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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 2 maggio 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   La II Commissione,

   premesso che:

    il Veneto è la quarta regione d'Italia per popolazione con 4.847.745 abitanti ed è una delle grandi regioni italiane avente un'unica sede di Corte d'appello, con un contenzioso giudiziario rilevantissimo;

    tale situazione ha determinato negli anni un sovraccarico di lavoro che impedisce una rapida ed efficiente amministrazione della giustizia, con il progressivo dilatarsi dei tempi di decisione. Basti pensare che la Corte di appello di Venezia è la quinta in Italia per carico di pendenze con 529 giudizi per magistrato, contro una media nazionale di 439 giudizi;

    i giudizi pendenti a fine 2022 erano 18.176 e, immaginando di non avere giudizi nuovi, per smaltire il volume di pendenze occorrerebbero più di due anni e mezzo di lavoro dei 51 magistrati oggi in servizio;

    l'inedito spaccato di una situazione esplosiva lo ha fornito un dossier informativo realizzato dalla Cgia di Mestre, che non si è limitata, peraltro, a elencare i dati di organici e giudizi pendenti e sopravvenuti, ma li ha messi a confronto con le necessità di giustizia espressa dalla realtà sociale ed economica del Veneto;

    ne emerge una situazione preoccupante: in termini di magistrati di Corte d'appello, il Veneto può contare solo sul 4 per cento del totale in Italia, che diventa il 4,2 per cento per quanto riguarda la Procura Generale, ma questi devono occuparsi del 7,9 per cento della popolazione italiana, dell'8,3 per cento delle imprese, del 9,2 per cento degli occupati, del 9,3 per cento del valore aggiunto, del 13,7 per cento dell'export, del 16,4 per cento di presenze turistiche;

    tra i molti interessanti dati contenuti dallo studio della Cgia emerge, ad esempio, che l'aumento dei giudizi sopravvenuti in Veneto tra il 2015 e il 2017 è stato del 28,3 per cento rispetto alla media nazionale del 15,2 per cento; che la Corte d'appello di Venezia la terza in Italia per numero di abitanti ma è ultima nel rapporto tra numero di Magistrati e abitanti (1,1 magistrato ogni 100 mila abitanti contro una media nazionale del 2,1); penultima nel rapporto tra dipendenti amministrativi e cittadini (i 113 addetti sono 2,4 ogni 100 mila contro il 4,9 nazionale); ultima per quanto riguarda i magistrati della Procura Generale (che sono 11 pari allo 0,2 per centomila abitanti, metà della media nazionale); penultima per i casi sopravvenuti (214 per ognuno dei 51 magistrati contro una media nazionale di 190);

    il problema, già rilevato nel 2017, appare aggravato nel corso della prima ondata del COVID-19 dai ritardi dei processi che si sono accumulati: in ambito civile è stato rinviato il 52 per cento dei procedimenti programmati tra marzo e aprile (nella seconda fase il 30 per cento), mentre per quanto riguarda il penale addirittura il 96 per cento dei procedimenti della Corte d'appello programmati nel periodo della prima ondata; nella seconda fase il 41 per cento;

    il motivo principale dell'arretrato delle cause d'appello non può essere ricercato esclusivamente nella procedura ma è legato a doppio filo con l'irrazionalità della geografia giudiziaria e soprattutto dell'organizzazione degli uffici e dell'organico dei magistrati, al punto che si può parlare di una vera e propria emergenza, se è vero che la Corte d'appello di Venezia e la sua Procura Generale sono ultimi in classifica, o quasi, in Italia per dotazione di magistrati rispetto agli indicatori più rilevanti che determinano il bisogno di giustizia di un territorio: a fronte di 133 unità previste risultano in servizio 79 dipendenti tenendo presente il personale distaccato e comandato, con una percentuale di scopertura del 40,60 per cento;

    il «gap» che emerge da tale situazione non può ritenersi superato nemmeno alla luce dei piani assunzionali preventivati e solo parzialmente attuati dal Ministero della giustizia per il biennio 2019-2021;

    sebbene i giudici d'appello di Venezia, nonostante l'ingente carico di lavoro, mantengano elevati ritmi di produttività, ai fini di un più celere svolgimento del secondo grado di giudizio appare non più procrastinabile l'istituzione della Corte d'appello di Verona o quantomeno di una sezione distaccata della Corte d'appello di Venezia presso la città di Verona. A tale proposito, è bene ricordare come tra i procedimenti civili e penali pendenti presso la Corte d'appello di Venezia quelli provenienti dai tribunali di Verona e di Vicenza costituiscono una parte preminente del contenzioso;

    l'istituzione di un'altra sede di amministrazione della giustizia d'appello comporterebbe, peraltro, una ripartizione del territorio fondata su parametri razionali e oggettivi. Infatti, dal punto di vista territoriale e logistico, è rilevabile immediatamente come la Corte d'appello di Venezia sia posta in un luogo del tutto decentrato e più difficilmente accessibile, anche dal punto di vista dei trasporti rispetto al territorio veneto amministrato e come una riorganizzazione della geografia giudiziaria nella regione comporterebbe, altresì, notevoli risparmi di tempo ai cittadini ed agli operatori;

    le problematiche che da tempo caratterizzano gli Uffici giudiziari veneziani, ad oggi, non hanno trovato soluzione e, anzi, confermato i problemi strutturali che rendono, appunto, del tutto peculiare nel panorama nazionale, la specificità veneziana;

    erogare giustizia significa agire per il superiore interesse della collettività, anche rispetto a obiettivi di celerità, accessibilità, sicurezza, e competitività;

    inequivocabili sono state le dichiarazioni dello stesso Ministro Nordio sulla chiara volontà di rivedere la riforma della geografia giudiziaria, in merito alla quale sono in fase di creazione tavoli di lavoro per la valutazione delle modalità con cui coniugare la tutela del diritto alla giustizia, soprattutto in sedi disagiate, con l'efficientamento delle infrastrutture giudiziarie, anche tramite la creazione di uffici di prossimità,

impegna il Governo

ad assumere ogni iniziativa di competenza volta a istituire a Verona una sezione distaccata della Corte di appello di Venezia.
(7-00098) «Maschio, Dondi, Palombi, Polo».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Istituto Farmaceutico Militare (IFM) di Firenze è una struttura storica che ha avuto ed ha una funzione fondamentale nella produzione pubblica di farmaci a costi bassi, capace di dare risposte ad emergenze sanitarie civili e di supportare le esigenze delle Forze Armate;

   il 26 giugno 2023 l'IFM compirà 170 anni e il 19 giugno si terrà una celebrazione militare alla presenza del Presidente della Repubblica, già predisposta dalla sinergia tra Forze Armate, Agenzia Industrie Difesa, comune di Firenze;

   l'IFM si qualifica per la produzione dei cosiddetti farmaci orfani, poco redditizi per le case farmaceutiche ma indispensabili per i pazienti affetti da malattie rare. È una struttura capace di soddisfare le esigenze del sistema sanitario pubblico di reperimento di farmaci in situazioni di emergenza. La struttura, che si sviluppa in un'area di 5,5 ettari ha importanti capacità di stoccaggio utili per la protezione civile;

   l'istituto è molto versatile e in grado di produrre farmaci cosiddetti generici, la cannabis terapeutica e altro;

   risulta sia in corso un investimento di circa 17 milioni di euro per adeguare due fabbricati da destinare a nuove produzioni di anticorpi monoclonali e si parla anche di un possibile avvio di produzione di autoiniettori contro i gas nervini, utili ai militari in teatro operativo, ma potenzialmente utili anche in situazioni di emergenza da protezione civile;

   malgrado le celebrazioni annunciate non sembrano mancare rilevanti problematiche: la struttura è ormai fatiscente, mancano le professionalità adeguate per farlo andare avanti, il personale è ai minimi termini;

   ad oggi la produzione di farmaci fondamentali, come quelli cosiddetti «orfani» per le malattie rare, risulta ferma a causa di problematiche di natura tecnologico-impiantistica e infrastrutturale. Non è chiaro se l'intervento su due fabbricati risolverà il problema, o in quale misura e per quali obiettivi strategici;

   da rilevare che dal 2001 l'istituto militare è alle dipendenze dell'Agenzia Industrie Difesa. Come spesso accade questo ha significato che l'attività fosse subordinata ai risultati di bilancio. Il personale, che nella linea produttiva prima era composto da dipendenti civili, ormai è metà militare e metà civile;

   mancano, attualmente, alcune figure apicali peculiari di un'officina di produzione farmaci. Finora, tante assunzioni di figure intermedie (generalmente assistenti) arrivavano tramite agenzie interinali. Ad oggi, a fronte di alcuni ingressi provenienti da concorsi, si registrano numerosi prossimi pensionamenti per cui non è chiaro con quali forze sarà sviluppata l'attività;

   due anni fa è stato siglato un accordo tra Difesa servizi spa e Agenzia Industrie Difesa per la «valorizzazione» del marchio SCFM cedendo, di fatto, l'attività produttiva di cosmetica e liquoreria (essendo stato l'Elisir di China il fiore all'occhiello dell'istituto) a partner privati;

   si esprime preoccupazione per la situazione occupazionale e per la funzione strategica dell'Istituto farmaceutico militare –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – si intenda intraprendere per implementare e dare piena funzionalità all'istituto, se non si ritenga di dover intraprendere iniziative volte al potenziamento della pianta organica dell'istituto e se non si consideri vantaggioso ed opportuno – vista la sua evidente utilità per la sanità, per la difesa e per la protezione civile – che l'istituto venga collocato sotto l'egida della Presidenza del Consiglio.
(4-00924)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata:


   BARELLI, ORSINI, MARROCCO, BATTILOCCHIO, SQUERI, CASASCO, POLIDORI, NEVI, DEBORAH BERGAMINI, CANNIZZARO, DALLA CHIESA e D'ATTIS. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'Istat ha di recente pubblicato gli ultimi dati sul commercio estero dell'Italia, che hanno evidenziato come nei primi due mesi del 2023 le esportazioni italiane abbiano fatto registrare un aumento del 13 per cento, totalizzando 100 miliardi di euro. I dati evidenziano, inoltre, come la crescita dell'export abbia riguardato sia i mercati extra Unione europea (+18,7 per cento) sia quelli dell'Unione europea (+8,3 per cento) e che ad alimentare tale positiva dinamica hanno contribuito, in particolare, prodotti farmaceutici, chimici (+52,5 per cento), macchinari (+15,8 per cento), alimentari (+15 per cento);

   questi dati consolidano la tendenza molto positiva evidenziata dalle esportazioni italiane nel 2022, anno in cui esse hanno totalizzato la cifra record di 624,6 miliardi di euro, confermando lo straordinario valore dell'export quale leva di crescita per l'intera economia nazionale;

   il commercio con l'estero è un tema cui questa maggioranza non ha mancato di dedicare forte attenzione sin dall'inizio della legislatura, nel quadro di un costante dialogo con le imprese. È questo lo spirito che ha animato l'11esima sessione della cabina di regia a febbraio 2023 alla Farnesina, che ha deliberato le linee di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese sui mercati esteri, indicando le priorità geografiche e settoriali della nostra diplomazia economica;

   il Governo ha fortemente sostenuto l'export delle imprese italiane. Si è consapevoli che esistono ulteriori margini di crescita per le esportazioni italiane, ma che, allo stesso tempo, numerose sono le sfide che le imprese italiane sono chiamate a fronteggiare in questo anno: dal previsto rallentamento del commercio globale alla necessità di diversificazione dei mercati di approvvigionamento e di sbocco; dall'accesso a mercati protetti da dazi e barriere non tariffarie alla lotta alla contraffazione e all'Italian sounding –:

   alla luce di quanto esposto in premessa, quali iniziative stia realizzando e abbia intenzione di intraprendere il Ministro interrogato per dare ulteriore impulso all'azione di sostegno in favore delle imprese italiane sui mercati esteri e per sostenerle nell'affrontare le principali sfide cui esse sono chiamate, in particolare valorizzando l'operato della rete diplomatica come «presidio» del made in Italy nei mercati esteri.
(3-00363)


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1 Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, ratificata con la legge 31 dicembre 1998, n. 476, dispone «di stabilire delle garanzie, affinché le adozioni internazionali si facciano nell'interesse superiore del minore e nel rispetto dei diritti fondamentali che gli sono riconosciuti nel diritto internazionale»;

   a fronte di 742 minori entrati in Italia per l'adozione nel 2020, nel 2021 il numero è diminuito fino a 735 e il dato è calato ulteriormente nel 2022, raggiungendo quota 705;

   negli ultimi anni si sono verificate numerose criticità, soprattutto per le adozioni internazionali di bambini provenienti da Cina e Bielorussia, richiedendo un impegno straordinario del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale al fine di sbloccare le adozioni provenienti dai due Paesi citati;

   il 16 febbraio 2023, in occasione di un incontro alla Farnesina, il Ministro interrogato e il Consigliere di Stato e Direttore dell'ufficio della commissione centrale per gli affari esteri del Comitato centrale del Pcc, Wang Yi, hanno rilevato «i passi avanti compiuti negli ultimi mesi per la graduale riapertura delle frontiere a seguito del miglioramento della situazione pandemica e hanno confermato l'impegno a proseguire nella ricerca di una soluzione che consenta di completare le procedure adottive già avviate» –:

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, per facilitare l'adozione internazionale in Italia e per ottenere lo sblocco delle adozioni, in particolare da Cina e Bielorussia.
(3-00364)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   CARAMIELLO e FEDE. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   nel 2018, con l'obiettivo di garantire gli strumenti più adeguati ad avviare il Paese verso una transizione energetica e verde, in linea anche con gli obiettivi dell'Europa, è stato introdotto nel nostro ordinamento il cosiddetto «bonus verde», una detrazione IRPEF del 36 per cento su un massimo di 5.000 euro di spesa (Iva inclusa) per ogni unità immobiliare, sulle spese relative agli interventi, straordinari effettuati per sistemare terrazzi, giardini e in generale, aree verdi di edifici privati (anche condomini);

   la finalità del «bonus verde» è quella di incentivare e incoraggiare opere di riqualificazione e recupero delle aree verdi, introducendo in Italia un incentivo fiscale pubblico per la realizzazione o la ristrutturazione di giardini, terrazzi e spazi verdi;

   tale agevolazione, riconfermata per il biennio 2022-2024, ha avuto il merito di riposizionare il tema del verde come uno degli elementi fondamentali per il miglioramento della qualità della vita e dell'ambiente, con risultati tangibili quali l'aumento del 15 per cento del valore economico dell'immobile a cui è annesso un giardino o un impianto a verde ben curato, o l'importanza ambientale collegata alla biodiversità, all'assorbimento delle polveri sottili, alla diminuzione della temperatura, alla produzione di ossigeno, all'assorbimento e stoccaggio di anidride carbonica, alla riduzione dei volumi del tal quale per ridurre trasporti e consumi di carburante;

   in tale contesto, tra gli strumenti ammessi all'agevolazione restano ancora esclusi macchinari ed attrezzature, anche innovativi, atti a garantire una adeguata manutenzione e gestione dell'area verde che viene incentivata attraverso il bonus. Si tratta di robot o macchine a batteria in grado di rafforzare concretamente il percorso verso la transizione ecologica nonché di ridurre i volumi degli scarti con macchine mulching o biotrituratori –:

   se, nell'ottica di confermare il «bonus verde» anche nei prossimi anni, intenda implementare, attraverso future iniziative di carattere normativo, il fondo destinato a tale importante agevolazione fiscale, anche al fine di inserire tra le spese ammissibili l'acquisto e l'installazione di nuovi macchinari ed attrezzature, anche innovativi, affinché si possa garantire una adeguata manutenzione e gestione dell'area verde.
(5-00782)


   CARAMIELLO, AMATO e FEDE. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'Assemblea della Camera dei deputati l'11 maggio 2022 ha approvato definitivamente la proposta di legge recante norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta;

   la legge 17 maggio 2022, n. 61, ha quindi attestato l'esistenza di una serie di prodotti nel mercato dell'agroalimentare, definendone caratteristiche e peculiarità e garantendone uno spazio adeguato nel settore;

   la norma, all'articolo 5, prevede l'istituzione dei loghi «chilometro zero» e «filiera corta» attraverso un decreto dei Ministri in parola, da emanare entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge;

   attraverso lo stesso decreto devono essere stabilite le condizioni e le modalità di attribuzione dei loghi, nonché le modalità di verifica e di attestazione della provenienza dall'ambito territoriale dei prodotti agricoli e alimentari individuati dalla stessa legge, e gli adempimenti relativi alla tracciabilità e alle modalità con cui fornire una corretta informazione al consumatore;

   il decreto succitato, di cui ancora non risulta traccia agli interroganti, appare quindi fondamentale per raggiungere gli obiettivi della legge, cioè la valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta, e il garantire un'adeguata informazione al consumatore sulla loro origine e specificità –:

   se non ritenga opportuno, di concerto con gli altri Ministeri competenti, emanare al più presto il decreto sopracitato al fine di rendere pienamente attuativa la legge per la valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli e alimentari a chilometro zero e di quelli provenienti da filiera corta.
(5-00783)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   l'ipotesi di reintroduzione dell'orso è nata nel 1996, con il progetto Life Ursus per la tutela della popolazione di orso bruno finanziato dall'Unione europea;

   il progetto è stato promosso dal Parco naturale Adamello Brenta in collaborazione con la provincia autonoma di Trento e l'Ispra; a tal fine è stato predisposto uno studio di fattibilità, in base al quale si è stabilito che c'erano le condizioni per reintrodurre gli orsi;

   in particolare sono stati studiati parametri ambientali (vegetazione, altitudine, esposizione, pendenza, presenza d'acqua, clima) e antropici (strade e abitati, densità popolazione, turismo, densità bestiame);

   è emerso che nelle Alpi centrali erano ancora presenti circa 2000 chilometri quadrati di ambienti idonei alla presenza dell'orso e si è valutato se la presenza dell'orso, in un'area così densamente antropizzata, avrebbe potuto sollevare problemi per danni alle attività o per l'incolumità dell'uomo;

   nello studio di fattibilità sono state analizzate le seguenti problematiche: compatibilità di un grande carnivoro in un Paese densamente abitato; sostenibilità dei conflitti; capacità delle amministrazioni di gestire il progetto;

   la fase preparatoria ha previsto un sondaggio di opinione, da cui è emerso che più del 70 per cento era a favore del ripopolamento; la percentuale ha raggiunto addirittura l'80 per cento con l'assicurazione di adottare misure di prevenzione e di emergenza; il parco ha pianificato questi provvedimenti nelle linee guida;

   nel corso dello studio di fattibilità sono state definite misure per eliminare o ridurre al minimo il rischio di aggressioni degli orsi, attraverso: capillare e specifica informazione, considerato che bastano semplici norme di comportamento per ridurre al minimo il rischio di aggressione; creazione di un «Emergency team», composto da persone appositamente addestrate per applicare misure dissuasive per gli orsi; procedere alla loro eventuale cattura e trasferimento, in modo da assicurare la sicurezza delle persone;

   nello studio di fattibilità si afferma che l'obiettivo del rilascio è raggiungibile a patto di comprendere che «questo richiederà da parte delle amministrazioni e dei tecnici impegnati uno sforzo lungo e straordinario»;

   al fine di garantire il mantenimento degli impegni, l'Unione europea ha erogato due finanziamenti Life, con l'obiettivo di: salvaguardare la biodiversità evitando l'estinzione dell'orso bruno sulle Alpi;

   dare continuità alla positiva esperienza di convivenza tra uomo e orso nel territorio; sensibilizzare l'opinione pubblica su una delle principali ricchezze naturalistiche della regione; acquisire importanti dati scientifici relativamente alla biologia e all'etologia della specie;

   il programma prevedeva un accurato sistema di monitoraggio attraverso radiocollari e marche auricolari radioemettitrici, la cui corretta gestione avrebbe consentito un controllo capillare e costante di tutti gli individui della popolazione ursina;

   il progetto esecutivo per la reintroduzione viene completato da tre ulteriori programmi operativi, che definiscono ruoli e compiti dei soggetti responsabili rispettivamente di «ricerca scientifica», «monitoraggio periodico della popolazione» e «valutazione dei danni»;

   a quanto risulta gli interroganti sono state riscontrate numerose carenze nella corretta attuazione del piano: scarsi e tardivi investimenti per posizionare bidoni anti-orso; mancanza di corridoi faunistici che permetterebbero la diffusione degli orsi su territori più vasti, diminuendo così le probabilità di incontro con l'uomo; cartellonistica scarsa, inadeguata e non aggiornata; mancata inibizione al transito delle persone ove presenti cucciolate; mancata installazione di recinzioni elettrificate anti-orso; mancata gestione di monitoraggio; continuo foraggiamento della selvaggina a scopo venatorio, tramite mangiatoie con frutta e mais che attirano inevitabilmente anche gli orsi –:

   se il Ministro interrogato intenda fornire un quadro analitico e dettagliato delle modalità di utilizzo delle risorse stanziate fino ad oggi per il progetto di ripopolamento degli orsi in Trentino;

   a quanto ammonti l'investimento complessivo – europeo, statale e provinciale – per la realizzazione del progetto e quali strategie siano state adottate per un corretto monitoraggio degli orsi anche a lungo termine;

   quali iniziative siano state adottate per garantire il corretto e continuo funzionamento dei dispositivi di monitoraggio previsti dal piano;

   se la squadra di emergenza prevista dallo studio di fattibilità sia stata istituita e, nel caso, da chi sia composta e quali siano le azioni poste in essere nelle situazioni di emergenza verificatesi;

   quali iniziative di comunicazione e sensibilizzazione siano state effettivamente adottate;

   quali informazioni siano in possesso del Ministro interrogato in merito al monitoraggio della popolazione, considerato che al momento non si hanno dati ufficiali sulla sua consistenza;

   se il Ministro interpellato non ritenga opportuno avviare un'interlocuzione con la provincia di Trento per sapere se intenda rispettare gli impegni assunti con il progetto «Life Ursus» e, in tal caso, promuovere le iniziative di competenza necessarie per garantire la massima sicurezza possibile, nel rispetto del piano d'azione Pacobace per le situazioni che potrebbero richiedere la deroga al divieto di cattura o uccisione nei grandi predatori e previo esperimento delle valutazioni scientifiche del caso (in particolar modo attraverso Ispra) ai fini della concreta valutazione del rischio per l'incolumità pubblica, escludendo l'abbattimento come misura ordinaria di gestione.
(2-00142) «Sergio Costa, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo, Di Lauro, Caramiello, Quartini, Marianna Ricciardi, Sportiello, Aiello, Barzotti, Carotenuto, Tucci, Auriemma, Alfonso Colucci, Penza, Riccardo Ricciardi, Amato, Caso, Cherchi, Orrico, Alifano, Fenu, Lovecchio, Raffa, Carmina, Donno, Dell'Olio, Torto».

Interrogazioni a risposta scritta:


   LA SALANDRA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   da fonti di stampa si apprende che sono emersi problemi relativi a costruzione ed esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica della potenza pari a 43,20 MWe nel comune di Castelluccio Dei Sauri (FG), località «Cisterna-Posta Cisternola-Sterparo» con relative infrastrutture connesse ad opera di Wind Energy Castelluccio srl;

   il progetto prevede la realizzazione di 12 torri eoliche di 200 metri d'altezza (tra le più grandi in Italia) su aree agricole del comune di Castelluccio dei Sauri interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali). Nessuna indagine è stata eseguita dal proponente né dalla regione Puglia;

   nelle immediate vicinanze del sito, la Wind Energy Ascoli srl intende realizzare un parco eolico identico, da connettere alla sottostazione di Deliceto. Due interventi fisicamente in due comuni differenti, ma contermini (Castelluccio Dei Sauri e Ascoli Satriano), a cui si aggiunge il parco eolico comunale di Deliceto, tanto da apparire un unico grande parco. Di questa circostanza il soggetto proponente non ha tenuto conto nella sua analisi degli impatti cumulativi, per la cui valutazione la DGR 23 ottobre 2012 n. 2122 «Indirizzi per la valutazione degli impatti cumulativi degli impianti a fonti rinnovabili» detta criteri con riferimento alla compresenza di impianti eolici e fotovoltaici al suolo già in esercizio, per i quali sia già stata rilasciata l'autorizzazione unica, e per i quali i procedimenti siano ancora in corso in stretta relazione territoriale e ambientale con il progetto;

   dall'analisi degli impatti cumulativi si evince come, nel raggio pari a 50 volte lo sviluppo verticale complessivo (torre + elica) dell'aerogeneratore ricadano altre torri: ciò è da considerarsi una condizione critica. Nelle linee guida per la valutazione della compatibilità ambientale-paesaggistica di impianti di produzione ad energia eolica si legge: «il non soddisfacimento, anche di uno dei due criteri (eolico, 50 H; fotovoltaico, 2 chilometri) determina problematiche che evidenziano una elevata probabilità di esito negativo della valutazione tecnica – incompatibilità con gli obiettivi di protezione»;

   il comune di Castelluccio dei Sauri, con note prot. n. 5761 del 28 ottobre 2022 e n. 6442 del 12 dicembre 2022 (acquisita al prot. n. 13871 del 12 dicembre 2022), a firma del vicesindaco e di un consigliere, delegati ad esprimere la posizione dell'amministrazione nella conferenza di servizi del 20 ottobre 2022, ribadiva il dissenso alla realizzazione dell'impianto per i medesimi rilievi, approfondendoli. In data 14 dicembre 2022 il comune di Castelluccio dei Sauri (comunicazione firmata dal sindaco, nota prot. n. 6484 del 14 dicembre 2022) mutava opinione e informava il Servizio di transizione energetica della regione Puglia che «... la nota (...) pervenuta a Codesto Spettabile Ente, con il nostro protocollo n. 6442 del 12/12/2022, deve intendersi nulla e priva di effetti ...» in quanto i firmatari «... hanno agito senza una delega, né tantomeno in esecuzione di una delibera di Giunta o delibera di Consiglio ...» –:

   se si ritenga che il progetto, se realizzato, con l'inserimento di altri aerogeneratori sia compatibile con il complesso delle componenti ambientali in quanto determina un impatto ambientale e cumulativo non sostenibile, che rischierebbe di divenire irreversibile;

   se si ritenga che il progetto, privo delle indicazioni dettagliate sull'entità delle misure compensative e sulle modalità con cui il proponente prevede di attuare le misure compensative, sia conforme a quanto stabilito dalle linee guida di cui al decreto ministeriale 10 settembre 2010.
(4-00920)


   ILARIA FONTANA e MORFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'ex-stabilimento militare NBC (Nucleare Batterico Chimico) di Ronciglione (VT), anche detta «Chemical City», si trova a poche decine di metri dal lago di Vico in provincia di Viterbo e nel cuore di una riserva naturale istituita dalla regione Lazio nel 1982. La zona militare in questione è stata un bunker di produzione di armi chimiche presumibilmente tra il 1935 e il 1944;

   l'area in questione ha conservato fino agli anni '90 del secolo scorso le armi chimiche ivi prodotte, e non solo; nel 1996 venne scoperto il contenuto chimico ivi contenuto a seguito di un incidente che nel gennaio di quell'anno coinvolse un ciclista di passaggio all'esterno della zona militare;

   il materiale scoperto in quell'anno, durante la prima bonifica della zona da parte dei militari, consisteva – come riporta il giornalista e vicedirettore Gianluca Di Feo nel libro «Veleni di Stato» – «in almeno 150 tonnellate di iprite del tipo più micidiale, mescolata con arsenico. In più c'erano oltre mille tonnellate di adamsite, un gas potentissimo ma non letale usato contro le dimostrazioni di piazza. E oltre 40 mila proiettili di tutti i calibri. Dal terreno sono poi sbucate 60 cisterne di fosgene assassino, ciascuna lunga quattro metri; tutte in pessime condizioni, con evidenti lesioni e tracce di ruggine»;

   l'inchiesta giornalistica fatta dalla testata locale Tusciaweb sulla base di documenti militari ha evidenziato che la condizione «di precarietà e fatiscenza» delle strutture del centro andava avanti quantomeno dal 1963, con una conservazione dei materiali chimici definita in un documento del 1963 come «compromessa»;

   in risposta ad interrogazioni della passata legislatura, il Ministero della difesa comunicava l'avvio di una procedura per la realizzazione di un progetto operativo per la bonifica ambientale del sito in tre lotti, dei quali si avevano informazioni certe su tempistiche e dotazioni finanziarie soltanto per il primo lotto;

   le attività di bonifica previste concernevano «la rimozione del terreno contaminato da composti di origine antropica (marker riconducibili agli aggressivi chimici, idrocarburi e Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) individuato in quattro aree già interessate da precedenti interventi di bonifica bellica», nonché in relazione alle relative attività «eventuale purificazione di acqua di falda contaminata da composti di origine antropica mediante il trattamento denominato pump and treat» e interventi di fitostabilizzazione per mitigare la concentrazione dei metalli pesanti nell'area;

   da fonti giornalistiche si apprende del completamento degli interventi di bonifica militare e ambientale del primo lotto, ma non si ha notizia circa le procedure di bonifica e delle relative dotazioni finanziarie per gli interventi di bonifica del secondo e terzo lotto –:

   quale sia stata la situazione infrastrutturale dell'area in oggetto, specialmente in relazione alle criticità sollevate dalle inchieste giornalistiche;

   se siano state effettuate nel corso del tempo indagini circa gli effetti sulla salute dei lavoratori impegnati nell'area;

   quali risorse siano state messe a disposizione per la bonifica dell'area in oggetto, nonché quale sia il relativo stato di avanzamento delle procedure di bonifica e di pianificazione degli interventi sui due lotti rimanenti.
(4-00922)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CAVANDOLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020 n. 77, legge istitutiva del «Superbonus 110%», definisce al comma 1 gli interventi di riqualificazione energetica «trainanti» e al comma 2 quelli «trainati»;

   sempre al comma 2 del citato articolo 119 si stabilisce che gli interventi trainati possono usufruire della stessa aliquota di cui al comma 1, a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi di cui al menzionato comma 1 del medesimo articolo;

   il decreto interministeriale 6 agosto 2020, all'articolo 2, comma 5, stabilisce che ai fini dell'applicazione dell'articolo 119, comma 2, del decreto-legge n. 34 del 2020, le date delle spese sostenute per gli interventi trainati, sono ricomprese nell'intervallo di tempo individuato dalla data di inizio e dalla data di fine dei lavori per la realizzazione degli interventi trainanti. In tal caso agli interventi trainati si applica la medesima percentuale di detrazione degli interventi trainanti –:

   se intenda chiarire cosa si intenda per data di inizio e fine lavori per la realizzazione degli interventi trainanti, ovvero se si intenda quella della presentazione della comunicazione di inizio e fine lavori, a firma di tecnico abilitato ed iscritto all'ordine/collegio competente in materia, secondo la procedura adottata dallo sportello edilizio competente.
(5-00784)

Interrogazione a risposta scritta:


   PASTORELLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il sistema ReGiS, sviluppato dalla Ragioneria Generale dello Stato – come previsto dalla legge di bilancio 2021 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 2021 – rappresenta la modalità unica attraverso cui le Amministrazioni centrali e territoriali, gli uffici e le strutture coinvolte nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) adempiono agli obblighi a proprio carico di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati, aggiornando il portale a cadenza mensile;

   il sito web della Ragioneria dello Stato comunica che ReGiS, come altre piattaforme, risponde all'esigenza trasversale della pubblica amministrazione di standardizzare i processi informatici e di farli convergere in spazi altamente funzionali allo svolgimento delle operazioni;

   negli ultimi mesi sono pervenute molte segnalazioni da parte degli enti locali fruitori della piattaforma riguardanti malfunzionamenti e rallentamenti dello strumento stesso, segnalazioni culminate nella lettera inviata da Anci al Ministro Fitto, al Ragioniere Generale dello Stato Biagio Mazzotta e allo stesso Ministro interrogato, in data 7 aprile 2023, in cui si mette in luce come le inadeguatezze e le lacune del sistema complessivo di controllo, di monitoraggio e di erogazione dei fondi rischino di incidere fortemente sulla spedita attuazione del piano stesso;

   tra le criticità riscontrate, si segnalano la mancata predisposizione da parte di molte amministrazioni centrali titolari di misure PNRR dei manuali operativi per l'inserimento dei dati nel Sistema informativo ReGiS, il caricamento incompleto dei codici di progetto (CUP) da parte dei Ministeri – necessari per l'accesso al sistema da parte dei soggetti attuatori –, l'instabilità del sistema ReGiS causata dalle ripetute modifiche delle pagine di compilazione dei dati – con effetti di disorientamento degli operatori accreditati e di ostacolo alla necessaria diffusione capillare delle istruzioni – nonché le persistenti difficoltà di accesso a ReGiS (funzionalità delle credenziali dei responsabili) e di navigazione ed inserimento dati;

   i ritardi nell'attuazione del PNRR destano preoccupazione, alimentata dalle note difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi necessari al conseguimento della terza rata di finanziamenti, tanto che si è ritenuto opportuno che il Ministro Fitto riferisse in Parlamento con un'informativa ad hoc sul tema –:

   se sia a conoscenza delle menzionate difficoltà riportate dalle amministrazioni locali nelle attività legate all'attuazione del PNRR necessarie all'adempimento dei propri obblighi causate dalle lacune del sistema ReGiS;

   quali iniziative intenda adottare, e con quali tempistiche, per risolvere le problematiche legate alla piattaforma.
(4-00928)

GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro delle imprese e del made in Italy, il Ministro per lo sport e i giovani, per sapere – premesso che:

   la «Reggina 1914 Srl» è una società a responsabilità limitata affiliata alla FIGC, che milita nel campionato di calcio della Lega Professionisti di Serie B;

   in data 17 giugno 2022, la Società è stata acquisita dalla Società «Enjoy S.r.l.» unipersonale, controllata al 100 per cento dalla Holding di proprietà dell'imprenditore Felice Saladini. L'acquisto (100 per cento di una Società con debiti per circa 20 milioni di euro) avviene a cinque giorni dalla scadenza del termine per provvedere agli adempimenti necessari per ottenere l'iscrizione al campionato per la stagione 2022-2023, ed evitare così il fallimento della Società;

   la Società, superato il rischio di mancata iscrizione al campionato, inizia così a operare per cercare di ovviare al grosso monte debitorio ereditato dalla precedente gestione (che ha portato all'arresto del presidente Gallo), riscontrando però con certi creditori difficoltà importanti nella definizione delle diverse posizioni debitorie, e subendo anche azioni esecutive individuali che mettono a rischio la prosecuzione dell'attività sociale. Motivo per il quale decide di intervenire depositando, il 19 dicembre 2022, presso il Tribunale di Reggio Calabria, domanda di omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti e di transazione su crediti tributari e previdenziali, con riserva di presentare la documentazione di cui all'articolo 39 del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (CCII), a sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera a), CCII;

   con decreto del 29 dicembre 2022, il Tribunale, accogliendo il ricorso della Reggina ha, tra l'altro, concesso alla Società il termine di 60 giorni dalla data di trascrizione del decreto nel Registro delle Imprese per la presentazione della domanda di omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti e di transazione su crediti tributari e previdenziali; termine ulteriormente prorogato di altri 60 giorni con decreto del 20 febbraio 2023. Nel decreto viene inoltre evidenziato che la società dovrà attenersi a regole chiare e ferree nella gestione dell'attività durate la vigenza della procedura e sotto il controllo del nominato Commissario Giudiziale. In particolare il decreto impone di richiedere specifiche autorizzazioni per i pagamenti anteriori alla presentazione della domanda e non necessari per la continuità aziendale;

   la Società, in data 28 aprile 2023, ha depositato il ricorso ex articoli 40 e 48, comma 5, CCII, per l'omologazione di accordi di ristrutturazione dei debiti a sensi dell'articolo 57 CCII e transazione su crediti tributari e previdenziali a sensi dell'articolo 63 CCII, restando così ad oggi in attesa di una auspicata e prevedibile omologa;

   la procedura di accordo di ristrutturazione dei debiti risulta essere una delle opzioni che la normativa italiana ha messo a disposizione del tessuto sociale imprenditoriale nazionale per anticipare e riscrivere le situazioni di difficoltà economico finanziarie ancora reversibili, con l'intento di dare la possibilità agli imprenditori di superare le tensioni e le difficoltà delle proprie Società, comprese quelle di calcio professionistico;

   il 15 febbraio 2023 (in previsione della scadenza federale del 16 febbraio 2023 per la dimostrazione del pagamento degli emolumenti e dei relativi oneri), la Reggina deposita istanza presso il Tribunale per chiedere di essere autorizzata al pagamento dei contributi previdenziali e delle ritenute relativi alle retribuzioni dei mesi di novembre e dicembre 2022, ricevendone il diniego; la motivazione richiama la non necessità per la continuità aziendale. Anche in data 13 marzo 2023 (in previsione della scadenza del 16 marzo 2023), la Società deposita istanza di autorizzazione ai pagamenti in argomento ricevendo nuovamente e per le stesse motivazioni, il diniego. In entrambe le occasioni la Società, pur sapendo di incorrere in possibili sanzioni federali, ha ritenuto di dover adeguarsi ai provvedimenti del Tribunale ordinario di Reggio Calabria (per evitare il rischio di estromissione dalla procedura), in ossequio a quanto ben esplicitato nel provvedimento di diniego ai pagamenti del 16 febbraio 2023: «le norme dell'ordinamento sportivo non possono derogare nemmeno implicitamente all'applicazione della disciplina dell'ordinamento statale ovvero comportarne la sua disapplicazione»;

   nel frattempo la giustizia sportiva ha già sanzionato la Reggina per non aver rispettato le scadenze. Questo perché le norme della Figc non contemplano la procedura messa in atto. Lo scorso 28 marzo 2023, è arrivato, da parte della Procura federale, il deferimento relativo alle scadenze saltate, previste per il 16 febbraio. Inoltre, sono stati deferiti la società Reggina e l'AD Paolo Castaldi; il 17 aprile 2023 il Tribunale federale nazionale ha quindi sanzionato la Reggina con 3 punti di penalizzazione da scontare nella corrente stagione sportiva, disponendo anche l'inibizione di 3 mesi per l'amministratore delegato Castaldi;

   inoltre, lo scorso 26 aprile 2023, la Procura Federale, a seguito della segnalazione della CO.VI.SO.C., ha di nuovo deferito al Tribunale federale nazionale – Sezione disciplinare – l'AD Castaldi, per il mancato pagamento di emolumenti in favore di diversi tesserati e per il mancato versamento delle ritenute IRPEF (scadenze del 16 marzo 2023);

   ad oggi, il Tribunale federale nazionale ha accolto l'istanza della Reggina e anticipato l'udienza (inizialmente prevista per l'11 maggio 2023) al 4 maggio 2023, per la discussione del secondo deferimento; la decisione del Tribunale potrebbe procurare altri 3 punti di penalizzazione, oltre 2 per recidiva;

   recentemente la FIGC ha comunicato di voler intervenire per la modifica degli articoli 85 e 90 delle NOIF, in esito all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 14 del 2019; modifiche che non parrebbero essere orientate all'armonizzazione del diritto sportivo con quello nazionale della crisi d'impresa, quanto piuttosto a rafforzare la volontà di decisione del diritto sportivo anche su quello nazionale;

   infine, proprio il CONI, ovvero l'istituto statale di riferimento per lo sport nazionale e per tutte le federazioni sportive, auspica l'applicazione del codice della crisi di impresa ai club in difficoltà e con debiti pregressi, così da scongiurare diversi fallimenti;

   si tratta, a parere degli interpellanti, di un caso emblematico che sembra manifestare criticità di carattere generale circa il regime a cui sono sottoposte le società calcistiche che, per diversi profili, risulta penalizzante –:

   se e quali iniziative di carattere normativo intendano intraprendere al fine di evitare che una società calcistica – in stato di crisi – possa essere destinataria di una disciplina giuridica diversa da quella riservata ad una normale società commerciale – o comunque essere penalizzata – solo per il fatto che soggiace anche ad un ordinamento settoriale che, seppur autonomo, è però subordinato e derivato rispetto a quello statale, nonché per armonizzare il diritto sportivo con quello della crisi d'impresa, anche per escludere, per gli amministratori di una società calcistica, l'eventualità di esporsi al rischio di commettere il reato di cui all'articolo 650 del codice penale solo per il fatto di amministrare una società di questo tipo, che è pur sempre una società di capitali.
(2-00143) «Cannizzaro, Battilocchio, Arruzzolo».

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta immediata:


   PASTORINO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   gli intermediari assicurativi e riassicurativi iscritti nella sezione B del registro unico, di cui all'articolo 109 del codice delle assicurazioni private, hanno degli adempimenti da assolvere per poter risultare operativi, fra essi l'obbligo di aderire, rinnovandone l'iscrizione ogni anno, al fondo di garanzia per i mediatori di assicurazione e riassicurazione;

   il fondo è costituito presso la Concessionaria servizi assicurativi pubblici spa (Consap) e amministrato da un comitato di gestione, nominato con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, per la durata di tre anni, composto da un dirigente del Ministero delle imprese e del made in Italy, con funzioni di presidente, un dirigente del Ministero dell'economia e delle finanze, un funzionario dell'Ivass, un funzionario Consap, un rappresentante delle imprese di assicurazione e riassicurazione e da due rappresentanti degli intermediari iscritti nella sezione del registro;

   il fondo si alimenta con un contributo a carico degli intermediari, iscritti nella sezione B del registro unico, determinato annualmente con decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, in comunione con l'Ivass e il comitato di gestione, fissato per il 2022 nella misura dello 0,08 per cento delle provvigioni annualmente acquisite;

   tuttavia, da mesi Consap, azienda di diritto privato totalmente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze, pur ricevendo i contributi da parte dei broker nega le prestazioni, rispondendo in tutte le e-mail pec come segue: «Si riscontra la comunicazione in calce per informare che il comitato di gestione – l'organo deliberativo del fondo – risulta al momento ancora non operativo in attesa della nuova costituzione prevista per decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy. Per tale motivo, fino alla pubblicazione del decreto che determinerà la nuova composizione del comitato, nessuna decisione inerente alle richieste di risarcimento potrà essere assunta unilateralmente da Consap. Sarà ovviamente cura dello scrivente ufficio sottoporre alla prima riunione utile disponibile del ricostituito comitato la richiesta di risarcimento di cui all'oggetto» –:

   se intenda dare indicazioni precise circa i tempi di adozione del decreto con le nomine relative alla nuova costituzione del comitato di gestione del fondo di garanzia, indispensabile per provvedere al risarcimento del danno patrimoniale causato agli assicurati e alle imprese di assicurazione o di riassicurazione derivante dall'esercizio dell'attività di mediatore assicurativo o riassicurativo che non sia stato risarcito dall'intermediario ovvero che non sia stato indennizzato attraverso la polizza di cui, rispettivamente, all'articolo 110, comma 3, e all'articolo 112, comma 3, del codice delle assicurazioni private.
(3-00361)


   BRAGA, SIMIANI, BOLDRINI, FOSSI, BONAFÈ, GIANASSI, DI SANZO, FURFARO, FERRARI, GHIO, CASU e FORNARO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   lo stabilimento siderurgico Jsw di Piombino si trova in uno stato di prolungata inattività, nonostante l'acquisizione oltre 4 anni fa degli impianti da parte del gruppo indiano Jindal;

   ormai da anni i 1.500 lavoratori coinvolti sono in cassa integrazione: l'ultimo rinnovo scadrà nel mese di gennaio 2024 per Jsw e nel mese di settembre 2023 per Piombino logistics;

   l'accordo sottoscritto il 24 luglio 2018 tra le parti pubbliche e la Jsw steel, nel quale Jsw si impegnava ad attuare un complesso piano industriale, non è stato mai attuato;

   il 22 giugno 2022 l'allora Ministro dello sviluppo economico Giorgetti, rispondendo a un'interrogazione parlamentare, aveva annunciato l'istituzione di un «organismo di sorveglianza» per vigilare sugli impegni di Jsw in un nuovo accordo di programma propedeutico all'assegnazione della commessa delle rotaie da parte di Rete ferroviaria italiana. Lo stesso Giorgetti aggiunse che la mancata ottemperanza ai nuovi impegni, da sottoscrivere prima dell'assegnazione della commessa, avrebbe portato alla decadenza immediata del contratto di Rete ferroviaria italiana;

   nel mese di ottobre 2022, non appena insediato l'attuale Governo e senza un nuovo accordo di programma, Rete ferroviaria italiana aveva comunque assegnato a Jws una prima parte della commessa di rotaie per circa 400 milioni di euro. Il 13 marzo 2023 è stata inoltre assegnata a Jsw una nuova commessa da 922 milioni di euro, per un totale complessivo, ad oggi, di circa 1,4 miliardi di euro;

   tali commesse vengono assegnate in forza dell'accordo di programma del 2018, nel quale non è prevista alcuna forma di penalità;

   la proprietà ha comunque rinviato ulteriormente la presentazione di un nuovo piano industriale;

   da articoli di stampa risulta che, nel corso dell'incontro del 27 aprile 2023 svolto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy, la proprietà abbia preteso ulteriori risorse pubbliche, oltre alle citate commesse, come precondizione di partenza per presentare il nuovo piano industriale;

   tutte le organizzazioni sindacali hanno rigettato questa ennesima richiesta;

   la Sottosegretaria Fausta Bergamotto ha dichiarato come il comportamento dell'azienda sia «indegno». Il Governo ha confermato l'importanza dello stabilimento di Piombino, che deve avere un ruolo strategico nel Piano della siderurgia nazionale, impegnandosi a perseguire un piano industriale condiviso e riconvocando il tavolo istituzionale entro giugno 2023 –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo contro le inadempienze di Jsw che hanno prodotto uno stallo non solo nel polo siderurgico, ma anche nella preziosa zona portuale piombinese, dove la multinazionale indiana detiene ancora molte concessioni quasi totalmente inutilizzate.
(3-00362)

Interrogazione a risposta scritta:


   BALDELLI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la Whirlpool Corporation, a seguito di un accordo intervenuto nel 2014, ha acquistato, dalla Fineldo e dalla famiglia Merloni, le quote di maggioranza della Indesit Company, ovvero il 60,4 per cento del capitale sociale per un importo di 758 milioni di euro;

   l'amministratore delegato pro tempore di Fineldo asseriva che Whirlpool era «il partner giusto in grado di esprimere una progettualità che premi il percorso di crescita e di attenzione alla qualità»;

   il presidente e chief executive officer pro tempore di Whirlpool Corporation definiva tale operazione come un'opportunità in grado di posizionare il business europeo dell'azienda all'interno di un percorso di crescita e di continua creazione di valore;

   nonostante le suddette dichiarazioni, la Whirlpool Corporation, nel corso degli anni, gradualmente optava per politiche aziendali volte tutte al depotenziamento delle attività produttive nonché alla dismissione di forza lavoro;

   in data 25 aprile 2022, attraverso un comunicato stampa, la direzione aziendale di Whirlpool dichiarava di aver avviato un processo di revisione strategica nell'area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), destando comprensibile preoccupazione sul futuro delle centinaia di famiglie di lavoratori coinvolte;

   la mancanza di chiarezza circa le strategie industriali da parte dell'azienda è culminata il 27 settembre 2022 con la diserzione da parte di Whirlpool al tavolo convocato presso il Mise, l'intenzione della società americana di dismettere le proprie attività europee è stata formalizzata dal Comitato europeo aziendale in data 21 ottobre 2022;

   lo scorso gennaio è stato annunciato l'accordo, destinato a finalizzarsi nella seconda metà del 2023, con cui si prevede la nascita di una nuova società costituita al 75 per cento da Arçelik e il restante 25 per cento detenuto dalla Whirlpool per la gestione dell'area Emea;

   da quanto appreso, l'intesa prevede che Whirlpool contribuisca con il proprio business europeo di grandi elettrodomestici (marchi Whirlpool, Hotpoint, Bauknecht e Indesit), mentre Arçelik porterà in dote le proprie attività di elettrodomestici, elettronica di consumo, climatizzazione;

   a proposito di tale accordo, il presidente e amministratore delegato di Whirlpool Corporation pro tempore così si esprimeva: «L'annuncio segna un'altra importante e decisiva pietra miliare nella trasformazione del nostro portafoglio – questo ci consente di partecipare a una significativa creazione di valore con il riposizionamento del business e le sinergie di costo attraverso la nostra partecipazione di minoranza»;

   l'operazione sarà oggetto del controllo dell'Autorità antitrust europea, i cui esiti dovrebbero essere resi noti prima della fine dell'anno in corso;

   in data 21 febbraio 2023, il Ministro delle imprese e del made in Italy ha incontrato i rappresentanti di Whirlpool Emea e di Arçelik in merito all'ipotesi della costituzione della Newco in relazione alle attività in Italia;

   il settore degli elettrodomestici rappresenta un settore manufatturiero strategico per la nostra nazione, nonché un'eccellenza del made in Italy riconosciuta nel mondo;

   attualmente, in Italia, la società Whirpool conta i seguenti stabilimenti industriali: Cassinetta di Biandronno (Varese), dove sono prodotti forni e frigoriferi da incasso; Siena dove vengono prodotti congelatori; Melano di Fabriano (Ancona), dove si producono piani cottura; Villa Pera di Comunanza (Ascoli Piceno) per la produzione di lavatrici e lavasciuga, nei quali lavorano circa 5.000 dipendenti;

   la società Arçelik, invece, risulta fortemente strutturata in Est Europa, specialmente in Romania, dove possiede stabilimenti con produzioni simili a quelle italiane (lavatrici e frigoriferi) –:

   se e quali iniziative di competenza ritenga di adottare al fine di garantire il mantenimento della produzione in Italia e, in particolare, negli stabilimenti industriali di Melano (Ancona) e Comunanza (Ascoli Piceno), considerati i tagli già in passato subiti;

   se vi siano nuovi aggiornamenti inerenti alla vicenda suesposta.
(4-00927)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della notte tra il 16 e il 17 aprile 2023 si è verificata una frana tra Amorosi e Telese, nel beneventano, che ha causato la sospensione delle tratte ferroviarie tra la Puglia e Roma;

   tale evento ha provocato ripercussioni a catena con treni cancellati, limitazioni di percorso e sostituzioni con bus, causando gravi disagi per i viaggiatori;

   diverse testimonianze di utenti presenti sui convogli il 17 aprile raccontano di una giornata campale;

   in primo luogo, per una totale mancanza di comunicazione, visto che, pur essendosi verificata la notte precedente, Trenitalia non si è premurata di avvertire l'utenza dei ritardi e dei disagi cui andavano incontro;

   in secondo luogo, a causa dei danni provocati dalla frana, giunti a Benevento gli utenti hanno ricevuto indicazione di attendere un autobus sostitutivo per il trasporto fino alla stazione di Caserta, punto dal quale avrebbero potuto raggiungere Roma con un nuovo treno;

   alla stazione di Benevento, però, sin dalla mattina non erano presenti autobus deputati a compiere il suddetto servizio;

   mentre nuovi passeggeri giungevano alla stazione di Benevento, nessuno è stato in grado di informare i viaggiatori sul mancato arrivo degli autobus sostitutivi, generando una situazione di completo caos, con persone anziane, bambini e donne incinte sul luogo;

   anche chi, dopo ore di attesa, è riuscito a prendere un autobus alla volta di Caserta ha dovuto nuovamente attendere ore per salire su un treno per Roma;

   tale situazione non rappresenta affatto un episodio isolato, essendosi verificati sulla stessa tratta moltissimi altri casi analoghi;

   è incomprensibile, secondo l'interrogante, che tali disagi continuino a colpire l'utenza e che solo nel Mezzogiorno avvengano con tanta sconcertante frequenza –:

   se e quali iniziative intenda intraprendere per evitare che episodi come quello rappresentato si ripetano nuovamente;

   se intenda, per quanto di competenza, spiegare le ragioni delle mancate comunicazioni, nonché verificare le responsabilità di coloro i quali sono incaricati della gestione e del coordinamento di siffatte situazioni.
(4-00923)


   MANZI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 5 aprile 2023 è stato diffuso un comunicato dei consiglieri regionali delle Marche Pierpaolo Borroni e Simone Livi dal quale si evince che sono interamente finanziate tre opere importanti per il territorio maceratese: intervalliva di Macerata; allaccio della strada statale 77 con la strada statale 16 a Civitanova Marche con rotatoria e sottopasso Ferroviario; intervalliva Tolentino-San Severino Marche;

   dal 7 luglio 2017, regione Marche, provincia di Macerata e comuni di Tolentino e San Severino Marche hanno sottoscritto un Protocollo d'Intesa per la progettazione e la realizzazione dell'intervalliva. La Quadrilatero ha presentato uno studio di fattibilità prevedendo un costo di euro 98.300.000,00 completamente finanziati;

   dopo un addendum richiesto degli enti sottoscrittori a causa aumento dei costi delle opere (caro materiali ed energia), la Quadrilatero ha avviato un nuovo studio di fattibilità portando la cifra a euro 190.750.000,00.

   l'articolo 1, comma 873, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, consente lo spostamento dei fondi su opere cantierabili, dando loro la precedenza rispetto a quelle che si trovano in una fase meno avanzata;

   dietro formale richiesta trasmessa alla regione Marche dalla Quadrilatero (nota prot. n. 0124922 del 03 febbraio 2021), parte delle risorse disponibili per l'intervento relativo alla intervalliva Tolentino-San Severino Marche sono state impiegate per la copertura totale di altre 2 opere di interesse nazionale che si trovavano in una fase avanzata:

    1 - «Intervalliva di Macerata»;

    2 - «Allaccio della S.S. 77 con la S.S. 16 a Civitanova Marche con realizzazione della rotatoria e del sottopasso Ferroviario»;

   tuttavia, come annunciato nella nota dei consiglieri su menzionati, le risorse spostate di cui sopra sono state reintegrate con:

    delibera CIPESS del 27 luglio 2021 con cui sono stati subito riassegnati i 14.170.000,00 euro;

    legge 29 dicembre 2022, n. 197, che ha ripristinato gli ulteriori 26.000.000,00 di euro, oggetto di applicazione dell'articolo 1, comma 873, della legge di stabilità 2016;

   in particolare, secondo quanto dichiarato «con legge di Bilancio 2022, sono stati stanziati i fondi necessari al completamento dell'intervalliva di Macerata. L'anticipazione di cui trattasi è stata dunque reintegrata nel capitolo di provenienza volto a finanziare l'Intervalliva Tolentino-San Severino Marche. A oggi, l'Intervalliva Tolentino-San Severino Marche risulta interamente finanziata come previsto originariamente. L'approvazione del progetto definitivo, che avverrà dopo il parere del Consiglio Superiore dei LLPP e a seguito della chiusura della Procedura di VIA, si concluderà con la Conferenza di Servizi. Seguiranno la progettazione esecutiva e la realizzazione dell'opera»;

   tuttavia, in data 27 dicembre 2022, con delibera del CIPESS recante «Asse viario Marche-Umbria e quadrilatero di penetrazione interna. Intervalliva di Macerata, tratto Sforzacosta (svincolo S.S. 77) – Pieve e collegamento al capoluogo, tratto Pieve-Mattei», è stato definanziato l'intervento – «Intervalliva Tolentino San Severino» di 26.212.108 euro più altri 14.170.000 euro, per un totale di 40.382.108 euro, con il benestare di Quadrilatero (nota n. 2759 del 17 giugno 2022), Anas (nota n. 6366 del 28 giugno 2022) regione e provincia;

   appare evidente che l'opera Intervalliva Tolentino-San Severino Marche, ritenuta non cantierabile, sia stata – al contrario di quanto annunciato dai consiglieri regionali di FdI – definanziata a favore di altre opere;

   risulta paradossale aver dichiarato un ripristino di fondi per la realizzazione della Intervalliva Tolentino-San Severino Marche, a fronte di quanto deliberato dal CIPESS in data 27 dicembre 2022;

   in ragione della difformità tra quanto previsto dalla delibera CIPESS del 27 dicembre 2022 e la successiva legge 29 dicembre 2022, n. 197, dove siano state appostate le risorse ripristinate per finanziare l’«Intervalliva Tolentino San Severino»;

   quando si intenda completare un'opera fondamentale per il territorio.
(4-00926)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazioni a risposta immediata:


   AMATO, ORRICO, CHERCHI, CASO e MORFINO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che il Ministro interrogato ha dichiarato che quella dei docenti tutor «è una prima tappa importante» per combattere il fenomeno dell'abbandono scolastico e che «lancerà più avanti un'Agenda Sud»;

   si apprende, altresì, che il Ministro interrogato ha chiesto all'Invalsi di organizzare un gruppo di esperti per lanciare una grande sfida contro la dispersione scolastica e l'assenza di competenze alla fine del percorso scolastico;

   il problema della dispersione, secondo il Ministro interrogato, è più evidente nel Mezzogiorno «probabilmente per questioni di carattere sociale. Lanceremo una “Agenda Sud” in 150 scuole con interventi che andranno dal numero dei docenti per classe alla motivazione anche stipendiale: chi lavora in aree disagiate o di frontiera deve avere una valorizzazione anche dal punto di vista economico. Già oggi ci sono docenti che con coraggio e determinazione si dedicano a situazioni difficili in contesti difficili» (Ansa 6 aprile 2023);

   per gli interroganti appare, inoltre, urgente reperire risorse adeguate a garantire il diritto all'istruzione per tutte le bambine e i bambini, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, al fine di colmare il divario tra Nord e Sud e assicurare la costruzione di una scuola realmente inclusiva, che coinvolga tutti gli alunni, con particolare attenzione agli alunni in situazioni di disagio socio-economico ovvero ai bambini con disabilità, introducendo strumenti di supporto indirizzati alle famiglie, quali la garanzia del tempo pieno, l'implementazione dei servizi di mensa scolastica, la gratuità dei libri di testo e dei servizi di trasporto;

   la norma contenuta in legge di bilancio per il 2023 sul cosiddetto dimensionamento scolastico avrà come conseguenza un taglio di sedi e di organico che graverà, in maniera particolare, proprio sul Mezzogiorno; regioni come Campania, Sicilia, Calabria e Sardegna sono quelle più penalizzate dai tagli e anche quelle più fragili per ciò che riguarda il fenomeno degli abbandoni –:

   se nella «Agenda Sud» non ritenga indispensabile, al fine di risolvere il fenomeno dell'abbandono scolastico, adottare iniziative volte a rivedere innanzitutto le disposizioni sulla riorganizzazione scolastica e sul conseguente dimensionamento che incide soprattutto sulle scuole del Sud, anche alla luce dei rischi e delle criticità che potrebbero derivare dalla controversa riforma dell'autonomia differenziata da riconsiderare integralmente, con particolare riguardo al sistema di istruzione, che deve mantenere i caratteri di uniformità ed eguaglianza su tutto il territorio nazionale.
(3-00365)


   FOTI, CANGIANO, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, MOLLICONE, AMORESE, DI MAGGIO, MATTEONI, PERISSA e ROSCANI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   uno degli ostacoli più rilevanti rispetto alla piena efficienza del sistema di istruzione del nostro Paese è rappresentato dalla complessità burocratica delle procedure e degli adempimenti, che si ripercuote costantemente sulla gestione della macchina amministrativa delle istituzioni scolastiche, nonostante l'incessante abnegazione del personale dedicato;

   questa complessità burocratica ha spesso determinato ritardi importanti per il regolare avvio dell'anno scolastico, soprattutto in termini di reclutamento, individuazione, convocazione e stipula dei contratti per i docenti a tempo indeterminato e determinato;

   troppe volte le famiglie e gli studenti negli ultimi anni hanno lamentato una difficoltà pratica nella gestione degli strumenti attualmente a loro disposizione per interagire con quel sistema integrato di istruzione e formazione che li vede protagonisti e per poter assolvere ai propri doveri e vedersi riconosciuti i propri diritti;

   con sempre maggiore frequenza il personale scolastico è chiamato a svolgere compiti che non rientrano in alcun modo nel profilo di appartenenza e che sono resi ancora più complicati da sistemi gestionali farraginosi, complessi e non immediatamente intuitivi;

   si considerino i contenuti del piano triennale di semplificazione per la scuola, di recente illustrato alle organizzazioni sindacali –:

   quali siano i tempi previsti per l'attuazione delle misure più urgenti e significative individuate nel piano in commento, con particolare riguardo a quelle in materia di reclutamento del personale scolastico, considerato l'ormai prossimo avvio del nuovo anno scolastico, e in che modo, concretamente e fattivamente, il piano potrà migliorare il funzionamento del sistema scolastico italiano nel suo complesso e semplificare la vita di studenti, famiglie e insegnanti.
(3-00366)


   BONETTI, BOSCHI, GRIPPO, DEL BARBA, ENRICO COSTA, GADDA, MARATTIN e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 65 del 2017 ha istituito il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni, assegnando al Ministero, nel rispetto delle funzioni e dei compiti delle regioni, delle province autonome e degli enti locali, compiti di indirizzo, coordinamento e promozione;

   alcuni fattori, in particolare, ne rendono difficoltoso e disomogeneo lo sviluppo: i costi di gestione, sia a carico dei gestori non statali (privati ed enti locali) sia delle famiglie, nonché la difficoltà di reclutare un numero adeguato di educatori, la cui carenza è stimata in 32.000 unità anche a causa della differenza di trattamento economico tra docenti e educatori comunali e della carenza di posti nei percorsi per la loro formazione iniziale;

   per dare risposta, sebbene parziale, a tali sfide il legislatore è intervenuto con un quadro coerente di misure complementari: il decreto legislativo n. 65 del 2017 ha istituito un apposito fondo; la legge n. 234 del 2021 ha finanziato i livelli essenziali delle prestazioni a copertura dei servizi educativi per l'infanzia per rimuovere gli squilibri territoriali; la legge n. 32 del 2022 (cosiddetto Family act) ha delegato il Governo a emanare entro dodici mesi, prorogati a ventiquattro, norme per garantire in tutto il territorio nazionale il rafforzamento dei servizi educativi e socio-educativi e delle scuole dell'infanzia;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto un piano di investimento di 4,6 miliardi di euro con l'obiettivo vincolante di creare almeno 264.480 nuovi posti entro dicembre 2025, per raggiungere la copertura del 50 per cento della platea, con particolare riguardo alla necessità di superare le disparità territoriali e intervenire nelle aree a più elevata povertà educativa;

   il Ministro Fitto nella sua informativa ha ammesso i ritardi del Governo Meloni nel raggiungimento della milestone di giugno 2023 e affermato che «stiamo lavorando per salvare gli asili nido dal rischio che il non raggiungimento dell'obiettivo al 30 giugno li possa mettere in discussione» e che si lavora per concordare di «modificare l'obiettivo intermedio per potere rafforzare il raggiungimento dell'obiettivo finale»;

   i ritardi e i rinvii sopra richiamati rischiano di vanificare gli investimenti previsti –:

   come il Governo intenda procedere per raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza nei tempi previsti, inclusa la programmazione dei percorsi di formazione degli educatori, e se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, adoperarsi per una rapida attuazione del Family act, anche al fine di fornire agli enti locali, ai gestori privati e alle famiglie un quadro di maggiore garanzia rispetto alla sostenibilità futura dei nuovi posti che saranno realizzati.
(3-00367)


   MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   come noto, la riforma del reclutamento dei docenti (missione 4–componente 1-riforma 2.1) costituisce uno specifico obiettivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza finalizzato ad introdurre un nuovo modello di reclutamento dei docenti, connesso a un ripensamento della loro formazione iniziale e lungo tutto l'arco della carriera;

   tale riforma persegue l'obiettivo di determinare un significativo miglioramento della qualità dei percorsi educativi, per offrire a studentesse e studenti sempre migliori livelli di conoscenze, capacità interpersonali e metodologico-applicative, nonché coprire con regolarità e stabilità le cattedre disponibili con docenti assunti a tempo indeterminato;

   inoltre, la riforma mira al conseguimento del traguardo fissato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che prevede l'assunzione di 70 mila docenti entro dicembre 2024 reclutati secondo il nuovo sistema;

   per i fini sopra espressi, l'articolo 44 del decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, ha introdotto disposizioni in materia di formazione iniziale e continua dei docenti delle scuole secondarie;

   lo stesso articolo demanda la definizione dei contenuti e della strutturazione dell'offerta formativa dei percorsi di formazione iniziale ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che tuttavia non è stato ancora adottato;

   tale ritardo allontana il nostro Paese dall'obiettivo fissato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero, di assumere, entro dicembre 2024, 70 mila docenti reclutati con il sistema introdotto dalla riforma;

   in attesa dello svolgimento dei concorsi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel decreto-legge n. 44 del 2023 è stato introdotto un regime transitorio per le procedure di reclutamento dei docenti che consenta di soddisfare quell'obiettivo assunzionale previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche in deroga alle procedure di reclutamento disciplinate dal decreto-legge n. 36 del 2022 –:

   come quest'ultima procedura di reclutamento si collochi rispetto agli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per dare una significativa risposta alle esigenze degli studenti con disabilità, garantire maggiore continuità didattica a tutti i giovani, diminuire il precariato e assicurare dunque il regolare avvio del prossimo anno scolastico.
(3-00368)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a Vaiano Cremasco, in provincia di Cremona, in via 1° Maggio è presente un complesso di palazzine popolari risalenti agli anni '70, di proprietà dell'Azienda lombarda per l'edilizia residenziale (Aler) di Cremona, in cui vivono attualmente almeno 50 famiglie;

   il complesso residenziale risulta situato di fronte a due edifici scolastici, una scuola materna e una scuola media, ed è confinante con uno dei principali parchi pubblici del paese;

   da anni i residenti delle case popolari di via 1° Maggio protestano per l'indecorosa situazione in cui sono costretti a vivere, in particolare a causa delle condizioni in cui versano le fosse biologiche e gli scarichi di collegamento, ricettacolo anche di topi e scarafaggi;

   la situazione è stata più volte denunciata dal consigliere nazionale di Europa Verde, Andrea Ladina;

   in particolare, il problema dei reflussi fognari si ripete ormai nel tempo e l'ultimo recente episodio risale al periodo pasquale quando gli abitanti delle case popolari hanno assistito all'abbondante fuoriuscita sotto le finestre e vicino alle porte delle abitazioni al piano terra di acque nere maleodoranti e infettive provenienti dalle fosse biologiche, che andrebbero eliminate dopo 40 anni di utilizzo, con conseguente sversamento delle acque nere nelle fognature comunali;

   solo dopo diverse proteste e denunce degli abitanti, e non solo, è stato previsto l'intervento di un'azienda addetta allo spurgo incaricata tuttavia di provvedere allo svuotamento di una sola delle fosse presenti nell'area, lasciando le restanti – ormai anch'esse stracolme – in procinto di poter tracimare da un momento all'altro;

   le condizioni ormai fatiscenti delle fosse biologiche si affiancano alle già presenti situazioni disastrose degli immobili che pongono nel totale degrado l'intero complesso residenziale;

   gli interventi ad oggi posti in essere appaiono sporadici e insufficienti alla concreta e definitiva risoluzione della problematica che necessiterebbe piuttosto di una programmazione manutentiva periodica delle fosse biologiche seguita da un vero e proprio piano di risanamento dal punto di vista ambientale del complesso abitativo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza e in accordo con gli enti preposti, intenda porre in essere affinché si provveda a un rapido risanamento delle plurime criticità ambientali delle case ALER di Vaiano Cremasco, con particolare riguardo al sistema fognario, a tutela del diritto degli abitanti di vivere in condizioni igienico-sanitarie dignitose.
(4-00925)

SALUTE

Interrogazione a risposta immediata:


   ZANELLA, EVI, GHIRRA, PICCOLOTTI, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GRIMALDI, MARI e ZARATTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Comitato prezzi e rimborsi dell'Agenzia italiana del farmaco ha approvato con una decisione di portata storica: la gratuità della contraccezione ormonale per tutte le donne;

   la Commissione tecnico-scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco aveva già dato il proprio parere favorevole alla gratuità della contraccezione femminile, ma la decisione era stata sospesa per questioni relative alla definizione del prezzo dei farmaci;

   si tratta di una svolta a favore delle donne attesa da tempo, peraltro già avviata da alcune regioni (Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e dal 2022 nel Lazio), che rappresenta un passo avanti importante per la tutela della salute sessuale e riproduttiva;

   ora il consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco è chiamato, auspicando che avvenga in tempi rapidi e senza azioni dilatorie, a ratificare la decisione definitiva sulla gratuità per tutte le donne della pillola anticoncezionale;

   la decisione finale sulla rimborsabilità della pillola anticoncezionale non è ancora all'ordine del giorno del consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco; l'autorizzazione ha un impatto sulla spesa, pari a 140 milioni di euro l'anno, e il consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco sta valutando la documentazione;

   è auspicabile, in tale contesto che tutti i contraccettivi, sia daily che depot, siano resi gratuiti a carico del Servizio sanitario nazionale, al fine: di consentire la scelta del contraccettivo maggiormente indicato per ogni singola donna; che la vendita del contraccettivo avvenga sempre su prescrizione medica, che sia implementata una campagna informativa e formativa sulla sessualità responsabile; che siano potenziate e implementate le strutture dei consultori uniformemente sul territorio nazionale e resi gratuiti gli ambulatori pubblici di pianificazione familiare, affinché le donne trovino uno specialista a consigliare il contraccettivo più idoneo; che siano previste possibilità di contraccezione long acting da proporre, a carico del Servizio sanitario nazionale, alle donne nella seduta in cui si sottopongono ad intervento di interruzione volontaria di gravidanza;

   per le giovani donne è un'opportunità per aiutarle ad avere una sessualità consapevole, riducendo drasticamente il numero di interruzioni di gravidanza, un tema di forte impatto sociale –:

   se il Governo non ritenga indispensabile sostenere, per quanto di competenza, la decisione del Comitato prezzi e rimborso dell'Agenzia italiana del farmaco, anche individuando, se necessario, le risorse pari a 140 milioni di euro al fine di consentire al consiglio di amministrazione dell'Agenzia italiana del farmaco di approvare in tempi rapidi la gratuità della pillola anticoncezionale per tutte le donne e in tale contesto promuovere lo sviluppo della ricerca sugli anticoncezionali ormonali maschili e una campagna informativa e formativa sulla sessualità responsabile.
(3-00360)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 27 aprile 2023 sono state conferite le «Medaglie al merito della salute pubblica»;

   il riconoscimento, istituito con il Regio decreto del 18 agosto del 1867 n. 3872 e confermato con il decreto del Capo provvisorio dello Stato del 25 ottobre 1946 n. 344, viene attribuito alle persone, enti, corpi, e uffici che «abbiano resi con cospicue elargizioni o con prestazioni, segnalati servigi nel campo delle opere che interessano l'igiene e la sanità pubblica»;

   in questa occasione hanno ricevuto la «Medaglia d'oro della sanità pubblica» diversi enti e associazioni per l'opera svolta in occasione dell'epidemia COVID-19. Tra coloro che hanno ricevuto il riconoscimento ci sono la Confederazione nazionale Misericordie d'Italia, la Croce Rossa Italiana, il Dipartimento della Protezione Civile, l'istituto Superiore di Sanità e diversi ordini professionali della sanità;

   tra tutti questi soggetti, sicuramente meritevoli, manca l'ANPAS (Associazione nazionale pubbliche assistenze) alla quale aderiscono 937 pubbliche assistenze presenti in tutto il territorio nazionale con oltre 100 mila volontari, 4837 dipendenti, 8781 mezzi che svolgono il 40 per cento del trasporto sanitario, e che hanno garantito durante la pandemia un servizio fondamentale, rispondendo alle richieste di assistenza in favore di anziani e disabili ricevute dagli ospedali e dai privati;

   il riconoscimento viene conferito su proposta del Ministro della salute –:

   per quale motivo non sia stata tenuta in considerazione la preziosa attività che l'ANPAS ha svolto durante l'emergenza COVID-19, al pari degli altri soggetti che hanno avuto la benemerenza;

   quali iniziative intenda intraprendere per riconsiderare questa grave esclusione.
(4-00921)


   SCUTELLÀ. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15, all'articolo 1-quater, comma 3, è stato introdotto il «Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia» cosiddetto «bonus psicologo»;

   con decreto interministeriale del 31 maggio 2022, emanato dal Ministro della salute, di concerto con – il Ministro dell'economia e delle finanze – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 148 del 27 giugno 2022 – sono state emanate le disposizioni attuative dello stesso;

   all'articolo 8 del succitato decreto interministeriale è disposto che «Le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, con propria deliberazione autorizzano Inps a corrispondere gli importi relativi al citato beneficio e trasferiscono all'istituto stesso, nel termine perentorio di quindici giorni dall'adozione del citato provvedimento le risorse di cui alla tabella C allegata al decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito con modificazioni dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15.»;

   alla Regione Calabria è stata assegnata la somma di euro 785.945,00 da parte del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze;

   con decreto n. 78 del 10 marzo 2023 il Commissario ad acta della Regione Calabria ha dato mandato al Settore 6 Programmazione dell'offerta ospedaliera e sistema dell'emergenza urgenza del Dipartimento Tutela della Saluta della Regione Calabria, di trasferire con decreto dirigenziale i fondi relativi al «bonus psicologo» all'Inps;

   con lo stesso decreto è stato, inoltre, autorizzato l'Inps, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge 31 maggio 2022, a corrispondere gli importi relativi alle risorse di cui alla tabella C allegata al decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2022, n. 15;

   l'Inps, ribadendo quanto previsto dall'articolo 8 del succitato decreto interministeriale, può provvedere al saldo delle fatture solo a seguito del trasferimento dei fondi dalle Regioni all'istituto Nazionale di Previdenza Sociale;

   ad oggi la Regione Calabria non ha ancora provveduto ad emanare apposito decreto dirigenziale per trasferire i fondi all'Inps così da permettere di retribuire gli psicoterapeuti calabresi delle prestazioni erogate attraverso il «bonus psicologo» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'inadempienza della Regione Calabria descritta in premessa;

   se intenda adottare iniziative di competenza affinché si proceda al trasferimento immediato delle risorse deliberate a favore dell'Inps così da permettere che a professionisti del settore che abbiano effettuato prestazioni attraverso il «bonus psicologo» venga riconosciuto quando dovuto.
(4-00929)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASO, CHERCHI, ORRICO e QUARTINI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende dagli organi di stampa e da un comunicato dell'Unione degli universitari (UDU) di Firenze, sembrerebbe che, in seguito ad un evento di socializzazione svoltosi il 17 giugno 2022 presso il Polo universitario di scienze sociali di Novoli, l'Ateneo fiorentino abbia effettuato una segnalazione alla Procura della Repubblica;

   successivamente diversi studenti sarebbero stati convocati in questura, alcuni dei quali identificati come appartenenti all'associazione UDU, e risulterebbero ad oggi indagati;

   l'UDU Firenze riferisce che la promozione di tali momenti di collettività, finalizzati a rendere l'università anche un luogo di condivisione e socialità, oltre che di studio e formazione, hanno avuto tranquillamente corso negli anni passati sotto autorizzazione, anche tacita, accordata da parte dell'Ateneo con il «Regolamento spazi». Tuttavia, tale accordo pare sia venuto a mancare dopo il periodo pandemico e il cambio di governance di Ateneo;

   lo svolgimento dell'evento sembrerebbe essersi svolto pacificamente ed in sicurezza, sotto la sorveglianza degli stessi studenti e la presenza del servizio di vigilanza dell'Ateneo. Non risulterebbero, da quanto riportato dagli studenti, danni agli arredi e agli ambienti che sarebbero stati anche ripuliti al termine delle attività –:

   se sia a conoscenza dei fatti e quali iniziative di competenza si intende assumere per favorire lo svolgimento di attività politiche, culturali e ricreative in spazi pubblici di formazione e socializzazione trasversale quali le università.
(5-00781)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Ghio e altri n. 5-00300, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Gribaudo.

  L'interrogazione a risposta scritta Dori n. 4-00914, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 aprile 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Borrelli.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai seguenti presentatori:

   interpellanza Sergio Costa n. 2-00136 del 20 aprile 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione De Bertoldi n. 5-00766 del 27 aprile 2023;

   interrogazione a risposta scritta Zanella n. 4-00904 del 27 aprile 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Malavasi n. 5-00775 del 28 aprile 2023;

   interrogazione a risposta scritta Pastorino n. 4-00910 del 28 aprile 2023.