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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 25 luglio 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta
del 25 luglio 2023.

  Albano, Ascani, Barelli, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Caiata, Cappellacci, Carloni, Cecchetti, Cesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Letta, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pastorella, Pellegrini, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Rotondi, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Traversi, Tremonti, Varchi, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Ascani, Barelli, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Caiata, Cappellacci, Carloni, Cecchetti, Cesa, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Deidda, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Letta, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pastorella, Pellegrini, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Rotondi, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Traversi, Tremonti, Varchi, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 24 luglio 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   ZARATTI: «Introduzione del reato di ecocidio» (1325);

   CATTOI ed altri: «Disciplina della partecipazione ai processi decisionali pubblici in materia di salute da parte delle associazioni di pazienti impegnate su temi sanitari» (1326);

   MATONE ed altri: «Modifica dell'articolo 590-sexies e introduzione dell'articolo 590-septies del codice penale in materia di responsabilità colposa e di decorrenza del termine di prescrizione per morte o lesioni personali in ambito sanitario» (1327).

  Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):

  CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA: «Modifiche alla legge 24 gennaio 1979, n. 18, concernenti l'istituzione delle circoscrizioni Sicilia e Sardegna per l'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia» (1165) Parere delle Commissioni V e XIV.

   III Commissione (Affari esteri):

  «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018» (1267) Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV.

   VIII Commissione (Ambiente):

  CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO: «Modifica all'articolo 9-bis del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, in materia di regolarizzazione edilizia» (1235) Parere delle Commissioni I, II e V.

   XIII Commissione (Agricoltura):

  CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO: «Modifica alla legge 30 dicembre 2020, n. 178, recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, in materia di contributi all'attività olivicola» (1251) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII e XIV.

   Commissioni riunite VI (Finanze) e VII (Cultura):

  CONGEDO ed altri: «Disposizioni concernenti l'introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione economica e finanziaria e la diffusione di essa presso il pubblico, gli investitori e i risparmiatori» (1185) Parere delle Commissioni I, V e XI.

   Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura):

  S. 651. – «Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali» (approvato dal Senato) (1324) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI, IX, X e XIV.

Annunzio di archiviazioni di atti relativi a reati previsti dall'articolo 96 della Costituzione.

  Con lettera pervenuta il 25 luglio 2023, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma ha comunicato che il Collegio per i reati ministeriali, costituito presso il suddetto tribunale, ha disposto, su conforme richiesta del pubblico ministero, l'archiviazione di un procedimento penale promosso nei confronti del deputato Lorenzo Guerini, Ministro della difesa all'epoca dei fatti (decreto del 14 luglio 2023 – procedimento n. 12295/23 RGNR; n. 3/2023 RG reati ministeriali).

Trasmissione dalla Presidenza
del Consiglio dei ministri.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 20 luglio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, concernente l'esercizio di poteri speciali inerenti agli attivi strategici nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 luglio 2023, recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in relazione alla ristrutturazione del gruppo Verisem con cessione degli attivi strategici a una società di diritto italiano e successiva acquisizione di Verisem BV da parte di Syngenta Crop Protection AG (procedimento n. 134/2023).

  Questo documento è trasmesso alla XIII Commissione (Agricoltura).

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 20 luglio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1-bis del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, concernente l'esercizio di poteri speciali inerenti ai servizi di comunicazione elettronica a banda larga con tecnologia 5G, basati sulla tecnologia cloud e altri attivi, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 luglio 2023, concernente l'approvazione, con prescrizioni, del Piano annuale per l'anno 2023 della società Telecom Italia Spa relativo agli acquisti di beni e servizi nel settore della comunicazione elettronica a banda larga basata sulla tecnologia 5G (procedimento n. 170/2023).

  Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IX Commissione (Trasporti).

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 20 luglio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, concernente l'esercizio di poteri speciali nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 luglio 2023, recante l'esercizio di poteri speciali, con condizioni, in relazione all'acquisizione da parte della società John Cockerill Defence SA dell'intero capitale sociale di Eurocontrol Spa (procedimento n. 173/2023).

  Questo documento è trasmesso alla IV Commissione (Difesa) e alla X Commissione (Attività produttive).

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 24 luglio 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

  Proposte di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul certificato protettivo complementare unitario per i prodotti fitosanitari (COM(2023) 221 final) e sul certificato protettivo complementare per i prodotti fitosanitari (rifusione) (COM(2023) 223 final), corredate dai relativi allegati (COM(2023) 223 final – Annexes 1 to 2) e dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2023) 119 final), che sono assegnate in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);

  Proposta di direttiva del Consiglio relativa a un'esenzione più rapida e sicura dalle ritenute alla fonte in eccesso (COM(2023) 324 final), corredata dai relativi allegati (COM(2023) 324 final – Annexes 1 to 2) e dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto – Nuovo sistema dell'Unione europea per evitare la doppia imposizione e prevenire gli abusi fiscali nel settore delle procedure di ritenuta alla fonte (SWD(2023) 217 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal Difensore civico della provincia autonoma di Trento.

  Il Difensore civico della provincia autonoma di Trento, con lettera pervenuta in data 25 luglio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta nell'anno 2022 (Doc. CXXVIII, n. 5).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Richiesta di parere parlamentare
su atti del Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 21 luglio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 22 aprile 2021, n. 53, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2020/284 che modifica la direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda l'introduzione di taluni obblighi per i prestatori di servizi di pagamento (55).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 3 settembre 2023. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 14 agosto 2023.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 1° GIUGNO 2023, N. 61, RECANTE INTERVENTI URGENTI PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA PROVOCATA DAGLI EVENTI ALLUVIONALI VERIFICATISI A PARTIRE DAL 1° MAGGIO 2023 (A.C. 1194-A/R)

A.C. 1194-A/R – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 1 del provvedimento in esame prevede disposizioni in materia di sospensione dei termini relativi agli adempimenti e versamenti tributari e contributivi;

    è necessario che la sospensione prevista dall'articolo 1, comma 6, del decreto-legge n. 61 del 2023, a favore di tutti gli adempimenti in scadenza tra il 1° maggio 2023 ed il 31 agosto 2023, venga affiancata da una previsione analoga con riguardo alle dichiarazioni delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle attività produttive, relative al periodo d'imposta 2022;

    si ritiene, infatti, necessario posticipare il termine di presentazione delle dichiarazioni di cui al punto precedente al 31 marzo 2024, onde permettere alle imprese di disporre di un lasso di tempo maggiore per ottemperare ai previsti obblighi di legge;

    infatti, molte imprese si trovano in gravi difficoltà a fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di posticipare, attraverso ulteriori iniziative normative, il termine della presentazione delle dichiarazioni delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle attività produttive, relative al periodo d'imposta 2022, e da effettuarsi entro il 30 novembre 2023, al 31 marzo 2024, in modo che le imprese, in grave difficoltà a fronteggiare l'emergenza degli eventi alluvionali, possano avere un lasso di tempo maggiore per adempiere agli obblighi di legge.
9/1194-AR/1. Manes, Steger, Schullian, Gebhard, Gallo.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 4 del decreto-legge in esame prevede misure urgenti in materia di sospensione dei procedimenti e dei termini amministrativi;

    è necessario che tutti i certificati, gli attestati, i permessi, le concessioni, le autorizzazioni, gli atti abilitativi comunque denominati, ivi comprese le comunicazioni e le segnalazioni certificate di inizio attività, nonché le prescrizioni in materia ambientale, urbanistica, paesaggistico-culturale, edilizia, sismica, in scadenza tra il 1 maggio 2023 e la data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e che non sono stati rinnovati, di cui sono titolari i soggetti che, alla data del 1 maggio 2023, hanno la residenza, il domicilio ovvero la sede legale o la sede operativa nei territori indicati nell'allegato 1 del presente decreto, conservino la loro validità sino alla data del 30 novembre 2023;

    ciò si ritiene necessario per non arrecare pregiudizio ai diritti dei privati e delle imprese residenti o domiciliati nei territori di cui all'allegato 1 del decreto-legge n. 61 del 2023, nelle more del ripristino delle normali condizioni di vita,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di intervenire per permettere che tutti gli atti di cui in premessa conservino la loro validità fino alla data del 30 novembre 2023, in modo che i privati e le imprese non subiscano pregiudizi nelle more del ripristino delle normali condizioni di vita.
9/1194-AR/2. Steger, Manes, Schullian, Gebhard, Gallo.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 19 del decreto-legge n. 61 del 2023 prevede procedure di somma urgenza e di protezione civile;

    i comuni di cui all'allegato 1 del decreto-legge in esame abbisognano di procedure più celeri e semplificate per il ripristino degli edifici residenziali o ad uso produttivo per far fronte all'emergenza della ricostruzione che deve avvenire in tempi rapidi al fine di aiutare le popolazioni colpite dagli eventi alluvionali. A tal fine è necessario che la ricostruzione degli edifici residenziali o a uso produttivo, danneggiati dagli eventi alluvionali, sia considerata di manutenzione straordinaria, anche nei casi in cui non è necessaria la presentazione di un titolo abilitativo, previa presentazione di un'apposita comunicazione al comune ai fini della verifica successiva e dell'osservazione da eseguire a fine lavori;

    ciò al fine di favorire, tramite la semplificazione e la celerità, la costruzione di opere considerate fondamentali per i cittadini dei territori colpiti dagli eventi alluvionali. Infatti, le modalità indicate in premessa costituiscono la base per una rapida realizzazione del ripristino degli edifici residenziali o ad uso produttivo, essenziali per la ricostruzione dei territori alluvionati. In ogni caso vengono assicurati i controlli con una verifica successiva e con l'asseverazione a fine lavori,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare le misure indicate in premessa al fine di procedere celermente agli interventi edilizi degli edifici residenziali o ad uso produttivo, in modo da agevolare cittadini ed imprese che operano nei territori colpiti dagli eventi alluvionali e non sovraccaricare le strutture amministrative e tecniche dei Comuni.
9/1194-AR/3. Gallo, Manes, Steger, Schullian, Gebhard.


   La Camera,

   premesso che:

    l'acquacoltura è un'attività produttiva di considerevole rilievo per l'economia del paese nel campo della produzione primaria, in particolare di quella agricola;

    la Commissione europea nei propri Orientamenti strategici per un'acquacoltura dell'UE più sostenibile e competitiva per il periodo 2021-2030, ha sottolineato l'importanza dello sviluppo delle attività di questo settore, che ha un ruolo fondamentale nelle politiche alimentari, occupazionali e agricole dell'Unione europea e della FAO;

    la FAO in particolare, ha sottolineato che si tratta di un settore da incentivare, con l'obiettivo di innovare la tecnologia per soddisfare la domanda globale di cibo acquatico; le tecnologie innovative possono aumentare, infatti, la produttività, ridurre gli sprechi, e migliorare l'inclusione di piccoli operatori nel settore;

    il settore produttivo italiano ha un gap da colmare dell'80 per cento del mercato, dato che l'attuale sistema produttivo corrisponde ad appena il 20 per cento, e ha la necessità di una riconversione verso logiche di maggiore impatto industriale al fine di colmare il disavanzo economico e commerciale;

    nei predetti Orientamenti la Commissione europea ha individuato la necessità di sostenere la crescita del comparto, intensificandola ed espandendola nella direzione dello sviluppo sostenibile, del benessere animale, della promozione dell'occupazione e della tutela del consumatore;

    vi è, dunque, la necessità di stabilizzare il settore, al fine di consentire l'evoluzione, tecnologica e produttiva, che le Istituzioni europee ed internazionali hanno individuato come obiettivo e di individuare i corretti strumenti per garantire la continuità produttiva e riorganizzare il settore secondo tali principi;

    vi è altresì la necessità di non interrompere i cicli produttivi in corso, anche al fine della tutela del benessere animale;

    la recente esclusione dalla delega in materia di riforma delle concessioni demaniali marittime,

    operata dalla legge n. 118 del 2022, insieme alle altre attività produttive insistenti sul demanio marittimo (cantieristica e mitilicoltura), risponde al principio di sussidiarietà e al fatto che non vi è una regolazione europea cogente, limitandosi l'Unione, ad oggi, ad un'azione di coordinamento;

    nel contesto di riorganizzazione e sviluppo appena detto, si inseriscono anche i recenti eventi alluvionali, che hanno colpito Emilia-Romagna, Marche e Toscana, ove insistono numerose aziende del settore, o loro subfornitori, che rendono ancora più urgente una stabilizzazione delle attività del comparto e di quelle affini;

   tutto ciò premesso,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di individuare soluzioni per garantire, nella fase di sviluppo e riorganizzazione tecnologica del settore, anche a valere sulle risorse stanziate nel Fondo di cui all'articolo 12, comma 8, la continuità delle attività su tutto il territorio nazionale, nel rispetto dei cicli produttivi, del benessere animale, del mantenimento dei livelli occupazionali, del sostegno economico al sistema Italia.
9/1194-AR/4. Pierro, Benvenuto, Bof, Montemagni, Pizzimenti, Zinzi.


   La Camera,

   premesso che:

    la regione Lombardia da venerdì 21 luglio 2023 e nel corso dei giorni successivi è stata interessata da intensi fenomeni atmosferici, tempeste di vento, grandinate, violenti temporali che hanno colpito in particolare i territori del milanese, della Brianza, di Bergamo, Cremona, Mantova provocando ingenti danni al patrimonio pubblico, a quello privato, alle infrastrutture e alle attività economiche a partire dal settore agricolo;

    già in precedenza tra 1'11 e il 12 luglio 2023 una ondata di maltempo molto intesa ha colpito Como, comuni limitrofi e il Canturino, facendo registrare allagamenti, tetti scoperchiati, alberi caduti, auto danneggiate, allagamenti con numerosi interventi da parte dei vigili del Fuoco;

    pioggia e vento hanno causato la caduta di alberi e rami che in molti casi hanno bloccato le strade a Como, in particolare il Viadotto dei lavatoi, Grandate, Montano Lucino e Villa Guardia ed anche sulla tratta ferroviaria tra Fino Mornasco e Camerlata;

    tra le zone più colpite vi sono anche Anzano del Parco e Alserio;

    oltre al comasco danni si sono registrati anche nel Varesotto e nel lecchese;

    le amministrazioni stanno provvedendo alla conta dei danni che hanno interessato anche il comparto economico a partire da quello agricolo,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, con tempestività, considerata la portata degli eventi, specifici interventi di sostegno finanziario per i territori citati in premessa e provvedendo a ristorare i comuni e anche i comparti economici colpiti sulla base dei danni registrati.
9/1194-AR/5. Roggiani, Braga.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali;

    in particolare, all'articolo 20-octies, si prevede un piano speciale di interventi «sulle situazioni di dissesto idrogeologico in relazione alle aree colpite dagli eventi calamitosi di cui all'articolo 20-bis, con priorità per le situazioni di dissesto che costituiscono pericolo per centri abitati e infrastrutture, e di interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità e per la delocalizzazione di beni in aree a elevata pericolosità idraulica, nei limiti delle risorse specificatamente finalizzate allo scopo»;

    i temi del consumo del suolo e del dissesto idrogeologico, legati anche agli effetti dei cambiamenti climatici, assumono un ruolo importante e crescente nelle tematiche legate alla sostenibilità ambientale e alla pianificazione urbana, oltre che nella protezione del Paese dalle conseguenze gravissime che comporta un uso non proprio del territorio;

    la degradazione del suolo è dovuta, in particolare, a numerosi fattori spesso interconnessi tra loro, quali la cementificazione, l'abusivismo edilizio, la deforestazione, l'abbandono dei terreni, l'alterazione dei corsi d'acqua, nonché la mancanza o la scarsa manutenzione del suolo;

    tra le principali soluzioni per ridurre le cause del dissesto idrogeologico, certamente figurano gli interventi per la riforestazione delle aree boschive, per il controllo dello sviluppo urbano, per la pulizia e la manutenzione dei corsi d'acqua, nonché per il consolidamento del terreno, ove necessari;

    particolarmente importante, poi, sarebbe l'attuazione di politiche di valorizzazione dell'agricoltura, quale strumento di manutenzione dei terreni, contrastando il fenomeno dell'abbandono degli stessi, e quindi della relativa improduttività;

    appare necessario valorizzare, in particolare, il mondo agricolo, anche in un'ottica di miglioramento ecologico. In tale contesto, non può non essere considerato anche il tema legato alla permeabilità del suolo: un terreno naturalmente fertile, non compattato, ricco di Humus, perciò tendenzialmente seguito o coltivato con metodi naturali (dal biologico, alla permacultura, in Biodinamico, etc.) permette un drenaggio ottimale del terreno, anche in caso di forti piogge. Un'attenzione nel favorire tale modalità (sia per i privati, sia soprattutto per le aziende agricole in aree a rischio), potrebbe ridurre notevolmente l'impatto delle alluvioni,

impegna il Governo:

   ad adottare misure di contrasto al fenomeno dell'abbandono dei terreni e del disboscamento che, in particolare, riconoscano il valore strategico dell'agricoltura sostenibile, quale presidio del territorio;

   a programmare interventi efficaci contro l'abusivismo edilizio e ad introdurre, nel contempo, misure tese ad una pianificazione territoriale integrata di vasta scala, privilegiando una logica di prevenzione, rispetto a quella di gestione dell'emergenza;

   ad adottare politiche che contrastino l'abbandono dei terreni con misure che agevolino gli agricoltori che operano nell'ottica del miglioramento ecologico del territorio, nonché a favorire interventi per incrementare la permeabilità del suolo.
9/1194-AR/6. Soumahoro.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2 del decreto-legge all'esame reca disposizioni urgenti in materia di giustizia civile e penale;

    l'articolo 125, primo comma, del codice di procedura civile prevede che il difensore deve indicare nell'atto introduttivo del giudizio, tra le altre cose, anche il proprio numero di fax;

    dopo 15 anni dall'introduzione dell'obbligo per gli avvocati di dotarsi di un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) e nonostante la Pec si sia da oltre 10 anni affermata nella prassi come strumento generale di comunicazione e di notificazione, vige, quindi, tutt'ora l'obbligo per gli avvocati di dotarsi di un proprio numero di fax;

    il fax è uno strumento ancora ampiamente diffuso e alcune disposizioni di legge prevedono che determinati adempimenti possano essere effettuati in questo modo, ma si tratta di una tecnologia in progressiva obsolescenza e superata dai più moderni strumenti digitali;

    mentre appare opportuno mantenere la possibilità di utilizzare, in alcuni casi, il fax come mezzo di comunicazione e di notificazione, appare altrettanto opportuno, nell'ottica della semplificazione, riflettere sull'opportunità di mantenere l'obbligatorietà per gli avvocati di dotarsi di tale strumento,

impegna il Governo

ad assumere iniziative volte ad eliminare in via sperimentale l'obbligo di dotarsi di un proprio numero di fax per gli avvocati che operano nelle aree interessate dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, anche al fine di adottare successivamente ulteriori iniziative normative volte ad estendere tale previsione a tutto il territorio nazionale.
9/1194-AR/7. Schullian.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 125, primo comma, del codice di procedura civile prevede che il difensore deve indicare nell'atto introduttivo anche il proprio numero di fax;

    tale obbligo risulta non coerente rispetto alle novità introdotte dal decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, che ha eliminato dall'articolo 136 del codice di procedura civile la comunicazione a mezzo telefax parte del cancelliere;

impegna il Governo

a modificare l'articolo 125 del codice di procedura civile nei decreti correttivi al decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, nel senso di eliminare l'obbligo del difensore di indicare il proprio numero di fax.
9/1194-AR/7. (Testo modificato nel corso della seduta)Schullian.


   La Camera,

   premesso che:

    nelle giornate del 2, 3 e 4 maggio 2023, copiose precipitazioni hanno interessato gran parte del territorio della regione Emilia-Romagna, superando i livelli di allarme e i massimi storici mai registrati;

    successivamente, nelle giornate del 15, 16 e 17 maggio 2023, il maltempo ha nuovamente colpito la regione causando l'esondazione di 23 fiumi in oltre 50 punti in 42 comuni della regione nelle province di Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini;

    le mareggiate hanno causato ingenti danni di tipo erosivo nei confronti di diversi litorali della regione, in particolare a quello di Riccione, la cui zona centromeridionale è storicamente affetta dal fenomeno, anche in condizioni ordinarie;

    si ricorda che Riccione, nel 2022, è risultato il diciottesimo comune italiano per ricchezza prodotta dal mercato turistico, con un indotto pari a 0,67 miliardi di euro;

    nel 2022 fu realizzato un intervento di ripascimento della spiaggia su un tratto di oltre 11 chilometri di costa che ha interessato sette località romagnole, Lido di Dante, Milano Marittima, Punta Marina, Misano Adriatico, Cesenatico, Igea Marina e Riccione, con l'alimentazione e riprofilatura della spiaggia mediante l'apporto di circa 1 milione e 500 mila metri cubi di sabbia;

    tale intervento è ora nuovamente necessario a causa dei danni causati dagli eventi atmosferici sopra ricordati;

    la zona di Riccione che è stata meno colpita dal fenomeno erosivo è quella dove furono realizzate barriere soffolte costituite da sacchi di sabbia per la difesa dell'arenile, che però hanno una durata limitata nel tempo;

    esiste un tratto del litorale protetto da barriere composta da moduli in cemento armato con una geometria in grado di dissipare una parte consistente dell'energia del moto ondoso, installate a scopo sperimentale;

    tale sperimentazione ha dato ottimi frutti sia in termini di difesa dell'arenile che in quelli di ripopolamento ittico,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di proporre la realizzazione, nell'ambito delle attività riconducibili a competenze statali, di un nuovo intervento di ripascimento delle spiagge per il 2024, attesa l'importanza che il settore turistico riveste per l'Emilia-Romagna e la Nazione in termini di ricchezza prodotta considerando il P.I.L. diretto e indotto nonché a valutare l'opportunità di prevedere l'installazione di barriere soffolte nei tratti di arenile marino maggiormente soggetti ai fenomeni erosivi, in particolare per quelli di Riccione gravemente lesionati dai recenti eventi atmosferici.
9/1194-AR/8. Colombo.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge in corso di conversione in esame reca Interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    gli enti locali, già gravemente danneggiati, si sono visti costretti ad anticipare ingenti somme per le necessità di immediato intervento durante e successivamente agli eventi alluvionali, subendo al contempo rilevanti perdite di entrate proprie;

    alle maggiori spese sostenute dai comuni, le province e le città metropolitane per il ripristino dai danni all'indomani degli eventi si somma il mancato gettito dovuto alle esenzioni IMU e TARI per gli immobili inagibili – stimato dall'ANCI in circa 175 milioni di euro – nonché la perdita di gettito di altri tributi ed entrate patrimoniali, anche derivante dalla sospensione dei termini previsti per il pagamento di diversi versamenti, ivi inclusi quelli derivanti dalle cartelle di pagamento e da altri atti aventi efficacia esecutiva degli enti territoriali;

    il decreto-legge prevede altresì una serie di oneri burocratici a carico dei comuni, alcuni dei quali non necessari, sui quali una correzione nel corso dell'esame in Commissione avrebbe consentito una maggiore speditezza per gli interventi e per i rimborsi;

    ad esempio l'articolo 20-septies relativo alla ricostruzione privata prevede alla lettera a) che siano allegati alla domanda, tra gli altri, la scheda di rilevazione dei danni redatta da un professionista abilitato e verificata dall'autorità statale competente o da parte del personale tecnico del comune; si tratta di un inutile aggravio amministrativo, laddove alla successiva lettera b) è, comunque, prevista la relazione tecnica asseverata a firma di professionista abilitato;

    un altro inutile aggravio amministrativo è previsto all'articolo 20-novies, dove esclude i comuni dall'elenco dei soggetti attuatori per gli interventi di riparazione, ripristino o ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali, pur prevedendo che le regioni possano delegare ai comuni stessi lo svolgimento di tutta l'attività necessaria alla realizzazione, ma solo con apposito provvedimento,

impegna il Governo:

  a prevedere, nel primo provvedimento utile un incremento degli stanziamenti destinati a favore degli enti locali colpiti dagli eventi alluvionali in oggetto, uniti ad ulteriori misure di flessibilità e proroga per adempimenti di bilancio rispetto a quanto già previsto all'articolo 20 del presente decreto-legge;

   a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di modificare nel primo provvedimento utile le disposizioni citate in premessa, così da eliminare inutili aggravi amministrativi, da un lato includendo in automatico i comuni quali possibili soggetti attuatori degli interventi per la ricostruzione pubblica e, dall'altro escludendo oneri burocratici superflui per la concessione dei contributi relativi alla ricostruzione privata.
9/1194-AR/9. Ruffino.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge in corso di conversione in esame reca interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi in alcuni comuni dell'Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche a partire dal 1° maggio 2023;

    il settore agroalimentare, che risulta essere la seconda voce di export dell'Emilia-Romagna dopo la meccanica, ha subito gravi danni: è stato infatti colpito oltre il 40 per cento della superficie agricola utilizzata e sono circa 21.000 le aziende agricole che operano nell'area interessata, operanti in particolar modo nei settori ortofrutticolo, vitivinicolo, florovivaistico e zootecnico;

    per quanto concerne il settore agroindustriale, nelle aree colpite dagli eventi alluvionali vi sono complessivamente oltre 2.800 unità locali di aziende alimentari e di trasformazione secondaria di varia natura, le quali impiegano oltre 23.000 addetti, quasi la metà dell'intero comparto;

    secondo i dati forniti dalla regione Emilia-Romagna al Governo, i danni totali al settore agroalimentare ammontano ad oltre 1,1 miliardi di euro, considerando solo la diminuzione della sola produzione lorda vendibile;

    oltretutto, le regioni interessate sono già state colpite dalle recenti gelate, le cui conseguenze contribuiranno ad un ulteriore rallentamento nella ripresa delle produzioni dei prossimi anni;

    ciò senza considerare i terreni completamente sradicati, franati, e con perdurante acqua stagnante che ha determinato asfissia per molte colture, molte delle quali dovranno essere con ogni probabilità ripristinate – causando ulteriori ritardi nei raccolti – i danneggiamenti alle strumentazioni, ai mezzi tecnici di produzione, agli impianti di irrigazione e di produzione, alle infrastrutture viarie vicinali e poderali;

    le somme stanziate dai primi cinque commi dell'articolo 12, provenienti dalle risorse in conti residui del Fondo di solidarietà nazionale, rifinanziato dal decreto-legge n. 115 del 2022 per indennizzare le imprese agricole danneggiate dalla siccità, delle quali 50 milioni vincolati per il ristoro dei danni alle produzioni zootecniche, alle strutture aziendali e alle infrastrutture interaziendali e per gli indennizzi alle produzioni vegetali risultano evidentemente insufficienti,

impegna il Governo

a prevedere, nel primo provvedimento utile, ulteriori stanziamenti di risorse a titolo di indennizzo a favore delle imprese agricole e agroalimentari maggiormente colpite dai fenomeni alluvionali, con particolare riguardo a quelle che necessiteranno di diversi anni per tornare a regime.
9/1194-AR/10. Gadda.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge in corso di conversione in esame reca interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi in alcuni comuni dell'Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche a partire dal 1° maggio 2023;

    il settore agroalimentare, che risulta essere la seconda voce di export dell'Emilia-Romagna dopo la meccanica, ha subito gravi danni: è stato infatti colpito oltre il 40 per cento della superficie agricola utilizzata e sono circa 21.000 le aziende agricole che operano nell'area interessata, operanti in particolar modo nei settori ortofrutticolo, vitivinicolo, florovivaistico e zootecnico;

    per quanto concerne il settore agroindustriale, nelle aree colpite dagli eventi alluvionali vi sono complessivamente oltre 2.800 unità locali di aziende alimentari e di trasformazione secondaria di varia natura, le quali impiegano oltre 23.000 addetti, quasi la metà dell'intero comparto;

    secondo i dati forniti dalla regione Emilia-Romagna al Governo, i danni totali al settore agroalimentare ammontano ad oltre 1,1 miliardi di euro, considerando solo la diminuzione della sola produzione lorda vendibile;

    oltretutto, le regioni interessate sono già state colpite dalle recenti gelate, le cui conseguenze contribuiranno ad un ulteriore rallentamento nella ripresa delle produzioni dei prossimi anni;

    ciò senza considerare i terreni completamente sradicati, franati, e con perdurante acqua stagnante che ha determinato asfissia per molte colture, molte delle quali dovranno essere con ogni probabilità ripristinate – causando ulteriori ritardi nei raccolti – i danneggiamenti alle strumentazioni, ai mezzi tecnici di produzione, agli impianti di irrigazione e di produzione, alle infrastrutture viarie vicinali e poderali;

    le somme stanziate dai primi cinque commi dell'articolo 12, provenienti dalle risorse in conti residui del Fondo di solidarietà nazionale, rifinanziato dal decreto-legge n. 115 del 2022 per indennizzare le imprese agricole danneggiate dalla siccità, delle quali 50 milioni vincolati per il ristoro dei danni alle produzioni zootecniche, alle strutture aziendali e alle infrastrutture interaziendali e per gli indennizzi alle produzioni vegetali risultano evidentemente insufficienti,

impegna il Governo

a valutare la previsione, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di ulteriori stanziamenti di risorse a titolo di indennizzo.
9/1194-AR/10. (Testo modificato nel corso della seduta)Gadda.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 6 del provvedimento prevede la possibilità per le università e le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica (AFAM), che hanno sede nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza, di svolgere attività didattiche ed esami per gli anni accademici 2021/2022 e 2022/2023 – con modalità a distanza. Prevede inoltre che siano esonerati dal pagamento delle tasse universitarie per l'anno accademico 2022/2023, gli studenti universitari che abbiano la residenza o il domicilio nelle aree alluvionate;

    si ritiene opportuno dare sostegno agli studenti iscritti presso l'istituzione AFAM Lauree Magistrali rilasciate dalla Fondazione Accademia Internazionale «Incontri col Maestro» di Imola garantendo loro il diritto di accesso a specifiche classi di concorso, quali la A-55 (insegnamento dello strumento musicale negli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado) e alla classe di concorso A56 (insegnamento dello strumento musicale nella scuola secondaria di I grado);

    l'articolo 11 del decreto Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, sulla definizione degli ordinamenti didattici delle Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, prevede che il rilascio di titoli di Alta formazione artistica, musicale e coreutica può essere conferita, con decreto del Ministro, a istituzioni non statali già esistenti alla data di entrata in vigore della legge;

    l'autorizzazione è concessa, su parere del CNAM, in ordine alla conformità dell'ordinamento didattico e in ordine all'adeguatezza delle strutture e del personale alla tipologia dei corsi da attivare,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di prevedere che le istituzioni formative di eccellenza nazionale, quali l'Accademia Internazionale «Incontri col Maestro» di Imola, operanti nei settori di cui all'articolo 1, comma 21 della legge 13 luglio 2015, n. 107, abilitate a rilasciare titoli equipollenti alla laurea, alla laurea magistrale e al diploma di specializzazione alle istituzioni individuate ai sensi dell'articolo 2 della legge 21 dicembre 1999, n. 508, siano escluse dall'obbligo di richiedere l'autorizzazione ai sensi dell'articolo 11 del decreto Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212.
9/1194-AR/11. Deborah Bergamini, Tassinari, Mazzetti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame dispone provvidenze, sostegni e proroghe per i comuni colpiti dall'alluvione del maggio 2023 e dalle conseguenti frane, indicati nell'allegato 1;

    per quanto riguarda la sospensione di termini in relazione a opere pubbliche, il comma 6-bis dell'articolo 4 proroga di sei mesi i termini per l'avvio della realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, per interventi di viabilità e per la messa in sicurezza e lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico anche con la finalità di ridurre l'inquinamento ambientale, per la rigenerazione urbana e la riconversione energetica verso fonti rinnovabili, di cui al comma 136-bis dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145, qualora ricadenti nell'anno 2023 e successivi al 1° maggio 2023;

    il comma 7 prevede che per le assegnazioni a valere sul Fondo per l'avvio di opere indifferibili, di cui all'articolo 26, comma 7, del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, i termini possono essere sospesi se non vi sia il rischio di compromettere parzialmente o totalmente il raggiungimento dei relativi traguardi e obiettivi;

    invece sono esclusi espressamente dalla sospensione i procedimenti relativi al raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    è opportuno assicurare anche ai comuni in allegato 1 la massima partecipazione alle fasi attuative Piano nazionale di ripresa e resilienza,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle norme richiamate in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a consentire ai Ministeri competenti di concedere, ai comuni di cui all'Allegato 1, la proroga delle scadenze relative al raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel rispetto degli impegni assunti con l'Unione europea.
9/1194-AR/12. Saccani Jotti, Tassinari, Mazzetti, Battistoni.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame dispone provvidenze, sostegni e proroghe per i comuni colpiti dall'alluvione del maggio 2023 e dalle conseguenti frane, indicati nell'allegato 1;

    per quanto riguarda la sospensione di termini in relazione a opere pubbliche, il comma 6-bis dell'articolo 4 proroga di sei mesi i termini per l'avvio della realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, per interventi di viabilità e per la messa in sicurezza e lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico anche con la finalità di ridurre l'inquinamento ambientale, per la rigenerazione urbana e la riconversione energetica verso fonti rinnovabili, di cui al comma 136-bis dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145, qualora ricadenti nell'anno 2023 e successivi al 1° maggio 2023;

    il comma 7 prevede che per le assegnazioni a valere sul Fondo per l'avvio di opere indifferibili, di cui all'articolo 26, comma 7, del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, i termini possono essere sospesi se non vi sia il rischio di compromettere parzialmente o totalmente il raggiungimento dei relativi traguardi e obiettivi;

    invece sono esclusi espressamente dalla sospensione i procedimenti relativi al raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    è opportuno assicurare anche ai comuni in allegato 1 la massima partecipazione alle fasi attuative Piano nazionale di ripresa e resilienza,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle norme richiamate in premessa, al fine di adottare eventuali ulteriori iniziative normative volte a consentire ai Ministeri competenti di concedere, ai comuni di cui all'Allegato 1, la proroga delle scadenze relative al raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
9/1194-AR/12. (Testo modificato nel corso della seduta)Saccani Jotti, Tassinari, Mazzetti, Battistoni.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame dispone provvidenze, sostegni e proroghe per i comuni colpiti dall'alluvione del maggio 2023 e dalle conseguenti frane, indicati nell'allegato 1;

    in particolare l'articolo 20 dispone numerose proroga di termini per i comuni colpiti dagli eventi alluvionali, al fine di affrontare la situazione emergenziale;

    per superare le prime fase dell'emergenza, molti comuni hanno adottato la procedura di cui all'articolo 191 comma 2 del TUEL destinata ad autorizzare i lavori pubblici di somma urgenza;

    il Commissario straordinario ha affermato che la somma per gli interventi di somma urgenza legati all'alluvione è tra i 400 e i 500 milioni di euro,

impegna il Governo

ad adottare le misure necessarie a ristorare il più rapidamente possibile ai comuni le spese per lavori di somma urgenza deliberate ai sensi dell'articolo 191 comma 2, del Testo unico degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.
9/1194-AR/13. Tassinari, Saccani Jotti, Mazzetti, Battistoni.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame contempla diverse misure di sostegno alle imprese colpite dagli eventi alluvionali: da un rapido accesso al Fondo di garanzia per le PMI, ai contributi a fondo perduto per le imprese esportatrici, ai contributi per la ricostruzione privata e alla sospensione di termini in favore delle imprese;

    la Direttiva «Habitat» è stata recepita in Italia dal decreto del Presidente della Repubblica 357/97, successivamente modificato dal Presidente della Repubblica n. 120 del 12 marzo 2003;

    le aree che compongono la Rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva «Habitat» intende garantire la protezione della natura tenendo anche conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali;

    il decreto Ministeriale 17 ottobre 2007, il quale prevede criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS) a cui le regioni devono attenersi, stabilisce all'articolo 5, comma 1, lettera n) il divieto all'ampliamento di cave esistenti;

    a seguito degli eccezionali eventi alluvionali di maggio 2023, diversi comuni montani ricompresi nell'allegato del decreto, sono stati fortemente messi in ginocchio anche da un punto vista socioeconomico, poiché una delle principali attività di quei territori – ovvero l'agricoltura – è fortemente compromessa;

    in tali contesti la presenza industriale risulta essere vitale per evitare il fenomeno dello spopolamento sempre più frequente in questi comuni montani ma anche e soprattutto per ridurre la dipendenza dall'estero, migliorare la promozione della sostenibilità e della circolarità della catena di approvvigionamento,

impegna il Governo

a convocare urgentemente nel mese di settembre 2023 un tavolo di confronto tra il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, le regioni, le province e le imprese interessate, al fine di consentire, nelle more della normativa sul tema, una deroga al divieto di ampliamento delle cave esistenti nei comuni montani colpiti dagli eventi alluvionali, entro limiti ben definiti, al fine di garantire una più rapida autonomia dell'Italia nell'approvvigionamento di materie essenziali per la sostenibilità ambientali e la transizione ecologica e tutelare il tessuto socio-economico dei comuni montani.
9/1194-AR/14. Battilocchio, Battistoni, Mazzetti, Cortelazzo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame dispone provvidenze, sostegni e proroghe per i comuni colpiti dall'alluvione del maggio 2023 e dalle conseguenti frane, indicati nell'allegato 1;

    l'alluvione ha colpito anche alcuni comuni della provincia di Firenze, situati al confine con l'Emilia-Romagna ed elencati nel citato allegato 1. Tra questi comuni manca il comune di San Godenzo, nonostante che la regione Toscana lo abbia individuato tra i comuni maggiormente colpiti;

    l'acqua caduta è la stessa che ha determinato i gravissimi danni in Romagna e i fiumi sono i medesimi: il Lamone, il Santerno, il Senio. Per fortuna i lavori fatti da regione, comuni e Consorzi di bonifica hanno evitato esondazioni, ma ci sono state quasi 200 frane, di cui circa 70 sulle strade provinciali;

    il sindaco di Firenze e il presidente della regione Toscana hanno chiesto che l'Alto Mugello sia inserito nel decreto sullo stato di emergenza nazionale. In particolare a San Godenzo i danni alle colture sono ingenti, la viabilità è stata interrotta, in particolare lungo la strada statale 67 Tosco Romagnola, e l'instabilità dei versanti mette in sicurezza il suo corretto ripristino,

impegna il Governo

a inserire il comune di San Godenzo nell'elenco dei territori colpiti dall'alluvione del maggio 2023 di cui all'allegato 1 del provvedimento in esame, al fine di consentire a tale comune di accedere ai sostegni del presente provvedimento in condizioni di parità con gli altri comuni colpiti dall'alluvione e dagli eventi franosi.
9/1194-AR/15. Cortelazzo, Mazzetti, Battistoni, Tassinari.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 1 comma 10 del provvedimento in esame dispone la proroga del superbonus edilizio 110 per cento con riferimento agli interventi edilizi effettuati su unità immobiliari ubicate nei comuni colpiti dall'alluvione, di cui all'allegato 1;

    in particolare dispone la proroga al 31 dicembre 2023 della detrazione 110 per cento per gli interventi effettuati su unità immobiliari unifamiliari dalle persone fisiche, fino a un massimo di 2 unità, a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell'intervento complessivo;

    è opportuno tutelare tutte le situazioni in cui, dopo il 31 dicembre 2023, si decade dal beneficio del credito d'imposta edilizio nella misura del 110 per cento, evitando che per i soggetti che hanno subito gli effetti dell'alluvione scatti, sulle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 la riduzione al 70 per cento ordinariamente prevista dal legislatore. Ciò in perfetta sintonia con quanto già previsto dalla norma per gli edifici «unifamiliari» per i quali alla data del 30 settembre 2022 era stato già eseguito il 30 per cento dei lavori,

impegna il Governo

a prevedere che la proroga del credito d'imposta 110 per cento per la ristrutturazione edilizia, prevista dal comma 10 dell'articolo 1, sia estesa ai condomini e agli IACP.
9/1194-AR/16. Mazzetti, Tassinari, Battistoni, Cortelazzo.


   La Camera,

   premesso che:

    nella prima stima predisposta dalla regione Emilia-Romagna – illustrata dal Presidente Bonaccini già il 15 giugno al primo incontro del Tavolo permanente fra l'Esecutivo e gli Enti locali e depositata in audizione presso la Commissione ambiente il 21 giugno scorso – i danni derivanti dagli eventi alluvionali ammonterebbero a 9 miliardi di euro;

    di questi, i danneggiamenti a privati sono stimati in 2,1 miliardi, con oltre 70.300 edifici coinvolti, di cui 1.890 da frane;

    le imprese danneggiate sarebbero 14.200, con danni stimati in circa 1,2 miliardi di euro;

    in relazione alla cosiddetta ricostruzione privata, il decreto-legge prevede un'autorizzazione di spesa di 120 milioni di euro per l'anno 2023, cifra assolutamente insufficiente a far fronte all'emergenza;

    nello specifico l'articolo 20-sexies, che riproduce l'articolo 5 del cosiddetto «decreto-legge Ricostruzione», disciplina la procedura con cui il Commissario straordinario individua i parametri per la ricostruzione degli immobili danneggiati dagli eventi alluvionali nonché per la procedura per la concessione, l'erogazione e la revoca dei contributi, prevedendo compiti istruttori per i comuni;

   considerato il ritardo accumulato – relativo sia all'emanazione del decreto-legge per la ricostruzione, avvenuta il 5 luglio, che alla nomina del Commissario straordinario, giunta il 6 luglio, ovvero dopo più di due mesi dall'inizio degli eventi alluvionali che hanno colpito la regione –, nonché la dichiarata intenzione del Commissario di dare priorità alla messa in sicurezza rispetto alla ricostruzione, è possibile ipotizzare che le tempistiche con cui i privati e le imprese potranno ricevere dallo Stato un supporto per la ricostruzione degli immobili danneggiati saranno lunghi,

impegna il Governo

ad incrementare, nel primo provvedimento utile, le risorse da destinare alla ricostruzione privata e ad assicurare che le procedure previste in merito dal decreto-legge in esame procedano nei tempi ivi previsti.
9/1194-AR/17. Richetti.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal giorno 1° maggio 2023 si sono verificati eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità che hanno interessato il territorio delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, e Rimini e che si sono estese dal 16 maggio al territorio dei comuni di Firenzuola, di Marradi, di Palazzuolo sul Senio e di Londa della città Metropolitana di Firenze, e al territorio dei comuni di Fano, di Gabicce Mare, di Monte Grimano Terme, di Montelabbate, di Pesaro, di Sassocorvaro Auditore e di Urbino della provincia di Pesaro e Urbino;

    tali eventi hanno determinato una grave situazione di pericolo per i cittadini, causando vittime, sfollati, e l'isolamento di diverse località nonché gravi danni per le realtà produttive locali;

    il provvedimento in esame reca una serie di importanti misure che si sono dimostrate indispensabili per contrastare la prima fase dell'emergenza e dare un primo respiro alla popolazione colpita;

   considerato, inoltre che il settore agricolo ha subito ingenti danni, tali da interessare quasi 21 mila aziende agricole dell'Emilia-Romagna che stanno facendo i conti con le perdite e i danni subiti che coinvolgono anche gli oltre 41 mila addetti, più della metà degli occupati nel settore;

    le coltivazioni ortofrutticole e vitivinicole colpite dall'alluvione rappresentano il 45 per cento circa della superficie ortofrutticola della regione Emilia-Romagna, pari a quasi 80 mila ettari;

    il settore zootecnico ha subito gravi danni con il coinvolgimento di allevamenti di suini, ovini, faraone, tacchini, polli, bovini, cavalli,

impegna il Governo:

   a prevedere ulteriori misure a sostegno del settore agricolo al fine di far fronte alle perdite delle produzioni, anche zootecniche, dei raccolti nei terreni agricoli e produttivi in relazione ai danni effettivamente subiti;

   a prevedere ulteriori interventi finalizzati al ripristino dei terreni agricoli e produttivi danneggiati;

   a prevedere ulteriori interventi per far fronte agli oneri sostenuti per la bonifica dei terreni interessati dalla presenza di residuali bellici.
9/1194-AR/18. Dondi.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal giorno 1° maggio 2023 si sono verificati eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità che hanno interessato il territorio delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, e Rimini e che si sono estese dal 16 maggio al territorio dei comuni di Firenzuola, di Marradi, di Palazzuolo sul Senio e di Londa della città Metropolitana di Firenze, e al territorio dei comuni di Fano, di Gabicce Mare, di Monte Grimano Terme, di Montelabbate, di Pesaro, di Sassocorvaro Auditore e di Urbino della provincia di Pesaro e Urbino;

    tali eventi hanno determinato una grave situazione di pericolo per i cittadini, causando vittime, sfollati, e l'isolamento di diverse località nonché gravi danni per le realtà produttive locali;

    il provvedimento in esame reca una serie di importanti misure che si sono dimostrate indispensabili per contrastare la prima fase dell'emergenza e dare un primo respiro alla popolazione colpita;

   considerato, inoltre che il settore agricolo ha subito ingenti danni, tali da interessare quasi 21 mila aziende agricole dell'Emilia-Romagna che stanno facendo i conti con le perdite e i danni subiti che coinvolgono anche gli oltre 41 mila addetti, più della metà degli occupati nel settore;

    le coltivazioni ortofrutticole e vitivinicole colpite dall'alluvione rappresentano il 45 per cento circa della superficie ortofrutticola della regione Emilia-Romagna, pari a quasi 80 mila ettari;

    il settore zootecnico ha subito gravi danni con il coinvolgimento di allevamenti di suini, ovini, faraone, tacchini, polli, bovini, cavalli,

impegna il Governo:

   a prevedere, compatibilmente con i saldi di bilancio, ulteriori misure a sostegno del settore agricolo al fine di far fronte alle perdite delle produzioni, anche zootecniche, dei raccolti nei terreni agricoli e produttivi in relazione ai danni effettivamente subiti;

   a prevedere, compatibilmente con i saldi di bilancio, ulteriori interventi finalizzati al ripristino dei terreni agricoli e produttivi danneggiati;

   a prevedere, compatibilmente con i saldi di bilancio, ulteriori interventi per far fronte agli oneri sostenuti per la bonifica dei terreni interessati dalla presenza di residuali bellici.
9/1194-AR/18. (Testo modificato nel corso della seduta)Dondi.


   La Camera,

   premesso che:

    il territorio dell'Emilia-Romagna, a maggio, è stato interessato da due eventi atmosferici in sequenza, senza precedenti, in meno di venti giorni con precipitazione cumulata mensile che ha superato i 450 millimetri in varie località;

    l'evento dal 15 maggio al 17 maggio ha causato l'esondazione di 21 fiumi e allagamenti diffusi in 37 comuni. Si sono registrati picchi di 300 millimetri sui bacini del crinale e collina forlivese. Sulla stessa area, sulle colline e montagna ravennate e sul settore orientale del bolognese sono in media caduti tra i 150 e i 200 millimetri. Sulla pianura cesenate forlivese fino a 150 millimetri. Complessivamente risultano almeno un migliaio di frane, di cui circa 300 più significative concentrate in 54 comuni;

    complessivamente sono stati interessati 79 comuni che si estendono su una superficie di 6.800 chilometri quadrati, (il 30 per cento del totale regionale), abitata da un milione e 164mila persone (corrispondente al 26 per cento della popolazione dell'Emilia-Romagna);

    i dati stimati diffusi dalla regione ipotizzano un impatto negativo attestato tra i sette e i dieci miliardi di euro di danni;

    gli sfollati sono stati circa 23.081 la maggior parte, 16.445, nel ravennate, poi 4.462 in provincia di Forlì-Cesena e 2.174 nel bolognese;

    si ipotizzano perdite occupazioni nella sola intera filiera agro-alimentare di almeno 50 mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione;

    secondo le elaborazioni fornite dal Centro studi di Unioncamere Emilia-Romagna, nel 2022 il valore aggiunto, quindi la ricchezza creata, dai comuni colpiti dall'alluvione ammontava a oltre 38 miliardi di euro, il 24 per cento del PIL regionale, il 2,2 per cento di quello nazionale;

    poiché le previsioni formulate ad aprile ipotizzavano una crescita dello 0,7 per cento che avrebbe portato a superare i 40 miliardi di euro, è evidente che all'indomani delle calamità naturali verificatesi, l'impatto occupazionale ed economico non solo sarà negativo, ma elevatissimo e diffuso a tutti i settori e le filiere economiche;

    l'agricoltura vale il 3,2 per cento del valore aggiunto territoriale, l'industria oltre il 27 per cento a certificare un'area a forte vocazione manifatturiera con una spiccata specializzazione nell'agroalimentare. Ne è ulteriore testimonianza l'incidenza del valore aggiunto agricolo sul corrispondente dato nazionale, pari al 3,7 per cento;

    sono quasi 130 mila le unità locali attive nei 79 comuni considerati, imprese che danno occupazione a oltre 443 mila persone. I settori che contano più addetti sono quelli del commercio, dei servizi alle imprese, dell'agroalimentare e dell'alloggio-ristorazione. Il 40 per cento dell'occupazione regionale dell'industria del legno e dei mobili in legno e quasi il 5 per cento dei lavoratori italiani della meccanica operano in alcuni dei territori colpiti,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare, anche alla luce dei dati sopra riportati, la detassazione delle erogazioni liberali effettuate dalle imprese in favore dei lavoratori dipendenti residenti nei comuni interessati dall'alluvione e finalizzate alle spese di recupero dei danni subiti a seguito dell'alluvione e la detassazione dei contributi pubblici erogati a favore di imprese operanti nei comuni interessati dall'alluvione, a compensazione dei danni subiti a seguito dell'alluvione.
9/1194-AR/19. Giovine, Ambrosi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede una serie di interventi e misure volte a favore dei territori colpiti dall'alluvione de qua e al superamento della fase emergenziale; sospensioni e differimenti dei termini in materia fiscale e contributiva, in materia di giustizia amministrativa; misure per l'istruzione e la continuità didattica, per il sostegno al reddito dei lavoratori impossibilitati a proseguire l'attività; altre disposizioni a favore di turismo, imprese agricole, strutture sanitarie e recupero del patrimonio culturale;

    la perimetrazione dei territori interessati è stata cristallizzata nell'allegato 1 del provvedimento de quo, più in particolare sono 91 i comuni interessati, ubicati presso le regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche;

    gli eccezionali eventi alluvionali summenzionati hanno causato danni ingenti, lasciando un'impronta indelebile, con conseguenze che rischiano di perdurare ancora a lungo, coinvolgendo in modo massivo il contesto socio-economico;

    l'estensione di tali danni appare ancor più ampia di quanto previsto nel citato allegato;

    invero, a partire dal giorno 16 maggio 2023, gli eventi hanno interessato altri territori della regione Marche, in particolare la porzione centro-settentrionale, coinvolgendo le province di Pesaro e Urbino e di Ancona nella fase iniziale, successivamente anche la parte centro-meridionale della regione;

    la regione Marche, con nota prot. 580420 datata 18 maggio 2023, ha quindi richiesto al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare e al dipartimento della protezione civile, la deliberazione dello stato di emergenza, ai sensi dell'articolo 24, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018 «Codice della protezione civile»;

    l'anzidetto articolo 24, comma 1, prevede, tra l'altro, che il Dipartimento della protezione civile possa deliberare lo stato d'emergenza di rilievo nazionale, fissandone la durata e determinandone l'estensione territoriale con riferimento alla natura e alla qualità degli eventi che presentano i requisiti di cui all'articolo 7, comma 1, lettera c), sulla base dei dati e delle informazioni disponibili e in raccordo con le regioni e province autonome interessate;

    a tal fine, la regione Marche – con nota del 19.05.2023 rubricata al numero 80.40.30/2023/PCST/182 – ha richiesto ai sindaci dei comuni della regione una stima per la ricognizione delle misure adottate per far fronte all'emergenza occorsa, con riferimento alle risorse umane, strumentali e finanziarie già impiegate nonché a quelle ulteriormente ritenute necessarie, con l'indicazione, delle voci dei costi per ciascun intervento, relativamente alle lettere da a) ad e) del comma 2 dell'articolo 25, decreto legislativo n. 1 del 2018,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere, con il primo provvedimento utile, l'estensione delle disposizioni de quo anche agli altri comuni marchigiani che, alla sopracitata nota della regione Marche del 19 maggio 2023, abbiano fornito dati e informazioni idonee, previa loro verifica da parte del Dipartimento della Protezione Civile.
9/1194-AR/20. Baldelli.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede una serie di interventi e misure volte a favore dei territori colpiti dall'alluvione de qua e al superamento della fase emergenziale; sospensioni e differimenti dei termini in materia fiscale e contributiva, in materia di giustizia amministrativa; misure per l'istruzione e la continuità didattica, per il sostegno al reddito dei lavoratori impossibilitati a proseguire l'attività; altre disposizioni a favore di turismo, imprese agricole, strutture sanitarie e recupero del patrimonio culturale;

    la perimetrazione dei territori interessati è stata cristallizzata, per alcune misure di sospensione e di sostegno, nell'allegato 1 del provvedimento de quo, più in particolare sono 91 i comuni interessati, ubicati presso le regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche;

    gli eccezionali eventi alluvionali summenzionati hanno causato danni ingenti, lasciando un'impronta indelebile, con conseguenze che rischiano di perdurare ancora a lungo, coinvolgendo in modo massivo il contesto socio-economico;

    l'estensione di tali danni appare ancor più ampia di quanto previsto nel citato allegato;

    invero, a partire dal giorno 16 maggio 2023, gli eventi hanno interessato altri territori della regione Marche, in particolare la porzione centro-settentrionale, coinvolgendo le province di Pesaro e Urbino e di Ancona nella fase iniziale, successivamente anche la parte centro-meridionale della regione;

    la regione Marche, con nota prot. 580420 datata 18 maggio 2023, ha quindi richiesto al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare e al dipartimento della protezione civile, la deliberazione dello stato di emergenza, ai sensi dell'articolo 24, comma 1, del decreto legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018 «Codice della protezione civile»;

    l'anzidetto articolo 24, comma 1, prevede, tra l'altro, che il Dipartimento della protezione civile possa deliberare lo stato d'emergenza di rilievo nazionale, fissandone la durata e determinandone l'estensione territoriale con riferimento alla natura e alla qualità degli eventi che presentano i requisiti di cui all'articolo 7, comma 1, lettera c), sulla base dei dati e delle informazioni disponibili e in raccordo con le regioni e province autonome interessate;

    a tal fine, la regione Marche – con nota del 19.05.2023 rubricata al numero 80.40.30/2023/PCST/182 – ha richiesto ai sindaci dei comuni della regione una stima per la ricognizione delle misure adottate per far fronte all'emergenza occorsa, con riferimento alle risorse umane, strumentali e finanziarie già impiegate nonché a quelle ulteriormente ritenute necessarie, con l'indicazione, delle voci dei costi per ciascun intervento, relativamente alle lettere da a) ad e) del comma 2 dell'articolo 25, decreto legislativo n. 1 del 2018,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere, con il primo provvedimento utile, l'estensione delle disposizioni de quo anche agli altri comuni marchigiani che, alla sopracitata nota della regione Marche del 19 maggio 2023, abbiano fornito dati e informazioni idonee.
9/1194-AR/20. (Testo modificato nel corso della seduta)Baldelli.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 1 del provvedimento in esame prevede agevolazioni in materia di adempimenti e versamenti tributari e contributivi nei confronti dei soggetti che, alla data del 1° maggio 2023, avevano la residenza ovvero la sede legale o la sede operativa nel territorio dei comuni colpiti dall'alluvione del mese di maggio 2023;

   considerato che,

    il Capo II del decreto-legge 20 giugno 2017 n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2017 n. 123 e successive modificazioni, nell'ambito degli interventi urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno, ha previsto e disciplinato la possibilità di istituzione delle Zone Economiche Speciali (ZES) all'interno delle quali le imprese già operative o di nuovo insediamento possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative;

    le Zone Economiche Speciali (ZES) hanno come obiettivo l'attrazione degli investimenti, sviluppare infrastrutture, favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e promuovere la crescita delle esportazioni e delle attività industriali;

   ritenuto che,

    è quanto mai necessario garantire il soccorso e l'assistenza a persone e aziende colpite dall'alluvione creando condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, così da contribuire al rapido superamento della fase emergenziale,

impegna il Governo

ad estendere ai territori di cui alle dichiarazioni dello stato di emergenza del 4 e del 23 maggio 2023, a decorrere dal 1° maggio 2023 e per un periodo non superiore a 5 anni, le caratteristiche e le agevolazioni delle Zone economiche speciali di cui all'articolo 5 del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2017, n. 123.
9/1194-AR/21. Scerra, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo, Ascari.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 18 del provvedimento in esame prevede il rifinanziamento del fondo per le emergenze nazionali per 200 milioni di euro per l'anno 2023, al fine di avviare i primi interventi emergenziali nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per l'assistenza alla popolazione e il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture strategiche, nonché per ripristinare la capacità operativa delle componenti e delle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile. Lo stesso altresì il finanziamento degli interventi da eseguire nei territori delle Marche colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici verificatisi a partire dal 15 settembre 2022;

    i Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta «caldera», cioè un'area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive. La caldera dei Campi Flegrei si estende da Monte di Procida a Posillipo e comprende anche una parte sottomarina nel Golfo di Pozzuoli. All'interno della caldera, negli ultimi 15.000 anni si sono avute oltre 70 eruzioni che hanno formato edifici vulcanici, crateri e laghi vulcanici ancora ben visibili come Astroni, la Solfatara e il lago di Averno. L'ultima eruzione, avvenuta nel 1538, è stata preceduta da un sollevamento del suolo che in due anni ha raggiunto 19 metri e ha dato origine al vulcano Monte Nuovo. Da allora la caldera è quiescente, cioè «dormiente», ma mostra segnali di attività quali sismicità, fumarole e deformazioni del suolo;

    i Campi Flegrei presentano un rischio vulcanico molto elevato per la presenza di numerosi centri abitati nell'area e per la loro immediata vicinanza alla città di Napoli. A differenza di quanto avviene nei vulcani con apparato centrale, l'area di possibile apertura di bocche eruttive è molto ampia;

    ciò ha reso difficile predisporre il Piano Nazionale di Emergenza per il Rischio Vulcanico. La pianificazione è partita nel 2001 ed è stata costantemente rivista e aggiornata nel corso degli anni, ridefinendo gli scenari di riferimento, la perimetrazione delle zone di rischio e i piani di allontanamento;

   considerato che:

    attualmente il livello di allerta per i Campi Flegrei è giallo e la fase operativa adottata è di «attenzione». La «zona rossa» (ridefinita nell'allegato 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 giugno 2016: «Disposizioni per l'aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei») è l'area per cui l'evacuazione preventiva è individuata quale unica misura di salvaguardia della popolazione. Essa comprende: i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, per intero; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli (quartieri di: Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo, Posillipo, Chiaia, una parte di Arenella, Vomero, Chiaiano e San Ferdinando). Nell'area vivono oltre 500 mila abitanti;

    la caldera è, inoltre, caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, cioè un ciclico e lento sollevamento e abbassamento del suolo. Le maggiori crisi bradisismiche più recenti si sono avute nei periodi 1969-1972 e 1982-1984 e hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre tre metri e migliaia di terremoti. Durante queste crisi i residenti del centro storico di Pozzuoli sono stati evacuati e ricollocati in quartieri periferici e/o fuori città;

    sebbene il meccanismo del bradisismo non sia stato ancora completamente compreso, è opinione consolidata che le cause del fenomeno risiedano nell'interazione tra il sistema vulcanico e la falda acquifera superficiale. L'aumento di temperatura e di pressione nelle rocce del sottosuolo e nella falda determinano infatti il sollevamento dell'area secondo una geometria a «cupola» centrata sulla città di Pozzuoli;

    la «pressione» prodotta nel sottosuolo produce anche la rottura delle rocce e quindi i terremoti; all'aumentare della «pressione» aumentano sia il sollevamento che i terremoti;

    è bene precisare che una crisi bradisismica non segnala necessariamente l'approssimarsi di un'eruzione. Tuttavia è in grado, anche da sola, di causare danni agli edifici e disagi alla popolazione;

   ritenuto inoltre che:

    dopo la crisi del 1982-1984 il suolo ha ripreso ad abbassarsi fino a novembre 2005, quando è cominciata una nuova fase ascendente che ha prodotto ad oggi, nel centro di Pozzuoli (area di massima deformazione), un innalzamento del suolo di circa 110 centimetri, di cui 76 centimetri a partire dal 2016;

    la velocità di sollevamento è stata nel complesso mediamente bassa, con delle punte di accelerazione come quella del 2012 che determinò il passaggio al livello di allerta giallo e alla fase operativa di attenzione, nella quale tuttora si permane;

    dallo scorso novembre 2022 si sta registrando un nuovo aumento della velocità di sollevamento (1,5 cm/mese) con conseguente incremento dell'attività sismica sia in termini frequenza degli accadimenti sia in termini di intensità;

    nel corso degli ultimi 12 mesi i terremoti sono stati 4.260, di cui 660 nell'ultimo mese di maggio (Md max=3.5±0.3; evento del 08 maggio 2023). Domenica 11 giugno 2023 si è registrata una forte scossa con magnitudo 3.6 (la più alta dal 1985 ad oggi insieme a quella del 29 marzo 2022 di pari grado) con epicentro nella parte bassa della città ad una profondità di circa 3 chilometri;

    è necessario evidenziare che sebbene la magnitudo dei terremoti non sia particolarmente elevata, gli ipocentri, concentrati quasi interamente all'interno del Comune di Pozzuoli, sono molto superficiali (entro i 4 chilometri), pertanto le scosse sono spesso percepite in modo violento dai cittadini;

    ecco perché quando ci si riferisce ai Campi Flegrei si parla di forti scosse anche per magnitudo contenute comprese tra 2 e 3. Se poi la magnitudo aumenta oltre il 3.0 e raggiunge la 4.0 possono esserci seri danni agli edifici non armati e causare persino dei crolli;

    a ciò occorre aggiungere che la dilatazione del suolo, legata al sollevamento, sottopone gli edifici e le infrastrutture a stress aggiuntivi che possono impattare sulla loro staticità, soprattutto nell'area di massima deformazione che, come già detto, è situata nel centro storico della città di Pozzuoli (+110 centimetri rispetto a novembre 2006);

    l'intensificarsi del fenomeno, per tutto quanto suesposto, sta fortemente preoccupando la cittadinanza. Pertanto, al fine di prevenire e mitigare il rischio e restituire tranquillità alla popolazione,

impegna il Governo

ad incrementare il fondo nazionale per la prevenzione del rischio sismico, istituito all'articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009 n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, destinando le risorse aggiuntive ai comuni della zona rossa dei Campi Flegrei, soggetti al fenomeno del bradisismo, prevedendo che alla ripartizione e alla definizione delle modalità di utilizzo dei fondi aggiuntivi provvedano, con apposita ordinanza, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, sentiti la regione Campania e i comuni interessati, tenendo conto della diversa distribuzione del rischio sui vari territori e consentendo una verifica straordinaria degli edifici pubblici e privati, ricorrendo anche al Nucleo Tecnico Nazionale, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 luglio 2014.
9/1194-AR/22. Caso, De Luca, Graziano, Borrelli.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 18 del provvedimento in esame prevede il rifinanziamento del fondo per le emergenze nazionali per 200 milioni di euro per l'anno 2023, al fine di avviare i primi interventi emergenziali nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per l'assistenza alla popolazione e il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture strategiche, nonché per ripristinare la capacità operativa delle componenti e delle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile. Lo stesso altresì il finanziamento degli interventi da eseguire nei territori delle Marche colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici verificatisi a partire dal 15 settembre 2022;

    i Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva con una struttura detta «caldera», cioè un'area ribassata di forma quasi circolare che si è formata per effetto di grandi eruzioni esplosive. La caldera dei Campi Flegrei si estende da Monte di Procida a Posillipo e comprende anche una parte sottomarina nel Golfo di Pozzuoli. All'interno della caldera, negli ultimi 15.000 anni si sono avute oltre 70 eruzioni che hanno formato edifici vulcanici, crateri e laghi vulcanici ancora ben visibili come Astroni, la Solfatara e il lago di Averno. L'ultima eruzione, avvenuta nel 1538, è stata preceduta da un sollevamento del suolo che in due anni ha raggiunto 19 metri e ha dato origine al vulcano Monte Nuovo. Da allora la caldera è quiescente, cioè «dormiente», ma mostra segnali di attività quali sismicità, fumarole e deformazioni del suolo;

    i Campi Flegrei presentano un rischio vulcanico molto elevato per la presenza di numerosi centri abitati nell'area e per la loro immediata vicinanza alla città di Napoli. A differenza di quanto avviene nei vulcani con apparato centrale, l'area di possibile apertura di bocche eruttive è molto ampia;

    ciò ha reso difficile predisporre il Piano Nazionale di Emergenza per il Rischio Vulcanico. La pianificazione è partita nel 2001 ed è stata costantemente rivista e aggiornata nel corso degli anni, ridefinendo gli scenari di riferimento, la perimetrazione delle zone di rischio e i piani di allontanamento;

   considerato che:

    attualmente il livello di allerta per i Campi Flegrei è giallo e la fase operativa adottata è di «attenzione». La «zona rossa» (ridefinita nell'allegato 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 giugno 2016: «Disposizioni per l'aggiornamento della pianificazione di emergenza per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei») è l'area per cui l'evacuazione preventiva è individuata quale unica misura di salvaguardia della popolazione. Essa comprende: i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, per intero; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli (quartieri di: Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo, Posillipo, Chiaia, una parte di Arenella, Vomero, Chiaiano e San Ferdinando). Nell'area vivono oltre 500 mila abitanti;

    la caldera è, inoltre, caratterizzata dal fenomeno del bradisismo, cioè un ciclico e lento sollevamento e abbassamento del suolo. Le maggiori crisi bradisismiche più recenti si sono avute nei periodi 1969-1972 e 1982-1984 e hanno fatto registrare un sollevamento del suolo complessivo di oltre tre metri e migliaia di terremoti. Durante queste crisi i residenti del centro storico di Pozzuoli sono stati evacuati e ricollocati in quartieri periferici e/o fuori città;

    sebbene il meccanismo del bradisismo non sia stato ancora completamente compreso, è opinione consolidata che le cause del fenomeno risiedano nell'interazione tra il sistema vulcanico e la falda acquifera superficiale. L'aumento di temperatura e di pressione nelle rocce del sottosuolo e nella falda determinano infatti il sollevamento dell'area secondo una geometria a «cupola» centrata sulla città di Pozzuoli;

    la «pressione» prodotta nel sottosuolo produce anche la rottura delle rocce e quindi i terremoti; all'aumentare della «pressione» aumentano sia il sollevamento che i terremoti;

    è bene precisare che una crisi bradisismica non segnala necessariamente l'approssimarsi di un'eruzione. Tuttavia è in grado, anche da sola, di causare danni agli edifici e disagi alla popolazione;

   ritenuto inoltre che:

    dopo la crisi del 1982-1984 il suolo ha ripreso ad abbassarsi fino a novembre 2005, quando è cominciata una nuova fase ascendente che ha prodotto ad oggi, nel centro di Pozzuoli (area di massima deformazione), un innalzamento del suolo di circa 110 centimetri, di cui 76 centimetri a partire dal 2016;

    la velocità di sollevamento è stata nel complesso mediamente bassa, con delle punte di accelerazione come quella del 2012 che determinò il passaggio al livello di allerta giallo e alla fase operativa di attenzione, nella quale tuttora si permane;

    dallo scorso novembre 2022 si sta registrando un nuovo aumento della velocità di sollevamento (1,5 cm/mese) con conseguente incremento dell'attività sismica sia in termini frequenza degli accadimenti sia in termini di intensità;

    nel corso degli ultimi 12 mesi i terremoti sono stati 4.260, di cui 660 nell'ultimo mese di maggio (Md max=3.5±0.3; evento del 08 maggio 2023). Domenica 11 giugno 2023 si è registrata una forte scossa con magnitudo 3.6 (la più alta dal 1985 ad oggi insieme a quella del 29 marzo 2022 di pari grado) con epicentro nella parte bassa della città ad una profondità di circa 3 chilometri;

    è necessario evidenziare che sebbene la magnitudo dei terremoti non sia particolarmente elevata, gli ipocentri, concentrati quasi interamente all'interno del Comune di Pozzuoli, sono molto superficiali (entro i 4 chilometri), pertanto le scosse sono spesso percepite in modo violento dai cittadini;

    ecco perché quando ci si riferisce ai Campi Flegrei si parla di forti scosse anche per magnitudo contenute comprese tra 2 e 3. Se poi la magnitudo aumenta oltre il 3.0 e raggiunge la 4.0 possono esserci seri danni agli edifici non armati e causare persino dei crolli;

    a ciò occorre aggiungere che la dilatazione del suolo, legata al sollevamento, sottopone gli edifici e le infrastrutture a stress aggiuntivi che possono impattare sulla loro staticità, soprattutto nell'area di massima deformazione che, come già detto, è situata nel centro storico della città di Pozzuoli (+110 centimetri rispetto a novembre 2006);

    l'intensificarsi del fenomeno, per tutto quanto suesposto, sta fortemente preoccupando la cittadinanza. Pertanto, al fine di prevenire e mitigare il rischio e restituire tranquillità alla popolazione,

impegna il Governo

ad incrementare il fondo nazionale per la prevenzione del rischio sismico, istituito all'articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009 n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, valutando l'opportunità di destinare le risorse aggiuntive ai comuni della zona rossa dei Campi Flegrei, soggetti al fenomeno del bradisismo, prevedendo che alla ripartizione e alla definizione delle modalità di utilizzo dei fondi aggiuntivi provvedano, con apposita ordinanza, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, sentiti la regione Campania e i comuni interessati, tenendo conto della diversa distribuzione del rischio sui vari territori e consentendo una verifica straordinaria degli edifici pubblici e privati, ricorrendo anche al Nucleo Tecnico Nazionale, istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 luglio 2014.
9/1194-AR/22. (Testo modificato nel corso della seduta)Caso, De Luca, Graziano, Borrelli.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 14 incrementa di un euro, dal 15 giugno 2023 al 15 settembre 2023, il costo dei biglietti di ingresso negli istituti e luoghi della cultura di appartenenza statale al fine di finanziare e avviare gli interventi di tutela e ricostruzione del patrimonio culturale, pubblico e privato, inclusi i musei, danneggiato in conseguenza degli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    il medesimo articolo istituisce, quindi, nello stato di previsione del Ministero della cultura, un apposito fondo destinato a interventi di: tutela e ricostruzione del patrimonio culturale, pubblico e privato, inclusi i musei, danneggiato in conseguenza degli eventi alluvionali; attività di supporto tecnico e amministrativo-contabile da attuare, nei territori interessati dagli stessi eventi alluvionali, anche attraverso la società in house del Ministero della cultura «Ales — Arte Lavoro e Servizi S.p.A.»; sostegno ai settori dello spettacolo dal vivo e delle attività delle sale cinematografiche nei territori interessati dagli eventi alluvionali;

    si dispone pertanto la riassegnazione, con appositi decreti del Ministero dell'economia e delle finanze, della maggiorazione del costo dei biglietti di ingresso nei luoghi della cultura, si autorizzano le occorrenti variazioni di bilancio e si demanda ad un successivo decreto ministeriale la definizione dei criteri di determinazione, delle modalità di assegnazione e delle procedure di erogazione delle risorse per le finalità su citate;

    l'articolo 21 prevede alcune misure volte a finanziare interventi di protezione civile a favore delle popolazioni residenti nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023; in particolare si autorizza l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, nell'anno 2023, ad istituire estrazioni settimanali aggiuntive del gioco del Lotto e del gioco del Superenalotto;

    le maggiori entrate derivanti dalle ulteriori estrazioni sono destinate al Fondo per le emergenze nazionali di cui all'articolo 44 del codice della protezione civile di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, per finanziare interventi a favore delle popolazioni dei territori colpiti dai recenti eventi alluvionali;

    appare deprecabile che per finalità solidaristiche di grande rilievo, si trovino risorse a danno della cultura attraverso un incremento del prezzo per l'accesso ai luoghi della cultura e soprattutto a danno della salute dei cittadini laddove si alimentano i disturbi e le patologie legate al gioco d'azzardo,

impegna il Governo

in relazione alle emergenze attuali e future, a finanziare qualsiasi misura volta alla ricostruzione e al ripristino della situazione pre-emergenziale attraverso una tassazione straordinaria sugli extraprofitti delle imprese di assicurazione e farmaceutiche, evitando quindi misure dannose per i cittadini e per la loro salute e astenendosi dall'alimentare i disturbi e le patologie correlate al gioco.
9/1194-AR/23. Quartini, Marianna Ricciardi, Di Lauro, Sportiello.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 15 prevede che per i mesi di maggio, giugno e luglio 2023, le pubbliche amministrazioni possano provvedere in favore degli enti gestori privati alla remunerazione dei servizi educativi, socioassistenziali, socio-sanitari non erogati in conseguenza degli eventi alluvionati verificatisi a partire dal 10 maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza, secondo il numero di prestazioni erogate nel mese di aprile 2023;

    la medesima regola di remunerazione si applica anche alle strutture sanitarie private accreditate destinatarie di apposito budget per l'anno 2023, ferma restando la garanzia dell'equilibrio economico del Servizio sanitario regionale e, comunque, nei limiti del predetto budget previsto per l'anno 2023;

    previo accordo tra le pubbliche amministrazioni e i predetti enti, i servizi educativi, socioassistenziali, socio-sanitari e sanitari possono essere riconvertiti in tutto o in parte in altra forma, dando priorità ad interventi a domicilio;

   considerato che:

    occorre altresì salvaguardare la funzionalità e l'operatività del personale operante negli enti e nelle strutture del SSN e dei servizi educativi, socioassistenziali, socio-sanitari degli enti gestori pubblici o convenzionati,

impegna il Governo

a sostenere adeguatamente le aziende e gli enti del SSN nonché i servizi educativi, socioassistenziali, socio-sanitari degli enti gestori pubblici che operano nei territori coinvolti dall'emergenza, individuando incentivi e/o riconoscimenti idonei per il personale impiegato nelle attività di assistenza sanitaria della popolazione.
9/1194-AR/24. Di Lauro, Sportiello, Quartini, Marianna Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    con la grave ondata di maltempo che ha ridotto in ginocchio l'Emilia-Romagna e ha creato numerosi disagi in tutta Italia, si ripropone anche il tema del dissesto idrogeologico in Abruzzo dove, a seguito degli eventi alluvionali cui si riferisce il provvedimento in oggetto, è stata sancita l'allerta per sette fiumi, che hanno superato la soglia di allarme, facendo scattare il codice rosso (Pescara, Saline e Piomba nel Pescarese, Sinello, Alento e Foro nel Chietino e Salinello nel Teramano;

    a seguito degli eventi alluvionali cui si riferisce il provvedimento in esame, situazioni maggiormente critiche si registrano non solo a Chieti, ma anche a Bucchianico e altri comuni abruzzesi;

   considerato che:

    secondo le ultime rivelazioni dell'Ispra, in Abruzzo sul fronte alluvioni, il 4 per cento del territorio ricade in aree a pericolosità idraulica bassa, il 2,2 per cento in aree a pericolosità idraulica media e l'1,3 per cento in aree a pericolosità idraulica elevata;

    per quanto riguarda i 130 chilometri di costa, il 62,8 per cento risulta modificata nel periodo 2007-2019: il 41,1 per cento è interessato dal fenomeno dell'avanzamento e il 21,7 per cento dal fenomeno dell'erosione;

    Ispra distingue i territori in base alla probabilità che ricadano in uno dei 3 scenari di pericolosità. Nelle zone ad elevata pericolosità idraulica sono probabili alluvioni frequenti (con un tempo di ritorno tra 20 e 50 anni). Quelle a media pericolosità includono, oltre alle aree comprese nello scenario precedente, anche quelle in cui le alluvioni sono meno frequenti ma comunque probabili (tempo di ritorno tra 100 e 200 anni). Il terzo scenario include le aree con scarsa probabilità di alluvioni o eventi estremi;

   rilevato che:

    secondo una analisi realizzata da Openpolis, il 7,23 per cento degli abruzzesi vive in un'area a media pericolosità idraulica. La costa pescarese e l'area del Fucino sono i territori abruzzesi a maggior rischio alluvioni. Seguono una serie di comuni costieri, collocati tra le province di Teramo e Pescara, come Pineto (55,57 per cento), Montesilvano (46,96 per cento), lo stesso capoluogo Pescara (36,48 per cento). Vicino alla quota del 30 per cento anche Castel di Sangro (29,96 per cento), nell'aquilano. Sopra la soglia del 15 per cento di residenti in aree nello scenario di media pericolosità troviamo anche Luco dei Marsi (18,49 per cento), Colonnella (17,6 per cento) e Silvi (15,51 per cento);

    in generale, il 15,4 per cento del territorio della regione, cioè 1.669 chilometri quadrati su una superficie totale di 10.831 chilometri quadri, è in area a pericolosità da frana «elevata e molto elevata». Aree in cui risiede il 5,6 per cento della popolazione regionale, cioè circa 73 mila persone. La percentuale di territorio a rischio sale al 22,9 per cento considerando nel complesso le aree a pericolosità da frana, ovvero considerando anche il rischio «medio» e «moderato», zone in cui vive il 7,7 per cento o della popolazione (oltre centomila persone);

    dall'analisi dei dati emerge che 1'11,3 per cento degli edifici, in Abruzzo, si trova in aree a pericolosità da frana (8 per cento considerando solo il rischio elevato e molto elevato). A rischio, inoltre, il 5,5 per cento delle imprese (3,4 per cento considerando solo la pericolosità da frana elevata e molto elevata). Discorso analogo per i Beni culturali: il 14,3 per cento è in area a rischio frana (10,9 per cento rischio elevato e molto elevato). A livello provinciale, in testa c'è il Chietino, dove il 22,4 per cento del territorio ricade in aree a pericolosità da frana «elevata e molto elevata». Seguono la provincia di Pescara, con il 16,5 per cento, il Teramano (15,8 per cento) e l'Aquilano (11,4 per cento);

    tale quadro è stato confermato con l'ultima ondata di maltempo, con disagi e allagamenti a causa delle intense piogge cadute: i problemi principali hanno riguardato anche Chieti, dove si stanno monitorando i luoghi più sensibili della città, attivando tutte le competenze di settore (sotto costante monitoraggio anche il fiume Pescara). Sono state con tutta probabilità le infiltrazioni di pioggia a provocare, a seguito degli eventi alluvionali cui si riferisce provvedimento in esame, all'interno del liceo artistico «Nicola da Guardiagrele» di Chieti il crollo di un controsoffitto in cartongesso che, lungo il corridoio, copriva alcune tubature;

    molto alto è altresì il rischio frane, come pure ha denunciato il Wwf Chieti-Pescara: le pendici delle colline sono state sovraccaricate e ora in molti casi stanno cedendo. A Bucchianico è accaduto con le recenti piogge, a Chieti si pensa di riedificare nel medesimo posto un edificio recentemente abbattuto perché lesionato da una frana,

impegna il Governo

ad adottare ogni misura utile volta ad agevolare l'individuazione e la realizzazione di interventi urgenti e necessari a fronteggiare i ripetuti fenomeni di dissesto idrogeologico che hanno interessato il territorio della provincia di Chieti e che si sono intensificati a seguito degli eccezionali eventi calamitosi verificatisi nel mese di maggio 2023, nonché a prevedere un contributo pari a 30 milioni di euro per l'anno 2023 a favore dei comuni della provincia di Chieti, con l'obiettivo di assicurare l'attuazione degli interventi urgenti di difesa del territorio.
9/1194-AR/25. Torto.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, entrato in vigore il 2 giugno 2023, reca disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi ed alluvionali verificatisi sul territorio nazionale a partire dal giorno 1 ° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    successivamente, il 6 luglio 2023, è entrato in vigore il decreto-legge n. 88 del 2023, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023 (C. 1279), il cui contenuto è confluito nel disegno di legge in titolo in forza dell'emendamento 20.100 presentato dal Governo nel corso dell'esame,

impegna il Governo

ad adottare iniziative, anche legislative, al fine di prevedere la partecipazione e la consultazione delle popolazioni colpite dall'evento calamitoso di cui al provvedimento in esame – associazioni ed organizzazioni territoriali, aggregazioni giovanili, di volontariato, rappresentative di utenti e consumatori, delle parti sociali e delle categorie produttive – sulle attività di ricostruzione.
9/1194-AR/26. Morfino, Ilaria Fontana, L'Abbate, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, entrato in vigore il 2 giugno 2023, reca disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi ed alluvionali verificatisi sul territorio nazionale a partire dal giorno 1 ° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    successivamente, il 6 luglio 2023, è entrato in vigore il decreto-legge n. 88 del 2023, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023 (C. 1279), il cui contenuto è confluito nel disegno di legge in titolo in forza dell'emendamento 20.100 presentato dal Governo nel corso dell'esame,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche legislative, al fine di prevedere la partecipazione e la consultazione delle popolazioni colpite dall'evento calamitoso di cui al provvedimento in esame – associazioni ed organizzazioni territoriali, aggregazioni giovanili, di volontariato, rappresentative di utenti e consumatori, delle parti sociali e delle categorie produttive – sulle attività di ricostruzione.
9/1194-AR/26. (Testo modificato nel corso della seduta)Morfino, Ilaria Fontana, L'Abbate, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 20-octies del provvedimento in esame disciplina le modalità per accedere ai contributi per la ricostruzione pubblica prevedendo il finanziamento, attraverso la concessione di contributi al lordo dell'imposta sul valore aggiunto, di interventi di ricostruzione, ripristino e riparazione degli immobili e delle infrastrutture ubicati nei territori di cui all'articolo 20-bis e danneggiati in diretta conseguenza degli eventi alluvionali di cui al medesimo articolo 20-bis;

    in particolare, la lettera b) del citato articolo prevede che i contributi siano concessi per la realizzazione di opere di difesa del suolo e delle infrastrutture e degli impianti pubblici di bonifica per la difesa idraulica e per l'irrigazione;

    l'articolo 4 del decreto-legge n. 111 del 2019 (cosiddetto decreto Clima) ha disciplinato un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, ivi compresi gli impianti arborei da legno di ciclo, medio e lungo, purché non oggetto di altro finanziamento o sostegno pubblico, di reimpianto e di selvicoltura, e per la creazione di foreste urbane e periurbane, nelle città metropolitane. È un'occasione importante per dare conto delle nostre competenze in materia di progettazione agronomica e forestale del verde urbano e perturbano;

    il PNRR stanzia 330 milioni di euro per rimboschire le città metropolitane con oltre 6 milioni di alberi, entro il 2026;

    tra le misure del pacchetto Fit for 55 è, inoltre, presente anche un impegno vincolante a ridurre le emissioni e aumentare l'assorbimento di CO2 all'interno del regolamento sull'uso del suolo, sul cambiamento di uso del suolo e sulla silvicoltura (LULUCF);

    il suolo è una risorsa preziosa e non rinnovabile che richiede efficaci strumenti di tutela. Come noto, in esso si concentra il 90 per cento della biodiversità del pianeta e svolge un'importante funzione nel contrasto alla crisi climatica grazie alla sua capacità di fissare in modo stabile la CO2 dall'atmosfera. La sostanza organica presente nel suolo ne facilita, intatti, il riscaldamento, ne previene l'essiccamento, migliora il trattenimento dell'acqua, ne stabilizza la struttura e incrementa la permeabilità, intrappola e rilascia i nutrienti minerali, supporta la vita microbica e la biodiversità;

    i grandi centri urbani risultano particolarmente esposti ad alcuni effetti del cambiamento climatico tra cui le alluvioni;

    risulta cruciale ripensare il modo in cui le nostre città e gli edifici sono progettati al fine di offrire protezioni reali contro i disastri naturali e il cambiamento climatico. Una pianificazione urbana basata su una forestazione urbana diffusa, alla rinaturalizzazione del suolo e degli ambienti fluviali, nonché all'implementazione delle aree verdi urbane e dei corridoi ecologici può svolgere un ruolo sostanziale nella protezione e nel ripristino della natura per gestire i rischi legati ai disastri naturali;

    una maggiore presenza di foreste aiuterebbe, infatti, a mitigare fenomeni climatici di matrice antropica come alluvioni, frane, ondate di calore e cattiva qualità dell'aria e, a tal fine, l'aumento del verde urbano risulta cruciale per mitigare le conseguenze negative dello sviluppo e crescita incontrollati delle aree urbane e per diminuire lo squilibrio esistente tra risorse naturali, ambiente e sviluppo urbano,

impegna il Governo

ad adottare urgenti iniziative volte a inserire e finanziare, nel primo provvedimento utile, per le aree in cui la ricostruzione in situ non sia possibile, che interventi volti alla forestazione urbana diffusa, alla rinaturalizzazione del suolo e degli ambienti fluviali, nonché all'implementazione delle aree verdi urbane e dei corridoi ecologici, al fine di mitigare gli impatti ambientali dei cambiamenti climatici sull'ambiente costruito e contrastare il consumo di suolo.
9/1194-AR/27. L'Abbate, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 20-octies del provvedimento in esame disciplina le modalità per accedere ai contributi per la ricostruzione pubblica prevedendo il finanziamento, attraverso la concessione di contributi al lordo dell'imposta sul valore aggiunto, di interventi di ricostruzione, ripristino e riparazione degli immobili e delle infrastrutture ubicati nei territori di cui all'articolo 20-bis e danneggiati in diretta conseguenza degli eventi alluvionali di cui al medesimo articolo 20-bis;

    in particolare, la lettera b) del citato articolo prevede che i contributi siano concessi per la realizzazione di opere di difesa del suolo e delle infrastrutture e degli impianti pubblici di bonifica per la difesa idraulica e per l'irrigazione;

    l'articolo 4 del decreto-legge n. 111 del 2019 (cosiddetto decreto Clima) ha disciplinato un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, ivi compresi gli impianti arborei da legno di ciclo, medio e lungo, purché non oggetto di altro finanziamento o sostegno pubblico, di reimpianto e di selvicoltura, e per la creazione di foreste urbane e periurbane, nelle città metropolitane. È un'occasione importante per dare conto delle nostre competenze in materia di progettazione agronomica e forestale del verde urbano e perturbano;

    il PNRR stanzia 330 milioni di euro per rimboschire le città metropolitane con oltre 6 milioni di alberi, entro il 2026;

    tra le misure del pacchetto Fit for 55 è, inoltre, presente anche un impegno vincolante a ridurre le emissioni e aumentare l'assorbimento di CO2 all'interno del regolamento sull'uso del suolo, sul cambiamento di uso del suolo e sulla silvicoltura (LULUCF);

    il suolo è una risorsa preziosa e non rinnovabile che richiede efficaci strumenti di tutela. Come noto, in esso si concentra il 90 per cento della biodiversità del pianeta e svolge un'importante funzione nel contrasto alla crisi climatica grazie alla sua capacità di fissare in modo stabile la CO2 dall'atmosfera. La sostanza organica presente nel suolo ne facilita, intatti, il riscaldamento, ne previene l'essiccamento, migliora il trattenimento dell'acqua, ne stabilizza la struttura e incrementa la permeabilità, intrappola e rilascia i nutrienti minerali, supporta la vita microbica e la biodiversità;

    i grandi centri urbani risultano particolarmente esposti ad alcuni effetti del cambiamento climatico tra cui le alluvioni;

    risulta cruciale ripensare il modo in cui le nostre città e gli edifici sono progettati al fine di offrire protezioni reali contro i disastri naturali e il cambiamento climatico. Una pianificazione urbana basata su una forestazione urbana diffusa, alla rinaturalizzazione del suolo e degli ambienti fluviali, nonché all'implementazione delle aree verdi urbane e dei corridoi ecologici può svolgere un ruolo sostanziale nella protezione e nel ripristino della natura per gestire i rischi legati ai disastri naturali;

    una maggiore presenza di foreste aiuterebbe, infatti, a mitigare fenomeni climatici di matrice antropica come alluvioni, frane, ondate di calore e cattiva qualità dell'aria e, a tal fine, l'aumento del verde urbano risulta cruciale per mitigare le conseguenze negative dello sviluppo e crescita incontrollati delle aree urbane e per diminuire lo squilibrio esistente tra risorse naturali, ambiente e sviluppo urbano,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare urgenti iniziative volte a inserire e finanziare, nel primo provvedimento utile, per le aree in cui la ricostruzione in situ non sia possibile, che interventi volti alla forestazione urbana diffusa, alla rinaturalizzazione del suolo e degli ambienti fluviali, nonché all'implementazione delle aree verdi urbane e dei corridoi ecologici, al fine di mitigare gli impatti ambientali dei cambiamenti climatici sull'ambiente costruito e contrastare il consumo di suolo.
9/1194-AR/27. (Testo modificato nel corso della seduta)L'Abbate, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 1 del provvedimento in esame, al comma 10, proroga le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 il cosiddetto superbonus al 110 per cento con riferimento agli interventi edilizi effettuati su unità immobiliari ubicate nei comuni colpiti dall'alluvione, che ai sensi dell'articolo 119, comma 8-bis, del decreto-legge n. 34 del 2020, al momento spetta nella misura del 90 per cento per le spese sostenute nell'anno 2023;

    inoltre, l'articolo 20-sexies istituisce un fondo ad hoc per la ricostruzione, concedendo i relativi contributi e vigilando sulla fase attuativa degli interventi stessi. In particolare la lettera b) dell'articolo 20-sexies dispone che, ai fini del riconoscimento dei contributi, il Commissario straordinario, con provvedimenti adottati entro due mesi dalla nomina, provvede a definire criteri di indirizzo per la pianificazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione degli edifici distrutti e di riparazione o ripristino degli edifici danneggiati, in modo da rendere compatibili gli interventi strutturali con la tutela degli aspetti architettonici, storici, paesaggistici e ambientali, anche mediante specifiche indicazioni dirette ad assicurare una architettura ecosostenibile e l'efficientamento energetico. Tali criteri sono vincolanti per tutti i soggetti privati coinvolti nel processo di ricostruzione;

   considerato che:

    come noto, nell'ambito del piano «Fit for 55», il Consiglio dell'Unione europea ha raggiunto un accordo su una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia. L'iniziativa trova le sue basi sui dati relativi alle emissioni in Europa, da cui emerge come gli edifici siano responsabili del 40 per cento del consumo energetico e del 36 per cento delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all'energia. Per tale motivo, con l'obiettivo di ridurre le emissioni nell'Unione europea di almeno il 55 per cento entro il 2030, la proposta di revisione della direttiva, prevede che gli edifici residenziali con le peggiori prestazioni dovranno raggiungere almeno la classe E entro il 2030 e la classe D entro il 2033;

    con riferimento alla ricostruzione degli edifici privati danneggiati dall'evento alluvionale oggetto del presente decreto-legge, risulta cruciale, pertanto, anche alla luce della citata direttiva europea, adottare regole e criteri per una pianificazione, progettazione e la realizzazione degli interventi volti a perseguire l'efficientamento energetico, la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, la sostenibilità ambientale nonché la qualità architettonica e la tutela e valorizzazione del patrimonio storico-artistico e del paesaggio;

    in tal senso, la misura del superbonus 110 per cento è stata e continua ad essere uno strumento fondamentale per rivisitare le nostre priorità e trasformare il parco immobiliare privato italiano, vetusto e obsoleto, dal punto di vista dell'efficientamento e del rispetto dell'ambiente;

   ritenuto che:

    in un tale contesto, sarebbe auspicabile ampliare l'ambito temporale di sostenimento delle spese relative agli interventi finanziati dal superbonus 110 per cento di ulteriori sei mesi al fine di recuperare il tempo del blocco dei lavori conseguente agli effetti degli eventi alluvionali;

    in particolare risulta cruciale per le zone colpite dall'alluvione che gli interventi sulle unità immobiliari unifamiliari che al 30 settembre 2022 avevano raggiunto almeno il 30 per cento dei lavori eseguiti, possano ultimare gli stessi, godendo dell'aliquota al 110 per cento, sino al 31 marzo 2024 in luogo del 31 dicembre 2023 come stabilito nel decreto-legge;

    fondamentale sarebbe, inoltre, per le zone colpite, anche l'estensione del superbonus 110 per cento a tutti i soggetti di cui al comma 8-bis dell'articolo 119 (condomini, persone fisiche, LACP, associazioni), nonché alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024, con contestuale ripristino dei meccanismi di cessione e sconto in fattura, nonché prorogare di sei mesi le situazioni in cui scatta il «décalage» della misura piena del superbonus. Il superbonus, infatti, è stato riconosciuto nella ridotta misura del 90 per cento per le spese sostenute nel 2023 per Condomini ed altri soggetti di cui al primo periodo dell'articolo 119, comma 8-bis, decreto-legge n. 34 del 2020, ad eccezione dei lavori già avviati in presenza delle condizioni sulla CILA e/o delibera assembleare previste dall'articolo 1, comma 894, lettere a)-d), legge di Bilancio 2023 (per i quali è infatti possibile continuare a beneficiare del 110 per cento per cento sulle spese sostenute nel 2023),

impegna il Governo:

   ad intervenire tempestivamente e senza indugio, per le zone colpite dall'alluvione, mediante misure di carattere normativo tese a prorogare la misura del cosiddetto superbonus al 110 per cento, estendendone l'applicazione ai soggetti beneficiari elencati all'articolo 119, comma 8-bis, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 con riferimento alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024 per gli interventi edilizi effettuati sulle unità immobiliari;

   a stabilizzare le agevolazioni fiscali edilizie, a tal fine ripristinando i meccanismi della cessione del credito e dello sconto in fattura, per interventi di efficientamento energetico, di miglioramento o di adeguamento antisismico, di abbattimento delle barriere architettoniche, di installazione di impianti di energia rinnovabile domestici, nonché di miglioramento della classe di rischio idrogeologico degli immobili, prevedendo premialità in favore delle famiglie meno abbienti, ovvero per gli interventi che comportino il passaggio alle classi energetiche più efficienti, o che siano realizzati mediante l'utilizzo di materiali ottenuti da riciclo o di origine vegetale.
9/1194-AR/28. Santillo, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento all'esame, all'articolo 5, reca misure a sostegno delle istituzioni scolastiche dei territori colpiti dall'emergenza;

    in particolare, la disposizione citata, al comma 1, istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito, il «Fondo straordinario a sostegno della continuità didattica», con lo stanziamento di 20 milioni di euro per il 2023, di consentire la tempestiva ripresa della regolare attività didattica nelle istituzioni scolastiche che hanno sede nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    il Fondo è finalizzato, tra l'altro, all'acquisizione di beni, servizi e lavori funzionali a garantire la continuità didattica e a potenziare e supportare la didattica a distanza, nonché di attrezzature, arredi, servizi di pulizia, interventi urgenti di ripristino degli spazi interni ed esterni, servizi di trasporto sostitutivo temporaneo, locazione di spazi e noleggio di strutture temporanee. Esso demanda a un decreto del Ministro dell'istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, la definizione del riparto delle predette risorse tra le istituzioni scolastiche interessate dall'emergenza;

    la disposizione fa genericamente riferimento alle istituzioni scolastiche, intendendo in tal modo ricomprendere tutte le scuole: pubbliche e private riconosciute e non;

    appare pertanto indispensabile e opportuno che le risorse previste siano destinate alle scuole facenti parte del sistema nazionale di istruzione, di cui alla legge 10 marzo 2000, n. 62, ricomprendendo in tal modo le istituzioni scolastiche pubbliche e le istituzioni scolastiche paritarie e dunque legalmente riconosciute,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a precisare che l'utilizzo del fondo previsto dall'articolo 5 sia destinato alle istituzioni scolastiche facenti parte del sistema nazionale di istruzione, escludendo dunque tutte le scuole private non riconosciute, e che per il riparto delle risorse si considerino prioritariamente le scuole pubbliche.
9/1194-AR/29. Amato, Caso, Orrico, Cherchi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame contiene diverse disposizioni che prevedono il riconoscimento di indennità e contributi a lavoratori e imprese colpite dagli eventi alluvionali;

    l'articolo 7 riconosce un'integrazione al reddito mensile ai lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa;

    l'articolo 8 riconosce, con riferimento al periodo dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023, una indennità una tantum in favore dei lavoratori autonomi per un importo di 500 euro;

    l'articolo 10 sostiene le imprese esportatrici autorizzando la concessione di contributi a fondo perduto per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle medesime imprese;

    i contributi di cui all'articolo 8 e 10 sono espressamente considerati esenti da imposizione non concorrendo alla formazione del reddito;

   considerato che:

    alle indennità e ai contributi previsti dal provvedimento posso aggiungersi ulteriori forme di sostegno derivanti da aiuti regionali ed europei per i quali potrebbe non essere prevista l'irrilevanza ai fini fiscali;

    inoltre, grazie alla solidarietà di tanti soggetti privati e istituzionali, le imprese colpite dall'alluvione stanno ricevendo numerosi aiuti e sostegni in forma finanziaria nonché in natura che potrebbero essere sottoposti a tassazione in capo al beneficiario;

   ritenuto che:

    l'entità degli aiuti erogati rischia di essere attenuata in conseguenza della tassazione;

    come chiarito in passato dall'Agenzia delle entrate con riferimento ad analoghe disposizioni di sostegno di carattere emergenziale, concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini Irpef/Ires e del valore della produzione ai fini Irap tutti i contributi per i quali la disciplina non prevede esplicitamente la non imponibilità;

    per tale motivo, al fine di escludere qualsiasi forma di imposizione, in relazione alle misure di sostegno introdotte nel periodo pandemico, è stata emanata una disposizione di carattere generale (articolo 10-bis del decreto-legge n. 137 del 2020) per la detassazione di tutti i contributi, e le indennità, di qualsiasi natura e da chiunque erogati, spettanti agli esercenti impresa, arte o professione e ai lavoratori autonomi danneggiati dall'epidemia;

    in considerazione dello spirito solidaristico che anima la corresponsione degli aiuti, è opportuno prevedere una analoga disposizione anche per gli aiuti corrisposti ai lavoratori e alle imprese danneggiate dall'alluvione,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a rafforzare le misure di sostegno in favore delle imprese e dei lavoratori colpiti dagli eventi alluvionali prevedendo la generale detassazione dei contributi, delle indennità e di ogni altra forma di sostegno erogati in via eccezionale a seguito dell'emergenza, da chiunque corrisposti e indipendentemente dalle modalità di fruizione e contabilizzazione.
9/1194-AR/30. Fenu, Santillo, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame contiene diverse disposizioni che prevedono il riconoscimento di indennità e contributi a lavoratori e imprese colpite dagli eventi alluvionali;

    l'articolo 7 riconosce un'integrazione al reddito mensile ai lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa;

    l'articolo 8 riconosce, con riferimento al periodo dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023, una indennità una tantum in favore dei lavoratori autonomi per un importo di 500 euro;

    l'articolo 10 sostiene le imprese esportatrici autorizzando la concessione di contributi a fondo perduto per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle medesime imprese;

    i contributi di cui all'articolo 8 e 10 sono espressamente considerati esenti da imposizione non concorrendo alla formazione del reddito;

   considerato che:

    alle indennità e ai contributi previsti dal provvedimento posso aggiungersi ulteriori forme di sostegno derivanti da aiuti regionali ed europei per i quali potrebbe non essere prevista l'irrilevanza ai fini fiscali;

    inoltre, grazie alla solidarietà di tanti soggetti privati e istituzionali, le imprese colpite dall'alluvione stanno ricevendo numerosi aiuti e sostegni in forma finanziaria nonché in natura che potrebbero essere sottoposti a tassazione in capo al beneficiario;

   ritenuto che:

    l'entità degli aiuti erogati rischia di essere attenuata in conseguenza della tassazione;

    come chiarito in passato dall'Agenzia delle entrate con riferimento ad analoghe disposizioni di sostegno di carattere emergenziale, concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini Irpef/Ires e del valore della produzione ai fini Irap tutti i contributi per i quali la disciplina non prevede esplicitamente la non imponibilità;

    per tale motivo, al fine di escludere qualsiasi forma di imposizione, in relazione alle misure di sostegno introdotte nel periodo pandemico, è stata emanata una disposizione di carattere generale (articolo 10-bis del decreto-legge n. 137 del 2020) per la detassazione di tutti i contributi, e le indennità, di qualsiasi natura e da chiunque erogati, spettanti agli esercenti impresa, arte o professione e ai lavoratori autonomi danneggiati dall'epidemia;

    in considerazione dello spirito solidaristico che anima la corresponsione degli aiuti, è opportuno prevedere una analoga disposizione anche per gli aiuti corrisposti ai lavoratori e alle imprese danneggiate dall'alluvione,

impegna il Governo

a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ulteriori iniziative normative volte a rafforzare le misure di sostegno in favore delle imprese e dei lavoratori colpiti dagli eventi alluvionali prevedendo la generale detassazione dei contributi, delle indennità e di ogni altra forma di sostegno erogati in via eccezionale a seguito dell'emergenza, da chiunque corrisposti e indipendentemente dalle modalità di fruizione e contabilizzazione.
9/1194-AR/30. (Testo modificato nel corso della seduta)Fenu, Santillo, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino.


   La Camera,

   premesso che:

    in data 23 giugno 2023, una parte dell'Umbria è stata colpita da un'alluvione. Nel comune di Assisi sono caduti circa 70 mm di pioggia in meno di un'ora, con conseguente allagamento del Bosco di San Francesco e di parte del pronto soccorso della città;

    dall'evento alluvionale risultano essere stati interessati anche i comuni di Bastia Umbra, Valtopina e Nocera Umbra dove sono stati registrati danni ad abitazioni e strade;

    in ragione di tale situazione, la regione Umbria ha richiesto l'attivazione dello stato di emergenza;

    perdurante l'urgente necessità di intervenire, tramite risorse straordinarie, alla ricostruzione delle aree dei comuni colpiti dai suddetti eventi alluvionali,

impegna il Governo

a deliberare lo stato di emergenza per i territori dell'Umbria colpiti dalle alluvioni verificatesi nel mese di giugno 2023 e ad istituire un fondo ad hoc per la ricostruzione di tali aree.
9/1194-AR/31. Pavanelli, Ascani.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, entrato in vigore il 2 giugno 2023, reca disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi ed alluvionali verificatisi sul territorio nazionale a partire dal giorno 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    successivamente, il 6 luglio 2023, è entrato in vigore il decreto-legge n. 88/2023, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023 (C. 1279), il cui contenuto è confluito nel disegno di legge in titolo in forza dell'emendamento 20.100 presentato dal Governo nel corso dell'esame;

    l'articolo 5 reca Misure a sostegno delle istituzioni scolastiche dei territori colpiti dall'emergenza. In particolare si prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito, il «Fondo straordinario a sostegno della continuità didattica», con lo stanziamento di 20 milioni di euro per il 2023, di consentire la tempestiva ripresa della regolare attività didattica nelle istituzioni scolastiche che hanno sede nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    il trasporto scolastico rappresenta un servizio fondamentale a supporto delle famiglie, specie in quei territori sub-urbani o periferici dove è più carente il trasporto pubblico locale. A causa dell'evento eccezionale che ha colpito l'Emilia-Romagna è necessario un incremento di tale servizio, per sopperire alle sopravvenute necessità e urgenze dei cittadini, anche alla luce della ripresa dell'anno scolastico,

impegna il Governo

a favorire l'attivazione o il potenziamento del servizio del trasporto pubblico scolastico nei territori colpiti dagli eventi alluvionali, prevedendo anche lo stanziamento di risorse aggiuntive.
9/1194-AR/32. Fede, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, entrato in vigore il 2 giugno 2023, reca disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi ed alluvionali verificatisi sul territorio nazionale a partire dal giorno 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    successivamente, il 6 luglio 2023, è entrato in vigore il decreto-legge n. 88/2023, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023 (C. 1279), il cui contenuto è confluito nel disegno di legge in titolo in forza dell'emendamento 20.100 presentato dal Governo nel corso dell'esame;

    l'articolo 5 reca Misure a sostegno delle istituzioni scolastiche dei territori colpiti dall'emergenza. In particolare si prevede l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito, il «Fondo straordinario a sostegno della continuità didattica», con lo stanziamento di 20 milioni di euro per il 2023, di consentire la tempestiva ripresa della regolare attività didattica nelle istituzioni scolastiche che hanno sede nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    il trasporto scolastico rappresenta un servizio fondamentale a supporto delle famiglie, specie in quei territori sub-urbani o periferici dove è più carente il trasporto pubblico locale. A causa dell'evento eccezionale che ha colpito l'Emilia-Romagna è necessario un incremento di tale servizio, per sopperire alle sopravvenute necessità e urgenze dei cittadini, anche alla luce della ripresa dell'anno scolastico,

impegna il Governo

a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di favorire l'attivazione o il potenziamento del servizio del trasporto pubblico scolastico nei territori colpiti dagli eventi alluvionali, prevedendo anche lo stanziamento di risorse aggiuntive.
9/1194-AR/32. (Testo modificato nel corso della seduta)Fede, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, entrato in vigore il 2 giugno 2023, reca disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi ed alluvionali verificatisi sul territorio nazionale a partire dal giorno 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    successivamente, il 6 luglio 2023, è entrato in vigore il decreto-legge n. 88 del 2023, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023 (C. 1279), il cui contenuto è confluito nel disegno di legge in titolo in forza dell'emendamento 20.100 presentato dal Governo nel corso dell'esame;

    l'articolo 17 prevede il ristoro dei danni subiti dagli operatori economici del trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente;

    nei territori oggetto del presente provvedimento si sono registrate numerose interruzioni del servizio di trasporto ferroviario, in alcuni casi perdurate per alcuni giorni;

    il provvedimento in esame non contempla di inserire tra le tipologie di intervento destinatarie dei contributi per i danni conseguenti all'alluvione anche gli oneri derivanti dalla necessità di ripristinare il regolare esercizio ferroviario e le attività ad esso connesse nei territori alluvionati,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a sostenere le perdite di bilancio e gli extra costi delle imprese ferroviarie che effettuano servizi di trasporto ferroviario di merci non soggetti a obblighi di servizio pubblico aventi origine o destinazione nei territori alluvionati, nonché agli operatori di trasporto multimodale e alle imprese che esercitano attività terminalistiche con sede operativa nei territori suddetti, la cui operatività è stata sospesa, interrotta o compromessa a causa degli eventi calamitosi.
9/1194-AR/33. Iaria, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame contiene diverse disposizioni che prevedono la sospensione di alcuni termini tributari e contributivi nei confronti dei soggetti che, alla data del 1° maggio 2023, avevano la residenza ovvero la sede legale o la sede operativa nel territorio dei comuni colpiti dall'alluvione del mese di maggio 2023, indicati nell'allegato 1 al presente decreto, riconoscimento di indennità e contributi a lavoratori e imprese colpite dagli eventi alluvionali;

    in particolare, il comma 12 prevede che l'ARERA, con propri provvedimenti, disciplini, inter alia, le modalità per la sospensione fino a sei mesi dal 1 ° maggio 2023 dei termini di pagamento delle fatture inerenti ai rifiuti urbani;

   considerato che:

    il provvedimento, tuttavia, non reca misure atte a garantire la continuità dei servizi per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, sopperendo ai maggiori costi affrontati o alle minori entrate registrate a titolo di TARI-tributo di cui all'articolo 1, comma 639, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 o di TARI-corrispettivo di cui allo stesso articolo 1, commi 667 e 668;

    garantire, infatti, i servizi ordinari di igiene urbana ed ambientale nei singoli comuni colpiti dagli eventi alluvionali dove l'esondazione dei fiumi, l'attivazione di frane e smottamenti, o danni a edifici, cose e persone, hanno causato rifiuti in quantità straordinaria; rifiuti che vanno rimossi con continuità e costanza per assicurare il ritorno a livelli di sicurezza e a condizioni di vita normali pre-disastro naturale,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte ad istituire un fondo ad hoc, per il biennio 2022-2023, allo scopo di sopperire ai maggiori costi affrontati o alle minori entrate registrate a titolo di TARI ed assicurare ai comuni colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 la continuità dei servizi per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
9/1194-AR/34. Donno, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame è la evidente dimostrazione che il contrasto e la prevenzione del dissesto idrogeologico rappresenta in modo costante e crescente un'emergenza nazionale e una priorità per il Paese;

    l'articolo 20-octies del provvedimento in esame prevede un piano speciale di interventi sulle situazioni di dissesto idrogeologico in relazione alle aree colpite dagli eventi calamitosi;

    come emerso dal Rapporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sul «Dissesto Idrogeologico in Italia», il delicato assetto geomorfologico del territorio nazionale, reso vulnerabile da uno sviluppo antropico disordinato e spesso speculativo, dalla scarsa manutenzione del territorio e dai fenomeni sempre più frequenti di piogge alluvionali dovute in larga misura ai cambiamenti climatici, ha esposto l'intero Paese a fenomeni franosi e alluvionali;

    i dati resi disponibili confermano che la lentezza nell'attuazione degli interventi è imputabile alla scarsa capacità di spesa, alla mancanza di una appropriata pianificazione del territorio, alla carenza di personale tecnico adeguatamente formato;

   considerato che:

    le Autorità di bacino distrettuali svolgono una funzione fondamentale nel garantire la protezione dei territori interessati da pericolosità e rischio idrogeologico, in primis, attraverso l'elaborazione del piano di bacino distrettuale e la predisposizione dei piani di gestione del rischio di alluvione coordinati a livello di distretto idrografico;

    al fine di consentire alle stesse di poter essere maggiormente incisive nella gestione, programmazione e manutenzione del territorio, e di essere operative nell'immediatezza delle situazioni emergenziali, occorre tuttavia porre rimedio alle disfunzioni presenti nell'ordinamento e rafforzare le azioni e le misure necessarie per rendere effettiva la tutela del territorio dal rischio idrogeologico;

    come evidenziato dalla Corte dei conti nella Deliberazione 18 ottobre 2021 «il ritardo con il quale le Autorità di bacino distrettuali sono state messe in grado di funzionare rappresenta un vulnus della politica di mitigazione del rischio idrogeologico»,

impegna il Governo

ad adottare, nei primi provvedimenti utili, adeguate misure volte a rafforzare le dotazioni organiche delle autorità di bacino distrettuali e le capacità organizzative e decisionali delle stesse, al fine di garantire la effettiva funzionalità e piena operatività delle azioni di mitigazione del dissesto idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio.
9/1194-AR/35. Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame è la evidente dimostrazione che il contrasto e la prevenzione del dissesto idrogeologico rappresenta in modo costante e crescente un'emergenza nazionale e una priorità per il Paese;

    l'articolo 20-octies del provvedimento in esame prevede un piano speciale di interventi sulle situazioni di dissesto idrogeologico in relazione alle aree colpite dagli eventi calamitosi;

    come emerso dal Rapporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sul «Dissesto Idrogeologico in Italia», il delicato assetto geomorfologico del territorio nazionale, reso vulnerabile da uno sviluppo antropico disordinato e spesso speculativo, dalla scarsa manutenzione del territorio e dai fenomeni sempre più frequenti di piogge alluvionali dovute in larga misura ai cambiamenti climatici, ha esposto l'intero Paese a fenomeni franosi e alluvionali;

    i dati resi disponibili confermano che la lentezza nell'attuazione degli interventi è imputabile alla scarsa capacità di spesa, alla mancanza di una appropriata pianificazione del territorio, alla carenza di personale tecnico adeguatamente formato;

   considerato che:

    le Autorità di bacino distrettuali svolgono una funzione fondamentale nel garantire la protezione dei territori interessati da pericolosità e rischio idrogeologico, in primis, attraverso l'elaborazione del piano di bacino distrettuale e la predisposizione dei piani di gestione del rischio di alluvione coordinati a livello di distretto idrografico;

    al fine di consentire alle stesse di poter essere maggiormente incisive nella gestione, programmazione e manutenzione del territorio, e di essere operative nell'immediatezza delle situazioni emergenziali, occorre tuttavia porre rimedio alle disfunzioni presenti nell'ordinamento e rafforzare le azioni e le misure necessarie per rendere effettiva la tutela del territorio dal rischio idrogeologico;

    come evidenziato dalla Corte dei conti nella Deliberazione 18 ottobre 2021 «il ritardo con il quale le Autorità di bacino distrettuali sono state messe in grado di funzionare rappresenta un vulnus della politica di mitigazione del rischio idrogeologico»,

impegna il Governo

a valutare di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di rafforzare le dotazioni organiche delle autorità di bacino distrettuali.
9/1194-AR/35. (Testo modificato nel corso della seduta)Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca conversione in legge del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    il comparto agricolo è stato messo a dura prova ed in difficoltà a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna, con danni per il comparto in costante crescita, tra mancato guadagno e lucro cessante;

    secondo evidenze di associazioni di categoria vi sono almeno dieci milioni di piante da frutto da estirpare, senza contare le colture arboree distrutte dalle frane o trascinate a valle dal fango, nelle aree collinari e pedemontane;

    considerando che occorrono non meno di 40-50 mila euro a ettaro per reimpiantare un frutteto o un vigneto e diversi anni per arrivare alla piena produzione a fronte comunque di una disponibilità di piantine esigua sul mercato, a confronto con le esigenze operative del caso;

    inoltre il 50 per cento circa dell'intera area produttiva della filiera dei foraggi è stata colpita dall'alluvione con danni che hanno impattato su non meno di 40.000 ettari, stati danneggiati per un danno economico che, secondo riferimenti delle associazioni di categoria più rappresentative, non è inferiore a 80 milioni di euro;

    difficoltà economiche inacuite dalla impossibilità materiale di accedere ai campi, impedendo interventi finalizzati a rinnovare gli impianti, bonificare il suolo con interventi mirati a garantirne la ri-ossigenazione dei terreni, o riseminare per far ripartire le coltivazioni;

    vi è poi la problematica logistica per tutte quelle aree interne, montane e rurali che si sono trovate logisticamente isolate rispetto agli hub logistici agroindustriali o in generale verso i centri abitati,

impegna il Governo:

  a valutare l'opportunità di:

   disporre con massima sollecitudine misure di pronto intervento che garantiscano la liberazione logistica delle aree interne, montane e rurali logisticamente isolate entro 12 mesi, garantendo in ogni caso pronti interventi per il ripristino delle viabilità, con particolar modo alle aree con forte interesse agricolo, economico e commerciale;

   ad attuare, anche facendo riferimento a strumenti già esistenti come il tavolo nazionale ortofrutta, misure di coordinamento per il rilancio del settore ortofrutticolo oltre che nelle aree colpite dal fenomeno alluvionale di cui in premessa, anche in altre aree colpite da calamità naturali e a particolare vocazione ortofrutticola, come il distretto saluzzese o, in modo più ampio, le aree del Piemonte, anche con piani straordinari di rilancio del settore.
9/1194-AR/36. Ciaburro, Caretta.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca conversione in legge del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    il comparto agricolo è stato messo a dura prova ed in difficoltà a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna, con danni per il comparto in costante crescita, tra mancato guadagno e lucro cessante;

    secondo evidenze di associazioni di categoria vi sono almeno dieci milioni di piante da frutto da estirpare, senza contare le colture arboree distrutte dalle frane o trascinate a valle dal fango, nelle aree collinari e pedemontane;

    considerando che occorrono non meno di 40-50 mila euro a ettaro per reimpiantare un frutteto o un vigneto e diversi anni per arrivare alla piena produzione a fronte comunque di una disponibilità di piantine esigua sul mercato, a confronto con le esigenze operative del caso;

    inoltre il 50 per cento circa dell'intera area produttiva della filiera dei foraggi è stata colpita dall'alluvione con danni che hanno impattato su non meno di 40.000 ettari, stati danneggiati per un danno economico che, secondo riferimenti delle associazioni di categoria più rappresentative, non è inferiore a 80 milioni di euro;

    difficoltà economiche inacuite dalla impossibilità materiale di accedere ai campi, impedendo interventi finalizzati a rinnovare gli impianti, bonificare il suolo con interventi mirati a garantirne la ri-ossigenazione dei terreni, o riseminare per far ripartire le coltivazioni;

    vi è poi la problematica logistica per tutte quelle aree interne, montane e rurali che si sono trovate logisticamente isolate rispetto agli hub logistici agroindustriali o in generale verso i centri abitati,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di disporre con massima sollecitudine misure di pronto intervento che garantiscano la liberazione logistica delle aree interne, montane e rurali logisticamente isolate entro 12 mesi, garantendo in ogni caso pronti interventi per il ripristino delle viabilità, con particolar modo alle aree con forte interesse agricolo, economico e commerciale;

   a valutare la possibilità di attuare, anche facendo riferimento a strumenti già esistenti come il tavolo nazionale ortofrutta, misure di coordinamento per il rilancio del settore ortofrutticolo oltre che nelle aree colpite dal fenomeno alluvionale di cui in premessa, anche in altre aree colpite da calamità naturali e a particolare vocazione ortofrutticola, come, tra gli altri, il distretto saluzzese o, in modo più ampio, le aree del Piemonte, anche con piani straordinari di rilancio del settore.
9/1194-AR/36. (Testo modificato nel corso della seduta)Ciaburro, Caretta.


   La Camera,

   premesso che:

    i recenti eventi alluvionali hanno ribadito la capacità distruttiva di eventi meteorologici improvvisi;

    il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emesso il Decreto Direttoriale n. 83 di data 12 aprile 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 26 maggio 2023 che dispone un finanziamento di 3,2 milioni di euro a favore dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po per la predisposizione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economico avente ad oggetto un invaso sull'Enza, il titolo del Progetto è «Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d'Enza nelle province di Reggio Emilia e Parma»;

    la Val d'Enza nell'ultimo secolo è stata colpita da diverse alluvioni, l'ultima nell'ordine di tempo nell'anno 2017 a Lentigione di Brescello, a causa di una piena anomala di diverse decine di milioni metri cubi d'acqua;

    essendo il problema noto da tempo già un precedente progetto di diga sul torrente Enza risalente agli anni '80 prevedeva un volume di laminazione delle acque pari a 30 milioni di me,

impegna il Governo

per quanto di competenza a far sì che la diga che si andrà a realizzare sul torrente Enza comprenda un volume di laminazione delle acque ritenuto sufficiente a scongiurare il ripetersi di alluvioni in Val d'Enza.
9/1194-AR/37. Vinci.


   La Camera,

   premesso che:

    i recenti eventi alluvionali hanno ribadito la capacità distruttiva di eventi meteorologici improvvisi;

    il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emesso il Decreto Direttoriale n. 83 di data 12 aprile 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 26 maggio 2023 che dispone un finanziamento di 3,2 milioni di euro a favore dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po per la predisposizione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economico avente ad oggetto un invaso sull'Enza, il titolo del Progetto è «Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d'Enza nelle province di Reggio Emilia e Parma»;

    la Val d'Enza nell'ultimo secolo è stata colpita da diverse alluvioni, l'ultima nell'ordine di tempo nell'anno 2017 a Lentigione di Brescello, a causa di una piena anomala di diverse decine di milioni metri cubi d'acqua;

    essendo il problema noto da tempo già un precedente progetto di diga sul torrente Enza risalente agli anni '80 prevedeva un volume di laminazione delle acque pari a 30 milioni di me,

impegna il Governo

per quanto di competenza a valutare l'opportunità di vigilare affinché la diga che si andrà a realizzare sul torrente Enza comprenda un volume di laminazione delle acque ritenuto sufficiente.
9/1194-AR/37. (Testo modificato nel corso della seduta)Vinci.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca conversione in legge del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    secondo le evidenze di cui all'ultimo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (INFC) realizzato dal Comando unità forestale ambientale e agroalimentare (CUFAA) dell'Arma dei Carabinieri congiuntamente al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA), negli ultimi dieci anni la superficie boschiva e forestale nazionale è aumentata di circa 586.925 ettari, per arrivare a un valore complessivo di circa 11.054.458 ettari di foresta, pari al 36,7 per cento, oltre un terzo, del territorio nazionale;

    in poco meno di trenta anni, il patrimonio boschivo e forestale è cresciuto del 20 per cento, al punto che ad oggi l'Italia è il secondo Paese membro dell'Unione europea per copertura forestale dopo la Spagna (55,4 per cento) e prima della Germania (32,8 per cento) a fronte di una media UE del 33 per cento;

    il bostrico (Ips typographus), noto come bostrico tipografo o bostrico dell'abete rosso, è un parassita delle colture forestali considerato tra i più temibili in assoluto in quanto in grado di portare alla morte degli alberi in poco tempo e in Italia è particolarmente diffuso nelle regioni settentrionali, quali la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, ma anche il Trentino Alto-Adige e il Friuli Venezia Giulia;

    tale parassita attacca il legno fresco di conifere forestali e predilige, tra i suoi bersagli, l'abete rosso o peccio (Picea abies), anche se può potenzialmente interessare anche pini e larici e tende ad attaccare le piante in piedi già sofferenti a causa di ambienti sfavorevoli, in zone climatiche non idonee o mutate nel corso degli anni, di età vetusta, indebolite da altri fattori biotici di tipo parassitario o, ancora, alberi danneggiati o schiantati in seguito ad eccezionali eventi atmosferici avversi;

    a partire dagli ultimi decenni, è stata osservata una crescente diffusione dell'insetto in tutte le Alpi, a danno soprattutto delle aree rimboschite nel secondo dopoguerra che presentano molte piante fisiologicamente deboli, al punto da diventare endemico lungo l'arco alpino, ma anche a marcata presenza in altre aree situate in Veneto, in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto- Adige;

    nel 2019, nelle aree del Triveneto, a seguito della forte tempesta di vento «Vaia» verificatasi alla fine del 2018, è stata rilevata un'ampia diffusione del bostrico, che poi si è esteso a macchia d'olio nel resto del nord Italia, come attestato dall'ampio uso di trappole Theysohn a feromoni, che ha indicato, nella sola provincia autonoma di Bolzano, picchi fino a 28.000 esemplari nel solo mese di giugno 2021;

    nel solo Veneto i danni stimati da bostrico forniscono un bilancio disastroso, 10.000 ettari di terreno colpito, 2,5 milioni di piante morte 3.8 milioni di metri cubi di materiale da asportare, 200 milioni di euro di danni per il deprezzamento del legname più altrettanti di danni indiretti;

impegna il Governo

tenuto conto che l'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna rischia di creare una più ampia diffusione del fenomeno del bostrico dal nord Italia sino alla regione colpita, in un contesto climatico certamente favorevole alla diffusione di insetti parassitari, e con una capacità di intervento a tutela del patrimonio forestale indubbiamente ridotta, a valutare l'opportunità di disporre misure di contenimento e di intervento contro la diffusione del bostrico tipografo, anche mediante l'adozione di appositi piani di intervento ed in ogni caso garantendo alle amministrazioni responsabili dotazioni economico-finanziarie adeguati ai fabbisogni ed alle necessità operative, anche tramite impiego di risorse residuali, non impegnate, in capo ad amministrazioni pubbliche non propriamente responsabili per la gestione del fenomeno del bostrico tipografo.
9/1194-AR/38. Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca conversione in legge del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    secondo le evidenze di cui all'ultimo Inventario nazionale delle foreste e dei serbatoi di carbonio (INFC) realizzato dal Comando unità forestale ambientale e agroalimentare (CUFAA) dell'Arma dei Carabinieri congiuntamente al Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA), negli ultimi dieci anni la superficie boschiva e forestale nazionale è aumentata di circa 586.925 ettari, per arrivare a un valore complessivo di circa 11.054.458 ettari di foresta, pari al 36,7 per cento, oltre un terzo, del territorio nazionale;

    in poco meno di trenta anni, il patrimonio boschivo e forestale è cresciuto del 20 per cento, al punto che ad oggi l'Italia è il secondo Paese membro dell'Unione europea per copertura forestale dopo la Spagna (55,4 per cento) e prima della Germania (32,8 per cento) a fronte di una media UE del 33 per cento;

    il bostrico (Ips typographus), noto come bostrico tipografo o bostrico dell'abete rosso, è un parassita delle colture forestali considerato tra i più temibili in assoluto in quanto in grado di portare alla morte degli alberi in poco tempo e in Italia è particolarmente diffuso nelle regioni settentrionali, quali la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, ma anche il Trentino Alto-Adige e il Friuli Venezia Giulia;

    tale parassita attacca il legno fresco di conifere forestali e predilige, tra i suoi bersagli, l'abete rosso o peccio (Picea abies), anche se può potenzialmente interessare anche pini e larici e tende ad attaccare le piante in piedi già sofferenti a causa di ambienti sfavorevoli, in zone climatiche non idonee o mutate nel corso degli anni, di età vetusta, indebolite da altri fattori biotici di tipo parassitario o, ancora, alberi danneggiati o schiantati in seguito ad eccezionali eventi atmosferici avversi;

    a partire dagli ultimi decenni, è stata osservata una crescente diffusione dell'insetto in tutte le Alpi, a danno soprattutto delle aree rimboschite nel secondo dopoguerra che presentano molte piante fisiologicamente deboli, al punto da diventare endemico lungo l'arco alpino, ma anche a marcata presenza in altre aree situate in Veneto, in Lombardia, in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto- Adige;

    nel 2019, nelle aree del Triveneto, a seguito della forte tempesta di vento «Vaia» verificatasi alla fine del 2018, è stata rilevata un'ampia diffusione del bostrico, che poi si è esteso a macchia d'olio nel resto del nord Italia, come attestato dall'ampio uso di trappole Theysohn a feromoni, che ha indicato, nella sola provincia autonoma di Bolzano, picchi fino a 28.000 esemplari nel solo mese di giugno 2021;

    nel solo Veneto i danni stimati da bostrico forniscono un bilancio disastroso, 10.000 ettari di terreno colpito, 2,5 milioni di piante morte 3.8 milioni di metri cubi di materiale da asportare, 200 milioni di euro di danni per il deprezzamento del legname più altrettanti di danni indiretti;

    tenuto conto che l'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna rischia di creare una più ampia diffusione del fenomeno del bostrico dal nord Italia sino alla regione colpita, in un contesto climatico certamente favorevole alla diffusione di insetti parassitari, e con una capacità di intervento a tutela del patrimonio forestale indubbiamente ridotta;

impegna il Governo

a valutare l'opportunità che il Commissario per la ricostruzione disponga misure di contenimento e contrasto per tutte le aree di diffusione del bostrico tipografo, anche mediante l'adozione di appositi piani di intervento.
9/1194-AR/38. (Testo modificato nel corso della seduta)Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    negli ultimi anni il nostro territorio è esposto ad un susseguirsi di eventi calamitosi dovuti ad eventi atmosferici eccezionali di particolare violenza, che provocano frane e allagamenti, devastano il nostro paesaggio, causano morti e dispersi, creano danni alle infrastrutture viarie, ferroviarie e industriali, alle reti del gas ed elettriche, ai beni pubblici e privati, allagano case, cantine, negozi e aziende agricole;

    la dimostrazione più recente di tale devastazione sono i fenomeni alluvionali di eccezionale intensità che hanno colpito le regioni di Emilia-Romagna, Toscana e Marche, a partire dal 1° maggio 2023, che hanno compromesso fortemente il territorio, creato frane, dissesti e straripamenti di fiumi e torrenti, e hanno provocato l'allagamento di gran parte del territorio, richiedendo l'attivazione urgente e inderogabile di misure di contrasto della rottura degli equilibri naturali;

    è sotto gli occhi di tutti la necessità di affrontare tali situazioni con strategie politiche rivolte maggiormente alla prevenzione, alla cura del territorio, all'adozione di pratiche di vigilanza attiva e di manutenzione costante del suolo e soprattutto dei corsi d'acqua, che siano in grado di mantenere in uno stato di reale sicurezza le aree più sensibili dal punto di vista del rischio idrogeologico e di esondazione;

    la causa di tanti disastri sta, purtroppo, nella mancata pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti che provoca un innalzamento degli alvei stessi, dovuto alla cronica deposizione di sedimenti e di trasporto solido, riducendone la sezione, che non riesce più a contenere il volume d'acqua del bacino scolante; la maggior parte dei problemi sarebbe risolta con una manutenzione costante del corso d'acqua, che ripristini la storica condizione dell'alveo e la sezione originale di deflusso;

    purtroppo, attualmente, la pulizia dei fiumi e dei torrenti è bloccata da una legislazione obsoleta, carica di inopportune ideologie ambientaliste, e da una burocrazia insostenibile, che mette in situazioni critiche i cittadini. Si ritiene che la situazione abbia raggiunto ormai un tale livello di gravità che solo una norma di carattere straordinario potrà risolvere i problemi;

    occorre, pertanto, autorizzare in somma urgenza lavori di carattere straordinario sia per l'estrazione di tronchi d'albero e di materiale vegetale dal corso d'acqua, sia per l'estrazione di ciottoli, ghiaia e sabbia dal letto dei fiumi e dei torrenti fino al ripristino del livello storico dell'alveo, sia la stabilizzazione dei versanti;

    la situazione emergenziale in cui si trova il territorio romagnolo e gli adiacenti comuni delle Marche e della Toscana esigono interventi immediati, da parte del Commissario straordinario, di ripristino della sezione originale di deflusso, con opere dirette a migliorare la funzionalità dell'alveo compreso l'alveo in piena;

    occorre stabilire le procedure da seguire e i termini abbreviati per l'ottenimento dei pareri e atti di intesa, anche utilizzando l'istituto del silenzio assenso in caso di inerzia delle amministrazioni;

    la compensazione dei costi delle attività inerenti alla sistemazione dei corsi d'acqua potrebbe avvenire attraverso la cessione dei materiali estratti, che devono essere valutati sulla base dei canoni demaniali vigenti. È importante garantire la pubblicazione delle domande nel sito internet istituzionale della regione e del Commissario e la fissazione di un termine inderogabile per eventuali richieste di interesse concorrente,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, affinché il Commissario straordinario per la ricostruzione adotti misure gestionali urgenti e concrete, capaci di ripristinare la continuità idromorfologica longitudinale, laterale e verticale degli alvei dei fiumi e dei torrenti e la ristabilizzazione dell'assetto plano-altimetrico dei corridoi fluviali dei territori interessati dai fenomeni alluvionali verificatisi a far data dal 1 maggio 2023, anche al fine di poter utilizzare successivamente tali misure come modello da seguire per migliorare radicalmente la funzionalità idraulica dei nostri corsi d'acqua ed evitare il ripetersi dell'inondazione delle nostre pianure.
9/1194-AR/39. Comaroli, Cattoi, Zinzi, Benvenuto, Bof, Montemagni, Pizzimenti.


   La Camera,

   premesso che:

    negli ultimi anni il nostro territorio è esposto ad un susseguirsi di eventi calamitosi dovuti ad eventi atmosferici eccezionali di particolare violenza, che provocano frane e allagamenti, devastano il nostro paesaggio, causano morti e dispersi, creano danni alle infrastrutture viarie, ferroviarie e industriali, alle reti del gas ed elettriche, ai beni pubblici e privati, allagano case, cantine, negozi e aziende agricole;

    la dimostrazione più recente di tale devastazione sono i fenomeni alluvionali di eccezionale intensità che hanno colpito le regioni di Emilia-Romagna, Toscana e Marche, a partire dal 1° maggio 2023, che hanno compromesso fortemente il territorio, creato frane, dissesti e straripamenti di fiumi e torrenti, e hanno provocato l'allagamento di gran parte del territorio, richiedendo l'attivazione urgente e inderogabile di misure di contrasto della rottura degli equilibri naturali;

    è sotto gli occhi di tutti la necessità di affrontare tali situazioni con strategie politiche rivolte maggiormente alla prevenzione, alla cura del territorio, all'adozione di pratiche di vigilanza attiva e di manutenzione costante del suolo e soprattutto dei corsi d'acqua, che siano in grado di mantenere in uno stato di reale sicurezza le aree più sensibili dal punto di vista del rischio idrogeologico e di esondazione;

    la causa di tanti disastri sta, purtroppo, nella mancata pulizia degli alvei dei fiumi e dei torrenti che provoca un innalzamento degli alvei stessi, dovuto alla cronica deposizione di sedimenti e di trasporto solido, riducendone la sezione, che non riesce più a contenere il volume d'acqua del bacino scolante; la maggior parte dei problemi sarebbe risolta con una manutenzione costante del corso d'acqua, che ripristini la storica condizione dell'alveo e la sezione originale di deflusso;

    purtroppo, attualmente, la pulizia dei fiumi e dei torrenti è bloccata da una legislazione obsoleta, carica di inopportune ideologie ambientaliste, e da una burocrazia insostenibile, che mette in situazioni critiche i cittadini. Si ritiene che la situazione abbia raggiunto ormai un tale livello di gravità che solo una norma di carattere straordinario potrà risolvere i problemi;

    la situazione emergenziale in cui si trova il territorio romagnolo e gli adiacenti comuni delle Marche e della Toscana esigono interventi immediati, da parte del Commissario straordinario, di ripristino della sezione originale di deflusso, con opere dirette a migliorare la funzionalità dell'alveo compreso l'alveo in piena;

    occorre stabilire le procedure da seguire e i termini abbreviati per l'ottenimento dei pareri e atti di intesa, anche utilizzando l'istituto del silenzio assenso in caso di inerzia delle amministrazioni;

    la compensazione dei costi delle attività inerenti alla sistemazione dei corsi d'acqua potrebbe avvenire attraverso la cessione dei materiali estratti, che devono essere valutati sulla base dei canoni demaniali vigenti. È importante garantire la pubblicazione delle domande nel sito internet istituzionale della regione e del Commissario e la fissazione di un termine inderogabile per eventuali richieste di interesse concorrente,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, affinché il Commissario straordinario per la ricostruzione adotti misure gestionali urgenti e concrete, capaci di ripristinare la continuità idromorfologica longitudinale, laterale e verticale degli alvei dei fiumi e dei torrenti e la ristabilizzazione dell'assetto plano-altimetrico dei corridoi fluviali dei territori interessati dai fenomeni alluvionali verificatisi a far data dal 1 maggio 2023, anche al fine di poter utilizzare successivamente tali misure come modello da seguire per migliorare radicalmente la funzionalità idraulica dei nostri corsi d'acqua ed evitare il ripetersi dell'inondazione delle nostre pianure.
9/1194-AR/39. (Testo modificato nel corso della seduta)Comaroli, Cattoi, Zinzi, Benvenuto, Bof, Montemagni, Pizzimenti.


   La Camera,

   premesso che:

    gli eventi atmosferici che hanno interessato l'Emilia-Romagna nel corso del mese di maggio sono da considerarsi straordinari;

    in provincia di Ferrara sono caduti oltre 250 mm di pioggia, con insistenza e ripetutamente che hanno fatto registrare il record di precipitazioni storiche. L'eccezionalità è evidente se si pensa che la piovosità media annuale, per Ferrara, si aggira attorno ai 600 mm;

    questa straordinaria intensità, ripetitività e concentrazione di eventi, pur non avendo carattere alluvionale a Ferrara, ha causato allagamenti diffusi nelle campagne (comprendendo locali tracimazioni di corsi d'acqua e rotture di argini), che hanno causato danni economici, pesanti, all'intero comparto agricolo;

    le piogge, che correttamente vanno ritenute senza dubbio «alluvionali», hanno compromesso, in maniera generalizzata, la campagna produttiva cerealicola (grano duro, grano tenero, orzo): si stimano cali produttivi pesanti (oltre il 30 per cento) e livelli qualitativi molto bassi (con conseguente pesante deprezzamento della produzione). Non minori gli effetti sulle colture oleaginose prossime alla raccolta (vedi colza), anche in questo caso con cali dell'ordine del 30 per cento. Non vanno per nulla trascurati gli effetti negativi e forse permanenti, sulle superfici frutticole a causa del lungo periodo di saturazione idrica dei terreni. Infine, pesanti gli effetti per le colture orticole molto sensibili ad andamenti stagionali avversi;

    l'articolo 12, al comma 1, prevede che le imprese agricole di cui all'articolo 2135 del codice civile, ivi comprese le cooperative, che svolgono l'attività di produzione agricola possono beneficiare degli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, a condizione che abbiano subito danni a seguito degli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, che abbiano superfici aziendali situate nei territori indicati nell'allegato 1 annesso al presente decreto o per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con le delibere del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2023, del 23 maggio 2023 e del 25 maggio 2023 e che siano intestatarie del fascicolo aziendale aggiornato;

    l'articolo 11 sospende, in favore di imprese e società aventi sede legale, od operativa o unità locali nei territori di cui all'allegato 1, i seguenti termini: versamento diritto annuale dovuto alle camere di commercio, adempimenti contabili e societari, pagamento rate di mutui e finanziamenti e di contratti di locazione finanziaria, adempimenti amministrativi e relative sanzioni riguardanti atti e documenti delle camere di commercio. In particolare, la sospensione del pagamento di rate di mutui e finanziamenti, ivi incluse le operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento e di credito ordinario, si applica anche alle società e alle imprese che, alla data del 1° maggio 2023, avevano la sede operativa nei territori delle province di Reggio-Emilia, di Modena, di Bologna, di Ferrara, di Ravenna, di Forlì-Cesena e di Rimini, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con delibere del Consiglio dei Ministri del 4 e del 23 maggio 2023;

    infine, anche l'articolo 20-bis prevede che le disposizioni che disciplinano il coordinamento delle procedure e delle attività di ricostruzione nei territori delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a far data dal 1° maggio 2023, compresi nell'allegato 1 annesso al presente decreto si applicano anche ad altri territori delle medesime regioni non compresi nell'allegato 1, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con le delibere del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2023, del 23 maggio 2023, e inoltre il Commissario straordinario per la ricostruzione, sentite le regioni interessate, previo raccordo con le amministrazioni centrali competenti, entro due mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, trasmette al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, sulla base dei dati e delle informazioni disponibili, un «elenco aggiornato» dei comuni in cui si sono verificati allagamenti, frane o particolari esigenze di assistenza e soccorso che presentino un nesso di causalità diretto con gli eventi alluvionali, anche ai fini di eventuali valutazioni in merito all'estensione dell'elenco di cui all'allegato 1 annesso al presente decreto;

    invece, l'articolo 8 del decreto-legge all'esame riconosce, con riferimento al periodo dal 1° maggio 2023 al 31 agosto 2023, una indennità una tantum in favore dei lavoratori autonomi iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza (forme gestite dall'INPS o da enti di previdenza di diritto privato) che, alla data del 1° maggio 2023, risiedevano, erano domiciliati o operavano, esclusivamente o prevalentemente, in uno dei Comuni indicati nell'allegato 1 del presente decreto-legge e che hanno dovuto sospendere l'attività a causa degli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con delibere del Consiglio dei ministri del maggio 2023;

    le norme riguardanti il settore agricolo: l'articolo 11 relativamente alla sospensione del pagamento di rate di mutui e finanziamenti, ivi incluse le operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento, e 12, sono state di fatto giustamente estese anche altri territori delle medesime regioni non compresi nell'allegato 1, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con le delibere del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2023, del 23 maggio 2023, quindi allargando di fatto le zone alle quali si applica il decreto, mentre per l'articolo 8 questo non è stato disposto,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, in un prossimo provvedimento, che le disposizioni contenute nell'articolo 8 del presente decreto-legge vengano applicate oltre che ai lavoratori autonomi che alla data del 1° maggio 2023 risiedevano, erano domiciliati o operavano, nei comuni dell'allegato 1 del presente decreto-legge e che causa degli eventi alluvionali hanno dovuto sospendere l'attività, anche a coloro che risiedevano, erano domiciliati o operavano anche in altri territori delle medesime regioni non compresi nell'allegato 1, ma per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con le delibere del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2023, del 23 maggio 2023.
9/1194-AR/40. Davide Bergamini.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 2, del provvedimento in esame prevede la possibilità, per il personale dell'amministrazione giudiziaria impossibilitato a recarsi sul luogo di lavoro a causa degli eventi calamitosi, di fare ricorso al lavoro agile;

    le disposizioni di cui all'articolo 4, comma 5, primo periodo, consentono altresì alle pubbliche amministrazioni di ricorrere al lavoro agile, anche in deroga ai contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti, fino al 31 dicembre 2023;

    gli articoli da 6 a 13 del provvedimento estendono inoltre l'utilizzo del lavoro agile e consentono attività didattiche a distanza nei territori interessati dagli eventi alluvionali;

   considerato che:

    l'emergenza connessa agli eventi alluvionali ha reso necessario il ricorso a modalità di svolgimento della prestazione lavorativa non in presenza, genericamente ricondotte al lavoro agile, finora oggetto di limitate sperimentazioni e timidi tentativi di attuazione, eccezion fatta per il periodo pandemico durante il quale, invero, di questi modelli organizzativi di lavoro disciplinati già da tempo nel nostro ordinamento, è stata effettuata una riscoperta dei punti di forza e di debolezza che sono stati messi al centro di un ampio e diffuso dibattito tuttora in corso;

    se il lavoro agile, durante la fase pandemica, ha fornito un'esperienza a livello nazionale che non può e non deve essere ignorata per buoni risultati ottenuti, ciò deve valere anche oggi, con riguardo all'emergenza che vivono i lavoratori e le lavoratrici colpiti dagli eventi alluvionali verificatesi a partire da maggio scorso, in molti casi costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e rivedere l'organizzazione di tempi, modi e luoghi di vita/lavoro;

   valutato che:

    tra i fattori imprescindibili del lavoro agile rivestono un ruolo strategico la «cultura organizzativa» e le «tecnologie digitali» in una logica di «cambio di gestione», ovvero di gestione del cambiamento organizzativo per valorizzare al meglio le opportunità rese disponibili dalle nuove tecnologie;

    le tecnologie digitali sono fondamentali per rendere possibili nuovi modi di lavorare, sono da considerarsi, quindi, un fattore indispensabile del lavoro agile. Il livello di digitalizzazione permette di creare spazi di lavoro digitali virtuali, nei quali la comunicazione, la collaborazione e la socializzazione non dipendono da orari e luoghi di lavoro;

   rilevato che:

    anche quest'anno, vista l'ondata di calore estremo che sta interessando la nostra penisola, l'ispettorato del lavoro è intervenuto con una Nota 5056 del 13 luglio 2023 per riepilogare le principali indicazioni per la tutela della salute dei lavoratori, sia per i datori di lavoro che per gli ispettori. La nota richiama le precedenti prot. INL n. 4639 del 2 luglio 2021 e n. 3783 del 22 giugno 2022 e le indicazioni operative della nota prot. INL 4753 del 26 luglio 2022;

    la Nota 5056 citata ricorda altresì la possibilità per i datori di lavoro di richiedere all'INPS le prestazioni di integrazione salariale in caso di situazioni climatiche avverse, tra cui il caldo estremo. Nel messaggio INPS 2999/2022, la CIGO per temperature elevate è riconoscibile in tutti i casi in cui «il datore di lavoro, su indicazione del responsabile della sicurezza dell'azienda» dispone la sospensione/riduzione delle lavorazioni in quanto sussistono rischi o pericoli per la sicurezza e la salute dei lavoratori, purché «le cause che hanno determinato detta sospensione/riduzione non siano imputabili al datore di lavoro stesso o ai lavoratori»,

impegna il Governo

ad adottare, nel primo provvedimento utile, ogni iniziativa normativa volta a prevedere, in tutto il territorio nazionale, adeguate misure volte ad estendere, al ricorrere di eventi climatici estremi, quali l'ondata di calore che sta investendo il Paese, il ricorso al lavoro agile nel settore sia pubblico che privato, nonché adeguate risorse da destinare alla promozione dello stesso e al completamento dei piani di intervento pubblico per la connettività ultraveloce, ove necessario.
9/1194-AR/41. Barzotti, Baldino, Marianna Ricciardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, entrato in vigore il 2 giugno 2023, reca disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi ed alluvionali verificatisi sul territorio nazionale a partire dal giorno 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    successivamente, il 6 luglio 2023, è entrato in vigore il decreto-legge n. 88 del 2023, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023 (C. 1279), il cui contenuto è confluito nel disegno di legge in titolo in forza dell'emendamento 20.100 presentato dal Governo nel corso dell'esame;

   considerato che:

    in data 3 maggio 2023 il fiume Trionto, dopo un giorno di pioggia, ha fatto collassare uno dei piloni del viadotto provocando il crollo della strada nel tratto che attraversa il comune di Longobucco, tra il bivio di Ortiano e quello di Destro/Manco;

    la strada Mirto Crosia-Longobucco, nota anche come strada Sila-mare, è un'infrastruttura strategica per i cittadini residenti nelle zone dello Ionio cosentino e per i comuni dei medesimi territori in quanto, una volta ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne dell'altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina;

    la strada Sila-mare è fondamentale per l'ammodernamento e la sicurezza dei collegamenti delle aree interne con le zone costiere. Il completamento dell'asse Mirto Crosia-Longobucco riuscirebbe a collegare le sponde dello Ionio di Corigliano-Rossano con il Parco nazionale della Sila in meno di 20 minuti mentre ad oggi, dopo 30 anni, vede percorribili appena 11 chilometri su 25 totali;

   considerato inoltre che:

    con l'ordine del giorno n. 9/01067-A/019 presentato nell'ambito del disegno di legge di conversione del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, purtroppo respinto, si impegnava il Governo a sottoscrivere una apposita convenzione con l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, l'Anas Spa e la regione Calabria per attività di ispezione delle infrastrutture, in particolare di ponti e viadotti della regione Calabria, al fine di garantire la sicurezza delle infrastrutture calabresi e assicurare il diritto alla mobilità nonché a prevedere con urgenza, anche con un decreto-legge ad hoc, alla messa in sicurezza dell'infrastruttura citata in premessa, con particolare riferimento alla ricostruzione del viadotto crollato ed ogni altra azione volta a togliere i cittadini di Longobucco dall'isolamento;

    i cittadini di Longobucco, nel mese di giugno hanno simbolicamente occupato la sala consiliare del comune attraverso una protesta, simbolica e pacifica volta a segnalare a un mese dal crollo del ponte sul Trionto, l'isolamento dell'area;

    secondo articoli di stampa locale e comunicati istituzionali, sarebbero stati destinati dal Ministero delle infrastrutture e trasporti 9 milioni per la messa in sicurezza e la riapertura del tratto a monte della strada statale 177 direzione Sila mare, chiuso a causa proprio del crollo del Ponte, tuttavia non vi è traccia dell'atto formale da cui questa informazione sarebbe originata,

impegna il Governo

a fare chiarezza sui finanziamenti annunciati per la messa in sicurezza e la riapertura del tratto stradale in premessa, anche rendendo noto un cronoprogramma degli interventi previsti.
9/1194-AR/42. Baldino.


   La Camera,

   premesso che:

    gli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna e le adiacenti zone di Marche e Toscana sono state di straordinaria intensità e durata;

    dai primi sopralluoghi effettuati i comuni coinvolti sono 91, come riportati nell'allegato 1 del decreto-legge n. 61 del 2023. Tuttavia, nell'ambito delle audizioni svolte dalla Commissione ambiente, sono giunte una serie di segnalazioni anche da comuni non inclusi nell'allegato 1, che hanno evidenziato ingenti danni a proprietà private, terreni agricoli e infrastrutture pubbliche, in particolare nel territorio della regione Marche;

    in considerazione dei danni segnalati anche da territori non compresi nell'allegato 1, il secondo decreto-legge del Governo, n. 88 del 2023, relativo alla ricostruzione, ha previsto l'applicazione delle provvidenze del decreto anche ad altri territori delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, non ricompresi nell'allegato 1; in tal caso, ai fini del riconoscimento dei contributi per la ricostruzione del patrimonio privato, gli interessati devono dimostrare il nesso di causalità diretto tra i danni subiti ivi verificatisi e gli eventi alluvionali;

    in seguito all'approvazione di un emendamento riformulato dal Governo, il testo approvato dalla Commissione ambiente della Camera, ha conferito al Commissario straordinario, sentite le regioni interessate e previo raccordo con le amministrazioni centrali competenti, l'incarico di aggiornare l'elenco dei comuni in cui si sono verificati allagamenti, frane o particolari esigenze di assistenza e soccorso, che presentino un nesso di causalità diretto con gli eventi alluvionali. Si prevede inoltre, la trasmissione di tale elenco al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, «anche ai fini di eventuali valutazioni in merito all'estensione dell'elenco di cui all'allegato 1» annesso al decreto-legge n. 61 del 2023;

    occorre evitare discriminazioni tra i soggetti aventi diritto alle agevolazioni e ai ristori previsti dal primo decreto del Governo, n. 61 del 2023, per permettere a tutti, cittadini e imprese, di fronteggiare l'emergenza in cui ancora si trovano e migliorare le proprie condizioni di vita,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, in sede di applicazione delle disposizioni dell'articolo 20-bis del decreto-legge n. 61 del 2023, oppure nell'ambito di successivi provvedimenti anche di carattere normativo, di inserire i territori dei comuni della regione Marche che, pur non indicati nell'attuale allegato 1, sono stati danneggiati dall'alluvione e che hanno segnalato ingenti danni a proprietà private, terreni agricoli e infrastrutture pubbliche.
9/1194-AR/43. Carloni, Marchetti, Latini, Zinzi, Bof, Pizzimenti.


   La Camera,

   considerato che:

    con riferimento alle utenze delle forniture di energia elettrica, gas, del servizio idrico e del servizio rifiuti, il testo della Legge approvato non contiene indicazioni sull'applicazione di misure di agevolazione tariffaria che riducano gli importi in bolletta alla popolazione colpita dagli eventi alluvionali;

    la legge, infatti, si limita a prescrivere una temporanea sospensione, per la generalità delle utenze dei territori alluvionati, dei termini dei pagamenti delle bollette e che tali pagamenti, secondo le disposizioni regolatorie, riprenderanno successivamente al 31 agosto 2023;

    l'esigenza di misure di agevolazione tariffaria che sgravi la popolazione colpita dagli eventi alluvionali è ancora più opportuna considerando l'ingente consumo, in particolare della risorsa idrica e di energia elettrica, intercorso nel periodo di tempo successivo agli eventi, a fronte della necessità, da parte della popolazione coinvolta, di ripristinare l'uso dei locali colpiti, nonché la messa in sicurezza e l'igiene degli stessi;

    affinché l'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) adotti un provvedimento che introduca le agevolazioni tariffarie in bolletta, è necessaria una chiara indicazione legislativa, in quanto le misure di agevolazione a favore delle utenze alluvionate devono essere finanziate da un meccanismo perequativo che utilizzi fondi raccolti dalla generalità delle utenze;

    specifici interventi legislativi sono stati introdotti per consentire all'Autorità di regolazione di adottare provvedimenti di agevolazione tariffaria in occasioni di precedenti calamità naturali, quali a solo titolo di esempio, gli eventi sismici del 2009, del 2012 e del 2016;

    l'introduzione di misure di agevolazione può essere conformata in modo da non generare aggravi per la finanza pubblica, tramite l'introduzione di componenti tariffarie temporanee e di natura solidaristica,

impegna il Governo:

   a valutare l'inserimento, nel primo provvedimento utile, di una disposizione normativa che:

    consenta all'ARERA di introdurre con proprio provvedimento a decorrere dal 1° maggio 2023 agevolazioni, anche di natura tariffaria a favore delle utenze dei servizi di fornitura di energia elettrica, gas, servizio idrico e servizio rifiuti che ne facciano richiesta dichiarando di avere subito danni a seguito degli eventi meteorologici avversi;

    definisca le modalità per la copertura delle agevolazioni stesse, attraverso specifiche componenti tariffarie, facendo ricorso, ove opportuno, a strumenti di tipo perequativo.
9/1194-AR/44. Battistoni, Mazzetti, Simiani.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge prevede la sospensione, per il periodo dal 1° maggio al 31 agosto 2023, dei termini in materia di adempimenti e versamenti tributari e contributivi per i soggetti con residenza, sede legale o sede operativa nei territori interessati dagli eventi alluvionali e franosi verificatisi a partire dal 1° maggio 2023; la sospensione riguarda tasse, contributi previdenziali e assistenziali e premi per l'assicurazione obbligatoria, versamenti delle ritenute alla fonte, addizionali regionale e comunale e cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione;

    l'effettuazione dei versamenti sospesi, senza sanzioni e interessi, è prevista per il 20 novembre 2023, in una unica soluzione; tale data è ritenuta molto ravvicinata dai cittadini interessati e dalle imprese coinvolte, che, a novembre, si troverebbero ancora in piena ricostruzione;

    infatti, in un'analoga situazione, di grande difficoltà ad adempiere a quanto richiesto, si trovano anche i cittadini e le imprese che alla data del 26 novembre 2022 avevano la residenza, la sede legale o la sede operativa nel territorio dei comuni di Casamicciola Terme e di Lacco Ameno dell'isola di Ischia, colpiti dai noti eventi alluvionali e franosi di allora, che dovrebbero effettuare i versamenti sospesi o avviare i pagamento delle rate entro il 16 settembre 2023, nonostante non siano ancora tornati nelle normali condizioni di vita,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di tenere conto dei tempi effettivi occorrenti per la ricostruzione dei territori colpiti da disastrose alluvioni e devastanti frane, come quelle dell'Emilia-Romagna e dell'isola di Ischia, adottando gli opportuni provvedimenti per prorogare i termini per l'effettuazione dei versamenti sospesi.
9/1194-AR/45. Zinzi, Montemagni, Benvenuto, Bof, Pizzimenti, Graziano, Pierro, De Luca, Sarracino, Schiano Di Visconti, Patriarca, Borrelli.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge contiene importanti misure di sostegno e aiuti per i territori e la popolazione alluvionata, per far fronte al superamento dell'emergenza e al ritorno alle normali condizioni di vita, come la sospensione dei termini di adempimenti e versamenti tributari e contributivi, la sospensione dei procedimenti amministrativi e delle autorizzazioni e prescrizioni ambientali, risorse per la ripresa delle istituzioni scolastiche, delle università e delle strutture sanitarie, integrazioni al reddito di lavoratori, professionisti e imprese, finanziamenti per il ristoro dei danni all'agricoltura e zootecnia, nonché una serie di disposizioni acceleratorie e contributi economici per la ricostruzione pubblica e privata e per il ripristino dei dissesti territoriali e delle infrastrutture danneggiate;

    il modello di intervento è stato quello già adottato per precedenti calamità e, da ultimo, per il terremoto che ha interessato il centro Italia nel 2016 e 2017 e, in particolare, il decreto-legge 17 ottobre 2016 n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229;

    tuttavia, il decreto-legge 61/2023, pur prevedendo contributi per i beni strumentali delle imprese, non prevede contributi ai privati cittadini per i beni mobili danneggiati, nonostante il decreto-legge 189 del 2016, all'articolo 9, in caso di distruzione o danneggiamento grave di beni mobili e di beni mobili registrati, prevedeva l'assegnazione di un contributo, secondo modalità e criteri che venivano definiti con ordinanza del Commissario straordinario;

    la disastrosa alluvione e le devastanti frane che hanno colpito la Romagna e le adiacenti province delle Marche e Toscana hanno creato gravi danni o addirittura distrutto le automobili di privati cittadini; tuttavia, le assicurazioni delle auto, salvo casi eccezionali, non includono la garanzia per sinistri causati da catastrofi naturali e, pertanto, molti veicoli distrutti in questi giorni dalle acque o dalle frane non riescono ad essere risarciti,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare provvedimenti, anche tramite le competenze del Commissario straordinario, per prevedere contributi in favore dei privati cittadini per i beni mobili, e beni mobili registrati in loro possesso, qualora gravemente danneggiati dall'alluvione e dalle frane che hanno colpito l'Emilia-Romagna, Marche e Toscana a partire dal 1° maggio 2023, come già previsto per il terremoto che ha interessato il centro Italia nel 2016 e 2017 e, in particolare, con l'articolo 9 del decreto-legge 17 ottobre 2016 n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229.
9/1194-AR/46. Morrone, Montemagni, Cavandoli, Davide Bergamini, Zinzi, Benvenuto, Bof, Pizzimenti.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1.600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    il decreto in esame non dà alcuna copertura finanziaria all'impegno straordinario di risorse umane e strumentali cui saranno chiamati gli enti locali colpiti dall'alluvione del maggio 2023 nello svolgimento delle attività loro attribuite dal decreto e in particolare quelle preordinate al riconoscimento dei contributi di ricostruzione e riparazione ai beni privati. Le funzioni svolte in tutto il processo di ricostruzione dovranno, infatti, essere svolte dagli enti locali sulla base delle risorse umane, finanziarie e strumentali previste a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a finanziare con risorse umane, finanziarie e strumentali adeguati le funzioni svolte in tutto il processo di ricostruzione dagli enti locali interessati.
9/1194-AR/47. Curti, Simiani, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    l'articolo 7 riconosce un'integrazione al reddito mensile ai lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa che, al 1° maggio 2023, risiedono o sono domiciliati o lavorano presso un'impresa che ha sede legale od operativa in uno dei territori indicati nell'allegato 1 del presente decreto-legge, a seguito degli eventi straordinari per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con determinate delibere del Consiglio dei ministri del maggio 2023, nonché ai lavoratori dipendenti privati impossibilitati in tutto o in parte a recarsi al lavoro, se residenti o domiciliati nei medesimi territori, e ai lavoratori agricoli impossibilitati a prestare l'attività lavorativa per i medesimi eventi straordinari;

    l'articolo 8 del decreto in esame prevede la corresponsione di un'indennità una tantum quale misura di sostegno al reddito dei lavoratori autonomi,

impegna il Governo:

  ad adottare ulteriori iniziative normative volte a:

   garantire l'integrazione salariale prevista dall'articolo 7 anche ai lavoratori con contratto intermittente;

   garantire l'indennità prevista dall'articolo 8 del decreto in esame anche ai lavoratori autonomi occasionali, ai lavoratori domestici e ai collaboratori sportivi.
9/1194-AR/48. Scotto, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    nello specifico, i fondi per la ricostruzione privata e la ricostruzione pubblica non sono sufficienti e parimenti deludente è la previsione di indennizzi per i danni «fino al 100 per cento e nei limiti delle risorse stanziate»,

impegna il Governo

a stanziare adeguate risorse finanziarie aggiuntive per garantire il ristoro del 100 per cento dei danni subiti da cittadini e imprese.
9/1194-AR/49. Merola, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    l'impegno finanziario complessivo dei due decreti, decreto n. 61 del 2023 e decreto 88, rifuso con emendamento nel decreto in esame, è infatti molto lontano da quella stima dei danni – che ammonta a 9 miliardi di euro, elaborata dalla regione Emilia-Romagna, al fine di garantire tutti gli indennizzi e la ricostruzione,

impegna il Governo

a stanziare progressivamente le risorse finanziarie mancanti per il triennio 2024-2026 per raggiungere la cifra di 9 miliardi di euro necessari a garantire il ristoro dei danni al 100 per cento e la ricostruzione pubblica e privata.
9/1194-AR/50. Braga, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    il decreto in esame prevede, infatti, per la copertura delle spese di parte corrente finalizzate alla ricostruzione privata, lo stanziamento di 120 milioni di euro, cifra insufficiente a garantire la copertura del 100 per cento dei danni,

impegna il Governo

a stanziare, nel primo provvedimento utile, ulteriori risorse, per un ammontare complessivo di 700 milioni di euro per la copertura delle spese di parte corrente relative agli interventi di ricostruzione privata.
9/1194-AR/51. Gnassi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    nel mese di aprile 2023 in molte aree dell'Emilia-Romagna si sono verificate gelate tardive che hanno danneggiato frutta e ortaggi provocando una significativa riduzione della produzione ortofrutticola e mancati redditi per le imprese agricole,

impegna il Governo

ad estendere le misure previste a favore delle imprese agricole colpite dagli eventi alluvionali del mese di maggio 2023 anche alle imprese localizzate in Emilia-Romagna colpite dalle eccezionali gelate verificatesi a partire dal mese di aprile 2023 che nella pressoché totalità delle stesse coincidono.
9/1194-AR/52. Vaccari, Forattini, Marino, Andrea Rossi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola.


   La Camera,

   premesso che:

    nel mese di aprile 2023 in molte aree dell'Emilia-Romagna si sono verificate gelate tardive che hanno danneggiato frutta e ortaggi provocando una significativa riduzione della produzione ortofrutticola e mancati redditi per le imprese agricole,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di estendere, compatibilmente con i saldi di bilancio, le misure previste a favore delle imprese agricole colpite dagli eventi alluvionali del mese di maggio 2023 anche alle imprese localizzate in Emilia-Romagna colpite dalle eccezionali gelate verificatesi a partire dal mese di aprile 2023 che nella pressoché totalità delle stesse coincidono.
9/1194-AR/52. (Testo modificato nel corso della seduta)Vaccari, Forattini, Marino, Andrea Rossi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede che, sulla base di danni effettivamente accertati, contributi a ristoro di imprese agricole colpite dagli eventi meteorologici verificatisi tra il 2 e il 17 maggio 2023,

impegna il Governo

ad estendere il contributo anche a favore di imprese che gestiscono strutture ad uso agrituristico.
9/1194-AR/53. Di Biase, Vaccari, Forattini, Marino, Andrea Rossi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 12 consente alle imprese agricole operanti nei territori interessati dagli eventi alluvionali, che hanno subito danni eccezionali e che, al verificarsi dell'evento, non beneficiavano della copertura recata da polizze assicurative, di accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva;

    stabilisce che una quota del Fondo per l'innovazione in agricoltura istituito dalla legge di bilancio 2023 venga destinata a sostenere i relativi investimenti e progetti di innovazione realizzati da imprese dei settori dell'agricoltura, della zootecnia, della pesca e dell'acquacoltura con sede operativa nei territori colpiti dagli eccezionali eventi atmosferici, frane ed eventi alluvionali di cui al decreto in esame;

    le imprese della pesca e dell'acquacoltura sono state fortemente penalizzate soprattutto nell'area della foce del Po per effetto degli sversamenti di limo, fango e detriti trasportati dal fiume e dai suoi affluenti in mare,

impegna il Governo

a prevedere risorse aggiuntive finalizzate a compensare le imprese del settore della pesca e dell'acquacoltura danneggiate dagli eventi alluvionali.
9/1194-AR/54. Forattini, Vaccari, Marino, Andrea Rossi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola.


   La Camera,

   premesso che:

    a due mesi dalla terribile alluvione che ha devastato la Romagna il quadro dell'agricoltura rimane preoccupante. Gli impianti frutticoli e le coltivazioni non sono più rispondenti alle esigenze del mercato;

    le principali emergenze individuate fin da subito sono i terreni completamente sradicati e franati, i siti alluvionati, l'asfissia che l'alluvione ha determinato nei vigneti e nei frutteti, gli allevamenti allagati, i danneggiamenti irreversibili alle infrastrutture viarie vicinali e poderali, le rotture degli impianti di irrigazione, i danni idrogeologici e spondali;

    occorre programmare progetti di riconversione varietale, dando un contributo agli agricoltori che espiantano, per favorire l'introduzione di varietà più resistenti al climate change e che sostengono investimenti in tecniche innovative per migliorare le fasi di conservazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti frutticoli;

    dall'elenco dei soggetti beneficiari dei contributi non si evince se saranno ricomprese anche i terreni egli impianti delle imprese agricole che hanno subito danni,

impegna il Governo

a sostenere e incentivare gli investimenti a favore del settore frutticolo per ricostruire e rinnovare le strutture, i mezzi, gli impianti frutticoli in campo, con un'intensità di aiuto che possa arrivare al 100 per cento attraverso procedure rapide e snelle che diano velocemente liquidità alle imprese.
9/1194-AR/55. Andrea Rossi, Vaccari, Forattini, Marino, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 7 riconosce un'integrazione al reddito mensile anche ai lavoratori agricoli impossibilitati a prestare l'attività lavorativa in seguito agli eventi alluvionali. Tale prestazione è riconosciuta entro il limite temporale del 31 agosto 2023;

    la crisi derivante dagli eventi alluvionali ha ridotto e continua a ridurre in misura significativa l'attività produttiva nell'ambito agricolo,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prorogare al 31 dicembre 2023 la cassa integrazione emergenziale a favore dei lavoratori agricoli delle zone colpite dalle recenti alluvioni nelle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche.
9/1194-AR/56. Fossi, Vaccari, Forattini, Marino, Andrea Rossi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola.


   La Camera,

   premesso che:

    gli eventi alluvionali hanno causato il danneggiamento di impianti irrigui gestiti dai consorzi di bonifica;

    ritardare ulteriormente gli interventi di ripristino delle aree allagate comporta il rischio idraulico di vaste aree del territorio romagnolo,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a sospendere i contributi consortili e a finanziare interventi con opere d'urgenza atti a prevenire il rischio di ulteriori rotture ed esondazioni e a soddisfare le richieste di approvvigionamento irriguo, che già stanno pervenendo da numerose aziende agricole.
9/1194-AR/57. Marino, Vaccari, Forattini, Andrea Rossi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola.


   La Camera,

   premesso che:

    gli eventi alluvionali hanno causato il danneggiamento di impianti irrigui gestiti dai consorzi di bonifica;

    ritardare ulteriormente gli interventi di ripristino delle aree allagate comporta il rischio idraulico di vaste aree del territorio romagnolo,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di adottare ulteriori iniziative normative volte a sospendere i contributi consortili e a finanziare interventi con opere d'urgenza atti a prevenire il rischio di ulteriori rotture ed esondazioni e a soddisfare le richieste di approvvigionamento irriguo, che già stanno pervenendo da numerose aziende agricole.
9/1194-AR/57. (Testo modificato nel corso della seduta)Marino, Vaccari, Forattini, Andrea Rossi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei Comuni;

    il comma 19 dell'articolo 1 del decreto in esame proroga alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 il cosiddetto superbonus al 110 per cento per gli interventi edilizi effettuati su unità immobiliari ubicate nei territori colpiti dall'alluvione, di cui all'allegato 1 al decreto in esame,

impegna il Governo:

  ad adottare ulteriori iniziative normative volte:

   ad ampliare l'ambito temporale di sostenimento delle spese di ulteriori sei mesi per recuperare il tempo del blocco dei lavori conseguente agli effetti degli eventi alluvionali, al fine di tutelare tutte le situazioni in cui, dopo il 31 dicembre 2023, si decade dal beneficio della superdetrazione nella misura del 110 per cento o del 90 per cento, evitando che per i soggetti che hanno subito gli effetti dell'alluvione scatti, sulle spese sostenute dal 1° gennaio 2024 fino al 31 marzo 2024, la riduzione al 70 per cento ordinariamente prevista dal legislatore;

   a prorogare al 31 dicembre 2024 il termine per la detrazione del 110 per cento agli IACP nelle province alluvionate.
9/1194-AR/58. Ubaldo Pagano, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1.600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei Comuni;

    l'alluvione ha fatto registrare 17 vittime e 23 mila sfollati,

impegna il Governo:

   a garantire la copertura finanziaria per i primi interventi di ripristino e consolidamento delle strutture sociosanitarie e socio-assistenziali e per gli interventi di riattivazione e potenziamento infrastrutturale e tecnologico delle strutture stesse;

   a garantire la copertura finanziaria per le spese straordinarie, non programmate e non programmabili che gli enti locali e la AUSL stanno affrontando per consentire l'accoglienza in sicurezza, l'assistenza e la cura delle persone con fragilità, disabilità, non autosufficienza evacuate da strutture di accoglienza e ricovero o dalle proprie abitazioni in relazione agli eventi di dissesto idrogeologico, per gli interventi domiciliari per le persone con fragilità, disabilità, non autosufficienza che – pur non essendo evacuate dalla propria abitazione – non possono proseguire le attività e gli inserimenti in strutture sociosanitarie precedentemente frequentate e rese inagibili o difficilmente accessibili per problemi alla viabilità e ai servizi di collegamento e trasporto.
9/1194-AR/59. Malavasi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1.600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    l'alluvione ha fatto registrare 17 vittime e 23 mila sfollati,

impegna il Governo:

   compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a garantire la copertura finanziaria per i primi interventi di ripristino e consolidamento delle strutture sociosanitarie e socio-assistenziali e per gli interventi di riattivazione e potenziamento infrastrutturale e tecnologico delle strutture stesse;

   compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a garantire la copertura finanziaria per le spese straordinarie, non programmate e non programmabili che gli enti locali e la AUSL stanno affrontando per consentire l'accoglienza in sicurezza, l'assistenza e la cura delle persone con fragilità, disabilità, non autosufficienza evacuate da strutture di accoglienza e ricovero o dalle proprie abitazioni in relazione agli eventi di dissesto idrogeologico, per gli interventi domiciliari per le persone con fragilità, disabilità, non autosufficienza che – pur non essendo evacuate dalla propria abitazione – non possono proseguire le attività e gli inserimenti in strutture sociosanitarie precedentemente frequentate e rese inagibili o difficilmente accessibili per problemi alla viabilità e ai servizi di collegamento e trasporto.
9/1194-AR/59. (Testo modificato nel corso della seduta)Malavasi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1.600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    l'articolo 1 del decreto in esame prevede, al comma 12, prevede che l'Arera, con propri provvedimenti, disciplini le modalità per la sospensione fino a sei mesi dal 1° maggio 2023 dei termini di pagamento delle fatture dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua e dei rifiuti urbani, nonché le misure di integrazione finanziaria a favore delle imprese distributrici, fornitrici ed esercenti il servizio,

impegna il Governo

in relazione alla sospensione del pagamento delle utenze, ad adottare ogni iniziativa utile per prevedere piani di rateizzazione del debito eventualmente accumulato per evitare la concentrazione in un termine breve di oneri non sostenibili per l'utente.
9/1194-AR/60. Toni Ricciardi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1.600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    l'articolo 1 del decreto in esame prevede, al comma 12, prevede che l'Arera, con propri provvedimenti, disciplini le modalità per la sospensione fino a sei mesi dal 1° maggio 2023 dei termini di pagamento delle fatture dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua e dei rifiuti urbani, nonché le misure di integrazione finanziaria a favore delle imprese distributrici, fornitrici ed esercenti il servizio,

impegna il Governo

in relazione alla sospensione del pagamento delle utenze, a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile per prevedere piani di rateizzazione del debito eventualmente accumulato per evitare la concentrazione in un termine breve di oneri non sostenibili per l'utente.
9/1194-AR/60. (Testo modificato nel corso della seduta)Toni Ricciardi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    inoltre, vi sono 772 strade totalmente o parzialmente interrotte e 1105 frane in 83 comuni;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    un'importante azione propedeutica alle azioni di mitigazione del rischio idrogeologico viene svolta dalla pianificazione di bacino attuata dalle Autorità di bacino distrettuali, che forniscono gli strumenti conoscitivi, tecnico-operativi e prescrittivi, per garantire la difesa del suolo e delle risorse idriche sul territorio nazionale;

    la legge di bilancio 2023 ha tagliato il 40 per cento dei Fondi assegnati annualmente all'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, comportando l'azzeramento degli stanziamenti per gli studi sul territorio, i servizi specialistici e le convenzioni scientifiche necessari per l'attività istituzionale di pianificazione, oltre a non rendere sostenibile la spesa per l'ordinaria gestione dell'Ente,

impegna il Governo:

   a prevedere un incremento dello stanziamento ordinario a favore dell'Autorità di bacino del Fiume Po per le esigenze di funzionamento volte a potenziare le attività finalizzate a mitigare il rischio idrogeologico e gli effetti del cambiamento climatico, anche con specifico riferimento agli eventi eccezionali verificatisi nel territorio della Romagna nel corso del mese di maggio 2023 e alla prolungata siccità del restante territorio del Distretto;

   a prevedere un contributo finanziario di 1 milione di euro per sviluppare nei comuni collinari montani compresi nelle zone alluvionate di cui al presente decreto attività di censimento delle frane e analisi e comprensione dei processi che hanno causato l'innesco delle frane, definizione di linee di indirizzo per l'assetto ed il consolidamento dei versanti a scala di bacino, al fine di garantire la massima efficacia in relazione alla tipologia di frana e ai meccanismi che l'hanno innescata, identificazione e attuazione di tecniche di monitoraggio per la mitigazione del rischio da frana in tutte quelle situazioni il rischio ed in particolare nelle situazioni in cui non è possibile intervenire in modo risolutivo con interventi strutturali.
9/1194-AR/61. Di Sanzo, Simiani, Braga, Curti, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame destina all'articolo 16, comma 1, una quota del Fondo «Sport e Periferie», pari a 5 milioni di euro nel 2023, al risanamento delle infrastrutture sportive particolarmente danneggiate al fine di consentire in tempi celeri il ripristino degli impianti sportivi siti nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza;

    il comma 2 prevede l'emanazione di un piano di interventi prioritari e urgenti nei territori colpiti, sulla base della ricognizione delle infrastrutture sportive danneggiate;

    dalla prima ricognizione sarebbero ben 135 gli impianti sportivi pubblici danneggiati dalla alluvione. Si trovano in 46 comuni, e il totale dei danni, ancora provvisorio, arriva già a circa 24 milioni di euro;

    a livello economico, la stima provvisoria quantifica a 24 milioni di euro i danni subiti. Una cifra destinata a salire, al momento così suddivisa: 2 milioni di euro nella città metropolitana di Bologna, 9 milioni nella provincia di Forlì-Cesena, 12 milioni nella provincia di Ravenna e 1 milione nella provincia di Rimini;

    far ripartire al più presto le attività sportive nelle zone colpite dall'alluvione è un obiettivo a cui bisogna lavorare con sinergia per individuare le priorità per ripartire;

    recuperare gli impianti significa salvaguardare lo sport di base e quegli spazi di socialità che molto importanti per le comunità. Senza dimenticare le tante persone che vivono di sport, e che in questo momento vedono a rischio il loro posto di lavoro,

impegna il Governo

al fine di consentire in tempi celeri il ripristino degli impianti sportivi siti nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, a reperire risorse adeguate destinate al risanamento delle infrastrutture sportive particolarmente danneggiate e a prevedere – in fase di approvazione del primo provvedimento utile – interventi volti a sostenere tali strutture attraverso agevolazioni anche sotto forma di credito di imposta.
9/1194-AR/62. Berruto, Andrea Rossi.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 15, del provvedimento in esame, prevede che, per i mesi di maggio, giugno e luglio 2023, le pubbliche amministrazioni possono provvedere in favore degli enti gestori privati alla remunerazione dei servizi educativi, socio-assistenziali, socio-sanitari e sanitari accreditati, convenzionati o contrattualizzati, non erogati in conseguenza degli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, secondo il numero di prestazioni erogate nel mese di aprile 2023;

    dall'emergenza provocata dagli eventi alluvionali si è appresa l'urgenza di intervenire al fine di tutelare la qualità dei lavoratori Educatori professionali;

    sembrerebbe, come denunciato dagli addetti ai lavori, che non vengano riconosciute le ore di lavoro in assenza dell'utente, per malattia o per altri motivi, nonostante siano già spese previste e messe a bilancio;

    sembrerebbe che solo alcuni comuni o Consorzi permettano il recupero nella settimana successiva previo consenso della famiglia nel caso di minori;

    ancora, che i tempi di spostamento previsti per lo svolgimento del lavoro (ad esempio scuola-casa dell'utente) non vengano considerati e riconosciuti come tempo lavoro;

    l'educatore professionale è l'operatore sociale e sanitario che attua specifici progetti educativi e riabilitativi. Nei servizi socio-assistenziali e nei servizi e nei presidi socio-sanitari e della salute le sue funzioni sono identificabili all'interno della prospettiva pedagogico educativa con azioni volte ad evitare e comunque a contenere le difficoltà educativo relazionali e le povertà educative, nonché con la costruzione di percorsi formativi per il potenziamento della crescita pedagogico – educativa e dei progetti volti alla promozione del benessere individuale e sociale;

    a questa condizione si aggiunge l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, a causa della quale agli educatori professionali non sarebbero state riconosciute le ore non svolte per causa di forza maggiore nei territori alluvionati,

impegna il Governo

a riconoscere agli educatori professionali impegnati nei territori coinvolti dagli eventi alluvionali le ore non svolte per causa di forza maggiore e ad introdurre, già a partire dal prossimo provvedimento utile, norme atte a tutelare la dignità lavorativa di questi lavoratori.
9/1194-AR/63. Gribaudo, Manzi, Orfini.


   La Camera,

   premesso che:

    sono stati centinaia i giovani che hanno un loro contributo nel soccorso delle zone alluvionate dell'Emilia-Romagna;

    per incoraggiare e premiare il forte senso civico e l'impegno dimostrato dai tanti giovani, soccorsi anche da tutte le regioni, grazie all'approvazione di un emendamento sottoscritto dal Gruppo Pd, è stato riconosciuto, all'articolo 5, comma 3-bis, ai fini dell'attribuzione del credito scolastico, di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, lo svolgimento delle attività di volontariato svolte dagli studenti della scuola secondaria superiore;

    non risulta, invece, approvato l'emendamento, sempre proposta dal Gruppo Pd, che per le medesime finalità prevedeva il riconoscimento come crediti formativi universitari delle attività di volontariato svolte nei territori alluvionati;

    «I care, “Me ne importa, mi sta a cuore”, sono parole significative» diceva don Lorenzo Milani, legate ad un impegno che va riconosciuto e premiato,

impegna il Governo

ad estendere le disposizioni di cui all'articolo 5, comma 3-bis, che riconoscono, ai fini dell'attribuzione del credito scolastico, lo svolgimento delle attività di volontariato svolte nei territori alluvionati dagli studenti della scuola secondaria superiore, anche agli studenti universitari.
9/1194-AR/64. Orfini, Bakkali, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari, Fratoianni.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi, permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    la legge n. 205 del 2017 ha previsto l'istituzione, nelle regioni italiane più sviluppate (in cui non sono previste le Zone economiche speciali – ZES indicate dagli articoli 4 e 5 del decreto-legge 20 giugno 2017, n. 91, a favore delle regioni meno sviluppate e in transizione) di Zone logistiche semplificate (Zls) dirette a favorire la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo di nuovi investimenti nelle aree portuali;

    con la legge n. 160 del 2019 viene integrato tale quadro normativo modificando il regime giuridico delle Zls prevedendo Zlsr («Zone logistiche semplificate rafforzate») contemplando per le nuove imprese e quelle già esistenti che operano nelle Zls risorse a sostegno di investimenti «limitatamente alle zone ammissibili agli aiuti a finalità regionale» ex articolo 107, paragrafo 3, lettera c) del Trattato sul funzionamento dell'unione europea (Tue);

    nonostante le regioni interessate abbiano già individuato e territori e deliberato l'istituzione restano da ufficializzare, con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, le Zls in Toscana, Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Liguria ed Emilia-Romagna;

    in Emilia-Romagna, regione colpita gravemente dall'alluvione, è ancora fermo l'iter per l'istituzione della ZLS di Ravenna, che comprende 11 nodi intermodali da Ravenna a Piacenza, 25 aree produttive, 9 province,

impegna il Governo

al fine sostenere la ripresa delle attività economiche e produttive e di promuovere la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo di nuovi investimenti nei territori colpiti dall'alluvione, ad adottare i provvedimenti necessari all'istituzione della Zona logistica semplificata (ZLS) della regione Emilia-Romagna di cui in premessa.
9/1194-AR/65. De Maria, Bakkali, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei Comuni,

impegna il Governo

a prevedere che i soggetti che alla data del 1° maggio 2023 avevano sede legale od operativa e svolgevano attività di impresa o di lavoro autonomo nei territori alluvionati e che per effetto dell'alluvione hanno subito la distruzione ovvero l'inagibilità dell'azienda, dello studio professionale, ovvero la distruzione di attrezzature o di macchinari utilizzati per la loro attività, possano usufruire di un contributo sotto forma di credito di imposta pari al costo sostenuto, entro il 31 dicembre 2023, per la ricostruzione, il ripristino ovvero la sostituzione dei suddetti beni.
9/1194-AR/66. Lai, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni,

impegna il Governo

a prevedere lo stanziamento di risorse adeguate per il finanziamento degli interventi urgenti sulle strade di competenza dei comuni, delle province e della città metropolitana dei territori alluvionati da destinare al ripristino dei collegamenti tra le aree interessate dall'emergenza di cui al presente decreto.
9/1194-AR/67. De Micheli, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1.600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    l'articolo 9 del decreto in esame riconosce, fino al 31 dicembre 2023, in favore delle imprese localizzate nel territorio dei Comuni colpiti indicati nell'allegato 1 al decreto-legge l'accesso al Fondo di garanzia PMI a titolo gratuito, quindi, senza il pagamento di alcuna commissione, e secondo le percentuali di copertura massime previste dalla disciplina ordinaria (80 per cento per la garanzia diretta e 90 per cento per la riassicurazione), ulteriormente elevabili (fino al 90 per cento per la garanzia diretta e fino al 100 per cento per la riassicurazione),

impegna il Governo:

   ad adottare ulteriori iniziative normative volte a:

    innalzare l'importo massimo garantito dal Fondo fino a 7,5 milioni e a prevedere poi, sempre in via transitoria e per i territori colpiti dagli eventi alluvionali, l'estensione del perimetro di attività del Fondo alle mid cap;

    prevedere l'ammissibilità alla garanzia del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese, con copertura al 100 per cento, sia in garanzia diretta che in riassicurazione, dei nuovi finanziamenti concessi da banche, intermediari finanziari in favore di piccole e medie imprese e di persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni, di associazioni professionali e di società tra professionisti nonché di persone fisiche esercenti attività di cui alla sezione K del codice ATECO, la cui attività d'impresa è stata danneggiata dall'emergenza.
9/1194-AR/68. Peluffo, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni,

impegna il Governo

a stanziare risorse adeguate per il ristoro degli enti locali a fronte delle spese sostenute per l'emergenza e per i mancati introiti di IMU e TARI.
9/1194-AR/69. Guerra, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in esame caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    per la messa in sicurezza del territorio alluvionato occorrerebbero circa 2 miliardi,

impegna il Governo

a rifinanziare con risorse adeguate il fondo emergenze nazionali per garantire la messa in sicurezza del territorio alluvionato prima delle piogge autunnali.
9/1194-AR/70. Ferrari, Simiani, Curti, Di Sanzo, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    per la messa in sicurezza del territorio alluvionato occorrerebbero circa 2 miliardi,

impegna il Governo

nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a rifinanziare il fondo per la ricostruzione.
9/1194-AR/70. (Testo modificato nel corso della seduta)Ferrari, Simiani, Curti, Di Sanzo, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni,

impegna il Governo:

   a istituire un Fondo straordinario per il sostegno all'affitto delle famiglie di conduttori nei territori alluvionati o a rifinanziare il Fondo affitti e il Fondo per la morosità incolpevole, destinando una quota ai conduttori delle zone alluvionate;

   a prevedere, al fine di sostenere le famiglie aventi abitazione nei territori interessati dagli eventi alluvionali l'istituzione di un Fondo pari a 10 milioni di euro, per l'erogazione di contributi a fondo perduto, sotto forma di abbattimento dei costi dei finanziamenti bancari connessi a comprovati danni diretti subiti alle abitazioni e ai beni mobili, nei limiti della quota dei medesimi danni per la quale non si è avuto accesso ad altre forme di ristoro a carico della finanza pubblica.
9/1194-AR/71. Bakkali, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    il decreto in esame disciplina, tra le altre cose, le modalità di istituzione, composizione e di funzionamento della Cabina di coordinamento per la ricostruzione,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi delle norme richiamate in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che il Commissario straordinario informi la Cabina di coordinamento bimestralmente ovvero ogni qualvolta si renda opportuno e necessario per garantire l'efficacia del processo di ricostruzione.
9/1194-AR/72. Scarpa, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    il decreto in esame disciplina il procedimento di nomina e le funzioni del Commissario straordinario alla ricostruzione che dura in carica fino a giugno 2024,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere la proroga della durata in carica del Commissario per tre anni.
9/1194-AR/73. Mancini, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni,

impegna il Governo

a prevedere, nell'ambito della ricostruzione pubblica, un piano speciale per le infrastrutture stradali regionali e degli enti locali che quantifichi il danno e sia conseguentemente finanziato con ulteriori risorse, riservando una quota non inferiore al 30 per cento della dotazione della contabilità speciale.
9/1194-AR/74. Bonafè, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1.600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni;

    l'articolo 5 del decreto in esame reca misure a sostegno delle istituzioni scolastiche dei territori colpiti dall'emergenza. In particolare, il comma 1, istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito, il «Fondo straordinario a sostegno della continuità didattica», con lo stanziamento di 20 milioni di euro per il 2023, di consentire la tempestiva ripresa della regolare attività didattica nelle istituzioni scolastiche che hanno sede nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte ad includere fra gli enti beneficiari del riparto delle risorse previsto dall'articolo 5 del decreto in esame gli enti e i soggetti del sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni interessati dall'emergenza.
9/1194-AR/75. Manzi, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile a garantire la ripresa dell'attività scolastica nei territori alluvionati, anche con riferimento al ripristino degli arredi scolastici.
9/1194-AR/76. Stumpo, Simiani, Manzi, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile a garantire la ripresa dell'attività scolastica nei territori alluvionati, anche con riferimento al ripristino degli arredi scolastici.
9/1194-AR/76. (Testo modificato nel corso della seduta)Stumpo, Simiani, Manzi, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che, per le erogazioni liberali in denaro e in natura, effettuate nell'anno 2023 dalle persone fisiche e dagli enti non commerciali in favore delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali, spetta una detrazione dell'imposta lorda ai fini dell'imposta sul reddito pari al 30 per cento, nella misura massima di 30.000 euro.
9/1194-AR/77. D'Alfonso, Simiani, Manzi, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    a partire dal 1° maggio 2023, un'area estremamente vasta, che ricomprende 7 province dell'Emilia-Romagna, per un totale di 1600 chilometri quadrati, è stata colpita da due eventi alluvionali, entrambi straordinari;

    a seguito di tali eventi, anche le regioni Marche e Toscana sono state colpite con danni ad infrastrutture, frane, esondazioni di fiumi e allagamenti diffusi che hanno danneggiato immobili privati e imprese;

    si tratta di eventi senza precedenti nelle serie storiche dell'Emilia-Romagna che hanno portato all'esondazione contemporanea di 23 corsi d'acqua che, rompendo gli argini, hanno allagato i campi e città prevalentemente della Romagna;

    dopo un esame in commissione in sede referente del decreto in titolo caratterizzato da confusione e ritardi permane un quadro di risorse e misure insufficienti per far fronte all'emergenza e alla ricostruzione dei territori colpiti dall'alluvione;

    mancano infatti interventi significativi che riguardano punti fondamentali come infrastrutture, imprese, sanità, agricoltura, sostenibilità dei bilanci dei comuni,

impegna il Governo

a garantire il coinvolgimento dei sindaci dei comuni, dei presidenti delle unioni di comuni, dei presidenti delle province e dei sindaci delle città metropolitane territorialmente interessati dal processo di ricostruzione anche mediante la possibilità di istituire appositi comitati istituzionali, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nell'ambito dell'attività svolta dai presidenti delle regioni interessate in qualità di subcommissari.
9/1194-AR/78. Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, De Maria, De Micheli, Gnassi, Malavasi, Merola, Andrea Rossi, Vaccari.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge contiene importanti misure per il ristoro dei danni all'agricoltura e zootecnia, nonché una serie di disposizioni acceleratorie e contributi economici per la ricostruzione pubblica e privata e per il ripristino dei dissesti territoriali e delle infrastrutture danneggiate;

    infatti, gli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna e le adiacenti zone di Marche e Toscana sono stati di straordinaria intensità e durata e il fatto che si sono verificati dopo un periodo di estrema siccità ha facilitato lo scorrimento veloce delle acque e il verificarsi di dissesti e frane che hanno moltiplicato i danni;

    risultano straripati 23 corsi d'acqua della regione Emilia-Romagna e risulta completamente allagata un'area di 541 chilometri quadrati con decine di migliaia di edifici invasi dall'acqua e dal fango, di famiglie sfollate, di imprese agricole e produttive colpite; si sono verificate rotture degli argini, erosioni spondali, cancellazione o quasi del reticolo delle bonifiche; inoltre, migliaia di frane, di cui un migliaio di particolare rilevanza;

    in tale contesto risultano di straordinaria importanza le opere pubbliche per la regolazione della portata di fiumi e torrenti;

    in particolare, le dighe e i serbatoi montani sono in grado di immagazzinare grandi volumi di acqua e, allo stesso tempo, di mitigare le piene fluviali;

    negli ultimi anni più volte si fa riferimento al progetto della diga di Armorano nel comune di Calestano in provincia di Parma, e del relativo invaso di capacità fino a 60 milioni di metri cubi, per poter risolvere una serie di problemi legati alla riserva d'acqua per l'agricoltura, gli usi civili, l'industria e l'idroelettrico;

    è importante sviluppare un progetto di fattibilità tecnica ed economica, comprensivo delle indagini geologiche, delle opere da eseguire per la realizzazione della diga,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare gli adeguati provvedimenti diretti alla redazione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica, comprensivo delle indagini geologiche, delle opere da eseguire per la realizzazione della diga in località Armorano e del relativo invaso, nel comune di Calestano in provincia di Parma.
9/1194-AR/79. Cavandoli, Montemagni, Zinzi, Benvenuto, Bof, Pizzimenti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento sottoposto al nostro esame stabilisce una serie di misure a sostegno di lavoratori e imprese;

    ai fini della ripresa delle ordinarie attività produttive sono previste, tra le altre, misure per:

     riconoscere l'accesso al Fondo di garanzia PMI a titolo gratuito, quindi, senza il pagamento di alcuna commissione, e secondo le percentuali di copertura massime previste dalla disciplina ordinaria, ulteriormente elevabili nell'ipotesi in cui vengano integrate le condizioni consentite dal «Quadro temporaneo europeo di crisi e transizione per misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia a seguito dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina»;

     sostenere le imprese esportatrici autorizzando la concessione di contributi a fondo perduto per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle medesime imprese, nei limiti della quota dei medesimi danni per la quale non si è avuto accesso ad altre forme di ristoro a carico della finanza pubblica, nel rispetto di quanto previsto dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato;

     consentire alle imprese agricole operanti nei territori interessati dagli eventi alluvionali che hanno subito danni eccezionali e che siano in possesso di un fascicolo aziendale aggiornato, di accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 102 del 2004;

     ristorare i danni subiti dagli operatori economici aventi sede operativa nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023, da destinare alle imprese dei predetti territori, per il sostegno delle attività turistiche e ricettive, inclusi i porti turistici, gli stabilimenti termali e balneari, i parchi tematici, i parchi divertimento, gli agriturismi e il settore fieristico, nonché della ristorazione, del trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente;

     riconoscere una indennità una tantum in favore dei lavoratori autonomi iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza, forme gestite dall'INPS o da enti di previdenza di diritto privato che, alla data del 1° maggio 2023, risiedevano, erano domiciliati o operavano, esclusivamente o prevalentemente, in uno dei comuni indicati nell'allegato;

     garantire un'integrazione al reddito mensile ai lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa a seguito degli eventi straordinari per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con determinate delibere del Consiglio dei ministri del maggio 2023 e che, al 1° maggio 2023, risiedevano o erano domiciliati o lavoravano presso un'impresa con sede legale od operativa in uno dei territori indicati nell'allegato 1, nonché ai lavoratori dipendenti privati impossibilitati in tutto o in parte a recarsi al lavoro, se residenti o domiciliati nei medesimi territori, e ai lavoratori agricoli impossibilitati a prestare l'attività lavorativa per i medesimi eventi straordinari; consentire il rinnovo o la proroga dei contratti di lavoro dipendente a termine, compresi quelli a scopo di somministrazione di lavoro, anche in assenza delle causali che costituiscono condizione per rinnovi o proroghe che determinino una durata complessiva del rapporto di lavoro superiore a dodici mesi,

impegna il Governo

a valutare l'ipotesi di adottare una disciplina organica volta a regolare la costituzione, nell'ambito dei territori colpiti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo tali da necessitare un intervento pubblico per sostenere lavoratori, imprese, attività produttive dei settori primario, secondario e terziario, di Zone economiche speciali (ZES) al fine di favorire la creazione di condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, che consentano, da una parte, il più rapido superamento della situazione emergenziale e, dall'altra, nella fase di ricostruzione, il più agevole ed efficace ripristino della situazione di normalità sia mediante lo sviluppo delle imprese già operanti, sia attraverso l'insediamento di nuove realtà economiche ed imprenditoriali.
9/1194-AR/80. Trancassini.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento sottoposto al nostro esame stabilisce una serie di misure a sostegno di lavoratori e imprese;

    ai fini della ripresa delle ordinarie attività produttive sono previste, tra le altre, misure per:

     riconoscere l'accesso al Fondo di garanzia PMI a titolo gratuito, quindi, senza il pagamento di alcuna commissione, e secondo le percentuali di copertura massime previste dalla disciplina ordinaria, ulteriormente elevabili nell'ipotesi in cui vengano integrate le condizioni consentite dal «Quadro temporaneo europeo di crisi e transizione per misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia a seguito dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina»;

     sostenere le imprese esportatrici autorizzando la concessione di contributi a fondo perduto per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle medesime imprese, nei limiti della quota dei medesimi danni per la quale non si è avuto accesso ad altre forme di ristoro a carico della finanza pubblica, nel rispetto di quanto previsto dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato;

     consentire alle imprese agricole operanti nei territori interessati dagli eventi alluvionali che hanno subito danni eccezionali e che siano in possesso di un fascicolo aziendale aggiornato, di accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 102 del 2004;

     ristorare i danni subiti dagli operatori economici aventi sede operativa nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023, da destinare alle imprese dei predetti territori, per il sostegno delle attività turistiche e ricettive, inclusi i porti turistici, gli stabilimenti termali e balneari, i parchi tematici, i parchi divertimento, gli agriturismi e il settore fieristico, nonché della ristorazione, del trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente;

     riconoscere una indennità una tantum in favore dei lavoratori autonomi iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza, forme gestite dall'INPS o da enti di previdenza di diritto privato che, alla data del 1° maggio 2023, risiedevano, erano domiciliati o operavano, esclusivamente o prevalentemente, in uno dei comuni indicati nell'allegato;

     garantire un'integrazione al reddito mensile ai lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa a seguito degli eventi straordinari per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con determinate delibere del Consiglio dei ministri del maggio 2023 e che, al 1° maggio 2023, risiedevano o erano domiciliati o lavoravano presso un'impresa con sede legale od operativa in uno dei territori indicati nell'allegato 1, nonché ai lavoratori dipendenti privati impossibilitati in tutto o in parte a recarsi al lavoro, se residenti o domiciliati nei medesimi territori, e ai lavoratori agricoli impossibilitati a prestare l'attività lavorativa per i medesimi eventi straordinari; consentire il rinnovo o la proroga dei contratti di lavoro dipendente a termine, compresi quelli a scopo di somministrazione di lavoro, anche in assenza delle causali che costituiscono condizione per rinnovi o proroghe che determinino una durata complessiva del rapporto di lavoro superiore a dodici mesi,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere l'ipotesi di adottare una disciplina organica volta a regolare la costituzione, nell'ambito dei territori colpiti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo tali da necessitare un intervento pubblico per sostenere lavoratori, imprese, attività produttive dei settori primario, secondario e terziario, di Zone economiche speciali (ZES) al fine di favorire la creazione di condizioni favorevoli in termini economici, finanziari e amministrativi, che consentano, da una parte, il più rapido superamento della situazione emergenziale e, dall'altra, nella fase di ricostruzione, il più agevole ed efficace ripristino della situazione di normalità sia mediante lo sviluppo delle imprese già operanti, sia attraverso l'insediamento di nuove realtà economiche ed imprenditoriali.
9/1194-AR/80. (Testo modificato nel corso della seduta)Trancassini.


   La Camera,

   premesso che:

    in seguito agli eventi alluvionali che, a partire dal primo maggio hanno colpito vaste aree del Paese, in particolare la Romagna, sono state assunte misure idonee a fronteggiare l'emergenza prima e la riparazione poi;

    col provvedimento in oggetto sono stati adottate, meritoriamente, norme miranti a sospende alcuni termini tributari e contributivi, i termini di pagamento delle fatture dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua e dei rifiuti urbani, nonché le misure di integrazione finanziaria a favore delle imprese distributrici, fornitrici ed esercenti il servizio;

    è stata poi disposta la sospensione delle udienze e dei termini processuali dal 1° maggio 2023 fino al 31 luglio 2023 – con riguardo ai giudizi amministrativi, contabili, militari e tributari, nonché dei termini amministrativi;

    è stato istituito un fondo dedicato, il «Fondo straordinario a sostegno della continuità didattica» per l'acquisizione dei beni, servizi e lavori funzionali a garantire la continuità didattica e a potenziare e supportare la didattica a distanza nelle istituzioni scolastiche interessate;

    molti altri interventi di tipo economico e ordinamentale sono previsti per garantire i sostegni necessari a lavoratori e imprese delle zone colpite dall'alluvione, ma nulla si è disposto per quanto riguarda la duplicazione di documenti di identità e patenti dei cittadini residenti andate distrutte o smarrite a causa della violenza degli eventi atmosferici che hanno colpito la zona,

impegna il Governo

ad adottare, con il primo provvedimento utile allo scopo, norme per garantire ai soggetti residenti nei comuni di cui all'allegato 1, la possibilità di chiedere alle istituzioni competenti, nel caso in cui necessitino di nuovi documenti per l'inutilizzabilità di quelli posseduti a causa degli eventi alluvionali che siano stati smarriti in conseguenza degli stessi eventi, l'emissione di nuove patenti di guida o documenti di identificazione personale senza oneri a proprio carico.
9/1194-AR/81. Mattia, Buonguerrieri, Colombo, Cerreto.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento di urgenza in esame contiene misure a favore dei territori duramente colpiti a partire dal 1° maggio 2023, da eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità;

    il provvedimento, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei suddetti territori che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gran parte delle disposizioni contenute nel disegno di legge in esame prevedono proroghe e sospensioni di termini tributari e contributivi, la previsione di momentanei benefici fiscali, il sostegno alle famiglie e alle imprese interessate, ecc.;

    a integrazione delle suddette misure, risulta necessario prevedere l'esenzione dai tributi immobiliari per gli immobili riconosciuti inagibili in assenza dell'esenzione i contribuenti dovrebbero riprendere i pagamenti al 1° settembre anche in situazione di persistenza dell'inagibilità,

impegna il Governo

a integrare le misure di sostegno alle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali, al fine di prevedere che gli immobili inagibili totalmente o parzialmente non concorrano alla formazione del reddito imponibile ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e dell'imposta sul reddito delle società fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati medesimi e comunque fino all'anno di imposta 2024.
9/1194-AR/82. Borrelli, Bonelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento di urgenza in esame contiene misure a favore dei territori duramente colpiti a partire dal 1° maggio 2023, da eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità;

    il provvedimento, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei suddetti territori che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gran parte delle disposizioni contenute nel disegno di legge in esame prevedono proroghe e sospensioni di termini tributari e contributivi, la previsione di momentanei benefici fiscali, il sostegno alle famiglie e alle imprese interessate, ecc.;

    a integrazione delle suddette misure, risulta necessario prevedere l'esenzione dai tributi immobiliari per gli immobili riconosciuti inagibili in assenza dell'esenzione i contribuenti dovrebbero riprendere i pagamenti al 1° settembre anche in situazione di persistenza dell'inagibilità,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di integrare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le misure di sostegno alle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali, al fine di prevedere che gli immobili inagibili totalmente o parzialmente non concorrano alla formazione del reddito imponibile ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e dell'imposta sul reddito delle società fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati medesimi e comunque fino all'anno di imposta 2024.
9/1194-AR/82. (Testo modificato nel corso della seduta)Borrelli, Bonelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento di urgenza in esame contiene misure a favore dei territori duramente colpiti a partire dal 1° maggio 2023, da eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità;

    il provvedimento, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei suddetti territori che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni: nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    tra le misure del decreto-legge, è previsto lo stop a pagamenti fiscali e contributivi, che sospende i termini per i pagamenti di contribuii e scadenze fiscali. Gli adempimenti e i pagamenti sospesi sono tutti quelli dovuti nei confronti della pubblica amministrazione, tra questi vi è la TARI, la tassa sui rifiuti;

    è evidente la sospensione del pagamento della TARI comporta inevitabilmente delle minori entrate per i comuni interessati e conseguenti difficoltà nel garantire continuità nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani;

    gli eventi calamitosi comportano infatti gravi scompensi nella gestione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti da parte dei comuni,

impegna il Governo

ad adottare le necessarie iniziative al fine di prevedere le necessarie compensazioni delle minori entrate e delle maggiori spese registrate presso ciascun comune interessato, per far fronte ai maggiori costi affrontati e delle minori entrate registrate a titolo di TARI-tributo.
9/1194-AR/83. Zaratti, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento di urgenza in esame contiene misure a favore dei territori duramente colpiti a partire dal 1° maggio 2023, da eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità;

    il provvedimento, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei suddetti territori che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni: nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    tra le misure del decreto-legge, è previsto lo stop a pagamenti fiscali e contributivi, che sospende i termini per i pagamenti di contribuii e scadenze fiscali. Gli adempimenti e i pagamenti sospesi sono tutti quelli dovuti nei confronti della pubblica amministrazione, tra questi vi è la TARI, la tassa sui rifiuti;

    è evidente la sospensione del pagamento della TARI comporta inevitabilmente delle minori entrate per i comuni interessati e conseguenti difficoltà nel garantire continuità nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani;

    gli eventi calamitosi comportano infatti gravi scompensi nella gestione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti da parte dei comuni,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere le necessarie compensazioni delle minori entrate e delle maggiori spese registrate presso ciascun comune interessato, per far fronte ai maggiori costi affrontati e delle minori entrate registrate a titolo di TARI-tributo.
9/1194-AR/83. (Testo modificato nel corso della seduta)Zaratti, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento di urgenza in esame contiene misure a favore dei territori duramente colpiti a partire dal 1° maggio 2023, da eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità;

    il provvedimento, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei suddetti territori che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni: nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gran parte delle disposizioni contenute nel disegno di legge in esame prevedono proroghe e sospensioni di termini tributari e contributivi, la previsione di momentanei benefici fiscali, il sostegno alle famiglie e alle imprese interessate, e altri;

    l'articolo 7 in particolare, interviene in materia di ammortizzatori sociali, e riconosce un'integrazione al reddito mensile ai lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa a seguito degli eventi straordinari per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con delibera del Consiglio dei ministri del maggio 2023;

    le norme suddette vanno integrate con misure di sostegno anche a favore di quei tanti lavoratori stagionali che alla data dell'evento alluvionale non avevano ancora un rapporto di lavoro attivo;

    i lavoratori stagionali che avrebbero dovuto cominciare a lavorare dal mese di maggio e seguenti e che, a causa degli eventi emergenziali, non hanno potuto iniziare a lavorare (ad esempio: turismo e filiere collegato al turismo, stagionali dell'agricoltura o dell'industria alimentare non ricompresi dal comma 5 dell'articolo 7, stabilimenti termali, parchi tematici e divertimento, e altri), risultano sprovvisti di qualsiasi sostegno al reddito;

    così come è necessario integrare e rendere più efficaci gli ammortizzatori sociali a favore dei lavoratori con contratto intermittente,

impegna il Governo:

  ad adottare ulteriori iniziative normative volte a:

   estendere le misure di favore previste dal comma 5, articolo 7, per i lavoratori agricoli che non avevano un rapporto di lavoro attivo alla data dell'evento straordinario emergenziale, anche a quei lavoratori stagionali di altri comparti che alla data dell'evento alluvionale non avevano ancora un rapporto di lavoro attivo;

   garantire l'integrazione salariale per i lavoratori con contratto intermittente, nel limite massimo di 90 giornate lavorative, in deroga alle normative vigenti, indipendentemente dal fatto che la causa di riduzione o sospensione dell'attività lavorativa si sia verificata prima che il lavoratore venga chiamato o risponda ad una chiamata e indipendentemente dal numero di giornate lavorate negli ultimi 12 mesi.
9/1194-AR/84. Mari, Borrelli, Bonelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Piccolotti, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gli eventi alluvionali di eccezionale gravità hanno interessato, tra le altre strutture pubbliche, anche importanti archivi e biblioteche siti nei comuni colpiti, in particolare gli archivi delle città di Forlì, Faenza, Castel Bolognese e le biblioteche di Santagata, Faenza e l'antica biblioteca vescovile di Forlì, determinando il danneggiamento degli immobili e al contempo del ricco patrimonio archivistico e bibliotecario ivi conservato, per il quale si rendono necessari puntuali interventi di recupero, pulizia e sanificazione;

    l'articolo 20-octies, comma 1, lettera c) del provvedimento in esame, prevede il finanziamento, tra gli altri, di interventi di ricostruzione, ripristino e riparazione degli archivi, dei musei e delle biblioteche, che devono ricomprendere anche i materiali del patrimonio archivistico e bibliotecario danneggiati in diretta conseguenza degli eventi alluvionali;

    in taluni casi la ricostruzione prevista dall'articolo 20-octies, comma 1, lettera c) degli archivi, dei musei e delle biblioteche, che a tale fine sono equiparati agli immobili di cui alla lettera a) del medesimo articolo, dovrà comprendere non solo la riattivazione delle strutture danneggiate ma, ove ciò comporti il permanere delle situazioni di rischio idrogeologico perché collocate in locali seminterrati o interrati, la predisposizione di nuove strutture,

impegna il Governo

affinché il Commissario straordinario alla ricostruzione di cui all'articolo 20-ter inserisca nel programma i predetti interventi relativi agli archivi delle città di Forlì, Faenza, Castel Bolognese e alle biblioteche di Santagata, Faenza e all'antica biblioteca vescovile di Forlì destinando a ciò la somma di 10 milioni di euro.
9/1194-AR/85. Zanella, Borrelli, Bonelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gli eventi alluvionali di eccezionale gravità hanno interessato, tra le altre strutture pubbliche, anche importanti archivi e biblioteche siti nei comuni colpiti, in particolare gli archivi delle città di Forlì, Faenza, Castel Bolognese e le biblioteche di Santagata, Faenza e l'antica biblioteca vescovile di Forlì, determinando il danneggiamento degli immobili e al contempo del ricco patrimonio archivistico e bibliotecario ivi conservato, per il quale si rendono necessari puntuali interventi di recupero, pulizia e sanificazione;

    l'articolo 20-octies, comma 1, lettera c) del provvedimento in esame, prevede il finanziamento, tra gli altri, di interventi di ricostruzione, ripristino e riparazione degli archivi, dei musei e delle biblioteche, che devono ricomprendere anche i materiali del patrimonio archivistico e bibliotecario danneggiati in diretta conseguenza degli eventi alluvionali;

    in taluni casi la ricostruzione prevista dall'articolo 20-octies, comma 1, lettera c) degli archivi, dei musei e delle biblioteche, che a tale fine sono equiparati agli immobili di cui alla lettera a) del medesimo articolo, dovrà comprendere non solo la riattivazione delle strutture danneggiate ma, ove ciò comporti il permanere delle situazioni di rischio idrogeologico perché collocate in locali seminterrati o interrati, la predisposizione di nuove strutture,

impegna il Governo

affinché il Commissario straordinario alla ricostruzione di cui all'articolo 20-ter valuti l'inserimento nel programma dei predetti interventi relativi agli archivi delle città di Forlì, Faenza, Castel Bolognese e alle biblioteche di Santagata, Faenza e all'antica biblioteca vescovile di Forlì destinando a ciò le somme a tali fini occorrenti.
9/1194-AR/85. (Testo modificato nel corso della seduta)Zanella, Borrelli, Bonelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023» che viene contestualmente abrogato;

    l'ultimo rapporto pubblicato a fine marzo dagli scienziati dell'IPCC (il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici), indica chiaramente come non ci sia più tempo da perdere per fronteggiare l'emergenza climatica. Il surriscaldamento del pianeta, con un aumento della temperatura media globale di 1.1 °C rispetto all'era preindustriale (1850-1900), sta già avendo impatti diffusi e disastrosi che colpiscono la vita di milioni di persone in tutto il mondo, con l'aumento di ondate di calore, siccità e inondazioni che stanno già superando il livello di guardia;

    siccità, eventi pluviometrici estremi, ondate di calore, scioglimenti dei ghiacciai, perdita di biodiversità sono tutti fenomeni connessi e correlati con la crisi climatica in atto, dovuta in massima parte all'innalzamento delle temperature del pianeta, che la scienza dei cambiamenti climatici è concorde nel ritenere dovuto in massima parte all'aumento delle emissioni di CO2 indotta dall'attività umana, ossia dalla combustione di petrolio, carbone e gas;

    gli eventi siccitosi che hanno colpito il nostro paese nel corso del 2022 e nei primi mesi del 2023 con conseguenze devastanti per l'agricoltura, l'ambiente e la popolazione, ai quali si alternano eventi pluviometri estremi come quelli di maggio 2023 o come l'eccezionale grandinata che ha colpito nelle ultime ore il Trentino e il Veneto, devastando città e campagne con oltre 100 feriti, sono eventi metrologici estremi sempre più frequenti, come denunciato dagli scienziati dell'IPCC, da inquadrarsi nella più epocale crisi climatica in atto,

impegna il Governo

ad adottare tempestivamente le necessarie iniziative normative volte a introdurre una disciplina organica sul clima, impegnando le politiche di bilancio al raggiungimento degli obiettivi climatici assunti nell'ambito degli accordi internazionali sottoscritti dal nostro Paese.
9/1194-AR/86. Bonelli, Zanella, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023» che viene contestualmente abrogato;

    l'ultimo rapporto pubblicato a fine marzo dagli scienziati dell'IPCC (il Panel Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici), indica chiaramente come non ci sia più tempo da perdere per fronteggiare l'emergenza climatica. Il surriscaldamento del pianeta, con un aumento della temperatura media globale di 1.1 °C rispetto all'era preindustriale (1850-1900), sta già avendo impatti diffusi e disastrosi che colpiscono la vita di milioni di persone in tutto il mondo, con l'aumento di ondate di calore, siccità e inondazioni che stanno già superando il livello di guardia;

    siccità, eventi pluviometrici estremi, ondate di calore, scioglimenti dei ghiacciai, perdita di biodiversità sono tutti fenomeni connessi e correlati con la crisi climatica in atto, dovuta in massima parte all'innalzamento delle temperature del pianeta, che la scienza dei cambiamenti climatici è concorde nel ritenere dovuto in massima parte all'aumento delle emissioni di CO2 indotta dall'attività umana, ossia dalla combustione di petrolio, carbone e gas;

    gli eventi siccitosi che hanno colpito il nostro paese nel corso del 2022 e nei primi mesi del 2023 con conseguenze devastanti per l'agricoltura, l'ambiente e la popolazione, ai quali si alternano eventi pluviometri estremi come quelli di maggio 2023 o come l'eccezionale grandinata che ha colpito nelle ultime ore il Trentino e il Veneto, devastando città e campagne con oltre 100 feriti, sono eventi metrologici estremi sempre più frequenti, come denunciato dagli scienziati dell'IPCC, da inquadrarsi nella più epocale crisi climatica in atto,

impegna il Governo

a continuare nell'adozione delle misure necessarie al rispetto degli impegni internazionali per la tutela del clima.
9/1194-AR/86. (Testo modificato nel corso della seduta)Bonelli, Zanella, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 10 maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    appare evidente come dopo i primi interventi di ripristino e messa in sicurezza del territorio, dalla fase delle somme urgenze occorre passare subito ad interventi strutturali, tra i quali opere di difesa del suolo, difesa idraulica, di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità;

    in tale direzione appare fondamentale il ruolo e la funzione delle Autorità di bacino distrettuale nella fase di ricostruzione, che deve essere attuata integrando strategie e norme dettate dai piani gestione delle acque e dai piani gestione rischio alluvioni;

    dalla Cabina di coordinamento per la ricostruzione prevista all'articolo 20-quater del provvedimento in esame, istituita per coadiuvare il commissario straordinario alla ricostruzione sono stati esclusi inspiegabilmente le Autorità di bacino distrettuale,

impegna il Governo

ad indirizzare l'azione del Commissario straordinario alla ricostruzione affinché operi in stretto rapporto con le strutture tecniche delle Autorità di bacino distrettuale interessate.
9/1194-AR/87. Fratoianni, Zaratti, Bonelli, Zanella, Borrelli, Dori, Evi, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 10 maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    appare evidente come dopo i primi interventi di ripristino e messa in sicurezza del territorio, dalla fase delle somme urgenze occorre passare subito ad interventi strutturali, tra i quali opere di difesa del suolo, difesa idraulica, di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità;

    in tale direzione appare fondamentale il ruolo e la funzione delle Autorità di bacino distrettuale nella fase di ricostruzione, che deve essere attuata integrando strategie e norme dettate dai piani gestione delle acque e dai piani gestione rischio alluvioni;

    dalla Cabina di coordinamento per la ricostruzione prevista all'articolo 20-quater del provvedimento in esame, istituita per coadiuvare il commissario straordinario alla ricostruzione sono stati esclusi inspiegabilmente le Autorità di bacino distrettuale,

impegna il Governo

ad assicurare il coordinamento tra l'azione del Commissario straordinario alla ricostruzione e le strutture tecniche delle Autorità di bacino distrettuale interessate.
9/1194-AR/87. (Testo modificato nel corso della seduta)Fratoianni, Zaratti, Bonelli, Zanella, Borrelli, Dori, Evi, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    appare evidente come dopo i primi interventi di ripristino e messa in sicurezza del territorio, dalla fase delle somme urgenze occorre passare subito ad interventi strutturali, tra i quali opere di difesa del suolo, difesa idraulica, di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità;

    in tale direzione appare fondamentale il ruolo e la funzione dell'autorità di bacino distrettuale del fiume Po che va opportunamente rafforzata in termini di risorse finanziarie ed umane per poter potenziare le attività istituzionali particolarmente complesse, finalizzate a fronteggiare i gravi effetti del cambiamento climatico particolarmente evidente nel distretto padano, anche con specifico riferimento agli eventi eccezionali verificatisi nel territorio della regione Emilia-Romagna nel corso del mese di maggio 2023, caratterizzato dalla contestuale evidenza di ricorrenti fenomeni siccitosi e alluvionali,

impegna il Governo

a disporre nel primo provvedimento utile uno stanziamento necessario a sostenere il reclutamento da parte dell'autorità di bacino distrettuale del fiume Po di nuovo personale da inserire nella pianta organica tramite procedure concorsuali.
9/1194-AR/88. Dori, Bonelli, Borrelli, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    appare evidente come dopo i primi interventi di ripristino e messa in sicurezza del territorio, dalla fase delle somme urgenze occorre passare subito ad interventi strutturali, tra i quali opere di difesa del suolo, difesa idraulica, di mitigazione del rischio idrogeologico e di tutela e recupero degli ecosistemi e della biodiversità;

    in tale direzione appare fondamentale il ruolo e la funzione dell'autorità di bacino distrettuale del fiume Po che va opportunamente rafforzata in termini di risorse finanziarie ed umane per poter potenziare le attività istituzionali particolarmente complesse, finalizzate a fronteggiare i gravi effetti del cambiamento climatico particolarmente evidente nel distretto padano, anche con specifico riferimento agli eventi eccezionali verificatisi nel territorio della regione Emilia-Romagna nel corso del mese di maggio 2023, caratterizzato dalla contestuale evidenza di ricorrenti fenomeni siccitosi e alluvionali,

impegna il Governo

ad adottare nei primi provvedimenti utili adeguate misure volte a rafforzare le dotazioni organiche delle autorità di bacino distrettuali e le capacità organizzative e decisionali delle stesse, al fine di garantire l'effettiva funzionalità e piena operatività delle azioni di mitigazione del dissesto idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio.
9/1194-AR/88. (Testo modificato nel corso della seduta)Dori, Bonelli, Borrelli, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    appare evidente come dopo i primi interventi di ripristino e messa in sicurezza del territorio, dalla fase delle somme urgenze occorre passare subito ad interventi strutturali, in molti casi riprogettando e ricostruendo diversamente, per rendere il territorio più resiliente, attraverso interventi che integrino riduzione del rischio alluvioni e tutela e recupero degli ecosistemi;

    la ricostruzione delle zone colpite dai gravi eventi alluvionali rappresenta l'occasione per l'adozione di un articolato programma di riqualificazione morfologica ed ecologica dei corsi d'acqua interessati dagli eventi alluvionali, operando il ripristino della connettività monte-valle, la rinaturazione dei corpi idrici e degli argini, l'eventuale ampliamento delle aree di esondazione, con la delocalizzazione degli immobili ricadenti in aree ad elevata pericolosità idraulica, secondo una strategia capace di andare oltre «la messa in sicurezza» per passare alla mitigazione e gestione del rischio, nello spirito della Direttiva 2007/60/CE «Alluvioni»,

impegna il Governo

a disporre nella più volte annunciata revisione del PNRR l'estensione del Programma d'Azione della misura M2C4.3 – Investimento 3.3 – «Rinaturazione dell'Area del Po» alla rete dei corsi d'acqua interessati dagli eventi alluvionali di maggio 2023 aumentando opportunamente le risorse.
9/1194-AR/89. Evi, Bonelli, Borrelli, Dori, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gli eventi alluvionali di eccezionale gravità hanno causato ingenti danni alle abitazioni, determinando oltre al danneggiamento degli immobili che risultano inagibili, anche la perdita di mobili, arredi ed elettrodomestici non più utilizzabili;

    così come previsto dall'articolo 20-sexies, comma 3, lettera a) sulla base dei danni effettivamente verificatisi sono previsti contributi fino al 100 per cento delle spese occorrenti per far fronte, tra l'altro, agli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa,

impegna il Governo

nell'ambito del raccordo con il Commissario straordinario alla ricostruzione ad estendere il riconoscimento dei contributi fino al 100 per cento delle spese occorrenti per far fronte agli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa, alle spese per la sostituzione di mobili e grandi elettrodomestici distrutti o danneggiati dagli eventi alluvionali.
9/1194-AR/90. Grimaldi, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gli eventi alluvionali di eccezionale gravità hanno causato ingenti danni alle abitazioni, determinando oltre al danneggiamento degli immobili che risultano inagibili, anche la perdita di mobili, arredi ed elettrodomestici non più utilizzabili;

    così come previsto dall'articolo 20-sexies, comma 3, lettera a) sulla base dei danni effettivamente verificatisi sono previsti contributi fino al 100 per cento delle spese occorrenti per far fronte, tra l'altro, agli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa,

impegna il Governo

nell'ambito dell'accordo con il Commissario straordinario alla ricostruzione a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di estendere il riconoscimento dei contributi fino al 100 per cento delle spese occorrenti per far fronte agli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione degli immobili di edilizia abitativa, alle spese per la sostituzione di mobili e grandi elettrodomestici distrutti o danneggiati dagli eventi alluvionali.
9/1194-AR/90. (Testo modificato nel corso della seduta)Grimaldi, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento, che riveste carattere di urgenza e di necessità, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei territori colpiti dagli eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità di maggio 2023, che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    in particolare gli articoli 7, 8, 9, 10, 11, 12, 16, 17 prevedono disposizioni in materia di ammortizzatori sociali, sostegni al reddito dei lavoratori autonomi, rafforzamento degli interventi del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese nei comuni colpiti dall'alluvione, misure di sostegno alle imprese esportatori, sospensione di termini in favore delle imprese, sostegno alle imprese agricole danneggiate dagli eventi alluvionali, interventi urgenti per il risanamento delle infrastrutture sportive, misure di sostegno al comparto turistico per operatori e imprese aventi sede nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con delibere del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2023, del 23 maggio 2023 e del 25 maggio 2023;

    dopo mesi di siccità, tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno scorsi, la Sardegna è stata interessata da perturbazioni atmosferiche a carattere temporalesco, che in alcuni casi hanno assunto le caratteristiche di veri e propri nubifragi;

    da nord a sud dell'isola, i danni sono stati pesantissimi: quelli maggiori si sono verificati nei comuni che fanno parte della regione storica del Meilogu, in particolare nei comuni di Bonnannaro, Thiesi, Siligo, Bonorva, Torralba e Banari;

    nel dettaglio, durante la prima perturbazione di fine maggio, nel Meilogu, in una sola ora sono state registrate precipitazioni per circa 44 millimetri di pioggia che in breve tempo hanno determinato l'esondazione di fiumi e torrenti e vere e proprie bombe d'acqua che hanno investito i centri abitati e le campagne; nel solo comune di Bonnannaro sono stati colpiti più di mille ettari di territorio;

   considerato che:

    all'intensità anomala delle precipitazioni di fine maggio è seguito un periodo di ulteriore instabilità caratterizzato da temporali e piogge diffuse, che hanno ulteriormente aggravato la situazione di questi territori già duramente compromessi;

    gli stessi interventi di messa in sicurezza e ripristino hanno registrato dei ritardi dovuti al protrarsi del maltempo e questo, in molti casi, ha determinato ['aggravarsi dei danni soprattutto alle numerose aziende agricole colpite;

    per quanto riguarda le infrastrutture pubbliche, le maggiori criticità si sono verificate a Bonnannaro, dove il crollo del muro di contenimento dell'impianto sportivo ha determinato la distruzione dell'intero campo; nel cimitero di Thiesi, completamente allagato, sono stati registrati crolli e cedimenti di una intera fila di loculi; il campo da calcio di Thiesi è attualmente inagibile; ancora nel comune di Thiesi sono stati registranti ingenti danni ai depositi comunali d'acqua siti presso la località «Sas Funtaneddas», indispensabili per l'approvvigionamento degli allevamenti; si sono registrate criticità rilevanti anche nelle strade di collegamento tra Thiesi e Bessude, nel ponte su rio Banzos, nella strada di collegamento tra Siligo e Banari e su moltissime strade di collegamento a carattere locale e di penetrazione agraria, strade tutt'ora invase di sassi e massi che non sono stati rimossi per mancanza di risorse e che potrebbero costituire un serio problema a fronte delle prossime piogge; per quanto riguarda i danni ai privati e alle aziende, si segnalano numerosi allagamenti di abitazioni civili con la perdita totale o parziale degli arredi e con danni più o meno diffusi a livello strutturale; nelle campagne, invece, oltre agli ingenti danni alle colture pronte alla raccolta, ad esempio alle piantagioni di ciliegie, rilevantissimi danni sono stati registrati nel periodo successivo a causa del marciume sopraggiunto nelle piantagioni di foraggio e al diffondersi della peronospora nelle viti che inevitabilmente produrrà grosse perdite alle produzioni;

    un altro importante problema riguarda il monte Pelau, che a causa del dissesto idrogeologico è soggetto a ripetuti fenomeni franosi e, quindi, necessita di considerevoli e urgenti interventi di riassetto idrogeologico prima della ormai quasi imminente nuova stagione delle piogge,

impegna il Governo

a stanziare nel prossimo provvedimento utile, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, congrue risorse per garantire, in tempi certi, gli indennizzi ai privati e alle aziende dei territori del Meilogu colpite dal nubifragio del maggio 2023 e per sostenere le amministrazioni locali nel recupero delle infrastrutture danneggiate oltre che per assicurare un adeguato riassetto idrogeologico del monte Pelau prima dei prossimi fenomeni piovaschi.
9/1194-AR/91. Ghirra, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zanella, Zaratti, Fenu.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento di urgenza in esame contiene misure a favore dei territori duramente colpiti a partire dal 1° maggio 2023, da eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità;

    il provvedimento, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei suddetti territori che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gran parte delle disposizioni contenute nel disegno di legge in esame prevedono proroghe e sospensioni di termini tributari e contributivi, la previsione di momentanei benefici fiscali, il sostegno alle famiglie e alle imprese interessate;

    diverse sono le disposizioni che interessano la scuola e le università. L'articolo 6, comma 2, prevede in particolare l'esonero dal pagamento dei contributi universitari o delle tasse di iscrizione previsti per l'anno accademico 2022/2023 per gli studenti universitari e delle istituzioni AFAM che soddisfano determinati requisiti relativi, in particolare, alla residenza o al domicilio;

    in realtà in molti Atenei le tasse universitarie dell'anno accademico 2022/2023 sono già state pagate, per cui le tasse su cui sarebbe necessario l'intervento di esonero, come già deliberato da Unibo, sono le tasse relative all'anno accademico 2023/2024,

impegna il Governo

a integrare le norme di esonero dal pagamento dei contributi universitari di cui in premessa, al fine di prevedere un esonero delle tasse relative all'anno accademico 2023/2024.
9/1194-AR/92. Piccolotti, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento di urgenza in esame contiene misure a favore dei territori duramente colpiti a partire dal 1° maggio 2023, da eventi alluvionali e franosi di eccezionale intensità;

    il provvedimento, disciplina i primi interventi urgenti in favore della popolazione dei suddetti territori che hanno determinato una grave situazione di pericolo per le persone, causando vittime e l'isolamento di diverse località nonché l'evacuazione di numerose famiglie dalle loro abitazioni;

    nel corso dell'esame in sede referente, con un emendamento del Governo, si è preveduta la rifusione nell'atto in esame, delle disposizioni recate dal decreto-legge 5 luglio 2023, n. 88 recante «Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione verificatasi a far data dal 1° maggio 2023», che viene contestualmente abrogato;

    gran parte delle disposizioni contenute nel disegno di legge in esame prevedono proroghe e sospensioni di termini tributari e contributivi, la previsione di momentanei benefici fiscali, il sostegno alle famiglie e alle imprese interessate;

    diverse sono le disposizioni che interessano la scuola e le università. L'articolo 6, comma 2, prevede in particolare l'esonero dal pagamento dei contributi universitari o delle tasse di iscrizione previsti per l'anno accademico 2022/2023 per gli studenti universitari e delle istituzioni AFAM che soddisfano determinati requisiti relativi, in particolare, alla residenza o al domicilio;

    in realtà in molti Atenei le tasse universitarie dell'anno accademico 2022/2023 sono già state pagate, per cui le tasse su cui sarebbe necessario l'intervento di esonero, come già deliberato da Unibo, sono le tasse relative all'anno accademico 2023/2024,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di integrare le norme di esonero dal pagamento dei contributi universitari di cui in premessa, al fine di prevedere un esonero delle tasse relative all'anno accademico 2023/2024.
9/1194-AR/92. (Testo modificato nel corso della seduta)Piccolotti, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Zanella, Zaratti.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca «interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023»;

    l'Associazione Nazionale Alpini (ANA) anche in occasione degli eventi alluvionali recenti è intervenuta con le sue unità di protezione civile nei territori colpiti. Al riguardo, i volontari dell'ANA dei diversi raggruppamenti dell'Associazione si sono attivati per arginare acqua, fango e detriti che hanno invaso le abitazioni e le aziende nelle province flagellate dalle piogge e dalle inondazioni. L'Associazione ha altresì avviato una raccolta fondi per finanziare interventi ed opere di sostegno alle popolazioni coinvolte;

    l'ANA, come noto, al pari delle altre Associazioni d'Arma, affianca al perseguimento delle finalità istituzionali anche una massiccia e diffusa attività di volontariato a favore della Comunità nei settori più vari e nelle situazioni più complesse, come le emergenze dovute a fenomeni sismici e alluvionali. Si tratta innanzitutto di attività di protezione civile, oltre a molteplici servizi a supporto dei cittadini che si aggiungono all'ordinaria azione degli enti locali;

    il volontariato organizzato attorno alle Associazioni d'Arma si caratterizza, soprattutto nelle situazioni di emergenza, per tempestività, idoneità degli interventi e capacità di mobilitare risorse umane, materiali e organizzative;

    si ritiene, dunque, necessario adottare misure specifiche per mettere nelle condizioni tali Associazioni civiche e solidali di continuare a svolgere dette attività sul territorio, per adempiere al dovere di solidarietà e applicando il principio di sussidiarietà, senza dover modificare i propri statuti e mantenendo la forma di Associazioni d'Arma,

impegna il Governo

ad adottare provvedimenti normativi affinché la disciplina del Terzo settore venga estesa alle Associazioni d'Arma impegnate in attività di sostegno ai territori e alle popolazioni colpiti da eventi calamitosi.
9/1194-AR/93. Rizzetto, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    in seguito agli eventi alluvionali che, a partire dal primo maggio hanno colpito vaste aree del Paese, in particolare la Romagna, sono state assunte misure idonee a fronteggiare l'emergenza prima e la riparazione poi;

    col provvedimento in oggetto sono stati adottate, meritoriamente, norme miranti a sospende alcuni termini tributari e contributivi, i termini di pagamento delle fatture dell'energia elettrica, del gas, dell'acqua e dei rifiuti urbani, nonché le misure di integrazione finanziaria a favore delle imprese distributrici, fornitrici ed esercenti il servizio;

    è stata poi disposta la sospensione delle udienze e dei termini processuali – dal 1° maggio 2023 fino al 31 luglio 2023 – con riguardo ai giudizi amministrativi, contabili, militari e tributari, nonché dei termini amministrativi;

    è stato istituito un fondo dedicato, il «Fondo straordinario a sostegno della continuità didattica» per l'acquisizione dei beni, servizi e lavori funzionali a garantire la continuità didattica e a potenziare e supportare la didattica a distanza nelle istituzioni scolastiche interessate;

    ai fini della ripresa delle ordinarie attività produttive sono previste, tra le altre, misure per:

     riconoscere l'accesso al Fondo di garanzia PMI a titolo gratuito, quindi, senza il pagamento di alcuna commissione, e secondo le percentuali di copertura massime previste dalla disciplina ordinaria, ulteriormente elevabili nell'ipotesi in cui vengano integrate le condizioni consentite dal «Quadro temporaneo europeo di crisi e transizione per misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia a seguito dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina»;

     sostenere le imprese esportatrici autorizzando la concessione di contributi a fondo perduto per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle medesime imprese, nei limiti della quota dei medesimi danni per la quale non si è avuto accesso ad altre forme di ristoro a carico della finanza pubblica, nel rispetto di quanto previsto dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato;

     consentire alle imprese agricole operanti nei territori interessati dagli eventi alluvionali che hanno subito danni eccezionali e che siano in possesso di un fascicolo aziendale aggiornato, di accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 102 del 2004;

     ristorare i danni subiti dagli operatori economici aventi sede operativa nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023, da destinare alle imprese dei predetti territori, per il sostegno delle attività turistiche e ricettive, inclusi i porti turistici, gli stabilimenti termali e balneari, i parchi tematici, i parchi divertimento, gli agriturismi e il settore fieristico, nonché della ristorazione, del trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente;

     riconoscere una indennità una tantum in favore dei lavoratori autonomi iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza, forme gestite dall'INPS o da enti di previdenza di diritto privato che, alla data del 1° maggio 2023, risiedevano, erano domiciliati o operavano, esclusivamente o prevalentemente, in uno dei comuni indicati nell'allegato;

     garantire un'integrazione al reddito mensile ai lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa a seguito degli eventi straordinari per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con determinate delibere del Consiglio dei ministri del maggio 2023 e che, al 1° maggio 2023, risiedevano o erano domiciliati o lavoravano presso un'impresa con sede legale od operativa in uno dei territori indicati nell'allegato 1, nonché ai lavoratori dipendenti privati impossibilitati in tutto o in parte a recarsi al lavoro, se residenti o domiciliati nei medesimi territori, e ai lavoratori agricoli impossibilitati a prestare l'attività lavorativa per i medesimi eventi straordinari;

     consentire il rinnovo o la proroga dei contratti di lavoro dipendente a termine, compresi quelli a scopo di somministrazione di lavoro, anche in assenza delle causali che costituiscono condizione per rinnovi o proroghe che determinino una durata complessiva del rapporto di lavoro superiore a dodici mesi;

    nonostante lo sforzo profuso da parte delle istituzioni, particolarmente grave appare la situazione dei comuni siti in aree interne e appare opportuno prevedere il loro inserimento nelle aree destinatarie degli interventi previsti dalla Strategia nazionale per le aree interne,

impegna il Governo:

ad adottare, con il primo provvedimento utile allo scopo, norme per garantire l'inserimento dei comuni siti in aree interne tra le aree destinate agli interventi previsti per la Strategia nazionale per le aree interne, con particolare riferimento ai comuni di Modigliana, Covandola, Predappio, Meldola, Sarsina e Mercato Saraceno.
9/1194-AR/94. Buonguerrieri, Mattia, Colombo, Cerreto.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto in conversione del 1° giugno 2023, n. 61 reca interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    il provvedimento in esame appare riconducibile alla ratio unitaria di emanare disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi e alluvionali verificatisi che, a partire dal giorno 1° maggio 2023, hanno colpito alcuni territori dell'Emilia-Romagna;

    è necessario favorire il rilancio produttivo e occupazionale delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura e superare le conseguenze economiche derivanti dall'emergenza provocata dagli eventi alluvionali,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere l'esonero straordinario, per le imprese agricole, ittiche e di acquacoltura comprese nei comuni elencati nell'allegato 1 di cui al decreto-legge n. 61 del 2023, dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, ivi comprese le cooperative, i lavoratori autonomi e le ditte individuali, dovuti per il periodo dal 1° maggio 2023 al 31 dicembre 2023, ferma restando l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
9/1194-AR/95. Cerreto.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto in conversione del 1° giugno 2023, n. 61 reca interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    il provvedimento in esame appare riconducibile alla ratio unitaria di emanare disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi e alluvionali verificatisi che, a partire dal giorno 1° maggio 2023, hanno colpito alcuni territori dell'Emilia-Romagna;

    è necessario favorire il rilancio produttivo e occupazionale delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura e superare le conseguenze economiche derivanti dall'emergenza provocata dagli eventi alluvionali,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'esonero straordinario, per le imprese agricole, ittiche e di acquacoltura comprese nei comuni elencati nell'allegato 1 di cui al decreto-legge n. 61 del 2023, dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, ivi comprese le cooperative, i lavoratori autonomi e le ditte individuali, dovuti per il periodo dal 1° maggio 2023 al 31 dicembre 2023, ferma restando l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
9/1194-AR/95. (Testo modificato nel corso della seduta)Cerreto.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto nasce dalla straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi ed alluvionali verificatisi a partire dal giorno 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con delibere del Consiglio dei ministri del 23 e del 25 maggio 2023 nei territori interessati dell'Emilia-Romagna, delle Marche e della Toscana;

    nel corso dell'esame in sede referente il decreto è significativamente integrato attraverso ulteriori disposizioni che riproducono, con limitate modifiche, quelle recate in materia di ricostruzione dal decreto-legge n. 88 del 2023;

   premesso, inoltre, che:

    l'articolo 20-decies affida al Commissario straordinario il compito di approvare il piano per la gestione dei materiali derivanti dagli eventi alluvionali e dagli interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino con il lodevole obiettivo di semplificare e velocizzare il trasporto e la gestione delle macerie provenienti dai crolli avvenuti. A tal fine classifica il comma 3, in deroga all'articolo 184 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (cosiddetto Codice dell'ambiente), classifica come rifiuti urbani non pericolosi con codice CER 20.03.99 sia i materiali derivanti sia dal crollo parziale o totale degli edifici pubblici e privati causati dagli eventi calamitosi in questione così come dalle attività di demolizione e abbattimento degli edifici pericolanti disposte dai comuni interessati dagli eventi. E a disposizione prevede che tale deroga opera limitatamente alle fasi di raccolta e trasporto verso i centri di raccolta comunali e i sili di deposito temporaneo e che ai fini dei conseguenti adempimenti amministrativi, il produttore dei materiali di cui al presente articolo sia il comune di origine dei materiali stessi, anziché il soggetto che ha concretamente operato la demolizione. Tuttavia si osserva che la deroga di cui sopra dovrebbe prevedere anche la possibilità per i centri di raccolta comunali di ricevere detti rifiuti, in quanto la limitazione alle fasi di raccolta e trasporto e non anche di gestione, potrebbe creare problemi in fase di conferimento;

    l'attribuzione della classe 20 (Rifiuti urbani – rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché dalle istituzioni – inclusi i rifiuti della raccolta differenziata) operata dal comma in esame deroga infatti alla normale classificazione CER, dato che i materiali provenienti da demolizione rientrano, ai sensi dell'Allegato D del decreto legislativo n. 152 del 2006, nella categoria dei rifiuti speciali e non in quella dei rifiuti urbani;

   premesso, infine, che:

    sarebbe opportuno consentire anche alle imprese che hanno effettuato attività di demolizione degli edifici pericolanti, ove iscritte all'Albo dei Gestori Ambientali in categoria 2-bis, di effettuare il trasporto dei materiali derivanti dall'evento calamitoso classificati come rifiuti urbani non pericolosi. Ciò in quanto la normativa prevede che dette imprese possano trasportare esclusivamente rifiuti speciali e dette imprese, le più qualificate per l'effettuazione anche del trasporto, sarebbero altrimenti impossibilitate ad eseguirlo,

impegna il Governo:

   a valutare l'adozione di interventi affinché, per la durata dell'emergenza, sia consentito di estendere anche alla fase successiva alla raccolta e al trasporto la deroga che prevede l'attribuzione del codice CER 20.03.99 ai materiali derivanti dall'evento calamitoso;

   a valutare l'adozione di interventi affinché, per la durata dell'emergenza, sia consentito alle imprese già autorizzate per il trasporto di rifiuti speciali anche il trasporto dei rifiuti urbani provenienti da demolizione al fine di non ritardare le operazioni di rimozione delle macerie.
9/1194-AR/96. Rotelli, Ambrosi.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto nasce dalla straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi ed alluvionali verificatisi a partire dal giorno 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con delibere del Consiglio dei ministri del 23 e del 25 maggio 2023 nei territori interessati dell'Emilia-Romagna, delle Marche e della Toscana;

    nel corso dell'esame in sede referente il decreto è significativamente integrato attraverso ulteriori disposizioni che riproducono, con limitate modifiche, quelle recate in materia di ricostruzione dal decreto-legge n. 88 del 2023;

   premesso, inoltre, che:

    l'articolo 20-decies affida al Commissario straordinario il compito di approvare il piano per la gestione dei materiali derivanti dagli eventi alluvionali e dagli interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino con il lodevole obiettivo di semplificare e velocizzare il trasporto e la gestione delle macerie provenienti dai crolli avvenuti. A tal fine classifica il comma 3, in deroga all'articolo 184 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (cosiddetto Codice dell'ambiente), classifica come rifiuti urbani non pericolosi con codice CER 20.03.99 sia i materiali derivanti sia dal crollo parziale o totale degli edifici pubblici e privati causati dagli eventi calamitosi in questione così come dalle attività di demolizione e abbattimento degli edifici pericolanti disposte dai comuni interessati dagli eventi. E a disposizione prevede che tale deroga opera limitatamente alle fasi di raccolta e trasporto verso i centri di raccolta comunali e i sili di deposito temporaneo e che ai fini dei conseguenti adempimenti amministrativi, il produttore dei materiali di cui al presente articolo sia il comune di origine dei materiali stessi, anziché il soggetto che ha concretamente operato la demolizione. Tuttavia si osserva che la deroga di cui sopra dovrebbe prevedere anche la possibilità per i centri di raccolta comunali di ricevere detti rifiuti, in quanto la limitazione alle fasi di raccolta e trasporto e non anche di gestione, potrebbe creare problemi in fase di conferimento;

    l'attribuzione della classe 20 (Rifiuti urbani – rifiuti domestici e assimilabili prodotti da attività commerciali e industriali nonché dalle istituzioni – inclusi i rifiuti della raccolta differenziata) operata dal comma in esame deroga infatti alla normale classificazione CER, dato che i materiali provenienti da demolizione rientrano, ai sensi dell'Allegato D del decreto legislativo n. 152 del 2006, nella categoria dei rifiuti speciali e non in quella dei rifiuti urbani;

   premesso, infine, che:

    sarebbe opportuno consentire anche alle imprese che hanno effettuato attività di demolizione degli edifici pericolanti, ove iscritte all'Albo dei Gestori Ambientali in categoria 2-bis, di effettuare il trasporto dei materiali derivanti dall'evento calamitoso classificati come rifiuti urbani non pericolosi. Ciò in quanto la normativa prevede che dette imprese possano trasportare esclusivamente rifiuti speciali e dette imprese, le più qualificate per l'effettuazione anche del trasporto, sarebbero altrimenti impossibilitate ad eseguirlo,

impegna il Governo

a valutare l'adozione di interventi affinché, per la durata dell'emergenza, sia consentito alle imprese già autorizzate per il trasporto di rifiuti speciali anche il trasporto dei rifiuti urbani provenienti da demolizione al fine di non ritardare le operazioni di rimozione delle macerie.
9/1194-AR/96. (Testo modificato nel corso della seduta)Rotelli, Ambrosi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento sottoposto al nostro esame ha meritoriamente previsto una serie di misure a sostegno di lavoratori e imprese;

    ai fini della ripresa delle ordinarie attività produttive sono previste, tra le altre, misure per:

     riconoscere l'accesso al Fondo di garanzia PMI a titolo gratuito, quindi, senza il pagamento di alcuna commissione, e secondo le percentuali di copertura massime previste dalla disciplina ordinaria, ulteriormente elevabili nell'ipotesi in cui vengano integrate le condizioni consentite dal «Quadro temporaneo europeo di crisi e transizione per misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia a seguito dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina»;

     sostenere le imprese esportatrici autorizzando la concessione di contributi a fondo perduto per l'indennizzo dei comprovati danni diretti subiti dalle medesime imprese, nei limiti della quota dei medesimi danni per la quale non si è avuto accesso ad altre forme di ristoro a carico della finanza pubblica, nel rispetto di quanto previsto dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato;

     consentire alle imprese agricole operanti nei territori interessati dagli eventi alluvionali che hanno subito danni eccezionali e che siano in possesso di un fascicolo aziendale aggiornato, di accedere agli interventi previsti per favorire la ripresa dell'attività economica e produttiva di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 102 del 2004;

     ristorare i danni subiti dagli operatori economici aventi sede operativa nei territori interessati dagli eventi alluvionali verificatisi dal 1° maggio 2023, da destinare alle imprese dei predetti territori, per il sostegno delle attività turistiche e ricettive, inclusi i porti turistici, gli stabilimenti termali e balneari, i parchi tematici, i parchi divertimento, gli agriturismi e il settore fieristico, nonché della ristorazione, del trasporto di viaggiatori effettuato mediante noleggio di autobus con conducente;

     riconoscere una indennità una tantum in favore dei lavoratori autonomi iscritti a qualsiasi forma obbligatoria di previdenza e assistenza, forme gestite dall'INPS o da enti di previdenza di diritto privato che, alla data del 1° maggio 2023, risiedevano, erano domiciliati o operavano, esclusivamente o prevalentemente, in uno dei comuni indicati nell'allegato;

     garantire un'integrazione al reddito mensile ai lavoratori dipendenti del settore privato impossibilitati a prestare attività lavorativa a seguito degli eventi straordinari per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza con determinate delibere del Consiglio dei ministri del maggio 2023 e che, al 1° maggio 2023, risiedevano o erano domiciliati o lavoravano presso un'impresa con sede legale od operativa in uno dei territori indicati nell'allegato 1, nonché ai lavoratori dipendenti privati impossibilitati in tutto o in parte a recarsi al lavoro, se residenti o domiciliati nei medesimi territori, e ai lavoratori agricoli impossibilitati a prestare l'attività lavorativa per i medesimi eventi straordinari;

     consentire il rinnovo o la proroga dei contratti di lavoro dipendente a termine, compresi quelli a scopo di somministrazione di lavoro, anche in assenza delle causali che costituiscono condizione per rinnovi o proroghe che determinino una durata complessiva del rapporto di lavoro superiore a dodici mesi,

impegna il Governo

a valutare l'ipotesi di adottare nell'ambito dei territori colpiti da eventi avversi, ulteriori provvedimenti finalizzati a garantire nel prossimo triennio ulteriori congrui sostegni alle imprese nella forma di contributi finanziari a fondo perduto, nella misura del 50 per cento dei costi sostenuti per la riparazione o la sostituzione dei beni strumentali danneggiati e destinati alle strutture produttive.
9/1194-AR/97. Foti, Buonguerrieri, Mattia, Cerreto, Colombo, Dondi, Morgante, Maccari, Ambrosi.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto in conversione del 1° giugno 2023, n. 61 reca interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    il provvedimento in esame appare riconducibile alla ratio unitaria di emanare disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi e alluvionali verificatisi che, a partire dal giorno 1° maggio 2023, hanno colpito alcuni territori dell'Emilia-Romagna;

    a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna da maggio 2023, sono tanti i soggetti privati che hanno mostrato solidarietà nei confronti dei cittadini delle aree maggiormente colpite attraverso l'erogazione di somme a favore delle persone fisiche e giuridiche danneggiate dai fatti alluvionali,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere un'esenzione da oneri fiscali e contributivi delle erogazioni liberali, da chiunque effettuate, a favore di persone fisiche, lavoratori dipendenti o autonomi residenti o domiciliati nei territori colpiti dai fatti alluvionali e a favore di imprese localizzate nei territori interessati.
9/1194-AR/98. La Salandra.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto in conversione del 1° giugno 2023, n. 61 reca interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023;

    il provvedimento in esame appare riconducibile alla ratio unitaria di emanare disposizioni per fronteggiare gli eccezionali eventi atmosferici, franosi e alluvionali verificatisi che, a partire dal giorno 1° maggio 2023, hanno colpito alcuni territori dell'Emilia-Romagna;

    a seguito degli eventi alluvionali che hanno colpito l'Emilia-Romagna da maggio 2023, sono tanti i soggetti privati che hanno mostrato solidarietà nei confronti dei cittadini delle aree maggiormente colpite attraverso l'erogazione di somme a favore delle persone fisiche e giuridiche danneggiate dai fatti alluvionali,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, un'esenzione da oneri fiscali e contributivi delle erogazioni liberali, da chiunque effettuate, a favore di persone fisiche, lavoratori dipendenti o autonomi residenti o domiciliati nei territori colpiti dai fatti alluvionali e a favore di imprese localizzate nei territori interessati.
9/1194-AR/98. (Testo modificato nel corso della seduta)La Salandra.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge n. 61 prevede interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.; in data 21 luglio 2023 nel bresciano numerosi temporali, con venti anche a 100 km/h, si sono abbattuti causando gravi danni in oltre 100 comuni, dove si sono registrati allagamenti, alberi abbattuti, tetti di case scoperchiati, e anche alcuni feriti, fortunatamente non gravi;

    anche molte altre zone della Lombardia sono state interessate da eventi analoghi di estrema violenza: in poche ore, infatti, si sono registrati oltre 60 mm di pioggia nella provincia di Brescia, 51 a Bergamo e Monza Brianza, 49 a Varese, 34 mm a Lecco, 31 mm a Mantova e 27 a Milano;

    molto pesanti le conseguenze per l'agricoltura visto che le fortissime grandinate hanno letteralmente spazzato via campi di mais, soia, pomodoro pronto per la raccolta, angurie, meloni, zucche, oltre che ad alcuni pascoli;

    l'intera regione ha, dunque, sofferto dei danni causati dalla nuova ondata di quelle che vengono definite «bombe d'acqua» e che sono, purtroppo, ormai molto frequenti,

impegna il Governo

a stanziare i fondi necessari per i primi, urgenti interventi indispensabili per porre un primo rimedio ai gravi danni causati dai numerosi eventi temporaleschi di queste ore, eventi che ormai, stante il cambiamento climatico in atto, non possono più essere considerati eccezionali e imprevisti.
9/1194-AR/99. Girelli, Alessandro Colucci, Gadda, Bordonali.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge n. 61 prevede interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.; in data 21 luglio 2023 nel bresciano numerosi temporali, con venti anche a 100 km/h, si sono abbattuti causando gravi danni in oltre 100 comuni, dove si sono registrati allagamenti, alberi abbattuti, tetti di case scoperchiati, e anche alcuni feriti, fortunatamente non gravi;

    anche molte altre zone della Lombardia sono state interessate da eventi analoghi di estrema violenza: in poche ore, infatti, si sono registrati oltre 60 mm di pioggia nella provincia di Brescia, 51 a Bergamo e Monza Brianza, 49 a Varese, 34 mm a Lecco, 31 mm a Mantova e 27 a Milano;

    molto pesanti le conseguenze per l'agricoltura visto che le fortissime grandinate hanno letteralmente spazzato via campi di mais, soia, pomodoro pronto per la raccolta, angurie, meloni, zucche, oltre che ad alcuni pascoli;

    l'intera regione ha, dunque, sofferto dei danni causati dalla nuova ondata di quelle che vengono definite «bombe d'acqua» e che sono, purtroppo, ormai molto frequenti,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stanziare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, i fondi necessari per i primi, urgenti interventi indispensabili per porre un primo rimedio ai gravi danni causati dai numerosi eventi temporaleschi di queste ore, eventi che ormai, stante il cambiamento climatico in atto, non possono più essere considerati eccezionali e imprevisti.
9/1194-AR/99. (Testo modificato nel corso della seduta)Girelli, Alessandro Colucci, Gadda, Bordonali.