Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 15 gennaio 2024

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ORLANDO e AMENDOLA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Enrico Forti, detto Chico, sta scontando, dal 15 giugno 2000, una condanna all'ergastolo senza possibilità di liberazione anticipata negli Stati Uniti per l'omicidio di Dale Pike, avvenuto il 15 febbraio 1998 a Miami;

   nel 2019, Forti ha manifestato la volontà di essere trasferito in Italia ai sensi dell'articolo 10 della Convenzione di Strasburgo del 1983 e nel dicembre 2020 il governatore della Florida, Ron De Santis, ha accolto tale istanza, che il Dipartimento di giustizia statunitense ha confermato, a condizione della completa esecuzione in Italia della pena dell'ergastolo per il detenuto;

   nel dicembre 2020, l'allora Ministro degli affari esteri, Luigi Di Maio, ha annunciato l'impegno del Governo ad accelerare il più possibile il rientro di Chico Forti in Italia e successivamente, sono stati avviati, anche dal Ministro della giustizia, Marta Cartabia, contatti formali con gli Stati Uniti per dare attuazione al trasferimento in Italia di Forti;

   infine, nel 2023, la Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha contattato la famiglia di Chico Forti per assicurare il proprio impegno nella gestione della vicenda;

   ad oggi, dopo ormai più di tre anni da quell'annuncio del Ministro pro tempore Di Maio, non si sono avute più notizie ufficiali dello stato del procedimento di trasferimento in Italia del nostro connazionale –:

   quale sia lo stato della procedura di trasferimento di Chico Forti in Italia e quali siano le motivazioni che ne stanno rallentando l'iter;

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo stia ponendo in essere per garantire un celere trasferimento in Italia di Chico Forti.
(5-01824)

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta scritta:


   TORTO, ALFONSO COLUCCI e SERGIO COSTA. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con l'approvazione della legge regionale dell'8 febbraio 2005, n. 6 dell'Abruzzo è stata istituita la Riserva naturale guidata «Borsacchio» nel territorio del comune di Roseto degli Abruzzi (Te). L'estensione territoriale della riserva è di oltre 1100 ettari. La riserva è caratterizzata da proprie specificità botaniche, geologiche, faunistiche e paesaggistiche da preservare, tutelare e valorizzare attraverso un piano di assetto naturalistico predisposto dal comune di Roseto degli Abruzzi;

   il 29 dicembre 2023 il Consiglio regionale dell'Abruzzo ha approvato un emendamento al progetto di legge n. 379 del 2023 che riduce l'estensione della riserva del Borsacchio di oltre il 95 per cento della superficie che passerebbero dagli attuali 1100 ettari circa a soli 24, modificando l'articolo 69 della legge regionale 8 febbraio 2005, n. 6;

   da quanto si apprende dai mezzi di informazione sembrerebbe che il comune di Roseto degli Abruzzi non sia stato coinvolto nel processo che ha portato alla riduzione e modifica della riserva naturale, tant'è che è prevista in questi giorni una seduta straordinaria del consiglio comunale che ha come ordine del giorno i provvedimenti riguardanti la riserva del Borsacchio;

   la maggioranza di centrodestra del Consiglio regionale dell'Abruzzo guidata dal presidente Marco Marsilio ha votato la riduzione dell'area della riserva con la contrarietà delle opposizioni;

   la legge quadro sulle aree protette stabilisce «la partecipazione ... dei comuni al procedimento di istituzione dell'area protetta ... Tale partecipazione si realizza attraverso conferenze per la redazione di un documento di indirizzo relativo all'analisi territoriale dell'area da destinare a protezione, alla perimetrazione provvisoria, all'individuazione degli obiettivi da perseguire, alla valutazione degli effetti dell'istituzione dell'area protetta sul territorio» (articolo 22 della legge 6 dicembre 1991, n. 394); è ipotizzabile, quindi, il mancato coinvolgimento del comune di Roseto degli Abruzzi quale ente locale interessato;

   dagli organi di stampa si apprende che anche docenti e ricercatori dell'università dell'Aquila si sono espressi con preoccupazioni sul drastico taglio dell'area inclusa nella suddetta Riserva in quanto è stato effettuato senza alcuna preventiva valutazione di natura tecnico-scientifica che ne corroborasse la necessità e l'opportunità, anche in relazione agli impatti sugli obiettivi di tutela della biodiversità nazionali e comunitari e previsti dal quadro di riferimento globale dell'Agenda 2030 dell'Onu;

   secondo diverse pronunce della Corte costituzionale il mancato coinvolgimento degli enti locali interessati nella ridefinizione delle aree naturali protette rappresenta un vizio –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto nelle premesse ed in particolare se vi siano i presupposti per presentare il ricorso di legittimità costituzionale per violazione dell'articolo 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione da parte della citata legge regionale della regione Abruzzo, anche in rapporto al rispetto del procedimento di cui all'articolo 22 della legge 6 dicembre 1991, n. 394.
(4-02146)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASU, SIMIANI, MEROLA, UBALDO PAGANO e SARRACINO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da numerose notizie di stampa, il 2 giugno 2023 un gravissimo incendio ha coinvolto un palazzo sito in largo Nino Franchellucci nel quartiere di Colli Aniene a Roma, incendio che ha causato, purtroppo una vittima, molti ustionati ed intossicati, oltre a gravi danni alle strutture del palazzo;

   inoltre, secondo dati del comune di Roma, oltre venti famiglie risultano ancora impossibilitate a rientrare nelle proprie abitazioni;

   il palazzo era stato oggetto di interventi edilizi per il miglioramento energetico degli edifici già esistenti (ecobonus), e per la messa in sicurezza del rischio sismico, ottenendo lo sconto fiscale del 110 per cento previsto dal decreto-legge n. 34 del 2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 77 del 2020 e al momento dell'incendio i lavori erano giunti a circa il 30 per cento di avanzamento rispetto al lavoro complessivo previsto;

   dopo l'incendio le successive attività giudiziarie hanno fermato il lavoro rendendo di fatto impossibile il rispetto della scadenza prevista. Nella realizzazione delle opere con «superbonus 110» del palazzo è prevista la cessione del credito e, quindi, le attività di manutenzione dovrebbero terminare entro il 31 dicembre 2023, data che non è stato possibile rispettare a causa di quanto sopra esposto;

   se non vi fossero delle proroghe nella scadenza sopra ricordata, e che sono rese necessarie da un ritardo dovuto ad evidenti cause di forza maggiore, i costi dei lavori avviati nel solco della normativa vigente ricadrebbero sui proprietari degli immobili, che già devono sopportare i costi degli interventi resi inevitabili dall'incendio, e che si troverebbero anche a dover pagare circa 50 mila euro ad immobile per coprire i costi del lavoro che risultano essere di circa sei milioni di euro;

   al riguardo il gruppo del Partito Democratico aveva presentato il 30 novembre 2023 una interrogazione al Ministro dell'economia e delle finanze (n. 5-01686);

   inoltre, in sede di conversione in legge del decreto-legge n. 140 del 2023 (AC 1474-A), l'Aula aveva approvato il 30 novembre 2023 un ordine del giorno (n. 9/01474-A/003) che impegnava il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la possibilità di prorogare nel primo provvedimento utile detrazione del 110 per cento di cui all'articolo 119, comma 8-bis del decreto-legge n. 34 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77 del 2020, per gli interventi effettuati su unità immobiliari colpite da eventi catastrofali o da incendi, ivi inclusi immobili per i quali eventuali indagini della magistratura per i medesimi eventi abbiano comportato l'impossibilità di concludere i lavori nei termini previsti a legislazione vigente;

   al momento non risulta esservi notizia di alcun provvedimento che vada in questa direzione e ciò provoca grande preoccupazione tra le famiglie coinvolte nell'incendio –:

   quali iniziative urgenti di competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per affrontare situazioni come quella sopra esposta, in modo da evitare che le persone già danneggiate gravemente da eventi catastrofali come quello segnalato in premessa siano anche costrette a sopportare un onere economico molto pesante per una situazione che non può essere in alcun modo ascritta loro.
(5-01833)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 16-octies del decreto-legge n. 179 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012, ha previsto l'istituzione dell'ufficio per il processo presso la Corte di cassazione, le corti d'appello e i tribunali ordinari;

   il PNRR ha individuato nell'ufficio per il processo la struttura organizzativa deputata ad «offrire un concreto ausilio alla giurisdizione così da poter determinare un rapido miglioramento della performance degli uffici giudiziari per sostenere il sistema nell'obiettivo dell'abbattimento, dell'arretrato e ridurre la durata dei procedimenti civili e penali»;

   al fine di dare attuazione al PNRR è emersa la necessità di potenziare lo staff del magistrato con professionalità in grado di collaborare in tutte le attività connesse alla giurisdizione, quali la ricerca, lo studio, la gestione del ruolo e la preparazione di schede e bozze di provvedimenti. Tali figure professionali, cioè i funzionari addetti all'ufficio per il processo, a seguito di concorso pubblico indetto con bando pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 agosto 2021, sono stati reclutati e assunti a tempo determinato per due anni e sette mesi dal Ministero della giustizia a partire dal 21 febbraio 2022;

   il diligente svolgimento del lavoro da parte dei funzionari addetti all'ufficio per il processo sta già dando i suoi frutti, con una significativa riduzione del numero delle pendenze;

   l'ufficio per il processo svolge un ruolo determinante per il miglioramento della qualità e dell'efficacia della risposta giudiziaria, specialmente in termini di riduzione dei tempi della giustizia;

   le prime 8.171 risorse immesse in servizio con contratto a tempo determinato hanno maturato una significativa professionalità e un'approfondita conoscenza dei contenuti e delle attività affidate, sempre più rilevanti e qualificate;

   con decreto legislativo n. 151 del 2022, si è definitivamente istituzionalizzato l'ufficio per il processo come struttura permanente che deve anche dotarsi di apposito personale a tempo indeterminato;

   il 31 maggio 2023 è stata presentata in Cabina di Regia la terza relazione semestrale sul PNRR;

   come evidenziato dalla predetta relazione, negli ultimi mesi oltre duemila addetti hanno già rassegnato le dimissioni, passando in molti casi ad altre amministrazioni statali che offrono contratti di lavoro più stabili;

   al fine di compensare le scoperture venutesi a creare, e considerata l'importanza di questa figura professionale, si potrebbe pertanto procedere allo scorrimento integrale delle graduatorie distrettuali degli idonei del concorso del 2021;

   come si apprende da fonti di stampa, gli idonei addetti all'ufficio per il processo hanno inviato nei giorni scorsi al Ministero una nota in cui hanno chiesto una flessibilità nella procedura di scorrimento delle graduatorie, concedendo lo scorrimento dei distretti capienti: ciò comporterebbe la possibilità di assumere più personale possibile negli uffici del Sud, caratterizzati da notevole carenza di personale;

   nel precedente scorrimento distrettuale del 6 febbraio 2023, il Ministero ha offerto ai candidati dei distretti capienti la possibilità di prendere servizio nel proprio distretto di origine, un'opportunità che attualmente non è stata concessa agli idonei presenti nelle graduatorie del Sud;

   un'eventuale decisione del Ministero di coprire solo le carenze di organico nelle sedi del Nord rischierebbe di generare numerosi rifiuti da parte degli interessati, come già avvenuto in un precedente scorrimento, e comprometterebbe il corretto funzionamento degli uffici giudiziari del Sud, già gravemente colpiti dalla carenza di personale –:

   se il Ministro interrogato intenda effettuare una ricognizione di tutti i posti rimasti scoperti negli uffici per il processo e se intenda procedere con urgenza allo scorrimento integrale delle graduatorie capienti degli idonei del concorso per addetti dell'ufficio per il processo, consentendo agli idonei di assumere posizione nel proprio distretto di appartenenza, per coprire i numerosi posti vacanti.
(4-02138)


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

in un articolo del quotidiano Il Dubbio dell'8 gennaio 2024 a firma di Damiano Aliprandi e nella trasmissione dell'11 gennaio di Radio Leopolda «Carceri, bisogna vederle» curata da Rita Bernardini, si racconta la vicenda dell'avvocato Stefano Giordano, il quale, nel tentativo di avere notizie e chiarimenti riguardanti il mancato accredito sul conto di tre detenuti azeri di una piccola somma di denaro, è stato aggredito da due dipendenti della casa circondariale Pagliarelli di Palermo;

   il 18 dicembre 2023 l'avvocato Giordano effettua tre bonifici per un totale di 450 euro sui conti dei tre detenuti; lo fa su incarico dei familiari intenzionati a dare un po' di conforto ai loro congiunti in vista delle festività natalizie; passati quattro giorni, viene avvisato dai ristretti suoi assistiti che sul loro conto non è stata versata alcuna somma, cosicché il 22 dicembre 2023 si reca, assieme al suo collega Giovan Battista Lauricella, anch'egli legale dei tre detenuti, all'ufficio ragioneria del carcere per avere spiegazioni. Qui la funzionaria presente, dopo avere riferito che l'ufficio aveva posto in essere tutti gli adempimenti allo stesso spettanti, lo invita urlando ad uscire dalla stanza. A quel punto, secondo il racconto fatto dall'avvocato Giordano, la situazione sfugge di mano, posto che le urla della dottoressa, tanto inspiegabili quanto di cattivo gusto, attirano l'attenzione del personale presente. Dopodiché interviene un terzo soggetto, appartenente alla polizia penitenziaria, il quale, palesandosi quale marito del funzionario, tenta a più riprese di aggredire il legale minacciandone l'arresto: «una situazione imbarazzante e surreale» – sostiene l'avvocato Giordano – che neppure l'intervento della vicedirettrice riesce a calmare, tanto da costringerli, con il collega Lauricella, a trovare rifugio all'interno dell'ufficio della stessa vicedirettrice;

   quanto al mancato accredito sul conto dei detenuti dei denari versati, già in passato, nel mese di agosto 2023, si era verificato un episodio simile nei confronti di altri 14 detenuti stranieri difesi dall'avvocato Giordano: in quel caso, l'irregolarità fu risolta grazie all'intervento dal Garante dei detenuti Santi Consolo;

   per i detenuti stranieri che non hanno riferimenti sul territorio italiano è fondamentale poter disporre di piccole somme di denaro per poter telefonare ai familiari lontani, per integrare l'alimentazione spesso insufficiente e talvolta scadente fornita dal carcere o per acquistare prodotti indispensabili per l'igiene personale e per la pulizia delle celle, prodotti raramente forniti dall'amministrazione in modo adeguato;

   nelle visite realizzate dall'associazione «Nessuno Tocchi Caino» negli istituti penitenziari viene spesso evidenziata la carenza di personale amministrativo e, in particolare, di quello contabile –:

   se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se intenda intervenire per chiarire lo svolgimento dell'increscioso episodio;

   in quali tempi i tre detenuti azeri abbiano avuto la disponibilità delle somme accreditate;

   quanto tempo sia stato necessario ai 14 detenuti stranieri per avere la disponibilità delle somme versate sui loro conti nell'agosto 2023;

   quale sia l'entità degli stanziamenti effettuati dall'amministrazione penitenziaria per venire incontro alle esigenze imprescindibili di detenuti indigenti che non hanno nemmeno il denaro per telefonare ai propri congiunti, per vestirsi o per acquistare i prodotti necessari alla propria igiene personale o per igienizzare la stanza detentiva in cui vivono;

   quali carenze di personale si registrano nel personale amministrativo degli istituti penitenziari con particolare riferimento ai funzionari contabili e quale sia, a questo proposito, la situazione del Pagliarelli.
(4-02140)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta scritta:


   SERRACCHIANI e PELUFFO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   risulta all'interrogante che l'azienda Leonardo, che è strutturata in cinque divisioni operative (elicotteri, velivoli, aerostrutture, elettronica e cyber security) stia mettendo in atto una riorganizzazione interna che prevede il passaggio dello stabilimento di Ronchi dei Legionari (Gorizia), fino ad oggi inquadrato sotto la divisione elettronica, alla divisione velivoli sembra dal 1° gennaio 2024. Le motivazioni della riorganizzazione sarebbero determinate dalla volontà di realizzare strutture più coerenti con le specificità dei prodotti e più indirizzate alla soddisfazione delle esigenze dei diversi clienti, attraverso un'ottimizzazione delle ingegnerie legate ai singoli prodotti con l'obiettivo di limitare le criticità delle precedenti «strutture» troppo centralizzate e distanti dalle operations attraverso una più stretta correlazione con le strutture trasversali di marketing & sales, strategy & Competitive analysis, engineering technology innovation; da notizie di stampa e da comunicati delle organizzazioni sindacali si apprende che lo stabilimento di Ronchi dei Legionari e tutti i suoi dipendenti dal 1° gennaio 2024 sarebbero passati interamente sotto la divisione velivoli e che successivamente al passaggio è prevista una fase di analisi accurata nel corso del 2024 in cui l'azienda verificherà come strutturare le attività oggi presenti nello stabilimento in base all'analisi delle attività prevalenti; lo stabilimento di Ronchi dei Legionari, fino a pochi giorni fa sotto la divisione elettronica, doveva essere spostato totalmente alla divisione velivoli, mentre da voci pervenute dovrebbe divenire uno stabilimento multi divisionale con normative differenti, più responsabili e altro in cui i simulatori resteranno in elettronica e la parte droni/target verrà trasferita nella divisione velivoli, un'operazione che secondo le organizzazioni sindacali deve essere finalizzata al consolidamento e all'allargamento, con gli investimenti necessari, delle attuali missioni produttive, come Xplorer, Mirach, Falco, garantendo altresì che il know-how rimanga nello stabilimento, e che le 350 unità di personale non vengano divise e trasferite altrove col rischio del depotenziamento delle attività e delle relative ripercussioni sull'occupazione; l'armonizzazione dei trattamenti normativi ed economici, in linea con quanto oggi presente nella divisione velivoli, l'analisi inerente alle sinergie tecnologiche e strategiche che determineranno la suddivisione dei business trasversali, lo sviluppo tecnologico e della formazione che consolidino l'alta specializzazione dei suoi addetti sono tutti aspetti della riorganizzazione che devono essere oggetto di un monitoraggio attento e costante data anche l'importanza strategica di questa azienda in FVG –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se sia a conoscenza, per quanto di competenza, della strategia industriale in atto, e se questa preveda una fusione tra gli stabilimenti di Ronchi e quelli Tessera, se intenda approfondire i possibili impatti sull'operatività della divisione, sui suoi assetti e sul futuro professionale dei lavoratori e delle lavoratrici stante l'importanza strategica dell'azienda.
(4-02139)


   LOVECCHIO, GIULIANO, ALIFANO e RAFFA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   i Monti Dauni, noti anche come Subappennino Dauno, sono una catena montuosa in provincia di Foggia che conta una popolazione complessiva residente di circa 98.000 abitanti;

   già bistrattati da numerosi disservizi, soprattutto per quel che riguarda infrastrutture e comparto sanitario, adesso si trovano a vivere un momento di particolare disagio. Le continue interruzioni dei collegamenti telefonici e di internet, infatti, stanno mettendo a dura prova molti comuni e i relativi abitanti. Come si desume dagli articoli di stampa e da quanto dichiarato in questi giorni agli organi di stampa dai sindaci di Troia, Roseto Valfortore, Castelluccio Valmaggiore, Alberona, Orsara di Puglia, Faeto, Anzano, Castelluccio dei Sauri e degli altri comuni dei Monti Dauni, la vicenda si trascina da tempo, e ai continui reclami, segnalazioni e solleciti inoltrati dalle amministrazioni comunali, Telecom ha sempre promesso interventi risolutivi. Questo in realtà non è accaduto. In molti tratti, inoltre, le reti aeree versano in uno stato disastroso: cavi penzolanti corrono lungo il ciglio della strada. A tratti, quando possibile, sono legati ai rami di qualche alberello, o assicurati con lo spago a grossi massi di pietra, a paletti in cemento, alla segnaletica stradale. Mentre il Governo continua a finanziare interventi per la banda ultra larga, in provincia di Foggia si vive una situazione paradossale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto;

   quali iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di risolvere a breve scadenza ed in maniera definitiva la problematica esposta.
(4-02145)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   MANES. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   è stato disposto un divieto di circolazione dei mezzi con massa a pieno carico superiore a 19 tonnellate nel tratto compreso tra l'interscambio A4-A26 di Santhià e lo svincolo di Albiano, in entrambe le direzioni, a partire dal 14 dicembre 2023;

   successivamente, dalla metà del mese di gennaio 2024, per la realizzazione dei lavori di adeguamento del viadotto «Camolesa», sarà necessario istituire il doppio senso di marcia sulla carreggiata in direzione Ivrea, con divieto di transito imposto ai mezzi con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate in entrambe le direzioni;

   le alternative segnalate per la viabilità del traffico pesante faranno perno su Torino e saranno particolarmente onerose per gli utenti con un grave impatto sul traffico internazionale attraverso il traforo autostradale del Monte Bianco considerato che, dopo nove settimane di chiusura per lavori, era prevista la riapertura entro il 18 dicembre 2023, così come sul traforo del Fréjus e sui percorsi di adduzione a quell'infrastruttura. Ci saranno quindi anche gravi ricadute sull'intero sistema produttivo e per il commercio internazionale. È poi da considerare che si potrebbe determinare l'eventuale riemergere di fragilità quali quelle evidenziatesi nel mese di agosto 2023 con la frana di Maurienne: fragilità che non sembrano ancora definitivamente risolte;

   è necessario conoscere con esattezza la situazione viabilità della regione Valle d'Aosta e le tempistiche necessarie per la realizzazione dei lavori in modo da avere un «quadro» completo sotto il profilo della viabilità dell'intera regione anche per rassicurare i cittadini in termini di sicurezza e non compromettere l'economia della regione Valle d'Aosta;

   allo stato è necessaria una conoscenza approfondita sulla programmazione e sulla realizzazione degli interventi citati per informare i cittadini e per sopperire alle gravi problematiche di perdite economiche che potrebbero subire le attività produttive della regione –:

   se non ritenga necessario chiarire quali siano i tempi della programmazione e della realizzazione degli interventi citati in premessa per dare ai cittadini risposte in tempi brevi e per non compromettere le attività economiche dei territori.
(5-01825)


   ILARIA FONTANA, L'ABBATE, MORFINO, SANTILLO, PAVANELLI e IARIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da notizie rese note dalla stampa nazionale si è appreso delle indagini condotte dalla procura di Roma sulle cosiddette «Commesse Anas» e, dunque, di una presunta attività illecita da parte della società di lobbying Inver, che, tramite la condivisione di informazioni riservate, avrebbe favorito alcune ditte nella partecipazione e aggiudicazione delle gare bandite dall'Anas;

   dalle indagini emergerebbe che le notizie riservate sui bandi veicolate dalla società Inver provenivano dai dirigenti Anas – parimenti coinvolti nell'indagine – in cambio di denaro, ovvero da funzionari pubblici in cambio di progressioni di carriera. Inoltre, secondo quanto reso noto dagli inquirenti, nelle suddette attività sarebbero stati coinvolti anche esponenti politici del Ministero dell'economia e delle finanze, ai quali sarebbe stata chiesta la conferma dell'incarico che ricopriva in Anas di uno dei dirigenti interessato dall'inchiesta;

   le attività degli inquirenti si sono concentrate su un appalto da 180 milioni di euro, bandito nel 2022 relativo all'Accordo quadriennale per i «lavori di realizzazione e risanamento strutturale impiantistico delle gallerie suddivisi in tre lotti», tra le quali anche le gallerie dell'Umbria, ma anche per ulteriori affidamenti relativi alla viabilità della Sardegna, il collegamento Roma-Latina, le infrastrutture regionali di Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, tutti interventi di fondamentale importanza per garantire la sicurezza delle infrastrutture e degli utenti e che potrebbero risentire di gravi ritardi nella esecuzione dei lavori programmati;

   i fatti emersi, sebbene tuttora al vaglio della magistratura, necessitano di un chiarimento urgente sul piano amministrativo-contabile al fine di valutare l'imparzialità e il corretto operato di Anas con riferimento a tutte le procedure già affidate e alle procedure in corso di affidamento, fornendo informazioni dettagliate in merito al numero degli appalti aggiudicati, al rispetto della tempistica prescritta e all'entità economica degli stessi –:

   se non intenda operare una ricognizione delle procedure di affidamento già svolte da Anas e di quelle attualmente in fase di istruttoria finalizzata a verificare l'imparzialità dell'azione amministrativa nel preminente interesse pubblico alla legalità e alla trasparenza, nonché al fine di avviare iniziative urgenti volte a prevenire fenomeni di corruzione e comportamenti illeciti da parte dei dipendenti cui sono affidate funzioni di vigilanza, supporto tecnico ovvero che a qualsiasi titolo vengano a conoscenza di notizie riservate relativamente alla predisposizione delle procedure di gara.
(5-01826)


   BENVENUTI GOSTOLI, MATTIA, MILANI, IAIA, LAMPIS, FABRIZIO ROSSI e RACHELE SILVESTRI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 23 marzo 2023, sulla tratta marchigiana e abruzzese A14, è stato effettuato un sopralluogo da parte della delegazione dell'VIII Commissione della Camera dei deputati al fine di acquisire elementi di conoscenza e di valutazione riguardanti il piano di manutenzione e di ammodernamento della predetta infrastruttura in gestione alla società Autostrade per l'Italia;

   nonostante il fatto che vertici della società Autostrade abbiano garantito la massima celerità degli interventi manutentivi e il minor pregiudizio possibile alla circolazione, ad oggi permangono gravi disagi per gli utilizzatori a causa di rallentamenti e ostacoli del traffico viario, verosimilmente connessi a ritardi nella realizzazione delle opere stesse, con conseguente semi-paralisi dei collegamenti nazionali sulla dorsale adriatica interessata;

   la situazione appare di rilevante gravità, anche e soprattutto in considerazione del conseguente alto tasso di incidenti che si verificano frequentemente nel tratto autostradale in questione. Infatti, nei mesi di settembre e dicembre 2023, si sono verificati ulteriori gravi sinistri con maxi tamponamenti tra Pedaso e Grottammare, che hanno visto coinvolta anche una donna in gravidanza;

   si è poi appreso che la notte del 9 gennaio 2024, dopo la sospensione natalizia, sono ripresi i lavori in questione, rinnovando il preoccupante impatto negativo che si ripercuote sulla sicurezza viaria;

   ad avviso dell'interrogante, al fine di sollecitare il rispetto del cronoprogramma dei lavori stabilito da Autostrade per l'Italia, nonché per verificare l'effettiva adozione delle più adeguate misure necessarie per garantire la massima sicurezza stradale, si reputa indispensabile effettuare, e far conoscere in tempo reale alla cittadinanza, i risultati di un costante e necessario monitoraggio dei lavori in questione, a cui si accompagnerà l'attento interessamento delle istituzioni parlamentari, con atti di sindacato ispettivo come il presente ed eventualmente di indirizzo politico –:

   se siano state adottate, o almeno previste, iniziative per assicurare che il concessionario Autostrade per l'Italia ponga in essere ogni misura idonea a garantire il rispetto del cronoprogramma dei lavori necessari a garantire i livelli adeguati di sicurezza ai cittadini fruitori della viabilità nel tratto autostradale interessato sopra citato.
(5-01827)


   BONELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con decreto-legge 31 marzo 2023 n. 35, convertito con legge 26 maggio 2023, n. 58, recante «Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria», è stato riavviato l'iter realizzativo del Ponte sullo Stretto di Messina, attraverso la prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina s.p.a. (di seguito SdM);

   il decreto dispone che il progetto definitivo dell'opera, approvato dal Consiglio di amministrazione della società concessionaria il 29 luglio 2011, è integrato da una relazione del progettista, attestante la rispondenza al progetto preliminare e alle eventuali prescrizioni dettate in sede di approvazione dello stesso, con particolare riferimento alla compatibilità ambientale e alla localizzazione dell'opera, che è trasmessa per l'approvazione al Consiglio di amministrazione della società concessionaria che, previo parere del Comitato scientifico di cui all'articolo 4, comma 6, della legge n. 1158 del 1971, si esprime entro i successivi trenta giorni;

   da quanto si apprende da organi di stampa il Consorzio Eurolink il 30 settembre 2023 avrebbe consegnato alla SdM la relazione relativa all'aggiornamento del progetto definitivo del ponte, comprendente dettagliate modifiche e aggiornamenti progettuali, che saranno inseriti nel progetto esecutivo, in merito al quale l'amministratore delegato della società, Pietro Ciucci, ha parlato di «passaggio fondamentale nell'ambito del serrato cronoprogramma che consentirà di raggiungere l'obiettivo di aprire i cantieri nell'estate del 2024, in linea con le indicazioni ricevute dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini» –:

   se nell'ambito delle funzioni del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa sulla SdM in ordine alle attività oggetto di concessione, previste dall'articolo 1, comma 1, lettera a) del citato decreto-legge, il Ministro interrogato sia nelle condizioni di rendere noto se e in che data la società concessionaria ha sottoscritto con il contraente generale un atto negoziale avente ad oggetto la predisposizione della relazione di adeguamento del progetto definitivo e se la relazione consegnata dal Consorzio Eurolink il 30 settembre 2023 alla SdM attesti la rispondenza al progetto preliminare e alle eventuali prescrizioni dettate in sede di approvazione dello stesso, con particolare riferimento alla compatibilità ambientale e alla localizzazione dell'opera e alle ulteriori prescrizioni da sviluppare nel progetto esecutivo.
(5-01828)


   SIMIANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la messa in sicurezza della cosiddetta superstrada Tirrenica (adeguamento stradale tratto viario Tarquinia-San Pietro in Palazzi) è stata oggetto di specifici interventi normativi finalizzati, tra gli altri, all'acquisto da parte della società Anas spa dei progetti elaborati dalla società autostrada Tirrenica spa relativi al predetto intervento viario;

   alcuni lotti sarebbero immediatamente appaltabili se il Governo avesse stanziato le risorse necessarie: si tratta in particolare del lotto che va da Tarquinia a Pescia Romana, il cui progetto è già stato valutato positivamente dal Consiglio superiore dei lavori pubblici;

   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, rispondendo all'interrogazione numero 5-01390 il 28 settembre 2023, ha ribadito che non vi erano risorse per l'opera, che «l'individuazione della stima di spesa aggiornata dell'opera potrà avvenire contestualmente allo sviluppo del progetto esecutivo» e che «in occasione dei successivi aggiornamenti del contratto di programma MIT-ANAS saranno reperiti i fabbisogni necessari alla copertura finanziaria dei lavori»;

   nella legge di bilancio per il 2024 non sono presenti risorse finalizzate alla messa in sicurezza della Tirrenica;

   i costi dell'opera sono stati stimati almeno in circa 1,5 miliardi di euro, ma il Governo, nonostante gli annunci, non ha mai specificato dove e come avrebbe reperito tali risorse;

   si apprende dalla stampa che il 12 dicembre 2023 si sarebbe tenuta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti una riunione per accelerare il passaggio dei progetti da Sat ad Anas;

   dalla citata riunione sarebbe inoltre emerso un cronoprogramma di massima dei lavori riferito vagamente al 2025, senza però chiarire quale cantiere sia interessato;

   per quanto riguarda le risorse, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti avrebbe reso noto che i «lavori saranno finanziati con il contratto di programma Anas»: una risposta ad avviso degli interroganti sicuramente elusiva e vaga dal momento che l'ultimo contratto di programma risale al periodo 2016-2020 e lo stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si era impegnato a presentare al Cipess il «nuovo schema di contratto» entro il 2023 –:

   se il citato schema di contratto di programma Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Anas sia stato inviato al Cipess nei tempi stabiliti, anche al fine di sapere se lo stesso contenga, come annunciato nella citata riunione del 12 dicembre 2023, il cronoprogramma dettagliato del completamento della Tirrenica e le risorse necessarie per finanziarlo.
(5-01829)


   MAZZETTI, CORTELAZZO e BATTISTONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la crisi nel Mar Rosso sta avendo rilevanti impatti sui prezzi delle merci che viaggiano su nave. Da inizio dicembre 2023, da quando si sono intensificati gli attacchi da parte degli Houthi, l'andamento dei noli marittimi dall'Asia verso l'Europa e il Mediterraneo si è impennato: i prezzi del trasporto da Shanghai a Genova dei container da 40 piedi, l'unità di misura principale, sono quasi triplicati (da 1.373 a 5.213 dollari). Per evitare rischi i mercantili circumnavigano l'Africa, allungando il viaggio di 3.200 miglia, con un maggior costo in termini di carburante, polizze assicurative e durata del nolo;

   per Suez transita il 40 per cento circa dell'import-export marittimo italiano per un totale di 154 miliardi, secondo un'analisi di Srm, centro studi collegato a Intesa Sanpaolo; la crisi sta avendo effetto anche sul prezzo del petrolio: se benzina e gasolio aumentassero, rischierebbe di fermarsi il calo dell'inflazione registrato negli ultimi mesi;

   in tale quadro rischiano di lievitare i costi di tutte le opere pubbliche, ivi comprese quelle infrastrutturali legate al PNRR. Sulla questione dell'aumento di tali costi il Governo è intervenuto più volte con specifiche misure e stanziamenti;

   il 18 gennaio 2024 è nuovamente convocato presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il tavolo tecnico sulla revisione prezzi per il settore lavori, servizi e forniture, nel quale saranno esaminati i nuovi indici dei prezzi, che tengano conto delle varietà di opere, lavorazioni e condizioni, sulla base di elementi che saranno forniti dall'Istat;

   nel caso la crisi del Mar Rosso dovesse aggravarsi sarebbe opportuno poter disporre di uno strumento automatico da realizzare con l'Istat in tempi brevi, che consideri indici più articolati e che tengano conto anche delle variabili legate al mutamento delle condizioni dei mercati internazionali e della situazione geopolitica –:

   quali aggiornamenti possa fornire il Ministro interrogato, per quanto di competenza, in merito ai possibili impatti della crisi del Mar Rosso sulle opere pubbliche infrastrutturali sul territorio nazionale, ivi comprese quelle connesse alla realizzazione degli obiettivi PNRR, e alle eventuali iniziative per ridurre gli impatti delle tensioni internazionali sulle imprese impegnate nella loro realizzazione.
(5-01830)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   PAVANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con interrogazione a risposta scritta n. 4-01534 del 6 settembre 2023 è stata evidenziata la situazione di criticità riguardante la realizzanda circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento, in particolare, a seguito dell'ordinanza del 29 luglio 2023 della procura della Repubblica di Trento che ha posto sotto sequestro circa un ettaro di superficie all'interno del cantiere;

   i lavori della nuova circonvallazione ferroviaria, infatti, insistono su di un Sin, un'ex area industriale pesantemente inquinata, posta sotto sequestro dalla magistratura per presunto disastro ambientale e inquinamento;

   risulta all'interrogante che Rfi non abbia mai ottemperato ad alcuna delle prescrizioni collegate al progetto del bypass ferroviario in ordine alle aree di Trento Nord. Inoltre, l'assenza di idonei finanziamenti per la realizzazione delle bonifiche delle aree all'interno del Pfte andato a gara, ha reso sempre più concreto il superamento dei termini previsti dal Pnrr per il completamento della circonvallazione e, dunque, la conseguente perdita del contributo dell'Unione europea;

   le medesime preoccupazioni sono state prospettate con l'interrogazione scritta n. E-003078/2023 alla Commissione europea a firma dell'eurodeputata Sabrina Pignedoli, nella quale viene dato ormai per assodato che l'opera non sarà conclusa entro il termine fissato a giugno 2026, non essendo stati finora avviati i lavori di scavo per la realizzazione della galleria di 25 chilometri. Inoltre, nell'atto ispettivo viene evidenziata l'inerzia della società Rfi, che non intende procedere alle bonifiche ambientali dei terreni, ponendosi in violazione del principio di «non arrecare un danno significativo» all'ambiente, il cui rispetto deve essere garantito da ogni Stato membro, come confermato nella risposta del Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis;

   ancorché non ancora ufficiale, dunque, sembra che il bypass di Trento non sarà più finanziato con i fondi del Pnrr, ma – a detta del Governo – per mezzo di altri fondi;

   secondo quanto risulta all'interrogante, allo stato attuale sono già state sostenute talune spese per la realizzazione dell'opera (come ad esempio per l'acquisto delle frese) –:

   quali siano i costi finora sostenuti e se gli stessi saranno contabilizzati sul Pnrr o se, viceversa, occorreranno differenti coperture finanziarie;

   quali siano le risorse sostitutive al Pnrr che si intenderanno destinare all'attuazione del progetto della circonvallazione di Trento e secondo quale cronoprogramma esecutivo si intenda procedere;

   mediante quali precauzioni per la salute dei cittadini si intenda superare le suesposte criticità di natura ambientale afferenti in particolare alla necessaria movimentazione di diverse tonnellate di terra pesantemente inquinata al fine di evitare l'allargamento del Sin.
(5-01823)


   DE MARIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   si registra un rilevante ritardo nelle realizzazione delle opere d'adduzione al passante di Bologna, interventi definiti con l'accordo del 15 aprile 2016;

   il cronoprogramma del marzo 2023 è ampiamente superato per tutte le cinque opere previste ed in particolare per il nodo di Funo il cui procedimento per l'assoggettabilità Via è praticamente fermo al Ministero dell'ambiente da oltre due anni e, secondo quanto consta all'interrogante, la regione Emilia-Romagna non ha ricevuto alcun riscontro nemmeno alle due lettere di sollecito del 20 febbraio 2023 e del 18 ottobre 2023;

   tali opere sono di rilevanza strategica per la città metropolitana di Bologna e alcune di esse, come il nodo di Funo, anche per il livello strategico nazionale;

   sul nodo di Funo si concentrano gli spostamenti Est-Ovest alternativi all'autostrada, e sono collocati importanti poli produttivi di numerosi comuni, oltre al Centergross e all'Interporto di Bologna. La risoluzione del nodo di Funo, infatti, si configura come intervento di completamento della rete viaria di adduzione al sistema autostradale/tangenziale di Bologna, a scala urbana-metropolitana, e consente il superamento di una rilevante criticità trasportistica in una porzione di territorio nella quale si concentrano gli accessi all'autostrada A13 Bologna-Padova, all'Interporto di Bologna e al Centergross, con conseguenti carichi di traffico, soprattutto pesante, su un'arteria – la ex SP 3 Trasversale di pianura, ora SS 253 bis – del tutto inadeguata nella sua attuale configurazione;

   ogni problematicità riferita ai lavori del passante di Bologna si scaricherà, in una porzione di territorio, con una rete stradale già congestionata da molti anni –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per assicurare la realizzazione in tempi certi delle opere di adduzione al passante di Bologna e in particolare del nodo di Funo, vista l'urgenza e l'elevata priorità.
(5-01831)


   GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che il calendario di Ita Airways – che gestisce i collegamenti tra Cagliari e gli aeroporti di Roma e Milano — non va oltre il 7 aprile 2024, con tutto ciò che ne consegue: i passeggeri sardi che vogliono programmare per tempo un viaggio non possono farlo, così come i turisti che in questi giorni stanno già pensando alle vacanze di primavera-estate e magari dopo una prima ricerca sul web decidono di cambiare destinazione;

   accedendo al sito e alla app della compagnia Ita Airways, infatti, si scopre che dal 7 aprile non ci sono voli disponibili;

   a quanto, pare la compagnia aerea non avrebbe ancora ricevuto il nulla osta alla vendita dei biglietti dalla regione, che a sua volta attende il via libera di Enac e Assoclearance, l'associazione che assegna gli slot, cioè le fasce orarie in cui gli aerei sono autorizzati al decollo;

   parrebbe che il nodo più difficile da sciogliere riguardi l'aeroporto di Linate, perché nello scalo milanese, che deve rispettare il limite di 18 «movimenti» (decolli e atterraggi) ogni ora, ogni singolo slot vale circa 5 milioni di euro;

   i collegamenti con la Sardegna in regime di continuità territoriale sono un servizio pubblico e dovrebbero avere una sorta di precedenza rispetto agli altri nell'assegnazione degli slot, ma purtroppo non sembra essere così;

   le compagnie aeree che gestiscono la continuità nell'isola avrebbero, infatti, richiesto più fasce orarie di quelle previste nel bando autorizzato dall'Unione europea, perché il numero minimo di voli fissato in quel documento – come è noto – non è sufficiente;

   gli addetti ai lavori prevedono che la situazione si possa sbloccare all'inizio di febbraio, una data che rischia di compromettere la stagione turistica estiva e potrebbe creare non pochi problemi a chi vuole pianificare un viaggio internazionale con scalo a Linate o Fiumicino o a chi ha necessità di programmare viaggi di lavoro, visite o interventi medici;

   AeroItalia, la compagnia che gestisce i collegamenti negli aeroporti di Alghero e Olbia, ha già avviato le vendite dei collegamenti per tutta la stagione estiva, forse confidando nel fatto che il nulla osta prima o poi arriverà, mentre Ita Airways attende il via libera ufficiale;

   nel frattempo ad Alghero EasyJet ha eliminato dai propri piani invernali il collegamento con Malpensa e al momento non ci sarebbe nessuna certezza sul ritorno della compagnia low cost nella Riviera del Corallo la prossima estate –:

   se sia a conoscenza delle problematiche sopra esposte e quali iniziative di competenza intenda adottare perché il nulla osta alla vendita dei biglietti venga rilasciato celermente, al fine di sbloccare la vendita dei voli da e per la Sardegna a partire dal 7 aprile 2024 e sia ripristinato il diritto alla mobilità dei sardi;

   come intenda intervenire perché gli stessi disservizi che si ripetono a ogni cambio di stagione non accadano più in futuro.
(5-01832)


   FERRARI e SIMIANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il progetto di circonvallazione ferroviaria di Trento – opere di adduzione al Brennero – lotto 3A è stato recentemente stralciato dai finanziamenti previsti dal PNRR (930 milioni);

   è stato assicurato verbalmente alle amministrazioni locali che la copertura della spesa avverrà tramite fondi reperibili nel contratto di programma tra Stato ed Rfi 2022-2026 – parte Investimenti;

   allo stato attuale, per le criticità riscontrate nella parte Nord del tracciato ed in particolare nelle aree contigue potenzialmente inquinate ex scalo Filzi, SIN ex-Sloi ed ex-Carbochimica, i lavori sono stati interrotti, anche in seguito ai sequestri preventivi operati dalla magistratura; sono in corso contenziosi con i proprietari delle aree stesse;

   qualsiasi intervento sulle aree inquinate deve essere preceduto dalla loro bonifica;

   interferendo pertanto qualsivoglia opera di scavo che risulta necessaria con il tracciato attuale, tale tracciato potrebbe subire modifiche;

   conseguentemente, permangono dubbi circa l'opportunità di iniziare l'esecuzione delle opere previste nel tratto a Sud della circonvallazione, non avendo ancora cognizione certa circa la definitiva modalità di esecuzione dell'opera, in mancanza di un eventuale nuovo progetto per la zona Nord –:

   se nel citato contratto di programma risultino già inseriti i finanziamenti sostitutivi delle risorse del PNRR, ovvero se questi siano allocati in altri ambiti e di che entità siano, dovendo tener conto delle maggiorazioni per l'esecuzione delle opere dovute sia all'aumento generalizzato dei costi di esecuzione, sia alle eventuali modifiche del tracciato.
(5-01834)

Interrogazione a risposta scritta:


   BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il codice della strada, all'articolo 201, comma 1, stabilisce, tra le altre cose, che le violazioni non immediatamente contestabili, commesse da conducenti di veicoli, devono essere notificate al trasgressore entro novanta giorni dall'accertamento;

   il successivo comma 1-bis, individua i casi in cui la contestazione immediata non è necessaria;

   il decreto-legge cosiddetto «semplificazioni» (n. 76 del 2020) ha aggiunto tra queste casistiche anche la rilevazione degli accessi di veicoli non autorizzati sulle strade con accesso o transito vietato «attraverso dispositivi omologati»;

   con specifico riferimento all'ultimo caso, il comma prevede che questi dispositivi debbano essere omologati ai sensi di un regolamento emanato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il quale ha il compito di definirne le condizioni per l'installazione e l'esercizio;

   tuttavia, ad oggi, risulta che tale decreto non sia ancora stato emanato, e che quindi tali violazioni possano essere contestate solamente in presenza degli agenti di polizia, nonostante si tratti, ad esempio, di violazioni sostanzialmente analoghe a quelle di accesso non autorizzato presso le zone a traffico limitato, le quali invece vengono perseguite attraverso dispositivi idonei;

   questi dispositivi si rendono, perciò, particolarmente necessari al fine di consentire la costante rilevazione e contestazione delle violazioni in oggetto, le quali continuano a creare notevoli disagi quasi sempre in modo impunito;

   la presenza di tali strumenti di controllo e sanzione è inevitabile se si considera, ad esempio, l'impatto negativo creato dalla circolazione dei mezzi di trasporto pesante in determinate aree, soprattutto residenziali;

   frequentemente, infatti, i mezzi adibiti al trasporto merci con massa complessiva a pieno carico superiore alle 7,5 tonnellate transitano, con l'obiettivo di accorciare il proprio itinerario, su tratti stradali sui quali sono presenti divieti di transito o accesso;

   su tratti di strada con ridotte dimensioni della carreggiata o con notevole presenza di curve oppure ancora, costeggiati da edifici e abitazioni, è necessario limitare – se non, addirittura, impedire – l'accesso di questi mezzi i quali creano un danno per quei cittadini che risiedono in aree e quartieri particolarmente critici a causa della loro prossimità a zone industriali o a svincoli autostradali;

   si tratta di condizioni che colpiscono diverse realtà, sia in ambito urbano che extraurbano, su tutto il territorio italiano;

   a titolo esemplificativo, è possibile menzionare il disagio che la popolazione del quartiere Bettole-Buffalora, nel bresciano, patisce da anni: un quartiere tagliato in due dall'autostrada A4 e da una tangenziale, su cui molto insiste il traffico delle zone industriali limitrofe. In queste località, i conducenti dei numerosi mezzi pesanti, i quali avrebbero a disposizione delle strade alternative e, soprattutto, dovrebbero rispettare i divieti di transito o di accesso presenti, continuano a transitare impunemente, causando un costante pericolo per la circolazione e arrecando molteplici disagi ai residenti – :

   se abbia intenzione di rendere perseguibili le violazioni in presenza di accesso o transito vietato – con particolare riferimento alle violazioni commesse dai mezzi pesanti in zone residenziali – attraverso dispositivi omologati ad hoc, e quando intenda adottare il relativo decreto, previsto ormai da oltre tre anni.
(4-02143)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il quotidiano La Stampa di Torino ha pubblicato un articolo nel quale si racconta che il deputato Emanuele Pozzolo, iscritto nel registro degli indagati per uno sparo partito da una sua pistola che ha ferito uno degli ospiti alla festa di capodanno nei locali della Pro Loco di Rosazza (BI), avrebbe fatto richiesta del porto d'armi nel settembre del 2022 e, nonostante il parere dei carabinieri, il permesso gli è stato concesso;

   all'epoca il parlamentare, che si era trasferito nel comune di Campiglia Cervo (BI), avrebbe fatto richiesta del porto d'armi, motivandolo con ragioni di sicurezza, alla prefettura di Biella che, come da prassi, si sarebbe rivolta al comando dei carabinieri del luogo per il parere necessario. I carabinieri – sempre secondo il giornale – non avrebbero riscontrato elementi di pericolo per il richiedente. Tuttavia, nonostante questa valutazione dell'Arma, il porto d'armi sarebbe stato concesso e consegnato al parlamentare dalla prefettura nel dicembre 2023 –:

   se sia a conoscenza dei fatti riferiti dal giornale e se non ritenga di adottare le iniziative di competenza volte ad accertare in che modo e secondo quali motivazioni la prefettura di Biella avrebbe rilasciato il porto d'armi nonostante l'assenza di un riscontro da parte dei carabinieri sulle motivazioni addotte per la richiesta.
(4-02141)


   STEFANAZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi anni si osserva una allarmante recrudescenza degli episodi di intimidazione nei confronti degli amministratori locali;

   secondo i dati diffusi da avviso pubblico e contenuti nell'ultimo rapporto «Amministratori sotto tiro» presentato il 26 giugno 2023, nel 2022 in Italia si sono registrati 326 atti intimidatori, di minaccia e violenza contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della pubblica amministrazione;

   sempre secondo il citato rapporto, il 18 per cento del totale dei suddetti episodi ha riguardato le donne, amministratrici e dipendenti della PA con minacce dirette e indirette;

   negli ultimi giorni casi di analoga violenza hanno interessato l'assessora e il Sindaco di Lecce, Rita Miglietta e Carlo Salvemini;

   in particolare, il 7 gennaio 2024, sotto un post pubblicato su Facebook e riguardante il problema della Darsena di Frigole (LE), sono apparsi commenti ignobili di stampo sessista rivolti all'assessore Miglietta;

   in data 11 gennaio 2024, invece, è toccato al Sindaco Salvemini essere oggetto di commenti dall'allarmante aggressività, in cui utente Facebook auspicava «una pallottola vera nel cranio privo di cervello» del primo cittadino;

   il forte dilagare di fenomeni di questo tipo non può che suggerire una sorta di sdoganamento della violenza e della minaccia come forme accettate e tollerate di dissenso –:

   se e quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, affinché si identifichino i responsabili dei gravi fatti riportati in premessa;

   se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere per arrestare questa allarmante deriva contro chi ha l'onere di amministrare le nostre città.
(4-02144)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   CAVANDOLI, SASSO, LATINI, LOIZZO e MIELE. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel 2019 a Castelnovo ne' Monti (RE), in via Fratelli Cervi, nel quartiere peep Pieve di Castelnovo è stata finanziata la realizzazione di nuova scuola dell'infanzia, dove già oggi aveva sede un polo scolastico per la fascia 0-11 anni. L'intero polo quindi è stato oggetto di rinnovazione, visto che era già stata annunciata la realizzazione della nuova sede della scuola primaria, grazie a un finanziamento di 2,5 milioni di euro destinati dal Miur con fondi Bei (Banca europea degli investimenti);

   il comune ha ottenuto un finanziamento di 3.541.500 euro assegnati nell'ambito dei finanziamenti regionali sulla programmazione triennale 2018/2020 in materia di edilizia scolastica, ai quali si sono aggiunti fondi comunali per 393.500 euro, per realizzare la nuova sede della scuola dell'infanzia;

   l'inaugurazione dell'intero polo scolastico era stata programmata per l'8 gennaio 2024 ma la mattina del 25 dicembre 2023 verso le 6 del mattino, quando nel cantiere fortunatamente non c'era nessuno, è crollata una pensilina in cemento per la lunghezza di almeno quindici metri, appena costruita dall'impresa I.T.I. Impresa Generale s.p.a. con sede in Modena che si è aggiudicata l'appalto del Comune per la costruzione della Scuola;

   già nell'ultimo anno nel medesimo cantiere si erano registrati problemi: erano state riscontrate crepe nell'asfalto e due importanti smottamenti che avevano reso necessario lo sgombero di quattro famiglie da una adiacente palazzina per rischio di crollo, la chiusura di cinquanta metri di via Fratelli Cervi, un grosso intervento sulla rete idrica del peep per garantire l'acqua potabile a circa 200 persone, e infine la posa di 46 pali in calcestruzzo armato di grosse dimensioni sino a una profondità di 14 metri, con una spesa supplementare a carico del comune di circa mezzo milione di euro, rispetto a 3,8 milioni previsti in origine per l'intera opera;

   orbene, fortunatamente il crollo è occorso in un momento in cui non c'erano lavoratori in azione e le classi dell'istituto scolastico non erano ancora state trasferite nei nuovi spazi ma, data la prossimità della data di consegna, è legittimo immaginare che si sia trattato esclusivamente di una fausta casualità;

   l'interrogante si chiede se siano stati effettuati tutti i rilievi del caso in fase di progettazione, quando si è deciso di ricostruire l'edificio scolastico esattamente in quell'area e se, durante i lavori, si siano sempre prestate le adeguate cautele per assicurare la realizzazione di un intervento conforme a tutte le norme di sicurezza in vigore;

   inoltre, giova considerare che l'intervento è costato alle tasche dei cittadini ben più di quanto era stato preventivato e che saranno necessari ulteriori fondi per demolire la restante parte della pensilina oggetto del crollo e costruirne una nuova con materiali più adeguati e sicuri;

   l'amministrazione comunale, benché sollecitata da alcuni gruppi consiliari a costituire una commissione di inchiesta sui lavori del polo scolastico, si è mostrata nel tempo restia a provvedere e, si apprende dalla stampa locale, ha avviato delle verifiche solo all'indomani del crollo –:

   i se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sovraesposti e se, per quanto di competenza, intendano adottare iniziative per far luce su eventuali responsabilità amministrative circa i fatti occorsi e per assicurare all'intera comunità che gli edifici scolastici oggetto di ricostruzione o riqualificazione rispettino tutte le norme di sicurezza, nonché che detti interventi siano sempre improntati a criteri di adeguata qualità costruttiva e sicurezza, oltreché di economicità.
(4-02142)

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta orale Dori n. 3-00464 del 9 giugno 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02138;

   interrogazione a risposta scritta Pavanelli 4-02104 del 10 gennaio 2024 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01823.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta La Salandra n. 4-01829 del 7 novembre 2023;

   interrogazione a risposta scritta Manes n. 4-02040 del 14 dicembre 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Simiani n. 5-01747 del 14 dicembre 2023;

   interrogazione a risposta scritta Bonelli n. 4-02045 del 18 dicembre 2023;

   interrogazione a risposta scritta Pavanelli n. 4-02092 del 4 gennaio 2024.