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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 14 settembre 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   BICCHIELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   come si apprende dal quotidiano La Verità del 14 aprile 2023, nell'articolo dal titolo «La DAD assolta con un giochino di prestigio», a firma delle giornaliste Patrizia Floder Reitter e Maddalena Loy, in data 11 novembre 2022 è stata emanata una sentenza del Consiglio di Stato, precisamente la n. 09894/2022, regolarmente protocollata e firmata digitalmente da tutti i componenti della camera di consiglio, dall'estensore e dal presidente, nonché consegnata alle parti a mezzo Pec, nonché pubblicata correttamente sul sito internet del tribunale;

   non volendo entrare nel merito della contestazione, si nota che, sempre in data 11 novembre 2022, a poche ore dalla ricezione della Pec contenente la sentenza n. 09894/2022 e dalla relativa pubblicazione sul sito, è stato diramato dal presidente della Sezione III un decreto (02096/2022) che, proponendosi di revocare la sentenza appena pubblicata e comunicata alle parti, specifica tra l'altro che: «...per un errore informatico è stata pubblicata una sentenza generata dal sistema, in assenza della corrispondente volontà del Presidente, del Consigliere estensore e degli altri componenti del collegio...», convocando nuovamente la camera di consiglio per il 17 novembre 2022;

   risulta quantomeno di difficile comprensione come una sentenza digitalmente firmata da tutti i componenti della camera di consiglio, dall'estensore e dal presidente e correttamente pubblicata e notificata alle parti possa essere generata da un sistema informatico;

   martedì 4 aprile 2023 è stata, poi, pubblicata una nuova sentenza n. 03604/2023, anch'essa correttamente protocollata e digitalmente firmata, completamente difforme alla prima sentenza; prima sentenza di cui nel frattempo si sono perse le tracce anche dal sito del tribunale;

   la nuova sentenza, tra l'altro, emessa successivamente da componenti diversi della camera di consiglio stravolge nella sua totalità il contenuto della sentenza emessa a novembre 2022, facendo intendere, ad avviso dell'interrogante, che l'errore non era formale ed informatico ma sostanziale –:

   se il Governo, alla luce dell'alta sorveglianza esercitata sulla giustizia amministrativa ai sensi della legge n. 186 del 1982, non intenda approfondire, per quanto di competenza, quanto riferito dalla stampa in ordine alla sicurezza e al corretto funzionamento delle piattaforme e delle procedure informatiche impiegate nell'amministrazione della giustizia, anche a tutela dei diritti di difesa delle parti e a garanzia del principio della certezza del diritto, affinché non abbiano a ripetersi episodi come quelli descritti in premessa.
(4-01578)


   PELLEGRINI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   con direttiva del 22 aprile 2014 della Presidenza del Consiglio dei ministri, si disponeva la declassificazione e la libera consultazione dei documenti conservati presso tutti i Ministeri e gli organismi di intelligence relativi agli eventi di piazza Fontana, Gioia Tauro, Peteano, questura di Milano, piazza della Loggia, Italicus, Ustica, stazione di Bologna, Rapido 904. A tal fine, si disponeva che i suddetti documenti fossero declassificati, se recanti una classifica di segretezza, e versati anticipatamente agli Archivi di Stato. Ciascuna amministrazione doveva provvedere autonomamente per la propria documentazione;

   si apprende da fonti di stampa quanto segue:

    gli archivi del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, segnatamente quelli relativi al gabinetto del Ministro, nonché le serie archivistiche relative all'attività del Ministero, in merito agli eventi dolorosi innanzi citati, non sono a tutt'oggi disponibili;

    il Comitato consultivo delle Attività di versamento all'archivio centrale dello Stato e, in particolare, il sottogruppo che si occupava in modo specifico degli archivi del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, avendo appreso dell'esistenza di documentazione conservata in un hangar presso l'aeroporto militare di Ciampino e in altre sedi, chiedeva al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di potervi accedere;

    il successivo 11 marzo 2022, il sovrintendente dell'Archivio centrale dello Stato, ossia il soggetto destinatario dei documenti, sollecitava ritualmente il Ministero per concordare le modalità di accesso e di svolgimento di un sopralluogo nel citato deposito di Ciampino, e/o in ogni altra sede in cui vi fossero documenti rientranti nella direttiva del 22 aprile 2014, al fine di individuare la documentazione di interesse;

    in data 14 marzo 2022, l'Organo centrale di sicurezza del Ministero riscontrava il citato sollecito confermando che il detto sopralluogo, come concordato per le vie brevi, sarebbe avvenuto il successivo 21 marzo e che l'interlocutore (per pianificare l'accesso) era individuato nella figura del direttore generale degli affari generali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dottor Massimo Provinciali;

    il 18 marzo 2022 il dottor Provinciali comunicava al Comitato consultivo che, in seguito a un pre-sopralluogo effettuato nei locali di Ciampino, si era verificata l'assenza di documentazione afferente gli avvenimenti di interesse del Comitato. Comunicava, altresì, che anche nelle strutture di Pomezia e di Cesano non c'erano documenti di interesse, a detta dei responsabili dei relativi archivi;

    come rimarcato dalla relazione annuale del Comitato consultivo del 12 ottobre 2022, «non è accettabile che in un periodo di tempo così prolungato, che va dalla fine degli anni '60 agli anni '80, possano mancare del tutto la documentazione relativa al Gabinetto del Ministro dei trasporti pro tempore e le serie archivistiche delle attività del Ministero, per i settori trasporti, riferite al periodo delle stragi hanno così tragicamente segnato il Paese»;

    tali documenti potrebbero essere utilissimi per approfondire la piena conoscenza di quei tragici avvenimenti e, quindi, occorre assicurare, in breve tempo, il rispetto della direttiva del 22 aprile 2014;

    di recente la Presidente del Consiglio dei ministri Meloni ha affermato che non esistono documenti secretati che riguardano la strage di Ustica;

    bisogna infine rilevare il grave allarme suscitato, da ultimo, dalle dichiarazioni dell'ex Presidente del Consiglio dei ministri, Giuliano Amato, circa i responsabili della strage di Ustica –:

   se il Governo sia a conoscenza di tutti i fatti esposti e se corrispondano al vero;

   quali iniziative di competenza si intendano porre in essere affinché il Comitato consultivo sia messo in condizione di accedere ai luoghi in cui si ritiene siano conservati i documenti e affinché i documenti di cui alla direttiva in premessa siano versati con urgenza presso l'Archivio generale dello Stato.
(4-01582)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI, SCOTTO, AMATO, CAROTENUTO, GUERRA, CHERCHI, MARIANNA RICCIARDI, CASO, ZARATTI, GRIMALDI, DI LAURO, ORRICO, QUARTINI, CARAMIELLO, BARZOTTI, FRATOIANNI, PELLEGRINI, BRUNO, PICCOLOTTI, DORI, SARRACINO, GIULIANO, AURIEMMA, ALFONSO COLUCCI, D'ORSO, SANTILLO, TORTO, DONNO e LOMUTI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa («Italo palestinese arrestato senza accuse da Israele» – il manifesto) che il Sig. Khaled El Qaisi, cittadino italo-palestinese, studente di lingue e civiltà orientali presso l'Università La Sapienza di Roma e fondatore del Centro documentazione palestinese, è stato arrestato dalle autorità israeliane lo scorso 31 agosto 2023;

   El Qaisi stava attraversando il valico di frontiera di «Allenby» dopo aver trascorso le vacanze a Betlemme quando, al controllo dei bagagli e dei documenti, è stato tratto in arresto sotto lo sguardo incredulo del figlio e della moglie e messo in isolamento senza un'accusa formale nei suoi confronti e senza la possibilità di parlare con il suo avvocato;

   da allora non si hanno notizie né in merito allo stato di salute psicofisica dell'uomo né in merito alle accuse mosse nei suoi confronti;

   è doveroso che le autorità italiane competenti facciano rapidamente luce sull'accaduto e si attivino per tutelare i diritti di un proprio cittadino –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti in premessa;

   se e quali iniziative intenda adottare per accertare le condizioni di salute del Sig. Khaled El Qaisi e le ragioni della sua custodia, verificando al contempo che al cittadino siano garantiti i diritti all'equo processo e di difesa, onde evitare che diritti umani fondamentali siano violati.
(4-01586)


   PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il traduttore giurato è una figura altamente specializzata, un professionista che all'estero svolge un ruolo fondamentale nei rapporti consolari per la nostra Comunità, e che nel caso di specie, in Perù, è accreditato presso il Ministero degli affari esteri tramite concorso pubblico;

   il Professor L.V. è uno di questi professionisti ed è stato riconosciuto come traduttore giurato anche dall'Ambasciata italiana sin dal 1994 e quindi con un attivo lavorativo di circa trent'anni godendo di stima universalmente riconosciuta;

   il Professor ha recentemente scoperto, per caso, che le sue traduzioni giurate non sono più riconosciute dall'Ambasciata italiana che ha rifiutato di ricevere un documento da lui tradotto;

   una volta appurato ciò, il traduttore in questione ha chiesto appuntamento in Ambasciata italiana per capire le ragioni di questo cambiamento, ragioni rinvenute in un suo ipotetico rapporto con dei clienti che per il traduttore sono clienti come tutti gli altri, per cui una volta svolto il lavoro, il traduttore non è responsabile dell'uso che questi fanno della traduzione;

   il traduttore in questione, L.V., non ha contratti particolari con società e viene pagato dopo preventivo su ogni singolo lavoro;

   di fatto, attualmente, L.V. non è più traduttore accreditato presso l'Ambasciata italiana a Lima e, con lettera del 17 luglio 2023, l'Ambasciatore italiano in Perù ha informato il traduttore che è stato deciso di sospendere la ricezione di qualsiasi documento a sua firma in seguito ad accertamenti su pratiche irregolari di gestione consolare; è evidente che il traduttore non è responsabile delle pratiche consolari, ma solo della veridicità di quello che traduce;

   tale sospensione dell'accredito presso l'Ambasciata in questione ha creato un danno di immagine rilevante ad un professionista affermato e stimato ed un danno morale e psicologico –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare iniziative per ristabilire la normalità e riconoscere l'operato onesto del traduttore giurato L.V.
(4-01585)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta orale:


   DORI e BORRELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il rifugio «Cuori Liberi» di Zinasco, in provincia di Pavia, fa parte della Rete dei «Santuari di Animali Liberi in Italia»;

   nei «Santuari» vengano accolti, tra gli altri, cavalli, asini, mucche, maiali, capre, pecore, galline, anatre e altre specie animali;

   lo scopo è di creare un luogo di pace e serenità per tutti gli animali, senza distinzione di specie, reduci da sfruttamento o abbandono, animali sequestrati da allevamenti irregolari o vittime di maltrattamenti;

   la peste suina africana (Psa) sta dilagando negli allevamenti della Lombardia, in particolare del Pavese;

   il 5 settembre 2023 la peste ha raggiunto anche il rifugio «Cuori Liberi» di Zinasco con due maiali morti, trovati positivi alla Psa, a cui poi se n'è aggiunto un terzo;

   immediatamente è arrivata l'ordinanza dell'Ats (Agenzia di tutela della salute) di Pavia che ha disposto l'abbattimento di tutti i 35 suini presenti nel rifugio;

   il rifugio, la Rete dei santuari di animali liberi, Lav, Vita da Cani e LNDC Animal Protection hanno comunicato di aver inviato una diffida a Ats e regione Lombardia per chiedere «di non procedere con l'esecuzione dei 35 suini che vivono al Rifugio Cuori Liberi: nessuno torca loro un pelo prima che il Tar si esprima il 5 ottobre. Inoltre, presenteremo appello anche al Consiglio di Stato a Roma per impedire fin da subito l'esecuzione della sentenza di morte, per una malattia non trasmissibile agli esseri umani»;

   per evitare l'esecuzione di questa ordinanza è stata anche presentata al Tar una richiesta di sospensione, che però è stata rigettata, con fissazione di un'udienza di sospensione al 5 ottobre 2023;

   anche l'appello al Consiglio di Stato è stato rigettato, pertanto l'ordinanza di abbattimento è restata in vigore;

   tutti i suini presenti nel rifugio sono «non Dpa», cioè sono dotati di microchip per evitare che la loro carne venga destinata al consumo;

   seppur si tratti di una malattia altamente infettiva che colpisce i suini, non risulta in alcun modo pericolosa per la salute pubblica, non trattandosi di una zoonosi;

   inoltre, il virus non è trasmissibile agli umani, e per arginarlo possono essere adottate dall'autorità sanitaria misure alternative non cruente e ben più proporzionate previste dalla normativa, anziché un abbattimento generalizzato e aprioristico di tutti gli animali detenuti nel rifugio, anche quelli sani che peraltro non finiranno mai nella catena alimentare;

   il rifugio ha la possibilità di mettere in atto tutti quei sistemi di biosicurezza per tutelare la salute pubblica e degli animali, già confinati e non soggetti ad alcuna movimentazione;

   da numerosi giorni è in corso un presidio permanente all'ingresso del rifugio di Zinasco per proteggere i suoi ospiti;

   persone da tutta Italia stanno raggiungendo il piccolo «santuario» in segno di protesta e solidarietà, esattamente come era accaduto per la Sfattoria degli Ultimi di Roma, i cui suini nell'ottobre 2022 vennero salvati –:

   quali iniziative urgenti i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare, al fine di scongiurare l'abbattimento dei suini ospitati presso il rifugio «Cuori Liberi» di Zinasco.
(3-00646)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VACCARI, UBALDO PAGANO, CURTI, ANDREA ROSSI, MARINO, FORATTINI e LACARRA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia è il primo produttore di grano duro in Europa con circa 4 milioni di tonnellate all'anno che provengono da 200 mila aziende agricole che investono su 1,2 milioni di ettari;

   il prezzo del grano duro fino – secondo la rilevazione dell'ufficio studi di Borsa Merci Telematica Italiana di maggio 2023 – ha di fatto chiuso l'annata su un valore medio di 340 euro alla tonnellata, più basso di quasi il 40 per cento rispetto ad un anno fa. Il crollo dei prezzi del grano duro è intervenuto proprio mentre sono saliti i costi di carburanti e mezzi tecnici per gli agricoltori;

   il prezzo del cereale simbolo del made in Italy lo determinano i grani esteri prodotti con standard qualitativi, di salubrità e costi di produzione molto più bassi. La borsa merci di Foggia ha riaperto, dopo quattro settimane di chiusura estiva, con un calo di 60 euro a tonnellata rispetto alla seduta del 2 agosto 2023, senza che ci siano stati scambi adeguati in tal senso e in controtendenza rispetto al mercato internazionale;

   l'inspiegabile crollo delle quotazioni del grano duro in Italia preoccupa dinnanzi alle elevate quotazioni internazionali (USA 446 euro a tonnellata e Canada 524-527) e al deficit produttivo mondiale;

   in questo scenario, con i prezzi americani in crescita, a preoccupare gli operatori del mercato è l'inattesa esportazione di grano dalla Turchia a prezzi «da saldo», prezzi dietro cui si nasconderebbe un comportamento sleale, che giustificherebbe l'intervento immediato delle autorità italiane ed europee. Una concorrenza sleale tesa a destabilizzare il mercato italiano, anche per ragioni legate al conflitto russo-ucraino e all'embargo;

   in diverse regioni italiane, e tra queste la regione Marche, le produzioni in calo rispetto al 2022, il forte aumento dei costi di produzione e le oscillazioni delle quotazioni del grano duro, preoccupano i produttori che rischiano di perdere significativi margini di profitto;

   l'import di grano duro dai mercati internazionali non può mortificare la produzione nazionale. Serve attenzione e trasparenza per i produttori ed i consumatori, maggiori controlli sull'etichettatura per sostenere e promuovere la pasta prodotta con grano italiano, l'istituzione della Commissione unica nazionale del grano duro per una maggiore trasparenza dei prezzi, il potenziamento dei contratti di filiera tra agricoltori e industria e l'avvio immediato del registro telematico dei cereali meglio noto come «Granaio Italia» –:

   quali urgenti iniziative i Ministri interrogati intendano assumere al fine di avviare l'istituzione della Commissione unica nazionale del grano duro e il registro telematico dei cereali, di potenziare i contratti di filiera tra agricoltori e industria per promuovere la pasta con grano italiano e implementare un sistema di tracciabilità basato su tecnologie blockchain;

   se non ritengano di richiedere urgentemente un'indagine anti dumping alla Commissione europea per verificare se i prezzi e i volumi di grano duro importati dalla Turchia siano in contrasto con le regole dell'unione doganale e se gli sbarchi di grano nel periodo luglio-agosto 2023 in Puglia siano stati assoggettati alle previste prescrizioni sui dazi.
(5-01328)

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il virus della peste suina africana (Psa) si sta diffondendo in modo preoccupante sul territorio nazionale, con particolare riguardo nell'area lombarda;

   la Lombardia è la regione italiana nella quale si concentra gran parte della filiera suinicoltura, con un indotto di diversi miliardi di euro;

   le associazioni rappresentative di settore stimano perdite per l'export di circa 20 milioni di euro al mese;

   il Governo è intervenuto in materia con il decreto-legge 17 febbraio 2022, n. 9, recante «Misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana (Psa)», convertito, con modificazioni, dalla legge 7 aprile 2022, n. 29, poi modificata dall'articolo 29 del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, prevedendo un «Piano Straordinario» per la riduzione significativa e generalizzata delle densità di cinghiale sul territorio nazionale calibrata per gli specifici contesti in relazione al rischio di ulteriore diffusione della Psa;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 febbraio 2023 è stato nominato nuovo commissario straordinario alla peste suina africana, il dottor Vincenzo Caputo, assumendo così compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure essere per prevenire e contenere la diffusione del virus sul territorio nazionale;

   il nuovo commissario, con l'ordinanza n. 5/2023 del 24 agosto 2023, ha disposto ulteriori azioni per contenere il contagio e che prevedono un'azione attiva delle regioni;

   in sede di conferenza Stato-regioni il commissario Caputo ha presentato il «Piano straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali (Sus scrofa) e azioni strategiche per l'elaborazione dei piani di eradicazione nelle zone di restrizione da peste suina africana (Psa) 2023-2028» con il quale si intende affrontare il problema della peste suina africana;

   tra le diverse misure presenti del Piano spicca l'aumento significativo (oltre il 200 per cento) dell'entità degli animali abbattibili con metodi selettivi accompagnato da un incremento del 40 per cento circa dei prelievi da conseguire attraverso la caccia collettiva;

   il WWF Lombardia ha evidenziato che la caccia al cinghiale e le altre strategie di contenimento attualmente messe in campo da regione Lombardia, che chiama sul territorio cacciatori e persino l'esercito, non possono in alcun modo rappresentare una soluzione ma, anzi, potrebbero aggravare le situazione e contribuire alla diffusione del virus;

   inoltre, Riccardo Ferlin, vicepresidente del WWF Lodigiano-Pavese, ha recentemente evidenziato come «molti degli allevamenti intensivi colpiti dal virus sono strutture chiuse, dove gli animali non hanno mai avuto contatti con cinghiali o altre specie selvatiche. Questo solleva seri dubbi sul reale veicolo di contagio, suggerendo che la diffusione potrebbe avvenire attraverso altre vie, forse legate all'importazione di maiali dall'Est Europa, dove la peste suina è largamente diffusa»;

   ciononostante il 12 settembre 2023 il Piano ha avuto il via libera dalla Conferenza Stato-regioni –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza e mediante un'interlocuzione con regione Lombardia, intendano suggerire alternative rispetto a quelle attualmente previste dal Piano straordinario, promuovendo anzitutto indagini approfondite sui reali veicoli di contagio, al fine di tutelare quanto più possibile il benessere animale.
(4-01584)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la Riserva naturale statale del litorale romano, istituita il 29 marzo 1996 con decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 maggio 1996, che si estende sulla costa laziale dalla marina di Polidoro a Nord fino alla spiaggia di Capocotta a Sud, per un territorio di 15.900 ettari, rappresenta uno degli ultimi lembi, di elevata qualità ambientale, di quelle vaste aree forestali che anticamente si estendevano lungo tutta la costa laziale;

   per il suo rilevante valore paesaggistico e naturalistico, determinato dalla presenza di boschi sempreverdi, argini e foci fluviali, dune, zone umide, distese di macchia mediterranea e tratti di campagna romana di straordinaria bellezza, l'area è sottoposta a norme di tutela e conservazione e la sua gestione risponde a specifici criteri che si richiamano alla normativa nazionale e regionale in materia di aree naturali protette;

   nel territorio della Riserva sono presenti, inoltre, siti d'interesse storico-archeologico di altissimo valore, quali i resti straordinari della città romana di Ostia Antica e dei porti imperiali di Claudio e di Traiano, la Necropoli di Porto all'Isola Sacra, torri costiere, castelli e le tracce di insediamenti umani preistorici;

   riguardo la gestione della Riserva il decreto istitutivo prevede una commissione avente il compito di formulare indirizzi e proposte, rendere pareri tecnico-scientifici e nulla osta, vigilare sul funzionamento e la gestione unitaria della riserva e fino all'entrata in vigore del piano di gestione, durante la fase transitoria, autorizza i nuovi strumenti urbanistici e gli interventi di rilevante trasformazione del territorio;

   la commissione è composta da un rappresentante del Ministero dell'ambiente (ora Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica), con funzioni di presidente della commissione stessa, un rappresentante del Ministero dei beni culturali ed ambientali (ora Ministero della cultura), un rappresentante della regione Lazio, un rappresentante della provincia di Roma (ora Città metropolitana di Roma Capitale), un rappresentante delle Università statali degli Studi di Roma, un rappresentante delle associazioni ambientaliste;

   la commissione della Riserva del litorale romano è senza governo dall'8 agosto 2022, da quando sono decaduti il presidente e i commissari, condizione che determina l'assenza di una corretta gestione per la salute dell'ambiente costiero e per una sana convivenza tra esigenze urbane e quelle ecologiche –:

   se il Ministro interrogato non ritenga d'intervenire con urgenza, mediante atti di propria competenza, per la nomina dei nuovi membri della commissione della riserva per garantire quanto prima la pienezza dell'esercizio delle funzioni di indirizzo e gestione ad essa assegnate.
(5-01327)

Interrogazione a risposta scritta:


   PASTORINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il progetto di ricollocamento della nave rigassificatrice Golar Tundra sta procedendo con grande velocità, anche grazie alle recenti modifiche normative in materia avanzate dall'Esecutivo. Tuttavia, il rigassificatore, che verrà posizionato a 4 chilometri dalla costa di Vado e a 2.9 chilometri da quella di Savona, e il relativo collegamento con la rete nazionale del gas naturale stanno sollevando grandi preoccupazioni tra gli amministratori e gli abitanti dei territori interessati, nonché da parte degli operatori del turismo e delle associazioni ambientaliste;

   molte sono state le iniziative di protesta poste in essere per contestare l'impianto: manifestazioni in piazza, incontri pubblici, raccolte firme online e comunicati stampa. Da ultimo, domenica 10 settembre 2023, oltre 16 mila persone si sono radunate sulle spiagge da Savona a Spotorno. «L'obiettivo della manifestazione – spiegano dal comitato provinciale “No al rigassificatore” – è sensibilizzare la cittadinanza al progetto della Golar Tundra nella rada antistante Vado e Savona e ai suoi rischi potenziali e possibili ricadute su ecosistema, salute e turismo. L'ambiente è un bene comune, che non abbiamo preso in eredità dai nostri genitori, ma è in prestito. È interesse di tutti proteggerlo e difenderlo»;

   nel corso dell'ultimo incontro tecnico è stato affermato che tutte le opere in progetto si realizzeranno al di fuori del Sito Rete Natura Fondali Noli-Bergeggi. Affermazione che però confligge con la proposta tecnico-scientifica avanzata solo lo scorso anno da regione Liguria, volta a riperimetrare le Zsc liguri prevedendo un ampliamento delle stesse in risposta alla procedura di infrazione n. 2028 del 2021 «Completamento della designazione dei siti rete natura 2000 in Italia», con cui si indicava un'insufficienza della designazione dei siti a mare per quanto attiene la protezione del tursiope e del coralligeno;

   tale proposta, infatti, riguardava i «Fondali Punta Mesco-Riomaggiore» e i «Fondali Noli-Bergeggi», stabilendo per questi ultimi un'estensione dell'area tutelata da 380 ettari a 2232.5, con un aumento del 480 per cento, comprendendo anche lo spettro marino che ora dovrà ospitare il rigassificatore a soli 400 metri dal deposito coralligeno da proteggere;

   si sottolinea che il comune di Bergeggi aveva prontamente approvato la proposta regionale inviandola al Ministero della transizione ecologica. Tuttavia, mentre il procedimento per allargare la Zsc delle Cinque Terre è andato a buon fine, quello riguardante Bergeggi, senza ragioni dichiarate non ha mai avuto seguito. Ed oggi proprio nello spettro marino, che fino a poco tempo fa sarebbe dovuto rientrare nella zona protetta, è previsto il posizionamento del rigassificatore;

   oltre ciò, che già di per sé basterebbe per dubitare dell'idoneità dell'iniziativa, il progetto presentato da Snam prevede una distanza da terra insufficiente se confrontata con quella ritenuta necessaria per le altre unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione posizionate sulle coste italiane (da 8 a 32 chilometri). Inoltre, si rileva come la Liguria ospiti già un rigassificatore, pertanto, in base al principio del burden sharing la collocazione di un nuovo impianto andrebbe individuata tra le regioni ad oggi sprovviste;

   la decisione regionale appare incoerente con la pianificazione territoriale ed economica, sovraccaricando ulteriormente la Liguria di nuovi danni o rischi sanitari e ambientali. Peraltro, anche a livello nazionale la scelta si scontra con il processo di transizione ecologica, necessario per affrontare la grave crisi climatica, che dovrebbe vedere il Governo impegnato nel rafforzamento delle energie rinnovabili in ottemperanza ai provvedimenti adottati a livello europeo –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere, alla luce delle criticità esposte in premessa, al fine di tutelare i «Fondali Noli-Bergeggi», indicando a che punto sia l'iter di allargamento della Zona speciale di conservazione (Zsc) a seguito della dichiarazione di esecutività approvata dalla giunta comunale di Bergeggi in data 14 aprile 2022 e trasmessa al Ministero.
(4-01580)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   DE CORATO e ALMICI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da diverse testate giornalistiche, in data 11 settembre 2023 un pubblico ministero della procura di Brescia, in un procedimento per maltrattamenti, nonostante abbia riconosciuto che gli stessi avevano effettivamente avuto luogo nei confronti della moglie, ha richiesto l'archiviazione per il marito, adducendo il contesto culturale come motivazione per l'archiviazione, richiesta respinta dallo stesso giudice per le indagini preliminari;

   la decisione presa dal pubblico ministero appare irrituale e, inoltre, rischia di rappresentare un grave precedente, soprattutto alla luce del continuo susseguirsi di atti di violenza contro le donne –:

   se non intenda valutare la sussistenza dei presupposti per intraprendere iniziative di carattere ispettivo e disciplinare con riferimento ai fatti di cui in premessa.
(4-01579)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   come riportato da tutti i media in queste settimane, sono scoppiate le polemiche sul caro voli in estate, a partire dai trasporti per le isole, Sicilia e Sardegna. Una situazione a cui il Governo ha risposto con un provvedimento che prova a bloccare l'algoritmo di calcolo del prezzo;

   come riportato dalle agenzie di stampa, Ryanair si è scagliata in maniera «scomposta» contro questa norma appena varata dal Governo italiano per tentare di frenare il caro voli, definendo il provvedimento «illegittimo» ai sensi delle regole Ue;

   fonti del Mimit hanno risposto che una eventuale richiesta di notizie sulla formulazione del provvedimento da parte della Commissione europea sarebbe «di prassi» e «nell'ambito del consueto, dialogo tecnico tra gli uffici sarà fornito ampio supporto motivazionale»;

   l'amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson, ha affermato: «Interferire nella determinazione dei prezzi è controproducente e non ridurrà le tariffe aeree, ma avrà l'effetto opposto, riducendo il numero di passeggeri con tariffe medie più elevate. In alternativa, incentivare le compagnie aeree con costi inferiori porta più capacità, connettività e tariffe più basse»;

   il Presidente dell'Autorità di regolazione dei trasporti, Nicola Zaccheo, inoltre, in una intervista alla Stampa ricorda che «le compagnie aeree» hanno ricevuto 300 milioni di euro di sussidi nell'anno passato;

   Ryanair è il primo vettore in Italia, nel 2022 ha totalizzato 45,7 milioni di passeggeri, pari a un terzo del totale, ed in proporzione ha ricevuto una parte consistente dei 300 milioni di sussidi. La risposta di Ryanair risulta perciò ad avviso degli interpellanti, fuori luogo e al limite dell'intimidatorio –:

   quali iniziative intenda attuare il Governo per affrontare il caro voli, anche in virtù delle spinose situazioni esposte in premessa.
(2-00223) «Lupi».

Interrogazione a risposta orale:


   D'ATTIS, DALLA CHIESA e CAROPPO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   da diversi giorni nelle città di Brindisi e Lecce, e nei territori circostanti delle rispettive province, come purtroppo avviene anche in altre zone d'Italia, si registrano gravi disfunzioni relative alla percezione del segnale televisivo con l'impossibilità da parte degli utenti di vedere i canali Rai;

   una disfunzione che si è già verificata diverse volte in passato;

   nonostante le segnalazioni inviate al servizio clienti, la Rai non ha fornito motivazioni né soluzioni in merito all'impossibilità di accedere alla visione dei propri canali –:

   quali siano i motivi della ricorrente impossibilità di sintonizzare i canali Rai, quali iniziative di competenza intenda adottare il Governo al fine di tutelare il diritto degli utenti alla visione dei canali della televisione pubblica e se, a titolo risarcitorio, non intenda adottare iniziative di competenza volte a prevedere una riduzione dell'importo del canone televisivo proporzionale alle giornate di oscuramento dei canali Rai.
(3-00648)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di ottobre 2008, sulla Gazzetta Ufficiale vengono pubblicati sei bandi di gara per la realizzazione di lavori di miglioramento della sicurezza delle strade statali della regione Sicilia, per un importo complessivo di circa 8,4 milioni di euro, nelle province di Catania, Caltanissetta e Messina. Uno di questi bandi si riferisce ai lavori per la realizzazione delle passerelle provvisorie adiacenti la strada statale 114 «Orientale Sicula» in prossimità dei ponti Agrò e Fiumedinisi, in provincia di Messina, per un importo totale lordo di oltre 1,1 milioni di euro. La durata dell'appalto era prevista in 120 giorni a partire dalla data del verbale di consegna dei lavori;

   qualche anno dopo a agosto 2017, Anas comunica che è stata aperta al traffico la passerella provvisoria sul torrente Fiumedinisi, in variante rispetto alla strada statale 114 «Orientale Sicula», tra i comuni di Alì Terme e Nizza di Sicilia, in provincia di Messina, con innesti in corrispondenza del km 24,960, lato Alì Terme, e del km 26,150, lato Nizza di Sicilia. Contestualmente, Anas comunica che il progetto esecutivo per la realizzazione dei nuovi ponti sul Torrente Agrò e sul Torrente Fiumedinisi, è stato ultimato. L'apertura delle passerelle provvisorie avrebbe consentito di dare seguito ai lavori demolizione del vecchio ponte e ai successivi lavori di costruzione di quello definitivo, previo espletamento delle procedure di gara;

   a settembre 2018, sempre dal sito di Anas, si evince che in seguito alle periodiche ispezioni effettuate dai tecnici, è stata disposta la chiusura dei ponti Agrò e Fiumedinisi. L'interdizione al traffico è stata decisa, in via prudenziale, poiché è stato rilevato un aggravio delle condizioni di degrado delle due opere, che potrebbe costituire pregiudizio per la sicurezza della circolazione;

   sempre nel settembre 2018 si informa che, per il nuovo ponte Agrò è stato già pubblicato apposito bando di gara, mentre sono in fase di avvio le procedure di gara relative al ponte Fiumedinisi. Nel gennaio 2019 Anas pubblica, in Gazzetta Ufficiale, il bando di gara relativo ai lavori di ricostruzione del ponte Fiumedinisi che prevede un investimento di quasi 8 milioni e 700 mila euro e una durata dell'intervento pari a 539 giorni;

   nel luglio 2021, a due anni dalla pubblicazione del bando, Anas pubblica in Gazzetta Ufficiale l'esito della gara d'appalto relativa ai lavori di ricostruzione del ponte Fiumedinisi. Aggiudicataria della gara è risultata essere l'impresa Sposato Costruzioni srl di Acri (CS);

   l'inizio dei lavori per la demolizione e ricostruzione del ponte è avvenuto nel novembre del 2021 e l'ultimazione è stata prevista a gennaio 2023;

   a oggi il cronoprogramma di messa in sicurezza, rifacimento del ponte Fiumedinisi, è in evidente ritardo. I lavori procedono a rilento quando invece la velocità di realizzazione dovrebbe essere una priorità assoluta, al fine di sbloccare celermente un'arteria di fondamentale importanza per il collegamento stradale nel litorale ionico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga opportuno convocare con urgenza un tavolo di confronto con i vertici Anas per avere certezza della realizzazione dell'opera e in che tempi, e per capire come mai il cronoprogramma indicato alle amministrazioni non è stato ad oggi rispettato.
(5-01326)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   EVI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   domenica 10 settembre 2023, la giovane divulgatrice e attivista di Fridays For Future (Fff), Sofia Pasotto, presente al Festival della letteratura di Mantova, è stata identificata e trattenuta dalla Digos di Mantova solo per aver portato con sé dei cartelli critici nei confronti di Eni, principale sponsor dell'evento;

   la giovane attivista per il clima è stata di fatto schedata, documenti fotografati, borsa svuotata e le è stato impedito di entrare all'evento perché portava due cartelli di formato A3 che dissentivano dalle politiche di Eni, e semplicemente contestavano le politiche di greenwashing di Eni;

   ma la Digos ha ritenuto di fermare anche altri giovani attivisti di Fff presenti all'esterno della struttura del festival. Fermati solamente in quanto attivisti;

   questo grave episodio si conferma purtroppo coerente e sembra rientrare in un più generale quadro di restrizioni alle libertà individuali e collettive decise dal Governo e iniziate con il «decreto Rave» di ottobre scorso –:

   quali siano le valutazioni in merito a quanto suesposto;

   se non ritenga comunque del tutto sproporzionata e fuori luogo la decisione delle forze dell'ordine di fermare identificare e trattenere gli attivisti di cui in premessa, a fronte di un'iniziativa meramente di critica e del tutto pacifica;

   se l'iniziativa delle forze dell'ordine di cui in premessa risponda a eventuali direttive del Ministero dell'interno volte a prevedere maggiori controlli e restrizioni in occasione di pubbliche manifestazioni come quella di cui in premessa.
(3-00647)

Interrogazione a risposta scritta:


   BONELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   il 6 e 9 agosto 2023 è ricorso il settantottesimo anniversario dell'olocausto nucleare di Hiroshima e Nagasaki che ogni anno ricorda i bombardamenti atomici delle due città Giapponesi, evento che ha sconvolto il corso della storia, ponendo l'umanità di fronte ad una sfida per la propria sopravvivenza;

   negli stessi giorni le unità del 31st Fighter Wing e il Comando Aeroporto di Aviano, coordinate dalla prefettura e dagli agenti delle forze dell'ordine del territorio, hanno programmato presso la base di Aviano un'esercitazione militare con la diffusione tramite amplificazione di messaggi sonori e l'uso di esplosioni simulate;

   Aviano è una delle due basi militari italiane dove sono collocati ordigni nucleari, in particolare, le bombe B-61, vale a dire ordigni nucleari di fabbricazione americana per l'impiego tattico e strategico da caccia bombardieri, che sarebbero in corso di sostituzione con le B61-12, ordigni con testate fino a 50 kilotoni (circa il triplo della bomba di Hiroshima), maggiormente flessibili e perfettamente adatti all'impiego su caccia multiruolo come i nuovi F35, per il rafforzamento del deterrente nucleare Nato nei confronti della Russia;

   la città di Trieste è nell'elenco dei porti messi a disposizione dal Governo italiano per il transito e la sosta di navi e sommergibili da guerra a propulsione nucleare, che potrebbero detenere ordigni nucleari a bordo;

   la Tavola per la pace del Friuli Venezia Giulia e il Comitato di Liberazione Nazionale di Pordenone avrebbero in più occasioni sollecitato i rispettivi Prefetti di Trieste e Pordenone a rispondere alle richieste di rilascio di copia dei piani nazionali per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari e dei piani di emergenza esterna per le aree portuali, con riferimento alla base di Aviano e al porto di Trieste, piani previsti dalla legge e dalle direttive europee, anche alla luce delle nuove norme in argomento contenute nella direttiva Euratom 2013/59, recepita dal Parlamento italiano con decreto legislativo 31 luglio 2020 n. 101, senza averne riscontro;

   l'Italia, pur aderendo al Trattato di non proliferazione nucleare, continua a mantenere riservate per motivi di sicurezza notizie riguardanti la presenza di ordigni nucleari sul proprio territorio, impedendo di fatto la corretta valutazione dei rischi e costringendo le istituzioni ad omettere importanti conoscenze e informazioni verso gli enti locali e la popolazione riguardo i rischi della presenza di tali ordigni e le relative misure di protezione in caso di incidente, attentato o atto bellico deliberato, che si dovessero verificare;

   al contrario appare quanto mai doveroso tenere informata la popolazione sui rischi inerenti l'attività nucleare, sul territorio italiano e sulle relative misure di protezione in caso di incidente, attentato o atto bellico deliberato, di concerto con gli enti locali e l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione –:

   se i Ministri siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative intendono adottare, per quanto di competenza, per garantire la redazione e l'aggiornamento dei predetti piani di emergenza per la base di Aviano e il porto di Trieste e la loro opportuna consultazione pubblica ai fini della valutazione dei rischi e delle necessarie misure di protezione che le comunità locali sono chiamate ad assumere in caso d'incidente o atto bellico deliberato.
(4-01583)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la EPM, azienda che si occupa del servizio di pulizia e sanificazione all'interno dell'appalto ASL Napoli 2 Nord, ha licenziato un proprio dipendente che la sera del 27 luglio scorso era stato aggredito dal proprio caposquadra;

   a parere dell'interrogante, si tratta di un provvedimento ingiustificato e inaccettabile, assunto dall'azienda mentre è ancora in corso un'indagine da parte della Procura e delle forze dell'ordine per accertare quanto sia accaduto la sera della denunciata aggressione;

   i dipendenti della EPM da tempo denunciano attraverso il proprio sindacato di base SGB Napoli, la mancata applicazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro e per lo smaltimento dei rifiuti speciali all'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli;

   licenziare un lavoratore che ha denunciato un'aggressione, senza attendere nemmeno l'esito delle indagini, è un fatto gravissimo e può apparire intimidatorio nei confronti di lavoratrici e lavoratori che da tempo hanno aperto una vertenza con l'azienda per ottenere maggiori diritti e maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro;

   a parere dell'interrogante, anche la direzione ospedaliera dell'Asl Napoli 2 Nord dovrebbe mostrare maggior interesse sulle condizioni in cui lavorano i dipendenti del servizio di pulizia e sanificazione e vigilare sulla corretta applicazione delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e per lo smaltimento di rifiuti nell'ospedale di Pozzuoli, verificando eventuali inadempienze da parte della EPM;

   secondo il sindacato SGB, l'azienda, con insolita frequenza, recapita ad alcuni dipendenti, e sempre insolitamente, iscritti alla SGB, lettere di contestazione disciplinare con le quali addebita a questi lavoratori qualsiasi genere di infrazione: dai reparti di effettivo servizio non coincidenti con quelli assegnati, alle autovetture personali parcheggiate non correttamente;

   sempre secondo il sindacato SGB spesso si è trattato di fatti inesistenti, come dimostrato dalle lettere che contestavano condotte scorrette in giorni in cui i lavoratori imputati di fatti gravissimi erano addirittura assenti dal lavoro e in altri casi, EPM avrebbe addirittura emesso lettere di contestazione apponendo date successive alle presunte infrazioni che si intendevano contestare;

   SGB da tempo denuncia le problematiche riscontrate all'interno della EPM in relazione all'organizzazione del lavoro di pulizie e sanificazione in appalto ai siti ASL Napoli 2 Nord, alla mancanza di personale, alla mancata sicurezza degli operatori e alla non corretta gestione dei rifiuti sanitari –:

   quali iniziative di competenza si intendano assumere affinché si faccia chiarezza rispetto alle condotte assunte da EPM nei confronti dei propri dipendenti e in ordine allo specifico episodio che riguarda il licenziamento di un proprio dipendente che in realtà avrebbe subito un'aggressione fisica da parte di un suo superiore;

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano assumere per verificare se le denunce dei lavoratori e del sindacato di base SGB circa la mancata corretta applicazione delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e per lo smaltimento di rifiuti speciali nell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli trovino riscontro e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare in caso di accertati inadempimenti da parte dell'azienda.
(4-01577)


   SCARPA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la società Fincantieri è il più importante gruppo operante nella cantieristica navale in Italia e uno dei più grandi complessi al mondo: è detenuto per il 71,32 per cento da CDP Equity s.p.a., mentre nessuno tra gli altri azionisti privati detiene una quota rilevante superiore o uguale al 3 per cento. Il capitale sociale di CDP Equity S.p.A. è detenuto al 100 per cento da Cassa depositi e prestiti S.p.A., controllata a sua volta dal Ministero dell'economia e delle finanze per l'82,77 per cento del suo capitale sociale;

   la società Fincantieri si è impegnata a ridurre il ricorso a contratti in subappalto, tuttavia il numero di lavoratori esterni non si è ridotto, scaricando le conseguenze, in particolare, sui lavoratori impiegati presso le società Isolfin e Humangest, nei confronti delle quali, dallo scorso giugno 2023, è in corso una vertenza;

   si apprende a mezzo stampa che l'11 e il 12 settembre 2023 i lavoratori di Isolfin e Humangest hanno presidiato la sede di Fincantieri a Venezia e la sede della regione Veneto, protestando contro la decisione di impedire loro l'accesso ai cantieri. Infatti, in seguito della comunicazione di recesso del contratto in corso da parte di Fincantieri nei confronti di Isolfin, quest'ultima ha disabilitato il tesserino di accesso allo stabilimento dei lavoratori: decisione presa nonostante la cospicua quantità di lavori in cantiere;

   più volte le forze sindacali hanno denunciato l'assegnazione al massimo ribasso degli appalti, che produce il mancato rispetto dei contratti di lavoro, crea potenziali fenomeni di sfruttamento e costante violazione dei diritti dei lavoratori;

   il profitto non deve essere perseguito a spese dei lavoratori e delle loro famiglie, ancor più da società come Fincantieri, la cui natura di partecipata pubblica richiede maggior attenzione alla responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e del Paese tutto –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda, quali iniziative di competenza intendano adottare per correggere in modo adeguato l'eccessivo ricorso ai contratti in subappalto e se si considerino congrui i valori economici a cui vengono affidati gli appalti da parte della società Fincantieri;

   quali iniziative di competenza, si intendano assumere per scongiurare il rischio concreto della perdita del posto di lavoro da parte di 100 lavoratori a seguito dello scioglimento del contratto di appalto.
(4-01581)

SALUTE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   sul sito del Ministero della salute la figura del massofisioterapista è riportata come: «Elenco Arti ausiliarie e Operatori di Interesse Sanitario – Operatore di Interesse Sanitario – Massofisioterapista Legge 19 maggio 1971 n. 403 – articolo 1, abrogato dall'articolo 1, comma 542, della legge 30 dicembre 2018 n. 145 – legge 1° febbraio 2006 n. 43, comma 2 articolo 1»;

   tale dicitura risulta non rispondente a quanto previsto dal richiamato articolo 1, della legge n. 145 30 dicembre 2018 che al comma 542 abrogava la legge precedente e, al comma 537, istitutiva, l'«elenco dei massofisioterapisti ad esaurimento» e doveva quindi consentire per chi era nell'elenco di mantenere la dicitura «Professione Sanitaria» –:

   se non ritenga di dover modificare la dicitura inserita nel sito del Ministero della salute per i massofisioterapisti inseriti nell'«elenco ad esaurimento» precisando che svolgono «professione sanitaria ad esaurimento».
(2-00222) «Ciocchetti».

Interrogazione a risposta orale:


   RUBANO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   al fine di operare la riorganizzazione della rete ospedaliera, con decreto del commissario ad acta n. 54/2017, è stato disposto l'accorpamento, a decorrere dal 1° gennaio 2018, del presidio ospedaliero di Sant'Agata dei Goti (Asl Benevento) all'allora azienda ospedaliera G. Rummo, oggi rinominata azienda ospedaliera San Pio, al fine di istituire un polo oncologico e garantire, nel contempo, anche la presenza di un punto di primo intervento (Ppi);

   con Dca n. 103/2018, che ha definito il «Piano Regionale di programmazione della rete ospedaliera - Aggiornamento di dicembre 2018», ai fini della sua ammissione all'AO San Pio, il Presidio di Sant'Agata dei Goti è stato classificato quale presidio di «Pronto Soccorso in zona disagiata dotato di un reparto di 20 posti letto di medicina generale, una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi di day surgery e di week surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina per i casi che non possono essere dimessi in giornata, posti letto dell'area post acuta e una funzione oncologica finalizzata all'inserimento dei pazienti nei PDTA che fanno capo al CORP del Presidio “Rummo”»;

   con Dca n. 41/2019 la regione Campania ha disposto un'ulteriore rimodulazione del piano ospedaliero regionale di cui al Dca n. 103/2018 relativamente a Po di Sant'Agata dei Goti, riconfigurandolo come presidio di pronto soccorso e dotandolo di posti letto di medicina generale, chirurgia generale, cardiologia, ortopedia, anestesia e rianimazione, integrati con posti letto di lungodegenza, riabilitazione e oncologia, per far sì che il presidio entrasse a far parte integrante della rete regionale di assistenza ai pazienti oncologici – oltre a fornire un servizio di radiologia;

   risulta all'interrogante che i provvedimenti adottati dall'azienda ospedaliera San Pio ai fini dell'attuazione dei Dca su citati non hanno, di fatto, determinato l'erogazione di adeguati servizi ai cittadini per quanto riguarda il presidio ospedaliero di Sant'Agata dei Goti;

   la Dgr Campania 288/2023 ha disposto, ad integrazione del Dca n. 103/2018, che venga destinato all'istituto nazionale dei tumori Fondazione G. Pascale di Napoli l'intero secondo piano del presidio ospedaliero di Sant'Agata dei Goti, con dotazione di 24 posti letto destinati all'utilizzo diretto da parte dell'I.N.T. Pascale per attività oncologiche, chirurgiche e cliniche;

   per l'attivazione di questi posti letto, l'Aorn San Pio e l'istituto Pascale avrebbero dovuto stipulare un accordo interaziendale di disciplina dei loro rapporti, il quale ancora oggi, dopo quattro mesi, non è stato stipulato con la conseguenza che l'istituto Pascale non ha ancora avviato l'attività presso il Po di Sant'Agata dei Goti;

   in assenza delle necessarie disposizioni attuative, le liste di attesa di oncologia, chirurgica e clinica, continuano a crescere e non risulta all'interrogante che la regione stia intervenendo a gestire la criticità, nonostante sia noto che nella cura delle patologie tumorali il fattore tempo è un elemento decisivo ai fini non solo dello stato di salute dei pazienti ma proprio della loro sopravvivenza e nonostante nella regione Campania si registrino numeri negativi da record sia per cittadini affetti da neoplasie che per liste di attesa;

   l'avvio delle attività da parte dell'istituto Pascale rappresenterebbe, per il territorio beneventano, un fattore di equilibrio della domanda di prestazioni da parte dei cittadini in quanto alleggerirebbe le richieste di accesso al Po San Pio, presso il quale la difficoltà di rispondere in tempi adeguati alle richieste di prestazioni crea, di fatto, un blocco –:

   quali iniziative intende assumere il Ministro interrogato, per quanto di competenza, con riferimento a quanto esposto in premessa al fine di assicurare ai cittadini il rispetto dei livelli essenziali di assistenza e prestazioni e l'adeguata risposta alla richiesta di cure, tanto più per le patologie oncologiche.
(3-00649)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Serracchiani n. 5-00787, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 maggio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Simiani.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Barbagallo e Toni Ricciardi n. 5-00970, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Simiani.

Pubblicazione di un testo ulteriormente riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato dalla mozione Carotenuto n. 1-00080, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 61 del 2 marzo 2023.

   La Camera,

   premesso che:

    secondo i dati resi disponibili nella sezione «Open data» del Portale Inail, nel 2022 si sono rilevate complessivamente 697.773 denunce di infortunio, il 25,67 per cento in più rispetto al 2021. Dei 697.773 casi rilevati, 607.806 riguardano infortuni avvenuti in occasione di lavoro, 89.967 infortuni in itinere. Con riferimento al genere, l'aumento riguarda sia la componente femminile, le cui denunce sono passate da 200.557 a 286.522 (+42,86 per cento), sia la componente maschile, con 411.251 denunce, 56.572 in più rispetto al 2021 (+15,95 per cento);

    l'analisi territoriale delle denunce rilevate nel corso del 2022 evidenzia, rispetto al 2021, aumenti del 37,29 per cento per il Sud, del 33,15 per cento per le Isole, del 30,42 per cento per il Nord Ovest, del 29,36 per cento per il Centro e del 13,29 per cento per il Nord Est;

    il numero delle denunce è in aumento in tutte le regioni rispetto al 2021: incrementi maggiori si sono rilevati in Lombardia, con 27.869 denunce in più, nel Lazio (+16.737), in Veneto (+14.458), in Campania (+13.495), in Piemonte (+12.830), in Toscana (+9.906), in Liguria (+9.245), in Sicilia (+8.785), in Emilia-Romagna (+7.104), in Puglia (+4.868), in Abruzzo (+4.273), in Sardegna (+2.815), nelle Marche (+2.470), in Calabria (+2.332) e in Umbria (+1.725). Seguono, in ordine decrescente, il Friuli Venezia Giulia (+993), la provincia autonoma di Bolzano (+798), il Molise (+695), la provincia autonoma di Trento (+679), la Valle d'Aosta (+314) e la Basilicata (+146);

    con riferimento agli infortuni con esito mortale sono stati 1.090 casi, a fronte dei 1.221 rilevati nel 2021 (-10,73 per cento); l'analisi territoriale evidenzia diminuzioni per tutte le macroaree geografiche (-26,10 per cento per il Sud, -11,23 per cento per il Nord Est, -3,83 per cento per il Nord Ovest, -3,45 per cento per le isole, -0,88 per cento per il Centro). Con riferimento al genere, la diminuzione riguarda sia la componente femminile, con 120 denunce a fronte delle 126 rilevate nell'anno precedente (-4,76 per cento), sia la componente maschile, con 970 casi a fronte dei 1.095 rilevati nel 2021 (-11,42 per cento); ad aumentare sono soprattutto i casi avvenuti nel tragitto tra casa e azienda, crollati durante le fasi più acute della pandemia;

    colpisce anche il dato del sensibile aumento degli infortuni mortali fra i più giovani: sono 196 infortuni mortali fra i 25-39enni e 22 fra gli under 20;

    pur trattandosi di dati provvisori in quanto soggetti a consolidamento in esito alla definizione amministrativa dei singoli casi, l'Inail sottolinea che si è registrato un decremento nel 2022 rispetto al 2021 solo dei casi avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 973 a 790 per il notevole minor peso delle morti COVID-19, mentre quelli in itinere sono passati da 248 a 300. Il calo ha riguardato soprattutto l'industria e servizi (da 1.040 a 936 denunce), seguita da conto Stato (da 53 a 36) e agricoltura (da 128 a 118);

    in aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 60.774 (+9,9 per cento);

    come evidenziato da Bruno Giordano, ex direttore dell'ispettorato nazionale del lavoro, si tratta di «Dati veri, ma non è tutto il vero: mancano gli incidenti che coinvolgono forze dell'ordine, forze armate, vigili del fuoco, e il numero oscuro degli incidenti, quelli non denunciati per nascondere un lavoro nero o per paura di perdere un lavoro precario» (La Repubblica del 3 febbraio 2023);

    dietro i numeri e le fredde statistiche ci sono storie di persone e famiglie che diventano il filo rosso di una «strage silenziosa» e il tragico evento di Brandizzo, di cui si contano addirittura 5 vittime, è solo il più recente di una ignobile serie;

    al di là dell'accertamento delle cause dell'accaduto da parte della magistratura, il problema delle morti bianche rappresenta un'emergenza che deve essere affrontata immediatamente da tutti gli attori istituzionali;

    questo preoccupante trend non è una fatalità, ma il risultato della diffusa abitudine a ritenere la riduzione del costo del lavoro elemento strategico per la competitività e la formazione professionale (quando presente) è finalizzata sempre più spesso al sostegno delle competenze necessarie per la produzione;

    ma il lavoro «uccide» in molti altri modi: il dilagare della precarietà, le trasformazioni dei rapporti di lavoro con il sempre più frequente cambiamento di mansioni, il ricorso al lavoro in appalto, poca innovazione e investimento nei sistemi di sicurezza dei macchinari nei processi produttivi, scarsa informazione e formazione dei datori di lavoro e dei lavoratori sulle misure di sicurezza e di prevenzione degli infortuni, lavoro nero, complessità di accesso agli incentivi per le imprese virtuose in tema di prevenzione e sicurezza sul lavoro, innalzamento dell'età pensionabile divenuta insopportabile soprattutto per determinati lavori, lacune normative come nei casi dei «rider» e dei giovani morti nei percorsi di percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), pochi controlli da parte dei soggetti preposti anche a causa della insufficienza di personale (Ispettorato del lavoro, Asl, Inps, e altro);

    proprio in tema di controlli, precise indicazioni sulle criticità del sistema delle ispezioni sul lavoro e sulle possibili innovazioni da introdurre sono contenute nel documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, nella prospettiva di una maggiore efficacia delle azioni di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva (Doc. XVII, n. 7), approvato nella XVIII legislatura dalla XI Commissione nella seduta del 2 dicembre 2020;

    nell'ambito della richiamata indagine conoscitiva si era, in particolare, sottolineato il progressivo assottigliamento delle risorse umane destinate ai controlli, evidenziando come l'Inail nel 2019 potesse contare, per lo svolgimento dei controlli di propria competenza, solamente su 269 ispettori, a fronte dei 284 in servizio nel 2018, dei 299 in servizio nel 2017 e dei 350 in servizio nel 2016;

    è altresì necessario adottare una modalità organizzativa maggiormente efficiente per il sistema dei controlli sul lavoro ovverosia istituire una procura nazionale del lavoro che, attraverso la distribuzione dei magistrati in pool specialistici, sia suscettibile di assicurare efficienti sinergie tra i diversi attori coinvolti e uniformità dell'intervento. La specializzazione è infatti un elemento fondamentale per il conseguimento di risultati positivi e, pertanto, la costituzione di un pool può indubbiamente produrre ottimi risultati, come si evince dall'esito dei processi Thyssen Krupp ed Eternit, nonché dal cosiddetto processo Pirelli, meno noto, ma di difficoltà e importanza analoga a quella degli altri due. Serve in tal senso una procura «esperta», specializzata nel fare fronte alle ipotesi di reato caratterizzate da maggiore complessità, ipotesi di reato di cui alcuni uffici non sono in grado di occuparsi, non per cattiva volontà, ma per difetto di competenza specifica e per mancanza di esperienza pregressa sul campo;

    una simile organizzazione giudiziaria innovativa nel campo della sicurezza del lavoro è suscettibile di garantire un'azione maggiormente efficiente anche a fronte della centralizzazione che una tale organizzazione comporta: ciò consentirebbe di affrontare con indagini incisive e rapide le grandi tragedie che continuano a verificarsi e garantire la presenza di pubblici ministeri esperti nei procedimenti penali. Similmente sarebbe possibile non limitarsi ad operare in seguito a tragedie già consumate, ma svolgere azioni sistematiche e organiche di prevenzione in ordine ai problemi che maggiormente insidiano la sicurezza del lavoro in violazione delle norme vigenti e penalmente sanzionate. Ancora, si adotterebbero metodologie di indagine innovative e più penetranti, non ferme all'accertamento della responsabilità dei livelli più bassi della gerarchia aziendale, ma volte a far chiarezza sui centri decisionali dove si definiscono le politiche anche per quanto riguarda la sicurezza, anche ponendo rimedio all'attuale fuorviante frammentazione delle indagini su situazioni analoghe, quando non identiche, che si verificano in diversi luoghi del territorio nazionale;

    occorre assicurare un sostegno alle imprese che investano nell'incremento degli standard di sicurezza sul lavoro: la sicurezza sul lavoro non è solo un obbligo, da adempiere in conformità alle prescrizioni legislative, ma deve essere connotata anche come un'opportunità, che possa indurre le aziende, anche attraverso misure premiali, a elevare gli standard di sicurezza, incrementandoli anche in una misura maggiore rispetto ai livelli «minimi» previsti ex lege;

    in tale direzione è fondamentale sostenere l'azione dell'Inail per dare attuazione all'articolo 11 del decreto legislativo n. 81 del 2008, che prevede il finanziamento da parte dell'istituto di una serie di attività formative e di progetti di investimento in materia di salute e sicurezza effettuati dalle imprese; recentemente con il bando Isi 2022, l'Inail metterà a disposizione 333,3 milioni a fondo perduto, una dotazione di oltre 60 milioni in più rispetto all'anno scorso;

    un tema come quello della sicurezza, in particolare nei luoghi di lavoro, non può essere oggetto di soluzioni estemporanee o dettate dall'onda dell'emozione legata agli avvenimenti; si avverte sempre più forte la necessità di intervenire prima di tutto sullo sviluppo di una vera cultura della prevenzione, quella cultura che va promossa sin dai banchi di scuola e che può essere solo il frutto di azioni mirate e organiche di formazione, informazione e sensibilizzazione. In tal senso, l'auspicio è che possa proseguire speditamente l'iter legis relativo all'A.C. 373, a prima firma onorevole Barzotti, che intende introdurre nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado l'insegnamento della disciplina denominata «cultura della sicurezza», in quanto è necessario partire dalla scuola per diffondere la cultura della sicurezza nei soggetti esposti a infortuni e a malattie correlati ai rischi presenti negli ambienti lavorativi, domestici e di vita;

    in tema di ampliamento delle tutele, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, a seguito dei gravi infortuni subiti da giovani studenti e stagisti, in data 26 gennaio 2023, ha annunciato un ampliamento della tutela infortunistica degli studenti, senza che però si registri alcun seguito a riguardo;

    prevenzione e formazione nei luoghi di lavoro, dunque, devono diventare una strategia e una scelta politica, con più risorse per mettere in sicurezza i processi produttivi e con più controlli e un coordinamento degli interventi; anche l'esigenza di semplificazione deve conciliarsi con quella di mantenere inalterati gli standard di tutela in ambito infortunistico;

    in Italia, ancora oggi, la sicurezza e la tutela della salute viene percepita, dalla maggior parte dei soggetti coinvolti a vario titolo, come un insieme di norme e procedure che non produce valore alcuno e, anzi, va a intralciare le normali attività produttive. Di conseguenza, nelle imprese, l'investimento in risorse umane e materiali è stato ed è, quasi sempre, discontinuo e dispersivo;

    se la nostra Carta costituzionale, all'articolo 41, stabilisce che l'iniziativa economica privata è libera, allo stesso tempo prevede che essa non possa «svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana» e che «la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali»;

    così, l'articolo 6, comma 8, lettera g), e l'articolo 27, del richiamato decreto legislativo n. 81 del 2008, concernono il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi, e richiedono l'elaborazione di criteri finalizzati alla definizione del relativo sistema, con riferimento alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro;

    sebbene siano trascorsi anni dall'entrata in vigore delle disposizioni citate, nulla è ancora stato fatto e, invero, sono state già da tempo avanzate proposte di istituzione della cosiddetta «patente a punti» per le imprese, ovverosia un meccanismo in base al quale, chiunque intenda avviare un'attività economica, debba soddisfare preventivamente una serie di requisiti minimi in materia di salute e sicurezza sul lavoro per accedere al mercato e il cui mantenimento costituisca, poi, conditio sine qua non, per rimanere nello stesso,

impegna il Governo:

1) ad adottare le opportune iniziative normative volte ad ampliare la tutela antinfortunistica anche allo svolgimento delle attività formative di qualsiasi tipologia che vengono svolte a qualsiasi titolo dalle imprese e nelle quali sono coinvolti gli studenti di ogni ordine e grado, compresi quelli impegnati in percorsi di istruzione e formazione professionale, tirocinanti, stagisti e docenti;

2) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta ad implementare l'organico tecnico di tutti gli enti preposti alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e ai controlli in tema di rispetto delle misure di sicurezza e di lavoro regolare, nonché a rafforzare i controlli ispettivi in materia di salute e sicurezza nell'ambito delle attività di formazione-lavoro;

3) ad adottare le opportune iniziative normative volte ad istituire una Procura nazionale del lavoro ovverosia una modalità organizzativa e di coordinamento delle indagini nei procedimenti per reati in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro maggiormente efficiente che, anche attraverso la distribuzione dei magistrati in pool specialistici, assicurando sinergie tra i diversi attori coinvolti, uniformità dell'intervento, specializzazione ed innovazione delle modalità di indagine;

4) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a incrementare l'ammontare delle risorse stanziate ai sensi dell'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, per i bandi Isi-Inail finalizzati a progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro rivolti in particolare alle piccole, medie e micro imprese, nonché dei progetti volti a sperimentare soluzioni innovative e strumenti di natura organizzativa e gestionale ispirati ai princìpi di responsabilità sociale delle imprese;

5) ad adottare un piano straordinario dedicato alla formazione continua dei lavoratori, nonché ogni iniziativa di competenza volta a prevedere agevolazioni fiscali sia per incrementare la formazione continua del personale, sia per favorire il rinnovo dei macchinari, molto spesso causa di incidenti perché troppo obsoleti;

6) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a sostenere gli investimenti a favore della sicurezza sul lavoro, nonché dell'ammodernamento delle imprese agricole ed edili e dei relativi metodi e strumenti di lavoro;

7) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a consolidare e rafforzare l'attività di controllo in materia di sicurezza sul lavoro, considerando in particolare la necessità di superare le disposizioni di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, relative al ruolo a esaurimento del personale ispettivo dell'Inps e dell'Inail, nonché riportare in capo ai due istituti l'autonomia e le competenze con riferimento al relativo personale ispettivo, nel quadro del coordinamento assicurato dall'ispettorato nazionale del lavoro;

8) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta ad assicurare l'interoperabilità e la piena condivisione tra Ispettorato nazionale del lavoro e Inail delle banche dati rilevanti ai fini delle attività di controllo, nel rispetto della normativa relativa alla protezione dei dati personali;

9) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a prevedere una nuova funzione di vigilanza collaborativa del personale sanitario Inail, anche al fine di garantire alle imprese il supporto formativo nell'attività di prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro;

10) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta ad affinare, anche attraverso una loro migliore organizzazione e integrazione, le procedure ispettive di competenza delle aziende sanitarie, anche al fine di contrastare i fattori di rischio biologico, compreso il rischio epidemiologico da COVID-19;

11) ad adottare le opportune iniziative normative volte all'introduzione, nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado del sistema educativo di istruzione e formazione, dell'insegnamento della cultura della sicurezza, finalizzato a rendere consapevoli gli studenti delle diverse fasce di età dei potenziali rischi conseguenti a comportamenti errati nei luoghi di lavoro e nella vita domestica e scolastica, nonché a fornire loro la conoscenza e l'addestramento adeguati a riconoscere situazioni di pericolo;

12) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta ad istituire la cosiddetta «patente a punti» per la qualificazione delle imprese, ovvero a prevedere un meccanismo in base al quale, chiunque intenda avviare un'attività economica, debba soddisfare preventivamente una serie di requisiti minimi in materia di salute e sicurezza sul lavoro per accedere e restare nel mercato di riferimento;

13) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a prevedere l'introduzione di strumenti e meccanismi premiali di tipo strutturale per le imprese, atti a favorire e selezionare le imprese più virtuose anche nell'accesso a specifici incentivi ed esoneri contributivi e ad appalti e commesse pubbliche;

14) ad avviare ogni iniziativa di competenza al fine di istituire un tavolo tecnico con il compito di proporre una revisione generale dei vigenti accordi Stato-regioni in tema di livelli della formazione sulla sicurezza sul lavoro, sui contenuti dei percorsi formativi e dell'aggiornamento, in modo da assicurare qualità ed efficacia alla formazione.
(1-00080) «Carotenuto, Aiello, Tucci, Barzotti, Quartini, Amato, Caramiello».