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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Lunedì 3 luglio 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 3 luglio 2023.

  Albano, Amendola, Ascani, Barelli, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Caiata, Cappellacci, Carloni, Cecchetti, Centemero, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Comba, Enrico Costa, Sergio Costa, De Monte, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Loperfido, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Nordio, Onori, Nazario Pagano, Pastorella, Pichetto Fratin, Polidori, Quartapelle Procopio, Rampelli, Richetti, Rixi, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Trancassini, Tremonti, Varchi, Zaratti, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 30 giugno 2023 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa della deputata:

   RAVETTO: «Modifiche alla legge 20 agosto 2019, n. 92, concernenti l'introduzione dell'educazione alle pari opportunità femminili nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica» (1266).

  Sarà stampata e distribuita.

Annunzio di disegni di legge.

  In data 30 giugno 2023 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:

   dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale:

  «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018» (1267).

  Sarà stampato e distribuito.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge CARETTA: «Disposizioni per la promozione e la valorizzazione dei prodotti e delle attività dei produttori di birra artigianale» (788) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Lancellotta.

Trasmissione dal Presidente del Senato.

  Il Presidente del Senato, con lettera in data 22 giugno 2023, ha comunicato che la 4a Commissione (Politiche dell'Unione europea) del Senato ha approvato, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6-bis, del Regolamento del Senato, una risoluzione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque, della direttiva 2006/118/CE sulla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento e della direttiva 2008/105/CE relativa a standard di qualità ambientale nel settore della politica delle acque (COM(2022) 540 final) e sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il trattamento delle acque reflue urbane (rifusione) (COM(2022) 541 final) (atto Senato Doc. XVIII-bis, n. 10).

  Questa risoluzione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 23 giugno 2023, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, le seguenti comunicazioni in relazione a interventi da realizzare tramite contributi assegnati in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale:

   comunicazione dell'autorizzazione, in relazione a un contributo assegnato per l'anno 2016, di una variante non onerosa del progetto «Restauro conservativo dei paramenti murari del castello normanno-svevo-angioino-aragonese» del comune di Crucoli (Crotone);

   comunicazione dell'autorizzazione, in relazione a un contributo assegnato per l'anno 2017, di una variante non onerosa del progetto «Miglioramento sismico, riparazione danni sisma 2016 e restauro del convento San Francesco» del comune di Falerone (Fermo).

  Queste comunicazioni sono trasmesse alla V (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente aggiunto della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 26 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 38/2023 del 19 aprile-26 giugno 2023, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente «I finanziamenti statali al settore della pesca e dell'acquacoltura».

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

  Il Presidente della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, con lettera in data 27 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 39/2023 dell'8 maggio-26 giugno 2023, con la quale la Sezione stessa ha approvato la relazione concernente «Contributi per la cooperazione scientifica con organismi nazionali concessi dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel triennio 2018-2021».

  Questo documento è trasmesso alla III Commissione (Affari esteri), alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 30 giugno 2023, ha trasmesso il parere reso dalla Conferenza unificata, nella seduta del 21 giugno 2023, sul disegno di legge recante «Conversione in legge del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale» (atto Camera n. 1151).

  Questo parere è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 30 giugno 2023, ha trasmesso il parere reso dalla Conferenza unificata, nella seduta del 21 giugno 2023, sul disegno di legge recante «Conversione in legge del decreto-legge 1° giugno 2023, n. 61, recante interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023» (atto Camera n. 1194).

  Questo parere è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 22 giugno 2023, ha trasmesso le seguenti relazioni concernenti il seguito dato dal Governo agli indirizzi definiti dalle Camere in merito a progetti di atti dell'Unione europea o ad atti preordinati alla formulazione degli stessi:

   relazione, predisposta dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, concernente il seguito della risoluzione della 4a Commissione (Politiche dell'Unione europea) del Senato (atto Senato Doc. XVIII-bis, n. 6) in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, che modifica il regolamento (UE) 2019/1020 e la direttiva (UE) 2019/904 e che abroga la direttiva 94/62/CE (COM(2022) 677 final);

   relazione, predisposta dal Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, concernente il seguito del parere motivato della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) della Camera (atto Camera Doc XVIII-bis, n. 4) in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, che modifica il regolamento (UE) 2019/1020 e la direttiva (UE) 2019/904 e che abroga la direttiva 94/62/CE (COM(2022) 677 final).

  Queste relazioni sono trasmesse alla VIII Commissione (Ambiente), alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  Il Consiglio dell'Unione europea, in data 28 e 30 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi del Trattato sull'Unione europea, la posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un piano di gestione pluriennale del tonno rosso nell'Atlantico orientale e nel Mediterraneo, modifica i regolamenti (CE) 1936/2001, (UE) 2017/2007 e (UE) 2019/833 e abroga il regolamento (UE) 2016/1627 (8143/1/23 REV 1), corredata dalla relativa motivazione (8143/1/23 REV 1 ADD 1), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  La Commissione europea, in data 30 giugno 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

  Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Un quadro della finanza sostenibile che sia efficace sul campo (COM(2023) 317 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);

  Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – L'introduzione dell'euro in Croazia (COM(2023) 341 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);

  Proposta di decisione del Consiglio relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, della convenzione delle Nazioni Unite sugli effetti internazionali delle vendite giudiziarie di navi, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York il 7 dicembre 2022 (COM(2023) 343 final), corredata dai relativi allegati (COM(2023) 343 final – Annex 1 e COM(2023) 343 final – Annex 2), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

  Relazione della Commissione al Consiglio – Relazione relativa ai progressi sul pilastro 1 (COM(2023) 377 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);

  Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Previsione a lungo termine dei futuri flussi in entrata e in uscita del bilancio dell'Unione europea (2024-2028) (COM(2023) 390 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea).

Comunicazione concernente una procedura d'infrazione.

  Il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, con lettera in data 27 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, una comunicazione concernente gli sviluppi della procedura d'infrazione n. 2009/2034, avviata, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, per non corretta applicazione della direttiva 1991/271/CE relativa al trattamento delle acque reflue urbane, con riferimento alla decisione della Commissione europea di deferire l'Italia dinanzi alla Corte di giustizia dell'Unione europea, ai sensi del combinato disposto degli articoli 258 e 260, paragrafo 3, del predetto Trattato.

  Questa comunicazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

  La Presidente della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con lettera in data 19 giugno 2023, ha trasmesso la relazione sull'attività svolta dalla Commissione stessa nell'anno 2022.

  Questa relazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

  Il Ministero dell'interno, con lettera in data 28 giugno 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio comunale di Argegno (Como).

  Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI BRAGA ED ALTRI N. 1-00003 E SANTILLO ED ALTRI N. 1-00161 IN MATERIA DI EMERGENZA ABITATIVA

Mozioni

   La Camera,

   premesso che:

    1) la pandemia da COVID-19 ha aggravato un'emergenza abitativa cresciuta enormemente negli anni della crisi economica coinvolgendo fasce sempre più ampie di popolazione. Molte persone in Italia sono prive di una soluzione abitativa adeguata, molti sono i giovani che non riescono ad avere accesso ad abitazioni a canoni compatibili con l'ammontare del loro reddito, molte persone, tra cui bambini e ragazzi, vivono in case sovraffollate ed energicamente inefficienti;

    2) le diseguaglianze presenti sono bene evidenziate dai dati del Forum disuguaglianze e diversità: le stime pre-Covid, oggi certamente peggiorate, indicano in 650 mila le domande di alloggi Erp in attesa nelle graduatorie dei comuni, in 100 mila le nuove unità di edilizia sociale necessarie a corrispondere al fabbisogno. Sono 50 mila le sentenze di sfratto, con un aumento del 57 per cento in 10 anni (dal 2006 al 2016), di cui la quota di quelli per morosità incolpevole è passata dal 75 all'89 per cento. Il tasso di sovraffollamento delle abitazioni, misurato a livello europeo, è fra 2 e 3 volte quello dei principali paesi UE-15 e presenta un grave divario Nord-Sud. Le famiglie in condizioni di povertà energetica rappresentano l'8,8 per cento del totale, con una forte varianza territoriale, demografica e di genere, che vede maggiormente colpito il Mezzogiorno e più vulnerabili le famiglie più numerose, quelle il cui capofamiglia è relativamente più giovane (sino a 35 anni) e le donne. Quasi 300 mila persone sono a rischio di perdita dell'abitazione per alluvioni o eventi idrogeologici; mentre 21 milioni di persone vivono in aree a elevato rischio sismico spesso con abitazioni inadatte a reggere il rischio. Nelle aree più disagiate, si stima in circa 80 mila alloggi il patrimonio pubblico e privato che richiede interventi per la riqualificazione e successiva assegnazione a coloro che ne abbiano bisogno;

    3) in questo contesto, l'altra urgenza, quella climatica, si intreccia con il tema della rigenerazione delle città e del patrimonio residenziale esistente, con la necessità di dare una risposta al fenomeno crescente della povertà energetica e di contenere l'aumento delle bollette aggravato dall'aumento dei costi dell'energia e del gas, che rischiano di colpire soprattutto le fasce sociali più deboli, che vivono in case vecchie, sovraffollate, inefficienti dal punto di vista energetico e insicure da quello sismico;

    4) esiste una domanda ancora molto forte nel nostro Paese di edilizia residenziale pubblica, necessaria per dare risposta alle situazioni di disagio più gravi, dove l'impossibilità di avere una casa si somma spesso a situazioni di difficoltà economica, mancanza di occupazione, emarginazione sociale, povertà alimentare e educativa; ma esiste anche una domanda di edilizia sociale per categorie sociali che proprio in assenza di un ancoraggio abitativo rischiano di scivolare in un'area di precarietà e fragilità economica anche a causa del costo stesso dell'abitazione;

    5) l'obiettivo di una casa dignitosa, sicura e socievole è quindi un tassello imprescindibile per uno sviluppo più equo e che sani disuguaglianze non più accettabili, per riqualificare le periferie, offrire prospettive di autonomia ai giovani, assicurare una vita dignitosa agli anziani, costruire un rapporto migliore tra cittadini e istituzioni; tale impostazione è riconosciuta anche a livello europeo, da ultimo con la risoluzione (2019/2187(INI)) approvata dal Parlamento europeo il 21 gennaio 2021, che conferma come l'accesso a un alloggio adeguato costituisca un diritto fondamentale e una condizione preliminare per l'esercizio di altri diritti fondamentali, nonché per condurre una vita in condizioni rispettose della dignità umana;

    6) per far fronte all'emergenza abitativa, nel corso della XVIII legislatura sono state adottate varie misure, tra cui alcune forme di esenzione dall'imposta di registro e dalle imposte ipotecaria e catastale per l'acquisto della prima casa per i giovani sotto i trentasei anni di età, l'incremento della dotazione del Fondo di garanzia per la prima casa per l'anno 2022, il bonus affitto per i giovani, la proroga fino al 31 dicembre 2022 delle agevolazioni per la rinegoziazione di mutui ipotecari per l'acquisto «prima casa», oggetto di procedure esecutive. Sempre nel corso della XVIII legislatura sono stati adottati il rafforzamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, con un incremento di risorse di 160 milioni di euro per l'anno 2020 e di ulteriori 160 milioni di euro per l'anno 2021, e l'incremento del Fondo inquilini morosi incolpevoli, successivamente azzerati dalla legge di bilancio per il 2023;

    7) in tema di sfratti, in considerazione dell'emergenza sanitaria da Covid-19 sono state adottate misure straordinarie, derogatorie delle vigenti normative nell'ambito delle locazioni uso abitativo e, contestualmente, in considerazione delle suddette misure, è stata prevista l'esenzione totale dell'Imu 2021 per i proprietari che possiedono immobili concessi in locazione su cui gravano procedimenti di sfratti sospesi a causa dell'emergenza Covid (articolo 4-ter, del decreto-legge n. 73 del 2021);

    8) anche il PNRR contiene misure rilevanti che possono concorrere a dare una risposta al bisogno abitativo; il rifinanziamento con 14 miliardi del superbonus per la riqualificazione del patrimonio abitativo esistente; il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare (PinQua); i Piani urbani integrati dedicati alle città metropolitane, finanziati con lo strumento del Fondo dei fondi gestito dalla Bei, per la rigenerazione urbana finalizzata a promuovere l'inclusione sociale e combattere le forme di vulnerabilità, attivando risorse e finanziamenti privati;

    9) la questione abitativa si incrocia anche con il tema strategico della rigenerazione integrata dei quartieri di edilizia residenziale pubblica (Erp), dove per affrontare il grave problema dell'emarginazione sociale e garantire condizioni di vita dignitose e sicure risulta prioritario raggiungere i segmenti obiettivi: l'aumento della disponibilità di alloggi attraverso il recupero del patrimonio inutilizzato, la sostenibilità finanziaria degli interventi di recupero e gestione dell'edilizia pubblica, la riqualificazione integrata degli edifici e dello spazio pubblico con particolare attenzione alla mobilità dolce, alla dotazione di verde pubblico e all'incremento della permeabilità dei suoli, la dotazione di servizi pubblici di qualità e alti standard ambientali. Lo stesso vale per le operazioni, vere, di social housing che si stanno sviluppando nelle città, riqualificando parti di città, senza comportare nuovo spreco di suolo ma rigenerando aree dismesse e degradate, a volte anche simbolicamente rilevanti come le aree sottratte alla criminalità organizzata, spesso attraverso l'apporto della cooperazione e la realizzazione di obiettivi di miglioramento ambientale e sociale che si estendono al quartiere, rafforzando quel welfare di comunità che è sempre più parte integrante delle politiche per l'abitare;

    10) in tale contesto le comunità energetiche rappresentano oggi una grande opportunità permettendo ai cittadini di essere consumatori dell'energia da loro autoprodotta, contribuendo alla riqualificazione diffusa del patrimonio edilizio esistente e contrastando situazioni di povertà energetica. Anche per questo è fondamentale che strumenti come i bonus edilizi siano dispiegati pienamente in operazioni, di questo tipo, garantendo la giusta durata temporale e la necessità primaria di perseguire finalità ambientali e sociali. Occorre pertanto valorizzare azioni di riqualificazione edilizia che puntino a prestazioni energetiche avanzate, criteri ambientali minimi nelle costruzioni, legalità e sicurezza nei cantieri per concorrere anche a un'evoluzione virtuosa del settore delle costruzioni;

    11) secondo gli ultimi dati Istat, quindi pre-pandemia, in Italia, il livello di urbanizzazione nel 2011 è pari al 6,7 per cento dell'intero territorio nazionale e in dieci anni la variazione della superficie delle località su base nazionale è stata dell'8,7 per cento, pari ad oltre 1.600 chilometri quadrati. Inoltre, in molti dei principali centri urbani, il suolo urbanizzato è cresciuto a tal punto da saturare lo spazio disponibile per i nuovi insediamenti che, invece, si diffondono nei territori immediatamente circostanti dei comuni di prima e seconda corona. Per quanto riguarda il periodo post-pandemia, da una prima analisi degli ultimi dati Istat su base comunale relativi al saldo migratorio interno, cioè ai trasferimenti di residenza da e per un altro comune in rapporto alla popolazione residente, sembrerebbe emergere una fotografia che mette in luce un movimento di allontanamento dalle grandi città verso centri minori ma ben collegati, di cui ancora non si conosce il carattere strutturale o contingente;

    12) la pandemia, durante la quale sono aumentate le richieste di più elevati standard edilizi abitativi e lavorativi, ha inoltre fatto emergere quanto sia ancor più complesso coniugare la crescita delle città, con il contenimento del consumo di suolo fisso all'obiettivo finale del consumo 0 per il 2050;

    13) sempre citando il rapporto Istat del 2017, gli attuali studi sulle città europee sono ormai concordi nel considerare finito il periodo dell'espansione urbana, sostenendo la necessità di un nuovo approccio orientato alla densificazione (o ridensificazione) e al recupero di aree urbane non utilizzate o male utilizzate, senza prevedere ulteriore consumo di suolo. Nonostante queste indicazioni e la consapevolezza che il continuo incremento di territorio reso edificabile comporti costi ingenti per la collettività e un forte impatto sulla qualità dell'ambiente, lo sprawl (descritto dall'Agenzia europea dell'ambiente come un modello fisico di espansione a bassa densità delle grandi aree urbane a scapito delle aree agricole e uso misto del territorio e delle periferie, con rischio di innalzamento delle spese pubbliche per la fornitura di servizi e un maggior utilizzo di mezzi privati) si è progressivamente andato affermando come forma di urbanizzazione prevalente in Italia, amplificando il consumo del suolo (Istat 2016) potenzialmente destinabile ad altri usi o con diversa vocazione;

    14) la diffusa mobilitazione messa in campo in questi mesi in molte città italiane dagli studenti ha posto con forza il tema del diritto allo studio e del rapporto con adeguate politiche della casa; in particolare, la carenza di alloggi universitari e il problema crescente del caro affitti si sommano al fenomeno degli affitti brevi che, se non correttamente regolamentati, rappresentano un fattore distorsivo del mercato abitativo, soprattutto nelle città maggiormente interessate dai flussi turistici;

    15) si rende quindi necessario attivare risorse, nazionali e europee, per mettere in campo una nuova stagione delle politiche abitative con strumenti e soluzioni adeguate alla natura del bisogno emergente, con una visione di sistema e una forte assunzione di responsabilità pubblica nel costruire risposte organiche, capaci di corrispondere non solo al bisogno «fisico» di casa ma insieme a quello di inclusione sociale, emancipazione dei soggetti fragili, creazione di welfare di comunità radicato sul territorio e contribuire alla grande sfida della sostenibilità ambientale;

    16) emerge inoltre la necessità di migliorare gli strumenti necessari a far incrociare domanda e offerta di case, in grado di rispondere a un bisogno molto articolato e certamente anche molto diverso dal passato; occorre aumentare la disponibilità di alloggi a canone sociale, affrontare nell'immediato l'emergenza abitativa e la graduazione degli sfratti, coniugando le legittime esigenze dei proprietari, specie quelli piccoli che dall'affitto di una casa di proprietà traggono una parte di reddito fondamentale per il sostentamento della propria famiglia, con un bisogno di case in affitto a prezzi accessibili, anche attraverso strumenti efficaci di sostegno alla locazione per gli inquilini, rifinanziare i fondi dedicati e intervenendo sui meccanismi di trasferimento e assegnazione della risorse stanziate; sviluppare soluzioni di cohousing e di collaborazione intergenerazionale, strumenti di incentivazione all'utilizzo del patrimonio abitativo privato, che rappresenta la stragrande maggioranza nel nostro Paese,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative di competenza volte a rifinanziare con risorse adeguate, nel primo provvedimento utile, il Fondo per il sostegno all'affitto e il Fondo per la morosità incolpevole per sostenere la locazione dei soggetti in condizioni di particolare difficoltà, ottimizzando i tempi e i meccanismi di trasferimento e assegnazione delle risorse stanziate;

2) ad adottare e promuovere politiche pubbliche organiche per la casa, sostenute da una legge quadro sull'edilizia residenziale pubblica e l'edilizia sociale e da adeguate risorse pluriennali, al fine di incrementare significativamente l'offerta di alloggi a canone sociale;

3) ad adottare iniziative al fine di prevedere un sostegno diretto agli enti pubblici, anche attraverso una revisione dell'attuale regime di tassazione che equipara il patrimonio Erp all'edilizia privata, nonché la possibilità di attrarre investimenti privati mediante incentivi e semplificazioni per promuovere specifici programmi di rigenerazione urbana, anche con interventi complessi di demolizione e ricostruzione che privilegino interventi di densificazione urbana per il miglioramento dei servizi pubblici allo scopo di perseguire il «saldo zero» del consumo di suolo, la possibilità di cessione agli enti locali di una quota dei nuovi alloggi, proporzionale agli incentivi goduti, finalizzata al soddisfacimento della domanda abitativa debole e alla coesione sociale;

4) a promuovere il coordinamento dei livelli territoriali coinvolti (Stato, regioni, comuni) per rigenerare il patrimonio pubblico dismesso, i beni confiscati alla criminalità organizzata e le aree demaniali ormai privi delle funzioni originarie e, in alcuni casi, giunti ad uno stato di degrado o di abbandono, al fine di offrire soluzioni utili a fronteggiare l'emergenza abitativa;

5) a garantire il rispetto degli obiettivi previsti dalla missione 5 del PNRR, al fine di realizzare gli interventi di rigenerazione urbana volti a dare risposta al disagio abitativo e a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale;

6) a potenziare l'offerta di edilizia residenziale universitaria pubblica, prioritariamente attraverso operazioni di recupero del patrimonio edilizio esistente, utilizzando le risorse previste dal PNRR, anche al fine di assicurare il pieno riconoscimento del diritto allo studio;

7) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere una più efficace regolazione degli affitti brevi, attraverso una legge nazionale di regolamentazione delle piattaforme turistiche che riconosca il ruolo essenziale degli enti locali nel definire strategie adeguate alla specificità dei contesti di riferimento, così da valorizzare il patrimonio artistico e culturale e salvaguardare l'assetto urbanistico delle città;

8) ad adottare iniziative idonee in materia di locazione abitativa, sia in termini di incentivi e aiuti ai locatari, sia di ristoro ai proprietari che accettino di rinegoziare i canoni e di accompagnare con misure adeguate l'esecuzione dello sfratto, anche garantendo il passaggio da casa a casa alle famiglie sfrattate, e a promuovere la sottoscrizione di appositi protocolli di programmazione delle esecuzioni degli sfratti, mediante l'istituzione di cabine di regia territoriali coordinate dalle prefetture che permettano e facilitino la gradualità delle esecuzioni al fine di contenere l'emergenza ed evitare conflitti sociali;

9) ad adottare iniziative al fine di prevedere incentivi fiscali per la rinegoziazione dei canoni di locazione ed una loro diminuzione per prevenire le difficoltà e criticità che provocano la morosità incolpevole, nonché l'introduzione di norme, anche procedurali, che prevedano esplicitamente la rinegoziazione dei canoni d'affitto in presenza di determinati elementi oggettivi e soggettivi, che possano essere valutati dal giudice in sede di contenzioso;

10) ad adottare iniziative al fine di prevedere la riduzione dal 10 per cento al 4 per cento dell'Iva applicata sui canoni di locazione di edilizia convenzionata o in qualsiasi modo agevolata;

11) ad adottare iniziative al fine di prevedere un'estensione e un ulteriore rafforzamento delle misure di sostegno all'acquisto della prima casa e della detrazione sui canoni pagati dagli inquilini con redditi inferiori ai 30 mila euro, ampliando la misura attualmente prevista;

12) a istituire una banca dati del patrimonio alloggiativo degradato pubblico e privato, da finalizzare ad un uso in tempi brevi per le gravi emergenze alloggiative, con particolare riferimento alle disponibilità immediata degli enti previdenziali e degli altri enti pubblici o con forme di partecipazione, controllo pubblico o vigilanza pubblica, anche sostenendo l'azione dei comuni per l'affitto o acquisto di alloggi da assegnare prioritariamente ai soggetti colpiti da provvedimenti di sfratto sulla base di una graduatoria definita dall'indicatore della situazione economica (Isee);

13) ad adottare iniziative per prevedere una revisione del regime della cedolare secca prevista per contratti di locazione a canone libero, al fine di assicurare che il beneficio fiscale riconosciuto al proprietario si traduca in una effettiva sostenibilità della locazione da parte dell'inquilino;

14) a monitorare e sostenere l'utilizzo del superbonus 110 per cento e degli altri incentivi fiscali da parte degli enti proprietari e di gestione dell'edilizia residenziale pubblica, valutando l'opportunità di una proroga dei termini per la realizzazione degli interventi e prevedendo una stabilizzazione degli incentivi fiscali, anche in misura ridotta, al fine di consentire la programmazione di investimenti di riqualificazione energetica sul patrimonio abitativo pubblico e privato finalizzato al recupero e alla messa a disposizione in tempi rapidi di alloggi attualmente inagibili e inutilizzati;

15) a sostenere lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e solidali, attraverso la rapida emanazione dei provvedimenti attuativi previsti dalla legislazione vigente, come strumento di contrasto ai crescenti fenomeni di povertà energetica;

16) a sostenere e valorizzare il contributo della cooperazione sociale e delle cooperative a proprietà indivisa, anche alla luce del loro potenziale in termini di innovazione sociale e di contributo alla calibrazione dei prezzi degli alloggi;

17) ad adottare iniziative per ripristinare e sostenere l'Osservatorio nazionale della condizione abitativa (Osca) presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, già previsto dall'articolo 12 della legge n. 431 del 1998.
(1-00003)(Nuova formulazione) «Braga, Serracchiani, Provenzano, Morassut, Fornaro, Roggiani, Ferrari, Vaccari, Malavasi, Scarpa, Carè, Amendola, Simiani, Gribaudo, Manzi, Furfaro, Ciani, Ghio».


   La Camera,

   premesso che:

    1) la diminuzione del potere di acquisto conseguente alla crisi economica, aggravatasi con la pandemia e, da ultimo, con il conflitto in atto in Ucraina, ha acuito il problema dell'affordability, ossia delle spese per l'accesso all'abitazione che, diventando sempre più onerose, pesano gravemente sui bilanci familiari;

    2) una famiglia su quattro ha avuto, negli ultimi anni, difficoltà a pagare l'affitto (si tratta in prevalenza di nuclei familiari fragili composti da persone di età compresa tra i 45 e i 64 anni, con figli), percentuale che ha superato il 40 per cento nel 2021, come confermato dall'indagine straordinaria sulle famiglie italiane (Isf) condotta dalla Banca d'Italia;

    3) pur non essendo disponibili stime sedimentate sull'entità complessiva delle forme di disagio abitativo presenti in Italia, un interessante quadro informativo su alcune delle principali dimensioni della disuguaglianza abitativa in Italia è offerto dalla relazione presentata dal Gruppo di lavoro sulle politiche per la casa e l'emergenza abitativa, costituito con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali n. 124 del 6 luglio 2022;

    4) i dati presentati evidenziano e confermano che nel nostro Paese il tema della casa rappresenti un ambito di grande criticità per una buona parte della popolazione e che alcune condizioni sociali o di fragilità siano estremamente correlate alla possibilità di vivere in condizioni precarie, alle difficoltà di mantenere il proprio alloggio o alla capacità di superare una condizione di emergenza abitativa;

    5) l'affitto è più diffuso tra le famiglie meno abbienti. Nel quinto di famiglie più povero (quelle cioè con un reddito equivalente inferiore al primo quintile), la percentuale di quelle in affitto è pari al 31,8 per cento;

    6) tale valore scende al 24,5 per cento nel secondo quinto, rimanendo al di sopra della media nazionale. La percentuale si riduce all'11,3 per cento tra le famiglie più benestanti (quelle che appartengono all'ultimo quinto di reddito equivalente). A vivere in affitto sono le famiglie di più recente costituzione, il 47,8 per cento delle persone sole con meno di 35 anni e il 39,9 per cento delle giovani coppie senza figli (quando la donna ha meno di 35 anni di età). Percentuali elevate si osservano anche tra le persone sole di 35-64 anni (33,2 per cento), tra le famiglie monogenitore con figli minori (30,8 per cento) e tra quelle con almeno tre minori (33,7 per cento). Vive, infine, in questa condizione il 35,5 per cento delle famiglie in cui il principale percettore di reddito è disoccupato e il 68,5 per cento delle famiglie con stranieri (quota che sale al 73,8 per cento per le famiglie composte da soli stranieri, dove poco più di una famiglia su 10 vive in una casa di proprietà);

    7) anche l'incidenza di povertà assoluta è maggiore tra le famiglie che vivono in affitto. Nel 2021, le oltre 889 mila famiglie povere in affitto corrispondono al 45,3 per cento di tutte le famiglie povere, con un'incidenza di povertà assoluta pari al 18,5 per cento contro il 4,3 per cento di quelle che vivono in abitazioni di proprietà, con valori che raggiungono il 22,4 per cento per le famiglie in affitto residenti nel Mezzogiorno;

    8) il canone di locazione rappresenta la voce di spesa più rilevante, arrivando a quasi un terzo del reddito (27,9 per cento), valore superiore anche a quello delle famiglie proprietarie con mutuo al lordo della quota in conto capitale (21,1 per cento). Quasi 2 milioni e 500 mila famiglie (9,9 per cento del totale) si trovano inoltre in condizioni di sovraccarico, ovvero con una quota di spese per l'abitazione sul reddito disponibile uguale o superiore al 40 per cento (dati Gruppo lavoro Mlps 2022);

    9) il disagio abitativo è una condizione di malessere sociale legata alla qualità dell'alloggio – per la quale manca una definizione univoca nel nostro ordinamento giuridico – che riguarda, in Italia, circa 1,5 milioni di famiglie italiane (dati di Federcasa e della società Nomisma Spa);

    10) nel corso del 2021, il 6,2 per cento delle famiglie riferiscono di essersi trovate almeno una volta in arretrato con il pagamento delle spese per le utenze domestiche, e il 9,4 per cento con l'affitto;

    11) i territori che esprimono un maggiore disagio per l'elevata incidenza del canone pagato sul reddito sono, con riferimento alle ripartizioni territoriali, il Nord-Ovest e, a seguire, il Sud e le Isole, mentre, per dimensione, i comuni più popolosi insieme a quelli meno popolosi (rispettivamente oltre i 200.000 abitanti e con meno di 20.000 abitanti);

    12) le ricerche condotte confermano, da un lato, che l'emergenza sanitaria ha inasprito ulteriormente la già drammatica situazione del disagio abitativo e, dall'altro, che non sono stati programmati interventi seri e strutturali per farvi fronte;

    13) occorre considerare che il disagio e l'emergenza abitativa affliggono sia ceti a reddito molto basso o nullo, per i quali gli alloggi di edilizia residenziale pubblica o sociale sono in numero insufficiente, sia gli individui o i nuclei familiari svantaggiati che hanno un reddito troppo alto per vedersi assegnare una «casa popolare» ma troppo basso per poter accedere alle locazioni del libero mercato;

    14) il non avere un alloggio e l'essere esclusi dalla possibilità di disporne sono tra le forme più estreme di povertà e di deprivazione. La «deprivazione abitativa» – uno degli indicatori utilizzati dall'Unione europea per calcolare il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale – in Italia riguarda il 5 per cento della popolazione, a fronte del 4 per cento medio dei Paesi europei;

    15) in tale contesto occorre considerare anche la questione, non marginale, dell'esclusione abitativa grave, riferita alle cosiddette «popolazioni speciali», ovvero le popolazioni elusive costituite da persone senza tetto, senza fissa dimora o che vivono nei campi attrezzati e negli insediamenti spontanei;

    16) la Costituzione italiana – a differenza di altri Stati europei quali il Belgio, il Portogallo, la Spagna e la Svezia – non riconosce espressamente il diritto all'abitazione. Tuttavia, quest'ultimo è desumibile da diverse disposizioni costituzionali, in quanto l'abitazione costituisce il presupposto per la realizzazione dell'eguaglianza sostanziale tra cittadini, ma anche per l'esercizio di diritti e libertà costituzionalmente riconosciuti, tra i quali la libertà di domicilio, i diritti della famiglia, il diritto alla salute e il diritto al lavoro;

    17) la Corte costituzionale ha riconosciuto l'esistenza di tale diritto a partire dalla fine degli anni '80, qualificandolo come «diritto sociale fondamentale» e annoverandolo «fra i diritti inviolabili (...) di cui all'articolo 2 della Costituzione» (confronta sentenze n. 404 del 1988, n. 166 del 2008 e n. 209 del 9 luglio 2009). Tuttavia, ha sottolineato che il diritto all'abitazione, come tutti i diritti sociali, è «finanziariamente condizionato» e dunque tende ad essere realizzato in proporzione alle risorse della collettività (sentenza n. 252 del 1989);

    18) il diritto all'abitazione è espressamente previsto dalla Carta sociale europea e, nel testo revisionato nel 1996, per garantirne l'effettivo esercizio, gli Stati firmatari «s'impegnano a prendere misure destinate», tra l'altro, «a favorire l'accesso ad un'abitazione di livello sufficiente», a «prevenire e ridurre lo status di “senza tetto” in vista di eliminarlo gradualmente» e a «rendere il costo dell'abitazione accessibile alle persone che non dispongono di risorse sufficienti»;

    19) il diritto all'abitazione è altresì previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, all'articolo 34, paragrafo 3, nel quale si prevede che l'Unione «riconosce e rispetta il diritto (...) all'assistenza abitativa», al fine di «garantire un'esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti»;

    20) nell'ambito della dimensione europea si è assistito a un crescente interesse per il tema del diritto all'abitazione, attraverso l'elaborazione di specifici atti volti a garantirne l'effettività, come, ad esempio, la Carta europea degli alloggi, approvata il 26 aprile 2006 dall'intergruppo Urban logement del Parlamento europeo, la risoluzione del Parlamento europeo 2006/2108/(INI) sugli alloggi e la politica regionale e, da ultimo, la risoluzione (2019/2187(INI)) approvata dal Parlamento europeo il 21 gennaio 2021, che conferma come l'accesso a un alloggio adeguato costituisca un diritto fondamentale e una condizione preliminare per l'esercizio di altri diritti fondamentali, nonché per condurre una vita in condizioni rispettose della dignità umana;

    21) dello stesso tenore anche la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (causa n. C-34/13 – sentenza del 10 settembre 2014) che configura il diritto all'abitazione come diritto fondamentale da comprendere nell'ambito delle politiche di inclusione sociale, oggetto di competenza concorrente dell'Unione e degli Stati membri;

    22) certamente una nuova lettura «forte» del diritto all'abitazione, inteso come posizione soggettiva avente un «contenuto essenziale», secondo l'accezione invalsa in ambito europeo, consentirebbe un radicale cambiamento di approccio delle tradizionali politiche abitative, anche nell'ottica di un welfare integrato, nel quale il contrasto della povertà abitativa possa rappresentare l'anello da cui partire per sostenere e favorire l'accesso all'istruzione, alla formazione e all'occupazione;

    23) in materia di politiche abitative, le due linee lungo le quali è intervenuto il legislatore italiano in questi anni si sono mostrate del tutto carenti e poco lungimiranti. La prima è quella rivolta all'incremento del numero delle abitazioni disponibili, tramite la realizzazione di un sistema di edilizia residenziale pubblica. Nonostante, a partire dalle misure volte all'attuazione del piano decennale di edilizia residenziale previsto dalla legge n. 457 del 1978, siano stati approvati numerosi provvedimenti normativi e disposti diversi stanziamenti per l'edilizia residenziale pubblica e convenzionata, la condizione di disagio abitativo non ha trovato una soluzione accettabile ed è destinata ad aggravarsi;

    24) il settore soffre, ancora oggi, di una cronica carenza di alloggi da destinare ai ceti meno abbienti o a categorie disagiate o fragili. A tale riguardo è necessario e urgente definire una programmazione nazionale pluriennale di contrasto all'emergenza abitativa, sostenuta da adeguate risorse economiche;

    25) quanto sopra presuppone una attenta ricognizione presso ogni regione, dello stato di tutti gli interventi programmati, della corretta utilizzazione delle risorse con l'obiettivo di accelerare con ogni strumento possibile la realizzazione e/o il completamento degli alloggi di edilizia residenziale pubblica ancora in corso, nonché definire la programmazione in tempi certi di quelli da realizzare con le risorse che risulteranno ancora disponibili a seguito della ricognizione;

    26) la seconda linea tracciata dal legislatore italiano è quella vertente sulla tutela della parte debole nei rapporti contrattuali di diritto privato, a cominciare dal rapporto di locazione. In quest'ultimo ambito si collocano due importanti strumenti utilizzati a livello nazionale per le politiche abitative, ovvero il fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, istituito dalla legge 9 dicembre 1998, n. 431, e il fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, di cui alla legge 28 ottobre 2013, n. 124, gestito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Entrambi sono stati incrementati nel corso della XVIII legislatura, da ultimo ad opera del cosiddetto decreto «aiuti» (decreto-legge n. 50 del 2022) che ha assegnato al fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione una dotazione di 100 milioni di euro per il 2022;

    27) a partire dall'assegnazione delle somme, relative all'anno 2019 – consentendo alle regioni di poter riallocare sul fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione le risorse non utilizzate della dotazione del fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli – si è sostanzialmente prodotta un'unificazione delle risorse della dotazione dei due fondi con la precipua finalità di attuare misure uniche per la riduzione del disagio abitativo;

    28) negli anni, si è riscontrato che entrambi i predetti fondi non hanno funzionato in modo adeguato, come si può rilevare, tra l'altro, dall'indagine effettuata dalla Corte dei conti sull'utilizzo degli stessi per il periodo dal 2014 al 2020 (deliberazione 3 agosto 2020, n. 9/2020/G);

    29) diverse sono le disfunzioni e le distorsioni che le due misure presentano e sulle quali la stessa Corte dei conti si è soffermata: il non corretto assolvimento delle procedure per il riparto delle risorse, che ha contribuito a un loro impiego non del tutto efficiente; la inadeguatezza di un'attività di monitoraggio circa la gestione dei fondi e lo stato di utilizzo delle risorse ripartite tra le regioni; il mancato o parziale trasferimento delle risorse agli enti locali; le difficoltà di accesso e di erogazione del contributo da parte dei cittadini, soprattutto con riferimento al fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli;

    30) nel raccogliere le citate raccomandazioni della Corte dei conti, appare quanto mai opportuno un profondo ripensamento delle modalità con le quali provvedere all'erogazione delle risorse economiche da mettere a disposizione di un settore, come quello in esame, che esprime un fabbisogno molto elevato;

    31) secondo gli studi di settore, il fabbisogno abitativo ammonta oggi a circa 500/600 mila alloggi e le risorse economiche periodicamente stanziate – attraverso il trasferimento di fondi ai comuni – non sono state allineate all'interno di una strategia sistematica e strutturata;

    32) la frammentazione dei soggetti pubblici che operano nel campo dell'offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica non ha consentito di approntare una programmazione nazionale pluriennale di contrasto all'emergenza abitativa, rendendo difficile anche l'interlocuzione con le istituzioni europee nell'accesso alle risorse in materia di rigenerazione urbana, housing sociale, co-housing, co-living, transizione ecologica e contrasto alla povertà energetica;

    33) appare chiaro che, per invertire questa tendenza, occorra, in primis, intervenire con un programma nazionale, adeguatamente finanziato, che supporti gli enti territoriali nella pianificazione e realizzazione, in una visione pluriennale, degli alloggi sociali necessari a fronteggiare in modo strutturale e risolutivo il disagio e l'emergenza abitativa;

    34) occorre, altresì, accompagnare tale misura con interventi di recupero e di riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico esistente o inutilizzato, favorendo il risparmio energetico e l'offerta di servizi integrati e innovativi per i cittadini, rifunzionalizzando gli spazi e gli immobili pubblici e privati, in un'ottica di ottimizzazione e razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse disponibili, nel rispetto del principio europeo Dnsh e dell'obiettivo finale dell'azzeramento del consumo di suolo al 2050;

    35) è, altresì, auspicabile che vengano rafforzate le misure volte a valorizzare le migliaia di beni immobili che ogni anno lo Stato confisca alla mafia, affinché siano riutilizzati per fini sociali o, laddove possibile, per uso abitativo nell'ambito dell'offerta abitativa pubblica;

    36) occorre, inoltre, attuare una strategia appropriata che, muovendo dalla complessiva ricognizione del patrimonio edilizio abusivo, faciliti gli interventi di demolizione di opere abusive eseguite da privati in assenza o totale difformità dal permesso di costruzione ovvero, accertata la sussistenza di tutti i requisiti necessari, ne consenta l'acquisizione conservativa al patrimonio indisponibile del comune al fine di recuperare aree ed edifici per fini di pubblico interesse, tra cui anche l'eventuale destinazione ad alloggi di edilizia sociale;

    37) sulla scia di quanto già fatto nel corso della XVIII legislatura, con l'introduzione nell'ordinamento italiano dello strumento del cosiddetto superbonus 110 per cento, è auspicabile un intervento normativo che consenta di riorganizzare e rendere strutturale il sistema delle detrazioni fiscali in materia edilizia, così da rendere tali misure più accessibili per il contribuente e garantire, da un lato, la tutela dell'ambiente, attraverso l'incremento dell'efficienza energetica e la riduzione del rischio sismico delle abitazioni, dall'altro il riconoscimento in favore dei meno abbienti di misure per agevolare la riqualificazione edilizia delle proprie abitazioni, in particolar modo attraverso il meccanismo dello sconto in fattura che consente anche ai ceti sociali più fragili di migliorare la qualità e l'impatto energetico della propria abitazione;

    38) occorre, inoltre, promuovere e sostenere processi di partecipazione sociale, cooperativistica e di «lavoro di comunità», quali le comunità energetiche rinnovabili, capaci di ridurre le disuguaglianze territoriali in un'ottica solidale ed egualitaria e di contrastare l'emarginazione e il degrado sociale;

    39) nell'ambito delle politiche di sviluppo territoriale appare altresì necessario prevedere appositi contributi e incentivi di carattere assistenziale e sociale volti ad invertire il declino infrastrutturale e demografico proprio dei piccoli borghi, soprattutto se situati nelle aree interne del nostro Paese, dove peraltro la popolazione è mediamente più anziana, al fine di favorirne il ripopolamento e contestualmente allentare la pressione antropica sui grandi centri urbani. In linea con la strategia nazionale per le aree interne, è necessario accompagnare tali misure con progetti che consentano di potenziare servizi e infrastrutture sociali di comunità e facilitare la realizzazione di contesti abitativi e residenziali dove siano disponibili o facilmente accessibili servizi sanitari di base e servizi di supporto alla vita quotidiana anche per le persone anziane;

    40) da ultimo, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nell'ambito della missione 5, ha previsto specifici investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale, in programmi urbanistici partecipati, finalizzati al miglioramento di ampie aree urbane degradate, nella realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica, mediante il programma innovativo della qualità dell'abitare (PinQua) per ridurre le difficoltà abitative, con particolare riferimento al patrimonio pubblico esistente, e alla riqualificazione delle aree degradate, puntando principalmente sull'innovazione verde e sulla sostenibilità,

impegna il Governo:

1) nell'ambito degli interventi di pianificazione e programmazione delle politiche abitative, ad adottare le iniziative di competenza, anche normative, finalizzate:

  a) a prevedere e dare attuazione in tempi certi ad un programma nazionale pluriennale di edilizia residenziale pubblica a consumo di suolo zero, adeguatamente finanziato, che consenta di far fronte in modo sistematico e risolutivo alla grave situazione di disagio ed emergenza abitativa dovuta alla carenza di alloggi;

  b) a dare attuazione alle misure previste nell'ambito della missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in modo da garantire il coordinamento degli investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale, con l'obiettivo di accompagnare all'edilizia residenziale pubblica la creazione di spazi e/o servizi culturali e socioassistenziali in grado di migliorare l'inclusione e la qualità della vita dei cittadini destinatari di tali interventi;

  c) ad effettuare una ricognizione delle risorse stanziate con le leggi in materia di edilizia residenziale pubblica, e rimaste ad oggi inutilizzate, accertando le cause dell'eventuale mancata utilizzazione, e ad assicurare il reimpiego immediato degli importi eventualmente residui per far fronte alla carenza di alloggi a canone sociale;

  d) a prevedere interventi sostitutivi, anche tramite la nomina di commissari ad acta, per tutti i programmi finalizzati all'edilizia sociale nei casi di conclamata inadempienza degli accordi di programma o delle intese da parte degli enti coinvolti, al fine di rimuovere le inerzie accertate e dare nuovo e risolutivo impulso ai procedimenti in corso per definirli o destinare le risorse ancora disponibili a nuovi programmi;

2) ad adottare iniziative per prevedere una complessiva ricognizione del patrimonio edilizio esistente, comprensivo del patrimonio in stato di degrado, ivi incluso il patrimonio industriale dismesso suscettibile di riconversione all'edilizia residenziale pubblica, al fine di perseguire una corretta pianificazione dell'offerta abitativa;

3) ad adottare iniziative per ripristinare l'istituzione, presso il Ministro delle infrastrutture, dell'Osservatorio nazionale della condizione abitativa, già previsto dalla legge n. 431 del 1998, con il compito di effettuare la raccolta dei dati nonché il monitoraggio permanente della situazione abitativa a livello nazionale;

4) ad adottare iniziative per introdurre misure di monitoraggio e sostegno all'utilizzo del «Superbonus 110 per cento» per gli interventi effettuati da Iacp ed enti equivalenti, nonché a garantire la continuità dei bonus edilizi nell'ambito di una strategia di lungo termine nello stanziamento delle risorse pubbliche, prevedendo l'introduzione di meccanismi premiali che tengano in debita considerazione, insieme al livello socio-economico degli interessati, le caratteristiche tecniche degli interventi sotto i seguenti profili: efficientamento energetico dell'edificio; utilizzo di materiali riciclati o provenienti da filiere rinnovabili, quali quelli di origine vegetale; abbattimento delle barriere architettoniche; previsione di installazione di sistemi di produzione energetica da fonti rinnovabili; messa in sicurezza sismica dell'edificio;

5) ad adottare iniziative per definire una normativa quadro sull'edilizia residenziale pubblica e sociale che definisca i livelli essenziali del servizio abitativo, in linea con la normativa europea sul diritto all'abitazione inteso come posizione soggettiva avente un «contenuto essenziale»;

6) ad adottare le iniziative di competenza per introdurre meccanismi che consentano di garantire il criterio della rotazione nell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica mediante il monitoraggio periodico circa la sussistenza dei presupposti e delle condizioni che legittimano la permanenza delle assegnazioni, prevedendo procedure semplificate di rilascio dell'alloggio da parte di terzi che risultino occupanti senza titolo;

7) nell'ambito delle misure volte al contrasto del disagio abitativo, ad adottare iniziative normative finalizzate:

  a) a prevedere un aumento e una razionalizzazione delle risorse relative al fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e a quello per la morosità incolpevole, individuando modalità procedurali atte a rendere più agevole l'erogazione delle risorse nei confronti dei soggetti aventi diritto (prevedendo anche l'erogazione diretta in favore dei proprietari degli immobili dati in locazione) non solo con tempi contenuti e certi ma anche con criteri omogenei che assicurino, quanto più possibile, livelli essenziali e uniformi delle prestazioni;

  b) a prevedere l'istituzione di un fondo nazionale di garanzia per la locazione di immobili abitativi in favore di alcune categorie di soggetti o nuclei familiari come, ad esempio, giovani coppie, genitori separati o divorziati con figli – minorenni, maggiorenni disabili o non economicamente indipendenti – al fine di consentire un più agevole accesso al mercato delle locazioni per tutti quei soggetti che non abbiano possibilità di fornire idonee garanzie in ordine alla propria solidità economica e futura solvibilità;

  c) a definire incentivi fiscali per la rinegoziazione dei canoni di locazione ed una loro diminuzione per prevenire le difficoltà e criticità connesse alla morosità incolpevole;

  d) a valutare l'opportunità di prevedere la riduzione dell'Iva applicata sui canoni di locazione di edilizia convenzionata o in qualsiasi modo agevolata, attualmente pari al 10 per cento;

8) ad adottare iniziative per prevedere modalità tracciabili di pagamento dei canoni di locazione, che favoriscano l'eliminazione dell'uso del contante, nonché sistemi di controllo della regolarità della registrazione dei contratti, anche al fine di garantire la certezza e legittimità dei rapporti posti in essere;

9) a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative per prevedere un ulteriore incremento della detrazione d'imposta sui canoni pagati dagli inquilini che abbiano un reddito complessivo inferiore ai 30 mila euro;

10) ad adottare iniziative per introdurre strumenti normativi ed operativi volti a promuovere e favorire la costituzione e la diffusione di insediamenti di cohousing, in linea con le normative e le best practices già esistenti in molti Paesi europei;

11) ad addivenire alla definitiva adozione dei decreti attuativi sulle comunità energetiche rinnovabili, anche al fine di promuovere modelli socioeconomici circolari e solidali in grado di rispondere direttamente alle esigenze del territorio;

12) ad adottare iniziative volte a prevedere appositi contributi e incentivi di carattere assistenziale e sociale volti a contrastare fenomeni di declino infrastrutturale e demografico propri dei piccoli borghi, soprattutto se situati nelle aree interne del nostro Paese, al fine di favorirne il ripopolamento e contestualmente allentare la pressione antropica sui grandi centri urbani;

13) ad adottare adeguate iniziative volte ad accelerare gli interventi di demolizione di opere abusive ovvero, laddove possibile, l'acquisizione conservativa degli stessi al patrimonio indisponibile del comune al fine di recuperare aree ed edifici per fini di pubblico interesse da destinare anche ad alloggi per l'edilizia residenziale pubblica.
(1-00161) «Santillo, Francesco Silvestri, Ilaria Fontana, D'Orso, Pellegrini, L'Abbate, Morfino».