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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 25 ottobre 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 25 ottobre 2023.

  Albano, Amato, Ascani, Auriemma, Bagnai, Bakkali, Baldino, Barbagallo, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Deborah Bergamini, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Caiata, Cappellacci, Carè, Carloni, Cavandoli, Cavo, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Letta, Lollobrigida, Lucaselli, Lupi, Magi, Malagola, Mangialavori, Marattin, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Orsini, Osnato, Nazario Pagano, Pastorella, Pella, Pellegrini, Pichetto Fratin, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Serracchiani, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tabacci, Tajani, Tassinari, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Amato, Ascani, Bagnai, Bakkali, Baldino, Barbagallo, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Deborah Bergamini, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Calderone, Cappellacci, Carè, Carloni, Cavandoli, Cavo, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Letta, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Marattin, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pastorella, Pella, Pellegrini, Pichetto Fratin, Prisco, Quartapelle Procopio, Rampelli, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Semenzato, Serracchiani, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tabacci, Tajani, Tassinari, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 24 ottobre 2023 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa della deputata:

   MALAVASI: «Istituzione del Registro unico nazionale degli operatori socio-sanitari» (1510).

  Sarà stampata e distribuita.

Annunzio di proposte di legge d'iniziativa regionale.

  In data 24 ottobre 2023 è stata presentata alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 18 dello statuto della Regione Siciliana, di cui al regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, la seguente proposta di legge:

   PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DELL'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA: «Disposizioni in materia di abolizione del numero chiuso o programmato per l'accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie. Modifiche alla legge 2 agosto 1999, n. 264» (1511).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge LUPI ed altri: «Istituzione di presìdi sanitari nei plessi scolastici e negli istituti scolastici paritari» (1192) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Semenzato.

  La proposta di legge MAIORANO ed altri: «Modifiche agli articoli 336, 337 e 651 del codice penale in materia di violenza, minaccia e resistenza a un pubblico ufficiale e di rifiuto di dare indicazioni sull'identità personale» (1225) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fabrizio Rossi.

  La proposta di legge LONGI ed altri: «Modifiche alla legge 11 gennaio 2018, n. 5, e altre disposizioni in materia di organizzazione e funzionamento dei call center, di formazione del personale, di tutela dell'occupazione e di protezione dei consumatori» (1316) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Caramanna.

  La proposta di legge DI GIUSEPPE ed altri: «Modifica dell'articolo 2 della legge 23 ottobre 2003, n. 286, in materia di compiti e funzioni dei Comitati degli italiani all'estero, e soppressione del Consiglio generale degli italiani all'estero» (1329) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Benvenuti Gostoli e Maiorano.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   VI Commissione (Finanze):

  FRASSINI ed altri: «Delega al Governo per l'introduzione di agevolazioni fiscali e misure di semplificazione destinate allo sviluppo economico e sociale dei piccoli comuni situati nelle zone montane» (1153) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   VII Commissione (Cultura)

  LOPERFIDO: «Modifica all'articolo 1 della legge 5 marzo 1977, n. 54, concernente la promozione di iniziative per la celebrazione della festa dell'Unità nazionale nelle scuole di ogni ordine e grado» (1309) Parere delle Commissioni I e V.

Assegnazione di proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   I Commissione (Affari costituzionali):

  DI GIUSEPPE ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul funzionamento del sistema per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero, con particolare riferimento allo svolgimento delle elezioni politiche dell'anno 2022 nella Circoscrizione estero» (Doc XXII, n. 34) – Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni, III e V.

Trasmissione dal Ministro della cultura.

  Il Ministro della cultura, con lettera in data 20 ottobre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n. 70, la relazione sull'attività svolta, sul bilancio di previsione e sulla consistenza degli organici dell'Accademia nazionale dei lincei, corredata dai relativi allegati, riferita all'anno 2022.

  Questa relazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 24 ottobre 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta, a nome dell'Unione europea, nel comitato misto istituito dalla convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee per quanto riguarda l'adozione di una raccomandazione relativa all'uso dei certificati di circolazione rilasciati elettronicamente (COM(2023) 579 final) corredata dal relativo allegato (COM(2023) 579 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Qualità della benzina e del combustibile diesel utilizzati per il trasporto stradale nell'Unione europea (Anno di riferimento 2021) (COM(2023) 655 final) che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);

   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sull'attuazione della direttiva 2009/31/CE relativa allo stoccaggio geologico di biossido di carbonio (COM(2023) 657 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive).

  La proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive 1999/2/CE, 2000/14/CE, 2011/24/UE e 2014/53/UE per quanto riguarda determinate prescrizioni in materia di comunicazione nei settori degli alimenti e dei loro ingredienti, dell'emissione acustica ambientale, dei diritti dei pazienti e delle apparecchiature radio (COM(2023) 639 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 24 ottobre 2023, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XII Commissione (Affari sociali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 24 ottobre 2023.

  La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 1379/2013, (UE) n. 167/2013 e (UE) n. 168/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda determinate prescrizioni in materia di comunicazione (COM(2023) 643 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 24 ottobre 2023, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni riunite IX (Trasporti) e XIII (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 24 ottobre 2023.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 17 e 19 ottobre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Richiesta di parere parlamentare
su proposta di nomina.

  Il Ministro della cultura, con lettera in data 24 ottobre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo 29 gennaio 1998, n. 19, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del dottor Pietrangelo Buttafuoco a presidente della Fondazione La Biennale di Venezia (35).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VII Commissione (Cultura).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

  Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 24 ottobre 2023, a pagina 4, prima colonna, trentunesima riga, dopo la parola: «previdenziale)» deve intendersi inserita la seguente: «, XII».

DISEGNO DI LEGGE: S. 571 – DELEGA AL GOVERNO IN MATERIA DI REVISIONE DEL SISTEMA DEGLI INCENTIVI ALLE IMPRESE E DISPOSIZIONI DI SEMPLIFICAZIONE DELLE RELATIVE PROCEDURE NONCHÉ IN MATERIA DI TERMINI DI DELEGA PER LA SEMPLIFICAZIONE DEI CONTROLLI SULLE ATTIVITÀ ECONOMICHE (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 1406)

A.C. 1406 – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE
PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sulle proposte emendative contenute nel fascicolo.

A.C. 1406 – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SULLE
PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

  Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

PARERE CONTRARIO

  Sulle proposte emendative 2.12, 2.14, 3.6, 4.2, 5.1, 6.5, 6.6 e 6.9, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

  sulle restanti proposte emendative.

A.C. 1406 – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 1.
(Finalità e oggetto)

  1. La presente legge, nel rispetto dell'articolo 117, terzo e quarto comma, della Costituzione, definisce le disposizioni per la revisione del sistema degli incentivi alle imprese al fine di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione, garantendone una migliore pianificazione, organizzazione e attuazione nonché rafforzandone le capacità di sostegno alla crescita negli ambiti strategici delle politiche industriali nazionali ed europee e di perseguimento degli obiettivi di piena coesione sociale, economica e territoriale. La predetta revisione include altresì, nel rispetto dei princìpi stabiliti dalla presente legge, gli incentivi alle imprese aventi natura fiscale, fatta salva la definizione degli aspetti connessi alle modalità di fruizione e di controllo di detti incentivi, che è demandata alla specifica disciplina di settore.
  2. Per le finalità di cui al comma 1, la presente legge dispone in ordine all'esercizio della delega legislativa per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese e introduce, altresì, misure volte all'immediato efficientamento dei profili regolatori della materia.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 1.
(Finalità e oggetto)

  Al comma 1, primo periodo, dopo la parola: revisione aggiungere le seguenti: e la semplificazione.
1.1. (ex 1.1) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, ultimo periodo, sostituire le parole: include altresì con le seguenti: è finalizzata altresì a promuovere.

  Conseguentemente, al medesimo comma, medesimo periodo, sostituire le parole: aventi natura fiscale, con le seguenti: volti a favorire l'innovazione, la competitività e la sostenibilità economica delle imprese nel processo di transizione energetica e climatica,.
1.2. (ex 1.7) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, ultimo periodo, sostituire le parole da: gli incentivi alle imprese fino alla fine del periodo, con le seguenti: gli interventi finalizzati al superamento dei sussidi ambientalmente dannosi in favore di incentivi ambientalmente favorevoli.
1.3. (ex 1.8) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 2, dopo le parole: incentivi alle imprese aggiungere le seguenti: erogati secondo le modalità disposte dal regolamento (UE) 18 giugno 2020, n. 852 del Parlamento europeo e del Consiglio e dagli atti delegati della Commissione del 4 giugno 2021, C(2021) 2800 che definiscono i criteri generali affinché ogni singola attività economica non determini un danno significativo all'ambiente, contribuendo quindi agli obiettivi di mitigazione, adattamento e riduzione degli impatti e dei rischi ambientali come definiti all'articolo 17 del regolamento (UE) 18 giugno 2020, n. 852 del Parlamento europeo e del Consiglio,.
1.4. (ex 1.9) Evi, Zanella, Grimaldi.

A.C. 1406 – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 2.
(Princìpi e criteri direttivi generali per l'esercizio della delega)

  1. Ai fini dell'esercizio della delega di cui all'articolo 3, il Governo si attiene ai seguenti princìpi e criteri direttivi generali:

   a) il principio della pluriennalità e della certezza dell'orizzonte temporale delle misure di incentivazione, nonché dell'adeguatezza delle stesse rispetto agli obiettivi socio-economici posti, in coerenza con le esigenze di programmazione finanziaria e di bilancio e con le valutazioni ex ante sulla base di analisi di contesto e indicatori specifici per le diverse tipologie di incentivo, ferma restando la possibilità di una rimodulazione nel tempo, alla luce dell'effettivo andamento delle misure medesime e delle esigenze di finanza pubblica;

   b) il principio della misurabilità dell'impatto nell'ambito economico oggetto di incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post, delle principali misure relative alle politiche di incentivazione in termini di obiettivi socio-economici raggiunti, anche al fine di perseguire una migliore allocazione delle risorse;

   c) il principio della programmazione degli interventi di incentivazione da parte delle amministrazioni competenti, anche con riferimento agli interventi cofinanziati dai fondi europei;

   d) il principio del coordinamento oggettivo e soggettivo delle misure di incentivazione in modo da raggiungere, a parità di risorse, il massimo effetto derivante dall'applicazione delle stesse e da evitare duplicazioni e sovrapposizioni tra soggetti che gestiscono politiche pubbliche di incentivazione;

   e) il principio della agevole conoscibilità delle misure di incentivazione fruibili da parte degli imprenditori e delle imprenditrici, in relazione agli obiettivi e alla condizione dei medesimi;

   f) il principio della digitalizzazione e della semplicità e uniformità delle procedure anche con riferimento agli interventi cofinanziati dai fondi europei, al fine di ridurre, nella misura più ampia possibile, gli oneri burocratici a carico degli imprenditori e delle imprenditrici e assicurare alle imprese l'accessibilità ai contenuti e la trasparenza delle procedure;

   g) il principio della più ampia coesione sociale, economica e territoriale per uno sviluppo economico armonico ed equilibrato della Nazione, con particolare riferimento alle politiche di incentivazione della base produttiva del Mezzogiorno;

   h) il principio della valorizzazione del contributo dell'imprenditoria femminile alla crescita economica e sociale della Nazione;

   i) il principio della strategicità per l'interesse nazionale, al fine di supportare la realizzazione di progetti di comune interesse per la competitività del sistema economico nazionale anche in ambito europeo;

   l) il principio secondo cui la qualificazione di professionista non osta alla possibilità di usufruire di specifiche misure incentivanti ove ne ricorrano i presupposti e ove previsto.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 2.
(Princìpi e criteri direttivi generali per l'esercizio della delega)

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:

   a-bis) il principio della continuità temporale e procedurale delle misure di incentivazione in relazione al perseguimento degli obiettivi prioritari di sviluppo.

  Conseguentemente, al medesimo comma:

   lettera b) sostituire le parole da: nell'ambito economico fino a: socio-economici raggiunti con le seguenti: sociale ed economico oggetto di incentivi, sulla base della valutazione ex ante, in itinere ed ex post, delle misure di incentivazione in termini di obiettivi socio-economici, rapporto costi benefici ed effetti sulla competitività;

   dopo la lettera l), aggiungere le seguenti:

   m) il principio del rispetto e della tutela dell'ambiente e della sostenibilità delle politiche di incentivazione, al fine di pervenire al superamento dei modelli di agevolazione basati su incentivi ambientalmente dannosi;

   n) il principio della valorizzazione del contributo all'innovazione e alla crescita economica del Paese delle Start-up e delle PMI innovative.
2.1. (ex 2.1) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde.

  Al comma 1, lettera b) dopo le parole: nell'ambito economico oggetto di incentivi, aggiungere le seguenti: e nella riduzione delle disuguaglianze territoriali e di genere,.

  Conseguentemente, al medesimo comma, dopo la lettera e), aggiungere le seguenti:

   e-bis) il principio dell'adeguatezza degli interventi che tenga conto delle dimensioni specifiche e dei fabbisogni delle micro e piccole imprese;

   e-ter) il principio della valorizzazione delle reti di imprese, quali forme organizzative di collaborazione e condivisione tra imprese economicamente e giuridicamente autonome;.
2.2. (ex 2.3) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: nell'ambito economico oggetto degli incentivi, aggiungere le seguenti: e nella riduzione delle disuguaglianze territoriali e di genere,.
2.3. (ex 2.4) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: sulla base della valutazione aggiungere le seguenti: ex ante,.

  Conseguentemente, al medesimo comma:

   alla medesima lettera, sopprimere la parola: principali.

   alla lettera c), aggiungere, in fine, le parole: , mediante l'individuazione di obiettivi intermedi;

   alla lettera g), aggiungere, in fine, le parole: e alla riduzione delle disuguaglianze territoriali.
2.4. (ex 2.5) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: sulla base della valutazione aggiungere le seguenti: ex ante,.

  Conseguentemente, al medesimo comma, medesima lettera, sopprimere la parola: principali.
2.5. (ex 2.6) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera b), dopo le parole: obiettivi socio-economici raggiunti, aggiungere le seguenti: , con particolare riferimento all'effetto leva prodotto in termini di crescita del prodotto interno lordo, della creazione di nuovi posti di lavoro, e del conseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
2.6. (ex 2.7) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:

   b-bis) il principio dell'innovazione, nelle sue diverse forme, a partire da quella tecnologica, di processo, di prodotto o servizio, manageriale, strategica, organizzativa e di sviluppo delle competenze, quale fattore fondamentale per il miglioramento della produttività delle imprese, il riammodernamento e la trasformazione del potenziale produttivo.
2.7. (ex 2.8) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:

   b-bis) il principio della verifica dell'efficacia delle misure agevolative, con particolare riferimento ai seguenti indicatori:

    1) numero delle imprese insediate;

    2) occupazione creata;

    3) volume d'affari;

    4) entità dei benefici fruiti;.
2.8. (ex 2.9) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera b), aggiungere la seguente:

   b-bis) il principio di misurabilità dell'impatto di genere nell'ambito economico oggetto di incentivi;.
2.9. (ex 2.10) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:

   c-bis) il principio della valorizzazione del sistema produttivo nazionale, attraverso il pieno coinvolgimento di micro, piccole e medie imprese, delle filiere produttive e delle reti d'imprese, evitando la polarizzazione degli incentivi verso un numero ristretto d'imprese;.
2.10. (ex 2.11) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, dopo la lettera c), aggiungere la seguente:

   c-bis) il principio dell'armonizzazione e della continuità procedurale, al fine di garantire uniformità delle modalità di accesso alle misure di incentivazione;.
2.11. (ex 2.12) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera e), aggiungere, in fine, le parole: , attraverso un portale unico nazionale che raccolga qualsiasi tipo di incentivo, proposto da ciascuna amministrazione competente.
2.12. (ex 2.13) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

(Inammissibile)

  Al comma 1, dopo la lettera e), aggiungere le seguenti:

   e-bis) il principio dell'adeguatezza delle misure di incentivazione rispetto alle condizioni strutturali e alle necessità delle imprese, con particolare riferimento alle microimprese, piccole e medie imprese situate nei comuni sotto i cinquemila abitanti, nelle aree interne e nei territori rurali, anche al fine di garantire la resilienza delle medesime e favorire nuovi insediamenti;

   e-ter) il principio dell'attrattività delle misure di incentivazione per le imprese straniere che vogliono stabilmente insediarsi nel territorio italiano, con particolare riferimento al Mezzogiorno e alle aree interne e rurali del territorio nazionale;

   e-quater) il principio della valutazione delle misure di incentivazione, mediante l'applicazione dell'analisi dell'impatto della regolamentazione (AIR) di cui all'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246, per ciascuna misura di incentivazione.
2.13. (ex 2.14) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera e), aggiungere la seguente:

   e-bis) il principio della valorizzazione del ruolo delle piccole e medie imprese, anche mediante la previsione della riserva di una quota parte del Fondo di garanzia per le PMI finalizzata a specifici interventi di riassicurazione e controgaranzia.
2.14. (ex 2.15) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde, Morfino.

(Inammissibile)

  Al comma 1, dopo la lettera e), aggiungere la seguente:

   e-bis) il principio della valorizzazione delle reti di imprese, quali forme organizzative di collaborazione e condivisione tra imprese economicamente e giuridicamente autonome.
2.15. (ex 2.16) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera e), aggiungere la seguente:

   e-bis) il principio dell'adeguatezza degli interventi che tenga conto delle dimensioni specifiche e dei fabbisogni delle micro e piccole imprese.
2.16. (ex 2.17) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera f), dopo le parole: al fine di ridurre, nella misura più ampia possibile, aggiungere le seguenti: gli impatti sugli ecosistemi naturali, i danni ambientali e;.

  Conseguentemente, al medesimo comma, lettera g), dopo le parole: sviluppo economico armonico aggiungere le seguenti: , ambientalmente sostenibile.
2.17. (ex 2.18) Evi, Zanella, Grimaldi.

  Al comma 1, dopo la lettera f), aggiungere la seguente:

   f-bis) il principio della non duplicazione degli adempimenti a carico delle imprese durante la gestione delle pratiche legate alla richiesta e alla concessione degli incentivi stessi qualora la Pubblica Amministrazione sia già in possesso dei dati del soggetto richiedente e della documentazione necessaria per il disbrigo delle rispettive pratiche, evitando di reiterare richieste dei medesimi dati e della documentazione di cui già dispone;.
2.18. (ex 2.19) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, dopo la lettera f) aggiungere la seguente:

   f-bis) il principio della valorizzazione del contributo all'innovazione e alla crescita economica del Paese delle Start-up e delle PMI innovative.
2.19. (ex 2.20) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 1, lettera g), aggiungere, in fine, le parole: e alla riduzione delle disuguaglianze territoriali.
2.20. (ex 2.22) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera g), aggiungere la seguente:

   g-bis) il principio del rafforzamento della competitività delle imprese, sia nel contesto nazionale sia in quello internazionale, in termini di penetrazione e sviluppo del mercato, di sviluppo e diversificazione del prodotto, e della crescita dimensionale.
2.21. (ex 2.23) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, dopo la lettera g) aggiungere la seguente:

   g-bis) il principio della sostenibilità economica, ambientale e sociale delle misure di incentivazione.
2.22. (ex 2.24) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) il principio del rispetto e della tutela dell'ambiente, degli ecosistemi e della sostenibilità delle politiche di incentivazione, mediante il coordinamento armonico tra le politiche di incentivazione medesime e il catalogo dei sussidi ambientalmente favorevoli e il superamento dei sussidi ambientalmente dannosi, di cui all'articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221.
2.23. (ex 2.28) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) il principio del rispetto e della tutela dell'ambiente e della sostenibilità delle politiche di incentivazione, al fine di pervenire al superamento dei modelli di agevolazione basati su incentivi ambientalmente dannosi.
2.24. (ex 2.26) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) il principio della responsabilità estesa del produttore finalizzato a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili.
2.25. (ex 2.27) Evi, Zanella, Grimaldi.

A.C. 1406 – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 3.
(Delega al Governo per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese)

  1. Il Governo è delegato ad adottare, entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per la definizione di un sistema organico per l'attivazione del sostegno pubblico mediante incentivi alle imprese nelle forme più idonee ed efficaci a far fronte agli specifici fallimenti del mercato, a stimolare la crescita negli ambiti strategici delle politiche industriali nazionali ed europee e a ottimizzare la spesa pubblica dedicata.
  2. Nell'esercizio della delega di cui al comma 1, anche mediante l'abrogazione e la modifica di disposizioni vigenti nonché l'adozione di nuove disposizioni, nel rispetto dei princìpi generali di cui all'articolo 2 e degli ulteriori princìpi e criteri direttivi definiti agli articoli 4 e 6, il Governo provvede a:

   a) razionalizzare l'offerta di incentivi, individuando un insieme definito, limitato e ordinato di modelli di agevolazioni, ad esclusione delle misure di incentivazione in favore dei settori agricolo e forestale nonché della pesca e dell'acquacoltura e ferma restando l'autonomia delle regioni nell'individuazione di ulteriori modelli per l'attuazione di specifici interventi mirati nel rispetto delle diverse realtà territoriali;

   b) armonizzare la disciplina di carattere generale in materia di incentivi alle imprese, coordinandola in un testo normativo principale, denominato «codice degli incentivi».

  3. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità e il Ministro per le disabilità, nonché di concerto con gli altri Ministri eventualmente competenti nelle materie oggetto dei medesimi decreti, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Gli schemi dei decreti legislativi sono trasmessi alle Camere per l'acquisizione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, che si esprimono entro trenta giorni dalla data di trasmissione. Decorso inutilmente il termine previsto per l'espressione del parere, i decreti legislativi possono essere comunque adottati. Qualora il termine previsto per l'espressione del parere delle Commissioni parlamentari scada nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto al comma 1 o successivamente, la scadenza medesima è prorogata di novanta giorni. Con riferimento al decreto legislativo recante il codice degli incentivi, di cui al comma 2, lettera b), è acquisito altresì il parere del Consiglio di Stato.
  4. Entro ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore dell'ultimo dei decreti legislativi previsti al comma 1, nel rispetto della procedura di cui al comma 3 e dei princìpi e criteri direttivi stabiliti dalla presente legge, il Governo può adottare disposizioni integrative e correttive dei decreti medesimi.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 3.
(Delega al Governo per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese)

  Al comma 1, dopo le parole: a far fronte agli specifici fallimenti del mercato, aggiungere le seguenti: al superamento dei sussidi ambientalmente dannosi in favore di quelli ambientalmente favorevoli,.
3.1. (ex 3.1) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, aggiungere, in fine, le parole: , valorizzando le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per la trasformazione digitale delle imprese.
3.2. (ex 3.2) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 2, alinea, dopo le parole: anche mediante l'abrogazione e la modifica di disposizioni vigenti aggiungere le seguenti: , fatti salvi gli effetti prodottisi e i vincoli sorti sulla base della disciplina vigente prima della data di entrata in vigore dei decreti legislativi di cui al comma 3,.
3.3. (ex 3.3) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 2, lettera a), dopo le parole: offerta di incentivi, individuando aggiungere le seguenti: , tenuto conto delle principali differenze dei soggetti beneficiari,.
3.4. (ex 3.4) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 2, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: , individuando altresì un insieme omogeneo di misure che, tenuto conto delle caratteristiche oggettive dei soggetti destinatari, nonché delle necessità e dei fabbisogni dei medesimi, sia finalizzato all'incentivazione di modelli virtuosi di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica.
3.5. (ex 3.6) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Scutellà, Francesco Silvestri, Morfino.

  Al comma 2, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: e favorendo il completamento dell'interoperabilità degli archivi informatici delle pubbliche amministrazioni.
3.6. (ex 3.5) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde.

(Inammissibile)

  Al comma 2, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: , superando altresì i modelli di agevolazioni basati su incentivi ambientalmente dannosi.
3.7. (ex 3.7) Ilaria Fontana, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, L'Abbate, Morfino, Santillo, Todde, Iaria, Quartini.

  Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

  2-bis. In considerazione delle politiche e delle misure adottate dall'Unione europea per lo sviluppo sostenibile e per la green economy, i decreti legislativi di cui al comma 1 introducono nuove forme di fiscalità, in raccordo con la tassazione già vigente a livello regionale e locale e nel rispetto del principio della neutralità fiscale, finalizzate a orientare il mercato verso modi di consumo e produzione sostenibili, e a rivedere la disciplina delle accise sui prodotti energetici e sull'energia elettrica, anche in funzione del contenuto di carbonio e delle emissioni di ossido di azoto e di zolfo, in conformità con i principi comunitari prevedendo, nel perseguimento della finalità del doppio dividendo, che il maggior gettito sia destinato prioritariamente alla riduzione della tassazione sui redditi, in particolare sul lavoro generato dalla green economy, alla diffusione e innovazione delle tecnologie e dei prodotti a basso contenuto di carbonio, a misure di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici, al finanziamento di modelli di produzione e consumo sostenibili, nonché alla revisione del finanziamento dei sussidi alla produzione di energia da combustibili fossili.
3.8. (ex 3.9) Evi, Zanella, Grimaldi.

  Al comma 3, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Ove il parere delle Commissioni parlamentari indichi specificamente talune disposizioni come non conformi ai princìpi e criteri direttivi di cui alla presente legge, il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. Le Commissioni competenti per materia possono esprimersi sulle osservazioni del Governo entro dieci giorni dall'assegnazione; decorso tale termine il decreto legislativo può essere comunque adottato.
3.9. (ex 3.8) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde, D'Orso, Morfino.

A.C. 1406 – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 4.
(Princìpi e criteri direttivi di delega per la razionalizzazione dell'offerta di incentivi)

  1. Nell'esercizio della delega di cui all'articolo 3, comma 2, lettera a), il Governo si attiene, oltre che ai princìpi e criteri direttivi generali di cui all'articolo 2, ai seguenti princìpi e criteri direttivi specifici, nel rispetto dell'autonomia programmatica delle regioni:

   a) ricognizione e sistematizzazione delle misure di incentivazione esistenti, sulla base di criteri che tengano conto degli ambiti o delle finalità delle stesse, quali il sostegno agli investimenti, alla ricerca, allo sviluppo, al lavoro, all'occupazione, alla riqualificazione professionale dei lavoratori, alla formazione e all'innovazione e alla sostenibilità ambientale, nonché la facilitazione nell'accesso al credito da parte delle imprese, il rafforzamento patrimoniale delle stesse e la crescita dimensionale, anche favorendo l'aggregazione, o altri ambiti e finalità del sostegno, in rapporto:

    1) alle diverse fasi del ciclo di vita delle imprese e alle diverse dimensioni di impresa con riferimento alla definizione dell'Unione europea di piccola e media impresa, di piccole imprese a media capitalizzazione e di imprese a media capitalizzazione;

    2) al livello di complessità e alla dimensione dei progetti oggetto delle misure di incentivazione, avendo anche riguardo alla circostanza che i programmi di spesa proposti o effettuati dai soggetti beneficiari necessitino o meno di essere sottoposti a valutazioni istruttorie di carattere tecnico, economico e finanziario;

    3) agli obiettivi di coesione sociale, economica e territoriale e all'esigenza di sostenere uno sviluppo economico armonico ed equilibrato della Nazione, con particolare riferimento alle politiche di incentivazione della base produttiva del Mezzogiorno e delle aree interne così come individuate dall'accordo di partenariato con la Repubblica italiana relativo al ciclo di programmazione 2021-2027, di cui alla decisione di esecuzione della Commissione europea C(2022) 4787 final, del 15 luglio 2022;

    4) alla capacità di coprire ambiti strategici dello sviluppo economico, quali l'efficientamento energetico e la transizione ecologica, la transizione digitale e l'innovazione tecnologica, la valorizzazione delle produzioni nazionali e del made in Italy o delle specificità territoriali, la competitività nei mercati esteri, l'attrazione di investimenti esteri, il sostegno all'imprenditoria giovanile, nonché all'imprenditoria femminile ai fini del perseguimento della parità di genere;

    5) alle forme delle misure di incentivazione, anche mediante il ricorso a strumenti automatici, compatibilmente con le specificità delle singole misure;

    6) fermo restando quanto previsto all'articolo 2, comma 1, lettera a), all'implementazione di soluzioni tecniche, finanziarie e procedurali che riducano il rischio che l'assegnazione delle risorse finanziarie disponibili per gli interventi avvenga in un lasso di tempo estremamente ridotto e, in tali casi, sulla base del solo ordine cronologico di presentazione dell'istanza;

   b) concentrazione dell'offerta di incentivi, diretta ad evitare la sovrapposizione tra gli interventi e la frammentazione del sostegno pubblico, mediante:

    1) la selezione, nell'ambito delle misure di incentivazione individuate ai sensi della lettera a), di quelle più idonee a costituire uno standard tipologico e a ricomprendere misure sia già esistenti che future e potenziali, tenendo conto anche dei risultati di attuazione e del riscontro in termini di adesione da parte delle imprese, nonché, ove disponibili, delle valutazioni di impatto delle misure stesse;

    2) il riordino della disciplina legislativa vigente relativa alle misure di incentivazione, da ricondurre ai modelli agevolativi selezionati ai sensi del numero 1), provvedendo alle conseguenti modifiche e abrogazioni;

   c) programmazione degli interventi di incentivazione da parte di ciascuna amministrazione competente per un congruo periodo temporale, adeguato alle finalità di sostegno secondo le valutazioni effettuate ex ante, in modo da assicurare un sostegno tendenzialmente continuativo e pluriennale, fatte salve le specifiche esigenze degli interventi di carattere emergenziale. Negli atti programmatici sono stabiliti, per il periodo di riferimento:

    1) gli obiettivi strategici di sviluppo;

    2) le tipologie di interventi da adottare in relazione agli obiettivi strategici;

    3) il cronoprogramma di massima relativo all'attuazione degli obiettivi strategici;

    4) il quadro finanziario delle risorse e dei fabbisogni di stanziamento.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 4.
(Princìpi e criteri direttivi di delega per la razionalizzazione dell'offerta di incentivi)

  Al comma 1, alla lettera a), premettere la seguente:

   0a) definizione degli specifici ambiti o settori su cui concentrare l'individuazione degli incentivi stabilmente applicabili, in virtù del carattere strategico dei settori stessi, delle esigenze di transizione delle attività produttive, degli obiettivi di consolidamento della produzione e della crescita occupazionale;.
4.1. (ex 4.1) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, alla lettera a), premettere la seguente:

   0a) ricognizione delle risorse disponibili per le misure di incentivazione esistenti e riallocazione di quelle oggetto di abrogazione o modifica sulle misure di incentivazione individuate ai sensi delle lettere a), b) e c) del presente articolo;.
4.2. (ex 4.2) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

(Inammissibile)

  Al comma 1, alla lettera a), premettere la seguente:

   0a) riorientare l'imposizione fiscale in maniera coerente con il rispetto degli impegni internazionali in materia di decarbonizzazione e gli obiettivi climatici a medio e lungo termine;.
4.3. (ex 4.4) Evi, Zanella, Grimaldi.

  Al comma 1, lettera a), alinea, dopo la parola: ricognizione aggiungere le seguenti: , coordinamento, anche con gli incentivi regionali,.
4.4. (ex 4.5) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera a), alinea, dopo le parole: degli ambiti o delle finalità delle stesse, quali aggiungere le seguenti: i sussidi ambientalmente dannosi definiti nel catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, di cui all'articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221,.

  Conseguentemente, alla medesima lettera:

   medesimo alinea, dopo le parole: alla ricerca, allo sviluppo aggiungere le seguenti: ambientalmente sostenibile;

   numero 3), dopo le parole: sviluppo economico armonico aggiungere le seguenti: , ambientalmente sostenibile;

   numero 4):

    dopo le parole: sviluppo economico aggiungere le seguenti: e ambientalmente sostenibile;

    dopo le parole: delle specificità territoriali, aggiungere le seguenti: nonché delle filiere tecnologiche per la produzione di energia rinnovabile, lo sviluppo dell'economia circolare,.
4.5. (ex 4.6) Evi, Zanella, Grimaldi.

  Al comma 1, lettera a), alinea, dopo le parole: sostenibilità ambientale, nonché aggiungere le seguenti: l'effettiva applicabilità al settore industriale e;.

  Conseguentemente:

   alla lettera a), numero 4), dopo le parole: l'innovazione tecnologica, aggiungere le seguenti: la collaborazione delle filiere,;

   alla lettera c), dopo il numero 4), aggiungere, in fine, i seguenti:

    5) un'analisi di impatto della misura di incentivo che valuti l'efficacia dello stesso sul tessuto industriale di riferimento;

    6) un'analisi di rischio delle eventuali criticità collegate alla misura di incentivazione e le relative misure di mitigazione.
*4.6. (ex *4.8) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera a), alinea, dopo le parole: sostenibilità ambientale, nonché aggiungere le seguenti: l'effettiva applicabilità al settore industriale e;.

  Conseguentemente:

   alla lettera a), numero 4), dopo le parole: l'innovazione tecnologica, aggiungere le seguenti: la collaborazione delle filiere,;

   alla lettera c), dopo il numero 4), aggiungere, in fine, i seguenti:

    5) un'analisi di impatto della misura di incentivo che valuti l'efficacia dello stesso sul tessuto industriale di riferimento;

    6) un'analisi di rischio delle eventuali criticità collegate alla misura di incentivazione e le relative misure di mitigazione.
*4.7. (ex *4.9) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera a), dopo il numero 2, aggiungere il seguente:

    2-bis) alle peculiari esigenze di ciascuna filiera produttiva, con particolare riguardo al sostegno delle imprese più esposte agli effetti della transizione ecologica, industriale e digitale, nonché alle peculiari esigenze delle aree territoriali interessate;.
4.8. (ex 4.10) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera a), numero 3), sostituire le parole: , economica e territoriale con le seguenti: ed economica, di riduzione delle disuguaglianze territoriali.
4.9. (ex 4.11) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 1, lettera a), dopo il numero 3), aggiungere il seguente:

    3-bis) agli effetti e all'impatto della revisione del sistema degli incentivi sulla riduzione delle disuguaglianze di genere e del gap salariale;.
4.10. (ex 4.12) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera a), dopo il numero 3), aggiungere il seguente:

    3-bis) agli effetti e all'impatto della revisione del sistema degli incentivi sulla riduzione delle disuguaglianze territoriali.
4.11. (ex 4.13) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera a), numero 4), dopo le parole: l'attrazione di investimenti esteri, aggiungere le seguenti: il supporto degli strumenti di sostegno alla mutualità delle imprese,.
4.12. (ex 4.15) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera a), dopo il numero 5), aggiungere il seguente:

    5-bis) al bilanciamento delle componenti dell'intervento e delle tipologie di aiuto, nonché dell'intensità dell'aiuto, applicando percentuali differenziate per dimensione d'impresa, così da sostenere maggiormente i soggetti di minore dimensione, al fine di valorizzare l'effetto reale di incentivazione;.
4.13. (ex 4.16) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera a), numero 6), sostituire le parole da: l'assegnazione delle risorse fino alla fine della lettera, con le seguenti: l'accettazione delle domande avvenga in un lasso di tempo estremamente ridotto e sulla base del solo ordine cronologico di presentazione dell'istanza e che garantiscano, a seguito dell'accettazione dell'istanza, tempistiche certe e quanto più possibile ridotte nell'assegnazione delle risorse finanziarie disponibili ai soggetti beneficiari;.
4.14. (ex 4.17) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera a), numero 6), aggiungere, in fine, le parole: , anche al fine di superare il ricorso alle procedure di click day.
4.15. (ex 4.18) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:

   a-bis) rimodulazione del regime di tassazione ambientale, favorendo fiscalmente gli investimenti verso tecnologie e interventi a basse e nulle emissioni di carbonio, rispettando il principio della neutralità fiscale, in coerenza con le linee guida europee e gli obiettivi stabiliti dal Green Deal UE di progressiva riduzione fino all'azzeramento delle emissioni nette di CO2 prevedendo, al fine di evitare effetti regressivi per le persone fisiche e penalizzanti per le imprese, adeguati meccanismi di compensazione e premialità in grado di accompagnare famiglie e imprese nel processo di transizione ecologica;.
4.16. (ex 4.19) Evi, Zanella, Grimaldi.

  Al comma 1, dopo la lettera a), aggiungere la seguente:

   a-bis) previsione di un regime fiscale speciale per le aziende e le attività produttive che operano nel rispetto del benessere animale;.
4.17. (ex 4.20) Evi, Zanella, Grimaldi.

  Al comma 1, lettera b), numero 1), dopo le parole: future e potenziali, aggiungere le seguenti: sentite le associazioni di categoria dei singoli settori e.
4.18. (ex 4.21) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera c), numero 1), aggiungere, in fine, le parole: e gli obiettivi intermedi;.

  Conseguentemente, al medesimo comma, medesima lettera:

   numero 3), aggiungere, in fine, le parole: e degli obiettivi intermedi;

   dopo il numero 4), aggiungere il seguente:

    5) le tipologie di interventi correttivi da adottare al fine di mitigare gli effetti di possibili eventi non prevedibili in ordine al conseguimento degli obiettivi strategici, al rispetto delle tempistiche definite nei cronoprogrammi e al rispetto del quadro finanziario delle risorse.
4.19. (ex 4.23) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 1, lettera c), numero 4), aggiungere, in fine, le parole: , avendo cura di verificare con esattezza la coerenza delle risorse da stanziare con la platea dei possibili soggetti beneficiari.
4.20. (ex 4.24) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera c), dopo il numero 4), aggiungere i seguenti:

    5) un'analisi di impatto della misura di incentivo che valuti l'efficacia dello stesso sul tessuto industriale di riferimento;

    6) un'analisi di rischio delle eventuali criticità collegate alla misura di incentivazione e le relative misure di mitigazione.
4.21. (ex 4.25) Pavanelli, Morfino.

A.C. 1406 – Articolo 5

ARTICOLO 5 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 5.
(Coordinamento con gli incentivi regionali)

  1. Al fine di favorire un utilizzo sinergico delle complessive risorse disponibili, ivi comprese quelle assegnate nell'ambito della politica di coesione europea, e di prevenire la sovrapposizione degli interventi, i decreti legislativi di cui all'articolo 3 nel disciplinare la programmazione di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), favoriscono la compartecipazione finanziaria delle regioni, nonché il coordinamento e l'integrazione con gli interventi regionali, e individuano le condizioni e le soluzioni di raccordo, ivi compresa l'istituzione di tavoli di confronto interistituzionali, affinché la programmazione regionale, ivi compresa quella relativa ai Fondi strutturali e di investimento europei, possa tenere conto di quella nazionale in funzione del perseguimento della complementarità di sistemi incentivanti e della massima incentivazione complessiva. Lo Stato e le regioni possono stipulare specifici accordi programmatici.
  2. Le soluzioni di raccordo devono in ogni caso prevedere elementi di flessibilità per consentire a tutte le amministrazioni il rispetto dei vincoli e dei tempi di spesa previsti dalle programmazioni di livello regionale, nazionale o europeo.

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 5.
(Coordinamento con gli incentivi regionali)

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

  1-bis. Al fine di assicurare il necessario coordinamento tra i livelli decisionali e di favorire la complementarietà degli interventi, con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, da emanare entro centoventi giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono definiti modelli standardizzati di agevolazione per gli interventi regionali.
5.1. (ex 5.1) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde, Morfino.

(Inammissibile)

A.C. 1406 – Articolo 6

ARTICOLO 6 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 6.
(Princìpi e criteri direttivi di delega per la formazione di un codice degli incentivi)

  1. Nell'esercizio della delega di cui all'articolo 3, comma 2, lettera b), anche in relazione agli adempimenti previsti dall'Unione europea in materia di trasparenza, il Governo provvede a ridefinire, nell'ambito del codice degli incentivi, i princìpi comuni che regolano i procedimenti amministrativi concernenti gli interventi di incentivazione alle imprese, anche tenendo conto di quelli ricavabili dai modelli agevolativi selezionati ai sensi dell'articolo 4, e a standardizzare la strumentazione tecnica funzionale, attenendosi, oltre che ai princìpi e criteri direttivi generali di cui all'articolo 2, ai seguenti princìpi e criteri direttivi specifici:

   a) definizione dei contenuti minimi dei bandi, delle direttive o dei provvedimenti comunque denominati per l'attivazione delle misure di incentivazione alle imprese, inclusi i motivi generali di esclusione delle imprese, l'individuazione della base giuridica di riferimento, i profili procedurali per l'accesso e il mantenimento delle agevolazioni e l'individuazione degli oneri a carico delle imprese beneficiarie nonché la disciplina del cumulo delle agevolazioni nel rispetto dei massimali fissati dalla normativa europea;

   b) revisione e aggiornamento dei procedimenti amministrativi concernenti la concessione e l'erogazione di incentivi alle imprese, mediante:

    1) riduzione e semplificazione degli oneri amministrativi a carico delle imprese beneficiarie, con riferimento all'intero iter procedurale, nel corso del quale, in ogni caso, non possono essere richiesti documenti e informazioni già in possesso della pubblica amministrazione;

    2) contenimento e rispetto, da parte dei soggetti competenti, dei tempi delle attività istruttorie e definizione di una disciplina del soccorso istruttorio dedicata ai procedimenti di cui alla presente lettera;

    3) aggiornamento dei criteri per la stipula delle convenzioni con soggetti esterni alle amministrazioni titolari degli interventi di incentivazione, ai fini dello svolgimento delle attività inerenti alla loro attuazione nei confronti delle imprese, con fissazione di un tetto massimo per la remunerazione a valere sugli stanziamenti degli interventi medesimi;

    4) armonizzazione e semplificazione delle procedure in materia di controlli nei confronti delle imprese beneficiarie e di verifica sul cumulo delle agevolazioni;

    5) definizione dei poteri di autotutela del soggetto competente adeguati al nuovo contesto normativo di riferimento, nonché ridefinizione degli oneri, anche accessori, conseguenti agli atti adottati nell'ambito dell'esercizio dei suddetti poteri di autotutela;

    6) valorizzazione dell'uso, da parte dei soggetti competenti per l'attuazione degli interventi di incentivazione, di strumenti digitali sia nei rapporti con le imprese beneficiarie che nei rapporti con le pubbliche amministrazioni, anche attraverso la messa a punto di piattaforme comuni operanti secondo logiche di servizio attivabili per la gestione di procedimenti agevolativi o fasi di procedimenti riferiti a diverse misure di incentivazione;

   c) rafforzamento delle attività di valutazione ex ante, in itinere ed ex post sull'efficacia degli interventi di incentivazione definendo le pertinenti disposizioni applicabili agli interventi di maggiore rilevanza;

   d) implementazione di soluzioni tecnologiche, anche basate sull'intelligenza artificiale, dirette a facilitare la piena conoscenza dell'offerta di incentivi, nonché a fornire supporto alla pianificazione degli interventi, alle attività di valutazione di cui alla lettera c) e al controllo e al monitoraggio sullo stato di attuazione delle misure e sugli aiuti concessi;

   e) conformità con la normativa europea in materia di aiuti di Stato, anche rafforzando le funzioni preposte al coordinamento tra le amministrazioni centrali e tra queste e le amministrazioni regionali già esistenti;

   f) attribuzione di natura privilegiata ai crediti derivanti dalla revoca dei finanziamenti e degli incentivi pubblici;

   g) previsione di premialità, nell'ambito delle valutazioni di ammissione agli interventi di incentivazione, per le imprese che, fermi restando gli obblighi assunzionali di cui alla legge 12 marzo 1999, n. 68, assumano persone con disabilità;

   h) previsione di premialità, nell'ambito delle valutazioni di ammissione agli incentivi, per le imprese che valorizzino la quantità e la qualità del lavoro giovanile e del lavoro femminile, nonché il sostegno alla natalità;

   i) coinvolgimento delle associazioni di categoria comparativamente più rappresentative a livello nazionale, al fine di promuovere azioni di informazione sull'offerta di incentivi e di accompagnamento all'accesso degli stessi da parte del numero più ampio possibile di imprese.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 6.
(Princìpi e criteri direttivi di delega per la formazione di un codice degli incentivi)

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: i motivi generali di esclusione delle imprese aggiungere le seguenti: specifici per i sussidi ambientalmente dannosi definiti nel catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, di cui all'articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221.
*6.1. (ex *6.2) L'Abbate, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo.

  Al comma 1, lettera a), dopo le parole: i motivi generali di esclusione delle imprese aggiungere le seguenti: specifici per i sussidi ambientalmente dannosi definiti nel catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, di cui all'articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221.
*6.2. (ex *6.3) Evi, Zanella, Grimaldi.

  Al comma 1, lettera b), alinea, premettere le parole: semplificazione, armonizzazione,.

  Conseguentemente al medesimo comma, medesima lettera, dopo il numero 2), aggiungere il seguente:

    2-bis) riduzione delle tempistiche di erogazione degli incentivi;.
6.3. (ex 6.4) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera b), numero 4), aggiungere, in fine, le parole: al fine di massimizzarne la tempestività e l'efficacia.

  Conseguentemente, al medesimo comma:

   lettera b), numero 6), aggiungere, in fine, le parole: , nel rispetto delle regole tecniche esistenti in materia di accessibilità e interoperabilità dei dati nelle piattaforme digitali pubbliche;

   dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di specifici modelli agevolativi finalizzati a sostenere le imprese nei processi di transizione digitale;.
6.4. (ex 6.5) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera b), numero 4), aggiungere, in fine, le parole: , anche attraverso il ricorso ad un sistema centralizzato di verifica della documentazione fornita dalle medesime imprese, al fine di ridurre, nella misura più ampia possibile, gli oneri burocratici a carico degli imprenditori.
6.5. (ex 6.6) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

(Inammissibile)

  Al comma 1, lettera b), numero 4), aggiungere, in fine, le parole: anche mediante la valorizzazione di un sistema centralizzato di verifica dei dati e della documentazione forniti dalle imprese beneficiarie.
6.6. (ex 6.7) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

(Inammissibile)

  Al comma 1, lettera b), numero 6), aggiungere, in fine, le parole: , nel rispetto delle regole tecniche esistenti in materia di accessibilità e interoperabilità dei dati nelle piattaforme digitali pubbliche.
*6.7. (ex *6.8) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera b), numero 6), aggiungere, in fine, le parole: , nel rispetto delle regole tecniche esistenti in materia di accessibilità e interoperabilità dei dati nelle piattaforme digitali pubbliche.
*6.8. (ex *6.9) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera b), dopo il numero 6), aggiungere il seguente:

    7) individuazione di modalità digitalizzate di comunicazione tra imprese beneficiarie e amministrazioni titolari degli interventi idonee a rendere agevole e tempestiva l'interlocuzione circa le condizioni di partecipazione alle misure agevolative;.
6.9. (ex 6.10) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

(Inammissibile)

  Al comma 1, lettera c), dopo le parole: interventi di incentivazione aggiungere le seguenti: , con particolare riferimento all'impatto dei medesimi in termini di crescita del prodotto interno lordo, di creazione di nuovi posti di lavoro, e di conseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance,.
6.10. (ex 6.12) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera c), aggiungere, in fine, le parole: , con particolare riferimento alla valutazione ex ante delle specificità territoriali in relazione alla vocazione industriale di un territorio, alle condizioni ambientali, alla disponibilità di approvvigionamento di prossimità delle materie prime necessarie per l'attività oggetto di incentivazione ovvero all'esistenza di un mercato di prossimità, anche al fine di consentire la creazione di distretti dell'economia circolare.
6.11. (ex 6.13) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde, Morfino.

  Al comma 1, lettera h), aggiungere, in fine, le parole: , inserendo come requisito premiante la certificazione della parità di genere.
6.12. (ex 6.15) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, lettera h), aggiungere, in fine, le parole: e l'impiego di servizi di welfare aziendale.
6.13. (ex 6.16) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di specifici interventi volti alla promozione degli investimenti nei seguenti settori:

    1) tecnologie innovative, intelligenza artificiale, elettronica, informatica, robotica e automazione;

    2) ricerca per innovazione e sviluppo, transizione ecologica, salvaguardia e gestione dell'ambiente, con particolare riferimento alle micro e alle piccole imprese di cui alla raccomandazione 2003/361/CE della Commissione del 6 maggio 2003;

    3) servizi per le imprese e le persone;.
6.14. (ex 6.17) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di specifiche soluzioni volte a favorire nuovi insediamenti produttivi nelle aree economicamente depresse del territorio nazionale, nei comuni in cui si registra un tasso di disoccupazione superiore al 20 per cento, calcolato secondo gli specifici indicatori dell'Istituto nazionale di statistica, o nei territori riconosciuti come aree di crisi industriale complessa ai sensi dell'articolo 27 del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, anche mediante l'individuazione di distretti industriali che valorizzino la complementarietà delle imprese situate nel medesimo territorio tenendo conto delle relative specificità;.
6.15. (ex 6.18) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) eliminazione progressiva dei sussidi ambientalmente dannosi individuati nel catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, di cui all'articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221, per riconvertire i settori economici maggiormente inquinanti e per promuovere ed incentivare attività economiche a basso impatto ambientale, in particolare processi e meccanismi di stimolo per la progettazione innovativa su grande scala incentrata sulla simbiosi industriale e la qualificazione ambientale dei prodotti che caratterizzano i cluster produttivi;.
6.16. (ex 6.19) Evi, Zanella, Grimaldi.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di specifiche soluzioni volte a favorire nuovi insediamenti produttivi nei territori riconosciuti come aree di crisi industriale complessa, mediante l'individuazione di distretti industriali collegati a poli formativi finalizzati a garantire una formazione di alta qualità e a rispondere in modo organico e articolato ai fabbisogni del sistema territoriale a fronte dei nuovi scenari competitivi e riconoscendo il valore strategico della connessione tra ricerca, innovazione e servizi per il lavoro;.
6.17. (ex 6.20) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di specifiche soluzioni volte a favorire il superamento da parte delle imprese delle criticità relative alla domanda di personale altamente specializzato nonché concernenti la riqualificazione del personale interno, anche mediante la promozione di interventi che facilitino l'attivazione di strutture di formazione interne alle imprese, l'associazione con i centri di competenza ad alta specializzazione e la collaborazione con gli istituti tecnici superiori presenti nel territorio;.
6.18. (ex 6.21) Cappelletti, Pavanelli, Appendino, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di specifici modelli di agevolazioni rivolti alle imprese ubicate nei comuni colpiti da gravi eventi calamitosi di origine naturale che abbiano determinato pesanti ripercussioni sul tessuto produttivo ed economico del territorio, con particolare riferimento alle micro, piccole e medie imprese;.
6.19. (ex 6.22) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di premialità per le imprese in grado di garantire un miglioramento tecnologico misurabile in termini di riduzione dei costi dell'investimento e dell'impatto ambientale;.
6.20. (ex 6.24) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di premialità, nell'ambito delle valutazioni di ammissione agli incentivi, per le imprese che svolgano attività eco-sostenibili e a basso impatto ambientale;.
6.21. (ex 6.25) Ilaria Fontana, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, L'Abbate, Morfino, Santillo, Todde.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di premialità per le imprese che accedono alle misure di incentivazione usufruendo del supporto di soggetti mutualistici ovvero in forme aggregate;.
6.22. (ex 6.26) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 1, dopo la lettera h), aggiungere la seguente:

   h-bis) previsione di specifici modelli agevolativi finalizzati a sostenere le imprese nei processi di transizione digitale;.
6.23. (ex 6.27) Appendino, Pavanelli, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Al comma 1, dopo la lettera i), aggiungere la seguente:

   l) differenziazione della disciplina legislativa relativa alle misure di incentivazione sulla base dell'entità degli investimenti e della dimensione delle imprese.
6.24. (ex 6.28) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

A.C. 1406 – Articolo 7

ARTICOLO 7 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 7.
(Termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche)

  1. All'articolo 27 della legge 5 agosto 2022, n. 118, il comma 3 è abrogato.

A.C. 1406 – Articolo 8

ARTICOLO 8 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 8.
(Digitalizzazione, modernizzazione e semplificazione delle procedure di concessione degli incentivi)

  1. In attuazione del principio di cui all'articolo 2, comma 1, lettera f), nonché con riferimento ai princìpi e criteri direttivi indicati all'articolo 6, comma 1, lettere a) e d), sono valorizzate le potenzialità del Registro nazionale degli aiuti di Stato, di cui all'articolo 52 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, e della piattaforma telematica «Incentivi.gov.it», di cui all'articolo 18-ter del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58. Ai fini di cui al primo periodo, il Ministero delle imprese e del made in Italy, ai sensi di quanto definito dai decreti legislativi di cui all'articolo 3, implementa il Registro nazionale degli aiuti di Stato e la piattaforma telematica «Incentivi.gov.it» allo scopo di offrire servizi che, oltre a supportare le fasi attuativa, di monitoraggio e di valutazione, siano in grado di accelerare e migliorare la qualità dell'intervento pubblico sin dalla fase della sua progettazione, anche mediante soluzioni tecnologiche basate sull'intelligenza artificiale idonee ad orientare l'individuazione di ambiti e modalità dell'intervento.
  2. Ai fini dell'immediata semplificazione della disciplina vigente, in conformità con le disposizioni recate dal presente articolo, a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Registro nazionale degli aiuti di Stato di cui al comma 1 assolve, per gli aiuti individuali soggetti a registrazione da parte dell'amministrazione concedente in attuazione degli obblighi previsti dall'articolo 52 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, e dal regolamento di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 31 maggio 2017, n. 115, all'onere pubblicitario e di trasparenza a carico delle pubbliche amministrazioni previsto in relazione alla concessione e all'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi e ausili finanziari e all'attribuzione di vantaggi economici ad enti pubblici e privati, di cui all'articolo 12 della legge 7 agosto 1990, n. 241, con particolare riferimento a quelli previsti dagli articoli 26 e 27 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. Le disposizioni di cui al primo periodo non si applicano agli aiuti di Stato nei settori agricolo e forestale, ivi inclusi gli aiuti nelle zone rurali, e della pesca e dell'acquacoltura, nel rispetto della speciale disciplina disposta per i predetti aiuti ai sensi dell'articolo 52, comma 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234. All'articolo 1, comma 125-quinquies, della legge 4 agosto 2017, n. 124, le parole: «, a condizione che venga dichiarata l'esistenza di aiuti oggetto di obbligo di pubblicazione nell'ambito del Registro nazionale degli aiuti di Stato nella nota integrativa del bilancio oppure, ove non tenute alla redazione della nota integrativa, sul proprio sito internet o, in mancanza, sul portale digitale delle associazioni di categoria di appartenenza» sono soppresse.
  3. La pubblicità legale degli interventi di incentivazione è assicurata dalla pubblicazione nei siti internet istituzionali delle amministrazioni competenti e dalla pubblicazione delle informazioni rilevanti nella piattaforma telematica «Incentivi.gov.it» di cui al comma 1. Nella Gazzetta Ufficiale sono pubblicati avvisi sintetici sui provvedimenti generali adottati per la disciplina e l'accesso agli interventi medesimi, nonché avvisi sulle relative modificazioni.
  4. Al fine di semplificare e accelerare le procedure di concessione e di erogazione degli incentivi, le amministrazioni titolari degli interventi di incentivazione per le imprese e quelle competenti per il rilascio di certificazioni funzionali ai controlli sui requisiti per l'accesso e la fruizione degli incentivi medesimi promuovono la stipula di protocolli volti a consentire il rilascio accelerato delle certificazioni, anche attraverso modalità di acquisizione e gestione massiva delle richieste e delle verifiche telematiche quali quelle effettuate ai sensi dell'articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. In via sperimentale, per le predette finalità, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero delle imprese e del made in Italy definisce, di concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e sentiti l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e la Commissione nazionale paritetica per le casse edili (CNCE), nonché di concerto con il Ministero dell'interno, protocolli operativi per l'accelerazione delle procedure di rilascio, rispettivamente, del documento unico di regolarità contributiva (DURC) di cui al decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 30 gennaio 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 125 del 1° giugno 2015, e della documentazione antimafia di cui al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, nonché per consentire alle imprese di avviare, su base volontaria, la procedura di verifica della regolarità contributiva fino a quindici giorni in anticipo rispetto alla scadenza del predetto DURC.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 8.
(Digitalizzazione, modernizzazione e semplificazione delle procedure di concessione degli incentivi)

  Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La valorizzazione delle potenzialità del Registro è attuata prevedendo altresì la trasmissione da parte delle imprese di ulteriori dati, che consentano di eseguire monitoraggi più mirati, e la fruibilità delle informazioni sugli aiuti di Stato anche per materia e per settore di intervento, nonché per Ministero responsabile della misura.
8.1. (ex 8.1) Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.

  Al comma 4, primo periodo, sopprimere le parole da: , e delle verifiche telematiche fino alla fine del periodo.
8.2. (ex 8.2) Todde, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Morfino.

  Al comma 4, secondo periodo, sopprimere le parole: In via sperimentale,.

  Conseguentemente, al medesimo comma, medesimo periodo, sostituire le parole: l'accelerazione delle con le seguenti: la definizione di tempi certi per le.
8.3. (ex 8.3) Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Morfino.

  Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

  5. La concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi, incentivi agli enti privati sono riconosciuti secondo le modalità disposte dal regolamento (UE) 18 giugno 2020, n. 852 del Parlamento europeo e del Consiglio e gli atti delegati della Commissione del 4 giugno 2021, C(2021) 2800 che definiscono i criteri generali affinché ogni singola attività economica non determini un danno significativo all'ambiente (DNSH, «Do no significant harm»), contribuendo quindi agli obiettivi di mitigazione, adattamento e riduzione degli impatti e dei rischi ambientali definiti nell'articolo 17 del medesimo regolamento UE relativo all'istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili.
*8.4. (ex *8.4) L'Abbate, Pavanelli, Appendino, Cappelletti, Todde, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo.

  Dopo il comma 4, aggiungere il seguente:

  5. La concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi, incentivi agli enti privati sono riconosciuti secondo le modalità disposte dal regolamento (UE) 18 giugno 2020, n. 852 del Parlamento europeo e del Consiglio e gli atti delegati della Commissione del 4 giugno 2021, C(2021) 2800 che definiscono i criteri generali affinché ogni singola attività economica non determini un danno significativo all'ambiente (DNSH, «Do no significant harm»), contribuendo quindi agli obiettivi di mitigazione, adattamento e riduzione degli impatti e dei rischi ambientali definiti nell'articolo 17 del medesimo regolamento UE relativo all'istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili.
*8.5. (ex *8.5) Evi, Zanella, Grimaldi.

A.C. 1406 – Articolo 9

ARTICOLO 9 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 9.
(Disposizioni finanziarie)

  1. Per le attività di cui all'articolo 8, comma 1, per lo studio, il monitoraggio e la valutazione funzionali all'attuazione delle deleghe previste dalla presente legge, segnatamente per quanto concerne le valutazioni relative all'impatto delle principali misure di incentivazione oggetto di ricognizione e revisione, è autorizzata la spesa di 500.000 euro per l'anno 2023, 1 milione di euro per l'anno 2024 e 1 milione di euro per l'anno 2025. Alla relativa copertura si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2023-2025, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2023, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle imprese e del made in Italy.
  2. Fermo restando quanto previsto dal comma 1, gli schemi dei decreti legislativi adottati in attuazione delle deleghe conferite dalla presente legge sono corredati di una relazione tecnica che dia conto della neutralità finanziaria dei medesimi ovvero dei nuovi o maggiori oneri da essi derivanti e dei corrispondenti mezzi di copertura. In conformità all'articolo 17, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, qualora uno o più decreti legislativi determinino nuovi o maggiori oneri che non trovino compensazione al loro interno, i medesimi decreti legislativi sono emanati solo successivamente o contestualmente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi che stanzino le occorrenti risorse finanziarie.

A.C. 1406 – Articolo 10

ARTICOLO 10 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

Art. 10.
(Clausola di salvaguardia per le autonomie speciali)

  1. Le disposizioni della presente legge e quelle dei decreti legislativi emanati in attuazione della stessa si applicano nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano nel rispetto dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

A.C. 1406 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n. 34, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali, all'articolo 22 che reca disposizioni in materia di riconversione, ricerca e sviluppo del settore automotive, ha istituito un fondo (cosiddetto Fondo Automotive) con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno 2022 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, finalizzato, tra le altre, al riconoscimento di incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti;

    in attuazione del sopracitato articolo, il decreto del Presidente della Repubblica del 6 aprile 2022, ha definito gli incentivi per l'acquisto di veicoli non inquinanti (cosiddetto Ecobonus) effettuato nel triennio 2022-2024, disponendo la ripartizione delle risorse del Fondo per le seguenti categorie: auto elettriche, ibride e a motore termico con un livello di emissioni fino a 135 gr/km di CO2; motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici di classe di omologazione uguale o superiore a Euro 5, veicoli commerciali elettrici;

    il decreto del Presidente della Repubblica del 4 agosto 2022, nel modificare il decreto del Presidente della Repubblica del 6 aprile 2022, ha disposto che i contributi di cui all'articolo 2, comma 1, lettere a) e b), del succitato provvedimento siano concessi, nel limite del 50 per cento, alle persone giuridiche che impiegano i veicoli acquistati in attività di autonoleggio con finalità commerciali;

   considerato che:

    l'Italia continua ad assistere a una marginale diffusione dell'auto a basse emissioni, un trend opposto a quanto rilevato nel resto dei Paesi europei. Stando a quanto registrato dall'Associazione europea dei costruttori di automobili, i dati al 3° trimestre dell'anno corrente vedono infatti l'Italia all'ultimo posto per le vetture elettriche, scese al 3,9 per cento del totale dell'immatricolato, superati da Germania (18,1 per cento), Francia (15,9 per cento), Regno Unito (16,4 per cento) e Spagna (4,9 per cento); ultimo posto anche per le vetture ad alimentazione elettrica plug-in, scese 4,5 per cento, sorpassati da Germania (PHEV 5,8 per cento), Francia (9,0 per cento), Regno Unito (6,8 per cento) e Spagna (6,3 per cento);

    in Italia, l'unico settore che impatta sensibilmente e positivamente sulle immatricolazioni delle vetture elettriche è quello del noleggio. Stando ai dati del terzo trimestre, il settore del noleggio a lungo termine ha immatricolato in Italia il 44 per cento del totale delle auto a basse emissioni. In tal senso, il settore del noleggio ha un ruolo fondamentale nel rinnovo del parco circolante italiano in quanto permette di accelerare ed immettere nel mercato veicoli di ultima generazione maggiormente sicuri e più accessibili al mercato, considerando anche l'immissione nel mercato dell'usato;

    in riferimento ai dati dell'ultimo quinquennio, con l'attuale ritmo di immatricolazioni, il nostro Paese non potrà essere in grado di centrare gli obiettivi stabiliti dal Piano nazionale integrato energia-clima (PNIEC), recentemente aggiornato (4,3 milioni di vetture BEV al 2030);

    le risorse previste dal Fondo Automotive non sono state interamente utilizzate nell'arco dei primi due anni della misura, registrando un residuo, ad oggi, di circa 600 milioni di euro, di cui quasi 300 milioni rimasti dai fondi 2022 e oltre 300 milioni residui stimati, stando ai dati riportati nel sito dedicato alla misura di incentivazione, definita Ecobonus, del Ministero delle imprese e del made in Italy, per l'annualità 2023, e che tali risorse non utilizzate si riferiscono alle categorie Veicoli M1 CO2 0-20, M1 CO2 21-60, N1/N2 elettrici;

impegna il Governo:

   a) a valutare l'opportunità di rimodulare la percentuale dell'incentivo riconosciuto alle persone giuridiche che impiegano i veicoli acquistati in attività di noleggio con finalità commerciali, di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b) secondo periodo del decreto del Presidente della Repubblica 4 agosto 2022, attualmente fissata al 50 per cento dell'intero incentivo, equiparandola a quanto previsto per le persone fisiche per l'acquisto o la locazione finanziaria dei veicoli a basse emissioni;

   b) a valutare l'opportunità di estendere il trattamento incentivante a tutte le persone giuridiche, al fine di mettere a sistema l'intera quota annuale del Fondo dedicata all'acquisto dei veicoli a basse emissioni, così da evitare distorsioni di mercato tra acquisti in locazione finanziaria e noleggio a lungo termine;

   c) a valutare l'opportunità di equiparare il cap di 35 mila euro più Iva attualmente previsto per i veicoli M1 CO2 0-20 ai 45 mila euro più Iva previsti per i veicoli M1 CO2 0-20 così da permettere ad una più ampia platea di vetture, soprattutto di produzione nazionale ed europea, di accedere agli incentivi previsti;

   d) a valutare l'opportunità di prevedere una rimodulazione delle regole di accesso agli incentivi per i veicoli di categoria N1 e N2, escludendo l'obbligatorietà della rottamazione di veicoli più vetusti e contemplando l'opzione del noleggio oltreché dell'acquisto.
9/1406/1. Barabotti, Gusmeroli, Benvenuto, Andreuzza, Di Mattina, Toccalini.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n. 34, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali, all'articolo 22 che reca disposizioni in materia di riconversione, ricerca e sviluppo del settore automotive, ha istituito un fondo (cosiddetto Fondo Automotive) con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno 2022 e 1.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030, finalizzato, tra le altre, al riconoscimento di incentivi all'acquisto di veicoli non inquinanti;

    in attuazione del sopracitato articolo, il decreto del Presidente della Repubblica del 6 aprile 2022, ha definito gli incentivi per l'acquisto di veicoli non inquinanti (cosiddetto Ecobonus) effettuato nel triennio 2022-2024, disponendo la ripartizione delle risorse del Fondo per le seguenti categorie: auto elettriche, ibride e a motore termico con un livello di emissioni fino a 135 gr/km di CO2; motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici di classe di omologazione uguale o superiore a Euro 5, veicoli commerciali elettrici;

    il decreto del Presidente della Repubblica del 4 agosto 2022, nel modificare il decreto del Presidente della Repubblica del 6 aprile 2022, ha disposto che i contributi di cui all'articolo 2, comma 1, lettere a) e b), del succitato provvedimento siano concessi, nel limite del 50 per cento, alle persone giuridiche che impiegano i veicoli acquistati in attività di autonoleggio con finalità commerciali;

   considerato che:

    l'Italia continua ad assistere a una marginale diffusione dell'auto a basse emissioni, un trend opposto a quanto rilevato nel resto dei Paesi europei. Stando a quanto registrato dall'Associazione europea dei costruttori di automobili, i dati al 3° trimestre dell'anno corrente vedono infatti l'Italia all'ultimo posto per le vetture elettriche, scese al 3,9 per cento del totale dell'immatricolato, superati da Germania (18,1 per cento), Francia (15,9 per cento), Regno Unito (16,4 per cento) e Spagna (4,9 per cento); ultimo posto anche per le vetture ad alimentazione elettrica plug-in, scese 4,5 per cento, sorpassati da Germania (PHEV 5,8 per cento), Francia (9,0 per cento), Regno Unito (6,8 per cento) e Spagna (6,3 per cento);

    in Italia, l'unico settore che impatta sensibilmente e positivamente sulle immatricolazioni delle vetture elettriche è quello del noleggio. Stando ai dati del terzo trimestre, il settore del noleggio a lungo termine ha immatricolato in Italia il 44 per cento del totale delle auto a basse emissioni. In tal senso, il settore del noleggio ha un ruolo fondamentale nel rinnovo del parco circolante italiano in quanto permette di accelerare ed immettere nel mercato veicoli di ultima generazione maggiormente sicuri e più accessibili al mercato, considerando anche l'immissione nel mercato dell'usato;

    in riferimento ai dati dell'ultimo quinquennio, con l'attuale ritmo di immatricolazioni, il nostro Paese non potrà essere in grado di centrare gli obiettivi stabiliti dal Piano nazionale integrato energia-clima (PNIEC), recentemente aggiornato (4,3 milioni di vetture BEV al 2030);

    le risorse previste dal Fondo Automotive non sono state interamente utilizzate nell'arco dei primi due anni della misura, registrando un residuo, ad oggi, di circa 600 milioni di euro, di cui quasi 300 milioni rimasti dai fondi 2022 e oltre 300 milioni residui stimati, stando ai dati riportati nel sito dedicato alla misura di incentivazione, definita Ecobonus, del Ministero delle imprese e del made in Italy, per l'annualità 2023, e che tali risorse non utilizzate si riferiscono alle categorie Veicoli M1 CO2 0-20, M1 CO2 21-60, N1/N2 elettrici;

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di:

  a) rimodulare la percentuale dell'incentivo riconosciuto alle persone giuridiche che impiegano i veicoli acquistati in attività di noleggio con finalità commerciali, di cui all'articolo 1, comma 1, lettera b) secondo periodo del decreto del Presidente della Repubblica 4 agosto 2022, attualmente fissata al 50 per cento dell'intero incentivo, equiparandola a quanto previsto per le persone fisiche per l'acquisto o la locazione finanziaria dei veicoli a basse emissioni;

  b) estendere il trattamento incentivante a tutte le persone giuridiche, al fine di mettere a sistema l'intera quota annuale del Fondo dedicata all'acquisto dei veicoli a basse emissioni, così da evitare distorsioni di mercato tra acquisti in locazione finanziaria e noleggio a lungo termine;

  c) prevedere una rimodulazione delle regole di accesso agli incentivi per i veicoli di categoria N1 e N2, escludendo l'obbligatorietà della rottamazione di veicoli più vetusti e contemplando l'opzione del noleggio oltreché dell'acquisto.
9/1406/1. (Testo modificato nel corso della seduta)Barabotti, Gusmeroli, Benvenuto, Andreuzza, Di Mattina, Toccalini.


   La Camera,

   considerato che:

    il provvedimento in esame prevede la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione;

    la Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive, prevista dall'articolo 1 della legge n. 266 del 1997, dà conto, per l'anno 2021 di un assieme di 1.982 interventi, gestiti da 643 soggetti concedenti;

    escludendo gli interventi gestiti dall'Agenzia delle entrate e gli interventi a garanzia, nel 2021 le amministrazioni centrali e regionali hanno approvato 696.228 domande, sulla base delle quali sono stati concessi 25.142,9 milioni di euro di agevolazioni, di cui solo 5.790,2 milioni effettivamente erogati (circa il 23 per cento). Risulta altresì sperequata la distribuzione territoriale, con tre regioni destinatarie del 64 per cento delle concessioni (Lombardia, Lazio e Piemonte);

    la nota depositata dal Governo presso la Commissione Bilancio del Senato il 16 maggio 2023, afferma che la valutazione in itinere ed ex post delle politiche di incentivazione in termini di obiettivi socio-economici raggiunti, consentirà un risparmio di spesa e una maggiore efficienza generale nella gestione delle misure di incentivazione, da perseguire attraverso la valorizzazione delle soluzioni tecnologiche e digitali oggi disponibili nonché del patrimonio informativo offerto dalle piattaforme dedicate (il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato RNA e Incentivi.gov.it, in primis) e da altre banche dati;

    il Comitato per la legislazione, nel proprio parere ha rilevato la necessità di valutare la portata normativa dell'articolo 8 che, «al fine di valorizzare le potenzialità del Registro nazionale degli aiuti di Stato, ampliandone funzionalità e servizi, prevede soluzioni tecnologiche basate sull'intelligenza artificiale idonee ad orientare l'individuazione di ambiti e modalità dell'intervento»;

    in sostanza l'intelligenza artificiale applicata a dati e informazioni raccolti in modo strutturato, potrà consentire lo svolgimento di analisi e di valutazioni. Le amministrazioni preposte gestiranno grandi masse di dati (Big Data) e potranno elaborare indirizzi utilizzando le capacità di simulazione di scenario offerta dall'intelligenza artificiale,

impegna il Governo

in sede di attuazione dell'articolo 8, a prevedere che le soluzioni prospettate dalle tecnologie basate sull'intelligenza artificiale, siano in ogni caso soggette a valutazioni tecniche idonee ad orientare le scelte politiche condotte dalle amministrazioni competenti e ove occorra dal decisore politico, prevedendo in tale ambito di valorizzare la trasmissione da parte delle imprese (o loro associazioni) di ulteriori dati, al fine di consentire monitoraggi più mirati.
9/1406/2.Squeri, Casasco, Polidori, Mazzetti.


   La Camera,

   considerato che:

    il provvedimento in esame prevede la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione;

    la Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive, prevista dall'articolo 1 della legge n. 266 del 1997, dà conto, per l'anno 2021 di un assieme di 1.982 interventi, gestiti da 643 soggetti concedenti;

    escludendo gli interventi gestiti dall'Agenzia delle entrate e gli interventi a garanzia, nel 2021 le amministrazioni centrali e regionali hanno approvato 696.228 domande, sulla base delle quali sono stati concessi 25.142,9 milioni di euro di agevolazioni, di cui solo 5.790,2 milioni effettivamente erogati (circa il 23 per cento). Risulta altresì sperequata la distribuzione territoriale, con tre regioni destinatarie del 64 per cento delle concessioni (Lombardia, Lazio e Piemonte);

    la nota depositata dal Governo presso la Commissione Bilancio del Senato il 16 maggio 2023, afferma che la valutazione in itinere ed ex post delle politiche di incentivazione in termini di obiettivi socio-economici raggiunti, consentirà un risparmio di spesa e una maggiore efficienza generale nella gestione delle misure di incentivazione, da perseguire attraverso la valorizzazione delle soluzioni tecnologiche e digitali oggi disponibili nonché del patrimonio informativo offerto dalle piattaforme dedicate (il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato RNA e Incentivi.gov.it, in primis) e da altre banche dati;

    il Comitato per la legislazione, nel proprio parere ha rilevato la necessità di valutare la portata normativa dell'articolo 8 che, «al fine di valorizzare le potenzialità del Registro nazionale degli aiuti di Stato, ampliandone funzionalità e servizi, prevede soluzioni tecnologiche basate sull'intelligenza artificiale idonee ad orientare l'individuazione di ambiti e modalità dell'intervento»;

    in sostanza l'intelligenza artificiale applicata a dati e informazioni raccolti in modo strutturato, potrà consentire lo svolgimento di analisi e di valutazioni. Le amministrazioni preposte gestiranno grandi masse di dati (Big Data) e potranno elaborare indirizzi utilizzando le capacità di simulazione di scenario offerta dall'intelligenza artificiale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di prevedere che le soluzioni tecniche prospettate dalle tecnologie basate sull'intelligenza artificiale siano suscettibili, ove necessario e opportuno, di verifica da parte del decisore politico.
9/1406/2.(Testo modificato nel corso della seduta)Squeri, Casasco, Polidori, Mazzetti.


   La Camera,

   considerato che:

    il provvedimento in esame prevede la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione;

    l'articolo 4 del provvedimento elenca i princìpi e criteri specifici ai quali il Governo è tenuto ad attenersi nell'esercizio della delega per la razionalizzazione dell'offerta di incentivi: ricognizione e sistematizzazione delle misure di incentivazione esistenti, sulla base di criteri che tengano conto degli ambiti o delle finalità delle stesse; concentrazione dell'offerta di incentivi, diretta ad evitare la sovrapposizione tra gli interventi e la frammentazione del sostegno pubblico; programmazione degli interventi di incentivazione da parte di ciascuna amministrazione competente per un congruo periodo temporale;

    diversi settori economici, come quelli dell'automotive e dell'energia saranno nei prossimi anni coinvolti nella transizione green. In particolare nel settore dell'automotive la transizione trova sul suo cammino una filiera che secondo l'ANFIA, l'associazione degli imprenditori del settore, in Italia ha 3.100 aziende con 268.000 occupati. Secondo l'European Association of Automotive Supplier (CLEPA) in Italia sono a rischio immediato 450-500 aziende di tale settore, che occupano 70.000 lavoratori;

    quanto al settore energia secondo alcuni studi la possibilità per i lavoratori che operano in settori ad alta intensità carbonica di passare a occupazioni green si aggira tra il 4 e il 7 per cento;

    intere aree geografiche e distretti industriali potrebbero essere dichiarati aree di crisi industriale complessa, cioè esser ricompresi in quei territori che soffrono di recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale e con impatto significativo sulla politica industriale nazionale,

impegna il Governo

in sede di attuazione del provvedimento in esame a prevedere specifiche misure per il sostegno delle imprese e dei settori più esposti agli effetti della transizione ecologica, industriale e digitale, anche con riferimento alle peculiari esigenze delle aree territoriali e delle filiere produttive interessate.
9/1406/3. Mazzetti, Casasco, Squeri, Polidori.


   La Camera,

   considerato che:

    il provvedimento in esame prevede la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione;

    l'articolo 4 del provvedimento elenca i princìpi e criteri specifici ai quali il Governo è tenuto ad attenersi nell'esercizio della delega per la razionalizzazione dell'offerta di incentivi: ricognizione e sistematizzazione delle misure di incentivazione esistenti, sulla base di criteri che tengano conto degli ambiti o delle finalità delle stesse; concentrazione dell'offerta di incentivi, diretta ad evitare la sovrapposizione tra gli interventi e la frammentazione del sostegno pubblico; programmazione degli interventi di incentivazione da parte di ciascuna amministrazione competente per un congruo periodo temporale;

    diversi settori economici, come quelli dell'automotive e dell'energia saranno nei prossimi anni coinvolti nella transizione green. In particolare nel settore dell'automotive la transizione trova sul suo cammino una filiera che secondo l'ANFIA, l'associazione degli imprenditori del settore, in Italia ha 3.100 aziende con 268.000 occupati. Secondo l'European Association of Automotive Supplier (CLEPA) in Italia sono a rischio immediato 450-500 aziende di tale settore, che occupano 70.000 lavoratori;

    quanto al settore energia secondo alcuni studi la possibilità per i lavoratori che operano in settori ad alta intensità carbonica di passare a occupazioni green si aggira tra il 4 e il 7 per cento;

    intere aree geografiche e distretti industriali potrebbero essere dichiarati aree di crisi industriale complessa, cioè esser ricompresi in quei territori che soffrono di recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale e con impatto significativo sulla politica industriale nazionale,

impegna il Governo

in sede di attuazione del provvedimento in esame a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di prevedere specifiche misure per il sostegno delle imprese e dei settori più esposti agli effetti della transizione ecologica, industriale e digitale, anche con riferimento alle peculiari esigenze delle aree territoriali e delle filiere produttive interessate.
9/1406/3. (Testo modificato nel corso della seduta)Mazzetti, Casasco, Squeri, Polidori.


   La Camera,

   considerato che:

    il provvedimento in esame prevede la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo;

    l'articolo 4 contiene i princìpi e criteri direttivi specifici, tra i quali la capacità di coprire ambiti strategici dello sviluppo economico, quali l'efficientamento energetico e la transizione ecologica, la transizione digitale e l'innovazione tecnologica, la valorizzazione delle produzioni nazionali e del made in Italy o delle specificità territoriali, anche con riferimento alla competitività nei mercati esteri;

    i cambiamenti geopolitici stanno rendendo sempre più strategiche le filiere produttive, quali aggregazioni tra imprese nate per aumentare la resilienza dei sistemi industriali nazionale, in risposta alla sempre maggiore complessità di questo momento storico, stimolando nuovi modi di fare la manifattura;

    per quanto riguarda i distretti, l'attuale assetto, che è risultato decisivo per superare l'impatto del Covid, potrà continuare ad essere fattore di competitività se gli attori che lo compongono sapranno accelerare gli investimenti in innovazione e tecnologie green, consolidare le proprie dimensioni, spingere su formazione e inserimento in azienda di nuove competenze,

impegna il Governo

in sede di attuazione del presente provvedimento a valorizzare, anche in collaborazione con le regioni, le filiere, le reti di imprese e i distretti industriali, quali forme organizzative di collaborazione e condivisione tra imprese economicamente e giuridicamente autonome, favorendo le interconnessioni fra imprese e sviluppando la collaborazione con tutti gli attori strategici dei relativi territori.
9/1406/4. Polidori, Squeri, Casasco, Mazzetti.


   La Camera,

   considerato che:

    il provvedimento in esame prevede la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo;

    l'articolo 4 contiene i princìpi e criteri direttivi specifici, tra i quali la capacità di coprire ambiti strategici dello sviluppo economico, quali l'efficientamento energetico e la transizione ecologica, la transizione digitale e l'innovazione tecnologica, la valorizzazione delle produzioni nazionali e del made in Italy o delle specificità territoriali, anche con riferimento alla competitività nei mercati esteri;

    i cambiamenti geopolitici stanno rendendo sempre più strategiche le filiere produttive, quali aggregazioni tra imprese nate per aumentare la resilienza dei sistemi industriali nazionale, in risposta alla sempre maggiore complessità di questo momento storico, stimolando nuovi modi di fare la manifattura;

    per quanto riguarda i distretti, l'attuale assetto, che è risultato decisivo per superare l'impatto del Covid, potrà continuare ad essere fattore di competitività se gli attori che lo compongono sapranno accelerare gli investimenti in innovazione e tecnologie green, consolidare le proprie dimensioni, spingere su formazione e inserimento in azienda di nuove competenze,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di valorizzare, anche in collaborazione con le regioni, le filiere, le reti di imprese e i distretti industriali, quali forme organizzative di collaborazione e condivisione tra imprese economicamente e giuridicamente autonome, favorendo le interconnessioni fra imprese e sviluppando la collaborazione con tutti gli attori strategici dei relativi territori.
9/1406/4. (Testo modificato nel corso della seduta)Polidori, Squeri, Casasco, Mazzetti.


   La Camera,

   premesso che:

    tra i princìpi e i criteri direttivi di delega si evidenzia la sistematizzazione delle misure di incentivazione, inclusi quelli aventi natura fiscale, volte a garantire soprattutto la sostenibilità ambientale in rapporto all'efficientamento energetico e alla transizione ecologica;

    negli ultimi 10 anni, grazie all'efficientamento delle apparecchiature, i risparmi hanno superato i 190 GWh/anno a livello nazionale: il rinnovo del parco installato riveste, dunque, un'importanza primaria dal punto di vista tecnico che economico;

    specifiche misure di incentivazione potrebbero garantire una razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici, soprattutto nell'attuale scenario in cui le famiglie si trovano a dover fronteggiare gli aumenti in bolletta dovuti alla crisi energetica; nondimeno, si promuoverebbe l'economia circolare e il corretto smaltimento delle vecchie apparecchiature, stimolando il commercio e la produzione di un comparto industriale strategico per il nostro Paese,

impegna il Governo

nel quadro delle misure di natura fiscale volte a garantire la sostenibilità ambientale a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative, compatibilmente col quadro di finanza pubblica, volte a prevedere specifiche agevolazioni per l'acquisto di grandi elettrodomestici ad elevata efficienza energetica, previo avvio a riciclo degli apparecchi obsoleti.
9/1406/5. Gusmeroli, Andreuzza, Barabotti, Di Mattina, Toccalini.


   La Camera,

   premesso che:

    tra i princìpi e i criteri direttivi di delega si evidenzia la sistematizzazione delle misure di incentivazione, inclusi quelli aventi natura fiscale, volte a garantire soprattutto la sostenibilità ambientale in rapporto all'efficientamento energetico e alla transizione ecologica;

    negli ultimi 10 anni, grazie all'efficientamento delle apparecchiature, i risparmi hanno superato i 190 GWh/anno a livello nazionale: il rinnovo del parco installato riveste, dunque, un'importanza primaria dal punto di vista tecnico che economico;

    specifiche misure di incentivazione potrebbero garantire una razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici, soprattutto nell'attuale scenario in cui le famiglie si trovano a dover fronteggiare gli aumenti in bolletta dovuti alla crisi energetica; nondimeno, si promuoverebbe l'economia circolare e il corretto smaltimento delle vecchie apparecchiature, stimolando il commercio e la produzione di un comparto industriale strategico per il nostro Paese,

impegna il Governo

nel quadro delle misure di natura fiscale volte a garantire la sostenibilità ambientale a valutare l'opportunità di adottare, secondo i vincoli di finanza pubblica, iniziative normative, compatibilmente col quadro di finanza pubblica, volte a prevedere specifiche agevolazioni per l'acquisto di grandi elettrodomestici ad elevata efficienza energetica, previo avvio a riciclo degli apparecchi obsoleti.
9/1406/5. (Testo modificato nel corso della seduta)Gusmeroli, Andreuzza, Barabotti, Di Mattina, Toccalini.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento oggetto di esame reca la delega al Governo per la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, oltre a disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche;

    nel provvedimento si è inteso valorizzare, tanto nell'ambito della previsione di premialità per l'ammissione delle imprese agli incentivi, quanto nei criteri di delega per la concessione degli stessi, il tema della sostenibilità ambientale e sociale dell'attività dell'impresa, con riferimento all'efficientamento energetico delle procedure produttive, all'attenzione alla transizione energetica, alla transizione digitale e all'innovazione tecnologica;

    la recente Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), ma anche (ancor di più) la proposta di direttiva Corportate Sustainability Due Diligence (CSDD), porteranno progressivamente una buona frazione di imprese operanti sul territorio dell'Unione ad assumere un atteggiamento proattivo nei confronti della transizione verso uno sviluppo economico sostenibile, introducendo nuovi obblighi di trasparenza che presuppongono l'adozione di un approccio di filiera;

    se l'obiettivo europeo è quello, meritorio, di introdurre una reportistica standardizzata in termini di struttura e contenuti, quindi comparabile e di qualità, che permetta di influenzare i modelli di business delle organizzazioni al fine di integrare i fattori ESG a livello strategico e di operations aziendali, sarebbe assai opportuno che, quando ed ove le disposizioni europee divenissero operative, a livello nazionale, si tenesse conto della misura dello sforzo sostenuto dall'impresa nella redazione dei report di sostenibilità e del raggiungimento dei parametri che da tali report sono desumibili;

    le disposizioni di cui all'articolo 1, commi da 376 a 382 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, hanno teso a promuovere la costituzione e favorire la diffusione di società benefit, le quali, nell'esercizio e nell'ambito dell'attività economica, oltre allo scopo di dividere gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente;

    le società benefit sono già chiamate a redigere, annualmente, una relazione concernente il perseguimento del beneficio comune, da allegare al bilancio societario e che include un report contenente la valutazione dell'impatto generato utilizzando lo standard di valutazione esterno con caratteristiche e aree di valutazione analoghe a quelle previste nelle citate normative comunitarie,

impegna il Governo

ferme restando la ricognizione e sistematizzazione delle misure di incentivazione esistenti, anche con riferimento alle diverse dimensioni d'impresa e, proprio in considerazione degli obiettivi di coesione sociale, dell'esigenza di sostenere uno sviluppo economico armonico ed equilibrato e di sostegno alle politiche aziendali sostenibili tanto di carattere sociale, quanto ambientale, che di innovazione tecnologica e digitale, a tenere conto, nell'ambito della nuova redigenda disciplina degli incentivi alle imprese, dei parametri di valutazione dell'impatto generato di cui all'articolo 1, comma 382, lettera b), della legge 28 dicembre 2015, n. 208, nonché alla pubblicazione, anche su base volontaria, di informazioni non finanziarie o di sostenibilità secondo i princìpi di cui alla Direttiva UE 2022/2464 come recepiti nell'ordinamento italiano.
9/1406/6. Del Barba.


   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame, prevede una delega al Governo per provvedere ad una revisione del sistema degli incentivi alle imprese, nonché disposizioni di semplificazione delle relative procedure; i principi e criteri direttivi elencati nel testo, a cui si dovranno attenere i futuri decreti legislativi con l'obiettivo di ridefinire un sistema organico degli incentivi alle imprese, tranne pochi richiami, trascurano di fatto la previsione della leva fiscale e delle misure di vantaggio quali strumenti decisivi per favorire la virtuosità delle imprese e del nostro mondo produttivo, e in particolare con riguardo alla sostenibilità ambientale;

    la previsione di un utilizzo attento della tassazione e della fiscalità di vantaggio per favorire gli investimenti green delle imprese, in coerenza con gli impegni internazionali in materia, permetterebbe, per esempio, di indirizzare le risorse in maniera ambientalmente ed economicamente più efficiente;

    la dimensione ambientale, deve essere una prerogativa che dovrebbe caratterizzare l'erogazione e la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed in generale per l'attribuzione di vantaggi economici alle imprese private,

impegna il Governo

a rivedere gli incentivi esistenti e potenziare maggiormente gli strumenti legati alla fiscalità ambientale al fine di ridisegnare la fiscalità in chiave green favorendo gli investimenti delle imprese verso tecnologie e interventi a basse e nulle emissioni di carbonio e processi produttivi e prodotti a basso impatto ambientale.
9/1406/7. Evi, Zanella, Grimaldi, Bonelli, Mari, Zaratti, Fratoianni, Dori, Borrelli, Piccolotti, Ghirra.


   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge in esame, prevede una delega al Governo per provvedere ad una revisione del sistema degli incentivi alle imprese, nonché disposizioni di semplificazione delle relative procedure; i principi e criteri direttivi elencati nel testo, a cui si dovranno attenere i futuri decreti legislativi con l'obiettivo di ridefinire un sistema organico degli incentivi alle imprese, tranne pochi richiami, trascurano di fatto la previsione della leva fiscale e delle misure di vantaggio quali strumenti decisivi per favorire la virtuosità delle imprese e del nostro mondo produttivo, e in particolare con riguardo alla sostenibilità ambientale;

    la previsione di un utilizzo attento della tassazione e della fiscalità di vantaggio per favorire gli investimenti green delle imprese, in coerenza con gli impegni internazionali in materia, permetterebbe, per esempio, di indirizzare le risorse in maniera ambientalmente ed economicamente più efficiente;

    la dimensione ambientale, deve essere una prerogativa che dovrebbe caratterizzare l'erogazione e la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed in generale per l'attribuzione di vantaggi economici alle imprese private,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di potenziare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, gli strumenti correlati alla fiscalità ambientale, al fine di favorire gli investimenti delle imprese verso tecnologie e interventi a basso impatto ambientale.
9/1406/7. (Testo modificato nel corso della seduta)Evi, Zanella, Grimaldi, Bonelli, Mari, Zaratti, Fratoianni, Dori, Borrelli, Piccolotti, Ghirra.


   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge all'esame ha come oggetto la definizione delle disposizioni per la revisione del sistema degli incentivi, anche di natura fiscale, alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione;

    l'articolo 10 stabilisce che le disposizioni del disegno di legge delega in esame e quelle dei decreti legislativi emanati in attuazione della stessa siano applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano, nel rispetto dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;

    le Province autonoma di Trento e di Bolzano hanno per Statuto, la competenza primaria in materia di turismo e di artigianato e la competenza secondaria in materia di commercio e industria, oltre ad una competenza delegata, ai sensi della norma di attuazione di cui al decreto legislativo n. 139/2002 in materia di incentivi alle imprese ed adottano, nell'ambito delle competenze attribuite, una propria politica di sostegno all'economia,

impegna il Governo

a rispettare in sede di attuazione della delega le competenze delle province autonome di Trento e di Bolzano, nonché le rispettive politiche di sostegno all'economia.
9/1406/8. Schullian, Cattoi, Ferrari, Ambrosi, De Bertoldi.


   La Camera,

   premesso che:

    il disegno di legge all'esame ha come oggetto la definizione delle disposizioni per la revisione del sistema degli incentivi, anche di natura fiscale, alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione;

    l'articolo 10 stabilisce che le disposizioni del disegno di legge delega in esame e quelle dei decreti legislativi emanati in attuazione della stessa siano applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano, nel rispetto dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;

    le Province autonoma di Trento e di Bolzano hanno per Statuto, la competenza primaria in materia di turismo e di artigianato e la competenza secondaria in materia di commercio e industria, oltre ad una competenza delegata, ai sensi della norma di attuazione di cui al decreto legislativo n. 139/2002 in materia di incentivi alle imprese ed adottano, nell'ambito delle competenze attribuite, una propria politica di sostegno all'economia,

impegna il Governo

a prevedere, secondo i vincoli di finanza pubblica, in sede di attuazione della delega ai sensi delle disposizioni di cui all'articolo 10, il rispetto delle competenze delle province autonome di Trento e Bolzano, nonché le rispettive politiche di sostegno dell'economia.
9/1406/8. (Testo modificato nel corso della seduta)Schullian, Cattoi, Ferrari, Ambrosi, De Bertoldi.


   La Camera,

   premesso che:

    il tema della decarbonizzazione e della transizione ecologica e cruciale e a livello europeo la UE ha predisposto un quadro normativo per conseguire l'obiettivo fissato per il 2030 della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40 per cento, concordato dal Consiglio europeo nel 2014, prima dell'entrata in vigore dell'accordo di Parigi del 12 dicembre 2015. Successivamente, il nuovo Regolamento UE 2023/851 del 19 aprile 2023, entrato in vigore il 15 maggio 2023 prevede che per poter rispettare gli obiettivi in materia di clima posti dalla strategia europea «Fit for 55», si giunga alla riduzione di almeno il 55 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990;

    appare, quindi, necessario cogliere ogni occasione utile per accelerare il processo di decarbonizzazione, che ha particolare importanza per quel che riguarda il Trasporto pubblico locale non di linea e il trasporto delle merci;

    per dare una vera accelerazione alla transizione ecologica sarebbe indispensabile un cambiamento di paradigma culturale, al quale logicamente seguirebbero interventi legislativi adeguati;

    ad oggi, gli incentivi per la conversione ecologica delle auto vengono dati a seconda della lascia di emissione (gr/Km CO2), divisi in tre categorie con diversi contributi, che comprendono anche i mezzi ibridi ed endotermici tradizionali. Sarebbe, però, necessario considerare anche il «principio del maggior chilometraggio», ossia della concessione di maggiori incentivi a coloro che svolgono servizio di Trasporto pubblico locale non di linea e di trasporto merci, che per la natura del loro lavoro percorrono molti più chilometri di un privato cittadino;

    è anche necessario affrontare con maggiore efficacia di quanto fatto sinora per superare la difficoltà nel reperire punti di ricarica idonei, in modo da favorire lo svolgimento ecologico sia del servizio di trasporto pubblico locale non di linea, sia del trasporto merci;

    infatti, la mancanza, o la scarsità, di punti di ricarica, rende mollo complessa la transizione ecologica con l'uso di veicoli ad emissioni zero per chi svolge servizi essenziali come quelli di trasporto pubblico locale non di linea e di trasporto merci e che necessita di potersi muovere con facilità, e con risparmio di spesa rispetto ai carburanti tradizionali, alle operazioni di ricarica del veicolo,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere l'aumento degli incentivi utilizzabili per l'acquisto di mezzi a zero emissioni per coloro che svolgono servizio di Trasporto pubblico locale non di linea o che effettuano trasporto merci, al fine di favorire la scelta ecologica per tutti i soggetti interessati, intervenendo anche per superare gli ostacoli che oggi rallentano il passaggio ai veicoli a zero emissioni.
9/1406/9. Casu.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 1 del provvedimento in esame identifica l'oggetto del disegno di legge nella definizione delle disposizioni per la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione, garantendone una migliore pianificazione, organizzazione e attuazione, nonché rafforzandone le capacità di sostegno alla crescita negli ambiti strategici delle politiche industriali nazionali ed europee e di perseguimento degli obiettivi di piena coesione sociale, economica e territoriale,

impegna il Governo

a privilegiare, in sede di attuazione della delega, gli interventi volti a favorire l'innovazione, la competitività e la sostenibilità economica delle imprese nel processo di transizione energetica e climatica.
9/1406/10. Di Sanzo, Peluffo, De Micheli, Gnassi, Orlando.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 1 del provvedimento in esame identifica l'oggetto del disegno di legge nella definizione delle disposizioni per la revisione del sistema degli incentivi alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione, garantendone una migliore pianificazione, organizzazione e attuazione, nonché rafforzandone le capacità di sostegno alla crescita negli ambiti strategici delle politiche industriali nazionali ed europee e di perseguimento degli obiettivi di piena coesione sociale, economica e territoriale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di potenziare gli interventi volti a favorire l'innovazione, la competitività e la sostenibilità economica delle imprese nel processo di transizione energetica e climatica.
9/1406/10. (Testo modificato nel corso della seduta)Di Sanzo, Peluffo, De Micheli, Gnassi, Orlando.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 4 elenca i principi e criteri specifici ai quali il Governo è tenuto ad attenersi nell'esercizio della delega per la razionalizzazione dell'offerta di incentivi: ricognizione e sistematizzazione delle misure di incentivazione esistenti, sulla base di criteri che tengano conto degli ambiti o delle finalità delle stesse;

    concentrazione dell'offerta di incentivi, diretta ad evitare la sovrapposizione tra gli interventi e la frammentazione del sostegno pubblico; programmazione degli interventi di incentivazione da parte di ciascuna amministrazione competente per un congruo periodo temporale, adeguato alle finalità di sostegno secondo le valutazioni effettuate ex ante;

    durante l'esame del Senato è stato introdotto l'obiettivo della parità di genere, molto importante per tutto il mondo dell'impresa femminile che è in continua crescita ma che continua ad avere oggettive difficoltà, per esempio, rispetto all'erogazione del credito, alla possibilità di accesso ad alcuni strumenti di finanziamento proprio per le caratteristiche tipiche dell'imprenditoria femminile;

    sarebbe tuttavia necessario rafforzare il principio della parità di genere, inserendo, come requisito premiante, la certificazione della parità di genere, dal momento che il nostro Paese non riuscirà mai a esprimere tutto il suo potenziale fino a quando non ci sarà una parità reale di occupazione, di ruoli e di stipendi,

impegna il Governo

in sede di attuazione dell'articolo 6, a considerare la certificazione della parità di genere quale requisito premiante.
9/1406/11. De Micheli, Peluffo, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 identifica i principi e criteri direttivi generali per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese: stabilità e adeguatezza, misurabilità dell'impatto, programmazione, coordinamento, agevole conoscibilità, digitalizzazione, semplicità, uniformità, accessibilità ai contenuti e trasparenza delle procedure, coesione sociale, economica e territoriale, valorizzazione del contributo dell'imprenditoria femminile, strategicità per l'interesse nazionale e di inclusione dei professionisti;

    la conoscibilità, in particolare, rappresenta un elemento essenziale per le imprese,

impegna il Governo

a istituire un portale unico nazionale che raccolga qualsiasi tipo di incentivo, proposto da ciascuna amministrazione competente.
9/1406/12. Gnassi, Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Orlando.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 identifica i principi e criteri direttivi generali per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese: stabilità e adeguatezza, misurabilità dell'impatto, programmazione, coordinamento, agevole conoscibilità, digitalizzazione, semplicità, uniformità, accessibilità ai contenuti e trasparenza delle procedure, coesione sociale, economica e territoriale, valorizzazione del contributo dell'imprenditoria femminile, strategicità per l'interesse nazionale e di inclusione dei professionisti;

    la conoscibilità, in particolare, rappresenta un elemento essenziale per le imprese,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di potenziare ulteriormente il portale unico nazionale che raccolga qualsiasi tipo di incentivo, proposto da ciascuna amministrazione competente.
9/1406/12. (Testo modificato nel corso della seduta)Gnassi, Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Orlando.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame è volto a rivedere il sistema degli incentivi alle imprese e semplificare le procedure;

    la semplificazione amministrativa rappresenta un aspetto essenziale per la competitività delle nostre imprese, come sottolineato da tutti gli studi nazionali e internazionali,

impegna il Governo

a prevedere, nell'attuazione della delega, il principio della non duplicazione degli adempimenti a carico delle imprese durante la gestione delle pratiche legate alla richiesta e alla concessione degli incentivi stessi qualora la Pubblica Amministrazione sia già in possesso dei dati del soggetto richiedente e della documentazione necessaria per il disbrigo delle rispettive pratiche, evitando di reiterare richieste dei medesimi dati e della documentazione di cui già dispone.
9/1406/13. Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame è volto a rivedere il sistema degli incentivi alle imprese e semplificare le procedure;

    la semplificazione amministrativa rappresenta un aspetto essenziale per la competitività delle nostre imprese, come sottolineato da tutti gli studi nazionali e internazionali,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di confermare, come già previsto in delega, il principio della non duplicazione degli adempimenti a carico delle imprese durante la gestione delle pratiche legate alla richiesta e alla concessione degli incentivi stessi qualora la Pubblica Amministrazione sia già in possesso dei dati del soggetto richiedente e della documentazione necessaria per il disbrigo delle rispettive pratiche, evitando di reiterare richieste dei medesimi dati e della documentazione di cui già dispone.
9/1406/13. (Testo modificato nel corso della seduta)Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 identifica i princìpi e criteri direttivi generali per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese: stabilità e adeguatezza, misurabilità dell'impatto, programmazione, coordinamento, agevole conoscibilità, digitalizzazione, semplicità, uniformità, accessibilità ai contenuti e trasparenza delle procedure, coesione sociale, economica e territoriale, valorizzazione del contributo dell'imprenditoria femminile, strategicità per l'interesse nazionale e di inclusione dei professionisti;

    la lettera b), in particolare, stabilisce il principio della misurabilità dell'impatto nell'ambito economico oggetto di incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post, delle principali misure relative alle politiche di incentivazione in termini di obiettivi socioeconomici raggiunti, anche al fine di perseguire una migliore allocazione delle risorse,

impegna il Governo

a tenere conto, nell'esercizio della delega, dell'effetto leva prodotto in termini di crescita del prodotto interno lordo, della creazione di nuovi posti di lavoro, e del conseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
9/1406/14. Orlando, Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 identifica i princìpi e criteri direttivi generali per la definizione di un sistema organico degli incentivi alle imprese: stabilità e adeguatezza, misurabilità dell'impatto, programmazione, coordinamento, agevole conoscibilità, digitalizzazione, semplicità, uniformità, accessibilità ai contenuti e trasparenza delle procedure, coesione sociale, economica e territoriale, valorizzazione del contributo dell'imprenditoria femminile, strategicità per l'interesse nazionale e di inclusione dei professionisti;

    la lettera b), in particolare, stabilisce il principio della misurabilità dell'impatto nell'ambito economico oggetto di incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post, delle principali misure relative alle politiche di incentivazione in termini di obiettivi socioeconomici raggiunti, anche al fine di perseguire una migliore allocazione delle risorse,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di tenere conto, nell'esercizio della delega, dell'effetto leva prodotto in termini di crescita del prodotto interno lordo, della creazione di nuovi posti di lavoro, e del conseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale e di governance.
9/1406/14. (Testo modificato nel corso della seduta)Orlando, Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento sottoposto all'esame dell'Aula è collegato alla manovra di finanza pubblica, in coerenza con le indicazioni del Documento di economia e finanza e concorre all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, laddove prevede, tra le riforme abilitanti, la «semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno» nell'ambito di un più ampio intervento di revisione complessiva del sistema degli incentivi alle imprese;

    a tal fine, contiene delle disposizioni per la revisione del sistema degli incentivi, anche di natura fiscale, alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione;

    date queste premesse, si segnala il fatto che nel 2018 la SiderAlloys Italia Spa ha acquistato dal Governo italiano l'80 per cento dello stabilimento di produzione di alluminio primario ex Alcoa mentre il 20 per cento rimane in proprietà dello Stato italiano attraverso Invitalia;

    è indubbio, perché accertato, il fatto che la SiderAlloys conduce l'attività di impresa nel sito industriale in parziale continuità produttiva nonostante abbia già chiesto ed ottenuto, nel dicembre 2021, tutte le autorizzazioni ambientali, ed in seguito a ciò, confidando nelle istituzioni, ha posto in atto azioni di revamping, tuttora ancora in corso, per ammodernare, riqualificare e rifunzionalizzare l'impresa aumentando l'efficienza e la sicurezza dell'impianto;

    attualmente la SiderAlloys, come già nel passato Alcoa, rappresenta una delle realtà aziendali maggiormente energivore in Italia, ed in seguito a ciò ha stipulato, nell'estate del 2020, un contratto per la fornitura di energia con l'Enel;

    la SiderAlloys, come pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre 2022, e oggetto di un primo disposto normativo che le garantisce l'accesso alle garanzie bancarie SACE, attraverso la legge Supporto Italia;

    successivamente, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio 2023, un emendamento che ha chiarito la portata delle norme al fine di soddisfare esigenze operative di SACE, per consentire alla stessa SiderAlloys l'inserimento tra le aziende energivore beneficiarie della garanzia SACE, previsto dal cosiddetto decreto Aiuti, in funzione di come strumento straordinario necessario al fine di sostenere le imprese italiane colpite dagli effetti economici negativi derivanti dalla guerra della Russia contro l'Ucraina;

    sino ad oggi la procedura per l'autorizzazione al rilascio delle suddette garanzie bancarie non è stata attivata, nonostante il fatto che la norma, contenente le garanzie di Stato sui finanziamenti concessi dalle banche vigerà sino al 31 dicembre 2023, termine ultimo per garantire alle imprese che ne hanno diritto l'ottenimento della liquidità necessaria in tempi celeri al fine di garantire la continuità e l'operatività delle attività delle imprese interessate;

    si precisa il fatto che, attualmente, lo stabilimento impiega circa 320 persone di cui 120 direttamente e 200 indirettamente. Inoltre 1.250 lavoratori sono ancora in attesa di essere riassunte dopo la chiusura dello stabilimento Alcoa. Si sottolinea con preoccupazione il fatto che, se la garanzia SACE non trovasse applicazione nel caso di specie, la SiderAlloys avrebbe obiettive e verificabili difficoltà nel portare a compimento il progetto di ristrutturazione in atto sopra detto;

    si ricorda inoltre che per garantire un sostegno alle imprese, l'ordinamento giuridico vigente prevede norme che consentono interventi volti a migliorare la liquidità delle stesse, per sopperire alle esigente di liquidità delle imprese con sede in Italia, riconducibili alle conseguenze economiche negative derivanti dalla crisi economico energetica in atto, autorizzando SACE Spa a concedere, fino al 31 dicembre 2023, garanzie, in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali c degli altri soggetti abilitati all'esercizio del credito in Italia, per finanziamenti sotto qualsiasi forma in favore delle imprese, ivi inclusa l'apertura di credito documentaria finalizzata a supportare le importazioni verso l'Italia di materie prime o fattori di produzione la cui catena di approvvigionamento sia stata interrotta o abbia subito rincari per effetto dalla crisi attuale. L'impresa deve dimostrare che la crisi in atto comporta dirette ripercussioni economiche negative sulla sua attività. La garanzia copre il capitale, gli interessi e gli oneri accessori fino all'importo massimo garantito, e opera a prima richiesta, è esplicita, irrevocabile, ma deve essere conforme ai requisiti previsti dalla normativa di vigilanza prudenziale. Sulle obbligazioni di SACE Spa è accordata di diritto la garanzia dello Stato a prima richiesta e senza regresso;

    a tale riguardo si segnala il fatto che l'articolo 49 del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 convertito dalla legge 21 aprile 2023, n. 41, al comma 4 prevede esplicitamente l'estensione dell'ambito di applicazione dell'articolo 3 comma 2 del decreto-legge n. 144 del 2022, come modificato durante la conversione in legge dal Parlamento, prevedendone l'applichi, alle condizioni previste, anche all'impresa SiderAlloys Italia Spa, relativamente al sito di Portovesme-Portoscuso, nel Sulcis,

impegna il Governo

ad adottare le misure opportune e necessarie affinché i Ministri competenti pongano in essere le iniziative necessarie a garantire alla società SiderAlloys Spa, azienda energivora operante in Sardegna nel polo industriale di Portoscuso, la possibilità di concludere effettivamente il progetto di ristrutturazione industriale generale in atto accedendo alle garanzie bancarie SACE così come previsto dall'articolo 29, rubricato «Misure a favore di imprese esportatrici», comma 2, del decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022, convertito dalla legge 15 luglio 2022, n. 91 e dall'articolo 49 commi da 4 a 6 del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 convertito dalla legge 21 aprile 2023, n. 41, che consentono alle imprese a forte consumo di energia colpite dagli effetti negativi della crisi economica ancora in atto di accedere al finanziamento garantito da Sace, prevedendo esplicitamente tale diritto in capo alla società SiderAlloys Spa «in considerazione delle eccezionali criticità riguardanti le condizioni di approvvigionamento e del rilevante impatto produttivo e occupazionale» dell'impresa stessa.
9/1406/15. Lampis, Foti, Mura, Deidda, Polo, Pittalis, Cappellacci, Giagoni, Ambrosi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento sottoposto all'esame dell'Aula è collegato alla manovra di finanza pubblica, in coerenza con le indicazioni del Documento di economia e finanza e concorre all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, laddove prevede, tra le riforme abilitanti, la «semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno» nell'ambito di un più ampio intervento di revisione complessiva del sistema degli incentivi alle imprese;

    a tal fine, contiene delle disposizioni per la revisione del sistema degli incentivi, anche di natura fiscale, alle imprese, con la finalità di rimuovere gli ostacoli al pieno dispiegamento di efficacia dell'intervento pubblico a sostegno del tessuto produttivo mediante le politiche di incentivazione;

    date queste premesse, si segnala il fatto che nel 2018 la SiderAlloys Italia Spa ha acquistato dal Governo italiano l'80 per cento dello stabilimento di produzione di alluminio primario ex Alcoa mentre il 20 per cento rimane in proprietà dello Stato italiano attraverso Invitalia;

    è indubbio, perché accertato, il fatto che la SiderAlloys conduce l'attività di impresa nel sito industriale in parziale continuità produttiva nonostante abbia già chiesto ed ottenuto, nel dicembre 2021, tutte le autorizzazioni ambientali, ed in seguito a ciò, confidando nelle istituzioni, ha posto in atto azioni di revamping, tuttora ancora in corso, per ammodernare, riqualificare e rifunzionalizzare l'impresa aumentando l'efficienza e la sicurezza dell'impianto;

    attualmente la SiderAlloys, come già nel passato Alcoa, rappresenta una delle realtà aziendali maggiormente energivore in Italia, ed in seguito a ciò ha stipulato, nell'estate del 2020, un contratto per la fornitura di energia con l'Enel;

    la SiderAlloys, come pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre 2022, e oggetto di un primo disposto normativo che le garantisce l'accesso alle garanzie bancarie SACE, attraverso la legge Supporto Italia;

    successivamente, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 24 febbraio 2023, un emendamento che ha chiarito la portata delle norme al fine di soddisfare esigenze operative di SACE, per consentire alla stessa SiderAlloys l'inserimento tra le aziende energivore beneficiarie della garanzia SACE, previsto dal cosiddetto decreto Aiuti, in funzione di come strumento straordinario necessario al fine di sostenere le imprese italiane colpite dagli effetti economici negativi derivanti dalla guerra della Russia contro l'Ucraina;

    sino ad oggi la procedura per l'autorizzazione al rilascio delle suddette garanzie bancarie non è stata attivata, nonostante il fatto che la norma, contenente le garanzie di Stato sui finanziamenti concessi dalle banche vigerà sino al 31 dicembre 2023, termine ultimo per garantire alle imprese che ne hanno diritto l'ottenimento della liquidità necessaria in tempi celeri al fine di garantire la continuità e l'operatività delle attività delle imprese interessate;

    si precisa il fatto che, attualmente, lo stabilimento impiega circa 320 persone di cui 120 direttamente e 200 indirettamente. Inoltre 1.250 lavoratori sono ancora in attesa di essere riassunte dopo la chiusura dello stabilimento Alcoa. Si sottolinea con preoccupazione il fatto che, se la garanzia SACE non trovasse applicazione nel caso di specie, la SiderAlloys avrebbe obiettive e verificabili difficoltà nel portare a compimento il progetto di ristrutturazione in atto sopra detto;

    si ricorda inoltre che per garantire un sostegno alle imprese, l'ordinamento giuridico vigente prevede norme che consentono interventi volti a migliorare la liquidità delle stesse, per sopperire alle esigente di liquidità delle imprese con sede in Italia, riconducibili alle conseguenze economiche negative derivanti dalla crisi economico energetica in atto, autorizzando SACE Spa a concedere, fino al 31 dicembre 2023, garanzie, in favore di banche, di istituzioni finanziarie nazionali e internazionali c degli altri soggetti abilitati all'esercizio del credito in Italia, per finanziamenti sotto qualsiasi forma in favore delle imprese, ivi inclusa l'apertura di credito documentaria finalizzata a supportare le importazioni verso l'Italia di materie prime o fattori di produzione la cui catena di approvvigionamento sia stata interrotta o abbia subito rincari per effetto dalla crisi attuale. L'impresa deve dimostrare che la crisi in atto comporta dirette ripercussioni economiche negative sulla sua attività. La garanzia copre il capitale, gli interessi e gli oneri accessori fino all'importo massimo garantito, e opera a prima richiesta, è esplicita, irrevocabile, ma deve essere conforme ai requisiti previsti dalla normativa di vigilanza prudenziale. Sulle obbligazioni di SACE Spa è accordata di diritto la garanzia dello Stato a prima richiesta e senza regresso;

    a tale riguardo si segnala il fatto che l'articolo 49 del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 convertito dalla legge 21 aprile 2023, n. 41, al comma 4 prevede esplicitamente l'estensione dell'ambito di applicazione dell'articolo 3 comma 2 del decreto-legge n. 144 del 2022, come modificato durante la conversione in legge dal Parlamento, prevedendone l'applichi, alle condizioni previste, anche all'impresa SiderAlloys Italia Spa, relativamente al sito di Portovesme-Portoscuso, nel Sulcis,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, secondo i vincoli di finanza pubblica, di adottare le misure opportune e necessarie affinché i Ministri competenti pongano in essere le iniziative necessarie a garantire alla società SiderAlloys Spa, azienda energivora operante in Sardegna nel polo industriale di Portoscuso, la possibilità di concludere effettivamente il progetto di ristrutturazione industriale generale in atto accedendo alle garanzie bancarie SACE così come previsto dall'articolo 29, rubricato «Misure a favore di imprese esportatrici», comma 2, del decreto-legge n. 50 del 17 maggio 2022, convertito dalla legge 15 luglio 2022, n. 91 e dall'articolo 49 commi da 4 a 6 del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13 convertito dalla legge 21 aprile 2023, n. 41, che consentono alle imprese a forte consumo di energia colpite dagli effetti negativi della crisi economica ancora in atto di accedere al finanziamento garantito da Sace, prevedendo esplicitamente tale diritto in capo alla società SiderAlloys Spa «in considerazione delle eccezionali criticità riguardanti le condizioni di approvvigionamento e del rilevante impatto produttivo e occupazionale» dell'impresa stessa.
9/1406/15. (Testo modificato nel corso della seduta)Lampis, Foti, Mura, Deidda, Polo, Pittalis, Cappellacci, Giagoni, Ambrosi.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative volte a ripristinare in tempi brevi le risorse previste dalla legge delega sulla disabilità – 3-00753

   FURFARO, CIANI, GIRELLI, MALAVASI, STUMPO, GHIO, ROGGIANI, GUERRA, VACCARI, QUARTAPELLE PROCOPIO, DI SANZO, SARRACINO, BAKKALI, MARINO, SERRACCHIANI, MANZI, FOSSI, BONAFÈ, UBALDO PAGANO, STEFANAZZI, FORATTINI, CARÈ, ZINGARETTI, ORFINI, PORTA, ANDREA ROSSI, MEROLA, D'ALFONSO, GRIBAUDO, CUPERLO, GRAZIANO, CURTI, DE MARIA, BOLDRINI, SIMIANI, SCOTTO, LACARRA, LAI, MADIA, CASU, FASSINO, BERRUTO, FERRARI e FORNARO. – Al Ministro per le disabilità. – Per sapere – premesso che:

   ad oggi nessuno dei decreti attuativi della legge delega sulla disabilità (legge n. 227 del 2021) ha visto la sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, lasciando, di fatto, dopo quasi due anni inapplicata una riforma che garantisce alla persona con disabilità, secondo i principi di autodeterminazione e di non discriminazione, il riconoscimento della propria condizione affinché possa godere appieno dei suoi diritti civili e sociali, compreso il diritto alla vita indipendente e alla piena inclusione sociale e lavorativa;

   invece di accelerare la stesura e la pubblicazione dei decreti attuativi, rendendo così operativa una legge tanto attesa, il Governo ha deciso di azzerare il fondo previsto dalla legge delega, togliendo le poche risorse previste, pari a 350 milioni di euro, fino a quando i decreti attuativi non saranno emanati (si ricorda che il termine ultimo è marzo 2024);

   sono risorse importantissime per un comparto in prima linea nel prendersi cura delle fragilità e che non sono utilizzate solo per la mancanza dei decreti attuativi;

   le motivazioni a supporto di questa scelta politica non possono essere in alcun modo accettate, visti anche i precedenti di segno opposto, non ultimo il fondo per il caregiver familiare, istituito inizialmente per la copertura finanziaria di interventi legislativi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare e poi modificato nelle sue finalità per essere ripartito tra le regioni, non essendoci ancora una legge che regoli tale figura;

   a giudizio degli interroganti è l'ennesimo atto di forza contro il welfare italiano, che mostra plasticamente che questo Governo va avanti solo per slogan, senza, nella realtà, prendersi cura delle persone più deboli e vulnerabili;

   invece di tagliare i fondi, forse sarebbe stato più opportuno dedicare quelle risorse ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie, usando quei 350 milioni di euro per le relative coperture –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, affinché siano immediatamente ripristinate, fin dalla legge di bilancio per il 2024, le risorse previste dalla legge delega sulla disabilità e, qualora in tempi brevi non fossero adottati i decreti attuativi, destinare i 350 milioni di euro già previsti per il 2023 ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
(3-00753)


Iniziative per rifinanziare il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, nonché per rivedere le procedure dei relativi bandi nell'ottica della semplificazione e della riduzione dei tempi di erogazione – 3-00756

   GADDA, DEL BARBA, ENRICO COSTA, GRIPPO, MARATTIN e SOTTANELLI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   la povertà alimentare purtroppo è una realtà nel nostro Paese; la pandemia ha fatto esplodere situazioni di disagio, peggiorate di recente dall'incremento dei prezzi degli alimentari;

   il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti è stato istituito con decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, e finanzia apposite produzioni di beni alimentari da destinare alla distribuzione gratuita agli indigenti;

   il paniere delle produzioni è deciso da un tavolo permanente di coordinamento, di cui al decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali del 17 dicembre 2012, ripreso poi dall'articolo 8 della legge 19 agosto 2016, n. 166, cosiddetta «legge antisprechi», che promuove anche le donazioni aziendali;

   del tavolo fanno parte le organizzazioni partner nazionali e Agea, agenzia incaricata degli acquisti e delle assegnazioni dei beni alle organizzazioni accreditate;

   il Fondo trae il suo finanziamento da fondi nazionali e, per il medesimo scopo, concorrono alla spesa le risorse del Fondo di aiuti europei agli indigenti (fondo europeo per l'acquisto e la distribuzione di beni alimentari, che opera in base a procedure analoghe a quelle del fondo nazionale), poi incrementati dal provvedimento React-EU;

   il fondo nazionale fu finanziato per la prima volta nel 2014; nella XVIII legislatura l'allora Ministra Bellanova lo dotò di 300 milioni di euro, anche per sostenere alcune filiere produttive messe in ginocchio dalla pandemia;

   queste risorse hanno garantito importanti forniture di prodotti essenziali e hanno anche permesso di allargare notevolmente i panieri, estendendoli agli alimenti per l'infanzia e alla carne avicola e arricchendo in modo consistente la dieta delle persone meno fortunate;

   mentre è certa la dotazione Fondo di aiuti europei agli indigenti di circa 490 milioni di euro per i prossimi 7 anni, cioè 70 milioni di euro annui, non c'è alcuna certezza riguardo alle risorse del fondo nazionale per il prossimo triennio;

   appare necessario dare continuità alla operatività del fondo nazionale, che coniuga il sostegno a comparti agricoli in crisi con la necessità di supportare la distribuzione delle derrate alimentari da parte del terzo settore;

   proprio per le modalità previste dai bandi e per i tempi di attuazione di cui necessitano, sarebbe inoltre necessario introdurre nuove modalità che garantiscano semplificazione burocratica e tempi di erogazione più celeri e certi –:

   quante e quali risorse il Governo sia in grado di garantire per rifinanziare il fondo nazionale per il prossimo triennio, al fine di assicurare, come in passato, una programmazione pluriennale e rivedendo le procedure dei bandi, nella direzione della semplificazione burocratica e della riduzione dei tempi di erogazione.
(3-00756)


Iniziative di competenza volte a scongiurare l'apertura di una procedura di infrazione europea in relazione al disegno di legge in materia di divieto di produzione e commercializzazione della cosiddetta carne coltivata – 3-00757

   CARAMIELLO, SCUTELLÀ, QUARTINI, SCERRA, SPORTIELLO, BRUNO, DI LAURO e MARIANNA RICCIARDI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   per impedire la creazione di nuove barriere al mercato interno europeo, ai sensi della procedura Tris, di cui alla direttiva 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 settembre 2015, gli Stati sono obbligati a notificare, prima della loro adozione, i progetti legislativi concernenti i prodotti e i servizi della società dell'informazione;

   secondo tale procedura, lo Stato non può adottare il provvedimento per un periodo di tre mesi dalla data di recepimento della notifica e, laddove emerga che esso potrebbe creare ostacoli alla libera circolazione delle merci, la Commissione europea e gli altri Stati membri possono presentare un parere allo Stato notificante, dal quale deriva una proroga di ulteriori tre mesi del periodo di non adottabilità, al fine di consentire di risolvere le criticità riscontrate, nel rispetto del diritto dell'Unione europea in materia di mercato unico;

   relativamente al disegno di legge governativo, atto Camera n. 1324, all'esame della Camera dei deputati, l'Italia aveva fatto pervenire alla Commissione europea la notifica Tris in data 27 luglio 2023, con scadenza del periodo di non adottabilità fissata de jure al 30 ottobre 2023;

   a meno di un mese da tale data, il Governo ha ritirato la notifica, spiegando che tale decisione è stata presa «alla luce della discussione parlamentare in corso e delle modifiche che il testo potrebbe subire» e che «la notifica ritirata sarà rinotificata all'esito dell'approvazione parlamentare»;

   attraverso un comunicato del 14 ottobre 2023, il Ministro interrogato ha dichiarato la volontà di procedere velocemente all'adozione del testo e ha espresso il suo plauso ai presidenti delle commissioni parlamentari per aver velocizzato i lavori, consentendo a breve il voto finale in Aula;

   la libera circolazione delle merci è la prima delle quattro libertà fondamentali del mercato interno, garantita attraverso l'eliminazione dei dazi doganali e delle restrizioni quantitative e dal divieto di adottare misure di effetto equivalente;

   approvando una legge che appare dannosa per economia, ricerca e sviluppo sostenibile, esprimendo parere contrario a tutte le modifiche intese a garantire l'armonizzazione dell'atto Camera n. 1324 al diritto europeo e ritirando la notifica, il Governo sta esponendo l'Italia ad un serio rischio di infrazione europea –:

   quali urgenti iniziative intenda intraprendere al fine di scongiurare l'eventuale apertura di una procedura di infrazione conseguente a quella che appare agli interroganti un'illegittima limitazione del mercato interno e di evitare una conclamata violazione del diritto eurounitario per la mancata notifica del testo prima della sua adozione finale, come previsto dalla procedura Tris.
(3-00757)


Elementi e iniziative di competenza in relazione al ritiro della notifica Tris riguardante il disegno di legge sulla cosiddetta carne coltivata – 3-00758

   DELLA VEDOVA. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   l'articolo 2 del disegno di legge, atto Camera n. 1324, approvato al Senato della Repubblica e attualmente all'esame in sede referente presso le Commissioni affari sociali e agricoltura della Camera dei deputati, introduce il divieto di produzione, promozione e commercializzazione di alimenti e mangimi isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati, ovvero la cosiddetta «carne derivata da colture cellulari»;

   in base al regolamento (CE) n. 178/2002 spetta all'Autorità europea per la sicurezza alimentare valutare la sicurezza degli alimenti derivati da nuove tecnologie, quali la coltura cellulare e l'ingegneria tissutale, in vista dell'eventuale ammissione alla produzione e alla commercializzazione, che è disposta dalla Commissione europea e non dagli Stati membri;

   l'articolo 7 del regolamento (CE) n. 178/2002, (Principio di precauzione), prevede che «qualora, in circostanze specifiche a seguito di una valutazione delle informazioni disponibili, venga individuata la possibilità di effetti dannosi per la salute, ma permanga una situazione d'incertezza sul piano scientifico, possono essere adottate le misure provvisorie di gestione del rischio», ma delimita questa eventualità alla sussistenza di evidenze concrete di rischi per la salute e ne circoscrive l'ambito di applicazione nel senso della proporzionalità ai rischi evidenziati;

   ad oggi non è pervenuta all'Autorità europea per la sicurezza alimentare alcuna richiesta di valutazione di alimenti derivati da cellule animali coltivate e, quindi, la loro produzione e commercializzazione non è, allo stato attuale, consentita nell'Unione europea;

   non esiste, quindi, alcun presupposto perché possa applicarsi il principio di precauzione previsto dall'articolo 7 del regolamento (CE) n. 178/2022 e l'articolo 2 del disegno di legge, atto Camera n. 1324, appare quindi all'interrogante in palese violazione del diritto dell'Unione europea;

   la procedura di notifica (cosiddetta procedura Tris), di cui alla direttiva 2015/1535 – istituita tramite la direttiva 83/189/CEE – consente alla Commissione europea di esaminare le regolamentazioni che gli Stati intendono introdurre per i prodotti industriali, agricoli e della pesca prima che siano adottate, per garantirne la compatibilità con i principi del diritto dell'Unione europea e del mercato interno;

   il 14 ottobre 2023 si è appreso dalla stampa che il Ministro interrogato ha richiesto il ritiro della notifica Tris relativo al disegno di legge sulla carne derivata da colture cellulari, precedentemente inviata alla Commissione europea –:

   se il ritiro della notifica preluda al ritiro del disegno di legge in discussione o alla presentazione di un nuovo testo, ovvero se intenda comunque adottare iniziative, per quanto di competenza, per non esporre l'Italia a nuove e costose procedure di infrazione.
(3-00758)


Iniziative volte a tutelare la competitività della produzione ortofrutticola italiana, in relazione agli eventi calamitosi che hanno colpito il comparto – 3-00759

   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, ALMICI, CARETTA, CIABURRO, LA PORTA, LA SALANDRA, MALAGUTI, MARCHETTO ALIPRANDI e MATTIA. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   nel 2022 il valore della produzione ortofrutticola italiana alla fase agricola è stata di circa 15 miliardi di euro e le esportazioni di settore hanno superato i 10 miliardi di euro per prodotti freschi e trasformati, a fronte di oltre 60 miliardi di euro di esportazioni per il settore agroalimentare, un valore che supera il 16 per cento delle esportazioni totali in ambito agroalimentare;

   il comparto dell'ortofrutta nazionale rappresenta un quarto della produzione agricola nazionale, con 1,2 milioni di ettari coltivati a frutta e verdura e oltre trecentomila aziende coinvolte;

   presso il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste è stato istituito un tavolo dedicato al settore ortofrutticolo che permette un confronto tra gli operatori e l'aggiornamento sulle problematiche e sulle sfide affrontate dal comparto ortofrutticolo;

   gli eventi alluvionali, gli eventi siccitosi e le gelate hanno impattato sulla produzione ortofrutticola nazionale e, in particolar modo, delle regioni principali produttrici di prodotti ortofrutticoli, determinando anche la perdita di importanti fette di mercato internazionale, come accaduto, ad esempio, per la produzione di pere a vantaggio della Spagna;

   l'Italia è il primo produttore europeo e quarto produttore mondiale di pere, posizione contesa con la Spagna, che produce un quarto delle pere del continente europeo, con un incremento costante dei volumi esportati, grazie anche a politiche aggressive sul lato dei prezzi;

   anche la coltivazione del kiwi ha subito un calo in Italia, dovuto alle avversità climatiche e ad alcune fitopatie, avvantaggiando la Grecia, che da sempre contende la posizione italiana tra i maggiori esportatori globali di kiwi;

   la produzione greca di kiwi ha infatti visto un costante incremento negli ultimi anni, insidiando la posizione sui mercati dell'Italia, particolarmente in difficoltà dopo lo scatenarsi dei recenti eventi climatici, dal susseguirsi di caldo torrido a gelate, agli episodi alluvionali che hanno colpito aree a vocazione agricola e dunque ortofrutticola maggiormente rilevanti in tutta Italia;

   la situazione è tale per cui, a fronte di una situazione di emergenza ed improvvisa, ancorché temporanea, contrazione del volume produttivo nazionale in ambito ortofrutticolo, altre produzioni straniere stanno insidiando le quote di mercato detenute sinora dai produttori italiani, dovute in larga parte anche ad una produzione di nota e netta eccellenza –:

   quali iniziative intenda adottare per tutelare la produzione ortofrutticola italiana, anche alla luce delle difficoltà delineate in premessa.
(3-00759)


Iniziative volte a velocizzare i tempi di erogazione dei contributi pubblici a favore degli agricoltori per il costo delle polizze assicurative contro i rischi derivanti da avversità naturali – 3-00760

   DAVIDE BERGAMINI, MOLINARI, BRUZZONE, CARLONI, PIERRO, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, CANDIANI, CAPARVI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   per la gestione del rischio in agricoltura esistono misure di sostegno pubblico per il costo delle polizze assicurative degli agricoltori, a tutela dei danni causati da avversità naturali ed eventi eccezionali che, tramite la stipula di contratti assicurativi, garantiscono le produzioni agricole e zootecniche, le strutture aziendali e le infrastrutture;

   l'assicurazione per la copertura dei rischi, è disciplinata dal decreto legislativo n. 102 del 2004, modificato dal decreto legislativo n. 82 del 2008, regolamento (UE) 2021/2115, sulle previsioni della politica agricola comune, annualmente completati dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura;

   gli agricoltori ricevono un contributo, parametrato in base alla copertura assicurativa scelta, sul premio pagato alle assicurazioni contro i rischi derivanti da avversità naturali;

   i contributi sui premi vengono versati da Agea agli agricoltori assicurati, che debbono restituirli, unitamente alla quota di premio a loro carico, alle proprie associazioni denominate consorzi di difesa, che, nel frattempo, alla fine di ogni annualità anticipano la totalità dei premi alle compagnie assicurative, le quali, dopo l'incasso, procedono al pagamento dei corrispondenti risarcimenti ai produttori;

   negli ultimi anni la contribuzione agli agricoltori per la «gestione del rischio» corrispondeva al 70 per cento della parte agevolata della polizza;

   secondo quanto risulta agli interroganti, per il 2022 il Ministero sembra, per carenza di fondi, che abbia deciso di corrispondere sino a ora solo il 40 per cento del contributo totale anziché il 70 per cento, che non sarebbe stato erogato finora a tutte le aziende agricole; per il rimanente 30 per cento di contribuzione e per chiudere la vecchia programmazione occorrerebbero circa 240 milioni di euro;

   i consorzi di difesa che hanno anticipato a novembre 2022, in nome e per conto degli agricoltori, il totale dei premi assicurativi 2022, sottoscrivendo finanziamenti bancari, sono obbligati a rientrare del debito del 2022 e richiedere agli istituti di credito i finanziamenti per il pagamento dei premi 2023;

   il mancato rientro dei finanziamenti concessi dalle banche per il 2022 potrebbe precludere o limitare il finanziamento ai consorzi di difesa da parte degli stessi istituti per il pagamento dei premi assicurativi relativi all'anno 2023 e, conseguentemente, bloccare o limitare i risarcimenti attesi dai produttori a fine anno –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per velocizzare i pagamenti ancora in sospeso per chiudere il 2022, nonché in quali tempi potranno essere corrisposti alle aziende agricole affinché gli istituti di credito possano rinnovare le erogazioni necessarie.
(3-00760)


Misure a favore del comparto agricolo e della pesca, con particolare riguardo all'emergenza relativa al cosiddetto granchio blu – 3-00761

   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. – Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Per sapere – premesso che:

   il comparto agricolo, negli ultimi anni, è stato colpito da numerosi episodi di natura emergenziale, improvvisa e di difficile previsione, tra cui siccità, alluvioni, gelate e diffusioni di fitopatie, con la diffusione di specie invasive, come il granchio blu;

   in Italia è stata segnalata la presenza del granchio blu per la prima volta tra il 2007 e il 2008 in Basilicata, sulla costa adriatica dell'Abruzzo e della Puglia, oltre che nell'alto Adriatico da Gora ai lidi ferraresi;

   relativamente al granchio blu, considerando che solo l'area compresa tra le foci del Po vede la presenza del 55 per cento della produzione italiana di vongole veraci, la diffusione della specie ha rappresentato un danno economico all'acquacoltura nazionale;

   il comparto della molluschicoltura nazionale, principalmente quello delle vongole veraci, ma anche quello dell'allevamento dei mitili e delle ostriche, è stato pesantemente colpito dalla predazione da parte del granchio blu, in quanto sta distruggendo il prodotto adulto pronto per l'attuale commercializzazione estiva;

   con il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, il Governo ha previsto lo stanziamento di 2,9 milioni di euro per sostenere l'attività di cattura e smaltimento del granchio blu portata avanti dalle imprese colpite;

   il citato decreto-legge n. 104 del 2023 ha visto ulteriori modifiche anche in relazione alle disposizioni sul granchio blu, con un ulteriore stanziamento di 500.000 euro per la copertura dell'esonero parziale, nel limite del 50 per cento, del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalle imprese dell'acquacoltura;

   gli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna a maggio 2023 hanno anche decretato forti difficoltà di natura emergenziale in altri comparti come quello agricolo, in un territorio, quello dell'Emilia-Romagna, che rappresenta oltre il 15 per cento della produzione agricola nazionale, e hanno anche agevolato la diffusione del granchio blu in Emilia-Romagna, in Veneto e in altre regioni italiane;

   a questa emergenza è da sommarsi il danno apportato dalla siccità, la quale, secondo stime di associazioni di categoria nazionali, ha portato ad un crollo del 6,5 per cento delle ore lavorate in agricoltura nel secondo trimestre 2023 rispetto al secondo trimestre 2022, con ripercussioni impreviste e gravi sulla produzione agricola nazionale;

   nel corso del 2023, si sono susseguiti episodi di siccità e gravi precipitazioni alternativamente, richiedendo un cambio di passo nella gestione delle emergenze e negli strumenti a disposizione per affrontarle –:

   quali misure intenda adottare per contrastare le emergenze di cui in premessa, anche in riferimento al granchio blu.
(3-00761)


Iniziative a tutela degli operatori umanitari presenti nella Striscia di Gaza – 3-00754

   FRATOIANNI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   lunedì 23 ottobre 2023, per il terzo giorno consecutivo, sono entrati nella Striscia di Gaza camion con aiuti umanitari: i primi 20 erano entrati sabato, poi altri 14 domenica. Sono comunque troppo pochi per i bisogni della popolazione: secondo l'Onu ne servirebbero almeno 100 al giorno. Finora sono entrati solo cibo, acqua e medicine, non il carburante, fondamentale per le strutture sanitarie e per rendere vivibile la quotidianità della popolazione;

   secondo il Ministero della sanità di Gaza, dal 7 al 23 ottobre 2023 sono state uccise 5.087 persone, di cui 2.055 minori, 1.119 donne e 57 operatori sanitari; 15.273 sono i feriti. Altre 1.450 persone risultano ancora sotto le macerie. 35 strutture sanitarie sono state danneggiate e 25 ambulanze distrutte; 12 ospedali e 29 centri sanitari sono fuori servizio. Secondo l'Ocha, in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est, 91 palestinesi sono stati uccisi e 1.734 feriti dal 7 ottobre 2023. Le persone uccise in Israele sono 1.400, tra cui tre italo-israeliani, con 4.932 feriti. Secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), 1.400.000 persone, pari al 60 per cento degli abitanti della Striscia, sono state costrette ad abbandonare le loro case;

   oltre ai civili palestinesi, nella Striscia di Gaza si trovano anche diversi cooperanti stranieri, tra cui, come confermato il 22 ottobre 2023 dal Ministro interrogato nel corso della trasmissione «In mezz'ora», 19 italiani, «sette-otto cittadini italiani, più i bambini e le mogli»;

   da quanto si apprende da un articolo de Il Corriere della Sera del 23 ottobre 2023, cooperanti e famiglie si trovano a Rafah, in una sede logistica dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, sistemati in un parcheggio con servizi igienici insufficienti; alcuni dormono nelle macchine delle organizzazioni non governative o all'aperto;

   i cooperanti, seppure organizzati ad affrontare i disagi, vivono in precarie condizioni igieniche, a rischio di infezioni e sono rimasti senza strutture adeguate e sicure in cui operare;

   da 12 organizzazioni umanitarie era partito, il 12 ottobre 2023, un appello per chiedere di revocare l'ordine del Governo di Israele a più di un milione di palestinesi di lasciare i governatorati del nord della Striscia e di Gaza City. Le organizzazioni umanitarie che operano a Gaza avevano previsto una crisi umanitaria di portata enorme –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire al più presto agli operatori umanitari e ai famigliari l'uscita da Gaza e l'arrivo in sicurezza a Il Cairo e, contemporaneamente, per la creazione di zone sicure in cui gli stessi possano tornare a operare.
(3-00754)


Misure a sostegno delle sedi diplomatiche nell'attività di gestione dei flussi migratori – 3-00755

   NAZARIO PAGANO, BARELLI, PAOLO EMILIO RUSSO, ORSINI, DEBORAH BERGAMINI, MARROCCO, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTILOCCHIO, BATTISTONI, BENIGNI, CALDERONE, CANNIZZARO, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, DALLA CHIESA, D'ATTIS, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MAZZETTI, MULÈ, NEVI, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI, TENERINI e TOSI. – Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:

   nell'attuale contesto di crescenti tensioni geopolitiche, instabilità sociale e cambiamenti climatici, la tratta e il traffico di esseri umani rappresentano una fonte di lucro sempre più significativa per il crimine organizzato;

   il Governo sta svolgendo un'azione a tutto campo, in via bilaterale, in ambito europeo e in seno alle Nazioni Unite, per cercare soluzioni durature e sostenibili alla sfida migratoria e per contrastare le reti di trafficanti di esseri umani;

   sul solco di questa azione, la rete diplomatico-consolare all'estero, attraverso l'esame delle domande di visto d'ingresso per l'Italia, rappresenta uno snodo fondamentale della più ampia attività di gestione ordinata dei flussi migratori e può contribuire al contrasto dei crimini legati all'immigrazione illegale (contraffazione, tratta, traffico, corruzione);

   proprio in virtù di questo ruolo, ambasciate e consolati italiani sono esposti a crescenti rischi e pressioni, soprattutto in contesti particolarmente complessi, come alcune sedi in Africa, Asia e America latina, da cui sono giunte alcune segnalazioni di criticità –:

   quali iniziative stia mettendo in atto il Ministro interrogato per rafforzare i controlli nelle sedi più esposte e far sì che essere svolgano con sempre maggiore efficacia il ruolo di «barriera all'ingresso» per il contrasto all'immigrazione irregolare.
(3-00755)


COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 26 E 27 OTTOBRE 2023

Risoluzioni

   La Camera,

   considerando che:

    il prossimo Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023 discuterà di diversi temi cruciali e di portata strategica come il delicatissimo contesto internazionale, dal Medio Oriente all'Ucraina, la revisione del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, la situazione economica e le politiche migratorie;

   premesso che:

    esprime allarme per l'escalation militare attualmente in corso in Medio Oriente, per l'oltraggioso carico di vittime civili fin qui perpetrato e per il concatenarsi di conseguenze geopolitiche e belliche incontrollabili; esorta pertanto l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione, la Commissione e il Consiglio a unirsi al Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel chiedere un immediato cessate il fuoco nei combattimenti e l'accesso ai necessari ed urgenti aiuti umanitari e sottolinea che non si possono aggiungere vittime civili ad altre vittime civili;

    ribadisce la più ferma condanna degli attacchi terroristici di Hamas in Israele del 7 ottobre, veri e propri crimini contro l'umanità, trasmette piena solidarietà alla popolazione colpita ed esprime angoscia per l'enorme carico di vittime civili e per i numerosi ostaggi rapiti, di cui chiede urgentemente la liberazione;

    considera che il diritto alla difesa di Israele non possa travalicare i limiti del diritto internazionale umanitario, sottolinea che i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, la privazione di elettricità, cibo, acqua e carburante e l'ordine di evacuazione impartito ai palestinesi sono stati descritti da esperti e funzionari delle Nazioni Unite come attacchi indiscriminati, punizioni collettive e trasferimenti forzati di popolazione che violano il diritto internazionale; ricorda che gli attacchi aerei su Gaza hanno fin qui provocato più di 5 mila morti, molti dei quali bambini, e che si prevede che questo numero aumenti drammaticamente nei prossimi giorni;

    ritiene necessario riconoscere le responsabilità di larga parte della comunità internazionale nell'avere progressivamente dimenticato il conflitto israelo-palestinese, che ha accentuato l'isolamento del popolo palestinese, tollerato la violazione sistematica della legalità internazionale e di numerose risoluzioni delle Nazioni Unite producendo così l'assenza di una qualsiasi prospettiva di pace credibile;

    sottolinea l'importante ruolo che gli aiuti dell'Unione europea svolgono in Palestina, in particolare in aspetti chiave come l'accesso all'acqua potabile o all'energia, ed esorta la Commissione a non sospendere unilateralmente alcun finanziamento: esprime preoccupazione per il rapido deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, dove circa la metà della popolazione è costituita da bambini; invita il Governo israeliano a rispettare l'accesso umanitario alle aree in cui i civili sono colpiti da attacchi; chiede di aprire e mantenere permanentemente aperti i canali per la fornitura di aiuti umanitari ai civili nella Striscia di Gaza; esorta la comunità internazionale a continuare e aumentare l'assistenza umanitaria alla popolazione civile dell'area e ribadisce che gli aiuti umanitari dell'Unione europea devono continuare a essere consegnati; considera necessario che l'Unione, come già avvenuto per la popolazione ucraina, attivi la Direttiva 2001/55/CE del Consiglio, del 20 luglio 2001, sulle norme minime per la concessione della proiezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati e sulla promozione dell'equilibrio degli sforzi tra gli Stati membri che ricevono gli sfollati e subiscono le conseguenze dell'accoglienza degli stessi per la popolazione palestinese residente a Gaza;

    ritiene che le azioni terroristiche di Hamas e il fondamentalismo islamico in Palestina siano nemiche della causa palestinese e allontanino il percorso di pace che deve portare a due stati e due popoli;

    richiama la risoluzione 181 (II) dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 29 novembre 1947, che raccomandava la creazione di due Stati indipendenti nel territorio della Palestina storica; deplora che ciò non è stato realizzato e che lo Stato di Israele continua a occupare il territorio palestinese e a negare alla popolazione palestinese il diritto all'autodeterminazione, ricorda che l'11 novembre 2022 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato a favore della richiesta di un parere della Corte internazionale di giustizia per quanto concerne l'occupazione prolungata, la costruzione di insediamenti e l'annessione del territorio palestinese da parte di Israele, che violano il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione;

    ricorda che l'uso del fosforo bianco è vietato dalla Convenzione sulle Armi Chimiche, esprime preoccupazione per le denunce di diverse ONG circa un suo possibile utilizzo da parte dell'esercito israeliano e chiede che si svolga un'indagine indipendente che chiarisca anche questo aspetto;

    ricorda che tutti gli stati membri hanno l'obbligo di assicurare il diritto di tutti ad esprimere pacificamente la loro indignazione, le loro preoccupazioni e la loro solidarietà per i popoli che hanno subito vittime civili;

    ricorda che la difesa della pace, della democrazia e dei diritti umani nel mondo sono elementi costitutivi dell'Unione europea e che su questi deve basarsi la sua azione esterna e la sua autonomia strategica;

    esprime preoccupazione per il protrarsi del conflitto in Ucraina e constata che, al netto di altalenanti evoluzioni del conflitto, si prefigura una condizione di guerra di posizione e di logoramento destinata a protrarsi sul lungo periodo, prolungando e aumentando così il carico di morte, distruzione e sofferenza;

    prende atto del fatto che la fornitura di equipaggiamento militare all'Ucraina era stata considerata come uno strumento volto a determinare migliori condizioni negoziali e guarda, quindi, con estremo disappunto alla mancanza di partecipazione e collaborazione dell'Unione a qualsiasi percorso negoziale e all'assenza di sforzi volti ad individuare condizioni concrete e realistiche in cui tale negoziato possa aver luogo;

    ritiene che l'Unione europea debba, invece, assumere l'onere di una grande iniziativa diplomatica convocando una conferenza multilaterale per la pace e la sicurezza. Ricorda, infatti, che l'articolo 21 del Trattato sull'Unione Europea definisce il compilo di promuovere «soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell'ambito delle Nazioni Unite», indicando anche l'obiettivo di «preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, nonché ai principi dell'Atto finale di Helsinki»;

    considera necessario che il Consiglio europeo fornisca orientamenti politici al fine di raggiungere un accordo in tempi brevi sulla revisione del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027. Ritiene che un rinnovato QFP debba rispondere più efficacemente all'evoluzione delle esigenze, al deterioramento della situazione economica e sociale dei cittadini europei, colmare le lacune di finanziamento e aumentare la flessibilità e la capacità di risposta alle crisi. La revisione deve fornire nuovi finanziamenti per le priorità politiche ambientali e sociali e garantire un bilancio dell'Unione europea più forte e ambizioso: a ciò e legata, infatti, la possibilità che la politica di coesione dell'Unione europea fornisca le risposte necessarie alla transizione verde e digitale;

    considera insufficiente la proposta di riforma del Patto di Stabilità e Crescita proposta dalla Commissione europea constata, inoltre, che l'attuale sistema di governance economica europea risulti inadeguato a fornire le risposte economiche necessarie in fasi di crisi. In particolare, considera necessario prevedere lo scorporo dal calcolo degli investimenti strategici per la transizione ecologica e le politiche sociali. Ritiene urgente, quindi, lavorare per una riforma profonda della governance economica che superi anche l'impianto attuale, in modo da poter sostenere le necessarie politiche sociali, favorire scelte espansive e anticicliche e investimenti strategici;

    sottolinea che i livelli attuali e le previsioni di inflazione generano un quadro complessivamente allarmante che sta già colpendo in maniera consistente il potere di acquisto e le condizioni di vita di milioni di cittadini europei. Ritiene che la risposta a questa situazione non possa essere affidata alle sole politiche monetarie della Banca Centrale Europea ed evidenzia l'urgenza di azioni volte a incrementi sostanziali di salari e pensioni;

    esprime, infatti, profonda preoccupazione per il crescere esponenziale della povertà in Europa. Ricorda che nel 2021 erano 95.4 milioni (il 21.7 per cento della popolazione) le persone a rischio povertà ed esclusione sociale in Europa;

    constata di contro che, a partire dal 2020, l'1 per cento più ricco della popolazione si è accaparrato quasi i due terzi della ricchezza prodotta. Deplora la diffusione di pratiche elusive dei doveri fiscali, agevolate spesso da accordi e politiche di ribasso fiscale messe in campo da diversi Paesi. Considera, quindi, urgente introdurre un'imposta progressiva sulle grandi ricchezze volta a ridurre le disuguaglianze e a finanziare gli investimenti necessari per la transizione ecologica e le politiche sociali;

    sottolinea che la prossima COP28, che inizierà il prossimo 30 novembre, sarà un momento fondamentale per la sfida globale contro il cambiamento climatico: considera fondamentale che l'Unione presenti e difenda in quella sede l'urgenza di obbiettivi ambiziosi sul Global Stocktake, sul programma di lavoro in materia di mitigazione sul l'obbiettivo mondiale di adattamento e sui finanziamenti per il clima; esorta in particolare l'Unione a lavorare in maniera coesa per la progressiva eliminazione dei combustibili fossili e per un finanziamento sostanziale del fondo per le perdite e i danni, che risarcisca le perdite e i danni subiti dai paesi che sono meno responsabili del riscaldamento globale ma subiscono i suoi danni peggiori;

    apprezza che il Green Deal abbia fatto della lotta al cambiamento climatico una priorità politica fondamentale per l'Unione, considera pertanto urgente lavorare al completamento e ad una sua corretta e piena implementazione evitando rallentamenti o torsioni;

    ritiene indispensabile che la riduzione della dipendenza energetica da paesi terzi debba essere raggiunta attraverso le politiche sulle energie rinnovabili, il risparmio e l'efficienza energetica sia sviluppata nel quadro di una strategia complessiva che rispetti gli impegni assunti per il contrasto al cambiamento climatico;

    sottolinea l'esigenza di una riflessione profonda sul modello di competitività europeo sui mercati globali. Denuncia che oggi la costruzione della catena della produzione e del commercio globale incrocia clamorose e inaccettabili violazioni dei diritti umani, espliciti comportamenti di dumping che oltrepassano i diritti sociali, sindacali e del lavoro, eclatanti conseguenze sull'ambiente, sul cambiamento climatico, sulle popolazioni indigene, sulla continua depredazione di risorse naturali e persino fenomeni di corruzione. Ritiene che il modello di competitività europeo debba respingere tali pratiche per favorire politiche globali di giustizia sociale e ambientale;

    ritiene importante l'avvio dei negoziati interistituzionali tra Parlamento europeo e Consiglio sul nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, evidenzia tuttavia che in particolare la posizione del Consiglio contenga misure ancora largamente insufficienti ed errate, che si concentrano principalmente sulla riduzione dell'arrivo dei migranti in Europa e sulla facilitazione dei ritorni nei loro paesi d'origine, mentre sarebbe fondamentale rafforzare e definire canali sicuri e legali per la migrazione. Ritiene urgente mettere in campo un nuovo approccio basato sui principi di solidarietà e di responsabilità condivisa;

    ritiene che i naufragi e le morti di migranti nel Mar Mediterraneo siano una tragedia epocale alla quale abbiamo la responsabilità di porre fine: ricorda che il salvataggio in mare è un obbligo legale ai sensi del diritto internazionale, in particolare ai sensi dell'articolo 98 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, che richiede l'assistenza a qualsiasi persona in pericolo in mare; ritiene che sia necessaria una risposta permanente, solida ed efficace dell'unione nelle operazioni di ricerca e salvataggio in mare, anche attraverso una missione dedicata dell'Unione europea, al fine di prevenire ulteriori perdite di vite umane tra i migranti che tentano di attraversare il Mar Mediterraneo;

    sottolinea che l'esistenza di vie di accesso sicure e legali all'Unione europea è l'unica alternativa alla migrazione irregolare e deplora la mancanza di tali opportunità, anche per i richiedenti asilo e i rifugiati. Ritiene che un approccio basato su misure a breve termine per rafforzare il controllo delle frontiere e ridurre gli arrivi di migranti in Europa abbia portato a una drastica riduzione delle opportunità di migrazione legale, spingendo i migranti verso rotte più pericolose;

    ritiene che qualsiasi accordo con i Paesi di origine e di transito di migranti debba garantire la piena proiezione delle vite umane, della dignità e dei diritti umani. Esprime profonda vergogna per il fatto che queste garanzie minime non siano effettivamente rispettate e che i migranti e i rifugiati debbano affrontare condizioni disumane di trasferimento e detenzione. Condanna gli abusi e le violazioni sistematiche dei diritti umani che colpiscono un gran numero di migranti e ricorda in particolare l'inaccettabile situazione nei centri di detenzione in Libia, dove migliaia di persone sono sistematicamente sottoposte a detenzione arbitraria in condizioni disumane, torture e altri abusi, tra cui stupri, uccisioni e sfruttamento;

    ricorda che il rimpatrio dei migranti può avvenire solo in condizioni di sicurezza, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e procedurali dei migranti interessati e solo se il Paese in cui i migranti stanno per essere rimpatriati è considerato sicuro. Evidenzia, da questo punto di vista, eclatanti anomalie, ad esempio, per quanto riguarda il caso della Tunisia che vive oggi una clamorosa degenerazione delle garanzie democratiche e del rispetto dei diritti umani che non consentono di considerarla un partner affidabile,

impegna il Governo:

   a lavorare nell'ambito del Consiglio europeo e in ogni sede internazionale per arrivare in tempi brevi ad un cessate il fuoco in Medio Oriente, per l'interruzione di ogni ulteriore escalation militare e per la costruzione delle condizioni per avviare un processo di pace (basato sulla proposta dei due popoli e due Stati);

   ad evidenziare in Consiglio la necessità che l'Unione attivi la direttiva sulla Protezione temporanea 2001/55 per la popolazione palestinese residente a Gaza;

   a chiedere che il prossimo Consiglio europeo investa su un nuovo protagonismo dell'Unione europea per la pace, nel quadro di una sua effettiva autonomia strategica e che, anche nel contesto della guerra in Ucraina, si avvii una forte iniziativa diplomatica dell'Unione per la richiesta di un cessate il fuoco e l'avvio di un processo di pace in un contesto multilaterale;

   a lavorare per una revisione ambiziosa del Quadro Finanziario Pluriennale che metta in campo le risorse per rispondere all'emergenza economica e sociale e per sostenere la transizione ecologica;

   a negoziare una più ambiziosa riforma del Patto di Stabilità e Crescita e della governance economica europea;

   a presentare e illustrare in Parlamento nelle prossime settimane il piano Mattei annunciato più volte dalla Presidente del Consiglio;

   ad avanzare in Consiglio europeo l'urgenza di una tassazione europea sulle grandi ricchezze volta a finanziare investimenti necessari per la lotta alla povertà e la transizione ecologica e sociale;

   a lavorare per una strategia ambiziosa dell'Unione in vista della COP28, che includa la progressiva eliminazione dei combustibili fossili e un finanziamento sostanziale del fondo per le perdite e i danni, modificando la scelta di fare dell'Italia un hub del gas per trasformarla in hub delle rinnovabili;

   a rescindere i contratti di acquisto di gas e a non sottoscriverne nuovi con quei paesi come il Qatar finanziatori del gruppo Hamas;

   ad avanzare in Consiglio europeo l'urgenza di una proposta di tassazione europea degli extraprofitti energetici da fonti fossili;

   a insistere per il rapido completamento e la piena e concreta implementazione del Green Deal europeo;

   a rivedere profondamente, nel contesto del negoziato inter istituzionale con il Parlamento europeo, l'accordo sul Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo e a lavorare per un nuovo approccio alle politiche migratorie basato sui principi di solidarietà e di responsabilità condivisa, per la creazione di vie legali sicure per la migrazione, per la creazione di una missione UE di salvataggio nel Mediterraneo e per la chiusura immediata di tutti gli accordi sulla gestione integrata delle frontiere con paesi terzi che non forniscono garanzie sufficienti sul rispetto dei diritti umani;

   ad interrompere urgentemente tutti gli accordi e le relative missioni finalizzate al controllo dei flussi migratori in assenza delle opportune garanzie circa il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.
(6-00059) «Zanella, Fratoianni, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».


   La Camera,

   premesso che:

    i Capi di Stato e di Governo affronteranno al Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre i seguenti punti: Ucraina; revisione di medio termine del Quadro finanziario pluriennale; temi economici; migrazione; alcune questioni di politica estera tra cui la situazione in Medio Oriente;

   considerato che:

    i gravi attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre scorso mettono a rischio non solo la sicurezza dello Stato di Israele, ma anche la stabilità dell'intera area mediorientale, creando forti tensioni sul piano internazionale. La nuova ondata di violenza nei confronti di Israele non può essere circoscritta ad una dimensione locale, ma va considerata in un quadro di instabilità che rischia di acuire nuovamente lo scontro confessionale e geopolitico in Medio Oriente, con il conseguente rischio di mobilitazione delle principali organizzazioni terroristiche internazionali;

    la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica si sono espressi sull'argomento, mediante l'approvazione di apposite risoluzioni, in occasione delle comunicazioni rese dal Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale lo scorso 10 ottobre;

    allo stesso modo, il Parlamento europeo ha approvato il 19 ottobre, a larghissima maggioranza, una risoluzione sugli spregevoli attacchi terroristici di Hamas contro Israele, il diritto di Israele di difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale e la situazione umanitaria a Gaza;

    nel quadro dell'immediato e intenso sforzo diplomatico messo in atto dal Governo, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha, negli ultimi giorni, effettuato un'importante missione nella regione, dapprima in Egitto per partecipare al Vertice del Cairo per la Pace, dove ha avuto tra l'altro incontri con il Presidente della Palestina, Mahmoud Abbas, e con il Presidente della Repubblica Araba d'Egitto, Abdel Fattah Al-Sisi e successivamente a Tel Aviv, dove ha incontrato il Primo Ministro d'Israele, Benjamin Netanyahu. Lo stesso Presidente del Consiglio ha poi avuto un'importante riunione telefonica a livello Quint allargato con il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, il Primo Ministro britannico, Rishi Sunak, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, e il Cancelliere tedesco, Olaf Scholz;

    il Consiglio europeo sarà chiamato a ribadire il proprio sostegno all'ucraina da un punto di vista diplomatico, economico, militare e umanitario; ad intensificare gli sforzi per garantire la protezione umanitaria e l'assistenza civile alla popolazione; a contribuire alla protezione delle infrastrutture critiche;

    sarà confermato l'attivo supporto diplomatico per realizzare la Formula di Pace Ucraina ed ogni sforzo negoziale verso una pace giusta, complessiva, e duratura. Sarà rinnovato l'impegno per mantenere alta la pressione sulla Russia al fine di limitare la sua capacità di continuare a condurre la sua guerra di aggressione;

    verrà dato mandato all'Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza di presentare, dopo consultazioni con il Consiglio, alcune proposte sui futuri impegni per la sicurezza ucraina in vista del Consiglio Europeo di dicembre;

    sarà ribadita l'importanza di garantire l'esportazione del grano dall'ucraina, tenendo conto del ruolo centrale che riveste il Mar Nero per l'iniziativa e lo strumento dei «corridoi di solidarietà» europei;

    i Capi di Stato e di Governo avranno uno scambio di opinioni sulla revisione di medio termine del Quadro Finanziario Pluriennale per fornire indicazioni politiche al Consiglio in vista dei successivi passaggi negoziali;

    i Capi di Stato e di Governo faranno il punto sui progressi registrati alla luce delle Conclusioni dei Consigli Europei di marzo e di giugno 2023 al fine di fornire indicazioni anche con specifico riferimento alla politica energetica e industriale;

    occorre realizzare una crescita competitiva di lungo termine, che non alteri il funzionamento del Mercato interno e che dia impulso agli investimenti necessari per realizzare gli obiettivi di una transizione verde e digitale sostenibile, vantaggiosa per l'industria italiana e socialmente equa;

    l'immediata e determinata azione del Governo in ambito europeo per fronteggiare l'eccezionale pressione migratoria cui è sottoposto il nostro Paese, il Piano in dieci punti presentato dalla Presidente Von der Leyen in occasione della sua visita a Lampedusa insieme al Presidente del Consiglio Meloni, il Vertice dei Leader MED 9 dello scorso mese di settembre, l'iniziativa lanciata a margine della riunione della Comunità Politica Europea tenutasi in data 5 ottobre e gli esiti del Consiglio europeo informale di Granada del 6 ottobre scorso evidenziano come il tema migratorio rappresenti una priorità non solo per il nostro Paese, ma anche per l'Unione europea e per molti partner extra europei, impegnati nell'attività di contrasto dei traffici illegali di esseri umani;

    su richiesta italiana, i Capi di Stato e di Governo, avranno uno scambio di opinioni sui temi migratori con attenzione alla dimensione esterna, ai progressi compiuti nell'attuazione delle Conclusioni dei Consigli Europei di febbraio e marzo scorsi, nonché ai negoziati in corso sulla revisione del Quadro Finanziario Pluriennale dell'Unione europea;

    grande attenzione va mantenuta ai Balcani, dove le recenti tensioni tra Kosovo e Serbia, in special modo l'attacco di Banjska del 24 settembre scorso, rischiano di causare una ulteriore involuzione nel dialogo tra i due Paesi, in una regione dall'interesse strategico per l'Italia e per l'Unione europea, considerata l'importanza del processo di allargamento dell'Unione europea;

    le recenti operazioni militari da parte azera contro il Nagorno Karabakh hanno riacceso la crisi tra l'Armenia e l'Azerbaijan, provocando un esodo di massa della popolazione armena dalla regione occupata,

impegna il Governo:

   nel condannare con la massima fermezza i deprecabili attacchi terroristici contro Israele commessi il 7 ottobre scorso da Hamas e altri gruppi terroristici provenienti dalla Striscia di Gaza, e il rapimento di civili israeliani e stranieri, compresi cittadini europei, ad esprimere la forte solidarietà dell'Italia a Israele, alle persone rapite e alle loro famiglie, ad esprimere il cordoglio alle famiglie delle vittime e a ribadire il diritto dello Stato di Israele alla propria esistenza, sicurezza e difesa, in linea con il diritto umanitario e internazionale;

   a promuovere e sostenere gli aiuti umanitari dell'unione europea e degli Stati membri alla popolazione civile della Striscia di Gaza, sulla base dei principi di umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità dell'assistenza umanitaria; ad adoperarsi per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi sequestrati dal gruppo terroristico Hamas; a sottolineare nuovamente l'importanza di lavorare per una pace giusta e duratura tra le due parti, che porti in prospettiva a due Stati sovrani e democratici che vivono fianco a fianco, in pace e in sicurezza; a sviluppare un'azione diplomatica con i principali partner e attori regionali per evitare l'escalation del conflitto;

   ad agire anche in sede europea per escludere qualunque trasferimento europeo o nazionale di risorse ad Hamas (attraverso canali istituzionali, organizzazioni internazionali o privati), in modo da impedirne l'utilizzo per finanziare attacchi terroristici e incitare all'odio nei confronti di Israele;

   ad adottare iniziative di competenza volte a perseguire le attività illecite secondo il diritto internazionale commesse da Hamas e dalle altre organizzazioni legate all'estremismo di matrice islamica e ad includere gli appartenenti a tali organizzazioni all'elenco delle persone, dei gruppi e delle entità coinvolti in atti terroristici e soggetti a misure restrittive (elenco dei soggetti terroristici) stabilito dall'Unione europea;

   a rinnovare la condanna più ferma a ogni forma di antisemitismo, richiamandosi alla definizione di antisemitismo della International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), che include il «negare agli ebrei il diritto dell'autodeterminazione, per esempio sostenendo che l'esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo»;

   a porre massima attenzione alla dimensione securitaria dell'Unione europea, incentivando il più possibile la collaborazione fra gli Stati membri e del vicinato nello scambio di informazioni, nella collaborazione fra polizie e intelligence, nell'incremento della cybersecurity e nel contrasto al fenomeno della migrazione clandestina, potenziale veicolo per il fondamentalismo islamico in Europa anche attraverso lo strumento dei rimpatri;

   a sostenere l'ucraina da un punto di vista diplomatico, economico, militare e umanitario per il tempo necessario alla fine delle ostilità ed anche in una fase successiva per la ricostruzione del Paese e per determinarne le condizioni di sicurezza; a rafforzare, considerata la moltiplicazione dei fattori di instabilità e tensione nello scenario internazionale, ogni iniziativa diplomatica che sia inizio di un processo in grado di portare ad una pace giusta e duratura;

   a promuovere il rafforzamento urgente, a livello europeo, delle misure di prevenzione e di contrasto delle interferenze esterne esercitate anche mediante la disinformazione e la misinformazione attraverso il diffuso utilizzo delle nuove tecnologie, anche in vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e della necessità che la campagna elettorale e le operazioni di voto si svolgano in modo regolare;

   a proseguire e rafforzare il sostegno alle iniziative riguardanti la giustizia internazionale e l'incriminazione di tutti i responsabili dei gravi crimini internazionali commessi dalla Federazione russa nei confronti della popolazione dell'ucraina, a partire dalla deportazione forzata dei minori effettuata anche con la complicità della Bielorussia;

   a proseguire i negoziati per una revisione di medio termine del Quadro Finanziario Pluriennale che garantisca, in una necessaria logica di pacchetto, le priorità principali come di seguito individuate: conferma del sostegno all'ucraina; assicurare risorse adeguate per i partenariati con i Paesi del Vicinato Sud e dell'Africa, in particolare con quelli di origine e transito dei flussi migratori e per l'attuazione del nuovo Patto Asilo e Migrazione; mantenere alta l'ambizione della proposta di regolamento «STEP», coniugando una maggiore flessibilità nell'uso dei fondi europei – con particolare riguardo a quelli relativi ai Piani nazionali di ripresa e resilienza e a quelli di coesione e della difesa – con la disponibilità di risorse aggiuntive, nell'ottica di pervenire, in un prossimo futuro, alla creazione di un Fondo di sovranità europeo; ribadire ai tavoli negoziali europei di voler arrivare ad un accordo entro l'anno corrente;

   a non concludere, in relazione alle discussioni sulle nuove regole del patto di stabilità, alcun tipo di accordo se non disegnato sugli specifici interessi delle prospettive di crescita italiane, tenendo presente che un ritorno alle regole preesistenti l'attivazione della general escape clause avrebbe un impatto negativo sulla crescita economica e potrebbe essere interpretato negativamente; a tal proposito, si invita il Governo a proporre, in caso di stallo nelle discussioni, la valutazione di un futuro non-paper italiano basato, tra l'altro, non solo sui livelli di debito ma anche su altri squilibri macroeconomici, inclusi i saldi commerciali, in quanto, come dimostrato dagli ultimi anni, l'elemento più efficace per la sostenibilità del debito è la crescita e non i consolidamenti fiscali in tempi di bassa crescita, come da condivisa ricerca del FMI;

   a sostenere la posizione affinché investimenti pubblici collegati e verificati nell'ambito dell'attuazione di programmi europei per la transizione verde, digitale, per la difesa e gli investimenti infrastrutturali siano trattati in modo preferenziale nell'ambito dei meccanismi del nuovo patto di stabilità e crescita, in quanto strumenti necessari per contribuire a raggiungere gli obiettivi comuni dell'Unione;

   in caso di mancata intesa a livello europeo entro il dicembre 2023, a sostenere, laddove ricorrano le condizioni, la rinnovazione della clausola di salvaguardia generale (general escape clause);

   a dare centralità al tema della tutela di famiglie e imprese esposte agli effetti negativi del rialzo dei tassi di interesse;

   a lavorare con gli altri Stati membri dell'unione per la realizzazione di un sistema economico che, nell'imprescindibile contesto di pari condizioni di concorrenza, produca ricchezza per i cittadini dei singoli Stati, creando le condizioni in termini di ambiente amministrativo, di capacità di investimento e di sostegno finanziario necessarie per sviluppare e stimolare una politica industriale europea forte e in grado di realizzare una transizione verde e digitale sostenibile e socialmente equa;

   a promuovere e sostenere il rafforzamento di un quadro regolatorio che favorisca la competitività dei sistemi economici degli Stati membri di fronte alle sfide poste dalla concorrenza internazionale, attraverso la semplificazione e la riduzione degli oneri burocratici superflui e non proporzionati, a partire dagli obblighi di rendicontazione, soprattutto per le piccole e medie imprese;

   ad assicurare ogni utile azione per realizzare, a livello europeo, le condizioni necessarie per garantire la piena sicurezza energetica dell'unione, per ridurre le dipendenze esterne in settori chiave, a partire da quello delle materie prime critiche, e per rappresentare un traino per promuovere e stimolare l'innovazione tecnologica;

   a mantenere la centralità nel dibattito europeo del fenomeno della migrazione, soprattutto nella sua dimensione esterna, e dell'esigenza di prevenire gli arrivi irregolari con misure di sostegno sociale, politico, ed economico ai Paesi di origine e transito dei migranti, promuovendo allo stesso tempo canali legali e sicuri, contrastando duramente le reti dei trafficanti e realizzando una politica dei rimpatri sostenibile, credibile ed efficace;

   a ribadire la necessità di costruire un rapporto paritario tra l'Europa, l'Africa e i Paesi di origine e transito dei migranti attraverso l'elaborazione di iniziative e progetti condivisi, di cui il Piano Mattei costituisce un primo significativo tassello, promuovendo lo sviluppo a livello europeo e internazionale di una relazione omnicomprensiva con l'Africa basata su un approccio non predatorio e realizzando partenariati equilibrati, sul modello «Memorandum d'intesa» recentemente finalizzato con la Tunisia;

   a supportare il processo di normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia, dando piena attuazione all'accordo raggiunto a Bruxelles e Ohrid grazie alla facilitazione dell'Unione europea;

   a sostenere ogni azione diplomatica per la promozione di una pace duratura tra l'Armenia e l'Azerbaigian basata sul riconoscimento reciproco della sovranità, dell'inviolabilità dei confini e dell'integrità territoriale.
(6-00060) «Foti, Molinari, Barelli, Lupi, Mantovani, Candiani, Rossello, Pisano».


   La Camera,

   premesso che:

    nel prossimo Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri saranno chiamati ad affrontare importanti questioni, non solo di carattere economico e di politiche di bilancio, ma soprattutto di politica internazionale per fare il punto sugli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina, per affrontare le conseguenze del nuovo fronte bellico apertosi in Israele e approfondire il tema della gestione europea dei flussi migratori;

    alla luce dei brutali attacchi terroristici di Hamas contro Israele e del tragico scenario che si sta delineando nella Striscia di Gaza a seguito dell'assedio, lo scorso 17 ottobre si è tenuta una riunione straordinaria del Consiglio europeo, in cui i capi di Stato e di Governo hanno ribadito la loro condanna agli attacchi terroristici di Hamas e il diritto di Israele di difendersi, in linea con il diritto umanitario e internazionale;

    in particolare il Consiglio europeo ha sottolineato la mobilitazione dell'Unione per garantire l'accesso agli aiuti umanitari da parte delle persone più bisognose, soprattutto l'accesso all'acqua, all'elettricità, al cibo e ai medicinali in collaborazione con le Nazioni Unite e soprattutto un costante monitoraggio della situazione e un coordinamento per mantenere l'unità;

    è urgente che il Governo italiano, di concerto con i partner europei, rafforzi l'azione diplomatica con l'Egitto per una duratura apertura di un corridoio umanitario al valico di Rafah per consentire l'ingresso di aiuti umanitari e per evacuare temporaneamente i feriti più gravi e i civili più vulnerabili, a partire dai bambini, con un impegno sia da parte di Israele che di Hamas a garantire la sicurezza stessa del corridoio;

    l'attacco terroristico da parte di Hamas, considerata una organizzazione terroristica dall'Unione europea, oltre alle numerose vittime civili innocenti, colpisce le aspirazioni di pace del popolo palestinese, rischiando di allontanare ulteriormente il percorso verso il pieno riconoscimento del proprio diritto all'autodeterminazione;

    il Parlamento europeo, il 19 ottobre, ha adottato in seduta plenaria una risoluzione non vincolante, dove alla ferma condanna degli attacchi terroristici di Hamas ha chiesto una «tregua umanitaria», e ha sottolineato che attaccare i civili e le infrastrutture civili, compresi gli operatori delle Nazioni Unite, gli operatori sanitari e i giornalisti, rappresenta una grave violazione del diritto internazionale;

    sia gli attacchi di Hamas che la risposta israeliana rischiano di intensificare il ciclo di violenza nella regione: è quindi quanto mai necessario richiamare la comunità internazionale alla ripresa di una prospettiva di pace giusta e credibile, nel rispetto della legalità internazionale in quanto l'ispirazione alla pace e alla convivenza è l'obiettivo cui la comunità internazionale deve tendere, riprendendo, dopo anni di colpevole abbandono, il Processo di Pace in Medio Oriente, che è l'unico che può garantire benessere e sviluppo a entrambi i popoli;

    lo stesso Consiglio europeo, così come il Parlamento europeo, ha espresso la volontà di continuare a dialogare a livello politico e diplomatico con i partner regionali per cercare una pace duratura e sostenibile basata su una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati e, cosa più importante, evitare qualsiasi escalation regionale del conflitto e valutare l'impatto del conflitto sui paesi vicini;

    ai confini orientali dell'Unione europea, l'aggressione della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina si protrae da ormai 20 mesi, una guerra di logoramento che ha determinato in questi mesi un totale stallo degli interventi diplomatici per giungere a una soluzione di pace, cristallizzando di fatto gli interventi a sostegno dell'Ucraina nel mero invio di armamenti;

    il protrarsi delle ostilità e il fronte di sostegno a Kiev ha mostrato nelle ultime settimane una serie di criticità in Europa, anche a causa delle scadenze elettorali in alcuni Stati chiave per l'equilibrio geopolitico del confine orientale europeo;

    al di fuori dei confini dell'Unione europea le tensioni etniche e geopolitiche rischiano di aprire nuovi focolai, basti citare il Nagorno Karabakh e il Kosovo;

    il Consiglio Affari Esteri dell'Unione europea, che si è tenuto in via straordinaria a Kiev, lo scorso 2 ottobre, ha confermato l'appoggio incondizionato all'Ucraina per arrivare a una pace giusta, una ricostruzione rapida e a un percorso graduale di ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea, ma al contempo si è confermato una nuova dotazione di cinque miliardi di euro, per il prossimo anno, del Fondo europeo della pace a difesa di Kiev;

    il Governo italiano, da parte sua, ha proposto al Presidente Ucraino Zelensky un ulteriore sostegno militare: il ministro degli esteri Antonio Tajani ha avanzato la concreta proposta di un ottavo invio di armamenti, che contemplerebbe non solo equipaggiamenti, ma anche sistemi d'arma letali ancora da definire;

    si delinea un ulteriore sforzo militare europeo e nessuna prospettiva diplomatica reale e ravvicinata nel tempo per porre fine alle operazioni belliche in territorio ucraino, le prospettive di ricostruzione e pace giusta sembrano solo dei proclami;

    relativamente al tema migratorio gli ultimi mesi hanno messo a dura prova la frontiera meridionale dell'Unione europea dell'isola di Lampedusa, andando a determinare una situazione di estrema criticità non solo per i migranti in arrivo stremati da giorni di navigazione e vessazioni da parte dei trafficanti, ma anche per la popolazione residente e per le infrastrutture dell'isola;

    a 10 anni di distanza dalla tragedia di Lampedusa, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, nella sua visita a Lampedusa dello scorso 17 settembre 2023, ha annunciato un piano di dieci azioni immediate per far fronte alla pressione migratoria sull'isola: dal sostegno degli organismi europei preposti, quali l'Agenzia dell'Unione europea per l'asilo (EUAA) e della guardia di frontiera e costiera europea (Frontex) per gestire l'elevato afflusso di migranti, le operazioni di identificazione e il controllo delle frontiere via mare e via area, l'attivazione del meccanismo europeo di solidarietà per il trasferimento verso altri Stati membri soprattutto per i minori non accompagnati e le donne, nonché il rafforzamento delle operazioni di rimpatri, a fronte però di accordi di concertazione con gli stati di arrivo tra cui Guinea, Costa d'Avorio, Senegal e Burkina Faso, nonché incrementare i rimpatri volontari;

    di difficile attuazione sembrano i punti relativi a eventuali misure per limitare l'uso di imbarcazioni non idonee alla navigazione e l'adozione di azioni per contrastare le catene di approvvigionamento e la logistica dei trafficanti, anche con le nuove tecniche di approdo tramite i cosiddetti «barchini», di cui l'isola di Lampedusa è divenuta oramai una distesa, un cimitero di relitti;

    più complessi si fanno gli eventuali controlli delle partenze dai Paesi di transito, visto il raffreddarsi delle relazioni con la Tunisia e con il presidente Kaïs Saïed, che ha rifiutato la prima tranche di aiuti da parte dell'Unione europea facente parte del memorandum siglato dalla due parti nel mese di luglio scorso a fronte di un impegno tunisino al controllo e blocco delle partenze di migranti sulla rotta tunisina;

    lo scorso 4 ottobre 2023, il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il mandato negoziale sul regolamento concernente le situazioni di crisi, compresa la strumentalizzazione della migrazione, e di forza maggiore nel settore della migrazione e dell'asilo. L'ultimo tassello mancante al nuovo Patto europeo sulla migrazione e l'asilo;

    il nuovo regolamento, una volta approvato, andrebbe a delineare un quadro che consentirebbe agli Stati membri di affrontare le situazioni di crisi nel settore dell'asilo e della migrazione, prevedendo nuove procedure semplificate per quanto riguarda la registrazione delle domande di asilo e delle procedure di asilo alla frontiera, nonché apposite misure di solidarietà e sostegno dell'Unione europea e degli Stati membri;

    il sistema solidaristico fra Stati membri si delineerebbe sotto tre forme: la ricollocazione dei richiedenti asilo o dei beneficiari di protezione internazionale dallo Stato membro che si trova in una situazione di crisi agli Stati membri contributori; compensazioni di competenza, ossia lo Stato membro che offre sostegno assumerebbe la competenza per l'esame delle domande di asilo al fine di alleviare lo Stato membro che si trova in una situazione di crisi o infine contributi finanziari o misure alternative di solidarietà;

    il meccanismo di solidarietà, su base volontaria, scatterebbe solo a seguito dell'autorizzazione del Consiglio, secondo i principi di necessità e proporzionalità e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini di paesi terzi e degli apolidi;

    all'ultima riunione dei ministri dell'Economia e delle finanze dello scorso 17 ottobre sulla riforma del quadro di governance economica dell'Unione europea, si è assistito all'ennesimo nulla di fatto e ad un ulteriore rinvio del negoziato politico sulla definizione della nuova governance alla prossima riunione dell'Ecofin prevista per il 9 novembre;

    il pacchetto di proposte di riforma avanzato lo scorso 26 aprile dalla Commissione europea, nel quadro di un lungo percorso pluriennale di riflessione e dibattito, contiene elementi di profonda contrarietà in relazione a diversi punti critici, tra cui il mantenimento dei vecchi parametri di riferimento del 3 per cento per il disavanzo e dell'obiettivo del 60 per cento per il rapporto debito su prodotto interno lordo, nonché l'assenza della previsione di una golden rule per escludere determinati investimenti dalle norme fiscali dell'Unione europea, in modo particolare quelli destinati a sostenere le transizioni verde e digitale, oltreché gli investimenti in ambito istruzione e sanità;

    desta altresì perplessità il versante esecutivo del futuro sistema come presentato dalla Commissione, con la creazione di un nuovo strumento per far adempiere agli impegni di riforme/investimenti del percorso di aggiustamento del debito e l'automaticità della procedura per i disavanzi eccessivi per le devianze dal suddetto percorso, oltre alle modifiche dell'impianto sanzionatorio;

    a seguito della esperienza pandemica e della crisi energetica, appare quanto mai urgente oltreché di fondamentale importanza, introdurre opportuni strumenti di flessibilità delle regole, suscettibili di evitare una loro rigidità: al contrario, la disciplina di bilancio delineata dalla Commissione appare basarsi su parametri e obiettivi riferiti ai singoli Stati membri isolatamente considerati. Ne discende un difetto di impostazione della riforma che non tiene in adeguata considerazione l'interdipendenza fra i vari Stati membri, né gli effetti che le politiche di bilancio praticate da uno Stato producono sugli altri e che, in ultima istanza, omette di porsi obiettivi di stabilità finanziaria e di crescita economica dell'Unione nel suo complesso;

    tale prospettata ipotesi di riforma non può considerarsi evidentemente conclusiva, avendo peraltro la Commissione europea preannunciato – anche in occasione dell'ultimo discorso sullo Stato dell'Unione pronunciato il 14 settembre 2023 dalla Presidente Von der Leyen – ulteriori orientamenti e possibili proposte legislative, sulle quali auspica di registrare il consenso prima dell'inizio del processo di approvazione dei bilanci nazionali per l'anno 2024;

    la necessità di una riforma del quadro della governance economica europea appare giustificata e non più rinviabile in ragione di regole ormai obsolete, concepite a partire dagli anni Novanta e destinate a essere applicate in un contesto economico estremamente mutato, oltre che eccessivamente complesse, incapaci di raggiungere i risultati prospettati, non in grado di favorire gli investimenti pubblici, poco trasparenti nelle procedure, di difficile applicazione – anche in virtù della tipologia di sanzioni previste – ed infine non in grado di attenuare gli effetti del ciclo economico;

    il mancato raggiungimento di un accordo sulle proposte legislative di revisione della governance europea desta forte preoccupazioni in vista del rischio di riattivazione dei vecchi parametri fiscali, considerato che all'inizio del prossimo anno verrà disattivata la clausola di salvaguardia generale del Patto, azionata da marzo 2020;

    il tema dell'aggiornamento e della revisione del quadro della governance economica europea rappresenta, pertanto, una questione centrale nel dibattito europeo non più rinviabile a fronte della nuova realtà economica – pesantemente influenzata dalle crescenti tensioni e dai mutati scenari geo-politici internazionali – e da rilanciare il prima possibile per sostenere una crescita inclusiva e la sostenibilità di bilancio a lungo termine;

    nell'ambito dell'accordo sul bilancio, la Commissione europea ha presentato, lo scorso 20 giugno, un pacchetto di proposte per la revisione intermedia del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'Unione europea 2021-2027 e l'introduzione di nuove risorse proprie dell'Unione europea;

    gli ulteriori sviluppi della crisi pandemica, la crisi economica, la sfida migratoria, la guerra russa in Ucraina e la conseguente crisi umanitaria ed energetica, la rapida accelerazione dell'inflazione e dei tassi di interesse, le ripetute perturbazioni delle catene di approvvigionamento globale hanno infatti inciso, a partire dal 2020, anno della sua adozione, sul bilancio a lungo termine dell'Unione, con una serie di sfide senza precedenti;

    in sintesi, la Commissione europea ha proposto di incrementare il QFP UE 2021-2027 con: 50 miliardi di euro per lo Strumento per l'Ucraina; 15 miliardi di euro per le migrazioni; 10 miliardi di euro per la piattaforma per le tecnologie strategiche per l'Europa (STEP); 18,9 miliardi di euro per coprire i costi aggiuntivi legati ai prestiti di Next Generation EU; 1,9 miliardi di euro per coprire i costi amministrativi europei; 3 miliardi di euro per lo Strumento di flessibilità;

    la Commissione ha proposto altresì di adeguare le proposte del dicembre 2021 per l'istituzione di due nuove risorse proprie basate sulle entrate provenienti dallo scambio di quote di emissioni (ETS) e sulle risorse generate dal meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'Unione europea (CBAM), nonché di introdurre una nuova risorsa propria (temporanea) basata su dati statistici relativi agli utili delle imprese,

impegna il Governo:

   in relazione alla questione israelo-palestinese:

    a) ad attivarsi immediatamente affinché l'Italia partecipi e sostenga ogni iniziativa, sia in seno all'Unione europea che, insieme ai nostri alleati e alle organizzazioni internazionali, consenta di giungere alla liberazione di tutti gli ostaggi, di evitare un allargamento e l'inasprirsi del conflitto, di proteggere le popolazioni civili e garantire a Israele il diritto di esistere e difendersi, nel rispetto del diritto internazionale e umanitario, e mettere in campo ogni sforzo per ricostruire un processo di pace e riaffermare il diritto di Israele e Palestina alla coesistenza sulla base dello spirito e delle condizioni poste dagli accordi di Oslo, per l'obiettivo dei «due popoli e due Stati»;

    b) ad adoperarsi con urgenza a tutti i livelli, internazionale, europeo e bilaterale, per consentire l'immediata e duratura apertura di adeguati corridoi umanitari al fine di consentire l'ingresso di aiuti umanitari e, al contempo, permettere l'evacuazione dei civili più vulnerabili, tra cui i feriti in gravi condizioni, bambini e anziani;

   con riferimento agli ultimi sviluppi relativi al conflitto in Ucraina:

    a) a profondere il massimo sforzo sul piano diplomatico, in sinergia con gli altri Paesi europei, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare, portando il nostro Paese a farsi capofila di un percorso di soluzione negoziale del conflitto che non lo impegni in ulteriori forniture di materiali di armamento, per il raggiungimento di una soluzione politica in linea con i principi del diritto internazionale;

    b) ad intraprendere tutte le azioni necessarie atte a scongiurare la distrazione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a favore del co-finanziamento dell'industria della difesa, in particolare per la produzione di armamenti, considerato che tali fondi rappresentano lo strumento principale di ripresa e rilancio dell'economia del Paese provato dalla recente pandemia e non uno strumento di supporto ad una economia di guerra;

    c) a rafforzare in modo massiccio e costante l'invio di aiuti umanitari per la popolazione ucraina, nonché le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili;

   in materia di gestione dei flussi migratori:

    a) a sostenere, nelle more dell'approvazione del nuovo Patto europeo sulla migrazione, il superamento dell'attuale disciplina della gestione dei flussi migratori, basata su uno strumento, il Regolamento di Dublino, penalizzante per i paesi di primo approdo come l'Italia, per arrivare ad una redistribuzione con quote obbligatorie di migranti per tutti gli Stati europei, con sistemi solidaristici automatici e non volontari che, se così non fosse, renderebbe di fatto il nuovo Patto europeo sulla migrazione e l'asilo una non-riforma del sistema vigente;

    b) con riguardo alle operazioni di salvataggio in mare, sia in condizioni di particolare emergenza che in condizioni ordinarie, in particolare per quel che riguarda il soccorso a imbarcazioni di migranti, a lavorare per un cambio di prospettiva che miri a considerare frontiere europee le frontiere marittime, in modo da assicurare una gestione più stabile e più solidale tra Stati membri di coloro che arrivano nel territorio dell'Unione europea dopo essere stati salvati in mare, al fine di prevenire situazioni di estrema criticità, infrastrutturale, sociale e umanitaria per le isole di frontiera, come Lampedusa;

    c) a rafforzare la cooperazione dell'Unione europea con le Nazioni Unite, in particolare con l'UNHCR e con l'OIM, per incentivare corridoi umanitari sicuri per l'arrivo in territorio europeo al fine di garantire l'assistenza umanitaria necessaria e il rispetto dei diritti umani dei migranti e promuovere canali di ingresso legali nell'Unione europea attraverso una progressiva programmazione di flussi di lavoratori a livello europeo;

   in relazione alle politiche economiche e di bilancio:

    a) nell'ambito del processo di riforma in corso delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, a lavorare per il superamento degli ormai irrealistici parametri quantitativi del 3 per cento e del 60 per cento, privi di una reale giustificazione economica e spesso oggetto di critiche, con il conseguente superamento della fase preventiva e quella correttiva del PSC, la cui applicazione si è dimostrata a più riprese incoerente, e garantire altresì un'applicazione omogenea della procedura per gli squilibri macroeconomici, al fine di affrontare adeguatamente il fenomeno della pianificazione fiscale aggressiva e gli eccessivi surplus di specifici Stati membri, prevedendo, inoltre, percorsi di rientro dal debito realistici che tengano conto delle specificità degli Stati membri e del loro quadro macroeconomico complessivo e, inoltre, superando l'utilizzo prevalente di indicatori non osservabili come il saldo strutturale, al fine di ancorare la sorveglianza macroeconomica a indicatori direttamente osservabili e misurabili;

    b) conseguentemente, a disegnare una strategia complessiva di riforma della nuova architettura dell'Unione europea più favorevole alla crescita economica, finalizzata a rendere le norme sul debito più semplici, più applicabili e concepite per sostenere le priorità politiche per la doppia transizione verde e digitale, con adeguati investimenti pubblici e privati, in senso coerente con l'interesse dell'Italia, opponendosi a qualsiasi meccanismo che implichi una ristrutturazione automatica del debito pubblico e che finisca per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti ed automatici, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci;

    c) a non disperdere l'esperienza positiva del dispositivo di ripresa e resilienza nella nuova architettura della politica di bilancio europea, trasformando il programma NGEU in uno strumento permanente, da finanziare attraverso il bilancio europeo, con la conseguente istituzione di nuove fonti di entrate nella forma di risorse proprie dell'Unione europea e l'inclusione dell'emissione di debito comune europeo come strumento stabile, finalizzati a sostenere l'impegno comune per il rafforzamento degli investimenti nella produzione di «beni pubblici» che consentano di rispondere al meglio alle esigenze concordate a livello europeo, come ricerca innovazione, sicurezza e transizione energetica, al fine di assicurare all'Unione europea un proprio spazio fiscale autonomo, capace di avviare una politica economica anticiclica; nonché prevedere lo scorporo dal calcolo del deficit di determinate categorie di investimenti pubblici nazionali produttivi, che sono ostacolati dall'attuale quadro di bilancio – tra i quali gli investimenti destinati all'istruzione, quelli in ambito di spesa sanitaria, gli investimenti green, quelli destinati alle energie rinnovabili e ai beni pubblici europei – nonché esentare, dalla regola di spesa, gli investimenti finanziati dai prestiti del programma Next Generation EU che promuovono gli obiettivi a lungo termine dell'Unione europea, per rendere l'economia e il sistema energetico dell'Unione europea più competitivi, sicuri, omogenei e sostenibili;

    d) a scongiurare, nell'ambito dei negoziati sulla nuova governance economica europea, il rischio che la spesa per la difesa, in particolare quella destinata alla produzione di armamenti, venga esclusa dai vincoli europei di bilancio;

   in relazione al quadro finanziario pluriennale:

    a) a proseguire i negoziati in corso sulla revisione intermedia del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 congiuntamente all'esame delle proposte per l'istituzione di nuove risorse proprie – strutturate come durature, eque e che possano contribuire a promuovere le priorità politiche dell'Unione – per adeguare il bilancio dell'Unione alle nuove sfide globali e garantendo al contempo un bilancio di dimensioni adeguate, per consentire il finanziamento delle nuove priorità, senza compromettere l'efficacia delle politiche tradizionali, e che disponga di appropriati margini di flessibilità, anche per poter reagire in futuro adeguatamente e tempestivamente alle eventuali emergenze ambientali, sociali e alle crisi internazionali.
(6-00061) «Scutellà, Francesco Silvestri, Scerra, Baldino, Bruno, Gubitosa, Lomuti, Onori, Pellegrini».


   La Camera,

   premesso che:

    nel prossimo Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre 2023, i capi di Stato e di Governo esamineranno importanti questioni inerenti alla situazione in Medio Oriente, al conflitto russo/ucraino, all'economia, alla migrazione e ad altri punti;

    il Consiglio europeo affronterà la situazione in Medio Oriente a seguito dei brutali attacchi terroristici di Hamas contro Israele e il tragico scenario che si sta delineando nella Striscia di Gaza con l'assedio, già oggetto della riunione straordinaria che si è tenuta il 17 ottobre;

    la catastrofica situazione umanitaria a Gaza, con l'escalation militare che sta tragicamente colpendo la popolazione, ulteriormente aggravata dall'esplosione dell'ospedale AL-Ahli al-Arabi, e l'ordine di evacuazione nei confronti dei civili palestinesi da parte di Israele, in condizioni di estrema difficoltà e pericolo rendono necessario fornire aiuti umanitari urgenti per garantire l'accesso di cibo, acqua e medicinali;

    la Commissione europea ha affermato che aumenterà di 50 milioni di euro gli aiuti umanitari per Gaza, ribadendo l'impegno dell'unione europea, in coordinamento con le Nazioni Unite, a garantire che tali aiuti raggiungano i civili più bisognosi a Gaza e non siano oggetto di abusi da parte delle organizzazioni terroristiche;

    il 19 ottobre il Parlamento europeo ha approvato una Risoluzione nella quale oltre ad aver condannato con la massima fermezza gli spregevoli attacchi terroristici del gruppo terroristico Hamas contro Israele ha espresso una profonda preoccupazione dinanzi al rapido deterioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza e richiesto una tregua umanitaria, un allentamento delle tensioni e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario;

    una escalation militare dagli esiti imprevedibili che potrebbe coinvolgere varie potenze regionali nonché altri gruppi armati estremisti, deve essere scongiurata attraverso il dialogo con gli attori regionali e internazionali e l'intensificazione degli sforzi, anche da parte dell'unione Europea, per la ripresa del processo di pace in Medio Oriente, anche mediante un vertice inclusivo, verso una soluzione duratura e sostenibile fondata sulla coesistenza di «due popoli e due Stati»;

    attualmente a Gaza si trovano quattordici italiani con i loro familiari, la cui liberazione richiede, come di tutta evidenza, il massimo sforzo da parte del Governo;

    a fronte della delicata situazione internazionale che si sta delineando su scala globale è necessario un deciso cambio di passo da parte dell'unione Europea verso un ruolo sempre più coeso e autorevole, cui l'Italia deve contribuire recuperando incisività e credibilità internazionale, ai fini dell'individuazione di una soluzione politica per la pacificazione nel pieno rispetto del diritto internazionale, sia del conflitto israelo-palestinese sia di quello russo-ucraino;

    il Consiglio europeo ha costantemente ribadito la ferma condanna e il pieno sostegno dell'Unione europea, per tutto il tempo necessario, al diritto naturale di autotutela dell'ucraina, in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni e il diritto internazionale, per la sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale;

    la discussione del Consiglio europeo in merito alla politica di sicurezza e difesa comune diventa cruciale, anche alla luce del nuovo scenario internazionale e delle crescenti tensioni in Medio Oriente, che comportano nuove sfide e minacce per l'Europa e che richiedono la realizzazione concreta e rapida di un sistema di decisioni comuni, la previsione di strumenti di intervento sempre più integrati e di adeguate risorse finanziarie, in particolare attraverso il rafforzamento dell'European peace facility;

    particolare rilevanza assumono inoltre, anche nell'ambito della bussola strategica, gli sforzi tesi a rafforzare le attività di cybersicurezza e cyberdifesa, ed il contrasto alla disinformazione e alla diffusione di fake news, che hanno mostrato la loro crescente incidenza nell'orientare gli scenari di politica interna ed internazionale;

    il Consiglio europeo tornerà ad affrontare il tema della migrazione, anche alla luce dei potenziali impatti migratori del conflitto in corso in Medio Oriente, e dopo che nel corso della riunione informale dei Capi di Stato o di Governo tenutasi a Granaria il 6 ottobre 2023, i leader dell'Unione europea hanno nuovamente discusso circa l'approccio necessario per contrastare l'immigrazione irregolare, e in particolare la criminalità organizzata, la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, come anche la strumentalizzazione della migrazione come minaccia ibrida;

    i rafforzati timori di atti terroristici sul territorio dell'unione europea, anche a seguito dell'attentato di Bruxelles e delle informazioni di intelligence circa la possibile infiltrazione di minacce sulle rotte migratorie dei Balcani, hanno determinato dieci paesi UE in base all'articolo 28 del Codice delle frontiere Schengen, a reintrodurre controlli alle frontiere interne, tra i quali anche l'Italia alle frontiere con la Slovenia. Mentre le valutazioni sul rischio di infiltrazioni dalla frontiera italo-slovena di soggetti potenzialmente pericolosi non sono nuove, resta in ogni caso necessario evitare sia l'automatica sovrapposizione tra terroristi e richiedenti asilo e migranti, sia che venga messo in discussione lo spazio Schengen come acquisizione fondamentale dell'Unione europea; in questo senso, va ricordato che nei Balcani la frontiera esterna dello spazio Schengen coincide con quella della Croazia, verso cui è da assumere un forte impegno europeo inteso a supportarla nell'assolvere a questo fondamentale ruolo, nel rispetto di legalità e diritti;

    nella consapevolezza politica che i Balcani, al pari dei Paesi del Mediterraneo, sono un'area di massimo interesse per l'Europa e in primo luogo per l'Italia, essi hanno il compito di rassicurare i Paesi candidati dell'area che vi è la volontà di proseguire con determinazione il processo di adesione, anche in considerazione del rischio di veder aumentare l'influenza della Russia in quegli stessi Stati, così come in Paesi membri dell'Unione europea dalla postura eccentrica rispetto alle alleanze euroatlantiche, come l'Ungheria, e del forte attivismo diplomatico e finanziario della Cina nell'area, che ha un particolare impatto sul quadro degli equilibri geopolitici, sia alla luce delle tensioni serbo kosovare sia nello scenario globale. L'Italia, in particolare, deve implementare il proprio ruolo nei Balcani, attraverso un'azione diplomatica non episodica ma continua e costante, con una presenza di primo livello in tutte le occasioni di confronto diplomatico, favorendo l'esplicarsi di percorsi di integrazione economica;

    a pochi mesi dalla disattivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita, è ancora in corso il processo di revisione del quadro della governance economica europea, nello specifico la negoziazione sul pacchetto di proposte legislative – presentate dalla Commissione europea lo scorso aprile – che modificano sia il braccio preventivo che quello correttivo, fermi restando i parametri di riferimento del 3 per cento e del 60 per cento per il disavanzo pubblico e il debito pubblico rispetto al PIL, il cui eventuale aggiornamento richiede una modifica dei Trattati e quindi tempistiche più lunghe;

    si tratta di un importante passo avanti nella costruzione di un sistema di governance economica dell'Unione europea che superi l'approccio eccessivamente rigoristico che ha finito per caratterizzarlo. Tuttavia, sono presenti diverse criticità, in particolare quelle derivanti dalle modifiche apportate rispetto all'impostazione data precedentemente dagli orientamenti della Commissione per dare seguito alle richieste della Germania e dei cd. Paesi frugali, che rappresentano un passo indietro rispetto alla prospettiva più evoluta di una maggiore flessibilità e differenziazione;

    il nuovo assetto non scioglie completamente i nodi problematici di fondo, risolvendosi in un aggiornamento delle regole piuttosto che in una riforma di più ampio respiro che, attraverso una valutazione critica delle vigenti regole punti ad approdare ad un'effettiva unione fiscale ed economica, riconoscendo l'interdipendenza tra le politiche economiche nazionali e adottando una visione di stabilità economica e finanziaria per l'Unione nel suo complesso;

    è pieno interesse del nostro Paese portare a termine rapidamente la revisione della governance economica europea per scongiurare gli effetti della disattivazione della clausola di salvaguardia generale del PSC, ma al contempo, rischiosa risulterebbe in particolare l'accettazione da parte del Governo, in sede di negoziazione, della previsione di vincoli automatici, i quali andranno a definire in modo permanente il nuovo quadro della governance economica europea;

    sulla credibilità e l'affidabilità del Paese nella mediazione per la revisione della governance economica europea pesa in ogni caso la mancata decisione a tutt'oggi sulla ratifica dell'accordo di modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (Mes);

    nell'ambito della discussione sull'attuale situazione economica dell'Unione europea, occorre aggiungere – ulteriori elementi che rivestono una grande importanza per il nostro Paese, tra cui la necessità di disporre di una capacità fiscale dell'eurozona capace di intervenire in circostanze eccezionali e la necessità di un fondo sovrano europeo, come risposta strutturale a medio termine alle esigenze di investimento, sicurezza ed autonomia, in particolare per rispondere alla concorrenza internazionale sul fronte dell'approvvigionamento di materie rare e materiali essenziali ed aiutare le imprese ad affrontare meglio la transizione ecologica prevista dal Green Deal,

impegna il Governo:

   a promuovere un ruolo sempre più coeso e autorevole dell'unione europea come interlocutore primario ed unitario nelle relazioni internazionali e nell'individuazione di soluzioni politiche per la risoluzione dei conflitti in corso, cui l'Italia deve contribuire recuperando incisività e credibilità internazionale;

   ad attivarsi immediatamente in merito alla situazione in Medio Oriente, affinché l'Italia partecipi e sostenga ogni iniziativa, sia in seno all'unione europea sia insieme ai nostri alleati e alle organizzazioni internazionali, che consenta di giungere alla liberazione di tutti gli ostaggi, di evitare l'escalation militare, di proteggere le popolazioni civili e garantire ad Israele il diritto di esistere e difendersi nel rispetto del diritto internazionale e umanitario, e mettere in campo ogni sforzo per ricostruire un processo di pace, anche mediante un vertice inclusivo, e riaffermare il diritto di Israele e Palestina alla coesistenza sulla base dello spirito e delle condizioni poste dagli accordi di Oslo, per l'obiettivo dei «due popoli e due Stati»;

   a sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un cessate il fuoco umanitario, in linea con le richieste del Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres, al fine di tutelare la popolazione civile, anche attraverso la fornitura di aiuti umanitari urgenti all'interno della Striscia e l'apertura immediata di corridoi umanitari per la salvaguardia dei civili a Gaza, nonché la previsione di «safe zones» per i civili, incluse scuole, ospedali e altre strutture di uso pubblico, nel pieno rispetto dei princìpi del diritto internazionale umanitario e anche per garantire l'incolumità dei cittadini e dei nostri cooperanti e ristabilire le loro condizioni di operatività;

   a continuare ad assicurare il pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel quadro detrazione multilaterale dell'Unione europea e dell'Alleanza Atlantica, anche al fine di assicurare il diritto all'autodifesa dell'ucraina contro l'aggressione russa, secondo quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;

   a ribadire la ferma condanna degli attacchi che la Russia continua a perpetrare sui civili ucraini;

   ad adoperarsi, in sede europea e internazionale, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro delle forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, e a rafforzare gli sforzi per l'avvio di una soluzione diplomatica volta al raggiungimento di una pace giusta e duratura, basata sul rispetto della indipendenza, della sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;

   ad adoperarsi al fine di accrescere la capacità dell'Unione europea in materia di sicurezza e difesa nella chiave di un sistema di decisioni comuni, della previsione di strumenti di intervento sempre più integrati e di adeguate risorse finanziarie, in particolare attraverso il rafforzamento dell'European peace facility, favorendo anche il rafforzamento delle attività di cybersicurezza e cyberdifesa, ed il contrasto alla disinformazione;

   a ribadire il dovere di accoglienza e protezione degli esseri umani quale cardine dell'appartenenza all'Unione europea, garantire l'assistenza umanitaria e il rispetto dei diritti umani nella gestione migratoria regolare nonché la creazione di corridoi umanitari, e la certezza di operazioni search & rescue nel Mediterraneo che permettano di scongiurare la perdita di vite umane in mare;

   a garantire che la sospensione della libera circolazione nello spazio Schengen resti una misura temporanea dettata da una situazione straordinaria, e che la reintroduzione dei controlli alle frontiere abbia un'applicazione temporanea, rigorosamente aderente ad oggettive necessità di prevenzione delle minacce terroristiche, proporzionata in maniera tale da generare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci, evitando che sia messo in discussione lo spazio Schengen come acquisizione fondamentale dell'Unione europea;

   a sostenere il rafforzamento del ruolo dell'Unione europea e dell'Italia nei Balcani, favorendo l'esplicarsi di percorsi di integrazione economica e rassicurando i Paesi candidati dei Balcani che vi è la volontà di proseguire con determinazione il processo di adesione;

   ad attivarsi concretamente e seriamente per portare avanti un negoziato soddisfacente nell'ambito della riforma della governance economica europea – quale elemento fondamentale per il compimento del processo di integrazione europea – proponendo ulteriori miglioramenti alla proposta della Commissione, finalizzati alla introduzione di una maggiore flessibilità, titolarità e differenziazione nazionale, riduzione della pro-ciclicità e adattamento a contesti economico-finanziari mutevoli, nonché sostegno alla crescita, secondo una visione della stabilità economico-finanziaria dell'Unione europea nel suo insieme. Ciò in particolare promuovendo: la rimozione di regole automatiche e criteri quantitativi uguali per tutti gli Stati membri, la previsione di una maggiore flessibilità e modificabilità dei piani nazionali; l'esclusione dalla spesa netta di spese per riforme o per investimenti, in particolare quelle relative al PNRR, per la transizione verde e digitale, il contrasto del dissesto idrogeologico e del cambiamento climatico; lo scorporo del debito accumulato a causa di emergenze o eventi eccezionali, con percorsi di rientro specifico; la previsione di meccanismi di stabilizzazione automatica, sul modello SURE; una maggiore attenzione all'obiettivo della crescita sostenibile e della coesione sociale; la costituzione di una capacità fiscale dell'eurozona e la previsione e il rafforzamento degli strumenti comuni su temi di interesse dell'Unione europea, rendendo permanente il Next Generation EU; l'avvio della riflessione per la revisione, in una prospettiva di medio periodo, dei parametri di riferimento del 3 per cento per il disavanzo pubblico e del 60 per cento per il debito pubblico, ormai privi di rappresentatività;

   ad agire in sede europea al fine di garantire, in tempi rapidi ed entro un quadro normativo semplice e chiaro, l'istituzione di un fondo sovrano europeo, con l'attribuzione allo stesso di una dotazione di risorse adeguata e in grado di garantire una efficace politica di investimenti sostanziali, concentrando le risorse nei settori strategici e in particolare per la duplice transizione verde e digitale.
(6-00062) «De Luca, Braga, Provenzano, Amendola, Iacono, Madia».


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio europeo del 26-27 ottobre 2023, discuterà dei seguenti temi: Ucraina, situazione in medio oriente, quadro finanziario pluriennale (MFF) 2021-2027, economia, migrazione;

    per quel che riguarda il sostegno militare all'Ucraina, il Consiglio ha finora stanziato, attraverso pacchetti successivi di decisioni, 5.6 miliardi di euro per la fornitura di attrezzatura militare nell'ambito dello Strumento europeo per la Pace (EPF), ma in occasione del Consiglio affari esteri del 23 ottobre non è stato possibile raggiungere un consenso per l'approvazione della decisione sull'ottavo pacchetto a causa del veto dell'Ungheria che ha chiesto garanzie affinché l'EPF mantenga un orizzonte globale e non sia unicamente utilizzato per armare l'Ucraina:

    il Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022 ha riconosciuto la prospettiva europea dell'Ucraina, concedendole lo status di candidato e a giugno il Commissario europeo per l'allargamento ha illustrato lo stato dei progressi dell'Ucraina nel processo di adesione, indicando che il Paese ha soddisfatto due delle sette condizioni e fatto progressi su una terza, mentre sono necessari ulteriori sforzi per conformarsi alle rimanenti raccomandazioni;

    il 17 ottobre si è svolta una riunione straordinaria del Consiglio europeo sulla situazione in Medio Oriente al termine del quale è stata approvata una dichiarazione che definisce la posizione comune dell'Unione europea, al riguardo, e in particolare si condanna con la massima fermezza l'organizzazione terroristica Hamas, esortandola a liberare immediatamente tutti gli ostaggi senza alcuna condizione, e si ribadisce l'importanza di garantire la protezione dei civili israeliani e palestinesi;

    analoghe prese di posizione sono state prese dal Parlamento europeo, riunitosi il 19 ottobre dal Consiglio affari esteri, riunitosi il 23 ottobre, con particolare attenzione alla necessità di rilanciare il processo politico per raggiungere una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati democratici;

    il 20 giugno la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte per la revisione intermedia del MFF 2021-2027, in ragione del fatto che da quando è stato adottato, nel 2020, l'Unione europea ha dovuto affrontare numerose sfide (riacutizzarsi della crisi pandemica, crisi economica, intensificarsi delle migrazioni, guerra russa in Ucraina e la conseguente crisi umanitaria ed energetica);

    la Commissione propone quindi un rafforzamento mirato del bilancio dell'Unione europea in un numero limitato di settori ritenuti prioritari: Ucraina, migrazione e sfide esterne, competitività tecnologica europea, costi aggiuntivi per il finanziamento di NGEU e necessità di incrementare la dotazione dello Strumento di flessibilità;

    la Commissione ha presentato nel settembre del 2020 un pacchetto di proposte normative e di altre iniziative per un nuovo corso in materia di politica di migrazione e di protezione internazionale, denominato «Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo»;

    gli elementi del Patto che assumono particolare rilievo per il nostro Paese sono: 1) un nuovo regolamento sulla gestione dell'asilo e della migrazione, volto a sostituire il cosiddetto regolamento di Dublino, prevedendo uno strumento di solidarietà nei confronti degli Stati membri esposti ai flussi; 2) un nuovo regolamento concernente le situazioni di crisi e di forza maggiore con norme ad hoc in caso di situazioni eccezionali di afflusso massiccio;

    preoccupa il fatto che al Consiglio europeo informale di Granada del 6 ottobre la dichiarazione congiunta sia stata approvata all'unanimità in tutte le sue parti eccetto quella relativa proprio alla questione migratoria, a causa del veto di Polonia e Ungheria;

    l'Italia è il punto di arrivo delle rotte dei migranti, in particolare di quelli che provengono dai paesi africani e dall'est europeo, esponendo il nostro paese a una pressione superiore a quella di molti partner europei, appare quindi fondamentale per l'interesse nazionale superare i veti o in alternativa abbandonare la logica dell'unanimità in tutti quegli ambiti nei quali le norme europee lo consentono;

    una chiara collocazione internazionale rappresenta una priorità ineludibile per l'Unione europea: il pieno sostegno all'Ucraina e alla sua popolazione deve essere una priorità per l'azione europea e l'Italia deve sostenere tale direzione con concretezza e determinazione;

    i rigurgiti di antisemitismo che si stanno registrando in Europa costituiscono un pericoloso campanello di allarme di istanze terroristiche che guardano con favore al terrorismo di Hamas: occorre adottare un approccio coordinato al terrorismo internazionale e a radicalizzazioni che possano riportare alla luce gli orrori dei fantasmi del passato, mettendo a rischio lo stesso stile di vita europeo che l'onda le proprie radici nel pluralismo democratico;

    sui temi economici il Consiglio dovrà valutare i progressi nel promuovere la competitività dell'Europa, con particolare attenzione alla politica industriale, all'energia e ai costi di approvvigionamento, anche in vista del prossimo inverno;

    nel percorso di realizzazione di una autonomia strategica europea, sia sul piano industriate che energetico (anche grazie alle politiche green), occorre dedicare la massima attenzione alle peculiarità del sistema produttivo e del contesto italiano, al fine di salvaguardare gli interessi delle imprese, dei lavori e dei cittadini, evitando che le politiche di transizioni possano tradursi in una qualche forma di pregiudizio per l'occupazione, la crescita e il sistema economico nel suo complesso;

    proprio in relazione alle prospettive economiche, la revisione del patto di stabilità e crescita rappresenta un passaggio obbligato verso un'Europa più unita, in cui l'eguaglianza tra gli Stati membri viene garantita anche attraverso discipline che tengano conto delle situazioni finanziarie di partenza e che, per queste vie, possano realizzare un mercato unico realmente competitivo e concorrenziale,

impegna il Governo:

   ad attivarsi, in sede europea, per porre in essere e rafforzare ogni iniziativa utile a sostenere l'Ucraina e la sua popolazione, sia attraverso aiuti finanziari che mediante specifici supporti umanitari, militari e diplomatici per tutto il tempo necessario e sostegno alle riforme per il suo percorso di adesione all'Unione europea, nel rispetto delle condizioni poste dalla Commissione;

   a confermare l'impegno dell'Italia per il raggiungimento dell'accordo sull'erogazione dell'ottavo pacchetto degli aiuti militari all'Ucraina, compresi munizioni e missili nonché sistemi di difesa aerea per la protezione della popolazione e delle infrastrutture critiche ed energetiche, superando così i veti di alcuni Paesi europei, quali ad esempio l'Ungheria;

   a sollecitare l'adozione di ogni iniziativa utile e coordinata al fine di prevenire e scongiurare il pericolo di attentati terroristici, nonché per porre fine alle attività di Hamas, sostenendo il diritto e dovere di Israele di difendersi e mettere in sicurezza la propria popolazione;

   ad attivarsi per sollecitare l'adozione di un approccio unitario europeo volto a realizzare una de-escalation del conflitto in essere e l'invio di aiuti umanitari ai civili coinvolti e a quelli in fuga, al fine di riprendere un percorso diplomatico che punti alla soluzione «due popoli, due stati», favorendo il dialogo tra autorità israeliane e palestinesi, con il supporto dei partner regionali e internazionali che potrebbero svolgere un ruolo positivo nella prevenzione di un'ulteriore escalation, riallacciando il dialogo tra Israele e paesi arabi interessati al processo denominato «Pace di Abramo»;

   a proporre un piano europeo per la prevenzione dell'antisemitismo in tutte le sue forme e rafforzare i presidi di sicurezza nelle scuole e nei luoghi di culto che potrebbero essere oggetto di azioni violente;

   a proseguire nel percorso che dovrà portare in tempi brevi alla necessaria modifica del Regolamento di Dublino al fine di garantire la pronta adozione di una politica migratoria europea che si concretizzi in un sistema di accoglienza condiviso e coordinato e che non penalizzi i paesi di frontiera e che si proponga di incardinare i flussi migratori in una prospettiva strategica per l'Unione;

   a promuovere politiche finalizzate a sostenere economicamente i paesi di provenienza, soccorrere chi è disperso in mare nel nome dei principi di umanità e del diritto internazionale, essere rigorosi nei controlli, rispettando le norme e le convenzioni internazionali, con particolare riguardo alla salvaguardia dei minori, sottrarre all'illegalità i migranti che arrivano nel nostro paese, anche attraverso politiche mirate di qualificazione professionale e immissione nel mercato del lavoro regolare;

   a sostenere l'adozione di una piattaforma tecnologica strategica per l'Europa capace di fornire un supporto immediato e mirato allo sviluppo o alla produzione di tecnologie critiche, salvaguardando le prospettive di sviluppo e gli interessi di politica industriale del Paese;

   a adottare tutte le iniziative utili a garantire l'attuazione delle politiche del Green Deal europeo, assicurando la sostenibilità economica e sociale degli interventi previsti e la proporzionalità tra i vantaggi conseguiti e i costi sostenuti nella loro attuazione, tenendo presenti gli interessi del sistema produttivo italiano e le peculiarità del contesto italiano rispetto alle ipotesi di sfruttamento delle politiche fiscali ai fini del raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica;

   a intervenire affinché il percorso di revisione del Patto di stabilità e crescita tenga in debita considerazione le condizioni di finanza pubblica del Paese, scongiurando il pericolo che vengano adottate previsioni penalizzanti per i paesi fortemente indebitati e che – ciononostante – abbiano da tempo intrapreso un percorso di riduzione del rapporto deficit/PIL, anche in considerazione delle forti tensioni geopolitiche e inflazionistiche che caratterizzano il contesto internazionale e nazionale nell'attuale congiuntura.
(6-00063) «Del Barba, Gadda, Marattin, Bonifazi, Boschi, De Monte, Faraone, Giachetti, Gruppioni».


   La Camera,

impegna il Governo:

   ad attivarsi, in sede europea, per porre in essere e rafforzare ogni iniziativa utile a sostenere l'Ucraina e la sua popolazione, sia attraverso aiuti finanziari che mediante specifici supporti umanitari, militari e diplomatici per tutto il tempo necessario e sostegno alle riforme per il suo percorso di adesione all'Unione europea, nel rispetto delle condizioni poste dalla Commissione;

   a confermare l'impegno dell'Italia per il raggiungimento dell'accordo sull'erogazione dell'ottavo pacchetto degli aiuti militari all'Ucraina;

   a sollecitare l'adozione di ogni iniziativa utile e coordinata al fine di prevenire e scongiurare il pericolo di attentati terroristici, nonché per porre fine alle attività di Hamas, sostenendo il diritto e dovere di Israele di difendersi e mettere in sicurezza la propria popolazione;

   ad attivarsi per sollecitare l'adozione di un approccio unitario europeo volto a realizzare una de-escalation del conflitto in essere e l'invio di aiuti umanitari ai civili coinvolti e a quelli in fuga, al fine di riprendere un percorso diplomatico che punti alla soluzione «due popoli, due stati», favorendo il dialogo tra autorità israeliane e palestinesi, con il supporto dei partner regionali e internazionali che potrebbero svolgere un ruolo positivo nella prevenzione di un'ulteriore escalation, riallacciando il dialogo tra Israele e paesi arabi interessati al processo denominato «Pace di Abramo»;

   a proporre un piano europeo per la prevenzione dell'antisemitismo in tutte le sue forme e rafforzare i presidi di sicurezza nelle scuole e nei luoghi di culto che potrebbero essere oggetto di azioni violente;

   a proseguire nel percorso che dovrà portare in tempi brevi alla necessaria modifica del Regolamento di Dublino al fine di garantire la prima adozione di una politica migratoria europea che non penalizzi i Paesi di frontiera;

   a sostenere l'adozione di una piattaforma tecnologica strategica per l'Europa capace di fornire un supporto immediato e mirato allo sviluppo o alla produzione di tecnologie critiche, salvaguardando le prospettive di sviluppo e gli interessi di politica industriale del Paese;

   a adottare tutte le iniziative utili a garantire l'attuazione delle politiche del Green Deal europeo, assicurando la sostenibilità economica e sociale degli interventi previsti e la proporzionalità tra i vantaggi conseguiti e i costi sostenuti nella loro attuazione, tenendo presenti gli interessi del sistema produttivo italiano e le peculiarità del contesto italiano rispetto alle ipotesi di sfruttamento delle politiche fiscali ai fini del raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica.
(6-00063) (Testo modificato nel corso della seduta) «Del Barba, Gadda, Marattin, Bonifazi, Boschi, De Monte, Faraone, Giachetti, Gruppioni».


   La Camera,

   premesso che:

    il 27 gennaio 2021 si è giunti a un accordo di modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES), con la firma dei 19 Paesi dell'area euro, tra cui l'Italia, ai quali si è aggiunta la Croazia;

    per entrare in vigore, la riforma del trattato che istituisce il MES deve essere ratificata dai parlamenti dei 20 Paesi firmatari;

    ad oggi la riforma dei trattato che istituisce il MES è stata ratificata, da tutti i paesi che l'hanno sottoscritta, con l'eccezione dell'Italia;

    tra i paesi sottoscrittori del MES l'Italia è ti terzo sia per capitale sottoscritto che per capitale versato, dopo Germania e Francia, e questo rende la circostanza del ritardo nella ratifica da parte del nostro Paese ancora più grave e singolare;

    nella seduta del 29 marzo 2023 le proposte di legge A.C. 712 De Luca e A.C. 722 Marattin, aventi ad oggetto la ratifica dell'accordo di modifica del trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità sono state incardinate in quota opposizione dalla Commissione Affari esteri, dove nella seduta del 22 giugno è stato deliberato di adottare, come testo base per il prosieguo dell'esame, la proposta di legge C. 712 De Luca, sulla quale non sono stati presentati emendamenti;

    nel corso della seduta del 5 luglio 2023 l'Aula ha approvato la questione sospensiva n. 1, presentata dai deputati Foti, Molinari, Barelli, Lupi ed altri, che ha sospeso per quattro mesi l'esame della proposta di legge n. 712 «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021» e dell'abbinata proposta di legge n. 722;

    pochi giorni fa il direttore generale del Meccanismo europeo di stabilità, evidenziando che l'Italia è l'unico Paese che non ha ancora ratificato l'accordo di modifica del trattato che istituisce il MES, ha dichiarato che «l'Italia è un Paese sovrano, ma si è impegnata a farlo, e ne abbiamo estremamente bisogno», e che è «davvero difficile comprendere la motivazione o la logica finanziaria della mancata ratifica»;

    oggi Paschal Donhoe, presidente dell'Eurogruppo, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel in vista dell'Eurosummit che si terrà venerdì nell'ambito dei lavori del Consiglio europeo ha ricordato l'importanza della riforma del MES e i benefici che ne deriverebbero per l'architettura istituzionale europea, e quindi l'urgenza della ratifica da parte dell'Italia,

impegna il Governo

a favorire, per quanto di sua competenza, la rapida approvazione della ratifica dell'accordo di modifica del trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità e a riferire con chiarezza questo impegno nelle riunioni del Consiglio europeo e dell'Eurosummit del 26 e 27 ottobre.
(6-00064) «Della Vedova, Magi».


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio europeo si riunisce il 26 e 27 ottobre prossimi in una situazione internazionale sempre più complessa e dagli sviluppi ancora difficilmente prevedibili;

    il 7 ottobre 2023 il gruppo terroristico Hamas ha compiuto uno spregevole attacco terroristico contro Israele caratterizzato da una crudeltà senza precedenti, con atti di tortura e stupri; questi brutali attacchi, diretti principalmente contro i civili, hanno provocato la morte di oltre 1400 cittadini israeliani e di almeno 75 stranieri, inclusi cittadini dell'Unione europea, la maggior parte dei quali civili, tra cui bambini e neonati; sono state ferite almeno 3.400 persone; secondo le stime, il gruppo terroristico Hamas ha sequestrato e tiene ora in ostaggio a Gaza circa 200 persone, tra cui bambini, donne, anziani, e 13 ostaggi hanno perso la vita;

    il 9 ottobre 2023 il ministro della Difesa israeliano ha annunciato un assedio totale della Striscia di Gaza, che prevede anche la sospensione della fornitura di elettricità, cibo e acqua in quell'area; il governo israeliano ha mobilitato 360.000 riservisti, e il 13 ottobre 2023 le Forze di difesa israeliane hanno chiesto l'evacuazione verso sud di circa 1,1 milioni di palestinesi che vivono nella città di Gaza e nel nord della Striscia di Gaza;

    al contempo, non accenna a fermarsi la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina, e desta preoccupazione lo stallo osservato sul fronte nelle ultime settimane;

    il Consiglio ha finora stanziato, attraverso pacchetti successivi di decisioni, 5,6 miliardi di euro per la fornitura all'Ucraina di attrezzatura militare nell'ambito dello Strumento europeo per la Pace, e adottato 11 pacchetti di sanzioni, l'ultimo nello scorso giugno;

    dall'inizio dell'aggressione russa, l'Unione europea ha intensificato il proprio sostegno all'Ucraina, mobilitando circa 19,7 miliardi di euro, gran parte dei quali sotto forma di assistenza macrofinanziaria (AMF). Sono stati inoltre erogati 620 milioni in sovvenzioni a titolo di sostegno al bilancio per aiutare l'Ucraina a far fronte a bisogni urgenti sul campo. Complessivamente l'Unione europea e gli Stati membri, in via bilaterale, avrebbero fino ad ora fornito assistenza all'Ucraina per circa 70 miliardi di euro;

    il 18 luglio 2023 è scaduto l'accordo volto a consentire l'esportazione di cereali dai porti dell'ucraina (la cosiddetta Black Sea Grain Initiative), a causa della decisione del Governo russo di ritirarsi unilateralmente dall'accordo;

    all'interno di questo difficile contesto internazionale, il Consiglio dovrà discutere anche temi economici interni, quali la revisione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'Unione europea 2021-2027, con l'obiettivo di raggiungere un accordo globale entro la fine dell'anno;

    da quando, nel 2020, è stato adottato il QFP 2021-2027, l'Unione europea ha dovuto confrontarsi con una serie senza precedenti di sfide impreviste: gli ulteriori sviluppi della crisi pandemica, la crisi economica, la migrazione, che si è intensificata dopo la pandemia, mettendo a dura prova le capacità di accoglienza e integrazione degli Stati membri, la guerra russa in Ucraina e la conseguente crisi umanitaria ed energetica, la rapida accelerazione dell'inflazione e dei tassi di interesse;

    l'Unione europea ha risposto attingendo ai ristretti margini di flessibilità già previsti e ricorrendo alla riprogrammazione delle risorse, esaurendo così gli stanziamenti disponibili del bilancio dell'Unione europea;

    alla luce di queste premesse, la Commissione ha condivisibilmente proposto un rafforzamento mirato del bilancio dell'Unione europea in un numero limitato di settori ritenuti prioritari (Ucraina, migrazione e sfide esterne e competitività tecnologica europea), insieme a degli adeguamenti tecnici finalizzati a fronteggiare i costi aggiuntivi per il finanziamento di NextGenerationEU e l'aumento delle spese amministrative a causa dell'impennata dell'inflazione, oltre all'incremento della dotazione dello Strumento di flessibilità;

    la Commissione europea ha anche presentato un pacchetto di misure per l'introduzione di nuove risorse proprie dell'Unione europea basate sulle entrate provenienti dallo scambio di quote di emissioni (ETS) e sulle risorse generate dal meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'Unione europea (CBAM), nonché di introdurre una nuova risorsa propria (temporanea) basata su dati statistici relativi agli utili delle imprese;

    più in generale, per quanto riguarda l'economia, le sfide da affrontare riguardano le modalità per sviluppare il vantaggio competitivo dell'Unione in materia di tecnologie digitali, garantire un sufficiente approvvigionamento energetico in vista dell'inverno, affrontare le principali dipendenze strategiche attraverso partnership, promuovere la transizione verso un'economia più circolare e ridurre gli oneri normativi, nonché individuare risposta alla legge statunitense sulla riduzione dell'inflazione;

    infine, il Consiglio europeo tornerà a discutere di migrazioni, tema che si interseca strettamente con le crisi geopolitiche in atto, e sui relativi impatti, anche economici, sui paesi membri;

    secondo i dati forniti dall'Agenzia Frontex, il numero di rilevamenti di attraversamenti irregolari delle frontiere esterne dell'Unione europea è aumentato del 17 per cento nei primi nove mesi del 2023, arrivando a 279.350 unità, il totale più alto per il periodo gennaio-settembre dal 2016; i migranti sbarcati in Italia dal 1° gennaio al 20 ottobre 2023 sono stati 141.043; nello stesso periodo, nel 2022, si erano registrati 77.167 sbarchi; in tale ambito, è necessario completare il patto sulla migrazione prima delle prossime elezioni europee e continuare il dialogare con i paesi terzi per ridurre il flusso di migrazione irregolare;

    di fronte ai conflitti internazionali e alle sfide che i paesi membri affrontano e affronteranno nei prossimi mesi, è necessaria un'Europa forte, fiduciosa e soprattutto unita;

    la stessa unità dimostrata nei confronti dell'Ucraina – che deve proseguire per tutto il tempo necessario – è imprescindibile affinché l'Unione europea svolga un ruolo nella crisi in atto in Medio Oriente, contribuendo ad impedire l'escalation del conflitto in atto e partecipando alla costruzione di soluzioni di lungo termine;

    al tempo stesso, è necessaria un'Europa unita per rafforzare l'economia degli stati membri e renderli in grado di resistere agli shock esterni per affrontare le principali dipendenze strategiche e ridurre l'onere normativo per le nostre aziende,

impegna il Governo:

   ad assicurare l'impegno dell'Italia a sostegno di ogni iniziativa in seno all'Unione europea che consenta di evitare l'escalation militare in Medio Oriente, garantire ad Israele il diritto di esistere e difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario, e al tempo stesso a fornire supporto e aiuti di natura umanitaria alle popolazioni colpite, evitando ogni forma di finanziamento e sostegno che possa supportare l'attività di organizzazioni terroristiche;

   a proseguire nel sostegno politico, militare e finanziario all'Ucraina, a concorrere alla sua ricostruzione e a sostenere iniziative politiche e diplomatiche per porre fine all'aggressione russa e per una pace giusta, nel rispetto del diritto internazionale e del diritto dell'Ucraina alla propria libertà, sicurezza e integrità territoriale;

   a supportare ulteriori impegni in sede UE per la creazione di un'autonoma capacità di difesa europea, complementare e integrata nel sistema della Nato;

   a sostenere le proposte di modifica del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell'Unione europea 2021-2027 e quelle volte al rafforzamento del bilancio dell'Unione europea in un numero limitato di settori prioritari; in tale ambito, ad evitare che le iniziative – come REPowerEU – volte a rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili pongano obiettivi e scadenze di fatto irraggiungibili, assicurando che il sostegno alla transizione del sistema produttivo sia finanziato dall'Unione europea attraverso un maggior grado di condivisione del rischio fiscale e remissione di passività finanziari comuni, garantendo la sostenibilità economica e sociale accanto a quella energetica e ambientale;

   a proporre ulteriori strumenti fiscali a livello europeo per supportare le imprese nella transizione ecologica e digitale nei prossimi anni, assicurandone la competitività a livello internazionale;

   ad esprimere il sostegno a una riforma del Patto di stabilità e crescita per una gestione più flessibile degli obiettivi di rientro dal debito, garantendo al contempo l'adesione ai principi di responsabilità fiscale e di sostenibilità finanziaria nelle politiche di bilancio; in questo quadro, a rigettare sia la proposta presentata da alcuni stati di ritorno alle regole pre-Covid, che penalizzerebbe i paesi più fragili, sia quella di escludere gli investimenti strategici dal calcolo dell'ammontare complessivo del debito, in quanto renderebbe discrezionale e complessa la determinazione delle regole di bilancio e il loro rispetto;

   a favorire, per quanto di competenza, la rapida approvazione della legge di ratifica della riforma del trattato del meccanismo europeo di stabilità (Mes), strumento che – come è noto – nessun paese è tenuto a utilizzare, ma che diverrebbe così operativo e disponibile per quanti vorranno richiederne l'attivazione, e che sarebbe utile in particolare per fronteggiare crisi bancarie sistemiche e aumentare il grado di mutualizzazione dei rischi all'interno dell'Unione;

   a ribadire l'esigenza della modifica del Regolamento di Dublino per quanto attiene alle responsabilità dei Paesi di primo approdo e del superamento dei veti opposti da alcuni governi UE a un nuovo regolamento europeo sulla migrazione e l'asilo, per giungere a una gestione effettivamente europea del sistema di accoglienza e del ricollocamento dei richiedenti asilo.
(6-00065) «Richetti, Carfagna, Benzoni, Bonetti, Castiglione, Enrico Costa, D'Alessio, Grippo, Pastorella, Rosato, Ruffino, Sottanelli».


   La Camera,

impegna il Governo:

   ad assicurare l'impegno dell'Italia a sostegno di ogni iniziativa in seno all'Unione europea che consenta di evitare l'escalation militare in Medio Oriente, garantire ad Israele il diritto di esistere e difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario, e al tempo stesso a fornire supporto e aiuti di natura umanitaria alle popolazioni colpite, evitando ogni forma di finanziamento e sostegno che possa supportare l'attività di organizzazioni terroristiche;

   a proseguire nel sostegno politico, militare e finanziario all'Ucraina, a concorrere alla sua ricostruzione e a sostenere iniziative politiche e diplomatiche per porre fine all'aggressione russa e per una pace giusta, nel rispetto del diritto internazionale e del diritto dell'Ucraina alla propria libertà, sicurezza e integrità territoriale;

   a supportare ulteriori impegni in sede UE per la creazione di un'autonoma capacità di difesa europea, complementare e integrata nel sistema della Nato.
(6-00065) (Testo modificato nel corso della seduta) «Richetti, Carfagna, Benzoni, Bonetti, Castiglione, Enrico Costa, D'Alessio, Grippo, Pastorella, Rosato, Ruffino, Sottanelli».