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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 7 novembre 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   in data 1° novembre 2023 il Paese è venuto a conoscenza di una conversazione telefonica, che sarebbe avvenuta in data 18 settembre 2023, tra la Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ed un sedicente presidente della Commissione dell'Unione Africana;

   il contenuto della conversazione è stato pubblicato sulla piattaforma canadese Rumble e ripresa dall'agenzia russa Ria Novosti diventando in brevissimo tempo virale sui social network;

   a spacciarsi per il presidente della Commissione dell'Unione Africana sono stati due comici russi, Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov) che inspiegabilmente hanno fatto breccia nel sistema diplomatico e di sicurezza delle comunicazioni della Presidenza del Consiglio;

   a seguito della diffusione del contenuto della conversazione dapprima è stato costretto ad intervenire l'Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei ministri esprimendo il proprio rammarico per essere stato tratto in inganno da un impostore;

   in un secondo momento è intervenuto anche il Sottosegretario alla Presidenza di Consiglio Giovanbattista Fazzolari arrivando a sostenere che «La propaganda russa è disperata per il catastrofico andamento della loro cosiddetta “operazione speciale” che si è tramutata in una continua sconfitta dell'esercito russo in terra Ucraina» facendo esplicito riferimento a presunti «propagandisti russi»;

   ciò che colpisce subitaneamente in merito a quanto accaduto è la facilità con cui è stato aggirato o peggio raggirato il filtro diplomatico e di sicurezza delle comunicazioni del Presidente del Consiglio;

   in secondo luogo, sconcerta il modo con cui si è espressa la Presidente del Consiglio su dossier di assoluta delicatezza, dalla guerra in Ucraina alla questione migranti, con un interlocutore sul quale sembra non nutrire alcun dubbio nel corso dei tanti minuti di colloquio;

   l'accaduto, non vi è alcun dubbio, ha oggettivamente posto l'Italia in una condizione di assoluto imbarazzo evidenziando fragilità e lacune non immaginabili per un Paese importante e autorevole sul piano internazionale come il nostro –:

   in considerazione della gravità dell'accaduto, come sia stato possibile superare il previsto e indispensabile filtraggio diplomatico a tutela delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri; se intenda portare a conoscenza il Parlamento di quanto realmente avvenuto in riferimento alla, purtroppo, imbarazzante telefonata in questione, nonché quali siano state le informazioni che hanno indotto il Sottosegretario Fazzolari ad affermare quanto riportato in premessa.
(2-00263) «Braga, Provenzano, Amendola, Bonafè, Ciani, Ghio, De Luca, Casu, De Maria, Ferrari, Fornaro, Morassut, Toni Ricciardi, Roggiani».

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   la Edison spa nel dicembre 2019 ha attivato il procedimento di autorizzazione, ai sensi del decreto-legge n. 257 del 2016, per la costruzione e l'esercizio di un deposito di Gnl all'interno del porto di Brindisi, banchina Costa Morena Est;

   con delibera n. 230 del 26 luglio 2021 la giunta del comune di Brindisi ha espresso parere sfavorevole evidenziando pericolo di incidenti rilevanti e incompatibilità urbanistica del sito;

   con decreto 28 luglio 2021 il presidente della provincia di Brindisi ha espresso parere sfavorevole evidenziando le seguenti criticità:

    a) il progetto andrebbe sottoposto a VIA di competenza statale, in quanto rientrante nella categoria progettuale di cui al punto 8, quarta linea, dell'allegato II alla parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni «Stoccaggio di prodotti di gas di petrolio liquefatto e di gas naturale liquefatto con capacità complessiva superiore a 20.000 m3»; sebbene infatti di dimensioni inferiore alla soglia, si evidenzia che la legge regionale n. 11 del 2001 e successive modificazioni ed integrazioni recante «norme sulla VIA», ai commi 9 e 10 dell'articolo 4, prevede la riduzione delle soglie del 30 per cento nelle aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale di cui all'articolo 74 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, fra cui il territorio comunale di Brindisi, anche nell'ipotesi di intervenuta cessazione della validità della dichiarazione medesima per trascorso quinquennio, qualora non siano divenuti operativi tutti gli interventi di risanamento; si ritiene che tale previsione, cogente nel caso di procedimenti di competenza regionale, debba essere applicata anche ai progetti di competenza statale, per loro natura maggiormente impattanti, al fine di non determinare disparità di trattamento;

    b) l'area prescelta costituisce un'area portuale, all'interno della recinzione di security, ben strutturata e collegata con la rete ferroviaria per la quale sono già state spese notevoli risorse pubbliche che sarebbero parzialmente vanificate dall'insediamento proposto, atteso che il deposito di Gnl limiterà l'operatività della nuova infrastruttura ferroviaria in quanto durante le attività di scarico delle metaniere saranno precluse altre attività di movimentazione container;

    c) nell'ambito del procedimento di VIA si potrebbe anche esperire la necessaria consultazione pubblica, come prevista dal comma 8 dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 257 del 16 dicembre 2016, di cui agli atti non risulta sia stata data attuazione;

    d) si ritiene che la valutazione delle emissioni in atmosfera sia carente sotto il profilo della valutazione delle emissioni diffuse e fuggitive, soprattutto con riferimento alle fasi di carico/scarico di Gnl;

    e) non si rileva il titolo di disponibilità dell'area di intervento da parte del proponente Edison;

    f) la zona ricade nel Sito inquinato di interesse nazionale di Brindisi (decreto del Ministero dell'ambiente del 10 gennaio 2000);

    g) non risulta effettuata una valutazione degli impatti cumulativi, anche di natura sanitaria, in relazione al funzionamento della torcia e alla presenza di altre analoghe proposte progettuali in fase di esame presso il medesimo Ministero per la transizione ecologica;

   con decreto interministeriale n. 17487 del 22 agosto 2022 il Ministero della transizione ecologica, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha autorizzato Edison s.p.a. alla installazione e all'esercizio del citato deposito di gas Gnl;

   le dette criticità espresse dal comune di Brindisi e dalla provincia di Brindisi non sono state esaminate dagli organi competenti;

   risulta, quindi, che i rischi di un impianto ad alto rischio di incidente rilevante non siano stati valutati adeguatamente e che non siano state opportunamente prese in considerazione le criticità espresse dai rappresentanti degli enti anzidetti;

   il consiglio superiore dei lavori pubblici, con nota 13 ottobre 2021 n. 50 del 2021 ha richiamato tutte le criticità espresse dalla provincia di Brindisi, riportando che «Nella predetta scheda 1/d del Piano si fa riferimento alla destinazione d'uso prevista dal PRP per l'area di Costa Morena: le previsioni di utilizzo futuro, dei nuovi moli di Costa Morena come porto per merci e passeggeri, comporta una rilevante presenza umana nella zona, e conseguente impossibilità di realizzare un efficace piano di emergenza, in caso di incidente di rilevante entità. Le caratteristiche di vulnerabilità del sito lo rendono del tutto incompatibile con attività di movimentazione di merci pericolose come il GPL». Il Consiglio ha evidenziato come non sia stata fatta una opportuna «valutazione degli impatti cumulativi in relazione (...) alla presenza di altre analoghe proposte progettuali in fase di esame presso il medesimo Ministero per la Transizione Ecologica»;

   anche la Capitaneria di porto di Brindisi, nel proprio parere, aveva riservato approfondimenti;

   al fine dell'ottenimento dell'autorizzazione del 22 agosto 2022 risulta che Edison abbia dichiarato che la linea ferroviaria del molo sia inattiva, mentre tale linea fa parte del progetto di collegamento con la rete ferroviaria nazionale, per la quale Rfi ha già pubblicato nel mese di settembre 2023 il bando di gara dei lavori;

   l'impianto in questione e la relativa torcia, verrebbero a trovarsi in prossimità del cono di atterraggio degli aerei nell'aeroporto di Brindisi-aeroporto del Salento, e nessun parere circa la non pericolosità dell'eventuale rilascio di gas, di vapori o di fiamme da parte della torcia dell'impianto sul traffico aereo è stato acquisito nell'ambito dell'istruttoria volta al rilascio dell'autorizzazione ministeriale di cui trattasi, avendo i Ministeri ritenuto favorevole il parere di Enac-Enav solo per mancata emissione nei termini di legge;

   il 18 settembre 2023 durante le audizioni di Enac-Enav presso il comune di Brindisi, il rappresentante di Enac ha dichiarato che l'aspetto del rischio derivante da fumi, vapori e fiamme non è stato approfondito;

   l'Aua in questione, quindi, risulta esser stata emessa senza adeguata valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini, senza opportuna e doverosa sottoposizione a VIA e senza il rispetto del principio di precauzione ispiratore della cosiddetta direttiva Seveso –:

   se, alla luce delle citate criticità del progetto, i Ministri interpellati non reputino doveroso revocare in autotutela il citato decreto interministeriale n. 17487 del 22 agosto 2022 ed ogni connesso provvedimento.
(2-00266) «Traversi, Conte, L'Abbate, Giuliano, Donno, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo, Sergio Costa, Auriemma, Fenu, Dell'Olio, Scutellà, Alfonso Colucci, Amato, D'Orso, Ascari, Cherchi, Pavanelli, Iaria, Caso».


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   nell'aggiornamento delle bollette gas per i consumatori in tutela per il mese di ottobre 2023 Arera ha comunicato l'aumento del 12 per cento rispetto al mese di settembre, con un aumento di 159 euro su base annua proiettando, nell'ipotesi di prezzi costanti, la spesa totale di una famiglia tipo a 1.486 euro per il prossimo anno;

   secondo Assoutenti considerata anche la spesa per l'energia elettrica, prevista in aumento del 18,6 per cento nell'ultimo trimestre dell'anno, con una bolletta media pari a 764 euro, il conto complessivo per luce e gas a carico di una famiglia tipo arriverebbe a 2.197 euro annui;

   la crescita della domanda nei mesi invernali potrebbe determinare ulteriori aggravi sul fronte delle tariffe, sulle quali pesa in modo evidente anche lo scenario mediorientale che sta avendo impatto sul prezzo del gas in Europa, spingendo al rialzo la quotazione anche nel mercato italiano, per effetto di un incremento speculativo, considerato che i paesi fornitori non hanno subito alcuna ripercussione, né si sono registrati tagli sul fronte delle forniture;

   il 10 gennaio 2024 terminano i servizi di tutela di fornitura di energia elettrica e gas naturale per gli utenti domestici, con condizioni economiche (prezzo) e contrattuali definite dall'Autorità destinati ai clienti finali e il 40 per cento delle famiglie italiane dovrà entrare nel mercato libero, dove il prezzo viene deciso dai fornitori di gas e luce;

   la fine del mercato tutelato rischia di tradursi in una ennesima stangata per famiglie e imprese data l'estrema volatilità delle quotazioni sui mercati e il valore delle materie prime in continua ascesa;

   nonostante la ventilata ipotesi di una proroga del termine del mercato tutelato, non sono stati emanati provvedimenti in tale direzione a salvaguardia di famiglie e imprese, che dopo due anni di caro-energia hanno subito ingenti danni economici, anche per effetto dell'inflazione che continua a erodere il proprio potere di acquisto;

   invece di sostenere le famiglie prorogando il mercato tutelato per un tempo congruo e istituendo un fondo per contrastare l'avanzata della povertà energetica, le misure del Governo vanno verso il progressivo smantellamento degli aiuti e il ridimensionamento dei bonus, che andrebbero invece resi strutturali –:

   se il Ministro interpellato intenda proporre iniziative di carattere normativo volte alla proroga del regime tutelato, in modo da garantire milioni di utenti domestici e imprese da ulteriori aumenti delle tariffe, visti gli effetti che gli incrementi speculativi stanno determinando sul mercato libero.
(2-00267) «Bonelli, Zanella».

Interrogazione a risposta orale:


   EVI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'area Brescia Caffaro è inserita tra i siti inquinati di interesse nazionale con legge 31 luglio 2002 n. 179;

   l'Accordo di Programma «Per la definizione degli interventi di messa in sicurezza e successiva bonifica nel Sito di Interesse Nazionale di Brescia Caffaro», è stato sottoscritto in data 29 settembre 2009 tra il Ministero dell'Ambiente, la regione Lombardia, la provincia di Brescia, il comune di Brescia, Castegnato e Passirano, successivamente sostituito con l'Accordo del 18 novembre 2020;

   al fine di coordinare, accelerare e promuovere la progettazione degli interventi di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica nel sito contaminato di interesse nazionale di «Brescia-Caffaro» è nominato un commissario straordinario delegato;

   il dottor Roberto Moreni è stato nominato Commissario straordinario delegato, incarico rinnovato a marzo 2019 per 24 mesi;

   nel corso degli anni il Dicastero dell'ambiente ha stanziato diversi importi a favore del SIN «Brescia Caffaro» per una somma di euro 20.918.060,80, già tutti trasferiti;

   successivamente con l'Accordo di Programma «Per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Brescia Caffaro» sottoscritto in data 18 novembre 2020 tra il Ministero dell'Ambiente, il Commissario straordinario S.I.N. «Brescia Caffaro», la regione Lombardia, la provincia di Brescia, i comuni di Brescia, Castegnato e Passirano, sono state impegnate risorse del valore di complessivi euro 80.554.823,23;

   va tenuto conto inoltre del fatto che con il decreto direttoriale n. 169 del 24 novembre 2020, il Ministero dell'ambiente ha approvato il suddetto Accordo di Programma e ha impegnato la somma di euro 15.000.000,00 e successivamente ha trasferito a favore del Commissario straordinario l'importo di complessivi euro 9.000.000,00;

   va considerato che il Commissario straordinario è individuato nell'ambito del citato Accordo di Programma quale soggetto beneficiario dei finanziamenti nonché responsabile dell'attuazione degli interventi e che, anche in virtù delle competenze a esso attribuite deve assicurare la congruità dei costi degli interventi dal medesimo attuati in ogni fase procedimentale;

   va considerato che in data 16 febbraio 2021 il dottor Roberto Moreni ha dichiarato di non essere intenzionato a proseguire l'incarico e con decreto del Ministro della transizione ecologica è stato nominato Commissario straordinario del Sin «Brescia-Caffaro», l'ing. Mario Nova, per una durata di 12 mesi e che si ritiene si debba procedere al rinnovo dell'incarico per coordinare, accelerare e promuovere la realizzazione dei menzionati interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel suddetto Sin;

   in data 28 giugno 2023 è stato pubblicato il bando di gara europeo per la bonifica del Sin «Brescia Caffaro» con numero 2023/S 122-386077 dal valore stimato di euro 45.391.027,83 Iva esclusa, relativo alla Progettazione esecutiva ed esecuzione degli interventi di decommissioning, bonifica e messa in sicurezza permanente presso lo stabilimento Caffaro a Brescia;

   alla gara hanno partecipato unicamente i seguenti due raggruppamenti di imprese Greenthesis-Acr-Nico e Vittadello-Ireos-Hexa Green. L'interrogante è venuta a conoscenza, a mezzo stampa, del fatto che un dirigente apicale della società Greenthesis in passato ha avuto problemi con la giustizia, mentre nel secondo raggruppamento di imprese partecipante alla gara, alcuni dirigenti della società Ireos sono indagati dalla Procura di Cagliari in relazione alle bonifiche dei siti industriali di Portoscuso e del Sulcis –:

   se, tenuto conto del disciplinare di gara anche alla luce della normativa vigente e della giurisprudenza amministrativa in materia, abbia adottato o intenda adottare ogni iniziativa di competenza volta a verificare se i rappresentanti legali e i dirigenti apicali dei due raggruppamenti di imprese partecipanti alla gara di appalto per la bonifica del sito di interesse nazionale Caffaro, così come delle imprese ad essi partecipanti, non abbiano carichi rendenti o passati in giudicato per reati ambientali o collegati ad attività relative alla criminalità organizzata o al riciclaggio di risorse provenienti da attività illecite.
(3-00786)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   FABRIZIO ROSSI e MATTIA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il Governo ha accolto un ordine del giorno n. 9/01239-A/097 alla Camera, impegnandosi a istituire un tavolo tecnico presso il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, che avrebbe dovuto iniziare la propria attività a settembre 2023, per valutare l'istituzione di un consorzio tra enti, ex articolo 31, comma 7, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, allo scopo di salvaguardare la laguna e gli ecosistemi ad essa connessi;

   a tal fine si segnala il fatto che la laguna di Orbetello rappresenta, da sempre, sia in termini ambientali, sia in termini naturalistici, un'eccellenza non solo della regione Toscana, ma dell'Italia intera, considerando ulteriormente che, nel tempo, troppo spesso è stata, malauguratamente, abbandonata a sé stessa e non adeguatamente tutelata dal punto di vista normativo;

   ciò considerato, appare necessario agli interroganti approntare un intervento normativo con l'obiettivo di adottare definitivamente, al fine di garantire la certezza del diritto, una forma di una gestione ordinaria del complesso sistema rappresentato dalla laguna di Orbetello, mediante la creazione di un organismo di gestione, come indicato dalla conferenza delle varie amministrazioni territoriali interessate, garantendo un percorso che tenga conto delle peculiari esigenze ambientali, economiche e giuridiche della laguna, avente la natura di soggetto di diritto pubblico, dotato di una propria personalità giuridica, partecipato da Stato, regione Toscana, provincia di Grosseto e dalle amministrazioni comunali di Orbetello e di Monte Argentario;

   tale organismo di gestione appare agli interroganti necessario per due ragioni: innanzitutto perché nonostante i vari interventi di risanamento effettuati nel tempo da parte del commissario delegato all'emergenza, la laguna di Orbetello necessita di una serie permanente di interventi di manutenzione e gestionali, atti a conservarla e a migliorare gradualmente l'attuale situazione di equilibrio ambientale; inoltre perché le differenti competenze in capo agli organi attuali hanno prodotto uno stato non soddisfacente di operatività, quasi d'inerzia, che ha contribuito al graduale peggioramento della situazione eco-ambientale della laguna, quindi versa in uno stato di emergenza perché, la frammentazione delle competenze è stata la causa dell'inefficiente azione istituzionale svolta –:

   se il tavolo sia stato istituito e, in tal caso, quale sia io stato di avanzamento dei lavori, tenuto conto di quanto evidenziato nel citato atto di indirizzo e nelle premesse da parte degli interroganti.
(5-01586)


   ILARIA FONTANA, QUARTINI, RICCARDO RICCIARDI, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel corso del violento evento meteorologico dei giorni scorsi, una delle zone più colpite è l'area tra Firenze-Prato-Pistoia;

   a Campi Bisenzio circa 800 ettari di territorio sono stati allagati, inondando strade e case, mentre pioggia e vento intensi contribuivano a peggiorare ulteriormente le conseguenze;

   il 5 novembre, delle 23 mila persone coinvolte, circa 5000 erano ancora isolate nel comune di Campi Bisenzio, senza forniture di servizi, comprese quelle telefoniche ed elettriche;

   si sta continuando a lavorare per rimuovere il fango e per evitare i fenomeni di sciacallaggio;

   la Protezione civile e le Forze dell'ordine, assieme ai sanitari ed alle associazioni di volontariato, stanno rifornendo la comunità coinvolta dei beni di prima necessità mentre le società di erogazione di servizi stanno tentando di ripristinare i collegamenti;

   nella regione vi sono stati 7 morti e a Prato vi è ancora un disperso; i danni a beni pubblici e privati sono stimati in almeno mezzo miliardo;

   è necessario rendere immediatamente disponibili i finanziamenti per ripristinare le strutture e risarcire i danni per quanto successo in Toscana, in Veneto e altri territori;

   occorre rivedere i meccanismi assicurativi al fine di prevedere la possibilità di risarcimento dei danni per calamità naturali;

   occorre arrestare finalmente la realizzazione di grandi opere in una piana già compromessa dall'eccessivo consumo di suolo che, con l'impermeabilizzazione dei terreni, ha contribuito al disastro dell'alluvione;

   secondo Ispra il triangolo Firenze-Prato-Pistoia ha un consumo di suolo fino al doppio della media nazionale e Campi Bisenzio è terza in Toscana per ettari consumati, con una percentuale di suolo consumato del 32 per cento;

   nel 2022, l'Italia ha registrato 11 eventi alluvionali e 10 franosi, con danni per oltre 2 miliardi di euro;

   solo l'alluvione del maggio scorso e quella di questi giorni hanno registrato 21 morti e danni per circa 9 miliardi;

   all'impermeabilizzazione dei suoli si aggiunge la crisi climatica con aumento delle temperature e numero e intensità delle precipitazioni, ben più violente del passato; non a caso lo stesso PNRR (Missione 2) prevede finanziamenti significativi sia per interventi strutturali sul dissesto idrogeologico sia per ridurre le cause climalteranti –:

   nelle more dell'approvazione di una norma sul consumo di suolo, per quanto di competenza, quali iniziative intenda adottare il Governo per fermare la cementificazione nella piana fiorentina e per migliorare le infrastrutture necessarie per prevenire allagamenti e frane.
(5-01587)


   MAZZETTI, CORTELAZZO e BATTISTONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   tra il 2 e il 4 novembre 2023 il territorio della Toscana è stato colpito dalla furia della tempesta Ciaran, definita dai meteorologi come «autorigenerante». In poche ore in alcune zone sono caduti 200 millilitri di pioggia, mentre venti battevano i territori a oltre 150 chilometri orari;

   si registrano 7 vittime, migliaia di persone evacuate, intere aree prive di energia elettrica e gas per giorni, oltre 1000 ettari di territorio allagati. La stima provvisoria dei danni effettuata dal presidente della regione ammonta a 500 milioni, quella dei danni alle colture a 50 milioni. Si stimano 100 milioni di tonnellate di rifiuti da rimuovere;

   il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza, per dodici mesi, per le province di Firenze, Pisa, Pistoia, Livorno e Prato, nominando il presidente della regione commissario straordinario delegato, per fronteggiare l'emergenza derivante dagli eventi calamitosi nei territori colpiti;

   ancora non calcolabili i danni al sistema produttivo toscano, in particolare a quello pratese. Il Ministero degli esteri ha messo a disposizione 100 milioni a fondo perduto per le aziende che esportano e sono previsti altri 200 milioni di prestiti agevolati in aggiunta oltre alla moratoria per le rate dei prestiti Sace. L'Abi ha invitato banche a sospendere mutui in Toscana. Il sistema moda si è mosso per aiutare gli ordini del distretto Prato;

   se il reticolo dell'Arno ha tenuto, altrettanto non si può dire dei reticoli fluviali minori. Il Bisenzio non ha retto, allagando Prato. L'Anbi Toscana ha diffuso una nota nella quale, ricordando le alluvioni del 1966 e quella del 1991, ha elencato gli investimenti per la sicurezza idraulica nella piana fiorentina, Prato e Pistoia fra manutenzioni ordinarie (finanziate con il contributo di bonifica) e straordinarie (con finanziamenti derivanti da altri enti di fiscalità generale). Risorse importanti, ma evidentemente insufficienti;

   si sono rinnovate le polemiche, già intervenute nell'alluvione dell'Emilia-Romagna, sulla capacità delle strutture di controllo della sicurezza idraulica di sostenere gli impatti degli eventi eccezionali, in particolare in aree ad alta densità abitativa e produttiva, nelle quali i suoli sono fortemente impermeabilizzati –:

   quali ulteriori iniziative di razionalizzazione del sistema e risorse aggiuntive intenda porre in essere il Governo per migliorare il controllo del reticolo idrogeologico nazionale e più in generale per implementare le opere di manutenzione e mitigazione volte a contrastare il rischio idrogeologico.
(5-01588)


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la società Edison spa nel dicembre 2019 ha attivato il procedimento di autorizzazione, ai sensi decreto-legge n. 257 del 2016, per la costruzione e l'esercizio di un deposito di gas naturale liquefatto (GNL) all'interno del porto di Brindisi, banchina Costa Morena Est;

   con delibera n. 230 del 26 luglio 2021 la Giunta del comune di Brindisi ha espresso giudizio tecnico sfavorevole sull'iniziativa;

   la provincia di Brindisi, con decreto del presidente della provincia n. 63 del 28 luglio 2021 ha espresso parere non favorevole rilevando tra l'altro come il progetto andrebbe sottoposto a valutazione d'impatto ambientale di competenza statale, in quanto rientrante nella categoria progettuale di cui al punto 8, quarta linea, dell'allegato II alla parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni;

   pur essendo infatti il deposito dimensionalmente inferiore alla soglia di 20.000 mc, si evidenzia come la legge regionale pugliese n. 11 del 2001 «Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale» preveda la riduzione della soglia del 30 per cento nelle aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale di cui all'articolo 74 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, come è il territorio comunale di Brindisi (decreto del Ministero dell'ambiente del 10 gennaio 2000);

   si ritiene che tale previsione, cogente nel caso di procedimenti di competenza regionale, debba essere necessariamente applicata anche ai progetti di competenza statale, per loro natura maggiormente impattanti, al fine di non determinare disparità di trattamento;

   con decreto interministeriale n. 17487 del 22 agosto 2022 il Ministero della transizione ecologica, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibili, ha autorizzato Edison spa all'installazione ed all'esercizio del citato deposito di gas;

   il deposito verrebbe realizzato in parte attraverso un finanziamento di 39 milioni con fondi del PNRR per le infrastrutture legate alla transizione ecologica –:

   se alla luce delle evidenti criticità del progetto in questione anche richiamiate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, nel proprio parere del 13 ottobre 2021 n. 50, il Ministro interrogato, per quanto di competenza, non reputi doveroso revocare in autotutela il citato decreto interministeriale n. 17487 del 22 agosto 2022 ed ogni connesso provvedimento, anche in considerazione che l'intervento in premessa viene finanziato in parte con i fondi del PNRR, a garanzia del pieno rispetto del principio di «non arrecare danni significativi» (Dnsh, «do no significant harm») cui tutti gli interventi del PNRR devono rispondere.
(5-01589)


   SIMIANI e BARBAGALLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso settembre 2023, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il professor Fatuzzo è stato nominato a capo della struttura commissariale per la depurazione in Sicilia nonostante lo stesso sia già Presidente di Sidra, la società che gestisce il servizio idrico nella città di Catania;

   inoltre dall'ottobre del 2022, il dottor Atelli è stato nominato capo di gabinetto dal Ministro per lo sport e i giovani, nonostante lo stesso ricopra il ruolo di presidente delle commissioni Via-Vas e Pnrr-Pniec del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;

   in entrambi i casi si evidenzia una commistione tra il ruolo di controllore e di controllato;

   infatti il professor Fatuzzo da un lato individuerà le risorse per le infrastrutture idriche e, dall'altro, le gestirà. Inoltre, vi è un evidente conflitto di interessi anche con gli altri gestori per quanto riguarda l'accesso ai finanziamenti e per individuare le priorità;

   per quanto riguarda il dottor Atelli, la nomina a capo di gabinetto fa venir meno la sua posizione di terzietà e determina una situazione di imbarazzante conflitto di interessi poiché, in qualità di presidente delle due commissioni tecniche, ha il delicato compito di svolgere le funzioni di valutazione ambientale di competenza statale necessarie per la realizzazione di importanti opere infrastrutturali e, in quanto capo di gabinetto, si trova ad avere una posizione di fiducia e di collaborazione con il Governo che propone i progetti da sottoporre a Via;

   sembra, agli interroganti, che in entrambi i casi decadano i presupposti di garanzia e di imparzialità di giudizio necessari quando si ricoprono delicati ruoli di controllo e di autorizzazione e in questo modo gettando ombre sul processo decisionale su cui il Governo sta centrando la propria attività politica, come a esempio la compatibilità ambientale del ponte sullo Stretto, un tema di grande rilievo per la Regione Siciliana e su cui le commissioni presiedute dal dottor Atelli dovranno esprimersi;

   anche nel caso del professor Fatuzzo l'evidente incompatibilità non è accettabile, nonostante le difficoltà che la regione sta attualmente affrontando per le sanzioni europee a causa delle carenze nel settore fognario e depurativo su cui bisogna porre la giusta attenzione –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato sulle questioni esposte in premessa, anche al fine di chiarire se ritenga urgente superare quello che appare agli interroganti un evidente conflitto di interessi e sgombrare il campo da qualsiasi dubbio o perplessità connessi a funzioni di così grande rilievo per il Paese.
(5-01590)


   MONTEMAGNI, ZIELLO, BARABOTTI, NISINI, ZINZI, BENVENUTO, BOF e PIZZIMENTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   gli eventi meteorologici di eccezionale intensità che hanno colpito gran parte del territorio nazionale, sono iniziati, nella regione Toscana, con forti raffiche di vento che, a partire dalla notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre, hanno distrutto il litorale di Massa, Viareggio, Marina di Pisa, con onde alte oltre 5 metri che hanno invaso città, devastato stabilimenti balneari, provocato allagamenti, distrutto imbarcazioni;

   la tempesta «Ciaran», si è successivamente estesa sull'entroterra toscano, creando ingenti danni nelle province Pisa, Livorno, Firenze, Prato, Pistoia, dal 2 novembre, causando estese alluvioni su coltivazioni e abitati, caduta di alberi, distruzione di tetti e capannoni, frane e allagamenti sulle infrastrutture ed enormi disagi alla circolazione;

   7 purtroppo sono le vittime, 2 dispersi segnalati, 1200 sfollati; la prima quantificazione dei danni risulta stimata in mezzo miliardo di euro;

   i cittadini, sui media, lamentano sia la mancata realizzazione di infrastrutture idrauliche da parte della regione, che avrebbero potuto ridurre gli impatti, sia la mancata emanazione di una tempestiva allerta meteo rossa;

   come si apprende ancora dalla stampa, sembra che sei anni fa fossero stati stanziati più di 144 milioni di euro, rimasti poi inutilizzati, per la messa in sicurezza idrogeologica dell'area colpita dall'alluvione; si trattava di ben 57 interventi, di cui quattro a Campi Bisenzio, 2 a Lastra a Signa, 20 a Pistoia, 8 a Prato, 13 a Quarrata, 4 a Signa;

   altre opere realizzate dalla regione, come le dighe foranee soffolte a Marina di Pisa, si sono dimostrate non in grado di contenere la mareggiata, come già prognosticato, allora, dai cittadini che chiedevano dighe rialzate;

   il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza nelle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato, con grande tempestività, dimostrando la vicinanza delle istituzioni alla Toscana, ma, tuttavia, non sono state ancora ricomprese le province di Lucca e Massa-Carrara, che hanno subito gravi danni a causa degli stessi eventi meteorologici;

   contro accuse strumentali su tagli di progetti previsti dal PNRR, il Governo ha già risposto che non ci sono definanziamenti ma solo modifiche alle fonti di finanziamento, piuttosto, come da notizie stampa, potrebbe essere la regione a non aver utilizzato bene i finanziamenti assegnati –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza; intenda adottare iniziative volte a valutare la possibilità di destinare parte dei fondi programmati per la difesa del suolo, anche di quelli previsti dal PNRR o altre fonti, alla messa in sicurezza idrogeologica del litorale e dei versanti della Toscana, smentendo le accuse al Governo.
(5-01591)

CULTURA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della cultura, per sapere – premesso che:

   il Goethe-Institut Turin è stato fondato nel 1954 quale primo istituto di cultura tedesca in Italia e secondo nel mondo dopo Atene;

   attraverso il suo operato, nei suoi 70 anni di attività il Goethe-Institut Turin si è proposto, tra le altre cose, di promuovere l'apprendimento della lingua e della cultura tedesca in Italia, stimolando il dialogo culturale e formativo in Europa e favorendo l'incontro tra artisti e intellettuali italiani e tedeschi, la presentazione della cultura tedesca contemporanea e l'incentivazione della collaborazione italo-tedesca ed europea a livello culturale e intellettuale;

   lo scorso 3 ottobre 2023, attraverso una nota stampa riportata sulla pagina web, il Goethe-Institut ha comunicato la chiusura di diverse sedi in Italia e nel mondo;

   si riporta integralmente il testo della nota: «Il 27 settembre 2023, il Consiglio Superiore del Goethe-Institut ha deciso un'ampia trasformazione della propria organizzazione globale. La base è una nuova concezione per il futuro che il Consiglio Direttivo del Goethe-Institut ha sviluppato in dialogo strategico con il Ministero degli Esteri della Repubblica Federale di Germania. Lo sfondo del riallineamento è costituito dai profondi cambiamenti nelle condizioni quadro geostrategiche e finanziarie. L'obiettivo è potenziare la capacità operativa del Goethe-Institut nei suoi ambiti di azione, cultura, lingua tedesca e informazione, in tutto il mondo. Anche la digitalizzazione e le attività di formazione nel campo dell'immigrazione di manodopera qualificata saranno ampliate. Inoltre, il Goethe-Institut rafforzerà il suo impegno nell'Europa centrale e orientale, nel Caucaso, nel Pacifico meridionale e al centro degli Stati Uniti. Questo riallineamento strategico non può essere realizzato senza tagli alla rete altrove: Solo la chiusura di istituti, la riduzione di posti di lavoro e le misure per aumentare l'efficienza porteranno ai risparmi necessari. In questo modo, la principale organizzazione indipendente tedesca per le relazioni culturali internazionali potrà mantenere il proprio impegno nei confronti dei partner a lungo termine e a livello globale. Queste decisioni, che trovano fondamento anche nell'aumento dei costi, nel calo delle entrate e nella riduzione del sostegno finanziario governativo, hanno un forte impatto sul Goethe-Institut in Italia. La densa rete di Goethe-Institut in Italia è espressione di una profonda amicizia tra Germania ed Italia. Nel contesto del processo di trasformazione globale, tuttavia, il Goethe-Institut dovrà ridurre la sua rete anche qui.
   I Goethe-Institut di Torino e Genova saranno quindi chiusi entro il 31 gennaio 2024 e l'istituto di Napoli sarà ridimensionato nello stesso periodo (chiusura del dipartimento di lingua, abbandono delle sale di Palazzo Sessa, attività culturale solo presso i partner). Entro il 31 ottobre 2023, sarà completata anche la chiusura della sede di Trieste, priva di personale, dove non è stato possibile finanziare una struttura propria per molti anni. Anche numerosi altri Paesi e regioni del mondo, tra cui la vicina Francia, sono interessati dai cambiamenti. Tra gli altri, saranno chiusi gli istituti di Bordeaux e Lille, Curitiba, Osaka, Rotterdam e Washington.
   Con gli istituti nelle Città di Roma e Milano, l'istituto ridimensionato di Napoli, e l'istituto di Palermo con il “Kultur Ensemble” franco-tedesco, il Goethe-Institut continuerà ad essere presente in Italia da nord a sud. Tutti i corsi di lingua e gli esami già prenotati potranno essere svolti come previsto nonostante le misure di trasformazione.
   L'obiettivo della trasformazione è quello di garantire il futuro di una rete ridimensionata che possa adempiere alla missione politico-culturale del Goethe-Institut con i suoi corsi di lingua, gli esami, la formazione continua, i servizi di informazione e gli eventi culturali grazie a un quadro finanziario consolidato.
   Le attività innovative in partenariato continueranno a promuovere lo scambio culturale tra l'Italia e la Germania. Ci sarà un rinnovato impegno per aumentare l'importanza dell'insegnamento della lingua tedesca nelle scuole, per espandere gli scambi giovanili, per promuovere il mercato librario e le traduzioni, e per approfondire l'amicizia tra le società civili dei due Paesi, compresa la gestione costruttiva delle ferite del passato.
   Anche con una rete ridimensionata del Goethe-Institut, tra l'Italia e la Germania continuerà ad esistere uno scambio particolarmente intenso di collaborazioni nel campo culturale e didattico. In stretta collaborazione con i suoi partner italiani e tedeschi, il lavoro del Goethe-Institut Italia continuerà a sostenere la promozione dell'apprendimento e dell'insegnamento della lingua tedesca, il chiaro impegno per un'Europa unita, la valorizzazione della democrazia, della diversità, della sostenibilità e della giustizia sociale; continuerà inoltre a favorire l'incontro tra le generazioni e a garantire con risorse sufficienti la vitalità di uno scambio culturale»;

   il 31 gennaio 2024, dunque, dopo 70 anni di attività e di collaborazione con tutte le più importanti istituzioni e realtà culturali in varie città d'Italia, la prestigiosa sede del Goethe-Institut chiuderà;

   la fine delle attività del Goethe-Institut avrebbe conseguenze dirette sui dipendenti. Per quel che riguarda la città di Torino, ad esempio, si tratta di 18 dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato, oltre che sul personale di segreteria e accoglienza e sui 18 collaboratori (13 docenti e 5 esaminatori);

   il Salone del Libro di Torino ha deciso di accogliere quest'anno una lingua ospite per poter approfondire nelle cinque giornate di manifestazione la produzione letteraria e culturale di una lingua e la lingua ospite scelta per l'edizione 2024 del Salone del Libro sarà il tedesco –:

   se il Ministro interpellato abbia interloquito con il Goethe-Institut per salvaguardare le sedi italiane;

   in che modo si sia attivato o si attiverà per scongiurare la chiusura delle sedi italiane del Goethe-Institut;

   come si intenda tutelare i lavoratori e le lavoratrici del Goethe-Institut.
(2-00265) «Appendino, Caso, Onori, Pavanelli, Baldino, Barzotti, Bruno, Cappelletti, Caramiello, Carmina, Carotenuto, Di Lauro, Fede, Lovecchio, Orrico, Pellegrini, Penza, Quartini, Raffa, Marianna Ricciardi, Sportiello, Tucci, Torto».

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, il Governo sta lavorando ad un piano per quotare Ferrovie dello Stato in borsa fino al 40 per cento, sul «modello Terna» che possiede la rete elettrica per il 40 per cento del gruppo;

   il Ministro dell'economia e delle finanze, alla fine dell'audizione in Parlamento sulla Nadef, non avrebbe smentito l'ipotesi di un piano di «dismissione» delle Ferrovie nel tentativo di finanziare la manovra di bilancio 2024, per venire incontro alle aspettative della maggioranza e, nello stesso tempo, ridurre il debito pubblico, rassicurando i mercati sulla stabilità delle finanze pubbliche;

   dall'operazione ci si attenderebbe un valore compreso tra i 4 ed i 5 miliardi di euro nell'ambito dei più cospicui incassi che il Governo punta a realizzare con le privatizzazioni, in relazione alle quali nei documenti di finanza pubblica il Governo ha indicato la cifra di 20 miliardi di incassi nel triennio;

   l'operazione relativa alle Ferrovie è, comunque, molto complessa e per portare a fondo un'operazione del genere le medesime fonti dichiarano che occorre almeno un anno; ciò che rende complicata l'operazione è il conseguente riassetto societario poiché la rete non può essere venduta come il business dei treni, dato che è la stessa sulla quale transitano i treni privati di Italo; si paventa, quindi, la possibilità di seguire due strade;

   da una parte si potrebbe procedere attraverso una separazione secca fra le due grandi controllate del gruppo, ovvero Trenitalia e Rete ferroviaria italiana, con quest'ultima che gestisce l'infrastruttura e che resterebbe per intero allo Stato. Tale soluzione richiede molto tempo e determinerebbe minori introiti;

   la seconda ipotesi prevede di rendere preventivamente «neutrale» la rete ed allo stesso tempo remunerativa per alcuni privati. L'ipotesi è quella di permettere ai fondi pensione di partecipare ai nuovi investimenti infrastrutturali sulla rete; in questo modo si massimizzerebbero gli introiti e si eviterebbe la censura delle istituzioni comunitarie;

   il PNRR ha assegnato al gruppo Ferrovie dello Stato oltre 26 miliardi di euro, rendendo l'azienda il più grande appaltatore del Paese. Inoltre l'azienda ha definito un piano da 200 miliardi di investimenti in un decennio per colmare il divario infrastrutturale tra Nord e Sud e per il potenziamento delle interconnessioni tra porti e aeroporti, stazioni ferroviarie e terminal merci;

   il gruppo Ferrovie è l'ultima società pubblica privatizzabile di cui lo Stato possiede ancora il 100 per cento ed il business ferroviario richiama l'attenzione di molti investitori, come dimostra il caso Italo;

   il Ministro interpellato in audizione sulla Nadef dichiarato che la prossima manovra di bilancio presuppone un taglio della spesa ed un piano di dismissioni «monstre» da 20 miliardi di euro, in «un percorso ad ostacoli che vogliamo comunque perseguire»;

   il finanziamento di misure sociali ed il perseguimento di riforme strutturali non può essere realizzato con introiti una tantum derivanti dalla cessione delle quote di partecipazioni dello Stato –:

   quale siano le intenzioni del Governo sulle questioni esposte in premessa e se intenda garantire l'interesse nazionale evitando in ogni modo la privatizzazione della rete ferroviaria, tutelandone, in tal modo, la funzione strategica per il Paese.
(2-00264) «Barbagallo, Casu, Bakkali, Ghio, Morassut, Serracchiani, Orlando, Cuperlo, Porta, Lai, Lacarra, Provenzano, Stumpo, Roggiani, Amendola, D'Alfonso, De Luca, Malavasi, De Maria, Gnassi, Graziano, Zingaretti, Andrea Rossi, Fassino, Peluffo, Fornaro, Ubaldo Pagano, Fossi, Marino, Scotto, Forattini, Toni Ricciardi, Bonafè, Iacono, Girelli, Curti, Gribaudo, Berruto».

Interrogazione a risposta scritta:


   LA SALANDRA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   per quanto noto, sul finire dell'anno 2020, il Governo nazionale allora in carica ha affidato alle province specifici fondi al fine di poter fronteggiare l'emergenza COVID-19. I detti fondi erano – anche per quanto certificato dal MEF – a utilizzo vincolato, finalizzato al sostegno alle scuole nell'acquisto di dispositivi di protezione e di distanziamento sociale, per l'esecuzione di lavori legati alla nuova disposizione delle aule, per sostenere la didattica a distanza anche con l'acquisto di notebook; per la provincia di Foggia risulterebbe essere stato approvato dal Presidente pro tempore dell'ente un programma dell'importo di 12 milioni di euro a valere proprio sui predetti «fondi Covid», per la manutenzione delle strade, e così per quattro interventi, da 3 milioni l'uno, suddivisi per zone tra Tavoliere Nord, Tavoliere Sud, Gargano e Monti Dauni;

   in particolare, talune testate locali hanno richiamato proprio le parole del rappresentante della provincia di Foggia che ha espressamente usato i fondi destinati a fronteggiare l'emergenza Covid per interventi di manutenzione stradale (www.foggiacittaaperta.it/news/read/provincia-foggia-nicola-gatta-fondi-covid-scuole-errori-ritardi), e così anche per quanto dichiarato proprio dallo stesso ente in via istituzionale (www.provincia.foggia.it/Notizie-e-comunicati/Dettaglio-News);

   la superiore operazione di uso non corretto dei fondi pubblici risulterebbe, per quanto riportato da talune notizie di stampa, essere stato rilevato anche dagli stessi revisori dell'ente che pare abbiano certificato l'impossibilità di destinare i finanziamenti del Governo alla suddetta manutenzione stradale. Sul punto dicasi che risulterebbe essere intervento anche lo stesso MEF che ebbe a certificare la specifica finalità dei fondi, e che le gare predisposte dalla presidenza della provincia di Foggia dovevano essere annullate, e quelle somme disimpegnate dal bilancio, e così per riscontro a nota di formale posta dal collegio dei revisori (www.statoquotidiano.it/25/06/2021/mainiero-gatta-fa-manutenzione-delle-strade-con-i-soldi-del-covid-si-dimetta/869143/);

   in particolare, alla data del giugno 2021 risultava che la provincia avesse revocato proprio i bandi con i quali a dicembre 2020 vincolò le risorse, oltre 13 milioni di euro, che il Governo aveva trasferito per fronteggiare l'emergenza sanitaria da COVID-19, mentre sono stati impiegati per finalità diverse ed ordinarie dell'ente provincia. In specie, sembrerebbe che proprio il Mef abbia chiarito che gli interventi ammissibili riguardassero due tipologie principali, ovvero dispositivi per il distanziamento sociale, e piccoli interventi di adeguamento di spazi e locali scolastici necessari per contrastare l'emergenza sanitaria –:

   di quali elementi disponga il Governo, anche per il tramite dei servizi ispettivi di finanza pubblica, circa quanto dei favori attribuiti dal Governo per fronteggiare l'emergenza COVID-19 sia stato erroneamente impegnato dalla provincia di Foggia per probabilmente indebiti rifacimenti stradali, quanto sia stato effettivamente impiegato per le finalità cui erano destinati, e quanto la provincia di Foggia abbia dovuto restituire per eventuale mancato utilizzo.
(4-01829)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta immediata:


   LUPI, ROMANO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   al 2022 è stato stimato che la durata di un processo penale, dalla fase delle indagini preliminari fino alla sentenza della Corte di cassazione, si attesti intorno ai quattro anni e mezzo e che, in alcuni fori, soprattutto nel Mezzogiorno, arrivi anche a superare i sei anni;

   per tentare di porre rimedio al problema delle tempistiche processuali, il 30 dicembre 2022 è entrata in vigore la cosiddetta «riforma Cartabia» che si riprometteva di modificare in meglio il processo penale;

   tuttavia non sono state risolte alcune problematiche e complicanze, quali: l'allungamento dei tempi dell'obbligo di promuovere l'azione penale o l'archiviazione e il problema delle competenze territoriali;

   la riforma dell'articolo 406 del codice di procedura penale prevede che: «il pubblico ministero conclude le indagini preliminari entro il termine di un anno dalla data in cui il nome della persona alla quale è attribuito il reato è iscritto nel registro delle notizie di reato. Il termine è di sei mesi, se si procede per una contravvenzione, e di un anno e sei mesi, se si procede per taluno dei delitti indicati nell'articolo 407, comma 2», con ulteriore possibilità di proroga di altri sei mesi, come previsto dall'articolo 406;

   la competenza per territorio, riformata con l'articolo 4 del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, vede la possibilità del rinvio pregiudiziale alla Corte di cassazione per la decisione della competenza per territorio, che quando individuata potrebbe portare alla ripartenza delle indagini;

   con sentenza della sesta sezione penale della Corte di cassazione 5 ottobre 2023, n. 40715, la Corte specifica che, una volta adita per l'individuazione del tribunale competente per territorio, «in virtù dell'esercizio del suo potere cognitivo non è vincolata ad un criterio della domanda, ma una volta adita diviene giudice chiamato a definire tale competenza in relazione all'intero processo», confermando la possibilità dell'allungamento delle tempistiche;

   a parere degli interroganti un cittadino italiano rischia di subire un processo interminabile a causa di un utilizzo semplicistico delle proroghe dei tempi delle indagini prima e nelle lungaggini derivanti da eventuale incompetenza territoriale poi, rimanendo indagato e magari subendo già un processo mediatico;

   si ricorda la riforma della prescrizione, che sarà in aula nelle prossime settimane, e che si intendono garantire pene certe e processi in tempi rapidi ai cittadini, anche in risposta alle richieste dell'Unione europea –:

   se intenda adottare iniziative normative per procedere ad una riforma del processo penale che riduca le tempistiche dell'individuazione del foro di competenza e dell'obbligo di promuovere l'azione penale o l'archiviazione.
(3-00780)

Interrogazione a risposta scritta:


   MAGI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'inchiesta «Il carcere sedato» pubblicato sul numero di ottobre 2023 della rivista Altreconomia e presentata alla Camera dei deputati martedì 24 ottobre 2023, riporta un quadro preoccupante per quanto attiene alla spesa annuale di psicofarmaci all'interno delle strutture detentive;

   i dati raccolti sono stati ottenuti, per quanto attiene alla spesa sanitaria, dalle Asl e, per quanto riguarda le presenze medie annuali, dall'associazione Antigone. Quindici gli istituti presi in considerazione (campione che copre 12.400 detenuti su un totale di 56.000) sia case circondariali che di reclusione, differenti per dimensione e per numero di persone recluse;

   da quanto riportato nell'inchiesta e proiettando la spesa riferita al campione sull'intera popolazione detenuta, è emerso che nel 2022 la spesa in psicofarmaci somministrati nelle carceri italiane è stata almeno di due milioni di euro, in particolare antipsicotici che insistono sul totale per il 60 per cento e sono normalmente prescritti per la cura di gravi patologie come il disturbo bipolare, la schizofrenia e che in proporzione risulterebbero utilizzati cinque volte di più rispetto all'esterno. Se la percentuale di spesa può essere in parte giustificata dal maggior costo delle singole scatole, nel raffronto con la popolazione esterna gli antipsicotici sono gli unici a presentare dati così allarmanti;

   agli antipsicotici seguono ansiolitici (16 per cento) antiepilettici (11 per cento), antidepressivi (8 per cento) e ipnotici e sedativi (1 per cento);

   il Paliperidone, Apipirpraziolo Trazodone, Olanzapina e Quietapina risultano essere ricorrenti nelle liste di acquisti, servono a ridurre sintomi come deliri e allucinazioni e vengono utilizzati per chi ha una diagnosi di psicosi o schizofrenia e, a seconda dei dosaggi, hanno effetti sedativi;

   secondo i dati a disposizione, all'interno degli istituti di detenzione vi è un numero limitato di detenuti con «diagnosi psichiatrica grave» e rappresentano solo il 10 per cento del totale: non si comprende quindi se i suddetti farmaci vengano utilizzati nell'ottica dell'agire clinico, oppure se siano utilizzati con l'obiettivo di rendere più gestibile le comunità detenute;

   l'utilizzo di antipsicotici dovrebbe inserirsi all'interno di un adeguato piano terapeutico, ma risulta evidente che le carceri fatichino a dare risposte adeguate al disagio psichico in aumento, basti prendere in considerazione le ore di servizio settimanale di psichiatri e psicologi che sono state pari a 8,75 ogni 100 detenuti nel primo caso e 18,5 nel secondo;

   ampie le differenze di spesa pro capite tra i vari istituti presi in considerazione: nelle carceri di San Vittore e nell'istituto Lorusso Cotugno di Torino si sono registrati aumenti nella spesa pro capite in antipsicotici pari al 180 per cento rispetto al 2018 nel carcere milanese e del 74 per cento a Torino. Allo stesso tempo si registra una diminuzione di questi acquisti in altri istituti, quali quello di Udine (la struttura più affollata d'Italia), di Santa Maria Capua Vetere e di Solliciano a Firenze. Dati più bassi si registrano a Napoli Poggioreale e Bollate a Milano;

   situazione analoga si registra anche negli istituti penali per i minorenni (Ipm) dove, tra il 2021 e il 2022, la spesa in antipsicotici è aumentata mediamente del 30 per cento, attestandosi a 19 euro pro capite. Differenze si registrano nei diversi Ipm, ma si assiste a un aumento che difficilmente potrebbe essere spiegato e che preoccupa ulteriormente, non solamente per gli effetti anche avversi che già si registrano nella popolazione adulta, ma anche per gli effetti virtualmente devastanti che questi farmaci possono avere sul sistema nervoso centrale che nei minori è ancora in fase di sviluppo –:

   se il Governo non ritenga che i numeri presentati in premessa evidenzino un abuso di cure farmacologiche e se non intenda adottare iniziative di competenza per limitarne il ricorso in particolare negli Ipm dove rischiano di creare dei danni seri ai minori lì detenuti, privilegiando e rafforzando, al contempo, la presenza di psicologi e psichiatri nelle strutture detentive.
(4-01832)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   CASU, BARBAGALLO, ASCANI, BAKKALI, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   nelle relazioni sulla politica dell'informazione trasmesse al Parlamento viene messo in rilievo il sempre maggiore impatto che hanno avuto sulla vita dei cittadini su quella delle imprese, la rapida diffusione delle nuove tecnologie e la conseguente sempre maggiore esposizione a un crescente numero di attacchi cibernetici;

   di recente esperti del settore della cybersicurezza hanno rilevato che nel 2022 il corso degli attacchi informatici è cresciuto costantemente rispetto al 2021, con un incremento del 185 per cento. Di questa percentuale, circa l'80 per cento riguarda il mondo delle piccole e medie imprese;

   rilevante quanto affermato dal capo dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale Frattasi durante il Cyber Security Summit 360: «Oggi i sistemi non sono adeguatamente protetti»;

   dal 2022 si è aggiunto il conflitto tra Russia ed Ucraina che ha accentuato il rischio di attacchi alle infrastrutture critiche e ad altre piattaforme sensibili, che, nonostante condotti con tecniche di attacco note e prevedibili, hanno causato gravi danni, evidenziando come l'Italia sia ancora molto in ritardo per quel che riguarda la capacità di affrontare queste minacce, che coinvolgono piccole e medie imprese e pubblica amministrazione, ma anche grandi imprese;

   nonostante il PNRR consideri la cybersecurity uno dei sette investimenti della digitalizzazione della pubblica amministrazione, sembra che l'attuale Governo si limiti a vaghi impegni politici e a dichiarazioni, come quelle del Ministro interrogato negli scorsi mesi nelle quali si afferma che il tema della cybersecurity «è centrale» e «cornice prodromica a ogni attività in rete», e che «stiamo cercando di investire molto sulla cultura del rischio digitale», non sufficienti mancando la indispensabile leva normativa da parte del Governo per alzare la guardia del nostro sistema Paese;

   è, infatti, solo grazie ad un emendamento del PD, approvato durante l'esame in Commissione della legge di delegazione europea, se si sono potuti inserire anche i comuni e le province tra i soggetti che saranno chiamati insieme alle regioni ad adottare i principi della nuova direttiva NIS2. Ma la maggioranza ha respinto tutti gli altri emendamenti volti a innalzare il livello di protezione del nostro sistema Paese e prevedere un piano di sostegno economico concreto per tutti i soggetti chiamati ad adottare la citata direttiva –:

   quali concrete iniziative, anche di carattere normativo, intenda intraprendere urgentemente il Ministro interrogato, anche in coordinamento con gli altri Ministri competenti, per la protezione e la difesa delle imprese italiane attraverso l'attivazione di un sistema di controlli efficace e la fornitura di strumenti e risorse adeguate.
(5-01577)


   FURGIUELE, MACCANTI, DARA, MARCHETTI e PRETTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il Presidente del Consiglio dei ministri ha partecipato al vertice sulla Sicurezza dell'intelligenza artificiale che si è tenuto a Bletchley Park, nel Regno Unito;

   per la prima volta i Governi delle principali nazioni che si occupano di IA e le principali organizzazioni di IA hanno concordato un piano per la verifica della sicurezza dei modelli di IA di frontiera;

   il piano prevede la verifica dei modelli prima e dopo il loro impiego e un ruolo dei Governi nei test, in particolare per quanto riguarda i danni critici alla sicurezza nazionale, alla sicurezza e alla società;

   l'IA ha un ruolo fondamentale nella trasformazione digitale della società ed è già utilizzata in diversi settori del mondo produttivo ed economico;

   durante il G7 di Hiroshima sono state poste le prime basi per un dialogo intergovernativo sull'IA;

   negli Stati Uniti si sta altresì sviluppando una dottrina tesa a stabilire che «la creatività umana è la conditio sine qua non dell'ammissibilità della tutela del diritto d'autore, anche quando tale creatività umana è incanalata attraverso nuovi strumenti o in nuovi media»;

   il Parlamento europeo ha fissato la propria posizione negoziale sull'IA Act, che rappresenta il primo atto legislativo completo al mondo sull'intelligenza artificiale. La priorità è quella di assicurare che i sistemi di IA siano sicuri, trasparenti, tracciabili e non discriminatori e di arrivare ad una nozione neutra e uniforme dal punto di vista tecnologico per l'intelligenza artificiale, che si renda applicabile a tutti i futuri sistemi di IA;

   è necessario intervenire per rafforzare la trasparenza sui dati e le opere sottratte dalle società di IA per allenare i propri software e regolamentare per il futuro lo sfruttamento del materiale coperto da diritto d'autore da parte dei sistemi di IA, assicurando che dati e opere personali possano essere utilizzati per allenare i modelli di base delle IA esclusivamente previo consenso esplicito e informato dei titolari aventi diritto. Pertanto, il tema deve essere affrontato celermente, senza attendere una futura riforma della disciplina del diritto d'autore –:

   se, parallelamente alla discussione a livello europeo e di G7, il Governo non intenda adottare iniziative, anche normative, volte ad introdurre obblighi per le società di IA relativi all'utilizzo di dati e opere coperti dal diritto d'autore e quali negoziati diplomatici stia conducendo sul tema in vista del G7 a presidenza italiana del prossimo giugno.
(5-01578)


   PASTORELLA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 1° agosto 2023 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) avviava una verifica nel settore dei taxi basata sulle criticità che creano da tempo pesanti disservizi per l'utenza a Roma, Milano e Napoli;

   secondo Agcm il sistema delle licenze ostacola le dinamiche concorrenziali e i conseguenti benefici in termini di soddisfazione della domanda e di qualità del servizio. Per verificare la situazione attuale del sistema sono state richieste informazioni riguardanti diversi aspetti dei servizi taxi ai comuni di Roma, Milano e Napoli e alle principali piattaforme e società di radiotaxi;

   dall'analisi emerge una diffusa e strutturale inadeguatezza del numero delle licenze attive rispetto alla domanda del servizio che ha generato un numero molto elevato di richieste inevase e tempi eccessivamente lunghi di attesa per l'erogazione;

   l'indagine rileva, per esempio, che a Roma il numero di licenze attive è pari a 7.962, ovvero 2,8 licenze ogni 1.000 residenti; a Milano le 4.853 licenze attive sono pari a 3,5 licenze ogni 1.000 residenti; a Napoli, a fronte di 2.364 licenze attive, sono disponibili 2,6 licenze ogni 1.000 abitanti. Le corse inevase a Roma e Milano sono arrivate a una media del 40 per cento;

   per superare questa grave situazione l'Autorità ha sollecitato i comuni di Roma, Milano e Napoli ad adeguare il numero delle licenze taxi alla domanda spingendo l'aumento oltre il tetto del 20 per cento fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto «Asset» (n. 104 del 2023 convertito dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136) e adottando in tempi brevi i bandi di pubblico concorso per l'assegnazione delle nuove licenze;

   Agcm auspica inoltre l'adozione di misure aggiuntive, come la regolamentazione dell'istituto delle doppie guide, l'implementazione del taxi sharing e l'efficientamento dei turni;

   infine l'Autorità raccomanda l'esercizio di un monitoraggio, attivo ed efficace, sull'adeguatezza dell'offerta e sull'effettiva prestazione del servizio taxi, tramite adeguati meccanismi di controllo, i cui esiti dovranno essere adeguatamente pubblicizzati –:

   se, alla luce dell'analisi di Agcm secondo cui quanto previsto dal cosiddetto decreto «Asset» non è sufficiente a garantire la concorrenza né uno standard sufficiente nell'erogazione del servizio, ritenga opportuno porre in atto iniziative aggiuntive di tipo strutturale per adeguare il servizio taxi a consoni livelli di concorrenza e qualità nonché per svolgere attività di monitoraggio e controllo del servizio stesso.
(5-01579)


   GHIRRA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il Ministro Urso ha controfirmato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1o settembre 2023 che ha dato attuazione all'art. 13-bis del decreto-legge n. 104 del 2023;

   tale decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha aperto la strada allo scorporo della rete di accesso TIM dalla medesima società Tim a una società di prossima costituzione (NetCo), il cui pacchetto di controllo sarà detenuto dal fondo statunitense KKR, con partecipazione minoritaria del Tesoro italiano e della Cassa depositi e prestiti –:

   quali siano le prospettive di sviluppo industriale della nuova società e quali iniziative concrete abbia preso il Ministro interrogato per assicurare la sicurezza nazionale di un'infrastruttura strategica quale la rete di accesso, (nonché per garantire i livelli occupazionali.
(5-01580)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata:


   MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   la popolazione carceraria ha di recente sfiorato le sessantamila unità, ottomila in più rispetto ai posti attualmente disponibili presso le strutture carcerarie;

   secondo i dati del Ministero della giustizia aggiornati al 31 ottobre 2023, infatti, se all'inizio del 2023 i detenuti erano 54.966, ora sono a quota 59.715. Tenuto conto che la capienza delle carceri è di 51.275 posti, i detenuti in sovrannumero sono 8.440;

   il maggiore sovraffollamento è in Lombardia e Puglia: nella prima regione i detenuti sono 8.691 rispetto a 6.153 posti letto; nella seconda i detenuti sono 4.387 a fronte di una capienza pari a 2.912. I condannati definitivi sono 43.523, quelli giudicati da una sentenza di primo o secondo grado sono 6.402, mentre quelli in attesa di primo giudizio sono 9.468. I detenuti stranieri sono 18.803 e la maggior parte proviene dal Marocco (3.946), dalla Romania (2.055), dall'Albania (1.941), dalla Tunisia (1.922) e dalla Nigeria (1.184). Le donne in carcere sono 2.525. Le detenute madri con figli al seguito sono 22 e i figli 23;

   tali numeri rendono quanto mai necessari interventi infrastrutturali, attesi da anni, volti al potenziamento della sicurezza degli istituti e al miglioramento delle condizioni di vivibilità della popolazione carceraria, nonché all'adeguamento funzionale dei suddetti penitenziari;

   interventi di edilizia carceraria sono fondamentali, oltre che per le condizioni di vivibilità dei detenuti, anche per migliorare le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria e del personale delle strutture;

   il Ministro interrogato ha posto la questione tra gli obiettivi principali del suo dicastero e del Governo, annunciando un grande piano di edilizia carceraria volto a realizzare nuove strutture e a migliorare quelle esistenti –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di promuovere i necessari interventi di edilizia carceraria volti a realizzare nuove strutture penitenziarie e a migliorare quelle esistenti, a beneficio del personale della polizia penitenziaria, del personale che opera nelle strutture e degli stessi detenuti.
(3-00778)


   SOTTANELLI, PASTORELLA e BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'autostrada A14 Bologna-Taranto è una delle arterie più pericolose di tutta la rete autostradale italiana, con particolare riferimento alla tratta compresa tra Marche e Abruzzo; anche per questo, la tratta in questione vede ormai da più di dieci anni la presenza di gravi disagi alla circolazione causati da cantieri volti a consolidare le gallerie, sostituire le barriere di sicurezza dei viadotti e ammodernare la rete;

   i lavori, però, procedono a rilento, causando per interi chilometri chiusure di corsie e tratti con circolazione a doppio senso di marcia; in uno di questi, ad aprile 2023, a seguito di uno scontro tra un'automobile e un tir, hanno perso la vita un atleta paralimpico e i suoi figli;

   la necessità di un ammodernamento della tratta pare non essere prioritaria durante la stagione estiva, in cui i lavori sono stati sospesi durante i fine settimana con la motivazione di migliorare la percorribilità; terminata la sospensione estiva, si registrano nuovamente gravi rallentamenti dei flussi di traffico;

   tuttavia anche in altri periodi dell'anno i cantieri risultano deserti per lunghi periodi e non si conosce quale sia la tabella di marcia di completamento dei lavori, né quanti operai vengano impiegati;

   nonostante il tavolo sicurezza permanente A14 del 27 febbraio 2023 avesse come obiettivo quello di superare i disagi sulle tratte delle due regioni e assicurare l'esecuzione degli interventi secondo un'idonea pianificazione temporale, da allora non si sono registrati progressi;

   a ciò si aggiunge la mancanza della terza corsia e la necessità del potenziamento del tratto abruzzese della A14, ancora ferma al palo e, apparentemente, non nei programmi di Autostrade per l'Italia, come affermato pochi mesi fa dal presidente Marsilio;

   di tale situazione risentono non solo i collegamenti nazionali, ma anche lo sviluppo economico, sociale e turistico dell'intera regione, già fortemente penalizzata dall'assenza dell'alta velocità ferroviaria e dalla recente soppressione dei voli per Milano e Torino, con il concreto rischio di un ulteriore ridimensionamento dello scalo aeroportuale di Pescara –:

   quale sia lo stato dell'arte delle opere di ammodernamento dell'autostrada A14 nella tratta compresa tra le regioni Abruzzo e Marche, con particolare riferimento all'orizzonte temporale di fine lavori, alla garanzia di una circolazione stabile e sicura, all'adeguatezza delle risorse umane e di macchinari impiegati e alla valutazione in merito alla realizzazione della terza corsia.
(3-00779)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ZARATTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 6 novembre 2023 alle ore 10 circa nel centro di Messina, nelle adiacenze del luogo dove poco dopo era prevista una manifestazione promossa da «Ultima Generazione», una pattuglia della polizia di Stato ha identificato il giornalista Fabrizio Bertè, che si trovava in compagnia del docente scolastico Michele Giuli, identificato egli stesso;

   con due diverse autovetture della polizia di Stato entrambi sono stati prelevati e portati in questura;

   secondo fonti giornalistiche la dirigente della Digos di Messina, Vinzy Siracusano, ha inoltre fatto domande a Bertè sui temi maggiormente trattati nel suo lavoro di giornalista, e gli sarebbe stato contestato il fatto di essere in compagnia di un «pluripregiudicato», così definito dalle forze dell'ordine: nel verbale notificato al cronista è infatti scritto che «il predetto si accompagnava al sig. Giuli Michele, soggetto noto per aver posto in essere nel recente passato manifestazioni non preavvisate con gravi ripercussioni sull'ordine pubblico. La perquisizione (fatta al giornalista) dava esito negativo»;

   non risulta all'interrogante che il predetto Michele Giuli sia stato condannato in via definitiva, per cui la definizione di «pluripregiudicato» sembra inesatta e la misura, che potrebbe sembrare un fermo preventivo, anche nei suoi confronti eccessiva;

   alle 10,45 del 6 novembre 2023, si è effettivamente tenuta una manifestazione, non violenta, promossa da «Ultima Generazione», a cui ha partecipato una decina di persone aderenti alla campagna «Fondo Riparazione». La protesta era riferita agli incendi che hanno devastato la Sicilia, alle catastrofi climatiche che hanno colpito il Paese e al fatto che il Governo, anziché stanziare soldi per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, migliorare le infrastrutture e mettere in sicurezza il territorio, voglia finanziare il Ponte sullo Stretto;

   il giornalista Bertè, a causa del suo inspiegabile fermo, è stato impossibilitato a seguire e documentare la manifestazione, poiché è stato rilasciato dalla questura intorno alle 12,30 –:

   se risulti che il fermo del giornalista sia stato fatto con l'intento di impedirgli di raccontare la manifestazione;

   chi abbia deciso di procedere al fermo di Bertè e dell'esponente di «Ultima Generazione» e quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per evitare, in futuro, che si perpetuino azioni che possano essere interpretate quali atti pretestuosi e intimidatori, causando un grave danno d'immagine alle istituzioni preposte all'ordine pubblico.
(4-01830)


   MALAVASI e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come si apprende da notizie di stampa, da molte settimane c'è una banda di ladri che sta facendo razzia di attrezzature agricole e trattori in aziende reggiane, in particolare tra la zona cittadina di Reggio Emilia e la Bassa reggiana;

   nell'ultimo mese sono spariti trattori, e non solo, anche da aziende della periferia cittadina così come dalla zona di Cadelbosco Sopra;

   di recente sono stati commessi furti anche nelle campagne di Correggio, dove i ladri sono riusciti a portare via da un'azienda agricola non solo un trattore ma anche due falciatrici, decespugliatori, mobili da giardino, un barbecue, teli da spiaggia e perfino delle coperte;

   nelle ultime settimane si sono registrati furti a San Bartolomeo, Codemondo, Villa Curta, Villa Cella nel comune di Reggio Emilia e Rondinara nel comune di Scandiano, ampliando sempre più il raggio di azione dei furti;

   quella che si sospetta ormai essere un'organizzazione criminale attiva in tutta la provincia (dopo i raid messi a segno nelle scorse settimane tra bassa e val d'Enza) ha colpito anche nei giorni scorsi l'azienda agricola dei fratelli Bastardi a Fogliano;

   quasi tutti i trattori rubati sono della marca John Deer, macchine da 80-150 cavalli di potenza, dal valore a nuovo di oltre 100 mila euro: un danno economico significativo per le aziende;

   ma oltre al danno diretto c'è il rischio potenziale che gli agricoltori corrono nel caso si trovino di fronte ai ladri. Occorre altresì considerare il danno indiretto cioè trattandosi di mezzi d'opera gli agricoltori non possono lavorare e per una macchina nuova servono molti mesi;

   la programmazione dei furti lascerebbe presagire che vi siano basisti che segnalano dove si trovano i trattori di questa marca specifica;

   nel 2017 Unacma (Associazione macchine agricole) e Coldiretti posero il tema all'attenzione del Senato, segnalando come il giro di affari intorno ai trattori rubati si aggirasse sui 300 milioni di euro;

   a Reggio le associazioni agricole riunite hanno chiesto un incontro urgente al prefetto;

   si segnala che anche in altre province dell'Emilia-Romagna e di altre regioni del Nord si registrano furti analoghi: in particolare, il Presidente di Coldiretti Milano-Brianza ha chiesto un incontro al prefetto e parla di danni che si aggirano sui 600 mila euro a settimana –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti di competenza intenda attuare per contrastare questa organizzazione criminale che sta colpendo tante aziende agricole del reggiano.
(4-01831)


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il 27 ottobre 2023 numerosi operatori del reparto mobile della polizia hanno fatto irruzione all'interno dell'università di Torino in assetto antisommossa effettuando una carica sugli studenti dei collettivi studenteschi presenti nei corridoi del Campus Einaudi che stavano protestando contro la presenza di alcuni studenti di estrema destra del Fuan che stavano tenendo una conferenza dentro una delle aule del Campus;

   i circa duecento studenti dei collettivi si erano radunati per protestare contro la scelta dell'Università, da loro definita inaccettabile, di autorizzare un dibattito organizzato da un'associazione nostalgica del fascismo come quella del Fuan, che propaganda idee razziste e xenofobe;

   la commissione paritetica albo organizzazioni dell'ateneo, che valuta le iscrizioni nell'albo delle associazioni universitarie, aveva deliberato di estromettere il Fuan perché non rispondeva ai criteri per farne parte, nel rispetto dell'etica e dei regolamenti d'ateneo;

   il ricorso presentato dalla stessa associazione è stato accolto dalla Commissione d'appello, che era presieduta da una delegata del rettore, da una docente e una rappresentante degli studenti;

   a parere dell'interrogante l'uso della forza utilizzata dagli operatori di polizia all'interno dell'università pubblica come mezzo di risoluzione delle contestazioni è inaccettabile;

   le modalità violente di intervento delle forze dell'ordine potevano essere evitate anche perché i ragazzi e le ragazze vittime di un uso sproporzionato della forza non avevano alcuna possibilità di offendere gli agenti;

   al fine di superare qualsiasi intervento che prediliga l'esercizio della forza, di fronte a manifestazioni legittime di dissenso, occorre incentivare pratiche di mediazione e di dialogo;

   in merito a quanto accaduto all'interno del Campus Einaudi venerdì 27 ottobre 2023 non risulta all'interrogante che il rettore abbia mai autorizzato l'ingresso delle forze di polizia all'interno del Campus e addirittura dentro le aule e lungo i corridoi –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non intendano verificare se, in relazione ai fatti esposti in premessa, le forze di polizia non abbiano fatto ricorso a uso sproporzionato della forza nei confronti degli studenti che protestavano in modo legittimo e pacifico contro lo svolgimento di una conferenza, dentro le aule del Campus, organizzata dal Fuan, associazione studentesca universitaria che propaganda idee nostalgiche del fascismo, razziste e xenofobe e se risulti se il rettore dell'università di Torino fosse a conoscenza o abbia mai autorizzato l'ingresso delle forze di polizia all'interno delle aule e dei corridoi del Campus Einaudi;

   se il Ministro dell'università e della ricerca, pur tenendo conto dell'ambito di autonomia di cui godono le istituzioni universitarie, sia a conoscenza delle motivazioni per cui il Fuan è stato riammesso nell'albo delle associazioni studentesche dopo che la commissione paritetica aveva deciso di rifiutare l'iscrizione della stessa perché non in possesso dei criteri necessari per farne parte, nel rispetto dell'etica e dei regolamenti d'ateneo.
(4-01833)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta immediata:


   ORLANDO, SCOTTO, GUERRA, FOSSI, GRIBAUDO, LAUS, SARRACINO, BRAGA, BONAFÈ, CASU, CIANI, DE LUCA, DE MARIA, FERRARI, FORNARO, GHIO, MORASSUT, TONI RICCIARDI e ROGGIANI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   anche quest'anno, come nella legge di bilancio per il 2023, nonostante le reiterate dichiarazioni di esponenti di Governo di superare la «legge Fornero», le misure in materia previdenziale contenute nel secondo disegno di legge di bilancio del Governo Meloni rappresentano, addirittura, un arretramento rispetto a quelle già deludenti inserite nella legge n. 197 del 2022;

   si riducono i già esigui margini di flessibilità del sistema pensionistico italiano, introducendo inoltre a giudizio degli interroganti forme di penalizzazione economica per i lavoratori che volessero avvalersene;

   da questo punto di vista, esemplari sono le misure che riguardano gli istituti di «opzione donna», «quota 103» e «ape sociale»;

   per «opzione donna», le già restrittive misure introdotte per il 2023 saranno ancor più limitate dall'innalzamento del requisito anagrafico che passa da 60 a 61 anni, riducendo ulteriormente la platea delle potenziali beneficiarie a solo 2.200 lavoratrici;

   anche la conferma della impropriamente detta «quota 103» viene fortemente scoraggiata dalla penalizzante applicazione del calcolo contributivo su tutti i periodi lavorativi, anche su quelli antecedenti il 1996, con una drastica riduzione dell'assegno pensionistico, oltre all'abbassamento da 5 a 4 volte il trattamento minimo, quale soglia per poter accedere alla misura. Con tali ulteriori vincoli, la platea di lavoratori e lavoratrici interessati dalla misura viene stimata in 17 mila, rispetto ai 48.000 del 2023;

   non sfugge a tali inasprimenti anche l'ape sociale, il cui requisito anagrafico viene fatto crescere, portandolo a 63 anni e cinque mesi, elemento che produrrà una riduzione della platea dei beneficiari dai 16.600 del 2023 ai 12.500 del 2024;

   come se non bastasse, si interviene retroattivamente sui rendimenti delle gestioni previdenziali per i lavoratori ex-Inpdap e uffici giudiziari, per le anzianità contributive inferiori ai 15 anni dei lavoratori che avevano maturato meno di 18 anni contributivi prima del 1996. Una misura che, in venti anni, produrrebbe risparmi pari a oltre 21 miliardi di euro e che ha determinato l'immediata reazione delle categorie interessate, in primis dei medici per i quali si stima un taglio della pensione fino al 25 per cento, con il conseguente rischio di esodi anticipati e il proliferare di possibili contenziosi;

   si tratta di un quadro che va nella direzione opposta rispetto alle promesse elettorali e che rappresenta una clamorosa smentita degli orientamenti che sembravano emergere dall'evidentemente inutile confronto con le parti sociali sul tema della previdenza –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere per rivedere strategicamente le misure in materia previdenziale per i prossimi anni.
(3-00777)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la vicenda dei lavoratori ex poligrafici appartenenti a Seat Pagine gialle fuoriusciti da «Italia on line», azienda subentrata a Seat, a seguito di un licenziamento sancito da accordo in data 2 luglio 2018, è drammatica ed è da anni all'attenzione del Parlamento;

   ad oggi non è stata raggiunta alcuna soluzione che consenta agli stessi di essere riassorbiti in attività lavorative o di accedere alla pensione;

   con una serie di modifiche introdotte, da ultimo, con l'articolo 1, comma 500, della legge di bilancio per il 2020, il regime di deroga al requisito contributivo di cui alla legge n. 461 del 1981 è stato esteso ai lavoratori poligrafici di imprese stampatrici di giornali quotidiani e di periodici ed imprese editrici di giornali quotidiani e di periodici, di agenzie di stampa a diffusione nazionale, le quali avevano presentato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in data compresa dal 1° gennaio 2020 del 31 dicembre 2023, piani di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale in presenza di crisi straordinaria in forza di accordi di procedura sottoscritti a partire dal 1° giugno 2015;

   i lavoratori ex Seat Pagine gialle risultano tagliati fuori dall'applicazione della disciplina derogatoria e non possono accedere alla disciplina ordinaria, non avendo maturato l'anzianità richiesta;

   sulla questione l'interrogante aveva presentato l'ordine del giorno in Assemblea 9/01239-A/006, accolto dal Governo in data 31 luglio 2023, in cui il Governo si impegnava «ad intervenire, a livello normativo, per rivedere i requisiti d'accesso alla pensione per i lavoratori ex poligrafici al fine di risolvere la grave problematica degli esodati ex Seat Pagine gialle, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica»;

   impegno simile era stato preso dal Sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, Claudio Durigon, il quale, rispondendo sul tema ad una interrogazione a risposta immediata in Commissione in data 22 marzo 2023, segnalava «l'attenzione del Ministero e la volontà di trovare uno strumento normativo utile per affrontare il problema» non prima di chiarire che «per risolvere la situazione si dovrebbe dunque intervenire normativamente, stabilendo un regime derogatorio, che consenta agli ex dipendenti di Italia on line di accedere al prepensionamento»;

   nonostante gli annunci e gli impegni ancora non è stata trovata una soluzione, neppure attraverso il disegno di legge di bilancio 2024 presentato dal Governo –:

   se il Governo non intenda urgentemente adottare iniziative normative per consentire agli ex lavoratori Seat Pagine gialle di accedere al prepensionamento.
(5-01581)


   SCOTTO, GRIBAUDO, FOSSI, LAUS e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da molti organi di informazione, la Procura di Napoli, al termine di indagini per fatti risalenti al 2019, ha avanzato la richiesta di sette rinvii a giudizio per diverse personalità, tra cui la segretaria generale del Ministero interrogato, Concetta Ferrari – all'epoca dei fatti direttrice generale per le politiche previdenziali –, Fabia D'Andrea – all'epoca dei fatti vice capo di Gabinetto –, il segretario nazionale della Cisal Francesco Cavallaro e Danilo Iervolino, presidente della Salernitana ed ex proprietario dell'università telematica Pegaso;

   l'udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio si terrà il 24 novembre 2023;

   l'ipotesi di reato contestato è di corruzione di una persona incaricata di un pubblico servizio, per un atto contrario ai suoi doveri, con l'aggravante del concorso di diverse persone;

   la dottoressa Ferrari, nominata segretario generale del Ministero l'8 novembre 2022, nel 2019 avrebbe agevolato, in concorso e di concerto con Fabia D'Andrea, la procedura per la scissione parziale e asimmetrica del patronato Encal-Inpal in due patronati, Encal-Cisal e Inpal;

   analoga richiesta di scissione era stata presentata già a gennaio 2018, ma aveva avuto parere negativo;

   la suddetta autorizzazione avrebbe comportato più che significativi vantaggi economico-finanziari per i due enti, tenuto conto che entrambe avrebbero continuato a ricevere sovvenzioni pubbliche, mantenendo anche locali e patrimoni;

   secondo la ricostruzione dell'inchiesta, per agevolare la procedura la dottoressa Ferrari si sarebbe fatta promettere l'assunzione del figlio Antonio Rossi, anch'esso indagato, come professore all'Università telematica Pegaso, all'epoca di proprietà di Danilo Iervolino;

   oltre all'assunzione del figlio, la dottoressa Ferrari avrebbe ottenuto altre utilità quali un soggiorno con il marito a Tropea, l'uso di una barca, una borsa griffata e la possibilità di acquisto di una autovettura a prezzo scontato da parte di un altro figlio;

   la dottoressa Fabia D'Andrea avrebbe invece avuto da Cavallaro la promessa di assunzioni per due persone da lei indicate;

   l'Università è considerata parte offesa dagli inquirenti, così come il Ministero del lavoro e il patronato Inpal;

   pur nel pieno rispetto del principio di innocenza, non si può non rilevare come la credibilità di funzioni apicali del Ministero interrogato non possa essere compromessa da addebiti tanto gravi e strettamente connessi con le funzioni svolte per conto della medesima amministrazione –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare per restituire credibilità e autorevolezza ai vertici del Dicastero presieduto dal Ministro interrogato.
(5-01582)


   AIELLO, BARZOTTI, CAROTENUTO e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nella legge di bilancio 2024, all'esame presso il Senato (AS 926), l'articolo 33 prevede un ricalcolo delle pensioni di coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1981 e che possono vantare meno di 15 anni di anzianità contributiva, con una conseguente diminuzione dell'assegno pensionistico per molti già a partire dal 2024;

   si tratta delle quote di pensione retributive relative ad alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico e, più precisamente, degli iscritti alla Cassa per le pensioni dei dipendenti degli Enti locali (Cpdel), alla Cassa dei sanitari (Cps) e alla Cassa degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (Cpi) e a favore degli iscritti alla cassa degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (Cpug). In sostanza, oltre 31.000 dipendenti pubblici tra medici, infermieri, insegnanti elementari e delle materne, ufficiali giudiziari, infermieri e addetti delle camere di commercio;

   l'Esecutivo ha però omesso di calcolare la spinta ad anticipare le uscite soprattutto dei medici (il cui ridimensionamento della quota retributiva potrebbe costare un taglio fino al 25 per cento della pensione), che secondo il loro sindacato Anaao sarebbero in 4.000 nel prossimo anno;

   stando alla relazione tecnica della legge di bilancio 2024 il meno vantaggioso ricalcolo delle pensioni interessa, a regime, una platea pari a circa 700.000 statali e concerne il taglio progressivo delle più vantaggiose aliquote di calcolo sul retributivo per gli anni dal 1981 al 1995;

   secondo i calcoli effettuati da Cgil, su una pensione di vecchiaia con decorrenza nel 2024 a 67 anni età e 35 anni di contribuzione, e con retribuzioni rispettivamente da 30.000, 40.000 o 50.000 euro annui, la norma potrebbe determinarne una riduzione pari a 4.432 euro, 5.910 euro o 7.387 euro;

   il sottosegretario al lavoro Durigon avrebbe già anticipato la notizia di una possibile correzione del citato articolo 33, ma specificando che ciò potrebbe avvenire con un maxi-emendamento «a saldi invariati»: non si spiega pertanto come il Governo intenda coprire finanziariamente la eventuale soppressione dell'articolo 33 citato – auspicata dal M5S – ovvero una modificazione dello stesso nel senso di una maggiore gradualità della norma –:

   se e come il Ministro interrogato intenda salvaguardare gli interessi dei dipendenti pubblici rispetto al ridimensionamento della quota retributiva delle relative pensioni, nonché garantire ai lavoratori del pubblico impiego un futuro più sicuro e certo in materia previdenziale.
(5-01583)


   GIACCONE, NISINI e GIAGONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   da 60 giorni gli oltre cento lavoratori del macello di Baldichieri, in provincia di Asti, protestano di fronte ai cancelli della propria azienda;

   oggetto della protesta è la proposta della ditta Ciemme di un inquadramento dei lavoratori con contratto del settore agricolo, sebbene macellino trecento maiali all'ora;

   la Fortes aveva promesso di applicare il contratto degli alimentaristi; il gruppo Ciemme, facendo parte della filiera agricola, vuole applicare quello agricolo che per le centinaia di lavoratori comporterebbe un compenso di 8,50 euro lordi all'ora contro i 12 euro lordi del contratto alimentare, pari a centinaia di euro in meno e la perdita della Naspi;

   la vertenza sta avendo ripercussioni anche economiche per l'astigiano: dopo il carico di 600 suini pronto per la macellazione, partito alla volta dell'Emilia in due tranche ad agosto 2023, il rischio è, per l'appunto, che le grandi firme degli insaccati che si rivolgono al macello ex Pelissero Carni di Baldichieri, come Beretta, Raspini, Galbani o il prosciutto di Parma Dop, vadano in Emilia a prendere la loro materia e non più in Piemonte;

   i suini che arrivano dall'allevamento Ciemme, infatti, sono stati macellati fuori regione fino a circa due settimane fa, quando sono stati fatti arrivare da Modena e Cremona 42 lavoratori per macellare;

   a peggiorare la situazione è anche la vicenda giudiziaria del «patron» del macello di maiali di Baldichieri, che lo scorso 12 ottobre ha ricevuto la notifica degli arresti domiciliari nell'ambito dell'indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Asti; al magnate della carne viene contestata, come amministratore unico della Al.Pi. (ridenominazione della ex Pelissero Carni di Baldichieri) di aver attinto manodopera prima dalla Offina del Lavoro srl e poi dalla Fortes srl, considerate delle aziende «vuote», ovvero nate esclusivamente per rispondere a quell'unico committente ma di fatto prive di mezzi, struttura e, soprattutto, di capacità decisionali –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare con riguardo alla vicenda esposta in premessa affinché sia garantita l'applicazione del giusto contratto e, più in generale, quali iniziative di competenza intenda adottare per salvaguardare i livelli occupazionali anche alla luce della vicenda giudiziaria citata in premessa.
(5-01584)


   MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   le sigle sindacali, attraverso numerose mobilitazioni, incontri istituzionali e altre iniziative hanno espresso la loro preoccupazione per l'elevata posizione debitoria del Consorzio di Bacino Salerno 2, ed il rischio, per i lavoratori, di vedere pregiudicate le posizioni assicurative, per l'accesso alle prestazioni pensionistiche, e alle posizioni previdenziali, ai fini del Tfs;

   dalla Direzione provinciale del lavoro di Salerno sembrerebbe giunta una parziale rassicurazione circa la sistemazione delle posizioni contributive al fine di consentire ai lavoratori l'accesso alle prestazioni pensionistiche;

   profili di complessità derivano dalla richiesta avanzata dalle sigle sindacali per l'accesso al trattamento di fine rapporto, mediante il ricorso al Fondo di Garanzia ex articolo 2 della legge n. 297 del 1982, o, in alternativa, al trattamento di fine servizio a carico della cassa INADEL;

   la natura giuridica del consorzio quale ente pubblico lo esonera dall'obbligo del versamento del contributo per il Fondo di Garanzia previsto dal comma 8 dell'articolo 2 della legge n. 297 del 1982, per cui la tutela del Fondo in questo caso non può essere esercitata, non essendovi l'obbligo del versamento di detto contributo; peraltro non può neanche operare il principio di automaticità delle prestazioni, richiesto dalle sigle sindacali. Mentre incerta appare la strada per l'accesso all'indennità di premio fine servizio a carico dell'INADEL in quanto condizione per il godimento è l'iscrizione obbligatoria all'INADEL ed i versamenti contributivi, ma nessuno dei lavoratori del Consorzio risulterebbe iscritto all'INADEL;

   il soddisfacimento delle ragioni di credito dei lavoratori può avvenire o per il tramite della procedura concorsuale, prevedendo un anticipo delle risorse da parte di Inps o mediante l'intervento degli enti locali, che hanno costituito il consorzio i quali, per atto costitutivo, sembrerebbero obbligati a partecipare alle relative spese di gestione quindi anche ai costi di gestione dei dipendenti;

   in tale contesto si potrebbe istituire un tavolo con gli enti locali interessati e l'Inps per il reperimento dei fondi necessari al pagamento del Tfs –:

   se sia a conoscenza dei fatti citati in premessa e se non ritenga necessario, a tutela del diritto dei lavoratori del Consorzio Salerno 2 a ricevere il Tfs, istituire un tavolo con gli enti locali interessati e l'Inps al fine di individuare le risorse necessarie.
(5-01585)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:

   la carenza di personale nel sistema della pubblica amministrazione è estremamente grave, come evidenziato dal Piano integrato di attività e organizzazione (Piao 2023);

   la situazione attuale rischia di peggiorare nei prossimi anni. Secondo le stime dei sindacati più rappresentativi entro il 2026 circa 300 mila lavoratori del settore pubblico andranno in quiescenza e durante il Forum PA del maggio 2023 è stato osservato che entro il 2033 oltre un milione di dipendenti pubblici andrà in pensione;

   relativamente al piano per 340 mila nuove assunzioni nelle pubbliche amministrazioni per il biennio 2023-2024 annunciato dal Ministro Zangrillo, non si può non sottolineare che i molteplici provvedimenti sinora varati nell'anno 2023 rappresentino solo una parzialissima risposta mentre, alla luce delle indicazioni della Nadef, le risorse disponibili per il 2024 risultino lontanissime dal poter consentire una sua concreta realizzazione;

   al riguardo, è certamente importante segnalare il fatto che il 17 ottobre 2023 si sia, finalmente, almeno proceduto allo scorrimento di ulteriori 5.253 idonei nella graduatoria del concorso Ripam 2293 assistenti, che rende immediatamente disponibili per la pubblica amministrazione le risorse necessarie e preparate di un personale altamente qualificato e dotato di ampie capacità professionali e tecniche, ed evidenzia come sia questo il metodo più veloce, economico ed efficace per rispondere alle gravi carenze di personale e alle esigenze del turnover;

   è quindi auspicabile che da ora in avanti si continui con un ritmo sostenuto per procedere a scorrimenti e assunzioni, superando le lentezze pregresse che, a esempio, hanno fatto decorrere ben otto mesi tra uno scorrimento e l'altro relativamente ai funzionari amministrativi;

   si rende necessaria, a tal fine, una rapida stipula delle convezioni con le amministrazioni centrali e le agenzie in modo da completare gli scorrimenti di tutti i profili e garantire subito alla pubblica amministrazione tutte le nuove energie di cui ha immediato bisogno;

   al riguardo già il 29 maggio 2023, è stato approvato un emendamento (ora articolo 1, comma 4, lettera b-bis del decreto-legge n. 44 del 2023, come convertito con modificazioni dalla legge 21 giugno 2023 n. 74) che autorizza le amministrazioni centrali e le agenzie a stipulare convenzioni volte a reclutare il personale di cui necessitano mediante scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della commissione Ripam in corso di validità;

   successivamente, il 6 giugno 2023 la Camera ha approvato l'ordine del giorno n. 9/1114-A/27 con il quale si impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile affinché le amministrazioni centrali e le agenzie provvedano a stipulare, nel più breve lasso di tempo possibile, le convenzioni necessarie per consentire, mediante lo scorrimento delle graduatorie Ripam in corso di validità, di rispondere celermente alla carenza di personale nella pubblica amministrazione;

   il 26 luglio 2023 è stato approvato un ulteriore emendamento (ora articolo 28-bis del decreto-legge n. 75 del 2023, come convertito con modificazioni dalla legge 10 agosto 2023 n. 112) che consente di provvedere alle assunzioni funzionali previste dal decreto relativamente all'ispettorato nazionale del lavoro, Ministero della cultura, Ministero della giustizia, amministrazione penitenziaria, Ministero dell'istruzione e del merito, Ministero dell'interno, relativamente alle prefetture dei territori interessati dall'alluvione del 1o maggio 2023, anche mediante la stipula di convenzioni volte a reclutare il personale necessario con lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della commissione Ripam in corso di validità;

   il 31 luglio 2023 la Camera ha approvato l'ordine del giorno n. 9/1239-A/67 che impegna il Governo a valutare tutte le opportune iniziative necessarie a semplificare le procedure e ridurre le tempistiche di scorrimento delle graduatorie, considerato il fatto che dal momento in cui l'amministrazione viene a conoscenza della rinuncia dei soggetti chiamati e la successiva convocazione di ulteriori idonei trascorrono mediamente sei mesi nei quali le pubbliche amministrazioni interessate sono costrette a operare in carenza di personale, nonostante la copertura finanziaria stanziata per le assunzioni –:

   quali siano state in questi mesi le iniziative di competenza intraprese dal Governo per far sì che le amministrazioni e le agenzie stipulassero nel più breve tempo possibile le citate convenzioni, così come indicato nell'ordine del giorno n. 9/1114-A/27;

   quali siano state le iniziative messe in atto dal Governo al fine di accelerare e semplificare le procedure volte a ridurre sensibilmente i tempi di attesa negli ulteriori scorrimenti delle graduatorie da effettuare dopo le rinunce dei soggetti chiamati in precedenza, come indicato nell'ordine del giorno n. 9/1239-A/67;

   quale sia il numero complessivo di assunzioni previste per assistenti e funzionari nell'anno 2023/2024 da parte delle amministrazioni centrali e delle agenzie, attraverso l'utilizzo delle graduatorie Ripam in corso di validità, sulla base delle gravi carenze di organico già formalmente dichiarate dalle amministrazioni con la pubblicazione dei Piao 2023.
(2-00262) «Casu, Braga, Scotto, Bonafè, Ascani, Barbagallo, Carè, De Luca, Fornaro, Fossi, Girelli, Graziano, Gribaudo, Lacarra, Laus, Malavasi, Manzi, Marino, Mauri, Ubaldo Pagano, Porta, Serracchiani, Simiani, Toni Ricciardi, Roggiani, Sarracino».

RIFORME ISTITUZIONALI E SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA

Interrogazione a risposta immediata:


   MAGI. — Al Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 77 della Costituzione prevede che «in casi straordinari di necessità e d'urgenza» il Governo possa adottare atti aventi forza di legge che perdono efficacia sin dall'inizio se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione;

   l'articolo 15, terzo comma, della legge n. 400 del 1988, integrando i requisiti costituzionali, prevede che «i decreti devono contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo»;

   con la sentenza n. 22 del 2012 la Corte costituzionale ha sottolineato come l'eterogeneità di contenuti in un decreto-legge trasformi il testo «in una congerie di disposizioni assemblate soltanto da mera casualità temporale», mentre si dovrebbe considerare il testo come «un tutto unitario, un atto normativo fornito di intrinseca coerenza, anche se articolato e differenziato al suo interno»;

   il Presidente della Repubblica Mattarella è intervenuto con una nota nel 2021, ben prima dell'insediamento dell'attuale Esecutivo, auspicando un ricorso «più razionale e disciplinato alla decretazione d'urgenza (...) con l'intento di ovviare ai profili critici da tempo ampiamente evidenziati dalla Corte costituzionale nonché nelle stesse sedi parlamentari, oltre che in dottrina, e che hanno ormai assunto dimensioni e prodotto effetti difficilmente sostenibili», paventando anche l'eventuale ricorso al rinvio ex articolo 74 della Costituzione;

   dall'insediamento del Governo Meloni sono quarantacinque i decreti-legge adottati, dei quali cinque decaduti ed attualmente otto in fase di conversione, il che crea un ingorgo legislativo imponente e danneggia le stesse prerogative parlamentari, problematica già ampiamente denunciata dalla stessa Presidente Meloni durante la XVIII legislatura;

   con riferimento ai decreti-legge adottati, si sottolinea come alcuni di essi fossero un coacervo di tematiche che male si associano con quanto prescritto dalla legge e dalla giurisprudenza costituzionale: si prenda, ad esempio, il decreto-legge n. 105 del 2023 che interveniva su diverse materie, quali processo penale e civile, emergenza incendi, disciplina dell'8 per mille, personale magistratura e pubblica amministrazione;

   al corposo numero di decreti-legge adottati si assiste anche ad una compressione dei tempi concessi al Parlamento per poter esaminarli e convertirli, anche a causa della costante posizione della questione di fiducia volta ad accorciare i tempi anche quando il rischio di decadenza del decreto non sia imminente –:

   considerando quanto esposto in premessa e in virtù del lavoro di riforma costituzionale in corso, come intenda intervenire per limitare l'abuso della decretazione d'urgenza riportando l'istituto nell'alveo del dettato costituzionale.
(3-00781)

SPORT E GIOVANI

Interrogazioni a risposta immediata:


   ZANELLA e BONELLI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   la legge 8 maggio 2020, n. 31, di conversione del decreto-legge 11 marzo 2020, n. 16, ha definito il modello di governance dei Giochi olimpici Milano-Cortina 2026, affidando alla società Simico s.p.a., quale centrale di committenza e stazione appaltante, la progettazione e realizzazione delle opere connesse;

   tra i progetti di maggiore rilievo del piano degli interventi rientra l'intervento, denominato Cortina sliding centre, di riqualificazione della pista da bob «Eugenio Monti» di Cortina d'Ampezzo, individuata nel masterplan olimpico, quale «venue» di gara per lo svolgimento delle discipline del bob, del parabob, dello skeleton e dello slittino;

   la Simico s.p.a. il 28 giugno 2023 ha indetto una prima procedura aperta sopra soglia comunitaria per l'affidamento dei lavori relativi all'intervento andata deserta, cui è seguita una seconda procedura negoziata, conclusasi il 20 settembre 2023, anch'essa andata deserta;

   gli elevati costi economici per la realizzazione della pista, lievitati a 124.770.100 euro, cui si aggiungono gli alti impatti ambientali connessi, con l'abbattimento di oltre 500 larici secolari e il prelievo idrico di 3 mila metri cubi d'acqua per il funzionamento dell'impianto di refrigerazione, sono richiamati nelle premesse all'ordine del giorno 9/1373–A/49 approvato il 28 settembre 2023 dalla Camera dei deputati, con il quale si è impegnato il Governo a valutare soluzioni alternative alla realizzazione della pista da bob a Cortina;

   il Comitato internazionale olimpico (Cio), attraverso una corrispondenza con la regione Veneto, aveva fin dall'ottobre 2020 chiarito la propria posizione riguardo alla realizzazione di una nuova pista da bob a Cortina in riferimento ai dettami dell'Agenda 2020 sulla sostenibilità, suggerendo di non costruire nuove piste da bob, ma piuttosto di valutare il riutilizzo dell'esistente, anche ricorrendo a strutture esterne alla regione interessata;

   da quanto si apprende da organi di stampa anche sull'ipotesi di recupero dell'impianto di Cesana delle Olimpiadi di Torino 2006, sostenuta da esponenti del Governo, il Comitato internazionale olimpico avrebbe espresso netta contrarietà, ricordando che quell'impianto fu lasciato in stato di abbandono appena sei anni dopo lo svolgimento dell'evento, compromettendone irrimediabilmente il valore, con un pesante spreco di risorse pubbliche sul quale ancora pende un giudizio della Corte dei conti, che negli ultimi giorni ha aperto un fascicolo anche in merito alle risorse già spese per la pista di Cortina –:

   quale soluzione alternativa sia stata individuata dal Governo con riguardo alla pista da bob di Cortina coerentemente con le indicazioni più volte richiamate dal Comitato internazionale olimpico.
(3-00782)


   NEVI, PELLA, DALLA CHIESA, MULÈ e TASSINARI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   le risorse stanziate ad oggi per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 ammontano a circa 3,6 miliardi di euro per la realizzazione di opere infrastrutturali, circa 900 milioni di euro sarebbero stati stanziati dal Comitato olimpico internazionale (Cio) per l'organizzazione sportiva, mentre altri 600 milioni di euro dovranno essere reperiti tramite sponsorizzazioni, per un totale di oltre 5 miliardi di euro;

   le XXV olimpiadi invernali sono state assegnate a Milano-Cortina nella 134° sessione del Comitato olimpico internazionale svolta a Losanna il 24 giugno 2019;

   a quattro anni dall'assegnazione dei giochi olimpici si apprende che la pista per lo svolgimento delle gare di bob, skeleton e slittino, che avrebbe dovuto essere realizzata a Cortina d'Ampezzo, non lo sarà;

   l'ipotesi alternativa per lo svolgimento delle gare, a quanto si apprende da fonti di stampa, potrebbe essere individuata in Saint Moritz, in Svizzera, con l'impegno ufficioso, sempre a quanto si apprende, di svolgere a Milano le gare di pattinaggio nelle successive Olimpiadi invernali 2030 nel caso in cui queste fossero assegnate proprio alla città elvetica;

   alla luce della gravità dell'ipotesi in cui parte delle gare delle Olimpiadi assegnate all'Italia si svolgessero in un altro Paese, sarebbe importante appurare se effettivamente vi siano stati accordi anche di natura informale tra autorità pubbliche o sportive italiane con quelle di altri Stati, in particolare con quelle nazionali elvetiche o con quelle della città di Saint Moritz;

   la regione Piemonte con il governatore Cirio ha lanciato la proposta di utilizzare la pista di Cesana, già utilizzata per le Olimpiadi di Torino 2006, fornendo garanzie sul rispetto delle tempistiche sui lavori di recupero dell'impianto e sulla sostenibilità ambientale e sotto il profilo del risparmio energetico dell'impianto tramite l'utilizzo di pannelli fotovoltaici, sistemi di raffreddamento privi di ammoniaca e altre tecnologie individuate in collaborazione con il Politecnico di Torino;

   sarebbe un grave danno per l'immagine dell'Italia e del suo movimento sportivo se lo svolgimento di una parte importante delle Olimpiadi si svolgesse in un altro Paese –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo al fine di far svolgere interamente le gare delle prossime Olimpiadi invernali in Italia, utilizzando la pista di Cesana quale sede delle gare di bob, skeleton e slittino, e se intenda accertare, per quanto di competenza, le motivazioni e le eventuali responsabilità che hanno condotto alla grave situazione descritta in premessa che rischia di danneggiare l'immagine dell'Italia.
(3-00783)


   RICCARDO RICCIARDI, CASO, FRANCESCO SILVESTRI, BALDINO, SANTILLO, AURIEMMA, CAPPELLETTI, FENU e ORRICO. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   il quotidiano la Repubblica del 3 novembre 2023 denuncia una commistione fra sport e politica italiana con l'assunzione di ben 2 figli di Ministri in Fgci;

   nell'articolo citato si legge che il comitato per l'organizzazione degli Europei del 2032, che sono stati assegnati a Italia e Turchia, non esiste ancora, manca ancora il responsabile, manca ancora la definizione della pianta organica, del programma e del budget, non è ancora sicuro che ci saranno gli stadi per ospitare le partite, ma «la Federcalcio ha già creato un ufficio, che risponde al dipartimento marketing dove lavora, da lunedì 23 ottobre, Filippo Tajani,» figlio del Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e segretario di Forza Italia, Antonio; poi, a Casa Italia, l'ufficio che si occupa delle attività del centro di Coverciano sede della nazionale, «ci lavora da più di un anno Marta Giorgetti, la poco più che ventenne figlia del Ministro dell'economia e delle finanze»;

   «davvero – si chiede la Repubblica – la Federcalcio non aveva altri da scegliere per quei posti che non fossero figli di politici? E soprattutto: era così necessario creare un ufficio organizzatore, con tanto di assunzioni a tempo determinato, per un evento che comincerà tra dieci anni? Perché tutta questa fretta?»;

   in tanti si chiedono a questo punto se il presidente della Fgci, Gravina, non sia ricorso a queste assunzioni per tentare di rivalutare la sua compromessa posizione per via dei pessimi risultati della nazionale e degli scandali;

   si legge ancora che Geronimo La Russa, primogenito del Presidente del Senato della Repubblica, è presidente dell'Automobile club di Milano, che di fatto significa essere influente sul circuito di Monza; inoltre, da notizie di stampa che risalgono a marzo 2023, nel comitato organizzatore delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina compariva il nome dell'altro figlio del Presidente del Senato della Repubblica, Lorenzo La Russa, e la sua ex segretaria, Lavinia Prono;

   e ancora, continua la Repubblica: Marco Mezzaroma, amico fraterno di Arianna Meloni, sorella di Giorgia, è stato chiamato a presiedere Sport e Salute;

   con tutta evidenza lo sport, dove girano miliardi di euro pubblici dispensati ogni anno, sembra essere diventato una sorta di collocamento per amici e parenti degli esponenti di Governo e delle più alte cariche istituzionali –:

   di quali elementi disponga circa le peculiarità curriculari che presentavano i soggetti assunti indicati in premessa, con particolare riferimento ai requisiti oggettivi e soggettivi e se, per quanto di competenza, non intenda evitare quella che appare agli interroganti un'opaca gestione assunzionale che coinvolge figli di Ministri della Repubblica in carica.
(3-00784)


   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, ROSCANI, AMORESE, MOLLICONE, PERISSA, CANGIANO, DI MAGGIO e MATTEONI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   il 31 maggio 2023 è stato firmato il protocollo d'intesa tra i Ministri per lo sport e i giovani, dell'istruzione e del merito, della salute, dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dell'ambiente e della sicurezza energetica e per le disabilità, che ha sancito il ritorno dei Giochi della gioventù;

   il protocollo è volto alla «promozione della formazione sportiva quale parte integrante del percorso scolastico, a partire dalla scuola primaria, e riconoscimento dell'educazione motoria e la pratica sportiva quali valori fondamentali per l'espressione della personalità giovanile e quali componenti essenziali del curriculum formativo e scolastico», e si pone in linea con la recente approvazione della legge per l'inserimento dello sport nella Costituzione;

   nell'anno scolastico in corso ripartiranno, quindi, i Giochi della gioventù, l'evento sportivo attraverso il quale le scuole e gli studenti si cimentano in varie discipline sportive a livello locale, regionale e nazionale, nati nel 1969 per iniziativa del dirigente sportivo e avvocato Giulio Onesti, e che in Italia non si celebrano dal 2017;

   i Giochi della gioventù rappresentano una vera e propria istituzione e fanno parte a pieno titolo della tradizione scolastica italiana; coniugando al meglio il mondo dell'istruzione con quello dello sport, questa competizione veicola valori fondamentali nella vita e nella formazione di un giovane: impegno, dedizione, gioco di squadra, rispetto dell'avversario;

   in sinergia con i citati Ministeri è stata realizzata una nuova versione dei Giochi in grado di comprendere al suo interno, tra gli altri, i temi della scuola, dello sport, dell'alimentazione sana, del rispetto dell'ambiente e del valore dell'inclusione, nonché riconoscendo l'attività fisica e sportiva «come strumenti di coesione sociale e territoriale»;

   la realizzazione dei Giochi deve passare attraverso il potenziamento delle infrastrutture per la pratica sportiva nelle scuole, agendo su una maggiore disponibilità di palestre e impianti sportivi, grazie alla nuova realizzazione o alla messa in sicurezza di strutture già esistenti –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere finalizzate ad avviare il percorso di realizzazione dell'agenda dei Giochi della gioventù.
(3-00785)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Braga e altri n. 1-00210, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 novembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gribaudo.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Giaccone n. 4-01731 del 16 ottobre 2023;

   interpellanza Traversi n. 2-00246 del 18 ottobre 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Barbagallo n. 5-01509 del 20 ottobre 2023;

   interrogazione a risposta scritta Barbagallo n. 4-01804 del 31 ottobre 2023;

   interpellanza Casu n. 2-00260 del 6 novembre 2023;

   interrogazione a risposta orale Braga n. 3-00774 del 6 novembre 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Scotto n. 5-01572 del 6 novembre 2023.