Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 6 novembre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il tema di una adeguata retribuzione in grado di assicurare un'esistenza libera e dignitosa per il lavoratore e la sua famiglia è oggetto di un acceso dibattito nel nostro Paese e di una netta contrapposizione tra la proposta delle opposizioni, sostenuta da un ampio spettro di forze sociali e da una vasta letteratura, per l'introduzione anche in Italia del salario minimo legale e una aprioristica preclusione delle forze di maggioranza nei confronti di tale strumento giuridico;

    conferma di tale contrapposizione è stata offerta, lo scorso 27 luglio 2023, in occasione della discussione generale sulla proposta di legge sul salario minimo, quando il presidente del gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, evidenziando la disponibilità della sua forza politica e della maggioranza ad un confronto approfondito sul tema – senza avvalersi della forza dei numeri – e, rivendicando la fondatezza di soluzioni alternative, segnalava tra le questioni che hanno un grande impatto sui livelli delle retribuzioni nel nostro Paese anche la circostanza della diffusione della pratica delle gare al massimo ribasso negli appalti pubblici. Una prassi che andava stigmatizzata e per la quale la sua forza politica aveva presentato, in più occasioni, emendamenti volti alla sua cancellazione;

    anche nel recente e controverso documento approvato, a maggioranza, dal Cnel «Elementi di riflessione sul salario minimo», in più passaggi si evidenzia una diretta correlazione tra le basse retribuzioni che caratterizzano alcuni ambiti e settori lavorativi e le modalità di assegnazione e gestione degli appalti, prevalentemente pubblici, dove, ad esempio, la contrattazione collettiva non riesce a «garantire trattamenti retributivi adeguati (almeno stando agli indicatori suggeriti dalla direttiva europea, e cioè il 60 per cento del salario lordo mediano e il 50 per cento del salario lordo medio), e come confermato da recenti interventi della magistratura»;

    criticità che riguarderebbero anche la diffusione di forme elusive e del sommerso in diversi settori, così come negli appalti di servizio;

    e ancora, laddove il suddetto documento indica le proposte indirizzate agli interlocutori istituzionali, tra l'altro, si suggerisce di intervenire per contrastare il fenomeno del lavoro povero con misure ad hoc finalizzate al «sostegno al reddito dei lavoratori e delle famiglie, di contrasto al sommerso, di gestione delle gare pubbliche al massimo ribasso»;

    anche alla luce di tali ultimi pronunciamenti sembrano maturate le condizioni politiche per procedere con una proposta normativa finalizzata a limitare la possibilità di ricorrere al criterio di aggiudicazione delle gare con il massimo ribasso per gli appalti della pubblica amministrazione, i cui effetti si ripercuotono sui lavoratori e sui loro salari e per intervenire sull'istituto del subappalto, in coerenza con le indicazioni europee che indicano in questo istituto una possibilità di maggiore partecipazione delle piccole e medie imprese e una modalità di esecuzione di lavori e servizi in termini di maggiore efficienza, specializzazione, intervento da parte dell'aggiudicatario di appalti pubblici;

    allo stesso tempo, non possono non tenersi in dovuta considerazione le possibili conseguenze che potranno determinarsi sulla condizione della sicurezza sul lavoro derivanti dalla progressiva applicazione delle misure che hanno ampliato la facoltà di ricorrere tanto al subappalto, a cascata, quanto al criterio del massimo ribasso;

    elementi questi che assumono una cruciale rilevanza, in particolare, negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, dove la competizione rischia di spostarsi sul costo della manodopera stessa (che rappresenta spesso oltre l'80 per cento dell'importo complessivo dell'offerta) con prevedibili effetti sulla tutela delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori, se non addirittura del rispetto delle clausole sociali per la stabilità occupazionale;

    al fine di assicurare l'effettiva individuazione del miglior rapporto qualità/prezzo, occorrerebbe anzitutto prevedere l'obbligo per le stazioni appaltanti di valorizzare gli elementi qualitativi dell'offerta ed individuare criteri tali da garantire un confronto concorrenziale effettivo sui profili tecnici, nonché reintrodurre un tetto massimo per il punteggio economico. Per i lavori, sarebbe altresì opportuno vietare l'utilizzo di formule per l'attribuzione del punteggio alla componente prezzo che premino in misura maggiore i ribassi elevati;

    per di più, in maniera del tutto anticoncorrenziale, l'articolo 50 del nuovo codice degli appalti – confermando le misure introdotte dalla normativa emergenziale – prevede due sole modalità di affidamento sottosoglia: affidamento diretto e procedura negoziata senza bando. Oltre alle possibili ricadute negative in tema di trasparenza, la maggiore criticità connessa a questa impostazione è rappresentata dal fatto che negli affidamenti diretti la valutazione sarà effettuata, di fatto, secondo un criterio del minor prezzo e che, nelle restanti e residuali ipotesi di ricorso a procedure negoziate senza bando, la norma consente alle stazioni appaltanti di ricorrere alternativamente o al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa o a quello del prezzo più basso, senza alcun obbligo di motivazione circa la scelta. Questo determinerà un forte utilizzo del criterio del prezzo più basso che non consente di valorizzare aspetti quali la qualità del prodotto, dell'innovazione e della sostenibilità ambientale dello stesso;

    è stato autorevolmente calcolato che, nel complesso, con il nuovo codice degli appalti, di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, che ha reso strutturali gli affidamenti diretti fino a 150 mila euro, la procedura negoziata senza bando invitando cinque imprese fino a 1 milione di euro, e l'invito di dieci imprese fino alla soglia Ue di 5,38 milioni di euro, ovvero le soglie derogatorie pensate per la fase emergenziale della pandemia, ben il 98 per cento degli affidamenti nel campo dei lavori pubblici potrà essere negoziato e assegnato senza bando di gara;

    in relazione in particolare all'istituto del subappalto, previsto dall'ordinamento europeo e nazionale per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese e per consentire in specifiche circostanze una più efficiente organizzazione del lavoro in relazione all'esecuzione di parti di lavorazioni e servizi ben individuati già dichiarati dall'appaltatore in fase di gara, si ritiene opportuno intervenire sul rischio concreto che il già previsto divieto di ribasso sui costi della manodopera e della sicurezza venga di fatto aggirato, come spesso avviene, ricorrendo a ribassi su altre componenti di prezzo;

    appare urgente un'iniziativa normativa che risponda alle segnalazioni e ai rilievi sopra evidenziati,

impegna il Governo:

1) ad adottare, per quanto di competenza, le opportune e tempestive iniziative normative volte prioritariamente a prevedere che:

  a) per l'affidamento dei contratti di importo inferiore alle soglie europee, le stazioni appaltanti procedano all'aggiudicazione dei relativi appalti esclusivamente sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa;

  b) nell'aggiudicazione degli appalti di lavori, servizi e forniture, il criterio del minor prezzo possa essere utilizzato «esclusivamente» per i servizi e le forniture con caratteristiche standardizzate o le cui condizioni sono definite dal mercato, fatta eccezione per i servizi ad alta intensità di manodopera, introducendo altresì l'obbligo di motivazione in capo alla stazione appaltante in caso di utilizzo del criterio del minor prezzo;

  c) i costi della manodopera e della sicurezza siano sempre scorporati dall'importo assoggettato al ribasso;

  d) a tutela delle imprese, in particolare piccole e medie, che operano in regime di subappalto e dei lavoratori delle stesse, l'affidatario sia obbligato a dichiarare già al momento dell'offerta quali lavorazioni o servizi intenda appaltare, nonché i relativi valori economici, e a corrispondere al subappaltatore l'intero importo relativo alla lavorazione o servizio, così come aggiudicato dalla stazione appaltante senza alcun ribasso su alcuna componente di prezzo e indicandone il relativo importo economico, ribadendo la priorità sui costi della manodopera e della sicurezza ma impedendo che ulteriori ribassi possano indirettamente incidere sull'organizzazione delle prestazioni o sulla tenuta economica della impresa subappaltatrice.
(1-00210) «Braga, Orlando, Scotto, Andrea Rossi, Cuperlo, Vaccari, De Maria, Manzi, Girelli, Forattini, Roggiani, Serracchiani, Ghio, Curti, Fossi, Fornaro, Bonafè, Furfaro, Di Biase, Malavasi, Marino, Boldrini».

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni I e III,

   premesso che:

    il 7 ottobre 2023, l'organizzazione terroristica denominata Hamas, in collaborazione con la Jihad islamica palestinese e altri gruppi minori, ha fatto irruzione nel territorio dello Stato d'Israele, nel frattempo fatto oggetto di un intenso lancio di missili e razzi, che prosegue tuttora;

    nel corso della propria incursione in territorio israeliano, i miliziani di Hamas e i loro associati hanno ucciso numerosi civili a sangue freddo e ne hanno sequestrati altri, deportandoli nella Striscia di Gaza, dove ancora si trovano;

    tra gli ostaggi ci sono numerosi bambini;

    non è chiaro attualmente cosa intendano fare degli ostaggi Hamas e le organizzazioni terroristiche di stampo jihadista che hanno rapito i civili israeliani deportandoli a Gaza;

    è possibile che l'obiettivo di Hamas e della Jihad islamica palestinese sia quello di utilizzare gli ostaggi israeliani come veri e propri scudi umani, per limitare l'incisività della risposta militare del Governo di Tel Aviv, così come non si può escludere che la loro detenzione a Gaza serva come posta di scambio nell'ambito di un negoziato;

    ampia parte della comunità internazionale auspica il rilascio degli ostaggi e confida nel successo dei tentativi di mediazione e di apertura di vere e proprie trattative operati da Stati terzi;

    la presa di ostaggi civili è una pratica contraria al diritto internazionale che merita la più netta condanna;

    al contempo, è importante rafforzare la posizione negoziale di chi potrebbe adoprarsi per ottenere il rilascio degli ostaggi;

    in questo contesto, potrebbe essere utile conferire agli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e delle organizzazioni terroristiche associate anche la cittadinanza di uno Stato diverso da Israele;

    la legge italiana in materia di concessione della cittadinanza prevede che «con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro degli affari esteri, la cittadinanza può essere concessa allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all'Italia ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato»;

    la liberazione dei cittadini israeliani detenuti in ostaggio a Gaza, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, costituisce un eccezionale interesse dello Stato italiano, in ragione dei valori proclamati dalla nostra Costituzione e della necessità di pervenire quanto prima ad una de-escalation delle violenze e delle tensioni in Medio Oriente;

    la concessione della cittadinanza italiana agli ostaggi israeliani deportati a Gaza darebbe inoltre titolo all'Italia di contribuire più attivamente ad una favorevole composizione della vicenda,

impegnano il Governo

ad avviare nel più breve tempo possibile ogni iniziativa di competenza volta alla concessione della cittadinanza italiana in favore degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e della Jihad islamica palestinese, al fine di agevolare le trattative miranti al loro rilascio e consentire eventualmente anche alla diplomazia del nostro Paese di prendervi parte.
(7-00171) «Iezzi, Formentini, Billi, Crippa, Toccalini, Giglio Vigna».


   La XII Commissione,

   premesso che:

    il 17 settembre si celebra la «Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita», al fine di aumentare la consapevolezza e l'informazione di operatori sanitari e pazienti e di diffondere la cultura della sicurezza delle cure quale parte costitutiva del diritto alla salute, come previsto dall'articolo 1 della legge 8 marzo 2017, n. 24 e in coerenza con gli indirizzi internazionali; la centralità della tematica della sicurezza delle cure nelle strategie di sviluppo di un'assistenza sanitaria e sociosanitaria «moderna» è stata posta nel 2023 anche dall'Oms quale priorità per ogni Stato membro nell'attuazione delle politiche sanitarie;

    in particolare, la centralità della persona assistita nella programmazione delle scelte sanitarie e il suo coinvolgimento nel processo assistenziale e di cura è un elemento imprescindibile in un sistema sanitario orientato al miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure;

    il paradosso di una medicina sempre più tecnologica ed efficace, ma sempre più distante dal paziente, ha determinato, suo malgrado, incrementi costanti delle situazioni conflittuali; oggi si parla, infatti, non solo del problema del contenzioso, ma di una vera e propria «questione medica», che se dovesse ulteriormente peggiorare determinerebbe un problema sanitario di vasta portata;

    comprendere i motivi della crisi della relazione medico-paziente, che negli ultimi anni si è deteriorata, non è così facile, ma quello che è certo è che gli esiti di questa crisi sono sfociati nella medicina difensiva, elusiva e astensiva per parte dei medici, con la riduzione dell'interesse degli stessi verso specialità considerate rischiose o incarichi rischiosi (pronto soccorso), con riduzione del personale sanitario, sottoposto a turni ancora più pesanti e ad aumenti della possibilità di rischio di errore;

    la «medicina difensiva» è identificabile in una serie di decisioni attive od omissive, consapevoli o inconsapevoli, e non specificatamente meditate, che non obbediscono al criterio essenziale del bene del paziente, bensì all'intento di evitare accuse per non avere effettuato tutte le indagini e tutte le cure conosciute o, al contrario, per avere effettuato trattamenti gravati da alto rischio di insuccesso o di complicanze;

    nel «primo rapporto sul sistema sanitario» promosso dall'Osservatorio salute, previdenza e legalità, l'Eurispes ha posto in evidenza come la medicina difensiva sia un fenomeno globale che affligge sul versante socio-economico quasi tutti i paesi occidentali e, più in generale, i Paesi sviluppati;

    dall'osservazione dei dati a livello internazionale è emerso che i medici adottano frequentemente atteggiamenti di tipo difensivo, prescrivendo esami e terapie non necessarie (cosiddetta medicina difensiva positiva) o evitando pazienti o procedure diagnostiche ad alto rischio (cosiddetta medicina difensiva negativa), con effetti devastanti sul sistema sanitario nazionale perché se da una parte porta a prescrivere esami inutili, costosi e talvolta invasivi, dall'altra tolgono spazio a chi di quegli esami avrebbe veramente bisogno, contribuendo ad allungare le liste di attesa;

    come accennato, tale fenomeno affonda le sue radici primarie nel crescente aumento delle richieste di risarcimento da parte dei pazienti contro i medici e contro le strutture sanitarie: +65 per cento in dieci anni;

    l'assenza di serenità dei medici sul lavoro, oggi, è un dato di fatto, causato purtroppo dai turni massacranti cui sono costretti dalla carenza di personale, ma anche dalla paura di essere denunciati dai pazienti per presunti casi di malasanità;

    il ricorso da parte dei medici a comportamenti «protettivi» come la medicina difensiva, e quindi alla richiesta di visite, esami o farmaci superflui da un punto di vista clinico ma utili in caso di contenzioso, risulta in forte crescita: secondo le recenti inchieste, sono circa 300 mila le cause per colpa medica, 35 mila ogni anno le richieste di risarcimento. La maggior parte riguarda l'attività chirurgica (38,4 per cento), omesse o errate diagnosi (20,7 per cento) errori terapeutici (10,8 per cento), infezioni nosocomiali (6,7 per cento);

    nonostante l'80 per cento delle cause intentate finisca in un'assoluzione o archiviazione, la preoccupazione e il malessere della classe medica è costante perché, comunque, le indagini vengono avviate e i processi continuano ad aver corso lasciando stremati i sanitari, costretti ad affrontare defatiganti difese in punto di fatto e di diritto e a fare ricorso a consulenti tecnici e avvocati specialisti del settore;

    tale fenomeno mette in seria crisi identitaria e di riconoscimento sociale la professione medica e contribuisce a far scricchiolare ancor di più il sistema sanitario nazionale;

    le conseguenze della medicina difensiva hanno, peraltro, un impatto sociale importante: dall'aggravio economico sul bilancio dello Stato (si stima che in Italia la medicina difensiva abbia un costo di 165 euro pro capite), senza che a ciò corrisponda un aumento di qualità e di sicurezza del Servizio sanitario nazionale, all'aumento dei premi assicurativi a carico del personale sanitario, sino ad arrivare alla conseguente limitazione del diritto alla salute riconosciuto dall'articolo 32 della nostra Costituzione;

    le ripercussioni in termini economici per il Ssn nel suo complesso sono rilevanti. Sebbene il costo della medicina difensiva non sia facilmente quantificabile, secondo stime recenti di AgeNaS, in Italia esso si aggirerebbe intorno al 10 per cento della spesa sanitaria complessiva, pari a circa 9-10 miliardi di euro l'anno (0,75 per cento del Pil); a ciò si aggiunga l'ulteriore considerazione che tutto questo costa a contribuenti 22,5 miliardi di euro l'anno, ossia il 15 per cento della spesa sanitaria annuale, condizionando gravemente l'attività assistenziale;

    il legislatore è intervenuto nel 2017 con la legge n. 24, conosciuta anche come legge «Gelli-Bianco», con l'obiettivo di ridefinire la responsabilità del personale sanitario operando un bilanciamento tra diritti in capo al medico e al paziente, introducendo garanzie e favorendo un cambio di prospettiva, come la prevenzione dei rischi e degli eventi avversi, istituendo un sistema nazionale, regionale e aziendale di monitoraggio e prevenzione del rischio clinico;

    se la legge n. 24 del 2017 ha avuto effetti positivi, non ha, però, segnato un decisivo deterrente alla litigiosità e a incidere sul fenomeno della medicina difensiva;

    la percezione di una prassi giurisprudenziale particolarmente rigorosa, sul terreno della responsabilità penale e civile, induce spesso i medici a modificare le proprie condotte professionali ponendosi come obiettivo primario la minimizzazione del rischio legale;

    un sistema professionale come quello medico, a rischio continuo di indagine penale, non è, però, un sistema più attento e diligente, ma è un sistema che riduce i rischi di chi agisce cercando maggiori tutele formali, anche a scapito dell'utenza;

    nel campo sanitario, così come in altri settori caratterizzati da attività a elevato rischio, occorre privilegiare le esigenze della prevenzione rispetto alla ricerca del colpevole, fermo restando il soddisfacimento del diritto dei danneggiati al risarcimento dei danni;

    in generale, è auspicabile la promozione di una cultura in cui gli operatori in prima linea non vengano puniti per le azioni, le omissioni o per le decisioni commisurate alla loro esperienza, ma esclusivamente per gli atti di negligenza, per le violazioni e le azioni distruttive considerate non tollerabili;

    per far fronte a tale problema e riportare maggiore tranquillità tra chi opera nelle corsie degli ospedali, è necessario la limitazione dei casi di punibilità penale del personale sanitario alle sole condotte caratterizzate da dolo o colpa grave, arginando, altresì, il ricorso alle liti temerarie;

    per cambiare le cose c'è bisogno, in sostanza, di mutare profondamente il paradigma di quella che è la colpa medica; il che non vuol dire rendere il medico impunito ove commetta un errore, ma limitare quell'errore ai casi di grave inadempimento professionale, prendendo in considerazione la specificità dell'atto medico;

    il contrasto al fenomeno della medicina difensiva passa, poi, anche e soprattutto da un intervento sociale e culturale di sistema, incentrato sul diritto a un'adeguata informazione dei cittadini sull'efficacia degli interventi sanitari, costruito mediante il dialogo tra il paziente e il medico. Un particolare sforzo, dunque, dovrà essere fatto in questa direzione;

    la serenità del medico nel suo operato è un patrimonio della comunità e in tal senso deve essere difesa, senza, ovviamente, limitare la piena tutela giuridica del paziente;

    la bussola di ogni intervento deve rimanere sempre e comunque l'articolo 32 della Costituzione, perché la Costituzione tutela il diritto alla salute di tutti e la sanità deve essere per tutti;

impegna il Governo:

   ad assumere ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, volta a bilanciare l'esigenza di salvaguardare gli operatori sanitari da iniziative giudiziarie arbitrarie e ingiuste con la necessità di tutelare i diritti dei pazienti che si ritengano danneggiati da episodi di negligenza medica;

   ad adottare quanto prima i decreti attuativi della cosiddetta legge «Gelli-Bianco»;

   a promuovere l'adozione nei singoli reparti di linee guida in materia di formazione dei professionisti e informazione ai pazienti sull'appropriatezza di esami diagnostici e terapie.
(7-00170) «Ciancitto, Maccari, Vietri».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   BRAGA, PROVENZANO, AMENDOLA, BONAFÈ, CIANI, GHIO, DE LUCA, CASU, DE MARIA, FERRARI, FORNARO, MORASSUT, TONI RICCIARDI e ROGGIANI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   in data 1° novembre 2023 il Paese è venuto a conoscenza di una conversazione telefonica, che sarebbe avvenuta in data 18 settembre 2023, tra la Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ed un sedicente presidente della Commissione dell'Unione Africana;

   il contenuto della conversazione è stato pubblicato sulla piattaforma canadese Rumble e ripresa dall'agenzia russa Ria Novosti diventando in brevissimo tempo virale sui social network;

   a spacciarsi per il presidente della Commissione dell'Unione Africana sono stati due comici russi, Vovan (Vladimir Kuznetsov) e Lexus (Alexey Stolyarov) che inspiegabilmente hanno fatto breccia nel sistema diplomatico e di sicurezza delle comunicazioni della Presidenza del Consiglio;

   a seguito della diffusione del contenuto della conversazione dapprima è stato costretto ad intervenire l'Ufficio del Consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio dei ministri esprimendo il proprio rammarico per essere stato tratto in inganno da un impostore;

   in un secondo momento è intervenuto anche il Sottosegretario alla Presidenza di Consiglio Giovanbattista Fazzolari arrivando a sostenere che «La propaganda russa è disperata per il catastrofico andamento della loro cosiddetta "operazione speciale" che si è tramutata in una continua sconfitta dell'esercito russo in terra Ucraina» facendo esplicito riferimento a presunti «propagandisti russi»;

   ciò che colpisce subitaneamente in merito a quanto accaduto è la facilità con cui è stato aggirato o peggio raggirato il filtro diplomatico e di sicurezza delle comunicazioni del Presidente del Consiglio;

   in secondo luogo, sconcerta il modo con cui si è espressa la Presidente del Consiglio su dossier di assoluta delicatezza, dalla guerra in Ucraina alla questione migranti, con un interlocutore sul quale sembra non nutrire alcun dubbio nel corso dei tanti minuti di colloquio;

   l'accaduto, non vi è alcun dubbio, ha oggettivamente posto l'Italia in una condizione di assoluto imbarazzo evidenziando fragilità e lacune non immaginabili per un Paese importante e autorevole sul piano internazionale come il nostro –:

   in considerazione della gravità dell'accaduto, come sia stato possibile superare il previsto e indispensabile filtraggio diplomatico a tutela delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri; se intenda portare a conoscenza il Parlamento di quanto realmente avvenuto in riferimento alla, purtroppo, imbarazzante telefonata in questione, nonché quali siano state le informazioni che hanno indotto il Sottosegretario Fazzolari ad affermare quanto riportato in premessa.
(3-00774)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   EVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 ottobre 2023, alle ore 18.00 circa, nel comune di Collio (BS), nelle vicinanze della frazione San Colombano in Val Trompia, ignoti hanno dato alle fiamme l'automobile di proprietà di Dino Mensi, storico volontario che da anni si occupa di contrasto al bracconaggio in Lombardia;

   si tratta di un gravissimo e vile atto intimidatorio subìto proprio mentre il volontario era impegnato nella ricerca di trappole illegali. Tale atto è successivo ad un'altra aggressione subita da una guardia volontaria del WWF da parte di un cacciatore durante un controllo in Lombardia, una delle aree del Paese con il più alto tasso di bracconaggio;

   il bracconaggio è un fenomeno diffuso e presente in modo radicato, profondo e uniforme in tutto il Paese ma ha assunto specificità in alcuni territori in base a specie differenti che vengono illegalmente cacciate;

   alla luce di questi avvenimenti, è essenziale un'azione urgente da parte delle istituzioni per riportare la legalità nel mondo venatorio, per restituire serenità ai volontari antibracconaggio e aumentare il personale delle forze dell'ordine, nonché per garantire il rispetto della Costituzione e delle leggi che tutelano l'interesse pubblico alla conservazione della biodiversità –:

   se e di quali elementi dispongano in ordine ai fatti di cui in premessa, quali iniziative di competenza si intenda adottare per contribuire a far chiarezza sull'accaduto e ad identificare gli autori del vile gesto e se non si intenda esprimere solidarietà al volontario oggetto di inaccettabile atto intimidatorio;

   se e quali iniziative di competenza si intenda adottare per combattere il bracconaggio e riportare la legalità nel mondo venatorio, intensificando i controlli e le sanzioni contro i bracconieri e i trafficanti di animali, rafforzando gli strumenti e le risorse a disposizione delle forze di polizia e dei volontari;

   se e quali altre iniziative di competenza si intenda adottare per contrastare il crescente clima di impunità che contraddistingue il comparto venatorio e garantire il rispetto delle leggi a tutela della fauna selvatica e il rispetto della Costituzione.
(4-01818)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   ZANELLA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da organi di stampa dal 5 al 10 aprile 2023 si è svolta la trentasettesima edizione del cosiddetto «Trofeo Montegrappa» la gara internazionale di deltaplani e parapendii che ha visto la partecipazione di 230 piloti professionisti di diverse nazioni;

   per lo svolgimento della manifestazione è stato allestito il centro operativo per l'atterraggio nel territorio del comune di Borso del Grappa (TV);

   l'attività di parapendio e deltaplano ha occupato un ampio spazio aereo interferente con il SIC-ZPS IT3230022 Massiccio del Grappa della rete europea Natura 2000 ai sensi della direttiva 92/43/CEE «Habitat», interessato da misure di conservazione sito-specifiche, per le quali è prevista la procedura di valutazione d'incidenza (VIncA) subordinata dallo screening ambientale;

   con deliberazione della giunta regionale del Veneto n. 786 del 27 maggio 2016 (di seguito Dgr) sono state approvate le misure di conservazione dei Siti di importanza comunitaria (Sic) della Rete Natura 2000, al fine della designazione delle Zone speciali di conservazione (Zsc), come previsto dall'articolo 4, comma 4, della direttiva 92/43/CEE. Tali misure di conservazione recepiscono e integrano il decreto ministeriale n. 184 del 17 ottobre 2007 e si applicano ai Siti importanza comunitaria (Sic) e, all'atto della loro designazione, alle Zone speciali di conservazione (Zsc);

   nelle misure di conservazione di cui all'allegato A della citata Dgr, all'articolo 288 – Ambito di conservazione per Aquila chrysaetos, Falco peregrinus, Gypaetus barbatus e Bubo bubo – viene stabilito che: «1. Le autorità competenti con appositi regolamenti, disciplinano e adottano le opportune azioni atte ad evitare il potenziale disturbo ai siti di nidificazione nel periodo riproduttivo (1° marzo-31 luglio) e il manifestarsi di effetti negativi sulle specie o sui loro habitat, derivanti dalle seguenti attività: a) arrampicata sportiva; b) volo con elicottero; c) volo a vela; d) volo con parapendio o deltaplano»;

   lo svolgimento della manifestazione per ben 5 giorni in pieno periodo di cova delle uova, potrebbe aver avuto incidenza su habitat e specie a rischio e tutelate da plurime norme nazionali e comunitarie –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti richiamati in premessa, se per lo svolgimento della manifestazione «Trofeo Montegrappa» sia stata espletata la procedura di screening ambientale ai fini della valutazione di incidenza – ai sensi del comma 3, articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 12 marzo 2003, n. 120 – e quali iniziative di competenza si intendano assumere per scongiurare ulteriori minacce e rischi per l'avifauna protetta di cui ai motivi istitutivi del sito SIC-ZPS IT3230022 Massiccio del Grappa della Rete Natura 2000 e per garantire l'applicazione delle norme di tutela vigenti, attuando ogni iniziativa di competenza possibile per riportare il sito a una corretta gestione ai fini degli obiettivi di conservazione.
(3-00773)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   COLOMBO e MATTIA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il 30 marzo 2020 la società Energia Wind 2020 srl (amministratore unico Riccardo Ducoli) ha presentato una richiesta di concessione per l'installazione di una centrale eolica offshore «Rimini», ubicata nel mare antistante la costa tra Rimini e Cattolica, composta da 51 aerogeneratori della potenza di 6,45 megawatt (per 330 megawatt complessivi) e opere di collegamento alla Rtn (rete di trasmissione nazionale), con punto di connessione alla stazione Terna «San Martino in Venti», ubicata nel comune di Rimini;

   nel caso in cui la potenza installata sia superiore ai 300 megawatt, l'autorizzazione deve provenire dal Ministero dello sviluppo economico che deve tenere in considerazione anche la normativa in materia di tutela del paesaggio, che in questo caso ad avviso dell'interrogante appare manifestamente sottovalutata dall'azienda richiedente, nonostante la sua salvaguardia sia espressamente prevista dall'articolo 9 della Costituzione;

   le amministrazioni locali e regionali hanno chiesto e ottenuto unicamente l'allontanamento dell'impianto dalla costa fino alle 12 miglia nautiche per ridurre in parte il deturpamento del panorama visibile dalla linea di costa;

   dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è stato inviato a fine gennaio 2023, a firma del prof. Fabio Fontini, coordinatore della apposita sottocommissione tecnica, alla ditta Energia Wind 2020 un documento a titolo di «richiesta di integrazioni» contenente specifiche richieste alla ditta proponente;

   tra le richieste inerenti gli «aspetti progettuali generali» si cita testualmente la seguente: «1.1.c. presentare alternative progettuali che paragonino il parco eolico in progetto, in termini di producibilità, impatto visivo, footprint sul fondale e/o terreno, superficie interdetta ad altri usi, impatto sull'avifauna e/o biocenosi e mammiferi, con: 1) un parco di potenza nominale equivalente basato su tecnologie di turbina ad asse verticale, 2) un parco fotovoltaico galleggiante paragonabile per produzione di energia, 3) un cluster di parchi eolici onshore con potenza nominale equivalente (anche in regioni confinanti all'Emilia-Romagna)»;

   Energia Wind 2020 entro i termini ha presentato proprie deduzioni in risposta alle richieste del Ministero;

   a partire dalla pubblicazione delle deduzioni della ditta proponente vi erano 15 giorni di tempo per inviare al Ministero eventuali controdeduzioni tecniche al documento di Energia Wind 2020;

   Federalberghi Riccione, Cooperativa Bagnini Riccione, Cooperativa bagnini Adriatica e Confartigianato hanno inviato apposite controdeduzioni. Da tale documento si evince che Energia Wind 2020 srl non ha prodotto alcuna alternativa progettuale, ma si sia limitata a mere citazioni, eludendo la richiesta senza effettuare comparazioni tecniche specifiche con impianti di altra tipologia e minore impatto ambientale;

   il 27 giugno 2023 anche l'interrogante ha inviato proprie controdeduzioni in cui ha sottolineato la carenza di confronti con impianti di tipo flottante e si stigmatizzava altresì il confronto dell'impianto in oggetto con altri impianti installati in Europa diversi però per dislocazione e dimensioni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza del problema narrato in premessa e, nell'eventualità positiva, quali iniziative di competenza intenda intraprendere per limitare l'impatto paesaggistico dell'impianto in oggetto e per ottenere dalla società concessionaria le necessarie comparazioni con impianti rimovibili e di minore impatto ambientale e visivo.
(5-01575)

Interrogazione a risposta scritta:


   ROSATO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il 23 ottobre 2014 il Consiglio europeo ha convenuto il quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030 stabilendo come obiettivo la produzione di almeno il 27 per cento energia da fonti rinnovabili, ciò si traduce per l'Italia nel raggiungimento entro il 2030 di circa 65 gigawatt di nuova potenza da fotovoltaico ed eolico;

   secondo il Renewable Energy Report 2022 elaborato dal Politecnico di Milano, al ritmo attuale di installazione in Italia, nel 2030 sarà possibile raggiungere solo poco più di 50 gigawatt di eolico e fotovoltaico complessivi, rendendo impossibile il conseguimento degli obiettivi fissati;

   appare quindi evidente la necessità di incentivare l'installazione di nuovi impianti fotovoltaici, anche se permangono alcuni ostacoli di natura amministrativa che rendono difficoltosa la realizzazione, anche ad opera di privati come consentito dalla direttiva 2018/2001/UE, di tali infrastrutture;

   nonostante il Gestore dei servizi energetici – GSE abbia reso disponibile on-line la mappa interattiva con la dislocazione delle cabine primarie di energia elettrica alle quali i nuovi soggetti produttori di energia devono necessariamente collegarsi, risulta non siano altrettanto accessibili alcune informazioni tecniche su suddette cabine, indispensabili a verificare la sussistenza delle condizioni di collegamento, quali ad esempio la capienza disponibile;

   va sottolineato che la sola conoscenza dell'ubicazione delle cabine primarie di energia elettrica, infatti, non è sufficiente a consentire una perfetta valutazione delle qualità estrinseche ed intrinseche del sito;

   i soggetti privati interessati alla costruzione di nuovi impianti non possono quindi consultare liberamente tali informazioni dalla medesima mappa interattiva, dovendo necessariamente fare apposita richiesta alle società di distribuzione con conseguente dilatazione dei tempi di realizzazione dei progetti –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda avviare al fine di facilitare la realizzazione di nuovi impianti di energia rinnovabile, per rendere accessibili on-line le informazioni tecniche relative alle cabine primarie di energia elettrica in modo da consentire una più utile consultazione della mappa resa disponibile dal Gestore dei servizi energetici – GSE.
(4-01819)

CULTURA

Interrogazione a risposta orale:


   CHERCHI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   da un'indagine commissionata dalla Lega Anti Vivisezione (LAV) e svolta da DOXA BVA a settembre 2023 è emerso che oltre il 76 per cento degli italiani è contrario all'uso degli animali nei circhi, senza differenze significative secondo età e orientamento politico;

   inoltre, l'80 per cento si dichiara propensa ad andare a vedere un circo senza l'uso di animali;

   attualmente in Italia, a quanto consta all'interrogante, non esiste un registro nazionale pubblico che evidenzi quanti animali siano detenuti nei circhi e quanti di questi siano registrati sul territorio nazionale;

   inoltre, il settore delle attività circensi ha beneficiato a lungo di finanziamenti statali stanziati dal fondo unico per lo spettacolo (Fus), ora rinominato Fondo unico per lo spettacolo dal vivo ai sensi dell'articolo 1, comma 631, della legge 29 dicembre 2022 n. 197;

   lo stanziamento complessivo per l'anno 2021 per le attività circensi e di spettacolo viaggiante è stato pari a circa 7 milioni di euro (+32,27 per cento rispetto al 2020);

   tuttavia, sempre dallo stesso sondaggio commissionato dalla LAV è emerso che quasi quattro italiani su cinque (79 per cento) sono favorevoli a destinare fondi pubblici, attualmente destinati ai circhi con animali, solamente a favore di circhi che si riconvertiranno, proponendo spettacoli con giocolieri, trapezisti e altri numeri, senza l'uso di animali;

   il 13 luglio 2022 è stata approvata definitivamente dalla Camera la legge 15 luglio 2022, n. 106, recante «Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo», la quale delega il Governo ad approvare, entro nove mesi dall'entrata in vigore della sopracitata legge, un decreto legislativo attuativo finalizzato a rivedere le disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti con l'obiettivo di superare gradualmente l'utilizzo degli animali nello svolgimento delle stesse;

   per evitare che scadessero i nove mesi senza aver esercitato la delega, il Governo ha prorogato il termine di adozione del decreto di quindici mesi, fissando un nuovo termine per l'adozione dei decreti delegati ad agosto 2024;

   inoltre, rispondendo ad una precedente interrogazione, il sottosegretario Mazzi aveva informato l'interrogante che, a termine della pausa estiva, il Ministero della cultura avrebbe convocato un tavolo con le categorie di rappresentanza al fine di procedere nella maniera più efficace possibile alla riforma del settore;

   tuttavia, ad oggi e a quanto consta all'interrogante, non risulta né l'istituzione del tavolo, né l'effettivo approdo dello schema di decreto legislativo in Consiglio dei ministri –:

   se il Ministro interrogato intenda finalmente rispettare la tempistica per dare concreta attuazione alla delega;

   se intenda valutare l'opportunità di predisporre incentivi nei criteri di assegnazione dei contributi del fondo unico per lo spettacolo dal vivo per le attività circensi e gli spettacoli viaggianti che decidano di dismetterne totalmente l'impiego nelle proprie attività.
(3-00776)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Fausto Dardanelli era un giovane carabiniere, trovato morto nella sua auto con due colpi sparati il 22 luglio del 2016 a Bagaladi, dove prestava servizio;

   l'ipotesi di un suicidio è sempre stata ritenuta poco credibile da familiari e inquirenti: la divisa del giovane è scomparsa, così come i bossoli; e poi gli schizzi di sangue sulle mani che facevano pensare al giovane come se fosse un mancino, ma non lo era; la stessa autopsia non eseguita immediatamente e tanti altri particolari che rimandano all'ipotesi di omicidio;

   consta all'interrogante che a distanza di ben 9 anni, lo stesso gip del Tribunale di Reggio Calabria abbia riaperto le indagini, rigettando per la terza volta la richiesta di archiviazione del caso –:

   di quali elementi disponga il Governo in ordine ai fatti di cui in premessa e se in occasione del tragico evento sia mai stata avviata un'inchiesta interna di carattere amministrativo.
(4-01822)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   giovedì 26 ottobre 2023 Oumar Dia, 21 anni d'età, nato e cresciuto a Bergamo, e residente a Fiorano al Serio (Bg), è morto all'ospedale di Rozzano, in provincia di Milano;

   il ragazzo era stato portato in ospedale, e ricoverato in terapia intensiva, dal carcere di Milano-Opera presso il quale era recluso;

   Oumar era stato arrestato il 7 giugno 2023 mentre rientrava a casa dal lavoro, perché oltre due anni fa, si era reso responsabile del furto di uno smartphone;

   per questo furto all'inizio del 2020 era stato arrestato per qualche giorno poi, con la sentenza all'esito del processo, condannato a sei mesi di domiciliari. Durante quel periodo i carabinieri trovarono Oumar fuori casa e venne quindi sottoposto a detenzione per sette mesi nel carcere di Bergamo. Successivamente venne trasferito in una comunità per qualche mese, dove ha svolto lavori socialmente utili;

   fin verso la metà di ottobre Oumar sarebbe stato detenuto presso la casa circondariale di Bergamo, prima del trasferimento a Opera;

   non sono al momento noti né il motivo del ricovero in ospedale, né il motivo del trasferimento da Bergamo ad Opera;

   secondo la testimonianza della madre, sabato 21 ottobre 2023 Oumar si trovava nella sua stanza in ospedale «con un sondino per mangiare, le flebo e un altro macchinario per farlo respirare»;

   sempre secondo quanto riportato dalla madre, il 24 ottobre una dottoressa dell'ospedale di Rozzano avrebbe comunicato che Oumar «era in coma irreversibile e che non sarebbe uscito dalla terapia intensiva»;

   il 26 ottobre viene comunicato il decesso alla famiglia, senza ulteriori spiegazioni circa le cause della morte e soprattutto circa il motivo del ricovero;

   la madre racconta, però, che arrivata all'obitorio, avrebbe trovato «il corpo del figlio legato con dei fili, anche se era passata ben una settimana dalla sua morte biologica» –:

   quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di contribuire a fare chiarezza su ogni aspetto relativo alla morte di Oumar Dia, appurando in particolare i motivi del trasferimento di Oumar dal carcere di Bergamo a quello di Opera e poi dal carcere di Opera all'ospedale di Rozzano.
(3-00775)

Interrogazioni a risposta scritta:


   IEZZI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 12 marzo 2018 a Milano un ragazzo di ventidue anni, F.M., sarebbe stato trattenuto in stato di fermo per ore perché scambiato per un uomo di quaranta anni ricercato per una presunta violenza sessuale, nonostante l'evidente differenza di età tra i due soggetti;

   secondo la stampa, ancora oggi il ragazzo soffrirebbe di gravi patologie a causa del forte stress post traumatico diagnosticatogli dopo la vicenda;

   il persistente silenzio delle autorità di riferimento, ossia il capo della polizia locale Ciacci e il sindaco Sala, alle richieste dei familiari di chiarimenti sull'accaduto rischia di gettare un'ombra grave sull'operato di uomini e donne che, quotidianamente e con grande competenza, sono in prima linea in una città lasciata allo sbando sul fronte della sicurezza;

   dalla stampa si apprende che, invece, sul caso sarebbe stato avviato un procedimento giudiziario presso il tribunale di Milano, che si sarebbe poi concluso con la richiesta di archiviazione –:

   se, per quanto di competenza, intenda adottare iniziative per contribuire a fare luce sulla vicenda segnalata in premessa e a fornire ogni utile dettaglio in merito.
(4-01823)


   SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   Oumar Dia, cittadino italiano di 21 anni, è stato arrestato e condotto nel carcere di Bergamo il 7 giugno 2023 mentre rientrava a casa dal lavoro per scontare una condanna di 4 anni per il furto di un cellulare, avvenuto tre anni prima;

   circa due settimane fa Oumar Dia è stato trasferito presso il carcere di Opera a Milano, ma la famiglia, secondo quanto si apprende dalla stampa e dall'associazione no-profit «No justice no peace», sarebbe stata informata del trasferimento soltanto dopo alcuni giorni;

   il 26 ottobre 2023 la famiglia Dia è stata informata dell'inaspettato decesso di Oumar. Il ragazzo, infatti, era stato trasferito all'ospedale di Rozzano, dove è deceduto;

   secondo quanto si apprende dai familiari, la settimana in cui è avvenuto il decesso il giovane avrebbe dovuto essere trasferito agli arresti domiciliari;

   la madre avrebbe rivelato alla stampa che fonti dell'istituto penitenziario milanese gli avrebbero confidato che Oumar «è impazzito, era malato ed è morto improvvisamente» senza aggiungere altro;

   al momento non si conoscono le motivazioni del trasferimento al carcere di Opera a Milano così come non è dato sapere cosa sia avvenuto in quel lasso di tempo, perché la famiglia o il suo avvocato non siano stati avvisati per tempo e soprattutto quale sia stata la ragione del trasferimento improvviso all'ospedale di Rozzano –:

   se il Ministro interrogato non intenda fornire, per quanto di competenza, chiarimenti circa il decesso del giovane Oumar Dia nonché le ragioni del trasferimento dal carcere di Bergamo a quello di Opera e le circostanze che hanno condotto Oumar al ricovero presso l'ospedale di Rozzano.
(4-01825)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   «La Perla», fondata nel 1954 da Ada Masotti, rappresenta un marchio di grandissimo valore per il made in Italy ed un presidio produttivo di rilievo nazionale conosciuto in tutto il mondo. L'azienda, situata a Bologna, svolge attività di ideazione, produzione e vendita su scala mondiale di abbigliamento intimo di pregio maschile e femminile;

   gran parte del personale impiegato da «La Perla» è rappresentato da donne, artigiane d'eccellenza, altamente specializzate che hanno acquisito nel tempo competenze professionali uniche e difficilmente riscontrabili in altre realtà nazionali;

   i capi della collezione «La Perla», realizzati da maestrie artigianali uniche con tecniche antiche e considerati unici ed espressione di un lusso raro e prezioso, sono venduti in tutto il mondo anche direttamente attraverso propri negozi presenti in Europa, nell'America del Nord, in Asia e in Medio Oriente;

   dal febbraio 2018, con il passaggio della proprietà di «La Perla» al fondo olandese Tennor Holding, la situazione economica e finanziaria dell'azienda è notevolmente peggiorata dal punto di vista economico e finanziario ed organizzativo, per effetto di scelte gestionali errate e per l'assenza di un vero e proprio piano industriale incentrato sul rilancio e la valorizzazione dei prodotti e delle capacità manifatturiere dell'azienda;

   dal 2018 al 2023, in ragione della gestione fallimentare di Tennor Holding;

    a) la rete retail di «La Perla» nel mondo è stata ridotta da centoventi punti vendita, quarantaquattro corner e tre spacci, a quarantaquattro punti vendita, un negozio stagionale ed uno spaccio. Al contempo, quella nazionale è stata ridotta da nove boutique, un corner, sette outlet e tre spacci, ad una sola boutique, un corner, tre outlet e uno spaccio;

    b) i fornitori vanterebbero almeno 70 milioni di euro di mancati pagamenti;

   sulla base dei dati di bilancio disponibili de La Perla Fashion Holding:

    a) i ricavi si sono ridotti da 85,5 milioni di euro del 2019 a 69 milioni di euro nel 2022;

    b) l'azienda non ha registrato utili nel periodo 2019-2022, ma soltanto perdite pari a 89 milioni di euro nel 2019, 136,3 milioni di euro nel 2020, a 45,2 milioni di euro nel 2021 e a 49,4 milioni di euro nel 2022;

    c) l'indebitamento netto è cresciuto in misura esponenziale passando da 132,66 milioni di euro a 336,68 milioni di euro;

   nel Regno Unito, La Perla Global Management Limited è stata liquidata il 1° novembre 2023 con una sentenza della magistratura inglese a causa di 2,8 milioni di sterline di imposte non pagate; risulta anche una petizione da parte dei creditori volta a chiedere la liquidazione della società e la destinazione dei proventi all'estinzione dei debiti pregressi;

   il taglio del personale in organico è tra i dati maggiormente preoccupanti della gestione Tennor Holding. A febbraio 2018, il gruppo «La Perla» occupava 615 dipendenti, mentre nel 2023, dopo una sequenza di licenziamenti, i dipendenti si sono ridotti a 324, di cui 220 in La Perla manufacturing srl, 70 in La Perla UK e 34 in la Perla Italia;

   nel mese di agosto 2023, il personale di «La Perla», senza alcun preavviso, non ha ricevuto il pagamento dello stipendio relativo al mese di luglio; gli stipendi sono stati successivamente corrisposti grazie alle iniziative assunte dai sindacati e dalle istituzioni;

   nel tavolo di crisi del 5 settembre 2023, aperto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, per affrontare la situazione di crisi dell'azienda, sono mancati impegni chiari da parte della proprietà sullo sviluppo e il rilancio del gruppo «La Perla» sul fronte produttivo e finanziario, lasciando nell'incertezza le lavoratrici e i lavoratori dell'azienda;

   in data 6 novembre 2023 è previsto un ulteriore incontro al tavolo di crisi aperto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, dal cui esito dipende il futuro del gruppo «La Perla» e dei suoi dipendenti, anche in considerazione della grave mancata programmazione della produzione di capi per la prossima stagione, che rischia di ripercuotersi ulteriormente sull'andamento delle vendite, dei ricavi e della situazione debitoria dell'azienda;

   in conseguenza della gestione e del comportamento, ad avviso degli interpellanti, irresponsabile della proprietà del gruppo «La Perla» sono a forte rischio numerosi posti di lavoro altamente qualificati e la continuità operativa di una impresa di grande valore per il Paese –:

   quali iniziative si intenda intraprendere al fine di garantire il rilancio immediato della produzione del gruppo «La Perla» e per evitare derive finanziare e speculazioni finalizzate a disperdere il know-how professionale dei dipendenti e a sottrarre al nostro Paese il marchio di una realtà aziendale di prestigio per l'industria tessile;

   se non si ritenga opportuno, in assenza di precisi e documentati impegni da parte del fondo Tennor Holding, tenuto conto della preoccupante situazione economica e finanziaria del gruppo «La Perla», che sia immediatamente attivata una procedura di amministrazione straordinaria finalizzata a garantire la continuità operativa dell'azienda, il mantenimento dei livelli occupazionali e la transizione verso una nuova proprietà che sia in grado di garantire, attraverso un serio piano industriale e finanziario, gli investimenti necessari al rilancio e alla valorizzazione dell'azienda bolognese;

   se si intenda, altresì, adottare le iniziative di competenza volte ad accertare se l'attuale proprietà del gruppo «La Perla» abbia effettivamente versato tutti gli stipendi e i contributi dovuti al personale dipendente e se risulti che siano stati adempiuti tutti gli obblighi di versamento di imposte e tributi nei confronti dell'erario.
(2-00261) «De Maria, Schlein, Braga, Scotto, Merola, Guerra, Malavasi, Andrea Rossi, Vaccari, Laus, Sarracino, Gribaudo, Fossi».

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   RICCARDO RICCIARDI e SANTILLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la stazione di Chiusi-Chianciano Terme è in posizione baricentrica sugli assi ferroviari ed autostradali tra Roma e Firenze e rappresenta il miglior punto di interscambio del Senese con la rete ferroviaria nazionale;

   presenta un'offerta ferroviaria strutturata sia da Firenze che da Roma e da Siena; difatti, l'attuale servizio offerto da Trenitalia tra Chiusi e Roma Termini è strutturato su 17 coppie giornaliere di servizi regionali ed InterCity, con tempi di percorrenza compresi tra 95 e 125 minuti, e percorrenza media assimilabile tra i due livelli di servizio;

   il contratto di servizio tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Trenitalia per l'erogazione dei treni del servizio universale, che regolamenta i servizi InterCity, fa capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dovrebbe monitorare l'offerta, l'erogazione, ed operarsi affinché l'offerta medesima sia congrua alla domanda in termini qualitativi e quantitativi;

   i precedenti Governi hanno operato affinché si migliorasse qualitativamente e quantitativamente il contratto di servizio con Trenitalia, investendo nell'acquisto di nuovo materiale rotabile (Hitachi Blues, vetture InterCityNotte, nuove locomotive);

   l'inserimento nella flotta InterCity del servizio di trasporto con bici al seguito in vettura dedicata rappresenta un concreto investimento nella mobilità intermodale con un chiaro indirizzo verso la sostenibilità;

   il Nodo di Chiusi C.T. rappresenta il punto nevralgico del traffico pendolare e turistico della Toscana orientale e dell'Umbria occidentale. Il periodo di effettuazione dell'unico servizio AV Freccia Rossa (Milano-Chiusi-Napoli) è stato limitato nel tempo (circa 1 anno), in quantità (1 coppia), con un operativo lontano dalle esigenze dei passeggeri e non in coincidenza a Chiusi C.T. con i servizi ferroviari ed automobilistici del bacino di riferimento. È noto che non sarebbe stata effettuata una approfondita analisi dei flussi passeggeri e delle necessità di mobilità del bacino di riferimento;

   altri servizi AV attivati sperimentalmente sul territorio nazionale, frutto di una concertazione tra imprese ferroviarie, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, regioni, comuni, imprese di mobilità a carattere regionale, ad oggi sono divenuti a tutti gli effetti parte dell'offerta strutturata di Trenitalia ed Italo;

   attualmente sussiste anche per importanti aree urbane posizionate sull'asse AV/AC Milano-Roma-Napoli un grave deficit di collegamenti AV diretti e veloci verso Roma e Milano;

   la realizzazione di una nuova fermata in linea sulla direttissima, in località non connessa alla rete di trasporto dell'Italia centrale, comporterebbe una spesa considerevole, che sarebbe difficilmente giustificabile, stanti le attuali carenze del trasporto pubblico locale in Toscana ed Umbria –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di aprire un tavolo di concertazione tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e tutti gli stakeholders coinvolti al fine di poter attivare un servizio strutturato e cadenzato ad alta velocità tra Roma e Milano con fermata a Chiusi C.T., con una conseguente revisione degli orari dei servizi regionali ferroviari e di linea bus, coordinandoli con i servizi ferroviari nazionali, per ottimizzare la capacità di adduzione e distribuzione al territorio di riferimento (Siena, Val D'Orcia, Perugia, Lago di Trasimeno e tutto il Territorio coinvolto);

   se intenda adottare le iniziative di competenza al fine di migliorare in termini quantitativi e qualitativi il servizio InterCity intervenendo sulle tracce (velocizzazione) e rendendole cadenzate (ogni 120'), e di coordinare le analoghe necessità di mobilità presenti in regioni limitrofe attraverso un tavolo di confronto tra Toscana, Marche ed Umbria;

   se, da ultimo, non ritenga che il previsto investimento nella realizzazione della stazione Medio-Etruria possa essere reindirizzato al miglioramento dell'infrastruttura e dei servizi ferroviari ad Alta Velocità di Toscana ed Umbria, e al potenziamento delle linee ferroviarie Chiusi-Siena e Terontola-Perugia-Foligno.
(4-01827)


   SANTILLO e CARMINA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 è stata data attuazione alla direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili;

   l'articolo 20 reca la disciplina per l'individuazione di superfici e aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili. Tale disposizione prevede che, con uno o più decreti del Ministro dell'ambiente di concerto con il Ministro della cultura, e il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, previa intesa in sede di conferenza unificata, da adottare entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, sono stabiliti principi e criteri omogenei per l'individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti a fonti rinnovabili aventi una potenza complessiva almeno pari a quella individuata come necessaria dal Pniec per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili;

   nelle more dell'individuazione delle aree idonee sulla base dei criteri e delle modalità stabiliti dai suddetti decreti, sono considerate aree idonee, tra gli altri, i siti e gli impianti nella disponibilità delle società di gestione aeroportuale all'interno dei sedimi aeroportuali, ivi inclusi quelli all'interno del perimetro di pertinenza degli aeroporti delle isole minori di cui all'allegato 1 al decreto del Ministro dello sviluppo economico 14 febbraio 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 114 del 18 maggio 2017, ferme restando le necessarie verifiche tecniche da parte dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC);

   la transizione energetica delle grandi infrastrutture di trasporto, quali porti e aeroporti, rappresenta un volano di sviluppo nonché un tassello imprescindibile per la neutralità climatica –:

   con quali tempi si intenda provvedere all'emanazione dei decreti di cui in premessa;

   se non si ritenga di aprire con urgenza una tavolo di concertazione con l'Enac, al fine di rendere note le verifiche tecniche per gli aeroporti, in particolare per quelli delle isole minori.
(4-01828)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   CARAMIELLO, PENZA, CHERCHI, FEDE, AMATO, MARIANNA RICCIARDI e PAVANELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   nel corso dell'anno 2022, come riportato da alcuni organi di stampa (www.altrabeneventopossibile.it), il primo cittadino di Benevento, Clemente Mastella, si sarebbe recato presso la città di Roma con l'auto di servizio in occasione di alcune ospitate televisive;

   più specificamente, quanto in oggetto si sarebbe verificato tutti i giorni dal 24 al 29 gennaio e avrebbe visto Mastella partecipare a trasmissioni televisive incentrate sulle votazioni per l'elezione del Presidente della Repubblica. Funzione, quest'ultima, che non si annovera tra i compiti istituzionali e che, pertanto, non dà diritto all'utilizzo di sistemi di trasporto finanziati dai contribuenti;

   in difesa del sindaco intervenne il vicesindaco, dottor Francesco De Pierro, secondo cui il vertice dell'amministrazione comunale sarebbe stato sottoposto a tutela di pubblica sicurezza e quindi autorizzato ad utilizzare l'automobile comunale anche per motivi personali;

   tuttavia, l'interrogante rammenta che la misura di protezione di livello 4 assegnata al sindaco per minacce (nel 2016) non comprende una «scorta con auto» messa a disposizione dal Ministero, ma prevede solamente che un poliziotto lo accompagni sempre nell'autovettura che di volta in volta lo stesso Mastella utilizza;

   risulta all'interrogante che il sindaco è titolato ad utilizzare una vettura del comune solo per motivazioni di carattere istituzionale. Contrariamente, il primo cittadino avrebbe dovuto utilizzare un'auto privata ed essere accompagnato da un esponente delle forze dell'ordine;

   ciò considerato, nel rammentare che l'utilizzo di un'auto di servizio è generalmente concesso ai sindaci per svolgere le proprie attività istituzionali, come visite ufficiali, partecipazione a riunioni e rappresentanza della comunità locale, se le affermazioni e le prove presentate fossero accertate, ci si troverebbe di fronte a una potenziale violazione delle norme e delle responsabilità che accompagnano tale privilegio;

   è parere dell'interrogante che sia giusto fare chiarezza sulla questione, al fine di preservare l'integrità e l'etica delle istituzioni pubbliche e di garantire che i pubblici ufficiali operino nell'interesse della collettività e nel rispetto delle leggi –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quindi dell'eventuale improprio utilizzo di un'auto di servizio da parte del sindaco;

   se si intendano adottare le iniziative di competenza affinché sia fatta chiarezza, sebbene a posteriori, sugli episodi riportati dalla stampa;

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire che i pubblici ufficiali, compresi i sindaci, rispettino la legislazione vigente e le responsabilità associate all'utilizzo di un'auto di servizio.
(4-01815)


   MANZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   domenica 22 ottobre 2023 gli elettori e le elettrici trentine sono stati chiamati al voto per il rinnovo del Consiglio provinciale di Trento e per l'elezione del presidente della Provincia autonoma di Trento;

   come si apprende da notizie di stampa, nel comune di Rovereto si sono verificati casi di persone che hanno avuto difficoltà a raggiungere il seggio e, talvolta, hanno anche desistito nell'esercitare il loro diritto di voto;

   nello specifico, si tratta di persone con difficoltà motorie che hanno denunciato il tutto sui social nel gruppo «Se te sei di Rovereto»;

   in particolare, è stato segnalato il nuovo seggio di via Canestrini, nella sede di Villa Tranquillini, che riunisce i seggi 1, 2, 3, 4 e 7, precedentemente dislocati tra la Sala Kennedy e la scuola musicale di corso Rosmini. Per quanto concerne quest'ultima sede è stato anche segnalato l'ascensore troppo stretto per una sedia a rotelle;

   esistono precise indicazioni normative per favorire l'esercizio del diritto di voto da parte delle persone con disabilità: le disposizioni vigenti, infatti, forniscono indicazioni circa l'accessibilità dei seggi elettorali;

   i comuni devono provvedere al censimento delle barriere esistenti nei locali adibiti a seggi elettorali e devono intervenire di conseguenza allo scopo di evitare che l'elettore non posso esercitare il diritto di voto;

   la decisione dei cambi di sede per i seggi è stata spiegata così dall'amministrazione comunale roveretana: «L'amministrazione comunale, per motivi di sicurezza ed agibilità ed anche a seguito di precisa richiesta delle forze dell'ordine, ha provveduto ad individuare delle nuove sedi per alcuni seggi elettorali. Tale individuazione è stata di seguito formalizzata e approvata dalla Commissione Elettorale Circondariale con parere favorevole del Commissariato del Governo per la Provincia di Trento» –:

   se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda assumere affinché si individuino sedi più idonee, prive di barriere architettoniche, garantendo a tutti i cittadini l'esercizio di voto costituzionalmente garantito.
(4-01816)


   CAROTENUTO, CHERCHI, SERGIO COSTA, CARAMIELLO, MARIANNA RICCIARDI e QUARTINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da fonti dirette si apprende del pestaggio di cui è stato vittima Roberto Tarallo e verificatosi nel quartiere Vomero di Napoli in data 12 ottobre 2023 da parte di un gruppo di quattro individui;

   secondo quanto si apprende, Roberto Tarallo, che era in compagnia di una persona che è stata invece risparmiata dal pestaggio, è stato aggredito in quanto indossava una giacca su cui compariva una toppa rappresentante un simbolo identificativo dell'antifascismo (nella fattispecie bandiera rossa che copre una bandiera nera) –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente degli episodi descritti;

   se i dati in possesso dal Ministero dell'interno mostrino un aumento degli episodi di violenza da parte di gruppi che promuovono ideologie fasciste o neofasciste;

   quali siano le strategie e i piani del Governo per reprimere il sentimento di impunità che sembra alimentare la violenza di tali gruppi nei confronti degli oppositori politici;

   come intenda garantire la sicurezza dei cittadini che potrebbero essere a rischio a causa delle loro posizioni politiche o delle loro attività civiche;

   quali iniziative intende adottare il Governo per promuovere un clima di tolleranza in questo periodo di tensione in cui il Paese appare profondamente diviso su tematiche politiche nazionali e internazionali;

   se, infine, non si ritenga opportuno adottare iniziative di competenza finalizzate allo scioglimento di quei gruppi di chiara matrice fascista e, quindi, dichiaratamente ostili alla Costituzione italiana antifascista e repubblicana.
(4-01817)


   ASCARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 26 giugno 2023 la prefettura di Napoli ha emesso una informativa interdittiva antimafia, ai sensi degli articoli 84 e 91 del codice antimafia (decreto legislativo n. 159 del 2011), nei confronti della struttura sanitaria Ios spa di Pomigliano, in regime di accreditamento istituzionale con il servizio sanitario regionale, controllata per il 100 per cento dal gruppo Neuromed spa di Pozzilli (IS), dell'eurodeputato di Forza Italia Aldo Patriciello, avendo ravvisato tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi aziendali, in relazione alla figura del presidente del consiglio di amministrazione, Michela Rostan, già deputato del medesimo partito, il cui padre è stato coinvolto nella nota inchiesta della Dda di Melito;

   la notizia è stata pubblicata il 3 agosto 2023 sul quotidiano «la Repubblica» e, il giorno seguente, il consiglio di amministrazione della Ios ha diramato alla stampa la precisazione secondo cui sin dal giorno seguente all'adozione del provvedimento antimafia (27 giugno), la Rostan avrebbe rassegnato le dimissioni dall'incarico;

   il Tar Campania, sede di Napoli, nell'ambito del giudizio RG 3011/2023 promosso dalla ditta per l'annullamento del provvedimento prefettizio in sede cautelare, ha riconosciuto la fondatezza dell'interdittiva, fissando la data dell'udienza pubblica per il 22 novembre 2023;

   come riportato dal Fatto Quotidiano in data 10 settembre 2023, il 4 settembre in consiglio regionale del Molise è stata presentata una interrogazione al presidente della regione (esponente di Forza Italia), atteso che la Neuromed spa ha un contratto di oltre 40 milioni di euro con la regione Molise e oltre 150 posti letto in regime di accreditamento e che la sottoscrizione del contratto presuppone l'acquisizione della certificazione antimafia;

   l'11 settembre 2023 la Ios spa ha inviato una replica al giornale telematico www.primonumero.it, spiegando che l'interdittiva sarebbe stata revocata dalla prefettura di Napoli il giorno precedente, domenica 10 settembre, «alle ore 9:42» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e conosca la ragione della revoca dell'interdittiva antimafia nella giornata di domenica 10 settembre 2023.
(4-01824)


   BENZONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come riportano svariati articoli di stampa e migliaia di cittadini sulle piattaforme social, in ancora numerose zone d'Italia da ormai un anno risulta pressoché impossibile ottenere in tempi ragionevoli un appuntamento per il rinnovo del proprio passaporto presso le questure;

   a seguito di ben due question time sullo stesso tema svoltisi gli scorsi 25 gennaio e 21 giugno 2023, ci si sarebbe aspettati un deciso cambio di passo nel funzionamento dell'intera procedura;

   invece, ad oggi, sul portale online delle prenotazioni non è possibile ottenere un appuntamento prima di almeno 6 mesi, e anche quando si è fortunati e risultano degli slot disponibili, spesso non si fa in tempo a cliccare prima di vedere il proprio posto prenotato – presumibilmente – da qualcun altro;

   è il caso, ad esempio, di quanto denunciato recentemente dalla testata bsnews.it, la cui redazione «sollecitata da utenti disperati» ha tentato invano, per la terza volta, di prenotare un appuntamento per il rinnovo del passaporto presso la questura di Brescia;

   pur essendosi collegati sulla piattaforma alle 8 di mattina e aver cliccato su un orario con, apparentemente, ben 16 posti disponibili, nel giro di un minuto la disponibilità si era già esaurita;

   un ulteriore paradosso, poi, consiste nel fatto che chi riesce a comprovare un'urgenza può tendenzialmente ottenere un appuntamento tramite posta elettronica certificata, mentre coloro i quali hanno magari il passaporto in scadenza tra qualche mese devono sperare di ottenere un appuntamento prima oppure si vedono costretti ad aspettare che la propria situazione si trasformi in urgenza;

   a questo si aggiunge la procedura, ormai anacronistica, del versamento di 42,50 euro presso gli uffici postali mediante bollettino di conto corrente intestato al Ministero dell'economia e delle finanze e di un altro contributo amministrativo di 73,50 euro da acquistare presso le rivendite di valori bollati e le tabaccherie, in luogo di una procedura digitale che sarebbe sicuramente più snella;

   non è davvero accettabile che, ancora una volta e ormai a ridosso del 2024, la libertà di movimento dei cittadini sia limitata da incapacità amministrativa e da carenze di organico, mentre agli stessi cittadini si impone di dover perdere tempo passando da un ufficio pubblico all'altro, sempre che si sia riusciti a prenotare uno slot disponibile, e pagare quasi 120 euro per un servizio che otterranno se va bene dopo diversi mesi di attesa;

   oltretutto, non è chiaro quale sarà la messa a terra della procedura di rilascio dei passaporti e delle carte d'identità elettroniche presso gli uffici postali situati nei piccoli comuni, annunciata nelle scorse settimane, né con quali tempistiche riuscirà a smaltire le attese nei grandi centri urbani –:

   quali iniziative siano state assunte per rendere più snelle le procedure di prenotazione e di pagamento per il rilascio dei passaporti, e quando ritenga che i cittadini potranno tornare ad essere sicuri di ottenere appuntamenti nel giro di pochi giorni o al massimo di poche settimane.
(4-01826)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MANZI e ASCANI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da notizie di stampa, un docente del liceo scientifico «Augusto Righi» di Roma ha proposto a una classe come spunto di riflessione da trattare in un elaborato scritto, «le ragioni di Israele» dal punto di vista di un alunno citato per nome e cognome e indicato come «cittadino italo-israeliano»;

   le informazioni personali sul ragazzo minorenne, che secondo quanto filtra da ambienti scolastici, sarebbe «molto scosso» per essersi trovato nella posizione di «controparte» rispetto alle argomentazioni sostenute dall'insegnante, sono state inserite nel registro elettronico dell'istituto, consultabile da genitori e personale docente;

   la vicenda è stata segnalata al Ministero competente e all'Ufficio scolastico regionale che dovrà ascoltare le parti interessate per ricostruire l'accaduto;

   pur condividendo l'importanza di sollecitare tra gli studenti un dibattito articolato sul conflitto tra Israele e Palestina, si ritiene grave che tale riflessione sia improntata a una visione di parte e non dialogica che rischia di alimentare la radicalizzazione delle posizioni, senza consentire agli studenti di conoscere i fatti e maturare un pensiero autonomo;

   consapevoli della grande complessità del tema e preoccupati dallo scontro che si sta generando nelle nostre società e che sta conducendo anche a forme di pericoloso odio nei confronti di Israele e dei suoi cittadini, si ritiene sia necessario che la scuola offra strumenti di comprensione del fenomeno e non certo tesi precostituite, a maggior ragione, se esse mettono in difficoltà studenti minorenni che non possono diventare controparte di convincimenti dei propri docenti;

   nella società di oggi si assiste al crescere di fenomeni legati al linguaggio di odio, oltre che a manifestazioni di antisemitismo: la scuola – in questo senso – dovrebbe promuovere conoscenza e approfondimento e un messaggio forte che investa le scelte e la quotidianità dei giovani affinché si contrasti ogni forma di violenza e di odio –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto illustrato in premessa e quali iniziative di competenza intenda avviare per accertare i contorni di tale vicenda e restituire serenità all'alunno.
(5-01571)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   pochi giorni fa, durante la trasmissione televisiva condotta da Fabio Fazio «Che tempo che fa», Fedez ha lanciato un appello alle istituzioni affinché si facciano carico di una vera e propria emergenza sociale, quella della salute mentale, in particolare delle giovani generazioni;

   secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il suicidio è la seconda causa di morte fra adolescenti e giovani;

   secondo il rapporto Unicef 2022 in Europa 9 milioni di giovani, tra i 10 e i 19 anni, convivono con un disturbo legato alla salute mentale e ogni anno 1.200 bambini e adolescenti fra i 10 e i 19 anni pongono fine alla propria giovane vita;

   secondo i dati Istat in Italia sono due milioni i giovani che hanno problemi di salute mentale;

   sempre secondo l'Istat, nel 2021 in Italia sono 220 mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e in una condizione di scarso benessere psicologico;

   gli atti di autolesionismo fra i giovanissimi hanno raggiunto livelli estremamente preoccupanti;

   l'istituto superiore della sanità afferma che servirebbe uno psicologo ogni mille abitanti, mentre in Italia sono meno di tre ogni 100.000 abitanti;

   l'Aifa ricorda che tra i 20 farmaci più prescritti in Italia coperti dal sistema sanitario nazionale, ben 6 sono antidepressivi o ansiolitici;

   nonostante questi dati allarmanti, nonostante l'indignazione dell'opinione pubblica, nonostante la richiesta di aiuto delle famiglie che vivono giornalmente un grave disagio, lo stanziamento previsto con la legge di bilancio 2023 è insufficiente;

   il 6 settembre 2023 la Camera ha approvato in un testo unificato in prima lettura la proposta di legge a prima firma dell'interrogante recante «Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo», che ha previsto, tra le altre cose, un servizio di sostegno psicologico per gli studenti e un servizio di coordinamento pedagogico;

   anche moltissimi studenti universitari stanno vivendo situazioni di disagio o di malessere, in particolare legate al percorso accademico. Da diversi anni le rappresentanze studentesche universitarie di tutta Italia lamentano la mancanza in molti atenei di un adeguato sportello di assistenza e ascolto: in molti casi il servizio risulta attivo solo pochi giorni a settimana e previa necessaria richiesta di appuntamento via e-mail;

   nel 2021 sono state quasi 6.000 le richieste d'aiuto arrivate a Telefono amico Italia da persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro. Le richieste sono cresciute del 55 per cento rispetto al 2020 e sono quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia. Il 28 per cento delle richieste d'aiuto è di under 26;

   il «bonus Psicologo» è un sussidio per i privati cittadini istituito con il cosiddetto decreto Milleproroghe del 30 dicembre 2021, convertito in legge nel febbraio 2022, inizialmente previsto per il solo 2022 con un importo di 25 milioni di euro;

   la legge di bilancio 2023 ha invece reso strutturale il bonus psicologico, ma con un importo di soli 5 milioni per l'anno 2023 e poi di 8 milioni a partire dall'anno 2024;

   nel report annuale Inps si legge che per il 2022 «su circa 395 mila domande, il 99 per cento rispondevano ai requisiti di ammissibilità, ma ne sono state finanziate solo circa 41.600, che rappresentano il 10,5 per cento delle richieste» –:

   se i Ministri interrogati intendano, con ulteriori iniziative di competenza, incrementare notevolmente il fondo per il bonus psicologico al fine di consentirne l'accesso a tutti coloro che, avendone i requisiti, ne facciano richiesta.
(3-00772)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   SCOTTO, GRIBAUDO e FOSSI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da molti organi di informazione, la Procura di Napoli, al termine di indagini per fatti risalenti al 2019, ha avanzato la richiesta di sette rinvii a giudizio per diverse personalità, tra cui la segretaria generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Concetta Ferrari – all'epoca dei fatti direttrice generale per le politiche previdenziali –, Fabia D'Andrea – all'epoca dei fatti vice capo di Gabinetto –, il segretario nazionale della Cisal Francesco Cavallaro e Danilo Iervolino, presidente della Salernitana ed ex proprietario dell'Università telematica Pegaso;

   l'udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio si terrà il 24 novembre 2023;

   l'ipotesi di reato contestato è di corruzione di una persona incaricata di un pubblico servizio, per un atto contrario ai suoi doveri, con l'aggravante del concorso di diverse persone;

   la dottoressa Ferrari, nominata segretario generale del Ministero l'8 novembre 2022, nel 2019 avrebbe agevolato, in concorso e di concerto con Fabia D'Andrea, la procedura per la scissione parziale e asimmetrica del patronato Encal-Inpal in due patronati, Encal-Cisal e Inpal;

   analoga richiesta di scissione era stata presentata già a gennaio 2018, ma aveva avuto parere negativo;

   la suddetta autorizzazione avrebbe comportato più che significativi vantaggi economico-finanziari per i due enti, tenuto conto che entrambe avrebbero continuato a ricevere sovvenzioni pubbliche, mantenendo anche i locali e i patrimoni;

   secondo la ricostruzione dell'inchiesta, per agevolare la procedura la dottoressa Ferrari si sarebbe fatta promettere l'assunzione del figlio Antonio Rossi, anch'esso indagato, come professore all'Università telematica Pegaso, all'epoca di proprietà di Danilo Iervolino;

   oltre all'assunzione del figlio, la dottoressa Ferrari avrebbe ottenuto altre utilità quali un soggiorno con il marito a Tropea, l'uso di una barca, una borsa griffata e la possibilità di acquisto di una autovettura a prezzo scontato da parte di un altro figlio;

   la dottoressa Fabia D'Andrea, avrebbe invece avuto da Cavallaro la promessa di assunzioni per due persone da lei indicate;

   l'Università è considerata parte offesa dagli inquirenti, così come il Ministero del lavoro e il patronato Inpal;

   pur nel pieno rispetto del principio di innocenza, non si può non rilevare come la credibilità di funzioni apicali presso il Ministero interrogato non possa essere compromessa da addebiti tanto gravi e strettamente connessi con le funzioni svolte per conto della medesima amministrazione –:

   quali urgenti iniziative intenda adottare per restituire credibilità e autorevolezza ai vertici del Dicastero presieduto dal Ministro interrogato.
(5-01572)


   GRIBAUDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il potenziamento dei centri per l'impiego (Cpi) è un obiettivo strategico del PNRR (sezione II, investimento 1.1) che individua la necessità di un'efficace erogazione di servizi per l'impiego e per la formazione sia attraverso la crescita in forma stabile della base professionale dei servizi, con un raddoppio degli organici in linea con gli standard europei, sia attraverso l'ammodernamento delle strutture;

   secondo il Piano integrato di attività e organizzazione (Piao) del biennio 2022-2024 dei centri per l'impiego (Cpi) del Piemonte, la regione avrebbe dovuto assumere circa 550 unità per il loro potenziamento, ma a oggi risultano assunte soltanto 339 unità;

   le oltre 200 unità non assunte ma previste dal Piao 2022-2024 non vengono riconsiderate nel nuovo piano del biennio 2023-2025;

   con le assunzioni di personale avvenute tramite il concorso del 2022 si è in parte tamponata la situazione di carenza strutturale di personale in tutti i centri per l'impiego della regione Piemonte, ma la situazione risulta ancora critica nei centri più piccoli;

   oltre che sul potenziamento numerico del personale servirebbe investire nel potenziamento qualitativo di personale altamente specializzato, cui corrisponda un più elevato livello di autonomia, responsabilità e capacità tecniche nello svolgimento del lavoro, in funzione del principio di maggior efficienza ed efficacia dell'attività amministrativa;

   la sostituzione del reddito di cittadinanza (RdC) per i cosiddetti «occupabili» con il supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) sta avendo un impatto devastante sui sistemi territoriali che può essere solo in parte attutito dal rafforzamento dei servizi pubblici per l'impiego –:

   quali siano i dati aggiornati, aggregati e distinti per regioni, relativi alle assunzioni formalmente effettuate nei Cpi e quali iniziative intenda adottare il Governo affinché vengano rispettati gli obiettivi posti dal PNRR e dai piani dei fabbisogni delle diverse regioni.
(5-01573)


   SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il tavolo caporalato è stato istituito con il decreto-legge del 23 ottobre 2018 n. 119, come convertito, con modificazioni, dalla legge n. 136 del 17 dicembre 2018. Le modalità organizzative e operative sono descritte nel decreto interministeriale del 4 luglio 2019;

   il tavolo caporalato, inizialmente previsto per un triennio sino al mese di settembre 2022, è stato prorogato sino al 3 settembre 2025. Il decreto interministeriale del 17 giugno 2022, con il quale è stata disposta la proroga, ha aggiornato, inoltre, il citato decreto interministeriale di organizzazione e funzionamento;

   il tavolo caporalato è presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali (o da un suo delegato) ed è composto da 11 membri istituzionali designati da: Ministero dell'interno; Ministero della giustizia; Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali; Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; Anpal; Ispettorato nazionale del lavoro; Inps; comando carabinieri per la tutela del lavoro; corpo della guardia di finanza, regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI);

   alle riunioni del tavolo partecipano rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore agricolo e delle organizzazioni del terzo settore impegnate nel contrasto allo sfruttamento lavorativo e sono inviati di volta in volta rappresentanti di altri enti, come le organizzazioni internazionali o le Consigliere di Parità;

   funzione principale del tavolo caporalato è la definizione e l'attuazione della strategia nazionale di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura contenuta nel piano triennale. Il tavolo riveste un ruolo di indirizzo e coordinamento delle istituzioni coinvolte al fine di assicurare la programmazione e la gestione condivisa degli interventi a livello nazionale e locale. Il tavolo si raccorda inoltre con la cabina di regia della rete del lavoro agricolo di qualità al fine di rafforzare questo strumento, valorizzando le imprese iscritte e i loro prodotti;

   l'ultima riunione del tavolo è stata fatta in data 19 dicembre 2022 in vista della presentazione della seconda relazione al Parlamento sull'andamento del piano triennale relativo alla strategia nazionale di contrasto al caporalato e allo sfruttamento lavorativo in agricoltura, ai sensi della legge n. 199 del 2016;

   secondo quando riportato anche sul sito internet istituzionale: «Dopo la pausa dovuta all'elezione del nuovo Parlamento e all'insediamento del nuovo Governo, gli incontri nel 2023 riprenderanno con cadenza periodica regolare»;

   al momento non risultano in calendario ulteriori riunioni né è chiaro quando verrà presentata al Parlamento la relazione sullo stato di attuazione del piano di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato –:

   quando verrà calendarizzata la prossima riunione del tavolo caporalato, e se il Ministro interrogato non intenda chiarire le ragioni del ritardo della presentazione al Parlamento della relazione sullo stato di attuazione del piano di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato, che risulta alla data odierna ancora non presentata alle Camere.
(5-01574)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 30 ottobre 2023 il territorio di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, è stato investito da un improvviso evento meteorologico;

   in pochi minuti le strade si sono trasformate in fiumi, con zone completamente allagate;

   questi eventi non sono nuovi a Castiglione: nella scorsa estate una forte grandinata ha provocato gravi danni a strutture e autovetture;

   gli allagamenti, con acqua, terra e ghiaia sono giunti anche in prossimità del Sito di importanza comunitaria (Sic) Complesso Morenico di Castiglione delle Stiviere, parte della Rete Natura 2000, sul confine con il comune di Lonato del Garda (Bs);

   sul punto è intervenuto anche il comitato «No polo logistico» che ha evidenziato anche la continua cementificazione e il consumo di suolo siano una rilevante causa di allagamenti;

   desta preoccupazione, anche con riferimento a eventi meteo estremi, il progetto del nuovo polo logistico di Lonato del Garda ad opera della società milanese Develog srl, che interessa un'area a destinazione produttiva di circa 99 mila metri quadrati;

   l'impermeabilizzazione dell'area a seguito della realizzazione di quel progetto sottrarrebbe infatti una gran parte delle acque di pioggia ai processi di filtrazione naturale che interessano attualmente questi suoli e i processi di dispersione che alimentano e che sostengono le aree umide a sud della Zona di Protezione speciale (ZPS) e del Parco locale di interesse sovracomunale (Plis) di Castiglione delle Stiviere;

   il venir meno del processo di infiltrazione che attualmente ricarica l'acquifero potrebbe anche costituire minaccia alla conservazione delle specie e dell'habitat del sito Natura 2000;

   ciononostante, in data 26 settembre 2023 il consiglio comunale del comune di Lonato ha approvato la proposta di modifica del Reticolo idrico minore, pur di consentire la realizzazione del polo logistico della Develog;

   eppure nella Relazione tecnica, in sede di Conferenza di servizi del 30 settembre 2022, il comune di Castiglione già evidenziava che il progetto dell'Ambito di Trasformazione n. 13 previsto nel PGT del comune di Lonato «prevede di convogliare le acque meteoriche nella rete idrografica che ha come recapito finale il canale di Riale. Questo attraversa attualmente l'edificato di Castiglione in condizioni particolarmente critiche... risulta chiara l'estrema fragilità della rete idrografica del Riale e quindi l'impossibilità che a monte si prevedano interventi che comportino incrementi dei valori di portate al colmo e dei relativi volumi di deflusso» –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano porre in essere al fine di evitare che ulteriore consumo di suolo nel comune di Lonato del Garda possa provocare un'impermeabilizzazione del terreno che causi, in occasione di forti eventi meteorologici, un rischio di esondazioni tale da mettere in pericolo la popolazione del comune di Castiglione delle Stiviere e dell'intero territorio.
(4-01820)


   DORI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di agosto 2023, tra domenica 27 e lunedì 28, l'ennesima ondata di maltempo si è abbattuta sul territorio comasco, colpendo in modo particolare il comune di Blevio;

   le consistenti piogge che hanno interessato il territorio hanno dato vita a fiumi di fango e detriti causando notevoli danni che hanno richiesto diverse settimane di lavoro per riportare un minimo di normalità su strade, briglie, parcheggi e proprietà private;

   come già riportato dall'interrogante nella interrogazione a risposta scritta n. 4-01508 depositata il 31 agosto 2023, quello di agosto e stato l'ennesimo evento alluvionale che si è verificato nel comune di Belvio. Nel corso degli ultimi tre anni sul piccolo territorio del comasco si sono infatti abbattute più volte devastanti piogge che hanno portato a importanti frane e smottamenti, in particolare a luglio e settembre 2021, a settembre 2022, luglio 2023 e anche nello scorso mese di settembre;

   è evidente che il territorio appartenente al comune di Blevio sia in una ampia situazione di dissesto idrogeologico che necessita di interventi efficaci e repentini;

   il 2 ottobre 2023 il sindaco di Blevio, Alberto Trabucchi, ha inviato – tra gli altri – alla presidenza del Consiglio dei ministri e al Ministero dell'interno una esplicita richiesta di nomina di un Commissario straordinario senza tuttavia ricevere alcuna risposta governativa;

   la frequenza e l'intensità degli eventi climatici non hanno a oggi consentito la realizzazione degli interventi risolutivi già finanziati –:

   se i Ministri interrogati non intendano valutare con urgenza la richiesta presentata dal primo cittadino di Blevio in merito alla proposta di nomina di un Commissario ad acta per procedere con speditezza con gli interventi risolutivi in risposta ai persistenti disagi che interessano il territorio.
(4-01821)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:

   la carenza di personale nel sistema della pubblica amministrazione è estremamente grave, come evidenziato dal Piano integrato di attività e organizzazione (Piao 2023);

   la situazione attuale rischia di peggiorare nei prossimi anni. Secondo le stime dei sindacati più rappresentativi entro il 2026 circa 300 mila lavoratori del settore pubblico andranno in quiescenza e durante il Forum PA del maggio 2023 è stato osservato che entro il 2033 oltre un milione di dipendenti pubblici andrà in pensione;

   relativamente al piano per 340 mila nuove assunzioni nelle pubbliche amministrazioni per il biennio 2023-2024 annunciato dal Ministro Zangrillo, non si può non sottolineare che i molteplici provvedimenti sinora varati nell'anno 2023 rappresentino solo una parzialissima risposta mentre, alla luce delle indicazioni della Nadef, le risorse disponibili per il 2024 risultino lontanissime dal poter consentire una sua concreta realizzazione;

   al riguardo, è certamente importante segnalare il fatto che il 17 ottobre 2023 si sia, finalmente, almeno proceduto allo scorrimento di ulteriori 5.253 idonei nella graduatoria del concorso Ripam 2293 assistenti, che rende immediatamente disponibili per la pubblica amministrazione le risorse necessarie e preparate di un personale altamente qualificato e dotato di ampie capacità professionali e tecniche, ed evidenzia come sia questo il metodo più veloce, economico ed efficace per rispondere alle gravi carenze di personale e alle esigenze del turnover;

   è quindi auspicabile che da ora in avanti si continui con un ritmo sostenuto per procedere a scorrimenti e assunzioni, superando le lentezze pregresse che, a esempio, hanno fatto decorrere ben otto mesi tra uno scorrimento e l'altro relativamente ai funzionari amministrativi;

   si rende necessaria, a tal fine, una rapida stipula delle convezioni con le amministrazioni centrali e le agenzie in modo da completare gli scorrimenti di tutti i profili e garantire subito alla pubblica amministrazione tutte le nuove energie di cui ha immediato bisogno;

   al riguardo già il 29 maggio 2023, è stato approvato un emendamento (ora articolo 1, comma 4, lettera b-bis del decreto-legge n. 44 del 2023, come convertito con modificazioni dalla legge 21 giugno 2023 n. 74) che autorizza le amministrazioni centrali e le agenzie a stipulare convenzioni volte a reclutare il personale di cui necessitano mediante scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della commissione Ripam in corso di validità;

   successivamente, il 6 giugno 2023 la Camera ha approvato l'ordine del giorno n. 9/1114-A/27 con il quale si impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile affinché le amministrazioni centrali e le agenzie provvedano a stipulare, nel più breve lasso di tempo possibile, le convenzioni necessarie per consentire, mediante lo scorrimento delle graduatorie Ripam in corso di validità, di rispondere celermente alla carenza di personale nella pubblica amministrazione;

   il 26 luglio 2023 è stato approvato un ulteriore emendamento (ora articolo 28-bis del decreto-legge n. 75 del 2023, come convertito con modificazioni dalla legge 10 agosto 2023 n. 112) che consente di provvedere alle assunzioni funzionali previste dal decreto relativamente all'ispettorato nazionale del lavoro, Ministero della cultura, Ministero della giustizia, amministrazione penitenziaria, Ministero dell'istruzione e del merito, Ministero dell'interno, relativamente alle prefetture dei territori interessati dall'alluvione del 1o maggio 2023, anche mediante la stipula di convenzioni volte a reclutare il personale necessario con lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi pubblici svolti per il tramite della commissione Ripam in corso di validità;

   il 31 luglio 2023 la Camera ha approvato l'ordine del giorno n. 9/1239-A/67 che impegna il Governo a valutare tutte le opportune iniziative necessarie a semplificare le procedure e ridurre le tempistiche di scorrimento delle graduatorie, considerato il fatto che dal momento in cui l'amministrazione viene a conoscenza della rinuncia dei soggetti chiamati e la successiva convocazione di ulteriori idonei trascorrono mediamente sei mesi nei quali le pubbliche amministrazioni interessate sono costrette a operare in carenza di personale, nonostante la copertura finanziaria stanziata per le assunzioni –:

   quali siano state in questi mesi le iniziative di competenza intraprese dal Governo per far sì che le amministrazioni e le agenzie stipulassero nel più breve tempo possibile le citate convenzioni, così come indicato nell'ordine del giorno n. 9/1114-A/27;

   quali siano state le iniziative messe in atto dal Governo al fine di accelerare e semplificare le procedure volte a ridurre sensibilmente i tempi di attesa negli ulteriori scorrimenti delle graduatorie da effettuare dopo le rinunce dei soggetti chiamati in precedenza, come indicato nell'ordine del giorno n. 9/1239-A/67;

   quale sia il numero complessivo di assunzioni previste per assistenti e funzionari nell'anno 2023/2024 da parte delle amministrazioni centrali e delle agenzie, attraverso l'utilizzo delle graduatorie Ripam in corso di validità, sulla base delle gravi carenze di organico già formalmente dichiarate dalle amministrazioni con la pubblicazione dei Piao 2023.
(2-00260) «Casu, Braga, Scotto, Bonafè, Ascani, Barbagallo, Carè, De Luca, Fornaro, Fossi, Girelli, Graziano, Gribaudo, Lacarra, Laus, Malavasi, Manzi, Marino, Mauri, Ubaldo Pagano, Porta, Serracchiani, Simiani, Toni Ricciardi, Roggiani, Sarracino».

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MARIANNA RICCIARDI, CHERCHI, SERGIO COSTA, CARAMIELLO, FEDE, PAVANELLI e QUARTINI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   da una rilevazione di Anaao Assomed e Settore Anaao Giovani di febbraio 2023, basata sull'analisi dei 30.452 contratti statali banditi negli ultimi due concorsi di specializzazione (2021 e 2022), è emerso come vi sia stata da un lato «una cospicua e pressoché completa adesione a quelle scuole di specialità privata e ambulatorie rientra tra gli sbocchi lavorativi» mentre d'altro canto siano state «abbandonate o neppure prese in considerazione quelle prettamente ospedaliere e pubbliche che sono state protagoniste nella lotta pandemica, prima tra tutte la medicina d'emergenza urgenza»; i dati circa l'entità dei contratti non assegnati e/o abbandonati per la specializzazione in medicina di emergenza-urgenza sono significativi oltre che allarmanti: la medicina d'emergenza-urgenza avrà 1.144 specialisti in meno rispetto ai 1.884 contratti stanziati (60,7 per cento);

   come riportato da diversi organi di stampa, da diversi mesi e con distribuzione pressoché omogenea tra le regioni, i concorsi banditi per assumere medici nei pronto soccorso vanno deserti;

   all'ultimo concorso del luglio 2023 erano stati messi a bando 16.165 contratti di formazione specialistica e hanno partecipato 14.036 candidati. Dei contratti disponibili, solo 11.688 sono stati assegnati (72,3 per cento) come riportato da Quotidiano sanità. A tal proposito, le associazioni ANAAO giovani, ALS e GMI hanno dichiarato che tutto ciò «è frutto di una errata programmazione dei medici specialisti causata da una sbagliata suddivisione dei contratti a bando»;

   il dato più preoccupante si riconferma quello riguardante «la scuola di specializzazione in medicina d'emergenza-urgenza, in cui su 855 contratti stanziati sono risultati assegnati solo 266 (31 per cento)»;

   inoltre, dall'analisi dei contratti assegnati, a differenza degli anni precedenti, emerge un ulteriore dato drammatico: «44 scuole di Anatomia patologica, Patologia clinica e Microbiologia saranno senza nessun medico specializzando» come riportato da Quotidiano sanità;

   l'assenza di programmazione e di investimenti sui giovani medici produce effetti devastanti rischiando di desertificate alcune branche specialistiche e mettere altre in deficit; in particolare la professione in medicina d'urgenza risulta essere non più attrattiva a causa dei turni estenuanti e senza adeguato riconoscimento economico, per l'aumento del rischio medico-legale e di quello legato alle frequenti aggressioni a danno dei medici nei pronto soccorso mentre le specializzazioni in Anatomia patologica, Microbiologia, Patologia clinica e Farmacologia e Tossicologia clinica, di cui c'è stato gran bisogno durante il Covid, sembrerebbero risentire del fatto che prevedano sbocchi lavorativi quasi esclusivamente negli ospedali pubblici –:

   se i Ministri interrogati non valutino, per quanto di competenza, d'intraprendere iniziative, comprese quelle di carattere normativo, per prevedere misure a sostegno delle retribuzioni dei medici del sistema dell'emergenza-urgenza e di quelle specializzazioni a quasi esclusivo sbocco lavorativo pubblico;

   quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, eventualmente, affinché si eviti il fenomeno della non assegnazione e/o di abbandoni di contratti di specializzazione;

   se i Ministri interrogati non ritengano, per quanto di competenza, che il tetto di spesa al personale sanitario determini la proliferazione del lavoro a cottimo o a gettone per specializzazioni come quella della medicina di emergenza-urgenza e quali iniziative intendano intraprendere per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato in questo settore della medicina ospedaliera.
(5-01570)


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   una persona su 10 con cronicità è affetta da psoriasi, patologia che colpisce circa il 3 per cento della popolazione nel nostro Paese (si stimano infatti circa 2 milioni su 20 milioni che soffrono di malattie della pelle);

   l'Oms ha sottolineato il significativo socioeconomic burden della patologia per l'impatto sulla vita sociale e professionale, costi pubblici e privati per i necessari trattamenti;

   alla psoriasi sono associate altre patologie, quali sindrome metabolica, ipertensione, diabete, depressione dovuta alla severità della patologia e alla localizzazione (per esempio volto, mani, parti intime, zone sensibili), rischio di malattie cardiovascolari. La buona notizia è che curando la psoriasi diminuisce il rischio di infarto e ictus;

   una persona con psoriasi su tre (33 per cento) soffre di una comorbidità, una su cinque (19 per cento) di due, e poco meno di una su dieci (8 per cento) di tre;

   in quanto infiammatoria, se non controllata, comporta danni cumulativi, come per esempio l'artrite psoriasica che compare nel 30 per cento dei pazienti che presentano inizialmente psoriasi solo a livello cutaneo. Si stima che siano 150 mila le persone con patologia in forma severa e che circa 50 mila siano in cura con farmaci biologici e altrettanti 50 mila in lista di attesa;

   l'aderenza alle terapie è generalmente bassa: solo un paziente su 5 in trattamento con agenti topici mantiene la terapia nel tempo, mentre 4 su 5 interrompono i trattamenti;

   tra coloro che sono in cura con farmaci biologici l'aderenza alla terapia aumenta considerevolmente e raggiunge l'80 per cento, anche se circa una persona su 10 interrompe il trattamento;

   tuttavia ad oggi in Italia non esiste nessun atto di programmazione nazionale o regionale che definisca le priorità, il modo appropriato di affrontarla, un piano di screening che garantisca una diagnosi precoce, mentre la spesa sanitaria per i soli farmaci aumenta;

   stando agli studi degli ultimi anni, i costi che il Ssn ed i pazienti sostengono per le cure sarebbero quantificabili in una forbice che oscilla tra 8.371,61 euro annui per ricoveri, esami di laboratorio e farmaci (2015, studio su 6 centri), fino a 14.210 (2016, valutazione farmacoeconomica su dati amministrativi retrospettivi Asl Caserta);

   i dati certi disponibili sono quelli dell'assistenza farmaceutica in dermatologia che mostrano trend in aumento della spesa dopo la pandemia: 199,2 milioni di euro (0,8 per cento della spesa pubblica totale) nel 2021 e 261,7 milioni di euro (1,1 per cento della spesa pubblica totale);

   non ci sono dubbi che la malattia risponda pienamente a quei criteri dichiarati nel Piano nazionale della cronicità (Pnc) che indica come selezionare le patologie croniche da inserire nella parte seconda del Piano;

   la psoriasi sconta una considerazione semplicistica di patologia della pelle, ma le sue implicazioni non sono certamente di natura estetica;

   accogliere la richiesta dell'inserimento della psoriasi nel PNC sarebbe una svolta importante per rompere la barriera del pregiudizio e guardare in modo lungimirante alla sostenibilità del Ssn ed alla appropriatezza della cura;

   l'inserimento della psoriasi nel Piano nazionale cronicità rappresenta una priorità, soprattutto in questo momento, visto che è in discussione il suo aggiornamento. Sarebbe inaccettabile per i pazienti che ne sono affetti dover attendere altri 7 anni per essere considerati nel successivo aggiornamento. Ci sono già regioni che se ne stanno rendendo conto e chiedono un intervento strutturato e uniforme al livello nazionale –:

   se non ritenga di valutare l'inserimento della psoriasi nel Piano nazionale della cronicità (Pnc), soprattutto della psoriasi a placche che è la tipologia più frequente, poiché ciò rappresenterebbe una definizione maggiore della portata della patologia, aiuterebbe a stratificare la popolazione che ne è affetta, implicherebbe lo sviluppo sistematico di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) a livello specialistico per una migliore presa in carico dei pazienti e garantirebbe un più equo accesso alle cure sul territorio nazionale.
(5-01576)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Fossi n. 5-01312, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 settembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Malavasi, Furfaro.