Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 28 giugno 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il Trattamento di fine servizio (TFS), per i dipendenti pubblici, consiste in una somma di denaro corrisposta al lavoratore alla risoluzione del rapporto d'impiego, contrariamente al TFR, proprio dei dipendenti privati ma esteso anche ai dipendenti pubblici entrati in servizio dal 2001, che consiste in un accantonamento prodotto esclusivamente dal datore di lavoro di una quota della retribuzione;

    mentre il TFR viene pagato ai dipendenti privati al momento dell'interruzione del rapporto di lavoro, i dipendenti pubblici si sono trovati a dover attendere anni per avere quanto di loro pertinenza;

    in particolare il pagamento avviene in unica soluzione, se l'ammontare complessivo lordo è pari o inferiore a 50.000 euro; in due rate annuali, se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 50.000 euro e inferiore a 100.000 euro (la prima rata è pari a 50.000 euro e la seconda è pari all'importo residuo); in tre rate annuali, se l'ammontare complessivo lordo è superiore a 100.000 euro. In questo caso la prima e la seconda rata sono pari a 50.000 euro e la terza è pari all'importo residuo;

    la seconda e la terza somma saranno pagate rispettivamente dopo 12 e 24 mesi dalla decorrenza del diritto al pagamento della prima;

    la sentenza della Corte costituzionale n. 130 del 2023 ha dichiarato che il differimento della corresponsione della «liquidazione», ovvero del trattamento di fine servizio (TFS) ai dipendenti pubblici che cessano l'impiego per aver raggiunto il limite di età, è incompatibile con la Costituzione e il suo principio di giusta retribuzione, di cui all'articolo 36 della Costituzione;

    la Corte costituzionale con la citata sentenza n. 130 del 2023, dunque ha stabilito che il trattamento di fine servizio (TFS) spettante ai dipendenti pubblici cessati dall'impiego per raggiunti limiti di età o di servizio, rientra nel principio costituzionale della giusta retribuzione (articolo 36 della Costituzione), precisando che tale principio si sostanzia non solo nella congruità dell'ammontare corrisposto, ma anche nella tempestività della erogazione. La Corte, inoltre, sottolinea che il TFS è un emolumento volto a sopperire alle peculiari esigenze del lavoratore in un particolare e più vulnerabile stagione dell'esistenza umana;

    la Corte, pur dichiarando inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, (convertito con modificazioni nella legge n. 140 del 28 maggio 1997), e dell'articolo 12, comma 7, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, (convertito con modificazioni nella legge 30 luglio 2010, n. 122), sollecitata dall'ordinanza del 17 maggio 2022, iscritta al n. 124 del registro ordinanze 2022 del Tribunale Amministrativo del Lazio, sezione terza quater, e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 44, prima serie speciale dell'anno 2022, con cui il Tar sollevava dubbi di legittimità costituzionale (articolo 36 della Costituzione) dei sopra citati articolo 3 e 12, dubbio alimentato dall'esame della giurisprudenza della Corte costituzionale, con particolare riguardo alla sentenza n. 159 del 25 giugno 2019, in cui si afferma che la disciplina che ha progressivamente dilatato i tempi di erogazione delle prestazioni dovute alla cessazione del rapporto di impiego ha smarrito un orizzonte temporale definito e la iniziale connessione con il consolidamento dei conti pubblici che l'aveva giustificata, afferma che lo scrutinio di legittimità costituzionale può considerarsi superato solo se si opera in un tempo definito e se è giustificata da una crisi contingente che non può trasformare la prassi in strutturale;

    senza contare, inoltre, che la corresponsione differita e rateale dell'indennità arreca al beneficiario un'utilità inferiore rispetto a quella derivante da una liquidazione tempestiva, posto che proprio attraverso l'integrale e immediata percezione di tali spettanze il lavoratore si propone di recuperare una somma già spesa o in via di erogazione per le principali necessità di vita, ovvero di fronteggiare o adempiere in modo definitivo ad impegni finanziari già assunti;

    pur tenendo conto che il trattamento di fine servizio costituisce un rilevante aggregato della spesa di parte corrente e, per tale ragione, incide significativamente sull'equilibrio del bilancio statale (sentenza n. 159 del 2019), la Corte evidenzia che la legittimità costituzionale delle norme dalle quali possa scaturire una restrizione dei diritti patrimoniali del lavoratore è, infatti, condizionata alla rigorosa delimitazione temporale dei sacrifici imposti (sentenza n. 178 del 2015), i quali devono essere «eccezionali, transeunti, non arbitrari e consentanei allo scopo prefisso» (ordinanza n. 299 del 1999) e che il termine dilatorio di dodici mesi quale risultante dall'articolo 3, comma 2, del decreto-legge n. 79 del 1997, come convertito, e successive modificazioni, oggi non rispetta più né il requisito della temporaneità, né i limiti posti dai princìpi di ragionevolezza e di proporzionalità, in quanto la previsione ha «smarrito un orizzonte temporale definito» (sentenza n. 159 del 2019), trasformandosi da intervento urgente di riequilibrio finanziario in misura a carattere strutturale, che ha gradualmente perso la sua originaria ragionevolezza;

    occorre, ancora, considerare che lo scrutinio di legittimità costituzionale si innesta in un quadro macroeconomico in cui il sensibile incremento della pressione inflazionistica acuisce l'esigenza di salvaguardare il valore reale della retribuzione, anche differita, posto che il rapporto di proporzionalità, garantito dall'articolo 36 della Costituzione, tra retribuzione e quantità e qualità del lavoro, richiede di essere riferito «ai valori reali di entrambi i suoi termini» (sentenza n. 243 del 1993);

    di conseguenza, la dilazione oggetto di censura, non essendo controbilanciata dal riconoscimento della rivalutazione monetaria, finisce per incidere sulla stessa consistenza economica delle prestazioni di cui si tratta, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79;

    appare dunque urgente e necessario parificare le condizioni di accesso al Tfr e Tfs tra settore pubblico e settore privato e intervenire in osservanza della sentenza della Corte costituzionale n. 130 del 2023,

impegna il Governo

1) in conformità ai contenuti della sentenza della Corte costituzionale n. 130 del 2023, ad adottare iniziative volte a reperire con urgenza le risorse necessarie per poter consentire il pagamento e/o la riduzione del differimento del pagamento degli importi per la liquidazione del trattamento di fine servizio spettanti ai dipendenti pubblici cessati dall'impiego per raggiunti limiti di età o di servizio, anche al fine di porre finalmente fine alla disparità di trattamento dei lavoratori pubblici nei confronti di quelli del settore privato.
(1-00162) «Amato, Alfonso Colucci, Barzotti, Orrico, Caso, Caramiello, Di Lauro, Auriemma, Morfino, Aiello, Ascari, Torto, Sergio Costa, Pavanelli».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante «norme in materia ambientale», prevede, all'articolo 263, comma 1, che: «i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni di cui alle disposizioni della parte quarta del presente decreto sono devoluti alle province e sono destinati all'esercizio delle funzioni di controllo in materia ambientale, fatti salvi i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie di cui all'articolo 261, comma 3, in relazione al divieto di cui all'articolo 226, comma 1, che sono devoluti ai comuni.»;

   a seguito dell'entrata in vigore della legge 7 aprile 2014, n. 56, recante disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni, alcune regioni hanno legiferato nel senso di riassegnare all'ente regionale alcune competenze e funzioni precedentemente conferite alle province;

   il trasferimento di competenze e funzioni è stato spesso accompagnato dal trasferimento del personale precedentemente incaricato di svolgerle presso l'ente originariamente competente;

   non avendo il legislatore provveduto ad adeguare la norma di cui al citato articolo 263, allo stato attuale non risulta chiaro se, nei casi in cui la regione abbia avocato a sé competenze e funzioni in precedenza affidate alla provincia, le sanzioni amministrative pecuniarie per le violazioni inerenti alle competenze e funzioni avocate debbano essere comunque destinate alle province, oppure, secondo un'interpretazione che l'interrogante ritiene più corretta, debba essere la regione a incassarne i proventi, posto che la relativa funzione viene svolta dalla regione, con proprio personale (sopportando il relativo onere);

   l'incertezza interpretativa potrebbe generare rallentamenti, se non definitive interruzioni, nell'esecuzione di diversi progetti, con gravi danni per la tutela dei beni e degli interessi pubblici interessati –:

   se intendano, per quanto di competenza, adottate iniziative per fornire la corretta ermeneusi dell'articolo 263, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006 nei casi esplicitati in premessa, con interpretazione sistematica ed evolutiva rispetto al mutato quadro normativo.
(4-01245)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 22 giugno 2023 Marcello Minenna, l'ex direttore dell'Agenzia delle dogane, Assessore regionale della Calabria con deleghe all'ambiente, è stato arrestato e posto ai domiciliari, mettendo a nudo tutte le problematiche ambientali dell'amministrazione regionale;

   il Tirreno cosentino e vibonese sono già pesantemente inquinati e la gente inizia a manifestare il suo dissenso sui social mostrando immagini che non lasciano spazio ad equivoci, le stesse immagini mortificano i cittadini e lasciano senza parole gli estimatori di questo angolo di paradiso;

   il malaffare e la corruzione si concentrano, come si sa, sulla gestione delle discariche: quella del Vetrano a San Giovanni in Fiore è stata sequestrata, l'altra «storica» di Scala Coeli, ricettacolo non solo di liquami e rifiuti, dal 26 giugno 2023 sversa nel terreno antistante e nel fiume Nicà, dove si abbeverano gli animali al pascolo, tonnellate di percolato;

   trattasi di un fiume di percolato, di colore marrone, che sfocia nel mar Jonio tra Cariati e Crucoli, e nulla possono i carabinieri forestali e gli esperti dell'Arpacal intervenuti sul posto;

   i militari della stazione carabinieri Forestale di Rossano hanno proceduto al sequestro dell'impianto, di proprietà della Bieco srl, riconducibile facilmente alla famiglia Pulignano (che già comanda il settore dei rifiuti a Corigliano-Rossano e nello Jonio);

   i motivi della fuoriuscita sono ancora in corso di accertamento. Pare che la rottura abbia interessato il tubo di aspirazione del percolato che avrebbe dovuto consentire lo stoccaggio in un'apposita vasca in attesa poi del definitivo smaltimento;

   la Procura della Repubblica di Castrovillari segue gli sviluppi della vicenda: il sito è stato già sottoposto a sequestro per eseguire tutti gli accertamenti del caso;

   intanto, sono già scattati i primi divieti di balneazione e pesca, mentre si attendono gli ulteriori esiti degli esami sui campioni di acqua condotti sul litorale jonico;

   negli ultimi giorni si sono anche susseguite diverse azioni e manifestazioni da parte di movimenti e associazioni ambientaliste e di diversi amministratori comunali, che chiedono un intervento serio e celere, di bonifica e messa in sicurezza, da parte del Ministero, della regione e della società che gestisce l'impianto;

   nella relazione tecnica allegata al decreto di autorizzazione alla realizzazione della discarica n. 14284/2019, al paragrafo 5.3.6 «Controllo e gestione del percolato» è riportato: «Nella gestione della discarica, particolare attenzione va prestata al percolato, fluido originato con l'infiltrazione dell'acqua nella massa dei rifiuti unita alla decomposizione dei rifiuti stessi. Possiede un elevato tenore di inquinanti organici ed inorganici, che derivano dai processi biologici e fisico-chimici che si sviluppano all'interno della discarica». Il sistema di raccolta del percolato sul fondo della vasca è costituita da una serie di condotte all'interno dello strato drenante che convogliano il percolato nei 2 pozzi di estrazione previsti, uno per ciascun lotto;

   il percolato raccolto nei pozzi di estrazione mediante l'utilizzo di elettropompe è inviato ai serbatoi di stoccaggio allocati in una vasca di contenimento in cemento armato prima di essere trasferito nell'impianto di trattamento –:

   quali iniziative urgenti i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di appurare cosa realmente abbia provocato questo disastro ambientale, tra l'altro, più volte annunciato dalle associazioni ambientaliste del territorio;

   se non ritengano di adottare ogni iniziativa di competenza affinché venga verificato se quanto realizzato corrisponda a quanto autorizzato e, in caso di variazioni, quali siano state le autorizzazioni effettivamente ricevute;

   se non ritengano, alla luce delle premesse, adottare iniziative di competenza volte ad avviare immediatamente il procedimento di bonifica e il ripristino dello stato dei luoghi, ponendo a carico della proprietà della discarica tutte le eventuali spese sostenute, per poi decretarne la chiusura definitiva.
(4-01242)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   in data 22 novembre 2022, dopo oltre quattro anni di attesa, il Ministero della difesa ha pubblicato sul sito InPA il bando per il corso-concorso pubblico per esami per il reclutamento di complessive 315 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato, da inquadrare nell'Area funzionale II, fascia retributiva F2, nei ruoli dell'Amministrazione della difesa, da impiegare presso l'Arsenale militare marittimo di Taranto;

   secondo i sindacati, al termine delle prove d'esame risulterebbero idonei appena 160 candidati a fronte di 5.200 partecipanti;

   sempre secondo quanto scrivono in un comunicato le parti sociali, «tutte le articolazioni» del Ministero della difesa sarebbero da anni decise a «distruggere tutte le attività affidate a personale civile e ad impedirne il reclutamento»;

   anche in occasione del suddetto concorso, infatti, a detta dei sindacati, non sono mancati gli ostacoli: domande troppo complicate se rapportate ai ruoli messi a bando, il diniego a fornire ai concorrenti una banca dati dei quesiti delle prove, così come il rifiuto di inserire anche qualificate professionalità civili all'interno delle commissioni d'esame, interamente composta da personale della Marina militare;

   nel comunicato, inoltre, si legge «che che su 900 partecipanti alla prova per 90 posti di motoristi, solo 3 candidati sono risultati idonei per partecipare al corso di formazione»;

   occorre specificare, perdipiù, che la procedura non era volta a selezionare tecnici già formati ma, al contrario, era finalizzata al reclutamento di partecipanti ad un corso di formazione di quattro mesi per l'acquisizione delle competenze tecniche necessarie allo svolgimento dei ruoli messi a concorso;

   ad oggi, ancora secondo quanto riferiscono le organizzazioni sindacali, mancherebbero 10.000 dipendenti civili nelle piante organiche del Ministero della difesa, anche a causa di «evidenti resistenze di un sistema interno che ne vuole ostacolare il reclutamento» –:

   se intenda confermare o smentire i dati relativi ai candidati risultati idonei al corso-concorso di cui in premessa;

   se intenda fornire informazioni con riguardo alla presunta «resistenza» all'assunzione di personale civile da parte di articolazioni del Ministero della difesa;

   se intenda intraprendere iniziative affinché i posti non coperti siano immediatamente rimessi a concorso, anche ampliando i posti degli altri concorsi in via di pubblicazione.
(4-01236)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIMIANI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm) è una autorità regolatoria, di vigilanza e di controllo, con poteri anche sanzionatori, nel campo delle dogane, energie (oli minerali, energia elettrica, gas naturale, Gnl, carbone), alcoli, tabacchi e assimilati e gioco pubblico. In tali ambiti, cura l'accertamento e la riscossione dei tributi ed esercita le funzioni di polizia tributaria e giudiziaria;

   Adm ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è sottoposta all'alta vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze e al controllo della Corte dei conti. La sua attività è regolata dal decreto istitutivo, dallo statuto e dai regolamenti emanati in forza dalla propria autonomia;

   Adm rappresenta l'unica amministrazione statale ad avere un'impostazione europea. Non soltanto per quanto riguarda la normativa di riferimento (il Codice doganale europeo), ma anche per quanto concerne l'organizzazione dei servizi al pubblico. In tutta l'Unione gli uffici delle dogane hanno infatti lo stesso orario di apertura: dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 14 il sabato mentre alcune attività devono coprire le 24 ore di servizio;

   appare quindi palese che le sedi Adm debbano avere, per garantire i numerosi servizi richiesti anche in una ottica di simultaneità con le altre agenzie comunitarie, un numero adeguato di dipendenti;

   l'ufficio dogane di Livorno è uno degli uffici Adm portuali più importante della Toscana e della costa tirrenica: ha infatti competenza territoriale da Livorno a Grosseto, con uffici anche a Piombino e Portoferraio. Sei anni fa l'organico era di 140 persone, adesso è di 100, nonostante siamo considerevolmente aumentati volumi di traffico e competenze;

   tale carenza di addetti, legato alla concomitante mancanza di personale dirigenziale, sta creando gravi difficoltà alle attività della struttura e all'organizzazione dei servizi;

   le associazioni sindacali Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uilpa e Usb hanno recentemente criticato tale situazione con una nota congiunta: «Abbiamo appreso che dal mese di maggio l'ufficio delle dogane di questa provincia si troverà senza Dirigenza. L'Ufficio e le sue Sot (sezioni operative territoriali) per la rilevanza e strategicità della Dogana di Livorno necessitano di personale di vertice che supporti il dirigente che deve essere in grado di adempiere alle funzioni proprie dell'agenzia nel controllo e monitoraggio dei traffici del porto di Livorno. Il personale non può continuare ad operare facendosi carico delle inefficienze dovute, per disinteresse generale, alla carenza di organico. È necessario che si provveda urgentemente alla nomina di POER Posizioni Organizzative di Elevata Responsabilità a supporto del Dirigente in ruolo e che si diano risposte alle problematiche e alle criticità dell'Ufficio delle Dogane di Livorno» –:

   se sia conoscenza della grave situazione di sottorganico registrata da mesi dalla Adm di Livorno citata in premessa e quali iniziative urgenti intenda conseguentemente assumere al fine di risolvere tali criticità e garantire la piena e necessaria operatività, anche al fine di rispettare le indicazioni comunitarie.
(5-01038)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   D'ORSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dallo scorso 20 maggio 2023 è in vigore la legge 21 aprile 2023, n. 49 sul cosiddetto «Equo compenso», destinata a cambiare radicalmente i rapporti tra le imprese e gli appartenenti alle professioni ordinistiche;

   il provvedimento definisce tale «un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale» da determinarsi sulla base dei valori tariffari individuati con decreto ministeriale;

   viene archiviato così un periodo di liberalizzazione dei compensi professionali per decretare, da un lato, il ritorno ad un sistema di compensi vincolati, i quali dovranno essere obbligatoriamente riparametrati ai valori tariffari minimi stabiliti con decreto ministeriale e, dall'altro, l'automatica nullità delle clausole che non prevedano un compenso inferiore agli importi stabiliti con decreto ministeriale per le diverse categorie interessate;

   tali decreti, già vigenti per avvocati e professionisti ordinistici, dovranno essere adottati, per tutti gli altri professionisti, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della suddetta legge – pertanto entro e non oltre il mese di agosto 2023 – e saranno aggiornati ogni due anni su proposta degli ordini e dei collegi professionali competenti;

   tale previsione normativa comporta inevitabilmente la necessità di aggiornare le previsioni di spesa per oneri professionali in ragione del progressivo adeguamento dei compensi ai parametri tariffari ministeriali;

   allo stato dei fatti, però, non risulta che il Ministero interrogato si sia attivato per intavolare un confronto con le diverse categorie professionali al fine di stabilire, di concerto con queste ultime, dei parametri che siano ritenuti accettabili e adeguati per chi svolge le professioni –:

   se il Ministro interrogato, dando seguito a quanto previsto nella sopraindicata legge, intenda adottare iniziative per la convocazione di un tavolo di confronto con le categorie professionali al fine di concordare, di concerto con queste ultime, i nuovi valori tariffari minimi.
(4-01238)


   GHIRRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che nella Casa di reclusione di Isili un detenuto, affetto da problemi psichiatrici, avrebbe attaccato un poliziotto con calci e pugni, tentando poi di strangolarlo;

   la causa scatenante della furia aggressiva del detenuto sarebbe stata la necessità di assumere la terapia e l'impazienza nell'attesa del proprio turno davanti all'infermeria;

   nonostante il tentativo del responsabile della sorveglianza di calmarlo, il detenuto avrebbe reagito improvvisamente aggredendo violentemente il poliziotto;

   l'agente penitenziario, gravemente ferito all'orecchio e riportante contusioni in varie parti del corpo, avrebbe avuto difficoltà a respirare a causa dello strangolamento subito e sarebbe stato trasportato d'urgenza in ospedale;

   sembrerebbe, inoltre, che senza l'immediato e provvidenziale intervento dell'ispettore di polizia penitenziaria presente e degli altri poliziotti penitenziari accorsi in aiuto, l'aggressione avrebbe potuto avere conseguenze tragiche;

   questo episodio evidenzia ancora una volta i rischi e le sfide che i poliziotti penitenziari affrontano quotidianamente nella gestione di detenuti con problemi psichiatrici;

   peraltro, questa situazione mette nuovamente in luce la carenza di personale all'interno delle strutture carcerarie: nella Casa di reclusione di Isili, infatti, al 31 marzo 2023 vi erano 64 effettivi di polizia penitenziaria a fronte di 81 previsti, 13 amministrativi effettivi a fronte di 20 previsti e 3 educatori effettivi su 5 previsti –:

   se e come si intenda garantire l'assegnazione del personale necessario al buon funzionamento della Casa di reclusione di Isili;

   se si intenda adottare iniziative urgenti, di concerto con i sindacati di Polizia e con i responsabili delle strutture, per la stesura di adeguati protocolli e lo stanziamento di risorse per garantire la sicurezza sia per il personale penitenziario che per i detenuti stessi.
(4-01239)


   GHIRRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'Istituto penale per minorenni di Quartucciu (Cagliari) è l'unico istituto minorile presente in Sardegna, per utenza esclusivamente maschile;

   i soggetti presi in carico dall'Ipm sono stati 22 nel 2020, 24 nel 2021 e 23 nel 2022;

   le persone detenute nell'Ipm di Quartucciu al 31 marzo 2023 erano 7, tutti maschi, dei quali 2 minori (14-17 anni), uno italiano e uno straniero, e 5 giovani adulti (18-25 anni) italiani;

   nel 2022 la presenza media giornaliera è stata di 8,84 e si è registrato il minor numero di presenze (5) in Italia al 31 dicembre 2022;

   ogni anno la struttura richiede significativi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; a tal proposito è in atto una progettazione a cura del Provveditorato opere pubbliche di Cagliari (Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile), che prevede l'esecuzione di opere per un importo di euro 2.720.000, non in grado però di coprire tutti gli interventi necessari per un adeguamento strutturale e impiantistico completo per il quale sarebbero necessari ulteriori fondi pari a euro 3.900.000 circa;

   il Sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari, a seguito di una visita all'Ipm di Quartucciu, ha sottolineato di aver trovato un clima che in altri istituti minorili non c'è, determinato dalla capacità di chi ci lavora e dalla disponibilità di ampi spazi lavorativi ed esterni, ma che la situazione dell'istituto penitenziario è insostenibile per le condizioni della struttura, oltre che per l'inadeguatezza delle sezioni e delle celle;

   il sottosegretario ha inoltre dichiarato che o si investe in maniera seria, rivalutando un istituto che, viste le dimensioni, ha grandi potenzialità, oppure si fa un investimento diverso in un'altra area e in un altro edificio; ha poi annunciato la richiesta al Dipartimento di giustizia minorile per cercare un'alternativa alla attuale struttura –:

   quali investimenti siano previsti per una piena funzionalità dell'Istituto penale per i minorenni di Quartucciu (Cagliari) nella sua attuale sede;

   se si intenda trasferire l'Ipm in altra area e edificio e se siano individuate alternative alla attuale struttura e individuate le risorse e le tempistiche necessarie.
(4-01240)


   IEZZI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che, lo scorso 23 aprile 2023, la seconda sezione penale della Corte d'appello di Milano ha assolto l'ex comandante della Polizia locale di Milano Antonio Barbato, dopo una condanna in primo grado a 3 anni e 9 mesi nell'aprile del 2022;

   assolto «perché il fatto non sussiste» dalle accuse di falso ideologico e frode in pubbliche forniture nella prima campagna nazionale sulla sicurezza stradale della Polizia locale di Milano del 2015;

   la vicenda, che ha avuto notevole risalto mediatico, aveva preso avvio nel marzo 2019, quando tra Antonio Barbato (ex Comandante della Polizia locale di Milano), il dottor Marco Ciacci (attuale comandante della Polizia locale di Milano) e il sindaco di Milano Giuseppe Sala era già in corso da due anni un procedimento giudiziario, del quale si era più volte interessata anche la trasmissione «Le Iene»;

   nel marzo del 2019 venne dunque recapitata al direttore del personale del comune di Milano una «lettera anonima» che adombrava gravi irregolarità su un appalto del comune di Milano risalente ad anni prima, ossia al 2015, per una campagna sulla sicurezza stradale gestita dall'allora comandante della Polizia locale di Milano, Antonio Barbato;

   secondo quanto riportato alla stampa dal dottor Barbato, la vicenda sarebbe stata gestita in modo anomalo tanto che la lettera anonima, anziché essere trasmessa alla Procura, sarebbe invece stata consegnata al dottor Marco Ciacci, pur essendo noto il contenzioso giudiziario tra quest'ultimo e lo stesso Barbato;

   sempre secondo le dichiarazioni rilasciate alla stampa, nel corso delle successive indagini la Procura di Milano avrebbe autorizzato nel 2020 anche delle intercettazioni telefoniche nei confronti del dottor Barbato, incomprensibilmente poiché a distanza di ben cinque anni dai fatti contestati e per reati di natura documentale;

   a parere dell'interrogante, risulta oltremodo inopportuno l'uso delle intercettazioni telefoniche trascritte, che nulla avevano a che fare con il procedimento penale in corso –:

   se, considerato quanto esposto nelle premesse, nelle quali, a parere dell'interrogante, si ravvisano i connotati dell'utilizzo personalistico e anomalo della conduzione delle indagini, il Ministro ritenga opportuno valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere un'iniziativa ispettiva in relazione all'operato degli uffici giudiziari di Milano che si sono occupati del caso.
(4-01244)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta scritta:


   SCOTTO e GRIBAUDO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   lo stabilimento Sevel del gruppo Stellantis con sede in Atessa (provincia di Chieti) nato nel 1978 e fiore all'occhiello del gruppo Fiat sta vivendo anni di incertezza per la mancata trasparenza da parte della dirigenza della casa madre francese;

   lo stabilimento ha avuto fino a qualche anno fa l'esclusiva sulla produzione dei furgoni per il mercato europeo, non solo di marchio Fiat, bensì Peugeot e Citroen;

   i modelli prodotti sono con motore a scoppio, quindi una produzione destinata ad estinguersi entro il 2035 secondo le ultime leggi europee;

   lo stabilimento conta (dati 2022) 6200 dipendenti ed altrettanti che operano nell'indotto;

   recentemente Stellantis ha aperto uno stabilimento gemello a Gliwice, in Polonia, per la produzione di modelli moderni di furgoni molto più competitivi nel mercato odierno e ha annunciato la produzione del modello elettrico nel sito polacco;

   le numerose aziende dell'indotto Sevel per ora non registrano una vera e propria crisi poiché una buona parte della produzione viene esportata verso lo stabilimento polacco;

   vi è comunque una fortissima preoccupazione per quando la Polonia sarà indipendente nella produzione anche delle componenti;

   si segnala – inoltre – che alcune aziende hanno già spostato la produzione da Val di Sangro verso la Polonia –:

   quali iniziative si intenda intraprendere – per quanto di competenza – sulla vicenda descritta e se non si ritenga utile la convocazione di un tavolo tecnico-politico rivolto agli stakeholders e ai corpi intermedi per analizzare una situazione che rischia di diventare una «bomba» economica e sociale, data la mole del numero di dipendenti, nonché se non si intenda intraprendere le dovute iniziative per tutelare un comparto che a detta degli stessi dirigenti Stellantis è di eccellenza;

   quale sia la posizione del Governo italiano rispetto al piano industriale che pare preferire il sito polacco rispetto a quello abruzzese attuando un'operazione che andrebbe a svilire il tessuto produttivo nazionale.
(4-01232)


   SCOTTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Istituto neurologico Besta e l'Istituto nazionale tumori, due eccellenze internazionali nel campo sanitario, sono ospitati oggi in Milano città, presso diverse sedi separate tra loro, senza avere tutti gli standard strutturali previsti dalla normativa, per cui la loro attività è autorizzata in proroga;

   il primo progetto di trasferimento del solo Istituto Besta risale addirittura alla seconda metà degli anni '90;

   la caratteristica degli Istituti di ricerca, ricovero e cura dovrebbe essere quella di garantire cura e ricerca al letto del paziente, fattore che oggi non viene garantito per il motivo appena citato;

   finalmente nel 2013 è stato stipulato un accordo di programma definitivo tra il Ministro della salute, regione Lombardia, comune di Sesto San Giovanni, fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta e Irccs Istituto nazionale dei tumori, con l'adesione della società regionale Infrastrutture lombarde s.p.a. per realizzare nel comune di Sesto San Giovanni, su quota parte delle aree «Ex Falck e Scalo Ferroviario», il progetto «Città della Salute e della Ricerca», a firma Renzo Piano, che prevede il trasferimento dei due Istituti che potranno godere così di una vicinanza strategica tra aree cliniche e laboratori di ricerca;

   avranno anche un'unica piattaforma tecnologica e diagnostica che consentirà di razionalizzare e rendere più dinamiche e funzionali le loro attività per il rilancio della ricerca sanitaria pubblica;

   la parte delle aree ex-Falck interessata dal progetto è stata completamente bonificata dallo stato di contaminazione conseguente alla pregressa attività siderurgica;

   le aree interessate sono di proprietà pubblica in quanto il comune di Sesto San Giovanni, tenendo fede al proprio impegno, ha trasferito le suddette aree, a titolo gratuito, alla regione Lombardia e da questa sono già state consegnate ai due Istituti;

   il progetto risulta completamente finanziato per un importo complessivo pari a 450.000.000 di euro di cui 370.000.000 di euro a carico di regione Lombardia, Ministro della salute, fondazione Irccs Istituto neurologico Besta e 80.000.000 di euro a carico di Condotte s.p.a. che sarebbe poi rientrata del proprio investimento con la gestione dei servizi non sanitari necessari al funzionamento della città della ricerca e della salute;

   i lavori di realizzazione dell'opera sono stati aggiudicati da Infrastrutture Lombarde s.p.a. ad un raggruppamento di ditte con capogruppo la società Condotte s.p.a.;

   la società capogruppo recentemente ha aperto una procedura fallimentare, ma una sentenza del Tar Lazio ha annullato la nomina dei tre curatori fatta dal Ministero dello sviluppo economico, impedendo di fatto la possibilità di stipulare il contratto di concessione, già corredato del parere favorevole di Anac, sentenza poi sospesa dal Consiglio di Stato con atto n. 00187/2020 pubblicato il 10 gennaio 2020;

   si ritiene questa realizzazione centrale nel processo di riordino dei servizi sanitari dell'area metropolitana milanese realizzando così le necessarie sinergie con le numerose strutture sanitarie già esistenti nella zona, quale passo misurabile e significativo di applicazione di riordino della rete di cui al decreto ministeriale n. 70 del 2015 e volto ad assicurare a tutti i cittadini equità di accesso alla rete dei servizi;

   il 23 aprile 2019 questo Ministero ha licenziato il programma di cessione in continuità di Condotte s.p.a. che prevede la valorizzazione degli asset strategici in un'unica soluzione tra cui quello che riguarda la realizzazione della città della ricerca e della salute;

   la situazione amministrativa-societaria di Condotte non trova soluzione ad oggi nel proprio percorso di risanamento –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – si intenda adottare in relazione alla situazione amministrativa della società Condotte, così che si possa portare a compimento la stipula del contratto e possano finalmente iniziare i lavori di costruzione della città della ricerca e della salute.
(4-01243)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARBAGALLO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si è tenuto nei giorni scorsi un incontro informale, tra le segreterie territoriali a Palermo Slc Cgil Fistel Cisl Uilcom Uil Ugl Tlc e la dirigente del Ministero delle imprese e del made in Italy, della divisione III crisi d'impresa e riqualificazione del territorio;

   le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali hanno ampiamente argomentato le criticità e le motivazioni della vertenza che sta coinvolgendo le lavoratrici e i lavoratori Almaviva della commessa Trenitalia;

   si è enfatizzato, in maniera particolare, come il tempo a disposizione sia davvero molto limitato per fare chiarezza sulla vicenda che si sta trasformando, oltre che in un massacro sociale, in un passepartout per scardinare l'intero settore;

   garantire l'applicazione corretta della clausola sociale è di vitale importanza e va evitata qualsiasi forma di speculazione a discapito dei soggetti più fragili, i lavoratori;

   dopo ampia discussione e confronto, da parte del sindacato, è arrivata la richiesta di un intervento immediato e urgente da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy affinché possa convocare un tavolo ministeriale coinvolgendo le parti sociali e, soprattutto, le aziende Comdata e Trenitalia e trovare una soluzione alla vertenza –:

   se i Ministri interrogati intendano promuovere un'interlocuzione urgente, come richiesto in premessa, coinvolgendo le parti sociali.
(5-01039)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   LACARRA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 24 giugno 2023 a Bari ha avuto luogo un grande corteo funebre formato da decine e decine di scooter che, contromano, hanno percorso via Caldarola scortando il carro funebre di un ragazzo deceduto a causa di un incidente stradale nella notte tra il 21 e il 22 giugno;

   la «processione» di ciclomotori, oltre ad arrestare pericolosamente il traffico urbano, ha anche eseguito un «inchino» dinanzi al carcere del capoluogo, verosimilmente per mandare un messaggio di vicinanza a familiari e amici detenuti, in un atto di evidente e deliberata sfida alle istituzioni democratiche;

   l'episodio ha giustamente destato sconcerto e grande preoccupazione, nella misura in cui non può che interpretarsi come una chiara manifestazione di forza dei gruppi criminali del territorio e di sfida all'autorità e alla legalità;

   perdipiù, nei giorni immediatamente successivi al decesso, alcuni familiari della vittima hanno rivolto a membri dell'Arma dei carabinieri, pubblicamente sui social network, espressioni di esplicita minaccia e diffamazione, addebitando loro la responsabilità della morte del ragazzo;

   il 25 giugno 2023 il viceministro della giustizia Sisto ha affidato alla stampa alcune dichiarazioni, affermando che «Bari è una città insicura. [...] Non si può circolare senza avere il timore che possa accadere qualche episodio, anche casuale, di criminalità», chiosando, infine: «Servono le maniere forti. Ho già avuto modo di affrontare il tema con i ministri Crosetto e Piantendosi, perché Bari credo abbia bisogno di un intervento dell'esercito. Il gioco dello scansare le responsabilità è finito»;

   tali affermazioni, nell'opinione dell'interrogante, potrebbero essere ritenute alla stregua di un'ammissione di colpa del Governo, considerato che la salvaguardia dell'ordine pubblico è compito del Ministero dell'interno e non delle amministrazioni locali, le quali, all'opposto, sono, insieme alla cittadinanza, le parti lese di episodi come quello occorso a Bari;

   perdipiù, invocare «le maniere forti», senza peraltro fare cenno al lavoro di prevenzione e coinvolgimento di tutti gli attori sociali che dovrebbe sempre accompagnare qualsiasi azione di repressione, lungi dal rappresentare una soluzione al problema, rivela l'uso strumentale e politico che si è inteso fare dell'episodio citato;

   la città di Bari ha conseguito negli ultimi vent'anni importantissimi risultati sotto il profilo della sicurezza e del contrasto della criminalità organizzata e comune, con iniziative tanto determinate da aver reso indispensabile garantire la scorta di sicurezza al sindaco Decaro;

   il costante incremento dei flussi turistici che la città, a partire dal suo centro storico, ha conosciuto negli ultimi anni testimonia l'efficacia dell'azione amministrativa in tale ambito;

   ciononostante, nel capoluogo pugliese la criminalità è tutt'altro che scomparsa, come peraltro segnalato dall'ultima relazione semestrale della Dia;

   inoltre, occorre considerare il rischio di una pericolosa saldatura tra il dilagare delle condizioni di disagio, diseguaglianza e povertà e la recrudescenza della criminalità organizzata che, come noto, fa leva sullo stato di bisogno dei cittadini ai margini della vita sociale ed economica delle comunità per fare proseliti;

   da diverso tempo le rappresentanze sindacali locali delle forze di polizia e dei carabinieri hanno segnalato gravi carenze nelle piante organiche, tali da sottoporre il personale operante a forti livelli di stress e rendere di fatto impossibile garantire con efficacia l'ordine pubblico e la sicurezza sul territorio;

   analoghe carenze si riscontrano negli organici delle sedi territoriali del Ministero della giustizia, a partire dalla mancanza di magistrati e personale giudiziario –:

   se intendano, in luogo del ricorso al dispiegamento di militari invocato dal viceministro Sisto, intraprendere opportune iniziative per rafforzare i presidi volti a garantire la sicurezza e l'ordine pubblico della città di Bari, nonché al fine di fornire adeguati mezzi, in termini di risorse umane e finanziarie, per prevenire e contrastare la recrudescenza dei fenomeni criminali nel capoluogo e nella sua provincia.
(3-00499)

Interrogazioni a risposta scritta:


   AMBROSI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto risulta da numerosi articoli di stampa locale, l'autovelox installato il 14 agosto 2022 da parte dell'amministrazione comunale a Pai di Torri del Benaco, in provincia di Verona, avrebbe irrogato, dal 14 agosto fino al 30 ottobre 2022, oltre 14 mila sanzioni amministrative pecuniarie e, per circa l'80 per cento dei casi, per motivazioni legate al superamento del limite di velocità avvenute soltanto per 10 chilometri orari in più rispetto ai 50 chilometri orari vigenti previsti in quel tratto di strada regionale;

   la collocazione dell'autovelox nel suesposto tratto, secondo quanto risulta all'interrogante, sta penalizzando fortemente i residenti dei comuni limitrofi, per la maggior parte lavoratori pendolari, che percorrono quotidianamente la strada statale 249 Gardesana Orientale;

   al riguardo, l'interrogante rileva come i medesimi articoli di stampa evidenzino anche del contemporaneo recapito (avvenuto a centinaia di automobilisti) di decine di contravvenzioni, notificate un'unica volta anche se effettivamente irrogate in giornate e/o mesi differenti;

   tali notifiche da un lato, impediscono agli automobilisti di essere a conoscenza della violazione stradale, dall'altro stanno causando prevedibili danni economici con la conseguente decurtazione dei punti della patente;

   l'interrogante evidenzia altresì che il 13 gennaio 2022 (ovvero 150 giorni successivamente all'installazione dell'autovelox) il medesimo comune di Torri del Benaco ha disposto il montaggio di ulteriori cinque cartelli che segnalavano la presenza dell'apparecchio (di cui due con luce lampeggiante) mentre prima l'autovelox risultava praticamente «occultato» da un'altra cartellonistica. Tuttavia il dispositivo ha funzionato ventiquattro ore su ventiquattro per cinque mesi senza tale cartellonistica aggiuntiva. L'interrogante segnala inoltre che il palo su cui si sorregge l'autovelox è stato impiantato ex-novo al margine della carreggiata, nel centro di un marciapiede, con conseguenti pericoli in caso di incidenti e problemi di intralcio per le carrozzine in uso alle persone diversamente abili;

   in relazione alle suesposte osservazioni, a giudizio dell'interrogante, la strada statale 249 Gardesana Orientale non possiede i requisiti previsti dalla vigente normativa, considerato che l'installazione degli autovelox fissi è consentita, secondo il nuovo codice della strada e in base a diverse sentenze della Corte di cassazione in materia, soltanto lungo le cosiddette «strade a scorrimento», ovvero carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico, ciascuna con almeno due corsie di marcia, ed una eventuale corsia riservata ai mezzi pubblici, regolate da semafori a tutti gli incroci e in aree per la sosta solo esterne alla carreggiata;

   l'interrogante rileva ancora come gli autovelox fissi possono essere autorizzati dalla prefettura esclusivamente a seguito di un sopralluogo (solitamente) da parte della polizia stradale, e soltanto previa dimostrazione che la strada sia effettivamente considerata pericolosa per l'incolumità degli automobilisti;

   risulta conseguentemente urgente e necessario, a parere dell'interrogante, avviare adeguate iniziative volte a verificare presunte irregolarità nell'installazione dell'autovelox suesposto, in considerazione delle numerose criticità che emergono e richiamate in precedenza –:

   quali valutazioni di competenza i Ministri interrogati intendano esprimere, con riferimento a quanto esposto in premessa;

   se siano state effettuate analisi sull'incidentalità negli ultimi cinque anni nel tratto in cui è stato posizionato l'autovelox e, in caso affermativo, se non ritengano opportuno renderle note;

   se l'autovelox installato risulti essere effettivamente omologato da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy;

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano infine intraprendere, nel caso fossero accertate irregolarità nell'installazione e nel funzionamento dell'autovelox, considerato che, a parere dell'interrogante, emergono evidenti profili di criticità nella regolamentazione e nell'uso di tale strumentazione, posta in essere dall'ente locale citato.
(4-01231)


   ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da notizie pubblicate da diversi quotidiani e organi di informazione locale della provincia di Frosinone, si apprende che si sono susseguiti nelle scorse settimane episodi di violenza nei locali e nei confronti del personale dei reparti di pronto soccorso delle strutture sanitarie della Asl di Frosinone;

   episodi di violenza sono stati registrati al presidio «Santa Scolastica» di Cassino e all'ospedale «Fabrizio Spaziani» di Frosinone;

   il caso avvenuto al Santa Scolastica di Cassino ha riguardato l'aggressione del personale sanitario da parte dei familiari di un assistito in codice rosso; il caso più recente ha invece riguardato l'ospedale Spaziani di Frosinone, già oggetto di episodi analoghi, nel quale un uomo, secondo le ricostruzioni giornalistiche, avrebbe preso a calci e distrutto la porta d'ingresso del triage, causando danni anche alle barelle;

   già nel marzo 2023, il continuo susseguirsi di episodi di grave portata nei confronti del personale in servizio presso i reparti di pronto soccorso era stato attenzionato dalla questura di Frosinone portando all'ipotesi dell'attivazione di posti di polizia fissi presso i reparti; ad oggi, tuttavia, i reparti di polizia presso i reparti di pronto soccorso non risultano attivi;

   tali episodi hanno un impatto negativo per gli operatori e possono riflettersi in conseguenze anche nello svolgimento delle attività lavorative;

   i reparti di pronto soccorso sono naturalmente esposti a reazioni ansiogene da parte di pazienti e familiari degli stessi e l'aumento drastico di tali episodi potrebbe legarsi a carenze dei livelli assistenziali di assistenza (LEA) –:

   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali strumenti siano stati messi a disposizione per tutelare il personale che presta servizio nei reparti di pronto soccorso dell'Azienda sanitaria locale di Frosinone;

   se, per quanto di competenza, siano state avviate, ovvero se si ritenga opportuno avviarle, attività ispettive o di monitoraggio, a livello sia nazionale che territoriale, per rilevare sia gli episodi di aggressione nei confronti del personale in servizio presso le strutture sanitarie, le cause che li hanno determinati e le tipologie di pazienti o familiari coinvolti, sia le piante organiche dei reparti di pronto soccorso, in termini di tipologie contrattuali e di specialisti in servizio e sull'organizzazione del lavoro, al fine di verificare se e quali carenze o criticità vi siano in relazione a turni, orari, straordinari, stress del personale e se vi sia personale precario che ulteriormente alimenta l'instabilità dei servizi e l'insicurezza degli operatori nonché personale adeguatamente formato ad affrontare pazienti critici.
(4-01233)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASU. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   con decreto n. 1259 del Direttore generale del Ministero dell'istruzione, università e ricerca del 23 novembre 2017 è stato indetto un concorso per dirigente scolastico;

   da notizie di stampa si apprende che nella procedura di svolgimento del concorso si sono registrate numerose criticità che in alcuni casi sono finite di fronte alla magistratura penale, in altri sono state esaminate dal Tar o dal Consiglio di Stato;

   durante la discussione sulla conversione del cosiddetto «Decreto Milleproroghe» (decreto-legge n. 198 del 2022, convertito con modificazioni dalla legge n. 14 del 2023), è stato approvato un emendamento che ha demandato ad un decreto ministeriale, da emanare entro 60 giorni dall'entrata in vigore della Legge di conversione stessa, il compito di definire le modalità di partecipazione ad un corso intensivo e alla successiva prova finale (previo completamento delle pratiche concorsuali in sospeso) per candidati con determinati requisiti;

   l'8 giugno 2023 il decreto n. 107 del Ministro dell'istruzione e del merito ha emanato il bando di concorso con prova di accesso e corso intensivo di formazione e relativa prova finale per dirigenti scolastici, riservato a coloro che abbiano sostenuto almeno la prova scritta della procedura concorsuale e, alla data del 28 febbraio 2023, abbiano in corso un ricorso giurisdizionale, presentato nei termini di legge per mancato superamento della prova scritta o per aver superato la prova scritta e la prova orale dopo essere stati ammessi a seguito di un provvedimento giurisdizionale cautelare, anche se in seguito caducato, o per mancato superamento della prova orale. I candidati che sostengono la prova finale saranno inseriti in una graduatoria posta in coda alla graduatoria di merito del concorso stesso;

   risulta che siano due le categorie di candidati coinvolti: chi ha superato la prima prova preselettiva e la seconda prova scritta, non ha superato la terza prova orale, ma ha vinto il ricorso presentato e che ora è chiamato a una seconda prova orale selettiva (si tratta di circa 200 interessati); chi ha fatto ricorso, non ha affrontato la seconda prova orale, ha vinto un ricorso ed ora devono soltanto affrontare una seconda prova scritta a quiz (risulta che siano circa 2000);

   tutti i candidati verranno inseriti in un'unica graduatoria;

   tale decisione appare irrazionale in quanto, a causa della diversa difficoltà delle prove da sostenere, potrebbe svantaggiare chi dovrà svolgere l'orale, che si articola in un colloquio su cinque materie, rispetto a coloro che dovranno rispondere a quiz a risposta chiusa;

   al riguardo è rilevante il parere espresso dal Consiglio superiore della pubblica istruzione nel suo parere sullo schema di decreto ministeriale poi emanato dal Ministro l'8 giugno 2023. In particolare, relativamente alla prova da affrontare si legge che: «Tale prova però è sostanzialmente differente tra i soggetti destinatari della procedura. I ricorrenti per mancato superamento della prova scritta devono sostenere solo una prova scritta a risposta chiusa (...). I ricorrenti per mancato superamento della prova orale, invece, sostengono una nuova prova orale della durata minima di 60 minuti. Nonostante le prove siano valutate con la medesima scala, è innegabile che il processo che porta alla definizione del punteggio sia molto diverso» –:

   se il Ministro interrogato non ritenga che in base al bando di concorso non si stiano creando disparità di trattamento tra i soggetti interessati e altresì se non intenda intervenire anche al fine di evitare tra l'altro inevitabili nuovi ricorsi.
(5-01040)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   FURGIUELE. — Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile n. 665 del 22 aprile 2020 si è provveduto alla costituzione di una Unità sociosanitaria per l'attuazione delle misure di contenimento dell'emergenza epidemiologica COVID-19, nonché al reclutamento, nell'ambito dell'unità stessa, di 1.500 operatori sociosanitari, di cui 1.000 destinati agli istituti penitenziari individuati dal Ministero della giustizia;

   in seguito alla cessazione dello stato di emergenza, con ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile n. 892 del 16 maggio 2022 è stata autorizzata la «prosecuzione dell'avvalimento degli operatori sociosanitari reclutati» nell'ambito dell'Unità, fino al 31 maggio 2022;

   con successiva ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile n. 918 del 12 settembre 2022, la possibilità di avvalimento dei suddetti operatori sociosanitari è stata ulteriormente prorogata fino al 31 dicembre 2022;

   gli operatori sociosanitari impiegati ai sensi delle ordinanze citate hanno garantito un contributo fondamentale nelle carceri, lavorando con grandi capacità, senza limitazione oraria, nelle fasi più dure e drammatiche della pandemia, in un momento nel quale i vaccini e la protezione da questi offerta non erano ancora disponibili;

   con nota protocollo n. 123183 del 29 marzo 2022 il Ministero della giustizia, Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Direzione generale del personale e delle risorse rappresentava di aver attivato i canali istituzionali (Ministero della salute, Conferenza Stato-regioni) al fine di poter strutturare il servizio prestato dai suddetti operatori, tenuto conto dell'importanza del lavoro finora svolto per fronteggiare la situazione di emergenza all'interno degli istituti penitenziari;

   analogamente, nell'allegato B alla suddetta ordinanza n. 918 del 2022 si dava conto dell'impegno assunto «ai fini dell'assunzione stabile del citato personale»;

   nonostante le dichiarazioni di impegno, gli operatori sociosanitari reclutati per le carceri attendono tuttora la stabilizzazione –:

   se e quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, per la stabilizzazione degli operatori sociosanitari di cui in premessa, indicando le relative tempistiche e modalità.
(4-01234)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:


   COLOMBO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   l'attuale ordinamento della classe è conforme a quanto richiesto dalla normativa europea;

   il tirocinio in una farmacia (territoriale o ospedaliera) è coerente con le richieste comunitarie ovvero è di 30 CFU;

   affinché la laurea possa essere abilitante ai sensi degli articoli 1 e 3 della legge 8 novembre 2021, n. 163, è sufficiente prevedere che l'esame finale per il conseguimento della laurea magistrale comprenda lo svolgimento di una prova pratica valutativa delle competenze professionali acquisite con il tirocinio interno ai corsi di studio, volta ad accertare il livello di preparazione tecnica del candidato per l'abilitazione all'esercizio della professione;

   tale prova precede la discussione della tesi di laurea ed è svolta in accordo con l'articolo 2 del decreto interministeriale n. 651 del 5 luglio 2022 e permetterebbe di ottemperare a quanto atteso dagli studenti iscritti ai corsi di laurea magistrale previsti dalla classe in accordo con l'articolo 5, comma 2 del citato decreto che prevede che coloro che sono già iscritti possano optare per la laurea abilitante;

   il fabbisogno nazionale di farmacisti eccede abbondantemente l'offerta di professionisti abilitati;

   è quindi indispensabile che il secondo, terzo, quarto e quinto anno delle attuali lauree della classe LM-13 possano diventare abilitanti per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro degli abilitati nello spirito della legge n. 163 del 2021 previa introduzione dell'esame del tirocinio e modifica delle commissioni di laurea –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza del problema e quali iniziative intenda intraprendere per consentire agli studenti attualmente iscritti al secondo, terzo, quarto e quinto anno del corso di laurea in Farmacia/C.T.F. di poter optare per la laurea abilitante al fine di procedere all'iscrizione all'ordine e allo svolgimento della professione non appena ottenuto il titolo.
(4-01235)


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   dal 2001 è attivo un programma di tirocini per studenti universitari presso uffici all'estero del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, gestito dalla Fondazione CRUI (Conferenza dei rettori delle università italiane), della durata media di 4 mesi;

   dal 2015, l'offerta dei tirocini diventa esclusivamente curriculare e prevede un rimborso spese forfettario di almeno 300 euro mensili, pagati dall'università di appartenenza del tirocinante, oneri coperti dal MUR tramite i Fondi di finanziamento ordinari, o del contributo alle università non Statali, o del Fondo di sostegno dei giovani e la mobilità degli studenti;

   tale rimborso diviene fondamentale per permettere a tutti di partecipare al tirocinio, indipendentemente dalla famiglia d'origine;

   un rimborso di 300 euro mensili è difficilmente sufficiente a coprire anche solo un terzo delle spese necessarie (vitto, alloggio, trasporti, assicurazione);

   alcune università sono in grado di aumentare il rimborso spese con ulteriori fondi propri, tuttavia questo rischia di causare ulteriori diseguaglianze, favorendo studenti provenienti da università più facoltose;

   è stato segnalato interesse che ci sia la possibilità di effettuare il tirocinio in formato extra-curriculare, per permettere anche a chi ha concluso il percorso di studi di avvalersi di questa esperienza;

   la legge impone che tirocini extra-curriculari prevedano un rimborso spese mensile di almeno 300 euro, secondo la legge regionale della regione in cui avviene il tirocinio, con un massimo di 800 euro mensili per la regione Lazio –:

   quale sia la valutazione complessiva del programma, quante domande vengano ricevute annualmente, quanti candidati che ricevono un'offerta di tirocinio rinuncino e se queste rinunce siano dovute all'impossibilità economica di sostenere le spese del tirocinio.
(4-01237)


   EVI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, come riportato da diversi quotidiani, la professoressa Rescigno, alla vigilia dell'ultima prova per diventare ordinaria del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Alma Mater di Bologna, è stata vittima di una intimidazione in stile mafioso;

   nella «buchetta» dove si lasciano le tesi e i lavori dei suoi studenti, la professoressa ha trovato una busta con all'interno una zampa di animale recisa, con tutta probabilità di una volpe, e un biglietto contenente un messaggio, minatorio: «Rescigno hai già perso. Ora vattene dal dipartimento, puoi farti male»;

   è probabile che chi ha messo la busta con i resti animali sia un interno, un universitario che conosce dove sono le buchette per la posta. Le modalità della minaccia fanno infatti pensare a qualcuno a conoscenza della sede dello studio della docente e delle stesse «buchette»;

   così come si stanno valutando gli interessi e i settori di attività della professoressa Rescigno. Da anni è infatti una giurista impegnata in temi «scomodi», quali la difesa dei diritti delle persone migranti, delle donne, e degli animali, da convinta animalista –:

   di quali elementi dispongano in ordine ai fatti di cui in premessa e se non si intenda esprimere solidarietà alla professoressa oggetto di inaccettabili minacce in stile mafioso;

   se risulti avviata una verifica interna all'istituzione accademica bolognese per contribuire a far chiarezza sull'accaduto anche con riferimento alla possibilità che la minaccia subita dalla professoressa sia riconducibile agli interessi e ai settori di attività della medesima.
(4-01241)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  La interrogazione a risposta immediata in Assemblea Barelli e altri n. 3-00490, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Casasco.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:

   interrogazione a risposta in Commissione Ambrosi n. 5-00351 del 13 febbraio 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-01231.