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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 15 novembre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    una retribuzione equa che offra un tenore di vita dignitoso e migliori condizioni di lavoro, nel rispetto delle norme di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, sono un presupposto fondamentale per conseguire una crescita equa, inclusiva e sostenibile;

    come evidenziato nella direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022 relativa a salari minimi adeguati nell'Unione europea, la concorrenza nel mercato interno dovrebbe essere basata su standard sociali elevati, con particolare riferimento al livello di tutela dei lavoratori, alla creazione di posti di lavoro di qualità, nonché all'innovazione e a miglioramenti della produttività che garantiscano nel contempo condizioni di parità;

    il contrasto al dumping sociale e alla «povertà lavorativa» e, dunque, l'obiettivo di impedire una concorrenza basata sulle differenti condizioni salariali esistenti nei diversi Stati membri dell'Unione, deve trovare adeguato riscontro e corrispondenza in una normativa nazionale rigorosa e in un'attenta disciplina lavoristica che non lasci margini alla sostanziale elusione dell'accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dalla retribuzione minima prevista nei contratti collettivi;

    a tal fine, in linea con il consolidato indirizzo giurisprudenziale, confermato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 51 del 26 marzo 2015, che rinvia ai trattamenti economici minimi previsti nei contratti collettivi di lavoro firmati da associazioni comparativamente più rappresentative quale parametro esterno di conformità della retribuzione ai requisiti della proporzionalità e della sufficienza (articolo 36 della Costituzione), occorre che sia fissata, una soglia salariale minima oraria, nell'ambito della medesima categoria, invalicabile al ribasso da parte della contrattazione collettiva, che consenta di contrastare il fenomeno persistente dei cosiddetti contratti collettivi «poveri», che prevedono retribuzioni quasi prossime alla soglia di povertà;

    occorre inoltre individuare ed eliminare forme di exit option, che consentono ai datori di lavoro di avvalersi di prestazioni offerte dai fornitori esterni, sottoposte ad una disciplina diversa e meno protettiva, con il rischio di incentivare il ricorso ad imprese che adottano un più basso costo del lavoro, collocate in settori dotati di più deboli contratti collettivi;

    l'appalto rappresenta uno degli strumenti principali mediante i quali si concretizza l'elusione dei meccanismi istituzionali di tutela e regolazione del mercato del lavoro;

    i rischi legati al mancato rispetto dei contratti collettivi nell'esecuzione degli appalti o nella catena del subappalto, e dunque la necessità che le amministrazioni aggiudicatrici o gli enti aggiudicatori adottino misure adeguate, volte a garantire l'applicazione dei salari determinati dai contratti collettivi, è emerso già in sede di approvazione delle direttive appalti 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio;

    come evidenziato tuttavia nel documento del Cnel del 12 ottobre 2023, «Elementi di riflessione sul salario minimo», nell'ambito degli appalti pubblici anche la contrattazione collettiva non riesce a garantire trattamenti retributivi adeguati;

    l'articolo 11 del decreto legislativo n. 36 del 2023, che codifica il principio dell'applicazione dei contratti collettivi nazionali di settore, prevede infatti che l'operatore economico possa liberamente scegliere il contratto collettivo da applicare, con l'unica condizione che vengano garantite ai dipendenti le stesse tutele indicate dalla stazione appaltante o dall'ente concedente. Tuttavia, tale facoltà ha portato alla prassi diffusa di utilizzare contratti collettivi, come quello multiservizi, di vigilanza e dei servizi fiduciari, dotati di margini di applicazione idonei a consentire il rispetto del predetto limite ma con trattamenti economici molto bassi, tanto da essere ritenuti, dalla giurisprudenza, in contrasto con l'articolo 36 della Costituzione;

    inoltre, sebbene il medesimo articolo 11 del codice ponga in capo alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti l'obbligo di menzionare il contratto collettivo applicabile al personale dipendente impiegato nell'appalto o nella concessione, le offerte spesso non riportano l'effettivo ammontare del costo della manodopera necessaria per il corretto espletamento del servizio, il cosiddetto «costo reale» (o costo ore lavorate effettive);

    numerose sentenze del giudice amministrativo confermano che nella scelta dei criterio di aggiudicazione del minor prezzo, ai sensi dell'articolo 108, comma 3, lett. a), del decreto legislativo n. 36 del 2023, si insinuano prassi che portano facilmente alla violazione delle disposizioni del Codice poste a tutela del personale impiegato;

    sebbene, in forza del combinato disposto degli articoli 108, comma 9 e 110, comma 5 lettera d) del decreto legislativo n. 36 del 2023, e al fine di non compromettere il diritto dei lavoratori alla retribuzione minima, tutelato dall'articolo 36 della Costituzione, prima dell'aggiudicazione le stazioni appaltanti devono verificare che il costo del personale non sia inferiore ai minimi salariali retributivi, anche nei casi di gara al massimo ribasso, e tanto più nei servizi «ad alta intensità di manodopera», la disciplina normativa vigente non offre adeguate soluzioni nei confronti di comportamenti elusivi di tale obbligo;

    la recente modifica del Codice dei contratti pubblici non ha risolto le fragilità presenti nella disciplina previgente, con particolare riferimento all'applicazione di taluni istituti e meccanismi di aggiudicazione;

    in tema di affidamento dei contratti di importo inferiore alle soglie comunitarie, l'articolo 50 del codice prevede, infatti, un notevole innalzamento delle soglie per l'affidamento diretto e per la procedura negoziata senza bando. Pur tacendo le ricadute pregiudizievoli di tali disposizioni sulla concorrenza e sulla prevenzione delle condotte illecite, nonché i profili di contraddittorietà rispetto al principio espresso nella legge delega di apertura al confronto competitivo fra gli operatori, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese, occorre considerare che l'applicazione del criterio del minor prezzo, previsto in questi casi, oblitera l'esigenza di vagliare il pregio tecnico delle offerte che, per il discrimen di ammissibilità, tendono ad assestarsi sugli standard minimi richiesti dalla lex specialis;

    il criterio del prezzo più basso, in cui assume rilievo la sola componente prezzo, dovrebbe essere limitato ai casi in cui la stazione appaltante sia in grado di predeterminare in modo sufficientemente preciso l'oggetto del contratto e quest'ultimo abbia connotati di ordinarietà ed elevata standardizzazione in relazione alla diffusa presenza sul mercato di operatori in grado di offrire in condizioni analoghe il prodotto richiesto;

    andrebbe invece rafforzato il sistema di qualificazione delle imprese appaltatrici e subappaltatrici, fissando i requisiti di affidabilità che esse devono possedere in relazione all'integrale rispetto della disciplina lavoristica e della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;

    con riferimento all'istituto del subappalto, l'articolo 119 del codice ne prevede la liberalizzazione, con il solo limite del divieto di cessione dell'intera commessa e della «prevalente esecuzione delle lavorazioni relative alla categoria prevalente e dei contratti ad alta intensità di manodopera». Posto che spesso le attività in subappalto coincidono con quelle caratterizzanti l'oggetto dell'appalto, ovvero riguardano le lavorazioni relative alle categorie prevalenti, incluse nell'oggetto sociale del contraente principale, occorre, anche in tali casi, prevedere l'applicazione dei medesimi contratti collettivi nazionali di lavoro al fine di garantire un paritetico trattamento economico e normativo dei lavoratori nonché gli stessi standard qualitativi e prestazionali del contratto principale;

    il medesimo articolo 119 del codice, introduce per la prima volta l'istituto del subappalto a cascata, rimettendo alle stazioni appaltanti la possibilità di limitarne l'utilizzo in presenza di circostanze particolari. Occorre tuttavia rilevare che la consentita «frammentazione» delle quote oggetto di subappalto potrebbe vieppiù agevolare non solo l'elusione della normativa antimafia ma anche la normativa a tutela del lavoro. Per evitare tale evenienza è auspicabile che si preveda il divieto generalizzato di ricorso al subappalto a cascata;

    al fine di mitigare l'impatto derivante dalla estensione generalizzata dell'istituto del subappalto occorre, inoltre, estendere gli obblighi e i divieti previsti nei rapporti tra contraente principale e subappaltatore (comunicazione preventiva dei nominativi dei subappaltatori, divieto di ribassare i costi della sicurezza e della manodopera, regime della responsabilità solidale, subappalto nei limiti della prevalente esecuzione della prestazione), anche ai rapporti tra subaffidatari e subappaltatori;

    con riferimento alla stabilità occupazionale l'articolo 102, al comma 1, lettere a) e b) del codice prevede che le stazioni appaltanti nei bandi richiedano agli operatori economici di garantire, oltre all'applicazione del contratto collettivo nazionale e territoriale di settore, anche «la stabilità occupazionale del personale impiegato» nonché «le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione lavorativa per le persone con disabilità o svantaggiate». Ai sensi del comma 2, l'operatore economico indica nell'offerta le modalità con le quali intende adempiere agli impegni. Anche in questo caso sarebbe necessario un intervento correttivo della disposizione in questione al fine di evitare il rischio che le stazioni appaltanti procedano a un'applicazione generalizzata e indiscriminata, per qualsiasi tipo di appalto, delle clausole sociali diverse dall'applicazione del Ccnl;

    dal rapporto annuale Inail, si evince che nel 2022 sono stati denunciati 703.432 infortuni sul lavoro, circa il 24,6 per cento in più rispetto agli oltre 564 mila del 2021: un aumento dovuto sia ai contagi professionali da COVID-19, ma anche agli infortuni «tradizionali»;

    i dati evidenziano – ancora una volta e non tenendo conto di tutto il «sommerso» che coinvolge quasi 3 milioni di lavoratori – la necessità di pianificare efficaci e mirate strategie per abbattere il numero degli infortuni e delle malattie professionali, consolidando la sinergia tra istituzioni, parti sociali, lavoratori e imprese con l'obiettivo comune di diffondere ulteriormente la cultura della prevenzione, per la crescita sociale ed economica del Paese;

    una sinergia che può rendere in termini di maggior tutela per salute e sicurezza nei luoghi di lavoro solo laddove non si lascino margini a regole flessibili o derogatorie in particolare nell'ambito del sistema degli appalti e dei subappalti;

    l'importanza di elaborare procedure di appalto incentrate sulla sicurezza del lavoro è dimostrata dalla circostanza che, nel settore edile, nonostante il considerevole aumento dei cantieri trainati dall'attivazione degli incentivi fiscali, e in particolare del Superbonus 110 per cento, la presenza di regole stringenti previste dalla normativa di settore, ha consentito, secondo i dati forniti dall'Inail, una drastica riduzione dell'incidenza degli infortuni nel quinquennio 2018-2022, con una variazione di periodo del -16,4 per cento;

    il costo globale degli infortuni e delle malattie professionali in Italia è di circa 45 miliardi di euro ovvero circa il 3,5 per cento del Pil;

    il tema dell'impatto economico di una gestione non adeguata della sicurezza negli ambienti di lavoro – tra l'altro affrontato in un report del 2019 da parte dell'Agenzia europea per la sicurezza – spiega chiaramente quanto sia impellente l'individuazione di una strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto degli infortuni sul lavoro che coinvolga anche il sistema degli appalti: affidare gli appalti in ragione del minor costo del lavoro è qualcosa di inaccettabile perché quel che si taglia è la qualità del lavoro;

    in tema di controlli, inoltre, precise indicazioni sulle criticità del sistema delle ispezioni sul lavoro e sulle possibili innovazioni da introdurre sono contenute nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, nella prospettiva di una maggiore efficacia delle azioni di contrasto ai lavoro irregolare e all'evasione contributiva (Doc. XVII, n. 7), approvato nella XVIII legislatura dalla XI Commissione nella seduta del 2 dicembre 2020;

    nell'ambito della richiamata indagine conoscitiva si era, in particolare, sottolineato il progressivo assottigliamento delle risorse umane destinate ai controlli, evidenziando come l'Inail nel 2019 potesse contare, per lo svolgimento dei controlli di propria competenza, solamente su 269 ispettori, a fronte dei 284 in servizio nel 2018, dei 299 in servizio nel 2017 e dei 350 in servizio nel 2016;

    similmente appare necessario adottare una modalità organizzativa maggiormente efficiente per il sistema dei controlli sul lavoro ovverosia istituire una procura nazionale del lavoro che, attraverso la distribuzione dei magistrati in pool specialistici, sia suscettibile di assicurare efficienti sinergie tra i diversi attori coinvolti e uniformità dell'intervento;

    con riferimento alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non trascurabile è poi il tema delle false cooperative e della somministrazione abusiva di manodopera costituisce una vera e propria piaga per l'intero sistema-lavoro e infesta il nostro Paese ormai da decenni. Solo con riferimento alle cosiddette cooperative «spurie», infatti, nel 2021 il personale ispettivo ha effettuato controlli nei confronti di 1.320 cooperative, accertando illeciti nei confronti di 835 aziende, con un tasso di irregolarità pari al 69 per cento;

    se la nostra Carta costituzionale, all'articolo 41, stabilisce che l'iniziativa economica privata è libera, allo stesso tempo prevede che essa non possa «svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana» e che «la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali»;

    così, l'articolo 6, comma 8, lettera g), e l'articolo 21, dei richiamato decreto legislativo n. 81 del 2008 concernono il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, e richiedono l'elaborazione di criteri finalizzati alla definizione dei relativo sistema, con riferimento alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro;

    sebbene siano trascorsi anni dall'entrata in vigore delle disposizioni citate, nulla è ancora stato fatto e, invero, sono state già da tempo avanzate proposte di istituzione della cosiddetta «patente a punti» per le imprese ovverosia un meccanismo in base al quale, chiunque intenda avviare un'attività economica, debba soddisfare preventivamente una serie di requisiti minimi in materia di salute e sicurezza sul lavoro per accedere al mercato ed il cui mantenimento costituisca, poi, condicio sine qua non per non rimanere nello stesso,

impegna il Governo:

1) ad adottare, tempestive iniziative normative volte a prioritariamente:

  a) a garantire l'accesso effettivo dei lavoratori del sistema appalti e subappalti ai livelli retributivi previsti dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale;

  b) al fine di contrastare, negli appalti pubblici, il fenomeno dei cosiddetti contratti collettivi «poveri», ferma restando l'applicazione generalizzata del contratto collettivo nazionale di lavoro e a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, a introdurre una soglia minima salariale inderogabile in peius, pari a 9 euro all'ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali è più debole, prevedendo che la soglia si applichi soltanto alle clausole relative ai cosiddetti «minimi», lasciando al contratto collettivo la regolazione delle altre voci retributive;

  c) a rivedere a ribasso le soglie per l'affidamento diretto e per la procedura negoziata senza bando;

  d) a limitare il ricorso al criterio del prezzo più basso ai soli casi in cui la stazione appaltante sia in grado di predeterminare in modo sufficientemente preciso l'oggetto del contratto e quest'ultimo abbia connotati di ordinarietà ed elevata standardizzazione in relazione alla diffusa presenza sul mercato di operatori in grado di offrire in condizioni analoghe quanto richiesto;

  e) a prevedere che i costi della manodopera e della sicurezza siano sempre scorporati dall'importo assoggettato al ribasso della base d'asta;

  f) in relazione al principio di applicazione dell'adeguato contratto collettivo nazionale di settore, ad introdurre un criterio di verifica ed eventuale sostituzione dello stesso rispetto all'appalto ed ai profili professionali prescelti dall'impresa;

  g) a prevedere il divieto generalizzato di ricorso al subappalto a cascata al fine di scongiurare l'elusione della normativa antimafia e della normativa di tutela del lavoro, e garantire anche per le attività in subappalto un paritetico trattamento economico e normativo dei lavoratori, nonché gli stessi standard qualitativi e prestazionali del contratto principale, prevedendo l'applicazione dei medesimi contratti collettivi nazionali di lavoro;

  h) al fine di mitigare l'impatto derivante dalla estensione generalizzata dell'istituto del subappalto, a inserire nella valutazione delle offerte criteri premiali legati all'impegno di esecuzione diretta delle prestazioni e a estendere gli obblighi e i divieti previsti nei rapporti tra contraente principale e subappaltatore, con particolare riferimento al divieto di ribassare i costi della sicurezza e della manodopera, al regime della responsabilità solidale e al limite della prevalente esecuzione della prestazione nonché ai rapporti subaffidatari e subappaltatori;

  i) a rafforzare il sistema di qualificazione delle imprese appaltatrici e subappaltatrici, fissando i requisiti di affidabilità che esse devono possedere in relazione all'integrale rispetto della disciplina lavoristica e della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche istituendo la cosiddetta «patente a punti» per la qualificazione delle imprese ovvero un meccanismo in base al quale, chiunque intenda avviare un appalto o un subappalto, debba soddisfare preventivamente una serie di requisiti minimi in materia di salute e sicurezza sul lavoro per accedere e restare nel mercato di riferimento;

  l) ad implementare l'organico tecnico di tutti gli enti preposti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e ai controlli in tema di rispetto delle misure di sicurezza e di lavoro regolare, in particolare con riguardo al sistema degli appalti, subappalti e cooperative «spurie».
(1-00213) «Santillo, Barzotti, Ilaria Fontana, Aiello, L'Abbate, Carotenuto, Morfino, Tucci».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 2 ottobre 2023 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sottoscritta da Stati Uniti ed Ecuador per autorizzare una missione multinazionale al fine di sostenere le autorità di contrasto di Haiti nel riconquistare il controllo territoriale e la sicurezza contro i gruppi armati organizzati chiamati «gang». La risoluzione, votata favorevolmente da tredici membri, è stata approvata anche grazie all'astensione di Russia e Cina;

   ad Haiti le bande criminali sono sempre più potenti, presenti con oltre 200 gang: secondo i dati dell'Onu, dal 1° gennaio al 15 agosto 2023 nell'isola sono state uccise più di 2.400 persone, più di 950 sono state rapite a scopo di riscatto, oltre 900 ferite in episodi violenti legati alle bande criminali e più di 190.000 haitiani sono stati costretti a fuggire dalle loro case;

   all'insicurezza generata dalla crescente criminalità si uniscono la generale crisi economica e la peggior carestia che il Paese ricordi: l'isola è tra i 5 Paesi con la più alta percentuale di popolazione al mondo in condizione di insicurezza alimentare (48 per cento). Oggi, secondo le Nazioni Unite nel Paese 4,7 milioni di persone soffrono la fame acuta. Secondo i dati delle Nazioni Unite, Haiti è il Paese meno sviluppato dell'emisfero settentrionale della Terra, dove circa l'80 per cento della popolazione vive in una condizione di povertà degradante, il 54 per cento con un dollaro al giorno, collocando così questo Paese al penultimo posto al mondo;

   nelle ultime settimane, la situazione della sicurezza si è ulteriormente deteriorata. In un discorso alle Nazioni Unite, il Primo Ministro di Haiti, Ariel Henry, ha dichiarato che i recenti attacchi delle bande armate, che controllano almeno l'80 per cento della capitale, hanno portato a una nuova crisi umanitaria. Gli sfollati di Haiti stanno occupando più di due dozzine di scuole nella metropoli di Port-au-Prince in «condizioni subumane». «Non siamo qui per rimediare o giustificare il passato», ha detto. «Siamo qui per chiedere ai Paesi amici di capire che c'è qualcosa di urgente da fare per il popolo di Haiti»;

   la missione sotto l'egida dell'Onu, che sarà guidata dal Kenya, prevede il dispiegamento di 1.100 forze di polizia keniota e sarà supportata anche dallo stanziamento di 200 milioni di dollari per le spese logistiche e di intelligence. È previsto l'arrivo di altre truppe da parti di altri Paesi membri;

   difatti, secondo il quotidiano statunitense «Miami Herald», i Paesi, che finora hanno dichiarato la volontà di contribuire alla missione, sotto forma di attrezzature, denaro o uomini sul campo, sarebbero, oltre a Bahamas, Giamaica e Antigua e Barbuda, che avevano già annunciato la loro intenzione di partecipare alla missione, anche Italia, Spagna, Mongolia, Senegal, Belize, Suriname, Guatemala e Perù –:

   se il Governo confermi la partecipazione italiana alla missione Onu per contrastare le bande criminali ad Haiti, autorizzata dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 2 ottobre 2023;

   qualora fosse confermata tale adesione, quale sarebbe la misura del contingente militare, nonché di altri tipi di finanziamento a supporto della missione, che il Governo intende stanziare.
(5-01627)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   BONELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel nostro Paese ogni anno vengono allevati 500 milioni di polli, tra gli animali più sfruttati in assoluto negli allevamenti intensivi. Di questi, ben 50 milioni fanno parte del circuito Fileni, che si colloca tra i maggiori gruppi in Italia nel mercato della produzione di carni di pollo;

   Fileni, è già salita alla ribalta delle cronache per i fatti denunciati a gennaio 2023 nella trasmissione di Rai 3 «Report», dove venivano documentati condizioni igienico-sanitarie dei polli stabulati nei capannoni della Vallesina aberranti, stanti i maltrattamenti e l'estremo sovraffollamento dei capi allevati;

   nel mese di luglio 2023 si è diffusa la notizia che alcuni capannoni Fileni sarebbero stati colpiti da salmonella;

   la Azienda sanitaria territoriale (Ast) di competenza avrebbe affermato in proposito che i controlli per la salmonella sono stati effettuati in autocontrollo dalla stessa Fileni;

   da numerose notizie diffuse da organi di stampa nazionale e locale il giorno 8 novembre 2023 – nonostante, come riporta il quotidiano «Il Messaggero», i fatti risalirebbero ad una trentina di giorni prima – si apprende che all'interno dello stabilimento Fileni di Cannuccia in via Piandelmenico, tra le campagne di Jesi (Ancona) duecentoquarantamila polli sono morti a causa del furto di rame da parte di ignoti, che avrebbe provocato l'interruzione del sistema di aerazione;

   tutti gli stabilimenti Fileni dovrebbero essere dotati di gruppi di continuità in grado di fornire l'energia necessaria per far fronte ad un eventuale black out e nell'Autorizzazione ambientale integrale dell'allevamento di Cannuccia viene evidenziata la presenza di gruppi elettrogeni proprio con la funzione di sopperire alla mancanza di energia;

   appare poi inspiegabile come il sistema del mancato funzionamento degli aspiratori possa aver causato l'asfissia dei polli, visto che tutti gli impianti Fileni sono gestiti da remoto per cui, in caso di incidenti, la centrale operativa dovrebbe potersi attivare immediatamente per l'attivazione di sistemi di emergenza;

   dagli articoli stampa si apprende delle dichiarazioni della dirigenza Fileni, in merito all'interruzione dell'energia elettrica dovuta al furto del rame, che sarebbe avvenuta in un capannone convenzionale ed in uno biologico dello stabilimento. Potendo i due capannoni ospitare al massimo 62.780 capi per il convenzionale e 7.975 capi per il biologico, come risulta dall'Aia, non si comprende come il numero dei polli deceduti possa arrivare a 240.000;

   il sindaco di Jesi, nonostante sia il responsabile della salute della popolazione del territorio, non risulta abbia rilasciato alcuna dichiarazione in merito all'incidente accaduto;

   per quanto riguarda la moria di polli, la Ast avrebbe escluso che sia dovuta a cause sanitarie –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti su richiamati, se non ritengano di dover intervenire con urgenza, mediante iniziative di competenza, per verificare quale sia il protocollo sanitario previsto in caso di incidenti di tale portata (morte di 240.000 polli), quali le effettive cause della morte dei capi allevati, se siano state espletate da parte degli organismi competenti tutte le attività utili ad accertare se le cause della morte siano state diverse da quelle sanitarie e il motivo per il quale non siano state poste in atto le procedure d'urgenza da parte di Fileni, nel caso di guasto del sistema di aerazione o malfunzionamento dei gruppi elettrogeni dei capannoni coinvolti nell'incidente.
(4-01877)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta scritta:


   SERGIO COSTA, ILARIA FONTANA, TORTO, ALFONSO COLUCCI, L'ABBATE e MORFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la società Enel Produzione spa ha presentato istanza per un progetto di realizzazione di un impianto di generazione e pompaggio d'acqua denominato «Pizzone II»;

   l'opera proposta prevede la modifica della centrale all'aperto insistente nel comune di Pizzone (IS), tramite la realizzazione di una nuova centrale in caverna da circa 300 megawatt;

   l'area interessata ricade nel perimetro del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, territorio sottoposto, ai sensi della legge n. 394 del 1991 (legge quadro sulle aree protette) ad uno speciale regime di tutela e di gestione, allo scopo di perseguire, tra l'altro, la conservazione di specie animali e vegetali, di habitat, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori scenici e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici, nonché la difesa e la ricostituzione degli equilibri idraulici (articolo 1 legge n. 394 del 1991);

   tale destinazione preclude ogni ipotesi di modificazione dal regime delle acque ai sensi dell'articolo 11 della legge 394 del 1991, il quale, al comma 3, sancisce che salvo quanto previsto in tema di diritti reali e usi civici delle collettività locali, «nei parchi, sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat. In particolare sono vietati: (...) c) la modificazione del regime delle acque»;

   la portata effettiva di tale divieto è stata chiarita dalle sezioni Unite della Corte di cassazione con sentenza n. 19389 del 9 novembre 2012, con la quale la Suprema corte afferma che la norma in questione impone, inequivocabilmente, nei parchi, il divieto di tutte, indistintamente, le attività e le opere che possano comunque recar pregiudizio alla salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati;

   la zona in cui si svolgerebbero i lavori è storicamente territorio di riproduzione e letargo per l'orso bruno marsicano, animale simbolo del parco nazionale, il quale sarebbe costretto a migrare altrove, come conseguenza dei cantieri di durata pluriennale richiesti dal progetto;

   in merito alle criticità ambientali del progetto di cui in premessa è stata già depositata l'interrogazione a firma di Fontana Ilaria n. 4-01631, a cui non è data risposta;

   il progetto, se eseguito, bloccherebbe l'iter di candidatura UNESCO per l'abbazia di San Vincenzo al Volturno –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato al fine di garantire il pieno rispetto delle citate norme per la tutela del territorio, dell'ambiente e della biodiversità.
(4-01875)


   SOTTANELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'8 novembre 2023 il viceministro Gava annunciava l'invio alla firma di undici decreti ministeriali con l'obiettivo di finanziare interventi di contrasto al dissesto idrogeologico in favore delle regioni italiane primariamente coinvolte da questo fenomeno;

   i decreti stanziano risorse, per un totale di quasi 120 milioni di euro, per cinquantasei interventi di contenimento del rischio idraulico e di messa in sicurezza di numerosi territori delle regioni maggiormente colpite quali Lombardia, Piemonte, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Sicilia;

   con particolare riferimento alla regione Abruzzo, si apprende da fonti di stampa che questa riceverà in totale 7 milioni di euro per la realizzazione di nove opere interessanti centri abitati e corpi idrici ricadenti nelle province di Chieti, Pescara e L'Aquila;

   l'Abruzzo è la quarta regione in Italia per numero di comuni a rischio idrogeologico «molto elevato». Da un punto di vista numerico, la provincia di Teramo presenta 9 comuni a rischio «molto elevato», quasi il 20 per cento del totale provinciale, e 38 comuni con rischio «molto elevato» ed «elevato», corrispondente all'80 per cento del totale provinciale;

   secondo l'ultimo Rapporto sul dissesto idrogeologico in Italia redatto dall'Ispra, Teramo rientra inoltre tra le province più colpite da eventi franosi nel corso degli ultimi anni;

   da quanto si apprende, la provincia di Teramo sembrerebbe essere esclusa da questi importanti stanziamenti di risorse nonostante abbia un territorio particolarmente fragile ed esposto ai rischi idrogeologici;

   occorre la consapevolezza che, tra i rischi che caratterizzano il nostro Paese, quello idrogeologico – secondo solo a quello sismico – sia tra quelli comportanti un maggior impatto sia sociale che economico –:

   se corrisponda al vero l'esclusione dei comuni della provincia di Teramo dai finanziamenti e con quali criteri si sia proceduto alla ripartizione di tali fondi.
(4-01881)


   BONELLI e GHIRRA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   è in corso la procedura di affidamento per la realizzazione della bretella San Carlo Ast che dovrebbe collegare parte del raccordo Terni-Rieti alla Arvedi Ast;

   nel redigere il progetto ad avviso degli interroganti non si è tenuto conto di diverse problematiche ambientali e paesaggistiche: il tracciato impatta su zona agricola del Piano regolatore generale già interessata dallo spostamento di un metanodotto Snam, ci sono importanti variazioni planimetriche ed altimetriche sia nella immissione della bretella sulla strada della Romita (strada di montagna larga appena 5 metri e confinante con un Sin) sia all'ingresso del parcheggio Ast, più basso nella planimetria di almeno 5 metri, dove sono collocati silos di stoccaggio di ossigeno della Linde – sito individuato anche come prossimo luogo di stoccaggio dell'idrogeno verde, con grave pericolo in caso di incidenti per la popolazione del quartiere di Prisciano e del vicinissimo Nuoto Club, frequentato soprattutto da bambini;

   manca sia la valutazione di impatto ambientale e l'incidenza della camionabile sullo stato dei luoghi;

   l'opera, nonostante le prescrizioni della Soprintendenza archeologica dell'Umbria, comporterà inevitabilmente notevolissimi impatti sull'ecosistema circostante, come il taglio di piante secolari, compresi centinaia di ulivi protetti, il taglio di boschi ivi presenti, lo spostamento ed utilizzo per le spallette di contenimento della strada del terreno di riporto, pieno di residui delle lavorazioni della vicina Ast: zona piena di metalli pesanti depositati da oltre 70 anni in terra, come cromo, nichel ed altri inquinanti già attenzionati dall'Arpa Umbria, poiché trattasi di valori centinaia di volte superiori ai limiti previsti dalla normativa vigente. Tutto ciò causerà danni irreversibili alla flora e alla fauna presente, alla salute e alla respirazione dei residenti;

   nella zona sono presenti cammini francescani che portano alla locale Abbazia della Romita, prima chiesa fondata da San Francesco nella conca ternana;

   cantiere e strada insistono sulla stretta strada della Romita, con una pendenza di quasi il 20 per cento, strada comunale ghiacciata in inverno, con obbligo di catene, e a ridosso della discarica di Cervara, a soli 5 metri da una località Sin interessata da una bonifica ambientale mai iniziata;

   se i mezzi pesanti fossero convogliati su tale bretella causerebbero un danno ambientale, per tutta la zona, con immissioni insopportabili di polveri, rumori, benzene, residui delle lavorazioni, a ridosso dalle abitazioni di un quartiere già tristemente famoso per le immissioni di polveri e scorie dalla confinante Arvedi Ast, dati registrati giornalmente dalla centralina dell'Arpa;

   l'area inoltre è interessata da un evidente rischio idrogeologico: in meno di un anno si sono registrate ben 3 frane;

   infine, il progetto, ad avviso degli interroganti, violerebbe l'articolo 11 dello statuto dell'Umbria, che prevede la necessità di politiche di cura per evitare il cambiamento climatico e per la tutela dell'ambiente antropico: valutazione del tutto assente per questo progetto, in una delle zone più difficili della città di Terni, essendo praticabili alternative attualmente utilizzate e che già avevano fatto soprassedere a scelte inopportune sulla realizzazione bretella San Carlo Arvedi Ast per danni ambientali, storici, culturali e poco praticabili anche dal punto di vista strutturale –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti, ognuno per quanto di competenza, intendano adottare al fine di preservare la salute degli abitanti, evitando conseguentemente ulteriori problemi ambientali e paesaggistici in un territorio già compromesso e fragile e di grande interesse culturale;

   se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non ritenga doveroso acquisire elementi, per quanto di competenza, circa le importanti differenze planimetriche ed altimetriche del progetto che potrebbero causare seri problemi di sicurezza per i fruitori;

   se il Ministro della cultura non ritenga, d'intesa con la Soprintendenza locale, di adottare le iniziative di competenza volte a valutare l'impatto dell'opera rispetto ai cammini francescani e all'Abbazia della Romita.
(4-01884)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   BORRELLI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   in una area localizzata tra due edifici siti in via Roma a Potenza, la cui proprietà è tra l'altro contestata, sono in corso da parte della società Trifoglio s.r.l. di Baivano dei lavori di edificazione autorizzati in deroga degli strumenti urbanistici;

   un'area che proprio nella zona via Roma risultava su un atto del comune di Potenza del 2004 con la denominazione «zona ad edilizia residenziale satura» e definita nella mappa dell'Autorità di bacino a «rischio idrogeologico elevato» ed interessata nel 2018 dal crollo di un muro di un edificio e dallo sprofondamento di un tratto di una strada adiacente;

   la zona, ricoperta in precedenza da un bosco, zona di nidificazione di avifauna migratoria protetta, è stata totalmente disboscata;

   nell'area era inoltre presente una casa rurale del 1760 presente nell'archivio dell'Agenzia del territorio, Ufficio provinciale di Potenza, un edificio tenuto a protezione nelle edificazioni degli anni 60 e 70;

   a seguito della segnalazione di diverse associazioni ambientaliste, tra cui il WWF, la Soprintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio della Basilicata emanava il 18 ottobre 2023 un'ordinanza di sospensione dei lavori;

   come denunciato e documentato dal WWF in un esposto, la società Trifoglio s.r.l. in totale spregio e violazione dell'ordinanza, non solo demoliva il manufatto, ma asportava con camion le pietre del manufatto abbattuto;

   la condotta della società Trifoglio s.r.l. è di estrema gravità e dimostra, a parere dell'interrogante, un totale disprezzo non solo delle leggi, ma anche delle istituzioni e autorità chiamate alla loro applicazione –:

   quali urgenti iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere, in raccordo con la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio della Basilicata, per far cessare ogni azione e comportamento illecito da parte della società realizzatrice dei lavori in premessa e quali iniziative di competenza si intendano assumere per il ripristino dello stato dei luoghi.
(4-01879)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   MARI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   con la sottoscrizione dell'accordo di programma con la regione Campania, avvenuto il 23 gennaio 2012, il comune di Battipaglia ha ottenuto un finanziamento pari a 17,6 milioni di euro destinati alla realizzazione di una prima serie di interventi previsti dal Programma integrato urbano (Più) «Europa Città di Battipaglia»;

   con decreto n. 510 del 5 agosto 2014 l'accordo di programma del 23 gennaio 2012 è stato integrato con un primo atto aggiuntivo che ha rimodulato il programma Più «Europa Città di Battipaglia» ed approvato l'elenco integrato dei progetti ritenuti prioritari dall'autorità cittadina e un ulteriore elenco di n. 12 interventi ammessi a finanziamento, dell'ammontare complessivo di 56.712.970,90 milioni di euro di cui 30.975.369,43 su risorse del PO FESR 2007/2013 ed i restanti euro 25.737.601,47 quale cofinanziamento comunale e altre fonti pubbliche e private;

   i provvedimenti sottoscritti il 5 agosto 2014 sono stati ratificati con delibera della commissione straordinaria del comune di Battipaglia n. 106/G del 12 dicembre 2014;

   il progetto portante del programma Più «Europa della Città di Battipaglia», cofinanziato con fondi comunitari, regionali, comunali e privati è rappresentato dalla realizzazione del «Centro integrato di interscambio modale per il trasporto delle persone» che prevede anche la costruzione di un sovrappasso ferroviario;

   la struttura, posizionata nei pressi della stazione ferroviaria, sull'area dell'ex scalo merci avrebbe dovuto avere la funzione di collegare il parcheggio d'interscambio con annesso terminal bus con la stazione ferroviaria, nonché le due parti della città a monte ed a valle del fascio di binari;

   il 22 maggio 2023 la FP Cgil e l'11 ottobre 2023 tutte le organizzazioni sindacali hanno avanzato all'amministrazione comunale la richiesta di conoscere le ragioni dello stato di abbandono del cantiere «Più Europa» e della mancata ultimazione e attivazione del sovrappasso;

   l'incompletezza dell'opera continua a provocare danni alla mobilità, all'utenza e ai dipendenti degli uffici ubicati nelle zone limitrofe e occorre urgentemente individuare una soluzione credibile che permetta di uscire dallo stato di degrado e di incuria in cui versa l'area nei pressi della stazione ferroviaria di Battipaglia;

   la realizzazione di un centro di interscambio modale è un progetto che avrebbe potuto avere ricadute importantissime per la città, ma come è ben noto i lavori sono fermi da troppo tempo;

   a parere dell'interrogante non si può attendere oltre, il completamento di quest'opera, per la quale sono stati stanziati 17 milioni di euro di fondi pubblici, è necessaria per rispondere alle esigenze dei tanti lavoratori che giungono a Battipaglia in treno e per gli utenti della vicina sede dell'INPS, oggi costretti ad effettuare un percorso pedonale decisamente più lungo, disagevole e pericoloso per raggiungere gli uffici –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano assumere, visto l'impegno di ingenti fondi pubblici, tra cui quelli rinvenienti dal Fesr, destinati alla realizzazione delle opere previste nel programma «Più Europa», affinché il suddetto cantiere possa ripartire, il sovrappasso ferroviario venga attivato, e l'opera possa essere utilizzata allo scopo immaginato in fase di progetto.
(4-01880)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta orale:


   GRIBAUDO, BERRUTO, GUERRA, FOSSI, LAUS, SARRACINO e SCOTTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Lear, multinazionale statunitense del settore automotive con oltre 160 mila dipendenti e 257 stabilimenti in 37 Paesi del mondo, ha manifestato l'intenzione di licenziare più di 300 dipendenti del sito produttivo di Grugliasco alla fine dell'anno, a causa della crisi del settore automotive che ha colpito in particolar modo il mercato del lusso;

   a fine anno e gli ordini dei sedili per la Maserati Ghibli e Quattroporte con motore endotermico non saranno rinnovati e, rimanendo solo le commesse per i modelli Gran Cabrio e Gran Turismo ibride e Levante, il lavoro si limiterà ad una ventina di auto al giorno e impiegherà quindi poche decine di operai, su una sola linea, un solo turno 2/3 giorni alla settimana;

   a fine anno cesserà anche la cassa integrazione in deroga e al momento non c'è un progetto industriale né prospettive realistiche che possano far riprendere la produzione nel sito di Grugliasco;

   la Lear ha acquistato alcuni anni fa la Uta (United Technologies Automotive), multinazionale specializzata in cablaggi e centraline e questa produzione finora è stata indirizzata in Paesi con un più basso costo di manodopera a basso costo, ma nulla vieta che possa essere prevista anche negli stabilimenti italiani;

   gli incontri in regione Piemonte, informata dei fatti già da marzo, non hanno datò i risultati sperati e, a seguito della richiesta dei sindacati, è stato convocato per il 22 novembre 2023 un tavolo di crisi al Ministero delle imprese e del made in Italy –:

   quali iniziative si intenda mettere in campo affinché nuove produzioni di componentistica per l'automotive possano essere commissionate al sito produttivo di Grugliasco e come, più in generale, si intenda affrontare la grave crisi che sta colpendo il settore in Italia.
(3-00806)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   LAMPIS, DEIDDA, MURA, POLO e MATTIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la S.S. 128 «Centrale Sarda» è un'importante strada statale italiana e una fondamentale arteria viaria del sud della Sardegna che interessa direttamente i comuni di Monastir, Nuraminis, Ussana, Samatzai, Pimentel, Barrali, Ortacesus, Senorbì, e indirettamente i comuni di Donori, Sant'Andrea Frius, San Basilio, Suelli e Selegas;

   sono numerosissimi i cittadini che, ogni giorno, per motivi di studio, di lavoro, di salute o per esigenze personali, hanno necessità di muoversi percorrendo la strada statale in argomento. Il territorio coinvolto subisce le conseguenze negative della rete viaria ormai vetusta ed insufficiente a sopportare i sempre crescenti volumi di traffico che, durante la stagione estiva, crescono ulteriormente ed in modo considerevole;

   la gran parte della mobilità isolana avviene su gomma ragion per cui la viabilità stradale, oltre che per la sicurezza dei cittadini in transito, assume rilevanza strategica nelle politiche di sviluppo economico e di fruibilità commerciale;

   il 3 agosto 2022, alla presenza dell'assessore regionale dei lavori pubblici, si è svolto un incontro sul futuro dei lavori di efficientamento della «Statale 128 – Centrale sarda» a cui hanno preso parte i rappresentanti di Anas unitamente ai sindaci dei comuni coinvolti;

   nel corso dell'incontro Anas ha ricordato che i lavori di rispettiva competenza, che interessano il tratto dal bivio di Monastir fino al bivio di Senorbì, per un totale di 16,5 chilometri (intervento primo stralcio progressiva chilometrica dal km 0+200 al km 16+700), hanno l'obiettivo primario di innalzare il livello di sicurezza e migliorare le condizioni generali della strada statale 128 «Centrale Sarda»;

   è trascorso oltre un anno da detto incontro e non si hanno più notizie circa lo stato di progettazione dei lavori da eseguire sulla strada in questione;

   non è noto lo stato dell'arte delle varie fasi di progettazione ed è particolarmente importante conoscere non solo quale sia il cronoprogramma previsto per la realizzazione dei lavori, ma è necessario conoscere anche quante e quali siano le risorse necessarie stanziate per la realizzazione delle opere sulla «S.S. 128 Centrale Sarda» –:

   quali siano gli orientamenti del Governo in ordine all'eventuale completamento dei lavori e delle opere necessarie a rendere maggiormente fruibile e sicura la «S.S. 128 Centrale Sarda» in particolare nel tratto compresa tra bivio Monastir – bivio Senorbì.
(5-01629)


   ILARIA FONTANA, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il collegamento intermodale Roma-Latina nasce dall'unione di due opere, il collegamento «Pontina-A12-Appia» e il collegamento «Cisterna-Valmontone» di cui alla delibera CIPE 121/2001;

   l'opera ha subito nel corso dei decenni numerose modifiche sia a livello progettuale che autorizzativo;

   da ultimo, per effetto del decreto-legge n. 32 del 2019 convertito con modificazioni dalla legge n. 55 del 2019 che ha introdotto semplificazioni volte a velocizzare la realizzazione di opere ritenute strategiche per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, l'opera è stata individuata tra quelle per le quali si è resa necessaria la nomina di un commissario straordinario;

   con l'articolo 1, comma 473, della legge n. 197 del 2022 è stata quindi prevista la nomina di un commissario straordinario ai sensi dell'articolo 4 del citato decreto per «l'espletamento delle attività di programmazione, progettazione e affidamento degli interventi del collegamento intermodale Roma-Latina, di cui alla delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica n. 26 del 25 giugno 2020»;

   con atto del Governo n. 29 del 2023 è stato approvato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri concernente realizzazione del collegamento intermodale Roma-Latina, tratta autostradale Roma (Tor de' Cenci) – Latina nord (Borgo Piave) e nomina del relativo commissario straordinario del 22 marzo 2023;

   l'articolo 1, comma 474, della medesima legge n. 197 del 2022 prevede che «Il Commissario straordinario di cui al comma 473, entro il 30 giugno 2023, provvede alla rielaborazione, nella soluzione economicamente più vantaggiosa, del progetto definitivo dell'intervento, definisce il cronoprogramma dei lavori e assume tutte le iniziative necessarie per l'affidamento, la realizzazione e la gestione dell'infrastruttura, da sottoporre all'approvazione dei Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile»;

   il decreto di nomina del commissario straordinario prevede inoltre, all'articolo 3 comma 2, una relazione dettagliata circa le iniziative adottate e di prossima adozione, da trasmettere al Cipess, per mezzo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti entro il 30 novembre di ogni anno;

   nessuna informazione in merito alle relazioni previste dalla legge n. 197 del 2022 e dall'atto di nomina del commissario è reperibile sui portali delle opere infrastrutturali quali Silos per le infrastrutture strategiche e OsservaCantieri del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti –:

   nelle more della trasmissione della relazione di cui all'articolo 3, comma 2 del decreto di nomina del commissario straordinario, quali siano gli aggiornamenti circa lo stato di avanzamento dell'opera, il cronoprogramma e le iniziative per l'affidamento, la realizzazione e la gestione dell'infrastruttura in oggetto, ivi comprese le procedure di esproprio dei terreni.
(5-01630)


   SIMIANI, BRAGA, CURTI, FERRARI e SCARPA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   rispondendo ad un'interrogazione a risposta immediata alla Camera in relazione all'emergenza abitativa (n. 3-00554), il Ministro Salvini ha dichiarato che: «Per quello che riguarda il Fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni e il Fondo morosità incolpevole, sarà una delle voci che chiederemo di finanziare in legge di bilancio nel prossimo autunno»;

   nel testo del disegno di legge di bilancio presentato al Parlamento da parte del Governo non vi è traccia di quanto promesso dal Ministro e, a conferma di ciò, si rileva che nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti i capitoli 1690 e 1693, afferenti al Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e al Fondo inquilini morosi incolpevoli, non figurano più;

   le ultime risorse destinate a tali Fondi risalgono infatti all'esercizio 2022;

   è passato quindi un anno e, a parte sentir parlare di un fantomatico «nuovo ambizioso, rivoluzionario e visionario piano casa», nulla si vede all'orizzonte per affrontare nell'immediato il dramma dell'emergenza abitativa;

   di quel piano casa, su cui il Ministro interrogato ha dichiarato di lavorare da mesi, non vi è traccia e, nel frattempo, si acuisce il dramma di chi, da un lato, rischia di non avere più un alloggio e, dall'altro, dei proprietari che di conseguenza non vedono corrisposto regolarmente l'affitto e sono costretti ad avviare procedure di sfratto;

   si tratta di una situazione socialmente grave che deve essere affrontata con misure urgenti;

   in sede di presentazione del disegno di legge di bilancio, il vice-premier, nonché Ministro, Salvini ha dichiarato che: «il centrodestra non presenterà emendamenti» alla manovra –:

   quali siano le ragioni del mancato rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e del Fondo inquilini morosi incolpevoli in sede di disegno di legge di bilancio, anche al fine di conoscere quali strumenti alternativi di immediata applicabilità abbia intenzione di adottare per far fronte alla grave emergenza abitativa in atto nel Paese.
(5-01631)


   BONELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) ha stanziato un finanziamento di 12 milioni di euro per l'intervento denominato «Aeroporto di Parma interventi sulle infrastrutture Fase 1 e Fase 2» promosso da Enac dalla società di gestione So.Ge.A.P s.p.a. quale soggetto beneficiario e attuatore;

   nel dicembre 2019 è stata sottoscritta tra Mit, Enac e So.Ge.A.P. una convenzione che disciplina le condizioni, i tempi e le modalità di erogazione del finanziamento di 12 milioni di euro dettagliando le due fasi di intervento in: Fase 1 – Manutenzione straordinaria della pista esistente ed adeguamento di portanza (per 2,1 milioni di euro) e Fase 2 – Allungamento pista di volo e realizzazione aree cargo (per 9,9 milioni di euro);

   l'articolo 8 della convenzione dispone che «il Soggetto Attuatore si impegna ad assumere l'obbligazione giuridicamente vincolante, inerente alla Fase 1 e alla Fase 2 dell'intervento il 31 dicembre 2021, pena la revoca delle risorse assegnate. L'obbligazione giuridicamente vincolante s'intende assunta allorquando sia intervenuta la proposta di aggiudicazione di appalti di lavori»;

   la fase 1 dell'intervento è stata già realizzata e dal portale OpenCoesione del Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri risulta siano stati già erogati a So.Ge.A.P. 2.774.871,68 euro;

   il 12 ottobre 2023 è conclusa le conferenze dei servizi indetta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'approvazione del piano di sviluppo aeroportuale 2018-2023, aggiornato con l'estensione dell'orizzonte temporale al 2025, che prevede l'attuazione della Fase 2 dell'intervento e si è ora in attesa del provvedimento finale da parte del Ministero;

   al momento della fase 2 dell'intervento non dispone delle autorizzazioni necessarie per procedere all'appalto dei lavori e quindi il soggetto attuatore non è nelle condizioni di assumere le obbligazioni giuridicamente vincolanti previste dalla convenzioni –:

   se sia stato mantenuto il termine del 31 dicembre 2021 per l'assunzione, da parte del soggetto attuatore So.Ge.A.P., delle obbligazioni giuridicamente vincolanti per la fase 1 e la fase 2 dell'intervento e, in caso contrario, quali atti e provvedimenti siano intervenuti per prorogare tale termine e a quale data.
(5-01632)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazioni a risposta scritta:


   MANZI e FORNARO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Calamandrana (Asti) con lettera prot. N. 0003837 ha richiesto al Ministero dell'istruzione e del merito, ai sensi dell'articolo 35 comma 18 del decreto legislativo n. 50 del 2016, la somma di euro 274.762,64 versata a titolo di anticipazione sul finanziamento di euro 1.629.980,00 da pagare alla ditta aggiudicataria dei lavori di nuova costruzione di edificio pubblico in Calamandrana da destinare ad asilo nido esezione primavera. CUP D25E22000220006. PNRR missione 4 componente 1 - investimento 1.1;

   in particolare, in riferimento all'intervento in oggetto, il comune di Calamandrana (Asti) ha già ricevuto in acconto il 10 per cento del contributo (euro 162.998,00), ha già pagato e rendicontato su Regis la somma di euro 158.489,46 e, per problemi di cassa, non può pagare all'appaltatore la somma di euro 274.762,64 richiesta legittimamente dalla ditta a titolo di anticipazione;

   in tal senso, ai sensi dell'articolo 35, comma 18, del decreto legislativo n. 50 del 2016, ha richiesto, rientrando nei casi eccezionali previsti, dalla circolare n. 19 del Ministero dell'economia e delle finanze, Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato – Ispettorato Generale per il PNRR Uffici III-VI, una maggiorazione dell'anticipazione superiore alla quota del 10 per cento;

   i lavori sono stati appaltati, è stato stipulato il contratto, le lavorazioni sono iniziate essendo stato redatto il verbale di consegna lavori in data 25 settembre 2023;

   si precisa che, come si evince dalla lettera di cui sopra, alla data odierna non è possibile dal sistema Regig e tantomeno dal portale PNRR Istruzione (https://pnrr.istruzione.it) procedere con la richiesta di anticipazione in oggetto, contrariamente a quanto indicato nelle linee guida per il monitoraggio e la rendicontazione emanate dal Ministero dell'istruzione e del merito il 3 aprile 2023;

   il comune non ha ricevuto alcuna risposta formale e da interlocuzioni informali sembrerebbe che il Ministero competente provveda esclusivamente ad erogare le tranche di contributo solo dopo che i comuni hanno anticipato il pagamento;

   è del tutto evidente come comuni di piccole dimensioni abbiano problemi di cassa ad anticipare somme importanti anche perché il rimborso avverrebbe dopo alcuni mesi, mettendo a rischio il bilancio;

   non è un caso, dunque, che la circolare summenzionata preveda che: «in casi eccezionali, debitamente motivati dall'Amministrazione titolare dell'intervento, o dal Soggetto attuatore, l'importo dell'anticipazione richiesto può essere anche superiore al 10 per cento. A titolo puramente esemplificativo e non esaustivo, rientrano tra i casi eccezionali le richieste di maggiorazione dell'anticipazione legate alle esigenze di cui al comma 18, dell'articolo 35 del d.lgs. n. 50/2016 e successive modifiche e integrazioni (anticipazione all'appaltatore), nonché le richieste di erogazione in favore di interventi che prevedono aiuti e Fondi a leva. Ne consegue che i soggetti attuatori, possono beneficiare di anticipazioni superiori alla quota del 10 per cento sulla base di una apposita richiesta motivata dalla necessità di far fronte alle esigenze di cassa derivanti dalla modalità con cui l'intervento deve essere realizzato, come nel caso, si ribadisce, di applicazione del citato comma 18, dell'articolo 35 del d.lgs. n. 50/2016 (anticipazione all'appaltatore)»;

   altri comuni segnalano di aver provveduto a fare tale richiesta ma di non aver potuto beneficiare dell'anticipazione –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se si sia adeguato a quanto previsto dalla circolare n. 19 del 2023 del Ministero dell'economia e delle finanze.
(4-01874)


   SERRACCHIANI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   come disposto dal decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 42 del 20 febbraio 2018, il supplemento ordinario n. 9, il comune di Terzo di Aquileia è risultato assegnatario di un contributo di tre milioni di euro per la messa in sicurezza e l'adeguamento antisismico dei plessi scolastici;

   in data 10 agosto 2018 il comune avrebbe ricevuto, quale anticipo della somma assegnata, seicento mila euro;

   il succitato decreto prevede, sulla base degli stati di avanzamento dei lavori, successive erogazioni;

   i lavori per la messa in sicurezza e l'adeguamento antisismico, iniziati regolarmente il 26 novembre 2020, risultando oggi conclusi, nonostante le difficoltà legate agli anni di pandemia, nel rispetto delle tempistiche prefissate, già lo scorso 30 aprile 2023;

   il comune, come segnalato agli uffici ministeriali competenti, sembrerebbe aver riscontrato difficoltà a presentare lo stato di avanzamento dei lavori, in quanto i predisposti sistemi informatici, per varie ragioni, sono risultati inaccessibili od inutilizzabili;

   a causa della mancata presentazione della suddetta documentazione il comune avrebbe fatto fronte, con risorse proprie, ai dovuti pagamenti;

   tale situazione ha comportato una preoccupante diminuzione della cassa, passata da 2.135.000 euro del 31 dicembre 2020 agli attuali 130.000 euro;

   per il comune di Terzo di Aquileia è stato inevitabile il ricorso all'anticipazione di tesoreria, che, visto il comma 782 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2023 (legge n. 197 del 2022) si sostanzierà in una somma pari ai 3/12 delle entrate accertate nel penultimo anno precedente afferenti ai primi tre titoli di entrata del bilancio (articolo 222 del Tuel), anziché nei 5/12 come permesso durante il presente anno;

   la somma anticipabile è insufficiente a far fronte alle obbligazioni assunte dall'ente;

   il comune ha, solo di recente, potuto provvedere a caricare, nel predisposto applicativo informatico, la documentazione ed a richiedere la conseguente erogazione di parte delle somme anticipate;

   il comune, con missiva del 14 novembre 2023, inviata agli esponenti di Governo, chiede di valutare le seguenti proposte: 1) una più frequente apertura del sito dedicato, per comprimere i tempi ed evitare che i caricamenti siano possibili solo poche volte all'anno; 2) la modifica dell'applicativo al fine di rendere fattibili anche rendicontazioni singole riferite a determinate spese; 3) la possibilità di provvedere ad erogazioni parziali, attualmente il sistema non contempla detta opzione, o una richiesta è ritenuta interamente evadibile o alla stessa non si può dare corso anche se considerata priva di imperfezioni per gran parte del materiale presentato; 4) la condivisione delle valutazioni del Ministro dell'istruzione e del merito e in un momento antecedente rispetto alla formale comunicazione del non luogo al trasferimento dei fondi, di modo che attraverso il dialogo diretto fra i tecnici le osservazioni del Ministero possano essere superate; 5) l'instaurazione di uno stretto dialogo fra i tecnici del comune e quelli del Ministro dell'istruzione e del merito –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e – in ogni caso – se non ritenga urgente provvedere all'erogazione delle somme spettanti al comune di Terzo di Aquileia che – nonostante le difficoltà legate agli anni di pandemia – ha rispettato, con risorse proprie, i tempi prefissati per i lavori di messa in sicurezza e adeguamento antisismico dei plessi scolastici.
(4-01876)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   TASSINARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   una recente manifestazione dei lavoratori dell'ispettorato territoriale del lavoro, tenutasi il lunedì 30 ottobre 2023 davanti alla prefettura di Forlì Cesena, nell'ambito dello sciopero nazionale proclamato da tutte le sigle sindacali di categoria, ha portato alla luce una grave problematica che investe l'efficacia dell'azione di tale categoria di lavoratori;

   con il decreto legislativo n. 149 del 2015, attuativo della legge 183 del 2014, il cosiddetto Jobs Act, istituendo l'Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), ha separato dal Ministero del lavoro le competenze degli ispettorati territoriali del lavoro: i dipendenti si trovano in una situazione di inquadramento ibrido, in quanto non più dipendenti direttamente dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali – che sull'Inl esercita poteri di vigilanza – ma neppure completamente inquadrati nell'Agenzia;

   l'Inl si è costituito col passaggio, a livello centrale, del personale già in forza presso la Direzione generale per l'attività ispettiva e, a livello periferico, delle Direzioni territoriali ed interregionali del lavoro che continuano a svolgere i medesimi compiti prima assegnati;

   la collaborazione con la struttura centrale manca di fluidità: è sufficiente pensare che anche banche dati in possesso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a distanza di anni, non sono pienamente disponibili per gli ispettori, determinando una limitazione all'efficiente svolgimento delle delicatissime funzioni svolte dagli ispettorati del lavoro;

   ai dipendenti Inl si applica il Ccnl 2016/2018 comparto Ministeri-funzioni centrali, nonché il successivo Ccnl 2019/2021. Parte della retribuzione dei dipendenti di tale comparto è «indennità di amministrazione», in misura differente fra i vari Ministeri, ma corrisposta agli ispettori del lavoro, sia prima che dopo il trasferimento coattivo all'Inl;

   l'articolo 1, comma 143, della legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020), interveniva per ridurre la differenza fra i vari Ministeri e introdurre un percorso di perequazione della anzidetta indennità di cui all'articolo 56 Ccnl 2019/2021, da attuare con appositi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

   l'11 marzo 2022, in ottemperanza al citato articolo 1, comma 143, legge n. 160 del 2019, veniva pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 dicembre 2021 che attuava la prevista perequazione per il comparto Ministeri-funzioni centrali, quantificando gli incrementi per le diverse amministrazioni, a titolo di arretrati per gli anni 2020 e 2021, nonché per il prosieguo del rapporto in continuità lavorativa per l'anno 2022 e successivi;

   nell'ambito del nuovo Ccnl comparto funzioni centrali 2019/2021, applicato ex lege anche ai dipendenti Inl, sono stati recepiti pure gli incrementi disposti dalla perequazione di cui all'articolo 1, comma 143, legge n. 160 del 2019: detti incrementi, benché previsti dal Ccnl, applicabile anche all'Inl, sono stati corrisposti ai dipendenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma non ai dipendenti dello stesso Ispettorato nazionale del lavoro, nonostante questi ultimi svolgessero le medesime e fondamentali attività di ispezione e di controllo a cui erano adibiti quando prestavano servizio presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   quindi, nonostante la perfetta equiparazione ex lege tra i dipendenti dell'ispettorato e i dipendenti ministeriali, i primi non hanno mai percepito gli incrementi titolo di indennità di amministrazione ex articolo 56 Ccnl 2019/2021, per la perequazione di cui alla legge di stabilità 2020 e del Ccnl 2019/2021;

   la legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio 2023), all'articolo 1, comma 334, stabiliva, solo a decorrere dal 2023, la perequazione dell'indennità di amministrazione anche per gli ispettori del lavoro –:

   se e quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di riconoscere per gli anni 2020, 2021 e 2022 al personale Inl l'indennità di amministrazione di cui in premessa, al fine di garantire l'efficiente svolgimento dei compiti in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro da parte dei dipendenti dell'Ispettorato territoriale del lavoro.
(5-01628)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   SANTILLO, SERGIO COSTA e QUARTINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio di Stato, con sentenza della Sezione IV n. 2357 del 2004, ha riconosciuto i medici ex condotti come titolari di uno status al pari di tutti i medici dipendenti delle Usl, fatta eccezione per le peculiarità previste per le loro prestazioni di lavoro;

   non è legittima, dunque, alcuna previsione di trattamenti economici differenziati rispetto a quello previsto per il restante personale medico;

   ai sensi dell'articolo 1, comma 456, della legge n. 205 del 2017 si è prevista l'adozione di un decreto ministeriale volto ad individuare i criteri di ripartizione delle somme stanziate ai fini della equiparazione del trattamento economico dei medici ex condotti a quello degli altri dirigenti medici;

   al fine di assicurare effettivamente gli interventi perequativi tra i medici ex condotti e gli altri dirigenti medici del Servizio sanitario nazionale, l'articolo 1, commi 752-753, della legge n. 234 del 2021 ha stanziato risorse pari a 2 milioni di euro per l'anno 2022, 3 milioni di euro per l'anno 2023 e 5 milioni di euro annui per gli anni dal 2024 al 2027;

   con decreto del 27 aprile 2023 (Gazzetta Ufficiale n. 142 del 20 giugno 2023), con undici mesi di ritardo sul previsto, sono stati definiti i criteri di riparto delle risorse di cui all'articolo 1, commi 752-753, della legge n. 234 del 2021 a favore dei medici ex condotti che hanno optato per il trattamento economico omnicomprensivo ai sensi dell'articolo 110 del decreto del Presidente della Repubblica n. 270 del 1987;

   ai sensi di tale decreto, le risorse attribuite a ciascun medico ex condotto non potranno essere superiori complessivamente ad euro 50.000,00 per l'intero quinquennio 2023-2027, al netto degli oneri legalmente previsti;

   detti criteri sono in aperto contrasto con le finalità originali stabilite per il decreto: essi, infatti, rappresentano solo un livellamento degli arretrati percepiti, piuttosto che la necessaria armonizzazione alla retribuzione da dirigente medico, senza che avvenga una variazione di stipendi;

   il quadro attuale vede i punti di maggior criticità, quindi i trattamenti economici meno generosi, proprio al Sud Italia, il che è in contrasto con gli interessi non solo normativi ma soprattutto economici del Paese, essendo il divario tra Sud e Nord uno dei principali freni allo sviluppo italiano –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative urgenti ai fini di attuare una giusta liquidazione delle somme già stanziate;

   se intenda avviare un processo di rivalutazione delle voci retributive tale da consentire a tutti i soggetti interessati di percepire le legittime somme relative a pensioni e stipendi.
(4-01882)


   GIRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il cosiddetto «DM tariffe», emanato dal Ministero della salute il 23 giugno 2023, ha determinato le tariffe massime di riferimento per la remunerazione delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica;

   successivamente all'entrata in vigore del nuovo decreto tariffe, previsto rispettivamente per il 1° gennaio 2024 per la specialistica ambulatoriale e il 1° aprile 2024 per la protesica, sarà completato il processo di aggiornamento dei Lea avviato nel 2017 e finora rimasto attuato solo in modo parziale;

   nel luglio 2023 la precedente commissione Lea ha terminato il suo mandato triennale ed ora l'insediamento della nuova commissione potrà porre in essere le condizioni per la trasmissione al Ministero delle indicazioni con nuove e ulteriori prestazioni da inserire nei Lea;

   il mancato completamento del processo di nomina della nuova commissione, tuttavia, rischia di causare un rallentamento nell'esame di nuove richieste di integrazione, nonché di ritardare ulteriormente un più che necessario aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, che oggi più che mai necessità di essere costante e rapido;

   risulta evidente che la mancanza di un continuo e progressivo aggiornamento dei Lea contribuisce attivamente a creare disparità tra i cittadini residenti in regioni diverse in termini di accesso alle prestazioni sanitarie, mentre allo stesso tempo fa sì che il nostro Paese risulti poco ricettivo nei confronti delle innovazioni nel campo della medicina e nel portare servizi sempre più rispondenti alle mutate necessità della popolazione a costi accessibili;

   un esempio evidente di ciò riguarda ancora la mancanza nei Lea di un codice univoco ad esenzione completa per la prescrizione del test HDV-RNA che non permette di individuare tutti i soggetti affetti da quella che è la più grave forma di epatite, la Delta, creando evidenti disparità tra chi può permettersi il costo del test e chi no, e andando così nei fatti a rallentare il processo di debellamento della patologia stessa;

   l'ultimo disegno di legge di bilancio ha previsto per il 2024 solamente altri 50 milioni di euro per consentire l'inserimento di ulteriori prestazioni nell'aggiornamento dei Lea alla luce di quelle già in via di approvazione, una somma questa decisamente troppo esigua per consentire che il processo di aggiornamento possa proseguire con continuità;

   a parere dell'interrogante è necessario garantire un aggiornamento delle prestazioni erogate mediante i livelli essenziali di assistenza con cadenza annuale –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di dover dare priorità all'atteso aggiornamento dei Lea;

   se sia in via di approvazione il decreto di nomina della nuova commissione Lea e con quali tempistiche;

   se ritenga prioritario creare le condizioni affinché si renda possibile un puntuale aggiornamento con cadenza annuale dei Lea.
(4-01883)

SPORT E GIOVANI

Interrogazione a risposta scritta:


   AMATO. — Al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   i vertici di Aci stanno attuando un piano di riorganizzazione delle partecipazioni detenute nelle società di mercato e del patrimonio immobiliare di Aci e Aci Progei, società in house di Aci in una Holding;

   il Consiglio generale Aci nella seduta del 27 giugno 2023 ha deliberato il conferimento, da parte di Aci della totalità delle partecipazioni detenute dall'ente in Aci Global Servizi s.p.a. e Aci Vallelunga s.p.a. e una quota di partecipazione al capitale di Sara Assicurazioni s.p.a. pari al 25,78 per cento del relativo capitale, alla società Ventura s.p.a., operante prima nel settore turistico e che a seguito di modifica dell'oggetto sociale, può gestire, svolgendo un ruolo di holding, le partecipazioni;

   secondo quanto consta all'interrogante il Comitato esecutivo Aci in data 18 ottobre 2023 ha deliberato la scissione della società Aci Progei con il trasferimento degli immobili per un valore di circa 250 milioni di euro alla società Ventura s.p.a.;

   l'operazione potrebbe avere riflessi negativi sul bilancio dell'ente dal punto di vista economico e finanziario per il venir meno di una parte degli utili di Sara Assicurazioni che sono stati determinanti per la chiusura dei bilanci in pareggio di Aci;

   il trasferimento in Ventura s.p.a. farà venir meno i canoni di locazione degli immobili oggi percepiti da Aci Progei, con un ulteriore aggravio dei costi per la società in house e quindi per Aci;

   l'operazione dà luogo ad un vantaggio fiscale che potrebbe essere in contrasto con l'ordinamento tributario ai sensi dell'articolo 10-bis della legge n. 212 del 2000, dal momento che da una tassazione piena (24 per cento) a carico dell'ente si passa ad una tassazione agevolata applicabile alla holding sulla base dell'articolo 87 Tuir;

   la holding gestirebbe un notevole patrimonio svincolata dalla normativa applicabile dall'ente pubblico;

   non risulta che gli atti siano stati trasmessi all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e alla Corte dei conti come previsto dall'articolo 5 del Tusp e dal regolamento Aci in materia di governance delle società partecipate –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dell'operazione e, nel caso, se intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, anche in considerazione dei poteri di vigilanza del Governo.
(4-01878)

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Quartapelle Procopio n. 4-01858, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 193 del 10 novembre 2023.

   QUARTAPELLE PROCOPIO, MADIA, ZANELLA, BAKKALI, GHIO, DI BIASE, PAVANELLI, BOLDRINI, SCHLEIN, ASCANI, FURFARO, MALAVASI, GRIMALDI, SERRACCHIANI, ROGGIANI, MARINO, ASCARI, FORATTINI, CASU e GHIRRA. – Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere — premesso che:

   il 16 ottobre 2023 la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha annunciato che nel disegno di legge di Bilancio per il 2024 il Governo ha deciso di togliere la riduzione dell'Iva sui prodotti per la prima infanzia e sugli assorbenti;

   Meloni ha dichiarato: «purtroppo è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo»;

   la riduzione dell'Iva sui prodotti e servizi per l'infanzia era nel programma elettorale del centrodestra per le politiche del 2022, presentata come strumento per incentivare la natalità;

   con l'approvazione della legge di bilancio per il 2023, il Governo aveva abbassato dal 22 per cento al 5 per cento l'Iva sui prodotti per la prima infanzia e sugli assorbenti;

   il 15 maggio 2023 il Ministero delle imprese e del made in Italy aveva divulgato i risultati di un monitoraggio condotto tra gennaio e marzo dal Garante per la sorveglianza dei prezzi;

   sul sito del Ministero delle imprese e del made in Italy si legge: «Dal monitoraggio è emerso che nei primi tre mesi di applicazione delle aliquote ridotte, fino a marzo scorso, gli effetti della manovra non appaiono interamente trasferiti a vantaggio dei consumatori e delle consumatrici: in alcuni casi, infatti, pur tenendo conto che la misura dell'intervento si inserisce in una fase caratterizzata da un'inflazione tutt'ora presente, si osserva una riduzione del prezzo pari solo al 50 per cento di quella attesa» –:

   quali siano dati del Garante sull'aumento, quali siano le iniziative che ha suggerito, e quali siano le azioni messe in atto dal Garante per la sorveglianza dei prezzi in seguito al monitoraggio di marzo 2023.
(4-01858)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Bonelli n. 4-01657 del 28 settembre 2023.