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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 2 ottobre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    l'ultimo rapporto Education at a glance di Ocse, pubblicato il 12 settembre 2023, ha ribadito che «la partecipazione a un'educazione della prima infanzia di alta qualità influisce positivamente sul benessere, sull'apprendimento e sullo sviluppo dei bambini nei primi anni di vita» e che in Italia solo il 13 per cento dei bambini di due anni è iscritto a programmi di educazione della prima infanzia, a fronte di una media nei Paesi Ocse pari al 43 per cento, con punte del 90 per cento in Islanda, Corea, Norvegia e Svezia;

    il rapporto Invalsi 2023 ha posto in evidenza che il sistema nazionale di istruzione, tradizionalmente con esiti uniformi almeno nei primi anni di scolarizzazione, ha iniziato a evidenziare i primi segnali di una divaricazione precoce del successo formativo tra i territori più ricchi e quelli caratterizzati da indicatori socio-economici e culturali più deboli;

    nonostante i progressi registrati in questi ultimi anni, il tasso di dispersione scolastica in Italia nel 2022, con il 12,7 per cento, è tra i più alti in Europa, con picchi in Sicilia (21,1 per cento), Puglia (17,6 per cento), Campania (16,4 per cento) e Calabria (14 per cento);

    i dati più preoccupanti riguardano le differenze rilevate tra le scuole del Nord e quelle del Sud, sia a livello di dispersione esplicita che implicita, come pure di emersione delle eccellenze, dati che ci interrogano drammaticamente sull'efficacia e sul livello di equità del nostro sistema di istruzione, che negli ultimi 15 anni ha visto consolidarsi una diffusa, inerziale accettazione di fallimenti educativi, sia per quanto riguarda le competenze culturali, che per quelle socio-relazionali e di cittadinanza, proprio nelle aree del Paese dove il disagio socio-economico delle famiglie richiederebbe una forte presenza dello Stato e delle regioni, negli ambiti di rispettiva competenza;

    il Piano nazionale di ripresa e resilienza non a caso ha posto tra i suoi obiettivi più importanti quello del contrasto ai divari territoriali, prevedendo ingenti investimenti su misure di contrasto alla dispersione, di profonda revisione dell'orientamento scolastico e lavorativo e sulla realizzazione di nuovi posti per gli asili nido, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno che ne sono particolarmente sguarnite;

    si colloca correttamente in questo contesto l'azione governativa volta per esempio a istituire – in attuazione della riforma 1.4 della missione 4, componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza – le figure del docente tutor e del docente orientatore e la revisione delle linee guida sull'orientamento pubblicate nel dicembre 2022, misure che però al momento risultano finanziate solo per il triennio della secondaria di secondo grado e solo per un anno;

    soprattutto nel primo ciclo di istruzione ma non solo, sia per venire incontro alle esigenze delle famiglie, sia per rafforzare il ruolo della scuola come presidio di legalità e come luogo di aggregazione, nonché per contrastare il disagio giovanile, appare fondamentale incentivare momenti di educazione anche non formale nelle scuole in orario extracurricolare, in collaborazione con gli enti locali e gli enti del terzo settore;

    l'opportunità dell'apertura delle scuole anche nelle ore pomeridiane, nonché nei periodi di sospensione della didattica, rappresenterebbe altresì l'occasione per dare vita a iniziative di potenziamento e di recupero, in particolare nelle discipline fondamentali, quali matematica, scienze, informatica, italiano e inglese, contribuendo in questo modo a ridurre i divari territoriali non solo tra regioni, ma anche tra realtà diverse della stessa regione e della stessa città;

    i dati sull'inflazione, che destano preoccupazione in ogni ambito della vita quotidiana delle famiglie italiane, dimostrano la necessità di un'attenzione speciale da parte del Governo, in particolare per quel che riguarda l'istruzione, al fine di evitare il rischio di espellere dal sistema formativo (o comunque renderne più difficoltosa la partecipazione) di un sempre maggior numero di studentesse e studenti a causa dell'impossibilità da parte delle famiglie di far fronte alle spese connesse, quali, in particolare, i libri di testo, i trasporti, il materiale didattico in genere e la mensa;

    in questo contesto, risulta quanto mai urgente completare celermente l'attuazione alla legge 7 aprile 2022 , n. 32 (cosiddetto «Family act»), con particolare riferimento all'articolo 2, recante deleghe per il riordino e il rafforzamento delle misure di sostegno all'educazione dei figli;

    l'attuale normativa sui libri di testo (legge n. 719 del 1964) prevede la gratuità per i cinque anni della primaria, malgrado l'obbligo di istruzione sia stato innalzato più di quindici anni fa ai primi due anni dell'istruzione secondaria di secondo grado, che rappresenta peraltro proprio il livello di istruzione nel quale i costi sono maggiori: secondo il monitoraggio effettuato nel 2022 dall'Osservatorio nazionale Federconsumatori, per esempio, le spese per gli alunni delle classi prime della secondaria di primo e secondo grado ammontano rispettivamente a più di 1.000 euro e a circa 1.250 euro, calcolando il costo dei libri, dei dizionari, del corredo scolastico (cartella, diario, astuccio ed altro) e dei ricambi durante l'intero anno;

    i rimborsi previsti dalla normativa sono largamente insufficienti e vengono erogati spesso con anni di ritardo, mettendo in difficoltà alternativamente i comuni, in particolare quelli più piccoli, o le famiglie; nei casi in cui le regioni aggiungono risorse si registrano, inoltre, disparità territoriali significative;

    il tetto di spesa imposto alle scuole viene spesso aggirato, ricorrendo alla surrettizia – e spesso incongrua – distinzione tra libri adottati e libri consigliati, portando a situazioni paradossali e ad inutili attriti tra la scuola e le famiglie;

    l'Associazione nazionale dei comuni italiani ha più volte denunciato come il finanziamento, pari per l'anno scolastico 2023/2024 a 133 milioni di euro, del fondo destinato alla gratuità dei libri e al sostegno al diritto allo studio sia ampiamente insufficiente a coprire le spese delle regioni e dei comuni sui libri di testo e che, per coprire quanto meno i costi delle famiglie che secondo le tabelle Istat sono in difficoltà economica, servirebbero circa 300 milioni di euro annui,

impegna il Governo:

1) a dare piena e celere attuazione alla legge 7 aprile 2022, n. 32 (cosiddetto «Family act»), con particolare riferimento all'articolo 2, recante delega al Governo per il riordino e il rafforzamento delle misure di sostegno all'educazione dei figli;

2) ad adottare le iniziative di competenza volte a incrementare le risorse destinate al finanziamento del sistema integrato da 0 a 6 anni di cui al decreto legislativo n. 65 del 2017, con particolare attenzione alle cosiddette sezioni primavera, rivolte ai bambini tra i 24 e i 36 mesi, il cui potenziamento necessita di minori risorse in quanto aggregate alle scuole dell'infanzia o ai nidi;

3) a potenziare gli investimenti per tutte le misure avviate in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di contrastare la dispersione scolastica e i divari territoriali e garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno;

4) a dare piena attuazione alle linee guida per l'orientamento, rafforzando un sistema di orientamento diffuso, a tutti i livelli scolastici a partire dalla scuola primaria e, in particolare, per la scelta della scuola secondaria di secondo grado e dell'istruzione terziaria, per dare vita a percorsi di orientamento strutturati che tengano conto delle aspirazioni professionali dei giovani, ma anche delle nuove competenze per i settori emergenti del lavoro, delle filiere formative e delle esigenze specifiche delle imprese e dei territori;

5) a valorizzare in tutti gli ordini di scuola il docente tutor e il docente orientatore, investendo nella formazione iniziale e continua prevista dal recente decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, e dai decreti attuativi, introducendo, attraverso la Scuola di alta formazione di recente istituzione, percorsi di sviluppi di carriera per favorire la creazione di una nuova generazione di docenti qualificati e con differenziazioni di funzioni per rompere l'uniformità delle prestazioni e della retribuzione degli insegnanti, così come avviene da tempo a livello europeo;

6) a garantire su tutto il territorio nazionale l'apertura delle scuole sia al pomeriggio che nei mesi estivi, affiancando a quelle obbligatorie già previste anche attività opzionali e facoltative, con particolare riguardo ai seguenti obiettivi:

  a) il prolungamento del tempo scuola in tutto il primo ciclo di istruzione, ove non previsto dall'offerta formativa attuale;

  b) l'implementazione in modo uniforme sul territorio nazionale di iniziative finalizzate al recupero e al potenziamento delle competenze chiave di cittadinanza, quali italiano, matematica, inglese e informatica;

  c) la promozione di attività culturali e sportive extracurricolari in collaborazione con gli enti del terzo settore e le altre realtà associative presenti sui territori, anche valorizzando le esperienze di educazione non formale;

  d) la creazione, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale, di campus per realizzare filiere orizzontali e verticali dove studenti di età diversa scelgono di apprendere in luoghi predisposti per le attività disciplinari, ma anche di recupero e sviluppo per valorizzare i talenti e non lasciare indietro nessuno;

7) a rafforzare l'offerta dell'istruzione e della formazione professionale sul piano nazionale per garantire ai giovani di avere accesso nel proprio territorio a percorsi professionalizzanti per conseguire livelli di qualificazione professionale con importanti momenti di formazione on the job, perseguendo l'obiettivo che nessun giovane possa abbandonare i percorsi formativi senza aver almeno raggiunto una qualifica professionale di primo livello;

8) a potenziare lo studio delle Stem e l'innalzamento delle competenze digitali;

9) ad adottare iniziative normative per aggiornare la disciplina sui libri di testo e, per quanto di competenza, avviare un confronto con le regioni, al fine di venire incontro alle esigenze delle famiglie colpite dall'aumento dell'inflazione, in particolare adottando le iniziative di competenza volte a perseguire i seguenti obiettivi:

  a) incrementare già nel prossimo disegno di legge di bilancio le risorse destinate alla fornitura dei libri di testo in favore delle famiglie in difficoltà socio-economica degli alunni che adempiono all'obbligo scolastico e a quelli della scuola secondaria di secondo grado, portandole ad almeno 300 milioni di euro annui;

  b) rendere i libri gratuiti nelle scuole secondarie di primo e secondo grado per le famiglie in situazione di svantaggio socio-economico e prevedere contributi proporzionali al reddito familiare per le altre;

  c) prevedere la detraibilità fiscale del costo dei libri, degli altri materiali scolastici e di ogni altra spesa sostenuta dalle famiglie con figli in età scolare, quale quelle per i trasporti o per la mensa;

  d) stabilire che il previsto adeguamento periodico dei tetti di spesa non possa mai essere superiore all'inflazione programmata e che gli eventuali aggiornamenti delle edizioni di ciascun titolo possa avvenire solo dopo un congruo numero di anni dall'edizione precedente;

  e) prevedere, se necessario con uno specifico strumento normativo e un accordo in Conferenza Stato-regioni, che il sostegno al diritto allo studio abbia finanziamenti e meccanismi di erogazione omogenei su tutto il territorio nazionale, superando le disparità di cui in premessa;

  f) avviare un confronto che coinvolga tutta la filiera (rappresentanti di autori, editori, distributori, librai, dirigenti, docenti e famiglie) perché siano individuate le innovazioni anche legislative necessarie per raggiungere l'obiettivo di ridurre sensibilmente sia il peso dei libri quotidianamente portato da casa a scuola e viceversa, sia i costi a carico delle famiglie.
(1-00186) «Grippo, Giachetti, Boschi, Bonetti, Richetti, Castiglione, Rosato, Ruffino».


   La Camera,

   premesso che:

    l'attuale Esecutivo, sin dal primo giorno del suo insediamento, ha lavorato con grande determinazione per gestire in maniera sinergica ed efficiente le risorse messe a disposizione dall'Unione europea e ottimizzare nel miglior modo possibile tutte le opportunità di sviluppo offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

    grazie all'attuale Governo con la legge di bilancio per il 2023 le risorse per l'istruzione sono state incrementate in maniera significativa, grazie a finanziamenti pari a 623 milioni di euro per il 2023, 632 milioni di euro per il 2024 e 598 milioni di euro per il 2025, per assicurare alle nostre studentesse e ai nostri studenti un innalzamento della qualità dell'offerta formativa, senza dimenticare l'esigenza di garantire la continuità didattica, oltre che il più alto numero possibile di docenti di ruolo altamente qualificati, in modo da ridurre progressivamente il fenomeno del precariato;

    con l'obiettivo di garantire al personale del mondo della scuola il giusto riconoscimento per la dignità del lavoro svolto quotidianamente, il Ministro dell'istruzione e del merito, appena insediato, ha rinnovato, in poche settimane, il contratto nazionale dei docenti, a condizioni migliorative, introducendo gli incrementi da parecchio tempo attesi da oltre 1 milione e 200 mila lavoratori. È, questo, un primo incontrovertibile dato di fatto che testimonia l'attenzione del Governo circa l'esigenza di valorizzare le straordinarie professionalità del mondo della scuola;

    la modesta riduzione del Fondo nazionale per il sistema integrato 0-6, operata con la legge di bilancio per il 2023 e dovuta alla necessità di adempiere ad altra misura del Piano nazionale di ripresa e resilienza in tema di revisione della spesa, è stata ampiamente compensata dalle risorse indicate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, investimento 1.1 della missione 4 – componente 1;

    con il proficuo contributo delle forze politiche della maggioranza è stata introdotta la nuova disciplina sul dimensionamento scolastico che, a differenza di quanto inizialmente prospettato, consente di generare risparmi di spesa, certificabili anno per anno, da far confluire in un fondo, costituito nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito, da reinvestire in modo strutturale a favore del sistema scolastico;

    in particolare, la norma non prevede chiusure di plessi scolastici, né riduce l'offerta formativa, ma accresce il potere programmatorio delle regioni e la loro capacità di risposta alle specificità dei territori, riducendo le reggenze che incidono in modo negativo sulla qualità del servizio erogato dalle istituzioni scolastiche;

    nell'ambito della riforma del reclutamento prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – non concluso in tempo dal precedente Governo – che definisce i nuovi percorsi di formazione iniziale degli insegnanti della scuola secondaria di I e II grado. I nuovi percorsi, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, garantiscono una formazione disciplinare e pedagogica di alto livello, la cui omogeneità su tutto il territorio nazionale è assicurata da un rigoroso sistema di accreditamento e di monitoraggio affidato all'Anvur;

    accanto al nuovo modello di reclutamento dei docenti previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, si è intervenuti con una pluralità di misure normative finalizzate a valorizzare l'esperienza professionale maturata dal personale docente nell'ambito dei precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato. In particolare, si è inteso favorire l'accesso ai nuovi percorsi di abilitazione ai precari, sia della scuola pubblica che delle paritarie, attraverso la previsione per loro di percorsi specifici, ridotti a soli 30 crediti formativi universitari e accademici (cfu/cfa), e accessibili attraverso una significativa quota di riserva;

    con specifiche disposizioni di legge, inoltre, si è provveduto a dare una risposta ad una platea molto numerosa, risultata idonea ai concorsi ordinari banditi prima della riforma del Piano nazionale di ripresa e resilienza, trasformando le graduatorie dei concorsi ordinari in graduatorie ad esaurimento;

    le scuole paritarie sono parte integrante del sistema nazionale di istruzione e, al fine di riconoscere loro pari dignità rispetto alle scuole statali, anche in merito alla partecipazione ai programmi comunitari, il Ministro dell'istruzione e del merito ha annunciato la possibilità per le medesime scuole di accedere ai fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Programma operativo nazionale (Pon);

    nell'ambito del decreto-legge cosiddetto «PA-bis» il Governo ha varato importanti misure volte all'accelerazione delle procedure concorsuali per il reclutamento del personale docente volte al raggiungimento delle 70.000 assunzioni (target PNRR M4C1-14), salvaguardando il rigore delle procedure stesse;

    al fine di dare una tempestiva risposta alle esigenze degli studenti con disabilità, garantendo maggiore continuità didattica, si è appena conclusa la procedura per le immissioni in ruolo, per l'anno scolastico 2023/2024, dei docenti inseriti nella I fascia da graduatorie provinciali per le supplenze su posto di sostegno, prevista dal decreto-legge «assunzioni». Gli ulteriori posti di sostegno vacanti e disponibili sono stati coperti mediante la procedura a chiamata diretta per le immissioni in ruolo (cosiddetta call veloce);

    in tema di immissioni in ruolo, da un raffronto con l'anno scolastico 2022/2023 si evidenziano i seguenti dati:

     a) 2.656 nomine in ruolo in più effettuate (40.462 a fronte di 37.806 nell'anno scolastico 2022/2023), di cui 587 nomine in ruolo in più effettuate su sostegno (13.354 a fronte di 12.767 nell'anno scolastico 2022/2023);

     b) 15.763 posti vacanti in meno al termine delle operazioni (40.561 a fronte di 56.324 nell'anno scolastico 2022/2023), di cui 3.798 posti vacanti in meno su sostegno (13.784 a fronte di 17.582 nell'anno scolastico 2022/2023);

     c) 79,6 per cento di copertura dei posti del contingente rispetto al 47,4 per cento di copertura nell'anno scolastico 2022/2023;

    per contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono, il Ministero dell'istruzione e del merito ha adottato, con il decreto n. 328 del 22 dicembre 2022, le linee guida per l'orientamento, con lo scopo di aiutare docenti, studenti e famiglie a contribuire alla costruzione di una scuola capace di affrontare la crisi educativa del Paese e di costruire un percorso virtuoso, volto anche al superamento delle difficoltà frutto di diseguaglianze di natura sociale e territoriale;

    con le medesime linee guida sono state istituite due nuove figure professionali: il docente tutor e il docente orientatore alle quali il Governo ha dedicato misure di valorizzazione sia economica, con uno stanziamento di 150 milioni di euro previsto dalla legge di bilancio per il 2023 e ripartito con decreto ministeriale 5 aprile 2023, n. 63, sia professionale, con il riconoscimento di un punteggio aggiuntivo ai fini della mobilità, oltre che di un'adeguata remunerazione economica. La misura ha avuto ampio successo, visto che sono state raccolte circa 60 mila candidature a fronte delle 40 mila previste;

    ancora, nella consapevolezza della necessità di rafforzare le segreterie scolastiche in questa fase nella quale le scuole sono chiamate ad attuare la parte più consistente delle azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, si è previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro per il 2023, così che, già a partire da settembre 2023, le scuole potessero dotarsi di personale amministrativo aggiuntivo, ivi compreso quello ausiliario;

    in aggiunta, il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede già importanti investimenti destinati alle regioni del Mezzogiorno; tuttavia, l'attuale Governo attraverso il Piano Agenda Sud intende introdurre una visione nuova per superare i divari negli apprendimenti, caratterizzata da percorsi di crescita e di accompagnamento mirato delle scuole. L'obiettivo è combattere la dispersione scolastica fin dalla scuola primaria, con interventi dedicati agli istituti del Mezzogiorno. Il piano avrà durata biennale e verrà applicato, con interventi più significativi, in 245 scuole insistenti in contesti particolarmente disagiati del Sud individuate dall'Invalsi e, con altri livelli di intervento, in ulteriori 2.000 scuole del Mezzogiorno;

    ad integrazione degli interventi previsti nell'ambito di Agenda Sud, il Governo, con il decreto-legge recante «Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale», ha individuato risorse aggiuntive in modo da realizzare ulteriori azioni e iniziative di contrasto alla fragilità educativa, finalizzate a contrastare la dispersione scolastica e a ridurre i divari territoriali e negli apprendimenti nelle istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo di istruzione, non finanziabili dal suddetto piano;

    un primo intervento permette di attivare, nelle scuole del Mezzogiorno, incarichi temporanei di personale amministrativo, tecnico e ausiliario fino al 31 dicembre 2023. A tal fine sono stanziati 12 milioni di euro per l'anno 2023;

    una seconda azione è finalizzata a potenziare l'organico dei docenti impegnati nella realizzazione dei progetti pilota contro la dispersione e i divari territoriali e negli apprendimenti delle istituzioni scolastiche site in contesti caratterizzati da maggiore disagio educativo;

    un terzo intervento è volto a supportare le istituzioni scolastiche statali, anche per progetti di rete, nella realizzazione di azioni finalizzate a realizzare le condizioni per definire un contesto educativo favorevole all'apprendimento per tutti e, in particolare, per le studentesse e gli studenti con fragilità nel processo di apprendimento;

    un quarto intervento vuole rafforzare l'offerta educativa nelle scuole del Meridione caratterizzate da alta dispersione scolastica, attraverso il potenziamento dell'organico dei docenti delle istituzioni scolastiche statali con maggiore disagio educativo. Al fine di valorizzare i docenti che permangono nella stessa istituzione scolastica che insistono nelle zone più disagiate, garantendo la continuità didattica, si è previsto un incentivo economico attraverso l'incremento del Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa e l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo di 10 punti, a conclusione del triennio effettivamente svolto, e ulteriori 2 punti per ogni anno di permanenza dopo il triennio, ai fini della mobilità;

    l'opportunità dell'apertura delle scuole anche nelle ore pomeridiane, nonché nei periodi di sospensione della didattica, rappresenterebbe l'occasione per dare vita a iniziative di potenziamento e di recupero, in particolare nelle discipline fondamentali, quali matematica, scienze, informatica, italiano e inglese, contribuendo in questo modo a ridurre i divari territoriali non solo tra regioni, ma anche tra realtà diverse della stessa regione e della stessa città;

    l'obiettivo dell'attuale Governo è quello di fornire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al sistema produttivo italiano, anche attraverso la costituzione di una vera e propria filiera formativa tecnologico-professionale;

    in coerenza con tali obiettivi, sono state avviate numerose altre iniziative, quale il compimento della riforma dell'insegnamento delle materie Stem, tramite l'adozione di specifiche linee guida, l'avvio di un consistente piano di semplificazioni a beneficio della funzionalità delle istituzioni scolastiche, la proposta di una ambiziosa riforma della formazione tecnica e professionale, attraverso l'istituzione della filiera tecnologico-professionale;

    la previsione di misure omogenee per l'accesso alla gratuità dei libri di testo è un obiettivo pienamente condivisibile per sostenere il diritto allo studio e superare, così, i divari e le disuguaglianze degli studenti;

    il Ministero impegna annualmente ingenti risorse per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti e, in particolare, per assicurare la gratuità parziale o totale dei libri di testo in favore degli alunni che adempiono l'obbligo di istruzione, nonché la fornitura dei libri di testo da dare in comodato agli studenti della scuola superiore, al fine di sostenere concretamente anche le famiglie degli alunni e degli studenti meno abbienti,

impegna il Governo:

1) a potenziare l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per creare ambienti d'apprendimento innovativi, con particolare riferimento alle metodologie di insegnamento e dei linguaggi, fornendo direttive e linee guida chiare ed efficaci;

2) ad adottare iniziative di competenza volte a reperire risorse per consentire la piena realizzazione di un sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a sei anni, con particolare attenzione alle cosiddette sezioni primavera, rivolte ai bambini tra i 24 e 36 mesi;

3) a bandire quanto prima il concorso riservato al personale precario della scuola statale, in vista dell'avvio della stagione di nuovi concorsi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, volti al raggiungimento delle 70.000 assunzioni;

4) ad avviare i percorsi universitari di formazione iniziale, già in questo anno accademico, per una nuova generazione di docenti fortemente strutturati, con alle spalle un importante percorso di formazione disciplinare e pedagogica e meccanismi di valutazione che garantiranno l'efficacia didattica, nell'ottica della qualità dell'insegnamento e della costruzione di una scuola che sia davvero punto di riferimento per le famiglie e per gli studenti;

5) a potenziare il processo di valorizzazione economica e professionale di tutto il personale scolastico;

6) ad adottare iniziative di competenza volte a reperire risorse adeguate ad assicurare il diritto all'istruzione alle studentesse e agli studenti di tutto il territorio nazionale, al fine di colmare i divari territoriali e garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno, con particolare attenzione per gli alunni con disabilità;

7) a promuovere su tutto il territorio nazionale l'apertura delle scuole sia al pomeriggio che nei mesi estivi, affiancando a quelle obbligatorie già previste anche attività opzionali e facoltative, con particolare riguardo ai seguenti obiettivi:

  a) il prolungamento del tempo scuola in tutto il primo ciclo di istruzione, ove non previsto dall'offerta formativa attuale;

  b) l'implementazione in modo uniforme sul territorio nazionale di iniziative finalizzate al recupero e al potenziamento delle competenze chiave di cittadinanza, quali italiano, matematica, inglese e informatica;

  c) la promozione di attività culturali e sportive extracurricolari in collaborazione con gli enti del terzo settore e le altre realtà associative presenti sui territori, anche valorizzando le esperienze di educazione non formale;

  d) la creazione, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale, di campus per realizzare filiere orizzontali e verticali dove studenti di età diversa scelgono di apprendere in luoghi predisposti per le attività disciplinari, ma anche di recupero e sviluppo per valorizzare i talenti e non lasciare indietro nessuno;

8) a dare piena attuazione alle linee guida per l'orientamento, rafforzando un sistema di orientamento diffuso, a tutti i livelli scolastici a partire dalla scuola primaria e, in particolare, per la scelta della scuola secondaria di secondo grado e dell'istruzione terziaria, per dare vita a percorsi di orientamento strutturati che tengano conto delle aspirazioni professionali dei giovani, ma anche delle nuove competenze per i settori emergenti del lavoro, delle filiere formative e delle esigenze specifiche delle imprese e dei territori;

9) a valorizzare in tutti gli ordini di scuola il docente tutor e il docente orientatore, promuovendo la formazione iniziale e continua prevista dal recente decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, e dai decreti attuativi, introducendo, attraverso la Scuola di alta formazione di recente istituzione, percorsi di sviluppi di carriera per favorire la creazione di una nuova generazione di docenti qualificati e con differenziazioni di funzioni per rompere l'uniformità delle prestazioni e della retribuzione degli insegnanti, così come avviene da tempo a livello europeo;

10) a rafforzare l'offerta dell'istruzione e della formazione professionale sul piano nazionale per garantire ai giovani di avere accesso nel proprio territorio a percorsi professionalizzanti per conseguire livelli di qualificazione professionale con importanti momenti di formazione on the job, perseguendo l'obiettivo che nessun giovane possa abbandonare i percorsi formativi senza aver almeno raggiunto una qualifica professionale di primo livello;

11) a potenziare lo studio delle Stem e l'innalzamento delle competenze digitali;

12) a individuare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, misure a sostegno delle famiglie per rafforzare il loro potere di acquisto in tema di libri di testo, nonché misure volte ad intervenire sul tema delle detrazioni delle medesime spese, sull'incremento dell'attuale stanziamento del contributo dello Stato per l'acquisto dei libri di testo e sull'adeguamento dei tetti di spesa;

13) ad avviare un confronto che coinvolga tutta la filiera (rappresentanti di autori, editori, distributori, librai, dirigenti, docenti e famiglie) perché siano individuate le innovazioni anche legislative necessarie per raggiungere l'obiettivo di ridurre sia il peso dei libri quotidianamente portato da casa a scuola e viceversa, sia i costi a carico delle famiglie;

14) a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, affinché, soprattutto nelle realtà territoriali più disagiate e ad alto tasso di dispersione scolastica, si possa ridurre il tradizionale numero di alunni per classe;

15) a favorire iniziative volte ad agevolare le donazioni dei privati, al fine di mobilitare nuove risorse in favore delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, da parte di persone fisiche, enti non commerciali e soggetti titolari di reddito d'impresa.
(1-00187) «Sasso, Amorese, Dalla Chiesa, Lupi, Latini, Mollicone, Mulè, Cavo, Loizzo, Cangiano, Tassinari, Miele, Di Maggio, Matteoni, Messina, Perissa, Roscani».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta orale:


   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   dal 2001 è attivo un programma di tirocini per studenti universitari presso uffici all'estero del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, gestito dalla Fondazione CRUI (Conferenza dei rettori delle università italiane), della durata media di 4 mesi;

   dal 2015, l'offerta dei tirocini diventa esclusivamente curriculare e prevede un rimborso spese forfettario di almeno 300 euro mensili, pagati dall'università di appartenenza del tirocinante, oneri coperti dal Ministero dell'università e della ricerca tramite i fondi di finanziamento ordinari, o del contributo alle università non statali, o del fondo sostegno dei giovani e la mobilità degli studenti;

   tale rimborso diviene fondamentale per permettere a tutti di partecipare al tirocinio, indipendentemente dalla famiglia d'origine;

   un rimborso di 300 euro mensili è difficilmente sufficiente a coprire anche solo un terzo delle spese necessarie (vitto, alloggio, trasporti, assicurazione);

   alcune università sono in grado di aumentare il rimborso spese con ulteriori fondi propri, tuttavia questo rischia di causare ulteriori diseguaglianze, favorendo studenti provenienti da università più facoltose;

   è stato segnalato interesse che ci sia la possibilità di effettuare il tirocinio in formato extra-curriculare, per permettere anche a chi ha concluso il percorso di studi di avvalersi di questa esperienza;

   la legge impone che tirocini extra-curriculari prevedano un rimborso spese mensile di almeno 300 euro, secondo la legge regionale della regione in cui avviene il tirocinio, con un massimo di 800 euro mensili per la regione Lazio –:

   quale sia la valutazione complessiva del programma, quante domande vengano ricevute annualmente, quanti candidati che ricevono un'offerta di tirocinio rinuncino e se queste rinunce siano dovute all'impossibilità economica di sostenere le spese del tirocinio.
(3-00686)

Interrogazione a risposta scritta:


   ONORI, L'ABBATE, ALIFANO e DELL'OLIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   a settembre 2020 ha preso il via, lungo la linea di contatto (Nagorno Karabakh e distretti azeri contigui sotto controllo armeno), un nuovo conflitto ad alta intensità tra Armenia e Azerbaigian;

   il 9 novembre 2020, una intesa trilaterale tra Azerbaigian, Armenia e Federazione russa ha segnato la fine della seconda guerra del Nagorno-Karabakh;

   da dicembre 2022, sedicenti ambientalisti azeri hanno bloccato il corridoio di Lachin, in tal modo impedendo il transito di persone e mezzi così come l'approvvigionamento di viveri, generi di prima necessità e medicinali;

   a settembre 2023, una rapida offensiva azera, definita da Baku come lancio di «attività antiterrorismo», nel Nagorno Karabakh si è conclusa, secondo fonti armene, dopo aver causato duecento morti tra cui dieci bambini;

   l'Azerbaigian è il secondo fornitore di gas dell'Italia e, al contempo, un significativo importatore di materiale bellico italiano. Leonardo Spa, società controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, ha recentemente firmato con Baku un contratto per il C-27J alla forza aerea dell'Azerbaijan;

   il controllo in merito all'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento è disciplinato dalla legge 9 luglio 1990, n. 185, ai sensi della quale non sarebbe possibile vendere materiale a un Paese in guerra o in stato di conflitto;

   le richieste delle società all'Autorità nazionale – UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) volte ad ottenere licenze di esportazione di materiali d'armamento sono esaminate caso per caso, sulla base della normativa nazionale ed internazionale. Al momento si assiste a uno stallo nel flusso di armamenti tra Italia e Azerbaigian nelle more della necessaria autorizzazione da parte dell'UAMA –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano sostenere, ai livelli nazionale, europeo e internazionale, affinché si giunga a una celere ricomposizione della crisi in atto tra Azerbaigian e Armenia e, nel contesto, sia assicurata l'incolumità e il rispetto dei diritti umani di tutti gli abitanti delle zone interessate dal riaccendersi degli scontri e, in generale, sia scongiurata una catastrofe umanitaria nella regione del Nagorno Karabakh in assenza di una celere ed effettiva riapertura del corridoio di Lachin;

   se non si ritenga opportuno avviare una riflessione volta alla definitiva interruzione del flusso di esportazioni relativo a materiali di armamento dall'Italia all'Azerbaigian.
(4-01664)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   sta destando sconcerto la notizia, riportata dai principali quotidiani, del sussidio per famiglie in difficoltà economica da 382,50 euro incassato anche da politici locali nel salernitano, tra i quali figurano anche avvocati e imprenditori;

   si tratta della nuova social card per le famiglie in povertà fortemente voluta dal Governo Meloni e, in particolare, dal Ministro dell'Agricoltura, da spendere entro fine anno in generi alimentari di prima necessità: un aiuto concreto contro il caro-carrello per alleviare la difficoltà di una parte di famiglie in situazione di difficoltà;

   le caratteristiche per accedere al beneficio sono sostanzialmente tre: essere un nucleo di almeno tre componenti, avere un Isee che non superi i 15 mila euro presentato entro maggio, essere iscritto ad una anagrafe comunale;

   in particolare, secondo quanto si apprende da fonti di stampa, a Nocera inferiore, il vicesindaco e due assessori, entrambi avvocati, risulterebbero tra i destinatari del sussidio economico, nonostante gli ultimi due abbiano dichiarato redditi annuali di 7.500 e 2.000 euro, a cui si somma l'indennità di circa 1.200 euro mensili con l'entrata in giunta comunale, come risulta dalla sezione trasparenza del comune salernitano;

   fermo restando gli accertamenti del caso sulla effettiva sussistenza dei requisiti per l'accesso alla social card, la vicenda solleva legittimi interrogativi su eventuali falle nei controlli da parte degli uffici comunali, a cui compete un esclusivo potere sull'attribuzione finale del beneficio, dopo aver ricevuto gli elenchi dei nominativi dall'Inps con le autocertificazioni Isee del 2021;

   se è vero, infatti, che l'Inps individua la platea dei beneficiari della nuova carta acquisti «Dedicata a te», è altrettanto vero che spetta al comune procedere all'assegnazione delle carte, sulla base di dati spesso di sua esclusiva conoscenza, con la conseguenza che l'assegnazione di una card a un soggetto potrebbe comportare la rinuncia ai beneficio economico da parte di un'altra famiglia in possesso dei requisiti richiesti;

   a parere dell'interrogante, il sindaco di Nocera Inferiore non poteva non sapere che il vicesindaco e i due assessori incassavano anche l'indennità di circa 1.200 euro in qualità di amministratori comunali –:

   di quali elementi disponga il Governo al fine di fare chiarezza sui fatti di cui in premessa, con particolare riguardo agli accertamenti effettuati dal comune per l'assegnazione della carta acquisti ai residenti in lista;

   se e quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare il ripetersi di episodi analoghi e, quindi, di eventuali indebite acquisizioni di benefici a supporto delle famiglie in difficoltà economica;

   se il Governo ritenga opportuno valutare la sussistenza dei presupposti per l'esercizio delle iniziative ispettive ai sensi dell'articolo 60, commi 5 e 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
(4-01666)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   in questi mesi si assiste ad una accelerazione dell'iter per la realizzazione da parte dall'azienda Snam Rete Gas di un vecchio progetto, il Metanodotto Sestino-Minerbio. La guerra in Ucraina e le vicende legate ai costi e all'approvvigionamento energetico, hanno probabilmente riproposto e riportato all'attualità questa infrastruttura;

   nella sola provincia di Forlì-Cesena è prevista la realizzazione di un tratto di 46 chilometri e 200 metri, oltre 19 dei quali riguarderanno il solo territorio comunale di Cesena. La rete, che si collega con l'area ravennate, dovrebbe procedere poi anche nella vallata del Savio, verso Mercato Saraceno e oltre;

   risulta che la Snam ha avviato le procedure di esproprio verso diversi proprietari cesenati;

   l'opera costerà ben 2 miliardi e 500 milioni di euro. Il Governo ha già autorizzato due dei tre tratti della linea adriatica e si appresta ad autorizzare il terzo;

   in una nota diffusa a livello nazionale, e con un appello al Governo 15 associazioni ambientaliste, «chiedono la cancellazione non solo della linea adriatica, ma anche di tutte le altre infrastrutture energetiche in programma nel settore dei combustibili fossili»;

   la linea adriatica, altrimenti conosciuta come «metanodotto dei terremoti», è lunga 430 chilometri da Sulmona a Minerbio, attraversa sei Regioni e si snoda lungo le aree più fragili dell'Italia; sono le stesse aree già colpite recentemente dai disastrosi terremoti dell'Aquila nel 2009 e dell'Umbria e delle Marche nel 2016 e 2017;

   la forte scossa di terremoto di magnitudo 4,8, verificatasi nell'Appennino tosco-emiliano, è l'ennesima riprova che il mega gasdotto linea adriatica della Snam è incompatibile con territori altamente sismici quali sono quelli dell'Appennino. La realizzazione del metanodotto attraversa infatti territori ad alta sismicità;

   le comunità e le amministrazioni locali non sono state coinvolte, e come ha dichiarato l'assessora all'urbanistica e rigenerazione urbana del comune di Cesena, Cristina Mazzoni, «non siamo coinvolti. Alcune autorizzazioni scadute»;

   il metanodotto che sarà realizzato dalla Snam Rete Gas, percorrerà due regioni (Emilia-Romagna e Toscana), cinque province (Arezzo, Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna) e 25 comuni;

   come ricorda in un suo comunicato anche il comitato «No tubo Romagna», la Snam «ha riesumato frettolosamente, forte di una proroga ottenuta in extremis dal Governo (D.L. 1° marzo 2022 n. 17) un progetto vecchio ed obsoleto di quasi vent'anni senza parlare preventivamente con nessuna amministrazione interessata che alle concitate domande dei cittadini, contattati ad personam da Snam, per la costituzione di servitù sulle loro proprietà non sapevano offrire alcuna risposta. L'ultima delibera che riguarda il parere di competenza agli atti del Comune di Cesena risale al 2012 e richiama strumenti ed atti urbanistici non più in vigore»;

   le perplessità avanzate dai vari comitati e associazioni, riguardano tra l'altro la poca trasparenza nelle operazioni di realizzazione dell'opera, che comprendono anche una serie di espropri di terreni necessari alla posa delle condutture, oltre ovviamente ai rischi sismici e all'impatto negativo sull'ambiente;

   bisogna abbandonare l'idea dell'Italia come hub del gas europeo, fermando gli investimenti nelle fonti fossili e nelle relative infrastrutture, che sono in netto contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione e di lotta al climate change –:

   se non si intenda rivedere il progetto del metanodotto di cui in premessa anche in considerazione del fatto che attraverserà territori ad elevata sismicità, come confermato ancora una volta dalla recente forte scossa di terremoto verificatasi nell'Appennino tosco-emiliano;

   se non intenda garantire, per quanto di competenza, il pieno e costante confronto e coinvolgimento con le comunità e le amministrazioni coinvolte dalla realizzazione del progetto;

   se non si ritenga che la realizzazione di questo nuovo metanodotto non sia per nulla coerente con gli impegni presi alla Cop26 e in sede UE finalizzati a terminare gli investimenti pubblici internazionali nei combustibili fossili entro la fine del 2023.
(2-00233) «Evi».

Interrogazione a risposta orale:


   TODDE e FENU. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) adeguato ai target di Pniec, Fit for 55 e Repower Eu prevede una potenza installata aggiuntiva, pari a 80 GW, da fonti rinnovabili da realizzarsi per la fine del decennio (2030);

   il decreto sulle «aree idonee», di cui all'articolo 20 del decreto legislativo n. 199 del 2021, attualmente all'attenzione della Conferenza unificata Stato regioni, propone una ripartizione tra le regioni della suddetta potenza aggiuntiva;

   il suddetto decreto prevede per la regione Sardegna la possibilità di realizzare impianti FER fino al raggiungimento di una potenza aggiuntiva pari a 6,2 GW;

   in base ai dati pubblicati nel portale Terna, aggiornati al 30 giugno 2023, si registrano richieste di connessione alla rete per una potenza da installare pari a circa 56 GW;

   recentemente il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, rispondendo ad alcuni interpelli, ha dato una interpretazione secondo la quale gli impianti di produzione di energia elettrica fotovoltaici ed eolici costituiscono stabilimenti industriali; ne consegue che, in applicazione della normativa vigente, «le aree classificate agricole racchiuse in un perimetro i cui punti distino non più di 500 metri» da un impianto eolico possono essere ricomprese nel novero delle aree idonee per l'istallazione di impianti a fonti rinnovabili;

   detti impianti determinano comunque un forte impatto sul territorio, in particolar modo incrementando fortemente il consumo di suolo, in prevalenza a destinazione agricola e zootecnica;

   giova sottolineare che nella regione Sardegna si registra attualmente un'elevata concentrazione di insediamenti di vario tipo – produttivi, militari, minerari – che sottraggono una vasta porzione del territorio dell'isola;

   il contributo atteso della regione Sardegna alla produzione energetica nazionale è di gran lunga superiore al suo fabbisogno –:

   se intenda valutare l'opportunità, per la quota di energia eccedente l'obiettivo di 6,2 GW, di prevedere una moratoria in attesa della puntuale individuazione delle aree idonee da parte della regione Sardegna, al fine di coniugare gli obiettivi della transizione energetica con le valenze culturali e paesaggistiche, considerata la necessità di salvaguardare e potenziare il comparto agricolo nonché dell'esigenza di realizzare uno sviluppo dei territori della Sardegna sostenibile e compatibile con le aspirazioni della sua popolazione;

   se intenda fornire al Parlamento il quadro completo e circostanziato delle prospettive di crescita da qui al 2030 della produzione di energia rinnovabile in base ai nuovi obiettivi Pniec, con le indicazioni dettagliate su scala regionale e provinciale delle installazioni esistenti e di quelle che si intendono realizzare.
(3-00689)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIMIANI e BRAGA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   sta destando estrema preoccupazione la situazione di incuria ed abbandono che sembrerebbe riguardare i parchi nazionali italiani;

   il ritardo nella nomina degli organi è purtroppo una dinamica non nuova, dura da anni e ha anche motivazioni legate alla farraginosità della legge n. 394 del 1991 ma, quanto sta accadendo con l'attuale Governo non ha precedenti per i parchi nazionali;

   in 31 anni di legge n. 394 del 1991 non sembra mai essere accaduto che un parco nazionale rimanesse, nemmeno per un giorno, senza rappresentante legale. Ove alla scadenza del presidente uscente non si fosse stati in grado di nominare il nuovo, si procedeva con un commissario che il giorno successivo subentrava nella pienezza dei poteri. Invece, per questo Governo, lasciare un parco senza rappresentante legale sembra la regola;

   si è iniziato con i parchi nazionali del Cilento e del Vesuvio che a gennaio 2023, dopo la scadenza dei commissari in carica, sono rimasti più di 20 giorni senza governance prima che fossero nominati i nuovi, arrecando nocumento alla gestione amministrativa e addirittura al pagamento degli stipendi nel caso del parco del Vesuvio. Il parco dell'Asinara è stato lasciato senza rappresentante legale per 6 mesi (dal marzo a agosto) ed ancora ha un commissario straordinario;

   il parco di Pantelleria è rimasto senza legale rappresentante da maggio a luglio 2023 e oggi è stato nominato solo il Commissario straordinario. Inoltre, a tutt'oggi il parco dell'Arcipelago della Maddalena ne è privo da oltre 2 mesi dopo la decadenza degli organi;

   si tratta di una gravissima e inedita anomalia che sembra diventata prassi;

   ancora più paradossale è la situazione riguardante la nomina dei direttori, operazione estremamente semplice visto che il ministro deve unicamente scegliere, a suo insindacabile giudizio, un nominativo all'interno di una terna selezionata dal consiglio direttivo del parco;

   al Parco Nazionale Val Grande il direttore è stato nominato solo pochi giorni fa dopo esserne rimasto privo per un anno intero dall'insediamento dell'attuale Governo;

   ancora più clamorosa è la situazione del Parco Nazionale del Circeo che ha inviato al Ministero la terna il 29 dicembre 2022 ottenendo dagli uffici del Ministero stesso l'attestazione di piena regolarità della procedura il 25 gennaio 2023. In data 22 febbraio 2023 tutti i sindaci del parco, con un'accorata nota, hanno sollecitato il Ministro a procedere velocemente alla nomina del direttore pena la paralisi del Parco e gravi danni per i territori da loro amministrati. In definitiva sono passati 9 mesi dall'invio della terna da parte del parco nazionale del Circeo al Ministero e la nomina non è stata fatta, senza alcun apparente motivo giuridico –:

   quali siano i motivi che impediscono di nominare quanto meno i commissari, i presidenti e di ricostituire i consigli direttivi dei parchi nazionali in tempi idonei a non lasciare gli enti senza rappresentante legale e senza un assetto di governance stabile e conforme alle norme di legge;

   quali siano i motivi che impediscono di nominare in tempi ragionevoli i direttori dei parchi nazionali;

   se intenda procedere immediatamente alla nomina del direttore del parco nazionale del Circeo per evitare che l'ente permanga nell'impossibilità di potere operare.
(5-01411)

Interrogazione a risposta scritta:


   BICCHIELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   in data 29 luglio 2023 un vasto incendio è scoppiato nell'impianto di stoccaggio e trasferenza rifiuti gestito dalla Società Eco Logica 2000 srl, sito in via Enzo Ferrari n. 105 nel comune di Ciampino (RM) e l'intervento di spegnimento dei Vigili del fuoco è stato ultimato solo dopo 6 giorni e precisamente circa alle ore 12 del 3 agosto 2023 come da fonogramma dei Vigili del fuoco;

   l'incendio ha generato la dispersione di una densa nube nera in una vasta area, provocando la diffusione di pulviscolo ed odore acre nell'atmosfera;

   il sito di stoccaggio si trova a ridosso di un'area ad alta densità abitativa e sotto il cono di volo dell'aeroporto «G.B. Pastine» di Ciampino;

   i valori registrati dall'Arpa Lazio nel corso delle prime 24 ore negli immediati dintorni dell'impianto hanno fatto rilevare un valore di 37 picogrammi per metro cubo di diossina, 130 volte superiore alla soglia di sicurezza di 0,3 picogrammi per metro cubo e la combustione dei materiali ha determinato, come rilevato da Arpa Lazio nel corso dei monitoraggi effettuati nei pressi dell'incendio, la presenza di sostanze inquinanti all'interno dei fumi sprigionati, in particolare diossine;

   nel settembre del 2022 nello stesso impianto di Ciampino, autorizzato dalla città metropolitana di Roma Capitale, si era verificato un analogo incendio, seppure di minori dimensioni, che aveva originato anche in quel caso l'emanazione di una densa nube di fumo –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della gravità dell'incendio scoppiato nel sito di stoccaggio dei rifiuti della Società Eco Logica 2000 srl a Ciampino, quali siano state le iniziative assunte dalle competenti autorità a tutela degli effetti acuti sulla popolazione esposta alla concentrazione di diossina registrata nelle vicinanze dell'impianto, quali siano le azioni intraprese dagli organi competenti per la bonifica della zona e se non ritengano urgente chiedere alle competenti autorità di valutare l'opportunità dell'immediato trasferimento del sito di stoccaggio dei rifiuti, la cui collocazione è tutt'altro che compatibile con la densità abitativa dell'area circostante.
(4-01663)

CULTURA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della cultura, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   nell'ambito degli interventi finanziati con fondi PNRR e, specificamente nel novero delle opere a servizio del Giubileo 2025, è prevista la realizzazione dell'opera pubblica denominata «Tram Termini-Vaticano-Aurelio»;

   il costo stimato per tale opera è pari a circa 120 milioni (tratta Stazione Termini – Piazza Venezia – fondi PNRR) a cui vanno aggiunti circa 200 milioni per la seconda tratta finanziati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per un totale di 320 milioni a totale carico dello Stato e senza alcun contributo di Roma Capitale;

   l'intervento in questione si connota per una evidente invasività di un tessuto urbano tra i più pregiati e tutelati al mondo e tale circostanza ha costretto gli enti coinvolti (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero della cultura/Soprintendenza) a formalizzare una serie di prescrizioni rigidissime annotate nella conferenza di servizi riguardante l'opera;

   molteplici associazioni di categoria e comitati di cittadini dei quartieri interessati hanno rappresentato in tutti i livelli partecipativi consentiti l'enorme quantità di criticità trasportistiche legate alla realizzazione di questa opera che in estrema sintesi non esaustiva si riportano di seguito: rivoluzione del traffico in Via IV novembre con creazione del tappo in prossimità di Piazza Venezia (per via della chiusura dell'accesso a Piazza Santi Apostoli e della riduzione della carreggiata attuale di via IV novembre con istituzione di 2 corsie preferenziali parallele);

   mancata convocazione dei principali ospedali (Santo Spirito e Bambino Gesù) interessati dal percorso (né della Asl territorialmente competente – Roma 1) alla conferenza di servizi al fine di esaminare i danni provocati dall'opera alla fruibilità delle strutture ospedaliere da parte dei pazienti e delle ambulanze;

   parziale sovrapposizione del tracciato con quello della Metro C che, a regime, intersecherà la Stazione Colosseo, per proseguire verso Piazza Venezia e successivamente San Pietro;

   l'enorme esborso di danaro per il completamento dell'opera denominata Metro C che appunto si sovrappone parzialmente all'opera in esame sul medesimo tracciato, non è stato comunque sufficiente ad evitare la continua rivisitazione del cronoprogramma dell'opera che, per evidenti motivi di contesto, soffre una serie di fermi e riprogettazioni, oltre all'enorme lievitazione dei costi dovuti alla continua apposizione di riserve in conformità al Codice degli appalti;

   le tempistiche della cantierizzazione sono drammatiche già nella programmazione (avvio cantiere aprile 2024 e conclusione lavori stimata per dicembre 2027 con la previsione di una sospensione delle attività di cantiere da novembre 2024 a gennaio 2026 in occasione del Giubileo 2025 – caso quasi unico al mondo di cantierizzazione sospesa) e comporteranno inevitabilmente la presenza di una ferita nel tessuto urbano per l'intera durata dei lavori e segnatamente per il periodo della sospensione;

   la permanenza di un cantiere di simile portata per un tempo così protratto e in un contesto così urbanisticamente delicato non può che causare infiniti disagi alla circolazione, alla vita dei residenti ed a tutte le attività commerciali disseminate sul tracciato;

   la tipologia di realizzazione prescelta che prevede la necessaria elettrificazione del percorso, crea evidenti problemi di definitivo cambio di aspetto del contesto pregiato in cui si inserisce l'opera (al punto che la Soprintendenza, nell'ambito delle prescrizioni dettate in sede di Conferenza di servizi, ha vietato espressamente di elettrificare la linea a Piazza Esedra, Piazza Venezia e sui 2 ponti del Tevere impattati);

   numerose altre prescrizioni e osservazioni sono state dettate in quella sede, tutte univocamente volte alla tutela del pregiatissimo tessuto urbano di riferimento –:

   quale siano le valutazioni tecnico-urbanistiche sviluppate dai Ministeri interrogati relativi alla sostenibilità dell'opera e all'inseribilità della medesima nel contesto urbanistico sopra citato;

   quali siano le valutazioni di opportunità operate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti relativamente alla scelta di collocare l'avvio dei lavori prima dell'inizio del Giubileo con la esplicita prevista conseguenza di lasciare il cantiere aperto e sospeso con i relativi disagi proprio durante l'intera durata del medesimo Giubileo (considerando anche la evidente inopportunità di classificare e finanziare come «opera per il Giubileo 2025» una infrastruttura che, da cronoprogramma, non potrà andare in esercizio prima di febbraio 2028);

   quali siano le valutazioni svolte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti relativamente alla parametrazione costi/benefìci di un'opera pubblica che ha un costo spropositato (circa 320 milioni solo per la realizzazione delle 2 tratte a cui va aggiunto il costo dei nuovi mezzi) per coprire un tracciato che, a regime, sarà prevalentemente servito dalla Metro C per le aree non già raggiunte da servizi ferroviari.
(2-00232) «Ciocchetti».

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA e PICCOLOTTI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si è appreso che il 2024 sarà l'anno di Guglielmo Marconi a 150 anni dalla nascita;

   per il prossimo anno è prevista l'uscita della miniserie tv dedicata a Marconi (protagonista Stefano Accorsi) e numerose iniziative messe a punto dal Ministero della cultura che ha annunciato, attraverso il sottosegretario Lucia Borgonzoni, il finanziamento di 4 milioni di euro per la creazione di un Museo della Comunicazione che sorgerà a Villa Aldini a Bologna;

   Elettra Giovanelli Marconi, figlia dell'illustre inventore, riceverà la cittadinanza onoraria di Golfo Aranci (in precedenza ci furono quelle di Sasso Marconi e Rio de Janeiro), cittadina in cui Guglielmo Marconi aveva portato a termine uno dei suoi esperimenti, il primo ponte radio tra Capo Figari, in Sardegna e Rocca di Papa, vicino Roma;

   fu proprio la Stazione di Capo Figari a Golfo Aranci, infatti, realizzata nel 1890 e acquisita nel 1905 dall'Amministrazione Difesa, che alle ore 16.00 del 6 agosto del 1930 venne utilizzata da Guglielmo Marconi per le prime trasmissioni radio in tecnologia micro-onda di qualità commerciale della storia dell'uomo;

   come già evidenziato il 2 agosto 2023 con l'interrogazione a risposta scritta 4-01459, però, questo importante sito storico culturale rischia di diventare un luxury hotel, perdendo completamente i suoi caratteri originari: il 28 giugno 2023, infatti, è stato firmato a Cagliari, nella sede dell'assessorato degli enti locali, un contratto di valorizzazione che prevede la trasformazione dell'edificio e la realizzazione di 6 suite, sala da pranzo e tè, cantina, terrazza, vasche idromassaggio, mediateca digitale;

   non solo le opere previste sono, a parere degli interroganti, in palese contrasto con le prescrizioni del decreto n. 65 del 22 maggio 2018 del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con cui il complesso è stato dichiarato di interesse culturale storico artistico ai sensi dell'articolo 10, comma 1, lettera d), e dell'articolo 13 del decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42 e sottoposto ai vincoli paesaggistici ex articolo 136 e 142 del decreto legislativo n. 42 del 2004 citato, e sottoposto a restauro conservativo delle strutture e la tutela e salvaguardia delle aree esterne, «nelle quali non dovrà essere compromesso il carattere di naturalità dei luoghi con opere di sistemazione di aree verdi, piscine, percorsi o parcheggi»;

   ma gli interventi previsti sono, secondo gli interroganti, in palese contrasto anche con le caratteristiche della Zona di protezione speciale (ZPS) ITB013018 «Capo Figari, Cala Sabina, Punta Canigione e Isola Figarolo» in cui si trova, che fa parte della Rete Natura 2000 e ricomprende interamente al suo interno il Sito di Interesse Comunitario (SIC) ITB010009 «Capo Figari e Isola Figarolo»;

   un comitato spontaneo di cittadini ha lanciato una petizione per dire no all'intervento, raggiungendo a oggi 55 mila firme –:

   se siano a conoscenza della vicenda e se ritengano l'intervento compatibile con il contesto di ampio pregio naturalistico e paesaggistico in cui è inserito il bene e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare perché la straordinaria area di Capo Figari sia preservata, in considerazione di quanto segnalato in premessa;

   come intendano valorizzare la stazione semaforica di Capo Figari in vista delle celebrazioni di Guglielmo Marconi a 150 anni dalla nascita.
(4-01662)

DIFESA

Interrogazione a risposta orale:


   DE MARIA. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi ha denunciato un taglio molto rilevante delle risorse desinate dal Ministero della difesa al Sacrario dei caduti delle vittime dell'eccidio di Monte Sole;

   quel Sacrario è un presidio di Memoria, visitato ogni anno da migliaia e migliaia di giovani e cittadini, un luogo dove vivono le ragioni della nostra democrazia –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato per garantire gli adeguati finanziamenti per la gestione del Sacrario dei Caduti di Marzabotto.
(3-00687)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta orale:


   CIOCCHETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   circa 130 dipendenti di vari comparti della pubblica amministrazione, già in posizione di comando presso il Ministero dell'economia e delle finanze alla data del 31 gennaio 2021, hanno presentato richiesta di stabilizzazione, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, del decreto-legge n. 36 del 2022, e sono così transitati nei ruoli del Ministero dell'economia e delle finanze in data 2 maggio 2023. La procedura di mobilità volontaria del personale comandato è regolamentata dalle disposizioni specifiche dettate dal decreto legislativo n. 165 del 2001, in particolare dagli articoli 29-bis e 30, con particolare riferimento al comma 2-bis dell'articolo 30 che prevede che, nei processi di mobilità del personale tra pubbliche amministrazioni, l'immissione in ruolo dei dipendenti, provenienti da altre amministrazioni, in posizione di comando, avvenga in via prioritaria, in quanto disposta nell'interesse delle stesse amministrazioni;

   a seguito del trasferimento nel ruolo unico del Ministero dell'economia e delle finanze risulterebbe una significativa riduzione dello stipendio rispetto a quello percepito in posizione di comando, nello specifico al suddetto personale verrebbe corrisposto lo stipendio tabellare del Ministero dell'economia e delle finanze, così come previsto per le diverse aree della tabella H) del CCNL Comparto funzioni centrali 2019-2021, a cui si sommerebbe il differenziale stipendiale dell'amministrazione di provenienza;

   secondo questo modello, lo stipendio tabellare del Ministero dell'economia e delle finanze risulta generalmente più basso rispetto a quello del comparto di provenienza mentre il differenziale stipendiale dell'amministrazione di provenienza risulta notevolmente inferiore a quello corrisposto ai dipendenti del Ministero dell'economia e delle finanze;

   l'articolo 30, comma 2-quinquies, del decreto legislativo n. 165 del 2001 stabilisce che al personale transitato in mobilità spetta il trattamento economico dell'amministrazione di destinazione ed in sede di accettazione della proposta di inquadramento il Ministero dell'economia e delle finanze ha richiesto ai predetti dipendenti di sottoscrivere l'accettazione del trattamento economico e giuridico dell'amministrazione di destinazione;

   l'articolo 45, comma 2, dello stesso richiamato decreto legislativo sancisce il principio di parità di trattamento contrattuale, ulteriormente ribadito dalla stessa Funzione Pubblica con parere DFP n. 27149 del 21 aprile 2021;

   qualora questa situazione si normalizzasse, oltre all'inaccettabile danno economico subito dal personale transitato in mobilità, si provocherebbe una possibile «fuga» dei dipendenti ad oggi in comando o distacco, che si vedrebbero, in caso di stabilizzazione, discriminati rispetto agli altri dipendenti già in ruolo, rendendo la realtà del Ministero dell'economia e delle finanze meno attrattiva. Ed è palese anche che se dovesse essere normalizzata tale prassi anche in altre realtà, ciò cagionerebbe un ingiustificato e significativo depauperamento della retribuzione dei vari dipendenti coinvolti nelle varie amministrazioni, con riflessi negativi sulla mobilità dei pubblici dipendenti, soprattutto intercompartimentale –:

   se, in applicazione del predetto principio di parità di trattamento contrattuale e trattandosi di una mobilità di personale che era già in servizio con la precedente classificazione e non di nuove assunzioni, ci possa essere la possibilità che venga riconosciuto il differenziale corrisposto ai dipendenti del Ministero dell'economia e delle finanze inquadrati nella stessa ex area e posizione economica.
(3-00684)


   CAPPELLETTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel primo anno di Governo guidato dal Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, sono state già approvate 14 misure per andare incontro a chi ha pendenze o contenziosi con l'erario. L'articolo pubblicato dalla rivista online www.fiscoetasse.com dal titolo «Pace Fiscale 2023 – Legge di Bilancio 2023: Definizione agevolata avvisi bonari, Sanatoria irregolarità informali, Ravvedimento speciale, Definizione agevolate istituti deflattivi del contenzioso, stralcio carichi fino a 1.000 euro, Rottamazione Quater», fa un elenco puntuale dei condoni e delle sanatorie contenute nella legge di bilancio del 2023;

   su tali misure si espresse in audizione presso la Commissione bilancio della Camera dei deputati anche la Corte dei conti, secondo cui queste avrebbero attenuato «l'effetto deterrente esercitato dalle attività di controllo e di riscossione, inducendo in molti contribuenti, anche non gravemente colpiti dalla crisi indotta dalla lunga pandemia e dall'eccezionale aumento dei costi dei prodotti energetici, il convincimento che il sottrarsi al pagamento dei tributi possa essere notevolmente vantaggioso». Un giudizio negativo che la Corte riprenderà anche nella relazione sul rendiconto generale dello Stato, sottolineando gli «effetti negativi di una politica fiscale basata su frequenti e reiterate sanatorie fiscali»;

   gli effetti di queste misure comportano anche delle conseguenze dirette sul bilancio con la riduzione del gettito, minando l'equità del sistema fiscale. Ciò emerge molto chiaramente dalle valutazioni contenute nell'articolo pubblicato dalla rivista online lavoce.info, il 1° dicembre 2022 a firma di Alessandro Santoro, dal titolo «I danni della rottamazione». Tenendo in considerazione l'articolo 46 e 47 della manovra di bilancio 2023, disposizioni che hanno natura condonistica, ovvero di rottamazione delle cartelle, si stima un effetto negativo atteso sul gettito che ammonta a circa 2,1 miliardi, di cui circa 1,2 nel biennio 2023-2024, alla quale andrebbero aggiunti gli effetti dovuti da altre sanatorie contenute nelle disposizioni del bilancio 2023;

   si tenga presente che l'Agenzia delle entrate vanta crediti non riscossi per oltre 1.100 miliardi di euro, in sostanza sono imposte, tasse e sanzioni non pagate. Di questi, la stessa Agenzia stima che solo 110 miliardi circa siano realmente esigibili e le ultime rottamazioni ne hanno già cancellati oltre 40;

   dai dati pubblicati sulla rivista Altraeconomia il 18 luglio del 2023, a firma del professor Aldo Volpi, dal titolo «La pace fiscale con gli evasori in Italia c'è già. E la pagano i contribuenti onesti», viene riportato che alla scadenza per la rottamazione delle cartelle fiscali, fissata al 30 giugno, sono state presentate oltre tre milioni di domande, ben oltre le aspettative. Il totale che avrebbe dovuto essere pagato arrivava a 60 miliardi di euro ma con la rottamazione il gettito si ridurrà a 40. Un «buco» nei bilanci pubblici di 20 miliardi che dovranno essere coperti e pagati dai contribuenti «fedeli». Il mancato gettito potrebbe essere quasi certamente ancor più consistente, considerato che alla presentazione delle domande non corrisponde mai il versamento reale. Infatti, dalle ultime rottamazioni dovevano arrivare nelle casse dello Stato quasi 45 miliardi di euro e ne sono entrati appena 17. Quindi si è determinato un doppio «buco» per i conti pubblici: dalla riduzione del credito e dal mancato versamento atteso;

   pertanto si può considerare che tali misure alimentano problemi contabili pesanti, pagati dagli altri contribuenti, e che permettono a chi non ha pagato di continuare a non pagare, con minori entrate pluri-miliardarie per le casse pubbliche –:

   quale sia la cifra contabile esatta del gettito positivo dei crediti già iscritti a bilancio e di cui sarebbe stata prevista la riscossione in assenza dei condoni e delle sanatorie contenute nelle disposizioni della legge di bilancio 2023 e quanto sia stato fino ad ora effettivamente incassato.
(3-00688)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:


   KELANY. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   sin dalla XVIII legislatura, Fratelli d'Italia si è sempre impegnato dall'opposizione a tutelare i diritti della magistratura onoraria, facendo di tale battaglia una propria bandiera, diventata poi uno dei punti fondamentali della propria campagna elettorale;

   sin dall'insediamento del Governo Meloni, si è lavorato alacremente per dare una risposta a un problema di durata ultraventennale;

   è ormai nota la situazione critica in cui versa questa categoria di servitori dello Stato, pagata da sempre a cottimo e che smaltisce un rilevante numero di affari giudiziari, sia come magistrati giudicanti che requirenti;

   tra gli interventi più significativi, giova ricordare la storica introduzione, nel luglio 2023, della normativa che consente il corretto inquadramento fiscale e contributivo dei magistrati onorari, permettendo loro di avere finalmente diritto a una pensione;

   è notizia di questi giorni che in uno dei collegati alla legge di bilancio, relativamente al capitolo giustizia, sono previste disposizioni in materia di magistratura onoraria;

   il 13 settembre 2023, infatti, il Ministro Nordio ha annunciato, durante il question-time in Aula, l'imminenza di una riforma complessiva che ponga fine a una questione che rischia anche di vedere l'Italia condannata dall'Unione europea nell'ambito di una procedura di infrazione;

   giova ricordare, infatti, come sul tema vi siano stati richiami dalla stessa Unione europea tramite due sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea (del 16 luglio 2020 e 7 aprile 2022), seguite da una serie di lettere di messa in mora da parte della Commissione, da ultimo culminate nel parere motivato del 14 luglio 2023, dove veniva evidenziato come la legislazione italiana non tutelasse adeguatamente questa figura, parte fondamentale dell'intero sistema giustizia italiano –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito all'annunciata riforma della magistratura onoraria.
(3-00685)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   ENRICO COSTA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Marelli Holdings, la principale realtà industriale di componentistica per l'auto attiva in Italia, ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Crevalcore, in provincia di Bologna, a partire dal gennaio 2024;

   lo stabilimento Marelli di Crevalcore impiega attualmente 229 dipendenti, ma la ricaduta occupazionale della chiusura coinvolgerebbe anche le imprese dell'indotto;

   Marelli Holdings nasce dalla fusione di Magneti Marelli, ceduta nel 2019 al fondo statunitense KKR da FCA, e Calsonic Kansei, anch'essa controllata da KKR;

   l'ultimo piano industriale di Marchionne, prima della sua morte avvenuta il 25 luglio 2018, prevedeva la separazione di Magneti Marelli da FCA entro la fine del 2018, ma non la sua vendita. È stato il successore di Marchionne, Mike Manley, a cedere Magneti Marelli – pur mantenendola come fornitore del gruppo – per finanziare il piano industriale di FCA;

   ai tempi della cessione da parte di FCA, completata nel 2019 per circa 6 miliardi di euro, Magneti Marelli contava circa 43 mila dipendenti nel mondo, di cui 10 mila in Italia. Oggi Magneti Holding ha 50 mila dipendenti nel mondo e circa 7 mila in Italia in 10 stabilimenti: Crevalcore, Bari, Caivano, Melfi, Sulmona, Tolmezzo, Bologna, Corbetta e due a Venaria;

   nello stesso periodo si è verificato anche un netto ridimensionamento della produzione e dell'occupazione di FCA e, in seguito, di Stellantis in Italia;

   nel 2017 era arrivata a produrre poco più di un milione di veicoli in un anno. Dall'anno successivo, coincidente con la morte di Marchionne, inizia una costante diminuzione nella produzione di autovetture del gruppo in Italia, pari nel 2022 a 685 mila, circa un terzo in meno rispetto al 2017;

   nello stesso periodo, si è registrata anche una diminuzione nel numero di dipendenti occupati in questi stabilimenti: dai quasi 30 mila del 2017 si è arrivati ai meno di 23 mila del 2022, con una perdita complessiva di circa 7.000 unita;

   il rapporto delle istituzioni di Governo con FCA dopo la morte di Marchionne, ad avviso dell'interrogante, non ha riflettuto alcuna logica di reale salvaguardia della presenza del gruppo automobilistico in Italia; nel 2020 la Corte dei conti ha dato il via libera al prestito da 6,3 miliardi con garanzia Sace richiesto da FCA e l'anno successivo FCA ha confermato il maxi-dividendo da circa 5,5 miliardi legato alla fusione con PSA-Peugeot;

   a motivare la chiusura dello stabilimento di Crevalcore sarebbe lo spostamento del mercato automobilistico verso l'elettrico e la penalizzazione di uno stabilimento ancora fortemente orientato sull'endotermico;

   anche le strategie di investimento e occupazionali di Marelli in Italia hanno scontato una colpevole disattenzione delle istituzioni di governo, delle organizzazioni sindacali e degli organi di informazione, al punto che la notizia della chiusura di Crevalcore è arrivata a decisione già assunta da parte della proprietà e non risultano iniziative volte a garantire l'utilizzo del potenziale produttivo italiano di Marelli, anche all'interno delle strategie di fornitura di Stellantis, per salvaguardare gli stabilimenti industriali e i livelli occupazionali del gruppo in Italia, anche a fronte della trasformazione dell'industria automobilistica in coerenza con le politiche di transizione ambientale –:

   se, nell'ambito della cessione di Magneti Marelli a KKF, sia stata, eventualmente in che forma e con quale ruolo da parte dell'Esecutivo, concordata una strategia di salvaguardia delle realtà produttive e dei livelli occupazionali del nuovo gruppo in Italia;

   se risulti se ai tempi della cessione, ai fini anzidetti, sia stato ipotizzato da parte dell'Esecutivo allora in carica l'utilizzo della Golden Power e se risulti perché non si sia proceduto in questo senso;

   quali iniziative il Governo attualmente in carica e quelli precedenti, dopo il 2019, abbiano assunto per affrontare il caso della chiusura dello stabilimento di Crevalcore, che rappresenta l'ennesimo passaggio di un processo di deindustrializzazione nel settore automotive in Italia.
(4-01665)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   AMENDOLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il presente atto di sindacato ispettivo pone all'attenzione del Governo la questione dei Freccialink lungo la tratta Salerno-Metaponto, in particolare per quello che attiene alla stazione ferroviaria di Ferrandina che di fatto è la stazione di accesso anche per la città di Matera in attesa della realizzazione della tratta Ferrandina-Matera;

   il paradosso è che il Freccialink che parte da Matera passa davanti a questa stazione e nemmeno si ferma privando l'utenza potenziale di un comprensorio importante e vasto di una opportunità di mobilità anche in considerazione della carenza di servizi presenti su territorio lucano;

   in direzione Potenza il collegamento su gomma PZ 596 parte da Ferrandina alle ore 11.06 e arriva a Potenza alle 12.07 anche con le incognite legate ai cantieri in essere lungo la SS 407 Basentana e cioè giunge nel capoluogo lucano 8 minuti dopo la partenza del Freccialink, ore 11.59, in direzione Salerno, così come appare abbastanza irrazionale la presenza di un autobus il PZ 496 che parte da Ferrandina alle 11.02 per arrivare comunque alle 12.05;

   in direzione Ferrandina invece con il Freccialink che parte da Salerno alle 14.26 e che arriva a Potenza alle 15.51 per poi proseguire per Matera, accade che un viaggiatore diretto a Ferrandina debba aspettare a Potenza le ore 17.35 per poter partire, mentre con il Freccialink in questione arriverebbe a destinazione con un notevole abbattimento di tempi;

   assume il sapore di beffa il fatto che in direzione Potenza il servizio sostitutivo in partenza da Ferrandina alle ore 6.49 giunga nella città capoluogo con un margine inferiore ai 5 minuti per poter agganciare Frecciarossa che parte da Potenza emarginando una importante fascia di utenza –:

   se nell'ambito del Contratto di servizio in essere questi orari siano stati attentamente valutati e quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, al fine di verificare, anche in vista dell'orario invernale, la possibilità di avere collegamenti più razionali anche per il Freccialink che coinvolgano la stazione di Ferrandina, considerata la sua strategicità territoriale e per consentire ad una importante fascia di utenza di poter accedere al servizio di trasporto ferroviario diretto fuori regione.
(5-01407)

Interrogazione a risposta scritta:


   GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da recenti notizie di stampa locale si apprende che la Sardegna, secondo l'ultimo report dell'Istat, relativo al 2022, sarebbe una delle regioni italiane con le strade meno sicure;

   in particolare, i tratti maggiormente pericolosi sarebbero posti sulla strada statale 125 (Orientale sarda), sulla strada statale 131, soprattutto all'altezza dell'incrocio a raso di Paulilatino – inserito dall'Aci tra le 5 strade più pericolose d'Italia –, sulla diramazione centrale della strada statale 131dcn – in particolare nel tratto da Abbasanta a Olbia all'altezza di Nuoro –, sulla strada statale 389 che da Buddusò porta a Lanusei, sulla strada statale 129 (trasversale sarda), sulla strada statale 196 per Villasor, sulla strada statale 197 da Furtei a Villamar; la strada provinciale 61 da San Gavino a Villacidro, con segnaletica inadeguata e scarsa manutenzione dell'asfalto;

   la strada provinciale 2 (a due corsie nel tratto da Sestu a Villamassargia, a quattro corsie sino a Carbonia e nuovamente a 2 sino a Portoscuso), priva di guard rail centrale nel suo tratto più largo e di adeguata manutenzione, caratterizzata da una segnaletica carente, nonché da restringimenti ingannevoli, è una delle strade della Sardegna che conta più croci: da gennaio a settembre 2023 ha contato 12 vittime;

   Michele Vacca, referente per la Sardegna dell'associazione nazionale Motociclisti anonimi e dell'associazione Utenti del trasporto pubblico aggiunge alla lista anche la strada provinciale 33-10m Borore-Alà dei Sardi; viale Marconi (Cagliari-Quartu) per la mole di traffico e l'assenza di piste ciclabili; la statale sulcitana 195, la strada statale 554 e la strada statale 130, dove permangono pericolosi incroci a raso, sottolineando che le risorse per la sostituzione dei guard rail (350 milioni di euro) sono state utilizzate per installarne degli altri privi di dispositivo salva-motociclista, nonostante ben sette dei venticinque motociclisti morti in Sardegna nel 2022 siano deceduti a causa dell'urto sul paletto del guard rail;

   a parere dell'interrogante è evidente che l'inefficienza cronica del trasporto pubblico sardo comporti inevitabilmente che l'automobile sia l'unico mezzo di trasporto a disposizione, esponendo i fruitori della strada a pericolosi incidenti;

   posto che, come già evidenziato con l'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00264 del 20 gennaio 2023 e con l'interrogazione a risposta scritta n. 4-01404 del 26 luglio 2023, a cui l'odierna interrogante non ha ancora ricevuto risposta, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 novembre 2021 sono stati individuati gli interventi infrastrutturali relativi alla rete viaria stradale della regione Sardegna oggetto di commissariamento e nominato il presidente della regione Sardegna pro tempore quale commissario straordinario; l'incarico decorre dal 22 novembre 2021, data del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, e termina alla consegna degli interventi finanziati al soggetto gestore in via ordinaria, ma il Commissario può altresì assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante;

   tra le opere previste si annoverano interventi relativi alle più pericolose arterie sarde, tra cui il completamento del tratto Sassari Olbia della strada statale 131, l'adeguamento della strada statale 554, l'eliminazione degli incroci a raso della strada statale 130 nel tratto da Cagliari a Decimomannu, il completamento della strada statale 291 nel tratto Alghero-Olmedo e Olmedo-aeroporto, la connessione tra la strada statale 195 e la strada statale 130, il nuovo collegamento dell'istmo terrestre con Sant'Antioco, la nuova Olbia-Palau, il tratto della strada statale 125 tra Tertenia e San Priamo, per un finanziamento complessivo disponibile di 1.100.183.992 euro –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra descritto;

   se non intenda revocare il commissariamento o come intenda intervenire perché il presidente della regione, in quanto commissario straordinario pro tempore, adempia ai propri compiti;

   come il Ministro interrogato intenda intervenire perché le opere finanziate siano celermente completate al fine di garantire la sicurezza stradale nelle principali arterie della Sardegna.
(4-01661)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   SCARPA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   le proteste degli studenti universitari degli ultimi mesi hanno messo in evidenza le forti difficoltà economiche che loro e le loro famiglie devono affrontare per avere accesso allo studio universitario. I limiti economici rappresentano una contraddizione con quanto previsto dall'articolo 34 della Costituzione, che recita: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso»;

   gli alloggi universitari in Italia, in particolare, contano circa 40.000 posti letto, a fronte di un numero di studenti fuori sede pari a 570.000, di cui 290.000 con Isee inferiore a 24.000 euro. In aggiunta, nel 2022 si è assistito ad una diminuzione del 7 per cento del numero di posti letto rispetto al 2021;

   ad aggravare la situazione per gli studenti è il caro affitti, riscontratosi, in misura diversa, in tutta la penisola: secondo l'ufficio studi di Idealista, i canoni sono aumentati del 20 per cento negli ultimi 3 anni, con picchi di oltre 600 euro per una stanza singola in alcune città;

   la carenza di posti letto rappresenta peraltro solo una delle numerose conseguenze del pesante sottofinanziamento dell'istruzione universitaria, che induce migliaia di studenti in difficoltà a mobilitarsi e organizzare contestazioni;

   nelle ultime settimane, in particolare, gli studenti hanno ripreso a mobilitarsi nelle forme e nei modi già visti nella scorsa primavera, accampandosi in tenda davanti alle sedi universitarie, mostrando così tutto il disagio delle loro vite precarie;

   si apprende a mezzo stampa che nella notte tra il 27 e il 28 settembre 2023, presso il campus Einaudi dell'Università degli studi di Torino, alcuni militanti di estrema destra hanno fatto irruzione nel giardino in cui alcuni studenti riposavano in tenda, riproducendo, a quanto si apprende, gesti inconsulti inneggianti al regime fascista e minacce all'incolumità degli studenti in protesta, servendosi anche di taglierini. Oltre a ciò, si apprende come abbiano staccato striscioni e simboli della contestazione, peraltro svoltasi sempre con modalità pacifiche;

   il fatto, su cui la procura farà luce, rappresenta un atto gravissimo ad avviso dell'interrogante, di matrice squadrista e violenta, che lede l'imprescindibile diritto di manifestare la propria opinione –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e quali iniziative intendano intraprendere per garantire l'incolumità di ogni cittadino che, avendone diritto, manifesta la propria opinione soprattutto quando ciò avviene con modalità pacifiche, e quali iniziative di competenza si intendano adottare a sostegno degli studenti fuori sede al fine di contrastare il caro affitti e la mancanza di alloggi universitari.
(3-00690)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MANZI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il Liceo «Giacomo Leopardi» di Recanati (MC), con la sua doppia sede nell'edificio storico di Palazzo Venieri e in Via Aldo Moro rappresenta uno dei principali motivi di orgoglio della città e dell'intera provincia maceratese, grazie all'altissima qualità dell'ampia offerta formativa e ai numerosi progetti sviluppati dai vari indirizzi;

   si tratta, infatti, di un'eccellenza che ha attirato negli anni un numero sempre crescente di studenti, che oggi raggiunge la soglia delle 2000 unità, provenienti oltre che dal comune di Recanati anche da diversi comuni delle province di Ancona e di Macerata;

   la dirigente scolastica, a fronte della notevole crescita di iscrizioni e della preoccupante carenza di spazi adeguati, prima dell'estate ha immediatamente attivato un'interlocuzione con la provincia di Macerata, ente locale competente in materia di edilizia scolastica per l'istruzione secondaria superiore. A tal fine si sono svolti tavoli concertativi che hanno vagliato costi, risorse e gestione di soluzioni alternative, giungendo all'individuazione dei locali che in precedenza avevano ospitato gli uffici comunali durante i lavori al Palazzo del Municipio;

   presso i suddetti locali siti in posizione congeniale anche per evitare spese aggiuntive per il trasporto degli studenti, di concerto con la provincia di Macerata, nelle scorse settimane sono state ricavate già 11 aule, sono state ottenute le 11 certificazioni necessarie richieste dalla stessa provincia e cablati gli spazi per mettere in rete le Lim e tutto il sistema informatico, con alcune spese anticipate dal proprietario il quale, sempre in accordo con l'amministrazione competente, si era reso disponibile all'abbono dei primi sei mesi di affitto per diluire l'impiego di risorse pubbliche; nei primi giorni di settembre 2023, a ridosso dell'inizio delle lezioni, al momento della firma del contratto – già discusso e stimato nel corso dei tavoli concertativi – la provincia ha improvvisamente cambiato idea, avallando l'ipotesi di soluzioni diverse che, oltre ad essere logisticamente meno funzionali, ad oggi ancora non risultano definite e praticabili;

   l'improvviso cambio di direzione dell'amministrazione provinciale ha costretto la dirigenza scolastica a convertire d'urgenza gli spazi della biblioteca e dei laboratori multimediali ad aule, di fatto compromettendo il potenziale dell'offerta formativa di una scuola così prestigiosa anche in virtù della sua moderna dotazione, senza tuttavia raggiungere la totale risoluzione del problema;

   con l'inizio delle lezioni, infatti, senza che si fosse concretizzata alcuna soluzione da parte della competente Provincia, rilevato il numero eccessivo di presenze a Palazzo Venieri, la Prefettura ha dovuto autorizzare la riduzione degli studenti presenti all'interno dell'edificio, obbligando a questo punto la scuola, incaricata di garantire l'adeguata attività scolastica, a ricorrere alla didattica a distanza (Dad) a tempo determinato, ma con l'ipotesi di farla proseguire a rotazione tra le varie classi;

   il ricorso alla Dad, che dovrebbe avvenire solo in casi di emergenza e dovrebbe configurarsi come modalità complementare che integri la tradizionale esperienza di scuola in presenza senza sostituirla, nel caso specifico sta avendo luogo a seguito del mutato intendimento della Provincia, ente preposto dalla legislazione sia statale che regionale;

   le conseguenze della scelta presa da parte della provincia di Macerata dettano la necessità di fornire agli studenti del liceo la possibilità di ricevere quanto prima l'ottimale attività scolastica, dentro spazi funzionali, nella completezza dell'offerta formativa che li ha portati a scegliere la scuola in questione e limitando disagi di carattere logistico che non dipendono né dalle famiglie né dalla scuola –:

   se non si intenda, tramite l'Ufficio scolastico regionale, adottare iniziative per favorire un'efficace e tempestiva risoluzione del problema al fine di eliminare quanto prima il ricorso alla Dad permettendo agli studenti di fruire dell'attività scolastica in presenza.
(5-01408)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:


   MALAVASI, FURFARO, CIANI, GIRELLI e STUMPO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   l'ultima legge di bilancio (legge 25 dicembre 2022 n. 197) ha previsto l'introduzione della misura del reddito alimentare, ovverosia la distribuzione, in via sperimentale per due anni, nelle città metropolitane, di pacchi realizzati con i prodotti invenduti della grande distribuzione alimentare per aiutare le famiglie meno abbienti;

   in particolare, è stato destinato un fondo da 1,5 milioni di euro per il 2023 e di 2 milioni per il 2024, allo scopo di combattere lo spreco di cibo invenduto dalla grande distribuzione e distribuirlo gratuitamente a chi ne ha bisogno;

   la Caritas, nel suo ultimo dossier, descrive un Paese in cui i poveri assoluti sono circa 5,6 milioni di cui 1,4 bambini;

   ogni anno, solo in Italia, si buttano circa 230 mila tonnellate di cibo invenduto, mentre milioni di persone devono affidarsi alle mense o ai pacchi alimentari, perché non possono permettersi di fare la spesa;

   tuttavia, ad oggi, la misura del reddito alimentare, importante sostegno contro la povertà, non è ancora operativa, nonostante siano ampiamente scaduti i 60 giorni previsti dalla legge per varare da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali il decreto attuativo con le modalità operative;

   a quanto si apprende da notizie di stampa, al Ministero in questi mesi attraverso la direzione generale competente si sono svolti gli opportuni approfondimenti relativi all'attuazione di tale disposizione;

   dal confronto con il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, titolare del tavolo nazionale per la lotta agli sprechi e l'assistenza alimentare agli indigenti e con le sigle presenti al suddetto tavolo, sarebbero emerse «forti perplessità» sull'applicazione della nuova norma al di fuori delle procedure e dei presupposti disciplinari dalla legge Gadda che ha istituito nel 2006 il banco alimentare;

   il risultato è che il reddito alimentare è fermo, nonostante l'emergenza drammatica che stanno vivendo le famiglie con una crisi economica e sociale che ha pochi precedenti, con il caro energia, l'inflazione e l'aumento delle disuguaglianze;

   si ritiene urgente che i Ministeri competenti lavorino per dare quanto prima attuazione a questa misura che potrebbe dare un aiuto concreto a milioni di persone che ne hanno bisogno –:

   quali siano le criticità che impediscono di varare i decreti attuativi e, ove vi fossero, come si intenda superarle e risolverle nonché quali siano le tempistiche con cui saranno emanati i decreti attuativi.
(3-00683)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SARRACINO, SCOTTO, FOSSI, GRIBAUDO e LAUS. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   come è noto, nel nostro Paese vi è un numero consistente di lavoratori che per lo svolgimento della propria mansione percepisce retribuzioni non dignitose e con un livello di tutele insufficiente;

   la causa di questo fenomeno è in gran parte dovuta al proliferare dei cosiddetti «contratti collettivi pirata», ossia contratti collettivi, diffusi soprattutto in alcuni settori, stipulati da soggetti dalla scarsa forza rappresentativa, finalizzati a fissare condizioni normative ed economiche peggiorative per i lavoratori rispetto a quanto previsto dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi;

   tale pratica determina dannosi fenomeni di distorsione della concorrenza, facendo da cornice ad una incisiva forma di dumping salariale;

   il fenomeno è particolarmente rilevante nell'ambito del food delivery, dove migliaia di rider subiscono il cosiddetto «caporalato» digitale per pochi euro l'ora e senza tutele in caso di malattia o di cessazione del rapporto lavorativo, essendo inquadrati, seppure formalmente sotto un contratto collettivo, quali lavoratori autonomi;

   al riguardo vi sono stati diversi pronunciamenti dei tribunali di Firenze, Milano, Bologna, solo per citarne alcuni, che ne hanno affermato l'illegittimità e richiamando al rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro;

   nel 2021, vi è stato il precedente di Just Eat (uscita da Assodelivery) che ha firmato con i sindacati confederali di Filt Cgil, Fit-cisl e Uil trasporti un accordo per l'inquadramento nell'ambito di un contratto collettivo nazionale che qualifica i rider come lavoratori subordinati, offrendo, quindi, maggiori tutele;

   attualmente i rider in Italia sono oltre 60 mila, con un trend in crescita e per molti di essi funge da principale e unica fonte di reddito;

   tale questione si intreccia attualmente nel dibattito che riguarda l'introduzione anche nel nostro paese dello strumento del salario minimo;

   va superata l'attuale limbo in cui si trovano i lavoratori di questo settore richiamando tutte le parti ad esercitare un principio di responsabilità –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda adottare in merito ai lavoratori del settore al fine di contrastare il proliferare di contratti pirata che non garantiscono, ai lavoratori, adeguate tutele;

   se non ritenga necessario adottare iniziative di competenza al fine di rivedere la normativa vigente, anche attraverso il lavoro dell'Osservatorio permanente istituito dal decreto legislativo n. 81 del 2015, per introdurre meccanismi di tutela;

   se non intenda, altresì, istituire un tavolo di confronto, con operatori e organizzazioni sindacali, per giungere alla stipula di un contratto collettivo nazionale per il settore.
(5-01406)

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:


   SIMIANI, MALAVASI, CASU, ZINGARETTI, BOLDRINI, GIRELLI, GIANASSI, FOSSI e BONAFÈ. — Al Ministro della salute, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   lo scorso 18 luglio 2023 fonti stampa riportano notizie di cronaca sul caso di Elena Patrizia Improta, mamma di Mario Mazzarino, giovane uomo di 34 anni affetto da gravissima disabilità dalla nascita a causa di problemi verificatasi durante il parto presso una clinica privata di Roma, e presidente di Oltre lo sguardo Aps, attiva da 17 anni nei progetti per il «Durante e Dopo di noi» delle persone con disabilità;

   in particolare lo scorso giugno 2023, dopo 27 anni di causa civile per risarcimento danni causati dal parto, la magistratura non avendo appurato la responsabilità della clinica privata e quindi il nesso disabilità-errore medico ha condannato Elena Patrizia Improta ed il figlio al pagamento delle spese di giudizio per un importo di 276.000 euro;

   a seguito di tale sentenza Elena Patrizia Improta ha iniziato lo sciopero della fame (lo scorso 14 luglio), al fine di sensibilizzare le parti in causa ad una mediazione o a rinunciare alla riscossione delle spese di giudizio e per difendere il progetto La Casa di Mario, unica realtà socio abitativa per il durante e dopo di noi delle persone con disabilità del distretto Usl Colline dell'Albegna;

   l'associazione «Oltre lo sguardo» Aps porta avanti dal 2020 il progetto «La Casa di Mario», un modello di «Dopo di noi» basato sul co-housing inteso come coabitazione tra persone «normodotate» e persone con disabilità, secondo i principi della legge numero 112 del 2016;

   la filosofia progettuale de «La Casa di Mario» è quella di garantire alle persone con disabilità un contesto di vita il più possibile simile alle condizioni dell'ambiente familiare di provenienza, integrato nella comunità ed in rete con il territorio, evitando l'istituzionalizzazione o la permanenza in un contesto che non consentirebbe uno sviluppo armonico e finalizzato alla massima autonomia possibile;

   nello specifico, Mario e la sua famiglia hanno messo a disposizione del progetto 2 appartamenti ad Orbetello, contigui fra di loro, nonché contigui ad un terzo appartamento dove essi vivono stabilmente;

   apprendiamo sempre dai media che le assicurazioni coinvolte nel processo civile, Allianz, Axa e Generali, hanno rinunciato alla loro parte di risarcimento spese, mentre la clinica ha offerto soltanto una rateizzazione della cifra;

   le condizioni fisiche di Elena Patrizia Improta a seguito del prolungato sciopero della fame, starebbero peggiorando –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritengano, per quanto di competenza, intraprendere iniziative utili, in relazione alle finalità ed ai contenuti della legge n. 112 del 2016, per mantenere la disponibilità degli appartamenti che accolgono «La Casa di Mario», affinché questo importante progetto del Dopo di noi possa continuare ad esistere, garantendo assistenza alle famiglie e permettendo così alle persone con disabilità di vivere in un contesto di vita il più possibile simile alle condizioni dell'ambiente familiare;

   al fine di consentire il diritto di difendersi da parte di chi ritiene di aver subito un danno grave durante il parto, se non ritengano utile adottare iniziative volte a prevedere, stabilendone le condizioni di accesso, anche in relazione al modello Isee, in determinati casi nei quali viene contestata la responsabilità medica, a seguito del parto, per deficit neurologici o fisici gravi sul neonato, un fondo di garanzia, da parte dello Stato, per sostenere la famiglia, qualora questa sia la parte soccombente, oltre a continuare a fornire il patrocinio gratuito per chi ne ha diritto in base alle normative vigenti.
(3-00682)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MALAVASI, D'ALFONSO e FURFARO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa si è appreso che l'azienda sanitaria locale n. 1 della regione Abruzzo presenta un rendiconto della gestione 2022 caratterizzato da un aumento del debito complessivo del 123 per cento, pari a circa 66 milioni di euro, rispetto al già notevole dato del 2021 pari a 29 milioni di euro di debiti;

   tale situazione di grave deficit economico-finanziario dipende, in gran parte, da una dinamica di forte indebolimento della mobilità attiva che fa registrare una flessione di circa 7 milioni di euro, facendo registrare un peggioramento del saldo della mobilità passiva di oltre il 20 per cento;

   a seguito dell'attività di hacker di cui l'azienda è stata vittima, a far data dalla notte del 3 maggio 2023, sono ancora notevoli i disservizi non ancora sanati che arrecano danno ai cittadini utenti e agli operatori sanitari, costretti a prestare i servizi cui sono preposti con grande difficoltà e gravose assunzioni di responsabilità;

   sono ricorrenti e numerose le notizie riguardanti carenze di presidi e ausili medici nei reparti degli ospedali provinciali, come più volte riportato dalla stampa locale;

   tali carenze di dispositivi medici, e anche di farmaci, determinano una condizione di grave disservizio a danno dei degenti e impediscono agli operatori di prestare correttamente la propria opera professionale;

   il combinato della crescente dinamica debitoria e dei gravi disservizi, dovuti anche alla carenza di materiali, determina una condizione che, in prospettiva di breve e medio termine, alimenta la legittima preoccupazione di un pesante e ulteriore peggioramento degli standard assistenziali –:

   quali iniziative di competenza, anche di natura ispettiva, il Ministro interrogato intenda rapidamente attivare, anche nell'ambito dell'attuazione del piano di rientro dal disservizio sanitario della regione Abruzzo, per il monitoraggio della situazione debitoria della ASL 1 L'Aquila-Sulmona-Avezzano e per verificare l'effettiva carenza di dispositivi medici e presidi, anche a seguito del grave attacco hacker che ha determinato il blocco delle ordinarie attività degli uffici, anche e soprattutto nel rapporto con i fornitori di materiali e farmaci necessari per i servizi ospedalieri e ambulatoriali.
(5-01409)

SPORT E GIOVANI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BERRUTO, ANDREA ROSSI, MALAVASI, VACCARI, MANZI, ORFINI e ZINGARETTI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   lo sport non professionale, sia a livello di base sia a livello agonistico, rappresenta un eccezionale strumento di integrazione sociale;

   la partecipazione alle attività sportive favorisce l'acquisizione del senso di appartenenza ad una comunità che rappresenta la base dei processi di integrazione. Ciò è tanto più vero se riferito all'attività sportiva praticata dai giovani e dai giovanissimi atleti, per i quali essa svolge anche un importante ruolo educativo;

   al fine di superare tali criticità e i limiti determinati dall'ordinamento giuridico generale e dall'ordinamento sportivo, che determinavano non pochi limiti alle possibilità dei minori di nazionalità non italiana di partecipare alle attività sportive giovanili, nella XVII legislatura veniva approvata la legge 20 gennaio 2016 n. 12, Disposizioni per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva;

   si è trattato di un giusto riconoscimento della possibilità per molti ragazzi, minori stranieri, di poter godere degli stessi diritti degli altri minori e, in particolare, dell'ammissione alle società sportive afferenti alle federazioni nazionali;

   con le medesime finalità, sempre nel corso della XVII legislatura, il legislatore è intervenuto con l'approvazione dell'articolo 1, comma 369, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018) apportando delle modifiche alla legge 20 gennaio 2016 n. 12 prevedendo il tesseramento senza limite di età e in seguito, con l'approvazione del decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, attuazione dell'articolo 5 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo, che ha previsto un riordino della norma;

   l'articolo 16 del suddetto decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, in particolare, nel prevedere per i minori di anni diciotto che non sono cittadini italiani, anche non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno, la possibilità di essere tesserati, conferma quanto previsto dall'articolo 1, comma 369, ultimo periodo, della legge n. 205 del 2017 e dall'articolo 1, comma 2, della legge n. 12 del 2016;

   da recenti segnalazioni risultano non poche difficoltà a procedere nei tesseramenti dei minori, soprattutto nell'elaborazione della documentazione necessaria;

   come segnalato dal settore, al momento del tesseramento, il sistema informatico non sembrerebbe caricare correttamente la documentazione richiesta, avviando una segnalazione che reciterebbe: «legge Ius Soli sportivo abrogata, tesseramento non possibile, attendere nuove modalità per tesseramento»;

   tali difficoltà, in assenza di un tempestivo chiarimento dell'applicazione della norma, potrebbero mettere a rischio l'avvio dei campionati;

   gli interroganti ritengono urgente un intervento volto a favorire la più ampia partecipazione dei minori stranieri, anche al fine di promuovere le attività sportive come funzione sociale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e – in ogni caso – quali iniziative di competenza urgenti intenda avviare al fine di fare chiarezza circa la documentazione finalizzata a certificare l'anno di frequenza scolastica e, più in generale, sulla procedura necessaria a procedere correttamente ai tesseramenti e garantire, oltre all'avvio dei campionati nei tempi prestabiliti, quel diritto acquisito dai tanti minori stranieri come, da ultimo, disciplinato dall'articolo 16 del decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36.
(5-01412)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   AMATO. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   come si evince da una intervista di Rai Radio 1 Sportello Italia al segretario della UIL Giuseppe D'Aprile, anche per quest'anno scolastico il numero delle immissioni in ruolo degli insegnanti diminuisce sensibilmente, mentre il numero degli insegnanti a tempo aumenta;

   la situazione più pesante riguarda gli insegnanti di sostegno, con una precarietà dilagante che sta sfiorando l'emergenza; pertanto il diritto allo studio di 250.000 alunni con disabilità potrebbe essere disatteso;

   l'insegnante di sostegno in Italia è un docente specializzato che viene assegnato ad una classe dove sono presenti alunni con disabilità, al fine di favorirne l'inclusione e l'apprendimento;

   la figura dell'insegnante di sostegno, in Italia, è stata introdotta nel 1977 e sono state abolite le classi differenziate;

   anche se l'abolizione delle classi differenziate ha reso il nostro Paese all'avanguardia nell'integrazione degli alunni con disabilità, la figura dell'insegnante di sostegno risulta poco tutelata e poco valorizzata;

   nell'anno scolastico 2023-24 gli insegnanti di sostegno sono 125.000 a fronte di un fabbisogno di circa 100.000 insegnanti di sostegno in più (come si evince dai dati forniti dal ministero dell'istruzione); pertanto si avranno per questo anno scolastico 100.000 posti in deroga per il sostegno assegnati dunque a docenti non specializzati;

   per diventare insegnanti di sostegno, oltre ad avere l'attitudine necessaria alla delicatezza del ruolo, bisogna avere il titolo di specializzazione per l'insegnamento di questa disciplina che si consegue presso le università;

   in Italia vige il numero chiuso per l'accesso alla specializzazione sul sostegno, fatto che rischia di precludere una risposta concreta alle esigenze degli alunni con disabilità e delle loro famiglie, favorendo le possibili speculazioni sui docenti di sostegno con i titoli conseguiti nelle università straniere;

   basti pensare che quest'anno si sono specializzati in Italia solo 20.000 docenti a fronte di una esigenza di 100.000 docenti di sostegno;

   di fatto il numero chiuso non consente ai docenti di poter conseguire il titolo di specializzazione in Italia, costringendoli ad andare all'estero –:

   se non si ritenga urgente intervenire affinché sia eliminato il numero chiuso per l'accesso ai corsi di specializzazione sul sostegno nelle università.
(5-01410)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Orlando n. 5-01400, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 settembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Ascani, Bakkali, Bonafè, Cuperlo, Casu, Carè, De Luca, D'Alfonso, De Maria, Di Biase, Ferrari, Fornaro, Forattini, Fossi, Furfaro, Gianassi, Girelli, Gnassi, Ghio, Graziano, Lai, Laus, Lacarra, Madia, Mauri, Malavasi, Merola, Marino, Manzi, Orfini, Porta, Ricciardi Toni, Rossi Andrea, Roggiani, Sarracino, Serracchiani, Vaccari, Zan, Zingaretti.

  L'interrogazione a risposta scritta Rossello n. 4-01660, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 28 settembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Cattaneo.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Peluffo n. 5-01219 del 1° agosto 2023;

   interrogazione a risposta orale Bonelli n. 3-00663 del 22 settembre 2023.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Malavasi e altri n. 4-01045 del 23 maggio 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00683;

   interrogazione a risposta in Commissione Simiani e altri n. 5-01207 del 31 luglio 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00682.