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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 5 dicembre 2022

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   la figura di Italo Balbo come uomo e politico è incisa nella sua biografia: iscritto alla massoneria, al Partito Nazionale Fascista dal 1920, fu fondatore del fascismo ferrarese e come tale si distinse nell'organizzazione di violente spedizioni squadriste in tutta l'Emilia-Romagna contro contadini e operai che rivendicavano diritti sindacali e contro le sedi dei partiti di sinistra. E questa è storia. Fu uno dei quadrumviri della marcia su Roma diventando in seguito comandante generale della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, quindi nel 1925 sottosegretario all'economia nazionale e poi alla Regia Aeronautica. Balbo fu nominato nel 1934 governatore della Libia. Aviatore provetto si distinse in Libia con il bombardamento in prima persona di villaggi della popolazione locale colpevole solo di non accettare la colonizzazione «italica». Sempre come Governatore, Balbo fece frustare in piazza a Tripoli gli ebrei che si rifiutavano di tenere aperta la bottega di sabato. La violenza è stata dunque il segno distintivo di Balbo che scrisse nel suo diario «esaltazione della violenza come il metodo più rapido e definitivo per raggiungere il fine rivoluzionario» (Italo Balbo, Diario 1922, Mondadori);

   eppure in questi giorni le cronache locali e nazionali riferiscono che Fratelli d'Italia ha deciso di dedicare ed intitolare addirittura la sezione di Retorbido, in provincia di Pavia, in onore proprio del fascista Italo Balbo;

   alle legittime critiche delle associazioni e delle forze politiche, il segretario provinciale di Fratelli d'Italia ha replicato rivendicando la giustezza della scelta e sostenendo che Balbo era un aviatore coraggioso ed un vero patriota;

   va piuttosto ricordato e ribadito, a parere dell'interrogante, che – alla prova dei fatti e della storia – le condotte di vita del fascista Balbo sono state improntate alla sopraffazione, all'intolleranza, alla violenza, al razzismo e alla vigliaccheria. Va altresì sottolineato che – alla prova dei fatti e della storia – il patriota Italo Balbo condivideva le idee ed i valori del «patriota Mussolini», del «patriota Hitler» e del «patriota Goring», come attestano i filmati e le foto di repertorio che li ritraggono insieme;

   nessuno deve mai dimenticare che se Fratelli d'Italia è ora al Governo del Paese è perché qualcuno ha lottato per costruire contro il fascismo e sulle ceneri di una guerra mondiale una Repubblica italiana democratica, pacifica, tollerante, pluralista e libera;

   va sempre rammentato che il Governo ha giurato sulla Costituzione, e che occorre scongiurare qualsiasi rischio di incoraggiare qualsivoglia forma di apologia di fascismo –:

   alla luce di quanto sopra esposto, se non intenda prendere le distanze da iniziative quale quella segnalata in premessa, e comunque adottare ogni iniziativa di competenza volta a scongiurare il rischio di qualsivoglia fraintendimento circa la credibilità del Governo in relazione ai valori fondanti della nostra Carta costituzionale.
(5-00102)

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   appare all'interrogante preoccupante, per molteplici profili, la notizia della inaugurazione di un circolo territoriale di Fratelli d'Italia intitolato a Italo Balbo (a Retorbido, in provincia di Pavia). Della notizia è stata peraltro promossa la diffusione in rete da parte di rappresentanti delle istituzioni, anche deputati, che appartengono a tale forza politica.

   Italo Balbo, ha avuto un ruolo nevralgico nel Partito Nazionale Fascista, essendo stato uno dei quadriumviri che animarono la «marcia su Roma» e avendo lui ricoperto incarichi di primo piano nel Governo fascista di Mussolini;

   oltre ai ruoli di Governo in Italia, va ricordato che Italo Balbo è stato inviato da Mussolini nella veste di Governato dell'impero in Libia;

   dunque la storiografia ci consegna Italo Balbo non come un «semplice» fascista, ma come figura chiave e di primissimo piano del regime fascista e dunque un protagonista in negativo del periodo più buio della storia del nostro Paese;

   a parere dell'interrogante si tratta di un'iniziativa decisamente censurabile, considerato ancor più che è riconducibile a un partito che non solo ha propri rappresentanti in Parlamento, ma che è la prima forza parlamentare e forza di governo, la quale sembra dare un messaggio pericoloso e riabilitante di una figura così compromessa con il regime dittatoriale fascista. Un'iniziativa del genere in definitiva appare all'interrogante in contrasto con i principi della Costituzione della Repubblica italiana, che si fonda sull'antifascismo e ne vieta, con la XII disposizione transitoria e finale, la riorganizzazione «sotto qualsiasi forma», nonché con le relative disposizioni di attuazione;

   occorre, a maggior ragione da parte di chi ha rilevanti responsabilità di governo, scongiurare qualsiasi rischio di incoraggiare qualsivoglia forma di apologia di fascismo, o comunque di propaganda di idee contrarie ai valori costituzionali –:

   se non intenda prendere le distanze da iniziative quali quelle citate in premessa, anche al fine di scongiurare il rischio di qualsivoglia fraintendimento circa la credibilità e gli orientamenti del Governo in rapporto ai valori costituzionali.
(4-00141)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'Accordo tra la Repubblica Federativa del Brasile e la Repubblica italiana sul riconoscimento reciproco in materia di conversione di patenti di guida, definito con scambio di note, è entrato in vigore il 13 gennaio 2018, ha validità di cinque anni e cesserà i suoi effetti il giorno 13 gennaio 2023;

   l'Accordo prevede che a partire da un anno prima della scadenza, le parti contraenti avvieranno le consultazioni per procedere al suo rinnovo;

   l'interrogante ha appreso che ai fini del rinnovo e del contestuale aggiornamento dell'Accordo, si è reso necessario avviare le valutazioni concernenti allineamento dell'Accordo al regolamento UE del 2016 n. 679, relativo al trattamento dati personali. Tale circostanza ha richiesto un'ulteriore procedura, per la predisposizione di un nuovo allegato al testo dell'Accordo recante la Disciplina del trasferimento dei dati personali tra autorità competenti, poiché il Brasile non è destinatario di una decisione di adeguatezza della Commissione europea come previsto dal predetto Rgpd (UE) del 2016 n. 679 e conseguentemente anche la necessità di redigere una nuova bozza di Accordo con i richiami a detta disciplina;

   la possibilità di utilizzare le patenti di guida rappresenta una condizione essenziale per l'esercizio delle attività e delle professioni che si svolgono contemporaneamente o in periodi alterni in due paesi, anche in considerazione del costante aumento della mobilità tra l'Italia e il Brasile –:

   entro quanto tempo il Ministro interrogato ritenga di poter concludere le consultazioni con le autorità brasiliane ai fini del rinnovo dell'Accordo la cui prossima scadenza sta suscitando disagio e preoccupazione tra i cittadini dei due Paesi interessati dall'intesa.
(5-00101)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'emittente France24 ha reso nota la presenza in Iran di cartucce riconducibili all'azienda francoitaliana Cheddite;

   cartucce recanti il marchio Cheddite o il logo 12*12*12*12*, utilizzato, secondo il media francese, solamente da questa azienda, sono state rinvenute, tra settembre e ottobre, in otto città diverse dell'Iran;

   l'azienda Cheddite ha la sua sede italiana a Livorno, si definisce la più grande produttrice al mondo di cartucce vuote, che vengono vendute ad altre aziende che le riempiono di esplosivo o pallini;

   il regolamento 359/2011 del Consiglio dell'Unione europea, emendato nel 2012, vieta l'esportazione diretta o indiretta in Iran di attrezzatura militare che possa essere utilizzata per fini repressivi comprese «armi da fuoco, munizioni e relativi accessori»;

   cinque esperti francesi del settore hanno dichiarato all'emittente France24 che tale divieto si estenderebbe anche alle cartucce per fucili e ai loro componenti, indipendentemente dall'uso previsto;

   le stesse cartucce Cheddite nel 2021 erano state ritrovate anche in Myanmar e utilizzate dal regime militare oltre che in Siria e in Libia, Paesi verso i quali esiste un embargo europeo all'export di attrezzatura militare;

   dall'inchiesta de il Manifesto sulle cartucce ritrovate in Myanmar si apprese che la Cheddite aveva relazioni commerciali con l'azienda turca Yavascalar (Yaf), che a sua volta intratteneva rapporti commerciali con il Myanmar;

   da quando nel 2011 sono entrate in vigore le sanzioni dell'Unione europea sulle attrezzature impiegabili per la repressione interna, l'Italia ha esportato in Turchia cartucce per fucili da caccia per un valore di 85,5 milioni di euro e la Turchia, nello stesso periodo, ne ha esportate in Iran per un valore di circa 7 milioni di euro (dati Onu);

   alcune associazioni, da Amnesty Italia ad Opal, alla Rete Pace Disarmo, hanno inviato una lettera di protesta alla Farnesina;

   a parere dell'interrogante, è fondamentale che si possa chiarire quale sia stato il percorso delle munizioni prodotte dall'azienda «Cheddite» di Livorno e ritrovate in Iran, considerando che, alla luce delle sanzioni citate, vendite dirette all'Iran sono precluse;

   appare dunque plausibile che vi sia stata una «triangolazione» favorita da altri Paesi destinatari delle vendite della Cheddite;

   le difficoltà nel ricostruire le «triangolazioni» e il «sottobosco» del traffico di armi e munizioni rivelano uno dei grandi problemi del controllo della vendita di armi e munizioni nel mondo;

   bisognerebbe infine appurare se le munizioni ritrovate siano state esportate sulla base di licenze rilasciate ai sensi della legge n. 110 del 1975 (movimentazione di armi e munizioni per usi diversi da quelli militari, ovvero per uso ricreativo, sportivo e venatorio) sicuramente meno stringente della legge n. 185 del 1990 e con più possibilità elusive da parte dei destinatari;

   a parere dell'interrogante, occorre ricondurre tutte le esportazioni di armi e munizioni al regime previsto dalla legge n. 185 del 1990, senza distinzione tra armi comuni e militari modificando opportunamente la normativa vigente, in particolare la legge n. 110 del 1975, nonché la stessa legge n. 185 del 1990 –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non intendano avviare una verifica completa e approfondita al fine di chiarire la base normativa e le procedure con le quali siano stati autorizzati all'esportazione i lotti relativi alle cartucce ritrovate in Iran;

   quali opportune iniziative normative, in particolare di modifica della legge n. 110 del 1975, intendano promuovere affinché tutte le esportazioni di armi e munizioni siano sottoposte alle procedure previste dalla legge n. 185 del 1990 senza distinzioni tra armi comuni e militari;

   quali iniziative di competenza intendano promuovere a livello europeo e internazionale affinché vi sia un'azione più concreta e decisa al fine di mettere sotto controllo i flussi relativi al commercio di munizioni e munizionamento di ogni tipologia.
(4-00143)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   IARIA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Torino è la città più teleriscaldata d'Italia con volumetria oltre i 53,4 milioni di metri cubi;

   per la sua capacità di ottimizzare l'uso di combustibile, al teleriscaldamento è stato riconosciuto un ruolo significativo nelle politiche ambientali nazionali ed europee. Si riducono del 38 per cento le emissioni di CO2 conseguibili dalle reti di teleriscaldamento. Il risparmio di energia sarebbe invece pari al 26 per cento;

   la pianura padana soffre da anni dei problemi di inquinamento atmosferico da polveri sottili principalmente a causa della sua conformazione orografica;

   il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pniec) ha fissato i seguenti obiettivi:

    il 50 per cento di energia da fonti rinnovabili;

    il 50 per cento di calore di scarto;

    il 75 per cento di calore cogenerato;

    il 50 per cento di una combinazione delle precedenti;

    il bonus energia tiene conto del teleriscaldamento solo se generato da fonti rinnovabili;

   a seguito dei rincari energetici i cittadini che usufruiscono del teleriscaldamento a Torino non hanno potuto usufruire del bonus energia;

   secondo quanto consta all'interrogante il teleriscaldamento, diversamente da altre forme di approvvigionamento di energia per gli edifici, non usufruisce di bonus diretto da parte dello Stato per i suoi clienti, come invece succede per le altre forniture per cui lo Stato direttamente si fa carico del bonus;

   alcuni operatori hanno già previsto dei bonus legati all'Isee in alcuni casi, che riescono ad attenuare il possibile aumento delle bollette per il teleriscaldamento;

   i problemi maggiori si rilevano nei quartieri popolari e basso reddito –:

   se il Governo intenda farsi carico del problema e in che modo;

   se il Governo intenda, come richiedono i cittadini, adottare iniziative di competenza sulle aliquote iva per equiparare quelle del teleriscaldamento a quelle dell'aliquota iva del gas;

   se il Governo abbia previsto altre forme di intervento per ridurre l'impatto dei rincari sulle famiglie che in modo virtuoso hanno deciso di passare ad un sistema di riscaldamento che riduce di gran lunga l'impatto sulle emissioni di CO2 e di polveri sottili.
(5-00095)

Interrogazione a risposta scritta:


   EVI. – Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute – Per sapere – premesso che:

   il Green Deal europeo e il Recovery Plan italiano, con rispettivi finanziamenti, prevedono un'importante strategia di piantumazione di alberi supplementari;

   l'interrogante ha appreso da fonti di stampa e dalla pubblica denuncia del comitato vigilanza Motocross e del coordinamento dei comitati piemontesi del Forum «Salviamo il Paesaggio - Difendiamo i Territori», di forti criticità legate all'ipotesi progettuale di realizzazione di un impianto sportivo motoristico (crossodromo) a Castagnole Monferrato (AT), Frazione Velenzani, Località Valle Randolo;

   il progetto, ritenuto dai citati comitati una pesante minaccia gravante ormai da più di 5 anni sull'integrità ambientale nel territorio di Castagnole Monferrato, prevede la costruzione di un grande impianto per la pratica, anche a livello agonistico, del motocross, con la realizzazione di due piste, una di prima categoria (gare internazionali) e una di seconda. L'area interessata si estende per oltre 17 ettari compreso le aree per parcheggi e servizi. L'impianto non sorgerebbe su aree degradate, come sarebbe logico ipotizzare, bensì quasi interamente su formazioni boschive;

   Castagnole Monferrato è un comune che si trova a nord di Asti; conta poco più di 1.000 abitanti ed è noto soprattutto per la produzione del «Ruchè», un nobile vino ottenuto da un vitigno antico e solo di recente rivalorizzato. L'ambiente è ancora in parte naturale, laddove estese formazioni boschive si alternano a vigneti e a campi coltivati;

   le problematiche legate alla realizzazione dell'impianto di cui sopra sarebbero numerose: dall'esposizione a elevati livelli differenziali di immissione sonora che sarà continua nel corso dell'anno e coinvolgerà una fetta significativa della popolazione, parte della quale potrà manifestare possibili alterazioni dello stato di salute (fonte ARPA Piemonte), dall'accresciuto volume di traffico in un'area dove la rete stradale non appare adeguatamente attrezzata all'emissione di rumori e polveri, dal negativo impatto sulla viabilità escursionistica esistente alla devastazione di un paesaggio pregevole e fortemente attrattivo per un turismo di qualità, alle pesanti conseguenze sulle forme di vita selvatiche presenti nell'area;

   ma è soprattutto sull'aspetto più squisitamente ambientale che si determinerebbero le più pericolose conseguenze: come detto, il progetto prevede la trasformazione di oltre 15 ettari, oggi prevalentemente a bosco, producendo un danno irreparabile nella valle e nelle zone limitrofe. Sono previsti abbattimenti di oltre 7.600 alberi di alto fusto e la movimentazione di oltre 25.000 metri cubi di terra. Numeri impressionanti. Il solo abbattimento degli alberi comporterà, come calcolato da esperti botanici e forestali, la riduzione di assorbimento di oltre 30 tonnellate di CO2;

   ebbene, dopo una prima archiviazione del procedimento autorizzativo alla realizzazione dell'impianto, a luglio 2021 la società proponente (Ditta Monferrato S.r.l.) ha ripresentato il progetto avviando così un nuovo procedimento autorizzativo;

   la legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, che ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione, ha riconosciuto un espresso rilievo alla tutela dell'ambiente: il nuovo comma 3 dell'articolo 9 della Costituzione, nel prevedere che la Repubblica (dunque, tutti gli enti della Repubblica) «Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni», detta un criterio generale di azione dei pubblici poteri improntato alla protezione dell'ambiente, vincolando direttamente le istituzioni nazionali e ribadendo sul piano interno il principio di integrazione delle esigenze ambientali nelle scelte pubbliche, già espresso dall'articolo 11 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea –:

   se i Ministri interrogati, nell'ambito della propria competenza, siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se si ritenga, per quanto di competenza, che la realizzazione dell'opera sia in linea con i nuovi dettami dell'articolo 9 della Costituzione, a maggior presidio della tutela dell'ambiente, in particolare considerati i costi e benefici dell'opera e la sua sostenibilità ambientale ed economica in seguito al forte cambiamento economico e sociale degli ultimi anni e tenuto conto della condanna della Corte europea dell'Italia per il suo inquinamento atmosferico;

   se e quali iniziative di competenza ritengano opportuno adottare, in raccordo con gli enti locali interessati dalla realizzazione del suddetto impianto, in particolare al fine di dar seguito alle comprensibili preoccupazioni e richieste della comunità locale interessata, considerato l'impatto dell'infrastruttura sulla salute della popolazione;

   se, nelle more del procedimento autorizzativo sopra descritto, intendano adottare opportune iniziative, per quanto di competenza, affinché siano identificati siti alternativi già degradati dall'azione dell'uomo (cave dismesse, impianti industriali abbandonati).
(4-00144)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   GHIRRA e GRIMALDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la continuità territoriale, quale capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi i cittadini residenti in territori periferici, rappresenta per la Sardegna l'aspirazione a una condizione di eguaglianza sostanziale rispetto alle altre regioni;

   la legge costituzionale del 29 luglio 2022 ha modificato l'articolo 119 della Costituzione inserendo il cosiddetto principio di insularità, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità;

   la continuità territoriale sarda è regolamentata da bandi biennali o triennali finanziati dalla regione e autorizzati da decreti di imposizione di oneri di servizio pubblico sulle tratte, emanati dal Ministero dei trasporti;

   il contenuto dei piani di continuità territoriale è più volte mutato nel corso degli anni, sia in numero di voli, nel prezzo e nelle tratte incluse;

   l'attuale regime è garantito attraverso i vettori Ita Airways e Volotea, i quali hanno deciso di rinunciare agli oneri di servizio pubblico tra la Sardegna e la penisola, per dodici mesi (dal 15 maggio 2022 al 14 maggio 2023) e garantire il servizio attraverso il libero mercato;

   da notizie di stampa risulterebbe come, terminata la stagione estiva, le compagnie interessate, nell'ottica del libero mercato, abbiano progressivamente ridotto la frequenza delle tratte, aumentando al contempo le tariffe per i non residenti fino a imporre il pagamento di 400 euro per un viaggio di sola andata Cagliari-Milano. Inoltre si apprende che di recente i collegamenti giornalieri da Cagliari a Linate siano passati da 6 a 4 e quelli per Roma da 7 a 6;

   nello scalo di Olbia sono previsti tre collegamenti verso Roma e solo due verso Milano; rispetto alla continuità territoriale in vigore dal 2013 al 2020, la differenza è, nettissima, con una riduzione delle frequenze del 44 per cento;

   sempre da notizie di stampa emerge che i voli per il periodo natalizio sarebbero al completo, con evidenti disagi per i sardi fuorisede e non solo;

   il princìpio di libera circolazione non può rimanere un'ipotesi condizionata dall'insufficienza dei vettori aerei, delle rotte di collegamento e dai costi eccessivi, diversamente si tratterebbe di una libera circolazione virtuale e discriminatoria anche sui piano sociale, oltre che territoriale –:

   se sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative intenda assumere per porvi rimedio, così da garantire l'immediato ripristino di un'effettiva continuità territoriale da e verso la Sardegna, nel rispetto degli articoli 16 e 119 della Costituzione.
(5-00096)


   BARBAGALLO, BAKKALI, CASU, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la Sicilia ed il Sud Italia subiscono in maniera mollo pesante gli effetti esterni negativi derivanti dagli operatori del trasporto stradale, autostradale, ferroviario ed aereo, Proprio sul trasporto aereo la regione è sempre più isolata per l'esoso costo dei biglietti soprattutto nei periodi festivi e durante la stagione estiva;

   i collegamenti aerei sono centrali ed insostituibili per la Sicilia ed il Sud Italia, territorio che sconta una situazione di pesante sperequazione infrastrutturale e di collegamenti non efficiente e, per questo, la Sicilia sta portando avanti da lungo tempo la protesta contro il «caro-voli», questione conosciuta dai siciliani costretti da anni a un esborso considerevole per potere tornare a casa o ripartire per la sede di lavoro o di studio;

   anche l'iniziativa Sicilia Vola che prevedeva un 30 per cento di sconto sull'acquisto dei biglietti aerei per studenti e lavoratori siciliani non ha prodotto risultati apprezzabili. Poche le compagnie aeree che hanno aderito, complicatissima la procedura per potere usufruire delle agevolazioni e non adeguate le risorse stanziate, con il risultato che solo in pochi hanno potuto effettivamente usufruirne;

   l'insularità non può più essere una parola astratta ma deve poggiare su azioni concrete che rispettino questa condizione, soprattutto ora che l'articolo 119 della Costituzione è stato integrato prevedendo che «La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità»;

   l'integrazione sanziona la necessità di un richiamo costituzionale esplicito alla condizione d'insularità e tiene in debito conto i ritardi e i vuoti accumulati in particolare in materia di perequazione infrastrutturale per cui da decenni esiste una lunga controversia con lo Stato italiano anche in relazione all'applicazione del diritto dell'Unione europea;

   nel dibattito politico e giuridico nazionale i «costi» dell'insularità sono riferiti soprattutto al settore dei trasporti, per la maggiore complessità nelle connessioni con la terraferma, di persone, servizi e merci, ma anche alla ridotta attività economica;

   gli esorbitanti costi dei biglietti aerei di collegamento con la Sicilia e il Sud Italia si sommano alle altre ben note difficoltà del costo delle bollette e del ridimensionamento del reddito di cittadinanza, determinando una situazione molto pesante –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per il riconoscimento di un corretto regime di continuità territoriale che si applichi a tutta la Sicilia e al Sud Italia, anche promuovendo con urgenza la sottoposizione delle tariffe aeree al cosiddetto «price cap».
(5-00097)


   CAROPPO e D'ATTIS. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   dal 1° dicembre 2022 è stato soppresso il volo AZ Brindisi-Roma delle ore 6.15, primo volo mattutino che consentiva a brindisini e leccesi non solo di raggiungere Roma ma anche di accedere, una volta raggiunta la Capitale, alle rotte internazionali e intercontinentali senza dover partire il giorno prima;

   ITA Airways è l'unica compagnia che garantiva al mattino presto questa rotta, in quanto l'irlandese Ryanair, nonostante i fondi regionali ricevuti e benché abbia recentemente presentato 45 rotte per gli aeroporti pugliesi nella stagione invernale, non copre tutti i giorni della settimana il collegamento con la Capitale a quell'ora del mattino;

   ad aggravare ulteriormente la situazione si aggiunge il fatto che il primo treno utile per Roma è il Frecciargento di Trenitalia in partenza da Lecce alle 6.05 e da Brindisi alle 6.28, che arriva nella Capitale solo in tarda mattinata alle 11.55;

   sebbene la società Aeroporti di Puglia abbia quasi raggiunto il record dei nove milioni di passeggeri trasportati, Brindisi è l'unica aerostazione d'Italia da cui vola ITA a non avere dal 1° dicembre 2022 il volo in prima mattinata con destinazione Roma Fiumicino, volo che invece è previsto anche in aeroporti con un numero di passeggeri inferiore, come Lamezia Terme, Firenze, Alghero, Genova, Trapani, Trieste e Reggio Calabria;

   ITA ha cancellato dall'aeroporto di Brindisi il volo più importante della giornata per Roma proprio nel mese di dicembre quando, nonostante le festività natalizie imminenti e l'ottima performance turistica del Salento, i voli previsti, già ridotti dallo scorso mese, saranno ancora meno e i viaggiatori salentini per connettersi al resto del mondo dovranno recarsi necessariamente a Bari;

   a seguito delle numerose proteste e polemiche sollevate dalla cancellazione del primo volo mattutino, Aeroporti di Puglia si è di recente attivata affinché ITA, pur nel suo pieno diritto di programmare la propria strategia in funzione delle esigenze di mercato, riducesse il disagio derivante dalla soppressione, riuscendo a far sì che la compagnia dal prossimo 30 dicembre riattivi il collegamento Brindisi-Roma delle ore 6.15 –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei motivi e delle responsabilità per la cancellazione del primo volo giornaliero verso la Capitale, dal momento che l'aereo mattutino per Roma non viaggia mai con pochi passeggeri, e se risulti se sarà possibile anticipare la riattivazione della rotta mattutina, visto l'avvicinarsi delle feste natalizie.
(5-00098)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   D'ORSO, SPORTIELLO, AMATO, MORFINO, CHERCHI, PAVANELLI, AIELLO, ASCARI, LOMUTI e PENZA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   negli ambiti sociali ed educativi sta emergendo con evidenza nei territori un fenomeno di «sanitarizzazione» dell'educazione, a partire dai consultori familiari che progressivamente sono stati trasformati in presidi medici, tagliando fondi e figure professionali per quegli interventi che insistono sulle problematiche personali e relazionali, interventi di accompagnamento tante volte risolutivi e migliorativi per il singolo, per il nucleo familiare e per il territorio stesso in cui sono presenti;

   in particolare, risulta agli interroganti che le ASL, in forza di circolari regionali, spesso predispongano bandi per il reclutamento di personale nelle strutture sanitarie o di accoglienza, rivolti esclusivamente ad educatori sanitari appartenenti ad ordini di area medica, o sovente accorpino l'ambito educativo a professionalità come logopedisti o tecnici riabilitativi, di formazione prettamente sanitaria, oppure in alcuni casi inseriscano personale non qualificato, senza titoli, escludendo così una fetta importante di professioni educative come pedagogisti ed educatori professionali socio-pedagogici, da ambiti e ruoli caratterizzati da una marcata finalità educativa che solo gli stessi professionisti dell'educazione possono ricoprire;

   le professioni educative abilitano, cioè usano le potenzialità e la struttura della persona e delle risorse anche esterne, costruendo una progettualità educativa funzionale al cammino della persona per renderla «abile». L'educazione per sua natura è abilitativa e preventiva, interviene non solo nei processi della persona ma anche nel coordinamento e nel raccordo con le risorse esterne ad essa per creare un ambiente comunitario che porti agio alla persona e alle relazioni sociali attorno ad essa; la forma più efficace di prevenzione è l'educazione: si previene quando le persone sviluppano le proprie risorse e riescono così a gestire l'eventuale disagio esistenziale, a neutralizzare le cause soggettive della devianza ed a superare anche i condizionamenti esterni;

   valorizzare l'azione di educatori professionali socio-pedagogici e pedagogisti (anche attraverso la istituzione dell'ordine professionale e la costituzione degli albi degli educatori professionali socio-pedagogici e dei pedagogisti) già formati per legge da università statali e riconosciuti ai sensi della legge n. 205 del 2017, si traduce in un risparmio nel bilancio dello stato per il fatto che la qualità del servizio prestato da veri professionisti dell'educazione avrà una sicura ricaduta positiva e duratura sullo stato di salute fisica, mentale e qualità della vita dei cittadini tutti;

   promuovere l'ottica diffusa di una prevenzione primaria (o anche secondaria e terziaria) e della solidarietà ad opera di un approccio pedagogico-educativo nel territorio, significa anche sostenere le povertà educative e combattere l'emarginazione e la devianza giovanile, prevenendo la necessità di istituzionalizzazione dei minori ed il loro ingresso nel circuito penale –:

   se i Ministri interrogati non intendano procedere alla valorizzazione e alla tutela della figura dell'educatore professionale socio-pedagogico e di pedagogista risolvendo le problematiche di cui in premessa ed in che modo;

   se non intendano adottare iniziative per la istituzione dell'ordine professionale degli educatori socio-pedagogici e dei pedagogisti e la costituzione dei relativi albi professionali.
(5-00099)

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO e SARRACINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   la vertenza che riguarda 22 lavoratori ex Jabil a Marcianise (Caserta) che dovevano essere impiegati a tempo pieno ed indeterminato dalla società sarda Orefice generators ha assunto sviluppi preoccupanti;

   a quanto risulta, dal 25 maggio 2020, data di assunzione dei lavoratori da parte del gruppo Orefice, che produce gruppi elettrogeni, i dipendenti non hanno, in sostanza, mai lavorato;

   tutti i lavoratori interessati, infatti, sono stati unilateralmente posti prima in ferie e poi in cassa integrazione;

   tra promesse non mantenute, impegni presi in sedi istituzionali alla presenza delle massime autorità del Governo nazionale e regionale, e dopo aver incassato ingenti somme (80.000 euro a lavoratore) elargite dalla Jabil per incentivare l'uscita e la ricollocazione degli ex dipendenti, la società Orefice ha disposto il trasferimento di tutti i 23 lavoratori da Marcianise in Sardegna, con decorrenza dal 4 ottobre 2021, comunicando la chiusura del sito campano, in realtà mai effettivamente funzionante;

   la società ha abbandonato il capannone affittato a metà 2020 nell'area industriale di Pascarola, nel comune di Caivano a pochi chilometri da Marcianise, dove si era impegnato ad iniziare una produzione;

   questi lavoratori, che avevano con senso di responsabilità intrapreso la strada di affidarsi a un'azienda che aveva promesso loro investimenti e lavoro sul territorio, si sono ritrovati, da un giorno all'altro, trasferiti in un'altra regione e, non avendo accettato il trasferimento, licenziati per non essersi presentati al sito produttivo sardo alla data prestabilita;

   i lavoratori hanno fatto causa all'azienda Orefice, e il tribunale di Napoli Nord ha deciso prima l'annullamento dei trasferimenti e poi con sentenza emessa l'11 novembre 2022, la n. 5126/2022, ha dato pieno accoglimento all'istanza dei lavoratori, decretando che il licenziamento fosse illegittimo e meritevoli di reintegra; il tribunale ha, inoltre, evidenziato come l'operazione nei confronti dei lavoratori sia contornata da aspetti poco chiari;

   a oggi questi lavoratori, che sostengono famiglie monoreddito, stanno vivendo sulla loro pelle la precarietà e gli effetti del carovita e dovranno affrontare il prossimo Natale in Naspi;

   quanto accaduto non è accettabile perché sono stati lesi i diritti e la dignità dei lavoratori che ora rischiano di essere abbandonati in attesa di un progetto concreto di ricollocazione, quando le premesse e le promesse fatte in sede istituzionale erano diverse –:

   quali iniziative – per quanto di propria competenza – i Ministri interrogati stiano ponendo in atto per garantire la salvaguardia occupazionale dei lavoratori nella vertenza aziendale e se non ritengano necessario attuare tutte le iniziative volte a ricollocare i lavoratori in un progetto serio e definito, come era stato già loro prospettato nel momento del passaggio da Jabil a Orefice.
(4-00142)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   AMENDOLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in Basilicata si registra una evidente e grave criticità che riguarda il servizio sanitario pubblico che interessa in particolar modo il territorio della provincia di Matera;

   i presidi ospedalieri di Matera e Policoro così come gli ospedali distrettuali di Pisticci, Tricarico e Stigliano evidenziano una situazione di precarietà e destrutturazione organizzativa che sta mortificando il personale in servizio e rendendo difficile l'erogazione delle prestazioni per i cittadini;

   per quanto riguarda il personale in servizio sulla base di quanto riportato dalle organizzazioni sindacali di settore mancherebbero su una pianta organica complessiva di 2.600 addetti circa ben 714 unità lavorative afferenti a diversi profili professionali;

   ad aggravare la situazione vi è una condizione di precariato che incide in maniera rilevante sulle criticità di presa in carico dei bisogni dei cittadini;

   proprio in relazione alla carenza di organico l'ospedale di Matera risulta impossibilitato ad utilizzare buona parte delle sale operatorie presenti;

   questo accentua il fenomeno dei cosiddetti viaggi della speranza da parte di molti pazienti costretti ad emigrare per potersi curare;

   e anche in questo caso le difficoltà non mancano come, ad esempio, dimostra il caso della sospensione dei ricoveri da parte dell'ospedale «Miulli» di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari proprio perché non garantite più le risorse di rimborso da parte della regione;

   l'aumento delle liste di attesa quindi è una costante fuori controllo;

   questa condizione accentua le diseguaglianze e lede per i cittadini interessati il diritto alla salute costituzionalmente garantito;

   difficoltà si riscontrano anche per quel che riguarda la presenza dei medici di base con molti comuni scoperti di presidio;

   le organizzazioni sindacali di categoria e territoriali da tempo denunciano questo stato di estrema difficoltà e hanno dato vita ad importanti e partecipate manifestazioni di protesta cui non sono seguite risposte da parte delle istituzioni regionali –:

   quali iniziative nell'ambito delle proprie competenze, in considerazione di quanto esposto in premessa, intenda assumere il Ministro interrogato al fine di garantire per i cittadini lucani ed in particolar modo della provincia di Matera il pieno rispetto del diritto alla salute ponendo rimedio a questo stato di inerzia che non rende fruibili prestazioni e cure.
(5-00100)

Apposizione di firme ad una mozione.

  La mozione Quartapelle Procopio e altri n. 1-00033, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 novembre 2022, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Roggiani, Pastorella, Marino, Gruppioni, Forattini, Boldrini, Tabacci, Serracchiani.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Ghirra n. 5-00070 del 25 novembre 2022.