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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 23 gennaio 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta immediata:


   FRATOIANNI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il 21 ottobre 2023 al summit per la pace al Cairo il Presidente del Consiglio dei ministri affermava: «Dobbiamo fare l'impossibile per evitare una escalation della crisi, per evitare di perdere il controllo di questa crisi, perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili. Il modo più serio per farlo è un'iniziativa politica per una soluzione strutturale che si basi sulla prospettiva dei due popoli e due Stati, una soluzione che deve essere concreta e deve avere una tempistica definita»;

   il 12 dicembre 2023 presso la Camera dei deputati dichiarava: «ho parlato di come l'Italia sia in prima linea intanto per favorire una de-escalation adesso del conflitto, ma anche per una soluzione duratura e definitiva che, per noi, è e resta quella dei due popoli e due Stati»;

   il 21 gennaio 2024 il Premier israeliano Netanyahu ha esplicitato chiaramente la sua netta contrarietà alla prospettiva di «due popoli e due Stati», affermando che fino a quando sarà Premier non nascerà nessuno Stato palestinese. E che «dopo aver eliminato Hamas la Striscia deve essere smilitarizzata e restare sotto pieno controllo di sicurezza israeliano»;

   come se non bastasse, il 22 gennaio 2024 al Consiglio affari esteri dell'Unione europea, il Ministro degli esteri israeliano Katz ha ventilato l'ipotesi di costruire un'isola artificiale davanti a Gaza dove trasferire i palestinesi;

   Guterres, Segretario generale dell'Onu, ha definito inaccettabile la posizione di Netanyahu e ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco a Gaza. Altre voci critiche si sono levate nella comunità internazionale;

   Netanyahu appare sempre più isolato a livello internazionale, con Unione europea e Usa favorevoli alla soluzione «due popoli e due Stati», e sempre più in difficoltà nel Paese, dove le mobilitazioni contro la gestione del post 7 ottobre 2023 sono all'ordine del giorno;

   a Gaza i morti sono oltre 25.000, tra cui migliaia di bambini; i civili sono costretti a spostarsi continuamente da un capo all'altro della Striscia per evitare i bombardamenti. La Mezzaluna rossa denuncia che l'esercito israeliano ha stretto d'assedio il suo edificio centrale a Khan Yunis paralizzando tutte le sue attività, incluse quelle delle ambulanze. L'esercito israeliano ha comunicato che l'operazione militare a Khan Yunis durerà altri giorni –:

   quale sia la posizione del Governo italiano rispetto alla netta contrarietà di Netanyahu alla nascita di uno Stato palestinese e quali urgenti e concrete iniziative intenda proporre anche in sede europea per un immediato cessate il fuoco e rendere credibile la soluzione dei «due popoli e due Stati».
(3-00930)


   RICHETTI, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO e GRIPPO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nel corso del 2020, sfruttando l'inedito strumento «Garanzia Italia» stanziato dal decreto-legge «liquidità» (decreto-legge n. 23 del 2020), Fca Italy, controllata del gruppo Fca – avente sede legale in Olanda – ha ottenuto un prestito di circa 6,3 miliardi di euro, pari a circa il 25 per cento del fatturato, limite massimo ottenibile;

   tale prestito, da ripagare con interessi entro tre anni, prevedeva alcune condizionalità, tra cui la rinuncia alla distribuzione di un dividendo di circa 1,1 miliardi di euro nel primo anno e la destinazione esclusiva delle risorse verso il finanziamento delle attività produttive e industriali di Fca Italy, inclusi quindi gli stabilimenti localizzati in Italia;

   a seguito della fusione già in corso tra Fca e il gruppo francese Psa – finalizzata nel gennaio 2021 con la nascita di Stellantis – e ad un anno dall'erogazione del prestito garantito dallo Stato, Fca e Psa hanno riconosciuto ai propri azionisti un maxi-dividendo di circa 5,5 miliardi di euro, rivisti poi a 2,9 miliardi;

   il rapporto delle istituzioni con Fca, dopo la morte di Sergio Marchionne, non ha riflettuto alcuna logica di reale salvaguardia della presenza del gruppo automobilistico in Italia, contribuendo nei fatti ad arrivare, con la colpevole disattenzione anche delle organizzazioni sindacali e degli organi di informazione, alla più grande deindustrializzazione della storia della Repubblica italiana;

   se, infatti, nel 2017 la produzione di veicoli aveva superato il milione di unità, nel 2022 la cifra è scesa fino a toccare quota 685 mila, con un calo occupazionale del 30 per cento;

   oltre alla questione legata allo stabilimento Marelli holdings di Crevalcore, tutto ciò viene riflesso anche dall'impietoso confronto tra gli stabilimenti italiani – divenuti ormai l'ottava produzione europea – e quelli francesi di Stellantis: questi ultimi sono pressoché tutti pronti alla produzione di veicoli elettrici o ibridi e in corso di riconversione, mentre in Italia nemmeno la metà. Per quanto riguarda la ricerca, nel 2021 la divisione italiana ricerca e sviluppo ha depositato appena un decimo dei brevetti rispetto all'omologa francese –:

   se intenda interloquire con il presidente di Stellantis, John Elkann, il quale ha sempre assicurato la continuità produttiva e occupazionale sia di Magneti Marelli sia di Stellantis, e con l'amministratore delegato, Carlos Tavares, per chiarire una volta per tutte quali siano i piani del gruppo per l'Italia, con quali garanzie e se siano allo studio ulteriori iniziative per il rilancio dell'automotive italiano.
(3-00931)


   MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   gli anziani hanno da sempre rappresentato un importante ruolo nella vita sociale, portatori di storia vissuta, esperienza, tradizioni, saggezza, ed è dovere del legislatore e della maggioranza che governa adottare tutte le misure necessarie per garantire loro una vita dignitosa;

   in Italia la popolazione di età superiore ai 65 anni è di 14 milioni e 177 mila persone (Istat 2023), il 24,1 per cento del totale, con un incremento degli ultraottantenni, che supera i 4,5 milioni e oltre 22 mila ultracentenari. È la fotografia di un'Italia, fortunatamente, sempre più longeva, ma in cui sono 3,8 milioni le persone anziane non autosufficienti: diventeranno 5,4 milioni nel 2050;

   con la legge delega n. 33 del 23 marzo 2023, l'attuale Governo – come dichiarato dal Presidente del Consiglio dei ministri – ha siglato un «Patto per la terza età», ponendo le basi di una riforma complessiva delle politiche in favore degli anziani e contro la loro marginalizzazione e solitudine;

   trattasi di un provvedimento complesso, teso a potenziare l'assistenza domiciliare nell'ottica di scongiurare il cosiddetto «parcheggio anziani» in una struttura sanitaria, a incentivare forme di co-housing, a implementare le misure per l'inclusione sociale e i servizi in favore delle persone anziane più fragili;

   altra misura in favore della popolazione anziana è stato l'anticipo delle rivalutazioni delle pensioni: a inizio 2023, infatti, gli assegni pensionistici hanno subito una rivalutazione del 7,3 per cento, ma si trattava di un tasso provvisorio calcolato sul valore medio dell'inflazione calcolato a novembre 2022, mentre quello di fine anno, reso noto dall'Istat successivamente, è risultato dell'8,1 per cento;

   lo 0,8 per cento della differenza tra i due valori avrebbe dovuto essere riconosciuto a gennaio 2024, ma il Governo lo ha anticipato di un mese, riconoscendolo già dal 1° dicembre 2023 –:

   entro quali termini il Governo preveda l'attuazione piena della legge delega con l'approvazione dei decreti delegati e quali ulteriori misure in favore della popolazione anziana siano al vaglio.
(3-00932)


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   secondo i monitoraggi dell'Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal), il cosiddetto reddito di cittadinanza ha dimostrato sin dal 2019, anno della sua introduzione nell'ordinamento italiano, una scarsa capacità di reinserire i cittadini disoccupati nel mercato del lavoro;

   i dati comunicati sempre da Anpal nel mese di ottobre 2022 segnalavano, in particolare, che tra i circa 920 mila beneficiari del reddito, soltanto 173 mila persone erano in quel momento occupate, una percentuale del 18,8 per cento;

   il gruppo parlamentare Noi Moderati ha più volte segnalato, sia con interventi nel corso dei dibattiti parlamentari sia con iniziative legislative, la necessità di introdurre nuove misure in grado di promuovere il reinserimento lavorativo e la formazione dei lavoratori;

   la legge di bilancio per il 2023 ha previsto alcune prime modifiche al cosiddetto reddito di cittadinanza, limitando a sette mesi la proroga della misura per l'anno 2023 nelle more di una riforma dello strumento di sostegno, inclusione lavorativa e lotta alla povertà;

   il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, cosiddetto «decreto lavoro», ha previsto l'introduzione di nuove misure per la lotta della povertà e per l'inserimento lavorativo delle persone disoccupate, tra cui l'assegno di inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro –:

   quali risultino essere i primi risultati successivi all'introduzione dell'assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro.
(3-00933)


   MAGI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   sul caso dei risarcimenti ai familiari delle vittime delle stragi naziste l'Avvocatura generale dello Stato, come si apprende anche da diversi articoli di stampa, si sta opponendo a molte richieste, con l'obiettivo di evitare che figli e nipoti di italiani che sono stati martiri della patria siano risarciti;

   nel 2022 il Governo Draghi aveva istituito per legge un fondo ad hoc, previsto dall'articolo 43 del decreto-legge n. 36 del 2022, destinato specificatamente al risarcimento dei danni subiti, che nel 2023 è stato anche incrementato da 55 a 61 milioni di euro; eppure pare che ora il Governo, per il tramite dell'Avvocatura generale, si stia opponendo in un tentativo di boicottaggio degli stessi risarcimenti;

   stando alle ricostruzioni giornalistiche sembrerebbe che l'Avvocatura generale dello Stato abbia depositato atti nei tribunali di Firenze e Trieste per evitare il riconoscimento del diritto dei familiari delle vittime ad ottenere i risarcimenti e la legge stabilisce che lo Stato debba risarcire i danni soltanto in presenza di sentenze definitive. Avrebbero potuto evitare di farlo, eppure gli Avvocati dello Stato si sono costituiti addirittura nei giudizi sulle stragi più efferate, come nel caso di Sant'Anna di Stazzema, dove sono state uccise 560 persone, e a Cavriglia, dove il 4 luglio 1944 le truppe naziste hanno mitragliato e bruciato 191 ragazzi e uomini di età compresa tra i quattordici e gli ottantacinque anni;

   la Corte costituzionale, con sentenza n. 159 del 2023, si era già espressa riconoscendo la piena legittimità dell'articolo 43 del decreto-legge n. 36 del 2022, sopra citato, che ha istituito il fondo per il risarcimento dei danni ai parenti delle vittime dei crimini nazisti, dichiarando non fondate le questioni sollevate dal tribunale di Roma in una procedura per esecuzione forzata sui beni della Germania;

   in quella stessa sede l'Avvocatura generale dello Stato, pur costituendosi nell'interesse della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, aveva tenuto una linea positiva rispetto all'istituzione del fondo e al diritto dei familiari delle vittime di ottenere il risarcimento –:

   se non intenda adottare ogni iniziativa di competenza volta a favorire che i familiari delle vittime delle stragi naziste ottengano il risarcimento previsto dall'articolo 43 del decreto-legge n. 36 del 2022, evitando esiti dilatori o ostruzionistici.
(3-00934)


   BARELLI, NEVI, DEBORAH BERGAMINI, CANNIZZARO, DALLA CHIESA, BATTILOCCHIO, D'ATTIS, BENIGNI, ARRUZZOLO, BAGNASCO, BATTISTONI, CALDERONE, CAPPELLACCI, CAROPPO, CASASCO, CATTANEO, CORTELAZZO, DE PALMA, FASCINA, GATTA, MANGIALAVORI, MARROCCO, MAZZETTI, MULÈ, ORSINI, NAZARIO PAGANO, PATRIARCA, PELLA, PITTALIS, POLIDORI, ROSSELLO, RUBANO, PAOLO EMILIO RUSSO, SACCANI JOTTI, SALA, SORTE, SQUERI, TASSINARI, TENERINI e TOSI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nella nota di aggiornamento al documento di economia e finanza depositata in Parlamento il 29 settembre 2023, il Governo individua tra gli obiettivi di politica economica per il triennio 2024-2026 una dismissione di partecipazioni pubbliche pari a circa l'1 per cento del prodotto interno lordo;

   recentemente, prima il Ministro dell'economia e delle finanze e da ultimo il Presidente del Consiglio dei ministri con un'intervista televisiva, hanno rilanciato con forza una politica di privatizzazioni in grado di garantire alla Stato introiti pari a circa venti miliardi di euro;

   Forza Italia ha sempre creduto in passato e sostiene tuttora l'opportunità di liberalizzare il sistema economico italiano, ritenendo che allo Stato spetti il compito fondamentale di dettare e garantire buone regole che garantiscano la competitività, mentre alle imprese spetti il compito di far crescere l'economia;

   un primo, positivo passo nella direzione delle privatizzazioni è già stato compiuto nel novembre 2023, con l'avvio della procedura di cessione del 20 per cento delle partecipazioni detenute nella banca Monte Paschi di Siena;

   seppure la cessione delle partecipazioni statali può giocare un ruolo importante nel garantire introiti economici che consentiranno di ridurre il debito pubblico, la funzione prioritaria deve essere quella di favorire la liberalizzazione di alcuni settori, quali, ad esempio, quello dei trasporti o dei servizi postali, consentendo di avere servizi più efficienti e costi meno elevati per i cittadini –:

   quali politiche intenda adottare il Governo in materia di dismissioni di partecipazioni, anche al fine di favorire una sempre maggiore liberalizzazione del sistema economico italiano.
(3-00935)


   FRANCESCO SILVESTRI, CONTE, BALDINO, SANTILLO, AURIEMMA, CAPPELLETTI e FENU. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il 21 dicembre 2023 l'Ecofin ha raggiunto un compromesso sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, sulla base dell'intesa raggiunta tra i Ministri dell'economia francese e tedesco;

   rispetto alla proposta originaria della Commissione europea, l'accordo sul nuovo Patto di stabilità e crescita complica ad avviso degli interroganti notevolmente il quadro regolatorio, con vincoli più rigidi che rischiano di causare una spinta deflattiva per l'intera area. Parallelamente, il sistema delle regole fiscali è molto più complicato di quello originariamente ipotizzato dalla Commissione europea, con sovrapposizione di vincoli e criteri incoerenti tra loro;

   su pressione della Germania, sono stati previsti due vincoli ulteriori: uno quantitativo sul debito, che richiede una riduzione di almeno un punto sul prodotto interno lordo all'anno in media del rapporto debito/prodotto interno lordo nel corso del percorso di aggiustamento. Tale regola vale nella stessa misura per tutti i Paesi con un rapporto debito/prodotto interno lordo maggiore del 90 per cento, contraddicendo la differenziazione del percorso di aggiustamento sulla base delle caratteristiche specifiche per Paese;

   il secondo vincolo è sul disavanzo: non è più sufficiente garantire che il rapporto deficit/prodotto interno lordo rimanga sotto la soglia del 3 per cento (regola di Maastricht); per i Paesi con debito su prodotto interno lordo maggiore del 90 per cento, alla fine del percorso di aggiustamento il disavanzo deve scendere sotto l'1,5 per cento del prodotto interno lordo;

   gli investimenti per la difesa sono stati inoltre considerati fattore rilevante per l'esclusione dal calcolo degli obiettivi di bilancio, mentre ne sono rimaste escluse le spese per investimenti in sanità e istruzione. Il rischio concreto per l'Italia sono manovre correttive per gli anni a venire e tagli alla spesa pubblica, in particolare per le politiche sociali;

   il Parlamento europeo ha quindi adottato, il 17 gennaio 2024, il proprio mandato negoziale con i Governi dell'Unione europea sulla riforma. In ragione delle esposte modifiche peggiorative, apportate nel corso dei negoziati, il MoVimento 5 Stelle ha espresso voto contrario alla posizione negoziale, che è stata votata favorevolmente da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Italia Viva e Pd –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda porre in essere, nel corso delle prossime fasi del trilogo, per apportare le necessarie modifiche all'accordo sulla nuova governance economica europea, nell'ottica di includere tra i fattori rilevanti le spese in investimenti strategici – come quelli per la sanità, l'istruzione e la transizione verde e digitale – in luogo delle spese per la difesa, per evitare pesanti tagli allo Stato sociale e sostenere una crescita inclusiva e sostenibile di lungo termine.
(3-00936)


   BOSCHI, GADDA, FARAONE, DEL BARBA, DE MONTE, MARATTIN, BONIFAZI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   con legge n. 232 del 2016 il Governo Renzi introdusse l'esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari;

   la misura, poi rinnovata nei successivi sette anni, era diretta ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola;

   la disposizione riguardava anche i familiari coadiuvanti il coltivatore diretto che, ai sensi della legge n. 145 del 2018, sono fiscalmente equiparati ai titolari dell'impresa agricola cui partecipano attivamente;

   l'abolizione dell'Irpef agricola, ma anche di altre imposte, tra cui quella relativa all'Imu agricola, avevano alleggerito per 1,3 miliardi di euro il sistema della produzione agricola italiana, permettendo, tra il 2017 e il 2018, il rilancio degli investimenti nel settore, con tanti giovani che hanno cominciato a guardare all'agricoltura come a una promettente risorsa occupazionale e presidio del territorio contro l'abbandono;

   ma il Governo Renzi prese anche altri provvedimenti a favore dell'agricoltura e giova ricordare, a puro titolo di esempio, il «Piano giovani» per il ricambio generazionale in agricoltura, le misure per la ricerca e l'innovazione, i finanziamenti per l'acquisto di nuovi impianti, il sostegno delle filiere del pomodoro, del riso, del luppolo, della birra artigianale e dell'apicoltura;

   l'esenzione Irpef non troverà più applicazione nell'anno 2024: pertanto, in sede di dichiarazione dei redditi 2025, i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali saranno tenuti a dichiarare tutti i redditi dominicali e agrari derivanti dalle risultanze catastali, assoggettandoli a rivalutazione che è pari, rispettivamente, all'80 per cento per il reddito dominicale e al 70 per cento per il reddito agrario;

   il mancato rinnovo della misura danneggerà, soprattutto, le aziende più strutturate ed organizzate, che trainano il made in Italy e le esportazioni, con possibili e gravi ripercussioni per tutto il comparto;

   in questa fase, poi, i gravi fenomeni atmosferici derivanti dai cambiamenti climatici, un mercato internazionale sempre più competitivo e le crisi internazionali, tra cui quella del Mar rosso, creano pesanti ricadute sul sistema produttivo agricolo, con particolare riguardo all'export, e appare necessario fornire al comparto massima attenzione e massimo sostegno –:

   se il Presidente del Consiglio dei ministri, in considerazione dell'impatto devastante che il mancato rinnovo dell'esonero Irpef produrrà sull'intero comparto agricolo a giudizio degli interroganti, non ritenga che sia necessario ripristinare al più presto la misura ridando fiato e speranza al settore agricolo e ai suoi operatori.
(3-00937)


   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CAIATA, CANGIANO, CANNATA, CARAMANNA, CERRETO, CIANCITTO, CONGEDO, DEIDDA, GIORDANO, GIORGIANNI, IAIA, LA SALANDRA, LAMPIS, LANCELLOTTA, LONGI, MAIORANO, MATERA, MATTIA, MURA, POLO, ROSCANI, ROTONDI, SCHIANO DI VISCONTI, SCHIFONE, RACHELE SILVESTRI, TESTA, VARCHI e VIETRI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   in base ai dati riportati dal Rapporto Svimez 2023, relativo a «L'economia e la società del Mezzogiorno», presentato nel mese di dicembre 2023, grazie alle iniziative assunte dal Governo, nella media dei primi due trimestri 2023 l'occupazione è cresciuta del 2 per cento a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2022 e, in particolare, del 2,4 per cento nel Mezzogiorno e dell'1,8 per cento nel Centro-Nord; rispetto alla media dei primi due trimestri del 2019, questi dati segnano un incremento di occupati pari a 407 mila unità;

   la ripresa dell'occupazione si è diffusa a livello territoriale, mostrandosi più accentuata nelle regioni meridionali, con un aumento significativo dell'occupazione della popolazione under 35;

   dal punto di vista del tessuto economico-produttivo, le regioni del Mezzogiorno risultano e continuano ad essere caratterizzate da una ridotta attrattività per le grandi imprese e dalla presenza di imprese, per lo più, di piccole dimensioni che non consentono di competere adeguatamente sia sul mercato italiano, sia su quello europeo e internazionale;

   congiuntamente ai fondi strutturali europei, il Fondo per lo sviluppo e la coesione è il principale strumento finanziario attraverso il quale sono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e per la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Costituzione e dell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

   il nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, approvato con decisione del Consiglio «economia e finanze» dell'Unione europea in data 8 dicembre 2023, prevede, tra l'altro, l'adozione di una nuova riforma per accelerare l'attuazione delle politiche di coesione –:

   quali siano le iniziative assunte al fine di favorire la crescita economica e sociale dei territori del Mezzogiorno, con particolare riguardo alle misure dirette ad accelerare l'attuazione delle politiche di sviluppo e coesione.
(3-00938)


   SCHLEIN, BRAGA, BONAFÈ, CIANI, GHIO, TONI RICCIARDI, CASU, FORNARO, DE LUCA, FERRARI, MORASSUT, ROGGIANI, DE MARIA, FURFARO, GIRELLI, MALAVASI e STUMPO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nonostante il grido d'allarme del personale sanitario, dei sindacati di settore e delle regioni, quattro delle quali hanno presentato proposte di legge in tal senso, nessuna misura strutturale è stata presa fino ad ora da questo Governo per abolire il tetto di spesa per l'assunzione del personale sanitario;

   oggi mancano all'appello almeno 100 mila operatori tra medici e infermieri: sono almeno 30 mila i medici, che devono essere assunti tra medici specialisti nelle strutture ospedaliere, nei pronto soccorso o come medici di famiglia oggi sempre più introvabili, e dai 60 ai 70 mila gli infermieri;

   è necessario ormai abolire l'obsoleto tetto alla spesa per il personale, introdotto nel 2009, che obbliga a spendere per le assunzioni non più di quanto si spendeva nel 2004 diminuito dell'1,4 per cento, e promuovere un piano straordinario triennale di assunzioni di professionalità che mancano, sia nelle strutture territoriali che in quelle ospedaliere;

   non è più possibile colmare la carenza di personale con la proroga di misure volte all'assunzione di personale con contratti a termine (introdotte durante il periodo pandemico) o con l'impiego dei cosiddetti «gettonisti», ovvero medici pagati a ore per tamponare le carenze di personale negli ospedali, in particolare nei pronto soccorso;

   si tratta di una deriva che negli ultimi anni è talmente cresciuta che oggi capita di trovare strutture ospedaliere dove interi reparti sono gestiti con queste modalità, con grande impatto economico sulla spesa pubblica, per gli elevati costi sostenuti dalle aziende sanitarie;

   le gravi carenze di organico e le conseguenti lunghe liste di attesa mettono in crisi i principi fondanti del Sistema sanitario nazionale, universalità, uguaglianza ed equità, in particolare per le fasce più deboli della popolazione che non hanno le risorse per rivolgersi alla sanità privata e rinunciano così a curarsi –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per abolire il tetto di spesa nell'assunzione del personale sanitario e fronteggiare così la grave carenza, anche alla luce del fatto che l'impiego dei cosiddetti gettonisti ha costi maggiori per i bilanci aziendali.
(3-00939)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BONAFÈ, GNASSI e BAKKALI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in base alla ricostruzione da parte degli organi di stampa risulterebbe che il Vice ministro alle infrastrutture, l'onorevole Bignami, si sarebbe reso protagonista, in occasione dell'incontro di Forlì, tra i vertici istituzionali italiani con la Presidente della Commissioni Unione europea, di un comportamento poco istituzionale in relazione alle proteste messe in atto da cittadini e associazioni in rappresentanza dei territori alluvionati;

   il Vice ministro in questione si sarebbe, secondo quanto riportato dalla stampa, lamentato di fronte diversi presenti con i funzionari responsabili dell'ordine pubblico della gestione della piazza;

   in particolare l'esponente di Governo risultava essere fortemente contrariato dalla presenza di manifestanti nonostante questi fossero di fatto confinati dietro alcune transenne nel centro di piazza Aurelio Saffi, a diverse decine di metri dall'evento e nelle condizioni di non poter assolutamente arrecare pericolo per la sicurezza;

  il Vice ministro avrebbe infatti platealmente protestato con il dirigente del servizio di ordine pubblico perché, a suo dire, si consentiva a dei presunti facinorosi di manifestare vicino al palazzo del comune, accusando d'incompetenza i responsabili dell'ordine pubblico;

   Bignami avrebbe persino preteso di serrare le finestre del salone al primo piano, quelle dalle quali i giornalisti riprendevano i manifestanti e, sempre secondo le ricostruzioni degli organi di informazione, sarebbe persino giunto a contattare il Ministro dell'interno per lamentarsi di tutto ciò;

   tale comportamento ha suscitato la reazione, preoccupata, anche di alcune rappresentanze sindacali delle forze di polizia per i possibili risvolti nella gestione dell'ordine pubblico in occasione di manifestazioni di dissenso –:

   se quanto riportato in premessa corrisponda a verità, compreso il tentativo di interloquire con il Ministro dell'interno; se non si ritenga che il comportamento del Vice ministro sia andato non solo oltre le proprie competenze ma anche oltre i limiti istituzionali e se si intenda valutare l'opportunità di stigmatizzare pubblicamente tale atteggiamento che appare agli interroganti irrispettoso della libertà di manifestare e del delicato lavoro delle forze dell'ordine.
(5-01894)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il 15 novembre 2023 il Ministro della difesa ha sostenuto, via social, che le «vendite di armi ad Israele» sono state «sospese dopo il 7 ottobre» invitando chi chiedeva maggiori spiegazioni e in particolare le forze di opposizione in Parlamento ad informarsi;

   dal sito di Altreconomia si apprende che l'Uama, l'Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento in seno al Ministero degli affari esteri, a metà gennaio 2024 ha opposto un diniego totale alla richiesta avanzata tramite due accessi civici generalizzati dalla stessa Altreconomia in merito sia al rilascio di nuove autorizzazioni all'esportazione sia alle esportazioni definitive di materiale d'armamento tra Italia a Israele dall'inizio dei bombardamenti israeliani a tappeto sulla Striscia di Gaza;

   nonostante dunque l'invito del Ministro della difesa ad informarsi, il Governo italiano si rifiuterebbe di dare informazioni precise su vendita ed esportazione di armi a Israele dal 7 ottobre 2023 a chi ne faccia richiesta;

   il medesimo rifiuto ha riguardato anche la richiesta della copia dell'eventuale decreto di sospensione o revoca delle autorizzazioni all'esportazione di materiale d'armamento ai sensi della legge n. 185 del 1990 verso Israele sottoscritto dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale;

   nel provvedimento di diniego l'Uama, pur ritenendo formalmente «inaccessibili» le informazioni richieste in termini «assoluti», ha comunque addotto alcune motivazioni legate al rischio di un «pregiudizio concreto alla tutela dell'interesse pubblico alla difesa e le questioni militari», di «nocumento al sistema di difesa nazionale», la «tutela dell'interesse pubblico alle relazioni internazionali» e della necessaria «confidenzialità» del «dialogo tra gli Stati» e, da ultimo, il non voler in alcun modo danneggiare gli «interessi economici» delle aziende esportatrici interessate;

   tra pochi mesi il Governo sarà tenuto, ai sensi della legge n. 185 del 1990, a informare il Parlamento anche sulla vendita di armi anche a Israele nel 2023, sul materiale autorizzato ed esportato, aziende autorizzate, categorie dei materiali autorizzati all'esportazione o esportati, etc. per cui non si comprendono le ragioni del rifiuto di fornire oggi quegli stessi dati;

   secondo l'Uama, anche la semplice informazione circa la sussistenza o meno di decreti di sospensione in sé, indipendentemente dalla circostanza che siffatte tipologie di provvedimenti siano o meno state adottate, può arrecare potenziale, concreto pregiudizio alle relazioni internazionali;

   se le ragioni addotte da Uama fossero vere paradossalmente sarebbero proprio le affermazioni pubbliche del Ministro della difesa Crosetto a ledere le relazioni internazionali e la necessaria confidenzialità tra gli Stati dal momento che il Ministro, via Twitter, ha reso noto che le vendite di armi a Israele sono state sospese dopo il 7 ottobre 2023;

   le motivazioni di Uama appaiono all'interrogante pretestuose e non chiariscono se ad essere sospese sono state soltanto le eventuali nuove licenze e non le forniture di armamenti autorizzate a Israele negli anni scorsi;

   se così fosse, significherebbe che l'Italia sta tuttora inviando sistemi militari allo Stato di Israele il quale, nella reazione ai multipli e indiscriminati attacchi di Hamas del 7 ottobre, ha travalicato i limiti del diritto internazionale umanitario;

   si sottolinea infine che a metà dicembre 2023 il Governo, rispondendo in Commissione affari esteri e comunitari alla Camera ha affermato che «dallo scorso 7 ottobre non sono state rilasciate nuove autorizzazioni alla vendita di armamenti ad Israele», senza pronunciarsi rispetto a quelle già in essere e alle esportazioni definitive –:

   se i Ministri interrogati, in relazione alla fornitura di armamenti allo Stato di Israele, intendano chiarire se, dallo scorso 7 ottobre 2023 sono state sospese soltanto eventuali nuove autorizzazioni alla vendita di armamenti a Israele o anche quelle già in essere.
(4-02198)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta scritta:


   PISANO. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il Parlamento europeo sta esaminando la proposta di modifica del regolamento n. 853 del 2004 relativo all'igiene dei prodotti alimentari di origine animale;

   tra le varie normative inserite nel succitato regolamento si inserisce una specifica sulle condizioni in cui il salmone affumicato può essere raffreddato e indurito al fine di utilizzarlo per facilitare l'affettatura meccanica;

   nello specifico la proposta di modifica del regolamento prevede che il pesce venga raffreddato per un massimo di 96 ore;

   questa riforma, chiesta in maniera bipartisan da tutto il comparto di trasformazione ittica, ha riscontrato un rallentamento dell'iter a causa delle richieste provenienti dalla Polonia;

   il comparto polacco, infatti, risulterebbe danneggiato dalla normativa in quanto lavora il salmone per più di 96 ore, non ai fini dell'irrigidimento, ma per garantirne una conservazione più duratura;

   il metodo usato dalla Polonia risulta, ad avviso dell'interrogante, in pieno contrasto con le politiche di concorrenza dell'Unione europea, in quanto tenendo il salmone in raffreddamento per più tempo si riescono a garantire costi inferiori;

   il 24 gennaio 2024 la Commissione ENVI del Parlamento europeo si riunirà per esaminare e votare la modifica al predetto regolamento, ma sarebbe già prevista una sospensione proposta dai membri del Parlamento polacchi;

   stante l'importanza che riveste questo regolamento per le imprese del settore ittico italiane ed al fine di preservare i valori fondanti dell'Unione europea –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione e quali iniziative di competenza intendano prendere in sede europea affinché siano salvaguardati gli interessi delle imprese del settore nazionale e i valori dell'Unione europea nell'ambito dell'iter di modifica del regolamento n. 853 del 2004.
(4-02194)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta scritta:


   SERGIO COSTA, ASCARI, AMATO, CARAMIELLO, CAROTENUTO, CHERCHI, DI LAURO, ILARIA FONTANA, L'ABBATE e MORFINO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   nel territorio del Trentino-Alto Adige è presente una ridotta popolazione di orsi, reintrodotta a seguito dell'avvio, da parte della stessa provincia autonoma di Trento, del progetto «Life Ursus», finanziato dall'Unione europea;

   il progetto era stato realizzato a seguito di un accurato studio di fattibilità, che attestava la presenza delle condizioni per reintrodurre gli orsi, con la consapevolezza della necessità di adottare tutte le misure necessarie per rendere possibile la convivenza con questo grande carnivoro;

   lo studio di fattibilità aveva definito le misure per eliminare o ridurre al minimo il rischio di aggressioni degli orsi, attraverso: capillare e specifica informazione, considerato che bastano semplici norme di comportamento per ridurre al minimo il rischio di aggressione; creazione di un «emergency team», composto da persone appositamente addestrate per applicare misure dissuasive per gli orsi; procedere alla loro eventuale cattura e trasferimento, in modo da assicurare la sicurezza delle persone;

   in particolare lo studio affermava che l'obiettivo del rilascio fosse raggiungibile a patto di comprendere che «questo richiederà da parte delle amministrazioni e dei tecnici impegnati uno sforzo lungo e straordinario»;

   appare evidente che i problemi – peraltro di gran lunga inferiori per numero e gravità rispetto ad altri fattori di rischio (in Italia muoiono ogni anno mediamente 21 persone a causa di valanghe) – derivanti dalla presenza degli orsi siano da ascrivere ad avviso dell'interrogante alla conclamata incapacità della provincia di Trento di gestire adeguatamente la popolazione ursina;

   per far fronte alle proprie negligenze, il presidente della provincia autonoma ha promosso un disegno di legge per autorizzare l'abbattimento fino a 8 esemplari di orso all'anno, senza alcuna base scientifica, anche senza tenere conto delle valutazioni dell'Ispra;

   la norma proposta, oltre ad essere in contrasto con l'articolo 9 della Carta costituzionale, sarebbe una palese violazione della direttiva Habitat –:

   se risponda a verità quanto affermato dal presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, in merito ad un non meglio precisato accordo con il Governo sul contenuto della proposta di legge della provincia autonoma di Trento;

   se il Governo intenda avviare un confronto con tutte le amministrazioni interessate per individuare forme e metodi non cruenti per limitare la crescita della popolazione di orsi nel territorio della provincia di Trento.
(4-02195)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   l'articolo 119, quinto comma, della Costituzione stabilisce che lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati comuni, province, città metropolitane e regioni per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni;

   novellando l'articolo 22 della legge 5 maggio 2009, n. 42, il Governo Conte II, con l'articolo 1, comma 815, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, ha istituito il «Fondo perequativo infrastrutturale» con una dotazione complessiva pari a 4.600 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2033 di cui 100 milioni di euro per l'anno 2022, 300 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027, 500 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2028 al 2033;

   tali risorse dovevano essere finalizzate al finanziamento di interventi per colmare il deficit infrastrutturale tra le diverse aree geografiche del territorio nazionale, anche infra-regionali, a seguito di una ricognizione riguardante le strutture sanitarie, assistenziali, scolastiche, la rete stradale, autostradale, ferroviaria, portuale, aeroportuale, idrica, elettrica, digitale e di trasporto e distribuzione del gas;

   il Governo Draghi, negli anni successivi, ha effettuato la suddetta ricognizione e selezionato le opere da finanziare tramite uno schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il cui iter di approvazione non si è potuto concludere per la prematura caduta dell'Esecutivo;

   nella sezione II della legge 30 dicembre 2023, n. 213 (legge di bilancio per il 2024), che contiene il bilancio a legislazione vigente e le variazioni della legislazione vigente non determinate da innovazioni normative, il «Fondo perequativo infrastrutturale» viene azzerato per il triennio 2024-2026 e definanziato per 2,6 miliardi di euro negli anni dal 2027 al 2033;

   questo taglio di circa 3,5 miliardi di euro rappresenta un colpo durissimo per il Mezzogiorno che si trova privato delle risorse necessarie per le scuole, gli ospedali, le strade, le ferrovie e tutti gli asset strategici, e costituisce l'ennesima penalizzazione dopo la sottrazione delle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione per il finanziamento dei progetti cancellati dal PNRR, l'inconsistente dotazione finanziaria del credito di imposta nella Zes unica e la proposta sull'autonomia differenziata senza la definizione e il finanziamento dei Lep –:

   quali siano le ragioni che hanno indotto il Governo a definanziare il fondo perequativo infrastrutturale di cui all'articolo 1, comma 815, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e se non si ritenga invece urgente e necessario ripristinarne per intero la dotazione.
(2-00311) «Sarracino, Braga, Amendola, Barbagallo, Casu, Curti, D'Alfonso, Fossi, Ghio, Graziano, Gribaudo, Guerra, Iacono, Lacarra, Laus, Madia, Manzi, Marino, Ubaldo Pagano, Provenzano, Quartapelle Procopio, Toni Ricciardi, Scarpa, Scotto, Speranza, Stefanazzi, Stumpo».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CARÈ. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 213 del 2023, ha introdotto all'articolo 1, comma 94, lettera b), una nuova fattispecie di preclusione all'utilizzo dell'istituto della compensazione di cui all'articolo 17 del decreto legislativo n. 241 del 1997;

   il nuovo comma 49-quinquies inserito all'articolo 37 del decreto-legge n. 223 del 2006, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2006, dispone un divieto di utilizzare l'istituto della compensazione nel caso in cui il contribuente abbia: «iscrizioni a ruolo per imposte erariali e relativi accessori o accertamenti esecutivi affidati agli agenti della riscossione per importi complessivamente superiori a centomila euro, per i quali i termini di pagamento siano scaduti e siano ancora dovuti pagamenti o non siano in essere provvedimenti di sospensione»;

   la preclusione alla compensazione cessa «a seguito della completa rimozione delle violazioni contestate»;

   la relazione illustrativa conferma la necessità, perché cessi il divieto alla compensazione, che il contribuente corrisponda «tutte le somme dovute»;

   l'articolo 31, comma 1 del decreto-legge n. 78 del 2010, ha introdotto un divieto di compensazione di crediti erariali quando risultino iscritti a ruolo debiti per imposte erariali ed accessori superiori a millecinquecento euro e per i quali sia scaduto il termine di pagamento. Il divieto di compensazione, non si applica però nel caso in cui i debiti a ruolo siano oggetto di un piano di rateazione in regolare pagamento; viene inoltre prevista la possibilità per il contribuente di pagare i debiti a ruolo mediante compensazione con i crediti erariali attraverso il modello F24;

   il citato comma 49-quinquies da ultimo introdotto sembrerebbe invece operare un divieto di compensazione assoluto, superata la soglia dei debiti a ruolo scaduti di centomila euro anche qualora il contribuente abbia chiesto ed ottenuto piani di rateazione in bonis;

   l'assenza di coordinamento tra le richiamate norme porta ad una prima situazione di incertezza in capo al contribuente circa la possibilità di poter utilizzare, anche in caso di debiti iscritti a ruolo superiori a centomila euro, crediti di imposta erariali;

   la nuova disciplina si applica anche nel casoni debiti iscritti a ruolo a titolo provvisorio a seguito di accertamento non definitivo emesso dall'amministrazione finanziaria prescindendo dal potenziale esito del procedimento;

   la nuova fattispecie, preclusiva della compensazione, appare evidentemente discriminatoria nei confronti di coloro che, pur avendo debiti a ruolo, abbiano attivato un piano di rateazione e lo adempiono, rispetto a coloro che non abbiano messo in atto alcun comportamento volto a sanare la situazione debitoria; le due tipologie di contribuenti sono incise allo stesso modo seppur adottando comportamenti diametralmente opposti;

   la norma impatta negativamente in particolare sui soggetti a vocazione estera in quanto maggiormente propensi a generare crediti Iva rilevanti –:

   quale sia l'impatto del nuovo impianto normativo introdotto dalla legge di bilancio 2024 sull'equilibrio finanziario dei contribuenti, in particolare sui soggetti a vocazione estera che per primi sono colpiti dalla nuova norma in quanto maggiormente propensi a generare crediti Iva rilevanti e se non ritenga allargare l'ambito del pagamento dei debiti a ruolo mediante compensazione con i crediti erariali;

   se non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza volte a rendere la norma maggiormente equa e rispettosa del principio di collaborazione e buona fede tra amministrazione e contribuente, potendo eventualmente emanare una circolare che interpreti l'espressione «completa rimozione delle violazioni contestate» in coerenza con l'interpretazione fornita dall'Agenzia delle entrate con la circolare 13/E dell'11 marzo 2011 che al punto 3 chiarisce che i ruoli in corso di pagamento a mezzo rateazione non concorrono ad integrare le fattispecie di cui all'articolo 31, comma 1, del decreto-legge n. 78 del 2010.
(5-01897)

Interrogazione a risposta scritta:


   IAIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   Fintecna spa è una società per azioni, inserita nel gruppo Cassa depositi e prestiti, controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze;

   la sua missione è quella di gestire le partecipazioni statali in società ed enti, nonché di gestirne l'eventuale liquidazione;

   nell'ambito delle missioni attribuitele, previste dallo statuto e caratterizzate da una notevole eterogeneità, le attività tipiche di Fintecna sono finalizzate principalmente alla gestione di partecipazioni e processi liquidatori, nonché all'assistenza, anche tecnica, a favore delle pubbliche amministrazioni, con particolare riferimento a quelle individuate da specifiche disposizioni legislative, regolamentari e amministrative. Ulteriori azioni sono dirette alla valorizzazione e divulgazione del patrimonio artistico-culturale di pertinenza della società, all'acquisto e vendita di beni immobili di qualunque genere o destinazione, nonché allo svolgimento di operazioni e negozi giuridici riguardanti gli stessi, compresa la locazione, l'affitto e la concessione in godimento, sia in Italia sia all'estero, in proprio e per conto terzi. Fintecna può effettuare interventi e operazioni per la valorizzazione, la trasformazione, il risanamento, la bonifica, la ristrutturazione, il recupero, la riqualificazione e il mantenimento funzionale di beni immobili;

   in tale contesto si constata il fatto che Fintecna spa assume frequentemente il ruolo di «legittimato passivo» nelle azioni risarcitorie poste in essere da lavoratori. Si tratta prevalentemente di lavoratori che avevano operato all'interno dell'area siderurgica di Taranto, Italsider, Nuova Italsider, Ilva, Ilva Spa, Ilva Laminati Piani ed altre società, i quali, essendo stati esposti all'amianto, avevano contratto la patologia del cosiddetto «mesotelioma pleurico», ovvero altre patologie comunque correlate alla esposizione all'amianto –:

   quali siano, per quanto di competenza, i presupposti normativi e giuridici che consentano, a Fintecna spa l'assunzione del sopra descritto ruolo di «legittimato passivo» nelle azioni risarcitorie richiamate in premessa.
(4-02196)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   BICCHIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il Tribunale di Vibo Valentia, sezione civile e lavoro, e il giudice di pace di Vibo Valentia versano in un grave stato di criticità a causa della carenza di organico dovuto anche a frequenti trasferimenti fra sezioni;

   il risultato delle mancanze di organico si traduce in continui rinvii delle udienze in deroga a quanto auspicato dal Ministero della giustizia sulla celerità dei processi;

   nello specifico il presidente del tribunale, per far fronte alla carenza di magistrati, ha adottato un provvedimento con il quale si dà atto che sino alla prossima primavera non sarà possibile formare i collegi giudicanti in materia civile;

   il Consiglio dell'ordine degli avvocati di Vibo Valentia, a seguito delle ripetute segnalazioni al tribunale di Vibo Valentia, ha pubblicamente denunciato tale situazione, che comporta una progressiva, quanto già allarmante, perdita di fiducia del cittadino nelle istituzioni;

   a dicembre 2023 la classifica stilata dal «Il Sole 24 Ore» sulla qualità della vita, inseriva Vibo Valentia tra gli ultimi posti a causa della lentezza dei processi;

   a seguito della denuncia, come riportato dal quotidiano «La C news» del 23 dicembre 2023 il presidente del tribunale di Vibo Valentia, dottor Antonio Di Matteo, dopo aver ammesso che la sezione civile dell'ufficio versa in gravi condizioni, ha replicato al Consiglio dell'ordine degli avvocati di Vibo Valentia asserendo che: «Alla luce delle considerazioni svolte, si segnalano i caratteri di indeterminatezza e di genericità del contenuto della delibera del Coa che, senza tener conto della complessiva condizione di emergenza nei termini sopra indicati, ha di fatto determinato, a seguito del conseguente risalto mediatico, valutazioni denigratorie che hanno riguardato indiscriminatamente l'intera attività giudiziaria del Tribunale, con conseguenze oggettivamente delegittimanti dell'istituzione giudiziaria e con svalutazione dell'impegno profuso dai magistrati in servizio, molti dei quali, seppure di prima nomina, hanno dato dimostrazione di altissima professionalità e di elevato spirito di servizio»;

   si rileva che la situazione è anche sotto stretta osservazione regionale per il tramite del consigliere Talerico che in qualità di consigliere regionale e di consigliere nazionale forense ha deciso di voler dar seguito a quanto denunciato dagli avvocati al fine di garantire una maggiore celerità dei processi a tutela dei cittadini –:

   se il Ministro interrogato sia conoscenza di questa situazione e se siano in essere delle iniziative di competenza volte a risolvere il problema della carenza di organico degli uffici giudiziari di Vibo Valentia anche a fronte dei provvedimenti adottati dal presidente del tribunale.
(4-02200)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   CAPPELLETTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi è stato firmato il protocollo d'intesa tra Ministero delle imprese e del made in Italy, regione Toscana, comune di Piombino e Metinvest Adria spa, Metinvest B.V., Danieli & C. Officine Meccaniche spa, con l'obiettivo di assicurare i presupposti per il rilancio del sito siderurgico di Piombino;

   il progetto industriale, che mobiliterà circa 2 miliardi di investimenti con il sostegno di finanziamenti esterni e sovvenzioni governative, mira allo sviluppo, la costruzione, la proprietà, l'esercizio e la manutenzione di un impianto ambientalmente sostenibile per la produzione di prodotti finiti di acciaio ottenuti dalla trasformazione di materiali ferrosi in coils laminati a caldo soggetti ad ulteriori lavorazioni, da realizzare a Piombino su una superficie di circa 260 ettari. La piena operatività del progetto occuperà circa 1.500 lavoratori diretti e indiretti e avrà un impatto economico significativo su altre industrie dell'indotto regionali e nazionali;

   i firmatari del protocollo si sono impegnati inoltre a realizzare uno studio coordinato di fattibilità finalizzato a determinare le condizioni di stabile e duratura operatività del polo e a valorizzare le potenzialità industriali e produttive del territorio, privilegiando le soluzioni più compatibili con l'ambiente urbano;

   il Ministero delle imprese e del made in Italy coordinerà un tavolo di lavoro partecipato da tutte le istituzioni nazionali e locali competenti per favorire l'insediamento produttivo dei potenziali investitori, coinvolgendo il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, la regione Toscana, il comune di Piombino, l'Autorità di sistema portuale e l'Agenzia del demanio. La prima convocazione è prevista entro questa settimana;

   il protocollo definisce infine anche le condizioni per la stipula ai sensi dell'articolo 252-bis del testo unico ambientale, entro quattro mesi, di un accordo di programma in relazione al quale non si ha conoscenza dei contenuti o di eventuali impegni che riguardano le parti coinvolte, sia pubblica che privata –:

   se, al fine di rendere trasparente il processo di definizione dell'accordo di programma, non ritenga opportuno far conoscere i contenuti dello stesso ed in particolare quali siano gli impegni che si stanno assumendo tra le parti coinvolte.
(4-02202)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   la rete autostradale italiana è regolata per mezzo di convenzioni di concessione che hanno una durata prevista dalla stessa convenzione unica. I rinnovi delle concessioni in essere sono perlopiù intervenuti senza passaggio per una gara pubblica, e quindi senza quelle garanzie di identificazione del miglior offerente in essa insite;

   il pedaggio per l'utilizzo di queste infrastrutture è previsto nella quasi totalità delle autostrade non gestite dall'Anas. La riscossione del pedaggio autostradale, dal punto di vista tariffario, si gestisce principalmente in due modi: o attraverso il «sistema autostradale chiuso» (chilometri effettivamente percorsi) o attraverso il «sistema autostradale aperto» (pedaggio forfettario);

   l'autorità di regolazione dei trasporti ha il compito di stabilire, per le nuove concessioni, i sistemi tariffari, definire gli schemi di concessione, definire gli schemi dei bandi relativi alle gare cui sono tenuti i concessionari autostradali per le nuove concessioni e gli ambiti ottimali di gestione delle tratte autostradali;

   secondo fonti di stampa il pedaggio delle autostrade sarà più caro nel 2024 in quanto questo sarà adeguato all'aumento dell'inflazione prevista dalla Nadef per il 2024, cioè del 2,3 per cento;

   in molti casi le concessioni autostradali sono giunte a scadenza, tra cui, come è noto, le concessioni di Ativa Spa, SALT società autostrada ligure toscana p.a., Brennero, A10, Satap A21 e, tuttavia, pure per queste si potranno provvisoriamente prevedere i rincari succitati;

   secondo le principali associazioni dei consumatori, i rincari non trovano giustificazioni reali a fronte di investimenti in sicurezza e attività ordinarie. Nel 2023 sono stati registrati numerosi e gravi disservizi sui principali tratti autostradali, tanto che il Codacons ha richiesto al garante dei prezzi di intervenire;

   l'aumento dei pedaggi andrà ad aggravare le spese che colpiranno tutte le famiglie italiane con il nuovo anno, quali quelle per le assicurazioni per le auto (aumento di quasi l'8 per cento), per i costi telefonici e per la fine del mercato tutelato del gas: elementi che aumenteranno l'inflazione e ridurranno la capacità di spesa delle famiglie;

   Il Ministro pro tempore delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, durante il Governo Conte I, ha lavorato alacremente per sterilizzare gli aumenti delle tariffe autostradali e per la quasi totalità dei tratti (dato che il blocco ha riguardato, in particolare, Aspi e Strada dei Parchi (A24-A25), stimolando i concessionari a una valutazione più puntuale degli aumenti (sul singolo anno anziché ogni cinque anni) e considerando il rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti;

   l'autostrada dei parchi, A24 A25, rappresenta l'unica arteria stradale sull'asse Est-Ovest, e necessita di numerosi lavori di messa in sicurezza che ancora non sono terminati;

   da anni le associazioni dei residenti nei municipi IV, V e VI del comune di Roma segnalano come, il cosiddetto tratto urbano dell'autostrada A24 rappresenta un'iniqua esazione verso i romani e, per questa ragione, durante l'amministrazione del Movimento 5 stelle, Roma Capitale e la concessionaria Strada dei Parchi hanno costituito un tavolo di coordinamento per iniziative a favore di una sempre migliore integrazione delle rispettive competenze, con l'obiettivo di eliminare o quanto meno mitigare l'impatto di questa infrastruttura in corrispondenza della barriera di Roma Est e dei tre caselli presenti sul tratto urbano: Lunghezza, Ponte di Nona e Settecamini –:

   quale sia la strategia che il Governo intende adottare per evitare aumenti indiscriminati dei pedaggi autostradali e se preveda tutele per specifiche categorie di utenti delle autostrade italiane;

   a che punto sia il coordinamento con la concessionaria dell'autostrada A24 A25, con particolare riguardo all'esenzione dal pedaggio per il tratto urbano della A24 A25;

   se l'aumento delle tariffe previsto dal 1° gennaio 2024 sia stato definito anche di concerto con Autorità di regolazione dei trasporti valutando caso per caso alla luce del rapporto tra tariffe, andamento dei prezzi e investimenti, o se si sia provveduto in modo automatico a tali rincari.
(2-00310) «Francesco Silvestri, Iaria, Cantone, Traversi, Fede, Santillo, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   secondo un recente studio condotto da ParkVia, piattaforma online che consente a oltre 4 milioni di utenti registrati di prenotare servizi in più di 2000 parcheggi aeroportuali in Europa, sono molti gli aeroporti che devono ancora migliorare sul piano dei servizi offerti;

   lo studio ha preso in esame 33 scali e la valutazione si è basata su otto differenti fattori, come la connessione wi-fi gratuita; fast-track; lounge aeroportuali; parcheggi coperti, nello scalo o raggiungibili con navetta; il punteggio delle recensioni di Google; il numero di voli di linea operato negli ultimi 30 giorni; il numero delle destinazioni nazionali e internazionali; la distanza in auto dal centro della città più vicina;

   lo studio ha permesso di stabilire una classifica, elencando nel dettaglio i primi 10 migliori aeroporti: al primo posto lo scalo di Roma-Fiumicino, qui i viaggiatori in partenza, usufruiscono di wi-fi gratuito illimitato, lounge aeroportuali e altri servizi come il fast-track;

   al secondo posto, l'aeroporto di Napoli, con voli e opzioni di destinazione leggermente più limitati rispetto a Roma-Fiumicino. Tuttavia, lo scalo partenopeo si trova molto più vicino al centro della città (4,4 chilometri) e offre wi-fi gratuito illimitato, servizi fast-track, lounge aeroportuali e parcheggio coperto;

   terzo sul podio, è l'aeroporto di Milano-Malpensa, il più grande scalo internazionale del Nord Italia. Situato a 50,2 chilometri dal centro di Milano, fornisce collegamenti con 150 destinazioni e offre ai viaggiatori l'accesso illimitato al wi-fi;

   tra le aerostazioni più virtuose compaiono anche l'aeroporto di Olbia, che ha il punteggio di Google più alto, e Milano-Linate, al quinto posto;

   al sesto posto, l'aeroporto di Bari, moderno e ricco di servizi, oltre che ben collegato con il centro città, lo scalo è molto apprezzato dagli utenti ed è in crescita per quanto riguarda l'offerta di voli internazionali;

   settimo posto della classifica, il «Mario Mameli» di Cagliari, il principale dell'isola in quanto a dimensioni e a numero di voli e destinazioni; oltre agli ottimi servizi, lo scalo è valutato molto positivamente su Google ma a penalizzarlo è il numero di tratte piuttosto ridotto;

   all'ottavo posto l'aeroporto di Torino, ottima struttura, penalizzata dalle destinazioni piuttosto limitate, appena 59 nei 30 giorni a cui fa riferimento l'analisi, e il numero di voli ridotto. Segue il «Marco Polo» di Venezia che, a differenza di altri, offre ai viaggiatori wi-fi gratuito limitato, ottima la distanza dal centro e il numero di tratte disponibili, alcune delle quali intercontinentali;

   infine, al decimo posto della classifica, quello di Milano-Bergamo, il «Caravaggio», che si distingue per la qualità dei servizi e dell'organizzazione, situandosi al terzo posto per numero di passeggeri. A penalizzarlo, la distanza non ottimale dal capoluogo lombardo (oltre 54 chilometri) e il numero di voli non altissimo;

   dalla decima posizione in giù, invece, sono elencati gli aeroporti con performance peggiori per qualità dei servizi offerti;

   al tredicesimo posto c'è l'aeroporto di Catania che presenta diverse criticità, dal wi-fi gratuito che manca completamente, ai lunghi tempi di accesso agli imbarchi, con conseguenti giudizi negativi, alle contestazioni sul livello di correttezza delle gare;

   ancora oggi tante sono le compagnie che rinunciano alla tratta Catania-Roma; tutte queste e molte altre sono le criticità da superare dopo i disastri della scorsa estate –:

   alla luce dei fatti esposti, quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per ridurre al minimo i disagi nell'aeroporto di Catania e se intenda chiarire quanto ancora si debba attendere per il piano nazionale aeroporti.
(5-01896)

Interrogazione a risposta scritta:


   SANTILLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 19 dicembre 2023 il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha avviato il tavolo per la definizione di un piano casa, del quale nel nostro Paese ci sarebbe assoluto bisogno, tenuto conto delle 650.000 famiglie nelle graduatorie per l'accesso ad una casa popolare; delle oltre 40.000 sentenze di sfratti emesse ogni anno; delle 983.000 famiglie stimate dall'Istat in povertà assoluta e in affitto; del caro affitti e della assoluta insufficienza di residenze per studenti;

   al tavolo aperto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per definire un piano casa risultano invitati e partecipanti: cooperative edilizie, costruttori, associazioni dei proprietari, ordini professionali, fondazioni, agenzie immobiliari, operatori economici, regioni, comuni ed enti gestori di edilizia residenziale pubblica;

   dal tavolo presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti gli unici esclusi risultano essere l'Unione inquilini e tutti gli altri sindacati inquilini, quindi i rappresentanti di coloro che dovrebbero essere i beneficiari del Piano casa;

   anche nella seconda riunione del tavolo, tenutasi lo scorso 16 gennaio 2024, si è assistito alla scelta di escludere dagli inviti i soli sindacati inquilini;

   non era mai avvenuto in passato che soggetti rappresentativi, quali sono i sindacati inquilini, fossero esclusi da un tavolo istituzionale presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il che lascia perplessi in quanto si escludono soggetti che sono centrali e rappresentativi, di un vasto settore sociale ai quali viene preclusa la possibilità di fornire un contributo di merito;

   l'esclusione dei sindacati inquilini dal tavolo istituzionale avviato presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non ha alcuna motivazione plausibile e, agli interroganti, appare necessario superare questa esclusione procedendo, da parte del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ad invitare anche i sindacati maggiormente rappresentativi degli inquilini –:

   quali siano i motivi dell'esclusione dell'Unione inquilini e degli altri sindacati inquilini dal tavolo presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per la definizione di un piano casa;

   se non ritenga opportuno e necessario procedere ad invitare al tavolo anche l'Unione inquilini e gli altri sindacati inquilini, dando completezza al tavolo e rappresentanza a tutti i soggetti interessati al piano casa, tenendo conto dei contributi che possono venire da tutti i soggetti interessati, compresi i sindacati inquilini.
(4-02203)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   GRAZIANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 1° gennaio 2024, l'assessore alla sanità e all'ambiente del comune di Maddaloni in Campania, dottor Claudio Marone, nell'augurare buon anno, ha pubblicato su Facebook una foto del Duce con la dicitura «Che sia un anno di m... per tutti i comunisti» ( fonte «Il Mattino»);

   il 5 gennaio 2024, l'assessore dottor Claudio Marone ha sostenuto di essere stato oggetto di un attacco hacker e, nello specifico, ha dichiarato mezzo stampa: «Non ho fatto interventi di alcun tipo e tantomeno di natura politica sulla pagina in oggetto in quanto non sono un frequentatore dei social non ritenendoli veicolo di corretta informazione e pertanto smentisco categoricamente di aver pubblicato alcunché su Facebook. Ci tengo inoltre a precisare di aver dato mandato al mio legale, di predisporre e depositare un esposto denuncia contro ignoti alla polizia postale per la violazione della pagina Facebook a tutela della mia privacy e della mia immagine» (fonte «EdizioneCaserta»);

   tale comportamento ha suscitato la ferma condanna di tutta la società civile, dell'opposizione e di esponenti della maggioranza, che in modo unanime hanno definito il fascismo la sciagura più grave della nostra storia; tanti hanno chiesto che il sindaco De Filippo, la giunta e i consiglieri comunali di Maddaloni prendessero le distanze da quanto accaduto e sollecitassero le dimissioni dell'assessore Marone;

   il sindaco De Filippo e la parte della maggioranza comunale non ha ancora espresso alcuna posizione ufficiale in merito alla vicenda, né ha avviato alcuna procedura di rimozione della delega all'assessore Marone –:

   di quali elementi disponga, per quanto di competenza, circa la vicenda denunciata a mezzo stampa e se ritenga opportuno promuovere ogni iniziativa, per quanto di competenza, anche con il coinvolgimento dei rappresentanti delle altre istituzioni, affinché sia presa una posizione chiara e netta di condanna del fascismo in ossequio ai principi costituzionali e al rispetto dei cittadini che hanno combattuto e sacrificato la loro vita per la libertà e la democrazia.
(4-02191)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nel febbraio 2023, la Commissione UE ha avviato due procedure di infrazione contro l'Italia in relazione al requisito dei 10 anni di residenza richiesti per beneficiare del reddito di cittadinanza e 2 anni di residenza per usufruire dell'assegno unico universale;

   in particolare la Commissione ha deciso in data 16 novembre 2023 di inviare un parere motivato all'Italia (INFR(2022)4113) per il mancato rispetto delle norme dell'UE in materia di coordinamento della sicurezza sociale (regolamento (CE) 2004/883) e di libera circolazione dei lavoratori (regolamento (UE) n. 492/2011 e articolo 45 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea);

   secondo il parere della Commissione, la concessione dell'assegno unico universale per i figli a carico solo per coloro che risiedono per almeno 2 anni in Italia e solo se vivono nello stesso nucleo familiare dei figli, viola il diritto dell'UE, in quanto non tratta i cittadini dell'UE in modo equo, e pertanto si qualifica come discriminazione;

   questa impostazione è stata, tra l'altro, confermata anche dal tribunale di Trento con una sentenza del giudice Giorgio Flaim, che ha condannato con sentenza del 19 settembre 2023 n. 121 l'Inps per «condotta discriminatoria»;

   la vicenda riguardava una madre straniera residente in Trentino con un permesso di soggiorno in attesa di occupazione a cui era stato negato l'assegno unico;

   in particolare secondo il giudice, sulla base di quanto previsto dalla direttiva europea 2011/98/Ue, la circolare dell'Inps sarebbe discriminatoria perché violerebbe il principio di parità di trattamento tra cittadini dell'Unione europea e stranieri soggiornanti in UE titolari di permesso unico lavoro (superiore ai sei mesi), tra cui rientra anche il permesso in attesa di occupazione;

   la Commissione, ritenendo che la risposta del Governo italiano non sia stata adeguata alle eccezioni sollevate nella lettera di costituzione in mora dell'Italia, ha concesso ulteriori due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'Unione europea e l'Italia potrebbe subire una condanna –:

   se e in quale senso abbia risposto il Governo italiano al parere motivato all'Italia inviato dalla Commissione europea il 16 novembre 2023, e in particolare, se non ritenga di doversi conformare alle eccezioni sollevate dalla Commissione, adottando le iniziative di competenza volte a modificare le disposizioni discriminatorie.
(5-01883)


   SARRACINO, DE LUCA, SCOTTO, GRIBAUDO, FOSSI e LAUS. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   vi è grande preoccupazione in merito alla situazione che riguarda il futuro dei punti vendita Ipercoop di Afragola e Nola in quanto il 24 novembre 2023 la società Gdm ha aperto la procedura di licenziamento per i lavoratori ivi impiegati;

   suddetti punti sono di proprietà della società Gdm in franchising per conto di Coop Alleanza 3.0, impresa che ha dichiarato lo stato di crisi con la collocazione in cassa integrazione straordinaria a 0 ore per 148 lavoratrici e lavoratori;

   gli immobili appartengono ad altra società, la Igd, a sua volta controllata da Coop Alleanza 3.0;

   il tavolo aperto presso la regione Campania non ha purtroppo prodotto al momento alcun risultato, evidenziando solo un rimpallo di responsabilità;

   nel frattempo il comune di Afragola non ha rinnovato i permessi di concessione alla società di gestione;

   il numero di occupati, in prevalenza donne, richiede un tempestivo intervento istituzionale al fine di verificare le possibili strade per scongiurare il licenziamento degli addetti;

   le organizzazioni sindacali confederali di categoria hanno chiesto ufficialmente la convocazione di un apposito tavolo da parte del Governo –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, coinvolgendo le organizzazioni sindacali, le società interessate e le istituzioni locali competenti, al fine di verificare la possibilità di bloccare le procedure di licenziamento e individuare soluzioni alternative, con l'obiettivo di salvaguardare i livelli occupazionali dei punti vendita di cui in premessa.
(5-01884)


   BARZOTTI, TRAVERSI, AIELLO, CAROTENUTO e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Cooperativa produttori suini Prosus, società cooperativa agricola sita in Vescovato (CR), via Malta, occupa – esclusi gli agricoli – 348 soci lavoratori nel settore della macellazione di suini, commercio e lavorazione delle carni, di cui solo 24 a tempo indeterminato (come da visura camerale dell'8 gennaio 2024 – dato aggiornato il 30 settembre 2023);

   la cooperativa ha avviato nel giugno del 2021 una procedura di composizione negoziata della crisi ed è in attesa di omologa dell'accordo di ristrutturazione;

   da quel che si apprende dalle notizie di stampa e dai lavoratori, Prosus, per ridurre il costo del lavoro, si è avvalsa per anni anche di circa 80 lavoratori in appalto, soci di altre cooperative Dharma, Dharma Onlus e 3T, con applicazione del Ccnl multiservizi;

   nella reale e concreta probabilità di perdere il proprio posto di lavoro a seguito della crisi aziendale, a far data dal 16 ottobre 2023 i lavoratori delle cooperative in appalto e le loro famiglie sono in presidio permanente presso Prosus, anche arrampicati sulle attrezzature produttive;

   a oggi, non vi è stata alcuna proposta aziendale per rispondere alle istanze dei lavoratori in sciopero –:

   se non intenda promuovere un tavolo nazionale di confronto tra i lavoratori in sciopero e l'azienda, al fine di poter garantire il diritto al lavoro e al mantenimento dell'occupazione anche ai lavoratori in appalto.
(5-01885)


   MARI e BONELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 14 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, prevede, per gli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall'Inps, nonché alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, la facoltà di conseguire il diritto alla pensione anticipata, definita «pensione quota 100»;

   il comma 3 del medesimo articolo 14 prevede che la pensione non è cumulabile, a far data dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui;

   con circolare 117 del 9 agosto 2019 l'Inps ha fornito chiarimenti in merito all'incumulabilità della pensione quota 100 con i redditi da lavoro, specificando che sono da considerare redditi da lavoro autonomo quelli comunque ricollegabili ad un'attività lavorativa svolta senza vincolo di subordinazione, indipendentemente dalle modalità di dichiarazione a fini fiscali;

   desta sconcerto la notizia di due diversi pensionati, Angelo M., residente a Trento e Giuseppe G. residente a Pordenone, che a fronte di minimi compensi ricevuti per piccoli lavori saltuari si sono visti notificare dall'Inps un'ingiunzione a restituire l'intero ammontare della pensione percepita in un anno;

   appare anche inspiegabile che i compensi derivanti da diritto d'autore di un'opera (sia essa legata alle scienze, alla letteratura, alla musica, arti figurative, architettura, teatro, cinematografia e altro), ancorché non conseguiti nell'esercizio d'impresa commerciale, possano venir considerati redditi che rilevano ai fini dell'incumulabilità della pensione –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se non ritenga di dover assumere iniziative di competenza perché possa essere disposto da parte dell'Inps l'annullamento dei provvedimenti di ingiunzione notificati, mediante i quali i due pensionati sarebbero costretti, a fronte di minime, somme percepite per piccoli lavori saltuari, a restituire l'intero ammontare della pensione di un anno e chiarendo attraverso opportuni interventi, anche di carattere normativo, che ai fini dell'incumulabilità della pensione non rilevano i compensi derivanti da diritto d'autore per lo sfruttamento indiretto dell'opera.
(5-01886)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ZAN, SERRACCHIANI e SCOTTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 24, comma 2, del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, convertito, con modificazioni dalla legge maggio 2023, n. 56, si è istituito, per gli anni 2023-2026, un cosiddetto «Fondo vittime amianto», con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro annui, cui dovrebbero accedere i lavoratori che hanno contratto patologie asbesto-correlate durante la prestazione di attività lavorative in cantieri navali o i loro eredi e le società partecipate pubbliche i cui dipendenti abbiano già usufruito delle disposizioni dell'articolo 13 della legge n. 257 del 1992;

   il fondo in questione nulla ha a che vedere con il Fondo vittime amianto, istituito con la legge n. 244 del 2007;

   gli aventi diritto devono presentare domanda all'Inail a mezzo posta elettronica certificata (Pec), a pena di inammissibilità, entro e non oltre il 15 gennaio 2024;

   le domande devono riguardare le sentenze esecutive, i verbali di conciliazione giudiziale depositati entro il 31 dicembre 2023 e i verbali di conciliazione in sede protetta sottoscritti entro il medesimo termine;

   l'eventuale indennizzo del fondo in questione non sembra possa considerarsi aggiuntivo rispetto al danno patrimoniale e non patrimoniale indicato nella sentenza cui si fa riferimento nella domanda e, tenuto conto che per i lavoratori esposti all'amianto la normativa prevede il riconoscimento e l'indennizzo della malattia professionale da parte dell'Inail e di conseguenza l'intervento del fondo vittime amianto (legge n. 244 del 2007), non appare chiaro quale possa essere il grado di intervento di tale nuovo strumento;

   al contrario, appare più che evidente che le principali beneficiarie di detto fondo saranno le aziende che, a seguito di sentenze e/o verbali di conciliazione, siano state condannate a risarcire il lavoratore, e/o gli eredi, per non aver applicato o rispettato le norme di sicurezza, per «risarcirle» di quanto pagato al lavoratore;

   ovvero, con tale misura vengono posti a carico della fiscalità generale i costi dei risarcimenti che società per azioni inadempienti hanno dovuto sostenere a seguito di pronunciamenti a loro carico per aver causato gravissime patologie asbesto-correlate che, in molti casi, hanno già portato al decesso dei lavoratori;

   una soluzione che, inoltre, determina anche illogiche distorsioni nei confronti di altre imprese a partecipazione pubblica che operano in settori diversi dalla cantieristica navale;

   la finalità del nuovo fondo appare, quindi, quella di rimborsare una specifica società per azioni, perfettamente solvibile e leader mondiale nel suo settore, anziché rafforzare la dotazione economica del fondo vittime dell'amianto esistente sin dal 2007 per l'indennizzo in termini universali delle vittime di amianto, che comprendono migliaia di lavoratori e di loro eredi, assai spesso dipendenti di aziende cessate o fallite e comunque prive di ogni solvibilità;

   la conferma di tale criticità è confermata da quanto esplicitato dalla stessa circolare Inail, laddove si afferma che: «Nello stesso modulo di domanda i lavoratori in argomento e in caso di decesso i loro eredi devono dichiarare, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, il mancato pagamento da parte della società partecipata pubblica di quanto dovuto a titolo di risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale in relazione alla sentenza esecutiva o al verbale di conciliazione giudiziale o al verbale di conciliazione comunque sottoscritto in sede protetta» –:

   quali siano le ragioni di una siffatta misura che pone in capo alla fiscalità generale l'onere risarcitorio di una specifica società, per gravi responsabilità che hanno determinato gravissime conseguenze per la salute o la morte dei propri lavoratori;

   quante risorse si preveda vengano destinate a favore della società in questione e quante a favore dei lavoratori che già sono stati risarciti.
(5-01895)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

  lo scorso 15 gennaio 2024, la testata Fanpage.it ha pubblicato un articolo dal titolo «Busto di Mussolini e calendario di Predappio nell'ospedale Cardarelli di Napoli, inchiesta interna»; >

   in questo articolo compare un video in cui si mostra in maniera inequivocabile una stanza dei medici arredata con un busto di Benito Mussolini ed un calendario di Predappio con il volto del Duce;

   è questa la scena incredibile di fronte alla quale ci si trova entrando in una stanza al primo piano del Padiglione A dell'ospedale «Antonio Cardarelli» di Napoli, che ospita il reparto di chirurgia 3;

   la stanza in questione sembrerebbe una di quelle nella quale i medici ricevono anche i familiari dei pazienti durante gli orari di visita;

   a seguito dell'inchiesta c'è stata una nota della Direzione generale dell'ospedale con cui si annuncia l'attivazione del servizio ispettivo interno: «In merito alla presenza presso un ufficio pubblico del Cardarelli di effigie celebrative di Mussolini – recita la nota – la Direzione Generale dell'ospedale ha attivato il Servizio Ispettivo interno per verificare quanto riportato e individuare i responsabili di quanto segnalato. Le norme e il codice di comportamento del dipendente pubblico, infatti, prevedono la massima neutralità da parte di chi lavora per la pubblica amministrazione e pertanto limita le esternazioni in merito a opinioni politiche, preferenze sessuali, credo religioso. A seguito degli accertamenti del Servizio Ispettivo, eventuali responsabili di comportamenti inappropriati saranno segnalati all'Ufficio Provvedimenti Disciplinari»;

   dalla lettura della nota, pare che neanche la Direzione generale dell'ospedale abbia ben recepito la gravità dei fatti, ascrivendo l'esposizione del busto di Mussolini ad un fatto inerente alle semplici norme e codici di comportamento e al principio di neutralità della pubblica amministrazione, senza tenere in considerazione il fatto che l'apologia del fascismo è un fatto ben più grave dalla esternazione di opinioni politiche –:

   di quali elementi dispongano i Ministri interrogati, circa i fatti esposti in premessa, quali iniziative – per quanto di competenza – intendano intraprendere e se non ritengano che condotte del genere debbano essere severamente stigmatizzate al fine di tutelare l'immagine della pubblica amministrazione.
(4-02197)


   SCOTTO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   l'11 gennaio 2024, La Repubblica ha pubblicato un articolo dal titolo «La Pa ci mette tre anni e mezzo per pubblicare il concorsone, poi concede due ore per presentare domanda: “È inaccettabile”»;

   dopo una gestazione di tre anni e mezzo, il concorsone unico della pubblica amministrazione, bandito nel 2020 e volto al reclutamento di 2.736 funzionari con incarico non dirigenziale, ha conosciuto un imprevedibile sprint proprio all'ultimo miglio: quello del 9 gennaio 2024 è stato infatti verosimilmente l'ultimo scorrimento di una graduatoria pubblicata per la prima volta due anni fa;

   nella comunicazione inviata via Pec poco dopo le ore 12 si legge «(...) E a procedere con la scelta delle amministrazioni sulla piattaforma inPa entro e non oltre le ore 14:00 di oggi 9 gennaio 2024», pena «la decadenza» della propria posizione, come sancito dall'avviso pubblicato sul sito Formez;

   il quotidiano cita il caso di Taccogna, già dipendente pubblico presso un'altra Pa, che, dopo essersi fermato in mensa, ha la malaugurata idea di intrattenersi con i colleghi per prendere il caffè: «A un certo punto, erano le 13:45, mi arriva un messaggio su WhatsApp di un conoscente che aveva provato a suo tempo il concorso con me. Mi dice di controllare immediatamente la Pec. Quando ho visto la scadenza sono sbiancato». Taccogna sobbalza, abbandona in fretta e furia la tazzina e si precipita in ufficio per aprire il computer e tentare un'impresa impossibile: in dieci minuti scarsi deve effettuare l'accesso al sistema inPa con le credenziali Spid, ponderare le 23 amministrazioni di destinazione, elencarle in ordine di preferenza, caricare il curriculum e, infine, inviare l'applicativo;

   non si scoraggia: «Quando sono riuscito finalmente ad accedere al sistema mancavano esattamente tre minuti e 33 secondi. Una finestra sul monitor segnalava in rosso il conto alla rovescia. Tutt'intorno a me si era creato un capannello di colleghi che mi incoraggiava. Avevo elencato le amministrazioni di preferenza completamente a caso, inserito l'anagrafica e dichiarato di non avere carichi pendenti, nonostante mi fosse già stato chiesto a suo tempo nell'atto di presentazione della domanda. Quando però a pochi secondi dalla scadenza mi è stato chiesto di elencare anche tutti i concorsi pubblici già effettuati in vita mia mi sono arreso» –:

   quali chiarimenti intenda fornire il Ministro interrogato sulle scelte compiute e sulla vicenda narrata in premessa, quante persone interessate da questo ultimo scorrimento siano decadute perché non hanno effettuato la scelta delle amministrazioni, presumibilmente a causa del poco tempo a disposizione e se non ritenga di dover adottare le iniziative di competenza volte a riaprire i termini per consentire di presentare la domanda dando un congruo preavviso.
(4-02199)

SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:


   LOIZZO, PANIZZUT, LAZZARINI e MATONE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con determinazione dell'Agenzia italiana del farmaco n. 583 del 3 agosto 2022, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 185 del 9 agosto 2022, il medicinale «Trodelvy» (sacituzumab govitecan), approvato con procedura centralizzata in data 22 novembre 2021, è stato ammesso alla rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale ed inserito nell'elenco del farmaci innovativi sottoposti a registro di monitoraggio AIFA;

   il medicinale citato ha ricevuto l'approvazione europea con la seguente indicazione terapeutica: «in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con cancro della mammella triplo negativo metastatico (metastatic triple-negative breast cancer, mTNBC) o non resecabile che abbiano ricevuto in precedenza almeno due terapie sistemiche, almeno una delle quali per la malattia avanzata»;

   a quanto consta, rispetto all'indicazione accordata a livello europeo, la scheda del registro Aifa pone una limitazione nella seconda linea metastatica, consentendo il trattamento con sacituzumab govitecan a carico del Ssn per le sole pazienti che sviluppano una recidiva entro dodici mesi dal completamento della terapia neo/adiuvante;

   per effetto di questa limitazione, le pazienti con ricaduta oltre dodici mesi dal trattamento (neo)adiuvante possono avere accesso a sacituzumab govitecan in regime di rimborsabilità soltanto a partire dalla terza linea metastatica, dopo essere state trattate con un'ulteriore chemioterapia;

   a distanza di un anno dalla disponibilità di sacituzumab govitecan in Italia e in seguito alla pubblicazione di nuovi dati di pratica clinica, oltre che dell'aggiornamento delle linee guida europee (Esmo) e italiane (Aiom) che raccomandano l'impiego del farmaco nell'intera seconda linea metastatica, l'azienda farmaceutica ha presentato ad Aifa Istanza di modifica della scheda del registro di monitoraggio che oggi blocca il completo accesso al farmaco. A supporto di tale richiesta, sono stati condivisi con Aifa i dati presentati al congresso Esmo 2023 (Madrid ottobre 20-24, 2023);

   in data 29 dicembre 2023, le associazioni pazienti «Fondazione IncontraDonna», «Europa Donna Italia», «Salute Donna Onlus» e «A.N.D.O.S. Onlus Nazionale» hanno inviato una lettera ad Aifa, sottolineando che il mTNBC rappresenta il sottotipo più aggressivo tra i carcinomi mammari e, proprio per l'aggressività della malattia, un ritardo nell'utilizzo di sacituzumab govitecan compromette la possibilità di ricevere il trattamento in circa 1 paziente su 4.2 –:

   se non ritenga di dover adottare, per quanto di competenza, urgenti iniziative volte a rimuovere le limitazioni e ad assicurare il completo accesso al farmaco di cui in premessa, nel rispetto dell'autonomia e delle prerogative dell'Aifa.
(5-01887)


   ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il quotidiano «La Repubblica» di domenica 21 gennaio 2024 a pagina 19, riportava la notizia riguardante Marco che soffriva di disforia, non riconoscendosi nel suo corpo, che ha affrontato un lungo e complicato percorso per la transizione dall'essere donna, per diventare un uomo;

   Marco, che ha compiuto tutto l'iter psicologico, al termine del quale è stata riconosciuta la sua disforia, si è sottoposto ad una terapia ormonale, che ha permesso al suo fisico di modificarsi, di accrescere la massa muscolare, veder recedere i caratteri femminili e coprire il volto dalla barba;

   Marco è stato sottoposto all'intervento di mastectomia, eliminando il seno;

   un percorso psicologico e una serie di interventi a cui Marco ha fatto seguire anche un iter legale al fine di ottenere la riassegnazione del genere, che ha portato il tribunale ad autorizzare la rettifica anagrafica e a concedere il cambio del nome sui documenti;

   Marco soffrendo di disforia, non riconoscendosi, avrebbe affrontato l'isterectomia, per farsi asportare l'utero, ma al momento di quell'ulteriore operazione, ha scoperto di attendere un bambino e di essere al quinto mese di gravidanza;

   è evidente che ora la priorità è la tutela della salute di Marco, costretto a interrompere bruscamente il percorso di transizione giunto in una fase estremamente avanzata, nonché quella del bambino che porta in grembo;

   l'interrogante non è a conoscenza se vi siano linee guida emanate dal Ministero o in caso contrario se il Ministero non intenda definirle, al fine di garantire la salute delle persone che soffrono di disforia o difformità di genere, se vi sia da parte del Ministero un monitoraggio costante dei centri per persone che soffrono di disforia, sul grado di professionalità degli operatori e la qualità dei percorsi di transizione –:

   quanti siano i centri che si occupano di disforia o difformità di genere, e, in tale contesto, se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei dati aggregati delle persone che accedono a questi servizi, per sesso, età e collocazione geografica.
(5-01888)


   PATRIARCA e BENIGNI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   di fronte all'epocale ondata di innovazione terapeutica inaugurata dalla scienza, secondo il rapporto Crea Sanità, l'Italia si attesta al quattordicesimo posto in Europa per «tempo di disponibilità» medio di un farmaco, ovvero il tempo che intercorre tra l'autorizzazione all'immissione in commercio e la possibilità di accesso al paziente;

   una situazione che fotografa l'urgenza di ridurre i tempi di accesso alle cure con particolare riguardo a pazienti affetti da patologie ad alto impatto socio-sanitario, patologie con un alto bisogno medico insoddisfatto come il diabete, o per cui non sono disponibili alternative terapeutiche come avviene nell'ambito delle più rilevanti sfide di salute pubblica ad esempio l'Alzheimer;

   l'Italia si è dotate di programmi di accesso precoce, prima dell'autorizzazione all'immissione in commercio o fino a disponibilità del farmaco: finanziati dal Ssn (648 e farmaci ad uso consolidato) o dall'Ssn attraverso un finanziamento dell'industria (legge n. 326 del 2003, Fondo 5 per cento, attualmente sospeso) o totalmente a carico dell'industria (uso compassionevole) che hanno offerto speranza terapeutica a numerosi pazienti e consentito la raccolta di dati «real life» ad ulteriore consolidamento della fase sperimentale;

   le principali criticità di tali strumenti sono: il parziale snaturamento del loro impianto originario (ad esempio l'uso economico della legge n. 648 del 1996), le complessità burocratico amministrative, l'incertezza delle risorse messe a disposizione e la limitata disponibilità di dati sul loro impatto, anche economico;

   risulta pertanto urgente riformare il sistema di accesso precoce in Italia prendendo spunto, ad esempio, dal sistema dell'Accès précoce francese;

   la riforma consentirebbe di mettere a disposizione farmaci salvavita prima dell'approvazione dell'Ema, attraverso a) l'identificazione dei criteri per l'accesso precoce, come l'assenza di alternative terapeutiche e la presunzione di innovatività (in Italia si applica per la valutazione di innovatività solo in fase negoziale); b) la previsione di durata, esempio 2 anni; c) la codifica del sistema di raccolta dati funzionali alla successiva negoziazione; d) l'introduzione di meccanismi di salvaguardia finanziaria –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere per garantire la riduzione dei tempi di accesso ai farmaci e, in particolare, se intenda promuovere l'eliminazione dei prontuari regionali e adottare iniziative di competenza volte ad avviare una riforma dei programmi di accesso precoce per farmaci ritenuti di potenziale impatto innovativo per la salute pubblica.
(5-01889)


   QUARTINI, SPORTIELLO, MARIANNA RICCIARDI e DI LAURO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Governo ha ultimato l'aggiornamento del piano pandemico 2024-2028 che, in versione di bozza, aggiorna il precedente Piano in scadenza il 24 gennaio;

   dalla predetta bozza, che ricalca il precedente piano e, con assoluta evidenza, fa tesoro delle misure adottate nella drammatica esperienza della pandemia da COVID-19, si evincono taluni elementi fondamentali, in particolare:

    a) che durante una emergenza pandemica il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è considerato lo «strumento centrale di governo»;

    b) che i vaccini sono «le misure preventive più efficaci»;

    c) che «in condizioni emergenziali» è possibile «imporre limitazioni alle libertà dei singoli individui al fine di tutelare la salute della collettività» e, tra le diverse misure, si declinano le seguenti: test diagnostici; chiusura attività lavorative non essenziali; chiusura delle scuole; distanziamento fisico; igiene delle mani ed etichetta respiratoria; isolamento dei casi; evitare gli assembramenti ecc.

    d) che la gestione emergenziale in materia di igiene e sanità pubblica spetta, come previsto dall'articolo 32 della legge n. 833 del 1978, al Ministro della salute, al Presidente della giunta regionale e al sindaco, a seconda della dimensione territoriale investita dall'emergenza;

    e) che le regioni PPAA sono chiamate a delineare, in fase di prevenzione, preparazione e valutazione del rischio, un proprio assetto organizzativo e operativo a diretto supporto del Presidente della regione che opera in qualità di autorità competente in caso di emergenza;

    f) che si rende necessario sviluppare le principali aree di intervento utili a garantire una risposta immediata del sistema regionale, includendo tra le altre le seguenti azioni:

     definizione di una governance regionale per la gestione di allerta epidemiche e per la risposta ad eventi pandemici;

     organizzazione dei servizi sanitari, inclusi i servizi di prevenzione, ospedalieri e territoriali;

     predisposizione di misure per l'acquisizione di personale sanitario aggiuntivo tramite procedure selettive velocizzate in fase di risposta;

     azioni rivolte alla realizzazione di scorte regionali come previsto dal PanFlu 2021-2023 e alla definizione di procedure per la rapida distribuzione dei prodotti alle strutture sanitarie;

   nel piano emerge il ruolo centrale delle regioni e tuttavia, le stesse non sono a tal fine adeguatamente finanziate –:

   se non ritenga opportuno, alla luce di quanto emerso dal piano, adottare le iniziative di competenza volte a finanziare adeguatamente, all'interno del piano medesimo, l'organizzazione dei servizi sanitari regionali, inclusi i servizi di prevenzione, ospedalieri e territoriali e i servizi vaccinali, al fine di garantire una risposta immediata ed efficace dei sistemi regionali a futuri eventi epidemici e pandemici.
(5-01890)


   FURFARO, GIRELLI, MALAVASI, CIANI e STUMPO. — Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

   durante la trasmissione televisiva «Piazza Pulita» andata in onda giovedì 13 aprile 2023 sul canale «La7» è stato trasmesso un reportage di Fanpage.it sulla comunità di recupero «Shalom», gestita da suore in provincia di Brescia, che ospita circa 250 persone (anche minorenni) con diverse problematiche: dalla tossicodipendenza, all'anoressia, fino ai disturbi comportamentali;

   dal filmato evince un clima di terrore, un metodo che alle preghiere unisce metodi terapeutici che lasciano quanto meno sconcertati, fatti di violenza fisica e psichica, di botte e soprusi verso ragazzi in grave difficoltà;

   come si vede dal reportage la comunità è strutturata come un carcere, con sbarre alle finestre, recinzioni alte 3 metri, appello ogni due ore, divieto di uso dei telefonini e di altri strumenti tecnologici e all'ingresso agli ospiti viene effettuata una perquisizione corporale;

   il reportage non lascia spazio a dubbi circa i metodi utilizzati per educare queste persone fragili che, come affermato dallo psichiatra Leonardo Mendolicchio presente in studio, non hanno «nulla di terapeutico e di psichiatrico. La comunità finge di offrire ospitalità a persone disagiate ma all'interno produce delle dinamiche orrende di violenze e di segregazione proprio perché le persone che gestiscono questa comunità non hanno nessun tipo di formazione medica, psicologica, educativa e pedagogica. È inconcepibile dal punto di vista medico»;

   il metodo proposto per curare ogni tipo di problematica è la «cristoterapia», la terapia della fede che consiste nel salmodiare continuo associata alla somministrazione di psicofarmaci da parte di operatori non sanitari ma dai cosiddetti «vecchi», ovvero dai pazienti più anziani della comunità oltre alle punizioni (girare in tondo con una carriola piena di sassi anche per 8 o 9 ore in un giorno mentre un'altra persona sorveglia, oppure lavorare anche tutta la notte in un laboratorio per manufatti di una ditta esterna che poi paga la comunità per il lavoro svolto, ed ancora la punizione della legnaia dove i ragazzi raccontano di aver subito dei veri e propri pestaggi);

   di norma il percorso in comunità dovrebbe durare solo qualche anno mentre i tempi di permanenza dentro la comunità di recupero «Shalom» si prolungano all'infinito;

   nonostante le tante denunce fino ad ora fatte il processo che ne è seguito ha visto assolti i responsabili della comunità –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se, per quanto di competenza, non intenda adottare iniziative normative volte a prevenire e contrastare situazioni di tale gravità.
(5-01891)


   FARAONE. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel quadro della generale riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, la dirigenza sanitaria pubblica è stata oggetto di un intervento riformatore da parte del legislatore statale;

   la ratio dell'intervento è stata quella di trovare un punto di equilibrio tra l'esigenza del rapporto fiduciario tra l'organo politico e i vertici delle aziende garantendo che le nomine avvengano in modo imparziale e trasparente tra soggetti con necessarie competenze;

   l'articolo 2, comma 1, del decreto legislativo n. 171 del 2016 prevede che le regioni nominino direttori generali gli iscritti all'elenco nazionale e che la regione renda noto, con avviso pubblico, l'incarico che intende attribuire, ai fini della manifestazione di interesse da parte dei soggetti iscritti nell'Elenco nazionale;

   la valutazione dei candidati è effettuata da una commissione regionale composta da esperti e propone al presidente della regione una rosa di candidati, nell'ambito dei quali viene scelto quello che presenta requisiti maggiormente coerenti con le caratteristiche dell'incarico da attribuire;

   la Regione Siciliana, ha pubblicato un avviso di selezione per il conferimento dell'incarico di direttore generale delle seguenti aziende ed enti del SSR: ASP di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Catania, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa, Trapani, ARNAS Garibaldi di Catania, Civico Benfratelli Di Cristina di Palermo, le aziende ospedaliere Papardo di Messina, O.R. Villa Sofia Cervello di Palermo, Cannizzaro di Catania, Giaccone di Palermo, VE di Catania, Martino di Messina e IRCCS Pulejo di Messina;

   durante un incontro il presidente Schifani, in merito alle nomine richiamate, ha dichiarato che «Sulla nomina dei manager della sanità, il mio obiettivo è di rispettare i termini entro il 31 gennaio. Non potrò mai rinviare una nomina solo perché le forze politiche non trovano un momento di sintesi. Altro aspetto a cui guarderò con attenzione sarà la qualità dei manager. Non escludo che possa chiedere ai partiti una rosa di nomi: non accetterò nomi singoli perché c'è di mezzo l'interesse dei siciliani»;

   a parere dell'interrogante, dette affermazioni sono gravi e in contrasto con le procedure di nomina prescritte dalla normativa e con lo spirito della riforma tendente a imparzialità e trasparenza –:

   di quali elementi disponga in ordine alla prassi applicativa della normativa in questione e se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda porre in essere per far sì che vi sia pieno rispetto della ratio della disciplina, in particolare dei princìpi di imparzialità e trasparenza, con riguardo alle nomine della sanità pubblica.
(5-01892)


   LANCELLOTTA e VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la malattia emorragica epizootica dei ruminanti, provocata dal virus EHD – più dettagliatamente dal sierotipo 8 di questo virus – è stata rilevata per la prima volta in Europa alla fine del 2022;

   il virus è arrivato in Europa tramite alcuni insetti vettori trasportati meccanicamente dai venti provenienti dal Nord Africa, area nella quale la malattia è ampiamente diffusa nei bovini e nei cervi;

   in particolare, i primi casi in Europa sono stati rilevati in Sardegna nell'ottobre 2022. Pochi giorni dopo, sono stati segnalati casi in Sicilia seguiti da due focolai in Andalusia; il virus poi si è diffuso, nel corso del 2023, in tutta la Spagna, Francia e Portogallo;

   la malattia ha un impatto economico importante sui Paesi colpiti. Pertanto, così come per altre infezioni virali dalla simile epidemiologia (vedasi la malattia della lingua blu), la strategia di contrasto dell'Unione europea a questa infezione impone, in prima analisi e in assenza di un vaccino specifico efficace, il blocco delle movimentazioni degli animali dalle zone infette verso gli altri Stati membri indenni;

   evidenziata la velocità di diffusione del virus, facilitata anche dai cambiamenti climatici, se l'infezione dovesse espandersi, a breve si potrebbe parlare di una vera e propria emergenza, al pari della peste suina, con il blocco delle esportazioni di animali vivi dall'intero territorio transalpino verso l'Italia; questo comporterebbe un vero «tsunami» per la zootecnia da carne di entrambe le nazioni, poiché oltre l'85 per cento dei torelli da vita francesi esportati giungono in Italia;

   l'importazione di animali infetti metterebbe ulteriormente a rischio il nostro patrimonio zootecnico e nuove potenziali incursioni virali dal Nord Africa verso l'Italia potrebbero seriamente complicare una situazione già difficile;

   sulla base delle esperienze maturate con il virus della lingua blu, la vaccinazione sembra essere la sola valida misura per bloccare i danni diretti e indiretti di questa malattia;

   tuttavia, al momento, secondo quanto emerso da un report dell'Efsa e da una interrogazione posta al Parlamento europeo nell'ottobre 2023, non ci sarebbero vaccini disponibili contro il sierotipo 8. I vaccini utilizzati in Giappone e negli Stati Uniti risulterebbero inefficaci rispetto al virus circolante in Europa, poiché sviluppati per altri sierotipi –:

   se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per fronteggiare i rischi connessi alla diffusione della malattia emorragica epizootica sul territorio nazionale.
(5-01893)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MALAGUTI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'8 gennaio 2024, a Santa Maria del Monserrato a Palermo un uomo, probabilmente afflitto da disturbi mentali, ha legato un cane ad un cartello stradale e gli ha dato fuoco, provocandone la morte a seguito delle gravissime ustioni riportate dall'animale;

   l'autore del reato, arrestato in flagranza, secondo le disposizioni vigenti poteva essere condannato, per gli atti commessi, sino a 4 anni di carcere, mentre, incomprensibilmente, è stato rimesso in libertà;

   le immagini dell'arresto, documentato dai filmati pubblicati sui social network effettuati dai numerosi cittadini presenti, mostrano con evidenza non solo una mancanza di pentimento da parte dell'autore, bensì raffigurano lo stesso intento a giustificarsi dell'aberrante atto compiuto;

   la letteratura sui reati criminali, inoltre, evidenziando l'elevata probabilità che un soggetto che sia capace di compiere atti cruenti contro gli animali sia poi predisposto a compierne anche contro gli esseri umani, rimarca la pericolosità sociale del soggetto in questione –:

   se risultino avviate iniziative, per quanto di competenza, volte a far luce sull'accaduto e, più in generale, volte a prevenire e contrastare i fenomeni di violenza contro gli animali, che costituiscono un dato molto preoccupante anche in quanto spesso correlato a rischi per la sicurezza pubblica.
(4-02192)


   SOUMAHORO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2024 non ha rinnovato il fondo per il contrasto dei disturbi alimentari, malattia che in Italia colpisce circa 3 milioni di persone;

   il fondo, istituito nel 2021, stanziava 25 milioni di euro per il biennio 2022-2023;

   lo stanziamento ha permesso di garantire livelli minimi di cura in ogni regione o provincia autonoma, di investire nei sistemi di prevenzione e formazione, e di assumere personale ad hoc. I professionisti in Italia sono in totale 1.491, di questi 780 assunti grazie al fondo;

   tra le figure coinvolte nel percorso di cura ci sono educatori professionali, medici nutrizionisti, specialisti di medicina interna e pediatria, tecnici della riabilitazione psichiatrica, assistenti sociali, fisioterapisti e operatori della riabilitazione motoria. Oggi esistono 126 strutture per il trattamento dei disturbi alimentari. Di queste, 112 rientrano nel Servizio sanitario nazionale e 14 sono gestite dalla Sanità privata accreditata;

   il mancato rifinanziamento del fondo è stato accolto tra le proteste dalle associazioni e ha costretto il Ministro della salute a dichiarare che saranno disponibili 10 milioni di euro anche per il 2024 per la cura dei disturbi alimentari;

   i 25 milioni di euro destinati alla cura dei disturbi alimentari che il Governo ha deciso di tagliare non sarebbero stati sufficienti a risolvere il problema nemmeno per un mese. A maggior ragione sono ancor più insufficienti i 10 milioni di euro che alla fine sono stati promessi;

   ci sono regioni dove purtroppo non esisteva nemmeno una struttura pubblica che potesse accogliere i malati, come la Calabria, e che grazie al predetto fondo avevano implementato una rete ambulatoriale. Ora saranno costretti a terminare il servizio;

   la fine del rifinanziamento comporterà il mancato rinnovo dei 780 professionisti contrattualizzati e un drastico stop alle cure;

   dal 2017, i disturbi alimentari sono riconosciuti tra i livelli essenziali di assistenza (Lea), ma solo grazie al fondo introdotto nel 2021 sono stati avviati interventi efficaci per il loro contrasto –:

   se non intenda il Ministro interrogato adottare le iniziative di competenza volte a rifinanziare adeguatamente il fondo per il contrasto dei disturbi alimentari e a renderlo strutturale, anche riconoscendo un budget vincolante nei Lea, affinché si possa offrire una stabile assistenza in tutto il Paese ai malati.
(4-02201)

SPORT E GIOVANI

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.— Per sapere – premesso che:

   la Supercoppa italiana è il trofeo che metteva di fronte le squadre che avevano vinto il campionato di serie A e la Coppa Italia;

   da quest'anno la formula della finale unica tra le due contendenti è stata sostituita con una Final Foure le partite si giocano dal 18 al 22 gennaio 2024 in Arabia Saudita;

   la suddetta decisione è stata assunta sulla base di un accordo che segue il modello spagnolo e la Lega serie A italiana ha accettato l'offerta delle autorità sportive saudite, allargando il numero delle squadre e aumentando a tre il numero delle partite;

   nel 2018 era stato siglato un accordo tra l'Arabia Saudita e la Lega, che prevedeva la disputa di quattro finali in quattro anni: due si sono tenute a Riyad nel 2019 e nel 2020, poi la pandemia mondiale ha riportato in Italia, per due edizioni, la disputa della finale;

   nei mesi scorsi la partnership tra la Lega e l'Arabia Saudita è stata rinnovata: quattro delle prossime sei edizioni della Supercoppa Italiana si giocheranno ancora in Arabia Saudita, che ospiterà le edizioni del 2024, 2025, 2028 e 2029, mentre le sedi per il 2026 e 2027 sarebbero ancora da stabilire;

   il montepremi è salito da 7,5 milioni di euro della stagione precedente ai 23 milioni di euro attuali, dei quali 16,2 alle squadre partecipanti e saranno suddivisi così: 1,6 milioni di euro a squadra per le semifinaliste, 5 milioni di euro alle finaliste e 8 milioni alla vincitrice, poco meno di quanto incassato dalle squadre che si sono qualificate agli ottavi di Champions League;

   la Figc avrebbe giustificato la scelta di giocare la Supercoppa italiana in Arabia Saudita sottolineando le opportunità finanziarie che derivano dal trasferimento, ma a parere dell'interrogante anche il calcio italiano non può e non deve subordinare i valori etici e il rispetto dei diritti umani alle motivazioni economiche;

   il giornalista e scrittore Riccardo Cucchi, presidente del premio Sport e diritti umani istituito da Amnesty International e da Sport for Society, ha dichiarato: «Il calcio non può rinunciare ai valori, vendere la passione dei tifosi e se stesso, in cambio di soldi. Se lo fa minaccia la sua stessa identità di sport per trasformarsi in strumento di un processo di cancellazione della realtà. Una realtà che, in Arabia Saudita, è violazione dei diritti umani, violenza e totalitarismo»;

   Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ha ricordato come la situazione dei diritti umani in Arabia Saudita sia estremamente negativa, negli ultimi otto anni ci sono state oltre 1.250 impiccagioni, tutti i difensori dei diritti umani sono in carcere e vengono emesse condanne a decenni di carcere anche solo per aver scritto un post su una piattaforma social;

   Luca Musumeci, presidente di Sport for Society ha dichiarato come siamo al trionfo dello sportwashing;

   a parere dell'interrogante, l'Italia ha portato in Arabia Saudita la propria Supercoppa proprio mentre la strategia aggressiva di Riyad per diventare l'hub del calcio mondiale doveva essere fermata;

   anche le immagini dell'Al-Awwal Park Stadium deserto, impianto dell'Al-Nassr di Cristiano Ronaldo, durante la semifinale di Supercoppa Italiana del 18 gennaio 2024, sono poco gratificanti per lo sport italiano –:

   quali siano gli orientamenti del Governo in ordine allo svolgimento della finale della Supercoppa italiana in Arabia Saudita e se non intenda avviare ogni iniziativa, per quanto di competenza, affinché tale manifestazione sportiva sia riportata interamente in Italia, dimostrando così di privilegiare il rispetto dei diritti umani più tosto che gli interessi economici.
(4-02193)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Furfaro n. 5-00709 del 18 aprile 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Sarracino n. 5-01712 del 5 dicembre 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Barzotti n. 5-01800 del 10 gennaio 2024.