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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 9 dicembre 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


   Le Commissioni III e X,

   premesso che:

    l'avvio del conflitto tra Russia e Ucraina, e il conseguente innalzamento dei costi di gas e petrolio, hanno reso ancor più evidente la necessità per la nostra Nazione di raggiungere un'indipendenza dal gas russo, attraverso la diversificazione circa l'approvvigionamento energetico e la stipula di nuovi accordi o il potenziamento di quelli già presenti con i principali Stati produttori di materie prime in ambito energetico;

    la dipendenza dell'Italia e dell'Europa dalle forniture di gas provenienti dalla Russia rendono il quadro degli approvvigionamenti energetici quanto mai incerto, sia dal punto di vista delle quantità che sotto il profilo dei prezzi;

    l'incremento dei prezzi del gas attuale ha garantito negli ultimi mesi ai fornitori russi profitti in rapido aumento a fronte di forniture più che dimezzate rispetto al periodo pre-pandemia; il prezzo della nostra principale sorgente energetica — il metano — è ora destinato a salire ulteriormente con l'applicazione delle inevitabili sanzioni e il taglio delle forniture dalla Russia;

    con la crisi geopolitica attuale il quadro è in rapido e drammatico mutamento e l'Autorità di regolazione per l'energia reti e ambiente (Arera) fissa il prezzo del gas e dell'elettricità e per il primo utilizza come costo di approvvigionamento i prezzi del gas naturale del mercato internazionale;

    il decreto «Aiuti bis», ha disposto che l'Arera anche per il IV trimestre intervenga sulle componenti degli oneri generali di sistema, azzerandole, sia per il settore elettrico che per il gas per la generalità degli utenti e confermando l'applicazione della componente negativa UG2 a vantaggio dei consumi gas fino a 5.000 Smc/anno al fine di ridurre l'Iva sul gas al 5 per cento con un impatto positivo su 30 milioni di utenze domestiche e oltre 6 milioni di piccole imprese, artigiani e commercianti;

    il gasdotto EastMed (The Eastern Mediterranean pipeline) rappresenta uno dei progetti più ambiziosi che, mirando a convogliare il gas dai bacini di Israele e coinvolgendo Grecia, Cipro e Italia, potrebbe collegare il gas del Mediterraneo orientale all'Europa e far assumere alla nostra Nazione una posizione strategica, divenendo un hub del gas europeo;

    il progetto di quest'opera è stato sviluppato a partire dal 2008, ma, a causa di una serie di questioni geopolitiche, la sua realizzazione non ha mai preso ufficialmente il via; l'EastMed, infatti, venne progressivamente «accantonato» in favore del North Stream 2, considerato più confacente alle necessità europee, una decisione rivelatasi assolutamente infelice che ha evidenziato un approccio egoistico della Germania nei confronti degli altri partner europei, oltre alla sottovalutazione di quanto fosse errato legarsi ancora più strettamente alle forniture russe;

    per ovviare alla criticità energetica, emersa con maggiore vigore con la conflittualità russo-ucraina, il Governo italiano, sul finire della precedente legislatura, ha avviato interlocuzioni con diversi Stati, tra cui Algeria, Qatar, Angola e Congo, con l'obiettivo di stipulare nuovi accordi e renderci maggiormente indipendenti dal gas russo;

    come riportato da uno studio condotto dal Parlamento europeo, e come evidenziato nel «Rapporto trimestrale sul mercato del gas» della Commissione europea, nel terzo trimestre del 2021 l'Unione europea ha importato il 41 per cento del gas dalla Russia;

    nel gennaio 2022, mentre le truppe russe si stavano ammassando al confine con l'Ucraina, il Governo degli Stati Uniti ha ritirato il sostegno al gasdotto EastMed, sostenendo che il progetto era in conflitto con gli obiettivi ambientali dell'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden e ha creato tensioni nella regione;

    il ritiro del sostegno degli Stati Uniti ha condannato il progetto anche se era un progetto di interesse comune dell'Ue. Uno studio finanziato dall'Ue ha riportato che «il progetto EastMed è tecnicamente fattibile, economicamente fattibile e commercialmente competitivo»;

    per quanto riguarda il petrolio, di recente l'Ucraina ha annunciato la sospensione della fornitura di petrolio all'Ungheria attraverso l'oleodotto Druzhba («Amicizia») a causa di un «calo di tensione». La compagnia petrolifera e del gas ungherese, MOL, ha annunciato di avere riserve sufficienti, e questo potrebbe portare il primo ministro ungherese Viktor Orban a voler esplorare ulteriori opzioni energetiche per l'Ungheria;

    poiché il gas andrà agli Stati membri dell'Ue centreranno in gioco le leggi e i regolamenti dell'Ue come il Terzo pacchetto energia che prevede l'«unbundiling proprietario», ovvero la separazione delle attività di generazione e vendita delle imprese dalle loro reti di trasmissione, accordi di interconnessione;

    dopo il sabotaggio del NordStream 1 e 2, gli unici gasdotti rimasti in servizio sono il Baltic Pipe (dalla Norvegia alla Polonia), il TurkStream, il Southern Gas Corridor (dall'Azerbaigian all'Europa), il gasdotto Yamal-Europe (dalla Russia attraverso l'Ucraina, ma il flusso diminuirà nel 2022) e due gasdotti dall'Algeria, TransMed e MedGaz, entrambi in grado di aumentare la propria capacità;

    la Nigeria e l'Algeria sono fornitori chiave per l'Europa e hanno rilanciato i piani per costruire il gasdotto trans-sahariano (TSGP) di 2.485 miglia che invierà 30 miliardi di metri cubi/anno di gas nigeriano in Europa attraverso l'Algeria;

    tuttavia, l'Algeria potrebbe non avere la capacità per affrontare questo progetto quando il Paese sta affrontando altri problemi, come infrastrutture inadeguate, corruzione, malgoverno e alta disoccupazione e la Nigeria, il più grande esportatore di GNL dell'Africa, ha visto diminuire le esportazioni di petrolio e gas da 2020 e sta producendo tra il 60 per cento e il 68 per cento di utilizzo, quindi è una fonte improbabile di gas per sostituire il costoso GNL americano;

    la necessità dell'Unione europea di diversificare gli approvvigionamenti energetici non trova compimento a causa non tanto della carenza di alternative immediatamente spendibili, ma anche e soprattutto per l'approccio dogmatico di Bruxelles sulla questione,

    non è solo l'annunciata imposizione di un price cap agli idrocarburi – se mai si applicherà – a far desistere i Paesi produttori dallo stipulare contratti con le cancellerie europee, ma anche l'insistenza delle istituzioni comunitarie nel voler reperire le risorse necessarie sui mercati spot (consegne a breve in base alle disponibilità, in genere prezzi più elevati);

    la mancata assunzione di impegni a lungo termine, nel quadro dei programmi per una transizione energetica green, è in contrasto con gli interessi dei Paesi produttori di combustibili fossili, impossibilitati a stabilizzare i prezzi e a programmare investimenti futuri (esplorazioni, trivellazioni, nuovi tubi);

    sfruttando tale debolezza dell'Ue – intellettuale prima che politica o finanziaria – Paesi geograficamente distanti e dalle esigue relazioni storiche come Qatar e Cina sottoscrivono accordi di lungo periodo a tutela dei complementari interessi economici;

    l'Italia, almeno per quanto concerne le parti più sviluppate della nostra penisola, ha delle debolezze: siamo un popolo a grande vocazione imprenditoriale e, dal boom postbellico in poi, a grande capacità industriale, ma abitiamo un territorio povero di materie prime, energetiche e non;

    la realizzazione di EastMed, e il relativo collegamento alla nostra Nazione, porterebbe molteplici benefici all'Italia: diversificazione nell'approvvigionamento e minore dipendenza rispetto a dinamiche e crisi internazionali; ampliamento della presenza italiana nel Mar Mediterraneo; minori costi del bene, visto che il gas via tubo risulta essere molto più performante rispetto al gas naturale liquefatto sia sotto il profilo del prezzo sia sotto quello della stabilità di approvvigionamento; tale infrastruttura sarebbe, inoltre, adatta anche al trasporto dell'idrogeno, rispondendo dunque alla necessità di proseguire sulla strada della transizione energetica;

    l'Italia nel 2021 ha coperto un fabbisogno di gas naturale pari a 76 miliardi di metri cubi, più di un terzo importati dalla Russia, ovvero 29 miliardi di metri cubi (circa il 38 per cento del proprio fabbisogno nazionale), mentre solo 3,34 miliardi di metri cubi sono stati estratti in Italia, a fronte di un'estrazione media nazionale, tra gli anni '90 e 2000, di circa 20 miliardi di metri cubi annui;

    con un costo stimato di 6 miliardi di euro e con una lunghezza complessiva di circa 1900 chilometri, di cui oltre 1300 chilometri in mare a grandi profondità, EastMed collegherebbe Israele, Cipro e Creta, prima di attraversare 600 chilometri nella Grecia occidentale, mediante il Peloponneso, per arrivare ai suoi ultimi 210 chilometri lungo la costa ionica e raggiungere l'Italia attraverso il futuro gasdotto Poseidon;

    l'italiana Edison è socia al 50 per cento nel consorzio IG Poseidon (con la greca Depa) che sta realizzando il progetto, mentre tra le società che gestiranno il gasdotto figura l'Eni;

    stando ai primi studi condotti da IGI Poseidon SA, joint venture partecipata pariteticamente dalla greca Depa SA e da Edison International Holding, azienda incaricata del progetto, si stima che EastMed sarebbe in grado di trasportare verso l'Europa circa dieci miliardi di metri cubi l'anno di gas, quantità che potrebbe potenzialmente raddoppiare;

    lo sviluppo del progetto EastMed è stato trasversalmente sostenuto dalla Unione europea e dai Paesi coinvolti dall'opera (Israele, Cipro e Grecia), tant'è che è stato inserito nella quinta lista dei progetti di interesse comune (PCI), una scelta ribadita a inizio 2022 dal Parlamento europeo;

    alternative più rapide a EastMed sono il trasporto da Israele all'Egitto da dove, dopo la liquefazione, il gas israeliano viene spedito in Europa, come avviene tutt'ora. E poi l'interconnettore EuroAsia, un cavo sottomarino che muoverà l'elettricità generata in Israele (dal gas o dalle fonti rinnovabili) verso Cipro e la Grecia;

    lo studio di fattibilità, messo in piedi dai partner del progetto, dovrebbe essere completato entro la fine del 2022, ma l'avanzamento del progetto richiede la firma del Governo italiano all'accordo internazionale già firmato dagli Stati coinvolti;

    il gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP) rappresenta ad oggi l'unico gasdotto europeo, realizzato negli ultimi anni, indipendente dal gas russo, e proprio per questo risulta essere importante il raggiungimento di un raddoppio della fornitura del gas proveniente dall'Azerbaijan grazie al Tap; la ricerca di un'indipendenza energetica passa anche dalla necessità di una maggiore estrazione del gas nazionale, obiettivo che contribuirebbe anche all'abbattimento dei costi energetici;

    stante il ruolo di assoluta rilevanza del gas nella produzione di energia elettrica, le oscillazioni di prezzo del gas naturale hanno causato forti ripercussioni su vari distretti manifatturieri e industriali italiani: metallurgia, prodotti chimici, gomma e plastica, elettronica, farmaceutica, industrie tessili, cartiere, pelletteria, legno, minerali, coke, industria alimentare;

    è ormai improcrastinabile l'elaborazione di una strategia politica ed energetica nazionale di breve, medio e lungo periodo, legata all'approvvigionamento energetico, tale da ridurre la dipendenza dell'Italia da partner energetici extra europei ed in particolare russa,

impegnano il Governo:

   ad aprire tutti i necessari tavoli di lavoro nazionali ed internazionali per la partecipazione e per la promozione della realizzazione del gasdotto EastMed-Poseidon, garantendo tutte le iniziative di supporto, anche di carattere normativo, comprese quelle per la firma e la ratifica di accordi internazionali al riguardo;

   ad avviare una strategia di diversificazione dell'approvvigionamento di gas naturale tramite contatti diplomatici, iniziative di diplomazia economica ed ulteriori progettazioni infrastrutturali internazionali con i partner dell'area mediterranea;

   ad avviare concretamente tutti i necessari tavoli di lavoro nazionali e internazionali, garantendo tutte le iniziative di supporto, anche di carattere normativo, volte a realizzare il raddoppio della fornitura di gas derivante dal gasdotto trans-adriatico Tap.
(7-00012) «Zucconi, Calovini».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BONAFÈ e DE LUCA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) rappresenta un'occasione unica per il rilancio dell'Italia, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali;

   la governance del Pnrr, così come definita dal decreto-legge 31 maggio 2021, numero 77, è articolata su più livelli;

   la responsabilità di indirizzo del Piano è assegnata alla Presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso una «cabina di regia», una «segreteria tecnica», una «Unità per la razionalizzazione e il miglioramento dell'efficacia della regolazione» ed un «Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale»;

   il monitoraggio e la rendicontazione del Piano sono affidati al Servizio centrale per il Pnrr, istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, che rappresenta il punto di contatto nazionale con la Commissione europea per l'attuazione del Piano;

   alla realizzazione operativa degli interventi previsti dal Pnrr provvedono i singoli soggetti attuatori: le amministrazioni centrali, le regioni e le province autonome e gli enti locali, sulla base delle specifiche competenze istituzionali o della diversa titolarità degli interventi stessi;

   la relazione sullo stato di attuazione del Pnrr, pubblicata nel mese di ottobre 2022 e prevista dall'articolo 2, comma 2, lettera e), del decreto-legge 31 maggio 2021, numero 77, ha certificato come nel primo semestre del 2022 l'Italia abbia raggiunto gli obiettivi previsti, come accertato anche dalla Commissione europea. In virtù di tale risultato il nostro Paese potrà ricevere altri 21 miliardi di euro, dopo i 45,9 miliardi ottenuti nei mesi scorsi;

   la governance del Pnrr affida agli enti locali ed in particolare ai comuni, un ruolo di primaria importanza nell'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, in particolare nella fase di predisposizione dei progetti e di partecipazione ai bandi;

   sono state da tempo evidenziate alcune criticità riguardanti soprattutto la capacità di progettazione ed esecuzione delle opere da parte degli enti locali di piccola entità: problematiche comunque risolvibili dotando tali amministrazioni di personale e risorse adeguate;

   esponenti di primo piano dell'attuale Governo e lo stesso Presidente del Consiglio hanno da subito messo in dubbio gli obiettivi raggiunti dal precedente Esecutivo rispetto allo stato di attuazione del Pnrr, annunciando sulla stampa un nuovo decreto per rivedere la governance stessa del Piano;

   dalle indiscrezioni sui media è emerso come il Governo voglia accentrare il controllo del Pnrr attraverso il trasferimento di alcune competenze alla Presidenza del Consiglio e rafforzare i «poteri sostitutivi» commissariando quindi le amministrazioni in ritardo sui progetti;

   la Commissione europea si è detta, ad oggi, disponibile ad un confronto, purché gli impegni presi vengano rispettati: «Finora il nostro Paese ha dimostrato grande capacità di mantenere gli impegni. Dobbiamo dare atto al Governo precedente di aver lavorato bene. La missione della Commissione ha verificato il livello di impegno straordinario che c'è da parte di tutte le nostre amministrazioni. Nella fase di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza i servizi della Commissione europea sono disponibili e pronti a collaborare per risolvere strozzature, difficoltà, singoli progetti che incontrano problemi concreti»: ha dichiarato il Commissario Ue all'economia, Paolo Gentiloni –:

   se il Governo intenda realmente modificare la governance del Pnrr, così come definita dal decreto-legge 31 maggio 2021, numero 77, e conseguentemente con quali modalità e con quali finalità.
(5-00109)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PROVENZANO, BARBAGALLO, IACONO e MARINO. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   si registra purtroppo in occasione di ogni festività un incremento esorbitante dei costi dei biglietti aerei che determina un aggravio per i siciliani che vivono fuori per lavoro e studio;

   rientrare in Sicilia da Milano o da Roma sta raggiungendo cifre abnormi, anche di 600 euro;

   cittadini, associazioni dei consumatori, sindacati hanno denunciato questa escalation dei prezzi con il formarsi di fatto di un «cartello» da parte delle compagnie che mantiene i prezzi dei biglietti per i vettori sulle rotte da e per Sicilia su cifre davvero insostenibili;

   in questa maniera si lede il principio della accessibilità alla mobilità penalizzando ancora una volta la Sicilia;

   a questa dinamica non fa eccezione neppure Ita, la compagnia di fatto finanziata con risorse pubbliche;

   lo stesso principio di continuità territoriale risulta compromesso a discapito dei viaggiatori –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo con la massima urgenza per verificare quanto riportato in premessa e promuovere un incontro con le compagnie aeree al fine di riportare i costi dei biglietti a livelli di congruità e di accessibilità per tutti garantendo il diritto alla «raggiungibilità» della Sicilia.
(5-00106)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Tavernola Bergamasca, sul Monte Saresano, sin dagli inizi del Novecento, si svolge un'intensa attività estrattiva attraverso un cementificio che, dopo vari passaggi di proprietà, attualmente è proprietà di Italsacci S.p.a., che dal 2018 fa capo a Italcementi S.p.a., appartenente al gruppo Heidelberg Cement;

   nonostante le ripetute frane verificatesi sul Monte Saresano nel corso dei decenni, in particolare nel luglio 1970, nel marzo 1986, nel novembre 2010, l'attività estrattiva sta tuttora proseguendo;

   il continuo sgretolamento roccioso è dimostrato dai dati registrati dai sensori che monitorano il Monte Saresano;

   per molti anni i dati dimostrano uno spostamento continuo e costante della massa franosa rilevabile in 2/3 millimetri al mese;

   nel febbraio 2021, invece, l'area ha iniziato pericolosamente a cedere in modo significativo, creando crepe ben visibili, con un movimento rilevato fino a 28 millimetri al giorno;

   il fronte instabile, con più possibili punti di rottura, è calcolato in oltre 2 milioni di metri cubi di materiale roccioso;

   il 23 aprile 2021, il Ministero della transizione ecologica, in risposta a un'interpellanza urgente alla Camera, dichiarava: «con particolare riguardo alle risorse destinate al dissesto idrogeologico, va osservato che sulla banca dati ReNDiS non compaiano progetti di intervento riguardanti il dissesto in argomento»;

   il 26 maggio 2021, veniva approvata nelle Commissioni riunite Ambiente e Difesa la risoluzione n. 8/00119 a prima firma dell'interrogante contenente tra gli impegni: «8) ad adottare iniziative per garantire una costante interlocuzione con la regione Lombardia, anche ai fini dell'adozione da parte della predetta regione di adeguate soluzioni tecniche per la mitigazione del rischio idrogeologico, e per assicurare alla stessa i finanziamenti di competenza per la completa messa in sicurezza del territorio del Monte Saresano, nell'ambito della programmazione del ReNDIS (Repertorio nazionale per la difesa del suolo), in forza del relativo studio di fattibilità tecnico-economica predisposto da regione Lombardia, o a valere sulle risorse a disposizione nell'ambito dei fondi europei»;

   nel frattempo, regione Lombardia avviava un accordo di collaborazione con le università di Firenze, Milano-Bicocca e Politecnico di Milano per verificare le cause che hanno determinato l'accelerazione della frana e per individuare possibili soluzioni tecnico-progettuali;

   il 21 ottobre 2021, viene illustrato l'esito dello studio degli esperti delle università;

   nelle conclusioni della relazione, datata 20 ottobre 2021, al punto «10) Stima dei costi» vengono quantificati i possibili costi delle attività di mitigazione della frana;

   il 3 dicembre 2021, l'interrogante svolgeva un'interpellanza urgente, alla quale il Ministero della transizione ecologica rispondeva: «Per quanto concerne l'esistenza, sulla banca dati ReNDiS, di eventuali progetti di interventi riguardo alla vicenda in argomento, si rappresenta che la regione Lombardia Direzione Territorio e Protezione civile afferma di aver inserito nella piattaforma ReNDiS la scheda n. 03IR528/G1, con i dati preliminari relativi agli interventi di mitigazione del rischio del fenomeno franoso del monte Saresano, stimando il costo degli stessi in complessivi 15 milioni»;

   con delibera di giunta n. 7219 del 24 ottobre 2022, regione Lombardia, nell'ambito del programma di interventi per la difesa del suolo e mitigazione dei rischi idrogeologici, ha disposto (Allegato A) uno stanziamento di 4.810.688,86 euro per gli interventi di mitigazione della frana;

   a oggi sul Rendis (http://www.rendis.isprambiente.it/rendisweb/ricerca.htm) non risulta alcun progetto inserito;

   gli interventi sul Monte Saresano rivestono carattere di assoluta urgenza –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente dei fatti esposti in premessa; se intenda verificare l'inserimento da parte della regione Lombardia nel Rendis del progetto definitivo delle opere di mitigazione della frana del Monte Saresano; se intenda, e con quali tempistiche, disporre il finanziamento di oltre 10 milioni necessari per la realizzazione dei predetti interventi.
(3-00064)


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   sin dagli inizi del Novecento, sul Monte Saresano, nel comune di Tavernola Bergamasca, si svolge un'intensa attività estrattiva mediante un cementificio, nonostante nel corso dei decenni si siano verificate numerose frane;

   nel febbraio 2021, una massa franosa di oltre 2 milioni di metri cubi ha iniziato a cedere verso il lago di Iseo con uno spostamento fino a 28 millimetri al giorno;

   da subito la frana è stata oggetto di studio;

   nella relazione del sopralluogo effettuato il 27 febbraio 2021 dal professor Casagli, presidente dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, si legge: «si giudica di importanza fondamentale l'attuazione di tutte le misure del piano di emergenza interno della società ItalSacci, ivi comprese quelle necessarie a prevenire la dispersione nell'ambiente di sostanze inquinanti»;

   il 19 marzo 2021, l'Università Alma Mater di Bologna ha reso noto l'esito del proprio studio stimando in sette-otto metri l'altezza massima dell'onda provocata dalla caduta della frana nel lago;

   il 31 marzo 2021, l'interrogante ha presentato una risoluzione nelle Commissioni congiunte Difesa e Ambiente, nel cui ambito è stato disposto un ciclo di audizioni;

   nell'audizione del 23 aprile 2021, il professor Crosta dell'Università Milano-Bicocca ha affermato che «si vede dai diversi scenari che c'è un 50 per cento dell'area attualmente occupata da impianti di varia natura che può essere impattata»;

   nella medesima audizione il professor Tinti dell'Università di Bologna ha inoltre dichiarato: «questa onda riflessa investe assolutamente anche la zona del cementificio e quindi quell'area verrà inondata...quella è una zona che se dovesse capitare il franamento dovrebbe essere abbondantemente inondata»;

   pertanto il materiale stoccato presso il cementificio, anche qualora non venisse direttamente investito dalla frana, sarebbe comunque trascinato nel lago dall'onda anomala e dall'onda di ritorno, con un sicuro irreparabile danno per la flora e la fauna lacustre;

   come dichiarato da ItalSacci il 7 aprile 2021, presso il cementificio è depositata una notevole quantità di materiali (combustibili, additivi, materie secondarie, rifiuti);

   nell'ultima settimana del mese di aprile 2021 il cementificio ItalSacci iniziava a rimuovere dal cementificio i materiali;

   il 4 maggio 2021 si apprende dalla stampa che la procura della Repubblica di Bergamo ha aperto un fascicolo a seguito dell'acquisizione di documenti presso il cementificio da parte dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Brescia;

   il 26 maggio 2021 veniva approvata la risoluzione n. 8/00119, a prima firma dell'interrogante, contenente dieci impegni, tra cui: «7) ad adottare iniziative per verificare (...) la sussistenza dell'eventuale minaccia di danno ambientale ai sensi dell'articolo 300 del decreto legislativo n. 152 del 2006, per la presenza attuale e futura, tenendo conto che, qualora il cementificio riprendesse le proprie attività, nell'area dello stesso risulterebbero stoccati materiali e sostanze potenzialmente pericolose, ai fini dell'eventuale minaccia citata»;

   dopo alcuni mesi di sospensione dell'attività estrattiva, il 24 novembre 2021 regione Lombardia comunica a ItalSacci la possibilità di riprendere l'attività estrattiva, attività che prosegue tuttora, seppur mediante martelli demolitori anziché cariche esplosive;

   il 5 maggio 2022, la provincia di Bergamo convoca una riunione con vari enti per valutare il «rischio sversamenti» e se le procedure dell'azienda siano sufficienti a garantire la sicurezza. Al termine della riunione viene preso l'impegno di riconvocare un ulteriore incontro, ad oggi non avvenuto;

   ai sensi dell'articolo 309 del decreto legislativo n. 152 del 2006, il Ministero dell'ambiente, su espressa richiesta, ha facoltà di intervenire con autonomi e diretti poteri, per impedire il verificarsi di danni ambientali –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se intenda promuovere una verifica da parte del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri al fine di evitare un possibile disastro ambientale nel lago di Iseo.
(3-00065)


   BARZOTTI. – Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della difesa – Per sapere – premesso che:

   l'ex chimica Saronio nel Paese di Rizzo - Frazione di Cerro sono anni che deve essere oggetto di un operazione di bonifica e rigenerazione urbana. Tale area, infatti fino al 1943 ha visto la produzione di aggressivi chimici a seguito della stipula di tre successivi contratti che prevedevano la costruzione di impianti per la produzione della sostanza «P» (un composto a prevalenza proteica scoperto nel 1931 e, verosimilmente, utilizzato come sostanza psicoattiva in funzione del dosaggio), di sostanze chimiche e di liquido nebbiogeno. Attualmente il sito risulta dismesso da diversi anni e versa in condizioni di abbandono e degrado con potenziale rischio per l'ambiente e la salute dei cittadini, sul punto anche l'allora Sottosegretario di Stato delegato alla risposta Giuliano Salvatore rispondendo in data 16 luglio 2019 a una interrogazione a risposta orale (n. 3-00554) presentata dall'odierna interrogante evidenziava come per il sito ex Saronio a Riozzo, fosse in corso il procedimento per la prevenzione di contaminazioni e la bonifica di siti contaminati, ex articolo 6 del decreto ministeriale Difesa 22 ottobre 2009, recante disposizioni sulla «Gestione dei materiali e dei rifiuti e la bonifica dei siti e delle infrastrutture direttamente destinati alla difesa militare e alla sicurezza nazionale»;

   è emerso inoltre che in occasione della Conferenza dei servizi tenutasi il 18 febbraio 2019 è stato concordato che l'Esercito avrebbe proceduto ad effettuare una stima dei costi di demolizione dei fabbricati, in modo da consentire, con oneri a carico della regione Lombardia, di procedere ad una caratterizzazione estensiva che riguardi anche le aree oggi occupate dai fabbricati;

   ad oggi, non risulta che sia stata fatta alcuna gara d'appalto per la demolizione delle strutture fatiscenti insistenti sull'area né la caratterizzazione dell'area in argomento. Peraltro, non risulta neanche una eventuale ipotesi progettuale a livello locale di una futura destinazione dell'area stessa e tale indeterminatezza potrebbe, verosimilmente, comportare una ulteriore situazione di stallo per la ricerca dei fondi necessari per una successiva ed eventuale bonifica. –:

   quando avranno effettivamente luogo le demolizioni delle unità produttive dell'area ex Saronio, e se si intenda procedere ad una bonifica integrale dell'area industriale dismessa, interessandola anche da successivi progetti di recupero.
(3-00066)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LUCASELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i principali orientamenti di governance europea hanno stabilito ambiziosi target di riduzione delle emissioni di CO2: il pacchetto «Fit for 55» propone di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 e la decarbonizzazione del settore dei trasporti è considerata fondamentale;

   per garantire il raggiungimento di questi obiettivi sono state varate diverse iniziative volte a sostenere la diffusione della mobilità elettrica sia tramite incentivi all'acquisto delle auto, che tramite incentivi volti allo sviluppo di una rete di infrastrutture di ricarica capillare;

   la ricarica pubblica beneficerà del sostegno del Pnrr, che, nella Missione «Rivoluzione verde e transizione ecologica», componente «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile», ha previsto lo stanziamento di circa 740 milioni di euro per lo sviluppo di 7.500 stazioni in superstrade e di oltre 13.000 nelle città. Ulteriori risorse sono previste dal Fondo per la strategia di mobilità sostenibile istituito con la legge di bilancio del 2022 nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

   la ricarica privata, dopo il mancato rinnovo del credito d'imposta al 50 per cento a fine 2021, è stata incentivata tramite l'istituzione di un fondo da 90 milioni per l'acquisto e posa in opera di infrastrutture di ricarica per aziende e professionisti (decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104), i cui criteri di erogazione sono stati disciplinati dal decreto del Ministero della transizione ecologica 25 agosto 2021 e, da ultimo, dal Dpcm 4 agosto 2022 che ha destinato 40 milioni di euro a utenti domestici (condomini e privati) entro la fine del 2022 per l'acquisto e installazione delle infrastrutture di ricarica;

   nonostante ciò, tali misure ad oggi non hanno ancora prodotto effetti positivi nell'economia reale e per le imprese del settore per la mancanza delle rispettive misure attuative: da un anno si attende la piattaforma che avrebbe dovuto rendere operative le risorse del fondo dei 90 milioni per le imprese e i professionisti, mentre il decreto direttoriale che disciplinerà il funzionamento dei 40 milioni previsti dal Dpcm 4 agosto 2022 non è stato ancora emanato;

   per quanto riguarda la ricarica pubblica si è in attesa da giugno della pubblicazione del decreto che disciplinerà le risorse del Pnrr, il cui ritardo mette a serio rischio l'intera misura;

   un recente documento pubblicato dall'Arera reso noto che per far fronte agli scenari di elettrificazione previsti dal Pniec al 2030 (6 milioni di veicoli tra Bev e Phev) in ambito privato saranno necessari oltre 1 milione di pod e una potenza media impegnata di circa 8 megawatt a fronte di uno scenario pubblico che vedrà un incremento di potenza di circa 5 megawatt e circa 46 mila nuovi Pod;

   ad oggi, tuttavia, la ricarica privata è quella che sconta la mancanza di incentivi consistenti e di misure strutturali –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, siano a conoscenza della mancanza delle misure attuative sopra riportate e quali iniziative di competenza intendano porre in essere per sbloccare con estrema urgenza gli incentivi destinati alle infrastrutture di ricarica;

   quali iniziative di competenza intendano assumere e in quali tempistiche per sostenere la diffusione di infrastrutture di ricarica in luoghi privati, considerando questa la principale modalità di ricarica dei possessori di veicoli elettrici, nonché la più economica;

   quali iniziative di competenza intendano intraprendere per sostenere le imprese del settore e l'intera filiera dell'e-mobility.
(4-00152)


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la società milanese Develog S.r.l. ha elaborato un progetto per la realizzazione di un nuovo polo logistico nel territorio del comune di Lonato del Garda (Brescia), al confine con Castiglione delle Stiviere (Mantova);

   la struttura sorgerebbe a ridosso del Sito di importanza comunitaria (Sic) Valle di Castiglione, inserito nella rete di parchi di Natura 2000, vicino ad un importante polmone verde dell'Alto mantovano;

   l'intervento interesserebbe un'area a destinazione produttiva di circa 93 mila metri quadrati, in cui sarebbe prevista la costruzione di un ponderoso cantiere dotato di due magazzini con trentacinque baie di carico, un manufatto destinato agli uffici amministrativi e di direzione, un capannone da 35 mila metri quadrati e alto 10 metri, e uno spazio di 17 mila metri quadrati da adibire a parcheggi;

   nella fase di cantiere verrebbero movimentati circa 100 mila metri cubi di terreno, comportando un notevole impatto sul territorio;

   il progetto presenta molteplici criticità;

   come rilevato da alcune associazioni ambientaliste e gruppi ecologisti attivi sul territorio, tra queste criticità vi è anzitutto la localizzazione del polo a poca distanza dal Sic, caratterizzato da un delicato ecosistema che sarebbe inevitabilmente turbato dal transito di centinaia di mezzi pesanti e cumuli di materiali vari;

   sussistono, poi, problematiche idrauliche per lo scarico delle acque, ma anche le ricadute sul traffico veicolare della zona, che si colloca sul territorio di Castiglione;

   nel complesso, si tratta di trasformazioni suscettibili di compromettere ed alterare le condizioni di naturalità e funzionalità ecosistemica di tutta l'area interessata;

   il 30 settembre 2022 a Lonato si è tenuto un sit-in di protesta contro il progetto del nuovo polo logistico;

   il Comitato «No polo logistico» di Castiglione, il Tavolo ambiente del Garda, il Comitato parco colline moreniche del Garda, Legambiente Garda e l'associazione Basta veleni, si stanno battendo contro tale progetto;

   la valutazione di impatto ambientale del progetto proposto dalla Develog non risulta ancora realizzata;

   come più volte affermato, con sentenza 27466 del 15 luglio 2022 la Corte di cassazione ha ribadito che «il concetto di “aree naturali protette” è più ampio di quello comprendente le categorie dei parchi nazionali, riserve nazionali statali, parchi naturali interregionali, parchi naturali regionali e riserve naturali regionali, in quanto ricomprende anche le zone umide, le zone di protezione speciale, le zone speciali di conservazione ed altre aree naturali protette»;

   i siti di importanza comunitaria (Sic) sono classificati come aree protette –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente della situazione come illustrata in premessa e se intenda, per quanto di competenza, porre in essere iniziative volte a promuovere una interlocuzione con tutti i soggetti ed enti coinvolti al fine di evitare la realizzazione del nuovo polo logistico di Lonato del Garda, in modo da garantire la tutela e la conservazione delle aree naturali protette ed evitare ulteriore consumo di suolo.
(4-00153)

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CARÈ. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   già nel novembre 2021, in diversi comuni del cosentino si sono registrati forti boati a distanza ravvicinata dovuti al passaggio di aerei a velocità superiore a quella del suono (detti «bang sonici»), che l'Aeronautica militare ha confermato essere attività di volo supersonica, preventivamente autorizzata e pianificata;

   il «bang sonico», il fenomeno di rottura del muro del suono, è un forte boato che si produce ogni volta che un aereo in volo determina una compressione dell'aria, producendo un rumore molto fragoroso;

   il passaggio di questi aerei ha creato nella popolazione del cosentino molta paura e scompiglio, soprattutto in anziani e bambini, e nell'ambito di uno di questi voli il «bang sonico» ha addirittura determinato l'infrangersi dei vetri delle finestre di una scuola;

   nonostante negli anni scorsi sia stata già stata svolta un'attività di sensibilizzazione verso le autorità militari, il problema continua a persistere;

   tali fenomeni risultano, in base alle segnalazioni delle autorità e delle popolazioni locali, essere maggiormente concentrati in alcune zone, in particolare presso il territorio della piana di Sibari, dove si verificherebbero anche più volte alla settimana;

   benché l'Aeronautica militare operi nel rispetto delle procedure standard di volo, l'effettuazione di tali passaggi aerei crea forte preoccupazione e un notevole disturbo alla popolazione dei territori interessati –:

   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno valutare la possibilità di modificare le rotte relativa alla richiamata attività addestrativa pianificata dell'Aeronautica militare in modo tale da evitare ulteriori episodi di «bang sonico» che, da anni, allarmano la popolazione della piana di Sibari nonché adottare tutte le iniziative necessarie per garantire che durante l'effettuazione delle sopracitate attività di addestramento si evitino alle comunità interessate paura e disagi.
(5-00105)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CENTEMERO. – Al Ministro dell'economia e delle finanze. – Per sapere – premesso che:

   secondo recenti dati Istat, le unità economiche partecipate dal settore pubblico sono 8.175; il valore aggiunto per addetto delle controllate pubbliche cresce del 3,9 per cento: 104.681 euro contro 48.900 euro del totale delle imprese dell'industria e dei servizi;

   al momento risultano, quindi, censite numerose società a totale capitale pubblico detenuto in prevalenza da enti pubblici locali o camere di commercio: in particolare, molte di esse potrebbero essere oggetto di privatizzazione mediante l'ingresso di capitale privato al servizio di operazioni di sviluppo a favore dei territori in cui operano;

   l'attuale quadro normativo in materia di società partecipate di cui al testo unico sulle società a partecipazione pubblica (si vedano gli articoli 17 e 18 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175) prevede che le operazioni di dismissione – tali sono anche quelle relative agli aumenti di capitale – possano avvenire esclusivamente mediante procedure competitive, ossia gare, o mediante la quotazione su mercati regolamentati;

   quest'ultima previsione non permette a queste società – spesso aventi dimensioni tali da impedire di fatto la quotazione sul mercato regolamentato – di accedere ad un «Multilateral Trading Facility» (Mtf), che all'epoca della promulgazione della citata normativa ancora non esisteva;

   pertanto, a parere degli interroganti, sarebbe opportuno apportare una modifica all'attuale quadro normativo, prevedendo che la privatizzazione possa avvenire mediante quotazione sul mercato regolamentato ovvero su un mercato gestito ed organizzato da Borsa italiana;

   in questo modo diverse società pubbliche potrebbero avviare un sano percorso di accesso al mercato, ma soprattutto potrebbero reperire nel medesimo contesto risorse utili a favorire piani di sviluppo delle medesime, con effetti economici positivi anche sui territori di appartenenza –:

   quali siano le valutazioni del Ministro interrogato in merito a quanto esposto in premessa.
(5-00107)

Interrogazioni a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio 2020), all'articolo 1, comma 503, ha previsto un nuovo incentivo per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali;

   tale incentivo ha come beneficiari i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali con età inferiore a quaranta anni, che si iscrivono alla previdenza agricola nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2020;

   l'incentivo prevede l'esonero dal versamento del 100 per cento della contribuzione dell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti, per un periodo massimo di ventiquattro mesi;

   per espressa previsione della norma sopra citata, l'esonero in argomento non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla normativa vigente ed è applicabile nei limiti previsti dal regolamento Ue n. 1407/2013 e dal regolamento Ue n. 1408/2013, modificato dal regolamento Ue n. 2019/316, relativi all'applicazione degli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti «de minimis»;

   l'Inps, con la circolare n. 72 del 9 giugno 2020 della «Direzione Centrale Entrate», ha stabilito un procedimento di ammissione al beneficio che prevede che ai fini dell'ammissione al beneficio i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali devono aver presentato tempestivamente la comunicazione di inizio attività autonoma in agricoltura utilizzando il relativo servizio on-line «ComUnica» e che l'istanza di ammissione all'incentivo deve essere presentata entro 120 giorni dalla data di comunicazione di inizio attività;

   con la suddetta circolare l'Inps impone l'invio di una richiesta specifica per aver diritto al beneficio, nonostante la legge di bilancio 2020 riconoscesse l'esonero del 100 per cento dell'accredito contributivo presso l'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti e non prevedesse alcuna preventiva richiesta da parte dei potenziali beneficiari;

   la richiamata circolare n. 72/2020 della «Direzione Centrale Entrate» – atto interno dell'Inps rivolto ai propri dipendenti – in quanto atto di fonte secondaria deve soggiacere alle disposizioni normative né può introdurre deroghe a esse;

   l'applicazione delle istruzioni operative fornite ai dipendenti Inps con la circolare ha determinato le condizioni per le quali diversi coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali non hanno potuto ottenere l'esonero previsto dalla legge –:

   se siano da ritenersi corrette le istruzioni operative fornite dalla «Direzione Centrale Entrate» ai dipendenti Inps tramite la circolare n. 73/2020, o se viceversa si debba rispettare più rigorosamente il testo della legge n. 160 del 2020, articolo 1 comma 503 e garantire a tutti i coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali con età inferiore ai quaranta anni che si sono iscritti alla previdenza agricola nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2020, aventi diritto ai sensi della norma, l'esonero del 100 per cento dell'accredito contributivo presso l'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti.
(4-00154)


   VIETRI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 45, commi da 3-bis a 3-quinquies, del decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, a decorrere dal 1° gennaio 2023, ha trasferito all'Inps le competenze delle «commissioni mediche di verifica operanti nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze» in materia di idoneità e inabilità del personale civile della pubblica amministrazione;

   con accordo ex articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241, stipulato tra Stato Maggiore della Difesa, Dipartimento della pubblica sicurezza, Comando generale della Guardia di finanza e Ministero dell'economia e finanze, in vigore dal 5 settembre 2018, è stata attribuita alle commissioni mediche di verifica (C.m.v.) di Firenze e di Napoli la competenza per le visite collegiali, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2001, n. 461 e del citato decreto ministeriale del 12 febbraio 2004, nei confronti del personale delle Forze armate, ivi compresa l'Arma dei carabinieri, della Polizia di Stato e del Corpo della guardia di finanza;

   tale provvedimento è nato in via sperimentale con l'intento di valutare la fattibilità di misure atte ridurre i considerevoli carichi lavorativi gravanti sulle commissioni mediche ospedaliere (C.m.o.) interforze, rendendone le relative attività più celeri ed efficaci, semplificando gli adempimenti e riducendo i tempi di svolgimento degli accertamenti sanitari, con significativi vantaggi per il personale dipendente interessato;

   le C.m.v. di Firenze e Napoli, pertanto, da quattro anni trattano le pratiche medico-legali di causa di servizio, di pensione di privilegio, della temporanea non idoneità al servizio (Tni) e della inabilità al servizio del personale militare, e ad esso equiparato, appartenente all'arma dei carabinieri e alla Polizia di stato, nonché le pratiche medico-legali di causa di servizio e di pensione di privilegio dei militari della Marina militare, della Guardia di finanza e dell'Esercito italiano, con risultati che sono stati considerati, a tutti i livelli istituzionali, proficui e caratterizzati da grande professionalità e comprovata esperienza medico-legale;

   dal 2014, inoltre, per ciò che concerne il personale della polizia penitenziaria, la C.m.v. di Napoli tratta le pratiche medico-legali di causa di servizio, di pensione di privilegio, della temporanea non idoneità al servizio e della inabilità al servizio, in qualità di organismo alternativo previsto dall'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2001, n. 461;

   la previsione del trasferimento delle competenze per il personale civile della pubblica amministrazione all'Inps dovrebbe avvenire, per legge, «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica», ma, contrariamente a quanto previsto, la soppressione delle C.m.v. di Napoli e Firenze, sedi di sperimentazione interforze per le forze armate e forze di polizia a ordinamento civile, comporterà inevitabilmente – a parere dell'interrogante – per i ministeri competenti un aumento delle spese di trasferta annue per un numero di dipendenti pari a circa 7000 unità, costretti dal 2023 a raggiungere, partendo dalla Campania e dalla Toscana, le sedi delle C.m.o. del Ministero della difesa collocate in altre regioni; nonché un sensibile allungamento dei tempi medi di convocazione, che potrebbe comportare il rischio per militari ed equiparati di incorrere nella «decurtazione stipendiale» superati i termini previsti –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alle criticità di cui in premessa e se non si ritenga di dover valutare l'opportunità di consolidare la sperimentazione interforze già in atto presso le commissioni mediche di verifica di Firenze e Napoli quali collegi medico-legali interforze.
(4-00156)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti — Per sapere – premesso che:

   nel 2008 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha affidato, tramite il provveditorato interregionale per le opere pubbliche, i lavori per la realizzazione di una tensostruttura nello scalo portuale di Porto Torres da destinare a terminal crociere;

   i lavori, finanziati con i fondi Fas per euro 3.281.034,13, sono stati affidati il 18 maggio 2008, con data di consegna fissata a ventiquattro mesi;

   risulta da notizie di stampa locale che i lavori di realizzazione della struttura siano fermi ormai da anni e la stessa società costruttrice aggiudicataria dell'appalto risulti fallita ormai da tempo, oltre a essere stata oggetto di indagini da parte della Guardia di finanza;

   nel 2017 il provveditorato interregionale per le opere pubbliche aveva affidato il cantiere per la ripresa dei lavori a una nuova ditta, subentrata all'aggiudicataria fallita, per il completamento della parte esterna, ma a oggi i lavori risultano ancora fermi e l'opera incompiuta;

   la struttura è collocata fuori dall'area demaniale di competenza comunale e la stessa Autorità portuale ha più volte dichiarato di non avere alcuna competenza rispetto al completamento della stessa, in quanto essa si trova fuori dall'area sterile e i lavori sono in capo al provveditorato Interregionale per le opere pubbliche;

   con decreto del 23 marzo 2015, nell'ambito della più generale procedura, il Tribunale di Roma — Sezione per l'applicazione di misure di prevenzione — ha disposto il sequestro, ai fini della confisca, del patrimonio e delle quote della società prima aggiudicataria, sottoponendola al controllo di amministratori giudiziari all'uopo contestualmente nominati;

   in seguito, nel 2018, la Corte Suprema di cassazione ha disposto la confisca definitiva dell'intero capitale sociale e del patrimonio della società;

   nonostante la complessa vicenda giuridico-amministrativa, il provveditorato interregionale ha più volte sollecitato la società, con ordini di servizio e varie note, a incrementare le lavorazioni al fine di portare a termine l'opera secondo cronoprogramma, considerata l'importanza che questa riveste per Porto Torres;

   in data 27 maggio 2021, la società aveva garantito il completamento dei lavori – consistenti nel montaggio delle vetrate, delle porte interne e gli apparecchi igienico sanitari – entro il 31 luglio 2021, completamento mai avvenuto, con la conseguente risoluzione del contratto, secondo quanto stabilito dall'articolo 136 del decreto legislativo n. 163/2006;

   il completamento di questa opera è fondamentale per lo sviluppo della città Turritana, soprattutto per consentire l'erogazione di quei servizi, oggi carenti, a supporto dei traffici commerciali e di passeggeri che ogni anno affollano lo scalo portuale;

   la pianificazione stessa dell'intera area, negli anni, è stata rivolta alla creazione un polo logistico e di servizi in grado di accogliere e potenziare i flussi turistici sia nei traffici crocieristici che nei collegamenti commerciali con la penisola e con gli altri paesi europei come Francia e Spagna, verso i quali sono già attivi alcuni collegamenti –:

   se sia a conoscenza dei fatti descritti;

   quali siano le ragioni del mancato completamento dell'opera e quali iniziative di competenza intenda assumere affinché si provveda all'ultimazione della stessa;

   se intenda istituire un tavolo di coordinamento tra tutti gli enti interessati, comune di Porto Torres, Ente Parco e Autorità portuale, al fine di definire congiuntamente lo sviluppo dell'area, riconoscendone la rilevanza strategica regionale nei collegamenti con la Penisola e con gli altri Paesi europei.
(5-00108)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   a seguito della interrogazione dell'onorevole Piccolotti sulla «centrifuga delle cattedre» dei docenti piemontesi, sta emergendo che la problematica riguarderebbe diverse regioni d'Italia;

   il decreto-legge n. 73 del 2021 ha previsto lo svolgimento di un concorso straordinario per la copertura dei posti comuni della scuola secondaria di primo e secondo grado che sono residuati dalle immissioni in ruolo per l'anno scolastico 2021/2022 (Gazzetta ufficiale n. 39 del 17 maggio 2022), corrispondenti a 14.420;

   è stata quindi bandita una procedura concorsuale straordinaria in ciascuna regione, per ciascuna classe di concorso, fatti salvi i posti di cui ai concorsi per il personale docente banditi con decreti del Capo del dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell'istruzione numeri 498 e 499 del 21 aprile 2020 (concorsi ordinari);

   i lavori delle commissioni d'esame si sarebbero dovuti concludere prima dell'inizio dell'anno scolastico, ma le graduatorie sono attualmente in corso di pubblicazione da parte degli Uffici scolastici regionali;

   pertanto i posti sono stati assegnati a supplenti con contratti al 30 giugno e clausola rescissoria «fino ad arrivo dell'avente diritto»;

   in Sardegna, ad esempio, sono state previste 395 cattedre, ma le procedure concluse finora riguardano un numero estremamente esiguo di cattedre;

   nelle prossime settimane – a quasi tre mesi dall'inizio dell'anno scolastico – dovrebbero avvenire la maggior parte dei cambi di cattedra; questo comporterà che i vincitori del concorso straordinario saranno costretti a lasciare la loro attuale supplenza (pena la perdita del ruolo) e a svolgere in fretta e furia l'anno di prova nella nuova sede, con la problematica aggiuntiva di non potersi assentare in modo tale da garantire i 120 giorni di didattica effettiva richiesti; inoltre, gli attuali supplenti saranno licenziati da un giorno all'altro con una telefonata della segreteria della scuola;

   se si considera ottimisticamente che l'avvicendamento potrebbe riguardare anche solo 200 cattedre delle 395 messe a bando (tra procedure già concluse, docenti che riprenderanno il posto dove stanno già prestando servizio e rinunce), si stima che circa 8.000 studenti saranno coinvolti dai trasferimenti dei propri insegnanti, proprio in concomitanza con il delicato momento in cui si chiude un quadrimestre e si programma il lavoro per la seconda parte dell'anno;

   a parere dell'interrogante, non è pensabile che migliaia di ragazze e ragazzi, che stanno vivendo il loro primo anno scolastico in condizioni di normalità dopo due anni di pandemia, si ritrovino a cambiare docente ad anno ampiamente iniziato;

   la procedura prevista penalizza la continuità didattica a danno degli studenti prima ancora che degli insegnanti, i quali comunque, in alcuni casi, rischiano di subire i disagi dovuti a repentini trasferimenti fuori provincia se non addirittura la perdita del posto di lavoro;

   interrompere così bruscamente il percorso educativo e la relazione instauratasi in questi mesi tra i docenti e gli alunni, rischia di produrre un impatto negativo sugli apprendimenti e sul benessere a scuola, specialmente sui ragazzi e le ragazze che necessitano del sostegno che perderanno la propria figura di riferimento, senza considerare, infine, che qualsiasi docente, in ruolo o supplente, che entra in una classe a metà dicembre, a fine quadrimestre dovrà giudicare alunni che ha visto pochissime volte e che di fatto non conosce –:

   se la Ministra interrogata non intenda intervenire assumendo ogni iniziativa urgente di propria competenza affinché i trasferimenti dei docenti di cui in premessa vengano posticipati al termine del corrente anno scolastico, tutelando così la continuità didattica e la possibilità per gli studenti di essere valutati – a ridosso della fine del primo quadrimestre – da insegnanti che li hanno conosciuti, garantendo così la continuità didattica;

   se non ritenga opportuno garantire comunque l'inserimento lavorativo dei vincitori di concorso che attualmente non abbiano un contratto di supplenza, individuando mansioni differenti rispetto a quelle degli insegnanti che andrebbero a sostituire.
(4-00157)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in Campania sono presenti ed attive n. 7 graduatorie a tempo indeterminato per CPS Infermiere, presenti sulla piattaforma SINFOPERS di seguito riportati:

    graduatoria AOU Federico II,

    graduatoria AORN Moscati,

    graduatoria AOU Vanvitelli,

    graduatoria AOU Ruggi d'Aragona,

    graduatoria ASL Avellino,

    graduatoria ASL Benevento,

    graduatoria ASL Napoli 1 – Istituti Penitenziari,

   il numero di idonei presenti nelle graduatorie summenzionate è cospicuo e le procedure congressuali hanno già comportato un ingente investimento da parte della pubblica amministrazione;

   secondo l'articolo 97 della Costituzione si accede al pubblico impiego previa selezione, la quale è volta ad accertare la sussistenza dei requisiti professionali per poter accedere al pubblico impiego e dare a tutti le stesse possibilità di accesso;

   i concorsi in questione sono stati banditi, programmati e conclusi prima della legge di stabilità che permetterebbe, ma non obbliga, l'assunzione dei precari con requisito a 18 mesi;

   risulta che in Campania si stia dando priorità assoluta alla stabilizzazione dei precari portando le suddette graduatorie a scadenza, negando – di fatto – la possibilità a chi ha superato dure procedure concorsuali con migliaia di concorrenti;

   il personale stabilizzato è stato assunto con contratti a tempo determinato e senza effettuare delle vere e proprie procedure concorsuali, ma procedure di avviso pubblico e manifestazioni d'interesse dettate dalla necessità di arruolare personale in maniera celere in una fase delicatissima del Paese, come quella della crisi sanitaria dettata dal COVID-19 –:

   se la situazione registrata in Campania sia stata replicata anche nelle altre regioni; se non si ritenga di dover promuovere un intervento normativo per prorogare le graduatorie summenzionate, ma più in generale le graduatorie presenti su tutto il territorio nazionale che permetterebbero alla pubblica amministrazione di colmare le gravi carenze d'organico, e se non ritengano di dover adottare tutte le iniziative normative necessarie affinché vi siano criteri omogenei e univoci sull'intero territorio nazionale in merito all'assunzione dalle graduatorie vigenti e alla stabilizzazione dei precari, nel senso della previsione di un meccanismo di reclutamento misto che garantisca pari opportunità di accesso sia ai precari che agli idonei delle graduatorie dei concorsi.
(4-00155)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Scotto e Sarracino n. 4-00142, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 dicembre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Graziano.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato dell'interrogazione a risposta orale Dori n. 3-00026, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 11 del 18 novembre 2022.

   DORI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   con bando pubblicato l'11 dicembre 2020 è stato indetto un concorso pubblico distrettuale per l'assunzione di 2.700 cancellieri esperti;

   all'esito della procedura concorsuale in alcuni distretti il numero dei vincitori è risultato inferiore al numero dei posti messi a concorso mentre in altri distretti la graduatoria è composta da un numero di candidati, risultati idonei al termine delle prove, superiore al numero dei posti messi a bando;

   ad ottobre 2021, conclusa la procedura di assunzione dei vincitori, si è provveduto ad effettuare un primo scorrimento delle graduatorie capienti, al fine di coprire le vacanze determinatesi a seguito di rinunce alla sottoscrizione del contratto;

   ad oggi sono state immesse in servizio 2.381 unità;

   alla pagina 21 del Piano triennale dei fabbisogni del personale (2022-2024) si afferma: «stante la sussistenza di graduatorie vigenti formatesi al termine di concorsi specifici banditi dal Ministero della giustizia, nella qualifica di direttori e cancellieri esperti, si chiede di portare a compimento, per l'anno in corso e fino ad esaurimento del budget in parola, l'assunzione di 340 unità di direttori, area III, F3, mediante scorrimento ad esaurimento della graduatoria citata, a completa copertura del fabbisogno esposto nella qualifica, nonché l'assunzione di 686 unità di cancellieri esperti... mediante scorrimento ad esaurimento della graduatoria citata, a copertura parziale del fabbisogno nella qualifica, pari a 1.047 unità richieste. L'assunzione di 340 unità di direttori, area III, F3 e 686 unità di cancellieri esperti, area II, F3, ha un costo complessivo a gravare sul budget residuo 2019-2020, pari a 33.827.544,51 euro»;

   dalla tabella delle facoltà assunzionali allegata al Piano triennale risulta evidente la sussistenza di fondi volti ad assumere integralmente le 686 unità di cancellieri esperti;

   in risposta all'interrogazione a risposta orale 3-02870 dell'interrogante, il 14 giugno 2022 il Ministero della giustizia rispondeva che: «Va infine ricordato che con nota formale inoltrata al Dipartimento della Funzione Pubblica... questo Dicastero ha richiesto di procedere, per l'anno in corso, alla assunzione di tutti gli idonei non vincitori presenti ancora nelle dette graduatorie, 345 idonei quanto a direttori e 686 idonei quanto ai cancellieri esperti»;

   secondo il Piano triennale, l'assunzione di 340 unità di direttori e 686 unità di cancellieri esperti ha un costo complessivo a gravare sul budget residuo 2019-2020 pari a 33.827.544,51;

   con decreto del 30 giugno 2022, n. 132, il Ministro per la pubblica amministrazione ha autorizzato il Ministero della giustizia ad effettuare procedure di reclutamento e ad assumere a tempo indeterminato le unità indicate nella tabella 11, quindi solo 319 assunzioni residue;

   dal Piano triennale risulta la sussistenza di sufficienti fondi per procedere, come chiesto dal Ministero della giustizia, allo scorrimento integrale delle graduatorie del concorso per cancellieri esperti, nella misura di 686 idonei;

   con bando pubblicato il 17 novembre 2020 è stato indetto un concorso pubblico distrettuale per l'assunzione di 400 unità di personale non dirigenziale a tempo indeterminato per il profilo di direttore;

   a oggi è stato disposto un unico scorrimento per soli 34 direttori in data 21 settembre 2022 per i Distretti di Corte d'appello di Bologna, Firenze, Genova, Milano, Trieste e Venezia –:

   quali informazioni i Ministri interrogati intendano fornire relativamente all'adozione dei provvedimenti che autorizzino lo scorrimento integrale delle graduatorie distrettuali per la qualifica di direttore e di cancelliere esperto al fine di rispettare il termine del 31 dicembre 2022.
(3-00026)