Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 27 ottobre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    anche quest'anno il mese di ottobre con la campagna di prevenzione del tumore al seno si è tinto di rosa, come ogni anno da oltre trent'anni;

    il tumore al seno rappresenta nelle donne, come anche indicato dall'ultimo report «I numeri del cancro in Italia 2022», la neoplasia più frequente;

    in Italia il tumore alla mammella rappresenta il 30 per cento dei tumori che colpiscono le donne e le nuove diagnosi nel 2022 sono state 55.700, mentre i decessi verificatisi nel 2021 per effetto di tale patologia sono stati 12.500;

    anche a livello europeo il tumore alla mammella è attualmente quello più comunemente diagnosticato nelle donne ed è la principale causa di morte con circa 530.000 nuovi casi e 140.000 decessi all'anno. La situazione varia notevolmente da un Paese europeo all'altro sia per quanto riguarda i tassi d'incidenza che quelli di mortalità: nei Paesi dell'Europa settentrionale e occidentale il tasso d'incidenza è più alto a fronte di un tasso di mortalità inferiore, mentre nei Paesi dell'Europa meridionale o orientale il tasso di mortalità è più alto a fronte di un tasso d'incidenza inferiore;

    dagli inizi degli anni novanta si osserva una moderata, ma costante diminuzione della mortalità per carcinoma mammario (-0,8-1,4 per cento all'anno), attribuibile soprattutto all'anticipazione diagnostica della malattia per effetto della maggiore efficacia delle campagne di screening, oltre che ai progressi terapeutici. La sopravvivenza a 5 anni delle donne con tumore alla mammella è oggi pari in Italia all'88 per cento, dato che influenza sensibilmente quello relativo alla sopravvivenza con riferimento a tutte le patologie tumorali e che è migliore nelle donne (65 per cento rispetto a quella degli uomini (59,4 per cento);

    nonostante il miglioramento dei dati sulla mortalità, il tumore al seno rimane la prima causa di morte nelle diverse fasce di età, rappresentando il 28 per cento delle cause di morte oncologica prima dei 50 anni, il 21 per cento tra i 50 e i 69 anni e il 14 per cento dopo i 70 anni;

    i principali fattori di rischio, oltre all'età, sono rappresentati da fattori riproduttivi, ormonali, dietetici e metabolici, stili di vita, pregressa radioterapia a livello toracico, precedenti displasie o neoplasie mammarie, familiarità ed ereditarietà;

    in Italia il 20 per cento delle donne colpite da tumore del seno ha meno di 40 anni, una percentuale importante, che equivale a 11.140 nuovi pazienti l'anno e che riguarda persone nel pieno dell'attività lavorativa e famigliare, determinando enormi problemi da un punto di vista socio-sanitario;

    allo stesso tempo si registra anche un incremento di diagnosi fra le donne con più di 74 anni e che sono ormai escluse dai programmi di screening;

    a fronte di questi dati è indispensabile rimodulare al più presto interventi di prevenzione primaria e secondaria, tenendo conto di quali possano essere le indagini di prevenzione più adatte alle giovani donne, per favorire la diagnosi precoce e la possibilità di guarigione senza dimenticare però la presa in carico delle donne più anziane;

    il Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 ha previsto l'esecuzione di programmi di screening per la diagnosi precoce del tumore mammario in favore delle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni, le quali sono invitate a sottoporsi a una mammografia gratuita ogni due anni;

    alcune regioni, inoltre, hanno ampliato la fascia di età di riferimento alle donne comprese tra i 45 e i 74 anni di età;

    per quanto riguarda gli screening, l'aumento dei casi «giovanili» pone il problema oggettivo di ampliare la platea di donne da sottoporre gratuitamente alla mammografia abbassando l'età minima di inizio dei programmi di screening;

    inoltre, rimane il problema della scarsa adesione agli screening gratuiti che si registra soprattutto in alcuni territori del Centro-Sud. È una battaglia innanzitutto culturale che va portata avanti per incentivare il più possibile la partecipazione ad esami che possono evitare molti gravi problemi a migliaia di potenziali pazienti;

    il valore medio italiano della proporzione di donne che hanno eseguito la mammografia rispetto a quelle aventi diritto si attesta intorno al 46,3 per cento con forte diversità territoriali (61 per cento al Nord, 48 per cento nella macro aerea dell'Italia centrale e solamente del 23 per cento al Sud);

    la partecipazione ai programmi di screening mammario incide direttamente sulla percentuale di sopravvivenza delle donne colpite dal carcinoma; infatti i dati disponibili dimostrano che i tumori maligni accertati a seguito delle campagne di screening hanno una prognosi più favorevole rispetto a quella dei tumori diagnosticati quando la malattia è già divenuta sintomatica. In particolare, con riguardo al carcinoma mammario, lo screening e la diagnosi precoce riducono del 40 per cento la mortalità della malattia;

    è necessario, quindi, avviare campagne di comunicazione e prevenzione rivolte alla popolazione, anche attraverso i servizi di informazione radiofonica e televisiva, finalizzate a sensibilizzare la collettività sull'importanza della diagnosi tempestiva per contrastare il tumore della mammella;

    infine, non bisogna dimenticare che sono 13 mila le donne che ogni anno subiscono un intervento di mastectomia a causa di un tumore al seno. La possibilità di scegliere la migliore ricostruzione possibile, anche garantendo la contestualità con la mastectomia demolitiva nei casi in cui è possibile, garantirebbe alle donne di recuperare prima il proprio benessere fisico e psicologico;

    al momento questo non è possibile, poiché il sistema dei raggruppamenti omogenei di diagnosi (cosiddetti DRG) che stabilisce a livello regionale il rimborso dei costi ospedalieri è arretrato e carente e, seppure la tecnica d'elezione oggi sia la ricostruzione del seno effettuata in tempo unico alla mastectomia, così come indicato nei parametri decisi nel riordino dei 196 centri multidisciplinari di senologia diffusi sul territorio nazionale e così come raccomandato dai medici oncologi, la realtà sul territorio nazionale è ben diversa;

    la maggioranza delle tecniche operatorie possibili è esclusa dai sistemi di rimborsi che le regioni riconoscono agli ospedali, creando forte disparità tra le regioni, e gravi «squilibri» di garanzie per le pazienti,

impegna il Governo:

1) a considerare il tumore al seno tra le priorità della sanità pubblica e ad avviare ogni intervento idoneo a fronteggiare lo stesso;

2) ad avviare campagne informative e di prevenzione contro il tumore al seno che coinvolgano le regioni e le scuole per un coinvolgimento attivo e diretto del mondo scolastico, insegnando alle più giovani i corretti stili di vita e la pratica dell'autoesame;

3) ad adottare iniziative di competenza volte a garantire uniformità territoriale, in tutte le regioni, dello screening annuale per la diagnosi precoce del carcinoma mammario, abbassando la soglia anagrafica delle campagne del servizio sanitario pubblico a partire dai 45 anni e sino ai 74 anni di età, in ragione del fatto che le giovani donne rappresentano un target particolarmente interessato e considerato che negli ultimi dieci anni si è registrato un progressivo incremento di casi di tumore al seno in donne under 50 anni;

4) a prevedere e garantire lo screening mammografico dedicato alle donne ad alto rischio per familiarità/mutazione genetica e per seno denso;

5) a prevedere, di concerto con le regioni, un nuovo modello di avviso e informazione per gli screening mammari, seguendo gli obiettivi della transizione digitale, inviando le comunicazioni alla categoria di donne interessate non più attraverso il sistema postale ma con un sms, fascicolo elettronico o altra tecnologia digitale, al fine di garantire una informazione più puntuale ed una risposta tempestiva;

6) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere i raggruppamenti omogenei di diagnosi per la ricostruzione mammaria contestuale all'atto demolitivo come da indicatore dei centri di senologia, sia per le protesi che per tutti i tipi di intervento di ricostruzione anche con tessuti autologhi;

7) a definire dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) per le pazienti metastatiche con carcinoma mammario, come previsto tra gli obiettivi del recente Piano oncologico nazionale, attraverso linee guida nazionali da trasmettere a tutte le regioni, garantendo così uniformità di azione e continuità nella gestione del singolo caso;

8) a monitorare ed aggiornare gli indicatori per il Pdta (percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per i centri di senologia;

9) a garantire, di concerto con le regioni, il necessario supporto psiconcologico per le donne afflitte da tumore al seno, determinante per permettere alle pazienti di affrontare un iter terapeutico lungo e spesso doloroso;

10) ad agire, in collaborazione con Inps, per assicurare rapidità nell'iter per la richiesta di invalidità civile nei casi di donne afflitte da tumore al seno metastatico;

11) a favorire l'accesso all'innovazione farmacologica con equa distribuzione fra le regioni per tutte le donne con carcinoma mammaria, colmando l'attuale divario territoriale e pieno accesso alle cure;

12) a promuovere con campagne informative un piano nutrizionale dedicato per il contrasto del tumore al seno ed ogni raccomandazione necessaria per un corretto stile di vita;

13) a realizzare un codice nazionale di esenzione dal ticket per le prestazioni diagnostiche opportune in persone sane con mutazione genetica BRCA 1, 2 e CDH1, considerato che attualmente solo poche regioni hanno attivato un ticket (D99), e si rende quindi necessaria una estensione a tutto il territorio nazionale per garantire una prevenzione accessibile a tutti;

14) a implementare le reti oncologiche regionali (Ror) con caratteristiche di equità e uniformità su tutto il territorio nazionale (molecular tumor board, oncologia mutazionale, innovazione farmacologica), garantendo una presa in carico multidisciplinare.
(1-00209) «Di Biase, Malavasi, Braga, Madia, Ferrari, Roggiani, Marino, Manzi, Bonafè, Forattini, Ghio, Gribaudo, Boldrini, Toni Ricciardi, Andrea Rossi, Fornaro, Furfaro, Vaccari, Graziano, Gianassi, Ciani, Fassino, Casu, Sarracino, Cuperlo, Porta, Simiani, Carè, Scarpa, Girelli, D'Alfonso, Curti, Iacono, Berruto, Stumpo, Lacarra, Scotto, Fossi, Orfini, Stefanazzi».

Risoluzione in Commissione:


   La VII Commissione,

   premesso che:

    nelle date dal 3 al 6 novembre 2023 ricorrerà il settantesimo anniversario della «Rivolta di Trieste», manifestazione della popolazione triestina di ricongiungimento della città alla Madre Patria, che vide il sacrificio di sei patrioti che persero la loro vita nei violenti scontri di piazza con le truppe della polizia civile alle dipendenze del Governo militare alleato;

    nel contesto della cessazione del Secondo Conflitto mondiale, e della conseguente perdita di vaste aree della Venezia Giulia storica da parte dell'Italia, il territorio di Trieste venne incorporato nella creazione onusiana del «Territorio Libero di Trieste» e suddiviso nelle zone di amministrazione A – sotto il controllo del Governo Militare Alleato – e B – sotto il controllo dell'amministrazione militare jugoslava;

    nel corso dell'anno 1953 la popolazione triestina visse momenti drammatici quando venne ventilata, dalle diplomazie alleate e jugoslave, la possibilità di un passaggio della giurisdizione dell'intero territorio di Trieste al controllo jugoslavo;

    il 3 novembre 1953, anniversario dell'annessione della città al Regno d'Italia nel 1918, l'allora sindaco di Trieste Gianni Bartoli decise di esporre il tricolore nazionale dal pennone del Municipio. Questo moto di patriottismo, accompagnato da vaste dimostrazioni e scioperi popolari che nei giorni seguenti manifestarono per l'italianità della città, vennero duramente repressi dalle forze di occupazione alleate. Nel corso degli incidenti verificatisi in tutta la città, oltre ai molti feriti, persero la vita Francesco Paglia, Leonardo Manzi, Saverio Montano, Erminio Bassa, Antonio Zavadil e Pietro Addobbati;

    pochi mesi dopo, il 5 ottobre 1954, sulla scorta degli accadimenti della «Rivolta di Trieste», con il Memorandum di Londra, la città di Trieste e la zona di amministrazione A vennero riassegnate allo Stato italiano. Il felice esito del ritorno di Trieste alla Madre Patria riafferma, con forza, il sacrificio di chi diede la vita per difendere l'italianità di quelle terre. Un esempio ammirevole e commovente di martirio, l'ultimo cronologicamente, nell'alveo del Risorgimento Nazionale;

    l'11 ottobre del 2004, su impulso dell'associazione «Lega Nazionale», della Provincia di Trieste e del comune di Trieste, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi accordò il riconoscimento della Medaglia d'oro al Merito Civile ai caduti, motivando il conferimento dell'onorificenza per il «Nobile esempio di elette virtù civiche e amor patrio, spinti sino all'estremo sacrificio»,

impegna il Governo:

   a promuovere la creazione di iniziative che possano divulgare la conoscenza della «Rivolta di Trieste», capitolo importante per la storia del Risorgimento Nazionale, collegandolo anche al successivo importante evento del ritorno di Trieste all'Italia del 26 ottobre 1954;

   ad adottare le iniziative di competenza volte a promuovere l'inclusione degli eventi della «Rivolta di Trieste» nei programmi scolastici, inquadrando questi accadimenti nella cornice del Risorgimento italiano e del ritorno di Trieste all'Italia.
(7-00167) «Matteoni, Amorese, Ciaburro, Padovani, Roscani, Loperfido, Di Maggio».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   la vicenda Gkn ad oggi ha già prodotto un saldo occupazionale negativo di 300 posti di lavoro e i lavoratori continuano a presidiare la fabbrica a salvaguardia del patrimonio industriale di una ex eccellenza del made in Italy;

   da quanto si apprende da «L'Espresso» del 27 ottobre 2023, Francesco Borgomeo, proprietario della ex Gkn (ora QF) di Campi Bisenzio (settore automotive, indotto Stellantis), che recentemente ha comunicato l'intenzione di procedere alla chiusura dello stabilimento cessando definitivamente qualsiasi attività con il conseguente licenziamento di tutti i 185 lavoratori, è proprietario anche di un'altra azienda, la Saxa Gres, il cui bilancio consolidato 2021, come certifica il collegio sindacale, evidenzia una perdita per 40,6 milioni e un patrimonio netto negativo pari a 16,5 milioni;

   lo stesso collegio sindacale della Saxa Gres esprime dubbi e incertezze sulla «capacità del gruppo di realizzare i ricavi attesi e sulla positiva conclusione della procedura di "Composizione negoziata della crisi" e la rinegoziazione delle scadenze e condizioni del prestito obbligazionario 2023», tanto da dichiarare di essere «impossibilitato a formulare una proposta circa l'approvazione del bilancio di esercizio»;

   la società di revisione Ernst&Young ha rappresentato l'impossibilità di esprimere un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione dell'azienda e sulla sua conformità alla legge, soprattutto per «la posizione finanziaria netta negativa per 100,8 milioni di euro, principalmente composta da debiti per obbligazioni per 133,2 milioni di euro»;

   il prestito obbligazionario citato da Ernst&Young è il Grestone Bond, la cui prima emissione risale al 2018 sul Third Market, mercato non regolamentato della Borsa di Vienna;

   nell'assemblea degli obbligazionisti del 28 aprile 2023 la società Saxa Gres ha prospettato per gli investitori un piano di risanamento che, per soddisfare i 200 milioni nei confronti dei creditori, passa anche attraverso la creazione di un processo di ristrutturazione aziendale – sostenuto anche da Invitalia che starebbe «valutando di immettere una somma tra i 15 e i 20 milioni di euro» – della durata di 3 o 5 anni, e che culminerebbe nella vendita di Saxa Gres per liquidare obbligazionisti, banche e Invitalia;

   si tratta evidentemente di un'operazione complessa, come fu quella del 2021, quando l'emissione di un secondo bond è stata garantita da un pegno non possessorio sui macchinari, che erano in capo a un concordato preventivo, ma anche da una garanzia Sace;

   da quanto risulta dal verbale dell'assemblea degli obbligazionisti del 28 aprile 2023 il rappresentante comune degli obbligazionisti sarebbe il professor Gaetano Caputi, che il 4 novembre 2022, cinque mesi prima della citata assemblea, è stato nominato capo di gabinetto del Presidente del Consiglio dei ministri;

   pur in assenza di profili di illegittimità, ad avviso degli interpellanti sul piano dell'opportunità risulta quantomeno discutibile che il capo di gabinetto del Presidente del Consiglio ricopra la carica di rappresentate comune degli obbligazionisti di una società il cui proprietario è il protagonista di una delicata vertenza come quella dell'ex Gkn, nonché per il probabile coinvolgimento di Invitalia nelle operazioni di salvataggio della società Saxa Gres;

   il nuovo assetto societario della ex Gkn sembrerebbe confermare la legittima ipotesi che la reale intenzione di Borgomeo sia quella di capitalizzare il più possibile dalla cessazione di ogni attività produttiva dello stabilimento di Campi Bisenzio, speculando sull'area immobiliare che la precedente proprietà multinazionale, poco prima di «scappare» nel 2021, rivalutò, passando da un valore di 2,6 milioni a oltre 29 milioni di euro. Ciò spiegherebbe la volontà dello stesso di procedere celermente alla liquidazione di questa azienda: il 100 per cento delle quote di QF, ex Gkn, è detenuto da PVAR Srl. Le quote di PVAR erano fino al 2 ottobre 2023 per il 100 per cento in mano a PLAR Srl (che controlla anche la ex Nalco di Anagni). Il 2 ottobre PLAR ha ceduto metà delle azioni di PVAR alla neonata società Toscana Industry Srl, controllata da una fiduciaria del Monte dei Paschi di Siena, il cui azionista di maggioranza è il Tesoro;

   l'amministratore unico della PVAR ha una lunga esperienza nel settore immobiliare e la stessa società ha nel suo oggetto sociale la gestione di beni immobili;

   la fretta di deindustrializzare il sito da parte della proprietà, senza produrre un'alternativa, è confermata dalle visite all'interno dello stabilimento di società specializzate nella gestione di surplus asset e liquidazione di beni –:

   se confermato quanto esposto, quali siano gli orientamenti del Governo circa l'opportunità che il capo di gabinetto del Presidente del Consiglio rivesta anche il ruolo di rappresentante comune degli obbligazionisti della società Saxa Gres, il cui proprietario è il protagonista di una delicata vertenza come quella dell'ex Gkn, sulla quale occorrerebbe escludere qualsiasi ipotesi di speculazione di tipo immobiliare e lavorare per garantire il rilancio industriale, produttivo e occupazionale del sito, nonché per il probabile coinvolgimento di Invitalia nelle operazioni di salvataggio della società Saxa Gres, e quali iniziative si intendano adottare in merito.
(2-00254) «Grimaldi, Fossi, Riccardo Ricciardi».

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   BARZOTTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la Lombardia è considerata uno dei quattro motori d'Europa, insieme alle regioni dell'Auvergne-Rhône-Alpes (Francia), del Baden-Württemberg (Germania) e della Catalogna (https://www.4motors.eu/it/) e dal punto di vista logistico conta oltre 10 miliardi di euro di fatturato, 18.000 imprese e 90.000 addetti. Come noto, la Pianura Padana è uno dei posti più inquinati d'Europa. Un'indagine pubblicata sul quotidiano britannico The Guardian ha rilevato che più di un terzo delle persone che vivono in questa area respirano aria inquinata da particelle pericolose circa quattro volte superiore al limite delle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità (in questo senso, www.theguardian.com «Impossible to live like this: Italy's Po Valley blighted by air pollution among worst in Europe»; www.eea.europa.eu/themes/air/urban-air-quality/european-city-air-quality-viewer; www.sanitainformazione.it/ambiente/inquinamento-pianura-padana-tra-le-peggiori-in-europa-linchiesta-sul-guardian-attendere/);

   secondo l'ultimo rapporto Ispra pubblicato in data 25 ottobre 2023 la Lombardia è per il terzo anno consecutivo la regione italiana prima nella classifica del consumo di suolo con 908 ettari, davanti al Veneto con 739 ettari;

   il PNRR ha tra i suoi obiettivi l'azzeramento del consumo di suolo entro il 2050 e la transizione ecologica;

   nel Piano per la transizione ecologica è stata formalizzata la necessità di una legge nazionale sul consumo di suolo, che tuttavia ad oggi sembra ben lontana dall'essere approvata, mentre il Governo attualmente in carica, ad avviso dell'interrogante, non pare interessato all'argomento;

   Sui territori lombardi continuano a proliferare piattaforme logistiche che costituiscono un modello di sviluppo non più sostenibile dal punto di vista ambientale e lavorativo;

   a tal proposito nel comune di Bornasco, in provincia di Pavia, è in procinto di essere insediato un nuovo polo logistico da 70 mila metri quadrati. Questa logistica si trova a circa 750 metri da un'altra in via di realizzazione a Pontelungo su un'area di 300.000 metri quadrati;

   per quanto consta, per oltre il 90 per cento delle richieste presentate, la provincia di Pavia ha escluso la VIA nella procedura autorizzava velocizzando, semplificando e di fatto agevolando l'insediamento delle logistiche sul territorio nonostante il quadro ambientalmente critico come sopra descritto. Tale quadro potrà soltanto peggiorare in relazione all'inevitabile impatto che l'insediamento avrà sull'ambiente sul traffico, con una stima di circa 770 mezzi in circolazione considerato anche il traffico proveniente dalla logistica di Pratolungo –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere per riconvertire il modello logistico per concretizzare gli obiettivi previsti dal PNRR in materia di transizione ecologica, tutela della qualità dell'aria e contrasto al consumo di suolo in Lombardia.
(3-00767)

Interrogazione a risposta scritta:


   PISANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   in Italia sono presenti 5.000 impianti eolici ed almeno 890 mila impianti solari fotovoltaici. Un grande potenziale non adeguatamente sfruttato arriva dall'eolico a largo dei nostri mari, dove i venti sono più costanti e forti;

   già nei primi mesi del 2023 sono pervenute numerose richieste presso il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica riguardanti la progettazione di impianti eolici galleggianti;

   si tratta di impianti di importanti dimensioni, come quello proposto al largo di Mazara del Vallo dove è stato proposto un progetto di 53 aerogeneratori distribuiti su una superficie di 263 chilometri quadrati a 52 chilometri dalla costa, per una potenza complessiva di 795 megawatt con un costo stimato in 2,3 miliardi di euro;

   gli impianti eolici o fotovoltaici off-shore costituiscono quella tipologia di installazioni che vengono localizzate al di fuori della terra ferma, sia in acque territoriali che al di fuori di queste, residenti però nell'ambito della zona esclusiva;

   l'eolico viene costruito con la tecnologia floating, ovvero con strutture galleggianti, assicurate ai fondali tramite un sistema di ancoraggio e cavi e può essere installata in acque più profonde e con venti più forti il che aumenta il potenziale energetico;

   l'autorizzazione, per l'istallazione di questi impianti, è rilasciata dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e sentito, per gli aspetti legati alle attività di pesca marittima, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, nell'ambito del provvedimento adottato a seguito del procedimento unico svolto nel rispetto dei principi di semplificazione con le modalità stabilite dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e dal decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, comprensivo della concessione d'uso del demanio marittimo a valle dell'esito positivo della valutazione d'impatto ambientale, la quale costituisce parte integrante e condizione necessaria per la conclusione del procedimento autorizzativo;

   la realizzazione dei parchi eolici off-shore quindi risulta estremamente lunga e complessa;

   secondo quanto prevede l'articolo 12, comma 3 del decreto legislativo n. 387 del 2003, che, pur con successivi rimaneggiamenti, costituisce, assieme al decreto legislativo n. 28 del 2011, la normativa statale di riferimento in materia di fonti energetiche rinnovabili, la costruzione e l'esercizio degli impianti eolici off-shore, come pure gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli impianti stessi, sono soggetti ad una autorizzazione unica, che, in attuazione del principio di unicità del procedimento e nel rispetto delle norme vigenti in materia di tutela dell'ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, riunisce in sé, tutta una serie di titoli abilitativi, variamente denominati;

   la bozza di aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima, però, prevede solo che il 2 per cento dell'obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici off-shore;

   l'attuale normativa per la determinazione dei canoni demaniali marittimi impone il calcolo della misura del canone annuo sulla base dei parametri riferiti alla superficie area occupata specificatamente stabiliti dal decreto ministeriale 19 luglio 1989 e dalla circolare del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti n. 40 del 5 gennaio 2012 che prevede, tra le altre, l'individuazione della superficie/specchio acqueo da richiedere ed assentire in concessione;

   a causa del lungo iter che porta alla costruzione di questi impianti, ad oggi risulta esistente solo un impianto a Taranto, per il quale ci sono voluti 14 anni tra progettazione e messa in funzione –:

   se nella programmazione del Governo sia presente un piano di sburocratizzazione delle autorizzazioni per l'eolico off-shore, e come si intenda promuovere questa nuova e sostenibile fonte di energia.
(4-01796)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   ORRICO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la Biblioteca «Albino» è la più importante istituzione culturale della regione Molise;

   essa possiede un ragguardevole patrimonio documentario cartaceo e digitale, è Polo Sbn contenente circa 200.000 notizie a cui afferiscono 18 biblioteche molisane, teche digitali contenenti circa 90.000 immagini fra periodici molisani e manoscritti musicali;

   è l'unica biblioteca a raccogliere pubblicazioni, libri, riviste e quotidiani della regione Molise;

   l'istituto culturale molisano, fondato nel 1861, in virtù di un accordo di valorizzazione stipulato nel 2016, è passato dalle competenze della provincia di Campobasso a quelle del Mibact;

   la Biblioteca Albino è da quell'accordo, stipulato ormai sette anni addietro, chiusa;

   per come si apprende dagli organi di informazione, la sindaca della città di Campobasso Paola Felice ha scritto al Ministro della cultura Sangiuliano per sottoporre alla sua attenzione la disdicevole situazione dello storico presidio culturale, alla quale si è aggiunta una petizione popolare sottoscritta da migliaia di cittadini chiedendo la riapertura della Biblioteca –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere per superare la grave crisi in cui versa la Biblioteca «Albino» in modo da poterla al più presto restituire alla piena fruizione dei cittadini e degli studiosi.
(4-01795)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MEROLA, ROGGIANI e FORATTINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto del Ministero dell'economia e finanze del 25 luglio 2023 sono state introdotte significative novità inerenti al processo di approvazione del bilancio di previsione degli enti locali;

   come ha sottolineato l'ANCI in una nota di approfondimento, «...risultano poco aderenti all'assetto ordinamentale vigente di comuni e città metropolitane alcuni contenuti del provvedimento in esame, che, di fatto, incardinano ciascuna delle singole fasi endo-procedimentali del processo di approvazione del bilancio in una regolamentazione di dettaglio, che può risultare gravemente limitativa dell'autonomia regolamentare in materia degli enti»;

   tali disposizioni «...anziché facilitare le attività dei responsabili finanziari degli enti locali semplificandone gli adempimenti, li inquadra in un processo organizzativo che sembra ignorare le delicate problematiche connesse alla certezza delle risorse disponibili e al carattere politico non solo delle decisioni che sottostanno alla formazione del bilancio, ma dello stesso processo che porta alla sua formulazione finale...»;

   un cambiamento così incisivo delle regole sulla redazione del bilancio di previsione rischierebbe di non consentire a molti comuni il rispetto delle procedure e delle tempistiche della nuova disciplina qualora quest'ultime facessero riferimento al bilancio di previsione 2024-2026, ciò anche perché i comuni sono stati abituati a lavorare in un contesto di continue proroghe dei termini di deliberazione dei bilanci determinata dalla mancata soluzione di problematiche strutturali fortemente acuite dai drammatici tagli seguiti alla crisi del debito sovrano, nello scorso decennio, da una perequazione, avviata dal 2015, distorta in quanto non finanziata dallo Stato e dalle enormi complicazioni tecniche derivanti dalla riforma contabile;

   anche il Governo, in particolare il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, chiamato ad esprimersi sulla questione ha garantito la «piena disponibilità» ad un confronto sulla materia –:

   se il Governo abbia valutato le implicazioni del decreto con riferimento alla possibilità di violare o limitare l'autonomia degli enti locali sulla predisposizione del bilancio di previsione e se non ritenga necessario posticipare l'entrata in vigore della nuova disciplina ivi prevista.
(5-01550)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   AMORESE. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   Poste Italiane ha la più grande rete di raccolta postale della corrispondenza e di punti di accesso aperti al pubblico sul territorio nazionale, con oltre 12.000 uffici postali e circa 10.000 punto poste, quali tabaccherie o attività commerciali convenzionate, ed un indotto di oltre 180.000 dipendenti, diffusi capillarmente su tutto il territorio nazionale;

   tuttavia, da alcuni anni, l'azienda Poste Italiane ha avviato un progetto di rimodulazione della sua presenza in città ad alta densità abitativa, nonché di riduzione di orari per gli uffici a minor afflusso arrecando numerosi disagi alla clientela sopratutto di età avanzata;

   all'interno di questo progetto si colloca la rimodulazione dell'orario dell'ufficio postale della frazione montana di Altagnana nel comune di Massa, che da anni è aperta soltanto il martedì mattina (8.30-13.45) e sabato (8.30-12.30), a differenza dell'omologo di Canevara, posto nell'altro versante montano del comune, che è aperto tutte le mattine;

   l'ufficio postale di Altagnana serve un comprensorio di altre tre frazioni importanti e popolate, quali Antona, Pariana e San Carlo, ed è facilmente raggiungibile anche da utenti di altre zone, visto che spesso Canevara è congestionata, in quanto sottodimensionata;

   i servizi di prossimità, quali ad esempio gli uffici postali, rappresentano un aspetto fondamentale per la qualità della vita nelle comunità locali, poiché svolgono anche una funzione di presidio e di difesa del territorio dalla desertificazione e la loro presenza continuativa deve esser preservata col massimo sforzo possibile –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di garantire un servizio postale adeguato alle esigenze degli utenti di Altagnana;

   quali iniziative di competenza intenda adottare ai fini del pieno rispetto della normativa vigente e, in particolare, dell'articolo 3 comma 8, lettere a) e d) del decreto legislativo n. 261 del 1999 in tema di fruibilità del servizio.
(4-01792)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CANTONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac) è l'autorità italiana di regolamentazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell'aviazione civile, sottoposta al controllo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;

   in data 25 ottobre 2023, il quotidiano La Sicilia ha pubblicato un lungo approfondimento riguardante i servizi a terra, cosiddetti di handling, attualmente operanti presso gli scali siciliani;

   Asc handling è una società con sede a Londra che nel 2008 si è inserita nel mercato e nel 2010 ha iniziato le attività di movimentazione merci presso l'aeroporto di Heathrow, scalando rapidamente il mercato;

   l'alcamese Ignazio Coraci, trasferitosi a Londra, è diventato indubbiamente un player mondiale nei collegamenti aerei, trasporto merci e servizi a terra. Difatti, tramite la citata società, gestisce oltre all'aeroporto di Punta Raisi e all'aeroporto Fontanarossa, i servizi d'assistenza a terra degli aerei e dei passeggeri di Ita Airwais. A ciò si sommeranno 13 voli dallo scalo «Falcone Borsellino» e 16 in quello etneo;

   l'azienda gestisce anche i servizi di assistenza per la nuova compagnia Aeroitalia e per altre 12 compagnie aeree – passeggeri e cargo – negli scali londinesi di Heathrow e Gatwick (Gulf Air, Malaysia Airlines, Oman Air, Vietnam Airlines, Tui ed altre ancora). La società conta 570 dipendenti diretti a Londra e 250 in Italia;

   con riferimento ai lavoratori, molti di questi per mezzo della clausola sociale, sarebbero stati assunti in detta società;

   il citato articolo mette in luce una serie di opacità, con particolare riferimento proprio alla veloce scalata della società Asc handling nel mercato siciliano;

   parrebbe che a maggio 2021 la società sia riuscita ad accreditarsi presso Enac come prestatore di servizio aeroportuale di assistenza a terra: l'inizio delle attività sarebbe dovuto avvenire entro sei mesi pena la decadenza ma, come riporta l'articolo, tali scadenze sono state prorogate;

   le opacità riguarderebbero dunque numerose «sliding doors» particolarmente fortunate che hanno permesso alla società di Coraci di imporsi in tutti gli scali siciliani;

   Cgil e Filt Sicilia chiedono verifiche sui servizi a terra dopo l'inchiesta del quotidiano La Sicilia e chiarimenti sul ruolo di Enac, che «non sembra stia facendo da arbitro come dovrebbe» –:

   se il Ministro interrogato sia conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga, alla luce dell'ingente volume d'affari relativo all'handling degli scali siciliani, di fare chiarezza, per quanto di competenza, sulle procedure riguardanti le gare citate.
(5-01551)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto pubblicato su Fanpage, la mattina del 26 ottobre 2023 l'Ufficio speciale decoro urbano del comune di Roma ha rimosso uno striscione di solidarietà alla Palestina, che era affisso al circolo Arci Sparwasser nel quartiere Pigneto di Roma; lo striscione riportava la scritta «Fermiamo il massacro – free Palestine», e invocava il cessate il fuoco;

   ad annunciare la notizia sono stati gli stessi esponenti del circolo stesso che hanno raccontato come alcuni funzionari pubblici si siano presentati presso lo Sparwasser, in quel momento chiuso, rimuovendo lo striscione affisso sopra l'ingresso senza rintracciare e informare i responsabili del circolo stesso;

   il presidente di Arci Sparwasser ha spiegato come ormai da otto anni lo spazio sul tetto del circolo venga utilizzato per diffondere messaggi di vario contenuto, ecologisti, femministi, pacifisti, di solidarietà attiva e non era mai accaduto che ne venisse rimosso qualcuno;

   sempre secondo quanto riportato da Fanpage, l'ufficio decoro del comune di Roma avrebbe agito a seguito di una precisa direttiva della questura di Roma che ordinerebbe la rimozione di scritte, striscioni e manifesti sia di sostegno al popolo palestinese che pro Israele, per evitare che le stesse possano innescare tensioni;

   i commissariati di zona avrebbero infatti individuato e trasmesso agli uffici comunali preposti altre scritte per le quali è stata ordinata la rimozione;

   a parere dell'interrogante la soluzione per evitare eventuali tensioni non può essere quella di procedere alla rimozione di qualsiasi messaggio – e dunque di un pubblico dibattito – che richiami il conflitto in corso e invochi il cessate il fuoco come quello contenuto nello striscione rimosso dai muri dello Sparwasser;

   tale iniziativa della questura di Roma appare all'interrogante lesiva della libertà di espressione dal momento che un appello a cessare il fuoco, esposto in modo assolutamente pacifico, non può essere considerato un messaggio da censurare e rimuovere;

   la scelta di rimuovere lo striscione affisso allo Sparwasser di Roma appare dunque del tutto discrezionale e finalizzata a censurare ed impedire una forma pacifica e legittima di solidarietà con le vittime di un terribile conflitto e non si comprendono tra l'altro, in relazione al contenuto dello striscione rimosso, quali siano le norme addotte per motivare un simile provvedimento –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'esistenza di una direttiva della questura di Roma che obbligherebbe il comune di Roma a rimuovere ogni scritta, striscione e manifesto che richiami il conflitto israelo-palestinese in corso a prescindere dall'effettivo contenuto dello stesso, come è accaduto con lo striscione che invocava il cessate il fuoco a Gaza affisso sopra l'ingresso del circolo Arci Sparwasser di Roma e quali iniziative di competenza intenda assumere per garantire il libero esercizio della libertà di espressione esercitata attraverso forme e modalità pacifiche e legittime che la suddetta direttiva sembra comprimere se non impedire.
(4-01794)


   CASU. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   in via Achille Tedeschi n. 61 a Roma, da oltre 15 anni un edificio sede di un istituto scolastico è stato dismesso e destinato a divenire, dopo i necessari lavori di riqualificazione, un ufficio passaporti e Commissariato di polizia;

   a quanto si apprende dalla stampa, i lavori di riqualificazione non sono mai effettivamente iniziati, nonostante da luglio 2022 il Cipe abbia, dopo circa sette anni, sbloccato un finanziamento di sette milioni di euro destinato proprio alla ristrutturazione dell'edificio;

   inoltre, il citato edificio è attiguo all'istituto comprensivo Achille Tedeschi, quotidianamente frequentato dalle bambine e dai bambini, dai genitori e dal corpo docente, la cui sicurezza è costantemente messa a rischio, visto che, come riportano notizie di stampa, si stanno registrando occupazioni nell'edificio in abbandono, presenze indebite all'interno dell'istituto comprensivo, oltre ai gravi episodi di violenza, come quello del 14 ottobre 2023 quando un giovane è stato aggredito e picchiato;

   la situazione sopra esposta ha portato il presidente del IV municipio Massimiliano Umberti a scrivere al prefetto di Roma per chiedere un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, chiedendo anche conto della mancata riqualificazione dell'edificio in questione in modo da trasferirvi il Commissariato: appare quindi evidente che la riqualificazione dell'edificio e il trasferimento del Commissariato sono ormai esigenze ineludibili in modo da provvedere alla messa in sicurezza della intera area, adiacente, tra l'altro, a quella dove sorgerà il nuovo stadio di calcio della Roma;

   inoltre, i lavori mai iniziati hanno gravi ricadute non solo sulla sicurezza della zona ma anche sulle procedure relative al rilascio dei passaporti, con chiari e ingiustificati disagi per i cittadini;

   l'interrogante ha già presentato sulla vicenda il 22 maggio 2023 un atto di sindacato ispettivo (n. 5-00881) che non ha avuto ancora risposta da parte del Governo –:

   quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere, per quanto di competenza, per favorire l'ormai ineludibile avvio dei necessari interventi di riqualificazione, e se, nelle more dell'inizio dei lavori, intenda potenziare i controlli di questo territorio al fine di evitare il ripetersi di violenze, atti vandalici e occupazioni.
(4-01797)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   AMORESE. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 12 della Costituzione, nella lettura sistematica del testo lo colloca tra i principi fondamentali, recita: «La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni»;

   ai fini della sua tutela e valorizzazione collettiva, è stato predisposto un apparato normativo atto allo scopo, e nello specifico si fa riferimento all'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 121 del 7 aprile 2000 «Regolamento recante disciplina dell'uso delle bandiere della Repubblica Italiana e dell'Unione Europea», in combinato disposto con la legge n. 122 del 5 febbraio 1998 (Disposizioni generali sull'uso delle bandiere della Repubblica Italiana e dell'Unione Europea), e stabilisce che queste devono essere esposte in plurimi edifici pubblici, tra cui le scuole di ogni ordine e grado;

   nel territorio del comune di Massa, ormai da anni, risulta all'interrogante che la dirigente scolastica del Liceo artistico e musicale «Felice Palma» si rifiuta di issare il tricolore nazionale, senza addurre alcun tipo di motivazione;

   a tutela del regolare adempimento, l'articolo 10 del suindicato decreto del Presidente della Repubblica prevede anche che «Ogni ente designa i responsabili alla verifica della esposizione corretta delle bandiere all'esterno e all'interno», così da garantire che con l'esposizione della bandiera si migliori sia l'immagine dei plessi scolastici, ma soprattutto si possa allineare il concetto civico della bandiera al «valore» che il Tricolore esprime –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se il Ministro non ritenga inappropriata, e contra legem, la scelta del dirigente scolastico e in tal caso quali iniziative di competenza intenda adottare.
(4-01793)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:

   la pensione di reversibilità è una prestazione economica di tipo previdenziale erogata dall'Inps, che spetta (laddove ne sussistano i requisiti di legge, di seguito specificati) ad alcuni parenti, soprattutto coniuge superstite, di lavoratori dipendenti e autonomi o pensionati che sono deceduti, con posizione previdenziale Inps o già titolari di una pensione erogata dall'Inps;

   non è un trattamento di assistenza, bensì un trattamento di previdenza che si fonda sulla contribuzione accreditata all'assicurato;

   per i funzionari amministrativi di pubbliche amministrazioni inquadrati nell'area 1, il trattamento lordo mensile varia da un minimo di 1.400 euro lordi ad un massimo di 1.500 euro lordi;

   il trattamento pensionistico, calcolato con metodo contributivo puro e con 40 anni di contribuzione totale, è in media pari a circa il 60 per cento del salario lordo che riceveva quando in attività;

   in virtù della legge 8 agosto 1995, n. 335 (cosiddetta legge Dini), «Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare», al coniuge superstite senza figli a carico spetta il 60 per cento del trattamento pensionistico del coniuge defunto, decurtando ulteriormente il trattamento finale;

   con importi finali così bassi diventa difficile, se non impossibile, condurre una vita dignitosa, soprattutto in un momento storico di forte crescita dei prezzi come quello attuale, anche considerato che tali importi non sono dovuti ad un mancato versamento di contributi, bensì ad una chiara scelta del legislatore di ridurre forzatamente i trattamenti di reversibilità –:

   le iniziative, anche di carattere normativo, che il Governo intenda adottare, in modo da incrementare il trattamento di reversibilità in favore del coniuge superstite, in particolare per i soggetti percettori di trattamenti più bassi, e permettere loro di condurre una vita quantomeno dignitosa.
(2-00253) «Penza, Caramiello».

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GIORGIANNI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo le stime della Federazione oncologi, cardiologi, ematologi (Foce) su 55 mila diagnosi di tumore alla mammella, sono potenzialmente interessate solo per i tumori di tipo Her-2 Low, tra le 2.500 e le 3.000 pazienti;

   Enhertu, INN-trastuzumab deruxtecan, è un anticorpo monoclonale coniugato, già approvato da Aifa sia per la cura del cancro metastatico al seno Her-2+ che per Her-2 Low;

   lo studio che ha portato all'approvazione per Her-2 Low (Destiny-Breast 04) ha dimostrato che la sopravvivenza mediana con Enhertu può arrivare fino a 23,4 mesi contro i 16,8 mesi della chemioterapia, inoltre il rischio di mortalità scenderebbe del 36 per cento;

   tale farmaco, già autorizzato dall'agenzia europea EMA, è rimborsato in Germania, Austria e Lussemburgo; anche in Francia è temporaneamente disponibile a carico della sanità pubblica tramite un programma specifico;

   in Italia, dal luglio 2023, il farmaco Enhertu è a carico del Servizio sanitario nazionale per la cura del carcinoma detto Her-2+, non operabile e/o metastatico, mentre la stessa copertura da parte del Ssn non è prevista per le donne che si ammalano di Her-2 Low, che presenta quantitativi inferiori di proteina Her_2;

   si configura pertanto ai danni delle donne che si ammalano una disparità di trattamento pur trattandosi della stessa patologia, con l'unica differenza di un quantitativo inferiore di proteina Her_2 tra i due tipi di carcinoma;

   se si considera che il prezzo al pubblico di Enhertu è di euro 3.850 a fiala, che viene somministrata una dose per chilogrammo 18,5 di peso, con una cadenza temporale di giorni 21 per otto mesi, è facile calcolare l'enorme esborso economico a carico delle pazienti;

   resta incomprensibile, ad avviso dell'interrogante, il motivo della mancata attivazione dell'accesso precoce (legge n. 648 del 1996) a carico del Ssn: infatti nel caso di Her-2+ e nelle more della rimborsabilità è stato previsto l'uso compassionevole, mentre per Her-2 Low tale possibilità non è stata introdotta dalla casa farmaceutica;

   la procedura Aifa dovrebbe chiudersi a febbraio 2024, poi toccherà alle regioni: si tratta di dover attendere ancora diversi mesi che per queste pazienti sono davvero vitali –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare al fine di accelerare la procedura di rimborsabilità del farmaco chemioterapico di ultima generazione Enhertu anche per la cura della patologia Her-2 Low;

   quali siano le motivazioni che, nell'ambito delle procedure di approvazione per una medesima patologia, portano a differenziare i pazienti che ne sono affetti a seconda della bassa o alta presenza della proteina Her_2.
(5-01552)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta scritta Onori e altri n. 4-01791, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 ottobre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Appendino.