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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 8 giugno 2023

ATTI DI CONTROLLO

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   SCHULLIAN. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la misura «Parco Agrisolare», missione 2 «Rivoluzione verde e transizione ecologica» del PNRR, Componente 1 «Economia circolare e agricoltura sostenibile», investimento 2.2, si pone come obiettivo di sostenere gli investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica solare fotovoltaica nel settore agricolo e agroindustriale, senza consumo di suolo;

   nel 2022, con il decreto ministeriale 25 marzo 2022, n. 140119, e con il decreto integrativo del 14 luglio 2022, n. 315434, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha stabilito i soggetti beneficiari, mentre lo stesso Ministero con l'avviso pubblico pubblicato in data 23 agosto 2022, ha approvato il regolamento operativo che ha definito le modalità e le specifiche tecniche di presentazione e valutazione delle proposte di ammissione ai contributi previsti dal decreto;

   il primo bando si è svolto sulla piattaforma informatica predisposta dal Gse dal 27 settembre al 27 ottobre 2022;

   successivamente, il Gse ha provveduto all'istruttoria delle domande, pubblicando due elenchi di beneficiari (dicembre 2022 e marzo 2023), ed inoltrando, in alcuni casi, ai richiedenti una richiesta di documentazione integrativa;

   ad alcune aziende, invece, è stato recapitato direttamente il diniego, senza la possibilità di integrazione o sostituzione di documenti errati o incompleti, con la sola possibilità del ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio entro 60 giorni dalla ricezione della relativa comunicazione; molte di queste aziende hanno mandato comunque tramite Pec la documentazione corretta, senza ricevere più alcuna risposta;

   il 13 aprile 2023, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha presentato i risultati dei primi bandi del PNRR al tavolo del partenariato, riferendo che per il Parco agrisolare sono state presentate 8000 domande, di cui 7428 ammesse, per un totale di risorse impegnate di ca. 506 milioni di euro, a fronte di una disponibilità di 1,5 miliardi di euro;

   il secondo bando agrisolare, di cui al decreto ministeriale 19 aprile 2023, in corso di notifica da parte della Commissione europea, contiene una serie di novità, tra le quali massimali d'aiuto più alte e disposizioni sull'autoconsumo più favorevoli;

   all'articolo 6, comma 9 il decreto ministeriale del 19 aprile 2023 prevede espressamente che «le domande di agevolazione riferite a progetti inclusi negli elenchi di cui ai decreti del 21 dicembre 2022 e 30 marzo 2023 sono ammissibili esclusivamente previa espressa rinuncia al contributo stabilito dal decreto ministeriale n. 140119 del 25 marzo 2022 da effettuarsi prima della presentazione della domanda di agevolazione». A tal riguardo va ricordato che il termine per una eventuale rinuncia, secondo l'atto di concessione recapitato ai beneficiari del primo bando, era di 30 giorni dopo la comunicazione di accoglimento della domanda stessa; termini già scaduti per la maggior parte dei casi, al momento della pubblicazione del secondo bando;

   è probabile che molte imprese che hanno fatto domanda al primo bando e che non hanno ancora iniziato i lavori faranno domanda anche al secondo bando, perché le condizioni sono più favorevoli per i loro investimenti –:

   se il Ministro interrogato intenda specificare se la rinuncia ai sensi dell'articolo 6, comma 9 del decreto ministeriale del 19 aprile 2023, possa essere presentata, al fine della partecipazione al secondo bando, dopo il decorso dei 30 giorni citati nell'atto di concessione recapitato ai beneficiari della misura;

   se il Ministro interrogato intenda comunque dare riscontro, eventualmente anche in via di autotutela, a coloro che hanno presentato integrazioni alla loro domanda al primo bando tramite Pec;

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere le iniziative di competenza al fine di evitare il rischio di confusione per le imprese anche a causa della sovrapposizione normativa tra i due bandi.
(5-00963)


   CARAMIELLO, AMATO e CHERCHI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno portato, nel nostro Paese, all'alternarsi di periodi di grande siccità e periodi di piogge intense e fuori stagione;

   in particolare, in relazione al comparto vitivinicolo, le piogge intense, persistenti e prolungate verificatesi nell'ultimo periodo di maggio 2023 e nei primi giorni di giugno 2023 non hanno permesso il trattamento necessario alle piante ed hanno favorito il diffondersi di uno dei funghi più aggressivi per la vite, la peronospora;

   la peronospora è una fitopatologia che compromette del tutto la consistenza e lo stato di salute del grappolo, sia quando esso è ancora in fase di sviluppo sia nel momento in cui – come nel caso dell'uva da tavola in questo periodo – è già quasi pronto per la vendemmia;

   secondo diverse fonti stampa, nonché in relazione all'allarme lanciato dalle principali associazioni di categoria, questo grave attacco rischia di compromettere l'intero raccolto della stagione;

   tra le regioni che hanno lanciato l'allarme si segnala la Puglia – in particolare, al momento, le zone del foggiano e del tarantino –, la Campania – con la compromissione di molti vitigni del Cilento –, la Basilicata e l'Abruzzo;

   le conseguenze economiche di questa emergenza potrebbero essere molte, a cominciare da una perdita della qualità dell'uva prodotta, con conseguente ricaduta sull'economia delle aziende vitivinicole;

   il principale strumento per combattere la peronospora è senza dubbio la prevenzione, attraverso specifici trattamenti, ma anche intervenendo sulla resistenza della pianta – anche attraverso l'impiego di tecnologie di evoluzione assistita; tuttavia, allo stato attuale, molte aziende gridano ormai allo stato di emergenza e necessitano di un immediato sostegno –:

   se il ministro interrogato abbia intenzione di avviare una quantificazione dei danni effettivi causati dalla peronospora in questa stagione e se non intenda, di conseguenza, adottare misure di sostegno per le aziende attualmente in crisi, anche con la prospettiva di incentivare adeguati strumenti di futura prevenzione.
(5-00967)

Interrogazione a risposta scritta:


   MALAGUTI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   da informazioni di Confagricoltura il sistema Agricat, istituito dalla legge 30 dicembre 2021 n. 234 per disporre una copertura mutualistica di base per tutte le aziende agricole percettrici di pagamenti diretti, contro i danni alle produzioni agricole causati da eventi atmosferici di natura catastrofale (gelo e brina, siccità, alluvione), ha disposto, con la circolare n. 2, il termine perentorio del 12 di giugno 2023 per completare la presentazione delle denunce di sinistro riferite alle gelate occorse nella regione Emilia-Romagna dei primi giorni del mese di marzo;

   vista la portata dell'evento e la numerosità delle aziende coinvolte, fin dall'inizio le associazioni di categoria hanno rappresentato la difficoltà da parte degli operatori di dover rispettare un termine che di fatto risulta contestuale ad altre importanti scadenze come la domanda unica ed il Psr;

   nonostante ciò, gli operatori delle società di servizio hanno avviato la sperimentazione del programma, cercando di caricare alcune denunce di sinistro, con risultati che non possono che essere definiti pessimi; le segnalazioni di malfunzionamento sono state e sono tuttora numerose;

   è evidente, per quanto consta all'interrogante, che il sistema non è stato sufficientemente testato, risulta poco intuitivo e di difficile comprensione, sia sul piano informativo che amministrativo, richiedendo il dettaglio dei prodotti pur non essendovi alcuna differenza di valore economico;

   è già stata avanzata una richiesta di dilazione dei termini ma ad oggi non sembra vi sia ancora riscontro, pertanto Caa e le società di servizio affermano di non essere in grado di garantire il caricamento entro il termine disposto da Agricat e sopra riportato di tutte le segnalazioni di sinistro con conseguente grave danno per le aziende che li hanno subiti –:

   se il Ministro interrogato intenda considerare la possibilità di prorogare, con nuova circolare, il termine del 12 giugno 2023 per completare la presentazione delle denunce di sinistro riferite alle gelate occorse nella regione Emilia-Romagna dei primi giorni del mese di marzo, al fine anche di testare meglio il sistema ed eventualmente intervenire a livello informatico per renderlo più fruibile dagli operatori.
(4-01138)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VIII Commissione:


   IAIA, MATTIA, MILANI, BENVENUTI GOSTOLI, LAMPIS, FABRIZIO ROSSI, RACHELE SILVESTRI e FOTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da anni, la regione Puglia vive una grave emergenza idrica;

   più volte, le associazioni che rappresentano gli agricoltori hanno evidenziato il reale rischio di desertificazione connesso alla mancanza di piogge, ma anche all'assenza di infrastrutture adeguate per affrontare questa criticità;

   se ciò è vero in tutto il territorio nazionale, lo è in particolare, e qui lo si segnala, in località Monteparano, un comune in provincia di Taranto. Qui permane, senza che sia mai entrato in funzione un invaso denominato Pappadai, che insiste nel territorio di Monteparano, Fragagnano e Taranto, che rappresenta una tra le principali opere idriche del sud Italia;

   progettato negli anni '80, inizialmente gestito dall'Arneo e poi, dal 2011, commissariato dalla regione Puglia, è costato centinaia di milioni di euro al bilancio dello Stato, quindi alla collettività;

   la diga dell'invaso Pappadai potrebbe contenere circa 20 milioni di metri cubi d'acqua e irrigare 7.200 ettari di campagne, ovvero la gran parte della superficie agricola utilizzabile del Salento, attraverso un sistema di tubature, anch'esso già realizzato;

   l'acqua sarebbe dovuta arrivare dal fiume Sinni ma questo non è mai avvenuto perché in gran parte utilizzata dall'impianto siderurgico – Ex Ilva – che, a sua volta, avrebbe invece dovuto servirsi dell'acqua proveniente dai due depuratori di Taranto «Gennarino-Bellavista»;

   ad oggi, nonostante la gravissima siccità che ripetutamente colpisce la zona causando emergenze idriche reiterate, ci sono asimmetrie informative da colmare poiché il Pappadai non è ancora entrato in funzione, non si conosce quale sia lo stato attuale dell'opera, non si hanno notizie di iniziative di azioni poste in essere per metterla in funzione, eventualmente sollecitando la regione Puglia al fine di avviare la Diga, non si sa se sia stata verificata la natura del materiale utilizzato per la realizzazione delle tubature sottostanti, scongiurando così in futuro il rischio di convogliare l'acqua in infrastrutture obsolescenti a cui potrebbe aggiungersi un danno potenziale, ma ben verificabile se si facessero gli opportuni controlli, rappresentato dall'antica realizzazione delle tubature, le quali potrebbero essere state composte facendo ricorso a materiali che successivamente, nel tempo, si sono rivelati dannosi per l'uomo, la natura, l'ambiente, come ad esempio l'amianto –:

   quali iniziative di competenza, in raccordo con la regione Puglia, intenda porre in essere al fine di consentire l'entrata in esercizio della diga Pappadai.
(5-00968)


   ILARIA FONTANA, AURIEMMA, L'ABBATE, MORFINO e SANTILLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la Piana di Venafro rappresenta un contesto ambientale altamente critico ed è ricompresa tra le zone del territorio nazionale per le quali l'Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea per la violazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria;

   nell'area operano da decenni impianti molto impattanti per l'ambiente, oggetto di numerose segnalazioni e interrogazioni: a Sesto Campano, il cementificio Colacem brucia 25 mila tonnellate di rifiuti l'anno; a Pozzilli ricade Herambiente, un inceneritore che brucia 100 mila tonnellate di rifiuti l'anno, con ingenti quantitativi di inquinati in peso immessi nell'ambiente: 1 chilogrammo di mercurio, 2 chilogrammi di cadmio + tallio, 15 chilogrammi di diossina e furani, 122.53 tonnellate di NO2, 2.52 tonnellate di NH3, 2.64 tonnellate di CO e 2.25 tonnellate di HCI; inoltre, il biomonitoraggio eseguito mostra una crescita di cadmio, piombo e mercurio nel terreno in un'area di 5 chilometri intorno all'impianto;

   le indagini condotte dai C.C. della Compagnia di Venafro, il cui esito è riportato in una relazione della Procura di Isernia sulla situazione ambientale nella Piana, hanno evidenziato un vasto inquinamento da sostanze pericolose nel topsoil, per la presenza di cadmio, tracce di berillio, cobalto, tallio e selenio, su un territorio di 121.729 metri quadri che si estende nei comuni di Venafro, Pozzilli e Sesto Campano. I risultati di tali indagini, con i relativi elaborati tecnici ed investigativi, sono stati trasmessi, in data 29 novembre 2022, al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Presidente della regione Molise, al direttore dell'ARPAM e ai sindaci dei territori interessati;

   in tale missiva venivano segnalate anomalie nel modus operandi di ARPAM nell'esecuzione dei controlli, tali da configurare ipotesi penalmente rilevanti, nel procedimento di rilascio dell'AIA per il depuratore del nucleo industriale di Isernia e Venafro e nella inadeguatezza del sistema di monitoraggio delle emissioni, con particolare riferimento all'attendibilità dei dati raccolti a fronte di attività potenzialmente pericolose, come quelle svolte dal Herambiente e dalla Colacem;

   nell'area si è registrato un enorme incremento delle patologie tumorali, cardiovascolari, respiratorie, dell'apparato digerente, con un'abortività spontanea superiore del 30 per cento rispetto alla media nazionale –:

   se il Ministro interrogato, a fronte delle segnalazioni ricevute, non ritenga di assumere, con urgenza, idonee iniziative di competenza per salvaguardare la popolazione della Piana di Venafro dai rischi ambientali di cui in premessa.
(5-00969)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   risale al 2002 il progetto di connettere l'autostrada A35 Bre.Be.Mi con il futuro casello della Pedemontana (A36) di Osio Sotto e, mediante un ulteriore svincolo sulla piana di Zingonia, con la Tangenziale sud a Stezzano;

   il progetto preliminare era stato discusso in conferenza dei servizi a fine 2011 e approvato da quest'ultima nel 2012, senza tuttavia trovare seguito attuativo;

   nelle scorse settimane si è conclusa la gara d'appalto per la progettazione definitiva dell'autostrada. Nonostante il Presidente della regione Lombardia e l'Assessore alle infrastrutture abbiano ribadito in diverse interviste il termine di Pedemontana a Vimercate, escludendo quindi la realizzazione della tratta D Vimercate-Osio Sotto, formalmente è ancora previsto il collegamento con il casello ad Osio Sotto; nei fatti, invece, il collegamento sarebbe tra il casello della Bre.Be.Mi di Treviglio e la Tangenziale sud all'altezza di Stezzano, in prossimità del centro commerciale Le Due Torri, con un percorso di circa 15 chilometri;

   il costo complessivo per la realizzazione dell'opera, aumentato vertiginosamente nel corso degli anni, ora fissato a 430 milioni di euro, secondo le stime riportate da PrimaBergamo, raggiungerà in totale i 565 milioni di euro, iva esclusa, compresi i 146 milioni messi a disposizione dalla regione, quindi circa 40 milioni di euro per ogni chilometro di autostrada realizzata;

   per mitigare il costo elevato dei pedaggi e supportare l'opera, la regione Lombardia ha infatti previsto uno stanziamento iniziale di 130 milioni, poi aumentato nel 2021 a 146,4 milioni di euro;

   tale stanziamento ha il solo scopo di incentivare l'utilizzo dell'autostrada e conseguentemente assicurare un profitto minimo garantito ai gestori privati che, diversamente, non troverebbero alcuna convenienza ad investire in un'autostrada che, come noto sin d'ora, resterebbe inutilizzata;

   da anni le amministrazioni di Osio Sotto e Levate si sono espresse in modo fortemente contrario alla realizzazione dell'autostrada, non trovando nemmeno nella provincia un interlocutore forte e realmente interessato a bloccare il progetto;

   le amministrazioni comunali chiedono che i 146 milioni di euro pubblici vengano destinati alla riqualificazione della viabilità esistente (ex strada statale 525 ed ex strada statale 42);

   i territori dei comuni di Osio Sotto e Levate sono quelli che pagherebbero un peso maggiore in termini di consumo di suolo: la piana verde tra Osio Sotto (quartiere Saore) e Levate verrebbe devastata dalla realizzazione della nuova autostrada;

   a spingere per l'intervento pubblico è stato il gruppo bancario australiano Macquarie, entrato in società come finanziatore internazionale, con un finanziamento di circa 400 milioni reperiti nel mercato;

   contro il progetto si sono espressi, tra gli altri, il Comitato «No autostrada Treviglio-Bergamo», Legambiente e Coldiretti;

   in occasione della Giornata dell'Ambiente celebrata il 5 giugno 2023, Coldiretti Bergamo, in una nota stampa, ha affermato: «Rimane molto critico il nostro parere rispetto all'eventuale realizzazione dell'autostrada "Treviglio-Dalmine", non solo per il suo impatto diretto sul consumo di suolo, ma anche per il rischio che sorgano in modo incontrollato insediamenti di piattaforme logistiche come si è verificato nella pianura attraversata da Bre.Be.Mi»;

   secondo il rapporto annuale Ispra, in provincia di Bergamo è già stato consumato quasi il 12 per cento del suolo; inoltre il 13 per cento del suolo è a rischio frana molto elevato o elevato, mentre il 4,3 per cento è a elevata pericolosità idraulica –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non intendano interloquire con regione Lombardia e provincia di Bergamo affinché possa essere definitivamente abbandonato il progetto della cosiddetta autostrada Treviglio-Bergamo, ora Treviglio-Stezzano, e possano essere riversati gli ingenti fondi pubblici regionali verso la riqualificazione della viabilità esistente, anche al fine di evitare nuovo consumo di suolo; se il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica intenda tenere in considerazione quanto esposto in premessa nella fase di valutazione di impatto ambientale.
(4-01135)


   LOMUTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   in data 22 maggio 2023, il direttore dell'Arpab, ha ufficializzato la declassificazione da A2 ad A3 le acque dell'invaso Pertusillo (155 milioni di metri cubi di acqua), situato in Basilicata, nel territorio dei comuni di Grumento Nova, Montemurro e Spinoso;

   l'invaso, utilizzato per scopo irriguo e potabile sia in Lucania che in Puglia, è ubicato nell'area del più grande giacimento di idrocarburi in terraferma e dista circa 8 chilometri da un centro di desolforazione dell'olio greggio, il Centro Oli di Viggiano;

   inoltre, sebbene sia collocato in una zona ricca di risorse idriche, con fertili aree agricole, in gran parte nel Parco nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri, lo stesso ospita anche 25 pozzi petroliferi attivi;

   nell'invaso scaricano 3200 tubature che riversano materiale inquinante e secondo quanto affermato dalla stessa Arpab, gli scarichi sono sia privati che pubblici;

   in base a quanto previsto dalla normativa di riferimento (decreto legislativo n. 152 del 2006), per essere destinate alla produzione di acque potabili, le acque dolci superficiali sono classificate nelle categorie A1, A2 e A3 in base alle caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche;

   di conseguenza sono sottoposte a trattamenti diversi in base alla seguente classifica:

    A1: trattamento fisico semplice e disinfezione;

    A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;

    A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione;

   in pratica, è stato raggiunto l'ultimo gradino delle acque superficiali destinate all'uso potabile;

   frequenti sono le anomalie che affliggono la grande diga lucana come la comparsa di macchie di colore scuro, in vari punti dell'invaso, unitamente alla moria di pesci, fenomeni che si ripetono ormai da anni, ricomparsi ultimamente in modo evidente;

   ogni giorno, la popolazione delle province di Bari, Taranto e Lecce (circa 2.659.000 abitanti) beve l'acqua proveniente dal Pertusillo, con la stessa acqua, vengono anche irrigati i campi della Basilicata che producono diverse eccellenze dell'agricoltura italiana;

   il Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152 del 2006) prevede dettagliati criteri per la classificazione delle acque e l'aver declassato quelle del Pertusillo fa sorgere il legittimo dubbio che i valori di idrocarburi disciolti in emulsioni rilevati, insieme alle altre sostanze da monitorare per legge, non consentivano di mantenere la classificazione precedente (A2);

   dubbio, peraltro, sollevato anche dalle associazioni ambientaliste locali che, a seguito di analisi effettuate in appositi laboratori accreditati, da tempo segnalano la possibilità che la categoria A3 fosse quella attendibile, almeno dal 2017;

   da dicembre 2022, le predette associazioni hanno rilevato, oltre agli idrocarburi pesanti, la presenza di Dcpa nell'acqua dell'invaso, ossia della molecola Dimetil-Tetraclorotereftlato, nota come erbicida (il Dachtal), altamente tossica e persistente, bandita dall'Europa dal 2009 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se sia intervenuto, per quanto di competenza, per individuare le cause dell'alterazione del colore delle acque dell'invaso e per garantire la continuità nella fornitura di acqua potabile;

   se disponga di adeguati elementi e informazioni che consentano di comprovare che gli impianti locali in grado di potabilizzare acque di categoria A3;

   quali iniziative siano state poste in essere per garantire la tutela dei bacini idrici dalle attività di perforazioni petrolifere orizzontali che insistono sul territorio de quo, considerata anche la sismicità locale, e dall'utilizzo di additivi chimici nelle perforazioni, peraltro coperti da segreto industriale;

   se intenda adottare iniziative di competenza volte a fare luce sulla presenza di Dcpa nell'invaso del Pertusillo ed altri contaminanti emergenti nell'invaso del Pertusillo;

   se la mancanza di un piano regionale di tutela delle acque, unitamente al declassamento delle acque alla categoria A3, possa costituire un presupposto per l'apertura di una procedura di infrazione europea.
(4-01139)

CULTURA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOSSI, SCOTTO e GIANASSI. — Al Ministro della cultura, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Opera Laboratori è una società attiva nella gestione integrata dei musei. Sono attualmente 45 i siti museali in gestione in tutta Italia, 700 operatori e 70 milioni di euro di fatturato annuo;

   tra i poli museali gestiti da Opera Laboratori vi è anche, e da oltre 25 anni, quello fiorentino delle Gallerie degli Uffizi: un museo statale dotato di autonomia speciale;

   dopo il lock down causato dalla pandemia le Gallerie degli Uffizi sono tornate ad essere uno dei musei più visitati al mondo con oltre 4 milioni di presenze nel 2022 ed un trend di crescita esponenziale negli ultimi mesi;

   il 17 maggio 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando di gara elaborato da una commissione interna delle Gallerie degli Uffizi e firmato dal direttore Eike Schmidt per l'affidamento in concessione, ai sensi dell'articolo 117 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e degli articoli 164 e successivi del decreto legislativo n. 50 del 2016, dei servizi museali delle Gallerie degli Uffizi (Corridoio Vasariano, Giardini Boboli e tutto Palazzo Pitti), della direzione regionale Musei della Toscana (archeologico, San Marco, Villa Medicea) e dell'Opificio delle Pietre Dure. Nel dettaglio del capitolato si legge che sono in gara i servizi di biglietteria (fisica, off site, prenotazioni, call center off site, canali di vendita B2B), di vendita, cioè bookshop e merchandising (fisici e online, interni ed esterni), di accoglienza e assistenza alla visita (audioguida) e di guardaroba. La struttura appaltante è l'ufficio gare delle Gallerie degli Uffizi;

   si apprende dalla stampa che tale bando di gara ha destato nell'assemblea dei lavoratori di Opera una profonda preoccupazione: «Le lavoratrici e i lavoratori di Opera, l'attuale concessionario dei servizi museali agli Uffizi – riporta una nota sindacale – da anni svolgono un lavoro fondamentale nella gestione e nell'organizzazione dei flussi turistici di uno dei musei più visitati del mondo»;

   secondo i sindacati «la gara, scritta e gestita dalla direzione del museo, non offre adeguate garanzie su: mantenimento degli attuali posti di lavoro: considerati i documenti di gara ad oggi consultabili, non abbiamo la certezza che la procedura in atto non produca degli esuberi. Ovvero, corriamo il rischio che centinaia di lavoratori si ritrovino senza lavoro; mantenimento delle alte professionalità. Nella gara sono esclusi i servizi di didattica e di allestimento-scenografia. Due settori fondamentali nella corretta valorizzazione dei beni culturali e che vengono cancellati con un tratto di penna a svantaggio di lavoratori formati e altamente qualificati; mantenimento delle attuali condizioni economiche e normative comprensive anche dell'accordo integrativo di secondo livello. Non esiste infatti alcuna certezza che il concessionario vincitore della gara mantenga le attuali condizioni economiche e normative. In tal senso, non esistono garanzie all'interno della gara»;

   va segnalato come, dalla riapertura dei siti museali dopo la pandemia, 35 lavoratori di Opera siano anche impiegati quotidianamente a svolgere servizio di sorveglianza (che non fa parte dei servizi attualmente in concessione e nemmeno di quelli in gara) all'interno delle Gallerie degli Uffizi, garantendo l'apertura al pubblico di Palazzo Pitti;

   negli ultimi mesi, inoltre, il loro impiego straordinario (per un totale di circa 100 turni lavorativi) in mansioni di sorveglianza – richiesto sempre dalla direzione delle Gallerie degli Uffizi per sopperire alle carenze di personale statale – ha garantito l'apertura al pubblico anche delle Gallerie degli Uffizi durante tutte le festività come indicato dal Ministro della cultura stesso alle direzioni museali;

   è utile rimarcare in questo contesto come l'attività degli operatori di Opera contribuisca in maniera determinante, oltre alla valorizzazione dei beni artistici, anche alla crescita economica locale ed in particolare del commercio e del settore turistico ricettivo;

   la cultura e in particolare gli Uffizi producono introiti significativi ed è quindi necessario investire in maniera adeguata per promuovere opportunità di sviluppo occupazionale per il territorio –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intendano assumere al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e le professionalità presenti in Opera Laboratori, con particolare riferimento per quelle attualmente impiegate presso il museo statale «Gallerie degli Uffizi».
(5-00964)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro della difesa, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, si è appreso da organi di stampa che il concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di 15 posti di personale dirigenziale di seconda fascia del ruolo dei dirigenti del Ministero della difesa, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 67 del 23 agosto 2022, in fase di espletamento, presenta delle marcate anomalie;

   in diversi articoli, infatti, si sostiene che il presidente della commissione del concorso presieda anche il comitato scientifico di Direkta, la società che, appena pubblicato il bando del concorso, si è prontamente attivata per offrire a tutti i candidati, al costo di 720 euro più Iva, un corso «superintensivo» per superare più agevolmente le prove d'esame;

   è di tutta evidenza che se fosse confermato il menzionato legame tra il presidente della commissione d'esame e la società «tutor» che si è offerta di preparare a pagamento gli aspiranti dirigenti, si potrebbe configurare un ingiustificato conflitto di interessi, a scapito della correttezza ed imparzialità della pubblica amministrazione e del buon esito della procedura concorsuale;

   il concorso di cui trattasi, che prevede la copertura di 13 dirigenti di rango amministrativo e 2 di quello tecnico, era già stato contestato in origine da varie organizzazioni sindacali, per la discutibile scelta del Ministero della difesa di escludere dalla partecipazione ai posti da dirigente tecnico, dei laureati in fisica, chimica e biologia, ammettendo esclusivamente i laureati in ingegneria, nonostante nei ruoli dell'A.D. sia previsto unicamente il «dirigente tecnico» (e non quello di «dirigente ingegnere»);

   al riguardo, è plausibile che gli aspetti di dubbia legittimità sopra riportati possano in parte derivare dalla mancanza del direttore generale del personale civile, incarico inspiegabilmente vacante da oltre un anno presso il Dicastero della difesa –:

   quali urgenti iniziative i Ministri interrogati intendano assumere rispetto alle problematiche riportate al fine di assicurare condizioni di massima correttezza, trasparenza ed imparzialità del citato concorso.
(4-01137)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che il comune di Sarroch, paese sardo di circa 5 mila abitanti della città metropolitana di Cagliari, nel corso dell'ultimo anno avrebbe subito un decremento delle proprie entrate pari a oltre un milione di euro, derivante dal mancato gettito Imu relativo allo stabilimento di proprietà della società Saras s.p.a. che ha sede nel territorio comunale;

   si tratterebbe della raffineria di Sarroch, sulla costa a Sud-Ovest di Cagliari, una delle più grandi del Mediterraneo per capacità produttiva (15 milioni di tonnellate all'anno, pari a 300.000 barili al giorno), che può arrivare a gestire il 21 per cento della lavorazione complessiva delle raffinerie italiane;

   nello specifico, si apprende che a far data dal dicembre 2022 la società proprietaria del suddetto stabilimento avrebbe ottenuto dall'Agenzia delle entrate di poter beneficiare di una particolare normativa che consente la detassazione Imu per gli immobili a destinazione produttiva, censiti come «imbullonati»: macchinari e impianti ancorati al suolo o incorporati nella costruzione che possono essere smontati o trasferiti o ceduti;

   questa tipologia di immobili viene esclusa dalla determinazione della rendita catastale a partire dal 1° gennaio 2016, ai sensi dei commi 21-24 articolo 1 della legge 28 dicembre 2015 n. 208 (legge di stabilità 2016) che, al contempo, prevedono l'assegnazione da parte dello Stato di un contributo di pari importo ai comuni;

   la normativa, come detto, stabilisce che il Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell'interno, adotti annualmente un decreto per ripartire il contributo annuo di 155 milioni di euro attribuito ai commi a titolo di compensazione del minor gettito;

   tale contributo si sarebbe dovuto adeguare in funzione delle rivalutazioni delle rendite catastali, ma parrebbe che ciò non sia mai avvenuto;

   di conseguenza, non avendo più ricevuto nel corso degli anni nuove dichiarazioni di aggiornamento da parte delle aziende, il Ministero dell'interno avrebbe storicizzato le coperture necessarie per erogare i contributi e trasferito le risorse inutilizzate in altri capitoli di spesa;

   pertanto parrebbe che, a oggi, le coperture risulterebbero insufficienti per ristorare integralmente i comuni e compensare il mancato reperimento dell'Imu originariamente posta a carico delle aziende;

   nel caso del comune di Sarroch, la mancata restituzione statale incide in modo sostanziale sulle spese correnti del bilancio comunale e, per garantire ai cittadini i servizi essenziali, sarebbe stato addirittura necessario aumentare l'Imu sui fabbricati industriali e applicare per la prima volta l'addizionale comunale Irpef per ridurre, anche se solo parzialmente, l'importo del mancato introito; poiché le somme recuperate ammonteranno, comunque, a poco più di 300 mila euro, sarà comunque necessario recuperare le somme mancanti con tagli sul bilancio comunale;

   le notizie di stampa riportano di interlocuzioni avvenute fra il sindaco del comune di Sarroch, i Ministeri interessati, la regione autonoma della Sardegna, l'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e l'Ifel, i quali non avrebbero portato ad alcun risultato concreto –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda;

   quali e quanti comuni siano interessati dalla normativa citata e per quali e quanti comuni l'entrata in vigore della detassazione Imu nei termini anzidetti abbia prodotto un decremento per le casse comunali non ristorato dall'intervento statale;

   quali iniziative di competenza intendano assumere per risolvere il problema sia in merito alla specifica vicenda narrata relativa al comune di Sarroch che agli altri eventuali casi simili.
(4-01140)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   BISA, BELLOMO, MATONE, MORRONE e SUDANO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa dei giorni scorsi, si apprende della mamma di Verona per la quale il tribunale per i minorenni di Venezia ha disposto la prosecuzione dell'allontanamento di due dei quattro figli, nonostante il tribunale penale di Verona l'avesse scagionata dall'accusa di maltrattamenti in famiglia e di calunnia nei confronti di alcune operatrici sociali;

   a parere dell'interrogante, si tratta davvero di una vicenda umana e processuale caratterizzata da rilevanti incongruenze da non sottovalutare;

   la donna nel mese di novembre 2022 è stata assolta dal tribunale collegiale di Verona dalle accuse di maltrattamento verso i figli; inoltre risulta assolta anche per le accuse di calunnia ai danni di tre educatrici di una comunità; le contestazioni di entrambi i procedimenti sono cadute ma, nonostante ciò, il tribunale per i minorenni di Venezia statuisce che i due figli maggiori di 13 e 8 anni dovranno vivere con le famiglie affidatarie, la figlia di sei anni potrà rimanere con i genitori, che però avranno su di lei una «responsabilità genitoriale limitata»; per l'ultimogenito il tribunale non si è mai pronunciato;

   l'interrogante esprime forti dubbi su come possano gli stessi genitori essere ritenuti adeguati con due figli e inadeguati verso altri due e quale logica, pertanto, sia stata seguita dal tribunale di Venezia per differenziare tali decisioni;

   è noto a tutti che, al fine di proteggere i diritti che l'ordinamento nazionale, l'Unione europea e le Convenzioni internazionali riconoscono ai minori, la legge prevede ampi poteri di intervento e di controllo da parte dell'autorità giudiziaria. Si tratta di misure che postulano la sussistenza di una situazione di pregiudizio inerente alla sfera famigliare del minore, tale da incidere negativamente sulla sua crescita armonica e sul suo sviluppo: la funzione di tali provvedimenti, pertanto, è anzitutto protettiva e preventiva, ma assume anche una componente sanzionatoria per l'esercente la responsabilità genitoriale. Infatti, quando si parla di provvedimenti a tutela del minore da parte dell'autorità giudiziaria minorile, ci si riferisce a procedimenti che hanno ad oggetto la potestà dei genitori;

   in questa vicenda sono venuti meno tutti i presupposti giuridici per trattenere in comunità lontano dalla madre i figli minorenni della signora, ma quest'ultima non ha riacquistato la propria potestà genitoriale;

   pare utile ricordare che durante la XVIII legislatura, la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori ha evidenziato più volte che uno dei temi che si è spesso posto nei lavori della Commissione è quello del ruolo dei servizi sociali territoriali nei procedimenti minorili. In molte audizioni si sono rilevate le criticità che derivano dal fatto che i servizi sociali si trovano a svolgere una serie di funzioni che vanno dalla valutazione preventiva delle situazioni all'esecuzione e al monitoraggio dei provvedimenti. Di qui il rischio che i servizi finiscano per agire sulla base di un mandato in bianco del tribunale, che di fatto riduce il reale spazio di intervento non solo delle parti processuali, ma anche dello stesso giudice;

   all'interrogante sembra che l'affido sia stato utilizzato, come spesso purtroppo avviene, come uno strumento riparativo o punitivo, e, a giudizio dell'interrogante, si è in presenza di palese violazione del superiore interesse delle minori –:

   se, considerata l'estrema urgenza della vicenda, il Ministro interrogato ritenga opportuno valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere un'iniziativa ispettiva sia in relazione al procedimento che ha comportato l'allontanamento dei minori dalla madre e dal contesto familiare, che in relazione all'operato degli uffici giudiziari di Venezia che si sono occupati del caso.
(4-01136)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIANASSI, BONAFÈ e FOSSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le risorse del PNRR previste per la regione Toscana sono 4,6 miliardi di euro; tali stanziamenti hanno attivato 6,2 miliardi di investimenti complessivi finalizzati alla realizzazione di 4.983 progetti;

   l'aumento dei prezzi delle materie prime legato allo squilibrio economico post-pandemico, nonché alla crisi economica ed energetica connessa al drammatico scenario del conflitto in Ucraina, hanno innescato una continua e costante crescita dei costi degli appalti legati al PNRR. Tali aumenti starebbero impedendo, solo in Toscana, l'utilizzo di oltre 900 milioni di euro di stanziamenti;

   nella XVIII legislatura il precedente Governo, per gli anni 2021 e 2022, è intervenuto prevedendo il meccanismo compensativo per tali incrementi, inizialmente per i lavori contabilizzati nel primo semestre 2021, poi anche per il secondo semestre 2021 (previsto all'articolo 1, commi 398 e 399, della legge 30 dicembre 2021, n. 234) e infine anche per il 2022, ad opera dell'articolo 25, del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 172;

   per quanto riguarda la Toscana, ed in particolare per i comuni della città metropolitana di Firenze, sono stati richiesti ad oggi circa 15 milioni di euro aggiuntivi ricompresi negli stanziamenti già definiti;

   tali risorse, si apprende dalla stampa, non sono state però ancora erogate per non precisati «problemi burocratici»;

   tali incomprensibili ritardi starebbero, sempre secondo i media, bloccando la realizzazione di moltissime opere o comunque causando ingenti danni alle ditte che hanno già eseguito i lavori, tra cui l'ampliamento del liceo scientifico Rodolico di Firenze; la ristrutturazione del liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino; interventi stradali come la realizzazione delle varianti di San Vincenzo a Torri e di Grassina, oltre che la pista ciclabile che deve collegare Firenze e Prato. Altri lavori regolarmente terminati, come ad esempio quelli del Teatro Maggio di Firenze, non sarebbero stati poi saldati;

   appare evidente che tale situazione stia creando notevoli disagi alle amministrazioni comunali interessate, ai cittadini ed alle imprese di numerosi centri abitati –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   per quali reali motivazioni non siano state ancora correttamente trasferite ai comuni della città metropolitana di Firenze le risorse aggiuntive già stanziate e previste per la compensazione degli incrementi dei prezzi degli interventi relativi agli anni 2021-2022;

   quando tali risorse verranno regolarmente erogate.
(5-00965)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'autostrada A 36, chiamata anche Autostrada pedemontana lombarda, è un'opera viaria che collega l'area nord di Milano con le province di Varese e Bergamo, attraversando quella costituita nel 2004 di Monza e Brianza;

   nel corso degli anni la realizzazione dell'opera è avanzata attraverso il compimento dei lavori delle tratte in cui è stata divisa: A, B1, B2, C e D. Le prime due tratte sono state realizzate e sono in servizio, mentre per quelle B2 e C la regione Lombardia prevede l'inizio lavori per i primi mesi del 2024 con l'apertura all'esercizio per la fine del 2026;

   per quanto riguarda il tratto D la regione Lombardia ha annunciato una soluzione progettuale alternativa alla tratta prevista dal progetto iniziale. Tale nuovo tracciato interesserebbe, in particolare, un nuovo collegamento a tre corsi tra Vimercate e la Tangenziale est esterna di Milano in Agrate Brianza, e si svilupperebbe per circa 10 chilometri con una riduzione rispetto ai 16 chilometri previsti per la tratta originaria. Tale percorso sostanzialmente scorrerebbe in parallelo con il prolungamento della tangenziale est già esistente e gratuito;

   molti comuni dell'aria del Vimercatese, nella provincia di Monza e Brianza, interessati dal nuovo percorso della tratta D, hanno già espresso la loro contrarietà al progetto in quanto si tratterebbe di un inutile consumo di territorio, non risolverebbe i problemi della congestione del traffico e, considerata l'esistenza di un tratto di tangenziale gratuito, rischierebbe di essere assai poco appetibile per l'utenza;

   uno studio scientifico-ingegneristico redatto dal Centro Studi per la programmazione intercomunale dell'area metropolitana che riunisce ben 88 comuni lombardi ha sintetizzato gli elementi di criticità del nuovo percorso: sarebbe un doppione a pagamento della tangenziale esistente; dal punto di vista ambientale e paesaggistico impatterebbe in modo negativo con un ulteriore consumo di suolo in un'area già interessata dai tantissimi svincoli a guard-rail che ora smistano il traffico, inoltre, anche il complicato sistema di pagamento del pedaggio non aiuterebbe la fruizione del nuovo tratto: non sono previsti caselli dove si paga ma l'auto in transito viene fotografata e bisogna pagare online tramite computer con le difficoltà che ne conseguono pena multe salatissime;

   l'autostrada pedemontana rientra nella legge obiettivo n. 443 del 2001 e, di conseguenza, nell'Accordo di programma tra Ministero delle infrastrutture, regione Lombardia, Province di Bergamo, Milano, Varese, ANAS, Autostrada pedemontana lombarda e i comuni interessati del 19 febbraio 2007 e definisce il precedente tracciato del tratto D. Il nuovo tracciato individuato dalla regione e che, come affermato dall'assessore regionale competente, vedrebbe l'avvio dei lavori nel 2027 e l'entrata in esercizio nel 2030, sarebbe così differente da quello dell'accordo stipulato nel 2007 e richiederebbe una sua revisione con tutti i soggetti competenti –:

   quali iniziative di competenza ritenga di adottare alla luce della nuova proposta del tratto D indicato dalla regione Lombardia che modifica l'accordo di programma sottoscritto dall'allora Ministero per le infrastrutture, e delle contrarietà espresse da numerosi comuni della provincia di Monza e Brianza.
(4-01141)


   LAI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con atto di citazione davanti al tribunale di Sassari, Rete ferroviaria italiana (Rfi) spa ha richiesto al comune di Porto Torres la restituzione di aree consegnate tra il 2004 ed il 2011 senza che sia stato perfezionato l'atto di trasferimento ed il pagamento del corrispettivo per la cessione, trattandosi delle aree ed immobili relativi al compendio denominato «La Piccola», utilizzate dal comune per la realizzazione della stazione marittima, del parcheggio, del Museo del mare, nonché di aree ove insistono i fabbricati di via Azuni;

   Rfi spa richiede inoltre il pagamento dell'indennità di occupazione per euro 1.171.168,00 (73.198,00 per 16 anni);

   fino al 2020 sono intercorse trattative per la definizione della controversia e il comune di Porto Torres aveva deliberato l'acquisizione delle aree chiedendo una perizia dell'Agenzia del territorio, che ha quantificato il valore delle aree in euro 970.000,00 circa, molto inferiore alla valutazione di Rfi per euro 2.400.000,00 al 2004. Nelle ultime fasi delle trattative Rfi ha aumentato le proprie pretese non solo in relazione al valore delle aree ma anche alla pretesa di pagamento di indennità di occupazione temporanea dalla consegna fino all'attualità;

   il comune di Porto Torres si è successivamente costituito, con chiamata in causa della regione Sardegna, per accertare in via principale che gli immobili in questione, ai sensi dell'articolo 14 dello Statuto speciale regione Sardegna e data la destituzione dalle finalità istituzionali di servizio ferroviario statale, sono da considerare parte del patrimonio regionale con conseguente difetto di legittimazione di Rfi ed inammissibilità ed infondatezza di ogni pretesa, ovvero in via subordinata, dando atto della disponibilità ad acquisire le aree dietro pagamento del valore congruo, contestando la pretesa relativa all'indennità di occupazione in quanto la consegna degli immobili era avvenuta in forza di precisi accordi tra le parti, che prevedevano la stipula di contratto di locazione da predisporsi su iniziativa di Rfi e che comunque il canone sarebbe dovuto andare a scomputo del valore di acquisto;

   in via ulteriormente subordinata, in caso di accoglimento della domanda di restituzione, il comune di Porto Torres ha chiesto che Rfi spa riconoscesse allo stesso comune il valore delle opere realizzate sui terreni ovvero la stazione marittima, il Museo del mare, il parcheggio e le opere di viabilità;

   la regione Sardegna si è costituita aderendo all'eccezione del comune circa il difetto di titolarità e quindi di legittimazione attiva di Rfi, in quanto i beni devono considerarsi patrimonio regionale;

   questo conflitto tra soggetti istituzionali produce costi economici elevati connessi al percorso giudiziario, la cui conclusione ragionevole, ad avviso dell'interrogante, non può portare al riconoscimento per Rfi spa dei canoni di occupazione, valore doppio di quello stabilito dall'Agenzia del territorio, e acquisizione dei manufatti e delle opere realizzate del comune e di interesse pubblico –:

   se il Ministro interrogato sia intervenuto presso Rfi spa anche a tutela del comune di Porto Torres e della regione Sardegna, per superare l'atteggiamento ostativo manifestato in questi anni;

   se, in caso contrario, non intenda adottare le iniziative di competenza volte a superare il conflitto giuridico e riaprire un dialogo con Rete ferroviaria italiana spa coinvolgendo anche la regione Sardegna per valutare una definizione concordata e conveniente per tutti: per il comune, onde evitare il rischio di dover pagare l'indennità di occupazione oltre al valore delle aree (quindi circa euro 2.300.000,00 oltre accessori del credito), per Rfi, onde evitare il rischio di perdere le aree laddove venisse accolta l'eccezione di difetto di titolarità delle stesse in favore della regione, ferme restando le possibilità intermedie.
(4-01143)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   LA PORTA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni 8-11 del mese di giugno 2023 si svolge la consueta «Festa de l'Unità» del Partito Democratico presso il Parco Urbano di Montespertoli (Fi) organizzata dalla locale sezione;

   nei giorni di manifestazione sono programmate numerose attività e approfondimenti culturali curati da consiglieri comunali e senatori della Repubblica, a naturale riprova della natura politica dell'evento, nonché in relazione all'avvicinarsi delle elezioni amministrative locali previste per il 2024;

   per il giorno 10 giugno è invece previsto l'appuntamento denominato «Cena e festa di fine anno della Scuola secondaria di I° Renato Fucini di Montespertoli»;

   a parere dell'interrogante, è assolutamente inopportuno e censurabile che gli alunni di istituti scolastici pubblici siano parte integrante di una manifestazione così apertamente schierata politicamente e lontana dai dettami educativi scolastici fondati sull'obiettività e pluralismo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se il Ministro interrogato non ritenga inappropriata la scelta operata dalla dirigenza scolastica, ed in tal caso quali iniziative di competenza intenda adottare.
(4-01142)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ORLANDO, SCOTTO, GRIBAUDO, SARRACINO e FOSSI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in data 9 maggio 2023 il Governo, per tramite del Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Onorevole Durigon, nell'esprimere il parere in merito alla mozione a prima firma dell'interrogante 1-00103, ha chiesto di espungere un capoverso dalle premesse e ha dichiarato parere favorevole, con riformulazione, all'atto di indirizzo presentato da gruppo del PD concernente la misura previdenziale denominata «opzione donna»;

   la richiamata riformulazione, non accolta, prevedeva testualmente l'impegno dell'Esecutivo ad: «adottare opportune iniziative volte ad ampliare la platea delle donne beneficiarie di forme di flessibilità per l'accesso al trattamento pensionistico o anticipo pensionistico, fermo restando il reperimento delle risorse economiche necessarie»;

   è trascorso all'incirca un mese dalla discussione in oggetto ma di iniziative, adottate dal Governo per venire incontro alle esigenze delle lavoratrici potenzialmente interessate da «opzione donna», neppure l'ombra;

   si ribadisce che con le modifiche entrate in vigore dal 1° gennaio 2023, come da legge di bilancio per l'anno in corso, si è drammaticamente ristretta, per via dei requisiti imposti, la platea delle lavoratrici che avrebbero potuto accedere all'anticipo pensionistico;

   nonostante le rassicurazioni offerte, il Governo non ha ancora trovato una risposta normativa alla questione –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere con la massima urgenza, anche a seguito del dibattito parlamentare del 9 maggio 2023, richiamato in premessa, al fine di adottare le iniziative finalizzate all'ampliamento della platea delle donne beneficiarie di forme di flessibilità per l'accesso o anticipo pensionistico conosciuto più comunemente come «opzione donna».
(5-00966)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Braga e altri n. 1-00003, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 novembre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ghio.

Apposizione di firme ad una interpellanza.

  La interpellanza Serracchiani e altri n. 2-00173, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Orfini, Zingaretti, Madia, Morassut, Mancini, Casu.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  La interrogazione a risposta immediata in Commissione Bonelli n. 5-00960, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Zanella.

Ritiro di un documento di indirizzo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: risoluzione in Commissione Castiglione n. 7-00118 del 6 giugno 2023.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Iaia n. 5-00600 del 24 marzo 2023;

   interrogazione a risposta immediata in Commissione Santillo n. 5-00961 del 7 giugno 2023.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Schullian n. 4-01098 del 5 giugno 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00963.