Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 22 gennaio 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    le strutture sanitarie collocate sulla piccole isole e presso sedi considerate disagiate incontrano sempre più frequenti difficoltà nel reperimento del personale sanitario da utilizzare in loco, a causa delle ingenti spese extra che gli operatori devono sostenere per raggiungere il luogo di lavoro;

    se anche gli operatori decidessero di trasferire il proprio domicilio nel comune di servizio, andrebbero comunque incontro a spese extra;

    in alcune sedi, come le isole di Capri, Ischia, Procida, l'arcipelago delle Tremiti, l'arcipelago delle Eolie, i costi per un alloggio sarebbero praticamente pari o superiori alla retribuzione percepita per il proprio lavoro;

    la salute dei pochi operatori in servizio è messa fortemente a rischio per le doppie e triple turnazioni a cui gli stessi devono obbligatoriamente sottoporsi per assicurare un servizio costante ai cittadini residenti;

    questo stato di cose rende sempre più precaria la possibilità dei cittadini di affidare la propria salute alle preposte strutture statali,

impegna il Governo

1) ad adottare le iniziative di competenza volte ad individuare i sistemi per incentivare il personale a prestare servizio in tali sedi, ricorrendo a incentivi stipendiali pari o maggiori delle spese sostenute e documentate mensilmente dal singolo dipendente, con stati più celeri di avanzamento di carriera, ai soli fini pensionistici, con bonus previdenziali al ricorrere di un certo numero di anni di servizio, o con qualsiasi altra iniziativa che si ritenga efficace per la soluzione del problema.
(1-00232) «Amato».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   QUARTAPELLE PROCOPIO e DE MARIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel triennio 2023-2025 ricorre l'80° anniversario del triennio 1943-45, in cui si sviluppò il movimento della Resistenza italiana, che diede vita alla lotta di Liberazione, che culminò il 25 aprile 1945;

   la legge del 27 dicembre 2012, n. 147, prevedeva la creazione di un fondo di 1.5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, per sostenere le iniziative promosse dalla Confederazione per il 70° anniversario del triennio 1943-45;

   la Confederazione italiana fra le associazioni combattentistiche e partigiane ha richiesto espressamente di inserire la ricorrenza tra gli anniversari di interesse nazionale, e la creazione di un fondo di risorse economiche dedicato, come fatto per il 70° anniversario, al Ministero per le politiche giovanili nel 2022;

   nel 2023 il presidente della Confederazione, Claudio Betti, ha inviato una lettera al Ministro della difesa Guido Crosetto, ponendo la medesima richiesta, insieme alla creazione di un comitato per le celebrazioni, a cui non è stata data risposta;

   nel 2023, primo anno dell'anniversario, le associazioni confederate hanno dovuto sostenere le iniziative di memoria con esigue risorse economiche;

   il ricordo della Resistenza italiana è fondamentale per mantenere viva la memoria del contesto della creazione della Repubblica e dei suoi ideali antifascisti –:

   se il Governo per l'80° anniversario della lotta di Liberazione, intenda adottare iniziative di competenza volte a dare un contributo economico per le iniziative in materia e a creare un comitato per le celebrazioni dell'80° anniversario.
(5-01868)

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Microtecnica è una storica azienda torinese del settore aerospazio controllata dal gruppo Collins Aerospace, di proprietà degli americani di RTX, il quale intende cederla alla francese Safran, colosso del comparto;

   Microtecnica occupa circa 700 dipendenti, 450 a Torino, 90 nel Pinerolese e 160 a Brugherio, in provincia di Monza e Brianza ed è specializzata in attuatori di volo, civili e militari;

   l'operazione di vendita a Safran riguarda tutto il ramo di Collins riferito agli attuatori di volo e non solo Microtecnica, la cui vendita a Safran rappresenta un'operazione da 1,8 miliardi di euro, annunciata la scorsa estate e sulla quale il Governo italiano ha deciso di esercitare il golden power, dichiarando l'attività dell'azienda di interesse strategico nazionale;

   il Governo italiano, infatti, con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 novembre 2023 ha opposto un veto all'operazione, a seguito di un'istruttoria condotta dal Ministero della difesa;

   dagli articoli di stampa si apprende che la volontà di cedere l'asset ai francesi di Safran abbia allarmato il Governo italiano perché il cambio di proprietà di un'azienda che fornisce pezzi di ricambio e servizi al programma Eurofighter – nato dalla collaborazione tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna – potrebbe mettere a rischio contratti della difesa italiana con i suoi partner;

   Collins Aerospace ha comunque confermato l'intenzione di procedere alla cessione a Safran e ha presentato ricorso contro il golden power esercitato dal Governo italiano;

   sia la delicatezza dell'operazione che l'inaspettata decisione del Governo di esercitare il golden power senza spiegare nel dettaglio le ragioni di tale scelta e senza offrire soluzioni alternative alla trattativa in corso sulla cessione, preoccupa le organizzazioni sindacali rispetto alle ricadute economiche che possono determinarsi sul territorio piemontese e lombardo e all'attuale stato di incertezza;

   a parere dell'interrogante, Microtecnica deve rimanere una realtà strategica per l'aerospazio e la priorità rimane la salvaguardia dell'occupazione e degli insediamenti produttivi in Italia a prescindere da come si concluderà l'intera vicenda;

   l'iter del ricorso contro il golden power dovrebbe concludersi entro i prossimi sei mesi, a luglio 2024, ma nel frattempo è doveroso che il Governo fornisca le dovute rassicurazioni, renda note le ragioni alla base dell'esercizio del golden power e quali conseguenze industriali e occupazionali può determinare tale scelta sul futuro degli stabilimenti italiani e quali alternative alla trattativa in corso per la cessione di Microtecnica intenda mettere in campo perché Microtecnica rimanga una realtà strategica per l'aerospazio torinese e nazionale –:

   se il Governo non intenda rendere note le ragioni poste alla base della decisione di esercitare il golden power sulla cessione di Microtecnica, quali conseguenze industriali e occupazionali tale scelta può determinare sul futuro degli stabilimenti italiani e come intenda operare affinché Microtecnica rimanga una realtà strategica per l'aerospazio torinese e nazionale anche a prescindere dall'esito della trattativa in corso tra il gruppo Collins Aerospace e Safran, anche a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici;

   quali iniziative di competenza abbia posto in essere il Governo per verificare i contenuti e i rischi derivanti dalla suddetta cessione;

   se il Governo abbia attivato un'interlocuzione con le aziende in questione per ottenere garanzie, come nel caso della cessione di Tim a Kkr, a tutela degli interessi strategici del Paese.
(4-02176)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   le operazioni belliche da parte dell'esercito israeliano, in risposta ai terribili fatti del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas hanno tragicamente complicato la – già difficile – situazione nella Striscia di Gaza: il bollettino parla già di oltre 25.000 morti;

   il numero degli sfollati ammonta a 1,9 milioni di persone, ovvero l'85 per cento della popolazione;

   1,2 milioni di rifugiati è ospitato in 156 strutture Unrwa, queste strutture sono state oggetto di bombardamenti da parte delle forze militari israeliane causando la morte di 222 rifugiati e il ferimento di quasi 1.000;

   il 2 dicembre 2023 il Ministero della salute a Gaza ha dichiarato che il tasso di occupazione dei letti negli ospedali supera il 171 per cento, mentre nelle terapie intensive il tasso supera il 221 per cento;

   Unrwa dichiara che ci sono circa 50.000 donne incinte nella Striscia di Gaza con oltre 180 parti giornalieri;

   l'Agenzia onusiana sottolinea la necessità di affrontare l'emergenza alimentare che colpisce 2,3 milioni di persone;

   le agenzie onusiane hanno lamentato l'inesistenza delle condizioni adatte per fornire una risposta umanitaria adeguata alla crisi in atto, in primo luogo viene richiesto un cessate il fuoco duraturo e la possibilità di utilizzare altri valichi oltre a quello di Rafah;

   da fine dicembre, è consentito l'ingresso di aiuti umanitari anche tramite il valico di Kerem Shalom, nel Sud di Israele; rimane tuttavia proibito l'accesso al personale umanitario, a molti beni essenziali e sono estremamente limitate le evacuazioni dei feriti e malati gravi;

   in riferimento alla criticità sopra descritte, in particolar modo per quanto riguarda la situazione sanitaria, la crisi alimentare e la vulnerabilità di donne e bambini, vi è un appello di emergenza lanciato dalla società della Mezzaluna Rossa Palestinese: emerge una richiesta di 26.900.000 dollari suddivisa in 30 ambulanze per un totale di 3,6 milioni di dollari, medicinali, forniture mediche ed equipaggiamenti medici per 20 milioni di dollari, materiali MHPSS – KIT PSS per bambini e kit di pronto soccorso psicologico per volontari per 3,3 milioni di dollari;

   l'appello «OCHA Flash Appeal» prevedeva un ammontare di 1,2 miliardi di dollari per garantire l'assistenza umanitaria fino al 31 dicembre 2023, e a metà dicembre l'appello era finanziato per 377.1 milioni di dollari, pari al 31 per cento dei fondi richiesti;

   l'Italia ha allocato 9,5 milioni di euro, dei quali 5 già previsti per programmi di emergenza e i restanti riallocati dalla programmazione ordinaria 2023;

   nel mese di dicembre 2023, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha deliberato contributi in favore di Fao (3 milioni di euro), Oms (1,5), Cicr (1,5), Ficr (2), Pam (1,5). Tali stanziamenti non prevedono quindi alcun supporto a Unrwa, la principale agenzia della Nazioni Unite responsabile dell'accoglienza e del supporto agli sfollati. Peraltro, 7 milioni di euro stanziati in favore di Unrwa sulla programmazione 2022 secondo quanto consta agli interpellanti risultano a tutt'oggi congelati;

   vi è da segnalare che il quadro generale dell'economia palestinese – già di per sé in grave crisi – risulta essere compromesso a causa di questo pesante conflitto;

   gli stipendi pubblici non possono essere garantiti, se non in quota del 50 per cento. Altro sintomo della pesante crisi in atto è testimoniato dal fatto che gli assegni non coperti sono aumentati del 300 per cento, cosa che sta mettendo in difficoltà il settore bancario;

   a causa della situazione attuale, il Governo (Autorità) palestinese ha decretato l'anno 2024 come anno dedicato all'emergenza, rimandando di un anno il programma nazionale quinquennale di sviluppo;

   gli interventi che la Autorità palestinese sta richiedendo ai donatori riguardano: 1) azioni di prima emergenza su Gaza; 2) sostegno ai settori per i quali la Autorità palestinese è direttamente responsabile nei confronti dei propri cittadini, con specifico riferimento a sanità, educazione e assistenza socioeconomica;

   si ravvisa la richiesta, da parte del consigliere del Primo Ministro palestinese per la cooperazione internazionale, di non convertire meramente quanto previsto per i programmi di sviluppo in azioni per superare l'emergenza a Gaza, ma di effettuare uno sforzo supplementare che non deve ricadere sulla situazione comunque difficile nel resto dei territori Occupati –:

   quali siano – per quanto di competenza – le iniziative e i finanziamenti da parte del Governo italiano in termini di aiuti umanitari sia sul canale bilaterale che su quello multilaterale e quanti fondi aggiuntivi intenda stanziare il Governo nel corso del 2024 sia come ulteriore aiuto mirato al superamento della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, sia in risposta all'aggravamento della situazione nel resto dei territori occupati, quale ruolo intenda riservare all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), che ha una presenza in loco e garantisce operatività sia tramite interventi in diretta che tramite le numerose organizzazioni della società civile (Osc) presenti in Palestina.
(2-00309) «Scotto, Speranza, Provenzano, Amendola, Boldrini, Quartapelle Procopio, Porta».

Interrogazione a risposta orale:


   ONORI e BENVENUTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si evidenzia una crescente aspettativa da parte dei cittadini italiani residenti in Spagna in merito all'acquisizione della cittadinanza spagnola senza rinunciare a quella italiana. Nel contesto si sottolinea una tendenza migratoria in continua crescita dall'Italia verso la Spagna: con 290.000 iscritti all'Aire, la comunità italiana ha registrato un aumento del 9,4 per cento in un anno, come segnalato da un comunicato dell'ambasciata italiana del 2023;

   l'ordinamento giuridico spagnolo, come principio generale, impone agli stranieri che acquisiscono la cittadinanza spagnola l'obbligo di rinunciare a quella di origine: tuttavia tale obbligo non sussiste nei confronti dei cittadini di alcuni Paesi, tra cui, da ultimo, la Francia, con i quali la Spagna ha stipulato accordi ad hoc;

   nell'incontro bilaterale del 22 aprile 2022 tra l'allora Ministro Di Maio e il Ministro Albares, si era convenuto sull'opportunità di concludere un accordo bilaterale sulla doppia cittadinanza tra l'Italia e la Spagna. La valutazione positiva, da parte spagnola, di tale iniziativa è stata successivamente confermata dal Ministro Albares nel corso di uno dei periodici incontri con la stampa;

   risulta attualmente in corso di negoziato una bozza di Convenzione sulla doppia cittadinanza, che consenta ai cittadini italiani residenti in Spagna di acquisire la cittadinanza spagnola senza dover perdere la cittadinanza italiana;

   il testo è stato predisposto prendendo a modello la convenzione sulla doppia cittadinanza conclusa tra la Francia e la Spagna (convenzione di Montauban), con alcuni mirati aggiustamenti. Acquisito il nulla osta del gabinetto del Ministro, il 28 dicembre 2023 è stato richiesto all'ambasciata italiana a Madrid di trasmettere il testo alla controparte spagnola. In esito a questa istruzione, l'allora ambasciatore d'Italia in Spagna, Riccardo Guariglia, ha presentato il progetto di Convenzione alla Direttrice generale per l'Europa occidentale, centrale e sud-orientale del Ministero degli esteri, Raquel Cambronero-Gomez;

   nel corso del 2023, le Autorità spagnole hanno avviato un procedimento amministrativo, secondo le modalità previste nel loro ordinamento, che l'Ambasciata d'Italia a Madrid ha continuato a monitorare;

   l'11 gennaio 2024 l'ambasciatore Buccino Grimaldi ha sollevato il tema con il nuovo Segretario di Stato per gli affari europei, Fernando Sampedro, che si è riservato di verificare lo stato di avanzamento dell'iter –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, non intendano intraprendere specifiche iniziative volte alla celere finalizzazione dell'intesa descritta in premessa, al fine di risolvere l'attuale penalizzante situazione dei cittadini italiani interessati.
(3-00927)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   BAKKALI, AMENDOLA, PROVENZANO, BOLDRINI, QUARTAPELLE PROCOPIO e PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in data 1° gennaio 2024, il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed ha firmato un Memorandum d'intesa con il Presidente dell'autoproclamata Repubblica del Somaliland, il cui testo ufficiale non è ancora stato reso pubblico, che consentirebbe all'Etiopia, Paese privo di sbocchi sul mare, di affittare nel territorio dello stato somalo, per 50 anni, 20 chilometri intorno al porto di Berbera, sul Golfo di Aden con accesso al Mar Rosso, per la sua marina e per scopi commerciali;

   il Ministro degli esteri dell'autoproclamata Repubblica del Somaliland ha dichiarato che in cambio dell'accesso al porto di Barbera, il Governo etiope si sarebbe impegnato, tra le altre cose, a riconoscere formalmente il Somaliland come stato indipendente;

   al momento, il Governo etiope non ha confermato l'impegno a riconoscere il Somaliland all'interno dell'accordo;

   il Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha reagito condannando l'accordo come un atto di aggressione e una violazione della sua sovranità ed integrità territoriale, e firmando, in data 6 gennaio 2024, una legge che rende nullo il suddetto Memorandum;

   il 4 gennaio 2024, l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrel ha espresso durante una conversazione telefonica con il Presidente somalo Mohamud la piena solidarietà dell'Unione europea all'unità, sovranità e integrità territoriale della Somalia;

   il portavoce della Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha dichiarato la preoccupazione degli Stati Uniti d'America per quanto riportato nel Memorandum d'intesa tra Etiopia e Somaliland, ribadendo il pieno sostegno alla sovranità della Somalia e alla sua integrità territoriale, che deve essere rispettata;

   la Lega Araba ha convocato una riunione di emergenza per discutere le ripercussioni dell'accordo e ha condannato l'accordo come una violazione della sovranità della Somalia e della sua integrità territoriale, nonché del diritto internazionale;

   l'Italia intrattiene con la Somalia rapporti con profonde radici storiche, articolati sia a livello bilaterale che multilaterale, tramite l'impegno, in raccordo con la Comunità Internazionale, a contribuire, anche finanziariamente, al processo di stabilizzazione del Paese;

   inoltre, l'Italia detiene il comando ed è il maggiore contributore di truppe della missione di addestramento delle forze armate Somale dell'Unione europea (EUTM);

   desta preoccupazione la possibilità che le tensioni tra i due Stati provochino un nuovo conflitto nel Corno d'Africa, ponendo fine alla delicata fase di ristabilizzazione della regione iniziata dopo l'accordo di pace per il Tigrè, firmato nel novembre 2022 –:

   quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Governo per ribadire il pieno sostegno alla sovranità della Somalia e al rispetto della sua integrità territoriale, anche alla luce delle possibili ripercussioni delle tensioni nel Corno d'Africa.
(5-01869)


   QUARTAPELLE PROCOPIO, AMENDOLA, PROVENZANO, BOLDRINI, PORTA, FRATOIANNI, GRIMALDI e DELLA VEDOVA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la cittadina italiana Ilaria Salis è detenuta da quasi un anno in un carcere a Budapest con l'accusa di aver causato lesioni a due manifestanti neonazisti l'11 febbraio 2023, in occasione della cosiddetta «Giornata dell'onore». La prima udienza del processo è prevista per il 29 gennaio 2024;

   la decisione quadro 829/2009 del Consiglio europeo, recepita nell'ordinamento italiano con il decreto legislativo n. 36 del 2016 e da quello ungherese con un provvedimento in vigore dal 1° gennaio 2013, prevede la possibilità di applicare misure alternative alla detenzione cautelare in attesa di processo, quali gli arresti domiciliari nel proprio Paese di cittadinanza;

   l'accusa mossa alla signora Salis è di lesioni potenzialmente letali, con una pena massima di 24 anni. Si noti che le lesioni dei due manifestanti sono state giudicate guaribili in 5 e 8 giorni rispettivamente. In Italia l'accusa mossa alla signora Salis riceverebbe una pena massima di 4 anni. In base a questi elementi, parrebbe che il diritto ungherese non rispetti il principio di proporzionalità della pena, tutelato anche dalla normativa europea;

   il diritto di difesa sembra essere stato altresì violato, in quanto la direttiva europea n. 64 del 2010, sul diritto all'interpretazione e alla traduzione dei procedimenti penali, prevede che dopo la richiesta dell'imputato si provveda alla traduzione degli atti fondamentali usati dall'accusa. La signora Salis ha mosso questa richiesta ma, 11 mesi dopo, non le sarebbe ancora stata fornita la documentazione completa tradotta. Inoltre, ha anche eccepito che gli interpreti a lei forniti non avrebbero una piena conoscenza dell'italiano;

   le condizioni carcerarie ungheresi, secondo report di organizzazioni internazionali e anche secondo quanto riportato dalla stessa signora Salis, comportano violenze, degrado, e prevaricazioni fisiche e psicologiche da parte degli agenti di polizia penitenziaria nei confronti delle detenute, e non rispetterebbero perciò l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che vieta di sottoporre persone trattenute a trattamenti disumani e degradanti. Alla signora Salis sarebbero inoltre stati negati colloqui in carcere per 7 mesi, e le sarebbero attualmente concessi 2 incontri al mese attraverso un vetro divisorio a tutta altezza, un trattamento che in Italia viene riservato ai condannati al 41-bis;

   la corte d'appello di Milano, valutando la richiesta delle autorità giudiziarie ungheresi dell'estradizione di Gabriele Marchesi (accusato degli stessi reati nel medesimo contesto della signora Salis, ma attualmente in Italia), ha chiesto chiarimenti all'Ungheria sulla garanzia del rispetto dei diritti fondamentali della detenzione, anche in virtù degli esempi sopracitati, prima di procedere con le udienze per l'eventuale estradizione, mettendo inoltre in dubbio il generale rispetto dello Stato di diritto in Ungheria;

   il Parlamento europeo a giugno 2023 ha approvato la risoluzione 2023/2691 che ribadisce le preoccupazioni sollevate nelle sue risoluzioni del 12 settembre 2018 e del 15 settembre 2022, riguardo il mancato rispetto dello Stato di diritto da parte del Governo ungherese –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo per garantire a Ilaria Salis un trattamento di condizione detentiva che rispetti i suoi diritti fondamentali, e se intenda presenziare alle udienze del procedimento in qualità di osservatore;

   se il Governo abbia chiesto all'Ungheria se intenda adottare l'opzione prevista dalla decisione quadro cui in premessa sull'esecuzione in Italia della misura degli arresti domiciliari, e se l'Italia abbia offerto rassicurazioni alle autorità ungheresi in tal senso.
(5-01870)

Interrogazione a risposta scritta:


   BOLDRINI, AMENDOLA, PROVENZANO, PORTA e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 10 gennaio 2024 è entrata in vigore la decisione assunta il 30 novembre 2023 dalla Corte suprema russa di vietare le attività del «movimento LGBT internazionale», etichettato come «estremista»;

   non esiste in Russia e nel mondo un'organizzazione che reca questa denominazione, il che lascia intendere che le autorità russe intendano perseguire qualunque persona e qualunque associazione si impegni per i diritti delle persone LGBTQIA+;

   è stato il Governo russo, e precisamente il Ministero della giustizia, il 17 novembre 2023 a chiedere alla Corte suprema di deliberare in questa direzione, proseguendo così nell'intensa attività messa in campo dal partito di Putin contro le minoranze sessuali che minerebbero i presunti «valori tradizionali» della società: corrispondono a questa attività le decisioni politiche già assunte recentemente di divieto della cosiddetta «propaganda gay» e della transizione di genere;

   questi atti discriminatori e illiberali hanno il pieno sostegno della chiesa ortodossa russa, il cui portavoce Vakhtang Kipishidze ha dichiarato che il risultato delle attività del movimento LGBTQIA+ sarebbe «la distruzione dell'idea tradizionale del matrimonio e della famiglia», e il Patriarcato di Mosca ha difeso il bando del «movimento internazionale Lgbt» in Russia, deciso dalla Corte suprema, definendolo «autodifesa morale della società»;

   la sentenza della Corte suprema russa è stata criticata dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, il quale ha affermato che «Nessuno dovrebbe essere incarcerato per aver svolto attività a favore dei diritti umani o vedersi negare tali diritti per il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere»;

   è diffusa la preoccupazione sul fatto che questa decisione della Corte suprema – assunta peraltro a porte chiuse alla sola presenza dei rappresentanti del Ministero della giustizia – possa portare ad un aumento dell'odio e del bullismo contro la comunità LGBTQIA+ e a crescenti azioni di persecuzione nei suoi confronti, oltre a determinare il fatto che chiunque affermi o promuova la parità di diritti per le persone LGBTQIA+ affronterà conseguenze penali;

   con questa decisione la Russia si schiera di fatto con i 70 Paesi che criminalizzano l'omosessualità nel mondo –:

   quali iniziative di competenza intendano adottare i Ministri interrogati per garantire alle persone LGBTQIA+ e a chi difende i diritti umani in Russia la più ampia possibilità di protezione e di accoglienza nel nostro Paese, compresi il supporto psicologico e legale;

   se non intendano adottare iniziative di competenza volte ad escludere dalla lista dei cosiddetti «Paesi di origine sicuri», ai sensi dell'articolo 2-bis del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, quelli nei quali è in atto una discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere.
(4-02181)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   secondo gli ultimi dati Ispra, in provincia di Bergamo il processo di cementificazione e di consumo di suolo pare inarrestabile: in un solo anno sono andati persi altri 103 ettari, che fanno salire a oltre 32 mila il totale degli ettari coperti artificialmente in tutta la provincia (il 12 per cento del totale);

   l'eccessivo consumo del suolo mette a rischio anche la tenuta idrogeologica del territorio che non riesce a garantire l'infiltrazione di acqua piovana che scorre in superficie aumentando la pericolosità idraulica. Secondo Ispra 250,9 chilometri quadrati della provincia sono a «pericolosità da frana molto elevata» e altri 94,9 a «pericolosità da frana elevata»;

   ciononostante sono in atto ulteriori progetti di cementificazione, in particolare legati allo sviluppo del settore della logistica;

   a Caravaggio, nell'area industriale di via Panizzardo, appare ormai in fase di definizione la realizzazione di un nuovo e imponente polo logistico;

   nonostante il progetto iniziale di raddoppio dell'area produttiva risalga al 2005, solo nel corso del 2023 il processo di realizzazione del polo ha subito una forte accelerazione: a gennaio 2023 il consorzio dei proprietari dei fondi ha presentato alla regione la richiesta di Via, ad agosto 2023 era stato individuato come sviluppatore il gruppo Vitali, mentre il 5 ottobre 2023 Consiglio comunale ha dato il via libera all'adozione del piano di lottizzazione in variante al Pgt;

   l'operazione da parte del gruppo Vitali è tuttavia naufragata e, nei primi giorni del 2024, secondo quanto riportato da fonti di stampa locale, sarebbe stata sottoscritta una lettera di intenti da parte del gruppo Grimaldi, che avrebbe quindi avviato la trattativa con il consorzio per lo sviluppo dell'area, di cui è socio il comune di Caravaggio;

   il progetto del polo logistico di via Panizzardo interessa anche la regione. A favore del progetto risulta infatti un corposo finanziamento da parte della regione Lombardia, che ammonta complessivamente a circa due milioni di euro;

   a Calcio (Bg), invece, Italtrans s.p.a. intenderebbe portare a compimento il progetto di realizzazione di un nuovo, capannone da 46 mila metri quadri su una superficie totale di 92 mila metri quadri, sul margine Ovest del centro abitato, in un'area compresa fra la provinciale 102 «Calcio-Covo» e la ex statale 11;

   il via definitivo per la realizzazione dell'ennesimo polo logistico nel comune di Calcio è arrivato con annuncio a inizio gennaio 2024 da parte del vicesindaco Cigognani;

   l'iter autorizzativo del nuovo insediamento logistico è stato caratterizzato da ampie critiche da parte della popolazione, dato che la zona prescelta è a ridosso del centro abitato e poco distante da un asilo nido;

   i cittadini di Calcio, in aperta polemica anche con l'amministrazione comunale, hanno costituito il comitato «No Polo»;

   la situazione preoccupante del comune di Calcio è confermata anche dai dati del rapporto 2023 Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell'ambiente), secondo il quale il suolo consumato nel 2022 nel comune ammonterebbe a ben 286,14 ettari;

   la Lombardia detiene il triste primato in termini assoluti di suolo consumato, con oltre 290 mila ettari del suo territorio coperto artificialmente;

   i predetti poli di logistica di Caravaggio e di Calcio rappresentano solo gli ultimi esempi di una gravosa attività di cementificazione nel territorio bergamasco, con la compiacenza della politica che pare non intenda trovare soluzioni alternative, quali il riutilizzo di suolo già consumato e attualmente occupato da capannoni dismessi –:

   quali iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con le amministrazioni locali interessate, i Ministri interrogati intendano attuare per arrestare il processo di cementificazione legato al settore della logistica in provincia di Bergamo, in particolare nella bassa bergamasca, mettendo in campo tutte le necessarie azioni per ridurre i rischi per la tenuta idrogeologica e scongiurando la realizzazione di nuovi poli di logistica.
(4-02177)


   DORI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il «Piano di Sviluppo 2030» dell'aeroporto di Bergamo-Orio al Serio è stato presentato per la prima volta a Roma il 21 gennaio 2016 e delinea l'assetto delle infrastrutture aeroportuali rispetto allo sviluppo atteso del traffico aereo negli anni 2016-2030;

   nel Psa 2030 era prevista una crescita del numero dei passeggeri sino ad arrivare a 13,8 milioni di passeggeri nel 2030; quel dato è già stato superato nel 2019, mentre nel 2023 sono stati sfiorati i 16 milioni di passeggeri;

   con decreto n. 238 del 16 settembre 2022 della Direzione generale valutazioni ambientali del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è stata determinata la compatibilità ambientale del piano di sviluppo, ma subordinatamente all'ottemperanza di una serie di prescrizioni;

   l'articolo 2 del predetto decreto direttoriale prevede che debbano essere «ottemperate le condizioni ambientali di cui al Parere della Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale VIA/VAS n. 281 del 20 giugno 2022»;

   in particolare la condizione ambientale n. 1 del predetto parere stabilisce che: «dovrà entro il 2022 completare uno studio trasversale sulla popolazione esposta nell'area circostante l'aeroporto», e che «lo studio dovrà essere ripetuto a distanza di tre anni»; «stimare il rischio anche per gli inquinanti PM10, PM2.5, NO2»; «stimare specificamente il rischio cancerogeno di PM10/PM2.5 e definire il numero dei casi attribuibili nella popolazione esposti alle specifiche emissioni»; «valutare in fase di esercizio il rischio sulla salute umana associato all'inquinamento acustico»;

   in data 13 ottobre 2023, in conferenza stampa, Sacbo ha annunciato di aver sottoscritto una convenzione con Ats Bergamo per lo svolgimento dell'indagine epidemiologica e che tale studio avrebbe una durata di 24 mesi;

   con nota n. 0157846 del 4 ottobre 2023 il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha precisato che «la compatibilità ambientale potrà essere considerata favorevole subordinatamente all'avvenuta verifica positiva di ottemperanza da parte del Mite delle condizioni»;

   considerati i tempi di svolgimento dell'indagine epidemiologica, nessun lavoro previsto dal PSA 2030 potrebbe iniziare prima della fine del 2025;

   ciononostante, da notizie di stampa dell'11 settembre 2023, si apprende che sarebbe in corso un progetto di ampliamento dell'aeroporto di Orio al Serio, anche in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026, e che Sacbo avrebbe assegnato due appalti, uno da 34,6 milioni per i lavori di ampliamento del piazzale Nord-Est dell'aerostazione, comprensivo del completamento della via di rullaggio e di nuovi raccordi, e uno da 41 milioni, che porterebbero lo scalo a superare i 90 mila metri quadrati, a fronte degli attuali 76.300;

   tale volontà sarebbe stata confermata da Sacbo il 10 gennaio 2024 in sede di conferenza del «Comitato di Sicurezza» presso la prefettura di Bergamo, con riferimento a due cantieri di imminente partenza: quello per la nuova stazione ferroviaria e quello per l'ampliamento dell'aeroporto;

   ciò sarebbe confermato anche dalla «Relazione illustrativa e scheda sintetica dell'intervento o di parti compiute dello stesso», protocollata da regione Lombardia il 14 gennaio 2024, a firma del progettista delle strutture e del direttore dei lavori strutturali, in cui si parla di «nuova costruzione» e di «ampliamento terminal aerostazione lotto 2+4B, opere propedeutiche di riprotezione sottoservizi esistenti» –:

   se si intendano adottare le iniziative di competenza volte a verificare se presso l'aeroporto di Orio al Serio siano già in corso o in procinto di iniziare lavori di ampliamento rientranti nel «Piano di Sviluppo aeroportuale 2030» pur in assenza di preventiva ottemperanza a tutte le condizioni ambientali stabilite dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e quali iniziative si intendano porre in essere nei confronti di Enac e di Sacbo qualora venissero effettivamente accertati lavori di ampliamento in pendenza della dichiarazione di compatibilità ambientale da parte del Ministero appena citato.
(4-02189)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI e BONELLI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il 7 agosto 2023 si è svolto nel Circo Massimo a Roma un concerto del rapper statunitense Travis Scott;

   durante lo svolgimento del concerto molti cittadini, in particolare nei rioni Celio, San Giovanni ed Esquilino, hanno avvertito nettamente oscillare le proprie abitazioni in modo prolungato, in un arco di tempo di oltre mezz'ora;

   con interrogazione n. 4-01492 dell'11 agosto 2023, si chiedeva immediatamente al Ministro della cultura di effettuare urgenti verifiche nel Parco archeologico del Colosseo e in tutta l'area adiacente al fine di riscontrare eventuali danni provocati dal concerto di Travis Scott;

   inoltre si chiedeva al Ministro di farsi promotore, anche col coinvolgimento dell'Unesco, di un'interlocuzione con l'amministrazione comunale di Roma capitale, finalizzata ad impedire lo svolgimento nel Circo Massimo di eventi musicali incompatibili con la fragilità delle aree archeologiche coinvolte;

   richieste rinnovate anche con ulteriore interrogazione n. 3-00643 del 12 settembre 2023 e con ordine del giorno 9/01556/002 che, però, ha avuto parere contrario del Governo il 7 dicembre 2023;

   a oggi ad entrambe le interrogazioni il Ministro della cultura non ha dato alcuna risposta;

   come appreso dal quotidiano Il Tempo, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), a seguito dei rilievi effettuati, avrebbe certificato una deformazione permanente alla struttura della Torre della Moletta a seguito del concerto di Scott;

   tale risultato sarebbe stato comunicato al sovrintendente ai beni culturali di Roma, Claudio Parisi Presicce, che però ha affermato di non aver ancora ricevuto una comunicazione ufficiale da parte dell'Ingv;

   se ciò fosse confermato, risulterebbe ulteriormente evidente la necessità di una più attenta, accurata e rigorosa selezione degli eventi da svolgere al Circo Massimo, impedendo quelli che possono anche potenzialmente mettere in pericolo la millenaria area archeologica;

   da quanto si apprende il comune di Roma starebbe già predisponendo un ricco programma di concerti al Circo Massimo per l'estate 2024;

   sui rischi per il patrimonio archeologico ad agosto era subito intervenuta anche Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo, affermando: «il Circo Massimo è un monumento, non è uno stadio, né una sala concerti. Questi mega concerti lo mettono a rischio, come a rischio in prospettiva è anche il Palatino che è lì accanto»;

   la direttrice aveva inoltre sottolineato l'importanza di selezionare gli eventi da poter svolgere nell'area archeologica, precisando: «gli eventi musicali si possono realizzare ma ben selezionati, come l'Opera e i balletti. I concerti rock andrebbero tenuti negli stadi anche per non mettere a repentaglio la pubblica incolumità»;

   l'assessore ai grandi eventi, sport, turismo e moda del comune di Roma che già ad agosto 2023 aveva sottolineato che il Circo Massimo «genera indotto economico», avrebbe anche contestato la posizione della direttrice del Parco archeologico affermando: «per fortuna i concerti al Circo Massimo non li decide Alfonsina Russo»;

   con riferimento alle vibrazioni prodotte dal concerto di Scott, lo stesso Ministro Sangiuliano ad agosto aveva affermato: «Serviva una sede più adatta al suo spettacolo. La Capitale ne ha molte da offrire». E poi: «Gli uffici competenti faranno le loro valutazioni. Il giorno di Ferragosto riunirò al Ministero tutti i direttori generali, appuntamento alle 11, tra le tante questioni parleremo anche di questo» –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente dell'esito dei rilevamenti effettuati dall'Ingv e quali iniziative di competenza intenda porre in essere per evitare danni all'intera area del Parco archeologico del Colosseo, facendosi promotore, in dialogo con l'amministrazione comunale di Roma Capitale, di un'attenta valutazione circa la compatibilità di questi eventi con la fragilità delle aree archeologiche, anche mediante un divieto di svolgimento di queste iniziative presso il Circo Massimo.
(4-02190)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta orale:


   MALAVASI. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nella Gazzetta Ufficiale del 22 gennaio 2021 è stato pubblicato il decreto del 27 ottobre 2020, firmato dal Ministro per le pari opportunità e la famiglia, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, contenente i «Criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare per gli anni 2018-2019-2020», ai sensi di quanto disposto dall'articolo 1, comma 254, della legge 27 dicembre 2017, n. 205;

   le risorse sono state destinate alle regioni che le hanno trasferite successivamente agli ambiti territoriali, per interventi di sollievo e sostegno destinati al caregiver familiare (comma 255, articolo 1 della citata legge n. 205 del 2017). Le priorità sono le seguenti: a) caregiver di persone in condizione di disabilità gravissima (articolo 3 del decreto ministeriale lavoro e politiche sociali del 26 settembre 2016 recante il Riparto delle risorse finanziarie del Fondo nazionale per le non autosufficienze, anno 2016); b) caregiver di coloro che non hanno avuto accesso alle strutture residenziali a causa delle disposizioni normative emergenziali, comprovata da idonea documentazione; c) programmi di accompagnamento finalizzati alla deistituzionalizzazione e al ricongiungimento del caregiver con la persona assistita;

   con la legge n. 178 del 2020, all'articolo 1, comma 334, si è ritenuto di riallocare le risorse per interventi legislativi, destinando le risorse dell'apposito Fondo a interventi finalizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell'attività di cura non professionale del caregiver familiare, come definito al comma 255, dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, non risulta essere stato fatto alcun monitoraggio in merito alla spesa delle risorse stanziate con decreto 27 ottobre 2020; è stato emanato il decreto 17 ottobre 2022 del Ministro per le disabilità, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali che stabilisce i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare per l'anno 2022;

   l'articolo 5 del decreto di cui sopra – pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2022 – stabilisce all'articolo 5 che «l'erogazione delle risorse assegnate dal presente decreto per l'annualità 2022 è comunque subordinata alla trasmissione, mediante compilazione del suddetto Allegato A, dei dati di monitoraggio relativi alle risorse già liquidate e messe a disposizione delle regioni per le annualità 2018-2019-2020»;

   ad oggi, infatti, non risulta alcun monitoraggio ed appare evidente che senza non è possibile valutare quali iniziative siano state messe in campo; se siano stati realizzati – per esempio – interventi di immediato impatto per le singole persone oppure siano stati strutturati percorsi di presa in carico nel tempo, articolando il tutto rispetto anche ad una nuova concezione di welfare di comunità, sostenendo e valorizzando quindi anche forme flessibili di servizi alla persona, anche con l'utilizzo dello strumento della co-progettazione;

   il riconoscimento del ruolo centrale svolto dai milioni di cittadini che si prendono quotidianamente cura e carico di persone con disabilità e non autosufficienti, svolgendo il fondamentale ed insostituibile ruolo di «caregiver familiari», auspica che si pervenga al più presto all'emanazione di un'apposita legge che collochi tale figura all'interno della rete integrata di servizi, e riconoscendone ruolo, funzioni ed adeguati sostegni nonché idonee coperture previdenziali –:

   a che punto sia il monitoraggio previsto, quali le ragioni di eventuali ritardi e come si intenda procedere – per quanto di competenza – per accelerare questo processo ed evitare che si creino ulteriori disparità territoriali;

   se siano previste iniziative ulteriori e specifiche a favore dei caregiver.
(3-00926)

ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per lo sport e i giovani, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   il sistema calcio non solo rappresenta un fattore sportivo e sociale ben conosciuto, ma i dati economici lo connotano come una delle industrie più importanti del nostro Paese. Il calcio costituisce un settore industriale rilevante nel Paese, con ricavi diretti totali di 5 miliardi di euro e un impatto sul Pil stimato in oltre 11,1 miliardi di euro, oltre a quasi 126.000 posti di lavoro attivati. La contribuzione fiscale e previdenziale del calcio di vertice (Serie A, B e C) nel 2020 ha superato gli 1,3 miliardi di euro;

   il decreto legislativo n. 147 del 2015 prevedeva all'articolo 16, comma 5-quater, un favor fisci per il rientro in Italia dei professionisti sportivi, disponendo che i compensi concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 50 per cento del loro ammontare, a condizione che la disciplina sportiva in questione sia riconosciuta dal Coni, che l'atleta abbia almeno 20 anni di età, che abbia trascorso gli ultimi due anni all'estero e che goda di un compenso sportivo superiore al milione di euro;

   l'opzione per il regime fiscale agevolato avveniva, ai sensi del comma 5-quinquies del citato articolo 16, tramite il versamento di un contributo dello 0,5 per cento della base imponibile, il cui gettito complessivo era destinato a potenziare i settori giovanili;

   le citate disposizioni producevano rilevanti effetti sia di natura diretta, quali la capacità attrattiva delle società nei confronti di soggetti altrimenti non ingaggiabili, sia indiretti, quali generazione di risorse da destinare ai settori giovanili;

   il decreto legislativo 27 dicembre 2023, n. 209, attuativo della legge delega fiscale, all'articolo 5, ha previsto la riforma del regime fiscale dei lavoratori cosiddetti impatriati stabilendo, a decorrere dal 2024, la detassazione Irpef del 50 per cento, per cinque periodi d'imposta, dei redditi di coloro che trasferiscono la residenza in Italia, entro il limite di 600.000 euro, al ricorrere di specifiche condizioni;

   conseguentemente all'introduzione del nuovo regime, il comma 9 del citato articolo 5 ha disposto l'abrogazione del citato articolo 16 del decreto legislativo n. 147 del 2015 e ha mantenuto l'applicazione delle previgenti disposizioni nei confronti dei soggetti che hanno trasferito la residenza entro il 31 dicembre 2023 ovvero, per i rapporti di lavoro sportivo, che hanno stipulato il relativo contratto entro la stessa data;

   tale abrogazione incide negativamente sul mondo sportivo italiano, in primo luogo perché i club, non potendo più ricorrere a tale normativa, sono costretti a sostenere maggiori costi per garantire gli stessi importi netti ai professionisti; inoltre vengono penalizzati i settori giovanili, venendo a mancare il contributo dello 0,5 per cento disposto ai sensi del comma 5-quinquies del citato articolo 16;

   i «vivai italiani» soffrono da anni di difficoltà strutturali, esemplificate, tra l'altro, da due mancate qualificazioni ai mondiali e trattandosi, peraltro, di afflussi dall'estero tramite la normativa fiscale di favore con numeri assai esigui;

   il citato articolo 5 del decreto legislativo 27 dicembre 2023, n. 209, detta una disciplina generale che sembrerebbe applicarsi anche ai professionisti sportivi, tuttavia non è chiaro come debba interpretarsi per tali fattispecie il requisito di elevata qualificazione o specializzazione di cui all'articolo 5, comma 1, lettera d);

   la circolare 17/E/2017 dell'Agenzia delle entrate prevede che il requisito dell'alta specializzazione ricorre con il conseguimento di un titolo di istruzione superiore che attesti il completamento di un percorso di durata almeno triennale e della relativa qualifica professionale superiore, rientrante nei livelli 1 (legislatori, imprenditori e alta dirigenza), 2 (professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione) e 3 (professioni tecniche) della classificazione Istat delle professioni CP2011 –:

   se il nuovo regime fiscale per gli impatriati sia riferito anche ai professionisti sportivi e quale sia la corretta interpretazione per tali fattispecie del requisito della condizione di cui al comma 1, lettera d), del citato articolo 5, il quale prevede che i lavoratori siano in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione.
(2-00308) «Andrea Rossi, Merola».

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 149, che ha introdotto la riforma del processo civile, ha disposto delle modifiche relative ai consulenti tecnici del giudice;

   il decreto legislativo n. 149 del 2022, nel dettaglio, ha inserito nel decreto regio 18 dicembre 1941, n. 1368, l'articolo 24-bis, secondo il quale è istituito un elenco nazionale dei consulenti tecnici d'ufficio (Ctu) presso il Ministero della giustizia;

   in attuazione al precitato decreto legislativo, è stato adottato il decreto interministeriale 4 agosto 2023, n. 109 che detta le disposizioni in materia dell'albo e dell'elenco nazionale, individuando, oltre alle categorie previste dall'articolo 13, comma 3, del regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, ulteriori categorie professionali ricadenti nell'albo dei consulenti tecnici di ufficio nonché i relativi settori di specializzazione di ciascuna categoria citata;

   in particolare, nell'allegato A del decreto, parte integrante dello stesso, è riportato l'elenco delle categorie dell'albo e le relative categorie di specializzazioni che, tuttavia, presenta delle gravi mancanze relative a importanti figure professionali che fino a quel momento hanno proceduto all'iscrizione all'albo presso il proprio tribunale di competenza;

   da un lato, infatti, non viene fatta menzione della figura del pedagogista, dall'altro è erroneamente utilizzata la definizione «educatore professionale», dicitura ormai non più attuale e fuorviante;

   con la riforma delle professioni educative del 2005, infatti, sono state individuate le qualifiche di educatore professionale socio-pedagogico (L19) ed educatore professionale socio-sanitario (L/SNT);

   nonostante quanto previsto dalla riforma di settore, nel decreto interministeriale le figure di educatore professionale socio pedagogico e di educatore professionale socio sanitario non sono contemplate, dando spazio alla sola e fumosa figura di «educatore professionale»;

   ugualmente, nello stesso allegato non risulta inserita la figura del pedagogista, figura professionale che raccoglie tanti professionisti, dotati di specifica laurea magistrale, che si occupano di tematiche sociali preminenti come l'educazione, la pedagogia, la genitorialità nonché di soggetti deboli come minori e persone in difficoltà;

   diversamente dalla situazione attuale, prima dell'adozione del decreto n. 109 del 2023, i pedagogisti potevano accedere direttamente al tribunale di competenza e chiedere l'iscrizione all'albo Ctu, pagando la relativa quota di iscrizione. Si tratta di un numero importante di professionisti già da tempo iscritti all'albo che hanno regolarmente pagato la propria quota e che adesso si trovano in una situazione di preoccupante stallo;

   il mancato inserimento di tali categorie tra quelle compatibili con il ruolo di Ctu comporta un danno non solo alle stesse ma anche e soprattutto al lavoro dei giudici che non possono più richiedere la loro consulenza, rinunciando così a figure altamente qualificate e cruciali per alcune casistiche processuali –:

   se il Ministro interrogato intenda adottare le iniziative di competenza volte a rivedere l'attuale elenco dell'allegato A del decreto interministeriale 4 agosto 2023, n. 109 affinché anche le figure di professionisti pedagogisti, educatori professionali socio-pedagogici ed educatori professionali socio-sanitari possano essere specificatamente contemplate, accedendo di fatto all'elenco dei consulenti tecnici di ufficio.
(3-00929)

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI, BONELLI, BORRELLI, FRATOIANNI, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI, ZANELLA e ZARATTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 162 del 31 ottobre 2022, convertito in legge con modificazioni, dalla legge n. 199 del 30 dicembre 2022 ha inserito nel codice penale l'articolo 633-bis che sancisce il reato denominato «Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l'incolumità pubblica», conosciuto anche come reato di «rave party»;

   il reato punisce i «raduni musicali o aventi altro scopo di intrattenimento» da cui possa derivare un «concreto pericolo per la salute pubblica o per l'incolumità pubblica a causa dell'inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi»;

   sin dall'adozione del decreto, da più parti, come l'AIC, associazione italiana dei costituzionalisti, è stata evidenziata la vaghezza e l'indeterminatezza del nuovo reato di cui all'articolo 633-bis del codice penale, con possibili profili di incostituzionalità;

   nei lavori parlamentari alcuni gruppi di opposizione hanno evidenziato come la norma avesse finalità meramente politiche e che rispecchiasse minimamente la realtà dei fatti –:

   se il Ministro interrogato intenda indicare quanti soggetti, dall'entrata in vigore del reato a oggi, sono stati denunciati o imputati per il reato di cui all'articolo 633-bis del codice penale.
(4-02175)


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il decreto legislativo n. 150 del 2009 ha dato attuazione alla legge n. 15 del 2009, rinnovando l'organizzazione del lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione;

   gli articoli 23 e 24 del predetto decreto legislativo stabiliscono la disciplina delle progressioni economiche e di carriera per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche;

   il Ccnl del comparto ministeri 2006/2009 ha definito un nuovo sistema di classificazione dei profili professionali, con effetti anche sul personale del Ministero della giustizia;

   il 26 aprile 2017 il Ministero della giustizia e le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto un accordo, recepito nel decreto ministeriale 9 novembre 2017, recante «Rimodulazione dei profili professionali del personale non dirigenziale dell'Amministrazione giudiziaria»;

   l'accordo prevede una serie di iniziative volte a consentire la progressiva promozione professionale e riqualificazione del personale dell'amministrazione giudiziaria attraverso la programmazione di passaggi giuridici, e quindi economici, all'interno delle aree di riferimento;

   il suddetto accordo, ad oggi, risulta tuttavia in parte inapplicato, in particolare per il profilo professionale del funzionario di area III in servizio presso il Ministero;

   alla predetta categoria appartengono funzionari che ormai da molti anni svolgono le proprie mansioni con dedizione e professionalità, anche in difficili situazioni dettate dalla carenza di organico, ai quali tuttavia non è stata ancora consentita una concreta progressione di carriera nonostante l'esperienza maturata;

   il Ministro della giustizia pro tempore, in risposta, il 22 gennaio 2021 affermava che «la rimodulazione dei profili professionali del personale e l'opportunità di un rilevamento sulle aspettative dei dipendenti alle riqualificazioni o progressioni economiche sarà oggetto di attenta valutazione da parte di questo dicastero, in ragione della duplice esigenza di riconoscere il giusto valore all'esperienza e alla professionalità maturate da personale e di consentire agli uffici di avvalersi dell'opera di personale esperto e motivato nell'affrontare carichi di lavoro obiettivamente onerosi e impegnativi»;

   in mancanza di concreti sviluppi, l'annosa problematica è stata nuovamente attenzionata dall'interrogante nel corso della XIX legislatura con l'interrogazione n. 4-00774, alla quale il 31 maggio 2023 ha risposto il Ministro della giustizia confermando «l'urgenza della completa attuazione delle procedure stabilite per le progressioni economiche e per le riqualificazioni dei dipendenti legittimati» e dichiarando che, al fine «di riconoscere il giusto valore all'esperienza e alla professionalità maturate, (...) l'Amministrazione, in ossequio a quanto previsto dal CCNL 2019-2021» provvederà «in sede di contrattazione integrativa alla rimodulazione delle figure professionali»;

   nonostante quanto affermato dal Ministro interrogato, ad oggi l'iter di progressione giuridica all'interno dell'Area III, previsto dall'accordo del 2017, non risulta ancora completato, nonostante l'articolo 18 del Ccnl 2019-2021 preveda che venga concluso prima della sottoscrizione definitiva del contratto stesso;

   definire nel Cci la riqualificazione giuridica dei funzionari «anziani», unica figura professionale esclusa allo stato, pone costoro allo stesso livello dei funzionari transitati dalla seconda area (ex articolo 21-quater decreto-legge n. 83 del 2015), mentre dare corso all'accordo 2017, prima della definizione del Cci, con il passaggio da funzionario a direttore, vorrebbe dire riconoscere la professionalità acquisita e il diritto alla carriera di tutti coloro che hanno acquisito il diritto di cui alla lettera J dell'accordo del 26 aprile 2017 –:

   se il Ministro interrogato intenda adoperarsi urgentemente affinché sia dato seguito a quanto previsto, nella sua totalità, dal decreto ministeriale 9 novembre 2017, riconoscendo concretamente la giusta esperienza lavorativa maturata nel corso degli anni dai funzionari di Area III ad oggi in servizio, attraverso una appropriata riqualificazione giuridica.
(4-02178)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   TRAVERSI, IARIA, CANTONE e FEDE. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   dal mese di novembre sono intensificati in modo esponenziale gli attacchi che hanno recentemente preso di mira i mercantili di passaggio nell'area del Mar Rosso e, in tale ambito, il trasporto marittimo nazionale;

   molti commentatori nazionali hanno sottolineato in questi giorni che, tra le vittime collaterali di questo attacco, rischia di essere coinvolto anche il comparto industriale italiano;

   attraverso gli stretti di Suez e Bab-el Mandeb passa solitamente il 30 per cento del commercio marittimo mondiale e il 40 per cento di quello italiano. Le rotte sono difatti due: quella attraverso il Canale di Suez – da Shanghai a Genova impiega circa 27 giorni, e quella che invece che prevede il passaggio dal capo di buona speranza che impiega sempre da Shanghai circa 44 giorni di navigazione, quasi raddoppiando le miglia nautiche necessarie;

   i costi per l'export «made in Italy» stanno lievitando in modo vertiginoso: nell'ultima settimana il costo per la spedizione di un container dal mediterraneo alla Cina è salito da 153 a 507 euro;

   uno degli effetti collaterali riguarda dunque la perdita netta di flussi commerciali verso il porto di Genova in favore, ad esempio, di quello di Rotterdam;

   anche Assoporti, nell'audizione del 15 gennaio 2024 riguardante il provvedimento di proroga di termini legislativi, ha espresso grande preoccupazione per gli avvenimenti succitati con particolare riferimento alle perdite giornaliere che sta registrando il settore portuale e la filiera della logistica italiana;

   recentemente è stato istituito il Fondo nazionale del made in Italy, cosiddetto Fondo sovrano, partecipato dal Ministero dell'economia e delle finanze, aperto alla partecipazione di fondi di investimento e altri soggetti, con la mission di investire nelle filiere dei settori strategici, sin dalla fase dell'approvvigionamento delle materie prime –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda porre in essere al fine di rispondere efficacemente alle conseguenze sul settore del trasporto marittimo italiano derivanti dagli attacchi alle navi mercantili nel Mar Rosso e per difendere il settore della portualità e le imprese della logistica italiane.
(5-01878)


   GHIRRA e ZANELLA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 5 novembre 2023, il Cda del gruppo Tim ha dato attuazione al piano industriale presentato dalla società nel corso del 2022, che prevede la separazione degli asset infrastrutturali di rete – la cosiddetta NetCo – dalla componente servizi;

   da ultimo, il 17 gennaio 2024, Tim ha quindi comunicato di aver ricevuto dal Governo l'assenso alla cessione a Kkr di NetCo, la società che detiene sostanzialmente tutte le infrastrutture di rete fissa di Tim e che include anche FiberCop, la newco in cui è stata conferita la rete secondaria di Tim e che deve portare la connettività Ftth in tutto il Paese. L'operazione si dovrebbe concludere entro l'estate;

   il fondo infrastrutturale statunitense Kkr acquisisce così un'infrastruttura strategica per l'Italia, in termini economici ma anche di sicurezza e di sovranità;

   ricordiamo che ad agosto 2023 il Governo ha approvato due decreti che consentono al Ministero dell'economia e delle finanze di acquisire una quota del 20 per cento della citata NetCo, del valore di circa 2,2 miliardi. In pratica una quota poco più che di testimonianza, nonostante le rassicurazioni dell'Esecutivo riguardo al mantenimento di prerogative di governance;

   nonostante le rassicurazioni del Governo che garantisce un ruolo nella definizione delle scelte strategiche, mantenendo un controllo statale sugli asset strategici della rete primaria di telecomunicazione, di fatto si assegna ad un soggetto privato estero il controllo della rete di telecomunicazioni. L'asset più importante per la competitività del nostro sistema Paese finirà a Kkr, che ora diventa quindi di fatto l'unico proprietario di infrastrutture decisive del Paese;

   peraltro, nell'ambito dell'investimento nella NetCo, Kkr è alleato con l'Adia, fondo sovrano di Abu Dhabi, e ciò fa sì che avranno un'ampia maggioranza nella medesima NetCo in cui viene conferita sia la rete primaria di telecomunicazioni sia la rete secondaria, ora in capo a FiberCop;

   l'incertezza di tutta questa operazione riguarda non solo le migliaia di posti di lavoro, ma la gestione stessa della sicurezza dei dati dei cittadini, e sotto questo aspetto il 20 per cento di capitale mantenuto dal Ministero dell'economia e delle finanze rischia fortemente di non essere una garanzia sufficiente –:

   nell'ambito delle proprie competenze, come si intenda garantire la sicurezza dei dati dei cittadini e i necessari investimenti sulla rete e se, tra le garanzie degli interessi strategici nazionali, vi sia anche la salvaguardia dei livelli occupazionali.
(5-01879)


   CASU, BARBAGALLO, BAKKALI, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 4 gennaio 2024, durante la Conferenza stampa di inizio anno, la Presidente del Consiglio dei ministri ha affermato tra l'altro la volontà di muoversi con una «riduzione delle quote in partecipate che non riduce il controllo pubblico, come Poste (...)»;

   la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei ministri ha suscitato grande preoccupazione tra i sindacati, le lavoratrici ed i lavoratori, anche perché, durante l'incontro svoltosi il 12 dicembre 2023 nella sede centrale di Poste Italiane tra il Ministro dell'economia Giorgetti, il consiglio di amministrazione di Poste Italiane, il management e alcune centinaia di persone, le organizzazioni sindacali – che rappresentano 120.000 lavoratrici e lavoratori – non hanno potuto né partecipare né conoscere le linee guida del piano industriale di Poste Italiane che, a quanto risulta da notizie di stampa, è poi stato rinviato a marzo 2024;

   la cessione di ulteriori quote di Poste Italiane inciderebbe direttamente sulla tutela del lavoro e sulla fornitura dei servizi essenziali per i cittadini, sottoposti alle verifiche del Ministero delle imprese e del made in Italy, e non può assolutamente essere utilizzata come strumento per «fare cassa». Poste Italiane, infatti, accompagna l'Italia nella sua storia da ben 162 anni e ha come compito quello di garantire la coesione sociale senza discriminazioni tra gli utenti mediante l'erogazione su tutto il territorio nazionale del servizio postale base (universale) oltre che tutelare il risparmio. La sua funzione, quindi, non può essere considerata solo come un'azienda, sia pure importante, esposta alle leggi del mercato, ma come un servizio essenziale per l'equilibrio del nostro Paese, in particolare per quella larga parte di cittadine e cittadini che vive nei comuni medi e piccoli –:

   quali iniziative urgenti intenda proporre, per quanto di competenza, per scongiurare le ipotesi di cessione di ulteriori quote pubbliche anticipate a mezzo stampa e garantire pienamente il valore economico e sociale di Poste Italiane e le garanzie per tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, anche attraverso un pieno confronto e coinvolgimento di tutti i soggetti interessati.
(5-01880)


   MACCANTI, DARA, FURGIUELE, MARCHETTI, PRETTO, CECCHETTI e ZOFFILI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Poste italiane da qualche anno si impegna contro la desertificazione dei piccoli centri che negli ultimi 50 anni hanno perso più della metà dei residenti e ora si trovano a rischio di spopolamento;

   in questo contesto si inserisce il progetto Polis – casa dei servizi di cittadinanza digitale, che rappresenta una tappa significativa per il contrasto all'abbandono dei piccoli centri anche in un'ottica di supporto alla transizione digitale del Paese prevista dal PNRR;

   il progetto costituisce un grande programma di inclusione sociale e comprende due linee di intervento: la prima consiste nel portare i servizi telematici della pubblica amministrazione all'interno degli uffici postali con la creazione di «Sportelli Unici» di prossimità nei 6.933 comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti; la seconda, «Spazi per l'Italia», prevede di mettere a disposizione 250 spazi su tutto il territorio nazionale, 80 dei quali saranno attivati in comuni con meno di 15.000 abitanti, convertendoli a spazi di co-working tutti interconnessi tra di loro al fine di costituire un'unica rete digitalizzata e smart:

   all'interno dell'iniziativa è prevista anche la possibilità per i cittadini di richiedere i passaporti negli uffici postali e dal mese di febbraio 2024 anche i servizi delle Agenzie delle entrate;

   nonostante la fine dell'emergenza Covid, in alcune città perdura una situazione di ritardi considerevoli nelle prenotazioni per il rilascio e rinnovo dei passaporti: secondo una ricerca di Altroconsumo, dieci mesi di attesa a Venezia, quasi otto a Bolzano, sette a Cagliari, mentre in città come Bologna, Genova, Milano, Pordenone, Potenza e Torino non è possibile neanche prenotare l'appuntamento;

   l'annuncio di Poste (redazione postenews del 25 ottobre 2023), secondo cui da dicembre 2023 sarebbe stato possibile per i cittadini di piccoli comuni ritirare i passaporti anche negli uffici postali, era sembrato per i tanti costretti ad attendere tempi insostenibili come un barlume di speranza per ottenere il titolo in tempi congrui –:

   se il Ministro interrogato possa fornire dettagli in merito agli ambiti e alle reali tempistiche di operatività del progetto Polis nonché se l'ufficio postale di un comune potrà erogare questo tipo di servizi anche a cittadini residenti in altro comune limitrofo.
(5-01881)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   MATONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dalla stampa nazionale e locale è recentemente emerso che il Partito Democratico avrebbe contratto un debito di oltre seicentomila euro nei confronti dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale (Ater) di Roma per canoni di locazione non corrisposti per le sedi locali del Partito;

   la denuncia di morosità riguarda il biennio 2021-2023 con i relativi canoni non versati ad Ater, senza contare i debiti precedenti al 2021 che mostrano un pregresso non pagato di addirittura 413 mila euro: questo nonostante le agevolazioni chieste dallo stesso Pd per gli affitti sulle tariffe di locazione, ammontanti a una diminuzione che viaggia dal 40 al 60 per cento. Le fasce sono variabili: dai 165 euro per un locale in via dell'Archeologia, ai 277 per la sede in via Chiudenda, o ai 500 per quella in via Appia Nuova;

   l'ente che si occupa di edilizia popolare ha messo a disposizione dei partiti politici 54 locali extra residenziali per portare avanti le loro attività. Le formazioni con più sedi Ater sono il Pd, che ne ha in gestione 21, e Rifondazione Comunista, che ne ha 13, di cui 10 morose. Nella stessa condizione tutti e quattro i locali assegnati a Sinistra Italiana e due delle tre sezioni del Partito Comunista. In ritardo con i pagamenti per una somma di 261 mila euro anche Sinistra Ecologica, secondo i dati del 2021;

   a parere dell'interrogante la situazione non è più tollerabile ed i cittadini romani – già ogni giorno gravati dai disagi del malgoverno della città – non possono essere chiamati anche a sostenere i costi le sedi del Pd e di altre forze politiche del centrosinistra;

   a Roma ci sono 4.000 famiglie in attesa di un alloggio popolare, pertanto quanto dianzi riportato non può lasciare indifferenti. A parere dell'interrogante, il Sindaco di Roma non ha contrastato le occupazioni perpetrate dai centri sociali, e sarebbe auspicabile che intervenisse su questa incresciosa vicenda –:

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, anche valutando il ricorso ai servizi ispettivi di finanza pubblica, si intenda adottare affinché siano perseguite pienamente le finalità proprie dell'edilizia residenziale pubblica, al contempo contrastando efficacemente le occupazioni abusive.
(4-02185)


   MANES. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in data 16 gennaio 2024 nella seduta n. 226 in Commissione VIII, è stata fornita risposta all'interrogazione scritta n. 5-01825 avente per oggetto la tematica dell'adeguamento strutturale del viadotto «Camolesa» tra l'interscambio A4/A26 di Santhià e lo svincolo di Albiano, presentata dall'interrogante;

   la risposta riportava l'impegno del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a monitorare il rispetto del cronoprogramma dei lavori indicati al fine di poter garantire la realizzazione dei necessari lavori di adeguamento e messa in sicurezza di un'opera fondamentale, strategica per la vocazione commerciale e turistica dei territori interessati;

   è stato disposto un divieto di circolazione dei mezzi con massa a pieno carico superiore a 19 tonnellate nel tratto compreso tra l'interscambio di cui sopra e lo svincolo autostradale, in entrambe le direzioni, a partire dal 14 dicembre 2023;

   successivamente, dalla metà del mese di gennaio 2024, per la realizzazione dei lavori di adeguamento del viadotto «Camolesa», sarebbe stato necessario istituire il doppio senso di marcia sulla carreggiata in direzione Ivrea, con divieto di transito imposto ai mezzi con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate in entrambe le direzioni;

   era stato definito che la viabilità del traffico pesante avrebbe fatto perno su Torino creando comunque conseguenze onerose per gli utenti con un grave impatto sul traffico internazionale attraverso il traforo autostradale del Monte Bianco;

   dagli organi di informazione in data 20 gennaio 2024, si è appreso che in data 18 gennaio 2024 la società Ativa ha comunicato che a partire da lunedì 22 gennaio ci sarà «l'interruzione del collegamento autostradale da Torino per la regione Valle d'Aosta e i trafori internazionali del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, con uscita obbligatoria allo svincolo di Scarmagno dal quale i mezzi con massa non superiore alle 19 tonnellate potranno utilizzare la viabilità secondaria fino allo svincolo di Ivrea, considerate le limitazioni imposte su dette viabilità»;

   appare alquanto strano che tale decisione non sia stata preventivamente definita con le strutture competenti territoriali e risulta non sostenibile nelle tempistiche e modalità senza un'adeguata concertazione;

   è necessario conoscere con esattezza la situazione reale sul tratto di viabilità in questione e quali siano le soluzioni idonee a non creare ulteriori aggravi al sistema viario di penetrazione della Valle d'Aosta, tenuto conto delle modalità che sembrano essere state definite ad oggi –:

   se tali notizie di stampa corrispondano al vero e se non ritenga necessario convocare in brevissimo tempo un tavolo tecnico e politico permanente con le strutture competenti e con le regioni interessate, al fine di tutelare certamente la sicurezza dei cittadini, ma anche di evitare di compromettere l'economia della regione Valle d'Aosta, del Canavese e della città metropolitana di Torino, ipotizzando soluzioni più adeguate all'attuale situazione del sistema viario e ferroviario tra la Valle d'Aosta e il Piemonte.
(4-02186)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOSSI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si apprende che il generale Roberto Vannacci presenterà a Massa, presso Villa Cuturi, il suo libro autoprodotto «Il mondo al contrario». L'evento è in programma il 27 gennaio 2024 alle 17:30 a cura dell'associazione «La Rivincita»;

   sono state numerose le reazioni di protesta e allarme contro la pubblicazione e la promozione di un saggio politico, intriso di idee antidemocratiche, razziste, omofobe e misogine, in palese contrasto con i valori della Costituzione;

   sono ormai note le posizioni omofobe e razziste assunte nel suo libro dal generale Vannacci, che peraltro in una recente intervista ha riconosciuto a Benito Mussolini un ruolo da «statista», esaltando in sostanza le sue gesta ed il regime fascista;

   il 27 gennaio di ogni anno si celebra inoltre in tutta Italia il Giorno della Memoria, in ricordo della data in cui furono abbattuti i cancelli dal campo di sterminio di Auschwitz, nel 1945;

   tale commemorazione è stata istituita con la legge n. 211 del 2000, che ha la finalità di ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le deportazioni, le leggi razziali, ma anche coloro che, in campi e schieramenti diversi, si sono opposti e hanno protetto i perseguitati mettendo a rischio la propria vita;

   nella ricorrenza del Giorno della Memoria sono organizzati quindi incontri ed iniziative per conservare «la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere»;

   appare quindi ancora maggiormente inaccettabile che in un giorno nel quale si onora appunto la Memoria delle vittime «della Shoah e delle altre deportazioni del periodo nazifascista» venga promosso un libro che, ad avviso dell'interrogante, infanga il ricordo di chi è stato discriminato, torturato ed ucciso per ragioni ideologiche e che promuove quindi tesi opposte ai valori Costituzionali di democrazia e libertà;

   altrettanto sdegno sta provocando, tra comunità locale di Massa, la citata presentazione del volume in una città capoluogo di una provincia che, per prima in Italia, fu insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare per il contributo dato alla guerra di Liberazione;

   indignazione è stata espressa da Anpi locale e associazioni sindacali. Il segretario generale della Cgil Massa Carrara, Nicola Del Vecchio, ha dichiarato che è «vergognoso che Vannacci venga a Massa e ancora più squallido che lo faccia in una giornata così importante come quella del 27 gennaio, il Giorno della Memoria. In quella giornata onoriamo la Memoria di tutte le vittime della Shoah e delle altre deportazioni del periodo nazifascista. Vannacci invece ambisce ad essere degno erede di quella ideologia di discriminazioni, violenze, distruzione e morte. Il suo libro è una rassegna di fascismo, razzismo, misoginia e omofobia. Vannacci, oltre a vaneggiare sulle sue origini e sulla legittima difesa, se la prende con tutte e tutti: immigrati, omosessuali, femministe, ambientalisti»;

   l'eco di tale indignazione ha portato addirittura alcuni sponsor dell'iniziativa, legata alla presentazione del libro, a dissociarsi;

   considerata l'ampia disapprovazione suscitata dall'evento è opportuno non sottovalutare la situazione ed intervenire conseguentemente al fine di evitare che la presentazione possa causare problemi di ordine pubblico e verificare quindi che la Prefettura abbia messo in campo tutti gli accorgimenti e le precauzioni necessarie –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti e se non ritenga conseguentemente necessario intraprendere iniziative urgenti al fine di evitare che l'evento di cui in premessa possa causare problemi di ordine pubblico, soprattutto in concomitanza con le celebrazioni previste dalla legge in occasione del Giorno della Memoria ed in un territorio come quello di Massa, a cui fu conferita la prima Medaglia d'Oro al Valor Militare per il contributo dato alla guerra di Liberazione.
(5-01871)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MATONE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   come riportato dalla stampa nazionale e locale, da anni i residenti del rione Esquilino di Roma denunciano lo stato di degrado in cui versa uno dei rioni più antichi della città;

   ammassi di sporcizia ad ogni angolo, persone senza fissa dimora che allestiscono i propri rifugi di fortuna direttamente sulla piazza principale del quartiere e nei giardini, incuria nella gestione del verde, con ammassi di rami tagliati e abbandonati a terra, montagne di cartoni accantonati di giorno da sbandati e senzatetto; sulle pagine social dei comitati di quartiere e delle associazioni di cittadini le segnalazioni di disservizi, sporcizia e atti di violenza sono all'ordine del giorno, ma nonostante gli appelli rivolti al comune, al municipio e ai diversi enti di competenza, la situazione non sembrerebbe migliorare;

   secondo i racconti dei cittadini nelle strade vengono utilizzate sostanze stupefacenti quali il crack alla luce del giorno, si assembrano ubriachi molesti e si sono verificati episodi di minaccia alle donne di violenza sessuale. I senzatetto, poi, sono diventati una vera e propria emergenza;

   l'insieme delle attività di prevenzione attuate per il controllo del territorio non sarebbero sufficienti e il bivacco ignorato dalle istituzioni cittadine può trasformarsi in un serio problema di ordine pubblico;

   ormai esasperati i residenti, sabato 6 gennaio 2024, hanno deciso di ritrovarsi a piazza Vittorio per manifestare contro le condizioni in cui versa la zona, invasa da senzatetto, sporcizia, spaccio e consumo di stupefacenti, aggressioni e violenze;

   a parere dell'interrogante i problemi di sicurezza e mancanza di igiene debbono essere pertanto risolti nell'immediato –:

   quali iniziative – per quanto di competenza – il Ministro interrogato intenda mettere in campo al fine di garantire l'effettiva sicurezza per i residenti del territorio, ripristinando le necessarie condizioni di legalità.
(4-02183)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende dalla stampa a Monfalcone la polizia locale lo scorso 18 gennaio 2024 ha proceduto ad un accesso nel centro culturale islamico «Darus Salam» e ha identificato tutti i presenti, compresi i bambini, che in quel momento stavano svolgendo attività di doposcuola;

   attraverso la sua pagina Facebook, il rappresentante islamico e animatore delle comunità islamiche della città, Bou Konate, ingegnere ed ex assessore comunale ai lavori pubblici, ha denunciato come l'accesso al centro culturale non sarebbe stato giustificato da alcun provvedimento e/o da attività ispettiva e non sarebbero stati notificati verbali di contestazione per violazione di norme di legge e/o regolamentari a seguito dell'identificazione delle persone presenti;

   questo è solo l'ultimo atto di un duro quanto ingiustificato scontro che la sindaca di Monfalcone Anna Cisint ha deciso di ingaggiare contro la comunità islamica presente in città;

   poche settimane fa, infatti, la sindaca Cisint ha ordinato la chiusura di due moschee sulla base di, ad avviso dell'interrogante, pretestuosi motivi legati alla normativa urbanistica con dei provvedimenti giudicati illegittimi dalla comunità islamica, che comprensibilmente vede compromesso il diritto, previsto dalla nostra Costituzione, di professare e praticare la propria fede religiosa;

   secondo la denuncia del rappresentante islamico, il 18 gennaio il centro culturale era aperto per l'attività di doposcuola, non per la preghiera, che la sindaca ha deciso di vietare, ma la polizia locale ha comunque proceduto all'accesso nei locali dell'associazione, procedendo altresì all'identificazione di tutte le persone presenti, bambini compresi, un fatto che l'interrogante ritiene gravissimo;

   la responsabilità di un primo cittadino è quello di trovare soluzioni per permettere agli abitanti di Monfalcone di fede islamica di praticare liberamente la loro fede ed è un dovere della sindaca, come di tutte le altre Istituzioni, creare le condizioni perché questo possa avvenire;

   oltre che illegittimo e in palese violazione di diritti costituzionalmente tutelati, è da irresponsabili, ad avviso dell'interrogante, continuare a creare tensioni e cercare occasioni di scontro con la comunità islamica di Monfalcone, trincerandosi dietro a pseudo «ordinarie attività di controllo», come se identificare dei minori impegnati in attività di doposcuola possa configurarsi come un'attività ordinaria –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato circa i fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere, anche tramite la locale prefettura, affinché si chiariscano le motivazioni e le modalità con cui la polizia locale ha effettuato il controllo richiamato in premessa all'interno del Centro culturale islamico «Darus Salam» di Monfalcone e quale sia stata, tra l'altro, la necessità di procedere con l'identificazione dei presenti, minori compresi;

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato abbia assunto o intenda assumere, o abbia assunto tramite la prefettura di Gorizia, affinché venga garantito alla comunità islamica di Monfalcone di poter praticare liberamente la propria fede religiosa.
(4-02184)


   RUBANO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   ormai da tempo si verificano nella provincia di Benevento, e più precisamente, nelle località «Banca» e «Selva Palladino» del comune di San Salvatore Telesino, così come nell'area di Massa di Faicchio, fenomeni di pascoli abusivi che invadono i territori dei privati;

   questa situazione sta causando parecchi disagi per i cittadini, soprattutto a causa delle minacce che questi hanno ricevuto dai pastori ogniqualvolta vengono invitati a liberare i terreni;

   la problematica in questione è stata già oggetto di numerose segnalazioni da parte dei cittadini delle aree coinvolte nel corso dell'anno 2023. In particolare, in data 11 gennaio 2023 è stata consegnata all'ufficio protocollo dei sindaci di San Salvatore Telesino e Massa di Faicchio una raccolta firme, a seguito della quale si è tenuta una assemblea coi cittadini;

   in data 23 marzo 2023 furono consegnate in procura 36 denunce da parte dell'avvocato Angelo Cutillo, a seguito delle quali sono state affidate le indagini alla dottoressa Anzalone;

   nonostante le azioni descritte, nonché l'invio di ripetute Pec sia ai sindaci che alla forestale di Benevento, da parte dei cittadini così come dell'avvocato Cutillo, la problematica non si è ancora risolta, ed anzi perdura una situazione di pascolo quotidiano degli animali –:

   se e quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare ai fini di porre rimedio al fenomeno di cui in premessa.
(4-02188)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VII Commissione:


   CASO, AMATO, ORRICO e FRANCESCO SILVESTRI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   ai sensi dell'articolo 21, commi 4-bis e 4-bis.1 del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, convertito con modificazioni dalla legge 10 agosto 2023, n. 112, le istituzioni scolastiche impegnate nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) possono assumere personale amministrativo e tecnico aggiuntivo assunto con incarichi temporanei, inizialmente previsti fino al 31 dicembre 2023;

   successivamente, l'articolo 20-bis del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145 ha disposto una proroga per i contratti relativi all'assunzione di 3.166 assistenti tecnici e amministrativi fino al 30 giugno 2026, essendo gli oneri di spesa coperti a valere su risorse del PNRR, mentre per quanto concerne i collaboratori scolastici, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 326 della legge 30 dicembre 2023, n. 213, gli incarichi sono stati prorogati fino al 15 aprile 2024;

   pertanto, le istituzioni scolastiche possono, nell'ambito della propria autonomia, porre a carico del PNRR esclusivamente le spese per il personale amministrativo e tecnico a tempo determinato effettivamente impegnato nell'attuazione degli interventi del PNRR «nei limiti della percentuale delle spese generali dell'investimento, in misura non superiore al 10 per cento del correlato finanziamento PNRR, ovvero dei costi indiretti»;

   tuttavia, nell'attuazione delle sopracitate disposizioni da parte delle istituzioni scolastiche, sono emerse numerose criticità rispetto all'effettiva disponibilità delle risorse individuate, in quanto esse sono state già in parte o del tutto impegnate al fine di avviare le attività individuate dai progetti PNRR già contrattualizzati;

   da tale quadro emerge una chiara disparità di trattamento tra i collaboratori scolastici, che potranno beneficiare di una proroga dei propri contratti, c gli assistenti tecnici e amministrativi, che, al contrario, corrono il rischio di perdere l'incarico perché nonostante i contratti cessino il 30 giugno 2026, tale proroga sarà garantita soltanto dall'effettiva disponibilità dei fondi di ciascuna istituzione scolastica –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere affinché siano prorogati i contratti del personale tecnico e amministrativo assunto ai sensi dell'articolo 21, comma 4-bis (organico PNRR) e comma 4-bis.1 (organico Agenda SUD), individuando risorse aggiuntive che non dipendano dall'effettiva capacità di spesa della singola istituzione scolastica.
(5-01872)


   MANZI, ROGGIANI, ORFINI, BERRUTO e ZINGARETTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   le scuole, grazie alle risorse stanziate dal PNRR, hanno potuto aderire ai singoli progetti di investimento e, a tal fine, richiedere ed usufruire di una unità aggiuntiva di personale A.t.a. e, nello specifico, di un collaboratore scolastico o di un assistente tecnico o di un assistente amministrativo;

   sono state assunte circa 9.000 unità di personale scolastico grazie al piano Agenda Sud e al PNRR, con scadenza contratto prevista per il 31 dicembre 2023 grazie alle risorse stanziate dalla legge n. 112 del 2023;

   la legge n. 191 del 17 dicembre 2023 ha previsto la possibilità di prorogare i 3.166 assistenti assunti (tecnici ed amministrativi), corrispondenti alle uniche due figure professionali previste per i progetti PNRR sino al 30 giugno 2026;

   i collaboratori scolastici, invece, sono stati prorogati sino al 15 aprile 2024 e con risorse a carico dello Stato;

   tuttavia, in data 28 dicembre 2023, il Ministero competente ha diramato una nota (prot. n. 3919) con la quale ha inteso differenziare la figura del collaboratore scolastico rispetto a quella dell'assistente (tecnico ed amministrativo): i collaboratori scolastici sono stati prorogati «di diritto» al 15 aprile 2024 grazie ai fondi previsti nella legge di bilancio, mentre per gli assistenti tecnici ed amministrativi si è previsto, in sintesi, che le istituzioni scolastiche potranno attivare nuovi incarichi in favore del personale già assunto, attingendo dai fondi PNRR nei limiti del 10 per cento del correlato finanziamento PNRR ovvero dei costi indiretti;

   questa decisione ha generato notevoli criticità: gran parte delle scuole ha scelto di non rinnovare i contratti del personale tecnico e amministrativo e, molte altre, si trovano a vivere una situazione di estrema confusione;

   la nota ministeriale ha previsto, di fatto, una gravissima disparità di trattamento tra le figure del personale Ata: da un lato i collaboratori scolastici garantiti e tutelati e dall'altro gli assistenti tecnici ed amministrativi prorogati solo teoricamente e, di fatto, rimasti senza lavoro e senza alcuna certezza –:

   come intenda affrontare le gravi criticità generate dalla distinzione prevista in termini di proroghe tra le diverse figure del personale Ata, dovendo le tre figure professionali essere gestite e tutelate equamente poiché tutte necessarie al corretto espletamento dei progetti PNRR negli istituti scolastici e poiché tutto il personale Ata merita pari considerazione, diritti ed opportunità.
(5-01873)


   DALLA CHIESA e GATTA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   su tutto il territorio nazionale sono mesi che un numero ingente di personale scolastico assunto per le supplenze temporanee non riceve la retribuzione dovuta, in alcuni casi tale mancanza risale anche a settembre 2023;

   a detta di quanto espresso da fonti interne al Ministero, questa problematica si ripresenta ogni anno sin dal 2013 e riguarda soprattutto il periodo settembre-dicembre per cui ogni anno il personale scolastico precario viene pagato in ritardo a causa di specifici problemi burocratici che coinvolgono più ministeri e diverse istituzioni;

   appare evidente come tale situazione arrechi notevoli disagi e determini condizioni estremamente difficili, in alcuni casi anche drammatiche, per questi lavoratori della scuola che si trovano a non poter affrontare le quotidiane e comuni spese: affitto, bollette, mutuo, spese per trasporti e per i figli –:

   quali urgenti iniziative intenda assumere il Ministro interrogato al fine di far fronte nell'immediato al problema e di retribuire il personale di cui in premessa al più presto possibile e di individuare le cause dei ritardi per intervenire, anche con misure di carattere normativo, a determinare le necessarie condizioni affinché la criticità non si ripeta anche in futuro.
(5-01874)


   LATINI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il 7 dicembre 2023 è stato pubblicato il decreto ministeriale n. 240 concernente il progetto nazionale di sperimentazione relativo all'istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale che anticipa all'anno scolastico 2024/25 la possibilità di attivare in via sperimentale la filiera formativa tecnologico-professionale come prevista nel disegno di legge S. 924 già approvato in VII Commissione al Senato e che dovrebbe avere il via libera dell'aula entro fine gennaio 2024;

   il progetto potrà coinvolgere fino a un massimo del 30 per cento degli istituti tecnici e professionali attivi sul territorio regionale. I punti cardine della riforma sono cinque: percorsi quadriennali, rafforzamento delle materie di base, in particolare italiano e matematica, apprendistato formativo e alternanza scuola-lavoro, docenze di esperti provenienti dal mondo produttivo e professionale per ampliare l'offerta didattica, in primis quella laboratoriale, spinta all'internazionalizzazione con più scambi internazionali, visite e soggiorni di studio, stage all'estero;

   a pieno regime, la riforma prevede anche la creazione di veri e propri campus che, a livello di singolo territorio o distretto produttivo, potranno offrire agli studenti più percorsi di studio grazie alla sinergia fra soggetti che erogano percorsi di istruzione e formazione professionale e percorsi di Ifts, ITS Academy, istituti che erogano i percorsi sperimentali ai sensi dell'articolo 11 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, altre istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, università, istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica e altri soggetti pubblici e privati, ivi comprese le imprese;

   si crea così l'opportunità di utilizzare alcune aree strategiche del territorio nazionale, sviluppandone le potenzialità. Aree che consentiranno così di creare sinergie culturali e strutturali tra la filiera formativa tecnologico-professionale e il settore imprenditoriale, industriale e scientifico-tecnologico;

   novità fondamentale è che si istituisce, all'interno del Ministero dell'istruzione e del merito, una struttura tecnica di livello dirigenziale generale per la promozione della filiera formativa tecnologico-professionale, dopo 10 anni dalla soppressione del Dg Istruzione tecnica operata dal Ministro pro tempore Mariachiara Carrozza in ossequio a una spending review (ad avviso dell'interrogante piuttosto miope). Questa unità avrà anche il compito di stimolare e valorizzare ricerca, brevettazione e trasferimento tecnologico all'interno della intera filiera tecnologico-professionale –:

   quale sia lo stato di attuazione della sperimentazione e quanti percorsi saranno avviati sul territorio nazionale già a settembre 2024, nonché quali siano i tempi previsti per l'implementazione della riforma nel suo insieme, soprattutto con riferimento alla creazione dei campus.
(5-01875)


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende numerosi insegnanti risultati idonei al concorso ordinario docenti indetto nel 2020 per le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie, sono ancora in attesa dell'immissione in ruolo;

   per molti di questi docenti, già precari da anni, l'assunzione a ruolo significa poter accedere ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ponendo fine a lunghi periodi di precariato;

   da quanto risulta, per alcune classi di concorso, le prove previste dal concorso ordinario 2020 non si sono ancora concluse, mentre per moltissime altre e per i docenti ed aspiranti tali, che si sono abilitati regolarmente, sono state stilate le relative graduatorie di merito (Gm) per le quali è stato garantito lo scorrimento delle stesse fino ad esaurimento;

   oltre ai vincitori, solo una piccola percentuale degli idonei nelle graduatorie di merito (Gm) ha avuto ad oggi l'occasione di accettare la nomina a ruolo per l'anno scolastico 2023-2024 attualmente in corso, mentre altri sono ancora in attesa di concludere la procedura concorsuale;

   il 6 dicembre 2023 sono stati banditi due nuovi concorsi per l'accesso ai ruoli del personale docente con Ddg n. 2575 del 2023 per la scuola secondaria e Ddg n. 2576 del 2023 per infanzia e primaria;

   sarebbe un errore se i vincitori del nuovi concorsi avessero la precedenza nelle immissioni a ruolo rispetto al docenti presenti nelle graduatorie di merito del concorso ordinario del 2020 o rispetto a quelli che non hanno ancora concluso le prove;

   a parere dell'interrogante occorre prima garantire a tutte e tutti i candidati del concorso ordinario 2020 di poter terminare celermente le prove concorsuali e poi, a tutti i docenti risultati vincitori e/o idonei, di poter aspirare a ricoprire le cattedre che si dovessero rendere disponibili in futuro;

   continuando ad utilizzare le graduatorie di merito ad esaurimento nella loro massima capienza, sarà possibile garantire l'assunzione in tempi accettabili a docenti idonei che sono in attesa del ruolo quanto meno dal 2020, anno di pubblicazione del bando di concorso, se non da prima, vista la grande quantità di precari storici presenti nelle graduatorie –:

   quali urgenti iniziative di competenza, anche di natura normativa, intenda assumere per garantire una rapida conclusione delle prove concorsuali del concorso ordinario 2020, laddove siano ancora in corso di svolgimento, e lo scorrimento delle graduatorie di merito del medesimo concorso fino ad esaurimento delle stesse.
(5-01876)


   AMORESE. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   l'istituzione del liceo del made in Italy costituisce una parte qualificante del percorso di valorizzazione, promozione e tutela delle eccellenze italiane;

   si tratta di un percorso innovativo che fornisce alle studentesse e agli studenti la possibilità di approfondire gli scenari storici, geografici, artistici e culturali dello sviluppo industriale e del tessuto produttivo del nostro Paese, ma anche di proiettarsi nel futuro con una solida formazione di base soprattutto nei campi economico, giuridico e tecnologico;

   tale misura si inserisce nel processo di rinnovamento della scuola secondaria superiore, che si propone di allineare la filiera formativa alla filiera produttiva, facilitando così l'accesso al mondo del lavoro di giovani pronti ad affrontare le sfide globali con competenza e visione;

   con la legge del 27 dicembre 2023 n. 206, sono stati istituiti i nuovi percorsi liceali del made in Italy, a decorrere dall'anno scolastico 2024/2025;

   il Ministero dell'istruzione e del merito ha ritenuto di fornire tempestivamente le indicazioni operative per consentire l'iscrizione alle classi prime del nuovo percorso liceale a partire dal prossimo anno scolastico;

   il termine per la richiesta di attivazione delle prime classi del liceo del made in Italy da parte delle istituzioni scolastiche interessate, da presentare contestualmente alla regione e all'ufficio scolastico regionale competente, è stato prorogato al 18 gennaio 2024;

   a partire dal 23 gennaio 2024, il nuovo indirizzo liceale «made in Italy», può essere scelto dalle famiglie per le iscrizioni on-line sulla piattaforma Unica;

   alcuni organi di stampa, in assenza di dati ufficiali, hanno fornito, finora, informazioni contraddittorie in ordine ai percorsi che verranno attivati –:

   quali siano i dati ufficiali delle richieste di attivazione, da parte delle istituzioni scolastiche, delle prime classi del liceo del made in Italy.
(5-01877)

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il liceo di Partinico ha richiesto di intitolare la scuola a Peppino Impastato e a sua mamma Felicia, simboli contemporanei della lotta alla mafia, dell'antimafia sociale e di grande impegno civile;

   la Giunta comunale di Partinico il 12 gennaio 2024 ha deciso di mantenere l'intestazione della scuola a Santi Savarino, firmatario del manifesto, voluto da Mussolini, sulle leggi razziali, nonostante il comune di Partinico, con una deliberazione unanime della commissione straordinaria nel 2022, avesse espresso parere favorevole all'intitolazione del liceo a Felicia e Peppino Impastato;

   in una terra dove in molti finsero di non sentire le denunce di Peppino e, anzi, contribuirono al suo isolamento, al depistaggio e alle calunnie dopo la sua uccisione, stupisce la decisione della Giunta comunale di Partinico di preferire che il liceo del proprio comune continui ad essere intitolato a chi firmò il manifesto sulle leggi razziali e non a Peppino e Felicia, che hanno speso la propria vita a combattere la mafia e l'omertà, onorandone così la memoria;

   la Giunta comunale di Partinico ha dunque ritenuto di dovere confermare l'attuale intitolazione del liceo cittadino anche nella considerazione che «ciascun comune deve lasciare alle nuove generazioni la memoria dei propri cittadini e delle personalità del territorio che si sono distinte per impegni sociali, scientifici culturali e per impegno politico», rimuovendo qualsiasi riferimento alla sua adesione alle leggi razziali che fanno di Santi Savarino complice di un atto tra i più beceri e criminali compiuti dal regime fascista;

   negando l'intitolazione del liceo a Peppino Impastato – che frequentò quella scuola da studente dell'allora liceo Garibaldi – e Felicia Bartolotta, il sindaco e la giunta di Partinico, ad avviso dell'interrogante, hanno calpestato ancora una volta la loro memoria;

   la volontà di cambiare denominazione era emersa da diverso tempo nella comunità del Santi Savarino;

   le norme vigenti prevedono che l'intitolazione della scuola venga deliberata dal consiglio di circolo o di istituto, sentito il collegio dei docenti. La deliberazione è successivamente inviata al provveditore agli studi che acquisisce le valutazioni del prefetto e della Giunta comunale, a seguito delle quali il provveditore agli studi emana il decreto di intitolazione;

   il consiglio di istituto del liceo di Partinico aveva dunque deliberato all'unanimità dei presenti di intitolare la scuola «Liceo Statale Felicia e Peppino Impastato», motivando tale scelta con il coraggio di Felicia Bartolotta nell'affrontare a testa alta la criminalità organizzata, riuscendo a mantenere alta la memoria del figlio affinché avesse giustizia, e con l'esempio di lotta alla mafia di cui è stato vittima Giuseppe Impastato, simbolo di legalità, avendo dimostrato, con le sue scelte di vita, che si può contestare il malaffare anche quando proviene da ambienti più prossimi, grazie alla comunicazione e alla stampa, fondamentale strumento di democrazia e libertà;

   quanto deliberato dalla Giunta comunale di Partinico appare all'interrogante un maldestro tentativo di interferire con la libera volontà della comunità scolastica e un pericoloso atto di giustificazionismo e revisionismo storico degli orrori del ventennio;

   per l'interrogante occorre riconoscere il valore della decisione assunta dalla comunità scolastica di modificare l'intestazione della scuola, contro la quale comune e prefettura potrebbero opporsi solo in caso di particolare gravità e di ordine pubblico, elementi inesistenti nel caso in questione, a meno che schierarsi a fianco di Peppino e Felicia non venga considerato da qualcuno ancora oggi «compromettente» –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano assumere, anche tramite e in raccordo con i rispettivi uffici periferici, affinché venga garantita la volontà della comunità scolastica del liceo di Partinico «Santi Savarino» di modificare l'intitolazione della propria scuola in liceo statale «Felicia e Peppino Impastato».
(4-02180)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   TASSINARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   una recente manifestazione dei lavoratori dell'ispettorato territoriale del lavoro, tenutasi il lunedì 30 ottobre 2023 davanti alla prefettura di Forlì Cesena, nell'ambito dello sciopero nazionale proclamato da tutte le sigle sindacali di categoria, ha portato alla luce una grave problematica che investe l'efficacia dell'azione di tale categoria di lavoratori;

   con il decreto legislativo n. 149 del 2015, attuativo della legge 183 del 2014, il cosiddetto Jobs Act, istituendo l'Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), ha separato dal Ministero del lavoro le competenze degli ispettorati territoriali del lavoro: i dipendenti si trovano in una situazione di inquadramento ibrido, in quanto non più dipendenti direttamente dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali – che sull'Inl esercita poteri di vigilanza – ma neppure completamente inquadrati nell'Agenzia;

   l'Inl si è costituito col passaggio, a livello centrale, del personale già in forza presso la Direzione generale per l'attività ispettiva e, a livello periferico, delle Direzioni territoriali ed interregionali del lavoro che continuano a svolgere i medesimi compiti prima assegnati;

   la collaborazione con la struttura centrale manca di fluidità: è sufficiente pensare che anche banche dati in possesso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, a distanza di anni, non sono pienamente disponibili per gli ispettori, determinando una limitazione all'efficiente svolgimento delle delicatissime funzioni svolte dagli ispettorati del lavoro;

   ai dipendenti Inl si applica il Ccnl 2016/2018 comparto Ministeri-funzioni centrali, nonché il successivo Ccnl 2019/2021. Parte della retribuzione dei dipendenti di tale comparto è «indennità di amministrazione», in misura differente fra i vari Ministeri, ma corrisposta agli ispettori del lavoro, sia prima che dopo il trasferimento coattivo all'Inl;

   l'articolo 1, comma 143, della legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020), interveniva per ridurre la differenza fra i vari Ministeri e introdurre un percorso di perequazione della anzidetta indennità di cui all'articolo 56 Ccnl 2019/2021, da attuare con appositi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;

   l'11 marzo 2022, in ottemperanza al citato articolo 1, comma 143, legge n. 160 del 2019, veniva pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 dicembre 2021 che attuava la prevista perequazione per il comparto Ministeri-funzioni centrali, quantificando gli incrementi per le diverse amministrazioni, a titolo di arretrati per gli anni 2020 e 2021, nonché per il prosieguo del rapporto in continuità lavorativa per l'anno 2022 e successivi;

   nell'ambito del nuovo Ccnl comparto funzioni centrali 2019/2021, applicato ex lege anche ai dipendenti Inl, sono stati recepiti pure gli incrementi disposti dalla perequazione di cui all'articolo 1, comma 143, legge n. 160 del 2019: detti incrementi, benché previsti dal Ccnl, applicabile anche all'Inl, sono stati corrisposti ai dipendenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma non ai dipendenti dello stesso Ispettorato nazionale del lavoro, nonostante questi ultimi svolgessero le medesime e fondamentali attività di ispezione e di controllo a cui erano adibiti quando prestavano servizio presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

   quindi, nonostante la perfetta equiparazione ex lege tra i dipendenti dell'ispettorato e i dipendenti ministeriali, i primi non hanno mai percepito gli incrementi titolo di indennità di amministrazione ex articolo 56 Ccnl 2019/2021, per la perequazione di cui alla legge di stabilità 2020 e del Ccnl 2019/2021;

   la legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio 2023), all'articolo 1, comma 334, stabiliva, solo a decorrere dal 2023, la perequazione dell'indennità di amministrazione anche per gli ispettori del lavoro –:

   se e quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di riconoscere per gli anni 2020, 2021 e 2022 al personale Inl l'indennità di amministrazione di cui in premessa, al fine di garantire l'efficiente svolgimento dei compiti in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro da parte dei dipendenti dell'Ispettorato territoriale del lavoro.
(3-00925)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PASTORINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il comma 278 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, istituisce il fondo per le vittime dell'amianto, in favore degli eredi dei soggetti deceduti in seguito a patologie asbesto-correlate per esposizione all'amianto nell'esecuzione delle operazioni portuali attuate per realizzare la cessazione dell'impiego dell'amianto, che concorre al pagamento di quanto spettante ai superstiti a titolo di risarcimento del danno;

   tali disposizioni, inizialmente previste per gli anni 2016-2018, sono state estese fino al 2022 e nel 2021 si è allargata la cerchia dei soggetti che possono avvalersi del fondo;

   tuttavia, la misura non è stata prorogata, ma con il decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, è stato istituito un nuovo fondo vittime dell'amianto, che interviene unicamente in favore dei lavoratori di società partecipate pubbliche che hanno contratto patologie asbesto-correlate durante l'attività lavorativa prestata presso i cantieri navali, nonché dei loro eredi e a cui possono accedere le stesse società partecipate, restringendo così la rosa dei soggetti fruitori delle risorse;

   ciò ha rappresentato un grave problema, sia per le compagnie portuali sia per gli eredi delle vittime che fino ad allora erano riusciti a ricevere i rimborsi anche grazie alle risorse del fondo del 2015 per le vittime dell'amianto appositamente costituito, mettendo all'angolo diverse compagnie portuali e compromettendo l'operatività dei porti in cui svolgono le loro attività in modo efficace ed efficiente;

   a settembre 2023, in occasione della discussione dell'interrogazione 3-00655, presentata dall'interrogante sul medesimo tema, la Ministra Calderone si è impegnata per l'estensione della portata soggettiva delle disposizioni normative del 2023;

   così non è stato, con la legge di bilancio 2024 il fondo istituito nel 2023 è stato esteso fino al 2026 ma non ne è stata estesa la portata e, al contempo, non è stata prorogata l'applicabilità del fondo istituito nel 2015 –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare affinché sia garantito il pagamento di quanto spettante a titolo di risarcimento del danno a tutti i lavoratori, nonché ai loro eredi, vittime di patologie asbesto-correlate per esposizione all'amianto nell'esecuzione delle operazioni portuali, al fine di venire incontro alle esigenze sia degli eredi delle vittime sia delle compagnie portuali, nella tutela degli interessi di entrambe le parti e dell'operatività dei porti italiani e prevedendo che possano accedere alle risorse messe a disposizione anche le Autorità di sistema portuale nei termini previsti dal comma 278 dell'articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
(4-02182)


   BENZONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   con il Fondo nuove competenze (Fnc), fondo pubblico cofinanziato dal Fondo sociale europeo e nato per contrastare gli effetti economici che la pandemia da COVID-19 ha avuto sul mondo del lavoro, si dà la possibilità alle imprese di adeguare le competenze dei propri dipendenti destinando parte dell'orario lavorativo alla loro formazione a seguito del riconoscimento di contributi finanziari in favore dei datori di lavoro che abbiano rimodulato le ore di lavoro destinandole alla frequenza di percorsi di sviluppo delle competenze;

   le ore di stipendio del personale in formazione sono a carico del fondo, grazie ai contributi di Stato e Fse – Pon Spao, gestito da Anpal che definisce termini, modalità e criteri di presentazione delle domande, le valuta e ne determina l'importo da erogare monitorando anche l'andamento e la spesa;

   il Fnc è stato rifinanziato nel settembre 2022 per una «seconda edizione» che ha visto una positiva partecipazione delle aziende, ma anche una rimodulazione delle regole rispetto alla prima edizione: questo ha portato migliaia di imprese a riscontrare difficoltà oggettive nella realizzazione dei risultati formativi e di rendicontazione del contributo;

   il coinvolgimento dei fondi paritetici ha creato un duplicarsi di regole ed una disparità di trattamento tra chi aderisce ai fondi interprofessionali e chi no; inoltre, l'obbligo di passare tramite i fondi paritetici ha creato un danno per quelle aziende che avevano un accantonato ridotto e che per non dover perdere il contributo Anpal hanno assecondato la procedura con un danno economico;

   questo duplicarsi di competenze e l'assenza di indicazioni hanno creato diverse problematicità: ritardi nella elaborazione della formazione che portano le aziende a non completare le ore formative entro i termini imposti, decisioni di abbandono dell'attività vedendo che non riusciranno nel risultato, oppure alcune aziende si fanno carico di completare dopo la chiusura dei termini perdendo così parte del beneficio;

   durante l'estate 2023 molte aziende hanno ottenuto l'approvazione da parte di Anpal del proprio progetto formativo solamente nel mese di luglio e, presentando una logica richiesta di proroga per l'impossibilità di procedere con la formazione nel mese di luglio e agosto – essendoci un piano ferie programmato da tempo – Anpal ha risposto con un parere negativo senza alcuna motivazione realmente fondata al seguito (comunicato n. 11795, 7 agosto 2023);

   successivamente, con l'avvicinarsi della scadenza del 12 ottobre 2023 per la rendicontazione delle attività, non erano ancora disponibili per le aziende i manuali e le linee guida di deposito saldo;

   nelle settimane seguenti Anpal ha rinviato i termini per la rendicontazione a inizio novembre ammettendo inefficienze del sistema, più precisamente «un sovraccarico di attività che ha comportato alcuni disservizi relativi all'applicativo per la gestione del Fondo» (comunicato n. 16783, 3 novembre 2023);

   durante la prima edizione dell'Fnc, i termini di lavorazione da parte di Anpal erano di 90 giorni, con ulteriori 90 giorni di possibile proroga e altri 40 giorni di rendicontazione;

   nel corso dell'attuale edizione Anpal parla di soli 150 giorni totali;

   le molteplici inefficienze e il continuo susseguirsi di incertezze in merito a tempi e modalità hanno creato oggettive difficoltà alle imprese e, come ulteriore conseguenza, hanno inficiato gli obiettivi che l'Fnc si propone di conseguire nella cornice della missione 5 componente 2 «Politiche per il lavoro» del PNRR –:

   se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza volte a riadattare tempi e procedure così da andare incontro alle esigenze di aziende e datori di lavoro, per porre in essere iniziative atte a consentire ai soggetti beneficiari del Fnc di poter presentare una proroga motivata per la conclusione delle procedure stabilite e, infine, per rimuovere le diversità di metodo e complessità presenti tra le aziende con fondo paritetico e aziende senza questa tipologia di adempimento.
(4-02187)

SPORT E GIOVANI

Interrogazione a risposta orale:


   SOUMAHORO. — Al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 21 gennaio 2024, durante la partita del campionato di serie A di calcio tra Udinese Calcio e A.C. Milan, il calciatore Mike Maignan veniva ripetutamente fatto bersaglio di cori razzisti;

   il portiere del A.C. Milan, a seguito dei ripetuti atti di intolleranza, decideva di lasciare la sua posizione in campo, rifiutandosi di continuare la partita, e, con la solidarietà del resto della squadra, conduceva alla sospensione per alcuni minuti dell'incontro di calcio;

   la partita riprendeva in seguito con l'appello dello speaker dello stadio a non ripetere tali cori, pena la sospensione della partita. Ad ogni modo, come documentato da alcuni video circolati in rete, gli insulti proseguivano anche dopo tale intimazione;

   sono anni che negli stadi del nostro Paese accadono atti di intolleranza e cori razzisti ai danni dei giocatori in base al loro colore della pelle, alla provenienza o alla loro etnia;

   poco o nulla è stato realmente fatto in questi anni al fine di sradicare il razzismo dagli stadi. Ogni fine settimana si ripetono infatti, e con sempre crescente frequenza, cori, striscioni, simboli e gesti che sono esplicitamente razzisti o che sono direttamente collegati o evocano fascismo o xenofobia;

   occorre quindi, da un lato, aumentare nello sport e negli stadi le iniziative di sensibilizzazione sui temi della discriminazione e del razzismo, dall'altro lato appare opportuno intensificare controlli e inasprire le pene nei confronti dei responsabili di tali gesti, che molto spesso rimangono impuniti –:

   quale sia l'opinione dei Ministri interrogati rispetto ai fatti riportati in premessa;

   se non intendano porre in essere urgenti iniziative di competenza, anche di carattere normativo, al fine di aumentare nello sport e negli stadi le iniziative per sensibilizzare gli atleti e gli spettatori sui temi della discriminazione e del razzismo, intensificare i controlli, inasprire le pene nei confronti dei responsabili di tali gesti.
(3-00928)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BERRUTO. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   con sentenza del 26 luglio 2022, n. 1, il giudice monocratico Asi, applicava, nei confronti del dottor Fabio Caiazzo, nella sua qualità di consigliere nazionale dell'Asi e delegato del comitato zonale Asi, nonché dirigente e tesserato Asi, la sanzione più rigorosa e severa contenuta nell'articolo 34 del regolamento organico Asi, ovvero quella della radiazione (...) e ciò per aver esposto l'Ente di appartenenza ad un grave e rilevante pregiudizio e/o a un probabile danno conseguente (...);

   ad un anno dal processo di radiazione il dottor Fabio Caiazzo, nel frattempo ricollocatosi come direttore generale in un altro ente (Libertas), veniva nominato nel consiglio di amministrazione della società Sport e Salute S.p.a.;

   al momento della nomina, l'interrogante ribadiva il voto contrario sulla nomina del dottor Fabio Caiazzo a componente del consiglio di amministrazione, ricordando come egli sia stato radiato dall'Asi e dichiarava, inoltre, che il Partito democratico avanzava la richiesta, necessaria, di effettuare ulteriori verifiche, relative al casellario giudiziale e all'eventuale iscrizione sul registro degli indagati;

   in seguito alla richiesta avanzata dal gruppo Pd, il Ministro interrogato, nella seduta del 2 agosto 2023, si rendeva disponibile a fornire, ritenendolo indispensabile al fine della nomina dottor Fabio Caiazzo, il certificato di iscrizione su registro degli indagati, dichiarando testualmente: «avendo verificato il casellario giudiziale»;

   ad oggi il certificato del casellario giudiziale non risulta presentato, lasciando dubitare della correttezza dei passaggi e delle procedure di tale nomina –:

   se il Ministro interrogato non ritenga, anche alla luce di quanto esposto, di dovere, per quanto di competenza fare chiarezza sulla questione della mancata presentazione del casellario giudiziale, relativamente alla nomina di Fabio Caiazzo quale componente del consiglio di amministrazione di Sport e Salute S.p.a. e se non ritenga, inoltre, necessario e opportuno svolgere ulteriori verifiche, nelle cui more sospenderlo cautelativamente dall'incarico.
(5-01882)

Interrogazioni a risposta scritta:


   LACARRA. — Al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   in data 30 ottobre 2022 è stata pubblicata sul quotidiano «la Repubblica» un'intervista in cui Nina Corradini, atleta appartenuta alla nazionale di ginnastica ritmica chiamata «le Farfalle», ha denunciato le violenze psicologiche e gli abusi subiti, ancora minorenne, da parte degli allenatori nell'accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio (Monza e Brianza). In particolare, la giovane ha riferito di ripetute sedute di controllo del peso nel corso della giornata sportiva, «dopo colazione, in mutande e davanti a tutti», in cui avrebbe ricevuto insulti per il mancato dimagrimento: una pressione psicologica che l'avrebbe portata più volte a svenire e a controllare in modo ossessivo, oltre al consumo di alimenti, anche quello di sostanze essenziali quali l'acqua e che l'ha successivamente condotta alla «fuga dal calvario della ginnastica ritmica» e a dover curare i disturbi alimentari iniziati proprio durante la sua carriera agonistica;

   a seguito dell'intervista, diversi organi di stampa hanno riportato le denunce di Anna Basta e Giulia Galtarossa, anche loro ex componenti delle «Farfalle», che hanno riferito di essere state sottoposte a un trattamento degradante e ad indebite pressioni psicologiche da parte degli allenatori nonché al controllo ossessivo del peso;

   dai racconti delle atlete del centro sportivo di Desio emerge un quadro di particolare allarme, gli allenamenti, infatti, sarebbero stati praticati nel totale disinteresse del benessere psicofisico di ginnaste minorenni, al solo scopo di ottenere da loro le migliori prestazioni possibili; inoltre, secondo quanto emerso dalle inchieste, già in passato la madre di una giovanissima ex atleta avrebbe sporto denuncia presso la Federginnastica, ottenendo la sospensione per 45 giorni di un'allenatrice;

   in seguito alla denuncia sporta dalla madre di due ginnaste minorenni, che avrebbero riferito di violenze psicologiche subite da parte degli allenatori, la Procura di Brescia ha aperto un'inchiesta per maltrattamenti a carico di ignoti;

   il presidente della Federginnastica, Gerardo Tecchi, ha disposto il commissariamento dell'accademia internazionale di ginnastica di Desio. Tuttavia secondo quanto riportato dal quotidiano «Corriere della Sera» il 14 novembre, alcune delle 41 denunce raccolte in forma non anonima dall'associazione «ChangeTheGame» sarebbero accompagnate da copia della segnalazione alla procura federale risalente negli anni. Secondo quanto sostenuto dall'associazione, inoltre, in numerosi casi di segnalazione di violenze si procederebbe con sanzioni ridotte e numerose archiviazioni; i valori relativi all'indice di massa corporea normopeso, come definiti dall'OMS, sono compresi tra i 18,25 e 25: ebbene, da un'analisi comparativa dei dati, pubblicata dal quotidiano «la Repubblica» in data 11 novembre 2022 emerge che a partire dai giochi olimpici del 1988 la media dell'indice di massa corporea delle azzurre di ginnastica ritmica è scesa dall'area del normopeso a quella del sottopeso, per restarvi poi stabilmente negli anni –:

   quali iniziative necessarie e urgenti si intendano intraprendere, in raccordo con il CONI, al fine di accertare la portata e le dimensioni effettive del fenomeno all'interno della Federazione ginnastica d'Italia;

   se non ritengano opportuno istituire un tavolo permanente cui prendano parte soggetti terzi, rappresentanze indipendenti delle atlete e associazioni di comprovata esperienza nel campo del contrasto alla violenza sulle donne e nel contrasto ai disturbi alimentari, anche al fine di individuare specifici obblighi formativi per gli allenatori;

   se non ritengano opportuno promuovere campagne di sensibilizzazione contro modelli estetici pericolosi per la salute psicofisica delle atlete anche al fine di garantire alle più giovani la possibilità di avvicinarsi a qualunque sport in condizione di serenità e sicurezza;

   se, a fronte dei segnalati gravissimi comportamenti posti in essere, non si intendano adottare iniziative normative volte a far sì che non abbiano a ripetersi casi quali quelli di cui in premessa.
(4-02174)


   CIOCCHETTI. — Al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 16, comma 4 del decreto-legge 29 dicembre 2022 n. 198 convertito con legge 24 febbraio 2023 n. 14 ha disposto una proroga fino al 2024 di tutte le concessioni di impianti sportivi comunali affidati a A.s.d. e S.s.d. per consentirgli di ripianare i danni economici prodotti dalla pandemia COVID-19;

   nonostante questa norma molto chiara e precisa, che nell'intendimento del legislatore ha una valenza erga omnes su tutte le fattispecie di concessioni di impianti sportivi comunali, alcune amministrazioni comunali avrebbero già iniziato ad inviare lettere alle società sportive con cui si comunica la non applicabilità della norma sopra richiamata per quelle che, ad avviso dell'interrogante, sono motivazioni speciose e giuridicamente infondate;

   uno di questi casi riguarderebbe anche Roma Capitale –:

   se non si ritenga urgente adottare iniziative di competenza, anche attraverso un'apposita circolare, la ratio della norma che non può essere lasciata alle soggettive interpretazioni dei vari dirigenti o funzionari comunali.
(4-02179)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Caso e altri n. 1-00208, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Lomuti.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Piccolotti n. 4-01963 del 29 novembre 2023;

   interrogazione a risposta in Commissione Caso n. 5-01802 del 10 gennaio 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Manzi n. 5-01803 del 10 gennaio 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Dalla Chiesa n. 5-01814 del 12 gennaio 2024;

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta orale Lacarra n. 3-00093 dell'11 gennaio 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02174;

   interrogazione a risposta orale Ciocchetti n. 3-00235 dell'8 marzo 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02179;

   interrogazione a risposta in Commissione Malavasi n. 5-01259 del 5 settembre 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00926;

   interrogazione a risposta in Commissione Tassinari n. 5-01628 del 15 novembre 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00925.