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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 17 di giovedì 1° dicembre 2022

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 50, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Informativa urgente del Governo in ordine ai tragici eventi alluvionali e franosi occorsi nell'isola di Ischia e alla messa in sicurezza del relativo territorio.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo in ordine ai tragici eventi alluvionali e franosi occorsi nell'isola di Ischia e alla messa in sicurezza del relativo territorio.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi – per sette minuti ciascuno – e delle componenti politiche del gruppo Misto – per un tempo aggiuntivo - in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.

(Intervento del Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci.

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. Grazie, signora Presidente. Onorevoli deputati, prima di riferire, pur nella necessaria sintesi, sulla calamità che ha colpito, il 26 novembre scorso, l'isola di Ischia, mi sia consentito di rivolgere un pensiero alle vittime di questa ennesima tragedia e di rinnovare, a nome del Governo, la vicinanza ai loro familiari e all'intera comunità ischitana.

Sin dalle prime ore del 26 novembre scorso, il territorio dell'isola di Ischia è stato interessato da eventi meteorologici di eccezionale intensità, che hanno determinato movimenti franosi, esondazioni e allagamenti. Intorno alle 5 di mattina del sabato, dal monte Epomeo e, in particolare, dalla porzione di territorio posta a monte di Piazza Bagni, nel comune di Casamicciola Terme, a circa 700 metri sul livello del mare, sono scese verso valle una serie di colate di fango che, in rapida successione, hanno interessato una vasta porzione del territorio comunale, fino a raggiungere il porto. Il fiume di acqua mista a fango ha invaso le strade, è penetrato all'interno delle abitazioni e ha portato con sé massi di grandi dimensioni, che hanno dissestato le strade e portato verso valle anche numerose autovetture, trascinate fino al mare. Allo stato attuale, risultano interessati circa 900 edifici. La situazione aggiornata delle attività di soccorso, prontamente avviate dalle strutture territoriali del servizio nazionale di Protezione civile, registra il decesso di otto persone, quattro persone tuttora disperse e cinque persone ferite, di cui una in modo grave, attualmente ricoverata presso l'ospedale “Cardarelli” di Napoli.

I medesimi eventi hanno causato l'isolamento di diverse località, l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni, danneggiamenti alle infrastrutture viarie, ai manufatti stradali e a edifici pubblici e privati, nonché danni alla rete dei servizi essenziali di rilevante entità e diffusione.

All'ultimo aggiornamento disponibile, fornito dal Centro di coordinamento dei soccorsi, costituito presso la prefettura e, come vuole la legge, presieduto dallo stesso prefetto di Napoli, sono circa 290 le persone che hanno trovato sistemazione presso strutture alberghiere o altre soluzioni autonomamente individuate. A tale riguardo, il bollettino emesso dalla regione Campania il 25 novembre 2022 prevedeva, per lo stesso giorno, dalle 14 alle 24, un livello di allerta arancione per rischio idrogeologico, cioè frane e colate di detriti, e per il giorno seguente, 26 novembre, dalla mezzanotte alle 24, nuovamente un livello di allerta arancione per rischio idrogeologico. Le precipitazioni che hanno interessato l'isola sono state il risultato di una condizione meteorologica che si è sviluppata nel Mediterraneo occidentale a partire dal 25 novembre, con l'ingresso di una saccatura di origine atlantica che ha innescato la risalita di correnti meridionali umide e instabili, prima sul mare di Sardegna e successivamente sul mare Tirreno. Le prime ore del 26 novembre hanno visto formarsi un minimo al suolo, ad ovest della Sardegna, con conseguente intensificazione della ventilazione meridionale sul mare Tirreno, e all'interno di questo flusso si sono sviluppati nuclei temporaleschi, che poi si sono spostati dai settori meridionali del Tirreno verso nord-est, interessando naturalmente anche l'isola di Ischia. Relativamente alle precipitazioni registrate al suolo a partire dalle prime ore del giorno 26 novembre, secondo i dati disponibili presso il Centro funzionale centrale, tutta l'isola ha registrato cumulate di precipitazioni superiori ai 140 millimetri in 24 ore. In particolare, sull'isola sono presenti quattro stazioni pluviometriche, che hanno registrato le seguenti precipitazioni nelle 24 ore: 175 millimetri a Forio, 161 a Ischia, 148 a Piano Liguori, 143 millimetri sul monte Epomeo. L'intensità maggiore si è registrata nella fascia oraria compresa tra l'una di notte e le 5 di mattina, raggiungendo localmente cumulate oltre 100 millimetri in due ore, più che sufficienti a innescare le colate di detriti che si sono rivelate fatali. L'analisi delle registrazioni sismiche effettuata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l'Osservatorio vesuviano, ha permesso di identificare l'innesco dei fenomeni alle 5 e un minuto.

Per quanto concerne il dispiegamento dei soccorsi, è stato immediato. Sono intervenute squadre del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, composte dalle unità già presenti sull'isola, perché per fortuna sull'isola è costantemente presente una squadra dei Vigili del fuoco; 100 unità sono accorse con 40 mezzi operativi. L'Aeronautica militare ha messo a disposizione un elicottero, abilitato al lavoro notturno, lo stesso ha fatto l'Esercito italiano. La Capitaneria di porto ha disposto che la nave Gregoretti restasse posizionata nelle acque antistanti l'isola. Le Forze dell'ordine hanno messo a disposizione circa 200 unità, la sanità pubblica 44 unità. L'ENEL, per il ripristino dell'essenziale servizio di energia elettrica, è intervenuta con 10 unità di personale. E poi la colonna mobile del volontariato di Protezione civile della regione Campania con 104 unità, 3 unità cinofile, 3 escavatori grandi, 3 Bobcat, 9 idrovore e mezzi per il trasporto del personale.

Per gestire la situazione di emergenza e coordinare le operazioni sono stati attivati il Centro coordinamento soccorsi, come prevede il codice della Protezione civile, presso la prefettura di Napoli e i centri operativi comunali, presso i comuni interessati.

Nei giorni successivi 27, 28 e 29 novembre, si sono resi disponibili ulteriori uomini e mezzi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per un totale di 200 uomini e 100 mezzi, unità della Croce Rossa italiana e della Capitaneria di porto, per 93 uomini e 5 mezzi, a supporto nelle acque antistanti, e tramite il Comando operativo di vertice delle Interforze della Difesa, la nave San Giorgio della Marina militare si è posizionata alla fonda, al largo dell'isola di Ischia, con a bordo un elicottero già utilizzabile, dove è disponibile personale per la realizzazione anche della mappatura satellitare.

Relativamente al volontariato territoriale, alla data odierna risultano impiegate 230 unità ed è in corso di valutazione un eventuale concorso nazionale in relazione alle esigenze operative che dovessero emergere dalla regione Campania, che in questo senso sta valutando. Inoltre, è stato istituito il presidio delle Forze dell'ordine nelle zone evacuate.

Nella giornata del 28 novembre è stato effettuato il sorvolo di due droni dei Vigili del fuoco sul luogo interessato dalla frana e sulla zona portuale, ed un sorvolo con velivolo della Guardia costiera per un telerilevamento delle aree interessate e degli specchi d'acqua in prossimità dell'isola, un rilevamento volto a individuare la presenza di eventuali corpi in mare.

Le ricerche e i soccorsi attivati sin dal verificarsi degli eventi risultano tuttora in corso. Inoltre, è stato attivato un sistema informatico gestionale nei comuni colpiti. Nei prossimi giorni questo consentirà di fornire un quadro più definito circa i nuclei familiari sfollati e attualmente ospitati presso altre strutture o sistemazioni varie.

È, altresì, iniziata l'attività di verifica degli edifici da parte dei Vigili del fuoco. Secondo le risultanze delle attività finora svolte, sono stati effettuati 272 controlli, su un totale previsto di 950 unità abitative, che hanno permesso di definire la seguente situazione: 45 le strutture danneggiate e inagibili, 56 le strutture agibili ma esposte a rischio esterno, 162 le strutture agibili; in particolare, sono state rilevate 191 criticità gravi e sono stati presi contatti con l'Ordine dei geologi della regione Campania per individuare figure professionali per l'ausilio tecnico ai sopralluoghi, anche in considerazione della richiesta che in questo senso è stata avanzata dal prefetto di Napoli.

Nei prossimi giorni verranno ultimati tutti i controlli e si potrà disporre di una migliore definizione dei confini della cosiddetta zona rossa, che permetterà l'emanazione dei conseguenti atti ordinativi per individuare, in caso di allerta meteo, i nuclei familiari che dovranno essere temporaneamente evacuati.

Con riferimento all'attività scolastica, risultano attualmente chiusi sino al 4 dicembre gli istituti scolastici di Casamicciola e Lacco Ameno, ma i sindaci evidenziano la necessità di trovare una linea comune sull'apertura delle scuole, prendendo in considerazione eventualmente il ricorso alla didattica a distanza. Infatti, l'apertura delle scuole comporterebbe criticità sulla viabilità dell'isola, vista l'interruzione fino ad oggi della strada di Casamicciola.

Il dipartimento della Protezione civile ha immediatamente attivato le azioni di supporto e di coordinamento di rilievo nazionale, attivando la propria unità di crisi interna, che ha operato senza soluzione di continuità dal mattino del 26 novembre e prosegue tutt'oggi nel monitoraggio e nel presidio della situazione, allo scopo di assicurare tempestivamente il concorso delle componenti e delle strutture operative nazionali, ove richiesto dalle strutture di coordinamento territoriali che sono state attivate nei luoghi della calamità.

Alle ore 15 del 26 novembre, il Presidente del Consiglio dei ministri ha preso parte a una riunione, dalla sede Dipartimento nazionale, in videocollegamento con il centro di coordinamento dei soccorsi di Napoli, dove erano presenti anche il Capo del Dipartimento, il prefetto e i centri operativi territoriali. Conseguentemente, sulla base dell'entità dell'evento e del suo drammatico impatto, il Presidente del Consiglio dei ministri ha disposto la convocazione d'urgenza del Consiglio dei ministri per la mattina del giorno 27 novembre, allo scopo di procedere alla deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale. Con tale deliberazione, su mia proposta, avanzata sulla base dell'istruttoria del Dipartimento della protezione civile e con l'intesa della regione Campania, è stato dichiarato per 12 mesi lo stato di emergenza in relazione agli eventi, con un primo stanziamento, nelle more della valutazione dell'effettivo impatto dell'emergenza, pari a 2 milioni di euro.

È stata quindi adottata la prima ordinanza di Protezione civile, volta a consentire l'avvio degli interventi più urgenti. In particolare, con l'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile si è provveduto alla nomina del commissario delegato di Protezione civile, individuato, per ragioni tecniche e logistiche, nella figura del commissario straordinario del Governo per gli eventi nei comuni di Casamicciola, Forio e Lacco Ameno a seguito degli eventi sismici del 21 agosto 2017. Parlo del dottor Giovanni Legnini. Il commissario delegato, che dispone già di una struttura tecnica per la sua precedente funzione, opererà in raccordo con il commissario prefettizio del comune di Casamicciola e con i sindaci interessati per la gestione delle attività e degli interventi urgenti per l'assistenza alla popolazione e in raccordo con il centro di coordinamento dei soccorsi costituito presso la prefettura di Napoli per quanto concerne l'attività di soccorso e la ricerca dei dispersi.

L'individuazione del commissario delegato, come previsto dal codice, è stata effettuata, d'intesa con la regione Campania, allo scopo di assicurarne la necessaria funzionalità tecnico-operativa. Nel dettaglio, tale primo provvedimento, in corso di pubblicazione, prevede il coordinamento degli interventi necessari a fronteggiare il contesto emergenziale che in questo momento si presenta in quell'area, e in particolare: la rimozione delle situazioni di rischio, onde assicurare l'indispensabile attività di soccorso, assistenza e ricovero delle popolazioni colpite dai predetti eventi calamitosi; l'attività, da porre in essere anche in termini di somma urgenza, di messa in sicurezza delle aree interessate dagli eventi calamitosi; l'eliminazione delle situazioni di pericolo o di maggior danno che potrebbero verificarsi a danno delle persone o delle cose.

In aggiunta a quanto detto, onorevoli deputati, si prevede la predisposizione di un primo piano degli interventi urgenti, da sottoporre all'approvazione del Capo del Dipartimento della protezione civile, con la ricognizione delle misure e degli interventi volti, primo, al soccorso e all'assistenza alla popolazione interessata dagli eventi, secondo, alla rimozione delle situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità, terzo, al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche. Il provvedimento autorizza anche l'assegnazione di contributi per l'autonoma sistemazione in favore dei nuclei familiari con abitazione distrutta o sgomberata. Inoltre, il provvedimento stabilisce, in ragione degli eccezionali eventi descritti, che i soggetti titolari di mutui relativi agli edifici sgomberati ovvero alla gestione di attività di natura commerciale ed economica svolte nei medesimi edifici hanno diritto di chiedere una sospensione delle rate dei relativi mutui.

L'ordinanza contiene anche la previsione di specifiche misure urgenti a tutela della pubblica e privata incolumità, in raccordo con i sindaci dei territori interessati. Il provvedimento contiene, infine, deroghe normative necessarie ad agevolare la celere attuazione degli interventi e delle attività volte al superamento della situazione di emergenza. Allo stato attuale sono in corso di predisposizione ulteriori misure di prossima adozione finalizzate alla gestione delle tematiche di rischio residuo per la messa in sicurezza dei territori, alla cui definizione si provvederà in stretto raccordo con gli enti territoriali competenti nel più breve tempo possibile.

Fin qui, dunque, i fatti oggettivi che ho voluto, in sintesi, rassegnare al Parlamento.

Ma quanto è drammaticamente accaduto ci obbliga moralmente e politicamente ad approfondire con urgenza non soltanto il tema delle cause che hanno prodotto questo ennesimo evento calamitoso, ma anche quello delle molteplici questioni connesse alla migliore individuazione di un sistema normativo e amministrativo realmente integrato ed efficiente sul piano della prevenzione dei rischi. Una strategia di intervento - parlo di possibili rimedi - che consenta di agire lì dove è necessario e urgente, e che ha come presupposto essenziale un quadro completo della previsione del rischio. Non si può immaginare la prevenzione se prima non c'è uno strumento di previsione. Lo strumento di previsione, che dice qual è il territorio più vulnerabile e quale tipo di rischio potrebbe determinarsi, si chiama Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico.

Il Piano è stato avviato nel 2016 presso il Ministero dell'Ambiente, ma da allora, nonostante presentato informalmente nel 2018, la commissione per l'autorizzazione ambientale non ha dato il proprio parere definitivo, la commissione VAS. Il paradosso è che, quando il Piano sarà varato, di fatto sarà già superato, perché questa è una materia che purtroppo evolve con una velocità impressionante. Quindi, innanzitutto, un piano di previsione che possa consentire la conoscenza della vulnerabilità di tutto il territorio nazionale; secondo, avere il quadro aggiornato dei finanziamenti disponibili e dei soggetti responsabili delle misure di intervento, che oggi è mancante; terzo, semplificare il quadro regolatorio e procedurale; quarto, rafforzare la capacità amministrativa delle strutture tecniche responsabili degli interventi; quinto, avere una sede centrale di conoscenza per il coordinamento e il monitoraggio degli interventi, per capirci secondo il modello iella Struttura di missione #italiasicura, che non ebbe poi lunga vita; sesto, definire un quadro regolatorio che consenta l'esercizio di poteri sostitutivi e sanzionatori in caso di inerzia da parte dei soggetti attuatori.

Nella seduta del Governo di domenica scorsa, cioè all'indomani della calamità, il Presidente del Consiglio Meloni ha dato mandato al sottoscritto per l'istituzione di un gruppo di lavoro interministeriale allargato ai rappresentanti della Conferenza delle regioni, all'Unione delle province e all'ANCI per i comuni. Il gruppo dovrà elaborare, in tempi assai brevi, una proposta di revisione normativa per semplificare le disordinate e disarmanti procedure di intervento per la mitigazione del rischio, non solo idrogeologico. È un obiettivo necessario, indispensabile e, al tempo stesso, non semplice da raggiungere; bisogna avere il coraggio di dirlo, ma abbiamo il dovere di provarci tutti e siamo certi che non mancheranno i contributi e le proposte da parte delle forze parlamentari. Un discorso a parte, che esula comunque dall'informativa specifica di oggi, merita il tema legato al triste e diffuso fenomeno dell'abusivismo edilizio e a quanto esso possa essere causa o concausa delle calamità, un tema che ha appassionato in questi giorni il dibattito politico sulla stampa e che, anche per i suoi profili di natura etica, giuridica, ambientale ed economica, non può essere più eluso.

Infine, per completezza di informazione, va ricordato che sulla tragedia di Ischia, come è noto agli onorevoli parlamentari, la procura della Repubblica di Napoli ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di disastro colposo a carico di ignoti. Il Dipartimento nazionale della protezione civile e tutta l'amministrazione dello Stato sono pronti a fornire alla magistratura partenopea la collaborazione che dovesse rendersi necessaria. Vi ringrazio per l'attenzione prestata (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per primo, in via eccezionale e sentiti gli altri rappresentanti dei gruppi, il deputato Francesco Emilio Borrelli. Poi, gli interventi seguiranno in ordine decrescente, come anticipato. Prego, deputato Borrelli.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente e grazie, colleghi. Ho chiesto una deroga straordinaria, per una vicenda molto importante che, purtroppo, mi costringerà ad assentarmi dall'Aula subito dopo.

Io voglio partire ringraziando il Ministro perché ci ha fatto un resoconto dettagliato e ci ha fatto comprendere una cosa che noi per fortuna sappiamo già: quando si tratta di emergenze il nostro Paese, da Enna alla Valle d'Aosta, è in grado di dare il meglio di sé. Il problema è che noi dovremmo lavorare per prevenire.

La seconda cosa per cui ringrazio il Ministro - e l'ho fatto ieri con il Presidente della Camera - è che finalmente - e lo dico da ambientalista convinto che da sempre ha speso la propria vita nel cercare di portare avanti determinati valori - il Ministro, così come il Presidente della Camera, hanno riconosciuto che esiste un problema di cambiamento climatico. Lo dico perché altri esponenti precedenti, anche di questo Governo, ci avevano indicato come punti di riferimento mondiali soggetti che, o hanno detto che la crisi climatica non esiste, oppure ci hanno posto come punti di riferimento soggetti che, ad esempio, hanno cominciato a devastare la foresta amazzonica. Da questo punto di vista, è opportuno riconoscere che esiste un problema che renderà ancora più complicata la nostra vita, perché il nostro è un Paese fragile in cui mano a mano aumenterà la forza degli eventi climatici che, purtroppo, diventano più frequenti. Infatti, dobbiamo dirci che, se avvengono più tragedie è anche perché gli eventi estremi sono sempre più frequenti, mentre prima avvenivano con distanze di tempo molto più lunghe.

A Ischia - giusto per ricordarlo a tutti quanti noi - gli eventi estremi climatici dal 2006 ad oggi sono stati tre. Io ero all'epoca - e quindi sono fortemente appassionato e solidale con i volontari e con tutti coloro che sono in campo - assessore alla Protezione civile della provincia di Napoli e arrivammo in elicottero per assistere la famiglia Buono, una famiglia che aveva costruito abusivamente una casa sotto un monte, il Monte Vezzi, sempre nel comune di Ischia, e la casa era stata travolta, a causa di una bomba d'acqua, dal fango. Di questa famiglia sono sopravvissuti soltanto due su sei: la mamma e una figlia; il padre e gli altri figli morirono sepolti dal fango. Il paradosso è che in questo momento i nostri volontari - dico nostri perché c'è tutto il Paese - stanno lavorando in una piazza dedicata a una ragazzina di 15 anni che nel 2009 fu travolta da un'ondata di fango che scese sempre dall'area da cui è scesa adesso l'ondata di fango che, tra l'altro, arriva a Piazza Bagni e poi arriva fino a giù. Poi, abbiamo avuto il terremoto, sempre nel comune di Casamicciola che è un comune, purtroppo, in una condizione estremamente difficile e drammatica, e adesso l'ennesimo evento estremo con una vera e propria strage, una strage di bambini e anche di neonati.

Rispetto a questo e al di là delle responsabilità, Ministro, dobbiamo dire che - e sia chiaro che parlare di abusivismo, per noi ambientalisti, è come dire di andare in campo su uno dei nostri temi - paradossalmente non è questo soltanto il tema di oggi, perché noi dobbiamo guardare al dopo. È evidente che l'abusivismo ha contribuito, non solo a Ischia ma in tutto il Paese, a rendere più fragile il territorio, ma in alcuni casi è stato fatto un abusivismo folle, indipendentemente dalle motivazioni. Infatti, si è costruito sui letti dei fiumi e su terreni franosi, cioè con istinti - fatemi passare il termine - suicidi. C'è stato scarso controllo e da questo punto di vista, Ministro, noi diamo due suggerimenti al Governo su cui dobbiamo riflettere molto attentamente: il primo è che probabilmente dobbiamo ragionare sul fatto che per un sindaco di qualsiasi comune d'Italia è molto complicato portare avanti gli abbattimenti, indipendentemente dal fatto se sia o non sia una bravissima persona; il secondo, è che non è o non potrà mai essere solo responsabilità dei sindaci.

Il comune di Casamicciola - l'ho detto ieri dopo la commemorazione in Aula - in questo momento ha quattro commissari governativi per il dissesto idrogeologico, perché nel comune è stato sfiduciato il sindaco e adesso ne ha un altro per la situazione attuale. Insomma, ci siamo noi, noi intesi come Stato, e anche noi non siamo riusciti a fare cose eccezionali. Quindi, questa è la prima proposta.

La seconda è molto importante e invitiamo il Governo a considerarla, perché su questo punto veramente si può fare un lavoro comune. Noi crediamo che ci possa essere una grande battaglia politica, ma sempre nell'interesse complessivo del Paese, del territorio, dei beni, dei beni ambientali e monumentali del nostro Paese, quindi dobbiamo cercare di essere uniti come non mai. Poi, i fondi per mettere in sicurezza il nostro territorio. Il PNRR prevede ben poco attualmente e i 5-6 miliardi previsti per i comuni, come sapete, prevedono anche l'illuminazione pubblica o altre cose del genere.

C'è poi un altro aspetto molto importante per quanto ci riguarda: il nostro Paese non è dotato di un piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico, come giustamente diceva prima il Ministro, e ancora oggi non ha una carta geologica, perché il progetto CARG, per assenze di nuovi finanziamenti, rischia di rimanere incompleto, considerando che mancano 300 fogli geologici, da completare, su 636. Con il collega Bonelli ci stiamo lavorando da tempo su questo, perché sappiamo benissimo che i geologi possono essere un punto fondamentale e straordinario per riuscire a ottenere quello che a noi serve, cioè sapere dove intervenire non dal punto di vista politico ma dal punto di vista tecnico.

Infine, una cosa ce la dobbiamo dire: una verifica interna su tutti i poteri dello Stato, dal comune al Ministero, sulla denuncia che ha fatto l'ex sindaco Conte, che ha detto - e ha reso noto - di aver mandato mail su mail, inascoltate da tutti gli enti statali (da tutti!). La verifica va fatta, perché se un cittadino - addirittura un ex sindaco - ci lancia un allarme e nessuno lo ascolta, dobbiamo interrogarci anche su come funziona la filiera del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Michele Schiano di Visconti. Ne ha facoltà.

MICHELE SCHIANO DI VISCONTI (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor Ministro, ieri c'è stata la commemorazione. Ieri abbiamo ringraziato tutti i volontari, le Forze dell'ordine, chi ha dato l'apporto all'intervento immediato. Oggi è tempo di fatti: oggi siamo chiamati a dare le giuste risposte. Non voglio sicuramente intervenire sulla la gestione politica sull'isola d'Ischia, ma sicuramente colpe ce ne sono anche da parte di chi amministra.

Oggi voglio esprimere il mio cordoglio alle vittime, ai bambini, alle donne, agli uomini della frana che il 26 novembre ha travolto numerose abitazioni di Casamicciola a Ischia. A loro prometto di portare tutto il mio e tutto il nostro impegno politico e la solidarietà di chi sente questo territorio come una seconda casa.

Abito a Forio ed ero lì nella notte maledetta; ero lì a guardare quei volti che non parlavano, quelle famiglie che si esprimevano con gli occhi e chiedevano a noi: basta promesse, basta parole o fare sciacallaggio; è tempo di agire, è tempo di agire con regole certe e chiare.

Bene ha fatto il Governo Meloni che subito è intervenuto con la convocazione del Consiglio dei ministri e, in modo concreto, ha stanziato, dapprima, 2 milioni di euro e dichiarato, da subito, lo stato di emergenza.

Ischia è una bellissima isola vulcanica, dominata dal monte Epomeo che, con una vetta alta circa 800 metri, come ha detto lei in precedenza, Ministro, presenta pendii più ripidi e meno stabili, soprattutto verso il lato di Casamicciola e verso Forio, proprio dove si verifica la maggioranza delle frane innescate dalle piogge.

Il 26 novembre è toccato principalmente al territorio di Casamicciola. Tali dissesti, come dicevo, sono localizzati in settori montani particolarmente acclivi e caratterizzati dalla presenza di terreni e rocce molto friabili, terreni che già normalmente hanno una propensione al dissesto, ossia che, se fosse solo per la gravità, tenderebbero a scendere verso il basso. È vero, però, che il 26 novembre è piovuto molto e, come ha detto lei, in modo farraginoso e anche violento e le piogge hanno innescato le frane, ma è la quantità di acqua elevata a doverci condurre a puntare il dito solo contro i cambiamenti climatici? Probabilmente un peso particolare lo assume oggi la fragilità di un territorio maltrattato che collassa alla minima sollecitazione. In precedenza, le attività dell'uomo avevano portato le terre di Ischia a essere il risultato di veri e propri lavori di ingegneria agricola - infatti, ci sono foto del 1935 che lo dimostrano - fatti di terrazzamenti e di opere murarie per contenere i terreni, per consentire le coltivazioni ma, soprattutto, per dare una disciplina corretta al deflusso delle acque superficiali.

Oggi il territorio è fragile e ciò è causato da anni di politiche territoriali legate a un interesse verso un'urbanizzazione selvaggia, a discapito delle aree montane agricole e forestali. Nel tempo, si è visto un continuo abbandono e maltrattamento del suolo, compromettendo l'equilibrio che si era creato tra la natura e l'uomo.

Cosa si dovrebbe fare oggi? Lei, Ministro, già l'ha detto nel suo intervento: sicuramente, ci sono state risorse non utilizzate, sicuramente si deve intervenire con contributi per la gestione del suolo ma, come ha già detto lei in precedenza, dobbiamo immaginare di attribuire poteri sostitutivi allo Stato, al fine di imporre ai proprietari dei suoli e alle amministrazioni locali, siano esse regionali, provinciali o comunali, atteggiamenti di rispetto per l'ambiente, che passano per la realizzazione di opere commisurate alle caratteristiche geomorfologiche e topografiche delle aree.

Bisogna avere il coraggio di fare scelte, anche forzate, di pianificazione territoriale. Pochi comuni, da quelle parti e dalle nostre parti, sono dotati di piani urbanistici comunali o di piani di evacuazione. Per prevenire vari pericoli naturali, come frane, alluvioni e terremoti, bisogna attivare una sorta di piani di comunicazione e di formazione, anche ai cittadini e ai turisti che arriveranno, e istituire, se è possibile, una cabina di regia per il monitoraggio, utilizzando risorse umane in modo multidisciplinare, quindi geologi, ingegneri, sociologi, tecnici comunali e anche altre figure professionali. Bisogna, sicuramente, fare in modo che, attraverso una giusta comunicazione, i cittadini siano ben addestrati a come comportarsi, altrimenti bisogna intervenire con regole ferree.

Mi avvio alla conclusione. Sono convinto che questo Governo, eletto dagli italiani con lo scopo di agire in un modo corretto e definitivo, sia pronto ed interverrà in modo puntuale e veloce, come ha già fatto, per tutelare il nostro bellissimo Paese a partire dal Sud per arrivare al Nord. Grazie a lei e buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Presidente, gentile Ministro, care colleghe e cari colleghi, approfitto anche io di questa occasione per rinnovare il cordoglio del gruppo del Partito Democratico alle vittime della tragedia di Ischia e il nostro ringraziamento ai soccorritori, alla Protezione civile, ai Vigili del fuoco, ai volontari e a tutte le istituzioni ancora impegnate, in queste ore, nelle ricerche dei dispersi e nel tentativo di portare soccorso a un'isola così ferita dagli avvenimenti dei giorni scorsi.

Non serviva la vicenda di Ischia per scoprire che l'Italia è un Paese così fragile dal punto di vista idrogeologico, segnato dal consumo di suolo e dall'abusivismo edilizio, in cui i cambiamenti climatici impattano in maniera ormai drammatica sulle nostre vite, generando rischi, danni, distruzione, che fino a poco tempo fa pensavamo impossibili.

Da gennaio a luglio di quest'anno si sono registrati in Italia 132 eventi climatici estremi, il numero più alto della media dell'ultimo decennio. E questo è solo uno dei dati che ci spingono a ricordare come occorra accelerare il nostro sforzo per contrastare l'effetto dei cambiamenti climatici, adottare politiche di messa in sicurezza del territorio e contrastare le pratiche di uso dissennato del suolo, dotando finalmente il nostro Paese di una legge nazionale che fermi il consumo di suolo.

Lei, Ministro, ha fornito un'informativa dettagliata di quanto avvenuto e di questo la ringraziamo. Il Governo ha giustamente dichiarato lo stato di emergenza e si è impegnato a intervenire con alcune prime risorse per aiutare la popolazione di Ischia; dall'opposizione, verificheremo e sosterremo le scelte che verranno fatte in quella direzione, ma incalzeremo anche il Governo a fare tutto quello che serve per Ischia e per gli altri territori, per ultime le Marche, colpite dalle recenti calamità, senza fare figli e figliastri.

Chiediamo di agire per rafforzare la prevenzione del dissesto idrogeologico, evitando di indirizzare le risorse a investimenti inutili o dannosi. Diamo subito un primo segnale unitario in questa legge di bilancio, lo chiediamo al suo Governo, lo chiediamo alla maggioranza e a tutte le forze politiche: destiniamo le risorse disponibili per il Parlamento a finanziare e sostenere gli investimenti contro il dissesto idrogeologico, evitando di disperderle in mille rivoli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Poi vigileremo anche, Ministro, affinché non siano più promossi, sotto nessuna forma o qualsiasi dicitura, condoni edilizi in questo Paese. Lei ha destinato pochissime e vaghe parole del suo intervento a questo tema; lo capisco, la sua maggioranza è quella che fino a qualche settimana fa, anche nell'ultima campagna elettorale, tappezzava molti dei territori oggi colpiti in maniera drammatica nella stessa provincia di Napoli di manifesti, promettendo il condono subito. Capisco il vostro imbarazzo, ma di fronte a questa situazione che, dal nostro punto di vista, è legata alla fragilità di tutto il territorio nazionale, non solo di quello di Ischia, c'è bisogno di chiarezza e di fermezza.

Noi lo abbiamo fatto, contrastando anche l'ultima scelta del 2018, che fu una scelta dannosa e sbagliata, quella del condono di Ischia. In Parlamento, il Partito Democratico, insieme alle altre opposizioni di centrosinistra e alle tante voci dell'ambientalismo, contrastò duramente quella norma inserita in maniera surrettizia nel decreto Genova. Lo voglio ricordare, anche con il fastidio di qualche collega che sento rumoreggiare; quella norma prevedeva di applicare, in relazione alla ricostruzione post sisma avvenuta per il terremoto di Ischia dell'anno precedente, a migliaia di pratiche non concluse di sanatoria, le norme del primo condono edilizio, quello del 1985, quello a maglie più larghe, norme che agivano proprio su uno dei contesti più fragili del nostro Paese, segnato dalla piaga dell'abusivismo edilizio, irrisolta da decenni. L'effetto fu quello di applicare proprio a Ischia il condono più permissivo di sempre e, di fatto, il blocco totale di tutti gli abbattimenti, anche dove sussisteva un alto rischio idrogeologico.

Quella scelta fu contrastata da alcuni, fu sostenuta da altri, questi sono i fatti, come anche da Fratelli d'Italia che votò a favore di quel provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Però, occorre anche dire che quella fu l'ultima pagina di una storia buia nel nostro Paese, che vide altri condoni: tutti portano la firma di una precisa parte politica, quella che oggi ha la responsabilità di Governo; non voglio enunciare e ricordare i condoni del 1985, quelli dei Governi Berlusconi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Oggi c'è bisogno di essere molto chiari su questo punto, quanto lo siamo nel dire che, per contrastare le pratiche di abusivismo edilizio, serve la capacità di dare tutti gli strumenti ai sindaci e ai prefetti per operare ed effettuare effettivamente gli abbattimenti.

Nel 2013 fu il Governo del Partito Democratico, con il Ministro Orlando, a istituire il fondo per gli abbattimenti. Serve rendere quelle misure cogenti, dare ai sindaci e ai prefetti gli strumenti per fare finalmente gli abbattimenti, perché, Ministro, lei oggi è stato così vago nel parlare di questi temi e io credo che lo abbia fatto anche perché, forse, ha avuto qualche remora a riportare in quest'Aula le sue parole che abbiamo sentito nei giorni scorsi, quando ha parlato di abusivismo leggero, di abusivismo di necessità, come se esistesse un abusivismo che fa meno danni alla vita e alle persone.

Esistono già norme che consentono di sanare abusi minori; quella che non può essere accettata è un'ambiguità che, ancora oggi, noi abbiamo sentito dalle sue parole. E il fatto ancora più grave è che lei, Ministro, non è un osservatore della Protezione civile, lei è il Ministro della Protezione civile; questo Governo ha scelto di dare a lei questa delega, una delega da sempre assegnata alla figura istituzionale più alta, al Presidente del Consiglio.

Oggi le sue parole ci hanno lasciato molto insoddisfatti sia rispetto alle azioni che intende mettere in campo per fronteggiare e rafforzare il sistema della Protezione civile - registriamo anche una certa confusione in alcune sue dichiarazioni e anche nel suo operato, perché la fatica con cui si è arrivati dopo giorni ad identificare e ad incaricare la figura del commissario straordinario di Protezione civile denota, probabilmente, una sua non piena conoscenza delle norme che regolano il funzionamento della macchina di cui dovrebbe essere responsabile - sia perché ha fatto una certa confusione.

Il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che non va rivisto, va approvato e attuato rapidamente, non è il Piano di rischio di questo Paese. Esistono altri strumenti, esistono le autorità di distretto, esiste la prevenzione del rischio idrogeologico e, sicuramente, noi siamo favorevoli e sosterremo tutte le scelte per aumentare le risorse destinate alla prevenzione del rischio, migliorare l'operatività degli enti locali, delle autorità di distretto, realizzare gli interventi più urgenti, ma contrastare i cambiamenti climatici e i loro effetti con un Piano di adattamento è cosa diversa. E, poi, le chiediamo un impegno, anche a nome del Governo; se questa è davvero una priorità, abbiamo una possibilità immediata: sosteniamo da subito una norma che consenta di sbloccare, come ha proposto il Partito Democratico, le procedure ancora troppo lunghe, quelle degli espropri, quelle degli interventi di valutazione ambientale, anche per le opere di messa in sicurezza del territorio. Rendiamo quelle le vere opere di preminente interesse nazionale e adottiamo, finalmente, una legge contro il consumo di suolo, che possa fermare delle pratiche che aumentano la fragilità del nostro territorio.

Su questi punti, noi, Presidente, Ministro - concludo - saremo pronti a dare il nostro contributo e a lavorare, ma anche a contrastare, con tutta la fermezza e la nettezza che servono, l'ambiguità che, anche oggi, abbiamo sentito nelle sue parole e che tradisce e, soprattutto, un territorio che, invece, ha bisogno di chiarezza, di sostegno e di fermezza da parte di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bof. Ne ha facoltà.

GIANANGELO BOF (LEGA). Presidente, Ministro, onorevoli colleghe e colleghi, in apertura del mio intervento intendo portare il cordoglio alle vittime di questa tragedia, che ha colpito un luogo da tutti considerato tra i più belli del nostro Paese.

In questa assise mi esprimo non esclusivamente da parlamentare della Repubblica, ma anche da sindaco che ha provato sulla propria pelle questi momenti e comprendo i sentimenti che colpiscono gli abitanti, che vedono la perdita dei loro cari, la violenza della natura sulle proprie case e sulle cose a loro più care. Questo sentimento di profondo sconforto si tramuta rapidamente in rabbia, che solo chi è in prima linea sul territorio riesce a raccogliere.

Da parte nostra va anche un profondo senso di gratitudine a tutti quegli eroici soccorritori - Vigili del fuoco, Forze dell'ordine, Protezione civile e volontari - che, giorno e notte, hanno lavorato nel fango per cercare di salvare vite umane e superstiti. Ringrazio il Governo per la rapidità con la quale ha messo a disposizione 2 milioni di euro per la prima emergenza e dichiarato lo stato di emergenza nazionale per un anno.

Credetemi, per esperienza, i tempi non sono sempre così celeri. Concordo con il Ministro Pichetto Fratin che ogni organo di Governo debba assumersi le proprie responsabilità. Io, da sindaco, mi sono sempre dovuto prendere le mie responsabilità e, molto spesso, anche quelle non mie. La responsabilità, generalmente, è individuale; se un pubblico ufficiale ne ravvisa l'omissione, vi è l'obbligo da parte dello stesso di notiziarlo all'autorità giudiziaria in modo puntuale. Pertanto, non può mai essere declinata come concetto generico. Il giudice Falcone citò una celebre frase: “La mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”. In molte circostanze dobbiamo garantire a chi è solo sul territorio la vicinanza e la presenza dello Stato nell'adempimento delle proprie funzioni.

Molto spesso, avviare riduzioni in pristino comporta costi ingenti. In molti casi, gli immobili oggetto di provvedimento non sono nelle disponibilità di chi ha generato il problema; molto spesso, sono nelle disponibilità di persone con limitate disponibilità finanziarie. Molto e troppo spesso, finiscono bloccate da ricorsi eterni. Molto spesso, gli amministratori non hanno a disposizione le risorse necessarie per rendere esecutivi gli eventuali provvedimenti di riduzione in pristino coattivi. Siamo abituati a pensare alle ricche ville con piscina, ma spesso gli immobili oggetto di difformità sostanziali sono nelle disponibilità di fasce deboli della popolazione. Bisogna trovare un'alternativa dignitosa a queste persone che, altrimenti, troveremmo in strada. Il sindaco deve assumersi le proprie responsabilità ma, in un Paese ove la potestà fiscale è in capo allo Stato, lo Stato deve garantire al sindaco le risorse necessarie per far fronte agli interventi atti a mitigare il rischio per le proprie popolazioni. In caso contrario, la responsabilità va cercata altrove. Purtroppo, spesso, ci troviamo a piangere vittime e danni a cose. In questi ultimi decenni, i cambiamenti climatici hanno portato con sé un susseguirsi sempre più frequente di eventi meteorologici repentini e violenti. Viviamo in un Paese tra i più belli al mondo, ma tanto bello, quanto fragile sotto il profilo del rischio sismico e idrogeologico, anche per la sua conformazione, attraversato da Alpi e Appennini che si affacciano direttamente sul mare. A seguito di ogni evento di questo genere, si cercano subito i colpevoli ed è giusto che la magistratura faccia in modo serio e severo il suo lavoro per accertare omissioni e/o responsabilità. È doveroso, però, anche riflettere su come mai l'Italia sia il Paese delle risorse stanziate, ma impiegate con una lentezza intollerabile, addirittura non impiegate. Tempi che, però, improvvisamente, quando accade la catastrofe, con una serie di deroghe, consentono interventi di ripristino che fanno invidia anche fuori dal nostro Paese e cito ad esempio i tempi di ricostruzione del ponte Morandi, piuttosto che le tempistiche in Veneto per ripristinare i danni della tempesta “Vaia”.

Da amministratore sul territorio, mi preme porre l'attenzione di questo Parlamento e del Governo su come possa un Paese avere dei procedimenti così tempestivi e rapidi nei casi di ripristino dei danni, derogando a norme e vincoli da esso stesso prodotti e non poter impiegare la stessa rapidità nella realizzazione di opere preventive che molto, troppo spesso, sono bloccate da vincoli, ricorsi e procedure di affidamento.

Il PNRR prevede finanziamenti per la realizzazione di interventi volti a mitigare il rischio idrogeologico, per un importo complessivo di 2,5 miliardi. È vero, ne servirebbero molti di più, ma abbiamo un dovere morale verso tutte le vittime di fatti come quello di Ischia di fare in modo che queste risorse si tramutino rapidamente in cantieri e opere che possano evitare, in futuro, di trovarci ancora qui a commemorare.

Dobbiamo prendere ad esempio le situazioni virtuose: così come siamo in grado in tempi rapidi ed efficaci a intervenire sui danni, le stesse procedure devono essere utilizzate anche per gli interventi di prevenzione. Uno Stato non può essere ostaggio delle procedure che esso stesso crea. È doveroso potenziare le Autorità di bacino, molto spesso sotto organico e con difficoltà a reperire competenze specifiche. La mia visione da amministratore mi porta a guardare più alla risoluzione dei problemi per il futuro, piuttosto che a cercare responsabilità, che competono agli organi giudiziari.

Concludo con la certezza che questo Governo, che in questa prima e breve fase si è contraddistinto per determinazione e rapidità della sua azione, ci saprà condurre verso un Paese più moderno, più efficiente, meno burocratico e, quindi, più giusto e sicuro ed è in questa azione che troverà tutto il nostro sostegno e la nostra collaborazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sergio Costa. Ne ha facoltà.

SERGIO COSTA (M5S). Gentile Presidente, colleghi signor Ministro, lei ci ha rappresentato concretamente cosa ha significato la tragedia di Casamicciola, raccontandoci, con dati e con elementi, cos'è accaduto e cosa si sta facendo e per questo noi la ringraziamo. Noi tutti siamo grati alla Protezione Civile - rammento che quest'anno ricorre il trentesimo dalla sua istituzione - e per quanto stanno facendo le Forze armate, le forze di Polizia, i Vigili del fuoco, la Croce Rossa, i servizi sanitari; mi permetta poi, un accenno particolare per le associazioni di volontariato: sono circa 8 mila i volontari in Italia, sono gli angeli fra gli angeli che ci ritroviamo su tutto il territorio che con generosità, passione e disponibilità, sacrificano gratuitamente il proprio tempo libero per intervenire in emergenze del genere e, anche quando non ci sono emergenze, intervengono per necessità territoriali. Questa è la bella Italia che noi ringraziamo e proprio oggi a Casamicciola ci sono 700 persone che stanno dando una mano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Negli ultimi dieci anni le statistiche ci dicono che la Protezione civile ha emesso 123 stati di emergenza per alluvioni o per frane, che più o meno hanno determinato quasi 300 morti (270 circa) e un miliardo, per anno, di spesa per i danni cagionati. Questo perché l'Italia è oggettivamente un Paese fragile: il 94 per cento dei comuni è soggetto ad aggressioni da frane, alluvioni, erosione costiera e rischio sismico. Questo accade perché il nostro Paese è geologicamente strutturalmente fragile; è precario, da questo punto di vista, e gli eventi climatici, causati dal mutamento climatico, accelerano e sono ancora più aggressivi.

Abbiamo però dovuto attendere il “Conte 1” e il “Conte 2” per poter riattivare la carta geologica nazionale - lo ricordo perché la firma era dell'allora Premier Conte e mia personale –, che era bloccata da quindici anni; una carta geologica che era ferma al 45 per cento in un Paese fragile per il 94 per cento. Signor Ministro, ad oggi, nella legge di bilancio non è previsto il rifinanziamento della carta geologica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La prego, intervenga, è una cosa grave! Pensi che la Spagna, che non ha le fragilità geologiche dell'Italia, è già al secondo riaggiornamento della carta geologica.

Gli eventi climatici estremi determinano statisticamente circa 100 eventi aggressivi per anno, con un trend, ahimè, in crescita, tanto è vero che l'evento di Casamicciola fa seguito ad una caduta di 130 millimetri di pioggia in sei ore, cose mai viste. Per tali considerazioni la prevenzione risulta fondamentale; è stato fatto uno studio sulla base del quale noi riusciremmo a risparmiare quattro volte la spesa se facessimo spesa di prevenzione: il rapporto è 1 a 4. Pertanto conviene, anche economicamente, al di là, ahimè, delle tragedie familiari e personali. C'è, quindi, un'esigenza concreta, anche da questo punto di vista. Il Piano “Proteggi Italia” del 2019, voluto dal “Conte 2”, ha previsto 11 miliardi di euro, il PNRR ne ha aggiunti 2,5, siamo a 13,5 miliardi di euro, eppure il comune di Casamicciola dodici anni fa ha ricevuto poco più di 3 milioni di euro per il dissesto idrogeologico, ma è ancora nella fase di progettazione, malgrado da otto anni i presidenti delle regioni sono commissari straordinari per il dissesto idrogeologico. Dove stanno? Perché non intervengono con i poteri sostitutivi? Tredici anni e quei soldi sono ancora fermi.

Signor Ministro, nel bilancio dello Stato di quest'anno, punto 18.12, pagina 323, Atto Camera 643, i fondi per il dissesto idrogeologico sono stati tagliati del 40 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo bilancio, non il bilancio scorso, questo bilancio, lo ripeto, del 40 per cento! La prego, intervenga, è una pazzia! Altrimenti, noi facciamo in quest'aula la sagra dell'ipocrisia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non può essere, non può essere! Io vi prego, lo ripeto, il 40 per cento, intervenga! La legge, che ancora manca in Italia da oltre trent'anni, è quella sul consumo di suolo. Noi - pensi - consumiamo 2,2 metri quadri al secondo di suolo a causa della cementificazione. Al secondo, una cifra pazzesca! Questa è una legge fondamentale perché dentro ci mettiamo anche una normativa più organica sul dissesto idrogeologico, sui servizi ecosistemici dei boschi e la loro manutenzione ordinaria e straordinaria, sulla pulizia degli alvei. Così come anche la norma che può consentire ai comuni e alle prefetture di intervenire per gli abbattimenti, prevedendo, al riguardo, un fondo di garanzia; abbattimenti che oggi, lo ricordo, sono fermi al 30 per cento. Il tema è che questi fondi se li mette il comune, lo stesso va in dissesto, quindi dobbiamo aiutare il comune in questo senso, così come la Prefettura, ci vuole pertanto, lo ripeto, un fondo di garanzia. Questi sono i temi.

Come detto ieri al Ministro dell'Ambiente, il Movimento 5 Stelle è disposto a sedersi a un tavolo istituito dal Governo con i parlamentari, noi ci siamo, costituiamo un tavolo assieme, facciamo un patto di legislatura di piena lealtà al servizio del Paese al fine di ottenere una legge sul consumo di suolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi ci siamo, senza ideologia, con proposte concrete e vere, noi su questo le siamo a fianco, però lo faccia; lo faccia, per cortesia, per il bene del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Maria Rubano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARIA RUBANO (FI-PPE). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, è la prima volta che intervengo in quest'Aula e mai avrei pensato di doverlo fare su un tema così tragico e doloroso. Lungi da me dal cadere nella retorica di una sterile vicinanza per le vittime ischitane, per il dolore di famiglie che perdono ogni cosa sotto metri di fango. Doveroso è, invece, porre l'accento sulla dignità della gente comune che scava a mani nude per ritornare alla vita normale e a fianco dei soccorritori, che, ancora una volta, sono i veri eroi della nostra Nazione (Applausi).

Come ribadito ieri anche dalla collega, l'onorevole Patriarca, nel corso degli interventi di commemorazione per quanto accaduto, ancora una volta, purtroppo, ci siamo trovati di fronte a disperazione, distruzione e morte, a causa di un evento meteo estremo. Oltre il 90 per cento dei comuni italiani si trova in aree a rischio di alluvioni, frane, erosione costiera o altre calamità naturali. Ho la fortuna di appellarmi ad un Ministro che ha maturato una grande ed autorevole esperienza nel sistema delle autonomie locali e intervengo anche da sindaco di un piccolo comune, Puglianello, attraversato dal fiume Volturno; comprensorio puglianellese indicato dalla competente autorità di bacino ad alto rischio idrogeologico. La geografia dell'Italia rende il nostro Paese uno degli ecosistemi più unici al mondo, allo stesso tempo però si tratta di un territorio fragile e insidioso; circa il 44 per cento del nostro territorio è infatti a elevato rischio sismico e quasi la totalità, il 94 per cento secondo la Protezione civile, è minacciato dal dissesto idrogeologico.

Nelle zone più a rischio, vivono 21,8 milioni di persone, un terzo circa del totale degli italiani. Lo sanno bene gli abitanti di Ischia, lo sanno bene le popolazioni marchigiane, devastate dalle recenti alluvioni, oppure quelle abruzzesi che ancora vivono con le ferite aperte dei vari terremoti avvenuti negli ultimi vent'anni e dovrebbero saperlo bene le istituzioni che, a ogni cambio di Governo, si trovano a dover affrontare almeno un'emergenza di questo tipo. Ma, nonostante l'esperienza, si continua forse a sottostimare i pericoli posti dal nostro territorio. Il dissesto idrogeologico è un problema serio che riguarda quindi tutto il Paese. Saranno numerosi gli eventi tragici che potranno ulteriormente accadere, se non mettiamo in piedi una strategia seria di prevenzione, che preveda controlli, manutenzione e messa in sicurezza del territorio. Il tema vero, signor Ministro e onorevoli colleghi, è che manca in Italia una profonda cultura della prevenzione. Noi siamo abituati, in malo modo, ad intervenire soltanto quando riscontriamo delle tragedie: è caduto il ponte Morandi e lei sa bene - da amministratore provinciale di lungo corso, quale anche lei è stato - che tutte le direzioni ANAS competenti sono intervenute alla manutenzione dei cavalcavia, eccetera. Si interviene sempre dopo. In Campania purtroppo viviamo una situazione particolare. La Campania è tra le regioni più fragili; le province di Benevento e Caserta - come hanno certificato le autorità di bacino territorialmente competenti - sono a forte rischio dissesto ed è necessario intervenire, se non vogliamo piangere ancora vittime per il nostro immobilismo. Da anni, ormai, non si attua una manutenzione ordinaria dei corsi d'acqua. La regione Campania, con una delibera del 2010, ha autorizzato il criterio della compensazione dei lavori con l'alienazione dei materiali inerti in eccesso, da rimuovere dai corsi d'acqua, ma solo il Genio civile di Salerno - badate bene – ha autorizzato interventi di manutenzione ordinaria con tale criterio. Nelle altre province campane non è stato fatto nulla, con una situazione di aggravamento delle condizioni di pericolosità e di rischio idrogeologico anche a causa di alluvioni e frane, purtroppo sempre più frequenti. Ad aggravare il quadro si inseriscono le Soprintendenze che, troppo spesso, danno parere negativo sugli interventi di manutenzione idraulica ordinaria. La regione e tutte le province dovrebbero attivarsi per dare finalmente attuazione alla delibera, dando la possibilità alle imprese, con lo strumento del project financing, di estrarre gli inerti fluviali e mettere così in sicurezza i corsi d'acqua. Il project financing sarebbe un primo passo importante per evitare queste tragedie. È necessario quindi che specifiche misure, legate al dissesto idrogeologico e alla fragilità del territorio, passino da una politica dell'emergenza ad un attento programma di prevenzione e di governo dei processi di degrado. Anche il PNRR, sul dissesto idrogeologico, sembra essere per il momento marginale ed ininfluente. Le norme inserite nel primo decreto Semplificazioni del PNRR, il DL n. 77 del 2021, sono ferme e inattuate e i 2,49 miliardi inseriti nel PNRR per il dissesto idrogeologico non sono sufficienti o comunque non sono allocati in maniera efficiente dal punto di vista delle politiche di prevenzione. Nella stessa Missione, ci sono 6 miliardi per i comuni con finalità che però risultano essere troppo frammentate. Si parla infatti di un sistema eterogeneo di interventi, che vanno dalla messa in sicurezza del territorio alla sicurezza e all'adeguamento degli edifici, fino all'efficienza energetica dei sistemi di illuminazione pubblica. Tutto questo non è sufficiente. È, infatti, fondamentale un'azione di coordinamento, attraverso la quale superare l'attuale frammentazione e sovrapposizione delle competenze, la promozione di interventi di semplificazione nell'ambito delle procedure, il rilancio di un vero e proprio sistema della conoscenza, che miri all'acquisizione e allo scambio su scala nazionale delle informazioni e dei dati inerenti ai fenomeni da monitorare e da mitigare. Un forte intervento di semplificazione dell'attuale sistema di governance si ritiene necessario perché ha mostrato numerosi limiti operativi ed è troppo esposto al depotenziamento della filiera delle responsabilità. Una tale impostazione richiede evidentemente la necessità di ottimizzare tali soggetti in termini di strumenti, risorse umane e attribuzioni delle competenze, di modo che essi possano agire con efficacia e prontezza, tanto nella pianificazione, quanto nella gestione delle urgenze. Quindi - e concludo - è doveroso affrontare una severa e rigorosa politica di prevenzione, che deve necessariamente rendere partecipi tutte le strutture scientifiche, tecniche ed istituzionali del nostro Paese, passando per i soggetti privati e per strumenti innovativi, come quello del project financing, dall'università alla ricerca, dal mondo professionale a quello amministrativo, con le regioni, le province autonome e gli enti locali in primo piano. In definitiva, si tratta di un insieme di azioni che permettono di aumentare la sicurezza delle famiglie, delle imprese e delle infrastrutture, nella logica del miglioramento della qualità della vita, alla luce di un equilibrato rapporto con l'ambiente e il territorio, di un atto di grande responsabilità di noi tutti per attivare le minime forme di sicurezza, finalizzate a consentire una maggiore serenità per il nostro territorio e i nostri cittadini ed evitare per il futuro tragedie immani, che diventano ferite inguaribili per un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Isabella De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Grazie, Presidente, signor Ministro e onorevoli colleghi. Oggi abbiamo ascoltato un'informativa urgente riguardo a una grave situazione di emergenza, purtroppo ancora in corso, relativa al territorio di Casamicciola. Penso che solo chi prova l'esperienza, come me, dell'evento alluvionale anche in zone montane, come nel mio caso appunto, possa sapere cosa siano la paura, l'apprensione per i dispersi e la preoccupazione per il futuro. La caratteristica comune tra un'isola vulcanica e una zona montana è sempre quella, la fragilità idrogeologica. Anche Casamicciola è caratterizzata, nel suo versante montano, da un terreno friabile e argilloso. Un'altra alluvione viene infatti documentata nel 1910; a seguito di questa vi fu un importante investimento sul versante, con opere idrauliche, ma un evento simile si verificò anche nel 2009, quindi pochi anni fa. Il problema è sempre lo stesso; il problema è manutentivo: ogni volta che si verifica un evento alluvionale, c'è una concentrazione del fenomeno atmosferico che si assomma però anche ad altri fattori. Molto si è detto in questi giorni - lo sappiamo - riguardo all'eccesso di edificazione. Sarà competenza della magistratura accertare se ci siano state - o meno - responsabilità di alcuno. Ma se vogliamo - come è giusto - che la magistratura non faccia politica, evitiamo anche che la politica si improvvisi magistratura. Colgo anche l'occasione per ringraziare tutti coloro che si sono immediatamente prodigati per i soccorsi, in condizioni come quelle che si sono verificate a Casamicciola, e che erano assolutamente proibitive (ricordo anche ovviamente gli interventi notturni). Tornando alle necessità, se delle risorse sono state destinate per la manutenzione o previa progettazione, allora sì che le istituzioni devono verificare perché esse non sono state impiegate. Ma non possiamo periodicamente ritrovarci ad esaminare situazioni simili di emergenza senza affrontare i problemi in modo strutturale e sistematico. Ogni volta siamo al punto di partenza, sia che si tratti di ponti crollati, di scuole non in sicurezza o di eventi alluvionali. Non possiamo ritrovarci quindi a criticare e ad accusare, senza fare. Abbiamo situazioni - come dicevo - relative a terreni fragili, ad alvei non sghiaiati e a versanti franosi. Quindi cosa fare in questa situazione? Lei l'ha detto: la pianificazione, la pianificazione delle manutenzioni. Questo sicuramente posso dire che ha un costo inferiore alla cura successiva, perché intervenire successivamente certamente costa di più che fare prevenzione. Serve un piano straordinario - dicevo - per le manutenzioni, per ripristinare le strade forestali - anche questo va detto - e per il contenimento dei versanti. Non possiamo, in definitiva, vivere di sola emergenza. Quindi, bene l'individuazione di un commissario straordinario per l'emergenza e la protezione civile, ma questo non basta. Non dimentichiamoci delle persone che in questi giorni hanno lasciato le loro case e hanno una giusta preoccupazione per il loro futuro.

Ma vorrei arrivare alle questioni strutturali. Il Governo Renzi mise in campo due iniziative efficaci, che oggi sarebbero assolutamente attuali, e attuò un'apertura almeno riguardo al modello. Una di queste fu il Programma Casa Italia, di prevenzione infrastrutturale, e l'altra il Piano ItaliaSicura, un piano organico contro il rischio idrogeologico, grazie al quale oggi disponiamo della banca dati ReNDiS che ha stanziato risorse per 8,8 miliardi di euro su oltre 12 mila interventi.

ItaliaSicura è stata importante anche per dare impulso, coordinamento, monitoraggio e controllo alla programmazione, progettazione e realizzazione degli interventi. Ricordo che il Governo Conte eliminò questa unità di missione addirittura dicendo che dovevano essere cancellati gli enti inutili. Enti inutili! Questa cancellazione oggi appare, in tutta la sua chiarezza, un'offesa agli ischitani, alle vittime, a chi ha perso la propria casa. Per un fatto di pochezza politica, questa realtà è stata eliminata, senza essere sostituita da alcunché e, devo dire, salvo dimostrare particolare attivismo nei condoni, che poco hanno a che fare con l'ambientalismo.

Ora, agli occhi delle persone che vi guardano, signor Ministro, la soluzione non può essere quella di perseverare nell'errore. Proprio ieri c'è stato il question time della collega, onorevole Boschi, sull'approccio che vuol seguire questo Governo rispetto al futuro, e la domanda verteva proprio sul discorso di Italia Sicura. La risposta, devo dire, è stata abbastanza deludente perché non si è data una reale apertura in questo senso, ma si è ricordato che sono occorsi 12 anni per effettuare una progettazione e ancora non siamo arrivati al dunque. E 12 anni sono veramente un'infinità di tempo, quindi, effettivamente, servono poteri sostitutivi.

Ma vorrei anche sottolineare un altro aspetto che ha a che fare, invece, con la riorganizzazione che ha proposto il nuovo Governo riguardo alla Protezione civile. E mi creda, non ne faccio assolutamente una questione personale sulla sua persona o sul Ministero, però una cosa deve essere detta riguardo alla collocazione della Protezione civile e del Dipartimento che, a nostro avviso, deve ritornare in capo alla massima autorità che è quella della Presidenza del Consiglio. La domanda è: è questa l'importanza che date a una realtà assolutamente di livello e che ha dato risposte alle emergenze, non ultima in ordine temporale alla pandemia del COVID-19?

Ricordo che questa straordinaria struttura nacque a seguito del drammatico terremoto del 1976 in Friuli, e vorrei ricordare in questa sede Giuseppe Zamberletti, politico straordinario, illuminato, che si ritrovò nel difficile compito di gestire l'emergenza, come anche purtroppo quella del terremoto dell'Irpinia. Zamberletti propose un approccio che vedeva i sindaci delegati alla ricostruzione e questo sistema funzionò, funzionò molto bene e fece scuola, ed allora nacque, appunto, il Dipartimento della Protezione civile. Ecco, quindi, di fronte a questo passaggio storico, io penso che la collocazione all'interno del Ministero non sia adeguata.

Concludo nel dire che serve coraggio, l'abbiamo visto, coraggio dimostrato dagli abitanti, dai volontari e da tutti i soccorritori. Affianco a questo coraggio, dobbiamo anche dimostrare un coraggio istituzionale. Non possiamo essere da meno. Dobbiamo dimostrare, rispetto ad essi, più coraggio, non meno coraggio. Quindi, si lasci da parte l'ossessione della cancellazione poco produttiva di ciò che prima ha funzionato e si valorizzino queste realtà che ho citato. Noi siamo disponibili a dare il nostro contributo e il Governo troverà in noi l'appoggio per il bene degli italiani e, in questo caso, degli ischitani. Questo conta più di ogni altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, “Il re visita Casamicciola e Ischia devastate dal nubifragio”: così titolava il quotidiano La Stampa il 27 ottobre 1910, oltre un secolo fa, il che forse ridimensiona un po' l'idea che gli eventi estremi climatici sono qualcosa di così improvviso e inedito. Ma certo non ridimensiona, anzi, al contrario, amplifica la sensazione di una politica fin qui inoperosa e di una tragedia che avrebbe potuto essere evitata o, almeno, contenuta.

Mi ha fatto molta impressione ritrovare questo ritaglio e da qui voglio partire per riallacciarmi ai discorsi che abbiamo fatto anche ieri in quest'Aula e provare a fare un passo avanti, andare un passo oltre. Abbiamo detto che il pericolo della vulnerabilità è insito nella storia di Ischia per le sue caratteristiche, ma abbiamo detto anche che l'esposizione al rischio ha molto a che fare con le scelte dell'uomo. Vogliamo oggi dire che la politica non è una variabile irrilevante rispetto a queste scelte e che la politica ha fin qui clamorosamente fallito. Affinché questo ennesimo disastro annunciato non passi invano, dobbiamo fare di Casamicciola un emblema, il simbolo di ciò che in politica deve cambiare, il segnale del fatto che abbiamo capito. Una politica che pensa di accontentare gli elettori in nome di un consenso immediato non fa il bene di coloro che dovrebbe rappresentare, anzi che pensa di gratificare. C'è, invece, bisogno di una politica che risolva i problemi; di una politica di leader, non di una politica di follower; di una politica che sappia recepire le istanze delle persone e farne il programma di Governo, ma che si assuma anche le proprie responsabilità, come il Presidente del Consiglio ci ha invitato a fare sin dal suo discorso programmatico; di una politica che, oltre ad ascoltare, sappia farsi ascoltare, anche a rischio dell'impopolarità, sfidando la paura dei sondaggi del giorno e di qualche like in meno sui social.

E, allora, iniziamo con il chiederci cosa sia stato sbagliato a Ischia, sapendo che c'è un concorso di fattori. Chiediamoci quali politiche inadeguate siano state portate avanti in passato e cosa non abbia funzionato nei giorni scorsi nella catena di allarme. Chiediamoci come si possa migliorare la capacità di prevenire danni alle persone e alle cose. E già che ci siamo, chiediamoci anche a che punto siamo con la messa a terra dei progetti previsti dal PNRR e con gli impegni di spesa, non perché il PNRR sia una bacchetta magica o una panacea per tutti i mali, ma perché al suo interno prevede capitoli ben precisi, dedicati ad esempio al rafforzamento della capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico, così come alla prevenzione e al contrasto degli effetti del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio. E chiediamoci anche se, nell'eventualità di una revisione del Piano per aggiornarlo alle nuove emergenze che il nostro Paese si trova ad affrontare, il rischio idrogeologico non debba forse - io dico certamente - trovare uno spazio ancor maggiore in termini di investimenti.

Signor Presidente, noi abbiamo già ringraziato il Governo per la tempestività del suo intervento e a maggior ragione lo facciamo oggi, dopo l'informativa del signor Ministro, che ringrazio, un'informativa puntuale e concreta, concreta come l'azione che noi ogni giorno vogliamo portare avanti con questo Governo. Un'informativa che testimonia una operosità fattiva e, consentitemi, anche una maturità politica, perché, vedete, a fronte di una sinistra che ci ha abituati in questi anni alle logiche delle casacche e dell'occupazione del potere, e in Campania ne sappiamo qualcosa, un Esecutivo così genuinamente politico, come quello che oggi guida il Paese e che questa maggioranza convintamente sostiene, ha scelto, per l'immediata gestione commissariale di questa emergenza, la soluzione tecnica che potesse garantire la più tempestiva operatività, senza guardare a colori di provenienza e a convenienze di parte. Questo è un grande segno di maturità politica.

Dovremmo augurarci che l'opposizione, che è maggioranza in Campania, impari qualcosa, in termini di senso dello Stato e delle istituzioni, ma non osiamo sperare tanto. Il Governo sappia che saremo al suo fianco, in Parlamento e sul territorio. Supporteremo il lavoro che ci sarà da fare per le emergenze e per la ricostruzione. Accompagneremo le comunità e saremo parte attiva in un dibattito più che mai necessario su come ripensare alla radice il sistema di gestione del rischio e delle calamità. Una riflessione che non può espungere il tema di un possibile ritorno al modello dell'unità di missione, ma che certamente l'Esecutivo ha già mostrato di voler affrontare con la necessaria urgenza.

Presidente, signor Ministro, noi ci siamo e ci saremo, perché in quest'Aula non ci si debba più trovare a piangere morti e a ricostruire dissesti (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 13 per la lettura di alcune comunicazioni all'Assemblea.

La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 13,10.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite IV (Difesa) e XII (Affari sociali):

S. 299. - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, recante disposizioni urgenti di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l'AIFA. Differimento dei termini per l'esercizio delle deleghe in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari" (approvato dal Senato) (664) – Parere delle Commissioni I, II, III (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), V, VI e XI.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 12 dicembre 2022, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo si intende conseguentemente adeguato.

Comunicazioni del Presidente sul contenuto del disegno di legge di bilancio ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le decisioni in merito al contenuto del disegno di legge di bilancio (atto Camera 643).

Al riguardo, do lettura del parere espresso in data odierna dalla V Commissione (Bilancio):

“Signor Presidente, Le comunico che la Commissione da me presieduta ha adottato, in data odierna, la seguente decisione:

La V Commissione, Bilancio, tesoro e programmazione, esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, il disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025; premesso che: l'articolo 21, comma 1-quinquies, della legge n. 196 del 2009, come modificato dalla legge n. 163 del 2016, in attuazione dell'articolo 15, comma 2, della legge n. 243 del 2012, pone precisi limiti al contenuto della prima sezione del disegno di legge di bilancio, stabilendo che essa, in ogni caso, non deve contenere norme di delega, di carattere ordinamentale o organizzatorio, né interventi di natura localistica o microsettoriale, ovvero norme che dispongono la variazione diretta delle previsioni di entrata o di spesa contenute nella seconda sezione del predetto disegno di legge; le limitazioni di contenuto del disegno di legge di bilancio rilevano anche con riferimento alle eventuali modifiche che potranno essere apportate al medesimo disegno di legge nel corso dell'esame parlamentare, per cui dovranno considerarsi inammissibili per estraneità di materia le proposte emendative che non rispondano alle previsioni dell'articolo 21, comma 1-quinquies, della legge n. 196 del 2009; premesso, altresì, che: il bilancio dello Stato, ai sensi dell'articolo 14 della legge n. 243 del 2012, soggiace ad una regola di equilibrio per effetto della quale il valore del saldo netto da finanziarie o da impiegare in esso contenuto deve risultare coerente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica; di tale coerenza si deve dare conto, sia nella relazione tecnica, che nella nota tecnico-illustrativa, allegate al disegno di legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 21, commi 12-bis, lettera c), e 12-quater, lettera a), della legge n. 196 del 2009; rilevato che, per quanto concerne i profili finanziari: la relazione tecnica reca elementi di informazione sulla coerenza del valore programmatico del saldo netto da finanziare risultante dal disegno di legge di bilancio con gli obiettivi programmatici attraverso una tavola di raccordo tra il saldo netto da finanziare programmatico e il conto della pubblica amministrazione programmatico; dalla tavola di raccordo emerge che, in corrispondenza di un saldo netto da finanziare, in termini di competenza, risultante dal disegno di legge di bilancio pari a circa 201 miliardi di euro nel 2023, a 134 miliardi nel 2024 e a 113 miliardi nel 2025, l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni si attesta a circa 197 miliardi di euro nel 2023, a 132 miliardi nel 2024 e a 112 miliardi nel 2025; tali valori del saldo netto appaiono coerenti, al netto degli arrotondamenti, sia con il livello massimo del saldo netto da finanziare fissato dall'articolo 1 del disegno di legge di bilancio, sia con l'indebitamento netto programmatico risultante dai valori tendenziali riportati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022, come modificati alla luce degli effetti complessivi della manovra; ritiene che i valori del saldo netto da finanziare risultanti dal disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 appaiono coerenti con l'indebitamento netto programmatico risultante dai valori tendenziali riportati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022, come modificati alla luce degli effetti complessivi della manovra; ritiene di sottoporre all'attenzione del Presidente della Camera, al fine delle decisioni da assumere ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento, le seguenti disposizioni, suscettibili di essere valutate estranee al contenuto proprio della legge di bilancio, come determinato dalla legislazione vigente, in quanto di carattere ordinamentale e organizzatorio: l'articolo 109, che estende l'operatività e la durata delle contabilità speciali intestate ai segretari regionali del Ministero della Cultura per l'Abruzzo, il Lazio, le Marche e l'Umbria per interventi di messa in sicurezza del patrimonio culturale in conseguenza di eventi sismici; l'articolo 153, comma 9, che rimette a un decreto del Ministero dell'Istruzione e del merito la definizione delle modalità attuative di disposizioni del decreto legislativo n. 297 del 1994, in materia di concorsi a posti di dirigente tecnico con funzioni ispettive”.

Questa è la pronuncia della V Commissione (Bilancio).

Sulla base di tale parere, le disposizioni in esso indicate sono pertanto da considerarsi estranee all'oggetto del disegno di legge di bilancio, così come definito dalla legislazione vigente in materia di bilancio e contabilità dello Stato, e sono stralciate dal medesimo disegno di legge, ai sensi dell'articolo 120, comma 2, del Regolamento. Esse andranno a costituire autonomi disegni di legge, che saranno assegnati alle competenti Commissioni.

Assegnazione alla V Commissione (Bilancio) del disegno di legge di bilancio.

PRESIDENTE. A norma del comma 1 degli articoli 72 e 120 del Regolamento, il seguente disegno di legge è assegnato alla V Commissione (Bilancio), in sede referente, con il parere di tutte le altre Commissioni permanenti:

“Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025” (643-bis).

Ricordo che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 30 novembre 2022, l'esame in Assemblea del disegno di legge di bilancio avrà inizio martedì 20 dicembre 2022 e che i termini per l'esame in sede consultiva e per l'esame in sede referente sono fissati, rispettivamente, al 7 e al 18 dicembre 2022.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Sportiello. Ne ha facoltà, per due minuti.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Signora Presidente, oggi è il 1° dicembre e, come ogni 1° dicembre, celebriamo la Giornata mondiale contro l'AIDS. È una giornata importante perché ci permette di riaccendere un faro su di un tema di cui, purtroppo, non si parla mai abbastanza nel nostro Paese, eppure l'HIV non è sparito, eppure l'AIDS non è sparita, anzi i dati ci raccontano tutt'altro. Pensate che solo nel 2021 sono state 1.770 le nuove diagnosi di infezione da HIV nel nostro Paese e 382 le nuove diagnosi di AIDS solo fino a maggio di quest'anno.

Ancora troppe persone contraggono il virus e il più delle volte la diagnosi è attribuibile alla trasmissione sessuale, ma i dati ci dicono anche altro. Ci dicono, per esempio, che tutta la popolazione viene colpita, tutta, in maniera orizzontale, e che la fascia di età più colpita è quella che va dai 25 ai 39 anni. A questo dobbiamo aggiungere un altro dato assolutamente importante e non secondario: nel nostro Paese l'età media dei primi rapporti sessuali si è abbassata, nel tempo. Questo significa che un imperativo comune che abbiamo tutti e tutte è mettere in atto tutti gli strumenti che abbiamo per avviare importanti campagne di informazione e di sensibilizzazione che partano già dalle scuole, affinché ci sia la giusta consapevolezza e si sappia come fermare e combattere la trasmissione dell'HIV, dell'AIDS e di tutte le altre infezioni sessualmente trasmissibili, che, ahimè, sono in aumento nel nostro Paese.

Allora, Presidente, oggi celebriamo la Giornata mondiale contro l'AIDS, ma non facciamo in modo che se ne parli soltanto oggi perché questa lotta deve andare avanti tutti i giorni nel nostro Paese, con campagne informative e con la giusta prevenzione, aumentando la disponibilità dei test, permettendo un più agevole accesso ai test diagnostici anche ai minori, combattendo lo stigma che, a volte, colpisce chi è affetto da questa infezione. Ma non solo nel nostro Paese; bisogna condurre una campagna anche globale, una battaglia che sia globale, per combattere il maggiore ostacolo che non garantisce l'accesso universale alle cure, quello delle disuguaglianze. Noi, come MoVimento 5 Stelle, ovviamente, combatteremo questa battaglia tutto l'anno per garantire sempre maggiori strumenti per combattere la trasmissione dell'HIV e dell'AIDS.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Arnaldo Lomuti. Ne ha facoltà, per due minuti.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Molto brevemente. Nella notte del 29 novembre si è verificata una frana importante, che ha interessato il territorio del comune di Maratea, nella provincia di Potenza, precisamente verso la località di Castrocucco. Un intero costone ha travolto la strada statale 18, che collega le due comunità lucane, oltre che la regione Basilicata alla parte settentrionale dei comuni della Calabria.

In questi giorni, giustamente e in maniera sacrosanta, il centro del dibattito politico si focalizza sulla tragedia di Ischia. Ci sono state vittime e, purtroppo, anche bambini e questa è l'occasione per rinnovare il nostro cordoglio alle loro famiglie. Fortunatamente, per quanto riguarda questo caso non ci sono vittime e nemmeno feriti, però c'è una vittima, che è il territorio lucano. Infatti, un'arteria così importante non può rimanere chiusa. Questa frana ha travolto l'arteria per quasi cento metri, per poi finire a rovinare a mare.

Questo intervento sia un grido d'aiuto per quel territorio, per fare in fretta, per far sì che il Governo e il Ministro competente agiscano in fretta. Sarà mia cura riportare le notizie dal territorio, attraverso l'interlocuzione con le istituzioni, con l'ANAS e con la Protezione civile. Valuteremo poi insieme se ci sono gli estremi per fare da pungolo alle istituzioni nazionali attraverso le interrogazioni parlamentari o, considerato che siamo nei giorni della legge di bilancio - concludo; grazie, Presidente -, valuteremo se ci sono gli elementi anche per accelerare attraverso un emendamento alla legge di bilancio. La Basilicata, il Lagonegrese e, in particolare, quei comuni non possono aspettare.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 2 dicembre 2022 - Ore 9,30:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. (C. 547-A​)

Relatore: URZÌ.

La seduta termina alle 13,20.