Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 13 dicembre 2022

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta
del 13 dicembre 2022
.

  Albano, Ascani, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Cappellacci, Carloni, Cattaneo, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Fassino, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Montaruli, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Rampelli, Richetti, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Trancassini, Tremonti, Zaratti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Albano, Ascani, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Cappellacci, Carloni, Cattaneo, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Montaruli, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Polidori, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Trancassini, Tremonti, Zaratti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 12 dicembre 2022 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

   GIRELLI: «Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane nonché delega al Governo per l'introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici ambientali» (699);

   ONORI ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale dedicata alla celebrazione delle donne protagoniste del mondo del fumetto» (700);

   CARETTA e CIABURRO: «Disposizioni di semplificazione della disciplina del contratto di appalto in agricoltura» (701);

   MICHELOTTI: «Modifica all'articolo 588 del codice penale, in materia di procedibilità per il reato di rissa nel corso di manifestazioni storiche e culturali» (702);

   ROTELLI ed altri: «Legge quadro in materia di interporti» (703).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

  In data 12 dicembre 2022 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

   dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro dell'interno:

  «Conversione in legge del decreto-legge 12 dicembre 2022, n. 190, recante disposizioni urgenti in materia di prolungamento delle operazioni di votazione» (698).

  Sarà stampato e distribuito.

Annunzio di proposte di legge d'iniziativa del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.

  In data 12 dicembre 2022 è stata presentata alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 99, terzo comma, della Costituzione, la seguente proposta di legge:

   CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO: «Armonizzazione di disposizioni di legge per la conoscibilità, da parte dei lavoratori, dei contenuti e delle tutele previste dal contratto collettivo di lavoro applicato» (704).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati
a proposte di legge.

  La proposta di legge DEIDDA ed altri: «Modifiche alla legge 29 maggio 1985, n. 294, in materia di indennità per il personale specializzato impiegato in attività di rimozione, disinnesco o distruzione di ordigni esplosivi» (498) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Almici.

Trasmissione dal Senato.

  In data 13 dicembre 2022 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:

  S. 274. – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2022, n. 162, recante misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali» (approvato dal Senato) (705).

  Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):

  PANIZZUT ed altri: «Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di ricongiungimenti familiari» (163) Parere delle Commissioni II, V, VI, X, XI, XII e XIV;

  ROSSELLO ed altri: «Istituzione dell'Autorità garante dei diritti delle persone anziane» (398) Parere delle Commissioni II, III, V, XI e XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento).

   VII Commissione (Cultura):

  ASCANI ed altri: «Disciplina e promozione delle imprese culturali e creative» (571) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, IX, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XIV.

   XII Commissione (Affari sociali):

  PANIZZUT ed altri: «Introduzione degli articoli 18-bis e 18-ter della legge 1° aprile 1999, n. 91, in materia di anonimato dei donatori di organi e di tessuti a scopo di trapianto e di coloro che li ricevono» (111) Parere delle Commissioni I, II e V;

  PANIZZUT ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia» (113) Parere delle Commissioni I, V e IX.

   XIII Commissione (Agricoltura)

  CIABURRO ed altri: «Delega al Governo per il riordino, la semplificazione e l'armonizzazione della normativa in materia di transumanza, alpeggi e pascoli» (539) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII, X e XIV.

   Commissioni riunite II (Giustizia) e XII (Affari sociali)

  DORI e D'ORSO: «Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori» (536) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX e XI.

Trasmissione dal Presidente
del Consiglio dei ministri.

  Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 5 dicembre 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 14, comma 1, del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2021, n. 109, la prima relazione sull'attività svolta dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, riferita al periodo dal 1° settembre al 31 dicembre 2021 (Doc. CCXVIII, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 9 dicembre 2022, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Comunicazione della Commissione al Consiglio sulle misure correttive notificate dall'Ungheria a norma del regolamento (UE, Euratom) 2020/2092 per la protezione del bilancio dell'Unione (COM(2022) 687 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea);

   Proposta di decisione del Consiglio concernente la proroga del periodo di concessione del diritto per le coproduzioni audiovisive di cui all'articolo 5 del protocollo sulla cooperazione culturale dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra (COM(2022) 713 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardante la posizione del Consiglio ai fini dell'adozione di un regolamento (UE) del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce uno strumento per fornire sostegno all'Ucraina nel 2023 (assistenza macrofinanziaria +) (COM(2022) 738 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  La Commissione europea, in data 12 dicembre 2022, ha trasmesso un nuovo testo della proposta di regolamento del Consiglio sull'istituzione e sul funzionamento di un meccanismo di valutazione e monitoraggio per verificare l'applicazione dell'acquis di Schengen, che abroga il regolamento (UE) n. 1053/2013 (COM(2021) 278 final/3), che sostituisce il documento COM(2021) 278 final/2, già assegnato, nella XVIII legislatura, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), nonché alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà.

  La Corte dei conti europea, in data 12 dicembre 2022, ha comunicato la pubblicazione della relazione speciale n. 27/2022 – Il sostegno dell'Unione europea alla cooperazione transfrontaliera con i Paesi limitrofi, che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla III Commissione (Affari esteri).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 15 E 16 DICEMBRE 2022

Risoluzioni

   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio europeo del 15 dicembre 2022 ha in agenda i seguenti temi: l'aggressione da parte russa dell'Ucraina; l'energia e i temi economici; la sicurezza e la difesa; il Vicinato Meridionale; le relazioni esterne;

   considerato che:

    il Consiglio europeo tornerà ad affrontare le evoluzioni della guerra russa contro l'Ucraina in tutte le sue declinazioni, anche alla luce dell'incidente accaduto in territorio polacco. La situazione in Ucraina diventa sempre più difficile per il Paese, come si evince in particolare per la situazione delle infrastrutture critiche, soprattutto elettricità e acqua. In prospettiva, le esigenze di assistenza macro-finanziaria si faranno più importanti per far fronte ai bisogni di resilienza e ricostruzione del Paese, sia nel brevissimo che nel medio-lungo periodo. L'Italia assieme all'Unione europea è determinata nel continuare a dare sostegno multidimensionale all'Ucraina;

    le Conclusioni del Consiglio europeo del 20-21 ottobre scorso delineavano un mandato specifico per presentare con urgenza decisioni concrete su misure aggiuntive nel quadro della difficile situazione energetica. I Capi di Stato e di Governo faranno il punto sui progressi compiuti in merito;

    il Consiglio europeo farà il punto sul lavoro sin qui svolto per la realizzazione della «Bussola Strategica» per rafforzare la sicurezza e la difesa dell'Unione europea nel prossimo decennio. Si discuterà sulle modalità per migliorare la capacità di sicurezza e difesa dell'Unione, analizzando carenze e modalità di collaborazione, come convenuto al Vertice di Versailles del 10-11 marzo 2022;

    i Capi di Stato e di Governo terranno una discussione strategica sulle relazioni con il Vicinato Meridionale, dimensione essenziale per l'Unione sotto molteplici aspetti che vanno da quello economico a quello della sicurezza e stabilità per una proficua coesistenza tra le due sponde del Mediterraneo;

    i Capi di Stato e di Governo avranno uno scambio di opinioni sul tema delle relazioni esterne, con un dibattito strategico sulle relazioni transatlantiche;

    in materia di relazioni esterne, i Capi di Stato e di Governo faranno il punto sui recenti eventi in Iran;

    da ultimo, vi sarà un aggiornamento in materia di politica di Allargamento,

impegna il Governo:

   1) a continuare a sostenere nelle diverse dimensioni l'Ucraina e i suoi cittadini e a favorire ogni utile sforzo per una progressiva risoluzione del conflitto che possa giungere ad una pace rispettosa dell'integrità territoriale, sovranità e indipendenza dell'Ucraina;

   2) a contribuire ad ogni utile impegno per proteggere la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari nel quadro delle azioni intraprese dalle Nazioni Unite con la «Black Sea Grain Initiative» ed europea attraverso i corridoi di solidarietà e a facilitare le azioni a tutela della resilienza delle infrastrutture critiche;

   3) a sostenere soluzioni europee, sempre più urgenti, al fine di contenere i prezzi del gas e dell'energia, garantire la sicurezza delle forniture, ridurre la domanda, diversificare gli approvvigionamenti con partner affidabili, aumentare la capacità infrastrutturale delle riserve energetiche, tenendo fermo l'obiettivo di avere sotto controllo, per l'orizzonte temporale 2023-2025, la dinamica dei prezzi dell'energia. Questo dovrà necessariamente includere l'introduzione di un tetto ai prezzi del gas funzionale ed efficiente e un'accelerazione dei lavori sulla riforma strutturale del mercato dell'energia elettrica per una decarbonizzazione del sistema energetico efficace e sostenibile sia sul piano economico che sociale;

   4) a lavorare assieme all'Unione europea per iniziative a sostegno di investimenti per progetti in materia energetica nei settori dell'innovazione, dell'efficienza, delle infrastrutture e fonti rinnovabili. La tutela della nostra base industriale e dello sviluppo tecnologico resta prioritario;

   5) a contribuire alla realizzazione della «Bussola Strategica», quale strumento cruciale per lo sviluppo della Difesa europea, in piena complementarietà con la NATO;

   6) ad uno sforzo determinato con i partner europei per realizzare un partenariato ambizioso e sempre più ampio con la sponda Sud del Mediterraneo, con l'obiettivo di rafforzare la cooperazione nei settori di interesse condiviso, inclusi quelli al centro dell'agenda internazionale, e di dare vita a un vero e proprio Partenariato meridionale, valorizzando la centralità dell'Italia nella regione. Il Vicinato Sud rappresenta un'area di interazione strategica non solo per il nostro Paese ma anche per l'Unione europea, anche al fine di una efficace gestione dei flussi migratori. Rimane fondamentale che l'Unione europea nel suo insieme si prenda carico del fenomeno migratorio, compresa un'azione nei confronti dei Paesi di origine e transito dei migranti al fine di garantire il controllo delle frontiere esterne dell'Unione, la lotta contro i trafficanti e, al tempo stesso, affrontare le cause profonde delle migrazioni. È altresì fondamentale l'impegno dell'Unione europea per favorire il pieno sviluppo socio economico e la stabilità politica dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo e dell'Africa sub-sahariana riequilibrando la presenza di attori extra-europei.

   7) a confermare la centralità dei principi affermati e promossi dall'articolo 3 del TUE nella politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, sostenendo le iniziative dell'Unione europea di condanna delle Autorità della Repubblica Islamica dell'Iran per indurle ad una immediata moratoria delle condanne a morte inflitte ai manifestanti e alla cessazione dell'uso ingiustificato della forza contro forme pacifiche di protesta, in particolare nei confronti delle donne;

   8) a confermare la centralità delle relazioni transatlantiche dell'Unione europea, sempre improntate ad una fattiva, reciproca e bilanciata collaborazione in qualunque area, incluse quelle commerciali e tecnologiche e a sostenere misure che favoriscano la competitività reciproca, l'integrità del Mercato Unico e le nostre produzioni strategiche;

   9) a proseguire in ogni utile sforzo affinché il processo di Allargamento si sviluppi in modo equilibrato, tenuto conto delle raccomandazioni contenute nel «Pacchetto Allargamento» e in linea con le Conclusioni del Consiglio europeo di giugno e sostenere da una parte il riconoscimento del percorso europeo dell'Ucraina, della Repubblica di Moldova e della Georgia e dall'altra il pieno e inequivocabile impegno europeo a favore della prospettiva di adesione all'Unione europea dei Balcani occidentali, incoraggiando anche il dialogo tra Belgrado e Pristina.
(6-00007) «Foti, Molinari, Cattaneo, Lupi, Mantovani, Candiani, Rossello, Pisano, Giglio Vigna».


   La Camera,

   premesso che:

    nel prossimo Consiglio europeo del 15 dicembre 2022, i capi di Stato e di Governo esamineranno importanti questioni inerenti al conflitto russo/ucraino, l'energia e l'economia, la sicurezza e la difesa, il vicinato meridionale le relazioni esterne dell'Unione europea;

    il Consiglio europeo farà nuovamente il punto sulla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina dopo che nell'ultima riunione del 20 e 21 ottobre 2022, nonché con la dichiarazione comune dei leader del G7 e della Nato a margine del vertice dei G20 di Bali del 15 e 16 novembre 2022, è stato ribadito il rifiuto di riconoscere l'annessione illegale dei territori ucraini e il diritto alla difesa dell'Ucraina in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale, oltreché il sostegno economico, militare e finanziario dell'Unione europea nei confronti dell'Ucraina;

    la Commissione europea in questi giorni ha annunciato l'adozione nei confronti della Russia di un nono pacchetto di sanzioni, che comporteranno blocchi e restrizioni alle esportazioni, anche indirette, di droni e componentistiche ad uso militare, nonché agli investimenti nel settore energetico in Russia;

    il Parlamento italiano ha ribadito in più occasioni, da ultimo con l'approvazione di alcune mozioni alla Camera dei deputati il 30 novembre 2022, il sostegno al popolo ucraino e alle sue istituzioni, indicando al Governo italiano le conseguenti azioni da mettere in atto, e ha previsto, con l'approvazione del decreto-legge n. 14 del 2022, il costante coinvolgimento delle Camere da parte del Governo nell'evolversi della situazione;

    il 17 ottobre 2022 il Consiglio europeo ha inoltre adottato una decisione che istituisce l'European Union Assistence Mission Ukraine (EUMAM), con una durata iniziale d due anni. La Missione è volta a rafforzare la capacità militare delle forze armate ucraine per consentire loro di difendere l'integrità territoriale e la sovranità del Paese entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, nonché al fine di proteggere la popolazione civile;

    il Consiglio europeo tornerà a discutere anche di energia ed economia, alla luce del persistente utilizzo da parte della Russia dell'energia come arma e della crisi energetica ed economica scaturita dal conflitto, dopo aver invitato il Consiglio e la Commissione a prendere rapidamente una serie di iniziative concrete, in particolare in materia di prezzi e approvvigionamento dell'energia;

   considerato che:

    il 9 novembre 2022, la Commissione europea ha presentato una comunicazione contenente i propri orientamenti sulla riforma della governance economica europea, che tiene in conto l'attuale congiuntura economica, la difficile situazione post-Covid e la guerra in Ucraina, nella comunicazione, la Commissione europea anticipa, di fatto, i contenuti degli atti legislativi che adotterà nei prossimi mesi, con l'obiettivo di approvare le nuove norme della governance europea prima della disattivazione, dal 1° gennaio 2024, della clausola di salvaguardia generale;

    nelle intenzioni della Commissione europea, la proposta di riforma della governance economica europea è finalizzata sia a rafforzare la sostenibilità del debito sia a promuovere la crescita sostenibile e si fonda sui seguenti pilastri: prudenza di bilancio, investimenti e riforme, equilibrio macroeconomico. Altro importante obiettivo della riforma è quello di garantire un quadro di norme da applicare più semplice e trasparente, nonché una concreta differenziazione nell'applicazione delle regole medesime tra i diversi Paesi, a partire da una distinzione ex ante dei Paesi dell'Unione europea in tre gruppi, a seconda del loro livello di debito pubblico;

    la Commissione europea è orientata a diminuire al massimo lo sforzo di modifica delle regole. I parametri di Maastricht vale a dire il rapporto debito prodotto interno lordo al 60 per cento e il deficit prodotto interno lordo al 3 per cento, resteranno infatti invariati. Un'altra importante scelta è rappresentata dalla proposta di introdurre piani nazionali di bilancio strutturali a medio termine, in luogo dell'attuale vincolo annuale che andrebbero a fondere gli attuali programmi di stabilità e convergenza con i programmi nazionali di riforma;

    in tale nuovo contesto emerge in tutta evidenza l'eliminazione della regola che prevede che gli Stati membri debbano ridurre ogni anno di un ventesimo la quantità di debito al di sopra del 60 per cento del prodotto interno lordo. Il cammino di riduzione del debito verso il parametro del 60 per cento sarà, pertanto, guidato da una traiettoria di bilancio specifica per Paese contenuta nei piani a medio termine, che comprenderà l'impegno a realizzare determinati investimenti e riforme:

    nella proposta si prevede, pertanto, che la Commissione europea indichi a ciascun Paese un percorso di aggiustamento, su un periodo di quattro anni, che assicuri che l'indebitamento sia messo in traiettoria discendente e il deficit resti credibilmente al di sotto della soglia del 3 per cento del prodotto interno lordo; a loro volta i singoli Stati potranno proporre alla Commissione europea propri piani di medio termine che prevedano un periodo di aggiustamento più lungo, fino ad un massimo di 7 anni, purché sostenuto da un insieme di riforme e investimenti volte a sostenere, sulla scia del modus operandi inaugurato con il Ngeu e il Pnrr, la crescita sostenibile e la sostenibilità del debito pubblico; il Consiglio dovrebbe approvare i piani e la Commissione monitorarli. Tali piani saranno distinti a seconda della tipologia di Paesi a cui si rivolgeranno, ossia Paesi con sfide di debito pubblico sostanziali, sfide moderate e sfide basse;

    la Commissione europea propone anche un rafforzamento dei meccanismi di controllo e sanzionatori abbassando l'ammontare delle sanzioni ma rendendole più cogenti, nonché la possibilità di condizionare l'erogazione dei fondi strutturali e delle risorse sui piani di ripresa e resilienza alla predisposizione da parte dei singoli Stati membri di iniziative necessarie a correggere i deficit eccessivi;

    a partire da questa proposta, si devono avviare i negoziati per condurre in porto la riforma del Patto di stabilità e crescita entro il 2024, avendo l'obiettivo di concluderla prima dell'avvio delle procedure di bilancio degli Stati membri per il 2024 – anche considerando che il Patto è sospeso sino alla fine del 2023; il negoziato non sarà privo di ostacoli, con la possibile opposizione dei Paesi cosiddetti «frugali» a quelli che sono ritenuti eccessivi margini di flessibilità, elemento che potrebbe danneggiare il nostro Paese e che deve conseguentemente ricevere la dovuta attenzione dal parte del Governo in sede negoziale;

    il Governo italiano ha dichiarato in numerose occasioni di voler richiedere una modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in termini di contenuti e di tempistica degli investimenti, motivandolo con il mutato quadro economico dovuto all'incremento dei prezzi delle materie prime e dell'energia; tale tentativo di modificare gli impegni presi deve essere scongiurato perché mette a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi del Piano stesso e i finanziamenti correlati, rischiando di danneggiare il sistema economico italiano già esposto alla crisi;

    alla conclusione del processo di riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), si attende ormai soltanto la ratifica dell'Italia, dal momento che il Tribunale costituzionale federale tedesco ha dichiarato inammissibile il ricorso contro la legge di ratifica da parte della Germania, tuttavia, il Governo italiano ha manifestato in questi giorni un atteggiamento contraddittorio e ulteriormente dilatorio, che rischia di minare la credibilità internazionale del Paese;

    per quanto attiene alla questione del vicinato meridionale, l'8 dicembre 2022 si è tenuto a Bruxelles il vertice del Consiglio dell'Unione europea giustizia ed affari interni, che ha trattato, tra l'altro le questioni relative all'asilo e alle migrazioni, in un momento di perduranti tensioni tra gli Stati europei dovuto, in particolare, ad alcune scelte compiute dal Governo italiano sui respingimenti; la riunione non ha prodotto risultati significativi, al di là di un generico sostegno al principio dell'equilibrio tra solidarietà, responsabilità e capacità di risposta alle crisi;

    la trasformazione di tale generico sostegno in una proposta di riforma del Patto sulle migrazioni e l'asilo, in particolare del regolamento di Dublino, risulta di particolare importanza per il nostro Paese, che è, tra l'altro, esposto ad una rinnovata pressione migratoria dal Nord Africa, cui il Governo ad avviso dei firmatari del presente atto non riesce a fornire risposte che non siano propagandistiche e in violazione delle convenzioni internazionali e del divieto di respingimenti; il tema dovrebbe essere invece affrontato attraverso strumenti adeguati, che scongiurino la perdita di vite umane, garantiscano il rispetto dei diritti umani dei migranti ma anche permettano di ridurre la pressione alle frontiere europee; sarebbe, quindi, necessaria una revisione della normativa europea, alla luce del principio di solidarietà che deve vigere, in questa come in altre materie, a livello europeo, e delle necessità dei Paesi di primo approdo o arrivo;

    rimane, altresì, fondamentale proseguire il percorso verso l'incardinamento del tema migratorio nell'azione esterna dell'Unione, attraverso la definizione di una politica migratoria comune, solidale ed equa; fondamentale risulta, per prevenire e contrastare la migrazione illegale e agevolare i rimpatri, l'azione europea tesa ad una maggiore collaborazione con i Paesi di origine e transito, per l'Italia, essenziali in particolare le relazioni con l'Unione africana l'ultimo Vertice Unione europea-Unione Africana si è svolto a Bruxelles a febbraio 2022, finalizzato ad un partenariato rinnovato per conseguire solidarietà, sicurezza, pace e uno sviluppo economico sostenibile, l'accordo conseguito ha comportato tra l'altro, l'impegno per un pacchetto di investimenti Africa-Europa da 150 miliardi di euro e per un partenariato rafforzato in materia di migrazione e mobilità;

    il Parlamento europeo ha approvato il 14 settembre 2022 una raccomandazione per il ripristino del rappresentante speciale dell'Unione per il vicinato meridionale, nell'ambito del partenariato rinnovato, che dovrebbe riferire sia all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza che al Commissario per il vicinato e l'allargamento (NEAR);

    l'Unione europea ha sviluppato una politica per sostenere la graduale integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali: il 1° luglio 2013 la Croazia e stata il primo dei sette Paesi ad aderire all'Unione europea mentre il Montenegro, la Serbia, la Repubblica di Macedonia del Nord e l'Albania sono candidati ufficiali; Bosnia-Erzegovina e Kosovo sono potenziali Paesi candidati. Il 1° gennaio 2023 la Repubblica di Croazia entrerà a far parte dello spazio Schengen e adotterà l'euro come moneta, mentre l'opposizione dell'Austria ha rimandato analogo passo per la Romania e la Bulgaria, in questi ultimi mesi, inoltre, si è registrato un forte deterioramento dei rapporti tra la Serbia e il Kosovo: dopo alcune settimane di tensione per la questione delle targhe e per le nomine ministeriali, per la vertenza aperta tra Serbia e Kosovo, un punto specifico delle conclusioni del vertice Unione europea-Balcani occidentali tenutosi a Tirana il 6 dicembre 2022 ribadisce la necessita di «progressi concreti da ambo le parti per un accordo completo e giuridicamente vincolante» sulla normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi;

    l'Unione europea ha l'interesse di allargare i propri confini orientali nel solco del cosiddetto Processo di Berlino. Ragioni commerciali, energetiche e geostrategiche guidano alla costruzione di un più solido argine, con regole condivise, rispetto alle turbolenze dell'area aggravate dalla guerra all'Ucraina, cui non va disgiunta la questione immigrazione; la creazione di pace, sicurezza e prosperità a lungo termine impone all'Europa di allargarsi alle regioni circostanti, altrimenti le vulnerabilità non potranno che aumentare. Europa che, oltre a una comunione d'interessi in politica estera, chiede anche il rispetto di alcune regole fondamentali; la garanzia del sistema democratico, con istituzioni stabili, uno Stato di diritto, con la tutela delle minoranze, e che sia garantita un'economia di mercato;

    l'Unione europea e, in particolare l'Italia, hanno il compito di rassicurare i Paesi candidati che il processo di adesione non si è fermato, e al tempo stesso sottrarre all'influenza economica della Russia quegli stessi Stati, ma anche Paesi dalla postura ambigua, come l'Ungheria, che ha appena bloccato i pacchetto di 18 miliardi di euro stanziati dall'Unione europea all'Ucraina per il 2023;

    a margine del Forum delle Nazioni Unite appena conclusosi a Ginevra, Fernand de Varennes, relatore per le minoranze dell'Onu, ha concluso il suo intervento dicendo che nel mondo, anche in Europa, viene violata la dichiarazione per i diritti umani, secondo la quale tutti gli uomini nascono liberi e hanno il diritto di avere pari dignità e pari diritti. Si ricordi che in Europa vivono circa 50 milioni di appartenenti a minoranze che non vengono adeguatamente tutelati, né considerati come un patrimonio culturale che arricchisce le singole realtà maggioritarie: è il momento di riflettere seriamente sulla Carta europea che ne tutela i diritti e applicarne i principi, soprattutto in questi tempi di gravi tensioni e venti di guerra;

    sul fronte internazionale, un'attenzione particolare da parte delle istituzioni europee va posta agli avvenimenti che si stanno svolgendo in Iran dove, a partire dalla metà di settembre 2022, le autorità del Paese stanno attuando una violenta repressione nei confronti della popolazione, manifestanti pacifici, in particolare giovani e donne, che si sono inizialmente mobilitati per protestare a seguito della uccisione, da parte della «polizia morale», della giovane Mahsa Amini e che hanno trasformato nel corso di questi mesi la protesta in una fiera opposizione al regime, con scioperi e manifestazioni che si susseguono tuttora in numerose città, cui il regime ha risposto con numerosi arresti, cui sono seguite torture in carcere, e l'uccisione di numerosi manifestanti; le autorità iraniane hanno ora iniziato le prime esecuzioni capitali degli arrestati, a dimostrazione della ferocia e della brutalità del regime;

    l'Unione europea, nel condannare l'uso ingiustificabile della forza da parte delle autorità iraniane, ha già introdotto misure restrittive nei confronti degli autori di queste gravi violazioni dei diritti umani, l'attuale regime di sanzioni per l'Iran comprende ora un totale di 126 persone e 11 entità, e tuttavia esso resta gravemente insufficiente in considerazione del perdurare della repressione esercitata dal regime ed anzi dell'inasprirsi della violenza;

   considerato infine che:

    è in discussione a livello europeo la cosiddetta «normativa packaging», che dovrebbe disciplinare uso, reimpiego e riciclo di contenitori e imballaggi per la loro riduzione, al fine di favorire l'economia circolare, il riuso (mantenendo, mediante nuovi sistemi di deposito, la qualità della materia prima seconda); tuttavia, la proposta di regolamento della Commissione europea che non risulta avere avuto congrue valutazioni di impatto sugli attuali livelli di riuso e riciclo e che comunque pone l'accento sul riuso dei materiali rispetto al riciclo, rischia di avere pesanti ripercussioni economiche su quelle filiere del made in Italy che hanno fatto investimenti in ricerca e sviluppo per favorire il riciclo, in particolare della plastica: una filiera italiana estremamente competitiva e generatrice di innovazione ed occupazione, che pone il nostro Paese all'avanguardia dell'economia circolare, ma che rischia di essere danneggiata dalla nuova normativa europea;

    un rischio altrettanto elevato di danneggiare una fiorente filiera italiana, quella del made in Italy agroalimentare, deriva dalla eventuale introduzione obbligatoria, a livello europeo, del sistema «nutri-score» nei sistemi di etichettatura dei prodotti agroalimentari; tale sistema di informazione nutrizionale, già in uso in alcuni Paesi europei, basato sulle assunzioni di riferimento del consumatore medio e sui semplici livelli di zuccheri, grassi e sale contenuti negli alimenti, non fornisce informazioni esaustive sui nutrienti, ignora la peculiarità delle produzioni agroalimentari made in Italy e finirebbe per determinare ostacoli all'export dei prodotti italiani; a questo proposito, è stato elaborato nel nostro Paese un diverso sistema di informazione al consumatore in etichetta, il «Nutrinform battery» più mirato sulla complessiva qualità del prodotto,

impegna il Governo:

   1) a sostenere il ruolo dell'Italia, nel quadro di una stretta e fattiva collaborazione con le istituzioni europee e gli alleati Nato, nell'avvio di un percorso diplomatico per la costruzione di una conferenza di pace, attraverso iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi in occasione dell'ultimo vertice del G20;

   2) a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e ai e istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, anche al fine di assicurare il diritto all'autodifesa individuale e collettiva sancito dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, confermando tutti gli impegni assunti dall'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, rispetto alla grave, inammissibile ed ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina;

   3) ad adoperarsi, in sede europea e internazionale, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro delle forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della indipendenza, della sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;

   4) a ribadire la responsabilità della Russia per il conflitto e la ferma condanna dell'intensificazione degli attacchi sui civili e sulle strutture elettriche del Paese, nonché del continuo riferimento al ricorso alle armi di distruzione di massa;

   5) a incoraggiare ogni iniziativa finalizzata a perseguire i crimini di guerra tra le quali l'istituzione di un tribunale ad hoc e il supporto all'azione della Corte penale internazionale dell'Aja;

   6) a contribuire a tutte le azioni di sostegno alla popolazione e alle istituzioni ucraine intraprese dall'Unione europea, in considerazione dell'escalation militare da parte dell'aggressore, nonché dell'aggravamento delle condizioni climatiche e dell'emergenza energetica;

   7) a sostenere il percorso di adesione all'Unione europea dell'Ucraina, rafforzando in ogni campo la cooperazione Unione europea-Ucraina;

   8) a sostenere la rapida pianificazione e adozione di misure di emergenza in caso di afflussi straordinari di rifugiati durante l'inverno e ad attuare ogni iniziativa utile per l'accoglienza e il soccorso dei rifugiati e per la protezione dei minori;

   9) a promuovere l'uso dei beni confiscati per la ricostruzione e il rafforzamento e l'uniforme ed efficace attuazione delle sanzioni nei confronti della Russia, nonché degli altri Paesi che ne sostengono l'aggressione militare;

   10) ad adoperarsi per l'introduzione di strumenti fiscali comuni di sostegno per gli Stati membri più penalizzati dalle sanzioni, e per l'attuazione di tutte le politiche idonee a sostenere i consumatori e le imprese colpiti dalle crisi energetica ed economica;

   11) a favorire l'adozione, sulla base del Piano «REPowerEU» della Commissione europea che ha integrato il Green Deal europeo, di interventi strutturali a livello europeo per il contenimento della domanda, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia, e la diffusione delle energie rinnovabili, e a impegnarsi a livello nazionale, nell'ambito delle risorse del Pnrr, per aumentare gli investimenti per la transizione ecologica e nelle energie rinnovabili;

   12) a incentivare la rapida adozione di misure per l'acquisto congiunto di gas e la sicurezza dell'approvvigionamento, per il contenimento del prezzo del gas, e per disallineare e ridefinire il meccanismo di formazione del prezzo dell'energia elettrica, aumentando anche la trasparenza dei mercati dell'energia in generale;

   13) a profondere il massimo impegno, alla luce del mutato contesto economico e nel quadro della discussione sulla revisione della governance economica europea, nel negoziato sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, per una revisione finalizzata a favorire gli investimenti, le riforme e la coesione sociale, e per una applicazione più graduale e semplificata delle regole e maggiormente sintonica con le esigenze dei singoli Paesi, che permetta una maggiore flessibilità e titolarità nazionale delle decisioni di politica economica, fermi restando gli obiettivi quantitativi da raggiungere;

   14) a proseguire senza indugio nel solco delle azioni già intraprese a livello nazionale, nell'attuazione del Pnrr secondo le tempistiche concordate, evitando la riapertura di discussioni con la Commissione europea su singoli obiettivi da raggiungere, riforme da attuare e scadenze da rispettare, che possono mettere a serio rischio il raggiungimento degli obiettivi del Piano e l'erogazione delle tranche semestrali di risorse spettanti al nostro Paese danneggiando il sistema economico italiano già esposto alla crisi;

   15) a manifestare chiaramente e univocamente la posizione dell'Italia in relazione al Mes, tenendo fede all'impegno preso con la sottoscrizione dell'accordo di riforma e impegnandosi alla rapida ratifica, per consentire, finalmente, l'avvio delle nuove funzioni e contribuire al rafforzamento del sistema finanziario dell'eurozona;

   16) ad adoperarsi in sede europea al fine di sostenere la normalizzazione delle relazioni tra i Paesi dell'area dei Balcani occidentali nonché garantire a Paesi candidati che il processo di adesione non sia fermato, sottraendo al medesimo tempo all'influenza economica della Russia quegli stessi Stati, ma anche Paesi dalla postura ambigui come l'Ungheria;

   17) in merito a quanto sta avvenendo in Iran, a favorire, in sede europea e nelle sedi internazionali, l'adozione di ogni azione tesa a garantire la fine della violenta repressione esercitata dal regime iraniano nei confronti dei manifestanti pacifici, delle torture in carcere e delle esecuzioni capitali, e il rilascio di tutti coloro che sono stati arrestati nel corso delle proteste;

   18) ad ampliare, aggiornare ed estendere le sanzioni europee in materia di diritti umani così gravemente violati in Iran assieme alla ferma condanna delle uccisioni e delle misure di repressione adottate dal regime:

   19) in merito alle questioni delle migrazioni e dell'asilo, ad intraprendere ogni azione finalizzata al superamento dello stallo politico e negoziale esistente nel processo di revisione del Patto su migrazione e asilo, al fine di elaborare una politica migratoria comune dell'Unione europea – che sia parte integrante della sua azione esterna, attraverso meccanismi che rendano concreta la partecipazione alla gestione dei flussi migratori da parte di tutti i Paesi dell'Unione, dando effettiva attuazione ai principi di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario, superando in questa chiave le attuali regole sulla redistribuzione su base volontaria dei migranti ed attuando pienamente il principio della solidarietà tra Stati membri, allo stesso tempo riaffermando il dovere di accoglienza e protezione degli esseri umani quale cardine dell'appartenenza all'Unione europea;

   20) a rafforzare il partenariato Unione europea-Africa, attraverso una cooperazione economica consolidata, prevedendo strumenti efficaci a favorire l'effettiva cooperazione dei Paesi di origine e transito e una condivisione delle politiche migratorie fondata sullo strumento dei corridoi umanitari, al fine di garantire l'assistenza umanitaria e il rispetto dei diritti umani nella gestione migratoria regolare;

   21) a sostenere il ripristino del rappresentante speciale dell'Unione per il vicinato meridionale, al fine di rafforzare l'unità e l'azione dell'Unione europea nella regione, in linea con quanto raccomandato dal Parlamento europeo, nell'ambito del partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – una nuova agenda per il Mediterraneo;

   22) in merito alle proposte di nuova normativa in materia di «packaging», ad intraprendere le opportune azioni a livello europeo per garantire la condivisione di un percorso graduale e armonizzato, che non danneggi filiere ed imprese che hanno investito nell'economia circolare, in particolare attraverso la previsione di valutazioni di impatto sull'ottimale utilizzo del riuso e riciclo che tenga conto delle diverse esperienze nazionali, ed eventualmente predisponendo misure di sostegno alle filiere che dovessero essere danneggiate;

   23) in merito alle questioni relative all'etichettatura di prodotti agroalimentari, a porre in essere a livello europeo un'azione decisa a tutela delle produzioni agroalimentari italiane e dell'export agroalimentare, anche proponendo sistemi di etichettatura che non ne compromettano il valore e non producano discriminazioni nel mercato, quali il sistema Nutrinform Battery rispetto al Nutri-score.
(6-00008) «Serracchiani, De Luca, Bonafè, Provenzano, Letta, Madia, Iacono, Scarpa, Ferrari, Ghio, Roggiani, Toni Ricciardi, De Maria, Fornaro, Casu».


   La Camera,

   premesso che:

    nel prossimo Consiglio europeo del 15 dicembre 2022, i capi di Stato e di Governo esamineranno importanti questioni inerenti al conflitto russo/ucraino, l'energia e l'economia, la sicurezza e la difesa, il vicinato meridionale le relazioni esterne dell'Unione europea;

    il Consiglio europeo farà nuovamente il punto sulla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina dopo che nell'ultima riunione del 20 e 21 ottobre 2022, nonché con la dichiarazione comune dei leader del G7 e della Nato a margine del vertice dei G20 di Bali del 15 e 16 novembre 2022, è stato ribadito il rifiuto di riconoscere l'annessione illegale dei territori ucraini e il diritto alla difesa dell'Ucraina in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale, oltreché il sostegno economico, militare e finanziario dell'Unione europea nei confronti dell'Ucraina;

    la Commissione europea in questi giorni ha annunciato l'adozione nei confronti della Russia di un nono pacchetto di sanzioni, che comporteranno blocchi e restrizioni alle esportazioni, anche indirette, di droni e componentistiche ad uso militare, nonché agli investimenti nel settore energetico in Russia;

    il Parlamento italiano ha ribadito in più occasioni, da ultimo con l'approvazione di alcune mozioni alla Camera dei deputati il 30 novembre 2022, il sostegno al popolo ucraino e alle sue istituzioni, indicando al Governo italiano le conseguenti azioni da mettere in atto, e ha previsto, con l'approvazione del decreto-legge n. 14 del 2022, il costante coinvolgimento delle Camere da parte del Governo nell'evolversi della situazione;

    il 17 ottobre 2022 il Consiglio europeo ha inoltre adottato una decisione che istituisce l'European Union Assistence Mission Ukraine (EUMAM), con una durata iniziale d due anni. La Missione è volta a rafforzare la capacità militare delle forze armate ucraine per consentire loro di difendere l'integrità territoriale e la sovranità del Paese entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale, nonché al fine di proteggere la popolazione civile;

    il Consiglio europeo tornerà a discutere anche di energia ed economia, alla luce del persistente utilizzo da parte della Russia dell'energia come arma e della crisi energetica ed economica scaturita dal conflitto, dopo aver invitato il Consiglio e la Commissione a prendere rapidamente una serie di iniziative concrete, in particolare in materia di prezzi e approvvigionamento dell'energia;

   considerato che:

    il 9 novembre 2022, la Commissione europea ha presentato una comunicazione contenente i propri orientamenti sulla riforma della governance economica europea, che tiene in conto l'attuale congiuntura economica, la difficile situazione post-Covid e la guerra in Ucraina, nella comunicazione, la Commissione europea anticipa, di fatto, i contenuti degli atti legislativi che adotterà nei prossimi mesi, con l'obiettivo di approvare le nuove norme della governance europea prima della disattivazione, dal 1° gennaio 2024, della clausola di salvaguardia generale;

    nelle intenzioni della Commissione europea, la proposta di riforma della governance economica europea è finalizzata sia a rafforzare la sostenibilità del debito sia a promuovere la crescita sostenibile e si fonda sui seguenti pilastri: prudenza di bilancio, investimenti e riforme, equilibrio macroeconomico. Altro importante obiettivo della riforma è quello di garantire un quadro di norme da applicare più semplice e trasparente, nonché una concreta differenziazione nell'applicazione delle regole medesime tra i diversi Paesi, a partire da una distinzione ex ante dei Paesi dell'Unione europea in tre gruppi, a seconda del loro livello di debito pubblico;

    la Commissione europea è orientata a diminuire al massimo lo sforzo di modifica delle regole. I parametri di Maastricht vale a dire il rapporto debito prodotto interno lordo al 60 per cento e il deficit prodotto interno lordo al 3 per cento, resteranno infatti invariati. Un'altra importante scelta è rappresentata dalla proposta di introdurre piani nazionali di bilancio strutturali a medio termine, in luogo dell'attuale vincolo annuale che andrebbero a fondere gli attuali programmi di stabilità e convergenza con i programmi nazionali di riforma;

    in tale nuovo contesto emerge in tutta evidenza l'eliminazione della regola che prevede che gli Stati membri debbano ridurre ogni anno di un ventesimo la quantità di debito al di sopra del 60 per cento del prodotto interno lordo. Il cammino di riduzione del debito verso il parametro del 60 per cento sarà, pertanto, guidato da una traiettoria di bilancio specifica per Paese contenuta nei piani a medio termine, che comprenderà l'impegno a realizzare determinati investimenti e riforme:

    nella proposta si prevede, pertanto, che la Commissione europea indichi a ciascun Paese un percorso di aggiustamento, su un periodo di quattro anni, che assicuri che l'indebitamento sia messo in traiettoria discendente e il deficit resti credibilmente al di sotto della soglia del 3 per cento del prodotto interno lordo; a loro volta i singoli Stati potranno proporre alla Commissione europea propri piani di medio termine che prevedano un periodo di aggiustamento più lungo, fino ad un massimo di 7 anni, purché sostenuto da un insieme di riforme e investimenti volte a sostenere, sulla scia del modus operandi inaugurato con il Ngeu e il Pnrr, la crescita sostenibile e la sostenibilità del debito pubblico; il Consiglio dovrebbe approvare i piani e la Commissione monitorarli. Tali piani saranno distinti a seconda della tipologia di Paesi a cui si rivolgeranno, ossia Paesi con sfide di debito pubblico sostanziali, sfide moderate e sfide basse;

    la Commissione europea propone anche un rafforzamento dei meccanismi di controllo e sanzionatori abbassando l'ammontare delle sanzioni ma rendendole più cogenti, nonché la possibilità di condizionare l'erogazione dei fondi strutturali e delle risorse sui piani di ripresa e resilienza alla predisposizione da parte dei singoli Stati membri di iniziative necessarie a correggere i deficit eccessivi;

    a partire da questa proposta, si devono avviare i negoziati per condurre in porto la riforma del Patto di stabilità e crescita entro il 2024, avendo l'obiettivo di concluderla prima dell'avvio delle procedure di bilancio degli Stati membri per il 2024 – anche considerando che il Patto è sospeso sino alla fine del 2023; il negoziato non sarà privo di ostacoli, con la possibile opposizione dei Paesi cosiddetti «frugali» a quelli che sono ritenuti eccessivi margini di flessibilità, elemento che potrebbe danneggiare il nostro Paese e che deve conseguentemente ricevere la dovuta attenzione dal parte del Governo in sede negoziale;

    il Governo italiano ha dichiarato in numerose occasioni di voler richiedere una modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in termini di contenuti e di tempistica degli investimenti, motivandolo con il mutato quadro economico dovuto all'incremento dei prezzi delle materie prime e dell'energia; tale tentativo di modificare gli impegni presi deve essere scongiurato perché mette a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi del Piano stesso e i finanziamenti correlati, rischiando di danneggiare il sistema economico italiano già esposto alla crisi;

    alla conclusione del processo di riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), si attende ormai soltanto la ratifica dell'Italia, dal momento che il Tribunale costituzionale federale tedesco ha dichiarato inammissibile il ricorso contro la legge di ratifica da parte della Germania, tuttavia, il Governo italiano ha manifestato in questi giorni un atteggiamento contraddittorio e ulteriormente dilatorio, che rischia di minare la credibilità internazionale del Paese;

    per quanto attiene alla questione del vicinato meridionale, l'8 dicembre 2022 si è tenuto a Bruxelles il vertice del Consiglio dell'Unione europea giustizia ed affari interni, che ha trattato, tra l'altro le questioni relative all'asilo e alle migrazioni, in un momento di perduranti tensioni tra gli Stati europei dovuto, in particolare, ad alcune scelte compiute dal Governo italiano sui respingimenti; la riunione non ha prodotto risultati significativi, al di là di un generico sostegno al principio dell'equilibrio tra solidarietà, responsabilità e capacità di risposta alle crisi;

    la trasformazione di tale generico sostegno in una proposta di riforma del Patto sulle migrazioni e l'asilo, in particolare del regolamento di Dublino, risulta di particolare importanza per il nostro Paese, che è, tra l'altro, esposto ad una rinnovata pressione migratoria dal Nord Africa, cui il Governo ad avviso dei firmatari del presente atto non riesce a fornire risposte che non siano propagandistiche e in violazione delle convenzioni internazionali e del divieto di respingimenti; il tema dovrebbe essere invece affrontato attraverso strumenti adeguati, che scongiurino la perdita di vite umane, garantiscano il rispetto dei diritti umani dei migranti ma anche permettano di ridurre la pressione alle frontiere europee; sarebbe, quindi, necessaria una revisione della normativa europea, alla luce del principio di solidarietà che deve vigere, in questa come in altre materie, a livello europeo, e delle necessità dei Paesi di primo approdo o arrivo;

    rimane, altresì, fondamentale proseguire il percorso verso l'incardinamento del tema migratorio nell'azione esterna dell'Unione, attraverso la definizione di una politica migratoria comune, solidale ed equa; fondamentale risulta, per prevenire e contrastare la migrazione illegale e agevolare i rimpatri, l'azione europea tesa ad una maggiore collaborazione con i Paesi di origine e transito, per l'Italia, essenziali in particolare le relazioni con l'Unione africana l'ultimo Vertice Unione europea-Unione Africana si è svolto a Bruxelles a febbraio 2022, finalizzato ad un partenariato rinnovato per conseguire solidarietà, sicurezza, pace e uno sviluppo economico sostenibile, l'accordo conseguito ha comportato tra l'altro, l'impegno per un pacchetto di investimenti Africa-Europa da 150 miliardi di euro e per un partenariato rafforzato in materia di migrazione e mobilità;

    il Parlamento europeo ha approvato il 14 settembre 2022 una raccomandazione per il ripristino del rappresentante speciale dell'Unione per il vicinato meridionale, nell'ambito del partenariato rinnovato, che dovrebbe riferire sia all'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza che al Commissario per il vicinato e l'allargamento (NEAR);

    l'Unione europea ha sviluppato una politica per sostenere la graduale integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali: il 1° luglio 2013 la Croazia e stata il primo dei sette Paesi ad aderire all'Unione europea mentre il Montenegro, la Serbia, la Repubblica di Macedonia del Nord e l'Albania sono candidati ufficiali; Bosnia-Erzegovina e Kosovo sono potenziali Paesi candidati. Il 1° gennaio 2023 la Repubblica di Croazia entrerà a far parte dello spazio Schengen e adotterà l'euro come moneta, mentre l'opposizione dell'Austria ha rimandato analogo passo per la Romania e la Bulgaria, in questi ultimi mesi, inoltre, si è registrato un forte deterioramento dei rapporti tra la Serbia e il Kosovo: dopo alcune settimane di tensione per la questione delle targhe e per le nomine ministeriali, per la vertenza aperta tra Serbia e Kosovo, un punto specifico delle conclusioni del vertice Unione europea-Balcani occidentali tenutosi a Tirana il 6 dicembre 2022 ribadisce la necessita di «progressi concreti da ambo le parti per un accordo completo e giuridicamente vincolante» sulla normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi;

    l'Unione europea ha l'interesse di allargare i propri confini orientali nel solco del cosiddetto Processo di Berlino. Ragioni commerciali, energetiche e geostrategiche guidano alla costruzione di un più solido argine, con regole condivise, rispetto alle turbolenze dell'area aggravate dalla guerra all'Ucraina, cui non va disgiunta la questione immigrazione; la creazione di pace, sicurezza e prosperità a lungo termine impone all'Europa di allargarsi alle regioni circostanti, altrimenti le vulnerabilità non potranno che aumentare. Europa che, oltre a una comunione d'interessi in politica estera, chiede anche il rispetto di alcune regole fondamentali; la garanzia del sistema democratico, con istituzioni stabili, uno Stato di diritto, con la tutela delle minoranze, e che sia garantita un'economia di mercato;

    l'Unione europea e, in particolare l'Italia, hanno il compito di rassicurare i Paesi candidati che il processo di adesione non si è fermato, e al tempo stesso sottrarre all'influenza economica della Russia quegli stessi Stati, ma anche Paesi dalla postura ambigua, come l'Ungheria, che ha appena bloccato i pacchetto di 18 miliardi di euro stanziati dall'Unione europea all'Ucraina per il 2023;

    a margine del Forum delle Nazioni Unite appena conclusosi a Ginevra, Fernand de Varennes, relatore per le minoranze dell'Onu, ha concluso il suo intervento dicendo che nel mondo, anche in Europa, viene violata la dichiarazione per i diritti umani, secondo la quale tutti gli uomini nascono liberi e hanno il diritto di avere pari dignità e pari diritti. Si ricordi che in Europa vivono circa 50 milioni di appartenenti a minoranze che non vengono adeguatamente tutelati, né considerati come un patrimonio culturale che arricchisce le singole realtà maggioritarie: è il momento di riflettere seriamente sulla Carta europea che ne tutela i diritti e applicarne i principi, soprattutto in questi tempi di gravi tensioni e venti di guerra;

    sul fronte internazionale, un'attenzione particolare da parte delle istituzioni europee va posta agli avvenimenti che si stanno svolgendo in Iran dove, a partire dalla metà di settembre 2022, le autorità del Paese stanno attuando una violenta repressione nei confronti della popolazione, manifestanti pacifici, in particolare giovani e donne, che si sono inizialmente mobilitati per protestare a seguito della uccisione, da parte della «polizia morale», della giovane Mahsa Amini e che hanno trasformato nel corso di questi mesi la protesta in una fiera opposizione al regime, con scioperi e manifestazioni che si susseguono tuttora in numerose città, cui il regime ha risposto con numerosi arresti, cui sono seguite torture in carcere, e l'uccisione di numerosi manifestanti; le autorità iraniane hanno ora iniziato le prime esecuzioni capitali degli arrestati, a dimostrazione della ferocia e della brutalità del regime;

    l'Unione europea, nel condannare l'uso ingiustificabile della forza da parte delle autorità iraniane, ha già introdotto misure restrittive nei confronti degli autori di queste gravi violazioni dei diritti umani, l'attuale regime di sanzioni per l'Iran comprende ora un totale di 126 persone e 11 entità, e tuttavia esso resta gravemente insufficiente in considerazione del perdurare della repressione esercitata dal regime ed anzi dell'inasprirsi della violenza;

   considerato infine che:

    è in discussione a livello europeo la cosiddetta «normativa packaging», che dovrebbe disciplinare uso, reimpiego e riciclo di contenitori e imballaggi per la loro riduzione, al fine di favorire l'economia circolare, il riuso (mantenendo, mediante nuovi sistemi di deposito, la qualità della materia prima seconda); tuttavia, la proposta di regolamento della Commissione europea che non risulta avere avuto congrue valutazioni di impatto sugli attuali livelli di riuso e riciclo e che comunque pone l'accento sul riuso dei materiali rispetto al riciclo, rischia di avere pesanti ripercussioni economiche su quelle filiere del made in Italy che hanno fatto investimenti in ricerca e sviluppo per favorire il riciclo, in particolare della plastica: una filiera italiana estremamente competitiva e generatrice di innovazione ed occupazione, che pone il nostro Paese all'avanguardia dell'economia circolare, ma che rischia di essere danneggiata dalla nuova normativa europea;

    un rischio altrettanto elevato di danneggiare una fiorente filiera italiana, quella del made in Italy agroalimentare, deriva dalla eventuale introduzione obbligatoria, a livello europeo, del sistema «nutri-score» nei sistemi di etichettatura dei prodotti agroalimentari; tale sistema di informazione nutrizionale, già in uso in alcuni Paesi europei, basato sulle assunzioni di riferimento del consumatore medio e sui semplici livelli di zuccheri, grassi e sale contenuti negli alimenti, non fornisce informazioni esaustive sui nutrienti, ignora la peculiarità delle produzioni agroalimentari made in Italy e finirebbe per determinare ostacoli all'export dei prodotti italiani; a questo proposito, è stato elaborato nel nostro Paese un diverso sistema di informazione al consumatore in etichetta, il «Nutrinform battery» più mirato sulla complessiva qualità del prodotto,

impegna il Governo:

   1) a sostenere il ruolo dell'Italia, nel quadro di una stretta e fattiva collaborazione con le istituzioni europee e gli alleati Nato, nell'avvio di un percorso diplomatico per la costruzione di una conferenza di pace, attraverso iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi in occasione dell'ultimo vertice del G20;

   2) a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e ai e istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, anche al fine di assicurare il diritto all'autodifesa individuale e collettiva sancito dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, confermando tutti gli impegni assunti dall'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, rispetto alla grave, inammissibile ed ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina;

   3) ad adoperarsi, in sede europea e internazionale, per l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro delle forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della indipendenza, della sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;

   4) a ribadire la responsabilità della Russia per il conflitto e la ferma condanna dell'intensificazione degli attacchi sui civili e sulle strutture elettriche del Paese, nonché del continuo riferimento al ricorso alle armi di distruzione di massa;

   5) a incoraggiare ogni iniziativa finalizzata a perseguire i crimini di guerra tra le quali l'istituzione di un tribunale ad hoc e il supporto all'azione della Corte penale internazionale dell'Aja;

   6) a contribuire a tutte le azioni di sostegno alla popolazione e alle istituzioni ucraine intraprese dall'Unione europea, in considerazione dell'escalation militare da parte dell'aggressore, nonché dell'aggravamento delle condizioni climatiche e dell'emergenza energetica;

   7) a sostenere il percorso di adesione all'Unione europea dell'Ucraina, rafforzando in ogni campo la cooperazione Unione europea-Ucraina;

   8) a sostenere la rapida pianificazione e adozione di misure di emergenza in caso di afflussi straordinari di rifugiati durante l'inverno e ad attuare ogni iniziativa utile per l'accoglienza e il soccorso dei rifugiati e per la protezione dei minori;

   9) a promuovere l'uso dei beni confiscati per la ricostruzione e il rafforzamento e l'uniforme ed efficace attuazione delle sanzioni nei confronti della Russia, nonché degli altri Paesi che ne sostengono l'aggressione militare;

   10) ad adoperarsi per l'introduzione di strumenti fiscali comuni di sostegno per gli Stati membri più penalizzati dalle sanzioni, e per l'attuazione di tutte le politiche idonee a sostenere i consumatori e le imprese colpiti dalle crisi energetica ed economica;

   11) a favorire l'adozione, sulla base del Piano «REPowerEU» della Commissione europea che ha integrato il Green Deal europeo, di interventi strutturali a livello europeo per il contenimento della domanda, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia, e la diffusione delle energie rinnovabili, e a impegnarsi a livello nazionale, nell'ambito delle risorse del Pnrr, per aumentare gli investimenti per la transizione ecologica e nelle energie rinnovabili;

   12) a incentivare la rapida adozione di misure per l'acquisto congiunto di gas e la sicurezza dell'approvvigionamento, per il contenimento del prezzo del gas, e per disallineare e ridefinire il meccanismo di formazione del prezzo dell'energia elettrica, aumentando anche la trasparenza dei mercati dell'energia in generale;

   13) ad adoperarsi in sede europea al fine di sostenere la normalizzazione delle relazioni tra i Paesi dell'area dei Balcani occidentali nonché garantire a Paesi candidati che il processo di adesione non sia fermato, sottraendo al medesimo tempo all'influenza economica della Russia quegli stessi Stati, ma anche Paesi dalla postura ambigui come l'Ungheria;

   14) in merito a quanto sta avvenendo in Iran, a favorire, in sede europea e nelle sedi internazionali, l'adozione di ogni azione tesa a garantire la fine della violenta repressione esercitata dal regime iraniano nei confronti dei manifestanti pacifici, delle torture in carcere e delle esecuzioni capitali, e il rilascio di tutti coloro che sono stati arrestati nel corso delle proteste;

   15) ad ampliare, aggiornare ed estendere le sanzioni europee in materia di diritti umani così gravemente violati in Iran assieme alla ferma condanna delle uccisioni e delle misure di repressione adottate dal regime:

   16) in merito alle questioni delle migrazioni e dell'asilo, ad intraprendere ogni azione finalizzata al superamento dello stallo politico e negoziale esistente nel processo di revisione del Patto su migrazione e asilo, al fine di elaborare una politica migratoria comune dell'Unione europea – che sia parte integrante della sua azione esterna, attraverso meccanismi che rendano concreta la partecipazione alla gestione dei flussi migratori da parte di tutti i Paesi dell'Unione, dando effettiva attuazione ai principi di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario, superando in questa chiave le attuali regole sulla redistribuzione su base volontaria dei migranti ed attuando pienamente il principio della solidarietà tra Stati membri, allo stesso tempo riaffermando il dovere di accoglienza e protezione degli esseri umani quale cardine dell'appartenenza all'Unione europea;

   17) a rafforzare il partenariato Unione europea-Africa, attraverso una cooperazione economica consolidata, prevedendo strumenti efficaci a favorire l'effettiva cooperazione dei Paesi di origine e transito e una condivisione delle politiche migratorie fondata sullo strumento dei corridoi umanitari, al fine di garantire l'assistenza umanitaria e il rispetto dei diritti umani nella gestione migratoria regolare;

   18) a sostenere il ripristino del rappresentante speciale dell'Unione per il vicinato meridionale, al fine di rafforzare l'unità e l'azione dell'Unione europea nella regione, in linea con quanto raccomandato dal Parlamento europeo, nell'ambito del partenariato rinnovato con il vicinato meridionale – una nuova agenda per il Mediterraneo.
(6-00008) (Testo modificato nel corso della seduta) «Serracchiani, De Luca, Bonafè, Provenzano, Letta, Madia, Iacono, Scarpa, Ferrari, Ghio, Roggiani, Toni Ricciardi, De Maria, Fornaro, Casu».


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio europeo del 15 dicembre 2022 affronterà i temi della guerra della Russia all'Ucraina e delle politiche energetiche ed economiche, di difesa e sicurezza, di vicinato meridionale e di relazioni esterne dell'Unione europea;

    l'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia continua a rappresentare una minaccia per la vita e la libertà degli ucraini e per la sicurezza dei Paesi e dei cittadini dell'Unione europea ed è condotta, in modo sempre più evidente, con metodi e finalità terroristiche, esplicitamente denunciate dalla risoluzione approvata dal Parlamento europeo lo scorso 23 novembre; l'immagine delle città e dei paesi ucraini al freddo, al buio e senza acqua, a causa degli attacchi russi sulle principali infrastrutture del paese, è la fotografia più eloquente della natura criminale dell'aggressione contro la popolazione civile;

    qualunque ipotesi di negoziato sulla tregua o conclusione della guerra di aggressione, che non voglia configurarsi come una resa parziale o totale alle pretese del regime russo, implica il sostegno politico e militare dell'Unione europea e della Nato alla resistenza della popolazione e del Governo ucraini e la denuncia del carattere illegittimo e banditesco dell'occupazione e annessione da parte della Russia di parte del territorio dell'Ucraina, dal 2014 fino ad oggi;

    al momento l'Ucraina, grazie alla controffensiva militare degli ultimi mesi, ha recuperato oltre la metà dei territori occupati dalla Russia dopo il 24 febbraio 2022 e meno di un quinto del territorio ucraino oggi rimane sotto il dominio illegittimo di Mosca, mentre la Russia patisce il peso degli otto pacchetti di sanzioni approvati fino ad oggi, culminate nella fissazione di un tetto sui prezzi per il trasporto marittimo del petrolio russo verso i paesi terzi, entrato in vigore lo scorso 5 dicembre, che ha gravemente deteriorato la capacità di finanziamento da parte di Mosca dell'aggressione militare dell'Ucraina;

    dal punto di vista interno, la Russia sta inoltre patendo una significativa contrazione della crescita, una dinamica inflattiva particolarmente accentuata nei settori più esposti al sistema internazionale degli approvvigionamenti, un deflusso di capitali interni e un blocco degli investimenti stranieri; al contrario, l'assistenza finanziaria dell'Unione europea al Governo di Kiev prosegue malgrado i veti opposti in particolare dall'Ungheria, ed è stata deliberata pochi giorni fa in sede di Consiglio dell'Unione europea un nuovo pacchetto di crediti di circa 18 miliardi di euro per il 2023, sulla base di garanzie fornite direttamente dagli Stati membri;

    gli sviluppi della guerra all'Ucraina da parte della Russia rendono sempre più urgente la costruzione di un vero sistema di difesa europeo, complementare e integrato, ma non alternativo a quello della Nato e la definizione di un progetto di autonomia strategica dell'Unione europea, che prenda atto del mutamento degli scenari e dei pericoli provenienti dal fronte est dello scacchiere continentale;

    il quadro economico interno e internazionale risente in maniera pesante degli effetti dello scenario bellico e, nel caso dell'Italia, implica in primo luogo l'esigenza di proseguire rapidamente, secondo le scadenze concordate, nell'attuazione degli obiettivi del Pnrr e di cooperare con le istituzioni europee per rafforzare il quadro di solidarietà e coesione che, dall'inizio della pandemia a oggi, ha consentito di rispondere alle conseguenze economiche e sociali delle molteplici emergenze che i Paesi membri hanno dovuto affrontare;

    tra gli strumenti che la solidarietà europea mette a disposizione vi sono certamente le linee di credito del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) che l'Italia continua irrazionalmente a rifiutare, malgrado la drammatica emergenza del servizio sanitario nazionale e il sempre più grave deficit nell'offerta di prestazioni essenziali;

    a favorire le politiche di rilancio economico potrebbero concorrere anche le ipotesi di modifica del Patto di stabilità e crescita prospettate dalla Commissione, che, al di là della discussione sulle criticità tecniche dell'adozione di nuovi parametri, delinea uno scenario potenzialmente virtuoso, in cui all'aumento della flessibilità – sia sui tempi che sulle modalità di rientro dal debito – corrisponde un aumento del coordinamento delle politiche di bilancio tra istituzioni europee e governi nazionali, con un meccanismo analogo a quello che ha guidato l'impiego dei fondi del Next Generation Eu;

    sul tema su cui l'Europa nel suo complesso ha accumulato maggiori ritardi e divisioni, quella dell'impennata dei prezzi delle forniture energetiche, le istituzioni europee devono ora procedere con più rapidità ed efficienza, vincendo la resistenza dei Paesi che si oppongono a soluzioni comuni; occorre implementare velocemente il meccanismo di acquisto comune di gas per aumentare il potere contrattuale dei paesi dell'Unione e allo stesso tempo è necessario ripensare i meccanismi di disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità prodotta da gas naturale dal prezzo dell'elettricità prodotta da altre fonti in quanto attualmente sono state ipotizzate delle remunerazioni eccessive per chi produce da fonti rinnovabili; infine l'ipotesi di price cap sul gas che prevede un tetto molto elevato applicato solamente ai contratti finanziari derivati e non al gas fisico rischia di creare gravi sbilanciamenti nel mercato finanziario senza essere efficace nel ridurre il prezzo pagato dalle industrie e dalle famiglie;

    la diversificazione degli approvvigionamenti da Paesi terzi e la capacità di produzione nazionale costituiscono due facce della medesima strategia; a questo fine occorre rilevare che lo spostamento del baricentro delle politiche energetiche verso sud impone il rafforzamento delle relazioni politiche ed economiche con i Paesi del vicinato meridionale, che rappresentano peraltro dei partner fondamentali per la gestione ordinata dei flussi migratori, ma sono anche tra gli Stati più esposti alla crisi alimentare innescata dal conflitto bellico scatenato dalla Russia in Ucraina;

    su questo fronte, continuare a perseguire politiche demagogiche e antagonistiche contro alcuni Paesi europei, come ha fatto questo Esecutivo dall'inizio della sua attività, allontana la prospettiva di una gestione comune del dossier migratorio, che implica scelte politiche e normative – dalla redistribuzione dei richiedenti asilo alla riforma del Regolamento di Dublino – pesantemente avversate proprio dai governi e dalle forze politiche sovraniste, cioè dagli alleati politici e ideologici dei principali partiti dell'attuale Esecutivo italiano;

    a proiettare ombre fosche di minaccia e instabilità in un quadro internazionale pesantemente condizionato dalla guerra all'Ucraina è, da parecchie settimane, anche la violentissima repressione delle proteste popolari nella Repubblica islamica dell'Iran, con esecuzioni legali ed assassini extralegali dei partecipanti alle pacifiche manifestazioni contro la violazione dei diritti umani da parte del regime teocratico di Teheran,

impegna il Governo:

   1) a ribadire il sostegno a tutte le misure di assistenza politica, militare, economica e umanitaria nei confronti dell'Ucraina di fronte all'aggressione russa, come condizione indispensabile per salvaguardare un vero potere negoziale per il Governo di Kiev;

   2) a escludere tavoli o ipotesi di trattativa per il cessate il fuoco, che non siano preventivamente concordate con le legittime autorità di Kiev e che comportino il sacrificio della libertà politica e dell'integrità territoriale dell'Ucraina;

   3) a promuovere una ancora più stretta integrazione tra le istituzioni e i Paesi membri dell'Unione europea nelle strategie della Nato, sia a sostegno della resistenza ucraina, sia a rafforzamento delle politiche di difesa sul piano europeo, come avviene ad esempio con la partecipazione alla Very High Readiness Joint Task Force, su cui l'Italia ha stabilito di proseguire il proprio impegno con il decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, in fase di conversione;

   4) a richiedere passi avanti più rapidi e incisivi sul fronte del contenimento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas naturale, proseguendo sul piano del coordinamento degli acquisti congiunti e della stabilizzazione dei prezzi del gas, attraverso un meccanismo di tetto al prezzo di acquisto del gas naturale fisico, e non solamente sui derivati finanziari, e alla implementazione di un efficace disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità prodotta da gas naturale da quello dell'elettricità prodotta da altre fonti, fissando per queste ultime tetti di prezzo differenziati tra fonti, in modo che il tetto tenga conto dei reali costi industriali e non sia, come ora, eccessivamente elevato, per coprire i costi della fonte più cara;

   5) ad adottare iniziative di competenza per garantire entro tempi brevi la ratifica da parte dell'Italia della modifica del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (MES); a mancare all'appello tra i Paesi dell'eurozona è rimasto soltanto il nostro, dopo la bocciatura del ricorso da parte della Corte costituzionale tedesca, che apre la strada alla rapida ratifica da parte della Germania;

   6) ad esprimere il sostegno a una riforma del Patto di stabilità e crescita, oggi sospeso fino alla fine del 2023, per una gestione più flessibile degli obiettivi di rientro dal debito, garantendo al contempo l'adesione ai principi di responsabilità fiscale e di sostenibilità finanziaria nelle politiche di bilancio;

   7) a operare per la modifica delle politiche e delle normative europee in materia di immigrazione e accoglienza dei richiedenti asilo, a partire dalla riforma del Regolamento di Dublino e dall'implementazione di piani di ricollocazione dei rifugiati funzionali a una gestione integrata del fenomeno, non a uno scambio interminabile di accuse tra i Paesi membri circa il costo della solidarietà;

   8) a favorire l'attenzione delle istituzioni europee verso le crisi politiche, economiche, alimentari e umanitarie che colpiscono i Paesi del vicinato meridionale dell'Unione europea e che costituiscono, non solo per le conseguenze migratorie, un pericolo per la stabilità europea, proprio perché questi Stati costituiscono dei partner fondamentali per il riequilibrio delle politiche energetiche e delle strategie di sicurezza dell'intera Europa;

   9) a promuovere e sostenere iniziative da parte delle istituzioni dell'Unione europea nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran, finalizzate a porre fine alla repressione in corso e alle esecuzioni sommarie, a garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle iraniane e degli iraniani e a fare cessare forme di odiosa discriminazione e segregazione femminile.
(6-00009) «Richetti, Rosato, Gruppioni, Faraone, Sottanelli, Del Barba, Enrico Costa, Gadda, Benzoni, Bonetti, Bonifazi, Boschi, Carfagna, Castiglione, D'Alessio, De Monte, Giachetti, Grippo, Marattin, Pastorella, Ruffino».


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio europeo del 15 dicembre 2022 affronterà i temi della guerra della Russia all'Ucraina e delle politiche energetiche ed economiche, di difesa e sicurezza, di vicinato meridionale e di relazioni esterne dell'Unione europea;

    l'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia continua a rappresentare una minaccia per la vita e la libertà degli ucraini e per la sicurezza dei Paesi e dei cittadini dell'Unione europea ed è condotta, in modo sempre più evidente, con metodi e finalità terroristiche, esplicitamente denunciate dalla risoluzione approvata dal Parlamento europeo lo scorso 23 novembre; l'immagine delle città e dei paesi ucraini al freddo, al buio e senza acqua, a causa degli attacchi russi sulle principali infrastrutture del paese, è la fotografia più eloquente della natura criminale dell'aggressione contro la popolazione civile;

    qualunque ipotesi di negoziato sulla tregua o conclusione della guerra di aggressione, che non voglia configurarsi come una resa parziale o totale alle pretese del regime russo, implica il sostegno politico e militare dell'Unione europea e della Nato alla resistenza della popolazione e del Governo ucraini e la denuncia del carattere illegittimo e banditesco dell'occupazione e annessione da parte della Russia di parte del territorio dell'Ucraina, dal 2014 fino ad oggi;

    al momento l'Ucraina, grazie alla controffensiva militare degli ultimi mesi, ha recuperato oltre la metà dei territori occupati dalla Russia dopo il 24 febbraio 2022 e meno di un quinto del territorio ucraino oggi rimane sotto il dominio illegittimo di Mosca, mentre la Russia patisce il peso degli otto pacchetti di sanzioni approvati fino ad oggi, culminate nella fissazione di un tetto sui prezzi per il trasporto marittimo del petrolio russo verso i paesi terzi, entrato in vigore lo scorso 5 dicembre, che ha gravemente deteriorato la capacità di finanziamento da parte di Mosca dell'aggressione militare dell'Ucraina;

    dal punto di vista interno, la Russia sta inoltre patendo una significativa contrazione della crescita, una dinamica inflattiva particolarmente accentuata nei settori più esposti al sistema internazionale degli approvvigionamenti, un deflusso di capitali interni e un blocco degli investimenti stranieri; al contrario, l'assistenza finanziaria dell'Unione europea al Governo di Kiev prosegue malgrado i veti opposti in particolare dall'Ungheria, ed è stata deliberata pochi giorni fa in sede di Consiglio dell'Unione europea un nuovo pacchetto di crediti di circa 18 miliardi di euro per il 2023, sulla base di garanzie fornite direttamente dagli Stati membri;

    gli sviluppi della guerra all'Ucraina da parte della Russia rendono sempre più urgente la costruzione di un vero sistema di difesa europeo, complementare e integrato, ma non alternativo a quello della Nato e la definizione di un progetto di autonomia strategica dell'Unione europea, che prenda atto del mutamento degli scenari e dei pericoli provenienti dal fronte est dello scacchiere continentale;

    il quadro economico interno e internazionale risente in maniera pesante degli effetti dello scenario bellico e, nel caso dell'Italia, implica in primo luogo l'esigenza di proseguire rapidamente, secondo le scadenze concordate, nell'attuazione degli obiettivi del Pnrr e di cooperare con le istituzioni europee per rafforzare il quadro di solidarietà e coesione che, dall'inizio della pandemia a oggi, ha consentito di rispondere alle conseguenze economiche e sociali delle molteplici emergenze che i Paesi membri hanno dovuto affrontare;

    tra gli strumenti che la solidarietà europea mette a disposizione vi sono certamente le linee di credito del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) che l'Italia continua irrazionalmente a rifiutare, malgrado la drammatica emergenza del servizio sanitario nazionale e il sempre più grave deficit nell'offerta di prestazioni essenziali;

    a favorire le politiche di rilancio economico potrebbero concorrere anche le ipotesi di modifica del Patto di stabilità e crescita prospettate dalla Commissione, che, al di là della discussione sulle criticità tecniche dell'adozione di nuovi parametri, delinea uno scenario potenzialmente virtuoso, in cui all'aumento della flessibilità – sia sui tempi che sulle modalità di rientro dal debito – corrisponde un aumento del coordinamento delle politiche di bilancio tra istituzioni europee e governi nazionali, con un meccanismo analogo a quello che ha guidato l'impiego dei fondi del Next Generation Eu;

    sul tema su cui l'Europa nel suo complesso ha accumulato maggiori ritardi e divisioni, quella dell'impennata dei prezzi delle forniture energetiche, le istituzioni europee devono ora procedere con più rapidità ed efficienza, vincendo la resistenza dei Paesi che si oppongono a soluzioni comuni; occorre implementare velocemente il meccanismo di acquisto comune di gas per aumentare il potere contrattuale dei paesi dell'Unione e allo stesso tempo è necessario ripensare i meccanismi di disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità prodotta da gas naturale dal prezzo dell'elettricità prodotta da altre fonti in quanto attualmente sono state ipotizzate delle remunerazioni eccessive per chi produce da fonti rinnovabili; infine l'ipotesi di price cap sul gas che prevede un tetto molto elevato applicato solamente ai contratti finanziari derivati e non al gas fisico rischia di creare gravi sbilanciamenti nel mercato finanziario senza essere efficace nel ridurre il prezzo pagato dalle industrie e dalle famiglie;

    la diversificazione degli approvvigionamenti da Paesi terzi e la capacità di produzione nazionale costituiscono due facce della medesima strategia; a questo fine occorre rilevare che lo spostamento del baricentro delle politiche energetiche verso sud impone il rafforzamento delle relazioni politiche ed economiche con i Paesi del vicinato meridionale, che rappresentano peraltro dei partner fondamentali per la gestione ordinata dei flussi migratori, ma sono anche tra gli Stati più esposti alla crisi alimentare innescata dal conflitto bellico scatenato dalla Russia in Ucraina;

    su questo fronte, continuare a perseguire politiche demagogiche e antagonistiche contro alcuni Paesi europei, come ha fatto questo Esecutivo dall'inizio della sua attività, allontana la prospettiva di una gestione comune del dossier migratorio, che implica scelte politiche e normative – dalla redistribuzione dei richiedenti asilo alla riforma del Regolamento di Dublino – pesantemente avversate proprio dai governi e dalle forze politiche sovraniste, cioè dagli alleati politici e ideologici dei principali partiti dell'attuale Esecutivo italiano;

    a proiettare ombre fosche di minaccia e instabilità in un quadro internazionale pesantemente condizionato dalla guerra all'Ucraina è, da parecchie settimane, anche la violentissima repressione delle proteste popolari nella Repubblica islamica dell'Iran, con esecuzioni legali ed assassini extralegali dei partecipanti alle pacifiche manifestazioni contro la violazione dei diritti umani da parte del regime teocratico di Teheran,

impegna il Governo:

   1) a ribadire il sostegno a tutte le misure di assistenza politica, militare, economica e umanitaria nei confronti dell'Ucraina di fronte all'aggressione russa, come condizione indispensabile per salvaguardare un vero potere negoziale per il Governo di Kiev;

   2) a escludere tavoli o ipotesi di trattativa per il cessate il fuoco, che non siano preventivamente concordate con le legittime autorità di Kiev e che comportino il sacrificio della libertà politica e dell'integrità territoriale dell'Ucraina;

   3) a promuovere una ancora più stretta integrazione tra le istituzioni e i Paesi membri dell'Unione europea nelle strategie della Nato, sia a sostegno della resistenza ucraina, sia a rafforzamento delle politiche di difesa sul piano europeo, come avviene ad esempio con la partecipazione alla Very High Readiness Joint Task Force, su cui l'Italia ha stabilito di proseguire il proprio impegno con il decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, in fase di conversione;

   4) a richiedere passi avanti più rapidi e incisivi sul fronte del contenimento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas naturale, proseguendo sul piano del coordinamento degli acquisti congiunti e della stabilizzazione dei prezzi del gas, attraverso un meccanismo di tetto al prezzo di acquisto del gas naturale fisico, e non solamente sui derivati finanziari, e alla implementazione di un efficace disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità prodotta da gas naturale da quello dell'elettricità prodotta da altre fonti, fissando per queste ultime tetti di prezzo differenziati tra fonti, in modo che il tetto tenga conto dei reali costi industriali e non sia, come ora, eccessivamente elevato, per coprire i costi della fonte più cara;

   5) a operare per la modifica delle politiche e delle normative europee in materia di immigrazione e accoglienza dei richiedenti asilo, a partire dalla riforma del Regolamento di Dublino e dall'implementazione di piani di ricollocazione dei rifugiati funzionali a una gestione integrata del fenomeno, non a uno scambio interminabile di accuse tra i Paesi membri circa il costo della solidarietà;

   6) a favorire l'attenzione delle istituzioni europee verso le crisi politiche, economiche, alimentari e umanitarie che colpiscono i Paesi del vicinato meridionale dell'Unione europea e che costituiscono, non solo per le conseguenze migratorie, un pericolo per la stabilità europea, proprio perché questi Stati costituiscono dei partner fondamentali per il riequilibrio delle politiche energetiche e delle strategie di sicurezza dell'intera Europa;

   7) a promuovere e sostenere iniziative da parte delle istituzioni dell'Unione europea nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran, finalizzate a porre fine alla repressione in corso e alle esecuzioni sommarie, a garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle iraniane e degli iraniani e a fare cessare forme di odiosa discriminazione e segregazione femminile.
(6-00009) (Testo modificato nel corso della seduta) «Richetti, Rosato, Gruppioni, Faraone, Sottanelli, Del Barba, Enrico Costa, Gadda, Benzoni, Bonetti, Bonifazi, Boschi, Carfagna, Castiglione, D'Alessio, De Monte, Giachetti, Grippo, Marattin, Pastorella, Ruffino».


   La Camera,

   premesso che:

    nel prossimo Consiglio europeo del 15 dicembre 2022, i Capi di Stato e di Governo degli Stati membri affronteranno importanti questioni, in particolare: gli ultimi sviluppi relativi al conflitto in Ucraina, i progressi compiuti rispetto alle conclusioni del Consiglio europeo dell'ottobre 2022 in relazione ai temi energetici ed economici, per poi valutare l'attuazione della Bussola strategica in materia di sicurezza e difesa europea e concludere con le politiche di vicinato meridionale e le relazioni esterne;

   considerato che:

    l'aggressione della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina del 24 febbraio 2022, è ormai in atto da dieci mesi, in un contesto segnato da una perdurante escalation militare inasprita, peraltro, dallo spettro della minaccia nucleare;

    la drammatica situazione venutasi a produrre non è più sostenibile: decine di migliaia di vittime, civili e militari, distruzione di edifici pubblici e privati e infrastrutture vitali, la crisi umanitaria, nonché, per gli equilibri geopolitici, le evidenti ripercussioni sul tessuto economico-produttivo internazionale, sull'approvvigionamento energetico e sulle principali regole della convivenza internazionale;

    il supporto fornito in questi mesi dall'Unione europea all'Ucraina da un punto di vista economico e finanziario, nell'accoglienza dei profughi, nonché nel sostegno alla capacità ucraina di difesa, dovrà essere accompagnato, nell'immediato, da un rilancio e rafforzamento dell'azione diplomatica vista l'urgenza che il perdurare del conflitto impone, per giungere nel più breve tempo possibile a una soluzione del conflitto che ponga fine alla crisi in atto;

    nel corso del vertice, i leader dell'Unione europea si confronteranno anche sulle conseguenze sociali ed economiche del rincaro dei prezzi dell'energia;

    l'Europa sta attraversando una crisi energetica senza precedenti: nonostante i tentativi messi in atto per contenere l'aumento dei prezzi e garantire ai cittadini la sicurezza dell'approvvigionamento non è stato ancora raggiunto un accordo definitivo a livello europeo sulle misure emergenziali da adottare per affrontare la crisi, ridurre i costi energetici per le famiglie e le imprese, garantire l'approvvigionamento di gas;

    da ultimo, la Commissione europea, dopo mesi di trattative tra gli Stati membri, ha avanzato, a fine novembre, una prima proposta volta a introdurre un meccanismo di correzione di mercato del gas naturale, fissando a una soglia molto elevata il cosiddetto «price cap», con un tetto di 275 euro per il prezzo al megawattora sui derivati sul Ttf con consegna a un mese. Il meccanismo scatterebbe automaticamente al verificarsi di due condizioni: quando il prezzo di liquidazione del derivato eccede 275 euro per due settimane e i prezzi Ttf sono di 58 euro più alti rispetto al prezzo di riferimento del gnl per dieci giorni di negoziazione consecutivi in quelle due settimane;

    il prezzo di mercato del gas si attesta attualmente ben al di sotto del price cap fissato dalla Commissione e le due condizioni proposte appaiono di difficile applicazione, con la conseguenza del mancato scatto dello scudo a difesa delle imprese e dei cittadini;

    nel quadro della auspicata riforma del sistema di governance dell'Unione europea, lo scorso 9 novembre, la Commissione ha adottato la comunicazione COM(2022)583 final in cui ha definito gli orientamenti per una riforma del quadro di governance economica dell'Unione europea, comprensiva di una riforma delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, con l'intento espresso di «rafforzare la sostenibilità del debito e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva attraverso investimenti e riforme»;

    l'ipotesi di riforma, disegnata dalla proposta della Commissione europea, desta non poche perplessità in ordine, in primo luogo, al mantenimento dei parametri quantitativi del 3 per cento per il disavanzo – che resterebbe come è adesso e che sarebbe vincolante per tutti i Paesi – e all'obiettivo del 60 per cento per il rapporto debito su prodotto interno lordo, nonché all'assenza della previsione di una golden rule per escludere gli investimenti dalle norme fiscali dell'Unione europea;

    il Consiglio europeo farà il punto sulle attività svolte per attuare la Bussola strategica, anche rafforzando i partenariati e la resilienza dell'Unione, e fornirà orientamenti sui lavori futuri. I Capi di Stato e di Governo discuteranno inoltre di come aumentare ulteriormente la capacità di sicurezza e di difesa dell'Unione attraverso investimenti più collaborativa, concentrandosi sulle carenze strategiche;

    la Bussola strategica delinea una panoramica dei rischi sulla sicurezza europea, minacce che possono essere affrontate solo ed esclusivamente a livello unionale, con risposte congiunte degli Stati membri e un più ampio respiro dell'azione esterna dell'Unione, un quadro questo reso quanto mai contingente dal conflitto in Ucraina;

    l'approccio cooperativo nella difesa europea è una priorità non più procrastinabile, al fine di contrastare le iniziative unilaterali degli Stati membri nell'acquisizione delle capacità militari, superare l'atavica riluttanza a cedere sovranità in due settori che hanno da sempre caratterizzato gli stati moderni, la difesa e la politica estera e rafforzare il ruolo dell'Unione europea come attore internazionale che pone al centro del suo operato il rispetto e la difesa del diritto internazionale e dei diritti umani;

    il Consiglio europeo terrà una discussione strategica sul vicinato meridionale e sulle relazioni esterne;

    l'importanza delle politiche di vicinato meridionale dell'Unione europea, per lo sviluppo dell'area del Mediterraneo allargato e per una gestione organica della questione migratoria, sono state al centro dell'intervento del Presidente Sergio Mattarella, in apertura dell'VIII edizione della Conferenza Internazionale Med Dialogues;

    il Presidente ha evidenziato come il conflitto ucraino ha avuto impattanti effetti sugli approvvigionamenti alimentari dei Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo, rendendo urgente l'attenzione politica su questa area geografica, vista l'interdipendenza esistente con la sponda europea del Mar Mediterraneo;

    «Una visione unitaria dell'intera regione euro-mediterranea-africana evidenzia come, attraverso un rapporto stretto di collaborazione, questo ambito rappresenti oggi uno spazio di opportunità, in gran parte ancora da mettere in valore, e sia elemento fondamentale delle soluzioni – sono le parole del Presidente – La crescita dei Paesi posti sulle rive del Mediterraneo passa anche per una comune e lungimirante gestione dei flussi migratori che impoveriscono i Paesi di origine di energie utili allo sviluppo delle loro comunità»;

    «Si tratta di una questione decisiva e globale – come ben sa l'organizzazione internazionale delle migrazioni – legata a dinamiche demografiche e d'interconnessione mondiale che appare vano pensare che possa eclissarsi e che dobbiamo, invece, in una logica di comune interesse, impegnarci a gestire. Anche su questo terreno diplomazia, istituzioni nazionali ed internazionali, a cominciare dall'Unione europea, sono chiamate a un impegno comune fra loro e con quei Paesi più esposti a questo fenomeno e, penso alla difficile situazione che continua ad attraversare la Libia»;

    le parole del Presidente Mattarella devono essere di impulso per rilanciare una politica migratoria europea basata sui principi della solidarietà e della responsabilità, nella consapevolezza che l'attuale assetto europeo sulla gestione della migrazione e il sistema comune di asilo non sono più idonei a dare risposta a un fenomeno globale, lasciando alcuni Stati membri sovraesposti nel fronteggiare i flussi migratori, come l'Italia;

    lo scorso 6 dicembre si è tenuto a Tirana, il primo summit nella regione tra i leader dell'Unione europea e dei Balcani occidentali, vertice in cui è stata ribadita e riconfermata l'importanza del partenariato strategico tra l'Unione e la suddetta regione;

    in particolare, nella dichiarazione di Tirana, siglata a margine dell'incontro, è stato ribadito l'impegno dell'Unione europea a favore della prospettiva europea dei Balcani occidentali, nonché la fondamentale necessità di una cooperazione tra le due regioni per affrontare congiuntamente l'impatto della guerra della Russia contro l'Ucraina;

    già in occasione del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno 2022, in cui è stato concesso lo status di Paese candidato all'Ucraina e alla Moldova, i leader degli Stati membri dell'Unione europea avevano affermato l'importanza delle riforme da portare avanti nella regione dei Balcani occidentali – segnatamente in materia di Stato di diritto, e in particolare di quelle riguardanti l'indipendenza e il funzionamento del sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione – oltre ad aver ribadito di essere pronti a concedere alla Bosnia-Erzegovina lo status di Paese candidato all'adesione all'Unione europea,

impegna, quindi,
il Governo, in sede europea:

   1) in relazione al conflitto russo-ucraino:

    a) a pretendere dalle autorità russe, in sinergia con gli altri Paesi europei, l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, aumentando in parallelo gli sforzi diplomatici, insieme ai partner europei già attivi su questo fronte, intesi al raggiungimento di un istantaneo cessate il fuoco e alla conclusione pacifica del percorso negoziale, per il raggiungimento di una soluzione politica basata sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e dei principi del diritto internazionale;

    b) ad assicurare pieno sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni, intensificando, con urgenza, anche a seguito alla distruzione di infrastrutture critiche ucraine da parte della Russia e dell'arrivo dell'inverno, tutte le azioni necessarie per continuare a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di protezione civile all'Ucraina, incluse le necessarie misure di accoglienza per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili;

   2) in materia di energia ed economia:

    a) ad intraprendere le necessarie iniziative di competenza volte ad intensificare gli sforzi per l'adozione di uno strumento comune di sostegno energetico – l'Energy Recovery Fund – a disposizione dell'Unione europea e dei suoi Stati membri, finalizzato a raggiungere, in tempi brevi, l'obiettivo dell'indipendenza dall'approvvigionamento energetico russo, evitare i razionamenti, abbassare i prezzi dell'energia per le famiglie e le imprese, e accelerare la transizione verde, al fine di garantire una maggiore autonomia sul fronte energetico;

    b) a dare seguito alle iniziative di RePowerEU mirate a realizzare la diversificazione delle fonti energetiche in Europa e a contrastare l'incremento dei prezzi dell'energia, a tutela dei cittadini europei e di tutto il tessuto industriale, attraverso l'utilizzo dei fondi ancora disponibili nel Dispositivo di ripresa e resilienza, l'aumento significativo degli investimenti sulle rinnovabili, la tutela della coesione sociale nella transizione eco-sostenibile e le riforme del mercato energetico europeo, a partire dal disaccoppiamento del prezzo dell'energia tra rinnovabili e fonti fossili tradizionali;

    c) a portare avanti, in sede europea, tutte le necessarie trattative volte a ridurre ulteriormente il valore-soglia fissato per il price cap e le condizioni stringenti proposte dalla Commissione europea, al fine di rendere tale strumento realmente efficace, anche attraverso la previsione della dinamicità del tetto al prezzo, per contenere il caro-energia e l'inflazione;

    d) in merito alla recente comunicazione della Commissione europea sugli orientamenti per una riforma del quadro di governance economica dell'Unione europea, ad avviare un dibattito nelle istituzioni europee sulle implicazioni negative per l'Italia dovute al mantenimento delle attuali regole di bilancio, sostenendo altresì la necessità di ripensare tali parametri alla luce del rinnovato contesto economico e alle nuove sfide che l'Unione europea e i suoi Stati membri sono chiamati ad affrontare – e di perseguire politiche di bilancio sostenibili, prevedendo percorsi di rientro dal debito realistici che tengano conto delle specificità degli Stati membri e del loro quadro macroeconomico complessivo e superando, infine, l'utilizzo prevalente di indicatori non osservabili come il saldo strutturale, al fine di ancorare la sorveglianza macroeconomica a indicatori direttamente osservabili e misurabili;

    e) nell'ambito della discussione sulla riforma delle regole fiscali del Patto di stabilità e crescita, a intraprendere ogni iniziativa utile finalizzata a prevedere, tra gli altri, l'esclusione degli investimenti produttivi, inclusi quelli per il caro energia e in capitale umano, dal computo dei parametri utili al pareggio di bilancio e del rapporto deficit/prodotto interno lordo e la revisione del riferimento al saldo strutturale, al fine di sostenere crescita, lavoro e inclusione sociale, investendo nella politica industriale aperta alle nuove tecnologie, nella ricerca e nell'innovazione, nelle infrastrutture materiali e digitali, nella cultura, rilanciando l'economia e uscendo dalle spirali recessive;

   3) in materia di sicurezza e difesa europea:

    a) a sostenere un ruolo dell'Italia, in prima linea, in direzione del rafforzamento del pilastro europeo della difesa comune, che adeguatamente posto a supporto di una politica estera europea, possa garantire maggiore sicurezza all'Unione europea;

    b) ad adoperarsi, ripartendo dai principi di diritto che sono alla base dell'ordine internazionale, per la convocazione di una conferenza sulla sicurezza in Europa, al fine di ristabilire, in nome di un rinnovato spirito di Helsinki, un quadro di pace, sicurezza e cooperazione;

    c) a implementare – nel più breve tempo possibile – la Bussola strategica al fine di migliorare il coordinamento europeo in questo settore, ridurre la frammentazione esistente nel mercato della difesa, sfruttare al contrario le economie di scala e le acquisizioni di capacità militari congiunte, con un migliore utilizzo del Fondo Europeo per la Difesa e le sue future configurazioni, in cooperazione con la NATO;

   4) in materia di relazioni esterne e vicinato meridionale:

    a) a promuovere un rilancio e un rafforzamento delle politiche di vicinato meridionale al fine di raggiungere gli obiettivi europei in materia enunciati nella Comunicazione «Una nuova agenda per il Mediterraneo» del 9 febbraio 2021, anche allo scopo di contrastare la migrazione irregolare, tutelare i diritti dei migranti e dei rifugiati, sfruttare i benefìci dei canali migratori regolari e giungere entro la fine della legislatura europea a delineare un nuovo quadro strutturato e organico della politica migratoria europea e del sistema comune di asilo, che superi le criticità ormai non più eludibili;

    b) a sostenere il processo di adesione dei Balcani occidentali all'Unione europea e, in questo contesto, contribuire alla stabilità sociale e politica in Bosnia-Erzegovina attraverso tutti gli strumenti politici, economici e diplomatici dell'Unione europea.
(6-00010) «Francesco Silvestri, Conte, Baldino, Bruno, Scerra, Scutellà».


   La Camera,

    considerando che:

    il Consiglio europeo del 15 dicembre 2022 avrà al centro della discussione le evoluzioni del conflitto in Ucraina e il ruolo dell'Unione europea in questo scenario;

    saranno oggetto di confronto e decisione anche le politiche energetiche ed economiche dell'Unione, la sua strategia di sicurezza e difesa, le politiche di vicinato meridionale e le relazioni esterne;

   premesso che:

    ribadisce la propria ferma condanna dell'aggressione russa in Ucraina che si pone in palese violazione del diritto internazionale e ha aperto uno scenario angosciante di insicurezza globale;

    constata che, al netto di altalenanti evoluzioni del conflitto, si prefigura una condizione di guerra di posizione e di logoramento destinata a protrarsi sul lungo periodo prolungando e aumentando così il carico di morte, distruzione e sofferenza. Rileva, e osserva che in tale contesto non è immaginabile nessuna soluzione militare al conflitto;

    prende atto del fatto che la fornitura di equipaggiamento militare all'Ucraina era stata considerata come uno strumento volto a consentire la determinazione di migliori condizioni negoziali. Guarda però con estrema preoccupazione all'assenza di qualsiasi percorso negoziale o persino l'individuazione di condizioni concrete e realistiche in cui tale negoziato possa aver luogo;

    considera urgente lavorare per un cambio di prospettiva dell'Unione finalizzato a rendere prioritaria la via negoziale per la ricerca della pace e la fine del conflitto. Ritiene che in questo quadro l'Unione debba assumere l'onere di una grande iniziativa diplomatica convocando una conferenza multilaterale per la pace e la sicurezza;

    ricorda che l'articolo 21 del Trattato sull'Unione europea definisce il compito di promuovere «soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell'ambito delle Nazioni Unite», indicando anche l'obiettivo di «preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, nonché ai principi dell'Atto finale di Helsinki»;

    ritiene che il necessario impegno europeo per un percorso di pace debba essere incardinato all'interno della rilegittimazione dei luoghi multilaterali dove poter ricercare soluzioni più avanzate e condivise che garantiscano un'effettiva sicurezza globale; considera infatti che proprio il venir meno di un approccio multilaterale alle relazioni internazionali e la costruzione di una nuova polarizzazione del mondo rappresentino un forte elemento di instabilità e insicurezza;

    ricorda che la difesa della pace, della democrazia e dei diritti umani nel mondo sono elementi costitutivi dell'Unione europea e che su questi deve basarsi la sua azione esterna e la sua autonomia strategica. Constata con allarme che l'assenza di una forte iniziativa europea per la pace ha dato spazio e respiro all'azione di altri attori negoziali, come la Turchia, che seguono spesso traiettorie esplicitamente in contraddizione con la difesa della democrazia e dei diritti umani; ritiene quindi urgente sollecitare anche in sede europea un cambio di prospettiva e un serio impegno diplomatico per la pace;

    considera che l'Unione europea debba costruire e rafforzare la propria autonomia strategica e che questa sia determinata innanzitutto dalla capacità di una propria e autonoma iniziativa politica nelle relazioni internazionali, ma anche dalla costruzione di un sistema di difesa europeo. Sottolinea a tal proposito che la decisione di aumentare la spesa militare al 2 per cento del Pil nel quadro di un impegno NATO, oltre ad alimentare una ulteriore e pericolosa corsa agli armamenti, muove in una direzione opposta all'autonomia strategica dell'Unione e a un sistema di difesa comune che, al contrario, dovrebbe comportare una razionalizzazione e riduzione della spesa militare complessiva;

    ricorda che la legge 9 luglio 1990, n. 185 prevede che l'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiali di armamento sono vietati verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, deplora che questa normativa e questo principio risultino troppo spesso clamorosamente disattesi, come nei casi del Qatar o dell'Egitto, verso ciascuno dei quali, negli ultimi due anni, abbiamo superato il miliardo di esportazione di armi;

    evidenzia la necessità e l'urgenza di una forte iniziativa dell'Unione europea per una politica globale di disarmo, in particolare per quanto concerne le armi nucleari, rivitalizzando e dando migliore implementazione al Trattato di non proliferazione nelle armi nucleari (NPT), invitando ad una più ampia sottoscrizione e ratifica del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) e lavorando ad un piano specifico di disarmo dell'Europa orientale basato sul principio di reciprocità;

    ritiene strategico un investimento politico ed economico dell'Unione sul vicinato meridionale, con l'obbiettivo di rafforzare le politiche di cooperazione e sviluppo tra i paesi del Mediterraneo utilizzando in pieno lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI – Global Europe). Considera tuttavia drammaticamente deteriorati i diritti umani in molti paesi dell'area, ricorda che il rispetto di questi è un riferimento inderogabile per l'azione esterna dell'Unione e sollecita alla costruzione di un maggiore rapporto con le organizzazioni della società civile. Considera profondamente deleterio che in questi anni molti partenariati tra l'Unione e i paesi terzi siano stati spesso utilizzati a fini di esternalizzazione della gestione delle frontiere e di controllo delle migrazioni e deplora che l'attenzione particolare riservata all'arresto dei flussi migratori abbia portato a effetti distorsivi sulle politiche di sviluppo e persino a palesi e gravissime violazioni dei diritti umani, come nel caso della Libia;

    considera che l'attuale sistema di governance economica europea, anche nel quadro delle sospensioni decise nel contesto della pandemia, risulta inadeguato a fornire le risposte necessarie agli effetti economici e sociali della guerra. Ritiene urgente quindi lavorare per una profonda riforma della governance economica che superi anche l'impianto attuale del Patto di stabilità e crescita, in modo da poter sostenere le necessarie politiche sociali, favorire politiche espansive e anticicliche e investimenti strategici. Osserva inoltre che le conseguenze della guerra e le stesse sanzioni già definite impatteranno in maniera asimmetrica sui paesi europei e all'interno di questi e che per questo occorre definire di strumenti volti a riequilibrarne la distribuzione finanziati dal bilancio dell'Unione europea anche attraverso risorse proprie innovative sul modello di Next Generation EU;

    ritiene indispensabile che la riduzione della dipendenza energetica dalla Russia e la necessaria diversificazione delle fonti energetiche sia sviluppata nel quadro di una strategia complessiva che rifletta le ambizioni degli impegni assunti per il contrasto al cambiamento climatico e che metta al centro il significativo aumento di investimenti sulle energie rinnovabili, in linea con il piano REPowerEU siglato il 18 maggio 2022 dalla Commissione Europa, che fissa l'obiettivo del 45 per cento di produzione di energia da fonti rinnovabili al 2030. Ritiene urgente intervenire sull'impatto dell'aumento dei costi energetici in particolare per i soggetti più vulnerabili, anche attraverso una complessiva riforma del mercato energetico europeo che introduca tra le altre cose un tetto al prezzo del gas;

    valuta del tutto insufficiente il meccanismo di determinazione del contributo di solidarietà temporaneo sugli extra-profitti delle società energetiche da parte del Consiglio dell'Unione europea con il Regolamento 2022/1854 del 6 ottobre 2022, che ha fissato una aliquota di tassazione del 33 per cento sugli utili accumulati, considerando che secondo un recente studio le sei principali oil major europee – Eni (Italia), Bp (Regno Unito), Equinor (Norvegia), Repsol (Spagna), Shell (Olanda e Regno Unito) e Total Energies (Francia) – ai primi nove mesi di quest'anno avrebbero ottenuto 77 miliardi di euro di extra-profitti rispetto al 2019, un immenso flusso di denaro finito per il 60 per cento agli investitori attraverso dividendi e il riacquisto delle azioni;

    esprime allarme sulle tragiche conseguenze che la guerra in Ucraina determinerà sul sistema alimentare globale e che si innestano in un contesto già fortemente indebolito dall'aumento costante dagli effetti della pandemia COVID-19. Oggi, per effetto diretto della guerra si sta determinando un ulteriore aumento dei prezzi delle materie prime e riducendo la disponibilità di prodotti alimentari in tutto il mondo. L'elevato costo degli alimenti di base ha già fatto aumentare di 440 milioni, fino a 1,6 miliardi, il numero di persone che non possono essere sicure di mangiare a sufficienza, mentre quasi 250 milioni sono sull'orlo della carestia e un protrarsi ulteriore della guerra andrebbe ad aggravare notevolmente questo bilancio. Considera urgenti quindi interventi volti a sbloccare gli stock di grano presenti in Ucraina, a partire da quelli nel porto di Odessa. Ma ritiene altrettanto indispensabile rafforzare il sistema di aiuti umanitari emergenziali per le popolazioni vulnerabili e soprattutto lavorare sulla catena globale dell'approvvigionamento alimentare, anche attraverso la promozione di un contesto commerciale più equo per i prodotti agricoli e il potenziamento delle capacità di produzione sostenibile, considerando che attualmente oltre il 60 per cento dei terreni seminativi in Europa è dedicato all'alimentazione degli animali, la maggior parte dei quali costretti in allevamenti intensivi, mentre il 53 per cento dei cereali utilizzati è destinato all'alimentazione animale, mentre solo il 19 per cento al consumo umano. Molta della terra oggi dedicata alla produzione di mangimi, di cui alcuni Stati membri stanno ulteriormente favorendo la crescita, potrebbe essere usata per produrre cibo per le persone, anche a beneficio dei Paesi più vulnerabili all'insicurezza alimentare,

impegna il Governo:

   1) a lavorare nell'ambito del Consiglio europeo per una forte iniziativa diplomatica dell'Unione per la richiesta di un cessate il fuoco e l'avvio di un processo di pace in un contesto multilaterale e ad investire quindi su un nuovo protagonismo dell'Unione europea per la pace, nel quadro di una sua effettiva autonomia strategica;

   2) a sostenere l'impegno europeo volto a garantire supporto e aiuto umanitario alla popolazione colpita dal conflitto;

   3) a sospendere la fornitura nazionale di equipaggiamento militare e porre in Consiglio la necessità di interrompere anche il ricorso all'European Peace Facility a questo fine;

   4) a sostenere in Consiglio europeo una riforma della governance economica e del Patto di Stabilità e Crescita che sia più ambiziosa di quella proposta dalla Commissione europea e a definire strumenti fiscali europei volti a compensare gli squilibri economici e sociali causati dalla guerra e dall'impatto asimmetrico delle sanzioni;

   5) a respingere la prospettiva che la risposta emergenziale alla crisi energetica possa tradursi in un anacronistico e pericoloso rilancio dei combustibili fossili e ad anticipare la definizione di un tetto europeo al prezzo del gas con un'analoga misura a livello nazionale;

   6) a farsi promotore nell'ambito del Consiglio europeo di una revisione del Regolamento 2022/1854 del 6 ottobre 2022 per l'innalzamento dell'attuale aliquota di tassazione del 33 per cento sugli extra-profitti delle società energetiche.
(6-00011) «Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».


COMUNICAZIONI DEL MINISTRO DELLA DIFESA AI SENSI DELL'ARTICOLO 1 DEL DECRETO-LEGGE N. 185 DEL 2022

Risoluzioni

   La Camera,

   premesso che:

    l'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione russa rappresenta una violazione di princìpi e norme che regolano la vita della comunità internazionale e, in particolare, il rispetto dell'indipendenza, sovranità e integrità territoriale di ogni Stato;

    la Federazione russa si è resa colpevole di una gravissima violazione del diritto internazionale, aggredendo l'Ucraina, anche attraverso atrocità e azioni ostili nei confronti di obiettivi civili;

    in linea con la Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale, l'Ucraina ha esercitato il suo legittimo diritto di difendersi dall'aggressione russa per riconquistare il pieno controllo del proprio territorio e liberare i territori occupati entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale;

    il Governo italiano ha condannato immediatamente e con assoluta fermezza l'aggressione russa all'Ucraina, inaccettabile e ingiustificata, e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno espresso analoga condanna; il Governo ha fornito sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, lavorando al fianco degli alleati europei e della Nato per rispondere immediatamente, con unità e determinazione, alla crisi militare ed umanitaria che ne è nata;

    a margine del vertice del G20 di Bali del 15 e 16 novembre scorso, è stato ribadito, con una dichiarazione comune dei leader del G7, il rifiuto di riconoscere l'annessione illegale di territori ucraini in violazione dell'ordine e della legalità internazionali, e il diritto alla difesa dell'Ucraina in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale;

    la guerra voluta dalla Russia, infatti, ha provocato e continua a provocare ingenti perdite umane, sofferenze, distruzioni, nonché consistenti flussi di profughi e una grave emergenza umanitaria;

    in questi mesi la comunità internazionale ha assistito a continue azioni in spregio del diritto internazionale umanitario compiute dalla Federazione russa, basti pensare al massacro di Bucha o alle fosse comuni contenenti oltre 440 corpi a Izyum, alle numerose testimonianze di stupri e ad altri gravi violazioni dei diritti umani, che sembrano configurare veri e propri crimini di guerra commessi dalle forze russe e su cui la Corte penale internazionale si è prontamente attivata per accertarne la portata e la stessa Unione europea ha invitato i suoi Stati membri a collaborare con gli organismi internazionali per raccogliere prove e sostenere le indagini della Corte penale internazionale sui crimini di guerra commessi nel territorio dell'Ucraina dal 24 febbraio 2014 in poi;

    la popolazione ucraina vive in condizioni disperate e sempre più stremata dai perdurare dell'aggressione russa; come dichiarato dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, lo scorso 9 dicembre 17,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria; 9,3 milioni sono bisognose di aiuti alimentari e mezzi di sostentamento, mentre circa 7,4 milioni sono i rifugiati e 6,5 milioni gli sfollati interni;

    i massicci bombardamenti russi hanno danneggiato il sistema di approvvigionamento termico, le reti elettriche sono state gravemente colpite e larghe fette della popolazione si trovano a vivere a temperature sotto lo zero senza riscaldamento e senza elettricità. Grande preoccupazione destano, inoltre, i bombardamenti nella zona attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Al riguardo, lo scorso 2 dicembre il direttore generale dall'Aiea, Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Mariano Grossi, ha parlato di «pericolo imminente»;

    il regime russo è rimasto sordo ai ripetuti appelli per porre fine alla guerra di aggressione mossi dalla comunità internazionale, tra cui, con forza, Papa Francesco e ha più volte minacciato il ricorso ad armi di distruzione di massa;

   rilevato che:

    l'Unione europea si è profusa dall'inizio del conflitto per garantire in un quadro multilaterale, sostegno e solidarietà alla popolazione e alle istituzioni ucraine, grazie ad una continua e costante azione diplomatica per il raggiungimento di un cessate il fuoco e all'utilizzo del nuovo strumento dell'European peace facility. Il nuovo strumento dal valore di 5 miliardi di euro è stato adottato per il periodo 2021-2027 ed è volto al rafforzamento della capacità dell'Unione europea di prevenire i conflitti, garantire il mantenimento della pace e l'aumento della stabilità e della sicurezza internazionali;

    l'Unione europea, inoltre, si è da subito adoperata fornendo aiuti economici all'Ucraina per un totale di 4,2 miliardi di euro, cui dovrebbero aggiungersi ulteriori 2,5 miliardi entro la fine dell'anno. Per quanto riguarda l'Italia, invece, nell'ambito di un quadro di sostegno bilaterale, vale la pena ricordare l'accordo sottoscritto durante il Governo Draghi tra il Ministro dell'economia, Daniele Franco, e il Ministro ucraino delle Finanze, Serhiy Marchenko, con il quale è stato previsto uno stanziamento di 200 milioni di euro, destinato al pagamento dei salari del personale delle scuole ucraine. Una forma di finanziamento parallela al programma della Banca mondiale denominato Public expenditure for administrative capacity endurance in Ukraine, che ha come obiettivo garantire la continuità amministrativa e dei servizi essenziali dello Stato ucraino,

   considerando che,

    il Parlamento italiano si è adoperato sin dallo scoppio della guerra, anche nel quadro della cooperazione europea ed internazionale, per assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni, attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, anche militare, votando a larghissima maggioranza, le risoluzioni 6-00207 del 1° marzo 2022 e 6-00224 del 22 giugno 2022 e approvando il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nella quale, grazie all'iniziativa del Partito Democratico, è stata introdotta la previsione che obbliga i Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale a riferire alle Camere, con cadenza trimestrale, sull'evoluzione della situazione in atto;

    richiamato quanto già evidenziato nella mozione Serracchiani ed altri n. 1-00025 del 30 novembre scorso,

   evidenziato che:

    le cessioni di mezzi, materiali e armamenti avvengono a titolo non oneroso per il governo ucraino ma, al pari di quelle realizzate dagli altri Stati membri, sono parzialmente rimborsate dall'Unione europea attraverso i fondi del citato Strumento europeo per la pace (European Peace Facility);

    la Commissione europea in questi giorni ha annunciato l'adozione di un nono pacchetto di sanzioni, che colpiranno ulteriori membri delle forze armate russe, funzionari ufficiali e aziende operanti nel settore della difesa ma anche membri della Duma, dei ministeri, dei partiti politici e governatori;

    tenuto conto della conferenza internazionale sull'Ucraina di Parigi, promossa da Francia e Stati Uniti, per supportare il confronto tra gli Stati partecipanti sul futuro dell'Ucraina e del conflitto in corso e chiedere alle istituzioni finanziarie internazionali di «aumentare» il loro aiuto,

impegna il Governo:

   1) a sostenere il ruolo dell'Italia nel percorso diplomatico avviato da Francia e Stati Uniti, in una più coesa collaborazione con i due Paesi promotori e con gli altri partner europei e gli alleati Nato, anche con l'auspicio di poter ospitare una futura conferenza di pace a Roma e anche attraverso iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi in occasione dell'ultimo incontro G20;

   2) a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, anche al fine di assicurare quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite – che sancisce il diritto all'autodifesa individuale e collettiva – confermando tutti gli impegni assunti dall'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, rispetto alla grave, inammissibile ed ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina;

   3) ad adoperarsi in ogni sede internazionale per l'immediato cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze militari russe che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina;

   4) a continuare a operare coinvolgendo le Camere sugli sviluppi della guerra in Ucraina, secondo le modalità di cui al comma 3, dell'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14;

   5) a proseguire l'azione fattiva e costante già svolta dall'Italia per il sostegno della popolazione ucraina in patria, nonché a implementare le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e alle esigenze dei soggetti più fragili, tra cui anziani e disabili, anche in ragione del previsto aumento di arrivi dovuti al danneggiamento sistematico delle fonti energetiche in Ucraina da parte russa, che ostacola la capacità del Paese di affrontare l'inverno;

   6) a sostenere, in modo fattivo e tempestivo, l'appello delle autorità ucraine per l'acquisto e l'invio di generatori di energia elettrica, anche coinvolgendo, a tal fine, enti locali e associazionismo;

   7) ad adoperarsi in sede europea e internazionale per promuovere azioni di solidarietà nei confronti dei cittadini russi perseguitati, arrestati o costretti a fuggire dal Paese, per aver protestato contro il regime e contro la guerra;

   8) ad adottare iniziative per definire ogni soluzione necessaria a livello bilaterale e multilaterale, a partire dall'Onu. dall'Unione europea e dal G7, per assicurare la sicurezza alimentare a livello globale attraverso corridoi sicuri, e a garantire la prosecuzione e il rispetto degli accordi già raggiunti.
(6-00012) «Serracchiani, Graziano, Amendola, Ascani, Carè, De Maria, Fassino, Guerini, Porta, Quartapelle Procopio».


   La Camera,

    udite le comunicazioni del Ministro della difesa ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185;

   premesso che:

    il decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, recante «Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina», in corso di esame al Senato, dispone all'articolo 1 la proroga fino al 31 dicembre 2023 per l'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina, già prevista, fino al 31 dicembre 2022, dall'articolo 2-bis del decreto 25 febbraio 2022, n. 14, convertito con modificazioni dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, previo atto di indirizzo delle Camere;

    l'articolo 2-bis. del decreto-legge n. 14 del 2022 ha autorizzato, previo atto di indirizzo delle Camere, la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, in deroga alla legge 9 luglio 1990, n. 185, e agli articoli 310 e 311 del Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010 e alle connesse disposizioni attuative, che disciplinano la cessione di materiali di armamento e di materiali non di armamento;

    in attuazione del citato articolo 2-bis, ad oggi, sono stati emanati cinque decreti interministeriali contenenti allegati con il dettaglio delle forniture. Gli allegati in questione sono considerati «documenti classificati» e sono stati illustrati dal Governo in seno al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir);

    il Governo italiano ha annunciato l'emanazione di un sesto decreto interministeriale per la cessione di mezzi militari, con particolare riferimento ai sistemi di artiglieria per la difesa aerea;

    la proroga prevista dall'articolo 1 del decreto-legge 185 del 2022, dunque, rappresenta la base giuridica necessaria all'ulteriore autorizzazione di cessioni di armamenti alle autorità ucraine;

    preme sottolineare che la succitata legge n. 185 del 1990 prevede alcune fattispecie di divieto relative all'esportazione e all'importazione di materiali di armamento, nonché i requisiti imprescindibili per operare nel settore disciplinandone nel dettaglio le modalità e le fasi autorizzative;

    in particolare, essa vieta l'autorizzazione ad effettuare le movimentazioni di prodotti per la difesa quando queste contrastino con il principio della Costituzione italiana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali di cui all'articolo 11;

    tuttavia, per garantire il diritto alla legittima difesa dell'Ucraina ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, è stata prevista una deroga a tale fondamentale disposizione di garanzia;

   considerato che:

    la perdurante crisi in atto provocata dalla ingiustificata e imponente aggressione militare della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina dello scorso 24 febbraio, rappresenta una concreta minaccia per la sicurezza e la stabilità globale;

    in questi mesi sia il Governo che il Parlamento si sono adoperati per consentire all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa, per gli aiuti umanitari e finanziari, come attestato dai provvedimenti adottati;

    nella fase iniziale del conflitto, considerata l'asimmetria delle forze schierate in campo, era necessario sostenere militarmente il popolo ucraino per garantirgli il diritto alla legittima difesa, come sancito dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;

    dopo quasi dieci mesi dall'inizio del conflitto, l'escalation militare sembra non arrestarsi e, allo stesso tempo, la risoluzione diplomatica appare ancora molto distante;

    tra gli autorevoli appelli ad intraprendere un percorso di pace, quello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 23 ottobre scorso intervenendo all'incontro Internazionale «Il grido della pace. Religioni e culture in dialogo», ha ribadito l'importanza e la necessità di «realizzare con perseveranza percorsi di pace, attraverso un impegno collettivo della comunità internazionale che valorizzi il dialogo, i negoziati, il ricorso alla diplomazia in luogo delle armi.», in quanto «la pace è un processo, non un momento della storia; ha bisogno di coraggio, di determinazione, di volontà politica e di impegno dei singoli.»;

    lo scorso 8 dicembre Papa Francesco, in occasione della tradizionale preghiera ai piedi della Colonna Mariana, ha invocato pace e salvezza per il popolo ucraino affinché «sull'odio vinca l'amore, sulla menzogna vinca la verità, sull'offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace»;

   considerato, altresì, che:

    secondo una stima dell'Osservatorio sulle spese militari italiane (MIL€X), ad oggi, in nostro Paese ha sostenuto costi per oltre 450 milioni di euro per l'invio di armi all'Ucraina, tenuto conto anche della modalità internazionale di copertura decisa a livello europeo facendo ricorso allo strumento europeo per la pace (European Peace Facility), istituito il 22 marzo 2021 con una decisione del Consiglio europeo;

    in base al meccanismo di funzionamento dell'European Peace Facility, ogni Stato membro può richiedere il rimborso dei costi sostenuti relativi ai materiali d'armamento ceduti alle autorità governative ucraine;

    l'articolo 29-bis, del decreto-legge n. 21 del 2022, ha novellato l'articolo 2-bis del citato decreto-legge n. 14 del 2022 al fine di specificare che le somme in entrata derivanti dai decreti ministeriali che definiscono l'elenco dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti militari oggetto di cessione all'Ucraina, devono essere riassegnate integralmente sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa;

    la disposizione non chiarisce nel dettaglio la natura delle somme alle quali si fa riferimento, nonostante un parere espresso in tal senso dal Comitato della legislazione nella seduta del 16 maggio 2022 e dell'accoglimento di un ordine del giorno, nella seduta del 18 maggio 2022, relativo alla medesima questione;

    in particolare, non è chiaro se si faccia riferimento a rimborsi ricevuti dall'Italia per la fornitura all'Ucraina di attrezzature militari realizzata attraverso lo strumento finanziario dell'European Peace Facility dell'Unione europea;

    alla luce di quanto suesposto,

impegna il Governo:

   1) a non procedere all'emanazione del sesto decreto interministeriale, citato in premessa, al fine di interrompere immediatamente la fornitura di materiali d'armamento alle autorità governative ucraine, ferme restando le misure destinate agli aiuti umanitari;

   2) a voler comunicare preventivamente al Parlamento l'indirizzo politico da assumere in occasione di consessi internazionali con riferimento all'evoluzione del conflitto Russia-Ucraina;

   3) a voler interpretare l'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, nel senso che il Governo comunica preventivamente alle Aule parlamentari in merito a ciascuna autorizzazione relativa all'invio di armi, al fine di garantire un ampio coinvolgimento delle Camere in merito;

   4) a relazionare, nelle opportune sedi, i dettagli in merito alle spese sostenute per le cessioni di forniture militari, nonché illustrare alle Camere la specifica della natura delle somme in entrata derivanti dai decreti interministeriali che definiscono l'elenco dei mezzi, dei materiali e degli equipaggiamenti militari oggetto di cessione all'Ucraina, riassegnate integralmente sui pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa;

   5) a promuovere incisive azioni diplomatiche volte all'immediato cessate il fuoco e all'avvio di negoziati per il raggiungimento di una soluzione politica, giusta, equilibrata, duratura, adoperandosi da subito per una conferenza di pace, da tenersi sotto l'egida delle Nazioni Unite;

   6) ad adottare le opportune iniziative, anche di carattere normativo, volte a una graduale diminuzione delle spese per i sistemi di armamento, che insistono sul bilancio dello Stato, considerata la grave crisi economica e sociale in atto, conseguenza diretta della recente crisi energetica, al fine di non distrarre le risorse finanziarie necessarie a sostenere il tessuto sociale ed economico del Paese e a garantirne la ripresa.
(6-00013) «Pellegrini, Conte, Baldino, Gubitosa, Lomuti, Onori».


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, prevede la proroga fino al 31 dicembre 2023, dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina di cui all'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nei termini e con le modalità ivi stabilite, previo atto di indirizzo delle Camere;

    il predetto articolo 2-bis ha autorizzato, previo atto di indirizzo delle Camere, la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative ucraine fino al 31 dicembre 2022, demandando a uno o più decreti del Ministro della difesa, adottati di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e con il Ministro dell'economia e delle finanze, la definizione dell'elenco degli assetti oggetto di cessione, nonché le modalità di realizzazione della stessa;

    il Ministro della difesa e il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale riferiscono, con cadenza almeno trimestrale, alle Camere sull'evoluzione della situazione in atto;

    in attuazione del predetto articolo sono stati approvati quattro diversi decreti del Ministro della difesa e, segnatamente, il decreto ministeriale 22 aprile 2022, il decreto ministeriale 10 maggio 2022, il decreto ministeriale del 26 luglio 2022 e il decreto ministeriale 7 ottobre 2022;

    in relazione a ciascuno dei predetti decreti il Ministro della difesa è stato audito preventivamente dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, rispettivamente nelle sedute del 2 marzo, 28 aprile, 16 maggio, 27 luglio e 4 ottobre 2022;

    tali provvedimenti si sono resi necessari per la preoccupante e rapida degenerazione del conflitto, in cui si assiste a una forte intensificazione dei bombardamenti e attacchi missilistici a danno dei centri cittadini, con il conseguente incremento del numero di vittime e di feriti tra la popolazione;

    le cessioni di mezzi, materiali e armamenti disposte dai suddetti decreti avvengono a titolo totalmente gratuito per l'Ucraina e sono parzialmente rimborsate dall'Unione europea attraverso i fondi dello European Peace Facility, autorizzati allo scopo dalle decisioni 2022/338 e 2022/339 del Consiglio del 28 febbraio 2022;

    con tali decisioni l'Unione europea ha risposto alla richiesta di assistenza del Governo ucraino, esse sono condizionate al rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, fermo l'obiettivo di sostenere e «difendere l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina» e «proteggere la popolazione dall'aggressione militare in corso»;

    il 1° marzo 2022 i due rami del Parlamento, a conclusione delle comunicazioni sugli sviluppi della guerra della Russia all'Ucraina rese dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, hanno approvato risoluzioni firmate da tutti i gruppi parlamentari (al Senato 6-00208, alla Camera 6-00207), che impegnavano, tra l'altro, il Governo ad attivare «con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie per assicurare assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché – tenendo costantemente informato il Parlamento e in modo coordinato con gli altri Paesi europei e alleati – la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione»;

    tale orientamento è stato confermato in occasione delle comunicazioni del Presidente dei Consiglio in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2022 con le risoluzioni 6-00226 e 6-00224 del 21 e il 22 giugno, che impegnavano il Governo, tra l'altro, «ad esigere, insieme ai partner europei, dalle Autorità russe l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino» e «a garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, legittimati dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite che sancisce il diritto all'autodifesa individuale e collettiva»;

    in questa legislatura, lo scorso 30 novembre, la Camera dei deputati ha esaminato le mozioni concernenti le iniziative dell'Italia in relazione al conflitto tra Russia e Ucraina, in particolare impegnando il Governo a prorogare al 31 dicembre 2023 il programma di sostegno militare in favore dell'Ucraina, anche alla luce della nuova offensiva russa, con le medesime modalità di cui al citato articolo 2-bis;

    sempre in occasione della seduta del 30 novembre, la Camera ha approvato anche la mozione 1-00022 del Gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe, con cui si impegnava il Governo a «stimolare e sostenere tutte le iniziative diplomatiche» volte a garantire l'immediata cessazione delle ostilità e secondo accordi che incontrino comunque il pieno consenso del Governo ucraino;

    negli ultimi mesi gli attacchi russi sull'Ucraina si sono concentrati su infrastrutture e obiettivi civili, con metodi e finalità che il Parlamento europeo ha definito esplicitamente terroristiche nella risoluzione approvata lo scorso 23 novembre, portando l'Unione europea e gli Stati Uniti a intensificare i pacchetti di sanzioni già approvati nei confronti della Russia;

    fin dall'inizio delle ostilità la popolazione civile ucraina si è rivelata la principale vittima del conflitto: l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha denunciato che dall'inizio dell'invasione 7,8 milioni di ucraini – in massima parte donne e bambini – sono stati registrati come rifugiati in Europa, mentre altri 6,5 milioni sono sfollati all'interno dei confini nazionali; sarebbero inoltre migliaia i bambini trasferiti forzatamente in Russia dai territori occupati dell'Ucraina e, in molti casi, resi adottabili;

    dall'inizio dell'invasione, sono innumerevoli le segnalazioni e testimonianze di crimini di guerra, così come i ritrovamenti di fosse comuni, su cui la comunità internazionale sta ancora cercando di fare luce;

    a quasi dieci mesi dall'inizio dell'aggressione russa, le forze armate ucraine sono riuscite a liberare più della metà del territorio illegittimamente occupato dalle truppe russe, anche grazie ai mezzi e agli equipaggiamenti militari e al sostegno prontamente assicurato dai Paesi europei, scongiurando l'ipotesi – temuta già dall'inizio del conflitto – di una eventuale capitolazione dell'Ucraina;

    per aprire la strada a un vero «cessate il fuoco», che eviterebbe di aggiungere ulteriori vittime alle decine di migliaia mietute fino ad oggi in ragione dell'aggressione russa, è essenziale che le condizioni del negoziato tra le parti siano paritarie e rispettose del principio della piena libertà politica e integrità territoriale dell'Ucraina;

    il sostegno politico e militare all'Ucraina deve essere funzionale all'obiettivo di determinare condizioni negoziali propizie all'avvio di una trattativa diplomatica, con l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari russe;

    le trattative di pace devono necessariamente vedere l'Unione europea quale protagonista,

impegna il Governo:

   1) a proseguire nel programma di sostegno in tutte le forme all'Ucraina perché questa possa continuare a contrastare, fino a che sarà in corso, l'aggressione russa e determinare le condizioni per l'avvio di un negoziato effettivamente paritario;

   2) a promuovere e sostenere ogni iniziativa diplomatica che possa portare in tempi rapidi al cessate il fuoco, senza pregiudicare il diritto alla libertà, alla sicurezza e alla sovranità politica e territoriale dell'Ucraina, e ad operare perché su questo tema si giunga con chiarezza a una posizione comune di istituzioni europee e Stati membri;

   3) a garantire il pieno coinvolgimento del Parlamento fino al termine delle operazioni di sostegno militare;

   4) a garantire, in modo particolare e con assoluta urgenza, equipaggiamenti e mezzi militari in grado di garantire la protezione della popolazione civile e delle infrastrutture ucraine;

   5) a concentrare il programma di assistenza umanitaria in Ucraina sulle forniture essenziali per ridurre le gravose sofferenze cui è costretta la popolazione civile, in un Paese in cui le temperature sono adesso molto rigide e oltre il 30 per cento delle infrastrutture energetiche è stato distrutto dai bombardamenti russi.
(6-00014) «Richetti, Faraone, Sottanelli, Rosato, Gruppioni, Del Barba, Enrico Costa, Gadda, Benzoni, Bonetti, Bonifazi, Boschi, Carfagna, Castiglione, D'Alessio, De Monte, Giachetti, Grippo, Marattin, Pastorella, Ruffino».


   La Camera,

    sentite le comunicazioni del Ministro della difesa ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge n. 185 del 2022,

   premesso che:

    l'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina prevede la proroga, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina;

    sulla guerra in Ucraina si constata un'escalation di provvedimenti, che parte dal primo decreto-legge n. 14 del 2022 approvato dal Governo, che prevedeva l'invio di «mezzi e materiali di equipaggiamento militari non letali di protezione», e prosegue con il secondo, il n. 16 del 2022, che autorizza «la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore della autorità governativa dell'Ucraina in deroga alle disposizioni di cui alla legge 9 luglio 1990, n. 185» (legge che vieta «l'esportazione e il transito di materiali di armamento verso i Paesi in stato di conflitto armato» ex articolo 1, comma 6, lettera a);

    la fornitura di armi offensive all'Ucraina implica in qualche modo la partecipazione dell'Italia al conflitto bellico in atto, in piena violazione dell'articolo 78 della Costituzione che prevede che lo stato di guerra debba essere deliberato con legge formale del Parlamento. Inoltre, la segretezza imposta sulla lista di armi da destinare all'Ucraina, conosciuta solo dal Copasir, impedisce di distinguere tra «armi di offesa» e «armi di difesa», circostanza che porta alla violazione delle disposizioni che prevedono la delibera del Parlamento sulle operazioni di guerra da parte dello Stato italiano;

    si ribadisce la ferma condanna dell'aggressione russa in Ucraina, che si pone in palese violazione del diritto internazionale e che ha aperto uno scenario angosciante di insicurezza globale. Come tutte le guerre, anche questa colpisce soprattutto la popolazione civile inerme. Si esprime quindi la piena solidarietà alla popolazione colpita dalla guerra, ai profughi, ai rifugiati costretti ad abbandonare le proprie case e le proprie attività, alle vittime di bombardamenti, violenze, stupri e torture;

    secondo il Ministero dell'istruzione e della scienza dell'Ucraina, al 22 ottobre 2022 si stimava che 2,6 milioni di studenti seguissero le lezioni da casa. Nel mese di novembre 2022, i continui attacchi alle infrastrutture energetiche hanno lasciato circa 10 milioni di famiglie in tutto il Paese senza elettricità, il che, ovviamente, rende impossibile per bambini e adolescenti anche solo tentare di seguire le lezioni online;

    in questi giorni, sia dalle dichiarazioni di Putin, che ha affermato che per dare i suoi frutti, la guerra «potrebbe essere un processo lungo», sia da quelle del Ministro degli esteri ucraino Kuleba, che sostiene che «non è ancora arrivato il momento per la mediazione», appare evidente che la guerra, se non dovesse intervenire un fattore esterno, sarà lunga e sanguinosa;

    si considera quindi urgente un cambio di strategia e di prospettiva finalizzato a rendere prioritaria la via negoziale per la ricerca della pace e la fine del conflitto. È a tal fine necessario farsi carico di uno sforzo negoziale e diplomatico, nella consapevolezza della difficoltà e della fatica del percorso, ma ancor più del fatto che questo rappresenti l'unica strada possibile per la fine della guerra, per interrompere ulteriori escalation e allargamenti del conflitto e per allontanare scenari drammatici per la sicurezza globale;

    la fornitura di mezzi e materiali di armamento all'Ucraina era stata considerata come uno strumento volto a consentire la determinazione di migliori condizioni negoziali. Va rilevato però, con estrema preoccupazione, l'assenza di qualsiasi percorso negoziale o persino l'individuazione di condizioni concrete e realistiche in cui tale negoziato possa aver luogo. Occorre oggi un cambio di passo, la necessità di una verifica, di un'iniziativa politica di costruzione della pace;

    si osserva invece la debolezza se non l'inesistenza di un ruolo diplomatico da parte dell'Italia e dell'Unione europea, rispetto alla quale emerge la necessità di una netta inversione di rotta;

    è necessario mettere immediatamente in campo una forte iniziativa diplomatica multilaterale che includa la convocazione di una conferenza di pace con un rinnovato protagonismo delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco e per la definizione di un nuovo quadro di sicurezza regionale e internazionale condivisa e costruita su un sistema di garanzie multilaterali;

    la crisi attuale si colloca nel venir meno di un approccio multilaterale alle relazioni internazionali e dalla forzatura ideologica e materiale su un sistema polarizzato che penalizza l'esercizio del dialogo e delegittima persino i luoghi in cui questo avviene. Il ruolo marginale fin qui svolto dalle Nazioni Unite e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) sono un sintomo evidente di questa polarizzazione. È quindi necessario e urgente che il percorso di pace venga incardinato all'interno della rilegittimazione dei luoghi multilaterali dove poter ricercare soluzioni più avanzate e condivise che garantiscano l'effettiva sicurezza globale;

    con la proroga dell'invio di armi a uno dei due eserciti in lotta, l'Italia interviene in modo attivo nella guerra e questo è in totale distonia con quanto prescritto dalla nostra Costituzione che, all'articolo 11, stabilisce che il nostro Paese «ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali»;

    la fornitura di mezzi e materiali di armamento all'Ucraina si è rivelata del tutto inefficace rispetto all'ambizione dichiarata di creare migliori condizioni negoziali ed è stata persino controproducente, contribuendo invece ad indebolire il ruolo dell'Unione europea nella ricerca di una soluzione al conflitto;

    continuare a ritenere che una delle parti possa vincere sul terreno del conflitto alimenta la corsa agli armamenti e fa sì che gli sforzi siano tutti concentrati sull'approvvigionamento militare invece che sulla ricerca di una soluzione politica;

    in questo quadro, un'ulteriore proroga della fornitura di equipaggiamento militare all'esercito ucraino appare una scelta inopportuna e che rischia di indebolire quella auspicabile posizione di supporto negoziale e diplomatico che l'Italia e l'Unione europea nel suo complesso dovrebbero avere,

impegna il Governo:

   1) a interrompere la cessione di mezzi e materiali di armamento in favore delle autorità governative dell'Ucraina, concentrando le risorse sull'assistenza umanitaria e sulla ricostruzione;

   2) a dare priorità alla costruzione di un'azione politica che porti ad un processo di pace e all'attivazione di canali negoziali per la risoluzione del conflitto su un terreno non militare;

   3) nel caso in cui il decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 venisse convertito in legge dal Parlamento, ad impegnarsi comunque a trasmettere allo stesso e a rendere pubblica una informazione trasparente e completa dei mezzi e materiali di armamento ceduti in favore delle autorità governative dell'Ucraina, come peraltro avviene da parte di alcuni paesi aderenti all'Unione europea.
(6-00015) «Zanella, Bonelli, Borrelli, Dori, Evi, Fratoianni, Ghirra, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti».


   La Camera,

    udite le Comunicazioni del Ministro della difesa, rese ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 recante «Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina»;

   premesso che:

    perdura l'aggressione da parte della Federazione russa all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina in aperta violazione dei princìpi cardine del diritto e dell'ordine internazionale;

    lo scorso 30 novembre 2022, la Camera dei deputati ha approvato la mozione n. 1-00031 con cui ha impegnato il Governo, fra l'altro, a promuovere e sostenere, di intesa con i partners NATO ed europei, tutte le iniziative diplomatiche volte a creare le condizioni per un negoziato di pace, una pace giusta e sostenibile, fondata sul rispetto delle norme di diritto internazionale, della sovranità e dell'integrità territoriale e del principio di autodeterminazione dei popoli e a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l'autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell'Ucraina nei termini e con le modalità stabilite dall'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14;

    il decreto-legge n. 185 del 2022, attualmente all'esame del Senato della Repubblica per la conversione in legge, ha disposto, la proroga fino al 31 dicembre 2023, dell'autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, nei termini e con le modalità previste dall'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28;

    la proroga, in linea con gli impegni condivisi dall'Italia nell'ambito delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica, è indispensabile per continuare ad affrontare la crisi internazionale in atto in Ucraina – che incide sugli equilibri geopolitici e mina la sicurezza e la stabilità internazionali – e per assicurare alle Autorità governative dell'Ucraina la possibilità di esercitare, in concreto, il diritto alla legittima difesa in applicazione dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;

    in data 1° marzo 2022, ribadendo la ferma condanna dell'aggressione russa, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, coerentemente con le linee di azione della NATO e dell'Unione europea, hanno approvalo, rispettivamente, le risoluzioni n. 6-00207 e n. 6-00208, con cui hanno impegnato il Governo, fra l'altro, ad assicurare sostegno e solidarietà alle istituzioni e al Popolo ucraino avviando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché – informando costantemente il Parlamento e in linea con gli altri Paesi europei e alleati – la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto di legittima difesa e di proteggere la popolazione civile, purtroppo risultata ripetutamente obiettivo inerme di attacchi diretti;

    l'Unione europea, attraverso lo strumento europeo per la pace, ha approvato una misura di assistenza finanziaria dell'ammontare di 3 miliardi di euro per l'Ucraina, con l'obiettivo di contribuire a rafforzare le capacità e la resilienza delle Forze armate ucraine, nella difesa dell'integrità territoriale e della sovranità del proprio Paese, nonché nella protezione della popolazione civile dall'aggressione militare in corso, attraverso la fornitura di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari;

    l'Italia in linea con le decisioni assunte in ambito Unione europea, NATO e Contract Group, nonché a fronte dell'ininterrotto dialogo con le autorità governative ucraine, sta contribuendo alla resistenza della Nazione Ucraina, anche attraverso la fornitura, già disposta con cinque invii di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari, in virtù dell'autorizzazione legislativa vigente e delle richiamate risoluzioni – in data 1° marzo 2022 – n. 6-00207 della Camera e n. 6-00208 del Senato e con il continuo coinvolgimento del COPASIR;

    l'intensificarsi di attacchi aerei e missilistici su tutto il territorio ucraino da parte della Federazione russa, con la conseguente distruzione delle infrastrutture critiche dell'Ucraina – in particolare quelle energetiche – l'aggravarsi delle condizioni umanitarie della popolazione con l'avanzare dell'inverno e il mutare del carattere del conflitto in una vera e propria guerra di logoramento, con la costante minaccia dell'opzione nucleare, hanno di fatto ulteriormente aggravato le condizioni del popolo ucraino, la conseguente crisi umanitaria e il possibile considerevole incremento dei profughi in fuga dalla guerra;

    il supporto all'Ucraina incarna il sostegno a favore di un ordine internazionale fondato sulla pacifica convivenza fra le Nazioni, sul diritto di autodeterminazione dei popoli, nella difesa della libertà e della democrazia,

impegna il Governo:

   1) a proseguire e intensificare in tutte le sedi appropriate l'azione diplomatica volta a conseguire una pace giusta e sostenibile nel rispetto delle norme di diritto internazionale, della sovranità e della integrità territoriale, a vantaggio della stabilità e della sicurezza internazionale;

   2) ad assicurare con tutte le iniziative necessarie e possibili il supporto umanitario alla popolazione civile ucraina rimasta in Patria e ai profughi in fuga dalla guerra;

   3) a sostenere, coerentemente con quanto concordato in ambito NATO e Unione europea nonché nei consessi internazionali di cui l'Italia fa parte, le autorità governative dell'Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari, così come stabilito dall'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185;

   4) a proseguire un percorso volto a mantenere un costante dialogo con il Parlamento tramite comunicazioni alle Camere all'esito di sviluppi emersi in consessi internazionali, ovvero in aggiornamento rispetto alle future iniziative diplomatiche che verranno intraprese.
(6-00016) «Foti, Molinari, Cattaneo, Lupi, Chiesa, Zoffili, Bagnasco, Bicchielli».


   La Camera,

    udite le Comunicazioni del Ministro della difesa, rese ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 recante «Disposizioni urgenti per la proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell'Ucraina»;

   premesso che:

    perdura l'aggressione da parte della Federazione russa all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina in aperta violazione dei princìpi cardine del diritto e dell'ordine internazionale;

    lo scorso 30 novembre 2022, la Camera dei deputali ha approvato la mozione n. 1-00031 con cui ha impegnato il Governo, fra l'altro, a promuovere e sostenere, di intesa con i partners NATO ed europei, tutte le iniziative diplomatiche volte a creare le condizioni per un negoziato di pace, una pace giusta e sostenibile, fondata sul rispetto delle norme di diritto internazionale, della sovranità e dell'integrità territoriale e del principio di autodeterminazione dei popoli e a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l'autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell'Ucraina nei termini e con le modalità stabilite dall'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14;

    il decreto-legge n. 185 del 2022, attualmente all'esame del Senato della Repubblica per la conversione in legge, ha disposto, la proroga fino al 31 dicembre 2023, dell'autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative ucraine, nei termini e con le modalità previste dall'articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28;

    la proroga, in linea con gli impegni condivisi dall'Italia nell'ambito delle Nazioni Unite, dell'Unione europea e dell'Alleanza atlantica, è indispensabile per continuare ad affrontare la crisi internazionale in atto in Ucraina – che incide sugli equilibri geopolitici e mina la sicurezza e la stabilità internazionali – e per assicurare alle Autorità governative dell'Ucraina la possibilità di esercitare, in concreto, il diritto alla legittima difesa in applicazione dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;

    in data 1° marzo 2022, ribadendo la ferma condanna dell'aggressione russa, la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica, coerentemente con le linee di azione della NATO e dell'Unione europea, hanno approvalo, rispettivamente, le risoluzioni n. 6-00207 e n. 6-00208, con cui hanno impegnato il Governo, fra l'altro, ad assicurare sostegno e solidarietà alle istituzioni e al Popolo ucraino avviando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché – informando costantemente il Parlamento e in linea con gli altri Paesi europei e alleati – la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto di legittima difesa e di proteggere la popolazione civile, purtroppo risultata ripetutamente obiettivo inerme di attacchi diretti;

    l'Unione europea, attraverso lo strumento europeo per la pace, ha approvato una misura di assistenza finanziaria dell'ammontare di 3 miliardi di euro per l'Ucraina, con l'obiettivo di contribuire a rafforzare le capacità e la resilienza delle Forze armate ucraine, nella difesa dell'integrità territoriale e della sovranità del proprio Paese, nonché nella protezione della popolazione civile dall'aggressione militare in corso, attraverso la fornitura di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari;

    l'Italia in linea con le decisioni assunte in ambito Unione europea, NATO e Contract Group, nonché a fronte dell'ininterrotto dialogo con le autorità governative ucraine, sta contribuendo alla resistenza della Nazione Ucraina, anche attraverso la fornitura, già disposta con cinque invii di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari, in virtù dell'autorizzazione legislativa vigente e delle richiamate risoluzioni – in data 1° marzo 2022 – n. 6-00207 della Camera e n. 6-00208 del Senato e con il continuo coinvolgimento del COPASIR;

    l'intensificarsi di attacchi aerei e missilistici su tutto il territorio ucraino da parte della Federazione russa, con la conseguente distruzione delle infrastrutture critiche dell'Ucraina – in particolare quelle energetiche – l'aggravarsi delle condizioni umanitarie della popolazione con l'avanzare dell'inverno e il mutare del carattere del conflitto in una vera e propria guerra di logoramento, con la costante minaccia dell'opzione nucleare, hanno di fatto ulteriormente aggravato le condizioni del popolo ucraino, la conseguente crisi umanitaria e il possibile considerevole incremento dei profughi in fuga dalla guerra;

    il supporto all'Ucraina incarna il sostegno a favore di un ordine internazionale fondato sulla pacifica convivenza fra le Nazioni, sul diritto di autodeterminazione dei popoli, nella difesa della libertà e della democrazia,

impegna il Governo:

   1) a proseguire e intensificare in tutte le sedi appropriate l'azione diplomatica volta a conseguire una pace giusta e sostenibile nel rispetto delle norme di diritto internazionale, della sovranità e della integrità territoriale, a vantaggio della stabilità e della sicurezza internazionale;

   2) ad assicurare con tutte le iniziative necessarie e possibili il supporto umanitario alla popolazione civile ucraina rimasta in Patria e ai profughi in fuga dalla guerra;

   3) a sostenere, coerentemente con quanto concordato in ambito NATO e Unione europea nonché nei consessi internazionali di cui l'Italia fa parte, le autorità governative dell'Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari, così come stabilito dall'articolo 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185, che consentano all'Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione;

   4) a proseguire un percorso volto a mantenere un costante dialogo con il Parlamento tramite comunicazioni alle Camere all'esito di sviluppi emersi in consessi internazionali, ovvero in aggiornamento rispetto alle future iniziative diplomatiche che verranno intraprese.
(6-00016) (Testo modificato nel corso della seduta) «Foti, Molinari, Cattaneo, Lupi, Chiesa, Zoffili, Bagnasco, Bicchielli».