Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 8 novembre 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta dell'8 novembre 2023.

  Albano, Ascani, Bagnai, Bagnasco, Baldino, Barbagallo, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Billi, Bitonci, Braga, Brambilla, Calderone, Cappellacci, Carloni, Caroppo, Carrà, Cavandoli, Cecchetti, Cesa, Chiesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Graziano, Gribaudo, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Kelany, Leo, Letta, Lollobrigida, Lucaselli, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pastorella, Patriarca, Pellegrini, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tabacci, Tajani, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Zanella, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Ascani, Bagnai, Bagnasco, Baldino, Barbagallo, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Billi, Bitonci, Braga, Brambilla, Calderone, Cappellacci, Carloni, Caroppo, Carrà, Cavandoli, Cecchetti, Cesa, Chiesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Formentini, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Graziano, Gribaudo, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Kelany, Leo, Letta, Lollobrigida, Lucaselli, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pastorella, Patriarca, Pellegrini, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tabacci, Tajani, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Varchi, Zanella, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 7 novembre 2023 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:

   STEFANI: «Istituzione di un elenco nazionale dei comuni virtuosi per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana, al fine dell'attribuzione di forme di premialità nella partecipazione a bandi di finanziamento nazionali» (1531).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati
a proposte di legge.

  La proposta di legge VARCHI ed altri: «Disposizioni in materia di riconoscimento dell'apnea ostruttiva nel sonno come malattia cronica e invalidante nonché per la diagnosi e la cura di essa» (765) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Boschi.

  La proposta di legge FABRIZIO ROSSI ed altri: «Modifica alla legge 4 dicembre 2017, n. 181, concernente l'esecuzione dell'inno nazionale all'inizio delle sedute dei consigli regionali, provinciali, metropolitani e comunali» (1314) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Baldelli e Mattia.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):

  GIORGIANNI ed altri: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di diritto del minore ad una famiglia» (1500) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   VII Commissione (Cultura):

  MOLLICONE ed altri: «Disposizioni per la promozione e la valorizzazione dell'arte nelle opere e negli edifici pubblici» (1315) Parere delle Commissioni I, IV, V, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   X Commissione (Attività produttive):

  CENTEMERO ed altri: «Disposizioni concernenti l'adozione di una disciplina temporanea per l'esercizio di attività di ricerca e sviluppo nel settore spaziale e aerospaziale» (1307) Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI, VIII, IX e XIV.

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 7 novembre 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulla concessione di una deroga ai sensi dall'articolo 22, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, presentata ai sensi dell'articolo 14, paragrafo 3 della direttiva 93/109/CE relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità dei cittadini dell'Unione alle elezioni del Parlamento europeo (COM(2023) 688 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di Comitato misto SEE riguardo a una modifica dell'allegato XX (Ambiente) dell'accordo SEE (ETS per il settore marittimo e da fonti fisse) (COM(2023) 696 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 696 final - Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 7 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Rendere più ecologico il trasporto merci (COM(2023) 440 final);

   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che abroga il regolamento (UE) n. 524/2013 e modifica i regolamenti (UE) 2017/2394 e (UE) 2018/1724 per quanto riguarda la dismissione della piattaforma europea ODR (COM(2023) 647 final).

  Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sulla Comunicazione recante il programma di lavoro della Commissione per il 2024 – Trasformare il presente e prepararsi al futuro (COM(2023) 638 final), già trasmessi dalla Commissione europea e trasmessa a tutte le Commissioni permanenti.

Richieste di parere parlamentare
su atti del Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 7 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1, 3, comma 1, lettere c), d), e) e f), e 9, comma 1, lettere g), h) e i), della legge 9 agosto 2023, n. 111, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale (90).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze) e, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro l'8 dicembre 2023.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 7 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 40, commi 1, 2, lettere d) ed e), e 3, della legge 17 giugno 2022, n. 71, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo disposizioni sul funzionamento del Consiglio della magistratura militare e sull'ordinamento giudiziario militare (91).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e IV (Difesa) e, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 7 gennaio 2024.

  Il Ministro dell'interno, con lettera in data 7 novembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il riparto dei contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno a valere sulle risorse iscritte nello stato di previsione della spesa del medesimo Ministero per l'anno 2023, nel capitolo 2309 – piano gestionale 1 (92).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 28 novembre 2023.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: S. 878 – CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 15 SETTEMBRE 2023, N. 123, RECANTE MISURE URGENTI DI CONTRASTO AL DISAGIO GIOVANILE, ALLA POVERTÀ EDUCATIVA E ALLA CRIMINALITÀ MINORILE, NONCHÉ PER LA SICUREZZA DEI MINORI IN AMBITO DIGITALE (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 1517)

A.C. 1517 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge oggi in discussione, decreto Caivano, testimonia ancora una volta l'uso della decretazione d'urgenza, all'indomani di fatti di cronaca drammatici, con l'illusione di inseguire questa o quella emergenza attraverso l'irrigidimento degli strumenti penali;

    la giustizia minorile penale ha come obiettivo accanto all'accertamento della verità, non già la sterile punizione ma la responsabilizzazione del minore per il reato commesso;

    le soluzioni meramente repressive hanno sempre, nei fatti, per lo più dimostrato la loro inefficacia specie nei contesti maggiormente degradati se non accompagnate da appropriati interventi di prevenzione di analisi delle motivazioni poste alla base dell'aumento delle condotte violente da parte dei minorenni;

    l'attuale situazione di violenza è un fenomeno sociale e culturale che sembra attraversare tutti i contesti, non solo quello minorile, e che non ha confini, dal momento che è analogamente presente anche negli altri paesi europei compreso quelli che hanno un'età imputabile decisamente inferiore alla nostra;

    attualmente in Italia vi è un numero assolutamente insufficiente di comunità educative e terapeutiche in cui collocare sia adolescenti coinvolti in vicende penali (rendendo il carcere minorile soluzione davvero residuale e temporanea), che adolescenti privi di un ambiente familiare idoneo,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di coinvolgere gli Enti del Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, nella procedura di adozione di uno o più decreti del Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ai fini dell'individuazione degli interventi di attuazione della Missione 4, componente 1, Investimento 1.1 del PNRR, compatibilmente con le procedure e le modalità del PNRR e con i vincoli di finanza pubblica.
9/1517/12. Malavasi, Furfaro, Ciani, Girelli, Stumpo.


   La Camera,

   premesso che:

    la giustizia minorile penale ha come obiettivo accanto all'accertamento della verità, non già la sterile punizione ma la responsabilizzazione del minore per il reato commesso;

    l'attuale situazione di violenza è un fenomeno sociale e culturale che sembra attraversare tutti i contesti, non solo quello minorile, e che non ha confini, dal momento che è analogamente presente anche negli altri paesi europei compreso quelli che hanno un'età imputabile decisamente inferiore alla nostra;

    attualmente in Italia vi è un numero assolutamente insufficiente di comunità educative e terapeutiche in cui collocare sia adolescenti coinvolti in vicende penali (rendendo il carcere minorile soluzione davvero residuale e temporanea), che adolescenti privi di un ambiente familiare idoneo,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di coinvolgere gli Enti del Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, nella procedura di adozione di uno o più decreti del Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, ai fini dell'individuazione degli interventi di attuazione della Missione 4, componente 1, Investimento 1.1 del PNRR, compatibilmente con le procedure e le modalità del PNRR e con i vincoli di finanza pubblica.
9/1517/12. (Testo modificato nel corso della seduta)Malavasi, Furfaro, Ciani, Girelli, Stumpo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo si pone l'obiettivo di prevedere interventi infrastrutturali per fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile nel comune di Caivano nonché di introdurre disposizioni per il contrasto alla criminalità minorile e all'elusione scolastica;

    l'articolo 1 assegna al Commissario straordinario, d'intesa con il comune di Caivano e con il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, il compito di predisporre e attuare un piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione funzionale al territorio del comune, prevedendo, laddove occorra, anche una semplificazione per le procedure di concessione di immobili pubblici per fini sociali, con particolare riferimento al sostegno a enti del Terzo settore operanti in ambito artistico e culturale, sociosanitario, sportivo, di contrasto alla povertà educativa e per l'integrazione;

    unitamente al piano Agenda Sud, alla luce del forte e fermo impegno del nostro Paese all'insegna dell'Agenda 2030 e della Agenda urbana europea, adottata con il patto di Amsterdam il 30 maggio 2016, che innalza a strategia nazionale la riqualificazione delle periferie degradate, unitamente agli obiettivi del Next Generation EU nonché alle risorse per l'attuazione del PNRR, è opportuno rafforzare al massimo l'ambito e il tema dello sviluppo sostenibile in ordine alla previsione di interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione edilizia, che la stessa Agenda 2030 riconnette alla sicurezza, ove recita che lo sviluppo sostenibile «non può essere realizzato senza la pace, l'integrazione e la sicurezza, che a loro volta saranno a rischio senza uno sviluppo sostenibile.»; rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili è uno degli obiettivi principali che gli Stati aderenti si sono dati; la gestione sostenibile dell'urbanità è inscindibile dalla coesione tra le comunità che la vivono e dalle condizioni della sicurezza, personale e nelle strade, effettiva e percepita,

impegna il Governo:

   nell'ambito della predisposizione del piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione funzionale al territorio del comune di Caivano, di cui all'articolo 1 del provvedimento in titolo, a dare priorità agli interventi di riqualificazione dell'area Parco Verde e di bonifica del capannone dell'ex fabbrica Partenofond di Casella, conosciuta come «capannone dei veleni», immobile contenente amianto e luogo di sversamento di rifiuti tossici, già oggetto di procedimenti giudiziari;

   a prevedere che la riqualificazione dell'area Parco Verde si attui per il tramite di interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione edilizia ecosostenibile, in attuazione dei principi dell'Agenda 2030 e dell'Agenda urbana europea di cui alla premessa;

   a promuovere, nell'ambito degli interventi e delle misure di cui al provvedimento in titolo, la cultura della legalità e della sostenibilità ambientale, in collaborazione e congiuntamente all'amministrazione comunale interessata, alle istituzioni pubbliche e private operanti sul territorio ed enti del Terzo settore;

   a favorire, ai fini della predisposizione del predetto piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione, la partecipazione e la consultazione della collettività, in particolare dei giovani, e delle loro associazioni e organizzazioni, acquisendone eventuali proposte;

   ad adottare un piano nazionale di recupero delle aree degradate, ispirato ai principi dell'Agenda urbana europea e dell'Agenda 2030, a partire dalla riqualificazione degli spazi urbani secondo i principi della sostenibilità ambientale e dell'innovazione sociale e dalla riqualificazione sociale in termini di occupazione, istruzione, servizi, mobilità, luoghi della cultura, ricreativi e dello sport, individuando, altresì, misure speciali per contrastare le condizioni dei giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi di formazione o di aggiornamento professionale e per favorire l'attuazione di politiche urbane integrate atte a promuovere la coesione e l'inclusione sociale.
9/1517/35. Riccardo Ricciardi, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Morfino, Iaria.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo si pone l'obiettivo di prevedere interventi infrastrutturali per fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile nel comune di Caivano nonché di introdurre disposizioni volte al contrasto della criminalità minorile e dell'elusione scolastica;

    l'articolo 1 assegna al Commissario straordinario, d'intesa con il comune di Caivano e con il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, il compito di predisporre e attuare un piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione funzionale al territorio del comune, tra i quali la concessioni di immobili pubblici per finalità sociali, con particolare riferimento al sostegno a enti del Terzo settore operanti in ambito artistico e culturale, sociosanitario, sportivo, di contrasto alla povertà educativa e all'esclusione sociale;

    il fenomeno della devianza minorile interessa migliaia di minori, secondo le stime sono circa 20.000 i ragazzi e i giovani adulti che, ogni anno, nel nostro Paese, sono interessati da procedimenti penali avviati dall'Autorità Giudiziaria Minorile e sono presi in carico dagli USSM; si tratta di ragazzi per la maggior parte italiani (74 per cento) e maschi (89 per cento), che in circa il 40 per cento dei casi hanno 16-17 anni; per quanto riguarda gli illeciti, si registrano soprattutto reati contro il patrimonio (45 per cento), in particolare furti e rapine, ma anche reati contro la persona (25 per cento), con una prevalenza di lesioni personali e minacce;

    al fine di rafforzare le azioni e le misure di prevenzione rispetto agli interventi restrittivi nonché allo scopo di conoscere e valutare l'effettiva incidenza del rischio di devianza minorile e potenziare le attività, nell'ambito di tutto il territorio nazionale, in favore dei minori inseriti in percorsi di rieducazione di cui all'articolo 27-bis del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448,

impegna il Governo:

   ad adottare ulteriori iniziative normative volte ad istituire un Fondo per il potenziamento delle iniziative di assistenza per i minori a rischio di devianza, le cui risorse siano assegnate, sulla base di criteri e modalità di attribuzione stabiliti d'intesa con la Conferenza Stato-città ed Autonomie locali, ai comuni che ne facciano richiesta e possano essere utilizzate anche per assunzioni di personale dei servizi di assistenza degli enti locali;

   ad istituire presso ogni prefettura un Osservatorio di monitoraggio della condizione minorile che preveda la partecipazione e il coinvolgimento di rappresentanti degli enti locali interessati, dell'ufficio scolastico regionale e delle istituzioni scolastiche presenti sul territorio di riferimento, dell'università, delle forze dell'ordine, dell'Azienda Sanitaria Provinciale, delle Direzioni Provinciali dell'INPS, delle diocesi del territorio, della magistratura, dell'avvocatura, delle professioni psicopedagogiche, delle realtà del terzo settore e di tutti i soggetti ritenuti utili per monitorare la condizione socio-economica dei minorenni, al fine di promuovere iniziative di educazione alla legalità e alla cittadinanza consapevole, per programmare strategie di intervento, con particolare attenzione al problema della dispersione scolastica e alla prevenzione di ogni forma di disagio e di devianza minorili.
9/1517/36. Auriemma, Alfonso Colucci, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo si pone l'obiettivo di prevedere interventi infrastrutturali per fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile nel comune di Caivano nonché di introdurre disposizioni per il contrasto alla criminalità minorile e all'elusione scolastica;

    l'articolo 1 assegna al Commissario straordinario il compito di predisporre e attuare un piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione funzionale al territorio del comune di Caivano; il piano ricomprende anche interventi urgenti per il risanamento, il ripristino, il completamento, l'adeguamento, la ricostruzione e la riqualificazione del centro sportivo ex Delphinia di Caivano nonché i criteri e le modalità per l'affidamento in uso degli impianti;

    la promozione dell'attività sportiva e la pratica di discipline sportive contribuiscono alla riduzione della marginalizzazione e del degrado sociale, incrementando i valori della convivenza, l'integrazione, il rispetto dell'altro, la crescita armoniosa, lo spirito di collaborazione e di squadra, l'educazione alla cittadinanza,

impegna il Governo

sulla base di quanto richiamato ed esposto in premessa, anche in conformità con l'Avviso «Sport e periferie 2023», alla realizzazione di un campo da calcio e di una pista di atletica circostante, per la pratica di discipline sportive da parte della collettività del comune di Caivano, anche valutando a tal fine l'opportunità di utilizzare la superficie di proprietà del predetto comune nella zona di Santarcangelo e prevedendo, comunque, il coinvolgimento delle associazioni sportive dilettantistiche del territorio al fine di promuovere attività ludico-sportive di inclusione sociale.
9/1517/37. Penza, Alfonso Colucci, Auriemma, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo si pone l'obiettivo di prevedere interventi infrastrutturali per fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile nel comune di Caivano nonché di introdurre disposizioni per il contrasto alla criminalità minorile e all'elusione scolastica;

    l'articolo 1 assegna al Commissario straordinario il compito di predisporre e attuare un piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione funzionale al territorio del comune di Caivano; il piano ricomprende anche interventi urgenti per il risanamento, il ripristino, il completamento, l'adeguamento, la ricostruzione e la riqualificazione del centro sportivo ex Delphinia di Caivano nonché i criteri e le modalità per l'affidamento in uso degli impianti;

    la promozione dell'attività sportiva e la pratica di discipline sportive contribuiscono alla riduzione della marginalizzazione e del degrado sociale, incrementando i valori della convivenza, l'integrazione, il rispetto dell'altro, la crescita armoniosa, lo spirito di collaborazione e di squadra, l'educazione alla cittadinanza,

impegna il Governo

sulla base di quanto richiamato ed esposto in premessa, anche in conformità con l'Avviso «Sport e periferie 2023», a valutare l'opportunità di realizzare un campo da calcio e una pista di atletica circostante, per la pratica di discipline sportive da parte della collettività del comune di Caivano, anche valutando a tal fine l'opportunità di utilizzare la superficie di proprietà del predetto comune nella zona di Santarcangelo e prevedendo, comunque, il coinvolgimento delle associazioni sportive dilettantistiche del territorio al fine di promuovere attività ludico-sportive di inclusione sociale.
9/1517/37. (Testo modificato nel corso della seduta)Penza, Alfonso Colucci, Auriemma, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo si pone l'obiettivo di prevedere interventi infrastrutturali per fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile nel comune di Caivano nonché di introdurre disposizioni per il contrasto alla criminalità minorile e all'elusione scolastica e reca, altresì, misure di rafforzamento della capacità amministrativa e organizzativa del comune, anche con riguardo all'incremento delle unità di personale impegnate nei servizi sociali e nelle attività di vigilanza urbana;

    nonostante l'alto indice di presenza criminale e mafiosa nonché la recrudescenza di atti di violenza e intimidazione urbana, tanto da aver spinto il Governo a interventi urgenti e misure specifiche quali quelle recate dal provvedimento in titolo, il comune di Caivano risulta non essere sede di un posto fisso di polizia, in quanto esso dipende dal Commissariato del comune di Afragola, anch'esso territorio ad alta densità di crimine organizzato, funestato da rapine, aggressioni e violenza minorile,

impegna il Governo

al fine di corrispondere alla accresciuta esigenza di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica e di innalzare i livelli di presenza e operatività della Polizia di Stato nel territorio del comune di Caivano, con conseguente maggiore controllo e incisività nella lotta alla criminalità organizzata e miglioramento dei servizi a beneficio della cittadinanza, ad attivare e definire le procedure per l'istituzione di un Commissariato distaccato di pubblica sicurezza nel territorio del comune di Caivano nonché per l'organizzazione e la dotazione di personale e mezzi.
9/1517/38. Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile, introducendo disposizioni volte al contrasto della criminalità minorile e dell'elusione scolastica;

    l'atto interviene su diversi aspetti attinenti altresì all'applicazione delle misure cautelari disposte nei confronti di indagati minori di età, quali i presupposti di applicabilità delle misure cautelari ed un procedimento anticipato, idoneo al reinserimento e alla rieducazione del minore autore di condotte criminose, al fine di rispondere alle caratteristiche di maggiore pericolosità e lesività acquisite nei tempi recenti dalla criminalità minorile, di approntare una risposta sanzionatoria ed altresì dissuasiva, che mantenga l'attenzione per la specificità della condizione dell'autore di reato minorenne;

    in particolare, tra le modifiche proposte, si riduce da cinque a quattro anni il limite edittale previsto per l'applicazione delle misure cautelari diverse dalla custodia cautelare; è stato soppresso il limite massimo di un mese per la durata della misura della custodia cautelare disposta a seguito delle gravi e ripetute violazioni delle prescrizioni derivanti dalla misura del collocamento in comunità. Si è poi prevista la riduzione da cinque a quattro anni del limite edittale per l'applicazione della custodia cautelare, nell'ipotesi di gravi e ripetute violazioni delle prescrizioni connesse alla predetta misura del collocamento in comunità;

    si è, inoltre, introdotto nell'articolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1988 il comma 4-bis, il quale dispone che qualora le esigenze cautelari risultino aggravate, il giudice, su richiesta del pubblico ministero, può disporre la sostituzione della misura del collocamento in comunità con quella della custodia cautelare, nei casi consentiti dall'articolo 23 del medesimo decreto del Presidente della Repubblica. La sostituzione della misura del collocamento in comunità con la custodia cautelare potrà quindi essere disposta, sia nell'ipotesi di gravi e ripetute violazioni delle prescrizioni connesse al collocamento in comunità, sia nell'ipotesi di aggravamento delle esigenze cautelari;

    il decreto-legge, modificando il comma 1 dell'articolo 23 del decreto del Presidente della Repubblica n. 448, da un lato, abbassa da 9 a 6 anni la soglia edittale che consente di applicare la misura detentiva, e, dall'altro, amplia il catalogo di reati per i quali è applicabile la custodia cautelare. Si modificano anche i termini di durata massima della custodia cautelare, che per i minorenni sono attualmente ridotti della metà per i reati commessi da minori degli anni diciotto e dei due terzi per quelli commessi da minori degli anni sedici;

    si ricordi che il comma 1 dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 448 circoscrive la tipologia delle misure cautelari applicabili, in ossequio al principio di tassatività-tipicità, ai minori. Al contempo, oltre al rispetto dei principi di non obbligatorietà, della massima flessibilità e gradualità, il procedimento de libertate nei confronti di imputati minorenni deve garantire che non vengano interrotti i processi educativi in atto e deve assicurare il computo della diminuente della minore età ai fini della determinazione della pena;

    con riguardo alla determinazione della pena agli effetti dell'applicazione delle misure cautelari, la normativa minorile prevede criteri più stringenti rispetto alla disciplina dettata dall'articolo 280 del codice di rito con riguardo agli imputati «adulti». Oltre ad essere previste soglie minime di pena più alte oltre le quali il provvedimento cautelare si giustifica, vengono individuati tetti edittali differenziati per le varie misure;

   sotto altro profilo, si tenga presente, altresì, quanto imposto a livello europeo ed internazionale in materia di garanzie procedurali per i minori in contatto con la giustizia penale:

    la Direttiva europea n. 800/16 fissa principi e garanzie fondamentali per i minori. In particolare, l'art. 10 stabilisce espressamente che il ricorso alla limitazione della libertà debba essere per i minorenni misura di extrema ratio e che debba durare il minor tempo possibile e soggetta al controllo giudiziario periodico. Debbono essere previste delle misure alternative alla detenzione (articolo 11) e in caso di detenzione, la stessa deve essere adattata alle esigenze del minorenne e salvaguardarne i percorsi di formazione ed istruzione così come l'accesso al diritto alla salute (articolo 12);

    similmente, la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989 fissa disposizioni cogenti per gli Stati che la hanno recepita e fissa espressamente, oltre ai principi di non discriminazione (articolo 2), dell'interesse superiore del minore (articolo 3), il diritto di essere ascoltato e di partecipare al processo e alle sue fasi (articolo 12), anche che la giustizia minorile debba avere un approccio pedagogico ed individualizzato, con garanzie procedurali (articolo 40) e che la deprivazione della libertà costituisce misura di extrema ratio (articolo 37) e deve perdurare il minor tempo possibile,

impegna il Governo:

a monitorare gli effetti applicativi delle disposizioni introdotte dal provvedimento individuato in premessa, allo scopo di verificare l'impatto della nuova disciplina in termini di rispetto dei principi cui deve essere ispirato il procedimento de libertate nei confronti di imputati minorenni, in considerazione della specificità della condizione dell'autore.
9/1517/39. Cafiero De Raho, D'Orso, Ascari, Giuliano, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile; nonché introdurre disposizioni volte al contrasto della criminalità minorile e dell'elusione scolastica;

    segnatamente, l'atto risponde alle esigenze di rafforzamento delle misure a tutela del rispetto dell'obbligo scolastico, in relazione all'incremento dell'elusione scolastica, soprattutto in specifiche aree del territorio nazionale, ed al valore di incoraggiamento alla devianza che tale fenomeno comporta;

    l'articolo 7 del provvedimento in esame reca disposizioni relative a minorenni coinvolti in reati di particolare allarme sociale;

   considerato che:

    appare imprescindibile fornire un adeguato sostegno ai minorenni e agli eventuali loro prossimi congiunti che si trovino in una condizione di grave e concreto pericolo a causa della volontà di recidere il legame derivante da rapporti di parentela, di affinità, di coniugio o di stabile convivenza con soggetti indagati, imputati o condannati per i reati di cui all'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale mediante:

     a) un adeguato supporto pedagogico e psicologico diretto a conseguire una rivisitazione critica delle pregresse esperienze di vita, in modo da portare a compimento una piena cesura con modelli e stili di vita propri del contesto criminale di provenienza;

     b) servizi di orientamento volti a far emergere nel soggetto capacità, talenti, aspirazioni e progettualità alternative rispetto a quelle offerte dal contesto criminale di provenienza;

     c) la messa a disposizione di una sistemazione abitativa autonoma alternativa qualora sia necessario l'allontanamento dall'abitazione abituale e di un assegno periodico volto a garantirne il sostentamento, in assenza di sostanze proprie e fintantoché non venga reperita un'occupazione;

     d) la promozione di percorsi di formazione, riqualificazione professionale e di inserimento o reinserimento lavorativo per i destinatari della misura che abbiano già assolto l'obbligo scolastico;

     e) la garanzia della conclusione del percorso formativo ai destinatari della misura che, ancorché adulti, non abbiano assolto l'obbligo scolastico;

     f) la garanzia di idonei presidi di sicurezza individuale a tutela dell'incolumità,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità, nei limiti di finanza pubblica, di adottare ulteriori iniziative normative volte a istituire, nello stato di previsione del Ministero della Giustizia, un Fondo destinato alla protezione e assistenza dei soggetti minorenni che siano già interessati da provvedimenti di cui agli articoli 330 o 333 del codice civile ovvero già raggiunti da misure amministrative ai sensi degli articoli 25, 25-bis e 26 del Regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, nonché i minorenni indagati, imputati o condannati per i reati di cui all'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale o comunque provenienti da nuclei familiari organici o affiliati o contigui alla criminalità organizzata del territorio e che abbiano manifestato la volontà di rifiutare il contesto criminale di provenienza nonché i prossimi congiunti dei minorenni medesimi, ancorché maggiorenni, nei casi in cui sia stata accertata dall'Autorità Giudiziaria la volontà di affrancarsi dal nucleo familiare di provenienza e dal contesto criminale in cui esso è inserito;

   a prevedere, nei limiti dei vincoli di finanza pubblica, presso il Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia l'istituzione di una Commissione tecnica che valuti la sussistenza delle condizioni per l'applicazione delle misure di protezione nei confronti dei minori nei cui confronti vi sia imminente e concreto rischio di ritorsioni che mettano in pericolo la vita del destinatario delle misure di protezione al fine di disporre la temporanea assegnazione di nuove generalità al soggetto nonché al soggetto adulto congiunto che lo accompagni nel percorso di fuoriuscita dal contesto criminale ed il contestuale trasferimento presso altra idonea località.
9/1517/40. Ascari, D'Orso, Cafiero De Raho, Giuliano, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile; nonché di introdurre disposizioni volte al contrasto della criminalità minorile e dell'elusione scolastica, soprattutto in specifiche aree del territorio nazionale, considerando il valore di incoraggiamento alla devianza che tale fenomeno comporta;

    nelle fasce in cui il disagio minorile è maggiore, è necessario che la rete dei servizi sociali, culturali e sportivi sia meglio conosciuta e facilmente raggiungibile dalle famiglie e che queste a loro volta possano essere tempestivamente raggiunte, in caso di necessità, da servizi in coordinamento tra loro;

    la scuola è un essenziale polo di aggregazione per la comunità nel quartiere di riferimento, rappresentando un luogo fisico in grado di favorire, a volte anche solo con la sua presenza, l'integrazione dei gruppi più deboli. Tale scopo può essere raggiunto, inoltre, attraverso l'attivazione in ogni istituto scolastico di ogni ordine e grado di un servizio di coordinamento pedagogico, offerto da pedagogisti o educatori socio-pedagogici, diretto a coadiuvare dirigenti scolastici, corpo docente e famiglie, in ogni azione, iniziativa ed intervento volti a raccogliere tempestivamente i segnali di disagio minorile e a favorire il pieno sviluppo delle potenzialità di crescita personale, di inserimento e partecipazione sociale degli studenti e delle studentesse, agendo in particolare sulle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di gruppo,

impegna il Governo

ad adottare iniziative per prevedere che le scuole di ogni ordine e grado possano attivare un servizio di coordinamento pedagogico a sostegno di dirigenti scolastici, corpo docente e famiglie, al fine di raccogliere tempestivamente i segnali di disagio minorile, favorire il pieno sviluppo delle potenzialità di crescita personale, di inserimento e partecipazione sociale degli studenti e delle studentesse, agendo in particolare sulle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di gruppo, e che possa effettuare, quando occorra, le opportune segnalazioni per mettere in campo adeguate politiche sociali, in coordinamento con gli enti locali.
9/1517/41. D'Orso, Ascari, Cafiero De Raho, Giuliano, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile, introducendo disposizioni volte al contrasto della criminalità minorile e dell'elusione scolastica;

    in particolare, l'articolo 1, commi 6-7 prevedono che il Ministero dell'università e della Ricerca finanzi specifici progetti finalizzati alla costruzione o rigenerazione di edifici e spazi nell'area del comune di Caivano da destinare ad attività educative e formative;

    nelle fasce in cui il disagio minorile è maggiore, è necessario che la rete dei servizi sociali, culturali e sportivi sia meglio conosciuta e facilmente raggiungibile dalle famiglie e che queste a loro volta possano essere tempestivamente raggiunte, in caso di necessità, da servizi in coordinamento tra loro;

    occorre operare su più fronti per garantire l'inclusione sociale, nonché per contrastare la criminalità minorile e i fenomeni di marginalizzazione nelle periferie urbane delle grandi aree metropolitane su tutto il territorio nazionale;

    a tal fine appare indispensabile la realizzazione di progetti di inclusione sociale, attività socio-educative e sportive, nonché interventi di rigenerazione urbana per le aree altamente degradate nelle aree periferiche a maggiore tasso di vulnerabilità sociale ed economica,

impegna il Governo

a prevedere, con il primo provvedimento utile, la destinazione di specifiche risorse a favore delle aree periferiche delle grandi città su tutto il territorio nazionale, per contrastare la criminalità minorile e i fenomeni di marginalizzazione sociale.
9/1517/42. Giuliano, D'Orso, Ascari, Cafiero De Raho, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile, introducendo disposizioni volte al contrasto della criminalità minorile e dell'elusione scolastica;

    in particolare, l'articolo 1, commi 6-7 prevedono che il Ministero dell'università e della Ricerca finanzi specifici progetti finalizzati alla costruzione o rigenerazione di edifici e spazi nell'area del comune di Caivano da destinare ad attività educative e formative;

    nelle fasce in cui il disagio minorile è maggiore, è necessario che la rete dei servizi sociali, culturali e sportivi sia meglio conosciuta e facilmente raggiungibile dalle famiglie e che queste a loro volta possano essere tempestivamente raggiunte, in caso di necessità, da servizi in coordinamento tra loro;

    occorre operare su più fronti per garantire l'inclusione sociale, nonché per contrastare la criminalità minorile e i fenomeni di marginalizzazione nelle periferie urbane delle grandi aree metropolitane su tutto il territorio nazionale;

    a tal fine appare indispensabile la realizzazione di progetti di inclusione sociale, attività socio-educative e sportive, nonché interventi di rigenerazione urbana per le aree altamente degradate nelle aree periferiche a maggiore tasso di vulnerabilità sociale ed economica,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare misure in favore delle aree periferiche delle grandi città su tutto il territorio nazionale, per contrastare la criminalità minorile e i fenomeni di marginalizzazione sociale.
9/1517/42. (Testo modificato nel corso della seduta)Giuliano, D'Orso, Ascari, Cafiero De Raho, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile, introducendo disposizioni volte al contrasto della criminalità minorile e dell'elusione scolastica;

    diversi studi indicano una connessione ineluttabile fra essere stato vittima di atti di «bullismo» e abbandono scolastico. Le evidenze disponibili sugli effetti negativi sulla salute, intesa nel senso più ampio del termine, dimostrano quanto lo stesso debba essere considerato alla stregua di un serio problema di salute pubblica;

    il bullismo è un fenomeno che ha origine prevalentemente in ambito scolastico e rappresenta una fonte non trascurabile di costi per il sistema economico, sociale, educativo, e giudiziario;

    la dispersione scolastica è un fenomeno preoccupante e complesso, che riguarda diverse dimensioni della vita sociale della persona di minore età e della comunità in cui vive: dai servizi per la prima infanzia alla formazione professionale, dalle politiche sociali a quelle abitative e del lavoro. I fattori connessi possono dipendere dalla disoccupazione, dalle situazioni di esclusione sociale e di povertà, ma non si possono escludere nemmeno quelle motivazioni riconducibili a disagi personali e/o familiari, difficoltà nell'apprendimento e, più in generale, il modo in cui il singolo studente reagisce al sistema scolastico;

    per tali motivi, le risposte al fenomeno non possono essere unidirezionali, ma molteplici e multidimensionali, rivolte alle politiche educative, sociali, del lavoro e della salute;

    secondo i dati diffusi dall'ISTAT nel dossier Noi Italia 2023, emerge una selezione di oltre 100 indicatori statistici sulla realtà del nostro Paese, fornendo un quadro d'insieme dei diversi aspetti ambientali, demografici, economici e sociali dell'Italia, delle differenze regionali che la caratterizzano e della sua collocazione nel contesto europeo;

    nel 2022, la percentuale di giovani d'età tra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato precocemente gli studi è dell'11,5 per cento. Nel Mezzogiorno, l'incidenza raggiunge il 15,1 per cento. L'abbandono precoce degli studi caratterizza più i ragazzi (13,6 per cento) delle ragazze (9,1 per cento);

    sempre nel 2022, i Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sono stimati al 19,0 per cento della popolazione d'età tra i 15 e i 29 anni. Nel Sud Italia, l'incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord;

    il disagio sociale e, a maggior ragione, minorile è strettamente connesso al contesto territoriale, alla scarsa presenza di servizi, di occasioni di apprendimento e di socialità del quartiere, la condizione di povertà;

    le aree geografiche del Paese in cui si registra maggiormente tale fenomeno sono le stesse in cui la capacità dell'amministrazione pubblica di sostenere i bisogni famigliari è più bassa (scarsità di nidi e di servizi per l'infanzia, difficoltà di accesso ai servizi sociali e servizi meno efficienti), in cui si registrano fenomeni di dispersione scolastica e dove minori sono le risorse sociali e culturali del territorio;

    è necessario realizzare azioni sinergiche di prevenzione e di intervento precoce per contrastare la diffusione di tali fenomeni. Il bullismo e il cyberbullismo, infatti, per la complessità che li caratterizza e per la delicatezza dell'ambito di interesse, relativo alla crescita, alla vita quotidiana dei ragazzi e quindi alla loro salute, impone grande attenzione a tutte le persone coinvolte: per tali ragioni, testimoni, genitori, insegnanti, amici, pediatri, svolgono un ruolo potenzialmente decisivo per intercettare, sostenere e interrompere un'azione fisicamente e psicologicamente dolorosa;

    appare opportuno implementare l'attività di monitoraggio della condizione minorile, attraverso il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche più vicine alle realtà minorili, quali le scuole, le università, gli enti locali, al fine di avviare una proficua sensibilizzazione sui territori più disagiati per circoscrivere il fenomeno della dispersione scolastica e del bullismo e cyberbullismo e se del caso, consentire più puntuali interventi;

    presso la Prefettura della città di Catania è stato istituito l'Osservatorio metropolitano di coordinamento e monitoraggio per la pianificazione degli interventi e delle strategie nei quartieri più disagiati del territorio catanese metropolitano per i minori a rischio, allo scopo di individuare le azioni prioritarie da avviare, come la «mappatura» dei quartieri più a rischio, l'istituzione di tavoli tematici, la previsione di un focus specifico sulla dispersione scolastica;

    l'iniziativa messa in atto presso la Prefettura di Catania rappresenta un esempio virtuoso che dovrebbe essere attuato indistintamente su tutto il territorio nazionale,

impegna il Governo

con il primo provvedimento utile, ad introdurre strumenti, anche normativi, per la promozione sull'intero territorio nazionale di tavoli inter-istituzionali per il monitoraggio dei fattori e dei processi della condizione minorile nei luoghi più disagiati, così da circoscrivere il fenomeno della dispersione scolastica e del bullismo e cyberbullismo, sulla scorta dell'esperienza portata avanti nella città di Catania.
9/1517/43. Scutellà, D'Orso, Ascari, Cafiero De Raho, Giuliano, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 1 autorizza il comune di Caivano ad assumere a tempo indeterminato, mediante procedure concorsuali semplificate o mediante scorrimento di graduatorie vigenti di altre amministrazioni, 15 unità di personale non dirigenziale del corpo della polizia locale, in deroga ai vincoli assunzionali, al fine di garantire l'incremento della sicurezza urbana ed il controllo del territorio;

    il predetto articolo autorizza altresì il comune di Caivano ad assumere a tempo indeterminato tre unità di personale non dirigenziale della professionalità di servizio sociale, anche in questo caso mediante procedure concorsuali semplificate o mediante scorrimento di graduatorie vigenti di altre amministrazioni;

    infine si autorizza il comune di Caivano ad assumere anche sei unità di personale non dirigenziale della professionalità degli educatori scolastici anche in questo caso mediante procedure concorsuali semplificate o mediante scorrimento di graduatorie vigenti di altre amministrazioni;

    il potenziamento dei servizi sociali non può riguardare un solo comune ma dovrebbero essere una azione preordinata a fronteggiare in egual misure tutte le situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile presenti nel territorio del nostro paese;

    proprio per fronteggiare le situazioni di disagio la legge di bilancio 2021 (legge 30 dicembre 2020, n. 178) ai commi da 797 a 804, ha previsto misure specifiche per il potenziamento e la strutturazione dei servizi sociali territoriali e, in particolare, del servizio sociale professionale ed ha favorito l'incremento di assunzioni a tempo indeterminato di assistenti sociali;

    tuttavia la predetta previsione si applica esclusivamente ai comuni che già rispettano il rapporto assistenti sociali/popolazione di 1 a 6.500 o 1 a 5000 e che lo riducono rispettivamente a 1 a 5.000 e 1 a 4.000

   considerato che:

    in realtà ci sono comuni che non rispettano neanche il rapporto assistenti sociali/popolazione di 1 a 6.500 o 1 a 5000 e quanto a degrado e vulnerabilità sociale, purtroppo, sono nella stessa situazione di Caivano o anche peggio,

impegna il Governo:

   ad incrementare sensibilmente le risorse già stanziate dalla legge di bilancio 2021 al fine di aumentare ulteriormente le assunzioni di assistenti sociali anche presso i comuni che non rispettano il rapporto assistenti sociali/popolazione di 1 a 6.500 o 1 a 5000;

   a prevedere che, qualora un comune non riesca ad assumere gli assistenti sociali in numero congruo, comunque idoneo a soddisfare almeno il rapporto di 1 a 6.500, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali intervenga, per quanto di competenza, con misure idonee ad assicurare che i servizi sociali dei comuni siano in grado di garantire il livello essenziale delle prestazioni.
9/1517/44. Sportiello, Di Lauro, Marianna Ricciardi, Quartini, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 12, come modificato al Senato, modifica il decreto-legge n. 48 del 2023, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, in materia di assegno di inclusione, introducendo, in primo luogo, la fattispecie della esclusione dal diritto al beneficio del nucleo familiare in caso di mancata documentazione dell'adempimento dell'obbligo di istruzione dei componenti minorenni del nucleo medesimo e, in secondo luogo, la fattispecie della sospensione del beneficio, in caso di condanna definitiva per il delitto di inosservanza dell'obbligo di istruzione dei minori, fino alla ripresa della regolare frequenza scolastica del minore, documentata con certificazione rilasciata dal dirigente scolastico, ovvero, in mancanza di tale certificazione, per un periodo di due anni;

    l'Assegno di inclusione è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell'ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa;

    l'Assegno di inclusione è riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni: con disabilità; minorenne; con almeno 60 anni di età; in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione;

   considerato che:

    l'Assegno di inclusione è la nuova misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all'esclusione sociale delle fasce deboli;

    contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica privando il nucleo familiare proprio dell'unico strumento che questo Governo, seppure in misura del tutto insufficiente, ha pensato come misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all'esclusione sociale delle fasce deboli, appare un evidente ossimoro,

impegna il Governo

ad adottare le misure più idonee affinché il Ministero dell'istruzione e del merito possa intervenire, con propri ispettori, nei territori ove sia certificata una mancata o incompleta o irregolare fruizione dei servizi dell'istruzione da parte di ragazzi e giovani in età scolare, al fine di verificarne le cause e, in collaborazione con i servizi sociali dei comuni coinvolti, istituire presidi di supporto socio-educativo per intercettare le famiglie dei giovani coinvolti nonché per organizzare e gestire progetti e servizi educativi e riabilitativi all'interno del territorio di riferimento
9/1517/45. Marianna Ricciardi, Di Lauro, Sportiello, Quartini, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 12, come modificato al Senato, modifica il decreto-legge n. 48 del 2023, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, in materia di assegno di inclusione, introducendo, in primo luogo, la fattispecie della esclusione dal diritto al beneficio del nucleo familiare in caso di mancata documentazione dell'adempimento dell'obbligo di istruzione dei componenti minorenni del nucleo medesimo e, in secondo luogo, la fattispecie della sospensione del beneficio, in caso di condanna definitiva per il delitto di inosservanza dell'obbligo di istruzione dei minori, fino alla ripresa della regolare frequenza scolastica del minore, documentata con certificazione rilasciata dal dirigente scolastico, ovvero, in mancanza di tale certificazione, per un periodo di due anni;

    l'Assegno di inclusione è una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata al possesso di requisiti di residenza, cittadinanza e soggiorno, alla prova dei mezzi sulla base dell'ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa;

    l'Assegno di inclusione è riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni: con disabilità; minorenne; con almeno 60 anni di età; in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione;

   considerato che l'Assegno di inclusione è la nuova misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all'esclusione sociale delle fasce deboli,

impegna il Governo

ad adottare le misure più idonee affinché il Ministero dell'istruzione e del merito possa intervenire, con propri ispettori, nei territori ove sia certificata una mancata o incompleta o irregolare fruizione dei servizi dell'istruzione da parte di ragazzi e giovani in età scolare, al fine di verificarne le cause e, in collaborazione con i servizi sociali dei comuni coinvolti, istituire presidi di supporto socio-educativo per intercettare le famiglie dei giovani coinvolti nonché per organizzare e gestire progetti e servizi educativi e riabilitativi all'interno del territorio di riferimento
9/1517/45. (Testo modificato nel corso della seduta)Marianna Ricciardi, Di Lauro, Sportiello, Quartini, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 13 del provvedimento all'esame detta disposizioni per il controllo parentale nei dispositivi di comunicazione elettronica;

    in particolare reca norme intese ad assicurare la possibilità di fruizione, gratuita, di applicazioni per il controllo parentale dei dispositivi di comunicazione elettronica; tale possibilità viene garantita mediante la previsione di obblighi, in via immediata a carico dei fornitori e, a regime, a carico dei produttori; per la violazione di tali obblighi sono comminate sanzioni amministrative pecuniarie;

    per le offerte di servizi di comunicazione elettronica dedicate ai minori di età viene confermata la disciplina già vigente, la quale prevede per il fornitore l'obbligo di preattivazione (anch'essa gratuita) di un'applicazione di controllo parentale (disapplicabile da parte di chi esercita la responsabilità genitoriale);

   considerato che:

    diversi studi e ricerche hanno comprovato che nel disagio giovanile e nel fenomeno del bullismo e delle prepotenze, che sfociano anche in episodi come quello di Caivano, vi sono spesso disturbi da uso di sostanze o da altro; sempre più frequenti e diffusi sono i disturbi legati all'uso distorto delle tecnologie (il «gaming», internet) o i casi di disturbi legati all'azzardo tra i minori,

impegna il Governo

a vietare la promozione e l'induzione dell'azzardo, in qualsiasi forma e modalità, nei confronti di minori di anni 18, vietando qualsiasi attività volta a sollecitare o indurre i minori all'azzardo e alle scommesse, ivi inclusa la pubblicità ingannevole presente su portali internet di carattere sportivo che richiamano al mondo delle scommesse e ai giochi di carte legati all'azzardo; l'offerta di bonus o promozioni per incoraggiare le persone a scommettere; la sponsorizzazione di eventi o attività per promuovere l'azzardo e le scommesse; la diffusione di informazioni false o fuorvianti sull'azzardo e le scommesse.
9/1517/46. Quartini, Marianna Ricciardi, Di Lauro, Sportiello, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino, Ciani.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 13 del provvedimento all'esame detta disposizioni per il controllo parentale nei dispositivi di comunicazione elettronica;

    in particolare reca norme intese ad assicurare la possibilità di fruizione, gratuita, di applicazioni per il controllo parentale dei dispositivi di comunicazione elettronica; tale possibilità viene garantita mediante la previsione di obblighi, in via immediata a carico dei fornitori e, a regime, a carico dei produttori; per la violazione di tali obblighi sono comminate sanzioni amministrative pecuniarie;

    per le offerte di servizi di comunicazione elettronica dedicate ai minori di età viene confermata la disciplina già vigente, la quale prevede per il fornitore l'obbligo di preattivazione (anch'essa gratuita) di un'applicazione di controllo parentale (disapplicabile da parte di chi esercita la responsabilità genitoriale);

   considerato che:

    diversi studi e ricerche hanno comprovato che nel disagio giovanile e nel fenomeno del bullismo e delle prepotenze, che sfociano anche in episodi come quello di Caivano, vi sono spesso disturbi da uso di sostanze o da altro; sempre più frequenti e diffusi sono i disturbi legati all'uso distorto delle tecnologie (il «gaming», internet) o i casi di disturbi legati all'azzardo tra i minori,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di vietare la promozione e l'induzione dell'azzardo, in qualsiasi forma e modalità, nei confronti di minori di anni 18, vietando qualsiasi attività volta a sollecitare o indurre i minori all'azzardo e alle scommesse, ivi inclusa la pubblicità ingannevole presente su portali internet di carattere sportivo che richiamano al mondo delle scommesse e ai giochi di carte legati all'azzardo; l'offerta di bonus o promozioni per incoraggiare le persone a scommettere; la sponsorizzazione di eventi o attività per promuovere l'azzardo e le scommesse; la diffusione di informazioni false o fuorvianti sull'azzardo e le scommesse.
9/1517/46. (Testo modificato nel corso della seduta)Quartini, Marianna Ricciardi, Di Lauro, Sportiello, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino, Ciani.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento all'esame detta disposizioni anche per ridurre i divari territoriali e contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono precoce, nonché prevenire processi di emarginazione sociale;

    intero provvedimento ha un'impostazione nel complesso repressiva e solo marginalmente preventiva e di supporto;

    è totalmente assente, nell'articolato in esame, un riferimento anche blando al benessere psicologico dei giovani e alla necessità di assicurare l'adeguato sostegno psicologico ai giovani e alle loro famiglie;

    l'articolo 1-quater del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante «Disposizioni in materia di potenziamento dell'assistenza a tutela della salute mentale e dell'assistenza psicologica e psicoterapica», ha introdotto alcune misure di contrasto al disagio psicologico, tra cui anche «un contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia fruibili presso specialisti privati regolarmente iscritti nell'elenco degli psicoterapeuti nell'ambito dell'albo degli psicologi»;

    tale norma è stata poi oggetto di modifica dalla legge di bilancio per il 2023 che all'articolo 1, comma 538, ha stanziato 5 milioni di euro per il 2023 e 8 dal 2024 per rifinanziare il bonus psicologo e il limite di contributo è passato da 600 euro a 1.500 euro;

    le risorse sono quindi sensibilmente ridotte se paragonate ai 25 milioni stanziati nel 2022, comunque appena sufficienti a coprire solo per il 10 per cento delle domande presentate;

    gli investimenti specifici sul benessere psicologico, da ultimo inclusi nella legge di bilancio 2023, tornano dunque ad essere gravemente insufficienti, nonostante l'inversione di tendenza degli anni 2021 e 2022 con lo stanziamento di 38 milioni di euro destinati per il disagio psicologico di bambini e adolescenti, per l'accesso a servizi psicologici delle fasce più deboli, per il potenziamento dei servizi territoriali e ospedalieri di neuropsichiatria infantile e adolescenziale e, infine, per il cosiddetto bonus psicologico e per il potenziamento della rete dei servizi pubblici;

    le predette risorse ancorché insufficienti, denotano peraltro una visione frammentata che occorre assolutamente superare attraverso una visione sistemica della salute mentale e attraverso interventi strutturali, per consentire alle regioni di contare su risorse messe a sistema;

    ad un anno dall'entrata in vigore della legge di bilancio non ci sono ancora indicazioni su come e quando si potrà fare domanda per il 2023 e il decreto attuativo per la definizione dei criteri e delle modalità per accedere al beneficio, così come avvenuto per il 2022, non è ancora stato adottato e non sono ancora conosciute le tempistiche;

   considerato altresì che:

    anche il noto personaggio Fedez negli scorsi giorni ha lanciato una petizione per difendere il bonus psicologo: «Chiediamo al Governo maggiori fondi per la salute mentale» ed in pochi giorni le sottoscrizioni alla petizione sono già salite a quasi 300 mila;

    nel testo della petizione si legge: «In Italia 2 milioni di adolescenti tra i 10 e i 20 anni soffrono di disturbi mentali. Un numero enorme pari al 20 per cento della Gen Z, cioè di tutti i nati tra il 1997 e il 2012. L'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) indica il suicidio come la seconda causa di morte nel mondo tra i teenager tra i 15 e i 25 anni. L'Istat ha certificato che nel 2021 il 6,2 per cento (l'anno prima erano il 3,2 per cento) dei ragazzi tra 14 e 19 anni, oltre 220 mila giovani, erano insoddisfatti della propria vita e vivevano una condizione di cattiva salute mentale. Negli ospedali e nei consultori ci sono 2,8 psicologi ogni 100 mila abitanti, ma secondo l'istituto superiore di sanità servirebbe 1 psicologo ogni 1.000 abitanti. L'Italia, destinando alla salute mentale poco più di 60 euro per cittadino – prosegue il testo – si colloca fra gli ultimi posti in Europa. Nel 2022 è stato previsto il “bonus psicologo”, un contributo economico per sostenere le spese relative alle sessioni di psicoterapia. Il totale stanziato era di 25 milioni di euro. Secondo il rapporto annuale 2023 dell'Inps, su circa 395 mila domande presentate per accedere al “bonus psicologo”, il 99 per cento rispondeva ai requisiti di ammissibilità. Solo il 10,5 per cento però è stato finanziato: circa 41.600 domande. Nel 2023 l'attuale Governo ha stanziato 5 milioni di euro per l'anno in corso e 8 milioni di euro per ogni anno dal 2024 in poi. Il bonus ha il merito di essere diventato strutturale, ma con un finanziamento drasticamente ridotto che non soddisfa tutte le richieste di aiuto. Inoltre, ciò che manca in questo momento è il decreto attuativo di questa misura che, se non varato nei prossimi 2 mesi, rischia di vanificare l'operazione facendo confluire i fondi previsti nel bilancio generale dello Stato»;

    dunque l'appello della petizione: «Chiediamo al Governo che vengano varati i decreti attuativi rispetto al bonus psicologo e che, in generale, ci sia un impegno a stanziare maggiori fondi per la salute mentale. È ora che il benessere psicologico di tutti, e dei nostri ragazzi in particolare, diventi una priorità per questo Paese»,

impegna il Governo:

   ad emanare senza ulteriori indugi il decreto attuativo per l'erogazione del cosiddetto bonus psicologico, per l'anno 2023, così da consentire, anche per l'anno in corso, di poter usufruire delle risorse utili per le sessioni di psicoterapia;

   a stanziare maggiori fondi per la salute mentale affinché il benessere psicologico di tutti, e dei nostri ragazzi in particolare, diventi una priorità per questo Paese.
9/1517/47. Di Lauro, Quartini, Marianna Ricciardi, Sportiello, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

impegna il Governo:

   ad emanare senza ulteriori indugi il decreto attuativo per l'erogazione del cosiddetto bonus psicologico, per l'anno 2023, così da consentire, anche per l'anno in corso, di poter usufruire delle risorse utili per le sessioni di psicoterapia;

   a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative per il benessere psicologico dei giovani.
9/1517/47. (Testo modificato nel corso della seduta)Di Lauro, Quartini, Marianna Ricciardi, Sportiello, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile, rafforzando le misure a tutela del rispetto dell'obbligo scolastico, soprattutto in specifiche aree del territorio nazionale, considerando il valore di incoraggiamento alla devianza che tale fenomeno comporta;

    nelle fasce in cui il disagio minorile è maggiore, è necessario che la rete dei servizi sociali, culturali e sportivi sia meglio conosciuta e facilmente raggiungibile dalle famiglie e che queste a loro volta possano essere tempestivamente raggiunte, in caso di necessità, da servizi in coordinamento tra loro;

    la dispersione scolastica è uno strumento in grado di misurare il grado di uguaglianza ed equità presente in una determinata società. I giovani lasciano la scuola o la frequentano in maniera irregolare, per mancanza di stimoli o per motivi socioeconomici, quali l'originario stato di povertà della famiglia, il territorio di provenienza, le differenze culturali e di genere, nonché le incertezze delle prospettive occupazionali. La dispersione scolastica comporta un costo per lo Stato in termini di misure di protezione sociale e criminalità, oltre ad una minore ricchezza nazionale poiché l'investimento realizzato dallo Stato nei confronti delle ragazze e dei ragazzi che poi non terminano gli studi si traduce in minore risorsa lavoro e, di conseguenza, minore sviluppo economico e crescita del sistema Paese;

    i provvedimenti normativi di questo governo sulla scuola non sembrano tener conto delle evidenti problematiche da affrontare;

    la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di Bilancio 2023), all'articolo 1, comma 557, ha introdotto – a decorrere dall'anno scolastico 2024/2025 – una nuova disciplina relativa al dimensionamento della rete scolastica e alla determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA);

    un dimensionamento così perseguito – attraverso la diminuzione di figure centrali quali quella del dirigente scolastico e del direttore dei servizi generali e amministrativi e per il tramite di numerosi «accorpamenti», basato su finalità restrittive e su un'economia di risparmio – rischia di essere fortemente divisivo e comporta inevitabilmente una sensibile riduzione delle istituzioni scolastiche, con gravi conseguenze sulla vita di studenti e studentesse;

    la scuola è un essenziale polo di aggregazione per la comunità nel quartiere di riferimento, rappresentando un luogo fisico in grado di favorire, a volte anche solo con la sua presenza, l'integrazione dei gruppi più deboli e la promozione dell'economia sociale,

impegna il Governo

allo scopo di restituire centralità alla scuola, migliorare la qualità dei processi formativi e combattere la dispersione scolastica, ad adottare iniziative volte a rivedere la normativa inerente il dimensionamento scolastico, in particolare al fine di abrogare la disciplina introdotta, particolarmente per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, nei contesti di disagio giovanile o caratterizzate dalla presenza di alunni con fragilità negli apprendimenti, nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia.
9/1517/48. Orrico, Caso, Amato, Cherchi, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile, rafforzando le misure a tutela del rispetto dell'obbligo scolastico, soprattutto in specifiche aree del territorio nazionale, considerando il valore di incoraggiamento alla devianza che tale fenomeno comporta;

    appare necessario, al fine di prevenire e contrastare la dispersione scolastica e per realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, promuovere reti di sussidiarietà e corresponsabilità socio-educativa e garantire il benessere educativo e psicologico della comunità scolastica, collaborare con i docenti, il personale ATA e i genitori nelle relazioni con gli studenti, potenziare le reti educative con enti locali, Terzo settore e tutte le realtà che agiscono negli ambiti educativi;

    appare dunque urgente che i comuni promuovano patti educativi con le istituzioni scolastiche ed educative del territorio, al fine di supportare e potenziare le comunità educanti mediante la predisposizione e l'attuazione di uno o più progetti volti, attraverso l'educatore socio-pedagogico e il pedagogista, a prevenire e recuperare i fenomeni di vulnerabilità sociale, povertà culturale ed educativa, a garantire il benessere degli alunni, ridurre l'abbandono scolastico precoce e la dispersione scolastica, nonché ad intervenire, attraverso lo psicologo, nelle situazioni di disagio psicologico e disturbo psico-emotivo,

impegna il Governo

a reperire le necessarie e adeguate risorse da destinare ai comuni per consentire un tempestivo ed efficace sostegno e sviluppo della comunità educante, al fine di prevenire e contrastare la dispersione scolastica e per realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva.
9/1517/49. Caso, Orrico, Amato, Cherchi, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame si pone l'obiettivo di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile, rafforzando le misure a tutela del rispetto dell'obbligo scolastico, soprattutto in specifiche aree del territorio nazionale, considerando il valore di incoraggiamento alla devianza che tale fenomeno comporta;

    nelle fasce in cui il disagio minorile è maggiore, è necessario che la rete dei servizi sociali, culturali e sportivi sia meglio conosciuta e facilmente raggiungibile dalle famiglie e che queste a loro volta possano essere tempestivamente raggiunte, in caso di necessità, da servizi in coordinamento tra loro;

    per arginare la dispersione scolastica è prioritariamente necessario intervenire sugli aspetti connessi alla formazione, fornendo agli studenti maggiori strumenti di consapevolezza di sé e del proprio ruolo nella società, quanto su quelli legati alle dinamiche sociali, coinvolgendo attivamente le famiglie nella strategia dell'inclusione. È necessario che le azioni di contrasto alla dispersione scolastica nelle aree del Paese che presentano maggiori criticità pongano particolare attenzione ai ragazzi che esprimono particolare fragilità o che sono contraddistinti da esigenze specifiche;

    la scuola è un essenziale polo di aggregazione per la comunità nel quartiere di riferimento, rappresentando un luogo fisico in grado di favorire, a volte anche solo con la sua presenza, l'integrazione dei gruppi più deboli e la promozione dell'economia sociale. Tale scopo può essere raggiunto, inoltre, attraverso l'importante contributo dei gruppi di associazioni, soggetti del terzo settore, di gruppi di volontariato già attivi sul territorio, nonché di altri soggetti pubblici e privati, che devono essere messi in condizione di dialogare tra loro per monitorare costantemente ed insieme l'efficacia delle azioni messe in campo,

impegna il Governo

allo scopo di arginare il fenomeno della dispersione scolastica, ad adottare iniziative per attuare un piano di informazione capillare delle attività sociali sul territorio e di potenziamento delle strutture scolastiche, con particolare riguardo agli istituti situati in territori che presentano problematiche socio-economiche e di criminalità rilevanti, prevedendo l'apertura pomeridiana delle scuole e l'adozione di intese e protocolli con enti del terzo settore capaci di offrire nei locali messi a disposizione dalle scuole attività extracurriculari quali laboratori teatrali, musicali, di scrittura creativa, discipline sportive.
9/1517/50. Amato, Caso, Cherchi, Orrico, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 8 del provvedimento in esame novella il decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448, prevedendo, nel caso di reati non gravi, la definizione anticipata del procedimento con sentenza di non luogo a procedere ed estinzione del reato nel caso di esito positivo di un percorso di reinserimento e rieducazione civica e sociale del minore;

    l'aumento del tasso di criminalità minorile è strettamente connesso alle condizioni di disagio e degrado che vivono i giovani in alcuni territori caratterizzati da scarsa coesione sociale, elevati tassi di dispersione e abbandono scolastico, carenza strutturale di infrastrutture sociali e materiali nonché dalla assenza di un'adeguata offerta in termini di attività in ambito educativo, scolastico, culturale e ricreativo;

    l'analisi di recenti casi in Campania dimostra come le politiche che si concentrano esclusivamente su interventi repressivi dei fenomeni criminali sono fallimentari se non vengono accompagnate da interventi strutturali sul territorio in termini di efficaci politiche sociali ed educative mirate alla coesione e all'inclusione sociale, coessenziali per la piena realizzazione del principio costituzionale che attribuisce alla pena una finalità rieducativa;

    le misure in materia di sicurezza e prevenzione della criminalità minorile non devono mai abdicare alla loro funzione educativa e rieducativa né tantomeno essere concepite in un'ottica esclusivamente punitiva, ma, al contrario, devono essere tempestive, coinvolgere la famiglia, attivare reti e sinergie socio-educative, riavvicinare i ragazzi alla comunità, con l'obiettivo di un loro pieno reinserimento sociale;

    le attività socio-culturali, come quelle ricadenti nell'ambito del teatro sociale, svolgono un ruolo fondamentale in tale percorso rieducativo, non solo del minore, ma anche dell'adulto e nello svolgimento della personalità in ambito educativo, culturale e ricreativo e, per questo motivo, dovrebbero essere ricomprese, in maniera esplicitata e a pieno titolo, tra le attività previste nel percorso di rieducazione del minore a beneficio della comunità di appartenenza,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di intervenire, nel primo provvedimento utile, al fine di ricomprendere, nell'ambito nel percorso di rieducazione del minore, anche le attività sociali e culturali nel novero delle altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per potenziare le attività in favore dei minori inseriti in percorsi di rieducazione ed allo stesso tempo apportare giovamento al tessuto sociale.
9/1517/51. Bruno, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di intervenire al fine di ricomprendere, nell'ambito del percorso di rieducazione del minore, anche le attività sociali e culturali da svolgersi congiuntamente e non alternativamente rispetto alle altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per potenziare le attività in favore dei minori inseriti in percorsi di rieducazione ed allo stesso tempo apportare giovamento al tessuto sociale.
9/1517/51. (Testo modificato nel corso della seduta)Bruno, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in titolo si pone l'obiettivo di prevedere interventi infrastrutturali per fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile nel comune di Caivano nonché di introdurre disposizioni per il contrasto alla criminalità minorile e all'elusione scolastica;

    l'articolo 1 assegna al Commissario straordinario, d'intesa con il comune di Caivano e con il Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri, il compito di predisporre e attuare un piano straordinario di interventi infrastrutturali o di riqualificazione funzionale al territorio del comune, prevedendo, laddove occorra, anche una semplificazione per le procedure di concessione di immobili pubblici per fini sociali, con particolare riferimento al sostegno a enti del Terzo settore operanti in ambito artistico e culturale, sociosanitario, sportivo, di contrasto alla povertà educativa e per l'integrazione;

    è necessario lo stanziamento di risorse mirate rivolte a quei territori, non solo nel Sud Italia, dove maggiormente si concentra la povertà materiale ed educativa, le cosiddette «periferie dei bambini»;

    si tratta di aree dove si registrano più bassi livelli di apprendimento degli studenti e più alti livelli di dispersione, dove è alta la percentuale di minori che vivono in famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale, dove la comunità educante si caratterizza per un'offerta educativa (formale e non formale) molto limitata;

    in queste aree è necessario investire più risorse per potenziare le offerte formative (scolastiche ed extra scolastiche), favorire la cooperazione tra scuole, supportare lo sviluppo dei Patti Educativi di Comunità;

    quasi 3 milioni e 800 mila bambini e adolescenti tra 0 e 19 anni in Italia vivono nelle 14 città metropolitane e in maggior parte nei quartieri svantaggiati e privi di spazi, stimoli e opportunità per crescere;

    su 114 municipi dei comuni principali, 33 presentano fattori di svantaggio più elevati. Nelle stesse zone, 240 istituzioni scolastiche a rischio «dimensionamento»,

impegna il Governo

ad introdurre, in occasione dell'adozione di un successivo provvedimento utile allo scopo, specifici interventi per garantire lo stanziamento di maggiori risorse volte a potenziare la comunità educante e favorire l'accesso ad attività culturali, sportive ed educative gratuite nelle aree dove maggiore è la concentrazione della povertà materiale ed educativa e minore l'offerta di servizi.
9/1517/52. L'Abbate, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    nel 2022 il Governo siglò con la regione Campania e l'Agenzia nazionale per l'attrazione e lo sviluppo d'impresa S.p.A. (Invitalia) il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) denominato «Dalla Terra dei Fuochi al Giardino d'Europa»;

    oggetto del CIS è l'attuazione del Programma generale degli interventi per lo sviluppo socioeconomico nei territori della regione Campania, con particolare riferimento al territorio della cosiddetta «Terra dei Fuochi»;

    tra i comuni dell'area figura anche il comune di Caivano (Napoli) – dove peraltro lo stesso CIS fu sottoscritto, con 52 sindaci del territorio;

    il CIS ha finanziato per il comune un impianto di video-sorveglianza per un importo totale di circa 1,160 milioni di euro – anche a seguito delle gravi minacce subite da don Maurizio Patriciello – rapportandosi ed interagendo direttamente con la Prefettura;

    sono stati previsti, inoltre, due interventi con obiettivi di rafforzamento ed inclusione sociale: il «Teatro Caivano Arte Ambito di intervento», con uno stanziamento di circa 1,119 milioni di euro e l'Urban Regeneration Factory («URF, Factory»), con risorse per 2,5 milioni di euro;

    tutti e tre gli interventi per il comune di Caivano risultano inclusi nella lista di circa 70 interventi con priorità «ALTA», per i quali le risorse totali ammontano a circa 200,6 milioni di euro;

    grazie alla norma – anch'essa introdotta dal precedente Governo – che ha finanziato i LEP, già a partire dal 2022 Caivano avrebbe potuto assumere 8 figure professionali di assistenti sociali;

    a quest'ultimo punto si ricollegano sia le ingenti risorse stanziate sino al 2027 (circa 5 milioni di euro) per i posti asilo 0-36 mesi che gli oltre centomila euro destinati alla definizione e al finanziamento del servizio di trasporto scolastico per alunni con disabilità;

    va da sé che nessuna di queste iniziative possa singolarmente risolvere il disagio sociale, culturale ed economico del «Parco Verde» di Caivano, ma se tutto questo venisse messo a sistema in un più ampio piano sulle periferie che non sia solo di ristrutturazione architettonica, ma che contestualmente alimenti esperienze positive di formazione ed integrazione di inserimento nel mondo del lavoro, si sarà indubbiamente fatto un concreto passo in avanti nella lotta al degrado sociale e culturale che, purtroppo, colpisce gravemente determinate zone del Paese, tra cui figura il comune di Caivano,

impegna il Governo

a procedere alla rapida attuazione dei progetti con alta priorità del CIS «Terra dei Fuochi» con particolare riguardo a quelli previsti nel comune di Caivano.
9/1517/53. Carfagna, D'Alessio.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Orientamenti del Governo in materia di politiche previdenziali – 3-00777

   ORLANDO, SCOTTO, GUERRA, FOSSI, GRIBAUDO, LAUS, SARRACINO, BRAGA, BONAFÈ, CASU, CIANI, DE LUCA, DE MARIA, FERRARI, FORNARO, GHIO, MORASSUT, TONI RICCIARDI e ROGGIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   anche quest'anno, come nella legge di bilancio per il 2023, nonostante le reiterate dichiarazioni di esponenti di Governo di superare la «legge Fornero», le misure in materia previdenziale contenute nel secondo disegno di legge di bilancio del Governo Meloni rappresentano, addirittura, un arretramento rispetto a quelle già deludenti inserite nella legge n. 197 del 2022;

   si riducono i già esigui margini di flessibilità del sistema pensionistico italiano, introducendo inoltre a giudizio degli interroganti forme di penalizzazione economica per i lavoratori che volessero avvalersene;

   da questo punto di vista, esemplari sono le misure che riguardano gli istituti di «opzione donna», «quota 103» e «ape sociale»;

   per «opzione donna», le già restrittive misure introdotte per il 2023 saranno ancor più limitate dall'innalzamento del requisito anagrafico che passa da 60 a 61 anni, riducendo ulteriormente la platea delle potenziali beneficiarie a solo 2.200 lavoratrici;

   anche la conferma della impropriamente detta «quota 103» viene fortemente scoraggiata dalla penalizzante applicazione del calcolo contributivo su tutti i periodi lavorativi, anche su quelli antecedenti il 1996, con una drastica riduzione dell'assegno pensionistico, oltre all'abbassamento da 5 a 4 volte il trattamento minimo, quale soglia per poter accedere alla misura. Con tali ulteriori vincoli, la platea di lavoratori e lavoratrici interessati dalla misura viene stimata in 17 mila, rispetto ai 48.000 del 2023;

   non sfugge a tali inasprimenti anche l'ape sociale, il cui requisito anagrafico viene fatto crescere, portandolo a 63 anni e cinque mesi, elemento che produrrà una riduzione della platea dei beneficiari dai 16.600 del 2023 ai 12.500 del 2024;

   come se non bastasse, si interviene retroattivamente sui rendimenti delle gestioni previdenziali per i lavoratori ex-Inpdap e uffici giudiziari, per le anzianità contributive inferiori ai 15 anni dei lavoratori che avevano maturato meno di 18 anni contributivi prima del 1996. Una misura che, in venti anni, produrrebbe risparmi pari a oltre 21 miliardi di euro e che ha determinato l'immediata reazione delle categorie interessate, in primis dei medici per i quali si stima un taglio della pensione fino al 25 per cento, con il conseguente rischio di esodi anticipati e il proliferare di possibili contenziosi;

   si tratta di un quadro che va nella direzione opposta rispetto alle promesse elettorali e che rappresenta una clamorosa smentita degli orientamenti che sembravano emergere dall'evidentemente inutile confronto con le parti sociali sul tema della previdenza –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere per rivedere strategicamente le misure in materia previdenziale per i prossimi anni.
(3-00777)


Iniziative di competenza volte a promuovere i necessari interventi di edilizia carceraria – 3-00778

   MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   la popolazione carceraria ha di recente sfiorato le sessantamila unità, ottomila in più rispetto ai posti attualmente disponibili presso le strutture carcerarie;

   secondo i dati del Ministero della giustizia aggiornati al 31 ottobre 2023, infatti, se all'inizio del 2023 i detenuti erano 54.966, ora sono a quota 59.715. Tenuto conto che la capienza delle carceri è di 51.275 posti, i detenuti in sovrannumero sono 8.440;

   il maggiore sovraffollamento è in Lombardia e Puglia: nella prima regione i detenuti sono 8.691 rispetto a 6.153 posti letto; nella seconda i detenuti sono 4.387 a fronte di una capienza pari a 2.912. I condannati definitivi sono 43.523, quelli giudicati da una sentenza di primo o secondo grado sono 6.402, mentre quelli in attesa di primo giudizio sono 9.468. I detenuti stranieri sono 18.803 e la maggior parte proviene dal Marocco (3.946), dalla Romania (2.055), dall'Albania (1.941), dalla Tunisia (1.922) e dalla Nigeria (1.184). Le donne in carcere sono 2.525. Le detenute madri con figli al seguito sono 22 e i figli 23;

   tali numeri rendono quanto mai necessari interventi infrastrutturali, attesi da anni, volti al potenziamento della sicurezza degli istituti e al miglioramento delle condizioni di vivibilità della popolazione carceraria, nonché all'adeguamento funzionale dei suddetti penitenziari;

   interventi di edilizia carceraria sono fondamentali, oltre che per le condizioni di vivibilità dei detenuti, anche per migliorare le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria e del personale delle strutture;

   il Ministro interrogato ha posto la questione tra gli obiettivi principali del suo dicastero e del Governo, annunciando un grande piano di edilizia carceraria volto a realizzare nuove strutture e a migliorare quelle esistenti –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di promuovere i necessari interventi di edilizia carceraria volti a realizzare nuove strutture penitenziarie e a migliorare quelle esistenti, a beneficio del personale della polizia penitenziaria, del personale che opera nelle strutture e degli stessi detenuti.
(3-00778)


Stato dell'arte delle opere di ammodernamento dell'autostrada A14 nella tratta compresa tra le regioni Abruzzo e Marche – 3-00779

   SOTTANELLI, PASTORELLA e BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'autostrada A14 Bologna-Taranto è una delle arterie più pericolose di tutta la rete autostradale italiana, con particolare riferimento alla tratta compresa tra Marche e Abruzzo; anche per questo, la tratta in questione vede ormai da più di dieci anni la presenza di gravi disagi alla circolazione causati da cantieri volti a consolidare le gallerie, sostituire le barriere di sicurezza dei viadotti e ammodernare la rete;

   i lavori, però, procedono a rilento, causando per interi chilometri chiusure di corsie e tratti con circolazione a doppio senso di marcia; in uno di questi, ad aprile 2023, a seguito di uno scontro tra un'automobile e un tir, hanno perso la vita un atleta paralimpico e i suoi figli;

   la necessità di un ammodernamento della tratta pare non essere prioritaria durante la stagione estiva, in cui i lavori sono stati sospesi durante i fine settimana con la motivazione di migliorare la percorribilità; terminata la sospensione estiva, si registrano nuovamente gravi rallentamenti dei flussi di traffico;

   tuttavia anche in altri periodi dell'anno i cantieri risultano deserti per lunghi periodi e non si conosce quale sia la tabella di marcia di completamento dei lavori, né quanti operai vengano impiegati;

   nonostante il tavolo sicurezza permanente A14 del 27 febbraio 2023 avesse come obiettivo quello di superare i disagi sulle tratte delle due regioni e assicurare l'esecuzione degli interventi secondo un'idonea pianificazione temporale, da allora non si sono registrati progressi;

   a ciò si aggiunge la mancanza della terza corsia e la necessità del potenziamento del tratto abruzzese della A14, ancora ferma al palo e, apparentemente, non nei programmi di Autostrade per l'Italia, come affermato pochi mesi fa dal presidente Marsilio;

   di tale situazione risentono non solo i collegamenti nazionali, ma anche lo sviluppo economico, sociale e turistico dell'intera regione, già fortemente penalizzata dall'assenza dell'alta velocità ferroviaria e dalla recente soppressione dei voli per Milano e Torino, con il concreto rischio di un ulteriore ridimensionamento dello scalo aereoportuale di Pescara –:

   quale sia lo stato dell'arte delle opere di ammodernamento dell'autostrada A14 nella tratta compresa tra le regioni Abruzzo e Marche, con particolare riferimento all'orizzonte temporale di fine lavori, alla garanzia di una circolazione stabile e sicura, all'adeguatezza delle risorse umane e di macchinari impiegati e alla valutazione in merito alla realizzazione della terza corsia.
(3-00779)


Iniziative per una riforma del processo penale che riduca i tempi di definizione del foro di competenza e di esercizio dell'azione penale – 3-00780

   LUPI, ROMANO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   al 2022 è stato stimato che la durata di un processo penale, dalla fase delle indagini preliminari fino alla sentenza della Corte di cassazione, si attesti intorno ai quattro anni e mezzo e che, in alcuni fori, soprattutto nel Mezzogiorno, arrivi anche a superare i sei anni;

   per tentare di porre rimedio al problema delle tempistiche processuali, il 30 dicembre 2022 è entrata in vigore la cosiddetta «riforma Cartabia» che si riprometteva di modificare in meglio il processo penale;

   tuttavia non sono state risolte alcune problematiche e complicanze, quali: l'allungamento dei tempi dell'obbligo di promuovere l'azione penale o l'archiviazione e il problema delle competenze territoriali;

   la riforma dell'articolo 406 del codice di procedura penale prevede che: «il pubblico ministero conclude le indagini preliminari entro il termine di un anno dalla data in cui il nome della persona alla quale è attribuito il reato è iscritto nel registro delle notizie di reato. Il termine è di sei mesi, se si procede per una contravvenzione, e di un anno e sei mesi, se si procede per taluno dei delitti indicati nell'articolo 407, comma 2», con ulteriore possibilità di proroga di altri sei mesi, come previsto dall'articolo 406;

   la competenza per territorio, riformata con l'articolo 4 del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, vede la possibilità del rinvio pregiudiziale alla Corte di cassazione per la decisione della competenza per territorio, che quando individuata potrebbe portare alla ripartenza delle indagini;

   con sentenza della sesta sezione penale della Corte di cassazione 5 ottobre 2023, n. 40715, la Corte specifica che, una volta adita per l'individuazione del tribunale competente per territorio, «in virtù dell'esercizio del suo potere cognitivo non è vincolata ad un criterio della domanda, ma una volta adita diviene giudice chiamato a definire tale competenza in relazione all'intero processo», confermando la possibilità dell'allungamento delle tempistiche;

   a parere degli interroganti un cittadino italiano rischia di subire un processo interminabile a causa di un utilizzo semplicistico delle proroghe dei tempi delle indagini prima e nelle lungaggini derivanti da eventuale incompetenza territoriale poi, rimanendo indagato e magari subendo già un processo mediatico;

   si ricorda la riforma della prescrizione, che sarà in aula nelle prossime settimane, e che si intendono garantire pene certe e processi in tempi rapidi ai cittadini, anche in risposta alle richieste dell'Unione europea –:

   se intenda adottare iniziative normative per procedere ad una riforma del processo penale che riduca le tempistiche dell'individuazione del foro di competenza e dell'obbligo di promuovere l'azione penale o l'archiviazione.
(3-00780)


Iniziative volte a individuare soluzioni alternative alla realizzazione della pista da bob a Cortina d'Ampezzo, in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 – 3-00782

   ZANELLA e BONELLI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   la legge 8 maggio 2020, n. 31, di conversione del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, ha definito il modello di governance dei Giochi olimpici Milano-Cortina 2026, affidando alla società Simico s.p.a., quale centrale di committenza e stazione appaltante, la progettazione e realizzazione delle opere connesse;

   tra i progetti di maggiore rilievo del piano degli interventi rientra l'intervento, denominato Cortina sliding centre, di riqualificazione della pista da bob «Eugenio Monti» di Cortina d'Ampezzo, individuata nel masterplan olimpico, quale «venue» di gara per lo svolgimento delle discipline del bob, del parabob, dello skeleton e dello slittino;

   la Simico s.p.a. il 28 giugno 2023 ha indetto una prima procedura aperta sopra soglia comunitaria per l'affidamento dei lavori relativi all'intervento andata deserta, cui è seguita una seconda procedura negoziata, conclusasi il 20 settembre 2023, anch'essa andata deserta;

   gli elevati costi economici per la realizzazione della pista, lievitati a 124.770.100 euro, cui si aggiungono gli alti impatti ambientali connessi, con l'abbattimento di oltre 500 larici secolari e il prelievo idrico di 3 mila metri cubi d'acqua per il funzionamento dell'impianto di refrigerazione, sono richiamati nelle premesse all'ordine del giorno 9/1373–A/49 approvato il 28 settembre 2023 dalla Camera dei deputati, con il quale si è impegnato il Governo a valutare soluzioni alternative alla realizzazione della pista da bob a Cortina;

   il Comitato internazionale olimpico (Cio), attraverso una corrispondenza con la regione Veneto, aveva fin dall'ottobre 2020 chiarito la propria posizione riguardo alla realizzazione di una nuova pista da bob a Cortina in riferimento ai dettami dell'Agenda 2020 sulla sostenibilità, suggerendo di non costruire nuove piste da bob, ma piuttosto di valutare il riutilizzo dell'esistente, anche ricorrendo a strutture esterne alla regione interessata;

   da quanto si apprende da organi di stampa anche sull'ipotesi di recupero dell'impianto di Cesana delle Olimpiadi di Torino 2006, sostenuta da esponenti del Governo, il Comitato internazionale olimpico avrebbe espresso netta contrarietà, ricordando che quell'impianto fu lasciato in stato di abbandono appena sei anni dopo lo svolgimento dell'evento, compromettendone irrimediabilmente il valore, con un pesante spreco di risorse pubbliche sul quale ancora pende un giudizio della Corte dei conti, che negli ultimi giorni ha aperto un fascicolo anche in merito alle risorse già spese per la pista di Cortina –:

   quale soluzione alternativa sia stata individuata dal Governo con riguardo alla pista da bob di Cortina coerentemente con le indicazioni più volte richiamate dal Comitato internazionale olimpico.
(3-00782)


Iniziative di competenza per lo svolgimento integrale delle gare delle prossime Olimpiadi invernali in Italia, con particolare riguardo all'utilizzo della pista di Cesana (Torino) – 3-00783

   NEVI, PELLA, DALLA CHIESA, MULÈ e TASSINARI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   le risorse stanziate ad oggi per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 ammontano a circa 3,6 miliardi di euro per la realizzazione di opere infrastrutturali, circa 900 milioni di euro sarebbero stati stanziati dal Comitato olimpico internazionale (Cio) per l'organizzazione sportiva, mentre altri 600 milioni di euro dovranno essere reperiti tramite sponsorizzazioni, per un totale di oltre 5 miliardi di euro;

   le XXV olimpiadi invernali sono state assegnate a Milano-Cortina nella 134° sessione del Comitato olimpico internazionale svolta a Losanna il 24 giugno 2019;

   a quattro anni dall'assegnazione dei giochi olimpici si apprende che la pista per lo svolgimento delle gare di bob, skeleton e slittino, che avrebbe dovuto essere realizzata a Cortina d'Ampezzo, non lo sarà;

   l'ipotesi alternativa per lo svolgimento delle gare, a quanto si apprende da fonti di stampa, potrebbe essere individuata in Saint Moritz, in Svizzera, con l'impegno ufficioso, sempre a quanto si apprende, di svolgere a Milano le gare di pattinaggio nelle successive Olimpiadi invernali 2030 nel caso in cui queste fossero assegnate proprio alla città elvetica;

   alla luce della gravità dell'ipotesi in cui parte delle gare delle Olimpiadi assegnate all'Italia si svolgessero in un altro Paese, sarebbe importante appurare se effettivamente vi siano stati accordi anche di natura informale tra autorità pubbliche o sportive italiane con quelle di altri Stati, in particolare con quelle nazionali elvetiche o con quelle della città di Saint Moritz;

   la regione Piemonte con il governatore Cirio ha lanciato la proposta di utilizzare la pista di Cesana, già utilizzata per le Olimpiadi di Torino 2006, fornendo garanzie sul rispetto delle tempistiche sui lavori di recupero dell'impianto e sulla sostenibilità ambientale e sotto il profilo del risparmio energetico dell'impianto tramite l'utilizzo di pannelli fotovoltaici, sistemi di raffreddamento privi di ammoniaca e altre tecnologie individuate in collaborazione con il Politecnico di Torino;

   sarebbe un grave danno per l'immagine dell'Italia e del suo movimento sportivo se lo svolgimento di una parte importante delle Olimpiadi si svolgesse in un altro Paese –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo al fine di far svolgere interamente le gare delle prossime Olimpiadi invernali in Italia, utilizzando la pista di Cesana quale sede delle gare di bob, skeleton e slittino, e se intenda accertare, per quanto di competenza, le motivazioni e le eventuali responsabilità che hanno condotto alla grave situazione descritta in premessa che rischia di danneggiare l'immagine dell'Italia.
(3-00783)


Elementi e iniziative di competenza in merito a taluni incarichi e assunzioni presso enti e società che operano in ambito sportivo, anche alla luce di recenti notizie di stampa – 3-00784

   RICCARDO RICCIARDI, CASO, FRANCESCO SILVESTRI, BALDINO, SANTILLO, AURIEMMA, CAPPELLETTI, FENU e ORRICO. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   il quotidiano la Repubblica del 3 novembre 2023 denuncia una commistione fra sport e politica italiana con l'assunzione di ben 2 figli di Ministri in Fgci;

   nell'articolo citato si legge che il comitato per l'organizzazione degli Europei del 2032, che sono stati assegnati a Italia e Turchia, non esiste ancora, manca ancora il responsabile, manca ancora la definizione della pianta organica, del programma e del budget, non è ancora sicuro che ci saranno gli stadi per ospitare le partite, ma «la Federcalcio ha già creato un ufficio, che risponde al dipartimento marketing dove lavora, da lunedì 23 ottobre, Filippo Tajani,» figlio del Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e segretario di Forza Italia, Antonio; poi, a Casa Italia, l'ufficio che si occupa delle attività del centro di Coverciano sede della nazionale, «ci lavora da più di un anno Marta Giorgetti, la poco più che ventenne figlia del Ministro dell'economia e delle finanze»;

   «davvero – si chiede la Repubblica – la Federcalcio non aveva altri da scegliere per quei posti che non fossero figli di politici? E soprattutto: era così necessario creare un ufficio organizzatore, con tanto di assunzioni a tempo determinato, per un evento che comincerà tra dieci anni? Perché tutta questa fretta?»;

   in tanti si chiedono a questo punto se il presidente della Fgci, Gravina, non sia ricorso a queste assunzioni per tentare di rivalutare la sua compromessa posizione per via dei pessimi risultati della nazionale e degli scandali;

   si legge ancora che Geronimo La Russa, primogenito del Presidente del Senato della Repubblica, è presidente dell'Automobile club di Milano, che di fatto significa essere influente sul circuito di Monza; inoltre, da notizie di stampa che risalgono a marzo 2023, nel comitato organizzatore delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina compariva il nome dell'altro figlio del Presidente del Senato della Repubblica, Lorenzo La Russa, e la sua ex segretaria, Lavinia Prono;

   e ancora, continua la Repubblica: Marco Mezzaroma, amico fraterno di Arianna Meloni, sorella di Giorgia, è stato chiamato a presiedere Sport e Salute;

   con tutta evidenza lo sport, dove girano miliardi di euro pubblici dispensati ogni anno, sembra essere diventato una sorta di collocamento per amici e parenti degli esponenti di Governo e delle più alte cariche istituzionali –:

   di quali elementi disponga circa le peculiarità curriculari che presentavano i soggetti assunti indicati in premessa, con particolare riferimento ai requisiti oggettivi e soggettivi e se, per quanto di competenza, non intenda evitare quella che appare agli interroganti un'opaca gestione assunzionale che coinvolge figli di Ministri della Repubblica in carica.
(3-00784)


Iniziative di competenza finalizzate ad avviare il percorso di realizzazione dell'agenda dei Giochi della gioventù – 3-00785

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, ROSCANI, AMORESE, MOLLICONE, PERISSA, CANGIANO, DI MAGGIO, MATTEONI e ZURZOLO. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   il 31 maggio 2023 è stato firmato il protocollo d'intesa tra i Ministri per lo sport e i giovani, dell'istruzione e del merito, della salute, dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dell'ambiente e della sicurezza energetica e per le disabilità, che ha sancito il ritorno dei Giochi della gioventù;

   il protocollo è volto alla «promozione della formazione sportiva quale parte integrante del percorso scolastico, a partire dalla scuola primaria, e riconoscimento dell'educazione motoria e la pratica sportiva quali valori fondamentali per l'espressione della personalità giovanile e quali componenti essenziali del curriculum formativo e scolastico», e si pone in linea con la recente approvazione della legge per l'inserimento dello sport nella Costituzione;

   nell'anno scolastico in corso ripartiranno, quindi, i Giochi della gioventù, l'evento sportivo attraverso il quale le scuole e gli studenti si cimentano in varie discipline sportive a livello locale, regionale e nazionale, nati nel 1969 per iniziativa del dirigente sportivo e avvocato Giulio Onesti, e che in Italia non si celebrano dal 2017;

   i Giochi della gioventù rappresentano una vera e propria istituzione e fanno parte a pieno titolo della tradizione scolastica italiana; coniugando al meglio il mondo dell'istruzione con quello dello sport, questa competizione veicola valori fondamentali nella vita e nella formazione di un giovane: impegno, dedizione, gioco di squadra, rispetto dell'avversario;

   in sinergia con i citati Ministeri è stata realizzata una nuova versione dei Giochi in grado di comprendere al suo interno, tra gli altri, i temi della scuola, dello sport, dell'alimentazione sana, del rispetto dell'ambiente e del valore dell'inclusione, nonché riconoscendo l'attività fisica e sportiva «come strumenti di coesione sociale e territoriale»;

   la realizzazione dei Giochi deve passare attraverso il potenziamento delle infrastrutture per la pratica sportiva nelle scuole, agendo su una maggiore disponibilità di palestre e impianti sportivi, grazie alla nuova realizzazione o alla messa in sicurezza di strutture già esistenti –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere finalizzate ad avviare il percorso di realizzazione dell'agenda dei Giochi della gioventù.
(3-00785)


Iniziative di competenza volte a limitare il ricorso alla decretazione d'urgenza – 3-00781

   MAGI. — Al Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 77 della Costituzione prevede che «in casi straordinari di necessità e d'urgenza» il Governo possa adottare atti aventi forza di legge che perdono efficacia sin dall'inizio se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione;

   l'articolo 15, terzo comma, della legge n. 400 del 1988, integrando i requisiti costituzionali, prevede che «i decreti devono contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo»;

   con la sentenza n. 22 del 2012 la Corte costituzionale ha sottolineato come l'eterogeneità di contenuti in un decreto-legge trasformi il testo «in una congerie di disposizioni assemblate soltanto da mera casualità temporale», mentre si dovrebbe considerare il testo come «un tutto unitario, un atto normativo fornito di intrinseca coerenza, anche se articolato e differenziato al suo interno»;

   il Presidente della Repubblica Mattarella è intervenuto con una nota nel 2021, ben prima dell'insediamento dell'attuale Esecutivo, auspicando un ricorso «più razionale e disciplinato alla decretazione d'urgenza (...) con l'intento di ovviare ai profili critici da tempo ampiamente evidenziati dalla Corte costituzionale nonché nelle stesse sedi parlamentari, oltre che in dottrina, e che hanno ormai assunto dimensioni e prodotto effetti difficilmente sostenibili», paventando anche l'eventuale ricorso al rinvio ex articolo 74 della Costituzione;

   dall'insediamento del Governo Meloni sono quarantacinque i decreti-legge adottati, dei quali cinque decaduti ed attualmente otto in fase di conversione, il che crea un ingorgo legislativo imponente e danneggia le stesse prerogative parlamentari, problematica già ampiamente denunciata dalla stessa Presidente Meloni durante la XVIII legislatura;

   con riferimento ai decreti-legge adottati, si sottolinea come alcuni di essi fossero un coacervo di tematiche che male si associano con quanto prescritto dalla legge e dalla giurisprudenza costituzionale: si prenda, ad esempio, il decreto-legge n. 105 del 2023 che interveniva su diverse materie, quali processo penale e civile, emergenza incendi, disciplina dell'8 per mille, personale magistratura e pubblica amministrazione;

   al corposo numero di decreti-legge adottati si assiste anche ad una compressione dei tempi concessi al Parlamento per poter esaminarli e convertirli, anche a causa della costante posizione della questione di fiducia volta ad accorciare i tempi anche quando il rischio di decadenza del decreto non sia imminente –:

   considerando quanto esposto in premessa e in virtù del lavoro di riforma costituzionale in corso, come intenda intervenire per limitare l'abuso della decretazione d'urgenza riportando l'istituto nell'alveo del dettato costituzionale.
(3-00781)


MOZIONI SEMENZATO, VIETRI, LOIZZO, CASASCO ED ALTRI N. 1-00132 (NUOVA FORMULAZIONE), FURFARO, QUARTINI, BONETTI, ZANELLA ED ALTRI N. 1-00163 (NUOVA FORMULAZIONE), FURFARO ED ALTRI N. 1-00163 E QUARTINI ED ALTRI N. 1-00170 CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE ALLA PREVENZIONE E ALLA CURA DEI DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL'ALIMENTAZIONE

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dna), più comunemente conosciuti come disturbi del comportamento alimentare (Dca), rappresentano un problema di sanità pubblica di crescente importanza per la loro progressiva diffusione, per l'esordio sempre più precoce tra i giovani e per l'eziologia multifattoriale complessa;

    2) sono disturbi psichiatrici caratterizzati da un rapporto patologico con il cibo e con il proprio corpo, che risultano invalidanti e compromettono notevolmente il funzionamento personale e sociale di un individuo e impattano sul suo sistema familiare e che possono portare alla compromissione della salute fisica e del funzionamento sociale e che possono comportare conseguenze anche mortali;

    3) in Italia si stima che i DNA coinvolgano circa quattro milioni di persone diagnosticate, di cui oltre il 90 per cento sono donne, oltre 2 milioni gli adolescenti. Negli ultimi decenni c'è stato un progressivo abbassamento dell'età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti le diagnosi in età preadolescenziale e nell'infanzia: il 59 per cento dei casi ha tra i 13 e 25 anni di età, il 6 per cento ha meno di 12 anni. Un esordio così precoce in un soggetto in piena fase di sviluppo psichico e corporeo può comportare un rischio maggiore di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale;

    4) il Manuale diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali – V edizione (DSM-5), suddivide i DNA in sei categorie, più due residue, alcune delle quali riconducibili anche a insufficienze mentali o a disturbi psicotici;

    5) le diagnosi più frequenti sono quelle legate all'anoressia nervosa presente nel 46 per cento dei casi, la bulimia nervosa nel 28 per cento e il disturbo da alimentazione incontrollata (Bed) nel 15 per cento; rispetto a quest'ultimo disturbo l'anoressia nervosa e la bulimia hanno un tasso di mortalità più elevato del 20 per cento;

    6) tali disturbi durante la pandemia sono vistosamente aumentati: dai dati raccolti emerge un incremento di nuovi casi del 30 per cento e una crescita del 50 per cento di richieste di prima visita per i Dna; in particolare le chiamate al numero SOS sono aumentate più del doppio rispetto all'anno scorso; nove persone al giorno in Italia muoiono a causa della mancanza di cure;

    7) i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA) sono patologie severe con rischio di gravi compromissioni cliniche e psichiatriche e sono altresì patologie di lunga durata che possono avere esiti diversi. Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, tali disturbi possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico e altro) e, nei casi gravi, portare alla morte;

    8) i percorsi terapeutici di tali disturbi danno oggi risultati molto confortanti ma la prognosi dipende da alcuni importanti fattori, come la tempestività della diagnosi e del trattamento, la continuità delle cure che non dovrebbero avere una durata inferiore ai due anni e un approccio multidisciplinare alla malattia;

    9) molte persone oggi non arrivano alle cure e, in questo caso, il rischio di un aggravamento della patologia o un esito infausto è molto alto. La prima ragione di questa difficoltà è legata al fatto che i Dna sono disturbi egosintonici. La seconda ragione discende dal fatto che non vi è continuità assistenziale sull'intero territorio nazionale e le strutture di cura sono diffuse in modo disomogeneo. Questo determina spesso un ritardo nella prognosi e soprattutto nell'intervento terapeutico. Un'altra ragione è la difficoltà del primo livello di intervento (medici di base e pediatri) a riconoscere e indirizzare i pazienti e le loro famiglie verso le strutture specializzate;

    10) i Dna sono disturbi insidiosi, in costante aumento e mutamento. Colpiscono ragazze sempre più giovani e quindi cambiano forma e modalità di espressione. Si manifestano sempre più frequentemente anche nei ragazzi e al centro delle proprie ossessioni c'è – per tutti – il corpo, un'eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell'immagine corporea. Molteplici sono le cause e i fattori di rischio: individuali, familiari, socioculturali. I fattori socioculturali sono i più dinamici e necessitano di una riflessione più approfondita, in quanto la diffusione di canoni estetici culturali che vengono presi come modello dalla società e soprattutto dai giovani è molto difficile da contrastare;

    11) la difficoltà di accettare sé stessi e il proprio fisico, influenzati spesso da modelli sociali che trasmettono immagini di bellezza quasi sempre legate alla magrezza e alla forma fisica, nonché altre ragioni legate alla alta richiesta di prestazioni nella scuola, nel lavoro, nello sport e in altre attività legate a performance figurative, unite all'essere potenziale bersaglio di comportamenti offensivi che denigrano il corpo, possono causare nel soggetto che li subisce stati depressivi e di ansia e sono spesso alla base dei disturbi del comportamento alimentare; dall'attività dei centri di prevenzione specializzati si è notato infatti che dietro all'esordio dei disturbi alimentari c'è spesso un'esperienza di body shaming;

    12) la ricerca indica che la maggior parte dei pazienti affetti da Dna non è propensa a chiedere aiuto e che uno degli aspetti più ardui del lavoro con tali pazienti consiste nel superare la loro scarsa disponibilità al trattamento. Fattori diversi incidono su questa riluttanza: non preoccupare le persone care, lo stigma sociale, atteggiamenti negativi associati alla richiesta d'aiuto e alla successiva attivazione di un percorso terapeutico, la scarsa conoscenza dei percorsi di cura, la mancanza di modalità efficaci di incoraggiamento; incidono, inoltre, anche metodi diagnostici arretrati che ancora permettono l'accesso alle cure solo ai pazienti che rientrano nei parametri del BMI (body mass index);

    13) nel 2018 è stato elaborato dal Ministero della salute un documento che delinea un vero e proprio «Percorso Lilla» specifico per i pazienti che soffrono di Dna e si presentano in pronto soccorso. Il documento offre indicazioni operative, per un approccio multidisciplinare, in considerazione dei bisogni e tenuto conto del fatto che l'accesso in pronto soccorso può rappresentare una preziosa occasione per intercettare un soggetto con Dna e per l'avvio di un percorso terapeutico specialistico integrato;

    14) nel trattamento dei pazienti affetti da Dna è fondamentale adottare un approccio multidisciplinare integrato e un lavoro «in rete» che coinvolga diverse figure professionali. È infatti previsto che le cure vengano erogate all'interno di un percorso che prevede livelli di cura successivi: ambulatoriale non specialistico, ambulatoriale specialistico, day-service/diurno/semiresidenziale, residenziale, ospedaliero;

    15) l'offerta assistenziale nazionale per il trattamento dei pazienti affetti da Dna presenta alcune criticità. Dall'attuale mappatura nazionale dei servizi emerge una disomogeneità nella distribuzione dei servizi sul territorio italiano, con una carenza in alcune regioni soprattutto dei livelli di cura intensivi e di emergenza. Solo in 9 regioni (Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Sicilia e Valle d'Aosta) vi è una rete completa nei suoi 5 livelli di assistenza, con la mancanza totale di servizi nella regione Molise. Appare quindi evidente la necessità di un adeguamento delle reti assistenziali dedicate ai Dna complete in tutti i livelli di assistenza e distribuite in maniera omogenea su tutto il territorio italiano, al fine di non inficiare la continuità assistenziale;

    16) nonostante le complicanze mediche dei disturbi dell'alimentazione possano interessare tutti gli organi e apparati, i Dna sono inseriti nei livelli essenziali di assistenza per il percorso che riguarda l'area psichiatrica/psicologica, comportando l'esclusione di varie prestazioni mediche che sarebbe necessario integrare per una completa prosecuzione del percorso diagnostico;

    17) per il sistema di cura sarebbe particolarmente importante disporre di dati attendibili di incidenza e prevalenza dei Dna, così come di evidenze sull'efficacia dei trattamenti e sull'appropriatezza dei percorsi di cura. Difatti, le stime di prevalenza e incidenza sono frequentemente limitate a realtà regionali e a tutt'oggi non è possibile ricostruire un quadro complessivo dell'organizzazione, delle prestazioni e degli esiti dei trattamenti, perché le fonti informative di solito forniscono dati parziali, prevalentemente ospedalieri, riferiti a frammenti del percorso assistenziale. Disporre di maggiori dati epidemiologici raccolti su ampi campioni relativi ai Dna nel nostro Paese permetterebbe di adeguare l'offerta assistenziale dedicata, migliorando anche l'impatto socio-economico che tali patologie hanno a breve e a lungo termine;

    18) è in questa complessità che si inscrive il lavoro del numero verde 800 180 969 «SOS Disturbi Alimentari» operativo dal novembre 2011. Si tratta di un servizio gratuito di counseling telefonico svolto da professionisti, che, nel rispetto dell'anonimato dell'utente, si propone come spazio di ascolto e orientamento per chi soffre di queste problematiche e per le persone a loro vicine. Tale strumento oltre a rendere più agevole l'accesso all'offerta sanitaria e fare da tramite tra la prima domanda di aiuto e i servizi specializzati, incoraggia la domanda di aiuto, riduce le aspettative negative legate ai percorsi terapeutici fornendo informazioni adeguate sugli stessi e offre all'utente la possibilità di dialogare con un operatore, nell'anonimato, nel momento in cui si sente più bisognoso o disponibile a farlo;

    19) il numero verde 800 180 969 «SOS Disturbi Alimentari» attivo dalle ore 9:00 alle 21:00 potrebbe essere potenziato con due ulteriori servizi volti a sostenere ulteriormente l'utente in un momento di solitudine e sconforto: nella fascia notturna mediante l'introduzione di un servizio di segreteria telefonica al quale l'utente può lasciare un messaggio e chiedere di essere richiamato, mentre nella fascia diurna tramite l'attivazione di messaggio di attesa nel caso in cui il numero verde sia occupato, in modo che il chiamante non senta il telefono squillare senza ricevere risposta;

    20) oltre ai soggetti direttamente colpiti dal disturbo del comportamento alimentare, non si può non tener conto del coinvolgimento delle loro famiglie che, ove non sorrette da una adeguata rete territoriale e in assenza di una corretta conoscenza del fenomeno, si trovano in completa solitudine ad affrontare una situazione che, proprio per la specificità della patologia, si presenta in tutto e per tutto più grande di loro e di difficile gestione e richiederebbe un supporto adeguato;

    21) i disturbi alimentari, che colpiscono soprattutto le fasce giovanili, possono coinvolgere profondamente le abilità di apprendimento, determinare una diminuzione della concentrazione e dell'attenzione e una difficoltà nell'ascoltare e nell'elaborare le informazioni. Chi soffre di Dna tende infatti a focalizzarsi sui dettagli, faticando a raccogliere informazioni in modo ampio e articolato, con esigenze didattiche particolari;

    22) per quanto numerosi studi in materia abbiano dimostrato che comprendere le cause dell'insorgenza dei disturbi alimentari non sia semplice, in quanto spesso sono molti i fattori che concorrono a determinare il disturbo, l'attività di prevenzione e di sensibilizzazione è fondamentale non solo per contrastare i fattori di rischio ma soprattutto per consolidare i fattori protettivi. Appare, pertanto, necessario informare e formare chi è a contatto con persone potenzialmente a rischio – operatori sanitari, genitori e, in generale, i soggetti adulti che entrano in contatto con gli adolescenti – affinché sappia riconoscere tempestivamente i segnali di un disturbo e si possa quindi intervenire precocemente sull'insorgenza, contrastare il suo evolversi o osteggiare eventuali ricadute. Ne consegue che la prevenzione, per essere efficace, deve muoversi contemporaneamente su più piani;

    23) i programmi di prevenzione che hanno ottenuto i migliori risultati sono quelli scolastici attuati in ragazzi di età maggiore di 15 anni, con incontri organizzati in piccoli gruppi, condotti da professionisti focalizzati sull'accettazione del proprio corpo, su una corretta alimentazione e attività fisica, nonché sulla capacità di sviluppare maggiore senso critico nei confronti dei messaggi provenienti dai media e dai social e di non provare vergogna a chiedere aiuto in caso di bisogno e di difficoltà;

    24) l'educazione alimentare, seppure non direttamente connessa con i Dna, se inserita come argomento trasversale nella programmazione scolastica al fine di promuovere una corretta educazione alimentare e abitudini alimentari volte a definire un sano rapporto con il cibo, può contribuire a sviluppare, nei giovani, la consapevolezza critica verso messaggi mediatici sbagliati che associano bellezza e magrezza, e li accompagnerebbe verso un equilibrato sviluppo e benessere psico-fisico. Mirati progetti nelle scuole e campagne di sensibilizzazione servirebbero a prevenire anche queste patologie sempre più diffuse oltre a contribuire a ridurre lo spreco alimentare, in un'ottica di circolarità da cui può beneficiare anche la sovranità alimentare nazionale. Inoltre, questo tipo di approfondimento scolastico potrebbe contribuire a promuovere una cultura alimentare positiva, in cui gli studenti imparano a conoscere il valore delle tradizioni culinarie locali e della gastronomia italiana, delle pratiche culturali ad esse legate e del ruolo imprescindibile che hanno assunto e assumono per lo sviluppo delle identità territoriali e dell'identità nazionale;

    25) lo sport aiuta il benessere psico-fisico e a prevenire le patologie, aumenta l'autostima e migliora l'aspetto fisico. Per i più giovani è anche un importante strumento educativo. Purtroppo non sempre svolge una funzione positiva come dovrebbe. Per gli atleti di alcune discipline c'è una forte pressione affinché si raggiunga un determinato peso, una dimensione corporea stereotipata o un determinato rapporto muscoli/grasso;

    26) non si può, inoltre, non considerare il ruolo che i social media possono ricoprire nella diffusione di messaggi errati rispetto al proprio corpo, alla propria autostima, considerato l'intenso uso delle immagini che viene fatto su queste piattaforme, che si accompagna con la ricerca di accettazione sociale e di corrispondenza ai canoni maggiormente esibiti e considerati socialmente accettati, tenendo conto del tempo che proprio gli adolescenti trascorrono connessi ogni giorno, in una fase della loro vita in cui sono più vulnerabili e in fase di definizione della loro personalità, e che i social ormai costituiscono uno strumento della realizzazione della loro vita sociale,

impegna il Governo:

1) ad adottare le opportune iniziative, anche normative, nel rispetto delle competenze regionali e nel rispetto dei vincoli di bilancio, per migliorare la precocità della presa in carico dei soggetti che presentano disturbi dell'alimentazione e per implementare l'offerta assistenziale al fine di adeguarla alla reale domanda di cura posta dalle persone che soffrono di Dna e dalle loro famiglie, garantendo una maggiore equità delle cure alle persone affette da tali gravi patologie in tutto il territorio nazionale;

2) considerata l'estrema eterogeneità delle espressioni sintomatiche dei disturbi alimentari che rende complessa l'identificazione, a promuovere, nel rispetto delle competenze regionali e nel rispetto dei vincoli di bilancio, la formazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale medico e infermieristico deputato alle emergenze al fine di facilitare una diagnosi precoce di questi disturbi, difficilmente riconoscibili;

3) considerata la difficoltà di individuazione dei disturbi del comportamento alimentare, a prevedere una specifica formazione in merito dei soggetti che svolgono professioni o mansioni che li mettono quotidianamente a stretto contatto con adolescenti, quali docenti, formatori, allenatori sportivi, educatori, nonché genitori, prevedendo in tal senso, nei percorsi di formazione universitaria per l'accesso al ruolo di docente, uno specifico approfondimento in materia di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

4) a riconoscere i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione quali malattie sociali di natura psichiatrica;

5) a dare attuazione a quanto previsto al comma 687 dell'articolo 1 della legge n. 234 del 2021, individuando una specifica area per i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dna), le cui prestazioni sono ancora inserite nell'area della salute mentale;

6) ad aggiornare e integrare l'elenco delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e i disturbi da alimentazione incontrollata (Bed);

7) a promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado programmi di formazione e prevenzione rivolti ad alunni e insegnanti e condotti da professionisti per promuovere l'autostima, un corretto stile alimentare, l'importanza di una sana attività fisica focalizzati sull'accettazione del proprio corpo;

8) a introdurre l'educazione alimentare nelle scuole attraverso l'inserimento trasversale della materia nella didattica ordinaria nei cicli di formazione primaria e secondaria, contribuendo attivamente al miglioramento della qualità della salute degli studenti, insegnando loro a fare corrette e sane scelte alimentari, riducendo in tal modo il rischio di malattie come obesità, anoressia, bulimia o diabete, prevedendo, a tal fine, uno specifico piano di formazione del personale docente;

9) ad adottare le opportune iniziative volte a informare le famiglie degli studenti circa la possibilità di chiedere, per il proprio figlio affetto da Dna, l'adozione di un piano didattico personalizzato (Pdp);

10) a promuovere lo sviluppo e la diffusione di app gratuite destinate alla divulgazione di informazioni concernenti la nutrizione e l'educazione a una sana e corretta alimentazione, anche legata a particolari condizioni;

11) ad avviare campagne di comunicazione istituzionale in tema di promozione di stili di vita salutari e focalizzate su una corretta alimentazione, attraverso il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale e i canali web e social istituzionali, allo scopo di prevenire le malattie legate all'alimentazione e promuovere il benessere psico-fisico;

12) ad avviare campagne di comunicazione volte alla promozione di stili di vita salutari e di una corretta alimentazione in occasione delle maggiori competizioni sportive agonistiche nazionali e internazionali;

13) a promuovere, in maniera diffusa e capillare, campagne di comunicazione istituzionale utilizzando tutti i canali, anche web e social, finalizzate a una maggiore diffusione della conoscenza del numero verde «SOS disturbi alimentari» 800 180 969;

14) a potenziare il servizio reso dal numero verde «SOS disturbi alimentari» 800 180 969 inserendo un servizio di segreteria telefonica attivo dalle ore 21:00 alle 9:00, anche prevedendo l'attivazione del messaggio di attesa nel caso in cui il numero verde sia occupato;

15) a prevedere corsi di formazione affinché il personale specializzato che opera nel servizio «SOS disturbi alimentari» possa offrire aiuto alle persone che vengono istigate a ricorrere a condotte idonee a provocare o rafforzare i disturbi del comportamento alimentare;

16) a promuovere, nel rispetto delle competenze regionali e nel rispetto dei vincoli di bilancio, le iniziative necessarie atte a introdurre modelli per il monitoraggio sistemico e strutturato a livello nazionale con studi di prevalenza, incidenza e mortalità riguardanti i Dna in Italia su ampi campioni, al fine di migliorare la qualità e la quantità dei dati che contribuiscono a inquadrare i Dna dal punto di vista epidemiologico;

17) tenuto conto delle difficoltà e del coinvolgimento delle loro famiglie che si trovano a prendersi cura di un soggetto con disturbi dell'alimentazione, ad adottare iniziative volte a prevedere il potenziamento delle strutture territoriali al fine di definire un'adeguata rete territoriale di supporto e di informazione.
(1-00132)(Nuova formulazione) «Semenzato, Vietri, Loizzo, Casasco, Lupi, Marchetto Aliprandi, Panizzut, Benigni, Bicchielli, Ciancitto, Lazzarini, Dalla Chiesa, Brambilla, Ciocchetti, Cappellacci, Cavo, Colosimo, Mulè, Cesa, La Porta, Patriarca, Alessandro Colucci, Lancellotta, Tassinari, Pisano, Maccari, Romano, Morgante, Tirelli, Roscani, Rosso, Schifone».


   La Camera,

   premesso che:

    1) i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dna), più comunemente conosciuti come disturbi del comportamento alimentare (Dca), rappresentano un problema di sanità pubblica di crescente importanza per la loro progressiva diffusione, per l'esordio sempre più precoce tra i giovani e per l'eziologia multifattoriale complessa;

    2) sono disturbi psichiatrici caratterizzati da un rapporto patologico con il cibo e con il proprio corpo, che risultano invalidanti e compromettono notevolmente il funzionamento personale e sociale di un individuo e impattano sul suo sistema familiare e che possono portare alla compromissione della salute fisica e del funzionamento sociale e che possono comportare conseguenze anche mortali;

    3) in Italia si stima che i DNA coinvolgano circa quattro milioni di persone diagnosticate, di cui oltre il 90 per cento sono donne, oltre 2 milioni gli adolescenti. Negli ultimi decenni c'è stato un progressivo abbassamento dell'età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti le diagnosi in età preadolescenziale e nell'infanzia: il 59 per cento dei casi ha tra i 13 e 25 anni di età, il 6 per cento ha meno di 12 anni. Un esordio così precoce in un soggetto in piena fase di sviluppo psichico e corporeo può comportare un rischio maggiore di danni permanenti secondari alla malnutrizione, soprattutto a carico dei tessuti che non hanno ancora raggiunto una piena maturazione, come le ossa e il sistema nervoso centrale;

    4) il Manuale diagnostico e statistico dei Disturbi Mentali – V edizione (DSM-5), suddivide i DNA in sei categorie, più due residue, alcune delle quali riconducibili anche a insufficienze mentali o a disturbi psicotici;

    5) le diagnosi più frequenti sono quelle legate all'anoressia nervosa presente nel 46 per cento dei casi, la bulimia nervosa nel 28 per cento e il disturbo da alimentazione incontrollata (Bed) nel 15 per cento; rispetto a quest'ultimo disturbo l'anoressia nervosa e la bulimia hanno un tasso di mortalità più elevato del 20 per cento;

    6) tali disturbi durante la pandemia sono vistosamente aumentati: dai dati raccolti emerge un incremento di nuovi casi del 30 per cento e una crescita del 50 per cento di richieste di prima visita per i Dna; in particolare le chiamate al numero SOS sono aumentate più del doppio rispetto all'anno scorso; nove persone al giorno in Italia muoiono a causa della mancanza di cure;

    7) i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA) sono patologie severe con rischio di gravi compromissioni cliniche e psichiatriche e sono altresì patologie di lunga durata che possono avere esiti diversi. Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, tali disturbi possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico e altro) e, nei casi gravi, portare alla morte;

    8) i percorsi terapeutici di tali disturbi danno oggi risultati molto confortanti ma la prognosi dipende da alcuni importanti fattori, come la tempestività della diagnosi e del trattamento, la continuità delle cure che non dovrebbero avere una durata inferiore ai due anni e un approccio multidisciplinare alla malattia;

    9) molte persone oggi non arrivano alle cure e, in questo caso, il rischio di un aggravamento della patologia o un esito infausto è molto alto. La prima ragione di questa difficoltà è legata al fatto che i Dna sono disturbi egosintonici. La seconda ragione discende dal fatto che non vi è continuità assistenziale sull'intero territorio nazionale e le strutture di cura sono diffuse in modo disomogeneo. Questo determina spesso un ritardo nella prognosi e soprattutto nell'intervento terapeutico. Un'altra ragione è la difficoltà del primo livello di intervento (medici di base e pediatri) a riconoscere e indirizzare i pazienti e le loro famiglie verso le strutture specializzate;

    10) i Dna sono disturbi insidiosi, in costante aumento e mutamento. Colpiscono ragazze sempre più giovani e quindi cambiano forma e modalità di espressione. Si manifestano sempre più frequentemente anche nei ragazzi e al centro delle proprie ossessioni c'è – per tutti – il corpo, un'eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell'immagine corporea. Molteplici sono le cause e i fattori di rischio: individuali, familiari, socioculturali. I fattori socioculturali sono i più dinamici e necessitano di una riflessione più approfondita, in quanto la diffusione di canoni estetici culturali che vengono presi come modello dalla società e soprattutto dai giovani è molto difficile da contrastare;

    11) la difficoltà di accettare sé stessi e il proprio fisico, influenzati spesso da modelli sociali che trasmettono immagini di bellezza quasi sempre legate alla magrezza e alla forma fisica, nonché altre ragioni legate alla alta richiesta di prestazioni nella scuola, nel lavoro, nello sport e in altre attività legate a performance figurative, unite all'essere potenziale bersaglio di comportamenti offensivi che denigrano il corpo, possono causare nel soggetto che li subisce stati depressivi e di ansia e sono spesso alla base dei disturbi del comportamento alimentare; dall'attività dei centri di prevenzione specializzati si è notato infatti che dietro all'esordio dei disturbi alimentari c'è spesso un'esperienza di body shaming;

    12) la ricerca indica che la maggior parte dei pazienti affetti da Dna non è propensa a chiedere aiuto e che uno degli aspetti più ardui del lavoro con tali pazienti consiste nel superare la loro scarsa disponibilità al trattamento. Fattori diversi incidono su questa riluttanza: non preoccupare le persone care, lo stigma sociale, atteggiamenti negativi associati alla richiesta d'aiuto e alla successiva attivazione di un percorso terapeutico, la scarsa conoscenza dei percorsi di cura, la mancanza di modalità efficaci di incoraggiamento; incidono, inoltre, anche metodi diagnostici arretrati che ancora permettono l'accesso alle cure solo ai pazienti che rientrano nei parametri del BMI (body mass index);

    13) nel 2018 è stato elaborato dal Ministero della salute un documento che delinea un vero e proprio «Percorso Lilla» specifico per i pazienti che soffrono di Dna e si presentano in pronto soccorso. Il documento offre indicazioni operative, per un approccio multidisciplinare, in considerazione dei bisogni e tenuto conto del fatto che l'accesso in pronto soccorso può rappresentare una preziosa occasione per intercettare un soggetto con Dna e per l'avvio di un percorso terapeutico specialistico integrato;

    14) nel trattamento dei pazienti affetti da Dna è fondamentale adottare un approccio multidisciplinare integrato e un lavoro «in rete» che coinvolga diverse figure professionali. È infatti previsto che le cure vengano erogate all'interno di un percorso che prevede livelli di cura successivi: ambulatoriale non specialistico, ambulatoriale specialistico, day-service/diurno/semiresidenziale, residenziale, ospedaliero;

    15) l'offerta assistenziale nazionale per il trattamento dei pazienti affetti da Dna presenta alcune criticità. Dall'attuale mappatura nazionale dei servizi emerge una disomogeneità nella distribuzione dei servizi sul territorio italiano, con una carenza di alcune regioni soprattutto nei livelli di cura intensivi e di emergenza. Si contano oggi 132 centri di cura, 115 strutture pubbliche e 17 strutture del privato accreditato; rispetto alla distribuzione regionale, 67 sono collocate al Nord, 25 al Centro Italia e 40 al Sud e nelle Isole. È in corso il censimento delle associazioni;

    16) nonostante le complicanze mediche dei disturbi dell'alimentazione possano interessare tutti gli organi e apparati, i Dna sono inseriti nei livelli essenziali di assistenza per il percorso che riguarda l'area psichiatrica/psicologica, comportando l'esclusione di varie prestazioni mediche che sarebbe necessario integrare per una completa prosecuzione del percorso diagnostico;

    17) per il sistema di cura sarebbe particolarmente importante disporre di dati attendibili di incidenza e prevalenza dei Dna, così come di evidenze sull'efficacia dei trattamenti e sull'appropriatezza dei percorsi di cura. Difatti, le stime di prevalenza e incidenza sono frequentemente limitate a realtà regionali e a tutt'oggi non è possibile ricostruire un quadro complessivo dell'organizzazione, delle prestazioni e degli esiti dei trattamenti, perché le fonti informative di solito forniscono dati parziali, prevalentemente ospedalieri, riferiti a frammenti del percorso assistenziale. Disporre di maggiori dati epidemiologici raccolti su ampi campioni relativi ai Dna nel nostro Paese permetterebbe di adeguare l'offerta assistenziale dedicata, migliorando anche l'impatto socio-economico che tali patologie hanno a breve e a lungo termine;

    18) è in questa complessità che si inscrive il lavoro del numero verde 800 180 969 «SOS Disturbi Alimentari» operativo dal novembre 2011. Si tratta di un servizio gratuito di counseling telefonico svolto da professionisti, che, nel rispetto dell'anonimato dell'utente, si propone come spazio di ascolto e orientamento per chi soffre di queste problematiche e per le persone a loro vicine. Tale strumento oltre a rendere più agevole l'accesso all'offerta sanitaria e fare da tramite tra la prima domanda di aiuto e i servizi specializzati, incoraggia la domanda di aiuto, riduce le aspettative negative legate ai percorsi terapeutici fornendo informazioni adeguate sugli stessi e offre all'utente la possibilità di dialogare con un operatore, nell'anonimato, nel momento in cui si sente più bisognoso o disponibile a farlo;

    19) il numero verde 800 180 969 «SOS Disturbi Alimentari» attivo dalle ore 9:00 alle 21:00 potrebbe essere potenziato con due ulteriori servizi volti a sostenere ulteriormente l'utente in un momento di solitudine e sconforto: nella fascia notturna mediante l'introduzione di un servizio di segreteria telefonica al quale l'utente può lasciare un messaggio e chiedere di essere richiamato, mentre nella fascia diurna tramite l'attivazione di messaggio di attesa nel caso in cui il numero verde sia occupato, in modo che il chiamante non senta il telefono squillare senza ricevere risposta;

    20) oltre ai soggetti direttamente colpiti dal disturbo del comportamento alimentare, non si può non tener conto del coinvolgimento delle loro famiglie che, ove non sorrette da una adeguata rete territoriale e in assenza di una corretta conoscenza del fenomeno, si trovano in completa solitudine ad affrontare una situazione che, proprio per la specificità della patologia, si presenta in tutto e per tutto più grande di loro e di difficile gestione e richiederebbe un supporto adeguato;

    21) i disturbi alimentari, che colpiscono soprattutto le fasce giovanili, possono coinvolgere profondamente le abilità di apprendimento, determinare una diminuzione della concentrazione e dell'attenzione e una difficoltà nell'ascoltare e nell'elaborare le informazioni. Chi soffre di Dna tende infatti a focalizzarsi sui dettagli, faticando a raccogliere informazioni in modo ampio e articolato, con esigenze didattiche particolari;

    22) per quanto numerosi studi in materia abbiano dimostrato che comprendere le cause dell'insorgenza dei disturbi alimentari non sia semplice, in quanto spesso sono molti i fattori che concorrono a determinare il disturbo, l'attività di prevenzione e di sensibilizzazione è fondamentale non solo per contrastare i fattori di rischio ma soprattutto per consolidare i fattori protettivi. Appare, pertanto, necessario informare e formare chi è a contatto con persone potenzialmente a rischio – operatori sanitari, genitori e, in generale, i soggetti adulti che entrano in contatto con gli adolescenti – affinché sappia riconoscere tempestivamente i segnali di un disturbo e si possa quindi intervenire precocemente sull'insorgenza, contrastare il suo evolversi o osteggiare eventuali ricadute. Ne consegue che la prevenzione, per essere efficace, deve muoversi contemporaneamente su più piani;

    23) i programmi di prevenzione che hanno ottenuto i migliori risultati sono quelli scolastici attuati in ragazzi di età maggiore di 15 anni, con incontri organizzati in piccoli gruppi, condotti da professionisti focalizzati sull'accettazione del proprio corpo, su una corretta alimentazione e attività fisica, nonché sulla capacità di sviluppare maggiore senso critico nei confronti dei messaggi provenienti dai media e dai social e di non provare vergogna a chiedere aiuto in caso di bisogno e di difficoltà;

    24) l'educazione alimentare, seppure non direttamente connessa con i Dna, se inserita come argomento trasversale nella programmazione scolastica al fine di promuovere una corretta educazione alimentare e abitudini alimentari volte a definire un sano rapporto con il cibo, può contribuire a sviluppare, nei giovani, la consapevolezza critica verso messaggi mediatici sbagliati che associano bellezza e magrezza, e li accompagnerebbe verso un equilibrato sviluppo e benessere psico-fisico. Mirati progetti nelle scuole e campagne di sensibilizzazione servirebbero a prevenire anche queste patologie sempre più diffuse oltre a contribuire a ridurre lo spreco alimentare, in un'ottica di circolarità da cui può beneficiare anche la sovranità alimentare nazionale. Inoltre, questo tipo di approfondimento scolastico potrebbe contribuire a promuovere una cultura alimentare positiva, in cui gli studenti imparano a conoscere il valore delle tradizioni culinarie locali e della gastronomia italiana, delle pratiche culturali ad esse legate e del ruolo imprescindibile che hanno assunto e assumono per lo sviluppo delle identità territoriali e dell'identità nazionale;

    25) lo sport aiuta il benessere psico-fisico e a prevenire le patologie, aumenta l'autostima e migliora l'aspetto fisico. Per i più giovani è anche un importante strumento educativo. Purtroppo non sempre svolge una funzione positiva come dovrebbe. Per gli atleti di alcune discipline c'è una forte pressione affinché si raggiunga un determinato peso, una dimensione corporea stereotipata o un determinato rapporto muscoli/grasso;

    26) non si può, inoltre, non considerare il ruolo che i social media possono ricoprire nella diffusione di messaggi errati rispetto al proprio corpo, alla propria autostima, considerato l'intenso uso delle immagini che viene fatto su queste piattaforme, che si accompagna con la ricerca di accettazione sociale e di corrispondenza ai canoni maggiormente esibiti e considerati socialmente accettati, tenendo conto del tempo che proprio gli adolescenti trascorrono connessi ogni giorno, in una fase della loro vita in cui sono più vulnerabili e in fase di definizione della loro personalità, e che i social ormai costituiscono uno strumento della realizzazione della loro vita sociale,

impegna il Governo:

1) ad adottare le opportune iniziative, anche normative, nel rispetto delle competenze regionali e nel rispetto dei vincoli di bilancio, per migliorare la precocità della presa in carico dei soggetti che presentano disturbi dell'alimentazione e per implementare l'offerta assistenziale al fine di adeguarla alla reale domanda di cura posta dalle persone che soffrono di Dna e dalle loro famiglie, garantendo una maggiore equità delle cure alle persone affette da tali gravi patologie in tutto il territorio nazionale;

2) considerata l'estrema eterogeneità delle espressioni sintomatiche dei disturbi alimentari che rende complessa l'identificazione, a promuovere, nel rispetto delle competenze regionali e nel rispetto dei vincoli di bilancio, la formazione dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e del personale medico e infermieristico deputato alle emergenze al fine di facilitare una diagnosi precoce di questi disturbi, difficilmente riconoscibili;

3) considerata la difficoltà di individuazione dei disturbi del comportamento alimentare, a valutare l'opportunità di prevedere, nei limiti dei vincoli di bilancio, una specifica formazione in merito dei soggetti che svolgono professioni o mansioni che li mettono quotidianamente a stretto contatto con adolescenti, quali docenti, formatori, allenatori sportivi, educatori, nonché genitori, prevedendo in tal senso, nei percorsi di formazione universitaria per l'accesso al ruolo di docente, uno specifico approfondimento in materia di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

4) ad aggiornare e integrare l'elenco delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza per l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e i disturbi da alimentazione incontrollata (Bed);

5) a valutare l'opportunità di potenziare, nelle scuole dell'infanzia e del primo e secondo ciclo di istruzione, iniziative di carattere informativo, educativo e didattico rivolte agli alunni, studenti, insegnanti e famiglie al fine di favorire e sostenere l'autostima e l'assertività, l'autoregolazione delle emozioni e di promuovere un sano e sostenibile stile alimentare, nonché l'importanza dell'attività fisica;

6) a valutare l'educazione alimentare nelle scuole nell'ambito dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica come educazione alla salute e al benessere, contribuendo attivamente al miglioramento della qualità della salute degli studenti, insegnando loro a fare corrette e sane scelte alimentari, riducendo in tal modo il rischio di malattie come obesità, anoressia, bulimia o diabete prevedendo, a tal fine, la possibilità di specifiche iniziative formative sul tema per il personale docente;

7) a valutare l'opportunità di iniziative volte a informare le famiglie degli studenti affetti dai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione della possibilità di chiedere, per il proprio figlio, l'adozione di un piano didattico personalizzato;

8) a valutare l'opportunità di promuovere lo sviluppo e la diffusione di app gratuite destinate alla divulgazione di informazioni concernenti la nutrizione e l'educazione a una sana e corretta alimentazione, anche legata a particolari condizioni, compatibilmente con le risorse disponibili;

9) ad avviare campagne di comunicazione istituzionale in tema di promozione di stili di vita salutari e focalizzate su una corretta alimentazione, attraverso il servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale e i canali web e social istituzionali, allo scopo di prevenire le malattie legate all'alimentazione e promuovere il benessere psico-fisico;

10) ad avviare campagne di comunicazione volte alla promozione di stili di vita salutari e di una corretta alimentazione in occasione delle maggiori competizioni sportive agonistiche nazionali e internazionali;

11) a promuovere, in maniera diffusa e capillare, campagne di comunicazione istituzionale utilizzando tutti i canali, anche web e social, finalizzate a una maggiore diffusione della conoscenza del numero verde «SOS disturbi alimentari» 800 180 969;

12) a valutare l'opportunità di potenziare il servizio reso dal numero verde «SOS disturbi alimentari» 800 180 969 inserendo un servizio di segreteria telefonica attivo dalle ore 21:00 alle 9:00, anche prevedendo l'attivazione del messaggio di attesa nel caso in cui il numero verde sia occupato;

13) a valutare l'opportunità di prevedere corsi di formazione affinché il personale specializzato che opera nel servizio «SOS disturbi alimentari» possa offrire aiuto alle persone che vengono istigate a ricorrere a condotte idonee a provocare o rafforzare i disturbi del comportamento alimentare;

14) a promuovere, nel rispetto delle competenze regionali e nel rispetto dei vincoli di bilancio, le iniziative necessarie atte a introdurre modelli per il monitoraggio sistemico e strutturato a livello nazionale con studi di prevalenza, incidenza e mortalità riguardanti i Dna in Italia su ampi campioni, al fine di migliorare la qualità e la quantità dei dati che contribuiscono a inquadrare i Dna dal punto di vista epidemiologico;

15) tenuto conto delle difficoltà e del coinvolgimento delle loro famiglie che si trovano a prendersi cura di un soggetto con disturbi dell'alimentazione, ad adottare iniziative volte a prevedere il potenziamento delle strutture territoriali al fine di definire un'adeguata rete territoriale di supporto e di informazione.
(1-00132)(Nuova formulazione - Testo modificato nel corso della seduta) «Semenzato, Vietri, Loizzo, Casasco, Lupi, Marchetto Aliprandi, Panizzut, Benigni, Bicchielli, Ciancitto, Lazzarini, Dalla Chiesa, Brambilla, Ciocchetti, Cappellacci, Cavo, Colosimo, Mulè, Cesa, La Porta, Patriarca, Alessandro Colucci, Lancellotta, Tassinari, Pisano, Maccari, Romano, Morgante, Tirelli, Roscani, Rosso, Schifone».


   La Camera,

   premesso che:

    1) il 15 marzo 2023 si è svolta la Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare, ovvero la Giornata del fiocchetto lilla, che focalizza l'attenzione (e vuole sensibilizzare) sulle disfunzioni dell'alimentazione oggi associate, anche, alla recente pandemia;

    2) in Italia, tale giornata è stata deliberata ufficialmente nel 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, per favorire e promuovere l'attenzione degli italiani su patologie alimentari che «usano» il corpo come mezzo per comunicare un disagio profondo che, spesso, passa attraverso meccanismi psico-biologici che conducono alla malattia;

    3) in realtà, sempre in Italia, la Giornata è stata promossa per la prima volta nel 2012, dall'Associazione «Mi Nutro di Vita» per volontà di un padre, Stefano Tavilla, in onore e ricordo della figlia Giulia, affetta da Bulimia Nervosa, morta a soli 17 anni il 15 marzo 2011 mentre era in «lista di attesa» per essere curata in un centro fuori dalla sua regione di appartenenza;

    4) i disturbi del comportamento alimentare o e dell'alimentazione e della nutrizione sono un gigantesco contenitore al cui interno si collocano manifestazioni e patologie differenti tutte quante accomunate da una grande sofferenza psicofisica e da un rapporto conflittuale e faticoso con il cibo, che è ovviamente la spia di dinamiche psicologiche estremamente complesse;

    5) se non trattati in tempo e con metodi adeguati, i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte;

    6) attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica, visto che per l'anoressia e per la bulimia, negli ultimi decenni, c'è stato un progressivo abbassamento dell'età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale e nell'infanzia;

    7) secondo i dati dalla survey nazionale del Ministero della salute 2019-2023, che incrocia fonti diverse, Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), accessi ai centri specializzati e alla specialistica ambulatoriale, al pronto soccorso e le esenzioni, sono oltre 3 milioni le persone in Italia in cura per anoressia, bulimia e binge eating;

    8) in particolare, nel 2019 i casi di disturbi alimentari (anoressia, bulimia e binge eating) intercettati sono stati 680.569, balzati a 879.560 nel 2020, a 1.230.468 nel 2021 e a 1.450.567 nel 2022;

    9) anche i dati Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte) sono purtroppo molto alti, il dato Rencam del 2022 rileva complessivamente 3.158 decessi con diagnosi correlate ai Disturbi della Alimentazione e della nutrizione, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura e con una età media di 35 anni, che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni;

    10) si tratta di dati sottostimati e incompleti visto che molte persone oggi non arrivano alla presa in carico e alle cure necessarie a causa di una grave carenza di strutture presenti sul territorio nazionale;

    11) si tratta di un'«epidemia nascosta» che si fronteggia con una rete di cura del Servizio sanitario nazionale che retrocede, a fronte del galoppante aumento dei casi. Dopo la pandemia 38 strutture specializzate non sono state mai riaperte. Nel 2019 erano 164, nella rilevazione dell'istituto superiore di Sanità del 2022 sono 126 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui molte erogano un servizio «parziale». Di queste, 63 centri sono al Nord (20 in Emilia-Romagna), 23 al Centro Italia e 40 tra Sud e Isole. Tra le 126 strutture 112 sono pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 14 appartenenti al settore del privato accreditato e comunque solo il 48 per cento del totale dei centri ha dichiarato di prendere in carico i minori fino a 14 anni; mentre la fascia pediatrica della popolazione, in costante aumento di casi vede solo pochissimi reparti dedicati in tutta Italia. Questa mancanza di presa in carico immediata genera casi gravi già dalla preadolescenza;

    12) secondo il numero verde nazionale «Sos Disturbi Alimentari» nei suoi 12 anni di attività le richieste di aiuto sono aumentate prima progressivamente e poi nell'ultimo anno vertiginosamente. Sono oltre 3 milioni i pazienti in cura (3.678.362 per l'esattezza, di cui 1,4 milioni di nuovi casi solo nel 2022). La metà soffre di anoressia, il 20,2 per cento di obesità, il 19,9 per cento di bulimia nervosa e l'1,9 per cento di Arfid, il disturbo evitante-restrittivo dell'assunzione di cibo, l'ultimo inserito nelle tabelle sanitarie, dieci anni fa;

    13) sempre al numero verde, tra gennaio e maggio di quest'anno, sono già arrivati 817 Sos: più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2022. Negli anni, è stato accertato che sono in maggioranza le donne (87 per cento) a utilizzarlo. Il 51 per cento delle persone che si rivolge al servizio di counseling gratuito e anonimo della Presidenza del Consiglio, in precedenza, non aveva mai chiesto aiuto. Per molti è il primo difficile passo, l'unico sollievo dalla solitudine della propria condizione di sofferenza. Il 47 per cento delle chiamate arriva da parte dei genitori, il 44 per cento dagli interessati. Nel 9 per cento dei casi sono amici e partner a cercare conforto e a richiedere il primo accesso virtuale all'offerta di cura;

    14) la scarsa presenza di centri specializzati e la loro non omogenea collocazione sul territorio nazionale non permette una reale, adeguata e tempestiva presa in carico di questi giovani e delle loro famiglie;

    15) la mancanza di strutture adeguate fa sì che molto spesso le famiglie vengano lasciate sole ad affrontare le prime fasi di questo drammi, innescando di fatto un peregrinare in cerca di luoghi di cura per l'Italia e solo successivamente, quando la situazione il più delle volte è ormai compromessa si arriva ad una presa in carico della persona e del suo nucleo familiare;

    16) attualmente i posti letti a disposizione per gli eventuali ricoveri sono nel complesso in Italia, tenendo conto degli ospedali, delle comunità e dei centri diurni, solo circa 900 e di questi l'85 per cento è collocato al Nord Italia e, di certo, non può rispondere ai bisogni di cura di circa tre milioni e mezzo di italiani affetti da anoressia, bulimia e dipendenze da cibo;

    17) si tratta di un numero infinitesimale rispetto ai reali bisogni effettivi e, molte volte, vista la giovane età delle persone coinvolte e in relazione alla gravità del quadro clinico si ricorre al ricovero presso i reparti di pediatria e medicina generale e purtroppo ormai sempre più spesso ai reparti di psichiatria;

    18) la metà delle regioni non ha una rete completa di assistenza, che dovrebbe prevedere quattro livelli: ambulatori specializzati nei disturbi alimentari, che assorbono il 60 per cento della richiesta, servizi semiresidenziali (centri diurni dove le persone possono fare i propri pasti), servizi residenziali extraospedalieri h24 che dovrebbero garantire una presa in carico della persona dai 3 ai 5 mesi, e infine i servizi ospedalieri che prevedono il ricovero salvavita per chi rifiuta le cure, e la nutrizione artificiale;

    19) nel 2018 il Ministero della salute, su forte sollecitazione delle associazioni dei familiari e degli operatori sanitari, che necessitano di strumenti pratici in una tematica in cui ancora oggi, purtroppo, esiste una estrema disomogeneità di cura e trattamento sull'intero territorio nazionale, ha elaborato un documento inerente l'istituzione di un vero e proprio «codice lilla» al momento dell'accettazione al pronto soccorso di persone con disturbi della nutrizione dell'alimentazione. Il documento offre indicazioni operative in un'ottica multidisciplinare anche tenuto conto del fatto che l'accesso al pronto soccorso può rappresentare un'occasione per intercettare una persona che soffre di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e avviarlo così verso un percorso terapeutico; ad oggi ancora non c'è traccia di applicazione del «Codice Lilla» così come era stato pensato e voluto;

    20) la sperequazione tra l'offerta assistenziale e la domanda di cura è stata la grande artefice dell'importante numero di morti che in questi anni si sono verificati a causa dei disturbi alimentari. In media in Italia per disturbi alimentari muoiono circa 3000 ragazzi, nel 2020 a causa nella pandemia da COVID-19 i morti sono stati circa 5000. L'incremento drammatico è dovuto di certo all'aumento della prevalenza della malattia causa Covid, ma anche a causa del fatto che l'esile tessuto assistenziale presente sul territorio non ha retto l'emergenza sanitaria;

    21) un primo passo per tentare di invertire la tendenza caratterizzata da pochi strumenti e molta solitudine vissuta dalle famiglie, dai pazienti e dagli operatori del settore ed iniziare ad immaginare una cura diffusa sul territorio, inclusiva e innovativa con l'obiettivo di ridurre drasticamente la mortalità di tale patologia è stata l'approvazione di un emendamento alla legge di bilancio 2022 (legge 30 dicembre 2021 n. 234) che inserisce le prestazioni relative ai disturbi della nutrizione dell'alimentazione all'interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea) al di fuori del capitolo della «salute mentale» con un budget autonomo ampliando la possibilità di erogare prestazioni e servizi;

    22) nonostante sia passato quasi un anno e mezzo dall'approvazione di tale modifica niente è stato fatto lasciando ancora una volta le persone che soffrono di disturbi della nutrizione della alimentazione e le loro famiglie sole ad affrontare questo dramma;

    23) nelle more dell'aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza la legge di bilancio 30 dicembre 2021, n. 234 ha previsto l'istituzione, presso il Ministero della salute, di un Fondo per il contrasto dei Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione con dotazione di 25 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023 che ha consentito il finanziamento di Piani di intervento regionali e provinciali volti al miglioramento dell'assistenza alle persone con disturbi dell'alimentazione e della nutrizione, sia in termini di efficacia clinica che di adeguamento organizzativo, garantendo quanto già raccomandato in letteratura dalle Linee guida, dalle raccomandazioni espresse dalla comunità scientifica a livello nazionale ed internazionale e dai documenti di indirizzo del Ministero della salute;

    24) inoltre, grazie alla medesima legge di bilancio i disturbi alimentari verranno riconosciuti in una categoria a sé stante nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), con un budget autonomo da quello destinato alla cura delle patologie psichiatriche: questo consentirà finalmente di erogare prestazioni e servizi gratuiti (o dietro pagamento di un ticket) attraverso il Servizio sanitario nazionale; dopo l'inserimento nei Lea sarebbe altresì opportuno includere il «Disturbo da alimentazione incontrollata» (Binge eating disorder) nell'elenco delle patologie croniche invalidanti per le quali è prevista l'esenzione;

    25) la legge delega per il sostegno e la valorizzazione della famiglia (legge n. 32 del 2022) all'articolo 2, comma 2, lettera d) prevede che i decreti attuativi introducano ulteriori misure di sostegno e contributi vincolati alle famiglie per le spese sostenute per i figli con disturbi del comportamento alimentare;

    26) a novembre 2022 il Ministero della salute ha dato mandato all'istituto superiore di sanità di avviare, in stretta collaborazione con le regioni e province autonome, con le associazioni di familiari e le società scientifiche, anche le attività per il censimento delle associazioni che operano per informare, sensibilizzare, offrire supporto a chi soffre di disturbi alimentari e ai familiari in difficoltà, rafforzare la collaborazione con le strutture dedicate alla loro cura, creando così una rete di protezione per contrastare tali disturbi e rispondere all'esigenza di intercettare sempre più precocemente i bisogni del territorio,

impegna il Governo:

1) a dare piena e completa attuazione a quanto previsto dall'articolo 1, comma 687, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, individuando ed aggiornando le prestazioni sanitarie e sociosanitarie inerenti ai disturbi della nutrizione e della alimentazione da inserire in un'area specifica dei livelli essenziali d'assistenza dandogli così piena dignità ed autonomia;

2) ad adottare per quanto di competenza e nel rispetto delle competenze regionali, le opportune iniziative volte ad implementare e a rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale l'offerta assistenziale, con particolare attenzione all'incremento dei posti letto volti ad accogliere le ragazze e i ragazzi con disturbi dell'alimentazione e della nutrizione adeguandola alla reale domanda di cura posta dalle persone che soffrono di questi disturbi e dalle loro famiglie;

3) ad adottare iniziative di competenza per incrementare le risorse destinate alla presa in carico delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e delle loro famiglie, al fine di ridurre il gap tra la forte richiesta di aiuto e la scarsa offerta di servizi, prestazioni ed équipe multidisciplinari presenti ed in grado di intervenire tempestivamente, nonché per implementare sensibilmente le strutture e la rete di intervento completa in tutti i vari livelli di assistenza, ambulatorio, day-hospital, ricovero ospedaliero e residenzialità extra-ospedaliera, al fine di garantire l'appropriatezza dell'assistenza, con particolare riguardo alla presa in carico globale del paziente e dei suoi familiari in tutte le varie fasi del trattamento, avendo cura di garantire sull'intero territorio nazionale equità ed uniformità nell'accesso all'assistenza;

4) a dare seguito quanto prima alla legge delega per l'adozione dei decreti attuativi, di quanto previsto dall'articolo 2, comma 2, lettera d) della legge 7 aprile 2022 n. 32 «Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia» prevedendo le ulteriori misure di sostegno e contributi vincolati alle famiglie per le spese sostenute per i figli con disturbi del comportamento alimentare;

5) ad istituire, presso il Ministero della salute, l'Osservatorio nazionale sui disturbi della nutrizione e dell'alimentazione con il compito di redigere il Piano nazionale dei disturbi dell'alimentazione e della nutrizione, di durata triennale, promuovere la raccolta di dati statistici ed effettuare studi epidemiologici sulle patologie afferenti ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, anche con riferimento alle diverse situazioni territoriali, al fine di individuare aree prioritarie d'intervento verso cui indirizzare azioni e iniziative per la prevenzione e per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell'alimentazione;

6) a riconoscere i disturbi dell'alimentazione e della nutrizione come malattie sociali in particolare per le fasce più giovani della popolazione e ad includere, in occasione del prossimo aggiornamento dei Lea, l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e i disturbi da alimentazione incontrollata (Bed) «Disturbo da alimentazione incontrollata» (Binge eating disorder) e tutti altri disturbi dell'alimentazione nell'elenco delle patologie croniche invalidanti per le quali è prevista l'esenzione;

7) a prevedere dei corsi di formazione, anche nell'ambito della formazione ECM, per il personale operante presso le strutture sanitarie e socio-sanitarie impegnato nei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione nonché per i pediatri di libera scelta e per i medici di medicina generale, volti ad intercettare i primi sintomi dei disturbi della nutrizione e della alimentazione favorendo così una diagnosi e una presa in carico precoce;

8) a prevedere l'istituzione della figura dello psicologo di cure primarie che nell'ambito del Servizio sanitario nazionale e in collaborazione con la rete dei servizi di assistenza socioassistenziale per una rapida e diffusa presa in carico delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

9) a predisporre in collaborazione con le regioni e con le province autonome di Trento e Bolzano, ognuno per le proprie competenze, una piattaforma nazionale ove inserire le informazioni delle strutture a cui i medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta possono indirizzare le persone che soffrono di disturbi dell'alimentazione e le loro famiglie per una rapida presa in carico;

10) a predisporre misure volte all'attivazione di un «codice lilla» nei pronto soccorso che preveda, oltre alla formazione obbligatoria del personale sanitario, un team multidisciplinare integrato dedicato ed una rete assistenziale locale, intra ed extra regionale;

11) ad adottare iniziative di competenza per predisporre risorse finanziarie volte ad incrementare la ricerca scientifica e farmacologica sull'uso di specifici farmaci adatti ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

12) a promuovere, per quanto di competenza e in collaborazione con le regioni e con le associazioni che si occupano di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, all'interno degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nel rispetto della loro autonomia, campagne informative, iniziative e incontri sui temi dell'educazione alimentare e dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

13) a promuovere, per quanto di competenza, insieme al CONI e alle Federazioni sportive nazionali (FSN), agli enti di promozione sportiva (EPS) e alle discipline sportive associate (DSA), corsi di formazione per gli allenatori e le allenatrici, in particolare per quelli che operano nei settori giovanili, sulla promozione dello sport come elemento di comunità, arricchimento di valori, benessere psicofisico, insegnando a riconoscere i rischi di pratiche devianti e illegali orientate alla ricerca ossessiva della prestazione, nonché sull'insegnamento di una corretta ed equilibrata alimentazione in ambito sportivo;

14) a promuovere, per quanto di competenza, insieme al CONI e alle Federazioni sportive nazionali (FSN), agli enti di promozione sportiva (EPS) e alle discipline sportive associate (DSA) campagne di comunicazione rivolte ai giovani atleti agonisti e non sull'importanza dello sport come elemento di comunità, arricchimento di valori, benessere psicofisico, insegnando a riconoscere i rischi di pratiche devianti e illegali orientate alla ricerca ossessiva della prestazione, nonché di avere una alimentazione sana ed equilibrata indipendentemente dalla disciplina sportiva praticata.
(1-00163)(Nuova formulazione) «Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella, Malavasi, Di Lauro, Di Biase, Marianna Ricciardi, Ciani, Sportiello, Girelli, Auriemma, Stumpo, Roggiani, Forattini, Berruto, Casu, Ghio».


   La Camera,

   premesso che:

    1) il 15 marzo 2023 si è svolta la Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare, ovvero la Giornata del fiocchetto lilla, che focalizza l'attenzione (e vuole sensibilizzare) sulle disfunzioni dell'alimentazione oggi associate, anche, alla recente pandemia;

    2) in Italia, tale giornata è stata deliberata ufficialmente nel 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, per favorire e promuovere l'attenzione degli italiani su patologie alimentari che «usano» il corpo come mezzo per comunicare un disagio profondo che, spesso, passa attraverso meccanismi psico-biologici che conducono alla malattia;

    3) in realtà, sempre in Italia, la Giornata è stata promossa per la prima volta nel 2012, dall'Associazione «Mi Nutro di Vita» per volontà di un padre, Stefano Tavilla, in onore e ricordo della figlia Giulia, affetta da Bulimia Nervosa, morta a soli 17 anni il 15 marzo 2011 mentre era in «lista di attesa» per essere curata in un centro fuori dalla sua regione di appartenenza;

    4) i disturbi del comportamento alimentare o e dell'alimentazione e della nutrizione sono un gigantesco contenitore al cui interno si collocano manifestazioni e patologie differenti tutte quante accomunate da una grande sofferenza psicofisica e da un rapporto conflittuale e faticoso con il cibo, che è ovviamente la spia di dinamiche psicologiche estremamente complesse;

    5) se non trattati in tempo e con metodi adeguati, i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte;

    6) attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica, visto che per l'anoressia e per la bulimia, negli ultimi decenni, c'è stato un progressivo abbassamento dell'età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale e nell'infanzia;

    7) secondo i dati dalla survey nazionale del Ministero della salute 2019-2023, che incrocia fonti diverse, Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), accessi ai centri specializzati e alla specialistica ambulatoriale, al pronto soccorso e le esenzioni, sono oltre 3 milioni le persone in Italia in cura per anoressia, bulimia e binge eating;

    8) in particolare, nel 2019 i casi di disturbi alimentari (anoressia, bulimia e binge eating) intercettati sono stati 680.569, balzati a 879.560 nel 2020, a 1.230.468 nel 2021 e a 1.450.567 nel 2022;

    9) anche i dati Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte) sono purtroppo molto alti, il dato Rencam del 2022 rileva complessivamente 3.158 decessi con diagnosi correlate ai Disturbi della Alimentazione e della nutrizione, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura e con una età media di 35 anni, che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni;

    10) si tratta di dati sottostimati e incompleti visto che molte persone oggi non arrivano alla presa in carico e alle cure necessarie a causa di una grave carenza di strutture presenti sul territorio nazionale;

    11) si tratta di un'«epidemia nascosta» che si fronteggia con una rete di cura del Servizio sanitario nazionale che retrocede, a fronte del galoppante aumento dei casi. Dopo la pandemia 38 strutture specializzate non sono state mai riaperte. Nel 2019 erano 164, nella rilevazione dell'istituto superiore di Sanità del 2022 sono 126 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui molte erogano un servizio «parziale». Di queste, 63 centri sono al Nord (20 in Emilia-Romagna), 23 al Centro Italia e 40 tra Sud e Isole. Tra le 126 strutture 112 sono pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 14 appartenenti al settore del privato accreditato e comunque solo il 48 per cento del totale dei centri ha dichiarato di prendere in carico i minori fino a 14 anni; mentre la fascia pediatrica della popolazione, in costante aumento di casi vede solo pochissimi reparti dedicati in tutta Italia. Questa mancanza di presa in carico immediata genera casi gravi già dalla preadolescenza;

    12) secondo il numero verde nazionale «Sos Disturbi Alimentari» nei suoi 12 anni di attività le richieste di aiuto sono aumentate prima progressivamente e poi nell'ultimo anno vertiginosamente. Sono oltre 3 milioni i pazienti in cura (3.678.362 per l'esattezza, di cui 1,4 milioni di nuovi casi solo nel 2022). La metà soffre di anoressia, il 20,2 per cento di obesità, il 19,9 per cento di bulimia nervosa e l'1,9 per cento di Arfid, il disturbo evitante-restrittivo dell'assunzione di cibo, l'ultimo inserito nelle tabelle sanitarie, dieci anni fa;

    13) sempre al numero verde, tra gennaio e maggio di quest'anno, sono già arrivati 817 Sos: più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2022. Negli anni, è stato accertato che sono in maggioranza le donne (87 per cento) a utilizzarlo. Il 51 per cento delle persone che si rivolge al servizio di counseling gratuito e anonimo della Presidenza del Consiglio, in precedenza, non aveva mai chiesto aiuto. Per molti è il primo difficile passo, l'unico sollievo dalla solitudine della propria condizione di sofferenza. Il 47 per cento delle chiamate arriva da parte dei genitori, il 44 per cento dagli interessati. Nel 9 per cento dei casi sono amici e partner a cercare conforto e a richiedere il primo accesso virtuale all'offerta di cura;

    14) la scarsa presenza di centri specializzati e la loro non omogenea collocazione sul territorio nazionale non permette una reale, adeguata e tempestiva presa in carico di questi giovani e delle loro famiglie;

    15) la mancanza di strutture adeguate fa sì che molto spesso le famiglie vengano lasciate sole ad affrontare le prime fasi di questo drammi, innescando di fatto un peregrinare in cerca di luoghi di cura per l'Italia e solo successivamente, quando la situazione il più delle volte è ormai compromessa si arriva ad una presa in carico della persona e del suo nucleo familiare;

    16) attualmente i posti letti a disposizione per gli eventuali ricoveri sono nel complesso in Italia, tenendo conto degli ospedali, delle comunità e dei centri diurni, solo circa 900 e di questi l'85 per cento è collocato al Nord Italia e, di certo, non può rispondere ai bisogni di cura di circa tre milioni e mezzo di italiani affetti da anoressia, bulimia e dipendenze da cibo;

    17) si tratta di un numero infinitesimale rispetto ai reali bisogni effettivi e, molte volte, vista la giovane età delle persone coinvolte e in relazione alla gravità del quadro clinico si ricorre al ricovero presso i reparti di pediatria e medicina generale e purtroppo ormai sempre più spesso ai reparti di psichiatria;

    18) la metà delle regioni non ha una rete completa di assistenza, che dovrebbe prevedere quattro livelli: ambulatori specializzati nei disturbi alimentari, che assorbono il 60 per cento della richiesta, servizi semiresidenziali (centri diurni dove le persone possono fare i propri pasti), servizi residenziali extraospedalieri h24 che dovrebbero garantire una presa in carico della persona dai 3 ai 5 mesi, e infine i servizi ospedalieri che prevedono il ricovero salvavita per chi rifiuta le cure, e la nutrizione artificiale;

    19) nel 2018 il Ministero della salute, su forte sollecitazione delle associazioni dei familiari e degli operatori sanitari, che necessitano di strumenti pratici in una tematica in cui ancora oggi, purtroppo, esiste una estrema disomogeneità di cura e trattamento sull'intero territorio nazionale, ha elaborato un documento inerente l'istituzione di un vero e proprio «codice lilla» al momento dell'accettazione al pronto soccorso di persone con disturbi della nutrizione dell'alimentazione. Il documento offre indicazioni operative in un'ottica multidisciplinare anche tenuto conto del fatto che l'accesso al pronto soccorso può rappresentare un'occasione per intercettare una persona che soffre di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e avviarlo così verso un percorso terapeutico; ad oggi ancora non c'è traccia di applicazione del «Codice Lilla» così come era stato pensato e voluto;

    20) un primo passo per tentare di invertire la tendenza caratterizzata da pochi strumenti e molta solitudine vissuta dalle famiglie, dai pazienti e dagli operatori del settore ed iniziare ad immaginare una cura diffusa sul territorio, inclusiva e innovativa con l'obiettivo di ridurre drasticamente la mortalità di tale patologia è stata l'approvazione di un emendamento alla legge di bilancio 2022 (legge 30 dicembre 2021 n. 234) che inserisce le prestazioni relative ai disturbi della nutrizione dell'alimentazione all'interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea) al di fuori del capitolo della «salute mentale» con un budget autonomo ampliando la possibilità di erogare prestazioni e servizi;

    21) nelle more dell'aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza la legge di bilancio 30 dicembre 2021, n. 234 ha previsto l'istituzione, presso il Ministero della salute, di un Fondo per il contrasto dei Disturbi della nutrizione e dell'alimentazione con dotazione di 25 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023 che ha consentito il finanziamento di Piani di intervento regionali e provinciali volti al miglioramento dell'assistenza alle persone con disturbi dell'alimentazione e della nutrizione, sia in termini di efficacia clinica che di adeguamento organizzativo, garantendo quanto già raccomandato in letteratura dalle Linee guida, dalle raccomandazioni espresse dalla comunità scientifica a livello nazionale ed internazionale e dai documenti di indirizzo del Ministero della salute;

    22) inoltre, grazie alla medesima legge di bilancio i disturbi alimentari verranno riconosciuti in una categoria a sé stante nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), con un budget autonomo da quello destinato alla cura delle patologie psichiatriche: questo consentirà finalmente di erogare prestazioni e servizi gratuiti (o dietro pagamento di un ticket) attraverso il Servizio sanitario nazionale;

    23) la legge delega per il sostegno e la valorizzazione della famiglia (legge n. 32 del 2022) all'articolo 2, comma 2, lettera d) prevede che i decreti attuativi introducano ulteriori misure di sostegno e contributi vincolati alle famiglie per le spese sostenute per i figli con disturbi del comportamento alimentare;

    24) a novembre 2022 il Ministero della salute ha dato mandato all'istituto superiore di sanità di avviare, in stretta collaborazione con le regioni e province autonome, con le associazioni di familiari e le società scientifiche, anche le attività per il censimento delle associazioni che operano per informare, sensibilizzare, offrire supporto a chi soffre di disturbi alimentari e ai familiari in difficoltà, rafforzare la collaborazione con le strutture dedicate alla loro cura, creando così una rete di protezione per contrastare tali disturbi e rispondere all'esigenza di intercettare sempre più precocemente i bisogni del territorio,

impegna il Governo:

1) a valutare l'opportunità di adottare per quanto di competenza e nel rispetto delle competenze regionali, le opportune iniziative volte ad implementare e a rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale l'offerta assistenziale, con particolare attenzione all'incremento dei posti letto volti ad accogliere le ragazze e i ragazzi con disturbi dell'alimentazione e della nutrizione adeguandola alla reale domanda di cura posta dalle persone che soffrono di questi disturbi e dalle loro famiglie;

2) a valutare l'opportunità di adottare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, iniziative di competenza per incrementare le risorse destinate alla presa in carico delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e delle loro famiglie, al fine di ridurre il gap tra la forte richiesta di aiuto e la scarsa offerta di servizi, prestazioni ed équipe multidisciplinari presenti ed in grado di intervenire tempestivamente, nonché per implementare sensibilmente le strutture e la rete di intervento completa in tutti i vari livelli di assistenza, ambulatorio, day-hospital, ricovero ospedaliero e residenzialità extra-ospedaliera, al fine di garantire l'appropriatezza dell'assistenza, con particolare riguardo alla presa in carico globale del paziente e dei suoi familiari in tutte le varie fasi del trattamento, avendo cura di garantire sull'intero territorio nazionale equità ed uniformità nell'accesso all'assistenza;

3) a dare seguito quanto prima alla legge delega per l'adozione dei decreti attuativi, di quanto previsto dall'articolo 2, comma 2, lettera d) della legge 7 aprile 2022 n. 32 «Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia» prevedendo le ulteriori misure di sostegno e contributi vincolati alle famiglie per le spese sostenute per i figli con disturbi del comportamento alimentare;

4) a valutare l'opportunità di istituire, presso il Ministero della salute, l'Osservatorio nazionale sui disturbi della nutrizione e dell'alimentazione con il compito di redigere il Piano nazionale dei disturbi dell'alimentazione e della nutrizione, di durata triennale, promuovere la raccolta di dati statistici ed effettuare studi epidemiologici sulle patologie afferenti ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, anche con riferimento alle diverse situazioni territoriali, al fine di individuare aree prioritarie d'intervento verso cui indirizzare azioni e iniziative per la prevenzione e per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell'alimentazione;

5) ad includere, in occasione del prossimo aggiornamento dei Lea, l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e i disturbi da alimentazione incontrollata (Bed) «Disturbo da alimentazione incontrollata» (Binge eating disorder) e tutti altri disturbi dell'alimentazione nell'elenco delle patologie croniche invalidanti per le quali è prevista l'esenzione;

6) a valutare l'opportunità di prevedere dei corsi di formazione, anche nell'ambito della formazione ECM, per il personale operante presso le strutture sanitarie e socio-sanitarie impegnato nei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione nonché per i pediatri di libera scelta e per i medici di medicina generale, volti ad intercettare i primi sintomi dei disturbi della nutrizione e della alimentazione favorendo così una diagnosi e una presa in carico precoce;

7) a prevedere, nel rispetto dei vincoli di bilancio, l'istituzione della figura dello psicologo di cure primarie che nell'ambito del Servizio sanitario nazionale e in collaborazione con la rete dei servizi di assistenza socioassistenziale per una rapida e diffusa presa in carico delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

8) a sostenere e promuovere, attraverso i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, la piattaforma pubblicata sul portale dell'Istituto superiore di sanità a cui possano indirizzare le persone che soffrono di disturbi dell'alimentazione e le loro famiglie per una rapida presa in carico;

9) a predisporre misure volte all'attivazione del «codice lilla» nei pronto soccorso anche prevendendo, oltre alla formazione obbligatoria del personale sanitario, un team multidisciplinare integrato dedicato ed una rete assistenziale locale, intra ed extra regionale;

10) a valutare l'opportunità di adottare, nei limiti dei vincoli di bilancio, iniziative di competenza per predisporre risorse finanziarie volte ad incrementare la ricerca scientifica e farmacologica sull'uso di specifici farmaci adatti ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

11) a valutare l'opportunità di potenziare, nelle scuole dell'infanzia e del primo e secondo ciclo di istruzione, iniziative di carattere informativo, educativo e didattico rivolte agli alunni, agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie al fine di favorire e sostenere l'autostima e l'assertività, l'autoregolazione delle emozioni e di promuovere un sano e sostenibile stile alimentare, nonché l'importanza dell'attività fisica;

12) a promuovere corsi di formazione per gli allenatori e le allenatrici, in particolare per quelli che operano nei settori giovanili, sull'insegnamento di una corretta ed equilibrata alimentazione in ambito sportivo coinvolgendo tutti i soggetti competenti, con particolare riferimento al Dipartimento per lo sport, al Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, al Ministero della salute e al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e agli altri enti pubblici di volta in volta competenti;

13) a promuovere campagne di comunicazione rivolte ai giovani atleti agonisti e non sull'importanza di avere un'alimentazione sana ed equilibrata, indipendentemente dalla disciplina sportiva praticata, coinvolgendo tutti i soggetti competenti con particolare riferimento al Dipartimento per lo sport, al Dipartimento per le politiche giovanili e il Servizio civile universale, al Ministero della salute, al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e agli altri enti pubblici di volta in volta competenti.
(1-00163)(Nuova formulazione - Testo modificato nel corso della seduta) «Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella, Malavasi, Di Lauro, Di Biase, Marianna Ricciardi, Ciani, Sportiello, Girelli, Auriemma, Stumpo, Roggiani, Forattini, Berruto, Casu, Ghio».


   La Camera,

   premesso che:

    1) il 15 marzo 2023 si è svolta la Giornata nazionale dei disturbi del comportamento alimentare, ovvero la Giornata del fiocchetto lilla, che focalizza l'attenzione (e vuole sensibilizzare) sulle disfunzioni dell'alimentazione oggi associate, anche, alla recente pandemia;

    2) in Italia, tale giornata è stata deliberata ufficialmente nel 2018 dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, per favorire e promuovere l'attenzione degli italiani su patologie alimentari che «usano» il corpo come mezzo per comunicare un disagio profondo che, spesso, passa attraverso meccanismi psico-biologici che conducono alla malattia;

    3) in realtà, sempre in Italia, la Giornata è stata promossa per la prima volta nel 2012, dall'Associazione «Mi Nutro di Vita» per volontà di un padre, Stefano Tavilla, in onore e ricordo della figlia Giulia, affetta da Bulimia Nervosa, morta a soli 17 anni il 15 marzo 2011 mentre era in «lista di attesa» per essere curata in un centro fuori dalla sua regione di appartenenza;

    4) i disturbi del comportamento alimentare o della nutrizione e dell'alimentazione (Dna) sono un gigantesco contenitore al cui interno si collocano manifestazioni e patologie differenti tutte quante accomunate da una grande sofferenza psicofisica e da un rapporto conflittuale e faticoso con il cibo, che è ovviamente la spia di dinamiche psicologiche estremamente complesse;

    5) se non trattati in tempo e con metodi adeguati, i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione possono diventare una condizione permanente e compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico ecc.) e, nei casi gravi, portare alla morte;

    6) attualmente questi disturbi rappresentano un importante problema di salute pubblica, visto che per l'anoressia e per la bulimia, negli ultimi decenni, c'è stato un progressivo abbassamento dell'età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale e nell'infanzia;

    7) secondo i dati dalla survey nazionale del Ministero della salute 2019-2023, che incrocia fonti diverse, Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), accessi ai centri specializzati e alla specialistica ambulatoriale, al pronto soccorso e le esenzioni, sono oltre 3 milioni le persone in Italia in cura per anoressia, bulimia e binge eating;

    8) in particolare, nel 2019 i casi di disturbi alimentari (anoressia, bulimia e binge eating) intercettati sono stati 680.569, balzati a 879.560 nel 2020, a 1.230.468 nel 2021 e a 1.450.567 nel 2022;

    9) anche i dati Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte) sono purtroppo molto alti, il dato Rencam del 2022 rileva complessivamente 3.158 decessi con diagnosi correlate ai Disturbi della Alimentazione e della nutrizione, con una variabilità più alta nelle regioni dove sono scarse o addirittura assenti le strutture di cura e con una età media di 35 anni, che significa che una alta percentuale di questo numero ha una età inferiore a 25 anni;

    10) si tratta di dati sottostimati e incompleti visto che molte persone oggi non arrivano alla presa in carico e alle cure necessarie a causa di una grave carenza di strutture presenti sul territorio nazionale;

    11) si tratta di un'«epidemia nascosta» che si fronteggia con una rete di cura del Servizio sanitario nazionale che retrocede, a fronte del galoppante aumento dei casi. Dopo la pandemia 38 strutture specializzate non sono state mai riaperte. Nel 2019 erano 164, nella rilevazione dell'istituto superiore di Sanità del 2022 sono 126 strutture sparse su tutto il territorio nazionale, di cui molte erogano un servizio «parziale». Di queste, 63 centri sono al Nord (20 in Emilia-Romagna), 23 al Centro Italia e 40 tra Sud e Isole. Tra le 126 strutture 112 sono pubbliche (appartenenti al Servizio sanitario nazionale – Ssn) e 14 appartenenti al settore del privato accreditato e comunque solo il 48 per cento del totale dei centri ha dichiarato di prendere in carico i minori fino a 14 anni; mentre la fascia pediatrica della popolazione, in costante aumento di casi vede solo pochissimi reparti dedicati in tutta Italia. Questa mancanza di presa in carico immediata genera casi gravi già dalla preadolescenza;

    12) secondo il numero verde nazionale «Sos Disturbi Alimentari» nei suoi 12 anni di attività le richieste di aiuto sono aumentate prima progressivamente e poi nell'ultimo anno vertiginosamente. Sono oltre 3 milioni i pazienti in cura (3.678.362 per l'esattezza, di cui 1,4 milioni di nuovi casi solo nel 2022). La metà soffre di anoressia, il 20,2 per cento di obesità, l'19,9 per cento di bulimia nervosa e l'1,9 per cento di Arfid, il disturbo evitante-restrittivo dell'assunzione di cibo, l'ultimo inserito nelle tabelle sanitarie, dieci anni fa;

    13) sempre al numero verde, tra gennaio e maggio di quest'anno, sono già arrivati 817 Sos: più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2022. Negli anni, è stato accertato che sono in maggioranza le donne (87 per cento) a utilizzarlo. Il 51 per cento delle persone che si rivolge al servizio di counseling gratuito e anonimo della Presidenza del Consiglio, in precedenza, non aveva mai chiesto aiuto. Per molti è il primo difficile passo, l'unico sollievo dalla solitudine della propria condizione di sofferenza. Il 47 per cento delle chiamate arriva da parte dei genitori, il 44 per cento dagli interessati. Nel 9 per cento dei casi sono amici e partner a cercare conforto e a richiedere il primo accesso virtuale all'offerta di cura;

    14) la scarsa presenza di centri specializzati e la loro non omogenea collocazione sul territorio nazionale non permette una reale, adeguata e tempestiva presa in carico di questi giovani e delle loro famiglie;

    15) la mancanza di strutture adeguate fa sì che molto spesso le famiglie vengano lasciate sole ad affrontare le prime fasi di questo drammi, innescando di fatto un peregrinare in cerca di luoghi di cura per l'Italia e solo successivamente, quando la situazione il più delle volte è ormai compromessa si arriva ad una presa in carico della persona e del suo nucleo familiare;

    16) attualmente i posti letti a disposizione per gli eventuali ricoveri sono nel complesso in Italia, tenendo conto degli ospedali, delle comunità e dei centri diurni, solo circa 900 e di questi l'85 per cento è collocato al Nord Italia e, di certo, non può rispondere ai bisogni di cura di circa tre milioni e mezzo di italiani affetti da anoressia, bulimia e dipendenze da cibo;

    17) si tratta di un numero infinitesimale rispetto ai reali bisogni effettivi e, molte volte, vista la giovane età delle persone coinvolte e in relazione alla gravità del quadro clinico si ricorre al ricovero presso i reparti di pediatria e medicina generale e purtroppo ormai sempre più spesso ai reparti di psichiatria;

    18) la metà delle regioni non ha una rete completa di assistenza, che dovrebbe prevedere quattro livelli: ambulatori specializzati nei disturbi alimentari, che assorbono il 60 per cento della richiesta, servizi semiresidenziali (centri diurni dove le persone possono fare i propri pasti), servizi residenziali extraospedalieri h24 che dovrebbero garantire una presa in carico della persona dai 3 ai 5 mesi, e infine i servizi ospedalieri che prevedono il ricovero salvavita per chi rifiuta le cure, e la nutrizione artificiale;

    19) nel 2018 il Ministero della salute, su forte sollecitazione delle associazioni dei familiari e degli operatori sanitari, che necessitano di strumenti pratici in una tematica in cui ancora oggi, purtroppo, esiste una estrema disomogeneità di cura e trattamento sull'intero territorio nazionale, ha elaborato un documento inerente l'istituzione di un vero e proprio «codice lilla» al momento dell'accettazione al pronto soccorso di persone con disturbi della nutrizione dell'alimentazione. Il documento offre indicazioni operative in un'ottica multidisciplinare anche tenuto conto del fatto che l'accesso al pronto soccorso può rappresentare un'occasione per intercettare una persona che soffre di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e avviarlo così verso un percorso terapeutico; ad oggi ancora non c'è traccia di applicazione del «Codice Lilla» così come era stato pensato e voluto;

    20) la sperequazione tra l'offerta assistenziale e la domanda di cura è stata la grande artefice dell'importante numero di morti che in questi anni si sono verificati a causa dei disturbi alimentari. In media in Italia per disturbi alimentari muoiono circa 3000 ragazzi, nel 2020 a causa nella pandemia da Covid-19 i morti sono stati circa 5000. L'incremento drammatico è dovuto di certo all'aumento della prevalenza della malattia causa Covid, ma anche a causa del fatto che l'esile tessuto assistenziale presente sul territorio non ha retto l'emergenza sanitaria;

    21) un primo passo per tentare di invertire la tendenza caratterizzata da pochi strumenti e molta solitudine vissuta dalle famiglie, dai pazienti e dagli operatori del settore ed iniziare ad immaginare una cura diffusa sul territorio, inclusiva e innovativa con l'obiettivo di ridurre drasticamente la mortalità di tale patologia è stata l'approvazione di un emendamento alla legge di bilancio 2022 (legge 30 dicembre 2021 n. 234) che inserisce le prestazioni relative ai disturbi della nutrizione dell'alimentazione all'interno dei livelli essenziali di assistenza (Lea) al di fuori del capitolo della «salute mentale» con un budget autonomo ampliando la possibilità di erogare prestazioni e servizi;

    22) nonostante sia passato quasi un anno e mezzo dall'approvazione di tale modifica niente è stato fatto lasciando ancora una volta le persone che soffrono di disturbi della nutrizione della alimentazione e le loro famiglie sole ad affrontare questo dramma;

    23) a novembre 2022 il Ministero della salute ha dato mandato all'Istituto superiore di sanità di avviare, in stretta collaborazione con le regioni e province autonome, con le associazioni di familiari e le società scientifiche, anche le attività per il censimento delle associazioni che operano per informare, sensibilizzare, offrire supporto a chi soffre di disturbi alimentari e ai familiari in difficoltà, rafforzare la collaborazione con le strutture dedicate alla loro cura, creando così una rete di protezione per contrastare tali disturbi e rispondere all'esigenza di intercettare sempre più precocemente i bisogni del territorio,

impegna il Governo:

1) a dare piena e completa attuazione a quanto previsto dall'articolo 1, comma 687, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, individuando ed aggiornando le prestazioni sanitarie e sociosanitarie inerenti ai disturbi della nutrizione e della alimentazione da inserire in un'area specifica dei livelli essenziali d'assistenza dandogli così piena dignità ed autonomia;

2) ad adottare per quanto di competenza e nel rispetto delle competenze regionali, le opportune iniziative volte ad implementare e a rendere omogeneo su tutto il territorio nazionale l'offerta assistenziale, con particolare attenzione all'incremento dei posti letto volti ad accogliere le ragazze e i ragazzi con disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dna) adeguandola alla reale domanda di cura posta dalle persone che soffrono di questi disturbi e dalle loro famiglie;

3) ad adottare iniziative di competenza per incrementare le risorse destinate alla presa in carico delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e delle loro famiglie al fine di ridurre il gap tra la forte richiesta di aiuto e la scarsa offerta di servizi, prestazioni ed équipe multidisciplinari presenti ed in grado di intervenire tempestivamente;

4) a riconoscere i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dna) come malattie sociali in particolare per le fasce più giovani della popolazione;

5) a prevedere dei corsi di formazione, in particolare per i pediatri di libera scelta e per i medici di medicina generale, volti ad intercettare i primi sintomi dei disturbi della nutrizione e della alimentazione favorendo così una diagnosi e una presa in carico precoce;

6) a prevedere l'istituzione della figura dello psicologo di cure primarie che nell'ambito del Servizio sanitario nazionale e in collaborazione con la rete dei servizi di assistenza socioassistenziale per una rapida e diffusa presa in carico delle persone affette da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

7) a predisporre in collaborazione con le regioni e con le province autonome di Trento e Bolzano, ognuno per le proprie competenze, una piattaforma nazionale ove inserire le informazioni delle strutture a cui i medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta possono indirizzare le persone che soffrono di disturbi dell'alimentazione e le loro famiglie per una rapida presa in carico;

8) a predisporre misure volte all'attivazione di un «codice lilla» nei pronto soccorso che preveda, oltre alla formazione obbligatoria del personale sanitario, un team multidisciplinare integrato dedicato ed una rete assistenziale locale, intra ed extra regionale;

9) ad adottare iniziative di competenza per predisporre risorse finanziarie volte ad incrementare la ricerca scientifica e farmacologica sull'uso di specifici farmaci adatti ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

10) a promuovere, per quanto di competenza e in collaborazione con le regioni e con le associazioni che si occupano di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, all'interno degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nel rispetto della loro autonomia, campagne informative, iniziative e incontri sui temi dell'educazione alimentare e dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

11) a promuovere, per quanto di competenza, insieme al CONI e alle Federazioni sportive nazionali (FSN), agli enti di promozione sportiva (EPS) e alle discipline sportive associate (DSA), corsi di formazione per gli allenatori e le allenatrici, in particolare per quelli che operano nei settori giovanili sull'insegnamento di una corretta ed equilibrata alimentazione in ambito sportivo;

12) a promuovere, per quanto di competenza, insieme al CONI e alle Federazioni sportive nazionali (FSN), agli enti di promozione sportiva (EPS) e alle discipline sportive associate (DSA) campagne di comunicazione rivolte ai giovani atleti agonisti e non sull'importanza di avere una alimentazione sana ed equilibrata indipendentemente dalla disciplina sportiva praticata.
(1-00163) «Furfaro, Malavasi, Di Biase, Ciani, Girelli, Stumpo, Roggiani, Forattini, Berruto, Casu, Ghio».


   La Camera,

   premesso che:

    1) secondo la definizione presente nel documento elaborato nel 2020 dal Ministero della salute e recante «Interventi per l'accoglienza, il triage, la valutazione ed il trattamento del paziente con disturbi della nutrizione e dell'alimentazione-Percorso lilla in pronto soccorso», i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dna) sono sindromi psichiatriche caratterizzate da un persistente disturbo dell'alimentazione o da comportamenti connessi all'alimentazione che determinano un alterato consumo di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica e/o il funzionamento psicosociale;

    2) dal predetto documento si evince che le caratteristiche tipiche dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione sono l'ambivalenza nei confronti del trattamento, la scarsa consapevolezza di malattia e la sottovalutazione della gravità dei sintomi anche in presenza di un evento acuto;

    3) i disturbi dell'alimentazione sono patologie complesse determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo che portano a vivere con una ossessiva attenzione al proprio peso, al proprio corpo e a alla necessità di stabilire un controllo su di esso;

    4) la notevole accelerazione della globalizzazione di modelli e stereotipi sociali, favorita dai nuovi mezzi di comunicazione digitale, le trasformazioni culturali delle abitudini familiari e sociali del mangiare e della convivialità, hanno portato ad un aumento vertiginoso dei disturbi alimentari tali da rasentare una vera e propria «epidemia sociale»;

    5) tra i disturbi più frequenti si annoverano l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa; la prima è caratterizzata essenzialmente da una restrizione dell'assunzione di calorie in relazione al fabbisogno che porta a un peso corporeo significativamente basso in relazione all'età, al sesso nonché da una intensa paura di aumentare di peso; l'incidenza dell'anoressia nervosa è di almeno 8-9 nuovi casi per 100 mila persone in un anno tra le donne, mentre per gli uomini è compresa fra 0,02 e 1,4 nuovi casi; la bulimia nervosa, invece, è caratterizzata da ricorrenti episodi di abbuffata e dall'assunzione smodata di cibo attraverso ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie volte a prevenire l'aumento di peso; per quanto riguarda la bulimia nervosa, ogni anno, si registrano 12 nuovi casi per 100 mila persone tra le donne e circa 0,8 nuovi casi per 100 mila persone in un anno tra gli uomini;

    6) i disturbi dell'alimentazione sono più frequenti nella popolazione femminile che in quella maschile e sia nell'anoressia nervosa sia nella bulimia nervosa, la fascia di età in cui l'esordio si manifesta più spesso è quella tra i 15 e i 19 anni anche se alcune osservazioni cliniche recenti hanno segnalato un aumento dei casi a esordio precoce;

    7) il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder – Bed consiste nell'assumere quantità di cibo superiori al normale, in un tempo molto più breve di quanto non venga assunto dalla maggior parte delle persone in analoghe circostanze ed è considerato lieve se si verifica da 1 a 3 volte a settimana per un periodo di almeno 3 mesi consecutivi fino a considerarsi grave se gli episodi settimanali arrivano a 13; non è seguito da pratiche di compensazione per il controllo del peso come ad esempio vomito o assunzione di lassativi, ed è caratterizzato dalla sensazione di perdere il controllo su ciò che si sta mangiando; il Bed insorge prevalentemente in età adolescenziale o in prima età adulta, colpisce prevalentemente le donne e, considerando che nell'arco della propria vita si stima che il 3,5 per cento delle donne e il 2 per cento degli uomini adulti svilupperanno un DCA, è il disturbo del comportamento alimentare più frequente;

    8) il Bed una condizione spesso associata ad obesità che si distingue dall'obesità omeostatica per caratteristiche sue proprie e che rappresenta il disturbo alimentare a più alta incidenza nella popolazione adulta; l'obesità può essere causata da fattori psicologici, biologici o socio-ambientali ed è ormai unanimemente riconosciuta come una delle condizioni che vengono associate a morte prematura e ai fattori di rischio per la cronicizzazione di alcune malattie quali depressione, malattie cardiovascolari, ipertensioni e alcune tipologie di tumore;

    9) in base al rapporto Istat sull'obesità realizzato per il Second Italian Obesity Barometer Report, l'eccesso di peso riguarda 1 minore su 4, mentre la quota quasi raddoppia tra gli adulti raggiungendo il 46,1 per cento tra le persone maggiorenni; l'insorgenza dell'obesità nei soggetti più giovani, li espone a un maggior disagio psicologico in considerazione dello stigma sociale che porta anche alla discriminazione e ad episodici bullismo sia fisico che psicologico e al conseguente isolamento;

    10) da una survey condotta dal Ministero della salute, dal gennaio 2019 al gennaio 2021, emerge che le nuove richieste di presa in carico sono aumentate in media del 30 per cento. I numeri variano tra le regioni poiché l'offerta di servizi e di professionisti è notevolmente eterogenea sul territorio nazionale, tuttavia emerge il dato inequivocabile che nel 2021 sono triplicate (rispetto all'anno precedente) le chiamate al Numero Verde nazionale della Presidenza del Consiglio, SOS Dea 800180969, che fornisce indicazioni per tutto il territorio nazionale e counseling psicologici;

    11) i disturbi del comportamento alimentare hanno assunto, ormai, una particolare gravità soprattutto nei soggetti in età adolescenziale e necessitano di un intervento per indirizzare le famiglie, la scuola e gli operatori sanitari verso azioni che consentano alla persona di guarire dalla sua patologia e di essere meno vulnerabile;

    12) nel 2019 il Rencam (Registro nominativo cause morte) indica che sono decedute quasi tremila persone (giovani e adulti) per diagnosi collegate a disturbi del comportamento alimentare, con un'età media di 35 anni: in pratica, 10 decessi ogni giorno;

    13) secondo la Federazione italiana medici pediatri, il rischio dell'anoressia sta crescendo in misura esponenziale in Italia poiché tra le ragazze delle scuole secondarie di primo grado (11-13 anni) il 60,4 per cento vorrebbe essere più magro, il 24 per cento ha già sperimentato una dieta e il 32 per cento si è rivolto a un medico per la prescrizione di un regime alimentare ipocalorico, il 34 per cento è ricorso a una dieta «fai-da-te», il 30 per cento ha seguito consigli di amici, di riviste o della rete internet; l'età dei soggetti affetti da disturbi del comportamento alimentare, sia maschi che femmine, è tra i 12 e i 25 anni e in Italia si calcola che essi siano circa 2.000.000;

    14) le indagini epidemiologiche dimostrano che molti bambini già in età prescolare e scolare incorrono in errori nutrizionali qualitativi e quantitativi che certamente non dipendono dalla loro volontà; la cultura della corretta alimentazione inizia dalla famiglia, ma purtroppo i genitori spesso tendono a sottostimare lo stato ponderale dei propri figli e ciò trova conferma nei dati del 2016 da cui emerge che, tra le madri di bambini in sovrappeso od obesi, il 37 per cento riteneva che il proprio figlio fosse sotto-normopeso e solo il 30 per cento pensava che la quantità di cibo assunta fosse eccessiva;

    15) i modelli sociali influiscono notevolmente sui disturbi alimentari: immagini di bellezza quasi sempre legate alla magrezza e alla forma fisica, nonché altre ragioni ben più complesse che generano queste patologie, in particolare legate alla competitività nella scuola, nel lavoro, nello sport e in altre attività legate a performance figurative;

    16) i disturbi alimentari sono incrementati sensibilmente con l'emergenza Covid, anche fino al 30 per cento, perché il cibo è diventato una scappatoia per affrontare i cambiamenti traumatici che l'emergenza Covid ha comportato e comporta;

    17) secondo il Ministero della salute, in Italia, più di tre milioni di persone soffrono di questa problematica, ma si stima possano essere di più dal momento che circa il 40 per cento non chiede aiuto o non riceve una diagnosi e, per far fronte alle restrizioni e ai limiti imposti dalla pandemia, i professionisti sanitari hanno incrementato la terapia online, valida alternativa all'incontro in presenza e diffusamente sperimentata durante l'emergenza;

    18) dinanzi al crescere di queste patologie le strutture pubbliche risultano insufficienti o comunque non in grado di rispondere alle necessità crescenti: già prima della pandemia, la metà delle regioni italiane non aveva una rete completa di assistenza, che dovrebbe comprendere ambulatori dedicati, centri diurni, strutture residenziali, posti letto ospedalieri dedicati; il sistema pubblico di assistenza per i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione appare frammentato e debole, con una evidente difficoltà di accesso alle cure che inevitabilmente finisce per aggravare e cronicizzare i disturbi, fino ad esiti anche infausti;

    19) il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare necessita di una rete territoriale sociosanitaria di intervento che attui una presa in carico appropriata e funzionale, adottando un approccio bio-psicosociale e deve avvenire mediante un sistema interdisciplinare e integrato composto dalle diverse figure professionali (internisti, psicoterapeuti, nutrizionisti, psichiatri, psicologi clinici, dietisti);

    20) nell'intento prioritario di rendere omogeneo, sull'intero territorio nazionale, ogni intervento terapeutico e strutturare programmi multidisciplinari, validati, efficaci ed efficienti, la Direzione Generale per l'Igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione ha istituito, nel marzo del 2015, un Tavolo di lavoro con assetto multidisciplinare, per la stesura delle prime «Linee di Indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale nei pazienti con disturbi dell'alimentazione»: il documento è stato approvato in sede di Conferenza Stato Regioni a giugno 2017 e le linee di indirizzo sono pubblicate nel Quaderno del Ministero della salute n. 29, settembre 2017, diffuso in occasione del workshop nazionale del 7 settembre 2017; il Quaderno è una monografia/manuale operativo per la valutazione nutrizionale e per la scelta terapeutica più opportuna, basata sulla continuità assistenziale e sulle attività dell'équipe multidisciplinare;

    21) il nuovo sistema di garanzia dei Lea per la sfera della salute mentale, è sicuramente un passo avanti nella misura in cui ha diversificato gli indicatori, passando da un solo indicatore della griglia Lea (numero di assistiti presso i Dipartimenti di salute mentale per 1.000 residenti), ai quattro indicatori del Nsg (tasso di ospedalizzazione per patologie psichiatriche soggetti con più di 18 anni/popolazione residente maggiorenne; reingressi in psichiatria da 8 a 30 giorni dalla dimissione/tot dimissioni; numero di Tso anno a residenti maggiorenni/tot. Popolazione residente maggiorenne; tasso di ospedalizzazione per patologie psichiatriche soggetti con meno 18 anni popolazione residente con meno di 18 anni); tuttavia permangono criticità correlate all'assenza di indicatori utili a rilevare l'assistenza al di fuori delle strutture psichiatriche, poiché gli indicatori si rivolgono soprattutto ai dati relativi alle prese in carico in strutture psichiatriche senza includere i dati sommersi o la presa in carico in altri reparti dei pazienti con disturbi dell'alimentazione che, per tale ragione, nella quasi totalità dei casi, vengono categorizzati come «altra patologia» e quindi non inclusi nella categoria della salute mentale;

    22) per le ragioni innanzi esposte i disturbi alimentari non sempre sono rilevabili e valutabili dal monitoraggio Lea, finendo per essere inesistenti nell'ambito del Ssn, senza che siano oltretutto rispettati i criteri di appropriatezza e qualità delle prestazioni erogate e inficiando alla base il sistema di categorizzazione e di valutazione delle patologie inserite nel più ampio genus dei disturbi del comportamento alimentare;

    23) con la legge di bilancio 2022 è stato istituito presso il Ministero della salute il «Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione», con una dotazione di 15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023 e questo è stato sicuramente un notevole passo avanti;

    24) inoltre, grazie alla medesima legge di bilancio i disturbi alimentari verranno riconosciuti in una categoria a sé stante nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), con un budget autonomo da quello destinato alla cura delle patologie psichiatriche: questo consentirà finalmente di erogare prestazioni e servizi gratuiti (o dietro pagamento di un ticket) attraverso il Ssn; dopo l'inserimento nei Lea sarebbe altresì opportuno includere il «Disturbo da alimentazione incontrollata» (Binge Eating Disorder) nell'elenco delle patologie croniche invalidanti per le quali è prevista l'esenzione;

    25) al fine di rafforzare le disposizioni in materia di assistenza psicologica e tutelare la salute e il benessere psicologico individuale e collettivo, tenendo conto, in particolare, dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Dna) occorre istituire, presso il Ministero della salute, l'Osservatorio nazionale sui disturbi della nutrizione e dell'alimentazione con il compito di redigere il Piano nazionale dei disturbi alimentazione e nutrizione, di durata triennale, promuovere la raccolta di dati statistici ed effettuare studi epidemiologici sulle patologie afferenti ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, anche con riferimento alle diverse situazioni territoriali, al fine di individuare aree prioritarie d'intervento verso cui indirizzare azioni e interventi per la prevenzione e per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell'alimentazione;

    26) con il documento, denominato «Percorso codice lilla», il Ministero della salute ha l'obiettivo di fornire agli operatori sanitari un valido strumento di lavoro per il triage, la valutazione e la presa in cura dei soggetti fragili che presentano disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e che si presentano in PS in condizioni di urgenza;

    27) nel citato documento si evince come tutte le figure professionali coinvolte nella gestione dell'emergenza e urgenza (Dipartimenti di emergenza e urgenza, Pronto soccorso, operatori 118 e Guardia medica) dovrebbero avere una formazione finalizzata all'identificazione dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione; tale formazione dovrebbe essere specifica per ogni figura professionale con l'attenzione ad inserire elementi di coordinamento del lavoro clinico fra le diverse competenze; è opportuno che gli operatori abbiano una conoscenza di base dei criteri diagnostici e degli elementi clinici, relativi alla salute fisica e mentale, che consentono di individuare disturbi della nutrizione e dell'alimentazione e le possibili complicanze, affinché si possa sempre di più riconoscere le situazioni di emergenza ed evitare ritardi nella diagnosi e nell'inizio delle cure, entrambi fattori in grado di influenzare la prognosi di queste malattie;

    28) la formazione professionale continua finalizzata all'identificazione dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione dovrebbe essere inserita nei programmi ECM delle Aziende sanitarie e ospedaliere di tutto il territorio nazionale, con corsi di aggiornamento multiprofessionali e audit clinici successivi,

impegna il Governo:

1) ad implementare progetti di divulgazione e di sensibilizzazione nelle scuole per la promozione di un sano rapporto con il cibo, sviluppando una necessaria consapevolezza critica verso messaggi mediatici sbagliati che associano bellezza e magrezza e che possono favorire l'insorgenza di disturbi del comportamento alimentare;

2) ad adottare iniziative per istituire e disciplinare la figura dello psicologo delle cure primarie affinché sia negli studi dei medici di medicina generale sia in ambito scolastico sia garantito il necessario supporto alle famiglie e ai giovani e sia individuata precocemente la presenza di un disturbo del comportamento alimentare;

3) ad adottare iniziative normative, anche in sede europea, per disciplinare le attività di agenzie, società e federazioni di moda affinché si avvalgano solo di modelle e modelli in possesso di un certificato medico attestante una sana e robusta costituzione e un valore dell'indice di massa corporea (Bmi) superiore a 18,5 e prevedere un sistema sanzionatorio commisurato alla gravità dell'inosservanza delle regole;

4) ad adottare, anche alla luce del preoccupante aumento dei casi di disturbi alimentari legato anche all'emergenza Covid, iniziative volte ad implementare sensibilmente le strutture e la rete di intervento completa in tutti i vari livelli di assistenza, ambulatorio, day-hospital, ricovero ospedaliero e residenzialità extra-ospedaliera, al fine di garantire l'appropriatezza dell'assistenza, con particolare riguardo alla presa in carico globale del paziente e dei suoi familiari in tutte le varie fasi del trattamento, avendo cura di garantire sull'intero territorio nazionale equità ed uniformità nell'accesso all'assistenza;

5) ad istituire, presso il Ministero della salute, l'Osservatorio nazionale sui disturbi della nutrizione e dell'alimentazione con il compito di redigere il Piano nazionale dei disturbi dell'alimentazione e della nutrizione, di durata triennale, promuovere la raccolta di dati statistici ed effettuare studi epidemiologici sulle patologie afferenti ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, anche con riferimento alle diverse situazioni territoriali, al fine di individuare aree prioritarie d'intervento verso cui indirizzare azioni e iniziative per la prevenzione e per la riabilitazione nutrizionale nei disturbi dell'alimentazione;

6) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere che, in sede di attuazione dei programmi obbligatori di formazione continua in medicina di cui all'articolo 16-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, la Commissione nazionale per la formazione continua, di cui all'articolo 2, comma 357, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, disponga che l'aggiornamento periodico del personale operante presso le strutture sanitarie e socio-sanitarie impegnato nei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione nonché dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta sia realizzato attraverso il conseguimento di un congruo numero di crediti formativi in percorsi formativi concernenti i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione;

7) a mettere in campo ogni iniziativa utile per attuare uniformemente in tutto il territorio nazionale il cosiddetto «percorso Lilla», quale approccio multidisciplinare finalizzato ad intercettare i soggetti con disturbi alimentari e avviare il più idoneo percorso terapeutico specialistico integrato, coinvolgendo anche le associazioni di pazienti e familiari e gli esperti del settore;

8) ad elaborare un Piano nazionale dei disturbi dell'alimentazione e della nutrizione al fine di armonizzare a livello nazionale gli interventi, migliorare l'organizzazione dei servizi sanitari e sociosanitari, sollecitare una piena responsabilizzazione di tutti gli attori dell'assistenza e contribuire al miglioramento della tutela per le persone affette da disturbi alimentari;

9) in occasione del prossimo aggiornamento dei Lea, ad includere l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e i disturbi da alimentazione incontrollata (Bed) «Disturbo da alimentazione incontrollata» (Binge Eating Disorder) nell'elenco delle patologie croniche invalidanti per le quali è prevista l'esenzione;

10) a promuovere lo sviluppo e la diffusione di app gratuite destinate a veicolare, soprattutto nei contesti giovanili o più esposti, informazioni sulla nutrizione e l'educazione a una sana e corretta alimentazione;

11) ad attivare e finanziare campagne di comunicazione istituzionale per la diffusione di una sana e corretta alimentazione, allo scopo di prevenire i disturbi legati all'alimentazione, promuovere il benessere psico-fisico e stili di vita salutari, anche collaborando con le organizzazioni sportive affinché in occasione delle maggiori competizioni sportive agonistiche nazionali e internazionali siano veicolati messaggi salutari sull'alimentazione e sullo sport.
(1-00170) «Quartini, Di Lauro, Marianna Ricciardi, Sportiello, Auriemma».