Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 3 marzo 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    gli ambiziosi progetti dell'Unione europea per uno sviluppo sostenibile e gli impegni di Cop 26 prevedono in tempi brevi un forte abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, difficilmente raggiungibile nei tempi previsti con il solo utilizzo di energie da fonti rinnovabili diverse dal nucleare;

    molti Paesi proseguono l'investimento in energia nucleare, tra cui Gran Bretagna, Russia, India, Cina e Francia, che ha annunciato l'inizio della costruzione di sei nuovi reattori nucleari Epr (reattore di terza generazione avanzata) previsto per il 2024, e l'impegno di un miliardo di euro per la realizzazione di reattori di piccole dimensioni;

    anche il Giappone, a 10 anni dall'incidente di Fukushima, per raggiungere, l'obiettivo di zero emissioni nel 2050, prevede di aumentare il contributo nucleare nel suo mix energetico entro il 2030;

    i Ministri dell'economia e dell'industria di 10 Paesi dell'Unione europea — Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria — hanno pubblicato un documento il 10 ottobre 2021 per chiedere che l'energia nucleare sia compresa nelle forme di energia pulita all'interno della «Tassonomia degli investimenti verdi» della Commissione europea, cioè l'insieme di regole di classificazione che si applicano alle attività economiche per poterle definire «sostenibili»;

    il 6 luglio 2022 il regolamento delegato (UE) 2022/1214 della Commissione del 9 marzo 2022 in materia di attività ammissibili nei settori energetici ha ottenuto il via libera dal Parlamento europeo. Nel regolamento, applicabile dal 1° gennaio 2023, si prevede che sarà possibile investire in nuove centrali nucleari realizzate con le «migliori tecnologie disponibili». Rientrano fra gli investimenti sostenibili le attività di ricerca e sviluppo per le nuove tecnologie del nucleare di quarta generazione;

    recentemente la Francia ha lanciato una iniziativa, avviata a margine della Riunione informale dei Ministri dell'energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti del 27-28 febbraio 2023, per il rilancio del nucleare in Europa, con l'obiettivo di affiancarlo alle rinnovabili nel mix di produzione energetica dei prossimi decenni. L'invito è stato accolto da Romania, Bulgaria, Slovenia, Repubblica Ceca, Svezia, Slovacchia, Polonia, Ungheria, Croazia, Paesi Bassi e Finlandia. Correttamente il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica ha declinato l'invito, demandando a Governo e Parlamento il compito di fornirgli adeguati indirizzi;

    nel programma di governo del Centro destra predisposto per le elezioni politiche del 25 settembre 2022 si fa riferimento alla creazione di impianti di produzione di energia nucleare «di ultima generazione senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro»;

    lo sviluppo di reattori nucleari di nuova generazione è al centro delle strategie energetiche della maggior parte dei Paesi economicamente più influenti al mondo, che prevedono il coinvolgimento di numerosi partner industriali europei per la costruzione di impianti già a partire dal 2024;

    tramite l'ENEA, l'INFN, il CNR, Ansaldo Nucleare, Leonardo e molte università e aziende private, l'Italia partecipa attivamente alla ricerca in campo nucleare. È opportuno che questo impegno continui affinché l'Italia possa essere tra i primi Paesi a beneficiare di una futura applicazione industriale di tale tecnologia;

    nell'ambito del progetto internazionale Iter, che si propone di realizzare un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale di 500 Megawatt di potenza riveste un ruolo centrale Ansaldo Nucleare con l'aggiudicazione di commesse da un valore economico superiore ai 600 Milioni di euro che vanno dalla fornitura della camera a vuoto a quella di sistemi per la sicurezza, ed è inoltre a capo della catena italiana di fornitori che include, tra le altre, aziende come Mangiarotti e Walter Tosto;

    Leonardo, attraverso la sua controllata Vitrociset, si è aggiudicata la gara indetta da Iter in relazione all'organizzazione per lo sviluppo delle infrastrutture diagnostiche del reattore e i relativi servizi di ingegneria. «ENEA-Fusione» partecipa alla realizzazione di Iter attraverso l'Agenzia europea Fusion For Energy (F4E);

    la società Commonwealth Fusion Systems (Cfs), partecipata da un importante gruppo italiano e dal Mit di Boston, ha condotto con successo il primo test di un supermagnete che dovrebbe contenere e gestire la fusione nucleare di deuterio e trizio, un passo importante verso la produzione di energia atomica pulita, impegnandosi a costruire il primo impianto sperimentale entro il 2025;

    una strategia credibile per l'Italia dovrebbe puntare, nel breve periodo, su piccoli reattori di terza generazione; nel medio, invece, su reattori di quarta generazione, e nel lungo periodo, sulla tecnologia di fusione. Per tali motivi è opportuno continuare a investire in ricerca e sviluppo, tramite l'implementazione di partnership internazionali pubbliche e private,

impegna il Governo:

1) nel confermare l'obiettivo di zero emissioni al 2050, a partecipare attivamente, in sede europea e internazionale, a ogni opportuna iniziativa, sia di carattere scientifico che promossa da organismi di natura politica, volta ad incentivare lo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari (IV generazione, fusione nucleare) desinate alla produzione di energia per scopi civili;

2) ad adottare iniziative volte ad includere la produzione di energia atomica di nuova generazione all'interno della politica energetica europea, riaffermando in sede eurounitaria una posizione volta a mantenere nella tassonomia degli investimenti verdi la messa in esercizio di centrali nucleari realizzate con le migliori tecnologie disponibili;

3) al fine di assicurare al Paese la sicurezza energetica e il rapido raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, a porre in essere ogni utile iniziativa di sperimentazione, anche in sinergia con gli altri Paesi europei, nel rispetto dei migliori standard raggiunti in ambito internazionale.
(1-00083) «Cattaneo, Squeri, Casasco, Nevi, Mazzetti, Cortelazzo, Battistoni, Sala, Rubano, De Palma, Polidori, Tassinari, Bagnasco, Paolo Emilio Russo, Nazario Pagano, Tenerini, Battilocchio, Mulè, Calderone, Saccani Jotti, Benigni, Sorte, Pella, Patriarca».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   ZARATTI e BONELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 13 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, convertito con legge 15 luglio 2022, n. 91, stabilisce che al fine di assicurare gli interventi funzionali alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 nella città di Roma Capitale, in considerazione della esigenza di prevenire gravi criticità nella gestione dei rifiuti urbani, tenuto anche conto di quanto disposto dall'articolo 114, terzo comma, della Costituzione, il Commissario straordinario di Governo di cui all'articolo 1, comma 421, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, limitatamente al periodo del relativo mandato e con riferimento al territorio di Roma Capitale, esercita le competenze assegnate alle regioni ai sensi degli articoli 196 e 208 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;

   con ordinanza n. 7 del 1° dicembre 2022, il Commissario straordinario ha approvato il Piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale e i relativi documenti previsti dalla Valutazione ambientale strategica (VAS) di cui alla direttiva 2001/42/CE recepita con decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni;

   detto Piano di gestione prevede che il 99 per cento dei rifiuti indifferenziati vengano avviati interamente al recupero energetico diretto, tramite un impianto di termovalorizzazione, senza alcun pre-trattamento dei rifiuti residui indifferenziati, scelta assunta senza alcuna significativa analisi comparativa delle diverse opzioni di trattamento, che consideri vantaggi e svantaggi dell'opzione zero, cioè quella della non realizzazione di ulteriori impianti di incenerimento, indirizzo assunto invece dal vigente Piano regionale di gestione dei rifiuti del Lazio, approvato il 5 agosto 2020, in coerenza con il quadro normativo vigente di livello europeo (Pacchetto economia circolare Ue del 2018) recepito nel TUA con il decreto legislativo n. 118 del 2020, che definisce in maniera integrata le politiche in materia di prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti, perseguendo l'obiettivo di decommissioning dal 2030 dell'incenerimento e prediligendo il recupero di materia a quello energetico;

   i sindaci di Albano Laziale, Aprilia, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca Priora, San Cesareo, Velletri, Zagarolo, tutti comuni dell'area metropolita di Roma Capitale, in una lettera indirizzata al Presidente dell'area metropolitana e Commissario straordinario Roberto Gualtieri hanno espresso le enormi preoccupazioni delle proprie comunità, in particolar modo sull'ubicazione del sito del previsto inceneritore e nella inevitabile volontà di non rispettare le indicazioni europee sul raggiungimento della raccolta differenziata nella capitale, oggi sotto al 45 per cento al contrario delle percentuali conseguite in questi comuni, in alcuni casi oltre l'80 per cento, e sulla produzione dei rifiuti, per la quale rilevano l'assenza di qualsiasi concreta strategia volta a ottenerne la riduzione;

   gli stessi sindaci denunciano come i rilievi espressi siano stati ampiamente rappresentati mediante puntuali osservazioni durante la procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas), ma in maniera poco qualificante, non sono state minimamente prese in considerazione e valutate, né nella fase istruttoria, né nell'atto conclusivo –:

   se i Ministri interrogati risultino a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se l'incenerimento diretto dei rifiuti urbani residui prevista dal Piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale approvato dal Commissario straordinario del Governo, senza previo ricorso al recupero di materia non differenziata nel rispetto della gerarchia dei rifiuti, sia conforme al quadro normativo vigente di livello nazionale ed europeo (Pacchetto economia circolare Ue del 2018), e se non ritengano necessario, anche alla luce delle forti preoccupazioni espresse da venti sindaci dei comuni dell'area metropolitana di Roma Capitale, adottare le iniziative di competenza affinché venga riconsiderata la scelta di realizzare un inceneritore per il trattamento di 600 t/a, in contrasto con la previsione dello stesso Piano regionale di gestione dei rifiuti del Lazio.
(4-00593)

CULTURA

Interrogazioni a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   sulla linea gestita da Eav che collega Napoli con Sorrento sono in corso i lavori per la creazione del secondo binario;

   questi lavori interessano in maniera importate il territorio del comune di Castellammare di Stabia;

   sul territorio comunale, così come gran parte del territorio vesuviano, insistono insediamenti di epoca romana. Insediamenti che più di una volta hanno reso necessario bloccare i lavori per la scoperta di reperti d'interesse storico, incluso, recentemente, quello di una vasca d'epoca romana;

   risulta agli interroganti che questo sia il terzo ritrovamento, e si teme che anche questa volta si proceda come accaduto nella piazza antistante la stazione di Castellammare centro della Circumvesuviana e in via R. Margherita; in quella occasione scavando a piazza Unità d'Italia vennero fuori dei reperti, il cantiere fu bloccato e i resti ricoperti;

   quanto sta accadendo, ed è accaduto nel silenzio dei vertici della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell'area metropolitana di Napoli e nella caparbietà di rifiutare un confronto dell'Eav, è inaccettabile;

   questa volta si è aperto un cantiere in grande stile sul fronte della collina di Varano, dove sopra ci sono le ville di Stabiae, dando vita ad uno sperpero di risorse per realizzare un tunnel non solo inutile ma anche dannoso –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – intenda intraprendere affinché sia tutelato il patrimonio archeologico culturale che insiste sul territorio di Castellammare di Stabia e se non ritenga necessario affidare tutto il territorio comunale di Castellammare al Parco archeologico di Pompei, sottraendolo alla giurisdizione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell'Area metropolitana di Napoli al fine di dare piena tutela e valorizzazione all'intero patrimonio archeologico e culturale presente sul territorio cittadino.
(4-00583)


   ZANELLA, FRATOIANNI, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   a Forlì da tempo si verifica una mutevole girandola di proposte, progetti, interventi, smantellamenti e trasferimenti riguardanti musei e istituti culturali;

   importanti musei sono chiusi da molto tempo, a cominciare dal museo archeologico, i cui reperti sono nelle casse da decenni, la biblioteca Piancastelli, un fondo straordinario di carte, pergamene, quadri e altri documenti della Romagna, non è praticamente accessibile, altri importanti istituti culturali come il museo del Risorgimento o Villa Saffi sono oggetto di propositi di trasformazione incompatibili, mentre il museo sotto il San Giacomo, su storia e scavi del San Domenico, non viene completato e aperto, ma adibito a deposito di sedie;

   i musei etnografico e del teatro sono caduti nell'oblio, mentre la Rocca di Ravaldino avrebbe bisogno di un serio intervento che ne renda possibile la fruizione;

   finalmente l'amministrazione comunale ha deciso di intervenire su palazzo del Merenda, scrigno dei gioielli della città, in condizioni di degrado e in parte inagibile. Questa decisione arriva dopo l'avvio di una girandola di altri progetti riguardanti altri edifici;

   il record di destinazioni ed utilizzi appartiene all'ex asilo Santarelli, donato alla città da due benefattori, dapprima dedicato all'architettura del ventennio, poi a museo della città, infine individuato per la biblioteca moderna, poi diventato semplice deposito di libri;

   la biblioteca verrà sistemata al Palazzo Romagnoli, attualmente sede delle collezioni moderne e della Verzocchi, straordinaria raccolta di opere di oltre 70 pittori italiani che tra il 1949 e il '50 dipinsero temi riguardanti il lavoro, su incarico dell'industriale locale Verzocchi, che le donò al comune, col vincolo di mantenerle in un unico sito connesso con la pinacoteca. La collezione dovrebbe trovare collocazione nel palazzo Albertini;

   in questo tourbillon di proposte non sono indenni neppure il San Domenico e il suo consolidato museo. Sono in programma lo spostamento dell'Ebe del Canova e lo smantellamento di parte dell'attuale museo, quella delle opere più antiche e importanti della città;

   sarebbe necessario che l'amministrazione comunale predisponesse un progetto complessivo riguardante gli istituti culturali, fondato su solide basi di conoscenza e non su estemporanee girandole di idee di spostamenti e ricollocazioni, nel quale siano individuati obiettivi, tempi, risorse, modalità di fruizione, evitando interventi occasionali senza una visione generale –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente dei fatti esposti;

   se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per evitare che, dopo un importante investimento pubblico, venga smantellato il museo d'arte moderna e modificata la destinazione d'uso di palazzo Romagnoli, considerato che il previsto spostamento a Palazzo Albertini della collezione Verzocchi appare in violazione dell'obbligo di destinazione imposto dall'accettazione della donazione modale del 1° maggio 1961;

   a quanto ammontino e chi abbia stanziato le risorse pubbliche impiegate nel restauro di Palazzo Romagnoli e S. Domenico per il consolidamento delle sale dell'Ebe e dei marmi e impiegate per gli allestimenti e se ritenga legittimo buttare a mare la grande quantità dei recenti investimenti per nuove realizzazioni senza un rigoroso progetto culturale;

   se non ritenga opportuno intervenire per evitare che l'Ebe del Canova e gli altri importanti beni marmorei possano essere spostati a piacimento;

   quali siano, ed eventualmente a quanto ammontino, le risorse del Pnrr utilizzate o destinate agli interventi di cui sopra, che comportano smantellamento di esposizioni perfettamente funzionanti;

   se gli interventi di cui sopra siano stati sottoposti alla competente soprintendenza e se abbiano ottenuto le necessarie autorizzazioni, in particolare gli interventi che riguardano lo spostamento di beni culturali, il diverso ordinamento di musei, la collocazione in altra sede dell'Ebe e lo smantellamento della sala ad essa dedicata e realizzata in forma circolare per la sua stessa fruibilità.
(4-00587)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'ORSO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in sede di audizioni informali in videoconferenza nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 831 Governo, recante «Norme in materia di procedibilità d'ufficio e di arresto in flagranza» alcune sigle sindacali della polizia di Stato hanno espresso forti perplessità in riferimento all'introduzione del cosiddetto portale N.D.R. (Notizie di Reato), un applicativo che era nato con il dichiarato scopo di creare un percorso di comunicazione digitale fra la polizia giudiziaria e le procure della Repubblica al fine di ridurre i tempi di trattazione dei procedimenti;

   le principali criticità denunciate risultano essere: la preclusione della consultazione di qualsiasi dato relativo al procedimento per la P.G. che ha effettuato la prima iscrizione a parte un numero di protocollo iniziale che il sistema non ricollega in maniera incontrovertibile al procedimento penale, le difficoltà tecniche causate dal fatto che il sistema è in grado di ricevere solo files di piccole dimensioni, le difficoltà (se non impossibilità) a procedere con eventuali inserimenti successivi ad opera di organi di polizia giudiziaria diversi da quelli che hanno effettuato il primo inserimento;

   da quanto rappresentato, il sistema, nato con il dichiarato intento di ottimizzare il lavoro sinergico delle Procure con la polizia giudiziaria, sembra così determinare un inutile appesantimento delle procedure operative, in gran parte scaricato sulle Forze dell'Ordine;

   risulta doveroso approfondire le critiche elencate al fine di procedere ad una immediata rivisitazione del sistema denominato portale N.D.R. in uso alle procure della Repubblica –:

   se i Ministri interrogati non intendano, alla luce di quanto riportato in premessa, adottare iniziative urgenti al fine di approfondire tali problematiche con un team di esperti del settore per valutare un'eventuale revisione del sistema denominato portale N.D.R. in uso alle procure della Repubblica anche al fine di eliminare gli ostacoli e gli appesantimenti nel lavoro quotidiano degli organi di polizia giudiziaria.
(5-00465)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LA PORTA, MICHELOTTI e DONZELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto appreso da notizie di stampa in data 2 marzo, il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha scarcerato Rodolfo Fiesoli, il capo della comunità «Il Forteto», in provincia di Firenze, poco più di tre anni dopo dall'incarcerazione. Fiesoli, condannato con sentenza definitiva a 14 anni e 10 mesi di reclusione per abusi sui minori e che stava scontando la pena definitiva dal novembre del 2019 nel carcere di Padova dove si era costituito dopo la sentenza della Cassazione, sarebbe stato trasferito in una Rsa della stessa città –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato, per quanto di competenza, in relazione alla scarcerazione di Rodolfo Fiesoli.
(4-00586)


   ENRICO COSTA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il procuratore capo di Bergamo Antonio Chiappani in questi giorni ha rilasciato numerose interviste in merito al procedimento penale di sua competenza sulla gestione della prima ondata del Covid; si segnalano tra le altre quelle su La Stampa e Repubblica, nonché il collegamento con la trasmissione televisiva Agorà e quello radiofonico con Radio 24;

   analogamente il microbiologo e senatore Andrea Crisanti ha rilasciato numerose interviste e partecipato a trasmissioni come Piazza Pulita nella sua qualità di consulente tecnico nell'inchiesta ed estensore di un atto inserito nel fascicolo d'indagine;

   ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, come modificato dal decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 188, di recepimento della direttiva sulla presunzione di innocenza, il procuratore della Repubblica mantiene i rapporti con gli organi di informazione esclusivamente tramite comunicati ufficiali oppure, nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti, tramite conferenze stampa; la determinazione di procedere a conferenza stampa è assunta con atto motivato in ordine alle specifiche ragioni di pubblico interesse che la giustificano;

   non sono consentite altre e diverse forme di comunicazione giudiziaria;

   la diffusione di informazioni sui procedimenti penali è consentita solo quando è strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini o ricorrono altre specifiche ragioni di interesse pubblico; è inoltre fatto divieto ai magistrati della procura della Repubblica di rilasciare dichiarazioni o fornire notizie agli organi di informazione circa l'attività giudiziaria dell'ufficio;

   in un'intervista il procuratore di Bergamo svolge, tra le altre, le seguenti affermazioni: «I tempi delle indagini sono stati lunghi, ma sempre meno di quelli della politica...»; «in tre anni non sono riusciti nemmeno a creare una commissione d'inchiesta»; «non ci si ricorda più di alcuni politici? A Bergamo però i morti di Covid se li ricordano tutti»; «il nostro dovere lo abbiamo fatto...Soddisfare la sete di verità della popolazione...noi non accusiamo nessuno, ma avere dimostrato perché – secondo noi – c'è stata una sottovalutazione del rischio dal punto di vista della gestione sanitaria è – dal mio punto di vista – un grande spunto di riflessione»; «a noi interessava una cosa: spiegare alla gente...»; «gli indagati sono di destra e di sinistra. Noi eravamo pronti da un po'. Non siamo usciti prima per non entrare nella campagna elettorale e nelle elezioni»; alla domanda: l'inchiesta è durata 3 anni. Quale il senso? La risposta del Procuratore è stata: «far sapere alla gente quello che è successo»; «il nostro dovere era dare una risposta ai morti, che non sono né di destra né di sinistra»;

   da segnalare altresì la fuga di notizie relative ad atti giudiziari pubblicati con ampi stralci «letterali» sulle agenzie di stampa e comunque diffusi prima che i destinatari ne potessero avere conoscenza –:

   se per quanto di competenza ritenga che quanto avvenuto sia consentito dalle disposizioni di legge che disciplinano la comunicazione giudiziaria e tutelano la presunzione d'innocenza e se intenda svolgere gli opportuni approfondimenti in merito.
(4-00591)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da diversi articoli di stampa del 2 marzo 2023, nella scuola Majorana-Cascino di Piazza Armerina, in provincia di Enna, la Polizia ha fatto irruzione durante un'assemblea autorizzata dalla dirigenza scolastica per discutere sulla legalizzazione della cannabis e identificato i rappresentanti d'istituto;

   l'iniziativa degli studenti rientrava nella campagna condotta in Italia dall'associazione «Meglio legale» per la legalizzazione della cannabis e un relatore dell'incontro, Pierluigi Gagliardi, racconta che «mentre con l'aiuto di alcune slide dibattevamo da remoto coi ragazzi, sono intervenute le forze dell'ordine»;

   a parere dell'interrogante, in assenza di diversa motivazione, il fatto che appartenenti a forze dell'ordine abbiano interrotto un'assemblea di istituto regolarmente autorizzata rappresenta un fatto gravissimo e inaccettabile che non ha precedenti in altre scuole;

   tale intervento, che dovrà essere chiarito dai vertici delle forze dell'ordine, appare all'interrogante in forte contrasto con il diritto di assemblea e col diritto alla libera espressione del pensiero sanciti dalla nostra Costituzione e garantiti dalle leggi e che proprio nelle scuole dovrebbe trovare il suo massimo grado di esercizio;

   le assemblee di istituto sono un diritto garantito degli studenti, offrono la possibilità di approfondire temi d'interesse generale come è quello della legalizzazione della cannabis, tema all'ordine del giorno nel dibattito sia pubblico che istituzionale;

   un'irruzione di tale natura da parte della Polizia rischia di configurarsi come un pericoloso atto intimidatorio nei confronti degli studenti e delle studentesse e non si comprendono quali siano le ragioni che hanno portato ad effettuare tale tipo di controllo che, in base agli elementi conosciuti appare del tutto arbitrario e illegittimo, nei confronti dei rappresentanti di istituto che avevano organizzato l'assemblea –:

   se il Ministro dell'interno intenda acquisire ogni elemento utile a comprendere quali siano le motivazioni che hanno portato le forze di polizia a compiere una irruzione in un istituto scolastico durante lo svolgimento di una assemblea studentesca regolarmente autorizzata dalla dirigenza scolastica e intenda renderli noti al Parlamento;

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro dell'istruzione per garantire agli studenti e alle studentesse il libero esercizio del diritto di assemblea senza dover temere controlli di polizia sulla base dei temi di discussione liberamente scelti e autorizzati dalla dirigenza scolastica.
(4-00585)


   FARAONE, PASTORELLA, GIACHETTI, BOSCHI, GRIPPO e CASTIGLIONE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 17 della Costituzione garantisce a tutti i cittadini il diritto di riunione;

   l'articolo 2, comma 9 del decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 1998 recita: «La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l'esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto»;

   l'articolo 13 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 disciplina le assemblee studentesche e al comma 6 dispone che «è consentito lo svolgimento di una assemblea di istituto ed una di classe al mese»;

   in data 1° marzo 2023 l'istituto superiore Majorana-Cascino di Piazza Armerina, in provincia di Enna, si stava svolgendo una assemblea studentesca sul tema del possibile uso legale della cannabis per contrastare fenomeni di criminalità, con la presenza di esperti invitati per presentare il quadro normativo di riferimento;

   nonostante l'assemblea fosse regolarmente autorizzata dalla dirigenza scolastica, questa è stata interrotta dall'intervento della polizia, che ha identificato le persone presenti, inclusi gli studenti;

   la consulta provinciale che ha organizzato, assieme agli studenti della scuola, detta assemblea è un organismo elettivo disciplinato dall'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 567 del 1996 che ha tra i suoi compiti quello di «assicurare il più ampio confronto fra gli studenti di tutte le istituzioni di istruzione secondaria superiore della provincia» e quello di «collaborare con gli organi dell'amministrazione scolastica per la realizzazione di progetti di attività informativa e di consulenza intesi alla prevenzione e cura delle tossicodipendenze»;

   ai sensi dell'articolo 14 comma 5 del citato decreto legislativo, l'unico soggetto deputato a intervenire «in caso di violazione del regolamento o in caso di constatata impossibilità di ordinato svolgimento dell'assemblea» è il dirigente scolastico, che nel caso in questione, secondo quanto riportato ad esempio dal quotidiano «La Sicilia», avrebbe al contrario personalmente rassicurato un ispettore di Polizia del regolare svolgimento della assemblea in corso;

   il citato ispettore, riferisce sempre «La Sicilia», avrebbe detto alla dirigente scolastica che l'intervento era scaturito da una non meglio precisata «segnalazione arrivata da Enna», il che lascerebbe immaginare che molto probabilmente la segnalazione potrebbe essere arrivata da un soggetto estraneo alla scuola-:

   se ritenga opportuno che le forze dell'ordine intervengano per impedire agli studenti di esercitare i propri diritti sanciti dalla Costituzione, dallo Statuto delle studentesse e degli studenti e da numerose norme quali quelle citate in premessa;

   quali iniziative di competenza intenda intraprendere nei confronti di chi è intervenuto con un atto intimidatorio nonostante le rassicurazioni della dirigente preposta a vigilare sul regolare andamento delle attività scolastiche e per evitare che possibili abusi di analoga natura si ripetano in futuro;

   se risulti per quale ragione l'ispettore che ha agito nella scuola di Piazza Armerina non si sia fidato delle rassicurazioni ricevute dalla dirigente scolastica;

   se le forze dell'ordine siano intervenute con un atto così evidentemente sproporzionato a seguito di una segnalazione anonima ovvero, come più probabile secondo gli interroganti, per la segnalazione di una persona che è stata adeguatamente identificata e, in questo caso, chi abbia sollecitato l'intervento della polizia;

   se possa escludere che chi ha chiesto l'intervento possa essere una personalità con ruoli politici e/o istituzionali, considerato che, se fosse diversamente, questo si configurerebbe, a parere degli interroganti, come atto di intimidazione o abuso.
(4-00589)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   MANZI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito . — Per sapere – premesso che:

   in una prima fase il comune di San Marcello, in provincia di Ancona, è stato escluso dai progetti finanziati dal «Fondo Sisma 120» istituito con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 427, del 21 maggio 2019 con la previsione di un fondo di 120 milioni di euro destinati alla messa in sicurezza, all'adeguamento antisismico e/o alla nuova costruzione di edifici pubblici, adibiti ad uso scolastico statale richiedenti nelle zone sismiche 1 e 2 delle quattro regioni del Centro Italia interessate dagli eventi sismici del 2016 e del 2017;

   l'amministrazione comunale, ritenendo l'esclusione immotivata, ha fatto ricorso al Tar del Lazio e in data 2 novembre 2020 ha ricevuto comunicazione dal Ministero dell'istruzione recante come oggetto: «Affare CT 019751/2020. Motivi aggiunti al ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Lazio – Roma, Sez. III Bis – proposto dal comune di San Marcello c/o Ministero dell'istruzione ed Agenzia della coesione territoriale R. G. n. 4424/2020», in cui si chiariva che, in seguito ad un ulteriore stanziamento di risorse per il finanziamento del Fondo in questione, il comune di San Marcello sarebbe rientrato tra gli enti beneficiari con conseguente cessazione del ricorso;

   in tal senso, il comune avrebbe ricevuto le risorse per finanziare il progetto relativo al recupero della ex scuola elementare (950.000 euro) e che a dicembre 2020 sarebbe uscito il relativo decreto di assegnazione del contributo;

   tuttavia, fino a maggio 2021, il comune di San Marcello non ha ricevuto alcune notizie circa l'emanazione del decreto di assegnazione dei nuovi fondi, nonostante i numerosi solleciti al gabinetto del Ministro, dirigenti e funzionari del Ministero dell'istruzione;

   nel mese di maggio 2021 si è venuto a conoscenza che le risorse che avrebbero dovuto rifinanziare il Fondo Sisma 120 – 20 milioni di euro – erano state attribuite erroneamente dallo stesso Ministero dell'istruzione al Commissario straordinario per la ricostruzione;

   pertanto, si è provveduto da parte del Commissario straordinario a richiedere al Ministro dell'economia e delle finanze il trasferimento delle risorse nella disponibilità del Ministero dell'istruzione, avvenuta a novembre 2021;

   con nota prot. 5/IESS/SG/dr-22, Anci ha segnalato queste gravi criticità al capo di gabinetto del Ministro dell'economia e delle finanze, a quello del Ministero dell'istruzione e per conoscenza al Commissario straordinario Sisma;

   il 10 maggio 2022, sul sito del Ministero dell'istruzione, alla pagina Fondo Sisma 120, è stata pubblicata la sezione «Scorrimento graduatorie», in cui è stata riportata la nuova graduatoria con i progetti rifinanziati. La nuova sezione recava che «l'efficacia delle graduatorie è subordinata alla registrazione, attualmente in corso, dei relativi decreti da parte degli organi di controllo»;

   ad oggi non è stato emanato alcun decreto da parte degli organi di controllo. Nel frattempo, a quanto consta all'interrogante, il comune di San Marcello ha inoltrato una richiesta di accesso agli atti – in data 17 ottobre 2022 – indirizzata al Ministro pro-tempore Bianchi tramite il suo capo di gabinetto, che sarebbe rimasta senza risposta;

   appare grave e ingiustificato il ritardo nell'erogazione delle risorse aggiuntive del Fondo Sisma 120 al comune di San Marcello;

   si è di fronte a procedure che hanno richiesto tempi eccessivamente lunghi, soprattutto, trattandosi di risorse destinate al post-sisma, con ritardi che non hanno consentito ai comuni di poter fornire risposte appropriate ai bisogni delle comunità locali rispetto a interventi strategici come quelli delle scuole-:

   quali iniziative intenda assumere per accelerare la conclusione dell'iter consentendo a tutti i comuni interessati di poter disporre delle risorse spettanti e consentire l'avvio dei lavori, e al tempo stesso di prevedere gli opportuni correttivi per evitare che in futuro possano ripetersi simili ritardi, soprattutto in previsione delle scadenze e dei ritmi serrati che stanno impegnando gli enti locali con le risorse del PNRR.
(4-00590)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI e MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, la presidente dell'Anpal Servizi spa, Cristina Tajani, ha convocato l'assemblea degli azionisti, su richiesta del Direttore generale del Tesoro, a seguito del decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e del Ministro dell'economia e delle finanze del 14 febbraio 2023, con il quale è stato revocato il Consiglio di amministrazione della stessa società;

   l'Anpal è l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, promuove il diritto al lavoro, alla formazione e alla crescita professionale delle persone, coordina la rete nazionale dei servizi per il lavoro ed è responsabile del sistema informativo del mercato del lavoro;

   Anpal Servizi spa supporta Anpal nei seguenti ambiti operativi: realizzazione delle politiche attive del lavoro a favore di persone in cerca di occupazione, rafforzamento dei servizi per l'impiego a favore delle fasce particolarmente svantaggiate, ricollocazione dei disoccupati;

   per raggiungere gli obiettivi per i quali è stata costituita, Anpal Servizi realizza strumenti e metodologie a supporto degli operatori pubblici e privati del mercato del lavoro e gestisce progetti finalizzati a individuare stabili occasioni di impiego, soprattutto in favore di lavoratori coinvolti in crisi aziendali, oltre a favorire iniziative di autoimpiego in forma singola e associata;

   a parere degli interroganti, la revoca per decreto dei vertici di una società pubblica come Anpal servizi, rappresenta un precedente pericoloso;

   i vertici di Anpal servizi sarebbero andati a scadenza naturale tra due anni e non si comprendono le motivazioni che hanno indotto i Ministri interrogati a procedere alla loro revoca tramite decreto se non quelle riconducibili alla volontà del Governo di preoccuparsi più di nomine di propria fiducia che della valutazione seria e oggettiva sulla qualità del lavoro svolto, tanto che indiscrezioni di stampa indicano come probabile successore un consulente della Ministra del lavoro e delle politiche sociali;

   mentre non si hanno notizie sull'annunciato decreto «Lavoro», che dovrebbe occuparsi delle 600 mila famiglie che da agosto rimarranno senza reddito di cittadinanza, il Governo preferisce varare un decreto per rimuovere la presidente di Anpal Servizi che, non solo a giudizio degli interroganti, sta svolgendo ottimamente il proprio incarico –:

   se i Ministri interrogati non intendano chiarire le motivazioni per cui hanno deciso di revocare, in anticipo di due anni sulla naturale scadenza, tramite decreto interministeriale, il Consiglio di amministrazione della società pubblica Anpal Servizi Spa.
(4-00584)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   CARAMIELLO, MORFINO, SCERRA, AMATO e CHERCHI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi di quanto stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 620 del 1980, il Ministero della salute assicura, attraverso il Sasn, l'assistenza sanitaria al personale marittimo, anche se a terra per i periodi di sosta o di riposo compensativo, o in attesa di imbarco. Le prestazioni sanitarie erogate sono di varia natura: medicina generale e specialistica, assistenza farmaceutica, esami diagnostici, interventi di piccola chirurgia, riabilitazione, cure dentarie, cure idrotermali, prestazioni medico-legali;

   ai sensi del decreto-legge n. 76 del 2013, convertito in legge n. 99 del 2013, a decorrere dal 1° gennaio 2014 è stata stabilita la gestione diretta da parte dell'Inps delle funzioni amministrative in materia di prestazioni di malattia e maternità con riferimento ai lavoratori assicurati presso l'ex Ipsema. In particolare vengono gestite in maniera diretta dall'Inps le: prestazioni economiche per le cosiddette malattie fondamentali, ovvero quelle manifestatesi durante l'imbarco ex articolo 6 R.D.L. 23/9/37 n. 1918; prestazioni economiche per le cosiddette malattie complementari, ovvero quelle che si manifestano entro 28 giorni dallo sbarco ex articolo 7 R.D.L. 23/9/37 n. 1918, spettanti ai lavoratori marittimi del cosiddetto turno generale; prestazioni economiche per le malattie che si manifestano dopo i 28 giorni dallo sbarco solo nei casi di cosiddetta «continuità di rapporto di lavoro»; prestazioni economiche per le lavoratrici madri; rimborso per i donatori di sangue;

   relativamente alla cosiddetta malattia complementare, la ratio dell'istituto va ricercata nella necessità di garantire una copertura assicurativa al lavoratore per qualsiasi tipo di malattia contratta a bordo che si manifesti entro i 28 giorni dallo sbarco. Con protocollo d'intesa del 12 luglio 2019 tra Inps e Ministero della salute è stato stabilito che «...al fine di razionalizzare ed ottimizzare l'erogazione dell'indennità di malattia complementare, risolvere le criticità emerse con le procedure che, ad oggi, prevedono la doppia certificazione relativa alle prestazioni medico-legali dei marittimi a turno generale, le parti hanno concordato che per questi ultimi, per i quali sia cessato il rapporto di lavoro, assistiti dal SSN, la redazione ed il rilascio in modalità telematica della certificazione medica sarà effettuata dal medico di medicina generale del SSN, che accerta lo stato patologico...»;

   in data 31 gennaio 2023 s'è tenuta una riunione presso la sede Sasn di Napoli tra i vertici Sasn, i sindacati e i rappresentanti dei marittimi di Ercolano. All'esito della predetta riunione il Dottor Antonio Salzano, Direttore Usmaf/Sasn Campania e Sardegna, si impegnava «... ad inviare al Direttore Generale della Prevenzione una relazione avente carattere derogatorio rispetto al Protocollo di Intesa al fine di prevedere che, fino ad ulteriori sviluppi, tutte le complementari saranno svolte dal SASN...»;

   il legislatore ha consegnato nelle mani dell'Inps un settore complesso che costituisce un patrimonio importante dal punto di vista storico-culturale e tecnico-scientifico, in quanto il lavoro marittimo presenta caratteristiche particolari, elementi specifici ed atipici che non lo rendono assimilabile ad altre attività lavorative. L'esclusione dei soli lavoratori marittimi del turno generale dall'assistenza sanitaria del Sasn per la malattia complementare ha di fatto generato una sorta di discriminazione, una certa disparità di trattamento, tra categorie di lavoratori appartenenti al medesimo settore, in chiara violazione dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico — :

   come si intenda ripristinare l'assistenza sanitaria spettante ai lavoratori marittimi di turno generale in caso di malattia complementare che si manifesta entro 28 giorni dallo sbarco (ex articolo 7 R.D.L. n. 1918 del 23 settembre 1937) atteso che, ad oggi, l'assistenza del Sasn è stata esclusa dal Protocollo d'intesa tra Inps e Ministero della salute.
(4-00582)


   ZINZI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Flash Glucose Monitoring (FGM) è un sistema innovativo che permette la lettura della glicemia in tempo reale, senza la necessità di pungere le dita, semplicemente avvicinando un lettore o uno smartphone a un sensore sottocutaneo posizionato nella regione posteriore del braccio;

   l'utilizzo di questo sistema garantisce importanti benefìci nella gestione e nel controllo del diabete, contribuendo al miglioramento della qualità della vita dei pazienti e al mantenimento dell'indice glicemico ottimale, con riduzione degli episodi di ipoglicemia e/o iperglicemia;

   un progetto di ricerca condotto da Vihtali – Value in Health Technology and Academy for Leadership and Innovation ha valutato l'impatto dei sistemi FGM dal punto di vista dell'allocazione delle risorse del Servizio sanitario nazionale, evidenziando un potenziale risparmio associato al loro utilizzo pari a circa il 23 per cento della spesa media annua per paziente diabetico;

   secondo fonti stampa, l'accessibilità ai presidi che si avvalgono del sistema FGM potrebbe subire una compromissione qualitativa ed economica nelle regioni Campania e Molise;

   con determinazione in data 16 marzo 2022, la centrale acquisti So.Re.Sa Spa ha indetto una procedura aperta per la fornitura di sistemi di monitoraggio FGM per le aziende sanitarie della regione Campania e della regione Molise (ID gara 8482060);

   a quanto consta all'interrogante, la procedura in questione si sarebbe conclusa con l'aggiudicazione della commessa in favore di un'azienda diversa dall'attuale fornitrice, il cui prodotto non sarebbe sovrapponibile a quello attualmente utilizzato da 20 mila pazienti campani, non risponderebbe alle specifiche tecniche definite dal capitolato di gara e non sarebbe stato ammesso, proprio per questi motivi di carattere clinico e tecnico, alle analoghe procedure avviate in altre regioni italiane; l'uso di tale prodotto, comporta inoltre l'acquisto aggiuntivo di strisce per il monitoraggio della glicemia, non potendo da solo fornire corrette indicazioni terapeutiche;

   secondo la presidente del Coordinamento delle associazioni di pazienti diabetici della regione Campania «con i presidi che da questo momento in poi verranno distribuiti non sarà possibile prendere decisioni terapeutiche cioè stabilire quanta insulina assumere senza riscontro capillare, senza fare cioè la tradizionale puntura delle dita [...], sono sorpresa e preoccupata – ha concluso la presidente, ndr – per le conseguenze che potrebbero ricadere sulla salute di una gran fetta dei 410.000 pazienti diabetici della regione Campania»;

   la regione Campania è una delle regioni in cui il diabete è maggiormente diffuso, con una prevalenza del 7,9 per cento, superiore a quella media nazionale, pari al 5,9 per cento;

   i dispositivi FGM garantiscono ai pazienti maggiore consapevolezza rispetto al proprio stato di salute, permettono il raggiungimento di una qualità della vita più elevata e riducono la domanda di prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale, con evidenti benefìci dal punto di vista sanitario, economico e sociale-:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di promuovere, d'intesa con le regioni, una maggiore uniformità nell'accesso ai sistemi FGM, tenuto conto del loro valore essenziale per la gestione terapeutica e per la tutela del diritto alla salute dei pazienti diabetici.
(4-00588)


   MAGI. — Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'acufene, detto anche tinnito, è la percezione di un suono o di un rumore, avvertito in una o entrambe le orecchie o in testa, che non è percepito dall'esterno e non proviene da una sorgente sonora nell'ambiente. Il suono può essere debole o forte, continuo o intermittente e, a seconda della sua intensità e frequenza, può comportare una riduzione dell'udito e compromettere la qualità della vita di chi ne soffre;

   circa l'80 per cento delle persone che soffrono di acufeni, soffre di una riduzione dell'udito detta ipoacusia, mentre il 10 per cento soffre di iperacusia, ovverosia l'eccessiva sensibilità uditiva nei confronti dei suoni ambientali e che sono normalmente tollerati da quanti hanno un udito normale;

   per loro natura gli acufeni non sono vere e proprie patologie ma sintomi di potenziali malattie dell'orecchio o, più di frequente, di malattie neurologiche. Si tratta di un disturbo complesso ed eterogeneo le cui origini sono diverse da paziente a paziente, di conseguenza, ad oggi, non esiste una terapia che possa essere risolutiva, bensì esistono dei trattamenti volti a tentare di alleviare le problematiche da esso derivanti, ma che spesso si rivelano insufficienti;

   in particolare coloro i quali soffrono in maniera più acuta dei disturbi legati all'acufene vivono molto spesso in uno stato di invalidità vera e propria che ha risvolti importanti nell'aspetto psicologico ed emozionale, nel ritmo sonno-veglia, nel livello di attenzione e concentrazione, nonché nella vita di relazione. Questo insieme di complicazioni psico-fisiche portano in molti casi ad uno status depressivo molto forte che può persino sfociare in epiloghi drammatici quali la morte per suicidio;

   secondo una ricerca dell'Istituto Mario Negri, pubblicata su Lancet Regional Health Europe e che ha interessato tra il 2017 e il 2018 più di 11 mila adulti in dodici paesi europei, soffrono di acufene circa 65 milioni di cittadini europei, e, per quanto riguarda l'Italia, sono più di 6 milioni le persone adulte che ne soffrono, equivalenti al 13,7 per cento della popolazione, e di questi più di 400 mila ne sono affetti in forma severa;

   gli studi in materia di acufeni, tuttavia, risentono della mancanza di sostegno economico delle istituzioni e rischiano di dover essere interrotti per la mancanza di fondi. A questa situazione di difficoltà oggettiva della ricerca, si affianca anche la mancanza sul territorio nazionale di centri specializzati in grado di dare risposte a quanti soffrono, anche in maniera grave, di questo disturbo;

   nonostante si tratti di una condizione di salute che può avere risvolti anche fortemente invalidanti, la tabella Inps valida ai fini della valutazione del grado di invalidità in ambito di «invalidità civile», approvata con decreto ministeriale 5 febbraio 1992, riconosce nella sua parte dedicata agli apparati uditivo e vestibolare per gli acufeni una percentuale di invalidità civile solamente del 2 per cento;

   anche secondo i criteri stabiliti all'interno della legge n. 104 del 1992 l'acufene costituisce senza dubbio una disabilità psichica e sensoriale in grado di ridurre drasticamente il livello di attenzione e concentrazione della persona che ne soffre, in modo particolare durante lo svolgimento di mansioni di tipo intellettuale che richiedono attenzione e concentrazione;

   nella medesima tabella si riconosce che, data la mancanza di alcun test obiettivo, la valutazione degli acufeni deve tenere conto dei dati documentali relativi ai ricoveri, agli accertamenti strumentali e specialistici effettuati-:

   se il Ministro non ritenga opportuno intervenire sulle tabelle citate in premessa, al fine di poter venir meglio incontro a quanti soffrono di questo disturbo e se non ritenga necessario avviare campagne di sensibilizzazione al tema.
(4-00592)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ZINGARETTI, MANZI, ORFINI e BERRUTO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 34 della nostra Costituzione sancisce che «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso»;

   la politica per il diritto allo studio in Italia sostiene, in conformità a quanto sancito dall'articolo 34 della Costituzione, gli studenti universitari prevedendo la concessione di una borsa di studio ai più meritevoli, in condizione economica svantaggiata;

   tale sistema di sostegno è assolutamente analogo a quello di Francia e Germania. Ciò che li differenzia sono la platea di studenti che ne beneficia. In Italia appena il 12 per cento degli iscritti universitari è beneficiario di borsa, rispetto a uno studente su tre in Francia e a uno su cinque in Germania;

   nonostante l'incremento di borsisti verificatosi a partire dall'anno accademico 2016/2017, dopo 15 anni in cui il numero dei beneficiari era rimasto pressoché invariato, molte sono ancora le criticità sui tempi di erogazione e sul numero dei soggetti beneficiari;

   i dati e le segnalazioni riportate dal settore, dimostrano come le borse di studio continuano a non essere assegnate in tempo per l'avvio dei corsi, quando l'universitario ha l'evidente necessità di organizzare la propria «vita di formazione» e, non tutti gli universitari che posseggono i requisiti per godere di prestazioni e servizi – i cosiddetti idonei – riescono a beneficiarne a causa dell'assenza di risorse adeguate;

   quella degli idonei, gli aventi diritto che, appunto, non percepiscono la borsa, è un disagio enorme per gli studenti in tutto il territorio nazionale ai quali, seppur in regola con i criteri di merito e di condizione economica, viene di fatto negato un diritto;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede ingenti investimenti in borse di studio per l'accesso universitario, al fine di aumentare gli importi delle medesime borse e allargarne la platea, con l'obiettivo fissato di raggiungere 300.000 borsisti per l'anno accademico 2023/2024 e di 336.000 per l'anno 2024/2025;

   sempre in ambito del diritto allo studio, altra condizione precaria è quella inerente ai posti di alloggio riservati agli studenti fuorisede;

   emerge infatti che le postazioni riservate ai beneficiari non siamo sufficienti a garantire una condizione di comfort ideale. I posti letto nelle residenze universitarie sono ancora limitati e permettono a poco meno del 10 per cento degli studenti fuorisede di usufruirne. A questo si aggiunge un ritardo riguardo le tempistiche di pubblicazione dei bandi e delle relative graduatorie, nonché dell'assegnazione dei posti letto, i quali vengono messi a disposizione degli studenti ad anno accademico avviato;

   sugli obiettivi del PNRR per le residenze universitarie il traguardo fissato, con uno stanziamento di 960 milioni, è quello di raggiungere quota 100 mila posti letto in più e prevedere un intervento di riqualificazione delle residenze già esistenti;

   per raggiungere tali obiettivi bisognerebbe realizzare, come stimato dal settore, almeno 55 mila posti letto nuovi entro il 2026 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza del numero effettivo degli studenti risultati idonei e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di reperire risorse adeguate a garantire il diritto allo studio universitario a tutti gli aventi diritto;

   quali ulteriori iniziative intenda adottare al fine di dare piena operatività al Piano nazionale di ripresa e resilienza e raggiungere l'obiettivo fissato di aumentare gli importi delle borse di studio, allargare la platea e incrementare le residenze universitarie;

   se ritenga realizzabile, anche nei tempi prefissati, l'obiettivo dei 100 mila posti letto in più a sostegno degli universitari fuori sede.
(5-00464)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Cattaneo e altri n. 1-00077, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 febbraio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mangialavori.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Caiata n. 5-00460, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Giuseppe.