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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 25 di mercoledì 14 dicembre 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

CHIARA BRAGA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 62, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,55.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Roberto Bagnasco. Ne ha facoltà, per un minuto.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie. Vorrei intervenire molto brevemente per un fatto purtroppo molto doloroso, quindi vi chiedo un attimo di silenzio.

Presidente, cari colleghi, sento il dovere, un dovere profondo, di rivolgere un pensiero e un omaggio alla memoria del capitano pilota Fabio Antonio Altruda, dell'Aeronautica militare (l'Assemblea si leva in piedi), tragicamente scomparso ieri, in un incidente aereo sui cieli di Trapani. Unitamente ovviamente a tutta la famiglia della Difesa, rivolgo ai suoi familiari, convinto di farlo anche a nome di tutti noi presenti qui oggi, i sentimenti della nostra profonda vicinanza e commozione. Cieli blu, capitano (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Stefano Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. A nome del gruppo PD, esprimiamo profonda tristezza e condoglianze alla famiglia del capitano Altruda, che è proprio della mia terra, di Caserta ed è una persona che si è distinta molto e che per noi aveva un grande valore anche simbolico. Ma soprattutto esprimo anche vicinanza all'Aeronautica militare. Grazie di cuore (Applausi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Ci sembra doveroso, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, ricordare questa dolorosa perdita - ringrazio anche il collega, per averlo fatto - accaduta ieri, proprio quando parlavamo di Difesa e di Forze armate. Veramente ci stringiamo al dolore dei familiari e di tutta la famiglia dell'Aeronautica militare. Siamo contenti che l'Aeronautica stia immediatamente accertando le cause di quanto avvenuto, perché è doveroso fare chiarezza su quello che è accaduto, ma non ci sono veramente parole per descrivere il dolore che questa perdita ha provocato. Quindi, veramente rivolgo un pensiero a tutti gli uomini e alle donne delle nostre Forze armate perché constatiamo quali sono i rischi del loro mestiere. Purtroppo, questi fatti ci lasciano veramente sconvolti e senza parole, pensando anche alle famiglie. Dovremmo pensare veramente ogni giorno a quello che i nostri militari rischiano nell'esercizio delle loro funzioni e del loro lavoro.

Quindi, esprimo la preghiera che Dio lo accolga nelle sue braccia e rivolgo un grande abbraccio ai familiari e a tutta l'Aeronautica militare (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. A nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, esprimo il cordoglio e la vicinanza alla famiglia e alla Forze armate. Siamo davvero addolorati per questa perdita e ci stringiamo attorno alla famiglia e alle nostre Forze armate. È un lavoro estremamente pericoloso quello che fanno gli appartenenti alle Forze armate, e lo fanno per la nostra sicurezza. A loro va il nostro ringraziamento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ci uniamo anche noi al cordoglio della famiglia, dell'Aeronautica militare e di tutte le Forze armate per la perdita del capitano Altruda, che naturalmente colpisce nell'immaginario anche il popolo italiano, nei confronti di un difensore del nostro Paese che, in una missione di addestramento, ha perso la vita.

È un'occasione per ringraziare tutte le nostre Forze armate per l'impegno che ogni giorno, in silenzio, mettono al servizio del nostro Paese.

Credo che questo ricordo, sentito da parte di tutto il Parlamento, sia dovuto e meriti un minuto di silenzio che, senz'altro, la Presidenza, alla fine del ricordo, farà osservare (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Anche il nostro gruppo Alleanza Verdi e Sinistra intende unirsi al cordoglio e alle condoglianze per questa grave perdita. Alla famiglia un pensiero speciale perché, a ridosso delle festività, questo dolore risulta ancora più insopportabile. Mi unisco anche alla richiesta di un'indagine e di una ricerca rigorosa per quanto attiene alle cause dell'enorme, gravissimo incidente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zinzi. Ne ha facoltà.

GIANPIERO ZINZI (LEGA). Grazie, Presidente. A nome del gruppo della Lega, ci uniamo al cordoglio dell'Aula per la morte del capitano Altruda.

Fabio aveva 33 anni, io sono casertano come lo era lui e la nostra vicinanza è forte non solo per ragioni territoriali, ma anche perché l'Aeronautica è presente sul nostro territorio e serve il Paese, e Fabio era un servitore dello Stato. La nostra vicinanza, il nostro cordoglio e le nostre condoglianze più sentite vanno alla famiglia e ai cari che lui lascia, agli amici e al territorio da cui proviene (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il Sottosegretario Perego di Cremnago, immagino per associarsi. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Mi associo alle parole degli onorevoli deputati. È una giornata molto triste per la Difesa e per le Forze armate.

Il nostro Governo esprime la vicinanza alla famiglia del capitano Altruda, tragicamente scomparso ieri sera, vicino all'aeroporto di Trapani, rientrando con il suo Eurofighter. È anche un momento per ricordare lo sforzo che le nostre donne e i nostri uomini in divisa compiono tutti i giorni per la sicurezza nel nostro Paese. Gli Eurofighter, in particolare, sono impegnati per la sicurezza dei nostri cieli, in patria e all'estero.

L'Aeronautica militare ha già avviato un'indagine sulle cause dell'incidente. Ringrazio ancora tutti, per la vicinanza (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Anche noi, come gruppo Noi Moderati, ci associamo al cordoglio e alle condoglianze alla famiglia del capitano Altruda, deceduto ieri, in una giornata in cui proprio quest'Aula discuteva dell'impegno dei nostri militari all'estero. E il dolore è ancora più forte proprio perché ciò è avvenuto nei giorni del Natale: sono giorni che dovrebbero portare serenità, invece hanno portato dolore alla sua famiglia e a tutto il Paese.

PRESIDENTE. La Presidenza si associa ed esprime la sua vicinanza al dolore della famiglia. Per questo vi invito ad osservare insieme un minuto di silenzio (L'Assemblea si leva in piedi e osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 299 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, recante disposizioni urgenti di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l'Aifa. Differimento dei termini per l'esercizio delle deleghe in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (Approvato dal Senato) (A.C. 664​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 664: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, recante disposizioni urgenti di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l'Aifa. Differimento dei termini per l'esercizio delle deleghe in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.

Ricordo che nella seduta del 12 dicembre si è conclusa la discussione generale e i relatori e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 664​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in sede referente: 3.01 Quartini, 3.03 Di Lauro e 3.05 Sportiello.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere il relativo parere.

SIMONA LOIZZO , Relatrice per la XII Commissione. Signora Presidente, il parere della Commissione è contrario.

PRESIDENTE. Immagino su tutte le proposte emendative.

Il rappresentante del Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere è conforme a quello espresso dalla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.1. Tucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.

RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo che ogni eventuale ulteriore proroga del decreto Calabria venga valutata solo a seguito della pubblicazione di una relazione che riporti due ordini di fattori: in primo luogo, il fabbisogno del personale deve essere parametrato sui flussi di prestazione e criticità disposti agli atti; in secondo luogo, il debito della sanità calabrese, accertato fino a oggi, deve essere reso pubblico. Al riguardo, Presidente, ormai da mesi in Calabria il Presidente della regione, Occhiuto, dice, ovunque esso si trovi, che il debito reale della sanità calabrese è inferiore a quello di cui realmente si parla; quindi, non vedo quale sia il problema a rendere pubblico questo debito. Detto ciò, Presidente, nel corso della discussione di questi emendamenti, chiedo a tutti i colleghi di fare attenzione perché semplicemente ci concentreremo su una richiesta di maggiore trasparenza di questa proroga. Non chiederemo niente di più su un decreto che, tra le altre cose, abbiamo fatto e votato noi nella scorsa legislatura. Quindi, non ci sarà niente di particolare, se non una richiesta di maggiore trasparenza. Per questo motivo chiederemo ai colleghi della maggioranza di essere più costruttivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1. Tucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Stumpo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Stumpo, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 2.50 Orrico.

Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.  

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa chiediamo di sopprimere l'ultimo periodo del comma 1 dell'articolo 2 che dà la facoltà al commissario ad acta di nominare in ogni caso i direttori generali degli enti del servizio sanitario regionale. Presidente, siamo profondamente convinti che il legame tra le nomine dei dirigenti della sanità e la politica debba essere rescisso, azzerando la discrezionalità in capo ai presidenti di regione nell'individuazione dei direttori generali, dei direttori amministrativi, dei direttori sanitari. È necessario che questi ruoli siano individuati attraverso selezioni pubbliche e trasparenti e ovviamente meritocratiche.

Mi domando come mai questa maggioranza, che tanto tiene al merito, non voglia approvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tra l'altro, abbiamo visto che la nomina politica dei direttori generali non ha per nulla funzionato in Calabria, visto che il commissariamento ce lo portiamo dietro da 12 anni e visto che i vari direttori generali, direttori sanitari e direttori amministrativi, soprattutto in alcune ASP, non sono stati in grado negli ultimi dieci anni di presentare neppure uno straccio di bilancio scritto.

Questo è il motivo per cui alcune aziende sanitarie sono state commissariate con una commissione d'accesso antimafia.

È evidente che i direttori generali rischiano, in questo modo, di essere succubi dell'autorità politica. Chiediamo, dunque, trasparenza e selezioni pubbliche meritocratiche e chiediamo a tutti di votare a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Orrico, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.5 Scutella'.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tucci. Ne ha facoltà.

RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Anche qui, non facciamo altro che chiedere un minimo di trasparenza in più a questa maggioranza, al Ministero della Salute e al commissario della sanità calabrese che, in questo momento, corrisponde sempre allo stesso presidente.

Vede, Presidente, da anni si parla di restituire centralità al Parlamento e con questo emendamento non facciamo altro che chiedere a questa maggioranza di approvare una semplicissima cosa, ovvero che il commissario della sanità calabrese e il Ministero della Salute riferiscano alle Commissioni competenti di Camera e Senato sullo stato di avanzamento dei lavori, le stesse Commissioni che poi sono chiamate a decidere sulla proroga di questo decreto rispetto al quale oggi viviamo un paradosso: l'intera maggioranza di centrodestra, che, ai tempi della sua votazione, non ha votato per questo decreto, gridando allo stop del commissariamento della sanità, oggi, ci viene a chiedere la proroga di questo stesso decreto, perché la sanità la gestiscono loro.

Allora, mi domando: forse, ai tempi, era semplicemente un problema di nomi? Il decreto Calabria non era così sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Colleghi, vi prego, quantomeno su questo emendamento, di riflettere, perché non è una richiesta assurda: si chiede al Ministero e al responsabile della sanità calabrese di riferire e di relazionare con le Commissioni competenti del Parlamento. Niente di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.5 Scutella', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.6 Scutella'.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, chiediamo che la relazione sullo stato di attuazione venga trasmessa alle Camere almeno ogni sei mesi. Infatti, Presidente, la sanità calabrese è commissariata da 12 anni. In 12 anni, di fatto, quali sono gli obiettivi che sono stati raggiunti? Se parliamo dal lato dell'appianamento del debito, in dodici anni di commissariamento abbiamo avuto soltanto sei milioni di rientro. E i LEA? Sono garantiti i LEA dopo dodici anni di commissariamento, nonostante il piano di rientro prevedesse anche questo tra gli obiettivi? Non mi pare che siano stati garantiti. A questo punto, con un'ulteriore proroga di sei mesi, chiediamo che, almeno sullo stato di attivazione del Piano, ci sia un riferimento all'organo che oggi sta prorogando questo commissariamento. Non crediamo di chiedere tanto! Avevamo chiesto anche un'audizione del presidente Occhiuto in Commissione e ci è stata negata. Quantomeno che le Camere sappiano e, quindi, l'organo rappresentativo della volontà popolare e, quindi, i cittadini calabresi sappiano quale sia lo stato di avanzamento. Non ci sembra di chiedere tanto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Scutella', con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Zanella, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.8 Zanella. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire la necessità che venga previsto che il commissario ad acta invii preventivamente una relazione dettagliata degli obiettivi che intende raggiungere in riferimento al Piano di rientro. Ciò anche in applicazione delle disposizioni, di cui all'articolo 7, comma 2, del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2020, n. 181, che prevede che, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, il commissario ad acta invii al Ministro della Salute, al Ministro dell'Economia e delle finanze e alle Commissioni parlamentari competenti in materia, una relazione dettagliata sullo stato di attuazione delle misure volte al raggiungimento degli obiettivi di cui al Piano di rientro e delle misure di cui al capo I del medesimo decreto, con particolare riguardo alle perduranti criticità, nonché alla strategia di uscita definitiva dal commissariamento alla data, di cui al comma 1 del presente articolo; è già stato ribadito dalle colleghe e dai colleghi, ma, evidentemente, repetita iuvant.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Zanella, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.7 Tucci. Ha chiesto di parlare il deputato Tucci. Ne ha facoltà.

RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Anche qui torniamo sul tema della trasparenza, ma questa volta su un qualcosa di un po' diverso.

Con questo emendamento chiediamo di sopprimere completamente il comma 1-ter dell'articolo 2, una disposizione anomala che prevede che il Dipartimento di un ente pubblico diventi un'articolazione di un'azienda che esiste solo sulla carta. Colleghi, in Calabria è stata fondata di recente sulla carta la cosiddetta Azienda Zero, che è una società in-house della regione, che accorpa tutto al suo interno: la gestione dei rifiuti, la sanità, i servizi idrici, accorpa tutto all'interno. Si tratta di un'azienda, una società in-house della regione Calabria, gestita in maniera diretta dalla presidenza della regione, una società che dà un enorme potere al presidente di regione di nominare le sue persone e di fare quello che desidera, senza occuparsi realmente delle richieste delle opposizioni.

Questa norma prevede che venga assegnato nuovo personale alla sanità calabrese, ma dovete sapere che Agenas aveva già assegnato alla sanità calabrese 30 unità di personale per la sanità e, di queste 30 unità non tutti hanno mai nemmeno iniziato a lavorare: tanti sono rimasti al loro posto, dov'erano prima. Allora, mi chiedo: a che servono nuove unità di personale, se quelle già assegnate precedentemente non sono mai state nemmeno adoperate? Si continua a perpetrare questa logica per cui si vuole dare sempre maggiore peso a questa società in-house che - vi ripeto - esiste solo sulla carta. Colleghi, stiamo dando un potere in mano enorme, senza sapere ciò che verrà. E in Calabria - ma credo anche in tante altre regioni - abbiamo visto spesso cosa succede con le società in-house. Vi prego di riflettere e di ragionare su questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Tucci, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.10 Orrico. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, chiediamo di sopprimere il comma 3-ter dell'articolo 2, ovvero una disposizione introdotta in Senato con la quale si interviene sui meccanismi di nomina dei commissari, come disciplinati dal decreto- legge n. 32 del 2019, una norma completamente avulsa dalle tematiche di questo decreto, che comunque è un decreto “insalata mista”. Qualcuno potrebbe anche dire che ci sta, essendo un decreto nel quale parliamo della partecipazione dell'Italia agli obblighi derivanti dalla nostra presenza nella NATO; poi parliamo della sanità calabrese e poi parliamo dell'Aifa. In realtà, però, questo decreto-legge n. 32 del 2019, all'articolo 4, comma 1, prevede che il Presidente del Consiglio, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e previo parere delle Commissioni parlamentari, possa nominare commissari straordinari per realizzare interventi infrastrutturali, caratterizzati da un elevato grado di complessità progettuale e particolare difficoltà esecutiva. Decorso il termine, è anche possibile fare queste nomine senza il coinvolgimento, il parere delle Commissioni parlamentari competenti.

Ora non si capisce perché questa norma sia inserita nella materia che riguarda i poteri del commissario ad acta della sanità calabrese. Allora, mi domando: non è che a questo commissario ad acta, visto che si tratta di un presidente di regione afferente alla stessa maggioranza che compone questo Governo, si vogliono dare, come qualcuno diceva tempo fa, pieni poteri? Noi siamo contrari, ecco perché chiediamo a questo Governo di farsi un esame di coscienza e di respingere questa norma completamente avulsa da questo decreto-legge e, quindi, di votare il nostro emendamento. Un po' di coerenza, signori, sarebbe gradita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Orrico, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'emendamento 2.11 Scutella'.

Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, chiediamo che le procedure selettive effettuate da Agenas per reperire personale di supporto alla sanità calabrese, quindi, in esecuzione dell'azione dettata dal commissario ad acta, siano rese pubbliche sui siti istituzionali sia di Agenas sia della regione Calabria. Secondo la norma che prevede il commissariamento della sanità calabrese, il commissario ad acta si può avvalere di personale dell'Agenas che dovrebbe fornire supporto tecnico e operativo. Abbiamo già visto, in realtà, come questo personale, di fatto, non sia stato attivato nell'alveo del Dipartimento salute della regione Calabria e come ci sia il tentativo di spostare questo personale su Azienda Zero, di cui non conosciamo il lavoro fatto fino ad ora, qualora sia stato fatto del lavoro, perché - nonostante le numerose dichiarazioni, ad esempio, del presidente della regione Calabria sul fatto che l'accertamento del debito della sanità calabrese sia molto più semplice di quanto previsto e il debito sia molto più ridotto di quanto ipotizzato - è passato un anno e mezzo da quando il presidente Occhiuto è commissario ad acta della sanità calabrese e ancora non ci è dato sapere a quanto ammonti questo debito.

Allora, siccome il commissario ad acta si può avvalere di questo personale Agenas, che può essere contrattualizzato attraverso selezioni pubbliche, chiediamo che queste selezioni vengano rese note sui siti istituzionali dell'Agenas e della regione Calabria. Ribadisco il concetto che ho espresso sul primo emendamento a mia firma: questo Governo parla tanto di meritocrazia, predica la trasparenza, poi, però, ci ritroviamo con le solite nomine politiche di personale che deve gestire strutture pubbliche e se chiediamo semplicemente di pubblicare dei dati, dei percorsi di selezione sui siti istituzionali dell'Agenas e della regione Calabria ci viene detto di “no” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.11 Scutella', con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo agli identici emendamenti 3.1 Furfaro, 3.2 Marianna Ricciardi e 3.3 Zanella.

Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento proviamo a verificare se ci sia l'intenzione, da parte della maggioranza, di fermarsi su un errore che, a nostro parere, è esiziale. In questo decreto-legge, per quanto riguarda l'Aifa, c'erano poche parole nel testo iniziale; era un emendamento da Milleproroghe, più che da decreto-legge: si spostava l'esistenza di una commissione, anzi, di due commissioni, già scadute a ottobre, fino a febbraio di quest'anno. Poi, a questa proroga dei termini si è aggiunta una pagina intera, con la disposizione per cui si sopprimono le due commissioni e se ne fa una. Forse, saremmo stati anche tutti d'accordo, se l'avessimo fatta previa una discussione, come si fa in questi casi, quando si riforma un'Agenzia importante come l'Aifa, per il ruolo che ha avuto durante tutta la fase della pandemia; magari avremmo potuto stabilire di prevedere qualche componente in più, anziché limitarne il numero a dieci, a causa della mole di lavoro che il suddetto organo avrebbe ereditato dalle due commissioni che, tra l'altro, avevano anche problemi, in quanto non erano state effettivamente attuate. Avremmo discusso, soprattutto, di una riforma che in fretta e furia voi avete messo in campo, sostituendo le funzioni degli apparati direttivi, togliendo il direttore generale e mettendo tutto in capo al presidente, modificando altri aspetti di questa norma, ma segnatamente creando un precedente sbagliato, perché, anziché effettuare la scelta dei criteri di nomina del futuro presidente con legge ordinaria e, poi, lasciare la nomina di questo presidente a chi la legge prevedeva dovesse nominarlo, si dà al Ministro, attraverso un decreto ministeriale, il compito di individuare i criteri di nomina. Ciò significa che, di volta in volta, ogni Ministro può cambiare i criteri in base alla sua volontà. Questo è sbagliato, è sbagliato nel rispetto di quell'Agenzia e sbagliato per gli interessi che quell'Agenzia deve tutelare.

Allora, io non sono contrario alla riforma dell'Aifa; sono contrario e siamo contrari a tale modalità, e per questo vi chiediamo di approvare l'emendamento e di iniziare a discutere di riforma dell'Aifa nelle sedi appropriate, perché altrimenti state costruendo un'Agenzia che non ha una sua autonomia, che, invece, deve essere uno dei requisiti essenziali dell'Agenzia del farmaco, che determina molto ed è molto importante per la salute e la sanità di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, come sapete, sono già intervenuto in discussione generale su questo tema, che è sensibile, molto significativo, perché è così importante da riguardare un'Agenzia che si occupa di qualcosa, in termini economici, che ha a che fare con un volume d'affari di 30 miliardi. Io credo che l'impostazione data, in maniera del tutto sbrigativa, con una rapidità inconsueta, fuori tema rispetto al provvedimento di cui parliamo - perché parliamo di NATO, parliamo di decreto Calabria, e ci inseriamo dentro anche la modifica della governance di Aifa - vada a ledere – lo ripeto, va a ledere - in maniera significativa l'autonomia e l'indipendenza di un'Agenzia che deve essere prettamente scientifica e obbedire a rigori metodologici; credo che ciò sia un grande errore, un errore significativo e credo che, da questo punto di vista, serva soltanto a una sorta di semplificazione della catena di comando, che riguarda essenzialmente la capacità della politica, e, quindi, dell'establishment politico, di incidere. C'è un rischio reale - ve lo dico -, se si fa una riforma di questo genere, che arrivi un presidente qualunque di un qualunque Stato, senza fare nomi, che decide che l'idrossiclorochina è un farmaco di eccellenza, invece di essere deciso dai tecnici e dagli scienziati.

Per questo noi chiediamo al Governo di rinunciare all'idea di questa modifica, che è molto pericolosa, della governance di Aifa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Furfaro, 3.2 Marianna Ricciardi e 3.3 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 3.4 Bonetti e 3.5 Zanella.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Il comma 1-bis dell'articolo 3 prevede, come già detto, che presso l'Aifa la commissione consultiva tecnico-scientifica e il comitato prezzi e rimborso siano soppressi e le relative funzioni vengano attribuite a una commissione unica denominata commissione scientifica - badate bene - ed economica del farmaco. Quindi, l'emendamento elimina questa previsione. Perché? Perché, come già è avvenuto nella fase pandemica, con l'aumento dei costi, la speculazione e tutti i problemi connessi con i vaccini, la governance dell'Aifa deve affrontare la questione tecnico-scientifica da una parte, non influenzata, quindi, dalle questioni e dagli aspetti finanziari ed economici, che, ovviamente, vanno tenuti in considerazione, ma non insieme e in contemporanea, mischiando anche competenze che è meglio siano separate.

Quindi, noi chiediamo, con questo emendamento, che venga mantenuta la separazione di queste due competenze, perché avremmo più capacità tecnica e scientifica, da una parte, e anche più possibilità di contrattare al meglio le questioni e gli aspetti economici.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.4 Bonetti e 3.5 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Furfaro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Furfaro, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Furfaro, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.10 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 664​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Il deputato Domenico Furgiuele ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/664/13.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Approfitto dell'illustrazione di questo ordine del giorno per ribadire quanto sia cruciale e importante questo passaggio parlamentare per la mia regione, la Calabria, che, voglio ricordare, è ancora in piena emergenza sanitaria. Questo perché, come ribadiva qualche altro collega e amico del MoVimento 5 Stelle, negli ultimi undici anni, evidentemente e in modo molto chiaro, i Governi che si sono succeduti hanno provveduto semplicemente a nominare commissari ad acta speciali, che, in modo speciale, hanno peggiorato le cose.

Si vede qualche spiraglio, si vede qualche barlume di speranza soltanto da poco più di un anno a questa parte grazie al presidente della regione Calabria, Occhiuto, che ha chiesto, ha preteso e ha ottenuto che il commissariamento della sanità, dopo undici anni, ritornasse in capo al governatore. Un risultato politico molto importante che, evidentemente, non basta per risollevare le sorti della sanità calabrese, che ancora langue in gran parte e su gran parte del territorio calabrese.

Accogliamo, dunque, con favore, con rispetto e, soprattutto, con molta attenzione il prolungamento del decreto Calabria, ma, evidentemente, questo non basta a lenire le ferite di un percorso che è stato veramente devastante per la nostra regione. È un'iniziativa importante, che dovrebbe andare a compensare quello che è accaduto negli ultimi 11 anni. Per troppo tempo abbiamo assistito, signor Presidente, ha provvedimenti governativi che si impegnavano a rafforzare e a sostenere la sanità calabrese sulla carta, ma che, poi, nei fatti, venivano ad impattare sui tavoli ministeriali, impattavano e si incagliavano in quei movimenti burocratici, in quella burocrazia, la peggiore burocrazia, quella autoreferenziale, che non è attenta al fatto che ci siano centinaia di migliaia di cittadini calabresi che vorrebbero curarsi a casa loro.

Ben venga, allora, signor Presidente, la proroga del decreto Calabria, ma questa volta le strutture ministeriali dovranno essere molto più collaborative di quanto non siano state nel passato.

Signor Presidente, abbiamo bisogno di assumere più personale medico e di riempire di contenuti quelle strutture che sono state costruite in Calabria, che sicuramente hanno l'obiettivo di migliorare le cose nel comparto sanitario, per rispondere a qualche collega e amico del MoVimento 5 Stelle che, giustamente, sollevava la necessità di approfondire l'argomento. Signor Presidente, abbiamo bisogno che le strutture ministeriali agevolino le assunzioni, agevolino le buone pratiche.

Allora, ben venga la proroga del commissariamento, ben vengano il potenziamento della struttura del commissario stesso, la collaborazione con la Guardia di finanza, la collaborazione con l'Agenzia delle entrate, i finanziamenti dell'Agenas per potenziare la struttura stessa del commissario, ma, su tutto questo, bisognerà avere il supporto e la collaborazione univoca dei diversi livelli istituzionali, da quello romano a quello territoriale calabrese. È questo lo scopo del mio ordine del giorno: dare forza, dare un ulteriore impegno con questo obiettivo, l'obiettivo di far sì che la drammatica storia della sanità calabrese possa essere relegata definitivamente al passato.

PRESIDENTE. Il deputato Ciocchetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/664/2.

LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Grazie, Presidente. Volevo sottolineare l'importanza di questo ordine del giorno al Governo in merito al precariato che, da 13 anni, è presente all'interno di Aifa e che non è mai stato risolto né affrontato da nessuno. Ci sono circa 34 lavoratori che, da 13 anni, hanno rinnovi di contratto o semestrali o annuali; l'ultimo rinnovo scadrà il 31 dicembre di questo anno.

Ci sono stati già, nella passata legislatura, impegni assunti, sia dall'attuale direzione di Aifa, sia dal precedente Governo, ci sono state manifestazioni, incontri, interpellanze, interrogazioni che sono state presentate in quest'Aula, ma, purtroppo, a tutt'oggi, non si è trovata una soluzione a questo problema così annoso: 34 dipendenti precari da 13 anni, che lavorano presso Aifa, svolgendo un lavoro particolarmente importante, e che, ogni sei mesi o ogni anno, si trovano davanti alla possibilità o all'impossibilità di continuare a lavorare.

Quindi, l'ordine del giorno ha il senso di chiedere al Governo l'impegno formale di intervenire sulla direzione e la presidenza di Aifa per trovare le soluzioni. Dopotutto, mi pare che, a livello nazionale, soprattutto nel campo della salute, si siano approvate molte norme di stabilizzazione del personale e, quindi, credo che, anche per ciò che riguarda Aifa, vi sia la necessità, la possibilità di trovare una soluzione a questo problema così importante. Ciò, riguardo anche alla funzionalità stessa, perché sono tutti lavoratori che operano in settori particolarmente delicati ed importanti dell'Agenzia e, quindi, avrebbero davvero bisogno di avere certezze con riferimento alla loro possibilità di continuare a lavorare, a portare avanti la loro attività di lavoro.

Vi sono stati tentativi, hanno fatto bandi in passato che, però, non hanno prodotto il risultato sperato. In questi bandi c'era anche una norma che autorizzava un percorso di stabilizzazione, valutando l'esperienza dei lavoratori a progetto e somministrati; tuttavia, non si è riusciti a trovare una soluzione sufficiente, anche perché il numero dei posti banditi in questi concorsi era assolutamente insufficiente a coprire le esigenze di stabilizzazione di questo personale. Quindi, si è andati avanti continuamente con proroghe su proroghe, con rinnovi contrattuali - alcuni con contratti a tempo determinato, altri con contratti di somministrazione e/o a progetto - per continuare a svolgere il loro lavoro all'interno di Aifa.

Quindi, credo sia davvero ormai ineludibile trovare una soluzione, Sottosegretario, affinché sia possibile assicurare a questi lavoratori certezze di lavoro e, soprattutto, ad Aifa anche di avere la continuità nel percorso di lavoro. Auspico che il Governo possa esprimere parere favorevole su questo ordine del giorno in modo da trovare un percorso che porti, appunto, alla stabilizzazione.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati. Prego, sottosegretario.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. In attesa di puntuale riscontro da parte dei Ministeri competenti, chiedo una sospensione di 20 minuti.

PRESIDENTE. Sospendo, dunque, la seduta, che riprenderà alle ore 11,20. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 11,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Perego di Cremnago.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Presidente, chiediamo gentilmente altri 10 minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo quindi la seduta, che riprenderà alle ore 11,30.

La seduta, sospesa alle 11,21 è ripresa alle 11,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo l'esame del provvedimento. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Ordine del giorno n. 9/664/1 Amendola, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/664/2 Ciocchetti, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/664/3 Dori, riformulato con l'aggiunta della locuzione: “ a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/664/4 Baldino: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/664/5 Pavanelli: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/664/6 Orrico, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/664/7 Sportiello, parere favorevole; preciso che, del resto, questa procedura è già in atto, quindi confermo il parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/664/8 Tucci: accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/664/9 Scutellà vi è un parere contrario. Sugli ordini del giorno n. 9/664/10 Di Lauro e n. 9/664/11 Quartini il Governo esprime parere contrario. Ordine del giorno n. 9/664/12 Marianna Ricciardi: accolto come raccomandazione. Ordine del giorno n. 9/664/13 Furgiuele, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/664/14 Casu, parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/664/15 Pellegrini, passo la parola; interviene il collega Sottosegretario.

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario Perego di Cremnago.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa.

Grazie, Presidente. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/664/15 Pellegrini è contrario perché, tra l'altro, il Governo ha dato attuazione a quanto si scrive nell'ordine del giorno, estendendo di 18 mesi la scadenza del 27 novembre, favorendo le sigle sindacali che ancora non sono rappresentative - perché sono sotto la soglia del 2 per cento - nel dar seguito alla rappresentatività e quindi, poi, nell'applicare quelle deleghe non esercitate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/1 Amendola, su cui il Governo ha espresso parere contrario

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/664/2 Ciocchetti, parere favorevole: andiamo avanti. Sull'ordine del giorno n. 9/664/3 Dori c'è una riformulazione: viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/664/4 Baldino è accolto come raccomandazione. Va bene? Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino, che immagino chieda venga posto in votazione . Prego, onorevole Baldino, ha facoltà di parlare.

VITTORIA BALDINO (M5S). Chiedo che il mio ordine del giorno sia posto in votazione e intervengo anche in dichiarazione di voto. Non accettiamo questo accoglimento come raccomandazione perché chiediamo semplicemente - e credo sia un dovere del Governo accogliere questo ordine del giorno - che il Governo pretenda di assumere delle informazioni sull'impatto finanziario di questa nuova struttura di governance che è stata, non inventata, ma traslata da un'altra esperienza, quella veneta, che non ha niente a che vedere con l'esperienza calabrese, a livello di sanità, di infrastrutture e di LEA e penso che i colleghi calabresi lo sappiano benissimo.

Quindi, è necessario che ci sia una puntuale rendicontazione circa la quantificazione dei costi e delle coperture di questa struttura, creata in tutta fretta un anno fa come la panacea di tutti i mali per la sanità calabrese e che ancora non è nemmeno partita.

Peraltro, segnalo che la Corte dei conti è stata severissima nella valutazione, perché, anche alla luce di un'istruttoria che è stata effettuata dalla Corte dei conti, la Corte dice testualmente - l'abbiamo scritto nelle premesse dell'ordine del giorno - che permangono delle perplessità sulla legge istitutiva in ordine ai criteri di quantificazione dei costi e alle modalità di copertura. E allora, vogliamo capire quanto costa ulteriormente ai calabresi questa struttura, a cosa serve e che cosa fa? Un monitoraggio? Non credo sia particolarmente oneroso, dal punto di vista dell'adempimento, che il Governo, il Ministero della Salute pretenda dal suo commissario ad acta, il presidente Occhiuto, di sapere almeno quanto costa questa struttura. Diteci almeno questo, considerato che la paghiamo con i nostri soldi, soldi che già doppiamente paghiamo per la sanità calabrese, nonostante il servizio sicuramente non sia quello previsto dal nostro Servizio sanitario nazionale, quindi non sia né equo a livello universale, così come era previsto dalla legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale, dato che pare che i LEA non siano garantiti nella nostra regione.

Quindi, noi voteremo a favore di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/4 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/664/5 Pavanelli, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno chiede di monitorare, tramite uno screening preventivo, i cittadini esposti a forte inquinamento. Questa dovrebbe essere una realtà non solo in Calabria, ma in tutta Italia. Sappiamo che, secondo l'OMS, il 24 per cento di tutte le malattie è dovuto all'esposizione a fattori ambientali. Questo dato supera il 33 per cento nei bambini da zero ai 5 anni. Il dato in Italia è del 14 per cento, per un totale di 91 mila morti all'anno.

Pertanto, questo ordine del giorno vuole impegnare il Governo - e mi dispiace che sia stato accolto solo come raccomandazione - a promuovere, tramite il Servizio sanitario nazionale, l'attività di sorveglianza epidemiologica in Calabria, cosa che, ripeto, dovrebbe essere la prassi in tutto il territorio nazionale, ove sia presente il superamento dei limiti di concentrazione definiti dal decreto-legge n. 155 del 2010, con riferimento alle patologie con accertata evidenza di esposizione ambientale. Ricordo che la salute dei cittadini deve essere tutelata, in Calabria e in tutta Italia.

Grazie, Presidente, e ovviamente dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario di Stato per la Salute, Marcello Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, grazie. Chiedo di accantonare questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/664/6 Orrico.

Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di mettere in votazione l'ordine del giorno. È un ordine del giorno con il quale chiediamo sostanzialmente di evitare che i ricambi dei commissari straordinari delle ASL avvengano per spoil system, anziché per una effettiva valutazione del lavoro e dei risultati raggiunti dai commissari straordinari.

Quindi, chiediamo che la politica faccia un passo indietro rispetto alle solite dinamiche sulla nomina e sulla revoca dei commissari, ma che questi vengano effettivamente revocati, se c'è un motivo valido. Infatti, i continui cambiamenti dei commissari straordinari non consentono mai di gestire in maniera continuativa la mole di lavoro che riguarda non solo l'accertamento del debito delle aziende sanitarie e delle aziende ospedaliere calabresi, ma neppure di mettere in campo tutte le azioni necessarie per soddisfare effettivamente il diritto alla salute di ogni singolo cittadino calabrese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/6 Orrico, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/664/7 Sportiello, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/664/8 Tucci è accolto come raccomandazione. Va bene, onorevole Tucci? Dice di sì.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/664/9 Scutella'.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/9 Scutella', su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/664/10 Di Lauro, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare la deputata Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno riguarda una norma che è stata introdotta nel corso dell'esame di questo provvedimento da parte del Senato e che consente di nominare o cambiare, in particolari circostanze, i commissari alle opere infrastrutturali. Questa è una norma che non c'entra assolutamente nulla con l'oggetto del decreto in esame, è totalmente estranea, potrebbe avere un impatto anche nazionale e davvero non si capisce, in realtà, dove si voglia andare a parare, o forse sì. Quindi, con questo ordine del giorno noi chiediamo semplicemente trasparenza, chiediamo spiegazioni e non si capisce perché queste ci vengano negate. Il voto del MoVimento 5 Stelle sarà, quindi, chiaramente favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/10 Di Lauro, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/664/11 Quartini, su cui c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Effettivamente, rischio di essere ridondante, però quello dell'autonomia di Aifa è un tema davvero importante, così importante, in chiave proprio democratica, che non può essere assolutamente trascurato. Non può essere messa in discussione l'indipendenza e l'autonomia di un'Agenzia così importante. La cosa che sorprende molto, e dal mio punto di vista rappresenta anche un grave imbarazzo per quest'Aula, è il fatto che, sul merito della questione, il Governo non si è pronunciato e in maniera del tutto arrogante si è semplicemente limitato a sostenere che, siccome ha vinto le elezioni, fa come vuole e decide come vuole. In questo senso, ritengo sia estremamente pericoloso, come precedente, penso che si debba davvero fare una riflessione insieme e voglio continuare a rimanere sul merito. Aifa deve mantenere la sua autonomia e la sua indipendenza; è stata istituita proprio in virtù del fatto che la commissione unica sul farmaco aveva fatto disastri in questo Paese, è stata istituita in quella direzione.

C'è bisogno di fare un'operazione di meditazione, di ponderazione rispetto a questo. L'ordine del giorno va in questa direzione: si invita a ripensare il progetto di riforma di Aifa attraverso uno strumento più idoneo e articolato che consenta una riflessione più ponderata da parte del Governo e del Parlamento, in collaborazione con la comunità scientifica, con la comunità tecnico-scientifica. Dovevamo audirli, dovevamo capire meglio dove si andava a sbattere. Guardate, è pericoloso che ci sia un sistema diretto di gestione di un'Agenzia come questa, è pericoloso in termini di conflitti di interesse, è pericoloso sotto troppi punti di vista rispetto a un'Agenzia che va a lavorare su 30 miliardi di volume d'affari in questo Paese.

È un terzo della spesa sanitaria, è un terzo della spesa sanitaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! È intollerabile, è inaccettabile una presa di posizione come questa! Annuncio, naturalmente, il voto favorevole su questo ordine del giorno del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Intendo sottoscrivere, anche a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, questo ordine del giorno. Approvo e condivido le motivazioni, oltre che il contenuto, dell'ordine del giorno stesso. Vorrei chiedere al collega, però, di aggiungere, in termini di precisazione, che il confronto deve avvenire anche con la Conferenza Stato-regioni.

PRESIDENTE. È evidente che non si possono modificare gli ordini del giorno. La prendiamo come una sollecitazione politica.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/11 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/664/12 Marianna Ricciardi, accolto come raccomandazione: non viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/12 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Sull'ordine del giorno n. 9/664/13 Furgiuele il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/664/14 Casu, il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, il nostro giudizio sulla riforma dell'Aifa inserita in questo decreto è netto. Non la condividiamo nell'an e non la condividiamo nel quomodo. Le motivazioni sono state già espresse molto chiaramente dal collega Stumpo nell'ambito della discussione sugli emendamenti che avete bocciato. Vi chiediamo attenzione nei confronti del ruolo del Parlamento, anche con riferimento al ruolo delle Commissioni, che, fino a oggi, in questo percorso, non è stato rispettato. Vi chiediamo di prevedere almeno che nelle norme del decreto ministeriale che stabiliranno i criteri del futuro presidente dell'Aifa, non sul nome, ma sui criteri, sia previsto un passaggio vincolante nelle Commissioni parlamentari.

Non ci limitiamo a questo. Con l'ordine del giorno in oggetto avanziamo anche una proposta veramente utile; servirebbe veramente. Vi chiediamo di sostenere il progetto del Forum Disuguaglianze Diversità per la realizzazione di un centro europeo pubblico per la ricerca biomedica, per lo sviluppo di nuovi farmaci, vaccini, diagnostiche e tecnologie medicali, che capitalizzi gli investimenti avviati nel Paese e realizzi centri nazionali, programmi speciali e infrastrutture di ricerca, sostenendo la produzione industriale italiana del settore, la nostra attività brevettuale e l'indipendenza del Paese in settori strategici.

Con questo decreto, con la scelta di mettere insieme la proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, le misure per il servizio sanitario della regione Calabria con una riforma dell'Aifa, questo Parlamento riapre pagine pericolose e sbagliate del nostro passato. Noi vi chiediamo di guardare al futuro, all'Europa, alla ricerca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/14 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/664/15 Pellegrini.

Ha chiesto di parlare il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, signora Presidente. Nella scorsa legislatura, esattamente ad aprile 2022, il Parlamento ha approvato la legge n. 46, recante norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo. Questo rappresentava e rappresenta un risultato storico per le Forze armate e per la cui approvazione il MoVimento 5 Stelle ha dato un contributo decisivo, ed è stato tutto ciò frutto di un intenso lavoro che è stato svolto, nella scorsa legislatura, nella Commissione difesa della Camera.

Il nostro impegno, in questo campo, valga anche come ulteriore risposta a chi, come ieri, dai banchi della destra, aveva falsamente affermato in quest'Aula - con quale coraggio non lo so - che il MoVimento 5 Stelle sarebbe contro le Forze armate.

Invece, i fatti che facciamo, le norme che portiamo avanti, la qualità del nostro impegno testimoniano esattamente il contrario, e cioè testimoniano l'amore e il rispetto che noi abbiamo per le nostre Forze armate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

La necessità di quell'intervento normativo discendeva da un'importantissima sentenza della Corte costituzionale - la n. 120 del 2018 -, che aveva modificato l'orientamento giurisprudenziale, fino ad allora prevalente, in materia di diritti sindacali militari e statuiva l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1475, comma 2, del codice dell'ordinamento militare, che vietava ai militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad associazioni sindacali. Ora, il comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione di cui ci stiamo occupando, che è stato introdotto durante l'esame al Senato, dispone il differimento di ulteriori 12 mesi del termine per l'esercizio di importanti deleghe contenute nella legge n. 46 del 2022.

Nella seduta, voglio ricordarlo, del 23 novembre scorso della Commissione difesa, in sede di esame del decreto legislativo recante disposizioni di adeguamento delle procedure di contrattazione per il personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia a carattere militare, cioè l'atto di Governo n. 6, avevo sottolineato, a nome del MoVimento 5 Stelle, la necessità di procedere celermente con la completa attuazione della delega, considerata anche la scadenza, in quel momento prossima, del 27 novembre 2022. Quindi, conformemente a tutto il lavoro fatto dal MoVimento 5 Stelle in materia di libertà sindacali delle Forze armate e delle Forze di Polizia a ordinamento sindacale, conformemente alle nostre posizioni, a tutte quelle posizioni che abbiamo esplicitato nella scorsa legislatura e in questa presente, in Aula e nelle Commissioni competenti, principalmente in Commissione difesa, abbiamo presentato questo ordine del giorno, che impegna il Governo ad adottare tempestivamente ogni utile atto normativo volto a esercitare pienamente le deleghe necessarie alla completa attuazione della legge n. 46 del 2022. È una materia importantissima e, quindi, auspichiamo un accoglimento da parte dell'Aula. Nel frattempo, esprimo, a nome del MoVimento 5 Stelle, il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sull'ordine dei lavori e per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, perché ci giunge notizia dalle agenzie di stampa che sia successa una cosa gravissima, in Senato, durante le comunicazioni della Presidente Giorgia Meloni. In particolare, pare che, durante la replica agli interventi del MoVimento 5 Stelle, la Presidente del Consiglio abbia dichiarato, a proposito del negoziato di pace: “i russi ritireranno le truppe, se gli offriamo il reddito di cittadinanza?” (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Presidente, a noi sembra…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Baldino, questo è un intervento di fine seduta e potrà sicuramente svolgerlo successivamente perché riguarda un altro ramo del Parlamento (Applausi).

VITTORIA BALDINO (M5S). No, Presidente, è sull'ordine dei lavori, perché è una cosa gravissima. Presidente, noi chiediamo (Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per cortesia. Colleghi, per cortesia!

VITTORIA BALDINO (M5S). …che la Presidente del Consiglio venga qui a riferire sulle parole indegne che ha pronunciato al Senato.

PRESIDENTE. Colleghi, se non smettete, sospendo la seduta. Per cortesia, onorevole Baldino, lei può chiedere l'informativa, naturalmente. Il fatto che lei racconta è avvenuto in un altro ramo del Parlamento, quindi, se non richiede un'informativa, questo è un intervento di fine seduta. La prego di arrivare a conclusione in questo senso, oppure di spostare il suo intervento a fine seduta. Prego onorevole. Colleghi, per favore. Per favore, colleghi…

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, sono intervenuta proprio per chiedere questo.

Se i colleghi di Fratelli d'Italia mi lasciano parlare (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Sono intervenuta proprio per chiedere un'informativa urgente della Presidente Meloni…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, fate continuare la collega Baldino. Prego, onorevole Baldino.

VITTORIA BALDINO (M5S). … per rendere conto a questa Camera delle parole indegne che ha pronunciato, perché pare, Presidente, che qui si sia scambiato (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per cortesia. Concluda, onorevole Baldino, e voi, colleghi, fate concludere l'onorevole Baldino.

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, concludo, se mi fanno parlare.

PRESIDENTE. Onorevole, sto cercando di farla parlare, come vede. Sto cercando di farla parlare. Prego.

VITTORIA BALDINO (M5S). La ringrazio. Capisco che forse dia fastidio quando si evidenziano cose importantissime (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Continui, onorevole, continui.

VITTORIA BALDINO (M5S). Allora, Presidente, il ruolo che ricopre la Presidente del Consiglio è un ruolo istituzionale. A noi sembra che lei non sia entrata ancora pienamente nei panni e non abbia colto la responsabilità e la sensibilità che, ricoprendo un ruolo così importante, dovrebbe avere. Perché, vede, Presidente, lei, in un solo colpo, ha banalizzato la guerra, i negoziati di pace e anche le persone che sono in difficoltà in questo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Collega, lei ha fatto la richiesta di informativa, ora concluda. Collega, la devo pregare di concludere.

VITTORIA BALDINO (M5S). Noi ci aspettiamo una particolare sensibilità da parte del Governo rispetto a questi temi, e non di banalizzare. Questo è vergognoso, lo troviamo indegno e chiediamo che la Presidente…

PRESIDENTE. Collega, deve concludere l'intervento. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare il deputato Ziello, per richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Per un richiamo al Regolamento. Grazie, Presidente, anzitutto, visto che le regole sono importanti, bisognerebbe ricordare alla collega che, quando ci si rivolge alla Presidenza, non bisogna guardare gli altri gruppi (Applausi Lega-Salvini Premier). Soprattutto, si fa la richiesta alla Presidenza e, non appena la richiesta è stata fatta, come in questo caso dell'informativa, l'intervento si conclude, non si fa un comizio politico. Per questo, ci sono le piazze (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Collega, la ringrazio, come ha visto, ho chiesto alla collega se intendeva chiedere un'informativa urgente e così è stato.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 664​)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/664/15 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Dobbiamo ora tornare all'ordine del giorno n. 9/664/5 Pavanelli, che era stato accantonato. Chiedo al Governo se intenda cambiare il parere. Prego, sottosegretario.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, Presidente, cambio il parere in parere favorevole (Applausi).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 664​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

Prego, onorevole Bicchielli, dovrebbe intervenire, se naturalmente intende farlo.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Chiedo di essere autorizzato a consegnare l'intervento.

PRESIDENTE. Va bene, è autorizzato a consegnare l'intervento. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 169 del 2022 riguarda la proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, la proroga delle misure per il servizio sanitario in Calabria e la proroga di due commissioni dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco.

La prima osservazione ovvia e ribadita, sia in Senato che alla Camera, dal nostro e da altri gruppi di opposizione, è di ordine tecnico-giuridico e riguarda la disomogeneità dei temi trattati, che avrebbero dovuto essere oggetto di normazione separata e specifica, per consentire al Parlamento il necessario approfondimento e il confronto non solo con il Governo, ma anche con gli altri soggetti a vario titolo coinvolti.

Sulla partecipazione militare dedicata al potenziamento dei dispositivi NATO, operativi sul fianco sud-est dell'Alleanza, mi limito a constatare l'inevitabile aumento del fabbisogno finanziario, complessivamente inteso, evidenziato a pagina 13 del dossier relativo al provvedimento, che, per l'anno 2022, ammonta a 301.814.802 euro, anche se la proroga attuale non aggiunge nuovi oneri. Quindi, mi riferisco al fabbisogno finanziario globale. Sul punto il nostro gruppo ha espresso e motivato la propria posizione contraria…

PRESIDENTE. Onorevole Zanella, mi scusi. Colleghi, riusciamo a consentire all'onorevole Zanella di intervenire in un'Aula minimamente silenziosa? Grazie. Prego, onorevole Zanella, può continuare.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie per il “minimamente”, che non so esattamente cosa voglia dire, ma grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Era il minimo sindacale, diciamo così. Prego onorevole, può continuare.

LUANA ZANELLA (AVS). Ripeto. Sul punto il nostro gruppo ha espresso e motivato la propria posizione contraria all'aumento delle spese militari e ha proposto misure, quali l'istituzione di corpi civili europei di pace, che ancora vengono prese in scarsa considerazione. Mi fa piacere che oggi, in parte, sia stato accolto l'ordine del giorno del collega Dori, che va in questo senso.

In relazione alla proroga del commissariamento del Servizio sanitario della regione Calabria, anche qui andava, e va, fatta una riflessione adeguata alla gravità della situazione, al fatto che non si intravede la luce di questo lungo tunnel, che perdura da oltre 13 anni e che ha reso ordinarie misure che avrebbero dovuto, e dovrebbero essere, straordinarie e temporanee.

Per questo, un confronto specifico con il Ministro, la regione e il commissario sarebbe stato doveroso e anche utile. Un nostro emendamento, presentato al Senato e riproposto alla Camera, chiede esplicitamente la relazione dettagliata sullo stato di attuazione delle misure volte al raggiungimento degli obiettivi di cui al Piano di rientro e delle misure previste, con particolare riguardo alle perduranti criticità, nonché alla strategia di uscita definitiva dal commissariamento.

Si tratta di prendere atto delle storture, delle carenze, della migrazione a scopo di diagnosi e cura, la mobilità soprattutto dalla Calabria, ma non solo, dalle molte regioni del Sud a quelle del Centro e Nord e, quindi, dei rischi oggettivi di disintegrazione del Servizio sanitario nazionale, che non è in grado – lo ripeto, non è in grado - di garantire i livelli essenziali di assistenza e servizi omogenei, in termini qualitativi e quantitativi, sull'intero territorio nazionale.

Il nodo politico con cui anche la riforma Calderoli deve fare i conti è che in tema di sanità non possiamo far degradare il diritto alla salute alla categoria di diritti esigibili solo in presenza di compatibilità economica e finanziaria, venendo meno allo spirito e alla lettera dell'articolo 32 della Costituzione e dei principi di universalità, equità e uguaglianza, cardini della riforma della sanità avvenuta nel lontano 1978, con la legge n. 833, che sancì il concetto di salute come diritto fondamentale della persona e interesse della collettività. Questo vale per ogni singola regione, purtroppo, non c'è nessuna regione virtuosa nel senso pieno del termine, sono sempre meno: ovunque squilibrio tra sanità pubblica e privata, convenzionata e non, ovunque liste di attesa, ovunque scarsa integrazione sociosanitaria e inadeguate risposte ai differenti bisogni di una popolazione che invecchia sempre più velocemente, spesso affetta da più patologie e a rischio di perdita progressiva di autonomia, ovunque crisi della medicina di base, territoriale, crisi dei pronti soccorso, scarsità dei punti nascita, crisi per quanto riguarda anche il personale, la grande fuga dei medici, del personale infermieristico e tecnico dal Servizio sanitario nazionale. Si tratta, quindi, di una crisi strutturale, che andrebbe affrontata con una visione di sistema, una strategia concertata con le regioni, le rappresentanze sindacali, le associazioni delle e degli utenti, le autonomie locali e, ovviamente, con il Parlamento.

Vorrei sottolineare un aspetto decisivo. Il 68 per cento del personale del Servizio sanitario nazionale è costituito da donne; tra il personale infermieristico, le donne sono il 78 per cento; nell'amministrazione il 72,3 per cento; sono il 48,1 per cento dei dirigenti medici, ma, tra i medici under 45, arrivano a oltre il 63 per cento. Vogliamo tenerne conto e dare ascolto alle loro ragioni, ai loro giudizi e indicazioni? Perché non si può far finta che non esistano un pensiero, un'elaborazione teorica, proposte e soluzioni di problemi che sempre più donne di questo settore avanzano, con autorevolezza e competenza.

E, a proposito di autorevolezza e competenza, vorrei citare le parole della procuratrice generale della Corte dei conti di Calabria, Maria Rachele Anita Aronica, nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021. Ascoltate, perché sono parole veramente preoccupanti: “Il debito ingiustificato è un mostro che sta divorando la sanità a danno dei cittadini e dei contribuenti e che determina, inevitabilmente, sottrazione di risorse alla cura della salute”. Quindi, un esame più serio e puntuale della crisi sanitaria della regione Calabria avrebbe aiutato ad affrontare, alla luce dell'esperienza pregressa e degli insegnamenti che ne derivano, il dibattito, prossimo a venire, sull'autonomia differenziata e la definizione normativa dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, introdotti anch'essi in modo surrettizio nel disegno di legge di bilancio, su cui sicuramente avremo modo di intervenire. La terza proroga riguarda le due commissioni dell'Aifa, di cui ho già dato conto nel corso dell'illustrazione degli emendamenti, e, quindi, non posso che dichiarare il voto contrario del nostro gruppo al decreto-legge su cui ci dobbiamo pronunciare. Grazie, Presidente; consegno l'intervento che non ho potuto concludere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e gli insegnanti dell'Istituto “Majorana”, sezione Mattei, di Avola, Siracusa, che assistono dalle tribune ai nostri lavori (Applausi). Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, ci troviamo qui a dover approvare la conversione di un decreto di cui – confesso - noi abbiamo condiviso le ragioni, sia nel merito dell'urgenza sia nel merito dell'opportunità delle proroghe che erano state introdotte all'interno del decreto e, in particolare, oggi, il giorno dopo l'informativa del Ministro Crosetto, confermiamo la positività di un giudizio positivo sulla necessità di prorogare la partecipazione del personale militare alle iniziative della NATO per l'impiego della forza ad elevata prontezza. Siamo in un momento nel quale la nostra ferma e convinta partecipazione all'Alleanza atlantica deve essere confermata e ribadita in ogni scelta del nostro Governo e di questa Assemblea, dopodiché, colpisce che, a fronte di un'evidenza così netta di adesione a questo tipo di strategia nel passaggio al Senato, ci troviamo a dover affiancare a questa urgenza altri articoli che onestamente mi pare ben poco abbiano di coerenza con questa materia, in particolare cito uno degli articoli aggiunti: la disposizione in materia di maestri direttori delle bande della Polizia di Stato e della Guardia di finanza, sulla quale evidentemente non abbiamo opposto nessuna obiezione, ma permettetemi di rilevare una strutturale incoerenza di contenuto rispetto invece alle ragioni di urgenza con le quali il Governo ha portato avanti questo decreto. Allo stesso modo, ci siamo trovati a condividere la necessità di prorogare il commissariamento della sanità della regione Calabria che il Governo ha portato avanti; di nuovo, però, nel passaggio al Senato a questa semplice proroga si aggiungono ulteriori elementi che vanno, in questo caso, a puntualizzare una maggiore efficacia dell'operatività dell'azione da parte del commissario nella regione Calabria. Ma, allora, qui, sorge una domanda spontanea che faccio tramite lei, Presidente, al Governo e alla maggioranza: siamo sicuri che quelle stesse posizioni - che per anni dai banchi dell'opposizione sono state portate avanti, in merito all'utilizzo della decretazione d'urgenza invece che di un'attività di carattere legislativo ordinario -, qui, non abbiano trovato, nell'operato dell'attuale maggioranza di questo Governo, un'evidente contraddizione? Si è cambiata idea anche nel modo col quale si intende operare e governare questo Paese. Ma al di là di questa ovvia puntualizzazione, che mi sono sentita di fare, pongo all'attenzione di questa Assemblea un elemento di preoccupazione e di attenzione: nel momento in cui il Governo deve intervenire, ad esempio, sul commissariamento della sanità in Calabria per renderla più efficace ci si propone di rendere più efficiente il nostro sistema sanitario. E questo non lo si fa con emendamenti su decreti che trattano di altro. Le riforme si possono e si devono portare avanti. Noi ci saremo sulle riforme che il Governo vuole portare avanti, ma in un dialogo necessariamente approfondito e non certo a termini di emendamenti che rischiano, nel metodo e nel merito, di fatto di disconoscere, invece, un'azione necessaria. Allora si vuole mettere mano al tema del commissariamento? Lo si faccia, ma nel modo giusto: lo si faccia nelle Aule parlamentari e nelle Commissioni e si ragioni su quel Titolo V (non voglio citare il già più volte citato referendum del 2016, che ha su questo punto bloccato un'azione di revisione). Se si vuole riaprire il capitolo noi ci siamo, ma non così e non con questi emendamenti su decreti che hanno altro oggetto.

E arrivo al punto chiave. Abbiamo avuto un testo che dalla proroga di una commissione scientifica arriva non solo a sopprimerla ma a modificare completamente l'Aifa, con un emendamento della maggioranza. Si tratta, onestamente, di un'offesa al processo democratico-legislativo. Se si vuole riformare l'Aifa lo si faccia e lo si faccia di nuovo con un'operazione puntuale di ragionamento sull'elemento della riforma. È per questo motivo che, Presidente, noi non possiamo che stigmatizzare questo comportamento da parte del Governo e della maggioranza, auspicando che sia il primo e l'ultimo modo di operare. A fronte del fatto che noi avremmo sostenuto l'azione del Governo nel prorogare la partecipazione all'operazione NATO e i termini del commissariamento nella regione Calabria, non possiamo fare altro che prendere atto di questo comportamento e non renderci complici (non possiamo e non vogliamo renderci complici!). Quindi, per questo motivo, dichiaro il voto di astensione del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il decreto-legge che oggi siamo chiamati a convertire è un provvedimento importante sotto vari e differenti aspetti. Con riferimento alla prima parte del provvedimento, è molto opportuna la proroga della partecipazione di personale militare alle iniziative della NATO per l'impiego della forza di elevata prontezza denominata Very High Readiness Joint Task Force. L'Italia, infatti, partecipa come membro di una comunità internazionale e, in base agli impegni assunti, fornisce un importante contributo di uomini e di mezzi. Si tratta di una partecipazione che Forza Italia sostiene in modo convinto, responsabile, culturalmente pensato a fondo e meditato, perché la sicurezza nell'area euro-atlantica si può garantire soltanto attraverso la cooperazione, l'azione comune e l'introduzione di missioni di pace e di mantenimento della pace. L'aggressione dell'Ucraina ha segnato uno spartiacque nella storia e la linea filoatlantica ha visto i partiti dell'attuale maggioranza anche nella scorsa legislatura sempre compatti. In questo momento non vi possono essere dubbi o arretramenti. Infatti, se ora si parla di trattative è perché ci siamo schierati in difesa del diritto internazionale, dell'Ucraina e del suo popolo. Analizzando quanto sta avvenendo attualmente nella guerra in Ucraina, è ancora più importante la nostra presenza e il nostro impegno all'interno dell'Alleanza atlantica, perché conferma, ancora una volta, l'appartenenza dell'Italia ad una vasta comunità internazionale schierata per il sostegno all'Ucraina affinché non perda la propria indipendenza. Non ci può essere pace senza giustizia, ovvero senza ritiro delle truppe che hanno invaso il territorio di uno Stato indipendente, e senza il rispetto delle regole internazionali, come ha sottolineato di recente il nostro Ministro degli Affari esteri, il Vice Premier Antonio Tajani.

A proposito di ritiro delle truppe che hanno invaso l'Ucraina e di trattative, l'Italia ha sempre avuto un ruolo particolare nelle varie missioni che ha svolto come membro di una comunità internazionale, perché ci basiamo su una visione umanistica nelle relazioni e nelle trattative tra uomini e popoli. Questa visione affonda le radici in un patrimonio di civiltà millenaria che ha come culla il Mediterraneo e come sviluppo l'intero Occidente. Questa visione, che va sempre richiamata anche in politica e anche nei momenti di scontro fra persone e popoli come le guerre, ha come fondamento la cultura greca della persona, la cultura romana del diritto e la cultura ebraico-cristiana della giustizia e della libertà delle persone e dei popoli.

Questo ruolo culturale italiano di militari esperti in umanità, che tutti ci riconoscono, anche e soprattutto nelle missioni militari, lo vogliamo sottolineare con forza e mettere a servizio delle missioni NATO, compresa, in particolare, quella di cui stiamo parlando. In questo ruolo ci riconosciamo anche culturalmente e politicamente come atlantici, cioè italiani, europei e occidentali.

A questo proposito, si amplia il novero dei servizi relativi alla partecipazione a missioni internazionali per cui il Ministero della Difesa è autorizzato a contratti di forniture. Si autorizza l'acquisto di beni, servizi e realizzazione di lavori e opere finalizzati non solo alle trattative, ma soprattutto al conseguimento e al mantenimento della pace, della sicurezza internazionale e dei diritti umani. Costruire strutture, avviare servizi e attività nei vari settori sanitari, sociali e tecnologici per le popolazioni che escono dalla guerra è riconosciuto come ruolo specifico dei militari italiani. Siamo, quindi, molto favorevoli a questo aspetto, non secondario, della missione italiana all'interno del potenziamento delle iniziative NATO. Infatti, la mission dei militari italiani è anche quella di portare nelle zone di guerra non solo la pace, ma anche le condizioni affinché la pace si trasformi in sistema di sicurezza attraverso la difesa dei diritti fondamentali dell'uomo, attraverso lo sviluppo integrale dell'uomo, di tutto l'uomo, di ogni uomo e di tutti gli uomini e i popoli. Tutto questo può avvenire se, come stanno facendo i militari italiani nelle loro missioni in zone europee ed extraeuropee, si portano anche strutture sanitarie, servizi tecnologici all'avanguardia e si costruiscono opere che servono, poi, alle popolazioni locali.

Vorrei portare come esempio il progetto “Forlì con il Libano”, che mi ha coinvolto come amministratore locale e che ha coinvolto il 66º Reggimento “Trieste”, di Forlì, in missione nel Libano del Sud nel 2021. Il progetto è nato grazie a una lettera di Marco Licari, il comandante del 66º Reggimento “Trieste”, che nel 2021 è stato in missione nel Sud del Libano, che chiedeva aiuti umanitari, stante la grave crisi economica ed energetica che affligge tale territorio, al sindaco Gian Luca Zattini, di Forlì, città che ha risposto con sorprendente solidarietà. Dopo circa un anno di scambi di aiuti umanitari, di tecnologie avanzate e di strutture sanitarie e sociali, una delegazione libanese, guidata dall'ambasciatrice libanese in Italia e composta anche dal sindaco di Tiro, si è recata a Forlì per firmare il patto di amicizia e ringraziare i militari del 66º Reggimento “Trieste”, perché non sono soldati di professione ma, anche e soprattutto, soldati di umanità, incaricati di mantenere la pace nella difficile società libanese, formata da trenta etnie, per un totale di 4,5 milioni di abitanti, che accolgono due milioni di profughi.

Il progetto ha coinvolto tantissime realtà cittadine del territorio romagnolo, in modo sorprendente: il comune di Forlì, la diocesi, la grande rete di solidarietà del volontariato e del Terzo settore, la generosità e l'amicizia di enti, associazioni, scuole e persone di questa meravigliosa terra di Romagna, ora gemellata con la terra dei cedri, in nome di una pace ancora tanto fragile, che si può costruire anche attraverso soldati di umanità. Questo è solo un piccolo esempio per dimostrare che i soldati di umanità italiana possono - e devono - seminare semi di umanità anche nelle iniziative per arrivare al ritiro delle truppe che hanno invaso l'Ucraina e per avviare le trattative di pace.

La seconda parte del provvedimento interviene in materia di servizio sanitario della regione Calabria e, pur presentandosi come mera proroga di quanto disposto dal DL n. 150 del 2020, assume un significato sostanziale che va ben oltre la mera dilazione temporale, tanto più alla luce delle modifiche apportate in sede di esame al Senato. Riteniamo che rappresenti un importante segnale nei confronti del Sud in generale e di tutti i cittadini calabresi, in particolare, che da anni subiscono un'offerta di servizi sociosanitari non efficiente e non efficace, figlia di una malagestione del servizio sanitario calabrese. Si tratta, infatti, di un servizio sanitario commissariato da dodici anni, che registra il minor numero di cittadini soddisfatti dell'assistenza medico-ospedaliera, un servizio sanitario con la più bassa percentuale di pazienti che si fanno curare in regione, con la più bassa aspettativa per la speranza di vita in buona salute e con la più alta mortalità infantile, in cui è minima l'attività di prevenzione e che costa ai contribuenti circa 200 milioni l'anno. Intervenire a correggere le storture è necessario, ma richiede tempo e attenzione.

Quanto disposto nel provvedimento permetterà agli organi di governo locale e al commissario straordinario di proseguire l'azione di riorganizzazione e razionalizzazione avviata, perseguendo non solo l'obiettivo di portare ordine al piano contabile, di risanare il debito e raggiungere l'equilibrio economico-finanziario, ma anche di imprimere un profondo e radicale cambiamento in merito alla gestione delle risorse umane e al superamento del precariato. In Calabria il primo passo è già visibile, anche se c'è ancora molto da fare. Per questo le misure che stiamo per approvare assumono un significato che va molto oltre la proroga: quello di una sanità che opera nel segno dell'efficienza e che sappia agire non perdendo di vista il giusto equilibrio nel rapporto costi-benefici, che sappia porre in primo piano la tutela della salute dei cittadini calabresi e i doverosi livelli di assistenza.

Sempre in ambito sanitario, il provvedimento reca modifiche alla governance dell'Agenzia italiana del farmaco, un intervento di cui si sentiva la necessità da tempo e finalizzato a perseguire la semplificazione delle procedure, la velocizzazione dei tempi di risposta e per promuovere investimenti nella ricerca farmaceutica.

Le modifiche introdotte porteranno l'Aifa a una maggiore efficienza e a corrispondere maggiormente ai compiti istituzionali per cui è nata.

Presidente, il provvedimento al nostro esame affronta tre tematiche importanti, per le quali l'intervento era assolutamente necessario, perché, se non si fosse prontamente intervenuti con la decretazione d'urgenza, da un lato, ne avrebbe risentito la credibilità internazionale del nostro Paese, dall'altro, si sarebbero arrecati ulteriori svantaggi ai nostri cittadini.

Per queste ragioni, annuncio il voto convintamente favorevole del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Signora Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, in premessa vorrei esprimere tutto il nostro disappunto nei confronti di un decreto “insalata mista” che accorpa argomenti diversi, come gli obblighi derivanti dalla partecipazione, come Paese, alla NATO, la sanità calabrese e altre questioni inerenti il campo farmaceutico. Tutte tematiche che meriterebbero una trattazione singola e approfondita, ma che questo Governo ha inteso, invece, trattare in modo frettoloso e poco trasparente, comprimendo il ruolo del Parlamento e ignorando completamente le proposte delle opposizioni. Dunque, ci troviamo, nuovamente, in questa sede, a dibattere e votare, operare scelte politiche strategiche sulla questione della sanità calabrese, sull'ennesima proroga del commissariamento, che l'accompagna, ormai, da 13 anni.

Non più tardi di 3 anni fa, il centrodestra si stracciava le vesti quando decidemmo noi di prorogare il commissariamento, per poi, appena approdati al governo della regione Calabria, chiedere anch'esso, immediatamente, una proroga per dare al presidente della regione ampi poteri e ampia discrezione sul tema. Considerato che si tratta di una tematica - quella della salute, anzi, del diritto alla salute - che, sebbene rappresenti una stella polare della nostra Carta costituzionale, è stata spesso negata, in una terra dove i livelli di assistenza non rispecchiano l'offerta sanitaria del resto del Paese, vorremmo capire cosa accadrà con l'autonomia differenziata. Ma questo è un altro tema e sarà un'altra battaglia.

Avremmo, dunque, preferito un maggiore approfondimento e la possibilità di intervenire ed interloquire con il Governo, possibilità che ci è stata negata, tant'è che i nostri colleghi, al Senato, avevano chiesto di audire il commissario della regione Calabria e l'Agenas; richiesta che, ovviamente, è stata respinta. Purtroppo, infatti, in questo senso, tutti gli emendamenti che avevamo proposto, come MoVimento 5 Stelle, sono stati rispediti al mittente, con grave nocumento della dialettica democratica e, a nostro avviso, dell'interesse dei calabresi. Noi avevamo pensato di migliorare il testo del decreto sul punto, garantendone maggiore trasparenza ed efficacia. Ci sarebbe piaciuto, infatti, ad esempio, che fosse abrogata la norma che consente alla politica di entrare a gamba tesa e nominare i direttori generali delle aziende ospedaliere e delle aziende sanitarie calabresi, una norma introdotta dalla maggioranza, al Senato. Così come ci sarebbe piaciuto che l'obbligo di condividere la relazione sullo stato di attuazione delle misure previste nel decreto fosse trasmesso, oltre che al Ministro della Salute, anche alle Commissioni parlamentari competenti o che fosse abrogata la norma che trasferisce il personale e l'intero Dipartimento salute della regione Calabria presso Azienda Zero, di cui non si sa nulla rispetto all'operato e di cui nulla è dato sapere.

Avevamo proposto anche una norma che chiedeva la previa pubblicazione di una relazione riportante l'attività svolta relativamente al mandato per il quale il commissario ad acta chiede la proroga, nonché i dati relativi al debito accertato e alle indicazioni riguardanti il fabbisogno di personale e in che modo questo venisse adoperato. Tanto premesso e nonostante ciò, vorremmo ugualmente comprendere alcune dinamiche e porre alcune domande di interesse pubblico che rimangono, al momento, senza una risposta, a cominciare dalle risorse. Ci chiediamo che fine abbiano fatto i 180 milioni previsti dal precedente decreto Calabria del 2020, varato dal Governo Conte e subordinato alla presentazione del Piano operativo sanitario regionale, perché ci sembra che i piani delle assunzioni e dei concorsi siano fermi, come le graduatorie di scorrimento relative agli OSS e quelle claudicanti degli infermieri, mentre si assumono medici cubani e la mobilità sanitaria interregionale continua a galoppare provocando costi ingombranti ed evitabili; senza contare le interminabili liste d'attesa che, a certe latitudini, spesso, rappresentano il discrimine fra la possibilità di sopravvivere a determinate patologie oppure no. E sempre a proposito di finanze, a che punto è la ricognizione del debito da quando il governatore Occhiuto è commissario ad acta? Non è dato sapere.

Signora Presidente, onorevoli colleghi, tutte queste questioni afferiscono in maniera determinante sulla qualità e sulle aspettative di vita dei calabresi, che hanno necessità di una sanità pubblica che sia efficiente, distribuita in maniera uniforme sul territorio e accessibile a tutti i cittadini, ma proprio a tutti. Ecco perché ci chiediamo a che punto sia lo stato dell'arte della riapertura di ospedali come quello di Cariati e vorremmo anche sapere che fine faranno l'ospedale di Rogliano e quello di Polistena, che non sono località sperdute sulla cartina geografica, quanto centri, sebbene piccoli, dove vivono cittadini come gli altri, che non possono sentirsi costantemente periferia del Paese. Certo, poi, ci sarebbe da capire anche quando e come la Calabria potrà ambire ad uscire dal commissariamento per tornare ad una agognata normalità, che, a questo punto, appare uno scenario auspicabile, capace di offrire finalmente ai calabresi un servizio sanitario in linea con il resto del Paese.

Considerata la promiscuità di tematiche affrontate dal presente decreto, ci troviamo a dover affrontare altri argomenti di non poco conto, fra questi l'Aifa. L'Agenzia italiana del farmaco, come sappiamo, è stata istituita nella consapevolezza dell'importanza di un rapporto virtuoso tra politica e scienza, nel quale la politica definisce gli indirizzi ed esercita il controllo, mentre la scienza garantisce, sulla base di rigorose metodologie e criteri scientifici e delle evidenze disponibili, gli atti regolatori. Un equilibrio che ci sembra decisamente venire meno con la nuova riorganizzazione disegnata dalla maggioranza che ci governa. La proposta prevede di accentrare sulla figura del presidente pieni poteri, abolendo la figura del direttore generale. Inoltre, vengono soppresse la commissione tecnico-scientifica e il comitato prezzi e rimborso per unificare tutto nella commissione scientifica ed economica, una riedizione della CUF, commissione unica del farmaco. Ecco perché è del tutto lecito esprimere la preoccupazione di un rischio di violazione dell'indipendenza e autonomia dell'Agenzia, privata, con questa ipotesi di riforma della governance, di un minimo di pesi e contrappesi dotati di efficacia. Nessuno nega che da tre anni viene richiesta una riforma rinviata nel tempo con proroghe reiterate delle commissioni e che vi sono stati scontri tra direzione e presidenza dell'ente con stallo delle decisioni, tuttavia questo atto necessitava di un confronto fra le parti politiche e quelle tecnico-scientifiche ben ponderato, invece ce lo ritroviamo fuori tema, in un provvedimento del tutto sbrigativo.

Infine, i dati emersi da un'analisi comparativa con altre analoghe agenzie europee rispetto alle tempistiche suggeriscono che quelle di Aifa non sono da ritenersi soddisfacenti, smentendo quanto affermato dalla maggioranza. Infatti, l'Italia si posiziona tra i primi Paesi europei in ambito di autorizzazione dei medicinali e a fronte di un elevato numero di farmaci totalmente rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Relativamente agli ambiti autorizzativi, dovrebbe invece preoccupare la lentezza di EMA che, confrontata con le agenzie analoghe di USA, Cina e Giappone mostra un vero gap di competitività dell'Europa a livello internazionale. In tal senso, appare decisamente più urgente riformare l'Agenzia europea del farmaco piuttosto che Aifa, anche perché la politica di EMA incide su ben 27 Paesi e purtroppo ce ne siamo accorti bene durante la pandemia. Signora Presidente, questo Governo ha deciso di puntare su alcune leve molto chiare: assenza di trasparenza, meno controlli sul potere dell'autorità politica, incremento delle diseguaglianze e dell'ingiustizia sociale. Non è esattamente quello che speravamo, soprattutto su un tema delicato come la sanità. Signora Presidente, il 25 settembre scorso, i calabresi in un preciso collegio elettorale hanno voluto dare un segnale, decidendo di non eleggere chi, per decenni, ha mal governato la sanità calabrese e in particolare quella cosentina. Per questo, la politica dovrebbe fare un passo di lato, lasciando che la sanità finalmente possa essere amministrata in modo trasparente ed efficiente. Per tutte queste ragioni, annuncio pertanto il voto contrario del MoVimento 5 Stelle al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente, gentili colleghi e membri del Governo. Siamo chiamati alla dichiarazione di voto sul decreto-legge n. 169 dell'8 novembre 2022, riguardante la proroga della partecipazione del personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, la proroga delle misure di sostegno per il servizio sanitario della regione Calabria e di riforma della governance dell'Agenzia italiana del farmaco. Sono misure tutte accomunate dal fatto di rispondere, a nostro avviso efficacemente, a situazioni di necessità obiettive ed impellenti. Per quanto riguarda l'articolo 1, esso proroga fino al 31 dicembre 2022 la partecipazione di personale militare italiano alle iniziative NATO per l'impiego delle forze ad elevata prontezza, inizialmente disposta fino al 30 settembre 2022 dal primo decreto Ucraina dello scorso febbraio. Si tratta di un atto che consideriamo dovuto, in quanto concretizza e riempie di significato la nostra partecipazione all'Alleanza atlantica, in un momento molto particolare della sua storia, in cui essa è chiamata in qualche modo a ridefinire, almeno parzialmente, la sua mission, come dimostra l'ultima versione del concetto strategico della NATO, approvato a Madrid nello scorso giugno. Secondo tale documento, che definisce il quadro entro cui tutti i membri dell'Alleanza atlantica e quindi anche l'Italia sono chiamati ad operare, il contesto euro-atlantico non si trova più in una situazione di pace, tanto da non poter nemmeno più escludere la minaccia di un vero e proprio attacco militare contro la sovranità e l'integrità territoriale di uno o più dei Paesi alleati. In questo nuovo contesto strategico, il rinnovo della partecipazione del nostro personale militare alle iniziative della NATO, preminentemente quelle dislocate sul fianco orientale, costituisce dunque, oltre ad un atto dovuto ed urgente sul piano normativo, la conferma inequivocabile e politicamente assai rilevante della postura internazionale che il nostro Paese sta assumendo dall'inizio di questa crisi internazionale, la postura cioè di un Paese pronto a fare la propria parte di partner affidabile e risolutamente collocato sul versante democratico del mondo. Ebbene, il Governo e la maggioranza hanno parlato chiaramente su questo tema cruciale e lo hanno fatto con una voce sola.

L'articolo 2 del provvedimento, del quale mi sono direttamente occupata in qualità di relatrice per la XII Commissione dispone una proroga di sei mesi delle misure di sostegno al servizio sanitario regionale calabrese, introdotte dal cosiddetto decreto Calabria (quando la Lega era al Governo fu cofirmataria del decreto Calabria).

Mi preme sottolineare come il sistema sanitario regionale calabrese sia stato percorso in questi dieci anni di commissariamento da una mancanza di leadership, espressa chiaramente sia da una diminuzione dell'applicazione dei livelli essenziali di assistenza, sia anche dall'aumento del debito. Restituire alla Calabria, al governatore Roberto Occhiuto, nel ruolo di commissario ad acta, la sanità calabrese è condizione preliminare e fondamentale perché i cittadini calabresi si riapproprino della gestione del sistema sanitario regionale calabrese.

Quindi, la proroga è necessaria affinché il governatore Occhiuto possa completare il processo di una maggiore governance dal punto di vista gestionale e governativo del sistema sanitario calabrese.

Per quanto riguarda sempre l'articolo 2, dobbiamo assolutamente essere fautori della trasformazione dei commissari in direttori generali, in relazione al fatto che la sanità non si può governare soltanto con i commissari. È fatto compiuto che i commissari hanno dei poteri a tempo; avere alla guida delle nostre aziende sanitarie ospedaliere e provinciali i direttori generali ratificherà il passo del cambiamento, soprattutto perché avranno una strada in progress, un comando più lungo dal punto di vista temporale e potranno incidere, quindi, in maniera strategica sul riordino delle nostre aziende.

Sempre nell'articolo 2 viene interessato il ruolo della Guardia di finanza, come peraltro sancito più volte, perché - come sappiamo - il sistema sanitario regionale calabrese non è esente da infiltrazioni e deve, per tali infiltrazioni, utilizzare i mezzi dello Stato, come appunto la Guardia di finanza. Il governo del debito, più volte citato anche dalle opposizioni, sarà effettuato anche grazie a sistemi di collaborazione performanti con l'Agenzia delle entrate.

Per quanto riguarda la maggiore flessibilità del personale dell'Agenas, che è stato interessato da fattive collaborazioni con la struttura commissariale, ricordo a tutti quelli che oggi lo hanno misconosciuto che, al dipartimento Salute della regione Calabria, abbiamo soltanto ventotto membri effettivi, quindi non c'è neanche la forza lavoro necessaria perché alcuni decreti importanti possano essere studiati ed elaborati. Quindi, grazie ad Agenas del contributo per la struttura commissariale, ma ne abbiamo bisogno anche in Azienda Zero.

Voglio spendere una parola su Azienda Zero perché, più volte, e sempre dalla stessa parte, si è provveduto a delegittimare il ruolo già esercitato in altre regioni da Azienda Zero. Azienda Zero non è un contenitore vuoto; è un contenitore che sta lavorando, a fianco della struttura commissariale, in maniera assolutamente autorevole. Per questo noi intendiamo fortificare Azienda Zero che ha come fine - lo ricordo a tutti - la centralizzazione della spesa, la centralizzazione delle graduatorie, la centralizzazione delle strutture appaltanti ed è il faro finale unico a cui devono accedere quanto all'organizzazione le aziende sanitarie provinciali ospedaliere della regione Calabria.

Ancora una nota sui commissari. I commissari straordinari possono nominare anche i commissari alle Infrastrutture. Ricordo sempre che il DM n. 70 dà alla Calabria la possibilità di costruire nuovi ospedali, e ritengo che il vero cambio di passo, rispetto al sistema sanitario regionale calabrese, sia la costruzione di nuovi ospedali.

Ancora, noi parliamo del senso della riqualificazione dei vecchi ospedali: noi dovremmo tutti quanti guardare ad una sanità innovativa, tecnologica, legata alla costruzione dei nuovi ospedali.

PRESIDENTE. Concluda.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Finisco brevemente. Un cenno ad Aifa. Anche qui, la riorganizzazione dell'Aifa, con la semplificazione della Commissione e del Comitato, in un'unica Commissione, e la sostituzione del direttore generale con il presidente, vanno nella direzione unica della semplificazione e quindi in quella direzione, che ci chiedono tutti, di efficacia, efficienza e adeguatezza di sistema (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, membri del Governo, oggi il nostro gruppo avrebbe votato facilmente, perché il decreto proroga la partecipazione italiana alle missioni NATO, permette al sistema sanitario calabrese di continuare a migliorare le sue performance ed era prevista una proroga per gli organismi di Aifa affinché continuassero ad esercitare la propria funzione. Avremmo votato a favore, se non ci fossero state le forzature inopportune e sguaiate che la maggioranza ha prodotto in questi giorni.

Vede, Presidente, il tema non sono le modifiche in sé, tant'è vero che nella parte che riguarda la sanità calabrese ne sono state fatte alcune positive, che ci convincono, come aver dato stabilità e certezza di dati per chiudere il bilancio, e quindi aver dato la possibilità alla sanità calabrese di assumere personale; altre ci convincono meno, come i tempi che comporteranno la nomina di nuovi commissari per soli 4 mesi.

Ma non è questo che condizionerà il nostro voto finale. Il decreto Calabria è un decreto utile e non cambieremo il giudizio su questo, anche a differenza della maggioranza. Ricordo che chi oggi presiede il Governo, un grande pezzo di quelli che presiedono il Governo, nella passata legislatura su questo decreto avevano votato contro e oggi lo portano avanti in totale continuità. Lo dico in senso generale, non soltanto su questa vicenda.

In quest'Aula e anche rispetto al Paese bisogna sempre ricordarsi che, quando si governa, bisogna avere lo stesso atteggiamento di quando si è all'opposizione. E noi, a differenza della maggioranza, continueremo a farlo. Per questo avremmo votato a favore del decreto. Peccato che, nottetempo, la maggioranza ha deciso di forzare la mano per reinserire in un atto di decretazione d'urgenza ciò che urgenza non è.

Ora, mi chiedo, colleghe e colleghi, e lo domando alla Presidenza: ma qualcuno qui dentro, senza sorridere di se stesso, può davvero spiegare come sia stato possibile introdurre, in un decreto che di fatto tratta di proroghe, la riforma dell'Agenzia italiana del farmaco? Stiamo parlando non di una quisquiglia, ma dell'Agenzia che ha il ruolo delicato di garantire il diritto alla cura con farmaci di qualità ed economicamente sostenibili. Si è deciso di stravolgerla, senza che un esponente del Governo venisse a spiegarci la ratio e il funzionamento, senza un coinvolgimento delle regioni e, soprattutto, senza dare al Parlamento la possibilità di discuterne a fondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Un colpo di mano, tra l'altro, assolutamente inutile, perché, se volevate discutere serenamente della riforma dell'Aifa, ci avreste trovato disponibili. Avremmo voluto - noi e, probabilmente, tutti gli attori che ruotano intorno all'Agenzia, un volume di 34 miliardi di spesa sanitaria, e quindi medici, associazioni dei pazienti e regioni - discutere e approfondire il futuro dell'Aifa. Avremmo voluto farlo perché, colleghi e colleghe, vi ricordo che questo è il ruolo del Parlamento.

Peraltro, Aifa è un organismo in cui non è rappresentato solo il Governo, ma sono rappresentate anche le regioni, che nessuno ha sentito, né coinvolto. Tramite la Presidenza vorrei domandare ai colleghi onorevoli della Lega: ma dove sono i pareri dei vostri presidenti delle regioni? Non eravate, voi, un partito così attento alle istanze dei territori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Con emendamenti che non c'entravano nulla avete profondamente modificato l'assetto dell'Aifa, a partire dalla cancellazione della figura del direttore generale.

Scusate ma, anche a questo riguardo, quale sarebbe l'urgenza che impone di riunire in un'unica carica la figura del presidente e del direttore generale? Non è che volete assoggettare Aifa alla politica? Infatti Aifa - ricordo a tutti noi - nacque nel 2003, dopo lo scandalo di “farmacopoli”, uno scandalo pesante di modalità irregolari di approvvigionamento dei farmaci, e nacque con l'idea di dare al nuovo ente una forte indipendenza scientifica, ovviamente con la vicinanza politica e istituzionale. La legge che 18 anni fa istituì l'Aifa si basava su due funzioni fondamentali: l'autonomia tecnico-scientifica, assicurata dal direttore generale nominato dal Ministro della Salute, e il raccordo con le regioni, garantito dal presidente indicato dalla Conferenza Stato-regioni. L'abolizione del direttore generale, è evidente, rischia di indebolire di fatto il carattere dell'autonomia tecnico-scientifica dell'Agenzia, perché affida al presidente le due funzioni che in precedenza erano separate. Concentrare tutto il potere nelle mani di quest'ultimo sposterà il baricentro a favore della politica, più condizionabile e meno attenta alle evidenze scientifiche in materia sanitaria.

Ora, colleghi e colleghe, domando alla Presidenza: non so se il colpo di mano che avete fatto sia per trascurare le valutazioni scientifiche. Però, lasciatemi pensare che è fatto da chi più volte ha appoggiato i no-Vax, sostenuto tesi antiscientifiche, organizzato manifestazioni senza mascherina in piena pandemia e messo in dubbio l'efficacia dei vaccini. Perdonateci se un po' di paura ce la mette (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E ci spaventa perché l'Aifa si confronta quotidianamente con la pressione esercitata da grandi multinazionali e aziende farmaceutiche.

Ricordo una cosa che credo sarà chiara a tutti noi: durante la pandemia, per esempio, l'Agenzia ha svolto una funzione complicata, perché, da un lato, c'era la mancanza di terapie, che richiedeva anche di accelerare al massimo la sperimentazione su nuovi farmaci e vaccini, e alcuni paletti sono dovuti cadere, ma, dall'altro lato, l'Aifa ha vigilato affinché non si ricorresse a farmaci inefficaci o insicuri, approfittando dell'emergenza. Traduco: ha vigilato affinché non si speculasse su una tragedia, facendo arricchire qualcuno e mettendo in pericolo la vita delle persone. E lo ha fatto - lo dico, tramite la Presidenza, alla maggioranza - anche quando parti della maggioranza attuale spalleggiavano l'uso di sostanze poi rivelatesi inefficaci. Ricordo un Ministro di questo Governo che diceva: se avessi il COVID, mi curerei con l'idrossiclorochina. Era questa l'urgenza? Vi chiedo. Era indebolire l'autonomia dell'Aifa? E per quale motivo? Magari per renderla più flessibile di fronte alle pressioni del mercato e rendere meno rigidi i vincoli relativi alla sicurezza dei farmaci? Sappiate, da subito, che non lo permetteremo.

Anche la valutazione dei farmaci affidata solo ai 10 membri indebolisce l'Agenzia. Il tema non era riunire in una Commissione, lo potevamo anche discutere e comprendere. Onorevoli colleghi, vi do una notizia: l'Aifa oggi ha problemi di eccesso di lavoro, proprio perché le pratiche si accumulano una sull'altra, e nessuno nega che l'Aifa abbia bisogno di una riforma. Ma la cosa che, confesso, dispiace di più, è che, anziché battersi per una sanità pubblica più efficiente e sostenuta con maggiori finanziamenti, avete prodigato tutte le vostre forze per indebolire una parte del nostro sistema sanitario. Lo dico perché mi spiace che sia uscito dall'Aula, ma durante la discussione generale su questo decreto, ancora una volta, il Sottosegretario Gemmato, salito agli onori delle cronache per le sue geniali, antiscientifiche parole sui vaccini, rimproverava all'opposizione di dire fake news sui finanziamenti del fabbisogno sanitario nazionale.

Il Ministro della Salute, dal canto suo, ha più volte parlato - cito letterale - di un'inversione di tendenza rispetto ai mancati finanziamenti degli ultimi anni. Ora, vede, io capisco il tentativo - da Ministero della Propaganda – per cui, a forza di dire una cosa falsa, si prova a farla passare per vera, ma non è vero. Avete scelto di definanziare la sanità pubblica e ve ne dovete assumere la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Dal 2020 al 2022 le risorse destinate alla sanità sono sempre state sopra il 7 per cento del PIL, nel 2023 scenderanno al 6,7 per cento, nel 2024 al 6,3 per cento e nel 2025 addirittura al 6,1 per cento, ossia un valore inferiore rispetto al periodo pre-pandemia. Però, il Sottosegretario ci ha detto, nella discussione generale che, citando il PIL, facciamo una furbizia. Non ho capito, è semplicemente matematica. Ma, allora, le cito i dati assoluti. Con il Ministro Speranza alla guida del Dicastero della Salute la spesa sanitaria dal 2019 al 2022 è passata da 115 miliardi a 134; con questo Governo la spesa sanitaria passerà dai 134 miliardi nel prossimo anno ai 132 nel 2025.Noi, in tre anni, l'abbiamo aumentata di circa 20 miliardi, questo Governo, in tre anni, non solo aumenterà nulla di nulla, ma toglie soldi alla sanità pubblica. Sottosegretario, lo dico tramite la Presidenza, non sono fake news, non è la retorica della sinistra brutta e cattiva; sono i numeri della Ragioneria Generale dello Stato, e i numeri dicono che avete definanziato la sanità pubblica, mentre, al contempo, avete compiuto una stortura legislativa che ha indebolito un pezzo del nostro sistema sanitario nazionale.

Con la riforma dell'Aifa si è esautorato il Parlamento dalle sue funzioni, non solo ora, ma persino sull'iter di nomina del futuro presidente, perché avverrà con decreto ministeriale in cui saranno stabilite le modalità.

Arrivo a concludere: la cosa paradossale è che questa urgenza non migliorerà il funzionamento dell'Agenzia, anzi, nelle more dell'emanazione del nuovo decreto che dovrà fare il Governo e nelle more della costituzione del nuovo organismo, si bloccherà il suo funzionamento. Eppure dall'inizio della legislatura, signora Presidente, i colleghi della maggioranza, a ogni critica e sollecitazione, ci hanno chiesto tempo, pazienza, perché avrebbero effettuato le riforme in maniera pensata, strutturata, alla luce del sole. Il risultato è lo stravolgimento di nascosto e senza dibattito di una delle Agenzie vitali più importanti del Paese. Volete riformare l'Aifa? Volete fare le riforme? Evitate scorciatoie e confrontatevi con noi e con il Paese, senza colpi di mano e forzature. Venite in quest'Aula e presentateci i vostri progetti. Troverete un'opposizione disponibile a discutere. Se pensate, invece, di passare una legislatura a mettere riforme in decreti d'urgenza, con colpi di mano e passando sopra alla discussione parlamentare, ci troverete qui a difendere non solo e non tanto il ruolo del Parlamento, ma la buona politica, che tanto avete declamato in campagna elettorale e che avete tradito in un nanosecondo.

Per questi motivi, Presidente, ci asterremo sul provvedimento e speriamo di cuore che forzature di questo tipo non si ripetano più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Prima di tutto sono lieto che in questi giorni questo Parlamento abbia potuto dibattere su un decreto, anche su degli emendamenti, anche sul complesso degli ordini del giorno, sul complesso degli emendamenti, e anche nelle Commissioni, senza che un Governo abbia imposto un voto di fiducia, seppure, come avveniva in passato, con pochi emendamenti. Questa è una conquista che questa maggioranza sta dando a tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): che finalmente i parlamentari si possono confrontare con opinioni diverse, dopo la passata legislatura, la mia prima legislatura, in cui passavamo giorni a perdere ore perché il “Conte 1”, il “Conte 2” e poi il Governo Draghi ogni settimana mettevano la fiducia, dovevano trascorrere 24 ore e poi dovevamo confrontarci solo su ordini del giorno, che, come sapete, sono uno strumento di impegno, e certamente non atti ad apportare reali modifiche.

Questo Parlamento sta discutendo le legittime opinioni di tutti i gruppi, con libertà, senza dover guardare un orologio, perché altrimenti sarebbe comparso il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, per troncare il dibattito. Almeno questo tutti i gruppi lo dovrebbero riconoscere a questo Governo e a questa maggioranza, che qui, nel tempio della democrazia, ha restituito la democrazia. Ma non solo; a quanto pare, questo decreto - come lo chiamano, “insalata” -racchiude tutte materie che il Governo Meloni ha dovuto prendere in mano, perché questa maggioranza e questo Governo hanno dovuto raccogliere un'eredità pesante, un'eredità in tanti campi in cui c'erano emergenze, un'eredità per cui i cittadini ci hanno chiesto di intervenire e hanno dato una grande fiducia, finalmente una fiducia a una coalizione politica, chiara, decisa, che non ha paura di metterci la faccia sui provvedimenti, su tutti argomenti anche che possono essere complicati, ma che ha il coraggio di affrontare. Tutto il centrodestra si è dimostrato compatto, finalmente, dando all'Italia quella stabilità che da tempo meritava, e non coalizioni pasticciate, che regnavano solamente nell'interesse di conservare le poltrone dei loro appartenenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Si parla di missioni internazionali. Sono contento che almeno un gruppo abbia riconosciuto che avrebbe votato a favore su alcuni provvedimenti e su alcuni argomenti contenuti, dando risposte all'emergenza delle missioni internazionali: i nostri militari sono chiamati ad intervenire in varie parti del mondo e, pertanto, a volte, hanno bisogno non di troppa burocrazia, ma di operare con la massima celerità per affrontare le emergenze che, purtroppo, nel globo siamo chiamati ad affrontare. Colgo sempre l'occasione per ringraziarli. In particolare, quando se ne analizzano le cifre, emergono costi sicuramente impegnativi nel bilancio dello Stato. Si dice a volte che costano tanto, che i soldi potrebbero essere impegnati per altre emergenze, più ospedali, e ci si dimentica che in quelle missioni internazionali c'è anche quel reparto della sanità militare che è stato utilizzato in tutta Italia, anche nella regione Calabria, per fare screening contro il COVID e le campagne di vaccinazione. In questa legge di bilancio, pertanto, li finanziamo e li proroghiamo; cerchiamo anzi di portare loro stabilizzazione.

Viene detto che siamo no-vax, saremmo una coalizione di no-vax.

Ma chi sono i deputati che, nelle campagne di screening, hanno seguito i medici militari in tutta Italia, supportandoli e dandogli le risorse per andare a vaccinare negli angoli più piccoli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a pubblicizzare la loro azione? Mi ricordo che, all'epoca, l'onorevole Gemmato, ora Sottosegretario, è stato da tutti marchiato e massacrato come no-vax: fu il primo a chiedere qui, quando non c'era ancora l'emergenza pandemica, di fare una campagna vaccinale per contrastare l'influenza, quella che oggi invece sta ritornando prepotentemente. Chiedeva di implementarla, anzi di allargarla.

Veniamo contestati per la proroga del commissariamento in Calabria. Ciò è stato fatto - in pieno accordo anche con la regione Calabria, con il presidente della regione Calabria - con l'obiettivo di mettere fine finalmente al commissariamento e dare alla Calabria quell'autonomia e quella capacità di operare, mettendo a disposizione gli strumenti per farlo. Non facciamo fare il salto nel vuoto a nessuno, troncando un commissariamento e dando subito i poteri, per rischiare poi, magari, che ci si trovi in difficoltà. Diamo il tempo di operare, di organizzarsi, diamo gli strumenti per lavorare e dare finalmente alla sanità quella dignità che i Governi precedenti non sono riusciti a dare.

Se andava tutto così bene, mi dovete spiegare perché i cittadini hanno dato il voto a quei partiti di opposizione che tanto voi criticate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e come mai non hanno premiato, invece, il buon Governo che ci ha preceduto, perché questo non si spiega. Sembra che noi ci siamo imposti, ci hanno votato gli italiani.

Per quanto riguarda la legge sui sindacati militari, Presidente, il collega del Partito Democratico ha detto una cosa giusta: bisogna sempre comportarsi con coerenza, quando si è opposizione e maggioranza, e ricordare, come ho spiegato ieri, come sono andati i fatti nelle precedenti legislature; e non raccontare in quest'Aula come se ci fosse un reset di tutto quello che ci ha preceduto. Con riferimento alla legge sui sindacati militari, proposta da un componente dei 5 Stelle, che poi è uscito a metà mandato da tale gruppo, se il MoVimento 5 Stelle ne andava così tanto orgoglioso, come mai non ha candidato e non c'è più nessuno in quest'Aula di quella Commissione difesa che ha fatto questa legge (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Quella legge …

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Su quella legge - ero capogruppo in Commissione difesa - Fratelli d'Italia si è astenuto, facendosi portavoce delle critiche avanzate da tante associazioni. Sono state rimarcate tante criticità, dicendo che i tempi erano stretti, non vi erano i tempi necessari per dare operatività alle tante associazioni che ancora esistono, nate anche con un decreto, quando c'era il Ministro Trenta.

Apro una parentesi, Presidente, ricordando il buon rapporto, anzi l'ottimo rapporto - qualche componente di quest'Aula lo può ricordare - che regnava in quella Commissione con tutti i componenti, tra cui anche il presidente del MoVimento 5 Stelle, che ricordo con piacere, Gianluca Rizzo, per cercare di migliorare quella legge, dandole anche una tempistica necessaria per operare. Infatti, oggi c'è un grande problema, perché coesistono il Cocer, la rappresentanza militare e le associazioni che hanno bisogno del tempo necessario per integrarsi, non scontrarsi, e consentire quell'operatività che tutti meritano. Quindi, il decreto nasce dall'urgenza, per il Governo Meloni e per questa maggioranza, di rendere operativi alcuni provvedimenti che ereditiamo, di renderli migliori, di dare il tempo di migliorare e cercare di operare. Soprattutto, ci presentiamo all'Italia e ai cittadini con le nostre idee e i nostri valori e - ripeto - non abbiamo bisogno di sotterfugi e di mascherare i nostri provvedimenti, facendo tacere il dibattito con la fiducia. Questo lo rimarcherò sempre, perché è il tratto distintivo di questa maggioranza: abbiamo la capacità e il coraggio di presentare i provvedimenti come sono, prendendoci la responsabilità. Andrà bene o andrà male, ci prenderemo la responsabilità su tutti gli argomenti contenuti in questo decreto. Ci sono tempistiche, ci sono scadenze, c'è il potere ispettivo legittimo del Parlamento e di ogni parlamentare di andare a vedere come il Governo sta operando, ci sono gli atti di sindacato ispettivo. Questa è la necessità, l'urgenza di operare. Sicuramente, per i componenti del Governo, che sono in carica da quaranta giorni, e i componenti delle Commissioni, che lo sono ancora da meno tempo, non è stato semplice andare a studiare tante materie, decidere ed operare.

Concludo, Presidente, ringraziando l'Esecutivo - qui c'è il sottosegretario Perego di Cremnago, che saluto e ringrazio per il lavoro fatto -, dichiarando il voto favorevole di Fratelli d'Italia e ricordando che, finalmente, Fratelli d'Italia, con tutto il centrodestra, ha restituito dibattito e anima a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 664​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 664: S. 299 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, recante disposizioni urgenti di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l'Aifa. Differimento dei termini per l'esercizio delle deleghe in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari " (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Ha chiesto di parlare il deputato Bagnasco, relatore per la IV Commissione. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori?

ROBERTO BAGNASCO, Relatore per la IV Commissione. Per ringraziare.

PRESIDENTE, Avrebbe dovuto forse farlo prima, però, prego.

ROBERTO BAGNASCO, Relatore per la IV Commissione. Infatti, mi ero distratto e me ne scuso, però è un ringraziamento velocissimo a tutti i colleghi che hanno lavorato a questo importante provvedimento; un ringraziamento per la nostra parte istruttoria e anche un ringraziamento, se mi consentite, al Sottosegretario che ha seguito, momento per momento, tutte le fasi di questa discussione. Quindi, ringrazio tutti ed esprimo la massima soddisfazione.

Affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 14 dicembre 2022, il Presidente del gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE ha reso noto che l'assemblea del gruppo, in data 14 dicembre 2022, ha nominato delegati d'aula i deputati Alessandro Battilocchio e Stefano Benigni, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e il Ministro dell'Economia e delle finanze.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative, in sede bilaterale e internazionale, per la tutela dei diritti umani in relazione alla violenta repressione delle proteste in atto in Iran – n. 3-00068)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Serracchiani ed altri n. 3-00068 (Vedi l'allegato A).

La deputata Serracchiani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Grazie, Ministro. Il 16 settembre 2022, come lei certamente saprà, una ragazza iraniana di 22 anni, Mahsa Amini, è morta, ed è morta in un centro di detenzione, dove era stata portata dalla polizia morale, perché non indossava correttamente il velo. Da quel momento, in Iran, sono iniziate, in molte città - in più di 200 città - delle manifestazioni che hanno uno slogan, che è quello di “donna, vita, libertà”. Sono tante le donne iraniane che, coraggiosamente, si tolgono pubblicamente il velo.

Purtroppo, la repressione è una repressione forte, è una repressione tragica; 227 deputati su 290, il 6 novembre 2022, hanno sottoscritto un documento - mi riferisco, ovviamente, al Parlamento iraniano - in cui si invoca la pena di morte per chi osa manifestare contro il regime.

Noi le chiediamo, considerato che ci sono già stati, purtroppo, dei condannati a morte e altri manifestanti che attendono la condanna a morte, quali siano le iniziative che intende intraprendere il Governo, nei rapporti bilaterali e nei consessi internazionali, per chiedere l'immediata sospensione di tutte le condanne a morte emesse nei confronti dei partecipanti, dei manifestanti, a seguito della morte di Mahsa Amini.

Le chiediamo, altresì, quali siano le iniziative per fermare tutte le misure di repressione e detenzione contrarie alla normativa internazionale, che in questo momento sono messe in atto nelle carceri iraniane, anche per quanto riguarda alcuni cittadini occidentali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, mi permetta, prima di rispondere all'onorevole Serracchiani, di rivolgere un pensiero a tutta l'Aeronautica militare, che ieri ha perso il capitano Fabio Antonio Altruda, caduto nell'adempimento del dovere; proveniva da un reparto che era stato in Polonia, anche lì a difendere i diritti di un popolo, quello ucraino, che chiede libertà e indipendenza.

Onorevole Serracchiani, quanto accade in Iran è assolutamente inaccettabile. Come ho avuto modo di sottolineare ieri sera, qui, alla Camera, durante l'audizione di fronte alle Commissioni esteri riunite, l'orrore delle esecuzioni capitali di semplici manifestanti segna un punto di non ritorno. Il Presidente del Consiglio ed io stesso abbiamo subito espresso l'indignazione del Governo italiano; nessuno al mondo può arrogarsi il diritto di togliere la vita a un essere umano e siamo fieri di essere europei, perché l'Europa è l'unico continente al mondo dove non c'è la pena di morte. Ho partecipato in prima persona alla manifestazione contro la pena di morte, alla quale hanno partecipato anche tante donne iraniane, organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio e che si è svolta davanti al Colosseo.

Noi condanniamo con la massima fermezza la violazione dei diritti e delle libertà fondamentali di un popolo cui l'Italia è profondamente legata. Donne e giovani chiedono di vedere riconosciute le proprie aspirazioni a un futuro di libertà, opportunità e benessere. La reazione del Governo, di fronte alla gravità dei fatti iraniani, è stata immediata, sia a livello nazionale, sia in ambito europeo e multilaterale. Sul piano nazionale, abbiamo trasmesso ai rappresentanti iraniani la ferma richiesta di porre fine alla repressione, di ascoltare la voce dei manifestanti e avviare un dialogo con loro.

Convocherò l'ambasciatore iraniano designato, non appena avrà presentato le credenziali al Capo dello Stato, per manifestargli la preoccupazione e l'indignazione del Governo italiano, chiedendo una risposta credibile per quanto riguarda la tutela dei diritti umani. Come segnale per marcare il nostro sgomento, non ho risposto alla richiesta di incontro che il Ministro degli Esteri iraniano mi aveva rivolto, rispondendo ad un invito che aveva ricevuto dal precedente Ministro degli Esteri, al quale io non ho dato seguito. Per questo motivo, il Ministro degli Esteri iraniano ha rinunciato ad essere presente.

Aggiungo due cose: lunedì, a Bruxelles, abbiamo stigmatizzato la violenza contro le manifestazioni e abbiamo approvato nuovi pacchetti di sanzioni contro le repressioni; a livello multilaterale, nell'ambito delle Nazioni Unite, siamo stati tra i promotori della risoluzione del Consiglio per i diritti umani per l'avvio di una missione d'accertamento dei fatti sulla repressione delle proteste; oggi, al Consiglio economico e sociale, voteremo per l'espulsione dell'Iran dalla Commissione sulla condizione delle donne; domani, esprimeremo sostegno alla risoluzione dell'Assemblea generale sulla situazione dei diritti umani in Iran e, a nome del Governo, e concludo, ho voluto disporre l'adesione tempestiva dell'Italia all'appello della Media Freedom Coalition per il ripristino della libertà di stampa. Continueremo a vigilare su ciò che accade.

PRESIDENTE. L'onorevole Boldrini ha facoltà di replicare.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dicevamo - Ministro –: donne, vita, libertà; sono queste tre semplici parole che hanno mosso le piazze dell'Iran; migliaia di donne e di giovani sfidano il regime e noi dobbiamo stare al loro fianco, abbiamo il dovere di farlo. Quindi, convochi il numero due, Ministro; se l'ambasciatore non c'è, c'è il numero due; altri lo hanno già fatto, altri Governi europei lo hanno già fatto. Un'altra cosa che mi permetto di suggerire è che sarebbe molto importante che il nostro Governo vedesse, incontrasse anche le rappresentanti e i rappresentanti delle comunità iraniane che vivono in Italia, quelle stesse comunità che organizzano manifestazioni di protesta contro il regime e anche di solidarietà verso i loro fratelli e le loro sorelle che, in Patria, stando dando vita a una vera e propria rivoluzione, oramai si parla di rivoluzione. Lo ha fatto il Presidente Macron, a Parigi e mi piacerebbe che lo facesse anche lei, Ministro, o la nostra Presidente del Consiglio; che incontrasse una delegazione delle associazioni di iraniani in Italia. Sarebbe un segno, anche questo, molto chiaro per dire da che parte stiamo.

Il Consiglio europeo, come diceva, ha predisposto un nuovo giro di sanzioni contro 22 persone; ci sono funzionari del Governo, ma anche membri dei pasdaran, responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Bene, ma, comunque, la repressione non si ferma.

Infine, Presidente, tengo a chiedere al Ministro una cosa: vorrei sollecitare, Ministro, una risposta all'interrogazione che ho fatto recentemente su una situazione da attenzionare, presente in diversi organi di stampa italiani e anche stranieri, che riguarda alcune cartucce rinvenute, dopo le manifestazioni, nelle strade e nelle piazze di diverse città iraniane che sarebbero di fabbricazione italiana, sarebbero fabbricate a Livorno, da una società italo-francese. Allora, io confido, Ministro, in questa risposta tempestiva, perché l'Italia non può, secondo le sue stesse leggi, oltre che secondo il regolamento europeo che lei conosce bene, fornire armi o strumenti d'armi da usare contro chi esprime dissenso e a favore di chi soffoca i diritti umani. Quindi, ecco, la esorterei a darvi seguito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative per sostenere la competitività del comparto ortofrutticolo – n. 3-00069)

PRESIDENTE. L'onorevole Davide Bergamini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00069 (Vedi l'allegato A).

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Buonasera, Presidente, buonasera, signor Ministro. Il settore ortofrutticolo italiano, negli ultimi anni, ha subito, e continua a subire, a fronte di numerosi problemi, gravi danni.

Questi problemi sono stati principalmente dettati dalla presenza della cimice asiatica, dalla forte siccità e, soprattutto, dalle recenti alluvioni che hanno colpito il nostro Paese e hanno dimostrato la debolezza dell'intero comparto agricolo, registrando perdite di produzione intorno al 70 per cento, con punte fino al 98 per cento in alcuni casi.

Vorrei ricordare che il comparto ortofrutticolo rappresenta oggi, per il nostro Paese, un fatturato di circa 15 miliardi, con 300 mila aziende impiegate, oltre un milione di ettari coltivati e 113 prodotti che rappresentano le vere e proprie eccellenze del territorio.

A questo si aggiunge anche l'impossibilità spesso di coprire, tramite le polizze assicurative, i danni dovuti alle alluvioni dell'ultimo momento e, quindi, sarebbe necessaria una deroga al decreto legislativo n. 102 del 2004. Chiediamo, pertanto, a lei, signor Ministro, quali siano quelle azioni che il suo Ministero intende mettere in campo a tutela delle nostre aziende agricole per far fronte al grave danno economico che hanno subito in questi anni.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, onorevole Francesco Lollobrigida, ha facoltà di rispondere.

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Ringrazio il collega Bergamini, non tanto e non solo per il quesito, che mi permette di spiegare l'argomento, ma anche per aver sottolineato quanto sia importante la produzione italiana anche in questo comparto.

Il Ministero segue con la massima attenzione gli sviluppi di mercato del settore ortofrutticolo, componente fondamentale dell'agricoltura della nostra Nazione in termini di occupazione, reddito, nonché contributo al mantenimento e al miglioramento del territorio. Per far fronte ai danni procurati dalla siccità alle produzioni agroalimentari della Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Veneto e Umbria sono stati adottati i decreti di declaratoria di eccezionale avversità atmosferica, con i quali è riconosciuto il carattere eccezionale dell'evento. Analoghi decreti ho firmato nella giornata di ieri per gli eventi di siccità verificatisi, a partire dal mese di maggio 2022, nei territori delle regioni Sicilia, Toscana, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento e Valle d'Aosta.

Inoltre, con specifica deroga legislativa (articolo 13 del decreto-legge n. 115 del 2022) alle imprese agricole colpite dalla siccità che non avevano stipulato polizze assicurative - un altro dato importante da rilevare - è stato consentito di accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva, di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102. La norma reca una dotazione finanziaria di 200 milioni di euro. Il piano annuale di gestione del rischio per il 2023 è in corso di trasmissione alla Conferenza Stato-regioni. Vi si prevede, tra l'altro, l'entrata a regime del Fondo mutualistico nazionale agricolo contro le avversità catastrofali (AgriCat) che rappresenta, per le imprese agricole, una rete di sicurezza a copertura dei rischi catastrofali proprio in riferimento a eventi come alluvioni, brina e siccità. Il Fondo, infatti, recherà una dotazione finanziaria di 350 milioni di euro e servirà al pagamento dei premi assicurativi per le polizze che gli agricoltori andranno a stipulare a copertura dei predetti rischi.

Rammento, inoltre, che nell'ambito dell'organizzazione comune di mercato è favorito l'associazionismo tra produttori ortofrutticoli quale valido strumento per aumentare il potere contrattuale dei produttori agricoli nella fase di negoziazione dei contratti con gli acquirenti e i distributori di prodotti. Le organizzazioni di produttori riconosciute sviluppano, inoltre, dei programmi di intervento finalizzati al miglioramento della produzione agricola concertati fra i produttori agricoli associati, per i quali ricevono un contributo dell'Unione europea pari al 50 per cento delle spese.

Segnalo, infine, che abbiamo già notificato a Bruxelles il decreto attuativo di innalzamento dei massimali per gli aiuti di Stato de minimis in agricoltura, massimali che passano da 62 mila a 250 mila euro per la produzione primaria, da 75 mila a 300 mila euro per la pesca e da 500 mila a 2 milioni di euro per le attività di trasformazione e commercializzazione. Attendiamo ora il via libera dall'UE. Assicuro gli onorevoli interroganti che il sostegno per il rilancio del settore ortofrutticolo, come tutti gli altri comparti del mondo rurale, avrà il pieno sostegno del Governo e il pieno attivismo in questo senso.

PRESIDENTE. Il deputato Davide Bergamini ha facoltà di replicare.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, signor Ministro. Apprezziamo molto le parole di rassicurazione che ci ha appena dato per l'intero comparto ortofrutticolo. Apprezziamo la vicinanza all'intero mondo agricolo del suo Ministero. Già dalle prime scelte fatte sin dall'insediamento, seppure in poco tempo, il Ministero ha dimostrato vicinanza all'intero comparto e, credo, anche un cambio di passo, proprio nella direzione in cui dimostra di voler essere vicino ai produttori delle eccellenze del nostro territorio, riconosciute a livello internazionale.

Credo che, anche in fase di politica europea, come ha appena detto, vi sia, comunque, un forte lavoro per dimostrare che l'Italia deve avere maggior peso nell'ambito delle scelte europee per l'agricoltura e qui faccio anche un esplicito riferimento al discorso dei fitofarmaci che, in questi anni, hanno penalizzato in modo veramente forte la nostra agricoltura.

Da parte nostra, da parte del gruppo Lega, avrà sicuramente una piena collaborazione, una collaborazione costruttiva, una collaborazione dinamica, con cui porteremo all'interno di quest'Aula sicuramente tutte le problematiche che ci vengono evidenziate dai territori e dalle singole associazioni e cercheremo, insieme a lei e al suo Ministero, di apportare, nei prossimi anni, negli anni che verranno, insieme a questo Parlamento, migliorie a tutto il comparto agricolo, nonché un supporto concreto e un sostegno costruttivo a tutte le imprese del settore. Grazie ancora e buon lavoro!

(Intendimenti in ordine alla presentazione del disegno di legge di ratifica della riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità, anche alla luce del recente pronunciamento della Corte costituzionale tedesca – n. 3-00070)

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Marattin ed altri n. 3-00070 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, nel giugno 2019 l'Eurogruppo ha raggiunto un accordo su una revisione del Trattato istitutivo del MES, che disporrà di strumenti e di un mandato più forti. Il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021 i Paesi membri del MES hanno sottoscritto l'Accordo che riforma il Trattato istitutivo. Il Trattato riformato non è ancora entrato in vigore, perché manca una ratifica, la ratifica di un unico Paese europeo: il nostro Paese, l'Italia.

Il gruppo Azione-Italia Viva, signor Ministro, quindi, chiede se e quando intenda presentare in Consiglio dei ministri il disegno di legge di ratifica, dando finalmente seguito ad un impegno assunto in sede internazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, onorevole Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, come è noto il Meccanismo europeo di stabilità è stato previsto quale strumento di salvaguardia della stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e di sostegno alla stabilità dei Paesi aderenti all'Unione europea che dovessero trovarsi in gravi difficoltà finanziarie. L'accesso all'assistenza finanziaria del MES, previa domanda da parte di uno Stato membro, avviene sulla base di condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto. Le condizioni sono definite in un memorandum di intesa firmato dallo Stato interessato e dalla Commissione europea e possono essere oggetto di modulazioni. Tale procedura prevede, quindi, meccanismi di condizionalità, già in parte sperimentati dai Paesi aderenti all'Unione europea che sono ricorsi al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Ricordo, inoltre, come è stato appunto chiarito, che il Trattato istitutivo del MES è stato oggetto di un negoziato chiuso a dicembre del 2020. L'Accordo modificativo è stato sottoscritto il 27 gennaio 2021 dall'Italia e dagli altri 18 Stati membri aderenti all'euro e, a decorrere da tale data, i Governi che ci hanno preceduto non hanno portato in Consiglio dei ministri il relativo disegno di legge di ratifica. Tale dato appare importante anche in considerazione del fatto che, a far data dal 18 gennaio 2022, tutti gli aderenti, tranne l'Italia e la Germania, avevano proceduto alla relativa ratifica.

Siamo coscienti dell'impegno assunto dall'Italia e che allo stato tutti gli altri aderenti abbiano proceduto alla ratifica, ma, alla luce dei dati fattuali prima ricordati, emerge con chiarezza la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del Trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in Parlamento, anche tenuto conto di quanto emerso dal recente atto di indirizzo approvato dalla Camera (la mozione del 22 novembre 2022) con cui si è impegnato il Governo a non approvare il disegno di legge di ratifica alla riforma del Trattato istitutivo del MES, alla luce dello stato dell'arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull'evoluzione del quadro regolatorio europeo.

Aggiungo, inoltre, come da più parti evidenziato, che il MES appare un'istituzione in crisi e per il momento in cerca di una vocazione, in parte per colpa sua e in parte no. È un'istituzione impopolare: nessuno fra i Paesi europei ha voluto chiedere la sua linea di credito sanitaria, ad esempio. Quindi, l'impianto attuale del Trattato istitutivo del MES appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che a monte siano valutate modifiche relative al contenuto del meccanismo. A titolo esemplificativo, il MES da strumento per la protezione delle crisi del debito sovrano e delle crisi bancarie deve trasformarsi, a nostro avviso, in un volano per il finanziamento degli investimenti e per il sostegno per affrontare sfide, come quelle del caro energia e delle crisi internazionale, connesse alle vicende ucraine, aggiornando le condizionalità attualmente previste ovvero le modalità di utilizzo delle risorse.

Su tali temi un proficuo confronto potrà essere instaurato anche con il nuovo direttore generale del MES, Pierre Gramegna, nominato recentemente, anche grazie all'attivo contributo del nostro.

PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di replicare.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ho capito bene? Lei, la settimana scorsa, era in quest'Aula a rispondere alla domanda, in occasione della mozione che ha ricordato: “quando intendete ratificare il MES?”. Lei ha risposto, sia qui che in sedi pubbliche come conferenza stampa: “quando si esprimerà la Corte costituzionale tedesca”. L'altro giorno la Corte costituzionale tedesca si è espressa e, quindi, noi oggi siamo a chiedere: allora, dà seguito a quanto ha detto, qualche giorno fa, in quest'Aula? Ma, se ho capito bene, lei sta dicendo che, siccome il MES è un istituto in forte crisi e ha un sacco di problemi, forse non lo ratifichiamo più. Ma lei è conscio delle parole che ha pronunciato nel giorno in cui l'Europa, fra l'altro, ha fatto rilievi forti sulla manovra di bilancio, è conscio delle conseguenze di queste sue parole, se le ho capite bene? Lei sta dicendo che, siccome ci sono un sacco di problemi con il MES, noi intendiamo rimanere, per il momento, l'unico Paese in Europa a non ratificarlo, quando, qualche giorno fa, qui ci ha detto che, una volta espressasi la Corte costituzionale tedesca, saremmo andati avanti? Vuol fare un dibattito parlamentare? Siamo prontissimi, lo facciamo subito, ne abbiamo già fatti parecchi. Ma il punto non è questo, è che lei ha pronunciato parole che non esito a definire gravi e che spero che, in Europa, non siano state ascoltate, glielo dico con il cuore, signor Ministro.

(Elementi in merito all'operatività del meccanismo della cessione del credito relativo alle agevolazioni fiscali in materia edilizia e iniziative di competenza volte a riavviare e consolidare il processo di acquisto e cessione dei medesimi crediti da parte degli operatori finanziari – n. 3-00071)

PRESIDENTE. Il deputato Fenu ha facoltà di illustrare l'interrogazione Santillo ed altri n. 3-00071 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il signor Ministro per la presenza. Il tema lo conosciamo: è il superbonus, è la cedibilità, è la circolazione dei crediti fiscali. Cinquantamila è il dato che, pochi giorni fa, ci ha fornito il centro studi di CNA, quindi, sono 50 mila le imprese in difficoltà, perché non riescono a monetizzare i propri crediti fiscali; e il dato che ci fornisce sempre lo stesso centro studi sull'ammontare dei crediti incagliati è di 5 miliardi.

Quindi, in base a questo e a tutte le difficoltà che ormai tutti conosciamo, chiediamo al Ministro quale sia l'esatto ammontare in base ai dati in possesso del Ministero dell'Economia e delle finanze, dei crediti fiscali incagliati e quali iniziative urgenti intenda adottare per rimuovere gli ostacoli che limitano l'accesso alla detrazione, sotto forma di cessione di credito, anche per i profili inerenti la responsabilità del cessionario, avviando un'interlocuzione con gli istituti di credito e con gli intermediari finanziari, nonché con le società partecipate dallo Stato, al fine di pervenire ad una soluzione che consenta di riavviare e consolidare il processo di acquisto e di cessione dei crediti fiscali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevole Fenu, con riferimento alla richiesta di conoscere l'ammontare dei crediti fiscali incagliati e quali iniziative urgenti il Ministro intenda adottare per rimuovere gli ostacoli che limitano l'accesso alla detrazione fiscale del cosiddetto superbonus, nella forma della cessione del credito, mi preme, in primo luogo, ricordare che, seppure tale misura si sia rilevata uno strumento utile a consentire il rilancio del settore edilizio, come già detto in altre occasioni, è stata una misura costata molto per benefici dati a pochi.

Già il precedente Governo ha adottato numerose modifiche in merito alla disciplina della cessione dei crediti in oggetto, al fine di limitare gli abusi e i comportamenti fraudolenti connessi alla predetta disciplina. Ricordo, in particolare, che i fornitori e i cessionari rispondono per l'eventuale utilizzo del credito d'imposta in modo irregolare o in misura maggiore rispetto all'importo acquistato e, in caso di concorso nella violazione, anche nell'eventualità in cui la detrazione risulti indebita in capo al beneficiario.

Inoltre, le disposizioni più recentemente introdotte, in particolare, hanno anche modulato l'elemento soggettivo della responsabilità, con particolare riferimento al caso della responsabilità solidale, al fine di realizzare un equo contemperamento tra vigenza di contrasto alle frodi riscontrate nel contesto della cessione di crediti e la possibilità per il soggetto cessionario di utilizzare i crediti acquistati.

Con riferimento, invece, al quesito degli interroganti in merito agli interventi che il Governo ha in animo di porre in essere per agevolare la fruizione dei suddetti crediti, il decreto-legge Aiuti-quater ha previsto, per quelli comunicati all'Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022, la possibilità di utilizzo in 10 rate annuali. Sono, inoltre, in elaborazione specifiche modifiche all'articolo 9 del suddetto decreto-legge, che consentiranno una maggiore circolazione dei titoli tra gli intermediari qualificati e che garantiranno i cosiddetti prestiti ponte per le imprese edili che si trovano in possesso di tali crediti.

Per quanto concerne, infine, la richiesta di conoscere quale sia l'ammontare dei crediti fiscali incagliati, mi corre l'obbligo di precisare che l'Agenzia delle entrate conosce l'ammontare dei crediti, ma non è in grado di stabilire i motivi in base ai quali i contribuenti abbiano deciso di mantenere i crediti nella propria disponibilità, ad esempio, ai fini del successivo utilizzo in compensazione tramite modello F24, oppure se non riescano ad utilizzarli ovvero a cederli ad altri soggetti. Ricordo, comunque, che tale istituto andrebbe più correttamente ricondotto nell'alveo delle detrazioni fiscali, evitando l'ampio ricorso allo sconto in fattura, consentito indipendentemente dal livello di reddito e dall'utilizzo per l'abitazione principale.

I dati al momento in possesso dell'Agenzia, per il periodo ottobre 2020-novembre 2022, mostrano che l'ammontare dei crediti è pari complessivamente a 99,4 miliardi di euro, di cui riferibili al superbonus 52,1 miliardi e al bonus facciate 24,8 miliardi. Lascio a voi valutare quali interventi il Governo avrebbe potuto adottare, utilizzando tale risorse, quali, ad esempio, la riduzione complessiva del cuneo fiscale e previdenziale di circa 10 punti percentuali.

PRESIDENTE. Il deputato Santillo ha facoltà di replicare.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, in realtà, non siamo soddisfatti delle sue risposte, perché non ci ha risposto in una parte e, in un'altra parte, ci ha risposto molto parzialmente. Tra l'altro, ci aspettavamo che, per questo Governo, fosse una priorità quella di sbloccare il meccanismo della cessione dei crediti d'imposta derivanti da bonus edilizi dopo che, in campagna elettorale e anche in manifestazioni pubbliche, esponenti di forze politiche che supportano questo Esecutivo hanno avversato in tutti i modi su questo tema il precedente Governo Draghi e hanno anche finito per promettere mari e monti, quando sarebbero diventati il nuovo Governo. Eh, questa la chiamiamo coerenza.

Invece, abbiamo veramente a cuore le sorti di decine di migliaia di imprese, di centinaia di migliaia di posti di lavoro oramai a rischio e prodotti con il superbonus e grazie al meccanismo della cessione del credito di imposta. Li abbiamo talmente a cuore, perché a lei, Ministro, ci siamo rivolti per un'informativa urgente, per venire a riferire qui, in Aula, già nel corso della seduta del 9 novembre e, nel corso del question time del 16 novembre, le abbiamo chiesto di attivarsi per avere interlocuzioni con istituti finanziari, intermediari, con società partecipate o controllate dallo Stato - parliamo di Poste, di CDP, di RFI, di ENI - affinché, assieme a loro, si possa trovare un modo per riavviare la macchina del meccanismo della cessione del credito di imposta. E, invece, ad oggi, silenzio, ancora silenzio, Ministro Franco… chiedo scusa, Ministro Giorgetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anche perché, se il suo predecessore ha avversato, in tutti i modi, il meccanismo della cessione del credito d'imposta, lei, di fatto, ha decretato la morte del superbonus 110 per cento, lo ha depotenziato al 90 per cento. Un bonus alto sì, ma ordinario, che non c'entra niente con il superbonus. Certo, noi del MoVimento 5 Stelle non ci saremmo mai aspettati che il superbonus avesse avuto vita eterna, però nemmeno ci aspettavamo che il Governo violasse unilateralmente un patto firmato con i cittadini, che ha consentito la stipula di tanti contratti tra imprese e cittadini legittimi.

Infine, egregio Ministro, lei non ci ha risposto su quanti sono i crediti in pancia. I motivi non ci interessano, volevamo sapere i crediti incagliati. Continua a non dirceli, ma la prego di porre in essere tutte le misure possibili, affinché questo Governo dia risposte chiare e non finisca - come in occasione del decreto-legge Aiuti-quater - per emanare provvedimenti addirittura peggiorativi proprio del blocco della cessione dei crediti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative del Governo volte alla riduzione del cuneo fiscale – n. 3-00072)

PRESIDENTE. Il deputato Bertoldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00072 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Grazie, Presidente. Intanto mi chiamo De Bertoldi, la prego di prenderne nota. Io, signor Ministro, voglio chiarirle che, per Fratelli d'Italia e per Giorgia Meloni, l'utilizzo della leva fiscale ai fini dello sviluppo e della crescita del Paese è finalmente una realtà. Quindi, signor Ministro, le chiedo come intenderà dare seguito a quelli che sono i nostri progetti e i nostri programmi, con la riduzione effettiva del cuneo fiscale.

Come lei ben sa, siamo al quinto posto nella media OCSE per l'impatto del fisco sul lavoro dipendente, sulle buste paga, e il progetto è di ridurlo almeno, auspichiamo, del 5 per cento nel corso della legislatura.

Quindi, noi vorremmo davvero che questa differenza, che incide pesantemente tra il netto, che va in busta paga, e il lordo, che è a carico delle imprese, possa restringersi sempre di più. Questo lo crediamo nell'ottica di un progetto di rilancio fiscale ed economico, nel quale anche la progressività eccessiva venga attenuata, nell'ottica anche di una tassazione piatta e nell'ambito di un percorso che possa portare davvero ad un fisco che sia amico dell'impresa, amico del lavoratore, proprio perché stimola la produttività e la ripresa del Paese, esattamente quello che fino ad oggi, purtroppo, non abbiamo visto con i Governi delle sinistre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Bertoldi. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, onorevole Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Onorevole De Bertoldi, il cuneo fiscale, ovvero la somma delle imposte dirette e indirette dei contributi previdenziali, è nel nostro Paese ancora molto alto, con conseguenze pregiudizievoli per i lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti, nonché fattore determinante della perdita di competitività delle nostre aziende. Pertanto, la sua riduzione è uno degli obiettivi che il Governo intende realizzare nel corso della legislatura.

Questo processo sarà graduale e già vede un primo segnale nel disegno di legge di bilancio 2023. Il testo, attualmente all'esame di questa Camera, infatti, prevede rilevanti misure volte a ridurre la tassazione sui redditi di famiglie e imprese, e interviene anche sulla riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Solo a titolo esemplificativo, ricordo le modifiche al regime forfettario per le persone fisiche esercenti le attività di impresa, arti e professioni, che hanno innalzato il limite per l'accesso al regime agevolato da 65 mila a 85 mila euro, la cosiddetta tassa piatta incrementale, la riduzione dal 10 al 5 per cento dell'imposta sostitutiva applicabile ai premi di produttività dei lavoratori dipendenti, nonché l'esonero sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, già previsto per il 2022 e ulteriormente potenziato.

Tanto premesso, devo ricordare che tale ultima misura è assai onerosa. Basti pensare che, a titolo indicativo, la riduzione di un punto percentuale del cuneo contributivo dei dipendenti pubblici e privati, al netto degli effetti fiscali, vale circa 3,5 miliardi, e che la riduzione di un punto sull'aliquota media di prelievo Irpef dei dipendenti pubblici e privati vale circa 4 miliardi e mezzo.

Alla luce di tali numeri, provate solo a immaginare quale percentuale di riduzione del cuneo fiscale contributivo avrebbe potuto trovare la propria idonea copertura anche solo con una quota parte delle risorse destinate al superbonus, alla luce dei dati che ho ricordato in precedenza.

Non di meno, ricordo che il disegno di legge di bilancio ha anche previsto che le entrate derivanti dalle misure previste in materia di criptovalute siano destinate a uno specifico fondo per la riduzione della pressione fiscale e sono in corso attività per la disamina dei bonus fiscali esistenti, anche al fine di una loro riorganizzazione e sistematizzazione. Gli interventi connessi alla riduzione del cuneo fiscale potranno trovare, comunque, una loro disciplina nel disegno di legge di delega per la riforma fiscale, su cui stiamo lavorando.

PRESIDENTE. La deputata Lucaselli ha facoltà di replicare.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la sua illustrazione. Non avevamo dubbi che questo Governo, da un punto di vista economico, avrebbe sicuramente tracciato un cambio di passo con il passato, guardando al futuro. E il taglio del cuneo fiscale è inevitabilmente il futuro di questa Nazione. Vogliamo, infatti, ricordare che, attraverso il taglio del cuneo, possiamo arrivare all'innalzamento dei salari, che è uno dei grandissimi temi che in Italia ancora non viene affrontato; e anche che attraverso il cuneo fiscale, possiamo arrivare a un aumento delle assunzioni e, soprattutto, a una maggiore capacità di spesa da parte dei nostri dipendenti e lavoratori.

Ovviamente, sappiamo che quello che stiamo attraversando è un momento economico particolarmente difficile. E proprio per questo motivo apprezziamo e abbiamo apprezzato, anche in legge di bilancio, lo sforzo di utilizzare e incentrare le risorse economiche senza devastare i conti pubblici, destinando queste risorse proprio ai lavoratori dipendenti per aumentare la capacità di spesa e rimettere in moto, in qualche modo, l'economia reale.

Sappiamo anche - perché lo abbiamo letto e vogliamo esprimere il nostro apprezzamento - che attraverso questo taglio si è dato un particolare riguardo ai lavoratori con redditi più bassi. Questo per noi era un elemento essenziale e la ringraziamo per aver mantenuto quello che avevamo raccontato agli italiani in campagna elettorale, certi che nei prossimi anni tutto questo verrà ampliato e su questo si lavorerà.

Proprio per questo motivo, vorremmo suggerirle di guardare nelle maglie dei conti dei bilanci dei Ministeri, dove sappiamo ci sono tantissimi residui attivi, dei tesoretti che possono essere utilizzati attraverso nuove forme di utilizzo del bilancio pubblico.

La lascio, Ministro, con un regalo, una frase che vogliamo consegnarle, visto che siamo alle porte delle festività natalizie: “conoscere tutto, soprassedere su molto, intervenire nell'essenziale”. Questa è una frase di San Bernardo, che il gruppo di Fratelli d'Italia le vuole riportare per ricordarle che, in questo momento di caos, attraverso l'economia si fa la politica. E quindi il suo compito, sicuramente molto arduo, ma che ovviamente ha in questo momento un interprete che noi riteniamo assolutamente all'altezza e necessario, porterà alla individuazione di quello che è essenziale nella lista delle priorità dei tanti cambiamenti che in Italia ci devono essere, che gli italiani si aspettano e che Fratelli d'Italia non smetterà mai di sollecitarle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative a favore delle attività sportive e ricreative, nonché a favore delle attività con fini di interesse pubblico deliberate dagli enti locali, espletate sul demanio marittimo e senza finalità lucrative, in relazione all'impatto dell'innalzamento della soglia del canone minimo demaniale marittimo - n. 3-00073)

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00073 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, dopo MES, bonus 110 e cuneo fiscale, io le propongo un argomento, diciamo, più limitato, ma non per questo meno importante. Si tratta dell'innalzamento del canone minimo demaniale, che il decreto di agosto del 2020 ha portato da 362 euro a 2.500 euro. Questo mette in difficoltà gran parte del nostro patrimonio legato all'utilizzo del demanio da parte di associazioni sportive, alle attività svolte in forma singola o associata, alle attività dei comuni e a tutte quelle concessioni che i comuni devono pagare e che sono finalizzate ad un utilizzo pubblico.

È chiaro che questo è un quesito che va a cavallo tra il Ministero dei Trasporti e il suo Ministero. Dopodiché, la copertura economica è di 12 milioni di euro, quindi stiamo parlando di un argomento che abbiamo quantificato nella scorsa legislatura. Ma io credo che sia giusto, per parlare di un cambio di passo che ho sentito menzionare più volte questo pomeriggio, chiarire che intenzioni ha, ossia se lei e il suo Governo abbiate intenzione di salvaguardare questo che è un vero e proprio patrimonio sociale, culturale e storico del nostro territorio italiano.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, onorevole Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signor Presidente. Onorevole Pastorino, con riferimento al quesito posto, con il quale si chiede al Governo come intenda intervenire a tutela e salvaguardia delle attività sportive e ricreative legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro, nonché a sostegno delle attività con fini di interesse pubblico, individuate e deliberate dagli enti locali territorialmente competenti, ricordo che il comma 4 dell'articolo 100 del decreto-legge n. 104 del 14 agosto 2020, in tema di canone minimo demaniale marittimo, ha stabilito che, a partire dal 1° gennaio 2021, l'importo annuo del canone dovuto, quale corrispettivo dell'autorizzazione di aree di pertinenze demaniali marittime, non può essere inferiore a 2.500 euro. Per effetto delle modifiche successivamente apportate al citato comma 4 dall'articolo 6-bis del decreto-legge n. 73 del 2021, è stato previsto, per il solo anno 2021, che tale importo, nel caso in cui l'utilizzo avvenga per attività sportive, ricreative e legate a tradizioni locali, svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro e per finalità di interesse pubblico, individuate e deliberate dagli enti locali territorialmente competenti, non possa essere inferiore ad euro 500.

Sempre con riferimento a tale materia, ricordo che l'articolo 4 della legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, recentemente approvata, legge n. 118 del 2022, prevede una delega in materia di affidamento delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità di tipo turistico, ricreativo e sportivo, ivi incluse quelle affidate ad associazioni e società senza fini di lucro.

In considerazione di questo quadro normativo, il Governo intende, quindi, avviare le necessarie attività di verifica e approfondimento, al fine di tenere conto, nella definizione dei citati canoni, del particolare valore di tali attività e del loro interesse pubblico, anche al fine di disporre, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, specifici interventi.

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie Presidente e grazie Ministro. Vedremo. La formula “attività svolta in forma singola o associata” l'ho inventata io, quindi la conosco molto bene. Questa è una roba di cui parliamo da tempo io e anche altri colleghi. Nel 2021, eravamo riusciti a mettere questo limite a 500 euro per il solo anno 2021, poi è caduta la legislatura quest'anno e, quindi, non siamo riusciti nell'intento.

Benissimo l'osservazione sulla legge n. 118 del 2022, per verificare l'effettiva corrispondenza tra la finalità e l'utilizzo di un bene, però mi piacerebbe che ci fosse la consapevolezza da parte del Governo che, comunque, un canone da 2.500 euro, che poi diventa 3.000, per attività svolte senza scopo di lucro da associazioni, dai comuni stessi, che, se dovevano pagare 100 lire per le loro concessioni in uso pubblico, ne devono pagare quattro volte tanto, lei capisce bene che forse le verifiche vanno fatte in tempi brevi. Ma già a partire dal prossimo anno può venir messo un freno e un limite a questo canone. Ho presentato, ma anche altri lo hanno fatto, un emendamento alla legge di bilancio; non mi aspetto molto da questa legge di bilancio, che mi sembra molto complicata e con dei tempi molto ristretti, però l'invito è quello davvero di approfondire il tema, di fare le verifiche che devono essere fatte, per carità, ma in questo modo si sta mettendo in ginocchio veramente un patrimonio importante.

Penso alla Liguria, per la sua conformazione territoriale, alla Toscana, ma anche alla Campania, alla Calabria, dove queste realtà piccole ci sono, esistono e sono veramente testimonianza della nostra storia legata all'attività del mare. Davvero, la ringrazio per la risposta, ma mi auguro che questo sia un impegno, anche perché altrimenti la prossima volta farò di nuovo un altro quesito in tutte le sedi. Mi sembra che in tanti siano un po' stufi di ascoltare questo tipo di richiesta.

(Iniziative di competenza volte a favorire l'accesso dei cittadini al sistema bancario, con particolare riferimento alla distribuzione delle filiali sul territorio nazionale – n. 3-00074)

PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Romano ed altri n. 3-00074 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. L'articolo 47 della Costituzione recita: la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme. L'accesso al credito però è vincolato dalla presenza fisica di filiali e sportelli bancari sul territorio nazionale, al fine di non creare disparità tra i cittadini. Sono però oltre 4 milioni i cittadini italiani residenti in comuni dove non sono presenti filiali bancarie, secondo un report della FABI pubblicato nell'agosto scorso, che ha quantificato in circa 11 mila le filiali perse sul territorio nazionale, il 34 per cento. La distribuzione degli sportelli penalizza territori già caratterizzati da difficoltà nell'erogazione di servizi pubblici e privati, come la Calabria e il Molise, per esempio.

L'accesso al credito è limitato anche dall'arbitrarietà con cui alcuni istituti escludono dalla possibilità di apertura di conti correnti persone che sono segnalate o che hanno problemi di reputation. La nostra interrogazione trae spunto dalla posizione presa da Banca d'Italia sulla manovra, critica per l'aumento del tetto del contante, contraria all'esenzione del POS fino a 60 euro e a ciò che viene sottratto dal circuito bancario. Osservazioni che richiederebbero la possibilità di avere una realtà in grado di assicurare l'accesso al credito in Italia a tutti i cittadini. Chiediamo, pertanto, al Governo quali iniziative intenda assumere per assicurare la presenza di filiali sul territorio italiano e se intenda introdurre un obbligo per gli istituti di credito di aprire un conto corrente su richiesta, similmente a quanto avviene per i servizi assicurativi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevoli colleghi, con riferimento alla questione della progressiva chiusura degli sportelli bancari in alcune aree del Paese si evidenzia che tale fenomeno, riguardante peraltro tutto il territorio europeo, ha diverse cause, tra le quali vanno annoverate le mutate strategie industriali di contenimento dei costi intermediari, nonché la progressiva digitalizzazione del mercato bancario e finanziario. In proposito, è ancora oggetto di dibattito se la chiusura degli sportelli abbia un impatto negativo significativo sull'offerta di servizi finanziari come il credito, posto che in un mercato competitivo e largamente digitalizzato questa domanda può essere soddisfatta anche da intermediari non bancari o tramite ricorso a canali elettronici.

Tuttavia, tenuto conto delle possibili difficoltà di accesso delle fasce più deboli della popolazione, il Ministero dell'Economia e delle finanze, unitamente alla Banca d'Italia e alle altre amministrazioni competenti, sta valutando alcune possibili proposte per limitare, nel rispetto delle scelte imprenditoriali degli intermediari e dei vincoli derivanti dalla regolamentazione europea, gli effetti negativi di questo fenomeno e per preservare la possibilità dei clienti più vulnerabili di accedere al contante e agli altri servizi bancari e finanziari essenziali.

Sono, infatti, allo studio interventi che prevedono facilitazioni al prelievo di contante tramite il convenzionamento con esercizi commerciali diffusi sul territorio. Per quanto concerne la questione relativa alla possibilità di introdurre un obbligo di apertura del conto corrente per coloro che abbiano ricevuto un avviso di garanzia e per chi è stato segnalato ai sistemi di informazione creditizia, si evidenzia che l'ordinamento europeo e quello nazionale già prevedono il diritto dei consumatori di avere accesso al cosiddetto conto di base, ovverosia di un conto di pagamento a basso costo tramite cui è possibile effettuare alcuni servizi bancari e finanziari essenziali, e cioè ricevere e effettuare bonifici, accredito stipendi, emissione di carte di debito, effettuazione prelievi di contanti.

Il Ministero dell'Economia e delle finanze, congiuntamente alle altre amministrazioni competenti, sta valutando, nel rispetto del quadro regolatorio eurounitario, le opzioni di intervento più efficaci, ai fini di garantire che la decisione degli intermediari di non aprire o di terminare relazioni contrattuali con uno o più clienti sia basata su una valutazione concreta e attuale dei rischi di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di replicare.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, lei ha centrato il tema, però mi permetto di dire che è tiepido nella risposta. Noi vogliamo incoraggiarla ad andare in questa direzione, perché siamo convinti che in un Paese civile non possano esserci 4 milioni e passa di cittadini esclusi dai circuiti finanziari. Questo non è tollerabile, perché sappiamo che il sistema del credito e della finanza è un elemento importante, che prima ancora che garantito dall'articolo 47 della Costituzione, è un elemento che dà la possibilità alla gente di vivere una vita civile di relazione. Purtroppo, oggi in Italia non è così, perché non soltanto mancano gli sportelli, non soltanto spesso le banche fanno orecchie da mercante, anche relativamente al cosiddetto conto di base, ma perché non ci sono elementi vincolanti e, mi permetto di dire, elementi di controllo.

E arrivo al punto: Banca d'Italia è venuta a criticare una manovra, dove si dà la possibilità a questi cittadini di poter avere accesso al credito, e fa una critica, perché abbiamo sottratto dai circuiti bancari un bel po' di denaro, dando la possibilità alla gente di poterlo utilizzare e di potere realmente rispondere alle proprie esigenze. Quindi, le chiediamo non soltanto un'azione incisiva in ordine agli obblighi che gli istituti di credito devono rispettare, ma anche un'attività di stimolo nei confronti di Banca d'Italia, affinché i controlli si facciano realmente.

(Elementi e iniziative in merito alla riscossione del contributo straordinario a carico dei produttori, importatori e rivenditori di energia elettrica, di gas nonché di prodotti petroliferi, istituito dal decreto-legge n. 21 del 2022 – n. 3-00075)

PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonelli ed altri n. 3-00075 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Oltre 50 miliardi di euro nei primi sei mesi, utili in continua crescita. Solo ENI, tra luglio e settembre, ha visto i suoi profitti lievitare a 3,7 miliardi di euro, per un totale di 11 miliardi di euro, dall'inizio dell'anno. Sette aziende proprio oggi - l'avrà letto, Ministro - sono nel mirino dell'Antitrust, perché hanno tentato di aumentare le tariffe a 7 milioni di cittadini, violando la norma del decreto Aiuti-bis. Loro, sì, hanno messo le mani nelle tasche degli italiani. L'hanno fatto nel momento più duro e hanno fatto volare l'inflazione alle stelle. Mentre le famiglie italiane tagliavano persino i consumi alimentari e le imprese erano in ginocchio, le società energetiche accumulavano profitti stellari. Gli extraprofitti sono un esproprio sociale ai danni del Paese, sono soldi degli italiani ed è a loro che andrebbero restituiti, immediatamente. Ad ottobre, il contributo di solidarietà contro il caro bollette ha registrato versamenti, in termini di cassa, per poco più di 1,2 miliardi, una mancia - me lo faccia dire -, una miseria. Chiediamo, oggi, di conoscere l'entità dei versamenti alla data del 30 novembre e di sapere cosa sta facendo il Governo per andare oltre queste briciole (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Signor Presidente, onorevole Grimaldi, con riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti in merito alle entrate connesse al contributo, a titolo di prelievo straordinario, posto a carico di produttori, importatori e rivenditori di energia elettrica e di gas, nonché di prodotti petroliferi, ai sensi del decreto-legge n. 21 del 2022, mi preme ricordare, in primo luogo, che tale contributo è stato introdotto al fine di reperire risorse per sostenere le famiglie e le imprese chiamate a fronteggiare gli effetti connessi alla crisi energetica. Il contributo straordinario è stato oggetto di alcune modifiche legislative e, nel corso dell'anno, si è proceduto all'aggiornamento della previsione del gettito stimato, alla luce delle somme effettivamente riscosse, anche procedendo al conseguente aggiornamento dei tendenziali, in particolare con l'ultima relazione trasmessa al Parlamento, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012. Al riguardo, rappresento che, alla data del 30 novembre 2022, in relazione al contributo in argomento risultano versamenti erariali, tramite deleghe F24, per un ammontare complessivo pari a 2 miliardi 757 milioni, sostanzialmente in linea con le stime aggiornate predisposte dal Governo. Ricordo anche che i soggetti passivi potranno comunque effettuare il versamento entro la scadenza del 15 dicembre 2022 - ossia domani - senza l'applicazione delle previste sanzioni.

Con riferimento, invece, alla richiesta concernente le iniziative esecutive che il Governo intende porre in essere per procedere all'effettivo incasso, ricordo, in primo luogo, che, anche alla luce del quadro normativo (articolo 42 del decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115), l'Agenzia delle entrate ha avviato, in collaborazione con la Guardia di finanza, un'attività di analisi del rischio relativo al corretto adempimento degli obblighi di versamento inerenti al contributo straordinario di cui all'articolo 37, di cui abbiamo parlato. In particolare, valorizzando le informazioni presenti nelle banche dati, è stata ricostruita la platea di riferimento e determinato, per ciascun soggetto, il debito d'imposta potenziale, che è stato messo a confronto con i versamenti effettuati o che saranno effettuati entro domani. Inoltre, sottolineo che le modifiche apportate alla disciplina originale del contributo hanno anche disposto un inasprimento del regime sanzionatorio, nonché l'inapplicabilità del ravvedimento operoso in caso di omesso versamento, totale o parziale, del saldo dell'acconto di versamento relativo all'acconto e al saldo, successivamente alla scadenza prevista dall'articolo 37 del decreto-legge n. 21 del 2022.

PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, ovviamente noi siamo assolutamente insoddisfatti della risposta, ma oggi lei ha dato una brutta notizia agli italiani e alle italiane, perché lei era Ministro durante il Governo Draghi, Ministro dello Sviluppo economico, e la previsione era ben altra. La previsione di incasso era di 10,9 miliardi di euro. Oggi dà la notizia all'Italia che le società energetiche, che hanno acquisito una ricchezza enorme nel Paese - l'ex Ministro dell'Economia Franco parlava di 40 miliardi di euro - non hanno versato 8,2 miliardi di euro allo Stato. Mentre gli italiani e le italiane, ogni due mesi, pagano le bollette, che sono decuplicate, triplicate, le imprese vanno a gambe all'aria, l'ENI esercita e realizza un utile del più 670 per cento. C'è chi oggi ha un'arroganza di non rispettare le norme dello Stato. Tutto ciò è inaccettabile. Sappiano gli italiani che oggi c'è chi, di fatto, è, per quanto ci riguarda, un evasore. È un evasore, per quanto ci riguarda, signor Ministro, perché, quando, alla data del 30 novembre, non si rispetta quel versamento, in Italia, il signor Rossi, Bianchi o la signora Francesca Rossi, che non pagano nei termini dovuti, vengono richiamati dall'Agenzia delle entrate. Oggi mancano 8,2 miliardi di euro. Stiamo chiedendo sacrifici agli italiani e alle italiane, che pagano le bollette, che non accendono il riscaldamento, con imprese che devono mandare in cassa integrazione e, oggi, c'è chi non ha versato 8,2 miliardi di euro.

Signor Ministro, mi faccia dire non solo che sono insoddisfatto, ma che sono veramente e profondamente, anzi - parlo a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra - che siamo profondamente indignati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza a favore delle aziende fornitrici di dispositivi medici, a seguito della recente introduzione di una disciplina transitoria sulle modalità di ripiano della spesa regionale per i medesimi dispositivi – n. 3-00076)

PRESIDENTE. Il deputato Sala ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sala e Cattaneo n. 3-00076 (Vedi l'allegato A).

FABRIZIO SALA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il quesito è per porle all'attenzione il cosiddetto meccanismo del payback sanitario, cioè il meccanismo attraverso il quale le aziende partecipano per il 50 per cento al ripiano della spesa sanitaria in esubero. In particolare, mi vorrei concentrare sulle aziende che forniscono dispositivi medici, che oggi sono di fondamentale importanza perché parliamo anche di prodotti salvavita, quali stent, protesi vascolari, sistemi per l'ossigenazione e della circolazione extracorporea, ma anche e soprattutto su quelle piccole e medie imprese che oggi innovano, investono e ci consentono di far fronte alle future sfide del sistema sanitario. Sono 4.500 imprese, che danno lavoro a 112.500 addetti. Noi le chiediamo se non ritenga opportuno adottare iniziative volte a individuare forme di finanziamento - o altra iniziativa - a favore di queste imprese, che oggi si trovano a soffrire questo provvedimento.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, ha facoltà di rispondere.

GIANCARLO GIORGETTI, Ministro dell'Economia e delle finanze. Presidente, onorevole Sala, le disposizioni in materia di payback si inseriscono nel contesto della normativa consolidata, che nel settore sanitario ha introdotto specifici parametri di governo delle principali aree della spesa, tali da garantire un efficiente utilizzo delle risorse ed evitare distorsioni nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, assicurando l'effettività e l'universalità del diritto alla salute. Nello specifico settore dei dispositivi medici, l'articolo 17 del decreto-legge n. 98 del 2011 e l'articolo 15, comma 13, del decreto-legge n. 95 del 2012 hanno introdotto un tetto di spesa a livello nazionale. Successivamente, nel 2015, con il decreto-legge n. 78, è stata prevista la definizione di tetti regionali e, similmente a quanto già disposto per la spesa farmaceutica, il cosiddetto meccanismo di payback a carico delle aziende fornitrici in caso di superamento del tetto di spesa regionale. Per effetto di tale meccanismo, le suddette aziende sono state chiamate a versare in favore delle regioni una quota dello scostamento del tetto, pari al 40 per cento nell'anno 2015, al 45 per cento all'anno 2016 e al 50 per cento a decorrere dal 2017. La restante quota di sforamento rimane a carico dei bilanci delle singole regioni. Il decreto del Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, del 6 luglio 2022, ha certificato lo scostamento per gli anni dal 2015 al 2018 e, di conseguenza, ha individuato la quota di payback che le aziende fornitrici devono corrispondere alle regioni e alle province autonome, pari a 2 miliardi 100 milioni di euro complessivi nel quinquennio indicato. È previsto che, entro la data di oggi, siano emanati dalle regioni i provvedimenti che individuano l'onere a carico di ciascuna azienda fornitrice, che dovrà versare la quota a proprio carico alla regione entro i successivi 30 giorni.

Sotto l'aspetto procedurale, la normativa richiamata assicura, come detto, a questi enti territoriali risorse pari a 2 miliardi 100 milioni di euro, consentendo l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, preservando gli equilibri dei bilanci regionali, al fine di scongiurare l'applicazione delle sanzioni previste dall'articolo 1, comma 174, della legge n. 311 del 2004, cioè, compreso l'incremento, per le regioni interessate, delle aliquote dell'IRAP e dell'addizionale regionale all'Irpef. Tanto premesso, il Governo si riserva per il futuro una manutenzione della normativa in essere, ferma restando, come già evidenziato, la necessità di garantire comunque i livelli essenziali di assistenza. Il Governo garantisce, quindi, questa massima attenzione in particolare in merito al settore del meccanismo dei payback sui dispositivi medici.

PRESIDENTE. Il deputato Sala ha facoltà di replicare.

FABRIZIO SALA (FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Sono soddisfatto della sua risposta, in particolare dell'attenzione che vorrà porre a questa categoria di imprese. Stiamo parlando di imprese che, dal 2015 al 2018, hanno fatto forniture, hanno incassato il fatturato, hanno pagato le tasse e a cui, oggi, stiamo chiedendo di restituire, a fronte di ripiani di debiti fatti dalle regioni, fino al 50 per cento della fornitura; quindi, li stiamo obbligando a fornire - tra virgolette - “sottocosto”, in alcuni casi, non in tutti, sistemi, device, che sono fondamentali, non solo quelli salvavita, che elencavo prima, ma anche quei device che ci consentono, attraverso l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo di queste piccole e medie imprese, che sono un tessuto molto importante nel nostro Paese, di far fronte all'emergenza futura, che è quella delle cure a livello territoriale e, quindi, della sanità territoriale. Oggi, la tecnologia ci può aiutare molto in questo perché vi è mancanza di risorse umane.

La sua attenzione è di fondamentale importanza, perché perdere questo patrimonio di piccole e medie imprese sarebbe veramente gravoso, dopodiché, sicuramente, il sistema di contenimento della spesa sanitaria non è una questione che abbiamo posto a lei, ma la porremo sicuramente al Ministro della Sanità, poiché abbiamo visto che, per esempio, Toscana e Puglia sono le due regioni che più sforano e devono continuare a ripianare i debiti. Quindi, sicuramente, una sana programmazione regionale, come ad esempio fa la Lombardia, è sicuramente più utile, ma in ogni caso non possiamo perdere questo tessuto economico importante del nostro Paese e della nostra economia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 63, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il 14 dicembre di cento anni fa nasceva a Grosseto Luciano Bianciardi, da famiglia di ceto medio, il padre impiegato di banca, appassionato di calcio e di Risorgimento, due passioni trasmesse al figlio e da lui rappresentate nella sua attività di giornalista; la prima, nelle pagine del Guerin Sportivo, e la seconda in quella di narratore. Ricordo i romanzi La battaglia soda e Aprire il fuoco, per citare i più noti. La madre di Bianciardi è maestra, immortalata nel racconto La mamma maestra, dove il figlio spiega che rimarrà maestra per tutta la vita, a indicare la presenza severa che Adele esercitava su di lui.

Luciano Bianciardi diventa uno scrittore famoso, acclamato, in seguito alla pubblicazione de La vita agra avvenuta nel 1962 e seguita, a due anni di distanza, dall'uscita del film omonimo di Carlo Lizzani, in cui la figura del protagonista, un intellettuale di provincia emigrato a Milano, con propositi dinamitardi, emerge dalla riuscitissima interpretazione di Ugo Tognazzi.

Dietro quel personaggio, c'è Bianciardi stesso e dietro la storia c'è gran parte della sua vicenda umana, di intellettuale venuto dalla piccola città, in cui senza difficoltà si riconosce Grosseto, dove, come direttore della biblioteca comunale Chelliana, ha svolto nell'immediato dopoguerra un'intensa attività culturale, chiaramente orientata in senso democratico.

È sua l'idea di far girare la provincia con un furgoncino attrezzato per il presidio librario, il bibliobus, con cui raggiungere anche i villaggi più sperduti per diffondere la passione per la lettura ed è sua l'organizzazione del circolo cittadino del cinema. L'arte moderna per l'eccellenza della valorizzazione, come Bianciardi afferma, la capiscono tutti, anche gli analfabeti.

Direttore della biblioteca è allo stesso tempo studioso delle condizioni del lavoro maremmano, come emerge nella ricerca I minatori della Maremma, scritta insieme all'amico Carlo Cassola e pubblicata nel 1956, quando è ormai emigrato a Milano. A questa scelta lo spinse un fatto che rimarrà una ferita insanabile per tutta la sua vita, la tragedia di Ribolla, il villaggio minerario delle colline metallifere in cui il 4 maggio 1954 avvenne lo scoppio di grisou in mezzo al pozzo Camorra.

Il suo messaggio di rifiuto del consumismo fine a se stesso si rileva oggi di straordinaria attualità, additando una strada di consapevolezza ecologica che urge oggi più che mai, in tempi in cui potrebbero venir meno le risorse necessarie per la sopravvivenza globale.

Quest'oggi a Grosseto si celebra la giornata conclusiva del primo Premio Bianciardi, istituito della Feltrinelli per ricordare il grande scrittore. Il Premio è in collaborazione con la Fondazione Luciano Bianciardi che ha sede a Grosseto e che da una trentina di anni lavora sulla figura dell'autore, di cui porta il nome, impegnandosi attraverso un'intensa attività di ricerca (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Christian Diego Di Sanzo. Ne ha facoltà.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Presidente, ieri al laboratorio di Livermore nella Bay Area di San Francisco è stato annunciato che la National Ignition Facility, l'esperimento a fusione a confinamento inerziale, ha raggiunto il traguardo dell'ignizione. La Bay Area di San Francisco è un luogo a me caro, perché è dove ho conseguito il mio dottorato di ricerca in ingegneria nucleare proprio a UC Berkeley. UC Berkeley, Lawrence Berkeley National Laboratory e Lawrence Livermore National Laboratory sono un ecosistema di ricerca che vive in simbiosi e dove lavorano anche moltissimi ricercatori italiani che spesso si trovano lì per non aver avuto queste stesse opportunità in Italia.

Il raggiungimento dell'ignizione, cioè la quantità in uscita dalla fusione è maggiore della quantità in entrata, rappresenta un importante passo verso il raggiungimento di una fonte di energia pulita e virtualmente inesauribile. Non dobbiamo, però, farci illusioni, perché c'è ancora molta strada da fare e durerà ancora qualche decennio, ma questo importante traguardo è incoraggiante e deve indurci a raddoppiare gli sforzi nella ricerca scientifica e nella transizione ecologica.

Oggi l'Italia è un leader mondiale nella fusione grazie alla partecipazione al progetto ITER e soprattutto al progetto del reattore a fusione italiano DTT, una partecipazione tra ENEA, ENI e CNR, che ha portato l'Italia tra i maggiori investitori nell'ambito della fusione. L'annuncio di ieri conferma, quindi, che la strada giusta è quella di investire in maniera significativa nella ricerca scientifica che comprenda tutte le fonti e le possibilità, dalla fusione alle energie rinnovabili e al nucleare di quarta generazione.

Voglio, quindi, cogliere questa importante occasione per chiedere a questo Governo di continuare nella via tracciata, garantendo una primaria importanza alla ricerca scientifica e i fondi che questa necessita per la realizzazione e la transizione ecologica, in cui l'Italia può e deve essere leader nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fabio Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Colleghi, domani si celebra l'approvazione in quest'Aula della legge n. 772, che fu approvata, appunto, cinquant'anni fa, la legge che riconobbe il diritto all'obiezione di coscienza istituendo il Servizio civile nazionale. È una legge che ha permesso a migliaia di italiani, tra i quali, Presidente, anche il sottoscritto, di svolgere, in Italia o all'estero, un'importante esperienza di solidarietà. Una conquista alla quale hanno contribuito le lotte non violente di tanti giovani, ma anche figure come don Primo Mazzolari, Giorgio La Pira e soprattutto don Lorenzo Milani, del quale tutti ricordiamo la lettera L'obbedienza non è più una virtù per la quale fu condannato pochi giorni prima della sua morte a causa di un male incurabile.

Oggi, invece che parlare di mini-naja, dovremmo forse rilanciare e sostenere questo importante strumento di democrazia. Sarebbe un segnale di pace del quale l'Italia e anche il mondo hanno bisogno oggi più che mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è mio, è nostro desiderio e del popolo che rappresentiamo in questo consesso politico quello di evidenziare e portare all'attenzione del Governo la problematica che rappresenta oggi l'edilizia popolare degli anni Ottanta. Le strutture adesso fatiscenti costruite nel periodo post-terremoto, negli anni, hanno presentato un gap sociale. Realizzate con materiali di basso pregio e in alta concentrazione abitativa, hanno avuto come risultato la ghettizzazione di interi quartieri. Prendo ad esempio il Parco Verde di Caivano, con riferimento al quale è di oggi la notizia dell'ennesimo blitz delle Forze dell'ordine con 33 arresti, ma potrei anche citare le Salicelle ad Afragola, Scampia ed altri quartieri ancora. Per i comuni il peso della manutenzione di questi contesti è diventato insostenibile, così come insostenibile è la condizione per chi vi abita all'interno, che vive in un contesto tutt'altro che dignitoso. È proprio per un principio di dignità che oggi invito il Governo a mettere in atto politiche di riqualificazione sociale attraverso l'abbattimento e la ricostruzione delocalizzata ed ecosostenibile degli edifici, eliminando così per sempre i quartieri ghetto, che lo Stato con il suo assenteismo ha contribuito a creare. Concludo dicendo: mai più quartieri ghetto, mai più centri di reclutamento e addestramento criminali, sì alla dignità sociale per gli ultimi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei complimentarmi con il Ministro Tajani che era qui, poc'anzi, seduto ai banchi del Governo, che ha detto di impegnarsi sui diritti delle donne iraniane. Peccato che il suo presidente di partito abbia dimostrato di nuovo come Forza Italia consideri le donne come oggetti. Sì, infatti, c'è un video che sta girando sui social e possiamo anche leggere sui vari comunicati stampa come il senatore Berlusconi abbia promesso un pullman pieno di prostitute, per non dire in quest'Aula le parole realmente usate dal senatore Berlusconi, in caso di vincita della squadra di calcio. Ora mi domando: che messaggio intendono dare le destre alle donne e alle bambine di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), nonché alle numerose tifose dello sport nazionale del nostro Paese? È ammissibile che, ancora oggi, le donne siano considerate come oggetti, merce di scambio? Ricordo ai partiti di destra che lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione è un reato nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e auspico che i colleghi di ogni partito condannino queste orrende parole pronunciate come se nulla fosse. La cosa è ulteriormente vergognosa se pensiamo, Presidente, che proprio in quest'Aula, un paio di settimane fa, tutti insieme ci siamo battuti per difendere e per condannare la violenza sulle donne. Ebbene, sappiamo che la violenza sulle donne inizia spesso proprio utilizzando le donne come oggetti. Pertanto, chiediamo, come MoVimento 5 Stelle, alla Presidente Giorgia Meloni cosa ne pensa lei, la prima donna Presidente del Consiglio del nostro Paese, di queste parole vergognose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 20 dicembre 2022 - Ore 10,30:

(ore 10.30, con votazioni non prima delle ore 14)

1. Discussione del disegno di legge:

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. (C. 643-bis​)

La seduta termina alle 16,15.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PINO BICCHIELLI E LUANA ZANELLA (A.C. 664​)

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 664​). Disegno di legge: S. 299 - Signor Presidente, Rappresentante del Governo, Onorevoli colleghi, il decreto-legge n. 169 del 2022 è un decreto che pone questioni di diversa natura omologate dal carattere di urgenza.

Mi soffermo brevemente sulle due questioni principali: le misure per il servizio sanitario della regione Calabria e la proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO. Nel primo caso il processo di riforma che la presidenza della regione Calabria ha avviato del sistema sanitario è fondamentale per garantire ai cittadini adeguata assistenza medica pubblica. L'obiettivo finale deve essere l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza e ad assicurare il rispetto della direttiva europea sui tempi di pagamento e l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari della regione Calabria, questioni fondamentali per rilanciare fortemente il servizio sanitario.

La normativa straordinaria modifica in alcuni punti l'articolo 7, comma 1, del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, e la proroga è essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di organizzazione, dei livelli di assistenza, di ripiano dei deficit e relativa approvazione dei bilanci delle aziende sanitarie.

Per quanto riguarda l'articolo 1, comma 1, si intende prorogare la partecipazione del nostro personale militare al potenziamento dell'apparato NATO nel suo complesso. È difatti prevista sino al 31 dicembre 2022 la partecipazione di personale militare alle iniziative per impiego della forza di elevata prontezza, che vedrà la partecipazione di 1.350 unità di personale militare, 77 mezzi terrestri, cinque mezzi aerei e due unità navali. Il rispetto degli impegni NATO è fondamentale per il complesso delle alleanze di cui l'Italia fa parte, per la sicurezza e la difesa del nostro Paese e per il perseguimento degli obiettivi e dei principi che ne sono alla base.

Per tutti questi motivi, a nome del Gruppo Noi Moderati, dichiaro voto favorevole.

LUANA ZANELLA (AVS). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 664​). Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 169 riguarda la proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, la proroga delle misure per il servizio sanitario in Calabria, la proroga di due commissioni dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco.

La prima osservazione, ovvia e ribadita sia in Senato che alla Camera dal nostro e dagli altri gruppi di opposizione è di ordine tecnico giuridico e riguarda la disomogeneità dei temi trattati, che avrebbero dovuto essere oggetto di normazione separata e specifica, per consentire al Parlamento il necessario approfondimento e il confronto non solo con il governo, ma anche con gli altri soggetti a vario titolo coinvolti.

Sulla partecipazione militare dedicata al potenziamento dei dispositivi NATO operativi sul fianco sud-est dell'alleanza, mi limito a constatare l'inevitabile aumento del fabbisogno finanziario complessivamente inteso, evidenziato a pagina 13 del dossier relativo al provvedimento, che ammonta per l'anno 2022 a 301.814.802 euro, anche se la proroga attuale non aggiunge nuovi oneri.

Sul punto il nostro gruppo ha espresso e motivato la propria posizione contraria all'aumento delle spese militari e proposto misure quali l'istituzione di corpi civili europei di pace, che mai vengono prese in considerazione.

In relazione alla proroga del commissariamento del servizio sanitario della regione Calabria. Anche qui andava e va fatta una riflessione adeguata alla gravità della situazione e al fatto che non si intravede la luce di questo lungo tunnel che perdura da oltre tredici anni e che ha reso ordinarie, misure che avrebbero dovuto e dovrebbero essere straordinarie e temporanee. Per questo un confronto specifico con il Ministro, la Regione, il Commissario sarebbe stato doveroso e utile. Un nostro emendamento presentato al Senato e riproposto alla Camera chiede esplicitamente una relazione dettagliata sullo stato di attuazione delle misure volte al raggiungimento degli obiettivi di cui al Piano di rientro e delle misure previste, con particolare riguardo alle perduranti criticità nonché alla strategia di uscita definitiva dal commissariamento. Si tratta di prendere atto delle storture, delle carenze, della migrazione a scopo di diagnosi e cura mobilità soprattutto dalle regioni del Sud a quelle del Centro e Nord, e quindi dei rischi oggettivi di disintegrazione del servizio sanitario nazionale che non è in grado di garantire i livelli essenziali di assistenza, servizi omogenei in termini qualitativi e quantitativi sull'intero territorio nazionale. Il nodo politico con cui anche la riforma Calderoli deve fare i conti è che in tema di Sanità non possiamo scivolare nel degradare il diritto alla salute, alla categoria dei diritti esigibili solo in presenza di compatibilità economica e finanziaria, venendo meno allo spirito e alla lettera dell'art. 32 della Costituzione e dei principi di universalità, equità ed uguaglianza cardini della riforma della sanità con la legge n. 833 del 1978, che sancì il concetto di salute come diritto fondamentale della persona e interesse della collettività. Questo vale per ogni singola regione, non c'è nessuna regione virtuosa nel senso pieno del termine. Ovunque lo squilibrio tra sanità pubblica e privata, convenzionata e non. Ovunque liste di attesa, ovunque scarsa integrazione sociosanitaria e inadeguate risposte ai differenti bisogni della popolazione che invecchia sempre più velocemente, spesso affetta da più patologie e a rischio di perdita progressiva di autonomia, ovunque crisi della medicina di base e territoriale, crisi dei pronto soccorso, e la mannaia finale: la grande fuga dei medici dal Servizio sanitario nazionale. Quindi una crisi strutturale che andrebbe affrontata con una visione di sistema e una strategia concertata con le regioni, le rappresentanze sindacali, le associazioni delle e degli utenti, le autonomie locali, ovviamente con il Parlamento. Ma vorrei sottolineare un aspetto decisivo: il 68 per cento del personale del Servizio sanitario nazionale è costituito da donne. Tra il personale infermieristico le donne sono il 78 per cento; nell'amministrazione il 72,3 per cento; sono il 48,1 per cento dei dirigenti medici, ma tra gli under 45 arrivano al 63,5 per cento. Vogliamo tenerne conto e dare ascolto alle loro ragioni, giudizi, indicazioni? Perché non si può far finta che non esistano un pensiero, un'elaborazione teorica, proposte e soluzioni di problemi che sempre più donne di questo settore avanzano con autorevolezza e competenza.

“Il debito ingiustificato è un mostro che sta divorando la Sanità a danno dei cittadini e dei contribuenti e che determina, inevitabilmente, sottrazione di risorse alla cura della salute". Lo ha affermato la procuratrice generale della Corte dei conti della Calabria Maria Rachele Anita Aronica nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021.

Quindi un esame più serio e puntuale della crisi sanitaria della regione Calabria avrebbe aiutato ad affrontare alla luce dell'esperienza pregressa e in atto e agli insegnamenti che ne derivano il dibattito prossimo a venire sull'Autonomia differenziata e la definizione normativa dei LEP, livelli essenziali di prestazioni, introdotti anch'essi surrettiziamente nel DDL di Bilancio, su cui sicuramente avremo modo di intervenire molto presto. Inoltre, come questo quadro si renda compatibile con la previsione di spesa prevista dal DDL di bilancio è tutto da spiegare, visto che i finanziamenti, invece di aumentare, vengono progressivamente diminuiti, fino al 6,1 per cento nel 2023 la percentuale rispetto al PIL, senza considerare il fabbisogno di personale medico e sanitario in continua diminuzione e fuga, che sarà ancora più incentivata dal dumping fiscale tra dipendenti pubblici e partite IVA in regime di flat tax.

Terza proroga: due commissioni dell'Aifa. Con due emendamenti presentati e approvati dal Senato è stata riformata, l'Agenzia italiana del farmaco, istituzione cruciale del nostro sistema sanitario. Ovviamente un provvedimento ad hoc sarebbe stato lo strumento normativo opportuno e utile ad un intervento altrimenti brutale e ingiustificato. Il parlamento avrebbe dovuto essere messo nelle condizioni di decidere a ragion veduta, alla luce di audizioni e interloquendo con tutti i soggetti coinvolti, a partire dalle regioni, rappresentate in Aifa accanto al governo. L'Aifa dovrebbe assolvere ad una funzione strategica per la politica sanitaria, a garanzia della ricerca e innovazione, del monitoraggio della spesa farmaceutica nazionale pubblica e privata, che nel 2021 è ammontata, giusto per darne la dimensione, a 32,2 miliardi di euro, con un incremento del 3,5 per cento rispetto all'anno precedente, il 69 per cento è spesa pubblica, pari a 22,3 miliardi.

Intervenire così pesantemente sulla governance dell'Agenzia ci sembra un vero azzardo, viene soppressa la figura del direttore generale, scelto dal ministro della salute, mentre il presidente attualmente è nominato dalle regioni, compromettendo il sistema di pesi e contrappesi interni, e quindi l'intrinseco equilibrio, si riducono le due commissioni, Cts, commissione consultiva tecnico scientifica e Cpr, Comitato prezzi e rimborso, ad una Commissione scientifica ed economica del farmaco, Cse, formata da 10 membri. Il passaggio alla nuova Aifa non potrà essere indolore, il rischio è che l'attività si blocchi, a causa del sovraccarico di lavoro concentrato nell'unica commissione e visto il passaggio non automatico delle competenze del direttore generale alla figura nuova del presidente, la cui nomina è diversamente regolata e le competenze concentrate e ampliate.

Per finire, un provvedimento inaccettabile, nel metodo e nel merito, che non può che registrare il nostro voto contrario.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 6 il deputato Rubano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 8 la deputata Serracchiani segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 20 il deputato Caroppo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 664 - EM. 2.1 286 283 3 142 126 157 53 Resp.
2 Nominale EM. 2.3 288 288 0 145 110 178 53 Resp.
3 Nominale EM. 2.4 288 266 22 134 108 158 53 Resp.
4 Nominale EM. 2.50 287 285 2 143 111 174 53 Resp.
5 Nominale EM. 2.5 292 289 3 145 131 158 53 Resp.
6 Nominale EM. 2.6 295 292 3 147 133 159 53 Resp.
7 Nominale EM. 2.9 293 290 3 146 131 159 53 Resp.
8 Nominale EM. 2.8 295 293 2 147 131 162 53 Resp.
9 Nominale EM. 2.7 298 274 24 138 112 162 53 Resp.
10 Nominale EM. 2.10 297 296 1 149 112 184 52 Resp.
11 Nominale EM. 2.11 299 277 22 139 114 163 52 Resp.
12 Nominale EM. 3.1, 3.2, 3.3 298 298 0 150 138 160 51 Resp.
13 Nominale EM. 3.4, 3.5 296 296 0 149 135 161 51 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM. 3.6 302 298 4 150 133 165 51 Resp.
15 Nominale EM. 3.7 304 281 23 141 114 167 51 Resp.
16 Nominale EM. 3.8 301 297 4 149 133 164 51 Resp.
17 Nominale EM. 3.9 301 299 2 150 134 165 51 Resp.
18 Nominale EM. 3.10 304 302 2 152 138 164 51 Resp.
19 Nominale ODG 9/664/1 287 285 2 143 134 151 51 Resp.
20 Nominale ODG 9/664/4 291 267 24 134 112 155 51 Resp.
21 Nominale ODG 9/664/6 301 300 1 151 140 160 51 Resp.
22 Nominale ODG 9/664/9 300 300 0 151 137 163 51 Resp.
23 Nominale ODG 9/664/10 303 300 3 151 138 162 51 Resp.
24 Nominale ODG 9/664/11 303 300 3 151 139 161 51 Resp.
25 Nominale ODG 9/664/12 301 298 3 150 138 160 51 Resp.
26 Nominale ODG 9/664/14 299 297 2 149 137 160 51 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/664/15 294 293 1 147 117 176 51 Resp.
28 Nominale DDL 664 - VOTO FINALE 290 214 76 108 160 54 49 Appr.