Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 13 gennaio 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   MANZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'assemblea dei giornalisti dell'Agenzia di stampa Dire ha deliberato un giorno di sciopero per la giornata del 12 gennaio 2023 e un secondo giorno di sciopero da proclamare a breve in assenza di notizie positive sugli stipendi;

   dal comunicato pubblicato sul sito della testata si legge che «si ritiene inaccettabile il mancato pagamento degli stipendi di novembre e dicembre e per questo si proclama una giornata di sciopero, tornando a chiedere all'azienda di procedere al più presto con il saldo dei pagamenti»;

   il comunicato prosegue, denunciando come «alla situazione già gravissima del ritardo nel pagamento degli stipendi, si è aggiunto lo sconcerto per la proposta di piano di riorganizzazione presentata dall'azienda e ricevuta dal CdR, che individua circa 20 esuberi»;

   l'assemblea dell'Agenzia di stampa Dire ha espresso netta contrarietà nei confronti del documento perché «presenta profili fortemente discriminatori e punta a spaccare lo spirito di solidarietà interno alla redazione. Non pone inoltre nessuna iniziativa per il rilancio e la sostenibilità dell'attività dell'azienda, eludendo gravi criticità a livello organizzativo. Il documento ricevuto prevede infatti solo tagli al personale e alle redazioni, ponendo a grave rischio la continuità delle attività nelle diverse unità produttive, e svilisce in maniera intollerabile i sacrifici compiuti dal corpo redazionale in questi mesi con i contratti di solidarietà. Nel documento sono inoltre presenti diverse incongruenze sull'effettiva copertura economica delle attività legate ai territori»;

   si tratta in tutta evidenza di un piano aziendale che non offre garanzie per il futuro dei lavoratori e che mina alle radici una realtà editoriale che si è sempre distinta per la qualità dell'informazione dei contenuti nel panorama editoriale e dove lavorano, soprattutto, giovani;

   gli interroganti auspicano che venga garantita la salvaguardia dei livelli occupazionali e il pagamento degli stipendi arretrati –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e cosa intenda fare – per quanto di competenza – per tutelare l'importante lavoro svolto dai giornalisti, la libera comunicazione, il diritto all'informazione e per assicurare continuità a questa realtà virtuosa.
(4-00261)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   da un appello redatto dai professionisti collaboratori Sabap indirizzato al Governo e alle forze politiche e parlamentari, si apprende che il 31 dicembre 2022 è scaduto il contratto a partita Iva a circa 500 professionisti altamente qualificati (archeologi, architetti, assistenti tecnici contabili, assistenti tecnici di cantiere, storici dell'arte) che da un anno e mezzo stanno collaborando con le Soprintendenze di tutta Italia per la tutela del patrimonio archeologico, storico-artistico, architettonico nazionale;

   la loro collaborazione si svolge con contratto a partita Iva e sino al 31 dicembre 2022 veniva rinnovato ogni 6 mesi, a seguito di una procedura di selezione che richiedeva un'esperienza professionale di almeno quindici anni, di cui almeno tre maturati in affiancamento alla pubblica amministrazione, ovvero di «soli» dieci anni se in possesso anche di specializzazione e/o dottorato di ricerca, oltre ovviamente all'iscrizione agli albi professionali ove previsti;

   dal 1° gennaio 2023 i suddetti contratti risultano non rinnovati e ciò determinerà per le Soprintendenze, già in grave carenza di organico, la rinuncia alla collaborazione di centinaia di specialisti ormai integrati nelle procedure degli uffici e anche per questo in grado di svolgere con rapidità, competenza ed efficienza un lavoro altamente qualificato;

   tutti i progetti a cui questi lavoratori e lavoratrici si stavano dedicando, molti dei quali inseriti nel Pnrr, rischiano di non essere completati;

   il Ministero della cultura ha recentemente bandito un concorso per funzionari, ma alcuni dei profili professionali oggi impiegati non vi sono contemplati e per altri profili i posti previsti sono assolutamente esigui (20 archeologi, 35 storici dell'arte, 32 architetti);

   inoltre, i tempi di svolgimento si preannunciano lunghi e anche per tali motivi il rinnovo tempestivo di questi circa 500 contratti sarebbe prezioso;

   il mancato rinnovo di queste 500 figure professionali altamente specializzate nella tutela dei beni culturali appare all'interrogante ingiustificato e mortificante per chi ha contribuito con la propria professionalità alla tutela del patrimonio archeologico, storico-artistico e architettonico nazionale –:

   se il Ministro interrogato non intenda intervenire urgentemente affinché si proceda tempestivamente al rinnovo dei circa 500 rapporti di lavoro richiamati in premessa riguardanti professionisti altamente qualificati come archeologi, architetti, assistenti tecnici contabili, assistenti tecnici di cantiere, storici dell'arte che da un anno e mezzo stanno collaborando con le Soprintendenze di tutta Italia per la tutela del patrimonio archeologico, storico-artistico, architettonico nazionale, il cui contratto è scaduto il 31 dicembre 2022.
(4-00260)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MALAVASI, FURFARO, CIANI, GIRELLI e STUMPO. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Corte dei conti ha segnalato che vi sono «troppi ritardi» nell'attuazione della legge 22 giugno 2016, n. 112 cosiddetta «Dopo Di Noi» che ha introdotto apposite misure di assistenza, cura e protezione delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare o comunque in vista del venir meno del sostegno stesso, attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata già durante l'esistenza in vita dei genitori;

   «il fatto che solamente 8.424 persone, su una platea di 100/150 mila destinatari, risultano aver effettivamente beneficiato delle prestazioni erogate, evidenzia un'applicazione della legge ancora molto limitata ed estremamente eterogenea a livello territoriale. Una situazione che mette in luce sia l'urgenza di dover determinare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) da garantire alle persone con disabilità, sia la necessità di controlli idonei a verificare, su tutto il territorio nazionale, la corretta e completa attuazione della legge n. 112 del 2016, istitutiva del Fondo»;

   dei circa 466 milioni di euro stanziati tra il 2016 e il 2022 per l'autonomia e l'inclusione delle persone con disabilità grave e senza sostegno familiare, soltanto 240 sono stati effettivamente trasferiti alle regioni, che non hanno provveduto a rendicontare l'effettiva attribuzione delle risorse ai destinatari. Solamente sei regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Toscana e Piemonte) risultano aver ricevuto tutte le somme complessivamente assegnate, mentre le altre hanno riscosso solo in parte le quote spettanti;

   questi sono i dati più significativi e preoccupanti dell'analisi conclusiva, approvata con delibera n. 55/2022/G, che la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti ha condotto sull'attuazione delle misure volte al benessere, la piena inclusione sociale e l'autonomia delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare, previste nel «Fondo Dopo di Noi» istituito dalla legge 22 giugno 2016, n. 112;

   nel documento, la magistratura contabile, oltre a rilevare come il numero dei beneficiari (tra i 100 e i 150 mila) sia stato stimato in modo solo indiretto e parziale, ha evidenziato che «la mancanza di strumenti idonei ad arginare prontamente i ritardi e a superare le inadempienze delle regioni non ha consentito, finora, di verificare che le risorse stanziate nel bilancio dello Stato siano state interamente utilizzate allo scopo e nei tempi programmati» –:

   se non si ritenga necessario determinare i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) da garantire alle persone con disabilità e adottare iniziative volte a mettere in atto controlli idonei a verificare, su tutto il territorio nazionale, la corretta e completa attuazione della legge n. 112 del 2016, istitutiva del Fondo.
(5-00231)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   UBALDO PAGANO e MEROLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 179, della legge 29 dicembre 2022 n. 197, recante la legge di bilancio 2023, con riferimento ai tributi dell'Agenzia delle entrate, dispone la riduzione delle sanzioni da un terzo a un diciottesimo del minimo edittale per gli accertamenti con adesione, di cui agli articoli 2 e 3 del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, relativi a: processi verbali di constatazione consegnati entro il 31 marzo 2023 e ad avvisi di accertamento e avvisi di rettifica e liquidazione, non impugnati e ancora impugnabili, nonché a quelli notificati successivamente, entro il 31 marzo 2023;

   il successivo comma 180 della legge di bilancio consente di definire gli avvisi di accertamento, gli avvisi di rettifica e di liquidazione, purché non impugnati e ancora impugnabili, nonché quelli notificati successivamente, fino al 31 marzo 2023, con lo strumento dell'acquiescenza, ai sensi dell'articolo 15 del citato decreto n. 218 del 1997, rinunciando cioè a presentare ricorso a fronte della riduzione a un diciottesimo delle sanzioni irrogate anziché a un terzo come previsto dal citato articolo 15;

   il vantaggio, del comma 179 è rappresentato dalla riduzione della sanzione a un diciottesimo del minimo, mentre il comma 180 dispone la riduzione a un diciottesimo della sanzione irrogata;

   il comma 184 affida ai provvedimenti dell'Agenzia delle entrate il compito di adottare ulteriori disposizioni attuative;

   pertanto con riferimento agli atti già notificati, per beneficiare dell'agevolazione occorre che gli stessi siano non impugnati e ancora impugnabili al 1° gennaio 2023;

   in presenza di accertamenti che potrebbero divenire definitivi a breve, nelle more del completamento delle regole attuative, il contribuente non ha certezza dell'ammissibilità alla definizione agevolata;

   il rischio sarebbe rappresentato da quanto accaduto in occasione della precedente acquiescenza agevolata recata dall'articolo 2 del decreto-legge n. 119 del 2018 dove, nonostante la norma richiedesse come condizione che l'atto non fosse impugnato o impugnabile alla data di entrata in vigore del 24 ottobre 2018, il provvedimento attuativo ha impedito l'acquiescenza anche per i ricorsi proposti successivamente alla suddetta data suscitando, critiche unanimi degli operatori;

   è necessario pertanto escludere l'eventualità che, laddove si proponga ricorso, l'amministrazione finanziaria affermi ex post che tale condotta sia incompatibile con la definizione agevolata –:

   se intenda chiarire in questa sede, alla luce di quanto esposto in premessa, che i ricorsi presentati dopo il 1° gennaio 2023 non impediscono comunque la possibilità di applicare l'acquiescenza agevolata agli atti di accertamento.
(5-00232)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   con l'interrogazione a risposta in commissione 5-02308 della legislatura XVIII era stata portata all'attenzione del Ministero dello sviluppo economico la Belleli Energy Critical Process Equipment S.r.l., società con sede in via Taliercio a Mantova, controllata dal gruppo Tosto dall'agosto 2016, dopo l'acquisto da Exterran in una procedura non sempre trasparente; in particolare si era parlato del bilancio con un credito verso la controllante Water Tosto spa di 3.597.161 euro nel 2017, cioè un impegno di Belleli per Tosto e non il contrario;

   degli occupati in lieve diminuzione dai 277 iniziali;

   di possibili comportamenti antisindacali e di alcuni scioperi dei lavoratori;

   negli ultimi anni sono proseguiti incidenti lavorativi importanti: un operaio si è ustionato gravemente nel 2019;

   uno studente di 16 anni in alternanza scuola lavoro si è ferito a un dito nel 2021 non essendo neppure affiancato da un dipendente, era in produzione da solo senza essere titolato;

   dal punto di vista dei bilanci il fatturato non è incrementato dal 2016, restando su livelli bassi per il tipo di attività (65 milioni di euro) ed è rilevante come imprese «gemelle» come la Ansaldo o Mangiarotti abbiano scarse commesse per il 2023 mentre non sono note le commesse future della Belleli, la crisi del settore potrebbe coinvolgere anche la Belleli anche per le molteplici cause (bellica, energetica, pandemica);

   le informazioni relative all'andamento produttivo della Belleli potrebbero stimolare regione Lombardia a redigere l'istruttoria per l'area di crisi industriale complessa per il territorio mantovano che vede già un importante calo degli occupati nel settore tessile del distretto dell'Alto mantovano con gli addetti passati da 10.463 a 6.321 e le imprese da 319 a 189 dal 2010 al 2018 –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, abbiano ulteriori notizie rispetto alle prospettive di mercato del settore impiantistico energetico in Italia, con particolare riguardo alla Belleli energy CPE controllata dal gruppo Tosto, e come intendano affrontare la crisi in atto;

   se abbiano ulteriori informazioni a riguardo del rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro, della qualità di vita dei lavoratori e del diritto di esercizio sindacale presso lo stabilimento Belleli di via Taliercio a Mantova.
(5-00227)

Interrogazione a risposta scritta:


   RUBANO. – Al Ministro delle imprese e del made in Italy. – Per sapere – premesso che:

   Savim srl è azienda leader nel settore dell'anticorrosione e della produzione di vernici e smalti, con sede a Puglianello (Benevento);

   con decreto del 30 novembre 2020, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 gennaio 2021 il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'economia e delle finanze, hanno individuato i «...criteri per la ripartizione e il trasferimento delle risorse residue dei patti territoriali da utilizzare per il finanziamento di progetti volti allo sviluppo del tessuto imprenditoriale territoriale, anche mediante sperimentazione di servizi innovativi a supporto delle Imprese»;

   la Savim ha aderito al Patto territoriale provinciale nato con l'obiettivo di rispondere ad un avviso pubblico per la preselezione di interventi privati e pubblici da inserire nel progetto pilota, presentando una proposta progettuale dal titolo «Hub delle Vernici» per 721.225,71 euro di investimento con l'obiettivo di incrementare l'attività lavorativa aziendale e, di conseguenza, creare nuove prospettive occupazionali utili ad arrestare il fenomeno devastante dello spopolamento delle aree interne;

   con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 30 luglio 2021, sono state individuate le modalità e i termini di presentazione delle domande di assegnazione dei contributi per la realizzazione di progetti pilota volti allo sviluppo del tessuto imprenditoriale territoriale, anche mediante la sperimentazione di servizi innovativi a supporto delle imprese. La dotazione dell'intervento è stata fissata in 105 milioni di euro;

   la domanda contenente la proposta di progetto pilota è stata trasmessa dalla Savim al soggetto gestore individuato in Unioncamere Benevento, i cui rapporti col Ministro erogante sono regolati da una specifica convenzione. Le relative istruttorie sono svolte entro 120 giorni dalla data di chiusura della finestra di presentazione dei progetti pilota, fermo restando la possibilità di chiedere integrazioni e/o chiarimenti. In quest'ultimo caso il termine si intende sospeso fino alla produzione di quanto richiesto;

   nonostante i termini siano ampiamente scaduti, recentemente Unioncamere avrebbe inviato una richiesta di dichiarazione alla Savim con cui l'impresa ha dovuto confermare di essere in possesso di alcuni requisiti specifici: micro, media o piccola impresa; di essere in regola con le disposizioni vigenti in materia di normativa edilizia e urbanistica del lavoro, della prevenzione degli infortuni e della salvaguardia dell'ambiente ed essere in regola con gli obblighi contributivi; di non essere in condizione tali da risultare impresa in difficoltà –:

   quali siano i motivi del ritardo nell'attuazione degli adempimenti e nella predisposizione delle graduatorie di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico del 30 luglio 2021.
(4-00258)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   il progetto definitivo delle barriere fonoassorbenti di Rfi (Rete ferroviaria italiana) del piano di risanamento acustico (P.r.a.) nella regione Liguria, nel comune di Chiavari (GE), prevede in prima istanza l'installazione di barriere acustiche standard con altezze che raggiungono i 7 metri per uno sviluppo totale di oltre 3,7 chilometri;

   a seguito di questo progetto, sono nate associazioni e comitati di cittadini «No alle Barriere Fonoassorbenti Ferroviarie» e lo stesso sindaco si è schierato contro il progetto di Italferr, preoccupato dalle conseguenze permanenti e devastanti sul territorio, a partire dalle ricadute negative sull'ambiente e sul paesaggio nonché sul valore turistico, economico ed immobiliare. Alcune zone di Chiavari verrebbero completamente chiuse e ostruite dalle barriere che avranno un'altezza variabile tra 4 metri e più di 7 metri. Il primo cittadino e la sua giunta prevedono di intraprendere azioni legali per poter fermare la realizzazione del progetto;

   il progetto che coinvolge la città di Chiavari si inquadra nell'ambito più generale del «piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore» redatto da Rfi ai sensi del decreto ministeriale ambiente del 29 novembre 2000 che coinvolge 416 barriere antirumore, per complessivi 716 chilometri, approvati nell'intesa dalla Conferenza Unificata Stato-regioni del 1° luglio 2004. La stessa Rfi ha più volte evidenziato negli anni le difficoltà sull'attuazione del piano in diversi contesti nazionali, dovute anche alla regolamentazione vigente in base alla quale il dimensionamento delle opere risulta spesso di notevole impatto sul territorio;

   l'obbiettivo condivisibile di ridurre l'inquinamento acustico prodotto dal traffico ferroviario nei confronti degli insediamenti urbani esistenti è un fattore imprescindibile che ogni Stato membro della Comunità europea si è prefissato di raggiungere in tempi rapidi. Tuttavia, come si evidenza dagli studi condotti dall'Agenzia europea dell'ambiente (Eea – Environmental noise in Europe – 2020) e dal più recente briefing dell'Eea, le azioni che concretamente potrebbero determinare un miglioramento e un risanamento acustico riguardano una sinergia di diverse misure, tra cui i miglioramenti tecnologici delle infrastrutture, una migliore pianificazione urbana e infrastrutturale. Si rileva come agire direttamente sulla fonte dell'inquinamento acustico sia una delle prime azioni da intraprendere. Il briefing dell'Eea comprende anche cinque casi di studio, tra i quali il caso della Svizzera in cui sono state impiegate pastiglie innovative e freni dei treni più silenziosi;

   sempre in ambito europeo, il 27 maggio 2019, è stata pubblicata la revisione della Sti Noise (Regolamento UE n. 1304 del 2014 della Commissione relativa alla specifica tecnica di interoperabilità per il sottosistema «Materiale rotabile — rumore»), il regolamento che si pone l'obiettivo di realizzare una maggiore interoperabilità del sistema ferroviario dell'Unione europea e prevede dei requisiti dei valori limite di pressione acustici anche dei carri merci già a partire dal 2024;

   è fondamentale perseguire obiettivo e progetti che contestualmente garantiscano la tutela della salute pubblica e l'abbattimento dell'inquinamento acustico senza pregiudicare la difesa del paesaggio e dell'ambiente, e che quindi possano incidere positivamente sulla ripresa economica e turistica –:

   se i Ministri interrogati intendano prendere in considerazione la necessità di interrompere le procedure amministrative in corso e di rigettare il progetto originario redatto da Rfi delle opere di risanamento acustico da loro predisposto per chiederne la ridefinizione con il coinvolgimento del comune di Chiavari al fine di pervenire a soluzioni calibrate sulle singole specificità territoriali;

   se i Ministri interrogati intendano provvedere all'attuazione di azioni in recepimento di quanto indicato nello Sti Noise, introducendo e sostituendo «ruote silenziose» ossia carri retrofittati dotati di freni con ceppi in materiale composito o altre soluzioni tecnologiche che diminuiscano l'impatto acustico.
(5-00229)


   FURFARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   in data 26 ottobre 2022 veniva presentata un'interrogazione al Consiglio regionale della Toscana in merito allo stato dell'arte ed ai tempi di realizzazione degli interventi, sia strutturali che manutentivi, programmati da Anas sulla strada statale 64 Porrettana;

   in tale atto si evidenziava che la strada statale 64 «Porrettana» che collega Pistoia a Ferrara, attraversando Toscana ed Emilia-Romagna, con un'estensione totale di quasi 138 chilometri costituisce un importante collegamento interregionale gestita da Anas ed in particolare dal chilometro 0,800 al chilometro 31.11 O (capisaldi di itinerario Pistoia-confine con la regione Emilia-Romagna) la competenza afferisce al compartimento Anas di Firenze;

   tale strada assolve ad un importante ruolo in relazione ai flussi veicolari sulla direttrice est-ovest, motivo per il quale è stata a suo tempo inserita nel programma di adeguamento del sistema di viabilità per l'attraversamento dei valichi appenninici tosco-emiliani (intesa generale quadro tra Governo e Regione Toscana 2003 e successive integrazioni) e che per il contesto idro-geologico sul quale insiste è stata nel corso degli anni soggetta a periodi di chiusura necessari al ripristino del corpo stradale a seguito di particolari eventi meteorologici nonché su alcune gallerie, ponti e «tratti della carreggiata» ha manifestato, nel corso degli anni, la necessità di urgenti interventi di ripristino strutturale e rifacimento del corpo stradale;

   nell'aprile 2022 Anas ha dato inizio ai lavori (per un importo di circa 160.000 euro) sulla strada della Collina; si tratta di interventi sollecitati da parte dei comuni interessati e volti a risanare e migliorare la percorribilità e la sicurezza dei tratti di strada compresi tra il «Signorino» (all'intersezione con la strada statale 64) e il Passo della «Collina»;

   in merito all'interrogazione di cui sopra, in data 30 novembre 2022 l'Anas rispondeva con lettera (n. 833423) elencando gli interventi previsti finanziati nell'ambito del vigente contratto di programma Anas-Mit, tra cui la realizzazione di paratia e muro di sostegno dal chilometro 11+250 al chilometro 11+350 (entro metà 2023); ripristino opera d'arte al chilometro 12+130 (avvio lavori entro maggio 2023); ripristino opera d'arte al chilometro 12+300 (avvio lavori metà 2023), galleria Signorino al chilometro 13+000 (conclusione lavori maggio 2023); consolidamento del corpo stradale in frana in località Pavana (ultimazione estate 2023) nonché informava che nel prossimo CdP 2023-2027 erano stati previsti interventi di rifacimento della pavimentazione stradale e di adeguamento delle barriere di sicurezza stradale;

   il comune di Sambuca Pistoiese, negli anni, ha più volte scritto ad Anas e contattato la Prefettura di Pistoia al fine di chiedere interventi urgenti di manutenzione del manto stradale, fortemente deteriorato, nel tratto compreso tra il traforo della Collina ed il confine con l'Emilia-Romagna;

   tale richiesta deriva anche dall'elevata incidentalità, anche mortale, che caratterizza questa strada di importanza nazionale ma che ha condizioni di percorribilità che non si confanno ad una strada statale –:

   alla luce dei fatti sopraesposti, e per quanto di sua competenza, se non si ritenga opportuno attivarsi presso l'Anas affinché vi sia la certezza del rispetto degli impegni già presi per risolvere le criticità emerse lungo la statale 64 «Porrettana», vista anche l'importanza che tale strada riveste nel territorio in relazione ai flussi veicolari sulla direttrice est-ovest;

   se si ritenga opportuno indicare ad Anas che gli interventi di consolidamento e di messa in sicurezza del manto stradale ammalorato riferiti alla strada statale 64 Porrettana previsti all'interno del Cdp 2023-2027 siano effettuati quanto prima e dunque nel corrente anno 2023, data la rilevanza di tale strada per il collegamento interregionale Toscana-Emilia.
(5-00230)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   ZARATTI e PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   introdotta dalla legge 28 marzo 2003 n. 53 quale metodologia didattica, l'alternanza scuola-lavoro nelle intenzioni del legislatore avrebbe dovuto avere la funzione di introdurre nella didattica curricolare di corsi di studio degli istituti professionali, dei tecnici e dei licei, momenti di formazione aziendale, con l'intento di avvicinare i giovani al mondo del lavoro, orientarli e promuoverne il profitto scolastico;

   la legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) ha disposto la ridenominazione dei percorsi di alternanza scuola-lavoro di cui al decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, in «percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento» (denominati Pcto), attuati per una durata complessiva rideterminata in ragione dell'ordine di studi nell'arco del triennio finale dei percorsi;

   le linee guida sui Pcto approvate ai sensi dell'articolo 1, comma 785, legge 30 dicembre 2018, n. 145, prevedono il rispetto di rigorosi standard di sicurezza, adeguati a garantire l'incolumità e la salute delle e degli studenti;

   in tal senso, le scuole sono tenute a verificare l'esistenza presso le strutture ospitanti dei documenti previsti dalla legge (come, ad esempio, il documento di valutazione dei rischi – Dvr) ed eventualmente acquisire dagli organismi presenti sul territorio (Camere di commercio, associazioni di imprese, collegi e ordini professionali) evidenze documentali da cui risultino i dati e le informazioni relativi all'attività del soggetto ospitante;

   in tutti i casi in cui l'istituzione scolastica appuri il mancato rispetto degli standard di sicurezza o verifichi altre criticità che compromettano un ambiente di apprendimento adeguato agli obiettivi formativi, ha facoltà di mettere in atto tutte le misure atte a scongiurare situazioni a rischio, fino ad arrivare – nei casi più gravi – allo scioglimento della convenzione, indirizzando gli studenti verso altre strutture ospitanti o diverse tipologie di attività;

   da notizie di stampa si è appreso che uno o più istituti secondari siti nella città di Roma, avrebbero stipulato convenzioni con imprese impegnate nella produzione di sistemi di difesa e affermate nel settore militare;

   tra queste, in particolare, vi sarebbe la MES s.p.a., con sede operativa a Roma, in via Tiburtina 1292, su di un'area di circa 22.000 m2, di cui la metà è dedicata alle attività produttive. La società opera da 60 anni nel settore militare e spaziale, ed è specializzata nella produzione di armi, in collaborazione con Aid (Agenzie industrie difesa), progetta e produce munizioni per impiego terrestre, navale e aeronautico di piccolo, medio e grosso calibro, sistemi di autoprotezione «Chaff and Flares»;

   l'esperienza dell'alternanza scuola-lavoro ha evidenziato negli anni numerose criticità e proprio sul piano della sicurezza troppe volte si è assistito a tragedie che si sarebbero potute evitare, se la normativa sui luoghi di lavoro fosse stata adeguatamente applicata e rispettata;

   è fondamentale impedire che si ripetano fatti dolorosi e inaccettabili come le morti dei giovani Lorenzo Parella, Giuseppe Lenoci, Giuliano De Seta, avvenute l'ultimo anno durante stage aziendali nell'ambito di Pcto, così come i numerosissimi casi di feriti, anche gravi –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti esposti in narrativa e se corrisponda al vero che una o più scuole abbiano stipulato convenzioni relative ai percorsi di alternanza scuola-lavoro con società e imprese che producono armi o componenti di esse;

   in caso affermativo, se nell'area dello stabilimento o in aree ad esso limitrofe si trovi materiale bellico, esplodente o comunque pericoloso per la sicurezza e la salute delle e degli studenti;

   se ritenga opportuna la prosecuzione di tali Pcto e quali iniziative intenda adottare per scongiurare la riproposizione di episodi simili;

   se non ritenga necessario adottare iniziative per riformare la normativa sui Pcto rafforzando le tutele in favore delle e degli studenti.
(4-00259)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FURFARO, GIRELLI, MALAVASI e STUMPO. – Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

   come evidenziato dalla società italiana di pediatria (SIP) in molte realtà del Paese i reparti di pediatria sono messi a dura prova dall'epidemia di infezioni respiratorie nei bambini, specie le bronchioliti da virus respiratorio sinciziale (VRS), che stanno colpendo in particolare i bambini sotto l'anno di vita;

   se si considera che a tale infezione si sommano la contemporanea circolazione di altri virus respiratori come influenza, adenovirus e il COVID-19 la situazione risulta, in molti casi davvero difficile, con accessi record in pronto soccorso, situazioni di congestione in alcuni ospedali e massima occupazione dei posti letto che mettono alcune realtà in sofferenza;

   secondo la SIP si registra un incremento degli accessi in pronto soccorso per infezioni respiratorie del 300 per cento superiore rispetto ai due anni precedenti, con l'80 per cento dei posti letto occupati da bambini con bronchiolite da VRS e, due sono le condizioni che stanno rendendo particolarmente gravosa l'assistenza: da un lato l'età dei bambini con bronchiolite da VRS, soprattutto neonati e lattanti, e dall'altro lato, i casi di «coinfezioni» causate da più agenti patogeni che in contemporanea colpiscono lo stesso organismo;

   tali condizioni richiedono spesso il ricovero in ospedale, nei casi più gravi in terapia intensiva e un notevole sforzo organizzativo;

   come evidenziato dalla SIP, è necessario rafforzare «l'anello debole» dell'assistenza pediatrica, ossia le terapie intensive pediatriche (TIP), in quanto poche e mal distribuite sul territorio nazionale;

   l'assenza di un codice ministeriale che le identifichi in maniera precisa (presente per tutte le altre discipline assistenziali nel nostro Paese) rende molto difficile stimare il loro numero esatto e solo facendo riferimento a dati empirici, nel nostro Paese si può stimare che si siano circa 3 letti di terapia intensiva con specificità pediatrica ogni milione di abitanti. Un valore di circa la metà di quello inglese e di circa un terzo rispetto a Austria, Svizzera, Germania o USA;

   come afferma la presidente della SIP Annamaria Staiano «assistere i bambini in unità di terapia intensiva dedicate significa migliorare la prognosi rispetto a coloro che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. Questo è tanto più vero quanto il bambino è più piccolo e più grave. Le TIP sono infatti tarate sui bambini e hanno un'elevata specificità non solo dei device, ma anche delle competenze del personale» –:

   alla luce dei fatti sopraesposti e per quanto di competenza, quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di aumentare i posti letto e il personale nelle terapie intensive per far fronte a tale emergenza;

   se non ritenga doveroso ed urgente adottare iniziative affinché sia assegnato un codice ministeriale di disciplina alle TIP (come avviene per le altre discipline assistenziali), passaggio essenziale per avere un quadro preciso della situazione attuale e un rafforzamento e una distribuzione omogenee nel breve periodo.
(5-00228)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SPORTIELLO e QUARTINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con il comunicato n. 700 del 2 dicembre 2022 l'Aifa ha reso nota l'attivazione di una app per informazioni e notifiche sui farmaci; ha rilasciato l'applicazione per dispositivi mobili «AIFA Medicinali» per accedere a informazioni e ricevere notifiche sui farmaci.

   «L'iniziativa dell'Agenzia – afferma il Direttore Generale, Nicola Magrini – nasce da un'esigenza segnalata dalle stesse associazioni di persone con patologie croniche e invalidanti che hanno sollecitato a sviluppare una app per renderli maggiormente in grado di controllare meglio possibili carenze, avere a disposizione strumenti agili per consultare informazioni aggiornate sui farmaci, ricevere prime indicazioni su “Cosa fare quando un farmaco è carente”, avvisi sulla loro disponibilità in commercio»;

   la app AIFA Medicinali mette a disposizione vari strumenti di supporto per la consultazione agile e per favorire l'aderenza alle terapie mediante semplici promemoria che ricordano dosi, tempi, modalità di assunzione e scadenza del farmaco; soprattutto, come innanzi accennato, tramite l'app è possibile essere aggiornati su eventuali carenze dei farmaci di proprio interesse e tenere sotto controllo la scadenza delle confezioni, mediante il servizio di notifica; l'app rappresenta il risultato di una proficua collaborazione con le associazioni delle patologie proprio residente della Associazione Italiana contro l'epilessia, anche a nome di Anffas e Fish;

   per «carenza» di un medicinale, difficoltà o impossibilità per il paziente nel suo reperimento, si intende un fenomeno che può avere carattere temporaneo o permanente e può essere determinato da diverse problematiche, tutte ascrivibili al titolare AIC, quali, per esempio, l'irreperibilità del principio attivo, problematiche legate alla produzione, provvedimenti di carattere regolatorio, imprevisto incremento delle richieste di un determinato medicinale, o emergenze sanitarie;

   le tipologie di «carenza» che (Aifa) ha caratterizzato negli ultimi anni sono fondamentalmente tre: carenze produttive, indisponibilità e mancate forniture ospedaliere; in riferimento alle mancate forniture ospedaliere accade spesso che le aziende che si sono aggiudicate forniture non le onorano nei tempi, o rinunciano dopo l'ottenimento dell'appalto, generando ritardi e disagi alle strutture;

   per la gestione e risoluzione delle «mancate forniture ospedaliere» sarebbe opportuno formalizzare nella norma le prassi in uso per l'emergenza COVID-19: centralizzazione del ruolo delle regioni (in sostituzione di quello oggi attribuito alle singole strutture) nella gestione dei flussi di importazione per carenza, importazione sistematica da parte del titolare per i farmaci da fornire agli ospedali e alle regioni in caso di carenze che impediscano di onorare contratti di fornitura in essere: ciò potrebbe essere ottenuto provvedendo a definire una clausola standard da inserire nei contratti delle aziende per le forniture ospedaliere, che obblighi l'azienda a garantire la fornitura di quantitativi coerenti con i fabbisogni definiti dalle gare, anche con importazioni sotto la propria responsabilità, e a notificare ad Aifa le eventuali importazioni necessarie, per le verifiche del caso;

   la soluzione operativa, proposta dall'Aifa medesima (https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1177582/nota_mancate_forniture_ospedaliereproposte_di_risoluzione.pdf) prevedrebbe gli strumenti di seguito:

    a) centralizzazione sistematica della richiesta di nulla osta per carenza a livello regionale;

    b) inserimento nei contratti tra amministrazioni e aziende dell'obbligo all'importazione da parte dell'azienda per le mancate forniture ospedaliere;

    c) «accreditamento» degli importatori commerciali e attestazione di qualità della documentazione fornita;

    d) semplificazione della raccolta dati richiesta a regioni;

   appare urgente un intervento del Ministero della salute finalizzato a garantire la reperibilità all'interno del mercato nazionale di medicinali di efficacia terapeutica indispensabile, la cui carenza può causare gravi danni alla salute dei pazienti che ricorrono all'utilizzo di tali farmaci –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga opportuno adottare iniziative al fine di individuare una soluzione alla problematica delle «mancate forniture ospedaliere», per evitare le conseguenze del fenomeno dell'irreperibilità di importanti medicinali nel ciclo distributivo interno.
(4-00257)


   BORRELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Uil-Fpl ha inviato una lettera al Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, al Direttore generale Asl Salerno e al sindaco di Eboli Mario Conte, con la quale segnala la condizione di estremo disagio riguardante l'erogazione delle prestazioni assistenziali agli utenti, endemica e perdurante, sia per quanto attiene le prestazioni del presidio Ospedaliero «Maria SS.ma Addolorata» di Eboli, sia riguardo l'assistenza sanitaria territoriale propria del distretto sanitario n. 64, ivi compresa la unità operativa di salute mentale, nonché l'intera Asl Salerno in tutti i suoi presidi e distretti;

   i disagi evidenziati dall'organizzazione sindacale sono determinati in particolare dalla grave carenza di personale la cui quantificazione è stata segnalata numerose volte, agli enti interessati, dalle organizzazioni sindacali con numerose segnalazioni inviate alla dirigenza della Asl Salerno;

   la grave carenza di personale deficitaria non è certamente da addebitarsi a medici, infermieri, operatori socio-sanitari che quotidianamente si adoperano con professionalità e generosità per assistere i numerosi utenti che si rivolgono alle strutture sanitarie della Asl di Salerno;

   finora le criticità segnalate sono state minimizzate e a volte negate dalla Asl Salerno, ove, ad avviso dell'interrogante, regna una confusione gestionale, anche per le modalità di conferimento degli incarichi di direzione delle varie strutture sanitarie ed amministrative;

   gli incarichi assegnati dalla Asl di Salerno sono normalmente assegnati a facenti funzioni con l'articolo 22 e quindi per la maggior parte conferiti, da anni, senza nessun concorso espletato, analoga situazione si verifica anche per i coordinatori facenti funzioni del comparto, che espletano mansioni superiori, mettendo a rischio l'Azienda ad un probabile danno erariale, più volte segnalato dalle organizzazioni sindacali;

   si rende necessario provvedere all'espletamento di regolari procedure selettive riguardo all'attribuzione degli incarichi di direzione, anche al fine di determinare modalità alternative agli attuali modelli di programmazione –:

   se sia a conoscenza del disagio recato agli utenti dal livello delle prestazioni erogate dal presidio ospedaliero «Maria SS.ma Addolorata» di Eboli, sia riguardo all'assistenza sanitaria territoriale del distretto sanitario n. 64, ivi compresa la unità operativa di salute mentale e l'intera Asl Salerno in tutti i suoi presidi e distretti;

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di garantire livelli adeguati delle prestazioni agli utenti della Asl di Salerno, d'intesa con la regione Campania, attraverso la quale rispondere alle criticità esistenti.
(4-00263)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   CERRETO e CANGIANO. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in Italia erano 379 le opere incompiute al 31 dicembre 2021, secondo l'aggiornamento dell'Anagrafe delle opere incompiute pubblicato sul sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, costate finora oltre 1,8 miliardi di euro: opere mai nate che, insieme a sprechi e inefficienze, erodono percentuali consistenti della spesa pubblica;

   emblematico è il caso del Policlinico universitario di Caserta, tra i più importanti cantieri pubblici del Mezzogiorno d'Italia, opera incompiuta per eccellenza del capoluogo: un progetto avviato più di 20 anni fa, che da subito si è scontrato con lungaggini amministrative e grovigli giuridici;

   la prima pietra della nuova struttura, in località Tredici, fu posta nel 2005 dall'allora sindaco Luigi Falco, ma la storia della costruzione inizia molto prima, con la firma del protocollo d'intesa per la realizzazione dell'ospedale nel maggio 1995, quattro anni dopo la pubblicazione del decreto che istitutiva la seconda Università degli Studi di Napoli e disponeva finanziamenti per edificare il nosocomio: 500 posti letto e strutture universitarie immerse nel verde per un totale di 250 metri quadrati; il finanziamento, interamente statale (Miur e Ministero della salute) e regionale, valeva 410 miliardi delle vecchie lire;

   le istituzioni annunciavano il rispetto del cronoprogramma e fissavano il termine dei lavori al dicembre del 2008 ma, dopo un'odissea lunga 28 anni, il nosocomio non ha ancora visto la luce, tra ritardi, inadempienze e passaggi di cantiere;

   da ultimo, saltata la cessione al gruppo Cimolai, in grave crisi finanziaria, anche nel 2023 restano cupe le prospettive per il Policlinico di Caserta: ad oggi, come si apprende da fonti di stampa, si contano una trentina i lavoratori in servizio, tra operai e addetti amministrativi, mentre ne servirebbero almeno 200 e anche la data di fine 2022 per ultimare il blocco della didattica non è stata rispettata;

   ad oggi l'unica certezza è che il cantiere è fermo e incompleto e tutte le eloquenti esternazioni, sia da parte dell'Università, che di regione e comune circa il rispetto del cronoprogramma appaiono vacue e prive di qualunque fondamento;

   il Policlinico universitario di Caserta, pur essenziale per una già operativa facoltà di medicina e chirurgia, a parere dell'interrogante è un monumento allo spreco di pubblico danaro, l'apoteosi della revisione continua dei prezzi e dei costi, il trionfo del groviglio inestricabile creato dalla burocrazia e dall'incapacità politica ed amministrativa, la vittoria dell'oblio e del disprezzo per le necessità sanitarie di un'intera provincia, che paga il prezzo enorme di essere tra le più penalizzate del Mezzogiorno d'Italia –:

   accertata la veridicità e gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla realizzazione del Policlinico universitario di Caserta e se non si ritenga necessario adottare iniziative di competenza volte a sbloccare il cantiere affidando la gestione dell'opera e il rispetto del cronoprogramma a un commissario ad acta di nomina governativa.
(4-00262)

Apposizione di firme ad interpellanze.

  L'interpellanza urgente Lupi e Cavo n. 2-00028, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1° dicembre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: Cesa.

  L'interpellanza Quartini n. 2-00044, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: L'Abbate.

  L'interpellanza Sportiello n. 2-00045, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 12 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato: L'Abbate.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta scritta L'Abbate e altri n. 4-00168 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 25 del 14 dicembre 2022. Alla pagina 630, seconda colonna, alla riga tredicesima, deve leggersi: «e CARMINA. – Al Ministro dell'istruzione e del merito. –», e non come stampato.