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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 9 di giovedì 10 novembre 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 26 ottobre 2022.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 40, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, recante ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (A.C. 5-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 5-A: Conversione in legge del decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, recante ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

(Discussione sulle linee generali – A.C. 5-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

I presidenti dei gruppi parlamentari MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ne hanno chiesto l'ampliamento.

La Commissione speciale si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice, deputata Vanessa Cattoi.

VANESSA CATTOI , Relatrice. Grazie, Presidente. Buongiorno, Governo e onorevoli colleghi. L'Assemblea è chiamata ad esaminare il disegno di legge A.C. 5-A​ di conversione in legge del decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, recante ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

A seguito dell'esame in sede referente presso la Commissione speciale, il provvedimento si compone di 47 articoli, articolati in cinque Capi, i cui contenuti sono di seguito illustrati.

Nel corso della mia relazione mi soffermerò sui contenuti dei Capi I e II, mentre la relatrice Lucaselli illustrerà i contenuti dei Capi III, IV e V.

Il Capo I, dall'articolo 1 all'articolo 17, reca misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti.

L'articolo 1 ripropone alcuni crediti di imposta disciplinati dai decreti-legge n. 4, n. 17, n. 21, n. 50 e n. 115 del 2022 per contrastare l'aumento dei costi dell'energia elettrica e del gas in capo alle imprese - e in origine operanti in relazione alle spese sostenute nel primo e nel secondo trimestre del 2022 - allo scopo di estenderli anche ai costi sostenuti dalle imprese nei mesi di ottobre e novembre 2022 e innalzare così la misura di tali agevolazioni. L'articolo regola le modalità di fruizione dei crediti di imposta ed il regime di cedibilità e infine proroga al 31 marzo 2023 il termine per usufruire dei medesimi crediti d'imposta riferiti al terzo trimestre del 2022. L'articolo 2 riconosce un credito d'imposta a favore delle imprese esercenti attività agricola, della pesca e agromeccanica pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto del carburante per la trazione dei mezzi utilizzati effettuato nel quarto trimestre solare dell'anno 2022. Tale agevolazione è altresì estesa per lo stesso periodo, per le sole imprese esercenti attività agricola e della pesca, anche alla spesa sostenuta per l'acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi, adibiti all'allevamento degli animali. Il credito d'imposta è cedibile, solo per intero, dalle imprese beneficiarie ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione, salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di determinati soggetti. Il credito d'imposta è utilizzato dal cessionario con le modalità con le quali sarebbe stato utilizzato dal soggetto cedente e comunque entro la medesima data del 31 marzo 2023. Le modalità attuative delle disposizioni relative alla cessione e alla tracciabilità del credito d'imposta sono definite con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate.

L'articolo 3, modificato nel corso dell'esame in sede referente, ai commi 1, 2 e 5 interviene sulle garanzie che SACE è autorizzata a concedere - ai sensi dell'articolo 15 del decreto-legge n. 50 del 2022 - sui finanziamenti bancari sotto qualsiasi forma alle imprese con sede in Italia colpite dagli effetti economici negativi, conseguiti all'aggressione russa all'Ucraina. Il comma 1 prevede che le garanzie SACE sui finanziamenti bancari concessi alle imprese per esigenze di pagamento delle fatture per consumi energetici, emesse nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022, siano prestate a titolo gratuito, qualora il tasso di interesse applicato alla quota garantita del finanziamento non superi, al momento della richiesta di garanzia, il rendimento dei buoni del Tesoro pluriennali (BTP). Ai sensi del comma 2, l'ammontare garantito del finanziamento può essere elevato fino a coprire il fabbisogno di liquidità per i successivi dodici mesi per le piccole e medie imprese e per i successivi sei mesi per le grandi imprese, in ogni caso entro un importo non superiore a 25 milioni di euro, a condizione che il beneficiario sia classificabile come impresa a forte consumo di energia. Il comma 5 interviene sulle condizioni di accesso alla garanzia e sopprime il requisito per cui le imprese beneficiarie devono aver subito una contrazione della produzione o della domanda. Contestualmente, nelle esigenze di liquidità delle imprese, esplicita che sono comprese quelle relative agli obblighi di fornire collaterali per le attività di commercio sul mercato dell'energia. Il comma 4 modifica le condizioni per il rilascio della riassicurazione SACE dei crediti da fattura energetica - consentita dall'articolo 8 del DL n. 21 del 2022 -, sopprimendo l'inciso che limitava l'operatività della misura alle sole imprese con fatturato non superiore a 50 milioni di euro (lettera a). Ai sensi del comma 3, la garanzia del Fondo di garanzia PMI, su finanziamenti individuali successivi al 24 settembre 2022 e destinati alla copertura del pagamento delle fatture energetiche, emesse nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022, può essere concessa a titolo gratuito, laddove siano rispettate le medesime condizioni previste dal comma 1 per la gratuità delle garanzie SACE. La garanzia del Fondo copre l'80 per cento dell'importo del finanziamento a favore di tutte le imprese, a prescindere dalla classe di merito di credito di appartenenza di esse. Il comma 6 interviene sulla disciplina della procedura di rilascio delle garanzie SACE nell'ambito di finanziamenti volti a favorire progetti riconducibili al Green New Deal, prevedendo in particolare l'innalzamento da 200 a 600 milioni di euro del limite di ammontare garantito previsto, oltre il quale il rilascio della garanzia SACE è subordinato alla decisione ministeriale. Le misure contenute nell'articolo sono subordinate, ai sensi del comma 7, all'approvazione della Commissione europea. Il comma 8, modificato in sede referente, dispone in ordine alle risorse necessarie all'attuazione delle disposizioni del presente articolo, prevedendo che si provveda a valere sulle risorse disponibili a legislazione vigente sul Fondo a copertura delle garanzie concesse da SACE per far fronte alla crisi di liquidità delle imprese a seguito della pandemia. L'articolo 4, modificato nel corso dell'esame in sede referente, proroga dal 18 al 31 ottobre 2022 e dal 4 al 18 novembre 2022 la più volte disposta riduzione delle aliquote di accisa applicabili ad alcuni prodotti energetici utilizzati come carburanti e l'applicazione di un'aliquota IVA ridotta, pari al 5 per cento, alle forniture di gas naturale impiegato in autotrazione.

Con le modifiche apportate dalla Commissione, è confluito nell'articolo 4 del presente decreto-legge il contenuto dell'articolo 1 del decreto-legge n. 153 del 2022, che è stato contestualmente abrogato, con salvezza dei relativi effetti prodottisi nel frattempo, dall'articolo 1-bis del presente disegno di legge di conversione.

L'articolo 5, recante misure straordinarie in favore di regioni ed enti locali e modificato dalla Commissione speciale, al comma 1, incrementa di 200 milioni di euro, per l'anno 2022, l'importo di contributo straordinario autorizzato dal decreto-legge n. 17 del 2022 per garantire la continuità dei servizi erogati dagli enti locali, in relazione alla maggiore spesa per utenze di energia elettrica e gas, derivante dalla crisi energetica. L'incremento di risorse è destinato per 160 milioni di euro in favore dei comuni e per 40 milioni di euro in favore delle città metropolitane e delle province.

I commi 3, 4 e 6 definiscono un nuovo intervento per incrementare di 1.400 milioni di euro le risorse previste per il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, finalizzato a far fronte ai maggiori costi, dati dall'aumento dei prezzi delle fonti energetiche e al perdurare degli effetti della pandemia.

Il comma 5 prevede la possibilità del riconoscimento, per il 2022, da parte delle regioni e delle province autonome di un contributo una tantum in favore delle strutture sanitarie private accreditate titolari di accordi contrattuali con il servizio sanitario del medesimo ente territoriale. La misura massima di tale contributo, previsto in relazione all'incremento del costo sostenuto per le utenze relative all'energia elettrica e al gas, è pari allo 0,8 per cento del limite di finanziamento pubblico della struttura previsto per l'anno 2022 in base al singolo accordo contrattuale. Il contributo può essere riconosciuto nell'ambito delle risorse - pari complessivamente a 1.600 milioni di euro per il 2022 -, di cui al comma 4 dell'articolo 5, ripartite con decreto ministeriale.

Il comma 6-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, attribuisce alle regioni e alle province autonome, per il 2023, la facoltà di utilizzare la quota libera di avanzo di amministrazione per il finanziamento di spese correnti connesse con l'emergenza energetica in corso. L'utilizzo dell'avanzo per tale finalità è autorizzato già a partire dall'approvazione del rendiconto da parte dell'organo esecutivo di regioni e province autonome.

Il comma 6-ter, introdotto, anche questo, nel corso dell'esame in sede referente, esonera, per l'anno 2022, gli enti locali dall'obbligo di rendiconto dei contributi straordinari ricevuti per disposizioni di legge per fronteggiare l'emergenza COVID-19 e per sostenere i maggiori oneri relativi all'energia elettrica e al gas.

L'articolo 6 incrementa la dotazione del fondo istituito dall'articolo 9, comma 1, del decreto-legge n. 115 del 2022 (cosiddetto Aiuti-bis), aggiungendo ai 40 milioni già stanziati ulteriori 100 milioni di euro destinati a riconoscere agli esercenti servizi di pubblico trasporto locale e regionale su strada, lacuale, marittimo o ferroviario, un contributo calcolato sulla base dei costi sostenuti nell'analogo periodo 2021, per incremento di costo al netto dell'imposta sul valore aggiunto sostenuto nel terzo quadrimestre 2022 per l'acquisto del carburante.

L'articolo 7 dispone, per il 2022, un incremento di 50 milioni di euro del Fondo unico a sostegno del potenziamento del movimento sportivo italiano, da destinare all'erogazione di contributi a fondo perduto per le associazioni e società sportive dilettantistiche, per le discipline sportive, per gli enti di promozione sportiva e per le federazioni sportive, anche nel settore paralimpico, che gestiscono impianti sportivi e piscine. Con decreto dell'autorità politica delegata in materia di sport, da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, sono individuate le modalità e i termini di presentazione delle richieste di erogazione dei contributi, i criteri di ammissione e le modalità di erogazione, nonché le procedure di controllo da effettuarsi anche a campione.

L'articolo 8 prevede un contributo straordinario in favore di alcuni enti che gestiscono servizi sociosanitari e sociali svolti in regime residenziale o semiresidenziale e rivolti a persone con disabilità. Il beneficio concerne, in tale ambito di settore, gli iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti. La misura del contributo è determinata nell'ambito di un limite pari a 120 milioni di euro per il 2022, in proporzione alla differenza tra i costi sostenuti per la fruizione dell'energia termica ed elettrica nel terzo e quarto trimestre del 2022 e i costi sostenuti negli omologhi trimestri del 2021. È previsto, altresì, un contributo straordinario per gli enti iscritti nel suddetto Registro unico e non rientranti nella fattispecie di cui al comma 1, nonché per le organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale interessate dal processo di trasmigrazione dei relativi registri speciali al medesimo Registro unico e per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale iscritte alla relativa anagrafe. La misura del contributo è determinata nell'ambito di un limite di spesa pari a 50 milioni di euro per il 2022, in proporzione alla differenza tra i costi sostenuti nel 2022 per la fruizione di energia e di gas naturale e i costi sostenuti nel 2021.

L'articolo 9 estende la disciplina agevolativa e semplificatoria (prevista dall'articolo 5 del decreto-legge n. 50 del 2022 per la realizzazione di opere finalizzate all'incremento della capacità di rigassificazione nazionale) alle istanze di autorizzazione presentate dai soggetti interessati alla realizzazione delle opere medesime e delle connesse infrastrutture, qualora, in sede di autorizzazione unica, siano imposte prescrizioni o qualora sopravvengano fattori che impongano modifiche sostanziali o localizzazioni alternative.

L'articolo 10, modificato nel corso dell'esame in sede referente, prevede che il Ministro dell'Interno utilizzi direttamente o affidi in concessione, in tutto o in parte, i beni demaniali o a qualunque titolo in uso del medesimo Ministero per installare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, anche ricorrendo, a date condizioni, alle risorse del PNRR per la copertura dei relativi oneri. Il Ministero e i terzi concessionari dei beni demaniali possono costituire comunità energetiche rinnovabili nazionali anche con altre pubbliche amministrazioni centrali e locali e anche per impianti superiori a un megawatt. Le comunità energetiche così costituite in deroga alla disciplina vigente possono accedere ai relativi regimi di sostegno. Infine, i beni di cui al comma 1 sono qualificati come superfici e aree idonee ex lege alla realizzazione di impianti a FER. La competenza ad esprimersi in materia culturale e paesaggistica spetta alla Sovrintendenza speciale per il PNRR. L'emendamento, approvato dalla Commissione speciale, estende l'applicazione delle disposizioni appena richiamate al Ministero della Giustizia e agli uffici giudiziari.

L'articolo 11, modificato nel corso dell'esame in sede referente, per il 2022, stanzia 40 milioni di euro, al fine di mitigare gli effetti dell'aumento dei costi di fornitura di energia elettrica e di gas sostenuti da sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, istituti e luoghi della cultura. I criteri e le modalità di assegnazione sono definiti con decreto del Ministero della Cultura, da adottarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge.

L'articolo 12 incrementa di 10 milioni di euro il fondo destinato all'erogazione del bonus trasporti per il 2022.

L'articolo 13 incrementa di 30 milioni di euro, per il 2022, il contributo finalizzato al mantenimento delle scuole elementari parificate e alla realizzazione del sistema parascolastico integrato, previsto dall'articolo 1, comma 13, della legge n. 62 del 2000, al fine di sostenere l'aumento dei costi energetici.

L'articolo 14 autorizza la spesa complessiva di 100 milioni di euro per l'anno 2022, da destinare a sostegno del settore dell'autotrasporto di merci e di trasporto di persone su strada.

L'articolo 15 attribuisce un contributo una tantum di 100 euro a ciascuna sede centrale, regionale e provinciale e zonale degli istituti di patronato, a parziale compensazione dei costi sostenuti per il pagamento delle utenze di energia elettrica e gas, nel limite di spesa di 769.000 euro per il 2022.

L'articolo 16 prevede il dimezzamento dei termini, di cui all'articolo 3, comma 3, del Regolamento di semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, al fine di agevolare l'installazione di impianti fotovoltaici e solari termici sulle coperture e sulle facciate di edifici a servizio di attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. Si dispone che, fino al 31 dicembre 2024, sono ridotti da 60 a 30 giorni dalla presentazione della documentazione completa i termini entro i quali il Comando provinciale dei Vigili del fuoco competente si pronuncia sulla conformità dei progetti alla normativa dei criteri tecnici di prevenzione incendi.

L'articolo 17 innalza da 35.000 euro a 62.000 euro l'importo massimo dei finanziamenti in favore di piccole e medie imprese agricole e della pesca, ammissibili a determinate condizioni alla garanzia diretta dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare.

Il capo II (articoli 18- 21) reca disposizioni urgenti in materia di politiche sociali.

Nel dettaglio, l'articolo 18, modificato nel corso dell'esame in sede referente, prevede la corresponsione di un'indennità una tantum di 150 euro a favore dei lavoratori dipendenti con una retribuzione imponibile di competenza del mese di novembre fino a 1.538 euro. L'emendamento approvato dalla Commissione speciale prevede che l'individuazione dei dipendenti delle amministrazioni centrali o delle amministrazioni di cui i servizi di pagamento siano gestiti dal sistema informatico del Ministero dell'Economia e delle finanze NoiPA avvenga tramite apposite comunicazioni tra il Ministero dell'Economia e delle finanze e l'Istituto nazionale della previdenza sociale, nel rispetto della normativa, europea e nazionale, in materia di protezione dei dati personali.

L'articolo 19 prevede il riconoscimento di una somma di 150 euro, a titolo di indennità una tantum, ai pensionati con reddito fino a 20.000 euro, nonché a percettori di prestazioni assistenziali, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuata, dottorandi e assegnisti di ricerca, collaboratori sportivi, lavoratori stagionali a tempo determinato e intermittenti, lavoratori domestici, lavoratori agricoli, lavoratori autonomi privi di partita IVA, nuclei beneficiari del reddito di cittadinanza.

L'articolo 20 prevede, in via subordinata al possesso di uno specifico requisito inerente al reddito, un incremento, nella misura di 150 euro, dell'indennità una tantum già prevista per il 2022, nella misura di 200 euro, in favore dei lavoratori autonomi, ivi compresi i soggetti iscritti a regimi previdenziali obbligatori gestiti da enti di diritto privato; la dotazione complessiva del relativo fondo - che concerne il solo anno 2022 e che costituisce il limite di spesa per l'indennità in oggetto - viene elevata da 600 milioni di euro a 1.012,5 milioni di euro.

L'articolo 21, infine, differisce al 31 dicembre 2023 il termine per la trasmissione della richiesta di recupero da parte dell'INPS delle prestazioni pensionistiche indebite, con riferimento agli indebiti che emergano dalle verifiche dei redditi concernenti il periodo di imposta 2020, nonché agli indebiti che emergano dalle verifiche dei redditi relative al periodo d'imposta 2019, limitatamente, per quest'ultimo periodo, alle verifiche, in base ai dati trasmessi dal titolare, del trattamento pensionistico e non già disponibili per una qualsiasi amministrazione pubblica.

Per il prosieguo dei capi, invito l'onorevole Lucaselli a proseguire con il testo della relazione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice, onorevole Lucaselli. Forse non è in Aula… onorevole Lucaselli… Ecco, prego, onorevole Lucaselli, eravamo in trepidante attesa di ascoltare la sua relazione.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice. Grazie, Presidente. Come già detto dalla relatrice Cattoi, nel corso della mia relazione illustrerò i contenuti dei Capi III, IV e V. Il Capo III va dall'articolo 22 all'articolo 34 e reca misure per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza; il Capo è, a sua volta, articolato in quattro Sezioni. La prima contiene misure per l'attuazione del PNRR in materia ambientale. L'articolo 22, modificato nel corso dell'esame in sede referente, reca disposizioni finalizzate ad accelerare la realizzazione di opere, impianti e infrastrutture necessari ai fabbisogni impiantistici individuati dal Programma nazionale per la gestione dei rifiuti e dal PNRR, nonché a prevedere e disciplinare l'istituzione, presso il Ministero della Transizione ecologica, dell'Organismo di vigilanza dei consorzi e dei sistemi autonomi per la gestione dei rifiuti, degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi.

L'articolo 23 introduce l'obbligo, per il comune destinatario della richiesta di autorizzazione alla realizzazione ed eventuale gestione di una infrastruttura di ricarica su suolo pubblico o su suolo privato gravato da un diritto di servitù pubblica, di dare pubblicità dell'avvenuto ricevimento delle domande e, nel caso di più istanze concorrenti, di concedere l'autorizzazione all'esito di una procedura valutativa trasparente.

L'articolo 24, al fine di dare attuazione agli interventi del PNRR con riferimento agli investimenti legati all'utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate e all'allocazione delle relative risorse finanziarie pubbliche individua la società DRI d'Italia Spa quale soggetto attuatore degli interventi per la realizzazione dell'impianto per la produzione del pre-ridotto, aggiudicati ai sensi del codice dei contratti pubblici e delle altre disposizioni di settore. L'impianto per la produzione è gestito dalla stessa società; a tal fine, Invitalia Spa assicura l'assunzione di ogni iniziativa utile all'apertura del capitale della società a uno o più soci privati, in possesso di adeguati requisiti finanziari, tecnici e industriali, individuati mediante procedure selettive di evidenza pubblica.

La Sezione II - articolo 25 - reca misure per l'attuazione del PNRR in materia di università. L'articolo 25, modificato nel corso dell'esame in sede referente, dispone che le risorse previste dalla riforma 1.7 della Missione 4, componente 1, del PNRR siano destinate, per un importo pari a 660 milioni di euro, all'acquisizione della disponibilità di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore.

La Sezione III - articoli da 26 a 28 - contiene misure per l'attuazione del PNRR in materia di istruzione. L'articolo 26 prevede un riordino, tramite regolamenti di delegificazione, del sistema dell'istruzione tecnica superiore, finalizzato, in particolare, ad allineare i curricula e i percorsi di apprendimento agli obiettivi di innovazione digitale del Piano nazionale Industria 4.0 e alla domanda di competenze proveniente dal tessuto socio economico, nonché a promuovere la continuità con il percorso degli ITS Academy.

L'articolo 27 prevede modifiche puntuali alla disciplina del sistema di istruzione professionale finalizzate, in coerenza con la riforma dell'istruzione tecnica e professionale prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, a rafforzarne la connessione con gli obiettivi tecnologici di cui al Piano nazionale Industria 4.0, a semplificare le procedure per il passaggio tra i percorsi di istruzione professionale e i percorsi di istruzione e formazione professionale e a favorire i processi di internazionalizzazione della filiera tecnica e professionale.

L'articolo 28 dispone l'istituzione, presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Osservatorio nazionale per l'istruzione tecnica e professionale come struttura deputata a rafforzare la connessione tra il sistema di istruzione tecnica e professionale e le filiere produttive e professionali di riferimento, con funzioni consultive e di proposta. All'Osservatorio nazionale è associata l'istituzione, con decreto del Ministro dell'Istruzione, di osservatori locali operanti su base regionale presso gli uffici scolastici regionali.

La Sezione IV - articoli da 29 a 34-bis - reca ulteriori misure per l'attuazione del PNRR. L'articolo 29, in analogia a quanto previsto per gli enti locali titolari di interventi, introduce anche per gli enti locali attuatori degli interventi del Piano complementare un meccanismo di pre-assegnazione automatica delle risorse finanziarie per ciascun intervento di un importo aggiuntivo, rispetto a quello attribuito con il provvedimento di assegnazione, pari al 15 per cento dell'importo già assegnato.

L'articolo 30 reca disposizioni in materia di utilizzo di economie risultanti da contratti pubblici o concessioni di contributi pubblici relativi agli interventi del PNRR, prevedendo che le risorse assegnate e non utilizzate possano essere utilizzate dalle amministrazioni titolari degli interventi nell'ambito dei medesimi, per far fronte ai maggiori oneri derivanti dall'incremento dei prezzi delle materie prime, dei materiali, delle attrezzature, delle lavorazioni, dei carburanti o dell'energia.

L'articolo 31 autorizza il Ministero dello Sviluppo economico, quale amministrazione centrale titolare dei previsti interventi, ad affidare direttamente la realizzazione di piattaforme informatiche funzionali a garantire l'acquisizione, l'elaborazione e la gestione dei dati e dei processi relativi a società ed enti in-house, al fine di garantire lo svolgimento delle attività di coordinamento, attuazione, gestione, monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure previste dal PNRR. Il comma 2 rinvia all'articolo 43 del provvedimento in esame per la copertura degli oneri derivanti dalla realizzazione delle piattaforme di cui al comma 1, per il 2022. Per la gestione e l'aggiornamento delle piattaforme di cui al comma 1 il MiSE, anche avvalendosi dell'unità di Missione per l'attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

L'articolo 32 attribuisce ad Invitalia Spa la promozione della definizione della conclusione di appositi accordi quadro per l'affidamento di servizi tecnici e di lavori con il ricorso a procedure aggregate e flessibili per l'affidamento dei contratti pubblici, al fine di accelerare l'avvio degli investimenti.

L'articolo 33 modifica la disciplina relativa alla procedura di accesso alla magistratura, consentendo l'accesso al concorso ai neo-laureati e prevedendo la possibilità di utilizzo di strumenti informatici per l'espletamento delle prove. La disposizione modifica, inoltre, la disciplina relativa alle commissioni di concorso, prevedendo che i professori universitari che ne sono membri possano chiedere direttamente al proprio ateneo e senza necessità di un decreto ministeriale l'esonero parziale o totale dall'attività didattica.

L'articolo 34 estende anche alle farmacie rurali sussidiate che si trovano al di fuori delle aree interne del Paese la possibilità di accedere ai finanziamenti stanziati nell'ambito del PNRR. A tal fine, è prevista la copertura dell'onere di 28 milioni a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione. L'articolo 34-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, prevede che al personale assunto con contratto a tempo determinato dagli enti locali per la copertura dei posti di responsabili dei servizi e degli uffici possano essere affidati gli incarichi di responsabile unico del procedimento negli appalti e nelle concessioni.

Il Capo IV - articoli da 35 a 41 - reca ulteriori disposizioni urgenti. L'articolo 35 autorizza il Ministero dell'Economia e delle finanze ad adottare tutte le misure necessarie per assicurare la partecipazione italiana alle iniziative assunte dall'Unione europea nell'ambito dell'Assistenza MacroFinanziaria eccezionale a favore dell'Ucraina e al relativo rilascio della garanzia dello Stato per un importo complessivo massimo di 700 milioni di euro per il 2022 per la copertura, nei limiti della quota di spettanza dello Stato italiano, dei rischi sostenuti dalla UE.

L'articolo 35-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, interviene sulla disciplina del Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa, prevedendo che la garanzia massima dell'80 per cento sulla quota capitale dei mutui destinati alle categorie prioritarie possa essere concessa anche quando il tasso effettivo globale sia superiore al tasso effettivo globale medio, nel rispetto di determinate condizioni.

L'articolo 36 prevede per il 2022 un ulteriore incremento, nella misura di 15 milioni di euro, del finanziamento statale per le convenzioni tra l'INPS e i centri di assistenza fiscale. Per il medesimo anno, un primo incremento rispetto alla misura annua permanente è stato stabilito nella misura di 13 milioni dalla disposizione ora oggetto di novella. L'incremento complessivo per il 2022, rispetto alla suddetta misura permanente, è pari dunque a 28 milioni.

L'articolo 37 reca alcune modifiche alla disciplina sui vincoli procedurali per i licenziamenti di numero superiore a 50 e connessi alla chiusura nel territorio nazionale di una sede o struttura autonoma da parte di datori di lavoro rientranti in una determinata soglia dimensionale. La novella modifica alcuni termini temporali e gli effetti del mancato completamento della procedura, introducendo una clausola di salvaguardia per le eventuali condizioni di maggior favore per i lavoratori previste dalla contrattazione collettiva. Tali novelle si applicano anche alle procedure avviate prima dell'entrata in vigore del presente decreto-legge.

L'articolo 38, interamente sostituito nel corso dell'esame in sede referente, posticipa dal 30 settembre al 31 ottobre 2023 il termine per avvalersi della procedura per il riversamento spontaneo, senza applicazione di sanzioni e interessi, di crediti di imposta per investimenti in attività di ricerca e sviluppo da parte di soggetti che li hanno indebitamente utilizzati.

L'articolo 39 sancisce l'applicabilità delle clausole sociali previste dal Codice dei contratti pubblici, al fine di tutelare la stabilità occupazionale del personale impiegato nel caso in cui il Ministero della Cultura affidi a società in-house ad esso collegate i servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico svolti negli istituti e nei luoghi della cultura, già svolti da operatori economici privati.

L'articolo, 40 modificato nel corso dell'esame in sede referente, proroga al 31 dicembre 2022, salvo disdetta dell'interessato, l'applicazione delle disposizioni che hanno stabilito l'esonero, inizialmente non oltre il 31 dicembre 2021, dalle autorizzazioni in materia di beni culturali e di immobili ed aree di interesse paesaggistico, per la posa in opera temporanea su vie, piazze, strade e altri spazi aperti di interesse culturale o paesaggistico, di strutture amovibili (quali dehor, elementi di arredo urbano, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni), purché funzionali all'attività della ristorazione e di somministrazione di pasti e di bevande, di cui all'articolo 5 della legge n. 287 del 1991. L'articolo è stato emendato dalla Commissione speciale al fine di inserire, tramite l'introduzione del comma 1-bis, una disposizione in materia di copertura finanziaria delle domande di finanziamento agevolato riferite alla linea progettuale del PNRR “Rifinanziamento e Ridefinizione del Fondo 394/1981 gestito da SIMEST”, investimento volto a rifinanziare e innovare l'operatività dei finanziamenti per l'internazionalizzazione e aiutare le PMI, in particolare quelle del Mezzogiorno.

L'articolo 41 apporta modifiche al decreto-legge n. 457 del 1997, convertito con modificazioni dalla legge n. 30 del 1998, sulle navi destinate alla navigazione internazionale. La novella è dovuta alla necessità di adeguare l'ordinamento interno a una decisione della Commissione europea.

Il Capo V (articoli da 42 a 44), reca le disposizioni finanziarie e finali.

L'articolo 42 modifica la disciplina delle modalità di versamento dei proventi derivati dal meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, di cui all'articolo 15-bis del decreto-legge n. 4 del 2022, convertito con modificazioni dalla legge n. 25 del 2022, prevedendo che tali proventi siano versati direttamente al bilancio dello Stato e restino acquisiti all'erario fino a concorrenza dell'importo complessivo di 3.739 milioni di euro. Si prevede che tali proventi siano versati dal GSE, entro il 30 novembre 2022 in modo cumulato per il periodo da febbraio ad agosto 2022 e su base mensile per i mesi successivi, all'entrata del bilancio dello Stato e restino acquisiti all'erario fino a concorrenza dell'importo complessivo predetto. L'articolo prevede, altresì, che le eventuali maggiori somme affluite all'entrata del bilancio dello Stato, rispetto all'importo di cui al comma 1, siano riassegnate ad apposito fondo, da iscriversi nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'Economia e delle finanze, per essere destinate prioritariamente, con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Economia e delle finanze, alla proroga ed eventuale rimodulazione del credito d'imposta, di cui all'articolo 1 del provvedimento in esame.

Con i predetti decreti si provvede, inoltre, alla finalizzazione di eventuali ulteriori risorse eccedenti a misure volte a fronteggiare gli incrementi dei costi di energia elettrica e gas.

L'articolo 43, modificato nel corso dell'esame in sede referente, reca la quantificazione degli oneri derivanti dal provvedimento in esame e indica le corrispondenti fonti di copertura finanziaria, dispone la sostituzione dell'Allegato 1 della legge di bilancio 2022, modificando i livelli massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario del bilancio dello Stato, autorizza il Ministro dell'Economia e delle finanze ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio. L'articolo è stato emendato dalla Commissione speciale al fine di ricomprendere i mezzi di copertura degli oneri recati dal decreto-legge n. 153 del 2022, integralmente confluito nel decreto-legge in esame. Un'ulteriore modifica introdotta nel corso dell'esame in sede referente, anche se riproduttiva di una disposizione del citato decreto-legge, rifinanzia il Fondo per interventi strutturali di politica economica per il 2023.

L'articolo 43-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, prevede che le disposizioni del decreto-legge in discussione si applichino alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano, compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e con le relative disposizioni di attuazione.

L'articolo 44, infine, prevede l'entrata in vigore del decreto-legge il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, vale a dire il 24 settembre 2022.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie Presidente, il Governo esprime parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. In questa fase poteva eventualmente intervenire, più avanti esprimerà i pareri.

È iscritto a parlare il deputato Fabrizio Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, signora sottosegretario, come anticipato dalle colleghe relatrici, Cattoi e Lucaselli, che desidero ringraziare per il lavoro che hanno svolto in questi giorni in Commissione, oggi ci troviamo in quest'Aula per esprimere un voto su un provvedimento di considerevole importanza sia formale che sostanziale. Ci apprestiamo, infatti, ad esprimere il nostro voto su una delle misure volute dal precedente Governo Draghi, un provvedimento per supportare famiglie e imprese in un periodo di grande difficoltà, allocando più di 14 miliardi di euro, in aggiunta agli oltre 50 già precedentemente stanziati dai “decreti Aiuti” e “decreti Aiuti-bis”. L'obiettivo finanziario prevede interventi mirati su alcuni ambiti essenziali, li abbiamo visti in Commissione: l'energia, il lavoro, le imprese e l'attuazione del PNRR. Ambiti fortemente intrecciati che necessitano di un intervento omnicomprensivo, cosa che questo provvedimento ha inteso fare, dando ulteriori risposte, rispetto ai precedenti, al tema della crisi energetica globale, con i prezzi del gas, dell'energia elettrica e dei carburanti, che stanno gravando pesantemente su famiglie e imprese italiane.

È un provvedimento che prevede interventi sia generali, ossia a favore della collettività, sia mirati, per alcuni settori specifici, i relatori li hanno citati: l'agricoltura, la sanità, i trasporti, il mondo dello sport (che conosco bene e che spesso è trascurato), la cultura, l'istruzione e il Terzo settore, ma solo per citarne alcuni. È un provvedimento di cui il nostro gruppo apprezza la visione, andando oltre agli interventi immediati e prevedendo non solo misure una tantum, ma anche provvedimenti volti alla risoluzione dei problemi di medio e lungo periodo, come ad esempio quelli relativi alla semplificazione per la realizzazione della capacità di rigassificazione, che è un provvedimento fondamentale per l'emergenza energetica del nostro Paese, e la previsione dell'utilizzo dei beni demaniali per impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. È un provvedimento che intende intervenire anche in merito alle politiche sociali, prevedendo un contributo a favore dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi e dei pensionati. È un provvedimento che guarda al PNRR come occasione sia per la realizzazione di infrastrutture fondamentali per lo sviluppo del Paese, sia come occasione di crescita, semplificando le gravose procedure per la realizzazione di quelle opere, di quegli impianti e di quelle infrastrutture che sono appunto previste dal PNRR stesso. Una serie di interventi mirati e decisivi, che avrebbero dovuti essere accompagnati da ulteriori misure di intervento che sarebbero già arrivate in quest'Aula probabilmente se, come è accaduto, non si fosse deciso di terminare l'esperienza di Mario Draghi alla guida del nostro Governo. Un provvedimento che riteniamo, comunque, perfettibile, migliorabile, così come alcune funzioni delle Camere in questo iter.

E da qui, i pochi – quattordici - emendamenti, a dimostrazione di quella che sarà la nostra attività di opposizione, un'opposizione costruttiva e mai distruttiva, finalizzata a fare proposte concrete e soprattutto fattibili. Presidente, non abbiamo mai presentato alcun emendamento divisivo, non abbiamo presentato alcun emendamento provocatorio, non abbiamo presentato alcun emendamento ostruzionistico. Ci rattrista, al contempo, constatare come questo Governo, nonostante una sostanziale apertura al dialogo, abbia deciso di non condividere il merito delle proposte e di rifiutare in toto gli emendamenti proposti dal nostro gruppo, ma, in realtà, da tutte le opposizioni; emendamenti che ritenevamo semplicemente avrebbero portato ad una significativa semplificazione dei processi.

Lo abbiamo detto più volte in passato: dobbiamo combattere la gravosa burocrazia con regole più semplici e più efficienti, in grado di stimolare gli investimenti privati, e, in quest'ottica, volevano andare i nostri emendamenti. La burocrazia rappresenta il principale nemico per lo sviluppo delle imprese italiane e per l'attrattività del sistema Italia. L'imprevedibilità della burocrazia italiana comporta enorme incertezza, lo denunciano le famiglie e le imprese, nonché spreco di tempo e risorse. E, come classe politica, dobbiamo assumerci la responsabilità di sgravare le imprese italiane, formulando proposte atte a rafforzare e rendere più snelle le procedure di approvazione degli investimenti, con l'obiettivo di elevare quella competizione nazionale, come ci viene richiesto. Era un obiettivo che non pretendevamo si raggiungesse con questo provvedimento, non trattandosi di quel piano straordinario di semplificazione che abbiamo previsto nel nostro programma e di cui tengo qui a ribadire l'estrema necessità, ma pensiamo che gli emendamenti da noi proposti sarebbero andati semplicemente in quella direzione, efficientando il rapporto tra burocrazia e cittadini, imprese ed enti locali.

E cito proprio per ultimi gli enti locali non casualmente, avendo questa maggioranza deciso di rigettare un emendamento da me presentato, a firma congiunta con l'onorevole Marattin, che prevedeva l'esonero degli enti locali dal pagamento della tassazione degli extraprofitti, perché, appunto, trattandosi di enti pubblici, quindi ricavi di natura pubblicistica e non privatistica, tali introiti si sarebbero potuti utilizzare in un bilancio pubblico per destinarli a servizi a supporto della cittadinanza. Il Governo ha deciso di dare parere negativo anche a questo emendamento, di fatto continuando a ignorare le richieste delle pubbliche amministrazioni. Vedo in quest'Aula tanti amministratori come me, conosciamo le difficoltà degli enti locali: è ora di rimetterli al centro, e questo intendevamo semplicemente fare con questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Nelle prossime ore capiremo se verranno mantenuti gli impegni, cioè quello di votare congiuntamente un ordine del giorno su questo tema, nella speranza però che questo ordine del giorno diventi un'indicazione chiara per il Governo da inserire nel prossimo provvedimento utile, e non diventi, al contrario, come in tanti casi di ordini del giorno, carta per i posteri.

Il Ministro Giorgetti, ieri, in Commissione, ha annunciato un provvedimento previsto nei prossimi giorni per riformulare le misure sugli extraprofitti. Noi speriamo che questo provvedimento sia già il primo luogo di attuazione di questo ordine del giorno; vedremo e monitoreremo se si ricorderà, se vi ricorderete, di sicuro noi ce lo ricorderemo in quest'Aula. Ma sulla semplificazione abbiamo pensato altre proposte, dalla possibilità di realizzare nuovi impianti fotovoltaici nel settore turistico, ricettivo e termale, settore che è fortemente colpito da questa crisi e dall'aumento dei prezzi, e per cui questa risoluzione non è solo la semplificazione contro le lungaggini burocratiche, quanto la via di sopravvivenza per tante imprese del settore.

Abbiamo presentato anche quello relativo alla possibilità di estendere le procedure di semplificazione per gli impianti di potenza inferiore ai 50 chilowatt, introducendo un'importante novità, e cioè l'obbligo, anche per il gestore, di connettere gli impianti entro sessanta giorni dalla realizzazione, con un relativo monitoraggio pubblico per evitare esattamente quello che sta accadendo oggi, cioè decine di impianti in attesa di essere connessi alla rete e che, nel corso di una crisi energetica globale, sarebbero un grande contributo per quelle famiglie e quelle imprese che sull'autoconsumo hanno deciso di investire.

Avete rifiutato anche gli emendamenti volti alla corretta interpretazione degli extraprofitti stessi, sia evitando di inserire nel calcolo le accise versate all'erario, che nulla hanno a che fare con gli extraprofitti, sia non includendo le operazioni di acquisto e di vendita di azioni, che nulla hanno a che vedere con la ratio del provvedimento, non essendo extraprofitti caratteristici dell'aumento dei prezzi e delle tariffe del settore. Emendamenti, anche questi, che avrebbero semplicemente permesso di dare equità nel calcolo dell'importo alle aziende destinatarie di questo provvedimento. E non avremmo voluto neanche dimenticare gli aspetti sociali, dove, al fine di contrastare gli effetti negativi dell'evidente inflazione di quest'anno e sostenere il potere di acquisto delle famiglie, abbiamo proposto in via eccezionale un aumento del 2 per cento dell'importo del beneficiario dell'assegno unico universale per l'ultimo trimestre, in sostanza semplicemente anticipando di tre mesi quello che è già previsto dalla legge per l'anno prossimo. E non parlo della proposta di allargare lo strumento dei crediti di imposta a supporto dell'autoproduzione di quelle aziende non energivore che hanno deciso di fare investimenti in quella direzione. Noi crediamo che queste proposte dimostrino il tipo di opposizione che intendiamo fare nei prossimi mesi; un'opposizione costruttiva nei fatti, così come abbiamo dimostrato già con questo provvedimento; un'opposizione che dobbiamo ai nostri elettori, a coloro che hanno creduto nella proposta alternativa del Terzo Polo, e che attueremo con tutti i prossimi provvedimenti. Provvedimenti che ieri il Ministro Giorgetti ha annunciato e che potrebbero vedere convergenza su molti dei temi che i nostri emendamenti hanno trattato e per i quali vi aspettiamo alla prova dei fatti.

Le prossime settimane, infatti, saranno cariche di misure di grande rilievo, dal decreto Aiuti-quater alla revisione della norma sugli extraprofitti, alla razionalizzazione, perché così ha parlato ieri il Ministro Giorgetti, del bonus del 110 per cento, e in tutte quelle occasioni ci vedrete con proposte concrete e realizzabili, con un atteggiamento propositivo ed efficace, come abbiamo fatto in questa occasione in Commissione e come abbiamo fatto in campagna elettorale sul tema dell'energia, producendo un documento chiaro, con le coperture, di quella che sarebbe stata la nostra proposta energetica; una proposta inviata a tutti i leader degli altri partiti, da cui non abbiamo ricevuto risposta. Lo faremo, peraltro, vigilando con attenzione su come questo Governo intenderà procedere rispetto ai fondi del PNRR e alla loro messa a terra. Ieri, le parole del Ministro Giorgetti sono state vaghe su quello che intenderanno fare.

Per fare questo, e mi rivolgo al sottosegretario, speriamo che l'atteggiamento della maggioranza non sia quello visto in questa Commissione, arroccandosi su posizioni ideologiche e non accogliendo praticamente alcuna proposta migliorativa del provvedimento. La scusa è che si trattava di una misura ereditata dal precedente Governo. Bene, i prossimi non lo saranno, e, quindi, nei prossimi mesi, anzi giorni, scopriremo la verità. Noi ci saremo e continueremo a fare questo tipo di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi siamo in una situazione un po' particolare, nel senso che la fragilità delle condizioni energetiche del nostro Paese sta veramente arrecando problemi notevoli alla nostra economia, lo vediamo tutti i giorni con la difficoltà che hanno le nostre imprese nel proseguire la loro attività; problemi a cui dobbiamo stare veramente molto attenti e cercare di porre rimedio per quello che possiamo. Eravamo appena usciti da una crisi sanitaria, e già anche in quel frangente avevamo visto le problematiche che aveva creato; poi è arrivata la guerra fra la Russia e l'Ucraina, e c'è stata questa impennata dei prezzi dell'energia. Proprio in questo momento si evidenzia quanto mai sia importante poter mettere in atto una vera politica energetica; politica energetica che sicuramente non riusciremo a risolvere nell'immediato, perché le azioni da mettere in atto per raggiungere la nostra autosufficienza purtroppo richiedono tempo.

Quello che può fare il Governo, invece, è proprio porre in atto misure per tamponare i problemi immediati. È proprio quello che ha fatto il Governo: il Governo uscente ha stanziato nei primi provvedimenti, i “decreti Aiuti 1 e 2”, 50 miliardi, e con questo ha aggiunto oltre 14 miliardi. Una cifra che è pari al 3,5 per cento del PIL, proprio per sostenere le imprese e le famiglie, che sono i due attori più importanti ed essenziali. Cercare di diversificare l'approvvigionamento del gas è un'altra misura che ha cercato di fare il Governo.

Dispiace, invece, nel vedere, da parte dell'Unione europea, un atteggiamento lassista, nel senso che l'Unione europea doveva porre in atto un intervento tempestivo, perché è un problema, quello energetico, che non riguarda solo il nostro Paese, ma riguarda l'intera Unione europea. E, invece, abbiamo constatato tutti le difficoltà, per esempio, che abbiamo incontrato riguardo al price cap, una misura che, forse, sarebbe riuscita veramente a tamponare queste impennate del costo del gas e, di conseguenza, del costo dell'energia elettrica. Invece, si è perso tempo, tant'è che ancora adesso non è ancora ben definito come sarà, e se si riuscirà a farlo.

L'Unione europea deve intervenire tutta assieme, non lasciare la libertà ai singoli Stati di intervenire, perché con una risposta frammentata alla crisi, purtroppo, si otterrebbero risultati non soddisfacenti, azioni che magari non riescono veramente a contrastare il problema della crisi energetica. Abbiamo assistito, appunto, a questo aumento del prezzo del gas, delle bollette dell'energia elettrica, che sono più che raddoppiate, triplicate e sia consumatori che aziende ne sono stati duramente colpiti. Per le bollette triplicate abbiamo visto diversi bar e ristoranti che hanno dovuto chiudere, perché hanno avuto aumenti mensili delle bollette da 2 mila a 7 mila euro; le grandi industrie che hanno iniziato a mettere in Cassa integrazione i lavoratori o, addirittura, a licenziare; faccio l'esempio di alcune case di riposo che hanno dovuto chiudere di interi reparti. Tutte queste cose non vanno bene ed è nostro dovere cercare di dare risposte.

Il mercato energetico europeo non è mai stato così vulnerabile. Anche il minimo aumento della domanda di gas, di energia, in qualsiasi parte del mondo potrebbe far sì che interi settori dell'industria chiudano. E ricordo che, se le imprese chiudono, si creano disoccupati, si innescano prezzi elevati perché c'è carenza delle materie, la domanda crea proprio questa aspettativa, per cui c'è domanda e non c'è l'offerta. Le conseguenze sono la recessione e minori risorse, poi, per quello che lo Stato deve fare per aiutare gli altri. Non si può risolvere la crisi energetica nell'immediato. Io mi auguro che veramente il nuovo Governo ponga in essere tutte le misure affinché si raggiunga la nostra autonomia energetica, ma purtroppo serve tempo, come dicevo; serve tempo per creare nuovi gasdotti, serve tempo per creare nuove centrali nucleari di ultima generazione, che sarebbero quelle che ci garantirebbero proprio questa autosufficienza.

Come dicevo, quello che si può fare nell'immediato sono provvedimenti come quelli che ha varato questo Governo, ad esempio con il provvedimento “Aiuti-ter”, che stanzia – lo dicevo - oltre 14 miliardi, in cui sono contenute misure tampone; però, come si dice, piuttosto che niente, meglio qualcosa, perché sappiamo che la coperta è corta. Si voleva far di più? Vero, ma le risorse sono quelle che sono. Con tali risorse si è cercato di aiutare le famiglie e le imprese: le famiglie, dando 150 euro di bonus, che si aggiungono ai 200 già dati a luglio, per dipendenti, pensionati, disoccupati agricoli, disoccupati dello spettacolo, lavoratori del settore autonomo; si è incrementato il bonus per le piccole e medie imprese, sono state stabilite nuove aliquote, e tale bonus è stato esteso alle piccole imprese; si è dato un contributo alle spese del Terzo settore. A questo proposito, vorrei fare una precisazione. Io ringrazio il Governo, che ha stanziato risorse per il Terzo settore, in modo particolare per le case di riposo, però quello che vorrei evidenziare da questo punto di vista è che le risorse stanziate sono veramente minime. Giusto per darvi un'idea delle cifre, la casa di riposo nel mio comune: bolletta energia elettrica di agosto 2021, 14 mila euro; bolletta energia elettrica di agosto 2022, 64 mila euro. Voi capite che le case di riposo - che, ricordo, sono le strutture che si prendono cura dei nostri anziani, che hanno lavorato tutta una vita -, di fronte a questo esponenziale aumento del costo energetico, avendo questo aumento esponenziale dei costi, che cosa si troveranno a fare? A dover aumentare le rette ai degenti. E ricordo che i degenti che sono nelle case di riposo non sono benestanti, perché sappiamo che i benestanti, se possono, magari, si prendono la badante o altro. Queste persone sono veramente persone che hanno bisogno. Ricordiamo il servizio sociale che svolgono le case di riposo e, se non si fa qualcosa in più per tutto questo settore, si riversa nuovamente un problema sociale su tutti noi. Io penso e auspico veramente che con il prossimo provvedimento si faccia un ulteriore sforzo proprio per aiutare queste case di riposo.

Altre misure contenute nel provvedimento. C'è il bonus trasporti, che stanzia 60 euro di contributo per l'acquisto di abbonamenti, si dà un credito di imposta alle imprese agricole e pesca. Constatiamo tutti noi le difficoltà che stanno riscontrando le imprese agricole: hanno già il problema del reperire le materie prime, in più si aggiungono tutti i costi energetici. E, se cade un settore come quello dell'agricoltura, che è un pilastro portante della nostra economia, gli effetti che vedremo su tutti noi saranno veramente deleteri.

È stato prorogato il taglio delle accise del carburante. Nel decreto è stato prorogato dal 18 ottobre al 31 ottobre, ma, sempre in questo provvedimento è stato inglobato l'ulteriore decreto che ha varato il Governo in cui si proroga al 18 novembre l'applicazione dello sconto delle accise del carburante e l'applicazione dell'IVA. Sono stati stanziati 100 milioni per il trasporto pubblico locale e 1,4 miliardi per la sanità, altri 200 milioni per regioni e comuni e sono stati destinati contributi alle scuole paritarie.

Come dicevo, questo provvedimento, giustamente, si è occupato della questione energetica, ma non dobbiamo dimenticare che si occupa anche di un altro tema molto importante, il PNRR, perché uno degli aspetti principali su cui dobbiamo porre l'attenzione è il rispetto dei tempi per l'attuazione del PNRR. Se non rispettiamo la scadenza - ed è fondamentale rispettare la scadenza -, purtroppo non potremo usufruire delle risorse messe a nostra disposizione. Infatti, per fortuna, anche in questo provvedimento ci sono misure che agevolano proprio il rispetto dei tempi, in modo particolare la riforma degli istituti tecnici e professionali, ovvero il costante adeguamento dei processi educativi alle esigenze di competenze del settore produttivo nazionale. Io mi ricordo quando abbiamo affrontato la questione del PNRR: tutti gli auditi evidenziavano che uno dei nostri problemi era la mancanza di professionalità.

Questo fattore ritarda i tempi, perché, se non vi sono persone specializzate e competenti nei ruoli chiave, affinché tutto proceda correttamente e nel rispetto dei tempi, il problema diventa serio. Questo articolo cerca di porre rimedio a questo fattore. Come? Prevedendo proprio attività specifiche formative destinate al personale docente, patti educativi di integrazione e condivisione di tutte le risorse professionali, logistiche e strumentali e lo sviluppo dei processi di internazionalizzazione degli istituti.

Un altro tema sempre collegato al PNRR è stato quello di mettere a disposizione degli universitari dei posti letto. Inoltre, sono state stanziate risorse per far fronte al caro materie prime, perché anche questo è uno dei problemi che sta incontrando il nostro mondo produttivo. Inoltre, per affrontare la questione energetica è stato molto utile mettere a disposizioni beni demaniali per poter fare impianti per le rinnovabili. Si è fatta una semplificazione che riguarda tutti i rigassificatori. In più, vi è anche il tema, molto caro, della delocalizzazione. In questo provvedimento è stata aumentata la multa per chi delocalizza. È stato aumentato il limite temporale, per chi vuole delocalizzare, per la presentazione di un piano proprio per tutelare i lavoratori che, altrimenti, non avrebbero un lavoro e, se questo piano non è conforme, è prevista una multa, aumentata del 500 per cento. Un'altra cosa molto utile è l'istituzione di nuove piattaforme informatiche proprio per il PNRR, che agevolano l'acquisizione dei dati, in modo da avere sotto controllo l'iter dello stesso.

Questo decreto, come dicevo, ha affrontato la questione energetica e il PNRR, due temi fondamentali per la nostra economia in questo momento. Bene che il Governo si appresti a varare un ulteriore decreto di 9 miliardi sull'energia. Bene che il Governo, anche nel 2023, abbia chiarito, nelle sue esternazioni, per quanto riguarda la legge di bilancio 2023, l'intenzione di destinare tutte le risorse disponibili sempre alla questione energetica. Benissimo la cautela che sta avendo il Governo nella definizione della legge di bilancio, perché abbiamo davanti un nuovo inverno e anche se attualmente il prezzo del gas è diminuito, come dicevo, il prezzo è sul mercato; se solo aumenta leggermente il freddo invernale - e ipotizziamo che sia così, magari con un inverno rigido - il costo del gas aumenta di nuovo. Quindi, giustamente il Governo deve essere cauto per poter affrontare subito questo tema, se si verifica questa ipotesi.

Di fronte a questa situazione sono in gioco il nostro mondo produttivo e le nostre aziende, che dobbiamo aiutare. Sono in gioco le nostre famiglie che dobbiamo tutelare. Vanno bene tutte le linee programmatiche che sta avendo questo Governo, perché ha posto al centro di tutto i nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, oggi ci apprestiamo a votare il decreto “Aiuti-ter”, che prevedeva misure urgenti in materia di energia e sostegno alle imprese per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma sono state affrontate veramente le urgenze e, soprattutto, come sono state affrontate? Il decreto stanzia un totale di 14 miliardi di euro e nel testo trova spazio anche un nuovo bonus di 150 euro per lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati. Un lieve aiutino in confronto magari alla grande proposta che nei giorni scorsi è giunta dal Governo di aumentare a 10 mila euro il tetto del contante, per i pochi che possono permettersi di avere in tasca 10 mila euro. Ritroviamo qualche agevolazione per le imprese, per il pagamento delle bollette di luce e gas, e un nuovo credito d'imposta per bar, ristoranti e piccole attività artigianali.

Ma indovinate il Governo dove ha deciso di recuperare questi soldi? Dal reddito di cittadinanza! Praticamente, togliamo ai poveri per farli diventare più poveri, mentre vengono bocciati gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle in cui si proponeva di prendere il 40 per cento degli extraprofitti delle società energetiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che, grazie a questa crisi, stanno vedendo aumentare a dismisura il loro fatturato. E ancora, abbiamo chiesto un contributo al settore farmaceutico e assicurativo. Abbiamo chiesto un Fondo di solidarietà per contrastare la povertà energetica, ma anche questo è stato bocciato. Questa è l'urgenza: la povertà energetica è l'urgenza. Ci sono piccole attività commerciali che stanno chiudendo e alcune in Puglia hanno già chiuso. Abbiamo famiglie che devono decidere se pagare le bollette o mettere qualcosa in tavola, ma questo Governo cosa fa? Dice “no” alle nostre proposte, dice “no” al taglio degli extraprofitti e al Fondo di solidarietà. No, non si toccano i soldi dei più ricchi! Li prendiamo dai più poveri! È, quindi, un Governo forte con i deboli, con le famiglie che stanno vivendo il disagio sociale, ma è debole con i forti. Ripeto: forte con i deboli e debole con i forti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Perché dico che questo Governo è debole? Perché il MoVimento 5 Stelle da sempre ha chiesto un tetto al prezzo del gas, il price cap di cui parliamo. Il nostro presidente Giuseppe Conte ne ha parlato da mesi. Il nostro Governo è stato in Europa. È stato ascoltato? Mi sembra di no, perché le ultime notizie al Consiglio Affari Energia straordinario sul gas dicono che la Commissione europea non presenterà una proposta sul tetto al prezzo del gas e questa, invece, era la base per risolvere i nostri problemi.

Poi, c'è anche un altro punto, di questi giorni, molto critico: il bonus edilizio. C'è lo stop di Poste Italiane alla cessione dei crediti, momentaneo e in attesa di chiarimenti, evidentemente, e si parla di superbonus e bonus edilizio. Noi vogliamo ricordare che il prodotto interno lordo è aumentato grazie all'ecobonus 110 per cento e la ripresa del settore dell'edilizia è necessaria. Questo settore va sostenuto. Quindi, mi chiedo: ma quali urgenze, quindi, ha portato avanti questo Governo in questo provvedimento?

Passiamo a un altro tema: la tutela della salute e dell'ambiente, due questioni che vanno insieme. Abbiamo presentato un emendamento per l'impianto siderurgico ex Ilva di Taranto. È a mia prima firma, è stato predisposto dal senatore Mario Turco ed è firmato da tutti i parlamentari pugliesi. Abbiamo chiesto la predisposizione di un piano strutturale che preveda investimenti ecosostenibili, la riconversione industriale che consenta la continuazione dell'attività produttiva attraverso la realizzazione di una produzione ecosostenibile, alimentata magari con forni elettrici e con idrogeno verde, nel rispetto sempre di tutte le norme per la tutela ambientale, sanitaria e di sicurezza. Noi vi abbiamo chiesto anche di promuovere interventi per mitigare l'emergenza energetica e favorire lo sviluppo delle imprese nell'ambito delle fonti di energia rinnovabile e proseguire le attività di bonifica, che sono necessarie, nell'area interessata. Quindi, redigere un piano di investimenti integrato che tenga conto anche degli esiti della VIIAS e della clausola sociale. Adesso, questo Governo spieghi alle famiglie e ai lavoratori di Taranto perché ha bocciato questo emendamento.

Questo Governo deve una spiegazione ai pugliesi. Non è un'urgenza la salute dei lavoratori? Non è un'urgenza la tutela del territorio, del nostro ambiente, del loro lavoro e della loro casa? Concludo, ricordando che questa è una settimana speciale, questa è la settimana in cui abbiamo il summit mondiale sui cambiamenti climatici, la COP27. Ora, il nostro Presidente, Giorgia Meloni, ha dichiarato che, per questo Governo, sarà una priorità combattere il riscaldamento globale. Bene, allora perché ha bocciato anche un altro nostro emendamento, a mia prima firma, volto ad accelerare la realizzazione di opere, impianti e infrastrutture necessari ai fabbisogni impiantistici individuati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza e che, in particolare, prevedeva un coordinamento sulla gestione della valutazione degli impianti che riguardano l'umido e la parte organica? C'è chiaramente una situazione che, da questo punto di vista, non va molto bene, quindi le regioni devono coordinarsi con il PNRR e con altre leggi in particolare. C'era pure anche una riqualificazione degli impianti, operata sulla base del metodo tariffario dei rifiuti, approvato con deliberazione di ARERA. Qui chiaramente stiamo parlando di economia circolare, che deve essere un qualcosa di reale, perché altrimenti non facciamo realmente la decarbonizzazione, quindi, non abbattiamo la CO2 in atmosfera.

Ho lasciato, infine, come ciliegina sulla torta, quello che non c'è adesso in questo decreto, ma che so che sarà inserito nel “decreto Aiuti-quater”: le trivelle, un altro problema che - devo dire - la Puglia ha visto già molto positivamente. Vi auguro, veramente, vi supplico di andare a studiare un po' di relazioni che sono state fatte da una serie di istituti, anche a livello internazionale, sulla insostenibilità economica delle trivelle. Non vi faccio i calcoli, perché li trovate - li abbiamo inseriti in chissà quanti comunicati stampa –, ma, dal punto di vista economico, le trivelle sono insostenibili. Lasciamo perdere che mi occupo di ambiente, ma non è solo quello il problema. E teniamo conto che, se c'è poi un danno ambientale, dovete poi pagare a valle il danno ambientale! E questo per cosa? Per una risorsa che, per i quantitativi di metri cubi - massimo 100, se riusciamo a recuperarli –, non copre nemmeno un periodo di due anni. Quindi, perché dobbiamo dare soldi alle lobby, quando poi i pescatori e il turismo, in Puglia come chiaramente in tutte le altre regioni che si trovano sulla costa, avranno problematiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Quindi, quali sono le urgenze? Le urgenze sono tutelare le famiglie italiane e tutelare l'economia. Ma, dietro l'economia, c'è un'Italia che respira e, per respirare, significa che deve avere un'aria pulita e deve tutelare il proprio ambiente (i nostri ragazzi ce lo dicono per strada tutti i giorni). Per questo, andiamo alla COP27, ma, per portare a casa veri risultati, dobbiamo farlo a livello internazionale, ma anche qui, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, onorevoli colleghi, è condivisibile l'impostazione del decreto che ci viene sottoposto oggi, un decreto basato su misure urgenti in materia di energia, di politiche sociali e di interventi importanti per l'attuazione del PNRR. Per quanto riguarda il sostegno alle imprese e alle famiglie per far fronte al caro energia, gli interventi toccano tutti i settori, i settori produttivi ed i settori sociali, fino ad arrivare allo sport e alla cultura. Sarebbero stati ravvisabili alcuni correttivi, ma è condivisibile la scelta di procedere senza emendamenti. Nel settore delle politiche sociali, sono indispensabili e urgenti gli una tantum previsti per lavoratori e pensionati in difficoltà. Gli interventi per i deboli e per le persone in difficoltà ci sono - ci sono eccome! - in questo decreto. Sono tanti gli aspetti su cui ci si potrebbe soffermare di fronte a un provvedimento a più sfaccettature; su alcuni aspetti si soffermeranno, ovviamente, i colleghi del nostro gruppo, qui e anche nelle dichiarazioni di voto. Quello su cui intendo soffermarmi io, in maniera specifica, in questi minuti, è un aspetto specifico, quello della Sezione III: si tratta di pochi articoli, dal 26 al 28, ma dal forte valore non tecnico, ma programmatico, perché dedicati alla riforma dell'istruzione tecnica, alla scuola, ai giovani e al futuro.

Sono temi centrali per Noi Moderati, temi centrali per questo decreto, su cui molto lavoro ci sarà da fare e da condividere insieme. Si tratta di una riforma certo legata al PNRR per la modernizzazione dell'istruzione tecnica superiore, quella del quinquennio della scuola secondaria di secondo grado, della modernizzazione della scuola per la modernizzazione del Paese. Con questi pochi, ma efficaci articoli si dà mandato a una revisione dei percorsi per rafforzare le competenze, aumentare il collegamento con il tessuto socio economico del territorio, favorire l'innovazione. Tutto questo significa rendere il sistema di istruzione tecnica professionale più rispondente alle richieste di sviluppo tecnologico del Paese, consolidando - come spiega bene la relazione allegata - il legame tra crescita economica e giustizia sociale e provando - c'è da aggiungere -, nel contempo, a ridurre sempre di più quel gap, quel divario esistente tra personale ricercato dalle nostre imprese e figure formate a disposizione, figure che mancano. È un tema attuale, un problema con il quale le nostre imprese si confrontano ogni giorno e sempre di più.

Nel comma 2, lettera b) dell'articolo 26 si cita in maniera chiara la parola “orientamento”: è una parola importante, fondamentale per indirizzare, in maniera sempre più chiara e consapevole, le scelte dei nostri ragazzi. È importante che sia citata in questo decreto, perché, anche da questo punto di vista della riforma dell'orientamento, molto lavoro ci sarà da fare e credo che trovarla in questo decreto significhi tracciare una strada, una rotta che impegni quest'Aula, che ci vede come gruppo assolutamente impegnati e concordi.

Legare i percorsi di istruzione tecnica – tornando, ovviamente, nel merito di questo decreto - con le esigenze del territorio e con i percorsi delle ITS Academy è un passaggio importante, prezioso e fondamentale, così come la formazione del personale docente e l'istituzione dell'Osservatorio nazionale per l'istruzione tecnica e professionale, con funzioni consultive e di proposta, in un settore vitale per il futuro e lo sviluppo del nostro Paese e per il futuro dei nostri giovani.

In coerenza con tutto questo, con l'importanza da attribuire alla formazione tecnica e professionale - come detto e come scritto -, occorre precisare che alcuni emendamenti sarebbero stati utili già adesso, come quello all'articolo 8, per permettere l'accesso al Fondo istituito per gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi, civilmente riconosciuti, che gestiscono servizi sociosanitari e sociali svolti in regime residenziale e semiresidenziale rivolti a persone con disabilità per permettere l'accesso a questo Fondo anche agli enti di formazione accreditati dalle regioni, pienamente inseriti nel sistema educativo di istruzione e formazione e incardinati come livelli essenziali di prestazioni, che coinvolgono circa 157.000 giovani, nonché - altro emendamento - estendere questo Fondo alle fondazioni ITS Academy, su cui tanto si è lavorato e che sono arrivate a una riforma definitiva, anche esse inserite nel sistema educativo e di alta formazione, alle prese con un aumento dei costi energetici con circa 20.000 giovani iscritti.

Inizialmente, avevamo proposto questi emendamenti; aver soprasseduto, viste le premesse di questo intervento e visto quanto propone, come base, questo decreto, siamo certi che non significhi rinunciare a un sostegno, nei prossimi provvedimenti del Governo e nei prossimi interventi, per un settore in cui si crede, come fattore affatto secondario per lo sviluppo di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie Presidente, colleghi e sottosegretaria Albano. Quello che arriva oggi in quest'Aula è un provvedimento sicuramente complesso, frutto, tra l'altro, del precedente Governo e della precedente legislatura.

È un provvedimento che è stato adottato per dare corso e per fare fronte alle conseguenze sul tessuto imprenditoriale, sulle amministrazioni locali e sulle famiglie prodotte dal caro energia e, soprattutto, per adottare le ulteriori misure attuative degli obiettivi posti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Sono stati numerosi gli elementi di discussione all'interno della Commissione speciale, tra maggioranza e opposizione. Come Partito Democratico, come evidenzieranno anche i miei colleghi, abbiamo cercato di rispondere, attraverso i nostri emendamenti, alle numerose sollecitazioni provenienti dalle amministrazioni locali, da comuni, province e regioni, dal tessuto imprenditoriale e associativo nel settore dell'energia, dei trasporti, della sanità dell'agricoltura, della cultura, provando a intervenire per alleviare i pesanti effetti che il perdurare della crisi energetica del caro energia sta producendo nel nostro Paese. Abbiamo posto sollecitazioni importanti e significative, che ovviamente non si limiteranno a questo provvedimento, ma, come abbiamo anche più volte evidenziato, nel corso del nostro dibattito all'interno della Commissione speciale, caratterizzeranno la nostra azione e le nostre proposte, anche in vista dei prossimi provvedimenti, a cominciare dall'ormai imminente legge di bilancio.

C'è un tema, su cui voglio soffermarmi e che, in parte, è stato introdotto anche dall'intervento di chi mi ha preceduto, ovvero le disposizioni contenute negli articoli 26, 27 e 28 del decreto, relative agli istituti tecnici professionali e all'Osservatorio nazionale per l'istruzione tecnica e professionale. Si tratta certamente di riforme importanti, previste, tra l'altro, negli obiettivi e nella Missione istruzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, individuati dal Governo Draghi. Riforme che, insieme alle altre cinque, già approvate o in corso di definizione (gli ITS, la scuola di alta formazione, la riforma dell'orientamento e la riorganizzazione del sistema scolastico e del reclutamento), intendono, proprio come evidenzia il PNRR, contribuire a mettere il sistema scolastico al centro della crescita del Paese, integrandolo pienamente nella dimensione europea.

Tutte le riforme dovranno essere attuate entro il 2022 e attendiamo anche con ansia quelle che riguarderanno l'orientamento e la riorganizzazione del sistema scolastico e quelle relative alle riforme già adottate nei mesi scorsi. Con riferimento agli istituti tecnici e professionali, come è stato citato, la riforma intende allineare il curriculum degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto imprenditoriale del Paese e si ricollega all'altrettanto importante riforma già adottata, degli istituti tecnici superiori che intendono ampliare e potenziare la formazione professionale e le competenze tecnologiche e tecnico-professionali, garantendo in particolare un rapporto diretto con i territori, con i tessuti produttivi, ovvero un elemento senza dubbio importante e di forza. Obiettivo certo importante, ma che, nonostante sia così ambizioso, manca forse di un elemento in questo provvedimento, e proprio in tal senso sono andati i nostri emendamenti. L'elemento che tradisce questa grande e importante ambizione è forse proprio l'assenza delle risorse, che sappiamo bene non essere previste tra gli obiettivi e le Missioni del PNRR, ma che, di fronte ad una riforma così importante e significativa per l'istruzione del Paese, sicuramente non possono mancare. Per questo motivo, come Partito Democratico, avevamo previsto negli emendamenti l'istituzione di un fondo specifico per l'attuazione della riforma, per il 2022 e, successivamente, a decorrere dal 2023. Infatti, il tema delle risorse, purtroppo, non è indifferente. Nei giorni scorsi abbiamo letto le dichiarazioni del Ministro Valditara riguardo anche all'istruzione tecnica e professionale. Ci fa piacere che colga l'importanza e la centralità del percorso formativo. Però, ci auguriamo, che al di là della bocciatura del nostro emendamento in questa sede, si agisca soprattutto e si intervenga in questo senso nella prossima legge di bilancio, stanziando risorse adeguate a sostegno dell'istruzione tecnica e professionale e, più in generale, a sostegno dell'istruzione. Infatti, l'appuntamento legato alla legge di bilancio sarà importante e determinante e, pertanto, come Partito Democratico, eserciteremo un controllo e un'opposizione severa, e propositiva nei contenuti. Ci preoccupa, purtroppo, la mancanza di proposte e di riferimenti all'istruzione nella NADEF approvata ieri, in quest'Aula.

Nell'attuale Esecutivo siedono componenti di quel Governo Berlusconi che si è reso protagonista del taglio di 8 miliardi di risorse all'istruzione e di 133.000 cattedre. Proprio per questo vigileremo e saremo molto attenti e propositivi, perché questo non accada. Il PNRR ci ha confermato, ancora una volta, l'importanza e la necessità di investimenti qualificati e ingenti nel settore dell'istruzione, soprattutto stabili e assicurati nella prospettiva. I tassi di uscita dal sistema di istruzione in Italia, i livelli di dispersione scolastica presenti nel nostro Paese e la povertà educativa ed economica ci impongono un impegno e una riflessione seria e devono essere, secondo noi, temi centrali nell'agenda politica e nelle proposte che saranno al centro dell'azione di questo Governo. Il Ministro Valditara recentemente ha parlato di una scuola dove si devono affermare i concetti di Patria e di autorevolezza. Noi pensiamo che si debba, prima ancora, impegnarsi per una scuola che sia attenta verso tutta la comunità scolastica, che sia capace di valorizzare i docenti e, per questo, riteniamo che sia ormai improrogabile il rinnovo del contratto di lavoro con risorse, tra l'altro, significative ulteriori, aggiuntive e adeguate, perché pensiamo e crediamo in una scuola che dia opportunità agli studenti. Opportunità che si legano a una scuola dell'infanzia e ad un sistema 0-6 per tutti, per la piena gratuità dei trasporti, per gli interventi di edilizia scolastica, per le mense e per il tempo pieno. Solo se la scuola è realmente inclusiva, capace di affrontare il nodo delle diseguaglianze e dei divari territoriali, potendo garantire a tutti non solo uguali condizioni di partenza, ma interventi costanti durante tutto il percorso scolastico, è in grado di attuare la sua missione e la sua funzione di servizio pubblico. Solo in questo modo la scuola si fa strumento per l'emancipazione e la crescita del singolo e per lo sviluppo della società. Una scuola nazionale, e non regionalizzata, attenzione. Nella nostra risoluzione, presentata ieri in Aula, avevamo fatto una proposta al Governo e posto un impegno ben preciso, quello di reinvestire le risorse liberate dalla riduzione della spesa in istruzione conseguente al calo demografico proprio in questo settore, nel settore della scuola, a beneficio dei giovani e delle future generazioni. Lo riteniamo un impegno significativo e importante in questo senso. Su questo, come sull'impegno più generale a investire significativamente nell'istruzione, nei docenti, negli studenti e in tutta la comunità scolastica, ci troverete sempre attenti e pronti a confrontarci, perché, al di là delle affermazioni e delle formule retoriche che non sono mancate – devo dirlo - in queste settimane, riteniamo che la scuola sia efficacemente e realmente al centro dell'azione di questo Governo e solo lo potrà essere - vigileremo e vogliamo che questo accada, vi solleciteremo costantemente come opposizione - purché sia uno degli impegni con strumenti e risorse finanziarie adeguate. Pensiamo che questo sia il tempo delle scelte anche per voi, su questo e sugli altri temi. Noi attenderemo con ansia e con attenzione le vostre risposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Onorevoli colleghi, signor Presidente, rappresentante del Governo, partecipo a questa discussione generale in una veste diversa, diverse vesti per essere precisi: quella di deputato del primo partito nazionale, quella di deputato del primo partito nazionale di maggioranza, quella, da ieri, di presidente della Commissione cultura, scienza e ricerca della Camera dei deputati, quale garante del Parlamento e, in ogni caso, con il mandato politico di responsabile cultura e innovazione del gruppo a cui appartengo e del partito che nel 2012 fondammo con Giorgia Meloni. La VII Commissione darà piena dignità a tutti gli ambiti: cultura, istruzione, editoria, scienza, ricerca, sport. Sono gli ambiti di cui si occuperà in maniera equanime, proprio per esaminare tutti i temi di emergenza energetica che questo provvedimento affronterà.

La nomina a presidente della Commissione cultura è un grande onore, una grande emozione; sono stati, questi, anni di battaglia politica premiati, appunto, con l'impegno, la passione e la dedizione.

Ma veniamo, ora, al provvedimento in esame. L'economia globale risente ormai da diversi mesi di un'inflazione diffusa con una percezione altamente elevata; i prezzi delle materie prime, come sappiamo, soprattutto energetiche, esercitano una forte pressione al rialzo su tutta la filiera, ponendo un freno all'attività produttiva, specialmente nei settori ad alta intensità energetica. Le associazioni di categoria calcolano che una famiglia italiana media dovrà spendere più di 4 mila euro in un anno sull'onda degli aumenti generalizzati e indiscriminati, come pure dei guadagni della speculazione che nelle crisi trova il suo varco ideale per farsi avanti. Ecco perché l'azione del Governo Meloni è fondamentale per affrontare la stangata, già in pieno vigore. In due settimane, il Governo Meloni ha liberato 30 miliardi per calmierare e coprire il costo delle bollette; abbiamo messo in sicurezza il tessuto produttivo e, già oggi, il decreto che stanzia i primi 9 miliardi sarà in Consiglio dei Ministri. Il decreto-legge Aiuti-ter, che oggi convertiamo, è un testo, come è noto, scritto dal precedente Governo, ma va licenziato entro il 22 novembre, per cui i lavori di Commissione sono stati condotti dalla nuova maggioranza, apportando, come sappiamo, solo modifiche essenziali, senza alterare lo spirito del provvedimento, apportando modifiche tecniche, anche con un atteggiamento propositivo verso le opposizioni, approvando alcuni emendamenti e portando quindi al voto di astensione dei gruppi del MoVimento 5 Stelle, del Partito Democratico e del Polo liberale.

Quindi, qualcosa è cambiato; vi è un clima diverso di collaborazione e di rispetto del Parlamento, ricordando le decine di fiducie che il Governo dei migliori poneva, come anche quelli precedenti. Quindi, bene le norme che limitano l'impatto del caro energia su imprese e categorie; si tratta di un primo passo, ma già annunciamo che il grosso delle misure sarà nella legge di bilancio. L'estensione del credito d'imposta è un primo passo, poi, ricordo i 50 milioni per lo sport destinati a fondo perduto per le associazioni e società sportive dilettantistiche, per le discipline sportive, per gli enti di promozione sportiva e per le federazioni sportive; i 40 milioni per le sale da spettacolo, come cinema e teatri e per la danza; i 30 milioni per le scuole paritarie, dimostrando, su tale punto, una grande attenzione e una diversa sensibilità rispetto ai Governi precedenti e alle maggioranze precedenti; in attuazione del PNRR, norme per la realizzazione di nuovi alloggi universitari, 660 milioni, e modifiche alla disciplina degli istituti tecnici superiori, norme che non abbiamo modificato, ma solo migliorato, nel corso dell'esame del provvedimento, ma che ci vedevano già impegnati, nella scorsa legislatura dai banchi dell'opposizione, a sostegno di queste iniziative.

Nel decreto-legge Aiuti-quater, oggi in Consiglio dei Ministri, troveranno spazio, poi, anche le disposizioni dell'ultimo decreto-legge del Governo relativo alle nuove concessioni di estrazione di gas. Le concessioni ammesse potranno operare anche nelle aree interessate dai cosiddetti vincoli aggiuntivi di esclusione previsti dal PiTESAI. È previsto, quindi, l'aumento delle estrazioni da giacimenti nazionali da almeno 500 milioni di metri cubi, stimando una quantità di 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nel prossimo decennio. Come potete constatare, anche in tale ambito qualcosa è cambiato.

Lavoreremo su misure che possano imprimere una consistente accelerazione sul fronte delle sorgenti rinnovabili, tutelando il paesaggio. Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, oggi, si può dire che le rinnovabili contribuiscono alla produzione complessiva di energia elettrica per l'11 per cento; il resto dell'energia elettrica necessaria è prodotto attraverso il gas e, poi, vi è la produzione attraverso gli idrocarburi. Quindi, noi abbiamo bisogno, per accrescere i nostri livelli di autonomia, di potenziare anche le rinnovabili, con un vero mix energetico. Ciò che è mancato all'Italia, quindi, è un vero e proprio pensiero strategico sulla politica energetica negli ultimi anni, come rimarcava il compianto Enrico Mattei.

Dobbiamo trovare, colleghi, giusti compromessi tra ambiente e sviluppo economico, ma anche tra ambiente e paesaggio, attraverso un giusto rapporto fra l'installazione di nuove infrastrutture e il rispetto dell'ambiente e del paesaggio. Le autorità competenti in materia paesaggistica, le sovrintendenze, spesso hanno una visione eccessivamente vincolistica, quasi feudale, inserita nei pareri, una sorta di feudalesimo del territorio. Noi riteniamo che le esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio siano sicuramente prioritarie, come il sottosegretario Sgarbi ha più volte sostenuto, così come il collega Rampelli, e condividiamo ovviamente il sacro rispetto per il paesaggio - è un rispetto che i conservatori hanno insito nella propria visione culturale e politica -, ma bisogna tenere in considerazione la fase di definizione dei princìpi e dei criteri per l'individuazione delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili. Il precedente Governo, lo sottolineiamo, ha bocciato e bloccato l'87 per cento delle nuove installazioni e, quindi, bisogna trovare un compromesso, bisogna convocare le grandi aziende energetiche per rivedere i progetti che ancora si possono rivedere, ma bisogna, nel contempo, accelerare quelli che si possono realizzare, perché vanno a contribuire al fabbisogno energetico nazionale.

Tuttavia, per dimostrare la sacra attenzione che abbiamo per il paesaggio, mi piace citare in questa sede, dato anche l'anniversario, una bellissima frase di Pasolini, proprio sull'amore per la propria terra. Pasolini ci ricordava, nel suo “Saluto e augurio”: “Difendi i paletti di gelso, di ontano, in nome degli Dei, greci o cinesi. Muori d'amore per le vigne. Per i fichi negli orti. I ceppi, gli stecchi. (…) Difendi i campi tra il paese e la campagna, con le loro pannocchie abbandonate. Difendi il prato (…). I casali assomigliano a chiese (…).” Difendi, prega, ama. E questo è il rispetto che gli italiani devono avere del territorio, del paesaggio e degli ecosistemi, ma questo non è in contraddizione con l'innovazione. L'innovazione va gestita, la téchne deve essere assolutamente indirizzata, per cui fa bene il Ministero della Cultura a vigilare e a tutelare il paesaggio, ma c'è poi l'interesse nazionale e, quindi, vigilanza e cura del territorio devono andare di pari passo con l'innovazione e il fabbisogno energetico nazionale, in un momento di crisi come questo.

Colleghi, con l'innovazione e la semplificazione sarà possibile superare tanti blocchi. Cito alcuni esempi che possono anche essere modelli per i nuovi impianti: nel Brennero, i pannelli fotovoltaici sono installati negli spartitraffico; Fratelli d'Italia da sempre propone un'innovazione e un maggiore uso del fotovoltaico lineare, ad esempio sulle barriere antirumore delle autostrade. Sono tanti gli ulteriori esempi della rigenerazione urbana applicata alla produzione di energia rinnovabile. La Emroad ha creato un sistema wireless elettrico, la forza della ricerca ha prodotto forme nuove, penso alle celle solari a punti quantici, nanoparticelle in grado di assorbire la luce solare e immagazzinare energia, praticamente una vernice, su cui il CNR ha brevettato, con l'Università di Bari, ricerche e prodotti applicati; applicazioni, queste, già testate in ambito navale. Penso, poi, alle comunità energetiche e alla dovuta necessità che già il Governo ha posto sui temi dell'edilizia e della trasformazione dei consumatori di energia in prosumer, sia come semplici cittadini, sia per le aziende, e per i quali la normativa va resa più snella e semplificata.

Colleghi, le comunità energetiche sono un vero e proprio modello comunitario; possono produrre energia da fonti rinnovabili, possono essere una contromisura efficace per ridurre l'impatto dei prezzi sul nostro tessuto produttivo e per ridurre la dipendenza dall'estero; le comunità energetiche sono per lo più concentrate in Veneto e in Emilia-Romagna, con 300 comuni in Sicilia. Legambiente, ad esempio, ricorda che sono 38 i piccoli comuni italiani alimentati al 100 per cento da energie rinnovabili, che soddisfano autoconsumo e bisogni della propria popolazione con fonti del luogo e ben 2.271 quelli al 100 per cento autonomi sul fronte dei consumi elettrici.

Il modello esiste, quindi; è possibile produrre in maniera diffusa, raccogliere e fare delle comunità energetiche un modello diffuso orizzontale, oltre, ovviamente, alle grandi produzioni delle filiere energetiche industriali. Su questo, colleghi, ci impegneremo, perché possa essere portato avanti in maniera più semplice, più diretta e più immediata.

A questo proposito, poi, si dimostra la necessità di investire nel nostro sistema di istruzione e universitario, collegandolo appunto agli apparati produttivi con la presenza dello Stato.

Sono esempi attuali, certo, ma è dalla combinazione di questi fattori che si sviluppano i grandi poli dell'innovazione, unendo digitale, scienza e ricerca, settore universitario pubblico e privato, sistema produttivo, in una grande alleanza, come è avvenuto nella Silicon Valley o nella città incubatore di Berlino o, ancora, nella Nazione start-up di Israele. Un percorso che abbiamo portato avanti in questi anni in Parlamento, anche con il Ministro Urso e il sottosegretario Butti, dai banchi dell'opposizione e che siamo certi verrà reso politica di governo con il Governo Meloni.

Colleghi, dall'opposizione spesso abbiamo tenuto quest'Aula per ore e ore nell'ottica dell'interesse della Nazione, abbiamo sostenuto più volte la maggioranza su ciò che ritenevamo giusto, come l'invio delle armi in Ucraina. Noi siamo chiamati ora alla responsabilità. Non sviliremo il Parlamento nelle opposizioni, lo abbiamo già dimostrato con questo provvedimento. Metteremo la Nazione al centro. Parla la nostra storia politica per noi. Noi eravamo discriminati, eravamo il polo escluso e non discrimineremo, pertanto, nessuno.

Ma voglio concludere con un riferimento che ho fatto prima e dedicare questo intervento a Enrico Mattei, un visionario che ha pagato con la propria vita questo coraggio e questa visione: “Ho lottato contro l'idea fissa, che esisteva nel mio Paese: che l'Italia fosse condannata ad essere povera per mancanza di materie prime e di fonti energetiche. Queste fonti energetiche le ho individuate e le ho messe in valore e ne ho tratto delle materie prime”. Vi ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Presidente, colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, il decreto-legge n. 144 del 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 223 del 23 settembre 2022, è stato predisposto e votato unanimemente dal precedente Governo alla vigilia delle elezioni politiche del 25 settembre. Si pone in stretta continuità con i decreti-legge nn. 4, 17, 21, 50 e 115 del 2022, prorogando alcune delle misure già in vigore e introducendone di nuove per contrastare gli effetti economici della grave crisi internazionale, a beneficio, sia delle famiglie, sia delle imprese, finalizzate alla mitigazione dell'impatto sul costo della vita di una fiammata inflazionistica alimentata, in massima parte, dai prezzi dei beni energetici, che investe soprattutto i rincari del costo delle bollette e dei trasporti per famiglie e imprese.

Sono previste numerose e differenziate misure, che abbiamo analizzato e abbiamo anche emendato in parti consistenti, ritenendo che molte di quelle scelte siano sbagliate e molte altre troppo deboli. Si tratta di misure che vanno dall'estensione temporale, all'aumento dei crediti di imposta previsti dai decreti-legge emanati nel corso di quest'anno per ridurre l'impatto dei costi dell'energia e del gas, al riconoscimento di un credito d'imposta in favore delle imprese esercenti attività agricola, pesca e agro-meccanica. Interviene sulle garanzie SACE e il Fondo di garanzia delle piccole e medie industrie, sulla proroga della riduzione delle aliquote di accisa e IVA su alcuni prodotti energetici. Prevede misure di sostegno per garantire l'erogazione dei servizi da parte degli enti locali, risorse per il Servizio sanitario nazionale, assolutamente insufficienti dico io, contributi una tantum alle strutture sanitarie private accreditate. Interviene su trasporto pubblico locale e regionale, contributo straordinario, carentissimo, sul terzo settore.

Sostegni per il settore della cultura, anch'esso assolutamente insufficiente. Interviene su scuole elementari parificate, autotrasporto, disciplina agevolativa e semplificatoria per l'aumento della capacità di rigassificazione, ahinoi; sull'installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e su beni in capo a vario titolo al Ministero dell'Interno, e non si capisce perché solo al Ministero dell'Interno. E poi indennità varie, una tantum, una tantum, una tantum, per lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e altri soggetti, prevedendo basse soglie di reddito, molto basse. E ancora, disposizioni per accelerare la realizzazione di opere di cui al Programma nazionale per la gestione dei rifiuti, su cui proponiamo un importante emendamento. Interviene sull'housing universitario e anche sul sistema di istruzione tecnica superiore e professionale. Propone una normativa più severa sulla cessazione delle attività produttive di grandi aziende, con almeno 250 dipendenti e, conseguentemente, il licenziamento di oltre 50 persone; anche su questo presentiamo un emendamento.

La guerra in Ucraina è una tragedia che continua a produrre devastazione e morte nel cuore dell'Europa e va fermata con ogni possibile azione diplomatica che metta a tacere le armi. Ma la guerra produce anche enormi profitti, frutto della speculazione sui prezzi dei prodotti energetici, oltre a quelli sulla vendita delle armi. Detti prezzi dei prodotti energetici - che sono molto, molto aumentati, come è noto - hanno consentito alle prime dieci grandi produttrici occidentali di petrolio e gas, nel terzo trimestre di quest'anno, di incassare utili netti per 95,64 miliardi di dollari, quasi il triplo rispetto ai 38,61 miliardi dell'anno precedente. Un vero bottino di guerra, che pesa come un macigno sulle economie mondiali e muove diversi Governi a cercare contromisure in forma di aiuti e sostegni a cittadini e imprese, pesantemente esposti ad un'inflazione che corre e che sarà davvero molto difficile fermare. L'impennata dei prezzi energetici ha evidenziato sempre di più la necessità di una decisa svolta, di una forte accelerazione nella transizione ecologica, e che questa oggi è diventata cruciale non solo dal punto di vista ambientale, ma, ovviamente, per la tenuta stessa, economica e sociale, del Paese.

Il nostro gruppo ha presentato in Commissione speciale e, oggi, in Aula emendamenti puntuali, che rispondono ad un approccio totalmente diverso e per aspetti decisivi alternativi a quello presente in questo provvedimento. Innanzitutto, la crisi energetica, come già la crisi pandemica, evidenzia, da una parte, un approfondimento drammatico delle diseguaglianze, un impoverimento delle classi medio-basse, un'erosione del potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni, un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di lavoratori autonomi e piccoli imprenditori, un aumento della povertà assoluta, e, dall'altra parte, accumulazione di profitti, extraprofitti e rendite finanziarie e non, in una misura inaudita.

La questione energetica non è affrontata dall'attuale Governo e anche da chi l'ha preceduto, va detto, con la consapevolezza necessaria del contesto in cui ogni crisi - pandemica, energetica, economica, finanziaria, sociale, geopolitica - si genera e si sviluppa.

Il contesto è il pianeta malato, violato, sfruttato, che si surriscalda più velocemente del previsto e rischia di far saltare tutto, politiche, strategie, conti, la vita stessa. Questa consapevolezza dovrebbe accompagnare ogni scelta, ogni decisione, ogni provvedimento, ogni atto legislativo ed esecutivo. Invece qual è l'ultima trovata del Governo? Il via libera alle trivelle, il via libera alle trivelle in aree marine ambientalmente preziose, delicate e fragili, facendo credere che i nostri mari siano ricchi di gas. Bugia! I dati del MiSE indicano che i giacimenti di gas sfruttabili non superano i 37 miliardi di metri cubi, pari al 50 per cento del fabbisogno annuale. Zaia stesso, il presidente della mia regione, il Veneto, oggi, in un'intervista al Corriere della Sera denuncia quanto sia sbagliata questa scelta. L'86 per cento dei veneti e degli italiani nel 2016 votarono contro il referendum sulle trivelle e Zaia, che conosce molto bene il nostro territorio, denuncia la pericolosità per questa nostra regione, per il nostro litorale, per la nostra laguna di Venezia, per il Polesine, di ricominciare con le trivelle nei pozzi già sfruttatissimi, magari anche aprendone di nuovi.

Il tema, anche con riferimento al problema della subsidenza - mi riferisco anche a lei, rappresentante del Governo - è molto delicato, perché sono state disastrose le trivelle per il Polesine, ne paghiamo ancora adesso le conseguenze. Con la siccità abbiamo avuto un cuneo salino che è risalito di 40 chilometri, compromettendo l'agricoltura in una maniera mai sperimentata prima. Per la laguna di Venezia, la mia città, Venezia, sarebbe veramente un orrendo delitto, un attacco a tutti i livelli di mediazione e di condivisione trasversalmente raggiunti persino in questo Parlamento. E nulla si dice dei quasi 3 miliardi di gas che l'Italia ha esportato all'estero nei primi mesi del 2022, facendo realizzare profitti miliardari a società di brokeraggio ed energetiche.

A fine anno l'ammontare di questo export equivarrà alla portata del rigassificatore di Piombino. In realtà, a proposito di quanto diceva il collega Mollicone, dietro c'è veramente un'altra cultura di governo, un'altra cultura rispetto all'ambiente e all'economia di questo Paese. C'è l'intenzione di continuare con l'importazione di gas e fare in modo che la strategia energetica del nostro Paese sia fatta dall'ENI che ha fatto extraprofitti inaccettabili sul piano morale. Di fronte ad una crisi economica e ambientale, abbiamo una società, come ENI, che ha fatto nei primi sei mesi dell'anno un utile di più 700 per cento e nei primi nove mesi un extraprofitto di 11 miliardi di euro, mentre le imprese sono in ginocchio e le famiglie impoverite. Nel frattempo, rimangono bloccati 180 gigawatt di autorizzazione di energia rinnovabile, la vera chiave di volta per ridurre il prezzo dell'energia, andare verso l'autonomia energetica e contribuire alla soluzione della crisi climatica.

Per questo, proponiamo, tra gli altri, un emendamento che dispone la nomina di un commissario straordinario per l'emergenza energetica e l'eventuale nomina di subcommissari a livello regionale per velocizzare e garantire l'autorizzazione di almeno 60 gigawatt di impianti a fonte rinnovabile entro l'anno.

Si potrebbe così colmare il ritardo accumulato rispetto al raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale integrato energia e clima e evitarne l'ulteriore crescita, anche alla luce delle recenti evoluzioni normative europee che aumenteranno il target di nuova capacità attesa al 2030.

Dobbiamo sostenere l'autoconsumo collettivo e la formazione - su questo c'è un certo accordo, va detto - delle comunità energetiche rinnovabili quale modalità di aggregazione di soggetti che condividono gli impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile, auto-organizzando collettivamente la produzione, il consumo e la gestione dell'energia, in modo da combattere la povertà energetica e contenere i costi dell'energia.

La realizzazione delle comunità energetiche rinnovabili consente di accelerare la diffusione sul territorio di impianti da fonti rinnovabili, di condividerne la produzione, permettendo l'autoproduzione da energie pulite, aiutando famiglie, imprese, enti locali, enti del Terzo settore a beneficiare dei vantaggi di una generazione distribuita e pulita che, se integrata con interventi di efficienza energetica e promozione di mobilità sostenibile, consente di innovare profondamente il sistema energetico, con benefici sia ambientali che economici. In relazione allo scandalo degli extraprofitti, di cui parlavo ora, maturati da ENI e dagli altri colossi energetici, come più volte abbiamo denunciato, proponiamo che l'aliquota del contributo straordinario non si limiti al 25 per cento, ma arrivi al 100 per cento e si estenda a sei ulteriori mesi il periodo di rilevazione, fino al 31 ottobre di quest'anno, per definire la base imponibile in questa maniera. Il che consentirebbe di destinare questo maggiore gettito erariale, pari a circa 40 miliardi di euro, a misure di compensazione al carovita e sostegno alle fonti rinnovabili stesse. Sempre a favore di famiglie, lavoratori e lavoratrici, piccole e medie industrie, prevediamo un contributo di solidarietà a carico dei grandi patrimoni, che sarà presentato anche oggi da altri deputati che interverranno dopo di me.

Altri emendamenti, di cui parleranno i miei colleghi, se approvati, propongono una visione differente con riferimento al decreto-legge che oggi convertiamo in legge al fine di portare veramente utilità sociale, economica e ambientale a questo Paese.

In realtà, questo decreto non affronta la necessaria protezione dei redditi di lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate. Segnaliamo anche l'assenza di strumenti di tutela dei lavoratori nelle filiere maggiormente in difficoltà a causa dell'aumento dei costi energetici.

Il provvedimento, in linea con i 200 euro introdotti nel decreto-legge n. 50 del 2022, prevede una indennità di soli 150 euro per i lavoratori dipendenti, pensionati e altre categorie. Se la platea dei beneficiari dei 200 euro aveva come riferimento una soglia massima di 35 mila euro annui, ora ne ha una di 20 mila euro, quindi molto, molto ridotta. Purtroppo, la nuova indennità mantiene gran parte dei difetti e delle iniquità della precedente. In particolare, sono esclusi i precari con meno di 50 giornate lavorate, rimane il divieto di cumulo familiare nei nuclei percettori di reddito di cittadinanza e il meccanismo di erogazione continua ad essere a compartimenti stagni: è previsto un requisito diverso per ogni categoria e, quindi, tende ad escludere figure ibride, lavoratori stagionali, precari, intermittenti. Inoltre, è davvero strano che chi percepisce la NASpI nel mese di novembre possa percepire i 150 euro, mentre chi ha percepito la NASpI fino a ottobre viene escluso dal bonus. Per evitare queste ingiustizie, anche su questo, il nostro gruppo ha presentato emendamenti.

Mentre le famiglie italiane sono in ginocchio, non riescono a pagare le bollette ed arrivare alla fine del mese, mentre le imprese rischiano di chiudere per i costi energetici esorbitanti, mentre il Paese diventa sempre più povero e disuguale, c'è qualcuno che si sta arricchendo sulle spalle della maggioranza degli italiani e delle italiane: sono le società energetiche, che continuano ad accumulare profitti scandalosi - oltre 50 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2022 -, utili in continua crescita, come, ad esempio, ENI che, nel periodo tra luglio e settembre, ha visto i suoi profitti aumentare a 3,73 miliardi di euro, per un totale di 10,8 miliardi di euro dall'inizio dell'anno. Tutto ciò è inaccettabile: gli extraprofitti sono un esproprio sociale ai danni delle famiglie e delle imprese italiane. È evidente che il Governo Meloni vuole continuare con la strategia del forte con i deboli e debole con i forti, addirittura ostacolando le rinnovabili, che sono la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica, per abbassare le bollette, per creare posti di lavoro, per renderci indipendenti nella produzione di energia e fronteggiare la crisi climatica gravissima che è in atto. Gli extraprofitti sono soldi delle italiane e degli italiani ed è a loro che vanno restituiti immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, prendo la parola per dichiarare il nostro sostegno al “decreto-legge Aiuti-ter” e per evidenziare come le nostre imprese e i nostri enti locali guardino con grande attenzione alla conversione in legge di questo provvedimento. Coraggio Italia, con Noi Moderati, si è messo immediatamente al lavoro per fare in modo che le richieste di sostegno e di aiuto provenienti dai nostri territori vengano tenute in evidenza. Ed è con questo spirito che, nel presentare determinati emendamenti, abbiamo voluto sostenere il mondo del vetro di Murano, vera eccellenza di Venezia e orgoglio del made in Italy nel mondo e tendere una mano ad ANCI, facendo nostra una serie di proposte che l'Associazione dei comuni ha presentato al Parlamento nell'ottica di sostenere gli enti locali nel periodo invernale, dalla chiusura del 2022 al primo semestre del 2023, e, quindi, dar loro la possibilità di iniziare e predisporre i bilanci del prossimo anno.

Nell'equilibrio e nella responsabilità di essere maggioranza di questo Governo, come Noi Moderati, abbiamo provveduto a ritirare gli emendamenti, sapendo, però, che i temi sollevati sono e saranno comunque all'attenzione dell'Esecutivo. Ed è per questo che, con la concretezza che ci contraddistingue, ribadisco la necessità di revocare, Presidente, l'applicazione del regime de minimis sulle attività produttive del vetro di Murano, che ha impedito loro di utilizzare appieno il beneficio derivante dal decreto ministeriale del 29 marzo 2022, andando, invece, ad applicare il regime quadro temporaneo di crisi per misure di aiuti di Stato a sostegno dell'economia e a sostegno dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina; una misura che permetterà alle attività produttive di ricevere interamente i benefici previsti per loro, che saranno rideterminati in 400 mila euro per impresa.

Il vetro di Murano e le imprese, spesso di natura familiare, che portano avanti questa antichissima tradizione veneziana hanno bisogno di un nostro sostegno, altrimenti rischiamo di chiudere definitivamente i forni e, con loro, l'arte che non ha uguali nel mondo. Presidente, lo dico con cognizione di causa, perché, fino all'altro giorno, ero la presidente - la prima donna - della sezione Vetro di Confindustria Venezia e Rovigo e, quindi, ho vissuto proprio in prima linea l'oggettiva difficoltà di queste aziende, che hanno, come prima materia produttiva, proprio il gas, elemento non sostituibile. Giusto per capire, le bollette sono passate da 35 mila euro al mese a 300 mila euro al mese per le nostre imprese vetraie.

Le vetrerie di Murano hanno lavorato comunque, nella certezza di ricevere un parziale rimborso delle spese energetiche, confidando in questo supporto previsto dalla legge e, quindi, moltissimi si sono esposti dal punto di vista finanziario. Ma il 30 giugno scorso è stato sospeso il cosiddetto Temporary framework che, durante la pandemia, ha permesso, invece, ad altre aziende di ricevere sostegni in deroga alla disciplina ordinaria degli aiuti di Stato. Con il ritorno al regime del de minimis, quindi, le imprese potranno ottenere al massimo 200 mila euro nell'arco temporale di un triennio, con un tetto che molte realtà hanno già sforato con le prime erogazioni. Ecco l'urgenza dell'intervento e la sensibilità nei confronti delle nostre aziende muranesi.

Al tempo stesso, Presidente, Coraggio Italia, con Noi Moderati, si fa carico della richiesta di aiuto da parte di ANCI, che si è fatta portavoce di un vero e proprio grido di aiuto di tanti sindaci e amministratori locali che si trovano in reale difficoltà nella gestione del bilancio del proprio ente. Dobbiamo, quindi, insieme trovare ulteriori risorse finanziarie, dando un segnale di attenzione non solo a chi quotidianamente si trova a far fronte a maggiori oneri energetici, ma anche a chi ha necessità di alleggerire il peso del rimborso dei prestiti, allentando così i vincoli di parte corrente, ed ha bisogno di uno snellimento e di una semplificazione di processi riguardanti l'attuazione del PNRR. Servirà, quindi, un provvedimento per stanziare un miliardo di euro per il sostegno degli enti locali per far fronte all'incremento dei costi energetici. Quindi, bene la richiesta di stanziare 500 milioni per rinnovare il dispositivo di aiuto alimentare estendendo ai generi di prima necessità e al sostegno e al pagamento di utenze di affitti, bene per la deroga e la rendicontazione dei contributi straordinari ricevuti per far fronte all'emergenza sanitaria COVID-19, per la richiesta delle semplificazioni del procedimento di autorizzazione e per l'installazione degli impianti solari, fotovoltaici e termici sugli edifici, consentendone la realizzazione anche nei centri storici.

Coraggio Italia e Noi Moderati - e concludo - continueranno ad essere dalla parte di chi si impegna e chiede un aiuto per risollevare le sorti del nostro Paese e dei nostri territori ed è per questo che non possiamo restare sordi davanti alle richieste che ci arrivano dal mondo del vetro di Murano, a cui sono particolarmente sensibile, e dai nostri 8 mila comuni italiani. Lo avevamo promesso in campagna elettorale e ora vogliamo dimostrarlo, come sempre mettendoci la faccia e difendendo queste legittime richieste con tutta la nostra forza (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi e componente del Governo, in questo mio primo intervento in discussione sulle linee generali, qui, in Aula, dopo 5 anni di legislatura trascorsa al Senato, voglio unirmi agli auguri di buon lavoro al Governo, affinché ponga al centro gli interessi del Paese e anche affinché il Parlamento recuperi una centralità che merita.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 11,40)

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Questo decreto-legge è una creatura del Governo Draghi e in questo percorso di conversione in legge abbiamo avuto l'evidenza che questo Esecutivo, almeno nei suoi primi passi, sta pedissequamente seguendo il cammino del Governo Draghi. Tra l'altro, in questo decreto-legge ogni emendamento è stato respinto. Quindi, voi approverete quella che sarà la versione originaria del decreto-legge, ossia quello di Draghi, e possiamo, a maggior ragione, affermarlo dopo che ieri abbiamo approvato, qui, una risoluzione su una NADEF che è senza alcun tipo di ambizione, che ci prepara a una manovra a dir poco timida, con un micro-scostamento di bilancio, che noi abbiamo responsabilmente votato, ma che corrisponde soltanto a esigui 11 miliardi di euro, del tutto inefficienti alle necessità del Paese, per la protezione delle parti più fragili del tessuto socioeconomico, per le sfide di un 2023 che sarà di recessione oppure, al massimo, di crescita zero, come peraltro stima lo stesso Ministro dell'Economia. Insomma, benvenuto al cambiamento che volevate dare al precedente Governo.

E mi chiedo e vi chiedo, cari colleghi, ma come sia possibile riconsegnare l'Italia agli anni bui del PIL a zero, oppure a zero virgola qualche cosa. Ve lo chiedo soprattutto dopo che una tragedia come la pandemia, che abbiamo vissuto, come la guerra, che stiamo vivendo alle porte dell'Unione europea, e la conseguente crisi energetica avrebbero dovuto, e dovrebbero, convincerci della necessità di un cambio di paradigma economico, convintamente orientato a una lungimirante e ben ponderata politica economica espansiva.

In un momento delicato come quello attuale, però, avremmo dovuto e si poteva sicuramente fare di più. È ovvio che per diminuire i costi dell'energia la prima cosa da fare è risparmiare sull'utilizzo dell'energia e del gas, come è ovvio che abbiamo un solo modo, poi, per poter fornire energia alle persone. Come si fa? Attraverso l'utilizzo di fonti rinnovabili. Questa è l'unica cura che esiste al problema e, tra l'altro, a chiedercelo sono gli stessi italiani. Il 15 per cento degli italiani – ripeto, il 15 per cento, quindi tantissimi italiani - non ce l'ha fatta a pagare - lo ricordiamo tutti - la prima bolletta del primo bimestre del mese. Questo è accaduto a persone che conosciamo, ma ben pochi sanno che in Italia il 15 per cento degli italiani vive in povertà energetica. Cari colleghi, la povertà energetica non è soltanto il fatto che uno non ce la fa a pagare la bolletta, perché la povertà energetica, forse come primo contributo, ha la dispersione energetica da parte degli edifici.

Insomma, noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo provato a migliorare questo decreto-legge. Io voglio ricordare alcune proposte, in particolare, tre. La prima - e ringrazio il collega Mollicone, di Fratelli d'Italia, che l'ha ricordata - ha eretto il valore delle comunità energetiche. Nella prima, appunto, noi chiedevamo che si potessero costituire comunità energetiche più facilmente presso le aree demaniali del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili anche per impianti sopra un megawatt, che poi è la stessa cosa che lo stesso decreto-legge Aiuti ter prevede per il Ministero della Giustizia, solo che non si può sapere perché “a chi figli e a chi figliastri”.

Inoltre, proponevamo di semplificare le procedure di realizzazione degli impianti di energia da fonti rinnovabili, con un semplice modo: dare la possibilità ai pannelli fotovoltaici di essere allocati più facilmente sulle coperture di immobili di strutture alberghiere e termali, nel rispetto, però, dell'aspetto dei materiali della tradizione locale. Abbiamo anche proposto, per le imprese veramente in difficoltà economica, che non sanno come pagare la bolletta, ma che magari hanno crediti fiscali che derivano dall'essere state troppo energivore e gasivore, di scontare in fattura direttamente quel credito di imposta. È facilissimo: ho un credito che vanto nei confronti del gestore, il quale, nella prossima bolletta, quel credito me lo toglierà. Eppure, non c'è stato niente da fare. Niente, siamo rimasti completamente inascoltati.

Eppure, noi dovremmo avvertire il dovere di rispondere in maniera concreta a chi, fuori da queste stanze, si chiede se, quando la politica parla di efficientamento energetico, di transizione ecologica, di impianti di energia da fonti rinnovabili, lo fa seriamente e dà seguito a fatti oppure lo fa solo per campagna elettorale, come fosse soltanto uno specchietto per le allodole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Eppure, la guerra in corso ci ha fatto capire una cosa molto importante: ridurre la dipendenza energetica del Paese significa difendere la nostra democrazia e come in democrazia ogni cittadino, ogni italiano, è importante per la propria comunità e per il Paese, così, nel processo di transizione energetica del Paese, ogni cittadino, ogni comunità, ogni quartiere e ogni via devono essere tasselli fondamentali del Paese.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 11,45)

AGOSTINO SANTILLO (M5S). La cosa meravigliosa è che per farlo non dobbiamo inventarci assolutamente niente, perché, cari colleghi, due strumenti li abbiamo già. Abbiamo le risposte concrete, però dobbiamo trovare il coraggio di ammettere che questi strumenti non hanno un colore politico, ma hanno soltanto il colore della nostra bandiera italiana. Allora, gli strumenti sono due: uno è il superbonus 110 per cento e l'altro sono le comunità energetiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Gli strumenti li abbiamo già, e funzionano.

Nei vostri interventi - mi rivolgo anche ai vicini del PD - molte volte parliamo di efficientamento energetico e di comunità energetiche e stamattina si è unito anche l'intervento del collega di Fratelli d'Italia. Allora, è trasversale questo tema delle comunità energetiche. Cerchiamo di far nascere quante più comunità energetiche possibile. Ma non ci dimentichiamo del superbonus 110 per cento, perché qui una cosa è dimostrata: gli edifici su cui viene realizzato il superbonus mediamente dimezzano il fabbisogno di energia. Quindi, io faccio interventi con il superbonus e, dato che sono interventi di efficientamento energetico, dimezzo il fabbisogno. Non sto parlando di quanto pago; sto parlando del fatto che devo prendere meno energia dall'esterno. In un momento in cui devo tagliare, in cui devo cercare di limitare le risorse energia e gas questo mi sembra esemplare come strumento da utilizzare. Invece, il Governo cosa fa? Pensa di incrementare le estrazioni di gas dalle nostre coste per un'aliquota talmente infinitesimale - attenzione! - che praticamente non servirà a niente come contributo rispetto al fabbisogno italiano di un anno. A me viene in mente un solo paragone: a me viene in mente il paragone con l'acqua. Tutti siamo bravi a dire che dobbiamo tutelare l'acqua, perché l'acqua è una risorsa preziosa. Poi, però, che facciamo? Anziché andare a sostituire le condotte colabrodo andiamo, invece, a vedere dove realizzare altri pozzi. Questa è la stessa cosa che state facendo, come Governo, ipotizzando di andare a incrementare le trivellazioni per il gas. Ma di cosa stiamo parlando? Eppure dovreste sapere che, mediamente, gli edifici in Italia disperdono il 60 per cento dell'energia che gli forniamo per essere riscaldati d'inverno e raffrescati d'estate. Quindi, noi abbiamo edifici colabrodo. Dunque, noi non dobbiamo pensare al fatto di servire più gas alle nostre case, ma semplicemente dobbiamo far funzionare il superbonus così efficientiamo i nostri edifici. È questo ciò che dobbiamo fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ovviamente, noi non ci illudiamo, perché sappiamo che il superbonus non avrà vita eterna. Lo sappiamo e questo lo vogliamo ricordare anche al Ministro Giorgetti che - tramite media si apprende - sembrerebbe vorrebbe ridurre l'aliquota dal 110 al 90. Innanzitutto, quello si chiama superbonus perché l'aliquota è superiore al 100 per cento, altrimenti non è più un superbonus, ma è un bonus normale. Iniziamo a dire questa cosa: qualcuno deve avere la forza di dirla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma poi, se lo fai al 90 o lo fai al 110 o lo fai al 200 o lo fa al 500, quello che in troppi si stanno ostinando a far finta di non capire è che non è il problema dell'incentivo o del bonus edilizio fiscale. Non è quello il problema. Il problema è che si è bloccato a valle il meccanismo di cessione, certificazione e circolazione del credito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi mi dovete spiegare, se veramente riducete l'aliquota dal 110, in corso, al 90, che fine faranno tutti quei quadri economici e quegli impegni di spesa fatti da migliaia di condomini, che non stanno più in piedi, che non si reggono più. Quindi, quelle cose non si faranno più. Immaginate i lavori in corso. Allora, su questo punto il Governo deve fare una cosa, secondo me, se vuole cambiare anche strategia sul superbonus e deve dire: le scadenze attuali non si toccano, ma devo porre in essere tutte le misure possibili affinché il processo di circolazione plurima e cessione plurima del credito d'imposta possa avvenire liberamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Libera circolazione: non c'è altro da aggiungere. Che il superbonus sia strepitoso non lo dice il MoVimento 5 Stelle.

Voglio citare qualche dato: Nomisma ci dice che a giugno - perché l'ultima rilevazione era a giugno 2022 -, a fronte di 38,7 miliardi spesi per il superbonus, l'indotto generato sul territorio è di 124,8 miliardi di euro. Quindi, dovete smetterla di dire che il superbonus costa, perché il superbonus non costa: il superbonus genera economia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e la genera attraverso il diretto, l'indiretto e l'indotto! Per non parlare dei posti di lavoro: lo stesso rapporto Nomisma ci dice che il superbonus ha generato 634.000 posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi che volete andare a colpire anche il reddito di cittadinanza, volete togliere anche posti di lavoro alla gente? Andando avanti, l'ultimo report di ENEA, sapete cosa ci dice? Ci dice questo, cari signori, che abbiamo un totale di asseverazioni, quindi di potenziali cantieri avviati, pari a 327.000. Questi cantieri genereranno un totale di investimenti ammessi a detrazione per 55 milioni, che genereranno, quindi, col il 110, un totale di 60 milioni. Sono conclusi però lavori per 38 miliardi, quindi, se noi abbiamo investimenti ammessi per 55 miliardi e oggi sono conclusi interventi per 38 miliardi, mi sapete spiegare come andiamo a coprire la differenza, se andate ad abbassare l'aliquota del 110 per cento? Non avete una risposta e, quando provate a dire che l'abbassate, state semplicemente prendendo del tempo, perché non avete il coraggio di dire ai cittadini che il superbonus funziona, ma quello che si è bloccato è il meccanismo di cessione dei crediti d'imposta. Chi l'ha bloccato? L'ha bloccato il Governo Draghi! Allora, distinguetevi dal Governo Draghi e trovate un modo finalmente per liberare i crediti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Detto ciò - e vado a conclusione -, il superbonus, come dicevo, finirà, però poi ci sarà una prospettiva. Spero che finirà almeno con le scadenze attuali - mi augurerei almeno una proroga, per tutti i problemi che ci sono stati, di un anno -, riaprendo anche i termini per lo stato di avanzamento dei lavori per le case unifamiliari, dando anche a loro la scadenza del 31 dicembre 2023. Dopo questa proroga di un anno, si deve avere il coraggio di dire agli italiani che il superbonus non ci sarà più: ci sarà un bonus diverso, però stabile, che si potrebbe chiamare “piano strategico industriale di stabilizzazione delle agevolazioni”, così le imprese, gli italiani, la filiera industriale sapranno, quando avvieranno un lavoro, se il bonus o l'incentivo sarà pari al 50, al 60 per cento o a meno del 100 per cento. Non è un problema, ma lo devono sapere prima, perché, se noi cambiamo l'importo in corso, stiamo venendo meno ad un patto che lo stesso Stato ha sottoscritto con loro. Con queste parole chiudo, ricordando - ricordatelo tutti - questo passaggio: il bonus può essere anche del 500 per cento, ma, se non ristabiliamo il meccanismo della cessione plurima del bonus, qualsiasi tipo di bonus o di incentivo non avrà valore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il “decreto Aiuti-ter” è l'ultimo di un insieme di interventi adottati dal Governo precedente a partire dal giugno 2021 per 62,8 miliardi destinati a famiglie e imprese. Ne aggiorna le misure, sfruttando il buon andamento delle entrate, legate, sia al buon andamento del PIL nel primo semestre del 2022, sia agli effetti dell'inflazione. In questo mio intervento, voglio soffermarmi, in particolare, sui provvedimenti destinati alle famiglie. Si è trattato di 27 miliardi per interventi con due finalità: contenere i prezzi dell'energia e garantire trasferimenti monetari a favore di soggetti in maggiore difficoltà, per aiutarli a sostenere l'impatto, sul loro bilancio, dell'aumento di quegli stessi prezzi. Tra questi, posso ricordare l'ampliamento dei bonus energetici, le indennità una tantum, prima di 200 e, in questo decreto, di 150 euro, la decontribuzione per i redditi da lavoro dipendente sotto i 35.000 euro e la rivalutazione delle pensioni.

Quello che voglio qui sottolineare è che si è trattato non solo di interventi di peso, ma anche di interventi con una significativa focalizzazione sui soggetti più colpiti dall'inflazione. Secondo i calcoli dell'Ufficio parlamentare di bilancio, per quanto riguarda le famiglie nel loro complesso, la loro spesa sarebbe dovuta aumentare del 6,9 per cento per fronteggiare l'inflazione; questo aumento è stato contenuto al 3,7, quindi l'impatto negativo dell'inflazione sui bilanci delle famiglie italiane nel loro complesso è stato pressoché dimezzato, ridotto del 46 per cento.

Per quanto riguarda la capacità specifica di intervenire sui soggetti più colpiti, va innanzitutto sottolineato che, per le famiglie del primo decile, cioè il 10 per cento delle famiglie con una spesa più contenuta, perché in maggiore difficoltà economica, l'aumento di spesa dovuto all'inflazione avrebbe pesato, in assenza di interventi, per il 10,9 per cento, quattro punti in più del peso che grava mediamente sulle famiglie e più del doppio rispetto all'onere che grava sulle famiglie dell'ultimo decile. Questo effetto così sperequato dell'inflazione è stato confermato anche ieri dall'Istat, nella memoria che ha presentato a commento della NADEF. Ebbene, le misure intraprese hanno avuto un effetto redistributivo molto forte, abbattendo di ben 9,6 punti - dal 10,9, che richiamavo prima, all'1,3 - l'onere dell'inflazione sulle famiglie del primo decile, un abbattimento, quindi, pari all'88 per cento. Questo risultato è stato ottenuto soprattutto grazie alle misure come trasferimenti monetari e, molto meno, attraverso interventi di tipo trasversale che hanno inciso direttamente sui prezzi, quali il taglio delle accise sui carburanti, i tagli degli oneri di sistema sull'elettricità ed il gas e il taglio dell'IVA sul gas. Questa analisi dovrebbe aiutarci a capire che la scelta degli strumenti con cui affrontare gli effetti dell'aumento dei prezzi sul bilancio delle famiglie non è neutrale, non è indifferente; è un tema cruciale, sia sotto il profilo dell'equità, sia perché il sostegno dei soggetti in maggiore difficoltà economica ha un effetto molto più forte nel sostegno dei consumi: le famiglie più povere - si sa - hanno una propensione marginale al consumo pari al 100 per cento, il che significa che tutto quello che viene loro trasferito si traduce in consumi. Sostenere i consumi è fondamentale, come è emerso anche nel dibattito sulla NADEF, che ha evidenziato come il rallentamento dei consumi contribuisca al rallentamento del PIL, cui il nostro Paese sta assistendo.

Consapevoli di questa situazione, come gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, abbiamo avanzato un insieme di proposte per rafforzare gli interventi già previsti, proposte che sono state puntualmente respinte da Governo e maggioranza. Le nostre proposte riguardano famiglie, imprese, enti locali, regioni e terzo settore, ma quelle specificamente rivolte alle famiglie, su cui mi concentro in questo intervento, avrebbero avuto la possibilità di rafforzare il segno redistributivo del provvedimento, ad esempio, ampliando la platea dei beneficiari dell'una tantum di 150 euro ed estendendola ad un nuovo e più elevato numero di disoccupati, lavoratori stagionali, precari ed intermittenti ed evitando l'assurda penalizzazione prevista in sede di definizione dell'incompatibilità per i percettori del reddito di cittadinanza. Questa proposta avrebbe avuto la funzione di ampliare la soglia ISEE prevista attualmente a 12.000 euro per i beneficiari dei bonus sociali per elettricità e gas, avrebbe permesso di rafforzare il bonus previsto per gli abbonamenti annuali ai trasporti pubblici, è una misura necessaria anche a fronte dell'aumento dei prezzi dei carburanti. Avevamo previsto anche una specifica copertura delle nostre proposte - perché siamo consapevoli che non si può fare tutto in disavanzo -, una misura anch'essa - voglio sottolinearlo - con un rilevante ruolo redistributivo: avevamo proposto, infatti, di rafforzare il contributo straordinario per il caro bollette, noto come imposta sugli extraprofitti, aumentando l'aliquota dal 25 al 50 per cento e prolungando, dal 30 aprile al 31 ottobre, il periodo di applicazione, al tempo stesso correggendo gli errori tecnici segnalati nell'attuale disegno del tributo, quali ad esempio la necessità di rettificare la base imponibile per le accise e di escludere dal calcolo le operazioni straordinarie. Abbiamo ottenuto risposte negative su tutto il fronte.

Se il buongiorno si vede dal mattino, questo tipo di atteggiamento fa mal pensare sul prosieguo dell'azione di questo Governo. D'altro lato, le anticipazioni relative alla manovra di bilancio, di cui siamo stati vagamente informati e su cui speriamo ci siano ripensamenti, non tranquillizzano: si parla, ad esempio, di interventi sul sistema fiscale che favoriscono specifiche categorie di contribuenti, non certo in difficoltà, a danno di altre, come l'estensione della flat tax per i professionisti, l'ammiccamento agli evasori, ad esempio con l'innalzamento del tetto per i contanti o con la promessa di nuovi condoni generalizzati.

Il sistema fiscale è un organismo complesso, signor Presidente, e sarebbe ora di smettere di farne uno spezzatino e di cercare di ripristinare invece due principi di base: a pari reddito, si paghino pari imposte e sia richiesto un contributo più significativo da parte di chi ha di più ed è in grado di darlo, come peraltro chiaramente richiesto dalla nostra Costituzione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, oggi noi stiamo discutendo il decreto “Aiuti-ter” e mi rivolgo a quel gruppo parlamentare estremamente numeroso, anzi quello più numeroso, che ha vinto le elezioni e che esprime la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nella precedente legislatura su questi decreti, e non solo su questi decreti, ha fatto una dura opposizione, votava contro e si asteneva. Oggi questo gruppo parlamentare, questo Governo vengono in Aula a sostenere, di fatto, un provvedimento del Governo Draghi.

Sappiano gli italiani che questa è la politica schizofrenica di quella che una volta si chiamava la destra sociale e che oggi è la destra al potere. Questa destra al potere cosa fa di fatto? Propone in questo decreto il nulla, perché alcuni emendamenti sono totalmente insignificanti dal punto di vista della modifica strutturale dell'impostazione del decreto, quindi è il “decreto Draghi”. Dovete spiegarlo principalmente a voi stessi, ma so che su questo punto non fate fatica, perché la politica è l'arte del cambiare in maniera molto rapida; ci vorrebbe la psicanalisi per spiegare queste mutazioni dal punto di vista dell'impostazione. Gli italiani, però, devono capire. È una strategia energetica, per cui, come ha detto la nostra capogruppo, onorevole Luana Zanella, vi siete trasformati da quella destra sociale, il luogo per rappresentare e difendere i più deboli, a difendere coloro i quali oggi hanno accumulato una ricchezza inaccettabile, immorale, assolutamente inaccettabile come quella degli extraprofitti.

Allora, sappiano gli italiani che in quest'Aula c'è una maggioranza. Sappiano gli italiani che in questo Paese c'è un Governo che nulla sta facendo per restituire una ricchezza, pari a 50 miliardi di euro, a pensionati e lavoratori che ogni mattina vanno a lavorare e che, purtroppo, si sono visti recapitare a casa i bollettini del gas o dell'elettricità, che devono pagare. Sapete come si chiama questo? Si chiama rapina sociale, contro la quale voi non state facendo nulla.

Avete bocciato gli emendamenti sugli extraprofitti. Nulla dite sul fatto che la più grande società energetica, l'ENI, ha fatto più 670 per cento di utili nei primi sei mesi del 2022. Nulla dite che l'ENI, società energetica italiana, che acquista e distribuisce gas con contratti pluriennali presi da Gazprom, nell'ultimo trimestre del 2021 ha fatto un utile del più 3.870 per cento. Io penso che questo comportamento di non restituire risorse si indecente, risorse che sono state espropriate agli italiani.

Fatemi dire anche una cosa: che la Presidente Georgia Meloni vada alla COP 27 a Sharm el-Sheikh e incontri il presidente egiziano al-Sisi, al quale non proferisce una parola rispetto al dramma della violazione dei diritti umani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), a quello che è successo a Zaki, alla morte di Giulio Regeni e incontri al-Sisi per discutere di petrolio, di giacimenti di petrolio, sta a indicare da che parte oggi voi state nel Paese (Commenti del deputato Trancassini). Non solo non state dalla parte degli italiani, per non restituire quei soldi che è assolutamente necessario restituire, ma andate in una direzione totalmente opposta.

Sulla questione della strategia energetica: ho sentito una esponente della Lega sostenere candidamente che dobbiamo costruire più gasdotti e dobbiamo fare centrali nucleari. Ecco, sappiano gli italiani e le italiane che questa strategia è la strategia che metterà ulteriormente le mani nelle tasche degli italiani.

Sul punto degli extraprofitti leggo il seguente passaggio finale ed è evidente che il Governo Meloni vuole continuare con la strategia “forte con i deboli e deboli con i forti”, addirittura ostacolando le rinnovabili che sono la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica, per abbassare le bollette, creare posti di lavoro e per renderci indipendenti nella produzione di energia e fronteggiare la crisi climatica gravissima che è in atto.

Gli extraprofitti sono soldi degli italiani ed è a loro che vanno restituiti immediatamente. Gli utili sono dell'Italia, gli utili non sono dell'ENI (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Come tutti - lo abbiamo anche detto - sappiamo, è un provvedimento che arriva dal precedente Governo. Le misure e le proroghe in esso contenute sono oggettivamente necessarie e tutti le condividiamo: l'estensione ai mesi di ottobre-novembre 2022 e l'aumento della percentuale al 40 per cento del credito di imposta per le imprese energivore e gasivore; il riconoscimento di un credito d'imposta a favore delle imprese agricole del 20 per cento per la spesa sostenuta per l'acquisto dei carburanti per l'attività agricola, in particolare per l'autotrazione; l'autorizzazione a SACE a concedere le garanzie sui finanziamenti bancari alle imprese colpite dagli effetti economici negativi conseguenti all'aggressione in Ucraina; la proroga della riduzione delle accise sui carburanti e la riduzione dell'IVA al 5 per cento sulle forniture di gas per autotrazione e così via.

Insomma, ci sono una serie di misure che, oggettivamente, visto il perdurare della crisi energetica, andavano prorogate. In sede di esame del decreto nella Commissione speciale abbiamo presentato diversi emendamenti. A parole, i primi giorni, il Governo ha mostrato apertura verso le proposte di modifica da parte del Parlamento, però, poi, si sono rivelate soltanto parole.

Riporto il contenuto di alcuni emendamenti che avevamo presentato, un po' per memoria, per futura memoria, spero da tenere in considerazione nei prossimi provvedimenti. Avevamo proposto la riduzione del 5 per cento dell'IVA sul pellet, che è ormai uno dei materiali più utilizzati dalle famiglie per riscaldarsi in casa. Questo emendamento è stato ignorato dal Governo e da una maggioranza che, fino a pochi mesi fa, nella scorsa legislatura, aveva presentato diversi emendamenti tutti in questo senso; si sa anche di consiglieri nelle varie regioni che avevano presentato varie mozioni e interrogazioni, tutti con la medesima finalità, ossia ridurre il prezzo di questo combustibile per le famiglie, ma l'emendamento è stato completamente ignorato.

Abbiamo presentato un emendamento per la proroga dell'utilizzo di quei crediti di imposta che sono stati estesi per le imprese energivore. C'è stata un'estensione di questi crediti di imposta, che però possono essere utilizzati solo entro marzo 2023, che è dopodomani, oltre al fatto che tutti sappiamo di un irrigidimento degli acquisti dei crediti di imposta da parte del sistema bancario. Io vorrei tanto sapere e ieri ho provato a chiederlo al Ministro Giorgetti, ma non mi ha risposto: se non si fa niente per sbloccare l'acquisto dei crediti, anche i crediti per le imprese energivore chi li comprerà il prossimo anno? Questo è un punto. Quindi, abbiamo chiesto semplicemente, senza sforare in altri anni, di prorogare la possibilità dell'utilizzo per queste imprese dei crediti d'imposta da marzo 2023 a giugno 2023, anche per evitare che si scommetta, come spesso fa purtroppo la Ragioneria, sulla possibilità di risparmiare qualcosina, dovuta alla preclusione per i contribuenti di utilizzare le misure. Quindi, il contribuente non fa in tempo a usare il credito, perché non ha capienza fiscale, e, quindi, lo Stato ci guadagna. Questo atteggiamento andrebbe in qualche modo corretto.

Abbiamo chiesto la semplificazione per l'installazione degli impianti fotovoltaici sopra le strutture ricettive. Sono richieste arrivate un po' a tutti da parte di Federalberghi. Anche questa era una richiesta di buon senso, anche perché si indicava nell'emendamento un rispetto per l'aspetto estetico ed esteriore dei materiali della tradizione locale: gli alberghi non hanno interesse a realizzare degli obbrobri sopra le proprie strutture. In questo modo anche si sarebbe evitato e limitato l'aumento dei costi energetici per gli alberghi. A chi di noi è capitato di andare in qualche albergo, avrà visto la bolletta, esposta in vista, con gli importi, che tutti quanti stiamo vedendo essere ormai insostenibili. Anche questo emendamento è stato ignorato.

Abbiamo proposto di aumentare gli extraprofitti per le imprese energetiche, ma anche di estenderli a chi, in questi ultimi anni di pandemia e di aumento dei costi energetici, ha guadagnato - per carità, legittimamente - di più, ma a scapito di tutti gli altri, quindi, non solo per le imprese energetiche, ma anche per le imprese farmaceutiche e assicurative; ciò, anche per reperire le risorse che serviranno in legge di bilancio, anziché le maldestre e improponibili proposte di cancellare misure, come reddito di cittadinanza e superbonus, per cercare di affrontare lo tsunami che il prossimo anno arriverà, probabilmente, anche sotto forma di recessione, nel nostro Paese. Anche questo emendamento è stato completamente ignorato. Questi sono i metodi per reperire le risorse e non cancellare misure come il superbonus e il reddito di cittadinanza.

Lo scostamento proposto, di cui ci ha parlato anche ieri il Ministro Giorgetti, è lo 0,6 per cento del PIL, si tratta di 11 miliardi; ma come si pensa di supportare l'imminente legge di bilancio con queste cifre, con questi importi? Alcuni emendamenti, invece, riguardano il superbonus; ne abbiamo già parlato un po' tutti. Ieri, nell'audizione sulla NADEF davanti alla Commissione speciale, il Ministro Giorgetti ci ha detto che è previsto uno scostamento, rispetto alla previsione iniziale, per quanto riguarda la misura del superbonus, di 37,8 miliardi e, quindi, in particolare sul triennio 2023-2026 ci sarà un peggioramento di queste previsioni di 8 o 10 miliardi all'anno. Quindi, il Ministro Giorgetti ci ha preannunciato che si modificherà la misura in modo più selettivo e abbiamo anche letto, nella stampa, di una volontà di ridurre la percentuale di detrazione dal 110 al 90 per cento sul 2023. Ora, l'ho chiesto anche ieri in audizione, ma lo ripeto qui, perché, in realtà, queste parole devono essere rivolte ai parlamentari della maggioranza, più che al Governo, perché ho il timore che vi sia una certa continuità da parte del nuovo Ministro dell'Economia e delle finanze, Giorgetti, rispetto a quello che ha fatto il precedente Presidente del Consiglio Draghi, vista anche la nota vicinanza dell'attuale Ministro dell'Economia e delle finanze allo stesso. Quindi, mi rivolgo ai parlamentari della maggioranza, perché dobbiamo capire bene, rivolgendo la domanda al Governo, se con riferimento ai numeri di questi maggiori scostamenti - 37,8 miliardi - la Ragioneria e il Governo abbiano tenuto conto delle maggiori entrate legate alla misura del superbonus. Ricordo che, già da luglio, c'è uno studio di Nomisma che lo dice, ma in realtà gli studi sono tantissimi, basta andare a cercare su Internet per trovarli: su investimenti ammessi a detrazione per 38 miliardi circa si è generato un valore per 124 miliardi e sono stati creati 634 mila nuovi posti di lavoro. Non dico questo solo per affermare che quella del superbonus è una misura che funziona per l'economia e che è stata una misura vincente; lo dico perché vorrei sapere dal Governo se nello scostamento di 38 miliardi sono state considerate tutte le entrate conseguenti a questi valori. Su 38 miliardi di investimenti, ANCE ci ha detto che almeno la metà sono rientrati immediatamente all'erario e sappiamo perché? Perché un'impresa edile deve pagare l'IVA sulle fatture che emette, deve pagare l'Ires; su 634 mila nuovi posti di lavoro e stipendi occorre versare le ritenute fiscali e previdenziali, ma la Ragioneria, sull'importo dei 38 miliardi, le ha considerate queste entrate conseguenti che si chiamano retroazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? La Ragioneria conosce le retroazioni? Parlo di retroazioni - e lo dico a tutti i colleghi - perché autorevoli colleghi e amici dell'attuale maggioranza hanno sempre parlato della necessità di considerare nella determinazione di spese e oneri le retroazioni, non soltanto una sterile uscita che uscita non è.

Quindi, a proposito della volontà di fermare il superbonus - come tutti abbiamo visto e di cui in particolare ha parlato prima il collega Santillo -, la cedibilità dei crediti d'imposta, occorrerebbe in realtà costituire una Commissione d'inchiesta per avere dati veri sul rischio di frodi, sul costo reale, per capire se sono questi i veri motivi del tentativo di ammazzare questa misura, oppure, se ce ne sono altri. Questo, secondo me, lo dobbiamo al Paese.

Sulla volontà di ridurre la percentuale dal 110 al 90 per cento, guardate che noi abbiamo già previsto il cosiddetto décalage, quindi, una riduzione della percentuale di questa misura, dal 2024; ma a cosa serve anticipare la riduzione nel 2023 quando già le imprese hanno realizzato i propri piani di investimento in base a quello che la norma già prevedeva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? A cosa serve quando le assemblee di condominio hanno già deliberato i lavori? Si rischia di creare un ulteriore caos.

Quindi, rivolgo un appello a tutti i parlamentari. Non mi rivolgo al Governo, ma ai parlamentari, perché sicuramente ognuno di noi sta ricevendo dal proprio territorio, e non solo, sollecitazioni; badate che le 30 mila imprese che hanno i crediti fiscali incagliati nel cassetto fiscale sono la punta di un iceberg e perché lo sono? Perché quei 5 miliardi incagliati nel credito fiscale sono soltanto quelli per cui è stata già accordata la cessione dalle banche, ma c'è un importo che è molto più ampio per cui le banche ancora non hanno dato il loro ok; quindi, c'è un rischio di fallimento a catena di oltre 30 mila imprese, c'è il rischio di fallimento di migliaia di famiglie che sono in mezzo al guado, che hanno lasciato i lavori a metà e, se non terminano i lavori, non soltanto dovranno ripagare magari il debito, il fido che hanno aperto per poter anticipare i lavori, ma dovranno restituire gli stati di avanzamento dei lavori già realizzati; quindi, ci sarà un fallimento a catena di decine di migliaia di imprese e di decine di migliaia di famiglie. Quindi, il Governo, a breve, se non si fa qualcosa, dovrà affrontare il più grande tavolo di crisi della storia in Italia.

Pertanto, invito i colleghi parlamentari di minoranza e di maggioranza, i colleghi del Governo, tutti, escluso il Ministro Giorgetti per la eccessiva vicinanza all'ex Presidente del Consiglio Draghi, di porre l'attenzione su questa misura; va mandata avanti e, se davvero teniamo a imprese e famiglie, salviamo l'unica misura che è stata in grado di rilanciare l'economia. I dati ormai ce l'hanno detto, i dati del rimbalzo del PIL nel 2021 ce lo dicono chiaramente: quel PIL è trascinato dall'edilizia e sappiamo tutti quanto l'edilizia sia il tradizionale motore per l'economia italiana. Soprattutto, salviamola, perché questa è l'unica misura che veramente ci fa arrivare in tempi brevi alla reale indipendenza energetica - non in mano ai pochi soggetti a cui si vuole affidare la realizzazione dei grandi parchi eolici e fotovoltaici, che vanno bene, per carità, quindi, non in mano a quei pochi soggetti che vogliono concentrare su se stessi il controllo della vita dei cittadini - alla realizzazione della transizione ecologica in modo capillare e democratico.

Soltanto un assaggio lo abbiamo visto in poco più di un anno di vigenza del superbonus. Quindi, questo è l'appello che rivolgo a tutti. Ringrazio tutti e il Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Presidente, colleghi e colleghe, sottosegretario Albano, è la prima volta che intervengo in quest'Aula parlamentare e lo faccio con tutto il rispetto, la responsabilità e la serietà che il ruolo richiede e che i nostri elettori ci hanno assegnato. Intervengo, tra l'altro, a proposito di un atto importante, un decreto-legge che assegna risorse preziose per il Paese, ma lo faccio in modo particolare per sottolineare, anche come membro della Commissione speciale, la delusione per non aver visto accogliere quasi nessun emendamento delle opposizioni, possiamo dire “nessuno”, soprattutto quelle proposte che certamente non erano né provocatorie né di parte, ma che avevano provato ad ascoltare e ad accogliere alcune delle tante sollecitazioni che erano arrivate dalle associazioni economiche di categoria, dai sindacati, dalle rappresentanze, dai comuni, dalle province e dalle regioni, per provare a porre rimedio o a migliorare ulteriormente il decreto che ci apprestiamo a convertire in legge.

Sono consapevole che si tratta di un decreto che viene dal Governo precedente e su cui l'attuale maggioranza ha avuto un atteggiamento di apertura e di collaborazione, che è stato evidente anche nella Commissione parlamentare, ma questo non toglie che ci sono esigenze e urgenze che bisogna ascoltare, con un atteggiamento dialettico assolutamente differente.

Sono passati, infatti, alcuni mesi e le condizioni non sono cambiate. Questo richiede celerità di azione e di decisione per il bene del nostro Paese. Ce lo chiede il Paese, ce lo chiedono le imprese, i cittadini, il terzo settore, la scuola, la sanità e le autonomie locali.

Ed è proprio sugli enti e sul ruolo strategico degli enti locali che mi voglio assolutamente soffermare. Come molti di noi, sono stata una sindaca, un amministratore locale, e so bene quanto sia faticoso l'amministrare, ma so anche bene quanto i comuni costituiscano l'asse portante del nostro Paese, tutti, indipendentemente dalla loro dimensione. Quasi 8 mila comuni italiani e quasi 110 province erogano quotidianamente servizi pubblici essenziali fondamentali per garantire qualità della vita ai nostri cittadini e alle nostre cittadine, servizi alla persona, assistenza agli anziani, sostegno alle tante fragilità sociali: scuole, sostegno al terzo settore, case protette, servizi culturali, sport, solo per fare qualche esempio.

Nel decreto ci sono risorse preziose. L'articolo 5, l'articolo 8 e l'articolo 13 stanziano risorse, ma sono tutte risorse stanziate dal Governo Draghi, dal Governo precedente, alle quali l'attuale Governo non ha aggiunto un solo euro. Stupisce davvero molto questa chiusura, questo silenzio assordante su questi temi e sulle tante richieste, devo dire bipartisan, che sono arrivate da ANCI e da UPI. Per non parlare delle richieste di preoccupazione giunte dalle regioni, che chiedono insieme un confronto con il Governo per la situazione drammatica dei bilanci del 2022 e che sono profondamente gravate dalle spese del COVID, non ancora rimborsate, e dai costi per l'organizzazione della campagna vaccinale, a cui si sommano i significativi aumenti dei costi legati al consumo dell'energia delle strutture sanitarie e socio-assistenziali pubbliche, private ed accreditate. Ne va della tutela della salute dei nostri cittadini e della garanzia del diritto alla salute. Tutti gli emendamenti sono stati bocciati, tutti quelli che chiedevano risorse per aiutare gli enti locali a fronteggiare la crisi economica e sociale, il caro bollette e il caro materiali, che rischiano di bloccare i cantieri.

Ricordo che le autonomie locali, i comuni e le città sono i principali investitori pubblici del nostro Paese. I ristori finora decisi a favore dei comuni, pari a 860 milioni di euro, sono un importante sostegno, ma coprono circa il 55 per cento dei costi sostenuti annualmente in condizioni di normalità. Le evidenze emerse - lo rilevano le stime dell'ANCI - dimostrano una tendenza media di aumento che si avvicina al 100 per cento. Per questo gli emendamenti erano così importanti: per garantire la chiusura dei bilanci del 2022 e per programmare con risorse certe il bilancio del 2023, almeno il primo semestre. Sappiamo tutti bene che questa era l'ultima finestra utile per sostenere i nostri comuni. Nessun comune sarà in grado di fare i bilanci di previsione entro dicembre, se non avrà certezza di risorse e di entrate. Non vorrei che questo Governo si fosse dimenticato che, oltre alle imprese e alle famiglie più volte citate in quest'Aula e anche nelle audizioni, esistono anche gli enti locali. Perché sostenere enti locali, comuni, province e regioni significa mettere i cittadini, con i loro bisogni e i loro diritti, al primo posto, garantendo servizi essenziali e permettendo loro di fruire di diritti fondamentali.

Faccio qualche esempio. Abbiamo proposto di aumentare, accogliendo una proposta e una stima di ANCI e di UPI, un fondo di 1 miliardo per terminare e chiudere i bilanci del 2022 e programmare i bilanci del 2023. La risposta è stata ovviamente: “no, non ci sono le coperture economiche di parte corrente”. Abbiamo proposto di rifinanziare una prassi, che è stata utilizzata in pandemia, con i bonus alimentari per sostenere le famiglie più fragili, con un fondo di 500 milioni sul 2022. La risposta è stata sempre: “no, non ci sono le coperture di spesa”.

Abbiamo proposto anche di aiutare i comuni che hanno investito in energie rinnovabili, perché parliamo sempre di questo. I comuni che lo hanno fatto sono stati virtuosi, hanno installato pannelli sugli edifici pubblici, sulle scuole, sugli ospedali, sulle palestre, hanno fatto parchi fotovoltaici, dovendo però pagare gli extraprofitti. Una misura iniqua, che abbiamo proposto di abolire, proprio per evitare di equiparare i comuni che reinvestono quelle risorse in servizi come se fossero delle aziende di capitale. La risposta è sempre stata “no”, anche laddove non era una questione di risorse.

Faccio qualche esempio. Abbiamo chiesto semplificazioni amministrative, tempi celeri e certi per le autorizzazioni necessarie per i progetti del PNRR, un calcolo differente per stabilire il Fondo di garanzia per i debiti commerciali, che blocca le risorse dei bilanci. Abbiamo chiesto di riutilizzare i ribassi d'asta nei progetti dell'edilizia scolastica, che possano aiutare a pagare il caro dei materiali, che tanto sta bloccando i nostri cantieri. E ancora, agevolare i mutui per i comuni terremotati dal sisma del 2012, proprio per il caro delle bollette, con una sospensione nel 2023. È sempre stato detto di no.

Ma la cosa che voglio raccontare, che più mi ha colpito, è che è stato detto di no alla proposta di attivare un tavolo di lavoro tecnico di confronto con il MEF per condividere informazioni e prendere decisioni comuni - un tavolo che era già stato utilizzato con soddisfazione tra il 2020 e il 2021 per la gestione pandemica -, per parlare, per dialogare, per costruire insieme modalità per affrontare le emergenze del Paese.

A tutti questi “no” se ne sono aggiunti altri: non ci sono maggiori risorse per il terzo settore, così come non ci sono maggiori risorse per gli enti di formazione professionale, che hanno chiesto aiuto per il caro bollette. Ricordo che questi enti erogano un pezzo importante del diritto allo studio per i nostri ragazzi.

È stata fatta una scelta, legittima: quella di non tendere la mano ai nostri comuni e alle nostre province, che stanno affrontando situazioni drammatiche, con rischi di default diffusi e reali. Dico ‘una scelta' perché nella NADEF, ieri discussa e votata, si evince che i soldi ci sono, con una previsione di 9 miliardi nel 2022 e 21 nel 2023, che saranno esclusivamente destinati ad imprese e famiglie. Questo aspetto - che Giorgetti ci aveva anticipato - è stato riaffermato anche in Aula durante la votazione. Per tutti gli altri settori, ha sempre detto il Ministro, dal terzo settore, alla sanità, alla scuola, agli enti locali, dovremo cercare altre risorse, individuando compensazioni interne. Come? Dove? Questo ancora non l'abbiamo capito, non ci è stato detto. Hanno detto che bisognerà cercare.

Serve decisamente un'attenzione differente, un cambio di passo, di modo di lavorare insieme. Specifico perché non voglio essere fraintesa: va benissimo il sostegno alle imprese e alle famiglie, ma nel frattempo non possiamo permettere che chiudano i servizi pubblici importanti. A novembre la fiscalità locale non si può cambiare, le entrate sono già certe. Davvero una scelta che giudico grave e pericolosa.

Sollecito, dunque, il Governo affinché nella prossima legge di bilancio stanzi le risorse necessarie, aprendo subito un'interlocuzione con ANCI e con UPI, oltre che con le regioni, per creare quelle condizioni di stabilità necessarie al Paese. Nel 2023, senza alcun cambiamento, verranno comunque meno 360 milioni di euro e a questi si aggiungeranno i rincari energia e materiali. C'è un futuro triste per i nostri comuni, che chiedono davvero di ascoltare le loro richieste, perché non sarà possibile in questo modo predisporre i bilanci di previsione. Voglio sperare che non sarà così e che, invece, ci sia l'attenzione giusta, e che i sindaci e le sindache non siano obbligati ad agire sulla fiscalità locale, con un Governo che se ne lava le mani, perché così sarà solamente colpa degli amministratori locali.

Su questo vigileremo, solleciteremo ascolto, attenzione e la necessaria concretezza nelle decisioni, perché questo Paese lo merita. E lavoreremo affinché le richieste di aiuto dei comuni e delle province vengano ascoltate da questo Governo. Aspettiamo risposte concrete, perché i cittadini su questo ci misureranno e noi misureremo su questo le azioni del Governo, al quale garantiremo un'opposizione seria e costruttiva, ma anche intransigente per il bene del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei leggere dall'Enciclopedia Treccani il significato della parola extraprofitto: “L'extraprofitto deriva spesso da situazioni di mercato più che da meriti dell'imprenditore e può considerarsi in tal senso un fenomeno quasi di rendita”. Non c'è nessun merito nell'ottenere l'extraprofitto, non c'è nessun merito. È per questo che noi insistiamo sul fatto che questi soldi sono degli italiani, perché è stata una congiuntura, una fortuna per loro, non per tutti gli altri, per loro. Un buon imprenditore sa che, quando le cose per lui vanno bene, deve essere generoso, soprattutto in un Paese, come il nostro, che in questo momento è in grande difficoltà. La politica cosa ha fatto? Invece di imporre e di chiedere, con forza, che quei soldi venissero restituiti agli italiani, ha scelto di abbassare la testa. Voglio aggiungere una cosa, prendo sempre dall'Enciclopedia: “L'extraprofitto è quindi una condizione tipica delle forme di mercato non perfettamente concorrenziali”. Non è sano, non è il normale profitto. Il profitto è una cosa che tu puoi avere se fai una buona impresa, una buona attività. Questa è fortuna. Voglio citare anche il professore associato di economia politica di Padova, Mario Pomini, che dice una cosa profondamente interessante per tutti noi, per tutti i deputati di quest'Aula. Dove va a finire questa enorme liquidità aziendale? La risposta ci offre una seconda linea di ragionamento in favore di una forte tassazione di queste rendite. Le università hanno detto che bisogna tassarle fortemente, perché una parte molto rilevante degli extraprofitti viene utilizzata dalle imprese non per scopi produttivi, ossia non vengono neanche reinvestiti per migliorare la qualità della loro azione, come si potrebbe immaginare, ma semplicemente per riacquistare le proprie azioni. Questi profitti non sono indirizzati al miglioramento dell'attività produttiva oppure destinati a una riduzione dei costi per i consumatori, ma finiscono nelle tasche degli azionisti. Noi questo vogliamo? Questo riteniamo giusto per i nostri concittadini? Credo di no, e lo dico da una posizione politica profondamente diversa, ma che credo dovrebbe avere qualsiasi eletto del popolo, per onestà intellettuale. Mentre le famiglie italiane sono in ginocchio, non riescono a pagare le bollette e non arrivano a fine mese, mentre le imprese, quelle che non hanno extraprofitti, rischiano di chiudere per i costi energetici esorbitanti, mentre il Paese diventa sempre più povero e diseguale, c'è qualcuno che si sta arricchendo sulle spalle della maggioranza degli italiani e delle italiane: sono le società energetiche, che continuano ad accumulare profitti scandalosi, oltre - lo voglio ricordare a tutti noi - 50 miliardi di euro nei primi 6 mesi del 2022. Utili in continua crescita, come ad esempio ENI, che, nel periodo tra luglio e settembre, ha visto i suoi profitti aumentare a 3,73 miliardi di euro, per un totale di 10,8 miliardi di euro dall'inizio dell'anno. Tutto ciò è inaccettabile, gli extraprofitti sono un esproprio sociale fatto ai danni delle famiglie e delle imprese italiane.

È evidente che il Governo Meloni sta continuando con una strategia forte con i deboli e debole con i forti, addirittura ostacolando le rinnovabili, che sono la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica, per abbassare le bollette, per creare posti di lavoro, per renderci indipendenti nella produzione di energia e fronteggiare la crisi climatica, gravissima, in atto. Gli extraprofitti sono soldi degli italiani e delle italiane, ed è a loro che vanno restituiti immediatamente. Utili sì, ma all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, voglio dirlo subito: questo veicolo normativo, questo decreto Aiuti-ter probabilmente non è quello ideale per dare delle risposte definitive agli italiani e ai cittadini che stanno soffrendo, però, davvero, dopo la roboante campagna elettorale della destra al suono di “siamo pronti”, “credo negli italiani”, “siamo una coalizione coesa e con le idee chiare”, “faremo presto”, dopo tutte queste parole che abbiamo ascoltato ci aspettavamo, o almeno si aspettavano gli osservatori neutrali, qualcosa di più da questa maggioranza, cioè che fosse capace di attivarsi subito, per esempio rendendo più efficace il “decreto Aiuti-ter”, di cui ci stiamo occupando oggi, che è un decreto di eredità draghiana. Lo poteva fare tramite emendamenti suoi propri, di questa maggioranza di Governo, oppure accettando quelli proposti dall'opposizione, dalla minoranza.

E, invece, come avevamo ampiamente previsto, questo Esecutivo è in piena e assoluta continuità con quell'approccio suicida che dispensa aiutini non risolutivi e che vengono prorogati poi ogni bimestre, ogni trimestre, senza un disegno organico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e senza una visione di lungo respiro che possa far uscire il Paese dalla crisi energetica ed economica causata dalla guerra in Ucraina. Non lo diciamo ora, perché sarebbe facile dirlo ora che siamo all'opposizione. Noi lo abbiamo detto ininterrottamente durante l'ultimo anno a Draghi e a tutte le forze politiche dell'allora maggioranza, ma lo dicevamo anche a Fratelli d'Italia, che faceva finta, negli scorsi mesi, di fare opposizione. Le prime mosse di questo Governo lasciano davvero senza parole: le emergenze che ha affrontato, emergenze tra virgolette, ovviamente, sono paradigmatiche della visione che ha questo Governo. Si parte dai rave party, che notoriamente sono un'emergenza nazionale nei salotti frequentati dalla destra, evidentemente, con una norma assurda, scritta con lo stile di un questurino da film degli anni Settanta, che però non è contro i rave, ma si applica a qualsiasi adunata con più di 50 persone e che occupi una proprietà privata, per esempio un gruppo di studenti o un gruppo di lavoratori che vuole manifestare il proprio dissenso, supponiamo nei confronti del Governo, in una università o in una fabbrica. Una norma scritta così male che siete stati costretti - questo Governo, questa maggioranza sono stati costretti -, nelle ore successive, ad affermare che l'avreste cambiata. Quindi, anche su questo non eravate pronti, però avete scelto una inutile esibizione muscolare. Ma non una sola parola, davvero non una sola parola sulla ridicola, tetra e contraria alle leggi vigenti adunata di camicie nere a Predappio. E poi l'innalzamento del tetto del contante a 10 mila euro, che a vostro dire è un aiuto ai poveri, perché tutti noi sappiamo che i poveri girano con valigette di 10 mila euro e non sanno come spenderli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), altrimenti non sarebbero poveri. Nella vita reale, invece, i poveri hanno bisogno di aiuto concreto e di sostegni, e per questo l'innalzamento del tetto aiuta concretamente solo corrotti, corruttori ed evasori fiscali, categorie, purtroppo, numerose, abbondano in questo Paese, come attestano le statistiche di studi italiani ed europei. E ancora, avete annunciato che spezzerete le reni ai percettori del reddito di cittadinanza, tra l'altro in un momento storico in cui i poveri, quelli veri, non quelli con le valigette, sono in aumento ancor di più a causa della pandemia prima e della guerra poi. E lo fate dopo una ossessiva campagna in cui avete enfatizzato le percezioni irregolari, che ovviamente ci sono, sono accertate, che però - devo ricordarlo - ammontano all'1 per cento del totale, cioè a poche decine di milioni, cosa che l'attuale maggioranza non ricorda mai. E non ricorda nemmeno l'ammontare delle truffe accertate dalla Guardia di finanza, che ammontano, negli ultimi due anni, a 15 miliardi - miliardi, voglio sottolinearlo, 15 miliardi, non milioni, di truffe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - dovuti a episodi di corruzione, di truffe su appalti, settori in cui, purtroppo, siamo primi in Europa e che generano davvero quelle valigette piene di contanti da spendere.

I primi giorni di questo Governo sono la cronaca di un disastro annunciato e sono la testimonianza di quanto questo Governo sia lontano dai bisogni della stragrande maggioranza di cittadini e imprese. Posso affermarlo con dati di fatto, con numeri che emergono dalla NADEF approvata ieri e dall'”Aiuti-ter” di cui stiamo parlando oggi.

Sono stati respinti gran parte degli emendamenti migliorativi, molto spesso non onerosi; anzi, a volte, erano emendamenti che avrebbero accresciuto il gettito e, quindi, le risorse nelle casse dello Stato per far fronte all'emergenza energetica drammatica; modifiche che sarebbero state, tra l'altro, ancor più importanti considerata la grave e colpevole inadeguatezza degli stanziamenti prospettati dalla NADEF in vista dell'imminente legge di bilancio.

Governo e maggioranza favoleggiavano di una manovra di 30 miliardi, che, tra l'altro, purtroppo, considerato lo stato in cui siamo noi - e anche tutta l'Europa - sarebbero stati comunque non sufficienti a prevenire l'imminente recessione o, nel migliore dei casi, la crescita zero del 2023. Ma lo scostamento reale di bilancio sul 2023 è pari solo allo 0,6 per cento, cioè a 11 miliardi di euro. Non lo dico io, è scritto nei documenti della NADEF ed è emerso in sede di audizioni, nelle scorse ore, per la NADEF. Tutto il resto, colleghi, non sono risorse aggiuntive, ma risorse che era già previsto venissero spese in base ai precedenti obiettivi di deficit programmatico fissati dal Governo Draghi.

Il Ministro Giorgetti, nella NADEF, ha scritto che lo scostamento reale di bilancio è solo dello 0,6 per cento e, tra l'altro, scrive testualmente, voglio leggerlo: “Le risorse della manovra netta saranno impiegate per il contrasto al caro energia nei primi mesi del 2023”. Ossia, nemmeno ora, si guarda già al 2023. E aggiunge - questo per fugare ogni dubbio - e di nuovo leggo testualmente: “Al più tardi, in occasione della predisposizione del prossimo DEF” - il Documento di economia e finanza, quindi vuol dire ad aprile 2023 - “si valuterà se sussista l'esigenza di ulteriori interventi di calmieramento delle bollette e di aiuti a imprese e famiglie, e si definiranno le modalità di finanziamento di tali interventi”. I dati di fatto, però, la cruda realtà, caro Ministro Giorgetti e Governo tutto, confermano, invece, quanto noi del MoVimento 5 Stelle diciamo da quasi un anno e, cioè, che sicuramente e ancor di più ci sarà l'esigenza di questi ulteriori interventi. Quindi, finché potete, invertite questa rotta inspiegabilmente timida, non ambiziosa, quasi austeritaria che avete impostato, a differenza dei proclami che avete urlato per mesi, qui e nel Paese.

Ma proprio i dati della NADEF, il nulla cosmico in essa contenuto, ci aiutano a capire quanto sarebbe stato importante approvare alcuni emendamenti all'interno del “decreto Aiuti-ter” per reperire il prima possibile ingenti risorse da mettere a disposizione di famiglie e imprese per fronteggiare il caro energia. Il MoVimento 5 Stelle, che per primo aveva avanzato la proposta, nella scorsa legislatura, sulla tassazione degli extraprofitti, aveva presentato due emendamenti all'“Aiuti-ter”, molto chiari. Con il primo, intendevamo aumentare dal 25 al 40 per cento il contributo sugli extraprofitti delle società energetiche che stanno facendo utili colossali; diversi colleghi l'hanno ricordato, negli scorsi minuti. Con il secondo, intendevamo anche estendere questo contributo al settore farmaceutico e assicurativo, ossia agli altri due comparti che hanno visto incrementare in maniera incredibile i loro introiti a partire dalla pandemia. Voglio ricordare a tutti, a questo proposito, che, nei giorni scorsi - ve lo dico come notizia che voi sicuramente già conoscete -, a seguito di una verifica fiscale, è stato ipotizzato che 1,2 miliardi di profitti sono stati portati all'estero dalla Pfizer al fine di pagare meno tasse, ma questo prima della pandemia e, quindi, prima dell'incremento incredibile degli utili a cui facevo riferimento.

Il Governo non ha nemmeno lontanamente voluto prendere in considerazione questi nostri emendamenti, che avrebbero permesso - come dicevo in precedenza - di recuperare miliardi veri, da utilizzare per aiutare famiglie, imprese e chi ora è allo stremo, che avrebbero, tra l'altro, salvato migliaia di posti di lavoro che ora sono concretamente in pericolo e avrebbero salvato migliaia di aziende, specie quelle energivore, che sono davvero alla fame, allo stremo, sull'orlo del fallimento.

Con questo atteggiamento, il Governo ha presentato il peggiore dei biglietti da visita possibile, quello di un Esecutivo che fa il forte con i deboli - mi riferisco all'intenzione di recuperare un miliardo modificando il reddito di cittadinanza - e, invece, fa il debole con i forti, ossia con i grandi gruppi energetici, bancari e assicurativi, considerata la totale inerzia sulla tassazione degli extraprofitti cui ho appena fatto riferimento, oppure considerata questa voglia a tutti i costi di riattivare inutili e pericolose trivellazioni in mare alla ricerca di gas che, nel caso migliore, coprirebbero il 2 per cento del fabbisogno annuo del Paese e, tra l'altro, non domani: abbiamo bisogno di mesi e anni affinché ciò accada e, quindi, nel frattempo, continuerebbe tal quale la crisi energetica.

Draghi e Franco avevano sbagliato a scrivere la norma sulla tassazione degli extraprofitti, che aveva fatto perdere al Paese 9 miliardi - noi del MoVimento l'avevamo denunciato da subito, io lo avevo più volte detto nei miei interventi nell'altro ramo del Parlamento - e questo Governo prosegue in totale continuità, senza alcun coraggio di approvare misure a favore di chi soffre e che, magari, scontentano qualche lobby energetica, farmaceutica o assicurativa. Il coraggio della Meloni, di Fratelli d'Italia e di questa maggioranza, evidentemente, è improvvisamente svanito alle ore 23 del 25 settembre, quando si sono chiuse le urne. E mi ha molto colpito, a proposito di coraggio, una frase detta ieri in quest'Aula da una deputata di Fratelli d'Italia - si parlava della NADEF, dell'aggiornamento dei saldi -, quando ha affermato che questa maggioranza aveva avuto il coraggio di essere prudente. Mi viene spontaneo rivolgervi una domanda: ma come il coraggio? Avevate urlato per mesi che eravate pronti, bravi, competenti, che avreste affrontato in pochi giorni la situazione, a differenza del Governo Draghi, e che era una maggioranza coesa, ossia che c'erano tutte le condizioni affinché i veri problemi del Paese sarebbero stati affrontati e, invece, non è successo, e ora fate i prudenti. Ma questo non è il momento di essere prudenti, anzi, è il momento di avere il coraggio di avere coraggio, come abbiamo fatto noi del MoVimento 5 stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti), con il Presidente Conte, quando scoppiò la pandemia e, nel giro di poche settimane, da marzo a luglio del 2020, abbiamo approvato, nell'ordine: il decreto-legge Cura Italia per finanziare la sanità da voi messa in ginocchio; la moratoria dei mutui di cittadini e imprese; il decreto-legge Liquidità, che ha reso disponibili centinaia di milioni di denaro liquido per famiglie e imprese; il decreto-legge Rilancio, che conteneva, tra le altre misure, il superbonus 110 per cento che, come tutti noi sappiamo, ha creato migliaia di posti di lavoro e posto le condizioni per un rialzo record del PIL, nel 2021, pari al 6,7 per cento - che in Italia non si vedeva dagli anni Sessanta, tra l'altro, record in Europa - e ha creato 125 miliardi di ricchezza per il Paese. Non lo dico io, lo dice Nomisma: 125 miliardi, a fronte di un costo, stimato in quel momento, di 38 miliardi. Poi, i “decreti Ristori” e, a luglio del 2020, ossia 4 mesi dopo lo scoppio della pandemia e il lockdown, abbiamo ottenuto dall'Europa 209 miliardi, di cui 80 a fondo perduto, il Recovery Fund che voi di Fratelli d'Italia e la Lega non avete approvato, perché dicevate che era un cappio al collo degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ora, invece, ve ne vantate, dite che è roba vostra, che l'ha fatto Tremonti! Io, quando l'ho sentito dalla Presidente Meloni, sono saltato dalla sedia. Come Tremonti? L'ha fatto Conte nel 2020. Insomma, si sentono in quest'Aula delle cose che, probabilmente, nell'osteria sotto casa non si avrebbe il coraggio di raccontare tra un bicchiere e l'altro e sono, tra l'altro, contrarie alla verità storica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quello che noi abbiamo dimostrato nel 2020 è il coraggio che occorre nei momenti drammatici e che voi state dimostrando di non avere. Ma, nel frattempo, la Presidente Meloni va in Europa, fa le foto sorridenti, senza tornare con alcunché per il popolo italiano. E, in questo disastro, il tanto sbandierato sovranismo diventa una chiacchiera che il post-elezioni si sta già portando via.

Mi avvio a concludere, Presidente. Il Governo Meloni si è vantato che arriverà presto un “decreto Aiuti” - che, quindi, sarebbe il “decreto Aiuti-quater” - da 9 miliardi e mezzo.

Quindi, vista l'esiguità della somma e la perdurante drammatica crisi, sarà l'ennesimo “decreto Aiutini”, ma almeno spero che l'Esecutivo abbia la decenza di spiegare agli italiani che nemmeno queste risorse sono aggiuntive, ma sono fondi che il Governo Draghi aveva previsto potessero essere spesi nel 2022, utilizzando tutto lo spazio fiscale disponibile fino all'obiettivo programmatico del 5,6 per cento del rapporto deficit-PIL, che è superiore al cosiddetto deficit tendenziale a legislazione vigente.

Quindi, l'attuale Governo non fa altro che confermare l'obiettivo deficit-PIL al 5,6 del 2022 del Governo Draghi e, quindi, i 9,5 miliardi del prossimo “Aiuti-quater” erano praticamente già lì e potevano essere spesi. Quindi, ancora una volta, c'è una totale continuità con il Governo Draghi e questo attuale sembra quasi un Draghi bis con ministri diversi.

Noi del MoVimento 5 Stelle - concludo davvero, Presidente - sentiamo sulla nostra pelle la sofferenza delle famiglie, dei piccoli imprenditori e degli artigiani, che sono in enorme difficoltà, e invitiamo la maggioranza e questo Governo ad affrontare di petto la situazione, senza paura di pestare i piedi a qualche potentato economico e finanziario magari amico.

Vi invitiamo a contrastare con tutti i mezzi disponibili l'imminente crescita zero e ciò sempre nella migliore delle previsioni e se non ci sarà, invece, una recessione che, appunto, si prospetta nel 2023. Quindi, vi invitiamo ad abbandonare questo vuoto progettuale che sta acuendo i problemi già gravissimi che la guerra ha creato e sta creando. Fate presto! Noi saremo, come sempre, dalla parte dei più deboli, di chi non ha voce e di chi alza la serranda tutti i giorni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, certo di intercettare un sentimento comune di quest'Aula, vi comunico, con gioia, una bella notizia: dopo un intenso lavoro diplomatico, oggi Alessia Piperno è stata rilasciata dalle autorità iraniane e si appresta a tornare in Italia (Generali applausi - L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi). Il Presidente del Consiglio ha già informato i suoi genitori nel corso di una telefonata pochi minuti fa. Pensavo di darvi questa notizia, perché sono certo che tutta l'Aula l'aspettava ed è arrivata.

È iscritto a parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie anche per questa splendida notizia, che festeggiamo con gioia. Lo sport o, meglio, la cultura del movimento, definizione trasversale, indipendente da età, talento, status sociale o disponibilità economica, è, come dimostrato dalla letteratura scientifica, uno dei principali generatori di risparmio per il Servizio sanitario nazionale e non solo in termini di prevenzione. Quella stessa letteratura scientifica dimostra, infatti, che l'attività fisica è un vero e proprio farmaco, capace di esercitare una forma di controllo e di contenimento di patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari, forme tumorali, disturbi dell'umore o dell'obesità, e un terzo delle persone fortemente sovrappeso od obese sono minori.

Lo sport e la cultura del movimento sono un'agenzia educativa capace di insegnare valori come inclusione, solidarietà e rispetto e sono capaci di formare cittadini e cittadine più consapevoli, più rispettosi del proprio corpo, della propria salute e dell'ambiente.

Lo sport e la cultura del movimento sono un luogo di ricerca e di investimenti in tecnologia o in trasformazione del paesaggio delle nostre città.

Lo sport e la cultura del movimento sono lo strumento che permette a migliaia di persone diversamente abili di trovare la propria dimensione attiva nella nostra società, con benefici di salute, inclusione e socializzazione che sono evidenti. Insomma, il mondo dello sport è un generatore di benessere, di senso civico, di qualità della vita e anche - sì! - di economia.

Lo sport e la cultura del movimento hanno un impatto sull'economia che è stato più volte misurato. Una recente ricerca dell'Istituto per il Credito Sportivo, presentata nel luglio scorso, quando il Ministro per lo Sport Andrea Abodi ne era presidente, ha identificato in 24,5 miliardi di euro, equivalenti all'1,37 per cento del prodotto interno lordo, il contributo dello sport al Paese nell'anno 2019, ovvero l'ultimo anno di un mondo che per lo sport non esiste più.

Queste premesse, certamente sentite tante volte in quest'Aula, sono necessarie per esprimere con chiarezza la preoccupazione mia e del Partito Democratico per l'insufficiente intervento di sostegno al mondo dello sport contenuto nel “decreto Aiuti-ter”.

La somma di 50 milioni, prevista nell'articolo 7 quale contributo a fondo perduto per associazioni e società sportive dilettantistiche, federazioni, enti di promozione sportiva e gestori di impianti sportivi e natatori, è drammaticamente insufficiente. Lo dico consapevole delle difficoltà di gestione del passaggio di consegne rispetto a questo decreto, che arriva, però, dopo un periodo molto lungo di difficoltà per il comparto sportivo e dopo un altro brutto segnale: quel PNRR, che poteva essere un'occasione imperdibile per il rilancio del mondo dello sport, che, invece, ha destinato soltanto 700 milioni - oltre a 300 milioni per l'impiantistica scolastica - che è una cifra non congruente alla percentuale di impatto sul PIL che ho citato prima.

Ai tempi non ero seduto in questo Parlamento, ma ero già responsabile sport del Partito Democratico e non ho mai capito perché l'allora sottosegretaria con delega allo sport Valentina Vezzali, nonostante le nostre sollecitazioni e forse a causa di un inadeguato confronto con il mondo sportivo e con le forze parlamentari, abbia potuto accettare che le risorse destinate allo sport del PNRR fossero circa lo 0,45 per cento del totale, a fronte di quell'1,37 per cento di impatto sul PIL che ho citato. Per capire quell'incongruenza bastava una calcolatrice. Facilmente si sarebbe capito che sarebbe stato giusto destinare allo sport almeno il triplo di quello che era stato deciso.

Il Partito Democratico lo chiedeva allora e lo continua a chiedere oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Dunque, PNRR, ristori e decreti di aiuti, compreso quello che siamo chiamati a votare oggi, non sono sufficienti per aiutare un comparto in enorme difficoltà. Lo dico con amarezza e senza ambiguità, anche per chiarire una schizofrenia che va compresa. In un momento storico che ha visto i nostri atleti e atlete azzurri trionfare in tantissime discipline, dai Giochi olimpici ai Giochi paralimpici, dai Mondiali agli Europei, lo sport di base è nel momento più drammatico della sua storia. Per questo il Partito Democratico ha presentato un emendamento per aumentare la cifra destinata all'articolo 7, emendamento che non è stato recepito. Ne prendiamo atto, ricordando, ancora una volta, lo stato agonizzante in cui versano le società di gestione degli impianti sportivi e le società di gestione degli impianti natatori. Le piscine, peraltro, hanno un'ulteriore specificità che deve essere chiara: in percentuale superiore al 95 per cento sono impianti di proprietà pubblica. Il numero di impianti natatori che stanno chiudendo è enorme e rappresenta un problema di priorità assoluta non solo per le società di gestione, che stanno portando i libri in tribunale, e per i loro lavoratori, ma anche per le casse dei comuni e delle città, che di quegli impianti sono quasi sempre proprietari.

Oltre a un sostegno più robusto, occorre oggi pensare a un intervento strutturale che passi attraverso la proposta di linee guida nazionali per supportare e riscrivere, viste le incredibilmente diverse condizioni di mercato, i rapporti concessivi relativi ai contratti esistenti di gestione degli impianti comunali. Lo chiedono i gestori, lo chiedono le amministrazioni comunali, lo chiedono gli utenti di quegli impianti.

Il Partito Democratico ha presentato altri due emendamenti anch'essi non recepiti, che riguardano un comparto che, invece, è stato completamente dimenticato dall'Aiuti ter, cioè quello degli impianti di risalita a fune. In Italia sono presenti 1.500 impianti di risalita, con una forza di lavoro di 15 mila unità fra collaboratori fissi e stagionali. Il fatturato del settore è pari a 1,2 miliardi di euro e l'indotto collegato, a favore del sistema socioeconomico territoriale, è stimato da sette a dieci volte superiore a quel fatturato. L'importanza delle aziende funiviarie, infatti, è proprio nel peso che hanno per la filiera turistica a loro collegata. Insomma, se gli impianti si spengono, si spegne l'intera economia della montagna. Molte di queste aziende concentrano il loro fatturato nei soli quattro mesi invernali e permettono il lavoro di maestri di sci, affitta sci, alberghi, baite, rifugi, negozianti e servizi turistici collegati. Normalmente, i costi energetici rappresentano il 7 per cento dei costi di bilancio, mentre con gli attuali prezzi la percentuale è diventata del 30 per cento.

Questo cosa significa? Che una parte degli operatori non potrà aprire e altri si troveranno in estrema difficoltà e - lo ripetiamo - l'intera economia montana si spegnerà, anche perché il turismo sportivo invernale italiano è in forte concorrenza con le vicine regioni alpine europee e la clientela internazionale, in assenza di certezza sulla programmazione delle aperture delle località sciistiche italiane, si rivolgerà ai vicini mercati di Francia, Austria e Svizzera. I tempi per un intervento di sostegno sono strettissimi. Infatti, proprio in queste settimane le stazioni sciistiche devono produrre la neve programmata indispensabile all'apertura degli impianti di risalita e anche la produzione della neve dipende fortemente dai costi dell'energia.

Ma c'è un paradosso: il paradosso è che il settore degli impianti di risalita non è compreso nelle imprese energivore, così come definite dalle linee-guida della Commissione europea, nonostante nei mesi di esercizio i consumi energetici siano enormi, tanto per far funzionare gli impianti, quanto appunto per produrre la neve e sono del tutto assimilabili a quelli delle aziende energivore.

Non c'è traccia di aiuti nel decreto che votiamo oggi, a pochi giorni dall'apertura di quegli impianti, i cui gestori stanno pensando al giorno in cui saranno costretti a chiudere piuttosto che a quello in cui accoglieranno i primi sciatori e turisti. Vi chiedo allora di ricordarvelo nella scrittura della legge di bilancio per evitare il collasso di questo ecosistema sportivo, turistico ed economico, considerando due distinte tipologie di sostegno, come era proposto nei nostri emendamenti: una, per sostenere i rincari energetici, almeno durante i prossimi quattro mesi invernali, con intensità equivalente a quella prevista per le aziende riconosciute energivore e un'altra, di sostegno ai costi per la manutenzione ordinaria degli impianti e per la messa in sicurezza dei comprensori, affinché le società di gestione degli impianti, già gravate dalla crisi COVID e dai maggiori costi dell'energia, abbiano la possibilità di avere risorse per mantenere gli elevati standard di sicurezza richiesti dal settore. Segnalo in questo contesto, quello della sicurezza, anche la necessità di correggere il decreto legislativo n. 40 del 2021 sulla sicurezza sulle piste da sci, che presenta diverse criticità, necessita di chiarimenti e interpretazioni autentiche, tutto ciò ad un mese dall'inizio della stagione.

Dopo la pandemia, l'impatto del caro energia ha determinato la frantumazione di un modello sportivo che oggi non esiste più: che si tratti di sport agonistico, di dilettantismo, di impianti sportivi outdoor o indoor, di palazzi del ghiaccio, di impianti natatori o di impianti di risalita, il modello di sport che abbiamo conosciuto per più di 70 anni, delegato dalla cosa pubblica e fondato sul contributo decisivo del denaro privato, principalmente delle famiglie, non esiste più. Quel modello si è polverizzato: nulla è più come prima e nulla sarà più come prima. Questo è il momento della discontinuità, è il momento di cambiare un paradigma, iniziando con un fatto tutt'altro che simbolico: la ripresa dell'iter per arrivare alla modifica dell'articolo 33 della Costituzione in materia di attività sportiva, con l'inserimento del comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”. Voi, colleghi della passata legislatura, c'eravate quasi riusciti, quasi, perché l'iter, a seguito della fine anticipata della XVIII legislatura, si è interrotto a pochi giorni dalla quarta e ultima necessaria lettura qui alla Camera. Il 13 ottobre, primo giorno di questa XIX legislatura, ho depositato una proposta di legge, riproponendo esattamente lo stesso testo. Saremo chiamati, onorevoli colleghi, a completare questo passo che la storia impone, che genererà un vero diritto allo sport, tutelato e reso accessibile a tutti e a tutte da politiche pubbliche. Mi auguro fortemente che questo Parlamento possa esprimersi in maniera positiva e soprattutto all'unanimità.

Chiudo su due temi, Presidente, di cui molto si è parlato in questi giorni. Il primo è la brutta vicenda che ha coinvolto la Federazione Ginnastica d'Italia che ha avviato un'indagine interna, della quale attendiamo con urgenza e con altissimo livello di attenzione l'esito. Le aberranti pressioni psicologiche, denunciate da alcune atlete, in riferimento all'alimentazione e alla loro composizione corporea, confermate ancora ieri da una campionessa come Vanessa Ferrari, che ha dichiarato di avere vissuto sulla sua pelle quel problema, accende un enorme riflettore su un'altra altrettanto enorme responsabilità che i tecnici, soprattutto quelli che si occupano dei settori giovanili, hanno nei confronti dei loro giovani atleti. Così, fra le tante necessarie discontinuità per costruire un nuovo modello post-pandemico, è necessario ed è irrimandabile ricordare - come dimostrano i fatti che ho citato - che lo sport è anche un lavoro, che ha bisogno di essere fatto bene e che richiede dignità. Centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici del mondo dello sport da quando esiste la Repubblica sono fantasmi, persone senza tutele, senza diritti, senza copertura assicurativa, senza un euro…

PRESIDENTE. Onorevole, deve chiudere.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). ...versato all'INPS e senza la possibilità di accendere un mutuo se vogliono comprarsi casa e mettere su famiglia. Il decreto legislativo n. 36 del 2021, pubblicato il 2 novembre in Gazzetta Ufficiale, quindi diventato legge dello Stato, ha finalmente normato il lavoro sportivo, superando una serie infinita di ingiustizia e disparità di status, di genere, di diritti e di tutele di centinaia di migliaia di lavoratori sportivi. Tira, Presidente però, una brutta aria…

PRESIDENTE. Al di là dell'aria, siamo già fuori di due minuti. Deve chiudere.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Avevo dieci minuti, se non sbaglio.

PRESIDENTE. Siamo già a dodici.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Tira un'aria di rinvio per questa riforma e qualcuno - usando una metafora sportiva - vuole calciare la palla in tribuna. In un momento di grande difficoltà, chiedo soluzioni e non rinvii perché, laddove non arriverà la legge, arriverà la giurisprudenza: ci sono 37 sentenze della Corte di Cassazione, espresse tutte in modo univoco…

PRESIDENTE. Onorevole, però non mi costringa a toglierle la parola.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). ...che rivendicano la necessità di riconoscere i lavoratori e le lavoratrici del mondo dello sport (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti della scuola media “Paolo VI”, di Alzano Lombardo, che stanno seguendo i nostri lavori dalle tribune. Grazie per essere con noi (Applausi).

È iscritto a parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Il Governo ha mosso i suoi primi passi; siamo ancora alle battute iniziali, ma il Governo Meloni ha già mostrato all'Europa il suo vero volto, un volto cinico, dove gli esseri umani diventano un fastidioso residuo. Il volto istituzionale del Governo Meloni è durato il tempo di un discorso, il tempo dell'intervento della Premier qui in Aula. Poi, alla prima prova dei fatti, eccovi mostrare i muscoli, ma solo con chi è più fragile, con chi non può reagire. È una forma di bullismo, di bullismo di Stato. Siamo pienamente consapevoli che non è su questo specifico provvedimento che possiamo veramente giudicarvi perché si tratta di un'eredità del Governo Draghi, ma una cosa è assolutamente evidente: che intendete continuare a mostrarvi deboli con i forti e forti con i più fragili. Voi dite di voler fare gli interessi degli italiani, ma non è vero: a voi interessa fare gli interessi solo di una parte degli italiani, quelli già forti socialmente ed economicamente. Bisogna sbloccare gli impianti per la produzione di energia pulita, puntare sulle comunità energetiche, invece voi intendete trivellare ovunque, tutto questo per una manciata di gas. Negli ultimi mesi della scorsa legislatura, abbiamo chiesto più e più volte di tassare gli extraprofitti delle grandi compagnie energetiche, anzi siamo stati i primi, con Angelo Bonelli, a porre la questione degli extraprofitti.

Abbiamo presentato ordini del giorno ed emendamenti: tutti bocciati anche da chi - l'ho sentito pochi interventi fa - ora cerca di prendersi i meriti del tema degli extraprofitti, ma qui votava contro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Dopo le prime resistenze, devo dire che qualcosa si era già smosso, anche se in maniera assolutamente insufficiente. Noi continuiamo a ribadire che bisogna tassare al 100 per cento gli extraprofitti delle grandi compagnie energetiche. Avete un evidente timore reverenziale nei confronti dei grandi colossi energetici, di fronte ai quali vi fate piccoli piccoli. Il continuo aumento degli extraprofitti invece produce un aumento di disuguaglianze sociali. Mentre le famiglie italiane sono in ginocchio e non riescono a pagare le bollette e ad arrivare alla fine del mese, mentre le imprese rischiano di chiudere per i costi energetici esorbitanti, mentre il Paese diventa sempre più povero e disuguale, c'è qualcuno che si sta arricchendo sulle spalle della maggioranza degli italiani: sono le società energetiche che continuano ad accumulare profitti scandalosi.

Gli extraprofitti sono un esproprio sociale, ai danni delle famiglie e delle imprese italiane. Ma siete ancora in tempo per rimediare: esprimete un parere favorevole al nostro emendamento per la tassazione al 100 per cento degli extraprofitti e approviamolo tutti insieme all'unanimità. Diamo un segnale al Paese di essere dalla parte dei cittadini e i cittadini ci ringrazieranno. Se voterete contro il nostro emendamento, dimostrerete invece a tutti da che parte state e gli unici applausi che sentirete saranno quelli delle lobby delle fonti fossili, che già stanno dettando la politica energetica a questo Governo. Gli extraprofitti sono soldi degli italiani ed è a loro che vanno restituiti immediatamente, utili sì, ma all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ieri è stato approvato, anche con il sostegno convinto del Partito Democratico, lo scostamento di bilancio. Stiamo parlando di 30 miliardi e oltre. Il fatto sostanziale che queste risorse non provochino debito pubblico è positivo, anche frutto - diciamo così - della virtuosità ed efficacia del complesso delle misure adottate dai precedenti Governi; è un tesoretto. Si afferma, peraltro, nella NADEF che saranno presi provvedimenti per prolungare le misure di sostegno per la crisi energetica, presi dal precedente Governo: caro energia, sconti sulle accise, credito d'imposta su imprese energivore.

Ebbene, nella NADEF, nei 30 miliardi a disposizione, ci sono 9,5 miliardi per il prossimo nuovo decreto di aiuti che il Governo adotterà, probabilmente un “Aiuti-quater”. Ci sono risorse per le proroghe di aiuti e misure, ma ci sono anche risorse per recepire e accogliere, ad esempio, le misure proposte da un pezzo di Paese, da un pezzo di Stato, che è, peraltro, direttamente impegnato sulla frontiera dei bisogni, ovvero le proposte degli enti locali, dei comuni, un livello dello Stato che è stato esposto ed è in prima linea, per il COVID e la pandemia prima, per la crisi energetica ed economica oggi. Come per la crisi pandemica, anche oggi siamo tutti coinvolti e travolti in qualche modo. È iniziata una nuova legislatura, c'è un nuovo Governo politico, come si è detto, ma il valore di un Paese, il senso delle istituzioni, al netto di posizioni e dimensioni politiche diverse, lo si trova se e quando si dà valore ad un confronto anche intenso in Parlamento. Lo si trova se e quando in contesti difficili, persino drammatici, si investe sul principio di confronto e leale collaborazione fra le istituzioni, ad esempio, tra quelle centrali e quelle locali. Così si tiene unito un Paese. Quindi, non solo è incomprensibile come le misure proposte dagli enti locali e dai comuni di ogni territorio italiano e di ogni parte politica siano state in blocco respinte; è incomprensibile come misure, peraltro proposte e condivise anche nell'ambito di una relazione con le regioni e con i livelli dello Stato, siano state in blocco respinte. Oltre ad essere incomprensibile, io vorrei - noi vorremmo - che si fosse consapevoli che si sta arrecando un danno al Paese. Si tratta di proposte bocciate l'altro ieri in Commissione, con una prima debole motivazione: non abbiamo le risorse, perché non abbiamo approvato la NADEF e, quindi, lo scostamento di bilancio. Allora, ora che è approvata la NADEF ed è approvato lo scostamento dei 30 miliardi, anche con il convinto sostegno del Partito Democratico, è possibile conoscere e sapere? È possibile far sapere al Parlamento, ai comuni, ai sindaci italiani di ogni parte politica e geografica, se il decreto che adotterà il Governo con il Ministro Giorgetti conterrà le proposte e le risposte per gli enti locali? Se conterrà le misure serie, ragionevoli e puntuali dei comuni? Ma di cosa stiamo parlando? Come si legge dalla stampa, non affrontiamo il tema della crisi energetica. Stiamo parlando, ad esempio, della bocciatura della proposta che finanzia il fondo che consente ai comuni l'adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare. Chi è stato nei territori, chi, come me ed altri colleghi di ogni partito, ha avuto l'onore di ricoprire la carica amministrativa di sindaco sa cosa vuol dire la colletta alimentare, la solidarietà alimentare, la spesa che si porta nelle famiglie per coloro i quali non arrivano, non a fine mese, ma a fine settimana. Ebbene, questa proposta è stata bocciata.

Stiamo parlando della bocciatura della proposta normativa, che aveva la finalità di consentire agli enti locali di coprire le maggiori spese derivanti dall'aumento dei prezzi dei materiali di costruzione, anche utilizzando le economie virtuose delle gare che i comuni mettono in campo. Proposta bocciata, che autorizzava gli enti locali e disporre dei ribassi d'asta ottenuti, ad esempio, per gli interventi di edilizia scolastica, a utilizzare i ribassi d'asta per l'edilizia scolastica, per fare le scuole, magari a consumo energetico zero: proposte bocciate.

Sono state poi bocciate proposte che volevano accelerare il rilascio di autorizzazioni, pareri e nulla osta previsti dalla legislazione vigente, da parte di tutte le autorità pubbliche, rispetto a progetti già finanziati del PNRR, fissando non certamente un termine con un generico via libera, ma fissando un termine entro il quale le autorità preposte si sarebbero dovute esprimere: proposte bocciate. Insomma, si tratta di un vasto complesso di proposte, che avrebbero consentito a un pezzo di Paese, sia di utilizzare e spendere bene le risorse del PNRR, sia di affrontare la crisi economica dovuta alla crisi energetica.

Noi non riusciamo a capire come anche il proclamato impegno di istituire un sistema di rapporti virtuosi tra il livello centrale del Paese e gli enti locali oggi sia sconfessato al primo atto utile e necessario per il Paese. Erano proposte irricevibili? Ideologiche? Sono proposte di parte?

Uso una parola su cui conviene riflettere, quando la si usa in Aula: erano proposte di “merito”. Merito nel senso dei contenuti, perché studiate, puntuali e precise, per far risparmiare al Paese, allo Stato e ai comuni e per spendere meglio le risorse, e “merito”, persino nel senso di premiare i comuni virtuosi, che sanno spendere e sanno stare nelle procedure previste. Che tipo di risposta vuole dare il Governo, non al Partito Democratico, che non si vuole ascrivere la dimensione degli enti locali, ma a quella frontiera esposta sui bisogni? Una frontiera rappresentata sì, - noi lo diciamo, che abbiamo indossato la fascia tricolore - da un pezzo di patria, che è lì, che si occupa di asili, di strade, che si occupa di infrastrutture, che deve portare la spesa e deve consentire di far pagare le bollette al Paese.

Infine, per rimanere probabilmente nei tempi, come mi auguro, un altro passaggio che ci preoccupa molto. Perché non si è fatto questo passaggio e non si è voluto né in Commissione e non lo si vuole? Che intenzione ha nel decreto che si appresta a fare il Governo? Al netto della quantificazione richiesta e prevedibile di risorse per le misure per i comuni, perché non si è voluto questo confronto e non si è voluto entrare nel merito? Ovviamente, la risposta non è data e speriamo di averla almeno nella giornata di oggi, nel corso del dibattito.

Un altro punto è il PNRR. Da questo punto di vista, tra una sorta di proclamata tendenza verso l'autonomia differenziata e un affermato invece neocentralismo nei rapporti con i comuni, ci preoccupa quello che stiamo leggendo sulla stampa nelle dichiarazioni, perché si legge ed è ormai nota e dichiarata la volontà di togliere risorse al PNRR. Si dice che è fuori tempo, che così non va, si parla di risorse per opere irrealizzabili. Vorrei portare un punto in quest'Aula. La nostra, come dicevo prima, non è una volontà politica di ascriversi la dimensione degli enti locali. Sappiamo come è fatto questo Paese, ci siamo impegnati nelle sue istituzioni e oggi siamo qui in Aula e vogliamo portare qui un messaggio molto chiaro: ci sono progetti concreti e approvati, progetti che sono stati definiti prima in via preliminare, poi in via definitiva e infine in via esecutiva. Sono progetti che riguardano la scuola, la formazione, i bisogni, le fragilità, progetti che riguardano la possibilità per le imprese di rigenerarsi da un punto di vista del sostentamento energetico. Verificate prima di bocciare, studiate prima di togliere! Si chiama “merito”, significa il nostro lavoro, significa guardare gli atti. Se qualche proposta utile, puntuale, intelligente, non viene da una parte, ma viene da una parte d'Italia, dagli enti locali, dai comuni, dovete spiegare perché non ascoltate, perché bocciate, perché rifiutate. I comuni - noi ci teniamo a sottolinearlo - sono un pezzo di Paese, di Nazione, sono un pezzo di Patria, magari anche quella più esposta e capace di spendere i soldi della finanza pubblica.

In conclusione, è vero che il punto politico appare evidente: governare è diverso da fare propaganda e campagna elettorale. Oggi, siamo in un'altra fase; noi voteremo nel merito e daremo una mano forte nell'interesse del Paese, ma non diremo una parola di meno di merito, quando vedremo ciò che evidentemente non va bene per il Paese; e in questo caso non va bene per gli enti locali. Si ascoltino i comuni, si ascoltino gli enti locali! Il PNRR è la più grande operazione di investimento pubblico del Paese: 220 miliardi, 40 dei quali pronti già a partire, per cambiare il volto delle nostre città, renderlo più umano, più solidale. Se non noi per una volontà politica e ideologica, almeno ascoltate le proposte che vengono dai territori, perché concorrono a dare una mano non solo a questo Governo, ma a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, prima, durante e dopo la campagna elettorale, avete ripetuto - il Ministro Salvini prima e più di tutti - che bisognava bloccare - usando il termine “bloccare” - gli aumenti di luce e gas. La Presidente del Consiglio, più volte, ha ripetuto che, per fare fronte al caro energia, sarebbe stato fondamentale fermare la speculazione.

Anzi, a dire la verità, in campagna elettorale diceva che era inutile continuare con gli aiuti senza intervenire sul problema all'origine, cioè sulla speculazione. L'assemblea di Coldiretti ha detto testualmente che sarebbe stato un errore continuare all'infinito a compensare il costo delle bollette, regalando soldi - lo ripeto, regalando soldi - a chi si sta arricchendo sulle spalle di cittadini e imprese. Ebbene, evidentemente è cambiato qualcosa.

Ora la speculazione, nella sua narrazione, nella relazione della Presidente, è diventata una battaglia che stiamo conducendo; intanto, mentre conducete questa battaglia campale contro la speculazione, siccome prendete i soldi, tra l'altro, anche a debito, saranno ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori a farsi carico dei problemi della Nazione, cari patrioti, pagando per tutti, compresi gli speculatori. Anche questa cosa ormai è in uso anche tra i commentatori, per cui si dice: “vabbè sono le cose che si dicono in campagna elettorale, poi, governare è un'altra cosa”. No, non va bene per niente, perché voi, in realtà, non intervenite con un aiuto alle imprese vere - in provincia di Salerno è stata annunciata oggi la chiusura del 10 per cento dei frantoi; le imprese conoscono bene i procedimenti in corso, fanno le loro valutazioni, se si fidassero, diciamo così, di questo provvedimento, se avessero un'aspettativa positiva, non annuncerebbero una chiusura - e non aiutate neanche le famiglie. Il rapporto Caritas sulla Campania ci testimonia che nel Mezzogiorno il 10 per cento delle famiglie è in povertà assoluta, mentre il 23,2 per cento è in condizioni di povertà relativa. In Campania, nella mia regione, l'occupazione femminile è al 29 per cento, solo dalla Campania sono andati via, negli ultimi dieci anni, 329 mila giovani, quanto è grande la provincia di Benevento, più o meno, e sono prevalentemente laureati. A quei cittadini non si può dire una cosa e poi farne un'altra.

I riferimenti alla fragilità - ho sentito - abbondano anche in quest'Aula, ma ormai siamo di fronte ad una parte di Paese che è fragile, in particolare, nel Mezzogiorno. A questo voi rispondete, ancora una volta, con i pannicelli caldi, con i bonus una tantum, che ricordano tanto il capitalismo compassionevole, caritatevole, anche con soldi presi a debito e poi con un'autonomia differenziata che aumenterà divario e disuguaglianze.

A proposito della quota di debito, nella vostra comunicazione politica e istituzionale continuate a dire che avete liberato 30 miliardi di risorse; non è così, né dal punto di vista finanziario, né dal punto di vista semantico, perché là c'è debito e quando si fa debito le risorse non vengono liberate; liberare risorse è quando si sposta una spesa, quando si fa risparmio, anche quando si dilaziona…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO MARI (AVS). Mi avvio a concludere. C'è voluto un cantante per dire cosa si dovrebbe fare in questa situazione; Cosmo ha detto che è necessario portare dalla cima della montagna giù verso valle, cioè si dovrebbe redistribuire. Sulla cima della montagna, se parliamo di disuguaglianze, ci sono i grandi patrimoni, se vogliamo affrontare veramente il tema del costo dell'energia, ci sono gli extraprofitti. Mentre le famiglie italiane sono in ginocchio, non riescono a pagare le bollette e ad arrivare alla fine del mese, mentre le imprese rischiano di chiudere a causa dei costi energetici esorbitanti, mentre il Paese diventa sempre più povero e disuguale, c'è qualcuno che si sta arricchendo sulle spalle della maggioranza degli italiani: sono le società energetiche, che continuano ad accumulare profitti scandalosi, oltre 50 miliardi di euro nei primi 6 mesi del 2022, utili in continua crescita, come, ad esempio, da parte di ENI che, nel periodo tra luglio e settembre, ha visto i suoi profitti aumentare a 3,73 miliardi di euro, per un totale di 10,8 miliardi di euro dall'inizio dell'anno. Tutto ciò è inaccettabile, gli extraprofitti sono un esproprio sociale fatto ai danni delle famiglie e delle imprese italiane.

È evidente che il Governo Meloni vuole continuare con la strategia “forte con i deboli e debole con i forti”, addirittura ostacolando le rinnovabili, che sono la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica, per abbassare le bollette, per creare posti di lavoro, per renderci indipendenti nella produzione di energia e fronteggiare la gravissima crisi climatica che è in atto…

PRESIDENTE. Onorevole Mari, deve concludere.

FRANCESCO MARI (AVS). Gli extraprofitti sono soldi delle italiane e degli italiani ed è a loro che vanno restituiti, immediatamente: utili sì, ma all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Elisabetta Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, noi siamo convinti che il Governo abbia avuto ragione a definirsi conservatore…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole, forse, per una migliore fruizione dell'audio, conviene che si segga accanto al collega Mari.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Ora va bene, grazie. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, siamo convinti - come dicevo - che il Governo abbia avuto ragione a definirsi conservatore; al di là del richiamo alle culture politiche, infatti, questa parola definisce perfettamente l'atteggiamento di questa destra nei confronti dei più gravi problemi della società italiana. Siamo dentro una spaventosa crisi inflattiva; il tasso d'inflazione è balzato all'11,9 per cento su base annua, rispetto all'8,9 per cento di settembre; non era così dal 1984. Le conseguenze si fanno sentire sulle persone che hanno un reddito più basso, colpendo i consumi più basilari. L'Istat parla di un differenziale del 3 per cento; per chi ha salari bassi, infatti, l'11,9 per cento si traduce in un 15 per cento di aumenti, perché sono le famiglie con un reddito più basso quelle che spendono la stragrande maggioranza delle proprie entrate per beni alimentari e bollette, le voci che stanno trainando l'inflazione. L'osservatorio nazionale di Federconsumatori segnala, infatti, che calano del 17 per cento gli acquisti di carne e pesce e il 13 per cento delle famiglie compra meno frutta e meno verdura; lo fanno perché, come segnala sempre Federconsumatori, le famiglie dovranno spendere 3.500 euro in più l'anno, 728 dei quali solo per mettere a tavola i pasti quotidiani.

Di fronte a questo scenario, il Governo, invece di intervenire con misure strutturali, progettando provvedimenti che servano a far crescere i salari, come, ad esempio, il salario minimo legale a 10 euro l'ora che Alleanza Verdi e Sinistra propone, oppure che servano ad abbattere la precarietà del lavoro, come ha fatto in Spagna un Governo più illuminato, oppure che servano a redistribuire ricchezza dall'alto verso il basso, come abbiamo proposto con alcuni emendamenti che avete già respinto in Commissione, oppure a garantire servizi pubblici efficienti e gratuiti, ebbene, il Governo, invece di fare tutto questo, affronta la situazione con quelli che l'onorevole Comaroli, della Lega, proprio stamattina, ha definito “provvedimenti tampone”. Presidente, in tutta franchezza, noi li chiameremmo, più precisamente, “pannicelli caldi”, perché i provvedimenti una tantum da 200 o da 150 euro non bastano certamente ad affrontare una situazione che produce, su base annua, un'erosione equivalente a molto di più di una mensilità di un lavoratore medio.

Ecco spiegato, quindi, in che senso questo sia un Governo conservatore, perché, al di là della propaganda, è un Governo che agisce contro il cambiamento e per la conservazione delle ingiustizie, che offendono da troppo tempo il nostro Paese. Conservare non è difficile, basta andarci piano, non fare scelte coraggiose, accanirsi sulle minoranze più deboli, come avete fatto a Catania, come avete fatto scrivendo una norma potenzialmente repressiva del conflitto sociale, invocando un'inesistente emergenza rave. Il Governo soffia sul fuoco della paura per spegnere i riflettori sui guanti bianchi che riserva ai più forti e ad alcuni speculatori. Ieri ho sentito tanta retorica in quest'Aula, durante il dibattito sulla NADEF, tante parole altisonanti, a cui non corrisponde nessuna realtà concreta.

Si è detto qui che il Governo agisce nell'esclusivo interesse della Nazione, ma ogni cittadino e ogni cittadina sa che questa espressione nasconde un inganno. È esclusivo interesse della Nazione lasciare che la crisi inflattiva ed energetica permetta alle grandi aziende di fare utili miliardari e costringa, invece, altri a chiudere i battenti, ad abbassare le saracinesche, a licenziare, a cancellare le vacanze per pagare le bollette, a fare a meno delle visite mediche di cui avrebbero bisogno? Viene da chiedersi, quindi, cosa sia per questa maggioranza la Nazione. O meglio, voglio essere più precisa, viene da chiedersi di chi è, per questo Governo, la Nazione. Ce lo chiediamo perché appare evidente che, come accade ormai da troppi anni, alcuni interessi privati stiano prevalendo sull'interesse collettivo. Mentre le imprese rischiano di chiudere, mentre il Paese diventa sempre più povero e disuguale, c'è qualcuno che si sta arricchendo sulle spalle della maggioranza degli italiani: sono le società energetiche, che continuano ad accumulare profitti. Gli extraprofitti sono un esproprio sociale fatto ai danni delle famiglie e delle imprese italiane.

È evidente che il Governo Meloni vuole continuare con la strategia forte con i deboli e debole con i forti, addirittura ostacolando le rinnovabili, che sono la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica, per abbassare le bollette, per creare posti di lavoro, per renderci indipendenti nella produzione di energia e fronteggiare la crisi climatica gravissima che è in atto. Gli extraprofitti sono soldi degli italiani ed è a loro che vanno restituiti immediatamente: utili sì, ma all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signora rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, come spesso capita, la politica italiana, la politica del nostro Paese, le promesse fatte in campagna elettorale hanno le gambe corte, come le bugie, tant'è che la parola più ricorrente, più usata in questa discussione sul decreto “Aiuti-ter”, tra quelle che sono arrivate dai banchi del Governo e della maggioranza, è “prudenza”. “Prudenza”! E questo non stupisce, visto che il primo a utilizzarla con grande significato è stato il Ministro Giorgetti che, come è noto, era uno dei pilastri del Governo Draghi.

Ora, bisogna ricordare che, quando si fa opposizione, e l'onorevole Meloni lo ha fatto nella precedente legislatura, è facile prendere posizioni di principio. La stessa Meloni, che è venuta qui a invocare una coerenza rispetto al proprio passato, lo ha fatto in modo molto deciso. Ma la coerenza non è soltanto la coerenza della propria appartenenza, non è soltanto la coerenza della propria cultura. La coerenza deve essere anche relativa alle cose che si sono dette negli anni in cui si faceva l'opposizione. Ecco, questo non è successo e non succede rispetto a un Paese che sta vivendo una crisi drammatica, nella quale le famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese e le imprese chiudono, licenziando le lavoratrici e i lavoratori; una crisi nella quale - ha fatto bene a ricordarlo la collega Piccolotti prima di me - il Paese ha raggiunto un'inflazione record dell'11,9 per cento, di cui la componente energetica, voglio ricordare, rappresenta ben il 5,8 per cento.

In questo contesto le risorse messe a disposizione sono insufficienti e sono messe male, non risolvono i problemi enormi che abbiamo davanti. Non vi è alcun cenno, peraltro, al recupero degli extraprofitti che sono il grande scandalo di questo Paese e dei nostri tempi. Extraprofitti accumulati dalle grandi multinazionali dell'energia, le quali hanno incassato cifre spaventose, speculando sul prezzo dell'energia stessa. È facile fare profitti in questo Paese, esorbitanti, comprando il gas con i vecchi contratti e rivendendo, però, il prodotto ai prezzi di mercato. Gli extraprofitti devono essere restituiti agli italiani e alle italiane.

Degli enormi profitti così illegittimamente ricavati si dovrebbe occupare la magistratura. Questa è una truffa ai danni delle nostre concittadine e dei nostri concittadini. Il Governo deve intervenire in modo chiaro e deciso. Nei giorni scorsi la Presidente Meloni è stata a Sharm el-Sheikh, al COP27. Sappiamo che il grande obiettivo, il grande risultato che l'umanità deve raggiungere è quello di fermare l'aumento della temperatura entro 1,5 gradi; invece, adesso, con le misure già messe in atto, in previsione, sforeremo già questo obiettivo per arrivare fino ai 2,8 gradi. La Meloni ha incontrato il presidente al-Sisi e in quella sede ha parlato di tante cose, lo diceva il collega Bonelli, ha parlato di petrolio, ha parlato di gas, ha parlato di armi. L'unica cosa che ha dimenticato - lo voglio ricordare anch'io - è di affrontare il caso dei diritti umani e di Giulio Regeni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Ma voglio domandare ai nostri colleghi e colleghe della maggioranza di Governo: Giulio Regeni era un italiano? La Presidente Meloni che dice di voler difendere gli italiani, ci crede e crede che sia giusto intervenire anche per chiedere la verità su Giulio Regeni? Oppure Regeni era un italiano di “serie B”, un italiano che non meritava la verità, un italiano che non merita la tutela del suo Paese? Questo è un punto centrale che noi continueremo a chiedere.

Basta, signori del Governo, con le energie fossili. Dopo la presenza alla COP27 della Presidente Meloni, l'unica iniziativa che è stata presa è quella di cercare di riaprire le trivellazioni. Quando già ancora alcuni mesi fa la stessa Meloni diceva che aprire nuovamente le trivellazioni nei nostri mari e nel nostro Paese era un favore ai poteri forti. Sarebbe stato più saggio, Presidente Meloni, intanto mettere in sicurezza la rete di distribuzione del gas…

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, onorevole.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). …che ogni anno perde 3,5 miliardi di metri cubi di gas, quantità che è maggiore anche della produzione nazionale.

Voglio ricordare che è necessario sbloccare le autorizzazioni per gli oltre 250 gigawatt di energia rinnovabile in attesa di autorizzazione, di cui nessuno parla. Voglio ricordare che è necessario, ovviamente, dire che in questo momento il Governo Meloni vuole continuare con la strategia forte con i deboli e debole con i forti, addirittura ostacolando le rinnovabili che rappresentano la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica, per abbassare le bollette, per creare posti di lavoro, per renderci indipendenti nella produzione di energia e fronteggiare la crisi climatica gravissima che è in atto. Gli extraprofitti sono soldi degli italiani. È a loro che vanno restituiti immediatamente: utili sì, ma all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, è la prima volta che intervengo in quest'Aula e lo faccio non senza un certo stupore. La ringrazio, Presidente, per la bella notizia che ci ha dato su Alessia Piperno, ma sono stupita perché, dopo la feroce opposizione della Presidente Meloni e di Fratelli d'Italia al Governo Draghi, dopo una campagna elettorale fondata sui problemi irrisolti del nostro Paese, mi aspettavo sinceramente che si partisse subito con provvedimenti incisivi, di rottura che dessero risposta alle tante cittadine e cittadini che non sanno come arrivare a fine mese. E invece ci troviamo a constatare che la campagna elettorale non è ancora finita, forse, purtroppo, non finirà mai. In effetti, ce lo dovevamo aspettare, perché in tutte le città e le regioni in cui governate le vostre politiche sono caratterizzate da moltissima propaganda e pochissime azioni concrete.

Viste le difficoltà in cui versa il nostro Paese, però, pensavo che i primi provvedimenti sarebbero stati orientati ad arginare l'aumento dei costi, a mettere un tetto alle speculazioni in atto, a dare risposte a cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, a chi non ha un lavoro, a chi lo ha precario o sottopagato. E, invece, vi siete concentrati sui provvedimenti bandiera, avete fatto un vergognoso e disumano braccio di ferro sulla pelle di persone che fuggono da guerra, fame e miseria, violando le leggi e gli accordi internazionali. Bambini, donne, uomini trattati come bestie, ammesso che sia concesso trattare così anche le bestie. Persone estremamente fragili, provate da viaggi ed esperienze devastanti. Avete parlato di sbarco selettivo, di carico residuale, parole scandalose e impronunciabili, e avete perso, perché siete stati costretti a farli sbarcare tutti, per fortuna. Consentitemi, in questa sede, di ringraziare il sindaco di Porto Torres, un comune della Sardegna, che, in questo scenario di disumanità generale, si è offerto di far attraccare la Ocean Viking nel porto della sua città.

E nonostante la Presidente, durante il suo discorso sulle dichiarazioni programmatiche, abbia criticato il metodo adottato dai precedenti Governi con i decreti-legge, nel primo Consiglio dei Ministri ne ha adottato proprio uno dal carattere fortemente simbolico e propagandistico. Oltre a confermare le misure per l'ergastolo ostativo, sono stati infatti modificati i termini di validità dell'estensione degli obblighi vaccinali per i sanitari. Un'intenzione emersa in maniera non troppo velata anche durante il discorso sulla fiducia. Fortunatamente, come sottolineato dal presidente dell'ordine, i medici continuano ad affidarsi alla scienza e non alle vostre politiche che non danno alcuna risposta a cittadine e cittadini, ma strizzano più di un occhio ai no-vax. Un atteggiamento, il vostro, che continua a essere profondamente irresponsabile e ambiguo.

Presidente, nella mia città, durante il lockdown, il sindaco di Fratelli d'Italia ha fatto affiggere degli orribili manifesti, che, piuttosto che spiegare cosa stava accadendo e rassicurare cittadine e cittadini, li ha spaventati e colpevolizzati. Il tenore dei messaggi era questo: quando mio figlio è stato contagiato, ho capito che dovevo rinunciare a questa spesa inutile. Quando hanno portato mia madre in ospedale, ho capito che dovevo rinunciare alla corsa. Quando hanno intubato mio padre, ho ripensato a quella passeggiata che dovevo evitare. Ma poi, quando finalmente i vaccini ci hanno consentito di mettere in sicurezza cittadine e cittadini, avete messo in dubbio la scienza e parlato di dittatura sanitaria.

Permettetemi, colleghe e colleghi, di esprimere vicinanza e solidarietà alla senatrice Liliana Segre (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), vittima di vili e violenti attacchi da parte dei loro amici no-vax. E sempre nello stesso decreto la norma anti rave, un provvedimento anti liberale che vuole trasformare in emergenza sociale qualcosa che non lo è e che risponde nell'immaginario benpensante a un evento su cui occorre intervenire con il pugno di ferro. Una norma bandiera in palese contrasto con l'articolo 17 della Costituzione, ma dal forte impatto simbolico, nel perfetto stile della destra che governa il nostro Paese. Un atteggiamento, il vostro, che lancia segnali chiari e poco rassicuranti, perché non è sfuggito a nessuno che, mentre la Presidente in quest'Aula parlava di diritti e libertà, gli studenti a La Sapienza venivano manganellati, così come non è sfuggita a nessuno la diversità di atteggiamento nei confronti dei nostalgici di Predappio e degli ultras di San Siro rispetto ai giovani di Modena,

Noi, Presidente, non critichiamo il “decreto Aiuti”, tanto atteso dalle persone più fragili e in maggiore difficoltà, soprattutto, ma - come hanno sottolineato ieri il collega Grimaldi e colleghe e colleghi oggi - sottolineiamo che è frutto del lavoro del Governo che vi ha preceduti. È il metodo che non condividiamo, che riguarda l'indebitamento e il taglio dei servizi essenziali, piuttosto che una politica fiscale giusta e rigorosa, che vada a incidere sui grandi patrimoni e sui profitti, piuttosto che sulle spalle della povera gente. E, quindi, lo diciamo ancora una volta, Presidente: mentre cittadine e cittadini sono in ginocchio, non riescono a pagare le bollette e ad arrivare alla fine del mese, mentre le nostre imprese rischiano di chiudere per i costi energetici esorbitanti, mentre il Paese diventa sempre più povero e diseguale, c'è qualcuno che si sta arricchendo sulle spalle della maggioranza delle italiane e degli italiani, e sono le società energetiche, che continuano ad accumulare profitti scandalosi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Credo che potrebbe ripeterlo con noi a questo punto: mentre le famiglie italiane sono in ginocchio, non riescono a pagare le bollette e ad arrivare alla fine del mese, mentre le imprese rischiano di chiudere per i costi energetici esorbitanti, mentre il Paese diventa sempre più povero e disuguale, c'è qualcuno che si sta arricchendo sulle spalle della maggioranza degli italiani. Sono appunto le società energetiche, che continuano ad accumulare profitti scandalosi, oltre 50 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2022. Utili in continua crescita, come ad esempio ENI, che, nel periodo tra luglio e settembre, ha visto i suoi profitti aumentare a 3,7 miliardi di euro, per un totale di 10,8 miliardi di euro dall'inizio dell'anno. Tutto ciò è inaccettabile! Gli extraprofitti sono un esproprio sociale fatto ai danni delle famiglie e delle imprese italiane. È evidente che il Governo Meloni vuole continuare con la strategia “forti con i deboli e deboli con i forti”, addirittura ostacolando le rinnovabili, che sono la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica, per abbassare le bollette, per creare posti di lavoro, per renderci indipendenti nella produzione di energia e fronteggiare la crisi climatica gravissima che è in atto.

Gli extraprofitti sono soldi degli italiani ed è a loro che vanno restituiti immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Se non lo avete compreso, ve lo diciamo in un altro modo: ENI, che in un anno ha aumentato i profitti del 300 per cento, è partecipata dello Stato o è lo Stato a essere partecipato da ENI (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Pretendere quanto dovuto alla collettività dalle grandi multinazionali sembra molto difficile, ma almeno con le nostre partecipate dovrebbe essere immediato. E allora, Presidente, arriviamo al punto e chiudiamo questa discussione generale, provando a dirvi una cosa su un tema che sembra assente, quello della crisi climatica. Qual è l'altra direzione in cui pensa di muoversi il Governo? Quella del ritorno al fossile, per adottare, nel breve periodo, misure per liberare alcune estrazioni di gas naturale, favorendo e ampliando le concessioni in essere e autorizzandone di nuove, avendo in cambio dai concessionari, che potranno scavare alla ricerca di nuove scorte di gas a partire da sole 9 miglia, uno o due miliardi di metri cubi di gas a prezzi calmierati? È questa la vostra politica?

Diciamo che c'è chi vi applaude, ce n'è uno: si chiama FederPetroli, sono sempre gli stessi. Eppure, le maggiori aziende elettriche italiane che aderiscono a Elettricità Futura, che riuniscono oltre 500 imprese che operano nel settore elettrico e che rappresentano il 70 per cento del nostro mercato elettrico, già a marzo avevano chiesto al precedente Governo di autorizzare entro giugno 60 gigawatt di nuovi impianti rinnovabili, pari a un terzo delle domande di allaccio già presentate a Terna, da realizzare entro il 2024, che consentirebbe di risparmiare quasi 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20 per cento del gas importato. La risposta del precedente Governo la conoscete, è stata nulla; e a quanto pare voi non vi muovete che in continuità, è questa la verità. Siete la stessa cosa, non cambiate mai. Ed è evidente che il Governo Meloni, conservatore e negazionista su tutto ciò che riguarda la transizione ecologica ed energetica, è indisponibile a investire realmente sulle fonti rinnovabili ed è amico di alcuni settori produttivi, sempre gli stessi, ma fortemente nemico di altri.

Noi pensiamo, invece, che serva immediatamente sbloccare in via d'urgenza le autorizzazioni per l'installazione di nuovi impianti, favorendo la rapida attuazione degli investimenti nel settore delle fonti rinnovabili. Quando chiediamo, e ho finito, di restituire il maltolto a tutti gli italiani, ci guardate male, come se stessimo rapinando qualcuno. La verità è che noi non siamo Robin Hood, ma conosciamo bene il principe dei ladri. Cercate di essere utili, tassiamo al 100 per cento gli extraprofitti. Utili sì, ma all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 5-A​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice, deputata Lucaselli.

YLENJA LUCASELLI, Relatrice. Grazie, Presidente. Una brevissima replica, innanzitutto, per ringraziare, a nome mio e a nome della collega Cattoi, tutti i colleghi che ci hanno aiutato in questo percorso all'interno della Commissione, i rappresentanti del Governo, il presidente della Commissione speciale. Questo perché, in realtà, come sappiamo - e vengo al merito della replica - si tratta di un provvedimento che il nuovo Governo ha ereditato, ossia l'ultimo provvedimento che arriva dal Governo precedente è, in realtà, in ordine temporale, il primo che dà e che dava alcune risposte a imprese e famiglie. Ed è questo il motivo per il quale abbiamo cercato di inserire all'interno di questo testo semplicemente modifiche di carattere tecnico determinate dall'urgenza, perché sapevamo bene - e lo sanno anche molto bene i colleghi dell'opposizione che sono intervenuti in quest'Aula sino a questo momento - che le risorse economiche messe a disposizione dal decreto Aiuti-ter erano già interamente utilizzate dal testo base e non c'era la possibilità di ampliare le maglie delle risorse economiche, perché tutto quello che è stato ritrovato - e lo abbiamo discusso ieri a proposito della NADEF - è stato incentrato, ovviamente, sulle necessità energetiche dei provvedimenti che arriveranno, e proprio questo pomeriggio sappiamo bene che il Consiglio dei ministri è già impegnato nel “decreto Aiuti-quater”.

E, allora, le contestazioni - mi permetto di rilevare alcune assolutamente fuori tema, direbbe un professore delle elementari - sollevate riguardo alla modalità con la quale questo provvedimento è arrivato in Aula mi sembra siano più frutto della necessità di ricevere ancora una platea elettorale, che, evidentemente, i colleghi dell'opposizione in questo momento non hanno, che non di sollevare questioni di merito, non solo perché i partiti dell'opposizione hanno partecipato alla redazione del testo base che noi abbiamo analizzato in Commissione e, quindi, probabilmente, avrebbero potuto sollevare le loro questioni in momenti antecedenti, ma, soprattutto, perché, all'interno di questo provvedimento, che non è del Governo Meloni, era sostanzialmente impossibile allargare maglie di tipo economico. Lo ribadisco, perché tutto quello che è stato trovato andrà in legge di bilancio e nei provvedimenti successivi.

Allora, se continuiamo a utilizzare la discussione generale solo per esplicitare argomenti di campagna elettorale, perdiamo, poi, un po' il senso del testo di questo provvedimento. Questo provvedimento ha cercato di iniziare un percorso che il Governo Meloni sicuramente continuerà, ma approfondirà e farà sicuramente ancora molto, molto di più e molto meglio a favore di imprese e famiglie. Gli argomenti sollevati indubbiamente devono essere valutati dalle forze di maggioranza e verranno valutati dal Governo, ma per fare queste valutazioni bisogna essere all'interno del contesto corretto. Quindi, mi permetto di suggerire ai colleghi intervenuti di considerare con molta attenzione tutti i provvedimenti che arriveranno, perché, materia per materia, tutti i dubbi verranno sicuramente sciolti.

Ancora un ringraziamento a tutti i colleghi intervenuti in Commissione: il lavoro della Commissione è stato preciso e puntuale. Ricordo che questo provvedimento deve essere convertito entro il 22 e che, ovviamente, una mancata conversione è un danno per imprese e cittadini italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Prendo atto che la rappresentante del Governo rinuncia alla replica.

Poiché l'ordine del giorno prevede che non si proceda a votazioni prima delle ore 15, sospendo la seduta fino alle ore 14,40. A tale ora la seduta riprenderà al solo fine di dare lettura del preavviso di 20 minuti per lo svolgimento di votazioni elettroniche. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,55, è ripresa alle 14,40.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

PRESIDENTE. Buon pomeriggio, la seduta è ripresa.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 47, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 15,05. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,45, è ripresa alle 15,05.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il Presidente della Commissione speciale, deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA, Presidente della Commissione speciale. Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere per cortesia il rinvio di un'ora - per consentire al Comitato dei nove di terminare i lavori -, quindi, di iniziare la seduta, se lei lo consente, fra un'ora.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. La questione non è quella di dare tre quarti d'ora o un'ora, perché questo è già capitato decine di volte. Ci risulta, però, che nel Comitato dei nove siano stati presentati dal Governo due emendamenti nuovi rispetto al testo, non correttivi di precedenti emendamenti del testo, ma su argomenti completamente nuovi. Questo è del tutto irrituale ed è irrispettoso dei diritti e delle prerogative delle minoranze.

La invito, pertanto, ad informare il Presidente della Camera. È un brutto inizio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), anche perché sottolineo rispettosamente ai colleghi che il Governo ieri ha annunciato la stesura e l'approvazione del cosiddetto Aiuti-quater: questi due emendamenti potevano essere e possono essere ancora inseriti all'interno di quel decreto. Non si capisce la ragione per la quale, finito tutto il lavoro di Commissione, si debbano inserire due emendamenti, costringendo, tra l'altro, alla presentazione di subemendamenti, mentre stiamo votando.

Poiché sono argomenti nuovi e non sono correzioni di argomenti, su cui la Commissione aveva già lavorato, la prego di informare il Presidente della Camera, e, se del caso, invito il Governo a ripensare a questa sua strategia emendativa e a riservare lo spazio giusto e necessario - non conosco l'oggetto dei due emendamenti - in un prossimo provvedimento, perché, altrimenti, se questa diventa la norma, diventa impossibile garantire un corretto rapporto tra maggioranza e opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'ho ascoltata con attenzione, deputato Fornaro, e le faccio presente - del resto, lo diceva anche lei in premessa - che Commissione e Governo - non lo ha detto esplicitamente ma ha evocato questo principio - hanno la facoltà di presentare emendamenti in qualunque momento, subito prima della votazione del provvedimento stesso.

Quindi, la Presidenza acconsente all'interruzione di un'ora, che ci è stata richiesta. Fermo restando che il Presidente Fontana ci ascolta, quindi, potrà, secondo le sue indicazioni e richieste, decidere e comunicarci l'esito di eventuali diverse decisioni, penso e spero che questa ora di interregno possa essere utile anche per un chiarimento tra la maggioranza e l'opposizione.

Ciò detto, così rimane stabilito. Sospendo, quindi, la seduta fino alle ore 16,15.

La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il presidente della Commissione speciale, onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA , Presidente della Commissione speciale. Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi scuso con lei e, ovviamente, con i colleghi. Purtroppo, non siamo ancora riusciti a completare l'accordo all'interno del Comitato dei nove su alcune proposte emendative. Pertanto, intervengo di nuovo per chiederle, Presidente, se possa concedere un rinvio almeno fino alle ore 17 o 17,15 (Commenti) per avere l'opportunità di trovare un accordo in sede di Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Ore 17 o ore 17,15?Anche per dare un orientamento ai colleghi che, immagino, prenderanno la parola.

ROBERTO PELLA , Presidente della Commissione speciale. Alle ore 17, Presidente.

PRESIDENTE. Per le 17. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Comprendo la necessità che il presidente Pella ha espresso in questo momento nell'Aula. Il problema è che ora ci stiamo bloccando, perché questa maggioranza, contravvenendo a qualsiasi buona regola di comportamento - visto che siamo, tra l'altro, al primo decreto in questa legislatura -, sta intervenendo con una serie di emendamenti, momento dopo momento. Non è che le opposizioni abbiano fatto buon viso a cattivo gioco, ma si sono rese disponibili, avvertendo la necessità di una serie di emendamenti. Tuttavia, ora siamo bloccati, perché c'è un Ministro che all'ultimo momento ha presentato un emendamento: vuole qualcosa che potrebbe fare in altri momenti e ci sta mantenendo bloccati, mentre abbiamo tante altre cose di cui discutere.

Questo, secondo me, non è accettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Avevamo fatto un accordo per chiudere in una certa maniera e non lo si sta rispettando. Quindi, ho capito che dobbiamo andare avanti. La soluzione era quella che era stata presa quando stavamo entrando nel Comitato dei nove, altrimenti credo che arriveremo al punto di dover rimandare di ora in ora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che il presidente Pella mantiene in vita la proposta di rinvio. Allora, preso atto anche delle dichiarazioni testé svolte dal deputato Dell'Olio, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 16,25, è ripresa alle 17,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il presidente… Mi scusi, per un richiamo al Regolamento? Prego, onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Il richiamo al Regolamento ha la precedenza sull'ordine dei lavori. Signor Presidente, non so in che fuso orario lei sia posizionato in questo momento, le comunico che sono le 17,30 e l'Aula era convocata per le ore 17 (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Le vorrei dire che non ho avuto il tempo di prendere qualcuno degli interventi del collega Foti, quando ci spiegava che le divisioni della maggioranza comportavano una perdita di tempo incredibile per quest'Aula. Sicuramente il primato e il record di riuscire a trovarvi impantanati il primo giorno in cui venite in Aula, con un provvedimento che era già scritto, la dice lunga su quello che ci attende (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Vorrei anche dirle che questa mattina ho letto sui giornali che il Presidente del Consiglio ha arringato i suoi deputati, dicendo che bisogna lavorare fino a venerdì. Non vorrei che questo significasse che fino a giovedì perdiamo tempo e poi venerdì votiamo (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Quindi, pregherei di rimettere in ordine le cose: siamo disponibili a lavorare anche la domenica, però lavoriamo!

Per chiudere, Presidente, le vorrei fare presente - glielo dico senza alcun tipo di ironia - che, in base all'articolo 8 del Regolamento, chi la sostituisce quando fa il Vicepresidente, lei, nello specifico, ha il compito di assicurare il buon andamento dei lavori della seduta.

Signor Presidente, prima ancora che l'applicazione del Regolamento, prima ancora del rispetto istituzionale, c'è un problema di educazione. Se si ritiene di non essere in grado di venire in Aula alle 17 - e un'istituzione è convocata per le 17 - si fa la cortesia di far venire qui chi non è in grado di venire alle 17 e mantenere l'impegno preso e di dire e spiegare per quale ragione non si fa. Non esiste che stiamo mezz'ora qui dentro, senza che nessuno ci comunichi nulla, perché non siamo i vostri camerieri. Tutto qui (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà. Sempre sul Regolamento, onorevole Foti?

TOMMASO FOTI (FDI). Certo, sul Regolamento, signor Presidente, perché ritengo che effettivamente il collega Giachetti abbia posto una questione fondamentale per i nostri lavori d'Aula. Voglio però anche dire con altrettanta chiarezza che siamo in presenza non di una divisione della maggioranza, ma di un emendamento presentato dal Governo in Commissione, per il quale (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Italia Viva-Renew Europe)…Se posso parlare: se dovete urlare, fate pure e, quando avete finito, riprendo (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Italia Viva-Renew Europe). Non dubitavo che deste il meglio di voi. Il Governo ha presentato un emendamento e legittimamente l'opposizione ha chiesto - vi faccio vedere i messaggi - di far ritirare quell'emendamento, perché si riteneva, collega Giachetti, che potesse essere una causa di un non ordinato andamento dei lavori. In più occasioni, i Presidenti delle Assemblee hanno acconsentito che, attraverso le sospensioni, si potessero trovare momenti per verificare se fosse possibile riuscire a ricomporre un quadro per consentire l'esame di un decreto che, me lo si lasci dire, non è - lo dico tra parentesi - della nostra forza politica. Allora, ritengo che l'osservazione del collega Giacchetti in ordine all'inizio dei lavori puntuali dell'Assemblea abbia un suo fondamento.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

TOMMASO FOTI (FDI). È una prassi, quella di ritardare in modo così elevato, che non si può ripetere perché evidentemente si manca di rispetto all'Aula.

PRESIDENTE. Grazie.

TOMMASO FOTI (FDI). Però …

PRESIDENTE. Grazie.

TOMMASO FOTI (FDI). …, dato che il collega Giachetti prima ha sviluppato le osservazioni e poi ha parlato dell'articolo 8, anch'io parlo in conclusione dell'articolo 8. Lo dico perché mi ha interrotto diciotto volte, signor Presidente, e il Regolamento prevede anche che non si interrompa l'oratore che sta parlando (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Foti, ha ragione. Prima di dare la parola all'onorevole Fornaro, se posso, onorevole Giachetti, faccio presente che, condivido, quindi sarà mia premura per il futuro evitare che si ripetano situazioni di questo tipo. Mi scuso per quello che è accaduto e spero che si riesca a fare del nostro meglio, del mio meglio, per il futuro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente, anche per queste sue parole. Vorrei riportare un clima di correttezza dei rapporti. Qui c'è un problema di rispetto nei confronti dei colleghi. Siamo tutti - molti di noi - vecchi di quest'Aula e sappiamo che abbiamo avuto tantissime volte ritardi e spostamenti. Il problema è farlo in trasparenza: quello che è mancato è che venisse qui il Presidente alle 17, dicendo che chiedeva un'altra mezz'ora o tre quarti d'ora. Detto questo, però, il problema sta all'origine e mi permetto di ritornare su un aspetto che ho già sottolineato in precedenza in sua assenza, ossia l'irritualità di presentare in Comitato dei nove due emendamenti, poiché questo ha provocato poi questa situazione, perché si va a ingarbugliare tutto. Le ribadiamo, signor Presidente, che tale questione di metodo per noi è inaccettabile e la prego di adoperarsi perché questo non accada più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), così come non debba più accadere che siamo lasciati mezz'ora sostanzialmente in balia del nulla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente, nello stesso spirito di collaborazione del collega Fornaro. Sì, è una questione di rispetto per le opposizioni e per l'istituzione che era convocata; ricordiamo che questo era il secondo rinvio. Ma, per riportare un po' di chiarezza rispetto all'intervento del collega Foti, vorrei ricordare che qui si sta parlando di due emendamenti al fotofinish, che il Governo - che ha avuto tutto il tempo di poter emendare questo decreto in sede referente in Commissione speciale - ha deciso di depositare oggi, il giorno in cui il decreto sarebbe dovuto arrivare in Aula per l'esame. Sono due emendamenti presentati al fotofinish sui quali l'opposizione ha dimostrato anche una certa disponibilità a discutere. Ma il problema dov'è? All'interno della maggioranza, perché non riuscite a trovare la quadra tra di voi, per cercare di capire quali emendamenti mandare avanti e quali emendamenti ritirare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), mentre lo stesso Governo manda in giro le bozze del “decreto Aiuti-quater”. Quindi, avete avuto la possibilità di normare e di intervenire su un decreto e questo è soltanto cosa? Il “decreto Aiuti-ter, il decreto del Governo Draghi che era inemendabile. Immaginiamoci che cosa sarete capaci di fare quando quel decreto dovete farlo voi e dovrete portarlo qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie Presidente. Anch'io esprimo una posizione favorevole rispetto alla dichiarazione iniziale svolta dal collega Giachetti: è inusuale in quest'Aula che ci sia un ritardo così marcato rispetto al dichiarato inizio dei lavori.

Sollevo qualche perplessità rispetto all'intervento del collega di Fratelli d'Italia, sempre con grande rispetto, su un argomento fondamentale, sul fatto che, quando si fa richiamo al Regolamento, è buona norma citare l'articolo, perché, altrimenti, accade quello che sta accadendo in questo momento, ovvero che, sul richiamo al Regolamento di un collega, si crea un dibattito che, forse, non era all'ordine del giorno né programmato nei lavori d'Aula. Ribadisco ovviamente il rispetto per il pensiero del collega, però bisogna pure dire la verità in quest'Aula.

Siamo fermi, perché stiamo in qualche modo sopportando le bizze del Ministro Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che, dopo tanti anni di onorata carriera all'interno delle Aule parlamentari, non conosce neanche più i tempi nei quali è necessario presentare degli emendamenti per aprire un dibattito franco e democratico.

Se questo è l'avvio della legislatura e se questo è l'atteggiamento di un autorevole membro del Governo, come Salvini, credo che francamente questa maggioranza produrrà davvero poco e che i problemi dei cittadini rimarranno ancora lungamente insoluti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 5-A.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice, deputata Ylenja Lucaselli, è intervenuta in sede di replica, mentre la rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 5-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Avverto che la Commissione speciale ha presentato l'emendamento 8.200 (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione e con riferimento al quale risulta alla Presidenza che i rappresentanti di tutti i gruppi nella Commissione speciale abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.

VANESSA CATTOI, Relatrice. Grazie, Presidente. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti ad eccezione, ovviamente, dell'emendamento della Commissione speciale 8.200 che è stato dato in distribuzione proprio qualche minuto fa.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Il Governo esprime un parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 01.06 Guerra, con il parere contrario del Governo e della Commissione.

Indìco la votazione nominale… scusate, revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Volevo intervenire per dichiarazione di voto, Presidente.

PRESIDENTE. Prego, ha cinque minuti. In piedi.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Scusate, sono in una posizione che non ho mai frequentato. Allora, questo emendamento, per il quale esprimo il voto favorevole e invito anche i colleghi a dare lo stesso voto, è molto importante perché propone di allargare gli interventi che sono stati previsti nei decreti a sostegno delle famiglie per fronteggiare il caro energia, in particolare, estendendo la platea dei soggetti interessati dai bonus energetici, attraverso un ampliamento della soglia ISEE.

Vorrei sottolineare - questo è l'elemento importante - che si tratta di una proposta emendativa coperta in quanto questo tipo di provvedimento è coperto da un innalzamento dell'aliquota e del tempo di applicazione dell'imposta sugli extraprofitti. In particolare, permette anche di correggere alcune delle storture nella definizione dell'imposta sugli extraprofitti che sono state ampiamente sottolineate nel dibattito che ne ha seguito l'introduzione, con particolare riferimento alla correzione per quanto riguarda le accise e con l'espunzione delle operazioni straordinarie. Quindi, lo ripeto, è un emendamento coperto che potenzia le finalità proprie di questo decreto. Chiedo, quindi, a tutti di votarlo.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri che intendono intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 01.06 Guerra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 01.01 Benzoni. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Presidente, molto brevemente, questo è un emendamento che è stato ampiamente dibattuto in Commissione e ha trovato anche la convergenza di tutte le forze politiche; quindi, si tratta dell'esclusione dal pagamento degli extraprofitti degli enti locali, quindi, delle amministrazioni che hanno deciso di investire in impianti di produzione di energia. Quindi, chiedo la possibilità di chiedere al Governo un cambio di parere rispetto a questo emendamento.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri deputati che intendono intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale… scusate, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, chiedo scusa. Non cambiamo il parere, però siamo disponibili ad accogliere un ordine del giorno in materia, se il presentatore ritiene di ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Bene, viene, quindi, ritirato l'emendamento 01.01 Benzoni.

Passiamo all'emendamento 01.02 Marattin. Se non ci sono deputati che intendono intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 01.02 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 01.03 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento importante, direi che è anche la prova del nove di chi - scusatemi, penso di non irritare nessuno - si è proposto al Paese, lo dicevo poc'anzi, poco fa, come destra sociale e che si è trasformato in destra di potere. Ci troviamo di fronte a un'accumulazione di ricchezza legata alla speculazione del gas nel nostro Paese che ha messo in ginocchio piccole e medie imprese, commercianti, famiglie che hanno visto sestuplicare le bollette. È incomprensibile, è inaccettabile e, consentitemi, anche indecente che di fronte a una povertà sociale che è aumentata nel Paese si determini una sorta di indifferenza all'accumulazione della ricchezza che le grandi società energetiche hanno realizzato nel nostro Paese attraverso gli extraprofitti.

Dispiace che sia stata scritta male questa norma, anche da un Ministro della Repubblica che, oggi, continua a essere Ministro e che, prima, anche, è stato Ministro, mi riferisco al Ministro Giorgetti. La tassa sugli extraprofitti è sacrosanta, l'aspettano gli italiani, l'aspettano le imprese e non si capisce ancora la ragione per la quale questo Governo intende essere debole con i forti; 50 miliardi di euro di extraprofitti li lasciate lì, quando dovrebbero essere restituiti a famiglie e imprese.

Allora, cara destra sociale, che una volta vi chiamavate destra sociale e che oggi siete destra di potere, vedete come si cambia quando si prendono i voti e si va al Governo, dimenticate quello che avete detto al Paese e, oggi, però, fate un grande favore alle grandi società energetiche che hanno accumulato questa ricchezza, ma questa ricchezza, oggi, noi, con questo emendamento, chiediamo che sia restituita agli italiani e alle imprese. Altro che scostamento di bilancio, perché con lo scostamento di bilancio che voi avete in testa rischiate di determinare un grave problema in termini di tagli ai servizi pubblici locali, alla sanità e alla scuola, quando queste risorse sappiamo dove prenderle. Scrivete bene la norma, noi ve l'abbiamo presentata, questo è un emendamento estremamente importante per l'Italia e ci aspettiamo ovviamente un voto favorevole dalla Camera, oggi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 01.03 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 01.04 Francesco Silvestri. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento ricalca leggermente, più o meno, lo stesso emendamento che va a incidere sugli extraprofitti. Sulla questione degli extraprofitti, noi avevamo chiesto non di arrivare a una quota del 100 per cento, ma di portare il 25 per cento al 40 per cento, perché è una questione di correttezza, direi di equità e di giustizia. Si tratta di extraprofitti percepiti dalle aziende che non sono assolutamente generati dalla bravura delle società, ma semplicemente da un sistema malato, un sistema che ora si sta cercando di rimettere a posto, anche se fino a quando non elimineremo il problema del marginal price, non si riuscirà a risolvere la questione.

Detto ciò, con questo emendamento chiedevamo di aumentare il contributo dal 25 al 40 per cento, di aumentare il periodo su cui intervenire per effettuare la valutazione fino al luglio 2022 e non fermarsi a ottobre, e poi di applicarlo, per lo meno, a chi aveva ottenuto gli aumenti fino al 15 per cento, non al 10. Infatti, non abbiamo ancora valutato quali sono i soggetti, le società che hanno ottenuto un enorme beneficio, ma se andiamo a guardare, sono grossissime società che, di fatto, grazie al sistema del TTF e altro che non dobbiamo andare a ricordare qua dentro, hanno ottenuto questi profitti.

Dunque, il problema serio è dove il Governo andrà a prendere i soldi: non ha senso prenderli togliendoli dal reddito di cittadinanza a persone che invece hanno bisogno, un reddito che ha salvato un milione di persone. Non ha senso intervenire in maniera anomala sul sistema del superbonus, come si sta sentendo in questi giorni, perché quell'intervento andrà a bloccare ancora di più le aziende, poi queste ultime salteranno per aria e ci sarà bisogno di soldi per la cassa integrazione o quant'altro. Ecco perché intervenire e aumentare una quota degli extraprofitti ha un senso per lo Stato, e mi sembra assurdo che questo Governo non abbia accettato una modifica del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 01.04 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 01.05 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 1.3 Ubaldo Pagano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. E' meglio se cambia microfono, onorevole. Si sente male anche da quello: le assicuro che non è un boicottaggio della Presidenza…

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Ringrazio il collega Peluffo per l'ospitalità. L'emendamento in questione riprende alcuni dei temi che già hanno illustrato i colleghi intervenuti: la proroga di alcuni crediti di imposta già riconosciuti alle imprese per l'acquisto di energia elettrica e di gas a tutto il 2022; ma anche una serie di disposizioni che consideriamo particolarmente importanti: intanto l'ampliamento della platea dei soggetti beneficiari di queste misure e, in particolare, l'allargamento a soggetti con un ISEE fino a 20 mila euro.

Questa è una misura che doveva, a nostro avviso, essere assunta immediatamente per dare una risposta a quelle fasce sociali più colpite e in difficoltà dall'aumento del caro energia. E poi interviene, come dicevo prima, sulla norma degli extraprofitti. Noi proponiamo una proroga, un allungamento del periodo di applicazione del contributo, ma anche un innalzamento dell'aliquota dal 25 al 50 per cento. Crediamo che questa misura, su cui abbiamo sentito anche discutere e formulare molte critiche dalle forze che oggi hanno la responsabilità del Governo, avrebbe potuto essere aggiustata in questo decreto, resa più efficace con un intervento sull'applicazione temporale e sulla percentuale, ma anche su alcuni problemi applicativi, su cui abbiamo presentato proposte di miglioramento e di affinamento. Dover registrare un parere contrario del Governo, in un momento in cui vi è un fabbisogno di risorse per aiutare le imprese e le famiglie particolarmente colpite dai costi e dell'aumento del costo dell'energia, è un segnale molto negativo.

Chiediamo che ci sia un ripensamento da parte del Governo almeno su una parte di questa proposta e che ci sia, già in questo decreto, la possibilità di dare una risposta immediata a una delle priorità su cui, io credo, tutti ci ritroviamo e di cui condividiamo l'importanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri colleghi che intendono intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Benzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 1.32 Fenu. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Ritiriamo l'emendamento se c'è l'impegno del Governo ad accettarlo come ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sottosegretario Albano, intende accettare la proposta dell'onorevole Dell'Olio?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. No, esprimo parere contrario, non accettiamo la proposta.

PRESIDENTE. Sottosegretario, le ripeto la richiesta che ha avanzato l'onorevole Dell'Olio: chiede se, ritirando l'emendamento, possa essere accolto come ordine del giorno.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo scusa, Presidente, con il ritiro dell'emendamento accogliamo l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Quindi, viene ritirato l'emendamento 1.32. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Allora, lo dico con rispetto, per il suo tramite, alla sottosegretaria. Il procedimento è differente, mi sembra che il collega abbia proposto sostanzialmente il ritiro dell'emendamento, chiedendo al Governo la disponibilità all'accoglimento di un ordine del giorno, che non può avvenire in questo momento ma in un momento successivo, dopo appunto la riscrittura dell'emendamento in ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fornaro, per la precisazione. Quindi, è ritirato l'emendamento 1.32 Fenu.

Passiamo all'emendamento 1.35 Lovecchio.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Lovecchio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.08 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.09 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.02 Torto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 3.5 Simiani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il mio intervento su questo emendamento è molto chiaro: esiste in Toscana un territorio molto vasto, interno, in cui ormai da tanti anni c'è una grandissima pratica, che è quella della geotermia, c'è una fonte rinnovabile che si chiama geotermia. Quelle comunità, sistematicamente, in tutti questi anni, hanno portato avanti, non solo come comunità dei territori, ma anche imprese, cittadini, una pratica e una capacità di produrre energia che è stata da tanti anni sfruttata dal nostro territorio. Il 30 per cento cuba questa energia.

Per questi territori, che sono così lontani e così interni - e sapete benissimo che oggi la distanza crea la vera disuguaglianza -, per queste comunità chiediamo di ridurre il 50 per cento della bolletta di energia elettrica. Per questo chiedo al Governo di rivedere la propria posizione e chiedo anche ai colleghi di rivedere una posizione che su questo territorio per noi è molto importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 18,05)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Visto che comunque l'emendamento a questo punto rischia di essere divisivo su un tema che potrebbe anche trovare una maggiore convergenza dell'Aula, se vi fosse la disponibilità a trasformarlo in ordine del giorno, e accolto come raccomandazione, credo che potremmo votare a favore dell'ordine del giorno. Chiederei anche al Governo un accoglimento in tal senso, visto che l'emendamento mette in difficoltà sul tema del risparmio energetico per i cittadini, che potrebbe unirci tutti. Quindi, chiedo questa disponibilità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie all'onorevole Donzelli, accetto il gesto, però chiedo di votare l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Normalmente - e parlo al collega, poi ciascuno può fare come vuole - se si mette in votazione un emendamento che è divisivo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Sì, Presidente, mi rivolgo a lei. Se un collega chiede di mettere un emendamento in votazione, si vota. A quel punto l'ordine del giorno non è una soluzione unitaria, ha fatto una scelta divisiva e non ha accolto la richiesta.

PRESIDENTE. Questa è una competenza della Presidenza, la ringrazio.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Simiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.02 Zanella.

Ha chiesto di parlare il deputato Piccolotti…la deputata Piccolotti, chiedo scusa, era scritto a matita. Rinuncia.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.02 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.03 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 4.01 Fenu. Ha chiesto di parlare il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento molto semplice, in cui abbiamo chiesto la riduzione dell'IVA su uno dei combustibili che le famiglie con reddito medio-basso principalmente utilizzano per riscaldarsi in inverno, che è il pellet. Tutti sappiamo che il costo è praticamente raddoppiato e, quindi, questo è un tentativo di ridurre questo prezzo all'utente finale. Dispiace vedere che il Governo non ha accolto questo emendamento, quando molti esponenti della maggioranza, fino a pochi mesi fa, nella scorsa legislatura, hanno presentato emendamenti simili. Il Ministro Ciriani ha mostrato interesse e si è soffermato sull'emendamento, quindi pensavamo di trovarlo nelle bozze che già stanno circolando del decreto Aiuti-quater e, invece, non c'è neanche là. Auspichiamo che nei prossimi provvedimenti si tenga conto di questa enorme difficoltà che vivono le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.01 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.7 Torto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 5.9 De Luca. Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Richiamo l'attenzione dell'Assemblea su questo emendamento, che è particolarmente importante perché è stato richiesto unanimemente da tutte le regioni in quanto aiuta ad affrontare situazioni di difficoltà economiche conseguenti al COVID.

Sostanzialmente, si tratta di accelerare la procedura che già esiste per poter usufruire delle somme relative alle procedure di ripiano per il superamento del tetto di spesa per i dispositivi medici e dei tetti di spesa farmaceutici in un modo più accelerato, cioè prevedendo, sostanzialmente, che i provvedimenti mediante cui le regioni definiscono l'elenco delle aziende fornitrici soggette a ripiano per ciascun anno costituiscano titolo per l'iscrizione a ruolo in relazione alle somme da recuperare. Questo, ovviamente, velocizzerebbe in modo significativo la possibilità di entrare in possesso di queste somme del buy-back.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Presidente, su questo emendamento, sul quale c'è stata una disponibilità anche durante la discussione in Commissione, vorremmo un accoglimento da parte del Governo. Chiediamo, dunque, la disponibilità a modificare il parere da parte del Governo, se è possibile, perché anche in Ragioneria hanno dato disponibilità al parere favorevole da un punto di vista di copertura finanziaria. Si tratta, credo, di un emendamento che chiedono tutte le regioni, che mira semplicemente a creare una procedura semplificata per il recupero di somme che sono dovute e che spettano alle regioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), quindi rafforza il sistema sanitario regionale ed è una norma di buonsenso crediamo condivisa tutte le regioni italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo, come vede, è presente, quindi, se non prende la parola per modificare il suo parere, andiamo avanti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.9 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'emendamento 5.12 Faraone. Deputata Serracchiani, voleva parlare? No, era sul precedente.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.12 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 5.17 Zan. Ha chiesto di parlare il deputato Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questo emendamento molto semplice stiamo parlando di comuni che sono stati coinvolti nel cratere sismico del 2012 tra l'Emilia-Romagna e il basso Veneto. Stiamo parlando di comuni molto piccoli che, oltre alle difficoltà che riscontrano già tutti i comuni per il caro vita, il caro energia e tutti i problemi che ci sono, hanno ancora problemi legati al sisma e, dunque, devono decidere se pagare i mutui o fornire i servizi essenziali ai cittadini. Quello che chiediamo è molto semplice: la sospensione dei mutui per il 2022 e per il 2023. So che i comuni si stanno muovendo anche presso la Cassa depositi e prestiti per ottenere una rinegoziazione, però sarebbe importante un gesto da parte di questo Parlamento e della maggioranza di Governo, che in Commissione ha dato parere negativo, che ci fosse un cambio di parere proprio a sostegno di questi comuni particolarmente in difficoltà.

Per cui, chiedo al Governo di ripensare al parere e dare un bel segnale da parte di tutto il Parlamento a questi comuni che hanno bisogno di aiuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa, come ha illustrato in maniera efficace il collega Zan, non è una questione di parte, è una questione generale.

Chiediamo al Governo se vi sia la disponibilità, in sede di ordini del giorno, ad una riscrittura di questo testo, con lo spirito di trovare una soluzione ad un problema reale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Questo è sicuramente un tema importante che - mi permetta il collega Zan - va al di là del problema del terremoto del 2012 e investe diversi fenomeni che hanno interessato la nostra Nazione. Credo che dovremmo mettere insieme il problema, indipendentemente dalla data e, quindi, dalla localizzazione, e magari avere una raccomandazione da parte del Governo e, quindi, l'approvazione di un ordine del giorno. Però, se mi posso permettere un consiglio, lo sgancerei dall'evento del 2012, perché il tema è molto particolare, molto diffuso, molto dibattuto in precedenza inutilmente - permettetemi di sottolinearlo - e, quindi, se il Governo si assume l'impegno di prendere in considerazione questa problematica, credo sia buona cosa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Deputato Zan, lei è già intervenuto e, quindi, ha a disposizione solo pochi secondi.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Mi sarebbe piaciuto che la disponibilità arrivasse dal Governo per l'ordine del giorno. In ogni caso, sono disponibile a ritirare l'emendamento in previsione, appunto, della definizione di un ordine del giorno, accettato da tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. In ordine alla possibilità di ampliare l'oggetto dell'emendamento e riportarlo in un ordine del giorno, riteniamo, a fronte dell'accantonamento, che sia possibile per il Governo accogliere l'ordine del giorno. Chiedo scusa: mi riferisco al ritiro dell'emendamento e, quindi, all'accoglimento di un ordine del giorno, con il relativo ampliamento.

PRESIDENTE. Sta bene. Quindi, l'emendamento è ritirato. Passiamo alla votazione del successivo emendamento, sul quale non ci sono richieste di intervento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.22 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 7.01 Berruto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. In Italia sono presenti oltre 1.500 impianti di risalita, per una forza lavoro di 15 mila unità. Il fatturato del settore è di circa 1 miliardo 200 milioni e l'indotto, collegato a favore del sistema socioeconomico titolare, è stimato in un importo da sette a dieci volte superiore al fatturato.

L'emendamento che abbiamo proposto tenta di risolvere un paradosso, ossia quello che gli impianti di risalita a fune abbiano un codice Ateco che non li fa considerare impianti energivori quando, in realtà, lo sono per due ragioni, cioè per far funzionare l'impianto e per produrre la neve. Però, se si spengono gli impianti di risalita si spegne l'intera economia della montagna.

Naturalmente, i costi energetici rappresentano, in situazione normale, il 7 per cento dei costi di bilancio, mentre, con gli attuali prezzi, quella percentuale è salita al 30 per cento. Quindi, semplicemente una parte degli operatori non potrà aprire e altri si troveranno in estrema difficoltà, spegnendo - lo ripeto - l'intera economia della montagna, con un tema - lo sottolineo a un Governo che si è sempre dimostrato molto attento alla difesa della Patria - che si si traduce, con riferimento a questa situazione, in assenza di certezza della programmazione dell'apertura delle località sciistiche italiane, con una clientela che si rivolgerà ai vicini mercati di Francia, Austria e Svizzera.

L'emendamento propone, in primo luogo, di agire con un fondo che tuteli la sicurezza degli impianti e, in secondo luogo, con un sostegno contro il rincaro energetico almeno in questo momento di estrema urgenza, perché la stagione sta per iniziare e questi imprenditori realizzano il loro lavoro nei prossimi quattro mesi. Chiedo, quindi, al Governo di rivedere il parere, oppure di spiegare perché non volete bene alle nostre montagne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. A fronte del ritiro dell'emendamento in questione, relativo agli impianti di risalita, riteniamo di poter esprimere un parere positivo sull'accoglimento di un ordine del giorno relativo. Questa è la proposta che viene fatta. A nome del Governo, quindi, volevo fare questa proposta …

PRESIDENTE. È stata chiara, sottosegretaria.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. …a fronte del ritiro dell'emendamento, di accogliere un ordine del giorno relativo e su questo esprimere parere favorevole.

PRESIDENTE. La proposta è chiarissima, sottosegretaria Albano. Deputato Berruto, accoglie questa proposta?

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Ringrazio per la proposta, ma vi invito a votare su questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01 Berruto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

È dunque precluso il successivo emendamento 8.1 Boldrini.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 9.6 Francesco Silvestri. Ha chiesto di parlare il deputato Sergio Costa. Ne ha facoltà.

SERGIO COSTA (M5S). Presidente, grazie. L'articolo 9, a cui si fa riferimento, parla, in sostanza, di derogare la valutazione di impatto ambientale e la valutazione di incidente rilevante per i rigassificatori. Gli emendamenti - parlo per questo emendamento e per i due successivi - che noi presentiamo, invece, chiedono di ripristinare la valutazione di impatto ambientale e di incidenza rilevante per i rigassificatori. Qual è l'elemento? L'elemento è che la valutazione di impatto ambientale oggi si fa in tre mesi, grazie alle semplificazioni fatte nella scorsa legislatura, in particolare nel “Conte 1” e nel “Conte 2”, proseguite successivamente, e non più negli anni di cui tanto si parla. La valutazione di incidente rilevante si fa in sei mesi.

Quindi, il tempo c'è per fare entrambe, però ragioniamo un attimo sulle questioni. Per quanto riguarda la valutazione di incidente rilevante, prendiamo il caso del rigassificatore che si intende porre a Piombino: si parla di una città di 34 mila abitanti e nel suo porto viene sistemata una nave di 300 metri, a circa 700 metri da case, ospedali e abitazioni, con 170 mila metri cubi di gas naturale liquefatto; la nave viene posta là senza valutazione di incidente rilevante, tra l'altro – è statisticamente dimostrato - con un traghetto ogni 4 minuti, con un'imbarcazione al minuto che entra ed esce dal porto e con un indice di pericolosità per la salute calcolato al 6,8, quando il livello previsto dalla norma è 1; da progetto, mettendo il rigassificatore, si supererà il 7. Quindi, immaginiamo quale rischio potenziale c'è in quella realtà. Tutto questo per non voler impiegare sei mesi rispetto al tempo che già è previsto.

Per quanto riguarda la valutazione di impatto ambientale, per cui ci vogliono tre mesi, pensate che in quella zona abbiamo il Santuario dei cetacei, abbiamo la prateria di Posidonia, tutelata dalla direttiva Habitat, la Cymodocea nodosa, prevista dalla Convenzione di Berna, la Cladocora caespitosa, che è rischio: parliamo di 18 mila metri cubi di acqua, arricchiti di candeggina, che verrà rilasciata nel mare a meno 7 gradi e che incide chiaramente sulla natura e anche su tutti gli impianti di itticoltura che in quel luogo rappresentano una realtà economica importante.

Siamo alle porte del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano e stiamo parlando di un milione di turisti, con un turismo che finalmente sta incominciando a sorgere in quella zona, che è meravigliosa.

Allora, domando al Governo di votare questo emendamento, di prendere una posizione chiara - i mesi per fare la valutazione ci sono -, e di mantenere la trasparenza del percorso, non di decidere su “rigassificatori sì o no”, ma sui rigassificatori a determinate condizioni di ingaggio, che tutelano la trasparenza, l'indice di rischiosità per la zona e l'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. A nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, sosterremo questo emendamento, perché, al di là di come si possa pensare sul tema “rigassificatori sì o rigassificatori no”, una cosa su cui non si può prescindere è garantire la sicurezza e le procedure di controllo ambientale su impianti che la stessa Unione europea definisce ad alto incidente rilevante.

Questo è un punto importante su cui si misura anche la serietà di un Governo, di un Parlamento nei confronti di una comunità che certamente non può essere messa all'angolo e dichiarata irresponsabile rispetto al generale senso dello Stato; quel senso dello Stato - e concludo, signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe - su cui nessuno riesce a dare una spiegazione di fronte a una strategia energetica di questo Paese che, dal 1° gennaio 2022 a settembre, ha visto questo Paese esportare 3 miliardi di metri cubi di gas all'estero e il 2022 si concluderà con una capacità equivalente, in termini di esportazione, tale e quale a quella di cui noi oggi stiamo parlando a partire dal rigassificatore di Piombino. Quindi, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, annunciamo il sostegno a questo emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Nel rivolgermi a lei, come si deve fare, mi permetto però di ricordare a tutti noi che, sulle riflessioni dell'onorevole Costa in merito a Piombino, probabilmente condivisibili sul fatto che fosse necessario fare una valutazione di impatto ambientale, che fosse necessario fare le giuste verifiche antincendio, che fosse necessario prendere maggiormente in considerazione alternative al rigassificatore di Piombino, su tutte queste cose potremmo anche trovarci d'accordo.

C'è un dettaglio che forse è sfuggito al collega Costa, ossia che il 25 ottobre il commissario straordinario per l'opera, Eugenio Giani, ha firmato e concluso l'iter per l'autorizzazione, previsto dal decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022. Quindi, questo emendamento è perfettamente ininfluente sull'iter di Piombino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché il Governo, che appoggiavano anche i 5 Stelle e il PD, ha concluso l'iter e, quindi, tutte le parole su Piombino sono tardive; questo emendamento può essere utile, forse, per il futuro, non lo so, sinceramente non credo, ma è completamente ininfluente.

Credo che a Piombino più che promesse facili, parole vuote e bandierine da sventolare in Aula per raccontare alla propria coscienza “abbiamo difeso la città”, sarebbe servita un'attenzione diversa, invece di un atteggiamento strumentale come quello che abbiamo visto in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho sentito tante parole qui. Tuttavia, volevo sottolineare un punto: rispetto alla semplificazione delle procedure, l'azione che ha portato avanti il commissario, che ha portato all'autorizzazione dell'impianto del rigassificatore di Piombino, è avvenuta, rispettando tutte le procedure di sicurezza e ambientali a garanzia della tutela dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.6 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.2 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.03 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.08 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.09 Stefanazzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.07 Benzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.06 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Orlando, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01 Richetti, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.02 Zanella, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 De Micheli, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.2 Saracino, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.1 Guerra, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.2 Zanella, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.03 Gnassi, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.05 Bonetti, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.4 Ilaria Fontana, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.6 L'Abbate, con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 22.100 Francesco Silvestri. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, la ringrazio. Andrò dritto al punto, rispetto al motivo per il quale abbiamo presentato questo emendamento.

Il PNRR non prevede impianti di incenerimento, proprio per quel principio di non arrecare danno significativo all'ambiente. Principio che è contenuto anche nel regolamento sulla tassonomia e che riguarda proprio le attività compatibili. Per questo il piano dei rifiuti della Regione Lazio, non quindici anni fa, non dieci anni fa, non cinque anni fa, ma due anni fa non prevedeva l'utilizzo degli inceneritori. Ed è proprio per questo che il MoVimento 5 Stelle ha presentato questo emendamento, per fare in modo che i poteri del commissario Gualtieri su questo tema venissero perimetrati rispetto all'attuazione del piano dei rifiuti regionale e non a nuovi impianti non previsti a livello europeo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per questo chiediamo al Parlamento di votare questo emendamento e di dare la possibilità al sindaco Gualtieri di poter continuare a esercitare il suo potere di commissario, ma riguardo all'attuazione, di velocizzare tutti gli impianti del piano dei rifiuti della Regione Lazio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.100 Francesco Silvestri con parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 22.9 Zanella. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie Presidente. Abbiamo presentato questo emendamento che mira a limitare i poteri commissariali relativi al Giubileo, concessi al sindaco di Roma in relazione all'impossibilità di realizzare inceneritori da rifiuti. Già il collega Francesco Silvestri ha fatto riferimento al piano regionale, che non prevede la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento nella Regione Lazio. Il piano regionale dei rifiuti ha aspettato 14 anni per essere approvato ed è merito dell'amministrazione regionale uscente, finalmente, aver trovato questo piano basato su dati certi, numeri certi, forniti dall'ISPRA, che hanno dimostrato la non necessità di ulteriori impianti di incenerimento nella Regione Lazio.

L'altra constatazione che vogliamo fare in quest'Aula è che l'evoluzione tecnologica ci consente di dire che l'eventuale chiusura del ciclo potrebbe essere assolutamente realizzata con l'utilizzo di nuove tecnologie. Da questo punto di vista, anche nel settore dei rifiuti, soprattutto nel settore rifiuti, c'è un avanzamento costante. Quindi, la nostra idea è quella di aprire una discussione tra le istituzioni importanti che si occupano del ciclo dei rifiuti, dal Governo alla Regione Lazio, al comune di Roma, per rimettere all'interno dell'ordinamento regolare, normale, ordinario la decisione in merito a come chiudere il ciclo dei rifiuti. Vogliamo aggiungere che l'emergenza vera in questo momento è quella di rendere più pulita la città di Roma e di renderla assolutamente più in grado di sopportare e gestire la raccolta dei rifiuti. Da questo punto di vista, la soluzione non può essere un inceneritore, che sarà realizzato nella migliore delle ipotesi entro i prossimi cinque o sei anni. La soluzione va cercata in un'altra direzione. Secondo l'esempio che ci hanno dato le grandi città italiane, la direzione è quella di separare l'umido dal resto del rifiuto. Quello che serve, secondo noi, è un approfondimento. Quello che serve in questo momento è una riflessione approfondita, una soluzione che non venga lasciata a vecchie ed obsolete tecnologie, ma che guardi al futuro, alla città di Roma e all'economia circolare.

Non è possibile che in un momento come questo, dove le materie prime sono tanto preziose, si vada ulteriormente ad incenerire materie che devono essere recuperate: l'alluminio, le plastiche, il petrolio, la carta. In un mercato sempre più difficile a livello mondiale di approvvigionamento per il nostro Paese, distruggere le risorse che abbiamo sarebbe sbagliato. Per questo noi vogliamo un ulteriore approfondimento e una presa di responsabilità dalle grandi istituzioni del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. A nome del gruppo MoVimento 5 Stelle volevo sottoscrivere l'emendamento del collega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.9 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 28.01 Manzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 28.04 De Luca, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.02 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.01 Dell'Olio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 32.03 Gnassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 32.06 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 35-bis.102 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 37.3 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 41.1 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

L'emendamento 41.3 Traversi è stato ritirato.

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 42.2 Ubaldo Pagano e 42.3 Dell'Olio.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 42.2 Ubaldo Pagano e 42.3 Dell'Olio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 42.07 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 42.09 Francesco Silvestri. Ha chiesto di parlare il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Molto brevemente, questo è un emendamento molto importante che riguarda sempre la materia degli extraprofitti e sempre al fine di perseguire un maggiore equilibrio ed equità tra i costi che sono stati sostenuti dai consumatori e i profitti che hanno avuto i comparti, i settori farmaceutici e assicurativi.

In poche parole, in buona sostanza, noi prevediamo un contributo di solidarietà pari al 20 per cento del maggior utile netto che è stato conseguito nei due anni precedenti, cioè nel 2021 e nel 2022. È un emendamento che noi riteniamo estremamente importante e siamo davvero sorpresi che il Governo invece abbia dato parere negativo. Ci auguriamo che voglia cambiarlo. Vista l'importanza di questo emendamento e del gettito che procurerebbe allo Stato, che quindi consentirebbe di aiutare famiglie e imprese che sono in estrema difficoltà, davvero, invitiamo tutti a votare in maniera favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 42.09 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Desidero informare l'Assemblea che il nostro collega Andrea Giaccone è diventato papà della piccola Anna (Applausi). Quindi, esprimo al papà e alla mamma gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 5-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Chiedo venti minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 19,20.

La seduta, sospesa alle 19, è ripresa alle 19,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Prego i colleghi deputati di riprendere posto. Sottosegretario Albano, siamo pronti per l'espressione dei pareri sugli ordini del giorno.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Premetto che tutte le volte che negli ordini del giorno che seguiranno ricorre l'espressione “nel prossimo provvedimento utile” oppure “nella legge di bilancio”, deve essere considerata espunta.

Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/1 Manzi il parere è favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Gli ordini del giorno n. 9/5-A/2 Bonetti e n. 9/5-A/3 Ruffino sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/4 Benzoni il parere è favorevole con riformulazione, inserendo le parole “a valutare l'opportunità di prevedere e compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/5-A/5 Frassini è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/5-A/6 Steger è accolto come raccomandazione, espungendo l'espressione “primo provvedimento utile” e prevedendo “mediante il prevalente ricorso”. Gli ordini del giorno n. 9/5-A/7 Mattia e n. 9/5-A/8 Appendino sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/9 D'Orso il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/5-A/10 Cappelletti è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/11 Conte il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/5-A/12 Sergio Costa è accolto come raccomandazione limitatamente al dispositivo, espungendo le premesse. L'ordine del giorno n. 9/5-A/13 Dell'Olio è accolto come raccomandazione, espungendo l'espressione “nel prossimo provvedimento utile”. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/14 Donno il parere è contrario.

Gli ordini del giorno n. 9/5-A/15 Fenu, n. 9/5-A/16 Ilaria Fontana, n. 9/5-A/17 Iaria e n. 9/5-A/18 L'Abbate sono accolti come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/5-A/19 Lovecchio è accolto come raccomandazione, espungendo l'espressione “nel prossimo provvedimento utile”. Gli ordini del giorno n. 9/5-A/20 Morfino e n. 9/5-A/21 Pavanelli sono accolti come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/5-A/22 Quartini è accolto come raccomandazione limitatamente alla lettera c), espungendo le premesse. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/23 Francesco Silvestri il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/5-A/24 Todde è accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione: espungere dalle parole “da parte dei soggetti” fino alla fine dell'impegno. L'ordine del giorno n. 9/5-A/25 Torto è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/26 Cavandoli il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/5-A/27 Orlando è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/28 Bonelli il parere è contrario. Gli ordini del giorno n. 9/5-A/29 Piccolotti e n. 9/5-A/30 Dori sono accolti come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/5-A/31 Eleonora Evi è accolto come raccomandazione con la seguente riformulazione: espungere dalle parole “nel sistema di ripartizione” fino alla fine dell'impegno. L'ordine del giorno n. 9/5-A/32 Ghirra è accolto come raccomandazione, espungendo le parole: “nel sistema di”, fino alla fine del periodo. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/33 Mari il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/5-A/34 De Maria è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/5-A/35 Urzì e n. 9/5-A/36 Paolo Emilio Russo il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/5-A/37 Zan è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/1 Manzi c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/5-A/2 Bonetti è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/5-A/3 Ruffino è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/4 Benzoni il parere è favorevole con riformulazione: la riformulazione è accettata. L'ordine del giorno n. 9/5-A/5 Frassini è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/6 ha chiesto di parlare il deputato Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Volevo solo far presente alla signora sottosegretaria che in occasione della discussione in Commissione il Ministro per i Rapporti con il Parlamento mi ha chiesto di ritirare l'emendamento e ha detto che il Governo avrebbe accettato un ordine del giorno impegnativo. Volevo solo dire questo, per correttezza, perché ovviamente così pensavo e così l'ho formulato. Spero che il Governo rimanga sulla parola.

PRESIDENTE. Il Governo in effetti, deputato Steger, non ha dato una risposta contraria, ma si è attenuto a riformularlo e fare una proposta in tal senso. Sottosegretaria Albano?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. In realtà è come lei stava precisando: è stato accolto con riformulazione, espungendo solo “nel primo provvedimento utile”, che ci sembrava…

PRESIDENTE. …un po' stringente.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Quindi, è accolto con riformulazione.

PRESIDENTE. Si accoglie la riformulazione, perfetto. Ordine del giorno n. 9/5-A/7 Mattia accolto come raccomandazione. A lei la parola, deputato. No, aspetti che c'è il Governo prima che penso che voglia aggiungere qualcosa. Sottosegretaria Albano.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno è accolto.

PRESIDENTE. Quindi, il parere viene trasformato da raccomandazione a favorevole. Non c'è bisogno che lei parli, deputato Mattia. Ordine del giorno n. 9/5-A/8 Appendino c'è un accoglimento con raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/5-A/9 D'Orso parere contrario. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Desidererei richiamare l'attenzione del Governo e in primis di tutta l'Aula su questo ordine del giorno, che reca la mia prima firma. Intenderei fare anche la dichiarazione di voto per conto del MoVimento 5 Stelle su questo ordine del giorno, che riguarda la situazione degli ex navigator. Noi chiediamo al Governo attenzione e responsabilità nei confronti di questi 1.500 ex navigator, i cui contratti, ricordo a me stessa, peraltro sono stati prorogati già una volta, secondo quanto previsto dall'articolo 34 del decreto-legge n. 50 del 2022. Sono stati prorogati perché è stato loro affidato, quindi ritenendoli evidentemente assolutamente necessari per questa ragione, il compito di assistere le regioni per il funzionamento della misura prevista nel PNRR, il Programma GOL in particolare, quindi la Garanzia di occupabilità dei lavoratori.

Ebbene, i contratti scadevano il 31 ottobre e, con una nota del 28 ottobre, tra l'altro dichiarata proprio dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali come urgente, veniva richiesto alle regioni di indicare, quindi di manifestare l'eventuale necessità di un'ulteriore proroga degli ex navigator, proprio per consentire che continuasse a funzionare e ad essere implementato il programma GOL, nel rispetto quindi di uno degli obiettivi del PNRR stesso.

Molte regioni, tra cui la Sicilia, tra l'altro governata dal centrodestra, hanno risposto che sì, avevano necessità di prorogare questi contratti perché gli ex navigator sono risorse preziose, in un momento in cui peraltro ancora non c'è stato il potenziamento dei centri per l'impiego, perché tantissimi governatori non hanno ancora completato le procedure concorsuali per potenziare l'organico dei centri per l'impiego.

Ebbene, a fronte di queste manifestazioni di interesse da parte delle regioni, come una doccia fredda, il 1° novembre interveniva un comunicato dell'ufficio stampa del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali che diceva “praticamente abbiamo scherzato”, e quella nota in qualche modo veniva sconfessata.

Un brutto pasticcio per chi guarda dall'esterno, potrei dire veramente uno schiaffo in faccia alle 1.500 famiglie degli ex navigator, che in quel momento avevano in realtà compreso ben altro. Perché la lingua italiana, signori, è molto chiara e la nota del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali aveva assolutamente fatto capire, comprendere, che c'era l'intenzione di autorizzare la proroga di questi contratti.

Dico di più: non si possono prendere in giro le famiglie, non si possono prendere in giro dei lavoratori che comunque sono stati risorse preziose e per i quali noi chiediamo e insistiamo nel chiedere un tavolo tecnico per poter in qualche modo valutare una strategia occupazionale perché queste risorse vengano valorizzate e, in qualche modo, non si disperdano assolutamente le competenze e le esperienze che hanno acquisito.

Chiediamo soprattutto rispetto nei confronti di questi 1.500 lavoratori e 1.500 famiglie, che non si meritano di essere prese in giro, quindi illuse un giorno e il giorno dopo subire questo schiaffo in faccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/9 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Mentre qualche deputato prende posto, vi ricordo che gli ordini del giorno sono 37.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Ordine del giorno n. 9/5-A/10 Cappelletti è accolto come raccomandazione: viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/11 Conte il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare il presidente Conte. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, sabato 5 novembre si è svolta a Roma una imponente manifestazione promossa dalla società civile, dall'associazionismo di base, espressione di quella maggioranza silenziosa nel Paese che da nove mesi ormai si è convinta in modo univoco che, per scongiurare una ulteriore escalation militare e il rischio di un conflitto nucleare, si debba porre fine a questo conflitto, e quale unica via d'uscita intravede una svolta decisa e risoluta verso un negoziato di pace.

Il MoVimento 5 Stelle vuole portare qui, nella sede istituzionale più rappresentativa del popolo italiano, il messaggio univoco lanciato dai cittadini: 100 mila voci, all'unisono, essendo scese in piazza, chiedono al Governo di farsi promotore, all'interno dell'Unione europea e presso l'intera comunità internazionale, di un vero percorso negoziale perché tacciano le armi.

Il MoVimento 5 Stelle non ha mai pensato di assumere posizioni equidistanti. Lo ricorderete, in tutte le nostre posizioni ufficiali abbiamo chiarito che va distinto nettamente l'aggressore dall'aggredito e non abbiamo mai fatto mancare il sostegno alla popolazione ucraina. Forti di questa posizione, però, riteniamo ormai da mesi che, superata l'iniziale asimmetria delle forze in campo, la via d'uscita non possa riposare su un invio ad oltranza di sempre nuove e sempre più sofisticate armi. Non cederemo, quindi, alla tentazione e alla narrazione di chi si ostina a raccontarci che la guerra sia l'unica opzione possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ecco perché, signor Presidente e onorevoli colleghi, siamo qui a chiedere, anche in ossequio al richiamo al più ampio coinvolgimento del Parlamento – che, vi ricordo, è stato chiaramente inserito nella risoluzione approvata da queste Aule nel giugno del 2022, all'unanimità delle forze e dei partiti qui rappresentati -, che questo Governo si impegni ad illustrare qui, nelle Aule del Parlamento, l'indirizzo politico sotteso alla strategia militare attualmente perseguita e, soprattutto, a riferire, anche preventivamente, su un eventuale, ulteriore invio di armi, al fine di consentire a tutto il Parlamento, in un libero confronto democratico, di pronunciarsi su questi aspetti decisivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Vorrei ricordare che questo non è un Governo tecnico, non è un Governo di larghe intese, è un Governo, se mi permettete, come è giusto che sia, orgogliosamente politico ed è per questo, a maggior ragione, che auspichiamo che l'Esecutivo - ci rivolgiamo direttamente al Presidente Meloni, al Ministro Crosetto - voglia accettare questo confronto democratico e venga qui a riferire sul proprio indirizzo politico, tenendo, quindi, conto delle caratteristiche della nostra democrazia. Siamo in una democrazia parlamentare che ha l'assoluta necessità di garantire una libera e trasparente informazione dei cittadini su quello che oggi è uno dei passaggi più sfidanti, più impegnativi, più insidiosi della nostra storia. È per questo che chiedo l'accoglimento di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Intervengo per chiedere innanzitutto, con l'assenso eventuale del presentatore, di poter sottoscrivere questo ordine del giorno, ma, soprattutto, per condividere con i colleghi e con le colleghe quella che a me pare una necessità. Come taluni e talune di voi sanno - chi era seduto tra questi banchi nella scorsa legislatura - sono stato a lungo in quest'Aula, tra i pochissimi, talvolta in solitudine, ad avere dal primo giorno votato contro l'invio delle armi in Ucraina, anche quando questo Parlamento, a larghissima maggioranza, faceva scelte diverse.

Sono stato anche tra i pochissimi, in quest'Aula, a votare contro l'aumento al 2 per cento della spesa militare, scelta che continuo a considerare del tutto folle in un momento come questo e anche sul piano del suo indirizzo strategico. Ricorderà chi era qui che già allora posi questo tema, quando quel provvedimento quadro sottraeva alla discussione del Parlamento la possibilità di discutere ciclicamente dell'invio delle armi e, più complessivamente, della situazione internazionale. Trovo, oggi come allora, abbastanza incredibile che il Parlamento della Repubblica, prima ancora che sull'invio delle armi, su scelte che ci hanno diviso e che verosimilmente torneranno a dividerci, non senta l'urgenza di discutere di quello che accade, di quali sono le scelte politiche, le urgenze, le priorità.

Dunque, a me pare fondamentale, al netto della condivisione, riga per riga, di quest'ordine del giorno, che venga assunta, però, una priorità: è necessario o no per tutti e tutte, al netto delle nostre divisioni, che nel Parlamento della Repubblica si discuta della guerra in Ucraina, delle scelte (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle) necessarie, di quello che accade? Sono 9 mesi e mezzo che quella guerra va avanti, sono 9 mesi e mezzo che in Ucraina, nel teatro della guerra, si consuma una tragedia senza limiti, sono 9 mesi e mezzo che l'unica strategia con cui buona parte del mondo di cui facciamo parte sul terreno della rete, delle alleanze internazionali, affronta quella guerra soltanto con la lente dell'iniziativa militare. È possibile o no chiedere che quest'Aula discuta di quella scelta, della sua efficacia, della necessità di investire tutte le nostre forze per costruire una via d'uscita diplomatica? Io penso che sia arrivato il momento di farlo, di costruire qui dentro, fuori dalla demagogia, fuori dal confronto muscolare, una discussione di fronte al Paese. Io penso, oggi come allora, che la via delle armi porti solo all'escalation militare. Abbiamo posizioni diverse, ma confrontiamole, nella trasparenza del Parlamento, di fronte a tutto il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'intervento del presidente Conte è articolato, in realtà, su due fronti, su due temi: la sostanza e, cioè, la necessità che, dopo mesi di guerra, si passi ad una fase di trattativa e, poi, la necessità che il Parlamento sia informato. Ora, che il Parlamento sia informato mi pare sia non solo una legittima richiesta, ma corrisponda a quello che tutti naturalmente auspichiamo. Tuttavia, io voglio intrattenermi qualche minuto sulla prima questione, perché, dopo mesi di guerra, ovviamente, tutti avvertiamo l'esigenza di arrivare a una sospensione delle ostilità, perché una sospensione delle ostilità significa evitare ulteriori morti, distruzioni e sofferenze. Credo che su questo siamo tutti d'accordo. Però dire “si sospendano le ostilità e si passi a una fase di trattative”, in linea di principio è metodologicamente corretto, ma nella sostanza, io vorrei che riflettessimo sul fatto che la proposta di passare alla trattativa, al di là dell'essere corretta metodologicamente, nella specifica situazione, è proposta di difficilissima praticabilità, perché Putin ha invaso l'Ucraina, ha occupato il Donbass e l'ha annesso, facendo diventare il Donbass parte della Federazione Russa. Gli ucraini, ovviamente, non accettano una mutilazione del loro territorio. E, allora, quando si dice “trattativa” io chiedo, perché questo è il tema: ma qual è l'oggetto della trattativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Perché, se si apre un tavolo negoziale, presumo che i rappresentanti di Putin andranno a questo tavolo dicendo “Intanto il Donbass è nostro”, punto, finito “e non si discute” e che gli ucraini difficilmente andranno a un tavolo di trattative per sottoscrivere un accordo nel quale cedono una parte del loro Paese. Dopodiché, mi si può dire - ed è vero - che il solo fatto che si apra un tavolo rappresenta già un elemento che può concorrere a una soluzione politica. E fin qui uno può anche essere d'accordo, purché non si faccia la cosa facile e non si faccia credere che basta che si sospendono le ostilità, si va a un tavolo e si trova la soluzione, perché - ripeto - l'oggetto di una trattativa, in questo momento, è qualche cosa di non negoziabile, perché nessun dirigente - non Zelensky, ma nessun dirigente ucraino di qualsiasi orientamento politico - va a un accordo in cui deve accettare che una parte del suo Paese passa sotto la sovranità di un altro e, per converso, Putin ha dimostrato che non intende minimamente recedere dal ritenere il Donbass parte della Russia. Quindi, l'oggetto di un'eventuale trattativa di negoziato, allo stato, per essere onesti, non c'è.

Poi, possiamo evocare metodologicamente che si vada a una trattativa, ma vorrei che ciò fosse chiaro, perché io sento da settimane e settimane, compresa la manifestazione del 5 novembre a cui ho partecipato: “Trattativa, trattativa, trattativa!”. Sì, invocarla non è sbagliato, ma - ripeto - c'è lo spazio oggi, concretamente? Qual è l'oggetto? Perché bisogna misurarsi con questa questione, altrimenti noi evochiamo una cosa e illudiamo anche la gente che l'importante sia aprire un tavolo e lì tranquillamente si risolvono i problemi. Non è così, non è così!

Seconda questione, e chiudo, Presidente. Il rapporto tra il sostegno, anche militare, all'Ucraina e la possibilità di arrivare ad aprire la strada a una soluzione politica è un nesso inscindibile, perché la possibilità che si apra, pur nella difficoltà che io fin qui ho evocato, un'ipotesi negoziale è fondata sul presupposto che l'Ucraina possa resistere all'invasione e, quindi, aiutare l'Ucraina a resistere all'invasione non è contraddittorio con l'auspicare e lavorare perché ci sia una soluzione politica. La condizione di una soluzione politica sta nel fatto che l'Ucraina non venga travolta e, quindi, sostenere con aiuti militari l'Ucraina non è contraddittorio con il volere la pace. L'una è funzione dell'altra. Se l'Ucraina resiste…

PRESIDENTE. Concluda, deputato Fassino.

PIERO FASSINO (PD-IDP). … e Putin deve fare i conti con il fatto che una soluzione militare di quel conflitto non c'è, allora si può aprire uno spazio per una soluzione politica. Viceversa, se l'Ucraina non è in grado di difendersi e l'invasione russa travolge l'Ucraina, non ci sarà alcuna trattativa e alcun negoziato di pace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intanto, mi consenta di dire che, al di là degli aspetti di ammissibilità che competono alla Presidenza e che saranno stati assolutamente valutati come congrui, questa discussione su questo decreto non c'entra assolutamente niente (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Fratelli d'Italia). Stiamo discutendo di una cosa assolutamente importante in un contesto completamente sbagliato. Però, l'ammissibilità ha voluto che ne discutessimo e, quindi, spendiamo semplicemente due parole per dire che noi non condividiamo questa strumentalizzazione che si sta facendo di un impegno in cui tutto il Paese, tutta l'Europa, la NATO e le potenze occidentali stanno mettendo la loro fatica e la loro consapevolezza su una scelta difficile per sostenere un Paese che è stato aggredito senza alcuna giustificazione.

Presidente, in quest'Aula non c'è nessuno che vuole mandare le armi volentieri (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Fratelli d'Italia e del deputato Molinari). Non c'è un collega, non c'è un parlamentare che manda le armi senza avere il peso sulla coscienza che è un atto che comunque alimenta un conflitto che, però, nessuno di noi ha voluto: l'Ucraina non l'ha voluto, le potenze occidentali e la NATO non l'hanno voluto. Quindi, rispetto a questo strumentalizzare un dibattito, come viene, purtroppo, fatto nella nostra politica interna, è sbagliato. Vogliamo fare un dibattito sulla politica e sull'invio delle armi? Facciamolo, ma con gli strumenti giusti. Peraltro, l'abbiamo appena fatto, perché nelle dichiarazioni programmatiche del Governo questi elementi erano contenuti. C'è stato un dibattito su quelle dichiarazioni programmatiche e ognuno di noi ha detto cosa pensava.

Accanto a questo io penso che ci sia il ruolo del Comitato parlamentare di controllo sui servizi, che ha lavorato, peraltro, sotto una presidenza che si è alternata nel corso della legislatura e che nell'ultima parte è spettata all'opposizione, giustamente, di Fratelli d'Italia, che era composto da tutti i partiti e in cui tutti gli elementi sono sempre stati valutati. Quindi, da questo punto di vista la trasparenza interna c'è sempre stata. Non c'è stato il Parlamento che non ha partecipato a una decisione che, invece, è stata assunta in quest'Aula con il consenso di tanti gruppi politici e che oggi viene rinnegata rispetto a una posizione che è tutta politica e che non ha niente di merito, perché nulla, purtroppo, è cambiato in quel contesto.

Presidente, noi, da questo punto di vista, pensiamo che discutere di politica estera e discutere di quello che sta accadendo, che comunque sono elementi importanti in una riflessione che il nostro Paese deve sempre fare, è corretto, ed è giusto richiamarli, ma strumentalizzare questi elementi al fine di una discussione che non ha nulla a che fare col merito sia assolutamente sbagliato e noi per questo motivo voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà. Nel frattempo, sento il bisogno di dire che l'ammissibilità è stata correttamente valutata da parte degli uffici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché c'è l'articolo 35 del provvedimento che autorizza il Ministero dell'Economia e delle finanze ad addebitare e così via. Insomma, lo si può consultare, però del resto devo dire che correttamente il collega Rosato non ha eccepito più di tanto. È il dibattito in quanto tale forse che è andato oltre il perimetro dell'articolo 35. Prego, deputato Fornaro, a lei la parola.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Il Regolamento non a caso individua una pluralità di strumenti per poter dare indirizzi al Governo. Già nella scorsa legislatura ci trovammo in una situazione in cui un ordine del giorno, inserito all'interno di uno dei tanti decreti, finì il giorno dopo su tutti i giornali e ci fu una discussione. Dunque, noi riteniamo che l'ordine del giorno, Presidente Conte, non sia lo strumento adatto. La sua dichiarazione è una dichiarazione coerente con una mozione o con una risoluzione, condividendo la necessità che ci possa e ci debba essere in quest'Aula, in tempi rapidi, una discussione e un confronto sulla politica estera. Però, noi non condividiamo che si utilizzino gli ordini del giorno. Lo dico in maniera molto trasparente: vengono depositati, noi li vediamo sul momento ma non si riesce ad avere anche il necessario confronto interno ed esterno. Pertanto, è del tutto evidente che questo non è lo strumento adatto. Per questa ragione, non ritenendo l'ordine del giorno lo strumento più corretto per intervenire su un tema di queste dimensioni, con tutte le implicazioni interne e internazionali che ha, il nostro gruppo non parteciperà al voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/11 Conte, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Ordine del giorno n. 9/5-A/12 Sergio Costa accolto come raccomandazione; va bene? Deputato Romano, chiedo scusa: su cosa vuole parlare? Mi sembrava che ci fosse una puntualizzazione sulla votazione e invece no. Deputato Sergio Costa, che dice? Accoglie la raccomandazione data dal Governo? Sì.

Ordine del giorno n. 9/5-A/13 Dell'Olio, su cui c'è sempre un accoglimento con raccomandazione: va bene.

Ordine del giorno n. 9/5-A/14 Donno, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/14 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

L'ordine del giorno n. 9/5-A/15 Fenu è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/5-A/16 Ilaria Fontana è accolto come raccomandazione: va bene? No. Ha lei la parola.

DANIELA TORTO (M5S). Sì, grazie, Presidente. Chiediamo la possibilità di trasformare questa raccomandazione in un impegno del Governo “a valutare l'opportunità di”, semplicemente perché in Commissione speciale avevamo raggiunto questo tipo di accordo. Quindi, chiedo al Governo di tener fede a quanto detto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la sottosegretaria Lucia Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, grazie, Presidente. A seguito di una revisione, abbiamo valutato la possibilità di cambiare l'impegno, espungendo “ad adottare” ed inserendo “a valutare ogni iniziativa utile affinché (…)”; se va bene, se lo accogliete in questo modo, grazie.

PRESIDENTE. Accetta deputata Fontana? A posto.

Passiamo allora all'ordine del giorno n. 9/5-A/17 Antonino Iaria, che è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/5-A/18 L'Abbate è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/5-A/19 Giorgio Lo Vecchio è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/5-A/20 Daniela Morfino è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/5-A/21 Pavanelli è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/5-A/22 Quartini è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/23 Francesco Silvestri il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/23 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/24 Alessandra Todde c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/5-A/25 Daniela Torto è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/ 26 Laura Cavandoli il parere del Governo è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/5-A/27 Andrea Orlando è accolto come raccomandazione: va bene? Non va bene. Ha chiesto di parlare il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Grazie Presidente, chiedo che sia votato come ordine del giorno e che sia o accolto o respinto, perché ritengo che l'indicazione sia sufficientemente chiara e univoca. L'ordine del giorno chiede di fare una ricognizione di settori, oltre a quello dell'energia, nei quali si sono determinati gli extraprofitti. Nel corso di questi mesi abbiamo assistito a settori che sono andati sott'acqua, in grande difficoltà, a causa del costo dell'energia, a causa della limitazione alla attività sociale legata alla pandemia, per ragioni legate alla transizione ecologica; poi abbiamo visto settori che - mi riferisco al Governo del merito -, senza alcun merito, hanno realizzato profitti di carattere straordinario. Il punto è: il Governo intende guardare a questi ulteriori settori oppure no? E qui rispondere, dicendo “approviamo una raccomandazione”, francamente non mi pare congruo. Quindi, chiedo che il Governo ci dica se intenda agire in questa direzione oppure no, pronunciandosi sull'ordine del giorno in quanto tale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/27 Andrea Orlando, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/28 Angelo Bonelli, il parere del Governo è contrario. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/28 Angelo Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

L'ordine del giorno n. 9/5-A/29 Elisabetta Piccolotti è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/5-A/30 Devis Dori è accolto come raccomandazione. L'ordine del giorno n. 9/5-A/32 Francesca Ghirra è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/31 Eleonora Evi c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta.

Ha chiesto di parlare la sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze Lucia Albano. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/5-A/31 Evi, devo fare una rettifica: non è accolto come raccomandazione, ma il parere è contrario.

PRESIDENTE. Allora lo poniamo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/31 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Abbiamo detto che l'ordine del giorno n. 9/5-A/32 Ghirra è accolto come raccomandazione: andava bene. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/33 Francesco Mari, invece, il parere è contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/33 Francesco Mari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

L'ordine del giorno n. 9/5-A/34 Andrea De Maria è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/35 Alessandro Urzi' il parere è favorevole, ma lo poniamo, comunque, in votazione, perché questa è la richiesta pervenuta.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/35 Alessandro Urzi', con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

Sull'ordine del giorno n. 9/5-A/36 Paolo Russo il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/5-A/37Alessandro Zan è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare il deputato Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. A me pare che “accolto come raccomandazione” sia un po' una presa in giro, sottosegretaria, perché la richiesta era di ritirare l'emendamento e arrivare ad una formulazione condivisa di un ordine del giorno, tra l'altro, accogliendo anche i suggerimenti del collega Trancassini; e, alla fine, nel dispositivo abbiamo scritto “ad estenderla a comuni che si trovino in condizioni analoghe a seguito di eventi calamitosi”. Per questo chiedo al Governo di cambiare parere - o sì o no - perché altrimenti non si capisce il motivo per cui abbiano chiesto di ritirare un emendamento per arrivare ad un ordine del giorno che evidentemente così condiviso non è.

PRESIDENTE. Mi pare non ci siano ripensamenti da parte del Governo, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/5-A/37 Alessandro Zan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 5-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dieter Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, riteniamo senza alternative la conversione di questo decreto e condividiamo le misure proposte, come la riproposizione di alcuni crediti di imposta, l'intervento sulle garanzie concesse da SACE, del fondo di garanzia per le PMI, la riduzione delle aliquote di accisa, i vari contributi a enti locali e del Terzo settore, cinema, teatri, luoghi di cultura e scuole paritarie. Importanti poi sono gli interventi in materia di politiche sociali, per sostenere i lavoratori dipendenti a basso reddito, i pensionati con reddito fino a 20 mila euro, i lavoratori autonomi, per un ammontare complessivo di oltre 4 miliardi.

Riassumendo, questo decreto contiene misure tutte da condividere, per mitigare le conseguenze dell'aumento dei prezzi per l'energia e le conseguenze dell'inflazione per famiglie, imprese ed enti.

Voglio sottolineare l'importanza di due emendamenti firmati da tutti i gruppi parlamentari: un emendamento rende possibile alle regioni e alle province autonome di anticipare l'utilizzo della quota libera dell'avanzo di amministrazione per far fronte all'emergenza energetica; l'altro esonera gli enti locali, per il 2022, dal rendiconto dei contributi straordinari in relazione alle risorse ad essi trasferite per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per sostenere i maggiori oneri relativi all'energia elettrica e al gas.

Noto poi con favore la disponibilità anche di questo Governo di accettare la proposta del mio partito di inserire una clausola di salvaguardia relativa alle competenze attribuite alle regioni a statuto speciale e alle province autonome dai rispettivi statuti e dalle norme di attuazione.

Peccato, però, che il lavoro emendativo dei singoli gruppi parlamentari per migliorare ulteriormente la qualità delle misure previste nel decreto non sia stato onorato, anche se riconosco la disponibilità del Governo - rappresentato in Commissione dal Ministro Ciriani, che ringrazio - di ritornare sui temi proposti nel prossimo “decreto Aiuti-quater” e nella legge di bilancio.

Mi limito qui a segnalare due emendamenti da noi proposti. Uno riguarda la produzione di energia elettrica per autoconsumo e mirava a tutelare le numerose imprese agricole che hanno investito in sistemi di cogenerazione orientati all'autoconsumo e che, pur avendo intrapreso una strada virtuosa di sostenibilità, rischiano di essere escluse dall'opportunità di usufruire dei crediti di imposta previsti dai diversi decreti-legge, che hanno indicato i crediti di imposta per il secondo e il terzo trimestre e per i mesi ottobre-novembre 2022, e ciò in relazione al fatto che sono esclusi dal credito gli usi termoelettrici.

L'altro emendamento è finalizzato a semplificare le procedure per la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici, consentendone l'installazione anche sulle coperture degli immobili. Io chiedo vivamente al Governo, che ha accettato un mio ordine del giorno e così si è anche dimostrato d'accordo…

PRESIDENTE. Deputato Steger, chiedo scusa, la interrompo, perché non si può lavorare in questa maniera. Quindi, i deputati che intendano conversare tra loro o fare anche cose peggiori sono pregati di accomodarsi fuori dall'Aula, dove avranno piena libertà di fare conversazione. I deputati che vogliono conversare, il Governo, per cortesia… Deputati, colleghi deputati, sottosegretario Albano! Prego, riprenda il suo intervento, deputato Steger.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Quindi, continuo chiedendo al Governo, che ha accettato un mio ordine del giorno - e ha così segnalato, in altro modo, di condividere sostanzialmente la mia proposta - di inserirla in uno dei prossimi provvedimenti, perché noi parliamo sempre di semplificazioni, diciamo che dobbiamo garantire la crescita, abbiamo imprese e famiglie che vogliono investire e che poi si trovano sempre di fronte a problemi burocratici e, in una situazione come quella attuale, non possiamo accettare che non possano investire.

Colleghi e colleghe, le conseguenze della pandemia e la guerra in Ucraina, con la conseguente esplosione dei costi per l'energia e un'inflazione che non vedevamo più da decenni, stanno creando una tempesta perfetta. Ora sta al Governo, al nuovo Governo, sostenere imprese, famiglie ed enti del Terzo settore per superare questa crisi con nuovi provvedimenti, da varare nelle prossime settimane, un nuovo “decreto Aiuti-quater” e una legge di bilancio efficace. Quello che è certo è che bisogna fare presto e, soprattutto, che c'è bisogno non solo dell'intervento legislativo a livello nazionale, ma anche dell'Europa.

Dalle crisi si può uscire solo con uno slancio unitario. L'Europa può frenare la speculazione sul gas, forte del suo essere principale acquirente sui mercati mondiali. Allo stesso tempo è chiamata a fare un salto in termini di integrazione attraverso il debito comune europeo, per non vanificare quanto è già stato messo in campo con Next Generation EU.

Tutte le grandi questioni del nostro tempo, la geopolitica, l'economia, la salvaguardia del pianeta, la pandemia e la lotta alle disuguaglianze sociali mostrano l'insufficienza dei singoli Stati e quanto invece si possano vincere solo con un'Europa sempre più forte e più unita.

Serve qui in Italia la massima consapevolezza nelle scelte e nelle decisioni dei prossimi mesi. Importante è che i membri del Governo, soprattutto dal Presidente del Consiglio dei ministri ai ministri degli Affari esteri, degli Affari europei, dell'Economia e delle finanze e dell'Ambiente nei prossimi mesi e nelle prossime settimane siano molto convincenti sui tavoli europei, perché solo così riusciremo a vincere questa crisi.

Io me lo auguro vivamente e spero che anche il Governo continui su questa strada con lo stesso spirito, con la stessa mentalità e la stessa coesione a livello nazionale ed europeo che abbiamo fatto vedere nella fuoriuscita dalla pandemia. Con questo auspicio, annuncio il voto favorevole della componente delle minoranze linguistiche (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

Voglio ricordare che c'è, se non vado errato, un accordo a stringere i tempi per concludere nella giornata di oggi la votazione di questo provvedimento. Voglio anche ricordare che esistono delle regole, che i Presidenti di turno ribadiranno, come sta facendo il sottoscritto, che prevedono, per esempio, che i deputati che prendono la parola non debbano essere disturbati, che non si possano dare le spalle alla Presidenza. Soprattutto quando ci sono le dichiarazioni di voto, c'è la libertà di uscire dall'Aula e, quindi, di poter conversare con i colleghi quanto si vuole e si crede, senza arrecare disturbo a chi invece sta in Aula per lavorare. Prego, a lei la parola, deputato Bicchielli.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Starò in tempi brevi. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, ho avuto l'onore di far parte della Commissione speciale, cui è stato affidato l'esame del provvedimento che ci accingiamo a votare, un provvedimento urgente ereditato dal precedente Governo, focalizzato innanzitutto sul contenimento dei rincari energetici, idealmente il primo faldone sulla scrivania nel passaggio del testimone tra il Governo Draghi e il Governo Meloni. Governo e maggioranza hanno avuto il compito di condurre a destinazione un treno che in qualche modo era già in corsa. Ciò, nonostante alcune difficoltà, ha consentito di far apprezzare il clima di collaborazione e il senso di responsabilità che hanno segnato un avvio di legislatura pur deciso e determinato.

I lavori di queste settimane, signor Presidente, portati avanti con una Camera ancora da strutturare nelle sue articolazioni, con gli uffici ancora da organizzare, ne sono stati la prova. Di questo vorrei ringraziare i componenti della Commissione speciale senza distinzione di schieramento e, in particolare, il suo presidente, l'onorevole Pella, grazie alla cui sapiente e accurata gestione in tempi rapidi abbiamo avuto modo di integrare e, a mio avviso, migliorare il testo, senza però stravolgerlo per partito preso.

Il provvedimento sul quale oggi quest'Aula si pronuncerà discende dal lavoro lasciato in corso d'opera dal precedente Esecutivo. Non si tratta di continuità o di discontinuità; si tratta in parte di una ovvietà, essendo un decreto ereditato, ma anche di un segno di maturità da parte di un nuovo Governo e di una maggioranza interamente politica, che sa quando è il momento di essere identitari e quando, invece, una linea che è semplicemente giusta merita di essere proseguita e perseguita. È un provvedimento che potremmo definire ponte, per non creare soluzioni di continuità negli aiuti in attesa delle prossime imminenti misure.

Signor Presidente, alcuni interventi migliorativi o integrativi erano stati proposti dal nostro gruppo, dal gruppo di Noi Moderati, a favore delle imprese del settore turistico, del settore culturale e del settore sanitario per fronteggiare le attuali criticità. C'era, però, l'esigenza di far presto e abbiamo contribuito a una celere definizione del provvedimento, ritirando i nostri emendamenti per consentire all'iter straordinario con il quale è stato esaminato questo provvedimento di concludersi rapidamente. Ci batteremo però perché le nostre istanze divengano parte dei prossimi provvedimenti che già si annunciano.

Colleghi, dicevamo della maturità e della consapevolezza; credo che da parte del Governo e della maggioranza possano essere a pieno titolo rivendicate, anche in questo passaggio. Non sempre, e mi dispiace dirlo, si può dire altrettanto delle forze che quotidianamente ci richiamano alla serietà, ritenendosene dispensatori e, poi, si producono in iniziative surreali come la presentazione di emendamenti per cambiare norme di pertinenza dei Ministeri che erano gli stessi partiti dell'attuale opposizione a ricoprire quando questo decreto è stato licenziato. Cambiare idea nel giro di qualche settimana è lecito, per carità, correggere se stessi anche, ci mancherebbe, farlo mentre nella quotidianità del dibattito pubblico ci si arroga la pretesa di impartire lezioni agli altri forse è un po' troppo. Allora, anche su questo gli italiani potranno giudicare: un Esecutivo guidato dal leader del principale, se non unico, partito di opposizione al precedente Governo ne salva il lavoro, quando esso interpreta una linea funzionale alle emergenze del Paese; un'opposizione, invece, che governava fino a poche settimane fa, in alcuni casi, lo rinnega.

Presidente, dopo una lunga stagione di demonizzazione e delegittimazione dell'avversario politico, dopo una legislatura di maggioranze variabili, mai specchio della volontà elettorale, dopo larghe intese e margini di azione ristretti, forse sta prendendo il via una nuova fase politica, in cui il Parlamento può tornare ad essere realmente centrale, luogo di discussione e di elaborazione delle misure di intervento e di risposta alle esigenze dei cittadini tutti.

Ci eravamo disabituati alla normalità politica, alla fisiologia del processo democratico, all'idea di una maggioranza formata da forze politiche che si sono presentate alle elezioni in coalizione e su un programma comune hanno raccolto il consenso degli elettori ed oggi esprimono un Governo.

Signor Presidente, il provvedimento che stiamo discutendo e che spero approveremo oggi non è solo una risposta alle emergenze del Paese, ma è soprattutto un ulteriore segno di istituzioni pronte, di istituzioni pronte a dare soluzioni, ad agire; non si prevede solo la proroga di alcuni casi, l'ampliamento della platea dei beneficiari e l'aumento dell'importo degli aiuti e dei sostegni a famiglie e imprese per fronteggiare il caro bollette, con il decreto Aiuti-ter si apportano anche importanti correzioni al processo di attuazione del PNRR, consentendo una accelerazione delle opere e dell'impiego delle risorse.

Signor Presidente, mi avvio alle conclusioni. Rapidità ed efficienza sono i due elementi fondamentali del pragmatismo che ci auguriamo caratterizzerà tutta l'azione di questo Esecutivo politico. Il prossimo banco per il Governo, per la maggioranza e per l'intero Parlamento sarà la legge di bilancio. È finita questa breve e atipica campagna elettorale, stiamo attraversando un tornante storico che gli esperti ormai definiscono “permacrisis”, nel quale da un'emergenza si cade in un'altra. Ora, è il momento che gli impegni diventino azioni ed è quello che sta accadendo. Noi Moderati sosterremo sempre i provvedimenti del Governo che andranno in questo senso e che coinvolgeranno il Parlamento; per questo, anche oggi, dichiaro il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Eleonora Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Anche in questo decreto, come in quelli precedenti, mancano le misure che servono davvero al Paese, le misure che servono per mettere al riparo le famiglie e le imprese da questa sciagurata crisi dei prezzi energetici e dal galoppare dell'inflazione. Manca chiaramente la presa di consapevolezza che questo Paese diventa ogni giorno più diseguale, ogni giorno un po' più povero, più rassegnato; la forbice sociale si allarga gettando soprattutto i più fragili e vulnerabili nella spirale dell'ansia e della paura.

Eppure, ora, le parole più usate sembrano essere “prudenza” e tutti i suoi sinonimi, toni molto diversi da quelli che abbiamo sentito in campagna elettorale e, improvvisamente, la coperta è troppo corta, ma noi non ci rassegniamo all'idea che la coperta sia sempre troppo corta, perché tutto questo accade mentre, invece, società energetiche, ma non certo solo loro, in questo momento, fanno profitti mai visti prima, profitti immorali e ingiusti che, ad oggi, nei fatti e concretamente non vengono davvero toccati, se non con ridicoli, inadeguati e del tutto insufficienti tasse e contributi di solidarietà. Ecco, la solidarietà, questa meravigliosa parola dovrebbe guidare le scelte della vita di una comunità sana, che pone al centro sempre il bene comune, l'interesse collettivo, di un Paese che sa dare a tutte e tutti stesse condizioni di partenza e pari opportunità, pari opportunità di studio, di lavoro e di vita; bellissimi i principi, sanciti nella nostra meravigliosa Costituzione, tanto belli, quanto inesorabilmente troppo spesso dimenticati e calpestati.

Noi vorremmo un Paese che fa della solidarietà tra le persone e della solidarietà intergenerazionale la sua principale ragione d'essere. Ecco perché abbiamo insistito, insistiamo e continueremo ad insistere sulla vergognosa vicenda degli extraprofitti. Per questo abbiamo ritenuto, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, di proporre un emendamento per elevare al 100 per cento l'aliquota del contributo straordinario solidaristico dovuto dai market player del settore energetico che hanno, appunto, conseguito consistenti extraprofitti, destinando quindi il maggiore gettito in questo caso, appunto, raccolto ad un fondo destinato a finanziare misure di sostegno al carovita per le famiglie e le imprese.

Ecco perché proponiamo misure di solidarietà, a partire da chi possiede grandi ricchezze e grandi patrimoni; in questo momento, soprattutto in questo momento così difficile per le condizioni materiali di vita di sempre più persone, cittadine e cittadini, imprese, organizzazioni, riteniamo giusto farlo. Con un emendamento, infatti, abbiamo proposto di istituire un contributo di solidarietà una tantum sui grandi patrimoni del valore di oltre 25 milioni di euro, con un'aliquota pari al 5 per cento, perché se non iniziamo a parlare di redistribuzione della ricchezza e ad intervenire concretamente su questo, siamo un Paese senza futuro. Ecco, perché quindi continuiamo a insistere sulle rinnovabili, perché ogni altra strada, dalle trivelle al fantomatico quanto inesistente nucleare di ultima generazione, è solamente una pericolosa deviazione dal percorso troppo lento, ma fortunatamente intrapreso dall'Europa, verso un'economia altamente efficiente nell'uso delle risorse e dell'energia e ad emissioni zero.

Richiamando le parole del Segretario generale dell'ONU, Guterres, alla COP27, dobbiamo scegliere in questo momento tra un patto di solidarietà o un patto di suicidio collettivo. Ad oggi, stiamo scegliendo il patto di suicidio collettivo, lo status quo. Questo Governo sta scegliendo di proseguire su una strada, quella delle fossili, che anche un organismo internazionale come l'Agenzia internazionale dell'energia, che è un organismo spesso considerato conservatore, ammonisce come sbagliata, sbagliata in quanto il gas, dice l'Agenzia, non può essere considerato una fonte energetica di transizione e che quella non è prosperità, ma semmai sono investimenti a perdere, sono degli stranded asset. Sempre Guterres ribadisce che abbiamo il piede sull'acceleratore nell'autostrada dell'inferno climatico.

Noi scegliamo il patto di solidarietà, soprattutto, quello nei confronti delle nuove generazioni, dei nostri figli, di chi dovrà vivere su un pianeta che, anche con tutti gli sforzi che faremo, sarà diverso e molto probabilmente molto meno ospitale di quello attuale. Ecco, perché abbiamo insistito e continueremo ad insistere nel sostenere e accelerare il dispiegamento di energie rinnovabili. Trasformare radicalmente il sistema di produzione energetica è oggi un passo fondamentale, insieme alle tante altre trasformazioni, come ad esempio i sistemi alimentari globali, per assicurare un futuro vivibile. Ecco, perché abbiamo insistito su emendamenti a sostegno delle comunità energetiche, per la diffusione dei tetti solari, per spingere sull'efficienza energetica, per chiedere di istituire un commissario per le rinnovabili. Lo ricordo ancora una volta, con le rinnovabili si possono sbloccare investimenti per oltre 85 miliardi di euro, con relativo sviluppo e occupazione, un fatto non da poco in un momento storico di questo tipo, eppure drammaticamente sottovalutato.

Torno, infine, ancora sugli extraprofitti, perché non ci stancheremo di denunciare questa vergogna. Mentre le famiglie italiane sono in ginocchio, non riescono a pagare le bollette e ad arrivare alla fine del mese, mentre le imprese rischiano di chiudere per i costi energetici esorbitanti, mentre il Paese diventa sempre più povero e diseguale, c'è qualcuno che si sta arricchendo alle spalle della maggioranza degli italiani.

Sono le società energetiche che continuano ad accumulare profitti scandalosi: oltre 50 miliardi di euro nei primi sei mesi del 2022, utili in continua crescita, come ad esempio ENI che nel periodo tra luglio e settembre ha visto i suoi profitti aumentare a 3,73 miliardi di euro, per un totale di 10,8 miliardi di euro dall'inizio dell'anno, e tutto ciò è inaccettabile. Gli extraprofitti sono un esproprio sociale fatto ai danni delle famiglie e delle imprese italiane. È evidente che il Governo Meloni vuole continuare con la strategia forte con i deboli e debole con i forti, addirittura ostacolando le rinnovabili, che sono la vera soluzione per uscire da questa crisi drammatica, per abbassare le bollette e per creare posti di lavoro, per renderci indipendenti nella produzione di energia e fronteggiare la crisi climatica gravissima che è in atto. Gli extraprofitti sono soldi degli italiani ed è a loro che vanno restituiti immediatamente. Utili sì, all'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Presidente, colleghi, a nome di Alleanza Verdi e Sinistra esprimo il nostro voto contrario al provvedimento. Siamo chiaramente consapevoli che nel decreto figurano una serie di aiuti e sostegni, ma francamente siamo anche altrettanto e profondamente consapevoli che, di fatto, questi aiuti verranno ripagati sempre dai lavoratori e dalle imprese, e non, come chiediamo da tempo, da chi ha fatto questi enormi profitti dalla crisi energetica. Fare nuovo debito, che ricadrà inevitabilmente sulle generazioni future, che si tradurrà quindi drammaticamente in nuovi tagli ai servizi, alla sanità, alla scuola, al trasporto pubblico, lo riteniamo irresponsabile, anche perché non sarà debito per investimenti verdi e sociali, per la transizione ecologica, per beni pubblici, per l'inclusione, per infrastrutture sociali, cose per cui siamo sempre stati favorevoli. No, questo debito è un debito per uscire da una crisi energetica creata dalle fossili e dalla speculazione dei mercati, per mettere risorse economiche pubbliche laddove, invece, colossi energetici dovrebbero restituire quanto ingiustamente sottratto alle famiglie e alle imprese italiane. Per questo motivo ieri abbiamo votato contro la NADEF e oggi non possiamo e non vogliamo sostenere questo decreto. Abbiamo indicato una strada, che è quella della giustizia sociale e della redistribuzione della ricchezza. Noi continueremo a percorrerla con determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, sottosegretaria, siamo chiamati oggi a votare un provvedimento importante, che stanzia più di 14 miliardi di euro per sostenere famiglie e imprese nel contrastare l'aumento dei costi dell'energia e del gas, ma che si rivolge anche ad enti locali, terzo settore, strutture socio-sanitarie, enti culturali, scuole paritarie. Sostiene l'intero sistema sociale, economico e produttivo del nostro Paese, per fronteggiare una crisi che purtroppo è ancora pienamente in corso nelle nostre comunità. È di fatto la conversione dell'ultimo decreto approvato dal precedente Governo il 16 settembre, in coerenza e in continuità con i precedenti decreti Aiuti, e per questo lasciatemi ricordare e ringraziare il Ministro Franco per il grande lavoro che ha fatto proprio su questi decreti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Con questo decreto arriviamo a più di 60 miliardi di euro stanziati per sostenere le famiglie e le imprese, per aiutarle ad affrontare l'aumento dei prezzi, tra l'altro fino ad ora mantenendo invariati gli obiettivi di finanza pubblica. Questo grazie anche ad un aumento, maggiore del previsto, della crescita nel nostro Paese e anche agli effetti di un'inflazione, che, purtroppo, ancora grava sulle nostre famiglie. Interventi che hanno avuto un'efficacia dimostrata dai fatti, dai dati. La crescita c'è stata. Quindi interventi che hanno sostenuto la crescita, e l'Ufficio parlamentare di bilancio ha certificato che sono interventi che sono stati proficui anche nell'ambito della cosiddetta “agenda sociale”. È stato dimezzato l'effetto dei rincari sui bilanci delle famiglie e per le famiglie più povere l'effetto dell'inflazione è stato ridotto del 90 per cento. Allora la domanda oggi è: si poteva, si può, si potrà fare di più? Quello che è certo è che si deve andare avanti. Si deve andare avanti perché la crisi è ancora pienamente in corso ed è una crisi di cui, forse, gli effetti più devastanti non li abbiamo ancora visti.

Il Governo aveva promesso e continua a promettere ulteriori misure per ridurre il prezzo del gas e dell'energia elettrica, per aumentare la disponibilità di gas per sostenere il reddito delle famiglie, ma le promesse terminano di fronte alla realtà dei fatti. E la realtà dei fatti è quella di un Paese che ha bisogno di risposte oggi. Siamo in attesa che il Governo dia queste risposte, ma finora non sono arrivate.

Se il Governo - questo lo devono sapere i cittadini - fosse stato pronto, come aveva promesso e annunciato che sarebbe stato ampiamente pronto a intervenire ulteriormente nell'atto del primo Consiglio dei ministri, oggi avremmo potuto anche approvare un ulteriore stanziamento di 10 miliardi già sbloccati, se si fossero potuti sbloccare prima. E domani, dopo la conversione in Senato, questi investimenti sarebbero risultati operativi.

Dovremo aspettare. Il Paese dovrà aspettare. Non vorrei che la parola chiave di questa nuova azione del Governo sia “ritardo”. Ne abbiamo avuto qualche prova anche oggi nella gestione di quest'Aula, ma è un ritardo che diventa incomprensibile quando non dà risposte alle famiglie e alle imprese, che, invece, senza ritardo, ogni giorno, devono contrastare gli effetti drammatici di questa crisi economica.

Così lasciatemi dire come risulta poco comprensibile il voto contrario sull'adeguamento dell'assegno unico universale all'inflazione a partire da ottobre, come abbiamo fatto per le pensioni. Sia chiaro, questo è un provvedimento che era stato ritenuto troppo politicamente esposto in campagna elettorale. Il Ministro Giorgetti lo sa bene, e ci si era riservati di fare un emendamento in fase di conversione. La campagna elettorale è terminata, un Governo politico pienamente indicato dal voto degli elettori c'è, così come c'è e rimane, purtroppo, senza risposta la domanda delle famiglie con i figli nel nostro Paese. Aspettiamo che queste risposte, prima o poi, il Governo le metta in campo.

La Presidente Meloni aveva dichiarato come priorità, nel suo intervento programmatico, quella di arginare l'aumento dei costi dell'energia elettrica e del gas. Peccato che questa priorità, al primo Consiglio dei ministri, abbia lasciato posto ad altre priorità: il reintegro dei medici no-vax nelle strutture sociosanitarie, con un effetto devastante rispetto alla fiducia verso i vaccini e la sanità, che ha invece animato la generosità e la responsabilità di tante donne e uomini che, vaccinandosi, hanno permesso di contrastare la crisi pandemica nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). È diventata una priorità il rinvio dell'entrata in vigore della riforma del processo penale. È diventata una priorità una norma sui rave party, la cui formulazione dovrà essere variamente interpretata per bocca dello stesso Governo. Ed è diventata priorità un'azione simbolica, ma che lede i diritti fondamentali delle donne e degli uomini che arrivano come migranti nel nostro Paese. Su questo invito il Ministro, invito il Governo a iniziare da quello che c'è. Si metta in campo e si dia attuazione all'accordo storico che il 10 giugno si era arrivati a raggiungere come Ministri dell'Interno a livello dell'Unione europea, proprio sotto la Presidenza francese.

Vedete, quello che è accaduto attraverso queste nuove priorità, in realtà, diciamocelo, è un'azione di disturbo, di distrazione dell'opinione pubblica, per togliere i fari dalle scelte economiche di un Governo che si era detto di discontinuità ma che è in piena continuità con l'azione del precedente Governo, e per distogliere l'attenzione, invece, dalle scelte non fatte.

Ma qui richiamo tutte e tutti noi, anche noi dell'opposizione: c'è un grande rischio nell'usare questa vecchia tecnica retorica della vecchia politica, ossia creare fumo per nascondere la verità delle cose. Alimentando conflitto e divisione sociale si perde quella ricchezza, che, invece, abbiamo dimostrato, ha permesso all'Italia di ripartire. L'Italia è ripartita perché ha ritrovato coesione, speranza e coraggio. Questo è stato l'elemento che ha permesso alle imprese, alle cittadine e ai cittadini di tornare ad investire. Quel PIL aumentato non è solo il frutto di politiche efficaci, è frutto di questo coraggio e di questo senso di solidarietà e di unità nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Non permettiamo di perdere e di disperdere questo patrimonio.

E allora si tolga il fumo che avete creato sulla verità delle cose. Diciamo la verità delle cose: finora l'unico provvedimento operativo per aiutare le famiglie e le imprese rimane il decreto approvato dal Governo Draghi. E la verità delle cose è che voi - apparentemente vergognandovi, ma non dovete vergognarvene, andate anzi in continuità con questo - lo state sostenendo e lo state portando avanti. E per questa verità, per il fatto che questo decreto serve e serve al Paese, io annuncio il voto favorevole del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI-PPE). Presidente Rampelli, cari colleghi, rappresentanti del Governo, con il provvedimento in esame sono stati stanziati 14 miliardi di euro per il sostegno dell'economia italiana di fronte alla grave e persistente crisi che interessa imprese, enti locali, individui e famiglie. Le risorse del “decreto Aiuti-ter”, come indica il nome stesso, si aggiungono ai 52 miliardi già stanziati in precedenza allo stesso scopo, a significare lo sforzo che il Governo intende profondere per dare risposta alla situazione contingente. Di questi, oltre 30 miliardi sono stati destinati alla copertura dei costi energetici, in un quadro internazionale che ha visto nei mesi scorsi decuplicare i costi del gas, oggi ridottisi a cinque volte tanto; ma con una stagione invernale ancora da affrontare, la bolletta energetica del Paese ha ampiamente superato i 100 miliardi di euro nel 2022 e la connessa spirale inflazionistica ha superato il 10 per cento e sta viaggiando a cifre ancora più considerevoli.

La NADEF illustrata nella mattina di ieri dal Ministro Giorgetti contiene l'annuncio che le disponibilità realizzate tramite lo scostamento di bilancio saranno destinate a misure dirette al rafforzamento di tale sostegno e al contrasto del caro energia per famiglie, imprese ed enti locali, come il nostro partito, Forza Italia, ha tenuto a precisare, proprio su quelli che sono per noi, oggi, momenti importanti e fondamentali. Si tratterà di oltre 21 miliardi di euro per il 2023 e di circa 2,4 miliardi di euro per il 2024, cui si aggiungono i 9 miliardi di euro derivanti dal cosiddetto extragettito del 2022 derivante dal miglior risultato realizzato dalla nostra economia in questi ultimi trimestri.

Come Forza Italia apprezziamo le misure di questo provvedimento in relazione alle spese sostenute dalle imprese energivore, il quale estende il credito d'imposta già previsto anche ai costi sostenuti nei mesi di ottobre e novembre e vi ricomprende i costi sostenuti dalle imprese più piccole che impiegano energia elettrica con una potenza superiore ai 4,5 chilowattora. In questo modo, essendo il nostro tessuto imprenditoriale ed economico formato anche da numerosissime PMI, innalziamo la portata delle misure adottate nei precedenti trimestri e innalziamo la percentuale di sostegno.

D'altro canto, tuttavia, va osservato che le imprese continuano a segnare difficoltà nella cessione del credito, che va utilizzato entro il marzo 2023 in un mercato creditizio già intasato da oltre 40 miliardi di cessioni del credito legate al superbonus edilizio. È proprio il problema che il Governo dovrà affrontare e che, insieme al sottosegretario Ferrante e al capogruppo Cattaneo, abbiamo voluto in qualche modo discutere insieme ad ANCE e oggi abbiamo in qualche modo rimarcato. Chiediamo che il Governo affronti questi temi in Parlamento per avere un confronto e per dare quelle risposte che sicuramente le associazioni oggi più che mai ci chiedono.

Dobbiamo, quindi, seguire processi correlati tra avanzamento dei lavori e pagamento degli stati di avanzamento. Sono di rilievo in questo “Aiuti-ter” anche gli interventi per l'energia in favore delle imprese esercenti attività agricola, della pesca e agromeccanica, sui quali Forza Italia da sempre si batte per il tramite del Presidente Berlusconi e si era spesa anche in sede di Parlamento europeo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). E gli interventi relativi alle garanzie SACE per le imprese colpite dagli effetti economici negativi conseguenti alla guerra in Ucraina sono fondamentali, così come la proroga della riduzione delle aliquote di accisa applicabile ad alcuni prodotti energetici utilizzati come carburanti e l'applicazione di un'aliquota IVA ridotta al 5 per cento alle forniture di gas naturale impiegato in autotrazione.

Gli stessi interventi a sostegno della finanza locale di comuni e province sono essenziali per tenere accese scuole, palestre, biblioteche, luoghi di cura e di cultura. E anche il comparto sanitario beneficerà di risorse per la copertura dei maggiori oneri dell'energia, così come quello sportivo tramite l'incremento di 50 milioni del fondo dedicato, consentendo l'erogazione di contributi a fondo perduto per le associazioni e le società sportive dilettantistiche, tema anche questo sempre fortemente sostenuto da parte di Forza Italia.

E poi i lavoratori e i pensionati godranno del riconoscimento di una somma di 150 euro a titolo di indennità una tantum, una misura che per noi è importante e, come sempre, il Presidente Berlusconi ha voluto evidenziare in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), avendo sempre sostenuto l'importanza di andare incontro alle famiglie e soprattutto alle persone che, in questo momento più che mai, hanno bisogno di avere un sostegno da parte del nostro Paese.

Devo dire poi che, come Forza Italia, abbiamo anche apprezzato la procedura per il riversamento spontaneo dei crediti di imposta per gli investimenti in attività di ricerca e di sviluppo da parte di soggetti che li hanno indebitamente utilizzati, e le interpretazioni restrittive in tale ambito dell'Agenzia delle entrate hanno messo in difficoltà le imprese che avevano usufruito di tale beneficio, soprattutto nel settore della moda.

Per questo chiediamo una forte collaborazione tra i diversi livelli istituzionali nello spirito di guardare l'interesse comune e non, come in molti casi, emergenze territoriali o, ancor di più, situazioni che non hanno nulla a che fare con la sburocratizzazione. E una volta messi in sicurezza, per quanto possibile, cittadini e imprese dall'esplosione dei costi, è necessario rilanciare una politica energetica nazionale, indirizzata sulla sicurezza energetica. Questo è sempre stato un cavallo di battaglia del nostro partito, un momento essenziale, e ancora una volta su questo la lungimiranza del presidente Berlusconi si è sempre dimostrata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), sia quando era al Governo che nel suo ruolo a livello europeo, portando il Partito Popolare ad avere attenzione su questi temi maggiore rispetto alle altre forze europee.

Un ulteriore elemento della politica energetica che intendiamo mettere in discussione riguarda anche l'elettrificazione dei consumi. Per fare un esempio, l'Italia ha grandi capacità nel termico grazie alle sue biomasse e alcuni studi affermano che potremmo coprire con la biomassa il 70 per cento dei consumi termici del Paese; questo significherebbe risparmiare una gran quantità di gas che ora consumiamo per il riscaldamento di abitazioni, imprese e coltivazioni in serra.

Forza Italia, naturalmente insieme a tutto il Governo, punterà a una diversificazione degli approvvigionamenti e dei consumi energetici, aumentandone la sostenibilità e accelerando il processo valutativo inerente l'apporto del nucleare di cui l'Italia potrà dotarsi come tanti altri Paesi europei. Per questa ragione, Presidente, come Forza Italia esprimiamo il nostro voto favorevole al “decreto Aiuti-ter”, aspettando l'importante manovra sulla quale sicuramente faremo sentire la nostra voce con riferimento alle proposte e alle iniziative che, da sempre, Forza Italia porta a risultato per le proprie imprese, per i propri cittadini e per i propri territori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, membri del Governo, colleghe deputate, colleghi deputati, siamo qui per convertire il “decreto Aiuti-ter”. In questa dichiarazione di voto voglio andare subito al sodo, innanzitutto chiedendo un poco di rispetto, per cortesia, Presidente. Il Governo in questo primo passaggio importante della legislatura, dedicato alla conversione di questo decreto, ha detto “no” praticamente a tutto. Ha detto “no” a una sacrosanta tassa sugli extraprofitti; avevamo chiesto di modificarla, ampliarla, perché è una questione di equità e di correttezza passare dal 25 per cento al 40 per cento per quelle aziende che hanno ottenuto profitti senza aver fatto nulla. Una cosa assurda perché comunque bisogna supportare le imprese e poiché sappiamo perfettamente che nella NADEF c'erano pochissimi soldi, quei soldi dovranno essere recuperati da qualche parte. Non sappiamo cosa il Governo intenderà fare, anzi, lo sappiamo, purtroppo, ne parleremo più avanti: il Governo cercherà di andare a raccogliere questi soldi dal superbonus e dal reddito cittadinanza, dimenticando che il reddito di cittadinanza ha salvato un milione di persone, di famiglie, durante il periodo della pandemia, e che, intervenendo sul superbonus, come probabilmente vorrà fare, creerà un danno, perché il décalage era già previsto e bisogna intervenire in maniera oculata per far sì che non si creeranno danni ulteriori alle oltre 40 mila aziende e a tutto l'indotto.

Però, con riferimento agli extraprofitti, bisogna avere il coraggio di intervenire e scontentare quelle lobby su cui bisognerebbe agire. Bisognerebbe avere quel coraggio che si è dimostrato e si dimostra normalmente in campagna elettorale, e che poi probabilmente si dimentica, quando ci si siede sui banchi del Governo, o anzi, come è avvenuto addirittura prima, perché ci ricordiamo che, in campagna elettorale, era stato detto che sarebbe stato abolito il reddito di cittadinanza, mentre poi, andando avanti, ci si è resi conto che, forse, bastava leggere la legge per dire che non era il caso e si doveva intervenire. Un po' quello che sta accadendo adesso a proposito del “decreto Aiuti-ter”. Il Governo ha detto “no” alla detassazione del pellet. Eppure, lo abbiamo detto, stiamo intervenendo per supportare le imprese energivore e gasivore e le famiglie per i consumi di energia e di gas, ma ci sono molte famiglie in Italia che hanno deciso di utilizzare il pellet e a queste non è stata data alcuna risposta.

Eppure, non bisognava essere opposizione: non sono persone in minoranza quelle che usano il pellet, sono persone che, probabilmente, hanno anche votato questa maggioranza. Bastava pensarci, accettare e riformulare, ma il Governo, su questo provvedimento, è arrivato inizialmente dicendo che non avrebbe effettuato alcuna modifica e, poi, le ha apportate pian piano. Ha detto “no” alla semplificazione delle procedure per gli impianti fotovoltaici. In questo caso, gli stessi erano sui tetti di imprese turistiche e alberghiere: che cosa mai potevano fare, se non avere la possibilità di abbattere i loro costi energetici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? È stato detto “no” alla modifica dell'articolo 9 che riguardava i rigassificatori. È stato detto: ma si è già intervenuti. Ormai si è andati avanti.

Allora, per fare qualcosa che vada a tutela del nostro Stato, a tutela dei nostri mari, a tutela del nostro ambiente, c'è sempre tempo per intervenire - perché tocco legno all'inglese e ferro all'italiana e speriamo che non succeda mai nulla - ma, se dovesse accadere qualcosa, perché si è voluto derogare alla “normativa Seveso” per gli incidenti rilevanti o ovviare alla VIA - che non è solamente un procedimento burocratico, ma è per tenere alta l'attenzione sul nostro ambiente - la responsabilità è di questo Governo, perché è vero che siete intervenuti prima, ma c'è sempre tempo per intervenire e fare la cosa giusta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non si è voluto nemmeno intervenire sull'articolo 22, quello che riguarda le competenze per gli impianti di gestione dei rifiuti. La cosa ridicola è stata che il provvedimento attribuiva alla Presidente del Consiglio la possibilità di concedere fino a quindici giorni, per le autorizzazioni, per gli interventi di competenza non statale. Ora, in quindici giorni non si organizza nemmeno una riunione di condominio. Noi avevamo chiesto di intervenire e prevedere fino a sessanta giorni, non sessanta giorni, con riferimento alla possibilità della Presidenza del Consiglio di esprimersi. Il MiTE aveva detto “sì” a trenta giorni - che comunque era accettabile -, ma il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio, il mitico, famigerato, famoso DAGL, ha detto “no” e ha dato l'ok - giusto per far avere un emendamento - a venti giorni; cioè cinque giorni in più, che mi sembra una cosa ridicola. Abbiamo accettato perché rimanesse a verbale, traccia di una cosa del genere, perché è veramente assurdo. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Praticamente questo Governo ha detto “no” a tutto, tranne presentare al fotofinish un paio di emendamenti: uno che, poi, non è stato presentato - quello sui trasporti - e l'altro, quello sulla disabilità. La maggioranza aveva tutto il tempo per presentare questi emendamenti, ce l'aveva, le opposizioni avevano dato tutto il tempo possibile, tutta la disponibilità per poter lavorare e dialogare nel corso di questo intervento sul “decreto Aiuti-ter”. Avremmo potuto averli due o tre ore prima per discuterli, valutarli, esaminare le opportunità, entrare nel merito e non nel metodo, perché, sotto il profilo del metodo, consegnarli durante il Comitato dei nove, cioè all'ultimo momento, è una cosa veramente assurda e non si fa.

Ma qual è la questione? L'impressione poteva essere quella di un Governo che doveva ancora prendere le misure di dovere, che doveva ancora capire come funzionavano i Ministeri. Questa è una parte. Invece, l'impressione vera, la realtà è che è il Governo che deve prendere le misure all'interno della propria maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché, alla fine, siamo rimasti in scacco per tre ore fin quando, all'interno della maggioranza, non si sono decisi su cosa fare. E mentre noi eravamo qui ad aspettare di decidere o mentre stavamo qui a votare gli emendamenti, circolavano bozze del “decreto Aiuti-quater”, nel quale si vuole intervenire sul superbonus, abbassandolo. Ieri, al Ministro Giorgetti, in audizione, avevamo chiesto di intervenire, soprattutto, sullo sblocco degli oltre 6 miliardi di euro di crediti che sono nella pancia delle imprese, di 40 mila imprese che possono saltare per aria perché non c'è più nessuno che compri quei crediti di imposta. E alla domanda al Ministro Giorgetti circa il fatto di rendere libera la circolazione - chiedo scusa, leggo -, ha dichiarato testualmente: “Stiamo attenti, evitiamo di dire che questi crediti d'imposta devono circolare liberamente. Non dobbiamo dirla proprio questa cosa. È meglio per tutti, per lo Stato italiano in particolare”.

Allora, Ministro Giorgetti, io comprendo il timore che lei, in quanto Ministro, abbia paura che Bruxelles abbia qualcosa da obiettare, perché possa pensare di dire di cambiare la contabilizzazione di tali crediti, poiché, di fatto, è una specie di moneta fiscale, ma è un po' assurdo detto da un esponente della Lega, che per anni ha spinto sulla creazione di una moneta fiscale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, di fatto, la richiesta di intervento era: se non vogliamo farli circolare questi crediti, allora togliamoli subito di mezzo, attiviamo CDP, attiviamoci in qualsiasi maniera, ma la soluzione non è stare a pensare di ridurre il superbonus, oggi il décalage è già previsto. La soluzione è permettere di continuare alle aziende che ci sono, a quell'iceberg che sta sotto i 6 miliardi già da dichiarati alle banche, che è per tutte le aziende che non hanno ancora completato i lavori e, peggio ancora, per tutte le famiglie che hanno deciso di finanziarsi per andare, poi, dopo, alle Poste e vendere alle Poste, che ora si vedono bloccate. Su tale punto bisogna agire.

Presidente, mi avvio alla conclusione. In questo decreto si parla dell'aumento del tetto del contante, che non è assolutamente una cosa che questo Paese sta aspettando, anche perché non lo dico io, ma la Banca d'Italia dice che è direttamente correlato con l'evasione.

E, infine, si proporranno le trivellazioni in mare. Ora, a parte il fatto che credo che un governatore - Zaia, mi pare si chiami - che è di appartenenza della maggioranza, ha detto che non le vuole neanche lui queste trivellazioni, ma rendetevi conto che dovreste leggere i dati del MiTE, del Ministero, che dicono che ci sono circa 110 miliardi di metri cubi, in totale, fra disponibili, possibili e probabili. Noi ne consumiamo 70 miliardi l'anno, quindi i 2 miliardi di metri cubi l'anno che la Presidente del Consiglio dice che farà avere a questo Paese sono una settimana e mezzo di vita. Del tutto inutile. Questi sono lanci di agenzia, sono cose che non servono a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questo decreto arriverà al Senato: noi su questo decreto daremo battaglia in Parlamento, senza soluzione di continuità ed è per questo motivo che dichiaro l'astensione del gruppo MoVimento 5 Stelle a questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassini. Ne ha facoltà.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo…

PRESIDENTE. Se potesse cambiare microfono sarebbe preferibile, perché dà un riscontro negativo, impedisce di seguirla con l'attenzione che merita. Prego.

REBECCA FRASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, oggi, in quest'Aula, dibattiamo di un provvedimento molto atteso, il “decreto Aiuti-ter”, un decreto importante, un decreto che vale 14 miliardi di euro, un decreto che è stato in esame della Commissione speciale di cui ho fatto parte. E devo dire che il lavoro fatto da tutti i colleghi è stato un lavoro molto determinato a dare risposte concrete e in modo continuativo, perché siamo in un momento storico veramente difficile, lo sappiamo benissimo tutti: la crisi energetica si è abbattuta fortemente su famiglie, su imprese, e sui nostri ceti produttivi.

Presidente, l'effetto più grave, come dicevo, si è abbattuto sulle nostre imprese e, infatti, gli aumenti hanno interessato i ceti produttivi e, in Italia, questo si è abbattuto ancora di più rispetto a tutto il resto d'Europa. Questo perché? Perché, oltre ai problemi atavici che abbiamo - penso, ad esempio, all'alta pressione fiscale, all'alta burocrazia, all'alto debito pubblico -, in Italia, sostanzialmente, le imprese del terziario, secondo uno studio di Confcommercio, hanno pagato il 70 per cento in più di energia rispetto alle omologhe francesi e il 27 per cento in più rispetto a quelle spagnole.

Vede, noi accogliamo di buon grado le misure che sono state adottate in questo provvedimento, le accogliamo con favore, perché si è cercato di prorogare e di potenziare i vari crediti di imposta che c'erano già stati negli altri decreti - ricordo che questo è il terzo decreto, per questo si chiama “decreto Aiuti-ter“ - e finora sono stati stanziati 57 miliardi di euro, quindi delle cifre importanti. Però, Presidente, mi permetta anche di dire che il nostro auspicio è quello non solo di fare questi provvedimenti ad hoc che, come sappiamo benissimo tutti, coprono solamente qualche mese. È importante dal nostro punto di vista, dato che abbiamo davanti cinque anni, agire anche per quanto riguarda le politiche energetiche serie nel medio e lungo periodo, per seguire sulla strada della diversificazione degli approvvigionamenti energetici e finalmente raggiungere anche una vera e propria indipendenza energetica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Dico questo, Presidente, perché dal nostro punto di vista è veramente importante anche riaprire il dibattito sul nucleare, che oggi, come sappiamo benissimo tutti, in Europa è stato inserito nella tassonomia UE degli investimenti green. Quindi, questo è il momento giusto per riaprire finalmente questa discussione, dal nostro punto di vista molto importante.

Tornando alle misure, quindi nel merito di questo provvedimento, voglio ricordare, appunto, la proroga e il potenziamento dei crediti di imposta per contrastare l'aumento dei costi dell'energia elettrica e del gas in capo alle imprese; poi, l'istituzione di un credito d'imposta a favore delle imprese esercenti attività agricola, della pesca e dell'agromeccanica, pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l'acquisto del carburante; poi, anche la gratuità della garanzia SACE sui finanziamenti bancari concessi alle imprese per esigenze di pagamento delle fatture per consumi energetici emesse nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022.

Poi, è evidente, Presidente, c'è un altro ambito su cui abbiamo deciso di intervenire e si è deciso di intervenire perché questa grave crisi energetica si è abbattuta con forza anche sulle nostre famiglie e sul potere d'acquisto degli italiani. Le misure che noi accogliamo con favore, contenute in questo provvedimento, sono, ad esempio, l'indennità una tantum da 150 euro soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Penso, ad esempio, ai lavoratori dipendenti, ai pensionati - per citare alcune categorie - e ai dottorandi. Ma non solo: vorrei menzionare anche il rifinanziamento di 10 milioni di euro del Fondo destinato all'erogazione di un contributo alle famiglie in caso di acquisto di un abbonamento per il trasporto pubblico locale, che è un altro tema veramente molto sentito e lo sappiamo benissimo tutti in quest'Aula.

Un'altra misura importante, che accogliamo con favore e che va a favore di tutti i giovani e soprattutto delle giovani coppie, è stata quella di sbloccare il Fondo di garanzia dell'80 per cento per i mutui relativi alla prima casa. Questo perché sappiamo bene che le giovani coppie sono in grandi difficoltà in questo momento storico. Erano già in difficoltà prima e adesso, anche con gli ulteriori costi energetici che si sono abbattuti su famiglie e imprese, come ho detto poc'anzi, dal nostro punto di vista dare un segnale in questa direzione, visto che i giovani sono il futuro del nostro Paese, crediamo che sia una strada giusta da percorrere e un chiaro segnale determinante in questa direzione.

Poi, Presidente, un passaggio riteniamo che sia fondamentale anche sugli enti locali. Vede, la Lega è sempre stata dalla parte dei sindaci, degli amministratori, delle regioni e delle province e il grido di dolore che i sindaci ci hanno rivolto - e ce l'hanno rivolto anche nei mesi scorsi - tante e troppe volte purtroppo non è stato ascoltato. In questo provvedimento facciamo del bene, ma potremmo farne molto di più. Quindi sui comuni, Presidente, noi insisteremo anche nei prossimi provvedimenti, ma accogliamo con favore, ad esempio, lo stanziamento di 200 milioni di euro per garantire la continuità dei servizi erogati dagli enti locali in relazione ovviamente alla maggiore spesa dovuta, come dicevo poc'anzi, ai rincari. Tali risorse saranno destinate per 160 milioni di euro in favore dei comuni, mentre 40 milioni di euro, invece, saranno a favore delle città metropolitane e delle province. Poi, ulteriori 100 milioni saranno destinati a riconoscere agli esercenti dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale su strada un contributo per l'acquisto del carburante.

Poi, Presidente, in questo provvedimento ci siamo occupati anche di tanti altri settori che erano già in crisi quando purtroppo c'era il COVID e, ovviamente, con questi altri rincari sono in situazioni veramente molto drammatiche. Parlo, ad esempio, del comparto sanitario, dove si incrementano di 1,4 miliardi di euro le risorse previste per il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard. Per lo sport è previsto uno stanziamento di 50 milioni per i soggetti che gestiscono piscine e palestre. Per il mondo del volontariato vengono stanziati 170 milioni di euro e per il settore della cultura, un altro settore che ha sofferto molto anche durante il COVID, stanziamo 40 milioni di euro.

Poi, Presidente, io vorrei fare anche un passaggio e una riflessione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Senza entrare nel merito delle singole norme, vorrei fare un brevissimo ragionamento di portata un po' più ampia. Vede, quando venne redatto il Piano nazionale di ripresa e resilienza eravamo assolutamente in un altro contesto storico e questo lo sappiamo benissimo tutti. C'è stata una pandemia e c'è stata una guerra. Ebbene, nei regolamenti dell'Unione europea è previsto che se cambiano le condizioni il Piano nazionale di ripresa e resilienza può essere ricalibrato. Tranquillizzo la sinistra e dico ricalibrato, perché quando si parla di modificare il Piano nazionale di ripresa e resilienza si alzano gli scudi. Io credo che in un momento come questo, dove all'interno del PNRR ci sono 120 miliardi per le opere pubbliche, pensando, ovviamente, all'epoca che questi soldi ci fossero e venissero impiegati, oggi noi abbiamo, invece, un aumento del 30 per cento delle materie prime e rincari che vanno sopra i 40 miliardi di euro. In una situazione come questa, Presidente, noi non facciamo partire i cantieri. Quindi, un ragionamento sul Piano nazionale di ripresa e resilienza in Europa lo dobbiamo fare, con buona pace della sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo dobbiamo fare perché lo dobbiamo ai tanti italiani e alle tante imprese che vorrebbero portare avanti i lavori; lo dobbiamo ai “sì” che in questo Paese devono essere pronunciati al posto dei “no”, a cui ci avevano abituato quelli del MoVimento 5 Stelle.

Quindi Presidente - e mi avvio verso la conclusione - noi oggi in quest'Aula stiamo ovviamente approvando un decreto che è figlio anche dello scorso Governo. Però, voglio dire una cosa: noi qui oggi, in quest'Aula, dobbiamo essere molto chiari e molto determinati. In che senso? Nel senso che i cittadini italiani hanno dato un chiaro mandato a questo Governo di centrodestra. Milioni di cittadini ci hanno votato, hanno votato centrodestra perché abbiamo un programma chiaro, abbiamo un programma coerente e noi come Lega, forza di questa compagine governativa nuova, alleati fedeli, ovviamente abbiamo dei punti che nel nostro immaginario sono imprescindibili. Parlo, ad esempio, del grande tema dell'autonomia e per noi è importante che ci sia un uomo come Roberto Calderoli, garanzia in quel Ministero per portare avanti finalmente quel percorso di autonomia che i cittadini di Veneto e Lombardia con un referendum avevano appunto votato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E poi anche Matteo Salvini, come Ministro delle Infrastrutture, che ha già dimostrato al Ministero dell'Interno di saper lavorare bene.

Presidente, io concludo questo intervento…

PRESIDENTE. Concluda.

REBECCA FRASSINI (LEGA). …e per tutto quello che ho detto finora il nostro voto su questo provvedimento sarà ovviamente favorevole. Colgo anche l'occasione, in questo mio intervento, di fare gli auguri a questo Esecutivo, al Presidente del Consiglio e a tutti i Ministri che compongono questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Piero De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. I primi passi del Governo, confermati anche dai lavori di oggi in Aula, sono stati oggettivamente imbarazzanti. Emerge un dato chiaro su tutti: al di là delle divisioni interne che emergono in modo palese ogni minuto che passa, voi siete oggi ancora in piena campagna elettorale e non vi siete resi conto che, invece, dovreste iniziare a governare e a dare risposte serie e concrete agli italiani. Invece, finora nulla: avete prodotto solo un enorme cumulo di propaganda e di ideologia con prime misure, azioni e proposte tanto pericolose quanto inutili e inefficaci, su alcune delle quali, peraltro, siete stati costretti a fare già clamorosi passi indietro.

La priorità politica annunciata all'inizio sapete qual è stata (oggi confermata - così dovrebbe - dall'ultimo Consiglio dei ministri)? L'aumento del tetto del contante fino a 10 mila euro prima, mentre oggi sembra che abbiate deciso di fissarlo a 5 mila euro. Noi lo ribadiamo: ad ogni modo siamo profondamente contrari e ci opporremo con forza a questa misura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) perché rappresenta un favore all'evasione e un incentivo al nero e al riciclaggio. È un pugno negli occhi ai cittadini e agli operatori economici che pagano le tasse, seri, ma anche una minaccia al finanziamento di assistenza sanitaria, istruzione e servizi pubblici in generale. È soprattutto una misura che non risponde alle esigenze urgenti dei cittadini. In un momento in cui abbiamo 5 milioni di persone in povertà assoluta e 4 milioni di lavoratori poveri, a quale Paese parlate con questa misura? Di quale priorità vi occupate con questa proposta? Nessuna!

La seconda misura adottata è stata un altro colpo di genio: il reintegro dei medici non vaccinati in corsia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Guardate, sul punto vorremmo essere chiari: è una disposizione ideologica, antiscientifica, pericolosa e diseducativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che va modificata! È una cambiale elettorale ai no-vax, che volta le spalle alla scienza e alla medicina, ma, soprattutto, offende la stragrande maggioranza dei medici e del personale sanitario, che ha rispettato con attenzione le prescrizioni previste per difendere la vita e la salute dei nostri cittadini. È inutile venire qui in Aula e ringraziare i medici in Parlamento e poi offenderli con queste misure che creano solo tensioni e rischi per la salute dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), in un momento peraltro in cui non possiamo permetterci di abbassare la guardia rispetto al COVID.

La stessa propaganda pericolosa ha caratterizzato altri due interventi. Vorremmo essere chiari: la sicurezza è un valore, un principio da garantire con determinazione, ma sicurezza è far rispettare e continuare ad applicare le sanzioni poste per i no-vax, sicurezza è condannare e contrastare l'apologia del fascismo, che si è consumato a Predappio, sicurezza è non fare condoni fiscali che favoriscono chi non rispetta le norme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Non ha nulla a che vedere con la sicurezza la norma anti-rave che avete predisposto in fretta e furia, lo ribadiamo anche in Aula, visto poi il mezzo passo indietro - più che mezzo passo indietro - che avete già fatto su questo punto. Si tratta di una previsione pericolosa, illiberale ed anticostituzionale, che va abolita. Punto! Senza mediazioni o interventi di maquillage (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! È in gioco la libera espressione del pensiero e la libertà di manifestazione nel nostro Paese.

Allo stesso modo, non sono legate alla sicurezza l'atteggiamento e le azioni intraprese in queste ore sul tema dei migranti. Vi diamo una notizia: gli sbarchi, dall'insediamento, dal giuramento del Governo Meloni, sono stati circa 9 mila, nel vostro silenzio; poi è iniziata la propaganda e a Catania voi non avete difeso i confini nazionali o la sicurezza del Paese, voi avete fatto uno show indegno sulla pelle di poveri naufraghi in fuga da guerre, violenze o persecuzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Avete compiuto azioni disumane e illegali da un punto di vista italiano e internazionale. Selezionare migranti con salvataggi selettivi e operare a bordo un sequestro collettivo di 35 persone è vergognoso e contrario a ogni norma internazionale ed europea, come mi è stato riferito da tutti, in queste ore; ma tanto, come dimostrano anche i vostri mugugni, cercate solo propaganda e non le soluzioni, perché altrimenti vi avremmo trovati in prima linea, negli anni passati, a lottare, al nostro fianco, per cambiare quel Regolamento di Dublino che i vostri alleati in Europa hanno bloccato per anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Quello dovevate fare negli anni passati insieme a noi e d'altra parte oggi dovreste chiedere scusa anche per il clamoroso autogol ottenuto. Mi pare che questa vostra misura, che non ha portato a nulla, ha solo ottenuto una rottura dei rapporti con la Francia, che chiede ora di bloccare la redistribuzione di 3.500 persone e migranti dal nostro Paese, un fallimento di questo vostro show indegno!

Siete un Governo di destra, del resto, e lo sapevamo. Le prime azioni messe in campo lo dimostrano, quello che però ci ha colpito di più in questi giorni è stata la completa assenza di proposte reali per affrontare le difficoltà, le sofferenze, le diseguaglianze e le tensioni sociali alimentate da un'inflazione drammatica, che avete anche richiamato, dall'aumento del costo della vita e dal caro bolletta. Finora, abbiamo avuto solo retorica, propaganda, divisioni interne tra di voi, ma nessuna concretezza sulle misure per famiglie e imprese. È inutile trovare ogni giorno nuovi nemici immaginari, nuovi pericoli per gli italiani, queste armi di distruzione di massa non colmano il vuoto e l'assenza di proposte politiche per le famiglie, i lavoratori e le imprese che hanno caratterizzato i primi giorni del vostro Governo. Noi vi diamo qualche suggerimento, anzitutto quello di ascoltare le proposte che abbiamo iniziato a mettere in cantiere nella precedente legislatura, in primis quello del salario minimo; c'è un tema decisivo di dignità, di tutti i lavoratori che dobbiamo affrontare in questo Paese, eliminando la prassi di contratti pirata che non possiamo più tollerare in Italia e a livello europeo. Poi vi è un'altra misura, il taglio del cuneo fiscale, di cui voi ogni tanto parlate, ma non applicate, una riduzione radicale del costo del lavoro per recuperare e far recuperare potere d'acquisto ai nostri lavoratori. Accanto a questo, vi chiediamo anche di non pregiudicare il lavoro efficace fatto dai precedenti Governi sulla lotta alla pandemia e sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ne avete parlato prima: proprio sul PNRR continuate a giocare a scherzare col fuoco. Ancora non abbiamo capito quale sia la vostra posizione, in realtà, quella sostenuta in campagna elettorale o quella esposta dall'avatar della Meloni a Bruxelles? Volete riscriverlo del tutto o volete farlo saltare o rispettarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Diteci! Bloccarlo o attuarlo? Ancora non l'abbiamo capito. Crediamo che dobbiate chiarirlo agli italiani una volta per tutte.

Infatti, il rinvio della “riforma Cartabia”, ad esempio, è stato non solo un grave colpo all'affidabilità del nostro Paese, ma rischia anche di far perdere soldi, fondi a nostra disposizione, che, ricordiamo, sono, per una prossima tranche, 19 miliardi di euro a fine anno, se raggiungiamo i 55 obiettivi previsti.

Una cosa è adeguare i costi, altra cosa è tornare indietro e bloccare o insabbiare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Vi chiediamo di non sprecare questa occasione straordinaria di rilancio e ricostruzione del Paese e, in questo contesto, vi chiediamo anche di non tornare indietro su un altro percorso avviato anche col PNRR rispetto al lavoro impostato per il Sud. Leggiamo di bozze Calderoli in giro per l'Italia in queste ore, non abbiamo avuto il piacere di vederle direttamente. Lo diciamo con forza: siamo per l'efficienza amministrativa, ma siamo contrari a progetti di autonomia che dividano o spacchino il Paese ai danni di un territorio rispetto ad altri, ai danni del Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Noi ci opporremo a riforme che aumentino le diseguaglianze o i divari territoriali.

Allo stesso modo, vi chiediamo, infine, di non disperdere il lavoro fatto a sostegno di famiglie e imprese, per difenderle dall'inflazione e dal caro bolletta. Sul punto, vi basterebbe mettervi sulla scia delle misure contenute proprio in quest'ultimo “decreto Aiuti-ter” che approviamo oggi, basterebbe copiare, replicare quanto fatto finora, per evitare disastri. Questo è l'ultimo atto del Governo del Presidente del Consiglio Draghi, che noi ringraziamo ancora una volta come Partito Democratico per il lavoro svolto per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista); 14 miliardi di euro - lo ricordavano prima i colleghi - in poche settimane che portano a oltre 60 miliardi gli interventi complessivi per sostenere il nostro sistema Paese, senza fare nuovo debito.

In questo provvedimento, vi sono previsioni che hanno permesso di dare continuità alle misure adottate, per dare ossigeno a famiglie, lavoratori, imprese ed enti locali. Abbiamo presentato numerosi emendamenti mirati, volti a rafforzare e a prorogare alcune di queste azioni, ma, purtroppo, li avete respinti praticamente tutti.

Particolarmente grave, come abbiamo ricordato prima nel dibattito, è stata la bocciatura della norma sul cosiddetto pay back rispetto ai sistemi sanitari regionali. È un pessimo segnale rispetto alla vostra volontà di assicurare la tenuta di un sistema sanitario pubblico, universale, gratuito e di eccellenza per tutti, a prescindere dalle disponibilità economiche di ognuno, da Nord a Sud del Paese.

Sbagliata è stata poi anche la bocciatura della proposta che abbiamo fatto di aumentare la soglia ISEE, per consentire alle famiglie di beneficiare dei bonus sociali legati al pagamento delle bollette. Così come incomprensibile è stata la bocciatura di una norma volta a estendere i sostegni anche alle associazioni di volontariato, un atteggiamento, il vostro, che penalizza fortemente il Terzo settore.

Atteggiamenti e scelte sbagliate, quindi, che si accompagnano all'assenza totale di chiarezza sulle misure che state ipotizzando in queste ore, di cui leggiamo dalle notizie di stampa, rispetto a caro energia, inflazione, costo delle bollette, in un quadro, peraltro, quello che emerge dalla NADEF, di insufficienza di risorse complessive per i prossimi mesi.

Le risorse che avete immaginato, circa 21 miliardi, sono insufficienti per coprire le emergenze del Paese, perché vi fanno fronte fino ad aprile, per le stime che abbiamo, e poi ci affidiamo praticamente alla sorte. Ma sono anche inadeguate, perché mancano proposte per un'idea di Paese e di futuro, proposte sulla sanità, sulla scuola, sul lavoro, sull'ambiente, sulla transizione digitale, sul sostegno agli investimenti, nulla è stato da voi previsto.

Allora, siete un Governo di destra, forse, anzi sicuramente, il più a destra della storia repubblicana di questo Paese e si vede. I primi passi sono stati profondamente sbagliati. Noi continueremo a fare il massimo ogni giorno con un'opposizione dura e rigorosa, per evitare che possiate far sbandare il Paese a livello interno, europeo ed internazionale e per costringervi, una volta per tutte, a occuparvi dei problemi reali degli italiani, che a voi interessano poco o nulla, come dimostrato dall'inizio di questa esperienza finora assolutamente fallimentare.

Ovviamente, considerato che siamo in scia e che questo è un provvedimento approvato dal precedente Governo, noi annunciamo il voto di astensione a questo provvedimento, confermando il nostro impegno a tutela del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), nonostante…

PRESIDENTE. La ringrazio.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). … gli errori, i fallimenti e i disastri che avete incominciato a porre in essere dalle prime ore del vostro nuovo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor sottosegretario Albano, onorevoli colleghi, Presidente, sono molto sorpreso e devo dire che evidentemente i colpi assestati dall'elettorato il 25 ottobre al centrosinistra lo ha definitivamente stordito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Infatti, si fa fatica a seguire il dibattito e a non tenere in debito conto che, in questo momento, noi stiamo approvando un provvedimento fatto da voi. Se c'è una forza politica che potrebbe votare contro o che potrebbe astenersi siamo noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma il senso di responsabilità, per un democratico, sereno passaggio di consegne fra il Presidente Draghi e la Presidente Meloni - regalandoci un'immagine alla quale, per la verità, non eravamo troppo abituati negli ultimi anni, di rispetto dei ruoli, di rispetto della democrazia e di rispetto reciproco - ci consiglia di votare a favore, così come era nei patti di un decreto che sostanzialmente era chiuso.

Evidentemente il centrosinistra non è abituato a fare opposizione, visto che è riuscito a sopravvivere a un decennio di sconfitte e, nonostante questo, è stato alla guida della Nazione. Ma evidentemente questa ansia da prestazione, di dimostrare di essere forza di opposizione, li ha portati a deragliare definitivamente. Sì, perché si fa fatica a concepire e a capire che una forza importante, un partito importante come il Partito Democratico, non si renda conto che si tratti di un proprio decreto; la prima cosa che fa è presentare 200 emendamenti a se stesso, raggiungendo punte altissime di inverosimiglianza, veramente incredibili, come quella del Ministro Orlando; Ministro che fa il decreto e poi viene in Commissione e presenta un emendamento al suo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - credo una delle pagine più alte della storia della nostra Repubblica - e, non contento, prende la parola su un ordine del giorno, cercando di convincere che si è sbagliato in quel decreto, che in quel decreto non c'è stato un passaggio importante, chiedendo al nuovo Governo di avere un indirizzo che lui non ha dato! Una cosa meravigliosa: si sconfina davvero e si vola altissimi.

Come succedeva a scuola, quando magari mettevano un brutto voto, però si coglieva qualche momento positivo del tipo “l'alunno ha preso 4, ma potrebbe fare di più”, io, stando in Commissione bilancio da 4 anni e avendo accompagnato soprattutto il Partito Democratico in questi ultimi decreti, devo dire che un miracolo la Presidente Meloni l'ha già fatto. Infatti, è un miracolo, perché questo è il primo decreto nel quale non avete infilato aumenti di persone nei CdA o dirigenti o funzionari nei ministeri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È il primo da quando faccio il parlamentare! È il primo! Siete stati capaci di portare “veline” alle 3 di notte con centinaia di posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Ci siamo dovuti mettere una notte alle 3; eravamo qui, perché eravamo in aula in Commissione, in piena pandemia, e abbiamo dovuto bloccare l'allora Ministro D'Incà, che lanciava i vostri emendamenti con 300 posti di lavoro a botta. Per la prima volta non parlate di questo e lo si deve certamente all'avvento di un Governo di centrodestra, che vi costringe a parlare di politica.

Ma abbiamo volato ancora più in alto oggi, Presidente, perché abbiamo assistito ad un intervento del collega Conte, che è orfano del dibattito parlamentare. Lui, che ci ha fatto discutere del PNRR in un'ora (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Lui, che ci ha chiuso a casa ad aspettare che comparisse in prima serata con i suoi show (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Lui, che ha chiuso elementari diritti senza venire in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Deputati del gruppo Fratelli d'Italia si levano in piedi), quando noi abbiamo dato la massima disponibilità! Un volo altissimo dell'ipocrisia e dell'incoerenza, perché non vi è ancora nota qual è stata la lezione: la lezione della vittoria del centrodestra e l'elezione di Fratelli d'Italia è la vittoria della coerenza e questo ancora voi non l'avete capito (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per questo fate ancora queste cose.

Un'altra considerazione, Presidente, la voglio fare nei confronti del collega Bonelli, che questa mattina ha svolto un intervento nel quale non entro, però ha fatto un passaggio grave sulla vicenda Regeni. Grave, lo dico da vicepresidente della Commissione che si è occupato del caso Regeni. A differenza sua, non mi metto sullo stesso piano, ma dico al collega Bonelli di andarsi a rileggere le carte della nostra Commissione e, soprattutto, a rileggere la storia, così scoprirà cosa ha fatto il Governo Conte quando alla presidenza della Commissione di inchiesta Regeni c'era un esponente della sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Si vada a rileggere le carte e di questa strumentalizzazione si vergogni!

L'altra cosa che avete dimenticato è che noi governiamo da 15 giorni, 15 giorni, perché sembra un dibattito da fine mandato, cioè sembra che noi non rispettiamo i patti presi, che abbiamo strumentalizzato una serie di cose che abbiamo detto e, quindi, non abbiamo fatto quello che avevamo detto in campagna elettorale. La verità è che voi siete anche nervosi, perché avete capito che è esattamente l'opposto, avete capito che c'è un Governo politico, avete assistito al discorso del Presidente Meloni e vi siete resi conto, come non succedeva da anni, che il Presidente Meloni parlava al Parlamento, parlava a tutti qui, in Parlamento, ma soprattutto parlava alla Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Voi ve ne siete accorti che il Presidente Meloni parlava alla Nazione e questo vi porta a cogliere una sfida per la quale siete impreparati, perché da oggi, lo ripeto, da oggi, non c'è più spazio per la demonizzazione dell'avversario; oggi, si viene qui e si dice perché si vota “no” e se avete il coraggio dovete fare delle proposte, come noi abbiamo fatto per quattro anni. Il tempo della contrapposizione personale è finito e io, attenendomi allo spazio che abbiamo detto di ridurci, mi avvio a concludere, Presidente, per dire che questo è l'ultimo decreto-legge del Governo Draghi; da oggi - da oggi - comincia una nuova storia; da oggi tocca a noi, da oggi tocca al centrodestra; da oggi tocca a Giorgia Meloni; da oggi tocca alla politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e io mi auguro che il centrosinistra sia all'altezza di questa sfida. Noi siamo pronti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Deputati del gruppo Fratelli d'Italia si levano in piedi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 5-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 5-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 5-A:

"Conversione in legge del decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, recante ulteriori misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 74).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, a partire dalla prossima seduta con votazioni, a ciascun deputato sarà assegnato uno specifico posto nell'emiciclo, sulla base delle indicazioni del presidente del gruppo parlamentare di appartenenza. Ogni posto corrisponde a una postazione di voto che, al fine di garantire un ordinato svolgimento dei lavori, potrà essere attivata unicamente dal deputato cui sarà assegnato il posto tramite il proprio tesserino di votazione.

Nomina dei componenti del Comitato per la legislazione e sua costituzione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato per la legislazione, ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 1, del Regolamento, i deputati Antonio Baldelli, Valentina Barzotti, Ingrid Bisa, Alfonso Colucci, Riccardo De Corato, Valentina Grippo, Silvio Lai, Catia Polidori, Gianfranco Rotondi, Bruno Tabacci.

Per il primo turno di presidenza, ai sensi del comma 2 del medesimo articolo e secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 16 ottobre 2001, è stato chiamato alle funzioni di presidente il deputato Gianfranco Rotondi. Le funzioni di vicepresidente sono svolte dal deputato Bruno Tabacci (che sarà presidente per il turno successivo); quelle di segretario dalla deputata Valentina Barzotti.

Nomina dei componenti della Giunta delle elezioni e annunzio della sua convocazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta delle elezioni i seguenti deputati: Davide Aiello, Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Pino Bicchielli, Francesco Emilio Borrelli, Alice Buonguerrieri, Stefano Candiani, Dimitri Coin, Marcello Coppo, Benedetto Della Vedova, Federico Fornaro, Giandiego Gatta, Alessandro Giglio Vigna, Giandonato La Salandra, Ilenia Malavasi, Maria Stefania Marino, Francesco Michelotti, Maddalena Morgante, Anna Laura Orrico, Massimiliano Panizzut, Andrea Pellicini, Pietro Pittalis, Fabio Porta, Gianfranco Rotondi, Luca Sbardella, Alessandro Sorte, Giulio Cesare Sottanelli, Nicola Stumpo, Gianluca Vinci e Eugenio Zoffili.

La Giunta è convocata mercoledì 16 novembre alle ore 9,45 per procedere alla sua costituzione.

Nomina dei componenti della Giunta per le autorizzazioni e annunzio della sua convocazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Giunta per le autorizzazioni i seguenti deputati: Enrica Alifano, Stefano Maria Benvenuti Gostoli, Ingrid Bisa, Laura Cavandoli, Enrico Costa, Daniela Dondi, Devis Dori, Antonella Forattini, Andrea Giaccone, Federico Gianassi, Carla Giuliano, Dario Iaia, Marco Lacarra, Ylenja Lucaselli, Patrizia Marrocco, Matteo Orfini, Alessandro Palombi, Pietro Pittalis, Paolo Pulciani, Francesco Saverio Romano e Elisa Scutella'.

La Giunta è convocata mercoledì 16 novembre alle ore 10,45 per procedere alla sua costituzione.

Annunzio di una informativa urgente.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di mercoledì 16 novembre, alle ore 11,45, avrà luogo l'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro dell'Interno, sulla gestione dei flussi migratori e, in particolare, sui recenti interventi di assetti navali di organizzazioni non governative nel Mediterraneo centrale.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Quartini. Ne ha facoltà, per 2 minuti.

ANDREA QUARTINI (M5S). Sì, assolutamente, grazie Presidente. Io faccio questo intervento per raccontare la mia preoccupazione per la scarsissima attenzione del Governo al necessario rifinanziamento della sanità pubblica. Addirittura, nella NADEF si assiste a un decremento peggiorativo degli stanziamenti, con una previsione al 2025 di destinare alla sanità pubblica il 6 per cento del PIL, che ci colloca ben al di sotto del limite del 6,5 per cento, identificato dall'OMS per definire povero un servizio sanitario.

E niente viene fatto contro le maggiori cause di malattia. Infatti, se pensiamo che la prima causa di malattia è la povertà, pensiamo che il Governo, invece di contrastarla, vuole smantellare una misura dignitosa che vuole combatterla, come il reddito di cittadinanza. Se pensiamo che un'altra causa di cattiva salute è l'inquinamento, che determina 90 mila morti l'anno nel nostro Paese, il Governo, invece di prodigarsi in una politica di transizione ecologica, si sta riorientando verso percorsi fossili, dagli inceneritori al nucleare, passando per i rigassificatori, luoghi di dubbia idoneità. Un'ultima causa di cattiva salute che voglio citare è la guerra, la più drammatica moralmente come causa di cattiva salute: ebbene, il Governo, invece di prodigarsi per il negoziato di pace, si prodiga per armarsi sempre di più. Noi del MoVimento 5 Stelle non ci stiamo. Su questi temi non ci possono essere mezze misure. Continueremo a lavorare per la salute, per la pace, per l'ambiente, per gli ultimi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, alle 17 di oggi è atterrata a Ciampino la nostra connazionale, Alessia Piperno, che finalmente ha potuto riabbracciare la sua famiglia. Ad accoglierla c'erano il padre, la madre, il fratello e il Presidente del Consiglio, dopo 40 giorni di detenzione nel carcere di Evin, in Iran. Credo che sia doveroso, da parte di quest'Aula, Presidente, lasciare a verbale il nostro ringraziamento, non solo a titolo del gruppo che qui rappresento, ma di tutta l'Aula, naturalmente per il Governo, ma anche e soprattutto per il canale di diplomazia e di intelligence che ha portato a questo risultato.

Così come crediamo sia doveroso ribadire, in quest'Aula, che siamo, come Paese, e anche qui, naturalmente, come gruppo che qui rappresento, della Lega, senza “se” e senza “ma” al fianco di quelle donne coraggiose in Iran che si stanno ribellando all'imposizione del velo, che si ribellano alla segregazione e che sono vittime di violenze che hanno già portato al decesso di due giovani ragazze. Quindi crediamo che sia necessario far sentire, anche in quest'Aula, in modo chiaro e netto, le tre parole donna, vita e libertà (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Solo brevemente per fare i complimenti per l'impegno e per quanto è riuscito a fare questo Governo, con Giorgia Meloni e con il Vicepremier Tajani, per questo risultato, per questo lavoro, molto fine, che è stato compiuto a pochi giorni dall'insediamento del Governo. Quindi, senza volersi prendere meriti, ma è un merito per tutta la Nazione avere ottenuto questi risultati, e pensiamo che i nomi, in questo caso, vadano fatti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 16 novembre 2022 - Ore 11,45:

1. Informativa urgente del Governo sulla gestione dei flussi migratori e, in particolare, sui recenti interventi di assetti navali di organizzazioni non governative nel Mediterraneo centrale.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 21,40.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 14 il deputato Sottanelli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 23 il deputato Dell'Olio ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 29 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 37 e 44 il deputato Carotenuto ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 55 il deputato Carotenuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 5-A - ART. PREM. 01.06 320 319 1 160 137 182 37 Resp.
2 Nominale ART. PREM. 01.02 316 316 0 159 137 179 37 Resp.
3 Nominale ART. PREM. 01.03 317 261 56 131 64 197 37 Resp.
4 Nominale ART. PREM. 01.04 322 322 0 162 139 183 37 Resp.
5 Nominale ART. PREM. 01.05 312 246 66 124 71 175 37 Resp.
6 Nominale EM. 1.3 313 313 0 157 137 176 37 Resp.
7 Nominale EM. 1.15 322 322 0 162 139 183 37 Resp.
8 Nominale EM. 1.21 309 309 0 155 136 173 37 Resp.
9 Nominale EM. 1.35 314 311 3 156 135 176 37 Resp.
10 Nominale ART. AGG. 1.08 321 321 0 161 121 200 37 Resp.
11 Nominale ART. AGG. 1.09 313 313 0 157 137 176 37 Resp.
12 Nominale EM. 2.2 316 316 0 159 139 177 37 Resp.
13 Nominale EM. 2.4 320 319 1 160 140 179 37 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ART. AGG. 2.02 315 315 0 158 121 194 37 Resp.
15 Nominale EM. 3.5 315 315 0 158 138 177 36 Resp.
16 Nominale EM. 3.8 316 304 12 153 124 180 36 Resp.
17 Nominale ART. AGG. 3.02 318 210 108 106 12 198 36 Resp.
18 Nominale ART. AGG. 3.03 309 308 1 155 133 175 36 Resp.
19 Nominale ART. AGG. 4.01 319 319 0 160 141 178 36 Resp.
20 Nominale EM. 5.1 318 318 0 160 138 180 36 Resp.
21 Nominale EM. 5.7 315 314 1 158 138 176 36 Resp.
22 Nominale EM. 5.9 316 267 49 134 88 179 36 Resp.
23 Nominale EM. 5.12 317 256 61 129 17 239 36 Resp.
24 Nominale EM. 5.22 315 315 0 158 139 176 35 Resp.
25 Nominale EM. 6.1 320 320 0 161 140 180 35 Resp.
26 Nominale ART. AGG. 7.01 320 307 13 154 125 182 35 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM. 8.200 313 301 12 151 301 0 35 Appr.
28 Nominale EM. 9.1 311 311 0 156 64 247 35 Resp.
29 Nominale EM. 9.6 317 316 1 159 62 254 36 Resp.
30 Nominale EM. 9.3 317 316 1 159 61 255 35 Resp.
31 Nominale EM. 9.2 316 316 0 159 60 256 35 Resp.
32 Nominale ART. AGG. 9.03 319 319 0 160 133 186 35 Resp.
33 Nominale ART. AGG. 10.08 315 298 17 150 117 181 35 Resp.
34 Nominale ART. AGG. 10.09 316 316 0 159 137 179 35 Resp.
35 Nominale ART. AGG. 10.07 320 312 8 157 129 183 35 Resp.
36 Nominale ART. AGG. 10.06 313 247 66 124 73 174 35 Resp.
37 Nominale EM. 11.1 317 317 0 159 136 181 35 Resp.
38 Nominale EM. 12.1 318 318 0 160 137 181 35 Resp.
39 Nominale ART. AGG. 13.01 317 305 12 153 125 180 35 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ART. AGG. 13.02 314 314 0 158 120 194 35 Resp.
41 Nominale EM. 14.1 314 314 0 158 137 177 35 Resp.
42 Nominale EM. 15.2 287 227 60 114 62 165 35 Resp.
43 Nominale EM. 19.1 318 318 0 160 137 181 35 Resp.
44 Nominale EM. 19.2 316 299 17 150 118 181 35 Resp.
45 Nominale ART. AGG. 21.03 315 315 0 158 136 179 35 Resp.
46 Nominale ART. AGG. 21.05 313 313 0 157 136 177 35 Resp.
47 Nominale EM. 22.4 316 316 0 159 119 197 35 Resp.
48 Nominale EM. 22.6 319 300 19 151 118 182 35 Resp.
49 Nominale EM. 22.100 305 305 0 153 56 249 35 Resp.
50 Nominale EM. 22.9 313 313 0 157 61 252 35 Resp.
51 Nominale EM. 24.1 313 300 13 151 106 194 35 Resp.
52 Nominale ART. AGG. 28.01 313 301 12 151 124 177 35 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ART. AGG. 28.04 314 314 0 158 136 178 35 Resp.
54 Nominale ART. AGG. 30.02 317 317 0 159 138 179 35 Resp.
55 Nominale ART. AGG. 30.01 314 314 0 158 136 178 35 Resp.
56 Nominale ART. AGG. 32.03 313 311 2 156 128 183 35 Resp.
57 Nominale ART. AGG. 32.06 309 309 0 155 132 177 35 Resp.
58 Nominale EM. 35-BIS.102 316 316 0 159 136 180 35 Resp.
59 Nominale EM. 37.3 315 315 0 158 117 198 35 Resp.
60 Nominale EM. 41.1 313 263 50 132 20 243 35 Resp.
61 Nominale EM. 42.2, 42.3 317 317 0 159 137 180 35 Resp.
62 Nominale ART. AGG. 42.07 307 307 0 154 133 174 35 Resp.
63 Nominale ART. AGG. 42.09 308 308 0 155 115 193 35 Resp.
64 Nominale ODG 9/5-A/9 287 286 1 144 106 180 34 Resp.
65 Nominale ODG 9/5-A/11 246 246 0 124 61 185 34 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 74)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ODG 9/5-A/14 283 270 13 136 84 186 34 Resp.
67 Nominale ODG 9/5-A/23 289 288 1 145 62 226 34 Resp.
68 Nominale ODG 9/5-A/27 282 267 15 134 101 166 34 Resp.
69 Nominale ODG 9/5-A/28 283 223 60 112 53 170 34 Resp.
70 Nominale ODG 9/5-A/31 277 268 9 135 94 174 34 Resp.
71 Nominale ODG 9/5-A/33 287 286 1 144 101 185 34 Resp.
72 Nominale ODG 9/5-A/35 289 230 59 116 230 0 34 Appr.
73 Nominale ODG 9/5-A/37 291 290 1 146 118 172 34 Resp.
74 Nominale DDL 5-A - VOTO FINALE 277 192 85 97 182 10 34 Appr.