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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 16 giugno 2023

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: PDL N. 887 E ABB.

Pdl n. 887 e abb. – Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano

Discussione sulle linee generali: 7 ore.

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti
Gruppi 4 ore e 54 minuti
Fratelli d'Italia 37 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 34 minuti
Lega – Salvini premier 34 minuti
MoVimento 5 Stelle 33 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE 33 minuti
Azione – Italia Viva – Renew Europe 31 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 31 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE 31 minuti
Misto: 30 minuti
  Minoranze Linguistiche 17 minuti
  +Europa 13 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 16 giugno 2023.

  Albano, Barelli, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Cappellacci, Carloni, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gruppioni, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Porta, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Rotondi, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 15 giugno 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   SOUMAHORO: «Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di espulsione, respingimento e rimpatrio, rilascio di visto di ingresso per motivi umanitari e attività lavorative degli stranieri» (1224);

   MAIORANO ed altri: «Modifiche agli articoli 336, 337 e 651 del codice penale in materia di violenza, minaccia e resistenza a un pubblico ufficiale e di rifiuto di dare indicazioni sull'identità personale» (1225).

  Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di un progetto di legge
a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   II Commissione (Giustizia):

  ANTONIOZZI ed altri: «Modifica degli articoli 88 e 89 del codice penale, in materia di imputabilità del reo per fatti commessi in stato di grave alterazione delle condizioni psichiche e del comportamento» (950) Parere delle Commissioni I e XII.

Assegnazione di proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

  X Commissione (Attività produttive):

   ROMANO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'aumento dei prezzi delle materie prime, dei beni di consumo e dei servizi» (Doc XXII, n. 27) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e VI.

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 12 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, secondo periodo, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, un documento concernente la posizione del Governo nell'ambito della procedura di consultazione pubblica avviata dalla Commissione europea in materia di opportunità di apprendimento all'estero – mobilità negli studi in Europa per tutti.

  Questo documento è trasmesso alla VII Commissione (Cultura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 15 giugno 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai brevetti essenziali, che modifica il regolamento (UE) 2017/1001 (COM(2023) 232 final), corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2023) 125 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 16 giugno 2023;

   Proposta di decisione del Consiglio relativa ai contributi finanziari che le parti devono versare al Fondo europeo di sviluppo, compresa la seconda frazione per il 2023 (COM(2023) 292 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 292 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di comitato misto istituito dall'accordo sul recesso del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall'Unione europea e dalla Comunità europea dell'energia atomica riguardo all'adozione di una decisione che aggiunge all'allegato 2 del Quadro di Windsor due atti dell'Unione di recente adozione (COM(2023) 321 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 321 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di comitato misto istituito dall'accordo sul recesso del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord dall'Unione europea e dalla Comunità europea dell'energia atomica riguardo all'adozione di una decisione che modifica l'allegato I, parte I, di detto accordo (COM(2023) 322 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 322 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 15 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sulla comunicazione della Commissione al Consiglio – Informazioni finanziarie sul Fondo europeo di sviluppo – Fondo europeo di sviluppo (FES): esecuzione finanziaria 2022 e previsioni 2023-2026 (COM(2023) 293 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative di competenza volte a sospendere il meccanismo del cosiddetto payback sanitario e ad avviare un tavolo di concertazione volto ad individuare strumenti di compensazione nel quadro della razionalizzazione della spesa pubblica – 2-00175

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   l'articolo 9-ter, comma 9, del decreto-legge n. 78 del 2015, nell'ottica di razionalizzazione della spesa pubblica, ha imposto alle aziende fornitrici di dispositivi medici alle strutture sanitarie pubbliche di concorrere al ripianamento dell'eventuale superamento del tetto di spesa regionale per gli acquisti di dispositivi medici per gli anni 2015, 2016, 2017, 2018, cosiddetto «payback sanitario»;

   successivamente, l'articolo 18, comma 1, del decreto-legge n. 115 del 2022 (cosiddetto decreto «Aiuti bis») ha introdotto all'interno del citato articolo un nuovo comma 9-bis, prevedendo una «deroga alle disposizioni di cui all'ultimo periodo del comma 9» e demandando alle regioni e alle province autonome il compito di definire «con proprio provvedimento, da adottare entro novanta giorni dalla data di pubblicazione del predetto decreto ministeriale, l'elenco delle aziende fornitrici soggette al ripiano per ciascun anno, previa verifica della documentazione contabile anche per il tramite degli enti del servizio sanitario regionale»;

   in ragione dell'incombenza del termine entro il quale le aziende fornitrici avrebbero dovuto assolvere ai propri adempimenti in ordine ai versamenti in favore delle singole regioni e province autonome, il Governo ha introdotto l'articolo 4, comma 8-bis, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 (cosiddetto Milleproroghe), con cui è stata disposta una nuova scadenza al 30 aprile 2023; spirato tale termine, numerose aziende fornitrici, a fronte di un onere economico ingente, insostenibile e ritenuto iniquo, si sono trovate costrette ad adire gli organi giudiziari competenti;

   a fondamento della pretesa giudiziaria, veniva rilevata l'illegittimità sostanziale del sistema posto a fondamento del cosiddetto payback sanitario. Segnatamente, i dispositivi medici, a differenza dei farmaci, sono soggetti a una gara a evidenza pubblica per l'espletamento della quale viene fissata dalla committente una base d'asta, ossia un tetto di spesa stabilito ex ante. Vieppiù, per effetto di tale sistema, lo sforamento dei tetti di bilancio, già assoggettato al vaglio amministrativo-contabile della Corte dei conti, produce l'effetto di generare un'ulteriore e ultronea responsabilità in capo ad operatori economici privati, estranei alle determine poste a fondamento delle spese pubbliche; al fine di scongiurare i potenziali rischi per l'erario in ragione dei ricorsi pendenti, con decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, sono state introdotte alcune disposizioni volte ad attenuare le criticità connesse al payback sanitario;

   la novella, tramite l'istituzione di un fondo da ripartire tra regioni e province autonome, prevede un contributo statale per mezzo del quale viene dimezzata la somma dovuta dalle aziende fornitrici a titolo di ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici, a condizione che le stesse non abbiano attivato un contenzioso legale ovvero che, avendolo attivato, vi rinuncino;

   nonostante il regime di favor introdotto dal legislatore, le suesposte criticità sono destinate a rimanere irrisolte. Il programma di ripiano del Fondo sanitario nazionale coinvolge oggi circa 6.380 aziende (con circa 272 mila addetti) chiamate, entro il 30 giugno 2023, a far fronte a un ingente onere finanziario in grado di esporre la maggior parte di esse al rischio di fallimento;

   come stimato dal «Centro Studi di Confcommercio Imprese per l'Italia» e dallo studio di Nomisma dal titolo «L'impatto del payback sulle imprese della filiera» sono oltre 1.400 le aziende e 190 mila i posti di lavoro che sarebbero potenzialmente a rischio a causa della richiesta di payback sui dispositivi medici;

   la richiesta di ripiano, inoltre, interviene in un momento in cui molte di queste aziende non hanno ancora superato le difficoltà connesse alla pandemia;

   l'intervento emergenziale introdotto dal legislatore, dunque, si rivelerebbe inidoneo a perseguire l'obiettivo di ridurre l'impatto del contenzioso giudiziario pendente con il rischio per l'erario di dover far fronte a una spesa non indifferente in caso di soccombenza in giudizio;

   tale preoccupante scenario, che vedrebbe il fallimento di centinaia di imprese con impatti negativi sull'occupazione, avrebbe inevitabili riflessi anche sul funzionamento del sistema sanitario nazionale considerato che le strutture sanitarie andrebbero incontro a difficoltà di approvvigionamento dei materiali, con possibile ricorso a multinazionali per l'acquisto dei medesimi a prezzi superiori, in un regime di sostanziale oligopolio, con notevoli ricadute di natura tributaria per i mancati introiti –:

   se non intendano adottare iniziative normative volte a sospendere il meccanismo del cosiddetto payback sanitario di cui in premessa destinato, così come congegnato, a non soddisfare l'obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica, con l'aggravante di porre a carico delle imprese il costo delle inefficienze della pubblica amministrazione, nonché a prevedere un meccanismo di esonero dal pagamento dello stesso per le micro e piccole imprese;

   se non intendano istituire un tavolo di concertazione destinato a valutare l'impegno economico delle aziende fornitrici nel concorrere al ripianamento dell'eventuale superamento del tetto di spesa regionale per gli acquisti di dispositivi medici a decorrere dalle procedure ad evidenza pubblica esperite dal 2024.
(2-00175) «Pavanelli, Quartini, Cappelletti».


Chiarimenti in ordine alla prospettata revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ed iniziative di competenza volte a rafforzare i controlli per una corretta gestione in itinere del Piano – 2-00172

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, per sapere – premesso che:

   in merito ai tempi di presentazione degli obiettivi collegati alla terza rata di finanziamento del PNRR da 19 miliardi, l'Italia, come noto, ha ampiamente superato la data di scadenza fissata per il 31 dicembre 2022, tanto che la Commissione europea, ad oggi, si trova ancora a procedere alla sua valutazione. Una valutazione che può comportare ovviamente richieste di integrazione o correzione nel raggiungimento degli stessi obiettivi, con ulteriore impegno di tempo;

   visti gli accumuli di ritardo sopra descritti per la terza rata, appare concreto il rischio di non rispettare i tempi neanche per la presentazione alla Commissione dei 96 obiettivi del 2023 per un valore di 34 miliardi, di cui 27 target, del valore 16 miliardi, afferenti alla quarta rata e con scadenza il 30 giugno, e 69 target invece da raggiungere entro fine 2023;

   in questo quadro di ritagli sulle scadenze e di difficoltà a mantenere i ritmi stabiliti dalla Commissione, il Ministro interpellato e lo stesso Governo hanno manifestato, ormai da gennaio 2023, anche la volontà di richiedere all'Europa una revisione del PNRR, a causa di imprecisate «circostanze oggettive». Tale approssimazione non consente di comprendere se le «circostanze oggettive» in questione siano rispondenti a quelle tipizzate dal Regolamento (UE) 2021/241, istitutivo del dispositivo per la ripresa e la resilienza e, dunque, legittimino realmente a una modifica del Piano. Risulta fondamentale infatti, comprendere quali siano le circostanze oggettive a cui fa riferimento l'Esecutivo, se abbiano effettivamente inciso sui ritardi attuali e se potenzialmente siano impattanti sul prosieguo dell'attuazione del PNRR;

   sarebbe poi altrettanto opportuno conoscere quali siano le direttrici di questa annunciata revisione, prevista per il 31 agosto, ovvero quale parte e quali obiettivi il Ministro interpellato abbia intenzione di modificare. Ad oggi, non si sono avute notizie di proposte di riforma del Piano, né in termini di interventi specifici, né di titolarità delle risorse, né tanto meno si è fornito ai due rami del Parlamento un quadro di massima che dia in qualche modo evidenza di dati alla base di questa revisione;

   l'altro aspetto da rilevare è che la data del 31 agosto è solo il termine in cui la proposta di revisione verrà inviata alla Commissione: da quel momento in poi si attiva una specifica procedura, sancita all'articolo 21, comma 2, del Regolamento (UE) 2021/241 della durata di almeno tre mesi, con l'adozione di una nuova decisione di questo organo europeo. Questo significa che il nostro Paese per mettere a terra investimenti e progetti dovrà attendere ancora molto tempo, giacché sarà necessaria prima una nuova «taratura» del Piano a livello tecnico, poi il suo passaggio in Parlamento e, in ultimo, la sua valutazione da parte della Commissione europea con eventuali e possibili richieste di correzione;

   infine, l'emendamento presentato dal Governo al disegno di legge di conversione al decreto in materia di rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, volto a sottrarre il controllo concomitante della Corte dei conti sulle spese del PNRR, appare agli interpellanti senza fondamento logico, anzi risulta un vulnus giuridico, perché impedisce ad un organo istituzionale di svolgere le funzioni cui è preposto e priva il Parlamento di una prospettiva terza e imparziale essenziale per la trasparenza dei processi connessi all'utilizzo di un volume così ingente di risorse. A parere degli interpellanti, l'eliminazione di tale controllo non consentirebbe di correggere in itinere eventuali errori di gestione del fondo PNRR, con possibili più complicate conseguenze in un momento successivo;

   gli interpellanti ricordano che il controllo concomitante, ai sensi dell'articolo 22 del decreto-legge n. 76 del 2020, assume una sua grande utilità proprio in relazione ai principali piani, programmi e progetti relativi agli interventi di sostegno e di rilancio dell'economia nazionale;

   va considerato, infine, che è stata approvata recentemente una modifica alla governance del PNRR fortemente voluta da questo Esecutivo, la cui realizzazione sta impiegando tempi troppo lunghi e in distonia rispetto al quadro e ai bisogni sopra rappresentati –:

   se le «circostanze oggettive» a cui si riferisce il Ministro interpellato nel motivare una revisione del Piano siano rispondenti a quelle sancite dal Regolamento (UE) 2021/241 e quali calcoli e previsioni siano stati effettuati per prevedere gli scostamenti dai target e milestones inizialmente individuati;

   se ad oggi siano state prodotte bozze di modifica del Piano e se la data del completamento di tale revisione al 31 agosto non sia tardiva tenuto conto della tempistica legata alla sua approvazione in Parlamento, a quella collegata alla procedura sancita all'articolo 21, comma 2, del Regolamento (UE) 2021/241, nonché considerati i ritardi acclarati sulle scadenze 2022, e quelle fortemente a rischio del 2023;

   se il Ministro interpellato non ritenga opportuno adottare ogni iniziativa di competenza volta a rafforzare i controlli, al fine di favorire una corretta gestione in itinere del Piano e permettere di evitare censure successive da parte della Commissione europea, con ovvi aggravi sulla tempistica di erogazione delle risorse.
(2-00172) «Scerra, Bruno, Scutellà, Carmina, Donno, Dell'Olio, Torto, Alifano, Fenu, Lovecchio, Raffa, Auriemma, Alfonso Colucci, Penza, Riccardo Ricciardi, Aiello, Barzotti, Carotenuto, Tucci, Cantone, Fede, Iaria, Traversi, Appendino, Cappelletti, Pavanelli, Todde, Baldino, Gubitosa, Pellegrini, Morfino».