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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 28 settembre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   Le Commissioni VIII e X,

   premesso che:

    la povertà energetica è un fenomeno complesso e multidimensionale con implicazioni di vasta portata in più settori: dall'assistenza sanitaria e sociale, all'istruzione, fino alla crescita economica e alla riduzione delle emissioni di carbonio;

    negli ultimi anni, la pandemia di COVID-19, il conflitto in Ucraina e la crisi energetica hanno portato all'attenzione dei policy maker i rischi sociali associati alla povertà e, segnatamente, alla povertà energetica, anche alla luce degli impegni assunti a livello internazionale sulla lotta ai cambiamenti climatici e la conseguente necessità di considerare gli effetti economici della decarbonizzazione sui segmenti più vulnerabili della società. Tuttavia molte delle misure adottate dal nostro Paese per attenuare l'impatto dei prezzi dell'energia e in risposta ai forti rincari delle commodities energetiche sui nuclei familiari – soprattutto quelli indigenti e vulnerabili – quali ad esempio la riduzione dell'Iva e delle accise su gas ed elettricità, l'azzeramento degli oneri generali di sistema e l'ampliamento della platea dei beneficiari del bonus gas ed energia attraverso l'innalzamento della soglia Isee, hanno avuto un effetto limitato nel ridurre le disparità di potere d'acquisto tra le famiglie italiane;

    un recente studio della Banca d'Italia ha, infatti, evidenziato come l'inflazione abbia de facto ampliato le disuguaglianze di reddito e le misure di mitigazione, sebbene significative, abbiano contribuito solo parzialmente a questo divario. Inoltre, non tutte le misure hanno avuto lo stesso effetto in termini sociali e ambientali. Dal punto di vista ambientale, l'utilizzo di risorse pubbliche (comprese le perdite di gettito fiscale) per ridurre i prezzi di mercato per i consumatori ha eliminato l'incentivo a ridurre il consumo di energia. In termini sociali, il beneficio per le famiglie più ricche è stato maggiore rispetto a quelle più povere, e questo ha consentito agli italiani ad alto reddito di mantenere le proprie abitudini di consumo energetico senza apportare modifiche ai propri comportamenti;

    nel luglio 2023, il Comitato economico e sociale europeo (Cese), organo consultivo dell'Unione europea che comprende rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro e di altri gruppi d'interesse, nella sua conferenza annuale sulla povertà energetica, ha sottolineato il peggioramento della situazione, stimando nel 2022 circa 42 milioni di persone in Europa, pari al 9,3 per cento dei cittadini dell'Unione europea, che non erano in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Secondo il Comitato, l'Unione europea deve fare di più per affrontare la povertà energetica e proteggere i suoi cittadini vulnerabili con una strategia dedicata;

    il Rapporto 2023 sulla povertà energetica in Italia, presentato dall'Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe), indica che nel 2021 sono 2,2 milioni le famiglie italiane (pari a 5 milioni di persone) che si trovano in tale condizione – l'8,5 per cento del totale, in aumento rispetto all'8 per cento del 2020. Anche in Italia l'elevato livello dei prezzi dell'energia ha determinato una maggiore difficoltà ed incertezze rispetto alle condizioni economiche. Dai dati Ipsos presentati nel maggio 2023 in occasione della quarta plenaria del manifesto «Insieme per contrastare la povertà energetica», promosso dal Banco dell'energia, emerge che il 27 per cento degli italiani teme di non poter sostenere le spese per le utenze domestiche e sta ridefinendo le proprie priorità di spesa;

    la direttiva 2009/73/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e la direttiva (UE) 2019/944, hanno imposto agli Stati membri di adottare misure adeguate al fine di affrontare la povertà energetica ove riscontrata, comprese misure per far fronte al contesto più ampio di povertà. Ciò risulta ancor più rilevante in un contesto di aumento dei prezzi energetici e di pressione inflazionistica, nel quale dovrebbero essere attuate misure sia a breve che a lungo termine per affrontare le ricorrenti sfide poste al sistema energetico dell'Unione;

    il regolamento sulla governance europea richiede agli Stati membri di identificare i livelli di povertà energetica e di delineare soluzioni per affrontarli nei loro piani nazionali per l'energia e il clima (Pniec);

    la direttiva (UE) 2023/1791 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 settembre 2023 sull'efficienza energetica e che modifica il regolamento (UE) 2023/955, nel considerato 15, individua l'attuazione delle misure di miglioramento dell'efficienza energetica «prioritaria» nel contrasto alla povertà energetica, offrendo alla stessa una rilevante attenzione. La direttiva dispone inoltre che gli Stati membri possano esigere che le parti obbligate al risparmio dell'energia includano obiettivi sociali nelle misure di risparmio energetico, in relazione alla povertà energetica. Infine riconosce nelle comunità energetiche rinnovabili, se adeguatamente sostenute dagli Stati membri, come lo strumento volto a contribuire e a contrastare la povertà energetica agevolando i progetti di efficienza energetica, la diminuzione dei consumi di energia e la riduzione delle tariffe di fornitura;

    nell'aggiornamento del Pniec (Piano nazionale integrato per l'energia e il clima) inviato alla Commissione europea si ritiene di considerare la definizione di povertà energetica contenuta nella direttiva efficienza energetica come riferimento prioritario, in attesa di una definizione ufficiale da individuarsi tra le attività dell'osservatorio nazionale;

    dall'audizione del 23 maggio 2023 tenuta da Arera sulla povertà energetica nelle Commissioni riunite VIII Ambiente, territorio e lavori pubblici e X Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati è emerso che il passaggio all'automatismo ha determinato per le forniture energetiche un significativo aumento della platea dei beneficiari (nuclei famigliari). Nel 2021, sono stati poco meno di 2,5 milioni per il bonus elettrico e poco più di 1,5 milioni per quello gas, registrando un incremento, rispettivamente, del 208,9 per cento e del 182,7 per cento rispetto al 2020, ultimo anno di applicazione del meccanismo cosiddetto «a domanda». Nel 2022, sono ulteriormente aumentati, rispettivamente, a oltre 3,7 e 2,4 milioni di nuclei familiari, incremento in parte dovuto anche all'innalzamento della soglia di accesso disposta dalle leggi nel periodo di incremento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas. Per l'anno 2023, si può stimare un ulteriore incremento dei beneficiari dei bonus sociali elettrico e gas, che potrebbero ammontare a circa 5 milioni di nuclei familiari;

    nel complesso, nel 2022, per il rafforzamento del bonus sociale, sono stati necessari 2.001 milioni di euro per il bonus elettrico e 1.830 milioni di euro per il bonus gas;

    con decreto del Ministro della transizione ecologica del 29 marzo 2022 è stato istituito l'osservatorio nazionale della povertà energetica, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 11 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 210, con funzioni di monitoraggio del fenomeno, di proposta al Ministero e all'Autorità di regolazione di misure di contrasto alla povertà energetica;

    al citato osservatorio è stata affiancata, ai sensi dell'articolo 3-bis del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, la Strategia nazionale contro la povertà energetica che, sulla base dei dati forniti dal medesimo osservatorio, stabilisce obiettivi indicativi periodici per l'elaborazione di misure strutturali e di lungo periodo e per l'integrazione delle azioni in corso di esecuzione e di quelle programmate nell'ambito delle politiche pubbliche al fine di contrastare in modo omogeneo ed efficace il fenomeno della povertà energetica;

    con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale europea del Regolamento 2023/955 (che modifica il 2021/1060), l'Unione europea istituisce un fondo sociale per il clima con l'impegno di supportare gli Stati, le piccole imprese e le persone fisiche che dovranno apportare cambiamenti per contribuire a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;

    il fondo è teso a sostenere finanziariamente gli Stati membri nelle loro politiche intese a mitigare l'impatto sociale dell'introduzione del sistema di scambio di quote di emissioni per gli edifici e il trasporto su strada sulle famiglie vulnerabili, sulle microimprese vulnerabili e sugli utenti vulnerabili dei trasporti. Si interviene in particolare mediante un sostegno diretto temporaneo al reddito e attraverso misure e investimenti volti a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili grazie al miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici e alla decarbonizzazione del riscaldamento e del raffrescamento degli edifici, indipendentemente dal proprietario, anche con l'integrazione dell'energia da fonti rinnovabili, e offrendo alle famiglie vulnerabili, alle microimprese vulnerabili e agli utenti vulnerabili dei trasporti un migliore accesso alla mobilità e ai trasporti a zero e a basse emissioni;

    gli Stati membri devono presentare alla Commissione un piano sociale per il clima entro il 30 giugno 2025 affinché possano essere esaminati con attenzione e tempestività e far sì che le misure e gli investimenti siano destinati in particolare alle famiglie in condizioni di povertà energetica o di vulnerabilità, alle microimprese vulnerabili e agli utenti vulnerabili dei trasporti è fondamentale per una transizione giusta verso la neutralità climatica. Alla premessa 21 del citato regolamento viene espressamente indicato che i «destinatari del sostegno diretto al reddito, in quanto membri di un gruppo generale di destinatari, dovrebbero essere oggetto di misure e investimenti volti a far uscire efficacemente tali destinatari dalla povertà energetica e dalla povertà dei trasporti. I piani dovrebbero pertanto includere un sostegno diretto al reddito, purché contengano anche misure o investimenti con effetti duraturi destinati alle famiglie vulnerabili e agli utenti vulnerabili dei trasporti che ricevono un sostegno diretto al reddito.»;

    i clienti attivi, le comunità energetiche dei cittadini e gli scambi tra pari di energia rinnovabile possono aiutare gli Stati membri a conseguire gli obiettivi del presente regolamento attraverso una metodologia dal basso verso l'alto avviata dai cittadini. Essi responsabilizzano e coinvolgono i consumatori e consentono a determinati gruppi di clienti civili di partecipare a misure e investimenti in materia di efficienza energetica, di sostenere l'utilizzo dell'energia rinnovabile da parte delle famiglie e, nel contempo, di contribuire alla lotta contro la povertà energetica. Gli Stati membri spetta pertanto promuovere il ruolo delle comunità energetiche dei cittadini e delle comunità di energia rinnovabile e considerarle beneficiarie ammissibili del Fondo;

    gli Stati membri dovrebbero includere nei rispettivi piani sociali per il clima le misure e gli investimenti da finanziare, i costi stimati di tali misure e investimenti e il contributo nazionale che deve contribuire per almeno il 25 per cento. In linea di principio, per l'attuazione del fondo nel periodo 2026-2032, dovrebbe essere messo a disposizione un importo massimo di 65,000 000 000 di euro;

    dagli aspetti sopra esposti, emerge la necessità di dover affrontare il fenomeno della povertà energetica attraverso una valutazione puntuale e attenta degli impatti per impiegare al meglio le risorse già utilizzate, anche attraverso il bonus sociale, e quelle nuove da destinare, per far fronte e contenere l'impatto sociale che potrebbe esserci con l'introduzione delle riforme per affrontare i cambiamenti climatici, attraverso interventi razionali mirati alla riduzione strutturale dei costi energetici per le famiglie e le microimprese vulnerabili nonché sugli utenti vulnerabili dei trasporti;

    occorre superare gradualmente il meccanismo del bonus sociale con interventi più funzionali alla riduzione della spesa per le forniture, capaci di offrire maggiori opportunità a parità di risorse impegnate. Sono un esempio quelle che si potrebbero generare facendo partecipare i soggetti vulnerabili e in condizioni di povertà energetica alle comunità energetiche rinnovabili anche grazie ai benefìci del meccanismo dello scorporo della componente di energia autoconsumata nella bolletta. In tal modo, i membri delle comunità avrebbero velocemente una riduzione immediata dei costi della bolletta;

    una gestione corretta ed efficace di tutti gli elementi legati ad una transizione energetica giusta dovrebbe mirare a minimizzare gli effetti e massimizzare i benefìci a lungo termine, anche tramite il coordinamento degli investimenti pubblici e privati; l'integrazione della dimensione di genere nelle politiche sul contrasto alla povertà energetica; la creazione di sportelli unici territoriali per la consulenza tecnica rivolta a cittadini, imprese e utenti finali su normative, tecnologie e interventi, meccanismi di sostegno finanziario, incentivi, contrattualistica e lettura bollette, risparmio energetico nonché per l'orientamento ovvero l'accompagnamento delle famiglie, in particolare quelle indigenti e povere energetiche, nella scelta su aspetti tecnici e sulle modalità di finanziamento dell'efficientamento energetico e/o circa le possibilità di autoproduzione individuale e collettiva di energia rinnovabile o la costituzione delle CER (es. regolamenti; costituzione di una piattaforma di facilitazione/proposta di domanda/offerta di impianti fotovoltaici);

    inoltre, nell'ambito del mercato dell'energia si riscontra ancora una scarsa capacità del cliente ad orientarsi rispetto alle tariffe proposte dagli operatori. Dall'ultimo monitoraggio Retail pubblicato dall'Arera (Autorità per l'energia, le reti e l'ambiente) non sempre la migrazione porta con sé un effettivo vantaggio economico per l'utente. Certo, le offerte di energia elettrica e gas più convenienti della maggior tutela sul mercato libero ci sono, ma il cliente non sempre è in grado di scegliere. E così finisce per abbandonare la maggior tutela, sempre sulla scia del suo fornitore storico, ma senza riuscire a ridurre la sua spesa per l'approvvigionamento energetico. Infatti, dal punto di vista della convenienza delle offerte scelte dai clienti finali, comparate alla stima della spesa per il servizio di maggior tutela che i clienti hanno deciso di lasciare, le simulazioni effettuate, scrive l'Arera, sembrano dimostrare che in molti casi la scelta operata dal cliente non sia la più conveniente dal punto di vista della spesa annua,

impegnano il Governo:

   ad assumere le iniziative normative volte a confermare, per l'ultimo quadrimestre 2023 e per tutto il 2024, i bonus sociali di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 28 dicembre 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 41 del 18 febbraio 2008, e all'articolo 3, commi 9 e 9-bis, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, consistenti rispettivamente nella compensazione della spesa per la fornitura elettrica sostenuta dai clienti domestici in condizioni di disagio economico e in gravi condizioni di salute e nella compensazione della spesa per la fornitura di gas naturale sostenuta dai clienti domestici economicamente svantaggiati, con la medesima soglia Isee di cui all'articolo 1, comma 17, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, nonché ad adottare, per i clienti vulnerabili e in condizioni di povertà energetica, iniziative volte al superamento graduale del meccanismo dei citati bonus sociali «elettricità e gas» mediante l'introduzione di interventi più funzionali alla riduzione della spesa per le forniture, capaci di generare maggiori vantaggi ed opportunità, a parità di risorse impegnate, anche attraverso la partecipazione degli stessi alle comunità energetiche rinnovabili;

   ad adottare iniziative di competenza volte a prorogare al 2025 il termine di cessazione del regime di tutela del prezzo per i clienti domestici non vulnerabili di energia elettrica e gas naturale nonché a favorire iniziative di comunicazione istituzionale a carattere pubblicitario, su mezzi di comunicazione di massa e non, in grado di fornire ai consumatori informazioni imparziali ed esaustive ed accrescere la capacità dei medesimi di valutare sia le diverse proposte contrattuali sia i fornitori che meglio soddisfino le loro specifiche esigenze;

   ad assumere iniziative urgenti al fine di rendere pienamente efficace ed operativo l'Osservatorio nazionale della povertà energetica di cui all'articolo 11 del decreto legislativo 8 novembre 2021 n. 210;

   a mettere in atto tutte le tempestive iniziative necessarie all'emanazione, da parte del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, del decreto ministeriale per la predisposizione della Strategia nazionale contro la povertà energetica di cui all'articolo 3-bis del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, coordinando gli obiettivi indicativi periodici di quest'ultima con quelli indicati nella strategia nazionale di ristrutturazione a lungo termine, nonché con i futuri piani di riqualificazione edilizia;

   a presentare alla Commissione, nei tempi previsti dal regolamento 2023/955 ovvero entro il 30 giugno 2025, il Piano sociale per il clima al fine di garantire alle famiglie e alle micro-imprese vulnerabili, nonché agli utenti vulnerabili dei trasporti l'accesso ai finanziamenti finalizzati a mitigare l'impatto dei cambiamenti necessari a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050;

   ad adottare iniziative volte a sostenere, per un periodo di almeno cinque anni, con adeguate misure finanziarie, attraverso il meccanismo delle detrazioni fiscali, le famiglie e le microimprese vulnerabili nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e di rinnovamento edilizio;

   ad adottare iniziative volte ad introdurre, per gli utenti vulnerabili dei trasporti, misure di sostegno all'utilizzo del trasporto pubblico e all'impiego della mobilità sostenibile a zero emissioni;

  ad adottare iniziative di competenza volte ad istituire, presso un numero limitato di regioni e province autonome ritenute idonee, un campione rappresentativo di dieci sportelli unici territoriali pilota, gestiti dalle agenzie per l'energia locali pubbliche, anche in collaborazione con operatori dei servizi sociali, in modo imparziale, indipendente e gratuito, con funzioni di informazione, assistenza tecnica e consulenza amministrativa e finanziaria, in favore di imprese e a supporto di famiglie, soprattutto indigenti e in povertà energetica, al fine di rafforzare la conoscenza energetica e l'accesso alle informazioni, attraverso la fornitura di maggiori e migliori strumenti e mezzi per promuovere e migliorare l'alfabetizzazione energetica, con conseguente maggiore consapevolezza e adozione delle migliori pratiche relative alla razionalizzazione del consumo energetico e all'adozione di misure di efficienza energetica, le possibilità di autoproduzione individuale e collettiva di energia rinnovabile o le modalità di costituzione delle Cer.
(7-00150) «Cappelletti, L'Abbate, Pavanelli, Santillo, Appendino».


   La IX Commissione,

   premesso che:

    la tutela degli utenti nel settore della telefonia negli anni più recenti ha visto l'adozione di diversi interventi normativi finalizzati a rafforzare la posizione dei consumatori. In tal senso è stata approvata la legge sul registro delle opposizioni, legge n. 5 del 2018, che individua le disposizioni a tutela degli utenti che si oppongono all'utilizzo dei propri dati personali e del proprio numero telefonico, andando a regolamentare il trattamento delle numerazioni telefoniche per i fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale. Attraverso l'iscrizione al registro dei soggetti il cui numero (sia fisso che mobile) è presente negli elenchi telefonici pubblici ci si può opporre, a tutela della propria privacy, al cosiddetto telemarketing, cioè al ricevere chiamate promozionali o commerciali;

    la legge 11 gennaio 2018, n. 5, oltre a istituire il nuovo registro delle opposizioni, prevede che tutti gli operatori che svolgono attività di centro chiamate rivolte a numerazioni nazionali fisse o mobili devono garantire la piena attuazione dell'obbligo di presentazione dell'identificazione della linea chiamante e il rispetto di quanto previsto dall'articolo 7, comma 4, lettera b), del codice di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003 in tema di protezione dei dati personali;

    l'informazione relativa all'identificazione della linea chiamante (Cli – Calling Line Identification), consente quindi l'identificazione del numero telefonico dell'utente chiamante e, pertanto, del centro chiamante;

    la norma prevede poi, che gli operatori esercenti l'attività di call center nonché i soggetti terzi affidatari dei servizi, del servizio di chiamata – oltre a doversi iscrivere al registro degli operatori di comunicazione (Roc) dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), — dovranno dichiarare al medesimo Roc i numeri utilizzati per effettuare i propri servizi, nonché garantire che tali numeri siano richiamabili dall'utente (ad eccezione degli operatori che utilizzano il prefisso 0844 individuato dall'Agcom, con delibera n. 156/18/CIR, come numero che identifica chiamate telefoniche finalizzate ad attività statistiche da quelle finalizzate al compimento di ricerche di mercato e ad attività di pubblicità, vendita e comunicazione commerciale);

    la delibera dell'Agcom n. 8/15/CIR, recante il «piano di numerazione nel settore delle telecomunicazioni e disciplina attuativa» (Pnn), prevede, poi all'articolo 6, che gli operatori autorizzati a fornire servizi di comunicazione elettronica hanno l'obbligo di controllare la correttezza del Cli originato, oltre che di garantire che giunga a destinazione il Cli corretto (ossia che non venga alterato lungo la trasmissione dello stesso dal punto di origine a destinazione);

    il medesimo Pnn, all'articolo 6, stabilisce poi che tutti gli operatori che svolgono attività di call center tramite chiamate verso numerazioni nazionali fisse o mobili garantiscono la presentazione dell'identificazione della linea chiamante, senza la possibilità di attivare il servizio di restrizione del Cli e nel rispetto delle norme del Piano di numerazione;

    nonostante le predette norme, è circostanza notoria che molti operatori di call center pongono in essere la pratica conosciuta come «Cli spoofing»;

    il camuffamento dell'informazione relativa all'identificazione della linea chiamante consente alla parte chiamante, alla rete di origine e/o alla rete di transito di manipolare le informazioni contenute nel campo Cli con l'intenzione di ingannare la parte chiamata inducendola a pensare che la chiamata abbia avuto origine da un'altra persona, entità o, comunque, da altra linea;

    in particolare, tramite tale manipolazione, il numero che appare all'utente risulta essere una numerazione già assegnata ad altri utenti ed altri operatori autorizzati in Italia, sia in uso che non, con la conseguenza che, quando l'utente prova a richiamare, o risponde un altro utente ignaro che il suo numero sia stato usato illegittimamente o il numero risulta inesistente, ad ogni modo, sempre in violazione delle sopra menzionate disposizioni della legge n. 5 del 2018 sulla richiamabilità del numero e del Pnn sulla garanzia della presentazione della linea chiamante, nonché della normativa sui dati personali;

    il camuffamento dell'informazione relativa all'identificazione della linea chiamante, se effettuato dagli operatori di comunicazione elettronica, ai sensi degli articoli 30 e 32 del decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, recante «Codice delle comunicazioni elettroniche» – così come modificato, da ultimo, dal decreto legislativo, dell'8 novembre 2021, n. 207 –, prevede una sanzione da 240.000 a 5.000.000 euro per i soggetti che non rispettano gli ordini e le diffide dell'Autorità, compresi i casi di mancato rispetto della regolamentazione sulla numerazione, con possibilità di riduzione di un terzo ai sensi del comma 27 del medesimo articolo 30;

    diversamente, non è prevista in alcuna fonte di norma primaria il divieto di camuffamento dell'informazione relativa all'identificazione della linea chiamante da parte degli operatori di call center che, per l'appunto, non rientrano tra gli operatori di comunicazione elettronica, nonostante sia emerso che tale pratica, nella maggior parte dei casi, sia operata proprio da tale categoria, inoltre, nell'ambito della «Consultazione pubblica concernente lo schema di decreto legislativo di correzione del Codice delle comunicazioni elettroniche – decreto legislativo 1° agosto 2003 n. 259» avviata dal Ministero delle imprese e del made in Italy, è stato ribadito che la pratica del Cli spoofing rappresenti uno dei principali strumenti impiegati dai call center situati al di fuori dei confini europei nel telemarketing selvaggio. I rispondenti hanno dunque sottolineato quanto tale pratica offra un vantaggio a questi ultimi a discapito, non solo dell'utenza finale, ma anche di coloro che operano correttamente e nel rispetto delle regole;

    l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella seduta del Consiglio del 26 luglio 2023, ha approvato con delibera n. 197/23/Cons il codice di condotta finalizzato a contrastare la pratica del «teleselling» illegale ed aggressivo e a favorire l'adesione da parte dei consumatori a contratti rispettosi della normativa vigente;

    il codice di condotta, elaborato nell'ambito dei lavori del tavolo tecnico istituito con la delibera n. 420/19/Cons, definisce, in una logica di autoregolamentazione, una serie di misure, da recepire nei contratti tra operatori di comunicazioni elettroniche e partner commerciali che svolgono attività di call center;

    le misure sono ispirate ai seguenti princìpi: trasparenza dei contratti con gli utenti finali conclusi telefonicamente; utilizzo corretto delle liste di numeri telefonici, come fornite dagli operatori; regolazione del sub-appalto delle attività dei call center; obbligo di richiamabilità del call center da parte del cliente; obbligo di iscrizione al Roc dei call center; divieto di modificare il Caller Line Identification della linea da cui origina la chiamata al cliente. L'adesione al codice di condotta da parte di operatori e call center è su base volontaria. Le misure in esso contenute sono quindi vincolanti solo per coloro che vi hanno aderito,

impegna il Governo:

   ad adottare tutte le iniziative di competenza, anche normative, al fine di impedire, ai fini commerciali o pubblicitari, l'utilizzo della tecnica del camuffamento dell'informazione relativa all'identificazione della linea chiamante da parte degli operatori di call center;

   ad adottare tutte le iniziative di competenza, anche normative, al fine di rendere obbligatoria l'adesione alle previsioni del codice di condotta approvato con delibera AgCom n. 197/23/Cons, per svolgere attività di pubblicità e vendita telefonica nel nostro Paese;

   ad assumere opportune iniziative normative per introdurre nel nostro ordinamento la responsabilità solidale tra gli operatori di call center che compiono attività di teleselling o pubblicitarie in violazione delle disposizioni contenute nella delibera AgCom n. 197/23/Cons, le società committenti e gli operatori telefonici che con la loro condotta o la loro imperizia agevolano tali pratiche.
(7-00151) «Maccanti, Barabotti, Dara, Furgiuele, Marchetti, Pretto».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   SARRACINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da mesi si registra una intensa attività bradisismica nell'area flegrea che sta suscitando preoccupazione tra la popolazione residente;

   nella notte tra il 26 e il 27 settembre la più forte in assoluto di 4.2 gradi che ha destato forte preoccupazione tra la popolazione;

   numerose sono le scosse quotidiane, come riporta l'Ingv, oscillano tra i 2 e 3,6 gradi della scala Richter si susseguono con una certa frequenza, accompagnate anche da forti boati a causa della poca profondità;

   gli esperti fino ad oggi hanno affermato che si tratta di una normale attività di sollevamento del terreno che non desterebbe motivi di allarme dal punto di vista scientifico;

   nonostante l'attività di monitoraggio dell'osservatorio vesuviano e di tutte le strutture tecniche e le rassicurazioni riportate, per la popolazione locale cresce il senso di inquietudine legato a questa intensa attività sismica;

   la densità di abitanti e la particolare conformazione urbanistica dei centri interessati necessita di adeguata attenzione per la verifica statica degli immobili e anche rispetto ai piani di evacuazione;

   con la legge regionale della Campania la n. 21 del 2003 sono state predisposte nuove misure urbanistiche proprio nell'area vesuviana finalizzate a fermare speculazione edilizia e alleggerire il carico demografico con la previsione di infrastrutture e vie di fuga per le popolazioni –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, abbia già predisposto o intenda predisporre al fine di attenzionare l'attività sismica in essere, informando adeguatamente le istituzioni locali e la popolazione residente e aggiornando tutti i piani di protezione civile in caso di emergenza vista la crescente preoccupazione sui territori.
(3-00681)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   la scuola legalmente riconosciuta e paritaria italiana Antonio Raimondi di Lima, in Perù, è un'istituzione importante per la promozione della lingua e cultura italiana in Perù e simbolo di amicizia tra l'Italia e questo Paese andino;

   tale scuola rappresenta un biglietto da visita importante per il nostro Paese essendo espressione della nostra tradizione culturale;

   risulta all'interrogante che vi siano alcune irregolarità nella gestione di tale Istituto, che ha la parità in tutti i suoi ordini di studio, rinvenibili nella qualifica dei docenti, nella nomina degli organi collegiali, per cui non esiste un rappresentante degli studenti e dei genitori, e nella gestione degli organi collegiali anche in occasione dello svolgimento degli scrutini, in difformità dalle prescrizioni del decreto legislativo n. 297 del 1994 e della legge n. 27 del 3 febbraio 2006 (conversione in legge del decreto-legge n. 250 del 5 dicembre 2005 – articolo 1-bis – norme in materia di scuole non statali);

   inoltre, risulta che le due scuole facenti parte dell'istituzione Antonio Raimondi abbiano la stessa coordinatrice didattica e che dette scuole siano entrambe in carico allo stesso ente gestore, in difformità alle indicazioni previste nella normativa concernente la parità scolastica;

   oltre questi aspetti generali, risulta all'interrogante che vi siano state irregolarità nella gestione dei contratti, come nel caso di quello del dirigente M.L., e nei diritti da assicurare ai docenti italiani come quello al biglietto aereo per il rimpatrio;

   si tratta di aspetti che mettono a rischio lo status di scuola paritaria dell'Istituto Raimondi di Lima, sul quale non vi è stata una reale attività di vigilanza da parte dell'Ambasciata italiana, nonostante le sollecitazioni pervenute –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative di competenza in ordine a quanto descritto in premessa, anche con l'avvio di una ispezione da parte di una commissione mista del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dell'istruzione e del merito per verificare le irregolarità denunciate ai fini di un'eventuale sospensione del riconoscimento legale dei titoli di studio e della parità scolastica, al fine di ripristinare presso la scuola Raimondi di Lima il rispetto della legalità e della trasparenza, salvaguardando il buon nome dell'Italia e della sua tradizione culturale.
(4-01658)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta orale:


   CARAMIELLO e SERGIO COSTA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   la strategia Farm to Fork si colloca al centro del Green Deal europeo, accogliendo il principio secondo il quale alimentazione, ambiente, salute e agricoltura sono elementi in stretta connessione tra di loro;

   secondo questo nuovo approccio, i sistemi alimentari devono urgentemente diventare sostenibili e operare entro i limiti ecologici del pianeta;

   un punto cruciale, in riferimento al comparto zootecnico, consiste nella tutela del benessere degli animali, per cui la Commissione, nell'ambito della strategia Farm to Fork, si è impegnata a rivedere la legislazione sull'etichettatura dei prodotti alimentari, sulle condizioni degli animali negli allevamenti, durante il trasporto e nel momento dell'abbattimento entro l'anno 2023;

   nel programma di lavoro 2023, adottato nel 2022 dalla Commissione europea, il Green Deal europeo, che prevede una revisione della legislazione dell'UE in materia di benessere degli animali, viene considerato uno dei sei obiettivi prioritari;

   l'iter legislativo per la riforma in oggetto è iniziato e la valutazione d'impatto è stata già analizzata lo scorso luglio 2023 dal Comitato per il controllo normativo, con parere positivo, e ora si attende l'avvio della fase dell'Interservice consultation;

   nel recente dibattito sullo Stato dell'Unione, tenutosi in plenaria, la presidente Ursula von der Leyen ha rinnovato il suo impegno personale a portare avanti il Green Deal, senza tuttavia menzionare in maniera specifica la riforma in oggetto, nonostante sia emersa l'urgenza di promuovere sistemi alimentari sostenibili, migliorare la qualità del cibo e contenere la concorrenza sleale, con un'attenzione particolare alla tutela della biodiversità;

   il Fitness Check effettuato dalla Commissione ha rilevato che i consumatori europei sono sempre più impegnati ad agire a favore di un maggiore benessere degli animali: già nel 2016. Infatti, l'Eurobarometro indicava che il 94 per cento dei cittadini europei ritiene questo tema prioritario, mentre per l'89 per cento di questi dovrebbe esserci una legislazione europea che tuteli maggiormente gli animali allevati a scopo alimentare;

   ad oggi si attende la realizzazione dell'Eurobarometro speciale sul benessere animale 2023, la cui pubblicazione era prevista per questa estate ma non è ancora avvenuta;

   le sei Iniziative dei cittadini europei (Ice) legate al benessere degli animali hanno raccolto tutte più di un milione di firme, fra cui «Fur Free Europe» e «End The Cage Age»;

   in tema di benessere animale l'Italia vuole essere uno Stato pioniere in Europa, come dimostra l'emendamento posto nel 2022 su iniziativa del M5S nella legge di delegazione europea, 2021 (legge n. 127 del 2022) che dispone l'introduzione del divieto di triturazione dei pulcini maschi;

   tale divieto è stato recepito nell'ordinamento italiano attraverso uno schema di decreto del Governo, attualmente all'esame del Parlamento;

   il Parlamento europeo ha chiarito in diverse risoluzioni che la revisione della legislazione sul benessere degli animali costituisce una priorità –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire informazioni sullo stato attuale della riforma della legislazione sul benessere animale;

   se e quali iniziative urgenti ritenga di adottare, nelle sedi competenti, affinché vengano sollecitati la pubblicazione delle proposte in oggetto e il prosieguo della procedura legislativa.
(3-00680)

Interrogazione a risposta scritta:


   BORRELLI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il 25 agosto 2023 il Parco Verde di Caivano (Na) è stato teatro di uno stupro di gruppo consumato ai danni di due cuginette di appena 13 anni. Autori dell'atto di violenza sono stati nove giovani ragazzi che per consumare il reato hanno portato le giovani vittime in un capannone abbandonato, utilizzato in passato per lo spaccio di droga;

   Caivano fu tra i comuni scelti nel 1980 dal Governo e da un commissariato straordinario per il post-terremoto che ne organizzò la rinascita mediante la legge speciale n. 219 del 1981. Il Parco fu costruito dopo il tremendo terremoto del 1980 che costò la vita a migliaia di persone, impegnando una parte dei 2.000 miliardi di lire per la ricostruzione, per spostare i residenti del centro di Napoli nell'hinterland, e che solo a fatica, successivamente, si sono integrati con i caivanesi. Un processo con il quale centinaia di famiglie sono state trasferite nel tempo in palazzine di edilizia popolare nella campagna confinante con la provincia di Caserta, in un territorio degradato dove la distanza sociale, economica e culturale ha segnato la vita di questo agglomerato, nonostante le famiglie che spacciano droga e i pregiudicati siano una minoranza;

   dall'ordinanza con cui il gip di Napoli Nord ha disposto l'arresto per i due giovani maggiorenni coinvolti nei suddetti abusi sessuali è emerso che nell'intero comune di Caivano c'è la totale assenza di impianti di videosorveglianza pubblica destinati alla sicurezza urbana e che nei luoghi indicati dalle minorenni vittime degli abusi, non sono presenti neppure sistemi di videosorveglianza privata;

   nell'ambito di una serie di progetti e di finanziamenti attivati dal precedente governo, l'allora Ministra per il Sud e la coesione territoriale ha siglato nel gennaio 2022 il Cis (contratto istituzionale di sviluppo) denominato «Dalla Terra dei fuochi al Giardino d'Europa» e concluso nell'arco di sei mesi, che ha portato all'area caivanese investimenti per quasi 200 milioni di euro da destinare a opere di rigenerazione urbana, di riqualificazione ambientale e di rafforzamento del tessuto sociale tra le quali, a valere sulle risorse FSC 2014-2020, anche la realizzazione del «Progetto di videosorveglianza» che prevede un moderno sistema di videosorveglianza del valore di oltre un milione di euro orientato, in particolare, sul Parco Verde di Caivano, e il recupero del teatro Stabile Caivano-Arte di via Necropoli;

   nonostante il Pnrr rappresenti un'occasione unica per avviare la riqualificazione ed il recupero delle aree periferiche degradate del Paese, nella proposta di revisione del Piano presentata nell'estate 2023 alla Commissione europea che contempla la cancellazione di 15 progetti per un valore di 15 miliardi di euro, il Governo ha incluso anche quelli a valere su fondi delle politiche di coesione, tra cui le soprarichiamate misure per Caivano –:

   se intenda dare continuità e con quali tempistiche ai progetti compresi nel Cis firmato nel gennaio 2022 dalla Ministra pro tempore per il Sud e la coesione territoriale.
(4-01651)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   VINCI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la Flavescenza dorata (Fd), rientra nelle malattie del giallume della vite, causata dal fitoplasma Candidatus phytoplasma vitis. È trasmissibile con materiale di moltiplicazione infetto. La trasmissione avviene principalmente attraverso il vettore Scaphoideus titanus ball, una cicalina (insetto appartenente ai rincoti omotteri auchenorinchi, della famiglia cicadellidae) di origine nordamericana che nutrendosi di linfa floematica può acquisire e diffondere fitoplasmi. A causa degli elevati danni economici determinati dalla malattia, il fitoplasma associato a Fd è classificato fra le specie di organismi da quarantena ed inserito nell'allegato II della lista A2 dell'EPPO (Organizzazione europea per la protezione delle piante);

   segnalata per la prima volta in Italia nei primi anni '70, è diffusa in molte regioni (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia e altre);

   il contenimento della Fd e dei giallumi normalmente si basa su strategie di controllo preventivo, che variano in funzione delle zone prese in considerazione (zone di insediamento e zone focolaio). La prevenzione si basa su trattamenti insetticidi obbligatori al vettore S. titanus e il tempestivo estirpo delle piante ammalate, come previsto dalle norme sulla gestione degli organismi da quarantena e dalle normative specifiche sulla Flavescenza dorata della vite (decreto ministeriale del 31 maggio 2000, n. 32442 recepito dalle regioni italiane annualmente con specifiche determinazioni che regolano le misure per la lotta obbligatoria);

   la strategia di lotta prevede l'estirpo delle viti infette, attività obbligatoria nelle zone focolaio senza necessità di analisi molecolari. Inoltre vige l'obbligo di estirpare, nelle zone di insediamento, ogni pianta con sintomi sospetti di flavescenza dorata o asportare tempestivamente dalla pianta le parti che presentano manifestazioni sospette;

   per questo motivo, fin dall'emanazione del decreto ministeriale di lotta alla Flavescenza dorata nell'anno 2000, imprese e consorzi si sono attivati per controllare il territorio in modo capillare, con sopralluoghi annuali. Nel territorio reggiano e modenese, in venti anni si è verificato un graduale aumento della popolazione di scafoideo, con livelli di popolazione variabili culminati proprio nelle ultime due stagioni;

   dall'osservazione dei vigneti «bio» emergono dati che dimostrano un naturale aumento del fitofago che esula dai trattamenti. Ciò è dimostrato dal fatto che per essi sono da tempo obbligatori due interventi (quasi sempre a base di piretrine) e nonostante ciò si osserva comunque un incremento graduale delle infestazioni;

   superati determinati livelli di incidenza, si perdono gli impianti perché si procede all'abbattimento totale delle piante malate situate in interi appezzamenti;

   negli ultimi anni il problema ha subito una forte accelerazione, poiché una decisione dell'Ue impedisce l'uso di alcuni principi attivi utili per il contrasto, ed è quindi necessario attuare una strategia di interventi uniformi per tutto il territorio nazionale;

   si ricorda che le imprese colpite non hanno ricevuto alcun tipo di sostegno pubblico né possono usufruire di compensazione per i mancati ricavi, rendendo molto difficoltosa sino alla non sostenibilità dell'attività agricola anche perché, spesso, i vigneti colpiti da Fd sono giovani e le spese sostenute dal singolo agricoltore comprendono anche l'estirpo delle piante malate, attività obbligatoria in base alle norme riguardanti le tematiche fitosanitarie, a cui si aggiungono i costi per l'impianto di nuove barbatelle, pari mediamente a circa di 10,00 euro/15,00 euro l'una per ogni nuovo impianto;

   a ciò si aggiunga l'ulteriore danno dovuto ai mancati introiti poiché le nuove piante giungeranno a produzione dopo 3 anni, fatto che arreca a tutte le aziende colpite una perdita di fatturato notevole, soprattutto al momento della vendita dell'uva –:

   di quali elementi disponga circa l'aggravarsi della problematica descritta in premessa e quali iniziative possa adottare, anche di natura economica, per contrastare la diffusione della malattia e sostenere le aziende colpite anche economicamente dal fenomeno.
(4-01653)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   TRAVERSI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il 6 agosto 2021, con il decreto ministeriale 332, era stato istituito il comitato provvisorio di gestione del Parco nazionale di Portofino e, sulla base della documentazione tecnico-scientifica fornita dall'Ispra, era stata fissata una perimetrazione di 5.363 ettari, in cui rientravano undici comuni. La regione Liguria ha proposto di restringere i confini del futuro Parco ai soli tre comuni di Portofino, Camogli e Santa Margherita, di fatto quasi gli stessi confini dell'attuale parco regionale, per un totale di circa 1.500 ettari per la parte terrestre e di 350 ettari per l'area protetta marina. Se tale proposta venisse accolta, il futuro Parco nazionale di Portofino sarebbe il più piccolo d'Italia. Si rende noto che, a seguito di un percorso amministrativo, i comuni che ad oggi hanno dato disponibilità a far parte di un «percorso nazionale» sono i sette comuni di Rapallo, Zoagli, Chiavari, Coreglia, Camogli, Santa Margherita e Portofino, per un'estensione territoriale totale di circa 3.000 ettari. Anci e Federparchi condividono l'iniziativa dei sette comuni e la sostengono. Anche Legambiente e WWF sono impegnati a sollecitare la ridefinizione del parco nazionale per iniziare una concreta gestione aperta anche ad un suo futuro ampliamento;

   il Parlamento europeo ha approvato la «Nature restoration Law» il 12 luglio 2023, la legge che ha l'obiettivo di ripristinare il 20 per cento delle aree terrestri e marine dell'Unione europea entro il 2030;

   in base al comma 3 dell'articolo 34, legge quadro sulle aree protette «il Ministro (...), sulla base degli elementi conoscitivi e tecnico-scientifici disponibili, in particolare presso i servizi tecnici nazionali (...) adotta le misure di salvaguardia necessarie per garantire la conservazione dello stato dei luoghi». La creazione di un parco nazionale con una maggiore estensione territoriale rappresenta una opportunità di tutela per un territorio unico e fragile come quello di buona parte del golfo del Tigullio e una possibilità di far affluire risorse e progettualità per la cura e lo sviluppo del territorio, oltre a perseguire gli obbiettivi della norma europea Nature restoration Law. Mentre con una perimetrazione richiesta più restrittiva, si escluderebbero di fatto zone di altissimo pregio naturalistico e paesaggistico disattendendo le esigenze degli enti locali le prescrizioni di Ispra e le norme europee –:

   se alla luce degli elementi evidenziati in premessa non ritenga opportuno accogliere le istanze dei sette comuni anche al fine di evitare un'ulteriore accesa battaglia legale, nel rispetto di una un'identità naturalistica ed ecologica e continuità territoriale, ampliando la perimetrazione del Parco nazionale in linea con un eventuale aggiornamento della proposta tecnica di perimetrazione e zonizzazione redatta dall'Ispra;

   se invece intenda proseguire verso la nuova proposta restrittiva in linea con quanto richiesto dalla regione Liguria, quali saranno i nuovi confini del nuovo Parco Nazionale e se tale restrizione territoriale e amministrativa comporterà anche una riduzione della copertura economica e a quanto ammonterà eventualmente tale riduzione.
(3-00679)

Interrogazioni a risposta scritta:


   ILARIA FONTANA e MORFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'ex discarica «Panaccioni», nell'omonima località situata nel comune di Cassino (FR), è un'area contaminata censita nel piano regionale bonifiche della regione Lazio (codice FR-082), alla quale è stata attribuita «alta priorità di intervento»;

   il sito era utilizzato per attività di smaltimento atte a chiudere il ciclo dei rifiuti solidi urbani fino ad esaurimento delle volumetrie disponibili;

   la discarica faceva già parte dei siti perimetrati nel Sito di interesse nazionale ai fini di bonifica (Sin) delle discariche della provincia di Frosinone, di cui al decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 23 ottobre 2003. Tale Sin costituito da 121 ex discariche create nei primi anni 2000, è stato successivamente declassato per effetto del decreto ministeriale n. 7 dell'11 gennaio 2013;

   per la bonifica di dette discariche, sono stati sottoscritti nel tempo quattro accordi di programma quadro da 45 milioni di euro complessivi. Per la discarica in oggetto con decreto ministeriale 25 novembre 2010 venne concesso al comune di Cassino un finanziamento di euro 992.135,00 al fine di realizzare l'intervento di messa in sicurezza d'emergenza e caratterizzazione della discarica, come intervento sostitutivo in danno;

   con l'interrogazione 4-02884 del 10 maggio 2019, attraverso la quale l'interrogante chiedeva un chiarimento al Ministero dell'ambiente circa l'effettivo impiego degli stanziamenti disponibili per le attività di bonifica del sito, è stato appurato che l'aggiornamento del piano di caratterizzazione propedeutico all'approvazione del quadro tecnico economico degli interventi non era stato approvato dalla conferenza dei servizi del comune di Cassino;

   con determinazione dirigenziale n. G14739 del 30 novembre 2017 la regione Lazio metteva a disposizione il finanziamento per l'amministrazione comunale;

   nella risposta alla citata interrogazione parlamentare, si apprese che, in occasione del tavolo tecnico dell'11 giugno 2018 tra Arpa Lazio e amministrazione comunale di Cassino, era stato concordato che il comune avrebbe provveduto a verificare tutta la documentazione prodotta e trasmessa alla conferenza dei servizi;

   ad oggi non si ha notizia in merito all'approvazione del progetto necessario per l'erogazione dei fondi stanziati dal Ministero per le attività di bonifica –:

   se il Ministro interrogato abbia avuto riscontro dalla regione Lazio circa l'avanzamento delle attività di bonifica della discarica in oggetto;

   se le somme impegnate dall'accordo quadro citato in premessa per la bonifica del sito in oggetto siano state trasferite al comune di Cassino per gli opportuni interventi sostitutivi in danno.
(4-01647)


   CARAMIELLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   risulta all'interrogante che presso l'isola d'Ischia, come denunziato da numerosi comitati e associazioni, è presente un'insostenibile situazione ambientale determinata dalla severa compromissione del fiume Rio Corbore, il bacino più importante dell'intero perimetro isolano, con gravi ed irreparabili conseguenze non solo sulle risorse idriche ma anche sulla flora e fauna del territorio;

   in particolare, da diverso tempo tale bacino risulta gravemente inquinato, motivo per cui si registrano numerose denunce pubbliche declinate in sit-in, cortei e manifestazioni da parte dei comitati territoriali autoctoni che hanno offerto la loro sensibilità a questo argomento e che negli anni hanno segnato e coinvolto la popolazione ischitana. Più specificamente, nel vascone adiacente i pilastri dell'antico acquedotto romanico, la puzza maleodorante diventa più intensa, atteso che affluiscono anche gli scarichi delle case popolari della zona di Campagnano;

   come denunziato da alcuni cittadini e riportato da numerose testate (Corriere Tv in data 20 settembre 2020, Ischiapress in data 9 luglio 2021, Cronache della Campania in data 22 luglio 2021), l'inquinamento dipenderebbe dagli scarichi di liquami e materiali di varia natura posti in essere, probabilmente, da alcune imprese manifatturiere che da via Piedimonte confluiscono lungo tutto il corso d'acqua fino alla foce marittima che costeggia diverse strutture balneari e alberghiere;

   oltre al tanfo che compromette la qualità della vita, nel mese di luglio 2021 alcuni cittadini ischitani hanno addirittura scovato tra le acque la presenza di amianto danneggiato nella ormai pluviale-fogna a cielo aperto del Rio Corbore, a cui sono seguite alcune denunce presso il comando delle forze dell'ordine locali e una nuova querela volta a gettare un faro sull'inquinamento ambientale presso il tribunale di Napoli, ex articolo 336 del codice di Procedura penale nel 2022;

   i suddetti sversamenti abusivi, non acuiti neanche dall'installazione di una rete metallica volta a bloccare i rifiuti solidi di dimensioni maggiori, destabilizzano ancora di più l'area marittima alla foce del fiume, la quale, risulta invasa oltre che dagli oggetti scaricati altresì da una densa schiuma bianca tendendo ad assumere un innaturale colore verdastro a causa di quelli che sono con elevata probabilità sversamenti di gasolio che determinano, inoltre, un penetrante odore maleodorante;

   atteso che il fiume ha la sua sorgente nel comune di Barano d'Ischia e scarica a mare, dove è situata un'Area marina protetta, è parere dell'interrogante che occorra approfondire la provenienza degli scarichi e provvedere all'installazione di depuratori adeguati, finanziati – anche sotto il profilo della gestione – dal Ministero competente –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti, quali siano le modalità attraverso cui intendano intervenire per ripristinare lo stato dei luoghi e se intendano adottare le iniziative di competenza anche di carattere ispettivo per verificare la provenienza degli scarichi;

   se condividano l'opportunità di stanziare delle risorse adeguate attraverso cui dotare l'isola di impianti di depurazione volti a tutelare la salubrità del mare e, dunque, dell'area marina protetta, sostenendo finanziariamente la gestione dei suddetti impianti.
(4-01649)


   GHIRRA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   recenti notizie di stampa locale hanno riferito di come il procedimento di realizzazione del tanto atteso progetto di rifacimento della rete per l'irrigazione a servizio dell'area agricola territoriale del sud Ogliastra avrebbe subito un rallentamento significativo del quale al momento pare non potersi prevedere lo sblocco;

   nel dettaglio, parrebbe che il finanziamento stanziato negli anni scorsi dalla regione autonoma della Sardegna dell'ammontare di 5 milioni di euro, che avrebbero dovuto essere sufficienti per completare i lavori e rendere efficiente la rete di irrigazione, risulti attualmente accantonato in attesa che si completi il procedimento autorizzativo;

   in particolare, la procedura di verifica di impatto ambientale (Via) del progetto esecutivo per la condotta di 20 chilometri utile a irrigare duemila ettari di terreno risulterebbe ferma da tempo al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;

   sempre da notizie di stampa si apprende che ad agosto 2022 il Consorzio di bonifica avrebbe inviato un primo sollecito per l'evasione della pratica e che successivamente, nel mese di marzo e nuovamente nel mese di giugno 2023, il presidente del Consorzio di bonifica e il sindaco di Bari Sardo si sarebbero appellati al Ministro interrogato per portare a compimento la procedura, ricevendo il 31 agosto 2023 la risposta in cui il Ministro Gilberto Pichetto Fratin dichiarava – come riportato dal quotidiano L'Unione Sarda in data 21 settembre 2023 – che «la commissione Via ha comunicato al Ministero la ricezione della relazione istruttoria e che sta procedendo alla richiesta di documentazione integrativa, funzionale alla trattazione del procedimento»;

   lo sviluppo del Sud Ogliastra è strettamente legato all'infrastruttura irrigua e trentacinque enti avrebbero già espresso parere favorevole, mentre quello del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica sarebbe atteso da oltre un anno –:

   se sia a conoscenza della vicenda e quali siano le ragioni di questi ritardi;

   quando la procedura di Via del progetto esecutivo per la condotta idrica del Sud Ogliastra sarà sbloccata al fine di consentire agli agricoltori di lavorare con serenità.
(4-01656)

CULTURA

Interrogazioni a risposta scritta:


   GRIPPO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   l'Anfiteatro Flavio è senza dubbio il simbolo della capitale d'Italia in tutto il mondo e oltre 7 milioni di visitatori ogni anno visitano il Parco archeologico del Colosseo;

   eppure, da diverso tempo, gli operatori del settore denunciano una degenerazione nelle attività vendita online dei biglietti che sfocia in un sostanziale fenomeno di bagarinaggio;

   ogni giorno, infatti, i biglietti che vengono messi a disposizione svaniscono nel giro di pochi istanti per poi riapparire immediatamente su piattaforme esterne a prezzi anche quadruplicati, arrecando un danno molto grave all'immagine di Roma e dell'Italia, oltre che a quei tour operator i quali tentano di promuovere la storia e la cultura del nostro Paese rispettando le regole;

   ogni giorno, infatti, capita che i turisti siano costretti, sempre che se lo possano permettere, a spendere oltre cinquanta euro – in luogo dei diciotto euro previsti con la prevendita ufficiale – per acquistare un biglietto presso queste piattaforme terze, attualmente all'attenzione di un'istruttoria AGCM insieme a CoopCulture (cooperativa incaricata dei servizi di biglietteria), oppure ancora presso quei soggetti «saltafila» che effettuano fisicamente un servizio illegale (cosiddetto «secondary ticketing») spesso in contanti e senza ricevuta;

   da troppo tempo ormai si parla dell'introduzione dei biglietti nominativi, che risolverebbe almeno in parte il problema, ma occorre senza dubbio uno sforzo tecnologico prioritario da parte del Ministero per sviluppare un sistema il più trasparente e semplice possibile, che eviti le inaccettabili modalità accaparramento massivo dei biglietti tramite bot e le attività di secondary ticketing;

   un'ulteriore problematica è costituita dal numero dei biglietti messi in vendita quotidianamente – circa 11 mila in luogo dei 20 mila del periodo pre-pandemico – in palese contraddizione con il record di turisti che Roma ha registrato negli ultimi due anni;

   numeri così ristretti, evidentemente, non fanno altro che incentivare i fenomeni esposti in premessa –:

   quali iniziative intenda porre in essere per contrastare in modo risolutivo le problematiche esposte in premessa e se non intenda anche adottare iniziative volte ad aumentare considerevolmente il numero di biglietti giornalieri disponibili, facendolo tornare quantomeno ai livelli pre-pandemici.
(4-01652)


   VINCI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   Il testo unico in materia di foreste e filiere forestali contenuto nel decreto legislativo n. 34 del 2018, al comma 2, lettera a) dell'articolo 3, definisce il patrimonio forestale nazionale come «l'insieme dei boschi, e delle aree assimilate a bosco, radicati sul territorio dello Stato, di proprietà pubblica e privata», il successivo comma 3, stabilisce che, per le materie di competenza esclusiva dello Stato, sono definite «bosco» le superfici coperte da vegetazione forestale arborea, associata o meno a quella arbustiva, di origine naturale o artificiale in qualsiasi stadio di sviluppo ed evoluzione, con estensione non inferiore ai 2.000 metri quadri, larghezza media non inferiore a 20 metri e con copertura arborea forestale maggiore del 20 per cento;

   all'articolo 7, commi 1 e 5 lettera a) del suddetto testo unico, si stabilisce rispettivamente, che è sempre vietata la pratica selvicolturale del taglio a raso dei boschi, fatti salvi gli interventi urgenti disposti dalle regioni ai fini della difesa fitosanitaria, del ripristino post-incendio o per altri motivi di rilevante e riconosciuto interesse pubblico, a condizione che sia assicurata la rinnovazione naturale o artificiale del bosco;

   le pratiche di gestione forestale sono soggette ad autorizzazione; al di fuori delle stesse, a norma dell'articolo 8 del suddetto testo unico, esistono le pratiche di trasformazione del bosco. In tale ambito è vietato ogni intervento di trasformazione del bosco che determini un danno o un danno ambientale ai sensi della direttiva 2004/35/CE e della relativa normativa interna di recepimento e che non sia stato preventivamente autorizzato, ove previsto, ai sensi dell'articolo 146 del decreto legislativo n. 42 del 2004, dalle disposizioni dei piani paesaggistici regionali ovvero ai fini del ripristino delle attività agricole tradizionali e della realizzazione di opere di rilevante interesse pubblico. Nel caso venga autorizzata una trasformazione del bosco, essa deve essere compensata a cura e spese del destinatario dell'autorizzazione alla trasformazione;

   la direttiva n. 2009/147/CE, all'articolo 5, vieta i tagli di rami e di alberi nel periodo di nidificazione degli uccelli, mentre la legge n. 157 del 1992 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma, all'articolo 21, comma 1, lettera o), vieta il danneggiamento e la distruzione di uova e nidi, rendendo di fatto impraticabile l'eradicazione degli alberi nel periodo primaverile, che deve essere adeguatamente programmata dai soggetti competenti;

   per oltre quindici anni è stata presente a Reggio-Emilia una vasta area boschiva di circa due ettari, adiacente al torrente Crostolo, racchiusa tra via Copernico e via Don Giovanni Verità, che costituiva un prezioso polmone verde, l'area era ricoperta quasi interamente da alberi ad alto fusto, censita al Catasto terreni al foglio 91, particelle 82 e 136;

   consta all'interrogante che nel mese di aprile 2023, in pieno periodo primaverile, la proprietà dei suddetti terreni, avrebbe fatto effettuare il taglio e l'eradicazione di tutto il bosco presente sull'area, lasciando tuttavia in vita solo gli alberi presenti sui relativi lati perimetrali –:

   se, per quanto di competenza, ritengano necessario avviare un approfondimento da parte dei competenti organi statali, se del caso assistita da una eventuale interlocuzione con la regione Emilia Romagna, al fine di conoscere se siano state preventivamente autorizzate le attività di taglio ed eradicazione degli alberi, altrimenti vietate, condotte sul bosco presente nel territorio di Reggio Emilia per come descritto in premessa, e di quali elementi dispongano sul rispetto delle procedure amministrative previste dall'ordinamento giuridico vigente nell'esecuzione del suddetto intervento di disboscamento, che ad avviso dell'interrogante ha oggettivamente prodotto un danneggiamento al patrimonio arboreo ed agli ecosistemi collegati.
(4-01659)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   CARAMIELLO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, convertito con modificazioni dalla legge 10 marzo 2023, n. 21, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 60 dell'11 marzo 2023, è intervenuto con l'obiettivo di fornire una risposta legislativa agli eventi alluvionali che hanno interessato i territori dell'isola d'Ischia a far data dallo scorso 26 novembre 2022;

   in seno al provvedimento, il legislatore ha voluto correttamente uniformare tutte le procedure anche per quanto concerne le assunzioni e stabilizzazioni del personale già impiegato nelle attività di ricostruzione per tutti gli eventi sismici d'Italia;

   ciò premesso, si rileva che per il sisma del Centro Italia, già con l'articolo 57, comma 3-bis, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito con modificazioni dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, era stato istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze un fondo con dotazione pari a 5 milioni di euro per l'anno 2020, a 31 milioni di euro per l'anno 2021 e a 83 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022, finalizzato al concorso degli oneri derivanti dalle assunzioni a tempo indeterminato di cui al comma 3 del predetto articolo 57, recentemente sostituito proprio con l'articolo 3 del decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, convertito con modificazioni dalla legge 10 marzo 2023, n. 21;

   viceversa, risulta all'interrogante che, per le sole assunzioni del personale impegnato nelle attività di ricostruzione presso i comuni dell'isola d'Ischia interessati dall'evento sismico del 21 agosto 2017, con il decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, convertito con modificazioni dalla legge 10 marzo 2023, n. 21, è stata espressamente prevista la norma per la stabilizzazione, ma manca la copertura finanziaria degli oneri derivanti dalla spesa in parola che graverebbero, allo stato, interamente sui bilanci comunali –:

   quali siano le modalità e le tempistiche attraverso cui il Ministro interrogato intenda colmare questa disparità di trattamento per la parte strettamente finanziaria, considerato che i tre comuni di Lacco Ameno, Casamicciola Terme e Forio interessati sono piccoli enti con grossi problemi di carattere finanziario;

   se condivida l'opportunità di adottare iniziative ingenti di carattere normativo con l'obiettivo di istituire un fondo volto a coprire la mancata copertura finanziaria per le stabilizzazioni del personale relative all'evento sismico del 21 agosto 2017, così da uniformare la disciplina prevista per l'isola d'Ischia con le norme del Centro Italia.
(4-01650)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   H&M è un'azienda di abbigliamento svedese, con circa 4000 negozi nel mondo e con più di 100 punti vendita distribuiti sul territorio nazionale;

   lo scorso 5 settembre 2023 l'azienda ha annunciato la chiusura del punto vendita di Marcon, all'interno del centro commerciale Valecenter;

   la notizia è arrivata come una doccia fredda, comunicata ai dipendenti, che fino a quel momento non avevano avuto nessuna avvisaglia in merito alla chiusura;

   con un preavviso telefonico di 15 giorni i dipendenti del negozio H&M al Valecenter di Marcon hanno scoperto che perderanno il posto di lavoro e sono pronti a mobilitarsi insieme al sindacato;

   questo annuncio non è un caso isolato, dato che in due anni, è il secondo punto vendita dell'azienda di abbigliamento svedese a chiudere;

   nel 2021, dopo l'annuncio, ha abbassato definitivamente le serrande il punto vendita H&M che si trovava al centro Le Barche, nel cuore di Mestre. Un duro colpo per il commercio della città oltre che per lo stesso centro;

   quando chiuse il punto vendita di Mestre, tutto il personale venne ricollocato anche grazie alle lotte sindacali, e attualmente i dipendenti investiti da questa ulteriore chiusura sono 12;

   se le voci fossero confermate rispetto alla tabella di marcia della catena, la chiusura sarebbe prevista per la metà del mese di ottobre 2023;

   secondo il sindacato l'azienda segue volutamente questa politica, forse per agevolare gli acquisti online, anche perché il negozio in questione era stato ampliato pochi anni fa e – a detta dei dipendenti – lavorava bene e non sembravano esserci difficoltà –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – si intenda intraprendere, se non si ritenga necessario convocare i vertici aziendali per trovare soluzioni volte a tutelare il posto di lavoro dei dipendenti su cui ricade questa chiusura e se non si ritenga di aprire un dialogo più vasto per conoscere i piani industriali e le intenzioni dell'azienda su tutto il territorio nazionale, dato che questa chiusura non è un caso isolato per l'azienda svedese.
(4-01648)


   MARCHETTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'AdBlue è una soluzione composta principalmente da urea e acqua demineralizzata, utilizzata nei veicoli dotati di tecnologia SCR (Selective Catalytic Reduction) per ridurre le emissioni nocive di ossidi di azoto (NOx) provenienti dai motori diesel. Tale soluzione è stata adottata ampiamente in Europa al fine di conformarsi alle rigide normative sull'emissione dei gas di scarico;

   tale additivo al carburante, utilizzato per le auto diesel e per i mezzi pesanti Euro 5 ed Euro 6, riduce fino al 90 per cento le emissioni di ossidi di azoto dei gas di scarico;

   attualmente il costo dell'additivo, in Italia, è il doppio rispetto a quello di altri Paesi europei, nonostante i prezzi dei carburanti negli altri Paesi europei, al netto delle accise, non sia altrettanto elevato;

   i veicoli che vengono alimentati grazie all'AdBlue rappresentano circa il 60 per cento della flotta totale di mezzi pesanti circolanti; tale aumento dei costi ha quindi un impatto molto significativo sul settore dell'autotrasporto e rischia di ripercuotersi su diversi settori dell'economia italiana –:

   se intendano condurre delle verifiche circa l'andamento del prezzo dell'AdBlue in Italia rispetto a quello degli altri Paesi europei e quali ulteriori iniziative di competenza intendano adottare al fine di ridurre i costi di questo additivo fondamentale per l'intero comparto dell'autotrasporto.
(4-01655)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ORLANDO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la stazione ferroviaria di Levanto è una delle più frequentate della provincia della Spezia;

   in particolare, essendo il comune di Levanto contiguo alle Cinque Terre, è oggetto di importanti flussi turistici durante la stagione estiva;

   l'impossibilità ad accedere a uno dei binari per le persone a mobilità ridotta è causa di grandi disagi che si manifestano in maniera ricorrente, infatti non è prevista alcuna struttura che consenta l'accesso al binario 2;

   in questi anni sono stati attenzionati dalla cronaca alcuni casi in cui persone a ridotta mobilità sono state trasportate a braccia sulle scale che conducono al binario 2;

   nonostante nel corso del tempo si siano susseguiti da parte dell'amministrazione comunale solleciti per risolvere la questione, non si registrano risposte in merito e questo risulta particolarmente rilevante anche alla luce del fatto che il comune di Levanto da diversi anni ottiene la bandiera lilla a testimonianza dell'impegno a rimuovere barriere e promuovere l'accessibilità dei luoghi pubblici –:

   se il Ministro interrogato risulti essere a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda promuovere al fine di dotare la stazione ferroviaria di Levanto di una infrastruttura che permetta l'accesso al richiamato binario e l'eliminazione di una barriera architettonica così rilevante.
(5-01399)


   GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con un comunicato del 27 settembre 2023, l'Associazione sostenitori della polizia stradale (Asaps) ha reso pubblici i dati forniti dal suo osservatorio in collaborazione con Sapidata, sulle vittime della strada. Dall'inizio dell'anno, in meno di nove mesi, i pedoni morti sulle strade italiane sono state ben 301, di cui 37 solo in questo mese di settembre;

   i suddetti numeri sono una cifra comunque parziale perché non tengono conto dei gravi feriti che molto spesso perderanno la vita negli ospedali anche a distanza di mesi;

   dal report dell'Asaps risulta che gli anziani sono i più indifesi: ben 149 pedoni avevano più di 65 anni, la metà del totale, mentre 15 pedoni avevano meno di 17 anni. Nel Lazio i decessi sono stati 50, un sesto della cifra globale, di cui 28 a Roma, in Campania 35, in Lombardia 33, in Veneto ed Emilia-Romagna 28. Il mese per ora più tragico è stato gennaio, con 53 vittime;

   un ennesimo «eterno» bollettino di guerra, una strage inaccettabile a cui è indispensabile rispondere mettendo in campo tutte le iniziative più efficaci, che non possono essere solamente quelle di un aumento delle sanzioni;

   da mesi il Ministro delle infrastrutture e trasporti, Salvini, ha promesso un provvedimento sulla sicurezza stradale. Approvato nel Consiglio dei ministri del 27 giugno 2023, il disegno di legge è stato oggetto di richieste di modifica da parte della Conferenza unificata. È stato quindi approvato in via definitiva nel Consiglio dei ministri del 18 settembre 2023. A distanza di 10 giorni, il testo non risulta ancora essere stato presentato in Parlamento;

   come risulta dalle anticipazioni, la gran parte del disegno di legge si concentra principalmente sull'inasprimento delle pene, su sanzioni più pesanti, aumenti di multe, ritiro definitivo della patente e altro;

   è evidente che l'aumento delle sanzioni e una maggiore severità sono solamente alcuni degli strumenti che devono essere messi in atto per cominciare a ridurre in maniera strutturale le morti e gli incidenti sulla strada, ma non possono essere i principali, o peggio ancora, gli unici strumenti per aumentare la sicurezza stradale –:

   se non si ritenga urgente e necessario adottare iniziative, già dal prossimo disegno di legge di bilancio, volte a stanziare risorse anche in supporto dei comuni, per mettere in sicurezza le strade delle nostre città, e favorire e garantire la maggiore sicurezza della mobilità dolce.
(5-01401)


   FURGIUELE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   gli effetti della crisi russo-ucraina si sono rivelati molto problematici in quanto le tensioni politiche e commerciali hanno determinato, indirettamente o direttamente, l'interruzione di numerose relazioni commerciali e l'aumento eccezionale dei prezzi dei carburanti navali;

   con riferimento a quest'ultimo punto, le imprese di navigazione hanno dovuto far fronte ad un generale aumento del costo dei prodotti energetici e, in particolare, del carburante per la propulsione delle imbarcazioni che, come noto, rappresenta circa il 30 per cento dei costi di esercizio;

   è stato, quindi, grande il nocumento registrato dalle imprese che esercitano attività di trasporto merci marittimo e che garantiscono le autostrade del mare e i collegamenti internazionali di approvvigionamento, servizi strategici per l'economia nazionale;

   in questo contesto di crisi, la normativa vigente presenta alcuni paradossi che danneggiano ulteriormente il trasporto marittimo nazionale;

   ad esempio l'articolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica del 28 maggio 2009 n. 107 - regolamento concernente la revisione della disciplina delle tasse e dei diritti marittimi, dispone che «nei porti, nelle rade, e spiagge dello Stato è dovuta una tassa portuale sulle merci sbarcate ed imbarcate, commisurata alle tonnellate metriche di merce, in relazione a ciascuna categoria merceologica ed alla tipologia di traffico» e nella tabella che si riferisce alla disposizione citata, indicante le tipologie merceologiche e le tariffe disposte per ogni categoria in ordine crescente, non essendovi espressa indicazione, il salgemma (cloruro di sodio), elemento di massivo impiego, è inserito nella categoria 6 «altre merci», che sconta la tariffa più onerosa; dal 2009 tale tabella non è stata più revisionata;

   non esiste alcuna giustificazione chimica per non inserire il salgemma (cloruro di sodio) nella categoria 1, che annovera merci che certamente hanno valore aggiunto ben maggiore rispetto alla tipologia di merce in questione, cosa che andrebbe anche a compensare efficacemente l'insularità delle produzioni nazionali rispetto ai mercati continentali di sbocco –:

   se e quali iniziative di competenza si intendano adottare al fine di fornire un sostegno concreto alle imprese di trasporto marittimo, che garantiscono il regolare svolgimento dei servizi essenziali di approvvigionamento, inquadrando correttamente il salgemma (cloruro di sodio) relativamente alla tassa portuale di imbarco e di sbarco delle merci.
(5-01403)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MADIA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   attraverso un avviso Trenitalia ha informato i cittadini che, a causa di una riprogrammazione del servizio per i treni delle linee Roma-Viterbo, Orte-Fiumicino Aeroporto e Roma-Pescara, sarebbero state cancellate alcune corse di treni regionali a partire da mercoledì 13 settembre fino a domenica 1° ottobre 2023;

   si tratta di un ulteriore, pesante, disagio per i pendolari che usufruiscono del servizio ferroviario su queste due linee e che si trovano a gestire, oramai da svariati mesi, quotidiane soppressioni di corse che, in alcuni casi, possono riguardare quasi tutti i treni previsti;

   centinaia di corse soppresse a causa di una «riprogrammazione dell'offerta» per sostituzione convogli che sta esponendo i pendolari ad uno dei periodi peggiori per i loro spostamenti quotidiani sulle linee ferroviarie FL1 e FL3;

   nei mesi scorsi la Giunta regionale è stata di frequente sollecitata a risolvere i disagi segnalati da cittadini e comitati dei pendolari ed era stato assicurato per la data del 4 settembre 2024 il ripristino regolare delle corse; invece la situazione è ulteriormente peggiorata e sono rimaste in funzione solo poche corse;

   la fine del periodo estivo, il rientro dalle ferie e l'apertura delle scuole aumentano i disagi per il maggior flusso di persone che si spostano in treno;

   l'azienda ha fatto sapere che sta cercando di risolvere parte dell'emergenza con treni di «scorta», che stanno arrivando da altre regioni, per ripristinare 14 treni, un numero comunque limitato che non risolve decisamente il problema;

   a fronte di una situazione così pesante il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con il «Primo atto integrativo al contratto di Programma 2022-2026 – parte Investimenti Informativa ai sensi dell'articolo 15, comma 2-bis, del decreto legislativo 5 luglio 2015, n. 112», ha cancellato le risorsi già stanziate, pari a 234 milioni di euro, per la realizzazione del raddoppio della tratta ferroviaria Cesano-Vigna di Valle della linea Roma-Viterbo, una importantissima infrastruttura di collegamento necessaria a concretizzare un effettivo miglioramento delle condizioni di collegamento per i viaggiatori pendolari –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo per aumentare le risorse per superare le oggettive e quotidiane criticità affrontate dall'utenza sulla rete del trasporto pubblico locale della regione Lazio;

   quando e con quali iniziative saranno reintrodotte le risorse pari ad oltre 234 milioni di euro citate in premessa.
(4-01654)


   BONELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il Cipe con delibera del 1° dicembre 2016, n. 54 ha approvato il piano operativo infrastrutture Fsc 2014-2020, assegnando 12 milioni di euro all'intervento «Aeroporto di Parma interventi sulle infrastrutture»;

   risulta attualmente in corso la Conferenza dei servizi indetta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'approvazione del piano di sviluppo aeroportuale 2018-2023 (Psa) presentato da So.Ge.A.P., quale soggetto attuatore degli interventi oggetto dell'assegnazione e recentemente aggiornato con l'estensione dell'orizzonte temporale al 2025;

   nel dicembre 2019 è stata sottoscritta tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ente nazionale per l'aviazione civile e So.Ge.A.P. una convenzione che disciplina tempi, modalità e obblighi relativi all'attuazione degli interventi previsti;

   l'articolo 6 della invenzione stabilisce che «L'erogazione del contributo è soggetto alla preventiva verifica al fine di valutare se gli aiuti concessi siano soggetti alla notifica alla Commissione europea o se gli stessi possano essere esenti da notifica, secondo le pertinenti normative europee in materia di aiuti di Stato»;

   il Regolamento UE n. 651 del 2014 sugli aiuti di Stato stabilisce che «non sono concessi aiuti agli investimenti ad aeroporti ubicati entro 100 chilometri di distanza da un aeroporto già esistente», esentando gli aeroporti con una media annuale del traffico fino a 200.000 passeggeri nei due esercizi precedenti e successivi a quello nel quale l'aiuto è concesso;

   So.Ge.A.P. nel Psa 2018-2025 riporta la previsione di passeggeri per il 2025, pari a 199.824, ripartito per tipologia e capacità di trasporto degli aeromobili, considerando un numero complessivo di movimenti pari a 4.281 e un load factor di 0,8;

   applicando i parametri utilizzati da So.Ge.A.P., il calcolo del numero di passeggeri annui per il 2025 risultando pari in realtà a 200.008 passeggeri, mentre applicando i valori arrotondati dei movimenti giornalieri sempre riportati da So.Ge.A.P. si ottiene un numero ancora più alto, pari a 240.000 passeggeri annui;

   tali valori risultano superiori ai 200.000 passeggeri stabilito dal Regolamento UE 651/2014 quale limite per l'esenzione dal divieto di aiuti agli investimenti;

   l'articolo 8 della convenzione dispone inoltre che «il Soggetto Attuatore si impegna ad assumere l'obbligazione giuridicamente vincolante, inerente alla Fase 1 e alla Fase 2 dell'intervento, entro il 31 dicembre 2021, pena la revoca delle risorse assegnate. L'obbligazione giuridicamente vincolante s'intende assunta allorquando sia intervenuta la proposta di aggiudicazione di appalti di lavori»;

   tali termini sono stati prorogati di due anni a seguito della pandemia COVID-19 e in assenza di altri specifici provvedimenti il nuovo termine per assumere le obbligazioni giuridicamente vincolanti risulterebbe il 31 dicembre 2023;

   al momento la fase 2 dell'intervento non dispone delle autorizzazioni necessarie per procedere all'appalto dei lavori non essendo ancora stato approvato dalla conferenza dei servizi il Psa 2018-2023 –:

   se risulti congruo il calcolo della previsione del numero di passeggeri riportati nel Psa 2018-2025, anche ai fini delle verifiche previste dall'articolo 6 della convenzione relativamente alla compatibilità del finanziamento con la legislazione europea in materia di aiuti di Stato;

   se il superamento della soglia di 200.000 passeggeri prevista per l'anno 2025, come appare dai calcoli, non comporta una violazione del Regolamento UE 651/2014 e quindi la necessità di revoca del finanziamento concesso alla So.Ge.A.P.;

   se sia confermato il termine del 31 dicembre 2023 per l'assunzione, da parte del soggetto attuatore So.Ge.A. P., delle obbligazioni giuridicamente vincolanti per la Fase 1 e la Fase 2 dell'intervento e, in caso contrario, quali atti e provvedimenti siano intervenuti per prorogare tali termini e a quale data;

   se risulti che So.Ge.A.P. abbia provveduto all'aggiudicazione dell'appalto per i lavori della Fase 2 pur in assenza dell'approvazione del Psa da parte della conferenza dei servizi.
(4-01657)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRUPPIONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella città di Bologna la situazione dell'ordine pubblico appare particolarmente preoccupante, come si può quotidianamente verificare anche tramite notizie di stampa sempre più allarmanti;

   per esempio il Resto del Carlino del 18 settembre 2023 ha dato conto di un'aggressione di particolare gravità ai danni degli operatori del Commissariato Bolognina da parte di una donna, che ha preso a calci e pugni gli agenti, riportando le parole del segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp che ha denunciato come si tratti di un caso di «un'inaudita brutalità contro i colleghi» e che «non si tratta di un caso isolato di aggressione verso donne e uomini in divisa»;

   anche sul Corriere della Sera del 22 settembre 2023 si trova conferma della situazione critica di quel quartiere, dove da tempo si è palesato un grave problema connesso all'uso di alcol e droga, in particolare crack, come denunciato dallo stesso sindaco della città, che in quell'occasione ha anche richiesto al Governo una task force sanitaria;

   il sindaco ha incontrato i sindacati di polizia il 20 settembre 2023 si è fatto carico delle loro richieste, quali ad esempio le esigenze alloggiative e abitative e l'incremento del personale, reso ancor più urgente dal numero crescente di migranti assegnati alla città emiliana, che inevitabilmente terranno impegnate le forze dell'ordine in attività straordinarie, che rischiano di compromettere il lavoro ordinario al servizio della sicurezza dei cittadini;

   il sindaco, incontrando il Ministro interrogato lo scorso 22 settembre 2023 in occasione di una riunione sull'emergenza migranti, ha quantificato la richiesta minima di nuovi agenti per la sola città di Bologna: «ne servono almeno 200 in più perché gli attuali non riescono a coprire le esigenze del città, ancora di più oggi rispetto al carico di lavoro per gestire gli arrivi dei migranti»;

   il Ministro ha dichiarato in quella occasione che le forze dell'ordine (Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza) previste per l'intera provincia di Bologna sono 115 in più, ma tale contingente appare molto inferiore non solo alle richieste, che si riferivano alla sola città e non a tutta la provincia –:

   quali siano i tempi previsti per l'arrivo delle annunciate 115 unità e se intenda reperire ulteriori risorse per incrementarle fino a soddisfare la richiesta di amministrazione e sindacati, nonché quali siano i progetti messi in campo per garantire adeguati interventi per soddisfare le esigenze alloggiative e abitative delle forze dell'ordine del territorio.
(5-01404)

Interrogazione a risposta scritta:


   ROSSELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il comune di San Giuliano Milanese, a seguito di una serie di sopralluoghi effettuati su un terreno occupato senza alcuna autorizzazione e adibito a dimora stabile tramite roulotte e altri manufatti dal nucleo familiare del signor Z.J., con l'ordinanza n. 150 del 2018 ordinava lo sgombero del sopracitato terreno;

   lo sgombero è stato motivato alla luce delle condizioni di antigenicità e di non conformità alla normativa urbanistica nazionale e locale dei ricoveri utilizzati come abitazione;

   a seguito della suddetta ordinanza, in data 19 novembre 2018 si teneva un incontro con i dimoranti e, a fronte del mancato raggiungimento di un'intesa, veniva emessa l'ordinanza n. 151 del 2018 contenente l'ordine di conclusione delle operazioni di sgombero entro il 31 gennaio 2019;

   a fronte dell'inottemperanza alle ordinanze di sgombero da parte dei soggetti destinatari, il comune di San Giuliano Milanese si è più volte rivolto alla prefettura di Milano per richiedere l'intervento della forza pubblica e procedere allo sgombero coatto dell'area;

   la prefettura di Milano non ha mai dato corso alle richieste del comune –:

   alla luce del perdurare delle condizioni di illegalità e insicurezza alla base delle ordinanze di sgombero di cui in premessa, se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative di competenza al fine di risolvere la criticità sopra descritta.
(4-01660)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   ORLANDO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dal 10 maggio 2023, con il decreto-legge n. 51 del 2023, delle cui «straordinaria necessità e urgenza» ancora oggi si nutrono seri dubbi, si è voluto procedere alla soppressione della figura dei vice presidenti «organi» di Inps e Inail, alla nomina di commissari straordinari e alla contestuale decadenza dei rispettivi presidenti e consigli di amministrazione;

   per far riferimento al solo ente previdenziale, secondo quanto indicato dal recente XXII rapporto annuale, l'Inps con un bilancio che ammonta a 421 miliardi di euro di entrate e 406 miliardi di uscite correnti, assicura prestazioni per 26,2 milioni di lavoratori, 21 milioni di pensioni erogate, 3,8 milioni di prestazioni di invalidità, 23,7 miliardi di agevolazioni contributive;

   le ultime, drammatiche cronache delle morti e degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali sottolineano ogni giorno di più la centralità e l'importanza del ruolo dell'Inail;

   in virtù del citato decreto-legge n. 51 del 2023 i commissari straordinari, entro novanta giorni dal proprio insediamento, hanno adottato le rispettive modifiche al regolamento di organizzazione dell'ente e agli altri regolamenti interni;

   allo stesso tempo, i consigli di amministrazione, nominati successivamente alle suddette modifiche regolamentari, formuleranno, entro quarantacinque giorni dalla data del proprio insediamento, la proposta di nomina del direttore generale;

   com'è di tutta evidenza, le dimensioni e la rilevanza sociale ed economica degli enti in questione mal si concilia con una gestione straordinaria monocratica e deve essere assicurato ogni sforzo per il ripristino dei loro ordinari organismi istituzionali, previsti ai sensi dell'articolo 3, del decreto legislativo n. 479 del 1994, nel rispetto del principio della buona amministrazione, dell'indipendenza, dell'imparzialità e della pluralità;

   a tutt'oggi prosegue la gestione commissariale e non si hanno notizie del perfezionamento del processo riorganizzativo, procedendo alla nomina dei presidenti e dei consigli di amministrazione, così ripristinando l'ordinato assetto istituzionale ed organizzativo dei suddetti enti –:

   quali siano le ragioni del protrarsi della gestione commissariale di Inps e Inail e se non ritenga necessario accelerare il completamento del processo riorganizzativo di detti enti e ripristinare il loro ordinario assetto istituzionale, previsto ai sensi dell'articolo 3, del decreto legislativo n. 479 del 1994.
(5-01400)


   FOSSI, SCOTTO, GRIBAUDO, LAUS e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   è notizia di queste ore la maxi operazione del Ros in Sardegna, con 32 arresti per associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione segreta, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, abuso d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, corruzione aggravata dal metodo mafioso, peculato e procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso, nell'ambito dell'operazione definita «Monte Nuovo»;

   nel corso dell'operazione sono stati sequestrati ingenti somme di denaro in contanti, munizioni, oltre 130 chilogrammi di marijuana;

   l'organizzazione criminale avrebbe interferito nell'attività delle amministrazioni pubbliche e procurato voti in occasione delle elezioni;

   tra le persone coinvolte in questa inchiesta risulta anche il presidente e amministratore delegato di Anpal Servizi, Massimo Temussi;

   il dottor Temussi ha ricoperto la carica di consulente della Ministra interrogata dal 19 gennaio 2023 al 10 marzo 2023;

   lo scorso 9 marzo, l'assemblea dei soci di Anpal servizi, ha proceduto alla nomina del dottor Temussi a presidente della società;

   il 14 febbraio 2023, dopo soli 8 mesi dalla nomina dei precedenti vertici, la Ministra interrogata, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, ha firmato un decreto di decadenza dei vertici della società, all'insegna di quello che ad avviso degli interroganti è il più spietato spoil system, per far posto al suo consulente;

   già nell'aprile 2023 si era avuta notizia di un'indagine che vedeva indagato il presidente della regione Solinas, in relazione alle nomine di competenza regionale, e altre 19 persone, tra cui Massimo Temussi;

   Anpal Servizi, il cui azionista unico è il Ministero dell'economia e delle finanze, opera come ente strumentale dell'Anpal, l'agenzia vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ne determina gli indirizzi e obiettivi per la promozione dell'occupazione in Italia e all'estero;

   successivamente, ai sensi dell'articolo 3, commi 1-14, del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, si è provveduto alla soppressione dell'Anpal e al trasferimento delle sue competenze e strutture all'interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   una soluzione, secondo gli interroganti, più che opinabile, ma che dimostra il costante interesse della Ministra interrogata nella gestione di tali delicate funzioni, con particolare riferimento agli assetti organizzativi degli enti in questione;

   pur nel pieno rispetto del principio della presunzione di innocenza, non si può non rilevare come la credibilità di funzioni di tale rilevanza sociale non possa non essere compromessa da addebiti tanto gravi –:

   quali urgenti iniziative di competenza si intenda assumere al fine di restituire certezza e credibilità alla gestione della società Anpal Servizi.
(5-01402)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   desta preoccupazione la situazione in cui versa l'Ospedale Santa Maria dell'Olmo di Cava de' Tirreni, a causa della grave e atavica carenza di personale, che in alcuni periodi dell'anno, come questo, è chiamato a svolgere turni estenuanti in condizione di perenne emergenza;

   secondo quanto si apprende da fonti di stampa, il pronto soccorso, da anni in sottorganico, ad oggi vedrebbe assegnate solo tre unità per l'area medica e tre unità per l'area chirurgica, grazie alle ore fornite da medici in servizio in medicina e in cardiologia per l'area medica e da quelle fornite dai medici in servizio in chirurgia per l'area chirurgica;

   tale situazione si è ulteriormente aggravata con il venir meno di alcune unità sia per pensionamento sia per trasferimento all'Asl Salerno in quanto vincitori di concorso e se fino al mese di giugno le unità, per ciascuna specializzazione, erano 5, attualmente si sarebbero ridotte a 3, un numero troppo esiguo per garantire una regolare turnazione;

   particolarmente critica è anche la situazione del 118 dove le carenze di ambulanze e personale a bordo rischiano di portare a una prossima chiusura della postazione in città, proprio nel periodo dell'anno in cui gli accessi aumentano;

   gli stessi operatori sanitari del Santa Maria dell'Olmo avevano paventato il rischio di possibili disservizi nella stagione estiva la riduzione delle attività operatorie alle sole emergenze, complice trasferimenti, pensionamenti e ferie; problemi che, combinati alle carenze croniche di personale, rendono difficoltosa, se non addirittura impossibile, la copertura dei turni;

   stando così la situazione, se non si interverrà tempestivamente con l'immissione in servizio di personale sanitario e socio-sanitario, nei prossimi mesi sarà inevitabile una paralisi del Pronto soccorso e dei ricoveri divisionali e a pagarne le conseguenze, più di tutti, saranno ovviamente i cittadini;

   è inaccettabile che l'ospedale di una città come Cava de’ Tirreni rischi di non poter continuare a servire un bacino di utenza con un potenziale di oltre 100.000 utenti, soprattutto in questo particolare periodo dell'anno durante il quale la presenza di turisti nella vicina costiera Amalfitana rende il nosocomio un punto di riferimento centrale –:

   considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali immediate iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere al fine di porre rimedio alla grave situazione in cui versa l'ospedale Santa Maria dell'Olmo di Cava de' Tirreni, con particolare riguardo alle gravi carenze di organico dell'ospedale e del 118.
(5-01398)


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge 10 novembre 2021 n. 175, nota come «Testo Unico sulle Malattie Rare» è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27 novembre 2021 ed è entrata in vigore il 12 dicembre 2021;

   per la prima volta una legge dello Stato riordina la materia delle malattie rare, anche in relazione alle numerose norme e direttive dell'Unione europea emanate negli ultimi anni in materia;

   si tratta della prima legge dedicata unicamente alle malattie rare, volta a organizzare in maniera ordinata e completa questo ambito;

   il numero complessivo di persone affette da malattie rare in Italia sarebbe compreso fra i 2, 1 e i 3,5 milioni di persone;

   il nono rapporto MonitoRare di Uniamo – Federazione italiana malattie rare, mostra che l'Italia è un Paese che ha molti punti di forza, ma anche alcune criticità: per avere una diagnosi ci vogliono ancora 4 anni e l'accesso alle terapie più innovative, che in alcuni casi esistono, è disuguale da una regione all'altra. Soprattutto, è grave l'assenza dei decreti attuativi che dovrebbero dare concretezza a tutto ciò che è previsto dal nuovo Piano nazionale malattie rare;

   allo stato attuale, infatti, dei cinque differenti atti necessari alla piena attuazione del testo unico, dall'entrata in vigore del provvedimento – ovvero dal 12 dicembre 2021 – è stato istituito solo il Comitato nazionale malattie rare (CoNaMr), con, decreto del Ministero della salute;

   in data 1° dicembre 2022 è stato presentato l'atto di sindacato ispettivo n. 5-00087 con il quale si è chiesto al Ministro competente di indicare le tempistiche per l'emanazione dei provvedimenti attuativi previsti dalla legge n. 175 del 2021 al fine di garantire la piena operatività delle disposizioni in essa contenute necessarie per rispondere concretamente ai bisogni delle persone con malattia rara e delle loro famiglie;

   con risposta scritta dell'11 gennaio 2023, il Ministero interrogato è intervenuto «rassicurando gli Onorevoli interroganti che l'attuazione della legge sulle malattie rare, costituisce una priorità per il Ministero della salute e saranno avviate tutte le iniziative necessarie per la compiuta attuazione della legge n. 175 del 2021»;

   tuttavia, ad oggi, i termini indicati dalla legge sono ormai scaduti e la maggior parte degli atti non è ancora stata emanata, rendendo vano il lavoro svolto dal Parlamento per garantire una presa in carico complessiva delle persone con malattia rara uniforme su tutto il territorio nazionale;

   si stanno trascurando e disattendendo le aspettative di milioni di cittadini e delle loro famiglie che non hanno ancora ottenuto nessun beneficio concreto dall'importante e storico percorso normativo avviato con la legge n. 175 del 2021;

   il comma 4 dell'articolo 4 della predetta legge stabilisce che per tutelare la salute dei soggetti affetti da malattie rare, nelle more del perfezionamento della procedura di aggiornamento dei Lea, il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, provvede, con proprio decreto, ad aggiornare l'elenco delle malattie rare individuate, sulla base della classificazione orpha code presente nel portale Orphanet, dal Centro nazionale per le malattie rare dell'istituto superiore sanità di cui all'articolo 7, nonché le prestazioni necessarie al trattamento delle malattie rare –:

   quali siano le tempistiche di emanazione dei decreti attuativi necessari a dare piena attuazione alla legge n. 175 del 2021 e se intenda procedere con l'aggiornamento dell'elenco delle malattie rare secondo quanto previsto dal comma 4 dell'articolo 4 della legge n. 175 del 2021.
(5-01405)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Porta e Barbagallo n. 5-00763, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 aprile 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bakkali.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato dell'interrogazione a risposta in Commissione Ghio n. 5-01374, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 166 del 22 settembre 2023.

   GHIO, BARBAGALLO, BAKKALI, CASU e MORASSUT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il grande ritardo con cui è stato adottato il decreto interministeriale di attuazione della proroga, per il 2023, del cosiddetto «bonus trasporti», ha fatto perdere a studenti e lavoratori la possibilità di utilizzare il bonus in maniera integrale con un impatto negativo diretto sulla vita lavorativa, scolastica dei cittadini e sui bilanci delle famiglie;

   il bonus, da 60 euro, è riconosciuto in favore delle persone fisiche che nell'anno 2022 hanno conseguito un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro, in diminuzione rispetto ai 35.000 euro di reddito previsti in precedenza;

   oltretutto, questo decreto attuativo si è reso necessario a causa dell'indecisione del Governo che in un primo momento non ha ritenuto di prorogare la misura già in vigore nel 2021 e nel 2022, per poi fare marcia indietro e reintrodurre il bonus trasporti a seguito delle proteste degli oltre 3 milioni di utenti dei servizi di trasporto pubblico, che grazie al bonus di 60 euro mensili avevano avuto un aiuto concreto per affrontare la crescita dell'inflazione;

   nella riproposizione del bonus trasporti per il 2023, tuttavia sono pressoché dimezzati sia le risorse del fondo (nel 2022 il governo Draghi aveva stanziato 190 milioni di euro, mentre il governo Meloni ha stanziato 100 milioni di euro) sia il limite di reddito per poter richiedere il bonus (da 35.000 a 20.000 euro);

   le ultime notizie stampa indicano che il Governo sta rifinanziando il fondo del Bonus trasporti per il 2023 con ulteriori 12 milioni di euro per un investimento complessivo del Fondo per il 2023 pari a 112 milioni, molto al di sotto dei 190 milioni stanziati dal precedente Governo;

   la riduzione delle risorse e il ritardo dell'emanazione del decreto attuativo hanno vanificato l'efficacia della misura a scapito delle famiglie che non hanno potuto fruire del bonus per l'acquisto di un abbonamento annuale a causa dell'esaurimento delle risorse;

   è oggi evidente che il trasporto pubblico ha una fortissima valenza ambientale e ci sono Paesi, come la Germania, in cui da tempo viene sostenuta la sperimentazione del biglietto climatico a 9 euro per favorire lo shift modale dal trasporti privato a quello pubblico con grandi riduzioni di emissioni climalteranti;

   a Roma sta avendo molto successo la tessera annuale a 50 euro per tutti gli studenti di età inferiore ai 19 anni;

   un trasporto pubblico locale efficiente e accessibile è una scelta importante per realizzare una «giusta» transizione ecologica migliorando la qualità della vita nelle città e nelle grandi aree metropolitane attraverso la realizzazione di una vera mobilità sostenibile –:

   in che modo il Governo intenda attivarsi con la massima urgenza, per consentire il potenziamento dello strumento del bonus trasporti con lo scopo di essere pienamente utilizzabile da tutti i cittadini e dalle famiglie italiane con l'obiettivo di favorire il più possibile uno shift modale verso modalità di trasporto sostenibili ed alternative.
(5-01374)

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:

   interrogazione a risposta scritta Vietri n. 4-01466 del 3 agosto 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01398.