravolgere il precedente per cui non si va a riaprire il dibattito in Commissione, né per un emendamento, né per i 400 emendamenti accantonati, perché, diversamente, si dovrebbe fare un ragionamento di questo tipo, per una questione di parità di condizioni.

Quindi, chiedo che si rispetti formalmente ciò che il Regolamento prevede, le procedure parlamentari prevedono, i precedenti insegnano, perché non è che i precedenti valgono per alcuni e non per altri. In questo consesso, i precedenti sono stati applicati sempre da tutti i Presidenti e tutti hanno sempre convenuto di non discostarsi dagli stessi, soprattutto nel momento in cui si parla di legge di bilancio.

Quanto a supposti vizi di costituzionalità che l'onorevole Grimaldi rileva in un articolo, se dovessimo considerare quelli che possono essere giudizi soggettivi, potremmo ritenere che vi sono anche altri emendamenti, non presentati dalla maggioranza, che potrebbero essere oggetto di questi rilievi. Ma questa non è la Corte costituzionale, questo è il Parlamento della Repubblica e sarebbe buona cosa che i due organi non venissero sovrapposti, nelle competenze e per quanto riguarda i giudizi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Foti. Sulla circostanza che il testo dell'ordine del giorno debba ritornare in Commissione, la Presidenza al momento non è in grado di fornire risposte. Sulla richiesta di rinvio in Commissione prima della discussione sulle linee generali, rammento che non è possibile accedere alla sua richiesta di rinvio in Commissione del provvedimento in quanto è ora previsto lo svolgimento della discussione sulle linee generali.

Ci troviamo in una fase della seduta in cui non sono previste votazioni. La sua proposta potrà essere presa in considerazione quando si passerà alla fase del seguito dell'esame del provvedimento.

Sulla richiesta di votare separatamente la disposizione in materia di prelievo venatorio, con riferimento alle sue rimostranze, le faccio presente che, nel nostro ordinamento, spetta al Governo, per prerogativa di rango costituzionale, la decisione sulla posizione della questione di fiducia e sulla individuazione del relativo oggetto. Ove il Governo assuma tale decisione, non sono previsti nell'ordinamento parlamentare poteri presidenziali o strumenti procedurali per modificare o limitare l'oggetto della questione di fiducia, individuandone un diverso perimetro.

Discussione del disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (A.C. 643-bis-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 643-bis-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Ricordo che l'esame in Assemblea dei provvedimenti si articolerà nei termini seguenti: una volta conclusa la discussione sulle linee generali, l'Assemblea procederà all'esame degli articoli e degli emendamenti ad essi riferiti e, successivamente, all'esame degli ordini del giorno. Avrà poi luogo, ai sensi articolo 21, comma 12, della legge n. 196 del 2009, l'esame della Nota di variazioni che sarà presentata dal Governo, cui seguiranno le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 643-bis-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

La V Commissione (Bilancio) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice per la maggioranza, deputata Silvana Andreina Comaroli. A lei la parola, deputata Comaroli.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA), Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Innanzitutto, ringrazio il Ministro Giancarlo Giorgetti, perché ho fatto 15 leggi di bilancio ed è la prima volta che vedo il Ministro dell'Economia assistere alla discussione generale. Per questo, lo ringrazio, perché è veramente l'attenzione che si deve avere per questa Camera.

Presidente, le chiedo anche l'autorizzazione a depositare la relazione, perché farò solo brevi accenni sul contenuto.

Il disegno di legge all'esame in prima lettura presso la Camera dei deputati, esaminato in sede referente dalla Commissione bilancio, reca il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. Esso risulta suddiviso, secondo quanto prescritto dalla legge di contabilità e finanza pubblica, in due sezioni.

La sezione I dispone annualmente il quadro di riferimento finanziario e provvede alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente, al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi. Essa contiene, per ciascun anno del triennio di riferimento, le misure quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica definiti a livello macroeconomico nella NADEF del 2022, versione rivista e integrata del 4 novembre 2022.

La sezione II evidenzia, per ciascun programma, gli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni contenute dalla sezione I, il bilancio a legislazione vigente e le variazioni non determinate da innovazioni normative. Queste ultime includono anche rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni di entrate e di spese.

La manovra di finanza pubblica per il triennio 2023-2025, disposta con il disegno di legge di bilancio, si compone delle modifiche e delle innovazioni normative della sezione I del disegno di legge di bilancio e dei rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni.

Il disegno di legge di bilancio è coerente agli obiettivi programmatici di finanza pubblica indicati nella NADEF 2022.

Di seguito illustro, in modo sintetico, il contenuto delle più rilevanti disposizioni che abbiamo esaminato, che erano contenute nel disegno di legge di bilancio, in modo particolare l'energia. Il disegno di legge prevede numerosi interventi in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti. Si tratta di misure finalizzate a contenere i costi dell'energia. In modo particolare, l'articolo 28 istituisce un contributo di solidarietà straordinario, sotto forma di prelievo temporaneo per l'anno 2023, per i soggetti che producono, importano, distribuiscono o vendono energia elettrica, gas naturale o prodotti petroliferi, al fine di contenerne gli effetti dell'aumento dei prezzi e delle tariffe del settore energetico per le imprese e i consumatori.

Si riconoscono anche nel primo trimestre 2023, elevandone le percentuali, alcuni crediti d'imposta già concessi nel corso del 2022 per contrastare l'aumento dei costi dell'energia elettrica e del gas in capo alle imprese. È confermato, per il primo trimestre 2023, l'annullamento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema elettrico applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione e per altri usi.

Si modificano i requisiti di accesso ai bonus sociali nel settore elettrico e in quello del gas riconosciuti ai clienti domestici economicamente svantaggiati, aumentando da 12 mila a 15 mila euro il valore della soglia dell'indicatore ISEE per accedere alle agevolazioni per l'anno 2023.

Si istituisce un fondo, con una dotazione di 220 milioni di euro, per l'anno 2023, da destinare al contenimento delle conseguenze derivanti agli utenti finali degli aumenti dei prezzi nel settore del gas naturale.

L'articolo 11 riconosce un credito d'imposta a favore delle imprese esercenti attività agricola, della pesca e agro-meccanica, pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati effettuato nel primo trimestre dell'anno 2023. Tale agevolazione è, altresì, estesa, per lo stesso periodo, per le sole imprese esercenti attività agricole e della pesca. Nel corso dell'esame parlamentare, le norme fiscali, pur rimanendo ferme nell'impianto fondamentale, hanno subito modifiche. Un primo gruppo di misure ha l'obiettivo di assicurare la riduzione della pressione fiscale. Tra queste, ricordo l'innalzamento a 85 mila euro della soglia dei ricavi e compensi che consente di applicare un'imposta forfettaria del 15 per cento, sostitutiva di quelle ordinariamente previste. Ulteriori interventi agevolativi concernono la riduzione dal 10 al 5 per cento dell'aliquota di imposta sostitutiva sulle somme erogate sotto forma di premi di risultato e di partecipazione agli utili di impresa ai lavoratori dipendenti del settore privato; una aliquota IVA ridotta al 5 per cento per i servizi di teleriscaldamento, introdotta nel corso dell'esame in Commissione; il posticipo all'anno 2024 dall'entrata in vigore della plastic tax e della sugar tax; l'assoggettamento ad aliquota IVA ridotta al 5 per cento dei prodotti per la protezione dell'igiene femminile.

Inoltre, è stata ridotta l'IVA al 10 per cento, dall'attuale 22 per cento, con riferimento alla cessione del pellet.

Con riferimento al settore del commercio al dettaglio, viene prevista la possibilità di dedurre le quote di ammortamento dei costi dei fabbricati strumentali.

Sono introdotti anche interventi per favorire l'accesso all'abitazione. Viene infatti rifinanziato, con ulteriori 430 milioni, il Fondo di garanzia per la prima casa per l'anno 2023. Viene prorogata, al 31 dicembre 2023, la speciale disciplina emergenziale del Fondo di solidarietà per la cosiddetta sospensione dei mutui relativi all'acquisto della prima casa, che ne consente l'accesso a un più ampio novero di soggetti rispetto alle regole ordinarie.

Vengono prorogate al 31 dicembre 2023 le agevolazioni in materia di imposte indirette per l'acquisto della prima casa da parte degli under 36.

Sempre per questa finalità, nel corso dell'esame in Commissione, è stata introdotta la possibilità di detrarre dall'Irpef il 50 per cento dell'IVA versata per l'acquisto, sempre entro il 2023, di immobili residenziali di classe energetica A e B ceduti dalle imprese costruttrici. Sono stati riaperti per tutto l'anno 2023 i termini di operatività della disciplina che consente la rinegoziazione dei mutui ipotecari per l'acquisto o la ristrutturazione di abitazione stipulati con un tasso a rata variabile per tutta la durata del contratto. Sempre a tale ambito può riferirsi anche l'incremento per il 2023 da 5 mila a 8 mila euro la detrazione prevista per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione. Inoltre, ricordo l'introduzione di un'esenzione IMU per i proprietari di immobili occupati, che abbiano presentato regolare denuncia. Si innalzano, inoltre, le soglie dei ricavi da non superare per usufruire della cosiddetta contabilità semplificata, da 400 mila a 500 mila euro per le imprese che esercitano la prestazione di servizi e da 700 mila a 800 mila euro per le imprese aventi a oggetto altre attività. Si prevede l'estensione del criterio di derivazione rafforzata alle poste contabilizzate a seguito della correzione di errori contabili, e si applica ai soli soggetti che sottopongono il proprio bilancio di esercizio a revisione legale dei conti. Viene innalzato il valore soglia oltre il quale si applica il divieto al trasferimento di denaro contante, portandolo, a decorrere dal 1° gennaio 2023, da 1.000 a 5.000 euro. Viene istituito poi un tavolo permanente tra le categorie interessate per mitigare l'incidenza dei costi delle transazioni elettroniche fino a 30 euro e, parallelamente, viene previsto un contributo straordinario, pari al 50 per cento degli utili derivanti dalle commissioni, qualora il tavolo suddetto non giunga alla definizione di un livello dei costi equo. Un complesso di misure è diretto, inoltre, a definire una nuova pace fiscale tra i contribuenti e lo Stato italiano. Viene introdotto uno strumentario di norme che permette ai contribuenti di definire con modalità agevolate, e dunque in deroga alle regole ordinarie, la pretesa tributaria. Tra le varie misure, si consente di definire con modalità agevolata anche le somme dovute a seguito dal controllo automatizzato. Si consente poi di sanare le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi e adempimenti di natura formale, non rilevanti sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte. Si introduce la possibilità di definire con modalità agevolata gli atti del procedimento di accertamento adottati dall'Agenzia delle entrate. Grazie, Presidente, lascio la parola al collega.

PRESIDENTE. Grazie a lei. Ovviamente, al collega la parola gliela lascio io. Onorevole, è autorizzata a depositare il testo della sua relazione, così come richiesto al principio del suo intervento.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Roberto Pella.

ROBERTO PELLA (FI-PPE), Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente Rampelli. In tema di politiche attive e incentivi all'occupazione, il disegno di legge di bilancio introduce un esonero contributivo totale per le assunzioni a tempo indeterminato di percettori di reddito di cittadinanza, effettuate nel 2023, alternativo a quello già previsto dalla normativa vigente. Il limite massimo di importo entro cui è riconosciuto tale esonero è pari a 8 mila euro. Il disegno di legge estende anche alle assunzioni effettuate nel 2023 l'esonero contributivo temporaneo al 100 per cento fino a 8 mila euro per le assunzioni di donne svantaggiate e di giovani al di sotto dei 36 anni. Inoltre, modifica la disciplina del reddito di cittadinanza. In particolare, si prevede che, nel corso del 2023, il reddito di cittadinanza sia riconosciuto per un massimo di 7 mensilità, salvo il caso in cui siano presenti nel nucleo familiare persone con disabilità, minorenni o persone con almeno 60 anni di età; si prevede, inoltre, l'obbligo, per i beneficiari del reddito di cittadinanza, tenuti a sottoscrivere un patto per il lavoro o per l'inclusione sociale, di frequentare un corso di formazione e/o riqualificazione professionale per 6 mesi, pena la decadenza dal beneficio, e che, per i beneficiari compresi in una fascia di età tra i 18 e i 29 anni, l'erogazione del reddito sia subordinata all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello; si dispone, inoltre, la decadenza dal beneficio nel caso in cui uno dei componenti il nucleo familiare non accetti la prima offerta di lavoro. Si prevede poi che i comuni, nell'ambito dei progetti utili alla collettività, impieghino tutti i percettori del reddito di cittadinanza residenti che hanno sottoscritto un patto per il lavoro, nonché l'istituzione di un Fondo per il sostegno alla povertà e all'inclusione attiva.

In materia di indennità e di trattamento di integrazione salariale in favore di determinate categorie di lavoratori, il disegno di legge di bilancio, attraverso il rifinanziamento del Fondo sociale per l'occupazione, stanzia ulteriori risorse per il riconoscimento, anche nel 2023, dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria, dell'indennità per il fermo pesca, obbligatorio e non obbligatorio, delle misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti delle imprese del settore del call center, dell'integrazione economica del trattamento di integrazione salariale straordinaria in favore dei lavoratori dipendenti; del trattamento straordinario di integrazione salariale. Il disegno di legge di bilancio introduce anche misure di sostegno al reddito, tra le quali un esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti pubblici e privati; in via aggiuntiva rispetto alla perequazione automatica, un incremento transitorio dei trattamenti pensionistici pari all'1,5 per cento per le mensilità del 2023, elevato al 6,4 per cento per i pensionati con un'età pari o superiore ai 75 anni e al 2,7 per cento per i trattamenti dal 2024. Inoltre, sempre in materia di bilancio, introduce, in via sperimentale, una ulteriore fattispecie di pensionamento anticipato, “quota 103”, alla quale si può accedere maturando, al 31 dicembre 2023, un'età anagrafica di almeno 62 anni. Inoltre, proroga anche per il 2023 l'istituto del pensionamento anticipato Ape sociale e ammette al trattamento pensionistico anticipato denominato “opzione donna”, calcolato su base contributiva, le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, hanno maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e introduce, per gli anni 2023 e 2024, una disciplina speciale per l'indicizzazione dei trattamenti pensionistici, confermando una perequazione automatica pari al 100 per cento. Inoltre, anche per quanto riguarda il tema delle politiche per la famiglia, il disegno di legge di bilancio reca alcune novità nella disciplina dell'assegno unico universale per i figli a carico.

Per quanto concerne la crescita e gli investimenti, il disegno di legge rifinanzia lo strumento agevolativo dei contratti di sviluppo, per 160 milioni, destinando le risorse ai programmi di sviluppo industriale e ai programmi di sviluppo di attività turistica. Inoltre, prevede anche un rifinanziamento del Fondo di garanzia delle PMI. Viene, altresì, prorogato al 31 dicembre 2023 il credito d'imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese. Nello stato di previsione, il Ministro delle Imprese e del made in Italy ha istituito un Fondo per il potenziamento delle politiche industriali e il sostegno del made in Italy. Si prevede anche l'istituzione di una fondazione, denominata Centro italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore, così come un incremento della dotazione del Fondo per la crescita sostenibile, di cui all'articolo 23, un incremento per il riconoscimento di finanziamenti contributi a tasso agevolato a favore delle micro, piccole e medie imprese che investono in macchinari, impianti, beni strumentali e attrezzature. Si prevede, inoltre, la definizione di una metodologia da parte del Comitato agevolazioni, per la concessione di contributi al pagamento degli interessi sui finanziamenti istituiti che aziende connesse ed operanti con il Mediocredito centrale concedono e, infine, l'incremento di dotazione organica del Ministero delle Imprese e del made in Italy. Un articolo inserito nel testo durante l'esame in Commissione (articolo 51-bis) rifinanzia anche, per 3,5 milioni nel 2023 e per 4,5 milioni di euro a decorrere dal 2024, il Fondo istituito dal decreto-legge n. 73 del 2021, destinato al riconoscimento di un indennizzo per i danni agli immobili derivanti dall'esposizione prolungata all'inquinamento provocato dagli stabilimenti siderurgici. Per quello che riguarda il settore dell'agricoltura, abbiamo il riconoscimento di un credito d'imposta a favore delle imprese esercenti attività agricola, il prolungamento all'anno 2003 dell'esenzione Irpef per i redditi domenicali, il rifinanziamento e l'istituzione, attraverso un apposito Fondo, di una dotazione di 500 milioni di euro, destinata a sostenere l'acquisto di beni alimentari di prima necessità dei soggetti con un ISEE non superiore a 15 mila euro, l'incremento della dotazione finanziaria del Programma nazionale triennale della pesca, l'istituzione dell'autorità della gestione nazionale del piano strategico della PAC e l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, del Fondo per il contrasto al consumo del suolo. Per quanto concerne il tema delle infrastrutture, si introduce una disciplina delle procedure di pianificazione e programmazione secondo criteri di coerenza, misurazione del rendimento atteso, certezze dei tempi di realizzazione relativi alle infrastrutture che non rivestono carattere prioritario per lo sviluppo del Paese e non sono finanziate attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione, ovvero, attraverso i fondi europei, non sono incluse nel PNRR. Si dettano, inoltre, misure finalizzate a garantire la realizzazione del Piano di investimenti di opere relative ai giochi olimpici e paraolimpici di Milano e Cortina e si autorizza una spesa di 400 milioni per il triennio 2024-2026 e si prevede, inoltre, di riavviare l'attività di progettazione e realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente - il famoso ponte sullo Stretto -, confermandone la natura di opera prioritaria e, quindi, l'applicazione della normativa derogatoria prevista dalle disposizioni del codice dei contratti. In materia poi di trasporto stradale, viene sospeso, per gli anni 2023 e 2024, l'aumento biennale dell'importo delle sanzioni e, per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, viene rifinanziato il Fondo istituito dall'articolo 200 del decreto e autorizzata la spesa di 100 milioni per il 2023 e di 250 per il 2024.

Inoltre, sono previste misure in materia di lavori pubblici, che riguardano le disposizioni volte a fronteggiare, nel settore degli appalti pubblici di lavori, gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici attraverso un incremento delle risorse finanziarie a disposizione, misure volte a semplificare le procedure di pagamento di crediti maturati in conseguenza al “caro materiali” e a disciplinare un nuovo meccanismo di compensazione a favore delle stazioni appaltanti prevedendo, tra l'altro, come precisato in sede referente, deroghe alle disposizione del codice dei contratti.

Per quanto riguarda la sanità, sono previsti un incremento delle risorse destinate dalla legge di bilancio ad una specifica indennità accessoria per i dipendenti di enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale operanti nei servizi di pronto soccorso, un'autorizzazione di spesa di 40 milioni, per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, per dare attuazione alle misure e agli interventi previsti dal Piano nazionale di contrasto alla resistenza antibiotica, in raccordo con la Conferenza stato-regioni, e l'incremento dei livelli di finanziamento del fabbisogno sanitario standard stabilito dall'ultima legge di bilancio pari a 2.150 milioni per l'anno 2023, a 2.300 milioni per il 2024 e 2.600 milioni a decorrere dall'anno 2025.

Per quanto riguarda l'istruzione, in attuazione del PNRR si introduce una serie di misure volte a promuovere e potenziare le competenze e le discipline STEM in tutti i livelli del sistema educativo di istruzione e formazione, con particolare attenzione a favorire il riequilibrio di genere. Inoltre, si introducono riferimenti alle competenze digitali e alle metodologie didattiche innovative, prevedendosi tra l'altro iniziative extrascolastiche per gli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria.

Per quanto compete all'Università, sono apportate alcune modifiche alla disciplina vigente in ambito sanitario volte a favorire la tempestività dei pagamenti, con particolare riferimento alle anticipazioni sul finanziamento della formazione dei medici specialisti, nelle more dell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio. Si incrementa di 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio destinate agli studenti universitari e si prevede che, al fine di perseguire l'armonizzazione dei trattamenti economici accessori, a decorrere dall'anno 2023, al personale delle aree dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca possano essere riconosciute le misure dell'indennità di amministrazione spettanti al personale delle aree MiUR.

Infine, si prevedono disposizioni in materia di borse di studio destinate a studenti universitari con disabilità e, in particolare, si prevede che, a decorrere dal 1° gennaio 2023, gli importi delle borse di studio percepite dagli studenti universitari con disabilità non si computano ai fini del calcolo e del raggiungimento dei limiti reddituali.

Per quello che compete al turismo, gli interventi prevedono la costituzione di un fondo, con una dotazione di 30 milioni di euro per l'anno 2023, 50 milioni per il 2024, 70 milioni per il 2025 e 50 milioni per il 2026, da destinare alle imprese esercenti attività di risalita a fune e innevamento, con l'obiettivo di realizzare interventi di ammodernamento del Paese.

Un fondo con una dotazione di circa 10 milioni di euro per il 2023 e di 12 milioni per il 2024 e per il 2025 è destinato a finanziare i progetti di valorizzazione dei comuni con meno di 5.000 abitanti classificati dall'Istat a vocazione turistica.

Il disegno di legge in oggetto prevede altresì la proroga di sei mesi, fino al 30 giugno 2023, della possibilità per gli esercizi pubblici titolari di concessioni o autorizzazioni concernenti l'utilizzazione del suolo pubblico di disporre temporaneamente, senza necessità di autorizzazione, strutture amovibili quali i dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane e via dicendo.

Per quanto compete lo sport, vengono introdotte misure finalizzate a garantire la realizzazione del piano complessivo delle opere relative ai Giochi olimpici, si incrementa di un milione di euro a decorrere dal 2003 il Fondo unico di sostegno del movimento sportivo e viene disposta la proroga anche per l'anno 2023 per i soggetti titolari di reddito di impresa del credito d'imposta strutture sportive e investimenti pubblicitari, nella misura del 65 per cento, per le erogazioni liberali effettuate da privati. Vengono inoltre aggiunti 25 milioni di euro per il 2023 all'incremento, disposto dall'articolo 7 del decreto-legge n. 144 del 2022, del Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo e si incrementa il Fondo sport e periferie per 50 milioni. Viene, inoltre, incrementata di 200 milioni di euro la dotazione del Fondo speciale per la concessione di contributi in conto interessi per il finanziamento dell'impiantistica sportiva.

Presidente, chiedo anch'io di poter consegnare la relazione in modo tale che possa essere visionata in maniera più dettagliata rispetto a quanto ho potuto fare nei dieci minuti che mi sono stati concessi.

Vorrei anch'io ringraziare la maggioranza per il lavoro proficuo che è stato portato avanti ma, in modo particolare, l'opposizione per la grande disponibilità manifestata in tutto l'iter che non è stato facile, è stato complesso e difficile, per ovvie ragioni. Credo sia doveroso e importante ringraziare tutti i componenti della Commissione, da quelli di maggioranza a quelli di opposizione, e naturalmente il Ministro Giorgetti che è qui presente oggi.

PRESIDENTE. Ovviamente, la Presidenza autorizzata il deposito del testo della relazione.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la maggioranza, deputato Paolo Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente. Anch'io chiedo di essere autorizzato al deposito della mia parte di relazione. Alcune considerazioni però vanno fatte. È una manovra finanziaria depositata in tempi da record - un mese o poco più per depositarla - e questo record bisogna sottolinearlo ma anche condividerlo con gli uffici della Camera, con tutta la Commissione bilancio e con le opposizioni. Altrimenti, difficilmente avremmo tagliato questo traguardo.

L'altro aspetto da considerare - che poi è un po' una novità – è che non si tratta di una manovra finanziaria da ragionieri ma contiene finalmente una visione politica. Riguardo ai 35 miliardi che vengono impiegati si evidenziano sostanzialmente due priorità: quella della crescita, finalmente, e quella della giustizia sociale.

Dei 35 miliardi, 21 sono per il caro energia e per il caro bollette, anche qui attraverso una serie di provvedimenti che individuano chiaramente come all'interno della maggioranza ci sia una chiara visione. Importanti provvedimenti su cultura, difesa, politica, estera, ambiente e territorio, sul sisma - questione che mi sta particolarmente a cuore - sul personale e sulla gestione commissariale, e poi sulla giustizia, sulle regioni e sugli enti locali. Inoltre, proprio per quella visione di cui parlavo, si affronta in maniera seria il tema del reddito di cittadinanza e del cuneo fiscale. Un primo passo di questa maggioranza che ci convince.

Tuttavia, io vorrei porre l'accento su un aspetto che, rispetto agli ultimi anni, è davvero innovativo: torna la politica, è tornato il confronto politico. Siamo stati bravi, credo, a porre una serie di temi e siamo stati bravi a lasciare spazio all'opposizione per confrontarsi con questi temi ma, soprattutto, credo che la grande novità del Governo Meloni sia quella di riportare al centro del dibattito parlamentare la politica e di costringere i nostri avversari a parlare di qualcosa e non più contro qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Dallo spazio alla dialettica e al confronto politico poi alla fine ne esce arricchita sicuramente la Nazione. Io penso che, se questo è l'inizio, noi in questi prossimi anni sicuramente riusciremo a dare, tutti quanti insieme, quelle risposte che per davvero servono alla nostra Nazione.

Poi, vorrei sottolineare il senso di responsabilità del Governo per la doppia audizione del Ministro Giorgetti, per la disponibilità alla seconda audizione in un momento abbastanza complicato dei lavori della nostra Commissione. Credo che quella audizione particolarmente sia servita in quel processo di costruzione. Analogamente, voglio sottolineare le 48 ore consecutive di presenza in Parlamento del Ministro Ciriani.

Voglio ringraziare il Governo - e concludo, Presidente - per non averci portato continuamente emendamenti del Governo, come si faceva in passato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sono stato in Commissione bilancio negli ultimi anni e abbiamo dovuto svolgere una serie di lavori. Il primo lavoro era quello di rappresentare la nostra forza politica, l'altro lavoro era quello di confrontarci con la maggioranza. Poi, da una certa ora in poi, dovevamo diventare stopper calcistici per bloccare sulla porta quello che si continuava a tentare di mettere nella manovra di bilancio. Lo abbiamo chiesto noi relatori e l'abbiamo chiesto noi parlamentari di maggioranza e così è stato; infatti, credo che il Governo abbia presentato l'ultimo emendamento due o tre giorni prima della fine della discussione in Commissione. Insomma, stiamo per approvare una manovra difficile e complicata.

Come dicevo, è un lavoro di tutti - ci ha anche un po' provato dal punto di vista fisico, vista la lunga maratona - che ha dato il giusto spazio all' opposizione, ma, soprattutto, è un lavoro - lo ripeto, perché credo sia davvero la vera novità - nel quale si vede finalmente che, in questa Nazione, dopo una serie di pericolosi sbandamenti tecnici e di antipolitica, torna la politica e, indipendentemente da come la si voglia pensare, credo sia una bellissima notizia per l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ovviamente, anche lei è autorizzato a depositare alla Presidenza, se vorrà, il testo della sua relazione.

Ha facoltà di intervenire la relatrice di minoranza, deputata Maria Cecilia Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Relatrice di minoranza. Grazie, Presidente. La legge di bilancio, che oggi discutiamo, è un primo manifesto politico delle intenzioni e dell'orientamento di questo Governo e di questa maggioranza su assi fondamentali come lavoro, welfare e fisco.

Sul fronte del lavoro, il potenziamento dei voucher, il cui utilizzo è stato ulteriormente ampliato dal passaggio parlamentare, è il sintomo più significativo della considerazione di un lavoro nella piena ed esclusiva disponibilità dei datori - un lavoro usa e getta - e questo perché solo ai datori di lavoro, lavoratori autonomi e imprese viene attribuito il merito di creare ricchezza. Una concezione del secolo scorso che credevamo fosse ormai superata, una visione dello sviluppo economico unicamente fondata sulla compressione del costo del lavoro, incapace, quindi, di confrontarsi con la sfida dell'innovazione tecnologica ed ecologica e della competizione internazionale.

Sul fronte del welfare, si segnala il disprezzo con cui si guarda alla povertà, considerata responsabilità degli individui che ne soffrono e non come prodotto dell'organizzazione dell'economia e della società, che ne fa una questione largamente ereditaria, e un mercato del lavoro che discrimina giovani, donne e immigrati, con il definanziamento pesante della sanità e dell'istruzione implicito nel mancato adeguamento della spesa in questi comparti, a fronte di un'inflazione che ha ripreso a mordere dopo decenni, con l'utilizzo delle pensioni per fare cassa, il blocco sostanziale di “Opzione donna” e l'apertura dell'ennesima finestra di uscita anticipata per pochi, a fronte della totale assenza di risposte per molti.

Ma uno degli aspetti più sintomatici della filosofia di questa manovra è sicuramente il campo fiscale e vorrei sottolineare con forza proprio questo tema: il tema della iniquità in campo fiscale. In questa manovra - e, in generale, nella filosofia dei partiti del Governo -, il fisco è considerato non come strumento necessario per permettere il finanziamento di beni e servizi necessari a tutta la collettività, ma come uno strumento con cui si possono distribuire privilegi a questa o a quella categoria di contribuenti, con agevolazioni, esenzioni e regimi privilegiati. Ne è l'esemplificazione più significativa l'ampliamento del regime forfetario per lavoratori autonomi e imprenditori individuali, che viene chiamato flat tax. L'innalzamento della soglia di ricavi a 85 mila euro ne fa un regime ormai completamente alternativo all'Irpef, all'imposta progressiva, e interesserà il 74 per cento dei lavoratori autonomi. Un sistema che discrimina pesantemente tra lavoratori autonomi, da un lato, e lavoratori dipendenti e pensioni, dall'altro, con i primi che possono pagare fino a 10 mila euro in meno dei secondi a parità di reddito e che, non pagando le addizionali Irpef, si sottraggono, con questo, a ogni dovere nei confronti della comunità a cui appartengono, in quanto non finanziano né i servizi locali né la sanità. Ma è anche un sistema che discrimina pesantemente all'interno del mondo dei lavoratori autonomi, favorendo meno artigiani e commercianti e più i professionisti. Questo perché, in generale, sono più favoriti quelli che investono poco e hanno meno costi, quelli che non si associano, quelli che hanno anche altri redditi, quelli che vendono non a imprese, ma ai consumatori finali. Si tratta, come ho detto, specialmente dei professionisti, ai quali, come ci dice l'Ufficio parlamentare di bilancio, viene riservato un vantaggio medio rispetto al regime ordinario di 9.600 euro, ma il 25 per cento di questi professionisti guadagneranno più di 13.264 euro. Non c'è, invece, nessuna attenzione e nessun vantaggio per tutti i lavoratori autonomi giovani con redditi bassi, specie donne, specie quelli che guadagnano meno di 10 mila euro e che, secondo l'Istat, rappresentano il 35,5 per cento del totale.

Ai più ricchi, che non hanno i requisiti per entrare nel forfetario, viene, invece, riconosciuta anche quella stramberia che si chiama flat tax incrementale, che ci costa 800 milioni e che paghiamo, togliendo il reddito di cittadinanza a 440 mila famiglie povere.

Un'ulteriore fonte di iniquità è il premio molto grande che si riconosce a chi non paga le tasse. L'evasione fiscale non è considerata una piaga nel nostro Paese, ma una difesa legittima e giustificata verso un fisco considerato aggressivo, a cui, infatti, si vuole imporre una tregua. Ecco, allora, la saga dei condoni, che sono dieci e sono chiamati con nomi fantasiosi: definizione agevolata, regolarizzazione, adesione agevolata, conciliazione agevolata, rinuncia agevolata, stralcio. Riguardano tutte le fasi del rapporto tra fisco e contribuente, dall'accertamento al contenzioso e alla riscossione. Ci sono tagli su sanzioni e interessi, riduzioni e annullamenti di imposta, rateizzazioni lunghissime che rendono molto conveniente non aver pagato e allontanano nel tempo il momento in cui forse si pagherà. Nell'insieme ci costano un miliardo 100 milioni nel 2023, soldi che avremmo potuto spendere per rendere meno miserevole il taglio al cuneo fiscale per chi, invece, le tasse le paga.

A questi dieci condoni se ne è aggiunto, domenica notte, un altro: lo spalma debiti delle società di calcio. Ci provoca una riduzione di cassa per più di 800 milioni e solo grazie all'intervento del mio gruppo, il Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, per ora, abbiamo evitato un nuovo emendamento che permette anche uno scudo per i reati tributari penali, quali l'omessa dichiarazione e gli omessi versamenti, cioè un favore agli evasori totali, ma la minaccia incombe. Sono condoni generalizzati, senza alcun riferimento all'esistenza o meno di una difficoltà economica effettiva del contribuente, affiancati nella manovra anche da un indebolimento dell'attività di riscossione, che apre le porte a un'ulteriore libertà di evadere senza paura di essere chiamati a pagare il conto. I nostri emendamenti, che intervenivano per raddrizzare queste storture, sono stati bocciati in Commissione e, segnatamente, quello che vincolava la possibilità di aderire a questi condoni soltanto davvero, a fronte di importi molto elevati, a soggetti che fossero in difficoltà economica.

Vorrei, infine, sottolineare con forza che questa è una manovra pericolosa per l'unità del Paese, un Paese attraversato da profondi divari territoriali che interessano non solo le differenze fra Nord e Sud, ma anche le aree interne, le montagne e le periferie. Nel Titolo V della nostra Costituzione i livelli essenziali delle prestazioni, che riguardano i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, non possono essere lasciati all'autonomia delle singole regioni. Quindi, per potere parlare di autonomia differenziata si è finalmente capito che prima occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni. Quindi, violando palesemente, nel silenzio delle autorità di questa Camera, la legge di contabilità pubblica, viene introdotta una norma procedurale che definisce un percorso abbreviato per definire i livelli essenziali delle prestazioni solo nelle materie che potrebbero interessare l'autonomia differenziata, e già questo è piuttosto anomalo. Però, non si tratta, in realtà, di un processo di definizione dei livelli essenziali di prestazioni, ma di un procedimento di mera ricognizione che fotografa gli standard normativi e i finanziamenti storici esistenti e li chiama livelli essenziali delle prestazioni, cristallizzando così le ingiustizie e i divari territoriali e ignorando ogni necessità di perequazione delle risorse finanziarie. Le nostre proposte di fare un serio percorso per definire i livelli essenziali, individuando un adeguato finanziamento e monitorandone l'attuazione, sono state brutalmente bocciate.

Questo processo di ricognizione è considerato urgente, da fare nel massimo di un anno. Peccato che, invece, sappiamo che prima di introdurre materie differenziate bisognerebbe almeno aver definito regole certe di partenza. Bisognerebbe definire almeno il finanziamento delle materie comuni. Invece, il processo di federalismo fiscale, che dovrebbe definire il finanziamento ordinario delle regioni e i meccanismi di perequazione, non è considerato urgente e viene rimandato al 2027, cioè di quattro anni. Una strana scala di priorità temporale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, deputato Gianmauro Dell'Olio.

GIANMAURO DELL'OLIO, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente, colleghe e colleghi; Ministro Giorgetti, la ringrazio anch'io, come ha fatto il deputato Trancassini, della sua presenza qui, magari, avrei preferito vederla di più durante i lavori in Commissione; forse, con la sua presenza, avremmo evitato una serie di problemi, forse avremmo evitato anche, come sembra che debba succedere oggi, di tornare in Commissione bilancio per porre rimedio a un errore su un emendamento che non era, tra l'altro, neanche segnalato.

Io, per mia abitudine, sono abituato a fare interventi di tipo quantitativo, però, oggi, credo che dovrò andare su un aspetto più qualitativo rispetto a quello che è successo in questa manovra, perché ritengo importante che i cittadini a casa sappiano che cosa succede qui dentro, quanto la gestione di questa legge di bilancio sia stata, a mio avviso, disastrosa. Perché, sì, questo Governo ha detto di essere pronto, però, a rovinare l'Italia, non a fare il bene dell'Italia. Infatti, una forza politica, anzi, una maggioranza che dice di essere pronta a governare - dopo essere arrivati a un voto a settembre - non porta una legge di bilancio con oltre 170 articoli e, soprattutto, non porta, nel corso della discussione, almeno altri 100 articoli, perché questo è successo, così è andata a finire.

È vero, l'Europa ha visto la prima manovra e ha dato un “ok” a una manovra che è molto, molto compatta, quasi da austerity, ma non ha visto la seconda manovra, una seconda manovra in cui abbiamo visto entrare di tutto. È vero che il Governo non ha portato più nulla dopo domenica, però è entrato di tutto. Si tratta di una manovra in cui, come è stato detto anche dal collega Trancassini, in precedenza - la maggior parte delle risorse va a finire su quei ristori energetici che, però, finiranno a marzo, e negli altri 170 articoli c'è una serie - mi dispiace constatarlo - di mance e di cattiverie nei confronti degli italiani: si va dall'aumento del regime forfettario che, di fatto, genererà evasione, perché sappiamo perfettamente che all'avvicinarsi al limite si crea sotto-fatturazione, e questo sarà un problema, alla cancellazione del reddito di cittadinanza e a una riduzione, in un primo momento, a 8 mesi, con un intervento, e, successivamente, a 7 mesi; quindi si interviene in questa maniera, andando a mettere proprio sulla strada circa 400 mila persone e andando a recuperare quasi 800 o 900 milioni di euro; poi, guarda caso, si interviene con una norma che va a dare questi 900 milioni di euro a supporto di benefici fiscali per le squadre di calcio, e la maggior parte di queste sono di serie A che, comunque, danno ingaggi milionari; quindi, non vorrei fare demagogia, ma di fatto andiamo a togliere, da una parte, a chi non mette insieme il pranzo con la cena, per andare a dare a chi, invece, potrebbe trovare altre maniere per andare avanti.

All'interno della legge di bilancio vi sono incrementi che io chiamo truffa, per come vengono sbandierati, per quanto riguarda le pensioni, perché, sì, è vero che verranno aumentate le pensioni, ma era già deciso che dovessero essere aumentate e, per di più, verranno aumentate in maniera meno che proporzionale, in una sorta di meccanismo per cui si va a dare qualcosa di più ai regimi bassi, andando a togliere agli altri, quindi, con un sistema di vasi comunicanti, andando a prendere a chi ha finito il percorso lavorativo - giusto o sbagliato che sia, era quello l'incremento che doveva ricevere - e si interviene in questa maniera, ma non è che le pensioni siano state aumentate a 1.000 euro, si vanno a dare 8 euro, 10 euro o 15 euro in più a queste persone; questo, di fatto, non è un grande vantaggio.

Come dicevo, non ci si presenta a dicembre, o meglio, a fine novembre, con una legge di 170 articoli e abbiamo assistito ad una cosa disastrosa in questi giorni, in Commissione; perché dico che è disastrosa? Perché abbiamo visto, in Commissione, la maggioranza, insieme alle opposizioni, entrare a discutere con il Governo, quasi con il cappello in mano, dover andare anche loro - i colleghi della maggioranza - a cercare di capire cosa stesse succedendo; questo dimostra lo scollamento che c'è tra il Governo e la sua stessa maggioranza, la maggioranza che lo sostiene qui, in Parlamento. Infatti, i colleghi della maggioranza - li abbiamo visti - non sapevano cosa stesse succedendo, non avevano idea di dove fossero i loro emendamenti, certo, perché se la Ragioneria generale dello Stato deve esaminare oltre 100 articoli in più non ha tempo per esaminare gli emendamenti parlamentari; e, poi, succede quello che abbiamo visto, quello che vedremo succederà, nelle prossime ore.

Quindi, se non andremo in esercizio provvisorio è perché le opposizioni hanno fatto il loro dovere, con senso di responsabilità nei confronti dello Stato; e meno male che abbiamo evitato quel colpo di spugna sulla parte penale dei contenziosi fiscali. Come dicevo, abbiamo visto una maggioranza un po' allo sbando nel comportamento in Commissione e l'impressione che abbiamo avuto è quella di un bambino che entra in un negozio di dolciumi e resta, così, a guardare tutto quello che c'è e cerca di prendere quanti più dolci possibili; ho evitato di evocare la figura, forse più calzante, dell'esploratore che entra e vede tanto, tanto denaro buttato a destra e a sinistra, perché, poi, alla fine, sì, è stato detto che è tornata la politica, ma io ho visto tornare il tentativo di posizionarsi con i propri emendamenti, con il piglio di coloro che sono arrivati al Governo e dicono: ora ci siamo noi, vi facciamo vedere noi come si governa, vi facciamo vedere noi come si fa e, poi, si combatte fino all'ultimo momento per gli emendamenti, perché questo è quello che abbiamo visto, questa è l'immagine che abbiamo avuto.

La questione è che, secondo noi, c'è stata poca serietà e poca correttezza nei confronti delle opposizioni, poiché si è venuti meno alla parola data, ossia non andare oltre gli emendamenti che venivano valutati, approvati e presentati con i fascicoli: gli emendamenti del Governo, gli emendamenti dei relatori, gli emendamenti delle opposizioni che sono stati rivisti e riformulati; ecco, c'è stato un altro pacchetto, quello degli emendamenti delle opposizioni che, però, erano stati fatti propri dal Governo e, quindi, abbiamo dovuto, anche per effetto di questo meccanismo tecnico, andare a ritirarli, poiché non era corretto che il Governo facesse propri gli emendamenti delle opposizioni. È giusto metterli insieme, magari; la maggioranza avrebbe potuto firmare gli emendamenti delle opposizioni; poi, dopo è stato fatto così, ma ce ne si è accorti dopo, forse perché, lo ripeto, in quei 170 articoli c'era già tanto, troppo, per una prima manovra; la maggioranza avrebbe potuto mettere parte di quegli emendamenti, di quegli articoli in un prossimo decreto, ma avete voluto metterli adesso e ne avete voluti inserire altri 100. Non è importante cosa sia stato portato all'ultimo momento, ma come, il venir meno alla parola data, il venir meno al rispetto di un accordo per poter lavorare e non andare in esercizio provvisorio; per questo il dizionario utilizza una parola ben precisa, che io non riporterò in queste Aule, perché ho rispetto di queste Aule, però, ognuno di noi è libero di andare a vedere il dizionario e vedere qual è quella parola.

Tuttavia, anche per quanto riguarda il “cosa”, devo fare un accenno a quello che è stato inserito nella manovra, perché presentare all'ultimo momento l'emendamento relativo alla caccia, che permetterà i safari urbani - permettetemi -, è una cosa davvero assurda, poteva essere fatto tranquillamente a gennaio, avrebbe potuto, allora, innescarsi un dibattito politico, cosa che non c'è stata. Ora, dovremo fare attenzione ad andare in giro per i boschi e anche in alcune aree urbane e nelle aree protette, perché è questo ciò che prevede quell'emendamento.

Signor Presidente, questa manovra, questa legge di bilancio avrebbe dovuto permettere all'Italia di continuare a crescere, doveva continuare a fare quello che, anche grazie al Superbonus, era stato fatto e, invece, così non, è e mi fa piacere che ci sia il Ministro Giorgetti proprio qui. Noi abbiamo chiesto, in particolare di intervenire sull'esistente, non tanto sul futuro, sul futuro diciamo che avete un po' di tempo per intervenire e noi ci siamo anche per dare una mano, ma non è stato fatto nulla sull'esistente, per tutte quelle aziende che hanno quei crediti incagliati, per tutti quegli italiani, i privati, che hanno investito e a cui Poste ha chiuso i rubinetti. Su tale problema non è stato fatto nulla. Il motto della Presidente Meloni era: lasciar fare - ma lasciar fare cosa e a chi, per rovinare il Paese? -, oppure, anche: è finita la pacchia. È finita la pacchia, ma bisognava dire anche ai propri colleghi della maggioranza, che hanno cercato di piazzare emendamenti, anche lì, mance, cose che non sono buone per il Paese, che non era il caso di farlo in questa prima legge di bilancio, a dicembre. La legge bilancio verrà approvata, ma i suoi effetti saranno disastrosi per gli italiani, e lo constateremo nei prossimi mesi.

Signor Presidente, come opposizione ci siamo, e ci saremo sempre, a tutela del Paese.

Tuttavia, visto il comportamento irrispettoso di questa maggioranza, troppo giovane per capire come governare e troppo arrogante per capire che, su quelle poltrone, anzi su queste poltrone, ci si siede per servire il Paese e non per fare solo cose che interessano la propria parte politica, noi ci saremo sempre a dare la via giusta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore di minoranza, deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS), Relatore di minoranza. Colleghe e colleghi: “pronti”, vi dicevate pronti e lo avete scritto sui manifesti 6 per 3 di tutto il Paese. Immaginate se non lo fosse stati. Attraversiamo tempi che avrebbero richiesto grandi interventi con risorse pubbliche, per attutire costi sui bilanci dei consumatori e delle imprese, riforme strutturali e ispirate a criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, politiche industriali capaci di prospettare un nuovo futuro per il Paese, politiche ambientali ed energetiche nel segno della transizione ecologica e dalla lotta alla crisi climatica, politiche sociali in grado di risollevare la sanità pubblica dalla sua notte post-pandemica. Mentre tra caro energia e inflazione, la maggior parte degli italiani fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese, mentre tra bassi salari e precarietà, anche chi lavora, troppo spesso, si ritrova povero, mentre un italiano su quattro rischia di finire sotto la soglia di povertà, la manovra redistribuisce risorse al contrario.

La risposta del Governo va ottusamente nella direzione opposta rispetto ai bisogni reali delle persone e inverte la redistribuzione di reddito, tutta a favore del solo ceto medio-alto del Paese, rigettando nel buio quasi 6 milioni di donne e uomini, secondo dati Istat e Eurostat, scivolati al di sotto della soglia di povertà. Da un lato, tanti interventi privi di carattere strutturale che esauriranno i propri effetti all'inizio del 2023, molti addirittura nel primo trimestre e, dall'altro, tagli sempre in una direzione e una dimensione, tagli al reddito di cittadinanza e all'indicizzazione delle pensioni che voi avete chiamato “alte”. Ma quale alte? Stiamo parlando di pensioni da 1.500-2.000 euro, pensioni che aspettavano dieci anni di indicizzazione e soldi che erano già lì! Avete messo le mani nelle tasche di lavoratori e di pensionati che, da anni, stanno pagando questa crisi! Diciamoci la verità: mentre si riduce la pressione fiscale per i lavoratori autonomi con alti fatturati, si concedono condoni e si tenta di ostacolare la tracciabilità dei pagamenti elettronici, tutte strategie che farebbero segnare una battuta d'arresto nella lotta all'evasione fiscale in un Paese piegato da questo fenomeno. Ma quale trattativa con l'Unione europea? Se non fosse stato per noi, per le opposizioni, che, quattro giorni fa, in piena notte, hanno alzato la mano e vi hanno chiesto di accantonare i nostri emendamenti soppressivi sul POS, voi sareste andati a sbattere! Ma quale discussione sul POS! Non c'era alcuna discussione sui 20, 30, 40 euro! La verità è che volevate togliere le sanzioni a chi non voleva consentire agli italiani di pagare con la moneta elettronica. E non fate finta di parlare dei turisti! I turisti sono abituati a pagare con il POS anche un caffè! E noi semplicemente chiedevamo che un italiano potesse pagare con il POS la sua pizza e la sua birra, senza doversi sentire dire che è finita la pacchia. Ma quale pacchia? La verità è che, ogni volta che avete provato a dare segnali al vostro elettorato, noi abbiamo provato a fermarvi.

Sul piano sociale, il disegno di legge colpisce i più poveri; accresce, anziché contrastare, la precarietà e non accenna a ridurre il divario di genere; non interviene strutturalmente sulla pandemia salariale attraverso la definizione del salario minimo, con diritti e tutele per tutte le forme di lavoro; riduce le risorse per sanità, scuola e trasporto pubblico; non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici, né per l'occupazione pubblica e privata; non riforma la legge Fornero, cambia, senza alcun confronto, il provvedimento e il meccanismo di indicizzazione delle pensioni in essere ed elargisce solo misure tampone per calmierare l'impennata dei prezzi energetici.

In un Paese in cui il numero dei contratti precari è fuori controllo, la manovra amplia la possibilità di ricorso al lavoro occasionale: questo avete fatto! Per contro, si è lavorato alacremente alla sola conservazione dei privilegi. Il ritardo immotivato dalla presentazione dei cinque maxiemendamenti non era altro che l'estremo tentativo di apparecchiare un condono fiscale per gli evasori. Abbiamo respinto il blitz sui reati finanziari, un gravissimo tentativo di soddisfare i desideri dei ceti finanziari predatori di questo Paese. Grazie al fatto che il nostro emendamento è stato accantonato, avete fatto solo un parziale passo indietro sul POS. Quindi, è un ritardo, non figlio dei tempi stretti, né del dilettantismo, ma della malafede! Dobbiamo dirci la verità: questa settimana, in cui non succedeva niente, in cui venivano solo bocciati gli emendamenti delle opposizioni, che cosa stava succedendo? A che pro, 138 articoli e 5 rinvii, davanti al fatto che eravamo a rischio di non votare una finanziaria entro il 31 dicembre? Ma, poi, che senso ha, in una legge di bilancio, estendere la caccia con abbattimenti selettivi per tutta la fauna e in tutte le aree parco, a qualunque ora del giorno e della notte, in qualsiasi periodo dell'anno? È una modifica ordinamentale, che nulla ha a che vedere con il bilancio, ma configura una totale deregulation dei piani regionali di abbattimento di animali, per permettere ai cacciatori di sparare addirittura nelle aree protette o nelle aree urbane. E, ancora, che senso ha parlare di intercettazioni? Proprio voi che volete limitarle per i magistrati, per poi farle fare agli 007! Insomma, chi lavora viene punito, chi non lavora deriso, chi evade, inquina e preda viene premiato. La manovra del Governo Meloni, per il 2023, è una manovra “ammazza Italia”; incentiva l'economia verde e non pianifica un futuro responsabile, è un inno all'evasione e all'era fossile, colpisce i più deboli senza vergogna.

Alcuni temevano che questa manovra avrebbe fatto esplodere i conti. Si sbagliavano, in questo sì. L'austerità è il segno che la distingue. Il Ministro Giorgetti, fin dal primo momento, non ha fatto che parlare di prudenza e soprattutto deferenza verso chi si arricchisce ai danni della collettività: perché la tassazione sugli extraprofitti è stata addirittura diminuita, nonostante 7 aziende siano ancora sotto inchiesta per avere truffato gli italiani, cambiando i contratti sull'energia? Grazie a voi, da chi negli ultimi anni si è arricchito sulle spalle degli italiani, come le multinazionali del farmaco e dell'energia, complici della pandemia e della crisi energetica, perverranno solo 2,5 miliardi. Anche chi dichiarerà nel 2023 redditi e capitali, godrà di un regime fiscale vantaggioso, vedendosi applicare un'aliquota sostitutiva del 14 per cento, in luogo a quella del 26. Insomma, austerità, ma solo per i tanti; molta generosità per i primi, i soliti, e molto cinismo per mascherare una legge finanziaria, in grande continuità con il Governo precedente, che cerca di inserire temi che liscino il pelo al suo elettorato, come il ritorno al contante o il condono su multe e cartelle o la detassazione delle mance.

Abbiamo portato avanti tutte le nostre battaglie e lo dico ringraziando tutte le opposizioni, che sono state unite, tutti quei dieci giorni, nelle notti, votando solo i nostri emendamenti. Ricordo che siamo arrivati fino al decimo giorno per vedere il primo emendamento votato. Un altro punto che grida vendetta è che, in Italia, ci sono 900 mila famiglie in affitto e in condizioni di povertà assoluta e sono almeno 150 mila le famiglie sotto sfratto. Era davvero necessario rimuovere tutti i provvedimenti contro la morosità incolpevole? Era davvero necessario togliere tutte le risorse per gli affitti? Noi, come opposizione, vi abbiamo provato a dare una contromanovra, come abbiamo provato per la scuola, mentre avete previsto investimenti minimi oppure, in tema di materia sociale, avete azzerato moltissime risorse.

Fatemi dire, però, una novità positiva, che abbiamo, invece, segnato tutti assieme, una nota di speranza. Il congedo di maternità di cinque mesi, che volevamo trasformare in congedo di genitorialità, è ancora lì, da parte. Però, finalmente, il Ministero delle Imprese e del made in Italy ha ammesso l'esistenza di un gender gap di 600 euro mensili fra le donne e gli uomini e, grazie anche alle nostre richieste, ha trovato una copertura sul sesto mese, sia per le donne, che per gli uomini.

Sono orgoglioso di essere il primo firmatario di quell'emendamento che tutte le forze politiche hanno sostenuto.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO GRIMALDI, Relatore di minoranza. Ho finito, Presidente. Io credo che la vera rivoluzione sociale e culturale sia quel congedo pienamente paritario fra uomini e donne. Lo abbiamo chiesto, lo sappiamo ed è quello che per cui continueremo a lottare, ma questa rimane una grande vittoria di tutti. In un Paese dove il congedo di paternità era fermo alla soglia ridicola dei 10 giorni, questo è un primo passo verso la parità. In un Paese abissalmente lontano dagli standard europei, abbiamo messo un piede nella porta, tutti i papà lo hanno messo, e chiediamo loro di non perdere questa occasione.

Continueremo con la discussione generale di questa legge di bilancio e, Presidente, mi consenta di consegnare la relazione di tutte le cose che non abbiamo potuto dire e che diremo con i nostri colleghi durante il dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Confermo l'autorizzazione a depositare la relazione presso la Presidenza.

Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che si riserva di farlo successivamente.

È iscritta a parlare la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, Ministro Giorgetti, quella di cui stiamo discutendo è una manovra con una chiara visione politica, formulata per venire incontro alle emergenze, ma anche per delineare le future iniziative in alcuni settori chiave, presentata in tempi record, anche se, come ha detto chiaramente nel suo intervento l'onorevole Trancassini, una manovra complessa.

È la prima volta che le elezioni si sono tenute alla fine di settembre, con una maggioranza uscita dalle urne in grado di dare vita a un Governo politico, che ha presentato una legge di bilancio nel rispetto dell'interlocuzione con il Parlamento. Non stiamo infatti discutendo di un testo chiuso, stiamo dibattendo sul testo proposto dall'Esecutivo e frutto di modifiche intercorse anche in virtù dei rilievi di altre istituzioni e delle parti sociali. Una manovra che ha un tratto distintivo: il supporto alle famiglie e alle imprese in difficoltà, l'attenzione ai redditi più bassi, il contrasto al caro bollette e all'inflazione, il trasferimento di risorse da coloro che possono tornare a contribuire al mondo produttivo a chi, invece, non può. Una manovra, dunque, che fa della ricerca e della giustizia sociale la sua cifra, senza scadere in misure accattivanti, avendo il coraggio di assumersi la responsabilità di scegliere. Un'impostazione, questa, che il gruppo di Noi Moderati ha contribuito a stimolare, sia nella prima formulazione, sia nella fase del confronto in Commissione bilancio, stimolando, con gli emendamenti presentati, riflessioni che, in diversi casi, sono diventate il ragionamento organico del Governo e della maggioranza.

Partiamo da alcuni capitoli principali su cui si fonda: 35 miliardi di risorse complessive, di cui 21 destinati all'emergenza principale del caro bollette, che grava sul sistema produttivo e sul potere d'acquisto. Si aumenta l'aliquota della tassa sugli extraprofitti dal 25 al 35 per cento, introducendo un nuovo sistema, quello del contributo di solidarietà, in sostituzione della tassazione precedente, che non ha avuto gli esiti sperati; 4 miliardi vanno alla riduzione del cuneo fiscale per i redditi più bassi fino a 25 mila euro, 9 miliardi per gli aiuti a ISEE fino a 15 mila euro, 500 milioni per calmierare i prezzi su beni selezionati per i meno abbienti. Le pensioni sono indicizzate all'inflazione, in particolare per le pensioni minime la rivalutazione è del 120 per cento. Un miliardo e mezzo va destinato al sostegno alle famiglie e alla natalità, fra cui, per quanto riguarda l'assegno unico, sarà resa strutturale la maggiorazione per i figli disabili: segnale importantissimo. Chi si è occupato di disabilità sul territorio, sa quanto è importante per le famiglie non solo avere un sostegno, ma anche ridurre la frammentarietà delle misure e renderle strutturali, omogenee e coerenti. Saranno aumentate le pensioni minime per gli over 75. Il reddito di cittadinanza continuerà a essere percepito da coloro che non possono lavorare - i disabili, gli anziani, le famiglie senza reddito con minori, le donne in gravidanza -, ma solo per 7 mensilità, mentre sarà abolito per coloro che possono intraprendere un percorso di integrazione nel mondo del lavoro, e non saranno lasciati soli.

Un segnale chiaro a chi può, vuole e ha il diritto e il dovere di riprendere in mano la propria vita nelle more di una radicale riforma del sistema, eliminando la scorretta sovrapposizione, sottolineata peraltro anche da Bankitalia, tra strumento di assistenza a chi è in difficoltà e politiche attive del lavoro.

Come Noi Moderati, abbiamo chiesto e ottenuto l'eliminazione del termine “congrua” a descrizione della proposta lavorativa offerta al percettore del reddito di cittadinanza, da accettare a pena di decadenza del beneficio, non comprendendo il significato di tale limitazione. Un'offerta lavorativa è tale se rispetta le norme vigenti e il contratto nazionale di riferimento, altrimenti non è una proposta, mentre l'introduzione di una valutazione soggettiva della congruità, appunto, o della corrispondenza con le proprie attitudini personali, farebbe venire meno l'efficacia della norma. Si tratta di un passo avanti, quello dell'eliminazione della parola “congrua”, nel tentativo di rendere più efficiente un sistema che finora ha fallito la missione di accompagnamento al lavoro, rimanendo puro assistenzialismo anche laddove non necessario e a spese di tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Sempre per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, avevamo chiesto, come Noi Moderati, la riduzione della durata e del reddito per gli aventi diritto da 8 a 6 mesi. La soluzione proposta dal Governo di scendere a 7 mesi coglie il segno e il senso della nostra proposta, che è quello di risparmiare per investire risorse in attività e misure di prospettiva. Positivo, in quest'ottica, l'aumento della decontribuzione da 6 mila a 8 mila euro per chi assume i beneficiari del reddito, ma anche per chi assume soggetti con età inferiore ai 36 anni, nonché le donne svantaggiate. Così come gli sforzi fatti in questa fase emendativa, che hanno portato a incrementare la portata di altre misure, come l'aumento da 20 a 25 mila euro della soglia del reddito entro il quale i lavoratori dipendenti possono beneficiare del taglio di 3 punti percentuali del cuneo fiscale.

Come Noi Moderati, abbiamo voluto attirare l'attenzione, oltre che sul tema del reddito di cittadinanza, su alcuni punti in particolare, chiedendo - lo ribadiamo - di concentrare le risorse sulle famiglie, e, in particolare, aumentando gli strumenti per la conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia, estendendo la mensilità del congedo parentale retribuito all'80 per cento ai genitori e non solo alla madre lavoratrice (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), non solo per motivazioni economiche, ma anche di principio, restituendo ad entrambi il diritto alla genitorialità. Un principio accolto dal Governo che, oltre a prevedere una mensilità di congedo all'80 per cento, anziché al 30 per cento, entro i 6 anni di vita del bambino, prevede che ne possa usufruire ora, a scelta, uno dei due genitori, e non soltanto la madre, come nella prima formulazione presentata nell'iter parlamentare. Avevamo anche chiesto di prevedere, analogamente a quanto accade in Germania, l'aumento della durata massima del congedo di altri 2 mesi al 60 per cento della retribuzione, per un'attenzione più piena alla conciliazione vita-lavoro. In questa stessa direzione, una nostra battaglia è stata quella dell'aumento dell'assegno unico per le famiglie più numerose, assolutamente colta e fatta propria dal Governo nell'emendamento che prevede, a partire dal 1° gennaio 2023, un aumento del 50 per cento ai nuclei con 4 o più figli: una misura che interessa circa 100 mila famiglie e che ci vede, chiaramente, totalmente favorevoli (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Dalle famiglie alla scuola: abbiamo fatto proposte legate a tutto il sistema di istruzione nazionale. Per la scuola pubblica abbiamo chiesto, nella fase emendativa, che il parametro che permette alle regioni di attuare il dimensionamento scolastico, il parametro dei 400-600 alunni per istituto per avere un dirigente, potesse scendere, anche dal 2024, a 300-500 alunni, in modo da dare più flessibilità alle regioni e più possibilità di decidere, a parità di autonomie scolastiche assegnate, dove andare a collocarle. Un principio, quello del rispetto dell'autonomia sui territori, a noi caro e su cui saremo vigili, ma che apprezziamo sia stato ripreso e condiviso nell'emendamento del Governo; un correttivo, rispetto all'iniziale impostazione sul dimensionamento scolastico e sulla riduzione dei dirigenti e delle autonomie scolastiche, che anticipa l'intesa Stato-regioni rispetto alla data inizialmente fissata al 30 giugno, una data tardiva per il mondo della scuola.

E' un emendamento, soprattutto, che introduce la clausola di salvaguardia per l'anno scolastico 2024-2025, prevedendo l'assegnazione delle dirigenze in base al parametro dei 400-600 alunni, a seconda che si tratti di zone isolate o cittadine, e autorizzando le reggenze dei dirigenti anche con il criterio più flessibile dei 300-500 alunni, come avevamo richiesto, riconoscendo la situazione in essere e le esigenze dei territori, e una maggiore gradualità nella riduzione nazionale del numero dei dirigenti rispetto a quanto inizialmente prospettato.

Nell'ottica che l'istruzione è la base per il futuro della società, abbiamo chiesto anche l'inserimento di un credito d'imposta al 65 per cento per chi effettua erogazioni in denaro in favore degli istituti del sistema nazionale di istruzione, cioè istituzioni scolastiche statali, istituzioni paritarie private e degli enti locali, per la realizzazione di nuove strutture, la manutenzione e il potenziamento di quelle esistenti, e per il sostegno a interventi che migliorino l'occupabilità degli studenti.

In attesa che questo principio possa essere portato avanti, ci crediamo e abbiamo predisposto in tal senso anche un ordine del giorno, è un segnale per noi importante e molto apprezzato il fatto che il contributo alle scuole paritarie, previsto inizialmente di 70 milioni più 24 per il trasporto per persone con disabilità, ora sia aumentato di altri 30 milioni di euro. Crediamo nell'istruzione paritaria, parte integrante del sistema nazionale di istruzione, nel diritto delle famiglie di poter scegliere tra scuola pubblica e scuola paritaria, nella necessità di un sostegno alla scuola paritaria come garanzia di un reale pluralismo educativo (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Abbiamo sottoscritto, l'ho fatto personalmente anche con il capogruppo della nostra maggioranza in Commissione bilancio, anche un altro emendamento, quello che eliminava sostanzialmente la contribuzione per i contratti di apprendistato, un altro tema su cui torneremo anche con un ordine del giorno.

Dall'istruzione al sociale, importante è la misura che agevola gli studenti universitari con disabilità percettori di borse di studio, che a decorrere dal 1° gennaio non computeranno gli importi delle borse di studio ai loro redditi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), ai fini, ovviamente, delle concessioni delle provvidenze economiche assistenziali, così come è significativo il sostegno economico speciale che il Governo ha voluto assicurare alle strutture pubbliche che si occupano di servizi assistenziali e socioassistenziali dedicati agli anziani che siano residenziali o semiresidenziali. Il contributo economico sarà corrisposto sulla base dell'incremento dei costi sostenuti per l'energia, un intervento che riteniamo importante. Se l'obiettivo di questa manovra è, come abbiamo visto, portare a registro alcune situazioni che hanno creato disparità sociale, non possiamo dimenticare le donne vittime di violenza, ne abbiamo parlato in quest'Aula. Abbiamo chiesto di incrementare per l'anno 2023 il fondo di sostegno alle donne vittime di violenza, ottenendone un aumento pari a un milione e 850 mila euro. Un altro segnale importante per la prevenzione del fenomeno, ma soprattutto per il sostegno occupazionale e il reintegro delle donne nella società.

Infine, pongo una questione che mi sta particolarmente a cuore, perché tocca la mia regione, la Liguria, che ha anche un profilo di disparità sociale e fiscale. Sto parlando degli ex lavoratori transfrontalieri in stato di quiescenza pensionistica. Vi sarebbe stata una disparità tra l'aliquota applicata a coloro che hanno lavorato e varcato il confine per lavorare in Svizzera e coloro che invece hanno per una vita varcato il confine per Ventimiglia per lavorare, 5 per cento per i primi e 25 per cento per i secondi. Stiamo parlando nell'immediato di 8 mila persone liguri in quiescenza pensionistica, che spesso hanno poco più della pensione minima, operai, manovali, addetti alle pulizie, e nel medio periodo di ulteriori 4.500 persone prossime alla pensione.

Una disparità di trattamento che avrebbero continuato ad avere, senza questo correttivo, anche rispetto a coloro che hanno la propria residenza nella vicina Francia, a cui viene applicata un'aliquota addirittura inferiore al 5 per cento. L'emendamento che porta l'aliquota anche per loro al 5 per cento è un provvedimento importante, che tocca i nostri liguri di confine. Una convergenza importante c'è stata in Commissione, e ringrazio tutti i relatori di maggioranza e il gruppo di Noi Moderati, che ha dato la sostenibilità economica a questa misura.

Resta sul fronte territoriale un altro intervento importante per la Liguria per quanto riguarda il ripristino del sistema funiviario di Savona. Oggi non possiamo reclamare il successo di vedere accolte tutte le nostre richieste, le condizioni economiche e le risorse a disposizione non hanno consentito di accoglierle.

Questa, dicevamo, è una manovra di responsabilità, urgenza e serietà. Su molti temi specifici torneremo. Di certo oggi possiamo apprezzare che il Governo abbia fatto sue alcune proposte da noi avanzate. Penso, in particolare, alla riduzione a 7 mesi dell'assegno del reddito di cittadinanza, all'eliminazione della parola “congrua”, di cui abbiamo parlato, liberando con questo provvedimento risorse che possono finanziare misure rivolte ai giovani, lo scudo per il mancato pagamento delle bollette, battaglia portata avanti dal nostro gruppo anche con il “decreto Aiuti”, gli aiuti per il Sud, l'aumento dell'assegno unico familiare e soprattutto l'estensione del congedo parentale anche al padre, ribadendo un'attenzione alla famiglia e poi al mondo della scuola, quella pubblica, con la gradualità e flessibilità nell'applicazione dei nuovi criteri di dimensionamento scolastico, e quella paritaria, con le risorse aggiuntive riconosciute.

Famiglie, imprese, istruzione: sono questi i punti che caratterizzano la nostra azione e che riconosciamo in questa legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro, nessuno, vista la ristrettezza dei tempi e delle risorse, si aspettava dei miracoli da questa legge di bilancio; non ci aspettavamo una manovra chissà quanto espansiva, però siete riusciti a sorprenderci in negativo, perché questa manovra fa due cose con i problemi del Paese: alcuni li ignora, altri li aggrava.

Comincio da quelli che ignora. Agite come se questo Paese non avesse un gigantesco problema con l'evasione fiscale. La mia collega Guerra ha enunciato quali e quanti sono i condoni previsti in questa manovra. Incentiviamo l'evasione, la tolleriamo, come se non fosse questo uno dei problemi endemici del Paese. E poi ci sono ovviamente altri problemi che ignorate. Il tema del costo della vita: ci sono famiglie italiane oggi alle prese con un tasso di inflazione che in questo Paese non si vedeva da decenni e in questa legge di bilancio non c'è assolutamente nulla che consenta alle famiglie italiane di poter affrontare la crisi che stanno affrontando, nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

C'è il tema del costo del lavoro. In questo Paese il lavoro costa troppo, costa troppo alle imprese e troppo alte sono le tasse sul lavoro. Eppure le poche risorse che c'erano, voi le investite tutte per alzare la soglia della flat tax, come se ad aver bisogno di sostegno oggi fossero quelli che hanno un reddito a 85 mila euro. Ministro, non è così, questo è un grave errore che fate, è un grave errore che fate.

E poi c'è il tema del costo dell'energia. Lo avete affrontato, certo, per qualche mese però. Sono contenta che il Ministro Giorgetti, che ringrazio per la sua presenza qui in Aula, abbia detto quello che il Partito Democratico ha detto dal primo giorno in cui è stata presentata questa legge di bilancio, cioè che dovrete fare altri interventi. Però, Ministro, è ben strano che si presenti una legge di bilancio che dovrebbe valere per l'anno 2023, sapendo in realtà che queste misure varranno qualche mese, è ben strano; e sono contenta che abbiate dato ragione all'opposizione, che dal primo giorno vi ha detto che quelle misure sono totalmente insufficienti.

Ma non ci si ferma qui, ci sono altri problemi che aggravate. Aggravate il problema della sanità pubblica. Eppure siamo usciti - anzi, vedremo - da una pandemia che ci ha colpiti al cuore, che ci ha mostrato quanto fragile è il nostro sistema sanitario, quanto bisogno c'è di investire sulle strutture e sul personale. Presentate una legge di bilancio che taglia sulla sanità pubblica. Portate avanti una lotta non alla povertà, ma ai poveri, come se lì ci fosse da far cassa nel momento più difficile per i poveri di questo Paese.

Tagliate alla scuola. Ho sentito colleghi dire che ci sono investimenti, e mi sorprende, perché questi investimenti non li vedo. Vedo invece un intero articolo dedicato a tagliare il numero delle istituzioni scolastiche. Perché, Ministro? Di questo ha bisogno il Paese? Di tagliare sulla scuola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Perché tagliate sulla scuola? E poi odiate l'innovazione e odiate la cultura. Quello che avete fatto a 18App è assolutamente inspiegabile.

Come funzionerà questa nuova Carta Giovani? Sicuramente non con lo SPID, considerato che dite di volerlo cancellare. Di spiegazione su questo vostro accanimento nei confronti della scuola e della cultura, me ne do una sola, è una spiegazione piuttosto preoccupante, purtroppo non è nuova, perché quando la destra va al Governo fa sempre cose di questo genere, taglia sempre sulla cultura e sulla scuola. E la mia impressione è che vi faccia paura il pensiero, che vi faccia paura che la gente acceda alla scuola, all'università, alla cultura, che vi faccia paura che le persone abbiano accesso a quel patrimonio gigantesco che è patrimonio nazionale - quello sì, è patrimonio nazionale - e possa, in qualche modo, rendersi conto meglio di quello che state facendo.

È molto grave quello che fate con questa legge di bilancio, eppure noi, in Commissione - voglio ringraziare tutti i colleghi e le colleghe per il lavoro che hanno fatto, serio, responsabile, approfondito -, abbiamo cercato di migliorare quello che si poteva migliorare e, grazie alle nostre battaglie, abbiamo anche sventato alcuni danni: penso all'assurda battaglia sul POS. Per giorni ci avete spiegato che la principale battaglia di questo Governo era impedire ai cittadini e alle cittadine di pagare con la carta elettronica per transazioni inferiori a una certa soglia e vi siete accaniti tra voi a decidere se dovevano essere 30, 60, 80, 100 euro. Quello era diventato il principale problema del Paese: impedire ai cittadini di esercitare la propria libertà di pagare come vogliono. Grazie a noi, quella norma non c'è più, quel litigio è stato accantonato e non solo: entro 90 giorni si dovrà discutere di come far risparmiare i commercianti, che, di fatto, pagano per quelle transazioni. Grazie alla battaglia delle opposizioni, che non si è svolta su quanto doveva essere quella soglia - devo dire una battaglia ridicola nella maggioranza -, finalmente, si discute delle cose serie, cioè fare in modo che i cittadini siano liberi di pagare come vogliono e che questo costi di meno ai commercianti di questo Paese. Giusto, giusto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

E, poi, ci siamo battuti per ampliare la soglia di reddito entro la quale si applica la riduzione del 3 per cento del cuneo fiscale da 20 a 25 mila euro, perché, Ministro, è quella la fascia di popolazione che ha più bisogno di sostegno, non i ricchi di questo Paese, a cui continuate a guardare come se fossero l'unico punto di riferimento. Abbiamo bisogno di dare una mano a quelle famiglie che prima di questa crisi energetica erano, in qualche modo, il ceto medio del paese, erano quelle che mandavano avanti i consumi, che ci avevano consentito di rialzare la testa dopo la pandemia e che, oggi, da questa legge di bilancio escono sconfitte, perché non c'è alcuna misura destinata direttamente ad esse, se non grazie a quelle battaglie che abbiamo portato avanti.

Inoltre, abbiamo introdotto l'incremento di 5 milioni del Fondo per compensare l'aumento dei costi dell'energia in favore degli enti del Terzo settore che erogano servizi sociosanitari e socioassistenziali. Ricordo questa misura perché anche il Terzo settore è un grande dimenticato da questa legge di bilancio, e questo è grave perché, di nuovo, abbiamo sperimentato insieme quanto sia importante il Terzo settore, in questo Paese.

L'ultima, ma non ultima, cosa che ricordo è il rifinanziamento del bonus psicologo, una battaglia che il mio partito ha fatto, ha portato avanti, anche alla luce di quello che la pandemia ha fatto emergere, una battaglia che ci intestiamo come battaglia del Partito Democratico e che è oggi una battaglia di civiltà vinta dal Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Queste cose, però, non sono sufficienti a raddrizzare una manovra di bilancio che, naturalmente, resta ingiusta e iniqua. Gli errori, le lentezze, i litigi nella maggioranza, che hanno portato ad accordi che, forse, non sono neppure accordi da quello che leggiamo sui giornali, fanno sì che, nel complesso, questa manovra sia un pastrocchio. E, sa, temo che questa manovra, che è il primo atto di questo Governo, rappresenti perfettamente quello che è il Governo della destra nel Paese, vi rappresenta perfettamente. Naturalmente ci opponiamo, ci opporremo e continueremo ad essere contrari a una manovra totalmente ingiusta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Gatta. Ne ha facoltà.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro dell'Economia, questa importante discussione sulla legge di bilancio, in cui si parla, giustamente e doverosamente, di economia, di imprese, di caro energia, di questioni sociali, di cultura, di ambiente, di rinnovabili e di ogni altro argomento di interesse nazionale non può esaurirsi, però, a mio avviso, senza che sia trattato nello specifico un settore importantissimo per questo Paese, che è il settore ittico, spesso grande assente nelle discussioni parlamentari, sin qui ascoltate con massima attenzione e rigoroso rispetto.

E toccherà a noi di Forza Italia trattare questo tema, sia pure nei pochi minuti a disposizione, perché siamo fermamente convinti delle potenzialità che questo comparto economico esprime e abbiamo il dovere di fare di tutto per contribuire al percorso di rilancio della pesca italiana, un percorso atteso da tanto, troppo tempo.

È noto a tutti che la pesca sia regolamentata a livello comunitario e, quindi, il primo sforzo deve essere fatto e deve essere rivolto a interagire proprio con le istituzioni sovranazionali, le cui decisioni, in passato talvolta improvvide, perché frutto di una scarsa conoscenza delle varie realtà e dei nostri mari, condizionano sempre di più la vita, l'operato, l'attività quotidiana dei nostri pescatori, che non vogliono certo disattendere le regole, anche quando tali regole appaiono sbagliate e perciò si appalesano ingiuste, ma che chiedono con insistenza di prestare con i prossimi provvedimenti, signor Ministro, maggiore attenzione alle peculiarità dei nostri mari e alle specificità territoriali delle attività di cattura. A tal proposito, si deve tener conto del fatto che, ad esempio, si continua spesso a pensare al Mediterraneo come a un unicum piuttosto che a un mare che comprende ecosistemi, ambienti, fondali, specie animali e vegetali molto variegate. Per esempio, il mare Adriatico, pur facendo parte del Mediterraneo, è caratterizzato, più di ogni altro mare, dalla presenza di individui generalmente piccoli - il fenomeno del cosiddetto nanismo è esempio emblematico, come la presenza del cosiddetto “rossetto” nel Golfo di Manfredonia, nell'Adriatico -, fattore che deve essere considerato ai fini di un allentamento delle prescrizioni e dei limiti alle attività di pesca, che non possono valere per tutti i mari, indistintamente, salvo che non si decida di falcidiare le nostre flotte pescherecce e fare scomparire questo settore primario, come l'agricoltura, dal novero delle attività economiche che contribuiscono in modo rilevante e in modo significativo al prodotto interno lordo nazionale.

Alcuni passi sono stati già compiuti da questo Governo, come la deroga alla normativa comunitaria per permettere la pesca delle vongole in Adriatico. E va bene il rifinanziamento, contenuto in questa legge di bilancio, del programma triennale per la pesca e per l'acquacoltura, con una dotazione finanziaria di 8 milioni di euro per il 2023. Altrettanto encomiabile è il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, sempre per la pesca e per l'acquacoltura, con una dotazione di 4 milioni di euro per gli anni 2023, 2024 e 2025. Questo è ciò che le marinerie italiane vogliono: svolgere il proprio lavoro nel rispetto delle regole, ma poterlo svolgere.

È un settore, questo, signor Ministro, in cui il dovere della sostenibilità ambientale - e dico dovere, perché riteniamo fondamentale che le risorse ittiche debbano essere sfruttate, preservando, però, la sopravvivenza delle specie - incide moltissimo sulla redditività delle imprese. Ed è per questo che occorre fare di più per garantire la continuità delle attività economiche legate a questo settore, già pesantemente colpito da consistenti aumenti dei costi energetici. Fare di più e fare meglio del passato. Un esempio per tutti, il fermo obbligatorio: occorre che l'indennità, che è pari a poco più della metà del livello retributivo del pescatore, sia resa, per il futuro, strutturale e non inserita ogni anno nella legge di bilancio. Bisogna intervenire a Bruxelles per scongiurare il pericolo che la fissazione di nuovi limiti allo sforzo di pesca si traduca in un numero troppo elevato di giornate di fermo. Si rischia, da qui al 2024 - ed è un peccato che nessuno sollevi questo problema -, che ci sia il 40 per cento di giornate lavorative in meno, e questo non è economicamente sostenibile, per tutte le imprese di pesca italiane.

Senza considerare che l'economia da COVID ha impattato pesantemente sul settore, generando contraccolpi sull'economia dei territori costieri, in taluni casi mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di determinate comunità.

Esiste una scarsa valorizzazione del pesce italiano: molti produttori non sono ben organizzati e, quindi, sono poco competitivi. Il prodotto estero è avvantaggiato per una serie di aspetti a partire dai costi, ma spesso anche da una logistica più efficiente e dalla presenza di attestazioni e certificazioni specifiche. La mancanza di un progetto e di una strategia di sistema costituisce, quindi, un altro problema che va ad aggiungersi al prezzo del gasolio e ai costi moltiplicati delle materie prime; di questo ci dovremo occupare nei mesi e negli anni a venire.

È, quindi, necessaria una vera programmazione a lungo termine, con piani di gestione regionalizzati. Occorre diversificare le attività produttive e stimolare l'innovazione tecnologica. Parte di questo è stato già fatto con l'attuale legge di bilancio, tanto altro dovrà essere ancora fatto. Oltre al caro carburante, all'assenza di un ricambio generazionale, alle normative sulla pesca imposte dall'Unione europea, esiste poi anche la concorrenza extra europea, nello specifico con i pescherecci tunisini ed egiziani, che vendono lo stesso prodotto nazionale pescato dagli italiani, ma a costi inferiori e senza l'obbligo di applicare le regole comunitarie volte a limitare lo sforzo di pesca e a ridurre lo sfruttamento degli ecosistemi marini. Tra queste politiche, rientrano le compensazioni ai pescatori per l'arresto temporaneo o per la demolizione delle navi. Qui apriamo un capitolo: in tutta Italia, il numero delle imbarcazioni da pesca è sceso di diverse migliaia di unità ed oggi circa il 70 per cento della flotta italiana è composta da piccoli pescherecci inferiori ai 12 metri. E così, mentre in Italia, signor Ministro, demolivamo, in Tunisia sono stati dati incentivi agli armatori per costruire nuove imbarcazioni. Quindi, se, da una parte, la flotta italiana è stata decimata, dall'altra parte, non è stato ridotto lo sforzo di pesca, anzi è aumentato da parte di tunisini ed egiziani, che oggi hanno le flotte più imponenti del Mediterraneo e pescano molte specie della flotta italiana.

Oltre alle demolizioni, si sono aggiunte numerose disposizioni dell'Unione europea per proteggere gli stock ittici, come l'obbligo del fermo biologico, i sistemi satellitari a bordo e l'utilizzo di reti a maglie larghe, che sono spesso incompatibili con la taglia media delle specie ittiche dei nostri mari. Ma, se si introduce il fermo biologico, esso non ha senso se lo pratica solo la marineria italiana: dovrebbero fermarsi tutti – tunisini, italiani, egiziani, montenegrini, croati, greci e spagnoli -, questa è la sfida! Ecco perché non poteva esserci occasione più propizia di questa, in sede di discussione del bilancio, per sollevare questo problema e per parlare di questo settore, un'occasione ancor più unica, perché questa discussione si tiene alla presenza del Ministro Giorgetti, che ringrazio per la cortese attenzione che mi sta destinando. La pesca ha una valenza economica, sociale e culturale e per questo va sostenuta e incentivata, non in un'ottica di sussidi, ma di sviluppo reale del territorio. Le esperienze migliori in questo senso insegnano che occorre accorciare le filiere, sostenendo le forniture del pescato e incentivando i contratti di filiera. È necessario, inoltre, superare le criticità che hanno impedito, sino ad oggi, l'introduzione, anche per i pescatori, di un sostegno al reddito di carattere strutturale, come previsto per ogni altro lavoratore. Da poco, infatti, si è estesa anche al mondo della pesca la cosiddetta CISOA, un acronimo che sta per cassa integrazione per gli operai agricoli, tuttavia questa non comprende, nelle causali di intervento, i periodi di fermo. Allora, si tratta di un limite importante perché, nel settore ittico, saranno sempre più frequenti le richieste di fermo da parte dell'Unione europea. Affinché la CISOA diventi uno strumento veramente efficace, è necessario che intervenga per tutte le causali di sospensione non imputabili né ai datori di lavoro, né ai lavoratori.

Gli interventi da fare - e concludo -, come si può intuire, sono tanti e noi di Forza Italia, con lo spirito di apertura e di collaborazione e con la capacità di ascolto, che ha contraddistinto tutto il nostro operato nel lavoro profuso, sino ad oggi, per pervenire in quest'Aula, siamo convinti che il Governo affronterà con la necessaria determinazione questa ulteriore sfida, per ridare prosperità a un settore, quello della pesca, martoriato da disattenzioni e da scelte talvolta sconsiderate, che oggi guarda con rinnovata attenzione e con legittime aspettative a questo nuovo Governo che noi sosteniamo con convinzione.

Vogliamo incamerare, signor Ministro, altri ragguardevoli risultati. Oltre all'aumento delle pensioni minime per gli over 75, oltre alla decontribuzione alla detassazione per le imprese che assumono giovani, oltre all'estensione degli effetti del superbonus al 31 dicembre del 2022, vogliamo raggiungere ulteriori ragguardevoli risultati, che riguardano anche questo comparto. Siamo certi che lei e tutto il Governo sarete particolarmente attenti a queste esigenze (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Maria Elena Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Grazie Presidente. Signor Ministro, fare una legge di bilancio - lei lo sa - richiede impegno, competenza e tenacia; non è un lavoro facile. Per questo, vorrei prima di tutto dire il mio e il nostro “grazie” ai membri della Commissione bilancio e ai funzionari della Camera, che hanno fatto nottata. Noi voteremo contro questa legge di bilancio, non condividiamo le scelte che sono state fatte, però rispettiamo il lavoro dei colleghi in Commissione bilancio e quello dei tecnici. Noi pensiamo che la maggioranza abbia il diritto di fare le proprie scelte in legge di bilancio, anzi abbia il dovere di farlo - lo impone il gioco democratico e il rispetto del consenso elettorale -, quindi, non ci lamentiamo per le vostre scelte che non condividiamo, ma ci lamentiamo per il modo irrispettoso, irriguardoso e persino indecente con cui avete trattato questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Resti agli atti, perché è una cosa grave, ingiusta e non all'altezza di una democrazia come la nostra! Per questo, voglio leggervi alcune parole, che penso condividerete. Le voglio leggere per non sbagliare nemmeno una virgola: “Democrazia parlamentare significa che il Parlamento decide. Democrazia parlamentare significa che il Parlamento è centrale. Di grazia, posso chiedervi dov'è la democrazia parlamentare nel momento in cui il Parlamento non può discutere la legge di bilancio, che vi segnalo essere la prima prerogativa dei Parlamenti dalla fine delle monarchie assolute e quindi dal XVII secolo? Perché, se al Parlamento togliete la legge di bilancio, vi comunico che la democrazia parlamentare non c'è e non c'è neanche il Parlamento”. Parole sagge, direi. Proseguo: “Adesso non conta più il Parlamento? Adesso non conta più la Costituzione? Quando si arriva al Governo finalmente la Costituzione e il Parlamento non ci servono? Possiamo piegare le istituzioni a nostro piacimento e alle nostre necessità. Noi non la vediamo così, noi pensiamo che sia una vergogna quello che è accaduto con questa manovra: un maxiemendamento sul quale è stata posta la fiducia perché il Governo doveva emendare se stesso”. Queste parole noi le sottoscriviamo tutte e penso che le possano sottoscrivere anche i colleghi di maggioranza, perché non sono parole di un esponente del terzo polo o di qualsiasi altro membro delle opposizioni, ma sono le parole che l'onorevole Giorgia Meloni ha detto qui, in quest'Aula, tre anni fa (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Allora, il minimo che possa fare la maggioranza, oggi, con umiltà, è venire in quest'Aula e chiedere scusa, perché ha fatto esattamente quello che ha fatto Conte.

In questa legge di bilancio, non è tutto negativo, ci sono anche cose positive che avete fatto; per esempio, non volete più uscire dall'euro, non volete più lo scioglimento controllato della zona euro, avete rinunciato ai vostri propositi sovranisti. Bene, i mercati apprezzano e i consensi crescono. Noi non gridiamo allo scandalo, non siamo certo quelli che vanno a criticare il proprio Governo e il proprio Paese fuori dai confini nazionali: siamo un'opposizione responsabile. Eppure, questa legge di bilancio - va detto - è una legge di bilancio mediocre, senza visione, senza spessore e senza anima.

Io mi soffermerò soprattutto su tre punti, poi le mie colleghe affronteranno altri temi. Primo: sulla sanità avete messo due miliardi, più della metà andranno per le bollette. Eppure, noi vi avevamo proposto di eliminare le liste d'attesa perché nel merito noi abbiamo portato proposte addirittura a Palazzo Chigi. È venuta una delegazione di Azione-Italia Viva, col nostro capogruppo, con l'onorevole Marattin, abbiamo dato la nostra disponibilità istituzionale, politica e tecnica. Avete deciso di prenderci in giro. Ci sta, però guardate che, alla lunga, si ritorcerà contro di voi perché noi continuiamo a pensare che prima di tutto venga l'interesse dell'Italia e, se possiamo dare una mano, lo facciamo, e continueremo a farlo. Vi abbiamo fatto una proposta per eliminare le liste d'attesa e penso che sappiate quanto noi che ci sono tante persone, tanti nostri concittadini, anche malati di tumore, che a volte devono aspettare mesi per una diagnosi e chi se lo può permettere va nel privato. Non c'è niente di più iniquo, perché chi può paga e chi non può aspetta e, a volte, muore. Ci direte che la coperta era corta e non c'erano le risorse. Noi vi abbiamo offerto una soluzione: chiedere i 37 miliardi del MES sanitario (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe) per eliminare le liste d'attesa, per i nostri infermieri e per le malattie rare. Voi avete detto di no, per motivi ideologici ma sono pronta a scommettere che, tra qualche settimana, il Governo chiederà a questa maggioranza di ratificare il MES. Se non avete trovato le risorse per la sanità, siete stati bravissimi a trovare quasi un miliardo di euro per pagare i debiti delle società di calcio di serie A. Mi riferisco a un bellissimo emendamento che è piovuto dal cielo nottetempo da parte del Governo, ispirato e voluto da un parlamentare personalmente e palesemente interessato alla questione, un maxi-regalo alle società di calcio. Guardate, noi non siamo populisti, sappiamo che l'industria sportiva e quella calcistica hanno un valore. Ma come si fa a regalare quasi un miliardo di euro, quando ci sono i capannoni chiusi nel Veneto, quando tagliate sulla scuola e quando non mettete niente sulla cultura? La Premier League ha diritti televisivi che valgono sei volte quelli italiani, e non è frutto del caso; è frutto di capacità e di un lavoro che c'è alle spalle. Non ci lamentiamo poi se dall'Italia i calciatori se ne vanno, se il calcio si impoverisce e se i diritti televisivi non valgono quanto all'estero se, tutte le volte che le società sono in difficoltà, arriva un Governo, come questo di centrodestra, e regala quasi un miliardo di euro. Noi lo possiamo dire perché siamo stati gli unici che non hanno sottoscritto questa proposta al Senato, quando anche PD e MoVimento 5 Stelle hanno firmato l'emendamento. Dunque, noi possiamo dire, con molta tranquillità, che amiamo il calcio, ma non vogliamo regali a chi gestisce il calcio, anzi, non gestisce il calcio.

Vengo, infine, alla 18app. Guardi, Ministro, qui non è in discussione una misura, un provvedimento, ma il rapporto tra di noi e il rapporto con l'opinione pubblica. Voi avete il diritto di cambiare quello che volete, avete la forza dei numeri, ma non avete il diritto di prenderci in giro perché potete cambiare le nostre leggi, ma non potete cambiare la realtà delle cose. La 18app è stata introdotta dal Governo Renzi nel 2016, poi è stata ripresa pari pari e copiata in Germania, Spagna e Francia e dal primo anno è stata finanziata con almeno 230 milioni di euro, se non di più. Sono stati stanziati 230 milioni di euro negli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022. Nel 2023 ci sono zero euro per la 18app, avete azzerato lo stanziamento nel 2023, punto. Poi potete inventarvi giochi di cassa e competenza e attingere ai risparmi del Governo Draghi, tutto quello che volete. Però, la verità oggettiva, nero su bianco, è che c'è zero di stanziamento per la 18app, nonostante tutte le bugie che ci possiate creare sopra. Noi non condividiamo il modo in cui l'avete voluta cambiare, perché per noi la cultura è un valore identitario ed è un valore dire a un ragazzo o a una ragazza di 18 anni, che entrano nell'età adulta, che li sosteniamo, invogliandoli a un consumo di cultura che crea un bisogno, una necessità che si porteranno avanti per tutta la vita: andare a una mostra, a teatro, a un concerto, a comprare un libro. Ed è evidente che debba valere per tutti, mentre voi avete introdotto la soglia ISEE e lo fate solo per quelli che hanno buoni voti a scuola. Da un lato, fate la flat tax, non fate pagare le tasse, e dall'altra, mettete la soglia ISEE ai ragazzi di 18 anni. Io trovo che sia inaccettabile. Voi avete i numeri per farlo, e lo farete, ma, se c'è chi ha bisogno di essere invogliato ancora di più a usufruire della cultura, forse sono anche coloro che magari hanno qualche problema in più a scuola. Avete trovato i soldi per le società di calcio e avete tagliato sui libri e sui teatri: questa è la vostra visione di Paese, questa è la vostra visione del futuro. Ma le bugie, a un certo punto, vengono fuori ed è inutile creare una montagna di menzogne sulla 18app perché, come diceva Lincoln, si può mentire a una persona per tutta la vita o a tutti per una volta, ma non si può mentire a tutti per tutta la vita.

Noi, Presidente - e concludo - avremmo voluto un rispetto diverso del Parlamento, avremmo voluto più soldi per la sanità e meno per i debiti delle società di serie A e avremmo voluto, soprattutto, un confronto serio e costruttivo con il Governo. Quest'anno non c'è stato. Ci verrà detto che non c'era tempo. Io penso che non ci sia stata nemmeno la forza e la volontà. Mi auguro che le cose cambino il prossimo anno. Noi continueremo a portarvi il rispetto istituzionale che pensiamo sia giusto, quello che voi avete negato a noi, perché pensiamo che, prima di tutto, venga comunque l'interesse del nostro Paese, anche oltre le dispute politiche (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Nicola Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Credo che dobbiamo necessariamente riavvolgere il nastro per capire quello che è avvenuto nel corso degli ultimi due mesi e, soprattutto, i presupposti, sotto il punto di vista non solo procedimentale, ma anche storico, che hanno portato il Ministro Giorgetti a presentare la manovra in questi giorni e, quindi, a coronare un percorso che sembrava davvero quasi impossibile da centrare in pochissimo tempo. Riavvolgendo il nastro, ricordiamo che il 25 settembre di quest'anno - non il 25 settembre dello scorso anno - si è votato e il 23 ottobre abbiamo avuto l'insediamento del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con il passaggio di consegne dal Presidente Draghi a quest'ultima, con la ormai notissima cerimonia del passaggio della campanella. Il 2 novembre - sempre del 2022 e non dello scorso anno - c'è stato il giuramento dei Vice Ministri e dei Sottosegretari, Vice Ministri e Sottosegretari che non sono semplicemente parte di un puzzle indefinito e indeterminabile, ma sono quei soggetti che, naturalmente, all'interno dei Ministeri di competenza, sono essenziali per la compilazione di una manovra, soprattutto una manovra finanziaria che tenga conto delle esigenze reali del Paese. Il 21 novembre c'è stata la presentazione e l'approvazione della manovra in Consiglio dei Ministri. Quindi, che cosa viene fuori, sotto il punto di vista strettamente statistico? Che, al netto delle 2 o 3 domeniche di novembre, in appena 16 giorni si è riusciti, da parte del Governo ed in primis da parte del ministro Giorgetti, a definire lo schema essenziale della manovra, per attivare poi un percorso parlamentare che non superasse i 30 giorni. Bene, se non è questo già un profilo di merito e di successo, francamente, facendo un excursus delle statistiche che dal 1948 ad oggi hanno accompagnato la definizione delle manovre, pochi altri elementi di vanto del genere è possibile acquisire.

Poi, cosa è avvenuto? Abbiamo assistito ad un dibattito ante litteram sulle possibili differenti prospettive, su che cosa avrebbe potuto o, secondo alcuni, secondo la stessa minoranza, anzi, le stesse minoranze, avrebbe dovuto fare il Governo, ritualmente, legittimamente e democraticamente eletto. Alcuni dicevano: c'è poco tempo per la finanziaria quindi, sostanzialmente, non disegnate - è quello che ci è stato ribadito a più riprese anche durante i lavori della V Commissione, bilancio - la possibilità di andare in esercizio provvisorio, non è uno scandalo. Ce la si stava infiocchettando come fosse stata addirittura una sorta di captatio benevolentiae impropria, per dire che, alla fine, la avremmo potuta non disdegnare neanche noi e che non sarebbero stati certo sulle barricate nel caso in cui si fosse arrivati all'esercizio provvisorio. Questa era una delle ipotesi.

La seconda ipotesi era quella di portare avanti una manovra finanziaria, Ministro, di natura strettamente tecnica. Ma che cosa sarebbe avvenuto? Certo, non sarebbe stata la prima volta che si portava avanti una finanziaria neutra, una finanziaria tanto per tagliare il nastro, con la possibilità che la Costituzione e l'ordinamento danno al Governo di premere il tasto del reset nel corso dei mesi successivi e, quindi, di portare avanti quella che si chiama la finanziaria sostanziale integrata, rivista e rivalutata rispetto alla finanziaria formale. Però, il Governo questa scelta non l'ha portata avanti. Infatti, immaginiamo, per una frazione di secondo, che cosa poteva succedere rispetto alle risposte che i mercati finanziari e, più in generale, le stesse istituzioni europee stavano chiedendo e continuano tuttora a chiedere legittimamente a questo Governo.

Allora, la scelta che è stata portata avanti da parte del Governo e del presentatore della manovra, il Ministro Giorgetti, mi piace definirla come la scelta delle tre “r”: la scelta della responsabilità, la scelta delle riforme e la scelta della ripresa, perché di questo si tratta, di questo si occupa questa manovra. Scelta di responsabilità che fa pendant con le indicazioni che abbiamo fornito fino a questo momento. Direte che ci sono le istituzioni europee che ci guardano - attenzione: non come Catone il Censore -, perché siamo parte importante e un traino essenziale di quell'Europa che è la nostra Europa e all'interno di una famiglia economica e sociale grande come quella dell'Europa non potevamo apparire certamente i parenti poveri. Quindi, questa assunzione di responsabilità, questa manovra finanziaria che ha fatto fare le ore piccole a tutti, ma che ha visto sicuramente il Ministro in prima fila e in prima battuta fornirci gli elementi su cui riflettere, è stata la prima scelta di responsabilità.

Poi, le riforme, perché anche questo è un aspetto fondamentale. Se si saltano i prolegomeni delle riforme e, in una manovra finanziaria, la prima manovra finanziaria del nuovo Governo non si danno le indicazioni da seguire in avanti, nel corso della legislatura e soprattutto nel corso del prossimo esercizio finanziario, in effetti senza riforme è chiaro che si porta avanti soltanto quella che può essere definita come una sorta di teoria generale della filosofia politica economica e finanziaria e nulla di più, perché se non vengono istituiti presidi di efficienza, presidi di semplificazione delle procedure e dei procedimenti amministrativi, è chiaro che la strada dell'inferno rimane lastricata di ottime intenzioni, ma non porta certamente in paradiso. Allora, le riforme - soprattutto, gli spunti interessanti e fondamentali su cui continuare a lavorare e a produrre nel corso dei prossimi mesi - sono già state tracciate e sono riforme che in nuce, per chi lo vuole, sono - rectius: forse per chi le sa interpretare - già presenti in itinere e andranno a compimento nel corso dei mesi futuri.

L'ultima “r”, come dicevamo, è la ripresa, perché, anche in questo caso, gli approcci potevano essere diversi. Abbiamo assistito a manovre, in passato, che erano abbondantemente recessive - vorrei definirle in alcuni casi addirittura repressive -, ma, in questo caso, abbiamo l'esplicitazione di una manovra di carattere espansivo, una manovra che tende a liberare risorse, per quello che è riuscita naturalmente a fare e per quella che poteva essere la base dell'attecchimento dell'intervento - e spieghiamo velocemente il perché -, ma è una manovra che tende a non comprimere, a non reprimere l'iniziativa privata, l'iniziativa di chi si mette in gioco, di chi dice: “Io produco, ma non produco per me o per la mia locupletatio; produco per il Paese, produco per i miei dipendenti, produco per l'economia reale” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

A che cosa ci stiamo riferendo? Ci stiamo riferendo alle polemiche - e andremo per flash naturalmente, per non tediare troppo l'Assemblea, dando per scontato che tutti abbiamo avuto modo di conoscere non solo il testo base, ma anche il testo emendato - e a quelle che sono state indicate, addirittura, come note dolenti - e non note di progresso, non note di innovazione - all'interno della manovra.

Questa è una manovra, come è stato ricordato questa mattina dal nostro relatore, l'onorevole Comaroli, che oscilla tra i 32 e i 34 miliardi, che, però, già avevano e hanno una destinazione politica vincolata, perché, nel corso dell'ultima campagna elettorale, è stato chiesto un mandato e su quello - anche su quello! - la gente ha votato e i cittadini hanno conferito quella delega, ossia che buona parte di quelle risorse, cioè due terzi di quelle risorse, fosse destinata direttamente all'emergenza dell'energia. Poi, 5 miliardi vanno per il taglio di 3 punti del cuneo fiscale.

Quindi, da una parte, si mette in sicurezza il Paese, si mettono in sicurezza anche le famiglie e coloro che non riuscivano, da privati cittadini e all'interno delle minime comunità, a pagare le bollette; dall'altra parte, però, si incentiva la possibilità per le piccole imprese - al di là del concetto, che poi andremo a vedere velocemente, che riguarda anche tutto l'altro comparto industriale - di rimanere aperte. Infatti, di questo che stiamo parlando. Non stiamo parlando di guadagni: stiamo parlando di imprese che avevano e che hanno tuttora la necessità di tenere aperte le proprie saracinesche e di tenere aperti i cancelli delle proprie aziende, perché, in via alternativa, non è che si registra il mero fallimento dell'imprenditore, ma si registra il fallimento di quella che è l'impresa, che non è di un soggetto soltanto, ma è un valore, non semplicemente aggiunto quanto essenziale di una comunità. Questo è l'approccio politico che la manovra ha cercato di trasmettere, che può essere non condiviso e non condivisibile da tutti - ci mancherebbe altro! -, ma è un approccio che è assolutamente in linea di coincidenza con il mandato elettorale ricevuto. Quindi, dicevamo: 3 punti sul cuneo fiscale, 2 per lo sconto contributivo per i lavoratori e 1 punto di riduzione della quota contributiva a carico delle imprese.

Poi, c'è la questione relativa alla famosa e quasi famelica - vorrei definirla così, magari secondo un altro approccio - flat tax. In realtà, quell'innalzamento da 65 mila a 85 mila non fa venir meno il principio, perché, se è un principio che è stato condiviso in passato, allora, delle due l'una: o è stato sbagliato a monte, quando è stato introdotto, ma non può essere certamente contrastato e demonizzato da quegli stessi soggetti che quel principio lo hanno portato avanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), dicendo: “No! C'è questo segmento ulteriore del principio che diventa attuazione, che non ha nulla a che fare, quindi, con la teoria del principio, che porta a una facile evasione”. Il Ministro ha introdotto, invece, un meccanismo di autotutela del sistema finanziario, oltre che dello stesso imprenditore, cioè la possibilità, nella soglia di eventuale superamento, che va dagli 85 mila ai 100 mila euro, di portare avanti una sorta di scivolo per rientrare eventualmente all'interno del regime ordinario.

Si dice, però, che tutto viene rimesso alla libera scelta del contribuente, che tutto viene rimesso alla libera scelta della partita IVA. Diamine, ci mancherebbe altro! Chi dovrebbe sostituirsi a chi ci mette del proprio, a chi si mette in gioco? È lo Stato che dovrebbe sostituirsi a una valutazione di carattere discrezionale, perché riguarda l'organizzazione degli elementi dell'impresa e l'organizzazione dell'obiettivo che incombe sull'imprenditore e sull'imprenditore soltanto?

Un'altra materia che sembrava davvero, per alcuni, dover rimanere necessariamente all'esterno delle nuove valutazioni del Governo è quella del reddito di cittadinanza. Su questo, come Lega, vogliamo essere ulteriormente chiari: condividendo assolutamente le indicazioni e le progettualità sociali, perché di questo stiamo parlando, portate avanti da parte del Governo, in primis, dal Ministro Giorgetti, siamo convinti, non che il reddito di cittadinanza sia inutile, ma che sia, probabilmente, per come è stato attuato, una forma non sostitutiva, se non addirittura dannosa, rispetto alla realizzazione, all'effettività soprattutto del principio delle politiche attive sul lavoro. Ecco perché nella manovra si parla di standby, di periodo di conoscenza, di consapevolezza, per comprendere - alla fine di questo periodo, alla fine quindi del 2023 - quale sarà lo strumento alternativo, lo strumento di realizzazione effettivo delle politiche del lavoro che il Governo andrà a proporre.

Sotto questo punto di vista, è chiaro che anche il superamento della legge Fornero rimane un altro assetto principale, in termini di struttura, della manovra, ma anche sotto il profilo della ratio che porterà avanti l'attività del Governo e, in primis, anche della Lega, per i prossimi mesi; quella che viene definita comunemente quota 103 non poteva non essere valorizzata fin dall'inizio, fin da subito, all'interno di questa manovra, senza rimettere ad una fase successiva la rivisitazione dell'intero comparto previdenziale, perché è chiaro che il comparto previdenziale parte dalle risorse a disposizione. Non si poteva pretendere di dire: stralciamo tutto quello che riguarda la riforma previdenziale e, poi, ne riparleremo più avanti e sostanzialmente andiamo a fare una simulazione di manovra. Anche in questo, il Governo è stato assolutamente corretto e coerente rispetto agli impegni presi e le nuove soglie che vengono portate avanti per arrivare alla realizzazione di quota 103 sono assolutamente in linea con il mandato ricevuto, senza contare che, con questa pre-riforma previdenziale, con questo accesso alla riforma previdenziale, introduciamo un altro elemento molto importante, quello della certezza del diritto previdenziale. Non si tratta di certezza del diritto previdenziale soltanto per chi esce dal mondo del lavoro, ma anche per chi attende, per chi nutre l'aspettativa di entrarvi, perché correttamente deve programmare il proprio futuro, quello della propria famiglia e sapere per quanto tempo dovrà lavorare e per quanto tempo potrà eventualmente godere dei frutti di un'attività lavorativa vera, non fittizia e non inventata.

Questa mattina, con grande attenzione ho ascoltato l'intervento dell'onorevole Guerra quando ha detto: ma, voi, in questo modo, sulle questioni di cui abbiamo parlato in questo momento, e soprattutto per quanto riguarda i livelli essenziali delle prestazioni, state aggirando, se non addirittura violando le indicazioni che promanano dall'articolo 5 della Costituzione; lo state attuando male, perché non è così che si porta avanti l'altra tematica importante sulla quale ci andremo a confrontare, ossia l'autonomia differenziata. Ebbene, su questo, Ministro, credo che dobbiamo continuare a svolgere una riflessione importante rispetto a chi ci richiama ai principi e alla corretta applicazione dei principi del dettato costituzionale.

Oltre all'articolo 5, c'è un articolo meraviglioso che ogni tanto viene invocato, ma a sproposito, soprattutto rispetto ad un approccio culturale della sinistra che riteniamo assolutamente tutto italiano: mi riferisco all'articolo 3 della Costituzione che, però, viene letto soltanto in base al primo comma. Infatti, mentre il primo comma di tale articolo si riferisce all'uguaglianza formale, il secondo comma - che è la vera essenza di quel dettato costituzionale, di quel confronto che nel 1948 mise sullo stesso piano dialoganti e dialogando, forze che provenivano da culture molto diverse - il secondo comma sottolinea come lo Stato debba intervenire per rimuovere gli ostacoli che possano condurre alla realizzazione dell'individuo, economica, sociale e sotto il punto di vista delle libertà; ma deve intervenire per rimuovere gli ostacoli, non può essere compulsato ogni fine mese come soggetto che va a surrogare la possibilità che, poi, il cittadino si rimbocchi effettivamente le maniche. Il principio di uguaglianza deve necessariamente essere garantito dallo Stato alla partenza dei blocchi; nel momento in cui c'è una difficoltà lo Stato ha il dovere di intervenire, ma poi lo Stato deve fare lo Stato per tutti, non può fare lo Stato solo per chi, evidentemente o eventualmente, si tira indietro non solo con il piede, ma anche con le braccia, rispetto ad un apporto lavorativo che deve dare non solo per la sua famiglia, ma anche per la realizzazione dell'altro principio che è quello della coesione sociale. L'uguaglianza, stranamente, in questo Paese, è stata vista per troppi anni dalla sinistra come uguaglianza verso il basso, in barba alla sinistra europea che probabilmente parla di uguaglianza verso l'alto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è ciò che è contenuto come principio fondamentale nella nostra manovra, principio che ci onoriamo, oggi, di venire a sviscerare e a valutare innanzi a lei, signor Presidente, e innanzi al Governo.

Il Ministro Giorgetti, quando è stato ascoltato - e lo ringraziamo per essere venuto a più riprese in Commissione -, ci ha ricordato la necessità di qualche aggiustamento rispetto alle indicazioni europee. Adesso, qualcuno ci viene a dire: l'Europa vi ha ripreso, guardate la vicenda del POS. Allora, anche in questo caso, delle due l'una, fateci capire: se non dialoghiamo con l'Europa, siamo eccessivamente sovranisti, siamo eccessivamente nazionalisti e, probabilmente, anche autoritari; se dialoghiamo con l'Europa, di cui ci riteniamo partner fondamentali - e, all'interno del dia-logos, sotto il punto di vista etimologico, il dialogo tra due, la partecipazione, la condivisione, arriviamo ad una definizione di sintesi -, a quel punto, questo nostro atteggiamento viene visto come una sorta di melius re perpensa. Ma non è così, perché alla manovra finanziaria - e questo lo prevede la prassi costituzionale, oltre che la prassi comunitaria - ci si arriva alla fine di un percorso, nel quale soltanto chi è ottuso o chi ha un pregiudizio di carattere intellettuale non è disposto ad aggiustare, a rivedere e a sintetizzare gli atti finali sui quali si va a chiedere il voto.

Quindi, la questione della normativa relativa al POS, e della sua rivisitazione, è l'esempio di come ci sia, mai come in questo momento, un dialogo tra persone e tra soggetti istituzionali in grado di portare avanti gli interessi pubblici e gli interessi collettivi. Del resto, pensiamo alla possibilità di compulsare l'Europa, nei giorni in cui si parlava del POS, anche con riferimento ad eventuali interventi sulla questione relativa al tetto del contante. Mentre c'era chi si strappava le vesti per dire: avete elevato la soglia a 5 mila euro per favorire l'evasione, contemporaneamente, l'Europa diceva: guardate che per noi il limite dappertutto è di 10 mila euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Mettetevi d'accordo. Mettetevi d'accordo - non tra di voi, come opposizione, perché questo ci riguarda poco e non vogliamo fare sicuramente invasioni di campo in casa altrui - sul profilo del sillogismo, perché, quando si traccia una premessa, poi le conclusioni devono essere coerenti e non possono essere adattate caso per caso; altrimenti, ci fate ricordare il vecchio principio secondo il quale qualcuno - sempre all'interno di quella che era l'intellighenzia, che si definiva da sé come autodichia, quindi, intelligenza culturale del Paese - ci ricordava che, magari, le norme per gli amici si interpretano mentre per gli avversari, soprattutto quelli politici, si applicano.

Questa differenza di comportamento, questo approccio che diviene una sorta di vera e propria petizione di principio, per noi rimane fuori da questa manovra e rimane fuori soprattutto dal modus di intendere i temi di cui ci occuperemo in futuro.

Apro - e chiudo - una velocissima parentesi, perché anche questa mattina da parte di altri relatori di minoranza ne è stato fatto riferimento, ma non amiamo nasconderci dietro, non un albero, ma uno stuzzicadenti. È stato fatto riferimento alla comparsa e poi scomparsa di un emendamento, che riguardava la possibilità di una definizione degli illeciti di carattere penale, anzi, a riverbero penale e di natura tributaria. Ebbene, anche quello è un atto che la dice lunga in ordine alla ratio che verrà necessariamente portata avanti, nel giro dei prossimi mesi, perché avere messo da parte un tema, per favorire ulteriormente una sintesi parlamentare, non può significare demonizzarlo. Infatti, se è un tema di cui si deve discutere e dibattere, è un tema davanti al quale noi riteniamo che non ci possa essere un pregiudizio ideologico, perché - voglio ribadirlo soprattutto a quei milioni di cittadini che non hanno avuto la possibilità di leggerla - in quella proposta di emendamento non si parlava di dare un paracadute o un'uscita felice per coloro che portano avanti la frode fiscale e il crimine in quanto tale, ma per quei soggetti che già stanno portando avanti per altro le definizioni di carattere tributario, rispetto a obbligazioni tributarie assunte, che non sono state adempiute per carenza di fondi, a seguito di quello che è avvenuto nel corso degli ultimi anni. Quindi, siamo davanti a soggetti per i quali va svolta una riflessione seria, perché questo non significa stimolo a delinquere, ma significa stimolo a rimettere i soldi che sono dovuti al Paese, a rimettere quanto serve come provvista per le esigenze di quella stessa coesione sociale alla quale troppo spesso si fa riferimento, a parole e a chiacchiere, ma non nei fatti. Quindi - lo diciamo per evitare qualsiasi tipo di dubbio -, non si parlava di questioni che potevano attenere a frodi fiscali e, quindi, a reati importanti, ma di inadempimenti, che hanno un riverbero naturalmente anche di natura penale, da parte dei soggetti che non hanno potuto, per assenza di provvista, adempiere all'obbligazione tributaria, che avevano riconosciuto, non saltata. Ecco la differenza tra la realtà alla quale tutti abbiamo preso parte in Commissione bilancio, come visione, e le prospettazioni diverse che abbiamo letto anche, sulla stampa, nel corso degli ultimi giorni.

Mi avvio verso la seconda fase e, soprattutto, la conclusione dell'intervento. Non stiamo qui a ripercorrere punto per punto tutti gli elementi fondanti della manovra, perché andremmo a fare esercizio di mera accademia. Diamo per presupposto che quegli elementi siano conosciuti da tutti e, soprattutto, che, nel corso del dibattito parlamentare, possano essere ulteriormente metabolizzati.

Non posso non concludere l'intervento con ringraziamenti, che non sono ringraziamenti di stile, ma sono ringraziamenti di merito, perché, di fronte all'attività, Ministro, che lei è stato in grado di compiere, non tutti tifavano per una conclusione felice. Anzi, ci venivano prospettate tante e tali di quelle eventualità, che probabilmente avrebbero potuto portare il Paese sul baratro. Ma un conto è tifare nel merito, un conto è tifare nell'obiettivo finale. Nel merito, la politica parlamentare, la democrazia parlamentare, non solo ci garantisce, ma ci impone di distinguerci. Tuttavia, tifare perché il Paese potesse attraversare un momento di grave criticità e di grave vulnerabilità rispetto all'Europa e ai mercati non è tanto italiano, indipendentemente dalla sensibilità culturale e politica di ognuno di noi. Quindi, Ministro, grazie, per quello che è riuscito a fare, venendo direttamente in Commissione e delegando, in più di qualche occasione, lo stesso sottosegretario Freni, che si è sottoposto - devo dire - a tutto tranne che a un freno, perché lo abbiamo sfruttato tutti come dibattito parlamentare, maggioranza, minoranza, opposizioni e chiunque sia, perlomeno per instaurare un dialogo, al netto di eventuali successi e al netto delle eventuali realizzazioni di obiettivi da parte di alcuni in dispetto di altri. Così pure - e vado a concludere, Presidente - non posso non ringraziare l'attività collaterale, che il Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini sta svolgendo, sulla materia del codice degli appalti e sul rilancio delle infrastrutture, perché solo con le riforme - la famosa “R” alla quale facevamo riferimento in precedenza - questa manovra può diventare effettivamente una manovra espansiva e non una manovra di contrazione. Pertanto, alla fine, il ringraziamento va a tutto il Governo, per aver fatto sì che, con questa manovra, quella rivoluzione dolce e pacifica iniziata il 25 settembre possa fare coronare l'obiettivo di trasformare le libertà economiche, ma anche individuali, in diritti e non in mere concessioni da parte dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Manes. Ne ha facoltà. Nel frattempo, saluto le studentesse, gli studenti e i docenti del Convitto nazionale “Vittorio Emanuele II” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, nell'analizzare la legge di bilancio abbiamo cercato, con grande onestà, intellettuale di tarare gli emendamenti su tematiche di interesse generale e anche, specificatamente, di interesse delle nostre regioni di appartenenza. Comprendiamo le difficoltà che il Governo ha avuto nel giungere a un impianto normativo il più possibile condiviso, difficoltà dovute soprattutto al poco tempo a disposizione, in un contesto nazionale e internazionale tra i più complicati. Se mi consentite, vorrei anche ringraziare i colleghi componenti la V Commissione e i tecnici, che hanno lavorato senza sosta per permetterci qui, oggi, di discutere la legge di bilancio.

È una manovra in chiaroscuro, in cui sono evidenti le importanti misure messe in campo per contenere gli effetti negativi del caro energia e dell'aumento dei costi delle materie prime, una finanziaria, però, che doveva avere più coraggio: più coraggio verso la sanità pubblica, più coraggio verso le politiche e le azioni che contrastassero maggiormente le differenze socio-economiche ancora troppo evidenti nei vari settori della popolazione, più coraggio a favore di una fiscalità di vantaggio per le medie e piccole imprese e a favore degli artigiani commercianti, più coraggio a favore dei giovani. Ottimi, invece, sono alcuni provvedimenti, volti a sostenere le famiglie e il tessuto sano del nostro Paese.

Ci aspettavamo, però, che si affrontasse con maggiore incisività l'annoso problema della sopravvivenza dei comuni, soprattutto dei piccoli comuni e delle cosiddette aree interne e montane. In questo contesto di incertezza, non avere previsto un periodo di salvaguardia temporale per la ridefinizione delle agevolazioni fiscali relative al cosiddetto Superbonus - traslando i termini almeno a marzo 2023 per la consegna della CILA o il rilascio dello specifico titolo abilitativo - ci è apparso poco lungimirante e non rispondente alla reale situazione presente nel Paese, in cui, solo per un accesso agli atti nei nostri piccoli comuni - elemento questo imprescindibile all'avvio di qualsiasi pratica beneficiaria di una qualsiasi agevolazione fiscale edilizia -, si è inchiodata la macchina amministrativa dell'ente, senza poi contare la lentezza e la non risposta degli enti territoriali statali e regionali competenti al rilascio di autorizzazioni obbligatorie e necessarie. Mai come in questo momento sarebbero servite nella legge di bilancio riforme strutturali e organiche.

Sul piano locale e regionale, relativamente all'analisi della legge di bilancio, ci dispiace ravvisare che l'emendamento presentato all'articolo 28 della finanziaria, il contributo di solidarietà temporaneo per il 2023, non sia stato analizzato e accolto. Si tratta di un emendamento con il quale si chiedeva di confermare la destinazione del tributo alle regioni a statuto speciale e alle province autonome, per la parte ad esse spettanti in base ai rispettivi statuti di autonomia.

Confidiamo, però, che tale scelta sia motivata solo dal poco tempo avuto per la definizione della materia e dell'eventuale compensazione, sicuro che, nei prossimi mesi, il Governo sancirà, con un apposito provvedimento, tale specificità statutaria per tali realtà, che sono un unicum italico. Con riferimento, poi, al settore imprenditoriale edilizio, in particolare il settore che sta subendo grosse ripercussioni dovute al caro materiale, con inevitabili conseguenze sulle imprese e le stazioni appaltanti, anche e soprattutto nelle aree più marginali e disagiate di montagna, l'emendamento presentato all'articolo 79 del disegno di legge di bilancio ha introdotto talune rilevanti integrazioni al testo della norma, e di questo siamo comunque soddisfatti. Infatti, con riferimento ai lavori eseguiti nel 2023, è stata condivisibilmente estesa l'applicazione delle misure di adeguamento prezzi, adottate con l'articolo 26 del decreto-legge Aiuti n. 50 del 2022, a tutte le offerte presentate nel periodo 1° gennaio-31 dicembre 2022, e non più limitatamente a quelle riferite a procedure bandite in tale arco temporale, come in origine previsto dalla norma, così evitando il rischio di una possibile disparità di trattamento. Inoltre, è stato precisato che dette misure operano anche in deroga all'articolo 106, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 50 del 2016, che prevede per i lavori un meccanismo revisionale diverso da quello della norma in oggetto.

Con riferimento agli accordi quadro è stato, invece, introdotto un chiarimento, che allinea la relativa disciplina a quanto previsto dall'articolo 26 per i contratti ordinari. In particolare, è stato eliminato il riferimento alla circostanza che l'accordo quadro fosse giudicato già efficace alla data di entrata in vigore del decreto Aiuti, prevedendo, più semplicemente, che, al pari degli appalti ordinari, il contratto derivi da un'offerta presentata entro dicembre 2021. In assenza di tale chiarimento, la disciplina dell'articolo 26 risultava, infatti, ingiustificatamente limitativa e penalizzante, ove applicata ai lavori relativi ad accordi quadro. Nonostante i chiarimenti sopra richiamati, la norma necessita, però, ancora di alcune indispensabili modificazioni, affinché possa esplicare in maniera completa gli effetti auspicati.

In sintesi, le modificazioni devono prevedere che, per accelerare i pagamenti, sia necessario chiarire che l'adozione degli stati di avanzamento dei lavori e dei certificati di pagamento, compreso quello straordinario relativo ai lavori già eseguiti e contabilizzati alla data di entrata in vigore della norma, devono essere adottati a prescindere dalla presenza della relativa copertura finanziaria, sia che si tratti di risorse interne, sia che si tratti di risorse trasferite dagli appositi fondi previsti dalla norma stessa. I pagamenti saranno poi effettuati, fino ad integrale soddisfazione, nel momento in cui le risorse saranno effettivamente disponibili.

Al fine di facilitare il pagamento alle imprese dei maggiori oneri derivanti dai rincari delle materie prime senza attendere il riparto dei fondi, sarebbe auspicabile consentire la possibilità di utilizzare, a titolo di acconto, le somme relative agli impegni contrattuali già assunti nelle more dell'accesso ai fondi. Ciò consentirebbe di pagare più velocemente le imprese che, negli ultimi mesi, hanno sostenuto i maggiori costi derivanti dall'eccezionale crescita dei prezzi dei materiali da costruzione. Va, inoltre, evidenziato che gli affidamenti a contraente generale, soprattutto in specifici settori altamente specialistici, presentano caratteristiche particolari e non sono affidati sulla base di prezzari generali, ma di prezzi ad hoc. Per tale ragione, è opportuno prevedere una disciplina specifica per tali contratti, che consenta di procedere ad un riconoscimento percentuale dei maggiori oneri sofferti, quantificabile nella misura del 35 per cento del prezzo certificato, prorogando, quindi, la previsione del comma 12 dell'articolo 26 del decreto-legge Aiuti a tutto il 2023.

Infine, è opportuno intervenire nuovamente sul comma 8 dell'articolo 26, relativo agli accordi quadro, prorogando la data del 31 dicembre 2022, fissata dal primo periodo del predetto comma, al 31 dicembre 2023. In mancanza di tale proroga, sottolineo, tutti gli accordi quadro non ancora avviati alla data di entrata in vigore dell'articolo 26, per il quale i committenti hanno proceduto all'aggiornamento dei prezzari, rimarrebbero privi della possibilità di essere eseguiti secondo i nuovi prezzi riformulati.

Auspichiamo, pertanto, che nel corso del dibattito l'articolo 79 possa essere integrato ulteriormente, al fine di fornire risposte chiare a tutto il settore edilizio e alle stazioni appaltanti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Stiamo discutendo la legge più importante dello Stato. A memoria, in momenti così importanti, anche per una questione di rispetto del Parlamento stesso, non mi pare di ricordare l'assenza del presidente della Commissione bilancio. Quindi, chiedo davvero un'attenzione da parte della maggioranza e del Governo, soprattutto alla luce dell'andamento dei lavori di queste settimane, che hanno dimostrato una totale disattenzione nei confronti del nostro lavoro. Stiamo intervenendo, non stiamo facendo ostruzionismo, ma credo che questa sia una gravissima mancanza di rispetto, non soltanto nei confronti del Parlamento, ma anche nei confronti del Paese.

PRESIDENTE. Le faccio presente che è sufficiente, a termini di Regolamento, la presenza dei relatori, che sono qui davanti a noi. La sua è una valutazione di opportunità, ma l'opportunità, come sa, è una questione soggettiva.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Torto. Ne ha facoltà. Per cosa, chiedo scusa?

DANIELA TORTO (M5S). Sì, Presidente, per associarmi alla richiesta fatta da Italia Viva…

PRESIDENTE. Ho già risposto…

DANIELA TORTO (M5S). Sì, ma la risposta, Presidente, se posso, non è una questione di soggettività. Stiamo parlando di rispetto nei confronti di chi lavora…

PRESIDENTE. Ho già risposto su questo, chiedo scusa. Il Regolamento parla chiaro…

DANIELA TORTO (M5S). No, lei ha parlato di Regolamento, io intervengo sulla soggettività…

PRESIDENTE. ...la valutazione sua propria interessa, ma è già stata rappresentata da una sua collega. La risposta c'è stata, quindi, possiamo andare avanti.

È iscritto a parlare il deputato Luciano Ciocchetti. Ne ha facoltà.

LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, Governo, relatori, ringrazio per il lavoro importante che è stato portato avanti, con tutti i membri della Commissione bilancio, in questi giorni e anche in queste notti.

Il Governo Meloni si è insediato 55 giorni fa. Credo non sia mai capitato nella storia, dal dopoguerra in poi, di avere tempi così stretti e ridotti per arrivare all'approvazione della legge di bilancio, la legge fondamentale che guida il Governo di questo Paese. Eppure, credo che si sia tentato un lavoro importante, anche di confronto. Mi pare anche che, leggendo gli emendamenti che sono stati accolti velocemente nel fascicolo che è stato rilasciato questa mattina, ci siano anche provvedimenti ed emendamenti delle opposizioni, che sono entrati e che entrano all'interno della manovra, quindi anche con un segno di disponibilità a ragionare intorno ad un percorso utile per il Paese e per lo sviluppo di questo nostro territorio.

Io voglio concentrarmi su alcune questioni che riguardano il sociale e la sanità, perché ho letto e ho ascoltato varie questioni, che non corrispondono, a mio avviso, a nostro avviso, ad avviso del gruppo di Fratelli d'Italia, all'interno della manovra. Non è vero che non c'è attenzione al tema del disagio, non è vero che non c'è attenzione importante al tema della disabilità, non è vero che non c'è attenzione importante al tema della salute.

Credo che alcuni interventi, come quello sulla semplificazione dell'ISEE, l'assegno unico e universale per i figli a carico, la tutela per i figli disabili con un importo aggiuntivo, l'integrazione del Fondo per le non autosufficienze, l'importante Fondo per le periferie inclusive, di nuova istituzione - che segna una visione, che chiaramente, nel tempo, andrà riempita in termini di progetti e di contenuti, ma che stabilisce un principio importante, partendo dalle città e dai comuni sopra i 300 mila abitanti -, siano un segnale particolarmente importante.

Sappiamo, infatti, quanto nelle nostre periferie e nei nostri comuni ci sia un problema importante di inclusione sociale, di sviluppo, di opportunità economica, di integrazione, e questo, credo, sia un segnale, una visione che fa parte di un progetto politico assolutamente significativo e importante. Questa inclusione sociale parte proprio dalle persone con disabilità, per dare un miglioramento alla loro vita. Il Fondo sull'inclusione, è un altro tema molto importante inserito all'interno della manovra. E poi vi sono i bonus sociali, che alzano il livello dell'indicatore ISEE da 12 mila a 15 mila in rapporto a quanto era previsto nel 2022 dal precedente Governo, l'intervento sugli acquisti di beni di prima necessità per le famiglie che hanno un reddito al di sotto di 15 mila euro, e, inoltre, una serie di interventi che hanno consentito di dare una risposta anche ad altro tema, quello di prorogare il bonus al 75 per cento per l'abbattimento delle barriere architettoniche fino al 2025, che scadeva il 31 dicembre di quest'anno.

Insomma, vi sono interventi importanti sul sociale che credo certamente debbano vedere poi anche tutta una serie di attuazioni anche in rapporto alle previsioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che comportano una serie di interventi di approvazione di leggi delega e di decreti legislativi che seguiremo lungo il percorso del prossimo anno di questa legislatura. E poi, riguardo alla salute: ho ascoltato, ho letto affermazioni del tipo “avete tagliato la salute, avete tagliato la sanità, avete ridotto i finanziamenti al Servizio sanitario nazionale”. Ebbene, non sono molto forte, Presidente, in matematica, però qualche numero riesco ancora a leggerlo, e quindi voglio ricordare ai colleghi che hanno governato per 11 anni, dal 2011 fino a parte del 2022, che - lo afferma la Fondazione Gimbe - dal 2010 al 2019 ci sono stati tagli alla sanità per circa 37 miliardi. Nel 2019 il Fondo sanitario nazionale era di 114 miliardi. Poi, purtroppo, arriva la pandemia e quindi si interviene, grazie anche allo sforamento di bilancio di circa 150 miliardi complessivi, aumentando di 10 miliardi lo stanziamento del Fondo sanitario nazionale. E, quindi, arriviamo al 2022, l'anno in corso, in cui il Fondo sanitario nazionale è stato di circa 124 miliardi. Questo Governo, in questa manovra, porta il Fondo sanitario nazionale a 126 miliardi e 150 milioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Si dice che servono per pagare le bollette. Sì, in parte servono a pagare le bollette, non c'è dubbio, ma pensate se si fosse tornati ante pandemia, alla cifra che, dal 2011 in poi, chi ha governato questo Paese ha portato a un decremento significativo, anno dopo anno, e stabilendo una serie di regole che non hanno consentito di fare il turnover del personale.

Ricordo che esiste ancora il tetto assunzionale sulle piante organiche del 2004, meno 1,4 per cento, che il Ministro Schillaci, in audizione in Commissione affari sociali, si è impegnato, nel corso dell'anno, a superare; che c'è stata una riduzione folle di posti letto, perché oggi in Italia noi abbiamo 3,14 posti letto su 1.000 abitanti, mentre la media OCSE è del 4,9 per cento. E poi ci lamentiamo della situazione dei nostri pronto soccorso. Per questo nella manovra si prevede uno stanziamento, che è stato poi portato dal 2024 al 2023, di 200 milioni, un Fondo aggiuntivo per integrare gli stipendi del personale che lavora nei pronto soccorso. Ed è anche questo un intervento assolutamente importante e significativo.

Certo, ci vorrebbe di più, non c'è dubbio, siamo assolutamente convinti e lo faremo nel corso della legislatura, perché noi vogliamo investire sulla salute, vogliamo investire sulla sanità pubblica, vogliamo fare in modo che ci sia una profonda riorganizzazione del sistema, che consenta di poter dare risposta ai problemi di salute della gente.

Un'ultima cosa che credo sia importante segnalare: non si è riusciti ad intervenire in questa manovra di bilancio, però voglio ricordare che nel 2015, con una disposizione legislativa, l'articolo 9-ter del decreto legislativo n. 78 del 2015, è stata inserita una norma relativa al cosiddetto - mi scuserà, Presidente, la citazione in inglese, ma purtroppo è così, è stato denominato in questo modo - payback per i dispositivi sanitari, che poi è rimasta ferma per tutti questi anni, ma che il Governo Draghi, con un decreto ministeriale dell'allora Ministro Franco, ha inserito nel decreto Aiuti-bis, con decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, convertito in legge n. 142 del 2022. In pratica, si è stabilito che, se la regione sfora il tetto per l'acquisto dei dispositivi medici, parliamo delle protesi, parliamo degli stent, parliamo di altri dispositivi medici, non paga la regione, ma pagano i fornitori che hanno vinto una gara nel 2015, nel 2016, nel 2017 e nel 2018. Li costringiamo a fare un falso in bilancio, perché quei dispositivi sono stati fatturati, è stato fatto un bilancio ed effettivamente oggi le regioni, alcune regioni richiedono loro indietro il 35 per cento, il 40 per cento, il 45 per cento, il 50 per cento, come se fosse colpa delle piccole e medie imprese lo sforamento del tetto che è stato fissato. A parte che il tetto, lo voglio ricordare e termino su questo, Presidente, nel 2011 era il 5,2 per cento sul Fondo sanitario nazionale, nel 2015 è stato portato al 4,4 per cento. Nel momento in cui la sanità va verso la tecnologia, va verso il miglioramento dei dispositivi medici, si abbassa il tetto, e poi adesso vengono qui e si battono il petto per la sanità pubblica e per la salute, nei confronti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Presidente, colleghe e colleghi, innanzitutto è sempre interessante ascoltare dai colleghi di Fratelli d'Italia la critica feroce ai Governi precedenti, evidentemente rivolta anche ai propri compagni, colleghi di maggioranza in questo momento. In ogni caso, sono andato alla ricerca di qualche aggettivo per definire questa manovra di bilancio; ne ho trovato qualcuno, ne ho trovati diversi, ma, in particolare, mi è sembrato opportuno definirla insensibile, insensibile e sorda. Questa maggioranza è insensibile e sorda, insensibile e sorda alla sofferenza di una parte del Paese. Eppure, le avete ascoltate come noi le istanze del mondo del lavoro, dei sindacati, e non solo, ma avete fatto finta di ascoltare, non avete accolto niente di quel grido di dolore, di quell'appello, soprattutto di quelle proposte. Nella vostra legge di bilancio non c'è niente. Questa maggioranza è arrivata al Governo sicuramente grazie al voto degli italiani, ma piena di impegni generici verso una parte del Paese e, invece, precisi verso un'altra parte del Paese, la vostra.

Ne viene fuori - su questo avete assolutamente ragione - una manovra fortemente politica, è vero, politica e di parte, perché fa pagare a una parte i vantaggi nei confronti di un'altra. E in quello che fa, poco o niente, è iniqua - un altro aggettivo -, perché, in parte, a tempo determinato, come tutti sappiamo, aiuta le famiglie e le imprese in difficoltà con i soldi delle famiglie e delle imprese in difficoltà. Quindi, non c'è niente di equo in questa operazione. E, soprattutto, poi, è una manovra capace, in un sol colpo, di dire che bisogna continuare a lavorare nella precarietà, ad essere pagati con i voucher - non avete idea di quanto sia importante ricevere una busta paga -, che se non lavori è colpa tua. Perché dovrebbe essere mai congruo un lavoro? Congruo può essere un indennizzo, può essere la tassa dal punto di vista di chi deve pagarla, ma un lavoro assolutamente no. Dei 650 mila occupabili, che saltano con la vostra manovra, vi ricordo che quasi mezzo milione sono solo nel Mezzogiorno. Inoltre, è capace di dire che puoi lavorare e, allo stesso tempo, essere povero, perché in questo Paese non serve affatto un salario minimo.

Tutto il resto è largamente insufficiente o una presa in giro, come sulle pensioni, con la vecchia scusa della coperta troppo corta. Si continua a tirarla da una parte e dall'altra questa coperta, lasciando i piedi o la testa scoperti sempre dei soliti, ma avete il piumone nell'armadio e non lo prendete. Il piumone è la redistribuzione della ricchezza, che è andata solo da una parte e, invece, si dovrebbe fare, inevitabilmente, come si fa in diverse parti d'Europa, agendo sui grandi patrimoni, chiedendo a chi può un contributo di solidarietà, riformando in senso progressivo il sistema fiscale. Le politiche di uno Stato moderno, come sta avvenendo in tutta Europa, dovrebbero occuparsi proprio di questo, di riequilibrare nell'interesse di chi sta indietro, ma, dimenticavo, uno dei paradigmi che guidano la vostra azione di Governo è che chi resta indietro, resta indietro per suo demerito, chi si trova in posizione di vantaggio, si trova in quella posizione per proprio merito e, quindi, va premiato. E così, altro che non mettere le mani nelle tasche degli italiani: le mani nelle tasche degli italiani si mettono, eccome, ma per dare a chi è stato più scaltro, a chi è stato più furbo. Però state anche rischiando, perché gli effetti di questa legge di bilancio sono maledettamente concreti, non sono chiacchiere, riguardano la vita quotidiana delle persone. Crediamo che in questa legge di bilancio si disveli molto rapidamente il vero volto di questa maggioranza e che, da qui, si apra una fase vera, nuova, autentica di opposizione nel Parlamento e nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi deputate e deputati, si registra la totale assenza della maggioranza in questa sede. I banchi della maggioranza sono completamente vuoti e questo, mi permetto di dire, è totalmente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È inaccettabile che in quest'Aula, nella quale si discute la legge di bilancio (Commenti)…no, lo gridiamo forte, lo gridiamo forte, è inaccettabile che si discuta la legge di bilancio nell'assenza totale della maggioranza. Ve lo diciamo chiaramente: con questa legge di bilancio, che arriva per vostra responsabilità nell'Aula il 22 dicembre, in limine vitae si dice, siete pronti a portare l'Italia all'esercizio provvisorio. Questa legge di bilancio va emendata, lo diciamo con chiarezza. Non pensiate che i lavori di quest'Aula siano inutili, perché questo è il regno della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

TOMMASO FOTI (FDI). Piantala!

PRESIDENTE. Onorevole Foti, onorevole Foti!

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, consenta…

PRESIDENTE. Parli quando è il suo turno, onorevole Foti! Prego, prosegua il suo intervento (Commenti del deputato Marattin). Ho già fatto io il richiamo, deputato Marattin, penso sia sufficiente. Prego, prosegua il suo intervento. Deputato Marattin!

ALFONSO COLUCCI (M5S). Questo atteggiamento esprime con chiarezza il substrato culturale che muove questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non potete permettervi questo nell'Aula che è il tempio della democrazia in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Democrazia: ascoltate, non interrompete. Una manovra questa prociclica, una manovra che accrescerà le difficoltà del Paese, che non guarda alla crescita; una manovra questa recessiva, che non guarda agli investimenti; una manovra che rivela l'assenza di un programma unitario di questa maggioranza. È la sovrapposizione mal riuscita di tre programmi che tra di loro non combaciano, si sovrappongono, stridono e tutte queste contraddizioni sono chiare nel testo della legge che oggi presentate al Parlamento. Presidente…

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Presidente, Presidente (Commenti)!

PRESIDENTE. Deputato Foti, non si possono fare foto. Ha fatto finta: bene, benissimo, andiamo bene. Prego, prosegua.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, non ho problemi a che venga fatto un video di questo intervento - non ho problemi - ma stigmatizzo anche questo comportamento che lede i principi basilari di correttezza in quest'Aula parlamentare. Presidente, lei deve intervenire su questo, anche se sono ben lieto che venga registrato questo intervento; mi rivolgo al Parlamento, ma, in questo rivolgermi al Parlamento, mi sto rivolgendo al Paese, al Paese intero.

Questa manovra determina la penalizzazione delle fasce sociali più deboli del nostro Paese, delle aree del nostro Paese meno sviluppate; una manovra che determina l'allentamento degli strumenti di contrasto all'evasione fiscale; una manovra che strizza l'occhio, ha l'occhio strizzato al sommerso, all'opacità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In questa manovra troviamo un condono sulle cartelle fiscali non pagate, senza che si distingua se il mancato pagamento di queste cartelle derivi da una impossibilità ovvero da una volontà di non pagare le cartelle in vista di ulteriori condoni, in vista di ulteriori dilazioni, in vista di ulteriori depenalizzazioni. Perché questo è il messaggio culturale che mandate al Paese: è il messaggio che conviene non pagare le imposte e le tasse, perché tanto ci sarà un salvataggio successivo. Ebbene, tutto questo penalizza la parte sana del Paese, che paga correttamente le imposte. Abbiamo trovato un emendamento a firma dei tre capigruppo della maggioranza in Commissione bilancio che determinava la depenalizzazione dei reati tributari. Siamo riusciti a bloccarlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è indegno per il nostro Paese. Vi abbiamo bloccati e staremo attenti a che questo provvedimento, che avete dovuto accantonare, non venga in futuro ripresentato. È intervenuta l'Europa per limitare il cash libero, con il quale strizzate l'occhio all'evasione, all'opacità. Troviamo in questa manovra di bilancio un articolo, l'articolo 143, che va cassato, non può essere migliorato. È un articolo che istituisce una cabina di regia per la definizione dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni dei servizi essenziali erogati ai cittadini; parliamo di sanità, di istruzione, di trasporti.

Ebbene, il concetto di LEP, che troviamo agli articoli 116 e 117 della Costituzione, introdotto con la revisione del Titolo V della nostra Costituzione, non è stato attuato in questi anni. Qui si pensa che, in un anno, anzi in sei mesi più sei mesi, possano essere attuati, ma il dato critico è che i LEP vengono, in questo articolo 143 contenuto nella manovra, collegati al criterio della spesa storica. Vuol dire che i livelli essenziali delle prestazioni nelle regioni più fragili, quelle cioè…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, qui mi hanno interrotto continuamente. Noi dobbiamo tener presente le difficoltà, perché questo è un ostruzionismo al mio intervento ed io devo avere il tempo di interloquire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché la sua maggioranza - la sua maggioranza - non me l'ha consentito.

PRESIDENTE. Allora, se mi ascolta, le faccio presente che la prassi…

ALFONSO COLUCCI (M5S). Ci sono ulteriori interruzioni, Presidente.

PRESIDENTE. Sto parlando, le chiedo scusa, vuole ascoltarmi?

ALFONSO COLUCCI (M5S). Ci sono ulteriori interruzioni, Presidente.

PRESIDENTE. Le interruzioni sono state sottratte dal computo del tempo, quindi il suo intervento è al netto di ogni interruzione che vi è stata da parte dei suoi colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come da tradizione, perché la informo che questa è la procedura che viene utilizzata dalla Presidenza sempre, chiunque presieda. Prosegua e vada a concludere: ha più di trenta secondi. Ho dato un colpo di campanello per avvisarla che aveva a disposizione ancora un minuto, quindi per aiutarla a concludere il suo ragionamento. Le sono rimasti più o meno trenta secondi. Prego, prosegua.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie dell'aiuto a concludere - registro le difficoltà nel procedere a questo intervento - perché difficoltà sono state messe in atto nell'espletamento di questo intervento. Questo la dice lunga davvero su come venga concepito e interpretato il Regolamento in quest'Aula e di ciò mi dispiaccio molto. Ma, al di là del rilievo regolamentare - che mi permetto di rivolgere anche al Presidente che sta presiedendo in questo momento l'Assemblea -, sono costretto, per la sintesi che a questo punto mi viene imposta dalla maggioranza che mi ha interrotto, più che dal Regolamento, a concludere (Commenti). So che vi dà fastidio ascoltare queste parole…

PRESIDENTE. Deve concludere. Ha esaurito il suo tempo, quindi concluda.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Questa è una manovra contromano che porta l'Italia a schiantarsi contro un muro. Vi chiedo davvero: fermatevi perché tutto questo non potrà che provocare un danno al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Francesco Gallo. Ne ha facoltà, per tre minuti.

FRANCESCO GALLO (MISTO). Grazie, Presidente, per il tempo che mi mette a disposizione. Lo utilizzerò solo per fare qualche cenno a scelte che non convincono. Innanzitutto, l'introduzione di norme sull'autonomia differenziata in legge di bilancio, come a volerle nascondere: sono norme che - come sappiamo - preparano la strada a scenari futuri molto diversi e molto preoccupanti, cioè la divisione tra cittadini italiani di serie A e di serie B, con le conseguenze che possiamo solo immaginare in questo momento per quella unità nazionale, una volta tanto cara alla destra. Credo che però, fuori dal Parlamento, non ci si potrà sottrarre al dibattito su questo tema perché si preannuncia nel Meridione una battaglia politica molto forte, che invito questo Parlamento a non trascurare. Poi c'è la cosiddetta norma salva Sicilia, che dovrebbe invece chiamarsi salva bilanci: la norma che salva i bilanci dell'ex giunta regionale - non dico il nome del presidente, per carità di Patria -, a cui il Governo cerca ora di mettere una pezza, chiedendo però in cambio alla regione siciliana di rinunciare a un potenziale credito di ben 9 miliardi di euro nei confronti dello Stato in materia di accise. Credo che si tratti di un pessimo affare per la Sicilia, pur apprezzando il “soccorso” ai bilanci della nostra regione. Non posso esimermi dal fare un riferimento anche ad una disposizione che non condivido, quale quella sul reddito di cittadinanza, però ritengo che la sua sostanziale abolizione, senza avere pronto un progetto alternativo, concreto e immediatamente efficace, sia un errore, un grave errore politico, perché fa un regalo elettorale a chi credo non ne abbia bisogno, ma è un grave errore e arreca sicuramente un grave danno nei riguardi di quelle persone che non hanno mezzi di sussistenza e che hanno davvero bisogno di un soccorso.

PRESIDENTE. Ricordo - perché ho visto che si è affrettato a concludere - che quando do il colpo di campanello, come fanno tutti gli altri Vicepresidenti, è solo per avvisare che avete un minuto a disposizione per concludere il vostro ragionamento. Quindi, si tratta soltanto un tentativo di aiutare nelle riflessioni che si stanno compiendo. È iscritta a parlare la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi e signori del Governo, faccio una piccola premessa provenendo dal mondo della scuola: per fortuna che i ragazzi si erano allontanati. Faccio l'augurio a tutti noi di potere lavorare, in un prossimo futuro, con un po' più di moderazione senza urlatori e istigatori (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Allora, la premessa che vorrei fare su questa legge di bilancio è umana, storica e sociale, nel senso che stiamo vivendo un momento storico che viene definito dagli esperti di permacrisis. Cosa vuol dire? Vuol dire che le emergenze non rappresentano più un'eccezione, ma una fase chiusa, dove i confini temporali sono chiari e dove le emergenze si aggiungono l'una all'altra con il loro peso; pensiamo, ad esempio, a quelle ambientali. Sappiamo che tante sono le sfide che ancora attendono il Paese: la crisi non solo economica, ma anche e soprattutto quella sociale, appesantita dal conflitto ucraino, dagli ormai incontrollabili aumenti dei prezzi e ancora dalla latente paura del COVID. Ci troviamo quindi a confrontarci con i sentimenti di sconforto, di rabbia, di solitudine e di incertezza per il futuro e questi sentimenti riguardano quasi sempre i più giovani. Li viviamo tutti i giorni e li viviamo sui nostri territori, quando dialoghiamo con le persone che ci hanno eletto e condividiamo con loro le difficoltà. Ecco perché mi preme porre l'attenzione sul fatto che il nostro gruppo ha lavorato soprattutto su due grandi macrosistemi, la famiglia e l'impresa; l'impresa è famiglia e la famiglia è impresa. Attenzione: le famiglie si confrontano con i problemi contingenti, con le bollette, i mutui, i rincari, la benzina, i bambini a scuola, la spesa, insomma con la vita quotidiana, quella reale, perché noi siamo chiamati a rispondere della vita quotidiana e di quella reale. Ecco perché, come gruppo di Noi Moderati, abbiamo messo al centro di tutti i nostri emendamenti le persone. Un emendamento su tutti è quello che concerne l'estensione al padre del mese di congedo parentale all'80 per cento. Però mi preme anche evidenziare un fattore che concorre ed incide sull'economia dei nuclei familiari, ovvero il gap retributivo tra donne e uomini. Dobbiamo e possiamo fare di più su questo tema perché l'indipendenza economica delle donne è anche indipendenza da qualsiasi tipo di violenza. Quindi, fondamentale è stato il nostro lavoro per il rifinanziamento del Fondo di sostegno alle donne vittime di violenza. Azioni concrete, come questa, permettono una reale e continua lotta contro i maltrattamenti, gli abusi e le crudeltà fisiche e psicologiche.

Noi sottovalutiamo il potere della nostra democrazia, lo riscontriamo quando ci svegliamo la mattina e leggiamo articoli di donne abusate e violentate in altri Paesi del mondo, come l'Iran. Pensate quanto sia importante un emendamento che tuteli le nostre donne, soprattutto contro la violenza di genere.

Accanto alle famiglie è imprescindibile la nostra attenzione nei confronti delle imprese che hanno superato con coraggio l'effetto del lockdown, mantenendo sempre i livelli occupazionali e gli investimenti, e si sono trovate a fronteggiare la scarsità delle forniture, la riduzione dei consumi, l'aumento dei costi energetici e la difficoltà anche a scaricare l'impatto sui prezzi al consumo a causa proprio della riduzione del potere d'acquisto. Sono le imprese che garantiscono il lavoro vero e quello serio perché il lavoro non si crea per decreto. Le aziende chiedono e meritano risposte e indirizzi sul da farsi e certezze per il futuro. Questo ci ha caricati di responsabilità. Il termine responsabilità è un termine che ho sentito più volte dai nostri colleghi della maggioranza. Le aziende ci hanno chiesto di rappresentare le loro istanze. Quindi, per Noi Moderati è stato irrinunciabile tradurle in proposte e poterle poi discutere. Proprio in questa direzione - consentitemi di sottolinearlo - va l'emendamento da me proposto, e recepito dal nostro gruppo con tanto cuore, a sostegno del piccolo, ma prezioso ed unico comparto del vetro di Murano e delle tante famiglie e dei tanti lavoratori ad esso collegati, che ha garantito l'erogazione di un milione e mezzo di euro al distretto per il 2023. Questo emendamento riaccende il fuoco che è alla base delle lavorazioni di questa straordinaria isola di Venezia, un emendamento che ha superato i tecnicismi del regime del de minimis, dando respiro all'intera comunità.

Desidero esprimere un ringraziamento doveroso e sentito a tutti i colleghi che hanno lavorato intensamente, giorno e notte, in Commissione bilancio per questa manovra; a tutti loro un ringraziamento.

In questo iter di approvazione della legge di bilancio del Governo abbiamo apprezzato la disponibilità al confronto e al dialogo, sia all'interno del Parlamento, sia anche con le parti sociali e con la Comunità europea. La costruzione della legge di bilancio è, ovviamente, correttamente partita – come detto all'inizio del mio discorso – dalla considerazione dell'attuale situazione congiunturale, energetica, economica e sociale europea. Le catene del valore globale, così importanti per la nostra Nazione Italia, non si sono ancora ricostruite, anzi, si sono spezzate e questo comporta che i mercati internazionali, dalla logistica agli approvvigionamenti, non si sono ancora ripresi e su questo dobbiamo lavorare anche nel prossimo futuro. Come Noi Moderati abbiamo inteso il nostro ruolo fondamentale all'interno di questa maggioranza: dare voce alle istanze del territorio e agli enti locali, applicando sempre il principio di responsabilità che avrebbe dovuto caratterizzare tutte le forze politiche e che spero le caratterizzi anche in un prossimo futuro. In generale, non possiamo non plaudere ad una politica adottata dal Governo finalizzata a mantenere i conti in ordine, con la prudenza di un buon padre di famiglia. Come nelle aziende, i conti vanno mantenuti in ordine: non è una sfida facile e non abbiamo ereditato una sfida facile. Tutto questo il Governo lo ha fatto con trasparenza delle intenzioni, chiarezza di visione ma, soprattutto, con apertura al confronto e rispetto dei temi e delle modalità del dibattito parlamentare. Non era scontato, per i tempi stretti e per l'enormità delle sfide da affrontare. Il ritorno alla centralità delle Aule parlamentari nella loro principale funzione legislativa è stato uno dei punti su cui si è concentrato il discorso per la fiducia del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al primo e più complesso appuntamento, ovvero la manovra di bilancio, stiamo apprezzando il mantenimento di questo impegno. Concludo, dicendo che, se siamo in quest'Aula, è perché siamo chiamati a non venire mai meno al nostro impegno verso il Paese, qualsiasi sia lo scranno nell'emiciclo. Quindi, avanti con coraggio (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)!

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Virginio Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, la legge di bilancio predisposta da questo Governo è ingiusta e inadeguata. Confermiamo questa nostra valutazione, come gruppo del Partito Democratico. I miglioramenti che siamo riusciti a ottenere su aspetti specifici non riescono comunque a cambiare l'insieme del bilancio proposto dalla destra al Governo. Questo insieme è semplice: uno schiaffo ai lavoratori e ai cittadini che pagano con lealtà le tasse o che sono in difficoltà per la loro condizione di povertà. Voglio richiamare qui un elenco di misure, che il Governo propone, che, nel loro insieme, rendono chiara la volontà di mettere insieme un supplemento di reddito di evasione e di elusione per interessi di parte, per pezzi della società da privilegiare rispetto ad altri, per dare a chi sta già bene e togliere a chi sta già male. La flat tax, infatti, aumenta le diseguaglianze, perché nega la progressività fiscale e crea un divario di trattamento a scapito dei lavoratori dipendenti che pagano molto di più dei lavoratori autonomi, senza alcuna attenzione, peraltro, per le partite IVA di tanti giovani a basso reddito. Lo stesso vale per la detassazione delle mance, una norma che si presta facilmente a comportamenti elusivi a danno dei lavoratori dipendenti, con il rischio di avere ancora più lavoratori sottopagati e privi delle ordinarie tutele previdenziali. È, infatti, possibile liquidare una parte del contratto al minimo e una parte sotto forma di mance, con una tassazione inferiore. In tal modo, il lavoratore sarà doppiamente penalizzato, perché verrebbe, altresì, eliminata l'imposizione contributiva utile al calcolo del montante pensionistico.

Unire il mondo del lavoro non è certo il vostro obiettivo e non lo pretendiamo, ma vi guardate bene dal prevedere un intervento incisivo per la riduzione del cuneo fiscale dei lavoratori dipendenti, colpiti da anni di salari e stipendi fermi e, oggi, erosi dall'inflazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È risaputo che voi siete concreti e badate al sodo, cioè al contante, quindi, volete assicurare, senza riguardo per i 100 miliardi di evasione fiscale, a chi ha tanti contanti in tasca di spenderli, cosa che è un assillo, come noto, per la maggioranza degli italiani che lavora e paga le tasse o non arriva a fine mese pur lavorando... Avete provato a togliere l'obbligo dei pagamenti elettronici, e le relative sanzioni, fino a 60 euro, ma vi è andata male con l'Europa. Siete stati costretti a fare vostra la nostra proposta di intervenire sul costo del transazioni bancarie. È stato un incidente, uno dei tanti, ma non ha interrotto il vostro percorso. Lo avete detto in campagna elettorale: siamo pronti. E così via con dieci diversi condoni per ribadire la vostra attenzione a chi non paga le tasse!

Dovendo fare quello che giustamente l'Europa chiede per erogare i fondi del PNRR e dovendo, in sostanza, portare avanti quanto fatto dal Governo Draghi, malgrado tutte le vostre precedenti critiche alla Commissione europea, in casa almeno vi siete concentrati sugli interessi corporativi e di parte e avete pensato bene di dare una bella spalmata ai debiti delle squadre di “serie A”, mentre negate il finanziamento al Fondo per l'affitto e a quello per la morosità incolpevole; del resto, è risaputo che sono minoranze quelle che non hanno la proprietà della casa.

Insomma, aiuti e soldi a chi sta già meglio, prendendoli a chi sta già peggio o a chi sta lontano, come gli italiani all'estero, a cui avete negato l'esenzione del pagamento dell'IMU prima casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), o ai giovani di 18 anni ai quali negate il finanziamento per l'App cultura.

Mancava solo un finale - ci stiamo arrivando -, dopo i tagli alla sanità e alla scuola, quello di negare i fondi necessari ai comuni e agli enti locali, perché abbiano la possibilità di fare fronte ai costi dell'energia e ai servizi necessari per i cittadini. L'ANCI e tutti i comuni chiedono 1.600 milioni per la vita quotidiana delle loro comunità. Grazie al nostro partito, sono rimasti sul piatto l'uso libero dell'avanzo e 400 milioni. È semplice: se su questi 400 milioni è stato fatto un errore, basta ammetterlo, diteci se dobbiamo tornare in Commissione - non vediamo il presidente della Commissione in Aula -, ma non fate mancare almeno questi fondi ai comuni! Per gli altri 1.200 milioni è sicuro che ci ritroveremo nella prossima primavera, perché questi fondi finiranno presto.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, soltanto un secondo per segnalarle, visto proprio quello che diceva, che il presidente della Commissione è presente, è qui con noi.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). La ringrazio. Quindi, penso che abbia ascoltato questa esigenza che ho posto e mi scuso per non averlo visto.

Sarebbe molto importante risolvere, con una dichiarazione ufficiale in quest'Aula, tale questione.

Vi state accanendo contro il reddito di cittadinanza senza spiegare come si farà a rendere occupati gli occupabili in poco tempo e senza crescita economica. Del resto, non c'è alcun impegno o misura contro l'evasione fiscale. Dunque, abbiamo nei fatti un assaggio, una prova generale di cosa si aspetta per la riforma fiscale necessaria al Paese e obbligata per l'erogazione dei fondi del PNRR. La verità è che il programma con cui avete fatto la campagna elettorale è inadeguato e sbagliato.

La riforma fiscale che proponete tende a ridurre la progressività delle imposte e ad aumentare, con il cosiddetto federalismo, la disparità tra Nord e Sud del Paese. Vengono tutelati gli interessi nazionali, contro l'Europa federale, nei vostri propositi, ma insieme volete aiuti europei per l'immigrazione e il caro energia. Proponete una controriforma della previdenza che, anziché contrastare gli effetti dell'invecchiamento demografico, contribuirà ad aumentare la spesa pubblica, senza favorire l'occupazione dei giovani. Impostate una visione meritocratica della scuola e della società, senza attenzione alle pari opportunità e affermate un'idea della povertà semplicemente come mancanza di lavoro o, peggio, come indisponibilità a lavorare dei fannulloni.

Per questo insieme di motivi, noi ci siamo opposti, e ci opporremo, a questo bilancio. Vi state già vantando di riuscire ad approvarlo nei tempi, come se fosse una novità o un nuovo traguardo o come se non l'avreste dovuto sapere quando avete chiesto le elezioni anticipate in questa situazione di difficoltà del Paese. Questo, invece, è semplicemente il raggiungimento di un obiettivo minimo, un dovere di buona amministrazione a cui siete tenuti e che solo le vostre divisioni e i vostri errori stanno mettendo a rischio. Nel merito, dunque, ci confronteremo di nuovo e noi del Partito Democratico torneremo a dare battaglia quando toccherà rimettere mano al bilancio, in primavera, come è inevitabile, e quando tanti italiani avranno provato l'ingiustizia delle vostre scelte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Andrea Tremaglia. Ne ha facoltà.

ANDREA TREMAGLIA (FDI). Grazie, Presidente. Io penso che siano necessarie forse alcune premesse e alcuni chiarimenti rispetto agli interventi che ho ascoltato, sia in Commissione che oggi. Noi, come Fratelli d'Italia, lo scorso fine settimana abbiamo celebrato qui a Roma, in Piazza del Popolo, i dieci anni della nascita del nostro partito e i dieci anni della nostra avventura politica, un'avventura politica che partì, che nacque dieci anni fa, in contrapposizione a quello che fu il primo Governo tecnico dell'era recente, il primo Governo, di una lunga serie, non eletto dai cittadini e non uscito dall'esito delle urne.

Dieci anni fa, Giorgia Meloni, Guido Crosetto, Ignazio La Russa e i tanti che, con loro, decisero di avventurarsi in un territorio inesplorato, fecero una scelta con coraggio e la scelta fu quella - sembra scontato oggi - di prendere una posizione, di schierarsi in maniera chiara da una parte del campo. Allora, in quella prima campagna elettorale, nel 2013, avevamo uno slogan molto semplice: “Mai con la sinistra, mai Governi tecnici!”. Poi, nel corso degli anni e nel corso delle legislature che si susseguirono, abbiamo sperimentato diverse alchimie politiche, abbiamo sperimentato diverse formule di Governo che hanno visto avvicendarsi maggioranze via via più eterogenee. Allora, il nostro slogan si è arricchito anche di un “Mai con i 5 Stelle!”, fino alle elezioni politiche di quest'anno.

Perché sto facendo questa premessa e questo excursus storico-politico? Perché quando noi, nel 2012, poi di nuovo, nel 2013 alle elezioni politiche, nel 2018 alle elezioni politiche e, ancora, nel 2022 alle elezioni politiche, ci presentiamo di fronte agli elettori, ci presentiamo con un programma, con idee, con proposte e con una strategia molto chiara dal punto di vista politico, con confini stabiliti e un perimetro estremamente chiaro dal punto di vista delle alleanze politiche.

Allora, io capisco - o per lo meno mi sforzo di capire - la prospettiva dell'opposizione attuale, che dopo dieci anni di Governi fatti con tutto e il contrario di tutto, non capisce che la normalità è questa: la normalità è un Governo che si presenta, un partito che va al Governo dopo essersi presentato di fronte agli elettori con delle proposte. Va al Governo, ha una maggioranza chiara, che è concessa non dai maghi o dalla fortuna, ma dal voto democratico degli elettori italiani, dei cittadini italiani, e poi, una volta al Governo, fa le cose che ha detto. È estremamente semplice, è estremamente lineare, e proprio perché è estremamente semplice ed estremamente lineare probabilmente non viene compreso.

In queste lunghe giornate in Commissione bilancio io ho ascoltato veramente ragionamenti a volte surreali. Ragionamenti surreali: non mi permetto, ovviamente, di giudicare la buona fede, né mi permetto di entrare nel merito in questo caso, però quando c'è qualcuno che si lamenta - anche stamattina - del fatto che, ad esempio, questa manovra va a toccare il reddito di cittadinanza allora ricordo che noi siamo andati di fronte agli elettori, che abbiamo chiesto agli italiani la loro fiducia esattamente con un programma che prevedeva che uno strumento come il reddito di cittadinanza era uno strumento che con noi non avrebbe avuto seguito. Abbiamo ritenuto di proporre questa idea agli italiani, abbiamo ritenuto di proporre le nostre formule agli italiani; gli italiani ci hanno premiato, gli italiani ci hanno dato la loro fiducia, ci hanno dato un mandato chiaro, ampio e netto ed è questo ciò che stiamo facendo, perché - ripeto - ogni tanto va ristabilito questo principio molto semplice, che chi vince le elezioni poi governa e cerca di fare quello che dalle urne viene stabilito che debba fare una volta al Governo.

Quindi, questa è la premessa molto semplice, perché nella definizione di questa legge di bilancio e nella definizione dei lavori di queste settimane in Commissione è giusto e legittimo che le opposizioni portino avanti le loro idee, è giusto e legittimo che le opposizioni portino avanti le loro controproposte e i loro programmi; non è, invece, giusto e legittimo che venga messo in discussione questo principio chiarissimo di democrazia, questo principio chiarissimo di scelta di campo.

Allora, Fratelli d'Italia ha fatto una scelta, dieci anni fa; questa scelta è stata rinnovata, questa scelta è stata confermata dal voto degli italiani e questa scelta è stata portata al Governo. In proposito, mi corre la necessità di fare la seconda premessa, il secondo chiarimento. Penso che sia evidente a tutti e penso che sia lapalissiano, così come il primo principio, anche questo secondo principio. Dunque, noi siamo andati a votare il 25 settembre, è capitato quello che è capitato, è successo quello che è successo, noi siamo convinti che fosse necessario andare al voto, siamo felici che si sia andati al voto e siamo felici, ovviamente, dell'esito elettorale. Ciò nonostante, si è votato il 25 settembre, il Governo si è insediato alla fine di ottobre in tempi record, malgrado, diciamo, il tifo e le “gufate”, nazionali e internazionali. Dunque, si è insediato alla fine di ottobre; siamo alla fine di dicembre - oggi siamo al 22 dicembre - e vediamo che cosa l'Aula prevedrà tra oggi, domani e i prossimi giorni per quel che riguarda l'approvazione di questa legge di bilancio, ma se questa legge di bilancio venisse approvata nei prossimi giorni penso che saremmo di fronte a un record in termini di tempo, perché credo che non sia mai successo, nella storia della Repubblica, che un Governo, a tre mesi, dalle elezioni porta ad approvazione una legge di bilancio, una legge di bilancio che per di più - e anche questo è incredibile doverlo ricordare - viene fatta in un contesto internazionale di una gravità senza precedenti, purtroppo, nella storia recente, perché, al di là dell'onda lunga della pandemia e della recessione internazionale, sappiamo tutti che stiamo, purtroppo, vivendo da mesi sul territorio europeo una guerra tragica e questa guerra tragica sta comportando conseguenze molto pesanti, ovviamente, per le nostre famiglie, per le nostre aziende e per le nostre imprese. Quindi, la necessità di una scelta di campo chiara, la necessità di fare, purtroppo, alla svelta perché i tempi erano estremamente contingentati, la necessità di rispondere a una congiuntura internazionale tragica e gravissima, queste tre cose messe insieme rendono, dal mio punto di vista, il lavoro che è stato fatto e che verrà fatto in questi giorni miracoloso.

Dopodiché, è evidente che tutto quello che viene fatto può essere fatto meglio, è evidente che ogni scelta è perfettibile, è evidente che ogni virgola può essere rivista, corretta e discussa, perché assolutamente questo rientra anche nel gioco democratico e rientra nel compito delle opposizioni far notare se c'è qualcosa che non va bene e qualcosa che può essere migliorato.

Tuttavia, non si può affrontare questa discussione senza ricordare e senza mettere sul tavolo, in maniera chiara e inequivocabile, le condizioni in cui questa manovra di bilancio viene fatta. Poi, una volta stabilite e chiarite le precondizioni di questa manovra di bilancio, si può entrare nel merito della stessa manovra di bilancio; la legge di bilancio che stiamo affrontando è una legge, anche in questo caso, sulla quale Fratelli d'Italia ha fatto una scelta chiara; Fratelli d'Italia, con questa legge di bilancio, sceglie di stare dalla parte di chi, ogni giorno, in questo momento difficile, si rimbocca le maniche; sceglie di stare dalla parte di chi, in questo momento difficile, ogni giorno, decide di credere e investire nell'Italia; sceglie di stare dalla parte di chi, in un momento difficile, ha bisogno di essere aiutato.

Noi non lasciamo indietro alcuno, non abbiamo intenzione di lasciare indietro alcuno, ma siccome delle scelte vanno fatte, noi abbiamo fatto una scelta di campo molto chiara. Allora, io sono convinto che in questi giorni l'esame della manovra ci permetterà di approfondire - come abbiamo già fatto in Commissione, ma come faremo anche in Aula - tutte le pieghe, tutti gli aspetti che è giusto che siano approfonditi in Aula; penso che il dibattito politico avrà ampio margine, ampio tempo per svilupparsi, ma credo anche che ci sia la consapevolezza di tutti che, siccome siamo al 22 dicembre, un limite andrà a posto ai tempi…

PRESIDENTE. Si avvii a concludere.

ANDREA TREMAGLIA (FDI). Quindi - mi avvio alla conclusione - sono molto felice che questa legge di bilancio approdi in Aula in questo momento, sono molto felice del lavoro che ha fatto il Governo Meloni e del lavoro che ha fatto la Commissione bilancio, e ringrazio anche le opposizioni che in Commissione bilancio, più che in Aula, magari, negli interventi di oggi, si sono dimostrate, a mio avviso, ragionevoli, si sono dimostrate collaborative. Sono convinto che questa manovra di bilancio risponda in maniera chiara alle esigenze degli italiani e, soprattutto, sono felice che questa legge di bilancio risponda in maniera chiara al mandato che ci hanno dato gli elettori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Presidente, sottosegretaria, onorevoli colleghe e colleghi, abbiamo assistito a una discussione varia e anche con alcuni interventi, da parte della maggioranza, che hanno riconosciuto la legittimità di un'opposizione a questo Governo; la ringraziamo per non aver messo in discussione il fatto che le opposizioni possano esprimersi, finalmente, contro o in disaccordo con un Governo che presenta una legge di bilancio che riteniamo inadeguata. Ci è stato ricordato che, d'altra parte, i tempi compressi di questa discussione dipendono da un'eccezionalità storica, straordinaria, perché per la prima volta un Governo, in soli tre mesi, deve portare a casa una legge di bilancio. Vorrei ricordare, a chi oggi tuona contro questa scelta, scellerata, di votare a settembre, che sono gli stessi che il 19 luglio hanno fatto cadere il Governo di Mario Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe), che se ciò non fosse accaduto, oggi, avremmo già approvato una legge di bilancio e, probabilmente, di ben altra fattura.

D'altra parte, dai banchi stessi dell'opposizione, la Presidente del Consiglio ha tuonato contro i tempi della compressione del dibattito parlamentare e, oggi, il Governo guidato da Giorgia Meloni arriva in quest'Aula non solo, di fatto, comprimendo - perché arriveremo a questo, con la fiducia - il dibattito dell'Aula, ma, nella scuola della migliore ipocrisia e demagogia, anche creando una grave lesione alla dignità di questa istituzione parlamentare, perché lavori come quelli che si sono svolti in Commissione non si erano mai visti; mai si era vista una tale inconcludenza dei lavori di Commissione per colpa, di fatto, di crisi e conflittualità all'interno della stessa maggioranza; ricordo le cinque giornate e una notte con zero emendamenti approvati.

Io sono d'accordo con il collega che dice: abbiamo la maggioranza, abbiamo il diritto di governare. Io gli dico: avete il dovere di governare e, quindi, di fare scelte, di portare a termine le scelte che volete fare. Quello che non è accettabile è uno stallo istituzionale per conflitti interni alla maggioranza.

D'altra parte, non vale nemmeno l'argomento del “si è sempre fatto così”, perché non è vero che si sia sempre fatto così, mi spiace che non ci sia qui il Ministro Giorgetti, che abbiamo apprezzato, per avere ascoltato la prima parte di questa discussione generale, perché il Ministro Giorgetti potrebbe testimoniarvi che un metodo più efficace c'è ed è stato quello che lui stesso al Governo con Mario Draghi ha incarnato lo scorso anno, per la legge di bilancio.

Dopodiché, guardiamo nel merito dei contenuti di questa legge di bilancio, una legge di bilancio che noi vediamo sostanzialmente differente rispetto a quanto annunciato in campagna elettorale e ne siamo contenti, perché avete dismesso l'atteggiamento populista, antieuropeista e i conti tengono; è una legge di bilancio di tenuta dei conti del Paese. Bene, ottima notizia. Per quanto riguarda la parte della gestione energetica avete, di fatto, prorogato le misure che erano state portate avanti dal Governo precedente; sembra quasi più una proroga termini che una legge di bilancio, in questo senso, ma vorrei osservare che continuare sine die a prorogare misure che sono state efficaci e che abbiamo introdotto noi, come il credito di imposta che appunto abbiamo introdotto noi, prorogarle sine die, risultano meno efficaci, Oggi, bisogna mettere un tetto alle bollette di luce e di gas, bisogna disaccoppiare il costo dell'elettricità e del gas; quando lo farete? Lo avete annunciato, a quando?

Sul tema del lavoro, bene aver prolungato la questione del taglio del cuneo fiscale, bene aver prolungato la decontribuzione che noi abbiamo introdotto per l'assunzione delle donne e dei giovani, ne siamo contenti; il problema è che il Paese non fa un passo avanti, non c'è un euro in più per investire ulteriormente nell'ingresso nel mondo del lavoro; non basta la decontribuzione sine die, quella è necessaria, ma non è sufficiente, bisogna fare le altre misure un passo alla volta, così si accompagna un Paese nel sostegno e nella crescita.

Bene aver dato più soldi all'assegno unico universale; figuriamoci se siamo noi a dire il contrario, ma faccio osservare a questo Parlamento che quello che le famiglie italiane hanno diritto ad avere non è semplicemente - per il 5 per cento delle famiglie italiane - una significativa quota di 80 euro di media in più al mese, è, per tutte le altre famiglie, per il restante 95 per cento, il diritto al rimborso dei libri di testo scolastico, il rimborso delle spese educative, così come per i comuni i soldi, i finanziamenti per i centri estivi e i servizi socio-educativi. Dove sono questi soldi, su cui la maggioranza, attraverso le parole della Vice Ministra Bellucci, ci aveva detto: ci auguriamo che nella prossima legge di bilancio voi mettiate le risorse per queste misure - che noi abbiamo finanziato in questi anni -; peccato che voi adesso, dalla maggioranza a cui siete arrivati, non abbiate messo un euro per finanziare queste misure.

Contiamo che il Governo Meloni su questo ci faccia cambiare idea nei prossimi mesi, perché finora ha disatteso qualsiasi tema di agenda sulle pari opportunità, sul tema educativo e di sostegno alle famiglie. Suggerirei maggiore sobrietà nel dire: mai nessun Governo ha messo queste risorse, un miliardo e mezzo per le famiglie, nel nostro Paese. Suggerirei di andare a leggere le ultime tre Gazzette ufficiali che riportano le ultime leggi di bilancio, se non anche tutti gli altri provvedimenti: si parla di ben altre cifre. Dopodiché, un miliardo e mezzo è un miliardo e mezzo e lo accogliamo con positività.

Se noi facciamo una legge di bilancio che, da un lato, risponde all'emergenza dell'oggi, alla fatica delle donne e degli uomini dell'oggi, semplicemente prolungando comunque un tema di assistenza e non investiamo un euro per sostenere le imprese, come con Impresa 4.0, e mettiamo solo tamponi e cerotti, noi non diamo, non restituiamo al Paese quella visione del futuro che abbiamo sperimentato essere l'unica chiave per far ripartire la crescita economica, la coesione sociale e la prospettiva di vita e di opportunità per le nuove generazioni.

Non torno su quello che già la collega Boschi ha detto sul taglio di 230 milioni da un Fondo finanziato in modo strutturale, che è quello di 18app che, dallo scorso anno, veniva finanziato in modo strutturale, tant'è che c'è scritto: meno 230 milioni per il 2023. Ma l'elemento non è solo questo, è tutto il resto che manca, mancano gli investimenti per l'ingresso nel mondo del lavoro. Vorrei chiedere al Ministro Giorgetti: perché non avete rifinanziato il Fondo impresa donna, una misura che il Ministro Giorgetti ha messo in campo sull'imprenditoria femminile; non c'è un euro sull'imprenditoria femminile e, invece, i soldi li spendiamo solo per aiutare la gente a uscire dal mondo del lavoro, ma quegli stessi soldi devono essere investiti anche per entrare e rimanere nel mondo del lavoro.

Considerato che eravate in tema di proroghe, perché non avete prorogato il contributo alla decontribuzione per le donne che rientrano al lavoro dopo la maternità? Perché avete detto di no al rimborso per le spese dei servizi educativi e per le babysitter per le donne lavoratrici? Perché non avete finanziato in modo strutturale il reddito di libertà, per liberare le donne dalla violenza economica? Noi siamo contenti che l'onorevole Lupi abbia ripresentato, ma con solo 1.850.000 euro. Noi avevamo presentato un emendamento che lo rendeva strutturale, con un finanziamento di almeno 10 milioni. Sapete quante donne potremmo aiutare con quella cifra?

Trecentottanta. Va bene aiutare 380 donne, ma questo Parlamento poteva avere un'ambizione ben più alta su questa materia.

Oggi siamo chiamati a dare un giudizio su una legge di bilancio che per noi rimane decisamente inadeguata; altrettanto, però, siamo chiamati a rinnovare una responsabilità, a cui questo Governo e questa maggioranza hanno abdicato: continuare a testimoniare che la forza dell'Italia è quella di essere unita e di incarnare una visione del futuro che sappia rianimare gli investimenti delle imprese, dei progetti dei giovani, dello studio e delle comunità, delle piccole straordinarie comunità del nostro Paese.

A questa responsabilità voi avete abdicato uccidendo la prospettiva del domani; noi, come opposizione, non saremo complici di questa disillusione nei confronti del Paese. Ricordiamoci che il modo migliore per rianimare quel gusto del futuro, che abbiamo saputo sperimentare e rianimare, è investire il nostro oggi in questo futuro, ovvero quello che questa legge di bilancio decisamente non vuole fare (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Finalmente approda in Aula la legge di bilancio. Governo e maggioranza ci hanno davvero stupiti con un lavoro sulla manovra condotto in modo del tutto inadeguato e irrispettoso del Parlamento, in un susseguirsi di contraddizioni e scivoloni.

Il centrodestra è riuscito a trasformare questa sessione di bilancio, che è un momento topico per la programmazione economica di un Paese, in una farsa avvilente: sedute notturne, snervanti attese, nessun emendamento approvato per giorni, maxiemendamento governativo presentato a rate con clamorosi errori. È un provvedimento, quello varato nella sua versione originaria dal Governo Meloni, che è uscito letteralmente a pezzi dalle audizioni parlamentari in Commissione bilancio. Nell'occhio del ciclone sono subito finite le norme pro evasione fiscale, sull'innalzamento del tetto al contante e sul POS, l'iniqua flat tax, che aggiunge disuguaglianze in un Paese già profondamente diseguale, il taglio vessatorio del reddito di cittadinanza agli occupabili, cioè un terzo dei beneficiari totali, in un momento di recessione e di aumento della povertà; infine, la reintroduzione dei voucher, che sarà un'altra spinta alla precarizzazione del lavoro povero e stagionale. È una manovra che, nella sua versione originaria, è uscita con le ossa rotte anche dopo il giudizio della Commissione europea, che indicava un elenco preciso di misure ritenute di nessun aiuto a contrastare l'evasione, come se questo tema non fosse un problema gravissimo e strutturale nel nostro Paese. Quindi, dopo le figuracce e le ripetute tirate d'orecchio, Governo e maggioranza hanno ben pensato di correre ai ripari, come sappiamo, rivedendo alcune delle misure identitarie tanto sbandierate o addirittura facendo proprie alcune proposte dell'opposizione.

Tra i tanti orrori di questa manovra, ce n'è uno su cui voglio concentrarmi, l'emendamento di Fratelli d'Italia che liberalizza la caccia a qualsiasi animale selvatico, sempre e ovunque durante tutto l'anno, “il Far West”, come hanno commentato molte associazioni ambientaliste e animaliste. Nei giorni scorsi abbiamo quindi presentato delle proteste formali con i presidenti della Commissione bilancio e i Presidenti della Camera contro l'ammissibilità di questo emendamento. Ma, pur di fare favori alle lobby dei cacciatori, questa maggioranza si inventa che consentire di cacciare, ovunque, per tutto l'anno, comporterebbe dei risparmi per lo Stato, in virtù di una fantomatica razionalizzazione dell'attività di gestione e contenimento numerico della fauna selvatica. È qualcosa di incredibile e incommentabile. A noi sono stati bocciati vari emendamenti, con la motivazione che erano parzialmente ordinamentali, mentre questo, che non c'entra nulla con la legge di bilancio e con la manovra, è stato prima dichiarato inammissibile e poi riammesso tra i segnalati e, oggi, piazzato nella legge di bilancio: una vera e propria vergogna.

Ieri, però, a margine dell'audizione del Ministro Pichetto Fratin, nelle Commissioni congiunte ambiente ed attività produttive, abbiamo sollecitato il Ministro proprio su questo emendamento. Il Ministro ci ha riferito di avere inizialmente dato un parere negativo all'emendamento, ma di non aver fornito successivamente alcun parere sull'emendamento riformulato, che, giunto in Commissione bilancio all'alba di ieri mattina, è stato adottato con una forzatura da parte della maggioranza e nonostante la nostra strenua opposizione. Puntualizzo che l'emendamento è praticamente identico a quello iniziale. Quindi, ci domandiamo come sia possibile che questa maggioranza si faccia beffe del parere di un suo Ministro, pur di ascoltare le pressanti richieste della lobby della caccia.

E tutto questo accade a due giorni dall'accordo della COP15 a Montreal sulla protezione della biodiversità, definito storico dallo stesso Ministro e anche dalla sottosegretaria Vannia Gava. È sconcertante che questa maggioranza faccia una vera e propria dichiarazione di guerra a tutti gli animali selvatici contro la nostra Costituzione e nel pieno di una crisi di biodiversità. Una norma di questo tipo, che viola in modo lampante le direttive europee “Habitat” e “Uccelli” e che, molto probabilmente presto, verrà impugnata dalla Commissione europea, che potrebbe aprire l'ennesima procedura di infrazione contro il nostro Paese. Tutto ciò, di nuovo, per compiacere i cacciatori. A pagare, oltre agli animali, saranno sempre i cittadini e - temiamo - anche con possibile aumento di incidenti mortali, considerato che questo già oggi, tristemente, accade. Ecco come la destra vuole attuare il concetto di tutela della biodiversità in Italia: più caccia, più piombo, più devastazione, più morte.

Infine, per quanto riguarda specifici interventi in materia ambientale e climatica, la manovra è completamente inadeguata, un tuffo nel passato. Si ripropone il Ponte sullo Stretto di Messina, mentre si è azzerato il finanziamento al fondo sul trasporto rapido di massa. Penso, poi, alla norma sugli extraprofitti delle società energetiche, che ci fa addirittura rimpiangere la proposta del Governo Draghi. Penso all'ennesimo differimento della plastic tax e della sugar tax, all'azzeramento dei fondi destinati alla mobilità ciclistica, solo in extremis ristabiliti in misura ridicola, l'1 per cento di quanto necessario.

Noi Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo proposto una contromanovra, in risposta a chi, invece, ha messo al centro della sua agenda politica l'iniquità sociale, gli armamenti, le fossili, la lotta agli ultimi, strizzando l'occhio all'Italia dei furbetti. Solo per citare alcune delle nostre proposte, in primis, quelle tese a una piena tassazione degli extraprofitti delle società energetiche per produrre un maggiore gettito, pari a 30 miliardi di euro, o alla tassazione dei grandissimi patrimoni e, ancora, all'eliminazione della franchigia per l'estrazione di idrocarburi. Sì, ricordiamolo, in Italia le compagnie fossili, in diversi casi, sono esenti dal pagamento delle royalties, pur essendo le più basse d'Europa, e non pagano nulla per le prime migliaia di tonnellate di petrolio e gas estratti. In quel modo, avremmo potuto recuperare un maggiore gettito per decine di milioni di euro per lo Stato: nulla da fare.

Mi avvio a conclusione, Presidente. Io ritengo che questa manovra dice molto di come la destra pensa - o sarebbe meglio dire non pensa - al nostro Paese per l'oggi e per il domani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Approfitto di questa breve pausa, tra un intervento e l'altro, per salutare le studentesse e gli studenti della Facoltà di Economia del turismo di Bologna (Applausi). Un saluto e un ringraziamento per essere qui ad assistere ai nostri lavori.

È iscritto a parlare il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). La ringrazio, Presidente. Sinceramente non riesco a capire ancora - forse è un mio limite - qual è la linea politica ed economica che questa maggioranza e questo Governo hanno voluto esprimere con gran parte delle misure contenute in questa nuova manovra di bilancio. Mi chiedo se con queste misure ci si sia voluti rivolgere alle classi sociali più deboli in difficoltà e alle famiglie. Non sembrerebbe, visto che con questa manovra di bilancio è stata decretata la fine del reddito di cittadinanza e, da adesso, si stanno gettando nella disperazione centinaia di migliaia di famiglie, che già pensano al luglio del 2023, quando non sapranno più come sostenere la propria famiglia o far fronte alle spese di base, ad esempio, a partire da quelle alimentari. Quindi, non sembrerebbe, insomma, che ci si rivolga alle classi sociali più deboli. Ho pensato che magari ci si rivolge alle imprese, al ceto produttivo, a quelli che, nonostante tutte le difficoltà, continuano a mandare avanti il nostro Paese e il nostro sistema economico; ma anche su questo avrei qualche perplessità, visto che non si è fatto nulla per sbloccare realmente i crediti fiscali incagliati nei cassetti fiscali. Questo atteggiamento del Governo, della Presidente del Consiglio e del Ministro dell'Economia, molto probabilmente, porterà al fallimento oltre 40 mila imprese e lascerà sul terreno centinaia di migliaia di lavoratori.

Quindi, l'ha detto anche qualche esponente della maggioranza, si sta per aprire il più grande tavolo di crisi della storia di questo Paese. E anche su questo nella manovra di bilancio non c'è niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi non sembrerebbe rivolta neanche alle imprese, ma neanche alle recenti richieste delle imprese. Anche Confindustria ha chiesto di prorogare, per le piccole e medie imprese, quello che già avevamo previsto, che era l'abbattimento degli oneri di sistema sulle bollette per chi ha una potenza superiore a 16,5 chilowatt. Questa richiesta è stata avanzata ed espressa anche in maniera forte e il Governo l'ha completamente ignorata. Quindi anche alla seconda domanda che mi sono posto, la risposta è negativa: non ci si è rivolti neanche alle imprese con questa manovra di bilancio.

Poi si sente parlare di flat tax. Continuate ancora a parlare di flat tax, cercando di prendere in giro i cittadini, forse perché avevate promesso di applicare e attuare la flat tax già da questa manovra di bilancio, ma stiamo parlando del regime forfettario, che esiste da quasi vent'anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si chiamava regime dei minimi e aveva una finalità ben precisa, che era quella di sgravare soprattutto i giovani professionisti e i piccoli lavoratori autonomi non solo dagli oneri fiscali e tributari, ma anche e soprattutto dagli oneri burocratici, che purtroppo incontra chi vuole avviare un'attività di questo tipo. Noi l'abbiamo condiviso, questo è un sistema, un regime che esiste un po' in tutta Europa, proprio per questa finalità. Invece, aumentando il limite a 85 mila euro, avete generato una sperequazione non solo tra piccoli imprenditori, tra quelli che vi aderiscono e i lavoratori dipendenti, perché c'è una netta differenza sul pagamento delle imposte, sull'ammontare delle imposte, ma anche rispetto agli stessi artigiani e commercianti, che, anche se hanno un fatturato inferiore a 85 mila euro, non possono accedere a questa misura, perché hanno costi da sostenere, personale, acquisto di materie prime e merce. Quindi, in realtà, la misura è rivolta ai grandi professionisti che hanno un basso costo del lavoro. E anche su questo, la Presidente del Consiglio Meloni ha detto, nel suo discorso di insediamento, di voler promuovere le imprese che assumevano. Questo innalzamento della soglia va in senso esattamente contrario, perché avete aumentato la soglia a 85, ma il limite di spesa per il personale è rimasto fermo a 20. Questo cosa significa? È un incentivo ad aumentare il fatturato, ma, nonostante l'aumento del fatturato, a non assumere nessuno, ad assumere in nero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o ad assumere lavoratori poveri, perché alla fine la linea mi sembra assolutamente questa.

Sulle altre cose, anche i tentativi di strizzare l'occhio ai grandi investitori: c'è stata la rivalutazione agevolata, l'eventuale plusvalenza sulla cessione delle quote da parte degli organismi di investimento collettivo. Ma anche su questo avete riproposto una norma che ogni tanto viene tirata fuori dal cassetto, che è la rivalutazione agevolata di quote e terreni. Anche su questo alla fine, magari, trae vantaggio qualche grosso soggetto, qualche fondo d'investimento, qualche grande società quotata, ma ai piccoli avete aumentato l'aliquota, che dovrebbe essere agevolata, quindi l'avete portata al 16 per cento sull'intero valore della quota. Quindi il risultato, l'effetto, qual è? Che sicuramente ci saranno pochi grandi che trarranno vantaggio da queste misure, mentre le piccole e le micro imprese, che sono quelle per le quali dite di avere interesse, probabilmente non aderiranno a questa misura. Quindi anche in quello che voi dite di voler fare, nelle proposte della legge di bilancio vediamo che queste vostre intenzioni sono state disattese.

PRESIDENTE. Deve concludere.

EMILIANO FENU (M5S). Concludo, Presidente, perché questa manovra ha qualche misura in continuità rispetto al Governo Draghi: crediti fiscali del tutto inutili ormai, perché il mercato dei crediti ha bloccato e Istat ci ha detto che le imprese energivore non riescono a usare i crediti ordinari nell'anno, quindi figuriamoci anche questi crediti; contiene la possibilità di cacciare in città, la riduzione dal 23 al 5 per cento per le pensioni erogate dal Principato di Monaco, il fondo per i cammini religiosi, le esenzioni per l'Accademia dei Lincei, insomma lascio a voi le considerazioni sull'utilità di queste misure.

Qualcuno ha definito, con un termine un po' forte, questa manovra una discarica. Io, forse, non sono d'accordo. Per me la verità è ancora peggiore. Questa manovra ha fatto emergere una inaccettabile ferocia da parte di questo Governo e questa maggioranza verso le classi sociali più deboli, una vile e impacciata sudditanza verso i diktat contabili dell'Unione europea, con la palese volontà di cercare di accontentare molto maldestramente l'Unione europea, riuscendo però nell'ineguagliabile il risultato di scontentare tutti in patria. Non male per un Governo di patrioti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 12,05)

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Claudio Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Presidente, colleghe e colleghi, esponenti del Governo, oggi discutiamo in Aula la prima manovra finanziaria di questa legislatura, in un momento straordinario, sia per il tempo ristretto in cui avviene, sia per la fase storica che stiamo attraversando, con l'inflazione che torna in doppia cifra ai livelli degli anni Settanta e Ottanta, con una guerra che si svolge nel cuore dell'Europa e con gli innalzamenti del costo dell'energia e delle materie prime. Il tutto all'indomani di una pandemia globale, mentre torna lo spettro della minaccia nucleare e la crisi climatica mostra quotidianamente i suoi effetti.

Ma se i tempi che ci è dato di vivere sono unici, la manovra proposta da questo Governo è tutto fuorché unica, anzi ripropone una storia antica: si chiede a tanti per dare a pochi. A fronte di domande nuove, che emergono dalla società e che richiederebbero alla politica e allo Stato una capacità di innovare, si ripropongono vecchie ricette che scaricano i costi della crisi economica internazionale sul lavoro dipendente e sui pensionati, attraverso i tagli alla sanità, alla scuola e ai servizi pubblici. Già sembrate il pentapartito degli anni Ottanta, con la stessa brama di occupazione del potere e il disinteresse per le generazioni future. Ma i nodi verranno presto al pettine, perché a fronte di un'inflazione all'11 per cento, non adeguate le pensioni sopra la soglia di sussistenza e, senza adeguamento dei trasferimenti rimanenti agli enti locali, scaricate il costo dell'inflazione sui servizi ai cittadini. Avverrà per il costo delle mense scolastiche, del trasporto pubblico e degli appalti pubblici.

Mentre alle imprese, che quei lavori svolgono, riconosciamo giustamente l'aumento delle materie prime, che incide più del 20 per cento sul prezzo degli appalti originari, a quei lavoratori e a quelle lavoratrici, che quelle opere pubbliche realizzano e che quei servizi assicurano, rimangono gli stipendi bloccati, mentre il costo della vita aumenta senza alcun intervento. C'è un'ingiustizia evidente nel fatto che, con la mancata indicizzazione delle pensioni, si finanziano in parte le misure contro il caro energia, e che la flat tax - che adesso Fratelli d'Italia chiama tassa piatta, per la vergogna - si finanzia con nuovo debito: il taglio del reddito di cittadinanza e la riduzione di Opzione donna. L'unico vero risultato che raggiungete, dunque, è quello di ampliare il divario tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti, che continuano a portare sulle proprie spalle la larghissima parte del peso fiscale e contributivo del Paese. Il taglio del cuneo fiscale per loro è del tutto insufficiente: pochi punti percentuali che non garantiscono alcun effetto reale.

Abbiamo, inoltre, ascoltato in audizione, in Commissione bilancio, sia i sindacati che la Confindustria convergere sulle valutazioni sul rischio paradossale di avere, per colpa del drenaggio fiscale, un aumento del peso delle tasse, e, per colpa della sperequazione tra dipendenti e autonomi, un abbandono dei contratti a favore delle partite IVA, al momento più convenienti, ma senza tutele e con meno accantonamenti previdenziali.

Il contributo richiesto sugli extraprofitti del mercato dell'energia, a nostro avviso, si inserisce perfettamente in questo quadro, in cui si chiede a tanti di contribuire a fronteggiare la crisi, mentre si aumentano i guadagni di pochi. In questa legge di bilancio, si prendono solo 2,5 miliardi dagli extraprofitti del settore energetico, quando si potevano avere 5 miliardi e quando il Governo Draghi, non certo un pericoloso bolscevico, aveva previsto di prenderne 11. Insomma, Presidente, come dicevamo all'inizio di questo intervento, la manovra ci conferma che il Governo Meloni non è niente di nuovo; è il solito Governo di centrodestra che regala garanzie a pochi e ai furbi, come si constata dai vari condoni sparsi in giro per la manovra. Il quadro è desolante e lo sapete, e quando il PD in Commissione ha detto “se calate la porcata fiscale, salta tutto”, vi siete fermati e non avete depositato l'emendamento già predisposto per il condono fiscale. Questo perché sapevate due cose: primo, che l'opposizione, se cambiava atteggiamento, poteva portarvi a non approvare la legge di bilancio entro il 31 dicembre, cosa che non abbiamo fatto, collega Tremaglia, non perché siamo collaborativi verso la maggioranza, ma perché noi siamo responsabili verso il Paese e verso gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E ci siamo domandati, Presidente, in questi giorni di lavoro in Commissione, da dove venisse questa bulimia del Governo e della maggioranza di presentare una legge con 170 articoli e poi presentare altre 50 norme negli emendamenti governativi e poi altri 20 emendamenti come relatori e affastellare misure in tutte le direzioni. La risposta è semplice, sta nel calendario politico: il 12 febbraio si vota nel Lazio e in Lombardia, ci sono le elezioni, e quindi si è scelto di fare una manovra di bilancio così pesante per dare segnali verso chi si ritiene che sia la propria base elettorale.

Noi abbiamo visto, quindi, tante norme che occhieggiano al consenso a breve e che non affrontano i problemi più di fondo del Paese. Ma in questa scelta, care colleghe e cari colleghi, c'è un errore che segnerà la legislatura. Il Governo Meloni ha scelto di assecondare una politica di austerity sul piano europeo e sceglie di fare una manovra di bilancio che penalizza i ceti più deboli, che penalizza i pensionati e i lavoratori. Le elezioni del 12 febbraio, poi le prossime elezioni amministrative e, tra un anno, le elezioni europee generali daranno la risposta degli italiani a queste scelte, e noi del Partito Democratico le spiegheremo, con dovizia di argomenti, nelle prossime settimane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). Presidente, arriviamo alla discussione generale su questa legge di bilancio in un clima davvero surreale, considerato il livello di approssimazione, il livello di confusione, di superficialità, ma anche di conflittualità che ha contraddistinto un passaggio che è importante e fondamentale per ciascun Governo. Ed è davvero singolare per una maggioranza che ha promesso un cambio di passo, per una maggioranza che si definisce patriottica, per una maggioranza che ama parlare della Nazione con la “N” maiuscola, per una maggioranza che aveva promesso agli italiani che non avrebbero mai più visto quei compromessi che servono, spesso sono anche necessari, per tenere in piedi Governi di coalizione.

Invece, avete fatto esattamente quello che è stato fatto prima, anzi, addirittura peggio, perché per sei giorni avete paralizzato i lavori della Commissione bilancio, per sei giorni non un emendamento è stato votato, non un articolo è stato esaminato. Gli emendamenti dei relatori sono arrivati soltanto nella tarda serata di martedì pomeriggio. Il Governo si è presentato domenica notte, con una nuova manovra, fatta di oltre cento misure, e non avete avuto neanche la prontezza di avviare l'esame e il voto su quel pacchetto su cui immaginavamo ci fosse un accordo. Questo a dimostrazione delle profonde divisioni che attraversano questa maggioranza, e oggi si torna in Commissione per un emendamento di quasi mezzo miliardo di euro, su cui avete scoperto non esserci alcuna copertura.

Eppure, ci dicevate di essere pronti, ci dicevate di essere coesi, granitici, di avere un programma condiviso, di avere la massima intesa su quel programma condiviso. Promettevate: al primo Consiglio dei ministri approveremo l'autonomia differenziata, approveremo l'aumento delle pensioni minime a mille euro, aboliremo la Fornero, faremo la flat tax per tutti e poi anche il blocco navale - abbiamo visto come è andato a finire il blocco navale - e poi ripristineremo anche i decreti Sicurezza. Penso che, per come è andata in questi due mesi, per quello che abbiamo visto in questi due mesi, per i passi indietro che abbiamo visto, oggi cada definitivamente la vostra pretesa di essere diversi, la vostra pretesa di essere coesi, la vostra pretesa di essere pronti, la vostra pretesa di essere anche coerenti, perché tutte le vostre norme più identitarie, le norme bandiera, in questo provvedimento, ma anche negli altri provvedimenti, a cominciare dal decreto Rave, sono state frutto di marce indietro clamorose. Penso, per esempio, alla norma sul POS, ma penso anche a quella sulle pensioni, penso al tetto sul contante, penso a Opzione Donna, penso al reddito di cittadinanza, penso al condono per gli evasori. Su tutte queste misure ci sono stati passi indietro, le avete cambiate praticamente ogni cinque minuti. E dicevate di essere pronti. E meno male che la parte più importante della manovra, i due terzi, praticamente, della manovra, è scritta in perfetta continuità con i provvedimenti già adottati dal Governo Draghi. Mi riferisco, naturalmente, alla parte sull'energia, alla parte sulle bollette. Meno male, perché mi chiedo cosa sarebbe successo se aveste dovuto mettere mano a provvedimenti così importanti, che hanno un impatto, un'incidenza così diretta sulla vita quotidiana di famiglie e imprese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

È una manovra modesta per l'altra parte, per la restante parte, è sicuramente una manovra modesta che non avrà alcun impatto sulla crescita, che non affronta i nodi strutturali di questo Paese, che pure ci eravamo premurati di sollecitarvi ad affrontare: la sanità, l'istruzione, il sostegno al sistema economico e produttivo attraverso le agevolazioni e gli incentivi di Industria 4.0, la lotta per ridurre i divari, le disuguaglianze, a cominciare da quelle territoriali, la questione del Sud. Su questo voglio soffermarmi e fare una riflessione.

Il Sud era completamente assente dalla prima versione della legge di bilancio approvata dal Consiglio dei ministri, totalmente assente. Non avete avuto neanche la prontezza di prorogare i crediti di imposta che sarebbero scaduti a fine anno. Mi chiedo se questo non sia anche figlio di una scelta che è stata fatta, di accentrare nelle mani di un unico Ministro deleghe così importanti, gli affari europei, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Sud e la coesione territoriale. Adesso, a meno che non sia Superman, e a noi, onestamente, non sembra Superman (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe), credo che il Ministro Fitto faccia fatica a conciliare portafogli così importanti. E il risultato si è visto, perché nella legge di bilancio sul Sud non c'era nulla. Allora, è su sollecitazione delle opposizioni e anche del mondo economico, produttivo e imprenditoriale che il Sud è entrato nella legge di bilancio; e siamo stati noi, Azione-Italia Viva, ma anche le altre opposizioni, a presentare emendamenti per prorogare i crediti di imposta per il Sud, i crediti di imposta per le zone economiche speciali. E voi cosa avete fatto? Anziché accogliere quegli emendamenti, li avete respinti, bocciati, li avete copiati e li avete presentati come vostri, rivendicando il merito di quegli emendamenti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Certo che, per un Governo che fa del merito la sua bandiera, scopiazzare gli emendamenti delle opposizioni e non riconoscere il merito a chi presenta quelle proposte è davvero il colmo.

Tuttavia, resta il dato politico del Sud, della questione delle politiche per il Sud, che è scesa nella scala delle priorità di questo Governo e questo ci preoccupa molto. Ci sono molti dossier che sono abbandonati, dossier che giacciono nei cassetti del Ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e per il PNRR, come, per esempio, alcuni contratti istituzionali di sviluppo, che aspettano soltanto di essere siglati e che farebbero arrivare nelle casse di decine e decine di comuni centinaia di milioni di euro per finanziare opere pubbliche importanti, strade, parchi, case di comunità, asili nido. Ebbene, non abbiamo notizia di quei contratti istituzionali di sviluppo, uno per la provincia di Salerno e un altro per affrontare il grande tema dell'acqua.

Seconda questione che vorrei affrontare (per questioni di tempo, mi limito ad affrontarne soltanto due): i livelli essenziali delle prestazioni. Anche questa è una questione che riguarda le regioni del Mezzogiorno.

Nella legge di bilancio istituite una cabina di regia con tanto di segreteria tecnica largamente finanziata e lo fate per rassicurare chi esprime preoccupazioni per un disegno di un'autonomia che si va configurando, in assenza del finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, come un provvedimento che, inevitabilmente, finirebbe per spaccare in due il nostro Paese, per aggravare, anziché risolvere, la frattura che separa il Nord dal Sud. Mi chiedo: a cosa serve una cabina di regia, se c'è già la Commissione tecnica per i fabbisogni standard, che ha il compito di individuare e definire i livelli essenziali delle prestazioni (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe)? Nel migliore dei casi, la cabina di regia è un modo per perdere tempo e per buttare la palla in tribuna; nel peggiore dei casi, data la dimensione della discrezionalità tipica di un organo politico, la cabina di regia non farebbe altro che peggiorare le decisioni tecniche che prende e che indica, invece, la Commissione tecnica per i fabbisogni standard. Allora, diciamo: i LEP devono essere finanziati, non devono essere oggetto di dibattiti all'interno di una cabina di regia. È successo questo non più tardi di un anno fa, quando il governo Draghi ha stanziato quasi 2 miliardi di euro senza cabine di regia, senza segreterie tecniche, senza provocazioni, come quella che lui stesso ha definito tale, avanzata dal Ministro Calderoli.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 12,20)

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). Ha stanziato quasi 2 miliardi di euro per finanziare tre livelli essenziali delle prestazioni: per gli asili nido, per il trasporto scolastico degli studenti con disabilità e per gli assistenti sociali. Lo ricordo al Ministro Calderoli e a chi, come lui dice, che, fino ad oggi, i livelli essenziali delle prestazioni non sono mai stati definiti, né finanziati. Sono stati definiti e finanziati, perché sono state stanziate risorse all'interno della legge di bilancio. In questa legge di bilancio, non è stato stanziato un euro per definire i livelli essenziali delle prestazioni.

E, allora, concludo, Presidente. Credo che questa manovra sia davvero un'occasione sprecata, un'occasione sprecata per il Paese, ma anche per questa maggioranza, che aveva la possibilità di dimostrare che quello che aveva promesso corrispondeva alla realtà, che effettivamente ci sarebbe stato un cambio di passo. In questa manovra non vedo né patriottismo né prontezza ad esercitare le responsabilità che vi siete assunti davanti al Paese.

PRESIDENTE. Concluda.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). Direte “abbiamo avuto soltanto due mesi”: è vero, ma lo sapevate dall'inizio, perché il Governo non è un meteorite che vi è caduto in testa dalla mattina alla sera, lo sapevate, lo avete voluto voi il Governo, in questi tempi, con questi modi, a queste condizioni. E vi ricordo che, con il Governo Draghi, in 2 mesi - perché si possono fare cose ben più importanti e coerenti in 2 mesi -, abbiamo presentato il Piano nazionale di ripresa e resilienza in Europa e, qualche mese più tardi, abbiamo approvato una legge di bilancio che ha ridotto le tasse per 8 miliardi di euro, ha stanziato per l'assegno unico familiare quasi 7 miliardi di euro e ha finanziato i livelli essenziali delle prestazioni per 2 miliardi di euro.

PRESIDENTE. Concluda, deputata Carfagna.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). Quindi, almeno risparmiateci il vostro vittimismo e abbiate il coraggio di dire che più di questo non potete fare semplicemente perché non ne siete capaci (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Grazie, colleghi. Stamattina, il principale quotidiano del Sud, Il Mattino, titolava: “Manfredi: spariti i fondi per i trasporti, tutti a Roma e zero a Napoli e Milano”; 650 milioni di euro in meno. Perché parto con questo? Perché uno dei motivi di orgoglio di questa finanziaria è quello di realizzare il ponte sullo Stretto. Adesso, vorrei fare un ragionamento, facendo finta che non sono ambientalista, ma semplicemente una persona che si pone alcuni quesiti: per utilizzare un ponte, bisogna arrivarci e, se le autostrade, se le ferrovie, se le infrastrutture del Sud rimangono sempre all'ultimo posto di qualsiasi visione del futuro dello sviluppo economico del nostro Paese, quel ponte diventerà l'ennesimo spreco o cattedrale nel deserto, sempre che sia realizzato.

Con riferimento al discorso della collega, dell'onorevole Carfagna, che è intervenuta poco prima di me, vorrei prendere al volo un suo intervento sui livelli essenziali delle prestazioni. Giustamente, si domandava: ci sono già i finanziamenti, perché non andate avanti? Perché non si vuole andare avanti. Sempre oggi, sui giornali, c'è scritto che al Nord c'è meno sole, quindi, arriveranno più fondi per i pannelli fotovoltaici rispetto al Sud. Adesso, in assoluto, io non voglio fare il meridionalista a prescindere, però mi domando: se su una vicenda del genere si è stati immediatamente in grado di intervenire e finanziare in modo diverso, perché al Nord c'è meno sole e, quindi, devono arrivare più soldi per i pannelli fotovoltaici, perché per tutte le altre vicende che riguardano il Mezzogiorno e, in particolare, il Sud Italia non si riesce a fare lo stesso percorso? Perché lì si trova un ostacolo immediato, dobbiamo dircelo, da parte, in particolare, di alcune realtà politiche e anche di alcune aree territoriali, a prescindere dall'appartenenza politica.

Poi ci sono alcuni quesiti che mi pongo dal punto di vista tecnico. Ad esempio, noi avevamo presentato un emendamento che accelerava la realizzazione di una norma - che, tra l'altro, mi risulta che il Governo dovrebbe attuare con alcuni decreti nei prossimi 6 mesi - che riguarda la graduale dismissione degli animali all'interno dei circhi. Questo progetto era già partito con lo scorso Governo, si chiedeva di accelerare su questo. Ci è stato risposto che, dal punto di vista tecnico, poiché è una norma ordinamentale, la dismissione graduale degli animali dei circhi - il cui utilizzo è una barbarie oramai - non poteva essere inserita. Quindi, non c'è stata una valutazione di carattere politico, ma dal punto di vista tecnico. Adesso, però, mi domando: perché la graduale dismissione degli animali, in particolare degli animali esotici, nei circhi non può entrare nella manovra finanziaria, mentre può entrare nella manovra finanziaria sparare agli animali? Io questo non riesco proprio a comprenderlo, non riesco a comprendere la ratio per cui ammazzare gli animali va bene e salvarli no (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non lo riesco a comprendere dal punto di vista tecnico e anche dal punto di vista della valutazione complessiva. Sia chiaro, nessuno di noi è un oltranzista o ritiene che ci sia la bacchetta magica per risolvere tutti i problemi, sappiamo benissimo le difficoltà di chiunque tenti di governare questo Paese, ma è evidente che esistono le priorità, anche nelle visioni diverse. E vi ho fatto questi esempi concreti per capire come si vuole andare avanti, perché, se l'obiettivo è un ponte senza che ci si possa arrivare, è un obiettivo che in ogni caso sarà un fallimento; se per finanziare un ponte si levano i fondi alle altre città del Mezzogiorno, e non solo del Mezzogiorno, per completare le reti viarie e ferroviarie interne alle città, è comunque un fallimento. E, poi, non riesco a capire quest'ansia di intervenire per depenalizzare, condonare. Sia chiaro, ci sono cittadini e anche aziende che possono fare alcuni errori in buona fede, ci sono situazioni gravi che possono essere sanate, però domando una cosa al Governo, e lo avevo fatto anche in Commissione al Ministro Giorgetti e al Vice Ministro Leo.

Io ho domandato loro una cosa, che è una domanda, fatemi passare il termine, filosofica: perché, ogni volta, si tende a intervenire per sanare e aiutare chi ha sbagliato, ma anche chi è furbetto, chi è indietro, ma anche chi ne approfitta e fa il cialtrone, e mai e poi mai seguiamo la filosofia di premiare i cittadini che rispettano le regole, che pagano regolarmente le tasse e che rispettano pienamente l'essere cittadini italiani? Ecco, noi dovremmo porci anche il tema del perché non c'è un'attenzione vera nei confronti di quei milioni di italiani che si aspettano segnali forti e veri da parte di qualsiasi Governo e, in particolare, di questo Governo che attualmente è alla guida del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Patty L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente, Governo e colleghi. Finalmente dopo tanti pasticci, dopo giorni in cui siamo stati tenuti in ostaggio in Commissione, dove non venivano votati nemmeno gli emendamenti della maggioranza e venivano bocciati ogni tanto quelli del MoVimento 5 Stelle, siamo arrivati finalmente in Aula con una manovra – diciamolo - approssimativa e anche con molti errori e, infatti, a breve ritorneremo in Commissione per sistemare gli errori che sono stati fatti. Allora, noi ci chiediamo: questo Governo ha un programma? Un progetto chiaro per il futuro dell'Italia c'è? Oppure questa manovra per voi è solo un'occasione per accontentare gli amici degli amici, o per creare un bel pacchetto di voti? Oppure - mi viene anche un altro dubbio - forse volete anche smantellare tutte le politiche positive che ha fatto il MoVimento 5 Stelle nei Governi “Conte 1” e “Conte 2”? Altrimenti non si spiega il perché di tante disposizioni. Vi è il ritorno al precariato e ai voucher e la distruzione del reddito di cittadinanza, quindi un padre di famiglia o un laureato adesso deve accettare il primo lavoro che gli viene offerto, anche con uno stipendio da fame – da fame! - deve accettarlo, altrimenti perde quel poco di sostegno che noi gli abbiamo dato. Viene calpestata anche la dignità di famiglie e imprese che stanno vivendo un disagio enorme perché state distruggendo un'altra azione fatta dal MoVimento 5 Stelle, l'ecobonus 110 per cento. Non si spiega il perché, quando sappiamo che ha creato 900 mila posti di lavoro, che ha aumentato il prodotto interno lordo, che ha ridotto l'importo delle bollette e dato più valore alle nostre case e che ha abbattuto le emissioni di CO2. Stiamo andando verso la neutralità climatica: noi del MoVimento 5 Stelle crediamo a quello che dice l'Europa, al mainstream internazionale e la transizione ecologica noi la vogliamo fare veramente. Tutte le azioni del MoVimento sono volte a far sì che nessuno resti indietro, invece forse per questo al Governo non andava bene: non andava bene, perché l'ecobonus non faceva guadagnare le banche. Quindi, ne è partita la distruzione già dal Governo Draghi; si continuano, quindi, a distruggere famiglie e imprese. Voi conoscete gli esodati dell'ecobonus? Non so se voi li avete mai ascoltati. Io sono in chat con loro e, siccome noi siamo i portavoce dei cittadini, c'è un messaggio che vi mandano: siamo gli esodati del Superbonus 110 per cento; si tratta di imprese che hanno detto “no” al pizzo, di persone perbene che hanno creduto a uno Stato che ha messo in ginocchio i cittadini, uno Stato che non ascolta e non ha la minima idea di come imprese e privati si trovino con la corda fino al collo, cittadini che urlano aiuto perché ormai sembra che non ci siano soluzioni, ma solo fallimenti e perdite di posti di lavoro, cittadini che non hanno più una casa, cittadini che hanno dato lavoro e oggi non vedono una via d'uscita! Questa è la cruda realtà. Chi fa finta di non vedere, non merita rispetto, non merita di rappresentare questo Governo e sappiate solamente che, davanti a queste problematiche, la guerra in casa ce l'avete messa voi, del Governo, cambiando le regole per 21 volte al Superbonus (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi esodati del Superbonus 110 per cento non possiamo fare altrimenti che lottare. Non staremo a guardare il nostro fallimento, non staremo a guardare mentre ci ammazzate e ci soffocate! Ricordate che a ogni azione segue una reazione ed è quello che faremo. Lotteremo fino alla fine delle forze. Noi non ci arrenderemo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questo è quello che vi dicono e vi assicuro che io mi vergogno tutte le volte che leggo questa chat, mi vergogno perché sono una parlamentare. Qui siamo parlamentari e dobbiamo mettere da parte la politica e le varie fazioni e questa gente va aiutata e supportata. Questa manovra è una vergogna ed è una vergogna per un altro motivo, perché consegna 900 milioni alle squadre di calcio della serie A. E a chi li togliamo? Li togliamo ai poveri e al reddito di cittadinanza. Allora, io mi chiedo: cosa volete far trovare sotto l'albero di Natale alle famiglie bisognose? Biglietti gratis per andare allo stadio? A Natale c'è un altro problema grave - e qui concludo - l'ambiente, questo sconosciuto. Noi l'abbiamo detto anche l'altra sera sulla legge di bilancio, noi della Commissione ambiente: la nostra Commissione allora eliminatela. Cosa ci sta a fare? Avete dimenticato che dobbiamo andare verso la transizione ecologica? Non so, forse avete dimenticato anche che c'è stata una COP27 e che si è appena conclusa la COP15 sulla biodiversità. Il nulla, il nulla più totale perché i fondi sul dissesto idrogeologico li avete ridotti. Per fortuna, è passato un nostro emendamento e avete stanziato 7 milioni per il 2024 ed il 2025 e 6 milioni per il 2023 per la Carta geologica, che per noi del MoVimento 5 Stelle è importantissima. Non si tratta solo di tutelare la nostra casa e il nostro ambiente; si tratta anche di tutelare i cittadini e la loro salute. Ci siamo resi conto di quello che ha fatto il cambiamento climatico, ma allora non capiamo perché il Governo faccia passi indietro. Ha bocciato poi i SAD, i sussidi ambientalmente dannosi. Se dobbiamo sussidiare delle cose che servono per estrarre combustibili fossili - per questo vengono chiamati “ambientalmente dannosi” -, allora significa che quelle attività, da sole, non si mantengono e non sono economicamente sostenibili. Allora perché lo Stato li deve mantenere? Lo Stato li mantiene. E i soldi da chi li prende? Dalle tasse dei cittadini e magari mi ritrovo in casa anche trivelle e le devo anche pagare io, cittadino, perché anche quelle saranno sovvenzionate dallo Stato con questi sussidi, perché non sono economicamente sostenibili. Poi sono state stanziate briciole anche sulla mobilità sostenibile, sulle ciclovie, anche grazie a un altro nostro emendamento ma - ripeto - sono briciole. Il punto è che questo Governo, che afferma di mettere al primo posto il made in Italy e le imprese, sulla Transizione 4.0 ha fatto passi indietro. Quindi, alla fine mi viene anche il dubbio che non lo facciate apposta; proprio non lo so, c'è qualcosa che non quadra - concludo, Presidente - in barba anche a ciò che ha fatto il MoVimento 5 Stelle…

PRESIDENTE. Concluda. Ha finito il suo tempo.

PATTY L'ABBATE (M5S). …ponendo appunto l'ambiente in Costituzione, ricordiamo che è stata una nostra iniziativa. Voglio solo farvi immaginare una scena. Noi parliamo dell'era dell'antropocene…

PRESIDENTE. Deve concludere. Non ha tempo di farci immaginare una scena.

PATTY L'ABBATE (M5S). ... dell'era della resilienza - e concludo -, ebbene, siamo all'era dell'età della pietra, perché adesso potete, con il vostro smartphone, fotografare, nelle nostre città, gruppi di cacciatori che andranno a caccia del cinghiale. Sapete che, se è anche buono, ve lo potete portare a casa e ve lo potete mangiare (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ebbene, i graffiti, saranno i nostri nuovi graffiti, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente, colleghe e colleghi, Governo. Noi lo abbiamo detto sin dall'inizio: la manovra finanziaria è iniqua e inadeguata e torniamo a ripeterlo oggi, dopo il lavoro in Commissione bilancio, è iniqua e inadeguata, nonostante il collega Trancassini abbia detto che siete stati bravi a lasciare lo spazio alle opposizioni. Dopo dieci giorni di lavoro, in cui non era stato approvato neanche un emendamento, mi sembra fosse una strada obbligata - non c'è stata alcuna concessione - e quello che abbiamo fatto noi, dall'opposizione, è stato provare a migliorare questa manovra, che, in realtà, grazie ai vostri ulteriori emendamenti, è stata ulteriormente peggiorata.

È iniqua perché è ingiusta e diseguale, ruba al futuro per dare al presente, toglie a molti per dare a pochi, calpesta le differenze che ci sono, che esistono, le vede e prosegue, indifferente. È inadeguata perché non è ciò che serve ad un Paese che, dopo il 3,6 per cento di crescita, si appresta a un possibile 0,6 per cento di crescita nel 2023, fragile, esposto a molti eventi avversi come quelli che in questi anni ci hanno colpito, in tutto il mondo e in Italia, così fragile in particolare. Non è una manovra per chi ripone istanze di giustizia ma per chi persegue la piccola furbizia, la speranza di farla franca, anche dopo dieci, quindici o vent'anni. Vedete, c'è un'Italia - mio padre è così, per esempio - che non dorme la notte se ha un piccolo debito da pagare e poi c'è un'Italia che se ne frega, se non restituisce il proprio debito con gli altri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Voi alimentate solo questa! Con la retorica delle aziende che non ce la fanno, voi non fate differenza tra chi non paga perché non ha potuto farlo, nonostante un impegno di lavoro umile, costante, e chi lo fa invece avendo sperperato i propri soldi, senza rinuncia alcuna. Guardate, c'è una grande differenza! Noi abbiamo provato anche con un emendamento a richiamare il fatto che quelle misure che voi mettevate in campo avrebbero dovuto essere destinate a chi davvero non ce la faceva a pagare e non avete voluto mettere regole. Spot dopo spot, senza un filo conduttore e una strategia unificante che consenta di avere una visione che restituisca certezze e fiducia alle nostre genti, che sulla loro pelle stanno vivendo la crisi economica ed energetica, siete andati avanti. Mi ha sorpreso molto il Ministro Giorgetti che, proprio all'indomani dell'approvazione della manovra, ha affermato che le misure adottate avevano l'obiettivo di tutelare deboli e vulnerabili.

Ebbene, Ministro Giorgetti, Presidente Meloni, da quando la legge di bilancio toglie denaro ai pensionati con 1.500 euro di pensione? State togliendo ai più ricchi? Ministro Giorgetti, Presidente Meloni, quando allargate l'uso del contante a 5.000 euro adottate una misura che serve a chi guadagna 1.000 euro al mese o forse serve ad altri? Quando regalate 800 milioni di euro a 5, 6 o 7 squadre di calcio di “serie A” state facendo il bene dei più deboli, dei più fragili? Quando togliete il reddito di cittadinanza lo fate per riequilibrare le disuguaglianze o a favore dei vulnerabili? Quando ci ritroveremo ad agosto con tanti cittadini e famiglie che accresceranno quelle percentuali drammatiche di chi è già dentro al vortice della povertà, per chi direte che lo avete fatto? Io sono certo che conoscete i numeri di coloro di cui parliamo ma io ve li ricordo perché è bene che, in quest'Aula, i rappresentanti il Governo lo ascoltino di nuovo. C'è il 7,5 per cento di famiglie povere, cioè 5,6 milioni di persone, mentre coloro che sono in povertà relativa sono altri 5 milioni. Il 20 per cento del Paese è in condizioni di povertà assoluta e povertà relativa: questa è la manovra che voi pensate di poter offrire in termini di rivalsa a queste persone? Le conoscete le differenze tra Mezzogiorno e Nord Italia? Le differenze non sono solo in termini di dati economici - ve lo dico con convinzione - o di reddito medio o di pensioni medie o di produzione, ma in termini di opportunità, di diritti, di giustizia sociale.

Ministro Giorgetti, Presidente Meloni, quando eliminate il credito d'imposta al Sud, come avete fatto nella prima proposta, credito poi recuperato perché l'abbiamo chiesto noi, aiutate la crescita della parte più debole del Paese? Come pensate di affrontare lo sviluppo di quel territorio? Guardate l'articolo 36, quello che consente di avere la copertura dei contributi per le nuove assunzioni: voi stessi, nella relazione tecnica, prevedete che il 90 per cento delle assunzioni sotto i 35 anni avverranno nel Nord Italia e solo il 10 per cento nel Mezzogiorno. Questa è la vostra risposta alla voglia di uguaglianza, alla necessità di uguaglianza del Mezzogiorno? Penso che stiate danneggiando il nostro Paese. Allo stesso modo, quando tagliate i fondi per la sanità pubblica lo fate per chi dovrà attendere mesi per una visita specialistica, non potendosene permettere una privata? Per quanto riguarda la sanità pubblica - l'hanno detto già altri colleghi - non ci sono le risorse sufficienti per rafforzarla, come necessario, a livello di sistema. Non è soltanto un problema di risorse economiche: i medici non vanno via dal sistema sanitario pubblico perché vengono pagati di meno ma perché non lavorano in un contesto sereno, nel quale possano sviluppare le proprie attività, il proprio meccanismo di lavoro, in cui si sentano davvero utili e valorizzati. Con la riduzione delle risorse - perché di fatto si sono ridotte di oltre i tre quarti rispetto a quelle che dovrebbero esserci per l'aumento del contratto di lavoro - voi state mettendo quelle persone nelle condizioni di andare via già quest'anno.

Un sistema pubblico lo si può sbriciolare in un anno, poi ci vogliono dieci anni per ricostruirlo perché chi va via perde l'idea di far parte di un sistema pubblico e accede a un altro modello di sanità. Quello che state facendo è questo. Noi ve l'avevamo proposta una soluzione, anche economicamente coperta; l'avete rifiutata.

Voi stigmatizzate l'esperienza dei tecnici e affermate che, finalmente, si è ritrovata la politica, finalmente i cittadini hanno potuto avere un Governo che corrisponde alla loro volontà. Bene, ma come fate ad essere coerenti quando togliete voce al Parlamento? Guardate che la politica non è soltanto il Governo, è anche il Parlamento! Come fate ad essere coerenti con questa affermazione che fate ripetutamente - finalmente, finalmente, finalmente - mentre proponete che le norme sui LEP siano approvate da un Commissario, se non ce la fa il Governo? Scusate, ma il Parlamento? Voi davvero volete rinunciare a scegliere il valore dei LEP e il modo con cui recuperare le differenze? Davvero volete rinunciare a fare i parlamentari, i rappresentanti dei vostri territori su una cosa determinante? I LEP sono alla base di una Repubblica federale come la volete voi, che sia anche presidenzialista. Senza quelli non c'è un Paese, c'è la scissione del Paese che, per molte parti, non so se ne abbiate coscienza, è già avvenuta. Oggi è stata pubblicata questa cartina che evidenzia i LEA in sanità: 4 regioni hanno l'85 per cento dei LEA e tutte le altre sono sotto quella soglia e le regioni del Mezzogiorno sono tutte sotto il 45 per cento. Queste differenze sono maturate in un contesto nel quale la sanità è regionalizzata. Allora, immaginate cosa succederà per tutto il resto.

Ministro Giorgetti, Presidente Meloni, io penso che parlino i fatti. Questa manovra di bilancio colpisce i deboli e i vulnerabili - altro che tutele! - e colpisce quel ceto medio che avevate annunciato di voler aiutare e al quale ora voltate le spalle. Le vostre interlocuzioni guardano altrove, alle grandi rendite e alle grandi imprese, se non ai furbetti, a quelle imprese che nel periodo di crisi hanno fatto ingenti extraprofitti e che ora vorrebbero sottrarsi al dovere di solidarietà, versando una parte di quegli ingenti guadagni per l'interesse più generale del Paese. Voi state pure da quella parte, noi staremo orgogliosamente dall'altra parte, senza dubbio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Elisabetta Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Gentili colleghi e colleghe, questa è la prima finanziaria del Governo Meloni ed è quindi anche un messaggio al Paese. Per quanto ci riguarda, è un pessimo messaggio, un messaggio di ingiustizia. Purtroppo, tutti si sono accorti che per voi l'Italia è una giungla, non solo perché avete assurdamente stabilito che si possa sparare e cacciare per le strade delle nostre città ma anche perché nell'Italia che vi piace vige una sola legge, quella del più forte e del più scaltro. Volete costruire un'Italia fondata sulla diseguaglianza, un'Italia in cui la gerarchia che ordina le priorità è quella del potere economico e non, come sarebbe giusto, quella dei bisogni e dei diritti. Fa impressione, soprattutto se guardiamo a quello che state facendo con la stessa lente che voi ci avete proposto, quella del merito, su cui continuate a fare tanta propaganda ideologica. Fa impressione perché, per questo Governo, un professionista con un reddito alto, magari di 85.000 euro, merita uno sconto fiscale che può arrivare fino a 10.000 euro e un lavoratore dipendente, invece, non merita altrettanto e deve accontentarsi di un taglio del 2 per cento al cuneo fiscale. E ancora: chi si alza all'alba per affrontare il duro lavoro dei campi non merita nulla, nemmeno un normale contratto, perché deve lavorare a giornata con paghe da fame, erogate con voucher, e chi invece, senza alcun sudore, alcuna fatica, si mantiene attraverso redditi da capitale e investimenti finanziari merita invece un regime fiscale vantaggioso, con un'aliquota del 14 per cento, invece di quella prevista del 26 per cento.

E ancora: chi ha speculato, provocando l'inflazione che sta spolpando il tenore di vita della maggioranza degli italiani, come le grandi aziende energetiche che hanno incassato miliardi di extraprofitti, merita i guanti bianchi. Anche le grandi imprese farmaceutiche, che hanno fatto profitti con la pandemia, meritano di essere lasciate in pace, ma, invece, i pensionati italiani per questo Governo non meritano, non meritano la rivalutazione automatica degli assegni che era prevista e che avete rimodulato per fare cassa e per trovare risorse per i più meritevoli, cioè per i più rapaci.

Davvero è giusto così? Davvero siete convinti che sia giusto così? Personalmente, credo di no o non avreste fatto tutti gli errori che avete fatto in questi giorni, dovuti anche al nervosismo e alle clamorose divisioni tra di voi. Dite che non ci sono risorse, ma tutti i cittadini italiani, capiscono che state mentendo, perché, mentre fate questa affermazione, state aiutando chi si rifiuta di contribuire alle spese della collettività, state aiutando gli evasori e, nel frattempo, mentre li aiutate ad evadere, lasciate che tanti non riescano a ottenere le visite mediche cui hanno diritto. È giusto fare così? Potevate allargare la coperta e non lo avete fatto, perché per reperire nuove risorse avreste dovuto chiedere piccoli sacrifici, piccoli contributi di solidarietà ai più benestanti o a quella minima parte dei contribuenti che possiede enormi patrimoni. Il Governo poteva abolire una tassa iniqua come l'IMU sulla seconda casa e rimodulare in maniera giusta e progressiva le tasse sul patrimonio, come noi di Alleanza Verdi e Sinistra vi abbiamo proposto, e così avreste avuto le risorse per garantire il reddito di cittadinanza ai 400 mila che state lasciando nel baratro della povertà o della disoccupazione. Oppure avreste potuto risolvere il problema dei costi proibitivi dell'istruzione, problema su cui - che pena! - avete mentito ai vostri elettori meno abbienti.

Ricordiamo di quando Salvini comiziava sulla necessità di rendere completamente gratuito il costo dei libri di scuola e ricordiamo anche quando la Presidente Meloni prometteva che avrebbe reso gratuite le rette degli asili nido, ma il Governo non ricorda. Non ricorda, perché, dimenticando i nostri bambini, ha potuto ricordarsi delle potenti società calcistiche di serie A. Talmente smemorati e dimentichi che, in Commissione, hanno bocciato un emendamento che era stato scritto nel 2019 proprio da Giorgia Meloni, un emendamento che ho ripresentato a mia prima firma, facendo copia e incolla, a nome di tutto il gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Bravi, bravi! Era un emendamento che avrebbe istituito un Fondo per la gratuità degli asili nido, con una dotazione di 400 milioni di euro. Potevate scegliere tra la vecchia Giorgia Meloni, che all'opposizione si preoccupava di milioni di famiglie, e la nuova Giorgia Meloni, che si preoccupa delle pressioni di Lotito, e avete scelto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Allo stesso modo, potevate ridurre i sussidi ambientalmente dannosi e potevate finanziare, con quelle risorse, la gratuità dell'istruzione, perché, al contrario di quello che dice Valditara, non abbiamo bisogno di un esercito di studenti che si prepara al lavoro povero e alla precarietà, ma, come i grandi Paesi, abbiamo bisogno di raggiungere il 40 per cento della quota di laureati, mentre, invece, siamo fermi al 20 per cento. Presidente, il Governo poteva fare molte scelte giuste, ma ha perseguito soltanto l'ingiustizia e noi di Alleanza Verdi e Sinistra all'ingiustizia ci opponiamo oggi e ci opporremo domani, dentro e fuori quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Davide Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, c'è soltanto una parola per descrivere la vostra manovra: questa parola è inutile. Stiamo parlando di una manovra inutile e le spiego il perché. Questa è una manovra inutile, perché non prevede nulla per quanto riguarda la crescita del Paese. Il vostro obiettivo nel 2023 è di appena lo 0,6 per cento ed è la dimostrazione plastica di come le risorse di cui si compone la legge di bilancio hanno un impatto irrilevante sul sistema economico del Paese, il tutto mentre si dovrebbe investire per proteggere una crescita che, grazie alle nostre politiche espansive del Governo “Conte 2”, aveva fatto segnare un più 6,7 per cento nel 2021 e garantito un effetto trascinamento sulle stime del PIL 2022, dato attualmente vicino al più 4 per cento di PIL.

Voi, invece, state tornando nuovamente al PIL dello zero virgola. È veramente una manovra inutile per la crescita del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Con questa manovra, Presidente, riconsegnate il Paese, nella migliore delle ipotesi, a questo PIL dello zero virgola, che tanto ha penalizzato l'Italia negli anni precedenti. Se, invece, dovessero avverarsi le previsioni di più accreditati osservatori, quali, ad esempio, il Fondo monetario internazionale, sarà sicuramente recessione. State portando il Paese alla recessione! Questa legge di bilancio, infatti, non fa nulla per prevenire questi scenari e, anzi, li asseconda. Non c'è ombra di politica economica, non c'è nulla per contribuire alla competitività e alla resilienza del tessuto produttivo.

Secondo il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la legge di bilancio è coraggiosa, è attenta alla crescita e alla giustizia sociale. Ma di quale giustizia sociale parla? Sul reddito di cittadinanza, ci si accanisce contro i cosiddetti occupabili, ovvero 660 mila persone che, nel 70,8 per cento dei casi, hanno un titolo di studio che non supera la terza media e un'età avanzata: infatti, 53 mila di loro sono over 60 e 135 mila hanno un'età tra i 50 e i 59 anni e, quindi, ciò li rende, ovviamente, difficili da collocare in tempi brevi all'interno del mercato del lavoro. Dopo sette mesi, queste persone, non trovando lavoro, saranno veramente abbandonate, perché perderanno il reddito di cittadinanza e resteranno prive di qualsiasi strumento di sostegno economico. Che risposte date a questi cittadini? Che risposte date a questi cittadini e al Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Sugli aumenti delle pensioni minime, in campagna elettorale vi eravate impegnati a portare le pensioni a 1.000 euro. Ma quando mai! Smettetela di prendere in giro i cittadini, smettetela! Gli aumenti delle pensioni minime sono insignificanti; di fatto, scatta solo la rivalutazione, che era già programmata in precedenza con la rivalutazione già prevista, appunto, dalle norme in vigore. Portate da 525 a 563 euro al mese le pensioni. L'aumento delle minime che è garantito dal Governo è di soli 8 euro. Solo 8 euro di aumento! Ma quali 1000 euro! Solo 8 euro di aumento sulle pensioni minime (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Anche l'aumento a 600 euro al mese per gli over 75, introdotto durante il passaggio parlamentare della legge, è una farsa, perché vale soltanto per il 2023 e il tutto avviene mentre l'inflazione è a doppia cifra. Tra l'altro, siamo lontani dalle promesse elettorali, appunto le vostre promesse elettorali dei 1.000 euro al mese di pensione. Dite la verità ai cittadini, ditegliela: voi fate cassa sulle pensioni, perché la verità è questa. Voi fate cassa sui poveri e sui pensionati, proprio quei ceti che dovreste tutelare, proprio quei ceti che hanno bisogno di maggiori attenzioni in un momento di difficoltà come questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Si fa cassa sulle pensioni, Presidente: meno 6 miliardi in due anni, per un totale di 3 milioni di pensionati coinvolti. Secondo l'Ufficio parlamentare di bilancio, il rallentamento e il congelamento, anche temporaneo, della rivalutazione, nei fatti, è un vero e proprio taglio ed è da considerarsi come un'imposta (di fatto, state mettendo un'imposta sulle pensioni).

Per non parlare, poi, dei voucher: avete reintrodotto i voucher, avete legalizzato il precariato! State dando veramente la possibilità del precariato selvaggio all'interno del mondo del lavoro. È uno strumento che noi contestiamo totalmente! Non è così che si risolvono i problemi del mondo del lavoro, cioè introducendo i voucher (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Per quanto riguarda il precariato, altro che contrasto; anzi, via libera al precariato.

Poi, vogliamo parlare di donne? Parliamo di Opzione donna! Opzione donna viene talmente circoscritta da risultare quasi inaccessibile. Da oggi, la platea di donne beneficiarie si riduce da 30 mila a 2.900. In pratica, l'avete trasformata da Opzione donna a “discriminazione donna”; vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti)!

Poi, Quota 103. Presidente, parlate di Quota 103. Questa Quota 103 non soltanto non cancella la legge Fornero, come più volte avete sbandierato, anche qui, in campagna elettorale tra le vostre tante promesse, ma addirittura Quota 103 penalizza le donne che, a causa di carriere lavorative spesso discontinue, non riescono certo a raggiungere i 41 anni di contribuzione.

Quindi, Presidente, mi rivolgo, tramite lei, al Presidente Giorgia Meloni: dicevate di essere pronti, sì, eravate pronti a rovinare l'Italia, eravate prontissimi a rovinare l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Irene Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Signor Presidente, vorrei iniziare questo mio intervento con due frasi, due dichiarazioni: “Basta, sono indegna” e “In classe non respiro”. Sono le parole di Beatrice, di Eleonora, di Polly, ragazze e ragazzi che, con le loro parole, recentemente riportate in un'inchiesta pubblicata dal quotidiano la Repubblica, testimoniano il disagio profondo che gli studenti e le studentesse stanno vivendo all'interno della scuola, dopo i tre difficili e complessi anni di pandemia. Crisi di panico, manifestazioni di aggressività e di inadeguatezza sono segni evidenti di una fragilità che attraversa i ceti sociali e le famiglie. I docenti raccontano che crescono le diagnosi di ansia sociale, un'ansia da prestazione tra pari che, a chiusura dello scorso anno scolastico, ha portato 74 mila studenti ad essere bocciati, 67 mila solo alle superiori. Li definiscono “non scrutinabili” e sono stati bocciati non per scarso profitto, ma perché avevano troppe assenze, non potevano essere giudicati.

C'è un sovraccarico cognitivo in questo momento, un'emergenza vera e propria che crea frustrazione, sfiducia e demotivazione tra i ragazzi; è un fenomeno che richiederebbe maggiori investimenti in istruzione, in cultura e, invece, il Governo cosa fa? Di fronte a un'emergenza come questa, il Governo taglia i fondi all'istruzione e interviene proprio su 18app, festeggiando addirittura con spirito ideologico la riscrittura e l'abolizione di quella misura, che è nata alcuni anni fa dopo la strage del Bataclan, dopo quell'orrore portato da giovani contro altri giovani. Allora, si disse che l'investimento in cultura dovesse essere lo strumento per ovviare all'insicurezza sociale, per reagire al terrore e all'intolleranza proprio attraverso la cultura. È con quello spirito che nacque 18app, la carta cultura, una porta di ingresso dei nuovi maggiorenni nella cittadinanza attiva e, quindi, proprio per questo estesa a tutti, indipendentemente dal reddito, tra l'altro il reddito della famiglia e non dei ragazzi stessi. Quella misura ha sostenuto i consumi culturali ed è intervenuta per rompere la drammatica crisi e il drammatico impoverimento culturale che caratterizza sempre di più il nostro Paese.

Ebbene, in una situazione di emergenza come questa, allora, avremmo voluto maggiori investimenti, ma la cultura è la grande assente nella vostra manovra di bilancio e proprio su 18app la maggioranza, prima, ha pensato di abrogare del tutto quello strumento, poi, di fronte alla sollevazione, giusta e comprensibile del settore culturale, la marcia indietro, che ha ricollegato lo strumento all'ISEE e, nella narrativa ovviamente di questo Governo, al merito: un premio, quindi, una concessione; addirittura, oggi, il Ministro Sangiuliano l'ha definita una “marchetta”, come se l'accesso alla cultura fosse non un diritto universale da riconoscere a tutti i ragazzi e le ragazze al momento in cui entrano nella maggiore età, ma un premio, come se quei ragazzi che restano indietro, a prescindere dal reddito della propria famiglia, in questo momento non avessero bisogno di ancora più sostegno, di ancor più investimenti. Questi ragazzi, in quale categoria vanno collocati, in quella del merito o in quella del demerito? Chi resta indietro per appartenenza familiare, per difficoltà, per disagio personale, in quale categoria si colloca per questo Governo? Forse, questo è un tema che non vi interessa particolarmente, perché avete deciso, con un emendamento approvato in legge di bilancio, di condizionare addirittura all'assolvimento dell'obbligo scolastico la percezione del reddito di cittadinanza da parte dei più giovani. Non possiamo limitarci soltanto a dire che questi ragazzi non ne hanno diritto, per cosa, per demerito? Forse ci dovremmo interrogare e dovremmo intervenire per eliminare quelle cause che sono alla base di questo.

Da questa manovra, mancano una parola: “visione” e un verbo: “investire”; investire nella cultura, dove fortunatamente, grazie al passaggio parlamentare e a un emendamento presentato dal collega Matteo Orfini, il Governo ha accolto le tante sollecitazioni provenienti dal basso per introdurre, finalmente, e finanziare l'indennità di discontinuità; mancano risorse nell'università, dove non è stata eliminata la clausola di invarianza finanziaria per il completamento della misura e della riforma relativa ai contratti di ricerca e dove potranno essere finanziati meno contratti di ricerca di quelli che sono attualmente esistenti. Poi, mancano una visione e un investimento nella scuola, dove devo dire che la destra adotta la politica a cui ci ha abituato negli anni, quella del taglio. Infatti, il Governo trova risorse per lo “spalmadebiti” a favore delle società di calcio, su cui la posizione del Partito Democratico è sempre stata di netta opposizione e contrarietà, ma non investe sullo “0-6”, su settori chiave, tra l'altro, nella formazione e nella crescita delle generazioni più giovani, dove taglia le risorse per il Fondo per la buona scuola, dove adotta misure, come quelle del dimensionamento scolastico, che, anche se previste come manovre del PNRR, finiranno inevitabilmente per penalizzare le aree interne, le zone più in difficoltà del nostro Paese, e, tra l'altro, si dimentica, forse, di inserire nella manovra anche quelle risorse aggiuntive per il finanziamento del contratto dei docenti - parlo di 300 milioni di euro -, andando ad attingere, invece, alle risorse già stanziate dal Governo Draghi nella manovra precedente, destinate proprio al Fondo per la valorizzazione dei docenti, al merito, in questo caso.

Noi ci abbiamo provato davvero a darvi una mano, proponendo emendamenti che andavano nel senso degli investimenti nei settori che ho ricordato poco fa, perché, al di là delle tante circolari ministeriali a cui abbiamo assistito in questi giorni, riteniamo che sia urgente e necessario aprire una grande riflessione intorno alla scuola, tutti insieme, intorno alla scuola che vogliamo costruire, una scuola aperta a tutti, come recita l'articolo 34 della nostra Costituzione, in cui, se qualcuno resta indietro, non lo fa perché non merita o perché demerita, ma perché questa è un'urgenza che riguarda la classe dirigente di questo Paese. Questa, purtroppo, non è una manovra per giovani, non è una manovra che investe sulla crescita e sul futuro del Paese. Abbiamo lavorato per lunghe ore, mattina, sera e notte, nella Commissione bilancio, per provare ad investire su questo, per provare a darvi una mano, purtroppo non ci siamo riusciti, non ci avete ascoltato e con la manovra che oggi discutiamo in quest'Aula fate un torto non alle forze di opposizione, ma al Paese.

Infine, per concludere, voglio rivolgere una parola alla Presidente del Consiglio Meloni: è ancora in tempo, Presidente, per essere all'altezza della sfida epocale che ha voluto far propria e di cui ha voluto caricarsi; noi abbiamo bisogno, questo Paese ha bisogno di futuro, di respiro, di visione, di politica, di sostenere il talento e di tendere la mano a chi è in difficoltà, perché, lo dico proprio pensando al Paese, chi non pensa al futuro rischia di non averne uno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Francesca Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Finalmente, dopo vari slittamenti e ritardi dovuti interamente a problematiche interne al Governo e alla maggioranza, questa manovra arriva in Aula. Si tratta di una manovra che il Ministro Giorgetti ha, in più sedi, definito “prudente” e che noi, invece, definiamo “ingiusta” e “iniqua”, perché penalizza chi è già svantaggiato, a favore, invece, di chi sta bene e punisce chi paga le tasse a vantaggio degli evasori. Queste non sono cose che diciamo solo noi, perché siamo degli oppositori, sono cose che hanno sottolineato i sindacati, Bankitalia e Confindustria; persino la Corte dei conti e la Commissione europea hanno sottolineato le pecche di questa manovra.

In un momento di crisi economica, sociale e climatica come questa, ci saremmo aspettati una manovra più coraggiosa e attenta alle esigenze del Paese, orientata alla giustizia sociale e ambientale; ci saremmo aspettati maggior chiarezza e, invece, la Commissione ha dovuto lavorare in un clima di totale incertezza e confusione, di improvvisazione e pressappochismo. Permettetemi di ringraziare le colleghe e i colleghi della V Commissione, in particolare il nostro capogruppo, l'onorevole Marco Grimaldi, per il lavoro svolto e per i risultati ottenuti, che, comunque, non colmano le problematiche generali di questa finanziaria. L'Italia è l'unico Paese dell'Eurozona in cui gli stipendi medi sono regrediti negli ultimi vent'anni e noi ci saremmo aspettati politiche per il lavoro, volte a superare la disoccupazione, il precariato e il lavoro sottopagato e, invece, non avete previsto le risorse necessarie al rinnovo dei contratti, non pensate minimamente di introdurre il salario minimo, ma, invece, favorite ancora il lavoro precario attraverso la reintroduzione dei voucher. Ci saremmo aspettati una rivalutazione delle pensioni e, invece, l'unica cosa che siete riusciti a fare, attraverso un emendamento, peraltro, è portare le minime a 600 euro per chi ha più di 75 anni, tagliando ancor di più il reddito di cittadinanza.

È una misura che ce l'ha con i poveri, che criminalizza la povertà e che toglie alle fasce sociali più deboli uno strumento per contenere la povertà, così come avviene in tutti i Paesi d'Europa. Avete anche azzerato i fondi per gli affitti e le morosità incolpevoli, il che ugualmente testimonia la vostra avversione per chi è più debole e più fragile nella nostra società. Così pure non promuovete nessun tipo di politiche abitative per la casa. Noi ovviamente avremmo voluto una ridistribuzione delle ricchezze, anche confidando su una riforma fiscale fondata sul principio della progressività e, invece, avete ampliato il tetto alla flat tax e introdotto misure a favore degli evasori. Vi abbiamo chiesto di tassare gli extraprofitti al 100 per cento, per generare un contributo di solidarietà, e, invece, state rinunciando a incamerare oltre 8 miliardi di euro, come è stato riferito ai colleghi Grimaldi e Bonelli di recente in quest'Aula. Rifiutate la patrimoniale sulle grandi ricchezze, ma non siete in grado di garantire le risorse che servono alla sanità pubblica, alla scuola pubblica, alla cultura. Le politiche ambientali e climatiche sono completamente assenti da questa manovra: avete persino rinviato l'introduzione della plastic tax e dalla sugar tax, ma avete introdotto questo abominio della caccia nei parchi e nelle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Siete inqualificabili per le scelte che sono state portate avanti. Anche nel settore dei trasporti gli investimenti sono del tutto insufficienti rispetto alle necessità del nostro Paese ed è evidente il cambio di rotta rispetto al passato. Era evidente già dal cambio del nome del Ministero, dove è sparito il riferimento alla mobilità sostenibile. Nel momento in cui abbiamo in tutta Italia, soprattutto nel Sud, strade colabrodo, introducete una misura folle come il finanziamento del Ponte sullo Stretto. Presidente, sono scelte davvero inqualificabili, inutili e costose, che sono addirittura giustificate, all'inizio della norma, sottolineando la necessità di rilanciare l'economia del Paese. Ma quando mai l'economia del Paese si può rilanciare attraverso un'infrastruttura che peraltro non vedrà mai la luce? Avete ridotto le risorse per il trasporto pubblico locale, per il trasporto rapido di massa; la mobilità ciclistica è stata rifinanziata con un fondo ridicolo dell'1 per cento, ma solo grazie a un emendamento approvato dalla Commissione. Così come non vi siete minimamente occupati del problema della continuità territoriale, di cui, per fortuna, i colleghi in Commissione si sono invece interessati, riuscendo a introdurre fondi necessari per le isole maggiori. Dopo i disastri di Ischia ci saremmo aspettati un massiccio intervento per la fragilità dei nostri territori sul rischio idrogeologico e, invece, non c'è nulla di adeguato. Per fortuna, almeno la Carta geologica è stata finanziata grazie a un emendamento della Commissione. Non mi soffermo sull'autonomia differenziata e sul Sud dimenticato, di cui avremo modo di parlare nei prossimi mesi, ma concludo con una questione di metodo. La Presidente Meloni aveva garantito un nuovo protagonismo del Parlamento e, invece, il suo primo atto è stato un decreto-legge su una misura che non ha niente di urgente e straordinario, come il decreto Anti-rave e anche su questa manovra verrà posta la fiducia. Noi non possiamo che essere contrari, assolutamente contrari, e la riteniamo una manovra pericolosa che aumenterà la povertà e il disagio sociale nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Troppo ci sarebbe da dire su quello che manca e quello che inspiegabilmente è stato inserito in questa manovra di bilancio, però, voglio concentrarmi su alcuni punti che mostrano drammaticamente le carenze e i pericoli contenuti in questo provvedimento.

Voglio partire dalla sanità e della salute: si poteva immaginare che, dopo anni di pandemia, almeno si volesse continuare con il processo di rafforzamento del Servizio sanitario nazionale che noi avevamo iniziato. E, invece, niente: sulla sanità e sulla salute questa legge di bilancio fa piangere. Non solo i fondi sono molto meno, rispetto a quelli che dovrebbero essere, ma occorre calcolare che più della metà dei fondi destinati alla sanità, in realtà, sarà riservata all'aumento dei costi dell'energia, quindi alla sanità non resterà nulla. Abbiamo provato a farvi capire che questo era un problema. Vi abbiamo anche detto - ulteriore problema - che manca totalmente una visione di sanità pubblica, mancano le soluzioni e manca la volontà di affrontare i problemi che attanagliano il nostro Servizio sanitario nazionale. In Commissione abbiamo provato a dirvi che bisogna intervenire per eliminare le liste d'attesa, vi abbiamo detto che bisogna intervenire per aumentare le risorse per assumere il personale, perché, senza personale, il Servizio sanitario nazionale non va avanti. Vi abbiamo detto che bisognava stanziare risorse per fare in modo che tutte le prestazioni potessero garantire l'assistenza sanitaria in tutto il Paese e che bisognava rivedere da subito - da subito, perché è già troppo tardi - il criterio di riparto con cui vengono divise le risorse del Fondo sanitario nazionale tra tutte le regioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Niente! Avete bocciato tutti gli emendamenti! Vi abbiamo anche detto che gli infermieri d'Italia sono tra i meno pagati d'Europa e che, per questo, volevamo aumentare le indennità che noi abbiamo introdotto. Anche su questo ci avete detto “no”.

Almeno, vi abbiamo fatto cambiare idea sulla proroga del bonus psicologo e sulla stabilizzazione del personale COVID. Sulla proroga dello smart working per i lavoratori fragili, anche qui, colleghi, scusatemi, ma vi abbiamo dovuto convincere del fatto che i lavoratori fragili potessero andare, con il COVID ancora in giro, in smart working, anziché sul posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Su queste cose non si dovrebbe nemmeno discutere: dovrebbero essere ovvie!

Passiamo alle politiche sociali, sulle quali questo Governo e questa maggioranza hanno calato definitivamente la maschera sulla natura di questa legge di bilancio, profondamente classista. Infatti, in un momento di emergenza così grave per tutto il Paese, voi avete deciso di voltare le spalle a chi è più in difficoltà. Non una parola sul disagio abitativo, che è una delle grandi emergenze del nostro Paese. Vi abbiamo proposto mille soluzioni, ma non avete voluto accettare nemmeno il rifinanziamento del Fondo per la morosità incolpevole. Niente sulla disabilità, su cui pure vi abbiamo proposto di aumentare le risorse per fondi quali il “Dopo di noi”, battaglie che non dovrebbero vedere colore politico. Anche lì, noi ve l'abbiamo proposto e voi ci avete detto “no”, senza nemmeno volere discutere.

Poi avete compiuto il disastro, eliminando il reddito di cittadinanza, e dovete parlare chiaramente e assumervi il coraggio della scelta che avete fatto. Né persone fragili né minori né persone con disabilità, nessuno sarà tutelato: dal 2024 il reddito di cittadinanza sarà eliminato per tutti, senza distinzione e senza tutele. A niente sono serviti i dati che vi abbiamo portato, quelli del rapporto Caritas, che dicono che bisognava rafforzare il reddito per includere le nuove povertà, i dati dell'Istat, che dicono che un milione di persone non è in povertà grazie al reddito, i dati che dicono che nel nostro Paese vivono un milione e 382 mila minori - minori! - in povertà assoluta. Voi avete deciso deliberatamente di voltargli le spalle e di girare la faccia dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La ragione è solo una, colleghi, è che per voi la povertà è una colpa. Invece, sapete di chi è la colpa? Qui l'unica colpa è di quelle politiche che hanno depauperato i territori, che hanno legittimato e creato sempre più precariato, che non hanno messo in atto politiche per contrastare l'abbandono scolastico, che hanno chiamato lavoro quello che è sfruttamento. E state continuando a farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per concludere questo capolavoro di legge di bilancio, avete deciso di introdurre anche il tema delle autonomie differenziate, cercando di mettere una pezza d'appoggio a un progetto disastroso a cui state affidando il Paese. Allora, bisogna dirci alcune cose e, innanzitutto, uscire da un equivoco. La definizione dei LEP non è un fatto tecnico, ma un fatto politico, perché è politico decidere su quali temi intervenire, quali ambiti, quali materie e quante risorse stanziare. È un fatto politico uscire anche da un altro equivoco: le prestazioni non equivalgono ai diritti. Sfido chiunque di voi qui dentro a dirmi che in sanità sia bastato definire i livelli essenziali di assistenza per garantire la stessa sanità su tutto il territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Avete deciso di escludere il Parlamento e anche su questo vi abbiamo chiesto: scusate, cerchiamo di dare voce al Parlamento, che è il luogo dove il Paese è rappresentato, discutiamone qui. E invece no, sordi alle nostre proposte, così come siete stati sordi quando vi abbiamo proposto un emendamento che vi chiedeva di tenere fede al finanziamento per la metropolitana di Napoli, che era nel Documento di economia e finanza, e che avete cancellato dalla legge di bilancio, affossando praticamente il progetto. Eppure, io ricordo che a Napoli avete fatto addirittura la chiusura di campagna elettorale promettendo grandi attenzioni, e alla prima occasione avete sbattuto la porta in faccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E, allora, voi vorreste davvero definire le autonomie in questo modo, portando tutto il Paese a un punto critico di non ritorno, oltre il quale ci sono solo frammentazione, indebolimento dei diritti e aumento delle diseguaglianze.

PRESIDENTE. Concluda.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Concludo, Presidente. Io capisco - ed è ormai evidente - che l'aumento delle diseguaglianze per voi non è un problema, anzi, vi siete impegnati tanto in questa legge di bilancio per aumentarle. Però, vedete, il problema - ed è quello che più dispiace - è che voi tutto questo lo rivendicate. E di questo, ve lo dico sinceramente, vi dovreste davvero vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Approfitto per salutare studenti e insegnanti dell'Università di Bologna, Scuola di economia e management, che assistono dalla tribuna ai nostri lavori (Applausi).

È iscritta a parlare la deputata Valentina Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi e componenti del Governo, la mancanza di visione e di prospettiva di questa manovra si evince in tante parti, come è stato rilevato anche oggi, e la mobilità rientra pienamente in questo quadro. Francamente, dopo la pandemia, che ha cambiato anche le necessità di mobilità degli italiani, e dopo quanto accaduto negli ultimi anni, ci aspettavamo che ci fosse una considerazione diversa, con un'impostazione di visione, di prospettiva, sul trasporto pubblico locale, sulla mobilità sostenibile, sui principali asset del trasporto, incluso il tema della portualità. Invece, i numeri e l'impostazione politica della manovra ci dicono il contrario. Del resto, come avevamo avuto modo di segnalare nella discussione parlamentare, la mutata denominazione del Ministero delle Infrastrutture, che ha tolto la definizione di mobilità sostenibile, ci aveva già preoccupato non poco ed evidentemente qualcosa voleva dire, e, vede, signor Ministro, non perché, come qualcuno ha detto, siamo troppo legati alle parole, ma perché temevamo da subito che la nuova denominazione rientrasse in una logica più ampia di scelte identitarie ed ideologiche, che avrebbero generato un importante errore di valutazione, che, nella concretezza della manovra, ha fatto poi fare un balzo indietro alle politiche di mobilità e ambientali del nostro Paese, senza esprimere un'idea chiara di innovazione e di sostegno alle diverse forme di mobilità.

Ci aspettavamo, quindi, misure che sostenessero il complesso del sistema dei trasporti, a partire dal trasporto pubblico locale, che ne rappresenta il cuore, per la mobilità delle persone, per il raggiungimento dei servizi essenziali, per ridurre l'isolamento delle aree interne, e perché siamo convinti che il mantenimento e il miglioramento di un servizio di trasporto pubblico locale adeguato ed efficiente rappresenti oggi una delle strategie più importanti per ridurre quelle disuguaglianze che questa manovra ha accentuato, laddove la distanza è diventata sempre più elemento generatore di nuove e significative disuguaglianze. Non vi siete occupati di questo.

Ci aspettavamo anche che il Governo cogliesse il grido di allarme lanciato da diversi sindaci, da Nord a Sud, dall'ANCI, rispetto al tema della sostenibilità economica del trasporto pubblico, che vacilla a causa dell'incremento dei prezzi e del carburante, delle minori entrate della bigliettazione da COVID, ma niente di tutto questo. Non c'è stato un adeguato incremento del relativo Fondo nazionale del trasporto pubblico locale. Nella manovra non abbiamo trovato nulla di tutto questo. Ancora una volta, saranno i cittadini, insieme ai comuni, a pagarne il prezzo. Le grandi città sono in enorme difficoltà, a scongiurare gli incrementi del costo del biglietto, a garantire la stabilità delle stesse aziende. A fronte di un miliardo di risorse necessarie stimate per far fronte alle necessità del servizio, avete stanziato in manovra soltanto 100 milioni per il 2023 e 250 per il 2024, del tutto insufficienti, e avete respinto il nostro emendamento che ne chiedeva almeno 400 nel 2023. Anzi, avete tolto pure un aiuto prezioso alle famiglie, come il bonus trasporti, che non è stato rinnovato, ed è una nuova dimostrazione della miopia di certe scelte. Una misura che ha funzionato bene, che è stata utilizzata. E qual è la scelta di questo Governo, quando una misura funziona e sostiene i bisogni delle persone? La si cancella, senza avere idea e senza dare sostanza a una misura alternativa e compensativa, che si proponga lo stesso fine. E si evince con chiarezza, a livello generale e specifico, che nella manovra manca anche una qualunque prospettiva di sviluppo e di pensiero rispetto alla riconversione ecologica dei mezzi, alla digitalizzazione dei servizi, ai percorsi di intermodalità, all'innovazione sull'integrazione dei trasporti, per sostenere quel presidio delle aree interne, con le quali tanto vi riempite la bocca quando si parla di dissesto e spopolamento, ma per le quali non si destinano risorse quando è il momento di dare concretezza, facendo ricadere l'onere, ancora una volta, sugli enti locali e sulle famiglie già vessate dall'inflazione. E quindi torniamo all'importanza di quei nomi e di quelle parole, che, in realtà, corrispondono a una visione della politica e del mondo in cui le scelte di tutela dell'ambiente, della mobilità sostenibile, dei bisogni di mobilità delle famiglie, non sono pervenute. Questa mancanza, che troviamo nella manovra, incide concretamente sulla vita delle persone, peggiorando la loro qualità di vita.

E un altro salto indietro questa manovra lo fa quando definanzia le misure per la mobilità sostenibile e la sicurezza stradale, con il tentativo di smantellamento, prima, e di riduzione drastica, poi, a seguito dei diversi emendamenti presentati dal Partito Democratico e da buona parte dell'opposizione sul tema del Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane, peraltro in presenza di dati di contesto che richiederebbero di andare in direzione opposta al Piano della mobilità ciclistica, politica strategica nazionale, che prevede un incremento del 20 per cento della quota di spostamenti in bicicletta, incremento che può essere conseguito solo con l'indispensabile concorso finanziario dello Stato, altrimenti, ancora una volta, si chiede l'intervento esclusivo dei comuni, che oggi hanno i bilanci ridotti all'osso, anche a causa dell'insufficienza degli stanziamenti di questa manovra, che non sono nemmeno lontanamente vicini a compensare gli incrementi dei costi energetici a loro carico.

D'altra parte, cosa ancora più grave, con questo taglio si ignora l'incremento degli episodi di violenza stradale, di uccisione dei ciclisti, che stanno crescendo, e non si contribuisce a mettere in campo un finanziamento strutturale per incrementare la sicurezza stradale. Signor Ministro, vede, prima di questa manovra, nel 2023 erano previsti 47 milioni di euro sul Fondo della mobilità ciclabile, ora ne abbiamo 2 milioni sul 2023 e 4 nel 2024: briciole, che, nei fatti, fermano un processo virtuoso innescato negli ultimi anni e sono indice di una volontà manifesta di tornare clamorosamente indietro su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

E, infine, voglio parlare anche della portualità, un settore strategico sul quale dalla manovra non si evince una direzione chiara. Noi crediamo che lo Stato debba riacquistare capacità di indirizzo strategico sui porti. È un tema centrale, che andrà trattato nell'ambito del percorso di riforma, che - leggiamo sui giornali, in questi giorni - dovrebbe essere avviato a breve. Ma ci ha molto stupito il mancato rifinanziamento di misure strutturali per il settore. E siamo contenti per il bonus portualità per i lavoratori e imprese, che abbiamo sottoscritto, introdotto da un emendamento “in corner”, ma non basta a mettere in campo gli interventi di cui il settore ha bisogno. Anche riguardo a questo aspetto ci aspettavamo un livello di attenzione maggiore. Manca il rifinanziamento del Fondo portualità per interventi strutturali, che abbiamo riproposto. Manca il rifinanziamento della misura del ferrobonus, che aveva evidenziato una grande utilità, soprattutto a supporto della logistica integrata, che noi abbiamo riproposto. Manca il rifinanziamento di misure introdotte nella scorsa legislatura, importanti dal punto di vista della tutela ambientale e della sicurezza, come i risarcimenti per le famiglie delle vittime di amianto. Non sono state colte le grandi preoccupazioni evidenziate dai rappresentanti della portualità in questi giorni: pensiamo all'allarme lanciato da Assiterminal sull'incremento del 25 per cento dei canoni demaniali, al quale non è stata data alcuna risposta.

In conclusione, il quadro che emerge sul tema dei trasporti e della mobilità, così come su tutta la manovra, ci appare carente e deludente, senza un pensiero di prospettiva, senza misure concrete che vadano incontro alle esigenze dei cittadini, con un balzo indietro rispetto ai temi della sostenibilità, senza raccogliere le esigenze manifestate dai sindaci delle principali città del nostro Paese.

Interventi limitati, cancellazione di percorsi in essere, mancanza di visione di futuro. Crediamo davvero si possa fare di meglio e di più per sostenere la mobilità dei cittadini, la transizione ecologica e lo sviluppo dei settori trainanti del nostro Paese, e per migliorare concretamente la vita dei cittadini che dite di voler tutelare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Noi oggi ci eravamo illusi di venire qui a commentare la legge di bilancio, invece ci troviamo di fronte il totale caos politico di questo Governo. Un Governo che ha saputo disorientare la sua stessa maggioranza, che ha umiliato questa istituzione con estenuanti attese, rinvii, colpi di scena frutto di improvvisazione.

Ma l'improvvisazione non si improvvisa, ha bisogno di una solida preparazione, che avete dimostrato di non avere. Avete cercato di fare entrare di tutto in questo disegno di legge, e il risultato è un'idra di Lerna, il mostro leggendario al quale, ogni volta che veniva tagliata una testa, ne ricrescevano altre. Nello stesso modo, ogni emendamento, anziché risolvere un problema, ne creava uno in più, senza però avere un Eracle in grado di cauterizzarli.

Emendamenti lanciati confusamente nella mischia, come quello sullo scudo penale per i reati fiscali, poi ritirato grazie alle proteste dell'opposizione, oppure il caos che avete creato nella giustizia con un emendamento, approvato nottetempo, che anticipa l'entrata in vigore della riforma del processo civile al 28 febbraio 2023, anziché la data calendarizzata del 30 giugno, senza un minimo di programmazione, senza un minimo di condivisione, con gli operatori del settore e l'avvocatura tagliati fuori. Scelta censurata non solo dal Consiglio nazionale forense, ma anche dall'Organismo congressuale forense e dal CSM, che ha sottolineato che ciò comporterà uno sforzo organizzativo difficilmente attuabile entro il 28 febbraio.

Insomma, caos su caos. Oppure emendamenti approvati per errore, come quello da mezzo miliardo senza coperture che ora vi obbliga a correre ai ripari. Non possiamo nemmeno dire che in questa legge di bilancio ci siano più ombre che luci, perché qui le ombre addirittura si perdono nel buio fitto che avete creato. Le uniche luci sono arrivate dalle opposizioni, come quando è stato approvato l'emendamento, sostenuto da Alleanza Verdi e Sinistra, per il finanziamento della Carta geologica, uno strumento fondamentale per fare una corretta pianificazione territoriale e mettere in sicurezza l'Italia dal rischio idrogeologico. E per fortuna che avete basato la vostra campagna elettorale sul motto “pronti”. Ma pronti esattamente per che cosa? Come Alleanza Verdi e Sinistra avevamo elaborato le nostre proposte forti, coraggiose, inclusive, partendo dalla tassazione del 100 per cento degli extraprofitti delle grandi compagnie energetiche. Così non è stato.

Ma nel caos c'è stato un elemento comune, un minimo comune denominatore che in modo inquietante inizia a farsi strada: chi è più fragile, secondo voi, deve essere abbandonato o comunque deve avere le briciole, perché le briciole qui dentro ci sono, ma pur sempre restano briciole. Criminalizzate la povertà, acuite le spaccature sociali, volete una società esclusiva. Ve la prendete con chi è più fragile perché lo ritenete un peso.

Noi riteniamo che dalla lotta all'evasione fiscale e alla corruzione si possa recuperare quella liquidità per poter investire in istruzione, cultura, welfare, per incentivare la realizzazione delle comunità energetiche, l'efficientamento energetico, per interventi sulle reti idriche colabrodo, per evitare lo spreco del bene più prezioso, cioè l'acqua, prevenendo e mitigando le cause e gli effetti della siccità.

In questa legge di bilancio, quindi, non c'è una visione di futuro; anzi, non c'è proprio una visione di Paese, c'è solo confusione. Questo è il vostro biglietto da visita, ma, anche alla luce delle evidenti spaccature tra le forze di maggioranza fatte di veti e controveti, pare di essere già ai titoli di coda (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, non avevamo dubbi che molti aspetti di questa vostra prima manovra finanziaria non ci avrebbero convinto, però francamente quello che abbiamo visto non lo avrei immaginato neanche nei miei peggiori incubi: una manovra improntata sull'austerità e mossa da cieca ideologia. E guardate, i due aspetti, se correlati, sono devastanti.

Voi ci condurrete in piena stagnazione, se non addirittura in recessione, e gli effetti – attenzione - non ricadranno su chi è più forte, sui privilegiati. No, ricadranno sulle fasce più fragili del nostro Paese perché aumenterete le diseguaglianze. E sapete perché? Perché siete accecati dalla vostra ideologia.

Allora, parliamo di austerità: potevamo aspettarci con tanta veemenza questa vostra volontà di riportarci nell'austerità? Perché voi siete quelli che, con altrettanta veemenza, urlavate “sì alla sovranità del popolo” e “no ai burocrati di Bruxelles”. Una manovra come quella che ci apprestiamo a discutere oggi ci porterà, secondo la migliore delle ipotesi - lo avete scritto voi - a una crescita dello 0,6 per cento, secondo l'Istat a un misero 0,4 e secondo il Fondo monetario internazionale in recessione. Potevamo immaginare che, alla luce della crisi che morde forte fuori da quest'Aula, colleghi e colleghe, ci saremmo trovati a commentare qui insieme una manovra che è più austera di quella del Governo Draghi, a cui voi avete fatto opposizione? È peggio! E sapete perché? Perché addirittura accelerate la corsa verso l'avanzo primario, nel periodo in cui abbiamo un allentamento del Patto di stabilità.

E potevamo prevedere, colleghi e colleghe, che chi invocava durante la pandemia la folle propaganda da slogan di accreditare con un clic mille euro a tutti coloro che erano in difficoltà avrebbe avuto oggi il coraggio di presentarci una manovra che nemmeno conferma, sui dodici mesi, i già insufficienti aiuti che erano stati stanziati dal Governo Draghi per il caro bollette? Ma cosa farete tra tre mesi? Verrete qui in Aula ad aprile a dirci che la vostra legge di bilancio non è sufficiente perché ha guardato solo a tre mesi del prossimo anno?

Potevamo immaginare - io francamente no - che chi invocava la fine della pacchia in Europa neanche provasse a far valere gli interessi degli italiani in Europa? Millantavate battaglie contro i burocrati di Bruxelles, ma non ho visto un tentativo - non uno - di ottenere uno scostamento di bilancio per dare risorse fresche, liquidità alle famiglie e alle imprese che sono in difficoltà.

Ma diteci, la pacchia per chi è finita per davvero? Di questi mesi credo ricorderò solo la vostra vergognosa battaglia per tendere la mano agli evasori fiscali, con il tentativo, non riuscito grazie alla nostra opposizione, di rimuovere l'obbligo del POS, anziché magari ridurre le commissioni bancarie, o la folle scelta di alzare il tetto del contante a 5 mila euro.

Eppure una strada c'era, l'ho vista una strada: era un Presidente del Consiglio, che adesso è seduto qui, tra i nostri banchi, che è andato in Europa e ha invertito la rotta; il presidente Conte ha invertito la rotta e ha riportato finalmente politiche espansive in Europa. E, invece, sapete voi cosa fate? Fate un passo indietro. Altro che sovranismo, questo è il ritorno all'austerità!

Ma l'austerità che cos'è? Diciamocelo: sono tagli alla spesa sulla scuola, sono tagli alla sanità, sono tagli sulle fasce deboli, sui pensionati, sulle donne, sui giovani. Non avete neanche approvato il nostro emendamento che copriva il 100 per cento dei mutui per l'acquisto di prima casa, per estendere fino ai 40 anni questo strumento che esisteva. Sono i sindaci: voi state lasciando i sindaci da soli ad affrontare il caro bollette nelle proprie comunità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E attenzione, i nostri sindaci, a differenza di questa istituzione, non possono fare deficit; devono rispettare il Patto di stabilità che è così ferreo. Allora, la sfacciataggine con cui avete confermato quel misero 2 per cento del Governo Draghi di taglio del cuneo fiscale, bocciando la nostra proposta di raddoppiarlo: questa è l'austerità.

Però, tutto ciò ha un'aggravante, e cioè che questi interventi sono mossi da una cieca ideologia, una palese incompetenza.

Ma voglio tornare sull'ideologia, perché cos'è, se non ideologia, smantellare Transizione 4.0? Cos'è, se non ideologia, smantellare il superbonus? Quelli sono posti di lavoro, è PIL che cresce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma la vostra ideologia si rivela ancora più pericolosa sul sociale. Per me è chiaro: a voi i poveri non piacciono, per voi essere poveri è una colpa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La crociata che avete fatto contro il reddito è indegna, ma non per noi, non per la mia forza politica, che ho l'onore di rappresentare, per quelle persone. Allora, prima di schiacciare quel bottone e togliergli il reddito cittadinanza, ascoltate le loro parole, ascoltate le loro storie, perché è facile stare qui, ma fuori quelle persone aspettano una risposta chiara. Che cosa gli succederà dal 1° di agosto, se non avranno trovato un lavoro? Finiranno per strada (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E austerity significa giustificare, con la mancanza di risorse, lo scempio che state commettendo su “Opzione donna”, che avete trasformato in “discriminazione donna”. Fate cassa sulla pelle delle lavoratrici, che ora potranno andare in pensione prima soltanto sulla base del numero dei figli e dei vincoli stringenti. È una colpa in questo Paese non avere figli o non poter avere figli? Ci state dicendo questo? È una colpa? Allora, guardate, non so neanche se questa sia austerity,, perché mancano i soldi o ideologia, perché a me sembra che ci sia proprio un intento di voler punire chi non vuole o non ha potuto avere figli, perché, sennò, come ci spieghiamo che non avete approvato l'emendamento per estendere gli extraprofitti al farmaceutico e all'assicurativo per trovare le risorse? Perché non l'avete fatto? Perché non l'avete approvato?

Vado alla conclusione. Colleghi e colleghe, avete trascorso mesi - lo dico a voi della maggioranza - a dire che eravate pronti. Ma pronti per fare che cosa, esattamente? Pronti per portare l'Italia in recessione tramite l'austerità? Pronti per abbandonare le fasce più deboli della nostra popolazione? Pronti per lasciare che l'inflazione e il caro bollette creino centinaia di nuovi poveri? Pronti per smantellare le politiche per la crescita che hanno funzionato negli ultimi 2 anni? Pronti per non contare nulla in Europa? Allora, il dubbio che mi sorge, colleghi e colleghe, è che, forse, sarebbe stato meglio che non foste state pronti e, alla luce di questa manovra, di come l'avete condotta, della vostra incompetenza e delle vostre scelte politiche, questo dubbio si trasforma in una ragionevole certezza. Però sapete quale è il problema? Che questa certezza andrà a costare carissima al futuro delle nostre generazioni e al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Governo, colleghe e colleghi, una manovra finanziaria, per certi versi, è la radiografia che chi governa fa al Paese e da una lettura attenta, partendo dalle misure introdotte, ci si dovrebbe accorgere dello stato di salute economica e sociale delle nostre comunità, degli interventi fatti per risolvere problemi e criticità, ma anche rilevare la strategia che accompagna il Paese, oltre la crisi che stiamo attraversando. Sinceramente, però, è davvero difficile, con tutta l'immaginazione che si possa avere a disposizione, sovrapporre lo stato reale del Paese a quello che si riscontra in questa manovra finanziaria. Emergono, invece, due Italie diverse, con punti di contatto davvero esigui e questa mancata sovrapposizione, purtroppo, non aiuterà il Paese ad uscire positivamente da una situazione di sofferenza che le diverse crisi in atto - quella pandemica, quella climatica e quella energetica - hanno ulteriormente aggravato. Sono 5,6 milioni le persone che si trovano dentro la terribile condizione di povertà assoluta, il 10 per cento dei cittadini che vivono nel nostro Paese, di questi, 1,4 milioni sono minori, in sostanza, il nostro futuro. L'incidenza della povertà ha ripercussioni forti sullo stato d'istruzione, sulla condizione professionale di ciascun individuo, sullo stato di salute di ciascuna persona, sulla capacità di immaginare un futuro per se stessi e i propri figli. Si chiamano disuguaglianze e precarietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista): due parole che non pronunciate mai, perché vi fanno venire l'orticaria! Ed allora, da una manovra finanziaria, soprattutto da chi ha avuto un forte consenso elettorale, ti aspetteresti ben altro che qualche bandierina propagandistica, peraltro indirizzata, guarda caso, verso una parte limitata della società, quella dei grandi interessi e dei privilegi, delle persone che dispongono già di risorse e redditi e che, invece, non fa nulla per chi non andrebbe lasciato solo nell'affrontare le avversità, che, nel frattempo, sono intervenute, e chi è precario continuerà a rimanere tale. Lo sanno bene i pensionati, che si sono visti sottrarre una perequazione dovuta e, solo grazie al PD, si vedranno riconosciuta la quattordicesima; lo sanno bene i lavoratori e le imprese, che aspettavano un concreto taglio del cuneo fiscale per aumentare le risorse a disposizione per i salari e gli investimenti, che solo grazie all'emendamento del PD è stato possibile allargare oppure è stato possibile rafforzare le misure di sostegno per il recupero delle aziende in crisi e la salvaguardia dell'occupazione; lo sanno gli operatori sanitari, che si sono visti negare le risorse necessarie per aumentare gli organici e gli investimenti nella sanità pubblica e che, solo grazie al Partito Democratico, hanno visto la proroga alla stabilizzazione per chi è stato assunto durante il COVID; lo sapranno i cittadini, che, in mancanza di risorse, vedranno allungare le liste di attesa e chiudere i reparti ospedalieri pubblici; lo sapranno gli operatori della scuola e gli studenti, ai quali avete tolto le risorse dal Fondo per la valorizzazione e il miglioramento dell'offerta didattica e formativa, mentre, invece, il PD ha garantito le risorse per gli studenti universitari meno abbienti per le spese di locazioni; lo sapranno le partite IVA, che, illuse dall'innalzamento della flat tax, grazie a noi, vedranno cancellata la responsabilità in solido per l'invio all'Agenzia delle entrate della comunicazione di inizio attività; e lo sapranno i sindaci e gli amministratori locali, a cui, all'assemblea di Bergamo dell'ANCI, avete detto “sì, sì, non vi preoccupate, siamo al vostro fianco” e, poi, gli avete concesso solo poche briciole, insufficienti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) per i maggiori costi dei servizi pubblici per il caro bollette e, solo grazie al PD, invece, potranno avere qualche margine di manovra in più sui loro bilanci a risorse invariate.

La vostra attenzione, invece, l'avete spostata e riservata alle grandi rendite e agli evasori, abbassando le tasse a chi guadagna 85 mila euro l'anno, ma tagliando 1.200 euro annui dagli assegni di 4 milioni di pensionati per facilitare l'evasione fiscale con le nuove norme sull'aumento dell'utilizzo del contante e aumentando le accise sulle benzine, e così continuando. È, in sostanza, la manovra finanziaria per chi può permettersi le crisi, non certo per i deboli e gli ultimi. Mentre voi speculate sulla povertà degli italiani e togliete il reddito di cittadinanza a centinaia di migliaia di persone, solo grazie a noi è stato introdotto il reddito alimentare contro lo spreco e la povertà, che consentirà ai comuni delle città metropolitane e al terzo settore di supportare le persone che hanno più bisogno. È la manovra delle marce indietro, grazie all'opposizione seria e ferma che abbiamo fatto come Partito Democratico, sui POS, sullo scudo penale per i reati fiscali, su alcune delle decine di condoni tra i tanti che avete proposto, sulla 18App.

In questo quadro difficile, appaiono insufficienti anche le misure previste per il comparto agricolo. La manovra in questo ambito somiglia più ad una sommatoria di interventi spot che a un disegno organico in grado di collocare l'agricoltura tra le priorità di intervento. Gli effetti dell'oscillazione dei prezzi dovuta alla crisi energetica hanno impattato duramente sulle imprese agricole, che avrebbero avuto bisogno di maggiori risorse e strumenti per poter sopravvivere ad un'onda d'urto così grande. In particolare, ci sarebbe stato bisogno di una risposta diversa sul credito di imposta per sostenere l'acquisto dei prodotti agricoli, per l'investimento sui mezzi e le tecnologie, così come servirebbero misure per ridurre l'impatto sulle imprese agricole dovuto ai rincari sui prezzi prodotti dalla crisi energetica. E sarebbe servito, ad esempio, esentare dal prelievo sugli extraprofitti tutte quelle imprese agricole che hanno investito negli anni nella produzione di energia rinnovabile, in particolare fotovoltaica, proprio per ridurre il rischio legato alla fornitura di energia. Inspiegabile e dannoso è stato, poi, il definanziamento dei mutui ai consorzi di bonifica per l'opera meritoria che hanno svolto.

Vedete, per l'agricoltura italiana “solo chiacchiere e distintivo”, d'altronde quello è stato il filo conduttore di tutta la manovra, quel distintivo che avete voluto esibire sul petto con un'imboscata arrogante fatta alle 6 del mattino al termine della Commissione bilancio, quando avete forzato la mano per approvare un emendamento su un tema che noi per primi avevamo posto al Ministro: la presenza abnorme dei cinghiali ungulati in gran parte d'Italia. Con il vostro blitz avete dato vita alla destra di Asterix e Obelix (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che, di fronte all'invasione dei cinghiali, usano la pozione magica della caccia ovunque e contro qualsiasi animale per risolvere il problema.

Con il vostro emendamento, siete andati molto oltre le necessità, modificando la legge n. 157 del 1992, intervenendo su tutta la fauna selvatica, anche sulle specie protette in ogni luogo, aree urbane comprese.

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). ...con solo un parere non vincolante dell'ISPRA. Concludo, Presidente : non va bene; bastava discutere nelle sedi opportune, ossia nel Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale che abbiamo proposto.

Colleghi e colleghe, tenetevi le vostre chiacchiere ed il vostro distintivo, assieme alla vostra tracotanza. Il PD è stato, e continuerà ad essere, la più importante e dolorosa spina nel vostro fianco e sarà alla vostra opposizione. Lo farà nell'interesse del Paese con proposte serie e alternative, perché vive i problemi veri delle persone e delle imprese e con loro continuerà a costruire le alleanze necessarie a mandarvi a casa il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà. È l'ultimo intervento.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Questa manovra certifica tutto quello che pensavamo di voi prima di questa legge di bilancio: sciatteria istituzionale, incompetenza tecnica e scarsa visione politica. Tutto questo si è dimostrato in questa legge di bilancio. Siete arrivati in Commissione facendo una delle figure peggiori che io abbia mai visto negli ultimi anni. Siamo arrivati a vedere un Ministro dell'Economia che in serata è arrivato in Commissione e ha presentato un emendamento che non aveva mai letto e che sopprimeva uno dei cavalli di battaglia della maggioranza in questa legge di bilancio. Questa manovra verrà ricordata anche come uno dei maggiori momenti di compressione parlamentare rispetto a tematiche che erano importanti per il Paese. Vedendo anche quello che è successo in Commissione bilancio, le vostre singole azioni e le vostre singole proposte, abbiamo capito che non va fatto un errore che è stato fatto in passato, ossia quello di contestare la manovra nelle singole vostre azioni; noi abbiamo deciso di unire i puntini di un disegno che non ci piace. Abbiamo chiesto di avere coraggio rispetto a tutto quello che avevamo proposto, invece ci siamo trovati di fronte un quadro che produrrà solamente nuove ingiustizie sociali e nuove disuguaglianze. Niente sulla lotta al precariato, tagli alla scuola pubblica a favore di quella privata, nulla sul piano della cultura, tagli alla sanità, con riduzioni della spesa che ci riportano alla pre-pandemia. Avete provato a danneggiare gli anticorpi della corruzione rispetto al Paese, in un momento fondamentale come quello dell'applicazione del PNRR e non avete inserito nulla sulla cintura di protezione sociale rispetto ai danni della pandemia e, addirittura, avete eliminato il reddito di cittadinanza. È un qualcosa che abbiamo contestato in tutte le forme. Vi abbiamo fatto proposte chiare, che richiedevano coraggio, ma coraggio non ne avete avuto. Noi cercavamo di darvi soluzioni rispetto a una vostra visione elitaria del Paese: vi abbiamo proposto di affrontare il tema degli extraprofitti, di avere più coraggio, di cercare di aprire rispetto alle case farmaceutiche e a quelle assicurative, ma non avete avuto coraggio. Vi abbiamo chiesto di salvaguardare il reddito di cittadinanza e vi abbiamo fatto capire che quei tagli non portavano a niente di più, ma avete deciso di danneggiare alcune persone e di prendere quei soldi e impiegarli per i debiti delle società di serie A di calcio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), in un momento del genere, semplicemente perché avevate tra i vostri componenti senatori, che sono anche presidenti di società di calcio, che giravano nei corridoi per cercare di convincervi a fare questo. Abbiamo chiesto coraggio nelle manovre espansive, ma niente, ci avete risposto con politiche di austerità. Noi abbiamo constatato anche che quel coraggio che vi è mancato non lo dimostrate anche quando qualcuno alza la testa contro di voi. Avete provato a fare un'operazione sul POS; l'Europa vi ha preso per un orecchio, vi ha detto “no, così non va” e siete tornati indietro su una delle operazioni che avete più pubblicizzato all'interno di questa manovra di bilancio. Avete provato ad affrontare un condono, a portare un condono in Aula, ma il MoVimento 5 Stelle si è opposto, ha alzato la testa e vi ha detto: “non provateci nemmeno, altrimenti vi prenderete tutte le vostre responsabilità”; quindi voi avete preso quell'emendamento e ve lo siete rimesso in tasca.

Ecco, noi quel coraggio cercheremo di trasferirlo al Paese e ai cittadini, svelando quello che è il vostro disegno affinché la voce rimanga alta e siano loro, nelle varie occasioni elettorali, ad avere quel coraggio per mandarvi a casa una volta per tutte e a fare in modo che voi non abbiate la possibilità di fare danni permanenti a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento la deputata Carmela Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Facciamo un richiamo al Regolamento - articoli 89, 120 e 121 - relativamente alla riammissione di una proposta emendativa, la 78.015, a prima firma Foti. Riteniamo che la riammissione vada a violare una serie di articoli del Regolamento. In particolare, l'articolo 89 stabilisce che il Presidente ha il potere e l'obbligo di estrapolare quegli emendamenti che esulano dalla tematica oggetto del provvedimento. Sull'articolo 89 è intervenuta la circolare 10 gennaio 1997, che dice chiaramente che gli emendamenti che non sono pertinenti per materia e che esulano dallo strumento legislativo non possano essere ammessi. In particolare, l'emendamento Foti, che introduce modalità di caccia estremamente libere, determinando uno stravolgimento della normativa sull'attività venatoria, è senza dubbio un emendamento di carattere ordinamentale e, inoltre, non è pertinente alla materia oggetto della legge di bilancio.

Non è nel merito che vogliamo entrare ma, sul profilo procedimentale, questa Presidenza ha l'obbligo di estrapolare i commi riferiti a questi emendamenti, perché altrimenti si creerebbe un precedente pericolosissimo. Faccio presente che già c'è un precedente della Presidenza della scorsa legislatura che, il 5 dicembre 2018, proprio a seguito di un intervento ai sensi dell'articolo 120, quinto comma, del Regolamento, ha estrapolato alcuni commi dell'allora legge di bilancio che esulavano completamente dalla materia. Faccio presente a questa Presidenza che, anche in quel caso, era stata posta la questione di fiducia, quindi è un caso identico a quello che si sta presentando in questo momento.

Alla luce di ciò, la proposta emendativa, oltre a introdurre la versione più truce di un rito che noi riteniamo anacronistico e incivile, sta determinando la violazione di una serie di articoli del Regolamento. Chiediamo pertanto a questa Presidenza di stralciare i commi 292-septdecies e 292-duodecies dell'articolo 1 del provvedimento che stiamo esaminando, perché appunto non pertinenti e chiediamo immediatamente la convocazione della Giunta per il Regolamento, al fine di approfondire questo aspetto, perché c'è un precedente che è assolutamente a favore della nostra posizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Su cosa vuole parlare, onorevole?

ANGELO BONELLI (AVS). Intervengo anch'io, come la collega, per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Presidente, per quanto riguarda la proposta emendativa 78.015 Foti, approvata in Commissione bilancio, noi avevamo già posto un problema di ammissibilità alla Presidenza della Camera. Il Presidente Fontana ci ha risposto, ma non nel merito, rimandando la risposta al presidente della Commissione bilancio.

Noi pensiamo che la Presidenza della Camera debba essere garante del Regolamento. Al nostro gruppo - ma ci sono altri casi che riguardano altri gruppi - è stata opposta la dichiarazione di inammissibilità di alcuni emendamenti, perché chiaramente o parzialmente ordinamentali. L'emendamento 78.015, nella prima formulazione, quello che è stato segnalato dal gruppo Fratelli d'Italia, era chiaramente ordinamentale e su questo la Presidenza della Camera ha ritenuto di non esprimersi, rimandando, come le dicevo, al Presidente della Commissione bilancio, con una motivazione che trovo francamente discutibile, ovvero sostenere che, attraverso l'abbattimento dei cinghiali, si determina, come dire, una sorta di manovra economica. Tutto questo, francamente, non l'ho mai visto nella mia vita, cioè sostenere che l'abbattimento degli animali determini, come dire, un vantaggio per le casse dello Stato. Voglio capire se qualche economista, in questo Paese, riesca a dare una spiegazione nei termini in cui ci è stata fornita. Ritengo altresì opportuno sollecitare e richiamare l'attenzione - oltre che sull'aspetto relativo al Regolamento della Camera che poc'anzi ho citato - su un aspetto nel cui merito ovviamente non entro ma che riguarda il fatto che il nostro Parlamento e il Governo devono rispettare i Trattati europei e devono rispettare le direttive europee. Ebbene, questo emendamento non rispetta l'articolo 7 della direttiva Habitat e noi sappiamo - questo lo dico alla Camera dei deputati, alla Presidenza della Camera - che il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, ieri, in Commissione ambiente, ci ha comunicato che aveva dato un parere contrario. Lo ripeto, il Ministro dell'Ambiente su quell'emendamento ha dato un parere contrario. Non so se è chiaro! Nonostante ciò, nonostante i pareri tecnici - stiamo parlando del dipartimento del Ministero dell'Ambiente che si occupa di conservazione e natura, che ha espresso un parere contrario -, si ritiene di andare avanti, noncuranti e indifferenti ai pareri della pubblica amministrazione che poi ci aiuta a costruire il procedimento legislativo. Di fronte a tutto ciò, chiedo che la Presidenza della Camera non sia indifferente perché, da un lato, abbiamo un emendamento che era dichiaratamente ordinamentale e, dall'altro, il titolare della tutela della fauna, che è il Ministero dell'Ambiente, dice di no. Nonostante ciò si va avanti. Chiedo alla Presidenza della Camera di esprimersi perché siamo di fronte ad un fatto grave e, dal nostro punto di vista, ad una palese violazione del Regolamento nonché ad un problema di relazioni con l'Unione europea, per quanto riguarda la violazione dell'articolo 7 della direttiva Habitat.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, ancora per un richiamo al Regolamento, il deputato Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo anche io per un richiamo al Regolamento, collegandomi a quanto già anticipato dai due colleghi e condividendone la richiesta. In particolar modo, sui commi che riguardano temi molto sensibili, dei quali si è discusso anche ad ora tarda, di mattina, in Commissione bilancio, riteniamo che la forzatura che è stata fatta sia sbagliata e inopportuna e che tali temi debbano essere invece trattati nelle sedi più appropriate. Anche i colleghi della maggioranza, quando il Partito Democratico ha posto il tema al Ministro Lollobrigida, ci hanno fatto presente che forse era meglio discuterne in Commissione agricoltura per affrontare più complessivamente una discussione sulle modifiche alla legge n. 157 del 1992. Noi abbiamo condiviso e abbiamo detto che, certamente, all'indomani della legge di bilancio, saremmo stati disponibili a svolgere questa discussione nel merito. Abbiamo anche chiesto - e riteniamo che quella sia l'unica cosa eventualmente da salvare - che sia ripristinata l'attività del Comitato tecnico faunistico nazionale - con un po' di euro a disposizione per farlo funzionare - perché quella è la sede propria in cui tutte le rappresentanze degli agricoltori, dei cacciatori, delle associazioni ambientaliste, degli enti locali, delle regioni e dell'Ispra possono confrontarsi e discutere per trovare e costruire le convergenze e le soluzioni condivise su questo tema così complicato. Per cui, ci associamo alla richiesta dei colleghi relativa allo stralcio di quei due commi e chiediamo alla Presidenza che se ne faccia carico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato, per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Anche noi vogliamo associarci a questa sensibilità sui temi dell'ammissibilità degli emendamenti, precisando che però il tema non è relativo solo all'emendamento sulla caccia. Con riferimento alle ammissibilità anche noi, in Commissione, con il nostro capogruppo Marattin, abbiamo sollevato obiezioni sull'ammissibilità di tutti gli emendamenti presentati dal Governo, in quanto per la prima volta la presidenza, innovando, ha ammesso emendamenti che non sono mai stati ammessi prima - negli ultimi dieci anni o anche più - e in cui sono stati inseriti molti testi disomogenei insieme. Questa innovazione certo non ha fatto bene ai lavori di questo Parlamento. Altro, invece, è il merito dell'emendamento di cui ho sentito parlare. Nel merito, infatti, tale emendamento da parte nostra non trova alcuna obiezione, come non trova obiezione da parte di migliaia e migliaia di famiglie e di persone che sentono come un problema serio il controllo della fauna, che non è più selvatica ma è cittadina. Dare ad esso una risposta era senz'altro giusto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. La questione posta da diversi deputati è stata già oggetto di un carteggio tra il Presidente della Camera e il Presidente della Commissione bilancio, nell'ambito del quale il Presidente della Camera ha condiviso la valutazione di ammissibilità dell'emendamento, da voi richiamato, pronunciata dal Presidente della Commissione bilancio nel corso dell'esame in sede referente del provvedimento stesso. Non vi sono pertanto i presupposti per la convocazione su tale questione della Giunta per il Regolamento - che, oltretutto, non ha competenza sulle ammissibilità - e, conseguentemente, per una sospensione dell'esame del provvedimento.

(Repliche - A.C. 643-bis-A​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice di minoranza, deputata Maria Cecilia Guerra, che ha un minuto di tempo a disposizione. Rinuncia.

I relatori di minoranza, Dell'Olio e Grimaldi, hanno invece esaurito i tempi a disposizione, così come i relatori per la maggioranza, Silvana Andreina Comaroli e Roberto Pella. Ha facoltà invece di intervenire il relatore per la maggioranza, Paolo Trancassini, che ha ancora 4 minuti a disposizione.

PAOLO TRANCASSINI, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente, ma, con sofferenza, rinuncio.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, che rinuncia.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il presidente della Commissione bilancio, deputato Giuseppe Mangialavori. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Come è di consuetudine, dopo il termine dell'esame, in sede referente, del disegno di legge di bilancio, la Ragioneria generale dello Stato sta valutando in queste ore gli effetti finanziari delle modifiche introdotte. Questa attività è attualmente in corso e in fase di completamento e naturalmente è necessaria per verificare, prima di passare alle votazioni, le coperture finanziarie previste. Tale verifica è necessaria anche al fine di valutare l'esigenza di un rinvio in Commissione del provvedimento per superare i profili problematici che dovessero essere segnalati.

Sulla base delle comunicazioni del Ministero dell'Economia e delle finanze, per completare le verifiche serve ancora un minimo di tempo, per cui chiedo a lei, Presidente, e all'Aula di poter sospendere i lavori e di riprenderli alle 15,30.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico senza registrazioni dei nomi, decorre da questo momento il termine di preavviso di cinque minuti previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputata Serracchiani, se lei si vuole esprimere al riguardo, dovrebbe avere la cortesia di attendere ancora qualche secondo, perché passiamo poi al merito della proposta. Sulla richiesta di sospensione della seduta nei termini proposti dal presidente Mangialavori, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, darò la parola a un oratore contro e a uno a favore per non più di cinque minuti ciascuno.

Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, scusi, ho chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori - forse non ci siamo capiti noi due -, per una domanda che vorrei fare al presidente e credo che sia utile anche per gli altri colleghi: è arrivata la Nota del MEF? Perché sarebbe utile, se fosse arrivata, che l'avessimo anche noi.

PRESIDENTE. Deputata Serracchiani, il presidente ci ha appena comunicato che non è arrivata. Quindi, ha chiesto la sospensione apposta per questo motivo. Ha chiesto di parlare il presidente Mangialavori. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI , Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Ho chiesto proprio la sospensione dei lavori, perché ancora non è terminata la valutazione del MEF. Quindi, in attesa di ricevere il documento del MEF, occorre un po' di sospensione dell'Aula, visto che la discussione generale è terminata.

PRESIDENTE. Mi pare pleonastico il fatto che, senza questo tipo di esame e di valutazione, non si possa procedere. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Invito bonariamente il presidente Mangialavori a non usare più la parola consuetudine in relazione a quello che sta avvenendo in questi giorni, perché quello che sta avvenendo in questi giorni non ha alcun tipo di consuetudine.

In primo luogo, vorrei chiedere al Governo esattamente cosa stia succedendo, perché potrei dire che la Ragioneria il tempo per esaminare la consistenza e la congruità delle coperture ce lo doveva avere nei sei giorni e due notti di lavori della Commissione bilancio, in cui la Ragioneria non ha messo piede in Commissione bilancio e, a proposito di consuetudine, questa è una cosa che non è mai avvenuta.

In secondo luogo, leggiamo sui giornali che i rilievi della Ragioneria riguarderebbero soltanto un articolo che, erroneamente, senza neanche essere segnalato, è stato approvato e comportava un impatto finanziario di 450 milioni sul bilancio dello Stato senza copertura. Ma se è vero, per fare un rilievo del genere bastano dai 30 ai 35 secondi. Invece, poiché questo non sta avvenendo, chiedo al Governo esattamente che cosa stia succedendo, perché avete chiesto fino alle 15,30 e, se vale la consuetudine dell'ultima settimana, queste ore 15,30 saranno almeno le ore 22,30 (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe), perché questa, sì, è una consuetudine. Però, chiedo al Governo, al Presidente o ai relatori che cosa esattamente state facendo, che è una domanda che abbiamo rivolto nell'ultima settimana svariate volte senza avere né risposta né contezza che voi stessi sappiate perfettamente che cosa state facendo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Deputato Marattin, legittimamente lei ha espresso le proprie opinioni. Resta il fatto che pende una richiesta di sospensione legata all'attesa da parte della Ragioneria dello Stato. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il presidente Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, mi pare che siamo in una fase dove in genere - e lei ne ha dato subito atto correttamente - vi deve essere un intervento a favore e uno contro sulla proposta del presidente della Commissione. Volendo, si potrebbe anche non attivare questa procedura nel caso in cui tutti fossimo d'accordo sulla decisione di sospendere e di riprendere alle 15,30, come - non so se sia consuetudine o meno, onorevole Marattin - in più occasioni si è verificato.

Non ho mai amato la consuetudine, però mi hanno insegnato i precedenti e i precedenti in materia di bilancio sono tanti e diversi. Posso sicuramente dire che ci sono state sedute dell'Aula in cui si doveva approvare la legge di bilancio, nelle quali vi sono state anche interruzioni di 7-8 ore, a seguito delle valutazioni che dovevano essere fatte nella Nota di variazione. Quindi, non è che sia visto in un unicum, ma ci sono tanti passaggi e sono filtri a nostra garanzia, perché penso che a nessuno, al di là di come vorrà esprimere il voto sulla legge di bilancio, interessi che venga approvata una legge nella quale non vi sono le coperture finanziarie di legge. Questo mi pare evidente!

Allora, lo scrupolo di aver posto, in questo momento, la questione è anche questo, cioè, se anche la nota arrivasse fra dieci minuti o fra un quarto d'ora, penso che, per ragioni di elementare correttezza, sia opportuno che la nota sia - è un gioco di parole - nota a tutti. Quindi, penso, Presidente, che la proposta di andare alle 15,30 non sfavorisca l'opposizione, ma tutt'al più la maggioranza, che deve approvare questa legge di bilancio nei termini che si è data (vorrei anche su questo punto essere chiaro). Dunque, mi pare che la proposta delle ore 15,30 sia una proposta abbastanza coerente, ma se si vuole andare per step e si ritiene che le 15,30, presidente Mangialavori, siano troppo avanti - e poi diranno che abbiamo rinviato quattro volte -, facciamolo allora ogni 15 minuti e se arriva il parere della Ragioneria e del MEF è chiuso il ragionamento. Penso che il presidente Mangialavori avesse fatto un discorso più ampio sul tempo necessario, probabilmente per dare più tempo a tutti di leggere esattamente quali potessero essere i rilievi.

Le premetto, Presidente, che effettivamente magari il rilievo è uno solo, ma evidentemente ci sono colombe o piccioni viaggiatori che fanno sapere le notizie prima ad altri. A questi banchi, piccioni viaggiatori non sono arrivati e non conosciamo il contenuto di quella nota. Questo deve essere chiaro! Noi non sappiamo il contenuto di quella nota (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E se è vero - ed è vero - quanto rilevava l'onorevole Marattin sulla non presenza, neppure l'ultima sera, di esponenti della Ragioneria o del MEF durante i lavori - ai quali, peraltro, l'ultima sera il gruppo a cui è iscritto l'onorevole Marattin era assente per legittima scelta politica, questo voglio precisarlo -, allora devo dire che, a futura memoria, sarà necessario anche organizzare i lavori in modo tale da prendere i dovuti provvedimenti, perché è giusto che all'interno del Parlamento vi possa essere l'interlocutore non solo politico, ma anche tecnico, atteso che poi per avere certe risposte abbiamo dovuto necessariamente e ugualmente aspettare che l'interlocutore tecnico si esprimesse e per tempo. Quindi, da parte mia e da parte del nostro gruppo c'è anche la possibilità, se siamo d'accordo tutti, di dire che sospendiamo, anche senza un voto, solo per quindici minuti e, se arriva il parere, sarà poi quest'Aula che deciderà le condizioni da assumere successivamente. Quindi, mi permetto di dire - vedo un po' di agitazione; non so, magari, mentre parlavo, è arrivato anche il parere - che, se vogliamo aspettare prima di procedere per vedere se vi è qualche novità, non ho difficoltà a chiudere il mio intervento. Però, se sospendiamo per un quarto d'ora soltanto, molto linearmente e senza dover votare e verificare la questione, penso sia nell'interesse dell'economia dei lavori dell'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non mi pare che ci siano novità, perché queste eventuali novità nessuno ce le sta segnalando. Ovviamente, ciascuno è proprietario del proprio diritto. Quindi, la proposta del presidente Mangialavori resta in essere.

Deputato Fornaro, su cosa chiede di intervenire? Sul Regolamento?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sì, Presidente, è sul suo ruolo, quindi, sull'articolo 8 e seguenti. Allora, la questione è che in questo momento, stante le parole del presidente della Commissione bilancio, non c'è, fisicamente, la nota della Ragioneria; ciò vuol dire che non è possibile tenere i lavori. Lei ne deve prendere atto, è lei che sospende, non ci costringe a votare contro o a favore su un elemento che è oggettivo, punto. In assenza di questo, lei sospende; quando arriva la nota del MEF si riconvoca l'Aula e il presidente chiederà il tempo necessario per proseguire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questa è la procedura corretta; noi ci rifiutiamo di votare contro su un elemento oggettivo: non c'è la nota del MEF e non può andare avanti la Commissione. Lei deve prendere atto di questo e sospendere l'Aula; quando arriva la nota del MEF, che viene mandata a tutti i componenti della Commissione bilancio, verrà riconvocata l'Aula e il presidente chiederà, a quel punto, il tempo necessario, perché - e chiudo, Presidente - se c'è un solo rilievo, questo famoso emendamento da 450 milioni, il presidente chiederà un certo tempo, ma se ce ne fossero molti, di rilievi, è evidente che i tempi sarebbero maggiori. Io credo che questa sia la procedura corretta e la invito a riflettere su questo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Io registro la sua proposta, deputato Fornaro, fermo restando che è stata, comunque, avanzata e certificata una richiesta di sospensione. Questa richiesta di sospensione, che prevede un voto a favore e un voto contro, non obbliga nessuno a votare contro. Quindi, siccome in altre circostanze, di fronte a una richiesta di sospensione, apprezzate le medesime circostanze, l'Aula, in quanto tale, ha rinunciato ad esprimersi proprio in presenza dell'oggettività della condizione, se l'opposizione o chiunque altro non intende sostenere questa proposta di sospensione e ci fosse un'unanimità, ovviamente, io non procederei alla votazione. C'è una novità, il Governo chiede di parlare; quindi, conferiamo volentieri la parola alla sottosegretaria Lucia Albano.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Intervengo per informare l'Aula che la nota è pervenuta proprio qualche minuto fa e, quindi, potremo proseguire nella distribuzione della nota che verrà, poi, esaminata dalla Commissione prima del prosieguo. Comunque, la nota è pervenuta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ringrazio la sottosegretaria Lucia Albano, per averci dato correttamente comunicazione di questa novità. Io darei la parola al presidente della Commissione, Mangialavori, alla luce di questa notizia.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Presidente, prendo atto del fatto che sia arrivata in questo momento la Nota, ma ribadisco, da parte della Commissione, la richiesta che ho precedentemente formulato, di una sospensione dell'attuale seduta e chiedo alla Presidenza di poter riprendere i lavori dell'Aula alle 15,30.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospenderei la seduta, che sarà ripresa alle 15,30.

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Giachetti, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà. Colleghi, portate ancora pazienza.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento; faccio riferimento all'articolo 8, in combinato disposto con l'articolo 12 e ho aspettato la fine della seduta, perché so che è un argomento diverso da quello che abbiamo affrontato adesso.

Signor Presidente, il Presidente della Camera rappresenta la Camera e la rappresenta ovviamente in tutte le sue articolazioni. Vorrei informarla di quanto accaduto nella giornata di ieri. Ieri si è riunito l'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, organo collegiale presieduto dal Presidente della Camera, il quale, tra le varie cose da discutere all'ordine del giorno, prevedeva una decisione che dal 2006, ripeto, dal 2006, per sedici anni, è stata presa, di fatto, di default, quella di non riprendere l'aggancio delle indennità dei parlamentari con i primi magistrati della Cassazione e quindi di sospenderla e di non fare l'aggancio. Dal 2006 al 2022 ciò è sempre accaduto, significa che è praticamente automatico, Ma non essendo automatico, si deve riunire l'Ufficio di Presidenza che automaticamente, però, fa questa scelta. Cosa accade nell'Ufficio di Presidenza che non è accaduto per sedici anni? Che, non appena è stato deliberato, su proposta unanime dei Questori, di tutti e tre i Questori, ripeto, su proposta unanime, l'Ufficio di Presidenza ha confermato quello che per sedici anni è stato deciso e cioè che ovviamente non c'è un ritorno all'aggancio allo stipendio dei primi magistrati di Cassazione e che gli stipendi dei deputati rimangono quelli che sono; un secondo dopo, se non prima, questo non ho potuto verificarlo, che la decisione fosse presa, esce sulle agenzie di stampa un comunicato del Questore del MoVimento 5 Stelle che rivendica una lotta, una battaglia per poter arrivare a questa decisione (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Misto - Commenti). Non ho finito, non ho finito, non ho finito, perché è peggio, stiamo peggio! Allora, si fa presente, in Ufficio di Presidenza, al Questore che è un po' sleale, è un po' vigliacca una cosa del genere e il Questore chiede scusa e dice: mi è scappato, ho fatto un comunicato. Non è finita, non è finita, non ho tempo, fatemi finire. Allora, prendiamo atto, Presidente, di questa cosa e si va avanti. Passano cinque minuti e, dopo il comunicato stampa, escono i messaggi su Twitter e Facebook del Questore che riprendono esattamente la stessa posizione: “Grazie alla battaglia…”. Non ho finito. Finiamo l'Ufficio di Presidenza, doveva esserci un comunicato della Presidenza…

PRESIDENTE. Lei ha ancora due minuti… Nel senso che non c'è bisogno che ogni secondo dica che non ha finito. C'è ancora tempo.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Pensavo che mi scampanellasse. Cosa è accaduto ieri sera? Tutti consapevoli che era stata fatta una cosa vergognosa, vergognosa, perché è stata una decisione presa all'unanimità, c'era il Vicepresidente Costa, c'erano gli altri membri, tutti a chiedere scusa, una cosa che è sfuggita eccetera, eccetera, ebbene ieri sera, alle 21,56, esce il seguente comunicato, che riporta un messaggio Facebook del leader del MoVimento 5 Stelle, Conte. Leggo: “In questo Paese alla rovescia, gli italiani hanno rischiato di vedere gli stipendi dei parlamentari aumentare, con un costo aggiuntivo di 30 milioni all'anno a carico dei cittadini” (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Misto - Dai banchi dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier si grida: “Buffoni, buffoni” - Commenti). Fermi, fatemi finire, per favore, fatemi finire, che non è finita!

PRESIDENTE. Colleghi, facciamo finire il deputato Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). “Non potevamo assolutamente permetterlo”. Cioè, non è accaduto grazie a un Questore di un Ufficio di Presidenza - sono trenta persone - perché ha fatto le barricate, si è buttato dalla finestra, ha incendiato la stanza e non l'ha consentito (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Misto)! Lo capisce? Bene: “il MoVimento 5 Stelle, con Filippo Scerra, Questore del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei deputati, è stato intransigente e abbiamo fermato quello che sarebbe stato uno schiaffo”.

C'è una sola parola, dal leader del MoVimento 5 Stelle all'ultimo di quelli che hanno fatto questa cosa, potete essere definiti, politicamente, con un solo termine: siete miserabili (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Dai banchi dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier si grida: “Buffoni, buffoni”)!

PRESIDENTE. La seduta è sospesa, riprenderà alle ore 15,30.

La seduta, sospesa alle 14,30, è ripresa alle 15,35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 59, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il vicepresidente della V Commissione (Bilancio), l'onorevole Giovanni Luca Cannata. Ne ha facoltà.

GIOVANNI LUCA CANNATA, Vicepresidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Considerata la complessità della nota trasmessa dalla Ragioneria generale dello Stato è necessario disporre di un ulteriore tempo ai fini della formulazione della proposta da presentare all'Assemblea per il rinvio del provvedimento in Commissione. Chiedo, pertanto, di rinviare la seduta alle ore 17.

PRESIDENTE. Onorevole Cannata, se non vi sono obiezioni, la proposta di sospensione della seduta sino alle ore 17, si intende approvata.

Vuole intervenire, intanto, l'onorevole Francesco Silvestri per un richiamo al Regolamento.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Intervengo per un richiamo al Regolamento, articoli 8 e seguenti, rispetto a quello, Presidente, che è successo prima della sospensione dell'Aula (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, siamo qui apposta. Colleghi, prima della sospensione della seduta, l'onorevole Giachetti è intervenuto sul Regolamento, ha evidenziato un problema che ha scatenato delle reazioni in Aula ed è stata sospesa la seduta. Il collega Francesco Silvestri, così come è stato per l'onorevole Giachetti, illustrerà i motivi per cui interviene sullo stesso motivo. Quindi, vi prego, ascoltiamolo e poi sospendiamo la seduta.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, non è stato tanto l'intervento del collega Giachetti, perché quello non è un problema, nel senso che non ci offendiamo di certo per le parole pronunciate da un partito che probabilmente dovrebbe vedere, soprattutto nella parte leaderistica, da chi arrivano i soldi degli stipendi o, comunque, a quali fondi si fa riferimento. Quindi non abbiamo nulla da imparare.

Da questo punto di vista, il MoVimento 5 Stelle guarda dall'alto, rispetto alla sua storia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), rispetto a quanto ha sempre combattuto all'interno di quest'Aula, rispetto ai costi della politica. Quindi, questo non è un problema. Non è un problema l'intervento di Giachetti. Il problema è il comportamento della Presidenza rispetto all'articolo 59.

Mettiamoci d'accordo subito: se vogliamo fare una riforma del Regolamento per tagliare l'articolo 59, che riguarda il caso in cui un deputato pronunci parole sconvenienti oppure turbi col suo contegno la libertà delle discussioni o l'ordine della seduta, se vogliamo cancellare questa parte del Regolamento, diciamocelo. Ma se lei apre a una consuetudine rispetto a quello che è il turpiloquio qui dentro (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi!

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). …e si permette, lei si permette di consentire a un deputato di dare dei miserabili a un gruppo parlamentare, allora ce lo diciamo e io mi esprimo come voglio e come reputo rispetto alla storia di ogni partito. Questo non va bene.

Però, attenzione, vorrei una risposta sull'applicazione del Regolamento da parte della Presidenza rispetto a quanto successo poc'anzi, perché è questo il vero fatto grave e il precedente che voi aprite. Per il resto, parla la nostra storia e non c'è bisogno che io la descriva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti).

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi!

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, prima di aprire una discussione, che non intendo aprire, volevo rassicurare l'onorevole Francesco Silvestri: probabilmente, nella foga della chiusura della seduta, su quella parola, che è certamente sconveniente, l'onorevole Silvestri ha ragione, nel senso che non deve essere pronunciata in questa Aula e sono certo che in questo il rispetto comune di tutti i deputati non mancherà mai.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Onorevole Giachetti, se è per fatto personale, può intervenire alla fine della seduta; se è un intervento sul Regolamento, però, non facciamo una discussione, perché non la vogliamo fare e non si può fare. Prego, ma non sul punto.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Non so cosa vuol dire non fare una discussione. Io sto intervenendo per richiamo al Regolamento, parlerò il tempo che ho per parlare sul Regolamento, poi se è una discussione o non lo è rimane appeso per aria; a parte il fatto, signor Presidente, che personalmente sono abbastanza stupito del fatto che lei ritenga che esprimere un giudizio politico, dicendo che c'è un comportamento politico (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Io, però, ho lasciato parlare, forse, bisognerebbe spiegargli anche che funziona così.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti…

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Sto arrivando ad un altro articolo del Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe), però, lei mi lasci esprimere per favore.

PRESIDENTE. Io la lascio esprimere, dopodiché…

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Le garantisco, Presidente - e sono stato lì - che sto parlando su un altro articolo del Regolamento.

PRESIDENTE. Ma adesso infatti…

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Sto parlando sull'articolo 59. Mi lasci finire di parlare, è un mio diritto!

PRESIDENTE. Siccome mi ha richiamato a richiamare, io le voglio dire che non posso scendere e prenderli a uno a uno. Allora, lei vada avanti. Se ritengo, come sempre, che qualcuno la disturba, stia tranquillo che lo interrompo. Quindi, prego, mi dica sull'articolo 59, ponga la questione.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, non ce l'avevo con lei.

PRESIDENTE. Ci mancherebbe.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Stavo semplicemente dicendo che manca un po' il senso della democrazia, perché, se parlano gli altri, devono essere rispettati.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti: la questione?

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Non ce l'avevo con lei, quindi mi lasci esprimere quello che voglio esprimere senza che mi interrompa ogni tre secondi.

PRESIDENTE. Prego.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Le stavo dicendo, Presidente, che sono rimasto abbastanza colpito - e mi auguro che questo non costituisca precedente - che il Presidente, in qualche modo anche sconfessando quello che ha fatto il precedente Presidente di turno, sostenga che l'espressione “politicamente miserabile” non sia un giudizio politico, ma parole sconvenienti, perché diventa molto complicato stabilire qui dentro poi cosa si può dire o non si può dire.

Ma risolviamo il problema! Do un suggerimento all'onorevole Conte e a tutti i colleghi del MoVimento 5 Stelle. L'articolo 59 del Regolamento, Presidente, su cui vorrei intervenire (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Calma, calma, calma. Ah, no, ecco, scusi, è l'articolo 58. Stiamo parlando del 58, che concerne esattamente quanto è successo: “Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al Presidente della Camera di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell'accusa;” - alla quale io non parteciperò - “alla Commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione”.

Lasciamo che sia una Commissione della Camera, senza la mia presenza, a stabilire se il mio giudizio politico è campato per aria o se trova, rispetto a quell'episodio preciso, il consenso di coloro che erano parte di quella decisione e che, magari, giudicano che parlare di un comportamento “politicamente miserabile” non è un'eresia, ma la realtà di quello che è accaduto (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Sempre sul Regolamento? Prego.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Mentre facciamo questo tentativo di trasformare quest'Aula in un tribunale, c'è una legge di bilancio da approvare, quindi, sostanzialmente sarebbe necessario concentrarci sui lavori di questa legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Onorevole Ziello, l'articolo….

EDOARDO ZIELLO (LEGA). … e non fare sterile polemica, cercando di dire quanto è bello essere educati o altro. Parlando di storia (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Onorevole Ziello, l'articolo?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Articolo 42, per fatto personale.

PRESIDENTE. Per fatto personale?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Se si parla di storia, mi ricordo il MoVimento 5 Stelle…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ziello…

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …che saliva sui banchi…

PRESIDENTE. Onorevole Ziello! Onorevole Ziello, abbia pazienza. Lei sta parlando senza microfono, quindi mi dia ascolto. È sull'articolo 42, per fatto personale? Allora, è un intervento di fine seduta. Onorevole Baldino (Commenti del deputato Ziello)…Su cosa è il suo intervento?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Scusi, Presidente, non ci capiamo. L'intervento fatto dall'onorevole Francesco Silvestri era ai sensi dell'articolo 42 perché era un fatto personale…

PRESIDENTE. Onorevole Ziello, lei su cosa interviene?

EDOARDO ZIELLO (LEGA). …che doveva essere affrontato a fine seduta.

PRESIDENTE. No, ha chiesto di parlare sull'articolo 59. Onorevole Ziello, lei su che articolo intende intervenire (Commenti del deputato Ziello)? No, onorevole Ziello, non ne usciamo più. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Onorevole Baldino, mi deve dire l'articolo, perché altrimenti non ne usciamo più. Prego.

VITTORIA BALDINO (M5S). Articoli 58 e 59 del Regolamento, Presidente, e articoli 8 e seguenti. Evidentemente, il collega Giachetti confonde i fatti che ledono l'onorabilità del deputato che si sente leso, con parole - non fatti, ma parole, collega Giachetti - sconvenienti, che sono state da lei pronunciate. Io, Presidente, mi aspettavo che nell'intervento del collega Giachetti, il collega stesso volesse chiedere scusa (Commenti) per quelle parole sconvenienti utilizzate. Invece non ha fatto altro che peggiorare la sua situazione appigliandosi ad un articolo del Regolamento che non c'entra nulla.

Colgo l'occasione, Presidente Mule' - e mi appello in questo caso agli articoli 8 e seguenti - affinché questa Presidenza voglia stigmatizzare quella che sta diventando, di continuo, sì, una consuetudine, in quest'Aula, ossia non consentire ai deputati che hanno la parola di intervenire, con atteggiamenti da bulli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che abbiamo visto stamattina durante l'intervento dell'onorevole Colucci: non l'hanno fatto parlare! Quindi io mi auguro che questo non avvenga più, perché, Presidente, se ciascuno di noi ha la facoltà di intervenire perché la Presidenza gli accorda la parola, deve poter intervenire senza essere continuamente interrotto con atteggiamenti da bulli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti)!

TOMMASO FOTI (FDI). “Da bulli” va bene, Presidente? “Da bulli” non è sconveniente? “Da bulli” non è sconveniente?

PRESIDENTE. Onorevole Foti, avremo un pomeriggio e una nottata lunga, dobbiamo stare tranquilli oggi. Siccome l'onorevole Giachetti ha richiamato l'articolo 58, che, come sapete, intesta al Presidente della Camera l'eventuale nomina di una Commissione che giudichi la fondatezza delle accuse, riporterò e rimetterò la questione sulla fondatezza al Presidente della Camera, che deciderà se attivare, ex articolo 58, questa Commissione.

Sospendo dunque la seduta, che riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 17,05.

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge n. 643-bis-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.

(Esame degli articoli - A.C. 643-bis-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Giuseppe Mangialavori. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Sono qui a proporre all'Assemblea il rinvio del disegno di legge di bilancio in Commissione (Commenti), esclusivamente al fine di modificare o sopprimere dal provvedimento alcune disposizioni che presentano profili problematici dal punto di vista della copertura finanziaria, quali risultanti dalla nota della Ragioneria generale dello Stato pervenuta in data odierna.

Le norme oggetto di rinvio sono, in particolare, le seguenti: comma 234-septies, comma 239-bis, comma 240, comma 258, comma 277-bis, comma 309-octies, comma 333-bis, comma 344-sexies, comma 351-bis, comma 356-vicies quinquies, comma 356 vicies sexies, comma 359-vicies quater, comma 386, comma 388-quinquies, comma 492-vicies sexies, comma 492-vicies septies, comma 494-quater, comma 501, comma 502, Tabella 2.

Anche tenendo conto dei tempi tecnici necessari per la predisposizione del testo, ritengo che l'esame del provvedimento in Assemblea potrebbe riprendere intorno alle 19,30 (Commenti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Su cosa?

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Presidente, solo per chiarezza…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Marattin, perché altrimenti nemmeno io la riesco a sentire. Prego, colleghi, facciamo silenzio perché i “buu” sono solo inutili. Quindi, ordine nei lavori. Prego, onorevole Marattin.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Siccome la nota della Ragioneria fa riferimento agli emendamenti, il presidente, giustamente, ha fatto riferimento, invece, se non ho capito male, già alle parti del testo: volevo una nota di raccordo fra le due cose, cioè su tutti gli emendamenti segnalati dalla Ragioneria è delimitato il perimetro del rinvio in Commissione o c'è qualcosa che manca o qualcosa che si aggiunge?

PRESIDENTE. Presidente Mangialavori?

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. No, ho detto che andremo a trattare in Commissione esclusivamente ciò che la Ragioneria ha segnalato.

PRESIDENTE. Comunque, l'estrapolazione è quella di cui ha dato lettura lei, e inoltre sono in distribuzione tutti gli emendamenti.

Sulla proposta di rinvio in Commissione, nei termini che adesso ha precisato il presidente della Commissione bilancio, darò ora la parola, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, ad un oratore contro e ad uno a favore, per non più di 5 minuti.

Ha chiesto di parlare contro, il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Come ahimè sostenevamo, non c'era solo un emendamento da 400 milioni, ma diversi rilievi, come sull'obbligo formativo richiesto, per esempio, per i percettori del reddito che non hanno risorse aggiuntive, personale già presente, eccetera. A noi non pare strano - lo diciamo da giorni - lavorare male, aspettare per più di una settimana gli emendamenti del Governo per poi proporre più di 200 articoli ai 138 già presentati (di cui la metà avete visto di che tenore) e, quindi, rivolgersi ai poveri funzionari del MEF - che ringraziamo, invece di scaricare la colpa su di loro - poiché si fanno questi errori.

Presidente, non sono d'accordo su due punti. Il primo è l'orario: mi sembra davvero ridicolo pensare che, con tutti questi rilievi, in così poco tempo si possa fare un lavoro fatto bene. Evitiamo di riprodurre all'infinito gli stessi errori. La seconda cosa, il perimetro. Glielo abbiamo chiesto oggi, glielo richiediamo: abbiamo la possibilità di rimediare a un errore, un errore costituzionale e un errore che va contro la direttiva Habitat. È possibile però, così da Regolamento, come abbiamo verificato, a seguito della richiesta di rinvio in Commissione le richiediamo di includere tra gli stessi la soppressione dal testo del comma 292-duodecies, Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica.

Noi ve lo diciamo in un modo chiaro: abbiamo un'opportunità di tornare indietro e di mettere in sicurezza un testo senza rilievi costituzionali, esposti dalle opposizioni, e senza contraddizioni con le discipline europee. Diciamo solo questo: avete l'opportunità - più unica che rara - di ritornare su quei passi, cancellare un errore e fare tutto questo nel rispetto del nostro Regolamento e della normazione. A voi la possibilità di emendare un dispositivo che - ripeto, siete maggioranza - potete rimettere nei luoghi giusti. Non vi sto insultando, non vi sto dicendo di non discutere; vi sto dicendo di fare attenzione, perché da gennaio tantissimi sindaci, dovesse passare questa norma, dovrebbero fare altrettante ordinanze per mettere in sicurezza i cittadini non più dai cinghiali, ma da chi pensa, con la doppietta in mano, di poter fare quello che dovrebbero fare altri e che, per la norma attuale, possono fare altri.

Quindi vi ringrazio (Commenti)… Posso finire di parlare o no?

PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, si rivolga a me.

MARCO GRIMALDI (AVS). Ho finito, ho finito. Sembra sia impossibile spiegare alla maggioranza i propri errori. Ne commettono uno dopo l'altro da 11 giorni e hanno ancora l'arroganza di spiegarci cosa dobbiamo dire (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle - Commenti)? È finita! Voi eravate solo pronti ad andare a sbattere e adesso lo vedrete.

PRESIDENTE. Colleghi, chiedo se c'è qualcuno che chiede di intervenire a favore. Lo chiede l'onorevole Cannizzaro e ne ha facoltà per cinque minuti. Prego.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). Viene complicato intervenire dopo il comizio dell'onorevole Grimaldi, al quale faccio i complimenti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)

PRESIDENTE. Onorevole Cannizzaro, stia sulle motivazioni.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). Vorrei ricordare all'onorevole Grimaldi che non siamo in Commissione, ma in Aula, quindi non stiamo esaminando gli emendamenti. Presidente, intervengo per dire, invece, che ritengo assolutamente doveroso ritornare in Commissione, esaminare e concentrare i lavori della stessa su quanto rilevato dalla Ragioneria. Condivido e condividiamo anche la questione dell'orario. Ritengo che il presidente saprà ben concentrare i tempi in modo che i lavori della Commissione potranno proseguire nel massimo dell'ordine e dell'efficacia. Quindi, chiaramente, chiedo di porlo ai voti e di ritornare immediatamente in Commissione per il prosieguo dei lavori.

PRESIDENTE. Allora, poiché nell'ambito del suo intervento il deputato Grimaldi ha formulato una proposta di rinvio in Commissione di contenuto diverso e più ampio rispetto alla proposta esposta dal presidente della Commissione bilancio, preciso che sarà posta prima in votazione la proposta di rinvio in Commissione del provvedimento formulata dal deputato Grimaldi, atteso che quest'ultima, nell'individuare l'oggetto del rinvio nell'esame delle risposte emendative volte a sopprimere le disposizioni in materia di contenimento della fauna selvatica, oltre le norme di copertura, appare la più lontana rispetto al testo all'esame dell'Assemblea.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Su che cosa?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Poiché abbiamo, come lei ha prospettato, due votazioni, devono esserci due dichiarazioni di voto. Quindi, noi interverremmo in dichiarazione di voto a sostegno della proposta del collega Grimaldi con il collega Mancini.

PRESIDENTE. Il momento è ora. Prego, onorevole Mancini. Scusate, è chiaro che adesso l'onorevole Mancini interviene contro il rinvio in Commissione proposto dal presidente della Commissione bilancio. Quindi poi chiederò al presidente della Commissione, o a chi vuole, di intervenire a favore. Se nessuno interverrà a favore, metterò in votazione, nell'ordine che ho detto, le due proposte. Prego, onorevole Mancini.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Presidente, con tutto il rispetto…

PRESIDENTE. Allora, colleghi, lo rispiego. L'onorevole Grimaldi ha proposto il rinvio. Adesso l'onorevole Mancini interviene a favore della proposta dell'onorevole Grimaldi; è la dichiarazione di voto.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Presidente, con tutto il rispetto per l'indicazione procedurale, però la nostra dichiarazione di voto la vorremmo svolgere dopo la prima votazione, perché cambia a seconda dell'esito.

PRESIDENTE. Lei, onorevole Mancini, su cosa vuole intervenire? Adesso ho posto in votazione la proposta Grimaldi.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Adesso stiamo votando sulla richiesta di Grimaldi. La dichiarazione a favore è stata già svolta da Grimaldi.

PRESIDENTE. La proposta era dell'onorevole Mangialavori. Sulla proposta Mangialavori l'onorevole Grimaldi ha detto la sua proposta.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Adesso noi facciamo due votazioni, giusto?

PRESIDENTE. Esatto.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Allora, adesso votiamo la dichiarazione Grimaldi.

PRESIDENTE. Corretto.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Il collega Fornaro ritiene che, fatto il voto sulla porposta Grimaldi, si faccia la dichiarazione sulla proposta Mangialavori, che per noi cambia a seconda dell'esito; cioè se l'esito della proposta Grimaldi è favorevole, noi diventiamo favorevoli al rinvio in Commissione, se il voto è contrario rimaniamo contrari. Quindi la dichiarazione la facciamo dopo.

PRESIDENTE. Onorevole Mancini, noi abbiamo svolto, dopo aver sentito l'onorevole Mangialavori, due interventi: uno a favore e uno contro la proposta del presidente Mangialavori. Dopodiché, porrò in votazione la proposta dell'onorevole Grimaldi, con un intervento a favore e uno contro. Quindi, se intendete parlare a favore della proposta dell'onorevole Grimaldi, ne avete facoltà. Prego.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Però, intanto introduciamo il concetto comunque che, successivamente, la nostra valutazione sulla proposta del presidente Mangialavori cambia se si accoglie l'indicazione del collega Grimaldi. Noi riteniamo…

PRESIDENTE. Onorevole Mancini, si rivolga pure a me e parli per i suoi cinque minuti.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Presidente, terrà conto delle interruzioni nel tempo assegnato.

PRESIDENTE. Come nel Qatar, avremo dei lunghi periodi.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). In Commissione bilancio questo emendamento a cui ha fatto riferimento il collega è stato oggettivamente una forzatura, sia nelle modalità politiche che in quelle regolamentari. Quindi, noi riteniamo che la contestazione che viene dal collega possa effettivamente avere un esito e che questo possa mettere in discussione anche l'intero provvedimento, come è stato detto. Quindi, sinceramente, noi rimaniamo dell'opinione che, se la maggioranza vuole fare questo provvedimento, ha altri strumenti. Può fare un decreto. C'è un provvedimento il cui iter parte in Consiglio dei ministri tra 24 ore, ci sono altre possibilità.

Quindi, per rasserenare il clima politico in questa coda di legge di bilancio e in questa coda di anno che sarà impegnativa, un gesto da parte del Governo e della maggioranza di alleggerimento di uno scontro che si è introdotto all'ultimo - dopo lavori della Commissione che, come è stato ampiamente detto nel dibattito, si sono svolti in maniera costruttiva anche per il senso di responsabilità verso il Paese dimostrato dalle opposizioni -, per non avvelenare il clima con una modalità di scontro su un tema che potrebbe essere espunto e consentire una rapida conclusione dei lavori, sarebbe un fatto politico apprezzato, ritengo, da tutte le opposizioni. Quindi, per questo, noi votiamo a favore della proposta del collega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. A favore o su cosa?

MATTEO RICHETTI (A-IV-RE). Sulla votazione che lei ha chiamato, Presidente.

PRESIDENTE. No, scusi, lei interviene a favore? Perché già abbiamo ascoltato un intervento contro.

MATTEO RICHETTI (A-IV-RE). Io intervengo sull'ordine dei lavori rispetto al fatto (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi, non siamo in votazione, ancora. Alla votazione dobbiamo ancora passare.

MATTEO RICHETTI (A-IV-RE). …che c'è stata una proposta del presidente della Commissione che contemplava un intervento a favore e uno contro. L'intervento contro non può far aprire, a sua volta, ulteriori votazioni perché, se avesse posto altri temi, noi avremmo posto in votazione ulteriori argomenti da inserire. L'unica votazione che si svolge, una volta fatti gli interventi a favore e contro, è quella relativa alla proposta del presidente Mangialavori perché, altrimenti, se qualcuno avesse posto una questione ulteriore, che non fosse quella dei cinghiali, ma che fosse stata espunta, avremmo pure su quello fatto un intervento a favore e uno contro. Si tratta di fare un voto. C'è una proposta di ritorno in Commissione: si ritorna in Commissione in quel perimetro o si è contrari? Noi parteciperemo a questa votazione, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Onorevole Richetti, ci sono precedenti che vanno in questa direzione. Avendo l'onorevole Grimaldi tenuto ad allargare il tema del rinvio in Commissione ad altri temi, io correttamente glieli ho fatti esporre. Se ci fossero state altre richieste avrei aderito.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mancini. Su che cosa, onorevole Mancini? Lei ha già parlato.

A favore non interviene nessuno.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, chiedo scusa, nel prospetto che ha indicato il presidente Mangialavori sono indicate due parti del perimetro, il 356 vicies-quinquies e il 356 vicies-sexies (Commenti dell'onorevole Osnato)…

PRESIDENTE. Onorevole Osnato, la prego.

La richiamo all'ordine.

MARCO OSNATO (FDI). Richiamami a quello che vuoi!

PRESIDENTE. Onorevole Osnato, la richiamo all'ordine per la seconda volta.

Prego, onorevole Dell'Olio.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Non è una intenzione dilatoria, Presidente, ma è una questione proprio di correttezza perché non riesco a trovare i riferimenti. Può darsi che ci sia un errore, un refuso nel prospetto che il presidente Mangialavori ha letto.

PRESIDENTE. Mi dice, per favore, quale?

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Il 356 vicies-quinquies e il 356 vicies-sexies, andando a controllare nel prospetto indicato, non sono esplicitati, ma c'è solamente il 356. Quindi, non vorrei che, per errore, sia stato indicato un numero o magari un riferimento ad altro. Per cui, il prospetto letto dal Presidente andrebbe un attimo controllato, prima di votare il perimetro.

PRESIDENTE. Eventualmente, onorevole, la Commissione poi proporrà il rilievo dopo, al ritorno.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Come lei mi insegna, la Commissione si riunisce su un preciso mandato, su un preciso perimetro su cui può operare. Se questo perimetro non è chiaro, non è una questione da poco. Io l'ho chiesto al presidente Mangialavori e mi ha risposto che il perimetro è soltanto quello degli emendamenti segnalati dalla Ragioneria. Il collega Dell'Olio sembra aver trovato indicazioni diverse. Abbiamo il dovere di fare chiarezza prima di esprimere un voto.

PRESIDENTE. Onorevole Marattin, il perimetro indicato dal presidente Mangialavori è totale e contiene anche i due emendamenti citati dall'onorevole. Poi, in Commissione, all'interno di questo perimetro si deciderà cosa torna indietro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mangialavori. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Naturalmente, ho fatto verificare quanto comunicato dall'onorevole Dell'Olio e, in effetti, c'è stato un errore: invece del 356-vicies quinquies e del 356-vicies sexies si tratta del 359-vicies quinquies e del 359-vicies sexies (Commenti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, anche noi non abbiamo interesse a fare dilazione ma è giusto per capire. Non ho avuto neanche il tempo di segnare quelli che ha letto il presidente. Siccome ha ripetuto 356-vicies sexies, che non esiste nel fascicolo (Applausi)…

PRESIDENTE. Ha detto 359.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). …chiediamo se ci può dare venti secondi per controllare, solo questo…

PRESIDENTE. Intanto, siamo a pagina 222 del testo A. Cominciamo ad andare su quella pagina e controlliamo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, credo che ovviamente a noi spetti l'obbligo di votare nella chiarezza. Quello che sta vedendo adesso dimostra che c'è un problema. Si prenda un quarto d'ora, sospenda per un quarto d'ora e si arrivi a definire esattamente il perimetro entro il quale la Commissione deve riesaminare il testo. Non c'è alcuno spirito ostruzionistico, ma in queste condizioni noi ci rifiutiamo di votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Chiedo a questo punto al presidente Mangialavori come intenda procedere… se cioè riusciamo a sciogliere il nodo. Ha chiesto di parlare il presidente Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, noi dobbiamo fare una distinzione tra quello che è l'articolo come indicato e quella che è l'osservazione come rappresentata. Ora io penso che sia giusto il rilievo di indicare possibilmente, con esattezza, fin da questo momento, il numero esatto dell'articolo. Però, non mi si venga a dire che leggendo la relazione si possa pensare di non arrivare in Commissione all'individuazione dell'articolo. È evidente che ne è stato citato uno. Se dobbiamo aspettare cinque minuti per avere questo, anche senza una sospensione formale e votare, se lei chiede cinque minuti di sospensione, siamo tutti qui.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Io aderisco alla proposta del collega Fornaro anche perché quest'Aula si deve esprimere con un voto e deve sapere su quale perimetro l'Aula si esprimerà. Per votare che cosa? Per andare in Commissione a rivedere quale perimetro? Siccome mi rendo conto che siamo di fronte all'ostruzionismo della stessa maggioranza, credo sia opportuno che si sospenda, anche per dieci minuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti del deputato Foti).

PRESIDENTE. Onorevole Foti, per favore! A questo punto, sospendo la seduta che riprenderà alle 17,35.

La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 17,35.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mangialavori. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Alla luce della richiesta pervenuta dai gruppi delle opposizioni, che chiedono di poter verificare l'esistenza degli articoli da me citati all'interno della relazione tecnica della Ragioneria, chiedo una sospensione di dieci minuti per poterci riunire nella Sala dei Ministri, fare questa verifica e dopodiché tornare subito in Aula.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17,50.

La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 17,55.

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione del disegno di legge n. 643-bis-A.

Per la chiarezza delle votazioni, chiedo al presidente Mangialavori di dare nuovamente lettura del perimetro relativo alla sua proposta di rinvio del provvedimento in Commissione, precisando cortesemente, altresì, onorevole Mangialavori, l'orario proposto per la ripresa dell'esame del provvedimento in Assemblea. Prego, onorevole Mangialavori.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI , Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Allora, do rilettura degli emendamenti che andranno a essere trattati in Commissione. Si tratta dei seguenti: comma 234-septies, comma 239-bis, comma…

PRESIDENTE. Quindi, non sono gli emendamenti, ma le parti del testo.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI , Presidente della V Commissione. Sì, chiedo scusa. Sono le parti del testo che verranno affrontate dalla Commissione.

Quindi, dicevo: comma 240, comma 258, comma 277-bis, comma…

PRESIDENTE. Onorevole Mangialavori, mi scusi. Li riassuma con calma, abbia pazienza.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI , Presidente della V Commissione. Il problema è che…

PRESIDENTE. …c'è brusio. Adesso i colleghi saranno così gentili da fare silenzio e da consentirle di leggere questa sequela di numeri con pazienza, evitando, quindi, di incorrere in errori. Prego, onorevole Mangialavori e grazie ai colleghi. Ricominci daccapo, per favore.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI , Presidente della V Commissione. Sì.

Comma 234-septies, comma 239-bis, comma 240, comma 258, comma 277-bis, comma 309-octies, comma 333-bis, comma 344-sexies, comma 351-bis, comma 359-vicies quater, comma 359-vicies quinquies, comma 359 vicies sexies, comma 386, comma 388-quinquies, comma 492-vicies sexies, comma 492-vicies septies, comma 494-quater, comma 501, comma 502, Tabella 2 della Sezione 2.

Presidente, rispetto alla richiesta fatta precedentemente, richiedo un ulteriore rinvio di mezz'ora e, quindi, di riprendere i lavori dell'Aula alle 20 anziché alle 19,30.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione del provvedimento nei termini precisati dal deputato Grimaldi, in quanto più ampia rispetto a quella avanzata dal presidente della Commissione bilancio, prevedendo, nel perimetro, anche la disposizione in materia di prelievo venatorio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 71 voti di differenza.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione del provvedimento nei termini precisati alla ripresa della seduta dal presidente della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 155 voti di differenza.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 20.

La seduta, sospesa alle 18, è ripresa alle 20,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Sospendo nuovamente la seduta fino alle 20,30, in attesa che venga pubblicato il testo online per poter poi procedere alla votazione.

La seduta riprenderà alle 20,30.

La seduta, sospesa alle 20,16, è ripresa alle 20,30.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 643-bis-A/R.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo 1 - A.C. 643-bis-A/R​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Ne ha facoltà (Proteste).

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente (Deputati dell'opposizione occupano l'emiciclo di fronte ai banchi del Governo – Proteste). Colleghi, a nome del Governo, pongo la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi dell'articolo 1 del disegno di legge n. 643-bis-A/R: “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”, nel testo approvato dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea (Vive proteste – Applausi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Serracchiani. Intanto, scusate, prima di dare la parola all'onorevole Serracchiani, comunico che la Conferenza dei Presidenti di gruppo è convocata, alla fine della seduta, presso la biblioteca del Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'ItaliaCommenti).

Onorevole Serracchiani e onorevole Guerra, chi di voi vuole intervenire, ma, soprattutto, su cosa?

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, prego.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Anche se lei ha sovvertito l'ordine dei lavori, non dandomi la parola quand'era il momento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'aveva già chiesta il Governo prima, onorevole Guerra.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Avevo chiesto la parola a gran voce, avevamo chiesto la parola perché dovevamo….

PRESIDENTE. Onorevole Guerra, siccome qui c'era molto, molto rumore, o guardavo l'ora e all'incolumità del Governo o… (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Posso pensare a una cosa, non a due contemporaneamente.

PRESIDENTE. La prego…. Onorevole Guerra, prego.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Lei ha fatto una scelta precisa e se ne assume la responsabilità: se l'è già assunta, perché l'ha fatta. Adesso io le dico perché volevo intervenire, ovvero perché è successo un fatto gravissimo in Commissione bilancio, che ha ovviamente incidenza sul percorso del nostro lavoro; chiaramente adesso meno, perché è già stata posta la fiducia, però, se lei mi avesse data la parola, ne avrebbe avuta di più. Cos'è successo in Commissione bilancio? Che abbiamo posto un problema molto preciso al Governo e cioè di chiarirci se l'emendamento Gnassi, di cui la Ragioneria ha chiesto lo stralcio, era un emendamento coperto oppure no. Ora l'esito - per farla breve a tutti voi - è che l'emendamento Gnassi era coperto, così come tutti gli altri. Questo è quello che abbiamo capito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, sommando però le coperture dell'emendamento Gnassi - che ricordo prevedeva 450 milioni per gli enti locali - e le coperture di tutti gli altri, non si poteva fare, perché non c'era più copertura. A questo punto, bisognava scegliere o di togliere l'emendamento Gnassi oppure di togliere quasi tutti gli altri. Questa non è una scelta che spettava alla Ragioneria dello Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra), è una scelta che spettava alla Commissione.

Di fronte a ciò, la risposta è stata che c'è stata tolta la parola e la maggioranza, da sola, si è votata tutti gli emendamenti. È un comportamento inaccettabile che crea un precedente veramente grave; per una maggioranza, che si è posta la questione di limitare il potere della Ragioneria, non esaminando tutte le osservazioni che la stessa ha posto sull'assenza di coperture finanziarie, lasciare in mano alla Ragioneria la scelta - che, glielo dico, avrei fatto anch'io - su cosa stralciare è una cosa gravissima. Quindi, vorrei che lei, con il Presidente ovviamente, sanzionasse questo tipo di comportamento, che è stato sbagliato nel merito, nel metodo e gravemente lesivo dei diritti delle minoranze (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Colleghi, se credete di sedervi, bene, se volete assistere in piedi, continuiamo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto, sull'ordine dei lavori, immagino.

DANIELA TORTO (M5S). Sì, grazie Presidente.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Soltanto per…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Torto, se liberiamo i banchi, così la discussione avviene anche in maniera più tranquilla e con tutta l'attenzione che merita. Prego, onorevole Torto.

DANIELA TORTO (M5S). Sì, allora, noi stigmatizziamo quello che è accaduto in Commissione bilancio, che le è stato già rappresentato. In realtà, ci sembra davvero il peggior epilogo di quello che è stato il percorso su questa manovra finanziaria. Le ricordo che ci sono stati degli stop a richieste di chiarimento in Commissione bilancio. C'è stata una resistenza e ci sono stati esercizi e prove di forza, con blitz all'ultimo momento - glielo ricordo -, alle 6,45, con un emendamento inserito in questa manovra, puramente ordinamentale, sulla caccia fuori dalla porta di casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! In Commissione è arrivato addirittura il capogruppo di Fratelli d'Italia, di mattina presto, per garantire a se stesso che quell'emendamento fosse votato. Ci sono stati degli stop in quest'Aula a discussioni del MoVimento 5 Stelle e soprattutto di alcuni colleghi. Tutto questo dimostra una chiara volontà politica verso cui ci si sta dirigendo. Siamo di fronte a un esercizio dell'autorità - e non dell'autorevolezza - che incombe sull'esercizio della democrazia di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Presidente, noi stigmatizziamo quanto accaduto e le chiediamo di intervenire su questo perché noi registriamo all'interno di questo palazzo una nuova gestione politica. Quella che vediamo è l'imposizione totale delle ideologie di destra che minacciano il Paese e la democrazia. È vergognoso (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Azione-Italia Viva-Renew Europe – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Onorevole Torto, riferirò le sue osservazioni al Presidente della Camera.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Solo per aggiungere una considerazione sull'ordine dei lavori. Noi eravamo convocati alle 20 e lei ha avuto la bontà di presentarsi alle 20,15 per dirci che si andava alle 20,30. C'era tutto il tempo perché questa piccola operazione di serietà e di rispetto dell'Aula venisse fatta alle 20 e non alle 20,15.

Secondo punto: io non ho capito perché, avendo aspettato fino alle 20,30, signor Presidente, lei non abbia concesso la parola all'onorevole Guerra, in particolare, e all'onorevole Torto, quantomeno riguardo alla prima parte del suo intervento, certamente per interventi puntuali sull'ordine dei lavori, a difesa delle procedure che vigono in quest'Aula per quel che riguarda la legge di bilancio. Quindi, signor Presidente, siamo tutti adulti e vaccinati, ma è chiaro che una gestione non può essere una gestione d'Aula di parte. Il Governo, che pure era presente, avrebbe potuto tranquillamente aspettare 5 minuti e io credo che sarebbe stato molto più rispettoso per l'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra) che lei, anziché precipitarsi a dare la parola al Governo per la posizione della fiducia, avendo aspettato mezz'ora, certamente non per colpa nostra - ma neanche per colpa del Governo, e non ho ancora capito per colpa di chi -, cedesse la parola sull'ordine dei lavori. La parola sull'ordine dei lavori, signor Presidente, si cede. L'auto-ostruzionismo da parte del Parlamento, per via delle posizioni del Presidente, all'attività del Parlamento credo che non sia un bel modo per iniziare. Se poi la maggioranza, che è arrivata ad essere grande maggioranza all'insegna del siamo pronti, alle otto della sera del 22 dicembre non fosse ancora pronta, questo la direbbe lunga. Ma questo non è un buon inizio, signor Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Onorevole Della Vedova, volevo solo precisarle, rispondendo alla sua cortese sollecitazione, che il rinvio fatto alle 20,15 rispondeva alla necessità di predisporre un nuovo testo che sarebbe stato pubblicato on line. Non essendo arrivata la pubblicazione on line ed essendo stata sospesa la seduta in attesa di riprenderla quando l'Aula fosse stata in possesso di quel documento, abbiamo aspettato le 20,30. Le significo ulteriormente che se io fossi stato in condizioni, cioè il mio udito, che è stato sovrastato da urla belluine, io avrei dato certamente la parola sull'ordine dei lavori (Vive proteste dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

Scusate, colleghi, finché stiamo nel perimetro della discussione, bene; non è consentito a nessuno rivolgersi alla Presidenza, come è già successo prima, se non con parole di totale correttezza. È chiaro? È chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'ItaliaCommenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe)? Voi vi rivolgete alla Presidenza con totale rispetto. La Presidenza pretende il vostro rispetto (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)…Onorevole, se vuole dire al microfono qualcosa alla Presidenza, chieda la parola; così non si fa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Noi le portiamo rispetto…

PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Grimaldi, è sull'ordine dei lavori?

MARCO GRIMALDI (AVS). Sì, sull'ordine dei lavori. Noi le portiamo rispetto, ma “beduini” lo dice a qualcun altro…

PRESIDENTE. Non è “beduini”, è “belluini”, collega Grimaldi, “belluini”. È italiano.

MARCO GRIMALDI (AVS). Sul Regolamento.

PRESIDENTE. No, scusi, aspetti, resti a verbale. No, aspetti…

MARCO GRIMALDI (AVS). Sul Regolamento.

PRESIDENTE. No, per favore. Allora, l'italiano: non “beduini”, “belluini”, con doppia “L” di Livorno. È un'altra cosa (Commenti). Prego.

MARCO GRIMALDI (AVS). Sì, non devo aver sentito per il vociare. Presidente, intervengo sul Regolamento.

PRESIDENTE. Articolo?

MARCO GRIMALDI (AVS). No, intanto, basterebbe…

PRESIDENTE. Se è sul Regolamento, mi dice l'articolo, per cortesia?

MARCO GRIMALDI (AVS). Lo capirà bene, lo capirà bene…

PRESIDENTE. No, abbia pazienza, se lei mi chiede di intervenire sul Regolamento, come forse le stanno suggerendo, mi deve dire l'articolo sul quale interviene.

MARCO GRIMALDI (AVS). Articolo 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Prego.

MARCO GRIMALDI (AVS). Intanto, se c'è un problema di tipo informatico, lei, come da Regolamento, ma anche se vuole leggere qualsiasi manuale sulla democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), si presenta alle 8 di mattina, si presenta alle 8 di sera, chiede una sospensione e ritorna in Aula. Questa procedura non può diventare la prassi in quest'Aula.

Due: non può diventare accettabile che, di fronte alle domande delle opposizioni, i Ministri tacciano e i Presidenti non facciano più parlare.

E le dico di più, sul merito (avremmo voluto dirlo prima della fiducia): guardate che il precedente che ha descritto la collega Guerra, si unisce a un altro precedente inedito: scrivere alla fine di un altro articolo che voi volete a tutti i costi difendere - anche se non ha coperture economiche - che dalle disposizioni del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e, quindi, le amministrazioni pubbliche interessate da questo provvedimento provvedono alle attività previste dalla medesima legge, mediante l'utilizzo di risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili, o dalla legislazione vigente… Se a ogni emendamento che non ha copertura scarichiamo le responsabilità sullo Stato, sulle sue finanze, sui suoi mezzi e sui suoi dipendenti, di fatto, in questa legge di bilancio. può finire qualsiasi emendamento.

Io gliela dico così: voi potete toglierci la parola, potete non risponderci, ma per fermarci dovete abbatterci come i vostri cinghiali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Su cosa, onorevole? Sull'ordine dei lavori?

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. No, sugli interventi che mi hanno preceduto rispetto alla richiesta…

PRESIDENTE. È sull'ordine dei lavori, quindi. Non sul Regolamento...

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Articolo 8 e seguenti. Alla luce degli interventi che mi hanno preceduto, signor Presidente, ci sarebbe molto da dire, ma è Natale. E, allora, il mio intervento serve semplicemente a ripristinare un po' di verità (Commenti).

E sono due le verità da precisare e cioè che l'emendamento che è stato votato per ultimo, non è stato, come ha detto la collega Torto, impropriamente infilato all'ultimo momento, ma è un emendamento che era nel fascicolo originario, nel fascicolo dei segnalati, nel fascicolo dei super segnalati. Quindi, noi abbiamo votato, discusso ed approvato un emendamento che, sin dall'inizio di questa storia, era nel fascicolo.

L'altra verità, che giustifica l'intervento della collega Torto, è che, probabilmente, c'era una prassi - che ho vissuto molte volte - per la quale in tutte le manovre finanziarie, soprattutto le ultime, arrivava un signore, fino all'ultimo minuto e portava le veline del Governo, nelle quali venivano ricompresi quegli emendamenti che servivano a dare i posti nei CDA per sistemare soprattutto le problematiche interne del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo è successo fino alle 3 di notte, sempre, in tutte le manovre finanziarie! E sfido i colleghi del Partito Democratico: quando vogliono, anche il giorno del Santo Natale, ci vediamo qua in piazza e vi porto i vostri emendamenti degli ultimi minuti delle ultime finanziarie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Onorevole Fornaro, su cosa?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Fornaro. Mi appello alla sua esperienza e alla sua cortesia. Essendo già intervenuta la collega Guerra…

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Lo so che è già intervenuta, le chiedo un'eccezione, molto pacatamente.

PRESIDENTE. Se è rapido, prego. Facciamo un minuto.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). La questione che si pone e che ha posto il collega Della Vedova sui tempi è una questione corretta. È già la seconda volta che capita. Chiediamo semplicemente rispetto. Con lo stesso rispetto sono venuto da lei e le ho detto: cortesemente, alle 20,15, venga per favore in Aula e si prenda un altro quarto d'ora. Cioè, bastava venire alle 20 e dire alle 20,30.

Seconda questione: non diciamo le cose non vere, signor Presidente. Sono venuto presso la Presidenza e ho detto che il nostro gruppo intendeva fare un intervento sull'ordine dei lavori, immediatamente, alla ripresa. Mi è stato risposto dagli uffici che il Governo aveva già prenotato (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è la risposta, questa è la risposta (Una voce dai banchi del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: “Fallo parlare”!)

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, facciamolo parlare…

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sto parlando tranquillamente…

PRESIDENTE. Collega Fornaro, ha ragione. Vada avanti.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Per cui, Presidente, non dica che non ha sentito, perché urlavamo; non è questa la questione. È già capitato altre volte. Però sono assolutamente d'accordo, visto che siamo in ritardo di 6 ore, che in 20 minuti avremmo affrontato questa questione, che, come ha dimostrato la collega Guerra, non era di carattere ostruzionistico. Ha posto una questione e un precedente e le rafforzo la nostra richiesta che questa procedura venga rivista con la lente di ingrandimento, perché non può costituire un precedente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Sull'ordine dei lavori?

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Sì, Presidente. Il punto è molto semplice, ma con la tranquillità che si confà, solo con una premessa: tutti noi, quando siamo stati maggioranza o Governo, abbiamo avuto il senso di recepire le proteste, anche potenti, dell'opposizione, dall'alto del fatto di essere maggioranza e Governo. Quello che sta accadendo in questi giorni è che, per qualche ragione strana, non state facendo così e vi permettete di utilizzare termini, di fronte alle proteste dell'opposizione, che normalmente non si verificano.

Ma torniamo al punto. La collega Guerra ed io, in Commissione, abbiamo fatto una domanda specifica relativa all'emendamento Gnassi che costava 450 milioni; abbiamo chiesto: scusate, siccome uno degli emendamenti approvati si è scoperto che costava 200 milioni in più e li avete coperti, che giro hanno fatto i soldi? A questa domanda, il Sottosegretario Freni ha chiesto 10 minuti di sospensione, come è giusto che sia. È tornato e non ha dato una risposta. Io ripeto e chiudo la domanda a futura memoria, perché lo vorremmo sapere: quando arriva un emendamento da 450 milioni, come è stato l'emendamento Gnassi, e si scopre che la capienza da quel punto di vista c'era, oppure, se seguiamo il vostro ragionamento, non c'era, allora i 200 milioni in più per coprire la norma sulle imprese in contabilità semplificata da dove saltano fuori? Questa è la domanda che abbiamo fatto. Se il Sottosegretario Freni, nel frattempo, ha avuto modo di dare una risposta precisa che tenga traccia del movimento dei soldi, siamo qui ad ascoltarla e poi ce ne andiamo tutti insieme da un'altra parte. Ma il punto è che non è che io e la Guerra, in Commissione, abbiamo detto: allora, di cosa stiamo parlando, vergognatevi. Abbiamo detto: scusate, qui, dal mandato al relatore in poi, ci sono centinaia di milioni di euro che ballano: ci spiegate esattamente il giro che hanno fatto i soldi? A fronte di questo, presidente Mangialavori, dire ‘basta, votiamo' e votare 20 emendamenti uno dopo l'altro, è stata un'ennesima sgrammaticatura che avete fatto alla vostra prima legge di bilancio. Attenzione, perché la prima legge di bilancio è la prima di cinque, se volete andare avanti cinque anni. Se iniziate così adesso, non voglio immaginare cosa saranno le ultime (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Collega, vale il discorso dell'onorevole Fornaro, nel senso che, essendo già intervenuta la collega Torto, io le do la parola, la prego però… Esatto, ci siamo capiti.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Sarò davvero brevissimo. Grazie, Presidente. La questione del rispetto che lei ha invocato, ovviamente, trova il nostro totale accoglimento. Il rispetto, però, deve essere reciproco. È la seconda volta che il Presidente - l'altra volta era il Presidente Fontana - arriva con un ritardo non piccolo, senza alcun motivo e senza alcuna giustificazione.

Quindi, la pregherei, a nome del MoVimento 5 Stelle, che questa procedura non si ripeta mai più. Considerando anche il ritardo che ha fatto la Presidente Meloni in occasione delle comunicazioni, sono tre volte (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il rispetto, stavamo parlando di rispetto…Quindi, vi ringrazio. Il rispetto per l'Aula tutta deve essere una precondizione. Poi, per quanto riguarda il supposto insulto, anche io avevo percepito “beduini”, però prendo atto che la parola invece era “belluini”…

PRESIDENTE. Sarà l'accento siciliano, guardi, che noi con la “l” e la “d” abbiamo dei problemi.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Presidente, ho finito, e di nuovo la ringrazio, la prego di essere - quindi mi rivolgo all'Ufficio di Presidenza - sempre al di sopra delle parti e assolutamente imparziale, specie in occasioni come queste, particolarmente importanti, in cui si decide la legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Pellegrini, solo per significarle che, nei precedenti a cui lei faceva riferimento, riferiti al Presidente Fontana e a me, in ogni caso delle giustificazioni le abbiamo date. Poi, per carità, possono non essere recepite e ritenute sufficienti, ma tant'è.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà, con la stessa identica raccomandazione, per favore, se riusciamo a contenere i tempi.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Sì, Presidente, cerchiamo di contenere i tempi, però cerchiamo anche di dire la verità, di dirci la verità, perché in Commissione non c'era soltanto l'opposizione, c'erano anche i gruppi di maggioranza. Al netto del fatto che, probabilmente, ho una memoria che ormai è un po' labile, però a me onestamente non pare di ricordare una maggioranza nello scorso Governo che dava spazio alle opposizioni, che faceva parlare, che intestava la possibilità di fare dibattiti. Pregherei, per suo tramite, di dire al collega Marattin che, forse, ha vissuto un'altra legislatura rispetto a quella che abbiamo vissuto noi di Fratelli d'Italia all'opposizione. Ma, detto questo, è importante dire la verità, perché noi abbiamo iniziato i lavori di Commissione alle ore 19,45.

Sono state fatte delle domande, alle quali il Governo ha puntualmente risposto. Il tema è che, Marattin, collega Marattin, mi dispiace che le risposte date dal Governo a lei non siano piaciute. Erano delle risposte, non si può dire che le risposte non sono state date (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Le risposte sono state date. Se poi quelle risposte a lei e all'opposizione non sono piaciute, ce ne facciamo una ragione, ne prenderemo atto, ne discutiamo nei corridoi del Transatlantico, ma lei capisce che, se il Governo dà delle risposte, a un certo punto le domande devono interrompersi. Questo credo fosse importante precisarlo per amore della verità di quello che è successo in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. A questo punto ribadisco che la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata nella Biblioteca del Presidente e sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 20,50, è ripresa alle 21,39.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo 1 del disegno di legge n. 643-bis - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, nel testo predisposto dalla Commissione a seguito del rinvio deliberato dall'Assemblea, la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di domani, venerdì 23 dicembre, a partire dalle ore 20,30 previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 19, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentati dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo misto.

Dopo la votazione per appello nominale, l'esame del provvedimento proseguirà oltre la mezzanotte, per concludersi comunque entro le ore 6 di sabato 24 dicembre, compatibilmente con i tempi necessari per la predisposizione della Nota di variazioni.

Procedo, quindi, con l'estrazione del nominativo dal quale avrà inizio la chiama.

(Segue il sorteggio).

È Natale, tra l'altro, con la tombola viene pure più facile!

La chiama avrà inizio dal deputato Foti.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 23 dicembre 2022 - Ore 19:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. (C. 643-bis-A/R​)

Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.

Relatori: COMAROLI, PELLA e TRANCASSINI, per la maggioranza; GUERRA, DELL'OLIO e GRIMALDI, di minoranza.

La seduta termina alle 21,40.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: SILVANA ANDREINA COMAROLI, ROBERTO PELLA, PAOLO TRANCASSINI E MARCO GRIMALDI (A.C. 643-BIS-A​)

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Relatrice per la maggioranza. (Relazione – A.C. 643​-bis-A). Il disegno di legge A.C. 643​-bis-A, all'esame in prima lettura presso la Camera dei deputati ed esaminato in sede referente dalla Commissione Bilancio, reca il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. Esso risulta suddiviso, secondo quanto prescritto dalla legge di contabilità e finanza pubblica, in due sezioni.

La prima sezione dispone annualmente il quadro di riferimento finanziario e provvede alla regolazione annuale delle grandezze previste dalla legislazione vigente al fine di adeguarne gli effetti finanziari agli obiettivi. Essa contiene, per ciascun anno del triennio di riferimento, le misure quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica definiti a livello macroeconomico nella NADEF 2022 – versione rivista e integrata del 4 novembre 2022.

La seconda sezione evidenzia, per ciascun programma, gli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni contenute nella prima sezione, il bilancio a legislazione vigente e le variazioni non determinate da innovazioni normative. Queste ultime includono anche rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni di entrate e di spese.

La manovra di finanza pubblica per il triennio 2023-2025 disposta con il disegno di legge di bilancio si compone delle modifiche e delle innovazioni normative della prima sezione del disegno di legge di bilancio e dei rifinanziamenti, definanziamenti e delle riprogrammazioni contenute nella seconda sezione.

Il disegno di legge di bilancio è coerente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica indicati nella NADEF 2022 – versione rivista e integrata e nell'annessa Relazione al Parlamento, approvate dalle Camere con apposite risoluzioni parlamentari. La Nota fissa un livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL pari al 4,5 per cento nel 2023, al 3,7 per cento nel 2024 e al 3 per cento nel 2025. Il corrispondente livello del saldo netto da finanziare programmatico di competenza del bilancio dello Stato potrà aumentare fino a 206 miliardi di euro nel 2023, 138,5 miliardi nel 2024 e 116,5 miliardi nel 2025. Il saldo netto da finanziare di cassa potrà aumentare fino a 261 miliardi di euro nel 2023, 180,5 miliardi nel 2024 e 152,5 miliardi nel 2025.

Il disegno di legge è stato esaminato in sede referente dalla Commissione Bilancio, la quale ha concluso l'esame il 21 dicembre con l'approvazione di numerose modifiche al testo originario.

Di seguito si illustra, in modo sintetico, il contenuto delle più rilevanti disposizioni contenute nella prima sezione del disegno di legge, come risultanti dalle modifiche approvate dalla V Commissione, in relazione ai principali settori di intervento.

Energia.

Il disegno di legge di bilancio prevede numerosi interventi in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti, prevalentemente contenuti nel Titolo II dell'articolato (articoli 2-11). Si tratta di misure finalizzate a contenere i costi dell'energia.

In questa sede si rileva che tra le disposizioni in materia di entrate di cui al Titolo III, capo I dell'articolato, l'articolo 28 istituisce un contributo di solidarietà straordinario sotto forma di prelievo temporaneo per l'anno 2023 per i soggetti che producono, importano, distribuiscono o vendono energia elettrica, gas naturale o prodotti petroliferi, al fine di contenere gli effetti dell'aumento dei prezzi e delle tariffe del settore energetico per le imprese e i consumatori. Il contributo è determinato applicando un'aliquota del 50 per cento a una quota del maggior reddito conseguito dai suddetti soggetti passivi nel 2022 rispetto alla media dei quattro anni precedenti, in ragione dello straordinario aumento dei prezzi dell'energia. Il contributo è versato entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell'esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 e non è deducibile ai fini dell'IRES e dell'IRAP.

Il contributo di solidarietà è dovuto solo se almeno il 75 per cento dei ricavi del periodo d'imposta antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 deriva dalle attività di produzione di energia elettrica, di produzione di gas metano o di estrazione di gas naturale, di rivendita di energia elettrica, di gas metano e di gas naturale e di produzione, distribuzione e commercio di prodotti petroliferi.

Viene modificato l'articolo 37 del decreto-legge n. 21 del 2022 relativo al regime del contributo di solidarietà dovuto per l'anno 2022 nel senso:

- di prevedere che il contributo sia dovuto solo se almeno il 75 per cento dei ricavi del periodo d'imposta 2021 è derivato dalle attività di produzione di energia elettrica, di produzione di gas metano o di estrazione di gas naturale, di rivendita di energia elettrica, di gas metano e di gas naturale e di produzione, distribuzione e commercio di prodotti petroliferi;

- di modificare la base imponibile di calcolo, estendendo (dal 31 marzo al 30 aprile) il periodo da prendere in considerazione per la definizione del saldo negativo;

- di escludere dal computo dei totali delle operazioni attive e passive le operazioni di cessione e di acquisto di azioni, obbligazioni o altri titoli non rappresentativi di merci e quote sociali intercorse tra soggetti passivi d'imposta;

- di escludere dal computo degli attivi le operazioni attive non soggette a IVA per carenza del presupposto territoriale se e nella misura in cui gli acquisti ad esse afferenti siano territorialmente non rilevanti ai fini IVA.

Qualora l'importo dovuto sia maggiore di quello dovuto entro il 30 novembre 2022, esso viene versato entro il 31 marzo 2023; qualora invece l'importo sia inferiore a quello dovuto entro il 30 novembre 2022 il maggior importo versato è ammesso in compensazione a decorrere dal 31 marzo 2023.

Con riferimento alle misure del Titolo II, volte al contenimento dei costi energetici, si riconoscono anche nel primo trimestre 2023, elevandone le percentuali, alcuni crediti di imposta già concessi nel corso del 2022 per contrastare l'aumento dei costi dell'energia elettrica e del gas in capo alle imprese, e da ultimo estesi alle spese relative all'energia e al gas sostenute fino a dicembre 2022 (articolo 2).

Si tratta in particolare:

- del credito d'imposta per le imprese energivore, che viene concesso nella misura del 45 per cento (in luogo del 40 per cento) delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel mese di primo trimestre 2023;

- del credito d'imposta per imprese dotate di contatori di energia elettrica di specifica potenza disponibile, pari o superiore a 4,5 kW, diverse dalle energivore, che viene attribuito in misura pari al 35 per cento (in luogo del 30 per cento) della spesa sostenuta per l'acquisto della componente energetica, effettivamente utilizzata nel primo trimestre 2023;

- del credito d'imposta per imprese gasivore, concesso in misura pari al 45 per cento per cento (in luogo del 40 per cento) della spesa sostenuta per l'acquisto del medesimo gas, consumato nel primo trimestre 2023, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici;

- del credito d'imposta per l'acquisto di gas naturale per imprese non gasivore, pari al 45 per cento (in luogo del 40 per cento) della spesa sostenuta per l'acquisto del medesimo gas, consumato nel primo trimestre 2023, per usi diversi dal termoelettrico.

È confermato, per il I trimestre 2023, l'annullamento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema elettrico applicate alle utenze domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW. Per queste finalità, un importo pari a 963 milioni di euro per l'anno 2023 è trasferito alla Cassa per i servizi energetici e ambientali-CSEA entro il 28 febbraio 2023 (articolo 3).

Peraltro, quota parte degli oneri generali del sistema elettrico – quella afferente allo smantellamento delle centrali nucleari e alle relative misure di compensazione territoriale – è fiscalizzata in via strutturale, a decorrere dall'anno 2023 (articolo 6). Ciò significa che i predetti oneri afferenti al nucleare e alle relative misure di compensazione territoriale sono, a decorrere dall'anno 2023 non più riscossi dai fornitori in bolletta elettrica, bensì coperti a valere su specifiche risorse appostate a bilancio statale, indicate in 400 milioni annui dall'anno 2023. Questa specifica misura si muove in coerenza con la milestone 7 della Missione 1, Componente 2 (M1C2-7) del PNRR, la quale si prefigge, tra l'altro, l'eliminazione dell'obbligo per i fornitori di riscuotere (in bolletta) oneri "impropri", ossia non collegati al settore energetico. Si tratta di una prima attuazione. Entro il 30 settembre 2023 l'ARERA, infatti, formula proposte e relative stime per l'estensione della fiscalizzazione ad altre tipologie di oneri generali di sistema (impropri).

Il disegno di legge dispone, in relazione ai consumi del primo trimestre 2023, la riduzione dell'aliquota IVA al 5 per cento (in deroga all'aliquota del 10 o 22 per cento prevista, a seconda dei casi, dalla normativa vigente) sulle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali, di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto servizio energia, nonché sulle forniture di servizi di teleriscaldamento (articoli 4 e 4-bis).

Prevede lo stanziamento di 3.543 milioni di euro per l'applicazione, nel primo trimestre 2023, di una componente negativa degli oneri generali di sistema gas per i consumi fino a 5.000 metri cubi annui, fino a concorrenza dell'importo di 3.043 milioni di euro e l'azzeramento di tutte le altre aliquote di tali oneri per un valore pari a 500 milioni di euro; dette risorse saranno trasferite a tal fine alla Cassa per i servizi energetici e ambientali in due versamenti di 1200 milioni entro il 31 marzo 2023 e il 30 aprile 2023 e un versamento da 11143 milioni entro il 31 maggio 2023 (articolo 4).

Si modificano i requisiti di accesso ai bonus sociali nel settore elettrico e in quello del gas riconosciuti ai clienti domestici economicamente svantaggiati, aumentando da 12.000 a 15.000 euro il valore soglia dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) per accedere alle agevolazioni per l'anno 2023 e a tale fine si stanzia l'importo di 115 milioni per il 2023. Inoltre, per il primo trimestre 2023, le agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale sono rideterminate dall'ARERA, con delibera da adottare entro il 31 dicembre 2022, nel limite di 2,4 miliardi di euro complessivamente tra elettricità e gas (articolo 5).

Si istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica un fondo con una dotazione di 220 milioni di euro per l'anno 2023, da destinare al contenimento delle conseguenze derivanti agli utenti finali dagli aumenti dei prezzi nel settore del gas naturale. Prevede la possibilità, con delibera dell'ARERA, di sospendere fino al 31 gennaio i procedimenti di interruzione della fornitura per i clienti finali direttamente allacciati alla rete di trasporto del gas naturale. Stanzia 50 milioni di euro per gli oneri derivanti dall'eventuale morosità dei clienti finali interessati (articolo 7).

Una specifica disposizione è volta a dare attuazione a quanto previsto dal Regolamento (UE) 2022/1854, il quale ha disposto l'applicazione di un limite massimo di 180 euro/MWh ai ricavi di mercato dei produttori o dei loro intermediari, ottenuti dalla produzione e della vendita di energia elettrica da una serie di fonti, rinnovabili e non. Quanto agli impianti da fonti rinnovabili non rientranti già nell'ambito di applicazione del meccanismo di compensazione a due vie disposto con il D.L. n. 4/2022 (articolo 15-bis) e agli impianti alimentati da fonti non rinnovabili individuati dal Regolamento UE, si dispone l'applicazione di un meccanismo di compensazione a una via, in base al quale il Gestore dei servizi energetici-GSE calcola, relativamente all'energia immessa in rete, la differenza tra il tetto ai ricavi prestabilito e un prezzo di mercato pari alla media mensile del prezzo zonale orario di mercato. Nel caso la differenza sia negativa, il GSE procede a richiederne la restituzione (articolo 9).

È prorogato dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 il termine entro cui devono entrare in esercizio gli impianti di produzione di biocarburanti avanzati diversi dal biometano per accedere agli incentivi previsti dall'articolo 7 del DM 2 marzo 2028, che prevede il riconoscimento, da parte del GSE, di una somma pari a 375 euro per ciascun certificato di immissione di consumo di biocarburanti (CIC) (articolo 9-bis).

Per il conseguimento degli obiettivi di riduzione dei consumi di energia elettrica nelle ore di picco, di cui all'articolo 4 del Regolamento (UE) 2022/1854, è istituito un servizio di riduzione dei consumi di energia elettrica, affidato da Terna S.p.A. su base concorsuale, mediante procedura aperta a tutti i clienti o gruppi di clienti. La procedura ha l'obiettivo di selezionare i soggetti che assumono l'impegno di ridurre i consumi elettrici fino al 31 marzo 2023 (articolo 10).

L'articolo 11 riconosce un credito d'imposta a favore delle imprese esercenti attività agricola, della pesca e agromeccanica pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati effettuato nel primo trimestre solare dell'anno 2023. Tale agevolazione è, altresì, estesa per lo stesso periodo, per le sole imprese esercenti attività agricola e della pesca, anche alla spesa sostenuta per l'acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all'allevamento degli animali. Sono poi precisate le modalità di fruizione della agevolazione in esame, con riferimento alle spese effettuate nel terzo trimestre solare dell'anno 2022.

Fisco.

Nel corso dell'esame parlamentare le norme fiscali, pur rimanendo ferme nell'impianto fondamentale, hanno subito numerose modifiche.

Un primo gruppo di misure hanno l'obiettivo di assicurare la riduzione della pressione fiscale. Tra queste ricordo l'innalzamento a 85 mila euro, della soglia di ricavi e compensi che consente di applicare un'imposta forfettaria del 15 per cento sostitutiva di quelle ordinariamente previste. La disposizione prevede inoltre che tale agevolazione cessa immediatamente di avere applicazione per coloro che avranno maturato compensi o ricavi superiori ai 100 mila euro, senza aspettare l'anno fiscale seguente. L'introduzione a determinate condizioni e limitatamente all'anno 2023, per le persone fisiche titolari di reddito d'impresa e/o di lavoro autonomo che non applicano il regime forfettario, una tassa piatta al 15 per cento da applicare alla parte degli aumenti di reddito calcolata rispetto ai redditi registrati nei tre anni precedenti. La norma precisa altresì le conseguenze di tale nuovo regime relativamente alla determinazione dei requisiti reddituali validi ai fini del riconoscimento di benefici fiscali nonché degli acconti dovuti per il periodo d'imposta 2024. Ulteriori interventi agevolativi concernono l'applicazione di un'imposta sostitutiva con un'aliquota del 5 per cento sulle cosiddette mance degli operatori della ristorazione e dell'attività ricettive, la riduzione dal 10 per cento al 5 per cento dell'aliquota dell'imposta sostitutiva sulle somme erogate sotto forma di premi di risultato o di partecipazione agli utili d'impresa ai lavoratori dipendenti del settore privato, l'applicazione un'aliquota IVA ridotta al 5 per cento ai servizi di teleriscaldamento, introdotta nel corso dell'esame in Commissione, contabilizzati nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di gennaio, febbraio e marzo dell'anno 2023, il posticipo all'anno 2024 dell'entrata in vigore della plastic tax e della sugar tax, l'assoggettamento ad aliquota IVA ridotta al 5 per cento i prodotti per la protezione dell'igiene intima femminile, i tamponi e gli assorbenti (precedentemente soggetti all'aliquota IVA al 10 per cento), nonché alcuni prodotti per l'infanzia, nonché la riduzione dell'aliquota IVA al 10 per cento (dall'attuale 22 per cento) con riferimento alla cessione dei pellet.

Con riferimento al settore del commercio al dettaglio viene prevista la possibilità di dedurre le quote di ammortamento del costo dei fabbricati strumentali per l'esercizio dell'impresa con speciali modalità, ovvero in misura non superiore a quella risultante dall'applicazione al costo degli stessi fabbricati di un coefficiente fissato al 6 per cento. La misura riguarda le imprese che operano prevalentemente in specifici settori del commercio al dettaglio e limitatamente ai fabbricati strumentali utilizzati per tale attività.

Sono introdotti anche interventi per favorire l'accesso all'abitazione. Viene infatti rifinanziato con ulteriori 430 milioni di euro il Fondo di garanzia per la prima casa per l'anno 2023, viene prorogata al 31 dicembre 2023 la speciale disciplina emergenziale del Fondo di solidarietà per la sospensione dei mutui relativi all'acquisto della prima casa (cd. Fondo Gasparrini), che ne consente l'accesso a un più ampio novero di soggetti rispetto alle regole ordinarie; si proroga inoltre al 31 marzo 2023 la disciplina emergenziale del Fondo di garanzia per la prima casa, con particolare riferimento alla più alta misura della garanzia rilasciata dal medesimo Fondo e vengono prorogate al 31 dicembre 2023 le agevolazioni in materia di imposte indirette per l'acquisto della prima casa da parte degli under 36.

Sempre a questa finalità nel corso dell'esame in Commissione è stata introdotta la possibilità di detrarre dall'Irpef il 50 per cento dell'IVA versata per l'acquisto, entro il 31 dicembre 2023, di immobili residenziali di classe energetica A o B ceduti dalle imprese costruttrici e sono stati riaperta per tutto l'anno 2023 i termini di operatività della disciplina che consente di rinegoziare i mutui ipotecari per l'acquisto o la ristrutturazione di abitazioni e stipulati con tasso e a rata variabile per tutta la durata del contratto, al fine di ottenere l'applicazione di un tasso fisso.

Sempre a tale ambito può riferirsi l'incrementato per il 2023 da 5.000 a 8.000 euro della detrazione prevista per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione

Infine ricordo l'introduzione di un'esenzione IMU per i proprietari di immobili occupati che abbiano presentato regolare denuncia.

Un secondo gruppo di misure sono dirette a razionalizzare il sistema delle entrate. Vengono rispristinati alcuni limiti alla deducibilità delle spese e degli altri componenti negativi di reddito derivanti da operazioni intercorse con imprese e professionisti residenti, ovvero localizzati in Stati non cooperativi a fini fiscali, si consente ai contribuenti che, nell'ambito di attività di impresa, detengono partecipazioni in società ed enti esteri, in particolare ubicati in Stati o territori a regime fiscale privilegiato, di affrancare o rimpatriare, attraverso il pagamento di un'imposta sostitutiva, gli utili e le riserve d utili non distribuiti alla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, come risultanti dal bilancio chiuso nell'esercizio 2021 (antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022) si assoggettano a imposizione in Italia le plusvalenze derivanti, per i soggetti non residenti, dalla cessione di partecipazioni in società ed enti, non negoziate in mercati regolamentati, il cui valore, per più del 50 per cento, deriva direttamente o indirettamente da beni immobili situati in Italia. Gli immobili alla cui produzione o al cui scambio è effettivamente diretta l'attività di impresa (cd. immobili merce), nonché quelli utilizzati direttamente nell'esercizio d'impresa (cd. immobili strumentali) sono esclusi dalle soglie rilevanti per l'imposizione in Italia delle plusvalenze derivanti dalle relative cessioni; analogamente sono escluse dall'applicazione delle norme sulla tassazione in Italia anche le plusvalenze realizzate da organismi di investimento collettivo del risparmio di diritto estero istituiti negli Stati membri dell'Unione europea e negli Stati aderenti all'Accordo sullo spazio economico europeo che consentono un adeguato scambio di informazioni. Sono introdotte agevolazioni fiscali temporanee per le cessioni o assegnazioni, da parte delle società - ivi incluse le cd. società non operative di beni immobili e di beni mobili registrati ai soci: a queste operazioni si applica un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e dell'IRAP ed è ridotta l'imposta di registro. Analoghe agevolazioni sono previste per le relative trasformazioni societarie. Ulteriori agevolazioni concernono la cd. estromissione dei beni di imprese individuali - il calcolo delle plusvalenze e minusvalenze finanziarie, secondo basi imponibili più vantaggiose a condizione del versamento di un'imposta sostitutiva con aliquota al 16 per cento. Sono inoltre estese alla rideterminazione dei valori di acquisto delle partecipazioni negoziate e non negoziate in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione e dei terreni edificabili e con destinazione agricola - posseduti alla data del 1° gennaio 2023 - le disposizioni in materia di rivalutazione, già previste in passato e più volte prorogate nel tempo.

Si prevede inoltre l'applicazione di alcune agevolazioni in materia di imposte indirette sui trasferimenti immobiliari (imposte di registro ed ipotecaria nella misura fissa ed imposta catastale nella misura dell'1 per cento) anche agli atti di trasferimento a titolo oneroso di terreni agricoli per i giovani agricoltori a determinate condizioni.

Si consente inoltre, anche in tal caso dietro pagamento di un'imposta sostitutiva con aliquota al 14 per cento di considerare realizzati i redditi derivanti dalla cessione o dal rimborso di quote o azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio la differenza tra il valore delle quote o azioni rilevato dai prospetti periodici alla data del 31 dicembre 2022 e il costo o valore di acquisto o di sottoscrizione; si introduce la facoltà di considerare corrisposti i redditi derivanti dai contratti di assicurazione sulla vita di cui al ramo I (assicurazioni sulla durata della vita umana) e al ramo V (operazioni di capitalizzazione) assoggettando a imposta sostitutiva con aliquota del 14 per cento la differenza tra il valore della riserva matematica alla data del 31 dicembre 2022 e i premi versati. E vi sono anche ulteriori interventi in materia.

Il provvedimento interviene inoltre in materia di accise, riconfigurando i criteri utilizzati per il calcolo della quota specifica in misura fissa, nonché di quella ad valorem, che determina l'accisa sui tabacchi lavorati. Viene innalzato inoltre l'importo dell'accisa minima gravante sul tabacco trinciato usato per arrotolare le sigarette, aggiornato l'importo dell'onere fiscale minimo per le sigarette mentre sono ridotte le aliquote dell'imposta di consumo gravante sui prodotti liquidi da inalazione e rideterminata, in riduzione, la tassazione delle sostanze liquide, contenenti o meno nicotina, destinate ad essere inalate senza combustione. Nel provvedimento vengono anche definiti alcuni adempimenti a cui sono tenuti i soggetti che effettuano l'immissione in consumo di prodotti contenenti nicotina diversi dai tabacchi lavorati provenienti da uno Stato dell'Unione europea. La norma stabilisce, tra l'altro, che tali soggetti sono tenuti al pagamento dell'imposta di consumo.

Ricordo inoltre che sono prorogate a titolo oneroso diverse concessioni relative ai giochi fino al 31 dicembre 2024 (raccolta a distanza dei giochi pubblici, concessioni per la raccolta del gioco del Bingo, concessioni di realizzazione e conduzione delle reti di gestione telematica del gioco mediante apparecchi da divertimento e intrattenimento, concessioni per la raccolta delle scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, compresi gli eventi virtuali) in scadenza al 31 dicembre 2022.

Il provvedimento introduce altresì una specifica disciplina fiscale applicabile alle cripto-attività. In particolare le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante rimborso o cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, sono inserite tra i redditi diversi. Viene precisata la disciplina relativa alle plusvalenze su cripto-attività, e si consente di portare in deduzione dalle plusvalenze le minusvalenze relative ad operazioni aventi ad oggetto cripto-attività realizzate fino alla data di entrata in vigore della disposizione in commento. Viene modificata la disciplina dell'imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri redditi, configurando i tre diversi regimi della "dichiarazione", quello cosiddetto del "risparmio amministrato" e quello del "risparmio gestito". Si novella la disciplina della rilevazione a fini fiscali di taluni trasferimenti da e per l'estero di denaro, titoli e valori, includendovi i riferimenti alle cripto-attività e ai prestatori di servizi di portafoglio digitale. Le maggiori entrate derivanti dalla disciplina così introdotta sono destinate al Fondo per la riduzione della pressione fiscale da istituire nello stato di previsione del MEF. Viene stabilito che i componenti positivi e negativi che risultano dalla valutazione delle cripto-attività non concorrono alla formazione del reddito ai fini dell'imposta sul reddito delle società (IRES) e dell'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) e viene definito il valore a fini fiscali delle cripto-attività possedute alla data del 1° gennaio 2023 assoggettandolo ad una imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, nella misura del 14 per cento. Il disegno di legge permette inoltre ai contribuenti che non hanno indicato nella propria dichiarazione la detenzione delle cripto-attività e i redditi derivati dalle stesse, di regolarizzare la propria posizione e nel caso in cui le cripto-attività abbiano prodotto reddito, versando un'imposta sostitutiva in misura pari al 3,5 per cento del valore delle cripto-attività detenute al termine di ogni anno o al momento del realizzo. Le norme chiariscono che il contribuente, ove intenda effettuare la regolarizzazione, debba presentare un'istanza di emersione secondo un modello approvato con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate (e non una dichiarazione).

Infine, si applica l'imposta di bollo ai rapporti aventi ad oggetto le cripto-attività nella misura del 2 per mille annui del relativo valore. A decorrere dal 2023 si prevede l'applicazione di un'imposta sul valore delle cripto-attività detenute da tutti i soggetti residenti nel territorio dello Stato le cui entrate sono anch'esse destinate al citato Fondo per la riduzione della pressione fiscale.

Viene rafforzata l'attività di presidio preventivo connesso all'attribuzione e all'operatività delle partite IVA. In particolare, la norma riconosce all'Agenzia delle entrate la possibilità di effettuare specifiche analisi del rischio anche attraverso l'esibizione di documentazione tramite cui sia possibile la verifica dell'effettivo esercizio dell'attività. Vengono altresì specificate le modalità con le quali, successivamente al provvedimento di cessazione, la partita IVA può essere nuovamente richiesta nonché il regime sanzionatorio applicabile. Viene eliminata la responsabilità in solido per il pagamento delle sanzioni da parte dell'intermediario che trasmette per conto del contribuente la dichiarazione di inizio attività a fini IVA.

Sono previsti obblighi comunicativi, relativi ai dati dei fornitori e delle operazioni effettuate, a carico della piattaforma digitale che facilita la vendita on-line di determinati beni, presenti nel territorio dello Stato.

Viene infine disciplinata la responsabilità di cessionario o committente una specifica ipotesi di cessione di crediti IVA inesistenti.

Viene inoltre elevata eleva dallo 0,45 allo 0,50 l'aliquota d'imposta sulle riserve matematiche dei rami vita iscritte nel bilancio dell'esercizio delle imprese assicurative.

Si innalzano inoltre le soglie di ricavi da non superare per usufruire della cd. contabilità semplificata, da 400 mila a 500 mila euro per le imprese che esercitano la prestazione di servizi e da 700 mila a 800 mila euro per le imprese aventi a oggetto altre attività.

Si prevede infine l'estensione del criterio di derivazione rafforzata alle poste contabilizzate a seguito della correzione di errori contabili si applichi ai soli soggetti che sottopongono il proprio bilancio d'esercizio a revisione legale dei conti.

Viene inoltre innalzato il valore soglia oltre il quale si applica il divieto al trasferimento di denaro contante, portandolo, a decorrere dal 1°gennaio 2023, da 1.000 a 5.000 euro e, anche a seguito del ripristino dell'obbligo di ricevere pagamenti elettronici, si prevede che le associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei soggetti che effettuano l'attività di vendita, e che sono tenuti ad accettare anche pagamenti attraverso carte di pagamento, e quelle dei prestatori e dei gestori di servizi di pagamento determinino in via convenzionale le modalità dei loro rapporti al fine di garantire oneri proporzionali alle transazioni. Viene, altresì istituito un tavolo permanente tra le categorie interessate per mitigare l'incidenza dei costi delle transazioni elettroniche fino a 30 euro e parallelamente previsto un contributo straordinario pari al 50 per cento degli utili derivanti dalle commissioni qualora il tavolo suddetto non giunga alla definizione di un livello di costi equo.

Un complesso di misure sono dirette a definire una nuova pace fiscale tra i contribuenti e lo Stato italiano.

Viene introdotto uno strumentario di norme che permette ai contribuenti di definire con modalità agevolate, e dunque in deroga alle regole ordinarie, la pretesa tributaria. Le misure si riferiscono a un ampio ventaglio di fasi dell'adempimento fiscale, che va dall'accertamento alla cartella di pagamento, fino al contenzioso innanzi alle corti tributarie.

È possibile usufruire di dilazioni dei pagamenti dovuti e dell'abbattimento di alcune somme dovute al fisco a titolo di aggio, di interessi, ovvero a titolo di sconto sulle sanzioni, secondo quanto previsto da ciascuna norma del Capo III in parola.

Tra le varie misure si consente di definire con modalità agevolate le somme dovute a seguito del controllo automatizzato (cd. avvisi bonari), relative ai periodi d'imposta in corso al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2021, per le quali il termine di pagamento non sia ancora scaduto alla data di entrata in vigore del provvedimento in commento, ovvero i cui avvisi siano stati recapitati successivamente a tale data. Tali importi possono essere definiti con il pagamento: delle imposte e dei contributi previdenziali; degli interessi e delle somme aggiuntive; delle sanzioni nella misura ridotta del 3 per cento (in luogo del 30 per cento ridotto a un terzo), senza riduzione sulle imposte non versate o versate in ritardo. È prevista poi la definizione agevolata delle somme derivanti da controlli automatizzati le cui rateazioni sono ancora in corso all'entrata in vigore della norma in parola, mediante pagamento del debito residuo a titolo di imposte e contributi previdenziali, interessi e somme aggiuntive. Anche in tal caso le sanzioni sono dovute nella misura del 3 per cento.

Le norme riaprono inoltre i termini per il versamento delle ritenute alla fonte, ivi comprese quelle dovute per addizionali regionali e comunali e per IVA, già sospese da precedenti provvedimenti, nei confronti di federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva e associazioni e società sportive professionistiche e dilettantistiche, in scadenza il 22 dicembre 2022. Tali pagamenti possono essere dilazionati in sessanta rate di pari importo, con scadenza delle prime tre rate entro il 29 dicembre 2022 e delle successive rate mensili entro l'ultimo giorno di ciascun mese, a decorrere dal mese di gennaio 2023. In caso di pagamento rateale è dovuta una maggiorazione nella misura del 3 per cento sulle somme complessivamente dovute, da versare, per intero, contestualmente alla prima rata. Si consente poi di sanare le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti, di natura formale, non rilevanti sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, ai fini dell'IVA e dell'IRAP e sul pagamento di tali tributi, se commesse fino al 31 ottobre 2022, mediante la loro rimozione e il versamento di una somma pari a 200 euro per ciascun periodo d'imposta cui si riferiscono le violazioni, eseguito in due rate di pari importo, la prima entro il 31 marzo 2023 e la seconda entro il 31 marzo 2024.

In deroga all'ordinaria disciplina del ravvedimento operoso, è prevista la possibilità di regolarizzare le dichiarazioni - purché validamente presentate – relative al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a quelli precedenti, purché le relative violazioni non siano state già contestate alla data del versamento del dovuto (in unica soluzione o alla prima rata), mediante la rimozione dell'irregolarità o dell'omissione e il pagamento dell'imposta, degli interessi e delle sanzioni, queste ultime ridotte a un diciottesimo del minimo edittale irrogabile.

Si introduce la possibilità di definire con modalità agevolate gli atti del procedimento di accertamento adottati dall'Agenzia delle entrate, purché non impugnati e per i quali non siano decorsi i termini per presentare ricorso, nonché quelli notificati dall'Agenzia delle entrate entro la data del 31 marzo 2023. Sono previste sanzioni ridotte, da un terzo a un diciottesimo del minimo previsto dalla legge, per gli accertamenti con adesione relativi a: processi verbali di constatazione consegnati entro la data del 31 marzo 2023; avvisi di accertamento, rettifica e liquidazione, non impugnati e ancora impugnabili, nonché avvisi notificati entro il 31 marzo 2023. La medesima riduzione sanzionatoria a un diciottesimo è applicata anche agli atti di accertamento con adesione relativi agli inviti a comparire per l'avvio del procedimento di definizione dell'accertamento. Le norme consentono di definire in acquiescenza avvisi di accertamento, di rettifica e quelli di liquidazione, non impugnati e ancora impugnabili, nonché quelli notificati fino al 31 marzo 2023, con analoga riduzione sanzionatoria a un diciottesimo delle sanzioni irrogate. La medesima riduzione delle sanzioni è applicata nel caso di acquiescenza agli atti di recupero non impugnati e ancora impugnabili, in tal caso con pagamento degli interessi. Le somme dovute possono essere anche dilazionate.

Alcune disposizioni concernono poi la definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti alla data di entrata in vigore della norma medesima, anche in Cassazione e a seguito di rinvio, in cui sono parte l'Agenzia delle entrate e l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, aventi ad oggetto atti impositivi (avvisi di accertamento, provvedimenti di irrogazione delle sanzioni e ogni altro atto di imposizione), mediante il pagamento di un importo pari al valore della controversia peraltro prevedendo la possibilità di ridurre l'importo della definizione a seconda dello stato e del grado del procedimento e della condizione di soccombenza o meno dell'Amministrazione fiscale. Con riferimento agli effetti della definizione agevolata sul processo, si chiarisce che il deposito della documentazione attestante l'adesione alla procedura e della copia dei versamenti dovuti entro il 10 luglio 2023, il processo è dichiarato estinto (con decreto del presidente della sezione o con ordinanza in camera di consiglio se è stata fissata la data della decisione) e le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate, in relazione alle controversie pendenti in ogni stato e grado. In alternativa alla definizione agevolata delle controversie è consentito definire entro il 30 giugno 2023 - con un accordo conciliativo fuori udienza le controversie tributarie pendenti, aventi ad oggetto atti impositivi in cui è parte l'Agenzia delle entrate. Anche in tal caso si applicano sanzioni ridotte ad un diciottesimo del minimo previsto dalla legge (in luogo di quaranta o cinquanta per cento del minimo, ordinariamente previsto secondo il grado di giudizio in cui interviene la conciliazione). Infine, in alternativa alla citata definizione agevolata delle controversie, si introduce la rinuncia agevolata, entro il 30 giugno 2023, alle controversie tributarie in cui è parte l'Agenzia delle entrate e che sono pendenti in Corte di Cassazione. La rinuncia avviene mediante definizione transattiva con la controparte di tutte le pretese azionate in giudizio. Con la rinuncia agevolata si dispone il pagamento delle somme dovute per le imposte, gli interessi e gli accessori, ma con sanzioni ridotte ad un diciottesimo del minimo previsto dalla legge.

Sono infine prevista la regolarizzazione dell'omesso o carente versamento di alcune somme riferite a tributi amministrati dall'Agenzia delle entrate e, in particolare delle rate, successive alla prima, relative alle somme dovute a seguito di accertamento con adesione o di acquiescenza agli avvisi di accertamento, degli avvisi di rettifica e liquidazione, nonché a seguito di reclamo o mediazione; degli importi, anche rateali, relativi alle conciliazioni giudiziali.

Un ulteriore importante intervento concerne l'annullamento automatico dei debiti tributari fino a mille euro (comprensivo di capitale, interessi e sanzioni) risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, ancorché ricompresi in precedenti definizioni agevolate relative ai debiti affidati all'agente della riscossione. La data rilevante per l'annullamento automatico è fissata al 31 marzo 2023.

Anche a seguito del lavoro svolto nel corso dell'esame in Commissione viene stabilito un regime differenziato per i carichi affidati agli agenti della riscossione da enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali (dunque, tra gli altri anche dagli enti territoriali e dagli enti di previdenza privati); per tali carichi l'annullamento automatico opera limitatamente alle somme dovute a titolo di interessi per ritardata iscrizione a ruolo, di sanzioni e di interessi di mora ma non opera per quanto dovuto a titolo di capitale e al quantum maturato a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione della cartella di pagamento. Viene prevista una specifica disciplina per le altre sanzioni amministrative, incluse quelle per violazioni del codice della strada, in relazione alle quali l'annullamento opera solo per gli interessi comunque denominati e non, invece, per le sanzioni e le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione, le quali restano integralmente dovute. Infine, si consente agli enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali (dunque, tra gli altri anche dagli enti territoriali e dagli enti di previdenza privati) di non applicare le disposizioni speciali relative all'annullamento automatico dei loro crediti e delle sanzioni amministrative. Dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame e fino alla data del 31 marzo 2023 è comunque sospesa la riscossione dell'intero ammontare.

Si prevede infine la definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione (cd. rottamazione delle cartelle esattoriali) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022. Con l'abbattimento delle somme affidate all'agente della riscossione a titolo di sanzioni e interessi, nonché degli interessi di mora, delle sanzioni civili e delle somme aggiuntive. Innovando rispetto alla disciplina precedente, aderendo alla definizione agevolata prevista dalle norme in esame è abbattuto l'aggio in favore dell'agente della riscossione. La definizione agevolata richiede quindi il versamento delle sole somme dovute a titolo di capitale e di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notifica della cartella di pagamento. Si può effettuare il pagamento in unica soluzione o anche a rate, con un tasso di interesse al 2 per cento. Con il versamento della prima o unica rata delle somme dovute si estinguono le procedure esecutive già avviate. Accanto ad alcune novità, le norme riproducono in sostanza le procedure già utilizzate per le precedenti definizioni agevolate, disponendo che il contribuente presenti apposita dichiarazione all'agente della riscossione. A seguito dell'accoglimento della domanda, l'agente della riscossione comunica al contribuente il quantum dovuto, nonché, in caso di scelta del pagamento dilazionato, il giorno e il mese di scadenza di ciascuna rata. La definizione agevolata è estesa alle sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali, ivi comprese le sanzioni per violazioni del codice della strada, ma limitatamente agli interessi e all'aggio.

Conseguentemente alle predette misure sono rimodulati i termini per la comunicazione di inesigibilità relative alle quote affidate agli agenti della riscossione introducendo anche una contrazione del calendario complessivo dei termini di invio delle comunicazioni.

Un ulteriore intervento di supporto ai cittadini è la proroga dal 31 ottobre al 30 novembre 2023 i termini per il riversamento spontaneo del credito d'imposta ricerca e sviluppo per i soggetti che hanno utilizzato tale credito indebitamente in compensazione.

Tra le ulteriori misure fiscali segnalo la disposizione diretta a chiarire le condizioni secondo le quali non si configura una stabile organizzazione in Italia, da cui discende l'applicazione della normativa fiscale, di un veicolo d'investimento non residente che opera sul territorio nazionale tramite un soggetto indipendente che svolge, per suo conto, l'attività di gestione di investimenti (asset manager).

Sono inoltre previsti nuovi concorsi per l'Agenzia delle entrate e norme per ottimizzare i servizi informatici strumentali al servizio nazionale della riscossione dell'Agenzia delle entrate-Riscossione.

Per quanto concerne il Mezzogiorno sono prorogati un insieme di interventi fiscali in particolare fino al 31 dicembre 2023 il credito di imposta per investimenti (acquisto di beni strumentali nuovi, quali macchinari, impianti e attrezzature varie) destinati a strutture produttive nelle regioni del Mezzogiorno ed il credito di imposta per investimenti nelle ZES (Zone economiche speciali). Si estende all'esercizio 2023 il credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo in favore delle imprese operanti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e il credito di imposta per le spese documentate relative all'installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i centri agroalimentari presenti nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia, nel limite massimo di un milione di euro per l'anno 2024.

In materia di superbonus viene riconosciuta la detrazione al 110 per cento anche per le spese per l'installazione di impianti solari fotovoltaici realizzata da organizzazioni non lucrative di utilità sociale, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale iscritte negli appositi registri, in aree o strutture non pertinenziali, anche di proprietà di terzi, diversi dagli immobili ove sono realizzati gli interventi previsti ai commi 1 e 4 dell'articolo 119 (cd interventi trainanti), sempre che questi siano situati all'interno di centri storici soggetti ai vincoli di legge. Fermo restando il limite di spesa ammesso alle detrazioni del superbonus previsto per gli interventi realizzati sulle singole unità immobiliari delle organizzazioni non lucrative, per tali interventi l'applicazione della disciplina del comma 16-ter, che estende la detrazione agli impianti realizzati nell'ambito delle comunità energetiche, avviene fino alla soglia di 200 kW all'aliquota del 110 per cento.

Sono poi indicati una serie di interventi rientranti nella disciplina del superbonus a cui, a determinate condizioni, non viene applicata la diminuzione dal 110 al 90 per cento della detrazione prevista a partire dal 2023.

Rientrano nella disciplina sia gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini per i quali, alla data del 25 novembre, risulta effettuata la CILA, sia gli interventi effettuati dai condomini per i quali la delibera assembleare che ha approvato l'esecuzione dei lavori risulta adottata entro determinati termini nonché gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici per i quali alla data del 31 dicembre 2022 risulta presentata l'istanza per l'acquisizione del titolo abilitativo.

Sempre in materia di edilizia si proroga al 31 dicembre 2025 la detrazione prevista per gli interventi finalizzati al superamento e all'eliminazione di barriere architettoniche.

Con riferimento ai tributi locali tra le misure più significative si prevede che dal 1° gennaio 2023 operi l'esenzione IMU per gli immobili degli enti non commerciali, destinati esclusivamente allo svolgimento con modalità non commerciali di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, di ricerca scientifica, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Per il ristoro ai comuni del minor gettito IMU sia istituito un apposito Fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno. Si modifica inoltre la disciplina dell'imposta di soggiorno consentendo ai comuni capoluogo di provincia aventi forte vocazione turistica di applicare l'imposta di soggiorno fino all'importo di 10 euro per notte di soggiorno.

ROBERTO PELLA, Relatore per la maggioranza. (Relazione – A.C. 643​-bis-A).

Lavoro, politiche sociali e famiglia.

In tema di politiche attive e incentivi all'occupazione, il ddl di bilancio:

- introduce un esonero contributivo totale per le assunzioni a tempo indeterminato (e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato) di percettori del reddito di cittadinanza, effettuate nel 2023, alternativo a quello già previsto dalla normativa vigente. Il limite massimo di importo entro cui è riconosciuto tale esonero è pari a 8.000 euro (in luogo di 6.000 euro previsti dal ddl iniziale) (articolo 57, commi 1, 2 e 3);

- estende anche alle assunzioni effettuate nel 2023 l'esonero contributivo temporaneo al 100 per cento, fino a 8.000 euro (in luogo di 6.000 euro previsti dal ddl iniziale), per le assunzioni di donne svantaggiate (in base a fattori come l'età, la durata della disoccupazione, il settore di specializzazione e il territorio in cui risiedono) e di giovani al di sotto di 36 anni (articolo 57, commi 4 e 5);

- modifica la disciplina del reddito di cittadinanza, nelle more di una organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva (articolo 59).

In particolare, si prevede:

- che, nel corso del 2023, il reddito di cittadinanza sia riconosciuto per un massimo di 7 mensilità (in luogo delle 8 previste dal ddl iniziale e delle 18, rinnovabili, attualmente previste), salvo il caso in cui siano presenti nel nucleo familiare persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant'anni di età (commi 1 e 2);

- l'obbligo, per i beneficiari del reddito di cittadinanza tenuti a sottoscrivere un patto per il lavoro o per l'inclusione sociale, di frequentare un corso di formazione e/o riqualificazione professionale per 6 mesi, pena la decadenza dal beneficio per l'intero nucleo familiare (comma 3);

- per i beneficiari compresi nella fascia di età dai 18 ai 29 anni che non hanno adempiuto all'obbligo scolastico, che l'erogazione del reddito sia subordinata all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello, o comunque funzionali all'adempimento del predetto obbligo (commi 3-bis e 3-ter);

- che la componente del reddito pari all'ammontare del canone annuo previsto nel contratto in locazione, corrisposta ad integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione in locazione fino ad un massimo di euro 3.360 annui, sia erogata direttamente al locatore dell'immobile risultante dal contratto di locazione che la imputa al pagamento parziale o totale del canone (comma 4, lettere 0a) e 00a));

- la decadenza dal beneficio nel caso in cui uno dei componenti il nucleo familiare non accetti la prima offerta di lavoro, anche se perviene nei primi diciotto mesi di fruizione del reddito di cittadinanza (comma 4, lettera c));

- che i comuni nell'ambito dei progetti utili alla collettività impieghino tutti (e non più almeno un terzo, come attualmente previsto) i percettori di reddito di cittadinanza residenti che hanno sottoscritto un Patto per il lavoro o un Patto per l'inclusione sociale (comma 4, lettera b));

- l'abrogazione delle norme istitutive del reddito e della pensione di cittadinanza dal 1° gennaio 2024 (comma 5);

- l'istituzione di un Fondo per il sostegno alla povertà e all'inclusione attiva (comma 8).

In materia di indennità e trattamenti di integrazione salariale in favore di determinate categorie di lavoratori il ddl di bilancio, attraverso il rifinanziamento del Fondo sociale per l'occupazione, stanzia ulteriori risorse per il riconoscimento anche nel 2023:

- dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria e di mobilità in deroga in favore dei lavoratori delle imprese operanti in aree di crisi industriale complessa (articolo 61, comma 2);

- dell'indennità per il fermo pesca obbligatorio e non obbligatorio (articolo 61, comma 3);

- delle misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti delle imprese del settore dei call center in caso di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa (articolo 61, comma 4);

- dell'integrazione economica del trattamento di integrazione salariale straordinaria in favore dei lavoratori dipendenti dalle imprese del Gruppo Ilva (articolo 61, comma 5);

- del trattamento straordinario di integrazione salariale per crisi aziendale per le imprese che cessano l'attività produttiva (articolo 61, comma 6).

Il ddl di bilancio introduce anche misure di sostegno al reddito, tra le quali:

- per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, un esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, esclusi i lavoratori domestici, pari al 2 per cento se la retribuzione imponibile non eccede l'importo mensile di 2.692 euro e al 3 per cento se la medesima retribuzione non eccede l'importo mensile di 1.923 euro (in luogo di 1.538 euro, previsti dal ddl iniziale) (articolo 52);

- in via aggiuntiva rispetto alla perequazione automatica, un incremento transitorio dei trattamenti pensionistici, pari all'1,5 per cento per le mensilità del 2023, elevato al 6,4 per cento per i pensionati con un'età pari o superiore a 75 anni, e al 2,7 per cento per quelle del 2024, per i casi in cui il complesso di tali trattamenti in capo ad un soggetto sia pari o inferiore al trattamento pensionistico minimo (articolo 58, comma 2);

- lo stanziamento di 1 miliardo di euro, per il solo 2023, per l'erogazione di un emolumento accessorio una tantum, pari all'1,5 per cento dello stipendio, da corrispondersi per tredici mensilità, a favore del personale statale; per il personale dipendente da altre amministrazioni, gli oneri da destinare alla medesima finalità sono posti a carico dei rispettivi bilanci (articolo 62);

- l'armonizzazione delle indennità di amministrazione del personale delle aree dell'Ispettorato nazionale del lavoro e dell'Agenzia nazionale delle politiche attive a quelli del personale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, come rideterminate dal CCNL 2019-2021 del comparto funzioni centrali del 9 maggio 2022 (articolo 62-bis);

In materia previdenziale il ddl di bilancio:

- introduce, in via sperimentale, un'ulteriore fattispecie di pensionamento anticipato (Quota 103) alla quale si può accedere maturando, entro il 31 dicembre 2023, un'età anagrafica di almeno 62 anni e un'anzianità contributiva di almeno 41 anni, a condizione che il valore lordo mensile del trattamento di pensione anticipata non sia superiore a cinque volte il trattamento minimo (articolo 53);

- per i lavoratori dipendenti che, pur avendo maturato i requisiti pensionistici della predetta "quota 103", rimangono in servizio viene meno l'obbligo di versamento all'ente previdenziale dei contributi a carico del lavoratore e del datore di lavoro; il medesimo importo viene quindi corrisposto interamente al lavoratore (articolo 54);

- proroga anche per il 2023 l'istituto di pensionamento anticipato Ape sociale (articolo 55);

- ammette al trattamento pensionistico anticipato denominato "Opzione donna", calcolato su base contributiva, le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 hanno maturato un'anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un'età di 60 anni (ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni) e che assistono un parente disabile, o che hanno una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74 per cento o che sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi (in tale ultimo caso il requisito anagrafico è pari a 58 anni) (articolo 56);

- introduce, per gli anni 2023-2024, una disciplina speciale per l'indicizzazione dei trattamenti pensionistici, confermando una perequazione automatica pari al 100 per cento della variazione dell'indice del costo della vita per i trattamenti di importo fino a quattro volte il trattamento minimo INPS e riconoscendo una perequazione in misura variabile da 85 a 32 punti percentuali (in luogo di una forbice compresa tra 80 e 35 punti percentuali, prevista dal ddl iniziale, e di quella attualmente prevista che varia dal 90 al 75 per cento), in relazione a determinate classi di importo che variano da cinque a dieci volte il trattamento minimo INPS (articolo 58, comma 1);

In tema di politiche per la famiglia, il disegno di legge di bilancio reca alcune novelle alla disciplina dell'assegno unico e universale per i figli a carico, di cui al decreto legislativo n. 230 del 2019. Le novelle rendono permanenti, al fine della misura dell'assegno, le equiparazioni, già previste fino al 31 dicembre 2022, rispettivamente: tra il figlio minorenne a carico e il figlio maggiorenne disabile e a carico; tra il figlio minorenne a carico e disabile e il figlio di età inferiore a ventuno anni, sempre disabile e a carico. Inoltre, si proroga, nell'ambito dell'istituto in esame, un ulteriore beneficio temporaneo con riferimento ai figli a carico con disabilità, nell'ambito dei nuclei familiari rientranti in una determinata fattispecie, e si introduce un incremento dell'assegno con riferimento ai figli di età inferiore ad un anno ovvero, in una determinata ipotesi, di età inferiore a tre anni (articolo 65).

Crescita e investimenti.

Il disegno di legge rifinanzia lo strumento agevolativo dei contratti di sviluppo per 160 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027 e 240 milioni per ciascuno degli anni dal 2028 al 2037, destinando le risorse ai programmi di sviluppo industriale; nonché per 40 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027 e 60 milioni per ciascuno degli anni dal 2028 al 2037 per i programmi di sviluppo di attività turistiche. Il Ministero delle imprese e del made in Italy può impartire ad INVITALIA, soggetto gestore, direttive specifiche per l'utilizzo delle predette risorse, al fine di sostenere la realizzazione di particolari finalità di sviluppo (articolo 70).

Si dispone la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2023, dell'operatività transitoria e speciale del Rifinanziamento Fondo garanzia PMI, disposta dalla legge di bilancio 2022 (art. 1, commi 55 e 55-bis). Contestualmente, e a tale fine, rifinanzia il Fondo di 800 milioni di euro per l'anno 2023 (articolo 72).

Viene altresì prorogato al 31 dicembre 2023 il Credito di imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese (PMI) istituito dalla legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio 2018) e al contempo ne aumenta l'importo massimo da 200 mila euro a 500 mila euro (articolo 73).

Nello stato di previsione del Ministero delle imprese e del made in Italy è istituito un Fondo per il potenziamento delle politiche industriali di sostegno alle filiere produttive del made in Italy, dotandolo di 5 milioni di euro per l'anno 2023 e di 95 milioni per il 2024. La finalità espressa del fondo è quella di sostenere lo sviluppo e modernizzazione dei processi produttivi e accrescere l'eccellenza qualitativa del made in Italy. Ad uno o più decreti del Ministero delle imprese ed il made in Italy, da adottarsi di concerto con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministero dell'economia e delle finanze, è demandata la definizione dei settori di intervento ammissibili al finanziamento del fondo e il riparto delle risorse (articolo 74).

Inoltre, per l'anno 2023, l'importo delle risorse disponibili del Fondo Garanzie Green Deal concesse da SACE da destinare alla copertura delle garanzie concesse da SACE S.p.A per la realizzazione dei progetti economicamente sostenibili previsti dalla stessa legge di bilancio è fissato in misura pari a 565 milioni di euro, per un impegno massimo assumibile dalla SACE S.p.A. pari a 3.000 milioni di euro (articolo 75).

Agli articoli 74-bis e seguenti si prevede poi:

- l'istituzione di una fondazione denominata Centro Italiano per il design dei circuiti integrati a semiconduttore al fine di promuovere la progettazione e lo sviluppo di circuiti integrati, rafforzare il sistema della formazione professionale nel campo della microelettronica e assicurare la costituzione di una rete di università, centri di ricerca e imprese che favorisca l'innovazione e il trasferimento tecnologico del settore. Per la costituzione della fondazione è prevista la spesa di 10 milioni di euro per il 2023 e 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025;

- un incremento della dotazione del Fondo per la crescita sostenibile di cui all'articolo 23 del D.L. n. 83/2012 di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro a decorrere dal 2024, per il sostegno alla nascita e allo sviluppo di imprese cooperative costituite dai lavoratori per il recupero di aziende in crisi e i processi di ristrutturazione e/o conversione industriale;

- un incremento di 30 milioni di euro per il 2023 e di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 delle risorse stanziate dall'articolo 2 del D.L. n. 69/2013 per il riconoscimento di finanziamenti e contributi a tasso agevolato a favore delle micro, piccole e medie imprese che investono in macchinari, impianti, beni strumentali e attrezzature. Inoltre, è prorogato di sei mesi il termine, di norma di dodici mesi, per l'ultimazione degli investimenti per le iniziative con contratto di finanziamento stipulato dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2023;

- la definizione, da parte del Comitato Agevolazioni, titolare dell'Amministrazione del Fondo 295/73 per la concessione di contributi al pagamento degli interessi sui finanziamenti che istituti ed aziende ammessi ad operare con il Mediocredito centrale concedono, di una metodologia per la quantificazione degli stanziamenti necessari a copertura dei rischi di variazione dei tassi di interesse e di cambio che sia in linea con le migliori di mercato, anziché idonea a garantire la copertura pari al costo atteso di mercato a vita intera;

- l'incremento della dotazione organica del Ministero delle imprese e del made in Italy.

È poi rifinanziato per 3 milioni di euro per il 2023 e 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2024 il Fondo per le piccole e medie imprese creative istituito dalla legge n. 178/2020 presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy.

Un articolo inserito nel testo durante l'esame in Commissione (l'articolo 51-bis) rifinanzia per 3,5 milioni di euro nel 2023 e per 4,5 milioni di euro dal 2024 il fondo, istituito dal D.L. n. 73/2021, destinato al riconoscimento di un indennizzo per i danni agli immobili derivanti dall'esposizione prolungata all'inquinamento provocato dagli stabilimenti siderurgici di Taranto del gruppo ILVA. Le medesime disposizioni elidono, inoltre, il limite massimo dell'indennizzo (attualmente stabilito per legge e pari al 20 per cento del valore dell'immobile).

Agricoltura.

Il disegno di legge di bilancio 2023 reca disposizioni in materia di agricoltura (e di pesca e acquacoltura) che prevedono:

- il riconoscimento di un credito d'imposta a favore delle imprese esercenti attività agricola, della pesca e agromeccanica pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati effettuato nel primo trimestre solare dell'anno 2023. (articolo 11);

- il prolungamento, all'anno 2023, dell'esenzione Irpef redditi dominicali e agrari già prevista per gli anni dal 2017 al 2022 (articolo 20);

- l'introduzione o la proroga degli esoneri contributivi riconosciuti, previa autorizzazione della Commissione europea, ai datori di lavoro privati per le assunzioni, effettuate nel 2023, di determinati soggetti e ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali di età inferiore a quarant'anni per la promozione dell'imprenditoria in agricoltura. (articolo 57);

- stanziamenti, in materia di indennità e di trattamenti di integrazione salariale in favore di determinate categorie di lavoratori, attraverso il rifinanziamento del Fondo sociale per l'occupazione, di ulteriori risorse per il riconoscimento, anche nel 2023, dell'indennità per il fermo pesca obbligatorio e non obbligatorio (articolo 61, comma 3);

- risorse pari a 80 milioni di euro per il 2023 ad ISMEA per favorire la capitalizzazione delle imprese agricole - di cui all'articolo 17, comma 2, del decreto legislativo n. 102/2004 (articolo 72, comma 2-bis);

- l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, del “Fondo per la sovranità alimentare", con una dotazione di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, 2025 e 2026. La finalità del Fondo consiste nel rafforzamento del sistema agricolo e agroalimentare nazionale (articolo 76);

- l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, del “Fondo per l'innovazione in agricoltura”, con una dotazione di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025. La finalità del suddetto Fondo consiste nel favorire lo sviluppo di progetti di innovazione con lo scopo di incrementare la produttività nei settori dell'agricoltura, pesca e acquacoltura attraverso la diffusione delle tecnologie (articolo 77);

- l'istituzione di un apposito Fondo, con una dotazione di 500 milioni di euro per l'anno 2023, destinato a sostenere l'acquisito di beni alimentari di prima necessità dei soggetti con un ISEE non superiore a 15.000 euro (articolo 78);

- assunzioni per il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di un contingente di 300 unità di personale da inquadrare nell'area dei "Funzionari" con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato (articolo 78-bis);

- l'incremento della dotazione finanziaria del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura di 8 milioni di euro per l'anno 2023. (articolo 78-bis);

- l'istituzione dell'Autorità di gestione nazionale del Piano strategico della PAC, il rafforzamento della capacità amministrativa del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) e dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura - AGEA, al fine di evitare recuperi finanziari da parte dell'Unione europea sugli aiuti erogati in attuazione della PAC 2023/2027 (articolo 78-ter);

- l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, del "Fondo per il contrasto al consumo del suolo” con uno stanziamento complessivo di 160 milioni di euro per gli anni 2023-2027, al fine di consentire la programmazione ed il finanziamento di interventi per la rinaturalizzazione di suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano (articolo 127).

Infrastrutture e trasporti.

Il disegno di legge reca le seguenti misure in materia di pianificazione infrastrutturale:

- si introduce una disciplina delle procedure di pianificazione e programmazione secondo criteri di coerenza, misurazione del rendimento atteso, certezza dei tempi di realizzazione relative alle infrastrutture che non rivestono carattere prioritario per lo sviluppo del Paese, non sono finanziate attraverso il Fondo per lo sviluppo e la coesione ovvero attraverso fondi europei, non sono incluse nel PNRR o nel PNC, non sono incluse nei contratti di programma con RFI e ANAS e si istituisce a tal fine, nello stato di previsione del MIT, il Fondo per le infrastrutture ad alto rendimento (FIAR) con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro per l'anno 2023 e 60 milioni di euro per l'anno 2024. All'individuazione degli interventi da finanziare a valere sul FIAR e alla disciplina relativa all'erogazione e alla revoca delle risorse si provvede con uno o più decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze (articolo 80, modificato in sede referente);

- si dettano misure finalizzate a garantire la realizzazione del Piano complessivo delle opere relative ai Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026, autorizzando la spesa di 400 milioni di euro per il triennio 2024-2026 per il finanziamento del fabbisogno residuo del Piano complessivo e riducendo contestualmente di un pari importo l'incremento del Fondo per l'avvio di opere indifferibili istituito dall'art. 26, comma 7, del D.L. n. 50/2022 (articolo 84).

In materia di infrastrutture stradali e autostradali:

- si interviene sulla disciplina (prevista dall'art. 13-bis del D.L. 148/2017) relativa alle infrastrutture autostradali A22 Brennero-Modena, A4 Venezia-Trieste, A28 Portogruaro-Pordenone e Autostrade A22, A4 e A28 raccordo Villesse-Gorizia, al fine di precisare che, nel caso di società in house appositamente costituite e fino al momento dell'effettivo trasferimento della concessione, non trova applicazione il divieto di talune operazioni societarie (art. 68, comma 11-bis, introdotto in sede referente);

- si autorizza la spesa complessiva di 3.000 milioni di euro per il periodo 2023-2037, per la realizzazione di lotti funzionali del nuovo asse viario Sibari – Catanzaro della S.S. 106 Jonica S.S. 106 Jonica (articolo 88);

- si autorizza una spesa complessiva di 400 milioni di euro per il periodo 2023-2027, per la realizzazione di interventi sulle strade statali delle aree dei crateri sismici 2009 (Abruzzo) e 2016 (Centro-Italia) (articolo 89);

- si autorizza la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2023, 100 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 e 50 milioni di euro per l'anno 2026 per il potenziamento, riqualificazione e adeguamento della S.S.4 Salaria (articolo 90).

Si prevede inoltre di riavviare l'attività di progettazione e realizzazione del collegamento stabile, viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente (c.d. Ponte sullo Stretto) confermandone la natura di opera prioritaria e, quindi, l'applicabilità della normativa derogatoria prevista dalle disposizioni del Codice dei contratti pubblici per le infrastrutture di preminente interesse nazionale (articolo 82).

In materia di trasporto stradale, viene sospeso, per gli anni 2023 e 2024, l'aumento biennale dell'importo delle sanzioni amministrative al Codice della strada (articolo 83) e si autorizza la spesa di 200 milioni di euro per il 2023 quale contributo per l'aumento del costo del carburante alle imprese aventi sede legale o stabile organizzazione in Italia, che utilizzino veicoli di categoria euro 5 o superiore per attività di autotrasporto (articolo 85).

Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, viene rifinanziato il Fondo istituito con l'art. 200 del decreto-legge n. 34 del 2020 (c.d. Rilancio): è autorizzata la spesa di 100 milioni per il 2023 e di 250 milioni per il 2024, per compensare gli operatori di servizio di trasporto pubblico regionale e locale passeggeri sottoposti a obbligo di servizio pubblico, degli effetti negativi in termini di riduzione dei ricavi a seguito dell'epidemia del Covid-19. Sono inoltre stanziate risorse per il completamento della linea C della metropolitana di Roma: dal 2023 al 2032 è previsto un totale di 2 miliardi e 200 milioni di euro. L'erogazione è subordinata alla presentazione – da parte del commissario straordinario ed entro il 28 febbraio 2023 – di un quadro aggiornato dell'avanzamento dell'opera e di un cronoprogramma (articolo 81).

Sono inoltre previsti degli stanziamenti pari a 15 milioni di euro per ciascun anno dal 2023 al 2027 in favore del comune di Milano per la costruzione della linea 4 della metropolitana, e a 15 milioni di euro per ciascun anno dal 2023 al 2027 per l'estensione del collegamento Afragola-Metropolitana di Napoli e per la fornitura di treni.

Ulteriori misure in materia di lavori pubblici riguardano:

- disposizioni volte a fronteggiare, nel settore degli appalti pubblici di lavori, gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione, dei carburanti e dei prodotti energetici attraverso un incremento delle risorse finanziarie a disposizione (articolo 68, modificato in sede referente);

- misure volte a semplificare le procedure di pagamento dei crediti maturati in conseguenza del caro materiali e a disciplinare un nuovo meccanismo di compensazione a favore delle stazioni appaltanti, prevedendo tra l'altro, come precisato in sede referente, deroghe alle disposizioni del vigente Codice dei contratti pubblici (articolo 79, modificato in sede referente);

- l'assegnazione alla regione Calabria di un contributo straordinario di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 da ripartire tra i comuni della regione medesima, per la realizzazione di opere pubbliche finalizzate alla riduzione del divario infrastrutturale (art. 92-bis, introdotto in sede referente);

- l'istituzione di un Fondo (con dotazione complessiva di 340 milioni di euro per il periodo 2023-2032) per la realizzazione di interventi infrastrutturali destinati a soddisfare le esigenze della Polizia di Stato (articolo 113);

- l'incremento (50 milioni per il 2023 e 100 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025) dei contributi a favore degli enti locali per spese di progettazione relative ad interventi di messa in sicurezza del territorio nonché per investimenti di messa in sicurezza delle strade (articolo 138). In materia di telecomunicazioni, sono rifinanziati per il triennio 2023-2025 gli interventi già previsti nella legge di bilancio per il 2018 (n. 205 del 2017, articolo 1, commi da 1026 a 1046) per la riassegnazione delle frequenze onde consentire l'accesso e lo sviluppo del 5G. A tal fine sono stanziati 4,5 milioni di euro per il 2023 e 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025.

Sanità.

In tema di sanità il disegno di legge di bilancio detta alcune misure specifiche riguardanti:

- l'incremento delle risorse destinate dalla legge di bilancio 2022 alla definizione di una specifica indennità accessoria per i dipendenti degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale operanti nei servizi di pronto soccorso (art. 93);

- la previsione di un'autorizzazione di spesa di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 per dare attuazione alle misure e agli interventi previsti nel “Piano nazionale di contrasto all'antibiotico-resistenza", su cui è in corso di definizione l'Intesa in sede di Conferenza Stato-regioni (articolo 94);

- la previsione, in favore delle farmacie, di una stabile remunerazione aggiuntiva per il rimborso dei farmaci erogati in regime di Servizio sanitario nazionale (articolo 95);

- l'incremento del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario standard stabilito dall'ultima legge di Bilancio (2022) di € 2.150 milioni per l'anno 2023, € 2.300 milioni per il 2024 e € 2.600 milioni a decorrere dall'anno 2025. In particolare, per il 2023, una quota-parte di 1.400 milioni è destinata a far fronte ai maggiori costi dovuti all'aumento dei prezzi delle fonti energetiche. Si prevede che al riparto accedano tutte le regioni e province autonome, indipendentemente dal concorso al finanziamento sanitario corrente. Viene inoltre disposto l'incremento del Fondo per la sanità e i vaccini per un ammontare di 650 milioni per il 2023 da destinare all'acquisto di vaccini anti SARS-CoV-2 e dei farmaci per la cura dei pazienti affetti da COVID-19 (articolo 96);

- la previsione di alcune modifiche alla disciplina vigente in ambito sanitario volta a favorire la tempestività dei pagamenti, con particolare riferimento alle anticipazioni sul finanziamento della formazione dei medici specialisti, nelle more dell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ripartisce e assegna alle Università le risorse previste. (articolo 97).

Istruzione.

In attuazione del PNRR si introducono una serie di misure volte a promuovere e potenziare le competenze e le discipline STEM in tutti i livelli del sistema educativo di istruzione e formazione, con particolare attenzione a favorire il riequilibrio di genere. Inoltre, si introducono riferimenti alle competenze digitali e alle metodologie didattiche innovative, prevedendo, tra l'altro, iniziative extrascolastiche per gli alunni della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado (articolo 98).

Si introduce, a decorrere dall'anno scolastico 2024/2025, una nuova disciplina relativa alla determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni. In particolare, si prevede un parametro perequativo e, al fine di garantire una riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche per ciascuno degli anni scolastici considerati, l'applicazione, per i primi sette anni scolastici, di un correttivo non superiore al 2 per cento, anche prevedendo forme di compensazione interregionale (articolo 99).

Si stanzia 1 milione di euro, per il 2023, per avviare attività di ricognizione e valutazione di strutture scolastiche in dismissione, dotate di apposito certificato di agibilità, da destinare allo svolgimento delle attività scolastiche per l'anno scolastico 2023-2024 (articolo 99-bis).

Si istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito, un fondo di 150 milioni di euro per il 2023, finalizzato alla valorizzazione del personale scolastico, con particolare riferimento alle attività di orientamento, di inclusione e di contrasto alla dispersione scolastica, nonché di quelle svolte in attuazione del PNRR (articolo 100).

Si posticipa dal gennaio 2021 al 2024 l'assunzione dei primi 59 dirigenti tecnici a tempo indeterminato del Ministero dell'istruzione e del merito, e dal 2023 al 2025 l'assunzione dei restanti 87; vengono al contempo prorogati, fino al 2024, gli incarichi temporanei in essere relativi ai dirigenti tecnici (articolo 153, comma 10).

Università e istituzioni AFAM.

Sono apportate alcune modifiche alla disciplina vigente in ambito sanitario volta a favorire la tempestività dei pagamenti, con particolare riferimento alle anticipazioni sul finanziamento della formazione dei medici specialisti, nelle more dell'adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ripartisce e assegna alle Università le risorse previste (articolo 97).

Nell'ambito delle attività di attuazione del PNRR e dei connessi adempimenti in tema di monitoraggio, rendicontazione e controllo degli investimenti facenti capo al MUR, si stanziano 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, per finanziare l'assistenza informatica, e più in particolare le convenzioni previste dal Programma di gare strategiche ICT della società Consip Spa, i servizi professionali di assistenza tecnica per la trasformazione digitale, il data management, la definizione di strategie e soluzioni per il cloud e per la cybersicurezza (articolo 101, comma 2).

Si incrementa di 250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 il Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio, da destinare agli studenti universitari e AFAM, anche al fine di dare continuità alle misure adottate nell'ambito del PNRR (articolo 101, comma 3).

Si prevede che, al fine di perseguire l'armonizzazione dei trattamenti economici accessori, a decorrere dall'anno 2023 al personale delle aree dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) possano essere riconosciute le misure dell'indennità di amministrazione spettanti al personale delle aree del Ministero dell'università e della ricerca, come rideterminate con i criteri fissati dal contratto collettivo nazionale del comparto funzioni centrali per il triennio 2019-2021 (articolo 101, commi 3-quater-3-septies).

Si destinano 1 milione di euro annui, a decorrere dal 2023, per sostenere gli studenti delle istituzioni AFAM con disabilità, con invalidità superiore al 66 per cento e con disturbi specifici di apprendimento (articolo 101-bis).

Si prevedono, inoltre, disposizioni in materia di borse di studio destinate a studenti universitari con disabilità. In particolare, si prevede che, a decorrere dal 1° gennaio 2023, gli importi delle borse di studio percepite dagli studenti universitari con disabilità non si computano ai fini del calcolo e del raggiungimento dei limiti reddituali per la percezione di una serie di altre provvidenze (articolo 101-bis).

Turismo.

Gli interventi a favore del turismo prevedono la costituzione presso il Ministero del turismo:

- di un Fondo, con una dotazione di 30 milioni di euro per l'anno 2023, di 50 milioni per l'anno 2024, di 70 milioni per l'anno 2025 e di 50 milioni per l'anno 2026, da destinare alle imprese esercenti attività di risalita a fune e innevamento, con l'obiettivo di realizzare interventi di ammodernamento e manutenzione, al fine di garantire adeguati standard di sicurezza. Tale misura mira altresì ad incentivare l'offerta turistica delle località montane (articolo 102);

- di un Fondo per accrescere il livello professionale nel turismo, con una dotazione di 5 milioni di euro per l'anno 2023 e 8 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025, per favorire il miglioramento della competitività dei lavoratori del comparto del turismo, nonché agevolare l'inserimento nel mercato del lavoro di alti professionisti del settore (articolo 104);

- di un Fondo piccoli Comuni a vocazione turistica, con una dotazione di euro 10 milioni per il 2023 ed euro e 12 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025. Il Fondo è destinato a finanziare progetti di valorizzazione dei comuni classificati dall'ISTAT a vocazione turistica, con meno di 5.000 abitanti, al fine di incentivare interventi innovativi di accessibilità, mobilità, rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale (articolo 105);

- di un Fondo per il turismo sostenibile, la cui dotazione è pari a 5 milioni di euro per l'anno 2023 e 10 milioni per gli anni 2024 e 2025, per rafforzare le grandi destinazioni culturali attraverso la promozione di forme di turismo sostenibile, l'attenuazione del sovraffollamento turistico, la creazione di itinerari turistici innovativi e la destagionalizzazione del turismo, nonché favorire la transizione ecologica, con azioni di promozione del turismo intermodale (articolo 106).

Il disegno di legge, inoltre, proroga di sei mesi, fino al 30 giugno 2023, la possibilità per gli esercizi pubblici, titolari di concessioni o autorizzazioni concernenti l'utilizzazione del suolo pubblico, di disporre temporaneamente, senza necessità di autorizzazione, strutture amovibili quali dehors, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni su vie, piazze, strade e altri spazi aperti.

Si segnala inoltre che l'articolo 107 proroga, anche per l'anno d'imposta 2023 e per i soli soggetti titolari di reddito d'impresa, il credito d'imposta al 65 per cento previsto per le erogazioni liberali effettuate da privati per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche. La norma rende applicabile anche agli investimenti effettuati nel primo trimestre 2023 il contributo riconosciuto, sotto forma di credito d'imposta, pari al 50 per cento degli investimenti effettuati, per gli investimenti pubblicitari di società e associazioni sportive che investono nei settori giovanili e rispettano determinati limiti dimensionali, nel limite massimo di 10 mila euro.

Il disegno di legge contiene poi delle disposizioni per il recupero aiuti di stato COVID-19 settore turistico corrisposti in eccedenza rispetto alla misura consentita ai sensi del Quadro europeo temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell' emergenza del COVID-19, cd. Temporary Framework COVID-19. Le misure legislative agevolative interessate dall'articolo sono state introdotte durante il periodo pandemico a sostegno delle imprese del settore turistico. (articolo 103).

PAOLO TRANCASSINI, Relatore per la maggioranza. (Relazione – A.C. 643​-bis-A).

Sport.

Vengono introdotte misure finalizzate a garantire la realizzazione del Piano complessivo delle opere relative ai Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026. Si prevede, rispetto alla disciplina vigente, che il piano complessivo delle opere ricomprenda anche le opere individuate con decreto del Ministro per le politiche giovanili e lo sport adottato ai sensi dell'art. 1, comma 774, della legge n. 178/2020 e che il D.P.C.M. approvativo del piano complessivo delle opere è approvato su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Si autorizza la spesa di 400 milioni di euro per il triennio 2024-2026 per il finanziamento del fabbisogno residuo del Piano complessivo delle opere olimpiche nonché per il finanziamento delle ulteriori opere (articolo 84).

Si incrementa di 2 milioni di euro annui, a decorrere dal 2023, il Fondo unico a sostegno del movimento sportivo italiano, di cui 1 milione di euro (annui) è destinato a sostenere la maternità delle atlete non professioniste (articolo 107, comma 1).

Viene disposta la proroga, anche per l'anno d'imposta 2023 e per i soli soggetti titolari di reddito d'impresa, del Crediti di imposta strutture sportive e investimenti pubblicitari, nella misura del 65 per cento, per le erogazioni liberali effettuate da privati per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche. Inoltre, è reso applicabile anche agli investimenti effettuati nel primo trimestre 2023 il contributo riconosciuto, sotto forma di credito d'imposta pari al 50 per cento degli investimenti effettuati, per gli investimenti pubblicitari di società e associazioni sportive che investono nei settori giovanili e rispettano determinati limiti dimensionali, nel limite massimo di 10 mila euro (articolo 107, commi 2 e 3).

Vengono aggiunti 25 milioni di euro, per il 2023, all'incremento disposto, per il 2022, dall'art. 7 del decreto-legge n. 144 del 2022, del «Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano», da destinare all'erogazione di contributi a fondo perduto per le associazioni e società sportive dilettantistiche, per le discipline sportive, per gli enti di promozione sportiva e per le federazioni sportive che gestiscono impianti sportivi e piscine, nonché al CONI, al Comitato Italiano Paralimpico e alla società Sport e Salute S.p.A., per far fronte all'aumento dei costi dell'energia termica ed elettrica (articolo 107, comma 4).

Si incrementa il Fondo "Sport e periferie" di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2026 (articolo 107, comma 5).

Viene incrementata di 200 milioni di euro la dotazione del fondo speciale per la concessione di contributi in conto interessi sui finanziamenti all'impiantistica sportiva, costituito presso l'Istituto per il credito sportivo (articolo 107, comma 6).

Si interviene sull'Istituto per il credito sportivo. In particolare, si dispone e, al contempo, si disciplina la trasformazione dell'Istituto in società per azioni, dettandone altresì le principali norme di organizzazione e funzionamento. Il nuovo ente, con forma di s.p.a., è denominato "Istituto per il credito sportivo e culturale"; se ne prevede la soggezione al TU in materia bancaria e creditizia, e non anche a quello sulle società a partecipazione pubblica, con poteri di controllo della Corte dei conti (articolo 107-bis).

Cultura.

Carta della cultura giovani e Carta del merito.

Si sostituisce l'art. 1, comma 357 della legge n. 234 del 2021, relativa alla Carta elettronica per spese culturali da parte dei giovani diciottenni, con i commi 357-357-quinquies del medesimo articolo (lettera a)) e si introducono disposizioni di coordinamento all'art. 1, comma 358 della medesima legge (lettera b)).

Si prevede che, a fine di consentire l'acquisto di biglietti per rappresentazioni teatrali e cinematografiche e spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici anche in formato digitale, musica registrata, prodotti dell'editoria audiovisiva, titoli di accesso a musei, mostre ed eventi culturali, monumenti, gallerie, aree archeologiche e parchi naturali nonché per sostenere i costi relativi a corsi di musica, di teatro, di danza o di lingua straniera sono concesse, a decorrere dall'anno 2023:

a) una "Carta della cultura Giovani" a tutti i residenti nel territorio nazionale in possesso, ove previsto, di permesso di soggiorno in corso di validità, appartenenti a nuclei familiari con ISEE non superiore a 35.000 euro, assegnata e utilizzabile nell'anno successivo a quello del compimento del diciottesimo anno di età;

b) una "Carta del merito", agli iscritti agli istituti di istruzione secondaria superiore o equiparati che abbiano conseguito, non oltre l'anno di compimento del diciannovesimo anno di età, il diploma finale con una votazione di almeno 100 centesimi, assegnata e utilizzabile nell'anno successivo a quello del conseguimento del diploma e cumulabile con la carta di cui alla lettera a).

Il Ministero della cultura vigila sul corretto funzionamento della Carta e, in caso di eventuali usi difformi o di violazioni delle disposizioni attuative, possa provvedere alla disattivazione della Carta, alla cancellazione dall'elenco delle strutture, imprese o esercizi commerciali accreditati, al diniego di accredito o al recupero delle somme non rendicontate correttamente o eventualmente utilizzate per spese inammissibili, nonché in via cautelare alla sospensione dell'erogazione degli accrediti.

Si autorizza un contributo di 700 mila euro, per il 2023, da destinare al comune di Roma Capitale per le celebrazioni da tenersi in occasione dell'ottantesimo anniversario del rastrellamento a via del Portico d'Ottavia (articolo 110-bis).

Difesa, sicurezza e politica estera.

Con riferimento al comparto della Difesa il disegno di legge prevede:

- la proroga al 30 giugno 2023, con il consenso degli interessati e per il personale in servizio al 31 dicembre 2022, della durata della ferma dei medici e degli infermieri militari reclutati nel 2020 e nel 2021 con concorso straordinario in relazione all'emergenza COVID-19. Gli oneri relativi alla proroga sono quantificati in 5.7 milioni per l'anno 2023 (articolo 111);

- l'incremento da 155 unità a 271 unità del numero massimo di ufficiali da collocare in soprannumero; vengono inseriti gli ufficiali generali e gradi corrispondenti impiegati come capi o vicecapi ufficio degli uffici di diretta collaborazione del Ministro nell'elenco degli ufficiali da considerare in soprannumero viene incrementato da 10 a 15 unità il contingente massimo di ufficiali dell'Arma dei carabinieri che possono essere destinati con determinazione annuale del Capo di stato maggiore della difesa alle posizioni soprannumerarie contenute nell'elenco degli ufficiali da considerare in soprannumero (art. 111 -bis);

- l'incremento da 50 a 170 unità del contingente di personale dell'Arma dei carabinieri da collocare in soprannumero rispetto all'organico, per il potenziamento del Comando carabinieri per la tutela agroalimentare, previsto dall'articolo 828-bis del Codice dell'ordinamento militare (COM) (art.114-bis);

Per quanto concerne la sicurezza cibernetica, si istituiscono, nello stato di previsione del MEF due fondi finalizzati ad attuare la Strategia nazionale di cybersicurezza ed il relativo Piano di implementazione. Si tratta del Fondo per l'attuazione della Strategia nazionale di cybersicurezza con una dotazione di 70 milioni di euro per il 2023, 90 milioni per il 2024, 110 milioni per il 2025 e 150 milioni annui dal 2026 al 2037, e del Fondo per la gestione della cybersicurezza, con una dotazione finanziaria pari a 10 milioni di euro per il 2023 e 50 milioni per il 2024 e 70 milioni di euro a decorrere dal 2025. il coordinamento e il monitoraggio dell'attuazione del Piano di implementazione della Strategia è affidato all'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. (art.154).

In materia di sicurezza e ordine pubblico si segnalano i seguenti interventi:

- istituzione di un fondo presso il Ministero dell'interno – Dipartimento della pubblica sicurezza mediante il quale assicurare la copertura finanziaria degli interventi, già programmati con precedenti strumenti di bilancio, per la realizzazione di interventi infrastrutturali destinati a soddisfare le esigenze della Polizia di Stato (articolo 113);

- si autorizza una spesa complessiva di 211 milioni di euro, distribuiti negli anni 2023-2027, per il funzionamento della rete nazionale standard Te.T.Ra., destinata a garantire la sicurezza delle comunicazioni delle Forze di polizia, e l'interoperabilità tra la tecnologia Te.T.Ra e quella LTE Public Safety (articolo 115);

- si potenziano gli interventi in materia di sicurezza urbana per la realizzazione degli obiettivi di cui ai patti per la sicurezza urbana in relazione all'installazione da parte dei comuni, di sistemi di videosorveglianza per la prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità. A tal fine, il provvedimento rifinanzia la relativa autorizzazione di spesa per un ammontare pari a 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 (articolo 119); sulla medesima materia, durante l'esame in sede referente, è stato istituito un fondo con una dotazione di 4 milioni per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, finalizzato al potenziamento delle iniziative di sicurezza urbana da parte dei comuni, attraverso l'installazione di sistemi di sorveglianza tecnologicamente avanzati, dotati di software di analisi video per il monitoraggio attivo con invio di allarmi automatici a centrali delle forze di polizia o di istituti di vigilanza convenzionati (articolo 137-bis).

Inoltre, gli articoli 117, 118 e 122 destinano risorse al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, per l'acquisizione di nuova tecnologia robotica (32 milioni nel triennio 2023-25), per aumentarne la capacità di risposta negli scenari di incendio (10 milioni nel triennio 2023-25), per aumentarne la capacità di risposta ad emergenze dovute al rischio nucleare, biologico, chimico, radiologico (20 milioni nel triennio 2023-25).

Nel corso dell'esame in sede referente sono state inoltre destinate risorse per la copertura assicurativa del personale delle forze armate e del comparto sicurezza e soccorso civile, per un importo pari a 10.018.075 euro per ciascuno degli anni da 2023 a 2025 (articolo 112-bis) e sono stati istituiti un fondo destinato al finanziamento di assunzioni in deroga alle ordinarie facoltà assunzionali, di personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (articolo 113-bis) e un fondo per la costruzione o ristrutturazione di immobili demaniali assegnati o da assegnare al Dipartimento dei vigili del fuoco del Ministero dell'interno per le esigenze del Corpo nazionale dei vigili del fuoco (1 milione di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025, articolo 118-ter).

In materia di politiche di gestione dell'immigrazione e dell'accoglienza dei richiedenti asilo si segnalano i seguenti interventi:

- la proroga dal 31 dicembre 2022 al 3 marzo 2023 della durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina. Inoltre si sopprime la data del 31 dicembre 2022 come termine di durata massima del contributo di sostentamento in favore delle persone titolari di protezione temporanea che hanno provveduto ad autonoma sistemazione. Da ultimo, autorizza il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio a rimodulare, sulla base delle effettive esigenze, le misure di assistenza e accoglienza in favore dei profughi ucraini previste dal decreto-legge n. 21 del 2022 per fronteggiare la situazione emergenziale (articolo 116);

- uno stanziamento complessivo di 42 milioni di euro per l'ampliamento della rete dei centri di permanenza per i rimpatri degli stranieri irregolari (articolo 120);

- l'autorizzazione al Ministero dell'interno a prorogare fino al 27 marzo 2023 i contratti di prestazione di lavoro a termine già stipulati al fine di assicurare la funzionalità delle Questure, delle Commissioni e Sezioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e della Commissione nazionale per il diritto di asilo, in considerazione delle eccezionali esigenze di accoglienza determinatesi durante l'anno 2022 e del perdurare della crisi internazionale connessa al conflitto bellico in atto in Ucraina (articolo 121).

In materia di affari esteri, il disegno di legge di bilancio per il 2023 reca disposizioni riguardanti: - la proroga per tutto l'anno 2023 dell'autorizzazione di spesa per l'invio di militari dell'Arma dei Carabinieri per la tutela e la sicurezza degli uffici all'estero maggiormente esposti a seguito dell'aggressione russa all'Ucraina (art. 129).

- misure riguardanti il trattamento del personale all'estero del MAECI ed in particolare la disciplina dei congedi e permessi, un aumento della soglia massima della maggiorazione rischio e disagio (MRD) dell'indennità di servizio all'estero nelle sedi caratterizzate da comprovate difficoltà di copertura, l'erogazione di provvidenze scolastiche per i figli dei dipendenti in servizio all'estero (art. 129, comma 2);

- la possibilità per le rappresentanze diplomatiche, gli uffici consolari di prima categoria e gli istituti italiani di cultura, di assumere personale a contratto, previa autorizzazione dell'Amministrazione centrale, nel limite di un contingente complessivo pari a 3150 unità (art. 129-bis);

- l'autorizzazione al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ad assumere 520 unità di personale, di cui 100 unità nell'area "Assistenti" nell'anno 2023 e 420 nell'area "Funzionari" nell'anno 2024 (art. 129-bis, comma 1);

- la partecipazione dell'Italia all'aumento di capitale della Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa per una quota pari a euro 710.592.000 di capitale sottoscritto, di cui 200.671.463 di capitale versato (art. 130-bis).

Ambiente e territorio.

Il disegno di legge reca disposizioni in materia ambientale che prevedono:

- il rifinanziamento, per gli anni 2023 e 2024, del credito d'imposta, nella misura del 36 per cento delle spese sostenute ed entro il limite di 20.000 euro per ciascun beneficiario, per l'acquisto di materiali riciclati precedentemente introdotto dalla legge di bilancio 2019 (articolo 124);

- il rifinanziamento del fondo denominato "Programma sperimentale Mangiaplastica", per un importo di 14 milioni di euro (6 milioni per l'anno 2023 e 8 milioni per l'anno 2024), al fine di contenere la produzione di rifiuti in plastica attraverso l'utilizzo di eco-compattatori (articolo 125);

- una spesa di complessivi 110 milioni di euro per il periodo 2023-2026 a favore del Commissario unico per la depurazione al fine di garantire la dotazione finanziaria necessaria per la realizzazione degli interventi sui sistemi fognari e depurativi volti a dare esecuzione alle sentenze di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea sul trattamento delle acque reflue urbane (articolo 126);

- l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, Fondo per il contrasto al consumo di suolo" con uno stanziamento complessivo di 160 milioni di euro per gli anni 2023-2027, al fine di consentire la programmazione ed il finanziamento di interventi per la rinaturalizzazione di suoli degradati o in via di degrado in ambito urbano e periurbano (articolo 127):

- disposizioni per la mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico in Calabria, con l'assegnazione in favore della regione Calabria di 50 milioni di euro per l'anno 2023, 100 milioni per il 2024, 170 milioni per il 2025 e 120 milioni per il 2026 a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) programmazione 2021-2027 (art. 127-bis, introdotto in sede referente);

- l'assegnazione alle Autorità di bacino distrettuali di uno stanziamento complessivo di 14,5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2023. Tale stanziamento è finalizzato a consentire alle citate autorità di far fronte ai compiti straordinari dal Codice dell'ambiente, tra cui l'elaborazione del Piano di Rafforzamento Autorità di bacino distrettuali e dei relativi stralci, come il piano di gestione del bacino idrografico e il piano di gestione del rischio di alluvioni - anche nel mutato quadro climatico e territoriale, provvedendo altresì all'implementazione ed estensione all'intero distretto dei servizi informativi ed applicativi per il monitoraggio e la previsione ambientale (art. 127-bis, introdotto in sede referente);

- un'autorizzazione di spesa di 12 milioni di euro (6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024) a favore dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), al fine di consentire l'espletamento delle attività strategiche dell'Istituto, ivi comprese quelle connesse all'attuazione del PNRR (articolo 128).

Il disegno di legge reca, inoltre, numerose disposizioni in materia di calamità naturali:

- si autorizza la spesa di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, ad integrazione delle risorse già stanziate dall'art. 3 del D.L. 179/2022, a favore dei territori delle Marche colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici verificatisi a partire dal giorno 15 settembre 2022 (articolo 131);

- si autorizza la spesa di 1 milione di euro per l'anno 2023 e 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 in relazione agli eventi calamitosi che hanno colpito il territorio di Maratea nei mesi di ottobre e novembre del 2022, al fine di supportare gli interventi di messa in sicurezza del territorio e ristoro delle attività economiche (art. 131-bis, introdotto in sede referente);

- si prorogano, fino al 31 dicembre 2023: il termine di scadenza dello stato di emergenza conseguente all'evento sismico che il 26 dicembre 2018 ha colpito il territorio della città metropolitana di Catania; i termini di durata dell'incarico dei Commissari straordinari per la ricostruzione nei territori dei comuni della provincia di Campobasso colpiti dagli eventi sismici del 16 agosto 2018 e nei territori dei comuni della città metropolitana di Catania colpiti dall'evento sismico del 26 dicembre 2018, nonché i termini delle relative gestioni straordinarie, strutture commissariali e relativo personale; i termini per assunzioni in deroga da parte della città metropolitana di Catania (articolo 132);

- per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 2017 nell'isola di Ischia, si proroga fino al 31 dicembre 2023 la gestione straordinaria, per una spesa di 4,95 milioni per l'anno 2023; si prevede, fino al 31 dicembre 2023, la sospensione del pagamento delle rate dei mutui per determinati immobili inagibili o distrutti (attività economiche e prima casa); si autorizza per il periodo 2023-2027 una spesa complessiva pari a 190 milioni di euro per la ricostruzione privata e pubblica (articolo 133);

- per i territori colpiti dagli eventi sismici iniziati in Italia centrale il 24 agosto 2016 sono previste: la proroga fino al 31 dicembre 2023 dello stato di emergenza e della gestione straordinaria; disposizioni in materia di personale e per la Struttura di missione antimafia per la ricostruzione; un finanziamento per garantire lo sviluppo delle piattaforme informatiche del Commissario straordinario per la ricostruzione; disposizioni per la sospensione delle rate dei mutui e norme di natura fiscale (ivi inclusa, a seguito di una integrazione apportata in sede referente, la proroga al 31 dicembre 2023 dell'esenzione dal pagamento dell'imposta di bollo e dell'imposta di registro per le istanze, i contratti e i documenti presentati alla pubblica amministrazione fino al 31 dicembre 2022); disposizioni per lo smaltimento dei rifiuti urbani e lo stoccaggio e il recupero delle macerie e dei rifiuti da costruzione e demolizione; agevolazioni per le utenze; esclusione, anche per il 2023, di immobili distrutti o inagibili a fini Isee (articolo 134, modificato in sede referente);

- a favore dei territori colpiti dal sisma del 2012 in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, si proroga fino al 31 dicembre 2023 lo stato di emergenza, la facoltà di assunzione di personale con contratto di lavoro flessibile (per una spesa di 9,505 milioni), la possibilità per i commissari delegati di riconoscere compensi per prestazioni di lavoro straordinario, la sospensione del pagamento delle rate dei mutui concessi agli enti locali dalla Cassa depositi e prestiti e l'esenzione dall'applicazione dell'IMU; si autorizza inoltre la spesa di 14,2 milioni di euro per l'anno 2023 per spese relative al funzionamento, all'assistenza tecnica, al contributo di autonoma sistemazione, all'assistenza alla popolazione e a interventi sostitutivi (articolo 135);

- a favore dei territori colpiti dal sisma del 2009 in Abruzzo, si assegna, per il periodo 2023-2025, un contributo straordinario in favore del Comune dell'Aquila, pari a complessivi 53 milioni di euro, un contributo straordinario per gli altri comuni del cratere sismico, diversi da L'Aquila, pari a complessivi 5,3 milioni, ed un contributo destinato all'Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere, pari a complessivi 1,5 milioni; si prorogano, inoltre, fino al 31 dicembre 2025, i contratti a tempo determinato del comune de L'Aquila, dei due Uffici speciali per la ricostruzione e dei comuni del cratere sismico (articolo 136).

Giustizia.

In materia di giustizia il disegno di legge prevede:

- l'incremento da 5 a 15 milioni di euro annui, a decorrere dall'anno 2023, delle risorse del fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, al fine di potenziare le azioni previste dal Piano strategico nazionale contro la violenza sulle donne, e lo stanziamento di 2 milioni di euro per il 2023 e 7 milioni di euro annui a decorrere dal 2024 da destinare all'attuazione del Piano nazionale d'azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani, nonché l'incremento del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per 1.850.000 euro per il 2003 per finalità di sostegno delle donne vittime di violenza e di 4 milioni di euro per il 2023 e di 6 milioni di euro a decorrere dal 2024, da destinare, nell'ambito del contrasto della violenza di genere, alle azioni per i centri antiviolenza e le case rifugio (articolo 63);

- l'anticipazione dal 30 giugno al 28 febbraio 2023 dell'applicabilità delle disposizioni di riforma del processo civile di cui al D. Lgs. 149/2022 (cd. “riforma Cartabia”) (articolo 68-bis);

- una modifica della disciplina - di cui all'art. 4 del D.L. 144/2005 - delle operazioni di intercettazione e tracciamento effettuabili da parte dei servizi di informazione per la sicurezza, volta a cancellare il rinvio – previsto dalla disciplina vigente - alle disposizioni di cui all'art. 226 disp. att. c.p.p., che contiene la disciplina generale delle intercettazioni preventive per finalità investigative, e a prevedere specifiche modalità di svolgimento delle intercettazioni dei servizi di informazione con la quale si prevede, tra l'altro, che la competenza a concedere l'autorizzazione alle intercettazioni spetti al procuratore generale presso la corte d'appello di Roma e si estende il termine per il deposito dagli attuali 5 giorni (10 in casi particolari) a 30 giorni dalla conclusione delle operazioni, salvo differimento fino a sei mesi autorizzato dal procuratore generale (articolo 123-bis);

- una dotazione finanziaria, pari a 3 milioni di euro annui, nell'ambito delle risorse già iscritte a legislazione vigente nello stato di previsione del Ministero della giustizia, a disposizione della Direzione nazionale antimafia, per l'acquisto di beni e servizi e per l'esercizio delle funzioni spettanti alla Direzione medesima ai sensi dell'art. 371-bis c.p.p., al fine di consentire una gestione più dinamica delle spese (articolo 147);

- il rifinanziamento di Fondi per l'edilizia giudiziaria - 100 milioni di euro per il 2023, 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 e 50 milioni per il 2027 - ai fini dell'adeguamento strutturale e impiantistico, con particolare riferimento alla normativa antincendio, dell'efficientamento energetico, dell'analisi della vulnerabilità sismica, della realizzazione e dell'ampliamento di cittadelle giudiziarie e poli archivistici e dell'acquisizione di immobili dal patrimonio demaniale e l'istituzione di un Fondo a favore di iniziative di recupero e reinserimento di detenuti, internati, loro famiglie, recupero di tossicodipendenti e integrazione di stranieri sottoposti ad esecuzione penale, con dotazione pari a 4 milioni per il 2023 e 5 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 (articolo 148);

- l'assunzione straordinaria presso il Ministero della giustizia di 100 unità di personale del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, da inquadrare nei ruoli di funzionario giuridico-pedagogico e funzionario mediatore culturale (articolo 148-bis) e l'assunzione straordinaria di 1000 unità di personale nel Corpo della polizia penitenziaria e di 600 unità di personale non dirigenziale presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e il Dipartimento della giustizia minorile e di comunità del Ministero della giustizia (artt. 150-ter e 150-quater);

- l'incremento pari a 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2023 dello stanziamento del Fondo per il finanziamento di interventi in materia di giustizia riparativa di cui all'articolo 67, comma 1, del D.Lgs. n. 150/2022 (cd. "riforma Cartabia") (articolo 149);

Ulteriori disposizioni in materia di giustizia sono contenute nell'articolo 153, recante misure di razionalizzazione della spesa e di risparmio. Si prevede:

- che il Ministero della giustizia – Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria consegua, mediante la razionalizzazione e l'efficientamento dei servizi negli istituti penitenziari, risparmi di spesa non inferiori a 9.577.000 euro per l'anno 2023, 15.400.237 euro per l'anno 2024 e 10.968.518 euro annui a decorrere dall'anno 2025 (comma 2);

- che il Ministero della giustizia assicuri risparmi di spesa mediante misure di riorganizzazione ed efficientamento dei servizi in materia di giustizia minorile ed esecuzione penale esterna e di razionalizzazione della gestione del servizio mensa per il personale (comma 3);

- una riduzione di 1.575.136 euro annui a decorrere dal 2023 delle spese di giustizia per le intercettazioni e comunicazioni (comma 4).

Regioni ed enti locali.

In materia di regioni ed enti locali, si evidenziano i seguenti principali interventi nella manovra di bilancio:

- si prevede un incremento di 50 milioni di euro per il 2023 del Fondo di solidarietà comunale, destinato ad aumentare la quota parte delle risorse del Fondo destinate a specifiche esigenze di correzione nel riparto del Fondo stesso tra i comuni beneficiari (articolo 137)

- sono incrementati i contributi a favore degli enti locali - 50 milioni per il 2023, 100 milioni per ciascuno degli anni 2024 e 2025 - per le spese di progettazione definitiva ed esecutiva relativa a interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, nonché delle strade (articolo 138).

- si introduce una procedura di individuazione - con decreto del Ministro dell'interno, adottato di concerto con il MEF e previa intesa in Conferenza Stato città e autonomie locali - dei criteri e delle modalità di verifica a consuntivo della perdita di gettito e dell'andamento delle spese sostenute dagli enti locali a causa dell'emergenza Covid-19 nel biennio 2020-2021, che hanno consentito ad essi di beneficiare, sulla base di periodiche certificazioni, dei contributi del Fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali (cd. Fondone Covid) (articolo 139).

- si stabilizza a regime il contributo di 110 milioni di euro - inizialmente previsto per gli anni 2020, 2021 e 2022 - riconosciuto ai comuni per il ristoro del gettito tributario non più acquisibile a seguito dell'introduzione della TASI (articolo 140).

- al fine di adeguare i termini per l'attuazione del federalismo regionale alle scadenze previste dal PNRR - in base al quale l'attuazione del federalismo fiscale deve essere completata entro il primo quadrimestre del 2026 - si differisce al 2027 l'entrata in vigore dei meccanismi di finanziamento delle funzioni regionali, diretti ad assicurare autonomia di entrata alle regioni a statuto ordinario e la conseguente soppressione dei trasferimenti statali (articolo 141).

- con una modifica al Testo unico degli enti locali, si attribuisce alla gestione ordinaria dell'ente locale, attraverso il bilancio stabilmente riequilibrato - e non più alla gestione dell'Organo straordinario di liquidazione, attraverso le risorse della massa attiva - la competenza sui rimborsi delle anticipazioni di liquidità ricevute (anteriormente alla dichiarazione di dissesto) dagli enti locali in dissesto finanziario, erogate da parte di Cassa Depositi e Prestiti, per far fronte al pagamento dei debiti commerciali (articolo 142). Nel corso dell'esame in Commissione è stato inoltre previsto il rifinanziamento di 2,5 milioni di euro per l'anno 2023 del Fondo per il sostegno ai comuni in deficit strutturale, destinandoli a favore dei comuni fino a 35 mila abitanti che hanno il piano di riequilibrio finanziario approvato dalla Corte dei conti nell'anno 2014 e durata fino all'anno 2023.

- si introducono disposizioni volte ad accelerare il processo di determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Si specifica che tale determinazione è finalizzata all'attuazione dell'articolo 116, comma 3, della Costituzione, in materia di regionalismo differenziato, nonché alla riduzione dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni e all'equa ed efficiente allocazione delle risorse collegate al PNRR (articolo 143). A questo fine, con un emendamento del Governo è stata prevista l'istituzione, presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di una Segreteria tecnica, di cui si avvalgono la Cabina di regia per la determinazione dei LEP e il Commissario eventualmente nominato.

- si autorizza, in deroga alla disciplina vigente e al fine di assicurare la piena funzionalità e capacità amministrativa dei comuni nell'attuazione degli interventi previsti dal PNRR, l'iscrizione all'Albo dei segretari comunali e provinciali anche dei borsisti non vincitori ma risultati idonei al termine del corso-concorso del 2021 (articolo 145).

Con l'obiettivo di agevolare gli equilibri di bilancio degli enti locali, si segnala che l'articolo 8 del disegno di legge di bilancio autorizza, per il 2023, un contributo straordinario agli enti locali per fronteggiare le maggiori spese derivanti dagli aumenti dei prezzi di gas ed energia e garantire la continuità dei servizi da essi erogati. A tal fine viene istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro per il 2023, da destinare, per 350 milioni di euro in favore dei comuni e per 50 milioni di euro in favore delle città metropolitane e delle province, da ripartire in relazione alla spesa sostenuta dagli enti per utenze di energia elettrica e gas.

Inoltre, per la copertura dei maggiori costi energetici sostenute dagli enti territoriali e dalle aziende del servizio sanitario, in sede referente è stato introdotto l'articolo 137-bis, che autorizza le Regioni, gli enti locali e i loro enti strumentali ad utilizzare le quote di avanzo vincolato di amministrazione, non gravate da obbligazioni sottostanti già contratte e con esclusione delle somme relative alle funzioni fondamentali e ai livelli essenziali delle prestazioni. le risorse svincolate possono essere usate anche per la copertura del disavanzo della gestione 2022 delle aziende del servizio sanitario, derivante dai maggiori costi diretti e indiretti conseguenti alla pandemia COVID-19 e alla crescita dei costi energetici, nonché per contributi per attenuare la crisi delle imprese per i rincari delle fonti energetiche.

Inoltre, con l'ulteriore articolo 137-bis. in via eccezionale e limitatamente all'anno 2023, in considerazione del protrarsi degli effetti economici negativi derivanti dalla crisi ucraina, viene consentito agli enti locali di poter approvare il bilancio di previsione con l'applicazione della quota libera dell'avanzo, accertato con l'approvazione del rendiconto 2022. Infine, viene differito il termine per l'approvazione del bilancio di previsione per il 2023 al 30 aprile 2023.

Con l'articolo 138-bis si dispone inoltre di estendere l'aumento del limite massimo di ricorso ad anticipazioni di tesoreria, da parte degli enti locali, da tre a cinque dodicesimi delle entrate correnti fino al 2025, al fine di agevolare il rispetto dei tempi di pagamento nelle transazioni commerciali da parte degli enti locali.

Nel corso dell'esame in sede referente, infine, con l'articolo 146-bis, è stato rifinanziato con una dotazione di 450 milioni per il 2023 il fondo per la riduzione del disavanzo eventualmente registrato dagli enti locali a seguito dell'applicazione della disciplina legislativa in materia di contabilizzazione del fondo anticipazioni di liquidità.

Sono potenziati gli interventi in materia di sicurezza urbana per la realizzazione degli obiettivi di cui ai patti per la sicurezza urbana in relazione all'installazione da parte dei comuni, di sistemi di videosorveglianza per la prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità. A tal fine, il provvedimento rifinanzia la relativa autorizzazione di spesa per un ammontare pari a 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025 (articolo 119).

MARCO GRIMALDI, Relatore di minoranza. (Relazione – A.C. 643​-bis-A). Presidente, colleghe e colleghi, “pronti”! Vi dicevate “pronti”. Lo avete scritto sui manifesti sei per tre di tutto il Paese. Immaginate se non lo foste stati. Attraversiamo tempi che avrebbero richiesto grandi interventi con risorse pubbliche, per attenuare i costi sui bilanci dei consumatori e delle imprese, riforme strutturali ispirate a criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, alla sicurezza nei luoghi di lavoro, politiche industriali capaci di prospettare un nuovo futuro per il Paese, politiche ambientali ed energetiche nel segno della transizione ecologica e della lotta alla crisi climatica, politiche sociali in grado di risollevare la sanità pubblica dalla sua notte post-pandemica. Mentre tra caro energia e inflazione la maggior parte degli italiani fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese, mentre tra bassi salari e precarietà anche chi lavora troppo spesso si ritrova povero, mentre un italiano su quattro rischia di finire sotto la soglia di povertà, la manovra redistribuisce risorse al contrario. La risposta del Governo va ottusamente nella direzione opposta rispetto ai bisogni reali delle persone e inverte la redistribuzione di reddito, tutta a favore del solo ceto medio-alto del Paese, rigettando nel buio quei sei milioni di donne e uomini, secondo dati Istat ed Eurostat, scivolati al di sotto la soglia di povertà. Da un lato, tanti interventi privi di carattere strutturale, che esauriranno i propri effetti nel 2023, molti addirittura nel primo trimestre. Dall'altro, tagli sempre a una direzione e a una dimensione: al reddito di cittadinanza, all'indicizzazione delle pensioni, al welfare, mentre si riduce la pressione fiscale per lavoratori autonomi con alti fatturati, si concedono condoni e si tenta di ostacolare la tracciabilità dei pagamenti elettronici, tutte strategie che farebbero segnare una battuta d'arresto nella lotta all'evasione fiscale in un Paese piagato da questo fenomeno. Sul piano sociale il disegno di legge di bilancio colpisce i più poveri, accresce, anziché contrastare, la precarietà, e non accenna a ridurre il divario di genere. Non interviene strutturalmente sulla “pandemia salariale” attraverso la sanzione definitiva del salario minimo e di diritti e tutele per tutte le forme di lavoro, riduce le risorse per sanità, scuola e trasporto pubblico, non stanzia adeguate risorse per i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici né per l'occupazione pubblica e privata, non riforma la legge Fornero, cambia, senza alcun confronto preventivo, il meccanismo d'indicizzazione delle pensioni in essere, ed elargisce solo misure tampone per calmierare l'impennata dei prezzi dell'energia. In un Paese in cui il numero dei contratti precari è fuori controllo, la manovra amplia la possibilità di ricorso al lavoro occasionale da parte delle imprese, con un intervento che produrrà ulteriore precarizzazione nel mercato del lavoro. Infatti, ampliare la possibilità di ricorso alle prestazioni occasionali, riducendo le tutele normative e previdenziali dei lavoratori coinvolti, avrà effetto in particolare nei settori già fragili dal punto di vista occupazionale, caratterizzati da una forte incidenza di precarietà e di lavoro povero. Per contro, si è lavorato alacremente sulla conservazione dei privilegi. Il ritardo immotivato nella presentazione del maxiemendamento non era altro che l'estremo tentativo di apparecchiare un condono fiscale per gli evasori. Abbiamo respinto il blitz sui reati finanziari, un gravissimo tentativo di soddisfare i desideri dei ceti finanziari predatori di questo Paese. Grazie al fatto che il nostro emendamento è stato accantonato, la Commissione ha riformulato il testo laddove avrebbe permesso agli esercenti di rifiutare l'uso del POS. Ma la destra sta cercando di dare segnale precisi al suo elettorato. Un ritardo – quindi – non figlio dei tempi stretti né del dilettantismo, ma della malafede. Perché le concessioni e i favori agli elementi più predatori della nostra società non si fermano qui: a che pro 138 articoli e 5 invii di emendamenti? Che senso ha – per esempio – in una legge di bilancio estendere la caccia con abbattimento selettivo per tutta la fauna e in tutte le aree parco, a qualunque ora del giorno e della notte e in qualsiasi periodo dell'anno? Una modifica ordinamentale che nulla ha a che vedere con il Bilancio, ma configura una totale deregulation dei piani regionali di abbattimento di animali, per permettere ai cacciatori di sparare addirittura nelle aree protette e nelle aree urbane. E ancora, che senso ha parlare di intercettazioni o di 007? Insomma, chi lavora viene punito, chi non lavora deriso, chi evade, inquina, preda viene premiato. La manovra del Governo Meloni per il 2023 è una manovra ammazza-Italia: non incentiva l'economia verde e non pianifica un futuro responsabile, è un inno all'evasione e all'era fossile, colpisce i più deboli senza vergogna. Alcuni temevano che questa manovra avrebbe fatto esplodere i conti. Si sbagliavano: l'austerità è il segno che la distingue. Il Ministro Giorgetti fin dal primo momento non ha fatto che parlare di prudenza. Prudenza e soprattutto deferenza: verso chi si arricchisce ai danni della collettività. Perché la tassazione sugli extraprofitti è stata diminuita nonostante sette aziende siano sotto inchiesta per aver truffato gli italiani cambiando i contratti sull'energia? Grazie a voi, da chi negli ultimi anni – come le multinazionali del farmaco e dell'energia – si è arricchito, complici pandemia e crisi energetica, sulle spalle dei cittadini, perverranno solo 2,5 miliardi di euro sotto forma di contributo straordinario sugli extra ricavi, un gettito atteso di un quarto rispetto a quello preventivato dal precedente governo. Anche chi dichiarerà nel 2023 redditi da capitale godrà di un regime fiscale vantaggioso, vedendosi applicare un'aliquota sostitutiva del 14 per cento in luogo di quella al 26 per cento.

Austerità, ma solo per i tanti. Molta generosità per i primi, i soliti. E molto cinismo. Per mascherare una legge finanziaria in grande continuità con i governi precedenti il Governo cerca di inserire temi che liscino il pelo al suo elettorato, come la detrazione delle mance, il ritorno al contante o il condono su multe e cartelle. Noi abbiamo portato avanti tutte le nostre battaglie e abbiamo visto bocciare tanti emendamenti che andavano nel segno della giustizia sociale e climatica: dalla chiusura dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, alla richiesta di sostituire l'assurdo progetto del Ponte sullo stretto di Messina con vere proposte di rilancio degli spostamenti dei cittadini siciliani e calabresi, dalla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario all'introduzione del salario minimo legale con l'indicizzazione dei salari, dal rifinanziamento del Servizio Sanitario Nazionale – e su questo sembra che il COVID vi abbia portato via anche la memoria – alla richiesta di non azzerare i fondi per la morosità incolpevole. Un punto, quest'ultimo, che grida vendetta: in Italia ci sono 900 mila famiglie in affitto in condizione di povertà assoluta e sono almeno 150 mila le famiglie sotto sfratto. L'attuale livello degli affitti sul mercato privato della casa è, per molte famiglie, letteralmente insostenibile, a causa della diffusione del lavoro povero e precario, dei livelli di disoccupazione e inoccupazione, dei salari bassi, del rincaro delle utenze e della generale situazione di inflazione e aumento dei prezzi. Eppure, avete azzerato il fondo di sostegno all'affitto per gli inquilini a basso reddito e il fondo per la morosità incolpevole. E per la scuola? Avete previsto investimenti minimi (150 milioni di euro da destinare al personale scolastico e il ripristino del taglio di 126 milioni di euro per il funzionamento scolastico) e una nuova ondata di accorpamenti tra istituti che potrà portare alla scomparsa, già nei prossimi due anni, di oltre 700 unità scolastiche. A fronte di ciò, ben 70 milioni di euro in più andranno alle scuole paritarie. Nessuna misura a sostegno dell'accesso al sistema educativo della prima infanzia. In materia sociale, una sola nota di speranza: il congedo di maternità di 5 mesi che volevamo trasformare in congedo di genitorialità. Il MISE ha ammesso l'esistenza di un gender gap di 600 euro mensili e il Governo ha trovato la copertura sul 6°mese: potrà assentarsi dal lavoro l'uomo. Sono orgoglioso di essere il primo firmatario di quell'emendamento sottoscritto.

La vera rivoluzione, sociale e culturale, è il congedo pienamente paritario fra uomini e donne, e obbligatorio per i padri. Lo sappiamo ed è quello che chiedevamo, che continueremo a chiedere. Solo in tal modo sarà davvero possibile redistribuire il carico domestico e di cura e sottrarre le donne alla ricattabilità sul lavoro, camminando verso una società di persone libere di decidere del proprio destino e di scegliere il proprio ruolo nella relazione con l'altro. Ma questa rimane una vittoria grande: in un Paese dove il congedo di paternità era fermo alla soglia ridicola dei 10 giorni. Un primo passo verso la parità, in un Paese abissalmente lontano dagli standard europei. Abbiamo messo un piede nella porta, tutti i papà lo hanno messo e chiediamo loro di non perdere questa occasione.