Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 24 ottobre 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    la particolare congiuntura economica in cui versa il Paese, dopo la pandemia e dopo la crisi internazionale dovuta all'aggressione all'Ucraina e la conseguente impennata dei prezzi energetici e di tanta parte dei beni di largo consumo, sta mettendo in estrema difficoltà larghe fasce della popolazione, così come testimoniato – da ultimo – dal rapporto della Caritas sulla povertà e sull'esclusione sociale in Italia;

    l'Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) è il parametro che viene richiesto per l'accesso a prestazioni sociali agevolate, cioè servizi o aiuti economici rivolti a situazioni di bisogno o necessità quali le prestazioni ai non autosufficienti, i servizi per la prima infanzia, le agevolazioni economiche sulle tasse universitarie o per le rette di ricovero in strutture assistenziali, le eventuali agevolazioni su tributi locali, l'accesso agli asili nido;

    l'attuale meccanismo di calcolo dell'indicatore della situazione economica equivalente (Isee) necessita di alcuni miglioramenti nella struttura. Ad esempio, diversi nuclei familiari si ritrovano con un Isee alto solo a causa di patrimoni non monetizzabili, come nel caso di bassi redditi e proprietà di terreni invendibili, o comproprietà di seconde case fatiscenti o condivise con altri proprietari che non sono disposti a vendere;

    anche la scala di equivalenza utilizzata, calcolata unicamente sul numero dei componenti, non sembra tenere pienamente in considerazione le diverse esigenze sociosanitarie afferenti le diverse fasce di età, elemento che risulta ancora più marcato nel caso specifico dei minori;

    per queste e altre ragioni serve un lavoro di adeguamento e aggiornamento dell'Isee che possa permettere allo strumento di affrontare le sfide dell'universalismo selettivo con equità ed efficacia;

    come tutte le grandi riforme anche l'Isee ha bisogno periodicamente verifiche e di manutenzione, che veda partecipi tutti i soggetti pubblici interessati e le diverse realtà dell'associazionismo;

    in occasione dell'esame, al Senato, del disegno di legge istitutivo dell'assegno unico per i figli, il Governo ha già espresso la sua posizione favorevole in merito ad un'apertura di tavolo di lavoro tecnico per verificare una possibile revisione e diversa combinazione dei parametri del sistema di calcolo dell'indicatore della situazione economica equivalente (Isee),

impegna il Governo

1) ad adottare iniziative volte all'istituzione del richiamato tavolo tecnico, con il più ampio coinvolgimento degli attori istituzionali e sociali interessati, per un intervento di aggiornamento dei parametri di calcolo dell'Isee, tenendo in particolare considerazione i profili legati il valore degli immobili – soprattutto per quanto attiene al loro reale valore di mercato e alla vendibilità – e le diverse esigenze socioassistenziali dei componenti familiari legati alle diverse fasce di età.
(1-00001) «Laus, D'Alfonso, Amendola, Bakkali, Malavasi, Roggiani, Fossi, Madia, Berruto, Di Biase, Barbagallo, Graziano, Porta, Lacarra, Forattini, Scarpa, Andrea Rossi, Marino, Carè, Casu».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   CAPARVI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   con decreto interministeriale del 30 dicembre 2021 sono stati individuati i comuni beneficiari del contributo di cui all'articolo 1, commi 42 e seguenti, della legge n. 160 del 2019 e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 gennaio 2021, rivolti ad «investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti (...) al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale»;

   l'ammontare del contributo spettante a ciascun ente è stato determinato in base all'indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm), indicatore di cui in più occasioni, già nella XVIII legislatura, il gruppo Lega-Salvini Premier ha evidenziato l'inadeguatezza ai fini di un'equa ripartizione delle risorse sul territorio nazionale in rapporto alla validità dei progetti;

   in proposito si ricorda la mozione n. 1-00569 Molinari ed altri, con la quale si era impegnato l'allora Governo, tra l'altro, ad assumere tutte le iniziative di competenza ad integrare le risorse necessarie a garantire il finanziamento di tutti i progetti che avevano superato il vaglio di ammissibilità ed a rivedere il criterio dell'Ivsm proprio al fine di garantire un'equilibrata distribuzione territoriale delle risorse, pur mantenendo la quota minima del 40 per cento per il Mezzogiorno –:

   se e quali iniziative di competenza intendano adottare in merito a quanto esposto in premessa.
(4-00009)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BARZOTTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il comando dei vigili del fuoco di Mantova, è suddiviso in 4 sedi di Servizio: la sede centrale di Mantova dove è ubicato il comando provinciale, la sede distaccata di Viadana, la sede distaccata di Suzzara e la sede distaccata di Castiglione delle Stiviere;

   il distaccamento di Viadana è situato all'interno di un capannone industriale, detenuto a titolo di affitto con importanti costi e presenta carenze a livello strutturale;

   enormi sono le lacune per quanto riguarda il rispetto delle norme relative alla salute e la sicurezza degli stessi operatori, come stabilito dal decreto legislativo n. 81 del 2008, oltre che una forte limitazione degli spazi per lo stesso personale operativo (a mero titolo esemplificativo, si rappresenta come i mezzi di servizio messi in funzione sia per la prova del funzionamento giornaliero che per l'uscita in emergenza, scarichino i fumi dei gas di scarico all'interno dello stabile, privo di aspiratori che ne consenta l'estrazione);

   il percorso progettuale e amministrativo è stato avviato da più di due anni, e gli enti interessati (comune di Viadana, comuni limitrofi, provincia di Mantova, Agenzia del demanio territorialmente competente, Dipartimento vigili del fuoco) vi stanno lavorando in sinergia con Confindustria e le associazioni di categoria;

   il costo totale stimato dal comune di Viadana e Confindustria di Mantova, secondo la competente direzione centrale per le risorse logistiche e strumentali, sembrerebbe sottostimato e di conseguenza l'onere a carico del dipartimento, superiore al 75 per cento dell'importo complessivo, non risulterebbe in linea con la programmazione dei lavori pubblici per le annualità 2022/2024;

   il comando di Mantova oggi è ospitato in un edificio di proprietà dell'ente territoriale Invimit risalente alla fine dagli anni '50, gravemente sottodimensionato e non più consono ad ospitare uomini e mezzi del corpo nazionale viste le importanti limitazioni degli spazi, e soffre di molteplici problematiche di manutenzione ordinaria e straordinaria gravi;

   Invimit parrebbe intenzionata a cedere la caserma alla direzione regionale dei vigili del fuoco: passaggio necessario per ripararla ed allargarla con una ristrutturazione radicale –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di questa situazione e se intendano adottare iniziative per superare quanto prima le difficoltà emerse durante l'iter procedurale riguardante la realizzazione della nuova sede di Viadana;

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative per una sollecita cessione da parte di Invimit alla direzione regionale dei vigili del fuoco dell'area ospitante la sede del comando centrale di Mantova, al fine di consentire l'avvio dei necessari interventi di ristrutturazione e ampliamento della caserma del comando provinciale dei vigili del fuoco di Mantova.
(5-00002)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazioni a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 5 maggio 2022, Holding reti autostradali s.p.a. (Hra), veicolo di investimento costituito in Italia e partecipato da Cdp Equity (51 per cento), Blackstone Infrastrutture Partners (24,5 per cento) e dai fondi gestiti da Macquarie Asset Management (24,5 per cento) ha acquisito – per quattro miliardi di euro – la partecipazione dell'88,06 per cento di Autostrade per l'Italia (Aspi), detenuta dalla finanziaria Atlantia di proprietà della famiglia Benetton;

   in data 3 maggio 2022, Cdp ha firmato, senza renderne noto il motivo, un documento contenente dei «patti parasociali» per regolare i rapporti di potere fra i soci della Hra;

   il punto 6.5.1. «Policy dividendi», dei suddetti patti recita: «Quale regola generale, le Parti si sono impegnate a fare in modo che HRA e le entità rientranti nel Gruppo distribuiscano ai rispettivi soci, su base semestrale, la cassa disponibile risultante dal bilancio di esercizio»;

   a proposito del consiglio di amministrazione di Aspi si legge: «Quanto alle delibere consiliari aventi a oggetto particolari materie indicate nel patto parasociale (le "materie riservate consiliari ASPI"), tali delibere saranno validamente adottate nel caso in cui si registri il voto favorevole della maggioranza degli amministratori presenti, a condizione che il predetto quorum includa il voto favorevole di almeno un amministratore (non indipendente) designato da HRA dietro istruzioni ricevute da ogni categoria di azioni»;

   di fatto, il consiglio di amministrazione di Aspi non potrà deliberare senza il voto favorevole di Blackstone e Macquarie, consentendo ai suddetti fondi l'esercizio di pieni poteri e un controllo sostanziale anche con solo il 49 per cento delle azioni possedute, potendo esercitare un sostanziale diritto di veto sulle delibere del consiglio di amministrazione di Aspi;

   come si è visto, i fondi possono esercitare il diritto di estrarre dividendi dalla concessionaria, poiché tutti gli utili saranno automaticamente trasformati in dividendi e nulla verrà accantonato come riserva;

   inoltre è previsto che: «Nel caso in cui il consiglio di amministrazione di ASPI non riesca a deliberare in merito a una materia riservata consiliare per almeno due sedute consecutive», scatta la procedura di stallo da risolvere in trenta giorni pena il respingimento della materia;

   l'amministratore delegato di Cdp ha chiesto la revisione dei patti parasociali ai soci Blackstone e Macquarie dopo che a luglio 2022 l'assemblea degli azionisti di Aspi ha deliberato di distribuire come dividendo l'intero utile del 2021, ossia 682 milioni di euro;

   i «patti parasociali», essendo accordi scritti fra gruppi di azionisti di una stessa società per concordare comportamenti comuni in sede di votazione in consiglio di amministrazione, possono determinare un controllo della società diverso da quello definito dalla composizione del capitale;

   va considerato che il 14 agosto 2018 ha avuto luogo il tragico crollo del ponte Morandi di Genova, costato la vita a 43 persone;

   il 16 agosto 2018, il Ministro delle infrastrutture ha aperto il procedimento amministrativo di revoca della concessione per «grave inadempimento» nei confronti di Aspi;

   tre anni dopo è stata firmata la transazione con la vendita di Aspi a Cdp e ai due citati soci scelti discrezionalmente da Cdp stessa al fine di far cessare comportamenti avidi da parte degli azionisti, alla luce del gravissimo incidente imputato a risparmi sui lavori di manutenzione che avrebbero consentito di aumentare profitti, premi e dividendi;

   a parere dell'interrogante il contenuto dei suddetti «patti parasociali» vanifica il tentativo dichiarato di riportare Aspi nell'alveo dello Stato garantendo una gestione orientata all'interesse pubblico anziché al profitto privato –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza del contenuto dei succitati «patti parasociali», e se e quali iniziative di competenza intendano assumere affinché la gestione di Aspi sia realmente orientata all'interesse pubblico anziché al profitto privato.
(4-00005)


   FORNARO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nel gennaio 2022 è stato annunciato che con i fondi del Pnrr sarà ammodernata e messa in sicurezza la linea ferroviaria Acqui-Ovada-Genova, opera che da anni è ridotta in uno stato di abbandono che grava sugli utenti di quei territori;

   gli interventi previsti da Rete ferroviaria italiana (Rfi) ammontano a 87 milioni di euro e dovranno essere terminati, secondo le normative europee, entro il 2026;

   si tratta di una infrastruttura importante, utilizzata ogni giorno da migliaia di pendolari e studenti e che potrà finalmente diventare un tassello strategico per lo sviluppo futuro dell'Ovadese ed Acquese, mentre fino a oggi offre un servizio del tutto insoddisfacente, al punto che Legambiente lo ha inserito, più volte, tra i peggiori dieci in Italia;

   in questi anni le amministrazioni locali e il comitato dei pendolari hanno segnalato la gravità dei disservizi e sottolineato gli interventi prioritari da effettuare: la circolazione dei treni dev'essere per dodici mesi l'anno (mentre da dieci anni ad agosto il servizio viene sostituito da pullman), un'offerta di un treno ogni ora dal lunedì al sabato, la riduzione dei tempi di percorrenza, il recupero del doppio binario nei punti d'interscambio, una promozione e un incentivo all'utilizzo del trasporto pubblico;

   tali richieste sono state ribadite in una assemblea pubblica, il 29 settembre 2022, alla presenza dei sindaci di Ovada, Visone, Rossiglione, Campo Ligure, rappresentanti dei comuni di Masone e Tagliolo, e del comitato dei pendolari;

   a oggi, mentre i fondi del Pnrr sono arrivati proprio per sostenere quelle linee tra due regioni che spesso sono lasciate prive degli interventi necessari, non si sa nulla di come Rfi intenda usare queste risorse –:

   quali iniziative intenda assumere nei confronti di Rfi affinché venga al più presto comunicato agli enti locali il cronoprogramma degli interventi necessari, e si apra un tavolo di confronto tra tutti gli enti interessati per la più celere ed efficace realizzazione degli interventi, avendo i comuni e i cittadini di quei territori il diritto di conoscere i modi e i tempi con i quali verranno utilizzati i fondi del Pnrr destinati a opere fondamentali e attese dai cittadini da oltre vent'anni.
(4-00010)


   GRIMALDI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nel corso della seduta del consiglio comunale di Torino di martedì 17 ottobre 2022, il sindaco ha reso noto che si prevede un rincaro dei prezzi dei materiali necessari a completare l'opera della linea 2 di metropolitana, oscillante fra il 20 per cento e il 50 per cento;

   al completamento dei lavori mancherebbero 300 milioni di euro, su un progetto del tratto che collegherà Rebaudengo al Politecnico, il cui investimento stimato è di un miliardo e 827 milioni di euro;

   alla luce dei rincari, il costo finale potrebbe variare da un minimo di due miliardi e 192 milioni a un massimo di due miliardi e 740 milioni;

   il sindaco di Torino ha esplicitato chiaramente che sarebbero tre le strade percorribili: ridurre la lunghezza del tracciato o il numero delle stazioni o appellarsi al Governo nazionale affinché includa la metropolitana 2 di Torino tra i progetti di interesse strategico nazionale, compensando con fondi nazionali la mancanza di risorse prevista;

   la gara relativa a tale infrastruttura dovrebbe essere bandita nel marzo del 2023 ed è necessario che sia individuata una soluzione entro tempi certi e stabiliti;

   la linea 2 della metropolitana, con veicoli a conduzione automatica, permetterebbe di attraversare più agevolmente la città lungo il suo principale asse di sviluppo nord-est/sud-ovest e collegherebbe 32 stazioni attraverso un percorso complessivo di 27 chilometri;

   tale infrastruttura contribuirebbe a rafforzare i collegamenti tra i principali poli della città, tra cui lo stabilimento Fca di Mirafiori, i poli universitari del Campus Einaudi e del Politecnico di Torino, il centro della città e l'ospedale Giovanni Bosco integrandosi al servizio di trasporto pubblico esistente;

   sono inoltre previsti quattro parcheggi di interscambio con mezzi pubblici e privati che contribuiranno a migliorare l'intermodalità del sistema di trasporto locale, l'interscambio bici-metro sarebbe perseguito localizzando in prossimità delle fermate parcheggi bici e stazioni di bike-sharing, in modo da favorire l'utilizzo della bici da parte dei pendolari e/o dai residenti più lontani dal tracciato della metro;

   in tutta Italia l'emergenza inquinamento atmosferico è sempre più cronica, con un codice rosso per Torino, Milano e Padova, fuori dai limiti di legge con 69, 54 e 47 giornate di sforamento;

   secondo i dati dell'Agenzia europea per l'ambiente lo smog causa ogni anno 56 mila morti;

   l'urgenza della crisi ambientale e climatica è oggi tangibile, e diffusa la consapevolezza che Torino sia una città patologicamente inquinata e in ritardo sulla transizione verso la mobilità sostenibile;

   rispetto al valore Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il Pm10 a Torino ha una media annuale del +121 per cento;

   serve una svolta radicale negli investimenti sul trasporto pubblico locale: la sola città di Madrid dispone di 294 chilometri di metropolitane e in tutta la Spagna sono oltre 1.000 chilometri; in Italia sono solo 234 chilometri, a Torino 15;

   è pertanto fondamentale per la città e strategico per l'Italia che il progetto della linea 2 di metro si realizzi interamente, così come ci sarà bisogno di ripensare e incrementare tutto il trasporto pubblico locale di superficie – possibilmente elettrico – con l'obiettivo di ottenere un miglioramento sensibile della qualità dell'aria, nonché grandi risparmi nel consumo di combustibili fossili per il traffico privato –:

   se il Ministro non intenda valutare l'opportunità di inserire la linea 2 della metropolitana di Torino fra i progetti di interesse strategico nazionale, individuando al contempo le risorse necessarie a colmare l'aumento di spesa dovuto al rincaro sui prezzi dei materiali, al fine di mantenere inalterato il progetto originario in particolare in relazione al numero di fermate e alla lunghezza del percorso previsti.
(4-00015)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla pubblica denuncia del Sindacato italiano unitario dei lavoratori della polizia (Siulp) della grave criticità che l'organico del comparto subirà a causa dei pensionamenti in atto e prossimi che avranno luogo fino al 2030;

   all'esito del direttivo nazionale del sindacato Siulp del 17 dicembre 2020, è emerso che nei prossimi anni vi sarà la collocazione in quiescenza di ben 40.000 unità su un totale di 90.000;

   in particolare sono stati stimati 5.800 pensionamenti per l'anno 2022, 6.200 per l'anno 2023 e 6.300 per l'anno 2024;

   il fenomeno interesserà maggiormente le qualifiche medio-alte, con evidenti conseguenze in ordine al funzionamento del corpo;

   l'attuale procedura di immissione in servizio di nuovi agenti non parrebbe sufficiente ed idonea a fronteggiare una tale e grave situazione, anche alla luce della drastica riduzione degli istituti di istruzione di polizia da numero 26 a numero 6 sull'intero territorio nazionale, prevista dalla spending review;

   ciò avrebbe determinato una riduzione degli arruolamenti da 15.000 a 3.000 ogni anno;

   in tal senso, nel solco di quanto previsto nel codice unico militare relativamente alla figura dei volontari delle forze armate, il sindacato riterrebbe necessaria, allo stato, la previsione di nuove procedere concorsuali – sulla base di quelle già precedentemente adottate per l'assunzione degli agenti ausiliari – per reintrodurre, almeno per la fase transitoria sino al 2030, la figura del volontario nelle forze di polizia, onde consentire immissioni in tempi più brevi e il completamento della fase formativa solo per coloro che siano decisi a rimanere nei ruoli della Polizia di Stato;

   alla luce del delicato quadro internazionale, determinato da guerre e crisi economiche, e conseguenti inevitabili ripercussioni interne sul piano della stabilità sociale, appare quanto mai necessario ed urgente che le istituzioni e, in particolare, l'amministrazione votata al controllo dell'ordine pubblico e della sicurezza, siano in grado di fornire una pronta ed adeguata risposta;

   in tale clima si ritiene debba essere assicurata una maggiore presenza dello Stato per garantire la convivenza civile. La sicurezza nazionale richiede investimenti adeguati per un'idonea garanzia nei confronti dei cittadini –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative, anche di carattere normativo, ritenga opportuno adottare al fine di superare le criticità rappresentate in premessa in ordine alla denunciata carenza d'organico del corpo della Polizia di Stato e scongiurare il grave impatto di tale evenienza sulla tutela della sicurezza nazionale e dell'ordine pubblico, in particolare alla luce del mutato quadro socio-economico nazionale ed internazionale.
(4-00007)


   GRIMALDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 15 ottobre 2022 la prefettura di Torino ha consegnato a Giuseppe Masciari la comunicazione di revoca del dispositivo tutorio attuato nei confronti della sua persona da parte del Ministero dell'interno;

   la revoca della scorta oltre al suddetto Masciari include la moglie e i figli;

   la sospensione del sistema tutorio dovrebbe voler dire che Masciari e la sua famiglia non sono più in pericolo, o meglio, che lo Stato non li ritiene più in pericolo, assumendosi in tal caso la responsabilità della valutazione effettuata e altresì la responsabilità di ogni danno o nocumento che la criminalità organizzata dovesse infliggere a lui e alla sua famiglia;

   Giuseppe Masciari, un importante imprenditore edile che operava in Calabria e all'estero, è stato oggetto di intimidazioni da parte della 'ndrangheta a cui ha risposto con una coraggiosa denuncia presso la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, a seguito della quale è stato inserito insieme alla famiglia nel programma speciale di protezione e costretto a lasciare il luogo di origine e residenza;

   a causa della sua ribellione alla criminalità organizzata, Masciari ha subìto gravi ripercussioni in ambito lavorativo e familiare, essendo vittima di furti, incendi, danneggiamenti, con minacce e violenze nei confronti dei famigliari, in particolare di suo fratello, cui la 'ndrangheta ha sparato alle gambe;

   la famiglia è stata trasferita in località protetta dal 17 ottobre 1997 fino all'aprile del 2010, anno in cui Masciari ha concordato la conclusione del programma speciale di protezione in comune sintonia con il Ministero dell'interno, potendo finalmente vivere alla luce del sole – nel torinese – ma restando «sotto scorta»;

   le denunce di Masciari hanno colpito direttamente alcune fra le famiglie più potenti della 'ndrangheta in tutte le province calabresi, in particolare gli Arena, i Trapasso-Scerbo, i Cossari, i Sia, i Procopio (di Davoli e di Satriano), i Lentini, i Mazzaferro, i Codispoti, i Vallelonga-Franzé, i Pisano e i Vallelunga;

   come riportato dalla relazione recentemente pubblicata dalla Direzione investigativa antimafia, relativa al secondo semestre del 2021, nelle varie province della Calabria e con ramificazioni in tutta Italia mantengono la propria egemonia le medesime famiglie denunciate da Masciari, nonostante le sentenze di condanna passate in giudicato, fra le quali Arena, Mazzaferro, Vallelunga;

   i più recenti arresti, riportati dagli organi di stampa, descrivono un panorama immutato se non ancora più allarmante;

   recentemente, il tribunale di Torino ha comminato 19 condanne per un ammontare superiore ai 185 anni di carcere nell'ambito del processo «Platinum» sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte;

   il radicamento della 'ndrangheta in Piemonte è stato portato alla luce da numerose inchieste, che hanno rilevato come la vulnerabilità delle imprese alle infiltrazioni mafiose si sia aggravata a causa della crisi pandemica: secondo dati Cerved del 2021, in Piemonte sarebbero centinaia le aziende in pericolo (il 24 per cento delle imprese di ristorazione, il 20 per cento per gli alberghi e il 39 per cento per quanto riguarda agenzie di viaggi e tour operator);

   a parere dell'interrogante tutto ciò dimostra il persistere di un rischio evidente per la vita di Giuseppe Masciari e dei suoi famigliari –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quali elementi abbiano portato a ritenere che Giuseppe Masciari non si trovi più in pericolo e abbiano dunque indotto alla revoca della scorta per lui e la sua famiglia e se non intenda invece attivarsi, per quanto di competenza, affinché venga ripristinato immediatamente a lui e alla sua famiglia il dispositivo tutorio tramite scorta.
(4-00008)


   ASCARI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa e dalla pubblica denuncia del Sindacato italiano unitario dei lavoratori della polizia (Siulp) dell'ennesima aggressione occorsa ai danni del personale ferroviario (Gazzetta di Modena del 14 ottobre 2022, articolo dal titolo «Baby gang sui treni, la politica si muova» La rabbia del Siulp dopo l'episodio sul Bologna-Vignola: «Appelli inascoltati»);

   l'atto di violenza denunciato, che aggrava il quadro di un fenomeno ritenuto sempre più preoccupante ed in forte crescita, sarebbe stato compiuto da una baby gang che, nello specifico, avrebbe aggredito il personale ferroviario sulla linea ferroviaria Bologna-Vignola, in particolare, strappando le multe in faccia al capotreno, giocando con lo spray al peperoncino e inneggiando il coro «chi non salta italiano è»;

   la situazione generale descritta è quella di alcune corse di treno del tardo pomeriggio-sera ostaggio di gruppi di ragazzi, tutti minorenni o quasi, che si spostano tra Bologna e le fermate del territorio di Valsamoggia (Crespellano e Bazzano in particolare), le cui azioni violente sarebbero alimentate da un senso di impunità, incertezza della pena, assenza di misure deterrenti, convinzione di poter fare liberamente ciò che si vuole;

   dopo i tanti episodi di violenza verificatisi sui treni e nelle stazioni, che vedono vittima sia i viaggiatori che i dipendenti del comparto ferroviario, le istituzioni, in particolare quelle locali, starebbero tentando di arginare in vario modo il fenomeno descritto, mettendo a punto anche specifici piani volti a contrastare il fenomeno, ritenuti però insufficienti dall'utenza per sradicare un problema che sta sfuggendo di mano e che richiederebbe un maggiore e ben più diffuso presidio territoriale;

   secondo la denuncia del sindacato, invero, gli episodi sarebbero in costante aumento, così come i disagi per il personale e per i cittadini che, sempre più spesso, proprio a causa di tali aggressioni, subiscono l'interruzione di corse dei treni, addirittura costringendoli in molti casi ad abbandonare definitivamente il servizio ritenuto insicuro;

   a tali aggressioni è subito seguita una mobilitazione sindacale per esprimere pubblica solidarietà al personale ferroviario, sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema e chiedere a gran voce l'adozione di alcune misure urgenti tra cui, in particolare, l'installazione dei tornelli nelle stazioni, l'impiego di guardie giurate a bordo dei treni e l'inasprimento delle sanzioni relative alla violenza ed alla resistenza a pubblico ufficiale;

   il fenomeno delle baby gang è diventato un problema sociale sempre più rilevante e sono sempre più frequenti i reati e gli atti di bullismo commessi da queste sui treni e nelle stazioni ferroviarie, anche durante le ore del giorno –:

   se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, ritengano opportuno adottare al fine di risolvere le criticità rappresentate in premessa, al fine di incrementare i presidi di sicurezza nel trasporto ferroviario a tutela dei lavoratori del settore e degli utenti del trasporto pubblico locale e contrastare il fenomeno delle aggressioni sui treni e nelle stazioni, con particolare riguardo a quelle compiute dalle cosiddette baby gang.
(4-00011)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa online e sindacali di forti criticità e agitazioni legate alla condizione di pluridecennale precarietà in cui verserebbero i lavoratori a tempo determinato della società BolognaFiere s.p.a., cosiddetti «precari storici», ancor oggi in attesa di stabilizzazione;

   la società, negli ultimi due anni, avrebbe imposto un'importante riorganizzazione societaria attraverso acquisizioni e scorpori delle attività di gestione del quartiere fieristico, nonché il trasferimento del personale, che già nel 2016 era stato interessato dal noto piano di licenziamenti dell'allora presidente Franco Boni;

   in particolare, con tale riorganizzazione societaria, oggetto di ben due contratti di espansione, sarebbe stata assicurata, dalla direzione di BolognaFiere s.p.a. la stabilizzazione e il consolidamento dei sopracitati dipendenti all'interno del quartiere, in un'ottica garantista della qualità e continuità del lavoro;

   in spregio a tali accordi, la direzione di BolognaFiere si servirebbe di personale in appalto, negli ambiti della sicurezza, controllo accessi, viabilità e attività complementari, in contrasto col diritto di prelazione alla chiamata riconosciuto al personale precario storico a tempo determinato;

   la decisione di non stabilizzare il personale precario adottata dalla direzione di BolognaFiere stride, oltretutto, con la riapertura e la calendarizzazione di nuove fiere dopo i due anni di restrizioni dettate dalla pandemia da COVID-19, che hanno condizionato pesantemente anche le attività del quartiere fieristico di Bologna;

   la mancata stabilizzazione del personale interno di BolognaFiere da parte della società sarebbe totalmente incompatibile con gli impegni istituzionali assunti;

   ad oggi, a distanza di venti anni dalla stipula del contratto a tempo determinato all'interno di tale società, non è ancora stata definita la sorte del personale dipendente sopracitato –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, ritenga opportuno adottare al fine di risolvere le criticità rappresentate in premessa, onde consentire il rispetto da parte della società BolognaFiere s.p.a., degli impegni assunti con la sottoscrizione dei contratti di espansione del 2021 e del 2022, garantendo la stabilizzazione del personale precario a tempo determinato.
(4-00012)


   GRIMALDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il 3 ottobre 2022 il tribunale di Modena ha rinviato a giudizio 66 tra lavoratori, lavoratrici e sindacalisti della Italpizza, azienda leader italiana delle pizze surgelate, contestando agli stessi reati quali violenza privata, resistenza aggravata, blocco stradale, violazione di norme del testo unico di pubblica sicurezza e altri capi d'accusa a seguito degli scontri tra lavoratori e lavoratrici Italpizza e forze dell'ordine avvenuti nella prima metà del 2019 durante manifestazioni e picchetti davanti ai cancelli della fabbrica;

   le proteste hanno avuto inizio quando, a seguito della decisione assunta nel 2016 da Italpizza di esternalizzare gran parte del ciclo produttivo, nel 2019 la stessa contava solo 100 dipendenti assunti direttamente e 900 in appalto a cooperative;

   tale processo di esternalizzazione ha determinato un netto peggioramento delle condizioni di lavoro e situazioni di dumping contrattuale e salariale fra dipendenti «interni» ed «esternalizzati»: aumento dei carichi di lavoro, flessibilità degli orari, chiamate notturne e festive;

   il Sindacato intercategoriale Cobas avrebbe quindi proclamato una serie di scioperi;

   a parere dell'interrogante, le decisioni del Tribunale di Modena costituiscono un precedente preoccupante per diverse ragioni, in primis poiché, accogliendo il diritto di Italpizza a costituirsi come parte civile per i reati presuntamente commessi dai lavoratori e dalle lavoratrici durante gli scioperi e le forme di protesta davanti ai cancelli della fabbrica, viene depotenziato il senso e lo scopo stesso del conflitto sindacale e in secondo luogo perché, accogliendo la richiesta dell'azienda di indicare il sindacato S.I. Cobas – in caso di condanna – come responsabile civile per i presunti danni produttivi all'azienda, con l'esorbitante richiesta di «almeno 500.000 euro» di risarcimento, Italpizza, un soggetto privato parte di un conflitto sindacale verrebbe risarcita per i danni derivanti dalle forme di lotta organizzate da un sindacato;

   il presidio davanti ai cancelli delle fabbriche è uno strumento diffuso nelle proteste dei lavoratori e delle lavoratrici e appare evidente che le eventuali condanne di singoli lavoratori e del sindacato avrebbero l'effetto di scoraggiare ogni forma di contestazione e sciopero;

   nel 2021, Italpizza e Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un accordo sindacale che ha definito, tra le altre cose, le modalità di internalizzazione dell'appalto Evologica al 1° gennaio 2022, stabilendo il passaggio senza soluzione di continuità di tutti i circa 470 lavoratori e lavoratrici e l'applicazione del contratto alimentaristi;

   tra il 2018 e il 2020, nella sola provincia di Modena, sono stati aperti 481 procedimenti penali nei confronti di lavoratrici e lavoratori per fatti connessi all'attività sindacale (non solo legata alla vertenza Italpizza);

   lo sciopero e altre tradizionali forme di protesta costituiscono un diritto di libertà, il cui legittimo esercizio non può essere limitato, né può comportare alcuna sanzione;

   il rinvio a giudizio di lavoratori e lavoratrici della Italpizza appare all'interrogante lesivo del diritto allo sciopero il quale non può essere limitato alla sola astensione dal lavoro poiché il rischio di dover risarcire i danni al datore di lavoro può indurre lavoratori, lavoratrici e associazioni sindacali a ricorrere in misura minore a tale fondamentale strumento di libertà, partecipazione e democrazia;

   una vertenza nei luoghi di lavoro non può essere vissuta come atto criminoso e illecito, da punire severamente sul piano penale e pecuniario –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere per garantire il pieno rispetto e la piena attuazione del diritto di sciopero e di tutte le forme di protesta sindacale.
(4-00013)


   GRIMALDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   dal mese di maggio del 2022, 34 lavoratori e lavoratrici della Roger Logistics, in appalto alla Rai per servizi di facchinaggio e manovalanza non ricevono lo stipendio;

   Il 30 settembre 2022 l'appalto in essere è scaduto è dal 1o ottobre è subentrate la Elpe Global Multiservice;

   il contratto tra la Elpe Global Multiservice e la Rai durerà solo fino a novembre, non si ha nessuna notizia su un possibile futuro rinnovo;

   a fronte della morosità di Roger, Radiotelevisione italiana spa si era impegnata a surrogare ai mancati pagamenti da parte della ditta;

   tuttavia, la Rai al fine di non creare disservizi, ha nel frattempo firmato un contratto con una ditta esterna fino a fine appalto;

   si è trattato di una cosiddetta sostituzione momentanea per continuità di servizio attivata senza bandire un ulteriore regolare appalto e impiegando altri lavoratori;

   i 34 dipendenti storici, che prestavano servizio da 4, 10, addirittura 20 anni, hanno ricevuto le lettere di licenziamento con la comunicazione del prossimo cambio appalto e di una successiva riassunzione –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare, a fronte degli obblighi assunti e delle promesse fatte da parte della Rai nei confronti dei dipendenti della Roger Logistic, affinché si provveda a saldare gli stipendi pendenti e a procedere a un nuovo contratto d'appalto, garantendo le clausole sociali e il rientro in servizio dei lavoratori e delle lavoratrici della Roger Logistic;

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere affinché venga fortemente limitato nelle società a partecipazione pubblica e nelle aziende concessionarie di servizi pubblici, il ricorso alle esternalizzazioni di servizi, le quali producono in molti casi un paradossale aumento dei costi, producendo altresì una riduzione della qualità del prodotto, la riduzione dei salari di lavoratori e lavoratrici nonché la violazione dei loro diritti.
(4-00014)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI. — Al Ministro della transizione ecologica, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   a marzo del 2022 la Sogin, responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi, ha trasmesso al Ministero della transizione ecologica la Cnai, Carta delle aree idonee a ospitare il deposito nazionale e annesso parco tecnologico;

   il 5 gennaio del 2021 era stata pubblicata la Cnapi, Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per il sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari e il 24 novembre 2021 si era chiuso il Seminario nazionale relativo alla procedura di localizzazione del Deposito nazionale e parco tecnologico delle scorie nucleari, cui hanno partecipato le regioni coinvolte dalla Cnapi;

   le aree idonee sono quelle le cui caratteristiche soddisfano i criteri previsti nella guida tecnica n. 29 dell'ente di controllo Ispra (oggi Isin) e i requisiti indicati nelle linee-guida della Iaea (International Atomic Energy Agency);

   tali caratteristiche favorevoli si determinano sulla base di criteri di esclusione e di approfondimento, che escludono le aree interessate da, ad esempio, elevato rischio vulcanico e sismico, fagliazioni, frane, alluvioni o che insistono su aree protette o insediamenti civili, industriali e militari;

   nel passaggio dalla Cnapi alla Cnai, sono state selezionate 58 aree in tutta Italia;

   il Deposito nazionale, di cui si discute da circa vent'anni, dovrebbe ospitare definitivamente i rifiuti radioattivi italiani – sia quelli prodotti ogni giorno negli ospedali, nelle industrie, nei laboratori di ricerca, sia quelli dei vecchi impianti nucleari in fase di smantellamento – oggi stoccati in decine di depositi temporanei distribuiti nel paese, molti dei quali in aree inidonee;

   il Deposito nazionale dovrebbe permettere di sistemare definitivamente circa 75.000 metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e media attività e di stoccare temporaneamente circa 15.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività, in attesa della loro sistemazione definitiva in deposito geologico, così come per tutte le altre nazioni;

   in Europa, buona parte degli Stati si è dotata di un'infrastruttura unica per la messa in sicurezza finale delle scorie nucleari;

   dopo la pubblicazione della Carta delle aree idonee, la legge prevede che i comuni che ricadono nelle zone individuate possano presentare delle manifestazioni di interesse e che si apra un negoziato con gli organismi coinvolti e, nel caso in cui nessuno si offra, è prevista un'iniziativa autonoma del Governo: tale fase della procedura dovrebbe durare circa quattro anni, a cui si aggiungono i cinque previsti per la costruzione del deposito;

   l'iter burocratico indica il dicembre del 2023 come tempistica definitiva per la scelta del sito, che dovrebbe dunque diventare operativo nel 2029;

   se entro il 2025 i lavori non dovessero essere avviati, l'Italia incapperebbe in un grave procedimento d'infrazione da parte della Commissione dell'Unione europea, che impone la messa in sicurezza di oltre 100 mila tonnellate di scorie nucleari e con esse i rifiuti del settore medico-ospedaliero;

   ora si attende la pubblicazione ufficiale della Cnai da parte di Sogin, dei Ministeri incaricati e dell'Isin, dopodiché, entro 30 giorni dall'approvazione della carta, la Sogin dovrà invitare le regioni e gli enti locali delle aree idonee alla localizzazione del Parco tecnologico a comunicare entro i 60 giorni successivi il loro interesse a ospitare il parco;

   nel frattempo, il decommissioning è costato dal 2010 al 2020 agli italiani 3,7 miliardi di euro (12 euro l'anno a utente domestico) più 514 milioni di euro per la compensazione dei siti –:

   quali iniziative di competenza intendano assumere affinché si giunga quanto prima alla pubblicazione ufficiale della Cnai e se non intendano disporre tutte le iniziative necessarie affinché la scadenza inderogabile del 2023 richiamata in premessa venga rispettata.
(4-00006)