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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 20 marzo 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   L'XI Commissione,

   premesso che:

    i dati Istat di dicembre 2022 in materia di previdenza attestano che nel 2021 in Italia risultavano 16.041.202 pensionati per un totale di 22.758.797 prestazioni previdenziali, ovvero una media di 1,4 pro capite. Mediamente il valore di una pensione annua si aggira intorno ai 13.753 euro, ovvero 10.985 euro per le donne e 17.136 euro per gli uomini;

    i pensionati al minimo risultano essere circa 3.674.259, dei quali più di 1 milione e mezzo percepiscono un valore pari o inferiore a 500 euro al mese, mentre il restante milione percepisce tra i 500 e i 1.000 euro al mese;

    il Governo Berlusconi, con la legge n. 448 del 2001, a decorrere dal 1° gennaio 2002 ha elevato gli importi delle pensioni minime a 1 milione di lire per tutte le persone con età superiore a 70 anni e con un reddito allora al di sotto di 13 milioni di lire, con la finalità di prevedere un aiuto concreto in favore delle fasce di popolazione più disagiate;

    disagio che oggi, dopo oltre 20 anni da quella riforma, molti pensionati sono tornati a vivere considerato l'aumento del costo della vita media, che secondo i dati Istat, oggi è pari a circa 2.437 euro mensili, che si traducono per un single tra 1.200 e 1.700 euro al mese, mentre per una famiglia tra 2.200 e 2.700 euro al mese;

    la lettura di tali dati dovrebbe indurre ad un'attenta riflessione, perché significa che quasi 4 milioni di pensionati oggi vivono al di sotto della soglia di povertà;

    un primo, parziale, passo avanti avanti in tal senso è stato compiuto con la legge di bilancio per l'anno 2023 che, per le persone con più di 75 anni ha innalzato, per il medesimo anno, l'importo minimo delle pensioni a 600 euro mensili;

    presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, su iniziativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, è stato avviato un «cantiere pensioni» al fine di impostare una riforma di sistema previdenziale;

    dal confronto con le associazioni sindacali sono già emersi vari aspetti quali, ad esempio, l'accesso alla pensione ai 62 anni, colmare i vuoti di contribuzione conseguenti alla precarietà giovanile, valorizzare il lavoro delle donne all'interno delle famiglie con l'anticipo pensionistico per ogni figlio avuto, rendere strutturale opzione donna nella sua versione originale e ripristinare la rivalutazione delle pensioni colpite da più di 10 anni di blocco della perequazione;

    l'abrogazione a decorrere dall'anno 2024 della misura denominata reddito di cittadinanza, prevista dalla legge di bilancio per l'anno 2023, ha liberato in bilancio circa 7 miliardi di euro a regime, appostati per il momento sul capitolo n. 3552 dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali;

    parte di queste risorse potrebbero essere utilizzate per finanziare una misura volta ad innalzare in maniera strutturale l'attuale importo minimo delle pensioni, misura che rientrerebbe a pieno titolo nell'ambito della lotta alla povertà, con particolare riferimento alle persone più anziane e come tali più fragili della nostra società,

impegna il Governo:

   ad adottare iniziative volte a rendere strutturale l'innalzamento a 600 euro mensili dell'importo minimo delle pensioni per le persone ultrasettantacinquenni di cui all'articolo 1, comma 310, della legge n. 197 del 2022;

   a valutare un ulteriore ampliamento della platea individuata all'articolo 1, comma 310, della legge n. 197 del 2022;

   ad individuare le risorse e le modalità per prevedere un ulteriore incremento progressivo, da realizzarsi nell'arco della legislatura, dell'importo minimo delle pensioni, dando priorità, nell'individuazione della platea, ai soggetti ritenuti più deboli individuati sulla base di una valutazione che tenga conto dell'età e del reddito complessivo.
(7-00073) «Tenerini, Barelli, Tassinari».


   La XII Commissione,

   premesso che:

    la figura dell'operatore socio-sanitario e il relativo profilo professionale sono stati individuati dall'Accordo Stato-regioni del 22 febbraio 2001, in risposta alle esigenze del sistema sanitario nazionale di prevedere operatori che collaborassero con le professioni sanitarie e sociali, a fronte della crescente esigenza di favorire il benessere e l'autonomia dell'utente e di soddisfare i bisogni primari della persona in un contesto, appunto, sia sociale che sanitario;

    dunque, l'attività dell'operatore socio-sanitario può essere esercitata, esclusivamente previa acquisizione di apposito titolo, nel settore sociale e in quello sanitario, in servizi di tipo socioassistenziali e sociosanitario residenziali e non, in ambiente ospedaliero o al domicilio dell'utente;

    si tratta di un'attività rivolta alla persona al fine di fornire: assistenza diretta e di supporto alla gestione dell'ambiente di vita, interventi igienico sanitari e di carattere sociale, supporto gestionale, organizzativo e formativo svolto su indicazione – ciascuna secondo le proprie competenze – dei collaboratori professionali preposti all'assistenza sanitaria e a quella sociale, ed in collaborazione con gli altri operatori, secondo il criterio del lavoro multi professionale;

    infatti, l'articolo 1, comma 8, del decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 gennaio 2002, n. 1, ha consentito a tali operatori di collaborare con il personale infermieristico od ostetrico e di svolgere alcune attività assistenziali in base all'organizzazione dell'unità funzionale di appartenenza e conformemente alle direttive dell'assistenza infermieristica od ostetrica e sotto la sua supervisione;

    a distanza di tempo, scandito da un lungo silenzio normativo, è nel 2018 che con la legge 11 gennaio 2018, n. 3, è stata data attuazione all'articolo 3-octies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, che prevedeva l'istituzione di una specifica area delle professioni sociosanitarie all'interno del Servizio sanitario nazionale;

    tuttavia, dall'inserimento dell'operatore socio-sanitario nell'ambito della menzionata area non è derivato il riconoscimento dello status giuridico di professione sanitaria ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge n. 43 del 2006;

    pertanto, tali lavoratori restano configurati nell'ambito della categoria degli operatori di interesse sanitario, di cui all'articolo 1, comma 2, della legge n. 43 del 2006, la cui formazione è demandata alle regioni,

impegna il Governo

a prevedere l'istituzione di un tavolo tecnico di confronto Ministero-regioni con il compito di formulare proposte e indirizzi volti alla razionalizzazione e all'adeguamento della normativa vigente in materia di operatori socio-sanitari.
(7-00074) «Schifone, Vietri, Ciocchetti, Rosso, Maccari, Morgante, Lancellotta, Ciancitto, Colosimo».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta orale:


   IEZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   in un editoriale del direttore di Libero dal titolo «Anche a Cairo e al suo Corriere i soldi pubblici non fanno schifo» si apprende delle diverse forme di finanziamento del principale quotidiano italiano;

   in particolare l'articolo di Libero, precisa che il fondo per l'editoria, cui accedono tutte le testate, non è l'unico finanziamento pubblico a giornali ed editori;

   come noto, i contributi all'editoria si dividono in misure di carattere diretto consistenti in finanziamenti a fondo perduto erogati direttamente nei confronti delle singole imprese editrici e di carattere indiretto relative a modalità di sostegno che non determinano erogazioni finanziarie a fondo perduto, pur andando a beneficio delle singole imprese editrici;

   il Corriere della Sera, come gli altri quotidiani, incassa dallo Stato cinque centesimi di euro per ogni copia venduta oltre il credito d'imposta concesso – sempre a tutte le testate – per l'acquisto della carta;

   sempre il Corriere della Sera, viene ricordato nel summenzionato articolo di Libero, ha goduto dell'alleggerimento dei propri organici, e quindi dei propri conti, con un esoso prepensionamento a carico dell'Inps, quindi pagato con soldi pubblici;

   altre ingenti risorse arrivano al Corriere della Sera sotto forma di pubblicità da parte di società a partecipazione pubblica quali Leonardo, Tirrenia, Cassa depositi e prestiti, Eni ed Enel;

   per l'interrogante, è doveroso avere massima trasparenza sull'utilizzo dei fondi pubblici, come peraltro sempre ribadito dal Corriere della Sera e dai suoi autorevoli giornalisti (basti pensare al best seller La Casta) –:

   a quanto ammonti la somma percepita dal Corriere della Sera e alle altre realtà Rcs derivante dalla pubblicità finanziata da società a partecipazione pubblica;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per razionalizzare e rendere sempre più trasparente il sostegno pubblico ai media.
(3-00263)


   DE PALMA, CAROPPO e D'ATTIS. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   gli organi di stampa, nei giorni scorsi, hanno riportato notizie secondo cui la regione Puglia sta attuando un programma finalizzato ad assumere il controllo pubblico del settore dei rifiuti attraverso l'autorità d'ambito, cioè l'Agenzia regionale dei rifiuti (Ager Puglia), ente che oggi esercita l'attività di regolazione e controllo;

   predetta decisione è stata presa all'indomani delle sentenze del Tar Lombardia che hanno annullato gli atti regionali di qualificazione come «impianti minimi» della quasi totalità degli impianti di trattamento rifiuti presenti in Puglia, sia pubblici, sia privati;

   la delibera di giunta regionale n. 1452 del 24 ottobre 2022 della regione Puglia detta indirizzi alla società controllata Acquedotto pugliese Spa (Aqp) al fine di avviare un percorso con Ager per la valutazione della conformità dell'operazione di ingresso di Ager nel capitale di Aseco, società controllata al 100 per cento da Aqp, con l'assunzione di una partecipazione qualificata;

   la predetta delibera di giunta regionale stabilisce che risulta necessario completare la valutazione della fattibilità dell'operazione di ingresso di Ager nel capitale sociale di Aseco, già avviata da Ager con protocollo d'intesa del 2020, per l'assunzione di una partecipazione che garantisca un ruolo gestionale qualificante secondo i principi dell'in-house-providing, in modo da consentire all'Ager di affidare 1) ad Aseco gli impianti di trattamento, recupero, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti urbani 2) ad Aseco lo smaltimento dei fanghi di depurazione delle acque reflue urbane prodotti dai depuratori gestiti;

   parrebbe che regione Puglia intenda concentrare il settore dei rifiuti in Ager, destinando alla stessa il 50 per cento delle quote della società Aseco, già di Aqp, al fine di affidarle la costruzione e gestione degli impianti;

   tale iniziativa ad avviso dell'interrogante si pone in contrasto con l'articolo 6 del nuovo Testo unico sui servizi pubblici locali (decreto legislativo n. 201 del 2022), che vieta la commistione tra i soggetti, come Ager, che esercitano l'attività di regolazione e controllo e quelli che si occupano della gestione del servizio;

   la regione intenderebbe aggirare tale divieto in base alla previsione dell'articolo 33, comma 2, che prevede che «l'articolo 6, comma 2, si applica alle partecipazioni degli enti di governo dell'ambito del servizio dei rifiuti urbani ... a decorrere dal 30 marzo 2023»;

   la lettura della norma fornita dalla regione appare in contrasto con il suo dato testuale. L'articolo 33, comma 1, prevede infatti che sfuggono al divieto dell'articolo 6, comma 2, solo gli affidamenti già in essere alla data di entrata in vigore del decreto, che è avvenuta il 31 dicembre 2022. Il comma 2 dell'articolo 33 si limita invece a prevedere che il divieto di cui all'articolo 6, comma 2, si applica a decorrere dal 30 marzo, nel senso che solo da quella data scatta l'obbligo di dismissione delle partecipazioni degli enti di governo, e non anche che le società costituite prima di quella data sono esonerate dal divieto anche per il futuro;

   con delibera del comitato dei delegati Ager, composto dai sindaci di vari comuni, n. 1 del 1° marzo 2023, è stata approvata l'operazione di acquisto Ager da Acquedotto pugliese s.p.a. del 40 per cento del capitale sociale di Aseco s.p.a. La nuova società è costituita da comuni e regione, i quali tramite Ager e Aqp diventerebbero soci della Aseco, la nuova società dei rifiuti pugliese –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto rappresentato in premessa e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda assumere al fine di chiarire l'ambito di operatività della previsione dell'articolo 33, comma 2, del decreto legislativo n. 201 del 2022, anche al fine di evitare la diffusione di modelli di governance, in un ambito così delicato quale quello della gestione dei rifiuti, che appaiono in contrasto col principio di separazione tra funzioni di regolazione-controllo e funzioni di gestione.
(3-00265)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BERRUTO, MANZI, ZINGARETTI e ORFINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   è di questi giorni la decisione dell'assemblea della Lega calcio di Serie A di cambiare il format della Supercoppa italiana e di voler disputare le prossime quattro edizioni in Arabia Saudita;

   è stato l'amministratore delegato, De Siervo, a spiegare i termini del nuovo accordo con la nazione araba, che continua a legarsi al nostro calcio per motivi economici: (...) «Abbiamo deciso di accettare l'offerta dell'Arabia per ospitare quattro edizioni di Supercoppa in sei anni. La prossima frutterà 23 milioni, mentre con una gara sola e l'amichevole la cifra scenderà a 12 milioni, soldi fondamentali per le finanze dei club italiani» (...);

   la scelta ha già dato adito a numerose preoccupazioni, la più importante e condivisibile, è quella in merito alla mancanza di rispetto dei diritti umani in Arabia Saudita;

   già in occasione dei Mondiali di calcio in Qatar sono state diverse le denunce delle maggiori organizzazioni internazionali sui diritti umani;

   anche come Gruppo PD, nella scorsa legislatura, è stata presentata una mozione (n. 1-00566) per dichiarare contrarietà a sfruttare il calcio per operazioni di sportwashing utili solo a chi vuole nascondere la violazione dei diritti ed organizzare grandi eventi sportivi per mostrare un'immagine lontana dalla realtà e ostacolare la denuncia delle violazioni in cambio di denaro;

   le istituzioni internazionali sportive già durante la possibile nascita della Superlega, si sono mobilitate con il sostegno dei tifosi, delle società del mondo dello sport e degli appassionati, evidenziando come la stessa competizione non fosse in linea con i valori fondanti dello sport;

   gli interroganti ritengono che gli eventi calcistici, come altri eventi sportivi, rappresentino un momento importante per veicolare valori universali come i diritti umani e i diritti civili, diritti inalienabili e fondamento di libertà –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda adottare al fine di tutelare il vero spirito sportivo ed evitare che il calcio, come altri eventi sportivi, vengano sfruttati per mere operazioni di sportwashing.
(5-00540)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   FOTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito dell'esercizio dei propri poteri di vigilanza, l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), in seguito alla consultazione della banca dati nazionale dei contratti pubblici (Bdncp), ha chiesto dettagliate informazioni a una società responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi in merito ad alcune procedure di affidamento di appalti;

   dall'esame di quanto pervenuto all'Autorità sono emerse irregolarità e criticità negli affidamenti di otto appalti, per un valore complessivo di otto milioni e quattrocentomila euro, in relazione alle quali, con nota del 24 giugno 2022, è stato comunicato l'avvio di un procedimento di vigilanza;

   con la delibera n. 62 del 2023 dell'11 gennaio 2023, Anac ha chiuso il procedimento di vigilanza nei confronti della società, contestando inadempienze e violazioni del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50;

   la società in questione, infatti, pur disponendo di una disciplina speciale per quanto riguarda le procedure connesse allo smantellamento delle centrali elettronucleari dismesse è, in ogni caso, soggetta alla disciplina del codice degli appalti, in quanto quando dispone in materia di affidamenti pubblici, è da considerarsi comunque organismo di diritto pubblico; essa, pertanto, aveva l'obbligo di distinguere gli appalti e gli affidamenti non rientranti nelle procedure strumentali, bensì rientranti settori ordinari, ma tale distinzione non è avvenuta;

   molteplici sono state le violazioni rilevate da Anac: il servizio di autonoleggio a lungo termine senza conducente (due aggiudicazioni, una di 500.000 euro, è l'altra di 2.400.360 euro), nell'ambito del quale sono state disposte proroghe illegittime, addirittura successive all'originaria scadenza contrattuale, senza eseguire verifiche di conformità del servizio reso e senza rispettare il codice degli appalti; i servizi per il coinvolgimento degli stakeholder e per la comunicazione (contratti per 1 milione e mezzo e per 860.290 euro), con illegittimità di proroghe contrattuali, senza verifiche di conformità e con documentazione del tutto insufficiente; i servizi per la comunicazione online nell'ambito dei processi di localizzazione del parco (346.407 euro il valore del contratto), nell'ambito dei quali non sono stati rispettati gli obblighi di pubblicazione né le procedure del bando di gara, come pure sono state effettuate proroghe contrattuali fuori dalla normativa vigente;

   Anac, inoltre, ha contestato alla società anche anticipate esecuzioni del contratto, prima che lo stesso diventasse efficace, o contratti stipulati «in sanatoria», due anni dopo il momento dell'esecuzione della prestazione, come per esempio avvenuto per i servizi di ingegneria per l'elaborazione del progetto del deposito di bassa e media attività, e quello temporaneo di alta attività (317.600 euro), nonché la somministrazione di lavoro a tempo determinato, senza alcun riferimento alla normativa esistente in Italia e infine, l'affidamento dei servizi di gestione dei siti internet (581.624 euro), avvenuto senza il rispetto dei requisiti di legge;

   tra i rilievi e criticità sollevate da Anac anche la scomparsa di documenti, non rinvenibili né in formato elettronico, né allegati ai contratti stipulati con tre diversi aggiudicatari, come pure la mancanza di documentazione delle offerte tecniche presentate in gara dai concorrenti quando sono state effettuate le gare;

   ora la società ha quarantacinque giorni di tempo per rispondere ad Anac, indicando come intenda adeguarsi ai rilievi fatti e sanare le criticità esistenti –:

   se al Governo risulti se la società destinataria delle contestazioni mosse da Anac, di cui in premessa non sia una società a partecipazione pubblica;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare, sulla base delle criticità emerse, a tutela dell'interesse pubblico.
(4-00698)

CULTURA

Interrogazioni a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, la giunta di centrodestra del comune di Marcon, in provincia di Venezia, ha negato alla sezione locale dell'Anpi il patrocinio alla proiezione del film Roma città aperta di Roberto Rossellini, universalmente riconosciuto come capolavoro del cinema neorealista, in programma sabato 18 marzo presso l'auditorium de Andrè;

   la motivazione al diniego fornita dal comune è che tale iniziativa, al momento, non sarebbe in linea con il programma culturale di mandato;

   l'iniziativa dunque potrà aver luogo solo a fronte del pagamento della tariffa dovuta per l'affitto della sala che solitamente viene concessa gratuitamente alle associazioni;

   a parere dell'interrogante è assurdo che uno dei film italiani più famosi al mondo che raccontano dell'occupazione tedesca di Roma durante la Resistenza, venga considerato «non in linea» con la programmazione culturale del comune;

   già nei mesi scorsi, lo stesso sindaco di Marcon aveva cercato invano di impedire che il Consiglio d'istituto della scuola Malipiero intitolasse la scuola elementare alla staffetta partigiana Tina Anselmi, deputata Dc, prima donna Ministro, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla P2;

   ad avviso dell'interrogante è inaccettabile che le istituzioni vengano piegate a ideologie di parte attraverso un atto (la negazione del patrocinio) che può essere interpretato come un disconoscimento della tragicità della dittatura fascista e dell'occupazione nazista nel nostro Paese e una offesa dei valori della Resistenza, su cui si fondano la nostra Repubblica e le nostre libertà;

   a fronte di un fatto del genere, v'è da chiedersi come sia possibile una tale inconsapevolezza, da parte di alcuni amministratori locali, di aspetti che attengono ai valori fondanti della nostra cultura democratica, e come si possa evitare che alcuni di loro continuino a ricorrere a basse strumentalizzazioni di opere che appartengono indiscutibilmente alla cultura nazionale del nostro Paese, con il rischio di creare confusione nelle comunità amministrate diffondendo messaggi diseducativi –:

   quale sia l'orientamento dei Ministri interrogati in merito ai fatti esposti in premessa;

   se i Ministri interrogati anche in collaborazione con la Prefettura di Venezia e l'Anpi, non intendano organizzare una proiezione gratuita, in un luogo pubblico del comune di Marcon, del film Roma città aperta di Roberto Rossellini, così da recuperare il danno di immagine procurato dalla decisione del sindaco di rifiutare il patrocinio del comune all'iniziativa organizzata dall'Associazione nazionale partigiani d'Italia.
(4-00697)


   SCOTTO, PICCOLOTTI e SCARPA. — Al Ministro della cultura, al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la città di Marcon è un comune di circa 17500 abitanti, situata nel territorio dell'area metropolitana di Venezia;

   qualche giorno fa la locale sezione dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, nell'ambito di una rassegna di proiezioni volte a ricordare un momento storico fondamentale e fondante della nostra democrazia, ha richiesto all'amministrazione comunale il patrocinio per poter proiettare la pellicola di «Roma Città Aperta»;

   va ricordato che il film in questione rappresenta un capolavoro del neorealismo cinematografico italiano, che segna un vero e proprio spartiacque. La guerra era appena finita quando Roberto Rossellini decise, con assoluta immediatezza, di far conoscere al mondo quell'Italia martoriata e devastata da un conflitto che si poteva evitare, che si doveva evitare. Così, nel 1945 uscì «Roma Città Aperta», un film ambientato un paio di anni prima, mentre le autorità naziste cospiravano per annientare la resistenza della città. Non c'è discussione politica, ma un chiaro e dettagliato racconto morale di una condizione sociale;

   «Roma Città Aperta» è un notevole film-documentario che, per dare vita alle immagini, fu girato nei corridoi, negli hotel, nelle strade, nelle periferie. I protagonisti furono portati in mezzo a degli scenari popolati da gente comune, confondendo e mascherando con efficace maestria le linee di ciò che era cinema e cosa era la realtà;

   il comune di Marcon con una nota del 14 marzo 2023 indirizzata al presidente dell'Anpi e richiamando la deliberazione n. 47 del 9 marzo 2023 ha ritenuto di non patrocinare la proiezione prevista per il 18 marzo 2023 in quanto «l'iniziativa in questo momento non è in linea con il programma culturale di mandato»;

   va aggiunto, che «Roma Città Aperta» oltre a raccontare un periodo con un significato storiografico importante per la storia della nostra democrazia, è un'opera di indiscusso valore cinematografica tanto da aver ricevuto vari premi ed apprezzamenti a livello internazionale –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, si intendano promuovere affinché, anche a livello di comunità locali, si favorisca la diffusione della piena consapevolezza del significato storico, politico e culturale della Resistenza.
(4-00699)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   D'ALFONSO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   secondo l'articolo 7 comma 1, lettera d) del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 «A coloro che nei due anni precedenti (...) siano stati presidente o amministratore delegato di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione (...) non possono essere conferiti (...) gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale.»;

   il 13 febbraio 2023, l'assemblea ordinaria dei soci Fi.R.A. s.p.a., la società in house di sviluppo industriale della regione Abruzzo, nata dalla fusione per incorporazione con la società Abruzzo Sviluppo s.p.a., altra società in house 100 per cento della regione Abruzzo, le cui azioni sono detenute al 100 per cento dalla regione Abruzzo, ha nominato, dopo l'approvazione del nuovo statuto in data 3 febbraio 2023, il nuovo consiglio di amministrazione della società unica composto da 5 consiglieri;

   assieme ai riconfermati 3 componenti del precedente cda della Fi.R.A., compaiono il dottor Stefano Cianciotta, già Presidente e a.d. di Abruzzo Sviluppo e la dottoressa Nicoletta Salvatore, già Vicepresidente di Abruzzo Sviluppo, entrambi cessati dal loro precedente incarico, all'esito dell'approvazione del progetto di fusione per incorporazione, il 31 dicembre 2022;

   l'interrogante ha già segnalato presso le autorità competenti l'ipotesi di inconferibilità di cui all'articolo 7 lettera d) del decreto legislativo n. 39 del 2013 relativamente alle nomine del dottor Stefano Cianciotta e dottoressa Nicoletta Salvatore a componente di consigliere (il primo anche con deleghe) del nuovo cda della Fi.R.A. s.p.a. avvenute in data 13 febbraio 2023;

   il dottor Stefano Cianciotta e la dottoressa Nicoletta Salvatore, infatti, non avrebbero potuto assumere la carica di Consigliere di Amministrazione della società Fi.R.A. s.p.a., peraltro il primo anche con l'assegnazione di deleghe gestionali, in quanto gli elementi costitutivi della fattispecie di inconferibilità attengono sia all'incarico in provenienza sia a quello in destinazione;

   la fattispecie in esame, secondo l'interrogante, non può essere assimilata a quella verificatisi nella regione Lazio con la nascita della società LAZIO CREA spa, creata per effetto della fusione di due società in house della regione Lazio (e cioè Lazio Service s.p.a. e Lait Lazio innovazione, oggetto di parere del 25 novembre 2015 da parte dell'Anac sempre in tema di inconferibilità ai sensi dell'articolo 7 del decreto legislativo n. 39 del 2013;

   qualsiasi ragionamento svolto dall'Anac circa il supposto mantenimento della identità della società incorporata, nell'ambito un processo di incorporazione, prendendo a base la decisione della Cassazione a Sezioni Unite n. 2637 del 2006 ( la incorporazione non comporta la estinzione della società incorporata), non risulta oggi corretto e sostenibile proprio alla luce della nuova giurisprudenza della Corte di cassazione (sentenza 30 luglio 2021 n. 21970) che si è pronunciata in senso diametralmente opposto (ossia nel caso di fusione per incorporazione la società incorporata si «estingue») e certamente in maniera più lineare evitando di creare fictio iuris. Ciò con la conseguenza che le società FIRA s.p.a. è un «ente» diverso rispetto alla società incorporata estinta, e nei cui confronti opera, ai fini delle nomine degli organi di amministrazione, il divieto di cui al citato articolo 7 comma 1, del decreto legislativo n. 39 del 2013 –:

   se i Ministri interrogati dispongano di elementi sulla situazione esposta in premessa, se condividano il quadro interpretativo sopra illustrato e, per quanto di loro competenza, ravvisino l'urgenza di adottare iniziative normative volte a chiarire in maniera pienamente univoca la disciplina vigente, in materia di inconferibilità ai sensi dell'articolo 7, comma 1, lettera d) del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39.
(4-00696)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, per sapere – premesso che:

   la legge fallimentare (articolo 108) e oggi il codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (articolo 217) consentono la sospensione della vendita forzata persino dopo l'avvenuta conclusione della procedura competitiva e in esito ad aggiudicazione definitiva del bene. In particolare, si concede al giudice di «impedire il perfezionamento della vendita» – già conclusa – entro dieci giorni dal deposito degli atti del procedimento da parte del curatore, «quando il prezzo offerto risulti notevolmente inferiore a quello giusto»;

   un tale quadro normativo è suscettibile, ad avviso dell'interpellante, di applicazioni lesive del principio di stabilità delle vendite sancito dalla giurisprudenza di legittimità;

   a questo proposito si segnala la vicenda relativa alla vendita della casa di cura «Villa dei Pini» in Anzio: una clinica medico-chirurgica, autorizzata dalla regione Lazio e regolarmente accreditata, che riveste un ruolo centrale sia sotto il profilo dell'assistenza territoriale sia occupazionale, dando lavoro a 127 dipendenti e decine di medici in regime libero-professionale; secondo quanto appreso dall'interpellante, dal 2018 la struttura è gestita dalla Anzio Servizi Assistenziali Srl (ASA) tramite un contratto di affitto d'azienda stipulato con l'intestataria del bene, Merinvest Srl; una volta dichiarato il fallimento della Merinvest e aperta da parte della curatela fallimentare la procedura di vendita della casa di cura, ASA avrebbe esercitato il diritto di prelazione ad essa spettante ai sensi del disciplinare di gara; l'offerta di ASA sarebbe poi stata superata da HD Hospital Device Srl (che nel frattempo aveva rilevato le quote della fallita Merinvest), che avrebbe presentato una controfferta che, ad avviso di ASA e della curatela stessa, era da ritenersi tardiva, in contrasto col disciplinare di vendita e con un miglioramento economico meramente strumentale. Il giudice fallimentare avrebbe tuttavia deciso di accogliere l'istanza della HD, ritenendo sussistenti gli estremi per disporre la sospensione della vendita, valutando il prezzo offerto da ASA «inferiore a quello giusto di mercato» e disponendo di non procedersi ulteriormente con le operazioni di vendita in favore di ASA;

   ad avviso dell'interpellante l'anomalia appena descritta – oltre alla sua incidenza nella fattispecie appena segnalata, nella quale sono in gioco interessi di centinaia di lavoratori e un patrimonio di know-how nel settore medico-chirurgico da non disperdere – è passibile di ripetersi in altre procedure concorsuali a causa di un quadro normativo che sostanzialmente permette che nuove offerte vengano presentate dal medesimo soggetto già partecipante all'asta, a parere dell'interpellante con evidenti effetti distorsivi del procedimento –:

   se si intendano adottare iniziative normative volte a modificare la previsione che consente di «impedire il perfezionamento della vendita», quando questa sia di fatto già conclusa, se «il prezzo offerto risulti notevolmente inferiore a quello giusto».
(2-00106) «Ciocchetti».

Interrogazioni a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO, SERRACCHIANI, TONI RICCIARDI e ANDREA ROSSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   a fronte dell'accordo tra ArcelorMittal e Invitalia del 10 dicembre 2020, lo Stato ha, de facto, fatto ingresso nella società produttrice di acciaio che conta tra i suoi stabilimenti anche quello ex Ilva di Taranto;

   l'ex Ilva di Taranto è stata, a partire dal 2012, oggetto di numerosi provvedimenti e inchieste sugli alti livelli di inquinamento prodotti, responsabili di gravissimi danni all'ambiente e alla salute umana e animale dell'area;

   a dieci anni dal sequestro degli impianti dell'area a caldo dello stabilimento tarantino, i fenomeni emissivi di sostanze nocive non sono cessati;

   da quanto si apprende da organi di stampa e inchieste locali corroborata dai dati dell'Arpa Puglia, nel novembre del 2021 (periodo in cui lo Stato, tramite Invitalia, aveva già una consistente partecipazione in Acciaierie d'Italia), il valore medio mensile delle emissioni di diossina e pcb ha superato la media annuale del lontano 2008, ben oltre i limiti di legge;

   tali fenomeni si abbattono sull'abitato circostante lo stabilimento, non risparmiando le scuole presenti nell'area, i terreni agricoli, le aree destinate all'allevamento di capi di bestiame;

   l'inquinamento prodotto, insomma, ha effetti diretti e indiretti sulla salubrità dell'aria e dell'acqua, nonché su alimenti e bevande di origine animale e vegetali prodotti nel circondario –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;

   se intendano fornire informazioni con riguardo agli eccezionali livelli di emissioni registrate nel novembre 2021;

   quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, per far cessare tali fenomeni, chiudendo definitivamente le fonti inquinanti e dando finalmente avvio al processo di decarbonizzazione dello stabilimento.
(4-00691)


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   i fumi dell'ILVA, oltre ad essere all'origine di numerose patologie gravi e decessi precoci, sono anche responsabili di pesanti danni all'ambiente e alle cose, nonché di gravi compressioni di diritti costituzionalmente garantiti come la proprietà, soprattutto nei quartieri più vicini agli stabilimenti;

   nel corso degli ultimi anni, molti residenti del quartiere Tamburi hanno proposto azioni risarcitorie per i danni connessi alle emissioni provenienti dallo stabilimento nei confronti di ILVA S.p.A., fondate sui danni sopportati per i maggiori costi connessi alla manutenzione degli stabili di proprietà, aggrediti dal cosiddetto «polverino» proveniente dai parchi minerali posti a ridosso del quartiere, per la riduzione delle possibilità di godimento dei propri immobili e per il deprezzamento subito sempre a causa dell'inquinamento;

   per tali ragioni, con i commi da 2-bis a 2-sexies dell'articolo 77 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, inseriti nel corso dell'esame alla Camera, si è provveduto a istituire un Fondo, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2021 e 2,5 milioni di euro per il 2022 al fine di riconoscere un indennizzo per i danni agli immobili derivanti dall'esposizione prolungata all'inquinamento degli stabilimenti siderurgici di Taranto del gruppo ILVA;

   con la legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 278) si è provveduto a modificare alcune criticità presenti nel decreto ministeriale del 23 settembre 2022 e a rifinanziare il suddetto fondo, destinandovi 3,5 milioni di euro per l'anno 2023 e 4,5 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2024;

   ad oggi, dopo oltre un anno e mezzo di attesa, si attende l'ultimo atto utile a rendere pienamente operativo il fondo, ossia il decreto direttoriale che fissi le modalità di richiesta di pagamento dell'indennizzo;

   sebbene risulti all'interrogante che tale decreto sarebbe stato firmato il 3 gennaio 2023, non risulta ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale –:

   se intenda fornire informazioni con riguardo alle tempistiche di pubblicazione del decreto direttoriale di cui in premessa al fine di conferire piena operatività al fondo istituito a copertura dell'indennizzo per i danni agli immobili derivanti dall'esposizione prolungata all'inquinamento provocato dagli stabilimenti siderurgici di Taranto del gruppo ILVA.
(4-00692)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:


   CAROPPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 696, della legge 178 del 2020, recando alcune modifiche all'articolo 93, comma 4, del codice della strada relativamente all'immatricolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico, ha previsto che in caso di nuova immatricolazione di veicoli iscritti al P.R.A. e successivamente cancellati, ad esclusione di quelli demoliti, è possibile richiedere targhe e libretto di circolazione della prima iscrizione al P.R.A., ovvero una targa dei periodo storico di costruzione o circolazione del veicolo, in entrambi i casi conformi alla grafica originale, purché la sigla alfa-numerica prescelta non sia già presente nel sistema meccanografico del CED della motorizzazione civile, e riferita ad altro veicolo ancora circolante. Tale possibilità è prevista retroattivamente anche per i veicoli successivamente reimmatricolati e ritargati, purché in regola con il pagamento degli oneri dovuti. Con decreto dirigenziale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sono definiti i criteri, l'ammontare e le modalità del contributo da corrispondere per l'ottenimento dei documenti;

   nonostante i veicoli di interesse storico e collezionistico rappresentino un autentico patrimonio storico-culturale, manca ancora il decreto attuativo;

   in risposta ad un'interrogazione parlamentare della XVIII legislatura il viceministro Morelli rappresentava che la Direzione generale per la motorizzazione del Mims aveva chiesto il 22 aprile 2021 all'Istituto poligrafico, responsabile della produzione delle targhe in quanto carte valori se fosse possibile riprodurre fedelmente targhe e libretti di circolazione per i veicoli storici e quali fossero eventualmente i costi;

   il successivo 21 ottobre l'Istituto comunicava di poter realizzare le targhe richieste utilizzando l'alluminio, al prezzo di 300 euro per le auto e di 150 euro per le moto;

   considerando che lo spirito della norma è quello di rendere il veicolo quanto più conforme all'originale, gli uffici del Mims avevano chiesto nuovamente all'Istituto la fattibilità e il prezzo di targhe realizzate con materiali compatibili con la natura delle targhe storiche;

  il 18 marzo 2022 il Poligrafico comunicava la disponibilità a realizzare quanto richiesto, segnalando tuttavia di non disporre dei prototipi di targhe prodotte prima dell'anno 1971 e richiedendo pertanto la fornitura di prototipi o documentazione fotografica utile alla riproduzione alla Direzione generale per la motorizzazione che si impegnava a fornire all'Istituto il necessario supporto –:

   quale sia allo stato attuale l'iter del decreto citato in premessa e quali ulteriori iniziative di competenza intenda adottare per velocizzarne l'adozione.
(5-00533)


   RAIMONDO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la rotatoria della «Faustina» rappresenta un'intersezione fondamentale tra la tangenziale Sud-SS 9 via Emilia, la Strada Provinciale 23 e la via San Colombano, asse primario della viabilità di Lodi e si caratterizza per uno snodo con significative difficoltà di circolazione, sia in termini di congestionamento che di incidentalità (da ultimo un grave episodio riportato dalla stampa locale in data 16 marzo 2023);

   al riguardo, l'interrogante evidenzia come le ragioni di tali difficoltà, siano da ricercarsi nelle dimensioni eccessivamente ridotte della corona circolatoria, in ragione dei flussi imponenti di traffico in transito, considerato che nell'arco di una giornata transitano mediamente oltre 22 mila veicoli in direzione Milano e circa 20 mila, verso Piacenza oltre 7 mila veicoli in ingresso città e oltre 5 mila in uscita;

   le persistenti criticità, hanno comportato nel corso degli anni, iniziative da parte delle istituzioni del territorio, al fine di giungere, anche attraverso l'interlocuzione con Anas, alla soluzione del problema;

   il Comune di Lodi nel 2012 ha affidato uno studio di fattibilità che ha proposto due soluzioni: la prima una semplice revisione delle regole di circolazione della rotatoria con l'istituzione della precedenza alla francese; la seconda invece, proponeva la realizzazione di un'intersezione a più livelli, quello superiore di scavalco della rotatoria per dare continuità alla SS 9, quello inferiore con rotatoria a raso per consentire l'interscambio tra la SS 9 e le SP 23 e SP 107, ovvero tra la SP 107 e la SP 23;

   nel 2019, durante un incontro in regione Lombardia, l'Anas ha informato di aver predisposto un progetto (realizzato nell'estate del 2020) per l'aggiornamento della disciplina della circolazione in rotatoria di intersezione, per un valore di oltre 400 mila euro, il cui studio ricalcava i contenuti della prima ipotesi, con l'istituzione della disciplina di circolazione alla francese;

   gli effetti generati hanno determinato, tuttavia, una penalizzazione dei tempi di attraversamento del nodo da parte degli utenti della tangenziale, con la formazione di lunghe code, molto significative nelle ore mattutine e serali –:

   se condivida la necessità di riaprire le interlocuzioni con Anas, al fine di risolvere la questione del «nodo Faustina», attuando tutte le iniziative necessarie al fine di reperire le risorse economiche utili per realizzare un'intersezione a più livelli, che risolva in modo definitivo le criticità di circolazione stradale e sicurezza che storicamente caratterizzano l'intersezione.
(5-00534)


   GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel 2008 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha affidato i lavori per la realizzazione di una tensostruttura nello scalo portuale di Porto Torres da destinare a terminal crociere;

   come confermato anche da notizie di stampa locale, i lavori di realizzazione della struttura sono fermi ormai da anni e la stessa società costruttrice aggiudicataria dell'appalto risulta fallita da tempo;

   nel 2017 il provveditorato interregionale per le opere pubbliche aveva affidato la ripresa dei lavori a una nuova ditta, subentrata all'aggiudicataria fallita, per il completamento della parte esterna, ma a oggi i lavori risultano ancora fermi e l'opera incompiuta;

   con decreto del 23 marzo 2015, nell'ambito della più generale procedura, il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro, ai fini della confisca, del patrimonio e delle quote della società prima aggiudicataria, e nel 2018, la Corte Suprema di cassazione ha disposto la confisca definitiva dell'intero capitale sociale e del patrimonio della società;

   nonostante la vicenda giuridico-amministrativa, il provveditorato interregionale ha più volte sollecitato la società a portare a termine l'opera secondo cronoprogramma, considerata l'importanza che questa riveste per Porto Torres;

   il 27 maggio 2021, la società aveva garantito il completamento dei lavori entro il 31 luglio 2021, completamento mai avvenuto;

   il completamento di questa opera è fondamentale per lo sviluppo della città Turritana, soprattutto per consentire l'erogazione di quei servizi, oggi carenti, a supporto dei traffici commerciali e di passeggeri che ogni anno affollano lo scalo portuale;

   la pianificazione stessa dell'intera area, negli anni, è stata rivolta alla creazione un polo logistico e di servizi in grado di accogliere e potenziare i flussi turistici sia nei traffici crocieristici che nei collegamenti commerciali con la penisola e con gli altri Paesi europei come Francia e Spagna;

   nei giorni scorsi è stato firmato un protocollo d'intesa finalizzato al potenziamento dell'integrazione tra le modalità di trasporto su gomma, su ferro e marittimo e i servizi di collegamento di tipo urbano, extraurbano, nazionale e internazionale che interessano il nodo di Porto Torres –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere affinché si provveda all'ultimazione dell'opera di cui in premessa e se non intenda istituire un tavolo di coordinamento tra tutti gli enti interessati, comune di Porto Torres, Ente parco e Autorità portuale, al fine di definire congiuntamente lo sviluppo dell'area, riconoscendone la rilevanza strategica regionale nei collegamenti nazionali ed europei.
(5-00535)


   FURGIUELE, MACCANTI, DARA, MARCHETTI e PRETTO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le infrastrutture ferroviarie del nostro Paese necessiterebbero, ormai da diverso tempo, di un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria che migliori l'accessibilità e che consenta l'abbattimento di barriere architettoniche e garantisca a tutti i cittadini, indipendentemente dalla propria condizione o dislocazione geografica, il diritto alla mobilità, come previsto dall'articolo 16 della Costituzione;

   è urgente la necessità di avere stazioni ferroviarie nuove ed accoglienti a misura di viaggiatore, con particolare riguardo ai diversamente abili, anziani, persone con ridotta mobilità o famiglie con passeggini che spesso sono costretti ad affrontare disagi a causa del persistere di barriere architettoniche;

   la rete infrastrutturale ferroviaria della regione Calabria, negli ultimi decenni, non è mai stata oggetto di investimenti significativi o strategici. Ciò ha causato una situazione di grande disagio per tutti gli utenti, inclusi i cittadini con ridotta mobilità, che si trovano ad affrontare difficoltà nella loro vita quotidiana;

   la stazione di Lamezia Terme, una delle principali stazioni ferroviarie calabresi, continua addirittura ad essere priva di rampe di accesso per i viaggiatori con ridotta mobilità. Va evidenziato inoltre come oggi non sono ancora attivi neanche gli ascensori ai binari 1 e 2, né si conosce la data precisa in cui saranno resi fruibili all'utenza –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per rendere più celere la realizzazione di interventi di manutenzione e abbattimento di barriere architettoniche, come l'installazione di rampe di accesso e ascensori, nella stazione ferroviaria di Lamezia Terme, in modo da garantire a tutti i cittadini, incluse le persone con ridotta mobilità, l'accesso ai mezzi di trasporto e la possibilità di muoversi con dignità e autonomia.
(5-00536)


   IARIA, TRAVERSI, FEDE e CANTONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   le metropolitane, i tram a rotaia e in generale le infrastrutture urbane su ferro rappresentano la migliore risposta alla necessità di ridurre l'inquinamento e il congestionamento dei flussi di traffico;

   la città di Torino ha una posizione geografica che la penalizza per quanto concerne l'inquinamento ambientale. La conformazione orografica del territorio torinese infatti non consente la dispersione delle polveri sottili pertanto sono necessari interventi strutturali che determinino la riduzione di quest'ultime. Una delle concause della produzione di pm10 e Nox è proprio il traffico urbano che la realizzazione delle linee metropolitane ridurrebbero drasticamente;

   si è ipotizzata la realizzazione di una nuova linea tranviaria che, diramandosi da corso Giulio Cesare, tramite l'utilizzo del tracciato ferroviario dismesso, potesse raggiungere i quartieri a nord-ovest della città e l'Allianz Stadium, dove sono presenti ampi spazi di sosta utilizzati prevalentemente durante le manifestazioni sportive;

   il tracciato della «nuova Linea 12» affronta anche l'ambizioso tema del recupero della linea storica Torino-Ceres, ripristinando trincea e galleria esistenti anche sotto il profilo della riqualificazione degli spazi urbani afferenti all'infrastruttura trasportistica. La nuova linea tranviaria interessa la porzione nord-occidentale del territorio comunale di Torino, unendo il centro città con la periferia posta al confine con il territorio comunale di Venaria Reale nei pressi dell'Allianz Stadium ed ha una lunghezza di circa 5,5 km. La linea percorre per grande parte del suo tracciato la linea ferroviaria Torino-Ceres dismessa, staccandosi da essa nei pressi della ex fermata Madonna di Campagna;

   il tracciato risponde ad una riqualificazione sociale, potenziando i collegamenti tra il centro storico e l'area periferica posta all'estremità della città metropolitana;

   da ultimo, non per importanza, lo sviluppo imprenditoriale è legato sia alla fase di realizzazione che in seguito allo sviluppo economico di nuove imprese anche in quei territori che ora sono ai margini e non hanno possibilità di crescita –:

   se, alla luce dei fatti esposti in premessa, il Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie competenze, intenda adottare iniziativa al fine di sostenere opere di mobilità urbana sostenibile nella città di Torino, destinando le risorse necessarie alla realizzazione della nuova linea 12.
(5-00537)


   PASTORELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   nel maggio 2022 il Governo presieduto da Mario Draghi pubblicava l'Allegato Infrastrutture, mobilità e logistica al Documento di economia e finanza (Def) 2022;

   tale documento predisponeva quasi 300 miliardi di euro per interventi selezionati e finanziati sulla base di piani strategici redatti tenendo conto della strategia economica del Governo, degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 dell'Onu e del Green Deal europeo;

   nell'allegato, fra le opere che il Governo riteneva prioritarie per il settore delle infrastrutture per la mobilità e la logistica da qui ai prossimi 10 anni, non era incluso il ponte sullo Stretto di Messina;

   in data 16 marzo 2023, il Consiglio dei ministri del Governo Meloni ha approvato il riavvio del percorso di progettazione e realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, rilanciando la Società Stretto di Messina –:

   se sia da intendersi superato l'Allegato infrastrutture, mobilità e logistica al Documento di economia e finanza pubblicato nel maggio 2022 e, quindi, se il Ministro stia lavorando a una nuova programmazione infrastrutturale per il Paese.
(5-00538)


   MORASSUT, BARBAGALLO, BAKKALI, CASU e GHIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la realizzazione della Gronda merci di Roma è condizione imprescindibile per lo sviluppo del territorio utilizzando la linea di Cintura Nord, opportunamente integrata ed una nuova Cintura Sud che, diramandosi da Ponte Galeria, si dovrebbe innestare sulla linea Roma-Formia a sud di Campoleone;

   come indicato nei contratti di programma del Mit con Rfi – 2022-2026 – dopo un lungo periodo di sospensione, nel 2014 è stato stipulato con Roma Capitale un verbale d'intesa per la definizione degli interventi da realizzare nell'ambito del nodo ferroviario di Roma, a seguito del quale è stata riavviata la progettazione della Cintura Nord, rimandando la progettazione e la realizzazione della Cintura Sud ad una fase successiva, con stralcio delle correlate attività dal progetto «Realizzazione gronda Merci di Roma»;

   rimane, quindi, ancora aperto il problema di come debba proseguire il tracciato della Cintura Nord verso la Cintura Sud e non è chiaro se ci sia l'intenzione di proseguire nell'ipotesi concordata con il comune di Roma e inserita nel Prg che ancora non risulta finanziata. Sulla realizzazione dell'opera c'è sempre stata una vaghezza da parte di Rfi, confermata ancora oggi dall'assenza di informazioni nei contratti di programma che tacciono sul merito perché sembrerebbe che Rfi voglia utilizzare le tracce ferroviarie esistenti che da Tuscolano proseguono nel Parco dell'Appia con un quadruplicamento della linea esistente;

   si tratta di un vecchio progetto molto dannoso che comporta lo sventramento del Parco dell'Appia, motivandone la necessità con l'insostenibilità finanziaria del progetto della Cintura Sud e contro cui c'è una grande mobilitazione dei territori e del mondo ambientalista;

   sarebbe peraltro una decisione in contrasto con quanto approvato il 23 febbraio 2023 dalla Commissione trasporti della Camera dei deputati nella relazione finale al Documento di programmazione dei corridoi Trans-nazionali europei in cui, sulla base di una richiesta presentata dall'interrogante, è stata inserita nella relazione l'opportunità della realizzazione della Gronda merci Sud per l'attraversamento di Roma, secondo a gli indirizzi originari del percorso Ponte Galeria-Campoleone –:

   quali siano i programmi di Rfi per la realizzazione della Cintura merci Sud, quali i tempi di realizzazione dell'opera, chiarendo definitivamente che non si intende utilizzare le linee esistenti da Tuscolana che avrebbero un grosso impatto ambientale, sociale ed urbanistico sulla città di Roma.
(5-00539)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIMIANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'Assemblea generale del Consiglio superiore dei lavori pubblici del 29 settembre 2022, protocollo n. 84 del 2022, si è espressa in merito ad approfondimenti interpretativi che il comma 2-ter, articolo 2, del decreto-legge n. 121 del 10 settembre 2021, legge di conversione n. 156 del 9 novembre 2021, richiede per quanto riguarda il rilascio del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici in relazione alle eventuali integrazioni o modifiche da apportare ai progetti dell'intervento viario Tarquinia-San Pietro in Palazzi, nonché all'entità del corrispettivo da riconoscere alla Società Autostrada Tirrenica Spa;

   la citata norma prevede che: «Al fine di ridurre i tempi di realizzazione dell'intervento viario Tarquinia-San Pietro in Palazzi, di cui all'articolo 35, comma 1-ter, quarto periodo, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, nelle more della definizione del procedimento di revisione della concessione di cui al terzo periodo del medesimo articolo 35, comma 1-ter, è autorizzato l'acquisto da parte della società Anas Spa dei progetti elaborati dalla società Autostrada tirrenica Spa relativi al predetto intervento viario, previo pagamento di un corrispettivo determinato avendo riguardo ai soli costi di progettazione e ai diritti sulle opere dell'ingegno di cui all'articolo 2578 del codice civile. Per le finalità di cui al primo periodo, la società Anas Spa provvede ad acquisire preventivamente il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che si pronuncia entro trenta giorni dalla data di ricezione della richiesta, in relazione alle eventuali integrazioni o modifiche da apportare ai predetti progetti, nonché all'entità del corrispettivo da riconoscere secondo i criteri di cui al primo periodo»;

   all'esito di questi approfondimenti interpretativi, è stato ritenuto che il compito assegnato, relativo alla pronuncia del parere, possa essere adempiuto esaminando i seguenti aspetti: 1) identificazione delle eventuali «integrazioni» e delle «modifiche» da apportare ai progetti presentati per l'esame; 2) determinazione del corrispettivo da riconoscere per l'acquisto dei progetti; 3) modalità di presentazione dei progetti e termine per l'emissione del parere;

   considerata non solo la complessità del progetto di cui trattasi (187 chilometri di infrastruttura per un importo complessivo di circa 1.300 milioni di euro), ma anche la disomogeneità progettuale relativa alla tipologia, allo stato di approvazione del progetto e all'epoca di redazione dello stesso, l'Assemblea ha inoltre ritenuto che il termine dei trenta giorni decorrenti dalla data di ricezione della richiesta (ordinatorio e non perentorio) per l'espressione del parere si riferisca al progetto di ciascun lotto che Anas Spa provvederà a trasmettere al Consiglio superiore dei lavori pubblici, allegando all'istanza tutta la documentazione prevista per il livello progettuale di cui trattasi;

   sempre nel medesimo parere dell'assemblea del 29 settembre si precisa che «rimane in capo ad ANAS – quale soggetto acquirente – l'onere di acquisire tutti gli elementi ritenuti utili per consentire questo Consesso un'efficace valutazione secondo i sopra indicati criteri»;

   risulta all'interrogante che, ad oggi, non sia stato trasmetto al Consiglio superiore dei lavori pubblici da parte di Anas alcun progetto per l'espressione del prescritto parere –:

   di quali elementi conoscitivi disponga circa i fatti esposti in premessa, quali siano i motivi della mancata trasmissione da parte di Anas al Consiglio superiore dei lavori pubblici dei progetti per ciascun lotto dell'opera ai fini dell'espressione del prescritto parere e quali iniziative di competenza intenda adottare affinché l'iter previsto non subisca ulteriori, inaccettabili, ritardi.
(5-00532)

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   ALFONSO COLUCCI, AURIEMMA, PENZA, RICCARDO RICCIARDI e SERGIO COSTA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   una città, Napoli, sotto scacco, per l'intera giornata del 15 marzo 2023 e parte della nottata successiva, ostaggio di una guerriglia scatenatasi tra bande violente di ultras che hanno messo in gravissimo pericolo l'incolumità dei tifosi, dei cittadini e degli stessi agenti delle forze dell'ordine;

   cortei non autorizzati, scontri, saccheggi, auto della polizia incendiate, lancio di bombe carte e pietre, tavolini divelti, cittadini, turisti e passanti terrorizzati, costretti a trovare riparo, a fuggire, a rimanere chiusi in casa, impossibilitati a muoversi liberamente, pesanti danni ai commercianti della zona, sei uomini delle forze dell'ordine feriti: questo il bilancio dell'incontro di calcio di Champions League disputatosi tra la squadra tedesca dell'Eintracht e la squadra ospitante del Napoli;

   dagli organi della stampa si apprende che protagonisti della devastazione del centro storico della città sono: circa 470 ultras tedeschi, per la quasi totalità sprovvisti di biglietti e senza poter assistere all'incontro di calcio che si sarebbe disputato, ma riusciti comunque, come ampiamente preannunciato, a giungere in città per l'occasione; ultras della squadra dell'Atalanta, che avrebbero annunciato anch'essi apertamente il loro supporto agli omologhi tedeschi; circa 200 delle frange violente della tifoseria ultras della squadra del Napoli, ben noti, ad avviso degli interroganti, alle forze dell'ordine;

   i drammatici e traumatici fatti vissuti dalla città di Napoli replicano, a brevissima distanza, la guerriglia consumatasi domenica 8 gennaio 2023 tra ultras delle squadre del Napoli e della Roma, entrati in contatto nell'area di servizio di Badia Al Pino, all'altezza di Arezzo, lungo l'autostrada A1, incrocio perfetto e, ad avviso degli interroganti, largamente prevedibile, rispetto alla traiettoria dei due gruppi, diretti l'uno a Nord e l'altro a Sud per assistere alle rispettive e concomitanti partite di calcio di interesse; la gravità, l'estensione e la violenza degli atti compiuti hanno portato alla decisione di chiudere l'autostrada, con pesantissime conseguenze anche sulla circolazione;

   l'area di Badia Al Pino è la stessa in cui, l'11 novembre 2007, nel corso di violentissimi scontri tra due gruppi di ultras entrati in contatto, si è consumato l'omicidio del giovane Gabriele Sandri ed è un luogo a tutt'oggi considerato di gravissimo rischio ove è da scongiurarsi ogni eventualità di un contatto che coinvolga frange estreme di tifo organizzato collegato ad eventi sportivi calcistici;

   preme agli interroganti esprimere, in proposito, la crescente preoccupazione in ordine all'adeguatezza degli indirizzi, della strategia e della gestione, in particolare in termini di attività finalizzate alla prevenzione, ai fini della salvaguardia della sicurezza e dell'incolumità della collettività e del territorio nonché della tutela dell'ordine pubblico in occasione di eventi sportivi calcistici largamente prevedibili e già oggetto di allarme;

   fatti gravi e violenti quali quelli riportati hanno il potere, altresì, di distruggere la competizione sportiva e lo sport, il suo valore sociale volto all'integrazione e all'inclusione e la sua funzione educativa e formativa, quale sinonimo di impegno, rispetto delle regole e responsabilità, anche verso l'altro da sé, e autonomia;

   come, giustamente, riportato sulla homepage istituzionale, il dicastero dell'interno «si pone come garante della sicurezza del cittadino, della tutela dell'incolumità e delle libertà individuali garantite dalla Costituzione, contro la criminalità comune e organizzata» e, ancora, «è sul territorio che si manifesta l'autorità di un Governo nel realizzare determinati fini», tra i quali «l'ordine pubblico e la cura dei propri cittadini» –:

   quali strategie, attività e azioni, in termini di prevenzione, siano state programmate e poste in essere in ordine ai preannunciati eventi calcistici dell'8 gennaio e del 15 marzo 2023, con l'obiettivo di impedirne la trasformazione in un pericolo per la sicurezza e l'ordine pubblico e quale sia l'intendimento del Ministro interrogato in ordine al suo conseguimento;

   se non ritenga vi siano manifeste carenza e inadeguatezza in ordine alla prevenzione e gestione della sicurezza e dell'ordine pubblico ai fini della salvaguardia dell'incolumità dei tifosi, dei cittadini e degli stessi agenti delle forze dell'ordine in servizio, in occasione di appuntamenti sportivi ritenuti critici e largamente prevedibili;

   se e quali iniziative intenda adottare per garantire che gli incontri sportivi calcistici possano svolgersi in sicurezza.
(3-00264)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SCUTELLÀ, ORRICO e BALDINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la recrudescenza criminale che sta interessando il territorio della Sibaritide ha raggiunto livelli allarmanti, considerato che quotidianamente si consumano atti di matrice delinquenziale, intimidatori ed incendiari;

   dalle recenti notizie di cronaca solo negli ultimi giorni su un cantiere Anas, lungo la strada statale 106, è andato a fuoco un container, in un cantiere edile in località Donnanna e di fronte l'ingresso di un'attività commerciale in località Frasso sono state ritrovate bottiglie incendiarie. Anche nell'Alto Tirreno cosentino si susseguono notizie di imprenditori vittime di minacce incendiarie;

   nel comune di Corigliano-Rossano, il più grande dell'area della Sibaritide, il commissariato di Polizia di Stato ha da tempo sollecitato la predisposizione di un nuovo assetto organizzativo di «prima fascia» che consenta di beneficiare delle 71 unità attese da tempo, in quanto ad oggi, la pianta organica del Commissariato della terza città della Calabria, dispone di sole 67 unità di cui 10 prossime al pensionamento entro l'anno 2024;

   gli episodi criminali susseguitesi in questi giorni nella zona della Sibaritide, così come nell'Alto Tirreno cosentino, pongono nuovamente al centro dell'attenzione del Ministro interrogato la difficile condizione in cui versa un territorio vessato da un'escalation criminale preoccupante;

   gli operatori di pubblica sicurezza del Commissariato di Corigliano-Rossano che vigilano su una estesa area soggetta ad una recrudescenza criminale che desta forte preoccupazione tra la popolazione, devono poter contare su uno Stato che assicuri la piena gestione di un territorio martoriato negli anni dalla malavita organizzata e che li preservi da ulteriori azioni criminali;

   nonostante l'elevato tasso di criminalità che insiste sul territorio, sono evidenti le difficoltà della Polizia di Stato di Corigliano-Rossano che soffre un'atavica carenza di operatori di pubblica sicurezza nel gestire la sequela di atti di criminalità che quotidianamente investono il territorio;

   non è più prorogabile un piano nuovo e rigoroso di rafforzamento che porti ad un'assegnazione delle nuove forze di polizia al Commissariato di Polizia di Stato di Corigliano-Rossano per consentire agli operatori di pubblica sicurezza di adempiere al dovere cui sono chiamati ed ai cittadini che denunciano e diffondono la cultura della legalità e della sicurezza di riaffermare il loro senso di fiducia verso le istituzioni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per superare definitivamente la carenza di personale nel Commissariato indicato in premessa al fine di assicurare la presenza effettiva ed efficace dello Stato in un territorio martoriato e mortificato da continui episodi di criminalità.
(4-00693)


   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   presso l'istituto superiore Majorana-Cascino di Piazza Armerina (Enna) è stata organizzata dai rappresentanti degli studenti un'assemblea d'istituto, regolarmente autorizzata dalla dirigenza scolastica, durante la quale si è discusso del tema della legalizzazione della cannabis;

   all'assemblea partecipavano rappresentanti della campagna «Meglio Legale» che cerca di promuovere un dibattito sul tema della legalizzazione della cannabis;

   l'assemblea è stata improvvisamente interrotta dalle forze di polizia che sono intervenute identificando gli stessi rappresentanti di istituto organizzatori dell'assemblea;

   agli studenti è garantito il diritto soggettivo di riunirsi in assemblea sin dal 1974 (decreto del Presidente della Repubblica n. 416 del 1974), confermato successivamente anche dal Testo Unico sull'istruzione, decreto legislativo n. 297 del 1994 che prevede all'articolo 12, comma 1, che «gli studenti della scuola secondaria superiore e i genitori degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado hanno diritto di riunirsi in assemblea nei locali della scuola»;

   gli articoli 43, comma 1, decreto del Presidente della Repubblica n. 416 del 1974 e 13, comma 1 decreto legislativo n. 297 del 1994 configurano l'assemblea come «occasione di partecipazione democratica per l'approfondimento dei problemi della scuola e della società in funzione della formazione culturale e civile degli studenti», costituiscono quindi un esempio della manifestazione della libertà di riunione degli alunni, diritto garantito dall'articolo 17 della Costituzione repubblicana;

   per come configurato dalla normativa vigente, il diritto di partecipare alle assemblee non è rimesso alla facoltà discrezionale del dirigente scolastico o di altri organi. Come già ricordato, gli studenti possono affrontare durante l'assemblea tematiche afferenti alle problematiche sociali, culturali, artistiche e scientifiche che caratterizzano il dibattito nella società, potendo invitare esperti, la cui partecipazione deve essere autorizzata dal Consiglio d'istituto;

   l'oggetto del dibattito deve essere necessariamente rispettare le disposizioni dell'ordinamento penale, conseguentemente ne è escluso ogni argomento che possa costituire configurazione di reato;

   non si ravvisano nel caso oggetto della presente interrogazione elementi che facciano pensare alla necessità di un intervento della polizia se non quello della tematica affrontata è centrale nel dibattito politico attuale, essendo stata, tra l'altro, al centro di una campagna di raccolta firme per l'indizione di referendum abrogativo nell'estate del 2021;

   sin dal 2018 il Viminale ha attivato la direttiva «Scuole Sicure» volta a finanziare iniziative di prevenzione e contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi degli istituti scolastici, confermata anche per il 2023. Tuttavia secondo quanto reperibile sul sito dedicato del Ministero, non risulta che il comune di Piazza Armerina abbia presentato progetti che facciano riferimento alla direttiva citata –:

   quali siano state le ragioni alla base della decisione di intervenire durante l'assemblea e perché siano stati identificati gli studenti rappresentanti, nonché se l'intervento delle forze dell'ordine sia ascrivibile alla direttiva «Scuole Sicure».
(4-00695)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOSSI e MANZI. – Al Ministro dell'istruzione e del merito. – Per sapere – premesso che:

   i viaggi e le visite d'istruzione rappresentano un momento integrativo e complementare all'attività educativo-didattica della scuola di ogni ordine e grado. Sono un momento privilegiato di conoscenza, comunicazione e socializzazione, nonché di allargamento dell'orizzonte culturale, preziosa occasione di riscontro e approfondimento di quanto trattato nelle attività di studio. Essi infatti scaturiscono dalla programmazione didattica, dalla quale non possono prescindere, e sono inseriti nel Piano dell'offerta Formativa;

   il viaggio di istruzione permette inoltre ai ragazzi e docenti di vivere insieme nuove esperienze focalizzando l'attenzione sull'inclusione e l'esperienza diretta, dando luce nuova ai lati caratteriali dei docenti che vengono visti con occhi diversi fuori dalle mura scolastiche e slanci maggiori ai ragazzi che si misurano con contesti extrascolastici;

   in alcune occasioni la gita scolastica rappresenta una delle poche possibilità per molte studenti di poter fare viaggi di istruzione, specialmente all'estero o esperienze di attività sportive come le settimane bianche;

   la pandemia ha purtroppo per anni prima interrotto e poi fortemente limitato lo svolgimento delle gite scolastiche;

   con la ripresa della didattica in presenza sono gradualmente ripartiti anche i viaggi scolastici: apprendiamo però dalla stampa che per motivi di natura economica (causati da inflazione, carovita e crisi energetica) siano sempre di più gli studenti che non possono partecipare a tali attività: le gite scolastiche di 3-5 giorni costano infatti mediamente dai 350 ai 600 euro;

   «Le classi ormai partono con appena metà o poco più dei ragazzi, i costi sono saliti del 20 per cento», spiega Cristina Costarelli di Anp Lazio; «Tantissimi studenti non partiranno quest'anno perché l'inflazione pesa sulle famiglie e senza sostegni il diritto allo studio non è garantito», afferma Paolo Notarnicola di Rete degli studenti medi;

   va aggiunto come molti istituti cerchino già di venire incontro alle necessità delle famiglie rinunciando a località estere, scegliendo mete più economiche, viaggi più brevi o coprendo alcune spese (tramite appositi fondi di solidarietà istituiti da alcune scuole): questo però spesso non è sufficiente a garantire un'ampia partecipazione a tali iniziative;

   appare quindi opportuno un intervento diretto dello Stato, tramite l'istituzione di un apposito fondo dedicato, per incentivare la partecipazione degli studenti ai viaggi promossi dalle scuole. Accanto alle risorse andranno poi definiti i criteri di accesso che dovranno tenere conto inevitabilmente del contesto economico e sociale del nucleo familiare dei potenziali beneficiari, di eventuali disabilità degli alunni interessati, oltre che dell'impegno didattico e del comportamento disciplinare degli studenti, sempre e comunque nel pieno rispetto dell'autonomia scolastica –:

   se sia a conoscenza delle problematiche esposte in premessa, che limitano fortemente la partecipazione degli studenti ai viaggi promossi degli istituti scolastici e se non ritenga quindi opportuno promuovere l'istituzione di un apposito fondo ministeriale finalizzato ad incentivare la presenza delle fasce deboli della popolazione a tali iniziative culturali, didattiche e formative.
(5-00531)

Interrogazione a risposta scritta:


   TOSI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   nel corso del mese di maggio 2022 un ragazzino rimaneva vittima di un gravissimo incidente stradale, dal quale riportava delle menomazioni fisiche e delle vistose cicatrici al volto;

   dopo essere scampato per miracolo al terribile episodio, a seguito di un lungo ricovero e periodo di cure, poteva finalmente rientrare in classe, presso l'Istituto Comprensivo di Zimella (VR);

   anziché riavviarsi finalmente verso una serena normalità, dalle testimonianze sue e dei suoi genitori risulta che a scuola sia stato ripetutamente oggetto di episodi di bullismo da parte di alcuni compagni, con insulti e derisione per le sue sfortunate condizioni fisiche;

   la famiglia riferisce che, nonostante abbia più volte giustamente interessato la dirigenza scolastica, non sarebbero stati messi in atto interventi adeguati a tutela del minore e che le vessazioni sarebbero continuate nel tempo;

   a conferma di quanto sopra, dopo aver dovuto «proteggere» il figlio tenendolo a casa dalle lezioni, alla fine i genitori hanno dovuto compiere la difficile scelta di cambiare istituto scolastico;

   se un giovane rimasto invalido, anziché essere protetto e sentirsi a casa in un luogo di educazione, formazione e crescita come la scuola, è costretto addirittura a doversi trasferire per non subire offese ed umiliazioni continue, tutto questo rappresenta una inammissibile sconfitta per lo Stato –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere, ivi compresa l'auspicabile attivazione di una attività ispettiva, per individuare eventuali responsabilità omissive in questa triste vicenda e soprattutto per garantire al ragazzo la serenità e la crescita educativa alle quali ha pieno e sacrosanto diritto.
(4-00694)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'università e della ricerca, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   l'articolo 40 del decreto legislativo n. 368 del 1999, ripreso dai regolamenti per la formazione medico specialistica, prevede che ai medici specializzandi «per la durata della formazione a tempo pieno è inibito l'esercizio di attività libero professionale all'esterno delle strutture assistenziali in cui si effettua la formazione ed ogni rapporto convenzionale o precario con il Servizio sanitario nazionale o enti e istituzioni pubbliche e private»;

   di fatto gli 80.000 giovani medici lamentano legittimamente di trovarsi loro malgrado in un limbo: da un lato sono considerati studenti e pagano le tasse universitarie, dall'altro si rivelano lavoratori sotto pagati, percepiscono piccole borse di studio con contributi previdenziali ridotti e quando si tratta di andare a tamponare le carenze organiche del personale strutturato ospedaliero, ad esempio in sostituzione dei medici di medicina generale, non possono rivendicare tutti quei diritti che tipicamente spettano a un medico dipendente o anche a un convenzionato;

   in un periodo storico nel quale si evidenziano gravi carenze nel settore medico ospedaliero, con Pronto Soccorso che chiudono, turni dei 118 e medicina penitenziaria scoperti, medici di famiglia che scarseggiano, in cui si fatica a mantenere aperti i servizi essenziali per garantire i Lea previsti dalla legge, dovrebbe essere auspicabile dare invece maggiore spazio agli specializzandi, sia per tamponare le gravi insufficienze organiche del personale ospedaliero, sia per dare la possibilità di progettare con maggiore stabilità il futuro di questi giovani professionisti;

   negli ultimi anni sono tante le proposte avanzate per migliorare questo sistema formativo basato solo sulle borse di studio, ma si è trattato solo di buoni propositi, senza però sostanziali interventi normativi, in particolare per una moderna revisione della figura dello specializzando –:

   se non si ritenga di assumere iniziative concrete in grado di dare dignità alla formazione post-laurea dei medici e consentire loro di sentirsi parte integrante del nostro Sistema sanitario nazionale.
(2-00105) «Ciocchetti».

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza Sergio Costa e altri n. 2-00069, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 febbraio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Alfonso Colucci.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in commissione Barzotti n. 5-00521, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Fenu.

  L'interrogazione a risposta scritta Ghio e altri n. 4-00666, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Scarpa.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in commissione Ghirra n. 5-00108 del 9 dicembre 2022;

   interrogazione a risposta in commissione Caroppo n. 5-00509 del 14 marzo 2023.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:

   interrogazione a risposta in commissione Ubaldo Pagano e altri n. 5-00041 del 18 novembre 2022 in interrogazione a risposta scritta n. 4-00691;

   interrogazione a risposta scritta Iezzi n. 4-00298 del 19 gennaio 2023 in interrogazione a risposta orale n. 3-00263;

   interrogazione a risposta in commissione Ubaldo Pagano n. 5-00302 del 27 gennaio 2023 in interrogazione a risposta scritta n. 4-00692.