Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 6 marzo 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il 9 dicembre 2022, ricorrenza della Giornata internazionale contro la corruzione, le indagini avviate dal mese di luglio 2022 dalla procura federale di Bruxelles sono sfociate in un blitz della polizia belga che, per il tramite di perquisizioni di abitazioni e luoghi di lavoro, ha portato al sequestro di somme di denaro in contanti per un valore di circa un milione e mezzo di euro, di attrezzature informatiche e di telefoni cellulari, nonché al fermo e all'interrogatorio, successivamente all'arresto, delle prime quattro persone oggetto dell'indagine;

    le persone sono: Eva Kaili, parlamentare europea greca del Partito socialista nonché vicepresidente del Parlamento europeo; Antonio Panzeri, già segretario della Camera del lavoro a Milano dal 1995 al 2003, per tre mandati, fino al 2019, parlamentare europeo italiano membro del Partito Democratico; Francesco Giorgi, compagno di Eva Kaili, assistente del parlamentare europeo del Partito Democratico Andrea Cozzolino ed ex assistente parlamentare di Antonio Panzeri; Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della organizzazione non governativa No peace without justice; Luca Visentini, ex dirigente della Uil in Friuli Venezia Giulia e dal novembre 2022 segretario della Ituc, la Confederazione sindacale mondiale che rappresenta più di 200 milioni di lavoratori (successivamente rilasciato);

    dagli atti dell'inchiesta sono emerse le ipotesi accusatorie di associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e corruzione da parte di uno Stato del Golfo Persico, il Qatar, e, successivamente, del Marocco, con l'obiettivo comune di «influenzare decisioni economiche e politiche del Parlamento europeo attraverso grandi somme di denaro e importanti regali a parti terze con un ruolo politico e/o una posizione strategica dentro il Parlamento europeo»;

    successivamente, l'allargamento dell'inchiesta ha coinvolto altre persone, tra le quali la moglie e la figlia di Antonio Panzeri, accusate di favoreggiamento, il padre di Eva Kaili, fermato mentre trasportava una borsa piena di banconote fuori dalla casa della figlia, la parlamentare europea Lara Comi, membro di Forza Italia, e i parlamentari europei Antonio Cozzolino, membro del Partito Democratico, e Marc Tarabella, membro del Partito Socialista, questi ultimi attualmente in stato d'arresto dopo il voto in seduta plenaria del Parlamento europeo che ha revocato loro l'immunità;

    le indagini della procura belga si sono concentrate sulla Fight impunity, organizzazione non governativa a sostegno dei diritti umani, fondata da Antonio Panzeri nel 2019, in concomitanza alla conclusione dei mandati in qualità di parlamentare europeo, con il sospetto che vi sia stata coincidenza «criminale» di interessi, tra un ex parlamentare europeo di lungo corso che ha inteso mettere a frutto la fitta ed estesa rete di contatti accumulati e la necessità del Qatar di ripulire la sua immagine in relazione alle violazioni dei diritti umani, che gli avrebbero ridotto o impedito la possibilità di accordi economici o strategie commerciali con l'Unione europea; in proposito, fanno testo le dichiarazioni e le posizioni «pro-Qatar» caldeggiate e assunte da Panzeri, da Kaili e da altri membri del Gruppo Socialisti e Democratici anche in occasione del dibattito e della votazione su una risoluzione sulle violazioni di diritti umani in vista della Coppa del Mondo 2022 che si sarebbe, e si è, svolta a Doha, Qatar;

    gli organi della stampa hanno dato evidenza anche alla posizione del Marocco, emersa dalle carte della procura belga, anch'esso interessato a migliorare la sua immagine all'interno delle istituzioni europee, a tal fine individuando modalità per influenzare, al pari del Qatar, le opinioni e i voti dei parlamentari europei;

    gli interessi del Marocco risulterebbero variegati e in corso da molto tempo: si apprende dalla stampa della divulgazione di alcuni dati, calcolati dall'organizzazione non governativa Statewatch, secondo i quali l'Unione europea avrebbe finanziato il Marocco, dal 2019, con 346 milioni di euro per il controllo delle frontiere esterne, da cui passano ogni anno migliaia di migranti diretti verso l'Unione europea, e altre ingenti risorse finanziarie sarebbe state pagate al Marocco al fine di garantire l'accesso di pescatori europei nelle sue acque territoriali; ma la vicenda più spinosa del Marocco è, anch'essa, strettamente connessa con i diritti del territorio e del popolo sahrawi, del quale l'Unione europea e, in particolare, il Parlamento europeo hanno sostenuto la causa ai fini dell'indipendenza e del riconoscimento dell'identità, negate dal Marocco che lo occupa militarmente; anche in questo caso, vi sarebbe motivo di credere che vi siano state ingerenze, a fronte delle parole spese, tra gli altri, da Antonio Panzeri, che favorivano un orientamento più morbido verso la monarchia del Marocco, onde agevolarne i rapporti politici ed economici con le istituzioni europee, ostacolati dalla scarsa democraticità e dalla violazione dei diritti umani;

    non v'è certamente necessità di chiarire che le attività di lobbying verso le istituzioni nulla hanno a che vedere con le dazioni di denaro «in nero» che influenzano opinioni, comprano pacchetti di voti o favoriscono esternazioni di apprezzamento verso un Paese o un fatto, da ascriversi ad altre fattispecie e da qualificarsi come gravi reati di corruzione, ma v'è certamente un'estrema necessità di regolamentare quella zona grigia, quel «limbo legale» in cui si muovono e versano non poche condotte, che rischiano di minare la legittimità dei processi decisionali democratici e la fiducia dei cittadini, nonché di gettare ombra e sospetto sull'origine e sulla libertà di tutte le opinioni espresse;

    i fatti contestati, la loro portata e ampiezza e le implicazioni finora emerse dall'inchiesta belga – ribattezzata «Qatargate» dal nome del primo dei due Paesi che, finora, risultano coinvolti – sono pesanti e gravissimi: la fitta rete di corruttele, aggravata dalle sue finalità, da ascriversi alla volontà di ingerenza di Paesi stranieri nelle decisioni del Parlamento europeo, impone di colmare un'evidente carenza di strumenti a sostegno della trasparenza e dell'integrità e di contrasto alla corruzione;

    giova ricordare i casi di irregolarità o di frodi in danno al bilancio europeo: il più recente dei quali riguarda il sequestro, eseguito dalla Guardia di finanza di Brescia, di oltre 170 mila euro, disposto dalla Procura europea (Eppo) di Milano nei confronti della parlamentare europea leghista Stefania Zambelli, per un sospetto di frode al bilancio europeo per la retribuzione illecita dei suoi quattro assistenti parlamentari che non avrebbero svolto le attività connesse alla funzione per la quale erano stati assunti e avrebbero documentato, falsamente quindi, titoli di studio, competenze ed attività al Parlamento europeo, che remunera direttamente gli assistenti dei parlamentari europei; tra i quattro assistenti, uno risulterebbe essere un «noto ultrà delle tifoserie milaniste»;

    la Commissione speciale sulle ingerenze straniere in tutti i processi democratici nell'Unione europea, istituita con decisione del Parlamento europeo ha evidenziato, nella sua relazione finale presentata al Parlamento europeo nell'ottobre 2021, l'accelerazione dei fenomeni di ingerenza, segnalando, tra gli altri, la cosiddetta élite capture, l'attività di lobbying industriale, il controllo di centri accademici e culturali, il finanziamento occulto delle attività politiche, fenomeno, quest'ultimo, rileva la relazione, che compromette gravemente l'integrità del funzionamento democratico e non risulta essere illegale in senso stretto, in quanto consentito da numerose lacune derivanti dalle disposizioni relative al finanziamento delle attività politiche previsto dalle legislazioni nazionali degli Stati membri dell'Unione europea in materia elettorale;

    in proposito, preme segnalare che il 9 gennaio 2019, nel nostro Paese, collocate all'interno della legge n. 3 del 2019, cosiddetta «spazzacorrotti», sono entrate in vigore misure per la trasparenza dei partiti e dei movimenti politici: in particolare, è stato introdotto, per i partiti e i movimenti politici, nonché per le liste che partecipano alle elezioni nei comuni con più di 15.000 abitanti, il divieto di ricevere contributi, prestazioni o altre forme di sostegno da Governi o enti pubblici di Stati esteri e da persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate ad obblighi fiscali in Italia;

    la legge cosiddetta «spazzacorrotti», proposta dal Ministro della giustizia pro tempore Bonafede ed approvata nel corso del Governo Conte I, ha recato, altresì, misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e non può sottacersi come proprio grazie ad essa l'Italia abbia ricevuto il plauso da parte del Greco (il gruppo di Stati contro la corruzione in seno al Consiglio d'Europa), a margine della sua attività di valutazione di conformità delle legislazioni vigenti degli Stati aderenti agli standard anti-corruzione. La suddetta legge ha introdotto, tra gli altri, nuovi poteri per le autorità inquirenti (agenti sotto copertura, potenziamento delle intercettazioni per i reati connessi alla corruzione), un incremento delle sanzioni per le persone sia giuridiche sia fisiche, ulteriori adeguamenti dei reati di corruzione privata e traffico di influenze e l'interruzione dei termini di prescrizione dopo la condanna di primo grado. In particolare, il Greco ha mostrato apprezzamento rispetto all'avvenuto allineamento del reato di traffico di influenze illecite ai requisiti di cui alla Convenzione penale sulla corruzione (articolo 12), colmando, così, una lacuna più volte segnalata dal medesimo organo europeo. In un'ottica di messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché di continuazione nel reperimento delle risorse da esso derivate, non sfugge, dunque, l'importanza del mantenimento dello strumento de quo anche al fine di scongiurare ipotetiche attività illecite attirate dall'ingente quantità di afflusso di danaro. Infatti, un allentamento dei presidi contro i fenomeni corruttivi non può che esporre al pericolo di infiltrazioni da parte delle organizzazioni criminali che potrebbero, di guisa, mettere in discussione anche l'erogazione dei fondi da parte dalla stessa Unione europea;

    nel medesimo contesto temporale caratterizzato, come detto, da gravissime condotte corruttive in ambito comunitario ed internazionale è risultata inequivocabile, sul piano nazionale interno – da parte del Governo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene – la volontà di affievolire ed ammansire gli istituti giuridici a tutela della legalità e di depotenziare la capacità di risposta del nostro ordinamento al fenomeno corruttivo nelle sue molteplici declinazioni, anche in considerazione dei profili applicativi del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    in particolare, si segnala l'eliminazione dei più gravi reati di corruzione dal novero dei reati cosiddetti ostativi, l'annunciato restyling del sistema penale e legalitario, costituito dal disincentivo ai pagamenti elettronici e tracciabili, dall'annunciata ulteriore depenalizzazione del reato di abuso d'ufficio, dal ridimensionamento del reato di traffico di influenze illecite, dalla demonizzazione e dal taglio delle intercettazioni, dal tentativo di inserire – nel corso dell'esame della legge di bilancio per il 2023 – un condono penale per i reati tributari;

    è evidente che la lotta alle condotte corruttive di carattere internazionale passi, inevitabilmente, attraverso un approccio ordinamentale e politico nazionale coerente e congruo,

impegna il Governo:

1) a farsi promotore, nelle competenti sedi europee, dell'adozione di ogni misura utile a individuare le carenze di strumenti di prevenzione e di regole sulla trasparenza, sull'integrità, sulla responsabilità e sul contrasto alla corruzione e a proporre iniziative per sopperirvi;

2) a proporre, nelle competenti sedi europee, la costituzione di un consesso per la valutazione, la condivisione e l'adozione, da parte del Parlamento europeo, delle migliori prassi e delle più idonee discipline per l'inquadramento giuridico e la regolamentazione delle attività di lobbying, per un'efficace attività di prevenzione e di contrasto alla corruzione;

3) al fine di tutelare l'indipendenza dei rappresentanti delle istituzioni governative, parlamentari e territoriali da influenze straniere, ad adottare iniziative normative volte a introdurre nel nostro ordinamento il divieto di accettazione, nel corso del mandato ricoperto e anche in un periodo successivo alla sua cessazione, di contributi, prestazioni, controprestazioni o altre forme di sostegno erogati direttamente e/o indirettamente da Governi, enti pubblici di Stati esteri, persone giuridiche aventi sede in uno Stato estero non assoggettate ad obblighi fiscali in Italia, anche attraverso società o enti, anche mediante interposta persona, corredando l'impianto normativo di un procedimento sanzionatorio per le condotte oggetto di violazione del divieto.
(1-00084) «Francesco Silvestri, Baldino, Alfonso Colucci, Auriemma, Penza, Riccardo Ricciardi, D'Orso, Ascari, Cafiero De Raho, Giuliano, Lomuti, Conte, Onori, Scutellà, Bruno, Scerra».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta orale:


   FORATTINI, SERRACCHIANI e MANZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   è del 17 febbraio 2023 lo sciopero indetto dalle redazioni dei giornali del gruppo Gedi a seguito delle voci di trattative, non smentite, di vendita delle storiche testate del nord-est, il Mattino di Padova, La Nuova di Venezia, la Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi, il Messaggero Veneto e Il Piccolo – più la Gazzetta di Mantova;

   due mesi fa l'amministratore delegato del gruppo Gedi sottolineava che: (...) l'assetto dei giornali del gruppo, dai locali ai nazionali, rappresentasse il «perimetro di riferimento dell'azienda», è stato comunicato che (...) si valutano proposte di vendita di singole testate o gruppi di esse, confermando che sono in corso contatti con gruppi interessati all'acquisizione;

   si ricorda che il gruppo editoriale, tra i più grandi in Italia, ha già venduto, in tre anni, testate storiche come la Nuova Sardegna e Il Tirreno, le Gazzette, La Nuova Ferrara, L'Espresso e chiuso Micromega;

   il ruolo assolto dalle testate radicate in Veneto e Friuli Venezia Giulia è storico e questi quotidiani rimangono un punto di riferimento che non può venire meno per i cittadini e le categorie;

   eventuali passaggi di proprietà non possono essere sottomessi solo a logiche finanziarie e devono tenere conto dell'interesse pubblico dei mezzi d'informazione e anche dei benefìci goduti attraverso l'erogazione di risorse pubbliche;

   il settore dell'editoria attraversa una fase molto difficile con un oggettivo ridimensionamento delle copie vendute, una rarefazione delle edicole e un aumento dei costi della carta che incidono fortemente ad accentuare la crisi che dura da tempo e senza una adeguata risposta da parte del Governo;

   l'eventuale vendita, oltre a disperdere l'eredità di un gruppo editoriale, metterebbe a rischio le tante professionalità di tutte le giornaliste e i giornalisti che hanno lavorato in questi anni, affrontando le sfide di una non facile transizione digitale, a tutela e garanzia dei presìdi informativi presenti sul territorio e per il valore sociale dell'informazione locale che rappresentano –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di monitorare la vertenza in oggetto con l'obiettivo di preservare i livelli occupazionali, nonché a garanzia del pluralismo informativo, e quali iniziative intenda porre in essere per sostenere il settore dell'editoria in particolare quella più ancorata ai territori.
(3-00220)


   AURIEMMA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la Costituzione della Repubblica e il Patto internazionale sui diritti civili e politici garantiscono il diritto dei cittadini a partecipare direttamente, attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare, alla conduzione degli affari pubblici;

   con la sentenza del 29 novembre 2019, nel caso Staderini and De Lucia versus Italy (Comm. 2656/2015), il Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite ha affermato che l'Italia ha violato il diritto politico a promuovere referendum ai sensi dell'articolo 25 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, a causa della presenza nella legge n. 352 del 1970 (che disciplina la procedura referendaria) di «restrizioni irragionevoli» a tale diritto, in particolare per l'obbligo per i promotori di far autenticare le firme da un pubblico ufficiale presente al momento della sottoscrizione, senza però che la legge garantisca la disponibilità degli stessi;

   con la suddetta sentenza è stato altresì affermato che «l'Italia ha l'obbligo di evitare il ripetersi di simili violazioni del Patto in futuro e deve rivedere la propria legislazione, al fine di garantire che i requisiti legislativi non impongano restrizioni irragionevoli alla partecipazione dei cittadini a nessuna delle modalità di partecipazione diretta previste dalla Costituzione. In particolare, lo Stato-parte dovrebbe prevedere percorsi per i promotori di iniziative referendarie per far autenticare le firme, per raccogliere le firme in spazi dove i cittadini possano essere raggiunti, e per garantire che la popolazione sia sufficientemente informata su tali processi e sulla possibilità di parteciparvi.»;

   la legge 30 dicembre 2020, n. 178, all'articolo 1, comma 341, come modificata dal decreto-legge n. 77 del 2021, ha istituito un fondo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, adibito alla realizzazione di una piattaforma digitale per la raccolta delle firme degli elettori necessarie per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, nonché per i progetti di legge previsti dall'articolo 71, secondo comma, della Costituzione;

   l'articolo 1, comma 343, della legge n. 178 del 2020 ha previsto che la Presidenza del Consiglio debba porre in essere, entro il 31 dicembre 2021, una piattaforma di raccolta delle firme digitali da utilizzare per gli adempimenti di cui all'articolo 8 della legge 25 maggio 1970, n. 352, relativamente dunque a referendum e leggi di iniziativa popolare, mentre il comma 344 prevede che, a partire da gennaio 2022, le firme possano essere raccolte, senza necessità di autenticatore, in forma digitale, con la piattaforma della Presidenza del Consiglio oppure con le modalità di cui all'articolo 20, comma 1-bis, del codice dell'amministrazione digitale;

   col decreto del Presidente del Consiglio dei ministri pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 277 del 26 novembre 2022, sono state definite le modalità di funzionamento della piattaforma per la raccolta delle firme per referendum e progetti di legge recependo tutte le prescrizioni emerse dal parere negativo del Garante per la protezione dei dati personali che aveva stigmatizzato il progetto ritenendolo critico sotto svariati profili attinenti alla protezione e sicurezza del trattamento dei dati dei cittadini;

   come evidenziato però dall'Associazione Luca Coscioni, l'attuale piattaforma va a riparare solo parzialmente alle violazioni degli obblighi internazionali che l'Italia dovrebbe rispettare, infatti il portale consente unicamente la raccolta delle firme per i referendum e per le proposte di legge di iniziativa popolare mentre non sono state ancora discusse o approvate nuove disposizioni legislative per autorizzare la raccolta digitale delle firme necessarie a presentare le liste elettorali per le elezioni locali, politiche o europee;

   inoltre, la piattaforma non è funzionante e deve ancora ricevere gli aggiornamenti tecnici per distinguere efficacemente tra i diversi tipi di sottoscrizioni digitali e rafforzare l'accoppiamento di firme e certificati elettorali;

   ad oggi, infatti, accedendo alla piattaforma firmereferendum (https://www.firmereferendum.gov.) un messaggio avvisa come la piattaforma sia ancora in fase di test non permettendo l'usufruizione della stessa –:

   quali siano le motivazioni di tale ritardo nel pieno funzionamento della piattaforma ed entro quando sia prevista la piena operatività della stessa;

   quali iniziative si intenda adottare per superare le succitate criticità e rendere operativa la suindicata piattaforma;

   infine, se si intenda implementare forme innovative di partecipazione popolare.
(3-00221)

Interrogazione a risposta scritta:


   PROVENZANO, SERRACCHIANI, MADIA, ROGGIANI, SCOTTO, SARRACINO, ORFINI, IACONO, LAUS, GHIO, GNASSI, BAKKALI, FORNARO, BOLDRINI, DE LUCA, ZINGARETTI, MALAVASI, LACARRA, MORASSUT, D'ALFONSO, SIMIANI, TONI RICCIARDI, FORATTINI, STEFANAZZI, GIANASSI, SCHLEIN, CUPERLO, ZAN, MAURI, FASSINO, ORLANDO, SCARPA, FURFARO, FOSSI, DI BIASE, GUERRA, BERRUTO, QUARTAPELLE PROCOPIO, MEROLA, GIRELLI, GRIBAUDO, MARINO, ANDREA ROSSI, LAI, CIANI, MANZI, TABACCI, BRAGA, CASU, STUMPO e FERRARI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da un articolo de La stampa pubblicato in data 7 febbraio 2023 che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, onorevole Fazzolari, avrebbe come priorità quella di introdurre l'insegnamento del tiro a segno nelle scuole italiane;

   nel richiamato articolo, solo parzialmente smentito, viene riportato con virgolettato la seguente affermazione attribuita al sottosegretario «dobbiamo fare un tavolo per un progetto di insegnamento del tiro a segno nelle scuole [..]»;

   il citato Sottosegretario, anche da parlamentare, è noto per la sua passione per le armi, tant'è che nella scorsa legislatura si era attivato per l'abolizione del divieto di commercializzare armi corte in 9x19;

   per quanto il tiro a segno sia una disciplina olimpica e l'Italia abbia delle riconosciute eccellenze sportive, il semplice ipotizzare che vi possa essere la proliferazione di armi all'interno dei nostri istituti scolastici desta enorme preoccupazione;

   la scuola italiana ha ben altre priorità sottovalutate da un Governo che da quando si è insediato proprio sul tema della istruzione ha alimentato solo polemiche –:

   se quanto riportato dall'articolo de La Stampa corrisponda a verità e, nel caso, se il Governo condivida l'attivismo del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri nella introduzione di una disciplina che comporta l'impiego di armi all'interno del nostro ordinamento scolastico;

   quali siano gli orientamenti dell'Esecutivo sulla diffusione dell'uso delle armi nel nostro Paese.
(4-00594)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:


   ALMICI e CERRETO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la flavescenza è una malattia della vite particolarmente insidiosa, che prende origine a seguito dell'azione di un parassita in grado di insediarsi all'interno dei tessuti della pianta, bloccandone la linfa e determinandone uno squilibrio generale delle attività fisiologiche;

   secondo quanto disposto dal decreto ministeriale n. 32442 del 31 maggio 2000 la pianta malata di flavescenza dorata viene sottoposta alla quarantena e, accertata la presenza della malattia, viene eliminata, prevedendo il controllo del vigneto per gli anni successivi;

   in Italia, la malattia è diffusa soprattutto nel Nord Italia, ma il vettore è stato segnalato anche in Italia centrale e meridionale e oggi la fitoplasmosi trasmessa da Scaphoideus titanus minaccia zone sempre più estese di vigneti;

   in particolare, oggi la malattia minaccia le principali produzioni di Piemonte, Toscana, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, che hanno infatti registrato e segnalato, proprio di recente, nuovi focolai;

   l'allarme è stato lanciato da Confagricoltura, che ha parlato di una delle malattie epidemiche più gravi che interessano il comparto vitivinicolo, chiedendo al Governo che venga messa a punto una strategia di interventi uniformi su tutto il territorio nazionale, alla quale gli enti competenti partecipino in modo coordinato e con la condivisione delle proprie iniziative;

   secondo l'associazione di categoria, di fronte alla preoccupante accelerazione del fenomeno registrata negli ultimi due anni, occorrerebbe intervenire non solo sulla selezione delle piante sintomatiche, ma anche con misure di ristoro a sostegno e tutela delle imprese vitivinicole che stanno affrontando costi elevati per l'estirpazione dei vigneti compromessi dalla malattia;

   di recente, in sede di esame parlamentare della legge di bilancio 2023, è stato approvato dal Ministero interrogato un fondo, con una dotazione di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni a decorrere dall'anno 2024, per sostenere i vigneti colpiti dalla fitoplasmosi della flavescenza dorata, finalizzato alla sostituzione, tramite rimpiazzo o reimpianto, di piante di vite estirpate in vigneti colpiti dalla malattia epidemica;

   il comparto vitivinicolo nel 2022 ha raggiunto 8 miliardi di euro di esportazioni, con una crescita rispetto all'anno precedente del 12 per cento –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo ritenga di dover assumere, a partire dalla istituzione di un tavolo tecnico-istituzionale, con la partecipazione delle associazioni di categoria, al fine di adottare una strategia di interventi uniformi su tutto il territorio nazionale in materia di fitoplasmosi trasmessa da Scaphoideus titanus.
(5-00470)


   CASTIGLIONE. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   nel maggio 2022 la Commissione europea con i regolamenti 2022/740 e 2022/751 ha escluso «1,3-dicloropropene» e «cloropicrina» tra le sostanze fitosanitarie ammesse;

   gli stessi regolamenti evidenziano la mancanza di una pronuncia definitiva da parte dell'Autorità sanitaria europea circa la nocività di tali sostanze;

   il 12 ottobre 2022 il Ministero della salute forniva parere negativo circa la richiesta di autorizzazione per l'impiego di prodotti fitosanitari in situazioni di emergenza ai sensi dell'articolo 53 del regolamento CE 1107/2009, per prodotti a base di «1,3-dicloropropene» presentata da Coldiretti e Agrinsieme;

   il 22 giugno 2022 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento relativo all'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (2022/0196 COD) per ridurne l'uso entro il 2030;

   il 26 settembre 2022, in occasione del Consiglio dei Ministri dell'Unione europea, si è formato un fronte comune «salva raccolti» da parte di 17 Paesi, tra cui l'Italia;

   il 19 dicembre 2022 il Consiglio UE ha esposto le proprie preoccupazioni sugli effetti della proposta di regolamento e ha chiesto che la Commissione fornisca, entro sei mesi, uno studio che integri l'attuale valutazione d'impatto e che indichi alternative sostenibili, in mancanza dei quali vi è il potenziale rischio di introduzione e diffusione di organismi nocivi;

   l'Aipp ha rilevato come la bozza non tenga conto delle differenti condizioni territoriali e agricole dei diversi Stati membri; il divieto assoluto di prodotti fitosanitari nelle cosiddette aree sensibili rischierebbe di compromettere l'equilibrio di importanti agrosistemi, come quelli risicoli;

   il 18 gennaio 2023 è arrivata la risposta della Commissione europea, la quale ha confermato la necessità di approfondire le analisi di impatto delle nuove norme sugli approvvigionamenti alimentari e sulla competitività del settore agricolo;

   il 9 febbraio 2023 lo stesso Ministero della salute non ha escluso l'utilizzo di tali sostanze in condizioni di emergenza fitosanitaria e ha invitato Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica a fornire un parere dettagliato circa le aree interessate;

   gli attuali prodotti alternativi quali Dezam e Metam e dei sistemi di biofumigazione, non sono qualitativamente e quantitativamente in grado di far fronte alla eliminazione dei parassiti sul terreno –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere a sostegno del comparto, sia nell'interlocuzione in sede europea ai fini di una modifica della proposta di regolamento in discussione, sia ai fini del rilascio di un'autorizzazione provvisoria all'uso dei prodotti di cui in premessa.
(5-00471)


   DAVIDE BERGAMINI, CARLONI, PIERRO e BRUZZONE. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il processo del pagamento dei premi in favore degli operatori ippici italiani e stranieri prevede un considerevole e articolato numero di fasi procedurali che, accanto ai controlli dei competenti organi (Ufficio centrale di bilancio), interessa ben quattro sistemi gestionali e contabili differenti (E-Unire, Paga Ippici, SiCoGe e INIT). Tale circostanza, che comporta la replica dell'inserimento del dati su tutta la catena dei sistemi, produce un rallentamento dell'iter di pagamento dovuto al maggior numero di operazioni da eseguire;

   da circa 10 anni i premi a traguardo nel settore ippico vengono pagati dal Ministero con una decorrenza minima di 6 mesi e con punte di ritardo che arrivano a 12 mesi;

   I cronici ritardi registrati nel pagamento dei premi al traguardo in favore degli operatori ippici nazionali e stranieri da parte del Ministero, hanno ormai assunto una dimensione molto lontana persino dalla prassi di circa tre mesi intercorrenti tra l'effettuazione della corsa e il pagamento dei relativi premi;

   ciò comporta un disagio enorme per tutti gli operatori del settore che, oltre a far fronte a un montepremi complessivo decisamente inferiore rispetto al passato, devono fronteggiare costi sempre più alti;

   il contesto di incertezza, infatti, rischia di causare conseguenze occupazionali nel settore, pregiudicando anche gli investimenti nel nostro Paese da parte degli operatori, con relativa ulteriore perdita di gettito per le aziende che vanificherebbe gli sforzi sin qui fatti;

   fino ad oggi si è assistito ad azioni palliative, tuttavia mai capaci di programmare un rilancio serio ed efficace per garantire quel minimo di certezze di cui gli operatori hanno bisogno; gli operatori del settore attendono da tempo interventi risolutivi per superare le criticità attuali che mettono a rischio la sopravvivenza del comparto;

   è necessario garantire risposte immediate agli operatori del settore ippico in quanto è a rischio lo stato di solvibilità delle aziende;

   le categorie del galoppo, tramite Ang (Associazione nazionale galoppo), hanno dichiarato lo stato di agitazione a partire dal 24 febbraio 2023, al fine di richiedere un confronto e risolvere il problema –:

   quali misure intenda mettere in atto per recuperare il ritardo nel pagamento dei premi al traguardo nelle competizioni ippiche nonché le tempistiche previste in ordine all'emissione degli ordinativi di pagamento, in quanto il settore ippico ha bisogno di supporto e di essere valorizzato;
(5-00472)


   NEVI, ARRUZZOLO e GATTA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   i danni prodotti dalla siccità vedono il comparto agricolo in prima fila: nel 2022 il 10 per cento dei raccolti è andato perso, con un danno stimato da Coldiretti in 6 miliardi di euro;

   i cali produttivi sono stati del 45 per cento per il mais e i foraggi, del 20 per cento per il latte nelle stalle, del 30 per cento per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzioni di frumento tenero, del 30 per cento del riso, del 15 per cento per la frutta;

   le associazioni agricole hanno già espresso preoccupazioni per la produzione di cereali nella stagione 2023 a causa la mancanza di acqua. L'Italia ha perso un terzo dei raccolti in 10 anni, l'import di mais salito dell'80 per cento nel 2022 e senza un nuovo accordo russo-ucraino si blocca l'arrivo in Italia di oltre 1,5 milioni di tonnellate di grano, mais e olio di semi di girasole che sono sbarcati in Italia nell'ultimo anno;

   presso la cabina di regia recentemente tenutasi è emerso che 8 miliardi di euro delle risorse allocate nel PNRR e nel Piano nazionale degli interventi nel settore idrico delle risorse sono bloccati dalla burocrazia;

   l'acqua è centrale per puntare all'autosufficienza alimentare e aumentare la resa produttiva per ettaro rispetto alla quale l'Italia è già al primo posto nell'Unione europea;

   un progetto Anbi e Coldiretti prevede di realizzare 10.000 invasi entro il 2030, di cui 223 immediatamente cantierabili. È necessario altresì semplificare alle imprese agricole la possibilità di realizzare o ripristinare propri invasi;

   l'irrigazione innovativa (a goccia o a nebbia) per l'agricoltura è fondamentale per utilizzare l'acqua in modo efficiente. Importanti sono le iniziative volte a implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura. Altrettanto importanti quelle relative alla ricerca di varietà di colture maggiormente resistenti ai cambiamenti climatici;

   l'articolo 13 del decreto-legge n. 115 del 2022 ha incrementato di 200 milioni di euro il Fondo di solidarietà in agricoltura per il 2022, destinato alle imprese agricole che hanno subìto danni dalla siccità. Per il 2023 il Fondo mutualistico (Agri-Cat) ha una dotazione di 350 milioni l'anno –:

   quali ulteriori iniziative a breve termine riferibili alla stagione agraria in corso intenda adottare il Ministro interrogato, per quanto di competenza, con riguardo alle diverse ipotesi di contrasto alla carenza d'acqua esposte in premessa.
(5-00473)


   SERGIO COSTA, CARAMIELLO, FRANCESCO SILVESTRI, ILARIA FONTANA, MORFINO, AMATO e CHERCHI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   il Crea è il maggior ente di ricerca agroalimentare italiano e uno dei più importanti in Europa; vigilato dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste con oltre 2.000 tra dipendenti e ricercatori, 12 centri di ricerca e 40 sedi operative, esso fornisce all'agroalimentare un contributo chiave per l'innovazione e la competitività;

   il suo impatto economico sul Paese è evidente, basti pensare alla lotta alla cimice asiatica che ha contato mezzo miliardo di danni alla produzione di pere, o agli interventi per ridare forza al settore olivicolo dopo l'emergenza Xylella, o, ancora al ruolo nel settore vitivinicolo, dove ha il merito di aver selezionato varietà resistenti a importanti patogeni per i principali vitigni italiani – compreso quello utile alla produzione del prosecco (circa 5 miliardi di fatturato annui);

   esso supporta Ministero e regioni nella gestione dei 10 miliardi di euro annui della Pac nonché per l'operatività del Piano irriguo nazionale e la progettualità del Recovery Fund;

   a seguito della confluenza nell'ente di diversi enti e istituti sperimentali di ricerca, alcune norme hanno autorizzato la stabilizzazione del personale precario, senza affrontare quella degli operai a tempo determinato che lavorano negli oltre 5.000 ettari delle 100 aziende sperimentali;

   la legge di bilancio 2021 ha provveduto a dotare il Crea di maggiori risorse finalizzate alla stabilizzazione di 100 unità del predetto personale, attualmente regolato dal Ccnl privato degli operai agricoli e florovivaisti; ma nonostante l'onere economico dell'operazione sia già presente nel bilancio Crea, nulla è stato realizzato nella direzione auspicata;

   due i piani di intervento: stabilizzare (vedi cosiddetto «decreto Madia»), il personale precario nel profilo di «operatore tecnico» con Ccnl pubblico degli enti di ricerca, facendo sì che ad esso non siano applicati due Ccnl differenti, e allo stesso tempo regolare l'assunzione di operai agricoli a tempo determinato, applicando loro il Ccnl degli operai agricoli e florovivaisti –:

   se, a fronte di quanto esposto in premessa, anche in sinergia con gli altri dicasteri interessati, al fine di assicurare l'operatività del Crea, intenda adottare le iniziative di competenza volte a dare seguito alla stabilizzazione degli operai a tempo determinato, nel profilo di «operatore tecnico» degli enti di ricerca, al fine di superare il precariato, ridurre il ricorso ai contratti a termine e valorizzare la professionalità acquisita dal personale, e regolando al contempo l'assunzione di operai a tempo determinato per le attività stagionali attraverso il Ccnl degli operai agricoli e florovivaisti.
(5-00474)


   VACCARI, FORATTINI, MARINO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   con la legge di bilancio per il 2023, il Governo ha modificato le regole per il controllo della fauna selvatica disciplinate dalla legge n. 157 del 1992;

   il comma 432, dell'articolo 1 ha previsto il rifinanziamento del Fondo recupero fauna selvatica – istituito dall'articolo 1, comma 757, della legge n. 178 del 2020, per l'anno 2023, per un importo pari a 1 milione di euro;

   il comma 447, sostituendo l'articolo 19 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ha previsto norme relative al controllo della fauna selvatica;

   il comma 448 ha aggiunto l'articolo 19-bis della legge 11 febbraio 1992, n. 157 inserendo il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica;

   quali dati siano in possesso del Ministro interrogato in merito ai piani di controllo attuati dalle regioni e, in attesa dell'approvazione del piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, se sia stato costituito il Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale.
(5-00475)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   LAI e VACCARI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la Peste suina africana (PSA) è una malattia che rappresenta una seria minaccia in molti Paesi dell'Europa e del mondo, Italia compresa;

   in Sardegna è stata varato un programma di eradicazione della PSA nel 2015 concluso nel 2019, con la completa assenza di qualsiasi riscontro di virus nell'intero territorio regionale, secondo le procedure dell'EFSA, con la rilevazione nel 2 per mille dei capi della sola sieropositività che resta per tutta la vita, anche in assenza del virus;

   il piano di eradicazione della PSA in Sardegna ha avuto totale successo tanto che il decreto-legge del 31 marzo 2022 al comma 2 dell'articolo 1 richiama alla definizione degli eventuali piani di eradicazione sui diversi territori regione in piena conformità con quello attuato dalla regione Sardegna denominato «Piano nazionale di sorveglianza e di eradicazione di regione Sardegna della Peste Suina Africana 2021-2022»;

   nonostante questo evidente successo, ad aprile 2021 l'Italia ha interpretato in forma molto restrittiva il Regolamento UE n. 2020/689 e ha notificato come «focolai di PSA» tutti i riscontri di capi sieropositivi, sulla base di una presunta «connessione epidemiologica» con precedenti focolai, individuando, anche in assenza di virus, zone di divieto di commercializzazione di suini e loro prodotti. Queste zone di divieto totale corrispondono ad aree nelle quali è stata più forte la resistenza all'introduzione delle norme e delle procedure di eradicazione quanto fondamentale il conforto e la collaborazione delle popolazioni e delle istituzioni locali. Tale divieto non riconosce gli sforzi effettuati e i risultati raggiunti tanto da rendere meno credibile il successo del piano di eradicazione e correre il rischio di un ritorno allo status quo ante;

   l'applicazione di una zona di totale divieto di commercializzazione, in presenza di sola sieropositività e in totale assenza di virus, appare dunque non corretta sul piano normativo e dannosa sul piano operativo. Inoltre può costituire un pericoloso precedente per altre zone d'Italia se si applicasse un principio di blocco delle carni e dei suoi derivati con la sola rilevazione di sieropositività;

   l'assenza di decisioni sta innescando in Sardegna ferme proteste da parte degli allevatori per i quali la situazione sta diventando insostenibile poiché il blocco pregiudica i parti estivi delle scrofe non potendo essere superati i limiti di presenza di capi di ciascun allevamento con gravi ripercussioni economiche e sociali –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se l'Italia intenda continuare a notificare i riscontri di sieropositività in assenza di virus in Sardegna come «focolai», ignorando i risultati della «sorveglianza passiva» attuata in accordo con EFSA e se intenda estendere al resto del territorio nazionale la presenza di sola sieropositività come presenza di un focolaio attivo con i conseguenti effetti di blocco della commercializzazione dei suini e dei loro prodotti.
(5-00478)

Interrogazione a risposta scritta:


   FORNARO. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   a ottobre 2022 è stato pubblicato il decreto di approvazione della graduatoria dei soggetti ammessi al contributo pubblico di cui al decreto direttoriale n. 302355 del 7 luglio 2022, recante determinazione dei criteri e delle modalità per la concessione di contributi concernenti iniziative volte a sviluppare azioni di informazione, formazione e promozione per migliorare la conoscenza, favorire la divulgazione e sostenere lo sviluppo dei prodotti vitivinicoli contraddistinti dal riconoscimento dell'Unione europea ai sensi del regolamento (UE) n. 1308/2013;

   i criteri di valutazione della commissione giudicatrice, allegati al decreto del 7 luglio 2022, paiono basarsi soprattutto su elementi di natura soggettiva, tanto che alcuni consorzi avrebbero presentato ricorso;

   delle 63 domande sono state approvate solo 47 e il 95 per cento di queste proviene dai grandi consorzi, cioè da quanti hanno la capacità di anticipare fino a 500 mila euro di spesa in attesa del trasferimento ministeriale a rendicontazione fatta;

   la graduatoria risultante non ha raggiunto il budget di spesa, infatti, a fronte di una disponibilità finanziaria, individuata all'articolo 1 del decreto ministeriale n. 138367 del 24 marzo 2022, pari a 25 milioni di euro, ne sono stati assegnati solamente 12,7;

   si ritiene necessario mettere tutti i consorzi, anche i più piccoli, nelle condizioni di poter usufruire degli stanziamenti ministeriali al fine di poter concorre alla promozione, valorizzazione e tutela dei loro prodotti. Così come redatto, infatti, il bando mette in una condizione impari i piccoli consorzi che non potranno ricevere i contributi necessari per la promozione delle loro diverse eccellenze;

   proprio i piccoli consorzi, infatti, necessitano maggiormente di sostegno, anche perché fanno riferimento a territori di piccoli e piccolissimi comuni –:

   se il Ministro sia a conoscenza della situazione e se e come intenda intervenire per permettere anche ai piccoli consorzi di accedere ai contributi, anche eventualmente redistribuendo le risorse rimaste inutilizzate, oppure destinandole a un eventuale ulteriore bando che tenga conto, in modo particolare, delle esigenze dei consorzi più piccoli.
(4-00598)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   SCUTELLÀ. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   tra le varie fonti di energia rinnovabili, le tecnologie eolico e fotovoltaico offshore ricoprono un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obbiettivi di abbattimento delle emissioni di carbonio, previsti per il 2050;

   il Consiglio europeo ha recentemente approvato il nuovo obiettivo vincolante: 55 per cento di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, in luogo dell'obiettivo di riduzione del 40 per cento già fissato dal Clean Energy Package (CEP). Questo implica che gli obiettivi già sfidanti di penetrazione delle fonti rinnovabili nei consumi elettrici definiti nel Piano nazionale per l'energia e il clima (Pniec) ovvero il 55 per cento, dovranno essere riformulati in modo più ambizioso, portandoli verosimilmente al 65 per cento;

   è essenziale che le energie rinnovabili diventino la prima fonte di energia per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e per i quali l'Unione europea ha messo in campo strumenti come il Next Generation EU, il Piano nazionale di ripresa e resilienza che si aggiungono alla Programmazione comunitaria 2021/2027 e alle strategie Ue per la Biodiversità al 2030;

   per gli impianti offshore destinati alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l'articolo 2, comma 158, della legge 24 dicembre 2007 n. 244 ha previsto che l'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di tali impianti è rilasciata dal Ministero dei trasporti (oggi infrastrutture e trasporti), sentiti il Ministero dello sviluppo economico (oggi delle imprese e del made in Italy) ed il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (oggi dell'ambiente e della sicurezza energetica) e previo rilascio della concessione d'uso del demanio marittimo da parte della competente autorità marittima;

   la Nd-Sea One s.r.l. ha presentato una proposta progettuale finalizzata alla realizzazione e all'esercizio di un impianto ibrido per la generazione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica e fotovoltaica, con ubicazione offshore avente potenza complessiva di 540 Megawatt, da realizzarsi nei comuni di Corigliano-Rossano, Crosia, Calopezzati e Pietrapaola in provincia di Cosenza;

   sul sito del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è stata pubblicata la procedura per la valutazione e l'autorizzazione ambientale (Vas-Via-Aia) per il progetto preliminare dell'impianto ibrido eolico e fotovoltaico offshore nel Mar Jonio presentato dalla Nd-Sea One s.r.l. –:

   quali siano le tempistiche previste rispetto all'iter tra presentazione del progetto ed eventuale sua realizzazione e le ricadute economico-produttive che tale impianto potrebbe produrre sul territorio calabrese;

   se nelle intenzioni dei Ministri interrogati sia previsto il coinvolgimento dei territori interessati dal progetto al tavolo concertativo per consentire ai cittadini dell'area jonica di beneficiare, a seguito della realizzazione dell'opera, di agevolazioni economiche sul consumo di energia.
(4-00596)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   venerdì 24 febbraio 2023 è evaso dal carcere di massima sicurezza di Badu 'e Carros il detenuto Marco Rabuano, esponente della sacra corona unita, condannato in via definitiva a 19 anni di carcere per traffico di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso, detenuto in regime di alta sicurezza 3;

   l'evasione è stata ripresa dalle telecamere di sicurezza e le immagini mostrano un'evasione effettuata calandosi dal muro di cinta con alcune lenzuola legate tra loro, alle cinque del pomeriggio, in pieno giorno e a pochi metri dalle abitazioni della città di Nuoro;

   il ricercato non è stato ancora stato ripreso dalle forze dell'ordine ma, dopo l'evasione, come riportato dalla stampa, sarebbero state aperte due inchieste, una della procura di Nuoro e una del Ministro della giustizia, con il Dap che avrebbe dato mandato al provveditore regionale per la Sardegna di svolgere con urgenza accertamenti e verifiche per appurare cause, circostanze e modalità dell'accaduto;

   in merito alla dinamica dei fatti sono noti alcuni fatti rilevanti che, se corrispondessero al vero, sarebbero alquanto imbarazzanti: in particolare che, come è emerso da notizie di stampa, la fuga sarebbe stata scoperta solo due ore dopo il fatto, davanti ai video delle telecamere di sicurezza non sarebbe stato presente alcun sorvegliante, l'evasore avrebbe aperto senza alcuna forzatura, forse per la disponibilità delle relative chiavi, il portone blindato del reparto di alta sicurezza per arrivare indisturbato nel cortile, nel quale non sarebbe stato presente, o non quantomeno non è stato visto da alcuno, nessun sorvegliante;

   era nota da tempo al Dap e al Ministero interpellato una carenza di personale relativo al carcere di alta sicurezza di Badu 'e Carros, di 60 agenti rispetto all'organico, secondo il rapporto Antigone 2021, ed era stata denunciata da diversi responsabili il passaggio ad una metodologia di sorveglianza priva di controllo umano, ma solo riservata alle telecamere;

   appare in questo modo fortemente compromessa la sicurezza interna ed esterna di uno dei più importanti carceri di massima sicurezza in Italia –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa nonché a che punto siano gli accertamenti di competenza che risultano già avviati, nonché se, per quanto di competenza, siano state verificate responsabilità ed eventuali complicità interne ed esterne;

   quali siano le iniziative poste in atto nell'immediatezza nel carcere di Badu 'e Carros al fine di evitare che possa ripetersi quanto accaduto il 24 febbraio 2023 e in particolare, quali nuove risorse e quanto personale siano stati attribuiti alla struttura, quali strumenti di protezione e sicurezza aggiuntivi, quali ulteriori procedure siano state avviate;

   quali iniziative siano state adottate al fine di garantire la sicurezza degli abitanti della città di Nuoro, in particolare quelli dei quartieri adiacenti il carcere, popolati da famiglie e da piccole attività commerciali e artigiane.
(2-00091) «Lai, Gianassi».

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI e AMATO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dalla stampa online si apprende che davanti alla Corte di assise del Tribunale di Trento è in corso il processo cosiddetto «Perfido» nato dall'indagine dei carabinieri che ha portato a galla in Trentino la presenza della 'Ndrangheta (RGNR 2931/17, RG Corte Assise Trento 2/21), nel quale sono contestati a diversi imputati i reati di cui all'articolo 416-bis e 600 del codice penale: «Ancora un rinvio per il processo “Perfido”»;

   nell'udienza che si è tenuta il 9 febbraio 2023 in Tribunale a Trento, infatti, otto degli undici imputati hanno chiesto il rito abbreviato che prevede uno sconto della pena. Ecco allora che l'udienza della Corte d'Assise è stata aggiornata al 22 febbraio (https://www.ildolomiti.it/cronaca del 10 febbraio 2023);

   il 9 febbraio 2023, il dibattimento, introdotto con il rito del giudizio immediato e iniziato il 13 gennaio 2022, doveva riprendere a seguito di lunga sospensione necessitata dallo svolgimento delle perizie sulle intercettazioni telefoniche, alcune da tradurre dal dialetto calabrese. L'udienza era fissata per l'audizione dei periti per chiarimenti sulle trascrizioni e dei testimoni della procura, a partire dagli ufficiali di polizia giudiziaria;

   dal verbale dell'udienza del 9 febbraio 2023 davanti alla Corte d'assise di Trento, emerge che «La Corte rappresenta alle parti la possibilità di accedere al rito abbreviato, la Corte chiede alle parti di manifestare l'eventuale interesse ad accedere al rito abbreviato (...) La Procura mette a disposizione della difesa Battaglia G. documentazione circa la possibilità di una contestazione ulteriore. La Corte dopo aver esaminato ogni singola posizione ed il possibile scenario derivante da contestazioni ulteriori che la Procura potrebbe fare, con conseguente scelta rito abbreviato, fissa udienza per il giorno 22 febbraio 2023 ore 14:00, disponendo che alla prossima udienza vi sia manifestazione finale di accettazione del rito abbreviato sul materiale che il PM ha indicato per le singole posizioni. In modo da consentire alla Corte di ammettere le parti al rito abbreviato..."»;

   la proposta (non nota né comunicata alle parti civili, fra le quali anche tre lavoratori stranieri vittime del reato di cui all'articolo 600 del codice penale) non risulta sia stata osteggiata dalla Procura della Repubblica di Trento; sarebbe stata addirittura caldeggiata dal presidente della Corte;

   in sostanza, senza far comprendere da chi e per quale motivo l'anomala iniziativa sia stata assunta, si intravede in maniera chiara uno scenario davvero paradossale, che contrasta con l'iniziale rigore della Procura della Repubblica di Trento;

   si apprende anche che: «L'avvocato Bonifacio Giudiceandrea, consulente legale del Coordinamento lavoro porfido e già legale degli operai cinesi costituitisi parte civile del processo “Perfido”, ha presentato al Café de la Paix, a Trento, la principale criticità del rito abbreviato, che domani potrebbe essere chiesto da alcuni imputati del processo sull'infiltrazione della 'ndrangheta in Trentino. “Solitamente il rito abbreviato si può chiedere solo prima che inizi il processo. La normativa Cartabia, da poco entrata in vigore, sembrerebbe aprire la strada alla possibilità di chiedere, anche a dibattimento iniziato, di procedere con il rito abbreviato. Anche se a noi non sembra che sia così”» (https://www.ansa.it/trentino/notizie/2023/02/21/ del 21 febbraio 2023);

   effettivamente la riammissione degli imputati alla possibilità di accedere al rito abbreviato sembrerebbe «inusuale», considerate le preclusioni processuali in tema di richiesta di giudizio abbreviato –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti;

   se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, in particolare di carattere normativo, ritenga opportuno adottare in relazione ai fatti di cui in premessa, anche al fine di evitare qualsiasi dubbio circa l'applicazione della disciplina in questione.
(4-00595)


   ASCARI, AMATO, MORFINO e CHERCHI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   secondo l'agenzia Dire, «Frida è una donna, una madre, vessata dalle Istituzioni di questo Paese per aver messo al mondo sua figlia contro la volontà dell'ex compagno, scappato al primo mese di gravidanza dopo aver provato in tutti i modi a farla abortire. Purtroppo l'articolo 250 sul riconoscimento tardivo ha consentito a quest'uomo di trascinare madre e figlia in tribunale dove hanno subito due consulenze tecniche d'ufficio in cui è stata fatta diagnosi di alienazione parentale nonostante la piccola (18 mesi all'epoca della prima ctu) non avesse nemmeno mai vissuto all'interno di una coppia genitoriale. Esordisce così la (ex) senatrice e vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Cinzia Leone, nella sua lettera indirizzata alla Garante per l'infanzia Carla Garlatti.» (www.dire.it del 2 agosto 2022);

   «È questo – scrive ancora l'agenzia Dire – infatti il caso di Frida, che è anche uno dei 36 fascicoli esaminati dalla Commissione femminicidio (del maggio 2022), che ha portato avanti la gravidanza e ha cresciuto sua figlia da sola nonostante il padre biologico chiedesse l'aborto in mille modi, come copiosi messaggi documentano. La piccola, una volta nata, viene infatti riconosciuta solo da lei. Un bel giorno l'uomo ritorna e chiede il riconoscimento, ma prima ancora che questo accada, “una prima CTU, quando la bambina ha 18 mesi, le diagnostica un conflitto di lealtà” con la mamma e Frida viene definita “ostativa” come racconta intervistata dalla Dire agli esordi della vicenda.» (www.dire.it del 3 maggio 2022);

   a quanto scrive ancora l'agenzia Dire il 2 agosto 2022, «Per Leone, si tratta di "una vera e propria caccia alle streghe contro la madre, rea di continuare a opporsi a un riconoscimento che non corrisponde all'interesse di sua figlia"»;

   la cassazione ha confermato le sentenze, tuttavia, nonostante «le sentenze delle azioni di stato (riconoscimento tardivo) siano applicabili solo dopo il loro passaggio in giudicato, madre e figlia sono state vessate dai Servizi Sociali di Venezia che fin dal primo grado si sono sentiti incaricati del ruolo di affidatari della bambina e che hanno reso testimonianza in ogni procedimento penale intentato ai danni della madre, ma soprattutto ai danni di una bambina piccola, esposta così a grandissimo pericolo» (www.dire.it del 2 agosto 2022);

   secondo quanto riferito da Frida all'agenzia Dire, la minore «È stata costretta a incontrarlo in ctu, andava all'asilo a prenderla quando per la legge non era nemmeno il padre, la bambina era spaventata, aveva un forte malessere e non sapeva chi fosse. Il paradosso della nostra storia è che dobbiamo parlare di bigenitorialità al cospetto di un uomo che non voleva questa bambina e che non l'ha riconosciuta quando è nata.» (www.dire.it del 3 maggio 2022);

   la minore di anni 6 convive con la madre e i nonni materni; il compagno della signora ha intrapreso un ulteriore giudizio davanti al Tribunale ordinario di Venezia per chiedere l'attuazione della sentenza di primo grado;

   la sentenza di cassazione è oggetto di istanza di revocazione ma, secondo l'ex senatrice Leone, «Nel frattempo, madre e figlia rimangono esposte all'arbitrio di un Servizio Sociale verso il quale pende oggi esposto all'ordine professionale (ad oggi risulterebbe archiviato) e alle azioni aggressive di un ex compagno che continua a sollecitare interventi di polizia ...» (www.dire.it del 2 agosto 2022);

   la Convenzione di Istanbul del 2011, all'articolo 5, obbliga gli Stati ad astenersi da qualsiasi atto di violenza verso le donne, prevedendo all'articolo 31 l'adozione delle misure necessarie per garantire che «al momento di determinare i diritti di custodia e di visita dei figli, siano presi in considerazione gli episodi di violenza che rientrano nel campo di applicazione della presente Convenzione» –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non intenda adottare tutte le iniziative di competenza, anche normative, per far in modo che la discrezionalità di cui godono i servizi sociali, come nel caso in esame, possa essere esercitata nell'ambito di adeguati ed efficaci controlli e affinché venga effettivamente realizzato l'interesse del minore in casi come quello richiamato anche nel rispetto dell'articolo 31 della Convenzione di Istanbul;

   se e quali iniziative intenda promuovere, per quanto di competenza, in relazione all'operato degli uffici dei servizi sociali che si sono occupati del caso;

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere affinché sia escluso il riconoscimento dell'alienazione parentale, che, anche secondo la recente giurisprudenza della Corte di cassazione, è priva di validità scientifica.
(4-00597)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   D'ORSO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che in data 1° marzo 2023 le forze dell'ordine sono entrate nell'istituto «Majorana-Cascino» a Piazza Armerina, in provincia di Enna, interrompendo un'assemblea congiunta regolarmente autorizzata dalla preside dell'istituto con ordine del giorno il tema della legalizzazione della cannabis, un appuntamento organizzato insieme all'associazione «Meglio Legale» come momento di informazione sul tema;

   alcuni agenti del locale commissariato sono intervenuti chiedendo le generalità dei rappresentanti d'istituto che avevano organizzato l'assemblea;

   l'ispezione della polizia è stata chiesta dalla questura di Enna;

   l'articolo 21 della Costituzione italiana recita: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La Stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»;

   l'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea recita: «Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.»;

   il tema della legalizzazione della cannabis è un tema di stretta attualità sia a livello nazionale che a livello internazionale;

   al momento non risultano pubbliche spiegazioni sull'accaduto;

   agli occhi degli interroganti, senza ulteriori motivazioni espresse sui fatti riportati, questo intervento risulta sproporzionato, ingiustificato e intimidatorio –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se possano ricostruire nel dettaglio quanto accaduto e le eventuali responsabilità, per quanto di competenza, allegando le motivazioni che abbiano reso necessario un simile intervento e quali iniziative intendano adottare per evitare il ripetersi in futuro di analoghi episodi.
(3-00223)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA e PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il quotidiano L'Unione Sarda del 27 febbraio 2023 ha pubblicato un articolo, ripreso da altre testate giornalistiche locali, nel quale veniva riportata la notizia che presso l'Istituto di istruzione superiore Tecnico statale trasporti e logistica Buccari-Marconi di Cagliari, sarebbe in programma un corso riguardante l'addestramento sulla manutenzione degli aerei militari;

   l'articolo citato riporta altresì la notizia riguardante l'ingresso recente nella Fondazione denominata «Istituto Tecnico Superiore per la Mobilità Sostenibile – Mobilità Sostenibile Sardegna – MO.SO.S.» e, in forma abbreviata «Fondazione MO.SO.S.», che ha tra i soggetti fondatori anche l'Istituto Buccari-Marconi, della compagnia Leonardo S.p.a., com'è noto, azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza;

   dal sito internet dell'Istituto sembrerebbe emergere una collaborazione in atto con la Marina Militare (settore logistico) per le attività di PCTO riservate agli allievi del triennio, dedicata alla conduzione degli impianti e apparati marittimi presso i quali gli studenti saranno impegnati in attività teoriche e pratiche attinenti il percorso di studi intrapreso;

   da altre notizie di stampa emerge che negli anni scolastici passati, gli studenti della stessa scuola erano stati impegnati presso le Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, per sviluppare le tematiche del soccorso in mare e della sicurezza ambientale, maggiormente in linea, a parere delle interroganti, con gli obiettivi pedagogici ed educativi promossi dalla scuola pubblica;

   considerato che appare alle interroganti del tutto inopportuno che il sistema scolastico autorizzi percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento presso aziende che producono armamenti militari o che siano impegnate nelle produzione o nella manutenzione di componentistica militare, ciò tanto sul piano della sicurezza personale e della salute dei ragazzi e delle ragazze, ma anche sul piano della compatibilità dei progetti di tal fatta con gli obiettivi pedagogici ed educativi promossi dalla scuola pubblica, e ancora della loro compatibilità con i valori e i principi costituzionali;

   l'esperienza dell'alternanza scuola-lavoro prima e dei PCTO poi, ha evidenziato negli anni numerose criticità e proprio sul piano della sicurezza, troppe volte si è assistito a tragedie che si sarebbero potute evitare se la normativa sui luoghi di lavoro fosse stata adeguatamente applicata e rispettata;

   è fondamentale impedire che si ripetano fatti dolorosi e inaccettabili come le morti dei giovani Lorenzo Parella, Giuseppe Lenoci, Giuliano De Seta, avvenute l'ultimo anno durante stage aziendali nell'ambito di PCTO, così come i numerosissimi casi di feriti, anche gravi;

   altresì fondamentale è che i percorsi per le competente trasversali e per l'orientamento rispondano all'intento di valorizzare le attitudini personali dei ragazzi e delle ragazze nell'ambito di un progetto formativo ed educativo di qualità, compatibile con l'imprescindibile ruolo educativo svolto dalla scuola e sempre nel rispetto dei valori costituzionali –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se corrisponda al vero che una o più scuole abbiano stipulato convenzioni relative ai percorsi di alternanza scuola-lavoro con società e imprese che producono armi o componenti di esse, e alcuni ragazzi contribuiscano, in virtù di tale convenzione, alla produzione o alla manutenzione di oggetti di natura militare o parti di esse;

   in caso affermativo, se nell'area adibita al progetto o in aree a esso limitrofe si trovi materiale bellico, esplodente o comunque pericoloso per la sicurezza e la salute degli studenti e delle studentesse;

   se ritenga opportuna la prosecuzione di tali corsi anche di PCTO e quali iniziative di competenza intenda adottare per scongiurare la riproposizione di episodi simili.
(4-00599)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:


   MORGANTE, VIETRI, CIOCCHETTI, MACCARI, CIANCITTO, COLOSIMO, LANCELLOTTA, ROSSO e SCHIFONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i caregiver familiari sono coloro che si prendono cura, al di fuori di un contesto professionale e a titolo gratuito, di una persona cara bisognosa di assistenza a lungo termine in quanto affetta da una malattia cronica, da disabilità o da qualsiasi altra condizione di non autosufficienza;

   pur non esistendo un dato ufficiale, secondo una stima pubblicata dall'Istat nel 2018, sarebbero 2 milioni e 827 mila le persone di 18-64 anni che si occupano di familiari malati, disabili o anziani;

   in Italia, a differenza di molti altri Paesi europei, questa figura non è giuridicamente riconosciuta, né in alcun modo tutelata: lavoratrici e lavoratori a tutti gli effetti, a cui, però, non vengono riconosciuti diritti propri; vivono con 800 euro di invalidità e accompagno, e, in assenza di una legge di riferimento, si troveranno senza pensione, né ammortizzatori sociali;

   la maggior parte di loro ha perso o lasciato il lavoro perché il carico assistenziale spesso impone l'affiancamento costante, con conseguente impoverimento del nucleo familiare e ricadute di carattere psicologico e sociale;

   anche grazie alle iniziative delle associazioni di categoria, come Confad (Coordinamento nazionale famiglie con disabilità), che nel 2015 ha depositato presso le sedi europee una petizione in materia, si è cominciato a parlare di caregiver familiare come «la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto [...], di un familiare o di un affine entro il secondo grado, [...], di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata [...], o sia titolare di indennità di accompagnamento [...]» (articolo 1, comma 255, della legge n. 205 del 2017);

   uno scoglio importante contro cui queste persone continuano a scontrarsi è, però, il riconoscimento ufficiale del loro ruolo e delle tutele di cui hanno bisogno, perché l'Italia ad oggi ha relegato questa figura a poter chiedere aiuto soltanto attraverso la disabilità del familiare di cui si occupa;

   è necessario dare una risposta seria e indifferibile a quella che può ben dirsi un'emergenza sociale, con le famiglie sempre più spesso architrave del cosiddetto welfare informale –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per colmare la grave lacuna di cui in premessa.
(5-00466)


   BONETTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, in data 29 marzo 2022, ha approvato il Piano di azione italiano sulla Child Guarantee (Garanzia infanzia), in attuazione della Raccomandazione del 14 giugno 2021 sul sistema di garanzia europeo per i bambini e i ragazzi vulnerabili;

   a seguito della validazione da parte della Commissione europea, il suddetto Piano è ad oggi operativo, con un finanziamento europeo di 635 milioni di euro, pari al cinque per cento del Fondo sociale europeo plus;

   il benessere dei bambini e dei ragazzi, per la prima volta, è al centro di una Strategia nazionale complessa, che trova i suoi assi portanti nel 5° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2022 e, appunto, nel Piano di azione italiano sulla Child Guarantee;

   il Piano prevede, tra i suoi obiettivi, l'aumento dei posti a tempo pieno nei nidi e la cancellazione progressiva delle rette per la loro frequenza; l'aumento del servizio di refezione a scuola con la progressiva riduzione delle contribuzioni da parte delle famiglie ai costi di gestione del servizio di mensa e l'estensione delle fasce di gratuità; maggiori interventi finalizzati a rafforzare il benessere psicosociale di bambine e bambini, preadolescenti e adolescenti; più attenzione fin dai primi giorni di vita al benessere delle bambine dei bambini; maggiore sostegno ai minorenni che vivono in contesti di povertà materiale, abitativa, relazionale ed affettiva o che vivono in situazioni di fragilità, come molti minorenni provenienti da contesti migratori o come minorenni con disabilità o che vivono in alcune aree del Paese con pochi servizi, a partire dal Sud –:

   in quale fase si trovino il processo di attuazione del Piano di cui in premessa e le interlocuzioni con la Commissione europea sul tema, e in particolare quali siano le iniziative portate avanti dal Ministro interrogato, a partire dal suo insediamento, ai fini dell'attuazione della governance del Piano stesso.
(5-00467)


   QUARTINI, SPORTIELLO, DI LAURO e MARIANNA RICCIARDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   gli interventi riguardanti la tutela degli anziani malati cronici non autosufficienti rientrano nell'ambito della sanità e, quindi, della «Missione 6» per quanto concerne il PNRR; è infatti il Servizio sanitario che deve garantire la presa in carico e le prestazioni sanitarie e socio-sanitarie di sua pertinenza (Lea) a tutti gli anziani malati cronici non autosufficienti e, quando necessario, assicurare coordinamento e collegamento (il continuum) con il settore delle politiche sociali, ovvero l'accesso ai Leps previsti dalla «Missione 5», per chi ha diritto alle prestazioni socio-assistenziali;

   con la legge n. 328 del 2000 e il «Fondo per le non autosufficienze (FNA)» la popolazione anziana non autosufficiente ha diritto di richiedere prestazioni socio-assistenziali (contributi, pasti a domicilio, aiuto domestico, ...) o sociali (abitazione a condizioni agevolate, attività socializzanti, aiuto alla mobilità,...) erogati dai comuni, singoli o associati, nell'ambito delle risorse disponibili. Un interesse legittimo, ma non un diritto esigibile;

   occorre evitare che una giusta integrazione tra esigenze diverse, sanitarie e sociali, possa compromettere la piena esigibilità dei diritti sottesi e se da un lato occorre rafforzare i diritti già oggi esigibili in ambito sanitario e socio-sanitario, a carattere universalistico, dall'altro occorre avviare un percorso per il riconoscimento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps);

   è evidente dunque che occorrerà armonizzare i Lea e i Leps senza incorrere nel rischio di privare o compromettere tutele già conseguite –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda porre in essere per realizzare una corretta vigilanza, da effettuarsi in raccordo con il monitoraggio Lea, sulla armonizzazione dei Lea/Leps.
(5-00468)


   MALAVASI, FURFARO, CIANI, GIRELLI e STUMPO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   L'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, in data 29 marzo 2022, ha approvato il Piano di azione italiano sulla Child Guarantee (Garanzia infanzia), in attuazione della Raccomandazione del 14 giugno 2021 sul sistema di garanzia europeo per i bambini e i ragazzi vulnerabili;

   il suddetto Piano è ad oggi operativo, con un finanziamento europeo di 635 milioni di euro, pari al cinque per cento del Fondo sociale europeo plus;

   con tale piano, per la prima volta, il benessere dei bambini è al centro di una Strategia nazionale complessa, che trova i suoi assi portanti nel 5° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2022 e, appunto, nel Piano di azione italiano sulla Child Guarantee;

   il Piano ha una molteplicità di obiettivi: prevede tra l'altro l'aumento dei posti a tempo pieno nei nidi e la cancellazione progressiva delle rette per la loro frequenza; l'aumento del servizio di refezione a scuola con la progressiva riduzione delle contribuzioni da parte delle famiglie ai costi di gestione del servizio di mensa e l'estensione delle fasce di gratuità; maggiori interventi finalizzati a rafforzare il benessere psicosociale di bambine e bambini, preadolescenti e adolescenti; più attenzione fin dai primi giorni di vita al benessere delle bambine e dei bambini; maggiore sostegno ai minorenni che vivono in contesti di povertà materiale, abitativa, relazionale ed affettiva o che vivono in situazioni di fragilità, come molti minorenni provenienti da contesti migratori o come minorenni con disabilità o che vivono in alcune aree del Paese con pochi servizi, a partire dal Sud;

   l'attuazione del Piano prevede anche la partecipazione di ragazze e ragazzi attraverso lo Youth Advisory Board (YAB) –:

   quale sia l'iter di attuazione del Piano in premessa, in particolare quali siano le iniziative intraprese dal Ministro interrogato, a partire dal suo insediamento, ai fini dell'attuazione della governance del Piano stesso nonché i confronti con la Commissione europea sul tema.
(5-00469)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BOSCHI, NEVI e BONETTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   le elaborazioni del Centro nazionale sangue, su dati forniti dalle Strutture di coordinamento per le attività trasfusionali di regioni, province autonome e Strutture Militari sulla raccolta per l'anno 2022 di globuli rossi e plasma hanno evidenziato che per quel che riguarda i globuli rossi si è avuto un leggero calo rispetto all'anno precedente, pari allo 0,64 per cento e per il plasma un calo importante, sia rispetto all'anno precedente che rispetto all'obiettivo;

   l'impegno costante delle associazioni di volontariato in campagne di promozione e di sensibilizzazione e quello dei donatori nuovi e periodici non bastano per garantire l'autosufficienza nazionale di plasma e farmaci plasmaderivati;

   l'Italia, infatti, ha raggiunto l'autosufficienza nella raccolta di globuli rossi, ma per quel che riguarda il plasma, è oggi in grado di conferire all'industria farmaceutica solo il 75 per cento del plasma da destinare alla produzione dei farmaci plasmaderivati, insostituibili nella cura di numerose patologie;

   la carenza di plasma rischia di avere serie ripercussioni sul Servizio sanitario nazionale, mettendo a repentaglio anche le scorte e le terapie salvavita per i pazienti cronici;

   come denunciato da Avis, i dati sulla raccolta sono in calo, oltre che per i problemi organizzativi generati dall'emergenza pandemica, anche a causa delle difficoltà dei centri trasfusionali dovute alla carenza di personale sanitario;

   l'articolo 20-ter del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 ha sancito la possibilità per gli specializzandi di prestare attività di volontariato presso enti e associazioni che, senza scopo di lucro, svolgono attività di raccolta di sangue ed emocomponenti sulla base di convenzioni stipulate con le regioni o con gli enti del Servizio sanitario nazionale;

   il medesimo articolo ha previsto altresì che le modalità e i limiti per la prestazione dell'attività di cui al precedente periodo sono stabiliti mediante regolamento adottato con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'università e della ricerca e con il Ministro dell'economia e delle finanze;

   a distanza di quasi un anno dall'approvazione della legge di conversione, detto regolamento non è ancora stato adottato, come è possibile verificare anche attraverso il motore di ricerca dei provvedimenti attuativi attivo sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri –:

   quali siano le ragioni che hanno impedito fin qui l'adozione del regolamento di cui in premessa e quando si intenda procedere ad adottarlo.
(5-00476)


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

   gli screening neonatali rappresentano un importante intervento di prevenzione sanitaria secondaria che permette la diagnosi precoce di un ampio spettro di malattie congenite. Lo scopo dei programmi è, infatti, quello di diagnosticare tempestivamente le malattie congenite per le quali sono disponibili interventi terapeutici specifici che, se intrapresi prima della manifestazione dei sintomi, sono in grado di migliorare la prognosi della malattia e la qualità di vita dei pazienti, evitando gravi disabilità e, in alcuni casi, anche la morte;

   in Italia lo screening neonatale, gratuito e obbligatorio, viene effettuato sin dal 1992 per tre malattie: ipotiroidismo congenito, fibrosi cistica e fenilchetonuria. Nel corso degli anni lo sviluppo delle tecnologie di laboratorio ha semplificato le analisi di screening ed è stato possibile estendere lo screening neonatale ad un ampio spettro di malattie congenite, definito Screening neonatale esteso – SNE;

   l'Italia è il Paese europeo con la politica di screening neonatale più avanzata, come definito ai sensi della legge n. 167 del 2016 e ai successivi aggiornamenti e decreti attuativi;

   la suddetta legge ha stabilito l'inserimento dello Screening neonatale esteso per le malattie metaboliche rare nei nuovi livelli essenziali di assistenza così da poter garantire lo screening a tutti i nuovi nati;

   lo Screening neonatale esteso attualmente comprende 49 malattie metaboliche ereditarie e la legge di bilancio 2019 (articolo 1 comma 544), che ha modificato la legge n. 167 del 2016, ha esteso lo screening neonatale alle malattie neuromuscolari genetiche, alle immunodeficienze congenite severe e alle malattie da accumulo lisosomiale e ha stabilito l'aggiornamento periodico dell'elenco delle malattie da sottoporre a screening;

   tale legge ha stabilito, inoltre, la revisione periodica, almeno biennale, della lista delle malattie da ricercare attraverso lo screening neonatale;

   con il decreto del Viceministro della salute del 17 settembre 2020 è stato istituito presso il Ministero della salute, il gruppo di lavoro Screening Neonatale esteso (Sne). Esso ha il duplice compito di predisporre un protocollo operativo per la gestione degli screening neonatali, nel quale sono indicate le modalità di presa in carico del paziente positivo allo screening neonatale e di accesso alle terapie e di sottoporre a revisione periodica la lista delle patologie da ricercare attraverso lo screening neonatale;

   nonostante il parere positivo espresso dal gruppo di lavoro «Screening neonatale esteso», in merito all'introduzione dell'atrofia muscolare spinale nel panel dello screening neonatale, non è stato ancora emanato alcun decreto da parte del Ministero della salute per rendere ufficiale l'inserimento di questa patologia all'interno della lista e, dunque, garantire questo diritto a tutti i bambini neonati sull'intero territorio nazionale;

   è necessario migliorare la qualità di vita di un malato raro, mantenere e implementare in modo omogeneo lo screening neonatale in tutta Italia;

   l'ampliamento del panel di screening neonatale a nuove patologie ha però bisogno anche di un aggiornamento del modello organizzativo;

   in assenza di un decreto di aggiornamento del panel nazionale tante regioni, consapevoli del valore di questa misura, si sono mosse in maniera autonoma aggiungendo altre patologie al proprio panel, generando così importanti differenze regionali: su 20 regioni, 16 hanno attivato autonomamente almeno un programma;

   è indispensabile aumentare il numero delle patologie sottoposte a screening via via che si sviluppano terapie, con significativo snellimento dei procedimenti burocratici, sviluppando allo stesso tempo un'accurata presa in carico successiva alla diagnosi –:

   entro quando il Ministro interrogato intenda, con proprio decreto, inserire la Sma tra le patologie da ricercare attraverso lo screening neonatale esteso (Sne), garantendo l'uniformità di tale diritto su tutto il territorio nazionale;

   quale sia lo stato di avanzamento delle attività e gli eventuali esiti del gruppo di lavoro «Screening neonatale esteso» in merito alle altre patologie previste da legge ai fini dell'inserimento nel panel.
(5-00477)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:


   DORI, FRATOIANNI, GHIRRA e ZANELLA. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 15 gennaio 2023 un ragazzo di 22 anni iscritto al terzo anno della facoltà di Economia all'Università di Palermo si è suicidato, in un bigliettino ha scritto: «Fallimento, università e politica»;

   il 1° febbraio 2023 nei bagni dell'università IULM di Milano una studentessa di 19 anni si è tolta la vita lasciando su un bigliettino le sue ultime parole: «ho fallito negli studi»;

   il 27 febbraio 2023, una studentessa di Lettere moderne dell'Università Federico II di Napoli, Diana Biondi, è uscita di casa per andare all'università e non vi ha più fatto ritorno. Due giorni dopo il suo corpo è stato trovato senza vita in un dirupo, si presume un suicidio;

   il 23 febbraio 2023 Ruzzon, durante il suo discorso all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Padova, ha posto accanto al leggio una corona di alloro, in memoria di chi, per i problemi legati all'università, si è tolto la vita e ha affermato: «Non si può morire di università»;

   il sostegno psicologico rappresenta per gli studenti uno strumento fondamentale per aiutare coloro che vivono situazioni di disagio o di malessere, in particolare legate al percorso accademico;

   sono diversi anni che le rappresentanze studentesche universitarie di tutta Italia lamentano la mancanza in molti atenei di un adeguato sportello di assistenza e ascolto e quasi mai pubblicizzato: in molti casi il servizio, consultabile solo su dimenticate sezioni dei siti degli atenei, risulta attivo solo pochi giorni a settimana e previa necessaria richiesta di appuntamento via e-mail;

   secondo il rapporto Unicef 2022 in Europa 9 milioni di giovani, tra i 10 e i 19 anni, convivono con un disturbo legato alla salute mentale e il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani con 3 ragazzi al giorno che si tolgono la vita. Circa 1.200 bambini e adolescenti fra i 10 e i 19 anni pongono fine alle loro vite ogni anno;

   nel 2021 sono state quasi 6.000 le richieste d'aiuto arrivate a Telefono Amico Italia da persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro. Le richieste sono cresciute del 55 per cento rispetto al 2020 e sono quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia. Il 28 per cento delle richieste d'aiuto è di under 26;

   secondo l'Istat, nel 2021 in Italia sono 220 mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico –:

   quali iniziative i Ministri interrogati intendano porre in essere, per quanto di competenza, per il rafforzamento di attività di supporto didattico e psicologico negli atenei universitari, scongiurando ulteriori eventi tragici del cosiddetto suicidio accademico.
(3-00222)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta orale Calderone n. 3-00154, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 febbraio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Battilocchio.

Ritiro di un documento di indirizzo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: risoluzione in Commissione Zingaretti n. 7-00031 del 25 gennaio 2023.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Almici n. 5-00439 del 28 febbraio 2023;

   interrogazione a risposta scritta Gribaudo n. 4-00573 del 2 marzo 2023.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta orale Provenzano e altri n. 3-00158 del 13 febbraio 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-00594;

   interrogazione a risposta in Commissione Forattini e altri n. 5-00423 del 22 febbraio 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00220.