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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 4 marzo 2024

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CALOVINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Senegal sta attraversando una profonda crisi di legittimità interna;

   il Senegal è stato a lungo percepito come un esempio positivo di democrazia stabile all'interno della regione e la crisi fa temere un ritorno ai giorni difficili del marzo 2021 e del giugno 2023, quando i disordini causarono decine di morti e centinaia di arresti;

   numerosi sono i legami tra il Senegal e l'Italia che inoltre ospita una cospicua minoranza ben integrata di persone provenienti da tale Paese –:

   quali iniziative politiche bilaterali e in ambito internazionale abbia adottato, o intenda adottare, il Governo italiano, di concerto con gli Alleati e le principali organizzazioni internazionali e regionali, per tutelare gli interessi nazionali e per contribuire alla stabilizzazione del Senegal.
(5-02101)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta scritta:


   BENZONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'agevolazione fiscale per gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici (cosiddetto «ecobonus») introdotta dalla legge n. 297 del 2006 e attualmente disciplinata dall'articolo 14 del decreto-legge n. 63 del 2013, sarà in vigore sino al 31 dicembre 2024;

   per la maggior parte degli interventi, e soprattutto per quelli finalizzati alla sostituzione dell'impianto di climatizzazione invernale, l'attuale detrazione dall'Irpef o dall'Ires, pari al 65 per cento, è riconosciuta nella medesima aliquota per qualunque tipologia di intervento, a prescindere dai benefìci energetici da questo generati (in termini di energia primaria fossile risparmiata) e in un importo massimo per unità abitativa che prescinde dal valore dell'investimento;

   le pompe di calore, tecnologie capaci di generare energia termica prevalentemente da fonti rinnovabili e che rispetto alle caldaie (anche a condensazione) garantiscono un risparmio di energia primaria fossile superiore al 40 per cento godono sostanzialmente della medesima aliquota incentivante delle caldaie a condensazione le quali, pur garantendo anch'esse un risparmio di energia primaria rispetto alle caldaie tradizionali a gas (15 per cento), producono calore tramite combustibili fossili e non garantiscono il medesimo tasso di efficienza energetica, né conseguono livelli comparabili di decarbonizzazione e utilizzo di rinnovabili termiche;

   secondo quanto indicato nel Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (Pnieg), entro il 2030 il settore civile (pubblico e privato) dovrà inevitabilmente contribuire al processo di transizione energetica nazionale al fine di raggiungere gli sfidanti obiettivi di efficienza energetica derivanti dal pacchetto di proposte europee denominato «Fit for 55» e dal RePowerEu;

   l'effettivo raggiungimento di menzionati obiettivi dipenderà fortemente dalla riforma dell'attuale quadro normativo di riferimento per l'incentivazione degli interventi di efficienza energetica degli edifici che il Governo dovrà predisporre entro il 31 dicembre 2024; provvedimento annunciato dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin durante la sua audizione a ottobre 2023 nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia;

   in questo processo di riforma è fondamentale che il Governo adotti un approccio finalizzato, da un lato, a promuovere maggiormente la realizzazione di interventi che concretamente garantiscano alti livelli di efficienza energetica e che contribuiscano fattivamente alla decarbonizzazione dei consumi nel settore civile, come quelli per l'istallazione di pompe di calore e, dall'altro lato, a rendere più efficace la spesa pubblica in materia –:

   se ritengano di adottare iniziative, per quanto di competenza, ai fini dell'implementazione di un nuovo quadro normativo per l'incentivazione degli interventi di riqualificazione energetica valutando la previsione di aliquote diverse in funzione della riduzione di energia primaria fossile dell'edificio conseguita a seguito dell'intervento di riqualificazione e, soprattutto, una soglia minima di efficienza energetica da conseguire ai fini dell'accesso alle future agevolazioni fiscali.
(4-02434)


   ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel corso degli ultimi anni, si è osservata in Italia una crescita nel ricorso alla pratica della cremazione. Sebbene il ricorso a questa pratica sia spesso dovuto alla necessità di fare fronte alla carenza di spazi nei cimiteri, l'utilizzo di forni crematori rappresenta comunque una sorgente di emissioni inquinanti in atmosfera;

   la realizzazione di forni crematori è regolamentata in Italia dal decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990 e dalla legge n. 130 del 30 marzo 2001. L'articolo 78 del decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990 prevede infatti che i crematori debbano essere costruiti entro i recinti dei cimiteri e che siano soggetti alla vigilanza del sindaco del comune in cui si trovano, mentre l'articolo 6 della legge 30 marzo 2001 n. 130 prevede invece che le regioni elaborino dei piani regionali, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, per la realizzazione dei crematori da parte dei comuni, tenendo conto della popolazione residente, dell'indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale;

   a quanto consta all'interrogante, non esistono ad oggi particolari disposizioni circa la distanza di tali impianti di cremazione dai centri abitati, se non quella dell'articolo 338 del regio decreto n. 1265 del 1934 che, malgrado la modifica introdotta dall'articolo 4 dalla legge 30 marzo 2001 n. 130, circa i cimiteri di urne, prevede la distanza minima di 200 metri dai centri abitati per i cimiteri;

   l'articolo 8 della legge 30 marzo 2001 n. 130 prevede che, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, con decreto del Ministro della salute siano definite «le norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione»;

   il decreto di cui al citato articolo 8 della legge n. 130 del 2001 non risulta essere stato mai emanato;

   le emissioni dagli impianti di cremazione possono includere macroinquinanti quali polveri, ossidi di carbonio, azoto e zolfo e metalli pesanti tra cui il mercurio;

   in assenza del citato decreto di cui all'articolo 8 della legge 30 marzo 2001 n. 130, così come nei casi in cui le regioni non abbiano ottemperato a quanto previsto dall'articolo 6 della medesima legge, si assiste ad una proliferazione di richieste di autorizzazione per impianti di cremazione in contesti nei quali non è prevista alcuna forma di pianificazione circa i fabbisogni impiantistici –:

   quali iniziative di competenza siano state intraprese per ottemperare a quanto previsto dall'articolo 8 della legge 30 marzo 2001 n. 130 circa le norme tecniche per la realizzazione di forni crematori;

   quale sia lo stato di attuazione dell'articolo 6 della legge 30 marzo 2001 n. 130;

   se sia prevista la definizione delle migliori tecnologie disponibili e di standard qualitativi in relazione agli obiettivi di qualità dell'aria ambiente.
(4-02438)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   la società Eur spa gestisce un patrimonio pubblico immobiliare, congressuale, ambientale, culturale, monumentale di valore storico rilevante per Roma e per tutto il Paese; è una società pubblica, per il 90 per cento del Ministero dell'economia e delle finanze e per il 10 per cento di Roma Capitale che, oltre a gestire le parti immobiliari, è tenuta a mantenere la gestione dei parchi, del laghetto e di altre aree edificabili e non; è la legge istitutiva che assegna anche una vocazione sociale, sportiva e culturale che non possono essere monetizzate a costo di mercato. L'attuale governance della società avrebbe assunto una serie di azioni che hanno portato quasi a triplicare le richieste di affitto di locali storici del quartiere abbondantemente oltre quanto previsto dai valori Omi (Agenzia delle entrate) della zona e pretende di richiedere affitti onerosi anche per eventi culturali sociali e sportivi all'aperto. Ad oggi l'aumento dei canoni post-Covid è arrivato anche al 200 per cento e la società, che durante la pandemia era riuscita a salvaguardare piccoli e medi imprenditori, oggi si ritrova molti contenziosi perché gli stessi non riescono a pagare gli importi così elevati di locazione (100 immobili locati circa e 11 ad enti pubblici) e altri vuoti e non locati;

   l'amministratrice delegata in varie interviste si è autoproclamata super manager, ma di fatto, a parere dell'interpellante, immobilizza l'Azienda: agli stessi conduttori erano stati garantiti degli interventi sul patrimonio e concordate delle tempistiche di esecuzione, ma gli impegni presi non sono stati mantenuti con conseguente avvio di molti contenziosi;

   a quanto consta all'interpellante, i contratti di manutenzione del sistema congressuale (Roma Convention Center, la Nuvola e palazzo dei Congressi) e dei palazzi storici sono in scadenza e le gare non sono state espletate nei tempi giusti; pertanto, la mancanza di erogazione dei servizi causerà la necessità di proroghe dei contratti esistenti e varianti, tutti gli appalti sono stati sospesi «informalmente» dalla stessa amministratrice delegata a causa dell'avvio delle procedure di auditing aperte contemporaneamente su tutti gli appalti sia conclusi che in essere. Di rimando, i lavori iniziati non si potranno concludere come previsto, arrecando, a giudizio dell'interpellante, un danno patrimoniale senza precedenti. Inoltre, a tutto questo occorre aggiungere il danno di immagine dovuto ad un fermo delle attività con lavori parzialmente eseguiti con ripercussioni a livello urbanistico sull'estetica di piazze e strade simbolo del quartiere. È importante ricordare che tutti i lavori avviati e programmati sono finanziati con una parte dei fondi di aumento di capitale di 93 milioni deliberato dagli azionisti MEF e da Roma Capitale;

   anche all'interno dell'azienda i lavoratori lamentano, a livello sindacale, l'adozione, da parte dell'azienda, di decisioni unilaterali riguardanti i diritti dei lavoratori: da dicembre 2023 ad oggi sarebbero stati avviati una serie di provvedimenti disciplinari immotivati e legati all'attuazione di provvedimenti disposti e definiti da parte della governance di Eur spa;

   gli stessi sindacati hanno già da novembre 2023 proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori/lavoratrici di Eur spa a causa della scarsa considerazione da parte dell'Azienda dei suoi lavoratori ai quali viene anche negato il premio di produzione previsto dal CCNL per l'anno 2023;

   altra anomalia denunciata dalle organizzazioni sindacali, è che viene assunto personale dipendenti con inquadramenti nella fascia «alta», selezionato per ricoprire ruoli di responsabilità mortificando le professionalità interne;

   i prestigiosi «palazzi congressuali» (palazzo dei Congressi e Nuvola) vengono sottoutilizzati facendo perdere molte risorse alla società (non raggiungono insieme le 100 giornate di occupazione);

   le parti di quartiere in carico ad Eur spa sono in pieno degrado (parchi, laghetto, ex velodromo) e non si riesce ad affittare neppure l'ex ristorante «Picar» presso il Luneur;

   sugli impianti sportivi delle Tre Fontane rimane il contenzioso tra Eur spa e Roma Capitale e così non si possono finire i lavori per l'impianto del Comitato paralimpico (CIP);

   l'interpellante ha già presentato interrogazione il 30 dicembre 2022, a cui non è stata data risposta, sulla gestione di Eur spa e in particolare della sua amministratrice delegata –:

   se intendano adottare iniziative di competenza volte a verificare con attenzione quanto esposto e intervenire, in qualità di principale azionista, per riportare ad una corretta gestione una società così importante che gestisce patrimonio pubblico e anche rilevanti funzioni sociali, per non trovare in futuro spiacevoli sorprese.
(2-00339) «Ciocchetti».

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLDRINI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la casa circondariale di Arezzo, costruita nel 1935, è ubicata nel centro della città e questo, se da un lato favorisce il contatto con le realtà sociali del territorio, dall'altro comporta che la struttura, di dimensioni necessariamente contenute, non sia dotata di spazi sufficienti per svolgere attività all'area aperta;

   la direzione del carcere, insieme a tutto il personale, alla polizia penitenziaria, alle tante volontarie e ai tanti volontari, produce uno sforzo notevole per offrire alle persone detenute i servizi e l'assistenza necessari;

   ci sono tuttavia problemi di carenza di personale effettivamente impegnato nelle attività dell'istituto e soprattutto carenza di spazi determinata dal fatto che un'intera ala del carcere è totalmente chiusa, lasciando inutilizzabili 80 posti su 120, per lavori di ristrutturazione iniziati nel 2010 e non ancora conclusi a causa di lungaggini e intralci burocratici;

   tutto questo accade mentre crescono i segnali del forte disagio che vive la popolazione detenuta nel nostro Paese, con 20 suicidi dall'inizio dell'anno, e mentre c'è chi, nel Governo, per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento, propone di costruire nuove carceri, quando invece, come dimostra anche il caso di Arezzo, ristrutturare celermente l'esistente darebbe risposte in grado di alleviare il problema –:

   quali iniziative intenda assumere per determinare la conclusione dei lavori di ristrutturazione in corso da oltre 14 anni e l'utilizzo dell'intera struttura della casa circondariale di Arezzo, al fine di garantire sia una sistemazione adeguata e dignitosa per i detenuti, sia gli spazi necessari all'organizzazione e allo sviluppo delle attività trattamentali.
(5-02099)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   STEFANAZZI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in data 28 febbraio 2024, secondo quanto appreso da notizie di stampa, uno sportello automatico di Poste italiane è stato fatto esplodere nella frazione di Casalini a Cisternino, in provincia di Brindisi, causandone l'inutilizzabilità sino al completamento dei lavori di ripristino della funzionalità dello stesso;

   la frazione suddetta dista circa 13 chilometri dal centro di Cisternino, dove ha sede l'ufficio postale più vicino;

   in seguito a tale fatto, il sindaco di Cisternino ha richiesto a Poste italiane, tramite una lettera, di prevedere l'installazione di un container sostitutivo al fine di creare il minor disagio possibile all'utenza della stessa frazione, con particolare riferimento alla popolazione più anziana, che sarebbe altrimenti costretta a spostarsi presso altro ufficio postale distante alcuni chilometri;

   l'ufficio postale resta, soprattutto per i cittadini più anziani, un presidio fondamentale se non l'unico possibile, per l'assolvimento di numerose incombenze quotidiane –:

   se intendano, per quanto di competenza, intraprendere le opportune iniziative affinché Poste italiane provveda con la dovuta tempestività a garantire che gli abitanti della frazione di Casalini a Cisternino, con particolare riguardo per la popolazione anziana, possano avere agevole accesso a un ufficio postale nelle immediate vicinanze.
(4-02437)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   a seguito del concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura di otto posti di dirigente tecnico di seconda fascia a tempo indeterminato da inquadrare nei ruoli del Ministero, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – IV Serie Speciale – Concorsi ed esami n. 27 del 5 aprile 2022, con graduatoria approvata con decreto direttoriale n. 243 del 25 maggio 2023 risultavano 22 candidati idonei;

   il suddetto bando di concorso è stato indetto per le esigenze in materia di dighe e di infrastrutture idriche; ad avviso dell'interpellante, tale finalità tuttavia non ha costituito ragione di differenziazione delle modalità e delle materie delle prove selettive, che sono state quelle generali dei settori di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, oltre a quelle specifiche. Il concorso è stato aperto a tutte le professionalità dell'ingegneria civile, edile, dei trasporti e dell'ambiente, e la graduatoria si è caratterizzata per diversità e versatilità delle singole competenze di provenienza dei 22 idonei;

   il concorso si è svolto in osservanza alle linee guida 2022 del Dipartimento funzione pubblica, prevedendo materie d'esame tipiche delle procedure concorsuali per la dirigenza tecnica e amministrativa nonché la valutazione delle cosiddette soft skills e di competenze tecnico-amministrative di settore;

   a quanto consta all'interpellante, tutti i professionisti risultati idonei si distinguono per formazione, professionalità ed esperienze lavorative eterogenee nell'ambito della pubblica amministrazione;

   secondo quanto disposto dal decreto legislativo n. 165 del 2001 il ruolo dirigenziale è unico, principio peraltro già applicato in modo estensivo dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti mediante il conferimento di incarichi dirigenziali ad un ampio ventaglio di professionalità; pertanto una paventata aleatoria settorializzazione che si volesse attribuire al concorso succitato non sarebbe plausibile;

   sarebbe contraddittorio se si opponesse che il concorso è stato bandito per le esigenze in materia di dighe e infrastrutture idriche, e dunque che i 22 idonei sarebbero caratterizzati da una professionalità non utilizzabile negli altri ambiti di competenza ministeriale poiché allora, agli stessi dirigenti vincitori del concorso, alla fine dell'attuale incarico triennale o sessennale, dovrebbe opporsi tale medesima preclusione, ossia l'impossibilità/divieto di una rotazione di incarico – invece prevista e doverosa – all'interno di tutto il Ministero, ritenendoli dirigenti settoriali;

   altrettanto errata e illegittima sarebbe la motivazione laddove si opponesse che la «norma taglia idonei» (decreto-legge n. 44 del 2023) consentirebbe uno scorrimento solo del 20 per cento del totale degli idonei (n. 22), poiché la norma non è retroattiva ed è entrata in vigore successivamente all'indizione del suddetto bando;

   la procedura ha consentito di acquisire i 22 ingegneri di alta specializzazione tecnica, certamente necessari a tutto il Dicastero per il ruolo della dirigenza, visto che numerosi interpelli per l'attribuzione dei relativi incarichi riservati al personale dirigenziale in servizio sono già risultati ripetutamente privi di candidature. Dunque, ancor più grave e immotivato sarebbe se l'alta specializzazione fosse ritenuta un ostacolo al ruolo;

   l'espletamento del succitato concorso ha comportato un significativo investimento in termini di risorse pubbliche, rendendo immediatamente disponibili i profili professionali che risultano ad oggi necessari all'amministrazione;

   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ad oggi, è già autorizzato ad assumere 22 più 35 dirigenti di seconda fascia, per un totale di 57 unita, come previsto dalla legge n. 44 del 2023 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 luglio del 2022;

   con riferimento al PIAO 2023-2025, allegato 9, si riscontrano 107 dirigenti di II fascia nei ruoli e 134 dirigenti di II fascia effettivamente in servizio, evidenziando dunque una carenza superiore alle già rilasciate autorizzazioni ad assumere;

   a quanto consta all'interrogante, successivamente alla pubblicazione della graduatoria il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato tre interpelli per posizioni dirigenziali di seconda fascia, da cui emergerà una significativa vacanza nei ruoli tecnici;

   attualmente il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti rientra tra le amministrazioni con la minore capacità di spesa (solo 3,3 per cento nel 2023) per l'attuazione degli obiettivi del Piano nazionale ripresa e resilienza. Si evidenzia che il succitato concorso veniva bandito anche in osservanza del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, relativo a misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni;

   consta all'interpellante che alcuni provveditorati e direzioni generali del Dicastero abbiano manifestato il proprio interesse ad attingere alle professionalità della graduatoria, per coprire le posizioni tecniche vacanti nelle proprie strutture, rispettare gli obiettivi stringenti del Piano nazionale ripresa e resilienza e garantire la necessaria rotazione delle posizioni dirigenziali come disposto dalla, legge 190 del 2012;

   considerato il generale favor che l'ordinamento riserva all'utilizzazione di graduatorie di idonei rispetto ad eventuali ulteriori procedure concorsuali;

   considerato, quindi, irragionevole, immotivato ed inopportuno, da parte del Ministero, perpetuare il ricorso a costanti procedure di mobilità e di affidamento di incarichi a figure esterne con competenze spesso estranee all'amministrazione, a detrimento delle strutture cedenti ed in contraddizione con quanto disposto dal già citato decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, in vigenza della disponibilità di una propria graduatoria –:

   alla luce di quanto esposto in premessa quali iniziative, anche di carattere normativo, il Ministro interpellato intenda porre in essere al fine di provvedere nell'immediato allo scorrimento fino ad esaurimento della graduatoria in oggetto, a reciproco beneficio delle parti.
(2-00340) «Rubano».

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   come deciso inizialmente da Trenitalia, a partire dal mese di marzo a bordo dei treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca si può trasportare gratuitamente una bicicletta (purché smontata e/o pieghevole) o un monopattino elettrico, nei limiti di un dispositivo a passeggero e a condizione che sia opportunamente chiuso, spento e riposto nell'apposita sacca, le cui dimensioni non siano superiori a centimetri 80x110x45;

   inoltre, la bicicletta o il monopattino elettrico devono essere collocati esclusivamente negli appositi spazi dedicati ai bagagli e non è consentito riporre la sacca contenente, il dispositivo in prossimità delle porte di accesso al treno, nei vestiboli e nei corridoi di transito;

   in caso di inadempienza delle disposizioni previste, si deve scendere dal treno alla prima stazione e pagare una penalità di 50 euro;

   queste disposizioni, se attuate, oltre a disincentivare la mobilità intermodale, sono di difficile applicazione, considerato che i vagoni di 2a classe sono del tutto sprovvisti di bagagliai che possano ospitare i suddetti mezzi: non appare chiaro quindi se la nuova normativa intenda configurarsi o meno come un divieto assoluto;

   inoltre, i limitati spazi dedicati ai bagagli siti nella 1a classe rischiano di essere insufficienti e poco pratici per ospitare le bici di un intero treno, con conseguenti enormi disagi ai viaggiatori che rischierebbero di salire su un treno privo di posto nel bagagliaio ed incorrere quindi nella sanzione di 50 euro e dover peraltro abbandonare il treno alla prima stazione utile, oppure di non poter salire pur avendo magari già acquistato il biglietto;

   a parere dell'interrogante, per un pendolare che usa la bici pieghevole più volte al giorno, l'obbligo di utilizzo della sacca appare punitiva e disincentivante;

   la citata regolamentazione sembra porsi in contrasto anche con il regolamento europeo 2021/782 che in più punti stimola e obbliga le società nazionali di trasporto ad agevolare l'uso delle bici;

   fortunatamente l'applicazione della suddetta regolamentazione, nei giorni scorsi, seppur momentaneamente, è stata sospesa da Trenitalia;

   la società Italo sta, invece, in modo logico e lungimirante, portando avanti una politica differente, grazie all'acquisto di treni con spazi adeguati per bici, monopattini, passeggini e carrozzine –:

   se non ritenga di dover adottare le iniziative di competenza affinché sia rivista profondamente la regolamentazione di Trenitalia prima della sua entrata in vigore, anche in considerazione del fatto che tale disciplina contrasta fortemente con la necessità di favorire l'intermodalità e va in controtendenza rispetto alla necessaria incentivazione della mobilità dolce.
(5-02102)


   CASU, BARBAGALLO, BAKKALI, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 1° marzo 2024 sarebbe dovuto entrare in vigore il nuovo regolamento di Trenitalia per il trasporto di biciclette pieghevoli, e di bagagli, fissando il limite per questi ultimi in un massimo di due a persona, sui treni Frecciarossa, Frecciabianca, Fiecciargento;

   certamente, è fondamentale garantire la sicurezza e regole precise per il trasporto sempre ordinato dei bagagli sui treni, ma le nuove disposizioni avrebbero causato un ingiustificato aggravio di costi per i viaggiatori che già oggi devono sopportare frequenti disservizi ed inefficienze, oltre a rendere più complessa la scelta dell'intermodalità nei trasporti pubblici locali, essenziale, invece, per lo shift modale sostenibile, favorendo l'uso integrato tra mezzi di trasporti diversi, anche nell'ottica di una transizione ecologica realmente giusta;

   questa decisione ha causato immediatamente vibranti proteste da parte di tutti i soggetti politici e sociali preoccupati per l'impatto che le nuove norme avrebbero potuto avere nella vita quotidiana delle persone e per l'assoluta mancanza di comunicazione circa le modalità di applicazione che hanno correttamente portato alla sospensione da parte di Trenitalia del citato regolamento;

   non sono state fornite motivazioni sia per la decisione di emanare il regolamento sia per quella di sospenderne repentinamente l'applicazione. In un comunicato, infatti, Trenitalia si limitava ad informare che la sospensione avveniva «alla luce di alcune richieste, anche da parte di associazioni dei consumatori» –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, possa fornire le motivazioni che avevano portato, prima, all'emanazione delle nuove regole, e poi alla decisione di sospenderne l'introduzione e se possa rassicurare l'utenza circa il fatto che tale sospensione sia definitiva, evitando l'aumento di ulteriori costi ed aggravi per i passeggeri.
(5-02103)


   PASTORELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il MaaS (Mobility as a Service) è un nuovo paradigma di mobilità che prevede l'integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblico e privato, accessibili all'utente finale attraverso un unico canale digitale. Questi servizi operano attraverso «piattaforme digitali di intermediazione» che abilitano diverse funzionalità – quali informazione, programmazione e prenotazione di viaggi, pagamento unificato dei servizi, operazioni post-viaggio – capaci di rispondere in modo personalizzato a tutte le esigenze di mobilità;

   il MaaS rientra nell'investimento 1.4.6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), della cui dotazione sono stati investiti 40 milioni di euro per lanciare il bando «Mobility as a Service for Italy»;

   MaaS4Italy consiste in tre fasi principali: la prima fase finanzia la sperimentazione in città metropolitane tecnologicamente avanzate, definite città «pilota». Con il primo avviso pubblico sono state individuate Milano, Napoli e Roma. La seconda fase ha esteso l'iniziativa ad altre tre città metropolitane, individuate con il secondo avviso, a cui sono destinate risorse del Fondo complementare del PNRR: Bari, Firenze e Torino. La terza fase del progetto prevede una successiva selezione di sette territori, secondo un approccio multi-territoriale, in grado di assicurare la continuità dell'esperienza di viaggio tra città, territori e regioni diverse. I 7 territori selezionati sono la provincia autonoma di Bolzano e le regioni Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Piemonte, Puglia e Veneto;

   nel 2023 si è sviluppata la prima fase del progetto nelle città leader, dove sono stati coinvolti i Maas operators, sono state avviate le sperimentazioni e sono stati redatti i primi documenti di impatto. Nel corso del 2024 è prevista l'attivazione della fase operativa per le prime tre città pilota. Entro giugno 2024, le città aggiudicatarie delle risorse stanziate dal Fondo complementare PNRR, dovranno predisporre il documento di valutazione degli impatti. I successivi sette territori selezionati dovranno invece realizzare i progetti di sperimentazione ed elaborare il rapporto unico finale entro il primo trimestre del 2025 –:

   quali siano i risultati ottenuti finora dal progetto Mobility as a Service for Italy e quali siano i prossimi passaggi evolutivi.
(5-02104)


   IARIA, TRAVERSI, CANTONE e FEDE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i centri logistici hanno acquisito sempre più rilevanza nella catena di approviggionamento delle merci. La trasformazione che ha interessato la logistica negli ultimi anni ha portato alla creazione di grandi piattaforme logistiche ubicate vicino alle grandi città, in cui diversi operatori logistici creano delle sinergie per ottenere una migliore produttività;

   nel 2022 è stato approvato in Senato un emendamento del Movimento 5 Stelle al cosiddetto decreto-legge aiuti bis, decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115, volto a dare la possibilità, da parte del commissario straordinario di «Alessandria smistamento», di realizzare un Masterplan per l'hub intermodale di Alessandria. Tale opera potrà sviluppare l'intera area in termini economici e sociali, rigenerando e sviluppando il contesto urbano e ambientale;

   si tratta di un'opera che permetterebbe di rendere il territorio uno dei nodi ferroviari di estrema importanza nei traffici merci nazionali e internazionali; diventerebbe un crocevia fondamentale per tutti i flussi commerciali che attualmente sovraccaricano i centri di stoccaggio dei porti liguri (producendo disagi e inefficienze) e che vengono spostati nell'entroterra su gomma (producendo inquinamento e traffico). Inoltre, garantirebbe nuove prospettive di sviluppo economico e sociale di tutta l'area, alla pari dei retroporti europei;

   il 20 marzo 2023, grazie al costante lavoro svolto dalla senatrice Matrisciano, fatto in sede conversione in legge del provvedimento succitato, è stato dunque siglato un protocollo per il masterplan dell'hub logistico di Alessandria;

   l'investimento relativo allo sviluppo è stato valutato in 300 milioni di euro in totale –:

   se il Governo intenda proseguire nel solco di quanto già fatto nella scorsa legislatura per il territorio di Alessandria, con particolare riguardo ai tempi e alle modalità relative al reperimento delle risorse necessarie per l'attuazione del progetto dell'hub intermodale di Alessandria.
(5-02105)

Interrogazioni a risposta scritta:


   TRAVERSI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la strada statale n. 647 «fondo valle del Biferno» è oggetto di una serie di interventi previsti all'interno del contratto di programma di Anas, di cui alla delibera Cipe n. 65 del 7 agosto 2017, approvativa dello schema di contratto di programma 2016-2020 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Anas SpA;

   l'intervento è articolato in due parti aventi ad oggetto l'adeguamento, messa in sicurezza e manutenzione straordinaria dei viadotti Molise 1 e Molise 2, e, più in particolare, sull'invaso del Liscione lungo la strada statale 647, nonché la variante dell'invaso del Liscione consistente nella realizzazione di un percorso alternativo al viadotto Molise I, al fine di consentire un alleggerimento del flusso veicolare sulla strada statale 647;

   il 21 dicembre 2017 è stato sottoscritto il contratto di programma 2016-2020 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Anas, divenuto efficace con decreto interministeriale n. 588 del 27 dicembre 2017, prevedendo un costo di oltre 72.000.000,00 euro;

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 aprile 2021 l'ingegnere Vincenzo Marzi, dirigente di Anas SpA, è nominato, ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 grugno 2019, n. 55, commissario straordinario dell'intervento «SS 647 Fondovalle del Biferno»;

   i lavori di messa in sicurezza del terzo lotto del viadotto Molise Uno – all'altezza di Guardialfiera – sono fermi da quasi due anni;

   come documentato da una inchiesta della Tgr Molise, il materiale da usare per l'intervento è accatastato, da molto tempo, sotto i piloni esposto alle intemperie e conseguentemente e irrimediabilmente arrugginito;

   è notizia degli scorsi giorni che i materiali del cantiere e alcuni mezzi meccanici sono stati oggetto di furto;

   inoltre, i lavoratori di Sostenia Srl, sono in stato di agitazione a causa del mancato pagamento degli stipendi, con evidenti conseguenze sul proseguimento e completamento delle opere;

   gli operai della ditta incaricata di fare i giunti e di mettere in sicurezza il tratto dell'unica strada di collegamento tra la costa e il capoluogo Campobasso per oltre un anno si sono trovati nell'impossibilità di lavorare;

   a causa dell'immobilismo dei cantieri, i tempi di percorrenza sono lunghissimi per i semafori presenti sul percorso Campobasso-Termoli, conseguentemente chi percorre abitualmente l'arteria è soggetto a notevoli disagi che si aggraveranno esponenzialmente in vista della stagione primaverile ed estiva con l'aumento dell'utenza del tratto in questione;

   i ritardi nella prosecuzione e realizzazione degli interventi pregiudicano il tessuto economico della regione soprattutto per il comparto turistico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per assicurare la regolarità e l'ultimazione dei lavori e sul viadotto Liscione.
(4-02431)


   BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la strada statale 340 è l'arteria che collega geograficamente Como a Porlezza, costeggiando il lago di Como fino a Menaggio e che, nella tratta compresa tra Como e Menaggio, è comunemente identificata con il nome «Regina» per la sua centralità e il suo ruolo fondamentale nel collegare tutti i centri abitati sul lago con Como;

   il tratto tra i comuni di Argegno e Griante presenta una configurazione caratterizzata da numerosi centri abitati, strettoie e vicoli, rendendo particolarmente difficoltosa la circolazione stradale, soprattutto durante la stagione turistica. Per questo motivo, si è concretizzata la necessità di realizzare una strada alternativa in grado di collegare le varie località tramite ponti e gallerie, al fine di migliorare la viabilità della zona;

   i tempi di realizzazione dell'opera, inizialmente pianificati entro il 2026, hanno subito ritardi a causa della presenza di contaminanti nel terreno, come arsenico e idrocarburi, con conseguente slittamento dei lavori e fissazione di una nuova data di completamento al 10 aprile 2028;

   i ritardi hanno caratterizzato anche la galleria di svincolo di Colonno: programmata per essere inaugurata nell'estate del 2023, in realtà non è stata ancora completata;

   la situazione descritta comporta significativi problemi di viabilità: oltre al traffico ordinario, si registra un notevole transito di mezzi pesanti che congestiona la strada, causando disagi per residenti, turisti e operatori economici della zona. La situazione impatta anche sul passaggio delle ambulanze, costrette a utilizzare la strada per raggiungere i Pronto Soccorso di Menaggio e Como –:

   se ritenga che i lavori verranno certamente completati entro il 10 aprile 2028;

   quali iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, al fine di facilitare lo smaltimento del traffico, prevedendo ad esempio strategie di gestione del traffico, con particolare riferimento al passaggio dei mezzi pesanti.
(4-02440)


   BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la strada regionale 348, conosciuta anche come strada regionale Feltrina – che collega le città di Feltre (Belluno) e Treviso – è un'arteria di assoluta importanza per collegare i due territori provinciali, ma è anche una delle strade maggiormente pericolose per gli utenti, tanto da essere classificata come una delle strade a più alta incidentalità del Veneto;

   la strada regionale 348 interseca, inoltre, la Superstrada Pedemontana Veneta, essendo a servizio della stessa;

   la strada regionale 348 – collegata alla strada statale 47 «della Valsugana» tramite la strada statale 50 e 51 bis «del Grappa» e «del Passo Rolle» – è diventata de facto «corridoio» internazionale per il traffico pesante che dai Balcani e dal Friuli è diretto al Brennero, in quanto permette un risparmio sia di chilometri percorsi che di pedaggi rispetto al passaggio per il Quadrante Europa di Verona;

   è evidente come la strada regionale 348 sia per molti tratti rimasta tale e quale come era negli anni '50, e quindi insufficiente per reggere il traffico odierno;

   nella Valle del Piave fra le località di Anzù (comune di Feltre) e Fener (già Alano di Piave, oggi Setteville), a questa situazione si aggiunge una totale criticità dovuta all'assenza di banchine laterali, il pericolo di cadute di grossi massi – come avvenuto sia negli anni scorsi, e in ultimo in data 11 febbraio 2024 – e il rischio di colate di detriti che bloccano il traffico nei frequenti casi di piogge abbondanti;

   attualmente la strada statale 47 «della Valsugana» è interrotta nel tratto vicentino fra Valbrenta e Bassano del Grappa a seguito della caduta di un gigantesco masso, con relativa deviazione di tutto il traffico dal Veneto Centrale verso Trento proprio sulla strada regionale 348;

   si è appreso dalle dichiarazioni a mezzo stampa (Il Gazzettino – 12 febbraio 2024) dell'ex deputato onorevole Dario Bond, secondo il quale nella precedente legislatura sarebbero stati individuati e messi a disposizione, presso la struttura tecnica di missione del Ministero, dei fondi per intervenire nei tratti più critici e pericolosi della strada regionale 348 –:

   se i fondi citati siano effettivamente disponibili e a quale progetto siano collegati, dato che lo stesso cita la galleria del Comelico;

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere con la massima priorità, alla luce di quanto segnalato in premessa, per la messa in sicurezza della strada regionale 348 Feltrina.
(4-02441)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   i centri di permanenza per i rimpatri (CPR), normati dall'articolo 14, comma 1, del decreto legislativo n. 286 del 1998, che hanno sostituito i centri di identificazione ed espulsione a partire dalla modifica intercorsa con la cosiddetta legge Minniti-Orlando, sono da molti anni al centro dell'attenzione di gruppi che si occupano dei diritti delle persone migranti per le condizioni disumane che caratterizzano questi luoghi e per i quali il nostro Paese è stato condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per violazione dell'articolo 3 della Convenzione;

   in una precedente interrogazione (n. 3-00344 presentata il 20 aprile 2023), l'interrogante aveva posto all'attenzione del Ministero la preoccupante situazione di abuso nell'uso di psicofarmaci in queste strutture apparentemente al di fuori di qualsiasi coerente piano terapeutico;

   nei primi mesi del 2024 i CPR sono tornati agli onori delle cronache a causa di diversi eventi tragici, l'ultimo dei quali il suicidio, pochi giorni dopo il suo arrivo, di Ousmane Sylla, 22 enne della Guinea ospitato presso la struttura di Ponte Galeria a Roma, che ha portato nuovamente all'attenzione dell'opinione pubblica le condizioni disumane in cui vivono le persone migranti ivi recluse;

   la struttura romana è gestita dall'inizio del 2022 dalla società Ors Italia s.r.l. (Organisation for Refugees Services), branca italiana della multinazionale svizzera Ors Service Ag. che gestisce più di 100 CPR in diversi Paesi europei;

   la società Ors Italia s.r.l. ha visto aggiudicarsi la gara di appalto tramite procedura aperta attraverso l'applicazione del criterio dell'offerta più vantaggiosa (o del così detto massimo ribasso rispetto alla base d'asta individuata dal Ministero per la gestione del centro), ai sensi degli articoli 60 e 95 del decreto legislativo 50 del 2016;

   il contratto di gestione, valido dal 31 gennaio 2022, ha previsto che l'azienda spenda 39,26 euro al giorno per ogni ospite del centro, per un ammontare annuo di 1,79 milioni di euro, equivalente ad un ribasso dell'8 per cento rispetto ai 42,67 euro previsti dalla gara, con i quali l'azienda dovrebbe essere in grado di garantire per ogni ospite tre pasti al giorno, igiene e decoro, mediazione linguistica e culturale, assistenza legale nonché cure mediche;

   secondo quanto appreso dall'interrogante, la prefettura di Roma ha prorogato il contratto avente scadenza naturale in data 31 gennaio 2024 con provvedimento dirigenziale del 31 gennaio 2024 (prot. 41329) al 31 luglio 2024, a causa della necessità che le nuove procedure di gara si basino sul «Nuovo schema di Capitolato di appalto per la fornitura di beni e servizi per il funzionamento dei Centri», la cui stesura da parte del Dipartimento libertà civili e immigrazione è in via di definizione;

   i centri gestiti dalla multinazionale sono stati oggetto di diverse inchieste e denunce di malagestione sia in Austria che in Svizzera, situazione che si ripete con problematiche simili anche in Italia in diversi centri gestiti da Ors;

   tra le strutture gestite da Ors s.r.l. si segnalano quelle di Macomer e Torino. La struttura sarda è stata al centro di un rapporto del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale che, a seguito di una visita nell'aprile 2020, ha riscontrato un numero inadeguato di lavoratori e pochi mesi dopo il centro è stato oggetto delle proteste delle persone detenute per la qualità dei servizi e la violazione dei diritti fondamentali. Situazione simile si è registrata anche a Torino dove sembra essere confermata anche la tendenza ad utilizzare con leggerezza medicinali psichiatrici –:

   quali siano le iniziative che il Ministro interrogato intende adottare per evitare che siano somministrati farmaci così potenti senza adeguato piano terapeutico, nonché, per quanto riguarda l'affidamento, se non ritenga opportuno aumentare i controlli al fine di garantire alle persone ospitate nei centri servizi basilari adeguati che rispondano al rispetto della dignità della persona.
(4-02436)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   venerdì 23 febbraio 2024, in piazza della Vittoria a Pavia, si è tenuta una manifestazione indetta dalla Rete antifascista per esprimere solidarietà e chiedere la liberazione di Ilaria Salis, attivista e insegnante italiana detenuta da tempo in Ungheria in condizioni degradanti e inumane;

   la manifestazione, alla quale hanno partecipato principalmente giovani universitari e studenti delle scuole superiori, è stata interrotta da un gruppo di individui di estrema destra che hanno minacciato e insultato i manifestanti;

   i cinque neofascisti, tutti con giubbotti neri e teste rasate, con intento provocatorio e violento si sono avvicinati al presidio, cercando il contatto fisico che è stato evitato soltanto dall'intervento degli operatori delle forze dell'ordine presenti in piazza che hanno così impedito che le provocazioni e le minacce degenerassero in violenza fisica;

   da quanto si apprende, però, le forze dell'ordine intervenute per impedire che i manifestanti antifascisti venissero aggrediti, si sarebbero limitate ad impedire che venissero compiute ulteriori violenze, senza preoccuparsi di trattenere e identificare gli autori della violenta incursione;

   proprio nei giorni in cui nel Paese montava il moto di indignazione per la reazione sproporzionata ed ingiustificata da parte delle forze dell'ordine nei confronti di studenti e studentesse a Pisa e a Firenze, a Pavia un gruppo di neofascisti ha potuto raggiungere e minacciare dei manifestanti senza che per questo venissero quantomeno identificati per poter assumere nei loro confronti degli adeguati provvedimenti e per comprendere anche a quale organizzazione appartenessero, anche al fine di prevenire in futuro simili o più gravi episodi di intimidazione e violenza;

   a parere dell'interrogante, in un Paese dove si viene identificati anche per aver urlato: «Viva l'Italia antifascista» o per aver deposto un fiore in memoria di una vittima del regime di Putin, o peggio, manganellati durante una manifestazione pacifica, ciò che è accaduto a Pavia è grave, perché le istituzioni e gli apparati dello Stato non possono permettere che accadano episodi simili, in cui gruppi di neofascisti, agendo indisturbati, possano diffondere odio con minacce ed aggressioni –:

   se non intenda acquisire, dalla prefettura e dalla questura di Pavia, ogni elemento utile a comprendere per quali motivazioni gli operatori delle forze dell'ordine presenti in piazza della Vittoria a Pavia il 23 febbraio 2024 non abbiano identificato né trattenuto l'esiguo gruppo di neofascisti che avevano raggiunto e minacciato i partecipanti alla manifestazione in solidarietà ad Ilaria Salis, permettendo loro di allontanarsi indisturbati e se quantomeno, successivamente al verificarsi dei fatti, siano state compiute le verifiche di competenza al fine di individuare gli autori dell'aggressione e assumere nei loro confronti gli adeguati provvedimenti di competenza.
(4-02439)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   ad Ascoli Piceno, l'istituto provinciale di storia per il movimento di liberazione ha organizzato nei giorni scorsi un incontro tra gli studenti del liceo classico Stabili-Trebbiani e lo storico Eric Gobetti per un confronto sul suo ultimo libro dedicato alle foibe e all'esodo giuliano-dalmata;

   l'incontro, programmato da tempo, faceva parte di un progetto debitamente deliberato dagli organi collegiali del liceo e coinvolgeva quattro classi del quinto anno;

   intorno all'evento si sono sollevate numerose polemiche, in particolare, esponenti politici locali e nazionali della destra, considerando infondatamente Eric Gobetti un «negazionista» delle foibe, reo di avere un punto di vista diverso sul tema, hanno condannato pubblicamente l'iniziativa auspicando che la stesse non avesse luogo;

   secondo quanto si apprende dalla stampa, alla vigilia dell'incontro, il preside del liceo Stabili-Trebbiani ha improvvisamente negato ai propri studenti l'autorizzazione, precedentemente concessa, a partecipare all'incontro con Eric Gobetti, storico, studioso del fascismo, della seconda guerra mondiale, della Resistenza e della storia della Jugoslavia nel Novecento;

   l'iniziativa del preside desta allarme e preoccupazione perché, ad avviso dell'interrogante, così facendo, il preside, invece di difendere l'autonomia dell'istituto scolastico, l'ha compromessa, cedendo all'indebita ingerenza della polemica politica nella libertà di insegnamento e nelle libere decisioni che organi collegiali avevano autonomamente e legittimamente assunto;

   nonostante il divieto imposto dal preside, numerosi studenti hanno scioperato per recarsi comunque all'incontro che rappresentava la parte conclusiva dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento Pcto obbligatorio, le cui ore andavano certificate per l'ammissione all'esame di Stato e che in una prima fase prevedeva che il libro venisse letto dagli studenti proprio in vista di un confronto con l'autore;

   le pubbliche condanne politiche dell'iniziativa e le successive decisioni assunte dal preside hanno inciso sull'autonomia dei consigli di classe e hanno tentato di privare gli studenti e le studentesse della possibilità di interloquire con un noto storico e analizzare con spirito critico il contenuto di un suo libro;

   quali che siano le motivazioni formali addotte dal dirigente scolastico al diniego tardivo, rimane il fatto che i consigli di classe dell'istituto avevamo aderito ad ottobre al progetto dell'istituto di storia del movimento di liberazione e dunque vi era tutto il tempo per compiere valutazioni sull'opportunità di far partecipare gli studenti a tale progetto, evitando di annullare la partecipazione alla vigilia dell'evento;

   gli stessi studenti del liceo Stabili-Trebbiani hanno definito la conferenza come una occasione di confronto critico per approfondire un argomento di interesse culturale e solo l'autonoma iniziativa dei ragazzi e delle ragazze che hanno comunque deciso di recarsi all'incontro ha evitato che l'appuntamento andasse deserto;

   risulta inconcepibile all'interrogante il tentativo di impedire a studenti prossimi all'esame di Stato, e, dunque, ampiamente capaci di esercitare autonome scelte, di partecipare in quanto studenti ad un incontro nel quale avrebbero anche potuto contrapporre le proprie idee a quelle dell'autore in un libero e civile dibattito;

   uno dei compiti fondamentali della scuola è quello di garantire la libertà di pensiero e di opinione, arricchendo il percorso formativo degli studenti e delle studentesse con momenti di incontro, approfondimento, progetti formativi che stimolino il pensiero critico e il confronto tra diversi punti di vista anche su argomenti complessi –:

   se non intenda promuovere, tramite il competente ufficio scolastico regionale, le opportune verifiche circa la correttezza del comportamento del dirigente scolastico del liceo Stabili-Trebbiani di Ascoli Piceno in relazione ai fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per tutelare l'autonomia degli istituti scolastici, la libertà di insegnamento e le libere decisioni assunte dagli organi collegiali da indebite ingerenze di carattere politico e ideologico.
(4-02432)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in riferimento ai livelli essenziali di assistenza (Lea), è stato pubblicato il 4 agosto 2023 il decreto che aggiorna le tariffe delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e dell'assistenza protesica fermi, rispettivamente, al 1996 e al 1999 e definisce le tariffe per le nuove prestazioni introdotte con i Lea nel 2017, ma ancora non attuati, in modo che siano erogate in modo uniforme su tutto il territorio nazionale;

   ciononostante, l'approvazione del decreto pone alcune serie criticità nei confronti della genetica medica;

   nel nuovo nomenclatore, non è stata prevista la possibilità di analizzare simultaneamente centinaia di geni potenzialmente causativi della patologia genetica sospettata nel paziente, mentre sono presenti prestazioni che permettono l'analisi di uno o pochi geni per volta;

   tale impostazione diagnostica, non in linea con le best practice internazionali, causerebbe un elevato dispendio economico per il Ssn e un elevatissimo aumento della tempistica di refertazione, con il rischio di non raggiungere la diagnosi nel paziente;

   le nuove tecnologie di sequenziamento massivo (Ngs), eseguite in contemporanea sul paziente e sui genitori, consentirebbero invece di ottenere in tempi rapidi una diagnosi di certezza, permettendo una presa in carico efficace del soggetto affetto da malattia rara;

   nel nuovo nomenclatore, è possibile prescrivere la diagnostica relativa a una specifica malattia genetica solo in quei soggetti in cui è stata sospettata o diagnosticata una delle circa 1.000 malattie genetiche elencate nell'Allegato 4 (GEN A) del decreto ministeriale 18 marzo 2017;

   inoltre, nell'attuale nomenclatore, per ogni malattia genetica è prevista l'analisi di un numero limitato e predefinito di geni che non riflette l'attuale aggiornamento scientifico relativo ad ogni condizione analizzata;

   si fa presente che le malattie genetiche annoverate nel nomenclatore europeo (Orphanet) sono circa 8.000, per cui un elevatissimo numero di pazienti affetti da malattie genetiche non contemplate nel predetto allegato non avranno diritto ad eseguire un'analisi genetica che consenta di identificare la base biologica della loro patologia, senza la quale non è possibile né la presa in carico, né l'eventuale trattamento farmacologico, né la prevenzione primaria;

   rispetto al precedente tariffario, sono state eliminate prestazioni che costituiscono un momento fondamentale per la conservazione del campione biologico presso il servizio di genetica medica che ha in carico il paziente affetto da malattia rara, tra cui «estrazione acidi nucleici» e «conservazione acidi nucleici». Ciò di fatto preclude l'accesso alla diagnostica genetica che dovrebbe essere garantita ai pazienti affetti da malattie rare, e non permette altresì un adeguato livello di sicurezza per la conservazione del DNA;

   le visite genetiche (prima visita e visita di controllo) sono state tariffate senza tenere conto che tali prestazioni richiedono delle tempistiche non adeguate alla valutazione tariffaria, generando molteplici disservizi quali ritardi nella diagnosi e sovraccarico del personale;

   non è stato inserito nel nomenclatore Lea, e di conseguenza nel tariffario, il test genetico preimpianto (Pgt) e il test prenatale non invasivo (Nipt), precludendo alle coppie l'accesso a questi importanti test che permettono di individuare precocemente gravi anomalie monogeniche o cromosomiche, che comportano lo sviluppo di malattie genetiche gravemente invalidanti se non mortali;

   le nuove tariffe verranno applicate ad un nomenclatore Lea approvato nel 2017, frutto della consultazione con le società scientifiche effettuata nel 2014 e 2015. Nella genetica medica tale lasso di tempo costituisce una enormità, data la rapidissima evoluzione che la medicina genomica ha avuto negli ultimi anni –:

   se non ritenga, nell'interesse esclusivo dei pazienti e a tutela del loro diritto alla salute e alle giuste cure, di individuare tutte le soluzioni necessarie ad ottemperare a una corretta erogazione delle prestazioni suddette e a correggere tutte le evidenti anomalie segnalate in premessa.
(5-02100)

Interrogazione a risposta scritta:


   MALAVASI, FURFARO, CIANI, GIRELLI e STUMPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169, ha dato avvio alla riforma dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ente pubblico non economico con un ruolo fondamentale nella gestione della governance farmaceutica ai fini della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e dei correlati Sistemi sanitari regionali (Ssr) e del sostegno alla ricerca clinica per la verifica del valore terapeutico dei farmaci e per l'acquisizione di nuove risorse anche private;

   inoltre, l'Agenzia è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale a supporto degli interventi di assistenza sanitaria previsti nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per il periodo 2021-2026, finalizzati al rafforzamento del Servizio sanitario nazionale, nonché per le nuove funzioni e competenze che l'Italia, al pari degli altri Paesi dell'Unione europea, è chiamata a svolgere ai sensi del nuovo regolamento europeo di Health technology assessment (Hta), applicato dal gennaio 2025, nonché alle attività richieste per l'attuazione del regolamento sul sistema tariffario dell'Ema e a quelle scaturenti dalla partecipazione al processo di revisione della legislazione farmaceutica;

   sulla base di tale normativa il 15 gennaio 2024 è stato pubblicato il decreto ministeriale 8 gennaio 2024, n. 3, che contiene il regolamento recante modifiche al regolamento sull'organizzazione e sul funzionamento di Aifa;

   con tale decreto sarebbe dovuta entrare nel vivo la riforma dell'ente regolatorio dei medicinali, con le nomine dei nuovi organi e vertici e la conseguente riorganizzazione interna finalizzata a rendere l'Aifa più snella ed efficiente;

   al momento, però, dopo solo quindici giorni dalla nomina a presidente dell'Aifa, il professore Giorgio Palù ha rassegnato le dimissioni ritenendo: «offensivo ed umiliante nei confronti della mia persona e del mio profilo scientifico-professionale il contenuto del decreto ministeriale del 9 febbraio 2024; in particolare la durata di un anno del mandato conferitomi sulla base dell'articolo 5 comma 9 del decreto-legge 6 luglio 2012 n. 95, scelta quantomeno equivoca sul piano giuridico»;

   a complicare ulteriormente il quadro c'è il non rinnovo dei contratti del personale precario scaduti il 31 dicembre 2023;

   si tratta di personale con contratti di lavoro flessibile, Co.Co.Co., somministrazione, a progetto (tutte le forme possibili che la pubblica amministrazione ha utilizzato per aggirare i blocchi o la spending review) e che svolgono in tutto e per tutto le medesime funzioni dei colleghi strutturati;

   questo stato di cose si protrae da ormai molti anni e, in numerosi casi, da oltre dieci anni, evidenziando quindi come il ruolo rivestito dal personale precario non sia meramente legato a fabbisogni contingenti e temporanei;

   infine, questa situazione crea ulteriori ritardi nelle autorizzazioni rilasciate da Aifa con particolare riguardo per i farmaci innovativi –:

    quale sia l'iter attuale relativo alla messa in atto della riforma di Aifa, con particolare riguardo alle necessarie nomine previste dal decreto-legge 8 novembre 2022, n. 169 e dal decreto ministeriale 8 gennaio 2024, n. 3;

    quali misure urgenti di competenza intenda adottare affinché quanto prima vengano non solo rinnovati i contratti del personale precario già scaduti al 31 dicembre 2023 ma tale personale venga stabilizzato;

    se non ritenga necessario adottare le iniziative di competenza volte a prevedere nuove procedure volte a velocizzare gli iter di autorizzazione dei farmaci innovativi.
(4-02435)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi, nell'aula magna dell'università di Messina si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico;

   da quanto si apprende da un articolo pubblicato sulle pagine della cronaca di Messina del quotidiano la Repubblica del 27 febbraio 2024, sarebbe stato chiesto ai giornalisti di non porre alcuna domanda in merito allo scandalo che ha travolto l'ex rettore dell'Università di Messina, costretto alle dimissioni dopo la pubblicazione di un'inchiesta giornalistica relativa a rimborsi e spese plurimilionarie;

   allo stato attuale, secondo quanto emerge da notizie di stampa, la procura, ha aperto due fascicoli sull'università, il primo per un presunto abuso d'ufficio relativo ai più di 2 milioni di euro che l'ex rettore avrebbe incassato in quattro anni e su 122 mila euro che una società di proprietà dell'ex rettore e della moglie avrebbe percepito dall'università, il secondo su affidamenti diretti di importi plurimilionari che l'università avrebbe deliberato nel 2021, in piena pandemia;

   a parere dell'interrogante, imporre ai giornalisti quali siano gli argomenti da affrontare e quali invece siano quelli assolutamente da evitare, rappresenta un'attività censoria sbagliata e assolutamente inopportuna per un luogo della formazione come l'istituzione universitaria, che dovrebbe essere un baluardo della libertà di pensiero, di critica, di espressione e confronto e dovrebbe, per prima, difendere il tema della libertà di informazione, troppo spesso messa in discussione nel nostro Paese;

   la nostra stessa Costituzione sottrae la stampa a qualsiasi forma di controllo, quali autorizzazioni o censure –:

   se il Ministro interrogato sia conoscenza dei fatti esposti in premessa e se risponda al vero che, durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Messina, sia stato chiesto ai giornalisti di non porre domande sulle inchieste giornalistiche e giudiziarie che hanno recentemente coinvolto l'ateneo messinese e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere, nell'ambito dell'autonomia delle istituzioni universitarie, perché al loro interno sia garantita, sempre e comunque, la libertà di pensiero, critica, espressione, confronto e il dritto all'informazione anche nei confronti della stampa, in particolar modo negli eventi e nelle cerimonie pubbliche.
(4-02433)

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Ghirra n. 4-02395 del 27 febbraio 2024.

ERRATA CORRIGE

  Nell'Allegato B al resoconto della seduta n. 253 del 29 febbraio 2024, alla pagina 7268, prima colonna, dopo la ottava riga, devono aggiungersi le seguenti:

Interpellanza urgente

(ex articolo 138-bis del regolamento):

  Quartini ............... 2-00337 7284

  Conseguentemente, al medesimo Allegato B, alla pagina 7284, prima colonna, dopo la prima riga, deve leggersi: «Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):».

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

  il Gioco d'azzardo patologico (GAP), viene definito dal sistema scientifico di codificazione come «un comportamento problematico di gioco d'azzardo persistente o ricorrente che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi» e la sua prevalenza (ovvero la sua diffusione nella popolazione) varia dallo 0,4 per cento al 3,4 per cento negli adulti e i tassi di prevalenza più elevati, dal 2,8 per cento all'8 per cento si raggiungono negli adolescenti e negli studenti universitari;

  nella popolazione più giovane la diffusione è legata ai nuovi prodotti di gioco/scommessa: l'ultima offensiva commerciale in tema di gioco d'azzardo riguarda le applicazioni per smartphone e tablet e ha nel mirino i bambini; sono tante, hanno diversi nomi accattivanti: Slot Jungle, Candy slot, Dino slot, Sweet bingo, Amore cuore, Bingo Pegasus, i Lupi, e ricorrono ad una grafica sbarazzina e accattivante dove fanno capolino cuccioli di leone, luna park, caramelle e lecca-lecca;

  il comparto del gioco online ha conosciuto nel nostro Paese, come nel resto del mondo, una crescita vertiginosa negli ultimi 10 anni, basti pensare che prima della pandemia da COVID-19, quindi nel 2019, aveva già raggiunto un volume di transazioni pari a 34 miliardi di euro. Ma se osserviamo tutto il periodo compreso tra l'anno 2012 e l'anno 2022, il volume si è incrementato del 423 per cento considerato che;

  le commissioni competenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica hanno concluso l'esame dell'Atto del Governo n. 116, recante lo «Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza»;

  il predetto provvedimento a giudizio degli interpellati non reca disposizioni coerenti e adeguate al perseguimento degli obiettivi di tutela dei soggetti vulnerabili e alla prevenzione dei fenomeni di disturbi da gioco poiché introduce una serie di misure che, di fatto, accrescono il potere ed il profitto per i concessionari privati, inibendo i sistemi di controllo sulla crescita del mercato, sui rischi e sui fenomeni negativi sul piano sanitario, sociale, pedagogico;

  i pericoli insiti nel gioco d'azzardo vengono minimizzati anche da scelte terminologiche errate e fuorvianti volte a normalizzare l'azzardo (vietato ai minori e individuato chiaramente nell'ordinamento italiano come fattore di rischio per l'ordine pubblico, la salute, il benessere psicologico) e lo assimila ai giochi veri e propri che sono invece indispensabili per la crescita dei più giovani;

  la conseguenza attesa sarà sul piano culturale un abbassamento della percezione del rischio e sul piano del mercato un aumento di esposizione al rischio e al disturbo da gioco d'azzardo, a maggior danno della popolazione più fragile;

  alla luce di ciò è doveroso chiedersi se sia lecito, a fronte di un aumento di rischi e impatti sulla popolazione, incrementare il profitto puro per i concessionari privati, scaricando i costi, anche sociali e sanitari, sul sistema pubblico, nonché quelli culturali e pedagogici sulle famiglie e sul sistema Paese;

  il gioco d'azzardo, soprattutto quello «on-line», accessibile dovunque da smartphone, e pagabile utilizzando sistemi virtuali di carte di credito, più facilmente comporta la perdita da parte del fruitore della percezione delle somme spese, è già difficilmente controllabile; è in rapida ascesa tra i giovanissimi che, ancora minorenni passano i labili filtri identificativi in vigore;

  la direzione intrapresa finisce per aumentare il vantaggio di potere delle concessionarie private privando le istituzioni, soggetti pagatori, di importanti possibilità di controllo: i profitti da «good company» per i privati aumenteranno, mentre i costi economici e sociali, spesso inestimabili, verranno fatti pagare alla collettività, al pari di una «bad company», il che rappresenta, al di là di ogni considerazione di tipo etico, un peso patrimoniale per l'erario;

  in nessun caso l'ipotesi della reintroduzione di un sistema di promozione pubblicitaria del gioco d'azzardo può essere «coerente con l'esigenza di tutela dei soggetti più vulnerabili», ma, anzi, costituisce una violazione dei doveri di tutela della popolazione e dei suoi diritti da parte delle istituzioni;

  urge ricordare come l'Istituto superiore di sanità già nel 2018 abbia dimostrato che l'80 per cento circa dei ricavi erariali e dei margini di profitto privati provenissero da 5,1 milioni di consumatori abitudinari, di cui oltre un milione e mezzo giocatori d'azzardo patologici;

  sul piano politico, istituzionale e costituzionale, sarebbe gravissimo smantellare le possibilità di controllo ed intervento da parte di comuni e regioni nella stesura di leggi e delibere a tutela dei cittadini: questo, nonostante regioni e comuni siano i soggetti più vicini alle manifestazioni territoriali del fenomeno, e per primi toccati dai danni che questo causa;

  in questo contesto appare altresì agli interpellanti una scelta scellerata quella di smantellare di fatto un organo di monitoraggio e consultazione come l'Osservatorio sull'azzardo costituito presso il Ministero della salute, tanto quanto sostituirlo con una «Consulta permanente dei giochi pubblici ammessi in Italia» nella quale compaiono soggetti privati in palese conflitto d'interesse, caso unico nel panorama di organi analoghi;

  a completare il quadro, e a renderne palesi gli intenti, si aggiunge l'avocazione di ciò che resta della funzione pubblica di «tutela della salute del giocatore» da parte del Ministero dell'economia e delle finanze: una distorsione disfunzionale, considerato che l'impatto ed i costi di quanto disposto ricadranno poi comunque sul Servizio sanitario nazionale –:

  quali iniziative di competenza i Ministri interpellati intendano intraprendere per assicurare, attraverso successivi provvedimenti, l'adempimento da parte dello Stato del dovere, costituzionalmente protetto, di tutela della salute, salvaguardando le competenze specifiche del Ministero della salute, il ruolo indipendente dell'Osservatorio sull'azzardo nonché le funzioni dei comuni e delle regioni, rafforzando altresì il divieto di promozione pubblicitaria del gioco d'azzardo e contrastando l'impoverimento sociale ed economico della popolazione.

(2-00337) «Quartini, Fenu, Sportiello, Di Lauro, Marianna Ricciardi, Francesco Silvestri».

  Nell'Allegato B al resoconto della seduta n. 254 del 1° marzo 2024, alla pagina 7289, seconda colonna, alla riga quarta, deve leggersi:

  Tosi ............... 2-00338 7298

  Conseguentemente, al medesimo Allegato B, alla pagina 7299, seconda colonna, alla riga ventinovesima, deve leggersi:

  (2-00338) «Tosi».

  Interrogazione a risposta scritta Malavasi e Forattini n. 4-02424 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 254 del 1° marzo 2024. Alla pagina 7293, prima colonna, le righe dalla trentaseiesima alla riga quarantesima devono intendersi soppresse.