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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 24 maggio 2023

NUOVA ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI
IN CALENDARIO

Pdl n. 596-659-952-991– Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali

Tempo complessivo: 14 ore, di cui:

• discussione sulle linee generali: 7 ore;

• seguito dell'esame: 7 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 30 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti 1 ora e 5 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 4 ore e 35 minuti
Fratelli d'Italia 39 minuti 55 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 36 minuti 39 minuti
Lega – Salvini premier 35 minuti 38 minuti
MoVimento 5 Stelle 34 minuti 33 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE 34 minuti 31 minuti
Azione – Italia Viva – Renew Europe 32 minuti 23 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 31 minuti 20 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE 31 minuti 19 minuti
Misto: 30 minuti 17 minuti
  Minoranze Linguistiche 17 minuti 10 minuti
  +Europa 13 minuti 7 minuti

Pdl n. 913 e ddl abbinato n. 964 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Armenia sull'autotrasporto internazionale di passeggeri e di merci, firmato il 7 agosto 1999, fatto a Jerevan il 31 luglio 2018

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 20 minuti
(con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 20 minuti
Fratelli d'Italia 13 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 15 minuti
Lega – Salvini premier 9 minuti
MoVimento 5 Stelle 12 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE 7 minuti
Azione – Italia Viva – Renew Europe 8 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 7 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE 4 minuti
Misto: 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  +Europa 2 minuti

Ddl n. 974 e pdl abbinata n. 853 – Ratifica ed esecuzione del Protocollo emendativo dell'Accordo di collaborazione in materia radiotelevisiva fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino, con Allegato, del 5 marzo 2008, fatto a Roma il 27 settembre 2021

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 20 minuti
(con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 20 minuti
Fratelli d'Italia 13 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 15 minuti
Lega – Salvini premier 9 minuti
MoVimento 5 Stelle 12 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE 7 minuti
Azione – Italia Viva – Renew Europe 8 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 7 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE 4 minuti
Misto: 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  +Europa 2 minuti

Pdl di ratifica nn. 912, 915, 916 e 914

Tempo complessivo: 2 ore, per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 20 minuti
(con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 20 minuti
Fratelli d'Italia 15 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 11 minuti
Lega – Salvini premier 11 minuti
MoVimento 5 Stelle 10 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE 9 minuti
Azione – Italia Viva – Renew Europe 7 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 6 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE 6 minuti
Misto: 5 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  +Europa 2 minuti

Mozione n. 1-00139 – Iniziative volte al superamento delle criticità relative al fenomeno del «caro affitti» per gli studenti fuori sede

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 20 minuti
Fratelli d'Italia 52 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 37 minuti
Lega – Salvini premier 36 minuti
MoVimento 5 Stelle 31 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE 29 minuti
Azione – Italia Viva – Renew Europe 22 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 19 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE 18 minuti
Misto: 16 minuti
  Minoranze Linguistiche 9 minuti
  +Europa 7 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione di ciascuna mozione.

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 24 maggio 2023.

  Albano, Ascani, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bisa, Bitonci, Braga, Cappellacci, Carloni, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Comba, Enrico Costa, Sergio Costa, Del Barba, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, L'Abbate, Lacarra, Leo, Lollobrigida, Longi, Lucaselli, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Montaruli, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Pittalis, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zanella, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Ascani, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bisa, Bitonci, Braga, Cappellacci, Carloni, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Comba, Enrico Costa, Sergio Costa, Del Barba, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gardini, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, L'Abbate, Lacarra, Leo, Lollobrigida, Longi, Lucaselli, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Montaruli, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Pittalis, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zanella, Zaratti, Zoffili, Zucconi.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  Le seguenti proposte di legge sono state successivamente sottoscritte dal deputato Iaia:

   VARCHI ed altri: «Disposizioni in materia di riconoscimento dell'apnea ostruttiva nel sonno come malattia cronica e invalidante nonché per la diagnosi e la cura di essa» (765);

   MORGANTE ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di inserimento delle vittime di violenza con deformazione o sfregio permanente del viso nelle categorie protette ai fini del collocamento obbligatorio al lavoro» (786);

   MORGANTE ed altri: «Modifiche alla legge 14 novembre 2016, n. 220, in materia di accessibilità della fruizione delle opere cinematografiche alle persone con disabilità» (1044);

   DI GIUSEPPE ed altri: «Modifica all'articolo 1, comma 741, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, in materia di applicazione dell'imposta municipale propria agli immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero» (1099).

Adesione di deputati a proposte
di inchiesta parlamentare.

  La proposta di inchiesta parlamentare SIMIANI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause e sulle responsabilità dell'incidente avvenuto presso Freginals, in Spagna, il 20 marzo 2016, nel quale morirono sette studentesse italiane» (Doc. XXII, n. 18) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Curti.

Modifica del titolo di proposte di legge.

  La proposta di legge n. 998, d'iniziativa dei deputati Ciani ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell'attività di cura svolta dal caregiver familiare».

Assegnazione di progetti di legge a
Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   II Commissione (Giustizia):

  MASCHIO ed altri: «Istituzione in Verona di una sezione distaccata della corte di appello di Venezia» (1065) Parere delle Commissioni I, V e XI.

   VII Commissione (Cultura):

  ORRICO ed altri: «Istituzione del Consiglio nazionale degli studenti medi» (980) Parere delle Commissioni I e V.

   X Commissione (Attività produttive):

  COLOMBO ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale degli antichi mestieri» (1027) Parere delle Commissioni I, V e VII.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 23 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 35/2023 del 17 aprile-16 maggio 2023, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente «Stato di avanzamento ed esecuzione delle opere del MOSE».

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Ministero della difesa.

  Il Ministero della difesa ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 15 maggio 2023, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questo decreto è trasmesso alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministero dell'economia e delle finanze.

  Il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso un decreto ministeriale recante variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, di pertinenza del centro di responsabilità «Dipartimento del tesoro», autorizzate, in data 22 maggio 2023, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro della giustizia.

  Il Ministro della giustizia, con lettera in data 12 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19 della legge 30 giugno 2009, n. 85, la relazione sull'attività del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA, riferita al primo e al secondo semestre 2022 (Doc. CLXI, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal Ministro per
i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 23 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15 della legge 16 aprile 2015, n. 47, la relazione, predisposta dal Ministero della giustizia, sull'applicazione delle misure cautelari personali e sui provvedimenti di riconoscimento del diritto alla riparazione per ingiusta detenzione, riferita all'anno 2022 (Doc. XCIV, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 24 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per i lavoratori espulsi (EGF/2023/000 TA 2023 – Assistenza tecnica su iniziativa della Commissione) (COM(2023) 202 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.

  Questa relazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di progetti di
atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 23 maggio 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/2283 recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari autonomi dell'Unione per taluni prodotti agricoli e industriali (COM(2023) 263 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 263 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);

   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di Forum mondiale per l'armonizzazione dei regolamenti sui veicoli della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite riguardo alle proposte di modifica dei regolamenti ONU n. 13, 16, 24, 41, 49, 51, 54, 75, 78, 79, 83, 85, 94, 95, 101, 109, 110, 117, 127, 129, 134, 135, 137, 153 e 155, a una proposta relativa a un nuovo regolamento ONU sulle emissioni reali di guida a livello mondiale, a una proposta di modifica del GTR ONU n. 13 e a una proposta relativa a un nuovo GTR ONU sulla misurazione in laboratorio delle emissioni dei freni dei veicoli leggeri (COM(2023) 264 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 264 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 23 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Colmare il divario di talenti nel settore della cibersicurezza per rafforzare la competitività, la crescita e la resilienza dell'Unione europea («Accademia per le competenze in materia di cibersicurezza») (COM(2023) 207 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.

Annunzio di provvedimenti concernenti
amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettera in data 22 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio comunale di Casandrino (Napoli).

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI LAZZARINI, VIETRI, BENIGNI, CAVO ED ALTRI N. 1-00099, DI LAURO ED ALTRI N. 1-00137 E GIRELLI ED ALTRI N. 1-00141 IN MATERIA DI FIBROSI CISTICA

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) la fibrosi cistica è una malattia genetica multiorgano, cronica e degenerativa che danneggia progressivamente gli apparati respiratorio e digerente, pregiudicando seriamente la qualità della vita delle persone che ne sono affette;

    2) la malattia è causata dal malfunzionamento o dall'assenza della proteina Cftr (Cystic fibrosis transmembrane regulator) ed è caratterizzata dalla produzione di muco eccessivamente denso che chiude i bronchi e ostruisce il pancreas, determinando infezioni respiratorie ripetute e impedendo che gli enzimi pancreatici raggiungano l'intestino;

    3) il rischio di trasmissione della fibrosi cistica si presenta quando entrambi i genitori sono portatori sani della malattia, con una copia alterata del gene Cftr. In questi casi, esiste 1 probabilità su 4 che il bambino erediti due copie mutate del gene Cftr, una da ciascun genitore, e nasca affetto da fibrosi cistica;

    4) la prevalenza dei portatori sani del gene Cftr mutato, in Italia e nel mondo occidentale, è di circa 1 ogni 25/26 persone. Si stima che, in Italia, 1 bambino su 2.500 nasca affetto da fibrosi cistica (circa 200 nuovi casi all'anno), con un numero di pazienti censiti nel Registro italiano fibrosi cistica pari a 5.801;

    5) nella programmazione e nell'attuazione degli interventi in favore delle persone affette da fibrosi cistica è indispensabile il contributo fornito dalle associazioni dei pazienti;

    6) la Lega italiana fibrosi cistica è l'associazione di pazienti che lavora da oltre quarant'anni sul territorio, in collaborazione con i centri di cura regionali, al fine di raggiungere ogni persona affetta da fibrosi cistica e garantire un miglioramento delle cure disponibili, delle opportunità sociali, dei diritti e della qualità della vita;

    7) lavorando in sinergia con i medici e le istituzioni, la Lega italiana fibrosi cistica è stata parte attiva nel percorso di approvazione della legge 23 dicembre 1993, n. 548, recante «disposizioni per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica», le cui disposizioni hanno segnato una svolta per il trattamento della malattia, prevedendo l'istituzione in ogni regione di centri di cura dedicati ed altamente specializzati;

    8) per l'attuazione degli interventi di prevenzione e cura della fibrosi cistica, l'articolo 10 della citata legge n. 548 del 1993 ha previsto una prima copertura economica a carico del Fondo sanitario nazionale, per ciascuno degli anni 1994, 1995 e 1996, da ripartire sulla base di criteri tuttora in vigore, relativi alla «consistenza numerica dei pazienti assistiti nelle singole regioni, alla popolazione residente, nonché alle documentate funzioni dei centri ivi istituiti, tenuto conto delle attività specifiche di prevenzione e, dove attuata e attuabile, di ricerca»;

    9) per le medesime finalità di prevenzione e cura della fibrosi cistica, l'articolo 3, comma 1, della legge 14 ottobre 1999, n. 362, ha autorizzato, a decorrere dall'anno 1999, un finanziamento a carico del Fondo sanitario nazionale pari a 8,5 miliardi di lire annue (corrispondenti agli attuali 4,39 milioni di euro annui), quale «quota a destinazione vincolata da ripartire tra le regioni» sulla base dei criteri sopra richiamati;

    10) ai sensi dell'articolo 1, commi 560 e 563, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, gli importi previsti dall'articolo 3 della citata legge n. 362 del 1999 sono confluiti, a decorrere dall'anno 2014, nella quota indistinta del fabbisogno sanitario standard nazionale cui concorre lo Stato, «fermo restando per gli interventi di prevenzione e cura della fibrosi cistica il criterio già adottato di riparto in base alla consistenza numerica dei pazienti assistiti nelle singole regioni, alla popolazione residente, nonché alle documentate funzioni dei centri ivi istituiti, tenuto conto delle attività specifiche di prevenzione, cura e, dove attuata e attuabile, di ricerca»;

    11) la ripartizione delle risorse previste dalle norme citate è regolarmente avvenuta, fino al 2012, suddividendo la somma complessiva di 4,39 milioni di euro annui in due quote, una per la componente «assistenza» e l'altra per la componente «ricerca», coerentemente con i criteri di riparto previsti dalla legge n. 548 del 1993;

    12) negli anni 2013 e 2014, tuttavia, la quota di risorse destinata alle attività di ricerca non risulta essere stata assegnata alle regioni, come confermano gli approfondimenti condotti sul punto dalla Lega italiana per la fibrosi cistica e i documenti alla stessa forniti dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe);

    13) inoltre, a decorrere dall'anno 2017, le risorse complessivamente destinate alla fibrosi cistica ai sensi della legge n. 362 del 1999 vengono ripartite in maniera indistinta, senza differenziare la quota di competenza dell'assistenza da quella relativa alla ricerca;

    14) la mancata erogazione di risorse destinate specificamente all'attività di ricerca si pone in contrasto con i criteri di riparto previsti a livello normativo, i quali avevano riconosciuto, sin dalla legge n. 548 del 1993, il ruolo cruciale dell'attività di ricerca e la necessità di affiancare sistematicamente la stessa all'attività clinica;

    15) l'importanza della ricerca è confermata anche dai progressi registrati in campo terapeutico negli ultimi anni, i quali hanno portato allo sviluppo di nuovi medicinali per la cura della fibrosi cistica che intervengono sul funzionamento della proteina Cftr e che hanno ottenuto, di recente, la classificazione nella cosiddetta classe A) di cui alla legge n. 537 del 1993, tra i farmaci ammessi alla rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale, anche a fronte delle richieste e delle sollecitazioni avanzate, nel corso della XVIII legislatura, dai deputati del gruppo Lega (si veda l'interrogazione n. 4-08372 del 3 marzo 2021);

    16) in particolare, a partire dal 6 luglio 2021, l'Agenzia italiana del farmaco ha approvato l'uso di un farmaco innovativo per la cura della fibrosi cistica, denominato Kaftrio, in regime di rimborsabilità a carico del servizio sanitario nazionale, inizialmente per le persone di età superiore ai 12 anni e con almeno una mutazione F508del;

    17) a far data dal 28 settembre 2022, il nostro Paese si è allineato alle indicazioni fissate a novembre 2021 dall'Agenzia europea per i medicinali (Ema – European medicines agency), estendendo l'uso del farmaco Kaftrio nei soggetti di età compresa tra 6 e 11 anni con una sola copia della mutazione F508del e qualsiasi mutazione come seconda;

    18) nonostante tale estensione, vi sono ancora oggi numerosi pazienti orfani di cura, non rientranti nei requisiti di eleggibilità al trattamento con il farmaco Kaftrio, per i quali non esistono alternative terapeutiche valide. Di qui la necessità di estendere ulteriormente i requisiti di utilizzo del farmaco in questione, in regime di rimborsabilità a carico del servizio sanitario nazionale, anche a fronte dei risultati di efficacia registrati nei Paesi che hanno adottato tale decisione;

    19) la strategia nazionale di lotta alla fibrosi cistica necessita di essere potenziata anche dal punto di vista dell'assistenza ai pazienti e della riduzione delle disomogeneità esistenti sui territori;

    20) come evidenziato dalla Lega italiana fibrosi cistica, gli aspetti in questione potrebbero essere migliorati sensibilmente attraverso l'inserimento della fibrosi cistica nel Piano nazionale della cronicità, in particolar modo nella seconda parte di esso, contenente approfondimenti su patologie con caratteristiche e bisogni assistenziali specifici;

    21) nella stessa prospettiva, occorre riconoscere a livello nazionale il manuale di accreditamento dei centri per la fibrosi cistica realizzato dalla Società italiana fibrosi cistica, dalla Lega italiana fibrosi cistica e dall'Associazione italiana per la qualità dell'assistenza socio-sanitaria e sociale, affinché assurga a punto di riferimento nella cura della fibrosi cistica, garantendo il mantenimento di standard uniformi, definiti e validati;

    22) occorre altresì implementare percorsi formativi per il personale dei centri regionali di riferimento, anche attraverso la facilitazione degli scambi professionali e la formazione di fibrocistologi per adulti, ad oggi pressoché inesistenti, tenuto conto che i pazienti adulti rappresentano circa il 61 per cento della popolazione con fibrosi cistica e hanno bisogni assistenziali differenti da quelli dell'età pediatrica,

impegna il Governo:

   1) ad adottare iniziative volte a sostenere e a promuovere la ricerca sulla fibrosi cistica, prevedendo lo stanziamento di risorse a tal fine destinate, il recupero delle quote vincolate ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 362 del 1999 non erogate per gli anni 2013 e 2014, nonché il potenziamento degli incentivi fiscali di cui all'articolo 12 della legge 10 novembre 2021, n. 175;

   2) ad adottare iniziative volte a promuovere l'estensione del regime di utilizzo e rimborsabilità dei farmaci innovativi indicati per la cura della fibrosi cistica e, tra questi, in particolare del farmaco Kaftrio, tenuto conto dei risultati di efficacia riscontrati nei Paesi che hanno già autorizzato tale estensione e della necessità di assicurare un'opportunità di cura ai pazienti che non hanno valida alternativa terapeutica;

   3) a valutare, sulla base delle evidenze scientifiche e in occasione delle future procedure di aggiornamento, di inserire nell'ambito del Piano nazionale della cronicità la voce specifica «Fibrosi cistica»;

   4) ad adottare iniziative per la validazione e il relativo riconoscimento a livello nazionale, nell'ambito dello sviluppo e dell'applicazione del sistema di accreditamento nazionale, anche del manuale di accreditamento dei centri per la fibrosi cistica realizzato dalla Società italiana fibrosi cistica, dalla Lega italiana fibrosi cistica e dall'Associazione italiana per la qualità dell'assistenza socio-sanitaria e sociale, al fine di garantire la condivisione e il mantenimento di requisiti definiti, validati e omogenei al livello nazionale;

   5) a promuovere la realizzazione di percorsi formativi per il personale dei centri regionali di riferimento e di supporto nella cura della fibrosi cistica, anche attraverso il coinvolgimento della Lega italiana fibrosi cistica e la facilitazione degli scambi professionali tra i centri stessi e garantendo la formazione di fibrocistologi per adulti;

   6) ad adottare iniziative per implementare e disciplinare l'utilizzo della telemedicina nel percorso di gestione dei pazienti affetti da fibrosi cistica, valorizzando le potenzialità offerte da tale strumento, in particolare dal punto di vista del monitoraggio periodico del paziente;

   7) ad adottare, compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica, iniziative per garantire il riconoscimento in favore delle persone affette da fibrosi cistica dei benefici e delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente per il «settore auto», in particolare per quello che concerne la detrazione Irpef del 19 per cento sulla spesa sostenuta, l'applicazione dell'aliquota Iva ridotta al 4 per cento e il rilascio dei contrassegni di circolazione e sosta di cui all'articolo 381 del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495;

   8) ad adottare iniziative volte a chiarire la corretta valutazione dei pazienti affetti da fibrosi cistica in sede di richiesta, rilascio e rinnovo della patente di guida, prevedendo il coinvolgimento della Lega italiana fibrosi cistica nella stesura del provvedimento stesso, nell'ottica di favorire la semplificazione delle procedure per il paziente e l'uniformità dei relativi criteri a livello nazionale.
(1-00099)(Nuova formulazione) «Lazzarini, Vietri, Benigni, Cavo, Molinari, Foti, Barelli, Lupi, Loizzo, Ciocchetti, Cappellacci, Semenzato, Matone, Ciancitto, Patriarca, Panizzut, Colosimo, Andreuzza, Lancellotta, Angelucci, Maccari, Bagnai, Morgante, Barabotti, Rosso, Bellomo, Schifone, Benvenuto, Davide Bergamini, Billi, Bisa, Bof, Bordonali, Bossi, Bruzzone, Candiani, Caparvi, Carloni, Carrà, Cattoi, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Coin, Comaroli, Crippa, Dara, Di Mattina, Formentini, Frassini, Furgiuele, Giaccone, Giagoni, Giglio Vigna, Gusmeroli, Iezzi, Latini, Maccanti, Marchetti, Miele, Minardo, Montemagni, Morrone, Nisini, Ottaviani, Pierro, Pizzimenti, Pretto, Ravetto, Sasso, Stefani, Sudano, Toccalini, Ziello, Zinzi, Zoffili».


   La Camera,

   premesso che:

    1) la fibrosi cistica è la più diffusa delle malattie genetiche e si stima che nel mondo ne siano colpite circa 100.000 persone;

    2) è una malattia ereditaria, causata dal difetto di una proteina chiamata Cftr (Cystic fibrosis transmembrane conductance regulator) presente sia sui cromosomi ereditati dalla madre, sia su quelli ereditati dal padre;

    3) una persona che non ha la malattia, ma è portatrice sana del gene Cftr mutato, può avere un figlio con la fibrosi cistica se anche il partner è portatore sano del gene mutato; in Italia si stima che circa 1 individuo su 25 sia portatore del gene difettoso;

    4) nel nostro Paese la fibrosi cistica colpisce 1 neonato su 2.500-2.700 e si verificano circa 200 nuovi casi all'anno e, secondo quanto riportato sul sito dell'Istituto superiore di sanità, può, dunque, essere considerata rara, sebbene nel nostro Paese non sia inserita nell'elenco delle malattie rare, bensì nell'elenco delle malattie croniche e invalidanti (codice esenzione 018 – allegato 7 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017);

    5) la fibrosi cistica è una malattia che colpisce molti organi, soprattutto l'apparato polmonare e digerente, e i sintomi tendono a comparire nella prima infanzia, sebbene a volte si manifestino subito dopo la nascita o fino all'età adulta; le persone con fibrosi cistica possono sviluppare anche altre malattie e disturbi associati, come, ad esempio, il diabete o le malattie del fegato;

    6) la malattia non influisce sulle capacità intellettive e non si manifesta sull'aspetto fisico e per questo viene definita anche come «malattia invisibile»; ciò nonostante spesso il malato deve ricorrere al trapianto dei polmoni, perché la persistenza di infezioni e infiammazioni polmonari provocano il progressivo deterioramento dell'organo;

    7) le analisi per diagnosticare la fibrosi cistica possono essere effettuate ad ogni età; tuttavia, grazie ai test di screening, la maggior parte dei casi di fibrosi cistica è diagnosticata subito dopo la nascita, attraverso il prelievo di una goccia di sangue dal tallone del neonato al secondo-terzo giorno di vita;

    8) tra l'altro, la fibrosi cistica può essere oggi diagnosticata anche in epoca pre-natale;

    9) dal 2016 lo screening per la fibrosi cistica fa parte del programma nazionale di screening neonatale esteso, che non solo mira a diagnosticare la fibrosi cistica, ma anche un lungo elenco di rari disturbi metabolici ereditari;

    10) per confermare la malattia sono poi effettuati il test del sudore, per verificare la quantità di cloruro di sodio presente, poiché i livelli nei pazienti con fibrosi cistica sono più elevati rispetto agli individui sani, e il test genetico, eseguito su un campione di sangue, per rilevare la presenza di eventuali mutazioni a carico del gene Cftr responsabile della patologia;

    11) se l'anamnesi familiare lo richiede può essere effettuato il test per determinare se si ha il gene difettoso e se si sia portatrice o portatore sano e, quindi, se si sia a rischio di generare un figlio malato;

    12) ad oggi non esistono terapie per la guarigione definitiva; tuttavia, esistono terapie per contrastarne l'evoluzione e per alleviare e prevenire le complicazioni conseguenti alla malattia e per migliorare la qualità della vita delle persone che ne sono colpite, come, ad esempio, farmaci specifici o tecniche per migliorare le complicazioni polmonari e respiratorie oppure diete specifiche;

    13) la fibrosi cistica è una malattia progressiva che tende a peggiorare col tempo; tuttavia, la prognosi è migliorata notevolmente negli ultimi anni grazie ai progressi nella terapia, soprattutto se diagnosticata in fase precoce: attualmente, circa la metà delle persone malate vive oltre i 40 anni;

    14) originariamente la fibrosi cistica era considerata una malattia pediatrica poiché fatale e i bambini morivano per malnutrizione; successivamente grazie ai registri di fibrosi cistica è stato possibile comprendere i fattori associati a esito infausto e sono state individuate terapie personalizzate e adattate ai casi specifici; già dal 1989 è stato istituito il Registro italiano fibrosi cistica con lo scopo di raccogliere dati sulla diffusione della malattia e consentire uno studio più approfondito;

    15) la fibrosi cistica implica la necessità della presa in carico globale del paziente presso centri di riferimento di alta specializzazione che siano in grado di seguirlo dalla diagnosi e per tutta la vita, fino all'età adulta, con cure personalizzate, tenendo conto di tutti i numerosi aspetti della patologia e delle conseguenze di questa sulla vita del paziente che, anche in stadi non gravi della malattia, deve comunque sottoporsi quotidianamente ad un programma terapeutico impegnativo che coinvolge, specie nei minori, anche la famiglia del paziente;

    16) come si evince dal sito istituzionale dell'Ospedale Bambin Gesù, studi scientifici hanno sottolineato che i bambini, gli adolescenti e gli adulti con fibrosi cistica e i loro familiari hanno un elevato rischio di sviluppare sintomi ansiosi e depressivi, con una probabilità 2-3 volte maggiore rispetto alla popolazione generale: è stato dimostrato che i sintomi di sofferenza psichica possono associarsi a una riduzione del funzionamento polmonare, a diminuzione della massa corporea, a un minor rispetto delle prescrizioni mediche concordate, a un peggioramento della qualità della vita e a un aumento del numero di ospedalizzazioni; sintomi depressivi riducono, dunque, l'aderenza e l'efficacia del percorso di cura ed è pertanto fondamentale fornire il necessario supporto psicologico;

    17) è necessario promuovere la cura del paziente con fibrosi cistica nella globalità, includendo anche la salute psicologica della persona e del suo nucleo familiare che si trova a dover affrontare la condizione di stress della malattia con i conseguenti stati di ansia, angoscia e depressione, finendo non di rado per criticizzare ulteriormente la salute della persona con fibrosi cistica;

    18) i dati pubblicati dall'International depression epidemiological study, attraverso uno screening su circa 4.000 pazienti e 6.000 genitori in 9 Paesi, hanno evidenziato sintomi ansiosi negli adolescenti (22 per cento), negli adulti (32 per cento) e nei genitori (madri: 48 per cento; padri: 36 per cento). Sintomi depressivi sono stati rilevati nel 10 per cento degli adolescenti, 19 per cento degli adulti, 37 per cento delle madri e 31 per cento dei padri; i dati hanno sottolineato, inoltre, che quando un genitore di un adolescente ha sintomi di ansia e depressione, il figlio ha una probabilità doppia di sviluppare gli stessi sintomi;

    19) sulla base di tali studi, la Fondazione americana per la fibrosi cistica e la Società europea per la fibrosi cistica hanno pubblicato linee guida per lo screening e il trattamento di ansia e depressione e punti centrali nel percorso di cura sono: prevenzione, screening, trattamento psicologico, trattamento farmacologico;

    20) con la legge 23 dicembre 1993, n. 548, sono state dettate disposizioni specifiche per la prevenzione e cura della fibrosi cistica, determinando in tal maniera un rilevante progresso nella gestione e nella cura della malattia;

    21) in base alla predetta legge le regioni sono tenute a predisporre progetti obiettivo, azioni programmate ed altre iniziative dirette a fronteggiare la fibrosi cistica, da considerarsi malattia di alto interesse sociale;

    22) più in particolare, gli interventi delle regioni devono essere rivolti: alla prevenzione primaria e alla diagnosi precoce e prenatale; alla cura e alla riabilitazione dei malati anche con la fornitura a domicilio delle apparecchiature, degli ausili e dei presidi sanitari necessari per il trattamento complessivo; ad agevolare l'inserimento sociale, scolastico, lavorativo e sportivo dei malati di fibrosi cistica; a favorire l'educazione e l'informazione sanitaria del cittadino malato, dei suoi familiari, nonché della popolazione; a provvedere alla preparazione e all'aggiornamento professionale del personale socio-sanitario addetto; a promuovere programmi di ricerca atti a migliorare le conoscenze cliniche e di base della malattia;

    23) in funzione della predetta prevenzione e della diagnosi precoce, le regioni indicano, quindi, gli interventi operativi più idonei per individuare le fasce di popolazione portatrici asintomatiche, adottare strategie di diagnosi precoce in tutti i nati e programmare gli interventi sanitari conseguenti, nonché per fornire gratuitamente i dispositivi sanitari e i farmaci necessari;

    24) le necessità assistenziali e domiciliari delle persone con fibrosi cistica sono rilevanti e concernono anche l'aerosolterapia anche ultrasonica, l'ossigenoterapia, l'antibioticoterapia, la fisiochinesiterapia e la riabilitazione, la terapia nutrizionale enterale e parenterale;

    25) la legge n. 548 del 1993 ha consentito, tra l'altro, anche l'istituzione di centri regionali specializzati di riferimento con funzioni di prevenzione, di diagnosi, di cura e di riabilitazione dei malati, di orientamento e coordinamento delle attività sanitarie, sociali, formative ed informative e, dove ne esistano le condizioni adeguate, di ricerca sulla fibrosi cistica;

    26) sulla base della predetta legge le regioni sono tenute ad assicurare ai predetti centri strutture, personale e attrezzature adeguate, a predisporre specifici stanziamenti per promuovere e sostenere le attività di ricerca, ad assicurare l'eventuale trapianto di organi senza alcun onere per il paziente e per la sua famiglia, indipendentemente dal reddito;

    27) la cura e l'assistenza delle persone con fibrosi cistica è coordinata dai predetti centri che provvedono alla cura e alla riabilitazione sia in regime ospedaliero, sia in regime ambulatoriale e di day-hospital, sia a domicilio;

    28) proprio nell'assunto che la fibrosi cistica è da considerarsi malattia di alto interesse sociale, le regioni sono tenute anche a promuovere iniziative di educazione sanitaria rivolte alla globalità della popolazione, in collaborazione con i predetti centri;

    29) per tutti gli impegni in capo alle regioni sono state stanziate e vincolate specifiche risorse (circa 10 miliardi di lire) fin dalla legge citata, con indicazione di riparto tra le regioni sulla base della «consistenza numerica dei pazienti assistiti nelle singole regioni, alla popolazione residente, nonché alle documentate funzioni dei centri ivi istituiti, tenuto conto delle attività specifiche di prevenzione e, dove attuata e attuabile, di ricerca»;

    30) successivamente, con la legge n. 362 del 1999, sono state finalizzate per la fibrosi cistica risorse pari a circa 4 milioni di euro a decorrere dal 1999, ma dal 2012 tali risorse non sono state più vincolate e sono confluite nella parte indistinta del fondo sanitario nazionale;

    31) non vi è dubbio che il progresso della malattia è da collegarsi alla lungimiranza del legislatore, che ben 30 anni fa aveva pensato di istituire dei centri regionali di riferimento, ma soprattutto aveva pensato di vincolare e finalizzare un finanziamento specifico per il rafforzamento delle attività di prevenzione, cura e ricerca;

    32) se fino al 2012 il finanziamento era soddisfattivo anche delle esigenze fondamentali della ricerca, successivamente, a causa del complessivo e progressivo definanziamento che ha colpito il servizio sanitario nazionale e che oggi si ripete in tutta la sua drammaticità, le risorse per la fibrosi cistica si sono assottigliate proprio per effetto del riversamento delle stesse nella parte indistinta del fondo sanitario nazionale, che consente alle regioni di tirare da una parte a l'altra una coperta evidentemente corta e insufficiente a coprire tutte le necessità di salute delle persone, incluse quelle con fibrosi cistica;

    33) eppure, oggi c'è un gran bisogno di studiare e ricercare terapie innovative per correggere il difetto genetico, terapie personalizzate, terapie che in relazione alle infezioni polmonari sappiano contrastare l'emergenza dell'antimicrobico-resistenza;

    34) occorre garantire a tutti i malati i farmaci necessari ed innovativi per la cura della fibrosi cistica, alle persone di qualsiasi età e per le diverse mutazioni presenti, com'è, ad esempio, il caso recente del farmaco Kaftrio che è oggi assicurato per i soggetti di età compresa tra 6 e 11 anni; si tratta generalmente di farmaci con un costo enorme e per questo ne viene limitato l'accesso ad un numero circoscritto di pazienti;

    35) parimenti, c'è un gran bisogno di potenziare l'assistenza psicologica delle persone con fibrosi cistica e dei loro nuclei familiari;

    36) le regioni hanno dato attuazione alla predetta legge in maniera differenziata e purtroppo non tutte le regioni hanno assicurato i presidi di prevenzione e cura necessari e dedicati; il risultato è la differenziazione di accesso alle cure e la disomogeneità nei livelli essenziali di assistenza associati,

impegna il Governo:

   1) ad adottare le iniziative di competenza volte ad incrementare e vincolare, nell'ambito del fondo sanitario nazionale, le risorse per assicurare strutture, personale e attrezzature adeguate per l'assistenza e la cura dei pazienti con fibrosi cistica;

   2) ad implementare l'assistenza domiciliare, anche farmacologica, quale modello assistenziale strategico per migliorare la qualità della vita dei pazienti con fibrosi cistica, assicurando che nell'équipe multidisciplinare siano incluse tutte le figure professionali necessarie, quali il medico specialista, il pediatra o il medico di medicina generale, il nutrizionista, il fisioterapista, l'infermiere professionale, l'assistente sociale e lo psicologo;

   3) ad agevolare un modello assistenziale personalizzato che consenta di assecondare le scelte del paziente e della famiglia e che riduca ogni forma di ospedalizzazione, così riducendo il rischio di diffusione intra-ospedaliera di infezioni nosocomiali multi-resistenti tra i pazienti;

   4) ad attivare ogni azione utile per potenziare le capacità e possibilità lavorative, scolastiche, sportive e sociali delle persone con fibrosi cistica e dei loro familiari;

   5) ad adottare le iniziative di competenza volte a incrementare le risorse necessarie a sostenere la ricerca per la fibrosi cistica, istituendo un fondo specifico presso il Ministero della salute;

   6) ad adottare iniziative volte ad assicurare a tutti i malati i farmaci innovativi, già approvati dalle agenzie europee, e necessari per la cura della fibrosi cistica, rimuovendo la selettività di accesso ai farmaci medesimi che sia determinata da ragioni economiche e di costo del farmaco;

   7) ad effettuare, nel 2023, un monitoraggio sull'attuazione della legge 23 dicembre 1993, n. 548, da parte delle singole regioni e province autonome, al fine di valutare un percorso di aggiornamento e potenziamento delle disposizioni già previste dalla predetta legge e al fine di adottare le iniziative di competenza per superare le sperequazioni esistenti a livello regionale sui servizi offerti;

   8) al fine di rafforzare l'assistenza e la cura delle persone con fibrosi cistica, a promuovere prestazioni sanitarie e socio-sanitarie uniformi nel territorio nazionale attraverso l'adozione di linee guida recanti requisiti di appropriatezza dei centri e delle strutture dedicate, nonché gli obiettivi generali e specifici, gli interventi e i risultati attesi;

   9) ad adottare le iniziative di competenza volte a definire un sistema di accreditamento dei centri regionali specializzati di riferimento al fine di rafforzare le funzioni di prevenzione, di diagnosi, di cura e di riabilitazione dei malati, di orientamento e coordinamento delle attività sanitarie, sociali, formative ed informative e di ricerca sulla fibrosi cistica;

   10) ad assicurare, per quanto di competenza, ad ogni persona con fibrosi cistica e al suo nucleo familiare l'assistenza psicologica necessaria ad affrontare la malattia e convivere con essa, prevedendo tale assistenza quale requisito necessario per l'accreditamento dei centri regionali di riferimento;

   11) a rafforzare la collaborazione con le associazioni di volontariato e di familiari al fine di rispondere alle diversificate esigenze di cura e assistenza.
(1-00137) «Di Lauro, Quartini, Sportiello, Marianna Ricciardi, Cappelletti».


   La Camera,

   premesso che

    1) la fibrosi cistica è una malattia genetica multiorgano, cronica e degenerativa che danneggia progressivamente gli apparati respiratori e che colpisce le ghiandole esocrine, come quelle che producono muco e sudore, In particolare, sono danneggiati i polmoni, il pancreas, il fegato, l'intestino, i seni paranasali e l'apparato riproduttivo; chi soffre di fibrosi cistica produce un muco denso e appiccicoso che, anziché umidificare la superficie con cui è a contatto, si deposita bloccando prime fra tutte le vie respiratorie;

    2) la malattia è causata da mutazioni nel gene Cftr, che codifica una proteina che controlla il passaggio di acqua e di alcuni sali all'interno e all'esterno delle cellule. La proteina mutata non funziona in modo appropriato e porta alla produzione di muco denso e sudore troppo ricco di sali. Le possibili mutazioni a carico di Cftr sono più di mille e possono causare forme di fibrosi cistica di gravità differente. Inoltre anche altri geni possono contribuire alla gravità della malattia;

    3) il rischio di trasmissione di fibrosi cistica si presenta quando entrambi i genitori sono portatori sani della malattia, con una copia alterata del gene Cftr, con una possibilità su quattro che il figlio erediti due copie mutate del gene e nasca, quindi, affetto dalla malattia. Si stima che un bambino su 2500 nasca affetto da fibrosi cistica, con un numero di pazienti censiti nel Registro italiano fibrosi cistica che raggiunge quasi le 6000 unità;

    4) nella programmazione e nell'attuazione degli interventi in favore dei pazienti affetti da tale malattia è indispensabile il coinvolgimento delle associazioni di pazienti, tra le quali è doveroso ricordare la Lega italiana fibrosi cistica, che è attiva sui territori da più di quaranta anni, e collabora con i centri regionali per raggiungere le persone malate, la Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, dotata – come si evince dal bilancio sociale 2021 – di 153 strutture organizzate di volontariato, 93 delegazioni, 60 gruppi di sostegno, 5.000 volontari e che dal 2002 al 2021 ha utilizzato 34,7 milioni di euro per la ricerca. Inoltre, ha realizzato 438 progetti scientifici finanziati; 259 enti di ricerca finanziati, oltre 8 milioni di euro per borse di studio (368 borsisti). 735 ricercatori, 434 presentazioni congressuali, 516 revisori stranieri coinvolti, di 28 Paesi diversi; 22 domande di brevetto generate da progetti finanziati; 7 brevetti con ffc tra i titolari;

    5) la legge 548 del 23 dicembre 1993, recante «Disposizioni per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica», è stato il primo intervento normativo importante per quel che riguarda il trattamento della malattia, prevedendo l'istituzione in ogni regione di centri di cura dedicati ed altamente specializzati. Per l'attuazione degli interventi di prevenzione e cura della fibrosi cistica, l'articolo 10 della citata legge veniva prevista una prima copertura economica a carico del Fondo sanitario nazionale, da ripartire sulla base di criteri tuttora in vigore, relativi alla «consistenza numerica dei pazienti assistiti nelle singole regioni, alla popolazione residente, nonché alle documentate funzioni dei centri ivi istituiti, tenuto conto delle attività specifiche di prevenzione e, dove attuata e attuabile, di ricerca»;

    6) successivamente la legge n. 362 del 1999, all'articolo 3, comma 1, ha autorizzato, a decorrere dall'anno 1999, un finanziamento a carico del Fondo sanitario nazionale pari a 8,5 miliardi di lire annue (corrispondenti agli attuali 4,39 milioni di euro annui), quale «quota a destinazione vincolata da ripartire tra le regioni» sulla base dei criteri fissati dalla legge n. 548 del 1993. La legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha, però fatto confluire gli importi previsti dalla legge n. 362 del 1999 in una quota indistinta del fabbisogno sanitario standard nazionale cui concorre lo Stato, confermando comunque la ripartizione prevista dalla legge n. 548 del 1993;

    7) secondo i documenti forniti dal Cipe alla Lega italiana per la fibrosi cistica, però, nel 2013 e 2014 la quota destinata alle attività di ricerca sulla malattia non sarebbero state assegnate alle regioni, mentre dal 2017 le risorse complessive destinate all'attività di ricerca sopra ricordate vengono ripartire in maniera indifferenziata tra quota assegnata alla ricerca e quella necessaria per l'assistenza dei malati;

    8) si tratta di una scelta fortemente deleteria perché l'attività di ricerca è essenziale per una cura effettiva della malattia, oltre a porsi in aperto contrasto con i criteri di riparto previsto dalle leggi sopra ricordate e che, appunto, riconoscevano il ruolo fondamentale dell'attività di ricerca, come evidenziano anche i progressi registrati in questi anni in campo terapeutico, con lo sviluppo di medicinali che possono intervenire sul funzionamento del gene Cftr;

    9) in particolare, appare necessario continuare e rafforzare la ricerca per quel che riguarda il farmaco modulatore commercializzato in Italia con il nome di Kaftrio, inserito dall'Agenzia italiana del farmaco come farmaco rimborsabile dal servizio sanitario nazionale per le persone di età superiore ai 12 anni e con almeno una mutazione F508del, estesa ai soggetti di età compresa tra i 6 e gli 11 anni sempre con almeno una mutazione F508del e qualsiasi mutazione secondaria;

    10) queste decisioni, però, richiedono in realtà ulteriori ricerche per essere confermate valide. Risulta al momento, infatti, che in Italia solo il 70 per cento circa dei pazienti ha le mutazioni «giuste» per ricevere con efficacia il farmaco;

    11) si ricorda che in Francia l'uso del citato farmaco, che dovrebbe essere disponibile solo per via compassionevole, era stato esteso a tutti, indipendentemente dalle mutazioni e alcuni pazienti che non sarebbero stati «idonei» hanno, invece, sorprendentemente risposto. In linea generale, però, somministrare questo medicinale anche a coloro che hanno mutazioni tali da provocare l'assenza completa della proteina Cftr è stato inutile, in quanto manca la condizione per un risultato positivo;

    12) solo una ricerca costante e dotata di fondi necessari può essere davvero utile in casi come questi evitando eventuali illusioni ai pazienti, oltre che sperperi di fondi pubblici che sarebbe indispensabile usare per un'effettiva cura della malattia;

    13) si può sottolineare, inoltre, che l'implementazione di strategie e finanziamenti organici alla ricerca scientifica abbiano portato alla conoscenza sempre più approfondita della malattia nel suo complesso, con ricadute estremamente positive anche nell'ambito del cosiddetto «editing genetico» o correttore genomico. Si tratta dell'impiego di determinate proteine in sistemi di «forbici» molecolari che sostituiscono o eliminano sequenze di dna difettoso in maniera mirata e controllata. L'applicazione di tali tecnologie, avvenuta in modo embrionale nel 2012 presso i laboratori americani dell'Università di Berkeley, vede l'Italia in prima linea con i laboratori del Cibio di Trento. Si ricorda che tali biotecnologie, in pochi anni, si sono diffuse nei laboratori di tutto il mondo e vengono oggi impiegate sia per la ricerca di base che per scopi applicativi. Infatti, pur essendo una tecnologia ancora relativamente nuova e in forte evoluzione, la sua robustezza la sta spingendo rapidamente verso la sperimentazione clinica. L'applicazione dei cosiddetti correttori genomici ha per la prima volta reso sensato ipotizzare il trattamento di tutta una serie di patologie a base genetica, tra cui la fibrosi cistica, per cui prima non era neppure possibile concepire un approccio terapeutico definitivo;

    14) inoltre, la strategia nazionale di lotta alla fibrosi cistica necessita di essere potenziata anche dal punto di vista dell'assistenza ai pazienti e della riduzione delle disomogeneità esistenti sui territori anche attraverso l'inserimento della fibrosi cistica nel Piano nazionale della cronicità, in particolar modo nella seconda parte di esso, contenente approfondimenti su patologie con caratteristiche e bisogni assistenziali specifici;

    15) appare anche auspicabile che vi sia a livello nazionale il riconoscimento di eventuali manuali di accreditamento dei centri per la fibrosi cistica che indichino con chiarezza standard qualitativi garantiti per tutto il territorio nazionale, mentre sarebbe importante anche mettere in atto in tutta Italia percorsi formativi per il personale dei centri regionali di riferimento, anche attraverso la facilitazione degli scambi professionali e la formazione di fibrocistologi per adulti, tenuto conto che i pazienti adulti rappresentano circa più del 60 per cento della popolazione affetta da fibrosi cistica,

impegna il Governo:

   1) ad adottare iniziative volte a sostenere e a promuovere la ricerca sulla fibrosi cistica, prevedendo lo stanziamento di risorse a tal fine destinate, il recupero delle quote vincolate ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 362 del 1999 non erogate per gli anni 2013 e 2014, nonché il potenziamento degli incentivi fiscali di cui all'articolo 12 della legge 10 novembre 2021, n. 175;

   2) ad adottare iniziative volte a promuovere la ricerca in particolare sui farmaci innovativi per la cura della fibrosi cistica, evidenziando laddove vi siano i risultati di efficacia riscontrati in Italia ma anche eventualmente in altri Paesi;

   3) ad adottare iniziative volte a promuovere la ricerca scientifica nell'ambito delle strategie e dei sistemi di editing genetico, sviluppando connessioni e partnership tra istituti di ricerca italiani ed esteri, considerando la rapida e promettente applicazione di tali biotecnologie;

   4) a valutare, d'intesa con le regioni, l'aggiornamento del Piano nazionale della cronicità, inserendo nella parte seconda di esso la voce specifica «fibrosi cistica» con definizione delle principali criticità, degli obiettivi generali e specifici, delle linee di intervento proposte, dei risultati attesi e dei principali indicatori di monitoraggio;

   5) ad adottare iniziative per il riconoscimento a livello nazionale e/o la redazione di manuali di accreditamento dei centri per la fibrosi cistica realizzati in Italia al fine di garantire il raggiungimento e il mantenimento di standard definiti, validati e uniformi in tutte le regioni;

   6) a promuovere la realizzazione di percorsi formativi per il personale dei centri regionali di riferimento e di supporto nella cura della fibrosi cistica, rendendo più agevoli gli scambi professionali tra i centri stessi e garantendo la formazione di fibrocistologi per adulti;

   7) ad adottare iniziative per implementare e disciplinare l'utilizzo della telemedicina nel percorso di gestione dei pazienti affetti da fibrosi cistica, valorizzando le potenzialità offerte da tale strumento, in particolare dal punto di vista del monitoraggio periodico del paziente;

   8) ad adottare iniziative di competenza per garantire il riconoscimento in favore delle persone affette da fibrosi cistica dei benefici e delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente per il «settore auto», in particolare per quello che concerne la detrazione Irpef del 19 per cento sulla spesa sostenuta, l'applicazione dell'aliquota Iva ridotta al 4 per cento e il rilascio dei contrassegni di circolazione e sosta di cui all'articolo 381 del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, oltre ad adottare tutte le necessarie iniziative di competenza per chiarire la corretta valutazione dei pazienti affetti da fibrosi cistica in sede di richiesta, rilascio e rinnovo della patente di guida, eventualmente anche coinvolgendo le associazioni più rappresentative nell'eventuale stesura del provvedimento stesso, nell'ottica di favorire la semplificazione e l'alleggerimento delle procedure per il paziente e l'uniformità dei relativi criteri a livello nazionale;

   9) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte ad una maggiore integrazione possibile delle persone affette da fibrosi cistica nei contesti scolastici, mettendo in atto percorsi informativi e di formazione per il personale docente, al fine di favorire un miglior bilanciamento tra vita scolastica e terapie dei pazienti;

   10) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte ad una maggiore integrazione possibile delle persone affette da fibrosi cistica nei contesti lavorativi, ricreativi e sociali.
(1-00141) «Girelli, Furfaro, Bonetti, Ciani, Malavasi, Stumpo, Vaccari, Marino, Fassino, Toni Ricciardi, Lai, Ferrari».


   La Camera,

   premesso che

    1) la fibrosi cistica è una malattia genetica multiorgano, cronica e degenerativa che danneggia progressivamente gli apparati respiratori e che colpisce le ghiandole esocrine, come quelle che producono muco e sudore, In particolare, sono danneggiati i polmoni, il pancreas, il fegato, l'intestino, i seni paranasali e l'apparato riproduttivo; chi soffre di fibrosi cistica produce un muco denso e appiccicoso che, anziché umidificare la superficie con cui è a contatto, si deposita bloccando prime fra tutte le vie respiratorie;

    2) la malattia è causata da mutazioni nel gene Cftr, che codifica una proteina che controlla il passaggio di acqua e di alcuni sali all'interno e all'esterno delle cellule. La proteina mutata non funziona in modo appropriato e porta alla produzione di muco denso e sudore troppo ricco di sali. Le possibili mutazioni a carico di Cftr sono più di mille e possono causare forme di fibrosi cistica di gravità differente. Inoltre anche altri geni possono contribuire alla gravità della malattia;

    3) il rischio di trasmissione di fibrosi cistica si presenta quando entrambi i genitori sono portatori sani della malattia, con una copia alterata del gene Cftr, con una possibilità su quattro che il figlio erediti due copie mutate del gene e nasca, quindi, affetto dalla malattia. Si stima che un bambino su 2500 nasca affetto da fibrosi cistica, con un numero di pazienti censiti nel Registro italiano fibrosi cistica che raggiunge quasi le 6000 unità;

    4) nella programmazione e nell'attuazione degli interventi in favore dei pazienti affetti da tale malattia è indispensabile il coinvolgimento delle associazioni di pazienti, tra le quali è doveroso ricordare la Lega italiana fibrosi cistica, che è attiva sui territori da più di quaranta anni, e collabora con i centri regionali per raggiungere le persone malate, la Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, dotata – come si evince dal bilancio sociale 2021 – di 153 strutture organizzate di volontariato, 93 delegazioni, 60 gruppi di sostegno, 5.000 volontari e che dal 2002 al 2021 ha utilizzato 34,7 milioni di euro per la ricerca. Inoltre, ha realizzato 438 progetti scientifici finanziati; 259 enti di ricerca finanziati, oltre 8 milioni di euro per borse di studio (368 borsisti). 735 ricercatori, 434 presentazioni congressuali, 516 revisori stranieri coinvolti, di 28 Paesi diversi; 22 domande di brevetto generate da progetti finanziati; 7 brevetti con ffc tra i titolari;

    5) la legge 548 del 23 dicembre 1993, recante «Disposizioni per la prevenzione e la cura della fibrosi cistica», è stato il primo intervento normativo importante per quel che riguarda il trattamento della malattia, prevedendo l'istituzione in ogni regione di centri di cura dedicati ed altamente specializzati. Per l'attuazione degli interventi di prevenzione e cura della fibrosi cistica, l'articolo 10 della citata legge veniva prevista una prima copertura economica a carico del Fondo sanitario nazionale, da ripartire sulla base di criteri tuttora in vigore, relativi alla «consistenza numerica dei pazienti assistiti nelle singole regioni, alla popolazione residente, nonché alle documentate funzioni dei centri ivi istituiti, tenuto conto delle attività specifiche di prevenzione e, dove attuata e attuabile, di ricerca»;

    6) successivamente la legge n. 362 del 1999, all'articolo 3, comma 1, ha autorizzato, a decorrere dall'anno 1999, un finanziamento a carico del Fondo sanitario nazionale pari a 8,5 miliardi di lire annue (corrispondenti agli attuali 4,39 milioni di euro annui), quale «quota a destinazione vincolata da ripartire tra le regioni» sulla base dei criteri fissati dalla legge n. 548 del 1993. La legge di stabilità 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190) ha, però fatto confluire gli importi previsti dalla legge n. 362 del 1999 in una quota indistinta del fabbisogno sanitario standard nazionale cui concorre lo Stato, confermando comunque la ripartizione prevista dalla legge n. 548 del 1993;

    7) secondo i documenti forniti dal Cipe alla Lega italiana per la fibrosi cistica, però, nel 2013 e 2014 la quota destinata alle attività di ricerca sulla malattia non sarebbero state assegnate alle regioni, mentre dal 2017 le risorse complessive destinate all'attività di ricerca sopra ricordate vengono ripartire in maniera indifferenziata tra quota assegnata alla ricerca e quella necessaria per l'assistenza dei malati;

    8) si tratta di una scelta fortemente deleteria perché l'attività di ricerca è essenziale per una cura effettiva della malattia, oltre a porsi in aperto contrasto con i criteri di riparto previsto dalle leggi sopra ricordate e che, appunto, riconoscevano il ruolo fondamentale dell'attività di ricerca, come evidenziano anche i progressi registrati in questi anni in campo terapeutico, con lo sviluppo di medicinali che possono intervenire sul funzionamento del gene Cftr;

    9) in particolare, appare necessario continuare e rafforzare la ricerca per quel che riguarda il farmaco modulatore commercializzato in Italia con il nome di Kaftrio, inserito dall'Agenzia italiana del farmaco come farmaco rimborsabile dal servizio sanitario nazionale per le persone di età superiore ai 12 anni e con almeno una mutazione F508del, estesa ai soggetti di età compresa tra i 6 e gli 11 anni sempre con almeno una mutazione F508del e qualsiasi mutazione secondaria;

    10) queste decisioni, però, richiedono in realtà ulteriori ricerche per essere confermate valide. Risulta al momento, infatti, che in Italia solo il 70 per cento circa dei pazienti ha le mutazioni «giuste» per ricevere con efficacia il farmaco;

    11) si ricorda che in Francia l'uso del citato farmaco, che dovrebbe essere disponibile solo per via compassionevole, era stato esteso a tutti, indipendentemente dalle mutazioni e alcuni pazienti che non sarebbero stati «idonei» hanno, invece, sorprendentemente risposto. In linea generale, però, somministrare questo medicinale anche a coloro che hanno mutazioni tali da provocare l'assenza completa della proteina Cftr è stato inutile, in quanto manca la condizione per un risultato positivo;

    12) solo una ricerca costante e dotata di fondi necessari può essere davvero utile in casi come questi evitando eventuali illusioni ai pazienti, oltre che sperperi di fondi pubblici che sarebbe indispensabile usare per un'effettiva cura della malattia;

    13) si può sottolineare, inoltre, che l'implementazione di strategie e finanziamenti organici alla ricerca scientifica abbiano portato alla conoscenza sempre più approfondita della malattia nel suo complesso, con ricadute estremamente positive anche nell'ambito del cosiddetto «editing genetico» o correttore genomico. Si tratta dell'impiego di determinate proteine in sistemi di «forbici» molecolari che sostituiscono o eliminano sequenze di dna difettoso in maniera mirata e controllata. L'applicazione di tali tecnologie, avvenuta in modo embrionale nel 2012 presso i laboratori americani dell'Università di Berkeley, vede l'Italia in prima linea con i laboratori del Cibio di Trento. Si ricorda che tali biotecnologie, in pochi anni, si sono diffuse nei laboratori di tutto il mondo e vengono oggi impiegate sia per la ricerca di base che per scopi applicativi. Infatti, pur essendo una tecnologia ancora relativamente nuova e in forte evoluzione, la sua robustezza la sta spingendo rapidamente verso la sperimentazione clinica. L'applicazione dei cosiddetti correttori genomici ha per la prima volta reso sensato ipotizzare il trattamento di tutta una serie di patologie a base genetica, tra cui la fibrosi cistica, per cui prima non era neppure possibile concepire un approccio terapeutico definitivo;

    14) inoltre, la strategia nazionale di lotta alla fibrosi cistica necessita di essere potenziata anche dal punto di vista dell'assistenza ai pazienti e della riduzione delle disomogeneità esistenti sui territori anche attraverso l'inserimento della fibrosi cistica nel Piano nazionale della cronicità, in particolar modo nella seconda parte di esso, contenente approfondimenti su patologie con caratteristiche e bisogni assistenziali specifici;

    15) appare anche auspicabile che vi sia a livello nazionale il riconoscimento di eventuali manuali di accreditamento dei centri per la fibrosi cistica che indichino con chiarezza standard qualitativi garantiti per tutto il territorio nazionale, mentre sarebbe importante anche mettere in atto in tutta Italia percorsi formativi per il personale dei centri regionali di riferimento, anche attraverso la facilitazione degli scambi professionali e la formazione di fibrocistologi per adulti, tenuto conto che i pazienti adulti rappresentano circa più del 60 per cento della popolazione affetta da fibrosi cistica,

impegna il Governo:

   1) ad adottare iniziative volte a sostenere e a promuovere la ricerca sulla fibrosi cistica, prevedendo lo stanziamento di risorse a tal fine destinate, il recupero delle quote vincolate ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 362 del 1999 non erogate per gli anni 2013 e 2014, nonché il potenziamento degli incentivi fiscali di cui all'articolo 12 della legge 10 novembre 2021, n. 175;

   2) ad adottare iniziative volte a promuovere la ricerca in particolare sui farmaci innovativi per la cura della fibrosi cistica, evidenziando laddove vi siano i risultati di efficacia riscontrati in Italia ma anche eventualmente in altri Paesi;

   3) ad adottare iniziative volte a promuovere la ricerca scientifica nell'ambito delle strategie e dei sistemi di editing genetico, sviluppando connessioni e partnership tra istituti di ricerca italiani ed esteri, considerando la rapida e promettente applicazione di tali biotecnologie;

   4) a valutare, d'intesa con le regioni, l'aggiornamento del Piano nazionale della cronicità, inserendo nella parte seconda di esso la voce specifica «fibrosi cistica» con definizione delle principali criticità, degli obiettivi generali e specifici, delle linee di intervento proposte, dei risultati attesi e dei principali indicatori di monitoraggio;

   5) ad adottare iniziative per la validazione e il relativo riconoscimento a livello nazionale, nell'ambito dello sviluppo e dell'applicazione del sistema di accreditamento nazionale, anche del manuale di accreditamento dei centri per la fibrosi cistica realizzato dalla Società italiana fibrosi cistica, della Lega italiana fibrosi cistica e dell'Associazione italiana per la qualità dell'assistenza sanitaria e sociale, al fine di garantire la condivisione e il mantenimento dei requisiti definitivi, validati e omogenei a livello nazionale;

   6) a promuovere la realizzazione di percorsi formativi per il personale dei centri regionali di riferimento e di supporto nella cura della fibrosi cistica, rendendo più agevoli gli scambi professionali tra i centri stessi e garantendo la formazione di fibrocistologi per adulti;

   7) ad adottare iniziative per implementare e disciplinare l'utilizzo della telemedicina nel percorso di gestione dei pazienti affetti da fibrosi cistica, valorizzando le potenzialità offerte da tale strumento, in particolare dal punto di vista del monitoraggio periodico del paziente;

   8) ad adottare iniziative di competenza per garantire il riconoscimento in favore delle persone affette da fibrosi cistica dei benefici e delle agevolazioni fiscali previste dalla normativa vigente per il «settore auto», in particolare per quello che concerne la detrazione Irpef del 19 per cento sulla spesa sostenuta, l'applicazione dell'aliquota Iva ridotta al 4 per cento e il rilascio dei contrassegni di circolazione e sosta di cui all'articolo 381 del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n. 495, oltre ad adottare tutte le necessarie iniziative di competenza per chiarire la corretta valutazione dei pazienti affetti da fibrosi cistica in sede di richiesta, rilascio e rinnovo della patente di guida, eventualmente anche coinvolgendo le associazioni più rappresentative nell'eventuale stesura del provvedimento stesso, nell'ottica di favorire la semplificazione e l'alleggerimento delle procedure per il paziente e l'uniformità dei relativi criteri a livello nazionale;

   9) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte ad una maggiore integrazione possibile delle persone affette da fibrosi cistica nei contesti scolastici, mettendo in atto percorsi informativi e di formazione per il personale docente, al fine di favorire un miglior bilanciamento tra vita scolastica e terapie dei pazienti;

   10) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte ad una maggiore integrazione possibile delle persone affette da fibrosi cistica nei contesti lavorativi, ricreativi e sociali.
(1-00141)(Testo modificato nel corso della seduta) «Girelli, Furfaro, Bonetti, Ciani, Malavasi, Stumpo, Vaccari, Marino, Fassino, Toni Ricciardi, Lai, Ferrari».


MOZIONE FOTI, BISA, ORSINI, BICCHIELLI ED ALTRI N. 1-00102 CONCERNENTE INIZIATIVE DI COMPETENZA IN RELAZIONE ALLA MANCATA ESTRADIZIONE DI ALCUNI TERRORISTI DALLA FRANCIA

Mozione

   La Camera,

   premesso che:

    1) il 28 marzo 2023, la Corte di cassazione francese ha deciso di respingere a titolo definitivo la richiesta, risalente al gennaio 2020, del Governo italiano di estradizione di dieci militanti della lotta armata rifugiatisi in Francia ed arrestati nel mese di aprile 2021;

    2) la Corte di cassazione francese ha rigettato il ricorso del procuratore generale Rèmy Heitz contro il «no» già pronunciato il 29 giugno 2022 dalla corte di appello, nonostante la volontà comune dei Governi italiano e francese di ottenere giustizia per le vittime delle azioni terroristiche messe in atto, negli anni passati, dagli arrestati;

    3) non a caso il 26 marzo 2023 il Ministro della giustizia francese, Eric Dupond-Moretti, riguardo ai dieci ex terroristi arrestati aveva detto di considerarli «assassini», auspicando la loro estradizione;

    4) i dieci militanti della lotta armata sono:

     a) Giorgio Pietrostefani, fondatore insieme ad Adriano Sofri di Lotta continua, condannato come mandante dell'omicidio del commissario Luigi Calabresi;

     b) Marina Petrella, appartenente alle Brigate rosse e condannata per l'omicidio del generale Galvaligi, oltre che per il sequestro del giudice Giovanni D'Urso e dell'assessore regionale della Democrazia cristiana Ciro Cirillo;

     c) Roberta Cappelli (Brigate rosse), anche essa condannata per l'omicidio del generale Galvaligi, dell'agente di polizia Michele Granato e del vicequestore Sebastiano Vinci;

     d) Giovanni Alimonti (Brigate rosse), condannato per il tentato omicidio del vicedirigente della Digos Nicola Simone;

     e) Enzo Calvitti (Brigate rosse), condannato in contumacia a 18 anni di carcere per associazione a scopi terroristici e banda armata;

     f) Maurizio Di Marzio della colonna romana delle Brigate rosse, il cui nome è legato all'attentato al dirigente dell'ufficio provinciale del collocamento di Roma Enzo Retrosi, nel 1981, e, soprattutto, al tentato sequestro del vicecapo della Digos della capitale Nicola Simone il giorno dell'Epifania del 1982;

     g) Sergio Tornaghi, membro della colonna milanese «Walter Alasia», condannato all'ergastolo per l'omicidio di Renato Briano, direttore generale della «Ercole Marelli»;

     h) Narciso Manenti di Guerriglia proletaria, condannato nel 1983 all'ergastolo per l'omicidio dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, ucciso davanti al figlio 14enne in uno studio di medicina dove aveva fatto irruzione per sequestrare un medico che lavorava presso il carcere di Bergamo;

     i) Luigi Bergamin dei Pac (Proletari armati per il comunismo) del ben noto terrorista Cesare Battisti, condannato a 16 anni e 11 mesi di reclusione come ideatore dell'omicidio del maresciallo Antonio Santoro, capo degli agenti di polizia penitenziaria, ucciso a Udine il 6 giugno 1978 dallo stesso Cesare Battisti;

     l) Raffaele Ventura, delle Formazioni comuniste combattenti, condannato a 20 anni di carcere per concorso morale nell'omicidio del vicebrigadiere Antonio Custra, avvenuto il 14 maggio 1977, durante una manifestazione della sinistra extraparlamentare a Milano;

    5) la decisione della Corte di Cassazione giunge dopo il parere negativo già fornito il 7 febbraio 2023 dall'avvocato generale della stessa corte, Xavier Tarabeaux, il quale aveva consigliato di respingere il ricorso del procuratore Heitz;

    6) le motivazioni addotte dai magistrati francesi al fine di giustificare la loro decisione sono le seguenti:

     a) il fatto che alcuni dei dieci ex terroristi siano stati condannati in contumacia decenni fa e che essi non godrebbero, qualora estradati in Italia, di un nuovo processo;

     b) stando a quanto previsto dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, non verrebbero rispettate le nuove vite che i dieci terroristi si sono nel frattempo create in Francia, con tutto ciò che riguarda le loro attuali professioni e famiglie, «pur tenendo conto della gravità dei fatti contestati»;

    7) secondo il Governo italiano, il lasso di tempo passato è da ricondurre unicamente ad una interpretazione distorta della cosiddetta «dottrina Mitterrand», risalente agli anni '80 del secolo scorso;

    8) l'allora Presidente della Repubblica francese, François Mitterrand, aveva offerto rifugio agli ex terroristi italiani ma a condizione che non si fossero macchiati di gravi fatti di sangue: condizione di sicuro non soddisfatta dai dieci terroristi in questione e da altri ancora, condannati in Italia per omicidi come quello del commissario Luigi Calabresi (Pietrostefani), del generale Enrico Galvaligi (Petrella e Cappelli) o dell'avvocato Enrico Pedenovi (La Ronga, Stefan, Gaimozzi, tutti membri dei Comitati comunisti rivoluzionari, un'organizzazione paramilitare riconducibile a Prima linea);

    9) la «dottrina Mitterrand», quindi, era diretta a non concedere l'estradizione di persone imputate, condannate o ricercate per «atti di natura violenta ma d'ispirazione politica» contro qualunque Stato, purché non diretti contro lo Stato francese, concedendo di fatto un diritto d'asilo a ricercati stranieri;

    10) i parenti delle vittime dei crimini commessi dai dieci ex terroristi possono presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro la decisione della Corte di cassazione francese;

    11) i ricorsi alla Corte di Strasburgo non possono essere presentati da autorità di Governo, bensì «da ogni persona fisica, organizzazione non governativa o gruppo di privati che pretenda di essere vittima di una violazione dei diritti riconosciuti nella Convenzione o nei suoi protocolli»;

    12) l'attuale Governo francese ha già riconosciuto il diritto dell'Italia a pretendere l'applicazione delle condanne inflitte nel nostro Paese contro i dieci terroristi ora rifugiati in Francia;

    13) la decisione della Corte di cassazione francese di non accordare l'estradizione dei dieci terroristi arrestati in Francia, a seguito dell'avvio del relativo iter da parte del Governo italiano, è stata giustamente stigmatizzata da quest'ultimo, cui non può non unirsi il pieno dissenso del Parlamento italiano,

impegna il Governo:

   1) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a fornire tutta la necessaria e dovuta assistenza ai parenti delle vittime dei reati commessi dai dieci terroristi italiani rifugiati in Francia, nella loro già annunciata intenzione di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo contro la decisione della Corte di cassazione francese;

   2) ferma restando l'intenzione di non voler interferire in questioni interne, a sensibilizzare le autorità francesi affinché esplorino ogni possibile soluzione, compatibile con il loro ordinamento e con la normativa eurounitaria sulla cooperazione giudiziaria in materia penale, per rispondere alla legittima richiesta di giustizia dei parenti delle vittime dei dieci terroristi italiani.
(1-00102)(Ulteriore nuova formulazione) «Foti, Bisa, Orsini, Bicchielli, De Corato, Bellomo, Battilocchio, Donzelli, Matone, Marrocco, Messina, Morrone, Antoniozzi, Gardini, Ruspandini, Almici, Ambrosi, Amich, Amorese, Baldelli, Benvenuti Gostoli, Buonguerrieri, Caiata, Calovini, Cangiano, Cannata, Caramanna, Caretta, Cerreto, Chiesa, Ciaburro, Ciancitto, Ciocchetti, Colombo, Colosimo, Comba, Congedo, Coppo, De Bertoldi, Deidda, Di Giuseppe, Di Maggio, Dondi, Filini, Frijia, Giordano, Giorgianni, Giovine, Iaia, Kelany, Lampis, Lancellotta, La Porta, La Salandra, Longi, Loperfido, Lucaselli, Maccari, Maerna, Maiorano, Malagola, Malaguti, Mantovani, Marchetto Aliprandi, Mascaretti, Maschio, Matera, Matteoni, Mattia, Maullu, Michelotti, Milani, Mollicone, Montaruli, Morgante, Mura, Osnato, Padovani, Palombi, Pellicini, Perissa, Pietrella, Polo, Pozzolo, Pulciani, Raimondo, Rampelli, Rizzetto, Roscani, Angelo Rossi, Fabrizio Rossi, Rosso, Rotelli, Rotondi, Gaetana Russo, Sbardella, Schiano Di Visconti, Schifone, Rachele Silvestri, Testa, Trancassini, Tremaglia, Tremonti, Urzì, Varchi, Vietri, Vinci, Volpi, Zucconi, Zurzolo».


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative di competenza finalizzate a garantire il pieno ed efficace utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinate alla messa in sicurezza del territorio, con particolare riferimento al pagamento della terza rata del medesimo Piano – 3-00422

   SANTILLO, FRANCESCO SILVESTRI, SCUTELLÀ, ILARIA FONTANA e FENU. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   in materia di «Tutela del territorio e della risorsa idrica» (componente M2C4), il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede lo stanziamento di 15 miliardi di euro, riservando circa 2,49 miliardi di euro agli interventi sul dissesto idrogeologico (investimento 2.1), con l'obiettivo della messa in sicurezza di 1,5 milioni di persone che vivono nelle aree attualmente a rischio idrogeologico;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza riprende l'approccio sistemico introdotto dal cosiddetto piano «ProtegItalia» (con uno stanziamento di 14,3 miliardi di euro dal 2018 al 2030), che prevede la separazione della gestione emergenziale da quella ordinaria, mediante la divisione dell'investimento in due sub-investimenti, rispettivamente, di competenza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, relativo alle misure strutturali e non strutturali nei territori più a rischio (sub-investimento 2.1a), e della Protezione civile, dedicato alle misure in favore delle aree colpite da calamità (sub-investimento 2.1b);

   rispetto al sub-investimento 2.1a, da raggiungere entro il 2023 (traguardo M2C4-10), consistente nell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per interventi in materia di gestione e riduzione dei rischi idrogeologici, al fine della completa realizzazione dei predetti interventi entro il 30 marzo 2026, non si è conclusa la relativa procedura;

   la Corte dei conti, nella relazione semestrale sui dati del sistema ReGis, presentata al Parlamento il 28 marzo 2023, ha rilevato profili di criticità in ordine a problematiche di carattere amministrativo-gestionale dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza da risolvere entro i primi mesi del 2023;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una sfida epocale e irripetibile per il nostro Paese che comporta grande impegno e responsabilità. Una sfida che è impensabile non cogliere, anche da parte di una forza di opposizione intransigente come il MoVimento 5 Stelle, in quanto travalica le dinamiche di maggioranza e opposizione e mette in gioco la stessa credibilità dell'Italia;

   desta preoccupazione il ritardo accumulato per il pagamento della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tanto più a fronte della riduzione, operata dalla legge di bilancio per il 2023, di oltre il 40 per cento dei fondi per la messa in sicurezza del territorio –:

   quali iniziative di competenza utili, anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di garantire il pagamento della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza, compresa la componente M2C4 – investimento 2.1, e quindi il pieno e prioritario impiego delle risorse previste dal Piano nel rispetto del cronoprogramma, nonché di rimediare ai ritardi di questi mesi, in particolare assicurando un'operazione di trasparenza che coinvolga maggiormente il Parlamento e dia conto dell'effettiva programmazione degli interventi a livello emergenziale e strutturale.
(3-00422)


Iniziative volte ad assicurare la tutela del patrimonio artistico e culturale anche in relazione a recenti episodi di vandalismo – 3-00423

   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 9 della Costituzione stabilisce che la Repubblica tutela «il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione», nonché «l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni»;

   negli ultimi mesi si sono succeduti numerosi atti di vandalismo a monumenti del patrimonio artistico e culturale italiano, a opera dei cosiddetti «eco vandali» animatori del gruppo «Ultima generazione»;

   gli atti di vandalismo hanno colpito diversi monumenti e palazzi, tra cui Palazzo Madama, la Fontana della Barcaccia, la Fontana dei Quattro Fiumi, la Fontana di Trevi a Roma, la statua di Vittorio Emanuele II in Piazza Duomo a Milano e Palazzo Vecchio a Firenze;

   i costi delle operazioni di pulizia delle opere d'arte danneggiate dagli ultimi accadimenti sono stati stimati dagli organi d'informazione in più di 300.000 euro, senza tenere conto dei costi ambientali dovuti principalmente alle risorse idriche impiegate per ripristinare lo stato precedente e il danno d'immagine al settore turistico e dell'ospitalità;

   la necessità di introdurre norme ulteriori per salvaguardare il patrimonio artistico e culturale ha spinto il Consiglio dei ministri ad approvare l'11 aprile 2023 un disegno di legge recante «Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici», attualmente assegnato al Senato della Repubblica;

   in occasione della presentazione al Consiglio dei ministri del disegno di legge citato, il Ministro interrogato ha dichiarato: «Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività. Per ripulire occorrono l'intervento di personale altamente specializzato e l'utilizzo di macchinari molto costosi. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale.» –:

   quali ulteriori iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per assicurare la tutela del patrimonio artistico e culturale, scoraggiando iniziative di vandalismo e promuovendo una visione culturale integrale rispettosa del paesaggio e dell'ambiente italiano.
(3-00423)


Iniziative di competenza volte a superare la crisi del settore olivicolo, con particolare riferimento all'attuazione del piano straordinario in Puglia e alla predisposizione di un piano strategico nazionale – 3-00424

   GATTA, NEVI, ARRUZZOLO, CAROPPO, D'ATTIS e DE PALMA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   è stato lanciato un allarme dal settore dell'olio d'oliva in merito alla disponibilità di prodotto, che sarebbe ai minimi termini sia in Italia che all'estero. A seguito della campagna olearia negativa, su cui hanno inciso siccità ed episodi meteo estremi, si rischierebbe di non avere a disposizione la quantità di olio extra vergine sufficiente a rifornire il mercato nei prossimi mesi;

   nella campagna olearia 2022/2023 l'Italia ha registrato una produzione olivicola pari a 208.000 tonnellate, –37 per cento rispetto alle 329.000 tonnellate della campagna precedente. Anche la Spagna, primo produttore mondiale, ha visto quasi dimezzare i propri quantitativi a causa della siccità prolungata, attestandosi sulle 700.000 tonnellate;

   questa contrazione record ha generato l'impennata verso l'alto dei costi della materia prima, cui si sono aggiunti i rincari energetici (+170 per cento), dei concimi (+120 per cento), del vetro (+30 per cento), oltre a quelli del confezionamento;

   stando alle prime previsioni sulla prossima campagna, il quadro è destinato a peggiorare, a causa del perdurare della siccità in buona parte del Mediterraneo. Lo scenario, anche in futuro, sarà segnato dalla scarsità di materia prima e da costi di produzione in ascesa, con ricadute sui consumi;

   la regione Puglia, che rappresenta il 50 per cento della produzione nazionale, ha registrato un calo produttivo del 52 per cento. I fenomeni meteo estremi si sono aggiunti al flagello della Xylella che in 10 anni ha bruciato 22 milioni di piante su un'area di 750 mila ettari, avanzando di 2 chilometri al mese;

   a tre anni dalla pubblicazione del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia, dotato di 300 milioni di euro, non si registrano progressi né sul contrasto né sugli indennizzi, i quali avrebbero consentito di ricominciare a produrre. A giudizio degli interroganti, l'incapacità della giunta regionale in carica, responsabile nell'espansione originaria del batterio, ha spinto le organizzazioni agricole a chiedere la nomina di un commissario straordinario;

   il settore olivicolo conta in Italia oltre 640 mila aziende, con un patrimonio di 160 milioni di piante, esteso su un milione di ettari e dispone del maggior numero di olii extravergine a denominazione protetta in Europa (42 dop e 6 igp) –:

   quali provvedimenti urgenti di competenza si intendano adottare per affrontare la crisi del settore dell'olio di oliva e per accelerare l'attuazione del Piano straordinario in Puglia e se non ritenga opportuno predisporre un piano strategico nazionale olivicolo, con specifici obiettivi e sostegni, orientato a massimizzare le potenzialità locali e l'efficienza delle imprese di settore.
(3-00424)


Misure a sostegno del comparto della pesca a strascico, alla luce degli impatti derivanti dal piano di azione dell'Unione europea per una pesca sostenibile – 3-00425

   CARLONI, MOLINARI, PIERRO, DAVIDE BERGAMINI, BRUZZONE, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, CANDIANI, CAPARVI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il 21 febbraio 2023 la Commissione europea ha presentato un «Pacchetto di politiche dell'Unione europea», con misure volte a migliorare la sostenibilità e la resilienza del settore della pesca e dell'ecosistema marino nell'Unione europea, comprendente quattro atti volti, tra le altre cose, a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e a diminuire l'impatto dello strascico sugli ecosistemi marini;

   tra questi atti, il cosiddetto «piano d'azione» prevede, da un lato, l'introduzione di una tassa sui carburanti nella revisione della direttiva dell'Unione europea sulla tassazione energetica, dall'altro, la protezione legale del 30 per cento dei nostri mari, di cui un terzo strettamente protetto, e il phasing-out dello strascico su tutte le aree marine protette esistenti e future entro il 2030, con l'adozione di misure nazionali e raccomandazioni congiunte per tutti i siti «Natura 2000» entro marzo 2024;

   il piano andrà a colpire direttamente e pesantemente il settore della pesca a strascico, dove in Italia si contano 2.088 imbarcazioni che sbarcano il 33 per cento del prodotto ittico italiano, per un valore pari al 46 per cento del fatturato totale, e che riforniscono la maggior parte di quanto viene venduto nei mercati ittici;

   per l'Italia il piano significa la rinuncia ai due terzi del pescato nazionale, aggravando ulteriormente una situazione che nel 2022 ha visto arrivare in supermercati e ristoranti del nostro Paese oltre 1 miliardo di chili di prodotto ittico straniero tra fresco e trasformato;

   per quanto riguarda la valutazione di impatto socio-economico il piano contiene l'ormai tradizionale e generica argomentazione che nel medio-lungo termine la ricostituzione degli stock per l'effetto spill-over andrà ad arricchire le aree di pesca;

   è importante prevedere l'ammodernamento delle attività di pesca nella logica della sostenibilità ambientale, che punti alla salvaguardia delle risorse del mare, della diversità biologica e degli equilibri ecologici, ma è altrettanto importante tutelare il lavoro e le prospettive degli operatori e, soprattutto, custodire la risorsa ittica italiana da invasioni di pesce proveniente da Paesi dove le regole di pesca, il lavoro, la sicurezza e l'imposizione fiscale non sono quelle dell'Europa e dell'Italia –:

   quali iniziative, nelle opportune sedi europee, intenda assumere per tutelare i pescatori italiani a strascico, il settore più produttivo della marineria nazionale, dagli impatti del piano d'azione dell'Unione europea.
(3-00425)


Misure a favore dei contratti di filiera e dei distretti del cibo, anche attraverso un'integrazione delle risorse del Fondo complementare al PNRR e dei fondi europei – 3-00426

   GADDA, DEL BARBA, ENRICO COSTA, GRIPPO, MARATTIN, SOTTANELLI e D'ALESSIO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   i distretti del cibo sono stati istituiti dall'articolo 1, comma 499, della legge n. 205 del 2017 (legge di bilancio per il 2018) «al fine di promuovere lo sviluppo territoriale, la coesione e l'inclusione sociale, favorire l'integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l'impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari»;

   queste finalità coincidono sia con gli obiettivi che il nostro Paese e l'Unione europea intendono perseguire con il Green deal e il Piano nazionale di ripresa e resilienza che con gli obiettivi di Agenda 2030 dell'Onu;

   tra questi, la salvaguardia del territorio, in particolare nelle aree rurali e montane, risulta un'esigenza sempre più avvertita alla luce dei drammatici eventi calamitosi verificatisi in Emilia-Romagna e in altre regioni; è pertanto auspicabile un'integrazione tra gli investimenti pubblici e privati volti a tal fine;

   tra gli interventi di competenza dei distretti per la prevenzione del dissesto idrogeologico rientrano, infatti, quelli di conservazione e ripristino della stabilità dei suoli, delle scarpate, dei ciglioni e dei muretti para terra, nonché il corretto mantenimento dei fossati, dei fossi e delle scoline;

   ad oggi nel Registro nazionale dei distretti del cibo presso il Ministero risultano iscritti 186 distretti del cibo;

   con il decreto-legge n. 59 del 2021 è stata stabilita la ripartizione del Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste sono destinati 1 miliardo e 203 milioni di euro finalizzati ai contratti di filiera e di distretto per i settori agroalimentare, pesca, floricoltura e vivaismo: 200 milioni di euro per l'anno 2021, 300,83 milioni di euro per ciascun anno dal 2022 al 2023, 258,81 milioni di euro per il 2024, 122,5 milioni di euro per il 2025 e 20,33 milioni di euro per il 2026;

   per il nuovo bando sui distretti del cibo sono disponibili 120 milioni di euro, insufficienti rispetto ai distretti riconosciuti;

   il Fondo sviluppo e coesione è già stato utilizzato con successo per i contratti di filiera e di distretto del settore agroalimentare –:

   come si intenda attivare la concertazione territoriale con i soggetti coinvolti, nelle more della pubblicazione del secondo bando sui distretti del cibo, e se si ritenga opportuno adottare iniziative volte a integrare il Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza relativamente alle risorse destinate ai contratti di filiera e di distretto anche tramite il Fondo per lo sviluppo e la coesione, destinando parte delle risorse aggiuntive del prossimo bando a progetti di manutenzione del territorio.
(3-00426)


Iniziative di competenza, anche a livello europeo, per il ripristino di condizioni di normalità in Emilia-Romagna, con particolare riferimento al comparto agricolo – 3-00427

   VACCARI, FORATTINI, MARINO, ANDREA ROSSI, BAKKALI, DE MARIA, DE MICHELI, GNASSI, MALAVASI, MEROLA, FERRARI, GHIO, FORNARO, CASU e GUERRA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il territorio dell'Emilia-Romagna, con particolare riferimento alle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna, è stato interessato, a distanza di pochi giorni, da fortissime precipitazioni che hanno determinato esondazioni di fiumi, allagamenti, frane e smottamenti tuttora in corso;

   l'attivazione immediata delle istituzioni regionali e degli enti locali, insieme alla protezione civile, ai vigili del fuoco, alle forze di polizia e a migliaia di volontari, ha evitato che un disastro di immense proporzioni si trasformasse in tragedia per decine di migliaia di persone e per centinaia di allevamenti;

   il settore produttivo più colpito risulta essere quello legato all'attività agricola, visto che l'Emilia-Romagna è al primo posto in Italia nella produzione di frumento e di barbabietole da zucchero e ai primi posti nella produzione di orzo, riso, frutta, vino;

   sono andate distrutte le coltivazioni di pesche, susine, albicocche, ciliegie, pere e ortaggi. L'Emilia-Romagna fornisce, inoltre, oltre un sesto della produzione nazionale di bestiame macellato e circa un sesto del latte; attività che rischiano di essere seriamente compromesse con significative ripercussioni sull'intero comparto agroalimentare nazionale;

   l'alluvione ha devastato oltre 5 mila aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole d'Italia, con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a circa 1,5 miliardi di euro all'anno, che si moltiplica lungo la filiera grazie a un indotto di avanguardia ora fortemente compromesso;

   sono oltre mille le aziende agricole che rischiano di scomparire con i terreni segnati da frane e smottamenti nelle aree interne, ma a preoccupare sono anche i danni alle infrastrutture con strade interrotte e ponti abbattuti, con difficoltà a garantire acqua e cibo, oltre che alle persone, anche agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario;

   il 22 maggio 2023 è stata trasmessa al Governo la dichiarazione congiunta tra la regione Emilia-Romagna e le associazioni di impresa, delle professioni, degli istituti bancari, del terzo settore e le organizzazioni sindacali cofirmatarie del patto per il lavoro e per il clima per «la gestione dell'emergenza, l'assistenza alla popolazione, la ripresa economica e la ricostruzione del territorio emiliano-romagnolo colpito dall'alluvione» –:

   se e quali immediate e concrete iniziative di competenza, anche presso le opportune sedi europee, il Governo intenda assumere per affrontare e accompagnare le perduranti fasi dell'emergenza e della successiva ricostruzione, fino al raggiungimento dell'obiettivo del ripristino di una situazione di normalità, senza che alcun esborso sia a carico di cittadini e imprese interessati dagli eventi alluvionali.
(3-00427)


Iniziative urgenti a favore del settore agricolo dell'Emilia-Romagna in relazione ai recenti eventi alluvionali, con particolare riferimento alla previsione di indennizzi e di una moratoria fiscale – 3-00428

   BORRELLI, ZANELLA, BONELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la grave alluvione che ha travolto l'Emilia-Romagna, causato da un evento estremo determinato dal cambiamento climatico che alcuni continuano a negare, ha, tra l'altro, letteralmente messo in ginocchio il settore agricolo;

   il settore agricolo è quello tra i più colpiti dal cambiamento climatico e, a parere degli interroganti, dalle irresponsabili scelte di chi in questi decenni ha governato, modificando i corsi dei fiumi, intubando torrenti, cementificando a più non posso, impermeabilizzando i territori, riducendo gli alvei e modificando i corsi dei fiumi; l'Italia non ha un piano energia e clima, di adattamento climatico, di mitigazione del rischio idrogeologo e la legge sul consumo di suolo è un miraggio, in un Paese in cui il 94 per cento del territorio è a rischio idrogeologico;

   il settore agricolo emiliano-romagnolo è già duramente provato, a seguito di quanto verificatosi nelle settimane scorse, da altre precipitazioni anomale e nei mesi scorsi dal fenomeno della siccità, la quale, tra l'altro, ha prodotto l'indurimento dei terreni che ha reso ancora più devastante l'inondazione;

   ad oggi i danni sono incalcolabili e colpiscono un settore produttivo costituito da migliaia di azienda agricole e di trasformazione dei prodotti agricoli, un settore il cui valore produttivo è stimato in 5 miliardi di euro all'anno e che occupa 65.000 persone;

   sono a rischio decine di migliaia di ettari coltivati ad alberi da frutto, il mancato rapido deflusso delle acque potrebbe compromettere la vita delle piante e il loro rinnesto produrrà frutti solo tra anni, richiedendo comunque consistenti investimenti;

   è necessario non solo intervenire con immediati e urgenti interventi in favore del settore agricolo emiliano-romagnolo, ma prevedere un piano pluriennale di sostegno e di ripresa –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare nell'immediato per gli urgenti interventi in favore del settore agricolo emiliano-romagnolo e se non intenda prevedere un piano pluriennale di indennizzi e altre forme di sostegno economico di medio periodo, compresa una moratoria fiscale.
(3-00428)


Iniziative volte a garantire un'efficace ripartizione delle risorse a supporto della popolazione dell'Emilia-Romagna colpita dai recenti eventi alluvionali, in particolare ai fini della ripresa del comparto agricolo – 3-00429

   FOTI, MESSINA, GARDINI, ANTONIOZZI, RUSPANDINI, CERRETO, CARETTA, ALMICI, CIABURRO, LA PORTA, LA SALANDRA, MALAGUTI, MARCHETTO ALIPRANDI e COLOMBO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   in Emilia-Romagna, una delle aree più agricole d'Italia, l'alluvione ha distrutto oltre cinque mila aziende agricole e allevamenti e un valore di 1,5 miliardi di euro l'anno, ricchezza che si moltiplica nella filiera con un indotto di avanguardia nella trasformazione e distribuzione alimentare, anch'esso fortemente compromesso;

   i danni agricoli maggiori sono nelle province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, cui si aggiungono quelli alle strutture, come impianti ai frutteti, serre, edifici rurali, stalle, macchinari e attrezzature;

   migliaia di aziende agricole rischiano di scomparire per ulteriori frane e smottamenti. Preoccupanti anche i danni alle infrastrutture con strade interrotte e ponti abbattuti. C'è difficoltà a garantire acqua e cibo a persone e allevamenti, isolati per le interruzioni nel sistema viario. L'efficace soccorso già in atto deve intensificarsi, garantendo acqua e cibo a persone e animali allevati, molti dei quali sono dispersi;

   nelle aree colpite sono a rischio cinquantamila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie di lavorazione e trasformazione, che necessitano di un tempestivo intervento per dare alle zone martoriate dalla pioggia la possibilità di riparare i danni e ripartire velocemente con interventi straordinari finalizzati al salvataggio e alla continuità delle filiere agricole del territorio;

   il Presidente del Consiglio dei ministri, visitando le zone più colpite, ha testimoniato meritoriamente la volontà del Governo di dare «risposte immediate». L'emergenza alluvione è al primo punto del Consiglio dei ministri, programmato con la volontà di attingere a tutti gli strumenti possibili per finanziare la ricostruzione dell'Emilia-Romagna;

   per il settore agroalimentare, il Ministro interrogato ha prontamente annunciato un primo significativo stanziamento di fondi necessari per affrontare le situazioni più urgenti. Ulteriori risorse saranno stanziate con provvedimenti specifici quando sarà certo il bilancio dei danni, che già si prevede nell'ordine dei miliardi di euro;

   appare, inoltre, necessario attuare pragmaticamente un'azione di verifica dello stato di manutenzione del territorio, senza indugiare ulteriormente in pregiudizi che hanno indotto a considerare l'uomo come un avversario dell'ambiente. Tale impostazione ha concausato l'abbandono delle attività di manutenzione, attualmente garantita quasi esclusivamente dagli agricoltori, come la pulizia dei terreni, dei boschi, dell'alveo dei fiumi, grazie ai quali sono stati limitati i danni provocati dagli eventi climatici, perché hanno supplito e colmato le lacune, le mancanze, le omissioni che evidentemente ci sono state nell'azione di prevenzione. Fatti riconducibili anche all'azione inefficace di organi dello Stato e delle pubbliche amministrazioni competenti che hanno fatto propria tale impostazione, quando, al contrario, sarebbe necessario dare grande importanza alle azioni di prevenzione e alla realizzazione di infrastrutture che impediscano o limitino il verificarsi di future inondazioni –:

   quali siano gli interventi e le misure previste dal Governo per proseguire nell'azione a supporto di popolazione, imprenditori, lavoratori, garantendo un'adeguata e strategica ripartizione delle risorse necessarie, in particolare per la ripresa del comparto agricolo.
(3-00429)