Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 18 ottobre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    l'economia del mare rappresenta un modello innovativo per lo sviluppo sostenibile nell'insieme delle attività economiche basate sull'uso delle risorse idriche, sia marine che fluviali e lacuali, e sulle attività ad esse correlate, finalizzato sia al rilancio delle relative attività produttive che a promuovere scelte di consumo critico, orientandole nel senso della durabilità, rinnovabilità e riutilizzo delle risorse per conseguire un obiettivo di progressiva diminuzione delle emissioni inquinanti;

    l'Italia è il terzo Paese in EU-27 sia per valore aggiunto che per occupati nell'economia del mare;

    sono 228 mila le imprese coinvolte nel settore, le quali danno lavoro a quasi 914 mila persone e generano un valore aggiunto di 52,4 miliardi di euro, che arriva a 142,7 miliardi se si considera l'intera filiera diretta e indiretta;

    secondo le stime di The European House – Ambrosetti nel 2022, l'economia del mare in Italia ha ripreso la sua traiettoria di crescita, ma rimane ancora distante dai valori pre-Covid;

    l'evoluzione tecnologica che sta coinvolgendo il settore rappresenta un'opportunità per incentivare l'occupazione attraverso l'adozione di interventi di ammodernamento e semplificazione dei percorsi professionali;

    si osserva da più parti che l'attuale offerta di lavoratori italiani e dell'Unione europea non appare in grado di soddisfare le esigenze del mercato, con già il 17-32 per cento delle aziende che sta registrando carenze di competenze e di personale tecnico adeguatamente formato;

    lo scorso 31 luglio 2023, il Cipom, il Comitato interministeriale per le politiche del mare, predisposto con il decreto-legge n. 173 del 2022 contenente «Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri», ha approvato il Piano del mare;

    il Piano del mare è lo strumento di programmazione affidato a Governo e Parlamento per la realizzazione strategica e unitaria di una politica marittima che identifica sedici direttrici di intervento;

    l'Italia è un Paese leader nell'economia del mare, con eccellenze lavorative in settori quali la cantieristica navale, il turismo costiero, la pesca e l'acquacoltura;

    nella filiera ittica, l'Italia è al terzo posto in UE-27 per valore della produzione (1351 milioni), prima per valore unitario della produzione e al secondo posto per numero di pescherecci;

    l'elevata età media dei lavoratori del comparto rappresenta un problema, con il 68,5 per cento degli autonomi ed il 43,8 per cento dei dipendenti con più di 50 anni di età, insieme alla carenza di manodopera specializzata;

    è imprescindibile, in questa fase di transizione, che l'intero comparto mantenga la propria competitività e sia guidato da un indirizzo strategico che permetta di affrontare le sfide e valorizzare le filiere ad alto potenziale per il Paese,

impegna il Governo:

1) ad intraprendere iniziative volte alla tutela dell'ecosistema marino, lacuale e fluviale, e salvaguardando l'ambiente proteggendone la biodiversità;

2) ad adottare iniziative di competenza volte a sostenere i settori lavorativi ed imprenditoriali tradizionali dell'economia del mare, anche attraverso incentivi che favoriscano il ricambio generazionale preservando il patrimonio della nostra cultura marittima;

3) ad individuare nel mercato dell'economia del mare i nuovi settori emergenti, investendo per la formazione di figure professionali da inserire nel mondo del lavoro soprattutto tra i giovani;

4) a rivedere i requisiti di accesso alle professioni del mare, al fine di renderli più allineati alle esigenze del mercato e alle competenze richieste dall'evoluzione tecnologica;

5) a sostenere la formazione e l'aggiornamento professionale dei lavoratori del settore, al fine di garantire la loro competitività sul mercato;

6) a diffondere opportunità imprenditoriali e professionali offerte dall'economia del mare attraverso attività di divulgazione, di promozione delle iniziative e dei risultati progettuali realizzati nell'ambito della formazione professionale e delle attività economiche in materia;

7) ad adottare iniziative di competenza volte a superare l'attuale frammentazione della governance e rafforzare il coordinamento tra i principali soggetti dell'economia del mare, sulle orme del Piano del mare.
(1-00206) «Rizzetto, Almici, Ambrosi, Amich, Amorese, Baldelli, Benvenuti Gostoli, Buonguerrieri, Caiata, Calovini, Cangiano, Cannata, Caramanna, Caretta, Cerreto, Chiesa, Ciaburro, Ciocchetti, Colosimo, Comba, Congedo, Coppo, De Bertoldi, De Corato, Deidda, Di Giuseppe, Di Maggio, Dondi, Filini, Foti, Frijia, Gardini, Giorgianni, Iaia, Kelany, Lampis, Lancellotta, La Salandra, Loperfido, Lucaselli, Maccari, Maiorano, Malagola, Malaguti, Mascaretti, Maschio, Matera, Matteoni, Mattia, Maullu, Messina, Michelotti, Milani, Mollicone, Morgante, Mura, Osnato, Padovani, Palombi, Pellicini, Perissa, Polo, Pozzolo, Pulciani, Raimondo, Rampelli, Roscani, Angelo Rossi, Fabrizio Rossi, Rotelli, Sbardella, Schifone, Rachele Silvestri, Testa, Tremaglia, Tremonti, Urzì, Varchi, Vietri, Vinci, Zucconi, Zurzolo».

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni III e XIV,

   premesso che:

    nel corso dei processi di integrazione europea, i Balcani Occidentali, rappresentano uno dei tasselli mancanti per il suo completamento. Immaginare un'Europa unita che possa raccogliere al suo interno anime differenti tanto quanto l'estensione del continente europeo, rappresenterebbe il suo compimento, se non il perseguimento perfettibile di un progetto comunitario che trova nel nostro Paese uno dei suoi Paesi fondatori;

    l'evoluzione geopolitica del panorama internazionale evidenzia, con maggiore forza, la necessità di dotare l'Europa di un corpo saldo, capace di disinnescare conflitti e di prevenire minacce esterne sia di ordine economico quanto di natura bellica. Sebbene il nuovo secolo si presentava con la prospettiva di una maggiore distensione dei rapporti interni e internazionali, in seno al continente Europeo, all'indomani del conflitto Russo-Ucraino tali certezze sembrano essere venute meno, forzando la comunità internazionale, ma soprattutto i Paesi membri dell'Unione Europea, a domandarsi «come fare» per migliorare processi, strutture e assetti che possano garantire maggiore stabilità al suo interno e possano aprirsi a nuove integrazioni senza vedere minacciato il suo equilibro;

    i Balcani occidentali rappresentano, dunque, un'area di importante interesse per l'Italia, grazie al ruolo di protagonista che in questi anni essa ha esercitato nell'area, fautrice di importanti progressi nelle relazioni tra l'Unione europea e tutti i Paesi balcanici fino all'ingresso di Slovenia e Croazia nell'Unione europea e successivamente anche nell'area Schengen e nella zona euro;

    dopo le adesioni della Slovenia avvenuta nel 2004 e della Croazia avvenuta nel 2013, il Montenegro, la Serbia, la Repubblica di Macedonia del Nord e l'Albania risultano ad oggi essere Paesi candidati ufficiali. La Bosnia-Erzegovina ha inoltre ottenuto lo status di Paese candidato nel dicembre 2022, mentre il Kosovo è stato riconosciuto dalla Commissione europea come Stato potenzialmente candidato nel dicembre 2022. È innegabile come la spinta propositiva dell'adesione all'Unione europea consenta a questi Paesi da una parte di impegnarsi maggiormente per adeguare i rispettivi sistemi democratici agli standard europei riconosciuti, dall'altra, come la funzione cooperativa e di scambio di pratiche «know-how» tra i Paesi membri e quelli candidati, rafforzi maggiormente la partnership intra-europea costruendo basi solide già per il futuro dell'Unione;

    l'importanza dell'allargamento dell'Unione ai Balcani occidentali costituisce un tema cruciale per la politica estera del nostro Paese, come affermato dal nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha infatti ribadito la centralità dell'area nel corso della conferenza «L'Italia e i Balcani occidentali: crescita e integrazione», tenutasi a Trieste lo scorso 23 gennaio, alla Presenza del Ministro degli esteri Antonio Tajani;

    l'Europa, come ricordato dal Presidente Meloni, ha una grande responsabilità verso i Balcani. È necessario, dunque, che l'Unione europea sviluppi una nuova visione nei confronti di questa regione e metta l'allargamento ai Balcani occidentali tra le sue priorità. L'obiettivo di questo Governo è stato infatti fin da subito quello di portare «più Italia nei Balcani», grazie anche alla presenza sempre più crescente di aziende italiane e al rinnovato impegno ad investire nei settori strategici, come le infrastrutture e le reti energetiche, e lo sviluppo delle PMI. Pertanto, la riflessione sui Balcani Occidentali costituisce il punto di partenza fondamentale per poter discutere, all'interno delle istituzioni europee e del Parlamento italiano, delle modalità concrete per rilanciare l'azione dell'Italia in questa regione e per mettere a sistema le opportunità significative che i Balcani sono in grado di offrire alle nostre aziende e al continente europeo;

    il nostro Paese ha da sempre svolto un ruolo importante all'interno dell'area, grazie al suo impegno diplomatico e di difesa. In particolare, l'Italia è protagonista nelle numerose iniziative di cooperazione bilaterale, tra cui l'iniziativa centro-europea (InCE) che ha sede a Trieste. Il Governo italiano, infatti, ogni anno rinnova il suo impegno, facendo di tale iniziativa un importante catalizzatore e aggregatore di Paesi, tra cui quelli appartenenti ai Balcani occidentali, svolgendo così un importante funzione stabilizzatrice dell'area agendo da mediatore nei processi di integrazione europea;

    l'allargamento dell'Unione ai Paesi dei Balcani Occidentali deve, necessariamente, essere graduale e ponderata, ma ciò non deve diventare motivo di ostacolo o di rallentamento. È evidente come la progressiva integrazione all'interno della comunità europea debba riguardare solo ed esclusivamente Paesi dotati di democrazie stabili ed economie relativamente forti, dando all'Unione europea quel valore aggiunto al suo allargamento e allontanando da essa ogni fattore di futura instabilità al suo interno. Pertanto, a fronte di tale consapevolezza, maggiore deve essere il sostegno dei Paesi membri al perfezionamento degli sforzi fin qui compiuti dai Paesi dei Balcani occidentali al fine di allontanare ogni traccia di instabilità;

    nel giugno 2014 è stato concesso lo status di Paese candidato all'UE all'Albania. Nel luglio 2022 i negoziati di adesione per l'Albania e la Macedonia del Nord sono stati formalmente avviati e trattati congiuntamente in virtù di una raccomandazione positiva condivisa della Commissione, grazie anche al superamento di disaccordi tra la Macedonia del Nord e la Bulgaria riguardo all'identità, alla lingua e alla storia;

    nel dicembre 2022, a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e della decisione adottata dall'UE nel giugno 2022 di concedere lo status di Paese candidato alla Moldova e all'Ucraina, il Consiglio europeo ha deciso di concedere tale status anche alla Bosnia-Erzegovina;

    i negoziati di adesione per il Montenegro sono stati avviati nel giugno 2012. Ad oggi, dei 33 capitoli di negoziato vagliati, solo tre di essi sono stati provvisoriamente chiusi. L'adozione delle misure restrittive promosse dall'Unione europea verso la Russia e la Bielorussia, nonché l'assistenza all'Ucraina, costituiscono un ulteriore riprova della volontà ad aderire all'Unione da parte del Montenegro, in conformità allo spirito comunitario;

    la futura integrazione del Kosovo nell'UE, così come quella della Serbia, rimane strettamente legata all'attuazione del dialogo ad alto livello tra il Kosovo e la Serbia agevolato dall'UE, che dovrebbe portare a un accordo esaustivo e giuridicamente vincolante sulla normalizzazione delle loro relazioni. Il continuo stato di tensione tra i due Paesi è nuovamente esploso lo scorso 30 maggio a seguito dei risultati delle elezioni municipali al Nord del Kosovo ad alta densità serba, a danno anche dei nostri peacekeeper che operano in ambito della missione Nato Kfor, con il compito di mantenere pace e ordine nel Paese. Inoltre, il tasso di adeguamento della Serbia alle posizioni dell'Unione europea calcolato dalla Commissione è recentemente sceso al 45 per cento, complice anche i distinguo manifestati in politica estera, in occasione dell'aggressione russa all'Ucraina quando si è rifiutata di adottare qualsiasi sanzione contro la Federazione Russa e ha mantenuto salde le relazioni politiche con Mosca;

    il Parlamento europeo con una risoluzione del 18 gennaio 2023 ha confermato che l'indipendenza della Repubblica del Kosovo è irreversibile e ha ribadito l'invito ai cinque Stati membri che non l'hanno ancora riconosciuta a farlo con effetto immediato;

    il rafforzamento e perfezionamento dei processi di integrazione costituisce il migliore deterrente all'insorgere di nuove conflittualità all'interno dell'area. L'adeguamento democratico dei rispettivi sistemi, grazie a una maggiore omogeneità normativa, sarà la garanzia per la migliore integrazione possibile tra Paesi il cui portato storico ha causato inevitabilmente il mantenimento di determinate posizioni e conflitti, ma che grazie all'appartenenza condivisa alla comunità europea potranno finalmente trovare nel riconoscimento reciproco la possibilità di una coesistenza pacifica,

impegnano il Governo:

   a rafforzare il ruolo dell'InCE, come interlocutore di riferimento con l'Unione europea, tale da facilitare i processi di mediazione tra i Paesi dei Balcani occidentali e le istituzioni europee e garantirne il rafforzamento e la loro futura integrazione;

   a riaffermare il ruolo centrale dell'Italia nel processo di integrazione europea dei Paesi dei Balcani occidentali, ribadendo in tutte le sedi europee la priorità strategica che questa integrazione riveste non solo per il nostro Paese, ma soprattutto nel contesto internazionale conseguente alla aggressione russa all'Ucraina, tutelando l'area da future ingerenze esterne;

   a sostenere, nelle sedi europee, una più rapida e positiva conclusione del processo di adesione per i Paesi dell'area che, secondo il rapporto della Commissione europea, hanno completato gli adeguamenti richiesti conseguendo migliori standard democratici conformi all'Unione europea;

   a promuovere il dialogo tra i Paesi dell'area, valorizzando i punti di forza conseguenti al miglioramento delle relazioni reciproche e disinnescando le tensioni esistenti grazie alla prospettiva di una maggiore stabilità futura dovuta alla corretta integrazione degli stessi nell'Unione europea;

   a garantire lo scambio di pratiche «know-how» tra i rispettivi parlamenti, al fine di dotare i Paesi dell'area balcanica delle conoscenze e competenze necessarie all'adeguamento strutturale dei sistemi amministrativi e procedurali, garantendo un allineamento delle normative interne ad una maggiore prospettiva europea;

   a indirizzare gli sforzi diplomatici del nostro Paese affinché i Paesi dell'area possano, in materia di politica estera e di sicurezza, allinearsi maggiormente al posizionamento europeo;

   a sostenere, nelle sedi europee, l'attuazione della raccomandazione del 23 novembre 2022 del Parlamento europeo volta a superare il principio di unanimità in favore di un sistema di voto a maggioranza qualificata in settori legati al processo di adesione di nuovi Stati membri e a garantirne uno snellimento delle procedure.
(7-00161) «Caiata, Giordano, Loperfido, Calovini».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   BALDELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in data 10 ottobre 2023, il quotidiano «il Foglio» ha pubblicato un articolo a firma Simone Canettieri dal titolo: «Onlus, Hamas e M5S. Gli strani rapporti tra un'associazione vicina ai terroristi e i deputati grillini»;

   nell'articolo si fa riferimento alla «Abspp» (Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese) e alle diverse relazioni che sarebbero intercorse con parlamentari del Movimento 5 Stelle e con lo stesso presidente del partito, Giuseppe Conte;

   secondo quanto riportato dal Foglio, l'associazione in questione sarebbe stata oggetto di una istanza di sequestro dei fondi a sua disposizione da parte del Ministero della difesa israeliano in quanto ritenuta legata al terrorismo di matrice palestinese. A ciò si aggiungerebbero segnalazioni dall'antiriciclaggio e l'accusa da parte del Mossad di finanziare il gruppo terroristico palestinese «Hamas»;

   fra l'associazione e il partito dei 5 Stelle, da quanto si apprende dalla stampa e da altre fonti pubbliche, si paleserebbero diversi pregressi rapporti: nella XVIII legislatura, il vicepresidente di questa associazione, Sulaiman Hijazi, avrebbe fatto da accompagnatore ai deputati 5 Stelle Davide Tripiedi e Stefania Ascari nei campi profughi palestinesi in Libano; lo stesso Hijazi, nel 2019, sarebbe stato ospite in Senato di Gianluca Ferrara, parlamentare 5 Stelle e membro della Commissione affari esteri, delegato italiano all'Assemblea parlamentare dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) e membro del Consiglio d'Europa; il 19 settembre del 2022, alla vigilia del voto per le politiche, sempre il vicepresidente dell'associazione avrebbe pubblicato sui social network una fotografia che lo ritraeva insieme a Giuseppe Conte col seguente testo di accompagnamento: «Grazie presidente per il tempo che ci ha dedicato oggi»; il 30 ottobre 2022, ad attendere Hijazi all'aeroporto di Pratica di Mare si sarebbe trovato Claudio Cominardi, già deputato per due legislature del Movimento 5 Stelle e oggi tesoriere del medesimo partito; lo scorso febbraio 2023, la deputata Ascari dei 5 Stelle, avrebbe ospitato Mohammad Hannoun, presidente dell'associazione «Abspp», nella sala per le conferenze stampa della Camera dei deputati per parlare del rapporto per i diritti umani in Palestina; sempre la stessa deputata, lo scorso maggio 2023, avrebbe partecipato – e risulterebbe essere l'unica parlamentare italiana – al 20° congresso della «Conferenza europea dei palestinesi» a Malmö, con tanto di saluto da parte di «Quds News Network», agenzia ritenuta associata a Hamas;

   interpellato dal giornalista sopra citato, l'entourage dell'ex premier, Giuseppe Conte, avrebbe sostenuto che si era trattato «di una delle tante foto che le persone si fanno con il presidente durante i tour elettorali», pur se Giuseppe Conte aveva rivestito l'Ufficio di Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana fra il giugno 2018 e il febbraio 2021, tenendo per tutto questo periodo, a esclusione dell'ultimo scorcio, la delega ai servizi di sicurezza della nazione –:

   di quali elementi disponga il Governo, per quanto di competenza, in relazione alle rilevanti notizie diffuse dalla stampa e sopra riportate;

   se risultino effetti di tali condotte, qualora verificate, che possano comportare pericolo per la sicurezza nazionale, nonché, se possano incidere, se non addirittura compromettere, le relazioni diplomatiche fra Italia e Israele.
(4-01740)


   TOCCALINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   hanno suscitato vivaci polemiche e profonda indignazione le parole di Patrick Zaki verso il Governo di Israele all'indomani del brutale attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas e dell'uccisione a sangue freddo di centinaia di giovanissimi israeliani durante un rave party, ma anche di anziani, donne e bambini inermi che si trovavano nelle loro case nei kibbutz vicino a Gaza;

   anziché esprimere sdegno e condanna verso Hamas per i gravissimi atti criminali perpetrati ai danni del popolo israeliano o per il rapimento di centinaia di civili israeliani, anche bambini, da usare come «merce di scambio» o «scudi umani», Patrick Zaki definiva, invece, un «serial killer» il Premier Netanyahu;

   per le inaccettabili posizioni assunte, nei giorni successivi molti sono stati gli incontri pubblici a cui Zaki era stato invitato ma che sono stati disdetti dagli stessi organizzatori: prima alla trasmissione televisiva «Che tempo che fa», poi all'Arsenale della pace di Torino, e infine alla giornata inaugurale del Festival della Pace di novembre a Brescia;

   dopo le polemiche scatenate dalle sue parole su Netanyahu, il ricercatore egiziano è tornato a parlare per chiarire meglio la sua posizione, precisando che non è filoHamas, ma proPalestina e contro il Governo di Israele;

   la battaglia di Israele contro il terrorismo islamico deve essere una battaglia condivisa da chiunque senza alcuna esitazione, anche per l'elevato rischio di nuovi attentati terroristici, volti ad emulare Hamas, e che possono riguardare non solo il nostro Paese ma tutti, come segnalato anche dai servizi segreti di diversi Stati;

   gravi dichiarazioni come quella riportata, benché seguita da precisazioni e correttivi, a parere dell'interrogante possono rappresentare un inno alla violenza e fomentare eventuali cellule terroristiche dormienti in Italia –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di garantire la sicurezza nazionale e prevenire e contrastare il rischio di una attivazione di cellule terroristiche.
(4-01749)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta orale:


   BAGNASCO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il basilico Dop rappresenta un'eccellenza della regione Liguria, una risorsa di inestimabile valore e non solo dal punto di vista culinario, ma anche dal punto di vista economico e occupazionale;

   gli imprenditori agricoli del territorio hanno manifestato una grave preoccupazione riguardo alla sopravvivenza di questa importante produzione;

   tale preoccupazione riguarda la deroga che consente l'uso del prodotto 1,3-dicloropropene, necessario alla sterilizzazione dei terreni; la deroga per l'anno in corso è arrivata in ritardo e gli effetti di questo ritardo hanno inciso pesantemente sulla produzione del basilico, un prodotto che per il territorio ligure è di vitale importanza;

   il Servizio fitosanitario nazionale nella sua pubblicazione del 17 aprile 2023 ha sancito lo stato di emergenza fitosanitaria per numerose colture erbacee afflitte da nematodi e patogeni del suolo. L'emergenza è stata avallata per il contenimento dei nematodi su numerose colture tra cui in primis il basilico, ma anche floreali, lattuga e insalata in serra, fragola, radicchio e tabacco. I comuni interessati sono 326 in 7 regioni (Campania, Umbria, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria e Sardegna), per un totale di 12216 ettari;

   la deroga 2023 è arrivata a metà giugno, quando ormai era troppo tardi. Questo ritardo ha costretto tali aziende ad utilizzare prodotti alternativi risultati inefficaci, con conseguenze potenzialmente devastanti soprattutto per gli imprenditori albenganesi che sono quelli che maggiormente operano con la grande distribuzione;

   preme evidenziare che gli effetti di questo ritardo hanno inciso pesantemente sulla produzione del basilico, che corre il rischio non solo di scomparire dai nostri territori, ma di essere rimpiazzato da prodotti di scarsa qualità e che non sono garanzia dell'eccellenza culinaria italiana;

   ovviamente, il rischio non si limita solo alla perdita di un'eccellenza territoriale, ma comporta anche l'eventualità che le imprese del settore chiudano mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro preziosi per la nostra comunità –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere al fine di assicurare tempestivamente l'adozione delle misure necessarie a garantire la produzione di basilico ligure Dop.
(3-00749)

Interrogazione a risposta scritta:


   CARAMIELLO e PAVANELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   nell'anno 2021, la «Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali» è entrata a far parte del patrimonio culturale immateriale dell'umanità tutelato dall'Unesco;

   secondo i dati Istat, solo nell'anno 2021 l'export di tartufi italiani ha registrato una crescita del 48 per cento, con un particolare incremento sul mercato degli Stati Uniti d'America;

   la legge italiana che regolamenta la raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo è la n. 752 del 16 dicembre 1985, e, all'articolo 1, prevede che ciascuna regione si doti di un'apposita normativa sulla raccolta e sulla commercializzazione dei tartufi, in quanto prodotto pregiato e produttore di ricchezza per le singole regioni e per il Paese;

   contrariamente a detta norma, ad oggi le regioni Sicilia, Sardegna, Valle D'Aosta e Trentino-Alto Adige non hanno ancora adottato una normativa in materia (fonte Piano Nazionale della filiera del tartufo 2017-2020);

   inoltre, appare prassi diffusa fra molte regioni l'incostanza nella comunicazione dei dati relativi alla raccolta dei tartufi e al numero dei tesserini rilasciati;

   tali dati sono fondamentali, oltre che per il monitoraggio di una filiera pregiata, anche per il rafforzamento del sistema dei controlli per far sì che non vi siano abusi sul territorio, nonché possibili negative ripercussioni sul mercato dei tartufi;

   è evidente, in ogni caso, che la normativa nazionale in materia, anche alla luce del recente inserimento del tartufo nel patrimonio Unesco, necessiti di una revisione ed inserisca elementi più stringenti anche in materia di tracciabilità dei prodotti –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di risolvere tale anomalia e se intenda in particolare adottare iniziative normative in materia, anche in linea con le caratteristiche che nel corso del tempo la «cerca» e la raccolta del tartufo hanno assunto nel nostro Paese, al fine di tutelare un patrimonio di pregio per l'Italia.
(4-01742)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   la Edison spa nel dicembre 2019 ha attivato il procedimento di autorizzazione, ai sensi del decreto-legge n. 257 del 2016, per la costruzione e l'esercizio di un deposito di Gnl all'interno del porto di Brindisi, banchina Costa Morena Est;

   con delibera n. 230 del 26 luglio 2021 la Giunta del comune di Brindisi ha espresso parere sfavorevole evidenziando pericolo di incidenti rilevanti e incompatibilità urbanistica del sito;

   con decreto del 28 luglio 2021 il presidente della provincia di Brindisi ha espresso parere sfavorevole, evidenziando le seguenti criticità:

    a) il progetto andrebbe sottoposto a VIA di competenza statale, in quanto rientrante nella categoria progettuale di cui al punto 8, quarta linea, dell'allegato II alla parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni ed integrazioni «Stoccaggio di prodotti di gas di petrolio liquefatto e di gas naturale liquefatto con capacità complessiva superiore a 20.000 m3»; sebbene infatti di dimensioni inferiore alla soglia, si evidenzia che la legge regionale n. 11 del 2001 e successive modificazioni ed integrazioni recante «norme sulla VIA», ai commi 9 e 10 dell'articolo 4, prevede la riduzione delle soglie del 30 per cento nelle aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale di cui all'articolo 74 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, fra cui il territorio comunale di Brindisi, anche nell'ipotesi di intervenuta cessazione della validità della dichiarazione medesima per trascorso quinquennio, qualora non siano divenuti operativi tutti gli interventi di risanamento; si ritiene che tale previsione, cogente nel caso di procedimenti di competenza regionale, debba essere necessariamente applicata anche ai progetti di competenza statale, per loro natura maggiormente impattanti, al fine di non determinare disparità di trattamento;

    b) l'area prescelta costituisce un'area portuale, all'interno della recinzione di security, molto ben strutturata e collegata con la rete ferroviaria per la quale sono già state spese notevoli risorse pubbliche che sarebbero parzialmente vanificate dall'insediamento proposto, atteso che il deposito di Gnl limiterà l'operatività della nuova infrastruttura ferroviaria in quanto durante le attività di scarico delle metaniere saranno precluse altre attività di movimentazione container;

    c) nell'ambito del procedimento di VIA si potrebbe anche esperire la necessaria consultazione pubblica, come prevista dal comma 8 dell'articolo 9 del decreto legislativo n. 257 del 16 dicembre 2016, di cui agli atti non risulta sia stata data attuazione;

    d) si ritiene che la valutazione delle emissioni in atmosfera sia carente sotto il profilo della valutazione delle emissioni diffuse e fuggitive, soprattutto con riferimento alle fasi di carico/scarico di Gnl;

    e) non si rileva il titolo di disponibilità dell'area di intervento da parte del proponente Edison;

    f) la zona ricade nel Sito inquinato di interesse nazionale di Brindisi (decreto del Ministero dell'ambiente del 10 gennaio 2000);

    g) non risulta effettuata una valutazione degli impatti cumulativi, anche di natura sanitaria, in relazione al funzionamento della torcia e alla presenza di altre analoghe proposte progettuali in fase di esame presso il medesimo Ministero per la transizione ecologica;

   con d. interm. n. 17487 del 22 agosto 2022 il Ministero della transizione ecologica, di concerto con il Mims, ha autorizzato Edison s.p.a. alla installazione e all'esercizio del citato deposito di gas Gnl;

   le dette criticità espresse dal comune di Brindisi e dalla provincia di Brindisi non sono state esaminate dagli organi competenti;

   risulta, quindi, che i rischi di un impianto ad alto rischio di incidente rilevante non siano stati valutati adeguatamente e che non siano state opportunamente prese in considerazione le criticità espresse dai rappresentanti degli enti anzidetti;

   il consiglio superiore dei lavori pubblici, con nota del 13 ottobre 2021 n. 50 del 2021 ha richiamato tutte le criticità espresse dalla provincia di Brindisi, riportando anche che «Nella predetta scheda 1/d del Piano si fa riferimento alla destinazione d'uso prevista dal PRP per l'area di Costa Morena: le previsioni di utilizzo futuro, dei nuovi moli di Costa Morena come porto per merci e passeggeri, comporta una rilevante presenza umana nella zona, e conseguente impossibilità di realizzare un efficace piano di emergenza, in caso di incidente di rilevante entità. Le caratteristiche di vulnerabilità del sito lo rendono del tutto incompatibile con attività di movimentazione di merci pericolose come il GPL». Il Consiglio ha evidenziato come non sia stata fatta una opportuna «valutazione degli impatti cumulativi in relazione (...) alla presenza di altre analoghe proposte progettuali in fase di esame presso il medesimo Ministero per la Transizione Ecologica»;

   anche la Capitaneria di porto di Brindisi, nel proprio parere, aveva riservato approfondimenti;

   al fine dell'ottenimento dell'autorizzazione del 22 agosto 2022 risulta che Edison abbia dichiarato che la linea ferroviaria del molo sia inattiva, mentre tale linea fa parte del progetto di collegamento con la rete ferroviaria nazionale, per la quale Rfi ha già pubblicato nel mese di settembre 2023 il bando di gara dei lavori;

   l'impianto in questione e la relativa torcia, verrebbero a trovarsi in prossimità del cono di atterraggio degli aerei nell'aeroporto di Brindisi-aeroporto del Salento, e nessun parere circa la non pericolosità dell'eventuale rilascio di gas, di vapori o di fiamme da parte della torcia dell'impianto sul traffico aereo è stato acquisito nell'ambito dell'istruttoria volta al rilascio dell'autorizzazione ministeriale di cui trattasi, avendo i Ministeri ritenuto favorevole il parere di Enac-Enav solo per mancata emissione nei termini di legge;

   il 18 settembre 2023 durante le audizioni di Enac-Enav presso il comune di Brindisi, il rappresentante di Enac ha dichiarato che l'aspetto del rischio derivante da fumi, vapori e fiamme non è stato approfondito;

   l'Aua in questione, quindi, risulta esser stata emessa senza adeguata valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei cittadini, senza una opportuna e doverosa sottoposizione a VIA e senza il rispetto del principio di precauzione ispiratore della cosiddetta direttiva Seveso –:

   se alla luce delle citate criticità del progetto, i Ministri interpellati non reputino doveroso revocare in autotutela il citato d. interm. n. 17487 del 22 agosto 2022 ed ogni connesso provvedimento.
(2-00246) «Traversi, Conte, L'Abbate, Giuliano, Donno, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo, Sergio Costa, Auriemma, Fenu, Dell'Olio, Caso, Scutellà, Alessandro Colucci, Amato, D'Orso, Ascari, Cherchi, Pavanelli, Iaria».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con decreto n. 166 del 19 giugno 2014 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ora Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ha rilasciato il provvedimento di compatibilità ambientale, subordinato a prescrizioni, sul progetto presentato dalla società Gas Plus Storage s.r.l., relativo allo «Stoccaggio di gas naturale in strato “San Benedetto Stoccaggio”», consistente nella realizzazione di una centrale di stoccaggio e trattamento gas, di nuovi pozzi e metanodotto di collegamento, localizzato nel comune di San Benedetto del Tronto (AP);

   il progetto avrebbe dovuto realizzarsi entro cinque anni dalla pubblicazione del parere, trascorso il quale, fatta salva la proroga concessa su istanza del proponente, la procedura di VIA doveva essere reiterata;

   con decreto n. 268 del 13 luglio 2022, del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Ministro della cultura, è stata respinta l'istanza di proroga del termine di efficacia del provvedimento di compatibilità ambientale relativo al progetto «Stoccaggio di gas naturale in strato San Benedetto Stoccaggio» presentata dalla Gas Plus Storage s.r.l.;

   il rigetto della proroga trova ragione nell'applicazione dell'articolo 25, comma 5 del decreto legislativo n. 152 del 2006, come novellato dall'articolo 10, comma 1, lettera c), del decreto-legge n. 50 del 2022 che recita testualmente: «Fatto salvo il caso di mutamento del contesto ambientale di riferimento, il provvedimento con cui è disposta la proroga ai sensi del secondo periodo non contiene prescrizioni diverse e ulteriori rispetto a quelle già previste nel provvedimento di VIA originario»;

   nel parere della commissione tecnica VIA e VAS n. 98 del 2021, prendendo le mosse dalle diverse componenti già valutate dal decreto di compatibilità ambientale, sono stati valutati gli aspetti di carenza e di mancato aggiornamento della documentazione prodotta dalla società Gas Plus Storage s.r.l., in merito ad elementi e fattori nel frattempo intervenuti, suscettibili di modificare in maniera significativa il contesto ambientale di riferimento;

   con sentenza del Tar Lazio Sez. III n. 11075 del 3 luglio 2023 è stato accolto il ricorso promosso dalla società Gas Plus Storage, annullando il decreto ministeriale di rigetto della proroga del termine di efficacia del provvedimento di compatibilità ambientale;

   da quanto si apprende da organi di stampa, il comune di San Benedetto del Tronto avrebbe deliberato il ricorso al Consiglio di Stato avverso la sentenza del TAR Lazio –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere per ribadire e rafforzare le valutazioni tecniche di incompatibilità ambientali circa la realizzazione della centrale di stoccaggio e trattamento del gas, classificato impianto ad alto rischio di incidente rilevante, nel comune di San Benedetto del Tronto, alla luce del mutamento del contesto ambientale connesso ai ricorrenti eventi sismici verificatisi a partire dal 24 agosto 2016.
(5-01500)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   il fondo pensione per il personale dell'ex Banca di Roma ha circa 20.000 iscritti, di cui circa 3.000 in servizio nel gruppo Unicredit, 1.000 esodati, 1.000 differiti e oltre 15.000 pensionati, a suo tempo dipendenti delle aziende confluite nell'ex Banca di Roma, poi Capitalia e oggi Unicredit;

   l'iscrizione al fondo era obbligatoria e faceva parte del contratto di lavoro;

   la finalità del fondo era quella di assicurare una pensione integrativa, correlata alla retribuzione, da godere all'atto del pensionamento e da adeguare annualmente;

   per godere di tale beneficio sia il dipendente che l'azienda provvedevano a versamenti mensili rapportati all'importo della retribuzione percepita;

   a partire dal 2015 le fonti istitutive (Unicredit e sindacati) hanno autonomamente modificato lo statuto, sostituendo all'adeguamento annuale, basato sulle regole di perequazione INPS, una variazione che fosse funzione del rendimento conseguito, anno per anno, dagli amministratori, e nella percentuale eccedente il tasso tecnico di equilibrio;

   la modifica statutaria sull'adeguamento annuale è stata basata sulla disposizione di cui all'articolo 10, comma 2, del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76 (convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99), richiamato espressamente nelle premesse dell'accordo sindacale del 16 maggio 2014;

   tale disposizione ha inserito nell'articolo 7-bis del decreto legislativo n. 252 del 2005 il comma 2-bis, in base al quale «qualora i fondi pensioni di cui al comma 1 che procedono alla erogazione diretta delle rendite non dispongano di mezzi patrimoniali adeguati in relazione al complesso degli impegni finanziari esistenti, le fonti istitutive possono rideterminare la disciplina, oltre che del finanziamento, delle prestazioni, con riferimento sia alle rendite in corso di pagamento sia a quelle future»;

   la norma richiamata ha conferito un ampio potere modificativo delle «fonti istitutive» dei fondi pensioni, omettendo il necessario bilanciamento tra le esigenze di tenuta finanziaria dei fondi e il diritto dei pensionati a che siano assicurati trattamenti pensionistici «adeguati alle esigenze di vita», in palese contrasto con i princìpi sanciti dalla Costituzione (articoli 36 e 38) e dalla giurisprudenza della Corte costituzionale in materia di diritti acquisiti;

   è da notare, in particolare, come il decreto legislativo n. 252 del 2005 non contenga una disposizione analoga a quella dettata dal comma 7 dell'articolo 18 del decreto legislativo n. 124 del 1993 che prevedeva: «in presenza di squilibri finanziari delle relative gestioni le fonti istitutive di cui all'articolo 3 possono rideterminare la disciplina delle prestazioni e del finanziamento per gli iscritti che, alla predetta data, non abbiano maturato i requisiti previsti dalle fonti istitutive medesime per i trattamenti di natura pensionistica», facendo quindi salve le prestazioni per le pensioni già maturate;

   fatto sta che a seguito della modifica statutaria a oggi, l'assegno è diminuito del 70 per cento;

   il fondo ha avuto un rendimento annuo quasi sempre inferiore a quello di analoghi fondi, così come risulta dai bollettini annui dell'organo di vigilanza, COVIP;

   a quanto risulta all'interrogante, il fondo avrebbe portato avanti discutibili operazioni immobiliari;

   si pensi ad esempio, all'acquisto, da Unicredit, di un unico complesso immobiliare, quello di viale Tupini in Roma, costituente circa un sesto dell'intero patrimonio della specie, con evidente concentrazione del rischio;

   detta operazione, già oggetto di interrogazione parlamentare del luglio 2004, per possibile conflitto di interessi (si precisa che l'azienda, a norma di statuto, nomina metà dei consiglieri), risulta al momento non a reddito, avendo Unicredit, affittuaria dell'immobile, dato disdetta del contratto di locazione;

   molto discussa anche la partecipazione a un fondo immobiliare riconducibile all'immobiliarista Luca Parnasi che sarebbe stato svalutato nel bilancio 2018 per oltre 10,5 milioni di euro (con una diminuzione del 96 per cento): il fondo Idea Fimit Sviluppo-Comparto Uno, che ha riguardato un progetto di sviluppo in area poi risultata destinata a parco naturale, investimento che chiaramente non pare ispirato a criteri di sana e prudente gestione;

   il fondo avrebbe poi realizzato una serie di operazioni in prodotti finanziari derivati per le quali la COVIP ha sanzionato amministratori, sindaci e direttore per circa 500.000 euro pagati interamente dal fondo stesso;

   inoltre, la politica di Unicredit degli ultimi anni, basata su continui esodi del personale e cessione di sportelli, avrebbe fatto venir meno versamenti atti a rafforzare il patrimonio e ha allungato i periodi di corresponsione della pensione –:

   se i Ministri interpellati siano a conoscenza di questa vicenda;

   se, alla luce dei fatti sopra esposti, ritengano opportuno aprire, in tempi brevissimi, un tavolo di confronto tra i Ministeri, Unicredit, i pensionati e le organizzazioni sindacali, ai fini dell'individuazione di una soluzione che soddisfi le legittime aspettative degli iscritti al fondo pensione;

   se si intenda adottare ogni iniziativa di competenza, anche di carattere normativo, affinché Unicredit (che, nel 2022, ha registrato un utile record di 5,2 miliardi di euro, miglior risultato di sempre) contribuisca al ripianamento del fondo;

   se siano possibili iniziative atte a tutelare il risparmio degli iscritti, che corrono addirittura il rischio di vedersi erogare meno di quanto versato negli anni, soprattutto per coloro che alla data di modifica dei criteri di adeguamento avevano già maturato i requisiti pensionistici;

   se non abbiano considerato la possibilità che siano avanzati rilievi sulla legittimità costituzionale della disposizione richiamata in premessa (comma 2-bis dell'articolo 7-bis del decreto legislativo n. 252 del 2005) nella parte in cui consente di rideterminare la disciplina delle prestazioni con riferimento alle rendite in corso di pagamento, non considerando adeguatamente i diritti di coloro che «hanno raggiunto un elevato livello di consolidamento» del trattamento pensionistico (anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 390 del 1995).
(2-00245) «Francesco Silvestri, Fenu, Pavanelli, Iaria, Cherchi, Ascari, Alfonso Colucci, D'Orso, Amato, Scutellà, Caso, Dell'Olio, Auriemma, Sergio Costa, Santillo, Morfino, Ilaria Fontana, Donno, Giuliano, L'Abbate, Tucci».

Interrogazione a risposta scritta:


   LA PORTA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

  in tema di concessioni cimiteriali l'attuale normativa prevede che i regolamenti comunali di polizia mortuaria in combinato disposto con l'articolo 92 del decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990 ne fissino in 99 anni la durata massima, revocando ex lege il principio di perpetuità previsto sino all'anno 1975;

   preso atto che tutte le amministrazioni comunali si sono adeguate al dato normativo ed alla novella legislativa, deve essere però menzionato il caso isolato del comune di Stazzema (Lu), tristemente noto per la strage nazifascista avvenuta nella frazione di Sant'Anna il 12 agosto 1944;

   l'amministrazione comunale, per mano del primo cittadino Michele Silicani e poi del successore Maurizio Verona, nel 2008 ha arbitrariamente deciso di fornire un'interpretazione normativa differente rispetto a tutto il territorio nazionale, arrivando a pretendere dai propri cittadini il pagamento di un canone per il rinnovo del titolo concesso prima della riforma;

   ferma restando la liceità della richiesta per le istanze successive all'entrata in vigore della novella legislativa, ad avviso dell'interrogante, è da ritenersi illegittima la richiesta di denaro per i beneficiari perpetui della concessione in quanto il principio di irretroattività della norma giuridica prevede che il dato normativo espleti i suoi effetti solo per il futuro;

   ne discende, quindi, che una concessione perpetua non possa d'imperio essere modificata retroattivamente dal comune di Stazzema in una «a tempo determinato», e per di più dietro pagamento di un canone che ha permesso quello che ad avviso dell'interrogante è un'illegittima immissione di liquidità nelle casse comunali per un ammontare prossimo al milione di euro;

   l'atto comunale, come prevedibile, ha stimolato il deposito di plurimi ricorsi da parte dei cittadini all'autorità giudiziaria, sia civile che amministrativa, che hanno dato origine a più di cento procedimenti che hanno visto sempre soccombere l'ente locale in ogni grado di giudizio;

   tali pronunce hanno dato origine, infine, a condanne alla rifusione delle spese legali di parte quantificate, secondo i responsabili dei comitati a difesa dei cittadini, in circa 250.000 euro senza considerare gli onorari dei professionisti incaricati dal comune di Stazzema e le indebite percezioni di denaro ottenute dai rinnovi illegittimamente imposti da restituire ai cittadini;

   danni, questi, da aggiungere a quelli morali provocati dalla decisione degli amministratori di far estumulare i resti mortali dalle tombe dei cittadini che non erano in grado di provvedere economicamente al rinnovo, nonostante il fumus di illegittimità dato dalle sentenze;

   gli amministratori stazzemesi, infatti, nonostante oltre cento processi e la conformità di pronunce di condanna per la continua violazione dei principi fondanti del nostro sistema giuridico, hanno ostinatamente utilizzato fondi pubblici per perorare cause perse e perdenti, pur avendo gli strumenti necessari per desumerlo, arrecando rilevanti danni alle finanze pubbliche;

   dirimente in tal senso è la Suprema Corte che, con le ordinanze n. 978 e 979 del 2023, sancisce definitivamente che gli argomenti adotti dal comune di Stazzema per sostenere la vigenza della regola di onerosità periodica sono privi di fondamento –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se non si intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere ispettivo, in particolare ai sensi dell'articolo 60, commi 5 e 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, anche ai fini della tutela delle risorse pubbliche e del corretto funzionamento dei servizi cimiteriali.
(4-01751)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da inizio settembre del 2021 nel padiglione C della casa circondariale di Sanremo il detenuto ucraino MP di 25 anni, trasferito a Sanremo alcuni mesi prima, iniziava a manifestare segni di evidente disagio psichico, notati dai compagni e segnalati dalla psicologa AC allo psichiatra del carcere, che in ragione di questo lo visitava;

   nel pomeriggio del 2 ottobre 2021 MP aggrediva senza motivo il compagno di cella e gli agenti e, dopo lunga colluttazione, veniva isolato in attesa del consiglio di disciplina, purtroppo non in sezione (come prevede il regolamento) e senza particolari cautele, tanto che gli veniva lasciato il fornello;

   il 3 ottobre 2021 posto in isolamento nel piano seminterrato (zona vicina alle cucine non più adibita ad uso detentivo), si produceva gravissime ferite e ustioni mettendo le mani sulle fiamme del fornello e quando gli agenti entravano per soccorrerlo, reso furioso dal dolore, li aggrediva violentemente ferendo un sovrintendente; infine, sedato, veniva trasportato ammanettato presso il reparto grandi ustionati dell'Ospedale Villa Scassi di Genova;

   della vicenda avevano riferito (riprendendola da comunicati del Sappe e dell'USPP) il 4 e 5 ottobre La Stampa, Sanremonews e Riviera24.it segnalando l'aggressione, ma omettendo le gravi conseguenze riportate da MP; di queste si è avuta notizia l'11 novembre 2021 dalla trasmissione Radio Carcere di Radio Radicale, e da successive dichiarazioni del consigliere regionale Ferruccio Sansa riportate l'11 gennaio 2022 da Sanremonews, PrimalaRiviera e ImperiaPost.it;

   sui fatti sopra riportati era stata presentata l'interrogazione 4-11170, rimasta senza risposta;

   a causa della gravità delle lesioni (l'arto era in gran parte carbonizzato) è stato necessario amputargli la mano sinistra e parte dell'avambraccio, della destra ha conservato soltanto due dita;

   successivamente, MP trascorreva 8 mesi tra il reparto chirurgia della mano dell'Ospedale San Paolo di Savona e quello detentivo del San Martino di Genova; quindi, veniva trasferito presso la Casa Circondariale di Pontedecimo, dove si trova tuttora;

   l'onorevole Rita Bernardini, che lo ha incontrato in occasione della visita di Nessuno Tocchi Caino del 14 marzo 2023 a Pontedecimo, il 25 marzo relazionava al DAP evidenziando come non fosse chiara la dinamica di quell'incidente, chiedendosi come possa una persona, tenendo prolungatamente ambedue le mani sul fuoco, procurarsi senza svenire ustioni tali da carbonizzarle e richiederne l'amputazione; in quella relazione sollecitava interessamenti per un intervento protesico che restituisse al giovane detenuto una minima funzionalità degli arti;

   MP è al momento completamente invalido e viene assistito da un caregiver, gli interventi di cui necessita, in particolare una protesi mioelettrica, non sono stati finora eseguiti, anche a causa della mancata concessione della residenza il carcere –:

   se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa;

   quali elementi abbia raccolto il Ministro interrogato sui fatti riportati in premessa;

   se intenda promuovere un'ispezione volta ad accertare le eventuali responsabilità dei fatti accaduti;

   se non ritenga opportuno attivarsi perché gli interventi medici di cui MP necessita siano completati presso una struttura sanitaria adeguata.
(4-01747)


   GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi tre anni, presso la casa circondariale di Sanremo, è accaduto quanto segue;

   il 27 luglio 2021, nel Padiglione C, il detenuto VS si è tolto la vita per impiccagione; il 4 agosto 2021 veniva presentata l'interrogazione 4-10034, rimasta senza risposta;

   il 3 ottobre 2021, il detenuto ucraino MP, in isolamento, si produceva gravissime ferite e ustioni, sul caso veniva presentata l'interrogazione 4-11170, rimasta senza risposta;

   il 18 dicembre 2021, il detenuto nordafricano RM di 39 anni, in isolamento sanitario, dava fuoco alla propria cella riportando gravissime ustioni; trasportato in codice rosso presso l'ospedale Villa Scassi a Genova spirava il 7 gennaio 2022 (cfr. Ansa, Primocanale, Sanremonews e ImperiaPost.it);

   il 19 febbraio 2023 veniva trovato senza vita nella sua cella il detenuto LV di 31 anni, in precedenza ricoverato per le conseguenze di un pestaggio subito nel Padiglione C, l'autopsia non ha chiarito per intero le cause del decesso, (cfr. Ansa, TGR, il Secolo XIX, Sanremonews, ImperiaPost.it, Riviera24.it il 19 febbraio e 24 febbraio);

   il 5 agosto 2023 il detenuto CM di 51 anni è stato trovato privo di sensi nella sua cella con una frattura al cranio e ricoverato in coma all'ospedale di Pietra Ligure, l'uomo è stato operato, ma sembra destinato a riportare gravi danni permanenti; la presenza di altri segni (ematomi sotto gli occhi e ferite alle braccia) che potrebbero essere poco compatibili con l'ipotesi di una caduta accidentale ha spinto la famiglia a presentare un esposto perché siano chiarite le circostanze dell'accaduto (cfr. TGR, Repubblica, Il Fatto Quotidiano e il Corriere della Sera il 15 agosto);

   nel 2019 e nel 2022 vi sono stati due suicidi tra il personale della polizia penitenziaria (cfr. Repubblica il 17 febbraio 2019, LiguriaNotizie, Primocanale e TGR l'11, 12 e 13 febbraio 2022);

   la casa circondariale di Sanremo è interessata da frequenti eventi critici con atti di autolesionismo, aggressioni, danneggiamenti (oltre 100 i televisori distrutti nel 2022) e soffre di una seria carenza di assistenza psichiatrica; l'Asl ha recentemente rinnovato l'incarico al dottor Giancarlo Ardissone, ma questi è presente in istituto soltanto per 5-6 ore a settimana;

   sono 275 i detenuti presenti sui 223 posti disponibili e oltre 200 detenuti scontano una condanna definitiva, spesso con pene di lunga durata (5 gli ergastolani), ma l'attività trattamentale è modesta e quella lavorativa si limita, oltre ai pochi posti gestiti dall'amministrazione penitenziaria, ai 4 posti offerti dalla Coop. Art. 27, nonostante la notevole disponibilità di spazi interni ed esterni che permetterebbero ampliamenti delle attività;

   gli educatori sono solo 4 rispetto ai 5 previsti, mentre il mediatore culturale non c'è, nonostante la presenza di 150 detenuti stranieri;

   a fine agosto erano in servizio 165 agenti (174 gli assegnati) sui 201 previsti, soltanto 6 gli ispettori e 2 i sovrintendenti sui 24 e 29 previsti;

   recentemente è stato riscontrato un problema con la qualità dell'acqua che arriva nelle celle sporca e rugginosa (cfr. Radio Radicale il 24 agosto; Il Secolo XIX e Sanremonews il 25 agosto –:

   se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e quali elementi abbia raccolto sui fatti riportati;

   se intenda promuovere iniziative di competenza volte ad accertare le eventuali responsabilità dei fatti accaduti;

   se intenda adoperarsi affinché la regione Liguria e l'Asl garantiscano un'adeguata assistenza psichiatrica;

   se intenda prendere iniziative per ridurre il sovraffollamento e incrementare le attività lavorative, anche con il coinvolgimento di datori di lavoro privati;

   quali iniziative intenda adottare per colmare le carenze di organico e se non ritenga opportuno tornare a fornire un incentivo economico per garantire la presenza in missione di ispettori;

   quali iniziative intenda assumere per affrontare e risolvere la difficile situazione onde evitare nuovi episodi come quelli descritti.
(4-01748)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOSSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il Cartonificio fiorentino, con sede a Sesto Fiorentino (Firenze), è un sito produttivo specializzato nella produzione di cartone ondulato e packaging a partire da materiale riciclato, facente parte della Pro Gest spa, gruppo attivo in 28 aziende operative dislocate in 7 regioni del Paese, con circa 1500 dipendenti, con un fatturato annuo di circa 750 milioni di euro, di proprietà della famiglia Zago;

   in Toscana, oltre allo stabilimento di Sesto Fiorentino, dove sono occupate circa 100 persone, il gruppo è presente anche con un altro sito specializzato in cartoni ondulati, in corso di ampliamento e destinatario di importanti investimenti innovativi, nel comune di Altopascio (Lucca);

   da mesi si susseguono voci sempre più insistenti circa la volontà del gruppo Pro Gest di cessare o di ridimensionare fortemente l'attività produttiva nello stabilimento di Sesto Fiorentino, con il rischio di perdita di decine di posti di lavoro, nonostante la stessa proprietà si sia impegnata ufficialmente il 29 giugno 2022 con l'amministrazione comunale per trovare un luogo limitrofo all'attuale sede, idoneo per trasferire la fabbrica;

   il 17 ottobre 2023 si è tenuta una giornata di mobilitazione per i lavoratori del Cartonificio fiorentino, indetta in seguito all'annuncio del gruppo Pro Gest, fatta informalmente in occasione di un incontro previsto dal contratto nazionale, della chiusura dello stabilimento di Sesto Fiorentino per spostare la produzione nella sede di Altopascio;

   tale decisione improvvisa ed unilaterale, che viola palesemente gli accordi sottoscritti dall'azienda con il comune di Sesto Fiorentino, ha creato fortissime preoccupazioni tra lavoratori, sindacati, regione Toscana ed enti locali;

   secondo le associazioni sindacali questa scelta potrebbe trasformarsi in un «licenziamento mascherato»: non sussistono ad oggi infatti «sicurezze per il mantenimento dei posti di lavoro, dato che le dichiarazioni dell'azienda sono state molto generiche al riguardo» e il trasferimento ad una sede posta ad oltre 50 chilometri potrebbe causare numerose «ripercussioni sulle vite dei lavoratori e delle loro famiglie, considerando inoltre che si lavora su turni, ovviamente anche notturni, ed anche perché non vi sono mezzi pubblici che permettano di arrivare da Sesto Fiorentino fino alla sede di Altopascio»;

   il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi e la regione Toscana si sono schierati al fianco dei lavoratori. Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro della giunta regionale, ha annunciato che le istituzioni sono impegnate «per convocare il tavolo in tempi brevi, d'accordo anche con i sindacati». Fabiani ha anche chiesto «a tutti, a cominciare dall'azienda, di rispettare l'accordo sottoscritto il 29 giugno 2022»;

   recentemente Moody's ha abbassato il long term corporate family rating (Cfr) di Pro Gest a «Caa2» da «Caa1». L'agenzia di rating ha anche modificato l'outlook a «negativo» da «stabile»;

   l'azione di rating riflette principalmente la preoccupazione riguardo alla liquidità, in particolare alla luce della prossima scadenza del bond senior non garantito da 250 milioni di euro con scadenza a dicembre 2024. Moody's evidenzia che la società ha continuato a consumare liquidità e, a giugno 2023, il saldo di cassa della società è sceso a soli 49 milioni di euro, un calo significativo rispetto ai 154 milioni di euro in bilancio alla fine del 2021;

   appare quindi evidente come la situazione di incertezza e crisi che sta attualmente coinvolgendo lo stabilimento ed i lavoratori di Sesto Fiorentino potrebbe allargarsi a tutti i siti produttivi della proprietà presenti in Italia –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   quali iniziative si intenda conseguentemente assumere al fine di tutelare la continuità occupazionale e produttiva del Cartonificio di Sesto Fiorentino;

   se le criticità del sito di Sesto Fiorentino, alla luce delle notizie sulla stabilità economica e finanziaria di Pro Gest, possano quindi coinvolgere in un prossimo futuro anche tutti gli altri stabilimenti della proprietà.
(5-01499)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO, IACONO, MARINO, PROVENZANO e PORTA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il tema delle accise sui carburanti, al centro del dibattito politico-economico degli ultimi mesi;

   anche in Sicilia continua la lotta per far diminuire i prezzi del carburante. L'Italia, infatti, è ormai da mesi alle prese con il caro benzina e l'isola risulta essere la regione maggiormente colpita. Basti pensare che il gasolio messo al self service costa 1,774 euro ai litro mentre la benzina ha raggiunto l'1,923 euro al litro;

   anche nelle isole minori come Ustica, Lampedusa, Pantelleria e Favignana il prezzo del carburante ha raggiunto prezzi record. A Ustica, per esempio un litro di benzina o di diesel costa circa 2,39 euro, mentre a Lampedusa un litro di benzina senza piombo raggiunge i 2,41 euro (il diesel 2,33 euro). A Pantelleria occorrono almeno 2,35 euro per un litro di benzina e circa 2,19 euro per un litro di diesel. Prezzi da capogiro che preoccupano i siciliani residenti nelle località isolane e che continuano a mobilitarsi per chiedere misure urgenti al Governo;

   insomma, prezzi ben lontani da quelli medi nazionali e questo, ovviamente, non può che avere ripercussioni sui cittadini, stanchi dei continui aumenti che tanto pesano sulle loro tasche;

   a parere degli interroganti, è sicuramente doveroso che si accertino eventuali speculazioni sul prezzo dei carburanti perché la situazione è insostenibile ed è a rischio l'economia isolana –:

   quali urgenti iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano adottare per contrastare gli effetti negativi del caro-carburanti nelle isole minori che ad oggi stanno vivendo un momento di grande difficoltà.
(5-01497)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZINZI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la stazione ferroviaria di Napoli-Afragola funge da stazione di appoggio per Napoli Centrale e, secondo le stime condotte da Rfi, accoglie quotidianamente 36 treni diretti verso Nord e Sud: 18 Frecce di Trenitalia e 18 treni Italo di Ntv;

   la stazione ferroviaria rappresenta un punto di riferimento essenziale per i viaggiatori che transitano attraverso la città partenopea. Con i suoi 1320 posti auto, il parcheggio della stazione offre un ampio ventaglio di opzioni per la sosta, rendendola una delle scelte più convenienti e sicure per lasciare l'auto;

   il parcheggio offre tariffe low cost molto competitive, con un costo di soli euro 0,80 all'ora o 4 euro al giorno, posizionandosi come uno dei migliori parcheggi economici nella città di Napoli;

   dal 1° novembre il costo parcheggio della stazione di Afragola sarà soggetto a un aumento di quasi il 100 per cento, passando da 4 euro a 7 euro al giorno. Si tratta di un aumento, ad avviso dell'interrogante, del tutto ingiustificato, considerato che la qualità del servizio resterà la stessa;

   inoltre l'azienda Metropark, società sotto il diretto controllo del Gruppo Ferrovie dello Stato, che si occupa della gestione del parcheggio, si trova ad operare in una situazione di monopolio, considerato che non esistono alternative valide per raggiungere la stazione di Afragola né con bus né tramite linee ferroviarie, pertanto i più penalizzati da tale aumento saranno soprattutto i pendolari che quotidianamente usufruiscono del servizio –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare con riguardo a quanto esposto in premessa, affinché la situazione di monopolio della società gestore del parcheggio e la carenza di mezzi di trasporto pubblico locale per raggiungere le stazioni ferroviarie non ricada, in termini di costi e di sacrifici, sui pendolari.
(4-01746)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   BONELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la signora Mohd Esaq Zahra nata a Ghazni il 1° aprile 1984, in Italia dal 2009 e residente a Modena, è coniugata con Habib Rizai che ha lo status di rifugiato politico ed entrambi sono di nazionalità afghana;

   i coniugi hanno 3 figli di 17, 12 e 10 anni: la prima nata a Kabul e gli altri 2 a Modena. La signora ha presentato domanda di cittadinanza italiana già 2 volte (nel 2022 e nel 2023), la prima con assistenza di un CAF per la presentazione telematica della domanda;

   ha avuto i documenti necessari per la richiesta di cittadinanza dall'ambasciata afghana a Roma, in particolare il certificato penale e il certificato di nascita, che sono poi stati legalizzati dalla Prefettura di Modena;

   la risposta degli uffici entrambe le volte è stata la seguente: si procede al rifiuto per i seguenti motivi: a) mancanza dell'atto di nascita; b) mancanza del certificato penale del Paese di origine o degli eventuali Paesi terzi di residenza; c) è necessario presentare il certificato di nascita ed il certificato penale del paese di origine originali;

   in questo caso specifico non vengono accettati quelli rilasciati dall'ambasciata del paese in Italia e legalizzati dalla prefettura. Mentre altre prefetture che riconoscono l'impossibilità di andare nei Paesi in guerra o dove l'interessato rischia l'arresto, come ad esempio a Kabul, accettano giustamente, come originali, i documenti rilasciati dall'ambasciata o dal consolato;

   si ricorda che la concessione della cittadinanza, ai sensi della legge n. 91 del 1992, deve essere rilasciata dopo 10 anni di residenza legale ininterrotta in Italia con regolare permesso di soggiorno e continuità dell'iscrizione anagrafica, ininterrotta ed attuale fino alla conclusione della procedura di concessione della cittadinanza. Condizioni ampiamente rispettate dalla signora Mohd Esaq Zahra –:

   se i Ministri interrogati, ognuno per le proprie competenze, alla luce di quanto in premessa non ritengano di dover effettuare tutte le necessarie verifiche del caso al fine di riconoscere alla signora Mohd Esaq Zahra lo status di cittadina italiana;

   se il Ministro dell'interno non ritenga di dover uniformare le procedure prefettizie, in maniera chiara e univoca, rispetto ai documenti da produrre in originale da parte dei richiedenti la cittadinanza italiana provenienti da Paesi considerati a rischio.
(4-01741)


   ASCARI, CARAMIELLO, QUARTINI e CASO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'esistenza, per anni negata, di una mafia latente in Trentino fonda le sue radici in operazioni finanziarie, intrecci societari tra soggetti ad oggi condannati o sotto processo per reati associativi di mafia riguardanti le più potenti cosche del Nord;

   la mancata considerazione dell'esistenza di collegamenti societari con aziende e soggetti trentini di aziende compromesse dalla presenza di soci legati alla 'ndrangheta non ha permesso un'azione di prevenzione da parte delle istituzioni preposte;

   si pensi alla bancarotta fraudolenta della Marmirolo Porfidi, attribuita a Muto Antonio in società con Battaglia Giuseppe da poco condannato in primo grado a 12 anni, con rito abbreviato, nel processo «Perfido»; lo stesso Muto Antonio risulta poi coinvolto nel processo «Aemilia»;

   Muto Antonio lo si incrocia di nuovo nell'operazione «Grimilde», dove entra in ballo, tra le altre società, l'immobiliare San Francisco di Reggio Emilia, di cui era socio anche un altro pregiudicato, Michele Pugliese, assieme a Grande Aracri Salvatore, entrambi coinvolti in procedimenti ex 416-bis;

   negli stessi anni Pugliese Michele era socio al 30 per cento della società Il Muretto srl che gestiva un bar a Mezzolombardo quando, il 20 novembre 2009, la procura della Repubblica di Catanzaro-Direzione distrettuale antimafia disponeva il sequestro preventivo d'urgenza della quota di Pugliese ne «Il Muretto»;

   l'altro socio della «Il Muretto s.r.l.» era Friol Tundra (con insitore De Pretis Nadia), attualmente presente in diverse società trentine, che risulta oggi candidata alle elezioni della provincia di Trento del 22 ottobre 2023 nella lista Fratelli d'Italia;

   la decennale disattenzione ai segnali provenienti da operazioni sospette, dai legami societari compromettenti, dagli intrecci con la politica e con uomini delle istituzioni è stata una delle cause del ritardo con cui è stato avviata l'azione penale sfociata nel processo «Perfido». Errori simili bisognerebbe evitare di ripeterli per non erodere irrimediabilmente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni provinciali –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato, anche ai sensi degli articoli 142 e 143 del Tuel, in relazione alle vicende richiamate in premessa;

   se e quali iniziative di competenza abbia messo in atto, anche tramite l'ufficio elettorale del commissariato del Governo per la provincia di Trento, per assicurare l'osservanza delle disposizioni di legge in materia elettorale e prevenire le eventuali ipotesi di violazione dell'articolo 416-ter codice penale nel corso dello svolgimento della campagna elettorale che precede le elezioni del Presidente e del Consiglio della provincia autonoma di Trento del 22 ottobre 2023.
(4-01752)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FORATTINI e MANZI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da accreditati organi di stampa, sarebbero almeno un centinaio i docenti precari attualmente in servizio da settembre ancora senza stipendio;

   gli insegnanti coinvolti denuncerebbero l'assenza sui cedolini online del sistema del Ministero della segnalazione del versamento del mese di settembre e di quello del mese di ottobre, che dovrebbe essere versato entro il 23;

   questo significa che per il sistema ministeriale la pratica è ancora in corso, in quanto a metà di ogni mese lo stipendio è leggibile sul cedolino;

   il problema riguarderebbe insegnanti che hanno preso servizio dal primo settembre con un contratto annuale e gli insegnanti assunti in ruolo in seguito all'anno di prova;

   non risulta chiara la responsabilità del mancato pagamento: secondo i sindacati le segreterie delle scuole coinvolte attribuirebbero il ritardo alla Ragioneria dello Stato, che, invece, al contempo, assicura ai sindacati di aver fatto quanto di sua competenza;

   nell'impegno di dovere attribuire la responsabilità burocratica della mancata erogazione delle due mensilità si trovano coinvolti centinaia di docenti, maggiormente fuori sede, nella difficoltà di gestire l'economia propria e spesso dell'intera famiglia;

   oltre ad essere una questione finanziaria, si tratta di una questione di rispetto e dignità per i docenti che svolgono un ruolo cruciale nella formazione delle future generazioni;

   sono numerose le denunce, le segnalazioni e i solleciti al Ministero competente volti a risolvere questa grave situazione di insolvenza da parte dell'amministrazione centrale nei confronti dei lavoratori precari della scuola e a garantire la regolarità nel pagamento degli stipendi –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti – in ogni caso – se non intenda intervenire al fine di sbloccare le pratiche e garantire ai docenti l'erogazione degli stipendi dovuti.
(5-01496)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ORRICO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di febbraio 2023 si sono svolte le procedure concorsuali relative al bando di reclutamento per 1956 tirocinanti destinati ai Ministeri della giustizia, dell'allora Mibact ora Ministero della cultura del Miur ora Ministero dell'istruzione e del merito;

   la presa di servizio del personale vincitore di concorso relativo al comparto giustizia e a quello i Mibact si è svolta a settembre, con date comunicate nel mese di luglio;

   per quanto riguarda, invece, i 347 vincitori di concorso del comparto Miur, questi non hanno ancora una data per la presa di servizio presso le istituzioni scolastiche;

   i vincitori di concorso del comparto Miur lamentano la totale assenza di comunicazioni in merito alla loro situazione da parte del Ministero competente;

   i vincitori di concorso del comparto Miur vivono da mesi senza alcun sostentamento economico dunque impossibilitati dal far fronte alle primarie esigenze personali e familiari –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per verificare le ragioni dei ritardi di cui sopra ed al contempo assicurare, nel minore tempo possibile, la presa di servizio dei 347 vincitori di concorso del comparto Miur riservato ai tirocinanti.
(4-01744)


   GHIRRA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si è appreso che nelle settimane scorse il Ministro dell'istruzione e del merito ha presentato un «piano welfare» per il personale scolastico, docenti e personale Ata, che prevede convenzioni con società private per garantire al personale scolastico benefit e sconti su biglietti treni, aerei e in altri servizi;

   a parere dell'interrogante, non riuscendo ad affrontare e dare soluzione al problema delle retribuzioni e della diminuzione del potere di acquisto dei lavoratori della scuola, il Ministro e il Governo hanno deciso per il citato «piano welfare» per il personale scolastico, con l'obiettivo principale di offrire vantaggi al personale della scuola attraverso convenzioni con diverse istituzioni e aziende del settore produttivo e dei servizi. Si tratta di scontistiche relativamente al settore trasporti e acquisti, che dovrebbero agevolare nella quotidianità i lavoratori dell'istruzione con gli stipendi tra i più bassi d'Europa;

   uno dei settori che ha ricevuto particolare attenzione è quello dei trasporti, con convenzioni con aziende come Trenitalia, Italo, ITA Airways e Aeroporti di Roma;

   come si legge nei vari siti internet, ITA Airways offre uno sconto per i voli acquistati entro il 31 dicembre 2023 (e fruiti entro il 31 gennaio 2024) per destinazioni nazionali e internazionali, quantificato nella riduzione del 15 per cento su tariffe economy cabin, flex, classic, light e la riduzione del 10 per cento su tariffe superior, business, premium;

   inspiegabilmente dalle convenzioni promosse risultano essere escluse le tratte Roma-Cagliari, Milano-Cagliari, Milano-Alghero;

   per motivi del tutto evidenti, correlati alla condizione di insularità della Sardegna, la scontistica sulle tariffe rappresenterebbe per il personale scolastico, docenti e personale Ata che viaggia da e per la Sardegna un beneficio consistente, anche in considerazione degli elevati costi delle tariffe operanti sulle suddette tratte soprattutto in determinati periodi dell'anno –:

   se risponda al vero che le tariffe aeree scontate per il personale scolastico non si applicano alle tratte Milano e Roma per Cagliari e per Alghero e, in caso affermativo, quali siano le motivazioni di queste esclusioni.
(4-01745)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   LA PORTA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   anche grazie all'intervento del Governo in carica si è riusciti ad ottenere l'autorizzazione da parte della Commissione Ue indispensabile per sbloccare, da un punto di vista operativo, l'erogazione delle agevolazioni contributive per le aziende che, nel corso del 2023 e del secondo semestre del 2022 avevano provveduto ad effettuare assunzioni agevolate di donne lavoratrici svantaggiate e di giovani under 36, così come previsto dall'articolo 1, comma 298 e 297, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023) e articolo 1, comma 10 e 16, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021);

   tale agevolazioni interessano una platea molto ampia di soggetti, essendo rivolti a under 36 che non sono mai stati destinatari, nella loro carriera lavorativa, di contratti a tempo indeterminato e di donne svantaggiate, intendendosi per tali: quelle over 50 disoccupate da oltre dodici mesi, quelle di qualsiasi età, prive di impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi; donne di qualsiasi età, residenti in regioni ammesse ai finanziamenti nell'ambito dei fondi strutturali dell'Unione europea prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; donne di qualsiasi età che svolgono professioni o attività lavorative in settori economici caratterizzati da un'accentuata disparità occupazionale di genere e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;

   le aziende hanno dovuto attendere quasi un anno per avere contezza pratica di tali benefici, intervenendo l'autorizzazione Ue con molto ritardo;

   l'Inps ha trasmesso, con circolare 57 e circolare 58 del 22 giugno 2023 e 23 giugno 2023, le istruzioni operative per la fruizione di tali benefici, le quali, con riguardo ai rapporti instaurati nel secondo semestre del 2022, prevedono inderogabilmente un conguaglio entro la denuncia uniemens del mese di ottobre 2023;

   in virtù di tali istruzioni le aziende hanno potuto beneficiare delle agevolazioni previste solo a partire dal mese di luglio 2023;

   tali agevolazioni riguardavano esplicitamente anche il personale assunto con contratti di somministrazione per il tramite delle agenzie interinali autorizzate, secondo una prassi largamente diffusa nel nostro territorio;

   da nessuna parte nel testo delle circolari Inps sopra richiamate si faceva menzione alla necessità, per godere del conguaglio a partire dal mese di luglio 2023, della necessità che il personale assunto con contratto di somministrazione risulti in forza al momento della trasmissione della denuncia uniemens utile per godere del beneficio (vale a dire a partire dalla denuncia di luglio 2023);

   in difetto di esplicita prescrizione, per regola aurea, ciò che non viene vietato è ammesso;

   sono pervenute all'interrogante numerose segnalazioni circa il fatto che la stragrande maggioranza delle agenzie interinali operanti, con indubbia utilità e professionalità, sul nostro territorio non ha disposto fino ad oggi il conguaglio dei bonus contributivi spettanti in favore delle aziende utilizzatrici per il periodo relativo al secondo semestre 2022 e al primo semestre 2023 per le assunzioni agevolabili relative a personale non in forza al luglio 2023;

   almeno con riferimento alle assunzioni agevolabili relative al secondo semestre 2022, tale orientamento interpretativo fortemente restrittivo operato dalle agenzie interinali rischia di creare un vulnus di non poco conto: scavallato il mese di ottobre 2023 senza che le stesse abbiano infatti rettificato la propria linea operativa non sarà più possibile recuperare le agevolazioni per l'impresa utilizzatrice;

   la stessa linea interpretativa adottata dalla gran parte delle agenzie interinali italiane risulta per altro poco comprensibile: le assunzioni agevolabili avvenute nel secondo semestre del 2022 risultavano, già prima dell'autorizzazione Ue, incentivabili nella misura pari al 50 per cento del beneficio previsto dal richiamato dettame normativo. Le aziende per altro, anche quelle con contratti di lavoro somministrati, hanno già goduto del 50 per cento della agevolazione connessa a quel tipo di assunzione. Non si vede perché adesso debba essere negato il restante 50 per cento –:

   se sia a conoscenza della situazione;

   se non sia utile adottare iniziative di competenza, anche tramite una circolare orientativa, volte a chiarire il punto, armonizzandolo, anche con riguardo ai rapporti di lavoro somministrati.
(4-01750)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:


   SOTTANELLI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   da diversi mesi alcune strutture ricettive situate nei pressi di Roseto degli Abruzzi (Teramo) lamentano la surreale situazione per cui di fatto continuano ad ospitare diverse centinaia di profughi di nazionalità ucraina senza ricevere alcun contributo da parte dello Stato;

   nonostante i ripetuti tentativi di arrivare ad una soluzione di concerto, permane la cessata possibilità di accoglienza di cittadini ucraini presso strutture alberghiere in luogo, invece, di un loro ricollocamento in strutture di accoglienza ad hoc finanziate dallo Stato, secondo quanto stabilito dalla ordinanza del capo del Dipartimento della protezione civile n. 937 del 20 ottobre 2022;

   nella fattispecie, si tratta di circa trecento ucraini, tra cui numerosi bambini, donne ed anziani, i quali da quasi due anni a questa parte si sono integrati a pieno nella comunità della costa abruzzese: molti di loro, infatti, hanno ricominciato una nuova vita lontana dagli orrori della guerra nella loro terra di origine, trovando lavoro e mandando i figli regolarmente a scuola;

   questi ospiti avrebbero dovuto essere ricollocati, a quanto risulta, in piccoli paesi in Campania, Puglia o Molise, con strutture considerate inadeguate, in località che non offrono garanzie appropriate in termini di opportunità scolastiche e lavorative, nonché lontano dalla rete cittadina di cui sono ormai parte integrante;

   il rifiuto, secondo quanto si apprende da articoli di stampa datati gennaio 2023, è motivato da condizioni di precarietà delle soluzioni proposte dalla stessa Protezione civile, con una rappresentante dell'UNHCR che sostiene di aver visitato tutti gli indirizzi forniti, alcuni dei quali non rispettanti gli standard igienico-sanitari ed altri, addirittura, risultati inesistenti;

   dunque, ciò ha portato molti profughi, motivatamente, a rifiutare il trasferimento e ad organizzare una diffusa protesta che, da pochi giorni, si è trasformata in un vero e proprio sciopero della fame; la situazione si è fatta decisamente incresciosa a causa delle richieste inascoltate, sia per quanto riguarda gli albergatori – i quali denunciano un totale abbandono da parte delle istituzioni – che, a maggior ragione, per i profughi stessi;

   pare, quindi, che la gravità delle circostanze non sia compresa a pieno ed è necessario che si giunga al più presto ad una soluzione adeguata alle esigenze delle parti interessate;

   non va infatti dimenticato che, stando a quanto previsto dalla circolare del capo del Dipartimento del 26 settembre 2022, «eventuali casi particolari, anche relativamente al rifiuto delle strutture proposte,» possono «essere oggetto di specifico esame in sede bilaterale, con il coinvolgimento del Comune e della Prefettura territorialmente competenti», fattispecie che permetterebbe anche al sindaco, il quale finora non ha potuto giocare alcun ruolo, di farsi carico delle istanze dei propri cittadini e dei profughi presenti nel proprio territorio –:

   quali siano le cause e le responsabilità che hanno portato ad offrire soluzioni decisamente inadeguate, anche per voce dello stesso UNHCR, pur di ricollocare profughi di guerra lontano da una realtà sociale in cui si sono pienamente integrati nel corso di quasi due anni;

   se non ritenga di adottare le iniziative di competenza, vista la gravità e la rilevanza sociale dei fatti descritti, per giungere quanto prima ad una soluzione di concerto con le parti in causa e le autorità locali, anche secondo quanto previsto dalla circolare del 26 settembre 2022.
(4-01754)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   AMENDOLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, ha nominato la dottoressa Sabrina Pulvirenti neo Commissario straordinario dell'Azienda sanitaria locale di Frosinone;

   suddetto incarico avrà inizio, come si apprende anche dagli organi di stampa, dal prossimo 1° novembre fino alla nomina del nuovo direttore generale;

   attualmente la dottoressa Pulvirenti ricopre l'incarico di DG dell'Asm di Matera nonché quello di Commissaria del Crob di Rionero un Irccss di straordinaria rilevanza;

   come è noto, anche sulla base di precedenti atti di sindacato ispettivo già depositati dall'interrogante in merito alla delicata situazione in cui versa la sanità lucana, ed in particolare quella della provincia di Matera, questa nomina rischia di provocare un ulteriore vuoto nella catena di comando della sanità territoriale;

   tutto ciò rischia di ripercuotersi negativamente a danno della utenza lucana –:

   se il Ministro interrogato risulti essere a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di attenzionare l'attuale situazione della sanità lucana facendo in modo, per quanto di competenza, che il vuoto che determinerà la partenza della dottoressa Pulvirenti non si ripercuota a danno del funzionamento della già malmessa sanità lucana ed in particolare della provincia di Matera e di un Irccss che rappresenta una eccellenza nell'ambito della lotta ai tumori.
(5-01498)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BRAMBILLA. — Al Ministro della salute, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   a giugno 2021 è stata lanciata l'iniziativa dei cittadini europei «Salvare i cosmetici cruelty-free: impegnarsi per un'Europa senza sperimentazione animale», che ha raccolto 1.217.916 firme validate. Tra le richieste, essa prevede anche la riforma del regolamento (CE) n. 1907 del 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), per garantire la protezione della salute umana e dell'ambiente senza il ricorso alla sperimentazione animale per le sostanze chimiche;

   a settembre 2021 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione su «piani e azioni per accelerare la transizione verso un'innovazione non basata sull'utilizzo di animali nella ricerca, nella sperimentazione a norma di legge e nell'istruzione» con la quale si «invita la Commissione a fissare obiettivi di riduzione in consultazione con le agenzie competenti, in particolare l'ECHA e l'EFSA» e «sostenere gli obiettivi di riduzione utilizzando una banca dati dell'UE sulla sicurezza chimica pienamente collegata e interoperabile», ricordando «che l'articolo 13 di REACH prevede che i requisiti relativi ai metodi di prova siano aggiornati non appena si rendano disponibili metodi non basati sugli animali». Inoltre, sottolinea l'importanza del settore privato, a partire dalle «imprese disposte a passare a modelli non basati sugli animali» e dalle «start-up che li sviluppano e perfezionano», indicando come gli enti governativi dovrebbero assumere un «ruolo di coordinamento e instaurare un dialogo positivo e costruttivo con il settore per permettere soluzioni sviluppate dal basso verso l'alto» e chiedendo che «in tutti gli Stati Membri e in tutte le agenzie dell'UE sia adottato un approccio più coordinato, intersettoriale e su scala europea anche attraverso il Partenariato europeo intersettoriale per gli approcci alternativi alla sperimentazione animale»;

   a gennaio 2022, la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla revisione di REACH, anche in considerazione della strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili (Css). Tuttavia, la Commissione, a giugno 2022 ha dichiarato che la piena applicazione della Css determinerà un aumento del numero di animali utilizzati nella ricerca sulle sostanze chimiche;

   chiusa la consultazione, la pubblicazione della proposta di revisione è stata posticipata al quarto trimestre 2023. Quando la proposta sarà presentata dalla Commissione, Parlamento e Consiglio europeo dovranno lavorare al fine di adottare una proposta legislativa;

   secondo dati di Federchimica, il mercato chimico italiano ha un valore di 56 miliardi di euro, terzo in Europa. Un'importante percentuale della produzione è relativa al commercio tra aziende. Le imprese chimiche in Italia sono poco meno di 3.000 (principalmente PMI), con oltre 110.000 addetti altamente qualificati. Inoltre, l'industria chimica genera occupazione qualificata anche in altri settori, includendo l'indotto, che sfiora 300.000 lavoratori complessivi;

   in base a quanto stimato da ricercatori attivi nel campo della valutazione dei rischi per la salute e l'ambiente, oltre l'80 per cento dell'attuale ricerca tossicologica si basa su approcci alternativi ai test su animali (New Approach Methods-NAMs), ma queste conoscenze innovative risultano scarsamente integrate nelle valutazioni del rischio a livello normativo;

   la revisione di REACH rappresenta un'opportunità unica per valutare e intervenire nello stato di sviluppo dei NAMs, contribuendo a un loro uso crescente, garantendo i necessari finanziamenti agli enti pubblici e alle imprese private e che il ricorso ai test sugli animali sia effettuato solamente in caso di assoluta necessità –:

   se i Ministri interrogati intendano sostenere, anche all'interno del Consiglio europeo, posizioni volte all'adozione di un progressivo superamento dei test su animali e di stimoli alla ricerca e all'implementazione di metodi alternativi, inclusa la previsione di importanti finanziamenti agli enti e alle imprese interessate in tale ricerca e implementazione.
(4-01743)


   DE PALMA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la vicenda della chiusura del centro dialisi di Torricella, nel comune di Taranto, non ha ancora trovato una soluzione da quando è stato chiuso nel 2021;

   ad oggi, la Asl di Taranto, in seguito alla mancata riapertura del centro, sostiene ancora considerevoli costi per il trasporto dei pazienti dializzati in altri centri costringendo i malati, unitamente alle proprie famiglie, a intraprendere lunghi spostamenti in un territorio con viabilità non agevole per effettuare terapie salvavita;

   con delibera regionale del 28 ottobre 2022, la regione Puglia, anche a seguito delle istanze e sollecitazioni proposte dall'interrogante nella allora qualità di consigliere regionale, approvava le risorse economiche necessarie ad assicurare n. 8 posti rene nel territorio di Torricella;

   tuttavia, ad oggi, viene segnalato un incomprensibile ritardo di natura burocratica riguardo all'apertura del predetto centro dialisi di Torricella con gravi ripercussioni nell'erogazione del servizio sanitario nei confronti del versante orientale della provincia ionica che da oltre due anni vive un gravissimo disagio sanitario;

   la direzione generale della Asl di Taranto è perfettamente a conoscenza del numero di utenti che potrebbero beneficiare dall'attivazione del centro dialisi nel comune di Torricella –:

   quali iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con le amministrazioni territoriali interessate, intenda assumere il Ministro interrogato per porre rimedio alle problematiche esposte e favorire la riapertura del centro dialisi Torricella di Taranto, al fine di garantire la piena e ottimale erogazione del servizio di dialisi ai cittadini e ai pazienti interessati a tale trattamento terapeutico.
(4-01753)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Polidori e altri n. 1-00204, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Nevi.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Berruto n. 5-01468, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Amato.

  L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Squeri e altri n. 5-01487, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tenerini.