Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Mercoledì 18 gennaio 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    secondo quanto emerge dal rapporto dell'Oms sulla sicurezza stradale che ha coinvolto 178 Paesi in tutto il mondo, ogni anno gli incidenti stradali coinvolgono tra i 20 e i 50 milioni di persone, uccidendone circa 1,35 milioni. La mancanza di sicurezza rimane una priorità di salute pubblica anche per i Paesi industrializzati;

    in Italia, nel 2021 sono 151.875 gli incidenti stradali; 2.875 i morti in incidenti sulla strada e 204.728 i feriti; la maggior frequenza di incidentalità si registra sulle strade urbane (73,1 per cento), le vittime invece si concentrano prevalentemente sulle tratte extraurbane (47,5 per cento), mentre le autostrade riguardano l'8,6 per cento dei decessi. È terribile dover registrare come a Roma e provincia nei primi quindici giorni del 2023 si contino già sette morti per incidente stradale. Numeri che richiedono la doverosa attenzione da parte delle istituzioni nazionali e locali;

    la sicurezza stradale riveste un ruolo decisivo in ogni Paese: quando non è efficiente genera costi economici e sociali elevati, spesso sottovalutati;

    nel corso della XVIII legislatura diversi interventi normativi, coerenti con gli orientamenti europei, sono stati predisposti per favorire un diverso approccio alla mobilità. Si è in particolare rilevato come i trasporti (nelle loro diverse articolazioni modali) contribuiscono in modo significativo alla vita delle comunità e numerosi interventi normativi hanno mirato ad incidere sul Codice della strada. A tal riguardo si valuti quanto previsto per la salvaguardia dei ciclisti con la cosiddetta casa avanzata, le zone 30 scolastiche, la regolamentazione della circolazione nei centri abitati nonché e nuove disposizioni sul comportamento dei conducenti di veicoli nei confronti dei pedoni;

    l'Unione europea punta a ridurre del 50 per cento i decessi stradali e, per la prima volta, anche i feriti gravi, entro il 2030. Tale obiettivo è contenuto nel piano d'azione strategico della Commissione sulla sicurezza stradale e fa parte del progetto «Vision Zero» volto a raggiungere l'azzeramento delle vittime della strada entro il 2050;

    l'approccio citato è anche alla base del nuovo programma europeo di riduzione delle vittime da incidenti stradali. È inoltre uno dei princìpi ispiratori dello standard internazionale ISO 39001 «Road Traffic Safety Management Systems», volto alla riduzione del numero di morti e feriti gravi sulle strade;

    l'obiettivo «zero morti sulle strade» entro il 2050 è stato declinato da diverse città europee, come Bruxelles e Parigi, che stanno adottando il modello di «Città 30», e come nel caso della Spagna dove viene adottato con una legge a livello nazionale;

    dal mese di maggio infatti la Spagna ha introdotto un nuovo limite di velocità nella maggior parte delle strade urbane. Dai 50 chilometri orari si è scesi ad un massimo 30 chilometri orari. Secondo le stime pubblicate dalla Dirección General de Tràfico, l'introduzione di questa novità del codice della strada interesserà quasi il 90 per cento delle strade urbane. Il limite da 30 chilometri orari è sceso addirittura a 20 chilometri orari nei casi in cui si circoli con permesso in una zona pedonale;

    il Governo ha scelto di motivare la scelta ambiziosa di estendere la zona 30 nella maggior parte delle città spagnole non solo per contribuire a migliorare la sicurezza stradale (abbassando il numero di incidenti e di vittime), ma anche per migliorare la vivibilità dei quartieri; meno morti in strada con le persone al centro dello spazio pubblico, favorendo quindi l'utenza più fragile: bambini, pedoni, ciclisti, disabili, anziani ma anche automobilisti e motociclisti, operatori della logistica;

    la sicurezza stradale è infatti una delle condizioni necessarie per favorire gli spostamenti a piedi e in bicicletta e ridurre l'uso di auto e moto. La realizzazione della «Città 30» si iscrive pienamente negli obiettivi della Cities Mission delle città intelligenti e a impatto climatico zero entro il 2030;

    l'OMS definisce patologie da ambiente costruito una congerie di disagi che, attraverso ricerche epidemiologiche, è causa conclamata per una percentuale intorno all'80 per cento delle patologie per le quali si somministra cura (e può causare decessi). Perciò oggi intervenire sui luoghi urbani, in primis sulle strade, è il modo più efficace e, probabilmente l'unico, per tutelare la salute (cioè è questione di sopravvivenza);

    in Europa, ed anche in Italia, sempre più città stanno rivoluzionando la mobilità privata rendendo autobus e treni gratuiti, con il dichiarato obiettivo di fermare l'emergenza stradale con i suoi morti e feriti e combattere l'inquinamento, liberare gli spazi urbani restituendoli alle persone e ad una mobilità più sicura;

    in attesa di una modifica normativa del codice della strada, dette città hanno iniziato a introdurre «Zone 30» – ancora residuali proprio a causa della prescrizione normativa attuale. La prima in ordine di tempo a introdurre «Zone 30» è stata Cesena, nel 1998, modello poi seguito negli anni da città come Reggio Emilia, Caserta, Vicenza, Verona, Genova, Firenze e Olbia. Per quanto riguarda invece il progetto Città 30, Bologna estenderà il limite di velocità su buona parte delle strade, anticipando quella che pare essere una decisione assunta di recente anche dal consiglio comunale di Milano;

    la riduzione della velocità in ambito urbano è tra le misure previste dal Piano nazionale per la sicurezza stradale, il quale afferma che «dove ci possono essere impatti che coinvolgono veicoli e pedoni, la velocità dovrebbe essere limitata a 30 chilometri orari», in coerenza con la risoluzione n. 2021/2014 (INI) del Parlamento europeo, che raccomanda di «applicare velocità massime di 30 chilometri all'ora, come regola generale, nelle zone residenziali e nelle zone con un numero elevato di ciclisti e di pedoni»;

    nel Piano generale della mobilità ciclistica, approvato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, si specifica che è necessario: «definire regole chiare di convivenza sulle strade [...] definendo modelli di coabitazione tra gli utenti della strada. In quest'ottica è rilevante promuovere interventi integrati: un abbassamento della velocità veicolare e, contestualmente, un uso condiviso, in sicurezza, delle strade da parte di tutte le utenze (...). A tal fine va promossa la transizione verso il modello della condivisione della strada, favorendo, in coerenza con quanto già previsto in materia di riduzione della velocità in ambito urbano dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030, la realizzazione delle "Città 30" e il processo di redistribuzione più democratica ed equa dello spazio pubblico tra tutti gli utenti, motorizzati e non»;

    le «Città 30», con la velocità ridotta alla maggior parte delle strade a 30 chilometri orari nelle strade urbane di quartiere e locali, e la realizzazione delle «living streets», portano la restituzione dello spazio pubblico dalle macchine alle persone;

    il rafforzamento delle forze dell'ordine per prevenire l'eccesso di velocità insieme ai sistemi, ISA – Intelligent Speed Adaptation, hanno l'obiettivo di far applicare il rispetto delle norme di una guida corretta, in particolare per il rispetto dei limiti di velocità, attraverso la tecnologia e il nudging,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative normative per una rapida semplificazione del Codice della strada di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, prevedendo anche una riduzione del numero delle norme presenti;

2) ad adottare iniziative di competenza volte a ribaltare l'attuale paradigma in essere caratterizzato da una visione auto-centrica e privata, con uno «attivo», sostenibile e condiviso, con particolare riguardo a:

  a) modificare i limiti di velocità, disponendo in via generale i 30 chilometri orari per le strade urbane, con zone scolastiche strutturali e zone residenziali a 20 chilometri orari;

  b) dare impulso alla riorganizzazione delle strade riprogettandone la sezione, al fine di indurre a una velocità moderata e impedire l'uso indifferenziato dello spazio stradale;

  c) stimolare la creazione di percorsi preferenziali per i mezzi di trasporto pubblici incentivando modalità flessibili e diversificate di mezzi di trasporto per meglio servire la domanda di trasporto;

  d) incentivare la creazione di parcheggi di scambio intermodale nelle parti esterne delle città;

  e) sostenere preferibilmente gli interventi per percorsi ciclabili e pedonali separati dalla carreggiata veicolare con elementi fisici nonché progetti che incentivino il completamento di porzioni già esistenti rispetto a progetti ex novo;

  f) programmare ulteriori iniziative di sensibilizzazione contro tutti i diversivi ad una guida sicura e responsabile.
(1-00042) «Santillo, Conte, Iaria, Fede, Marianna Ricciardi, Morfino, Cantone, Ilaria Fontana, Traversi, Auriemma».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   BORRELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a soli 45 giorni dall'approvazione della mozione della maggioranza con la quale si impegnava il Governo a non approvare il disegno di legge di ratifica della riforma del trattato istitutivo del Mes, lo stesso Governo fa retromarcia annunciando di non voler forzare la mano con l'Unione europea e di essere già al lavoro per arrivare alla ratifica entro un mese;

   l'esigenza del Governo, infatti, sarebbe quella di uscire dall'empasse creata dal voto contrario del Parlamento attraverso un'iniziativa grazie alla quale dovrà essere quest'ultimo a riattivare l'iter di approvazione;

   il suddetto annuncio sarebbe seguito al vertice tenutosi a Palazzo Chigi il 12 gennaio 2023 tra il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Direttore generale ed il Segretario generale del Meccanismo europeo di stabilità, rispettivamente Pierre Gramegna e Nicola Giammarioli;

   nel corso del suddetto vertice il Presidente del Consiglio dei ministri ha auspicato la possibilità di verificare, insieme agli altri Stati aderenti al Mes, possibili correttivi volti a rendere lo stesso uno strumento effettivamente capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie;

   il 14 dicembre 2023, lo stesso Ministro dell'economia e delle finanze, rispondendo in Aula ad un question time in ordine alla presentazione del disegno di legge di ratifica della riforma del Meccanismo europeo di stabilità, alla luce del recente pronunciamento della Corte costituzionale tedesca, aveva testualmente dichiarato: «L'impianto attuale del Trattato istitutivo del Mes appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che, a monte, siano valutate modifiche relative al contenuto del Meccanismo.» e che: «... alla luce dei dati fattuali prima ricordati emerge con chiarezza la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del Trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in Parlamento, anche tenuto conto di quanto emerso dal recente atto di indirizzo approvato dalla Camera.»;

   numerose testate hanno riportato negli ultimi giorni la notizia che il Governo si appresterebbe a ratificare il Mes, fornendo rassicurazioni all'Unione europea ma, contestualmente, ad avviare un negoziato con la stessa per modificare il Pnrr entro la data di approvazione del Piano RePowerEu da parte del Parlamento e del Consiglio europeo –:

   quali siano i reali motivi che hanno portato il Governo ad un cambio di rotta rispetto al suddetto percorso di ratifica da parte del nostro Paese della riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità.
(3-00111)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:


   BOLDRINI e SCOTTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la recente visita del Ministro della sicurezza nazionale di Israele, Ben Gvir, alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, ha suscitato grande preoccupazione sia sul piano interno che su quello internazionale;

   l'Autorità nazionale palestinese ha dichiarato che la visita alla Spianata è paragonabile a un atto di guerra, il Ministro degli esteri della Giordania ha parlato di flagrante violazione del diritto internazionale e di atto provocatorio ed il Primo Ministro uscente di Israele Yair Lapid ha parlato di deliberata provocazione;

   la portavoce della Casa Bianca, Karipe Jean-Pierre, riguardo alla visita sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme del Ministro per la sicurezza nazionale di Israele ha dichiarato che azioni unilaterali che violano lo status quo sono da considerare come inaccettabili; analoga presa di posizione è stata assunta da Germania e Francia;

   come è noto lo status quo della Spianata delle Moschee per accordi internazionali è sotto la garanzia del Re di Giordania ed è stato più volte luogo di tensione tra fedeli ebrei e musulmani;

   emerge dunque il rischio di una escalation militare in Terra Santa, anche per l'uscita di scena dall'orizzonte politico dell'attuale Governo israeliano, recentemente insediato, della prospettiva di riaprire il processo di pace sulla base del principio «due popoli, due Stati»;

   soltanto nell'ultimo anno in Cisgiordania come a Gaza ci sono stati innumerevoli incidenti e scontri tra i palestinesi e le forze di sicurezza israeliana, compresi centinaia di morti e di feriti;

   è opinione diffusa che si possa determinare un'ulteriore recrudescenza, generata anche da episodi che rischiano di radicalizzare lo scontro tra le parti;

   all'inizio del 2023 l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede alla Corte internazionale di giustizia (Cig) di esprimere un parere sulle conseguenze legali dell'occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele, la risoluzione è passata con 87 voti favorevoli, 26 contrari e 53 astenuti –:

   se il Governo italiano non intenda pronunciarsi su questo episodio che ha suscitato allarme in tutto il mondo e se non ritenga di dover sostenere la riapertura di un negoziato tra israeliani e palestinesi anche in ottemperanza delle risoluzioni delle Nazioni Unite sulla fine degli insediamenti e dell'occupazione e il ritorno ai confini del 1967 per garantire la nascita di uno Stato palestinese che viva in pace e in sicurezza con lo Stato israeliano.
(5-00254)


   FORMENTINI, BILLI, COIN e CRIPPA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in data 3 novembre 2021 in Commissione affari esteri della Camera dei deputati è stata approvata la risoluzione Formentini n. 7-00742 relativa all'istituzione di un «Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso», che impegna il Governo a continuare a lavorare per confermare che il diritto di professare liberamente la fede religiosa, riconosciuto dall'articolo 19 della Costituzione italiana, non è valido solo a livello nazionale ma deve anzi essere promosso in ogni sede internazionale, quale diritto inviolabile di ciascuno, come riaffermato dall'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani (8-00140);

   l'inviato per la libertà religiosa è stato nominato sei mesi dopo e l'annuncio è stato dato proprio in occasione della presentazione di un'interrogazione a risposta immediata del gruppo parlamentare della Lega;

   la risoluzione aveva fatto seguito alla pubblicazione della XV edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, curato dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs), che aveva rimarcato come in una nazione su tre si registrassero gravi violazioni della libertà religiosa ed in particolare – nel biennio 2018-2020 – tale diritto fondamentale non fosse stato rispettato in 62 dei 196 Paesi sovrani;

   il firmatario della presente interrogazione si era occupato in particolare dei cristiani perseguitati nel mondo già nel dicembre 2018, in sede di approvazione del bilancio dello Stato, facendo istituire presso la Farnesina un apposito Fondo dedicato a progetti che potessero alleviarne le sofferenze;

   è di questi giorni la notizia di attacchi brutali contro chiese cristiane in Congo e in Nigeria: aggressioni condannate a livello internazionale, in seguito alle quali il Ministro degli esteri e vicepresidente del Consiglio dei ministri, Antonio Tajani, ha lanciato un appello «a tutti i Governi a proteggere le minoranze cristiane» annunciando che presto nominerà un inviato speciale per tutelare i diritti dei cristiani nel mondo –:

   quali iniziative il Governo intenda adottare a tutela dei diritti dei cristiani nel mondo, sia a livello multilaterale che a livello nazionale.
(5-00255)


   LOMUTI e ONORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da notizie di stampa che il professore Awad Al-Qarni, noto docente di diritto, detenuto in Arabia Saudita dal 2017, rischia la pena di morte per presunti reati riconducibili al possesso di account e relativo uso di note piattaforme social;

   in particolare, secondo quanto riportato dal giornale britannico Guardian, a seguito della presa visione dei documenti del tribunale saudita, ad Al-Qarni viene contestato di possedere un account Twitter e di utilizzare WhatsApp per condividere notizie considerate «ostili» al regno saudita;

   a seguito della contestazione suesposta, i pubblici ministeri avrebbero avanzato richiesta di condanna a morte, tuttavia il tribunale non ha ancora emesso alcuna sentenza;

   il volto autoritario e violento del regime saudita, guidato dal principe ereditario e Primo ministro, Mohammed bin Salman, è conosciuto da tempo e, pertanto, non sorprende l'escalation più recente secondo cui, nel 2022, in Arabia Saudita, sono state giustiziate 138 persone rispetto alle 69 del 2021;

   si osserva che, ad oggi, non erano mai stati condannati accademici e studiosi per ragioni legate alla condivisione di contenuti sui social media;

   si manifesta un evidente contrasto quindi con l'immagine di rinnovamento presentata dal principe ereditario con quanto si continua a fare nel Paese arabo contro gli elementari diritti civili e di libertà;

   l'ordinamento saudita appare incorporare aspetti di modernità – sposando un modello globale di società e incentivando l'accesso all'alta tecnologia, nonché addirittura aumentando la propria partecipazione finanziaria alle piattaforme di social media, in particolare negli Stati Uniti, tra cui Twitter e Facebook – che invero sono in aperta e forte contraddizione rispetto alla politica interna repressiva, come dimostra da ultimo il caso summenzionato, nonché la narrazione iper-nazionalista del suo Governo;

   la Carta araba dei diritti dell'uomo, ratificata dall'Arabia Saudita nel 2009, all'articolo 32, paragrafo 1, garantisce il diritto all'informazione e la libertà di opinione e di espressione, mentre all'articolo 8 vieta la tortura fisica o psicologica e ogni trattamento crudele, degradante, umiliante o disumano –:

   se non ritenga necessario e urgente adottare ogni iniziativa utile volta a fare pressione sul Governo dell'Arabia Saudita affinché sia scongiurata la condanna alla pena capitale per Awad Al-Qarni, nel pieno rispetto del diritto alla libertà di opinione e di espressione.
(5-00256)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   BICCHIELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   a luglio del 2020 si annunciava la posa della prima pietra del complesso «Polo nazionale della nocciola e della frutta in guscio Made in Italy» da realizzarsi in contrada Monaci, alle porte di Giffoni Valle Piana in provincia di Salerno;

   l'evento di inaugurazione ha avuto luogo il 13 luglio 2020 alla presenza di autorevoli rappresentanti delle istituzioni nazionali, regionali e locali. Il progetto si inseriva nel contratto di filiera «Frutta a guscio» finanziato per euro 6.837.742,72 dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, cofinanziato dalla regione Campania ai sensi del decreto ministeriale 1192 del 2016 e smi (IV bando dei contratti di Filiera e di Distretto - Contratto di Filiera Rete Innovazione in guscio approvato in data 26 luglio 2019 CUP CFD4003/05/J88G19000030008), e vede come soggetto promotore Agrocepi, come soggetto proponente «Innovazione Agricola» e soggetto beneficiario Soleo Srl;

   il valore del progetto è ampiamente riconosciuta sia con riguardo all'occupazione, sia per la valorizzazione dei prodotti agricoli del territorio, come la nocciola di Giffoni, sia per la previsione di una forte sinergia con i corilicoltori e con le scuole del territorio mediante programmi mirati alla formazione;

   il rappresentante del Ministero delle politiche agricole, intervenuto in collegamento audio all'inaugurazione, aveva dichiarato: «Per questo avvio dei lavori abbiamo, più di due anni fa, letto il progetto, ed ora è realtà. Con i fondi dello Stato questo impianto porterà sviluppo, occupazione e anche stabilizzazione all'interno del territorio di valorizzazione della qualità delle eccellenze alimentari che sono l'anima del made in Italy. In futuro sarà mio dovere dei miei collaboratori venire a vedere l'impianto di Giffoni. Noi a volte vediamo solo su carta i progetti, ma credo sia utile andare sul posto, fondamentale anche per noi, ci aiuta a crescere professionalmente»;

   l'opificio sarebbe dovuto sorgere in circa due anni di tempo su un'area di oltre diecimila metri quadrati;

   ad oltre due anni dalla inaugurazione, nell'area del cantiere, dove si sarebbe dovuto costruire l'opificio, le opere risultano appena avviate e, da un controllo dell'area perimetrale esterna, il cantiere risulterebbe in stato di abbandono –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto in premessa, quale sia lo stato dei lavori e quali iniziative intendano assumere per favorirne l'avanzamento.
(4-00282)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il fenomeno delle «acque rosse» che interessa la vasta area compresa tra i comuni di Cassino (FR) e Sant'Elia Fiumerapido (FR), nelle vicinanze del Fiume Rapido, è una criticità ambientale che impegna dal 2016 le autorità competenti e i comuni interessati ad analizzare e porre rimedio ad anomale colorazioni di colore rossastro delle acque del fiume, con annesso ritrovamento di fusti interrati lungo gli argini;

   Arpa Lazio, con nota protocollo n. 66822 del 29 agosto 2017 trasmessa ai carabinieri di Cassino, ha elencato una serie di analisi svolte nel corso del 2016 a seguito di altrettanti sopralluoghi e campionamenti effettuati;

   le analisi sono state effettuate sulle acque superficiali, sulle aree interessate dalla presenza dei fusti interrati, nonché sui sedimenti in prossimità dell'area oggetto della criticità al fine di identificare presenza di microfibre;

   la continua attività di monitoraggio da parte di Arpa si è resa necessaria a fronte delle microfibre presenti nei liquami, che vista la tipologia ne facevano ipotizzare un'origine di natura industriale o navale. Le analisi, come riportato da Arpa nella nota protocollo n. 55614 del 2016, hanno riscontrato acque contaminate, individuando elevate concentrazioni di solidi sospesi, COD, alluminio, ferro, manganese, fenoli e presenza di metalli quali arsenico, cadmio, mercurio, nichel e piombo;

   nel 2022, a seguito di ulteriori segnalazioni pervenute nel corso degli anni, è stata avviata da parte della sottoscritta, in qualità di Sottosegretaria di Stato dell'allora Ministero della transizione ecologica, una consultazione attraverso tavoli tecnici che hanno coinvolto Prefettura di Frosinone, Azienda sanitaria locale, Arpa Lazio e il Reparto ambientale marino (Ram) del corpo delle Capitanerie di porto al fine di individuare le azioni da porre in atto per fronteggiare il fenomeno delle «acque rosse»;

   a seguito dei citati tavoli tecnici, con nota n. 38979 del 25 marzo 2022 il Ram chiedeva all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) di valutare l'opportunità di un coinvolgimento attraverso la formazione di un team di esperti che, congiuntamente al personale del Ram, potesse a seguito di sopralluogo trarre elementi utili alla definizione dell'origine del fenomeno delle «acque rosse»;

   la richiesta del Ram ha prodotto l'avvio di un tavolo tecnico presso Ispra sul fenomeno delle acque rosse in oggetto al fine di rilevare nuovamente lo stato dei terreni, delle acque superficiali e sotterranee al fine di verificare eventuali origini dovute a valori di fondo naturale o di inquinamento;

   al fine del raggiungimento degli obiettivi di cui agli articoli 77 e 78 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni circa la qualità delle acque, può rendersi utile il coinvolgimento di Ispra richiesto dal Ram al fine di determinare valori di fondo naturali e attuare ulteriori attività congiunte di sopralluoghi e campionamenti per monitorare con maggiore frequenza lo stato della qualità delle acque superficiali e sotterranee –:

   quali siano gli esiti del tavolo tecnico e come il Ministro interrogato intenda procedere per attuare un monitoraggio specifico della zona per assicurare il raggiungimento degli standard minimi di qualità delle acque e rimuovere la fonte dell'inquinamento nell'area in oggetto, anche attraverso tavoli di concertazione con la regione Lazio.
(4-00284)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   dagli studenti e studentesse del Convitto Nazionale Paolo Diacono di Cividale del Friuli (UD) è stata portata alla luce la distribuzione, in data 12 gennaio 2023, dell'opuscolo «Prevenire le aggressioni, combattere la violenza» realizzato dal comune di Cividale e dalla regione autonoma del Friuli Venezia Giulia;

   il contenuto di tale opuscolo, a parere dell'interrogante, appare più rivolto a colpevolizzare le vittime che ad affrontare seriamente il tema della prevenzione della violenza di genere, giustificando e quasi riproponendo il sistema patriarcale che la violenza produce;

   anziché affrontare il tema del consenso e dell'educazione all'affettività l'opuscolo consiglia alle donne di non fare sorrisi provocanti o ironici, di non indossare un abbigliamento eccessivamente stravagante o succinto e di evitare di uscire da sole di notte per non attirare potenziali aggressori quasi a voler giustificare una eventuale violenza;

   le argomentazioni proposte dal comune di Cividale e dalla regione autonoma del Friuli Venezia Giulia non accusano gli aggressori ma chiedono alle vittime di prepararsi a non «istigare», compiendo un'opera di diseducazione al rispetto altrui e al consenso;

   affermare che esistano comportamenti «sbagliati» che possano in qualche modo giustificare o attenuare la violenza di genere contribuisce a legittimare la violenza stessa;

   anziché promuovere iniziative di sensibilizzazione e di contrasto alla cultura della violenza il comune di Cividale del Friuli e la regione Friuli Venezia Giulia diffondono uno scritto pieno di stereotipi in cui si colpevolizzano comportamenti che dovrebbero riguardare la libertà di ciascun individuo;

   a parere dell'interrogante, è scandaloso che tale messaggio distorto sia stato diffuso all'interno delle scuole per anni quando l'unica vera prevenzione alla violenza si basa sull'educazione all'affettività, al consenso, al rispetto dell'altro e sulla condanna di qualsiasi atteggiamento giustificazionista di ogni forma di violenza;

   a parere dell'interrogante emerge la necessità di un radicale cambiamento anche nella modalità didattica ed educativa, gli opuscoli infatti non sono al passo con i tempi e rappresentano una soluzione una tantum mentre andrebbe messo a regime un sistema di educazione all'affettività discusso assieme alle associazioni studentesche –:

   quale sia l'orientamento dei Ministri interrogati rispetto al tema esposto in premessa e quali iniziative di competenza urgenti intendano assumere, anche di carattere normativo, affinché in tutte le scuole di ogni ordine e grado si affronti il tema della prevenzione alla violenza di genere attraverso l'introduzione dell'educazione all'affettività, al consenso e al rispetto dell'altro;

   se non intendano adottare iniziative di competenza per fornire, in raccordo con le regioni, i comuni e le scuole, precisi indirizzi sull'elaborazione di materiale informativo riguardante il tema della prevenzione della violenza di genere al fine di evitare, come nel caso richiamato in premessa, la riproposizione di qualsiasi atteggiamento direttamente o indirettamente giustificazionista di ogni forma di violenza attraverso l'utilizzo di argomentazioni stereotipate basate sulla censura di taluni comportamenti adottati dalle potenziali vittime.
(4-00283)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:


   SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 5 gennaio 2023 il sottoscritto interrogante ha visitato, insieme al Garante regionale dei detenuti professor Samuele Ciambriello, la casa circondariale di Napoli Poggioreale «G. Salvia» che, a fronte di una capienza regolamentare di 1.639 posti, ospita ben 2.135 detenuti, con un tasso di sovraffollamento del 135 per cento;

   secondo i dati del Garante regionale, negli ultimi 10 anni, vi sono stati nel carcere 22 suicidi, l'ultimo il 14 dicembre 2022 quando si è tolto la vita un detenuto di 30 anni. Nello stesso arco temporale vi sono stati 267 tentativi suicidio;

   l'istituto di Poggioreale, come evidenziato dall'ultimo rapporto dell'associazione Antigone, presenta limiti strutturali e molte sezioni sono ancora caratterizzate dalla presenza di docce in ambienti comuni;

   nel corso della visita è emerso che il sovraffollamento sia un problema concreto che riguarda soprattutto il padiglione Roma e il Napoli, ma anche l'intera struttura carceraria;

   nelle celle visitate non erano garantiti i 3 metri calpestabili a persona (alcune ospitano fino a 9 detenuti) in spazi molto angusti con brande costruite con ferro che in alcuni casi ostruivano persino l'apertura delle finestre. I servizi igienici sono promiscui. Infatti sono collocati in adiacenza all'angolo dedicato alla preparazione dei cibi e presentavano evidenti tracce di muffa ed infiltrazioni d'acqua;

   è stato riferito all'interrogante che sono previsti da diversi anni lavori di ristrutturazione di 4 padiglioni che comportano un costo di circa 12 milioni di euro sulla base di un progetto già presentato dal provveditorato campano alle opere pubbliche;

   in ambito sanitario sono state inoltre segnalate dal Garante alcune criticità in ordine all'assistenza medica in ragione del limitato numero di personale medico-infermieristico disponibile presso il centro clinico Sai San Paolo;

   in ambito educativo, risultano presenti 14 educatori, rispetto ai 22 previsti in pianta organica (con un rapporto di 1 ogni 152 detenuti) e non risultano presenti mediatori linguistici seppure nell'istituto vi siano reclusi circa 300 detenuti stranieri –:

   quali iniziative si intenda adottare per avviare i lavori di ristrutturazione già finanziati adeguando la casa circondariale di Napoli Poggioreale «G. Salvia» agli standard conformi al rispetto della dignità dei detenuti come previsto dalle norme europee e dal nostro ordinamento;

   quali iniziative si intenda attivare per aumentare il numero del personale medico al fine di tutelare e salvaguardare la salute delle persone recluse nella struttura carceraria;

   quali iniziative si intenda adottare per incrementare il personale preposto all'area educativa garantendo altresì progetti di mediazione linguistica.
(3-00109)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta orale:


   LOPERFIDO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il registro delle opposizioni è uno strumento istituito con il decreto del Presidente della Repubblica n. 178 del 2010 con l'obiettivo di consentire agli utenti di opporsi all'utilizzo per finalità pubblicitarie dei numeri di telefono di cui si è intestatari e dei corrispondenti indirizzi postali associati, presenti negli elenchi pubblici, da parte degli operatori che svolgono attività di marketing tramite il telefono e/o la posta cartacea;

   la tutela degli utenti nel settore della telefonia negli anni più recenti ha adottato diversi interventi normativi finalizzati a rafforzare la posizione dei consumatori. In tal senso è stata approvata la legge sul registro delle opposizioni, legge n. 5 del 2018, che regolamenta il trattamento delle numerazioni, telefoniche per i fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale. Attraverso l'iscrizione al registro dei soggetti il cui numero è presente negli elenchi telefonici pubblici ci si può opporre, a tutela della propria privacy, al cosiddetto telemarketing, cioè al ricevere chiamate promozionali o commerciali;

   attraverso il predetto testo di legge non solo viene considerevolmente estesa l'operatività del Rpo, ma vengono altresì ampliati gli obblighi per gli operatori che svolgono l'attività di call center verso numerazioni nazionali fisse o mobili;

   l'iscrizione al registro è gratuita, mentre gli operatori di telemarketing che utilizzano per le proprie campagne i numeri presenti negli elenchi telefonici pubblici sono tenuti a registrarsi al sistema, in modo da comunicare preventivamente le liste dei numeri che intendono contattare, dalle quali il gestore del registro provvede a togliere le numerazioni dei cittadini iscritti al registro. In tal modo tutti i consensi precedentemente espressi con qualsiasi forma e/o mezzo finalizzati ad autorizzare il trattamento delle proprie numerazioni mediante l'utilizzo del telefono si intendono revocati, con conseguente preclusione di ogni attività promozionale, di marketing, statistica o finalizzati a effettuare ricerche di mercato;

   è stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 74 del 29 marzo 2022, il decreto del Presidente della Repubblica contenente modifiche al «Regolamento recante disposizioni in materia di istituzione e funzionamento del registro pubblico dei contraenti che si oppongono all'utilizzo dei propri dati personali e del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali, ai sensi dell'articolo 1, comma 15, della legge 11 gennaio 2018, n. 5»;

   Il provvedimento disciplina il nuovo Rpo, che viene esteso anche ai numeri dei cellulari oltre che ai telefonici fissi ed agli indirizzi postali;

   il diritto di opposizione al marketing diretto può essere esercitato dal contraente iscrivendosi al registro di cui sopra ed ha efficacia sul trattamento dei dati personali effettuato per le finalità riportate;

   attualmente sorgono dubbi circa l'adeguata applicazione della volontà del legislatore, ovvero l'esclusione dei numeri di telefono dei consumatori iscritti al Rpo tramite call center stranieri, ai quali non si applica la normativa italiana in tema di telemarketing, e da sistemi automatizzati che usano numeri fittizi in modo tale da non essere rintracciati e non incorrere nelle sanzioni di legge;

   altre volte l'iscrizione al Rpo appare completamente ignorato e si possano ricevere in continuazione telefonate a scopo promozionale; nello specifico, si tratta di situazioni in cui viene dato il consenso da parte del consumatore stesso. L'esempio tipico si verifica quando il cittadino effettua un acquisto e, in base ad un consenso prestato, acconsente al trattamento dei suoi dati a fini commerciali. La telefonata promozionale è dunque da considerarsi come legittima almeno che non si riproduca nuovamente l'iscrizione al Rpo –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato circa, l'efficacia della normativa in questione, e quali eventuali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di implementarne l'efficacia.
(3-00112)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   PELLICINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi le associazioni sindacali dei vigili del fuoco della provincia di Varese hanno dato pubblica comunicazione delle difficilissime e insostenibili condizioni in cui si trova a operare, ormai da troppo tempo, il Comando provinciale dei vigili del fuoco di Varese;

   in particolare è stata denunciata la preoccupante carenza di personale in forza a detto comando, aggravata dalla cronica mancanza di autisti;

   la carenza di personale ha fatto sì che, al fine di garantire il soccorso nella provincia di Varese nell'anno 2022, siano state impiegate 2533 ore di lavoro straordinario mensili per un totale 30.396 annuali;

   dal dicembre 2022, però, con la fine dell'emergenza COVID-19, sono state tolte le risorse straordinarie necessarie a garantire il soccorso, terrestre e aeroportuale. Durante il periodo pandemico, infatti, era stata autorizzata una deroga all'articolo 79 del regolamento di servizio che prevede il richiamo a straordinario in determinate situazioni;

   i problemi sopra descritti hanno comportato una sistematica chiusura del distaccamento di Somma Lombardo, nonché una riduzione ai numeri minimi del personale in forza a tutte le sedi del Comando provinciale, con eliminazione di importanti supporti come l'autobotte del distaccamento di Busto/Gallarate e con la riduzione del personale presso la sede di Varese, che, con i mezzi speciali, offre il supporto a tutta la provincia;

   resta inoltre in bilico l'operatività del distaccamento di Saranno, a volte lasciato come semplice supporto con tre o quattro unità;

   è di tutta evidenza che una situazione di questo tipo sia insostenibile e potenzialmente pericolosa per i lavoratori, nonché per la popolazione residente –:

   quali opportune iniziative siano state messe in atto e quali intenda adottare al fine di assegnare al Comando provinciale di Varese il personale previsto dalla pianta organica del Comando medesimo, con l'obiettivo di ripristinare condizioni di lavoro dignitose per i vigili del fuoco e di garantire alla popolazione residente un soccorso efficace in ogni situazione.
(4-00280)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta orale:


   LA PORTA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   nel mese di settembre 2022 è stato proiettato presso il Festival del Cinema di Venezia il film «Marcia su Roma» del regista irlandese Mark Cousin che ripercorre, nelle intenzioni dell'autore, i cento anni dalla marcia che partì da Napoli il 24 ottobre 1922 fino ad arrivare ai giorni d'oggi;

   la pellicola, prodotta da Paolmar in collaborazione con Saggiatore e Centro Sperimentale di Cinematografia, porta con sé il tentativo di ricostruire il periodo indicato e fornire una versione dei fatti tesa a confutare alcune verità storiche;

   il film termina con una comparazione stilistica (e provocatoria) dello stile dei politici moderni a quello adottato da Benito Mussolini negli anni '20 dello scorso secolo. In particolare si accosta il linguaggio dell'attuale Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, a quello tipico e tipizzato del ventennio;

   ma vi è di più;

   il regista, durante un'intervista rilasciata al Corriere della Sera a pochi giorni dalla presentazione e dalle elezioni politiche del 25 settembre 2022 ha ribadito non solo la sua ferma convinzione della somiglianza stilistica tra Benito Mussolini e Giorgia Meloni, ma anche ad altre Istituzioni come Vladimir Putin, Donald Trump e Jair Bolsonaro, considerando il proprio lungometraggio come un «vaccino a favore della democrazia»;

   in data 28 ottobre 2022 nell'istituto di istruzione «G.M. Angioy» in Sassari e il 29 novembre in quello «Città di Piero» in San Sepolcro (Ar) è stato proiettato il film «Marcia su Roma», contenente i pericolosi ed inappropriati paragoni suindicati e riservati alle classi del quinto anno ossia quelle composte da studenti neo maggiorenni in orario scolastico;

   è assolutamente inopportuno e disonorevole, a parere dell'interrogante, che agli alunni di istituti scolastici pubblici sia proposta la visione di lungometraggi così apertamente schierati politicamente e scarsamente educativi, per giunta in orario scolastico e dopo un risultato elettorale che ha visto il centro destra ottenere i consensi necessari alla formazione dell'attuale Governo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se il Ministro interrogato non ritenga inappropriata la scelta didattica ed in tal caso quali iniziative intenda adottare.
(3-00110)

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'attività dei medici iscritti nelle liste speciali di cui all'articolo 1 del decreto ministeriale 15 luglio 1986 è sempre stata disciplinata quale attività di natura libero professionale, fino al 18 aprile 1996, quando con relativo decreto ministeriale è stata introdotta l'incompatibilità del medico che «a) abbia un rapporto di lavoro subordinato o comunque di collaborazione coordinata e continuativa presso qualsiasi datore di lavoro pubblico o privato» (articolo 6);

   tale circostanza ha determinato numerosi ricorsi giudiziari, spesso accolti con il reintegro del medico in servizio, tant'è che con il successivo decreto ministeriale 12 ottobre 2000 la prevista incompatibilità è stata cancellata e rapportata a quelle del Servizio sanitario nazionale;

   con il decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, il rapporto di lavoro dei medici fiscali viene finalmente trasformato, dopo oltre venti anni, in rapporto a tempo indeterminato, laddove si dispone che «le liste speciali, già costituite ai sensi dell'articolo 5, comma 12, del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638, sono trasformate in liste speciali ad esaurimento, nelle quali vengono confermati i medici inseriti nelle suddette liste alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e che risultavano già iscritti nelle liste alla data del 31 dicembre 2007» (articolo 4, comma 10-bis);

   con legge 27 dicembre 2013, n. 147, si compie un altro importante passo verso la stabilizzazione dei medici fiscali, posto che: «Ai fini della razionalizzazione del servigio, l'Inps, per l'effettuazione delle visite mediche di controllo domiciliari ai lavoratori assenti dal servizio per malattia, si avvale, in via prioritaria, dei medici inseriti nelle liste speciali di cui al periodo precedente» (articolo 1, comma 340);

   con decreto legislativo 2 agosto 2017, n. 75, viene istituito il cosiddetto polo unico per le visite fiscali, che attribuisce all'Inps la competenza esclusiva ad effettuare visite mediche di controllo oltre che ai lavoratori privati anche a quelli pubblici, sia su richiesta dei datori di lavoro sia d'ufficio;

   viene, inoltre, approvato l'atto di indirizzo per la stipula delle convenzioni che disciplinano il rapporto tra l'Inps e i medici di medicina fiscale per lo svolgimento degli accertamenti medico-legali sulle assenze dal servizio per malattia e le liste dei medici fiscali vengono, di fatto, trasformate, in liste provinciali; l'atto di indirizzo stabilisce, altresì, la disciplina delle incompatibilità solo in relazione alle funzioni di certificazione delle malattie;

   per quanto consta all'interrogante, la convenzione in forma di Accordo collettivo nazionale firmata, ma non ancora attuativa, tra Inps e solo alcune organizzazioni sindacali determinerebbe la perdita di ogni tutela finora conquistata: non è prevista alcuna copertura assicurativa, diversamente da tutte le convenzioni con il Ssn; l'incarico a tempo indeterminato dei medici appartenenti alle liste speciali ad esaurimento viene trasformato in incarico precario della durata di tre anni; ciascun medico dovrà garantire una disponibilità minima di 49 fasce mensili (196 ore) con l'obbligo, senza incrementi economici, di arrivare a 60/62 fasce; i compensi previsti sono inferiori non solo a quelli del 2008 bensì a quelli stabiliti dal tariffario minimo nazionale del 1992 ed è stato eliminato il rimborso chilometrico; è stata fissata l'età pensionabile a settanta anni, nonostante si tratti di attività libero professionale; sono previste ipotesi di incompatibilità in netto contrasto con quanto prevedono gli accordi dei medici con il Ssn e, soprattutto, in spregio a quanto sancito dalla Corte suprema di Cassazione Sezione unite civili n. 14026 del 2001;

   in particolare, le disposizioni dell'articolo 13 dell'Accordo collettivo nazionale in tema d'inconferibilità e incompatibilità sono state oggetto di diffida da parte dei professionisti interessati, in quanto «in contrasto con le norme di legge e intollerabilmente lesive dei diritti» –:

   accertata la veridicità dei fatti esposti in premessa, quali siano gli intendimenti del Governo a riguardo.
(4-00278)


   ORRICO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge n. 194 del 22 maggio 1978 regola in Italia il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza della donna tutelandone la salute fisica e/o psichica;

   per le donne ricorrere all'interruzione di gravidanza comporta sempre e comunque una scelta sofferta, gravosa e travagliata che spetta, comunque, solo ed esclusivamente ad esse;

   all'ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza, per come denunciato da cittadini e cittadine e dal Comitato di attiviste Fem.in e per come riportato da organi d'informazione a diffusione sia nazionale che locale, tutti e 13 i ginecologi assunti stabilmente risultano essere «obiettori di coscienza» così come quasi tutte le ostetriche, ovvero 24 su 26;

   attualmente, presso il sopracitato nosocomio, soltanto un medico, le cui prestazioni sono fornite «a gettone», assicura la propria disponibilità per praticare l'interruzione volontaria di gravidanza;

   l'Annunziata è un ospedale definito «Hub» che dovrebbe essere un punto di riferimento per l'intera provincia di Cosenza, che è geograficamente fra le più vaste del Paese comprendendo 155 comuni e raccogliendo un'utenza di 700mila cittadini –:

   quali iniziative di competenza intenda avviare il ministro interrogato per verificare se all'ospedale civile dell'Annunziata di Cosenza venga adeguatamente fatta rispettare la legge n. 194 del 1978 e se il servizio fornito per l'interruzione volontaria di gravidanza possa essere al momento considerato efficace e continuativo, se al contempo venga in questo modo garantito il diritto al salute delle donne costituzionalmente contemplato per tutti i cittadini e cristallizzato all'articolo 32 della nostra Carta costituzionale.
(4-00279)


   PAVANELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 2 gennaio 2023 un malore improvviso ha colto un giovane ventinovenne orvietano sul luogo di lavoro;

   da un accesso agli atti effettuato dal Movimento 5 Stelle umbro nel 2020, era emerso, per quanto afferente all'intero comprensorio orvietano, che il 51 per cento degli interventi in emergenza-urgenza del 118 avveniva con un tempo superiore ai venti minuti;

   a causa dell'assenza di presidi sanitari essenziali, i pazienti cardiopatici acuti che giungono al Pronto Soccorso, devono essere ricollocati presso Terni o Foligno, in base alla disponibilità di posti letto, con conseguente inevitabile ritardo terapeutico determinato dal trasferimento urgente;

   a gravare oltremodo su tale situazione è l'assenza presso l'Ospedale di Orvieto, di una struttura di emodinamica in grado di effettuare coronarografie e prevenire gli infarti;

   nel 2020 il Consiglio regionale dell'Umbria ha approvato all'unanimità una mozione che impegnava la Giunta regionale a istituire proprio presso il nosocomio orvietano un laboratorio di emodinamica e cardiologia interventistica;

   l'articolo 117, secondo comma, lettera m) della Costituzione assegna alla competenza esclusiva dello Stato la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;

   a giudizio dell'interrogante tale principio deve intendersi disatteso nel comprensorio orvietano, dove l'assenza di presidi sanitari territoriali e di una seria programmazione sanitaria, anche generata dai tagli, dalle chiusure e dalle razionalizzazioni operate dalla regione, ha complicato la fruizione di un servizio pubblico essenziale in grado di trattare patologie d'urgenza come l'infarto miocardico acuto e l'ictus celebrale, e, dunque, posto a rischio la sopravvivenza dei cittadini –:

   se non intenda il Ministro interrogato porre in essere tutte le iniziative di competenza al fine della salvaguardia del fondamentale diritto alla salute dei cittadini orvietani, in ragione dell'assenza presso il nosocomio orvietano di un laboratorio di emodinamica e cardiologia interventistica.
(4-00281)

Apposizione di firme ad una risoluzione.

  La risoluzione in Commissione Boldrini e altri n. 7-00015, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 dicembre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Onori, Fratoianni, Lomuti.

Apposizione di firme ad interpellanze.

  L'interpellanza urgente Quartini e altri n. 2-00048, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Morfino.

  L'interpellanza urgente Barzotti e altri n. 2-00050, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Morfino.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Boschi e altri n. 5-00242, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pastorella.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta in Commissione Ghio n. 5-00214, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 33 del 11 gennaio 2023.

   GHIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la realizzazione di barriere fonoassorbenti lungo la linea ferroviaria di Chiavari sulla base del progetto di Rete ferroviaria italiana relativo al tratto Genova-Pisa, che con tale intervento mira a ridurre l'impatto del rumore del treno, sta determinando una importante mobilitazione di cittadini e presa di posizione contraria da parte delle istituzioni locali per impedire la realizzazione del progetto nelle modalità previste;

   l'operazione di risanamento acustico interessa il tratto cittadino della linea ferroviaria Genova-Pisa e si inquadra nel più generale piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore redatto da Rfi in osservanza del decreto ambiente del 29 novembre 2000;

   gli interventi che riguardano Chiavari si estendono per 3.729 metri e prevedono la realizzazione di barriere che vanno da un minimo di 2,29 metri ad un massimo di 7,38 metri di altezza;

   anche se la finalità dell'opera è condivisibile, il progetto risulta sviluppato in maniera del tutto avulsa dal contesto paesaggistico, sociale ed economico del territorio. Diversi soggetti istituzionali, associazioni, cittadini fanno notare che le barriere acustiche, previste nel progetto di Rfi, segnano una frattura tra la città e il mare, una divisione che penalizzerà il futuro di Chiavari sia dal punto di vista ambientale che commerciale e ricettivo penalizzando lo sviluppo di tante aziende legate al settore dell'ospitalità e dell'accoglienza;

   in particolare l'opera determina un imponente impatto paesaggistico e rimedia a un disagio creando un problema ancora più grande mentre è necessario trovare un altro tipo di soluzione meno impattante. Infatti il progetto attuale propone l'installazione di barriere fronte mare che, in alcuni tratti, realizzerebbero un muro alto 4 metri;

   nella ricerca di soluzioni alternative per risolvere il problema acustico, sono state interpellate a esprimersi e intervenire la soprintendenza, il presidente della regione Liguria, nonché è stato sollecitato un confronto con il viceministro Rixi che, da quanto appreso dagli organi di stampa, avrebbe concordato, in un incontro con un consigliere della regione Liguria della Lega e l'amministratore delegato del Gruppo FS italiane, il temporaneo blocco dell'opera in commento, in attesa di trovare una valida alternativa che soddisfi il territorio;

   la pubblicazione dell'atto relativo alla realizzazione del progetto è del 16 dicembre 2022 e sono previsti trenta giorni per osservazioni e definitive determinazioni; pertanto è necessario agire in maniera veloce visto il poco tempo a disposizione per avere il tempo per individuare una soluzione valida per risolvere il problema acustico e tutelare il paesaggio e la vocazione turistica del territorio –:

   se corrisponda al vero quanto affermato sulla stampa, ossia che il viceministro Rixi ha convenuto sulla sospensione del progetto di Rete ferroviaria italiana per la realizzazione delle barriere fonoassorbenti e quali siano le alternative su cui si sta lavorando per attuare il piano di risanamento acustico previsto dalla legge.
(5-00214)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

  Interrogazione a risposta in Commissione Boldrini n. 5-00215 dell'11 gennaio 2023.

  Interrogazione a risposta immediata in Commissione Dalla Chiesa n. 5-00246 del 17 gennaio 2023.