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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 18 gennaio 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La XII Commissione,

   premesso che:

    l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito le malattie reumatologiche come la prima causa di dolore e di disabilità in Europa e ha sottolineato che queste da sole rappresentino la metà delle patologie croniche ad alto potenziale di disabilità che colpiscono la popolazione di tutte le età, anche se le più colpite sono le persone dai 35 ai 40 anni e quelle con età superiore ai 65;

    questo tipo di malattia si può caratterizzare con molte e diverse patologie, tra le quali l'artrite reumatoide, l'artrite idiopatica giovanile, la fibromialgia, le malattie auto-infiammatorie;

    circa il 10 per cento della popolazione del nostro Paese è affetto da questo tipo di malattie infiammatorie che, se non diagnosticate tempestivamente, possono limitare in maniera significativa la mobilità delle persone e, quindi, la stessa qualità della vita;

    oltre ai costi umani, questa malattia ha anche un peso economico significativo, visto che la spesa per questa malattia viene stimata intorno ai 5 miliardi di euro annui, di cui una parte consistente – circa i due terzi – è riferita a costi indiretti legati alla perdita di produttività da parte delle persone affette dalla malattia;

    si tratta di una situazione estremamente complessa che richiede, come espressamente indicato nella mozione 1-00211 che venne unitariamente approvata nella XVIII legislatura dalla Camera dei deputati, «la necessità di garantire un'assistenza omogenea su tutto il territorio nazionale per evitare che al disagio della malattia si aggiunga la difficoltà dello spostamento – talvolta anche in una regione diversa da quella di appartenenza – per ottenere le terapie farmacologiche indicate dal medico ed il cui approvvigionamento, in alcuni territori, non viene assicurato per ragioni finanziarie che contrastano con la tutela della salute del paziente reumatico»;

    inoltre, non deve essere dimenticato il fatto che l'epidemia di COVID-19 ha reso più difficili le cure per i pazienti reumatologici che hanno dovuto scontare sempre maggiori attese per ricevere le terapie, se non addirittura la loro sospensione durante i momenti più critici dell'emergenza;

    le malattie reumatologiche sono, purtroppo, molto frequenti anche in età pediatrica e colpiscono in media nel nostro Paese 10 mila bambini l'anno, in maggioranza affetti da artrite idiopatica giovanile;

    nonostante oggi si abbiano a disposizione molte cure che possono anche portare alla guarigione, i bambini affetti da queste patologie necessitano comunque di un trattamento costante dal punto di vista farmacologico, anche nel momento in cui raggiungono l'età adulta, entrando in quella complessa fase detta di «transizione»;

    in generale con questo termine s'intende il passaggio pianificato da un modello di cura centrato sul bambino/adolescente a quello di presa in carico orientata sui bisogni, clinici e psicologici, propri dell'età adulta;

    si tratta, evidentemente, di un passaggio difficile, spesso associato ad un peggioramento delle condizioni cliniche, ad una mancata aderenza al programma di follow up e a una maggiore insorgenza di complicanze non solo per quel che riguarda le patologie reumatologiche, in quei casi in cui avvenga in modo non corretto, spesso a causa della impossibilità per l'adolescente e i suoi familiari di stabilire un rapporto fiduciario diretto con la nuova équipe sanitaria, oltre che per la insufficiente flessibilità organizzativa delle strutture per adulti e in una non adeguata comunicazione tra i due servizi, pediatrico e dell'adulto;

    in particolare, la transizione è la fase della vita che va dalla comparsa dei segni dello sviluppo puberale al raggiungimento del pieno e completo sviluppo somatico, una fase difficile sia fisicamente che psicologicamente e che, evidentemente, è resa ancora più complessa quando l'adolescente che questa transizione vive si trova nella condizione di soffrire di una grave patologia, e che si trova nella condizione di dover lasciare il pediatra che lo ha preso in carico dall'inizio della sua vita, per confrontarsi con un medico di medicina generale che, inevitabilmente, usa altre metodologie adatte all'età adulta;

    questa situazione è fonte di grande angoscia per i giovani pazienti e per le famiglie, tenendo anche conto del fatto che molti adolescenti con patologie croniche presentano rischi superiori rispetto ai loro coetanei di dover affrontare difficoltà di sviluppo e di carattere psicosociale;

    è, quindi, necessaria una corretta transizione verso le cure del medico dell'adulto in modo da prevenire difficoltà anche gravi, tenendo presente, tra l'altro, che il periodo più opportuno per effettuare il passaggio assistenziale del giovane paziente non è ben definito: la transizione dovrebbe avvenire quando si sono esaurite le problematiche che coinvolgono più strettamente l'età pediatrica e si può quindi affermare che la fase adolescenziale è al termine, con la conseguente necessità di inserire il paziente nella vita adulta sia per questioni puramente mediche sia, in generale, per motivi caratteriali-comportamentali;

    in realtà, quella che andrebbe garantita durante tutta la fase di transizione, che come sopra evidenziato non è né breve né semplice, è una effettiva continuità assistenziale, attraverso un percorso articolato in più servizi e figure in costante contatto tra loro, e con il paziente e la famiglia, evitando, in particolare, interruzioni nel flusso di cura e riducendo le angosce che la fase di transizione inevitabilmente comporta;

    al momento risulta esistere una netta cesura nel passaggio tra la fase infantile/adolescenziale e quella adulta, mancando, infatti veri sistemi organizzativi generali che consentano di attuare la continuità nella transizione, aiutando gli esperti nella loro azione e sollevando il paziente e le famiglie da quelli che sono veri e propri traumi, causati dall'involontario abbandono da parte del pediatra, costretto a farsi da parte e spesso non in condizione di collaborare con il medico di medicina generale;

    ad oggi il processo di transizione, in particolare per quel che riguarda le patologie reumatologiche, non è codificato all'interno dei Lea (livelli essenziali di assistenza) o all'interno di percorsi di cura condivisi con rischi di solitudine terapeutica molto grave per il giovane che si trova in questa situazione e per la sua famiglia;

    da una ricerca sulla transizione reumatologica sostenuta da Apmarr (Associazione nazionale persone con patologie reumatologiche e rare) su un campione di 694 persone (608 caregiver e 86 persone affette da patologie reumatologiche fra i 16 e i 30 anni), il 24 per cento dei caregiver intervistati ha affermato come le informazioni sulla transizione siano ad oggi insufficienti. Pesano i gravosi aspetti burocratici, le difficoltà di accesso al fascicolo sanitario elettronico; persistono inoltre rilevanti problemi di comunicazione e serie difficoltà nel garantire la continuità delle cure,

impegna il Governo:

   a promuovere presso il Ministero della salute un tavolo sulle patologie reumatologiche, coinvolgendo le principali società scientifiche ed associazioni di pazienti (Amer, Anmar, Apmarr), al fine di esaminare la situazione esistente al momento, di fornire linee d'indirizzo volte al miglioramento della presa in carico complessiva del paziente reumatologico, anche nella fase di transizione sopra ricordata e di raccogliere ed attuare le principali istanze relative alla continuità di cura provenienti dalle associazioni dei pazienti;

   a favorire l'abbattimento delle difficoltà burocratiche ed amministrative che caratterizzano il passaggio di competenze tra il pediatra di libera scelta e il medico di medicina generale;

   a prevedere, per quanto di competenza, percorsi di cura che stabiliscano un costante dialogo tra medico pediatra e medico di medicina generale;

   a favorire l'istituzione di team multidisciplinare costituiti da professionalità in grado di prendersi cura della patologia ed anche delle relative difficoltà conseguenti, quale ad esempio il necessario supporto psicologico al paziente ed alla famiglia;

   a facilitare, sempre per quanto di competenza, la possibilità di ricevere informazioni per il giovane affetto da patologia reumatica e per la sua famiglia, in modo da consentire l'acquisizione della consapevolezza necessaria al miglioramento della qualità della vita;

   a prevedere l'istituzione di un comitato tecnico-scientifico incaricato di elaborare le linee guida per l'attuazione della continuità assistenziale dalla fase infantile/adolescenziale a quella adulta, sottoponendo le linee guida così elaborate all'esame delle regioni per la stipula delle necessarie intese volte alla concreta realizzazione di quanto previsto;

   a promuovere campagne di informazione volte a far conoscere le esigenze delle persone con patologie croniche in modo da sviluppare modelli automaticamente inclusivi a scuola, nelle università, nei luoghi di lavoro, e negli altri luoghi nei quali le persone affette da queste patologie conducono la propria vita.
(7-00186) «Girelli, Furfaro, Malavasi, Ciani, Stumpo».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BERRUTO e LAUS. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   è pubblicamente noto che il gioco del calcio, tra le numerose discipline sportive praticate nel nostro Paese, è quella che più di tutte è oggetto dell'interessamento costante da parte dei mass media per le ricadute che essa ha anche in termini economici;

   la Federazione italiana giuoco calcio è l'organizzazione aderente agli organismi internazionali Uefa e Fifa che statutariamente ha tra i suoi scopi quello di promuovere e disciplinare l'attività del giuoco del calcio;

   tra le altre, la Figc svolge le funzioni di garanzia, con particolare riferimento a giustizia sportiva, arbitri e controlli delle società;

   fanno parte della Figc le leghe, alle quali è demandata l'organizzazione dei campionati professionistici (Lega Serie A, Lega Serie B e Lega Pro) e dilettantistici (Lega nazionale dilettanti), l'Aia - Associazione italiana arbitri, la quale designa gli arbitri e gli assistenti arbitrali per le gare di competenza della Federazione stessa; le componenti tecniche (Associazione italiana calciatori e Associazione italiana allenatori calcio), il settore tecnico e il settore giovanile e scolastico;

   l'AIA - Associazione italiana arbitri è l'associazione che riunisce obbligatoriamente tutti gli arbitri italiani che prestano la loro attività di ufficiali di gara nelle competizioni della Figc;

   la funzione di garanzia svolta dagli arbitri contribuisce alla credibilità dell'intero sistema del gioco del calcio a tutela non solo degli stakeholder, ma anche dei milioni di appassionati che seguono questo sport;

   il deprecabile fenomeno dell'alterazione illecita del risultato della competizione sportiva, noto come match-fixing, è combattuto ad ogni livello ed è centrale nella mission della Figc e degli organismi internazionali, Uefa e Fifa, alle quali essa partecipa, dal momento che la pratica è ritenuta alla stregua di una violazione dei valori universali del calcio e dello sport in generale;

   l'Aia assolve le proprie finalità istituzionali e realizza le sue funzioni mediante organi direttivi, tecnici, di verifica e di controllo amministrativo e contabile e si avvale di uno strumento tecnico denominato settore tecnico arbitrale, diretto da un responsabile nominato dal comitato nazionale dell'associazione, su proposta del presidente della stessa;

   nella riunione del 3 luglio 2023 del comitato nazionale, il presidente dell'Aia proponeva la nomina, per la stagione sportiva 2023/2024, dell'associato Matteo Trefoloni quale responsabile del settore tecnico arbitrale, nonostante l'opposizione di quattro degli otto componenti eletti di tale organo che, ritenevano non opportuna la nomina, in conseguenza di un procedimento penale attualmente pendente nei suoi confronti presso il tribunale di Prato, che attiene ad una vicenda strettamente connessa all'attività arbitrale perché relativa all'alterazione del risultato di una competizione sportiva calcistica;

   risulta altresì che la Federazione italiana giuoco calcio si è costituita parte civile nel predetto procedimento penale –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti suesposti e in ogni caso, se e quali iniziative, di carattere normativo intenda porre in essere, per quanto di competenza e di intesa con il Coni e la Federazione italiana giuoco calcio, affinché situazioni come quella esposta non abbiano nel futuro a ripetersi.
(5-01865)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   BILLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in base all'articolo 6 della legge n. 470 del 1988, l'iscrizione all'Aire è un diritto-dovere del cittadino e costituisce il presupposto per usufruire dei servizi consolari forniti dalle nostre rappresentanze all'estero, nonché per l'esercizio di importanti diritti;

   più recentemente, la legge n. 213 del 2023, all'articolo 1, comma 242, ha introdotto una sanzione di importo variabile tra i 200 ed i 1.000 euro per ogni anno di mancata iscrizione all'Aire, fino ad un massimo di 5 anni, a carico di coloro che non ottemperano all'obbligo di iscriversi;

   la predetta sanzione è ridotta ad 1/10 del minimo se la dichiarazione è presentata entro un massimo di 90 giorni;

   la legge n. 213 del 2023 indica i criteri rilevanti ai fini della determinazione dell'entità della sanzione, tuttavia rimettendo ai comuni la scelta caso per caso –:

   se il Governo non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza, anche tramite un atto amministrativo, per orientare in modo circostanziato la determinazione dell'importo specifico dell'eventuale sanzione (previsto da un minimo di 200 ad un massimo di 1.000 euro per ogni anno) delle sanzioni e ne escluda esplicitamente la retroattività;

   se non ritenga altresì opportuno adottare iniziative di competenza volte a prevedere un periodo transitorio nell'applicazione delle sanzioni, concedendo più tempo ai connazionali residenti all'estero per procedere alla regolarizzazione delle proprie iscrizioni all'Aire e sospendendo contestualmente la riscossione delle multe nei procedimenti eventualmente già perfezionati.
(4-02171)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta orale:


   SCERRA, PAVANELLI, DELL'OLIO, MORFINO, ILARIA FONTANA, D'ORSO e ORRICO. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   nella relazione aggiornata al 26 novembre 2023, l'Ufficio parlamentare di bilancio sottolinea una significativa lentezza nella capacità di spesa delle risorse collegate al PNRR. In particolare, tale organo certifica: una spesa ferma al 14 per cento (28,1 miliardi), con un dato allarmante proprio nel 2023 di soli 2,5 miliardi, pari al 7,4 per cento di quanto programmato; un diffuso ritardo su tutti progetti del Piano, pari al 75 per cento dei progetti esecutivi registrati sulla piattaforma Regis;

   la relazione evidenzia una sorta di «collo di bottiglia» determinato non tanto dalle gare deserte o annullate e neanche dal massimo ribasso (15 per cento), in linea con altri appalti pubblici, quanto dai ritardi nella progettazione esecutiva e nell'assegnazione dei progetti alle imprese;

   in questo scenario, il Mezzogiorno viene indicato come l'area del Paese più indietro con la spesa, anche in termini di gare avviate e aggiudicate, sebbene nella ripartizione dei progetti assegnati, riceva «una quota comparabile con il Nord» e pari al 38 per cento del totale>;

   nel totale delle risorse assegnate al PNRR per l'Italia, restano ancora quindi da spendere ben 163,4 miliardi, e, dato allarmante, proprio il capitolo sanità è quello in cui si registra la minor spesa. Solo l'1 per cento utilizzato su una disponibilità di ancora 15,5 miliardi in un settore che necessiterebbe la priorità assoluta, vista la recente pandemia, l'esplosione delle liste di attesa i sottorganici di personale;

   il testo dell'Upb si sofferma sul ritardo di avanzamento del PNRR (verifica al più recente step di monitoraggio, la quinta rata del 31 dicembre 2023) e sullo spostamento in avanti di target e milestones (con eccessiva concentrazione sull'ultima annualità 2026). Il ritardo, e le altre difficoltà di avanzamento del Piano, sono stati dunque aggirati o procrastinati, riducendo gli obiettivi (da 69 a 52) e, dato molto rilevante, diminuendo conseguentemente anche i finanziamenti per il nostro Paese;

   infatti la ridimensionata quinta rata porterà nelle casse dello Stato 10,5 miliardi a fronte dei 18 previsti dalla prima versione del Piano. Anche la sesta rata sarà ridotta, con 10 miliardi in meno rispetto alla programmazione originaria, finiti tutti sulla decima rata, l'ultima del 2026, a cui è legata la realizzazione di numerosissimi progetti, tutti schiacciati sull'ultimissimo tratto del Piano;

   per confermare gli investimenti previsti, questo «buco» dovrà essere colmato, o meglio anticipato via cassa, attingendo al Fondo sviluppo e coesione e al Piano nazionale complementare del PNRR. In mancanza, «dati gli importi in gioco», avverte l'organo, «si potrebbe rendere necessario un maggior ricorso al mercato, a meno di riduzioni compensative di spese in altre voci del bilancio dello Stato», aumentando probabilmente il deficit o procedendo a un taglio della spesa;

   i danni maggiori di questa revisione si concentrano nel Mezzogiorno e sugli enti locali, impattando negativamente sulla sanità (30 per cento di obiettivi in meno), sul dissesto idrogeologico, sui sistemi di sicurezza dei treni, sugli asili nido;

   le analisi di SVIMEZ hanno rilevato che quasi il 50 per cento degli interventi definanziati, spesso senza una oggettiva giustificazione, riguardano il Mezzogiorno e interventi fondamentali che rischiano di rimanere senza coperture finanziarie e quindi irrealizzabili, o caricati sulle casse degli enti locali –:

   a fronte dei rilievi dell'Upb, quali urgenti iniziative di competenza si vogliano adottare per aumentare la capacità di spesa delle risorse del PNRR, soprattutto in settori fondamentali quali la sanità, e quali fonti di finanziamento siano state individuate a copertura della riduzione della sesta rata di 10 miliardi evitando così l'aumento del deficit o un taglio della spesa;

   quali, e quante risorse siano state già individuate per rifinanziare gli interventi tagliati nella revisione del PNRR, di valore strategico per il Mezzogiorno, evitando che siano caricati sulle casse degli enti locali o vengano completamente soppressi.
(3-00923)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VACCARI, LAI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio per il 2024 reintroduce l'Irpef per tutti gli agricoltori e al tempo stesso impone anche ai giovani agricoltori di versare i contributi previdenziali. Questo perché i due regimi di esenzione fiscale e previdenziale non sono stati prorogati;

   l'esenzione fu introdotta dalla legge n. 232 del 2016 (legge di bilancio per il 2017) al fine di sollevare il comparto agricolo colpito da un periodo di crisi;

   la misura era stata poi prorogata di anno in anno fino alla legge di bilancio per il 2023 che aveva stabilito, con riferimento all'anno d'imposta 2023, che non concorrevano alla formazione della base imponibile ai fini Irpef i redditi dominicali e agrari relativi a terreni dichiarati dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola;

   la disposizione riguardava anche i familiari coadiuvanti del coltivatore diretto che, ai sensi dell'articolo 1, comma 705 della legge n. 145 del 2018, sono fiscalmente equiparati ai titolari dell'impresa agricola cui partecipano attivamente. L'agevolazione era fruibile anche dai soci delle società semplici iscritti nella gestione previdenziale agricola;

   con la tassazione ordinaria, dall'anno d'imposta 2024 tornano ad applicarsi le regole ordinarie: i coltivatori diretti e gli Iap dovranno dichiarare i redditi dominicali e agrari in base alle risultanze catastali e assoggettarli a rivalutazione, pari all'80 per cento per il reddito dominicale ed al 70 per cento per il reddito agrario. I redditi così rivalutati sono poi soggetti ad una seconda rivalutazione del 30 per cento, valida solo per i meri proprietari terrieri e per gli agricoltori che non rientrano nelle categorie esenti: i soggetti in possesso della qualifica di coltivatore diretto e di Iap;

   gli imprenditori agricoli, con il ritorno dell'Irpef, non solo si ritroveranno a riempire le colonne della dichiarazione «reddito dominicale imponibile» e «reddito agrario imponibile», ma anche quella relativa ai «redditi diversi» nel caso abbiano concesso «diritti di superficie», dietro pagamento di un canone, cosa oggi molto frequente vista la diffusione degli impianti agrivoltaici;

   il mancato rinnovo dell'esonero dell'Irpef costerà da 400 a 10 mila euro alle imprese agricole che verranno penalizzate da nuovi aggravi fiscali;

   la legge di bilancio 2024 inoltre non ha prorogato per quest'anno l'agevolazione che da molti anni garantiva un accesso agevolato nel mondo dell'agricoltura a coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali under 40 –:

   quali iniziative di carattere normativo si intenda adottare per estendere all'anno 2024 l'esenzione ai fini Irpef dei redditi dominicali e agrari ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola e per estendere al 2024 l'esonero contributivo in favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali di età inferiore a quarantuno anni.
(5-01861)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   AMBROSI e DE BERTOLDI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il progetto di fattibilità della circonvallazione ferroviaria di Trento, previsto lungo la linea ferroviaria Brennero-Verona, che inizia nella parte nord della città, in cui erano presenti la Sloi e la Carbochimica (due aziende estremamente inquinanti che producevano piombo tetraetile e derivati del catrame e solventi) è oggetto di particolare attenzione da parte della comunità e delle istituzioni locali, considerati i rischi ambientali per la sicurezza del territorio particolarmente elevati;

   la medesima area rientra, infatti, tra i 42 siti di interesse nazionale (Sin) contaminati e classificati come pericolosi dallo Stato e necessita pertanto di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle acque superficiali e sotterranee, al fine di evitare danni ambientali e sanitari;

   al riguardo, gli interroganti evidenziano come, nonostante la delibera della provincia autonoma di Trento (riguardo alla Via) avesse sollevato forti dubbi in merito alla sua realizzazione, rilevando che la documentazione della società di ingegneria Italferr su incarico di Rfi, contenga gravi carenze nell'analisi ambientale, la progettazione (inserita all'interno del PNRR) tuttavia attualmente prosegue, in quanto considerata dalla stessa Rfi strategica, per il corridoio europeo per il capoluogo trentino;

   gli interroganti a tal fine, precisano altresì che, sebbene non siano affatto contrari alla realizzazione delle opere infrastrutturali e di collegamento (in grado di consentire modernità e sviluppo per l'economia territoriale trentina), il progetto per la costruzione del nuovo tunnel che coinvolge direttamente la città di Trento in quell'area specifica, appare inadeguato, in quanto caratterizzato, come suesposto, da gravi rischi per la sicurezza ambientale (presenza di piombo tetraetile estremamente tossico, nelle aree ferroviarie limitrofe all'ex Sloi e nei due Sin);

   a giudizio degli interroganti, occorrono di conseguenza, iniziative volte a modificare tale decisione progettuale, mettendo in luce al contempo, i rischi derivanti dai potenziali effetti pericolosi contenuti nello studio di fattibilità nei confronti della popolazione locale, la cui visione generale del documento appare pertanto inadatta e insufficiente (basata su dati storici non aggiornati e con verifiche geologiche ed idrauliche esigue) come peraltro evidenziato anche dalla provincia autonoma di Trento, che non ha potuto esprimere un parere favorevole, ma si è limitata a trasmettere i pareri al competente Ministero;

   la decisione di progettare l'opera della circonvallazione ferroviaria di Trento, in un'area dove avevano sede in passato fabbriche estremamente inquinanti, rilevano ancora gli interroganti, conferma infatti la sottovalutazione da parte di Rfi, nella predisposizione del progetto di fattibilità, così come appare altresì superficiale la scarsa valutazione dell'attraversamento di una paleofrana esistente sotto il monte Marzola, considerato che sussistono concreti pericoli di slittamento e movimenti franosi sul versante interessato dalla realizzazione dell'opera, oltre che la presenza di circa 220 sorgenti, alcune delle quali alimentano l'acquedotto potabile della città di Trento, mentre altre sono utilizzate per l'irrigazione di terreni agricoli;

   in relazione alle suesposte osservazioni, a giudizio degli interroganti, risulta pertanto urgente e necessario, intraprendere adeguate iniziative volte a sospendere la fase progettuale, al fine di avviare un monitoraggio più efficiente ed accurato, per verificare gli effettivi rischi derivanti dalla presenza di sostanze inquinanti all'interno dell'area ferroviaria interessata ed eventualmente (come appare praticamente assodato) riconsiderare completamente il progetto medesimo, orientandolo verso un tracciato differente –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano adottare con riferimento a quanto esposto in premessa;

   se condividano le criticità in precedenza richiamate e, in caso affermativo, quali iniziative urgenti e necessarie, nell'ambito delle proprie competenze, intendano intraprendere al fine di ripensare il progetto ferroviario della circonvallazione di Trento, verso un'area territoriale più sicura ed adeguata sotto il profilo ambientale e della sicurezza del territorio e dell'intera popolazione trentina.
(5-01860)


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica del 31 luglio 2023 è stato nominato commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Isola di Pantelleria, per la durata di sei mesi e comunque non oltre la nomina del Presidente, il giornalista Italo Cucci;

   tale nomina è stata comunicata al Parlamento con lettera del Ministro del 10 agosto 2023;

   come si legge nel decreto, ai fini della suddetta nomina, il dottor Italo Cucci veniva ritenuto idoneo per lo svolgimento dell'incarico commissariale, in quanto in possesso di qualificata esperienza in campo ambientale;

   dalla sezione «trasparenza amministrativa» della pagina istituzionale dell'Ente parco, non è possibile scaricare alcun curriculum vitae del dottor Cucci, ma unicamente una biografia dalla quale si evince la sua carriera giornalistica e di saggista, tutta all'interno del mondo sportivo, ma nessuna comprovata competenza o esperienza in campo ambientale, né di indirizzo o gestione in strutture pubbliche, in evidente contraddizione, ad avviso dell'interrogante, con gli stessi principi di competenza previsti dalla legge n. 394 del 1991 sulle aree protette;

   per garantire la piena funzionalità di un Ente parco, in luogo della nomina di commissari straordinari, peraltro di dubbia competenza, occorrerebbe procedere con la nomina del presidente e del Consiglio direttivo, così come previsto dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394 (legge quadro sulle aree protette), recentemente modificato dall'articolo 55, comma 1, lettera a), numero 1), del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76;

   la nomina del dottor Italo Cucci risulta in scadenza il 31 gennaio 2024 –:

   se il Ministro interrogato intenda prorogare la nomina a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale di Pantelleria del giornalista sportivo Italo Cucci, secondo quali comprovate esperienze o competenze in campo ambientale dovrebbe trovare ragione tale scelta e se non intenda piuttosto procedere celermente con la nomina degli organi ordinari di gestione, scegliendo figure con comprovate competenze in campo ambientale, a garanzia della piena funzionalità dell'Ente parco.
(5-01863)


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con determina n. 237 del 4 dicembre 2023 l'Ente Parco naturale regionale di Portofino avrebbe negato nulla osta di conformità per interventi di valorizzazione dei manufatti siti in Camogli (GE) e denominati «Semaforo Nuovo» con cambio di destinazione d'uso a struttura ricettiva, richiesto dalla società Newfari s.r.l., concessionaria dell'ex «Semaforo Nuovo» di Portofino;

   secondo le valutazioni dell'Ente parco apparirebbe completamente fuori luogo un utilizzo della struttura diverso rispetto alle finalità di tutela ambientale e di fruizione pubblica di un luogo caratterizzato da valori naturalistici e paesaggistici unici in Liguria. Il progetto di fruizione di «Semaforo Nuovo» prevede infatti che gli edifici dell'area vengano utilizzati per attività di ricerca, osservazione scientifica ed eventuale foresteria di appoggio, vigilanza ecologica ed antincendio, punto di supporto per visite guidate o servizi connessi alla manutenzione del parco;

   ai sensi dell'articolo 13, commi 1, 2 e 4 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, «Legge quadro sulle aree protette», il rilascio di concessioni od autorizzazioni, relativo ad interventi, impianti ed opere all'interno dell'area naturale protetta è sottoposto a preventivo nulla osta dell'ente di gestione;

   il nulla osta è lo strumento preventivo, per ogni tipo di intervento sottoposto a concessione o autorizzazione, teso a valutare e garantire la conservazione e la valorizzazione del patrimonio ambientale, quale bene primario costituzionalmente garantito anche alla luce della legge costituzionale 22 febbraio 2022, n. 1, che ha inserito nel novellato articolo 9 della Costituzione un esplicito riferimento alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, la cui protezione rientra ora tra i princìpi fondamentali del nostro ordinamento;

   da quanto si apprende da organi di stampa, l'Agenzia del demanio, in aperto contrasto con il parere vincolante dell'Ente parco di Portofino, avrebbe concesso alla Newfari s.r.l. di trasformare la struttura in un resort di lusso, con annesso eliporto per il trasporto di facoltosi turisti, ad avviso dell'interrogante in palese violazione delle norme di tutela;

   il 10 ottobre 2023 il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ha firmato il decreto che istituisce il Parco nazionale di Portofino –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti richiamati in premessa e quali iniziative di competenza intendano assumere perché venga pienamente confermato il parere dell'Ente Parco naturale regionale di Portofino e siano di conseguenza preclusi gli interventi di trasformazione della struttura ex «Semaforo Nuovo» di Portofino in un resort di lusso, nel rispetto della tutela ambientale e di piena fruizione pubblica del bene e dei valori naturalistici e paesaggistici per i quali è stato istituito il Parco nazionale di Portofino.
(5-01864)


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il 27 ottobre 2023 il Dipartimento tutela ambientale – Direzione agricoltura e benessere degli animali di Roma Capitale ha reso noto il bando pubblico per assegnazione di terre agricole di proprietà di Roma Capitale finalizzato alla tutela e al recupero produttivo dell'Agro Romano mediante sviluppo di aziende agricole multifunzionali, in attuazione dell'articolo 66 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, e degli indirizzi di cui alla deliberazione della Giunta capitolina n. 43 del 9 febbraio 2023, con termine di scadenza il 25 gennaio 2024;

   nell'elenco delle aree oggetto del bando è stato incluso il lotto numero 2 – Valle dell'Aniene, un'area di proprietà del comune di Roma Capitale di complessivi 14,7 ettari ricadente integralmente all'interno della Riserva naturale Valle dell'Aniene, area protetta d'interesse regionale istituita con legge regionale 6 ottobre 1997, n. 29, ad alta valenza ecologica e ambientale, data la presenza di fasce di vegetazione arborea e ripariale molto importanti per la biodiversità e la rete ecologica urbana ed essendo la stessa area parte della piana alluvionale del fiume Tevere;

   tale area, sotto la gestione dell'ente regionale «Roma Natura», risulta da più di vent'anni oggetto di progetti di fruizione e didattico educativi da parte di associazioni e realtà territoriali, costantemente impegnate nella custodia e pulizia dell'area e nella promozione delle diverse attività di orticoltura sociale, educazione ambientale e riforestazione urbana, realtà che non sarebbero state minimamente consultate dal comune di Roma Capitale prima dell'emanazione del bando;

   il bando prevede l'affidamento ad un soggetto privato delle aree al fine di sviluppare un modello di reddito agricolo fondato sulla produzione e vendita diretta delle produzioni agricole tradizionali, che potranno essere integrate con attività multifunzionali, intese come funzioni legate all'integrazione dell'offerta turistica e ricettiva, all'artigianato, alla vendita e degustazione diretta dei prodotti;

   lo stesso piano regolatore generale del comune di Roma Capitale classifica l'area nella componente: Sistema ambientale – Aree naturali protette, mentre nell'elaborato G6 – «Sistema paesaggistico», viene ricompresa nell'Ambito delle valli fluviali;

   per la Riserva naturale Valle dell'Aniene, essendo ancora priva del piano dell'area naturale protetta, trovano applicazione le norme di salvaguardia di cui all'articolo 8 della legge regionale 6 ottobre 1997, n. 29, che al comma 4, lettera d), dispongono come sono consentite le attività agricole, fatte salve le finalità della legge e fermo restando quanto previsto dall'articolo 11, comma 3, della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (legge quadro sulle aree naturali protette), che prevede espressamente come nei parchi sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato in ordine ai fatti descritti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare a tutela di aree naturali protette come quelle della riserva della Valle dell'Aniene, alla luce di quanto previsto dall'articolo 11, comma 3, della legge n. 394 del 1991.
(5-01867)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il CalendEsercito del 2024, calendario dell'esercito italiano, si presenta col titolo: «Per l'Italia sempre. Prima e dopo l'8 settembre»;

   a parere dell'interrogante, chi è attento al significato delle parole e ai fatti della storia non può non notare quel «prima e dopo l'8 settembre 1943», ovvero contro il fascismo, ma anche durante il fascismo;

   tale impostazione viene rimarcata anche nella descrizione del contenuto, pubblicata anche sui sito del Ministero della difesa: il calendario ricorda uno dei periodi storici più drammatici del nostro Paese e rende omaggio agli uomini che vi parteciparono con «l'assoluta consapevolezza di servire la Patria, sia prima sia dopo l'8 settembre 1943», «gli stessi uomini, gli stessi Eroi. Per l'Italia sempre!»;

   è vero che scorrendo i nomi degli ufficiali, sottufficiali e soldati insigniti della medaglia d'oro al valor militare riportati nel calendario, si tratta nella maggior parte dei casi di figure che si sono distinte nella lotta di liberazione e in gran parte aderenti alla Resistenza, ma compare anche il nome di Giuseppe Izzo, che nel settembre 1938 partì volontario per la guerra di Spagna a fianco dei franchisti;

   tuttavia, a parere dell'interrogante il titolo del calendario, «prima e dopo l'8 settembre» si pone nel solco del tentativo di riabilitazione del Ventennio e dell'amnesia sulle responsabilità, tutte italiane, del fascismo;

   i calendari dei reparti dell'esercito italiano esistono da fine '800 e dal 1997 lo Stato Maggiore ha disposto la realizzazione di un solo calendario di Forza Armata e ci sono già state edizioni dedicate a rievocazioni di fatti storici, chiaramente in concomitanza di anniversari (nel 2023 l'armistizio del 1943, nel 2017 innovazioni della Grande Guerra nel 1917); questa volta però, pur non ricorrendo nessun anniversario, appare evidente e arbitrario a giudizio dell'interrogante l'intento di normalizzare il periodo storico della dittatura fascista, inaccettabile per una Repubblica democratica nata dalla Resistenza e fondata sui valori dell'antifascismo –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato rispetto ai fatti esposti in premessa e se non intenda, per quanto di competenza, adoperarsi affinché venga modificato il titolo e la descrizione del calendario rimuovendo qualsiasi riferimento teso a sminuire il periodo della dittatura fascista e affinché vengano ritirate le copie del calendario disponibili in commercio.
(4-02164)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   attualmente l'organico del Tribunale di Nocera Inferiore comprende un totale di n. 33 magistrati, di cui 1 presidente del tribunale, 2 presidenti di sezione e 30 giudici;

   l'ufficio giudiziario in questione ha un organico di personale di magistratura di gran lunga sottodimensionato rispetto alle esigenze del Circondario, con un rapporto numero di magistrati in organico/numero di abitanti fortemente penalizzante per il tribunale di Nocera Inferiore;

   il grave sottodimensionamento dell'organico di personale di magistratura emerge da alcuni dati, qui riportati, desunti dal sito del Consiglio superiore della magistratura relativi, al rapporto popolazione/numero di magistrati togati;

   al riguardo si ritiene utile il confronto con altri tribunali del distretto di Corte di appello di Salerno nonché con altro tribunale che, pur non collocato nel citato distretto di Corte di appello, è geograficamente vicino al tribunale di Nocera Inferiore:

ufficio giudiziario

abitanti

giudici togati

tribunale Nocera Inferiore

401.121

33

tribunale Torre Annunziata

462.329

52

tribunale Salerno

489.288

75

tribunale Vallo della Lucania

125.084

14

   Rapporto Abitanti/Magistrati

tribunale Nocera Inferiore

1 magistrato ogni 12.255 abitanti

tribunale Torre Annunziata

1 magistrato ogni 8.890 abitanti

tribunale Salerno

1 magistrato ogni 6.523 abitanti

tribunale Vallo della Lucania

1 magistrato ogni 8.934 abitanti

   tale situazione determina numerosi disagi con notevoli pendenze sia settore civile che penale, che rischiano di compromettere il raggiungimento degli obiettivi del PNRR sia per l'arretrato dei procedimenti pendenti sia per le sopravvenienze;

   dette criticità sono desumibili anche dalla Relazione sull'amministrazione della giustizia nel Distretto della Corte di appello di Salerno del 28 gennaio 2023, laddove è emerso incontrovertibilmente il grave sottodimensionamento del tribunale di Nocera Inferiore rispetto alle esigenze del circondario;

   tale Tribunale ha giurisdizione su un territorio di ben 19 comuni e 420.000 abitanti circa, con in più l'intervenuto accorpamento delle ex sezioni distaccate di Cava dei Tirreni e di Mercato San Severino (già parte del tribunale di Salerno);

   il suddetto territorio si caratterizza per la presenza di attività economiche molto sviluppate e di numerosissime aziende anche di ragguardevoli dimensioni, nonché di diversi presidi ospedalieri, («Umberto I» di Nocera Inferiore, «Andrea Tortora» di Pagani, «Gaetano Fucito» di Mercato San Severino, «Mauro Scarlato» di Scafati, «Martiri del Villa Malta» di Sarno e «Santa Maria Incoronata dell'Olmo» di Cava dei Tirreni), circostanza che incide anche numericamente sul relativo contenzioso;

   in questo circondario ha sede poi l'Università degli studi di Fisciano-Salerno, una delle più grandi del Meridione e sono anche presenti amministrazioni territoriali di notevoli dimensioni che producono numerose controversie civili, impegnando il tribunale anche nello svolgimento delle consultazioni elettorali;

   senza dimenticare una criminalità organizzata di notevole spessore con un considerevole aggravio di lavoro anche per il settore penale (molti processi scaturenti dall'attività della D.D.A presso il tribunale di Salerno vengono trattati, nella fase dibattimentale, nel tribunale di Nocera Inferiore);

   l'ampliamento dell'organico del suddetto tribunale – sia di magistrati che di personale amministrativo – risulta quindi improcrastinabile e non più differibile, data la di situazione di estrema difficoltà evidenziata dalla cittadinanza, dalla «Libera associazione forense» di Nocera Inferiore e anche dalla stampa («il Sole 24 Ore» del 12 giugno 2023) –:

   quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, per quanto di competenza, per incrementare l'organico dei magistrati, dei ruoli amministrativi e dirigenziali del tribunale di Nocera Inferiore, al fine di consentire allo stesso di svolgere adeguatamente le sue funzioni e se non ritenga di promuovere iniziative normative sempre finalizzate all'ampliamento della pianta organica del suddetto ufficio giudiziario, onde garantire almeno livelli minimi di funzionalità ed efficienza.
(4-02170)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende la multinazionale francese Carrefour ha comunicato ai sindacati l'apertura della procedura di cassa integrazione per un anno per oltre 900 lavoratrici e lavoratori di sei punti vendita dislocati tra Torino e provincia;

   da tempo Carrefour sta ridimensionando le sue strategie di sviluppo in Italia, nel 2021, lamentando la crisi dei consumi, aveva annunciato 769 esuberi e la chiusura di 106 punti vendita, cercando di puntare su modelli in gestione in franchising dei negozi della rete;

   la cassa integrazione richiesta dall'azienda riguarda lavoratrici e lavoratori di sei punti vendita, 264 a Montecucco, 161 a Collegno, 269 a Grugliasco, 123 a Moncalieri, 126 a Burolo, 206 a Nichelino, in gran parte personale addetto alle casse e ai magazzini;

   fino a dieci anni fa Carrefour a Torino impiegava circa 4 mila persone, oggi conta meno di duemila addetti;

   la cassa integrazione avrà la durata di un anno per un ammontare ristretto di ore lavoro complessive in ciascun punto vendita e rimarranno escluse dalla misura le piccole superfici, dove la grande distribuzione ha aperto supermercati di vicinato;

   quanto comunicato dall'azienda ha inevitabilmente sorpreso i dipendenti e crea drammatiche incertezze sul futuro occupazionale;

   ancora una volta si è di fronte ad una multinazionale che, pur non attraversando una fase di crisi, ma soltanto una diminuzione dei profitti, decide di recuperarli sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici ricorrendo agli ammortizzatori sociali –:

   quali iniziative di competenza si intendano assumere, compresa la celere apertura di un tavolo nazionale che coinvolga la proprietà, le organizzazioni sindacali e gli enti locali, affinché Carrefour ritiri l'annunciata apertura della procedura di cassa integrazione, assicurando piena e buona occupazione per tutti i dipendenti coinvolti da detta procedura e impiegati nei sei punti vendita della provincia di Torino.
(4-02163)


   ROGGIANI e MAURI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la SIAE Microelettronica spa di Cologno Monzese è un'azienda multinazionale di proprietà italiana strategica a livello nazionale nel settore delle telecomunicazioni, che in passato ha beneficiato e continuerà a farlo del supporto governativo e di finanziamenti pubblici destinati a sostenere l'innovazione e la competitività dell'industria italiana;

   all'interno dell'azienda, che si occupa di ponti radio e trasmissioni ed è attiva nell'ambito della ricerca mantenendo una forte vocazione anche produttiva, lavorano complessivamente 650 addetti, tutti specializzati;

   l'azienda da molti mesi si trova in situazione di crisi a causa della mancanza di liquidità, e i lavoratori hanno più volte denunciato le difficili condizioni di lavoro a causa del ritardo sui pagamenti degli stipendi, dei mancati versamenti al fondo pensione dei lavoratori e del mancato riconoscimento del welfare contrattuale;

   sono già state utilizzate forme di ammortizzatori sociali e al termine della cassa integrazione ordinaria si è optato per un contratto di solidarietà di un anno;

   la recente ipotesi, avanzata dall'azienda, di una ricapitalizzazione di 43 milioni di euro, non è stata però a oggi completamente realizzata;

   il 5 dicembre 2023 la SIAE ha annunciato la volontà di operare una ristrutturazione pesante, con un'ipotesi di 140 esuberi da realizzare ad aprile 2024, al termine della scadenza del contratto di solidarietà;

   con il passare del tempo si consolida l'ipotesi che nell'assetto societario possa entrare con un peso significativo un socio cinese;

   l'ingresso di un socio cinese, per di più in un'azienda che produce tecnologie per un comparto molto delicato per la sicurezza nazionale, porterebbe molto probabilmente a una ulteriore delocalizzazione della produzione fuori dal territorio nazionale;

   la stessa azienda ha fatto trasparire in modo netto la volontà di delocalizzare quasi completamente, in tempi molto brevi, la produzione;

   gli interroganti esprimono inoltre viva preoccupazione anche per le negative ricadute che potrebbero impattare su SM Optics e S.M. Tecno, due società strettamente connesse a SIAE Microelettronica per ragioni produttive o per stretti legami societari;

   risulta che l'azienda abbia anche contestualmente attivato canali per ottenere prestiti da Istituzioni a controllo pubblico;

   il decreto-legge cosiddetto aiuti ter n. 144 del 2022 prevede un'ulteriore stretta sui datori di lavoro che intendono delocalizzare o cessare le attività;

   sarebbe molto importante che, alla luce della dimensione e della strategicità dell'azienda, la situazione della SIAE Microelettronica spa venga portata immediatamente all'attenzione del Governo –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, quali iniziative urgenti intenda assumere a tutela dei lavoratori della Siae Microelettronica spa e se non ritenga necessario affrontare la situazione attivando immediatamente un tavolo nazionale presso la struttura per le crisi di impresa, al fine di prevenire pesanti conseguenze sociali per 650 famiglie e la delocalizzazione produttiva di un'azienda di interesse nazionale.
(4-02168)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GHIO, BARBAGALLO, BAKKALI, MORASSUT e CASU. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   preoccupa molto l'impatto economico che la crisi in corso nel Mar Rosso, oltre alle primarie conseguenze geopolitiche, ha scatenato nel settore della logistica, provocando forti ritardi nelle spedizioni ed una vertiginosa impennata dei noli marittimi, soprattutto per i container che viaggiano tra l'Asia e il Mediterraneo;

   su queste rotte, cruciali per l'import ed export del made in Italy, i noli sono più che raddoppiati, spingendosi oltre 5 mila dollari per Feu (i container da 40 piedi), cifra a cui bisogna aggiungere anche gli extra costi legati alla sicurezza ed alla necessità di deviare i carichi su rotte non pericolose;

   le catene di valore stanno risentendo notevolmente di questa ulteriore crisi degli approvvigionamenti di materie prime e materiali semilavorati per la nostra industria nazionale e tutto ciò avrà un impatto su aziende e famiglie come utenti finali;

   a quantificare l'impatto della crisi nel Mar Rosso sul costo dei trasporti via mare è Freightos, piattaforma digitale per la prenotazione e il pagamento di servizi di spedizione delle merci, che ha calcolato che se si includono tutti gli extra, in Europa «per ogni container si arriva a prezzi compresi tra 5 mila e 8 mila dollari sulle maggiori rotte commerciali dall'Asia, livelli che sono da 2,5 a 4 volte superiori rispetto alla norma per questa stagione dell'anno»;

   in un'analisi pubblicata il 3 gennaio 2024 la società rileva che da metà dicembre i noli tra Asia e Nord Europa sono saliti del 173 per cento superando 4 mila dollari/Feu, mentre sulle rotte per il Mediterraneo si è arrivati a 5.175 dollari sul mercato spot (+108 per cento), ma alcuni colossi dei container si stanno già spingendo oltre, anche con i clienti che hanno firmato contratti di lungo periodo;

   l'attuale impennata dei noli influenzerà i rinnovi dei contratti di trasporto marittimo e si teme possa proseguire a lungo intensificandosi;

   i Paesi affacciati sul Mar Mediterraneo soffrono ovviamente l'impatto più forte e l'Italia è particolarmente esposta in relazione ai lavoratori dei terminal ed alle compagnie portuali e della logistica;

   in uno scenario così preoccupante è necessario agire subito per gestire quella che già oggi rappresenta una emergenza per il Paese –:

   quale strategia intenda proporre, per quanto di competenza, per individuare le azioni da mettere in atto per sostenere le filiere della logistica e della portualità duramente colpite dalla crisi in atto nel Mar Rosso e, in raccordo con gli altri Ministri competenti, per sostenere le catene di valore colpite;

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per contrastare ed evitare eventuali comportamenti speculativi connessi all'aumento dei noli.
(5-01862)

Interrogazione a risposta scritta:


   SANTILLO e ALIFANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il giorno 15 gennaio 2024, durante le prime ore del mattino, si è verificato un incidente stradale in provincia di Caserta, tra il bivio Acerra-Afragola e Caserta Sud, in direzione Roma, nei pressi del casello autostradale di Caserta Sud;

   l'incidente ha visto coinvolto un tir che si è ribaltato lungo la strada, nel territorio del comune di Marcianise (CE);

   l'area a ridosso della città di Caserta, in particolare nei pressi dell'uscita autostradale di Caserta Sud, è interessata storicamente da un intenso traffico stradale, dovuto all'alta densità di popolazione residente in zona e alla presenza di numerose imprese e aziende, tra cui: uno dei centri commerciali più grandi del paese (il «Campania»); un grande parco commerciale («La Reggia Outlet»); l'area industriale di Marcianise; il consorzio per l'Area di sviluppo industriale di Caserta (Asi); l'Interporto Sud Europa;

   il proliferare di autorizzazioni per la realizzazione delle innumerevoli imprese, aziende e centri commerciali nell'area, è a carico di un'ampia varietà di enti, apparentemente privi di un coordinamento tra loro, ovvero senza un quadro unitario di regia;

   le uscite autostradali di Caserta (Nord e Sud), costituiscono due importanti collegamenti per il flusso turistico verso la città e, in particolare, verso la Reggia di Caserta, che nel 2023 ha fatto registrare oltre un milione di visitatori, oltre che ai fini di protezione civile;

   il quotidiano provinciale Cronache di Caserta, nell'edizione del 16 gennaio 2024, ha raccontato di ben «12 ore di paralisi» degli automobilisti a seguito dell'incidente, con «tre strade bloccate, traffico congestionato in due province, Caserta e Napoli», con un numero altissimo di «prigionieri del traffico» bloccati in circa 8 chilometri di coda –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti;

   se si stia procedendo ad un'attenta valutazione dei flussi di traffico, alla luce della presenza e dell'apertura di così tanti insediamenti produttivi e commerciali nell'area;

   quali iniziative di competenza si intendano adottare per evitare il ripetersi di disagi e possibili paralisi al verificarsi di incidenti stradali.
(4-02166)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   QUARTINI e TRAVERSI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   fonti di stampa parlano dell'incerto destino di un servizio unico per la sua efficienza dimostrata in più di trent'anni di attività, su tutti gli scenari emergenziali di terra e di mare, sotto l'aspetto tecnico e quello sanitario;

   si parla dell'elisoccorso ligure, svolto dai vigili del fuoco in totale sinergia col 118, servizio totalmente a carattere pubblico;

   la manovra in atto ha un procedere, ad avviso dell'interrogante, ambiguo, che è peggiore della chiarezza della privatizzazione, perché elude, fino all'ultimo momento, le reali intenzioni;

   da una parte, infatti, si assiste all'acquisto, effettuato dal Dipartimento nazionale dei vigili del fuoco, di 38 elicotteri «modello Leonardo 139» (per un costo di 20 milioni l'uno), tutti particolarmente attrezzati di Kit adibito per il soccorso sanitario;

   di tali mezzi, uno è già in servizio a Genova, ed un secondo è in arrivo in sostituzione dell'esemplare di «AB412» ancora in funzione e operante;

   contestualmente, però, mentre i contratti con i privati vengono stipulati per sette anni, la convenzione attiva con i vigili del fuoco ha durata di soli 18 mesi, rendendo di fatto i pompieri supplementari a soggetti privati che prendessero in carico il servizio, essendo questi ultimi i soli in grado di effettuare una programmazione di raggiungimento di obbiettivi, con costi e modalità adeguate;

   la situazione attuale è tale per cui oggi l'elisoccorso ligure si basa sul soggetto privato «Airgreen» situato Villanova d'Albenga, e sui vigili del fuoco a Genova, attivabili da convenzione per soli 115 giorni all'anno, ma in realtà, con numeri alla mano, utilizzati e operativi praticamente 365 giorni annui o poco meno;

   mentre è attivo un tavolo fra regione Liguria e Ministero dell'interno, il rischio è quello che, al momento in cui sarà chiara la strada scelta da parte della regione Liguria, gli elicotteri «Drago» dei vigili del fuoco resteranno inutilizzati per svolgere qualsiasi tipo di attività riconducibile al soccorso in quanto verranno a mancare le figure del medico e infermiere del 118 che sono assolutamente necessarie quando si tratta di valutare ed assistere persone in difficoltà psicofisiche di qualsiasi entità si tratti;

   la scelta di privatizzare il servizio implica costi è di circa tre volte superiori all'accordo stipulato con i vigili del fuoco, senza peraltro garantire tutti gli interventi tecnici che si rendono spesso necessari a fianco del mero soccorso: subacquei, soccorritori aero-speleo-fluviali, crolli, persone incastrate, operazioni del nucleo batteriologico, nucleare, chimico e radioattivo, eccetera;

   i vigili del fuoco possiedono attrezzature e competenze per affrontare qualsiasi scenario emergenziale, che nessun provider privato potrebbe mettere in atto se non con un enorme esborso di denaro e quindi con un improbabile guadagno tangibile;

   un esempio eclatante è avvenuto durante il crollo del ponte Morandi, quando l'elicottero dei vigili del fuoco ha permesso di far giungere il primo medico sul luogo del disastro e grazie alla sinergia tra componente tecnica vigili del fuoco e sanitaria 118, si è potuto procedere a disincastrare, medicalizzare e trasportare in ospedale uno dei primi sopravvissuti all'immane tragedia;

   se i vigili del fuoco, saranno in qualche modo estromessi dal servizio di elisoccorso, verrebbero comunque richiamati in supporto per quelle problematiche tecniche che molto spesso caratterizzano le operazioni di soccorso, con una conseguente duplicazione dei costi e un dilatamento delle tempistiche risolutive;

   ulteriore scenario futuro prevedibile è quello che, una volta creato questo sistema in appalto, una serie di servizi possano divenire a pagamento, non essendo più sostenibili né previsti nei termini dei capitolati –:

   se sia al corrente degli eventi di cui sopra, e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare per evitare che, al termine delle procedure, il servizio venga privatizzato, attivandosi al contrario per mantenere la natura pubblica di tale servizio essenziale, che comporta peraltro maggiore efficienza, sicurezza, e minori costi.
(3-00924)

Interrogazioni a risposta scritta:


   COLOMBO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   esistono numerose criticità relative al comando dei vigili del fuoco di Rimini che stanno mettendo in grossa difficoltà il dispositivo di soccorso;

   nella provincia di Rimini vi è una elevatissima presenza di hotel, residence e pensioni, circa 2000, e la maggior parte di queste ha altezze oltre i 3 piani fuori terra;

   specialmente nel periodo estivo, la provincia di Rimini vede aumentare notevolmente la presenza di cittadini che soggiornano nel territorio;

   nonostante il rilevante flusso turistico, il comando dei vigili del fuoco di Rimini è dotato di una sola autoscala, con venti anni di servizio, per coprire tutto il territorio di sua competenza ed eventualmente quello della Repubblica di San Marino;

   l'automezzo, data la sua vetustà, è spesso in avaria ed inutilizzabile, costringendo il comando a richiedere l'utilizzo di un'autoscala ai comandi con più autoscale a disposizione, limitando quindi la loro operatività;

   per trasferire questi automezzi, precisando che negli ultimi mesi il fatto è avvenuto più volte, occorre impegnare personale per il prelievo e la restituzione dello stesso, impedendone la presenza presso il dispositivo di soccorso, creando quindi disagi all'operatività, già compromessa dalla carenza di personale;

   per tali compiti, può essere inviato personale libero dal servizio in orario straordinario. Questa ultima ipotesi è però sempre meno utilizzata per ragioni economiche;

   secondo quanto consta all'interrogante, in passato la direzione regionale vigili del fuoco ha scritto al Dipartimento dei vigili del fuoco per segnalare questa grave carenza, senza risultato;

   il territorio è soggetto ad episodi di forte vento e caduta alberi, alle alluvioni, come quella di maggio 2023, e ad incidenti estivi;

   proprio all'inizio del 2024, il comando ha incontrato difficoltà nella gestione degli eventi climatici che hanno interessato il territorio. In tale frangente stava infatti utilizzando l'autoscala messa a disposizione dal comando di Parma, che è andata incontro a guasti meccanici, costringendo il comando a rivolgersi a quello di Sondrio;

   sul territorio, che va dalla costa adriatica alla montagna, fino al comune di Montecopiolo che ha una altitudine pari a 1415 sopra il livello del mare, si sono abbattuti forti venti i quali hanno sradicato piante, spezzato pali dell'energia elettrica e delle telecomunicazioni, scoperchiato i tetti delle case e sono stati centinaia gli interventi richiesti;

   in quei scenari l'autoscala riveste una funzione di fondamentale importanza dal momento che la maggior parte delle operazioni viene svolta in altezza;

   si consideri che è molto alto il numero di interventi che richiedono un'autoscala per operare in altezza e che, anche in assenza di emergenze dovute agli eventi climatici, la fornitura di una seconda autoscala è talmente necessaria da essere considerata ormai improrogabile –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza del problema e, nell'eventualità positiva, quali iniziative intenda valutare per dotare il comando dei vigili del fuoco di Rimini di un'ulteriore nuova autoscala.
(4-02167)


   DE CORATO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nell'ordinamento degli enti locali, disciplinato dal testo unico degli enti locali approvato (Tuel) con decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, il Consiglio comunale è l'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, le cui attribuzioni, tassativamente specificate dall'articolo 42 del Tuel, spettano indistintamente a tutti i consiglieri comunali e non solo ad una parte di essi;

   in occasione della discussione e relativa approvazione del bilancio di previsione del Consiglio comunale di Cologno Monzese, il gruppo consiliare di Fratelli d'Italia ha presentato, nelle tempistiche previste, nove emendamenti, di cui sette dichiarati ammissibili secondo il regolamento di contabilità dai funzionari del comune in questione. Durante la seduta dell'11 dicembre 2023, però, la maggioranza consiliare, nonostante l'accertata ammissibilità dei sette emendamenti, ha impedito ai consiglieri di Fratelli d'Italia di discuterli e metterli conseguentemente in votazione, deliberando contro la richiesta di discussione e di votazione e mortificando, pertanto, il confronto dialettico e democratico posto alla base del potere di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell'ente;

   tale fatto, inoltre, ha fatto seguito ad un altro, della stessa natura, avvenuto il 4 luglio 2023, durante il quale, secondo quanto costa all'interrogante, la maggioranza consiliare ha dichiarato, con le stesse modalità, l'inammissibilità di cinque emendamenti presentati dai consiglieri di Fratelli d'Italia alle linee programmatiche, poste in discussione durante quella stessa seduta;

   in data 6 settembre 2023, a seguito di un'istanza proveniente dal gruppo consiliare di Fratelli d'Italia, il prefetto di Milano, riconoscendo il problema, ha quindi ammonito l'amministrazione, al fine di tutelare il dibattito nel merito e con autentico confronto democratico e affinché le disposizioni del Tuel non restassero sostanzialmente frustrate da meccaniche procedurali;

   nonostante il monito del prefetto, però, con i fatti avvenuti l'11 dicembre 2023, la maggioranza consiliare continua a mortificare uno dei principi fondamentali del Tuel, ovverosia quello enunciato all'articolo 42, a discapito dei consiglieri appartenenti al gruppo di Fratelli d'Italia –:

  di quali elementi disponga rispetto all'iniziativa del prefetto ed ai relativi effetti.
(4-02173)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BERRUTO, MANZI, ORFINI e ZINGARETTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   il 16 novembre 2023 le commissioni parlamentari hanno avviato la discussione delle proposte di legge di «Istituzione dei Giochi della gioventù "Giulio Onesti"», abbinate al disegno di legge «Disposizioni per la promozione della pratica sportiva nelle scuole e istituzione dei Nuovi giochi della gioventù», approvato con modificazioni dal Senato il 20 settembre 2023, trasmesso quindi alla Camera e assegnato in sede referente alla VII Commissione cultura;

   come espresso in sede di commissione, il gruppo Pd, depositario dell'Ac n. 947 Istituzione dei Giochi della gioventù «Giulio Onesti», ha espresso un orientamento favorevole sul testo della proposta di legge già approvata dal Senato, apprezzando la previsione di attività multidisciplinari nell'ambito della scuola primaria così come l'aver espunto il requisito relativo al rendimento scolastico per la partecipazione ai giochi della gioventù, che devono essere aperti indipendentemente dall'andamento scolastico anche per riavvicinare gli studenti allo sport e favorire il loro recupero scolastico;

   il 31 maggio 2023, su iniziativa del Ministro dell'istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, del Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, del Ministro della salute, Orazio Schillaci, del Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli, è stato sancito un protocollo ad hoc per far partire, già dall'anno scolastico in corso, nelle scuole di tutta Italia i «Giochi della gioventù», le «Olimpiadi degli studenti»;

   trattandosi, come dimostrano gli atti dell'avvio della discussione in commissione, di un tema trasversale, ampiamente condiviso da tutte le forze politiche, la firma di un protocollo, pur condivisibile nel merito, ad avviso dell'interrogante sminuisce il confronto parlamentare;

   nella seduta del 29 novembre 2023, sollecitato dagli interventi dell'interrogante, il sottosegretario Frassinetti precisava la volontà di verificare lo stato di avanzamento del citato protocollo ritenendo che, in ogni caso, il Parlamento avrebbe proseguito con l'esame delle proposte di iniziativa parlamentare –:

   quale sia lo stato di avanzamento del protocollo sull'avvio dei «Giochi della Gioventù» sottoscritto il 31 maggio 2023.
(5-01866)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:


   SOUMAHORO. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica — Per sapere – premesso che:

   l'Italia centro-meridionale e insulare è stata interessata da incendi boschivi che hanno determinato gravi problematiche ai territori e situazioni di pericolo per l'incolumità delle persone;

   in particolare diversi sono stati nel mese di ottobre 2023 gli incendi che hanno interessato la regione Sicilia. In particolare nelle zone di Villafranca Tirrena e Gioiosa Marea si sono registrati i danni più gravi con 13 persone evacuate. Molti i problemi anche relativi alla viabilità delle strade tra cui quella della statale 113 nei pressi di Capo Calavà;

   nel comune di Villafranca Tirrena alcuni focolai, per l'intensificazione delle raffiche di vento, hanno ripreso a divampare sopra il Parco degli ulivi in prossimità di Calvaruso;

   danni per milioni di euro per le attività imprenditoriali, ingenti danni alla colture, impianti elettrici, telefonici ed idrici. Sono le conseguenze degli incendi del territorio di Gioiosa Marea. Anche il comprensorio dei Nebrodi è stato «assediato» dagli incendi che hanno tenuto impegnato per ore le squadre di soccorso del comune di Caronia. Fiamme altissime hanno «divorato» ettari di macchia mediterranea. A favorire la propagazione dell'incendio la fitta vegetazione che caratterizza la zona, ma anche l'incuria di alcune aree, piene di sterpaglie ed erba incolta;

   anche le città di Patti ed Oliveri sono state interessate da incendi boschivi; secondo dati di Legambiente sul territorio messinese gli ettari bruciati sono superiori a tremila di cui 1.200 solo tra Patti e Oliveri. È da sottolineare la mancanza di personale stabile del corpo forestale quale organo addetto all'attività di prevenzione e gestione incendi boschivi e soprattutto l'inadeguatezza dei mezzi che risultano in numero esiguo e sono vetusti;

   gli incendi avvengono per cause diverse come la depressione economica e l'incuria (moltissimi tra l'altro sono gli incendi di matrice dolosa) ed espongono sempre di più l'Isola, ma anche tutto il Sud d'Italia, a rischi rilevando criticità sotto il profilo preventivo. È quindi evidente la necessità di intervenire con una gestione efficace ed efficiente del fenomeno anche per tutelare l'incolumità delle persone residenti;

   gli incendi infatti determinano un'emergenza ambientale ed economica spesso drammatica. Infatti ettari di boschi e campi coltivati sono stati «divorati» dalle fiamme con una strage di fauna selvatica e perdita di raccolti. Gravi sono anche i danni economici con aziende agricole che hanno visto immobili ed attrezzature distrutti;

   è fondamentale un'opera di prevenzione e repressione degli incendi mediante il potenziamento di organico dei vigili del fuoco e delle forze di polizia che operano sul territorio, per prevenire e contrastare eventuali atti criminosi che possano determinare gravi problemi per la collettività permettendo così di valutare al meglio l'eventuale natura dolosa, della maggior parte dei roghi;

   è altresì necessario destinare adeguate risorse economiche alle regioni concentrandole su quelle i cui territori presentano maggiori fattori di rischio e sulle attività di previsione e prevenzione con particolare riferimento all'addestramento professionale del personale da impiegare;

   occorrono anche sistemi tecnologici di sorveglianza per riuscire ad individuare i piromani;

   indubbiamente è da riconoscere l'opera importante e fondamentale che svolgono i vigili del fuoco che sono impegnati costantemente in operazioni difficili per tutelare l'incolumità delle persone –:

   se non ritengano i Ministri interrogati necessario adottare iniziative di competenza per potenziare l'organico del corpo forestale e delle forze di polizia che sono impegnate nelle attività di prevenzione e repressione degli incendi boschivi;

   se non ritengano altresì fondamentale adottare iniziative di competenza volte a destinare adeguate risorse economiche alle regioni concentrandole su quelle i cui territori presentano maggiori fattori di rischio.
(4-02165)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   QUARTINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da un comunicato della «Fondazione EBRI Rita Levi Montalcini» si legge come per la prima volta, dopo oltre dieci anni, il contributo per i costi strutturali che la «Fondazione EBRI Rita Levi-Montalcini» aveva ricevuto fin dal 2012, attraverso la legge di bilancio, non è stato rinnovato. Si tratta di una scelta governativa ben precisa, le cui conseguenze, anche in termini di ricerca e di clinica (quindi di salute dei cittadini) devono esser chiare ai responsabili di tale scelta;

   interrompere un processo di ricerca – questa la conseguenza del taglio – non significa solo impedire ulteriori sviluppi, ma anche gettare via, i risultati di livello internazionale progressivamente ottenuti dai ricercatori dell'«EBRI». Si tratta di risultati relativi alla conoscenza sul cervello e sui meccanismi di svariate malattie neurologiche, compresi i disturbi dello spettro autistico;

   tutto ciò appare controproducente in un momento storico in cui, complice l'invecchiamento della popolazione, fattori ambientali, e una maggiore sensibilità alle tematiche, sono proprio i risultati raggiunti dall'«EBRI» a poter costituire la base di future innovative terapie per gravi malattie del cervello e dell'occhio che oggi non hanno cure adeguate; si pensi alla malattia di Alzheimer e ad altre gravi malattie neurodegenerative (sclerosi multipla, epilessia, malattie neuropsichiatriche, glaucoma e neuropatie ottiche). Sono infatti molti gli innovativi farmaci che, sviluppati all'«EBRI», vengono sottoposti a sviluppo clinico, sperimentazioni cliniche, in collaborazione con primari centri clinici che si vedono così privati di un partner fondamentale;

   si perdono nuove neurotecnologie d'avanguardia, basate su ingegneria proteica, terapia genica, intelligenza artificiale, imaging ottico, registrazioni elettrofisiologiche multiple, ad oggi sviluppate e utilizzate nei progetti di ricerca in corso all'«EBRI». Ci si gioca passato, presente, futuro in maniera irreversibile; chiudere un centro di ricerca significa ipotecare gli anni a venire. Non solo per l'impossibilità di proseguire ricerche e sostenere i costi strutturali (laboratori e sofisticate apparecchiature) di progetti di ricerca competitivi vinti dalle ricercatrici e dai ricercatori dell'«EBRI», ma anche per il dover restituire finanziamenti competitivi ricevuti dall'estero, interrompere collaborazioni con altre università e centri di ricerca nazionali ed internazionali, sperimentazioni cliniche attualmente in corso su pazienti, perdendo ricercatori provenienti da tutto il mondo e credibilità internazionale;

   interrompere la ricerca per la cura di malattie ad oggi ritenute incurabili significa ipotecare un Paese, la sua intera ricerca, la sua salute, potenzialmente abdicando a interessi privati e rendendo impossibile una ripartenza. L'impatto, paradossalmente, è un boomerang anche dal punto di vista economico, perché una popolazione malata, con meno mezzi di cura e meno ricerca, è una popolazione più povera che degrada anche il sistema finanziario e produttivo –:

   se sia al corrente di quanto sopra, e quali iniziative di competenza intenda adottare per il ripristino, in continuità, del contributo alla «Fondazione EBRI Rita Levi Montalcini».
(4-02169)


   GIORGIANNI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   risulta all'interrogante che la mattina di domenica 26 dicembre 2021 giungeva, trasportata in ambulanza, presso il pronto soccorso dell'ospedale «San Donato» di Arezzo la trentenne Cavallini Ylenia, che lamentava plurimi episodi di vomito ed un forte dolore addominale, con accesso in codice «urgenza minore»;

   dalla cartella clinica di pronto soccorso si ravvisano notevoli ritardi sia nell'esecuzione della Tac addome che veniva eseguita dopo più di sei ore dall'accettazione in pronto soccorso, sia nell'esecuzione della visita chirurgica che, nonostante gli allarmanti valori ematochimici e il referto della Tac veniva, eseguita nella nottata;

   di fatto potrebbero essere diversi gli elementi che hanno complicato l'iter ospedaliero della giovane: l'ingresso in codice «urgenza minore», l'assenza di una visita chirurgica d'ingresso, la sottovalutazione dei valori ematochimici (leucociti 24.000 e VES al 92 per cento), il ritardo dell'esame strumentale;

   tali ritardi, molto probabilmente, hanno permesso che la diagnosi corretta fosse accertata solo in tarda serata con un quadro clinico che nel frattempo era notevolmente peggiorato, tant'è che veniva operata d'urgenza con un quadro di infarto intestinale avanzato, che non ha evitato il peggio: dopo sole 24 ore dall'ingresso in pronto soccorso veniva certificato il decesso della giovane –:

   se, ove fossero accertati i fatti così come riportati in premessa, ritenga compatibile una così lunga attesa con i livelli essenziali di assistenza sanitaria, le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a garantire a tutti i cittadini;

   se ritenga opportuno attivare i poteri ispettivi di cui dispone, fatte salve le attività d'indagine condotte dalla magistratura.
(4-02172)

Pubblicazione di un testo ulteriormente riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Caso n. 1-00208, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 184 del 25 ottobre 2023.

   La Camera,

   premesso che:

    da un articolo de Il Fatto Quotidiano del 24 ottobre 2023, è emerso che il Sottosegretario per la cultura Vittorio Sgarbi avrebbe percepito, nel corso del 2023, sostanziosi emolumenti, pari a oltre 300 mila euro, per aver presenziato a inaugurazioni, mostre, conferenze, premi e manifestazioni culturali;

    il quotidiano afferma, inoltre, che sulla base dei documenti visionati «attorno al critico-politico e ai suoi collaboratori di fiducia ruoterebbe invece una vera e propria industria fondata sull'arte di procacciare attività che si svolgono pure alla luce del sole, ma le cui remunerazioni restano nell'ombra, a volte erogate ad altri, non di rado spacciate come “missioni” e poi messe a rimborso del ministero»;

    a fine ottobre 2023, l'Antitrust ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti del Sottosegretario, Vittorio Sgarbi, «per possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge n. 215 del 2004 in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo»;

    sempre da un articolo de Il Fatto Quotidiano del 25 ottobre 2023, si riporta che il Sottosegretario Sgarbi sarebbe indagato a Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per non aver onorato i debiti con l'Agenzia delle entrate (in totale circa 715 mila euro) e per l'acquisto di quadri (si veda Il Fatto Quotidiano del 9 gennaio 2024) il medesimo Sottosegretario Vittorio Sgarbi risulterebbe indagato per furto di beni culturali in merito ad una vicenda oggetto di un'inchiesta svolta da ultimo dalla trasmissione Report e dallo stesso Il Fatto Quotidiano;

    in particolare l'inchiesta si è concentrata su un quadro di Rutilio Manetti, pittore senese del Seicento, «La cattura di San Pietro», che fino al 2013 si trovava esposta presso il Castello di Buriasco (vicino a Pinerolo, in Piemonte). La proprietaria del castello e del dipinto, Margherita Buzio, a febbraio del 2013 denunciò il furto dell'opera: la tela era stata tagliata nella notte, lasciando la cornice; all'epoca le indagini furono senza esito;

    la trasmissione Report ha sottolineato che, stando alle dichiarazioni di Buzio, poche settimane prima del furto si era detto interessato all'acquisto Paolo Bocedi, collaboratore di Sgarbi fino al 2003 e ancora in buoni rapporti con il Sottosegretario. Il servizio di Report aggiunge che il critico d'arte avrebbe già visto l'opera alcuni anni prima, in un pranzo al castello, cosa che lo stesso Sgarbi ha confermato;

    il dipinto, secondo quanto riportato da Report, sarebbe riapparso nel 2021 in una mostra inaugurata dallo stesso Sgarbi, in cui sarebbe stato esposto un dipinto di Manetti «inedito». L'opera esposta dal Sottosegretario è estremamente simile a quella sparita nel 2013: una differenza visibile è che, in alto a sinistra, c'è una candela che nel dipinto rubato non c'era;

    Sgarbi, negando che si tratti della stessa opera, ha parlato di «coincidenze»: il dipinto esposto, infatti, si sarebbe trovato in una villa nel Viterbese che Rita Cavallini (madre di Sgarbi) aveva acquistato anni prima, nel 2000, già presente in un inventario dei beni della villa risalente al Seicento. Tuttavia Report ha sottolineato come nell'inventario in questione l'opera non risulti;

    la stessa trasmissione di Rai 3 avrebbe interpellato anche con Gianfranco Mingardi, restauratore di Brescia, che ha detto di aver ricevuto la tela senza cornice, la quale sembrerebbe identica all'opera trafugata a Pinerolo, se non per il particolare di una candela che non c'era sul dipinto da lui sistemato; Sgarbi dal canto suo ha negato e da articoli di stampa emerge che il legale di Vittorio Sgarbi abbia inviato una Pec diffidando la Rai prima della messa in onda della puntata di Report;

    tuttavia, a quanto pare, ciò che per Sgarbi era solo frutto di fantasia, incompetenza e livore giornalistico, sembra sia divenuto un fascicolo aperto dalla procura di Imperia e trasmesso alla procura di Macerata;

    in data 9 gennaio 2024 la procura di Macerata ha confermato che il Sottosegretario Sgarbi è indagato per il reato di autoriciclaggio di beni culturali di cui all'articolo 518-septies del codice penale;

    in data 12 gennaio 2024 il Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale ha sequestrato al Sottosegretario il dipinto;

    il decreto ministeriale n. 458 del 28 dicembre 2022 del Ministero della cultura attribuisce al Sottosegretario Sgarbi, tra le altre, la funzione di responsabile della «sicurezza del patrimonio culturale»;

    la legge 20 luglio 2004, n. 215, impone a chi ricopre un incarico di Governo di dedicarsi «esclusivamente alla cura degli interessi pubblici». Dal giuramento in poi, «al titolare non può derivare, per tutta la durata del governo, alcuna forma di retribuzione o vantaggio». La legge vieta anche di «esercitare attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo, di qualunque natura, anche se gratuite, a favore di soggetti pubblici o privati». Il legislatore precisa: «Sono vietate anche all'estero»;

    tuttavia, ad avviso dei firmatari del presente atto, oltre ai connessi profili di carattere penale, la condotta getta una oscura e pesante ombra sulla sua attività governativa in un dicastero di così tale rilievo e delicatezza e, dunque, si pone in palese contrasto con l'articolo 54 della Costituzione, che recita: «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore»;

    le condotte summenzionate, inoltre, lascerebbero trasparire in ogni caso una condotta grave, uno sfacciato abuso del potere, una violazione dei doveri, non compatibile con il decoro e la decenza delle istituzioni repubblicane;

    non può, in altri termini, ritenersi che l'azione del Sottosegretario sia stata ispirata in tale frangente dal superiore interesse esclusivo della Nazione, come espressamente imposto dalla legge n. 400 del 1988,

impegna il Governo

1) ad avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a Sottosegretario di Stato del professor Vittorio Sgarbi.
(1-00208) (Ulteriore nuova formulazione) «Caso, Manzi, Piccolotti, Orrico, Amato, Cherchi, Francesco Silvestri, Baldino, Santillo, Auriemma, Cappelletti, Fenu, Alfonso Colucci, D'Orso, Onori, Pellegrini, Torto, Ilaria Fontana, Iaria, Pavanelli, Barzotti, Quartini, Caramiello, Scutellà, Berruto, Orfini, Zingaretti, Braga, Bonafè, Ciani, Ghio, Toni Ricciardi, Fornaro, Casu, De Luca, Ferrari, Morassut, Roggiani, De Maria, Grimaldi, Ghirra, Mari».

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato dell'interrogazione a risposta scritta Pavanelli n. 4-02160, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 228 del 17 gennaio 2024.

   PAVANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'attuale condizione della rete ferroviaria in Umbria non garantisce un trasporto efficiente e veloce;

   la congestione per traffico eterotachico sulla Direttissima e la mancanza di treni regionali atti alla velocità di almeno 200 chilometri orari, ha provocato la riduzione del numero di tratte Regionali e Intercity da tra Roma verso e l'Umbria, nonché la deviazione dei collegamenti regionali tra Orte e Roma presso la linea storica nella ferrovia Firenze-Roma cosiddetta. Linea Lenta;

   tale situazione ha come conseguenza l'aumento dei tempi ordinari di percorrenza nella tratta Roma-Terni di circa 30 minuti, comportando gravi e frequenti disagi a centinaia di pendolari umbri che quotidianamente si spostano da e verso la Capitale, soprattutto nei casi in cui questi debbano proseguire per Assisi o Perugia;

   inoltre, a causa della saturazione della rete ferroviaria, i disagi causati da guasti e interventi di manutenzione, anche ordinaria, sono all'ordine del giorno e non consentono il rispetto degli orari previsti;

   citando l'ultimo in ordine temporale, in data 6 gennaio 2024, un controllo tecnico a un treno tra Capena e Gallese e successivamente un guasto nella linea tra Settebagni e Capena hanno provocato in mattinata ritardi fino a 30 minuti lungo la linea Alta Velocità Firenze-Roma;

   come noto, sui treni Regionali e Intercity non è previsto alcun indennizzo per i ritardi inferiori a 60 minuti;

   il perdurare della sopra descritta situazione è destinato ad avere ripercussioni negative anche per l'economia della regione Umbria, contraendo la domanda turistica del territorio:

   come intenda risolvere le problematiche descritte in premessa che affliggono centinaia di pendolari umbri quotidianamente in viaggio sulla linea ferrata da e verso Roma e quali siano le tempistiche di introduzione in servizio dei treni regionali da 200 chilometri orari ordinati da Trenitalia;

   quali iniziative di competenza intenda assumere per migliorare i collegamenti ferroviari dell'Umbria, mediante la finalizzazione di raddoppi e velocizzazione delle tratte ferroviarie umbre ancora a binario singolo come Terni-Perugia-San Sepolcro, Terni-Spoleto, Foligno-Assisi-Perugia-Terontola e mediante la riorganizzazione integrata di un modello di esercizio a orario cadenzato e coordinato per la regione.
(4-02160)

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Ambrosi e De Bertoldi n. 4-01315 del 12 luglio 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01860.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Fossi n. 5-01796 del 10 gennaio 2024.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta in Commissione Casu n. 5-01856 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 228 del 17 gennaio 2024. Alla pagina 6581, prima colonna, dalla riga quarantaduesima alla riga quarantatreesima, deve leggersi «graduatoria pubblicata il 16 maggio 2023 in Gazzetta Ufficiale, ha registrato 3983 idonei,», e non come stampato.