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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 21 di mercoledì 7 dicembre 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 9 novembre 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, il Ministro dell'Interno e il Ministro per lo Sport e i giovani.

Colleghi, invito tutti a un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza in sede europea in relazione a prospettate modifiche della normativa sugli aiuti di Stato, al fine di evitare effetti distorsivi a danno delle imprese italiane – n. 3-00054)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Foti ed altri n. 3-00054 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Perissa ha facoltà di illustrare l'interrogazione, che ha sottoscritto in data odierna, per un minuto.

MARCO PERISSA (FDI). Grazie, Presidente. Buon pomeriggio, Ministri. Vado subito al punto: lo scorso mese di agosto, l'Amministrazione americana, guidata dal democratico Presidente Biden, ha approvato un piano da 355 miliardi finalizzato al sostegno della manifattura statunitense per la riconversione al verde. Sarà operativo a gennaio e questo piano ha destato una profonda preoccupazione, anche da parte di alcuni nostri partner europei, come Francia e Germania, perché, effettivamente, taglia fuori le aziende che operano sul territorio europeo.

La Presidente von der Leyen ha annunciato la volontà, l'idea, da parte dei Paesi membri, di andare verso una politica del “compra europeo”, cioè di tutelare le aziende che operano sul territorio europeo, anche attraverso la modifica della normativa europea sugli aiuti di Stato per permettere ai Governi di sostenere maggiormente le imprese che vanno verso un processo di riconversione. Questo ci preoccupa, perché l'Italia ha meno risorse di altri Paesi. La domanda era quali saranno le iniziative del Governo in ambito europeo per tutelare tutte le aziende che lavorano sul territorio europeo e non solo quelle di alcuni Paesi.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. L'Inflation Reduction Act, adottato lo scorso 16 agosto dal Congresso degli Stati Uniti, stanzia a 393 miliardi di dollari in incentivi alla transizione ecologica, di cui 216 sono crediti di imposta agli investimenti privati nei settori dell'energia pulita, del trasporto e della manifattura.

I generosi sussidi concessi a veicoli elettrici, a batteria o energie rinnovabili sono condizionati al made in America e per questa ragione possono, di fatto, alterare la concorrenza tra Stati Uniti e Unione europea, incentivare la delocalizzazione, produrre la chiusura di alcuni mercati e frammentare ulteriormente catene del valore strategico che hanno già sofferto le conseguenze della crisi pandemica.

In questo contesto, è necessario sostenere le imprese europee, preservando la loro competitività e tutelando i livelli occupazionali. È essenziale che il sostegno alle imprese europee non alteri le condizioni di parità del mercato interno. Concedere aiuti di Stato di maggiore intensità o di maggiore importo può avere conseguenze indesiderabili sul buon funzionamento del mercato interno: inevitabilmente, si avvantaggerebbero le industrie degli Stati membri con maggiore capacità finanziaria e non si riuscirebbe a conseguire l'obiettivo di rendere più competitive le industrie che operano nei settori effettivamente interessati dalla concorrenza americana.

Positiva, ma da verificare nel merito, appare, invece, la proposta avanzata dalla Presidente von der Leyen di intervenire sulla disciplina di aiuti di Stato, per adattarla al nuovo contesto globale, semplificando le procedure, in modo da rendere il sostegno alle imprese rapido e prevedibile e, quindi, più efficace. La certezza del diritto è essenziale per favorire gli investimenti, soprattutto quelli nelle nuove tecnologie, necessari ad assicurare la transizione verde e non ha impatti indesiderati sulla integrità del mercato interno.

Tuttavia, la risposta europea alla sfida della doppia transizione, verde e digitale, non può essere focalizzata solo sullo strumento degli aiuti pubblici, ma deve essere informata ad una logica solidale, che riconosca l'imprescindibilità di finanziare con nuovi strumenti europei la politica industriale europea comune, facilitando il coordinamento tra le politiche dei singoli Stati membri. L'idea di definire un nuovo fondo europeo va in questa direzione e noi la sosterremo.

PRESIDENTE. La deputata Gardini ha facoltà di replicare, per due minuti.

ELISABETTA GARDINI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie anche al Ministro Raffaele Fitto: accogliamo con favore la sua risposta e saremo al suo fianco per sostenere il Governo italiano che, in Europa, da quanto capisco, si farà portavoce della necessità di un sistema a livello europeo, di modo che non ci sia una distorsione interna rispetto alla competitività tra i vari Paesi europei. Questo fatto, purtroppo, è accaduto in passato e se permettiamo che accada di nuovo, si aggraverà la distorsione tra Paesi che hanno molte risorse, in primis, la Germania che, guarda caso, per tanti anni è stata in surplus, contravvenendo alle regole europee. Infatti, sappiamo che deficit e surplus sono nello stesso capitolo di macro squilibri economici, e che, però, si è avvalsa, per esempio, rispetto al sistema ETS - il sistema di scambio di quote della CO2 - della possibilità di compensare su base volontaria, quindi derogando agli aiuti di Stato e creando un maggiore scompenso tra i vari Paesi. Quindi, supportiamo la linea del Governo italiano che vuole vedere, in questo senso, un meccanismo a livello europeo che non aggravi lo squilibrio, che, purtroppo è già esistente tra i vari Paesi.

(Intendimenti del Governo in materia di autonomia differenziata, con particolare riferimento al pieno coinvolgimento del Parlamento e alla preventiva ricognizione dei fabbisogni effettivi funzionali alla individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, al fine di ridurre il divario tra le diverse aree del Paese – n. 3-00055)

PRESIDENTE. Il deputato Zaratti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00055 (Vedi l'allegato A).

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, mentre il Paese sta vivendo una gravissima crisi sociale ed economica sembra che la principale preoccupazione del suo Governo sia quella di dividere l'Italia. Infatti, a giudicare da quello che riporta la stampa, al centro del vostro interesse vi è il progetto dell'autonomia differenziata proposto dal Ministro Calderoli. Signor Ministro, le voglio ricordare che la competenza ad affrontare questi importanti argomenti è e rimane del Parlamento. È assurdo che, a tutt'oggi, le Camere siano totalmente all'oscuro di questa proposta. Non potete esautorare il Parlamento, tanto più quando si tratta di scelte che mettono in discussione l'unità del nostro Paese. Per tutelare i diritti dei cittadini di tutte le regioni, a cominciare da quelli delle regioni più svantaggiate, è necessario approvare i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere uguali per tutti. Anche questa è una competenza del Parlamento.

PRESIDENTE. Concluda.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Può il suo Governo rassicurare il Paese che tutti i cittadini di tutte le regioni avranno pari diritti, pari servizi, pari opportunità?

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha facoltà di rispondere.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Come dichiarato dal Presidente Meloni in questa Camera il 25 ottobre scorso, è intenzione del Governo dare seguito al processo virtuoso di autonomia differenziata secondo il dettato costituzionale. Gli squilibri economici e sociali e i divari territoriali nella fruizione delle prestazioni costituiscono un dato di fatto. Lo Stato, in attuazione dell'articolo 119, terzo e quinto comma, della Costituzione, deve affrontare e rimuovere i detti squilibri e divari mediante l'utilizzazione delle risorse del Fondo perequativo e delle risorse, anche aggiuntive, destinate a promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale.

Allo stesso tempo, compete in via esclusiva allo Stato procedere alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Si tratta dello strumento fondamentale per garantire il mantenimento di un'adeguata uniformità di trattamento sul piano dei diritti di tutti i soggetti, in un sistema caratterizzato da un livello di autonomia regionale e locale decisamente accresciuto rispetto a quello originariamente definito dalla Costituzione.

L'articolo 143 del disegno di legge di bilancio 2023 contiene una nuova disciplina finalizzata ad accelerare il processo di determinazione dei LEP, e dunque a favorire una piena attuazione dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, nonché dei costi e fabbisogni standard nelle materie suscettibili di attribuzione di forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116. Quanto all'iniziativa del Ministro Calderoli, sulla base degli elementi dallo stesso forniti, evidenzio che il Ministro ha avviato una serie di confronti preliminari con le singole regioni e poi con la Conferenza delle regioni, sottoponendo loro una bozza di lavoro relativa ad un disegno di legge che perseguirà il duplice obiettivo di disciplinare in modo armonico e omogeneo la procedura per il raggiungimento delle diverse intese, in un costante dialogo con il sistema delle autonomie e di favorire il confronto parlamentare, essendo appunto un testo di legge, in modo da evitare che le intese, una volta concluse, possano precludere un'attenta valutazione dei contenuti da parte delle Camere.

Circa la preoccupazione espressa dagli interroganti, rappresento che l'autonomia differenziata costituisce uno strumento per superare le diversità territoriali e non già per amplificarle. Pertanto la sua attuazione non potrà che avvenire, come già verificatosi in passato con la legge n. 42 del 2009, mediante la contestuale previsione di strumenti di carattere perequativo, che consentano lo sviluppo delle aree sottoutilizzate nella prospettiva del superamento del dualismo economico del Paese.

PRESIDENTE. Il deputato Zaratti ha facoltà di replicare.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Ministro. Le sue risposte però sono insufficienti ed evasive. Le voglio ricordare che il metodo con il quale si arriva ad approvare i provvedimenti in Parlamento è quello di fare le consultazioni dentro le Aule parlamentari, non farle precedentemente, come sta facendo il Ministro Calderoli. Siamo di fronte a una proposta indecente, un colpo di spugna anche sul vincolo dei LEP, senza i quali la distribuzione delle risorse continuerebbe ad essere iniqua, a tutto vantaggio delle regioni del Nord. Lo dico soprattutto a lei, che ha anche la delega per il Sud. Dovrebbe ricordare, peraltro, che proprio l'attuale Presidente del Consiglio, due legislature fa, presentò una proposta di modifica del regionalismo differenziato. Spero che non ci troviamo di fronte a un altro caso di una perdita collettiva di memoria; di smemorato di Collegno ne abbiamo avuto uno in questo Paese ed è già sufficiente. Così si tenta di buttare fumo negli occhi dei cittadini. Non si parla di inflazione a due cifre, del caro bollette, della guerra in Ucraina, per accodarsi alla volontà della Lega.

Qual è lo scambio? Autonomia in cambio di cosa? Si sta dando vita a un “Porcellum 2”, uno “Sfascia Italia”, un provvedimento che metterà in discussione l'unità del Paese, che dividerà l'Italia tra regioni ricche e quelle povere. La bozza di Calderoli apre a soluzioni finanziarie ad hoc perché afferma che si può procedere ancor prima di aver definito l'impianto del finanziamento delle regioni. Distrugge di fatto la scuola, anch'essa destinata ad essere regionalizzata. Si può immaginare un Paese con 20 sistemi scolastici diversi? Per la sanità va ricordato quanto sia stato importante il coordinamento dello Stato centrale nel gestire la terribile emergenza del COVID.

PRESIDENTE. Concluda.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Lo scandalo più grande è quello della distribuzione delle risorse, affidata ai parametri della spesa storica. Così chi ha avuto di meno continua ad avere poco e chi ha avuto di più diventerà sempre più ricco.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zaratti.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). La ringrazio. Voglio soltanto annunciare la nostra opposizione a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative di competenza volte ad assicurare l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con particolare riferimento al progetto “Infrastruttura strategica Nodo di Bari: Bari sud” – n. 3-00056)

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00056 (Vedi l'allegato A).

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. L'interrogazione è molto chiara, il PNRR è ormai noto non solo a noi che siamo qui in Parlamento, ma a tutti coloro che ci ascoltano. È lo strumento strategico fondamentale per rilanciare il nostro Paese nei prossimi anni. Adesso sono state allegate delle risorse, una quota a fondo perduto e una quota a prestito e abbiamo il compito non solo di raggiungere e rispettare gli obiettivi strategici, ma anche di metterli a terra, cioè che dal 2023 si inizino a realizzare le opere. L'interrogazione riguarda un fatto che oggi è specifico, ma che domani potrebbe essere generale. Di fronte a un'opera fondamentale e strategica inserita nel PNRR e quindi ritenuta di interesse nazionale, di fronte al fatto che questa opera, il Nodo ferroviario di Bari, abbia ricevuto parere positivo dalla conferenza dei servizi, parere positivo da parte della sovrintendenza, sia stata appaltata e si siano aperti e si stiano realizzando i cantieri, un tribunale amministrativo di Bari, a fronte di un ricorso di un'associazione, ha bloccato tutto.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). La domanda è molto semplice: è pensabile ed è possibile che rispetto a un'opera di interesse nazionale si possano interrompere i lavori a fronte di un ricorso da parte di soggetti legittimati? E poi, quali strumenti mette in essere il Governo perché le opere possano essere realizzate e gli obiettivi rispettati?

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha facoltà di rispondere.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Anche in questo caso, come ricordato dal Presidente Meloni durante la riunione della cabina di regia del PNRR del 6 novembre, questo Esecutivo, fin dal suo insediamento, si è impegnato ad attuare senza ritardi o interruzioni le riforme e gli investimenti previsti da questo programma per migliorare il Paese e poter usufruire delle risorse finanziarie previste. L'Italia, a seguito del raggiungimento dei target e delle milestone previste per il 2021 e per il primo semestre 2022, ha ottenuto risorse per 69 miliardi di euro. In caso di raggiungimento degli ulteriori 55 obiettivi previsti per la data del prossimo 31 dicembre, verranno trasferiti all'Italia ulteriori 19 miliardi di euro.

Diversamente dalle milestone e dai target associati alle precedenti rate, quelli relativi alla terza rata e alle successive riguardano la fase attuativa degli investimenti programmati e delle riforme approvate e pertanto presentano problematicità sensibilmente diverse dalle precedenti. Per questo motivo il Governo ha provveduto ad effettuare, in contraddittorio con ciascun Ministero, una specifica attività finalizzata alla verifica dello stato di attuazione delle singole misure. Avuto riguardo alla rigida scansione temporale del PNRR, è infatti indispensabile individuare per tempo le criticità e le possibili soluzioni, anche aggiornando e potenziando le semplificazioni di tipo normativo o amministrativo esistenti. A tal fine, non solo prendendo, come è stato appunto giustamente ricordato, spunto dal caso specifico del Nodo di Bari, ma, più in generale, c'è la possibilità concreta di rendere più semplice e veloce l'esercizio dei poteri sostitutivi in caso di ritardo o inerzia da parte dei soggetti responsabili, nonché di introdurre nuove disposizioni relative ai rimedi giurisdizionali che, pur assicurando l'effettività della tutela dei diritti, consentano di tenere in adeguata considerazione gli impegni del programma e le rilevantissime conseguenze derivanti dal loro mancato rispetto.

Il confronto con i Ministeri è, inoltre, funzionale alle prossime azioni che il Governo intende intraprendere per aggiornare il PNRR, utilizzando anche le possibilità offerte dall'attuazione del Programma REPower EU, di prossima adozione. Ricordo, infatti, che il PNRR è stato elaborato come risposta agli effetti economici prodotti dalla pandemia e, pertanto, in un contesto economico-sociale differente da quello attuale e che, conseguentemente alla guerra in Ucraina, ha la necessità, per inciso, sulla tempistica di fornire determinate garanzie sull'innalzamento non preventivabile del costo degli investimenti. Sarà cura del Governo nei prossimi giorni dare delle proposte concrete al Parlamento rispetto alla necessaria urgenza di accelerare l'utilizzo e le modalità di realizzazione dell'infrastruttura.

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Dico a nome di tutto il gruppo Noi Moderati che siamo soddisfatti della risposta che il Ministro Fitto ci ha dato. Siamo soddisfatti non perché è già attuato il quanto, ma perché indica il metodo e la preoccupazione giusta.

L'esperienza del Ministro Fitto è tale che vi è l'attenzione a capire che un conto sono le risorse appostate a bilancio, un conto sono i soldi ricevuti, un altro ancora è la realizzazione di questi progetti. E la sfida è la realizzazione di questi progetti, una volta che sono stati definiti come fondamentali per lo sviluppo di questo Paese, di interesse strategico nazionale. E mi sembra che il Ministro, nella sua risposta, insieme con il Governo abbia individuato quali sono i punti di criticità.

Il primo livello, quello della burocrazia e quindi della semplificazione.

Il secondo, glielo diciamo, perché in questo Paese, purtroppo, siamo abituati ad utilizzare i tribunali amministrativi per bloccare le opere e non per dire se ho ragione o no. Questo è un tema che ne mette a rischio, ovviamente, la realizzazione, e non è accettabile che un'opera di interesse nazionale sia bloccata utilizzando tribunali amministrativi. Ci sono strade e strumenti. Noi Moderati presenterà anche proposte al Ministro delle Infrastrutture e al Ministro Fitto, in merito, che permettano - precedenti ci sono, vedi legge obiettivo - che quelle opere strategiche non possano essere bloccate. È evidente che, se un soggetto si vede leso, si può procedere al rimborso dei danni che sono ricevuti.

In terzo luogo, lo ha detto, e concludo: i costi delle materie prime. C'è stata molta strumentalizzazione sulle osservazioni fatte dal Governo, dallo stesso Ministro Fitto, per dire: abbiamo la necessità di ridiscutere, di rivedere il rapporto con l'Europa e il PNRR, ma non perché vogliamo cambiare gli obiettivi strategici. Il costo delle materie prime è aumentato, non c'è nessuna impresa che ha appaltato o ricevuto un appalto, stimato al pre-guerra, che oggi può attuare quelle realizzazioni.

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Per questo è fondamentale procedere nella direzione da lei detta. Avrà il gruppo Noi Moderati e, credo, tutto il Parlamento al fianco suo e del Governo, per raggiungere questi obiettivi.

(Elementi in ordine al rispetto da parte dei soggetti attuatori delle scadenze previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e intendimenti del Governo circa la possibilità di una revisione del medesimo Piano alla luce dell'attuale contesto internazionale e socio-economico - n. 3-00057)

PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00057 (Vedi l'allegato A).

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, vado subito al punto. Il Governo Meloni si è insediato più o meno da due mesi. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che invece rappresenta una grande opportunità unica ed irripetibile, è stato approvato nel 2021. Un accurato monitoraggio degli interventi in atto e dei progetti di attivazione è indispensabile a superare ogni eventuale criticità e a verificare se adempimenti amministrativi e burocratici procurino ingiustificati ritardi alla realizzazione delle opere.

L'attuazione del Piano prevede tempi estremamente compressi, con l'obbligo di conseguimento trimestrale di un determinato numero di scadenze, a cui segue la richiesta di erogazione delle risorse da parte dell'Unione europea. Assolutamente prioritari l'esigenza dello snellimento delle procedure burocratiche e il potenziamento dell'effetto leva, generato in un'ottica di sussidiarietà pubblico-privato.

Ministro, la interroghiamo per sapere se, da un primo monitoraggio effettuato, siamo in linea con le scadenze previste e se non ritenga, in primis vista la crisi russo-ucraina, di valutare la possibilità di una revisione del PNRR, al fine di superare le criticità legate ad eccessi di burocrazia.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha facoltà di rispondere.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Al fine del riconoscimento della terza rata di 19 miliardi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede il raggiungimento dei 55 obiettivi entro il 31 dicembre 2022. Al momento dell'insediamento del Governo, ne risultavano conseguiti 25 su 55. Per la realizzazione dei restanti 30, è stato immediatamente attivato un serrato confronto con i ministeri, le regioni, gli enti locali, le organizzazioni di categoria e le parti sociali.

Proprio nella giornata di ieri, a seguito degli incontri tecnici tenutisi la scorsa settimana con i competenti uffici della Commissione europea, ho provveduto ad inviare a tutti i ministeri una nota finalizzata ad acquisire aggiornamenti definitivi sullo stato di avanzamento delle attività relative agli obiettivi con scadenza 31 dicembre 2022, anche in vista della prossima riunione della cabina di regia, calendarizzata per la prossima settimana, nella quale si prenderà atto dei risultati raggiunti e di quelli realisticamente raggiungibili entro la predetta data, con il concorso di tutti i soggetti istituzionali coinvolti.

Il confronto con i ministeri ha messo in evidenza diverse criticità, nonché l'esigenza di elaborare ulteriori e significative semplificazioni di tipo normativo o amministrativo. La relazione semestrale al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR al 31 dicembre 2022, che verrà presentata nel prossimo mese di gennaio, darà conto degli esiti dell'attività di monitoraggio svolta e consentirà di dettagliare lo stato di attuazione delle singole misure, nonché le criticità e le problematiche emerse, fornendo quel supporto informativo e argomentativo indispensabile per l'avvio, a partire dal mese di gennaio 2023 e in coerenza con le previsioni dell'articolo 21 del Regolamento (UE) 2021/241, della procedura di aggiornamento del PNRR, indispensabile al fine di allineare le previsioni al mutato contesto politico e socioeconomico derivante dalla guerra in Ucraina e dal noto incremento del costo delle materie prime e dei prodotti energetici, nonché rispetto all'approvazione del REPower EU, altro strumento fondamentale in questa direzione.

Concludo evidenziando che una forte ed incisiva attività di coordinamento, di monitoraggio e di costante impulso all'attuazione del PNRR è indispensabile, in considerazione della sua durata pluriennale, dell'entità delle risorse previste e della molteplicità di milestone e target associati a ciascuna rata di finanziamento e spesso disomogenei tra di loro.

Si tratta di un'attività sulla quale l'attenzione del Governo è stata fin da subito massima, anche in considerazione del mandato conferito dall'elettorato, che travalica i limiti temporali del PNRR e che è finalizzato, mediante l'attuazione del programma di Governo e anche mediante l'utilizzo sinergico più razionale ed efficiente delle diverse fonti di finanziamento nazionali ed europee, a produrre dei risultati in grado di migliorare il Paese in modo significativo e durevole, e dunque in una prospettiva che supera le specifiche revisioni anche del PNRR e delle sue scadenze.

È evidente che, come dicevo, l'orizzonte temporale di questo Governo non è solo la giusta e immediata scadenza di ogni 31 dicembre o 30 giugno, ma inevitabilmente in questo momento diventerà una visione che è strategica, fino all'orizzonte complessivo dell'intero programma.

PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di replicare, per due minuti.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Impossibile negare che la situazione è oggettivamente difficile, perché solo una parte degli obiettivi sono stati raggiunti. Questo Piano è uno strumento utile per portare l'Italia nel futuro. Ecco perché riteniamo ed insistiamo che sia necessario procedere allo snellimento burocratico esistente, proprio al fine di migliorare la realizzazione degli interventi. Ad esempio, Ministro, per avviare un'impresa in Italia, rispetto ad altri Paesi, faccio l'esempio su una start-up, si presentano tempi biblici, a differenza, come le dicevo, di altri Paesi. La semplificazione è assolutamente la via per il cambiamento. Le riforme e tutte le missioni del Piano rappresentano, sì, delle priorità irrinunciabili, ma si devono migliorare l'efficienza, la competitività e, soprattutto, la flessibilità, proprio per capire, come lei ha ben detto, se un intervento possa essere realizzato nel corso dei 4 anni successivi.

Le abbiamo detto e ribadito: il Piano è stato immaginato per contrastare la pandemia, oggi viviamo l'impatto della guerra in Ucraina, gli scenari sono cambiati e la rimodulazione è necessaria. Non si tratta, come ascoltiamo spesso dall'opposizione, di stravolgere i piani, non si tratta di mettere il PNRR in pericolo. Il costo delle materie prime ne mette a rischio la realizzazione. Si deve, invece, rafforzare e migliorare. Si deve adeguare.

Non sarà semplice, ma troverà Forza Italia pronta a costruire soluzioni per i problemi, certi di essere assolutamente in buone mani. Buon lavoro, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!

(Intendimenti in materia di sicurezza urbana, con particolare riferimento al contrasto del degrado e delle occupazioni illegali di edifici, anche in relazione alla prospettata attivazione di un forum delle aree metropolitane – n. 3-00058)

PRESIDENTE. La deputata Ravetto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Iezzi ed altri n. 3-00058 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

LAURA RAVETTO (LEGA). Ministro, da articoli apparsi sulla stampa si apprende che verrà avviato un forum delle aree metropolitane, che si articolerà in sessioni specifiche in sede di Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica e che avrà la finalità di un confronto tra grandi città, quali Milano, Napoli e Roma, per creare un'azione comune di contrasto delle specificità, che sono, poi, il problema delle periferie e il problema delle occupazioni abusive, cioè i problemi specifici delle aree metropolitane.

Riguardo a questo, abbiamo già assistito a due casi pilota - potremmo chiamarli così -, vale a dire gli sgomberi avvenuti in via Bolla a Milano – dove, tra l'altro, su 156 abitazioni, 90 sono risultate abusive - e nel palazzo di Pizzofalcone a Napoli, dove, addirittura, i 16 appartamenti liberati facevano capo per lo più alla criminalità organizzata.

Sempre da questi riferimenti di stampa, sappiamo anche che probabilmente verrà rinnovato anche l'assetto della Polizia locale.

PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.

LAURA RAVETTO (LEGA). Quindi, questa interrogazione è volta a sapere specificamente che cosa intenda fare il Ministero in tal senso.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, la sicurezza delle nostre città è una delle priorità di questo Governo e uno dei miei primi atti è stato riunire il Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica, per approfondire le linee di intervento prioritarie in questo specifico ambito.

Ho voluto anche dare un immediato segnale alle comunità locali, presiedendo i comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica a Napoli e a Milano, due aree metropolitane che, insieme a Roma, pur nelle loro peculiarità, presentano problemi simili e a cui sarà dedicata una particolare e crescente attenzione. In tal senso, è mio intendimento realizzare quello che ho voluto definire un forum delle aree metropolitane, che si tradurrà in sessioni specifiche del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica e una prima riunione è già stata fissata per il prossimo 16 dicembre. L'idea è quella di mettere a fattor comune le esperienze maturate sul campo e le buone prassi sviluppate in materia di sicurezza urbana, con particolare riferimento alle criticità delle periferie, al degrado che si registra intorno alle stazioni e all'occupazione illegale degli edifici.

Sotto questo profilo, il recente successo dello sgombero avvenuto a Napoli, in un edificio di Pizzofalcone abusivamente occupato anche da soggetti legati alla criminalità organizzata, rappresenta sicuramente un caso pilota e, cioè, un esempio dei risultati conseguibili con una stretta sinergia interistituzionale. A Milano, nello sgombero di via Bolla, si è operato in modo efficace attraverso un dispositivo di sicurezza pubblica che ha consentito un ordinato svolgimento delle operazioni, assicurando, tra l'altro, assistenza ai soggetti coinvolti nello sgombero. Anche Roma, da questo punto di vista - e lo dico anche da ex prefetto -, non è certo all'anno zero. Sono stati, infatti, realizzati importanti sgomberi in alcune realtà periferiche, che hanno consentito di restituire alloggi a chi ne aveva effettivamente diritto. In questo contesto, voglio rivolgere un particolare ringraziamento anche alla magistratura, che ha partecipato attivamente a queste strategie di legalità.

Ritengo, altresì, indispensabile, in un quadro di progettazione integrata delle politiche di sicurezza urbana, ottimizzare tutte le risorse disponibili e, tra queste, senz'altro, vi è la Polizia locale, la cui riforma ordinamentale è un'esigenza assai sentita dagli amministratori e dagli stessi operatori. Una possibile direttrice della riforma può essere proprio la valorizzazione del ruolo che, nelle grandi aree urbane, le Polizie locali svolgono a supporto delle funzioni tipiche delle autorità di pubblica sicurezza. Un ulteriore profilo di intervento sul piano preventivo - e concludo - è l'incremento dei sistemi di videosorveglianza. A questo proposito, evidenzio che, nel disegno di legge di bilancio, all'esame di questo ramo del Parlamento, sono stati stanziati 45 milioni di euro per il triennio 2023-2025.

PRESIDENTE. La deputata Ravetto ha facoltà di replicare per due minuti.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Ministro. Ci riteniamo soddisfatti e siamo rincuorati dalle sue parole. Anche in qualità di ex prefetto, conosce benissimo le criticità e, quindi, ha già un piano articolato, soprattutto, relativamente alle aree metropolitane, come quelle di Milano, Roma e Napoli. La situazione di Milano, Ministro, è sotto gli occhi di tutti da tempo. È un'escalation di violenze, di fronte ad un'amministrazione cittadina spesso sorda.

L'ultimo episodio è quello di ieri, in cui alcuni tifosi marocchini, per festeggiare la vittoria del Marocco sulla Spagna - e non oso pensare che cosa avrebbero fatto se ci fosse stata una sconfitta -, hanno devastato piazza Gae Aulenti. Ministro, ovviamente, ci aspettiamo che queste persone vengano identificate e che paghino tutti i danni.

Ci confortano le sue parole sulle occupazioni abusive, perché le occupazioni abusive sono un doppio reato: da una parte, sono una violazione della proprietà privata oppure dell'edilizia pubblica, di cui impediscono la riqualificazione, ma, dall'altra, sono anche il negare un diritto a chi dovrebbe avere, appunto, il diritto e la possibilità di avere una casa. Quindi, con lei confidiamo che, finalmente, le case andranno alle persone meritevoli e non troppo spesso a occupanti criminali.

Benissimo la videosorveglianza e benissimo dare gli strumenti e anche valorizzare la Polizia locale per contrastare questi fenomeni.

Spesso, ci sentiamo dire che questo Governo e che il suo Ministero hanno come priorità la lotta all'immigrazione clandestina. Noi pensiamo che voi abbiate, come primario obiettivo, semplicemente, il ripristino della legalità, che significa, sì, lotta all'immigrazione clandestina, sì, lotta allo sfruttamento di esseri umani, ma anche, come lei sta dimostrando, lotta al racket, alla criminalità organizzata e alle occupazioni abusive. Legalità e regole: con questo Governo crediamo che si possa tornare a un'Italia sicura e che si faccia rispettare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Misure urgenti volte al potenziamento delle attività di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela dell'ordine pubblico in provincia di Foggia – n. 3-00059)

PRESIDENTE. Il deputato Alfonso Colucci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00059 (Vedi l'allegato A).

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ci preme richiamare l'attenzione sulla recrudescenza di fatti criminosi che interessano la provincia di Foggia ed evidenziano l'urgenza di misure e strumenti a supporto e a tutela della legalità e della sicurezza pubblica. I dati riportano di un territorio al primo posto per le attività di riciclaggio e tra i primi posti per i fenomeni dell'usura e dell'estorsione, oltre all'ordinarietà di furti e danneggiamenti seguiti da incendi. La diffusione di fenomeni illegali segna pesantemente la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini, bene collettivo di alto valore sociale.

Le chiediamo se non intenda adottare misure urgenti a supporto e a tutela della legalità di contrasto alla criminalità volte ad assicurare la sicurezza della cittadinanza, anche attraverso il potenziamento dei servizi e dei relativi organici di prevenzione e di controllo del territorio e di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica nel territorio della provincia di Foggia.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, il territorio di Foggia è da tempo segnato dalla presenza di un'aggressiva criminalità organizzata che, come è tipico dei sodalizi mafiosi, orienta i suoi interessi verso la vita economica e tende a infiltrare il tessuto sociale e amministrativo locale, col fine di radicarsi e perseguire, in tal modo, i propri fini illeciti.

Per combattere l'assetto criminale della provincia, già da tempo è in atto un'intensificazione delle attività di contrasto poste in essere dalla magistratura e dalle Forze di Polizia. In tal senso, c'è stato un significativo rinforzo delle strutture di contrasto sul territorio con la creazione del reparto Cacciatori di Puglia dell'Arma dei carabinieri, specializzato nel controllo del territorio e nella ricerca dei latitanti; c'è stata l'istituzione, nel comune di San Severo, del nuovo reparto Prevenzione crimine della Polizia di Stato; la creazione della sezione operativa della Direzione investigativa antimafia e del raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri a Foggia.

L'impegno strategico e operativo quotidiano delle Forze di Polizia ha già permesso di conseguire importanti risultati con sequestri patrimoniali di ingente valore economico, numerosissime operazioni di contrasto antimafia, con misure sia di tipo personale, che patrimoniale, nonché sequestri di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e di armi. È di ieri mattina, l'operazione dei Carabinieri del comando provinciale di Foggia che, nel capoluogo, hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale della confisca per un valore di oltre un milione di euro.

In questo quadro, ricordo anche che, oltre all'organico delle Forze di Polizia presenti sul territorio, pari a oltre 2 mila unità, stiamo impiegando ulteriori operatori nel piano straordinario di sicurezza e controllo integrato del territorio, che nell'anno in corso ha consentito di arrestare 671 persone nell'ambito di 69 operazioni ad alto impatto. Nell'ambito di tale strumento operativo, stiamo assegnando quotidianamente a quella sede 20 unità dell'Arma dei carabinieri e 15 della Guardia di finanza, specializzate nel controllo del territorio, per un totale di 11.900 unità di rinforzo dall'inizio dell'anno, alle quali si aggiungono le pattuglie giornaliere dei reparti prevenzione crimine della Polizia di Stato e 1.360 carabinieri delle squadre operative di supporto, destinati al potenziamento dei dispositivi di sicurezza e vigilanza in funzione antiterrorismo.

Merita di essere sottolineata anche l'azione di prevenzione antimafia svolta dalla Prefettura di Foggia che, dall'inizio del 2021, ha consentito di adottare 27 informazioni antimafia interdittive e sono tuttora in corso istruttorie per la imminente definizione di ulteriori provvedimenti interdittivi. Ritengo una priorità assoluta proseguire e rilanciare con fermezza e determinazione l'azione di prevenzione e contrasto del crimine organizzato e presto sarò personalmente a Foggia per presiedere un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica e per dare un chiaro messaggio in tale direzione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Giuliano, cofirmataria dell'interrogazione.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie Presidente, Ministro dalle sue parole comprendo che anche lei riconosce che quella della Capitanata è una vera e propria situazione di emergenza criminale. La nostra terra, la mia terra, vive da troppi anni una situazione di violenza e di emergenza che è stata per anni sottovalutata e ora c'è una recrudescenza di infiltrazioni, di violenza e di pervasività, economica e amministrativa, della mafia all'interno delle stesse istituzioni con lo scioglimento, per infiltrazioni mafiose, del capoluogo foggiano, e, prima ancora, di diversi comuni e, da ultimo, del comune di Trinitapoli.

Le voglio ricordare soltanto gli ultimi episodi omicidiari che fanno seguito ad una stagione di attentati dinamitardi che stanno piegando ed impaurendo sempre di più gli imprenditori e tutta la società civile: Capodanno 2021, San Severo, omicidio; 11 luglio 2021, durante i festeggiamenti per la vittoria degli europei, omicidio, con ferimento gravissimo di un bambino di appena sei anni; 14 agosto 2021, San Severo, ulteriore omicidio in pieno giorno con il ferimento di due persone, tra cui un bambino di 12 anni; aprile 2021, San Severo, omicidio di un esponente della criminalità da parte di un minorenne; 13 agosto 2022, nella vicina Marina di Lesina, viene ucciso un pregiudicato sanseverese in pieno giorno; luglio 2022, uccisione di un ragazzo di appena 17 anni da parte di un altro minorenne di 15 anni. A questi potrei aggiungere una serie infinita di omicidi, di attentati dinamitardi, di richieste estorsive, che hanno interessato le città di Foggia, di Orta Nova e di Cerignola.

A fronte di tutto questo noi vigileremo sulle parole che lei ha detto e la invitiamo a venire a Foggia a toccare con mano la situazione. Le chiedo, nello specifico, quale concrete misure vuole porre in essere e se vuole proseguire l'iter di elevazione, già iniziato su sollecitazione del Movimento 5 Stelle, dei Commissariati di San Severo e Cerignola a strutture dirigenziali di primo livello. Concludo dicendo che, ad una situazione eccezionale come questa, noi cittadini e parlamentari ci aspettiamo una risposta altrettanto urgente, seria ed eccezionale.

(Chiarimenti e iniziative in ordine a notizie circa l'apertura di centri della Polizia cinese sul territorio italiano – n. 3-00060)

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00060 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Ministro Piantedosi, l'ONG spagnola Safeguard defenders ha pubblicato nel 2022 tre rapporti successivi che hanno portato alla luce l'esistenza di oltre 100 stazioni di Polizia clandestine aperte dalla Repubblica popolare cinese in diversi Paesi del mondo, l'Italia ne ospiterebbe 11, dislocate tra Milano, Roma, Bolzano, Venezia, Firenze e, ovviamente, a Prato. I primi uffici si inserivano in un accordo di cooperazione internazionale volto a realizzare dei pattugliamenti congiunti; successivamente ne sarebbero stati aperti diversi altri in numerose città italiane che, secondo le autorità cinesi, dovrebbero svolgere le funzioni di centri servizi. In realtà, sarebbero centri illegali volti all'identificazione di dissidenti, al loro rimpatrio coatto in Cina e all'attività di monitoraggio della popolazione cinese all'estero, per costringere i dissidenti a rientrare in Cina. A seguito della pubblicazione di questi rapporti, in diversi democrazie, in Canada, in Irlanda, in Portogallo, negli Stati Uniti, sono state aperte inchieste per verificare i contorni ed eventualmente i profili di illegalità di questa di questa pratica. Noi chiediamo, fatte salve le competenze del Ministero degli Affari esteri, se il Ministero dell'Interno abbia mai autorizzato l'apertura di queste strutture, quali attività svolgano davvero e se sia stata aperta un'inchiesta in merito.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Dico immediatamente che la vicenda segnalata dall'onorevole interrogante non ha alcuna attinenza con gli accordi di cooperazione internazionale di Polizia tra l'Italia e la Cina e con l'esecuzione di pattugliamenti congiunti tra personale delle rispettive Polizie. Segnalo che il Memorandum d'intesa per la esecuzione di questi pattugliamenti, firmato a L'Aia nel 2015, ha consentito lo svolgimento dal 2016 al 2019 delle attività di pattugliamento in Italia e dal 2017 al 2019 in Cina, per essere poi sospese nel 2020 a causa della pandemia e tuttora inattive. L'esecuzione di tali accordi è affidata alle competenti e specializzate strutture del Dipartimento della pubblica sicurezza, che ne verificano il corretto adempimento nel rispetto del diritto internazionale e nazionale.

Venendo alla questione dell'apertura a Prato di una presunta stazione di Polizia d'oltremare di Fuzhou, informo che la polizia di Stato ha immediatamente avviato accertamenti dai quali è emerso che lo scorso mese di marzo l'associazione culturale della comunità cinese di Fujian in Italia aveva aperto una sorta di sportello per il disbrigo di pratiche amministrative rivolto ai connazionali. Il presidente del consiglio direttivo di tale entità, sentito presso gli uffici della locale Questura, ha dichiarato che, oltre alle finalità richiamate, la sua associazione avrebbe fornito un servizio finalizzato ad aiutare i cittadini cinesi, che a causa del protrarsi della pandemia non avevano potuto fare rientro nel Paese d'origine, nel rinnovo di patenti cinesi e in materia di successioni. Ad oggi la predetta associazione, pur rimanendo formalmente in essere, di fatto non risulta più fornire i suddetti servizi, che peraltro avrebbero riscosso anche uno scarso interesse atteso il numero esiguo di richieste pervenute (solo quattro).

Sempre nel quadro delle attività di controllo e vigilanza poste in essere dalle forze di Polizia sulla vicenda, soggiungo che il 16 novembre scorso ha avuto luogo presso il Dipartimento della pubblica sicurezza un incontro con l'ufficiale di collegamento in servizio presso l'Ambasciata della Repubblica popolare cinese a Roma che ha confermato quanto dichiarato dal presidente del consiglio direttivo della citata associazione. Sottolineo che degli elementi acquisiti dalla locale DIGOS è stata informata l'autorità giudiziaria per ogni ulteriore eventuale valutazione.

Circa le altre città italiane richiamate dall'onorevole interrogante, sono tuttora in corso approfondimenti; non risultano al momento cosiddetti centri servizi analoghi a quelli di Prato, né a Roma, né a Firenze, né a Venezia, né a Bolzano, solo a Milano è stata riscontrata la presenza di un'associazione la Overseas Chinese Center che svolge attività di disbrigo pratiche amministrative per i cittadini cinesi, sulla quale sono in corso approfondimenti. Sempre nell'ambito delle verifiche tuttora in corso, dagli accertamenti esperiti dal Dipartimento della pubblica sicurezza non risulta alcuna autorizzazione da parte delle articolazioni centrali e periferiche del medesimo Dipartimento in ordine all'attività dei centri in questione, pur tuttavia ho dato mandato di esperire immediatamente ogni ulteriore indagine amministrativa, anche al fine di verificare se non vi siano eventuali provvedimenti abilitativi a qualsiasi altro eventuale titolo.

Assicuro che le forze di Polizia, in costante raccordo col comparto intelligence, hanno in corso un monitoraggio di massima attenzione sulla questione di cui trattasi e che seguirò personalmente gli sviluppi della stessa e di tali approfondimenti, non escludendo provvedimenti sanzionatori in caso di illegalità.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Magi, per due minuti, prego.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie Presidente, ringrazio il Ministro Piantedosi per i chiarimenti e per le rassicurazioni. È di tutta evidenza che quello cinese è un regime autoritario che opera principalmente con l'intimidazione nei confronti dei propri concittadini, ma anche nei confronti degli altri Stati. È, quindi, importantissimo che gli approfondimenti avvengano con la massima rapidità e con la massima serietà, che oggi il Ministro ci ha garantito. Noi conosciamo il regime cinese come un regime nel quale avvengono violazioni sistematiche e reiterate dei diritti umani; è, quindi, scandaloso semplicemente immaginare che possa esserci quella presenza e quel radicamento volto ad operare contro le leggi italiane e contro il diritto internazionale. Se anche si trattasse di svolgere - da parte di queste associazioni, di queste sedi informali, non so come meglio definirle - dei compiti consolari non autorizzati, si tratterebbe comunque di un'attività illegale.

Vi sono poi altri profili che ci preme sottolineare. È necessario rendere pubblici tutti quanti gli accordi che sono stati stipulati negli ultimi anni con la Repubblica popolare cinese. Non per tutti avviene così.

È necessario capirne i contorni ed è necessario tenere molto alta la guardia perché il nostro è un Paese particolarmente vulnerabile rispetto a certi tipi di influenza e lo hanno dimostrato anche esperienze di governo recenti, negli ultimi anni, all'inizio della scorsa legislatura; mi riferisco, in particolare, al Governo “Conte 1”.

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Quindi, è importante - e concludo - che ci siano le inchieste e che vadano avanti; ne va non solo della tutela dei cittadini cinesi, ma della tutela dello Stato di diritto nel nostro Paese.

(Tempi e criteri per la definizione del prossimo «decreto flussi», con particolare riferimento all'ipotesi della quantificazione delle relative quote sulla base di una preventiva verifica della disponibilità dei percettori del reddito di cittadinanza – n. 3-00061)

PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Mauri n. 3-00061 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro Piantedosi, lei, a mezzo stampa, ha dichiarato che entro l'anno cercherà, in tutti i modi, di porre in essere il “decreto Flussi”; una dichiarazione che noi condividiamo, anzi auspichiamo che venga posta in essere con celerità, soprattutto considerata l'altissima richiesta dei settori più produttivi del Paese. Quindi, speriamo che questa sua dichiarazione, questo suo intento non cadano, non subiscano gli attacchi ideologici sul tema.

Ora, tralasciamo le cifre rispetto al “decreto Flussi”, sulla qualità o meno o sul tentativo di imporre, anche in questo Paese, la teoria dei “prima i nostri”, che ha fallito in mezza Europa. La questione è la seguente. Considerato il rapporto e la correlazione con il reddito di cittadinanza, quali sono i tempi, le modalità e i criteri precisi attraverso i quali lei, Ministro Piantedosi, ritiene di poter comporre il “decreto Flussi”? Inoltre, in relazione al richiamato reddito di cittadinanza, soprattutto, lei come immagina di riuscire a coniugare queste tempistiche sfasate, per arrivare poi concretamente alla definizione del nuovo “decreto Flussi”?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. È bene premettere che il cosiddetto decreto Flussi rappresenta solo un elemento della più ampia politica di gestione delle immigrazioni dispiegata dal Governo e che, quindi, deve essere inteso in un'ottica di governo delle dinamiche migratorie, con un focus centrato sulle esigenze del mercato del lavoro e, più in generale, di sostenibilità dell'accoglienza e dell'integrazione. Il “decreto Flussi”, inoltre, è un atto di competenza del Presidente del Consiglio dei ministri e la definizione del suo contenuto richiede l'apporto di una pluralità di attori istituzionali: oltre al Dicastero dell'Interno, quello degli Esteri, del Lavoro, dell'Agricoltura, e la Conferenza unificata Stato regioni e province autonome, nonché enti e associazioni rappresentative del mondo del lavoro. Aggiungo che il “decreto Flussi” si salda con aspetti di rilievo della politica internazionale dell'Italia in materia migratoria, secondo un preciso indirizzo di questo Governo; mi riferisco, in particolare, al fatto che, poiché il contenimento della pressione migratoria è strettamente collegato con la collaborazione dei Paesi di provenienza e transito, il “decreto Flussi”, opportunamente modulato in termini premiali, può diventare uno strumento importante per riconoscere maggiori quote di accesso ai Paesi più impegnati nella lotta all'immigrazione irregolare, rafforzando al contempo i canali di ingresso legale; ed è un meccanismo di cui personalmente intendo proporre il rafforzamento per il futuro.

Venendo al punto sollevato dagli onorevoli interroganti, segnalo che il Governo si è immediatamente attivato per adottare il prossimo “decreto Flussi” e che i limitati tempi a disposizione impongono di muoversi nell'ambito della normativa vigente che, come è noto, prevede che il datore di lavoro interessato a instaurare un rapporto di lavoro subordinato con un cittadino straniero residente all'estero debba farne domanda previa verifica presso il Centro per l'impiego competente, per verificare appunto l'indisponibilità, adeguatamente documentata, di un lavoratore presente sul territorio nazionale. A questo meccanismo, già previsto dalla normativa vigente, potrà sicuramente ricollegarsi la previa verifica in merito agli eventuali percettori del reddito di cittadinanza; si tratta, in buona sostanza, di individuare forme e strumenti adeguati all'attuale contesto socioeconomico affinché offerta e domanda di lavoro si incontrino, nell'interesse del sistema produttivo e del massimo possibile ampliamento delle opportunità di ingresso nel mercato del lavoro.

Il lavoro preparatorio del prossimo “decreto Flussi” è in via di definizione, proprio in questi giorni, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con il coordinamento di tutti i Ministeri coinvolti, ivi compreso quello che rappresento.

PRESIDENTE. Il deputato Mauri ha facoltà di replicare.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ministro Piantedosi, noi abbiamo ascoltato, in questi giorni, molte sue dichiarazioni in relazione ai temi migratori e, in particolare, ci siamo voluti soffermare su questo aspetto del “decreto Flussi”, perché riteniamo che sia un passaggio molto rilevante e non sono oziose le questioni che poniamo, perché noi riteniamo che, da un lato, si debba andare incontro alla fortissima domanda - come diceva in precedenza il collega Ricciardi - da parte dei settori produttivi e pensiamo che questa domanda debba avere una risposta adeguata, che non sia condizionata in alcun modo da fattori - non politici, attenzione - ma ideologici. Faccio riferimento, ad esempio, all'ultimo “decreto Flussi”, quello dell'anno scorso, che era partito, nella discussione interna al Governo, da una soglia di oltre 100 mila persone e poi si è assestato poco sotto le 70 mila per una questione, diciamo così, di interventi di carattere politico di alcune forze che fanno del tema dell'immigrazione uno degli elementi caratterizzanti. Io spero che questo non accada e che si faccia veramente un provvedimento che vada incontro a quella necessità e che - Ministro, lei poi lo sa perfettamente - tenga anche conto, diciamo così, dei rapporti privilegiati, fiduciari che ci sono tra i richiedenti e alcuni - o molti, sappiamo come funziona in realtà - di coloro i quali possono essere occupati.

Siamo convinti che dietro questa messa sullo stesso piano del tema del reddito di cittadinanza e di quello del “decreto Flussi” ci sia un po' di speculazione politica, perché sappiamo che il Governo sta valutando di togliere, con l'altra mano, per la gran parte delle persone, il reddito di cittadinanza.

Allora, noi chiediamo che si faccia, come si suole dire, piazza pulita di tutti questi aspetti e ci si concentri sul tema. Poi, guardi, nel momento in cui lei ci dice che si vuole andare in una direzione di sostenibilità dell'immigrazione, lei ci trova assolutamente d'accordo; per cui noi siamo, credo, altrettanto fiduciosi che, nei prossimi provvedimenti di Governo, a partire dalla legge di bilancio, si appostino le risorse necessarie per migliorare proprio quell'incrocio, quella chiamiamola così, prospettiva positiva di integrazione, ad esempio sul sistema del SAI, ossia dell'accoglienza integrata. In altre parole: si faccia un po' meno ideologia e si faccia un po' più di politica, non che vada in direzione di qualcuno, ma nell'interesse generale.

Vigileremo, ovviamente, su cosa accadrà, anche e in particolare su questo aspetto che abbiamo sollevato, dei percettori del reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Intendimenti del Governo in ordine a richieste di dilazione dei debiti fiscali e contributivi delle società di calcio professionistiche di serie A, anche in relazione all'esigenza di rilanciare con adeguate risorse lo sport dilettantistico – n. 3-00062)

PRESIDENTE. Il deputato Enrico Costa ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda n. 3-00062 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro Abodi, su 800 milioni di debiti congelati alle società sportive, la gran parte riguarderebbero società professionistiche di calcio di serie A, che ora chiedono un mega scudo penale, sportivo e amministrativo, per procedere a una rateizzazione, senza interessi, in 60 rate del dovuto. Abbiamo letto, signor Ministro, che lei giustamente sarebbe scettico, che il MEF sarebbe scettico, che la Presidenza del Consiglio avrebbe dei dubbi. Noi i dubbi li abbiamo espressi fin da subito, da soli, unica forza politica che non ha sottoscritto l'emendamento relativo al Senato, perché così si metterebbero a rischio i futuri finanziamenti allo sport e la tenuta del sistema, per privilegiare società quotate in Borsa dai bilanci milionari.

Noi, signor Ministro, siamo per la tutela delle piccole società dilettantistiche, che rappresentano la spina dorsale dello sport giovanile del nostro Paese. Quindi, chiediamo a lei una parola definitiva, una parola puntuale sull'orientamento del Governo in ordine a questo importantissimo tema.

PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Signor Presidente, grazie. Grazie alle onorevoli deputate e agli onorevoli deputati, grazie anche a voi per l'interrogazione che mi avete posto, che mi consente di chiarire - definitivamente, mi auguro - una posizione che ho già espresso nelle Commissioni cultura riunite, quando ho fatto l'esposizione del mio mandato per i prossimi - auspicabilmente - cinque anni; peraltro confermata formalmente anche dal deposito del parere negativo, che è avvenuto in giornata, sull'emendamento proposto.

Quindi, non vorrei sembrare inopportuno e irrispettoso, ma la risposta è sintetica: siamo contrari, perché riteniamo che il settore sportivo e, all'interno del settore sportivo, quello calcistico e, all'interno di quello calcistico, il massimo livello professionistico, possano e debbano trovare soddisfazione alle loro esigenze all'interno del corpo normativo, con parità di trattamento e condizioni rispetto al sistema delle imprese.

Ci rendiamo conto dell'importanza di questo settore, dal punto di vista della socialità, della comunicazione, dell'economia sociale che rappresenta, ma non riteniamo ci siano le condizioni - e saremo male interpretati e non compresi dall'opinione pubblica - per mettere a disposizione strumenti che siano esclusivi del settore. È del tutto evidente che esiste una autonomia relativa dell'ordinamento sportivo, di cui dobbiamo tener conto, ma l'autonomia relativa si inserisce all'interno delle norme dello Stato. Quindi, riteniamo che ci siano queste condizioni per fare in modo che possano essere soddisfatte le esigenze delle società professionistiche, in particolare della serie A, nell'ambito del quadro esistente, anche nel rispetto, tra l'altro, di un concetto che è più sportivo che di vita, ma, forse, è anche di vita, ossia dell'equa competizione. Ci sono società virtuose, che pagano in maniera puntuale tutti i loro adempimenti nei confronti dei fornitori, dei tesserati, dell'Erario, delle banche che investono sulle infrastrutture, che sono infrastrutture sociali, a partire da quelle di allenamento, degli stadi e, magari, fanno un acquisto di un giocatore in meno per rispettare le regole e altre, invece, che hanno un paradigma gestionale diverso.

Noi dobbiamo garantire i principi, i valori, quindi non posso che confermarvi la decisione che è presa e formalizzata e che cercherò di difendere a qualsiasi costo, nei limiti di quello che mi è consentito, per il ruolo che mi è stato affidato, anche facendo parte di un Governo che ha una posizione unitaria sul tema, quindi non equivocabile. Questo non solo in un'ottica di destinazione delle risorse, perché le risorse destinate alle società dilettantistiche, alle associazioni dilettantistiche, comunque, fanno parte delle macrovoci della misura finanziaria, che trova un suo riscontro dimensionato nelle quantità, per ragioni oggettive, ma con tutte le voci presenti, che vanno dal supporto al tema del caro energia, al credito di imposta per le società e le associazioni relativamente alle sponsorizzazioni, allo sport bonus, così come al sostegno per le atlete in maternità…

PRESIDENTE. Ministro, dovrebbe concludere, per favore.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. … La ringrazio, Presidente … così come l'avviamento allo sport per i disabili. Questa è la risposta che posso darle e posso darvi, confidando di aver risposto adeguatamente alla vostra interrogazione.

PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ministro Abodi, la sua replica ci soddisfa pienamente, perché mette fine a una pagina di politica molto ipocrita, che è dietro la presentazione di quell'emendamento firmato da tutti i gruppi parlamentari al Senato, con l'eccezione del gruppo di Azione-Italia Viva, che ha posto all'attenzione del Governo e dell'opinione pubblica questo tema.

Nessuno di noi, ovviamente, vuole criminalizzare le squadre di serie A di calcio; sia chiaro - come lei ha detto, ci sono tante società che tengono alti i valori dello sport e della sana concorrenza -, ma è normale che ci si indigni se si usa come paravento lo sport di base dilettantistico per nascondere il fatto che quella proposta avrebbe consentito di spalmare 480 milioni di euro di debiti in comode rate, senza interessi, senza sanzioni amministrative e con una sanatoria, di fatto, rispetto alle sanzioni penali e sportive legate agli omessi versamenti di IVA e ritenute.

Quindi, noi, come Azione-Italia Viva, ci siamo, siamo al suo fianco e siamo al fianco del Governo se si decide di portare avanti una misura di questo tipo per lo sport dilettantistico, per lo sport di base e aggiungo, anche se non è nelle sue competenze, anche per il Terzo settore in generale, perché non possiamo creare disomogeneità tra chi svolge attività di interesse generale nel mondo dello sport, della cultura, della protezione dell'ambiente, con i giovani e le persone con disabilità e, soprattutto, con tanti volontari che ci sono nel nostro Paese. E, ovviamente, come lei ha ricordato, se si decide di fare una misura per modelli imprenditoriali, magari alcuni dei quali sono anche quotati in Borsa, non si capisce la ragione perché una misura di questo tipo possa valere per alcune società di calcio di serie A, e non per i parrucchieri, e non per le imprese che, in questo momento, dalle vetrerie di Murano fino a chi produce e alleva nelle serre, hanno sofferto, e stanno soffrendo, i rincari dell'energia e, soprattutto, un'inflazione sempre più alta, su cui, come opposizione, siamo impegnati anche nella prossima legge di bilancio, per fare proposte concrete, nella direzione della salvaguardia di chi fa volontariato nel nostro Paese, ma, soprattutto, anche di tutte le imprese per cui si deve garantire la sostenibilità economica (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 59, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Annuncio della costituzione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

PRESIDENTE. Comunico che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha proceduto alla propria costituzione in data 6 dicembre 2022.

Sono risultati eletti: presidente, il deputato Lorenzo Guerini, vice presidente, il deputato Giovanni Donzelli, segretario, il deputato Ettore Rosato (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 9 dicembre 2022 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 16,05.